Anna, 19.4.2002
In Sicilia con Montalbano
Dai libri alla serie tv, i luoghi del commissario più famoso
d'Italia.
Vigata spunta improvvisa dietro l'ultima curva che si arrampica sull'altopiano.
Le pietre arroventate dal sole rimandano una luce dorata, le case sono
una sopra l'altra, sulla collina. Le chiese barocche si stagliano sul labirinto
di muri e di davanzali, disegnati apposta per rilanciare la grandezza di
cupole e campanili.
E' in mezzo a queste geometrie che vive il commissario Montalbano,
il poliziotto più famoso d'Italia. Peccato che la sua Vigata sulla
carta geografica non esista. Sì, perchè, nella realtà,
il palcoscenico in cui lo scrittore Andrea Camilleri fa muovere il protagonista
dei suoi romanzi è la provincia di Agrigento: la sua Porto Empedocle,
Raffadali, Ribera, Menfi.
Luoghi reinventati seguendo la linea dei ricordi, sfidando con l'immaginazione
le coste spesso deturpate dal cemento, le montagne assaltate dall'abusivismo.
Un colpo di spugna per restituire intatti ai lettori i profumi e le atmosfere
della sua infanzia.
Una Sicilia ugualmente antica, ma meno aspra, è stata scelta
per la fiction televisiva diretta da Alberto Sironi (a maggio andrà
in onda la quarta serie): siamo nella provincia di Ragusa, e le sue ville,
masserie, chiese barocche e piazze sono i luoghi in cui Salvo Montalbano
(l'attore Luca Zingaretti) si divide fra un delitto e un piatto di pasta
con le sarde.
Così Vigata è Ibla, che fa da sfondo a innumerevoli sequenze
del film tivù.
Ibla, cioè la parte più antica della città di
Ragusa, ricostruita con due volti dopo il terremoto che ha distrutto la
Val di Noto nel 1693. In basso, il barocco innestato dalla nobiltà
feudale sulla pianta medievale originaria del paese; in alto la parte nuova:
palazzi moderni, ampi viali.
La piazza principale di Vigata-Ibla è una fuga di pietra verso
la scalinata di San Giorgio, una delle due chiese del paese di Montalbano.
Un'architettura gigantesca del 1744, che si stringe attorno alla cupola.
Giù, parte il corso XXV aprile. A sinistra appena imboccata la strada,
il Circolo di conversazione è anche nella realtà il circolo
della città. Fondato alla fine dell'800 dai nobili ragusani, nelle
sue sale il tempo si è fermato: l'acqua e anice, le interminabili
partite a briscola, le sedie impagliate.
Sulla sommità del paese, a Santa Maria delle Scale, sono state
girate le più belle panoramiche del serial tivù.
DALLA "CAMMERA" SUBITO SULLA SPIAGGIA
La casa di Montalbano (nel film Marinella) è a Punta Secca,
verso Santa Croce di Camarina, venti chilometri da Ragusa tagliando per
la campagna.
Muretti a secco tirati su, chissà quando, dipingono il paesaggio
e delimitano pascoli e proprietà. Un intrico di pietra steso fra
grandi carrubi, mandrie e masserie. Il faro bianco, circondato dalle case
colorate dei pescatori, è proprio alle porte del borgo marinaro.
Pochi passi ed ecco la casa del commissario. La lunga veranda a forma
di elle, le persiane verdi di legno che si aprono sulla "cammara" direttamente
sul mare, la spiaggia marrone: un paradiso che Montalbano divide solo con
la sua Livia (interpretata da Katharina Bohm). La costa è una lunga
virgola dorata interrotta dai colori forti delle barche capovolte. Pare
di vederlo, il commissario, uscire dall'acqua dopo una nuotata, attendere
la telefonata di Livia con l'apparecchio trascinato fino in riva al mare.
A fianco alla casa, una prua di cemento coi sedili di marmo si allunga
nell'acqua: qui il commissario si "assitta" per godersi i tramonti o si
"squieta" quando "si arrisbiglia malamente".
MASSERIE E FORTEZZE
Torniamo indietro verso Ragusa. A Villa Crescione è stata girata
gran parte dell'episodio La forma dell'acqua. Nella fiction è la
casa dell'ingegnere Luparello, nella realtà è una splendida
masseria fortificata dei primi del '900, recentemente restaurata: torrioni
merlati, una piscina all'ombra di un patio circondato da mandorle e carrubi,
saloni affrescati. D'estate ospita teatro e concerti.
Più avanti, fermatevi all'eremo della Giubiliana, una
fortezza del 1500 costruita dai cavalieri di Malta, oggi un raffinato albergo
a cinque stelle, con aereoporto privato per sorvolare le città siciliane
del barocco.
Nell'episodio La voce del violino, ci vive la bella Michela Licalzi
(Alessia Mertz). E in una delle suite, l'antiquario Guido Serravalle (Giovanni
Vettorazzo) confessa al commissario di essere l'assasino dell'affascinante
protagonista.
A Modica, sulla statale per siracusa, c'è invece l'altra chiesa
di Vigata.
Il duomo di San Giorgio svetta su una scalinata che con i suoi 250
gradini attraversa il paese fino al corso principale, e il prospetto di
calcare bianco è un trionfo di barocchetto siciliano.
Ma lasciate per un attimo il commissario. Siete arrivati davanti alla
dolceria Bonajuto, dove assaggiare il cioccolato più che un piacere
è un dovere: trecento anni di esperienza senza mai tradire la ricetta
azteca, solo cacao e niente altro.
QUELLA SVEDESE A DONNALUCATA
Riprendiamo a seguire Montalbano: Scicli è a due passi. Il palazzo
comunale di questo gioiello barocco è il commissariato di Vigata,
dove vigila "di pirsona pirsonalmente" l'agente Catarella (Angelo Russo).
La via Mormino Penna è una delle più belle strade della Sicilia,
una sequenza di chiese e di palazzi barocchi che si aprono come quinte
teatrali. Si gira l'angolo e il palazzo Iacono è la questura di Montelusa. Alle spalle, su una rocca, la chiesa di San Matteo, antica Madrice
di Scicli; di fronte, Sant'Ignazio custodisce un'insolita statua della
Madonna rappresentata a cavallo e con la spada sguainata. Pozzallo è
a nemmeno mezz'ora di strada. Ma prima c'è ancora da vedere in contrada
Sampieri l'ex fabbrica di mattoni Pisciotto, che nel'episodio La forma
dell'acqua è la Mannara, ritrovo di prostitute, teatro dell'omicidio
dell'ingegnere Luparello. E' un curioso esempio di archeologia industriale
di fine '800, realizzato con i muri a secco. Da lontano, perso tra la campagna
e il mare sembra un tempio greco: le colonne, gli archi, le volte. A pochi
metri c'è una spiaggia finissima su cui il vento disegna dune e
onde.
Donnalucata è sulla stessa litoranea. Ricordate la bella
svedese che sempre in La forma dell'acqua a bordo di una Ferrari fiammante
sfida la fedeltà del commissario per la sua Livia? Montalbano e
Ingrid si guardano per la prima volta negli occhi sullo sfondo di questo
lungomare, la marina di Vigata.
Loro non hanno avuto tempo di prendere un gelato, ma voi sì:
il bar "Bluemoon" prepara una specialità di carrube da non perdere.
Al porto di Pozzallo, ancora in La forma dell'acqua, il commissario Montalbano
per la prima volta cade a terra ferito. Sullo sfondo, la Torre Cabrera
e la banchina delle navi per Malta.
CATACOMBE E LABIRINTI DI PIETRA
Per visitare la grotta delle Trabacche armatevi di scarpe da ginnastica:
ci sono da saltare almeno dieci muretti prima di raggiungerla, ma ne vale
la pena. Qui dentro, nell'episodio Il cane di terracotta, Montalbano scopre
le mummie di due fidanzati abbracciati, ai piedi di un enorme cane. La
caverna è una catacomba bizantina, al suo interno tre file di sepolcri
a baldacchino la rendono unica fra quelle ritrovate in Sicilia. Più
avanti, il castello di Donnafugata è un'imponente villa costruita
nel 1865 da barone Corrado Arezzo sui ruderi di un castello trecentesco.
La casa ha 122 stanze e un parco di otto ettari pieno di sorprese: grotte
finte rivestite di stalattiti, un labirinto di pietra, giardini all'italiana,
all'inglese e alla francese. Nell'episodio La gita a Tindari questa è
la casa del vecchio boss Balduccio Sinagra. In cima alla scalinata sorvegliata
da due sfingi di marmo, affacciato alla balconata, il vecchio capomafia
svela a Montalbano la soluzione del giallo.
Infine tornate a Ibla, e aspettate che faccia buio. Lasciatevi incantare
dalle ombre della chiesa di San Giorgio, o in cima a Santa Maria delle
Scale. Ma fate presto ad "arrisbigliarvi": Ibla vi aspetta per un altro
giro. Silenziosa e magica, proprio come piace a Montalbano.
Giacomo Pilati