Gazzetta del Sud, 25.10.2002
Andrea Camilleri parla del suo ingresso nella prestigiosa collana «I Meridiani»
Il giallo promosso a letteratura
E il «Commissario Montalbano» stasera in anteprima a Siracusa

«Il “giallo” promosso a letteratura da quel genere di puro intrattenimento che era una volta. Di certo, non una commercializzazione della collana». Pacato e sintetico come sempre, Andrea Camilleri definisce così il suo ingresso nella prestigiosa collana «I Meridiani» della Mondadori, anticipando – e rispondendo – ad eventuali polemiche di quella parte di intellighenzia che potrebbe storcere il naso davanti all'iniziativa. «È un'operazione di segno diverso – spiega l'autore siciliano – da quello che si può pensare a prima vista. D'altra parte non basterebbe il mio solo volume per applicare questa etichetta – prosegue – Poi i saloni della critica e della recenzionistica italiana su di me si sono già ampiamente espressi e non tutti sono francamente così negativi nei miei riguardi».
– Bando alle polemiche, pensa che questo volume rappresenti finalmente la consacrazione del “giallo”? «Una collana come I Meridiani si apre con questo mio libro al romanzo giallo; però devo ricordare che sono stati pubblicati in passato scrittori come Graham Green che hanno una struttura certe volte giallo-spionistica. La concezione del romanzo “giallo” in Italia – specifica il “padre” di Montalbano – non cambia oggi e non cambia per questo. È già cambiata, da quel livello di paraletteratura che era, molto tempo fa; basta ricordare anni fa l'iniziativa della Treccani che dedicò a questo genere un intero capitolo come fenomeno sociologico».
– Il “giallo” lettura popolare ma non populistica? «In Italia sta accadendo quello che da tempo è accaduto in altri paesi: riuscire a capire di più, ad esempio della multietnicità di Marsiglia, dai romanzi polizieschi di Jean-Claude Izzo che non attraverso uno studio magari più approfondito in alcuni settori ma riservato ad una cerchia di letterati specializzati».
– In questo senso cosa può insegnare, indicare o descrivere Montalbano? «I romanzi ed i racconti raccolti e pubblicati nel volume, che io ho scelto, non soltanto disegnano in modo tangibile l'evoluzione di un personaggio quanto credo che scandiscano le tappe dell'evoluzione, o involuzione, di una certa società italiana».
– Saranno due i Meridiani alla sua opera, è soddisfatto della scelta di pubblicare prima «Storie di Montalbano» e due anni dopo «Romanzi storici e civili» che raccoglie l'altro versante della sua produzione? «Ecco, qui si può concedere alla Mondadori non una operazione di commercializzazione ma la scelta di partire con il mio personaggio più noto. Montalbano – tiene a sottolineare Camilleri – significa premere il tasto di una nota che gli italiani apprezzano molto: i picchi di vendita dei miei libri sono i romanzi ed i racconti del commissario Montalbano».
– Sente di essere entrato nel Tempio della Letteratura? «La prima copia di questo libro, appena finito di rilegare, mi è stata data mentre mi veniva consegnata una Laurea Honoris Causa all'Università Iulm di Milano, pochi giorni fa. Ecco, questo libro è per me la seconda laurea, che giungeva contemporaneamente alla prima». Intanto, lunedì torna su Raiuno alle 20.55 «Il commissario Montalbano» nella versione televisiva diretta da Alberto Sironi e interpretata Luca Zingaretti. Il primo dei quattro episodi, intitolato «Il senso del tatto», è tratto dal racconto «Amore e fratellanza» compreso nella raccolta «Gli arancini di Montalbano». La serie tv sarà presentata in anteprima questa sera alle 21 a Siracusa al cine-teatro Vasquez. In sala assieme a Luca Zingaretti ed al resto del cast anche l'assessore regionale ai beni culturali Fabio Granata che ha promosso la manifestazione.
Marco Neri