E` il primo dei due Meridiani (il secondo è previsto per il 2004)
dedicati all'autore di Montalbano. Un riconoscimento importante per lo
scrittore siciliano, che in questa raccolta ripropone tutti i più
importanti romanzi appartenenti al filone contemporaneo, da La gita a Tindari
a Il ladro di merendine, da Il cane di terracotta a L'odore della notte.
Preziosa, oltre all`introduzione di Nino Borsellino, la cronologia curata
da Antonio Franchini, che permette di ricostruire la vita dello scrittore,
a partire dai gustosi ricordi di scolaro per finire alla scoperta del milieu
culturale romano. Il volume è curato da Mauro Novelli, che dedica
particolare attenzione all'originale impasto linguistico creato da Camilleri.
Intervista di Marino Sinibaldi per Fahrenheit.
CONDUTTORE Quando si ha Andrea Camilleri in studio, certo non si ha
l’imbarazzo di presentare. L’hanno letto tutti, hanno letto tutti tutto
e, cosa aggiungere… Vediamo, ad arrivare [cerca tra le email arrivate,
NdT]. “Si è mai sentito ‘figlio cambiato’?” scrive Roberta,
che fa riferimento quindi al Camilleri ‘non Montalbano’.
ANDREA CAMILLERI No, no, no, io…
C L’ha scritto solo per un legame, anche di parentela, con Pirandello?
AC Con Pirandello, si. No, no, io fortunatamente non mi sono mai sentito
‘figlio cambiato’. I miei genitori sostenevano che io ero un ‘figlio cambiato’,
ma io non ci ho mai creduto. In realtà facevano un teatro. Siccome
ero molto discolo, diciamo eccessivamente, allora fingevano, minacciavano
di mandarmi in collegio dicendo “tanto questo non è figlio nostro,
un bambino così cattivo…”
C Ma è una cosa crudelissima!
AC Crudelissima.
C Una pazzia, psicologicamente.
AC Ma non riuscirono a convincermi.
C Meno male! Però è una cosa che, insomma, uno psicologo,
anzi un Tribunale dei Minori condannerebbe i suoi genitori perché…
AC Certo, certo.
C E poi è nonno, adesso.
AC 4 volte.
C Ah, bene, quindi capisce quanto è delicato…
[PAUSA MUSICALE CON I JAZZ MESSANGERS IN UN PEZZO DI THELONIOUS MONK]
C Allora, Camilleri, stavamo raccontando questo lento cammino, senza
sponde critiche, senza nessun critico che la lanciasse, o un grande quotidiano,
e però un passaparola che credo non abbia precedenti nella letteratura
italiana degli ultimi anni. E poi, a un certo punto, lei si è accorto
che i suoi libri che uscivano da piccoli editori – poi Sellerio è
un editore medio, ma insomma, un editore con una circolazione particolare
– si è accorto che, insomma, l’attenzione dei lettori verso i suoi
libri cresceva, è quasi esplosa ad un certo punto. Di colpo, no?
AC Si, non ho avuto una crescita graduale, diciamo. Proprio un’esplosione,
singolare, che si è verificata dopo anni e anni che scrivevo. Quando
la Sellerio mi diceva “Abbiamo raggiunto quota 5000 di libri venduti, del
Birraio di Preston, per esempio, beh, io veramente mi sentivo, come posso
dire, felice. Perché vendere 5000 libri, 5000 copie di un romanzo,
in Italia è già un gran bel risultato. Poi avevo sentito
in televisione (lo dico senza nessuna ironia, non so su che base l’idea
fosse formata) Aldo Busi sostenere che non si è scrittori se non
si vendono almeno 3000 copie.
C Quindi ce l’aveva fatta, lei.
AC Quindi ce l’avevo fatta. Avevo 2000 copie in più.
C Da regalare a qualcuno…
AC Da regalare a qualcuno. Sennonchè poi, nel ’97 le cose cominciarono
a cambiare. Insomma, io fino a marzo-aprile del ’97 avevo venduto 35mila-40mila
copie dei miei libri. E invece nel dicembre di quell’anno eravamo a 197mila
e nel ’98 raggiungemmo quasi il milione di copie vendute. Quindi in un
anno.
C Quindi quante volte è scrittore, facendo la moltiplicazione?
AC Mah, non lo so, lasciamolo fare a Busi … Però, voglio dire,
é perché si allargò il ventaglio dei lettori. Io vedevo
quando presentavo i miei libri nelle librerie, che i lettori erano dai
50 (anni) in su, diciamo; erano miei coetanei o poco più giovani.
E invece un giorno a Firenze, proprio agli inizi del ’98 vidi arrivare
dei ragazzi, in divisa da ragazzi, cioè con l’eskimo, l’orecchino,
tutto…
C Beh, l’eskimo negli anni '90… L’orecchino, quello la colpì…
non pensava di avere dei lettori con l’orecchino.
AC No, pensavo di avere… pensavo a una contestazione e la cosa quasi
mi piacque.
C Lei pensava che erano venuti…
AC Sennonchè vennero lì per avere l’autografo e allora…
C Peccato… Neanche i giovani son più quelli di una volta! Dicevo
che poi, questa crescita, questa – appunto – esplosione, è avvenuta…
Crescita/esplosione, ha ragione Camilleri che questa cosa non ha avuto
un andamento graduale, ma ha avuto l’andamento di un passaparola e questo
ha creato, ha sedimentato, credo, una passione di lettori. Io, usando la
nostra e-mail e curiosando ieri sera nelle chat su Camilleri, ho trovato
veramente cose molto appassionate… Questo signore che scrive da Messina
le chiede la ricetta della pasta ‘ncasciata di cui va matto il Commissario
Montalbano, per dire l’attenzione con cui… Che cos’è questa pasta,
è facile?
AC La pasta ‘ncasciata è pasta al forno, solo fatta con particolari
accorgimenti.
C Vabbé, lasciamo stare… Qui invece le scrive un suo semi-omonimo,
Andrea, che appunto sostiene di essere ‘u Pitturi nel Camilleri Fans Club,
che evidentemente è come l’Arcadia, hanno questi nomi…
AC Si, come l’Arcadia, esattamente. C’è u Presidenti, u Pitturi…
C E dice, “Ha mai pensato…”, insomma sottolinea il fatto che lei ha
fatto conoscere la Sicilia e anche ha fatto amare la Sicilia e anche che
forse persino, dice, ha fatto visitare la Sicilia, cioè ha creato
una curiosità, persino un indotto economico, potremmo dire, dei
libri di Camilleri, ha l’impressione che… noi, sentite, abbiamo fatto agli
ascoltatori che pure da lontano, non solo leggono, amano… E anche nel suo
tratto legato un po’ alla lingua, lo amano molto, ma forse…
AC Ma si, ma questa cosa della gente che viene a vedere e rimane delusa…
Anche questa estate…
C Delusa dove?
AC Si, delusa, perché dicono “Scusi, Dottor Camilleri, che bello
incontrarla qui al suo paese, dov’è Marinella?” Ora, Marinella c’era,
ma non c’è più perché è un ammasso di cemento.
Oppure dicono “Dottore, dov’è la Trattoria da Calogero, che andiamo
a mangiare da Calogero…” Non c’è più, l’hanno chiusa. Insomma,
allora mi sento un po’ come un mentitore, uno che ha bluffato e viene scoperto.
C Uno che ha inventato…
AC Si.
C Comunque adesso stavo ridendo… C’è chi la chiama Nnirìa,
il diminutivo di Andrea.
AC Nnirìa è il diminutivo classico di Andrea. Io personalmente
da bambino, i miei amici più intimi mi chiamano Nené, che
sarebbe il diminutivo di Emanuele però, non di Andrea. Di Andrea
è proprio Nnirìa.
C Questo è un toscano che dice che si sganascia, che ride molto
leggendo i suoi libri e la figlia gli fa “Oi che ttu ridi?”-io non so leggerlo-,
che leggi, le barzellette? Questa è un’e-mail giunta da non vedo,
non so il luogo della…
AC Alcuni hanno scritto dicendo che si vergognano perché leggono,
in treno oppure sul tram certe volte si mettono a ridere da soli e allora
scendono alla prima fermata se sono in autobus perché si sentono
vergognosi. Che è curioso, é curioso il fatto che oggi uno
che ride leggendo si senta un po’ in colpa.
C Strano. Ma perché? Questo è molto interessante. Evidentemente
la lettura è ritenuta una cosa seria.
AC Perché evidentemente è ritenuta una cosa seria. Allora,
se uno ride leggendo, che diavolo sta leggendo quello lì per ridere?
C Senta, invece il suo rapporto con l’umorismo com’è?
AC Ah, ottimo, ottimo!
C Gli scrittori che le piacciono… Lei ha letto molti scrittori di gialli,
ma ha letto anche molti scrittori umoristici. Ce n’è qualcuno che…
AC Si, c’é uno che dico così, magari lui non mi vuole
riconoscere come…
C …allievo…
AC …come allievo, ma è Gogol, ecco.
C Lui non lo so, ma insomma…
AC Meglio di questo…
C Lei si sceglie dei maestri adesso, Camilleri, che non so… Senta,
e la sua lingua, perché questa è una cosa su cui anche le
e-mail domandano. La lingua, questo impasto. Da qualche parte, sempre nelle
tante dichiarazioni che ha fatto o le hanno fatto fare in giro, ha detto
che deriva un po’ dall’oralità. Ma no, ecco, ho trovato una cosa
divertente: che una volta lei ha trovato la sua voce perché in casa,
raccontando un episodio, mescolando…
AC Si, ma noi parlavamo così. Cioè, in fondo non solo
a casa nostra, è la piccola borghesia siciliana che parlava un misto
di dialetto e di lingua italiana. E quindi io un giorno parlando, mi resi
conto che rendevo di più usando questa miscela e allora mi sono
messo ad analizzare e quando interveniva il siciliano e quando interveniva
la lingua italiana ecco e da allora ho cominciato a trarre le mie regole,
del tutto personali, su questo modo di scrittura e oggi non saprei scrivere
diversamente.
C No, io stavo cercando di leggere un’e-mail di… Ah, no, questa l’ho
trovata nella chat, ma non la riesco a leggere… “Una mattina mentre il
commissario Montalbano s’assittava per firmare le consuete carte - c’è
una ragazza, Cecilia, che ha scritto – òmini si scialavano a purtari
a cchi…” ha scritto un intero racconto di Montalbano… adesso glielo daremo,
é scritto tutto in siciliano. Così è troppo, non si
può.
AC Si, questo è proprio dialetto dialetto.
C E’ troppo stretto, non si comunica… No, ecco invece, l’invenzione
di una lingua è fondamentale, Lei, insomma, ha anche insegnato,
non ha insegnato scrittura creativa, come si dice adesso letteratura, ha
insegnato a… regia.
AC No, ho insegnato…
C Anche scrittura? Trovare una lingua è una cosa fondamentale.
Lei lo racconta in questo modo divertente e persino leggero, in qualche
modo è la voce di un linguaggio familiare che è diventato
linguaggio scritto. In realtà trovare la propria lingua è,
penso…
AC Fondamentale. E’ fondamentale, come trovare la propria voce. Il
tono, il timbro.
C In questo c’è qualcosa di simile alla regia, allora.
AC Eh, c’è qualcosa di simile alla regia e soprattutto si tratta
di riuscire a capire che quello è il tono giusto. Perché
nelle ricerche e nelle prove che uno fa di scrittura può anche ingannarsi.
Invece, perché magari rende di più l’altra strada é
più difficile, è più disagevole. Invece bisogna avere
la sensibilità di capire che quello è il tono giusto. Io
ho avuto questa fortuna.
C Lei però ha anche una lettrice molto feroce, vicino. Sua moglie?
No? Non legge i suoi libri…
AC No, mia moglie legge…
C No, perché trovare una voce vuol dire anche trovare un orecchio.
AC Mia moglie è la prima lettrice dei miei libri… E a lei, francamente,
non finirò mai di essere grato. E’ la più severa, quella
che mi concede altro che… Io ho avuto delle critiche feroci e forse lei…
C Nulla in confronto…
AC Nulla in confronto di quello che è mia moglie.
C Ci sono interi libri che lei ha riscritto per metà o per due
terzi almeno.
AC Ma ci sono per esempio…
C Perché sua moglie non…
AC Beh, addirittura 150 pagine del Re di Girgenti sono scritte perché
non… perché mia moglie non era convinta. Ma però c’è
una cosa che debbo dire, dice: vabbé, allora sei succube, se tua
moglie non è convinta, tu…
C No, non abbiamo detto nulla…
AC No, però io volevo prevenire questa cosa. In realtà
lei ha la capacità straordinaria di andare a scoprire il nervo scoperto,
toccare il nervo scoperto. Cioè, lei si rende conto benissimo che
in alcune pagine io sto barando, sto prendendo la strada più facile,
ho preso la strada più facile e questo non le funziona. Io mi arrabbio,
lei dice “Ma perché ti arrabbi?Allora non farmi leggere le cose
così non c’è problema”. Io mi arrabbio perché lei
in realtà è andata a toccare il nervo scoperto.
C E, come sempre, quando uno… Allora, questo mi dà il modo di
leggere l’e-mail di Vanda, guarda un po’ che coincidenza. Da Boario Terme…
“Lei ha sempre pubblicato da Sellerio, piccola importantissima casa editrice
che anche per merito di Camilleri ha avuto modo di allargare il suo mercato.
Ora vorrei sapere come mai Camilleri ha scelto di pubblicare per Mondadori,
mostro della grande distribuzione. Ci tiene proprio molto a vedere il re
di Girgenti tra un Dash e un pacco di biscotti del mulino familiare immaginario?”
AC No. Eh, dunque, anzitutto dice la lettrice… E’ una lettrice?
C Si, Vanda. Vanda da Boario.
AC Dice Vanda “ha scelto un mostro della grandissima distribuzione”
C Lei dice che la ama molto, eh? No, glielo dico, è un’appassionata.
AC No, è giusto rispondere a una domanda di questo tipo. Per
esempio, io Il re di Girgenti l’ho dato a Elvira Sellerio, è stampato
da Elvira Sellerio, non è stampato da Mondadori.
C E’ vero. Ha fatto un esempio sbagliato.
AC Mai l’avrei dato a Mondadori, Il re di Girgenti.
C Perché?
AC Perché Il re di Girgenti è, come dire, destinato allo
zoccolo duro dei miei lettori.
C Invece usa Mondadori per allargarsi.
AC Certo, per allargare più che posso i lettori. Perché
poi, vede, Mondadori ha pubblicato la prima edizione rilegata e costosa,
dopodicché comincia i Miti, gli Oscar, i Bestseller, e cede ‘sto
libro a una diffusione che altri editori non possono consentire.
C Altra domanda seria è quella che arriva dalle ragazze Monica
e Maria Grazia da Lentini, dal Liceo Scientifico. Ne hanno fatte diverse,
dicono “Nei suoi romanzi La concessione del telefono, La scomparsa di Patò,
Il Birraio di Preston, si può leggere una volontà di impegno
e denuncia sociale?” In realtà questa volontà lei la esprime
molto anche in testi non narrativi.
AC Più che impegno sociale, direi impegno civile.
C Che differenza c’è tra questi due termini?
AC Beh, impegno sociale richiama alla mia generazione, l’engagement
sartriano…
C Si sente più lontano da quella…
AC Si, io sono…
C Si sentiva, all’epoca, distante da…
AC Si, lo ero. All’epoca non scrivevo neanche, ero francamente critico
nei riguardi di questa produzione… diciamo…
C …impegnata.
AC Impegnata. No, a me diverte molto. Per esempio, pigliamo La concessione
del telefono. Io, c’è un, come posso dire, un’Italia burocratica,
un’Italia sospettosa verso alcune realtà che è del postunità
e che si replica ancora oggi pari pari. Ecco, allora vede, in ogni libro
storico, diciamo, o di impegno civile, c’è questo voler riproporre,
proporre questa situazione ottocentesca che specularmente si ripropone
oggi . Ed ecco, questo è un po’ il senso.
[trascrizione a cura di Nadia]