TGR Sicilia, 1.12.2002
Al Premio Mondello trionfa lo scrittore siciliano Camilleri e il suo Montalbano

Capita raramente che un libro divenga subito parte della cultura di un paese: è accaduto coi tanti successi di Andrea Camilleri, che dalle librerie sono finiti in TV, senza nemmeno passare dalle antologie. Ed è difficile dire se Camilleri abbia venduto più o meno libri di quanti telespettatori abbia ogni settimana su Raiuno con il suo commissario Montalbano: si contano a milioni, e dunque non è un caso che allo scrittore di Porto Empedocle la Sicilia dia il suo premio letterario più importante, il Mondello.
"Tutti i romanzi di Montalbano nascono da fatti di cronaca. Che poi siano più o meno abilmente camuffati questo è un altro discorso, ma in realtà -io l'ho detto, l'ho ripetuto- c'è sempre alla base un fatto di cronaca. Quindi partire da un fatto di cronaca significa sempre agganciare un romanzo e un personaggio a una realtà, a una verità. Mentre i romanzi storici che io ho scritto -fatto salvo quello per il quale ho avuto il Premio Mondello, "Il re di Girgenti"- appartengono, diciamo, a un mondo nobile, alto borghese e basso borghese, invece il campo d'azione del commissario Montalbano lo porta a investigare un po' attraverso tutti gli strati della società siciliana e questo consente veramente un ampio ventaglio".
Rino Realmuto
 
 

Applicando, 2.12.2002
Giochi
Montalbano sono!
Im*media sforna il terzo capitolo delle avventure interattive del Commissario Montalbano

Finalmente in duplicazione La Voce del violino, terzo, atteso episodio della fortunata serie di titoli multimediali ispirati ai bestseller dello scrittore Andrea Camilleri.
L'ultimo lavoro della premiata società palermitana specializzata in servizi di comunicazione e marketing multimediale giunge in sensibile ritardo rispetto ai tempi previsti ma si sovrappone felicemente all'attuale programmazione televisiva della RAI dove da alcune settimane vanno in onda con successo i nuovi telefilm aventi per protagonista lo scorbutico commissario di Vigata.
Anche quest'ultimo episodio ripropone la medesima formula di gioco dei titoli precedenti, formula che alla Im*media piace definire "Cartone Animato Interattivo".
Si tratta, in sostanza, di una novella animata nella quale è possibile intervenire in corrispondenza di determinati snodi narrativi ed influenzare in questo modo il corso della vicenda.
La Voce del Violino mantiene - rispetto ai due episodi precedenti - i consueti elevati standard qualitativi sul versante delle illustrazioni animate, della colonna sonora e della recitazione.
Applicando, grazie all'iniziativa di Pasquale "Pillo" Lavina - ideatore e coordinatore della serie - ha ricevuto in anteprima una versione definitiva del gioco e ne pubblicherà quanto prima una recensione approfondita.
Maggiori informazioni su La Voce del Violino saranno presto disponibili sul sito web di Im*media (http://www.immediaonline.com) mentre è possibile saperne di più sui due precedenti episodi - Il Cane di Terracotta e Il Ladro di Merendine - visitando i mini-siti web allestiti a suo tempo dall'editore Sellerio, raggiungibili a questo indirizzo.
 

L'isola dei cani, 12.2002
Racconto natalizio
Montalbano sono!
Il commissario più famoso d’Italia e l’assessore regionale Fabio Granata promuovono in Svezia l’immagine turistico-culturale della Sicilia
In esclusiva per L’Isola dei Cani la cronaca del viaggio. Dal diario dell’assessore Granata
Blues Brothers

La Repubblica, ed. di Palermo, 5.12.2002
Il personaggio. ALBERTO SIRONI
C'è un signore che sta dietro le quinte, anzi, dietro la cinepresa, e che ha contribuito non poco a decretare il successo del Montalbano televisivo. È il regista Alberto Sironi, quello che, assieme al produttore Carlo Degli Esposti, ha scelto la zona del Ragusano come set della fiction. Sironi ama dire che quella della serie tv ormai è una squadra: un buon motivo per portarsi appresso protagonista e produttore quando ha abbandonato Camilleri per altre fiction televisive. 
Il nome di Sironi è legato ad un'altra fiction tv, quella de "Il grande Fausto", dedicata al campionissimo Coppi e interpretata da Sergio Castellitto, nei panni del mitico ciclista, e Ornella Muti, nel ruolo della Dama bianca.

La curiosità. ARRIVA IL NUOVO CARTOON
È in arrivo il terzo cartone animato interattivo in cd-rom del commissario Montalbano, sviluppato dalla Immedia ed edito da Sellerio. Questa volta è il turno de "La voce del violino", in cui il poliziotto di Vigata dovrà misurarsi con l'assassinio di una giovane donna e col mistero di un musicista che vive in eremitaggio. Il cd-rom riunisce la sceneggiatura tratta dal poliziesco e un gioco che darà la possibilità al lettore-spettatore di interagire e immedesimarsi con Montalbano per decidere la linea d'azione. Un dizionarietto vigatese-italiano guiderà il giocatore nei meandri dell'impasto linguistico di Camilleri, mentre le dieci ricette allegate ne allieteranno il palato. L'animazione dura 20 minuti e i personaggi coinvolti sono 45. Ma c'è una novità, rispetto ai due precedenti cd: una doppia intervista, a Camilleri e al commissario Montalbano. Ma attenzione: il commissario di Vigàta, nella versione animata, ha dismesso i panni di Luca Zingaretti: lo troverete con una folta capigliatura e un bel paio di baffi.
s.f.
 
 

Gazzetta del Sud, 7.12.2002
Nuove pubblicazioni dedicate alla scena
Tutto il teatro di Natale da Barthes a Camilleri

In tempi di crisi, sotto le feste a tirare di più è in genere il mondo dei libri. Lo sostengono maestri del marketing editoriale e forse è vero se persino le pubblicazioni teatrali, così rare e neglette nel nostro paese, quest'anno si presentano in forze in libreria. Grandi e piccoli editori hanno sfornato una serie di titoli diversi, testi, saggi, ricordi sul teatro di prosa, che vanno da firme come quella di Andrea Camilleri, una vita da regista prima di diventare scrittore di best seller gialli, a Roland Barthes, il saggista francese, che Parigi sta celebrando al Beaubourg. Barthes, che ha conosciuto una qualche popolarità con «Frammenti di un discorso amoroso», negli anni '50 iniziò la sua attività critica proprio dal teatro, appoggiando senza riserve la possibilità di fare spettacoli popolari che fossero assieme divertenti e impegnativi, che avrà la sua misura nella scoperta di Brecht. Certe sue affermazioni, negli articoli oggi raccolti col titolo «Sul teatro» (Meltemi, pp. 304 - Euro 20,00), sembrano tornare d'attualità: «Nulla in questi programmi parigini ci tenta veramente: troviamo 
quasi dappertutto, con una o due eccezioni a stagione, la promessa di piaceri anacronistici o una macchina che produce imposture ideologiche». E aggiunge: «Possiamo trarre da Brecht una lezione immediata: pian piano non farci condizionare dal teatro della sazietà borghese». L'importante è avvertire la passione, assieme all'acume, che unica si trasmette attraverso la pagina. E fu di Barthes come lo è di Andrea Camilleri che ha attraversato per 50 anni il mondo 
delle nostre scene, insegnando, creando, ma anche incontrando una miriade di grandi personaggi. In questo «L'ombrello di Noè» (Rizzoli, pp. 330 - Euro 15,00), in cui racconta questo suo amore stimolato da Roberto Scarpa, ci sono 
Pirandello e Eduardo, la Pvlova e Orazio Costa, la scoperta di Beckett e Genet e non mancano Shakespeare come Silvio D'Amico, sempre raccontando il proprio incontro non solo aneddotico, ma anche intellettuale e di lettura 
registica e storica, che ci insegna a amare e capire cosa sia il teatro e perché ancora oggi abbia un suo valore, anzi come sia importante, in epoca di spettacoli mediatici, la sua ritualità dal vivo, la sua fisicità. E Camilleri scrive anche: «In Italia abbiamo cominciato a ricoprire tardi il corpo. Abbiamo avuto una religione che ci ha detto che bisogna farlo soffrire, che non bisogna mai farlo felice...».
[...]
Paolo Petroni
 
 

Specchio de La Stampa, 7.12.2002
Scrittori in scena - A Racalmuto rinasce il Regina Margherita. Complice Montalbano...

[...]
"Riaprire il teatro", osserva Andrea Camilleri, che ne ha assunto la direzione artistica, "significa aggiustare, rimettere a posto una linea spezzata, e questa linea spezzata è una linea di tradizione culturale, cioè il meglio che una città, un paese può esprimere di sé come voglia di conoscenza, come voglia di maturazione e soprattutto come voglia di stare assieme".
[..]
 
 

Brescia Oggi, 7.12.2002
Nuovo prestigioso riconoscimento per lo studioso camuno, autore di numerosi libri
Il «Silone» a Franzinelli
In lizza per vincere il premio dedicato al grande scrittore abruzzese anche Camilleri e Strada

Lo storico camuno Mimmo Franzinelli si è aggiudicato la XI edizione del premio internazionale «Ignazio Silone», che viene conferito ogni anno a una personalità la cui opera testimoni o rispecchi i medesimi valori di libertà o di giustizia appartenuti allo scrittore abruzzese di «Fontamara». La decisione è stata resa nota a Pescara dal presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Pace, presidente della giuria. La scelta di Franzinelli è prevalsa su una rosa di nomi comprendenti Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Ivana Fiorucci, Gino Strada ed Elide Zuccotti.
[...]
Flavio Marcolini
 
 

Gazzetta di Modena, 8.12.2002
In scena opera di Camilleri
Stagione lirica biglietti in vendita per la 'prima'

MODENA. Da ieri sono in vendita i biglietti per "Il fantasma nella cabina", l'attesa opera tratta dai racconti di Camilleri che aprirà la stagione lirica al Comunale. I biglietti, che si acquisteranno come di consueto presso la biglietteria del teatro in corso Canalgrande (ore 11-13 e 16-19 dal mercoledì al sabato e dalle 11 alle 19 il martedì) oppure in quella di via Scudari, avranno un prezzo molto ridotto rispetto agli altri titoli in cartellone: dagli 8 del loggione ai 26 del posto in platea. Sarà inoltre possibile, con una modica variazione di prezzo, includere il titolo nell'abbonamento ai quattro spettacoli della Stagione.
L'opera avrà un'unica recita il 18 dicembre. «Una musica molto semplice che si avvicina quasi alla tradizione brillante del musical, che piacerà anche agli amanti della tradizione perché cantata da vere voci liriche» afferma Sisillo, direttore d'orchestra, e guida del Comunale, che ha iniziato le prove al teatro "Donizetti". Il libretto è disponibile gratuitamente alla biglietteria del Teatro e in via Scudari.
 
 

Il Secolo XIX, 8.12.2002
Sogno in una laguna misteriosa
Intervista a Ugo Pagliai in scena martedì alla Corte con "Il viaggio a Venezia"
Con lui Paola Gassman, compagna di palcoscenico e di vita
«Del mio passato in tv salverei poco. Rimpianti? Uno solo: non aver fatto Amleto»

Ancora insieme: anche per "Il viaggio a Venezia" che debutterà martedì al Teatro della Corte. E' un doppio record quello di Ugo Pagliai e Paola Gassman, che da trent'anni "fanno ditta" nella vita e da venti in palcoscenico.
[...]
Le piace la televisione delle fiction?
«Mi piace "Il commissario Montalbano", e non per niente. C'è dietro un professionalità interpretativa e un autore, Camilleri, che è stato anche mio maestro».
[...]
Silvana Zanovello
 
 

La Repubblica, 8.12.2002
L´Ultima Parola. A proposito di devolution e letterature dialettali
Piccolo vocabolario siciliano per i lettori di Camilleri

Mentre il Senato vota la devolution arriva in libreria un libretto di Gianni Bonfiglio, un piccolo vocabolario "Siciliano - Italiano" ad uso e consumo dei lettori di Camilleri e, aggiunge il sottotitolo, dei siciliani di mare, cioè di quelli che ormai da tempo vivono lontani dall´isola e dal suo dialetto. Trovo giustissimo conservare e studiare le culture e le letterature italiane che da sempre e ancora vivono dentro quella che, per rispetto dell´Unità e per il prevalere del toscano, chiamiamo, al singolare, letteratura italiana. La lingua di tutti non ha spento le lingue locali con le quali anzi continua ad avere un interscambio notevole. Alla dialettologia e agli studi di letterature dialettali non serve però la devolution che rischia semmai anacronistiche campagne di difesa del locale in nome dell´appartenenza etnica o territoriale. Dopotutto le leggi si coniugano sempre anche agli uomini che se ne fanno interpreti: leggendo delle spese esorbitanti che alcune regioni fanno per i loro dirigenti mi è tornata in mente la campagna di Malagodi di tanti anni fa contro i parlamentini regionali, fonte, appunto, di eccessive e costose divisioni amministrative quando già c´erano le provincie e i comuni. Forse non aveva torto.
Intanto, tornando al piccolo vocabolario (che è pubblicato dalle edizioni Fermento, via Padre Semeria 65, Roma) notiamo che invita a tradurre dal siciliano all´italiano e non viceversa. Molti dizionari dialettali, specie sul finire dell´Ottocento, nacquero proprio allo scopo di aiutare i dialettofoni a parlare italiano. I lettori di Camilleri e gli spettatori di Montalbano ne trarranno vantaggio, anche se il lavoro è talmente stringato da ricordare quei prontuari per turisti che naturalmente non hanno né etimi né esempi, salvo un frasario alla fine. La voce più lunga, se non ho letto male, è quella dedicata alla mafia. Ma prudentemente l´autore cita qui il vocabolario della Treccani. Meglio non rischiare. D´altra parte la mafia se la è già fatta da un pezzo la sua devolution e gode di autonomie che gli altri se le sognano. Anzi se le insugnano.
Paolo Mauri
 

Corriere della sera, 12.12.2002
BERGAMO / Al Donizetti con Katia Ricciarelli e Vincenzo La Scola 
Montalbano alias Cecè
Diventano un’opera lirica le storie del commissario di Camilleri

BERGAMO - Salvo Montalbano con i suoi successi televisivi ha tracciato la strada. Ora il celebre commissario creato dalla fantasia di Andrea Camilleri deve guardarsi dalla concorrenza di un collega, Cecè Collura, che ha deciso di darsi alla lirica. È lui il protagonista dell’opera «Il fantasma nella cabina» (tratta dal racconto «Il commissario di bordo» di Camilleri) che debutta in prima assoluta domani sera al Teatro Donizetti di Bergamo. Realizzata in co-produzione con il Teatro del Giglio di Lucca e il Teatro comunale di Modena, la rappresentazione è affidata ad un cast di assoluto livello. Protagonisti principali saranno infatti Vincenzo La Scola (nei panni del commissario Cecè Collura) e Katia Ricciarelli, affiancati da Luciana Serra, Fabio Previati, Danilo Formaggia e Paolo Ghigo. La regia sarà curata da Rocco Mortelliti, mentre l’Orchestra Stabile Gaetano Donizetti sarà diretta dal maestro Aldo Sisillo (scene costumi di Italo Grassi, coro del Circuito Lirico Lombardo diretto da Fulvio Fogliazza). 
La traduzione in musica delle gesta di Cecè Collura si deve al paziente lavoro di Marco Betta, direttore artistico del Teatro Massimo di Palermo. «Il lavoro è stato molto intenso - ha spiegato il compositore - ma non era facile rendere il clima, entrando nel racconto disegnando con la musica le emozioni ed assecondando le traiettorie emotive dei personaggi senza creare interferenze tra il testo e la musica». Il libretto è stato curato da Rocco Mortelliti, che in un primo momento aveva pensato di trarre dai racconti della serie «Il commissario di bordo», pubblicati da Camilleri su La Stampa nel ’98, uno sceneggiato televisivo. Ma dopo il successo di Montalbano si è deciso di intraprendere una strada nuova, certamente più difficile ma altrettanto esaltante. «Coniugare la prosa con la musica è una gran bella scommessa - ha sottolineato Mortelliti - ma con il maestro Betta abbiamo deciso di affrontarla con grande entusiasmo». La trama dell’opera è presto sintetizzata: durante una crociera, una signora denuncia la presenza a bordo di un fantasma. Il commissario Cecè Collura, dopo lunghe e complesse indagini, scopre che si è trattato di uno stratagemma per gettare discredito sulla compagnia armatrice.
IL FANTASMA NELLA CABINA, al Teatro Donizetti, piazza Cavour, Bergamo, domani ore 20.30 domenica ore 15.30, 52/15
Cesare Zapperi
 

La Sicilia, 12.12.2002
Il sipario si farà attendere
Racalmuto. Ritardi per il collaudo del teatro: apertura rinviata

Colpo di scena a Racalmuto. Slitta all'anno nuovo l'apertura del teatro «Regina Margherita» prevista in un primo momento per venerdì 20 dicembre prossimo.
La Regione siciliana ha infatti tardato a nominare il tecnico per il collaudo statico e siccome ci vogliono almeno sette giorni per una operazione del genere, il sindaco Gigi Restivo ha deciso di rinviare la cerimonia di inaugurazione.
«Mi è stato assicurato dalla Regione siciliana - ha dichiarato il primo cittadino - che entro questa settimana verrà nominato il tecnico per il collaudo, ma non possiamo certamente rischiare. Non posso inviare tutti gli inviti alle autorità e non essere sicuro che il prossimo 20 dicembre tutto sarà a posto, pertanto chiediamo scusa a tutti i cittadini racalmutesi e posticipiamo di quindici giorni l'apertura della struttura che è stata interessata da un lavoro di restauro che si è protratto per più di vent'anni».
Oltre al collaudo c'è anche un problema relativo con l'allaccio all'energia elettrica ma questo verrà superato nel giro di un paio di giorni visto che l'impianto è stato realizzato e si tratta soltanto di provvedere all'allaccio».
Immediatamente Restivo ha messo al corrente della nuova situazione il Direttore artistico, lo scrittore empedoclino, Andrea Camilleri il quale da tempo è al lavoro per analizzare lo statuto del teatro e per allestire la stagione teatrale che partirà fin dal prossimo mese di febbraio. Poche cose per quest'anno, ma dopo oltre vent'anni di stop è già qualcosa. Camilleri e Restivo non hanno voluto anticipare nulla, il calendario verrà reso noto proprio nel giorno dell'inaugurazione del «Regina Margherita» che ricordiamo è stato il teatro dove ha debuttato il grande scrittore racalmutese e amico di Camilleri, Leonardo Sciascia.
«Posso dire soltanto - ha continuato Restivo - che il calendario allestito da Andrea Camilleri è interessante con spettacoli che abbracceranno un po' tutti i settori in modo da potere soddisfare tutta la cittadinanza. Certo l'apertura di giorno 20 sarebbe stato un bel regalo di Natale per Racalmuto e i racalmutesi, si vede che faremo un grande regalo di inizio anno». Ricordiamo che per l'inaugurazione del «Regina Margherita» saranno ospiti della serata Luca Zingaretti (il Commissario Salvo Montalbano della televisione), Gigi Proietti che è stato lo scorso mese di agosto ad Agrigento per il suo ultimo spettacolo, Anna Marchesini ed ancora si deve scegliere la madrina della manifestazione che sarà una delle «bellone» del panorama dello spettacolo italiano. Anche l'occhio, come si suol dire, vuole infatti la sua parte.
Gaetano Ravanà
 
 

La Stampa, 13.12.2002
Viivere Milano
Dalla pagina alla scena
I racconti di Camilleri si trasformano in opera lirica

Il commissario Montalbano non c'è, è rimasto a Vigàta per combattere la sua sanguigna lotta quotidiana contro il crimine. Ma il collega Cecè Collura, imbarcatosi su una nave da crociera per rimettersi da una pallottola nello stomaco, invece di riposarsi si fa coinvolgere dall'anziana signorina Candida Meneghetti, che nella propria cabina ha creduto di vedere l'apparizione di un fantasma. Prende le mosse così uno dei gialli in miniatura che Andrea Camilleri scrisse quattro anni fa per i lettori della «Stampa» (8 racconti riuniti sotto il titolo «Il commissario di bordo»); ma ora «Il fantasma nella cabina» è anche un'opera lirica. Con la musica del 38enne compositore siciliano Marco Betta, il libretto e la regia di Rocco Mortelliti, andrà in scena questa sera in prima assoluta al Teatro Donizetti di Bergamo (piazza Cavour 14, ore 20,30), per la stagione lirica autunnale intitolata «Teatro delle novità»; sono già previste numerose repliche, non solo domenica 15 a Bergamo, ma successivamente a Modena, Lucca, Messina, Roma, Catania e Ravenna. Camilleri a volte ricorda, con ironico sgomento, un suo lontano e finora unico esperimento di regia lirica (proprio al Donizetti, nel '58: l'opera era «San Giovanni decollato», testo di Nino Martoglio, musica di un catanese che aveva studiato con Schönberg, Alfredo Sangiorgi).
Da allora il popolare scrittore, sceneggiatore e regista, per tanti anni docente all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, non si era più accostato al teatro musicale se non per passione di ascoltatore. Merito di Betta e di Mortelliti, che è fra l'altro suo genero, questo nuovo approccio all'opera che nei prossimi anni dovrebbe addirittura quadruplicarsi: è in progetto infatti, con gli stessi autori e tratto sempre dalla raccolta della «Stampa», una tetralogia dedicata al commissario Collura; il secondo capitolo è previsto l'estate prossima a Siena, all'Accademia Chigiana. Per «Il fantasma della cabina» si è radunato un cast di grande richiamo: il tenore Vincenzo La Scola nei panni del commissario, Katia Ricciarelli in quelli della signorina Meneghetti, mentre Luciana Serra impersonerà una giornalista rompiscatole. Dirige Aldo Sisillo; Italo Grassi firma le scene, imperniate su un luogo fondamentale: il salone di prima classe della nave, dove s'incontrano tutti i personaggi della movimentata vicenda. Biglietti da 52 a 12 euro. Info: tel. 035399320.
Patrizia Luppi
 
 

Il Giorno, 13.12.2002
«Il fantasma nella cabina» al Donizetti a chiusura della stagione lirica autunnale

BERGAMO — Si avvia alla conclusione la stagione lirica autunnale, nel nome della novità, dell'inedito e della sorpresa. Dopo che sul palcoscenico del teatro Donizetti sono passate opere cult del repertorio, come «Fedora», «Tabarro», «Il campanello dello speziale» e «Tosca», è ora la volta di porre un suggello con qualcosa di non ancora conosciuto. Stasera alle 20.30 e domenica alle 15.30 verrà rappresentata l'opera nuovissima in due atti «Il fantasma nella cabina», con le musiche di Marco Betta su libretto di Rocco Mortelliti. L'opera, tratta dal libro di Andrea Camilleri «Il commissario di bordo», è una prima mondiale: andranno in scena Vincenzo La Scola, Katia Ricciarelli, Luciana Serra, Fabio Previati, Danilo Formaggia, Paola Ghigo, Mauro Buffoli, Davide Paltretti. L'orchestra è quella della fondazione Gaetano Donizetti, diretta da Aldo Sisillo, il coro del Circuito Lirico Lombardo diretto da Fulvio Fogliazza. Le scene sono firmate da Italo Grassi. Lo spettacolo è coprodotto dal teatro Donizetti, dal Comunale di Modena e dal teatro del Giglio di Lucca.
Per l'occasione, il comune ha allestito nelle case di riposo di via Gleno e Don Orione due grandi maxi schermi, grazie ai quali gli anziani ospiti potranno assistere in diretta allo spettacolo. La vicenda riguarda la partenza per una crociera della nave Marco Polo, sulla quale sono imbarcati anche un commissario di polizia, una giornalista pettegola, un'attrice e cantante e un'anziana signora, che sostiene di essere perseguitata da un fantasma. Ma il commissario, complici alcuni ufficiali della nave, scoprirà il trucco, una macchinazione allo scopo di screditare la nave.
E. C.
 
 

L'Eco di Bergamo, 14.12.2002
Il «Fantasma» si materializza e il Donizetti applaude
 
 

Le soir, 14.12.2002
Europalia. A l'automne 2003
«Ecco l'Italia» et Umberto Eco

La Bulgarie n'a pas dit son dernier mot que le thème des prochaines europalies est déjà avancé: c'est l'Italie qui fera les beaux jours de l'automne 2003. Un revenez-y puisque le premier Europalia, en 1969, lui fut consacré. Mais voilà: les temps changent, les générations de visiteurs et d'artistes aussi.
Le premier Europalia fut un banc d'essai, celui-ci devrait être à la hauteur du fabuleux patrimoine artistique qu'il met en lumière. Et puis, il est judicieux que ces manifestations culturelles coïncident avec la présidence de l'Union européenne par le pays invité - la présidence italienne commence dès juin 2003.
Le Commissaire général d'Europalia Italie n'est autre que Patrick Nothomb, le père d'Amélie, en poste à Rome comme ambassadeur pendant quatre ans. S'il est attaché comme vous et moi à la culture italienne - au point, chaque jour, de regretter la Ville éternelle -, cet homme dynamique coiffera surtout le collectif de spécialistes italiens toutes catégories, des arts à la musique, du cinéma à la danse.
[...]
Le programme est déjà tracé dans ses grandes lignes mais rien n'est définitif, notamment au chapitre de la musique. Et si l'accent est mis, comme toujours, sur les expositions, la littérature, Italie oblige, ne sera pas oubliée, ni bien sûr le théâtre et la danse. On fera même venir des personnalités aussi publiques que le Sicilien Camilleri, auteur de romans policiers, ou l'écrivain Alessandro Barrico. Et, bien sûr, Umberto Eco, qui sera le concepteur d'une des expositions des Beaux-Arts de Bruxelles (consacrée à la Vénus d'Urbino, du Titien)  en même temps qu'il sera l'un des acteurs du centre de colloques et de conférences. Eco s'intéressera aussi - à tout seigneur, tout honneur - au cinéma et au théâtre.
L'Opera dei Pupi, théâtre de marionnettes classé par l'Unesco en tant que chef-d'œuvre du patrimoine oral mondial, sera également présent, constituant un des points forts du Festival.
Europalia: 23 rue Ravenstein, à 1000 Bruxelles; tél.: 02-507.85.02; site: www.europalia.be
Danièle Gillemon
 

Il Resto del Carlino, 15.12.2002
Se Camilleri diventa un'opera lirica. Applausini e poco thriller
 
 

La Stampa, 16.12.2002
Il noir tratto da Ellroy vince il festival di Courmayeur
«Dark blue», premiato il cuore nero d´America
La protagonista Michael Michele: non bisogna nascondere il male. Dario Argento: sto per girare un nuovo film con Stefania Rocca. Il gip Gandini: mi piacciono i thriller, entrano nelle menti criminali

COURMAYEUR. Vince l'America violenta e corrotta. Il Noir in Festival premia con il Leone Nero «Dark Blue - Indagini sporche» di Ron Shelton, con un ottimo Kurt Russell. La pellicola, in anteprima mondiale a Courmayeur, sarà nelle sale italiane a gennaio. La storia, scritta da James Ellroy, si ispira agli eventi che seguirono il caso di Rodney King a Los Angeles nel '92: l'assoluzione di quattro agenti bianchi accusati del pestaggio di un automobilista nero. Sullo sfondo il razzismo delle istituzioni e gli abusi della polizia americana. Nel cast e ospite del Festival anche la nera Michael Michele, nota soprattutto per la serie televisiva «E.R. Medici in prima linea» dove interpreta la pediatra Cleo. «Sono un'ammiratrice di Ellroy - dice lei - e mi interessava questo tipo di ruolo che difficilmente viene offerto a una donna nel cinema. In "Dark blue" ci sono scene che noi negli Stati Uniti sappiamo accadono ogni giorno mentre qui in Italia i problemi razziali e la violenza non mi sembra siano così quotidiani. È importante che si facciano vedere come è importante che si faccia vedere il male. Io stessa ho fatto parti di buona e di cattiva. Il male talvolta è interessante, mi diverto a recitare nelle storie nere». Ieri a Courmayeur è stato molto festeggiato Dario Argento: «Cerco sempre di venire - racconta - al Noir in Festival. Sono interessanti gli incontri con gli scrittori, mi piace Giancarlo De Cataldo che è un amico. Il Noir è un genere contaminato e contaminante». Argento ha poi annunciato che a fine febbraio comincerà a girare il suo nuovo film. «Non ha ancora un titolo - dice - e sarà girato a Roma. La protagonista è Stefania Rocca. Il soggetto è mio ma non voglio raccontare la storia. Molti miei colleghi cineasti si ispirano ai libri per i loro film, io non ci riesco anche se mi interessa molto la letteratura. Il mio amico Stephen King voleva che facessi un paio di film dai suoi romanzi, ma è una cosa che non mi piace fare. Mia figlia Asia? Sono contento del suo successo. Può fare e vuol fare molte cose». Ospite del festival anchr Fabrizio Gandini, il gip del caso Cogne, grande appassionato di thriller e noir: «Amo Durrenmatt e Chandler mentre boccio Grisham, i legal thriller ed Ellroy. Tra gli italiani amo Camilleri ma non il Commissario Montalbano. Mi piacciono "Il birraio di Preston", una delle cose più belle sulla mafia e "La concessione del telefono". Mi piace l´analisi lucida di che cosa succede nella testa di uno che commette un delitto. Non mi interessano gli scrittori come Ellroy che spiegano nei minimi dettagli come si fa un'indagine. Per anni c'è stata una visione romantica sia del delinquente che dell'investigatore come in Poe e Conan Doyle. In Durrenmatt non è così, lui ha capito il ruolo del caso nella soluzione delle cose e tira in ballo tutto l'irrazionale. Ci ricorda che questo tipo di lavoro ha a che fare con gli uomini che non sono macchine razionali. Sembra banale ma la realtà supera la fantasia». Ma, la letteratura può fornire qualche spunto alle indagini? «C'era un'intera sezione della Cia - dice - che leggeva tutti i romanzi gialli e li confrontava con quello che accadeva, come abbiamo visto nei "Tre giorni del Condor". A me l'unico insegnamento che ha dato è la consapevolezza che quando lavori con persone non hai a che fare con macchine perfettamente razionali e non bisogna avere fiducia, al di là di ogni limite, sulle capacità di ragionamento. Più i fatti sono semplici, più sono difficili da risolvere. I delitti li commettono le persone e le indagini le fanno degli uomini, come racconta nei suoi libri Colaprico. La giustizia è una cosa, la verità un'altra». Ha mai pensato di scrivere un libro? «I grandi lettori non sono grandi scrittori. Bisognerebbe - spiega Gandini - arrivare al parricidio, a uccidere gli autori di riferimento».
s. n.
 
 

Casa Raiuno, 16.12.2002
Ospite della trasmissione insieme a Angelo Russo (ovvero il Catarella televisivo), Cesare Bocci (l'interprete di Mimì Augello) ha raccontato: "Dopo la prima serie di telefilm, una volta incontrai Camilleri, che mi disse che mi sarei fidanzato con Beba. Ora l'ho incontrato di nuovo, mi ha detto che Beba è incinta".
 
 

NeaPolis, 17.12.2002
Montalbano virtuale sono
È il terzo titolo multimediale sfornato dalla Sellerio sul celebre commissario Montalbano

Un cd-rom in uscita tra qualche giorno che riproduce attraverso bellissime animazioni il romanzo di Andrea Camilleri "La voce del violino".
Un cd speciale, che vi mostriamo in anteprima, realizzato da Immedia, ovvero un gruppo di giovani narratori multimediali palermitani.
Il commissario Montalbano raccontato dal cd è quello in cui si riconosce Camilleri, il più fedele all'idea dello scrittore siciliano.
Oltre al racconto, curiosità sul mondo del commissario Montalbano, nel cd troviamo anche una descrizione dei personaggi del romanzo, i piatti preferiti del poliziotto, la sua Sicilia.
E, come chicca finale, un faccia a faccia tra lo stesso Montalbano e il suo creatore, con la voce originale di Camilleri.
Ettore De Lorenzo
 
 

La Repubblica, ed. di Palermo, 17.12.2002
Il poliziotto in cd rom, il mago con le carte ma resiste il mito della bambole più amate
Natale per gioco
Montalbano o Potter il regalo e` servito

Libri, vestiti, telefonini, gioielli. Impazza il toto-regalo di Natale, ma per gli appassionati c'è anche una valida alternativa: i giochi. Quelli da tavolo, oppure quelli cosiddetti di ruolo. Senza dimenticare le nuove bambole siliconate alla moda, molto amate dalle ragazzine, che stanno per soppiantare l'eterna Barbie. Ecco, comunque, una guida per tutte le tasche.
Montalbano in cd rom - Per chi ama le storie del commissario più amato d'Italia, una chicca da non perdere: il terzo cd rom interattivo che ripercorre uno dei gialli più fortunati di Andrea Camilleri, "La voce del violino". Si tratta di un cd rom (costo 20 euro) in cui l'utente è allo stesso tempo giocatore e lettore, e deve guidare il commissario alla soluzione del caso. Un modo per vivere il romanzo leggendolo con un coinvolgimento totale, fino all'identificazione del lettore-giocatore con il protagonista del romanzo. Il cd rom è presentato da Sellerio ed è stato realizzato, come i due precedenti, da IM*MEDIA, una società palermitana.
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Paola Castiglia
Farbizio Corselli
 

Gazzetta di Modena, 17.12.2002
Comunale
Ritorna da oggi "Invito all'opera"

MODENA. Prende il via anche quest'anno "Invito all'opera", la rassegna di incontri che accompagneranno la stagione lirica presentando i titoli in cartellone nei giorni precedenti le prime. Si parte oggi, alle 17,30, nel Ridotto del Teatro, con la presentazione de "Il fantasma nella Cabina". Della nuova opera, tratta dal racconto di Andrea Camilleri parleranno gli autori Marco Betta (compositore) e Rocco Mortelliti (librettista, sceneggiatore, regista e attore) in compagnia di Aldo Sisillo, direttore del teatro e direttore musicale dell'opera. Ingresso libero.
n.c.
 
 

Il Piccolo, 17.12.2002
MUSICA L’artista siciliano e Arethuska applauditi al Deposito Giordani di Pordenone
Roy Paci, fantastico «picciotto» parlante

PORDENONE - Non è vero che i siciliani non dicono le cose con omertosa reticenza (come certo cinema e tv ci hanno abituati). È solo che le dicono in un altro modo. Il modo di Roy Paci di dire le cose avviene attraverso la musica. Una musica a suo modo siciliana fatta di blues della terra dei fichi d'India o dello swing al sapore d'arancio; musica creata dai pionieri che una volta emigrati in America raggiunsero il successo, magari con pseudonimi e tingendosi di nero la faccia con il lucido da scarpe (come aveva già fatto Al Johnson).
Roy Paci e Arethuska sabato al Deposito Giordani, la casa della musica di Pordenone, hanno offerto una indimenticabile serata. Se fosse stata solo la musica sarebbe stata una festa danzante come tante altre, al ritmo frenetico dello ska di Augusta, ma Roy Paci non è solo un grande musicista, compositore, arrangiatore e profondo conoscitore della tradizione musicale siciliana è anche un catalizzatore di energie positive capace di travolgere il pubblico con aneddoti sorprendenti e sogni filantropici.
Ecco allora che durante il concerto questo fantastico «picciotto» parlante, nello sfrenato turbine della danza e del divertimento, trova anche lo spazio per parlare di censura («se la censura è figlia del fascismo, l'autocensura è figlia di una dittatura»), del ponte sullo stretto di Messina («che nessun siciliano vuole»), di svendita dei beni culturali e mercato del business, di libertà di espressione e crisi dell'acqua, di legittimo sospetto e legge Cirami, di Fiat e di Emergency, di Camilleri e i cannoli siciliani. Tutto a ritmo di ska.
Una sorpresa probabilmente per chi ancora non lo conosceva, come una conferma sono stati gli ottimi Capitan Jive che hanno aperto il concerto e che più volte sono stati ringraziati dallo stesso Roy Paci nel corso della serata. Che dire a questo punto? Baciamo le mani, Roy.
Teresa Bobich
 
 

Il Resto del Carlino, ed. di Modena, 18.12.2002
Melodramma in giallo

Modena. La stagione lirica del teatro Comunale si apre stasera alle 20.30 con Il fantasma nella cabina, la nuova opera tratta da un racconto di Andrea Camilleri. In programma, dopo il debutto poche sere fa a Bergamo, una sola rappresentazione al Comunale: sarà l'unica tappa in Emilia Romagna, prima di un tour che partirà a gennaio. 
L'opera composta da Marco Betta (autore già noto a Modena per Neve bianca, rappresentata la scorsa stagione nell'ambito del teatro ragazzi) ha già suscitato attenzione e curiosità nel mondo della lirica. Nel filone della produzione di nuove opere, sempre più frequenti di questi tempi in Italia, in alternativa ai titoli di repertorio, Il fantasma nella cabina rappresenta un passo ulteriore nella direzione di un genere che si va lentamente codificando. In un linguaggio che cerca fortemente un rapporto senza fratture col pubblico, Betta convoglia le suggestioni del musical, del cinema e della grande tradizione vocale lirica italiana.
A raccogliere la sfida della novità, che sottopone gli esecutori alla doppia fatica dell'interpretazione vocale e della recitazione parlata, saranno presenti alcuni cantanti dalla lunga esperienza di palcoscenico: da Katia Ricciarelli (nei panni tragicomici di un'attrice in pensione assoldata per creare scompiglio su una nave da crociera) a Luciana Serra (brillante giornalista impicciona) a Luca Canonici (nel ruolo protagonista di Cecè, collega di Montalbano e occasionale commissario di bordo) e Fabio Previati.
Rocco Mortelliti, sceneggiatore, librettista e regista dell'opera, ha dato vita a uno spettacolo agile sia nei tempi che nella forma, prendendo a prestito le battute rapide della commedia dell'arte e soprattutto l'ironia tipica di Andrea Camilleri, la cui voce fuori scena apre e conclude la rappresentazione. Sul podio, a guidare l'orchestra 'Gaetano Donizetti' di Bergamo, sarà proprio il maestro Aldo Sisillo, direttore del Comunale di Modena.
Marco Betta, il compositore, è nato a Enna nel 1964 e si è diplomato al Conservatorio di Palermo, di cui è direttore. Ha esordito come compositore nel 1982 al festival 'Spazio musica' di Cagliari e nel 1985 ha composto Il palazzo incantato per orchestra da camera, e poi una serie di lavori per strumento solo e per ensemble da camera come le Due arie notturne per flauto, chitarra e violoncello e le Due romanze per viola e pianoforte.
 
 

Giornale di Brescia, 20.12.2002
Dopo il ciclo dei Pomeriggi in San Barnaba sull’Antico Testamento in arrivo nuovi incontri
Per ripensare il lessico civile
Otto appuntamenti dal 14 gennaio sulle «Categorie della politica»

Nel tempo del trionfo dell’antipolitica, dice il sindaco Paolo Corsini (e allude al «berlusconismo»), noi proponiamo una riflessione sulla politica, sul suo ruolo nella nostra vita civile. Concluso il ciclo dei Pomeriggi in San Barnaba sull’Antico Testamento (che ha incontrato un altissimo gradimento), ecco dunque la nuova serie di incontri che sarà dedicata alle «Categorie della politica», sottotitolo «Ripensando il nostro lessico civile». Il ciclo - presentato ieri in Loggia - comincerà nell’auditorium di piazzetta Benedetti Michelangeli martedì 14 gennaio e proseguirà fino al 4 marzo (l’ora è quella consueta, le 18).
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Nel corso dell’incontro in Loggia s’è accennato anche al ciclo dei Pomeriggi in San Barnaba che inizierà subito dopo questo (sarà dall’11 marzo al 6 maggio). Il tema è già noto e ha già suscitato attese: «I sette vizi capitali». Emanuele Severino terrà una sorta di relazione introduttiva dedicata al peccato e la buona fede, poi a parlare dei sette vizi saranno Achille Bonito Oliva, Andrea Camilleri, Simona Argentieri, Guido Rossi, Edoardo Boncinelli, Salvatore Natoli e Remo Bodei.
Alberto Ottaviano
 
 

Voice 091, 20.12.2002
Andrea Camilleri. L'ombrello di Noè
Il teatro come specchio della propria vita. Grazie a "magici" incontri l'autore racconta se stesso

Incastonata nella ricca cornice di via Notarbartolo [a Palermo, NdCFC], la libreria Pegaso è un prezioso scrigno dalla cui vetrina fa capolino "L'ombrello di Noè", ultimo frutto della sagace penna di Andrea Camilleri, nel quale l'autore spiega cosa è il teatro, raccontando di come sia scoccato in lui il sacro fuoco della passione per la scena.
“L’ombrello di Noè” è una sorta di diario, in cui Camilleri ci conduce attraverso un viaggio fra le pieghe della sua memoria dove, dialogando ora con Pirandello, ora con Shakespeare, ora con De Filippo, ricordi e storie intessono il fitto ordito della vita di un uomo che racconta il teatro raccontando di se stesso.
L’ombrello di Noè è una arguta metafora usata per descrivere quel limbo surreale, a metà fra realtà e finzione, dove chiunque può essere uno nessuno centomila, dove tutto può accadere, insomma, per descrivere il teatro secondo Camillleri. L’autore, nato nella cittadina di Porto Empedocle nel 1925, si dedica per lunghi anni al teatro e pubblica numerosi saggi; con la celebrata serie del commissario Montalbano, Camilleri conquista l’immaginario comune. L’arguzia ruvida e sanguigna del commissario di Vigàta ha regalato a Camilleri una popolarità indiscussa.
Grazia Biancato
 
 

Corriere delle Alpi, 20.12.2002
Se il tango sposa il cabaret
Le gag di Mimma e Alex al termine dello stage sul ballo
LA SERATA Due lunghi bastoni invece del partner

CADOLA. Tango e cabaret. E' stata una sorpresa piacevole per tutti gli intervenuti alla cena all'Hotel Dante di Cadola, a coronamento dello stage di tango e milonga a vari livelli che Alex e Mimma hanno tenuto a Belluno per conto dell'associazione culturale Dolomitango nello scorso fine settimana.
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Alex e Mimma con il loro spettacolo Tango niuru, che portano in giro per l'Italia e di cui hanno offerto sabato un breve saggio, hanno dato al tango argentino una connotazione italiana, anzi siciliana, con l'uso dei testi in dialetto, alcuni dei quali scritti da loro stessi e ispirati ad Andrea Camilleri.
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L'attività di Dolomitango comunque non conosce sosta e già propone a partire dal 15 gennaio altri corsi di tango argentino per tutti i livelli, sotto la guida di altri due quotati ballerini quali Walter Cardoso e Beatrice Capra.
Per informazioni e prenotazioni tel: 3475072904 - 3281361402 - 3495780445.
Ezio Franceschini
 

Gazzetta del Sud, 28.12.2002
La Regione usa il film-tv per promuovere in Scandinavia le province di Palermo e Siracusa
Il giallo del commissario “rubato”

Neanche la fervida fantasia di Andrea Camilleri, forse, avrebbe potuto “inventare” l'ennesimo esaltante giallo in cui il commissario Montalbano, oltre a indossare i panni di protagonista, funga persino da vittima predestinata del caso stesso. Un thrilling, insomma, ancor più avvincente e appassionante di quelli immortalati nel fortunato serial televisivo, che sta rendendo celebri tanti suggestivi siti iblei. Questa volta, come si diceva, a essere preso di mira impunemente, come accennato, è proprio il buon commissario Moltalbano: il suo nome, infatti, a quanto pare, è stato “speso” fallacemente dalle Province regionali di Palermo e Siracusa che, per veicolare l'offerta turistica dei propri circondari in Scandinavia, avrebbero fornito una distorta attribuzione dei luoghi e dei siti, quasi tutti ricadenti negli Iblei e lungo la costa ragusana, resi popolari da Luca Zingaretti e dai suoi sceneggiati. Insomma, Palermo e Siracusa avrebbero spacciato per “cose loro” chiese, monumenti, spiagge e paesaggi del Ragusano, comunque non riconducibili geograficamente ai rispettivi territori. Il “misfatto” ha sollevato il giustificato risentimento, in primis, del deputato regionale dei Ds, Salvatore Zago, che ha presentato un'interrogazione al governatore Totò Cuffaro, “denunciando” che a veicolare le offerte turistiche delle province di Siracusa e Palermo nei Paesi del Nord, spendendo impunemente nome e “gialli” di Montalbano, sarebbero stati, addirittura, gli assessori regionali ai Beni culturali, Fabio Granata, e quello al Turismo, Salvatore Cascio. Rimarcando che né a Palermo né a Siracusa manchino elementi di attrazione turistica e di non voler alimentare un'inutile e anacronistica guerra di campanile, l'on. Zago chiede, comunque, al presidente Cuffaro se l'“illazione” risponda al vero e quale iniziative intende assumere per «il ripristino della verità e perché sia correttamente restituito alla provincia di Ragusa quanto gli appartiene». Della presunta indebita appropriazione di Montalbano e dei suoi siti “eletti”, si è fatta carico anche la commissione Turismo della Provincia di Ragusa che ha votato un'apposita mozione. Rifugge dalle polemiche, invece, il presidente Franco Antoci: «Concordo perfettamente con l'organismo consultivo – spiega –allorché si fa auspicio al fine di incentivare e promuovere ulteriormente gli incantevoli luoghi immortalati dagli sceneggiati di Montalbano, in ogni sede idonea e, specificamente, nelle varie Borse del turismo. E' legittima l'iniziativa dell'on. Zago e doverosa una risposta da parte del governo regionale, ma noi non eravamo in Svezia e non sappiamo cosa si sia fatto e detto. La produzione del serial ambienta gli episodi nel nostro territorio e ciò è inopinabile, così come resta indiscutibile che ad, esempio, il Duomo di San Giorgio si trovi a Ibla e non a Palermo. Il “nodo”, dunque, va sciolto in senso positivo, promuovendo ulteriormente quel territorio che Luca Zingarelli [Sic!, NdCFC] sta esaltando con le sue gesta».
Giorgio Antonelli
 
 

Gazzetta del Sud, 29.12.2002
Dopo «Montalbano» si pensa al «Birraio di Preston»
Altre opere di Camilleri diventeranno fiction

ROMA – Un'altra vittoria per «Il commissario Montalbano» che venerdì ha superato anche «Striscia la notizia» in una serata in cui la Rai si è aggiudicata gli ascolti del prime time, della seconda serata e ha vinto in tutte le otto fasce orarie della giornata, con Raiuno leader in ogni fascia. La replica dell'episodio «La voce del violino» con Luca Zingaretti è stata seguita da 7.953.000 (share 30.66%) battendo su Canale 5 sia «Striscia la notizia» (7.730.000, share 28.82%) sia «Paperissima» visto da 5.930.000 (share 22.32%). Sull'onda del successo di Montalbano, arriverà «Il birraio di Preston». C'è ancora un'opera di Andrea Camilleri nei progetti di Carlo Degli Esposti, che con la Palomar ha prodotto le avventure del commissario interpretato da Luca Zingaretti. «C'è un grande interesse da parte nostra e della Rai a proseguire le avventure di Montalbano con "La concessione del telefono" e "La scomparsa di Patò"», spiega Degli Esposti. «Ma soprattutto siamo interessati a intraprendere la strada dei romanzi storici di Camilleri, ricreando per "Il birraio di Preston" la Sicilia del'800 in maniera intelligente e attraente come abbiamo fatto con quella contemporanea». Alla scrittura stanno lavorando «lo stesso Camilleri e Francesco Bruni, che ha contribuito al successo di Montalbano». Il protagonista, destinato a vestire i panni del prefetto di Caltanissetta, il toscano Eugenio Bortuzzi, «potrebbe essere ancora Zingaretti», dice il produttore. «Ma ne parleremo con Luca soltanto quando avremo le sceneggiature pronte». Edito da Sellerio, «Il birraio di Preston» prende spunto da un fatto vero, la nota Inchiesta sulle condizioni della Sicilia del 1875-76, per raccontare poi il susseguirsi di intrighi, delitti e tumulti dovuti alla incomprensibile determinazione del prefetto Bortuzzi di inaugurare il teatro di Caltanissetta con una sconosciuta opera lirica, appunto «Il birraio di Preston». Quanto a Montalbano, «è un evento televisivo senza precedenti: gli ascolti premiano l'attenzione con cui abbiamo cercato di dare al pubblico un prodotto di spessore. Ma non bisogna esagerare con le repliche», sottolinea Degli Esposti. «Del resto, avevamo promesso a noi stessi e ai nostri committenti che ne avremmo prodotto dieci episodi e abbiamo mantenuto gli impegni». I dieci film usciranno comunque in home video «in primavera».
[…]
 
 

Corriere della sera, 29.12.2002-12-29
BILANCI «La Rabbia e l’Orgoglio» fa il vuoto. Anche Camilleri e Mazzantini superano i bestseller stranieri
Una stagione nel segno della Fallaci e la rivincita degli autori italiani

Qualcuno avrà il coraggio di ripeterci che i best-seller italiani non esistono, il mercato europeo è un feudo dell’America, e le sorprese editoriali sono soltanto una forma più raffinata di promozione, freddamente programmata a tavolino? Dovrà spiegarci in modo plausibile, allora, i bilanci delle vendite da gennaio a dicembre. E non sarà facile ridurre i successi italiani al boom della Fallaci; che pure, con la sua predica sferzante all’occidente sui rischi dell’islam, ha messo tutti in fila superando il milione di copie. Se i saggisti nazionali possono festeggiare anche un secondo exploit di lunga durata ma di segno opposto rispetto alla Fallaci, cioè le «Lettere» pacifiste di Terzani, i loro colleghi narratori hanno motivi non meno validi per rallegrarsi. Non capita tutti gli anni di piazzare un giallista stagionato come Camilleri al secondo posto assoluto (sia pure a distanza stratosferica da «La Rabbia e l’Orgoglio»), e un’attrice prestata alla letteratura come Margaret Mazzantini nientemeno che al terzo. Per non parlare della buona prestazione (in cassa) del romanzone semi-fantastico di Manfredi, in bilico tra cronaca sulla caduta dell’impero romano e leggenda alla mago Merlino. E senza entrare nel merito del micro-fenomeno Oreglio, snobbato dai palati raffinati ma apprezzato da tutti gli aperti degustatori della risata.
Come si spiega, dunque, questa moda all’italiana? Nel caso di Oriana Fallaci, è ovvio, con un affaire internazionale in cui, nel gran coro di estimatori e detrattori, la nostra editoria una volta tanto è stata protagonista. Per gli altri, forse, con un mutamento di gusto: non può essere un caso se la storia familiare e drammatica della Mazzantini, come i tormenti camilleriani del commissario Montalbano, così apprezzati dai lettori, appartengono a un genere «di evasione seria». Mentre i successi stranieri, del tipo Grisham, Allende o Cornwell, si devono ricondurre piuttosto alla scuola tradizionale degli autori di cassetta: esotici, intriganti, professionalmente ineccepibili. In questo senso il Mississippi degli uomini in fuga di Grisham vale la Virginia della Cornwell, con le sue vite corrotte, o la foresta amazzonica della Allende in cui fermentano speranze di redenzione: luoghi dove i lettori possono abbandonarsi e sognare. Anche se il paese fantastico per eccellenza, rimesso a nuovo dal film di Jackson, rimane quello che racconta di elfi e orchetti, hobbit e demoni degli abissi: insomma, è la Terra di Mezzo del buon vecchio Tolkien, con i suoi immarcescibili signori degli anelli.
Dario Fertilio
 
 

Il Resto del Carlino, 29.12.2002
E fra le novità Rai anche il debutto alla regia della figlia di Maurizio Costanzo

ROMA — Quattro repliche in quattro anni e ogni volta l'audience supera se stessa: dal 22% di share della prima messa in onda della "Voce del violino" al 30,66 di venerdì sera. Ma con le repliche non si può esagerare, lo ammette anche il produttore della superserie, Carlo Degli Esposti a cui piange il cuore avere fra le mani un successo del genere e non poterlo sfruttare all'infinito. Anche perché prima di due o tre anni gli appassionati del commissario Montalbano non avranno modo di vedere altri nuovi episodi: bisogna aspettare che Andrea Camilleri, il suo autore, si metta a scrivere nuovi libri, meglio se appositamente per la televisione. Non resta che sperare nella vena feconda dello scrittore siciliano e, nell'attesa, arriverà su Raiuno un altro Camilleri, quello de "Il birraio di Preston", una storia appassionante, ma che nulla ha da spartire con Montalbano se non per l'ambientazione, la Sicilia. Degli Esposti ci sta già lavorando per un adattamento televisivo. «Siamo all'inizio del lavoro — annuncia il produttore — la sfida è più complicata di quella fatta con Montalbano visto che si tratta di un film in costume. Ma si parte da alcuni elementi comuni, primo tra tutti la Sicilia: in Montalbano c'è quella contemporanea, nel Birraio di Preston c'è quella fantastica e antica». Questa opera storica si svolge infatti ancora a Vigata, ma nel 1874, e prende spunto da un incendio che distrugge il teatro locale. Al fatto seguono intrighi e delitti con due protagonisti maschili: il delegato Sebastiano Puglisi, chiamato a far luce sui misteri che circondano il teatro, e il prefetto di Montelusa, Bortuzzi, di origini toscane, determinato ad inaugurare il teatro con una sconosciuta opera lirica intitolata "Il birraio di Preston" dell'altrettanto sconosciuto musicista Luigi Ricci. Una scelta contestata dai notabili del paese. E non è escluso che sia sempre Luca Zingaretti ad interpretare il protagonista del "Birraio".
[…]
Annalisa Siani

La Sicilia, 30.12.2002
CASE CHIUSE. I ricordi dell'allora giovanissimo Andrea Camilleri e l'«amica» idealizzata da Giovanni Moscato
Quando le «donnine» passeggiavano in via Atenea

Ricorda lo scrittore Andrea Camilleri che nella sua Porto Empedocle, agli inizi del secolo scorso, c'era una casa che si chiamava "Pensione Eva" e che in realtà non era altro che una "casa chiusa".
"Me la ricordo con le persiane verdi, sempre chiuse - racconta oggi lo scrittore - ed era un ambiente pulitissimo dove di giorno non c'era mai nessuno e che si animava solo di sera. Quell'edificio a due piani mi affascinò a tal punto che, da bambino, un giorno chiesi perfino a mio padre: papà è vero che lì, gli uomini vanno a vedere le donne nude?"
Per ironia della storia, il disegno di legge presentato in questi giorni alla Camera tendente a riformare, dopo ben 44 anni, la famosa legge Merlin e per "ripulire" le strade dalla piaga della prostituzione, ha, in un certo senso, riportato gli italiani indietro nel tempo, al ricordo di quelli che erano i casini d'inizio secolo, luoghi deputati per il piacere.
[...]
Lorenzo Rosso
 
 

Il Mattino, 30.12.2002
Venditori di fumo
Quando lo spettacolo prevale sull’autore, si rischia il lenocinio artistico e storico. Divagazioni in margine al «Don Giovanni»

Non intendo riaprire il discorso sulla rappresentazione del Don Giovanni al teatro San Carlo di Napoli, alla quale non ho assistito, ma vorrei tentare qui un pur sommario consuntivo sul problema del rapporto testo/regia. Me ne danno lo spunto alcune osservazioni critiche di Paolo Isotta, che ha parlato al proposito di «teatro di regia» e a Mario Martone ha tra l’altro rimproverato di aver giocato su una qualche osmosi palcoscenico/platea: «Idea assolutamente stantia ed errata», che riviene da Pirandello. Mi permetto di aggiungere: dal Pirandello più opinabile, e si rammenti Questa sera si recita a soggetto, dove vanno sotto braccio la gioia di pontificare e la voluttà di épater. Ma me ne offre l’occasione anche un bellissimo libro in cui Roberto Scarpa ha raccolto, esposto e commentato tutta la sapienza teatrale di Andrea Camilleri, sapienza che non è poca cosa (L’ombrello di Noè, Rizzoli: Camilleri è un grande narratore, uno dei pochissimi nell’Italia di oggi, e non è un caso che la sua formazione sia teatrale prima che letteraria). Apprendiamo così che il capocomico e direttore di scena diventa regista più o meno al principio del secolo scorso: suo compito è quello di organizzare e di ordinare i fattori che concorrono alla realizzazione dello spettacolo, un evento per sua natura complesso, perché, a parte il testo, lo determinano la interpretazione degli attori, le scene, i costumi, le luci, le musiche e così via.
Di pari passo con il crescente rilievo acquistato dalla figura del regista, si fa urgente una domanda: a chi spetta la paternità dello spettacolo? All’autore o al regista
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Giampaolo Rugarli 


Donna Moderna (data sconosciuta) 
Amore scusami
Mi dispiace, stasera non posso uscire perché... Uomini in fuga, sempre con una giustificazione pronta. Ma ormai le verità sono così incredibili da sembrare bugie e viceversa. Proprio come fa il maestro dei genere. Che dà l'esempio dal commissariato di Vigata

«Ha detto Montalbano... ». «Montachi?». «Montalbano. Anzi ha scritto nella e-mail "SERATA MONTALBANO!... Scusami ma stasera non esco, non posso proprio perdermelo». «Ma davvero ha scritto SERATA MONTALBANO! tutto maiuscolo?». «Certo che l'ha scritto». «E tu?». «E io cosa? Sono andata a dormire». Chiamatele come volete, ma non chiamatele più scuse: perché oggi le scuse come le stagioni (le crisi della coppia, dei desiderio... e i maschi) non sono più quelle di una volta. Cioè sono molto peggio: una selva di verità che possono sembrare menzogne e viceversa. Ibridazioni maschili che fanno immaginare di tutto (persino che Lui abbia un cuore), ma non abbastanza. Certo, non fanno immaginare gli equivoci che alimentano («Be', vede Montalbano, sarà pigro, ma almeno legge ed è già qualcosa»). E neppure la natura delle nuove trasgressioni: tipo starsene a casa in pantofole, incollati alla tv. In due. Ciascuno davanti alla propria. Magari parafrasando una vecchia battuta: è l'amore, bellezza. Un disastro.

LA STRATEGIA DEI FANTASISTI
Tutto questo perché la via all'amore, lo conferma la scienza esatta del sondaggio tra amiche, amiche di amiche e anche qualche amico, in nome della sincerità ritrovata è diventata un terreno semplice, dunque di una fatica inimmaginabile. Come cadere nei fraintendimenti che nascono da questa nuova sfida alla chiarezza. Per esempio: dietro un invito a cena esteso da una femmina adulta a un maschio adulto (un invito, segno dei tempi, disdetto per email il lunedì mattina, dunque giusto dieci ore prima della messa in onda della fiction) può capitare che alla fine non ci sia davvero nulla di più (o di meno) dell'archetipo moderno della nuova "verità" sentimentale: nel caso in questione un tradimento (tv), calvo e con la faccia canaglia, l'accento siciliano e l'incredibile arte di raccontare "scuse". Le più banali, le più strabilianti, quasi mai necessarie, comunque impellenti, forse persino contagiose. Il nome dell'altra passione è quello corpulento di un quasi-single d'eccezione, Salvo Montalbano, per l'appunto. Decisamente qualcosa di più che un caso letterario e un trionfo Auditel. Piuttosto un modello, un maestro, nella commedia delle excusatio a iosa, vere o false che siano: dalla classica frase rivolta alla fidanzata - «Mah, sai Livia, non ho potuto dire di no a un amico...» - in su.

TANTO PER "BABBIARE"
Forse a Vigata potrebbero suggerire un paio di attenuanti. Roba del tipo: se le inventa per lagnusìa (pigrizia)? Per evitare una camurrìa (grossa seccatura)? Per minnitta (vendetta)? Tanto per babbiare (scherzare)? Per il terrore di corcarsi (fare l'amore)? Con licenza poetica, l'eroico Salvo, causa recente dei naufragio di un'amicizia o di un qualcosa di più (o un qualcosa di meno), archivierebbe: tutte minchiate (stupidità). E pace, se lui poi a Livia le corna le ha messe davvero, e per giunta con una svedese mozzafiato (La gita a Tindari). Il nuovo segnale è un altro: non prendere per buono il falso e viceversa. Perché tra sincerità e menzogna, tra maschi con il cuore e maschi senza, non c'è più differenza. O almeno è una sfida impossibile scoprire quale. «Deve esserci stato un equivoco» chiarirà infatti più tardi il reo/teledipendente. «Non c'è nessun rimpiattino: SERATA MONTALBANO! è davvero serata Montalbano».
Una confessione, diciamolo, che non aggiunge niente, né conferma qualcosa. Se non il successo della terza fiction più vista del 2002, che ha fatto sbottare Andrea Camilleri: «Dieci milioni! Una cifra incredibile, inspiegabile». Se non la caduta dell'ultima certezza femminile: il fiuto («Ma come, non era una scusa?»). Archiviato il significato delle rassicuranti classificazioni di un tempo (dalla scusa bastarda "faccio tardi in ufficio" alla scusa punto e basta dell'amico in crisi), sembra che il modello dì maschio, che più o meno inconsapevolmente ha appreso l'arte in voga al commissariato di Vigata, ci stia prendendo gusto. In cosa? Nel far vacillare le ultime (in)sicurezze delle donne.

CATALOGO DI VERITÀ IN FIERI
Sulla scia del sicilianissimo detective senza troppe macchie (e senza particolari onori sentimentali), il campionario dei nuovi fantasisti/verimentali è vasto. C'è per esempio il fidanzato, trentottenne, che non si fa sentire per 72 ore. E che spezza il silenzio in una domenica calcistica con un sms: «Sono in curva». Una “scusa/verità” che per fascino forse renderebbe perdonabile Frank Lloyd Wright, l'architetto che ha disegnato le migliori scale ellissoidali del Novecento, ma non un semplice tifoso a San Siro. C'è poi il marito che ha conquistato l'allora quasi fidanzata nonostante un poco verosimigliante ma veritiero «Scusami scusami, ma devo verniciare una barca». Già, a Milano? E ancora, il compagno che ha il cellulare rotto: «Certo, dalle 20 alle 23, giusto mentre lo stavo aspettando per un concerto. Era vero? Non l'ho mai capito. Ma la storia non ha funzionato ugualmente».
Segue, a ruota, affinando la tecnica, un altro quarantenne che il sabato sera si dichiara, sempre per sms: «Stravolto!». Ma se ieri avrebbe almeno avuto l'ardire di aggiungerci un classico: «Non sai cara cos'è successo in ufficio», oggi, sollecitato (ma, sentendosi comunque impunito), può dichiarare con candore: «Non sai che traffico snervante c'è a Milano». Che tradotto significa: da casa all'aperitivo, ci sto impiegando un'ora, dunque dopo il mojito soffrirò di una stanchezza siderale, quindi: «Scusami teppa, se mai sopravviverò mi farò sentire più tardi».

IL CONSIGLIO? MAI SPIARI (DOMANDARE)
Un bugiardo? «Un cretino» dice oggi colei che dopo averlo mandato al diavolo è diventata l'ex. Di fronte a confessioni che mandano in crisi le vecchie scuse - per esempio: scusa uguale uomo (in fuga), scusa segnale d'ansia (da prestazione, per il Censis ne soffre il 59,2 per cento degli italiani), scusa con un nome di donna (quello dell'Altra) - lei si è proprio spazientita: «Mi avesse almeno raccontato una palla, l'avrei perdonato».
Interrogato sul tema, un prototipo di maschio alla Montalbano si informa: «Vuoi excusatio vere o fasulle?». Poi elenca: «Vere: la nonna in fin di vita, lo stress del lavoro, la gastrite, il nuovo videogame da provare. Fasulle: nessuna, non si usa più. Se proprio cerchi un classico: scusami, ma sono un adolescente». Che gli uomini siano diventati tutti dei sinceri bugiardi o dei bugiardi sinceri? Non proprio. Lo sfata una ventisettenne: «Il mio penultimo amore era out-sider su due fronti: scuse per darti buca e bastardate più fantasiose. Il trucco preferito? Alla giovane Holden, far finta di essere depresso. Un giorno mi dice "Ho bisogno di stare un paio di giorni chiuso in casa con le mie paranoie". Io: "Ma no, dai, non fare così. Usciamo!". Lui: "Non ce la faccio, tu non capisci... ti farei solo del male". Insomma, un'ora di telefonata. La sera dopo vado a una festa dove lui non avrebbe mai pensato che io potessi capitare e me lo vedo che zampetta come un fesso a ritmo di musica». L’ennesimo amico che tutti segnalano come il più geniale inventore di nuove scuse, dunque di grandi verità, liquida così la questione: «A me le donne dicono sempre di sì, ed è questo il casino... » Già. A Vigata direbbero: ma guarda che zaurdo (zotico). E se pure le velate minacce della vecchia canzoncina "Pippo cammina dritto se no ti metto sul giornaletto..." servissero a poco, meglio ripiegare su: "Non fare domande, non sentirai scuse".
Susanna Legrenzi