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Book presentation: The Shape of Water by Andrea Camilleri

Istituto Italiano di Cultura presents

The Shape of Water -- A Salvo Montalbano Mystery
by Andrea Camilleri

Translated by Stephen Sartarelli
(Viking-Penguin, 2002)

Participants include:
Stephen Sartarelli, Translator; Geoffrey O'Brien, Author, Editor in Chief, "The Library of America," Contributor to "The New York Review of Books"; Kathryn Court, President and Publisher, Penguin Books.

Thursday, May 30, 2002 – 6:00 p.m.

Istituto Italiano di Cultura
686 Park Avenue @ 68th Street
New York City
212.879.4242
 
 

L'Unione Sarda, 30.5.2002
Incontri a Cagliari e a Nuoro

Arriva in Sardegna Andrea Camilleri, lo scrittore siciliano che ha saputo scalare le classifiche, entrare nel cuore dei lettori, imporre il suo personale stile e godere degli apprezzamenti della critica. Camilleri, 77 anni, domani è a Cagliari per incontrare il pubblico. Appuntamento alle 16,30 nella sala Cosseddu della casa dello Studente. Giuseppe Marci parlerà dei libri “Il re di Girgenti” (Sellerio) e “La paura di Montalbano” (Mondadori). Coordina l’incontro Stefano Salis. Sabato Camilleri fa tappa a Nuoro per partecipare al Premio nazionale Grazia Deledda, che avrà inizio alle 9,30 nell’auditorium dell’Istituto Etnografico. Camilleri è anche il presidente di una delle quattro giurie (sezione narrativa) del Premio. Nel pomeriggio, dopo una visita alla casa di Grazia Deledda, Camilleri alle 17,30 incontrerà i lettori nuoresi alla Biblioteca Satta.
 
 

La Nuova Sardegna, 30.5.2002
Andrea Camilleri incontra i lettori
Domani a Cagliari e sabato a Nuoro

Andrea Camilleri arriva in Sardegna per prendere parte ad alcuni incontri con i suoi tanti lettori sardi e per partecipare alla cerimonia di premiazione del premio letterario intitolato a Grazia Deledda, di cui l'autore siciliano presiede una sezione. Il primo appuntamento è a Cagliari domani alle 16,30 nella sala Cosseddu della Casa dello Studente. In un dibattito moderato dal giornalista Stefano Salis, dopo l'introduzione di Luigi Sotgiu, presidente dell'Ersu, il docente universitario Giuseppe Marci presenterà i due ultimi libri dello scrittore siciliano: «La paura di Montalbano» e «Il re di Girgenti». Camilleri sarà invece a Nuoro nella mattinata di sabato 1º giugno per la cerimonia di proclamazione dei vincitori del premio Deledda (ore 9,30, museo etnografico). Nel pomeriggio, alle 17,30, incontrerà i lettori alla biblioteca Satta, dove sarà ancora Giuseppe Marci a parlare delle sue opere.
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 26.5.2002
Piazzese scatena un derby di attori. Scarpati, Fiorello e Castellitto: tre candidati per interpretare La Marca
La riduzione televisiva del romanzo "I delitti di va Medina Sidonia". L'attore di "Un medico in famiglia" in trattativa da settembre

Ve lo immaginate Giulio Scarpati, l'interprete del mite Lele nel seguitissimo "Un medico in famiglia", nei panni di Lorenzo La Marca, «l'ex sessantottino colto, intelligente, raffinato, ironico e autoconsapevole», protagonista de "I delitti di via MedinaSidonia"? Potrebbe infatti essere proprio Scarpati, che in Sicilia ha già vestito i panni di Rosario Livatino nel film "Il giudice ragazzino", a interpretare il ruolo dell'investigatorebiologo palermitano del romanzo di Santo Piazzese, in una serie televisiva per la Rai prodotta dalla Palomar di Carlo Degli Esposti, il produttore del "Commissario Montalbano". Pare infatti che il medico televisivo più famoso d'Italia sia in trattative da settembre, anche se fino ad oggi non è arrivata nessuna conferma. Nella rosa dei possibili interpreti, figura addirittura il nome dello showman siciliano Fiorello, che in un primo era addirittura in cima alla lista, accanto a quelli di Sergio Castellitto e di Sergio Rubini.
Ma cosa ne pensa il diretto interessato, ossia Piazzese, il «padre» di Lorenzo La Marca? «Beh, a dire il vero - dice Piazzese - io un candidato l'avevo, ma mi hanno detto che era troppo vecchio. Il suo nome? De Niro. Scherzi a parte, chiunque sia alla fine l'attore prescelto, gli si deve imporre un bagno nel fiume Oreto, dove sciacquare dovutamente i panni».
I nomi degli sceneggiatori invece sono noti da tempo: si tratta di Francesco Bruni e Salvatore Di Mola. Una vera garanzia, visto che sono stati loro a firmare le sceneggiature per la tv dei romanzi di Camilleri. «Tutto questo è vero, ma molto dipende da chi sarà il regista. Bisogna tenere presente che nel passaggio dal libro alla sceneggiatura si deve per forza rinunciare a qualcosa. Anche se io ho letto entrambe le sceneggiature ricavate dai miei romanzi, e devo dire che sono piuttosto fedeli e questo è un evento abbastanza raro. Oltretutto, i miei sono libri d'atmosfera, in cui molte cose non risultano immediatamente trasferibili. Ai due sceneggiatori ho inviato una trentina di pagine, zeppe di annotazioni e suggerimenti. Spero che ne tengano conto».
Ma c'è anche una seconda mediazione, quando dallo sceneggiatore si passa al regista... «È vero, per non parlare di un terza transizione, dalla regia al montaggio. Non va poi trascurato il fatto che la Rai può anche fare i suoi aggiustamenti, a prodotto ultimato. Alla fine, ho sempre il diritto di decidere se comparire o meno nei titoli di coda, e di scegliere tra le varie formule di rito: "liberamente tratto da", "ispirato a", "riduzione televisiva da". Se, caso estremo, dovessi riconoscere che i punti di contatto tra il prodotto televisivo e i miei romanzi sono davvero pochi, potrei anche scegliere di non far comparire affatto i titoli dei miei libri».
Salvatore Ferlita
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 26.5.2002
Arriva il detective col diabete
Mondadori pubblica "L'abbaglio" di Cacciatore

Sembra che l'esercito dei giallisti siciliani, di giorno in giorno, venga incrementato da nuove leve. L'ultimo chiamato «alle armi» è Giacomo Cacciatore, scrittore di trentaquattro anni, del quale uscirà tra breve il racconto poliziesco L'abbaglio, quasi un romanzo breve, inserito nella raccolta noir della Mondadori intitolata Caldo polare, a cura di Sandrone Dazieri, nella quale si potranno leggere testi di Carlo Lucarelli, Santo Piazzese e Andrea Camilleri.
Un nuovo investigatore dunque si aggira per le strade di Palermo, città mediterranea con una spiccata vocazione a ospitare intrighi e omicidi: il suo nome è Vittorio Cacciamali, vice soprintendente affetto da diabete, che si ritrova, pochi giorni prima del suo congedo, a spezzare il patto di mutua comprensione con il suo quartiere, Ballarò, dove tra l'altro lo stesso Cacciatore è cresciuto. «È uno dei miei luoghi preferiti - dice - Sarà il teatro dell'azione del mio racconto, una storia continuamente in bilico tra l'ironico e il grottesco, con al centro un investigatore al quale ho fatto scontare la pena del contrappasso. Nel senso che, dopo una sfilza di commissari e detective sensibili alla buona cucina e in grado di digerire di tutto, adesso arriva Cacciamali, che certi piaceri a tavola non se li può passare, ma che sarà bravo a esplorare il microcosmo di Ballarò».
E non sarà questa l'unica indagine del vice soprintendente, dal momento che tornerà alla carica nel prossimo libro di Cacciatore, un romanzo che avrà inizio dal finale di L'abbaglio, e ambientato ancora a Ballarò. Intanto sta per uscire per Ila Palma, Amore e coltelli, una raccolta di racconti che Cacciatore ha pubblicato su "Repubblica" tra il 1999 e il 2002.
E la lingua? «Ho cercato di leggere il meno possibile Camilleri, non certo per mancanza di stima, ma solo per non subirne il fascino e l'influenza. Il dialetto è difficile da evitare, parlando di Palermo e del suo mercato. Perciò ho deciso di circoscrivere le espressioni dialettali alle parti dialogate».
Salvatore Ferlita
 
 

La Nazione, 24.5.2002
Non vedenti. Ecco i libri «parlati»

MONTECATINI — Novità dal Comune destinata ai non vedenti: nasce un punto di ascolto del «libro parlato» alla biblioteca per consentire anche a loro di avvicinarsi alla letteratura. Un passo avanti di grande significato per chi deve convivere con questo handicap, che lo priva, tra tante altre cose, anche del piacere di leggere.
L' iniziativa è stata presa in collaborazione con l' Unione italiana ciechi e il Centro del libro parlato di Firenze. Grazie proprio al materiale messo a disposizione dal Centro del libro parlato di Firenze e alla collaborazione di Angelo Grazzini, presidente della locale sezione dell'Unione italiana ciechi, che ha sede a Buggiano, l'amministrazione comunale conta di poter assicurare un servizio adeguato e un'eventuale assistenza per l'utilizzo dei volumi «da ascoltare».
Per adesso in catalogo ci sono una ventina di libri. Si va dai classici come Pirandello ed Hemingway agli autori del momento come Andrea Camilleri, Alessandro Baricco e Luis Sepulveda. Ma sono compresi anche altri best seller come quelli di Stephen King, Isabel Allende, Paulo Coelho, Michael Crichton, John Grisham, Ken Follet, Josè Saramago.
 
 

Giornale di Sicilia, 22.5.2002
Piazzetta Regina, i lavori anticipati
Occhio su Pachino e dintorni Il Comune ha accelerato l'iter per l'avvio delle opere di pavimentazione nella piazza di Marzamemi. Verranno evitati problemi ai commercianti

MARZAMEMI. Potrebbero iniziare a breve, si prevede entro qualche giorno, i lavori di ripavimentazione della piazzetta Regina Margherita a Marzamemi.
[...]
Pochi mesi fa la piazza di Marzamemi è stata scelta per girare alcune delle scene della serie televisiva Rai sul commissario Montalbano, il personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri.
[...]
Giovanna Crimi
 
 

Il Giorno, 22.5.2002
Una sera a cena con Camilleri

MILANO — Metti una sera a cena con Andrea Camilleri. O meglio con le ricette prese in prestito dai suoi libri dedicati al commissario Montalbano. L'appuntamento per gustare il mondo dello scrittore siciliano è oggi alle 21 al ristorante «Ferdi» di via Bramante 7. L'idea della cena con menù letterario è di Rosita Dorigo, esperta di buona cucina e vini, originaria di Venezia ma ormai trapiantata sotto la Madonnina da diversi anni. «Questa è la prima di cinque serate che abbiamo voluto chiamare "Sapori d'autore" - dice la giovane «maitre a manger» - nei prossimi mesi ci sarà il secondo appuntamento con Ernest Hemingway. La terza occasione conviviale sarà invece incentrata su Isabelle Allende. Questa - conclude - vuol'essere una gustosa inziativa per avvicinare l'arte della cucina a quella dello scrivere». E molto presto infatti l'angolo bar del «Ferdi» diventerà sala di lettura. Per la cena si prenota allo 02-347137.
Marco Cogliati
 
 

Il Piccolo, 21.5.2002
LETTERATURA «Tutti i colori del giallo» di Luca Crovi: mafia, trame occulte e altre vicende di casa nostra
I misteri d’Italia: storie da romanzo
Carlotto racconta il G8, Valpreda e Colaprico la strage di piazza Fontana

La verità sui fatti del G8 ve la rivelerà l’Alligatore. No, non il nemico irriducibile di Capitan Uncino, ma il singolare investigatore creato da Massimo Carlotto. Nel «Maestro dei nodi», nuovo romanzo dello scrittore veneto in uscita a settembre, verranno a galla storie mai raccontate, episodi nascosti, testimonianze imbarazzanti. In un mix esplosivo di realtà e fantasia.
Sì, perchè da tempo, ormai, gli scrittori di gialli sono quelli che mettono il dito nella piaga dei misteri d’Italia. Parlano di mafia, come Andrea Camilleri e Domenico Cacopardo. Riportano alla ribalta la strage di piazza Fontana, nel romanzo «La primavera dei mai morti» di Piero Colaprico e Pietro Valpreda. Raccontano l’incarognirsi delle nostre città, del nostro vivere.
Snobbati da tanti critici, sottovalutati da troppi lettori, i giallisti di casa nostra hanno, adesso, l’onore di vedersi riuniti in una storia della letteratura poliziesca made in Italy che Luca Crovi ha scritto per Marsilio: «Tutti i colori del giallo» (pagg. 365, euro 17).
«Gli anni Settanta della Storia d’Italia sembrano un serbatoio inesauribile di misteri - dice Luca Crovi - pronto per essere scandagliato dagli scrittori di gialli. Basta leggere i libri di Carlo Lucarelli, Marcello Fois, Piero Colaprico e Pietro Valpreda».
Solo gli anni Settanta?
«No, quello è un filone. L’altro, invece, guarda da distanza ravvicinata il nostro tempo. I romanzi gialli e noir, adesso, sono quelli che meglio sanno raccontare le trasformazioni della nostra società. E lo fanno in maniera lucida, senza tranciare giudizi».
Per esempio?
«Massimo Carlotto da tempo sta costruendo un’immagine dello sfascio dell’osannato Nordest. Ed è terrificante proprio perchè corrisponde alla realtà. Andrea Camilleri parla di mafia con una competenza che forse nessuno ha più»
Sono sassi gettati nello stagno?
«È un modo per costringere il lettore a porsi delle domande. Colaprico e Valpreda nel loro nuovo romanzo, ”La primavera dei mai morti”, non a caso raccontano la rivolta nel carcere di San Vittore del 1969 e la strage di piazza Fontana».
Vendono molto?
«Vendono bene. E fanno scoppiare d’invidia i loro colleghi. Ma io dico: se tanti narratori, invece di stare lì a guardarsi l’ombelico, si fossero sintonizzati con la realtà, forse la crisi del libro non sarebbe così profonda».
Ma il giallo italiano non era snobbato da tutti?
«La critica letteraria ha sempre trattato il giallo italiano come una sorta di Cenerentola della letteratura. Un genere da lasciare in cucina, mentre nel salotto buono si mettono in mostra i gioielli. In realtà, bravi scrittori capaci di inventare intrighi, misteri, li abbiamo sempre avuti».
A partire da chi?
«Per esempio, da Carolina Invernizio ed Emilio De Marchi. Sul finire dell’Ottocento, i loro romanzi ”noir” vendevano già benissimo».
Quali?
«”Il cappello del prete” di De Marchi in sei anni riuscì a bruciare sette edizioni. Uscì in contemporanea a Napoli e a Milano vendendo subito tutte le copie della prima tiratura»
Inventando la pubblicità libraria?
«Quello fu il primo romanzo italiano ad avere un notevole lancio pubblicitario. Inventarono dei cartelloni, disseminati per la città, con un gigantesco cappello da prete sopra».
Un po’ criptico, no?
«Sì, ma prevedeva che, dopo una settimana, arrivassero altri cartelloni con la scritta: ”Il cappello del prete, grande feuilleton di Emilio De Marchi”. Non basta, vennero ingaggiati anche dei ragazzi-sandwich che giravano per Napoli con la stessa pubblicità».
Libri popolari?
«Popolari, perchè volevano coinvolgere il maggior numero di lettori possibile. Però, Emilio De Marchi, Carolina Invernizio, Matilde Serao, scrivevano storie poliziesche, con atmosfere noir, misteriose, stilisticamente di alto livello».
Letteratura, quindi?
«Senza dubbio. Una tradizione che, poi, è stata riscoperta dopo gli anni Venti del Novecento. Quando sono nati i mitici Gialli Mondadori. All’inizio, il fascismo ha aiutato questo settore, perchè il 15 per cento degli autori della collana doveva essere italiano».
Poi, però...
«I romanzi polizieschi, infarciti di omicidi, di indagini e colpi di scena, sono diventati indigesti per il regime. E allora, molti autori italiani si sono rifugiati nel filone ”rosa”. Ezio D’Errico e Giorgio Scerbanenco, tanto per fare due nomi, hanno trovato rifugio nei Romanzi della Palma. Narratori ”noir” travestiti da piccoli Liala».
Il black-out è proseguito ben dopo la caduta del fascismo...
«Nel secondo dopoguerra, la narrativa s’è concentrata soprattutto sulla realtà italiana. Raccontando la Resistenza, la lotta la fascismo e la nazismo, la ricostruzione, i mutamenti della società. E, ovviamente, il dramma dei lager».
Gli scrittori di gialli sono scomparsi?
«No, qualcuno tentava di sopravvivere. Ma era durissima, perchè gli editori cercavano soprattutto dei buoni imitatori dei classici inglesi e americani. E Alberto Tedeschi s’imbarcava in crociate perdute quando giurava sulla bravura, per esempio, di Franco Enna».
Poi è arrivato un certo Giorgio Scerbanenco...
«Che con il ciclo dedicato a Duca Lamberti è riuscito a tracciare la strada maestra per il giallo italiano. Cioè, quella che ha iniziato a confrontarsi con la realtà del nostro Paese. Con i problemi sociali, politici, territoriali. Uno come Loriano Macchiavelli ha saputo raccontare le trasformazioni della sua Bologna e dell’Emilia in maniera straordinaria».
E non solo quello...
«No, perchè in coppia con Francesco Guccini ha costruito tre deliziosi romanzi storici, che ruotano attorno al maresciallo Santovito, posti tra il presente e il passato».
Alessandro Mezzena Lona
 
 

Die Welt, 19.5.2002

Das Gesetz der Serie
In diesen Wochen erscheint eine Flut von Bestseller-Fortsetzungen. Doch wie viel Neues steckt im Alten? Eine Bestandsaufnahme

Nur der Titel klingt poetisch: "Die Nacht des einsamen Träumers" (edition lübbe, 19 Euro). Doch der sechste Fall von Commissario Montalbano ist äußerst brutal. Brunettis sizilianischer Kollege, der Ermittler mit der sozialen Ader und der Schwäche für die gute Küche, ist diesmal dem Mörder einer Prostituierten auf der Spur. Und natürlich hat die Mafia ihre Hände im Spiel. Kein Wunder, dass Montalbano nicht nur wegen der sizilianischen Hitze ins Schwitzen gerät. Krimi-Altmeister Andrea Camilleri, 1925 in Porto Empedocle an der Südküste der Insel geboren und ein Verwandter von Luigi Pirandello, seziert die sizilianische Mentalität ebenso differenziert wie seine Mordfälle. Auch der sechste Montalbano-Krimi ist ein Volltreffer.
sk
 
 

Giornale di Sicilia, 18.5.2002
Recensione di "Cinque mesi di prefettura in Sicilia" (Sellerio) di Enrico Falconcini, con prefazione di Andrea Camilleri.
 
 
 
 

La Sicilia, 17.5.2002
«Le favole del tramonto»

Il Centro servizi culturali e l'associazione Teatro aperto presentano «Le favole del tramonto» di Andrea Camilleri, recital per voce recitante, pianoforte e orchestra, con Paolo Schininà, Giacomo Schembari e Saro Riso. La manifestazione si terrà in via Armando Diaz 56, a Ragusa, sabato 18 maggio, con inizio alle 19.
g.l.
 
 

Il Nuovo, 17.5.2002
Italiani e libri: è di Connery il Nome della rosa
Secondo un'indagine condotta su 1024 persone da .com, gli italiani compiono strafalcioni epocali.

TORINO - L'autore del Nome della Rosa è senza alcun dubbio Sean Connery; mentre Decamerone è la definizione data dagli agenti immobiliari ad un appartamento di dieci stanze. Per finire, l'amico discolo di Pinocchio non è Lucignolo, ma Pierino e  I Malavoglia sono un gruppo di studenti di cui Verga narra le disavventure alla vigilia della Prima Guerra Mondiale.
[...]
Va meglio con Montalbano, il protagonista dei libri di Andrea Camilleri, anche se molti intervistati invece di ricollegarlo al libro affermano che è un poliziotto di un serial Tv (34 per cento).
[...]
 
 

Il Gazzettino, 17.5.2002
ACIF

Padova. Alle 16.30, sede dell'associazione culturale italo francese in via Barbarigo 32, Beatrice Morellato terrà una conferenza su "La traduction de Camilleri en France": infotel. 049/8712671.
 
 

Messaggero Veneto, 17.5.2002
Arriva la polizia a scuola e annuncia: «Laura Devecchi ha vinto il concorso»
Farra. Il suo racconto è tra i migliori d’Italia. Una pergamena con la dedica di Camilleri

Lo sapevano in pochi - i genitori e la preside della sua scuola - ma a regalarle una bella festa sono stati in tantissimi. Come non essere fieri di Laura Devecchi, alunna della classe IV della scuola elementare Pitteri di Farra d’Isonzo? E non soltanto perché in pagella ha “ottimo” in tutte le materie.
E’ lei, infatti, una delle vincitrici del concorso di narrativa nazionale intitolato “...quando a un tratto arrivò la Polizia...”, indetto dal Ministero dell’Interno e riservato a giovani scrittori in erba, d’età compresa tra i 9 e i 18 anni.
[...]
E’ il suo momento di gloria: il commissario le comunica che il suo racconto è stato selezionato e giudicato uno dei migliori, tra gli oltre tre mila elaborati presentati da tutta Italia. Per lei, uno zainetto, un cappellino, un bouquet di fiori e, soprattutto, la pergamena con la dedica dello scrittore Andrea Camilleri, componente della commissione formata anche da agenti di polizia, attori, giornalisti e psicologi che ha giudicato i racconti.
Ma Laura, del papà del commissario di Montalbano, confessa di non avere letto ancora niente: «Non mi piace la lettura, a parte i fumetti di Topolino - ci racconta, mentre gli amici la baciano e l’abbracciano e un sedicente “fidanzato” le chiede un autografo -. A scuola preferisco la matematica e da grande vorrei aprire un ristorante assieme a Valentina, la mia compagna di banco».
[...]
Luana de Francisco
 
 

Sette (supplemento del Corriere della sera), 16.5.2002
Inchiesta - L'Italia del cortigiano
Intervista di Claudio Sabelli Fioretti a Valerio Riva

[...]
Sabelli Fioretti - Chi è lo scrittore italiano più sopravvalutato?
Riva - Camilleri. Scrive racconti dal linguaggio piatto, semplici sceneggiature per la Rai. E' uno scrittore di plastica, inventato. Come Baricco. Dietro di lui c'è il vuoto.
[...]
 
 

L'Arena, 15.5.2002
Liceo Maffei. La «Vita di Luigi» allestita dal laboratorio di studenti diretti da Andrea de Manincor
Pirandello, «figlio cambiato»
Un racconto concentrato sui rapporti con la famiglia

Dopo questa fatica sarà un autore che non scorderanno, gli studenti della Scuola di teatro del Liceo ginnasio Maffei, probabilmente incuriositi, stimolati ad andarsi a leggere molte più pagine di Pirandello di quante non obblighi il frettoloso programma scolastico. La "Vita di Luigi" andata in scena al Teatro Camploy racconta di Pirandello attraverso Andrea Camilleri e la sua "Biografia del figlio cambiato", racconto che lui stesso definisce "del tutto personale" e "destinato non agli accademici, agli storici, agli studiosi, ma al lettore più che comune". Un punto di vista in realtà piuttosto interessante, visto che Camilleri e Pirandello sono legati, oltre che dalla loro origine siciliana, dall'aver speso gran parte della loro vita per il teatro e la scrittura, e un teatro e una scrittura poco convenzionali. Andrea De Manincor, nel metterla in scena, è andato ancora più in là. Lasciando cadere il finale possibilista di Camilleri, il suo riconciliante olivo saraceno, De Manincor ha lavorato per sottrazione, lasciando una linea essenziale di racconto. Spicca soprattutto la famiglia, i rapporti conflittuali di Luigi con i suoi familiari, il padre Stefano in primis, un rapporto negato e solo (troppo) tardi ritrovato; spicca l'angoscia di "figlio cambiato" che Pirandello pensò sempre di essere, e al quale dedicò anche una novella.
La sua vita - usando un espediente pirandelliano (nella novella "La giornata") - viene condensata nello spazio di poche ore, con tanti Luigi dall'infanzia alla vecchiaia, visti passare nel caffè di una stazione (quella di Agrigento) e intorno a lui le figure chiave: il padre con la sua amante, ma soprattutto le donne, dalle demoniache "Donne" della storia del figlio cambiato, alla sorella Lina, ai suoi primi amori, e poi la moglie Antonietta, vista da giovane e nella follia matura, la figlia Lietta, Marta Abba e le attrici di una compagnia di giro, la donna in nero dell'"Uomo dal fiore in bocca".
La scena dà spazio a tutti gli studenti-attori, nel moltiplicarsi dei personaggi, pur rimanendo drammaturgicamente valida. Il quadro iniziale li vede come in un'orchestra, che si anima in un contrappunto di microscene legate da nessi quasi onirici. Ma nel contempo c'è un altro Pirandello che guarda dall'esterno, se per caso la vicenda ci fosse sembrata troppo veristica, se ci fossimo scordati, come egli dice citando Shakespeare, che "tutto il mondo è teatro", anche la vita, anche e soprattutto la vita di Pirandello.
Una quarantina gli studenti-attori (impossibile citarli tutti) tutti curati nell'interpretazione nonostante la tentazione talvolta di un perdonabile birignao, e tra questi alcune ottime interpretazioni femminili, talenti che il tempo farà sicuramente sbocciare. Nel frattempo la Scuola di teatro sta lavorando per partecipare con questa "Vita di Luigi" al convegno di studi pirandelliani di Agrigento del prossimo dicembre.
Daniela Bruna Adami
 
 

Il Mattino di Padova, 15.5.2002
Gli antenati del nostro "giallo"
Luca Crovi racconta il thriller italiano

Molti credono che il giallo italiano, fenomeno letterario oggi assai diffuso, sia una "moda" recente. Ma non è così, come risulta dal saggio ampiamente documentato di Luca Crovi Tutti i colori del giallo (ed. Marsilio, 363 pp., Euro 17,00), sottotitolo, "Il giallo italiano da De Marchi a Scerbanenco a Camilleri", che ne lascia intendere l'ampiezza d'orizzonti. Ma quella di Crovi non è una semplice "storia": essa rimane solo la base, da cui il saggio sviluppa poi quei settori che, assemblati, costituiscono il complesso arcipelago del giallo italiano.
Un'indagine dunque a tutto campo, in cui si passa ai sottogeneri, all'importanza delle collane, al ruolo degli illustratori, all'analisi degli autori e delle loro tematiche, per giungere agli influssi del "genere" sul fumetto, alle sue parentele con le opere cinematografiche e le serie televisive.
Crovi non trascura nemmeno cenni a quegli autori non italiani che, amando il nostro Paese, vi hanno ambientato le loro storie - come Magdalen Nabb e Thomas Harris, oltre a Michael Dibdin e Donna Leon, i cui investigatori agiscono a Venezia - e analizza i fitti addentellati del giallo con la letteratura "alta".
Con tale valenza, Tutti i colori del giallo si propone come un'opera oggi necessaria, in quanto risaliva al lontano 1979 - Loris Rambelli, Storia del giallo italiano - l'unico saggio sistematico su questo settore, ormai riconosciuto dalla critica come una colonna portante della cultura letteraria.
Crovi evidenzia bensì come il fenomeno Andrea Camilleri abbia portato a un consumo enorme di gialli italiani, ma anche come la sua opera, peraltro apprezzabile, sia solo la punta di un iceberg di ampia consistenza e profonde radici. L'indagine prende infatti le mosse dal lontano 1887, allorché Emilio De Marchi pubblicò Il cappello del prete, storia tenebrosa con innocenti, criminali, delitti e pene, oltre che, beninteso, un investigatore protagonista: un romanzo interpretabile oggi come un autentico capostipite del thriller.
Crovi affronta poi le tappe della diffusione del giallo nei primi decenni del secolo successivo, con le molte collane popolari di fascicoli settimanali, fino alla geniale invenzione mondadoriana, nel 1929, dei "Libri Gialli". Essi invogliarono tanti autori italiani a cimentarsi con questo nuovo genere. E fu tutta una fioritura di opere: soffocata però dal fascismo, che non vedeva affatto di buon occhio una letteratura proveniente dall'esecrato mondo anglofono.
Con la successiva rinascita, nel dopoguerra, Crovi individua in Giorgio Scerbanenco la rivoluzione, cioè il punto di svolta dal giallo tradizionale (accademico e "finto") a quello realistico, duro, noir. Il suo investigatore Duca Lamberti, medico radiato dall'ordine in quanto colpevole di eutanasia per pietà, vivacchia conducendo indagini. Ma la Milano dipinta da Scerbanenco, spietata e violenta, ha trovato raramente un cantore così sincero e suggestivo.
E' lì la radice autentica - siamo alla fine degli anni Sessanta - di quella scuola di giallisti italiani oggi seguiti da moltissimi lettori. Scrittori quali Loriano Macchiavelli - ormai riconosciuto come un maestro del settore - Carlo Lucarelli, Andrea G. Pinketts, Claudia Salvatori, Danila Comastri Montanari e una moltitudine di altri, ai quali Crovi dedica particolareggiate analisi sia delle opere sia dei protagonisti, senza escludere le psicologie delle città in cui essi agiscono.
Gianni Brunoro
 
 
 

Il Mattino di Padova, 14.5.2002
Montalbano torna in libreria
Camilleri firma una nuova raccolta di sei racconti

ROMA. «Livia aveva ragione. Lui aveva paura... Aveva scanto perchè sapeva benissimo che raggiunto il fondo... Avrebbe immancabilmente trovato uno specchio. Che rifletteva la sua faccia». E' questo in sintesi il messaggio de La paura di Montalbano, l'ultimo libro di Andrea Camilleri, edito da Mondadori (pp. 324 - euro 11,80) da oggi in libreria. Il volume è una raccolta di sei racconti, tre brevi e tre lunghi, a differenza dei precedenti volumi mondadoriani (i romanzi di Montalbano escono da Sellerio) dove i racconti erano tutti brevi e più numerosi. In questo volume c'è «un Montalbano più riflessivo, più attento ancora, semmai, a se stesso», specifica l'autore. «La paura di Montalbano» è il quinto racconto, breve, che Camilleri definisce «il più strano». A cominciare dal luogo dell'ambientazione, un piccolo centro di montagna, in provincia di Courmayeur, dove il commissario di Vigata «è completamente spaesato». Spiega l'autore: «In questo racconto c'è lo specchio deformante che riflette la faccia di Montalbano; egli è accusato di non approfondire mai la psicologia, si ferma alle ragioni che spingono qualcuno a commettere una colpa, ma forse ci sono ragioni più profonde e Montalbano capisce che le critiche nei suoi confronti sono fondate e che se si cala più nel profondo trova la propria immagine riflessa».
I tre racconti brevi - «Giorno di febbre»; «Un cappello pieno di pioggia» e «La paura di Montalbano» - per Camilleri «più che indagini sono tre incontri straordinari». Per gli altri tre - «Ferito a morte»; «Il quarto segreto» e «Meglio l'oscuro» -, invece, si tratta di una novità stilistica. «Per la prima volta ho scritto racconti lunghi, due sono da 60 cartelle ed uno da 100 - indica lo scrittore siciliano - si tratta quasi di romanzi brevi». Un genere che Camilleri non aveva mai tentato in precedenza, ma dei quali è soddisfatto perchè consentono «un maggiore respiro a personaggi». I tre racconti lunghi sono inediti, a differenza di due dei tre brevi che sono stati già pubblicati. C'è anche una novità narrativa, un nuovo legame tra il commissario e il centralinista del commissariato di Vigata, Catarella. «Il quarto segreto» è la prova di questo legame perchè i due condivideranno proprio quattro cose che non riveleranno ad alcuno. E proprio in questo stesso racconto nasce un'inedita amicizia tra Montalbano ed un maresciallo dei carabinieri.
 
 
  

Repubblica, 10.5.2002
In libreria autori inediti spagnoli e portoghesi

Oggi arriva in libreria "In via del tutto eccezionale" (pagg. 170, euro 14,50), un romanzo dello scrittore andaluso Felipe Benítez Reyes, con una nota di Andrea Camilleri. Il 10 giugno sarà la volta dell´opera prima di un giovane autore portoghese, José Luís Peixoto, il vincitore del premio Saramago che firma "Nessuno Sguardo", con una presentazione di Antonio Muñoz Molina.
Sono due libri pubblicati da La Nuova Frontiera, una casa editrice nata nel ´99 e già attiva nel settore ragazzi, e inaugurano una nuova collana - Liberamente si chiama - dedicata soprattutto ad autori di lingua spagnola e portoghese inediti in Italia. Benitez Reyes è molto conosciuto in Spagna anche come collaboratore di El Pais, ma è soprattutto autore di numerosi libri tradotti in varie lingue, dalla prosa considerata brillante e grottesca, e può vantare numerosi premi tra cui il prestigioso Nacional de Literatura.
 
 

Giornale di Brescia, 10.5.2002
Luca Zingaretti sul grande schermo in «Texas ’46» e in autunno di ritorno in tv con nuovi episodi del commissario Montalbano
«Io, soldato prigioniero di un ideale»
«Subisco il fascino della generazione della guerra, che credeva nella dignità e nell’onore»

[...]
Lei sta ultimando le riprese a Ragusa dei nuovi episodi del commissario Montalbano, tratti dai racconti di Camilleri («Il gatto e il cardellino», «L’odore della notte», «Gli arancini di Montalbano»). Ormai non ha più il timore di rimanere identificato con il personaggio?
«Direi proprio di no. Ho una grande gavetta dietro le spalle che mi dà forza, e poi il successo di Perlasca, tanto per fare un esempio, sta a dimostrare che se esiste la cosiddetta identificazione, è un pericolo che si può proprio scongiurare».
Sente di assomigliare in qualche modo al suo commissario Montalbano?
«Non voglio passare da presuntuoso, lo giuro. Ma i suoi valori sono anche i miei. Con la differenza che io li vivo in un altro modo e in un altro mondo. Roma non è un’isola, un minuscolo fortino protetto e diviso dal mare, è una giungla. Roma è dura. Ma se si ha dignità, se si è temprati a dovere e si dà per scontato che la vita è una lotta continua, è possibile abitarci, persino rintanarcisi».
Emanuela Castellini
 
 

Tribune de Genève, 6.5.2002
LIBRI. Pirandello, biographie de l'enfant échangé, d'Andrea Camilleri
(Flammarion, 309 pages)

Luigi Pirandello et Camilleri ont vu le jour dans la même bourgade de Sicile, Porto Empedocle.
Pas étonnant que l'un des plus prolifiques auteurs italiens du moment ait voulu brosser le portrait de son illustre devancier.
Trois axes ont été privilégiés: l'enfance maladive, le père sévère et cette île, où la bourgeoisie d'alors fait semblant de ne pas voir la mafia.
Au fil des pages Camilleri tape dur.
Le dramaturge, qui a joué l'innocent égaré parmi les montres, s'est en fait donné le beau rôle.
Normal! C'est lui qui tenait la plume!
Etienne Dumont
Luigi Pirandello e Camilleri sono entrambi nati nello stesso borgo di Sicilia, Porto Empedocle.
Non è sorprendente che uno dei più prolifici autori italiani del momento abbia voluto abbozzare il ritratto del suo illustre predecessore.
Tre assi sono stati privilegiati: l'infanzia malaticcia, il padre padrone e quest'isola, dove la borghesia di allora fa finta di non vedere la mafia.
Al filo delle pagine, Camilleri picchia forte.
Il drammaturgo, che ha fatto l'innocente, smarrito tra i mostri, si è attribuito la bella parte.
Normale! E' lui che teneva la penna!
[Traduzione di Piero Marelli]
 
 

La Nuova Sardegna, 6.5.2002
Fissata la data della cerimonia per il prestigioso premio letterario nazionale
A giugno il "Grazia Deledda"
L'iniziativa torna a vivere a distanza di 32 anni. Organizza la Provincia l'ultima edizione è stata curata dall'Etp

NUORO. Avrà luogo presumibilmente il 1º giugno prossimo la cerimonia relativa alla consegna dei premi ai vincitori del concorso letterario nazionale "Grazia Deledda", bandito nel novembre dello scorso anno dal comitato organizzatore che fa capo all'amministrazione provinciale barbaricina. L'iniziativa è stata riavviata a distanza di 32 anni dall'ultima edizione, gestita dall'Ept.
Le commissioni delle 4 sezioni: narrativa, presieduta dallo scrittore Andrea Camilleri; saggistica, presieduta dall'economista Paolo Savona; narrativa giovani, presieduta dal pro rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastino; narrativa in lingua sarda, presieduta dall'accademico dei Lincei Giovanni Lilliu, hanno portato a termine il lavoro di lettura e selezione delle opere.
Alla fine di aprile i giurati si sono riuniti per sciogliere gli ultimi dubbi e decidere sui nomi ai quali attribuire la palma del vincitore e, nel caso specifico, dell'assegno di 7mila 500 euro da consegnare ai primi classificati delle 4 sezioni; e di 5mila a quello della sezione studi deleddiani.
Il dado, dunque, è tratto. Ma niente è dato sapere, neppure a livello di indiscrezioni, dei nominativi che sabato 1º giugno saliranno sul palco dell'Istituto etnografico per ricevere l'ambito riconoscimento. Il comitato ha messo in moto la macchina organizzativa per offrire al folto pubblico degli invitati, tra i quali i mass media più prestigiosi, insieme alla televisione di Stato ed alle emittenti commerciali, una serata interessante e piacevole. Non è neppure da escludere che a presentare la cerimonia, che pare sarà arricchita anche dall'intervento di alcuni personaggi dello spettacolo, possa essere chiamata una presentatrice di grido.
Così come pare che, approfittando dalla presenza di uno scrittore di grandissima fama come Andrea Camilleri, si riesca ad organizzare, almeno per il giorno successivo, un incontro-dibattito nell'auditorium della Biblioteca Sebastiano Satta. Iniziativa che va inoraggiata e sorretta, vista la grande fame di cultura e di confrontarsi dei giovani nuoresi.
L'assessore provinciale alla cultura Tonino Rocca, al quale va il merito di aver rilanciato il concorso letterario, è all'opera per il conseguimento del migliore successo per la città e per il premio.
a.b.
 
  
 

Il Giorno, 5.5.2002
Tra Pirandello e Montalbano

Si intitolerà L'ombrello di Noè uno dei prossimi libri di Andrea Camilleri: non un giallo, ma un volume a metà strada tra saggistica e narrativa, incentrata sul rapporto dello scrittore siciliano con il teatro. Lo ha detto lo stesso Camilleri all'incontro organizzato in suo onore dalla Scuola Normale Superiore di Pisa. L'ombrello di Noè sarà anche una “confessione d'amore” per Pirandello. Ma prima dell'estate i lettori ritroveranno il personaggio che ha fatto la fortuna dello scrittore, in La paura di Montalbano: sei racconti ambientati in montagna.
 
 

Il Tirreno, 4.5.2002
Il trio dei «Monotorakiki» e il loro rock alternativo

LIVORNO. I Monotorakiki sono una delle due bands livornesi (l'altra sono gli Appaloosa dei quali ci siamo occupati nei giorni scorsi) che si presenteranno alla rassegna musicale internazionale «Arezzo Wave» nel luglio prossimo.
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Gli ampi interessi musicali e non dei tre ragazzi sono alla base del loro successo; le influenze musicali sono molteplici (Jesus Lizard, Thurston Moore, Boss Hog, Frank Zappa, Tool, King Crimson, Blond Red Head, Ramones, Refuse, Fugazi, Shellac e altri) ma non sono le loro uniche fonti di ispirazioni: «Io posso dire che i mei testi come influenzati dai racconti di Andrea Camilleri e dai film sulla mafia italo-americana anni'50 -'60 come The Goodfellas (Quei bravi ragazzi) di Scorzese che, per l'appuntamento ha ispirato il testo di uno dei nostri ultimi pezzi: Tommy Will Be a Godfather» spiega il cantante Michael Rotondi.
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Patrik Poini
 
  

La Stampa, 3.5.2002
«Finalmente possiamo festeggiare»
Il sovrintendente Giambrone risponde alle polemiche del sindaco

PALERMO «Teatri Aperti» è il titolo del convegno che si è svolto ieri al Massimo di Palermo sul tema «Esperienze a confronto e progetti per le città».
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«Si festeggia, eccome», ha ribadito Giambrone: «Questo teatro è stato chiuso per 23 anni, vi pioveva dentro, migliaia di gatti abitavano le sue rovine. Ora è stato riaperto, restituito alla città, è un modello di gestione artistica e amministrativa, promuove un´indagine sulla sorte dei luoghi di spettacolo ancora chiusi, che sono in tutta Italia 361 ad una prima incompleta analisi. L'eccezionale concerto di Abbado - ha proseguito - ridesta su Palermo l'attenzione della cultura internazionale. Su questa strada si deve proseguire, anche se le elezioni amministrative sono alle porte e con essa ci si dovrà democraticamente confrontare. Pensiamo però al Petruzzelli di Bari sul cui destino si hanno notizie poco rassicuranti, e alla Fenice che finalmente dovrebbe concludere i suoi travagli. Ora si deve vigilare anche sulla Scala di Milano, affinché i lavori di ristrutturazione non provochino nuove sorprese. Qui in Sicilia, a ottobre, si riapre il piccolo teatro di Racalmuto, patria di Leonardo Sciascia: sarà affidato alla direzione artistica di Camilleri. E' un contributo della nostra voglia di far riaprire i teatri italiani».
ar. ca.
 
 La Nazione, 1.5.2002
Un incontro con Camilleri

SAN MINIATO — Andrea Camilleri sarà a San Miniato domani alle 16,30 nella ex chiesa di San Martino per presentare, in anteprima nazionale, il suo nuovo libro «L'ombrello di Noè». Per lo scrittore siciliano non è la prima volta a San Miniato. L'autore dei romanzi del commissario Montalbano, dai quali è stata tratta anche una fortunata serie televisiva, è già stato sotto la Rocca nel 1950, per Festa del Teatro.