Università degli Studi di Bologna
Presso la facoltà di Lingue e Letterature Straniere, la Prof.ssa Paola Giovanelli ha programmato, per l'Anno Accademico 2002-2003, un corso monografico dal titolo Lo scrittore: assassino o detective? Il "giallo" nel Novecento italiano. Parte del corso sarà dedicata alla lettura e analisi di brani letterari con particolare attenzione a Carlo Emilio Gadda, Leonardo Sciascia, Giorgio Scerbanenco e Andrea Camilleri (in particolare, Il cane di terracotta). Di alcuni dei testi in programma verrà mostrata la registrazione in videocassetta. Sono inoltre previsti, durante il corso, incontri con attori e scrittori.

 

L'Unione Sarda, 4.10.2002
Lo scrittore cagliaritano nella critica internazionale
Momenti magici di Nicola Lecca

Nicola Lecca, con alcuni dei suoi racconti, è fra i sette scrittori presentati nella sezione dedicata alla narrativa contemporanea della prima grande antologia della letteratura italiana che uscirà in Bulgaria per Natale. Assieme a lui figurano Paola Capriolo, Andrea Camilleri, Aldo Busi e Daniele del Giudice.
[...]
R. A. S.
 
 

Panorama, 4.10.2002
Mostre e Cultura
Così la fantascienza diventa più vera del vero

Ha immaginato un futuro abitato da androidi e replicanti in cui diventano più attuali che mai le grandi domande sul senso dell'esistenza. Per questo il romanzo tradizionale gli stava stretto e ha scelto un genere fantastico. Nel quale i comuni mortali si riconoscono.
C'è un poeta napoletano, Gabriele Frasca, che ha arditamente (ma a ragione) paragonato lo scrittore di fantascienza Philip K. Dick a Calderón de la Barca, maestro del barocco spagnolo e autore di La vita è sogno.
[...]
Secondo il nostro migliore scrittore di genere, Valerio Evangelisti, il pregio della fantascienza rispetto alla letteratura ufficiale è quello di essere una letteratura «massimalista», di trattare cioè i massimi problemi che la realtà ci propone: tra scienza e tecnologia, ecologia, finanza e macchine dai derivati e dalle conseguenze incalcolabili. Una letteratura da contrapporre al «minimalismo» consolatorio della cosiddetta vera letteratura (dai Camilleri alle Maraini).
[...]
Goffredo Fofi
 
 

Il Giorno, 5.10.2002
L'anti Napoli di De Silva

Tra gli scrittori al di sotto dei quarant'anni, Diego De Silva è uno dei più dotati. I suoi due romanzi, «La donna di scorta» e soprattutto «Certi bambini», hanno avuto un'accoglienza più che lusinghiera. De Silva è nato a Napoli nel 1964 e scrive anche per il cinema. La sua napoletanità, per fortuna, non si sente. E dico per fortuna dato che, spesso, gli scrittori napoletani confondono il loro folklore con l'ombelico del mondo, finendo per immiserire sia la letteratura che la vita. Non solo: rischiano di trasformare le loro narrazioni di denuncia in una paradossale glorificazione delle nefandezze sociali di Napoli. Questo capita, a dire il vero, anche a taluni scrittori siciliani (Camilleri su tutti), che con il pretesto del divertimento narrativo fanno passare una immagine della Sicilia totalmente fasulla. La napoletanità di De Silva, dicevo, non è presente nella sua scrittura. Anzi, c'è una «antinapoletanità» netta, nel senso che lo stile rifugge da ogni effetto folkloristico e patetico. Semmai, in De Silva c'è la spietatezza di certa letteratura americana. E qui entra in gioco un altro dato della sua biografia culturale: De Silva scrive per il cinema. E questo si sente, si sente troppo, specie in questo suo ultimo romanzo, «Voglio guardare» (Einaudi). Ripeto, De Silva sa narrare e tenere avvinto il lettore, ma siccome io non disgiungo mai l'aspetto artistico dall'aspetto etico, mi permetto di segnalare dove va finire l'autore. Va a finire nella descrizione del mostruoso, o del taratologico, fine a sé stessa. La storia è, in soldoni, questa: un avvocato pedofilo uccide per sadismo le bambine. Una ragazzina, che è costretta a prostituirsi, vuole assistere a un omicidio del pedofilo. Non ci riuscirà, ma il finale è più melodrammatico che persuasivo, e il tifo dei fan dell'autore è fuori luogo, per non dire peggio. Il mostruoso può essere soltanto un tema narrativo secondario, in quanto non è imputabile all'organizzazione della società, bensì alla natura. Un romanziere o è sociale o non è nulla. In questo romanzo, De Silva è caduto nella gratuità di certi romanzoni vacui di Stephen King.
Giuseppe Bonura
 
 

La Repubblica, ed. di Bari, 5.10.2002
Cibi d'autore in libreria
A Bisceglie cucinati i piatti indicati nei volumi più richiesti

Si può sentire il sapore di un libro, il profumo di una parola, il suono di un'immagine? Sì. Agata Diakoviez e Loredana Bianco, della libreria «Oompa Loompa», a Bisceglie, stanno organizzando una serie di letture con assaggio. I lettori potranno gustare il pesce cucinato dalla cameriera del commissario Montalbano o le verdure della popolana nel romanzo di Tracy Chevalier. L'idea è di invogliare i più pigri a leggere, solleticandogli il palato con i cibi citati nei romanzi.
La libreria caffetteria, in corso Cardinal Dell'Olio, è conosciuta per le iniziative con i lettori più piccoli: la sera i bambini leggono al buio i libri di paura o il pomeriggio i ragazzi fanno merenda con Collodi o Rodari. Ma l'autunno comincia con degli insoliti inviti a cena, per i più grandi. «Speriamo di stuzzicare l'appetito dei lettori con le nostre cene» dice Agata. Il primo appuntamento è tra due venerdì, il 25 ottobre con il pm antimafia Gianrico Carofiglio, autore del legalthriller "Testimone inconsapevole". «Porteremo a tavola - dicono le due ragazze - il dolce di miele e datteri, le polpette saporite di pollo e il couscous». E siccome la fame vien mangiando, seguirà «La gita a Tindari» di Andrea Camilleri, un altro giallo, in cui, però, trionfano i piatti a base di pesce. Con il terzo invito, i commensali verranno catapultati in nella cucina del 1600 in Fiandra. La serata di cucina e lettura è dedicata alla verdura e ai suoi colori, con «La ragazza con l'orecchino di perla» di Chevalier. L'ultima cena sarà una serata dai suoni e dai sapori napoletani, con il sugo di «Montedidio», il romanzo di Erri De Luca.
Cristina Zagaria
 
 
 

La Provincia, 8.10.2002
Letteratura. ‘L’altro mondo’
Nella Barbagia senza tempo di Marcello Fois

Un cadavere ridotto talmente male da non farlo vedere alla famiglia prima di una frettolosa sepoltura. Un delitto così efferato che anche il bandito Dionigi Mariani ne rifiuta con sdegno la paternità attribuitagli dai carabinieri. E’ in questa storia ambigua che viene intrappolato Bustianu, avvocato-poeta per la cui figura Marcello Fois si ispira a Sebastiano Satta, grande intellettuale sardo di inizio Novecento. L’altro mondo (Frassinelli, 12 euro) è il terzo romanzo — dopo Sempre caro e Sangue dal cielo — della serie di Bustianu: lo sfondo è la Barbagia da pochi decenni annessa a un’Italia che affrontava la questione meridionale a suon di leggi speciali. Lo sfondo è la Barbagia sospesa tra preistoria e modernità, è la regione delle faide e delle leggi del sangue, delle donne che apparentemente non contano nulla, ma dove vige una sorta di matriarcato. Infatti le indagini di Bustianu, questo avvocato che crede nella giustizia in un posto in cui ognuno si fa giustizia da sè perché i tribunali non riparano i torti, si confondono con la sua vicenda personale e l’amore per la bella Clorinda Pattusi, tanto osteggiata dalla madre. Ma anche se Fois è uno dei maestri della nuova generazione di autori di letteratura di genere, i suoi romanzi — che pure sono gialli a tutti gli effetti — si leggono soprattutto per la qualità della scrittura. Ed è curioso pensare che questo scrittore — autore della fiction Distretto di polizia — possa passare dal linguaggio rapido della tv al flusso del tempo senza tempo che si riscontra nei romanzi. Sugli uomini e le cose domina il vento, un maestrale che non dà tregua e che sottolinea passioni e sentimenti, come in pieno Sturm und Drang preromantico. L’italiano non basta a Fois, che utilizza la lingua sarda senza gli esiti ironici e sanguigni del Montalbano di Camilleri, ma come autentica espressione ancestrale, riferimento carnale a una regione di rocce e arbusti. E dolce e aspra insieme, come i paesaggi barbaricini — quegli stessi paesaggi che anche oggi il turismo disdegna — che nei romanzi di Fois si traducono in parole, in una scrittura che è esigenza di vita. «Allora si alza e scrive, come sempre — dice Fois di Bustianu — (...) Poi si vedrà, intanto la cura fa il suo corso, la scrittura entra in vena. Anche per stanotte non si muore».
Barbara Caffi
 
 

Corriere della sera, 12.10.2002
UNIVERSITA’
Iulm, laurea honoris causa ad Andrea Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri, «papà» del famoso commissario Montalbano e autore di romanzi di successo, riceverà la laurea honoris causa in Lingue e letterature straniere dalla Università Iulm di Milano. La cerimonia di conferimento della laurea attribuita al romanziere siciliano dalla Libera università di lingue e comunicazione, si svolgerà martedì prossimo 15 ottobre alle 11.30, nell’Aula tesi dell’ateneo di via Filippo da Liscate.
 
 

La societa` "Hop La Maiella" di Roccamontepiano (CH) organizza A tavola con il Commissario Montalbano
Ricette tratte dai Romanzi  dell'omonima serie
Sabato 12 e Domenica 13 ottobre 2002

Ecco il menù:
ANTIPASTI: Panelle, Caponatina di melanzane
PRIMI: Pasta alla norma, Pirciati ch'abbruscianu
SECONDO: Baccalà a' la ghiotta
CONTORNO: Pappanozza
DOLCE: Cassatedde
FINE PASTO: Càlia e simenza

Ogni pietanza verrà accompagnata da un estratto del romanzo dove essa viene citata, letto a voce alta, come se fosse un sottofondo musicale.
L'indirizzo del nostro sito internet sul quale ci sono le indicazioni per raggiungerci:
http://www.hoplamaiella.it.
Le informazioni si possono chiedere scrivendo alla nostra casella di posta elettronica che é indicata nel sito.
 
 

Gazzetta di Reggio, 13.10.2002
Varato il programma, il sipario verrà alzato il 18 dicembre
Lirica a Modena, in cartellone anche Camilleri e la Ricciarelli

MODENA. 'Il fantasma nella cabina', tratto da 'Il commissario di bordo' di Andrea Camilleri con libretto e regia di Rocco Mortelliti, musica di Marco Betta, interpretato da Katia Ricciarelli e Luciana Serra, aprirà il 18 dicembre la stagione lirica del teatro Comunale di Modena. Il titolo è uno dei racconti della serie che Camilleri scrisse settimanalmente per il quotidiano La stampa, sceneggiato da Mortelliti, collaboratore dello scrittore, inizialmente per una serie tv, poi diventata con l' intervento di Betta un opera lirica. L'orchestra della Fondazione Donizetti di Bergamo sarà diretta da Aldo Sisillo, con Fulvio Fogliazza maestro del coro.
[...]
 
 

Gazzetta di Modena, 13.10.2002
Il teatro che verrà
L'opera tra Camilleri e il musical
Tra le chicche inedito con la Ricciarelli tratto da un testo dello scrittore

MODENA. Una nuova opera, un'altra su commissione, un'opera antica in prima rappresentazione, un musical e 3 classici. E' l'offerta della neonata Fondazione Teatro Comunale: "Il fantasma nella cabina" commissionata a Marco Betta da un racconto di Camilleri, "Tancredi" di Rossini, "L'Olimpiade" di Pergolesi, il verdiano "Un ballo in maschera", "Turandot" di Puccini, "Un racconto di Natale" di Galante.
[...]
"Il fantasma della cabina" ritaglia nel cartellone (ma in abbonamento a scelta) il consueto spazio per l'opera contemporanea: la musica è di Marco Betta già autore di "Nevebianca" andata in scena un anno fa, definito neo romantico per il suo stile assolutamente tonale in risposta alla lunga crisi dello sperimentalismo. La storia è tratta da "Il commissario di bordo" di Camilleri è questo già ne fa un "must" per i seguaci del brillante scrittore. Katia Ricciarelli, Luciana Serra, Fabio Previati sono di par loro capaci di attirare l'attenzione dei seguaci del melodramma. La direzione è dello stesso maestro Sisillo, l'allestimento è del Donizetti di Bergamo.
[...]
 
 

La Stampa, 13.10.2002
Domani a Francoforte si chiude la fiera. La nostra editoria torna a casa con un bilancio positivo
Buchmesse, la bella trasferta italiana
E si scopre che anche le piccole sigle vendono

ALLA fine c'è stato persino chi è riuscito a vendere frigoriferi agli eschimesi, come ci ha raccontato Marco Cassini, di Minimum Fax. La piccola casa editrice che pubblica Carver e Bukowski è riuscita a realizzare un colpo fortemente simbolico, cedendo i diritti della sua antologia di scrittori americani - pubblicata in italiano col titolo inglese di Burned Children of America - a un gigante come Penguin. Mediatrice è stata Zadie Smith, la giovane autrice britannica di origine caraibica diventata celebre con Denti bianchi. Aveva scritto una presentazione, si era entusiasmata per il libro e ne aveva parlato a Londra. Detto fatto, quelli di Minimum Fax hanno dovuto acquisire in tutta fretta i diritti internazionali dei racconti, da Dave Eggers a David Foster Wallace, e «girarli» alla Penguin per le sue edizioni al di qua e al di là dell'Oceano: a riprova che nel mondo dei colossi internazionali restano tante «nicchie» per piccoli di talento. Il discorso non vale solo per Minimum Fax. Anche Sellerio ha pubblicato in Italia un libro passato abbastanza sotto silenzio, per vederselo subito contendere da americani e tedeschi arrapatissimi dopo il successo dei Soprano's, la serie televisiva sui mafiosi italo americani. Si tratta di Come l'oleandro di Gabriella Badalamenti, una signora della buona borghesia palermitana che ne ha sposato un nipote. E' la storia famigliare di un padrino Anni '20, Faro Badalamenti, capostipite di una famiglia mafiosa sinistramente nota, e dimostra che, discreto o morboso, il fascino della Sicilia non conosce crisi. A riprova spunta persino un finlandese, Hotakaine, fan del Padrino cinematografico: ha pubblicato un romanzo dove racconta che il film è stato girato... a Helsinki. Bastava molto meno perché Emilia Lodigiani non se lo lasciasse sfuggire per «Iperborea», proprio mentre in direzione opposta partiva da casa Feltrinelli il romanzo di Simonetta Agnello Hornby La mennulara, già venduto già in Portogallo, Svezia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Paesi Bassi, Francia. Per non parlare dell'ultimo Camilleri mondadoriano.
[...]
Mario Baudino
 
 

Giornale di Brescia, 14.10.2002
Batte il tempo dell’italiano
I LOVE YOU? No, tutti dicono «Ti amo»

[...]
È quanto ci rivela una recente ricerca svolta dall’Università «La Sapienza» di Roma e diretta dall’insigne linguista Tullio De Mauro: l’italiano è la quinta lingua più studiata nel mondo, dopo inglese, francese, spagnolo e tedesco.
[...]
Professor De Mauro, quali sono gli autori italiani più adatti a rappresentare la lingua italiana nel mondo?
«Da Dante Alighieri a Margaret Mazzantini, a Camilleri... c’è solo l’imbarazzo della scelta».
Osvaldo Polo
 
 

Milano, 15.10.2002
La Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano conferisce oggi ad Andrea Camilleri la Laurea Honoris Causa in Lingue e Letterature Straniere.
La cerimonia avrà luogo alle ore 11:30, presso l'Aula Magna Silvio F. Baridon - Via Filippo da Liscate, 1- Milano (fermata "Romolo" della metropolitana, Linea verde).
Sarà presente una delegazione del Camilleri Fans Club.
Ecco il programma della giornata:

  Mario Negri
Preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere
Motivazione della Laurea Honoris Causa

Sergio Pautasso
Ordinario di Letteratura italiana contemporanea
Laudatio

Andrea Camilleri
Lectio Doctoralis
Girando attorno alla Torre di Babele





Giornale di Calabria, 16.10.2002
Camilleri: “Montalbano non morirà”

MILANO. Morira'? Si sposerà? Il destino del commissario Montal-bano, protagonista dei romanzi di Andrea Camilleri, è ancora incerto. ''Non morirà -scuote la testa il suo creatore- Almeno, non morirà prima di suo padre che ormai ha 77 anni suonati''. E proprio a 77 anni, il giallista siciliano riceve una laurea honoris causa. A conferirgliela è il rettore della Iulm, libera università di lingue e comunicazione a Milano, Giovanni Puglisi, che questa mattina lo ha nominato dottore in lingue e letterature straniere. Motivazione: ''Camilleri è uno degli ultimi grandi scrittori di confine, fra tradizione e modernità. Camilleri ha fatto un doppio salto mortale, restando però ogni volta perfettamente in equilibrio: è passato dalla letteratura al teatro per tornare alla letteratura. Nei suoi racconti interrompe la fluidità di una lingua, che della sua scrittura è epifania e genesi, per recuperare alla fine il piacere armonico del testo nella tensione emotiva del lettore''. ''Mi emoziona ricevere un riconoscimento del genere -commenta il neolaureato, 'regista' delle imprese del commissario Montalbano e attento osservatore delle atmosfere siciliane- quando mi sono messo a scrivere non avrei mai pensato a questi effetti collaterali''. Riceve l'attestato di laurea proprio lui che ammette di non aver mai letto una tesi dedicata alla sua attività letteraria: ''Le raccolgo, certo, ma non le leggo su consiglio di mia moglie. Preferisco leggere i romanzi dei giovani autori: in tutti noi c'è la voglia di scoprire qualcosa che ne valga la pena. E a volte ne vale davvero la pena''. Camilleri, che ha pubblicato non solo le storie di Montalbano ma anche altri romanzi, come ''La stagione della caccia'' (1992), ''Il birraio di Preston'' (1995) e ''La concessione del telefono'' (1999), dice di avere in cantiere un nuovo romanzo, che uscirà tra non molto: ''I miei romanzi sono come uova fresche di giornata -spiega- non mi piace tenerli nel cassetto. I cassetti di casa mia contengono solo oggetti che riguardano i miei quattro nipoti''. Certe espressioni siciliane usate nei suoi romanzi sono intraducibili e gli stranieri non possono che leggere i suoi gialli consultando un glossario-guida.
 
 

La Provincia Pavese, 16.10.2002
Lo Iulm dà a Camilleri la laurea honoris causa

MILANO. Lo scrittore siciliano Andrea Camilleri si è laureato ieri ad honorem in Lingue e Letterature straniere presso l'Università Iulm di Milano. Lo scrittore ha aperto la sua "lectio doctoralis" con un riferimento biblico alla distruzione della Torre di Babele e alla nascita delle tante lingue che «hanno fornito all'umanità opere immortali alle quali l'uomo si è abbeverato nel suo crescere», nonchè alla loro presunta scomparsa. Infatti «da mesi e mesi - ha detto Camilleri - l'Onu, parlando tutti convenzionalmente la stessa lingua, l'inglese, non riesce a dare una definizione, valida per qualsiasi dizionario, della parola terrorismo».
Il rettore Giovanni Puglisi ha sottolineato che con questa laurea «Milano apre le sue porte e la sua Università a un intellettuale irrequieto e coerente, espressione di mediterraneità e insieme di europeismo, riconoscendo in lui, manzonianamente, l'espressione identitaria di un'italianità, oggi più che mai, carica delle esperienze e diversità regionali». Nonostante questo «la scrittura e l'opera di Camilleri - ha spiegato Mario Negri, preside della facoltà - lungi dall'iscriversi nel registro della letteratura regionale, contribuiscono in modo efficacissimo, a iscrivere la Sicilia e la sua anima culturale nella più ampia e moderna cultura europea».
L'università Iulm in questi giorni ha modificato la titolazione della sua Facoltà di Lingue e Letterature straniere in Facoltà di Lingue, Letterature e Culture moderne per cui «la laurea honoris causa a Camilleri - ha detto il rettore - è il più degno battesimo di questa nuova facoltà di cui lo scrittore siciliano diventa moralmente il primo laureato».
 

Leggo (giornale metropolitano di Milano), 16.10.2002
Camilleri, ecco la mia Milano
Allo Iulm lo scrittore riceve la laurea honoris causa

«Questa laurea honoris causa è una bella rivincita per uno come me, considerato uno scrittore "leggero"». E' raggiante Andrea Camilleri: a 77 anni la Libera Università di Lingue e Comunicazione (Iulm) gli ha consegnato la seconda laurea.
Un doppione, dal momento che il creatore del commissario Montalbano si laureò proprio a Palermo in Letteratura [non è vero, NdCFC]. «E' un riconoscimento che mi emoziona profondamente. Era insperato, perchè si dimentica che io scrivo romanzi e non gialli e si preferisce dire che sono un giallista tout court». Dunque, la Milano del giallo Mondadori ha fatto breccia nel cuore dello scrittore agrigentino. «Ma non è - precisa lui, quasi 8 milioni di copie vendute in Italia - la prima volta: Il mio amico dell'anima è stato il regista milanese Flaminio Bollini, una specie di angelo caduto in terra. Mia moglie è stata adottata all'età di tre mesi da Milano e qui ha abitato fino a 20 anni , è milanese di educazione e di pensiero». Poi Camilleri ha tanti ricordi, legati «agli anni in cui lavoravo in RAI in Corso Sempione. Per non parlare della collaborazione con Orazio Costa al Piccolo o del fatto che qui ci sono 2 miei editori».
Camilleri guarda alla patria di Manzoni e Gadda con gratitudine: «E' stato Scerbanenco a darci il coraggio di scrivere gialli ambientati nelle nostre città anzichè negli Stati Uniti». Inutile, però, chiedere al papà di Montalbano di ambientare un libro nelle nebbie di Milano: «Non me la sento, preferisco descrivere il mio villaggio. Ambientare un libro in una città dove non si ha mai messo piede è oggi facilissimo, basta acquistare una guida turistica. Il problema è però sapere cosa e come pensano le persone che lì abitano».
E da ultimo come andrà a finire la saga di Montalbano? «Il padre del commissario ha 77 anni suonati. La domanda da porsi è invece questa: finirà prima Montalbano o il suo autore?».
Filippo Poletti
 
 

Corriere della sera, ed. di Roma, 17.10.2002
TEATRO
Romanzo giallo in un bordello

Perché Carlo Lucarelli storicizza i suoi racconti polizieschi o, come si dice oggi, noir, o neo-noir? È una domanda cui in senso psicologico non si può rispondere. Come non si potrebbe rispondere alla stessa domanda per Andrea Camilleri. Ma si potrebbe dare una risposta che chiamerò sociologica: forse, a causa della penuria di una analoga letteratura scritta (cioè non scritta) negli anni in cui sono ambientati i romanzi dello scrittore bolognese e di quello siciliano. E insomma: questo fiorire di romanzi storici, di letteratura popolare e non popolare, viene inconsciamente a colmare un vuoto (nel caso in cui simili operazioni fossero meno istintive, parleremmo di post-modernismo: che non mi sembra un’etichetta adeguata né per Lucarelli né per Camilleri). L’effetto reale è comunque, e inevitabilmente, quello di creare atmosfere. In Lucarelli non vi è il cosidetto realismo, vi è l’alone, tutto ciò che dalla (eventuale) realtà deriva. Quanto più egli è preciso nei riferimenti storici e quanto più si incunea negli anfratti, anche i più torbidi, della realtà, tanto meno se ne ha un senso di verità e, al contrario, uno di leggenda. Come nel caso di «Via delle oche», un romanzo del 1996 che ha ora riscritto per la scena, nella fattispecie per il Teatro delle Moline (di Bologna) di Luigi Gozzi e Marinella Manicardi. Come romanzo giallo, in senso tecnico, mi sembra che «Via delle oche» sia quasi ingenuo. Appena viene nominato l’onorevole Orlandelli, defunto proprio in quei giorni, alla vigilia delle elezioni del 1948 e appena prima dell’indagine per l’apparente suicidio di Ermes Ricciotti, noi già intuiamo che la chiave del mistero è nella morte naturale e non in quella volontaria, o pseudo-volontaria. Ermes Ricciotti era serafino (una parola sconosciuta ai tempi nostri, o dimenticata, e il cui significato possiamo solo indovinare) in un bordello di quinta categoria. È lì che si è consumato il delitto. Ed è lì che il commissario De Luca si ostina ad indagare, ossessivamente interrogando le uniche due presenze femminili, la tenutaria Tripolina e la giovanissima Lisetta. Quasi per intero, lo spettacolo si svolge nello spaccato del bordello, distribuito su due piani e cinque ambienti. Il commissario De Luca, che è un monologante e solitario Andrea Caimmi, si muove anche in un suo ambiente (un letto e una sedia). Ma chi tiene veramente banco, sul piano spettacolare e cioè sul piano delle restituzione dell’atmosfera di cui dicevo, sono le due straordinarie presenze femminili. In verità, Mariella Manicardi non è una sorpresa. Era qualche tempo che non avevo occasione di vederla recitare e, se possibile, mi è sembrata più concentrata e intensa di prima. Mirella Mastronardi forse ha i pochi anni del suo personaggio: a tanto maggior ragione è stupefacente cogliere in lei i segni di una libertà espressiva che con ogni probabilità oltrepassa le indicazioni della calibratissima regia di Luigi Gozzi.
VASCELLO, fino a domenica, tel. 06.5881021
Franco Cordelli
 
 

Corriere della sera, ed. di Roma 17.10.2002
La stagione apre il 24 gennaio col «Faust», poi Domingo in «Sly» e il «Barbiere di Siviglia» a piazza del Popolo 
L’Opera torna a Caracalla dopo 10 anni
In estate sarà allestita «Carmen», ma senza scenografie per non compromettere l’area archeologica

Ritorno al passato: potrebbe essere questo lo slogan con cui il Teatro dell’Opera si ripresenta al pubblico, per riconquistare fiducia e credibilità. Guardare al passato significa due cose: da una parte il ritorno a Caracalla, dall’altra lo spazio al grande repertorio.
[...]
Ieri è stata presentata l’intera stagione. Si punta su opere conosciute e direttori italiani.
[...]
Lo scrittore Andrea Camilleri debutta all’opera: da uno suo racconto «Il fantasma nella cabina» musicato da Marco Betta, il 7 febbraio al Nazionale.
[...]
 
 

Il Tirreno, 18.10.2002
Parole e solidarietà
La Utet premia studente e prof. del liceo scientifico

PIOMBINO. L'Avis nazionale e la casa editrice Utet hanno elaborato un progetto rivolto alle giovani generazioni per stimolare la discussione attorno ai temi, pensieri e valori della società del futuro. L'idea si è concretizzata attraverso un concorso dal titolo «Le parole cambiano la solidarietà» indirizzato agli studenti e insegnanti di tutte le scuole superiori d'Italia. Si poteva partecipare a titolo individuale o di gruppo. Il liceo scientifico di Piombino (dirigente scolastico il professore Fabio Grandi) si è fatto onore. Lo studente Gianni Guarguaglini e la professoressa Fulvia Costanzo hanno, infatti, vinto il primo premio rispettivamente nella sezione riservata agli studenti e in quella per i docenti. Guarguaglini ha lavorato sulla parola e le attività di «emergency», la professoressa Costanzo su alcuni termini dialettali (analisi di una canzone in dialetto siciliano) tratti dal libro «Il re di Girgenti» di Camilleri.
[...]
 
 
 

L'Arena, 19.10.2002
Si apre il sipario sul Giovanni Paolo II di Pedemonte che, sino al 23 marzo, offre un variegato cartellone
Si spazia dalla tragedia shakespeariana alla commedia brillante contemporanea al teatro di ricerca

Da stasera al 23 marzo un nutrito programma di spettacoli animerà la stagione del Teatro Giovanni Paolo II a Pedemonte. Il cartellone va dalla tragedia alla commedia brillante contemporanea passando per il cabaret e il teatro di ricerca. Il calendario prevede repliche la domenica pomeriggio.
[...]
1 febbraio, "Vita di Luigi" di Andrea de Manincor, liberamente ispirato a "Biografia del figlio cambiato" di Andrea Camilleri, compagnia Maffei, regia di Andrea De Manincor.
[...]
Il sabato gli spettacoli hanno inizio alle 20.45, la domenica alle 17.
Cristina Caffeo
 

20.10.2002
Alle 11:00, alla libreria Feltrinelli in Via del Babbuino, a Roma, Andrea Camilleri presenterà il romanzo La mennulara (Feltrinelli) di Simonetta Agnello Hornby.
 
 

Giornale di Sicilia, 20.10.2002
Scrittori
"Meridiano" di Mondadori per il Commissario Montalbano

Esce a fine mese il primo di due Meridiani Mondadori tutti dedicati all'opera di Andrea Camilleri. Il primo si intitola «Storie di Montalbano» e riguarda tutti i romanzi usciti sinora con questo protagonista, da "La forma dell'acqua" a "L'odore della notte", più un'ampia scelta di racconti dalle tre fortunate raccolte mondadoriane. L'introduzione è firmata da uno studioso di letteratura italiana come Nino Borsellino e il prossimo volume dovrebbe riguardare invece i libri di Camilleri che non riguardano Vigata e il suo commissario di polizia. Le "Storie di Montalbano" sono a cura di Mauro Novelli, che ne indaga il valore e le caratteristiche linguistiche, cercando di dare le coordinate di quell'impasto di siciliano e italiano che tanto fascino ha esercitato sui lettori e resta uno dei segreti dell'incredibile successo di Camilleri.
 
 

Il Mattino, 21.10.2002
La serie su Raiuno dal 28 ottobre
E Zingaretti torna in tv con le nuove avventure

E Montalbano torna in tv, dal 28 ottobre, tutti i lunedì alle 20.30 su RaiUno invece che su RaiDue. La nuova serie delle avventure del commissario siciliano, giunta al decimo episodio, vede ancora una volta protagonista Luca Zingaretti affiancato da Katharina Bohom che interpreta l’eterna fidanzata, Livia Burlando. I telefilm sono stati girati in gran parte a Favignana e nelle altre isole Egadi.
«Il senso del tatto», «Gli arancini di Montalbano», «L’odore della notte» e «Gatto e Cardellino» sono storie che i lettori di Camilleri conoscono bene, storie di delitti all’apparenza inspiegabili, piccoli e grandi interessi sullo sfondo della provincia siciliana dove si staglia la figura di un poliziotto testardo e un po’ rompiscatole, che riesce sempre a farcela. È un detective all’italiana, che ripete sugli schermi le avventure nate sulla carta stampata grazie alla fantasia dell’autore che ha riscattato la «lingua» siciliana.
Non è difficile prevedere che ora quelle storie, trasferite sul piccolo schermo e dirette da Alberto Sironi, possano diventare un ennesimo successo, visto che gli ultimi episodi della serie, in onda lo scorso anno, sono stati seguiti da circa sei milioni di spettatori con una media di share del 25 per cento. Inoltre i telefilm 2001, tra i quali il celebre «Gita a Tindari» e «Tocco d’artista», vista la fama internazionale di Montalbano, sono stati venduti dalla Rai in molti paesi (Germania, Francia, Svezia, America Latina, Spagna, Olanda e Belgio) e negli Stati Uniti hanno ricevuto una candidatura agli Emmy, gli Oscar tv.
 
 

Il Messaggero, 21.10.2002
L’iniziativa
Al vincitore un viaggio in Spagna

INTRIGHI, veleni, omicidi. I Borgia: uno dei capitoli più affascinanti della nostra storia. Celebrata quest'anno in occasione del quinto centenario del pontificato di Alessandro VI (Rodrigo Borgia) con convegni e mostre, come quella in corso a Roma a Palazzo Ruspoli, la famiglia sembra perfetta per un giallo. Ecco perché la Società Dante Alighieri, dal 1889 nume tutelare della lingua italiana in patria e nel mondo, ha scelto i Borgia come argomento del suo XXII “Premio della cultura", che offrirà al primo classificato un viaggio in Spagna; ha chiesto allo scrittore Manuel Vázquez Montalbán di scrivere l'incipit di un racconto giallo, di cui pubblichiamo qui a fianco uno stralcio (la traduzione è di Hado Lyria). Toccherà agli studenti delle scuole italiane concludere il racconto dell’autore catalano, intitolato La morte nell'acqua, che comincia con l'assassinio di Giovanni, figlio di Alessandro VI. Per conoscere i dettagli del concorso “I Borgia e Manuel Vázquez Montalbán", appuntamento domani alle 12, nella sede romana della Società (in piazza Firenze 27); sarà presente anche lo scrittore.
Ma perché tra tanti autori italiani ne è stato scelto uno straniero? «Avevamo pensato ad Andrea Camilleri, ma era impegnato con il suo ultimo libro», spiega il segretario generale della Dante Alighieri, Alessandro Masi. «Ha tenuto però a consigliarci il suo amico Montalbán. L'idea ci è piaciuta subito perché l'inventore del commissario Pepe Carvalho è un noto cultore dei Borgia, sui quali ha scritto anche un romanzo, O Cesare o nulla. Montalbán, da parte sua, non si è fatto pregare».
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Claudia Rocco
 
 

Leggo (giornale metropolitano di Milano), 21.10.2002
Zingaretti: "Montalbano vero e credibile"
Dal 28 ottobre torna su Rai 1 il popolare commissario. L'attore spiega i motivi del successo

ROMA- Torna il popolare commissario nato dalla fantasia dello scrittore Andrea Camilleri. Da lunedì 28 ottobre su Raiuno Luca Zingaretti sarà protagonista dei nuovi episodi della serie il Commissario Montalbano, impegnato in casi di truffe, amori difficili e droga. Costato sei milioni di euro e dieci settimane di lavorazione, la fiction si confermerà sicuramente uno dei punti di forza della programmazione della prima rete. Lo scorso anno è stata seguita da una media di otto milioni di telespettatori con punte di dieci. "Credo che il pubblico ami molto Montalbano- dice Zingaretti- perchè è un tipo vero, uno spirito libero, infaticabile e non teme il potere. Insomma è un uomo che si può incontrare nella vita di tutti."
Perfetto nel ruolo e nell'accento, tanto che al sud lo scambiano per un siciliano autentico, Zingaretti ammette di somigliare abbastanza al suo personaggio. "Come Montalbano mi arrabbio con facilità e sono un po' orso. Poi sono un perfezionista e inflessibile. Se sono convinto di una cosa, non cambio idea facilmente." Tutte le imitazioni di Montalbano fatte in televisione lo hanno lasciato quasi indifferente. "Non mi sono nè piaciute nè dispiaciute. Però alla fine mi sono sentito gratificato, perchè se ti imitano vuol dire che il pubblico ti conosce." Amato molto dalle donne e apprezzato dagli uomini, Zingaretti in futuro si dividerà tra set, teatro e regia.
"Proprio in questo periodo sto girando una fiction per Mediaset che ricostruirà la storia del sequestro Belardinelli, l'industriale rapito tredici anni fa, in cui io interpreterò il capo dei Ros. Poi mene andrò in Africa e con mia moglie (la scrittrice Margherita D'Amico n.d.r.) lavoreremo ad un documentario sull'attività dell'associzione di volontariato Amref. Lei curerà il set, mentre io la regia e farò il testimonial. Infine porterò in teatro il Riccardo III".
Umberto Piancatelli
 
 

La Sicilia, 22.10.2002
«Regina Margherita» sono già in cantiere molte attività teatrali

In questi ultimi due mesi dell'anno, approssimandosi la data di consegna del teatro «Regina Margherita» di Racalmuto, i gruppi teatrali amatoriali della provincia agrigentina, fiduciosi nella dichiarata disponibilità del direttore artistico, Andrea Camilleri, si stanno dando un gran da fare per essere pronti ad una eventuale chiamata. Un gruppo teatrale amatoriale è un presidio culturale nel territorio e pertanto, legittima l'aspirazione a rappresentare i propri lavori in spazi sempre più ampi ed in strutture sempre più idonee allo scopo. Il Comitato provinciale della Federazione italiana Teatro amatori ha proposto con l'occasione una rassegna teatrale dal titolo: «Primo festival dell'atto unico, Premio Leonardo Sciascia» da realizzarsi a Racalmuto appena sarà pronto il «Regina Margherita». L'iniziativa che si avvale del patrocinio, tra l'altro deliberato, dell'assessorato ai Beni culturali della Regione, coinvolgerà diverse compagnie teatrali dell'agrigentino che rappresenteranno alcuni testi di atti unici estrapolati dalla ricca produzione letteraria di autori del teatro contemporaneo. Una rassegna teatrale legata al nome di Leonardo Sciascia, che serva a tenere vivo il ricordo di un uomo che ha vissuto la vita dedicando il suo tempo ad affermare i chiari concetti di un serio e grande impegno civile.
g.r.
 
 

Film Tv, 10.2002
Parla Zingaretti

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Non rifiuto a priori di tornare a interpretare Montalbano, come da molte parti si era detto...
Se ci saranno altri episodi da girare, li farò volentieri: semmai c'è da chiedersi sa la Rai vorrà andare avanti, se ci saranno storie adatte , se se se...
[...]
 
 

Vivimilano, 23.10.2002
Incontro con Montalbano
Zingaretti all'anteprima della serie tv

Una domenica con il commissario più famoso della fiction televisiva, Salvo Montalbano. E' l'appuntamento da non perdere, domenica 27 al Teatro Dal Verme dove trecento lettori di ViviMilano potranno assistere all'anteprima della nuova serie con il protagonista di tanti best seller di Andrea Camilleri. Se l'occasione è unica per vedere sul grande schermo il primo dei quattro episodi che andranno in onda su RaiUno dal lunedì 28 (alle ore 20.30), un'altra sorpresa è pronta per il pubblico. In sala ci sarà Luca Zingaretti, l'interprete di Montalbano, per raccontare tutte le fasi del suo incontro col personaggio del commissario di Vigata. Zingaretti è un fan di Camilleri: "Per me Montalbano è come un amico, che mi porto dentro e che esiste; e poi provo un curioso processo di identificazione nel giocare quel ruolo, anch'io sono un poco orso e altrettanto irascibile". Nella nuova serie, sempre diretta da Alberto Sironi, le storie sono classici casi polizieschi che hanno bisogno dell'acutezza del commissario per essere risolti. Ne avremo la prova fin da "Il senso del tatto", l'episodio in programma al Dal Verme nella serata in collaborazione con il Comune di Milano: l'apparente disgrazia in cui incorre un non vedente nasconde un losco disegno, così come il bastone di metallo di cui si serviva il defunto.
E Montalbano, attento ai dettagli, non si lascerà sfuggire il bandolo della matassa.
Il testo letterario si può rileggere nella raccolta "Gli arancini di Montalbano" (edita da Mondadori), il racconto ha il titolo di "Amore e fratellanza". Nella stessa raccolta figurano altri due episodi, "Stiamo parlando di miliardi" (in onda il 4 novembre) e "Il gatto e il cardellino" (18 novembre). Un altro episodio è invece tratto dal romanzo "L'odore della
notte", edito da Sellerio, in programma l'11 novembre.
Giancarlo Grossini
 
 

Gazzetta del Sud, 24.10.2002
CULTURA. Primo positivo bilancio per la seconda edizione della Fiera del libro
“Piazza Italia” rilancia il ruolo dei piccoli editori

Alla Galleria civica d'arte contemporanea ex Montevergini si è inaugurata la seconda fiera del libro. Sino a sabato, promossa dal comune di Siracusa e patrocinata dall'assessorato regionale dei beni culturali e ambientali, dalla Provincia regionale di Siracusa, dall'assessorato provinciale agricoltura e comunità montana, dall'azienda provinciale del turismo e autonoma del turismo e dall'associazione siciliana editori, la manifestazione ha come titolo “Piazza Italia”. «Questo evento nasce la prima volta al salone di Torino – ha detto l'editore Arnaldo Lombardi, vice presidente della federazione nazionale delle associazioni regionali dei piccoli e medi editori –. In quell'occasione abbiamo avuto uno spazio espositivo di 400 metri quadri e un grande successo che si è ripetuto con altre due mostre a Parigi oltre che a Napoli ed a Pavia. In queste occasioni collaudate anche dalla Federazione del Sole , che comprende gli editori di Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna e patrocinati dalla regione siciliana, abbiamo acquisito un'esperienza ed un successo che ci ha spinti a portare lo scorso anno Piazza Italia a Siracusa, città di cultura ed arte. Quest'anno abbiamo continuato con un tema specifico: il colore». Lombardi ha continuato spiegando che il colore in Sicilia è tradizione del paesaggio e dei costumi, delle sue architetture, della pietra e della terra, delle feste popolari, della sua cucina , tutte esperienze tradotte nella letteratura ad opera di viaggiatori specialmente stranieri, tra i quali Goethe è il massimo rappresentante. “Questa cultura è anche la nostra identità che vogliamo ricordare e rinnovare, così che i giovani riprendano con la lettura il gusto della loro cittadinanza attraverso il recupero delle loro radici più antiche. Non vogliamo – ha continuato Lombardi – il sostegno degli enti pubblici nell'acquisto dei libri, bensì la loro promozione. Non siamo in grado, infatti, come piccoli editori di competere con l'apparato organizzativo e promozionale delle grandi case editrici, ma rappresentiamo la connessione più immediata con il territorio e i suoi abitanti. È così che la cultura rimane identità, recupero dei valori che i libri conservano e affidano al tempo. Vogliamo una vetrina letteraria e già abbiamo programmato il tema del prossimo anno che sarà “La parola” e che avrà come protagonista Camilleri, che ha portato la sua parola, appunto, in Europa e nel mondo». Lombardi ha anticipato in anteprima che, come Federazione del Sole sarà dato quest'anno un premio a Camilleri, probabilmente a Stoccolma nel mese di dicembre per il 2003, in occasione del gemellaggio per la festa di Santa Lucia. Emblematicamente la festa più popolare di Siracusa lega la tradizione alla religione ed affida così alla speranza la crescita di “Piazza Italia”.
Teresa Stuto
 
 

Zapping.it, 25.10.2002
Speciale "Il Commissario Montalbano"
 

La Stampa, 25.10.2002
Saranno proiettati i film tv realizzati da Rai e Mediaset, dal «Commissario Montalbano» a «Il Papa buono»
Il Premio Saint-Vincent offre quattro anteprime
Cucinotta e Amendola protagonisti della tragedia di «Marcinelle»

Tre anteprime targate Mediaset e Rai e due «sneak preview», sintesi da 10 minuti. Il Premio Saint-Vincent per la Fiction offre al pubblico e alla critica attesissime anticipazioni di quella che sarà la prossima stagione televisiva.
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Domani la seconda anteprima, con «Il commissario Montalbano», produzione Rai per la regia di Alberto Sironi, con Luca Zingaretti, tratto dai romanzi di Andrea Camilleri. Sarà proiettato «Il senso del Tatto», primo dei quattro nuovi episodi realizzati dalla Palomar a cui seguiranno «L´odore della notte», «Gli arancini di Montalbano» e «Gatto e cardellino», in onda ogni lunedì dal prossimo 24 ottobre in prima serata su Raiuno.
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Corriere della sera, 25.10.2002
Zingaretti, lunedì la nuova serie
«Montalbano, un vincente perché saprebbe perdere» E ora avrà vicino un cane

ROMA - Il commissario Montalbano, uomo carico d’umanità ma tutto d’un pezzo, uno che bada al sodo, nella nuova serie diretta da Alberto Sironi, in onda su Raiuno da lunedì prossimo, ha trovato un amico: un cane. Si chiama Orlando, è un terranova di cinque anni e Luca Zingaretti, che presta il volto al commissario più popolare d’Italia, è andato a trovarlo la scorsa estate a casa del suo addestratore, e sono andati a zonzo insieme. Quattro nuove storie, una ogni lunedì, che raccontano la Sicilia di Montalbano, un presepe di caratteri che solo lì hanno ragione di esistere, «un paese sospeso nel tempo, senza età - dice il regista - attraversato da poche macchine invisibili, prive di colore; uno scenario di piazze vuote con i fondali teatrali delle facciate barocche di chiese e palazzi, scheletri di fabbriche mangiate dal vento, labirinti di pietra, giardini secolari».
La prima puntata, «Il senso del tatto», è tratta dal racconto «Amore e Fratellanza» e prende le mosse da un cieco che viene trovato morto nella sua povera casa. In apparenza sembra morto avvelenato dal gas del fornello lasciato aperto. Invece... Montalbano col suo rigore morale, la sua solitudine «è» Luca Zingaretti. «All’inizio ero disperato, ho chiesto consigli a Camilleri, mi ha detto di rilassarmi lasciando venire fuori quello che avevo capito del suo personaggio». 
Luca Zingaretti è riuscito nel piccolo miracolo di non farsi identificare col commissario: «Sto realizzando come regista, assieme a mia moglie, Margherita d’Amico, un documentario per l’associazione umanitaria africana Amref, di cui sono testimonial. Abbiamo anche il progetto di un film tratto da un libro di Margherita. Montalbano? Non invecchierò con l’impermeabile del tenente Sheridan. Se interpreto San Giovanni, non dico poi che ho visto la Madonna. Il cinema è un gioco».
Un gioco che in questo caso poggia su una miniera d’oro: quasi due milioni di libri venduti in Italia, le gesta del commissario sono tradotte in dieci lingue, e quando traslocano in tv hanno un ascolto medio del 25 per cento di share nelle precedenti serie, e la candidatura agli Emmy (l’Oscar della tv) come migliore fiction europea nel ’99. Il quarto ciclo si avvale di uno sforzo produttivo di 6 milioni di euro che ha coinvolto una troupe di 50 persone.
«La mia vita - dice il regista - è cambiata con Montalbano, un uomo con i suoi difetti, un servitore dello Stato che non ha paura di perdere». Tra essere qualcuno e essere se stesso, Montalbano preferisce essere se stesso, guai a parlargli di promozione. Ha un’eterna fidanzata, interpretata da Katharina Bohm, si vogliono bene, ma lei è lontana, lassù al Nord. Il commissario conosce soltanto la dignità. E non si lascia mai andare. Nemmeno col suo nuovo amico a quattro zampe: «Magari una carezza gliela dà, ma di nascosto». 
Valerio Cappelli
 
 

KataWebCinema, 25.10.2002
Ritorna Montalbano re della fiction poliziesca
Presentati, in una sede inconsueta (ma congeniale) - una caserma di Polizia - i nuovi episodi del più famoso commissario italiano, creato da Camilleri. Buone sceneggiature, robusta recitazione ed efficiente regia che promettono ancora grande audience

Librerie prese d'assalto, piccoli schermi che si sintonizzano all'unanimità (medie di ascolto del 25%, quasi sei milioni di telespettatori a puntata), moltissimi riconoscimenti internazionali (tra i quali la nomination agli Emmy Awards come miglior prodotto della fiction internazionale nel 1999): è inutile negare che questo Commissario Montalbano sia un vero e proprio caso televisivo.
La 'strana coppia' formata da Camilleri e Zingaretti ha dato i suoi frutti, e se è arcinoto che formula vincente non si cambia, dovremmo scommettere che anche la nuova serie del sagace tutore dell'ordine mieterà successi. E' anche l'opinione del protagonista, nonostante ostenti un educato distacco dal tema:"L'auditel? Non è una mia preoccupazione. Noi ce l'abbiamo messa tutta, speriamo che il pubblico ci segua sempre".
E' ciò che ha dichirato ieri, presso la caserma di polizia di Via Pier Della Francesca a Roma, dove si è tenuta la presentazione ufficiale dei nuovi, attesissimi episodi.
Cast al completo, Camilleri accecato dai fotografi, standing ovation per Zingaretti (e tante coccole per il pacioso cane Orlando, mascotte della nuova serie), Marzullo che sforna domande a raffica, tanti attempati poliziotti a far da belle statuine, macchine d'epoca e unità cinofile guardinghe e sospettose.
Qualcuno potrebbe dire tanto rumore per nulla ma si sa che l'audience in questo paese conta quanto una determinazione pubblica e collettiva e un successo così eclatante non poteva non essere meritorio di tanta pompa magna. Un dominio sulla fiction televisiva che regna ormai incontrastato dal 1998, una sorta di appuntamento fisso a cui l'italiano non sembra voler più rinunciare.
Da lunedì 28 ottobre (questa volta su Rai Uno che subentra alla seconda rete) il via alla nuova ondata che prevede quattro episodi: 'Il senso del tatto', 'Gli arancini di Montalbano', 'L'odore della notte' (che Claudio Caligari, che ha diretto un film dallo stesso titolo, abbia da ridire qualcosa?) e 'Gatto e cardellino'.
Assistendo al primo episodio (la strana morte di un non vedente che, fatta passare per accidentale, si rivela un omicidio in piena regola in cui si nascondono traffici di droga e combattimenti di cani, e di più siamo tenuti a non rilevare) dobbiamo ammettere il mix di vicenda gialla, azione, commedia, sentimentalismo funziona alla perfezione.
Alla regia fa buona guardia quella vecchia volpe di Alberto Sironi (attivo nel campo della tv fin dalla metà degli anni '60) che sa tenere desta l'attenzione dello spettatore, conosce alla perfezione i tempi del piccolo schermo, si avvale di un cast tecnico di primo ordine e (complice l'ente per il turismo siciliano) sa cogliere scorci dell'isola insoliti ed affascinanti.
Ma il merito principale va suddiviso tra Camilleri e Zingaretti.
Il primo, strizzando l'occhio a Sciascia e a Gadda, scrive romanzi che sono vere e proprie sceneggiature, pronte solo per essere realizzate, da un quadro della Sicilia e della sua umanità bonario e accattivante, non di rado profondo, e con perfetta maestria costruisce intrighi a incastro, li dissemina di mille piste, riuscendo ad arrivare ad uno scioglimento di sorprendente linearità e concisione.
Il secondo, incarna con notevole aderenza la figura di un uomo burbero ma dal cuore d'oro, dotato di un elevato senso morale, schivo e meticoloso, in cui, francamente, non fatichiamo ad immedesimarci. Forse con un altro attore al suo posto il successo non sarebbe stato lo stesso. Notevole anche in ruoli drammatici (lo ricordiamo laido ricattatore in Vite Strozzate) si conferma attore su cui si può fare affidamento. Speriamo che non veda la sua carriera immedesimarsi totalmente con la figura del commissario. Sarebbe un peccato.
Cesare Paris
 
 
 

Libero News, 25.10.2002
La parola a Zingaretti
"Montalbano sono!"
Luca Zingaretti rivela: «Gli amici mi avevano sconsigliato di accettare questo ruolo»

Bastano cinque minuti per tornare sulla Terra. Nel nostro mondo fantastico ce lo siamo immaginati per lo meno un milione di volte, questo commissario Montalbano, stupendo personaggio nato dalla fantasia di Camilleri. Sfogliando le pagine dello scrittore te lo figuri fatto di carne e di sangue: scontroso, anarchico, individualista, goloso, che non ha niente da perdere. Non la carriera, non gli importa; non i soldi, figurarsi. Solo la dignità. Poi torni sulla Terra e scopri che il commissario sarà interpretato da Luca Zingaretti in una fiction composta daquattro episodi e prodotta da Raiuno. Lui arriva per ultimo alla presentazione in anteprima per la stampa, anche dopo Camilleri. E lo fa in grande stile, come una vera star. Si presenta con un cane grande così, ma grande davvero (un Terranova) che nel film sarà Orlando. Sessione di foto interminabile (ha superato Anthony Hopkins), serie di interviste concesse prima della proiezione. Noi c'eravamo.
Montalbano è cambiato rispetto alle fiction precedenti?
Le persone più si frequentano più si conoscono a fondo. Vale anche per il commissario Montalbano: in questi nuovi episodi verrà a contatto con fenomeni del tutto nuovi, come la pedofilia. E sembrerà forse troppo vecchio per queste cose.
Non sarà troppo legato a questo personaggio?
Qualche giorno fa Anthony Hopkins ci ha spiegato che Hannibal è il suo personaggio più celebre, certamente non il più importante. Più o meno tutti gli attori hanno un personaggio "cucito addosso" ma questo per me non rappresenta un problema. Quando ho interpretato Perlasca, gli spettatori non hanno visto Montalbano, ma solo Perlasca.
È vero che i suoi amici le hanno sconsigliato di interpretare questo ruolo per evitare di "sciupare" la figura del commissario di Camilleri?
Si, come molte altre persone pensavano alla visione soggettiva che deriva dalla lettura di un libro. Io però ero sicuro del successo: l'importante era restituire, ricostruire lo spirito di Montalbano.
E adesso cosa dicono gli amici?
Sono contentissimi!
All'inizio delle riprese era terrorizzato...
Si, è vero. Dopo una settimana ero sul punto di abbandonare il set. Fortunatamente ho sentito al telefono Camilleri, che è anche un professore, e mi ha detto: «Fai una cosa, rilassati». Per me è stato psicologicamente molto importante. Sono ripartito e non mi sono più fermato.
I poliziotti veri dicono che Montalbano è un ottimo esempio.
Sono molto contento per l'affetto che sento intorno a me, anche dalle forze di polizia.
E lei l'avrebbe fatto il commissario?
E quale bambino non l'avrebbe fatto? È un mestiere affascinante, avventuroso, anche se, come tutti i lavori, ha sicuramente i suoi lati negativi.
Non si sente adesso un po' con la divisa addosso?
Nel senso della divisa vera e propria no. Anche se, ripeto, provo molto affetto per la polizia. Nel senso invece di investigatore, dell'animo umano sì: è quello il mio mestiere.
Ma perché Montalbano piace così tanto? Visto che c'era Camilleri l'abbiamo chiesto a lui.
«Cosa vuole che le dica?» ci ha risposto «le racconto un aneddoto. Una volta sono stato in un carcere e i detenuti mi hanno detto: ma perché il commissario Montalbano piace anche a noi che siamo dall'altra parte della barricata? Boh, ho risposto io, e che ne so!». A noi Montalbano piace ricordarlo così, negli occhi, nello stupore e in quel pizzico di scontrosità di Camilleri e dei detenuti che divorano in un sol boccone tutte le pagine dei suoi romanzi.
Alessandro Gennari
 
 

RAI 1, 25.10.2002
In una trasmissione pomeridiana su RAI1 ho beccato fortuitamente una intervista lampo a Zingaretti e al Sommo.
Zingaretti, in linea con le ultime dichiarazioni, ha affermato di non temere l'identificazione con il personaggio Montalbano - e che continuerà ad interpretarlo - perchè riesce a diversificare la sua attività e quindi a essere riconosciuto come l'attore di Perlasca o di Incompreso oltre che delle opere di Camilleri.
Camilleri ha risposto a una domanda (discutibile, fatta proprio a lui): è meglio Montalbano o Zingaretti?
Salomonicamente ha risposto: Sono in gamba tutti e due, in fondo sono molto differenti fisicamente, hanno un'età diversa...
Simona
 
 

Tuttolibri, suppl. de La Stampa, 26.10.2002
"Fuori pagina. Poesia e romanzo in discussione" a Genova dal 5 al 15 novembre: il programma prevede un convegno al Palazzo della Borsa (7/8 novembre) affiancato da incontri e dibattiti (5/15 novembre) che trasformeranno Genova in crocevia internazionale del romanzo e della poesia. Tra gli ospiti: Adonis, Vincenzo Cerami, Franco Cordelli, Cesare De Michelis, Mario Luzi, Arrigo Petacco, Fernanda Pivano, Antonio Riccardi, Abraham Yehoshua, Edoardo Sanguineti, Vittorio Sermonti e i responsabili delle pagine culturali dei principali quotidiani italiani. Agli incontri parteciperanno, tra gli altri, Niccolò Ammaniti, Andrea Camilleri, Benedetta Craveri, Piera De Tassis, Franco Manzitti, Gabriele Salvatores e i responsabili editoriali delle principali case editrici italiane.
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Dal programma della manifestazione "Fuori pagina": 
"Leggere le immagini, vedere le parole", conversazione pubblica con Andrea Camilleri, scrittore e Antonio Di Rosa, direttore de "Il Secolo XIX" - sabato 9 novembre, ore 17,00 - Sala Sivori, Salita S. Caterina 12/R
 
 

Corriere della sera, ed. di Roma, 27.10.2002
La foto
Camilleri tiene stretto Zingaretti, il volto del «suo» Montalbano

Il personaggio e l’autore. Luca Zingaretti, il volto televisivo del commissario Montalbano, accanto allo scrittore Andrea Camilleri. Domani su Rai Uno, con «Il senso del tatto», comincia un ciclo di quattro puntate dedicato ad altrettante nuove avventure del commissario. «La mia vita - dice Zingaretti - è cambiata con Montalbano, un uomo con i suoi difetti, un servitore dello Stato che non ha paura di perdere e preferisce essere sempre se stesso».
 
 

La Repubblica, 27.10.2002
Stasera al Dal Verme anteprima della fiction col commissario in sala
Montalbano si vede a teatro

Tutti a teatro, a vedere Montalbano. Il commissario crapapelada, beniamino dei telespettatori, esce per un attimo dall´angusto spazio dei pollici televisivi e si offre al pubblico milanese in due versioni: su grande schermo e in carne e ossa. Succede questa sera, al teatro Dal Verme, dove, a cura di Rai e Comune di Milano, si proietta un episodio della nuova serie, alla presenza del protagonista Luca Zingaretti (impegnato adesso su più fronti: un film sul sequestro Belardinelli, un Riccardo III a teatro e un documentario sul volontariato in Africa). Il fortunatissimo programma tv basato sui libri di Andrea Camilleri è arrivato alla quarta stagione (da domani sera su Raiuno). Al Dal Verme viene presentata la terza puntata (in onda l´11 novembre): titolo, L´odore della notte, come il romanzo da cui è tratto.
Qui il brillante commissario è alle prese con una storia di omosessualità. Montalbano e il suo vice Augello (l´attore Cesare Bocci) indagano sulla scomparsa di Emanuele Gargano, un esperto di finanza, volatilizzatosi assieme ai risparmi di molte persone. Aiutato da una bella collaboratrice del desaparecido, il commissario capisce che Gargano aveva una relazione con Giacomo Pellegrino, anche lui suo assistente e anche lui sparito dalla circolazione (uno zio dice che è all´estero per lavoro, ma Montalbano, naturalmente, non ci crede un solo minuto). E dando credito a un anziano un po´ squinternato arriva a un luogo a picco sul mare: qui subentra il suo fiuto di segugio, che gli permette di recuperare un cadavere, un´automobile, un motorino e... Il finale è bene scoprirlo stasera. O lunedì 11 novembre.
Mariella Tanzarella
 
 
 

Il Tempo, 27.10.2002
«E dopo Montalbano voglio diventare un comico»
Telegrolle di Saint Vincent, Luca Zingaretti migliore attore di fiction per l’interpretazione di Perlasca

SAINT VINCENT — Zingaretti ritira la Telegrolla per il miglior attore di Fiction e annuncia: «Sarò comico... ». Sarà stata la vicinanza con Lino Banfi e le sue vibranti dichiarazioni di stima: «Amo questo personaggio - ha detto Banfi abbracciando il pelato interprete di "Montalbano" - voglio lavorare con lui: insieme faremmo la rabbia o la gioia dei tricologi...», certo è che Luca Zingaretti ha spiazzato tutti al Premio Sain-Vincent per la Fiction.
«Quando il pubblico si sarà rotto le scatole di vedermi fare il poliziotto alla tv - ha annunciato Zingaretti -, mi darò alla commedia. Già in teatro, qualche volta, ho avuto delle parti brillanti. Anche se non vengo dal cabaret e non so improvvisare situazioni comiche, sono sicuro di poter riuscire bene e di divertire il pubblico. La risata degli spettatori in sala, cinematografica o teatrale, per un attore è la massima gratificazione».
Nel frattempo, però, continua con Montalbano e da lunedì prossimo sarà su Raiuno in quattro nuovi episodi sull'eroe di Camilleri. Si partirà con "Il senso del tatto": che sorprese ci ha preparato?
«Intanto, Montalbano avrà un nuovo compagno di avventure e sarà un compagno a... quattro zampe. Accanto a me ci sarà un magnifico cane: Orlando, un terranova di 5 anni e mezzo, straordinario per intelligenza e simpatia. Montalbano è molto legato a questo cane, e anch'io mi ci sono affezionato. Certe volte vado a prenderlo, alla scuola di addestramento cui appartiene, e facciamo lunghe passeggiate insieme».
Le nuove avventure di "Montalbano" si svolgeranno sempre nel paesino immaginario di Vigata?
«Sarà sempre la Sicilia al centro della scena: una Sicilia dagli odori inebrianti di basilico, capperi, olive. Droga, finanzieri corrotti, extracomunitari, saranno i temi che Montalbano dovrà affrontare. Vedrete un commissario facile a perdere le staffe, ma anche capace di inedite dolcezze... Non aggiungo altro».
Dopo Montalbano, sarà poliziotto anche su Mediaset in una fiction sui reparti dei Nocs. Non teme che la grinta del «piedipiatti» possa imprigiornala come attore?
«Prima di "Montalbano" ho girato 7 film e in tutti avevo la parte del "cattivo". C'è sempre il rischio di restare identificati in un ruolo quando si fa questo mestiere».
Paolo Calcagno
 

Libertà, 28.10.2002
Luca Zingaretti torna nei panni del popolare commissario creato da Andrea Camilleri
Montalbano promosso su Raiuno
Stasera “Il senso del tatto”, prima storia del nuovo ciclo

Schivo, solitario, con quell'intaccabile senso morale e un pizzico d'ironia che fa sorridere quasi senza volere. Al suono dell'inconfondibile “Montalbano sono!”, Luca Zingaretti torna in tv nei panni del commissario siciliano che cinque anni fa gli regalò la popolarità nazionale. Per lui, quattro nuove avventure dirette da Andrea Sironi (da stasera), che vanno ad aggiungersi alle sei già prodotte dalla Rai, tutte tratte dai romanzi di Andrea Camilleri, che oggi vantano due milioni di copie vendute solo in Italia e traduzioni in oltre dieci paesi. E proprio Montalbano, che nel suo piccolo commissariato di Vigata rifiuta da sempre avanzamenti di carriera, ora viene promosso da Raidue a Raiuno, merito di ascolti da 25% di share, una candidatura agli Emmy Awards nel 1999 e diritti televisivi venduti in mezza Europa. «E' il personaggio a cui devo più di ogni altro», ammette Zingaretti. «A volte mi scopro a pensare a lui come ad un amico lontano». A festeggiarlo, per la prima volta, è arrivato anche Camilleri, che immerso nelle nuvole di fumo si stupisce: «Pensare che quando iniziai a scrivere le sue avventure, non conoscevo neanche un poliziotto. Oggi mi invitano a inaugurare il commissariato del mio paese». Con la prima storia del nuovo ciclo, intitolata “Il senso del tatto”, tornano anche la squadra di buffi quanto fedeli poliziotti di Vigata e Livia (Katharina Bohm), l'eterna fidanzata del commissario. Ma arriva anche un nuovo amico: è Orlando, meraviglioso terranova di cinque anni che (nella finzione) ha perso il padrone, un settantenne cieco, misteriosamente morto nella sua povera baracca. «Quando scrissi il racconto - prosegue Camilleri - decisi che Enea Piccolomini morì asfissiato dalla bombola del gas. Non l'avessi mai fatto: protestò persino il comandante dei vigili del fuoco di Napoli perchè il gas delle bombole non uccide, al limite scoppia». Inevitabile, quindi, qualche piccolo cambiamento per la sceneggiatura, che però conserva tutti i sapori dei romanzi di Camilleri, con una Sicilia tutta mare e piazze barocche, dove la mafia è accantonata in un angolo, quasi fosse un disturbo di fondo. «No, non ho paura di essere ricordato solo come Montalbano», dice Zingaretti. «Se così accadrà vorrà dire che è stato il mio lavoro migliore». E se qualcuno ha invece preferito “Incompreso” o “Perlasca”, Zingaretti è pronto ad aggiungere un altro eroe alla sua galleria di personaggi. E' ancora un poliziotto, questa volta della squadra dei Nocs, protagonista del film tv per Canale 5 dedicato al sequestro Belardinelli. Si parla anche della storia di Papa Wojtyla, ma l'attore non si sbilancia. «Mi piacerebbe, così come interpretare Napoleone, ma prima voglio vedere la sceneggiatura: una buona storia non sempre si traduce in un buon copione». Quanto al commissario di Vigata, potrebbero arrivare nuove avventure. «Le aspetto - dice - ma anche in questo caso non mi perdonerei mai di realizzare un Montalbano che non mi convince». Camilleri ne sarebbe felice e conclude: «Per vedere Zingaretti sono persino andato a teatro. Certo, all'inizio Montalbano lo immaginavo diverso, ma oggi me lo godo in tv come uno spettatore qualsiasi».
Daniela Giammusso
 
 

L'Unione Sarda, 28.10.2002
Tv. Da stasera su Raiuno la nuova serie, con qualche novità, compreso uno splendido terranova
Montalbano arruola anche un cane
Zingaretti: «Il commissario mi piace, se esistesse sarei un suo amico»

Il commissario Montalbano torna in tv, promosso quest’anno su Raiuno. E nella sua squadra, per il primo episodio, Il senso del tatto, arruola il cane Orlando, uno splendido terranova addestrato da Massimo Perla. Un ingrediente in più per vincere la guerra degli ascolti con “i filmissimi” di Canale 5 che propongono oggi Zorro Antonio Banderas. Luca Zingaretti è tranquillo: «L’auditel non è una mia preoccupazione. Noi ce l’abbiamo messa tutta, speriamo che il pubblico ci segua». Non gli dispiace nemmeno che tra lui e Salvo Montalbano si faccia fatica a distinguere: «Mi capita di pensare a Montalbano come a un parente, le persone più le frequenti più le conosci e in questi nuovi episodi conosciamo Montalbano in situazioni nuove, si trova di fronte anche alla pedofilia... Montalbano è un uomo che mi piace, se esistesse davvero sarei suo amico».
Personaggio ormai popolarissimo, il commissario. E non solo in Italia: i film della serie già andati in onda nel ’99, 2000 e 2001 hanno avuto nomination agli Emmy Awards, venduto i diritti a Germania, Francia, Svezia, America latina, Belgio, Olanda, Spagna. Così come i libri che Camilleri ha pubblicato con Sellerio, Mondadori, Rizzoli, hanno venduto solo in Italia quasi due milioni di copie e sono stati tradotti in molte lingue. Tanto popolare che quel suo sicilianissimo modo di presentarsi, “Montalbano sono!”, è diventato un claim, un marchio. Tanto popolare, quasi un classico, che la collana Meridiani di Mondadori ha dedicato ad Andrea Camilleri un volume.
E per presentare alla stampa questi nuovi quattro film-tv, tratti dalla raccolta Gli arancini di Montalbano e dal romanzo L’odore della notte, assieme a Zingaretti, allo sceneggiatore Francesco Bruni, agli uomini del comissario (Augello-Cesare Bocci, Fazio-Peppino Mazzotta, Galluzzo-Davide Lo Verde, Tortorella-Marco Cavallaro, Catarella-Angelo Russo), al cane Orlando, c’è anche lui, Andrea Camilleri. Che del suo Montalbano dice: «Lo amo, gli devo moltissimo, anche un bel po’ di denaro...e lo detesto perché è invadente. Quando ho cominciato a scrivere le sue storie, non conoscevo poliziotti, o almeno li conoscevo solo dall’altra parte, nel senso che gli gridavo contro “abbasso Scelba, abbasso Ike”. Ora li conosco meglio (mi hanno persino invitato ad inaugurare il commissariato del mio paese) e mi persuado di averci indovinato».
Quanto a Zingaretti, Camilleri dice: «Non ha l’età, non ha il fisico del mio commissario, ma un bravo attore è quello che recitando Amleto a quarant’anni e con la pancia riesce a farci pensare che lui è l’unico Amleto possibile. E Zingaretti lo conosco dai tempi dell’accademia, l’ho seguito da spettatore in teatro, è un bravo attore». Per qualcuno tra i critici tv, il commissario Montalbano è «un po’ edulcorato» rispetto ai poliziotti veri. «Al contrario», assicura Roberto Sgalla, questore in carne ed ossa: «Certo, è una fiction, nella realtà un poliziotto non punterebbe la pistola in testa a qualcuno per fargli confessare dove ha nascosto un cane», come fa Montalbano per farsi dire dove è finito Orlando.
La realtà una correzione al racconto di Camilleri l’ha imposta, racconta l’autore: nel romanzo, Nenè muore asfissiato dal gas di un bombola; nel film tv la bombola c’è, ma ad uccidere è una overdose di sonnifero. «Quando il romanzo è uscito, mi ha telefonato il comandante dei vigili del fuoco di Napoli - dice Camilleri - e mi ha spiegato che il gas delle bombole può esplodere, ma non avvelenare. È stata solo la prima di tante telefonate, anche di rivenditori di bombole che si lamentavano che gli rovinavo il mercato. Io ero ignorante, come lo è nel film anche Montalbano che all’inizio non lo sa che il gas delle bombole non uccide, ma poi lo scopre».
 
 

Gazzetta di Parma, 28.10.2002
TV—Il commissario trasloca questa sera col primo di quattro nuovi episodi
Montalbano su Raiuno
Luca Zingaretti: «Sono molto legato al personaggio»

ROMA - Storie di droga, di amori difficili, di catene di Sant'Antonio. Per scoprire nuovi lati del carattere del commissario Montalbano, Luca Zingaretti è tornato a vestire i panni del poliziotto siciliano nato dalla penne di Andrea Camilleri. E come spesso accade a viale Mazzini, se le fiction raccolgono grandi successi su Raidue, poi traslocano a RaiUno. Da oggi infatti per quattro puntate il commissario di Vigata Montalbano debutta sulla rete ammiraglia, segno evidente dell'importanza che mamma Rai tributa a questo personaggio letterario, siciliano e sanguigno, scaltro e silenzioso, onesto e innamorato, a cui l'attore Luca Zingaretti è molto legato.
I quattro nuovi film diretti da Alberto Sironi e sceneggiate a quattro mani da Francesco Bruni e Salvatore De Mola, sono tratte da «L'odore della notte» e «Gli arancini di Montalbano». Si parte questa sera con «Il senso del tatto», ispirato al racconto «Amore e Fratellanza», compreso nella raccolta «Gli arancini di Montalbano». Poi sarà la volta il 4 novembre degli «Gli arancini di Montalbano», tratto dall'omonimo racconto della raccolta, l'11 novembre l'appuntamento è il romanzo «L'odore della notte» ed infine il 18 andrà in onda «Il gatto e il cardellino», tratto ancora dalla raccolta «Gli arancini di Montalbano». Nuove situazioni per imparare a conoscere il commissario sotto altri punti di vista.
«Questa volta - ha spiegato Zingaretti - parleremo di casi diversi dai precedenti, di droga, di un amore difficile, di una truffa stile catena di Sant'Antonio e proprio la diversità di queste nuove situazioni ci aiuterà a conoscere meglio questo personaggio».
Per girare questi quattro nuovi episodi la troupe è rimasta in Sicilia per dieci settimane e sono state utilizzate 15 diverse location, tra cui la Tonnara di Scopello, Favignana, Tonnara di Capo Passero, il Castello di Donnafugata ed il Castello di Porto Palo. Il regista ha cercato con pazienza tutti gli attori per i quattro episodi nei teatri dialettali di Catania e anche nelle compagnie amatoriali.
«Le storie di Camilleri hanno il colore del teatro verista siciliano - ha detto Sironi - personaggi che solo in Sicilia hanno ragione di esistere».
E se nel suo futuro Zingaretti vorrebbe «cimentarsi nella regia», nel presente resterà attore. A luglio debutterà in teatro con «Riccardo III». In questi giorni invece è sul set di «Doppio agguato» una miniserie targata Mediaset dove interpreta ancora una volta un poliziotto, questa volta però tutto azione: è infatti il capo dei Nocs impegnati nella liberazione dell'industriale Belardinelli.
Alessia Mattioli
 
 

Clic TV, 28.10.2002
Zingaretti: dopo Montalbano sogno un film con Olmi
Su Raiuno con 4 episodi inediti della serie nata dalla fantasia di Camilleri, Luca Zingaretti, che vive ormai "in simbiosi" col suo personaggio, confessa il suo amore per la Sicilia. Fan convinto di De Niro, sogna di girare un film con Ermanno Olmi
Da lunedì 28 ottobre torna su Raiuno, Il Commissario Montalbano, 4 capitoli inediti nati dalla fantasia dello scrittore Andrea Camilleri e diretti da Alberto Sironi. A vestire i panni del poliziotto siculo è ancora una volta Luca Zingaretti.

Siamo giunti al quarto appuntamento con Il commissario Montalbano. L'entusiasmo è sempre lo stesso?
Sì, mi diverto come un pazzo ad interpretare Montalbano. Ci abbiamo messo l'impegno di sempre, perché il pubblico se lo merita. Oramai il mio rapporto con il personaggio è come quello che si può creare con un amico che vive in un paesino sperduto della Sicilia, che sta lì e che ogni tanto vado a trovare.
Le indagini di Salvo si svolgono in Sicilia, regione ormai a lei familiare, così come il dialetto.
La conosco sempre meglio e devo ammettere che ne sono innamorato: è indescrivibile. È una zona meravigliosa, ancora mezza selvaggia e scarsamente popolata e non è un caso che le indagini di Montalbano siano ambientate proprio qui. Lo stesso Camilleri ha scelto quella zona della Sicilia per raccontare le sue indagini. Quanto alla "parlata", sono andato sul luogo qualche mese prima, e mi sono studiato, "orecchiato" e persino registrato il dialetto. Un po' lo avevo già assimilato con La Piovra.
In Sicilia gli ascolti sono andati molto bene.
Probabilmente perché abbiamo raccontato una Sicilia come non era mai stata presa in considerazione. Ultimamente sono stati fatti molti film qui, più che a Roma, però il 90 per cento parlava di mafia. Montalbano, invece, è un personaggio siciliano positivo.
Ci sono delle similitudini tra il carattere di Montalbano e il suo modo di vedere la vita?
Ormai sono diventate quasi inquietanti! Non appena mi metto nei panni di Salvo scopro di avere un controllo del personaggio molto forte. Credo sia un passaggio che raggiunge qualsiasi attore che interpreta più volte uno stesso ruolo.
A Montalbano piacciono molto le donne, ma è solo una quella che ama. Si ritrova anche in questa scelta? 
Sì, io sono sposato dal 1997 con Margherita (D'Amico) e credo che non ci siano altre possibilità di scelta. Poi tutto dipende da quello che si vuole costruire nella vita. Oggi come oggi sembra che se non si cambia macchina due volte l'anno e telefonino tre volte al mese, non si possa essere felici. Io invece trovo che sia solo una grande fregatura per spingerci a consumare. E Montalbano può essere un aiuto.
La sua formazione comincia all'Accademia d'Arte Drammatica, dove uno dei suoi insegnanti è stato proprio Camilleri. Lo conosceva anche come scrittore?
Come no. Io nasco come lettore dei libri di Camilleri e poi ne sono diventato interprete. All'inizio comprai i libri più per simpatia che pensando ad un futuro lavorativo.
Ha un attore preferito?
Del presente Anthony Hopkins e del passato Robert De Niro. C'è stato un periodo della mia vita in cui ero pazzo per la sua recitazione. Oggi continuo ad amarlo, ma non credo abbia fatto dei film tali da poter rinverdire il suo talento. Ad esempio l'ho amato incredibilmente ne Il Cacciatore. Taxi Driver, invece, credo sia stato il film che mi ha spinto a fare questo mestiere. Un po' come tutti ho passato delle ore a ripetere la battuta "Ce l'hai con me?" davanti allo specchio, ma non indossavo gli stessi indumenti!
Con quale regista vorrebbe lavorare?
Sono tanti. Credo che sia necessario essere curiosi, interessati a quello che succede intorno a noi, per cui sono pronto a fare nuove esperienze lavorative. Il mio sogno sarebbe poter lavorare con Ermanno Olmi. Ho avuto modo di conoscerlo e devo ammettere che è una persona davvero speciale. Il suo universo interiore mi piace molto, sia professionale che personale.
Valentina Venturi
 
 

Clic TV, 29.10.2002
Montalbano record. In cantiere altri episodi
Sull'onda del successo della nuova serie del "Commissario Montalbano", sono già stati messi in cantiere per la prossima stagione altri due film tratti dai romanzi di Camilleri. In primavera, invece, troveremo in cassetta quelli già trasmessi

Altri episodi delle avventure di Montalbano (alias Luca Zingaretti) in tv? «Il futuro del commissario è nelle mani di Andrea Camilleri, speriamo che scriva altri bei libri», dice Carlo Degli Esposti, presidente della Palomar, che ha però già in cantiere per il 2003-2004 altri due film tratti dai romanzi La concessione del telefono e La scomparsa di Patò. Aspettando che la penna di Camilleri scriva il futuro di Montalbano, potremo quasi sicuramente rivedere in cassetta i dieci film prodotti da Palomar e Rai fiction (gli ultimi tre devono ancora essere trasmessi da Raiuno). «Finora ho resistito -dice Degli Esposti- ma la crisi del settore ci ha vuotato le casse... Un cofanetto per Natale? No, troppo presto, magari in primavera». E intanto il presidente di Palomar ringrazia: prima di tutto Elvira Sellerio che gli ha fatto conoscere Camilleri «e i suoi bellissimi romanzi», poi il regista Alberto Sironi, il protagonista Luca Zingaretti, «il cast di bravissimi attori» e gli sceneggiatori Francesco Bruno e Salvatore De Mola, lo scenografo Luciano Riccieri, la costumista Paola Bonucci, «la caparbietà di Agostino Saccà che ha voluto Montalbano su Raiuno» e tutta la prima rete che che ne ha fatto «un prodotto di valore per la tv pubblica», e la Polizia di stato.
Max Gusberti, vice direttore di Raifiction e responsabile della serie, sottolinea come «un prodotto realizzato con cura artigianale ed una sperimentata equipe rimasta stabile negli anni abbia ormai la forza di un prodotto industriale» ed aggiunge: «il mondo di Camilleri è un giacimento di storie e personaggi da cui Raifiction e Palomar possono ancora attingere prodotti di qualità». Zingaretti, ormai asciutto come il suo commissario, ringrazia il pubblico.
 
 

Il Nuovo, 29.10.2002
Montalbano sbanca l'auditel, Zingaretti commosso
La fiction sul commissario inventato da Andrea Camilleri è vista da nove milioni di spettatori. L'attore romano: questa volta sono davvero emozionato.

ROMA  - Il Commissario Montalbano approda su Raiuno ed è subito record: il primo episodio della nuova serie della fiction interpretata da Luca Zingaretti ha ottenuto infatti 9 milioni 352 mila telespettatori con il 33,51 per cento di share e con punte di oltre 10 milioni di spettatori. Nulla ha potuto contro il commissario siciliano il film di Canale 5 La Maschera di Zorro con Antonio Banderas (6 milioni 436 mila, share 26,60 per cento.
''In questi casi tutti dicono di essere emozionati e commossi, ed io mi sono sempre ripromesso di non cadere nello stesso luogo comune: eppure questa volta sono davvero emozionato e commosso. Sono particolarmente grato al pubblico per l'affetto e la fiducia che mi ha rinnovato anche in questa occasione''. Luca Zingaretti commenta così il successo ottenuto su Raiuno dal primo episodio della nuova serie del Commissario Montalbano di cui è protagonista.
Alla felicità di Zingaretti si aggiunge la soddisfazione di Carlo Degli Esposti, presidente della Palomar, che ha prodotto la fiction e che loda il lavoro di tutta la "squadra" che c'è dietro a questo successo. ''Devo ad Elvira Sellerio la conoscenza di Andrea Camilleri e con Camilleri ho conosciuto i suoi bellissimi romanzi".
La fiction ha messo d'accordo tutta Italia. Se il risultato nazionale è sicuramente importante, con in chiusura uno share del 40 per cento, l'analisi dei dati offre numerose sorprese. Sebbene sia recitata nel siciliano di Camilleri, la fiction è stata seguitissima al Nord con una media del 28,5 per cento e con il risultato straordinario di Piemonte e Valle d'Aosta, oltre il 37,5 per cento. Il successo maggiore si è avuto in media nell'Italia centrale, con il 42 per cento di share, dove spiccano il 54 per cento dell'Umbria e il 44 per cento del Lazio. Più atteso il risultato del Sud (35 per cento) e in particolare della Sicilia, dove Montalbano è stato seguito dal 43,5 per cento del pubblico.
Il commissario Montalbano è stato il programma più seguito sia dal pubblico maschile che da quello femminile, con una leggera prevalenza di quest'ultimo, e in tutte le fasce d'età. Risultato record tra gli spettatori laureati (oltre il 50 per cento di share), ma ottimi anche i dati del pubblico con istruzione elementare (29 per cento), media inferiore (32 per cento) e superiore (38 per cento).
 
 

L'Eco di Bergamo, 30.10.2002
Montalbano, antieroe furbetto. Ma difende dal trash
 
 

Il Messaggero, 30.10.2002
Oltre nove milioni di spettatori e il 33,51 per cento di share, su Raiuno, per il primo episodio della nuova serie
Montalbano da record incanta l’Italia
E Camilleri debutta nella lirica con un’opera ispirata ad altri suoi racconti

ROMA - «Montalbano, sono!» e, metaforicamente, Antonio Banderas con tanto di maschera e di mantello nero da Zorro si toglie il cappello e lo lascia passare. È andata proprio così. Di fronte a Luca Zingaretti, Il commissario Montalbano, non c’è niente da fare. E lunedi sera la fiction tratta da un racconto di Andrea Camilleri di cui è protagonista il simpatico commissario siciliano, ha davvero spopolato. Ben nove milioni 352mila italiani (lo share è stato del 33,51 per cento) si sono sintonizzati su Raiuno per seguire Il senso del tatto, prima puntata di questa nuova serie. Ci sono state punte di ascolto che hanno superato i dici milioni di spettatori e il 40 per cento di share. Il “povero" Zorro-Banderas su Canale 5 si è dovuto accontentare delle briciole (6 milioni 436mila spettatori e il 26,60). Quello andato in onda lunedì sera è il quarto miglior ascolto tra le fiction di tutto il 2002 dopo Perlasca (gennaio scorso, su Raiuno, 12 milioni 942mila spettatori ed il 43,8 di share, interprete sempre Luca Zingaretti), Papa Giovanni (aprile, Raiuno, nelle seconda ed ultima puntata 14 milioni 680mila e 51 di share) e Maria Jose (gennaio, Raiuno, la seconda parte, 9 milioni 547mila e 33,39 di share). È curioso constatare, tra l’altro, che nonostante l’accento spiccatamente siciliano (in linea con i libri di Camilleri) Zingaretti-Montalbano è piaciuto a tutti. Le punte più alte sono state in Umbria con il 54 di share poi, a seguire, il Lazio (44), il Piemonte e la Val d'Aosta (37,5). In Sicilia la puntata è stata seguita dal 43,5 dei telespettatori. Il plauso c’è stato anche da parte dei musicofili che hanno dato un dieci e lode alla colonna sonora di Franco Piersanti.
La televisione onorerà ancora Camilleri e i suoi racconti con altre due fiction. «Il futuro del commissario è nelle mani di Andrea Camilleri, speriamo che scriva altri bei libri», dice Carlo Degli Esposti, presidente della Palomar che produce il serial. Mentre si affida alla creatività dell’autore siciliano, però, confessa di avere già in cantiere per la prossima stagione altri due film tratti dai romanzi La concessione del telefono e La scomparsa di Patò. Anche la lirica non resta a guardare. Il 13 dicembre al teatro Donizetti di Bergamo, infatti, andrà in scena l’opera Il fantasma nella cabina tratto da alcuni racconti del papà di Montalbano. Il melodramma l’anno prossimo approderà al Costanzi di Roma. Il genero dello scrittore, Rocco Mortelliti, ha deciso di firmarne la regia. La musica è di Marco Betta. Interpreti d’eccezione: Katia Ricciarelli, Vincenzo La Scola e Luciana Serra. Direttore Aldo Sisilio. Stavolta, però, le avventure non sono quelle del commissario più amato dagli italiani, ma del suo conterraneo Cecè Collura, investigatore di bordo. La storia vede il nostro personaggio costretto a scontarsi con un caso stranissimo: quello di un fantasma avvistato in cabina da una signora. La questione è scoprire chi è la stupenda dama che ha fatto la denuncia. Collura si mette all’opera e alla fine scopre che si tratta di un'attrice che qualcuno ha “reclutato" per danneggiare l'immagine della compagnia di crociere. «La sfida - ha detto Marco Betta, parlando del Fantasma della cabina - è di non tradire, con i tempi dell’opera, il passo che Camilleri dà ai suoi racconti».
Patrizia Saladini
 
 

Il Manifesto, 30.10.2002
Televisione. Editoriale
Lezione d'auditel di qualità

Montalbano esagerato. Il bravo attore, l'egregia scenaggiatura e la raffinata regia: ecco il segreto (di pulcinella) per richiamare davanti alla tv dieci milioni di telespettatori. Nel Montalbano del trio Sironi-Camilleri-Zingaretti, a godere prima di tutti è l'occhio, la visione. Sarà che siamo abituati agli anemici interni stile Ikea delle fiction di lunga serialità, sarà che il piccolo schermo avvilisce il gusto apparecchiando ogni giorno un menù a base di liti in famiglia, sarà che siamo pieni di veline e machi da bar-sport, certo è che quando in tv si affaccia un personaggio tra letteratura e realtà, con una storia intrigante e un paesaggio da favola è quasi un piccolo evento. E' successo anche con Celentano o, per rimanere nel campo della fiction, con Il Maresciallo Rocca (anche se lì faceva premio la popolarità di Gigi Proietti e la particolare stagione di Mani Pulite che teneva l'Italia intera avvinghiata alla tv). Montalbano è popolare senza essere mediocre, è fiction senza essere fotoromanzo e il suo successo è la prova che la qualità può tornare a far rima con quantità. Tutti i discorsi sulla necessità di abbassare il livello dell'offerta televisiva per aumentare l'ascolto e il budget della pubblicità, mostrano così, una volta di più, la perfetta malafede di chi li fa.
Norma Rangeri
 
 

Gazzetta del Sud, 30.10.2002
La prima serata di mobilitazione per salvare il Masciari
Non c'è stato il “tutto esaurito”

Catanzaro. «Attenti voi politici però che la sete di novità non freghi, ancor nei secoli, la nostra vecchia, sonnolente città». Un monito chiaro e significativo, anche se in rima, ha concluso il prologo composto dall'attrice calabrese Adele Fulciniti intitolato “Lettera di Adele Fulciniti al signor Gennaro Masciari” che ha dato il via all'apertura del sipario sulla prima delle due serate di solidarietà e mobilitazione per salvare il Teatro Masciari.
[...]
Sullo stesso schermo, si sono susseguite le foto di alcuni ragazzi della nostra città che hanno lavorato con Maria Luisa Bigai alla realizzazione di progetti culturali scolastici organizzati da “Nuova Ipotesi”. La Bigai che fa parte dell'Eti (Ente teatrale italiano), ha portato il suo contributo artistico interpretando alcune favole del maestro Andrea Camilleri con l'aiuto di cinque studenti del liceo scientifico Siciliani cioè Pierpaolo Greco, Andrea Sivori, Valeria De Francesca, Giusy Talarico e Stefania Bertucci.
[...]
Danila Letizia
 
 

Gazzetta del Sud, 30.10.2002
Su Raiuno più di nove milioni di telespettatori
Il commissario Montalbano “umilia” Zorro di Banderas

[...]
Lo straordinario successo di pubblico e di critica del film-tv Il Commissario Montalbano – ha dichiarato Max Gusberti, vice direttore di Rai Fiction e responsabile della serie tratta dalle opere di Camilleri – premia un lavoro iniziato circa cinque anni fa. Dopo la nomination agli Emmy del Ladro di Merendine, i numerosi premi nei Festival internazionali e le vendite all'estero, il passaggio a Raiuno ha visto il consolidarsi del Commissario Montalbano come grande fenomeno popolare. I dieci film finora prodotti, compresi i tre che andranno in onda nelle prossime settimane, dimostrano come un prodotto realizzato con cura artigianale da una sperimentata èquipe, rimasta stabile negli anni, abbia ormai la forza di un prodotto industriale. Il mondo di Camilleri è un giacimento di storie e personaggi da cui Rai Fiction e Palomar possono ancora attingere per prodotti di qualità. Con i successi di Don Matteo e Lo Zio d'America, e i buoni risultati di Incantesimo, la fiction Rai conferma la sua capacità di mantenere, con linguaggi e stili diversi, un forte rapporto con il proprio pubblico.
 
 

Corriere della sera, 30.10.2002
La lezione di Montalbano

Civetterie letterarie: il primo morto che il commissario Montalbano incontra sulla sua strada si chiama Nené, ma all’anagrafe fa Enea Silvio Piccolomini, proprio come Pio II, il Papa che nei «Commentarii» (una delle letture più amate da Fruttero & Lucentini) incarnò del Rinascimento lo spirito creativo e avventuroso, il genio del racconto. E’ cieco (come Omero) e ha un cane, furioso solo a tratti, che si chiama Orlando. Civetterie cinematografiche: la Sicilia di Montalbano è l’altra faccia della «Terra trema». Due mondi a loro modo inesistenti, due sublimazioni della fiction ottenute attraverso un bagno totale di realismo e gli splendidi scenari naturali dell’isola. Finite le civetterie, la nuova serie de «Il commissario Montalbano» (Raiuno, lunedì, ore 21, quattro episodi) celebra due grandi trionfi. Il primo è quello della serialità d’autore, a nostro avviso l’unica via percorribile in Italia. Che significa: puntare al catalogo (Montalbano rivisto fra 5 anni non perderà d’interesse), alla buona scrittura (sceneggiatura di Francesco Bruni, Salvatore de Mola, Andrea Camilleri, regia di Alberto Sironi), alla recitazione (Luca Zingaretti). Ed è il riconoscimento che merita la casa produttrice, la Palomar di Carlo Degli Esposti. Il secondo trionfo è di Zingaretti. Sullo schermo esiste solo lui, come un Papa rinascimentale, i comprimari servono soltanto a umanizzare il suo potere temporale. Il Montalbano letterario è stato fagocitato dall’attore che lo interpreta. Quando il commissario ripete ossessivamente «Montalbano sono» non è una formula di presentazione ma un marchio, un brand editoriale, una eco dell’antica rivendicazione di Flaubert: «Madame Bovary c’est moi». Ecco perché il suo metodo d’indagine è abitato da visioni e assomiglia molto a una sorta di evangelizzazione. Montalbano non conversa, converte.
www.corriere.it/grasso
 
 

Corriere della sera, 30.10.2002
Puntata record di Montalbano: oltre nove milioni di telespettatori

Record d’ascolti, lunedì sera, per il primo episodio della nuova serie del «Commissario Montalbano»: su Raiuno in prima serata si sono sintonizzati 9 milioni 352 mila telespettatori con il 33,51% di share. Così il commissario siciliano che ha il volto di Luca Zingaretti ed è nato dalla penna di Andrea Camilleri ha stracciato il rivale Antonio Banderas che su Canale 5 interpretava «La Maschera di Zorro» (6 milioni 436 mila, share 26,60%). «Lunedì sera a casa - racconta Zingaretti - ho rivisto la puntata con mia moglie e i miei genitori. Facciamo sempre così e per scaramanzia continuiamo a farlo: squadra che vince non si cambia... Se mi sono piaciuto? Beh, io sono un rompiscatole, mai contento, ma quest’anno le puntate hanno qualcosa in più. Una giusta miscela di personaggi, luoghi, atmosfere».
Ma che cosa piace alla gente del commissario Montalbano? «E’ un personaggio simpatico - replica Zingaretti -, di buon animo, un po’ come il ragù fatto dalla nonna. Un non so che di antico. E una grande rettitudine». Una gioia mista a commozione quando ha saputo che l’hanno seguita in quasi dieci milioni di telespettatori? «Sì, è stata una bella notizia. Mi sono commosso perché in questi casi ci si sente oggetti di un gesto d’amore che non ti aspettavi di ricevere». 
Ma. Vo.
 
 

Giornale di Brescia, 30.10.2002
Audience record per il primo episodio della nuova serie del Commissario Montalbano seguito lunedì da quasi dieci milioni di telespettatori
Luca Zingaretti, il senso del successo
L’attore si gode il momento e pensa al futuro: «Mi piacerebbe fare il comico»

[...]
Dopo aver vinto il Telegrolle 2002 quale migliore attore, Luca Zingaretti ha aggiunto un’ulteriore successo al suo curriculum riuscendo a corroborare la tesi rivendicata dalla sua categoria nell’occasione della consegna dei premi di «Tv Sorrisi e Canzoni». Gli attori del piccolo schermo rivendicarono quella sera a Saint Vincent «dignità di attori» e a giudicare dagli ascolti medi delle fiction e, non ultimo, dai picchi conquistati da Montalbano lo fecero a ragion veduta. Proprio il Commissario Montalbano, tra successi e «crociate», comunque non è destinato ad incatenare l’attore romano. Zingaretti, che ha in programma tra le altre cose un documentario sull’Uganda e che sta attendendo una chiamata per vestire i panni di Papa Giovanni Paolo II, non sembra destinato a rappresentare per l’immaginario collettivo solo ed esclusivamente il commissario siciliano. Da parte sua Luca Zingaretti ha infatti confermato che le sue ambizione, almeno in parte, puntano ad altro. «Mi piacerebbe - ha detto - fare il comico perchè negli ultimi anni è un genere che ho frequentato poco e mi divertirebbe». Questo indipendentemente dalle sue attitudini artistiche, che non dicono di lui come di un comico consumato. «Non sono un cabarettista - ha detto ancora Zingaretti - non so improvvisare, ma ho i tempi necessari per far ridere là dove il testo me ne dà la possibilità». Chissà che qualcuno prima o poi non gli dia questa possibilità, chissà che Montalbano, ops Zingaretti, non possa fare anche ridere oltre che sbancare l’Auditel.
 
 

Il Resto del Carlino, 30.10.2002
«Sfrattati» Ventura e Gnocchi
Il lunedì sera è di Montalbano

MILANO — «La grande notte del lunedì sera», dal 4 novembre, trasloca, com'era destino fin dal titolo, in seconda serata. Forse qui la trasmissione di Raidue troverà il pubblico più adatto al suo umorismo surreale e raffinato senza doversi scontrare con i giaguari del lunedì sera: grandi film e grandi fiction.
Non per nulla, sempre lunedì sera, il nuovo episodio di Montalbano ha riscosso un successo siderale (9,3 milioni di spettatori con il 33%).
La decisione è stata presa dal direttore di Raidue Antonio Marano dopo che l'ultima puntata era stata seguita da 1,6 milioni di spettatori, cioè il 6,2%: una cifra troppo bassa per una rete che ha come obiettivo il 13%. Ma il lunedì sera non era certo la collocazione più adatta per un programma che, bene o male, costituisce l'unica vera novità televisiva dell'anno. Il posto sarà occupato da un film o un tv-movie.
La notizia non è stata confermata da Simona Ventura, che ha parzialmente smentito: «La decisione non è ancora stata presa. So comunque che la Rai apprezza molto il nostro programma, che è un format originale. I dirigenti più alti pensano che, mentre Montalbano raggiunge simili ascolti su una rete Rai, le altre si possono permettere di condurre esperimenti innovativi».
Gene Gnocchi ha aggiunto: «Se lo spostamento dovesse essere deciso, il programma avrà almeno la possibilità di farsi conoscere dal pubblico».
La causa, indiretta e involontaria, della ristrutturazione del lunedì sera di Raidue, è stato l'incredibile successo di «Montalbano».
[...]
Piero Degli Anton
 
 

La Sicilia, 30.10.2002
Nisseno sul set del Commissario
Nella popolare fiction tv di Montalbano lunedì sarà in scena Salvatore Cannistraci

Dopo Lorenzo Roccaro («La voce del violino», 1999), Giulia Iannì («Una gita a Tindari», 2000), Giovanni Speciale («Tocco d'artista», 2000) un altro nisseno, Salvatore Cannistraci, 45 anni, geometra, in servizio negli uffici del Genio Civile di Caltanissetta, presterà il suo volto ad uno dei personaggi che ruotano intorno al commissario Montalbano (impersonato dall'attore Luca Zingaretti) nell'episodio «Gli arancini di Montalbano» – tratto dall'omonima raccolta di racconti – che andrà in onda lunedì 4 novembre sulla prima rete Rai per la nuova serie della fiction televisiva dedicata al noto personaggio letterario nato dalla penna di Andrea Camilleri.
Originariamente prevista per marzo di quest'anno, la quarta serie della fiction televisiva vede la luce proprio in queste settimane con i nuovi episodi proposti, tra cui quello in cui appare Cannistraci, che ha registrato l'episodio lo scorso anno dopo essere stato selezionato in uno dei provini svoltisi nella nostra isola proprio per trovare volti per i nuovi episodi diretti dal regista Alberto Sironi.
Salvatore Cannistraci (che collabora con l'associazione teatrale «Don Bosco», con la compagnia «Associazione del Teatro Popolare Nisseno» e con la compagnia «Stabile nisseno») è il quarto nisseno che prende parte agli episodi diretti da Alberto Sironi. L'episodio di lunedì prossimo regalerà ancora una volta suspence e colpi di scena agli spettatori e ai fan del celeberrimo «commissario» dal carattere «spinoso» e con la passione per la buona cucina siciliana.
 
 

Il Tempo, 30.10.2002
VISTO IN TV

Grazie ad una suspense, sapientemente creata per il ritorno in video di un prodotto amato dal pubblico, la prima puntata della fiction "Il Commissario Montalbano" ha consentito, lunedì sera, a Raiuno, di fare il pieno di ascolti. 9.352.000 spettatori hanno seguito la prima nuova avventura televisiva di Luca Zingaretti nel ruolo del commissario creato da Camilleri.
Niente da fare per "La maschera di Zorro", feuilleton con cui la concorrenza ha cercato, inutilmente, di arginare lo strapotere di Zingaretti- Montalbano. Il risultato d'audience di Raiuno assume un doppio significato: da una parte evidenzia che il pubblico premia Zingaretti nel ruolo di Montalbano perché riconosce che è il personaggio più idoneo alla sua personalità di attore. Ed implicitamente lo incita a non abbandonarlo. Dall'altra dimostra che anche le megapellicole statunitensi possono essere battute da un buon prodotto made in Italy. Basta che ci sia un'idea di supporto. Eppure in questa nuova edizione de "Il Commissario Montalbano" si riscontra qualche differenza rispetto al passato, concretizzabile in una sorta di minore attenzione agli esterni ed una più superficiale cura per gli interni. Faceva capolino la semplicità di una soap opera piuttosto che la ricostruzione di una fiction di qualità. Come se, consapevoli della benevolenza del pubblico, i produttori avessero voluto risparmiare.
Non rendendo certo un buon servigio al pubblico ed alla dignità letteraria di Montalbano. A rimediare, il più possibile, la supremazia della regia di Alberto Sironi, che è riuscita a far dimenticare ogni carenza grazie all'intensità espressiva con cui ha sempre seguito i personaggi.
Mar. Cat.
 
 

Radio Capital, 10.2002
Irresistibile misantropo
Torna il commissario Montalbano
Luca Zingaretti si racconta a Radio Capital

Cos'ha Luca Zingaretti in comune col commissario Montalbano?
Purtroppo mi riconosco solo nei suoi lati negativi, nel senso che sono un po' irascibile, un po' orso e misantropo, come lui (pochi amici, ma buoni!).
In questi anni di grande amore del pubblico, si è fatto un idea del perché il commissario Montalbano sia così amato dagli italiani?
Credo che Montalbano incarni un po' la figura dell'italiano "brava gente", che apparteneva un po' alla generazione dei nostri nonni. E' un uomo ancora di sani princìpi, un uomo che si basa sulla domanda "di che cosa ho bisogno per essere felice?" ed agisce in base alle risposte che si da', senza lasciarsi ingannare da falsi obiettivi o da falsi messaggi, e questo, almeno per me, è molto importante, perché credo sia questo che faccia sì che Montalbano sia un personaggio al quale noi maschetti vorremmo assomigliare e che magari le donne vorrebbero avere vicino.
Andrea Camilleri ci ha detto che in qualche modo Montalbano è figlio del commissario Maigret: secondo lei, i due si sarebbero piaciuti?
Credo che si sarebbero piaciuti molto. Magari all'inizio sarebbero stati un po' diffidenti l'uno verso l'altro però non se lo sarebbero mai dichiarato. E sotto sotto avrebbero riso sotto i baffi, anche se il mio Montalbano non li ha, e si sarebbero detti che il commissario che avevano di fronte era una persona piacevole o che comunque a loro piaceva.
Che rapporto ha col commissario Montalbano?
Io gli voglio molto bene, non tanto perché mi ha dato il successo ma proprio perché c'è una strana sensazione: il rapporto tra me e Montalbano è quello di un uomo che ha un amico che vive in un piccolo paesino sperduto della Sicilia orientale e che ogni tanto lo va a trovare e ci passa insieme un paio di mesi. Insomma, gli voglio bene.
Quindi lei non si è ancora stufato di intepretare ancora una volta Montalbano...
Io sono molto contento. Il mio metro di giudizio è: fai le cose che ti diverte fare e che ti divertirebbe vedere sullo schermo. Detto questo, le variabili di una carriera sono talmente tante che pensare di controllarle tutte è una follia. E quindi, uno si deve divertire. Anche nella vita, ogni tanto, ho adottato questo sistema e mi sembra che finora abbia funzionato!
Arianna Finos
 
 

Gazzetta del Sud, 31.10.2002
Sull'onda del successo del «Commissario Montalbano»
Andrea Camilleri si diletta tra romanzi e opere liriche

ROMA – Altri episodi delle avventure di Montalbano in tv? «Il futuro del commissario è nelle mani di Andrea Camilleri, speriamo che scriva altri bei libri», dice Carlo Degli Esposti, presidente della Palomar, che ha però già in cantiere per il 2003-2004 altri due film tratti dai romanzi «La concessione del telefono» e «La scomparsa di Patò». Sono sette milioni e trecentomila le copie vendute in totale dei libri di Camilleri. Lo rende noto lo stesso scrittore, commentando gli eccezionali ascolti tv raggiunti dal suo «Montalbano» e facendo notare che «questo non fa però aumentare i suoi lettori, che restano pochi, perché siamo in un paese che non legge». Proprio per questo la più grande soddisfazione è «quando qualcuno mi confessa di non aver mai letto un libro prima dei miei e ora che li ha finiti vorrebbe un consiglio su cosa leggere. Io gli dico di cominciare dai titoli che ogni tanto cita lo stesso Montalbano». Camilleri spiega che i suoi «sono lettori affezionati, fedeli, ma in tutto, in un paese di 50 milioni di persone, saranno 500 mila. Sembrano una moltitudine perché ognuno compra tutti i titoli e guarda se gliene manca uno, nemmeno fossero figurine della Panini». Scrive a macchina, non al computer e, appena finito un testo, racconta di sentire «il bisogno di leggerlo ad alta voce, perché solo così sento dove stavo sbagliando, avverto il ritmo e il procedere del senso». Qualcuno lo provoca dicendo che il record di 10 milioni di spettatori con Montalbano è da Sanremo e che ora la tv chiamerà lui e il suo commissario a presentare il Festival: «Sono cifre incredibili, inspiegabili, comunque io nei panni del professor Dulbecco non mi ci vedo. In caso, se vuole, ci andrà Zingaretti». «Ho piccoli gusti musicali un po' rognosi e diversi da quelli di Montalbano», spiega Camilleri, seduto accanto al compositore Marco Betta che sta traducendo in opera lirica, con il libretto e la regia di Rocco Mortelliti, i suoi otto racconti di «Il commissario di bordo», il primo dei quali debutta a Bergamo il 13 dicembre. Il creatore del commissario Montalbano confessa di ascoltare essenzialmente «musica moderna. Amo molto Alban Berg e il suo "Wozzek", sento spesso Schönberg. Anche la lirica classica, che ascolto a occhi chiusi, preferendo non andare a vederla, perché da vecchio uomo di teatro sarei distratto da tante cose che non mi tornerebbero, come un personaggio troppo grasso o una lettura registica. Detesto quei mie colleghi che trasferiscono l'Aida negli anni della guerra in Vietnam: sono idiozie totali, visto che l'unica cosa che conta davvero è la musica». Non corre rischi simili il suo commissario di bordo Cecè Collura, cui darà voce e corpo Vincenzo La Scola, con al fianco Katia Ricciarelli e Luciana Serra, che saranno gli interpreti principali di «Il fantasma della cabina», opera in due atti con scene di Italo Grassi. È il primo di quattro spettacoli, che tradurranno tutti gli otto racconti gialli della raccolta di Camilleri. Il secondo appuntamento è per il 2003 alla Chigiana con due atti unici, «Il finto cantante» e «Che fine ha fatto la piccola Irene». Poi sarà la volta di altri due racconti e infine di un'opera che ne ingloberà tre: «Il fantasma della cabina» sarà a gennaio a Lucca, a febbraio a Messina, a fine 2003 a Roma. Ad apertura e chiusura del palcoscenico il ticchettio di una macchina da scrivere e la voce dello stesso Camilleri che racconta in breve chi è Cecè Collura e come mai, da un commissariato di polizia, sia finito commissario di bordo su una nave da crociera, dove si troverà a dover risolvere vari misteri. E Camilleri commenta contento che in Betta «non vi sia alcuna volontà di illustrazione e alcuna volontà di commento musicale al racconto. Così si rivendica l'autonomia della musica e ciò mi rassicura». Lo scrittore ricorda la sua prima e unica regia, proprio al Donizetti di Bergamo nel 1958, di un'opera lirica, «San Giovanni decollato» di Alfredo Sangiorgi, tratto da Martoglio. Di «Il fantasma nella cabina» non ha ascoltato una nota e dice di volerselo «godere tutto il giorno della prima, proprio come mi godo Montalbano in tv, senza saperne nulla prima. Sono gli altri, in questi casi ad avere il peso delle responsabilità. C'è il regista, gli attori, il compositore e il mio testo di partenza è l'ultima cosa che conta».