Il Piccolo, 21.5.2002
I racconti di Camilleri, ricette collaudate
Mondadori pubblica «La paura di Montalbano», una nuova raccolta di avventure

È tornato il commissario Montalbano, con il suo carico di umanità, pietas e «umore nivuro». Fedele all’alternanza che offre all’editore Sellerio i romanzi e alla Mondadori i racconti, Andrea Camilleri pubblica con la casa di Segrate una nuova raccolta di storie brevi centrate sul suo celeberrimo poliziotto.
E puntualmente si rinnova il miracolo di una macchina narrativa che, pur nella ripetitività degli schemi e dei linguaggi, non stanca mai. Dopo l’ultimo romanzo storico, «Il re di Girgenti» (Sellerio, pagg. 448, euro 11,37), il lavoro più ambizioso di Camilleri e forse il meno convincente, lo scrittore di Porto Empedocle torna nelle librerie con oltre trecento pagine che ospitano tre racconti lunghi e due brevi, i primi inediti i secondi già pubblicati su giornali e riviste. Tutti dedicati a «La paura di Montalbano» (Mondadori, pagg. 321, euro 15,80), ovvero virati a sottolineare il pregio principale di un personaggio di carta, la caratteristica prima che deve avere: la capacità di crescere, cambiare, mutare nel corso delle narrazioni. Paure comprese.
Perciò è un piacere che si rinnova incontrare ancora una volta il commissario Montalbano, sempre uguale a se stesso e sempre così diverso, con tutto il contorno di personaggi accessori (Catarella, ad esempio, carattere che sta acquistando una fisionomia sempre più accentuata, senz’altro destinato a diventare maschera). La struttura segue naturalmente le regole del poliziesco: un barbone con un passato misterioso, una donna che da vittima apparente si tramuta in spietata carnefice, un incontro occasionale con un vecchio compagno che apre uno squarcio pietoso sui destini delle persone.
E poi morti annunciate per lettera, un salvataggio che fa più paura di una morte, un evento inquietante di cinquant’anni prima. Il gioco delle trame è molteplice, la ricetta è nota, e non c’è molto altro da aggiungere: in questi racconti - scritti nell’usuale lingua inventata, ormai entrata a corredo del lessico corrente - Camilleri si conferma grande narratore, inesauribile nel rinnovarsi all’interno di un immaginario mondo codificato, con poche e misurate fughe in avanti che risolvono il problema primo di ogni narrazione seriale (e di ogni narrazione in genere): evitare la noia.
Pietro Spirito