L'Arena, 27.5.2002
Torna Montalbano
In libreria il nuovo volume di storie di Andrea Camilleri in cui il popolare commissario appare più riflessivo, più attento a se stesso. «Per la prima volta ho scritto racconti lunghi»

«Livia aveva ragione. Lui aveva paura... Aveva scanto perché sapeva benissimo che raggiunto il fondo... Avrebbe immancabilmente trovato uno specchio. Che rifletteva la sua faccia». È questo in sintesi il messaggio de «La paura di Montalbano», l'ultimo libro di Andrea Camilleri, edito da Mondadori (pp. 324 - euro 11,80) arrivato da pochi giorni in libreria. Il volume è una raccolta di sei racconti, tre brevi e tre lunghi, a differenza dei precedenti volumi mondadoriani (i romanzi di Montalbano escono da Sellerio) dove i racconti erano tutti brevi e più numerosi. In questo volume c'è «un Montalbano più riflessivo, più attento ancora, semmai, a se stesso», specifica l'autore.
«La paura di Montalbano» è il quinto racconto, breve, che Camilleri definisce «il più strano». A cominciare dal luogo dell'ambientazione, un piccolo centro di montagna, in provincia di Courmayeur, dove il commissario di Vigata «è completamente spaesato». Spiega l'autore: «In questo racconto c'è lo specchio deformante che riflette la faccia di Montalbano; egli è accusato di non approfondire mai la psicologia, si ferma alle ragioni che spingono qualcuno a commettere una colpa, ma forse - aggiunge - ci sono ragioni più profonde e in questo senso Montalbano capisce che le critiche nei suoi confronti sono fondate e che se si cala più nel profondo trova la propria immagine riflessa».
I tre racconti brevi - «Giorno di febbre»; «Un cappello pieno di pioggia» e «La paura di Montalbano» - per Camilleri «più che indagini sono tre incontri straordinari». Per gli altri tre - «Ferito a morte»; «Il quarto segreto» e «Meglio l'oscuro» -, invece, si tratta di una novità stilistica.
«Per la prima volta ho scritto racconti lunghi, due sono da 60 cartelle ed uno da 100 - indica lo scrittore siciliano - si tratta quasi di romanzi brevi». Un genere che Camilleri definisce «difficile» e che non aveva mai tentato in precedenza, ma dei quali è soddisfatto perch é consentono «un maggiore respiro a personaggi che vivono, appunto, come in romanzi brevi». Una scelta con la quale l'autore può fare le sue «amate digressioni».
I tre racconti lunghi sono inediti, a differenza di due dei tre brevi che sono stati già pubblicati: come specifica lo scrittore nella nota a fine libro «Giorno di febbre» è stato pubblicato su una rivista dell'Amministrazione penitenziaria e «Un cappello pieno di pioggia» su un quotidiano nazionale nel 1999.
Se lo spirito di Montalbano trova in questo ultimo libro una progressione verso la riflessione e l'autoanalisi, c'è anche una novità narrativa, un nuovo legame tra il commissario e il centralinista del commissariato di Vigata, Catarella. «Il quarto segreto» è la prova di questo legame perch é i due condivideranno proprio quattro cose che non riveleranno ad alcuno. E proprio in questo stesso racconto nasce e si consolida una inedita amicizia tra Montalbano ed un ottimo maresciallo dei carabinieri.