Italia Oggi, 28.12.2002
Il libro della settimana
Un Natale con Montalbano
Il personaggio di Camilleri assurge ai Meridiani

Rilegato, carta di prima qualità, cordoncini segnalibro incorporati, cofanetto, romanzi lanciatissimi, un autore e un protagonista popolari, prezzo adeguato: Storie di Montalbano (Mondadori, 1.679 pagine, 49 euro) è un libro-strenna perfetto, l'ideale per farne un regalo natalizio di prestigio senza spendere una fortuna in questi tempi duri di euro. Il volume raccoglie le più belle storie poliziesche del commissario Montalbano, le medesime che la televisione ci sta riproponendo, ma che  sulla pagina sono tutta un’altra cosa, anche se ormai non possiamo più pensare al poliziotto siciliano senza dargli l'intelligente volto, le robuste spalle e le gambe da cow-boy del bravo Luca Zingaretti. Si va da La forma dell'acqua a L'odore della notte, passando dai riuscitissimi La gita a Tindari e Il ladro di merendine, più una sfilza di racconti, sempre con il commissario in scena (chicche come Gli arancini di Montalbano o Come fece Alice). Corredano il libro l'introduzione di Nino Borsellino, un bel saggio di Mauro Novelli (curatore del volume) e la cronologia di Antonio Franchini che, insieme alle notizie sui testi e alla bibliografia, rende il tutto uno strumento utile (ai critici e agli addetti ai lavori) a prescindere dalla piacevolezza della lettura.
Storie di Montalbano rientrerebbe in una normale operazione editoriale prenatalizia, forse neppure da segnalare attraverso recensioni (televisioni e giornali si sono già ampiamente occupati dei suddetti romanzi, tutti editi), se questo libro non fosse apparso nella prestigiosa collana I Meridiani che ospita classici della letteratura mondiale, o autori che hanno i numeri per entrare nell'Olimpo degli eterni (anche se sarà poi il pubblico, attraverso gli anni, a stabilirne la durata o a sancirne l'oblio). Ma intanto l'ingresso di Andrea Camilleri nell'ambita collana mondadoriana ha suscitato non poche polemiche sulla stampa, e scatenato l'invidia di molti autori italiani in età di Meridiani. In questi giorni a Camilleri devono essere fischiate spesso le orecchie (comunque, da buon siciliano, di sicuro si sarà preventivamente difeso con adeguati scongiuri).
Ha scritto Il Domenicale, in prima pagina: «Eh sì, ci vorrebbe l'esimio professar Giovanni Raboni per spiegare, magari dalle colonne del Corriere, il come e il perché Camilleri sia arrivato alla consacrazione dei Meridiani. Per chi non lo sapesse, i Meridiani è la prestigiosa collana di Mondadori, nata sul modello della famosa Pléiade francese, che dovrebbe certificare i classici della letteratura (…) Niente snobismo però. Il fatto che il «tragediaturi» empedoclino abbia venduto milioni di libri, abbia prodotto serial tv a non finire, e ora abbia ricevuto lauree honoris causa, inviti, riconoscimenti, non ci dispiace. È bello che la cultura sia popolare. Ma siamo sicuri che la popolarità sia di per sé cultura? Cultura alta? ... ».
Difficile rispondere. Andrea Camilleri non sarebbe finito nei Meridiani senza il successo di vendite che accompagna ogni suo libro. Chiaro che la Mondadori non poteva non tenerne conto, ma ci piacerebbe che l'iniziativa fosse partita dall’editore e non da un autore forte del proprio peso contrattuale. Resta comunque il fatto che Camilleri merita ampiamente questa promozione che viene anche a compensare il ritardo con il quale il mondo editoriale si è accorto di lui. I romanzi sono costruiti su perfette macchine gialle, i personaggi posseggono credibili psicologia e non scantonano mai nella macchietta (pericolo sempre presente sul colorato palcoscenico siciliano), la lingua, con tutte le piacevoli contaminazioni dialettali, è dolce e pastosa come un cannolo.
Se aggiungiamo che le storie sono sempre politicamente e socialmente corrette, cosa volete di più per inserire Andrea Camilleri nei Meridiani? E poi, detto tra parentesi, siamo proprio sicuri che tutti gli altri monumenti della collana siano meritati?
Mauro Novelli nel suo saggio (di 100 pagine precise) analizza l'opera di Andrea Camilleri e ne evidenzia la modernità: uno scrittore che non disdegna padri apparentemente distanti per appetitose citazioni, più o meno mascherate, per acrobatici rimandi stilistici, e per intelligenti impasti linguistici: «... Addirittura, nel Birraio di Preston, l'inizio di ogni capitolo, promosso a titolo, concia al modo dello chef un ipotesto d'eccezione, dalle notti buie e tempestose di Snoopy al Manifesto del Partito comunista, passando per la conradiana Linea d'ombra. Anche la disposizione al patchwork, va detto, non dimentica mai di somministrare gratifiche: nel caso, svelando puntualmente nell'indice i debiti».
Giuseppe Pederiali