La Stampa, 8.5.2002
Libro intervista con Saverio Lodato
Camilleri si confessa e scende in trincea
L´infanzia, Montalbano, la mafia e un amaro attacco alla politica
d´oggi
L'ALBERO più simbolico che ci sia, la palma, adesso, alle sue
numerose valenze ne aggiunge pure un'altra: rappresenta una mentalità,
una cultura molto speciale che subdolamente avanza e, lentamente ma con
spregiudicatezza, ha conquistato il sud e ora pone i suoi avamposti anche
nel centro nord. Andrea Camilleri utilizza una suggestiva immagine di Leonardo
Sciascia per spiegare mafia, camorra, estorsioni, saccheggiamenti, ruberie
e affini: «Una volta Sciascia affermò in una curiosa poesia,
La palma va a nord, che dei botanici si erano accorti che la palma, e intendo
proprio l'albero della palma, si spostava, in un anno, di cinquecento metri
verso Nord? In sostanza la palma è metafora di quella che è,
secondo ciò che posso interpretare del pensiero di Sciascia, una
certa mentalità paramafiosa - attenzione: non propriamente mafiosa
in sé - che sta invadendo non solo l'Italia, ma addirittura l'Europa?».
Terribile, dunque, questa Linea della palma: così si chiama il bel
libro-confessione di Camilleri con il giornalista Saverio Lodato che uscirà
a giorni da Rizzoli. E indica la deriva di un confine sempre più
incerto tra legalità e illegalità che occupa ormai gran parte
della penisola e dilaga anche in Europa. Nella lunga carrellata sulla sua
vita Camilleri ripercorre l'infanzia siciliana, il fascismo, gli anni della
guerra, il trasferimento a Roma, i primi approcci alla scrittura letteraria,
la sua esperienza come autore di televisione e di teatro fino al tardivo
ed eccezionale successo come narratore. Non è la prima volta che
il padre del commissario Montalbano si racconta. Lo aveva già fatto
nel suggestivo dialogo con Marcello Sorgi, La testa ci fa dire. Adesso,
oltre a ripercorrere le tappe della sua autobiografia, mostra a volte anche
un tratto più amaro e pungente. Ed anche polemico. Oggi, a differenza
di qualche anno fa, si sente in trincea. E mostra questo stato d'animo
soprattutto nelle pagine in cui discute con calore di politica, ripensa
la sua militanza nel Pci, discetta del suo impegno di oppositore del governo
Berlusconi, si occupa di giustizia, di conflitto d'interessi e anche di
mafia. Insomma, alla maniera di Sciascia, sviscerando e ragionando come
un illuminista di altri tempi, Camilleri ce la mette tutta non solo per
ricostruire il suo straordinario percorso di scrittore ma anche per fermare
con la forza delle idee questo labile confine della palma.
Mirella Serri