RASSEGNA STAMPA
GIUGNO 2004
VivaVerdi,
5-6.2004
Letteratura. Andrea Camilleri
"Ho copiato Pirandello"
L'autore di Montalbano si schermisce e dice di non aver inventato nulla
di nuovo facendo parlare il dialetto ai suoi personaggi, ma di essersi
rifatto alla tradizione. E poi racconta del successo dei suoi libri e del
rapporto con i lettori e di quello di quest'ultimi con il personaggio più
noto della fiction televisiva: "Non hai il diritto di imporgli un'idea
politica, non è solo tuo" gli scrivono
Il palazzo è uno di quelli che piacciono tanto a Ettore Scola.
Non sfarzoso come quello de La terrazza, magari più simile
a quello di un altro bellissimo film come La famiglia. Immerso nel
quartiere Prati di Roma, circondato da sedi Rai, con l'ascensore tutto
di ferro al centro delle scale. Un palazzo romano come ce ne sono
tanti. Eppure, quando Andrea Camilleri apre la porta dell'appartamento
si ha l'impressione di entrare in un'atmosfera antica dove
ogni cosa, dai divani diseguali con stoffe a disegni piccini, alle
librerie piene zeppe di volumi, al grande ventaglio incorniciato, agli
oggetti sparsi qua e là, incluso quel grande pupo siciliano
proprio vicino alla finestra, tutto sa di Sicilia. Eppure l'inventore di
Montalbano sono molti anni che manca dalla sua isola i cui scorci, proprio
grazie alla trasposizione televisiva dei celebri gialli, sono rimbalzati
nei televisori di tutto il mondo, rilanciandone il turismo.
Andrea Camilleri è un uomo alto e massiccio. La voce è
roca, come quella di chi fuma parecchio, se non proprio sempre. Parla lentamente,
talvolta con quel suo linguaggio particolare che non è proprio dialetto
siciliano, ma una geniale commissione (geniale perché i suoi milioni
di lettori riescono incredibilmente a comprenderlo) tra la parlata antica
dei contadini (i veddani), quella della piccola borghesia e quella
dei mafiosi, come racconta lui stesso: "Quando descrivo un personaggio
preferisco farlo con il dialogo e se occorre un grado superiore di espressività
allora ricorro al dialetto. Sciascia mi aveva messo in guardia: 'Non ti
capiranno...'. Invece hanno capito. Non lo so come, piano piano lo hanno
assorbito e lo percepiscono, ma dato che sto parlando ad una rivista
della Siae le confesso un vero furto: non ho inventato granchè.
Ho solo copiato Pirandello. Anche lui, traducendo in siciliano Il Ciclope
di Euripide, ha adoperato tre parlate. Cosi il Ciclope diventa massaro,
Ulisse, gramosceddu (il vitellino che non si regge ancora sulle
gambe, n.d.r.). 'Che mi veni a cuntari Gramosceddu de lo Dio de lu celu?',
dice il Ciclope a Ulisse usando parole dei contadini siciliani antichi.
E Ulisse, che parlava un siciliano più piccolo-borghese, dice. 'Ci
avissivu, per favore, una tanticchia d'acqua per i marinai assitati?'.
Per ultimo il coro (Sileno), che usa un linguaggio da mafioso di città:
'Poche parole e ni capemo, tutti muti...'. Io il Ciclope l'ho messo in
scena quattro volte e questo gioco dell'innesto delle parlate mi è
entrato nell'orecchio. Sempre a proposito del dialetto, mi è successa
una cosa singolare: nell'ultimo libro (L'intagliatore di noccioli di
pesca) di un bravo scrittore piemontese, Nico Orengo, che per altro
non conosco, il protagonista è un critico letterario che odia Andrea
Camilleri. Per renderselo un po' più simpatico traduce in genovese
un pezzo di un mio libro. Orengo prende in giro il suo protagonista, lo
chiama 'intagliatore di nocciole' a emblema di un mestiere inutile a suo
parere, come quello del critico. Non trova che sia divertente...? In realtà
io stesso ho scritto in genovese gli ultimi capitoli de La mossa del
cavallo."
Lei ha fatto per trent'anni il regista teatrale e televisivo, poi,
a 53 anni, ha esordito come romanziere e la sua vita è cambiata...
In realtà non è cambiata subito col primo romanzo. Sono
stato una persona tranquilla fino al 1998 (l'anno in cui sono usciti due
libri con protagonista Montalbano, il quarto edito da Sellerio, La voce
di [Sic!, NdCFC] violino [pubblicato nel 1997, NdCFC] e il primo edito
da Mondadori, Un mese con Montalbano, ma non era ancora andata in
onda la trasposizione televisiva, n.d.r.). Ero a Firenze, in una libreria.
Di solito alla presentazione dei miei libri c'erano trenta, quaranta persone,
tutte oltre i 50 anni: il più giovane ne aveva 45. Ad un certo punto
ho visto venirmi incontro un folto gruppo di giovani, con tanto di piercing,
orecchini e quant'altro. Ho pensato "Oddio, che bello, adesso mi contestano".
Invece, con fare brusco, son venuti a chiederne l'autografo e ho capito
che qualcosa era cambiato.
Da quel momento anche le vendite dei libri hanno avuto un balzo: se
prima ogni libro stava sulle 178.000 copie, dopo di allora arriva a 980.000.
Qual è il suo pubblico?
Lo vedo dalle lettere che ricevo. Centinaia, alla quali rispondo personalmente.
Scrivono tutti, adulti, ragazzi, persone di ogni età; soprattutto
attraverso Internet, che io non uso e me ne guardo bene! Adopero il computer,
ma come una macchina per scrivere perfezionata. Il ‘Camilleri Fans Club’
mi spedisce montagne di e-mail. È dura, ma rispondo a ciascuna.
Perché il mio pubblico spesso è anche polemico. Le mie critiche
al G8, per esempio, non sono andate giù a tutti. Un lettore mi ha
scritto che non potevo imporre un'idea poetica a Montalbano, non ne avevo
il diritto, perché Montalbano non è mio... E' loro, dei lettori.
E lei come ha reagito a questa "appropriazione di paternità"?
Trovo che sia una cosa bellissima. Ho delle emozioni diverse rispetto
a quelle che mi dava il pubblico al buio del teatro, che rumoreggiava
se era scontento o applaudiva, ma rimaneva sconosciuto. I lettori si firmano
con nomi e cognomi, ti raccontano la loro vita, ti prendono, ti fanno ridere
e piangere: penso spesso ad una ragazza di trent'anni che tempo fa mi ha
scritto "Sto morendo, sono malata, grazie per avermi fatto sorridere con
i suoi libri in queste condizioni".
Com'è nato Montalbano?
Da una mia esigenza. Per caso. Il mio primo giallo, di Simenon,
l'ho letto a 7 anni e mezzo. Poi mi sono innamorato di un romanzo di uno
scrittore spagnolo, Vazquez Montalban, Il pianista, e così,
chiamando Montalbano il mio commissario, ho pagato un debito con l'autore
di quel libro e ho usato un nome molto comune in Sicilia. Il carattere
di Montalbano, invece, si è delineato nel tempo. Quando scrivo un
libro, non comincio mai dal primo capitolo, ma dall'episodio che mi eccita
la scrittura. Diciamo che è un modo anarchico di scrivere. Sciascia
una volta mi disse: "La gabbia vera per scrivere un romanzo è il
giallo". Fu allora che nacque La forma dell'acqua. Poi, quando ho
scritto Il vaso [Sic!, NdCFC] di terracotta, volevo finirla lì
con Montalbano, non avevo nessun bisogno di continuare con quel personaggio.
Sellerio mi ha dato del matto, i libri si vendevano in tal modo che i romanzi
con protagonisti Montalbano si tiravano dietro altri come Il
birraio di Preston, cui allora tenevo di più, e ho continuato.
Ma è vero che Montalbano, in un certo senso, è diventato
un... despota?
Non un despota, un personaggio seriale diventa il serial killer
degli altri personaggi. Magari quando stai pensando ad un altro è
come se ti dicesse dentro "tu devi scrivere solo di me". Per me
è facile scrivere di Montalbano e allora faccio delle sfide con
me stesso: cosa tira in un romanzo giallo? Il morto. E io nell'ultimo
romanzo non ci ho messo neppure un omicidio, vediamo come andrà.
Intanto le racconto una novità: a fine anno la Rai girerà
altri quattro episodi del Commissario Montalbano, così smettono
di fare sempre le repliche.
E lei andrà sul set e scriverà la sceneggiatura?
No, la rivedo e basta. Sul set sono andato solo una volta, ma poi,
ricordando quando il regista ero io e nú dava fastidio lo scrittore
che arrivava e diceva la sua ... ho rinunciato.
Lei ha fatto parte del Comitato per la Proprietà Intellettuale
della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in qualità di Presidente
dell'Enap (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per Pittori e Scultori,
Musicisti, Scrittori e Autori Drammatici), quindi sicuramente un osservatorio
privilegiato sui problemi degli autori e della pirateria che flagella le
opere dell'ingegno. Come mai il diritto d'autore è così attaccato?
Gli attacchi al diritto d'autore sono ingiustificati. Se fossimo in
un regime comunista, dove tutti percepissimo uno stipendio mensile per
campare, allora si potrebbe abolire anche il diritto d'autore. Ma così
non è. Non tutti vendono milioni di copie di un libro e si possono
permettere di essere liberali e chiedere un prezzo molto basso per i libri
o offrire gratis questa o l'altra cosa. Chi vende 1.000 copie di un libro
non può farlo. Per lui il diritto d'autore è l'unico guadagno
che ha. Il diritto d'autore è un fatto di creatività. Possiamo
discutere sulla durata dei diritti dopo la morte dell'autore, possiamo
discutere su quello che chiamano diritto di prestito. Ebbene, io sono contrario.
Bisogna favorire la cultura, trovo ingiusto che chiunque, anche solo lo
Stato, debba pagare quando si prende in prestito un libro in biblioteca.
Ci sono state generazioni di persone che hanno studiato solo in biblioteca,
perché non potevano permettersi di comprare i libri e così
si sono presi una laurea e si sono fatti una cultura. Sono invece d'accordo
con chi, come la Siae, combatte quell'orrendo sistema di focopiare i libri,
duplicarli e vendere questi finti libri, come hanno fatto a Napoli per
La gita a Tindari. Lo vendevano perfettamente clonato, a tremila
lire. I caratteri erano diversi, ma il libro c'era tutto. La pirateria
della musica, poi, ha dimensioni immense. Perché derubare gli autori?
Perché scaricare la musica illegalmente da Internet? C'è
una cosa, poi, che non capisco: perché nei negozi di scarpe c'è
la musica? Perché si entra più volentieri e di conseguenza
si compra di più in un negozio dove si ascolta buona musica. Allora
perché, a volte, i negozianti non vogliono pagare i diritti a chi
quella musica l'ha scritta e con quei diritti campa?
La Siae ha il suo bel da fare a far capire l'importanza del diritto
d'autore e viene attaccata su molti fronti...
Bé, bisogna pagare e quindi è normale che a volte la
Siae sia odiata. Poi ci sono gli attacchi ingiusti. io non ho mai partecipato
a polemiche contro la Siae, perché non mi sembrava che fossero fondate
su fatti concreti. Per noi autori la Siae è una garanzia. Anche
il famigerato bollino…, a me dà la garanzia di quanti libri veramente
sono stati stampati. E poi mi sembra che adesso stiate vivendo un buon
periodo, che abbiate trovato la soluzione ai vostri problemi e che finalmente
la Siae sia tornata agli autori. non credo che ci saranno più polemiche.
Daniela d'Isa
La Sicilia, 2.6.2004
Il Brass rialza la testa e presenta una super-estate
Allo Spasimo. Dal 18 giugno al 20 luglio otto concerti da non perdere.
In calendario Francesco Cafiso e Nicola Arigliano
Palermo. Dal 18 giugno al 20 luglio 2004 artisti di prima grandezza
nell'universo musicale del nostro tempo verranno a Santa Maria dello Spasimo,
per una rassegna estiva particolarmente attesa. Quella che il M° Ignazio
Garsia, direttore artistico del Brass Group, ha allestito e che, nonostante
le difficoltà dell'associazione, si svolgerà ugualmente.
[...]
«Songs for Camilleri» concluderà la rassegna estiva
del Brass martedì 20 luglio. Riunite in un unico ensemble, l'Orchestra
Jazz Siciliana e la Filarmonica "Franco Ferrara" saranno dirette in questa
particolare occasione dal M° Carmelo Caruso. Con la partecipazione
di Vito Giordano, le due orchestre proporranno al pubblico dello Spasimo
le pagine più significative di Magarìa. Una bella favola
che, per la voce recitante di Pino Caruso, il compositore palermitano,
Marco Betta, ha scritto su testi di Andrea Camilleri.
La Repubblica
(ed. di Palermo), 2.6.2004
Dal Brass al Verdura i big della musica fanno tappa a Palermo
Palermo avrà un'estate costellata di stelle della musica.
[...]
Brass.
A sorpesa, anche il Brass Group guidato da Ignazio Garsia ha presentato
la stagione estiva, con otto concerti nel consueto scenario dello Spasimo,
dal 18 giugno al 20 luglio.
[...]
Chiuderà, il 20 luglio, «Songs for Camilleri», una
favola con la voce recitante di Pino Caruso e le musiche scritte da Marco
Betta sulle pagine più significative di Magarìa di Andrea
Camilleri. A eseguirla, sarà l'Orchestra Jazz Siciliana e la "Franco
Ferrara" riunite in un unico ensemble diretto da Carmelo Caruso.
[...]
Laura Nobile
La Repubblica
(ed. di Palermo), 5.6.2004
La rassegna
Da Brancati a Camilleri una galleria di ritratti
Prosegue a Giardini Naxos, al Ramada Inn, il Salone del libro e del
vino siciliano. Alle 20 "La dimora letteraria dei siciliani da Verga a
Camilleri", mostra-convegno su due secoli di storia letteraria che si srotolano
grazie ai ritratti dei romanzieri e poeti isolani realizzati da Bruno Caruso
e alle copertine dei romanzi più rappresentativi. Un catalogo, curato
da Antonio Di Grado, Salvatore Ferlita e Natale Tedesco, e pubblicato da
Lombardi editori, illustra la vita e le opere di Giovanni Verga, Federico
De Roberto, Luigi Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Salvatore Quasimodo,
Vitaliano Brancati, Elio Vittorini, Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino,
Giuseppe Bonaviri, Andrea Camilleri, Vincenzo Consolo, offrendo alcuni
stralci tratti dai loro testi più noti, che hanno fatto la storia
della letteratura italiana e europea negli ultimi due secoli. In occasione
della mostra, i curatori del catalogo daranno l´avvio a un dibattito
sullo svolgimento della letteratura siciliana degli ultimi anni.
[...]
Lire, 6.2004
Le petit monde de don Camilleri
La Sicile, sa mafia et sa truculence, servie à la sauce polar
par un poète!
Qui est le commissaire Montalbano? Un flic sicilien, amateur de cuisine,
chouchouté par sa femme de ménage. Un homme attentif à
ses voisins et à ses adjoints, fiancé à une Génoise
de caractère, et bardé d'un humour qui lui permet de dépasser
son métier trop officiel.
Andrea Camilleri a créé ce policier sur le tard. A soixante
ans, alors qu'il était déjà connu comme poète,
scénariste, metteur en scène, une envie le prend, comme un
hommage à ses maîtres littéraires: le Belge Georges
Simenon et l'Espagnol Manuel Vázquez Montalbán. A l'un, il
emprunte la silhouette, la placidité et l'envie de comprendre plus
que de rendre la justice, à l'autre, il chipe les goûts culinaires,
l'épicurisme, l'humour et le nom, Montalbano. Avec ce héros
policier récurrent, Camilleri est devenu un auteur de best-sellers.
Moins connues, ses fictions «non polars» comme L'opéra
de Vigàta ou Le coup du cavalier (publiés chez Anne-Marie
Métailié) demandent une lecture plus exigeante, s'intéressent
à l'histoire, aux secrets du passé alors que les Montalbano
racontent une Sicile quotidienne, pittoresque où la langue, le «mélange
linguistique» tiennent un rôle essentiel.
La peur de Montalbano, dernier ouvrage paru chez Fleuve Noir, croise
nouvelles et genre policier, montrant les différentes facettes de
l'écrivain. Certains textes courts sont de vigoureuses pirouettes
où le commissaire se trouve tour à tour fragile, ébahi,
amusé, et toujours ironique. Les textes plus longs sont de vraies
intrigues avec une volonté résolutive, un regard social où
bourgeoisie et mafia entrent en scène. Autour de Montalbano, tout
un petit monde sicilien familier joue son rôle truculent ou pitoyable:
cuisinière bougonne, adjoint stupide, collègue hésitant.
Et toujours cette langue, ces dialectes savoureux, si difficiles à
traduire. Ce recueil de textes est donc particulièrement éclairant
sur l'œuvre policière de l'écrivain, qui continue de s'étonner
devant les ventes impressionnantes de ses polars. «Non, je ne sais
pas l'expliquer. Et la chose, naturellement, m'effraie. Je suis un homme
qui prétend expliquer les raisons de ce qui lui arrive. Quand je
n'y arrive pas, je deviens inquiet. Comme je le suis depuis quelques années.»
Christine Ferniot
Rai 3, 7.6.2004
Carneade
Intervista ad Andrea Camilleri
Pino Strabioli: Il 17 dicembre 1964 la RAI trasmette il primo
dei sedici episodi delle Inchieste del Commissario Maigret. Andrea Camilleri,
buona sera.
Andrea Camilleri: Buona sera.
P.S. Delegato di produzione: Andrea Camilleri.
A.C. Sì.
P.S. Gino Cervi, Andreina Pagnani – la signora Maigret – la regia di
Mario Landi. Un grande successo, lo sceneggiato Le inchieste del Commissario
Maigret. Dai romanzi di Simenon: Diego Fabbri e…
A.C. …e Romildo Craveri.
[qui c’è uno stacco con un pezzetto dei titoli di testa delle
Inchieste del Commissario Maigret, con la sigla cantata da Luigi Tenco
in francese, e Maigret-Cervi seduto a un tavolino con la pipa e il giornale,
NdT]
P.S. Scrivendo Montalbano qualche volta il pensiero le è andato
a Maigret?
A.C. Be’, sì, frequentemente, soprattutto scrivendo i romanzi.
Maigret è un grande modello di un giallo all’europea, sicuramente,
e il mio voleva essere un giallo all’europea, è inevitabile. Poi
ci sono anche dei punti di contatto: Maigret ha un’unica donna che è
sua moglie e Montalbano ha un’unica donna che è la sua fidanzata…
P.S. ...anche se poi la continuità, il quotidiano di Maigret
con la signora Maigret è diverso… anche se lui la chiamava signora
Maigret…
A.C. Non solo ma poi le racconta le inchieste…
P.S. Lei lo sollecita…
A.C. No, questo non c’è nel mio Montalbano. C’è anche
un comune gusto per la cucina…
[due spezzoni: signore e signora Maigret e Salvo e Livia nel Senso
del tatto, NdT]
A.C. Non c’è un uguale modo di condurre le indagini. C’è
questa cosa splendida, nelle inchieste di Maigret, quella che lui si mette
dalla parte del morto… lui arriva e si mette proprio disteso accanto al
morto a guardare la realtà che lo circonda e da lì parte
per le sue inchieste…
P.S. C’è da dire che erano anche tempi televisivi completamente
diversi che forse lo permettevano, e per l’attore Cervi, che forse si prendeva
poi i suoi tempi appunto teatrali, diluiti. Il suo rapporto con la pipa
era fantastico… la tirava fuori, la nascondeva, la caricava…
A.C. …la caricava…
P.S. …la guardava, la lucidava…
A.C. …se la portava a letto…
P.S. …la nascondeva…
A.C. I tempi di Maigret sono tempi quasi cinematografici…
[Montalbano con Mimì che ricostruisce la dinamica della morte
nel sonno… poi Montalbano che dice a Iacomuzzi di rilevare tutte le impronte,
nel Senso del tatto, NdT]
P.S. C’è un programma che le ha insegnato qualcosa o un genere
televisivo che a Camilleri ha insegnato qualcosa?
A.C. Oddio… allora: si comincia sempre col dire che tutto, in fondo,
ti insegna qualche cosa. Allora, io la televisione l’ho vissuta non facendola
ma da spettatore, diciamo, e mi ricordo che conoscendo qualche regista
andavo a vedere le prime trasmissioni che facevano in diretta: vicino alla
chiesa di Cristo Re c’era un capannone e a me capitò [di seguire,
NdT] il primo sceneggiato, che uno lo guardava con estrema curiosità
– ‘sta cosa nuova che non era cinema e non era teatro e che era il Dottor
Antonio – e io non conoscevo il romanzo da cui era tratto: lo andai a leggere…
P.S. Era Ruffini, no?
A.C. Era Ruffini. Riflettiamo ad esempio su cosa ha significato la
trasmissione in tutt’Italia de I promessi sposi che a scuola ci fanno detestare,
ed è un libro grandioso se uno lo legge volontariamente a trent’anni,
come è capitato a me…. ebbè, quando fecero “cultura”…
P.S. La gente, dopo aver visto I promessi sposi o il romanzo di Ruffini
o Anna Karenina, Il mulino del Po, magari andava in libreria e comprava…
A.C. …una minoranza. Ma una maggioranza si accostava a questi testi
che altrimenti non avrebbe mai letto in vita sua per nessuna ragione al
mondo, e questo era un grandissimo fatto culturale, non era solo il fatto
culturale di Non è mai troppo tardi.
P.S. Il maestro Manzi...
A.C. Mitico! che insegnava a leggere – e buttalo via, come importanza
di quello che lui faceva – ma c’erano dei programmi, non espressamente
culturali, che erano programmi grossissimamente culturali.
[trascrizione a cura di Paola]
La Sicilia, 9.6.2004
Porto Empedocle-Vigata
Mancano i soldi, rassegna teatrale a rischio
Porto Empedocle. E' a rischio la rassegna teatrale «Città
di Vigata» già in programma dal prossimo cinque all'undici
luglio.
Al momento infatti non ci sono i soldi per organizzarla, con l'assessore
al Turismo, Tonino Guido che attende con ansia lo svolgimento del consiglio
comunale in programma il prossimo due luglio per sapere se verrà
erogato il finanziamento di settemila euro. Soldi previsti nel capitolato
appositamente creato per una rassegna che dodici mesi fa pose Porto Empedocle
- Vigata tra le località teatralmente più rinomate della
Sicilia e non solo, con centinaia di attori amatoriali e professionisti
pronti a esibirsi al cospetto dell'attento pubblico empedoclino quanto
per il richiamo che ormai la città e il suo prestigioso cittadino
esprimono in Italia.
Quest'anno la faccenda si prospetta alquanto spinosa. A dispetto delle
cento cassette video inviate da altrettante compagnie teatrali italiane
aspiranti partecipanti alla manifestazione, se questa dovesse partire a
fine mese non si terrebbe.
Una situazione spinosa nel bel mezzo della quale l'assessore Guido
si dice comunque fiducioso: «Sono convinto che alla fine la rassegna
si farà, anche a costo di farla slittare di qualche giorno una volta
approvato il bilancio comunale. Abbiamo inviato poi le richieste di finanziamento
alla Regione Sicilia e all'Aapit e anche in questo siamo caso siamo in
trepidante attesa».
Un'attesa che a Vigata tutti sperano possa concludersi con un lieto
fine, anche perché entro questa settimana è atteso l'arrivo
di Andrea Camilleri intenzionato, a quanto sembra, a trascorrere un mese
nel suo paese natale.
Come l'anno scorso, sarà ancora Camilleri l'ospite d'onore della
rassegna per la quale è in pieno svolgimento una corsa contro il
tempo che nessuno vorrebbe perdere.
F.D.M.
SBS
Movie: Inspector Montalbano - Rice Croquettes
Friday June 11th at 11.00pm
When Commendatore Pagnozzi, chairman of a public works company, and
his young wife, Stephania, are found dead in their car in a gully, the
immediate conclusion is an accident. However, the fact that the woman’s
nails are broken causes Montalbano to suspect that things are not that
simple and that the couple was in fact murdered. The investigation, initially
focused on some Albanian immigrants, gradually reveals the secrets in Pagnozzi’s
past and how these secrets returned to haunt him and his young, unfaithful
wife. Directed by Alberto Sironi and stars Luca Zingaretti, Katharina Bohm
and Cesare Bocci. (In Italian, English subtitles) (2002) M (S, V, A) WS
MisterContact,
9.6.2004
SBS Network si diletta nella trasmissione di film italiani
SBS comincera' a trasmettere la saga del Commissario Montalbano
Sidney - SBS, l'emittente pubblica famosa per i suoi TG molto internazionali,
in collaborazione con la BBC e la CNN americana, comincera' a trasmettere
a partire da questo venerdi', la serie del fortunatissimo "commissario
Montalbano" vincitore di quasi tutti i premi la scorsa stagione in Italia,
e con uno share di pubblico altissimo. SBS e' gia' famosa per aver trasmesso
tutte le PIOVRA, con Michele Placido, Vittorio Mezzogiorno e l'ultima con
un cattivissimo Ennio Fantastichini. Questa programmazione e' stata definita
dal palinsesto sia per la notevole fetta di pubblico italiano a Sidney
ma anche per il successo internazionale che ha avuto il commisario Montalbano.Verra'
trasmesso il primo episodio alle 23, come Pilot, ma SBS ha gia' comprato
tutti gli episodi. Un appuntamento da non perdere anche per i nottambuli
del pazzo venerdi' di Sidney.
Francesca Matteini
Istituto Italiano
di Cultura
Giovedì 10 giugno 2004, alle ore 19:30,
presso l'Istituto Italiano di Cultura (Ptge. Méndez Vigo, 5 - E
- 08009, Barcelona), Il misterioso fascino di Andrea Camilleri,
conferenza di Ornella Palumbo, giornalista e storica della letteratura.
Analisi critica ed approfondimento dell'universo poetico e magico di
Andrea Camilleri, alla luce di un'interpretazione originale ed attuale.
È prevista una proiezione di un breve filmato inedito su Camilleri.
Il Piccolo, 11.6.2004
I siciliani di Gorizia invitano il «papà di Montalbano»
Nuovo
Consumo, 6.2004
Intervista a Luca Zingaretti
D: Veniamo al tema di questo incontro: il rapporto tra letteratura e
cinema...
R: Sono un po' spaventato dal titolo, mi sembra impegnativo. Posso
solo basarmi sull'esperienza. Ho fatto un corto e, mentre lo scrivevo,
pensavo alle immagini. La nostra cultura oggi è fatta da immagini
ed è inevitabile pensare subito alla resa visiva di ciò che
si sta scrivendo. E di questo rapporto tra scrittura e immagini ne beneficia
sia il cinema che la fiction, un genere che non soffre più di nessun
complesso di inferiorità. Anzi è proprio attraverso la fiction
che si è ricucito il rapporto tra pubblico italiano e prodotto italiano.
Si preferisce, magari, andare a vedere cinema americano, ma a casa il pubblico
è affezionato alle storie italiane.
D: Come è diventato il commissario Montalbano?
R: Conoscevo Andrea Camilleri già dai tempi dell'Accademia Nazionale
drammatica: insegnava regia televisiva, molto timido come me, ma un grande
affabulatore. Vado in libreria e vedo un libro con il suo nome sulla copertina.
Lo compro subito, lo leggo, capisco che questo commissario è un
grande personaggio e, attraverso la mia agente, cerco di comprare subito
i diritti. Non appena ho letto il romanzo avevo infatti idea di come farlo,
anche se poi ho avutodifficoltà nelle prime riprese. C'è
voluto l'intervento di Camilleri per sbloccarmi: "rilassati e lascia che
il personaggio venga fuori". Così è stato: sono diventato
il commissario Montalbano".
D: Si sente più Montalbano o Perlasca?
R: Mi piace vestire i panni di un personaggio, ma (mi) piace anche
svestirmene. Certo ho amato molto il personaggio di Perlasca, un uomo che
ha fatto quello che ha fatto senza cercarne una ricompensa. Un essere umano
non può rimanere con le mani in tasca in certi momenti storici.
Mi emoziona vedere questa gente così integra da un punto di vista
morale.
Ora sto girando un film a Cefalonia: una storia ambientata nel '43
quando una divisione di soldati italiani venne trucidata perchè
si era rifiutata di restituire le armi ai nazisti.
Tornerò, comunque, ad interpretare Montalbano nel 2005 con gli
ultimi episodi. Devo tanto a questi due personaggi ma, pur identificandomi
in loro durante il periodo in cui li portavo sullo schermo, sono sicuro
- e non ho trovato chi mi abbia smentito- che nessuno ha visto Montalbano
che faceva Perlasca.
D: Non è un ritratto un po' scontato quello che viene fatto
della Sicilia nei gialli di Camilleri?
R: Non direi, solo due volte la vicenda è stata collegata a
problemi di mafia. Ma la Sicilia è un mondo molto particolare rispetto
al resto dell'Italia, impermeabile nel bene e nel male alla modernità.
In questa regione, ad esempio, non hanno attecchito i fast food. Il cibo
là continua ad essere rito, convivialità, tradizione. Gli
americani in Sicilia non sembrano un esempio da seguire e forse non hanno
torto!
D: Secondo lei sta vivendo un buon momento il cinema italiano?
R: Ci sono molte storie interessanti in circolazione, attori in gamba
e registi che stimo. Ricordo fra gli altri Ozpeteck, Virzì, Giordana...
ma mi hanno parlato molto bene anche dell'ultimo di Castellitto, Non ti
muovere, che non ho avuto ancora l'occasione di vedere.
D: Ha presentato recentemente all'Auditorium di Roma un documentario
sull'Africa di cui è stato regista. Come si inserisce questa esperienza
nella sua carriera professionale?
R: Sono un sostenitore da anni dell'associazione non governativa Amref
e il coordinatore, un po' di tempo fa, mi chiese di fare qualche iniziativa
di sostegno per l'Africa. Così insieme a mia moglie Margherita D'Amico,
abbiamo girato un documentario in Uganda, intitolato Gulu. Racconta la
storia della popolazione Acholi sottoposta a 16 anni di guerra civile,
che assiste inerme a reclutamenti forzati di bambini soldato, massacri,
violenze di ogni genere... Mentre giravamo, abbiamo sentito risuonare gli
spari a cinquanta metri da noi.
Nella nostra società, nelle nostre vite di privilegiati ti poni
il problema di ridistribuire in qualche modo la fortuna che hai avuto.
Il documentario è stato dato su La 7 e presentato al Festival di
Venezia. Ora sta girando l'Italia per raccogliere i fondi. Lo slogan della
campagna dell'Amref è "Il futuro dell'Africa è nero", significa
che il riscatto del continente, pur con i nostri aiuti, deve partire dalla
gente che abita in Africa.
Ministero dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca, 16.6.2004
Andrea
Camilleri agli esami di stato
Un brano tratto da un articolo sulla nozione del Tempo, apparso su "La
Stampa" del 24.5.2003, era presente fra i documenti della prova di italiano
di tipologia B4 (redazione di un "saggio breve" o di un "articolo di giornale",
ambito tecnico-scientifico).
Si tratta di un brano di Passato,
futuro: qualche variazione sul tema, dissertazione letta da Andrea
Camilleri al Festival "Letterature" (Roma, Basilica di Massenzio, 27.5.2003).
La Sicilia, 16.6.2004
Porto Empedocle
Andrea Camilleri è atteso per le vacanze e c'è già
una pila di libri da autografare
Sono quasi cento i libri che Andrea Camilleri dovrà firmare apponendo
il proprio autografo. E' ormai tradizione che gli appassionati del «papà»
del commissario Montalbano affidino a Stefano Albanese, titolare dell'omonimo
bar le pubblicazioni nate dalla fantasia dello scrittore empedoclino, per
farle firmare dall'autore. Da quando Camilleri è tornato a Roma
gli scaffali del bar Vigata si sono riempiti di libri che il fenomeno letterario
del momento si vedrà affidare da Albanese intorno al primo di luglio.
Per quella data è previsto il ritorno nel suo paese di Andrea Camilleri,
intenzionato a trascorrervi almeno un mese di vacanza dalle fatiche romane.
fdm
Yahoo! Notizie,
16.6.2004
Racconto inedito di Camilleri in un volume per i disabili
Il 23 Giugno alle ore 18 presso l'Aula Consiliare del Comune di Modica
(Rg), avrà luogo la premiazione del Concorso Letterario "Cunti della
Contea di Modica" e di quello artistico "Arti della Contea di Modica",
entrambi destinati ai ragazzi delle scuole medie superiori. Contestualmente
avverrà anche la presentazione ufficiale del volume "Cunti della
Contea di Modica". Si tratta di una raccolta dei migliori racconti e dei
migliori dipinti realizzati dai ragazzi. Il volume conterrà anche
un inedito di Andrea Camilleri e una prefazione di Piero Guccione, relativa
al concorso artistico. Entrambi hanno aderito immediatamente all'iniziativa,
dimostrandosi particolarmente sensibili ai suoi risvolti benefici. Allo
stesso tempo hanno creduto nella validità del progetto che punta
sulla cultura quale mezzo di promozione sociale. L'iniziativa ha lo scopo
di raccogliere fondi per incentivare l'inserimento lavorativo di ragazzi
svantaggiati (in particolare i proventi delle vendite del volume verranno
investiti in un progetto dal titolo "Itinerari turistici e percorsi alternativi
per disabili nel distretto culturale del sud-est"). L'idea è stata
realizzata dalla Coop. Sociale "Alberto Portogallo" nata a Modica circa
cinque anni fa. La Cooperativa si occupa fra l'altro anche del trasporto
disabili in convenzione col Comune di Modica e gestisce la Libreria Equilibri.
Dal 24 giugno il volume sarà distribuito in tutta Italia. "Cunti
della Contea di Modica" ha già riscosso un grande successo con la
prima edizione che lo scorso anno è stata citata fra le motivazioni
ufficiali del riconoscimento ricevuto dalla stessa "Alberto Portogallo"
direttamente dal Presidente della Repubblica nel corso della Cerimonia
Ufficiale tenutasi al Quirinale in occasione del Premio Nazionale per la
Solidarietà "Luciano Tavazza". Per informazioni e ordinazioni: Libreria
Equilibri 0932/453363, oppure: vincenzopeluso@tin.it e equilibri@katamail.com.
Informazioni Editoriali s.p.a
La Stampa, 17.6.2004
E adesso aspetto il mio voto
Uno dei temi dati quest’anno agli esami di maturità verteva sul
tempo, spaziando dal tempo della natura a quello della
storia, della poesia, dell’animo, e concludendo con la richiesta di
alcune “variazioni sul mistero del tempo”.
Robetta leggera, come ognun vede. In soccorso dello studente sono stati
forniti due “documenti” (ai miei tempi si chiamavano tracce): il primo,
di un solo rigo, era a firma di Thomas Mann; il secondo, di righe tredici,
era a mia firma.
La disparità di righe a mio favore non va presa come elemento
di maggiore considerazione dei commissari verso di me: significa semplicemente
che Mann era capace di condensare in un rigo un pensiero e io no. E questa
è la prima considerazione che mi viene da fare.
Inoltre, le tredici righe, apparse su questo giornale in un articolo
del 24 maggio dell’anno scorso, in realtà fanno parte di un lungo
discorso sul Tempo (appunto con la T maiuscola) che avevo tenuto a Roma
qualche giorno prima [in effetti qualche giorno dopo, NdCFC] alla
Basilica di Massenzio nel corso del festival delle letterature. A noi scrittori
invitati (italiani e stranieri) avevano assegnato un tema comune: “passato
e futuro” e io quindi mi trovai in qualche modo obbligato a parlare del
Tempo.
Questa che ho appena fatta non è una considerazione, ma una
rassicurazione rivolta ai lettori del mio Montalbano: mi è capitato
quella volta, e non credo mi capiterà più, di affrontare
argomenti di così schiacciante peso.
Oltretutto, a Massenzio, le mie argomentazioni erano, come dire, temperate
da due jazzisti di grande valore come Enrico Rava e Stefano Bollani.
Il Tempo astratto delle mie parole si concretizzava nel tempo musicale.
Quando mi hanno fatto sapere che agli studenti era stato fornito questo
mio “documento”, devo confessare di aver provato una sensazione di sgomento.
Mi sono sentito perseguitato dal Tempo. Perché io non ho mai sostenuto
l’esame di maturità, sono stato promosso per scrutinio: gli Alleati
sarebbero sbarcati in Sicilia da lì a tre mesi. E invece il Tempo,
nella sua circolarità, l’esame di un’altra maturità ha voluto
comunque farmelo affrontare.
Aspetto il voto.
Andrea Camilleri
Corriere della sera,
20.6.2004
La pagella
Il passato trasgressivo dello sbirro
La prima indagine di Montalbano
Camilleri rende omaggio in questo ultimo libro al protagonista di tante
sue storie fortunate. Dà uno spessore cronologico alla vita del
commissario Montalbano da Vigàta, raccontandone le prime indagini.
Bene. Il lettore affezionato di Camilleri viene a sapere per quale singolare
scherzo del destino questo poliziotto, sagace e pigro, sia capitato in
quel di Vigàta. Ne conosce il passato sessantottino e velleitariamente
rivoluzionario, prima di farsi - a modo suo - tutore dell’ordine: così
ne capisce meglio il temperamento «tanticchia» trasgressivo
e insofferente dell’autorità. Altri dettagli minori, ma memorabili:
il giovane Montalbano porta i capelli lunghi fino alle spalle e ha una
fidanzata (Mary) che ha preceduto la celebre (e tollerante) Livia. Insomma
Camilleri, qui più che altrove capriccioso e approssimativo, trova
un altro diversivo per intrattenere i lettori fedelissimi: cura il personaggio,
ma molto meno la storia.
Voto: 5
Giorgio De Rienzo
La Repubblica
(ed. di Palermo), 22.6.2004
Critica
I cortocircuiti di Camilleri
Vedono finalmente la luce, per i tipi della Sellerio, gli atti del convegno
Letteratura e storia. Il caso Camilleri, tenutosi a Palermo due anni fa.
L´occasione poteva essere delle più ghiotte. Ma è stata
essenzialmente un´occasione mancata: sono sparuti infatti gli interventi
che davvero colgono nel segno, e nei quali ci si interroga a partire dalle
pagine di Camilleri, dai cortocircuiti della sua pirotecnica soluzione
linguistica (Camilleri ha iniziato a pubblicare alla fine degli anni Sessanta).
Certo, non è facile esprimere il proprio parere in presenza della
salma, per dirla pressappoco con Gioacchino Lanza. Una salma più
viva che mai viene da dire (che ha fatto subito gli scongiuri), se è
vero che lo scrittore empedoclino continua a sfornare i suoi libri, quasi
perennemente in vetta alle classifiche di vendita. Vi consigliamo la lettura
degli scritti di Dorfles, Nigro, Borsellino, Guglielmi (sorprendente e
lucidissimo), Paccagnini, Quadruppani, ma per favore lasciate perdere la
"lingua nonna" su cui teorizza Nunzio La Fauci.
Salvatore Ferlita
CBC Radio One, 22.6.2004
Sounds
like Canada
Nel corso della trasmissione del principale network canadese, oggi dedicata
ai libri gialli e alle letture estive, uno dei cultori del genere ha consigliato
agli ascoltatori "Voice of the violin". Qualche cenno sull'autore, su Montalbano
e sulla sua Sicilia, qualche "oh" e "mmh!" di curiosità fra i presenti
in studio.
Segnalazione di Daniele
La Repubblica
(ed. di Palermo), 23.6.2004
L´appello
"Riaprite
la Biblioteca" firme da tutta Italia
Sellerio: Almeno per la protesta non si sono attesi 20 anni come sul
Massimo
Maraini: La biblioteca è un organo vitale della città:
possibile non lo si capisca?
Consolo: Ai nostri amministratori premono di più i parchi mistici
Camilleri: Siamo davvero bravi a utilizzare male la nostra Autonomia
Si stanno mobilitando la città e l´intero mondo della
cultura e dell´Università
Adesioni da tutta Italia. I messaggi di Camilleri, Consolo, Maraini
e Sellerio
Non si fa attendere la risposta di cittadini, forze della cultura e
degli intellettuali siciliani all´appello promosso per scongiurare
la chiusura della Biblioteca centrale e chiedere una legge regionale. Oltre
alle firme sono giunti alcuni messaggi.
Andrea Camilleri: «La biblioteca è veramente qualcosa
di essenziale, di assolutamente prioritario. Il degrado di una biblioteca
è il degrado di tutta una città. Non stiamo parlando di un
luogo qualsiasi, ma di un centro nevralgico, del simbolo della cultura
che produce cultura. Lo stato in cui versa una biblioteca è il termometro
per misurare il malessere cittadino. Non scherziamo: lì a Palermo
il danno è davvero grosso. Bisogna subito fare la legge, inventarsi
forme di finanziamenti, senza perdere tempo. Occorre agire subito, per
salvare una città, e per salvare la faccia. Siamo veramente bravi
a utilizzare male la nostra autonomia regionale».
Dacia Maraini: «Non esagero se dico che la biblioteca è
la parte più importante della città, il suo organo vitale.
Una città senza biblioteca è come un corpo senza fegato,
senza un polmone. Vorrei tanto che i suoi rappresentanti della Regione
si rendessero conto di cosa trascurano. Bisogna capire che vale la pena
di investire su una biblioteca, che di certo non rende in termini di soldi,
ma promuove cultura e civilizzazione. La situazione in cui la biblioteca
regionale versa è la conseguenza di una logica distorta, sbagliata,
che va subito esecrata».
Vincenzo Consolo: «Questa è gente che magari ha in mente
di bruciare le biblioteche, di rendere inaccessibile i libri, di farli
sparire. Non capiscono che bisogna aprire le biblioteche a chi ha ancora
voglia di leggere. Il fatto è che ai nostri amministratori interessano
principalmente i parchi mistici. E la cultura, la vera cultura, fa a farsi
benedire».
Enzo Sellerio: «Sono lieto che i miei concittadini che hanno
tollerato la ventennale chiusura del Massimo, questa volta, ad appena tre
mesi dalla sospensione del servizio lettura e prestiti della Biblioteca
Nazionale siano passati all´azione. Capisco la preoccupazione del
direttore. Ma quando c´è la buona volontà c´è
tutto e a ogni male si può trovare (quasi) sempre rimedio. In questo
caso si potrebbe far presidiare la Biblioteca dai Vigili del fuoco durante
l´orario di lettura. Tanto per dirne una».
(Salvatore Ferlita e Paola Nicita)
LibriAlice News, 24.6.2004
In primo piano
Cunti della contea di Modica
“Si cunta e si bon cunta che il Signuri Iddio, dopo una para di
millenni che aviva creato Adamo ed Eva, gettò per caso una taliata
sulla terra e quello che vitti lo strammò.”
Andrea Camilleri
Siete degli appassionati di Camilleri? Non vi siete persi neppure un
titolo? Non perdetevi neppure questo racconto inedito (Noè e
il pidocchio), inserito in un’antologia di testi di ragazzi della Provincia
di Ragusa dal titolo Cunti della Contea di Modica. Non solo arricchirete
la vostra biblioteca “tematica”, ma aiuterete una causa importante: i proventi
della vendita del volume infatti serviranno per l’aiuto pratico a ragazzi
con differenti abilità.
Una breve presentazione di Vincenzo Peluso della Libreria Equilibri,
che si è occupato della stampa del volume:
Sull'onda del successo della prima edizione (premiata il 24 novembre
scorso al Quirinale dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi),
la Coop. Sociale "Alberto Portogallo", che si occupa di inserimento lavorativo
di ragazzi svantaggiati, ha portato a termine anche la seconda edizione
del Concorso Letterario "Cunti della Contea di Modica", affiancato quest'anno
da quello artistico "Arti della Contea di Modica", e realizzato con la
collaborazione di "Antica Dolceria Bonajuto" e "Cio.Mod cose scritte".
Nato da un'idea del Presidente della Cooperativa Paolo Modica, obiettivo
del concorso è coinvolgere i più giovani per avvicinarli
alla lettura. Quest'anno però, visto il successo della prima edizione,
il Presidente ha deciso di pensare in grande e così, in una notte
tempestosa nella quale non riusciva a chiudere occhio, ha pensato bene
di scrivere una lettera ad Andrea Camilleri, invitandolo a partecipare.
E siccome in fondo nulla è impossibile... Ecco qui il volume che
raccoglie i migliori scritti e i migliori dipinti dei due concorsi, oltre
ovviamente all'inedito di Camilleri.
Ed ecco come parla dell’iniziativa Paolo Modica, Presidente della Cooperativa
Sociale "Alberto Portogallo", curatore dell’iniziativa:
“Il libro Cunti della Contea di Modica è il risultato di
un concorso letterario e di un concorso artistico rivolti ai ragazzi degli
Istituti di Scuola Media Superiore della provincia di Ragusa, ma è
anche il tentativo (a nostro parere riuscito) di coinvolgere in un progetto
per fini sociali il mondo dei ragazzi, il mondo della scuola, il mondo
della cultura e il mondo del volontariato. Abbiamo chiesto ai ragazzi delle
scuole di celebrare e di cogliere l'essenza del nostro territorio e abbiamo
chiesto ai nostri giurati di scegliere i messaggi che trasmettessero emozioni
reali, premiando fantasia e originalità.
Ora il risultato di questo lavoro è qui per voi. La nostra
speranza è che sfogliando questo libro possiate rivedervi studenti
sui banchi, energici, vitali, generosi e pieni di fantasia perché
come scrive F.A. Belgiorno “scrivere da giovani non significa scrivere
male, ma piuttosto aprire alla fantasia e all'invenzione delle nuove dimensioni”.
Hanno vinto tutti i ragazzi che hanno partecipato perché hanno impegnato
altri ragazzi con abilità differenti a trascrivere, ad impaginare,
a catalogare, ad incorniciare le opere e a dialogare con gli studenti;
hanno vinto gli uomini di cultura delle giurie, perché con animo
nobile e grande disponibilità hanno accettato di collaborare a questo
progetto.
All'interno del libro troverete dunque anche il gradito inedito
di Camilleri, che ha aderito a questa iniziativa donandoci un suo contributo
e dimostrando non solo un immutato entusiasmo, ma soprattutto una grande
sensibilità nei confronti dei nostri ragazzi. In fondo per capire
se abbiamo avuto successo o meno in questa vita non conta solo quello che
abbiamo dato al mondo dal punto di vista professionale, ma la quantità
di amore che abbiamo lasciato dietro di noi; questo ci guida, questo è
l'obiettivo del libro.
I fondi raccolti dalla vendita del libro saranno destinati a progetti
d'inserimento lavorativo di ragazzi con abilità differenti.”
Copie del volume possono anche essere richieste direttamente:
e-mail: equilibri@katamail.com
tel: 0932/453363
A cura di Giulia Mozzato
Il Mattino,
25.6.2004
Avanza il corpo di Banana
Movimenti di rilievo solo nella narrativa, dove il corpo di Banana Yoshimoto
dimostra di sapere anche come arrampicarsi sulle classifiche di vendita.
Entra in coda l'insolito thrilling anni '30 di Deaver in cui tocca a un
killer mafioso di origine tedesca provare a salvare il mondo dal nazismo.
Per l'Italia il giovane Moccia e il vecchio Camilleri resistono meglio
della nazionale di calcio. È troppo sperare che qualche tifoso deluso
corra a comprarsi i loro libri per le serate senza la squadra del cuore?
La Nazione, 27.6.2004
Superpoliziotto di giorno, appassionato di filosofia la notte. E
amante dei gialli
Pizzuto, elogio dello sbirro scrittore
Elogio dello "sbirro" scrittore. Infinito, gerundio, relativizzazione
del tempo, contiguità dei fatti e delle persone, la consapevolezza
di avere non una ma più vite, una percezione realissima del dolore
che conduce alla tenerezza. "Si documenti prima di parlare. Lei lo sa chi
era Antonio Pizzuto?" "No." "Era uno che aveva fatto carriera nella
polizia, questore, capo dell´Interpol. Di nascosto traduceva filosofi
tedeschi e classici greci. A settant´anni e passa, andato in pensione,
cominciò a scrivere. E diventò il più grande scrittore
d´avanguardia che noi abbiamo avuto. Era siciliano." L´altro
ammutolì. E Montalbano seguitò: "E dato che ci siamo, le
vorrei dire una mia convinzione. Leonardo Sciascia, se invece di fare il
maestro elementare avesse fatto un concorso nella polizia, sarebbe diventato
meglio di Maigret e di Pepe Carvalho messi assieme". Se lo dice Montalbano,
che di citazioni ne fa poche e il cui volto televisivo ricorda non poco
lo scrittore, vuol dire che all´opera di Pizzuto (Palermo 1893 -
Roma 1976), questore ad Arezzo nel secondo dopoguerra, bisogna dare più
che uno sguardo. Le sue indagini nella narrativa e nelle alchimie possibili
della lingua italiana ci vengono finalmente restituite dalla fiorentina
Polistampa che mette Pizzuto come fiore all´occhiello della sua collana
narrativa. Ma Firenze ha anche il pregio di avere dedicato un convegno
serio a questo scrittore che, analogamente ad Andrea Camilleri, ha dato
tanto alla letteratura italiana nella seconda parte della propria vita.
Nell´aprile 2002 il Dipartimento di Italianistica dell'Università
di Firenze gli ha dedicato una mostra iconografica con testi inediti `Le
comparative simiglianze di Antonio Pizzuto´, il più nuovo
degli autori italiani secondo Luigi Baldacci, ma anche "il più avvertito
e consapevole dei problemi che incombono sul romanzo moderno". Intanto
Polistampa ha pubblicato l´inedito `Così´ e ristampato
`Signorina Rosina´ (1956) e `Sul Ponte di Avignone´ (1938,
sotto pseudonimo), nell´ambito di un progetto affidato agli studiosi
Antonio Pane e Gualberto Avino, grazie al quale sono stati riproposti anche
`Ravenna´ (1962), con una testimonianza di Andrea Camilleri, e `Paginette´
(1964-1972) e tre carteggi con Giovanni Nencioni (`Caro Testatore, Carissimo
Padrino´), Gianfranco Contini (`Coup de foudre´, proprio Contini
aveva auspicato che a Pizzuto fosse riconosciuto il posto che merita nella
letteratura italiana) e Margaret Contini (`Telstar´). È in
preparazione, inoltre, l´epistolario tra Antonio Pizzuto e Alberto
Mondadori. «Per lui - ha osservato Pane - la narrativa è
solo un pretesto per trasmettere la sua visione del mondo, che gli deriva
da Kant e che passa attraverso le acquisizioni del pensiero novecentesco».
Ai libri di Pizzuto si sono accompagnate anche le monografie critiche di
Antonio Pane (Il leggibile Pizzuto) e di Gualberto Alvino (Chi ha paura
di Antonio Pizzuto?).
Michele Brancale
Rai Radio3,
30.6.2004
Il baco del millennio
Andrea Camilleri
Andare in vacanza con Camilleri è un privilegio e noi del Baco
proveremo a farvelo toccare con mano parlando con lui 'di persona, pirsonalmente',
come dice uno dei suoi personaggi, per tutta la puntata di oggi, di libri,
di vacanze e del naturale bisogno degli uomini di ascoltare una storia.
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