RASSEGNA STAMPA
MAGGIO 2004
Emilianet, 3.5.2004
Reggio Film
Festival
Mercoledì 5 maggio inizia la 3° edizione del concorso nazionale
per cortometraggi. Tema di quest'anno: il cibo
Sarà Gianni Carino, illustratore noto per aver "prestato" il
volto al celebre personaggio "Bobo" di Sergio Staino, ad aprire mercoledì
5 maggio la terza edizione del REGGIO FILM FESTIVAL, dedicata quest'anno
al tema del cibo.
[...]
Nella serata inaugurale di mercoledì 5, Gianni Carino presenterà
il suo Cibo illustrato, ovvero leggerà brani tratti dal suo libro
"De porcellis", dedicato al maiale, e parlerà delle sue prossime
produzioni editoriali, tra cui una in collaborazione con lo scrittore Andrea
Camilleri per la realizzazione di un fumetto sulla Sicilia.
[...]
Il Tempo, 4.5.2004
Al via la Fiera del Libro. Un uragano di proposte. Ma agli scrittori
non piace l’interlocutore-manager
La caccia ai nuovi autori è aperta: giovedì prossimo prende
il via una delle grandi kermesse della cultura: la Fiera del libro di Torino,
al Lingotto. Protagonisti autori ed editori, questi ultimi impegnati come
non mai nella ricerca della «pepita nel cestino»: un nuovo,
grande autore. E proprio su questo l’editore di oggi, manager e grande
organizzatore, si scontra e perde con l’editore di ieri, lo stregone della
cultura che si consumava gli occhi su migliaia di manoscritti e inventava
la grande letteratura.
Si capisce anche dalle parole di chi personifica il successo come scrittore:
Andrea Camilleri. «Insomma - dice il papà di Montalbano -
Elvira Sellerio non fece mai pubblicità ai miei libri. Poi successe
il miracolo».
[...]
Antonio Angeli
Ansa, 4.5.2004
Tv: Massimo Dapporto sara' un investigatore anti-Montalbano
Roma. Avra' il volto di Massimo Dapporto un nuovo personaggio televisivo
siciliano, che potrebbe dare del filo da torcere al commissario Montalbano.Si
tratta di Salvatore [Lorenzo, NdCFC] La Marca, professore di biologia,
investigatore suo malgrado, creatura del romanziere Santo Piazzese, che
ha lo stesso editore di Camilleri, papa' di Montalbano. Le riprese del
film in due puntate, che porteranno sul piccolo schermo i romanzi 'I delitti
di via Medina Sidonia' e 'La doppia vita di M. Laurent', cominceranno a
ottobre.
La Repubblica
(ed. di Palermo), 5.5.2004
Dapporto interpreterà il biologo-investigatore
Tv, dopo Camilleri i gialli di Piazzese
I gialli di Piazzese sul piccolo schermo
Anche Santo Piazzese, sulla scia di Camilleri, sbarca sul piccolo schermo.
Cominceranno, infatti, a ottobre le riprese dei primi due romanzi del giallista
palermitano ("I delitti di via Medina Sidonia" e "La dopia vita di M. Laurent",
entrambi editi da Sellerio). Il protagonista, il biologo Salvatore [Sic!,
NdCFC] La Marca, investigatore suo malgrado, avrà il volto di
Massimo Dapporto. Nasce così un nuovo personaggio televisivo siciliano,
pronto a sfidare il commissario Montalbano sul terreno dell´intrigo.
La produzione è la Palomar di Carlo degli Esposti, la stessa di
Montalbano.
Carlo Dapporto ne accenna appena con un misto di aspettativa e di curiosità,
facendo il punto su una carriera piena di impegni in questi mesi. «Fra
pochi giorni finirò di recitare in teatro, per la seconda stagione,
"La coscienza di Zeno" di Italo Svevo. Ma già sto cominciando a
preparare un altro grande personaggio teatrale, "Il malato immaginario"
di Moliere. Il debutto sarà a gennaio, la regia di Guglielmo Ferro,
la produzione della Plexus di Francesca Ardenzi».
Quanto al fronte televisivo, Dapporto, che raggiunse l´apice
della notorietà interpretando il don Marco di "Casa famiglia", dal
20 maggio sarà in onda su Raiuno nei panni dell´Imperatore
Claudio nella fiction-kolossal che la Lux ha dedicato a Nerone, con Jan
Richardson e Angela Molina.
Ma la scommessa maggiore per lui è quella di creare un personaggio
altrettanto accattivante e altrettanto siciliano come il celebre commissario
di Camilleri. Carlo Degli Esposti, titolare della Palomar e produttore
del "Commissario Montalbano" di Raidue, torna a pescare in Sicilia, con
l´aiuto ancora una volta di Francesco Bruni, lo sceneggiatore dell´operazione
Camilleri.
In un film in due puntate arriveranno sul piccolo schermo i due romanzi:
con essi si vedrà una Sicilia diversa rispetto alla più o
meno tranquilla provincia descritta da Camilleri; le storie di Piazzese
si svolgono infatti in una Palermo moderna, europea, ma non dimentica delle
sue tradizioni, la città capitale liberty dei primi del Novecento,
che nel resto d´Italia conoscono in pochi.
La Sicilia, 8.5.2004
Breve scritto inedito
Così Camilleri «vede» la città della Contea
Quattro paginette. Né più né meno della media prodotta
dai circa settanta partecipanti al concorso letterario. Quelle righe tuttavia
erano molto attese, perché nessuno degli organizzatori del "Cunti
della Contea di Modica" fino a un mese e mezzo fa avrebbe sperato di ottenerle.
Ma le finalità del volume edito dalla cooperativa sociale "Alberto
Portogallo", i cui proventi saranno destinati a favorire l'inserimento
dei ragazzi svantaggiati nel mondo del lavoro, hanno convinto lo scrittore
famoso e particolarmente prolifico ad aderire ad una richiesta inviata
senza grandi speranze. L'originale di Andrea Camilleri su Modica è
arrivato. Il papà del commissario Montalbano e di altri fortunati
romanzi ha inviato le cartelle che saranno pubblicate insieme a quelle
dei dieci racconti selezionati dalla giuria, aventi per tema narrazioni
inedite relative al vissuto-raccontato, quotidiano o immaginario, legato
al territorio della Contea di Modica.
Sul contenuto dello scritto di Camilleri c'è la massima riservatezza.
Si sa solo che contiene alcune citazioni sull'antico carnevale della Contea
e alcuni passaggi allegorici. Il concorso letterario "Cunti della Contea"
ha chiuso quasi un mese fa i termini di presentazione, bissando il buon
riscontro quantitativo di racconti scritti dagli alunni delle scuole superiori
della provincia. Poco più che simbolici i premi. Al primo classificato
andrà, oltre alla pubblicazione del racconto, un personal computer
e un buono acquisto libri di 150 euro. Maggiormente "fortunato" il vincitore
della sezione dedicata al migliore racconto avente per tema il cioccolato
di Modica, che avrà in più un soggiorno di fine settimana
a Roma. Sono stati circa 40, invece, i partecipanti al premio artistico
parallelo, denominato "Arti della Contea di Modica", destinato in particolare
a studenti del liceo artistico e dell'istituto d'arte. Della giuria fanno
parte maestri come Piero Guccione, Sonia Alvarez e Giuseppe Colombo.
Antonio Casa
Piazza Liberazione,
8.5.2004
La presa di Macallè, di Andrea Camilleri
Un libro difficile nel suo linguaggio fatto di italiano frammisto a
siciliano a tratti arcaico, ma dalla lettura interessante che nella sua
semplice trama dispiega quella Italia fascista, piccola, fatta di interessi
minimi, in una minima cittadina del sud Italia in cui alla retorica fascista
si lega la sicilianità della vita quotidiana.
Personaggio centrale del libro di Camilleri è Michelino, appena
scolaro, che nell’arco breve della sua vita diventa Figlio della Lupa,
futuro fascista perfetto, e parallelamente, con l’unzione dei sacramenti,
soldato di Cristo; dotato di una mente non ancora attrezzata alle difficoltà
della vita che però si cala, con una durezza ignota per un bambino,
nelle miserie quotidiane e ne scopre passo dopo passo le angosce e ne apprende
piaceri “sconosciuti”.
Suo padre, il camerata Giuggiù è preso dalla politica;
un padre assente, presunto puttaniere, cornificato in una nemesi trasversale,
regime/chiesa/regime, dal prete della chiesa madre, don Burruano.
La storia si dipana e si intreccia in un piccolo paesino siciliano
all’alba di quel 1935 anno della presa, delle truppe colonial-fasciste,
di Macallè in Abissinia.
Si intrecciano con la vita di Michelino, nel dispiegarsi del romanzo,
numerose figure che per moderazione dello scrittore, non diventano personaggi
ma rimangono in quel limbo di intenzioni che ne acuisce il tratto descrittivo
facendoli divenire così, di fatto, attori anch’essi principali del
libro: la madre, santa donna ricettacolo di insane voglie, il prete Burruano
puttaniere, il professore Olimpio Gorgerino pedofilo, la cugina Marietta
deflorata dal poi defunto eroe di Macallè il soldato plebeo Balduzzo,
e futura concubina del padre, la schiera di parenti, amici piccoli e grandi.
Sullo sfondo di quell’Italia di provincia assetata di rivalse e apparentemente
soddisfatta dalle imprese del regime, si legge, velatamente, la malinconia
non di un presente triste da vivere fatto di miseria e stenti frutto della
brutale e altrettanto volgare e ottusa dittatura fascista, ma lo scorrere
del tempo intercalato da episodio quotidiani altamente drammatici; il Michelino
scolaro sodomizzato dal professore pedofilo e dirigente del fascio,
sull’altare di quello che era il compendio del regime: vizi privati pubbliche
virtù, il Michelino che invaso dal sacro furore ideologico uccide,
quasi in un allucinato sogno, il suo compagno di scuola figlio del sarto
comunista Maraventano, perchè nella sua ormai guastata innocenza
la sua piccola mente ingarbuglia la fede a Dio e al duce in un ormai eccitato
fanatismo facendogli dire: "un comunista non è un omo, ma un armalo
e perciò se s' ammazza non si fa piccato" (un comunista non è
un uomo ma un animale quindi se lo si ammazza non si pecca) e, nell’apoteosi
del romanzo, al suo culmine ma anche nel finale del libro, il Michelino
che sopraffatto dalle visioni del sacro fuoco purificatore brucia, letteralmente,
il padre e la sua giovane amante, la cugina Marietta, nel letto matrimoniale
che fu della madre e si immola egli stesso nel fuoco placatore divenendo
così invisibile al suo futuro, ponendo fine alla sua infanzia ingannata.
Non è nostro compito rintracciare nella trama del romanzo messaggi
o segnali di fumo; la semplicità del romanzo è un affresco
percettibile e netto di quella porzione di Sicilia, datata 1935, che misura
il tempo con le cadenze delle stagioni della vita, ieri come oggi, che
dosa le cose piccole e grandi della vita, le cose belle e ributtanti degli
uomini, come un alambicco portentoso ma altrettanto tremendo. E tanto ci
basta.
Toni Rigano
Il Messaggero,
9.5.2004
Latera, oggi alle 16
Andrea Camilleri alla presentazione del libro di Caprio e Corallo
sul castello e la famiglia Farnese
"Il Castello di Latera e i suoi rapporti con la famiglia Farnese e con
l'abbazia di San Salvatore al Monte Amiata". E' questo il titolo del libro,
edito dall'amministrazione comunale di Latera, che verrà presentato
oggi alle ore 16 al centro polifunzionale.
Nell'interessante volume gli autori Bonaventura Caprio e Giovambattista
Corallo raccontano le vicissitudini della famiglia Farnese del ramo di
Latera, dando spazio e risalto al patrimonio artistico presente nelle chiese
del paese.
Alla presentazione del volume sarà presente, oltre naturalmente
agli autori e al sindaco Angelo Ginanneschi, anche il noto scrittore Andrea
Camilleri, autore del best-seller ”Il commissario Montalbano", che ha curato
la prefazione del volume.
La Repubblica
(ed. di Firenze), 9.5.2004
Scrittura
Domani da Feltrinelli (v. Cerretani, 17.30) lo scrittore Marco Vichi
e Peppino Ortoleva, alla presenza dell'autore Raffaele Palumbo, parlano
del suo Prima scrivere, raccolta di interviste a, tra gli altri, Affinati,
Camilleri, De Luca e Terzani sulla scrittura.
Gazzetta del Sud,
9.5.2004
Fra matrimoni combinati ed erotiche disavventure
[...]
Uno Stradivari in Sicilia (Margini-Stampa alternativa, pp. 127 - Euro
7,00) di Alfonso Marchese è una vicenda compatta, pervasa di quei
colori intensi, cupi nell'euforia fiammante delle tinte, offerti dalla
più resistente e nobile tradizione letteraria isolana, a partire
da De Roberto. Qui ritornano non solo certe sensuali note della luttuosa
luce brancatiana, ma pure il cronachismo triste e in apparenza più
offuscato di Ercole Patti. Aleggiano le vampate lessicali che investono
la pagina di Silvana Grasso e la corporeità (ma non l'inclinazione
evocativa) di Antonio Russello, accanto ad alterazioni e cura dell'intarsio
linguistico che ricordano Vincenzo Consolo. Camilleri è lontano,
isolato nel suo sterile e lambiccato laboratorio. Nel romanzo di Marchese
dilaga la fisicità; le scene si aprono trasportate dalle «incerte
fascine di parole»; i ritratti dei personaggi sono dotati di ogni
particolare, a partire dal profilo a tutto tondo del conte don Filippo
che, rintanato nel disordine della sua stanza, sembra identificarsi con
la messe degli oggetti che la gremiscono. In piena luce balzano il fratello
don Alfredo, sanguigno e desideroso di avere un erede: la moglie Mimì
che, invece, non vuole mettere al mondo un figlio costretto a vivere in
un ambiente tetro; Rosina, la cameriera dalle «guance pomellate»,
e il marito Vastianu, soprastante nelle campagne dei conti. Con il suo
impianto ottocentesco, tra ricognizione dei costumi, pittura d'ambiente
e sottolineante analisi psicologica, il racconto va avanti dislocando ammicchi
e sorprese, figure vive e metaforici «pupazzi di gesso», equivoci
e perfide vendette, matrimoni combinati e avventure erotiche, ingenuità
e ipocrisie, «risentimenti stantii» e scelte di vita prese
da altri, un violino che ha «qualcosa di diabolico» e una ragazza
a cui vengono rubati i sogni. Avvincente, il libro supera il contrasto
fra motivi saputi e rese espressive di forte provocazione.
Giuseppe Amoroso
il manifesto, 11.5.2004
Un cantafavole venuto da Marsala
Quindici racconti di un microcosmo rurale scanditi nei versi di Nino
De Vita, pubblicati con il titolo di Cúntura dalla Mesogea di Messina.
Lo abitano insieme animali e umani, accomunati dal destino di esistere
Esiste ancora, al di fuori del cerchio magico degli studi accademici,
una «questione dialettale» nella lingua letteraria italiana,
o si tratta ormai di un fossile culturale, uno dei tanti brandelli di una
modernità infranta e irrecuperabile? Paradossalmente, sfogliando
il recente «Meridiano» dedicato alle indagini del commissario
Montalbano, un indizio di crisi profonda lo si può cogliere proprio
nella scrittura di Andrea Camilleri, e di conseguenza negli sceneggiati
tv ispirati al personaggio. Sembrerebbe a prima vista un trionfo del dialetto.
Ma è un dialetto asservito a una semplice dimensione folcloristica:
molto efficace e (a mio parere) apprezzabile nella misura in cui contribuisce
a rafforzare l'aura di simpatia umana che circonda l'eroe e i comprimari
- ma nulla di più. Questo accade ogni volta che l'inserto dialettale
assume un ruolo, per così dire, esclusivamente «coloristico»,
frutto di una strategia tutto sommato prevedibile e fondata esclusivamente
sul lessico. Su una base di italiano letterario medio, in altre parole,
una singola parola «in lingua» viene sostituita con il suo,
più o meno esotico, corrispondente dialettale, spesso addirittura
ingenuamente sottolineato con il corsivo, e il gioco è fatto. Esistono,
naturalmente, campi di espressione verbale contemporanea e sensibilità
artistiche di ben diverse ambizioni. Penso al teatro, ancora prima che
alla poesia: dai mirabili squarci romagnoli nei testi di Mariangela Gualtieri
al recentissimo e splendido coro palermitano della Medea di Emma Dante.
Punte di diamante di una ricerca che prende per le corna il toro dell'ispirazione
dialettale: ottenendo il risultato (sempre difficilissimo) di trasformare
la memoria in un futuro possibile, o, per meglio dire, la regressione vernacolare
in eversione, esperimento, fuga dei significati.
In un contesto politico come quello italiano (ed europeo, purtroppo),
dove il fascismo delle «piccole patrie» si nutre del culto
dei «modi di dire» del bel tempo andato, e dove vediamo trionfare
sulle strade e sulle autostrade la stolida idiozia leghista dei cartelli
bilingue (Bergamo/Bèrghem; Udine/Udin...), il campo del dialetto
potrebbe venire facilmente disertato dal pensiero critico, e dalla ricerca
artistica più autentica. A risparmiarci questa perdita di prospettive
non servono più, a quanto pare, le teorie, ma le opere e le poetiche
che le presuppongono. E ancora una volta, un'autentica boccata d'aria fresca
e stimolante ci arriva dalla Sicilia, o, per essere più precisi,
dal contado marsalese.
A Marsala è nato nel 1950 Nino De Vita, poeta di fama crescente,
ma ancora non conosciuto quanto meriterebbe, nonostante al sua opera sia
capace di illuminare di una luce originale (insieme intima e coinvolgente)
l'eterno legame tra infanzia, memoria e narrazione. Un'occasione ce la
offre la Mesogea di Messina, piccola e coraggiosa impresa editoriale con
vocazione mediterranea, che ha (ri)pubblicato i Cùntura, cioè
i «racconti» di De Vita (pp.285, euro 13,50), finora conosciuti
(e ammiratissimi) solo dai duecento amici che nel 1999 ne avevano ricevuto
una deliziosa edizione privata, stampata in proprio.
[...]
Emanuele Trevi
Gazzetta di Parma,
11.5.2004
Presentata ieri a Milano l'Orchestra Sinfonica «Verdi»
La Stagione «risparmiosa»
MILANO - «Risparmiosa». La dice tutta l'aggettivo usato
dal direttore generale Luigi Corbani, presentando ieri a Milano la stagione
2004-2005 dell'Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi. «Risparmiosa»
su tutto, ma senza venire meno alla qualità artistica. Con un'attenzione
speciale al Novecento, un'apertura alle nuove promesse musicali e, nonostante
i conti in rosso, alle nuove iniziative.
[...]
Sempre più importanza sarà data ai bambini (41mila piccoli
spettatori in questa stagione) con i concerti del sabato pomeriggio di
'Crescendo in musica', rivolti a bambini di un'età media di 10 anni
(nella prossima stagione, tra gli artisti di maggior spicco ci saranno
Massimo Boldi, come voce recitante in Pierino e il lupo di Prokofiev e
in Magaria di Andrea Camilleri, e Arturo Brachetti).
[...]
Venerdì,
14.4.2004
Benvenuti nella Repubblica del giallo
Chi era il più grande di tutti: Simenon o Chandler, Conan Doyle
o Fleming? Mentre sta per uscire con il quotidiano una nuova collana dei
grandi classici del brivido, a svelare il mistero prova Camilleri
Il giallo è diventato maggiorenne. A definirlo “libro di consumo”
(quasi che gli altri non lo fossero) c'e rimasto, per fortuna, solo qualche
polveroso pretoriano delle belle lettere. Certo, al poliziesco maturo l'Italia
è arrivata in ritardo e con qualche fatica ma ormai tutto ci dice
che siamo di fronte a un vero e proprio boom del genere. Che poi, guarda
caso, diventa sempre meno un «genere» recintato da regole e
obblighi per aprirsi invece a suggestioni diversificate e complesse. Casi
editoriali come Almost blue di Carlo Lucarelli o Io uccido di Giorgio Faletti
(che dall'anno scorso ha superato il milione di copie) parlano da soli.
Ma non è solo questione di numeri. Il giallo o noir che dir si voglia
resta anche uno dei territori letterari più vitali e attenti alle
sollecitazioni del presente.
E non da oggi. Per rendersene conto basta mettersi o rimettersi in
viaggio sulle Strade del giallo, la nuova collana in edicola con Repubblica
ogni giovedì a partire dal 20 maggio. Cinquanta titoli che hanno
fatto la storia del poliziesco, ma anche della spy story e del mistery.
Dagli antesignani ai nuovi e novissimi. Da Arthur Conan Doyle a John Grisham.
Da Stephen King a Ellery Queen passando per Agatha Christie, Ian Fleming,
Ken Follett... Primo libro (in omaggio) il capolavoro di James Ellroy L.
A. Confidential diventato, come moltissimi dei titoli della collezione,
un film di successo.
Che quelli su letteratura di serie A o di serie B siano ragionamenti
sterili (esistono buoni libri e cattivi libri, punto) è anche il
parere di uno come Andrea Camilleri, che una decina d'anni fa, già
ultrasettantenne, riapriva a sorpresa i giochi d'un genere dato se non
per morto quantomeno in letargo: il poliziesco all'italiana. Lui di grandissimi
scrittori di suspense (o grandissimi tout court) ve ne cita tanti. A cominciare
dall'adorato Georges Simenon: “Iniziai a leggerlo da giovanissimo. Sin
da quando si firmava con lo pseudonimo Georges Sim. I suoi libri li ho
letti tutti”. E non solo. Ha prodotto per la tv anche i Maigret con Gino
Cervi: “Che Simenon ammirava senza riserve. Quando lo incontrai, invece,
sollevo qualche dubbio sulla signora Maigret interpretata da Andreina Pagnani:
la trovava troppo bella per la parte”. A cos'è dovuto l'incantesimo
dello stile Simenon? “E’ uno straordinario evocatore di atmosfere e poi
inaugura un nuovo sistema d'indagine: l'investigatore si mette nei panni
del morto, si fonde nell'ambiente della vittima”. Qualcuno ha definito
il commissario Montalbano il “Maigret di Sicilia” ma Camilleri ricorda
di come per il suo personaggio “cult” sia stato debitore allo spagnolo
Manuel Vazquez Montalban: “Il suo romanzo Il pianista mi suggerì
la soluzione a un problema di piani temporali mentre scrivevo Il birraio
di Preston. Così decisi di "intitolargli" il mio eroe”.
Andrea Camilleri non fa mistero di preferire il giallo all'europea
a quello americano, “Gli indagatori istituzionali ai detective privati”
anche se, precisa, “Il "privato" Pepe Carvalho inventato da Montalban è
un campione di simpatia, strafottenza e libertà di pensiero”. E
del resto non nasconde un debole per i grandi private eye made in Usa:
“Tanto Sam Spade di Dashiell Hammett che Philip Marlowe di Raymond Chandler
sono dei duri dai risvolti malinconici. Bellissimi quei momenti in cui
vedi scendere su di loro un velo di stanchezza. Stanchezza quasi europea...”.
Hammett ha reinventato la letteratura poliziesca e forse non solo quella:
“Prima che un giallista è un mostro di scrittura. Il Falcone maltese
si chiude con una citazione da Shakespeare e quello andrebbe incluso nell'antologia
dei "grandi finali". Non a caso per Hammett stravedeva gente del calibro
di Ernest Hemingway o Andrè Gide”. Con Chandler (il suo allievo
più dotato) inventarono la “scuola dei duri”: e lì conta
l'azione, le atmosfere più che le trame. Howard Hawks portò
sullo schermo Il grande sonno di Chandler ma diceva di non averne mai capito
perfettamente il plot. «Eppure ne fece un gran film! La seduzione
di quei libri viene soprattutto dalla rappresentazione degli ambienti».
E lo spionaggio? “I miei preferiti sono John Le Carrè e Eric
Ambler. Quest'ultimo lo ricordo a una conferenza stampa a cui ero presente.
Era l'epoca della guerra fredda: i giornalisti interrogavano il pilota
dell'U2, l'aereo spia americano abbattuto dai sovietici, lo scrittore invece
stava zitto. Solo alla fine chiese: "Ma è vero che mentre sorvolava
l'Urss lei fumava un sigaro cubano?". Chissà perché. Forse
gli serviva saperlo per un romanzo”.
In Italia il giallo/noir spopola e tra i giovani scrittori molti dicono
di richiamarsi alla lezione di Giorgio Scerbanenco, a quei suoi spietati
gialli metropolitani che negli anni Sessanta rompevano definitivamente
col provincialismo del genere. “Libri durissimi per l'epoca. Livio Garzanti,
che li pubblicava, mi confessò che sulle prime ebbe addirittura
paura di incontrare l'autore di quelle storie crude. La prima volta che
Scerbanenco si presentò in casa editrice lui lo spiò prudentemente
da dietro una porta socchiusa". Una Milano amara e violenta, a immagine
di un'Italia che usciva dalla sbronza del boom con un bel po' di illusioni
in frantumi. “Sulle prime pensammo che la Milano di Scerbanenco esistesse
solo nella sua mente. Più tardi ci siamo accorti che era stato un
profeta. Il suo investigatore, Duca Lamberti, è un ex medico radiato
dall'ordine (per aver praticato un'eutanasia ndr): uno messo ai margini
dalla società che però vuol rimettere ordine in quella stessa
società”.
Fra i nipotini del grande “Scerba" chi legge? “Carlo Lucarelli. Oltre
ad essere un mio amico è un signor scrittore. Un visionario. Si
veda Almost blue, finora forse il suo capolavoro. Oltrettutto, fin dal
titolo, solletica una delle mie più vecchie passioni: il jazz”.
Nella nuova collana dei gialli di Repubblica Andrea Camilleri è
presente con Il giro di boa, una delle ultime indagini di Salvo Montalbano.
Come ce la presenterebbe l'autore? “Il commissario è, appunto, a
un giro di boa, a una svolta. La crisi della vecchiaia... Si guarda indietro,
si fa domande sul suo mestiere di poliziotto: è stata una scelta
giusta o sbagliata? Alla fine prevarrà la spinta investigativa.
L'istinto della caccia”. Istinto della caccia che, guarda un po', a anche
il titolo della magistrale raccolta di racconti d'un certo Dashiell Hammett.
Marco Cicala
La Sicilia, 14.5.2004
Un giorno di festa per i musei
18 maggio. Ingressi gratuiti in tutta la provincia e spettacolo teatrale
Il prossimo 18 maggio sarà celebrata in tutto il mondo la XXVII
Giornata Internazionale dei musei che quest'anno sarà dedicata al
tema «Musei e patrimonio immateriale».
La Provincia regionale di Catania aderirà alla manifestazione
con una serie di iniziative che sono state presentate ieri dall'assessore
provinciale alle Politiche culturali, Gesualdo Campo.
[...]
In occasione della Giornata Internazionale dei musei al Teatro Sangiorgi
si terrà lo spettacolo teatrale «La signora Lèuca».
L'opera, interpretata da Ida Carrara e tratta dalla novella «Pena
di vivere così» di Luigi Pirandello, è stata scritta
da Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, che è anche il regista.
L'ingresso è gratuito.
[...]
Comune di Scicli,
17.5.2004
Comunicati stampa maggio, n.147
Turisti in visita nella stanza di Montalbano: Scicli come Vigàta
Nuova ondata di presenze turistiche a Scicli per visitare la location
del commissariato di Salvo Montalbano. Appassionati lettori di Andrea Camilleri
e del serial televisivo Rai in coda per entrare nella stanza del sindaco
Falla, al Municipio di Scicli, che nella fiction diventa sede del commissariato.
Torna la primavera e con essa i turisti in cerca dei luoghi di Montalbano.
Nuova ondata di presenze turistiche a Scicli legata alla ricerca dei luoghi
in cui vive e opera nella fiction televisiva il commissario Salvo Montalbano.
L’anno scorso in agosto, quando la stanza del sindaco Falla fu resa fruibile
per i turisti fino a sera per rendere visitabile quella che nella fiction
è diventata la stanza del questore Luca Bonetti Alderighi, si registrò
una presenza di duemiladuecentosettanta turisti, in nove visite. Una media
di un turista ogni trenta secondi. Allora l’amministrazione comunale di
Scicli decise di aprire per due giorni la settimana, il giovedì
e il sabato, dalle 20 alle 22, la stanza del sindaco Bartolomeo Falla,
che nel famoso serial televisivo ispirato ai libri di Andrea Camilleri
è diventata la stanza del Questore.
Mentre Porto Empedocle cambiava addirittura nome in Vigàta in
onore del commissario di Camilleri, a Scicli il Comune organizzò,
su idea dell’assessore Piccione, con la collaborazione della cooperativa
Siklah, le visite guidate alla stanza di Montalbano. Come è
noto infatti il Municipio della città ha ospitato nel corso dei
diversi cicli dello sceneggiato la sede del Commissariato in cui lavora
Salvo Montalbano. Quest’anno si registra ancora una volta un’alta presenza
di turisti e visitatori desiderosi di una foto nella austera stanza del
sindaco di Scicli, senz’altro uno degli interni più eleganti della
provincia. La gran parte di questi visitatori chiedono di posare e scattare
la loro foto nella sedia del Questore Luca Bonetti Alderighi. Da diversi
mesi a questa parte accade infatti che i turisti chiedano al sindaco Falla,
che nel corso degli ultimi cinque anni si è privato per lunghi periodi
della sua stanza di primo cittadino per ospitare le location della troupe
del regista Alberto Sironi, di visitare la sua stanza per vedere di presenza
i luoghi in cui Montalbano lavora.
In realtà il vero e proprio ufficio in cui gira Luca Zingaretti
era stato allestito nell’ex Camera del Lavoro e nella stanza in cui oggi
si trova il protocollo, al piano terra del palazzo municipale. La stanza
del sindaco è stata usata come location dell’austero gabinetto del
Questore Bonetti Alderighi, con cui spesso Montalbano ha più di
un diverbio. Per la prossima estate si attende un nuovo boom ed è
probabile che il Comune dovrà replicare l’iniziativa dello scorso
anno: la stanza del commissario meta di attrazione turistica, e, perché
no, di sana curiosità per i tanti turisti in cerca della qualità
Unesco e degli arancini di Salvo Montalbano.
Adnkronos, 17.5.2004
TV: Rai Educational ne celebra 50 anni con 'Visioni private'
Roma - Rai Educational, la testata diretta da Giovanni Minoli, celebra
i cinquant'anni della Tv italiana con 'Visioni private', un nuovo programma
condotto da Cinzia Tani dedicato al vissuto dello spettatore. La prima
puntata di Visioni private va in onda martedi' 18 maggio alle 0.20 su RaiTre.
'Visioni private', scritto da Alfonso Notari, Cinzia Tani e Linda Tugnoli,
e' una serie di 40 puntate da 30 minuti circa dedicata ai rapporti che
nel tempo ognuno di noi ha intrattenuto con il piccolo schermo. Dal 1954
ad oggi la tv ha riversato nelle nostre case migliaia e migliaia di ore
di fiction, informazione, intrattenimento. Ma quali tra tutte queste trasmissioni
ricordiamo in particolare? Quali pensieri e emozioni ci hanno suscitato?
Quali memorie mettono in moto? Nella prima puntata, Cinzia Tani lo chiede
ad uno spettatore 'particolare', lo scrittore Andrea Camilleri, presentandosi
a casa sua con alcuni preziosi assaggi del miglior repertorio televisivo
Rai.
Il Mucchio Selvaggio,
n° 579, 18.5.2004
Andrea Camilleri
La prima indagine di Montalbano
Mondadori, pp.341, euro 16,50
Tiranno il lettore, si sa, e bene ebbe a rendersene conto sir Arthur
Conan Doyle che, sommerso dalle proteste, dovette resuscitare Sherlock
Holmes dopo averlo ucciso per potersene finalmente liberare: l'illuso.
Sorte non dissimile è toccata ad Andrea Camilleri che, dopo
essere stato a lungo un segreto per happy few, ha conquistato in tarda
età una popolarità immane grazie all'invenzione di quello
che divenuto probabilmente il personaggio più memorabile della letteratura
poliziesca italiana, anche grazie a una serie di fortunati (e dalla realizzazione
esemplare) film per la tv. Tutto bene? Non fosse che il successo dei libri
con protagonista il commissario Montalbano ha fatto passare in secondo
piano la restante produzione del Nostro. Non fosse che a un certo punto
a Camilleri il lettore di cui sopra ha cominciato a chiedere Montalbano
e nient'altro che Montalbano. Non fosse che del poliziotto di Vigata lo
scrittore di Porto Empedocle ha principiato da un certo punto in poi a
essere evidentemente stanco e con due ottime ragioni: una che il personaggio
sembrerebbe avere esaurito le potenzialità e l'altra che in questi
nostri tempi profondamente immorali per un moralista (nel senso alto del
termine) come Montalbano non parrebbe più esserci posto.
Lunga introduzione che potrebbe dirsi la premessa per una recensione
negativa e invece no. Fra varie opzioni che aveva davanti e la più
improbabile delle quali era la liquidazione in silenzio della sua creatura,
Camilleri ha scelto di stare al gioco, di piegarsi non obtorto collo, di
divertirsi insomma anche lui, nel contempo dimostrando la verità
di quel luogo comune che vuole che lo scrittore sui suoi personaggi ne
sappia sempre più del lettore ma meno dei personaggi stessi. Nel
romanzo breve che sta al centro de La prima indagine di Montalbano e lo
intitola il nostro eroe giovane, ha un'altra fidanzata, si muove per le
strade di un altro paese immaginario, mai sentito (Mascalippa) e purtroppo
non sviluppato come avrebbe meritato.
Prima di essere infine trasferito a Vigata e trovarsi di fronte al
primo caso vero. Due volte fittizia e nondimeno viva l'emozione di vedere
un mondo noto prendere forma. Ove i due racconti che completano il volume
(il più riuscito l'apocalittico Sette lunedì) si svolgono
al presente.
Dalla prima all'ultima pagina Camilleri mantiene in ogni caso lo stesso
tono, divertito come non mai e come non mai benevolo rispetto alle umane
miserie. Nemmeno un morto e del resto è la grafica stessa di copertina
a chiarire che il milieu è giallistico, non noir. Come momento interlocutorio
il libro funziona, ma altri concepiti nello stesso modo non avrebbero senso:
a Camilleri decidere se e come chiudere il caso.
Con un incendio purificatore sulla falsariga de La presa di Macallè?
Eddy Cila
La Stampa, 20.5.2004
Lo scrittore siciliano è il primo personaggio incontrato da
Cinzia Tani per «Visioni private»
Camilleri è anche un cavallo
Camilleri è anche un cavallo "e quando trotta lui gli altri si
attaccano", parola di Camilleri uomo, di nome Andrea, autore di Montalbano,
intervistato l'altra sera da Cinzia Tani. Era il primo personaggio di una
quarantina di scrittori, registi, giornalisti e intellettuali assortiti,
incontrati per la RaiEducational di Giovanni Minoli in "Visioni private".
La trasmissione va in onda il martedì intorno a mezzanotte su Raitre,
per quaranta puntate. I nottambuli e gli insonni, dunque, ma anche chi
possiede e usa il videoregistratore avendone dimestichezza tecnica, potranno
avere modo di ascoltare dei gran bei ricordi. Sono ricordi legati soprattutto
alla tv in occasione del suo cinquantesimo compleanno, ma non solo, amabilmente,
maieuticamente raccolti da Cinzia Tani, anche autrice del programma insieme
con Alfonso Notari e Linda Tognoli.
La conduttrice arriva a casa di Camilleri, suona il campanello, bacia
lo scrittore, entra, si siede sul sofà che sta davanti a una grande
libreria ricolma. Accanto, un pupo siciliano e un televisore con un videoregistratore
per l'appunto, dove verranno via via inserite alcune cassette di particolare
valenza per l'intervistato. I due si danno del tu, contravvenendo ad una
regola delle interviste televisive; d'altronde, la notte è piccola
e complice, le regole sono fatte per essere infrante, e poi, con tutto
il falso che ci ammanisce regolarmente il video, è forse inutile
mantenere questo "lei", che dovrebbe rappresentare un distacco ideale tra
chi fa le domande e chi risponde. Ma quando questo distacco non c'è,
perchè rappresentarlo? Camilleri racconta quindi le sue prime rimembranze
televisive, lui che, già regista teatrale, entrò alla Rai
nel '58, al terzo programma radiofonico, per poi passare al neonato secondo
programma tv. Lavorò con Bernabei direttore generale, e quello è
un periodo che ricorda con favore "perchè con Bernabei si poteva
rischiare. Lui garantiva, aveva le spalle larghe. Si temevano molto le
allusioni sessuali, ma per il resto i democristiani erano tolleranti, e
lo dico io che non sono mai stato democristiano. Adesso avviene il contrario".
Ma "questo è un terreno minato" dice Tani, cambiando discorso e
preferendo restare nella vasta messe dei ricordi legati allo spettacolo.
Una messe assai ricca, favorita dalle immagini registrate, "La biblioteca
di Studio uno" quelle parodie di romanzi famosi realizzate dal Quartetto
Cetra nel '64 e davvero ancora attualissime; quella Zizi Jeanmaire con
il maglione troppo corto sulle gambe troppo lunghe ("telefonò un
monsignore per protestare") quel Gino Cervi-Maigret ("lui dimenticava sempre
la parte e andava di gobbo"). Tra i prossimi ricordi, pure quelli di Vincenzo
Cerami, Antonello Falqui, Emilio Ravel, Enzo Siciliano, Monica Guerritore,
Enza Sampò, Ferruccio De Bortoli, Marcello Sorgi, Ugo Gregoretti,
Italo Moscati, Ettore Bernabei.
Alessandra Comazzi
l'Unità, 23.5.2004
Il quotidiano dà la notizia dell'uscita in libreria di "Venticinque
anni di mafia" (Rizzoli, BUR Saggi, pp.616, euro 11) di Saverio Lodato,
nuova edizione aggiornata del precedente "Dieci anni di mafia" uscito nel
1990. Sottotitolo di questa nuova edizione è "C'era una volta la
mafia". Il libro è corredato da una serie di nuovi capitoli e interviste,
tra gli altri, a Enzo Biagi, Andrea Camilleri e Gian Carlo Caselli, apparse
su L'Unità.
Dal libro di Lodato sono state anticipate alcune pagine.Ne riportiamo
alcune parti.
[...]
C'era una citazione che apre questo volume. E' una frase scostante
di Elias Canetti. dice: "Andrà meglio. Quando? Quando governeranno
i cani". Era stata aggiunta in una precedente edizione, a voler segnalare
quanto grandi fossero state le speranze durante i lunghi anni dei governi
di centro sinistra e quanto cocenti - invece - le delusioni. Lo spunto
mi era stato dato da una puntata del Costanzo Show (1998) alla quale ero
stato invitato per presentare "C'era una volta la lotta alla mafia" (Garzanti),
scritto insieme a Attilio Bolzoni proprio per rappresentare i paurosi ritardi
di quei governi di centro sinistra in tema di lotta alla mafia.
Trascorremmo una serata molto "forte", in cui non vennero risparmiate
critiche al centro-sinistra. La concluse Andrea Camilleri (il pubblico
del Parioli gli tributò applausi scroscianti) con una frase che
suonava pressappoco così: “Se le cose vanno in questo modo adesso
che governano quelli che consideriamo essere i migliori, c’è da
preoccuparsi a immaginare come andranno le cose quando governeranno gli
altri”.
Tempo dopo mi imbattei in quella frase di Canetti, che sembrava venire
incontro (ma sarebbe più esatto dire: anticipava) alle più
pessimistiche previsioni dello scrittore di Porto Empedocle. Oggi, a distanza
di anni, mi ritrovo a fare i conti con quella doppia profezia Canetti-Camilleri.
Che dire se non che si sono drammaticamente avverate entrambe?
[…]
Camilleri aveva visto più lontano di noi. A adesso, da parte
nostra, sarebbe diabolico perseverare nella miopia e non vedere che appena
due anni di governo Berlusconi hanno prodotto guasti incommensurabili cento
volte superiori a quelli prodotti dai governi precedenti.
[…]
Modica.info, 23.5.2004
I luoghi iblei saranno set cinematografico
La Provincia di Ragusa si sta muovendo per la costituzione della Film
Commission, un organismo che ha lo scopo di promuovere il territorio ibleo
al fine di attirare le produzioni cinematografiche e televisive e nello
stesso tempo sostenere indirettamente l’industria cinematografica locale
creando nuove opportunità di lavoro per gli operatori cinematografici
e televisivi.
[...]
Nella nostra provincia tornerà il prossimo 2005 il commissario
Montalbano mentre gli sceneggiatori saranno già al lavoro nei luoghi
iblei dal prossimo settembre.
The Independent, 24.5.2004
'Cosa Nostra: a History of the Sicilian Mafia' by John Dickie is published by Hodder & Stoughton (£20)
Running the Mafia by remote control
Bernardo Provenzano, once nicknamed 'The Tractor' for his brutality, has reinvented the Sicilian Mafia as a business, with calculators in place of Kalashnikovs. Such power is all the more remarkable because he's been on the run for 41 years.
[...]
Two months later, Falcone's colleague Paolo Borsellino was murdered in the same way, with the same stunning professionalism. It is hard to overestimate the impact of these two atrocities on Italy. Andrea Camilleri, a bestselling Sicilian crime novelist, has compared them to the impact of September 11 on the United States: like the terrorist attacks, they were indications of malign intent that went far beyond the particular events.
[...]
Peter Popham
La Sicilia, 25.5.2004
Premio conferito dal comune
La «Ninfa d'argento» a Camilleri
Ragusa. Ad Andrea Camilleri la Ninfa d'Argento, il prestigioso premio
conferito dal Comune alle personalità della cultura isolana che,
nei vari campi, abbiano portato ai massimi livelli il nome della Sicilia
e la storia di un popolo. A consegnare il Ninfa d'Argento, direttamente
nelle mani dello scrittore agrigentino, a Roma, nella sua casa, è
stato il sindaco Francesco Aiello, accompagnato da Arturo Barbante, consulente
culturale di palazzo Iacono, e Luciano D'Amico, segretario particolare
di Aiello. La cerimonia di consegna si è tenuta ieri mattina, alle
ore 12,30, nella casa romana di Camilleri, che da qualce tempo non attraversa
un gran periodo dal punto di vista del benessere fisico.
La Ninfa d'argento è il riconoscimento più importante
del premio Ninfa camarina, creato da Mariella Sparacino ed organizzato
dal Comune. Si assegna dal 1999. L'edizione 2004 si terrà sabato
prossimo al teatro comunale. Tutte importanti le personalità del
mondo della cultura, dell'arte e dell'editoria che lo hanno vinto dal 99
ad oggi. In particolare, ad assicurarsi il premio Ninfa d'argento sono
stati lo scrittore palermitano Santo Piazzese, l'editrice Elvira Sellerio,
il regista Pasquale Scimeca, il fotografo Giuseppe Leone, il giornalista
Saverio Lodato. Quest'anno, si diceva, il premio Ninfa d'argento è
andato ad Andrea Camilleri, per «aver dato della Sicilia un'immagine
non stereotipata e retorica», e «per aver raccontato fatti,
episodi e circostanze dell'Isola senza celare i difetti, anzi esaltando
i pregi di un popolo».
G. R.
Scanner, 25.5.2004
Ritratto del commissario da giovane...
Andrea Camilleri, La prima indagine di Montalbano, Milano, Mondadori,
2004; pp. 343
Ormai il commissario Salvo Montalbano è diventato un eroe nazionale
tra letteratura e piccolo schermo, e Andrea Camilleri si conferma narratore
prodigioso e assai scaltro nell’intrigare ad libitum la fame sempre copiosa
dell’affezionato pubblico. Come succede appunto ne La prima indagine di
Montalbano, l’ultima raccolta di tre racconti inediti dedicata all’inimitabile
commissario di Vigàta che, come si evince fin dal titolo, presenta
il primo, attesissimo spaccato dei primordi investigativi del popolare
personaggio. Che faceva Montalbano da giovane, quando non era ancora commissario
a Vigàta? Era anche allora legato all’inseparabile Livia da Boccadasse,
Genova? Aveva le stesse idiosincrasie e passioni per la buona cucina e
per la lettura? E queste e molte altre questioni finora irrisolte risponde
il racconto centrale, che presta il titolo all’intera raccolta, in cui
il lettore scoprirà la preistoria del commissario più amato
dagli italiani (e non solo, a giudicare dalle già numerose traduzioni
all’estero). Camilleri ci mostra un giovane Salvo Montalbano durante i
controversi anni Ottanta, in un ambiente totalmente diverso ed avverso
a lui, che abbiamo imparato a conoscere come “omo di mare” e fiero di esserlo:
all’epoca il futuro commissario lavora in uno “sperso paisi degli Erei”,
a Mascalippa, in uno sperduto commissariato di un paese sperduto nella
Sicilia profonda, montana e riarsa: un luogo talmente poco a lui ameno
che gli ha fatto passare persino il suo proverbiale gusto per la gastronomia
locale e sfiziosa. Tuttavia ben presto, su iniziativa del suo maestro,
il commissario Libero Sanfilippo, cui deve i trucchi del mestiere, viene
promosso a commissario e trasferito appunto a Vigàta dove trova
la sua famosa casa lungo il mare a Marinella con annessa verandina, che
gli consente mangiate e colazioni profuse di brezza marina, le sue lunghe
passeggiate sulla riva e le amate nuotate, perfino fuori stagione. Il lettore
scoprirà, con suo grande piacere, un Montalbano alle prime armi
ma con la sua particolare tecnica investigativa già abbozzata, e
potrà assistere anche alla sua prima violenta ‘illuminazione’, con
la soluzione di un caso stimolata da un libro di Borges. Solo la fidanzata
non è ancora Livia, ma si chiama Mery, è una sessantottina
come Montalbano, conosciuta durante gli anni della contestazione all’università:
sempre una relazione a distanza comunque (Mery infatti insegna a Catania),
per lasciare al commissario spazi liberi di movimento senza i quali non
potrebbe altrimenti respirare. Ne emerge quindi il ritratto dello scapolo
nato fin da giovane, vago delle bellezze femminili senza essere il solito
dongiovanni pronto a cogliere ogni occasione, un tratto che contribuisce
non poco al fascino del personaggio. E’ il Montalbano che i lettori di
Camilleri amano e che, pur invecchiato come nell’ultimo racconto, Ritorno
alle origini, resta fedele a se stesso – libri, buona cucina e (perché
no?) lo “sciàuro di fimmina” – ed ai suoi metodi poco ortodossi
per risolvere inchieste che talvolta neppure sembrano tali: in nessuno
dei tre racconti corre sangue, per quanto, soprattutto in quello d’apertura,
Sette lunedì, potrebbe correrne in quantità se il commissario
non riuscisse a risolvere un drammatico mistero mistico-umano. Numerose
le citazioni intertestuali, non solo ad altri romanzi di autori famosi,
ma anche ad altre indagini del commissario, come La gita a Tindari o Il
cane di terracotta. Per chi ama Camilleri e la serie di Montalbano in particolare,
tre racconti assolutamente da non perdere.
Voto 7/8
Paolo Boschi & Hans Honnacker
Bollettino
Università & Ricerca, 25.5.2004
Università di Udine
Lingua letteraria e dialetti, relazioni opposizioni e contatti
A Udine il convegno annuale degli Storici della lingua italiana, martedì
25 e mercoledì 26 maggio a palazzo Florio.
Le relazioni tra lingua letteraria e dialetti, a volte sotterranea,
a volte chiaramente espressa e talora anche teorizzata, e le opposizioni
e i contatti tra la letteratura in lingua e la letteratura in dialetto,
che spesso raggiunge vertici di grande efficacia espressiva e talora di
arte. Attorno a questi temi si svilupperà dalle 15.30 di martedì
25 e dalle 9.30 di mercoledì 26 maggio a palazzo Florio, in via
Palladio 8 a Udine, il convegno annuale degli Storici della lingua italiana,
coordinati da Antonio Daniele, ordinario di Linguistica italiana all'ateneo
di Udine, intitolato quest'anno Letteratura, lingua e dialetti. La due
giorni è dedicata in particolare agli italianisti e agli studiosi
di diverse discipline, filologi, glottologi e dialettologi.
"Quest'anno - annuncia Daniele - saranno analizzati alcuni snodi importanti
della nostra letteratura, determinati dal contatto/contrasto con i dialetti,
il connubio tra lingua popolare e lingua d'arte nelle nostre origini, e
l'invenzione fantastica e paradossale del maccheronico in Teofilo Folengo".
Saranno anche affrontati punti specifici relativi alla narrativa non mimetica
del Nievo, alla dialettalità pascoliana, agli esordi della storiografia
della letteratura dialettale, alla prosa poliziesca ricca di dialettismi
del recentissimo Camilleri.
[...]
Mercoledì 26 maggio [...] nel pomeriggio [...] Andrea Mansini
dell'università di Milano su "L'invenzione dialettale di Andrea
Camilleri".
[...]
Corriere della sera (cronaca
della Lombardia), 26.5.2004
Rassegna / Il via venerdì con una finestra sulla cultura letteraria
nei programmi tv
Varese, la festa del libro
Dieci giorni di incontri per la mostra mercato in piazza Repubblica
Varese - Una finestra sulla cultura letteraria nei programmi televisivi
aperta dal direttore del Tg2 Mauro Mazza e dal neodirettore di Raidue Massimo
Ferrario, già presidente della Provincia di Varese, darà
il via, venerdì alle 18, alla sesta edizione di Amordilibro, la
rassegna dedicata al mondo dell'editoria organizzata dall'assessorato alla
Cultura di Varese. Al teatro Apollonio si alterneranno, dal 28 maggio al
6 giugno, scrittori, filosofi, poeti, giornalisti chiamati a parlare di
storia, presentando biografie, saggi, testimonianze e romanzi ambientati
in epoche lontane.
[...]
Il musicologo Alberto Cantù (2 giugno, ore 18) autore dell'opera
«Da Farinelli a Camilleri», spazia dalla commedia giocosa di
Cimarosa a Verdi, da Carlo Gozzi a Puccini, fino al creatore di Montalbano.
[...]
Paolo Carnevale
Emilianet, 27.5.2004
Tre giorni di arte e cultura per Cofferati sindaco
Dal 29 al 31 maggio "Bolognaladotta – Artisti a Bologna", sempre a
ingresso gratuito
Sarà una maratona da record quella che per tre giorni eleggerà
Bologna capitale dell'arte e della cultura. "Bolognaladotta – Artisti a
Bologna" è il titolo della manifestazione organizzata dal comitato
elettorale di Sergio Cofferati, che si terrà il 29, 30 e 31 maggio
e porterà nel capoluogo emiliano alcuni fra i più prestigiosi
esponenti della cultura italiana.
[...]
La tre giorni avrà luogo non solo nel centro storico, con appuntamenti
all'Arena del Sole e al Teatro delle Moline, ma anche in alcune delle realtà
più interessanti che hanno sede fuori le mura: il Teatro Testoni
in via Matteotti, Villa Serena alla Barca, i Teatri di Vita al Parco dei
Pini, l'Arena Puccini in via Serlio.
Ogni giornata comincerà con "Interferenze", interventi, recensioni,
interviste sul tema della cultura, trasmessi da Radio Città del
Capo, emittente del circuito Popolare Network, e da Radio Città
103.
[...]
Il pomeriggio prevede interventi brevi, reading, teatro, danza e spettacoli
per l'infanzia. Un'offerta ampia e qualificata che proseguirà nella
fascia serale, con monologhi, video, brani, letture, recital e intere produzioni,
fino a notte inoltrata.
Di assoluto livello i nomi in cartellone: si va dagli scrittori Vincenzo
Cerami, Antonio Tabucchi, Andrea Camilleri, Michele Serra e Lidia Ravera,
fino a Mariangela Melato, Ottavia Piccolo, Paola Pitagora, Massimo Ghini,
Marco Baliani, Michele Placido, Moni Ovadia, Benedetta Buccellato, Ruggero
Cappuccio, Maurizio Maggiani, Ivano Marescotti, Laura Curino e Ascanio
Celestini. Grande spazio anche per la musica di qualità con Nicola
Piovani, Lina Sastri, Milva, Avion Travel, Beppe Gambetta, Tetes de Bois,
Pino Marino, Ambrogio Sparagna, Beppe Barra e Lino Cannavacciuolo, così
come per il teatro brillante di Lella Costa, Claudio Bisio e i comici di
Zelig, Tullio Solenghi, Simona Marchini, Vito, Paolo Hendel, David Riondino,
Alessandro Bergonzoni e i Broncoviz con Maurizio Crozza.
Tutti gli artisti parteciperanno a titolo gratuito, così come
per il pubblico sarà gratuito l'ingresso agli spettacoli. Nel corso
della tre giorni è inoltre attesa la presenza a sorpresa di altri
ospiti di fama nazionale e internazionale.
Venerdì,
28.4.2004
Quando Montalbano aveva i capelli lunghi
Nel suo piccolo, almeno per i lettori affezionati, Montalbano è
diventato un cult seriale: come Holmes, come Maigret, come Marlowe. E'
giusto quindi che, non avendo una sua vita propria (per ragioni di età,
letterariamente tenerissima), Camilleri gliene fabbrichi una.
Ed ecco questa prima indagine del commissario siciliano che diventa
una lettura obbligata per chi lo segue con affetto. Ma il meccanismo di
creare un passato dopo aver narrato un Montalbano maturo riserva alcune
sorprese. Intanto la scrittura di Camilleri che, in controtendenza coi
tempi storici, si evolve ed abbelisce, scegliendo di usare il sicilianismo
come vera lingua nuova, a metà strada tra vocabolario e invenzione.
Piccoli problemi nascono anche dal fatto che questo libro segua la fiction
televisiva: l'immaginario del lettore collega, inevitabilmente, Montalbano
a Zingaretti (ma il giovane commissario di carta ha i capelli lunghi fin
quasi alle spalle). Perfino troviamo una fidanzata (Mery) che sconcerta
il lettore abituato a Livia. Infine apprendiamo la storia di come il commissario
sia giunto a Vigata e in base a quali scherzi del destino. Un Montalbano
più rivoluzionario, fresco sessantottino, più incazzato.
La trama gialla come per Maigret, a volte sfuma un po'. Vince il personaggio.
Non è un male, anzi: è l'anticamera del mito.
Attilio Giordano
Il Mattino,
30.4.2004
Il periodico
«Sud» ad Aversa inseguendo cattivi maestri
È dedicato ai cattivi maestri il secondo numero di "Sud", periodico
di cultura, arte e letteratura pubblicato con cadenza trimestrale dalla
Libreria "Dante&Descartes" di Napoli. La rivista, nata dalla collaborazione
tra giovani napoletani e parigini, ospita firme della letteratura internazionale,
come Milan Kundera, Erri De Luca, Andrea Camilleri e si avvale della direzione
editoriale di Eleonora Puntillo e di quella artistica di Francesco Forlani.
[...]
Lorenzo Iuliano
La Repubblica
(ed. di Palermo), 31.5.2004
Speciale Palermo - Bentornati in serie A
Ora mi scopro di nuovo innamorato
Voglio mettere subito le carte in tavola: non sono un appassionato di
calcio. Però, il fatto che il Palermo sia stato promosso in serie
A non può che riempirmi di gioia. È vero che non sono un
tifoso scatenato, ma non posso restare impassibile di fronte al grande
salto della squadra di Guidolin. Il Palermo è il simbolo della Sicilia,
la capitale. Mi sa che non mi perderò una partita del prossimo campionato.
Quella che sta vivendo un po´ tutta l´isola è un´avventura
straordinaria, a cominciare dal fatto che il presidente della squadra sia
un imprenditore friulano. Se da quella "latata" c´è qualcuno
che se la sente di investire da noi, vuol dire che si stanno finalmente
sgretolando certi pregiudizi, che le propagande negative non attecchiscono
più come un tempo. Questo evento della promozione ci dice che la
Sicilia, anche per chi sta al nord, non è più vista come
il far west, ma come una delle tante regioni italiane, dove si può
investire con un certo profitto. Il calcio, mi viene da dire, può
essere il miglior viatico per un gemellaggio significativo, come questo
tra la Sicilia e il Friuli. C´è poi un altro motivo di gioia:
la presenza di due palermitani in squadra.
Ormai si è perso il senso di appartenenza di una squadra a una
città. L´invasione di calciatori stranieri ha trasformato
il tifo in un´astrazione. Se invece, come nel caso del Palermo, ci
sono giocatori locali, vuol dire che c´è qualcosa in più,
l´appartenenza appunto.
Il mio pensiero non può che andare a chi è lontano dall´Isola,
dal momento che le immagini dei gol del Palermo fanno il giro del mondo.
Tutto ciò significa che si possono ancora dare dei segni positivi,
in grado di annullare quelli negativi. È una bellissima occasione
da sfruttare questa, per esportare un´altra immagine della Sicilia.
A questo punto però devo precisare quanto ho detto all´inizio,
confessando che da ragazzo, durante gli anni del collegio, ho pure giocato
a pallone.
Certo, come capita a chi non è proprio una cima, ero costretto
dai miei compagni a mettermi in porta. Ma cercavo comunque di essere competitivo:
volevo eccellere non soltanto a scuola, ma anche nelle prove fisiche. E
allora, da improbabile portiere, facevo uscite a tal punto rischiose, direi
azzardate, da beccarmi sempre pedate dolorosissime.
Certo, nemmeno Leonardo Sciascia impazziva per lo sport, anche se da
giovane seguiva le partite tra Racalmuto e Grotte. Un giorno, però,
decise di non andare più allo stadio, dal momento che gli incontri
degeneravano sempre in risse. E proprio a quest´ultimo aspetto è
probabilmente legata la mia disaffezione nei confronti del calcio. Mio
padre era un dirigente dell´Empedoclina, la squadra del mio paese.
La domenica sera per mia madre e per me, figlio unico, era un incubo: non
avevamo sue notizie, non sapevamo se era all´ospedale, se l´avevano
arrestato. Infatti, le partite con le squadre dei paesi confinanti erano
quasi sempre ad alto tasso di litigiosità. L´ansia che mi
montava dentro ancora la ricordo.
Però, tempo fa, mi è capitato un fatto strano: stavo
davanti la tv, e facevo zapping. Tra un canale e l´altro, mi soffermai
sulle immagini di una partita di calcio. Cominciai a seguirla distrattamente:
il gioco era bellissimo, i calciatori era come se danzassero. Riuscivo
a vedere la geometria del gioco. Mannaggia, ho pensato, cosa mi sono perso
sino a ora. Mia moglie però, che stava accanto a me, si sentì
tradita, come se mi avesse scoperto a letto con una bionda. Cambiai subito
canale. E a proposito della geometria del gioco, Pasolini era solito paragonare
le azioni dei calciatori latino-americani alla poesia, mentre quelle degli
giocatori europei alla prosa. In ogni caso, il gol rappresentava, per l´autore
di "Ragazzi di vita", un´invenzione, una sovversione del codice.
Mi viene da pensare che i gol del Palermo, e la conseguente promozione,
rappresentino proprio una sovversione del codice, calcistico, geografico,
e anche una rinascita. Non bisogna mai sottovalutare questi fenomeni di
massa. Dietro agli undici giocatori, c´è una volontà
popolare che li sospinge, che li incita. Per concludere, se dovessi scegliere
il titolo di un racconto sul ritorno del Palermo in serie A dopo 32 anni,
mi verrebbe in soccorso Dumas, il quale una volta ha scritto: "32 anni
dopo, ieri ci dicevamo?". Mi pare perfetto.
Andrea Camilleri (testo raccolto da Salvatore Ferlita)
|