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RASSEGNA STAMPA

OTTOBRE 2008

 
I love Sicilia, 10.2008
L’isola dei potenti
100
Parlare del potere e dei potenti in Sicilia non è impresa facile.
Non sempre ad una carica ufficiale corrisponde, infatti, un esercizio reale del potere. Per questo abbiamo provato a fare un passo in più, valutando la capacità economica, l'autorità le capacità politiche, la popolarità e il talento individuale di ciascuno dei protagonisti dello sviluppo dell'Isola, tralasciando volutamente i siciliani che operano fuori dalla regione. Abbiamo individuato cinque categorie: politica, economia, spettacolo, poteri forti e giustizia. E le abbiamo affidate a cinque giurati (i giornalisti Felice Cavallaro, Vittorio Corradino, Emanuele Lauria, Gaetano Savatteri e il sostituto procuratore della Dda di Palermo, Antonio Ingroia). Ne è venuto fuori un elenco di 120 nomi. Ma solo i primi cento sono entrati nella nostra classifica, votata in centesimi dalla giuria, dalla redazione (Francesco Foresta, Roberto Benigno, Filippo D'Arpa, Eliana Marino, Claudio Reale e Salvo Toscano) e dall'autore teatrale Davide Enia. Dalla somma dei voti è emersa la misura del potere di ciascun personaggio secondo "I love Sicilia", Un gioco, insomma. Non privo di colpi di scena.

Il volto di chi comanda
Leader, manager, artisti, politici
Ecco le personalità più influenti dell’Isola, entrati nella top cento di "I love Sicillia".
Una rassegna del potere locale, con ben 91 uomini ed appena nove donne, tra conferme e sorprese

[…]
24 ANDREA CAMILLERI
Dello scrittore siciliano che vende più libri in Italia e nel mondo si può dire innanzitutto che ha 83 anni e una facilità di scrittura che gli consente di pubblicare anche più di quattro titoli all'anno. Macchina narrativa per eccellenza, Camilleri con una prefazione, un'introduzione o una didascalia può fare la fortuna di qualunque scrittore. Per comprenderne il potere basta misurare l'invidia di altri scrittori suoi corregionali che storcono il naso ogni qual volta sfogliano le classifiche di vendita.
[…]
 
 

AGI, 1.10.2008
Togliatti: Fassino e Camilleri ad Abbadia per ricordarlo

Abbadia (Si) - Piero Fassino e Andrea Camilleri saranno tra i relatori del convegno "Memorie di un luglio caldo ad Abbadia" in programma venerdi' 3 ottobre, a partire dalle ore 15.30, nel capoluogo badengo, in provincia di Siena per ricordare il 60esimo anniversario dei fatti accaduti in Amiata dopo l'attentato a Palmiro Togliatti, avvenuto il 14 luglio 1948. Abbadia San Salvatore fu uno dei luoghi simbolo dei fatti e degli scontri che si verificarono in tutta Italia dopo la notizia che il segretario del Pci era in pericolo di vita e la controversa repressione che colpi' i cittadini badenghi e' stata, da sempre, al centro di libri, dibattiti e confronti che hanno coinvolto storici ed esperti a livello locale e nazionale. L'iniziativa di venerdi' 3 ottobre, promossa da Polis, Centro per il dialogo tra le istituzioni e dal Comune badengo, con il contributo della Fondazione Mps, si svolgera' nei locali del Club 71. Il dibattito si aprira' con i saluti di Lorenzo Avanzati, sindaco di Abbadia San Salvatore, seguito da Franco Ceccuzzi, presidente di Polis, Centro per il dialogo tra le istituzioni e da Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps. L'iniziativa, poi, entrera' nel vivo con il ricco dibattito che vedra' il contributo di studiosi di storia locale e non solo, quali Alessandro Orlandini, presidente dell'Asmos, Archivio del movimento operaio democratico senese; Roberto Barzanti, gia' parlamentare europeo; Gino Serafini, studioso di storia locale; Achille Mirizio, storico; Maurizio Boldrini, giornalista. L'appuntamento proseguira' con una tavola rotonda, coordinata da Maurizio Boldrini, che vedra' protagonisti, Piero Fassino, Andrea Camilleri e Tommaso Detti, docente di storia contemporanea all'Universita' degli Studi di Siena. L'iniziativa riprendera' la sera con la proiezione del video "Hanno sparato a Togliatti! Memorie di un luglio caldo ad Abbadia San Salvatore", che proporra' immagini dell'epoca, riferite a quanto accadde nel capoluogo badengo e in altre parti d'Italia, e le interviste ai testimoni che hanno vissuto in prima persona i fatti del luglio 1948. La serata sara' accompagnata dalla presentazione di un catalogo che, oltre ad una breve analisi storica e cronologica di quanto accadde, raccoglie i ricordi e le riflessioni di alcuni studiosi di storia locale, e non solo, che in questi mesi hanno portato il proprio contributo al ricordo dell'anniversario di una pagina importante della storia amiatina e senese.
 
 

Il Centro, 1.10.2008
Andrea Camilleri: solo la cultura può unire i popoli oggi divisi

La cultura come unica possibilità di dialogo tra i popoli in un Mediterraneo che è una «vasca da bagno su cui stiamo tutti seduti». E’ il pensiero di Andrea Camilleri che ieri è stato ospite, a Pescara, del convegno «Il mare delle culture».  Lo scrittore siciliano, padre del commissario Montalbano, ha tenuto la relazione conclusiva del progetto dell’Atam, Associazione teatrale abruzzese e molisana per i Giochi del Mediterraneo - Pescara 2009. Camilleri, nell’intervista che segue, ha parlato anche del suo rapporto con l’Abruzzo, con il suo personaggio di maggior successo, e con Simenon.
Il Mediterraneo mare di pace, di civiltà. In realtà è stato storicamente un mare di guerra, a cominciare dalle guerre puniche.
«Sì, è sempre stato un mare di guerra, però non è detto che poi, questa traversata del mare in assetto di guerra non abbia portato dei buoni risultati. Si finisce sempre per conoscersi. Noi siciliani ci siamo presi ben 13 dominazioni, non è detto che queste non ci abbiano arricchito, per alcune cose. Parlo della meravigliosa cultura araba, di cui ci sono ancora vistosissime tracce in Sicilia, e poi ci hanno portato gli aranceti (ride), parecchie cosine. Certo, sarebbe meglio se questo mare non fosse “fiorito di cadaveri”. C’è poi oggi questo problema dei poveri emigranti e disperati: per loro è un mare ostile. Iniziative come questa di oggi a Pescara hanno una speranza che è quella di tendere alla trasformazione del mare, che in realtà è ’na bagnarola, una vasca da bagno, e siamo tutti lì, seduti ai bordi a combatterci l’un con l’altro, è un assurdo, un assurdo assoluto. Iniziative come queste, torno a ripetere, hanno un’importanza fondamentale: tutto ci divide ma è la cultura (la letteratura, la poesia, la musica), quello che unisce i popoli. Proprio ieri sera, qui a Pescara, a un concerto c’era un tenore coreano che cantava la Boheme».
Lei l’ha ascoltato?
«Certo. E’ questo che conta. Se noi andiamo a prendere i tre testi su cui lavoreremo - le Metamorfosi di Ovidio, che ha ispirato letteratura, scultura, pittura; le Mille e una notte che ha finito con Pasolini ed è entrata nella nostra cultura e l’Iliade - sono le uniche vere cose che uniscono gli uomini. Lavoriamo su quello».
Su cosa verterà la sua relazione?
«Praticamente è quello che sto dicendo. Sono tentativi che abbiamo il dovere di fare insieme in un mondo che, chissà perché, sta dimostrando di andare facilmente alla deriva. Cerchiamo, nel nostro piccolo e con i nostri mezzi, di trovare queste radici comuni, che esistono».
Arrivano in Italia (ed è un fenomeno che stiamo vivendo per la prima volta) centinaia di migliaia di disperati. Sono tanti, è anche un problema di quantità?
«Certo, e penso che negli anni a venire il fenomeno diventerà ancora più evidente e più forte. E anche qui credo che l’unico sistema per affrontarlo non può essere più a livello nazionale ma almeno europeo. Non per porre barriere, attenzione, ma per studiare i migliori metodi di accoglienza che significa possibilità di lavoro e per non far rimanere disperata questa gente».
Vorrei passare alla sua attività di scrittore e al suo rapporto con la regione. Lei ha un feeling particolare con l’Abruzzo.
«Sì ho diversi amici abruzzesi, poi le università dell’Aquila e di Chieti - Pescara mi hanno dato una laurea ad honorem, ho vinto il premio Flaiano, uno dei primi per i miei Montalbano, per “La voce del violino”, nel 1997. La mia collaboratrice è di Pescara, Valentina Alferj. Ma pochi sanno che vengo spesso anche al Laboratorio del Gran Sasso, mi hanno invitato anche per assistere all’esperimento del Cern, il 10 settembre, e ci sono andato. I laboratori del Gran Sasso sono una cosa strepitosa».
Lei ha conosciuto Flaiano?
«Sì, l’ho conosciuto e non facevo altro che fargli telefonate di ringraziamento. Lui era critico dell’Europeo e per tre volte di seguito scrisse un gran bene dei miei spettacoli, nella sua maniera spiritosa».
Con lei non si può non parlare di Montalbano. L’ultimo, «Il campo del vasaio», però, lascia intendere che in qualche modo la serie potrebbe interrompersi. E’ così?
«No, guardi, la situazione è questa: tre anni fa mi venne in mente un modo di concludere la serie. Anche avendo una certa età mi dava fastidio non prepararmi un finale. La soluzione, che non dico ovviamente, non è né quella di mandarlo in pensione, né quella di farlo morire. Scrissi questo ultimo romanzo di Montalbano e lo mandai alla Sellerio dicendo “Questo è l’ultimo, quando mi stancherò di scrivere su Montalbano t’avverto e tu lo pubblichi”. Ancora non mi sono stancato (ride) e quindi ora esce un altro Montalbano che si chiama “L’età del dubbio” e loro ne hanno ancora un altro».
E’ vero che l’ultimo è conservato nella cassaforte della Sellerio?
«No, questa è una leggenda metropolitana. Da Sellerio non esiste nessuna cassaforte e addirittura i cassetti sono senza chiave (ride). Anzi, magari ce l’hanno in qualche computer e qualcuno può anche andarselo a leggere».
Il suo rapporto con Luca Zingaretti ormai è diventato come tra padre e figlio, no?
«Luca è stato mio allievo all’Accademia e devo dire che è stato uno dei pochi attori che io ho seguito subito dopo nella vita teatrale, perché era un ragazzo che mi interessava, che meritava. Quando mi dissero che avevano scelto lui per la trasposizione televisiva di Montalbano io rimasi molto contento. Ha dato un’ottima interpretazione anche se è più giovane del mio personaggio, poi lui è calvo mentre il personaggio è pieno di capelli e di peli».
Quanto ha influenzato la scrittura dei Montalbano successivi alla trasposizione televisiva la presenza di Zingaretti?
«No, per niente. Ve ne potete rendere conto leggendo Montalbano. Il personaggio continua a invecchiare e va per la sua strada. Le assicuro però che è un problema. Viene istintiva la suggestione all’interpretazione di Zingaretti mentre sto scrivendo. E vado subito a cancellare».
Riguardo alla sua altra produzione, Montalbano è troppo ingombrante?
«Intanto ha fatto sì che io diventassi uno scrittore di romanzi gialli e non lo sono. E’ un po’ lo stesso destino, senza, per carità, fare nessun paragone, di Simenon. A suo tempo destò scandalo che la Gallimard (una delle più importanti case editrici francesi, ndr) prendesse uno scrittore di gialli. Ma Simenon è un grandissimo. Per quanto mi riguarda, pazienza. D’altra parte quando esce un nuovo romanzo di Montalbano bene o male si cominciano a vendere di nuovo anche gli altri romanzi e quindi è una sorta di ricatto che lui mi fa. In fondo, che i miei romanzi di vent’anni fa siano ancora in catalogo lo devo a lui».
A proposito di Georges Simenon. Lei è stato produttore degli sceneggiati televisivi italiani interpretati da Gino Cervi. E’ stata un’esperienza utile?
«Molto, molto. E poi mi ha insegnato il mestiere perché lo sceneggiatore Fabbri aveva un suo metodo di destrutturazione del racconto di Simenon per poi ristrutturarlo nello sceneggiato televisivo. Questo smontaggio del poliziesco europeo, io a quel tempo non lo sapevo, mi ha consentito di imparare un’arte e di metterla da parte. E mi è tornata molto utile tanti anni dopo».
Proprio in questi giorni è stata pubblicata la notizia che Montalbano è stato tradotto in spagnolo ma facendogli perdere tutti i connotati di sicilianità. Ne vuole parlare?
«Sì anche oggi (ieri per chi legge, ndr) c’è Paolo Di Stefano sul Corriere della Sera che ne parla e conclude “Camilleri che ne pensa?” Mah, non è che si può stare dietro a tutti i traduttori. Nella stessa Spagna pare che ci sia una grossa differenza tra il traduttore castigliano e quello catalano che invece sembra sia molto più attento. I francesi mi traducono benissimo come pure i tedeschi. Apprendo che il mio traduttore giapponese non conosce l’italiano e mi traduce dal tedesco. Ora lei capisce che a questo punto alla domanda “Che ne pensa Camilleri?” Non posso che rispondere: “Non pensa”. Ringrazia quelli che sono più scrupolosi. Però, devo dire, che i due Paesi, fuori dall’Italia, dove vendo di più sono proprio la Germania e la Francia dove ci sono i migliori traduttori. Non è un caso».
Le dispiace in modo particolare visto che la Spagna è il Paese di Manuel Vazquez Montalbàn, l’autore di Pepe Carvalho a cui lei ha dichiarato di dovere il nome del suo personaggio?
«No, perché in Catalogna posso stare tranquillo. C’è un’altra cosa divertente: il mio traduttore catalano ha scritto un romanzo che sta avendo un enorme successo e per ricambiare l’omaggio che io avevo fatto a Montalbàn (morto nel 2003, ndr) ha chiamato il suo investigatore Miguel Camiller (ride di cuore)».
Paolo Di Vincenzo
 
 

Il Messaggero (Abruzzo), 1.10.2008
Protagonisti
Il Mediterraneo di Camilleri: una voce unica

Una bella avventura culturale quella capitanata da Andrea Camilleri per il progetto "Mediterraneo: il mare delle culture" che, dal prossimo ottobre, in vista dei Giochi porterà a Pescara tanti giovani da tutto il mondo. «Ho accettato questo ruolo perché mi sento particolarmente sensibile al problema della convivenza - ha spiegato ieri ospite di Pescara il creatore del commissario Montalbano -. Nel mio paese di origine, Porto Empedocle, ho avuto spesso occasione di raccogliere le toccanti testimonianze dei pescatori che salvano i rifugiati, storie che mi fanno vergognare di essere uomo. In fondo questo Mediterraneo è una vasca da bagno, ed è ridicolo che si stia tanto a litigare seduti sul bordo di una vasca». Nel corso del convegno internazionale dedicato al progetto, Andrea Camilleri ha rivendicato il ruolo della cultura, aldilà dell'esperienza puramente atletica, per unire i popoli affacciati su un mare culla feconda di antiche e profonde civiltà: «Vogliamo forse perdere quella ricchezza che ci fa uomini? Leggendo poesie italiane, balcaniche o arabe colgo gli stessi rimandi, gli stessi sentimenti. L'occasione qui offerta è importante, teatro e musica sono veicoli ideali per conoscersi, per trovare punti comuni. Altrimenti prenderanno il sopravvento quelli che usano religione e politica contro l'uomo. La cultura, che arma non è, può essere l'unica arma per sconfiggere confini e campi di concentramento». Questa la straordinaria lezione del maestro Camilleri che ha incantato la platea strappando applausi a non finire.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 1.10.2008
L’iniziativa. Ad Agrigento Pupi Avati testimonial della manifestazione
I trent'anni dell'Efebo d'oro premio per il cinema letterario

Il legame tra cinema e scrit­tura svela nuovi punti di contat­to, moltiplicando la forza delle immagini: è questo, sintetica­mente, il pensiero-guida che ha caratterizzato le scelte del Pre­mio internazionale Efebo d'O­ro, che giunto al suo trentesimo anno di vita prosegue la sua strada per la nuova edizione che terminerà sabato, ospitando ancora una volta registi, attori, produttori e scrittori.
[…]
Tra gli ospiti lo sceneggiatore Fran­cesco Bruni, Carlo Degli Espo­sti, produttore dell'ormai celebre serie televisiva del "Com­missario Montalbano", tratta dai romanzi di Andrea Camille­ri.
[…]
Spiega Egle Palazzo­lo, che presiede e organizza il premio: «Scrivere per immagini fa parte del nostro tempo, e d'altronde possiamo dire che il Centro ha anticipato questa tendenza, premiando con anti­cipo film e scrittori, come ad esempio Carlo Lucarelli. Sareb­be interessante pensare ad una scuola di scrittura e di sceneg­giatura, al di là degli incontri che si organizzano. Penso magari ad una riflessione sulla scrittura come pre-testo. Il pre­mio è una volta l'anno, ma le at­tività durano tutto l'anno, tra biblioteca e cineteca, con il supporto di Corrado Catania e Nicolò Lombardo. Abbiamo in calendario un incontro con Andrea Camilleri, che stiamo defi­nendo in questi giorni».
[…]
Paola Nicita
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 1.10.2008
L’intervista. L’autore di “Tutti dicono Germania Germania” interviene nel dibattito sugli intellettuali denunciando l’abbandono dell’impegno civile e criticando i giovani narratori
”Aveva ragione Sciascia: Palermo è irredimibile. Non mi sarei mai aspettato di esser governato da politici collusi o pregiudicati”
L’accusa di Vilardo "Gli scrittori non gridano più"

[…]
In questo sfacelo dove sono gli intellettuali?
”Dissolti come neve al sole. Si odono solo poche voci, quella forte di Vincenzo Consolo, i cui libri trasudano sangue e vita. Poi Dacia Maraini e Andrea Camilleri per il loro impegno civile, poche altre voci flebili e infine tanto silenzio”.
[…]
Tano Gullo
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 1.10.2008
La curiosità
"Seimila libri letti? Sciocchezze" Lombardo smentisce il biografo

“Io avrei letto seimila libri? Magari riuscissi a finirne uno al mese...". E Raffaele Lombardo smentì il suo biografo. Colui che sul sito ufficiale del leader dell'Mpa parla in questi termini del governatore: «Uomo poliedrico e di cultura». Rimarcando: «Ama la letteratura e ha letto tutti i 6.000 volumi della sua bi­blioteca".
[…]
E lo stesso, comunque, che de­scrive anche i gusti letterari del presidente della Regione: «Non è un estimatore di Giovanni Verga, non ne condivide il senso di sottomissione e il fatalismo. Aspramente critico nei riguardi di Tomasi di Lampedusa che credeva che i siciliani fossero condannati a non poter cambiare. Però ammira Scia­scia, Bufalino, Consolo e Camilleri". E per Lombardo, aggiunge il sito, «Salvo Montalbano mostra il vero volto della Sicilia". Almeno fino alla prossima smentita.
e.la
 
 

La Sicilia, 1.10.2008
Da oggi per 3 giorni
Convegno sulla cecità a Marina di Ragusa

Ragusa. Un convegno che si pone come obiettivo principale di indagare la capacità dell'organo della vista di integrarsi, in un contesto di fine collaborazione, con tutti gli altri organi di senso, interagendo a livello cerebrale con le proprie aree corticali, la formulando un'immagine visiva che non proviene dall'organo di senso della vista ma dall'integrazione delle aree corticali degli altri organi sensoriali. Il convegno sull'affascinante tema avrà luogo da oggi per tre giorni al centro congressi di un hotel di Marina di Ragusa. Oltre a illustri studiosi saranno presenti l'avv. Giuseppe Castronovo, presidente dell'Agenzia internazionale prevenzione cecità, e lo scrittore Andrea Camilleri.
[Riportiamo la notizia, assolutamente priva di fondamento, solo per completezza di documentazione, NdCFC]
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 2.10.2008
Un volume che ospita testi di scrittori, docenti e giornalisti ripercorre l'epoca dei mandolini che accompagnavano le rasature, dei calendari profumati e della miniera di pettegolezzi
I barbieri di Sicilia
La Spoon River dei vecchi saloni
Nell'introduzione Andrea Camilleri racconta come scappò alla vista delle sanguisughe allora strumento di lavoro

Nel salone del barbiere don Nonò un bel giorno arriva trafelato un suo aiutante: in mano regge una tazza da latte. Si infila di corsa nello sgabuzzino e rovescia il contenuto della tazza dentro un pentolino per metà colmo di sale. Si tratta di quattro vermi orrendi (le sanguisughe) che cominciano a vomitare sangue, tingendo di rosso il bianco del sale. A questo disgustoso spettacolo assiste il giovanissimo Andrea Camilleri.
Nasce da questo ricordo, probabilmente, l´idiosincrasia dello scrittore di Porto Empedocle nei confronti di forbici e rasoi: «Insomma, a ottantadue anni suonati credo di essere stato da un barbiere non più di una ventina di volte». Questa tardiva ma sapidissima confessione la si trova ad apertura del prezioso volume intitolato "Musica dai saloni. Le tradizioni strumentali dei barbieri raccolte e rielaborate da Giuseppe Calabrese e Domenico Pontillo", a cura di Gaetano Pennino e Giuseppe Maurizio Piscopo, nell´edizione non in vendita della Casa museo Antonino Uccello.
Nelle pagine che fanno da prologo, l´autore del "Birraio di Preston" fa pure cenno ai calendari profumati regalati dai barbieri ai clienti, e soprattutto ai concertini eseguiti nel salone di don Nonò dal duo Pirrotta-Spitaleri: il primo ferroviere, il secondo falegname. Concertini, come scrive alla fine Camilleri, proibiti dal fascismo nel 1942: «La guerra - spiegarono i gerarchi - poteva tollerare solo marce militari e inni patriottici». A questo punto, non può non venire in mente l´ultimo romanzo del padre del commissario Montalbano, "Il casellante" (Sellerio), dove guarda caso c´è il protagonista della storia, ferroviere, che assieme a un vecchio amico anima le serate di un salone di barbiere, fino a quando non interviene il gerarca, ferito nell´onore per aver assistito all´esecuzione del repertorio fascistissimo arrangiato a mo´ di "valzarino", di polca e di mazurca.
[...]
Salvatore Ferlita
 
 

Il Tirreno, 2.10.2008
Grosseto
Nuova piazza e premio a Camilleri

Santa Fiora. L’Amministrazione Comunale di Santa Fiora continua nel suo programma di ripristino e riqualificazione del centro storico, con l’inaugurazione di una piazza nuova di zecca.  Infatti, domenica prossima 5 ottobre, a cominciare dalle ore 10,30, taglio del nastro per la cosiddetta piazza - fontana, all’inizio di via Roma, realizzata anche con l’intento di sottolineare ancora la vocazione all’acqua di Santa Fiora, che con una serie di iniziative (ad esempio il progetto di Parco fluviale) vuole affermarsi come paese dell’acqua.  La nuova piazza è un’opera ideata e creata dallo scultore Bernardo Giorni, è intitolata «Flora island-Santa Fiora” e raffigura elementi che rimandano alla storia dell’immaginario e alla iconografia del paese di Santa Fiora.  La sua forma si rifà a quella dell’isola di Flora (fra Alaska e Russia), unica nel mondo a chiamarsi così e crea, dunque, una sorta di collegamento tra il nostro paese e le altre parti del pianeta terra con la sottolineatura che «l’era della scoperta di nuovi continenti è passata, ma la scoperta di nuove verità sui vecchi continenti non si esaurisce».  L’opera si potrà apprezzare nel suo effetto luce notturno, giàdalla serata di sabato, in compagnia dell’autore e della direttrice dei lavori arch.  Sandra Giglioni, a partire dall’imbrunire, per una prima illustrazione e “immersione” nel suo significato. All’inaugurazione di domenica mattina sarà presente il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, l’assessore provinciale Cinzia Tacconi e il maestro Andrea Camilleri.  Nella stessa mattinata, alle ore 11,30, nel Salone del Popolo di palazzo Sforza Cesarini, lo scrittore siciliano, che da oltre quarant’anni è abituale frequentatore di Santa Fiora (possiede una casa nell’abitato di Bagnolo), verrà insignito del Provisino d’oro, la massima onoreficenza civica che il comune santafiorese destina ai cittadini che si sono distinti nell’ambito culturale, sociale, civile, locale e globale.  E’ questa del 2008, la seconda edizione della consegna di un significativo e illustre riconoscimento, che si è voluto concretizzare nel Provisino che fu una delle pochissime monete coniate proprio a Santa Fiora in epoca medievale, nell’attuale area della Provincia di Grosseto.  Per questa sua rara peculiarità nello scenario provinciale, il Comune di Santa Fiora ha provveduto alla riproduzione della moneta e l’ha voluta adottare come riconoscimento civico.
Fiora Bonelli
 
 

Adnkronos, 2.10.2008
Cultura
Scrittori: Camilleri, in arrivo un Montalbano irriconoscibile
Incerto nei sentimenti e affascinato da bellissima collega

Roma - Un Salvo Montalbano quasi irriconoscibile quello che fra tre settimane sbarchera' in libreria, che sta per perdere la testa per un'affascinante collega: gli affezionati lettori delle avventure del popolare poliziotto creato da Andrea Camilleri resteranno, infatti, colpiti dal cambiamento che si e' verificato nel commissario, come se lo scrittore siciliano avesse voluto scavare piu' intensamente dentro i sentimenti del suo beniamino. Si intitola ''L'eta' del dubbio'' il nuovo romanzo di Camilleri che ha per protagonista il poliziotto di Vigata e che l'editore Sellerio pubblichera' il 23 ottobre.
 
 

InToscana.it, 3.10.2008
Andrea Camilleri ospite ad Abbadia per i cento anni della biblioteca comunale
Da sabato 4 ottobre a domenica 12 ottobre incontri e dibattiti culturali ad Abbadia San Salvatore

Una settimana di incontri, letture d'autore e musica. Sono questi gli ingredienti dei festeggiamenti, organizzati in occasione del centenario della biblioteca comunale di Abbadia San Salvatore, che inizieranno sabato 4 e si concluderanno domenica 12 ottobre.
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Gli eventi in occasione del centenario si terranno all'interno della biblioteca comunale e avranno inizio domani, sabato 4 ottobre alle ore 10 alla presenza di un rappresentante del Comune di Abbadia e del vicepresidente alla Provincia, Alessandro Pinciani. Ospite d'onore della giornata sarà lo scrittore, Andrea Camilleri, alle ore 11.30, incontrerà i ragazzi dell'Itis "Amedeo Avogadro".
[...]
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 3.10.2008
L’appello. Firmano anche Camilleri, Consolo e Tornatore contro il cambio di nome allo scalo di Comiso. L’11 la manifestazione
Intellettuali mobilitati per l'aeroporto La Torre

Sempre più ampio l’elenco delle adesioni alla manifestazione dell’11 ottobre a Comiso per protestare contro la decisione della giunta comunale di cancellare l’intitolazione dell’aeroporto a Pio La Torre e ripristinare la vecchia denominazione, “Generale dell’aeronautica Vincenzo Magliocco”. La manifestazione di Comiso dell’11 ottobre è promossa dal centro studi e iniziative culturali Pio La Torre.
[…]
E, dopo le adesioni di realtà collettive, quelle individuali: […] Andrea Camilleri, […], firmatari dell’appello che nel 2007 portò l’allora sindaco di Comiso, Giuseppe Di Giacomo, alla guida di una coalizione di centrosinistra, ad approvare l’intitolazione dello scalo al dirigente comunista palermitano, padre della legge che introdusse la confisca dei beni per i boss e ucciso dalla mafia nel 1982 assieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo.
[…]
 
 

Il Venerdì, 3.10.2008
On the road. Presto al cinema il viaggio su due ruote dello scrittore, nel ’43, per ritrovare il padre
Questa bicicletta è da film. Parola di Camilleri

”Immagino un giovane in bici che corre sulle strade siciliane, verso la libertà”. Così il regista Rocco Mortelliti parla del film che intende realizzare sulla storia della bici sulla quale Andrea Camilleri attraversò la sua Sicilia alla ricerca del padre, durante lo sbarco degli Alleati nel 1943.
Mortelliti spiega che il lavoro di preparazione è a buon punto: ha già pensato a come legare passato e presente. Con dei flashback, che riguarderanno i protagonisti della storia. “Voglio raccontare il viaggio di Camilleri da Serradifalco a Porto Empedocle attraverso lo sguardo di una giovane di oggi”. Produrrà il film Antonello Montante, che è il nipote di Calogero, l’imprenditore che costruì la mitica bicicletta.
(s.f.)
 
 

Negra y Criminal, 3.10.2008
La muerte de Amalia Sacerdote

La próxima semana, "La muerte de Amalia Sacerdote", la novela con la que Andrea Camilleri gano el II Premio de Novela Negra RBA. Y ya saben, el libro lo encontrarán por todas partes, pero si lo compran en una librería, por ejemplo una pequeña que hay en la Barceloneta y que esta especializada en narrativa negrocriminal, el futuro cultural de este pais se lo agradecerá. La edición en catalán saldrá el mes próximo. Y no es de las de Salvo Montalbano.
 
 

ANSA, 4.10.2008
TV: Montalbano e Puccini in anteprima a New York

Roma - Montalbano e Puccini in anteprima mondiale a New York per la quarta rassegna di fiction Rai negli Stati Uniti, dal 6 al 10 ottobre.
[…]
In chiusura della manifestazione arriva invece, il 10 ottobre al Graduate Center della Cuny, 'La luna di carta', l'atteso nuovo episodio, dall'omonimo libro di Andrea Camilleri, in cui il Commissario Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti, che sarà presente all'incontro, cede alla passione e all'erotismo. I quattro nuovi episodi del Commissario Montalbano sono diretti da Alberto Sironi e prodotti da Palomar per Rai Fiction.
[…]
L'iniziativa della Rai per contribuire alla diffusione a New York e in Usa della conoscenza della lingua, storia e cultura italiana attraverso la fiction, "fin da subito è stata accolta - come spiega una nota della Rai - negli ambienti culturali e in particolare in quelli universitari americani con grandissimo interesse e successo di presenze contribuendo a incrementare il numero degli studenti e dei corsi di italiano".
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 5.10.2008
Attori-scrittori, "Corpo a corpo" al Valle

Il titolo è attraente, il sottotitolo offre spazio all' arbitrio, gli autori coinvolti sono una troupe popolare e scapestrata, i personaggi evocati sono una casta di nomi universali da paura, e gli attori chiamati a dar voce fuori-programma sono un concentrato di simpatia. Come perdersi la serata di domani al teatro Valle, indetta per spettacolarizzare la presentazione del libro “Corpo a corpo (Interviste impossibili)” edito nella collana "Coralli" di Einaudi (223 pagine, 16 euro), contenente 11 chiacchierate immaginarie una più curiosa e provocatoria dell'altra? Avendo come predecessori storici Calvino, Eco, Sciascia e gli altri che alimentarono nel 1974 le originarie Interviste Impossibili trasmesse su RadioTre, interverranno a questo appuntamento, con collaborazione dell' Eti e coordinamento di Lorenzo Pavolini, cinque degli inventori di odierni dialoghi fittizi: Andrea Camilleri che ha tampinato il Venerdì di Defoe, Vinicio Capossela in conversazione con Bach, Gianrico Carofiglio che parla a Tex Willer, Emma Dante che interroga Polifemo, e Tommaso Pincio intervistatore di Kurt Cobain. In chiusura di serata è incluso il contatto "irreale" con Rossini scritto da Alessandro Baricco e Vicotria Cabello, interpreti Paolo Bonacelli e Maria Amelia Monti. Per la cronaca, gli altri nel volume sono Carlo Lucarelli per Edgar Allan Poe, Piergiorgio Odifreddi per Galilei, Antonio Scurati per Garibaldi, Walter Siti per Ercole, e Gianmaria Testa per Buscaglione. Cambiano i tempi, muta la comunicazione. Quasi tutte le Interviste Impossibili concepite nel 2008 hanno avuto mesi fa un debutto scenico all'Auditorium Parco della Musica. «Io mi sono molto divertita, a ritrattare i luoghi comuni e le sfaccettature banali che Polifemo respinge rivelando le sue origini napoletane e non siciliane, contestando la sua identità di mostro - riferisce Emma Dante - e ora trovo molto calzante il titolo “Corpo a corpo”: smontare i miti è un familiarizzare, un prendere ai fianchi i personaggi». Gianrico Carofiglio era incerto se dedicarsi a Tex Willer o a Bogart: «Poi ho optato per il primo, menzionando il secondo. Con criteri totalmente autobiografici. Ha contato molto, il primo affaccio in teatro: ho "verbalizzato", ho scritto, come suggerisce Stephen King, muovendo le labbra man mano che buttavo giù i dialoghi. Un editore ha detto "Il tuo è un romanzo di formazione in otto pagine". E io ci ho preso gusto, a stare in pubblico. Faccio un passaggio muto nel film “Il passato è una terra straniera” che è al Festival di Roma». Tommaso Pincio ha un' idea tutta sua: «Tutte le interviste sono impossibili, nel senso che la verità è illusoria (anche nelle registrazioni telefoniche). Inventarsene una di sana pianta significa, per paradosso, avvicinarsi di più alla realtà. Io ho trattato Cobain che già era in un mio romanzo, l'ho pensato in cielo a spiegare il suo suicidio, per essere mandato all'inferno o in paradiso». In materia di musica Capossela ha voce in capitolo: «Stavo per scegliere Glenn Gould, uno che s'intervistava da solo, ma poi ho alzato il tiro: Johann Sebastian Bach. L'idea di immaginarlo sulla scena, a rispondermi, chiamarmi "figliolo", suonare... Un atto d'incoscienza irresistibile». I prossimi autori di Interviste Impossibili all'Auditorium saranno Paolo Giordano, Alessandro Bergonzoni, Corrado Augias, David Riondino, Tiziano Scarpa.
Rodolfo di Giammarco
 
 

Il Mattino di Padova, 5.10.2008
La recensione

C’era più gente che a un’assemblea sindacale o a un dibattito sul contratto integrativo, mercoledì, alla presentazione in sala Paladin (nella foto sopra), a Palazzo Moroni del libro di Luisa Da Re (nella foto sotto) “Te l’avevo detto, io!”. 
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Come dice Camilleri: uno può essere bravo, addirittura brillante nel proprio lavoro e avere la sensibilità di un bradipo tridattilo in qualsiasi rapporto umano.
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Aldo Pomello
 
 

Gush, 6.10.2008
Interviste Impossibili Live
Corpo a corpo. Interviste impossibili
Le Interviste Impossibili Live sono diventate un libro.
La casa editrice Einaudi presenta "Corpo a Corpo. Interviste Impossibili", in una serata speciale organizzata in collaborazione con ETI Ente Teatro Italiano al Teatro Valle di Roma, lunedì 6 ottobre.
Interverranno alcuni degli autori delle interviste raccolte nel volume: Andrea Camilleri, Vinicio Capossela, Gianrico Carofiglio, Emma Dante e Tommaso Pincio.
Conduce la serata Lorenzo Pavolini.
Regia di Roberto Tarasco e contributi video di Lorenzo Letizia.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Per informazioni: Ufficio Stampa Einaudi - 011 5656260/5656263
 
 

Il Sole 24 Ore, 6.10.2008
Pirateria digitale da 2,6 miliardi

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Per ora con Emule, uno dei sistemi di scambio più usati, si condividono musica e film, ma inizia a prendere piede la condivisione di libri e fumetti, le cui pagine sono digitalizzate con lo scanner. Il film blockbuster «Star wars: l'attacco dei cloni» in italiano, per esempio, ha 1.900 fonti (i pc che lo rendono disponibile online), mentre successi delle librerie come quelli di Camilleri o di Oriana Fallaci sono intorno ai 60-70, mentre Harry Potter supera le cento fonti. E gli audiolibri di Montalbano scalzano i rispettivi file di testo.
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Andrea Paternostro e Enrico Netti
 
 

Il Tirreno, 7.10.2008
Piazza-fontana, monumento all'acqua

Santa Fiora. Centinaia di persone, a Santa Fiora, domenica scorsa, per l’inaugurazione della Piazza -Fontana e la consegna del Provisino d’oro al maestro Andrea Camilleri.
[…]
«L’elogio di Martini [Presidente della Regione, NdCFC] e poi di Camilleri alla nostra attività culturale di cui la fontana è l’ultimo esempio - commenta con soddisfazione Verdi [Sindaco di S.Fiora, NdCFC] - ci spinge a continuare su questa strada. […] Una fontana, che come ha detto il maestro Camilleri, si dispone sulla piazza quasi come una sorgente ed è proprio questo che noi volevamo mettere in evidenza.  La gente ha capito bene il suo significato, grazie anche alla spiegazione dello stesso scultore Giorni e dell’architetto Giglioni».  La giornata, poi, si è conclusa nella sala del popolo di Palazzo Sforza, dove è stato consegnato il Provisino d’oro ad un Andrea Camilleri commosso e colpito da un riconoscimento che andava a premiare non solo la sua letteratura ma soprattutto la sua umanità, e ufficializzava, a furor di popolo, la sua appartenenza alla comunità santafiorese, tanto che nella motivazione si legge che “Andrea Camilleri, che ha conosciuto ed apprezzato l’Amiata già prima di abitarvi, attraverso racconti e scritti di autori come Mario Pratesi e Ernesto Balducci, frequenta il nostro territorio da oltre quarant’anni, vivendolo non con l’atteggiamento del turista ma partecipando della nostra comunità, con una presenza che, come lui stesso più volte ha spiegato, non è casuale ma causale, per tutta una serie di analogie, diversità e confronti tra la sua terra d’origine, la nostra e le altre: non la Sicilia e Santa Fiora soltanto, ma il Mondo”.
Fiora Bonelli
 
 

Corriere della Sera, 7.10.2008
Le iniziative del Corriere. A TEATRO CON PIRANDELLO. Le interviste Previste con ogni opera. Interviste e testimonianze. La serie. Dal 9 i venti titoli (Euro 9,90 oltre al costo del quotidiano). Leggende
Falk, Valli, Eduardo per scoprire i segreti del genio siciliano
«In edicola la collezione di venti dvd con grandi regie e celebri interpreti
Piano delle uscite: [...] 11 dicembre "La ragione degli altri" (Camilleri, 1985) [...] 5 febbraio "Cecè" (Camilleri, 1978) [...]

Milano - Con il suo gioco tra finzione e realtà, che giustappone i due piani e infine li scambia, il teatro di Pirandello sembra presagire, invocare l'uso del video. Forse il drammaturgo avrebbe amato la televisione: più immediata, più insinuante nel privato di quanto non lo sia il cinema, che peraltro lo tentò. Di grande interesse è dunque, per verificarne le potenzialità multimediali (sgravate delle preoccupazioni morali), «A teatro con Pirandello», collezione in dvd proposta ai lettori da Corriere della Sera e Rai Trade. Sono venti i titoli, a cadenza settimanale. Ogni opera, introdotta da Maurizio Giammusso, è corredata da interviste e testimonianze di attori, registi e personalità della scena italiana.
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Dell'atmosfera siciliana, non sempre della lingua, sentono [...] "Cecè", storia di una beffa all'amante traditrice, con Carlo Giuffrè diretto da Andrea Camilleri, già regista televisivo per il quartetto Crippa-Girone-Millo-Sastri che qui porta "La ragione degli altri", una delle prime commedie dove focale è il tema dei compromessi efferati che l'essere umano sostiene per egoismo, possesso, perbenismo.
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Claudia Provvedini
 
 

Libertà Sicilia, 7.10.2008
“Non soltanto versi, ma un solido imporsi su tutta la scena culturale nazionale”

Dopo la Prima Guerra Mondiale, Ignazio Buttitta inizia la sua brillante carriera di poeta dialettale, che rende un simbolo della ricerca dei valori perduti della lingua siciliana, che a poco a poco viene sostituita dall’italiano. Al suo fianco sorgono decine di poeti minori, tutti dilettanti che fanno il possibile per recuperare le tradizioni.
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Sicuramente l’uomo del nuovo millennio è Andrea Camilleri, autore di teatro e scrittore che è riuscito a trovare il modo di diffondere il siciliano in Italia e nel mondo. I suoi romanzi sono scritti con un linguaggio molto particolare, con una sintassi decisamente siciliana e un lessico a metà tra italiano e siciliano, in modo tale da poter essere compreso anche da chi parla l’italiano senza aver bisogno di traduzioni. La bravura come narratore gli ha consentito anche un’ampia diffusione all’estero. Nell’immaginario collettivo, Camilleri è associato al personaggio di Salvo Montalbano, commissario della città immaginaria di Vigata.
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Corriere della Sera, 7.10.2008
Risvolti d'autore. Sandro Ferri e Sandra Ozzola. Vizi e segreti, tic e passioni dell'editoria italiana: la coppia che ha inventato la e/o. Le origini
Christa Wolf: vino, grappini e politica
La casa è nata nel '79, sulle ceneri di una libreria romana alternativa, la Vecchia Talpa Bestseller. Tra i successi degli ultimi anni ci sono Massimo Carlotto e la misteriosa Elena Ferrante. Ci portava in giro a Berlino Est. Una prigione

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Un altro eccentrico, a tutti gli effetti, è Jean-Claude Izzo. Sandra: «Una persona strana di cui si innamoravano tutti, uomini e donne, taciturno, gran fumatore e non certo bello, eppure emanava un fascino e una vicinanza sentimentale». Sandro: «L'ultima volta che venne a Roma, nella primavera del 2000, era felice, si era appena risposato con una ragazza francese. Per la fine dell'anno volevamo organizzare un incontro con Camilleri al Teatro Argentina. In settembre ci chiamò per dire che aveva un tumore ai polmoni, ma ci invitò a passare il Natale con lui a Marsiglia. Non siamo andati e in gennaio morì».
[...]
Paolo Di Stefano
 
 

Il Messaggero Veneto, 7.10.2008
Tra il boom e gli anni di piombo: impegno libertario e ripiegamento

Nel lungo elenco di libri pubblicati in Italia fra gli anni Cinquanta e Settanta che Niudd’, il protagonista de “La scordanza” di Beppe Lopez, legge «tutto d’un fiato», c’è “Horcynus Orca” di Stefano D’Arrigo, intessuto di un lessico innovativo ricco di neologismi, di sperimentazioni, di recuperi e manipolazioni del dialetto siciliano. La citazione non è casuale. Su una linea parallela a quella di D’Arrigo si pone infatti il romanzo di Lopez, il cui linguaggio è una miscela di italiano e di pugliese, parlata nativa dell’autore. Ma se il pastiche di D’Arrigo rispondeva alla struttura epica e fiabesca di “Horcynus Orca”, alla sua espressionistica carica mitica, il patois di Lopez risulta alcune parti piuttosto esteriore e di facciata. Un po’ come il mimetismo pluridialettale nelle storie di Andrea Camilleri.
[…]
Licio Damiani
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 8.10.2008
Artisti Riuniti. Un marchio per il teatro. Da Camilleri a Stoppard

Come l'omonima sigla americana tanto benemerita nel cinema, "Artisti Riuniti" sta diventando da qualche anno, in termini diametralmente opposti di slancio artigianale e di volontariato di qualità, un marchio che opera, inventa, accomuna, getta le basi e interviene nel mondo della scena. E ora questa sigla culturale e in un certo senso anche produttiva (di eventi, di spettacoli, di incontri) che ha fatto leva fin dall'inizio sulla direzione artistica di Piero Maccarinelli (e su una serie di quotati nomi di artisti fondatori a cavallo tra palcoscenico e cinema) ha maturato anche una specie di stagione, una rete di appuntamenti con valenza civile, drammaturgica, letteraria, teatrale. Caratteristica delle varie attività messe in cartellone da "Artisti Riuniti" è la trasversalità degli esponenti, dei temi, degli spazi coinvolti e, anche, dei pubblici. Quasi un sintomo, verrebbe da dire, del frazionamento crescente e intraprendente dei linguaggi contemporanei.
[...]
E il raid si concluderà nell'autunno 2009, con l'allestimento di "Festa di famiglia" da Pirandello, con drammaturgia di Andrea Camilleri, e regia e interpretazione del gruppo Mitipretese.
[...]
Rodolfo Di Giammarco
 
 

Corriere della Sera, 8.10.2008
Poliziesco. L'ispettore Beck
Fine di un immobiliarista nel segno di Chandler

Questo giallo, imbastito col filo d'un rigoroso realismo sociale, ruota attorno all'uccisione d'un affarista senza scrupoli. Un «pescecane» che, considerata l'impietosa fine assegnatagli, ha il buon gusto di suscitare l'immediata antipatia dei lettori. Siamo a Malmo, una cittadina della Svezia che guarda la costa danese, agli inizi di luglio. Il lettore scoprirà che, in quell'angolo del nord Europa, si suda come a Reggio Calabria. All'hotel Savoy, autentica chicca architettonica con torrette jugendstil, è in corso un pranzo d'affari. Al brindisi una revolverata fa fuori Viktor Palmgren. Autore del crimine è un anonimo avventore che sparirà nel nulla. Quale il suo movente? Per scoprirlo l'ispettore Beck fruga nel passato della vittima che, alternando alle speculazioni immobiliari ogni altra specie di canagliate, ha accumulato miliardi. Tanto che, vicino ai sessanta, ha potuto «comprarsi» una bionda che sarebbe piaciuta a Spillane. Ai loro esordi negli anni '60 gli autori, una lei e un lui felicemente sposati nell'arte come nella vita, furono considerati gli eredi naturali di Simenon. A non essere convinto dell'accostamento è Andrea Camilleri che, nell'introduzione, dimostra con competente lucidità come i sistemi d'indagine di Beck si differenzino in tutto da quelli di Maigret. Fatto sta che un certo eclettismo, riscontrabile nell'opera della Sjowall e di Wahloo, sembra rendere omaggio alle esperienze della migliore letteratura poliziesca del novecento. Un esempio? C'è Chandler a pagina 83, dove la vedova Palmgren è nuda in piscina, con un possibile sospetto.
Antonio Debenedetti
 
 

Sicilia On Line, 8.10.2008
Già coinvolti nel progetto Andrea Camilleri ed Emma Dante
John Turturro approda ad Aragona Calcara
L’attore italo-americano vuole girare un film sulle sue origini

Aragona Calcara (AG). Aragona Calcara non è solo il paese delle maccalube (le caratteristiche sorgenti idroargillose), ma anche uno dei Comuni siciliani da cui tanti, troppi, sono partiti in cerca di un futuro migliore.
Tra di loro anche la madre di John Turturro, famoso e affermato attore di Hollywood, nato a New York il 28 febbraio 1957. Suo padre (italiano anche lui) lavorava nel settore edile e John, prima di sfondare, si è adattato a fare il barista e il commesso.
A distanza di oltre cinquant’anni, Turturro ha deciso di riallacciare i rapporti con la famiglia di provenienza, rimasta in Sicilia, e di girare un film sulle sue origini. Nonostante siano poche le indiscrezioni che circolano sul progetto, pare che l’attore dovrebbe essere a Palermo a metà ottobre.
[...]
Durante il suo viaggio in Sicilia, il regista incontrerà, inoltre, degli uomini che gli spiegheranno cosa significa vivere sull’isola. Si tratta di Andrea Camilleri e di Gioacchino Lanza Tomasi. Anche Vincenzo Pirrotta ed Emma Dante parteciperanno alle riprese. La produzione del film, invece, sarà di Bruno Rustuccia.
 
 

ABC, 9.10.2008
Andrea Camilleri: «Siempre me ha dado miedo que el mafioso cayera bien a la gente, como el Padrino»
El próximo 20 de octubre llega a las librerías españolas la nueva novela del italiano Andrea Camilleri (porto Empedocle, Sicilia, 1925), el mítico creador del Comisario Montalbano, con una obra

Roma. El próximo 20 de octubre llega a las librerías españolas la nueva novela del italiano Andrea Camilleri (porto Empedocle, Sicilia, 1925), el mítico creador del Comisario Montalbano, con una obra sorprendente: «La muerte de Amalia Sacerdote», premio Internacional de Novela Negra RBA 2008. La nueva obra del octogenario autor sorprende no sólo por la agilidad de la escritura, sino porque es la primera vez que Camilleri se adentra en la novela negra, y lo hace con naturalidad, contando una historia inspirada en un hecho real de la crónica italiana, y unaSicilia impregnada de intereses políticos, corrupción y mafia.
Camilleri recibe a ABC en su casa, en una atmósfera llena de libros y luz. Con el cigarrillo siempre encendido y una copia de su libro recién horneado encima de la mesa.
-Después de Montalbano y sus novelas históricas se adentra en un género nuevo, la novela negra.
-Me cansé de contar lo mismo durante 80 años, así que como por suerte no he tenido nunca eso que llaman crisis de ideas o terror al papel en blanco, la noticia del crimen de Garlasco fue la chispa que me llevó a escribir este libro, porque sigo encontrando un placer irrenunciable en la escritura. Al fin y al cabo soy un funcionario de la palabra.
-El crimen de Garlasco es un hecho de crónica relacionado con el asesinato de una joven, hace más o menos un año. El único imputado está siendo, todavía hoy, su novio, contra el que no hay pruebas convincentes. ¿Por qué este delito y no otros, de los que hoy en día invaden los boletines informativos?
-La verdad es que Garlasco me trajo a la mente un delito similar de hace décadas, pero en aquel caso el imputado era el hijo de alguien importante, y los mecanismos del, llamemoslo juego, en aquella ocasión fueron sorprendentes, una situación que tantos años después se está repitiendo.
-La Sicilia que aparece en «La muerte de Amalia Sacerdote» es una tierra dura, donde los intereses prevalecen por encima de todo.
-El problema es que así es Sicilia, obviamente no toda se mueve con los mecanismos mafiosos, de hecho recientemente se ha demostrado que algo estaba cambiando cuando varios empresarios fueron expulsados de la Asociación de Empresarios Sicilianos por estar relacionados con la mafia, ahora la gente denuncia las extorsiones. La verdad que es la primera vez que la mafia aparece en primera persona en una de mis novelas, porque normalmente aparecen pero no son protagonistas porque siempre me ha dado miedo que el mafioso cayera bien a la gente, un poco como el Padrino, un asesino despiadado que gracias al cine se convirtió en un personaje hasta querido.
-En este libro en vez del típico policía, es el lector que poco a poco va descubriendo el engranaje de la trama, ayudado por un periodista. A pesar de no haber estado en una redacción televisiva de la Rai, como confiesa usted mismo, critica de modo evidente el mundo de la comunicación de nuestros días.
-Sí. Critico la manipulación de la noticia, la capacidad de colocar una noticia en una posición u otra y los mecanismos que este simple gesto pueden generar. En Italia, los periódicos ya no se sabe qué defienden, por lo que sería mejor regresar a los periódicos de partido, como antaño, así al menos la gente sabe lo que lee. Los medios de comunicación no pueden lavarse las manos, sobre todo en este país de analfabetos, y lo digo con datos en la mano, dos millones de personas en Italia lo son, leen poco, prefiriendo la televisión.
-Ganar la segunda edición del premio Internacional de Novela Negra, qué ha significado para usted.
-Para mí es todo un honor, porque recibo un premio fuera de mi país, por un libro que no ha salido en mi idioma todavía. Además aprecio este galardón después de que el año pasado haya recibido el premio Francisco González Ledesma, de quien me ha impresionado su calidad técnica. Me encanta que se sigan descubriendo jóvenes talentos, aunque en mi caso yo no sea tan joven. Pero al mismo tiempo es un signo de libertad de la escritura en España, porque en Italia todavía los mecanismos económicos dominan los grandes premios literarios, aunque algo está cambiando al respecto.
-Pero estos intereses nunca han sido un obstáculo para usted.
-Claro que no. Los personajes y las historias que creo primero en mi mente tiene el valor de salir a la luz sin importarles cuales son estos intereses, y yo les sigo.
Verónica Becerril
 
 

Il Giornale, 9.10.2008
Facebook, dove gli scrittori perdono la faccia
Da Saviano a Montanari, passando per Cotroneo, in rete, i romanzieri fomentano il pettegolezzo letterario. Tutti vogliono apparire apparire e promuovere i propri libri. Però rimediano magre figure

[...]
Moltissimi gli scrittori che ancora non hanno creato un proprio profilo: i più gettonati si affidano a spontanei (?) fan club, da Camilleri a Lucarelli, da Baricco a Moccia.
[...]
Gian Paolo Serino
 
 

AGI, 10.10.2008
Aeroporto Comiso: nel nome di La Torre, da Camilleri a Epifani

Palermo - Tutto pronto per la manifestazione di domani alle 16.30, in piazza Diana a Comiso, organizzata dal Centro Pio La Torre contro la decisione della giunta cittadina di rimuovere il nome dell'ex leader del Pci dall'aeroporto, per ripristinare quello del generale fascista Magliocco. "Tutti insieme contro le mafie. Per la pace, lo sviluppo e la democrazia", e' titolo dell'iniziativa cui prendera' parte, tra gli altri, il leader del Pd, Walter Veltroni. Molte le adesioni, anche da parte di chi domani non potra' esserci. Fra queste quella di Andrea Camilleri: "Sono onorato - dice lo scrittore - di essere stato uno dei primi firmatari dell'appello affinche' l'aeroporto a Comiso venisse intestato a Pio La Torre. Certo, non avrei mai pensato di ritrovarmi dopo poco tempo a sottoscrivere di nuovo un appello per fare in modo che il nome di Pio La Torre non sia cancellato. Sicuro che la nostra iniziativa avrà successo, invio un caro saluto".
[...]
 
 

Il Velino, 10.10.2008
Rai Fiction, Montalbano sbarca a New York sedotto dalle donne

Roma - “Dopo tre anni ho pensato che mi ero sbagliato. Mi sono ricreduto sulla mia decisione di lasciare Montalbano. Ho sentito la mancanza del Commissario come quella di un amico lontano che vai a trovare ogni tanto e sono tornato sui miei passi. Mi mancava il mio rapporto con lui cominciato nel 1999”. Così Luca Zingaretti, a New York con la fidanzata Luisa Ranieri, per “La luna di carta”, uno dei nuovi quattro film tv tratti dai gialli di Andrea Camilleri, che andranno in onda su RaiUno nel 2009, presentato in chiusura della quarta rassegna di fiction Rai negli Stati Uniti. Gli altri tre episodi s’intitolano “La vampa d’agosto”, “Le ali della sfinge” e “La pista di sabbia”. Prodotti dalla Palomar di Carlo Degli Esposti per Rai Fiction, sempre con la regia di Alberto Sironi, nelle nuove puntate Montalbano cederà al fascino femminile, lasciandosi andare al sesso con una cavallerizza (Mandala Tayde) ne “La pista di sabbia”. “Il fenomeno Montalbano è una cosa assolutamente nuova, mai successa prima in nessuna tv del mondo – sottolinea Zingaretti -. I 14 episodi che abbiamo girato in otto anni continuano a essere mandati in onda in prima serata con uno share altissimo, intorno al 23-25 per cento”.
 
 

DIRE, 11.10.2008
Il Pd accende 'Youdem.tv'. Veltroni: coi giovani, in ogni comune

Roma - Le telecamere di "Youdem.tv" si accenderanno martedì prossimo alle 9.30 sul canale 813 di Sky. "Abbiamo scelto la data del 14 ottobre, a un anno esatto dalle primarie, per il suo valore simbolico", spiega il segretario del Pd, Walter Veltroni, nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova tv del Pd, che avra' i suoi studi proprio nella sede del Pd a Roma. E, aggiunge Veltroni, "sara' uno strumento" per fare opposizione.
[…]
Per quanto riguarda il palinsesto della giornata inaugurale, Veltroni dice che ad aprire le trasmissioni sara' "il mio amico Michele Serra con la rassegna stampa", seguira' poi lo spazio di Mario Tozzi dedicato all'ambiente e l'intervista di Gianni Riotta al segretario del Pd. In questa prima giornata ci sara' anche un messaggio di Andrea Camilleri.
[…]
 
 

L’Arena, 11.10.2008
Tivù. Anteprima assoluta a New York
Luca Zingaretti: «Mi è mancato Montalbano»
Quattro nuovi film: andranno in onda su Raiuno nel 2009

Non solo agli spettatori, anche a Luca Zingaretti è mancato Montalbano. Così, dopo tre anni di teatro e cinema, l’attore ha sentito che era il momento di far tornare il Commissario e sono stati girati quattro nuovi film tv, dai gialli di Andrea Camilleri, che andranno in onda su Raiuno nel 2009. Con uno di questi episodi, «La luna di carta», presentato in anteprima assoluta a New York, si è chiusa ieri la quarta rassegna di fiction Rai negli Stati Uniti.
Gli altri tre sono «La vampa d’agosto», «Le ali della sfinge» e «La pista di sabbia». Prodotti dalla Palomar di Carlo Degli Esposti per Rai Fiction, sempre con la regia di Alberto Sironi, i nuovi gialli vedono protagoniste nuove figure femminili e Montalbano cedere al loro fascino, lasciarsi andare al sesso («La vampa d’agosto») e alla passione («La pista di sabbia»). «Dopo tre anni», racconta Zingaretti a New York con la fidanzata Luisa Ranieri, «ho pensato che mi ero sbagliato. Mi sono ricreduto sulla mia decisione, annunciata nel 2005, di lasciare Montalbano perchè è meglio uscire fra gli applausi, dire una battuta in meno piuttosto che in più. Ma poi ho sentito la mancanza del Commissario come quella di un amico lontano che vai a trovare ogni tanto e sono tornato sui miei passi. Quando interpreti un personaggio ti avvicini a un universo e mi mancava il mio rapporto con Montalbano. Tra l’altro i 14 episodi che abbiamo girato in 8 anni continuano a essere mandati in onda in prima serata con uno share altissimo».
 
 

Il Messaggero, 11.10.2008
Il ritorno di Zingaretti: «Montalbano sono io, ho sbagliato a dire basta»

New York - Il mare. Lui è di spalle. Ma inconfondibile. Solo il commissario Montalbano ha quel modo di mettersi le mani in tasca. Di stare davanti al mare con aria di sfida, ma anche come se gli dicesse: domani mattina presto vengo a nuotare, torno da te.
Luca Zingaretti è ancora una volta il poliziotto di Camilleri. Un poliziotto che senza di lui non sa vivere: «Ma no, non è vero, potevano sostituirmi tranquillamente», si schernisce l’attore. Poi, un lampo gli illumina lo sguardo: «Tanto, se lo fanno - mi dicevo - verrà peggio».
Eppure tre anni fa era stato proprio lui a condannare il suo commissario alla prigione di inchiostro e di carta dei celebri romanzi gialli: «Ho creduto che dopo quattordici capitoli avesse compiuto il suo percorso, che non ci fosse altro da aggiungere. Mi sono tuffato nel cinema e nel teatro, avevo voglia di altro e di tempo, perché la vita, in fondo, dura una mezz’ora. Ho sbagliato, lo ammetto. Ma sono anche tornato sui miei passi. Montalbano ha ancora molto da dire e da fare. Così, dopo tre stagioni di cinema e di teatro, sono tornato sul set e ho girato altri quattro film. Come è stato? Essere di nuovo a casa, con un amico che conosco meglio di me».
Diretti come sempre dall’abilissimo Alberto Sironi (realizzati dalla Palomar), i titoli sono “La vampa d’agosto”, “Le ali della sfinge”, “La pista di sabbia”. E “La luna di carta”, presentata ieri, per la settimana della fiction Rai, alla Cuny University di New York. In un’Aula Magna affollata di studenti, professori, critici, sceneggiatori, invitati che rincorrevano Zingaretti esclamando «lei è bravo, bravissimo». E altri che gli dicevano «vediamo Montalbano ogni due settimane, sulla tv cable, lo sappiamo a memoria». Sorrideva Zingaretti: «Grazie, sono contento che stasera vediate finalmente un episodio nuovo...». In effetti, dal maggio del ’99, quando la bellissima serie debuttò su Raidue, Montalbano si è moltiplicato in centinaia di repliche per tutte le stagioni e per tanti Paesi. «I più grandi consumatori internazionali? Gli australiani, e poi gli svedesi, strano ma vero», racconta l’attore: «Più di una volta mi è capitato di imbattermi in interi pullman di turisti che in ordine sparso, si precipitavano da me. Oddio, che succede, mi chiedevo, ma volevano solo chiedermi un autografo».
Montalbano è sornione, così saggio da potersi permettere il lusso di essere anche un po’ cialtrone. Zingaretti anche. Mentre è serio, gli occhi ridono. Però, questo nuovo Montalbano, già conosciuto dai lettori, stavolta cade in seduzione. «Non è un eroe nato, né un uomo perfetto. E’ un uomo e basta. Che ama la sua donna - specialmente quando è lontana... - ma che sente il tempo che passa, che gli sfugge, e che ritrova l’incanto, della curiosità e della gioventù nella sensualità femminile. Insomma, come tutti gli essere umani tenta di esorcizzare la fine».
Dice anche, Zingaretti, che non soffre affatto il matrimonio con il commissario: «Ogni attore che si rispetti è legato a un personaggio. Poi però fa anche altro. Il mio fruttivendolo per esempio, vede tutti i film che giro, e questo in parte, lo devo proprio a Montalbano».
Prossimamente? «Vacanza. Due o tre mesi lontano dal set e dal teatro. Non voglio nemmeno pensare al prossimo film tv su Carlo Urbani». Una vacanza. Con un’attrice alla quale ieri sera diverse persone hanno chiesto: «Scusi, lei è la fidanzata del commissario?». E Luisa Ranieri ha risposto sì.
Micaela Urbano
 
 

La Stampa, 11.10.2008
Zingaretti: ero perso senza Montalbano
L’attore: “Quanto mi mancava il commissario, ho sbagliato a lasciarlo”

New York. Torna Montalbano. Anzi tornerà. Con Degli Esposti produttore, Sironi regista, Zingaretti commissario. Con Mimì Augello, Fazio, Catarella, Galluzzo, Ingrid e Beba da contorno e Ragusa con il suo barocco fascinoso sullo sfondo. Zingaretti aveva detto mai più. A distanza di tre anni ci ha ripensato. «Mi sono sbagliato. Credevo fosse giusto uscire di scena nel momento del massimo trionfo. E’ stato un errore. Montalbano mi mancava». Cosa le mancava? «Il ruolo, il gruppo di lavoro, il mare della Sicilia. E poi Camilleri è un autore prolifico: scrive, scrive. C’erano altri quattro racconti». E’ un Montalbano più pensoso, meno sereno, uno che rompe con Livia, l’eterna fidanzata, si lascia turbare dalle donne e dai casi su cui indaga, vero? «Vero. Con una differenza rispetto ai libri. Il Montalbano di Camilleri ha passato i sessant’anni ed è afflitto dall’idea della morte. Io ne ho 45: non sarei stato credibile. E poi i pensieri sullo schermo è difficile raccontarli». Fenomeno unico nella nostra tv “Il commissario Montalbano” fa sempre ascolti straordinari. Eppure sono solo 14 episodi che la gente ormai conosce a memoria ma che ha piacere a rivedere. Grande l’attesa per i nuovi film in arrivo: “La vampa d’agosto”, “Le ali della sfinge”, “La pista di sabbia”, “La luna di carta”, l’unico già pronto. Ed è proprio “La luna di carta” che è stato fatto vedere qua a New York, alla Cuny University, l’altra sera, in conclusione di questa piccola rassegna di alcune opere Rai scelte dagli studenti di lingua italiana delle università newyorkesi. E’ il quarto anno che si tiene questa manifestazione che coinvolge anche Raicorporation sulla cui bellissima terrazza con panorama su Tribeca, è stato spiegato come mai, proprio oggi, la lingua italiana in Usa è studiata da un numero crescente di allievi. Sono i bisnipoti degli italiani che emigrarono che vogliono riscoprire le loro origini. Ma anche americani conquistati dal fascino della moda, dell’arte, della cucina italiana. E chiedono di imparare la lingua parlata, di vedere i nostri film recenti, di capire come è fatta la nostra tv. Oltre alla mafia interessano soprattutto personaggi storici e letterari. Italiani, certo, ma anche stranieri. […] La rassegna […] si è chiusa con “La luna di carta”, forse il più difficile dei romanzi di Camilleri da portare sullo schermo. Eliminati i pensieri del commissario inquieto, cancellati i turbamenti sessuali provati per le due donne coinvolte nell’omicidio, sono rimasti sullo schermo solo lunghi faccia a faccia tra Montalbano e gli indagati, senza più le famose nuotate a Marinella, i giri per casa in cerca di intuizione, le mangiate di pesce al ristorante. «Gli altri film non hanno lo stesso tono - assicura Zingaretti - questo doveva raccontare un incesto tra un fratello e una sorella, un intrigo in cui anche Montalbano si perde». Nessuna paura di legarsi troppo a Montalbano? «Ho avuto il privilegio di interpretare ruoli come Perlasca, Padre Puglisi. Sarò Carlo Urbani, il medico morto per combattere la Sars. E poi capita a tutti gli attori di restare nella memoria del pubblico per un titolo solo. Anthony Hopkins, per esempio, non ce lo ricordiamo sempre per “Il silenzio degli innocenti”? E’ il nostro destino».
Simonetta Robiony
 
 

Corriere della Sera, 11.10.2008
La serie. In arrivo su Raiuno altri quattro episodi della fiction tratta dai gialli di Camilleri. Anteprima in Usa
Il nuovo Montalbano «cede» alle donne

New York - Aveva detto «Basta, ho chiuso con il commissario Montalbano». E invece, dopo tre anni Luca Zingaretti torna sulla scena del delitto. Ieri, alla Cuny University di New York, nell' ambito della rassegna di Rai Fiction, è stato presentato il nuovo episodio della fortunata serie televisiva: «La luna di carta», al quale seguiranno «La vampa d'agosto», «Le ali della Sfinge» e «La pista di sabbia», su Raiuno nella prossima primavera. Corregge il tiro Zingaretti: «Non avevo detto no a Montalbano perché mi ero stancato di lui. Solo che, avendo avuto un grande successo con questo personaggio, volevo uscirne tra gli applausi. Ma poi a lungo andare ne ho sentito la mancanza: è un personaggio vivo, in continua evoluzione, proprio perché viene dalla letteratura. E poi mi mancava per la dolcezza del paesaggio in cui sono immerse le sue avventure, mi mancava il rapporto con lui. Insomma, un amico che avevo momentaneamente perso di vista e che ho ritrovato». Ha giocato anche il timore, per Zingaretti, di vedersi sostituito da un altro attore? Ammette: «Francamente mi sarebbe dispiaciuto vedere Montalbano con un'altra faccia, ma la vanità mi è venuta in soccorso. Mi dicevo: se dovessero affidare il ruolo a un altro non funzionerebbe». Quattro episodi, quattro casi da risolvere per un Montalbano comunque diverso dai precedenti. Riprende Zingaretti: «Sono trascorsi nove anni dalla prima serie tv e, ovviamente, il personaggio è cambiato». Invecchiato? Ribatte l' attore: «Beh, Camilleri in effetti lo descrive fisicamente come un uomo appesantito dagli anni, assillato dall'idea della morte. C' è addirittura un momento in cui il commissario, scavalcando una rete, viene colpito da infarto. Ma nel film questa scena l'abbiamo tolta: non ero credibile come malato di cuore». Cambia anche il rapporto con le donne: «Il nuovo Montalbano è in crisi con la fidanzata storica, Livia. Nei prossimi episodi avrà a che fare con donne molto intriganti sotto tutti i punti di vista: dalla dark lady alla femmina perduta. Cederà alle lusinghe della sensualità». Il primo cedimento in «La vampa d'agosto» dove, investigando sull'omicidio di una ragazza, il commissario perderà la testa per la sorella gemella della vittima. In «Le ali della Sfinge» dovrà indagare invece sulla prostituzione che viene dall'Europa dell' est. Infine, in «La pista di sabbia» il ruvido commissario finirà in un contesto inedito per lui: le corse di cavalli clandestine organizzate dalla mafia. Riprende Zingaretti: «Montalbano mi piace perché, nonostante tutto quello che gli accade, non sposta mai il baricentro della sua esistenza. A lui non interessa la carriera: ama la sua casa, le sue ormai proverbiali nuotate e le donne». Ma accettando di tornare sulla scena del delitto, Zingaretti non rischia di rimanere cristallizzato nel ruolo? Sorride: «Ogni attore che si rispetti resta sempre in qualche modo legato a un personaggio: dal De Niro di Toro scatenato all' Anthony Hopkins di Hannibal Lecter. Il problema si pone se ciò preclude altre strade e se interpretando altri personaggi ci rivedi sempre lo stesso. A me non è accaduto». Il prossimo, per Zingaretti, sarà Carlo Urbani, il medico che scoprì la Sars: «È un eroe. Per salvare tante vite umane ha sacrificato la sua».
Emilia Costantini
 
 

La Repubblica, 11.10.2008
Zingaretti: torno a Montalbano non lo sopporterei con un'altra faccia

New York. Non si fa la solita nuotata la mattina, non mangia la pasta davanti alla tv, non c'è spazio che per le indagini nella "Luna di carta" di Alberto Sironi, il primo dei nuovi attesissimi episodi del commissario Montalbano che ha chiuso alla Cuny University la Rai Italian Fiction Week a New York. «Con gli anni anche Montalbano è invecchiato, oggi ne avrebbe 65, è un uomo stanco, che ha paura di correre perché ha avuto un infarto, s'interroga continuamente sulla morte. Sullo schermo però non lo mostriamo così, io ho 45 anni, è il Montalbano di sempre». Il romanzo di Andrea Camilleri, forse il più nero, racconta il rapporto incestuoso tra due fratelli. Zingaretti torna a vestire i panni di Montalbano dopo tre anni: «Mi sono ricreduto sulla decisione di lasciare la serie perché il personaggio mi mancava e, lo confesso, mi sarebbe molto dispiaciuto vederlo con un'altra faccia. Ma resto convinto che un attore debba uscire fra gli applausi, dire una battuta in meno piuttosto che una in più. Montalbano è un fenomeno, i 14 episodi girati in otto anni continuano a registrare uno share intorno al 25%» spiega l'attore «Questo significa che il pubblico rivede i film come rileggerebbe un libro, sono diventati dei classici». Per Zingaretti, Montalbano «piace perché è l'uomo a cui tutti noi maschietti vorremmo assomigliare e che tutte le donne vorrebbero avere vicino. Il problema di essere identificato col personaggio c'è quando questo chiude altre strade ma non è il mio caso». Oltre a "La luna di carta", nel 2009 andranno in onda "La vampa d'agosto", "Le ali della sfinge" e "La pista di sabbia" (prodotti da Carlo Degli Esposti per Rai Fiction), tutti episodi che vedono protagoniste le donne.
[…]
Silvia Fumarola
 
 

Corriere Adriatico, 11.10.2008
Presentato il cartellone, da novembre a marzo proposte per tutti i gusti e le platee
Carlo Giuffré apre la stagione teatrale

Pesaro. […] Il cartellone della stagione di prosa 2008-2009 del pesarese teatro Rossini è varia e articolata. Una serie di spettacoli che da novembre a marzo cercherà di abbracciare un ventaglio di pubblico il più ampio possibile. Si inizia il 21, 22 e 23 del mese prossimo con Carlo Giuffré. L’attore e regista partenopeo che può vantare una carriera di oltre mezzo secolo dirigerà “Il sindaco del rione Sanità”, una delle commedie che Edoardo De Filippo dedicò alla sua Napoli, ritenuta da molti - Andrea Camilleri compreso - il suo capolavoro.
[…]
Emanuele Lucarini
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 12.10.2008
La Torre riporta in piazza duemila persone

No alla cancellazione del nome di La Torre dall' aeroporto. Più di duemila persone si sono radunate in piazza Diana a Comiso ieri pomeriggio per opporsi alla rimozione del nome di Pio La Torre dall'aeroporto civile del paese, per chiedere all'amministrazione di centrodestra la revoca della delibera che intitolato lo scalo al generale Vincenzo Magliocco. E per reagire a una scelta letta come «un attentato alla memoria del popolo siciliano». Il paese che ha accolto la gente arrivata da mezza Sicilia con manifesti per le strade con sopra scritto: «L'aeroporto è stato, è e sarà sempre dedicato al generale Magliocco». Ma dal palco Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre, ha letto il messa del capo dello Stato. Secondo Giorgio Napolitano: «Comiso è il luogo ideale per ricordare Pio La Torre» e - ha aggiunto - la sua memoria che appartiene a tutti al di là delle appartenenze politiche».
[…]
«Che c'entra Magliocco, che ha partecipato a un'altra era - esordisce Vito Lo Monaco, il presidente del centro Pio la Torre - Il nome di La Torre è stato proposto un anno e mezzo fa da un gruppo di intellettuali siciliani, tra cui Camilleri, Consolo, Tornatore, appoggiati dalla precedente amministrazione. Chiediamo in tanti oggi dal palco al sindaco di revocare la delibera».
[…]
Antonella Romano
 
 

El País, 12.10.2008
Reportaje
La izquierda se esfuma en Italia
El discurso populista de Berlusconi campa a sus anchas mientras el Partido Demócrata dirigido por Walter Veltroni se consume en luchas internas

¿Dónde está la izquierda italiana? ¿Qué alternativas propone la oposición liderada por Walter Veltroni al discurso populista y a ratos xenófobo y revisionista de la derecha? ¿En qué ha quedado aquella magnífica explosión de energía reformista generada por las primarias del Partido Demócrata (PD) hace ahora un año?
Estas preguntas que se hacen tantos italianos, dentro y sobre todo fuera del país, se resumen en una respuesta simple. Seis meses después de perder las elecciones, la izquierda italiana está ausente, se diría que no existe. Desaparecida, aunque ayer tratara de revivir con una manifestación masiva contra la política de Silvio Berlusconi. Según los convocantes, unas 300.000 personas salieron a la calle.
[..]
Pero incluso los más entusiastas están instalados en el desencanto. El escritor Andrea Camilleri, por ejemplo, casi ha tirado la toalla. "Siempre he sido comunista, desde el 44. Sé que soy una pieza de museo, pero no he querido perder mi última identidad, abstracta pero identidad al fin y al cabo. Veltroni me invitó a unirme al PD pero no quise. Le voté, aunque me costó tragar con ese sistema electoral llamado “porcata” por su propio autor. Vano sacrificio... La izquierda no tiene fuerza para hacer verdadera oposición. No la sigue nadie".
Miguel Mora
 
 

Museo di Roma in Trastevere (Piazza S.Egidio, 2), 14.10.2008, ore 18:00
L'occhio e la memoria: Porto Empedocle 1950
Presentazione del volume edito da Palombi che raccoglie foto d'epoca di Italo Insolera, corredate dai testi di Andrea Camilleri
Interverranno Andrea Camilleri, Italo Insolera, Nicola Caracciolo, Michele Curcuruto, Gabriele D'Autilia.
 
 

Youdem.tv, 14.10.2008
Messaggio di Andrea Camilleri per il primo giorno di programmazione
 
 

ANSA, 14.10.2008
Museo marionette:possibile chiusura

Palermo - E' un 'delitto pubblico', secondo Camilleri, Eco e altri intellettuali italiani, il taglio dei fondi al Museo delle marionette Pasqualino. In un appello pubblico il gruppo denuncia la possibile chiusura dell'esposizione dei pupi dato che la regione Sicilia, nel nuovo bilancio, ha azzerato i fondi a Pasqualino. Il museo e' nato grazie al contributo dell'antropologo, uno dei piu' grandi studiosi dell'immaginario cavalleresco, ed e' oggi gestito dalla moglie Janne Vibaek.
 
 

La Sicilia, 14.10.2008
oggi nel cortile della «Sciascia»
Messa a dimora dell'albero ricevuto da Andrea Camilleri

Caltanissetta. Verrà messo a dimora oggi, nel cortile della scuola “Leonardo Sciascia” di via Colajanni, l'albero ricevuto in premio dagli alunni delle seconde classi dei corsi C e D di scuola primaria del medesimo istituto per la realizzazione dell'opuscolo contenente poesie, filastrocche e giochi dei nonni nell'ambito del concorso nazionale “Un albero per i nipoti - Festa dei nonni”, promosso dall'associazione culturale Operatori Scolastici Amiata (“Osa). La cerimonia, alla quale prenderà parte il dirigente scolastico Giuseppa Mazzarino, avrà inizio alle 10; sarà presente anche l'assessore all'Identità e Futuro e vicesindaco Fiorella Falci, in rappresentanza del Comune di Caltanissetta, che ha contribuito alla realizzazione dell'opuscolo vincitore del concorso. Il premio è stato consegnato ad Abbadia San Salvatore nei giorni scorsi dallo scrittore Andrea Camilleri ad una delegazione della scuola “Sciascia” composta da insegnanti, alunni e genitori.
r.l.v.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 14.10.2008
Silenzi e ignoranza sulla Sicilia cambiata

Nei centocinquanta anni di unità italiana la Sicilia ne conta molti di scrittori. Ma nel secolo XX di Sciascia e Lampedusa ce ne sono soltanto due, di Pirandello uno, nel XIX secolo ci sono soltanto Verga e De Roberto. Nel XXI secolo sussistono Camilleri e Consolo, e di nuovi è ancora presto per parlarne. Il secolo è appena agli inizi. Non mancano altri scrittori che sarebbe lungo indicare per nome, alcuni di vecchia generazione altri di nuova e nuovissima, ma sono i grandi che dominano la letteratura italiana, che hanno notorietà internazionale, che ancora sono amati e preferiti, ma esclusi Camilleri e Consolo ormai essi fanno parte della storia. Vano chiamarli in causa per i problemi da affrontare e risolvere oggi. Non ci possono dare aiuto. La società odierna è completamente cambiata. Ha diversi problemi e diverse esigenze. E per uno come me che sono nato e mi son fatto nella società del secolo scorso posso solo dare buona testimonianza. La storiografia della società attuale possono assolverla gli storici della nuova generazione. Io sono vissuto al tempo di Sciascia, gli sono stato vicino, abbiamo lavorato assieme, insieme abbiamo fatto la famosa "collana gialla" edita dall'Assemblea regionale siciliana. Oggi una cosa del genere è del tutto inconcepibile. Anche se ci fosse Leonardo, quel che si poteva fare allora non si può più fare oggi. E varrebbe la pena parlare del perché di tale radicale mutazione, e ci sarebbe molto da dire se facessimo la storia di quando a Palermo abitavano Leonardo Sciascia e Lampedusa. Quella storia non darebbe lezioni, ma farebbe capire gli avvenimenti che allora caratterizzarono la Sicilia e l'Italia Noi invece abbiamo bisogno di parlare delle cose attuali ed è perciò necessario chiamare in causa gli intellettuali, la cui funzione è primaria e se non viene esercitata provoca assai negative conseguenze. Sia ben chiaro. Le voci di Camilleri e di Consolo come di Butera, di Fiandaca, di Violante, di Rebulla, di Alongi, di Vilardo e di altri hanno grande importanza, ma non formano un coro, non hanno unione. Sia lungi da me l'intenzione critica. Pongo solo un'esigenza. Anche se pochi, si può sempre formare un'intesa.
[…]
Francesco Renda, Augusto Cavadi
 
 

La Repubblica, 15.10.2008
Troppi contatti, Youdem in tilt poi la tv del PD prende il largo

[…] E Andrea Camilleri, che prima di creare Montalbano era un maestro di gialli televisivi, è ancora più caloroso: «Aspettavo da decenni una televisione così, che desse voce ai cittadini comuni. Che fosse, come diceva Brecht, un' emittente ma anche una ricevente...». […]
Sebastiano Messina
 
 

Corriere della Sera, 15.10.2008
Visto in tv
Debutta «YouDem.tv» Volti tristi su «verde pd»

[…] Naturalmente, nel suo primo giorno di vita, YouDem.tv ha anche proposto molte cose interessanti: […] il saluto di Camilleri […].
Aldo Grasso
 
 

La Repubblica (ed. di Genova), 15.10.2008
Cinque menu al "Sorpasso", ispirati ai personaggi di Montalban, Izzo, Fois, Camilleri e Tabucchi
Mistero in Tavola. Che gusto, il noir se c´è un po´ di Pepe

Il giallo nel piatto. Cinque indizi per un mistero tutto sommato gustoso nella rassegna gastroletteraria "Mediterraneo Noir" che debutta domani al Sorpasso di via dei Giustiniani complice la libreria Books in the casba di via Prè. Cinque scrittori e altrettanti menù affacciati sul mare (Barcellona, Marsiglia, la Sardegna, la Sicilia e Genova), legati da un filo conduttore, un ingrediente che sarà infine rivelato, all´ultima cena: Manuel Vazquez Montalban, Jean-Claude Izzo, Andrea Camilleri, Marcello Fois e Antonio Tabucchi, giallisti puri e spuri, tra letteratura noir e nero di seppia, tra il giallo delle copertine e quello dello zafferano e il cui interesse per la narrativa di genere è spesso e volentieri pretesto al piacere del racconto, condito dall´attenzione per la cucina.
«Sembra che il Mediterraneo - spiega il libraio Fabio Marabotto, il più importante bacino culturale del vecchio mondo, oltre a unire le persone che vivono sulle sue sponde con parole e arti comuni, sia prodigo di scrittori che trovano nell´arte del delitto la loro più alta espressione creativa. Addirittura uno degli autori più noti, Camilleri, chiama il suo commissario Montalbano, con un nome che risulta quasi identico a quello del padre del noir catalano, lo spagnolo Montalban appunto».
E come il maestro, ma con minor maestria ai fornelli, il commissario di Porto Empedocle è degno commensale, impaziente e vorace capace di improvvisate (il trionfo del pesce) in trattoria con scarpetta nel piatto. Mentre Pepe Carvalho in cucina ci sa fare, eccome, a cominciare dalla scelta degli ingredienti (si leggano le praticamente mitiche incursioni al mercato barcelloneta della Boqueria, una sorta di paradiso terrestre alimentare, linguisticamente legato al palermitano Vucciria) pur lasciando al factotum Biscuter il compito di approntargli il pasto del giusto.
«Le cene di Mediterraneo Noir - aggiunge Luca Valpreda, che al Sorpasso continua a dare gusto e idee - partono proprio da Barcellona, con le inchieste di Pepe Carvalho, approdano alla Sicilia di Vigata e Montelusa, inventata da Camilleri, si spingono nella profonda Barbagia di Fois per ritrovarsi nelle calanche marsigliesi, insieme all´ex flic Fabio Montale, reso immortale dalla penna di Izzo. E, infine, si torna a Genova, con all´orizzonte l´ombra di Antonio Tabucchi. Tutti uniti dal Mediterraneo, ma anche tutti uniti da una evidente passione per il buon cibo».
[…]
Stefano Bigazzi
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 16.10.2008
Il film
John Turturro set alla Kalsa

Arriva venerdì a palazzo Bonagia il set del film-documentario di John Turturro. Le riprese del film, prodotto dalla Esperia, sono già iniziate, tra Sciacca, il teatro Antico di Segesta, Mazara del Vallo e la tonnara di Scopello, curate da Roman Pasca, co-autore e coregista e si avvale di Marco Pontecorvo, l' autore di "Pa-ra-da" come direttore della fotografia.
Il documentario racconta il viaggio di un regista americano che viene in Sicilia per scrivere il copione di un film; sarà l'occasione, per Turturro, per ripercorrere la sua vita, girare l'Isola partendo dal paese della madre, Aragona Calcara, e compiere un viaggio in cerca delle sue origini. Nel film, che vede anche la partecipazione di Donatella Finocchiaro, i ciceroni che accompagneranno Turturro alla scoperta della Sicilia saranno Gioacchino Lanza Tomasi e Andrea Camilleri. «Saranno incontri-intervista - racconta Lanza Tomasi - in cui Turturro confronterà le sue percezioni dell'Isola con quello che noi possiamo raccontargli su di essa: non è escluso che la faremo qui, nella mia casa di via Butera».
Ma nel viaggio ci saranno altri incontri, come quello con l'attore Vincenzo Pirrotta, che nella scena girata ieri alla tonnara di Scopello recita un pezzo del suo "nGnanzù", una ricostruzione delle storie dei rais di Favignana e Trapani. Ed è prevista anche un'incursione alla Vicaria, il nuovo spazio della regista Emma Dante, durante le prove del nuovo spettacolo "Le pulle".
l. n.
 
 

Il Messaggero, 16.10.2008
Oggi alla Casa della Letteratura il volume di foto “Ritratti d’Autori”
Muriel Oasi, scrittori in posa
In mostra una novantina di personaggi della letteratura: dallo sguardo ironico di Camilleri agli occhi di Le Clézio

Roma. Sappiamo che la macchina fotografica è un occhio che può guardare davanti e dietro di sé. Davanti scatta una fotografia. Dietro traccia la silhouette dell’animo del fotografo, coglie attraverso il suo occhio ciò che lo motiva. Davanti vede il suo soggetto. Dietro vede il motivo per cui l’oggetto deve essere fissato. Muriel Oasi presenta i suoi “Ritratti d’autore” (peQuod, 130 pagine, 35 euro: se ne parla domani alle 18 alla Casa delle Letterature con Mirella Serri, Simonetta Bartolini, Flavia Cristiano e Maria Ida Gaeta), galleria e «diario di famiglia» di una novantina di volti che rappresentano (dice Luigi Malerba nella intensa prefazione, che è anche uno dei suoi ultimi scritti)«una immagine variegata, ma personalissima della cultura italo-europea di questi ultimi anni, senza ombra di accademia, di arcadia o di enciclopedia», con una «disinvoltura che dà carattere e stile» alle immagini. Rincorrendoli tra festival letterari, presentazioni, location domestiche o urbane la Oasi mette in posa poeti, narratori, saggisti, storici e filosofi con pochi elementi di contorno, sobri e quasi trasparenti, evitando quasi ogni rituale di spettacolarizzazione.
[…]
E’ l’occhio che rende (anche ironicamente e spietatamente) osservante-giudicante Kureishi, incline al giudizio analitico Augé, ironico e indulgente Camilleri.
[…]
Renato Minore
 
 

La Sicilia, 16.10.2008
Il rapporto “Bambini e armi”
Soldati in età adolescenziale, anzi ostaggi

Vengono rapiti in gruppo mentre sono in zone considerate "sicure" come le scuole o le chiese, oppure si arruolano "volontariamente" spinti dalla fame o dal bisogno di proteggere le famiglie. Così le forze armate e gli eserciti non governativi dei paesi in guerra reclutano i bambini-soldato.
[…]
Sono i dati agghiaccianti ricordati ieri da Save the Children in occasione della presentazione a Roma del Rapporto "Bambini e armi. L'istruzione per combattere la guerra".
[…]
Fra i supporter della campagna singoli cittadini, personaggi famosi, tra cui i nostrani Andrea Camilleri e Maria Grazia Cucinotta.
[…]
Anna Rita Rapetta
 
 

Il Giornale, 16.10.2008
Con il vip il paesino si fa un nome (e Zocca dedica un museo a Vasco)

[…] Porto Empedocle ha affiancato al proprio il nome di Vigata per colpa del commissario Montalbano, puoi affittarne la villa se vuoi, basta rivolgersi alla Provincia, e fa niente se lui non esiste […]
Massimo M. Veronese
 
 

Il Venerdì, 17.10.2008
Incontri fatali. Sta per uscire «L'età del dubbio», nuova avventura del commissario creato da Andrea Camilleri. A una svolta inaspettata
Montalbano a un bivio: cambierà vita per amore di Laura?

E se una donna camb­iasse la vita di Salvo Montalbano'? Nel nuovo ro­manzo, in uscita il 23 otto­bre (“L'età del dubbio”, Sellerio, pp. 300, euro 13), An­drea Camilleri pone il suo commissario dinanzi a una possibile svolta, legata anche agli anni che passano e alla vecchiaia che si avvicina, un tema che Camilleri ha già in­trodotto e sapientemente dosato negli ultimi romanzi. La trama di quest'ultima av­ventura? Si parte dalla «clas­sica» scoperta di un cadave­re, dentro un canotto arriva­to nel porto di Vigàta con una barca di lusso, sulla qua­le si trovano una cinquantenne e l'equipaggio. L'au­topsia stabilisce che l'uomo è stato avvelenato. E Mon­talbano indaga, affiancato da un tenente della capitaneria, Laura Belladonna. È lei la figura femminile che af­fascina il commissario, che mette in discussione il suo mondo e il rapporto con Li­via, sempre lontana.
Laura è bella, brillante, piena di vita e di allegria. Montal­bano è a un bivio: lasciarsi andare, o fare i conti con la propria coscienza? È l'età del dubbio, il momento della scelta. Salvo Fallica
 
 

Apcom, 17.10.2008
Rai/ Gasparri: Imbroglio per Montalbano non restera' senza sanzioni
Nuova gestione metta di fronte a responsabilità autori sperpero

Roma - L'accordo tra Palomar e la Rai per l'esclusiva della fiction di Montalbano è per Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, "un imbroglio" che "non resterà senza le adeguate sanzioni".
"Mi risulta che la Rai abbia firmato l'accordo con la Palomar per l'esclusiva delle fiction di Montalbano, al costo aggiuntivo di circa un milione e 600mila euro - scrive in una nota Gasparri - Avevo chiesto alla Rai di non compiere questa follia, che non è concessa a nessun altro produttore. Ho appreso poi che, nel passato, RaiTrade ha concesso altri soldi della Rai alla Palomar per Montalbano in relazione agli home video, andando ben al di là degli oneri che solitamente la Rai affronta per spese di questo tipo. Il contratto tra RaiTrade e la Palomar è stato altrettanto costoso e dimostra un trattamento di favore che trova alimento anche in palesi conflitti di interesse di alcuni esponenti della Rai".
"Il responsabile della Palomar aveva annunciato una querela nei miei confronti. Attendo ancora un pubblico confronto sui soldi che Degli Esposti sta intascando dalla Rai a vario titolo, con un trattamento che nessun altro produttore ottiene. Non temo querele - aggiunge il senatore Pdl che continua - Dal presidente Petruccioli avevo ricevuto l'assicurazione che sarei stato comunque informato delle decisioni della Rai. Apprendo, invece, che la firma c'è stata senza che ne sapessi nulla. A questo punto - conclude Gasparri - mi auguro che la nuova gestione della Rai metta di fronte alle proprie responsabilità legali quanti hanno attuato questo sperpero. La partita non finisce qui. Chi ha buttato i soldi dei cittadini che pagano il canone li dovrà rimettere di tasca propria. Questo imbroglio non resterà senza le adeguate sanzioni".
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 17.10.2008
Le lettere
Gli intellettuali e il rigassificatore

Come non essere d'accordo con quanto asserito da Salvatore Butera nell'eloquente articolo "Il tenace silenzio di scrittori e borghesia" pubblicato l'8 ottobre che riprende l'atto di accusa di Stefano Vilardo, per cui «gli scrittori non gridano più». È vero, morti Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino, «la nuova generazione di scrittori non riesce a trovare la cifra di un impegno civile almeno paragonabile a quello dei due grandi scrittori scomparsi». Lo stesso Andrea Camilleri, che pure aveva lanciato sul giornale un accorato appello per salvare il barocco del Val di Noto, non ha speso una sola parola a favore della sua Vigata letteraria e per la Valle dei templi, oggi minacciate dalla costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi a Porto Empedocle, proprio sotto la casa natale di Luigi Pirandello. Anzi, a leggere le sue dichiarazioni su un quotidiano siciliano, avrebbe affermato che, essendo la zona dove dovrà sorgere il rigassificatore già degradata, che ben venga l'impianto industriale, anche se a ridosso della Valle dei templi. Non riusciamo a comprendere il comportamento schizofrenico di Camilleri, che peraltro è in contrasto con la normativa europea, recepita dal nostro codice dei beni culturali e del paesaggio, che subordina le esigenze dei paesaggi degradati a quelle dei paesaggi eccellenti, come appunto la Valle, e non viceversa. È anche puntuale l'accusa che Butera fa agli intellettuali e alla borghesia siciliana in generale. Voglio ricordare, al riguardo, che è stato il toscano Salvatore Settis, rettore della Normale di Pisa e presidente del consiglio nazionale dei beni culturali, a definire per primo «indecoroso» il progetto di rigassificazione, in una trasmissione televisiva. I nostri intellettuali, a eccezione degli economisti Pietro Busetta e Mario Centorrino, non hanno preso una pubblica posizione contro il rigassificatore. Temono forse, come osservava Giovanni Russo riferendosi a Sciascia e a altri pochi intellettuali meridionali, di «essere considerati dalle borghesie conservatrici del Sud poco meno che traditori che osano lavare i panni sporchi in pubblico»? Non so dire.
Gaetano Gaziano, Agrigento
 
 

Il Venerdì, 17.10.2008
Ritorno di fiamma. Camilleri, Lucarelli, De Cataldo, poi il bestseller di Saviano: libri di successo raccontano politica e società. Fuoco di paglia o nuovo engagement? In una rivista, autori e studiosi cercano di trovare una risposta
Dal noir a «Gomorra»: il romanzo ci si rimette d'impegno

In principio fu il noir, Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli, il “Romanzo criminale” con cui Giancarlo De Cataldo tornava a scandagliare gli anni Settanta, cupi e decisivi. Poi venne Roberto Saviano, che con “Gomorra” ha reinventato il reportage letterario in un affresco fiume sul totalitarismo della malavita organizzata in Campania.
«È finita l'epoca della letteratura bonsai. I romanzi, di genere e non solo, hanno ripreso a descrivere il mondo che ci circonda, a portare l'attenzione sui problemi sociali, sui retroscena politici».
Ad annunciarlo è il nuovo numero (il quarto, pp. 220, euro 20) del!'Almanacco, rivista delle edizioni Guanda. Titolo, “Il romanzo della politica. La politica nel romanzo”, il volume curato da Ranieri Polese contiene interventi di Alberto Casadei, Andrea Cortellessa, Franco Cordelli, Giancarlo De Cataldo, Bruno Arpaia, Marzio Breda, Corrado Stajano, Paolo Franchi, Roberto Casalini, Fulvia Caprara, Giuseppe Genna, Mario Desiati, Gianni Biondillo, Gaetano Savatteri, Alberto Rebori. In libreria dall3 novembre.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 17.10.2008
"Agli illustri ospiti del mio salotto chiederò il colore del pigiama"

[…]
In questi giorni Massimo Minutella è tornato in tv a condurre "Casa Minutella", il talk show in onda dal martedì al venerdì su Telesud e in replica alle 23 su Tvt.
[...]
Ma quali sono gli ospiti da sogno del capofamiglia di "Casa Minutella"? «Tra i siciliani - dice il conduttore - sicuramente Ficarra e Picone, così come Pippo Baudo, Andrea Camilleri o Pino Caruso».
[…]
v. s.
 
 

Il Giornale, 18.10.2008
«TeleWalter», il fiasco dei presunti intelligenti

[...]
Un uomo, almeno, «TeleWalter» ha fatto felice. E basta questo, la felicità anche di un solo singolo individuo, a riscattarla. L’individuo ha nome - e che nome! - Andrea Camilleri, quello dell’ispettore [Sic!, NdCFC] Montalbano. «Aspettavo da decenni una televisione così!» ha esclamato all’esordio di «TeleWalter». Pensi, caro Piperno, che vita. Anni e anni di malcontento, anni e anni lì ad aspettare chiedendosi: «Ma arriverà mai una televisione così?». E finalmente, zacchete, arriva. Finalmente Camilleri ha la sua televisione così, roba da toccare il cielo con un dito. E da indurlo a precisare: «Come la voleva Brecht, un’emittente che sia anche ricevente». Rispondendo così alle nostre domande, rivelandoci perché la tivvù di Veltroni risulta tanto pallosa: brechtiana. Brecht, come dire il cambiamento, il nuovo che avanza.
Paolo Granzotto
 
 

El País, 18.10.2008
¿Qué habría dicho Vázquez Montalbán?
A los cinco años de su muerte, debates y reediciones evocan al escritor

[...]
Al escritor le falló el corazón hace cinco años en el aeropuerto de Bangkok (Tailandia), pero las editoriales siguen reeditando sus obras (Zeta acaba de publicar en edición de bolsillo parte de su enciclopedia gastronómica); sus amigos continúan exaltando al novelista, periodista, poeta, ensayista, gastrónomo y viajero; y un escritor, Andrea Camilleri, lo ha hecho eterno como personaje de ficción (el detective Montalbano).
[...]
Tereixa Constenla
 
 

Il Giornale, 19.10.2008
"Uccidete me al posto di Saviano"
Camorra, la sfida-provocazione del critico d'arte: "La vera antimafia non è far le vittime ma confidare nella forza dello Stato"

[...]
La mafia non si cura degli scrittori e non li legge. Non cerca né amici né consenso. Non hanno corso il pericolo di essere uccisi Sciascia, D'Avanzo, Camilleri. Non lo corre Travaglio, né Feltri, né La Licata, né Bolzoni, né Lodato, giornalisti e scrittori non meno coraggiosi di lui. E che non sono mai stati accomodanti nelle loro inchieste-denuncia.
Per quale forma di autolesionismo la camorra dovrebbe eliminare Saviano?
[...]
Vittorio Sgarbi
 
 

El País, 21.10.2008
Entrevista: Andrea Camilleri - Escritor
"Los italianos querrían ser como Berlusconi; por eso le votan"

Su casa romana es un fumadero luminoso. A sus 83 años, Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1924) fuma 60 cigarrillos diarios -"a estas alturas, si lo dejo me muero"-, y la habitación donde escribe es pura niebla. Justo lo contrario de su nueva y fascinante novela, "La muerte de Amalia Sacerdote", ganadora del II Premio de Novela Negra de RBA, que se edita antes en español que en italiano, y en la que el maestro siciliano, comunista temprano y escritor de éxito tardío con su serie sobre el comisario Montalbano, aclara, a base casi exclusivamente de diálogos y de mucho humor, las turbias conexiones que mantienen la mafia, la política, las familias, los bancos, los adúlteros y los medios de comunicación en Sicilia. Y, por extensión, en Italia. "En la isla todo es más evidente, más obvio".
Al mismo tiempo, sale en España (Salamandra) "Vosotros no sabéis", un diccionario de términos mafiosos, delicioso y terrorífico a la vez, cuyos derechos Camilleri regaló a los huérfanos de los policías asesinados por la Cosa Nostra. "Es el libro que más quiero porque sirvió para ayudar a esos chicos. Parece increíble, pero Italia no tenía un fondo de solidaridad con los hijos de los policías que mata la Mafia".
Pregunta. ¿No es raro publicar antes en español que en italiano?
Respuesta. Soy un tipo de reflejos retardados, por eso nunca logré sacarme el carné de conducir. Me di cuenta de que estaba casado cuando tuve mi primera hija; supe que era escritor al traducirme. Esto es la gran confirmación.
P. Pero se han publicado artículos que dicen que las traducciones al español no reflejan su uso del dialecto siciliano.
R. Es una polémica eterna, dicen que los traductores castellanos me traicionan. Ha habido dos artículos largos en el Corriere della Sera, el segundo escrito por un conocido imbécil que dice que mi prosa gana cuando se traduce, ya que es tan complicada. Yo creo que hay traductores escrupulosos y menos, eso es todo. El problema no es la traducción, sino las cuentas que el editor echa con sus autores. Si soy un escritor de grandes ventas, ¿para qué perder tiempo en cuidar el lenguaje? Cada página cuenta, hay que ir deprisa. A mí me es indiferente, no siento ni frío ni calor.
P. El protagonista de la novela es el director de informativos de la RAI en Sicilia, aunque al final afirma usted que nunca ha pisado una redacción... Nadie lo diría.
R. Lo que digo es que nunca he estado en la redacción de informativos de la RAI en Sicilia para que no me demanden... Es una ambientación genérica, vale por cualquier lugar donde se gestiona información.
P. ¿Fuera de Sicilia es distinto?
R. En Sicilia tenemos un presidente regional, llamado Cuffaro, que ha sido condenado por colusión con la mafia, no es ninguna broma. Lo han hecho senador por méritos propios, como suele pasar en Italia. Él es onorevole, si cualquier otro tiene una multa de tráfico, jamás llegaría a ser diputado. Dirían que no tiene los papeles en regla. En Sicilia las cosas son más evidentes, más descaradas, en el continente pasa lo mismo pero son más cuidadosos, todo tiene un tono de nobleza mayor, aunque de vez en cuando todo explota. Tenga en cuenta que en Italia Andreotti ha sido ocho veces primer ministro y lo absolvieron de asociación mafiosa diciendo que fue mafioso hasta 1980, delito prescrito, y luego se redimió. Yo he hecho las cuentas de la gente que mató la mafia antes de 1980, y Andreotti ayer fue a leer la Biblia con el Papa.
P. ¿Cree que la cosa tiene solución? Varios colaboradores muy cercanos de Berlusconi han sido procesados y condenados por delitos mafiosos.
R. ¡Ninguna solución! La Unión Europea no puede decir nada sobre Berlusconi, porque ha sido regularmente elegido. El problema son los italianos, que lo votan. Él se limita a interceptar perfectamente el malhumor italiano, el malestar de la gente, y a iluminarlo con su habilidad de vendedor de coches de segunda mano. Los italianos se reconocen en él. Cuando un tipo es imputado tantas veces en procesos y no lo condenan nunca, porque el delito prescribe o él mismo ha cambiado la ley sobre la marcha para impedirlo, la gente piensa: "Qué listo es, qué grande, qué pícaro". Querrían ser igual que él. Por eso lo votan. Un hombre honesto y que casi no sabe hablar, como Prodi, no les hace ninguna gracia.
P. Prefieren al listillo.
R. En Italia triunfa la ley del motorino (el vespino). ¿Ha visto las motos por Roma? Van en sentido contrario, se pasan los semáforos en rojo, suben a las aceras y sortean los carritos de los niños, tienen derecho a todo. Ésa es la moral de los italianos.
P. No se le nota enfadado.
R. He pasado del cabreo sublime al divertimento. Tengo 83 años y he dicho basta. Veo la mala educación, el disparate, y me divierto pensando en ese dicho: el pez huele mal desde la cabeza.
P. ¿Y cómo ha permitido la izquierda que pase todo esto?
R. Tiene enfrente al Vaticano, que es berlusconista, porque no le importa un bledo que esté divorciado si puede garantizar el apoyo económico a la educación católica. "Pecunia non olet", el dinero no huele mal, siempre es bueno, venga de donde venga.
P. ¿A usted no le suscita dudas publicar en Mondadori, que pertenece a Berlusconi?
R. ¡Claro que sí! ¿Pero qué puedo hacer? Es la editorial con mejor distribución. Con Sellerio, la editorial siciliana a la que siempre he sido fiel, tiro 5.000 ejemplares [Probabilmente si tratta di un errore di stampa, Sellerio stampa ben più di 5.000 copie dei libri di Camilleri..., NdCFC] a 12 euros y cobro el 10%. En Mondadori tiran incluso dos millones, los libros valen 22 euros, hacen ediciones de lujo, pagan el 15%. ¡Yo escribo para ser difundido y leído! Al menos Mondadori depende de su hija Marina, que no es su padre, y el staff editorial es de altísimo nivel, nada berlusconiano. El problema es el país. Si te haces un seguro para una pierna, el dinero acaba yendo a Berlusconi. Si publicas un libro, también. Es ubicuo, como Dios.
P. Así que realmente la cosa tiene poca solución.
R. La solución la dará Dios. Tiene 72 años. Será presidente de la República, y luego debería incluso morirse. No se lo deseo, pero es el curso normal de la vida...
Miguel Mora


La Mafia, según Camilleri
- 'Ammazzare' (matar). Parece ser que Bernardo Provenzano, siendo muy joven y tras un violento altercado en una taberna con un paisano y amigo corleonés, lo invitó a acompañarlo a campo abierto para hablar. Y allí, sentado a horcajadas sobre él, lo mató golpeándole repetidamente la cabeza con una piedra de gran tamaño.
- Droga. La importación de droga y su elaboración (Bagarella era muy hábil en la organización de laboratorios) constituyó, hasta la captura de Riina, una fuente de enriquecimiento de la mafia, si no la principal. Pero el nombre de Provenzano jamás afloró en las en las investigaciones acerca del narcotráfico. Lo cual hizo suponer que, por razones morales, Provenzano no participaba en el tráfico de drogas. Sin embargo, según Palazzolo y Prestipino se trató de un garrafal despiste de los investigadores.
- 'Famiglia' (Familia). El mafioso tiene dos familias: la privada y la mafiosa. La mafiosa es siempre una familia ampliada, abierta. En ella hay un núcleo originario, una célula que le da el nombre y que está integrada por personas unidas entre sí por vínculos de sangre y parentesco. Alrededor, una extensa corona formada por amigos y amigos de los amigos de la familia, por afiliados y asociados a distintos niveles jerárquicos. Por lo común, las familias mafiosas echaban raíces en las ciudades en que su poder se extendía a uno o varios barrios [...]
- Mafia. En los pizzini de Provenzano no hay el menor rastro de esta palabra. Y tampoco en los que a su vez recibe. Es como si -y perdón por la comparación- el administrador delegado de la Fiat y todos los concesionarios de esta empresa, en sus cartas, no mencionaran jamás la Fiat.
Extractos del diccionario sobre la Mafia "Vosotros no sabéis" (Salamandra).
 
 

Apcom, 21.10.2008
Rai/ Gasparri: Azienda in crisi, Cappon butta soldi per Montalbano
"Altro capitolo di vergognoso sperpero"

Roma - Il direttore generale della Rai Claudio Cappon "butta i soldi per l'esclusiva di Montalbano", mentre l'azienda è "in crisi": lo afferma in una nota il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.
"Mentre la Rai si lamenta della sua crisi finanziaria, il direttore generale Cappon conferma di aver versato alla Palomar un milione e mezzo di euro per l'esclusiva delle fiction tratte dalle opere di Andrea Camilleri", dichiara Gasparri in un comunicato. "Ovviamente, a questa cifra di un milione e mezzo si aggiunge il pagamento delle fiction. Il capo della Palomar Degli Esposti aveva detto che mi avrebbe querelato per queste mie rivelazioni. A quell'annuncio non ha fatto seguito alcunché, solo perché lui aveva mentito mentre io ho detto la verità".
"Attendo la querela con in mano tutta la documentazione relativa ai soldi che intasca Degli Esposti, compresa l'ultima lettera di Cappon che gli regala un milione e mezzo di euro", prosegue Gasparri. "Si tratta di un altro capitolo di vergognoso sperpero della Rai che deve certamente pagare i prodotti per il loro valore, ma non ha ragione di pagare un'esclusiva che non si giustifica e che ad altri non viene, per fortuna, riconosciuta. Questa gestione della Rai è veramente scandalosa, mentre su Degli Esposti non aggiungo giudizi perché i fatti parlano da soli".
 
 

Books blog.it, 21.10.2008
Il nuovo romanzo del Commissario Montalbano creato da Camilleri arriva nelle librerie

In uscita giovedì 23 ottobre il nuovo romanzo del Commissario Montalbano, riuscitissimo e fortunato personaggio uscito dalla penna di Andrea Camilleri, dal titolo “L’Età del dubbio” (Sellerio Editore).
Nel libro, come fa presagire il titolo, Camilleri approfondisce la personalità del suo eroe, mettendolo di fronte a delle scelte difficili e ai conseguenti dubbi.
Il Commissario infatti sta per perdere la testa per un’affascinante collega, il tenente Belladonna, di nome e di fatto, che lo affiancherà e lo aiuterà nel risolvere il caso.
Ed è così che Montalbano si accorge che questa persona potrebbe cambiare tutta la sua vita, ma per fare questo bisognerebbe mandare “via la coscienza, via ogni dubbio, via la ragione”. Il tutto sullo sfondo della consueta Vigata, città nata dalla fantasia dello scrittore, per l’avventura più marina del Commissario. Camilleri ha infatti ambientato il romanzo quasi esclusivamente al porto di Vigata, dove il giallo ha inizio con il ritrovamento su di un gommone di un uomo sfigurato che, si scoprirà successivamente, è stato avvelenato. Il canotto è stato riportato a riva da uno yacht i cui occupanti, una disinvolta cinquantenne e un equipaggio sospetto, rimarranno al centro delle indagini. La trama non è particolarmente sorprendente, tuttavia è una buona base di partenza per Camilleri per approfondire alcuni aspetti della personalità del suo eroe di fantasia, aumentandone la tridimensionalità, a favore di una maggior credibilità da parte del lettore.
 
 

Fahrenheit, 22.10.2008
Le voci di Gomorra
Cliccare qui per ascoltare la puntata
Hanno dato voce a "Gomorra" durante la puntata speciale dalla Sala A: [...] Andrea Camilleri [...].
conduce Marino Sinibaldi
 
 

TG1, 22.10.2008
Intervista ad Andrea Camilleri
Piero Dorfles
 
 

ANSA, 22.10.2008
Montalbano 'non lascerà mai Livia'

Roma - Esce domani per Sellerio "L'età del dubbio", il nuovo romanzo di Andrea Camilleri dedicato alle avventure del commissario Montalbano, che questa volta si innamora ma guarda anche più a fondo dentro se stesso. "Montalbano ne combina di tutti i colori? Capita in andropausa, il commissario ha 58 anni", ha scherzato Camilleri intervistato dal Tg1. Quanto all'autoanalisi del personaggio, "credo che sia un fatto tipico della maturità cominciare a parlare con se stessi", ha aggiunto lo scrittore.
Nessuna rottura in vista, comunque, tra Montalbano e la sua fidanzata Livia. "Non si lasceranno mai", ha promesso Camilleri. "Credo - ha ammesso - che ci sia una certa stanchezza della consuetudine. La consuetudine quotidiana credo che logori molto".
Intanto sono in arrivo su Raiuno quattro nuovi episodi della serie dedicata al commissario interpretato da Luca Zingaretti: "La vampa d'agosto" (in onda il 2 novembre), "Le ali della sfinge" (il 3 novembre), "La pista di sabbia" (il 10 novembre) e "La luna di carta" (il 17 novembre).
 
 

Il Giornale, 22.10.2008
Montalbano in Rai, un «caso» milionario. E Gasparri indaga

Montalbano a qualsiasi costo. Anche se il prezzo, di questi tempi di vacche magre, è da mettersi le mani nei capelli: un milione e cinquecentomila euro. A carico della collettività, perché si tratta della Rai, e di un contratto appena firmato proprio per avere in esclusiva la messa in onda della fiction sul celebre commissario di Andrea Camilleri. L’accordo è stato firmato da viale Mazzini con Palomar Spa il 13 ottobre. Il direttore generale, Claudio Cappon, ne ha informato il presidente Claudio Petruccioli. Scrive Cappon: «La proposta contrattuale è stata presentata dalla direzione Rai fiction d’intesa con la vicedirezione generale per il coordinamento dell’offerta, ed ha ricevuto il benestare di competenza della Direzione Pianificazione e Controllo e Affari legali e Societari». Un successo è stato «la riduzione del corrispettivo di 100mila euro», ma ciononostante il saldo rimane a cinque zeri: «Il corrispettivo per Rai, a fronte dell’esclusiva in questione, risulta pari a euro 1.500.000. Cordiali Saluti. Claudio Cappon». Il caso è chiuso.
Ma non per chi, come Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, ha messo gli occhi sul fascicolo Montalbano da mesi. E ora aggiunge: «Ho appreso che in passato Rai Trade ha concesso altri soldi della Rai alla Palomar per Montalbano in relazione agli home video, andando ben al di là degli oneri che solitamente la Rai affronta per spese di questo tipo». Un «trattamento di favore», lo definisce Gasparri, che anzi aggiunge altri indizi che non tornano, come «conflitti d’interesse di alcuni esponenti della Rai. Chi ha buttato i soldi dei cittadini che pagano il canone li dovrà rimettere di tasca propria». A inizio mese, il direttore Cappon aveva scritto in una lettera inviata alle strutture dell’azienda: l’impatto della crisi sui ricavi per il 2009 potrebbe non essere «dissimile da quello verificatosi dopo l’11 settembre...».
 
 

Adnkronos, 22.10.2008
Sicilia: Appello intellettuali, seggio vacante Ars vada a Rita Borsellino

Palermo - Andrea Camilleri, Vincenzo Consolo, Catena Fiorello, Simona Mafai, Padre Gianni Notari, Roy Paci, Valeria Ajovalasit, Anna Bucca, Lucia Sardo, Vito Lo Monaco, Eugenia Bono, Gilberto Idonea e Carlo Lucarelli. Sono alcune delle firme in calce all'appello indirizzato al presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, e ai capigruppo dell'Ars contro il parere espresso dalla commissione Verifica poteri Ars sull'assegnazione al Pd del seggio rimasto vacante, dopo la decisione di Anna Finocchiaro di optare per il Senato. ''Il parere suscita in noi sentimenti di indignazione e stupore -si legge nell'appello- Infatti, dopo che per mesi il Parlamento siciliano ha operato in palese difformita' con il nostro Statuto, non provvedendo a sostituire l'onorevole Anna Finocchiaro, la decisione assunta dalla Commissione di merito risulta offensiva e mortificante per i tanti siciliani che, gia' nelle elezioni per la Presidenza della Regione del 2006 e, ancora, in occasione delle piu' recenti elezioni del 2008, hanno manifestato uno straordinario consenso nei confronti dell'onorevole Rita Borsellino". Per i firmatari dell'appello "tale decisione rischia di ledere la credibilita' della stessa Assemblea, mortificando quello straordinario processo di partecipazione di tanti giovani, donne e uomini siciliani, che ha caratterizzato, in questi anni, l'impegno civile e politico di Rita Borsellino. Con questo nostro appello vogliamo richiamare la Sua attenzione e la responsabilita' di ogni singolo parlamentare, affinche' la decisione che il Parlamento andra' a prendere, nelle prossime settimane, possa essere nel contempo autorevole, ma anche capace di rispondere alla volonta' popolare cosi' chiaramente espressa". L'appello puo' essere sottoscritto collegandosi al sito ufficiale dell'associazione 'Un'Altra storia': www.unaltrastoria.org.
 
 

Il Sole 24 Ore, 22.10.2008
New York Times: Italia in crisi, ma Berlusconi va forte

[...]
Il caso Berlusconi fa discutere anche su El Pais, che ha pubblicato un'intervista ad Andrea Camilleri, «Gli italiani vorrebbero essere come Berlusconi, per questo lo votano». Per lo scrittore italiano, intervistato da Miguel Mora, Berlusconi «si limita a intercettare il malumore italiano, il malessere della gente, e a illuminarlo con la sua abilità di venditore d'auto di seconda mano».
Elysa Fazzino
 
 

23.10.2008
I prossimi romanzi di Andrea Camilleri
Sarà probabilmente pubblicato a gennaio 2009 "La donna capra", il terzo episodio della "trilogia della metamorfosi".
Sarebbe quindi posticipata l'uscita de "La rizzagliata".
 
 

La Stampa, 23.10.2008
La 14/a indagine
Il fu Salvo Montalbano
In anteprima l'incipit del nuovo giallo: il commissario si avvia al proprio funerale
Andrea Camilleri

Viene in mente «Il fu Mattia Pascal» - un riferimento naturale per chi da bambino poteva vedersi capitare in casa il concittadino Pirandello - a leggere le prime pagine di «L’età del dubbio», il nuovo giallo di Andrea Camilleri che esce oggi da Sellerio (pp. 265, e13). Montalbano è morto e parla della sua morte con Fazio e Catarella, litiga con il medico legale, si scontra con il questore come da vivo, e si prepara a seguire il (proprio) corteo funebre. Naturalmente è solo un sogno, poi la storia segue i suoi binari (un cadavere su un canotto, recuperato dallo yacht di una ricca vedova che vive girando per il mare). Ma è uno splendido saggio di nero umorismo pirandelliano, forse non il migliore incipit di Camilleri (che resta probabilmente quello del "Birraio di Preston"), ma certo il più riuscito e più divertente della serie montalbaniana. Lo proponiamo in anteprima.
 
 

Giornale di Sicilia, 23.10.2008
Da oggi in libreria il nuovo romanzo di Andrea Camilleri, “L’età del dubbio”
Il commissario di Vigàta a un bivio: abbandonare o no la sua fidanzata?
Torna Montalbano
Un’altra donna lo attrae

Salvo Montalbano ha 58 anni. E si sente vecchio. La sua, più che fisica, è una vecchiaia mentale. Perché il commissario di polizia in servizio a Vigàta, in questa nuova avven­tura, dimostra notevoli doti atletiche. Ma gli anni passano. E lui sente il tempo che avanza, lo avverte come una camicia bagnata, non se ne riesce a liberare. Si sente come un navigante smarrito. Fino a quando non trova la luce di un faro che spazza i suoi pensieri cupi, i suoi sogni di morte e lo riporta a una n uova giovinezza. Solo che essa, la giovinezza, a un certo punto della vita, rischia di rispuntare sotto una forma pericolosa di innamoramento. Magari di una donna molto più giovane. Che in questo caso ha il volto dolce del tenente Belladonna, incontrata per caso nel corso di una indagine -la più marinara delle inchieste di Montalbano - che lo porterà fra cruiser e panfili che nascondono misteri e intrallazzi. E il poliziotto, questa volta,fa i conti con le inquietudini del cuore mentre gli indizi che man mano trova, dopo il ritrovamento di un cadavere a testa ingiù nel porto, lo costringono a una serrata investigazione. Con la testa che gli funziona a scartamento ridotto perché deliziosamente piena delle nuova fimmina. Ma c'è Livia, la sua fidanzata storica. Che sente lontana. Una presenza che pone a Montalbano un «dubbio» e dunque gli imporrebbe una scelta: sperimentare la nuova strada che potrebbe renderlo felice o svoltare subito, allontanarsi, andare via, lasciando tutto così com'è? Da oggi in libreria il nuovo romanzo di Andrea Camilleri (“L'età del dubbio”, Sellerio, pp. 261, 13 euro) di cui pubblichiamo uno stralcio per gentile concessione dell'editore.
Giancarlo Macaluso
 
 

Il Messaggero, 23.10.2008
Anticipazioni/Il nuovo romanzo dello scrittore siciliano, oggi in libreria, e la sorpresa delle emozioni della “picciottanza”
Montalbano innamorato
Andrea Camilleri


E Laura comparve in “L’età del dubbio”
«Lo vede in che condizioni si trova? Perché non se ne va in pensione?» L’indulgente, anche se staffilante ironia del medico legale sferza un Montalbano distratto e tormentato che inventa scuse e pretesti d’ogni tipo: si finge claudicante o, addirittura, con un figlio gravemente ammalato e poi defunto pur di intrecciare (e vivere con lacerante ambiguità) i suoi erotica patemata di ultracinquantenne. Il commissario è coinvolto suo malgrado in un nuovo caso, l’ultimo, che è anche (come l’ha definita Andrea Camilleri) la più marina delle sue indagini("L’età del dubbio", Sellerio, 260 pagine, 13 euro da oggi in libreria). Tutto si svolge nel porto di Vigàta dove, tra yacht e cruiser, Montalbano segue le piste di quello che si rivela un traffico illegale di diamanti con tutto il suo contorno, inesorabilmente in moto. Quasi da film d’azione su uno scenario d’obbligo di agenti segreti, infiltrati, avventurieri disposti a tutto (due omicidi,l’uno per veleno, l’altro per tortura e annegamento), cinquantenni avvenenti che guidano la danza tra l’alcova e i festini.
Una macchina di narrazione con molti ben piazzati colpi di teatro; e sulla scena un Montalbano trascinato dentro una storia che sembra aver una consequenzialità di indizi da scoprire, prima, e confrontare pazientemente, poi, secondo un’arte di cui egli è sempre maestro magari involontario, e Camilleri il suo collaudato ingegnere. Ma l’indizio più forte (e davvero “l’anello che non tiene”) è proprio l’emozione che sente crescergli quando, a leggere carte nautiche e libretti di bordo, si trova accanto il tenente della capitaneria Laura, «non bella, ma bellissima, granni occhi sparluccicanti, labbra russe senza bisogno di russetto». Potrebbe cambiargli la vita, ma bisognerebbe mandare via la coscienza e ogni dubbio perché «la ragione in amuri o si dimette o va in aspettativa».
Così, mentre gli indizi diventano le prove che infilzano inesorabilmente il gran giro internazionale di imbroglioni e truffatori, accanto all’intelligenza investigativa Montalbano coltiva il suo fantasma d’amore con quella sottile malinconia che può trasformarsi in «umori nìvuro». E, anche dolorosamente, con strazio, tra sensi di colpa e rinunzie, constata «di non aviri cchiù la forza di reggiri alla violenza di un sentimento autentico».
Renato Minore
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 23.10.2008
Il libro. Esce per l’editore Sellerio “L’età del dubbio”, nuovo giallo di Camilleri
Montalbano indaga. Le pene d’amore del commissario

«Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta», ha scritto una volta Primo Levi. E il guaio del commissario Salvo Montalbano è che, da quando la vecchiaia lo incalza malevolmente, la sua attività onirica pare non conoscere tregua. Sarà forse «l'odore della notte» a stuzzicarne l'inconscio, a evocare dai meandri della sua coscienza gli spettri più temibili.
Sogna, dunque, il commissario di Vigàta (e di certo la digestione travagliata, a ridosso dei suoi pasti luculliani, gli mette il bastone tra le ruote), e per di più, al risveglio, è sempre più chiara la memoria «di tutte le minchiate che sognava». E il peggio è che si tratta quasi sempre di incubi problematici, di visioni notturne perturbanti, di sinistre epifanie che hanno sempre a che fare, più o meno direttamente, con il suo modo di stare al mondo, di rapportarsi con gli altri. Ma una volta che il supplizio del sogno conosce una tregua, al mattino presto, Salvo Montalbano è incalzato, assugliato dalle dimanne, tallonato dai dubbi. Che lo martellano senza tregua. Nella fattispecie, il nuovo romanzo di Andrea Camilleri, "L'età del dubbio" (Sellerio, 262 pagine, 13 euro) si apre con il sogno dei funerali di Montalbano, ai quali il commissario ha il piacere di assistere. Addirittura, lo sorprendiamo nella camera ardente, allestita nel suo ufficio. Imparpagliato, preso letteralmente dai turchi è Montalbano.
«Ma dottore, se lo scordò?» chiede incredulo Fazio.
«Che cosa?» risponde il commissario.
«Che vossia è morto - ribadisce il suo sottoposto - aieri matino alle 7 e un quarto precise».
La cosa che però manda in bestia il nostro beniamino non è tanto la presa di coscienza del suo decesso, quanto la notizia che Livia forse non farà in tempo a prendere parte alle esequie. Tirato fuori il cellulare, Montalbano la chiama per un chiarimento, e Livia così si giustifica: «Se tu fossi vissuto, io avrei cercato in tutti i modi di continuare a stare con te. Forse ti avrei anche sposato. D'altra parte, alla mia età e dopo aver perso la vita dietro a te, che altro avrei potuto fare? Ma dato che mi si presenta all'improvviso quest'occasione unica, tu capisci bene che...». Che vuole significare, questa frase di Livia, si chiede Montalbano una volta desto? Che la sua morte rappresenta per lei una liberazione? E allora, quanta parte di verità c'è in un sogno? «Ma era possibili che la so cuscienzia si facissi viva sempri e sulamenti nel sogno, arrovinannogli le nuttate?». Ad apertura di romanzo, ma anche un po' oltre, si assiste a una sorta di masochistico autointerrogatorio: il commissario si trova sempre più alle strette, nella stanza delle torture della sua buona e cattiva coscienza. E in preda a presagi sciagurati, decide di uscire, a dispetto della burrasca che s'è abbattuta su Vigàta. Esce per andare incontro alla sua avventura più "marina", come l'ha definita lo stesso Andrea Camilleri, che si svolge tutta quanta nei pressi del porto della sua cittadina, tra yacht e cruiser. Un'indagine che sembra addirittura uscita dalla penna di Ian Fleming, per i risvolti avventurosi e addirittura spionistici, per gli scenari internazionali che si configurano; ma che per il tipo di introspezione psicologica, per lo scavo operato nell'anima malferma di Montalbano, fa subito pensare al Simenon migliore: quello del "Fidanzamento del signor Hire", de "L'uomo che guardava passare i treni", de "I Pitard". E non a caso un tipo losco, misterioso, francese di nazionalità, che mette piede a Vigàta lasciandoci subito le penne, ha il nome di uno dei personaggi del grande scrittore francese. E proprio il cadavere sfigurato di Émile Lannec (così questi si fa chiamare), ritrovato su un canotto portato a riva da un'imbarcazione di lusso, dà subito l'abbrivio all'inchiesta, e a coadiuvare Montalbano sarà il tenente Laura Belladonna: "cognomen omen", verrebbe da dire, visto che si tratta di una donna dalla bellezza veramente irresistibile, e oltretutto simpatica, magnetica. «Non era bella, ma bellissima. A Montalbano, per un attimo, gli ammancò il sciato. Àvuta un parmo chiossà di lui, nìvura, granni occhi sparluccicanti, labbra russe senza bisogno di russetto e, soprattutto, di 'na gran simpatia». Ogni qual volta il pensiero di Montalbano vola dalle carte da firmare, accatastate sulla sua scrivania, al tenente della marina Belladonna, succede un vero e proprio finimondo: uno sconquasso interiore, le campane che suonano a festa: "Din don dan din don dan...". Laura, di petrarchesca memoria, gli piace davvero: l'emozione, meglio la commozione che ne consegue è qualcosa che solo nell'adolescenza Montalbano ha registrato. Di cosa si tratta? È l'amore, irresistibile, che non conosce ragioni, o è l'effetto della vecchiaia, il disperato, inutile tentativo di risentirsi giovane, come se quel sentimento «potissi scancillari gli anni»? Da questi radicali interrogativi prende le mosse la vera indagine di un Montalbano sempre più in preda a «botte di malinconia»: quella sulla sua devastante senilità. Sui vacillamenti del suo controllo. Sugli sconfinamenti del suo cuore: «In amuri, la ragione o si dimette o va in aspettativa. Se può ancora esistiri, essiri presenti, obbligarti a considerare i lati negativi del rapporto, veni a significari che non si tratta di vero amuri». E come un sasso scagliato nello stagno, questa discesa agli inferi produce una serie di cerchi concentrici che mano a mano si allargano. Come si moltiplicano i sogni, attraverso i quali Montalbano vorrebbe sciogliere i geroglifici della sua esistenza, capire meglio le sciarade che si affollano nella sua testa e soprattutto nel suo cuore. A un certo punto, addirittura, si ha l'impressione che tutto ciò che si vede o che appare, per dirla con Edgar Allan Poe, «non è altro che un sogno in un sogno». E il commissario è talmente preso da questo irresistibile sentimento, che anche il suo modo di parlare non può che risentirne: per dire infatti della connivenza tra gli equipaggi delle due imbarcazioni ormeggiate al porto di Vigàta, Montalbano fa ricorso alla «corrispondenza di amorosi sensi», a «forti affinità elettive». A tal punto Laura diventa una sorta di chiodo fisso ("Laura! Matre santa, quant'era beddra la picciotta! Ma che gli stava piglianno? Che si stava mittenno 'n testa? Non era cosa che alla so età... Però che occhi che aviva! E come lo taliava! Non arriniscì cchiù a raggiunari e accanì che l'unica era di annarisi a corcare»), di pensiero martellante, e come un metronomo incontrollabile scandisce l'inchiesta che questa volta si espande sino a trasformarsi in un intrigo internazionale, con tanto di passaporti falsi, agenti segreti e traffico di diamanti.
In tutto ciò, Livia è sempre più lontana, sempre più inviperita. La carica pirotecnica del babelico Catarella investe persone e cose con forza sempre più parossistica. Il dottor Pasquano, ancor più disinibito e inverecondo, non perde l'occasione di mettere il dito nella piaga di Montalbano, di rinfacciargli i guasti dell'età che avanza. Il dottor Lattes dà prova di una untuosità mai sperimentata, assillando il commissario di telefonate e investendolo coi suoi imperativi burocratici. E da parte sua, Montalbano, che sembra aver perso i pochi freni inibitori, che non riesce più a controllarsi, tanto che per esultanza d'amore salta sulla scrivania, dispensa abbracci a Fazio e a Augello, balbetta e gli si secca la gola per la gelosia, in questo romanzo mette a nudo tutte le sue ferite. Se è vero che non ha perso del tutto la sua proverbiale lucidità, se il suo sesto senso non gli si è offuscato completamente, Montalbano alla fine è attanagliato da un groppo alla gola e il suo cuore è «stritto come un pugno».
Il fatto è che oramai Camilleri ha spogliato il suo eroe della pesante corazza, lo ha disarmato a tradimento. E così tremendamente vulnerabile, così malinconicamente solo, il commissario di Vigàta non può che suscitare, alla fine del romanzo, la commozione del lettore.
Salvatore Ferlita
 
 

Caserta News, 24.10.2008
Andrea Camilleri alle 24.00 a "Lineanotte del TG3"

Roma - "Credo che gli studenti abbiano il diritto, direi il dovere, di esprimere il loro pensiero". Andrea Camilleri parlera' del movimento studentesco di questi giorni in una intervista che andrà in onda, questa sera, a "Lineanotte del TG3", in onda su Raitre alle 24.00. Per lo scrittore, gli studenti hanno il diritto di dire la loro soprattutto su una cosa così seria come un decreto legge che provoca un certo sommovimento nella scuola, che provoca un impoverimento di insegnanti, di ore di studio e di strumentazioni. Camilleri fa un esempio: "Ho una nipote che dopo aver superato i test universitari, è arrivata con entusiasmo alla prima lezione di biologia ma al suo entusiasmo rispondono dicendole che il docente non c'è… Così per otto giorni..." Per lo scrittore siciliano, la situazione è drammatica, anzi tragica. Camilleri chiudera' così l'intervista: "Le richieste degli studenti vanno fatte con civiltà, ma con altrettanta civiltà vanno accolte…"
 
 

L'Arena / Il Giornale di Vicenza, 24.10.2008
Narrativa. Da ieri nelle librerie il nuovo romanzo di Andrea Camilleri «L’età del dubbio»
Montalbano. La sbandata del cuore
Il commissario s’innamora, ricambiato, di una tenente della Capitaneria conosciuta durante un’indagine

È un Montalbano globalizzato quello tratteggiato da Andrea Camilleri ne "L’età del dubbio", il nuovo romanzo del commissario di Vigata, da oggi in libreria edito dalla Sellerio. «È senz’altro il Montalbano più internazionale - spiega lo scrittore siciliano - sia per gli orizzonti dell’investigazione, sia per i personaggi assolutamente inediti che vi compaiono».
La storia si svolge, come sempre, nel piccolo centro siciliano di Vigata- luogo letterario dell’Agrigentino, ma talmente reale che molti appassionati sono andati a cercarlo sulla carta geografica e, de visu, in Sicilia- ma questa volta non si tratta di una vicenda locale, bensì di una internazionalizzazione, una globalizzazione del crimine, con un addentellato di natura sentimentale che porterà l’ormai cinquantottenne commissario ad innamorarsi. A leggere carte nautiche, portolani e libri di bordo collabora il tenente della capitaneria Laura Belladonna, cognome che non fa del tutto giustizia alla signora: non è bella, ma bellissima, di gran simpatia, allegra, la risata come una cascata di perle. Montalbano si accorge allora che questa persona potrebbe cambiare tutta la sua vita; ma perchè questo accada occorrerebbe mettere a tacere la coscienza, «via ogni dubbio, via la ragione».
Questa volta il commissario - e come lui il tenente Belladonna - ha la sensazione di essere a una svolta della propria esistenza e questa consapevolezza lo spinge a leggere dentro di sè come non ha mai fatto, con onestà e spietatezza.
La storia prende spunto dal «Kimberley process, accordo - specifica Andrea Camilleri - che mi ha dato l’idea del romanzo». E dunque, mentre Salvo si trova ad indagare sul caso di un cadavere trovato su un canotto, non gli sfugge una nave che approda a Vigata carica di diamanti. Non si tratta di una qualunque nave mercantile, ma «di un carico di diamanti da combattimento, quelli che tanti rivoluzionari di alcuni paesi contrabbandano in tutto il mondo per pagarsi le armi per le rispettive rivoluzioni», sottolinea Camilleri.
Salvo Montalbano si trova dunque affiancato in questa enorme indagine ad una giovane ufficiale di marina della quale ben presto si rende conto di essere prima invaghito e poi innamorato. Così come lei. È qui che si manifesta l’età del dubbio: «Il commissario rifletterà molto a lungo su questa vicenda - spiega Camilleri - e poi deciderà di conseguenza con il suo solito senso di responsabilità». Del rapporto tra i due, a prescindere dalle rispettive volontà e passioni, un evento terzo ne deciderà il futuro. All’aspetto internazionale e al fuoco dell’amore si aggiunge, nelle ultime pagine particolarmente concitate, una scena che Andrea Camilleri definisce «alla James Bond». Per subito dopo, però, smorzare l’ardore dell’azione: «Montalbano si trova in una sparatoria all’interno di una scena drammatica, dalla quale saprà uscire grazie ad una forte tensione nervosa e alla sua ormai grande esperienza». L’autore definisce il suo ennesimo lavoro su Montalbano «divertente», con un personaggio che continua sulla china dell’introspezione e sempre più incline a vicende che lo coinvolgono dal punto di vista sentimentale. Già ne "La pista di sabbia", Salvo aveva avuto una relazione erotica con una giovane affascinante, rimanendone però scottato, così come nei successivi romanzi è apparso meno rigoroso nel rispetto del rapporto con la storica fidanzata Livia. L’autore, però, rassicura: «Non si lasceranno mai», nonostante «una certa stanchezza causata dalla consuetudine e dalla lontananza».
 
 

La Sicilia, 24.10.2008
La Compagnia di canto alla Rai
Il sodalizio favarese oltre a proporre alcuni brani storici presenterà il libro "Musica dai saloni"

Favara.  C'è grande attesa per i due concerti che la Compagnia di Canto e Musica popolare di Favara, composta da Antonio Lentini, Mimmo Pontillo, Peppe Calabrese, Lorena Vetro, Maurizio Piscopo e Pasquale Augello, terrà in questo fine mese.
Domani il gruppo si esibirà alla rassegna internazionale «Storytelling» di Palazzolo Acreide, mentre il 31 canterà all'Auditorium della Rai con diretta radiofonica e collegamenti nazionali in tv.
Nella stessa giornata del 31, alla presenza di un pubblico molto qualificato di giornalisti, scrittori, studenti e appassionati, la Compagnia presenterà il libro fresco di stampa «Musica dai saloni», curato per la parte letteraria da Gaetano Pennino e Maurizio Piscopo per la parte musicale da Calabrese e Pontillo.
[…]
Altre presentazioni sono previste a novembre a Favara al castello Chiaramonte, a Catania e Roma.
Nella capitale la presentazione avverrà alla presenza dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri.
[…]
T. A.
 
 

l’Unità, 25.10.2008
Intervista
Camilleri: io sarò con voi contro chi semina paura
Lo scrittore sarà al Circo Massimo. “Sto con i giovani che cercano il futuro”
Cliccare qui per la prima parte dell'intervista
Cliccare qui per la seconda parte dell'intervista
Circo Massimo Lo scrittore: Berlusconi cerca reazioni incontrollate
La pazienza «Non importa quante persone ci saranno, ma la loro volontà»
Camilleri: a Roma dieci passi nel corteo
«Le mie gambe non mi permetteranno più di dieci metri di corteo. Non vorrei che qualcuno, a proposito delle cifre di prima, misurasse il mio grado di adesione alla manifestazione del Pd dal numero dei passi che riuscirò a fare»
Saverio Lodato
 
 

AGI, 25.10.2008
Libri: Forum "Passaparola" a Cagliari con Saviano e Camilleri

Cagliari - Fa leva sul "potere delle parole" il quinto Forum del libro Passaparola, in programma a Cagliari, negli spazi dell'ex Manifattura Tabacchi, l'8 e 9 novembre prossimi. Roberto Saviano, Andrea Camilleri, Maurizio Cucchi, Remo Bodei, Marino Sinibaldi sono solo alcuni tra i protagonisti dei 25 incontri, cadenzati nelle due giornate, che metteranno a confronto, scrittori, filosofi, giuristi, editori, lettori, musicisti, librai, giornalisti e politici.
L'iniziativa, promossa dalla Regione Sardegna e organizzata dai Presidi del Libro in collaborazione con l'associazione Forum del Libro, punta a promuovere la lettura e la comprensione dei testi in un territorio, come quello sardo, dove il 70% dei quindicenni, secondo gli ultimi dati Ocse-Pisa, fatica a capire parole fondamentali e quasi banali come per esempio raccolta differenziata.
"Dobbiamo insistere nella voglia di parole e di coinvolgimento per aprire un grande collettivo momento pedagogico", ha sottolineato stamane alla presentazione alla presentazione del programma, l'assessore regionale alla Cultura, Maria Antonietta Mongiu che, assieme alla collega del Turismo, Luisanna Depau, ha sponsorizzato l'iniziativa.
Dal potere all'insufficienza delle parole, dalla parola giuridica a quella della Costituzione, dalla poesia alla parola come menzogna, dalle parole in liberta' a quelle sostituite, l'ex Manifattura si prepara a diventare un teatro di dialogo, discussione e riflessione sulla parola scritta nella certezza di un legame tra la lettura e altri indici di sviluppo economico, sociale e culturale.
[…]
 
 

La Sicilia, 25.10.2008
La tentazione di una Laura per Montalbano

Tre novità scandiscono il percorso di «L'età del dubbio» (Sellerio, pp. 261, € 13,00), il nuovo libro di Andrea Camilleri con la 14° inchiesta del commissario Montalbano. Una donna bellissima di nome Laura (i riferimenti petrarcheschi non si limitano solo al nome) entra nella vita del cinquantottenne poliziotto turbandone gli equilibri consolidati; la nuova indagine tocca ambiti di livello internazionale, mentre l'attore Luca Zingaretti sta per tornare sul piccolo schermo ancora nel ruolo dell'inflessibile tutore della legge.
La sempre fresca e zampillante vena narrativa di Camilleri, presenta stavolta un Montalbano scosso di fronte alle capriole di un cuore matto insidiato dalla bellezza di un'affascinante tenente della Capitaneria, Laura Belladonna, che sembra scacciare dalla mente l'eterna fidanzata, Livia. Intorno ai sussulti cardiaci la sua vorticante corte dei miracoli: Catarella, Fabio, Mimì Augello, Lattes, il severo superiore e altre mimiche facciali che si sovrappongono agli scenari barocchi di una Sicilia oltraggiata ma sempre più bella.
La barca di lusso che arriva nel porto di Vigàta con a bordo una cinquantenne imprenditrice, il capitano, i tre uomini dell'equipaggio e un cadavere, trovato abbandonato su di un canotto in mare aperto, mette in allarme Montalbano che indaga con i suoi modi spicci e sornioni arrivando ben presto a delle rivelazioni impreviste.
Abbiamo incontrato lo scrittore.
- Camilleri, perché dai fatti locali ha spostato l'obiettivo del commissario sui traffici internazionali che ormai sono di casa anche da noi?
«Ho trattato questo tema perché mi sembrava di attualità. In molti romanzi di Montalbano la trama è legata ai fatti del momento, alle commistioni tra mafia, politica e affari sporchi, e quindi quello del traffico internazionale mi è parso un argomento che meritava di essere approfondito».
- Quella del traffico di diamanti è davvero una storia del tutto inventata come avverte alla fine del libro?
«Mi è capitato di sapere qualcosa solo sul Kimberley Process, l'ente che controlla la trasparenza del mercato internazionale dei diamanti grezzi, al fine di evitare che i profitti ricavati dal commercio vengano utilizzati per finanziare guerre civili. Questo accordo mi ha interessato e l'ho collegato ad un lontanissimo ricordo con un libro di Fleming, l'autore di 007 - non il romanzo intitolato "Una cascata di diamanti" ma un saggio -, che lui scrisse sul commercio clandestino dei diamanti. Quel libro mi è servito anche per definire le rotte che seguono i diamanti contrabbandati».
- E' pensando allo 007 di Fleming che a un quasi vecchio Montalbano ha ridato una inaspettata agilità?
«La vecchiaia di Montalbano si manifesta più nei suoi pensieri che nelle sue azioni. Anche se pensa di essere diventato vecchio, reagisce spesso e volentieri alla sua condizione come se non lo fosse. Per un poliziotto di lunga esperienza come lui, anche il salto dalla banchina sulla tolda di un barcone, è un fatto istintivo».
- Perché un Montalbano innamorato perso come un ragazzino?
«Mi succede di avere amici assai più giovani e spesso raccolgo delle loro confidenze sulla crisi dell'andropausa, che è pericolosissima. Diciamo che mi sono divertito a inventare un nuovo amore per Montalbano, mettendo fra i vari segni di vecchiaia anche questo ulteriore affanno».
- Però Montalbano esita: la maturità in amore è l'età del dubbio?
«E' proprio così. Montalbano non ha il coraggio di farsi avanti ed è bloccato dai dubbi. I pochi passi che in una certa pagina del libro lo separano dalla cucina alla veranda di casa sua dove c'è la donna desiderata, per lui sono un salto nel vuoto. Ne ha paura. E si ritrae».
- Forse è rimorso nei confronti di Livia, la fidanzata ufficiale?
«Quello è sottaciuto, ma c'è il senso di una perdizione alla quale non vuole abbandonarsi per non doversi poi pentire o non tornare più indietro, perché il tradimento non sarebbe un cedimento passeggero. Sarebbe stato difficile poi in una storia così metterci una toppa. Certi incontri segnano e veramente possono capovolgere il senso di un'esistenza. E di questo lui ha paura».
- Con questo romanzo ha voluto dare una virata allo schema consolidato dei suoi romanzi?
«Nelle storie seriali, la cosa alla quale bisogna stare attentissimi, è la non ripetitività, perché altrimenti diventano di una noia mortale. Per questo cerco sempre dei colpi di sterzo in maniera che non ci sia una noiosa linea retta da percorrere».
- Perché nel romanzo c'è una chiara critica al trattamento riservato agli extracomunitari che arrivano in Italia, tanto da definire campi di concentramento i campi di accoglienza?
«Perché penso che ci troviamo di fronte a una migrazione epocale e la quantità di gente che arriverà nel prossimo futuro sarà sempre di più. Credo che la soluzione a questo problema non possa essere semplicemente di respingere tutti con le barriere di filo spinato. Poiché non è solo un problema nazionale come si vuole ritenere, ma internazionale e soprattutto europeo, tutte le nazioni che fanno parte della comunità europea dovrebbero mettersi d'accordo e trovare delle regole comuni di assorbimento quanto più possibile della gente che arriva. Altre soluzioni sono drammatiche e altre non verranno mantenute».
- Ritiene fallite tutte le mediazioni politiche con la Libia?
«Sia Prodi che Berlusconi, hanno trattato a lungo con la Libia, per frenare il transito degli immigrati, ma il risultato è che continuano ad arrivare sempre più numerosi, e penso sia sciocco chiudere la porta».
- Ma perché Gheddaffi non rispetta i patti?
«Non lo so, ma non c'è governo che non abbia cercato di dargli quello che voleva. Ora, siccome siamo nella condizione di aver bisogno da lui - vedi Unicredit e altre cose - questo è quasi un invito agli immigrati a venire ancora in Italia».
- Montalbano con le sue inchieste ci delizierà ancora?
«Certamente. La signora Sellerio ha ancora qualche romanzo con Montalbano da tirare fuori. E poi sono in arrivo sul piccolo schermo quattro nuovi film con Luca Zingaretti. Insomma, Montalbano gode ancora buona salute».
Francesco Mannoni
 
 

ANSA, 25.10.2008
"Vitti na crozza supra dui cannuni"... Camilleri ricostruisce la storia degli storici pezzi e Porto Empedocle li richiama in patria

Torneranno a Porto Empedocle (Agrigento) per essere collocati nella Torre Carlo V, due dei sei cannoni ottocenteschi che attualmente si trovano nella Rocca Paolina di Perugia. Un accordo in questo senso è stato firmato stamani, nel capoluogo umbro, dai sindaci dei due Comuni, Renato Locchi e Calogero Firetto. E' stata questa l'occasione per ricostruire la singolare vicenda dei cannoni, ai quali si era interessato anche lo scrittore Andrea Camilleri. Stamani era presente anche Giuseppe Agozzino, l'artefice dell'"asportazione", come egli stesso l'ha definita.
I cannoni, in ghisa, del peso di circa 900 chilogrammi ciascuno, erano stati costruiti ai primi dell'800 e installati nella fortezza borbonica di Porto Empedocle. Dalle ricerche fatte da Camilleri per l'ambientazione di un nuovo romanzo è risultato che erano stati poi usati come bitte per l'ancoraggio delle navi nel vecchio molo Crispi. Negli anni '60 del secolo scorso, con i lavori di ristrutturazione del molo, erano stati rimossi ed ammassati in una sorta di discarica. L'allora direttore della Azienda di promozione turistica di Perugia, Giuseppe Agozzino, nato a Porto Empedocle, li aveva visti, recuperati e fatti trasportare, in treno, a Perugia.
Nella Rocca Paolina di Perugia - riferisce una nota del Comune umbro - sarebbero probabilmente rimasti, continuando ad alimentare la credenza, per molti perugini, che facessero parte della Rocca stessa, se durante un'intervista televisiva lo scrittore Andrea Camilleri non avesse raccontato di quei vecchi cannoni borbonici usati come bitte, e se uno storico di Agrigento, sentendo l'intervista, non si fosse ricordato di Agozzino. Passo passo si è risaliti così a Perugia, fino alla richiesta di restituzione da parte del Comune di Porto Empedocle, nel maggio scorso. Oggi il sindaco Locchi nel ricordare, appunto, che i cannoni ottocenteschi sono meno antichi della Rocca Paolina, ha affermato che, essendo stata quest'ultima una fortezza dei papi, era plausibile per i perugini credere che quei cannoni ci fossero da allora. "Siamo ben lieti - ha detto ancora Locchi - di avere avuto l'occasione di approfondire e colmare questa lacuna storica, nonostante l'affetto che ci lega a questa vicenda oltre che ai cannoni".
La nostra comunità, ha affermato il sindaco Firetto, "é particolarmente grata all'amministrazione comunale di Perugia che le permette di rientrare in possesso di beni particolarmente significativi per il loro valore simbolico, storico e affettivo". Nel 2009, ha anticipato Firetto, sarà inaugurata la Torre Carlo V dove troveranno la loro giusta collocazione i cannoni. Per quella occasione sarà invitata a partecipare la municipalità perugina. Il Comune di Porto Empedocle, secondo il protocollo d'intesa firmato stamani - prosegue la nota - si impegna a provvedere a sua cura e a proprie spese alla rimozione dei cannoni dalla loro attuale ubicazione e al trasporto fino a Porto Empedocle e a dare il giusto risalto al gesto di amicizia del Comune di Perugia nei modi che riterrà più consoni (manifesti murali, avviso sul sito web del Comune, comunicati stampa, eccetera). Lo scrittore Andrea Camilleri ha intanto inviato al sindaco Locchi una lettera in cui ringrazia il sindaco e la cittadinanza che rappresenta, "per questo gesto di generosità e di grandissima civiltà".
 
 

Per un pugno di libri, 26.10.2008
Il birraio di Preston

Domenica 26 ottobre su Rai Tre , alle ore 18, va in onda la seconda puntata di "Per un pugno di libri" , la trasmissione dedicata a libri e lettori, condotta da Neri Marcorè e Piero Dorfles, scritto da Gabriella Oberti, Alessandro Rossi e Igor Skofic che ne firma anche la regia.
“Il birraio di Preston ”di Andrea Camilleri, romanzo a contenuto storico ispirato ad un avvenimento reale accaduto in Sicilia nella seconda metà dell’ottocento, è il libro sul quale si confrontano il Liceo Classico “ Maurilio Fossati” di Rivoli (TO) e il Liceo Classico “Antonio Calamo” di Ostuni (BR)
In studio con Neri Marcorè anche in questa puntata il comico e cantante romano Max Paiella.
Il contributo esterno è di Andrea Camilleri.
Il programma, è scritto da Gabriella Oberti, Alessandro Rossi e Igor Skofic che anche quest'anno firma la regia.
 
 

La Nuova Sardegna, 26.10.2008
Scrivere, per non arrendersi

Cagliari. Protetto da poliziotti armati dovrebbe esserci anche Roberto Saviano. Uno che il potere della parola lo sta sperimentando dolorosamente sulla propria pelle, costretto com’è a vivere sotto scorta per aver denunciato in un fortunatissimo libro il sistema criminale dei clan partenopei. Ma, per quanto molto atteso, l’autore del best-seller «Gomorra» sarà soltanto uno dei tanti illustri ospiti della quinta edizione del «Forum Passaparola», una due giorni di incontri e dibattiti dedicata alla promozione della lettura che - visto il successo clamoroso del 2007 - per la seconda volta consecutiva si terrà all’ex Manifattura tabacchi di Cagliari, precisamente l’8 e il 9 novembre (il programma in dettaglio è consultabile sul sito www.forumpassaparola.org.) Il tema affrontato sarà, appunto, «Il potere delle parole».  All’iniziativa - nata da una felice intuizione di Giuseppe Laterza, già ideatore della rete nazionale dei Presìdi del Libro - parteciperanno infatti venticinque personaggi tra scrittori, filosofi, giuristi, editori, lettori, musicisti, librai, giornalisti e politici. Alcuni dei quali decisamente molto noti.
[...]
Mentre è ancora in forse la presenza dello scrittore siciliano Andrea Camilleri. Ma il papà letterario del commissario Montalbano in ogni caso ha già registrato per l’occasione una lunga e interessante videointervista concessa al medico-romanziere cagliaritano Giorgio Todde, che oltretutto, in quanto presidente dei Presìdi del libro della Sardegna, a questo Forum è il padrone di casa.
[...]
Tornando agli appuntamenti, l’inaugurazione del Forum è fissata per sabato 8 novembre alle nove del mattino, quando sarà proiettata la videointervista a Camilleri.
[...]
Andrea Massidda
 
 

Guide SuperEva, 26.10.2008
L'età del dubbio
L'ultima fatica di Andrea Camilleri
Andrea Camilleri "L’età del dubbio" Sellerio, 2008 (pp.261)
Letto dal 25 al 26 ottobre 2008 Voto:8

Abstract: Nel corso di questo nuovo caso - la più marina delle indagini di Montalbano l’ha definita Camilleri - che si svolge tutto nel porto di Vigàta, tra yacht e cruiser, il lettore resterà colpito dal cambiamento che si è verificato nel commissario, come se Camilleri avesse voluto scavare più intensamente dentro i sentimenti del suo beniamino. Una mattina viene trovato nel porto di Vigàta un canotto, all’interno il cadavere sfigurato di un uomo. L’ha riportato a riva un’imbarcazione di lusso, 26 metri, abitata da una disinvolta cinquantenne e da un equipaggio con qualche ombra. Proprietaria e marinai devono trattenersi a Vigàta fino alla fine dell’inchiesta sul morto , ma intanto è proprio su di loro che Montalbano vuole indagare.
Breve commento: Sempre più lirico e disperato, Montalbano. A cavallo fra ironia e dramma, Camilleri ci porta sull’orlo del baratro della psiche umana, dove il cattivo carattere diventa pessimo gusto (le bugie a Lattes) e certe fisime si perdono in patologiche idiosincrasie (tutta la non-storia con Laura, tutta la non-storia con Livia). L’azione poliziesca è sempre più sullo sfondo, diafana fino alla detonazione finale che è invece eccessiva e, forse, sbrigativa
Benedetta Colella
 
 

La Sicilia, 26.10.2008
La restituzione.
Il Comune di Perugia ne restituisce due degli otto finora conservati nella Rocca Paolina
I cannoni tornano a Porto Empedocle
Staranno nella Torre Carlo V: Camilleri autore del «ritrovamento»
La ricerca del papà del commissario Montalbano

I cannoni erano stati costruiti ai primi dell'800 e installati nella fortezza borbonica di Porto Empedocle. Dalle ricerche fatte dallo scrittore Andrea Camilleri per l'ambientazione di un nuovo romanzo, è risultato che erano stati poi usati come bitte per l'ancoraggio delle navi nel vecchio molo Crispi. Negli anni '60 del '900, con i lavori di ristrutturazione del molo, erano stati rimossi e gettati in discarica, dove erano stati trovati dall'allora direttore dell'Apt perugina che li aveva fatti portare in Umbria
 
 

Il Messaggero (Umbria), 26.10.2008
I settecento anni dell’Università celebrati con una moneta che fa discutere
E si riapre la sfida sulla collocazione della statua anti papalina di Borgo XX Giugno
Il Grifo da voci bianche e i cannoni di Camilleri

[...]
Quando, su simboli e opere d’arte, c’è di mezzo l’orgoglio di una città, meglio non fare scherzi. E così, a Palazzo dei Priori, proprio sotto l’occhio (metaforico, naturalmente) del Grifo, ieri mattina c’è stata la firma per riportare a Porto Empedocle i due cannoni ottocenteschi che si trovano nella sala cannoniera della Rocca Paolina. Il sindaco Renato Locchi ha aperto le porte della restituzione grazie all’accordo con Calogero Firetto, sindaco della città siciliana. Sarà contento lo scrittore Andrea Camilleri che aveva ricordato i cannoni borbonici, innescando la lunga strada che porterà alla restituzione.
Luca Benedetti e Luigi Foglietti
 
 

Il Secolo XIX, 28.10.2008
Montalbano, l'indagine esistenziale

“Aviva appena pigliato sonno doppo ’na nuttata che pejo d’accussì nella so vita ne aviva avute rare, quando l’arrisbigliò di colpo un trono che fu come ’na cannonata sparata a cinco centilimitri dal so orecchio. Satò susuto a mezzo del letto, santianno. E accanì che il sonno non sarebbe cchiù tornato, inutili ristarisinni corcato…”. Così l’incipit di “L’età del dubbio”, l’ultima avventura del commissario Montalbano di Andrea Camilleri (Sellerio, 265 pagine, 13 euro). Montabano se la sta passando piuttosto brutta, angoscia e malinconia sono diventate compagne abituali. Ma, qualche riga dopo, vediamone meglio pieghe e risvolti: “Pirchì gli era venuta questa, d’arricordarisi di tutte le minchiate che sognava? Per quanto ne sapeva, non tutti, arrisbigliannosi, si portavano appresso la memoria dei sogni. Raprivano gli occhi e tutto quello che gli era capitato in sonno, piacevoli o spiacevoli, scompariva. Lui invici, no. E il pejo era che si trattava di sogni problematici, che gli facivano nasciti dintra ’na gran quantità di dimanne alla maggior parti delle quali non sapiva dari risposta. E accussì finiva coll’esseri pigliato dal nirbùso”.
È una sorta di malessere circolare quello che ingrippa il povero poliziotto. Intanto, gli anni scorrono inclementi, e il detective inizia ad avvertirne tutto il peso. Con Livia, la morosa storica sempre sul chi vive, siamo verso il basso calante, tanto da fargli pensare che “di lui doveva averne piene non sulo le scatole, ma intere vagonate di containers”. Nel bel mezzo di questa condizione alquanto depressiva, al commissario capita l’incontro che fa tremare i polsi. Cupido ha nome e fattezze di un’irresistibile tenente in gonnella della locale capitaneria che Montalbano incrocia durante i primi accertamenti di un caso che prende le mosse da un morto sfigurato recuperato, completamente nudo, in un canotto. A portare a riva il cadavere, uno yacht frequentato da una compagnia di giro non proprio trasparente.
La novità rispetto a tante altre fortunate avventure è che Montalbano indaga e palpita a corrente alternata. È tale e tanto il suo subbuglio interiore da metterne quasi al tappeto la ben nota terragna compassatezza. Per la prima volta il detective di Vigata sembra proprio sull’orlo di lasciarsi travolgere dalle pulsioni del cuore. Si può rivelare soltanto che si tratta di passione autentica, ma costellata di non poche avversità. L’esito è rinviato alle pagine conclusive del libro. Ancora a quelle stesse battute finali dove i cattivi finiscono smascherati e la gang di trafficanti internazionali a cui sono collegati è messa in seria difficoltà.
Beppe Benvenuto
 
 

Il Secolo XIX, 28.10.2008
Io, scomunicata dalla mia terra

[...]
All’Accademia Nazionale di Arte drammatica, fra i suoi maestri Emma Dante ha avuto Andrea Camilleri che le ha insegnato «l’ironia, la capacità di trattare la tragedia come se fosse un gioco e anche a trasformare i difetti in virtù». Si dice che gli intellettuali non sappiano sottrarsi alla sicilianità e anche Emma Dante, come del resto Camilleri, sembra confermare la regola: «Forse è il destino di appartenere a una terra che ti fa andare via, ma che senti sempre necessaria alla tua creatività».
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Silvana Zanovello
 
 

ANSA, 29.10.2008
Torna Montalbano con 4 nuovi episodi e cede al sesso

Roma - Torna Montalbano con Luca Zingaretti e cede al sesso. Per la prima volta vediamo il Commissario baciare con passione una ragazza di vent'anni, stringersi al suo corpo bagnato nel mare in una calda notte estiva ne 'La vampa d'agosto', il primo dei quattro nuovi episodi tratti dai romanzi di Andrea Camilleri, sempre con la regia di Alberto Sironi, in onda domenica 2 novembre in prima serata su Raiuno. ''Finalmente crolla - dice Sironi - era ora. Per 14 film ha detto di no alle donne, c'erano venuti anche dei dubbi''.
Nell'episodio che inaugura i quattro nuovi film, il commissario indaga sulla morte, dopo essere stata violentata, della gemella monozigote di Adriana Morreale, interpretata da Serena Rossi (Un posto al sole) ed e' alle prese anche con il tema delle morti sul lavoro. Molto diversi fra loro, gli altri tre episodi della serie, realizzata da Palomar Endemol per Rai Fiction, in cui viene affrontato il tema delle corse clandestine a cavallo, del traffico di droga, sono: 'Le ali della sfinge', che verra' trasmesso lunedi' 3 novembre, 'La pista di sabbia' in onda lunedi' 10 novembre e 'La luna di carta', lunedi' 17 novembre, quest'ultimo presentato all'inizio di ottobre in anteprima assoluta a New York per la rassegna di fiction Rai negli Stati Uniti. Torna direttore della fotografia Franco Lecca che lo era stato nei primi sei episodi.
Luca Zingaretti, che tre anni fa aveva detto addio al Commissario, racconta di ''aver sentito la sua mancanza come quella di un amico lontano'' ed e' tornato sui suoi passi. ''Montalbano - spiega l'attore - e' un personaggio in divenire perche' Camilleri continua a scrivere. Questa famiglia allargata di Montalbano non molla mai. Per un buon 80% il merito del successo di questa serie e' nella capacita' di Sironi di tradurre in immagini le parole di Camilleri''. I quattordici episodi della collezione, il primo e' stato 'Il ladro di merendine' nel 1999, hanno continuato a essere mandati in onda in prima serata con un successo straordinario.
''Sono stati trasmessi - ha spiegato il produttore della Palomar, Carlo Degli Esposti - 64 volte fra prime visioni e repliche per un totale di oltre 350 milioni di spettatori. Ogni episodio e' stato visto in media da circa 32 milioni di spettatori''. I primi sei, come ha sottolineato Eleonora Andreatta di Rai Fiction, ''all'inizio sono andati in onda su Raidue con una media del 25% di share, i successivi otto su Raiuno con una media del 32,5%''. Con Montalbano nel Commissariato come sempre il fidato Fazio (Peppino Mazzotta), l'unico a riprenderlo per il suo innamoramento ne 'La vampa d'agosto' tanto da metterlo in guardia con un: ''ci pensasse buono, in tutti i sensi''. Poi il vice Mimi' Augello (Cesare Bocci) e l'infaticabile Catarella (Angelo Russo).
I quattro nuovi episodi vedono invece l'ingresso di: Mandala Tayde, cavallerizza ne 'La pista di sabbia'; Pia Lanciotti del Piccolo di Milano, figura tragica in 'La luna di carta' dove c'e' anche Antonia Liskova (Elena), uscita dall'inferno della droga, oltre alla Rossi, assente oggi all'incontro perche' impegnata sul set di Sant'Agostino della Lux Vide. ''Non la hanno lasciata venire - ha ironizzato Degli Esposti - perche' corrosi dall'invidia''. Piu' vecchio e pensoso nei libri Montalbano nei nuovi episodi e' piu' maturo ma spicca soprattutto il suo sex appeal. Dall'inizio della stagione la media della fiction Rai e' stata del 23.5% di share. ''Se andremo oltre - ha detto Zingaretti - sara' andata benissimo se no saremo nel trend. Certo un buon accoglimento del pubblico sara' un buon viatico per fare altri episodi'' ha concluso l'attore dimostrando questa volta di non chiudere le porte alla continuazione dell'avventura di Montalbano.
 
 

Apcom, 29.10.2008
TV
Rai/ Zingaretti: Mi mancavano il commissario, Ragusa e la troupe
Torna domenica su Raiuno in prime time Il commissario Montalbano

Roma, 29 ott. (Apcom) - Dopo tre anni di assenza 'Il commissario Montalbano' torna su Raiuno in prima serata domenica 2 novembre. Luca Zingaretti è protagonista dei nuovi quattro episodi della serie più lunga che una fiction abbia avuto in Italia: con queste nuove quattro puntate si arriva a 18 film. "E il regista è sempre lo stesso", ha scherzato oggi in conferenza Alberto Sironi.
"In qualche modo si può parlare di osmosi creativa - ha sottolineato Tinni Andreatta, capostruttura Rai Fiction - i romanzi di Camilleri, dopo il film, si sono ispirati all'interpretazione di Zingaretti e alla regia di Sironi".
Il regista Sironi ha dichiarato che il commissario Montalbano non esisterebbe in tv senza Zingaretti. "Camilleri ha detto: ormai io scrivo e penso a te', riferendosi a Zingaretti", ha commentato Sironi.
"Tre anni fa dissi che non avrei più interpretato il commissario. Quando uno dice delle stupidaggini poi deve avere il coraggio di dire 'ho sbagliato' - ha spiegato Luca Zingaretti - In questi tre anni, mentre ero impegnato in altri progetti, il commissario mi è mancato, mi mancava la troupe, i racconti di Camilleri, il ristorante che ci apriva anche se era chiuso durante l'inverno, il contadino che veniva sul set alle 10,30 a portarci la ricotta calda, Ragusa".
"Adoro Montalbano - ha aggiunto Zingaretti - se fosse un uomo in carne ed ossa mi piacerebbe essere suo discepolo, cerco di assomigliargli in molte cose".
"Mi mancava questo personaggio in continuo divenire, che per me è diventato una sorta di amico - ha aggiunto Zingaretti - Rifare Montalbano significava dover soddisfare l'aspettativa del pubblico, e non nascondo che ho avuto paura di deluderla".
La novità di questa edizione è che Montalbano cede alle donne. "Finalmente il commissario crolla, dopo 14 film in cui dice no alle donne, e in cui c'era anche venuto qualche dubbio sui suoi orientamenti - ha scherzato Sironi - finalmente crolla tra le braccia di Serena Rossi".
Zingaretti ha raccontato come è iniziata la sua passione per i romanzi di Camilleri. "Era mio insegnante di regia in accademia. Un giorno vidi il suo romanzo in una libreria, mi stupii e lo comprai. Lo lessi dopo un paio di mesi. Rimasi folgorato. Avrei voluto comprarne i diritti ma non avevo una lira. Quando scoprii che stavano facendo i provini per la parte di Montalbano mi precipitai e ottenni il ruolo".
 
 

La Repubblica, 29.10.2008
Presentati quattro nuovi episodi del commissario di Camilleri
In crisi con Livia, per la prima volta la tradisce
Montalbano cede alla passione "Ma è anche più maturo"
E Zingaretti parla degli studenti: "Mi piacciono molto
E' un periodo senza maestri, devono costruirsi da soli"
Cliccare qui per vedere l'intervista a Luca Zingaretti su Repubblica TV

Roma - Ci sono voluti quattordici film, ma alla fine il commissario Montalbano cede. Tradisce l'eterna fidanzata Livia, sempre tenuta debitamente a distanza, nella "Vampa d'agosto", primo dei nuovi quattro episodi della serie diretta da Alberto Sironi, in onda domenica su RaiUno. Ci mette un po' la bruna Adriana (Serena Rossi), ventenne sensuale e determinata, a far capitolare Montalbano.
Ma dopo essersi fatta invitare a cena, avergli spiegato che "non vuole sposarsi" e aver sfoderato tutte le armi della seduzione, compreso un bagno al chiaro di luna, il commissario si tuffa in acqua e cede alla passione.
"Era ora" ironizza Sironi "Ci stavano cominciando a venire dei dubbi".
In realtà Andrea Camilleri racconta nei suoi romanzi (gli altri film sono "Le ali della Sfinge", il 3 novembre; "La pista di sabbia", il 10; e "La luna di carta" il 17), un uomo malinconico, tormentato, che alla soglia dei sessant'anni entra in crisi. "Non solo per il rapporto con le donne" spiega Luca Zingaretti "ma perché sente l'età che avanza, spiega che se prima gli piaceva restare un po' a letto, adesso si alza, perché pensa alla morte. Questa parte più intimista, nella fiction non c'è, perché non era credibile. Non ho sessant'anni, se un uomo della mia età resta a letto pensando alla morte, è un depresso. Ma certo è un uomo più riflessivo, più maturo". Le donne che turbano il commissario oltre a Serena Rossi, sono Mandala Tyde, la bella cavallerizza della "Pista di sabbia", Antonia Liskova e l'ex miss Italia Francesca Chillemi, che appaiono nella "Luna di carta", cupo episodio di incesto tra fratelli.
Prodotta da Carlo Degli Esposti, la serie è un fenomeno da 350 milioni di spettatori, è stata replicata 64 volte e si calcola che ogni episodio sia stato visto da una media 32 milioni di italiani. Nel cast fisso attori di talento come Peppino Mazzotta (il fidato Fazio), Cesare Bocci (Mimì Augello) e Angelo Russo (Catarella).
"Tre anni fa dissi che non volevo più fare Montalbano", ammette Zingaretti, "ma sbagliavo perché in questo arco di tempo il commissario mi è mancato. Mi mancavano i miei amici siciliani, la masseria, il contadino che ogni mattina ci portava la ricotta fresca sul set. Ma soprattutto mi mancava il personaggio: certo, rifarlo significa incappare nel rischio di deludere le aspettative del pubblico ma ancora una volta siamo riusciti a realizzare quattro film all'altezza della situazione, forse migliori dei precedenti. E poi stimo il commissario, mi piace il suo senso della giustizia, che va oltre la legge".
Secondo lei come si comporterebbe Montalbano con gli studenti che protestano? "Questi studenti mi piacciono moltissimo. Stanno in piazza sotto la pioggia in un momento in cui si fa a gara a chi si tira indietro. È un periodo senza maestri quello che stiamo vivendo, la speranza è che questa generazione di giovani riesca a costruirsi anche da sola. Cosa farebbe Montalbano non posso dirlo, lo dovrebbe decidere Camilleri. Io, per quello che mi riguarda, posso solo dire che ammiro molto questi ragazzi: sono un segnale importante in un periodo difficile per l'Italia".
Silvia Fumarola
 
 

Italiani, 29.10.2008
Il commissario Montalbano. Salvo si fa in quattro
Torna in prima serata su Rai Uno il commissario Salvo Montalbano, creato dalla prolifica penna di Andrea Camilleri e brillantemente interpretato dall’attore Luca Zingaretti. Dal 2 novembre.

Dopo tante attese, dopo l’addio – diventato arrivederci – di Luca Zingaretti, che tre anni fa aveva deciso di lasciare il personaggio creato da Andrea Camilleri e ispirato al romanziere Manuel Vasquez Montalbàn, arrivano in prima serata i nuovi quattro episodi del commissario Salvo Montalbano. Tutti riconfermati gli uomini del cast, dall’amico-confidente Mimì Augello (Cesare Bocci), al giovane “figlio” Fazio (Peppino Mazzotta), fino all’irresistibile Catarella (Angelo Russo), che impersona ancora una volta le incredibili maschere e i suoi colpi di genio. Nel cast femminile arrivano le novità: se la fidanzata storica del burbero commissario è ancora e sempre Livia Burlando (l’attrice Katharina Bohm), in ognuno dei quattro episodi giovani ragazze bellissime tenteranno il cuore e il corpo di Salvo.
MONTALBANO E IL SESSO - Anche a causa della crisi con Livia, e delle continui screzi via telefono, il commissario cede – ed è questa la novità – al fascino femminile. Lasciando che siano loro, le ragazze, a prendersi la scena e a usarlo – come accade in “Vampa d’agosto” per portare a termine una vendetta personale. "Finalmente crolla - dice Alberto Sironi, il regista - era ora. Per 14 film ha detto di no alle donne, c'erano venuti anche dei dubbi". Per prima tocca a Serena Rossi, che interpreta Carmen Catalano nella soap italiana “Un posto al sole”, e che riuscirà per prima a sedurre il brusco commissario. Ma quello che sembra, non sempre è quello che è. Per cui alla fine di “Vampa d’agosto”, Montalbano scoprirà a sue spese di essere stato usato, oggetto del fascino di una donna che l’ha usato solo per vendicarsi. Ne “Le ali della sfinge” Isabell Sollman, Ingrid, una ragazza dell’est [Sic!, NdCFC] che turba la sua vita, travagliata dal rapporto con Livia. Poi arriva Mandala Tayde, che nella “Pista di sabbia” interpreta Rachele, una donna bellissima che, avvicinandosi a un uomo, comincia da quello che per le altre donne è un punto d’arrivo. Per finire con Pia Lanciotti (Michela) e Francesca Chillemi (Teresa) in La luna di carta”, entrambe possibili assassine che ingannano Salvo e lo mettono di fronte al mistero per eccellenza: la psicologia femminile.
ZINGARETTI, L'UNICO MONTALBANO - Tre anni fa, il bravo Luca Zingaretti, che al meglio dà il volto e le caratteristiche all’insolito commissario, aveva lasciato la serie. Quando è tornato, lo ha fatto perché sentiva “la sua mancanza come quella di un amico lontano”, e con nuova energia ha interpretato quest’ultima sfida. Durante la lontananza Zingaretti, al’apice del meritato successo, ha girato diversi film (“Prima dammi un bacio”, di Ambrogio Lo Giudice, “Alla luce del sole” e “I giorni dell’abbandono”, entrambi di Roberto Faenza, “Mio fratello è figlio unico” di Daniele Luchetti e “Sanguepazzo”, di Marco Tullio Giordana, insieme a Monica Bellucci fuori concorso al Festival di Cannes) e fiction (“Perlasca, un eroe italiano”, di Alberto Negrin, “Incompreso”, di Enrico Oldoini e “Cefalonia”, di Riccardo Milani). Dal 2006 è direttore artistico di un festival dedicato al cinema documentario a Siena dal titolo "Hai visto mai?" e dal 2007 è in tournée con lo spettacolo "Spingendo la notte più in là", in cui legge brani dall’omonimo racconto dell'omicidio Calabresi del 1972 scritto dal figlio del commissario assassinato, Mario Calabresi, e con “La Sirena”, spettacolo tratto da un racconto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Con la sua interpretazione, Zingaretti porta sulla scena il commissario Montalbano in tutte le sue peculiarità: l’essere brusco, diretto, spigoloso, testardo, con quel senso particolare per l’indagine e quello sguardo sempre cupo che hanno affascinato il pubblico italiano e quello europeo. I diritti della serie, infatti, sono stati venduti in Germania, Francia, Svezia, America Latina, Belgio, Olanda, Spagna, con una nomination agli Emmy Awards per la miglior prodotto della fiction internazionale nel 1999.
"Montalbano - spiega l'attore - è un personaggio in divenire perché Camilleri continua a scrivere. Questa famiglia allargata di Montalbano non molla mai. Per un buon 80% il merito del successo di questa serie è nella capacità di Sironi di tradurre in immagini le parole di Camilleri".
L'AMORE DEL PUBBLICO - Per ogni film tv andato in onda, è sempre corrisposto un gran riscontro di pubblico, persino per le repliche. Andato in onda per la prima volta nel 1999 (“Il ladro di merendine” e “La voce del violino”), la serie dedicata al commissario di Camilleri prosegue nel 2000 (“La forma dell’acqua” e “Il cane di terracotta”) e 2001 (“La gita a Tindari” e “Tocco d’artista”). Dal 2002 la serie si compone di quattro episodi in onda nell’autunno: “Il senso del tatto”, “Gli arancini di Montalbano”, “L’odore della notte” e “Il gatto e il cardellino”. Dopo la lunga pausa, alla fine del 2005 vanno in onda due episodi: “Giro di boa” e “Par condicio” e “La pazienza del ragno” e “Il gioco delle tre carte” nel 2006. Questi ultimi. Quattro episodi, in replica, hanno ottenuto una media ciascuno di 6 milioni di telespettatori. Alla regia, torna Sironi, che ha diretto tutti gli episodi della serie, dall’inizio. Sempre per la produzione di Rai Fiction, la realizzazione di Carlo Degli Esposti per Palomar Endemol, e alla sceneggiature Francesco Bruni e Andrea Camilleri e Salvatore De Mola. "Sono stati trasmessi - ha spiegato il produttore della Palomar, Degli Esposti - 64 volte fra prime visioni e repliche per un totale di oltre 350 milioni di spettatori. Ogni episodio è stato visto in media da circa 32 milioni di spettatori". I primi sei, come ha sottolineato Eleonora Andreatta di Rai Fiction, "all'inizio sono andati in onda su Raidue con una media del 25% di share, i successivi otto su Raiuno con una media del 32,5%". "Se andremo oltre - ha detto Zingaretti - sarà andata benissimo se no saremo nel trend. Certo un buon accoglimento del pubblico sarà un buon viatico per fare altri episodi" ha concluso l'attore, lasciando così una porta aperta al proseguimento dell''avventura di Montalbano.
Oltre alla novità del taglio delle vicende poliziesche, sempre intricate, le figure femminili ma anche i temi sociali, come le morti bianche, trattate nel primo episodio. Grande importanza nella serie la rivestono anche i luoghi, immaginari, nei quali si svolge l’attività poliziesca e la vita privata del commissario: Vigata e Montelusa, che coincidono con l’area degli Iblei, con scene girate anche a Ragusa, Scicli e Modica ma anche Puntasecca, Comiso, Vittoria, Pozzallo, il Castello di Donnafugata, fino a Noto, Capo Passero, nell’area siracusana e una fuga a Tindari e alle Isole Eolie.
I QUATTRO NUOVI EPISODI - In onda il 2 novembre, “Vampa d’agosto” si dipana intorno al ritrovamento, in una casa abusiva, del cadavere di una ragazza di sedici anni, violentata e uccisa. Dopo sei anni, quando il cadavere viene alla luce, Montalbano se la deve vedere con la sorella gemella della vittima, la bella Serena Rossi, che lo provoca fino a farlo cadere nella sua rete.
Il giorno dopo, il 3 novembre, tocca a “Le ali della sfinge”, la storia di ragazze dell’est attirate in Italia con il miraggio di un lavoro decente e poi costrette a rubare nelle case facoltose in cui l’associazione benefica le sistema. Tutto parte dalla scoperta del cadavere di una donna, che ha una farfalla tatuata sulla spalla destra. Durante le indagini, il rapporto con Livia è sempre più teso, anche a causa dei rispettivi tradimenti.
Il 10 novembre va in onda “La pista di sabbia”, nel quale la vittima è un cavallo che nuore proprio davanti alla casa di Montalbano, a Marinella. Da qui, il commissario si ritroverà catapultato nel bel mondo della nobiltà, con la conturbante figura di Rachele.
Ultima puntata, prevista per il 17 novembre, è “La luna di carta”, forse la più complessa delle quattro, nella quale le protagoniste sono le due donne legate alla vittima, sorella e moglie, che confondo ancora di più la vita a Salvo. E solo quando capisce che entrambe lo hanno preso in giro, come aveva fatto suo padre facendogli credere che la luna fosse di carta, che Montalbano capisce la verità.
Arianna Luciani
 
 

Il velino, 29.10.2008
Tv, Montalbano si fa maggiorenne e cede alla passione

Roma, 29 ott (Velino) - Montalbano diventa maggiorenne: con le quattro nuove fiction che stanno per andare in onda - a partire da domenica prossima in prima serata su RaiUno -, arriva a quota diciotto il totale della produzione televisiva della Rai imperniata sulla figura creata da Andrea Camilleri per i suoi romanzi e poi riproposta in video da Luca Zingaretti, con la regia di Alberto Sironi. I nuovi episodi raccolti sotto il titolo “Il commissario Montalbano” sono: “La vampa d’agosto” (in onda il 2 novembre), “Le ali della sfinge” (lunedì 3 novembre), “La pista di sabbia” (lunedì 10 novembre) e “La luna di carta” (lunedì 17 novembre). Tra le altre conferme, oltre al protagonista e al regista, il team produttivo con Rai Fiction e Carlo Degli Esposti per Palomar Endemol; e gli autori delle sceneggiature televisive, cioè, oltre a Camilleri, Francesco Bruni e Salvatore De Mola. Quello che sembra cambiato è il taglio delle storie. Il filo conduttore è ancora una volta dipanato dalle inchieste giudiziarie, talvolta raccapriccianti, sempre intricate, non senza sorprese, che il commissario deve risolvere, ma stavolta le donne si prendono la scena, impongono la loro bellezza prepotente e il loro fascino irresistibile a un Salvo Montalbano dal carattere duro, un tantino spigoloso, tutt’altro che donnaiolo, che ne resta turbato, ma che alla fine, essendo anche entrato in crisi il rapporto con l’eterna fidanzata Livia, non rifiuta di lasciarsi sedurre. Ecco perciò che nel cast tornano i nomi degli episodi precedenti, da Katharina Bohm, nel ruolo di Livia, a Cesare Bocci (Mimì Augello), a Peppino Mazzotta (Fazio), Angelo Russo (Catarella), Davide Lo Verde (Galluzzo) e gli altri della squadra, ma si inseriscono in primo piano quelli delle donne fatali: Serena Rossi che è Adriana nella “Vampa d’agosto”, Mandala Tayde (Rachele nella “Pista di sabbia”) e Pia Lanciotti (Michela), Antonia Liskova (Elena), Francesca Chillemi (Teresa) nella “Luna di carta”. “Quattro nuove storie di Montalbano, quattro nuovi romanzi di Camilleri, quattro film tv, un solo filo rosso che li attraversa: la passione”, scrive nelle note di regia Sironi.
Sei mesi lontano dal set per Zingaretti, ma poi sembra disposto a continuare con Salvo Montalbano. “Un buon accoglimento del pubblico – afferma l’attore oggi in conferenza stampa a Roma - sarà un buon viatico per fare altri episodi”. Le premesse ci sono tutte. Per tutti i quattordici film precedenti si sono registrati ascolti da record. Picchi per “Gli arancini di Montalbano” con 9 milioni 892 mila telespettatori e “Il gatto e il cardellino” con 9 milioni 795 mila. L’ultimo trasmesso, “Il gioco delle tre carte”, ha catturato 8 milioni 850 mila appassionati. I “Montalbano” sono stati ritrasmessi più e più volte, realizzando anche in replica ascolti elevatissimi. I quattro riproposti all’inizio di quest’anno - “Par condicio”, “Il giro di boa”, “Tocco d’artista” e “Il senso del tatto” - hanno ottenuto in media circa 6 milioni di telespettatori.
(onp)
 
 

La Sicilia, 29.10.2008
Montalbano innamorato

Catania - Una donna potrebbe cambiare il destino del commissario Salvo Montalbano. Il personaggio letterario più amato d'Italia, inventato da Andrea Camilleri, nel nuovo romanzo oggi in libreria, si trova dinanzi ad un dubbio, che rappresenta una scelta di vita.
Una di quelle scelte fattuali che comportano un vero e proprio mutamento esistenziale. Insomma, una prova difficile, più complessa della risoluzione di un caso poliziesco. Salvo Montalbano si ritrova così a meditare su se stesso, a riflettere sulla propria vita, in questo libro dal titolo "L'età del dubbio", edito da Sellerio.
Del resto invecchia anche lui, ed a 58 anni è naturale fare dei bilanci. Così, ancor più che nel passato, aumenta la sfera di analisi introspettiva nel nuovo romanzo di Camilleri, che compie una indagine psicologica del popolare commissario.
Il tema della vecchiaia ricorre negli ultimi romanzi con protagonista Montalbano, ma in questo nuovo libro, Camilleri approfondisce con originalità l'argomento. E lo lega all'amore. Montalbano si ritrova a scegliere fra la sua storica fidanzata Livia, e Laura Belladonna, che collabora con lui alle indagini su un nuovo delitto.
Perchè tutto ovviamente parte dal caso da risolvere. Come in ogni giallo che si rispetti, anche in questo vi è un cadavere. La storia è ovviamente ambientata in terra sicula, nella Vigàta di Montalbano.
L'inizio del giallo è collegato al ritrovamento nel porto di Vigàta di un canotto, all’interno del quale vi è un cadavere sfigurato di un uomo. L’ha riportato a riva un’imbarcazione di lusso, 26 metri, abitata da una disinvolta cinquantenne e da un equipaggio che suscita qualche sospetto nel commissario Montalbano.
Dall'inchiesta emerge subito un particolare di notevole rilievo: l'autopsia stabilisce che l'uomo è stato ucciso con il veleno. Indaga Montalbano, ed analizza minuziosamente le carte di bordo dell'imbarcazione di lusso.
A leggere carte nautiche e libretti di bordo collabora con lui il tenente della capitaneria Laura Belladonna. E' una donna bellissima, simpatica, allegra, la risata come "una cascata di perle".
Montalbano si convince che questa persona potrebbe cambiare tutta la sua vita, ma per fare questo bisognerebbe mandare “via la coscienza, via ogni dubbio, via la ragione”.
Capisce di essere dinanzi ad una svolta il commissario. E mentre Livia se ne sta a Boccadasse, in Liguria, e si sentono al telefono, Montalbano a Vigàta ha vicino Laura Belladonna. Camilleri racconta la storia con il suo stile ironico-critico, utilizzando il linguaggio che lo ha reso celebre, fra italiano e dialetto. Un dialetto siculo, in parte attinto dalla tradizione, in parte reinventato.
Salvo Fallica
 
 

TG3 Linea notte, 29.10.2008
Intervista ad Andrea Camilleri

Ha parlato del governo sordo alle grida dei ragazzi e cieco nel vedere gli sviluppi che comporterò la riforma.
Della riforma che non è una riforma ma solo tagli alle spese.
Delle recenti manifestazioni e dei primi scontri fra studenti.
Poi di Gomorra, Saviano, camorra ecc.
Ernesto

Degli scontri ha detto che sono ovviamente una provocazione orchestrata e che nei prossimi mesi aumenteranno.
Di Saviano che la solidarietà è essenziale, perché più si fa scudo intorno a lui, più è difficile che la camorra metta in atto la sua minaccia (sarebbe troppo grossa e troppo forte sarebbe la reazione). Ha anche fatto un paragone tra Rushdie e Saviano...
Su “L'età del dubbio” non ha rivelato proprio nulla. Ha solo stuzzicato. E poi ha detto che l'età del dubbio consiste proprio nel fatto che Montalbano si scopre meno forte (meno maturo?) di quello che credeva.
Marina
 
 

I love Sicilia, 29.10.2008
Il convegno
Traduzioni, così Montalbano riesce a parlar francese
Dal 30 ottobre all’1 novembre 2008, presso l’Istituto Artigianelli sito a Cefalù in via Roma 90, si terrà il convegno dal tema “Giornate internazionali di studi sulla traduzione – Journées internationales d’études sur la traduction”.

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Nel corso degli incontri, che si svolgeranno in lingua italiana e francese, si dibatterà dell’importanza assunta dalla traduzione sia letteraria che specialistica nell’evoluzione delle lingue, lo sviluppo intellettuale ed il confronto tra culture diverse. Ad illustrare come nel 2008 (eletto Anno Europeo del Dialogo Interculturale) proprio la traduzione rappresenti la base dell’interculturalità sono stati chiamati relatori del calibro di Serge Quadruppani - traduttore francese di Andrea Camilleri. L’autore, celebre per i suoi noir, spiegherà il non sempre facile compito di tradurre i termini propri del “camilleriano”, talvolta privi di equivalenti nella lingua francese. Una peculiarità, quello del linguaggio dello scrittore siciliano, che Quadruppani ha saputo preservare, scegliendo di conservare in taluni casi i regionalismi propri del creatore di Montalbano e in altri di trasporne le deformazioni linguistiche adattandole ai termini francesi e rinunciando alla correttezza grammaticale.
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30.10.2008
”L’età del dubbio” di Andrea Camilleri

Siamo al 14° libro con protagonista il commissario Montalbano! L’incipit di ben 12 romanzi è simile, Salvo s’arrisbiglia malamente, dopo nuttate fituse, sudatizzo… tutto un ramazzarsi, un votari e rivotari… e il mare che si era mangiata la pilaja. Camilleri, di Montalbano in Montalbano, scava sempre più in profondità nelle viscere dell’animo del nostro eroe e le notti e i sogni diventano i segni premonitori del tempo che inevitabilmente sopravanza. I 58 anni si dispiegano tutti davanti al commissario e incombono su di lui come tanti macigni che lo travolgono, i soliloqui s’infittiscono e, in questa ultima opera letteraria,  per non moriri affocato nel mare della vecchiaia si trova come in una timpesta tra Scilla e Cariddi: l’attrazione improvvisa per un’altra donna, è nuova linfa, pura adrenalina che gli fa scorrere il sangue veloce e limpido come l’acqua di un ruscello alpino, ma lo getta in una gran confusioni ‘n testa. Ma era giusto, era onesto essiri saggi davanti alla ricchezza dell’amuri?
Attraverso i 14 capitoli della saga di Montalbano abbiamo, noi lettori, conosciuto progressivamente tutte le sfaccettature del suo carattere che in nuce, nei primi romanzi, via via si sono acuite accentuandone la solitudine propria del personaggio e la sua propensione a rinchiudersi sempre più in se stesso. E’ l’uomo Montalbano snudato e indifeso, senza più corazze che viene offerto in pasto a noi voraci lettori, impietosamente e con un gusto, oserei dire, sadico. Le sue “malefatte” rasentano l’infantilismo, cosa non s’inventa… infortuni, figli inesistenti, bugie dalle gambe corte… Passaggi di stati d’animo repentini, dalla raggia al nirbùso, felici e nello stesso tempo scantato, agitazioni interiori e turbamenti improvvisi connotano le sue fragili difese messe a nudo in modo disarmante. L’abbrivio della storia è un sogno di stampo machbetiano, grottesco e allucinatorio che getta Salvo nello sconforto più nero (niente di meno il suo funerale), ma il meccanismo delle indagini poliziesche ripete l’usuale cliché, il rinvenimento di un cadavere che metterà in moto tutta la vicenda, arricchita, questa volta, da un coup de foudre, dal sapore, quasi, adolescenziale, dove fremiti, suono di campane… e palpiti ‘mparpagliano il nostro commissario. Lo scrittore si diverte dietro il suo personale, personalissimo palcoscenico, ad esasperare, anche, a livello caricaturale, tic, vezzi, caratteristiche comportamentali dei suoi personaggi alla stregua di macchiette o maschere teatrali. I duetti inscenati, le battute  rimbalzanti, sono momenti spassosi, ma venati di amaro sarcasmo e agghiazzante verità.  I cognomi sono uno dei suoi divertissements, come Catarella li stroppìa, il nostro puparo ci gioca, fa allusioni, metafore: Lattes, Augello (ingentilito aulicamente), “Laura” di memoria petrarchesca, riecheggia l’amor gentile che ratto e rattamente  rapisce  il cor di Salvo, ”Belladonna”, è donna bella e onesta e… atropina per i suoi sensi.  Qua e là affiorano citazioni letterarie, un verso di Saba, il titolo di un romanzo di Simenon, e Petrarca. In questa ennesima storia montalbaniana tutto è più esacerbato e al contempo estenuato, insita una sfinitezza di fondo che aleggia nella trama sia pure di ampio respiro internazionale (bella la frase tratta di un libro di Vittorini traslata per gli extracomunitari: “Erano i dolori del mondo offeso che emanavano quell’odore che feriva”). Se l’impasto linguistico è il tratto distintivo di Camilleri e uno dei motivi di affezione a lui e al suo personaggio, l’alone di uggia e scoramento che adugge Montalbano è forse segno di un latente e annunciato epilogo? (Noi, fedelissimi, ci auguriamo di no). L’età del dubbio è di Montalbano o di Camilleri?
Arcangela Cammalleri
 
 

Il Tempo, 30.10.2008
Montalbano, l'amico della porta accanto
Il suo siculissimo, squillante biglietto da visita - Montalbano sono! - non riesce ad esorcizzare la terza età che incombe. Perde i colpi, il nostro commissario, e una qualche ragione deve avere il dottor Pasquano, che seziona i cadaveri ma anche gli esseri viventi, allorché, sornione e feroce, gli «scassa i cabbasisi» diagnosticando: vede, per l'avanzata età le sue cellule cerebrali sono talmente sfaldate che… Ma forse è vero: Salvo invecchia e si immalinconisce, tutti i giorni discute animatamente con la coscienza che gli rifila le solite prediche, la notte ha il sonno disturbato da sogni iettatori.

Che c'è di peggio di assistere al proprio funerale? La nuova storia (Andrea Camilleri, «L'età del dubbio», Sellerio, pp. 265, euro 13) inizia proprio così: con Montalbano che entra in commissariato e si becca subito dal devoto Fazio la ferale notizia: «Vossia è morto aieri matino alle 7 e un quarto pricise». La camera ardente l'hanno allestita nel suo ufficio, suo è il cadavere nella cassa da morto, tutti gli si avvicinano a fargli le condoglianze. Un momento: manca Livia. La donna della sua vita non è lì, a versare calde lacrime, anzi ha detto a Mimì Augello che non sa se fa in tempo a venire per il funerale. Ma come! Ma si è mai sentita una «camurrìa» più «camurrìa» di questa? Beh, meno male che, all'arrivo in cortile, uno dei portatori cade e la cassa va a sbattere per terra, facendo un botto che risveglia il povero Salvo e lo riporta alla realtà.
Quale? Quella di un uomo che ha varcato la mezza età e ci rimugina sopra. Un tipo tosto, intendiamoci. Uno che non si risparmia in fatto di mangiate, bevute e nuotate. Uno a cui piacciono le donne. Forse troppo. Forse l'età l'ha reso troppo tenero. Addirittura indifeso. Come un adolescente dal cuore in tumulto. Come il Petrarca quando incontra Laura. E, guarda un po', si chiama Laura, la bellissima ragazza (ma è anche un ufficiale di Marina), impegnata con lui nella nuova, difficilissima indagine, tra yacht, traffici di diamanti, femmine «mantidi» e morti ammazzati.
Ovvio che anche questa volta il commissario ce la farà, con tanto di finale mozzafiato e gratificanti applausi. Se li merita. E anche la fortuna gli ha dato una mano. Non su tutti i fronti, però, perché il cuore è a pezzi. E siccome a Salvo siamo affezionati, vorremmo consolarlo. Anche Camilleri gli vuole un gran bene, ma lo fa soffrire come un cane. Imprigionandolo, uggiolante, in una storia viva e vera. Carne e sangue di Montalbano, maniaco sentimentale strapazzato dalla vita.
 
 

Il Tempo, 30.10.2008
A tu per tu con l'attore
Zingaretti: «Stregato dal poliziotto di Vigata ma ora voglio lavorare su Tomasi di Lampedusa»
Da domenica 2 novembre torna su Raiuno il personaggio più amato della fiction italiana: il commissario Montalbano, dai celebri romanzi di Andrea Camilleri. I nuovi quattro film-tv in onda in prima serata: «La vampa d'agosto», «Le ali della sfinge», «La pista di sabbia», e «La luna di carta» sono interpretati da Luca Zingaretti per la regia di Alberto Sironi che ha firmato tutte le puntate, giunte a un totale di 18.

Zingaretti, in passato aveva annunciato l'addio al personaggio. «É stato uno sbaglio. Montalbano è come un vecchio amico con il quale ogni tanto è bello rincontrarsi. Tre anni fa dissi che non l'avrei più fatto, poi ho creduto che le ragioni che mi spingevano non fossero più così fondate. Insomma, quando si dicono delle stupidaggini bisogna anche avere il coraggio di riconoscerlo. Il commissario mi mancava, mi mancava Andrea, mi mancavano la splendida troupe e il contadino siciliano che ogni mattina, quando giriamo, ci porta la ricotta calda. Lina Wertmüller dice che, in fondo, la vita dura una mezz'oretta e bisogna fare le cose che ci piacciono. Per questo sono tornato a fare Montalbano. C'era un unico problema: farlo meglio di prima, ma ci siamo riusciti».
Ma il personaggio di Montalbano è un po' cambiato. Si è consigliato con Andrea Camilleri?
«Camilleri lo conosco da molto tempo: da quando ero all'accademia d'Arte Drammatica, nell'82-'83 e lui insegnava regia televisiva. Piaceva a tutti starlo a sentire, con l'immancabile sigaretta, ascoltare i suoi racconti. Ma non abbiamo mai avuto confidenza, perché siamo tutti e due incredibili timidoni. Anni dopo vidi il suo primo libro, l'ho letto e ho desiderato comprarne i diritti, fare quella parte, ma non avevo una lira. I diritti li prese Carlo Degli Esposti, io feci subito il provino e alla fine mi aggiudicai la parte. Parlai con Camilleri, che ne fu contento. Ma poi divenne famosissimo e... aveva una segreteria telefonica che diceva, più o meno: "Se volete darmi dei premi o invitarmi da qualche parte non rompetemi le scatole. Voglio dedicare la mia vita alle cose che amo: i miei nipotini e la scrittura". Ecco, io non voglio rompergli le scatole per problemi che possiamo benissimo risolvere da soli».
Il segreto del successo di Montalbano?
«Per l'80 per cento è del regista Sironi, che riesce a tradurre così bene in immagini le parole di Camilleri. E poi c'è l'armata Brancaleone di Vigata, tutti gli attori, sono talmente nella parte che la loro bravura nemmeno si nota».
Una cosa importante del suo lavoro, a parte Montalbano?
«Ora prenderò un semestre sabbatico, farò solo una cosa a cui tengo moltissimo: la lettura di Tomasi di Lampedusa da "Lighea", che abbiamo fatto lo scorso anno ed è andata benissimo».
Antonio Angeli
 
 

Il Manifesto, 30.10.2008
Raiuno
Il commissario Montalbano ora indaga beato fra le donne
Dal 2 novembre ritorna la serie con Zingaretti

Roma. «Avevo detto di no ma nella vita bisogna avere il coraggio di dire di aver sbagliato. E sono tornato sui miei passi». Luca Zingaretti torna a rivestire i panni del commissario Montalbano, uscito dalla penna di Andrea Camilleri e a partire da domenica 2 novembre riappare sul piccolo schermo con quattro nuovi episodi della serie che si aggiungono ai 32 andati in onda dal 1999 ad oggi, i primi 6 su Raidue e gli altri 26 su Raiuno. Nuovi film tv con una variante «fondamentale»; l'uomo che il suo creatore definisce «Coraggioso nel lavoro ma vigliacchetto con le donne», cade in tentazione e tradisce la fidanzata storica Livia. Accade nel primo episodio La vampa d'agosto dove perderà la testa per Serena Rossi, la ventenne sorella gemella della vittima, violentata e ritrovata mummificata in un appartamento costruito abusivamente cinque anni dopo. Ma le storie, al solito, dietro la vicenda criminosa raccontano ben altro. Come nell'episodio proposto domenica, splendidamente fotografato da Franco Lecca (un ritorno, aveva lavorato nei primi sei episodi), dove si raccontano storie di sfruttamento, di razzismo e di morti sul lavoro e dove aleggia sempre la lunga mano della mafia. Quattro sceneggiature molto diverse da loro, prodotte da Palomar Endemol per Rai Fiction, in cui viene affrontato il tema delle corse clandestine a cavallo, del traffico di droga, tutte proposte a novembre.
Dopo La vampa d'agosto seguiranno Le ali della sfinge (3), La pista di sabbia (10), La luna di carta (17), quest'ultimo presentato all'inizio di ottobre in anteprima a New York per la rassegna di Fiction Rai. Fiction pensate come dei piccoli film «tutti girati in 35 mm - spiega il produttore Carlo Degli Esposti - un metodo molto costoso che non si usa mai in televisione». E dove Zingaretti svela sfumature sconosciute e nuovi tormenti della personalità di Montalbano: «Il commissario - spiega l'attore romano - è un personaggio in divenire perché Camilleri continua a scrivere. Non direi che è diventato più melanconico, ma di certo si pone delle domande. E resta un personaggio dal senso morale molto forte. In crisi se è costretto (come accade ne La vampa d'agosto ndr) a usare metodi poco professionali...». Intorno al personaggio di Camilleri, il corollario di ottimi caratteristi, tutti siciliani «ma siamo stati costretti questa volta - spiega il regista Alberto Sironi - ad utilizzare attori già visti in passato, un po' camuffati».
Con Montalbano nel commissariato di Vigata (ma è tutto girato a Ragusa) rivediamo quindi l'aiutante Fazio (Peppino Mazzotta), l'unico che stigmatizza le sue sbandate («ci pensasse buono. In tutti i sensi»), il vice Mimì Augello (Cesare Bocci) e Catarella (Angelo Russo). E poi le donne che fanno breccia nel cuore del commissario: Serena Rossi (soap star resa celebre da Un posto al sole, ora sul set di Sant'Agostino), Mandala Tayde cavallerizza ne Le ali della sfinge, e poi Pia Lanciotti - con un passato al Piccolo di Milano - dove troviamo anche Antonia Liskova (Elena) uscita (nella finzione) da un passato turbolento di tossicodipendenza. E il futuro porterà ancora storie da Vigata, lo conferma lo stesso Zingaretti sollecitato da una domanda sugli ascolti: «Se andremo oltre il 23,5% di share sarà sicuramente un buon viatico per fare altri episodi».
Stefano Crippa
 
 

Il Centro, 30.10.2008
Il commissario Montalbano ritorna e si innamora

Roma. Con quattro nuovi film, tratti da altrettanti libri gialli di Andrea Camilleri (La vampa d’agosto, Le ali della sfinge, La pista di sabbia e La luna di carta) torna su Raiuno (da domenica 2 novembre, in prima serata) «Il commissario Montalbano». A produrre i film, come sempre, la Palomar di Carlo Degli Esposti. Diretti ancora da Alberto Sironi, i film sono interpretati da Luca Zingaretti e dalla sua squadra di fedelissimi (tra cui Cesare Bocci nei panni di Mim Augello, Peppino Mazzotta in quelli di Fazio e Angelo Russo in quelli dell’imbranato Catarella), insieme ad alcuni nuovi arrivi femminili come Serena Rossi, Mandala Tayde, Pia Lanciotti, Antoniia Liskova e Francesca Chillemi. Sono proprio queste ultime a segnare la novità principale dei nuovi film rispetto ai quattordici precedenti giacché l’integerrimo Montalbano, entrato in crisi con la storica fidanzata Livia, finirà per cedere alle lusinghe femminili.  «Montalbano è turbato, incuriosito e travolto dalle straordinarie donne che incontra», osserva il regista per il quale, «in questi nuovi film, più che altrove, la vita privata del commissario si intreccia con il plot dell’indagine».
Entusiasta dei nuovi film, Zingaretti che li ritiene «forse migliori dei precedenti grazie alla capacità di non mollare mai della squadra di Montalbano e della Rai e del produttore che, visto il successo dei film precedenti (la media di share dei primi sei, trasmessi su Raidue nel 1999, è stata del 25%, quella dei successivi, trasmessi su Raiuno, stata del 32,5%, ndr), avrebbero potuto un po’ mollare e, invece, hanno continuato ad investire».  Rispetto al commissario che il pubblico s’è abituato a vedere, il nuovo Montalbano, forse, è un po’ più malinconico «perché così l’ha scritto Andrea Camilleri, più posato e con una consapevolezza maggiore», osserva Zingaretti che racconta di avere ritrovato Montalbano «come si ritrova un amico che vive lontano e dal quale si va una volta l’anno per parlare di quello che successo». Del resto, ammette l’attore, «adoro Montalbano e cerco di assomigliargli in alcune delle sue caratteristiche come, ad esempio, nel senso della giustizia».  A proposito delle polemiche sul costo di Montalbano, sollevate dall’ex ministro per le Comunicazioni, Maurizio Gasparri, che hanno tenuto banco durante l’estate, il produttore Degli Esposti liquida l’argomento con una battuta: «Voglio bene a Gasparri e lo invito a vedere questi nuovi film. Poi lo invito a pranzo per discuterne».
 
 

Il Giornale, 30.10.2008
"Montalbano invecchia e cede ai piaceri del sesso"

Roma - A capire perché, basterebbe dare un'occhiata ai numeri. Dal 1999 a oggi 14 episodi: i primi con un ascolto medio del 25 per cento di share; i successivi col 32. Replicati 64 volte, ogni episodio visto da una media di 32 milioni di spettatori (ciascuno di loro l'ha visto sei-sette volte), seguito in tutto da 350 milioni di persone. Ecco spiegato - insomma - perché Nicola Zingaretti s'è rimangiato la promessa fatta tre anni fa: quella di non voler interpretare mai più “Il commissario Montalbano”. «Ma quando uno dice una stupidaggine deve avere il coraggio di ammetterlo - commenta lo stesso attore -. Lo riconosco: avevo sbagliato». E così, visto che (come sintetizza Tini Andreatta di RaiFiction) «Montalbano è il più grande fenomeno della tv italiana degli ultimi dieci anni», da domenica con “Vampa d'agosto” - e quindi il 3, il 10, il 17 su Raiuno - il mitico commissario tornerà ad annunciare agli innumerevoli patiti e fan: «Montalbano sono». «Strategicamente poteva anche essere una decisione valida - argomenta oggi Zingaretti -. Ma poi, in questi tre anni, mi sono mancati i miei amici siciliani. Mi è mancata la troupe con cui da dieci anni condividiamo questa passione; il contadino che ci portava la ricotta calda; il padrone della masseria che ci regalava il pane. Ma soprattutto mi mancava il commissario Montalbano».
Ma per lei chi è, oggi, dopo dieci anni, il commissario Montalbano?
«Un amico che vive lontano, in un paesino sperduto, e che ogni anno si va a trovare per raccontarsi tutto quel che è successo nel frattempo. Un personaggio vivo: Andrea Camilleri continua a scriverne, a farlo crescere, ad affinarlo. E questa, per un attore chiamato a dare vita a un personaggio, mentre il personaggio stesso cresce, è un'occasione unica».
Ma non ha avuto neppure un'esitazione, prima di tornare in quel paesino sperduto?
«Una sola. Dopo tanto successo bisognava affrontare aspettative altissime. Aumentate, perdippiù, dall'assenza durata tre anni. Insomma: il pericolo era quello di deludere. Ma credo che questi quattro nuovi episodi – “La vampa d'agosto”, “La pista di sabbia”, “Le ali della sfinge”, “La luna di carta”, sempre diretti da Alberto Sironi - siano i migliori di tutta la serie».
Ma com'è cambiato, dal ’99 a oggi, il suo personaggio?
«Come cambia una persona reale. Innanzitutto è invecchiato (anche se non come nei romanzi, dove ormai è sessantenne), quindi è maturato (divenendo più riflessivo) ma soprattutto è rimasto più solo. Tutti gli eroi tendono all'isolamento, cogli anni diventano malinconici e intrattabili. C'è un solo aspetto degli ultimi libri di Camilleri su cui abbiamo dovuto glissare. La paura della morte, che il Montalbano di carta prova in virtù dell'età avanzata. Ma che addosso a me sarebbe solo ridicola».
Dopo tanti anni di assiduità, c'è qualcosa del personaggio che appartiene all'interprete, o viceversa?
«Camilleri mi ha fatto un grande onore dicendo che, ormai, quando scrive di lui lo fa pensando a me. Io amo molte delle sue cose, e in molte vorrei somigliargli davvero. Una su tutte: il senso della giustizia».
E poi questa volta accade l'impensabile. Il roccioso, il fedelissimo Montalbano, per la prima volta cede alle lusinghe del sesso.
«Sì: per la prima volta tradisce la fidanzata di sempre, Livia. E gli accadrà con due splendide donne: Serena Rossi e Mandala Tayde. Uno sviluppo del personaggio che è organico, non strumentale: che non nasce cioè dalla necessità di acchiappare nuovo pubblico. Ma che risponde allo sviluppo di una persona, nell'arco di una vita».
C'è un'altra insidia, nascosta in questo ritorno: ormai nessuno fa più ascolti del 32 per cento... E che ne dice Camilleri di quest'avventura apparentemente infinita?
«Camilleri era mio maestro all'Accademia d'Arte Drammatica. Fra noi c'è sempre stato un rapporto di affetto e stima. Ma mai smanceroso. Siamo entrambi due inguaribili timidi».
Il produttore Carlo Degli Esposti parla già di ulteriori episodi...
«Se son rose fioriranno... ma io non prometto più niente!».
Paolo Scotti
 
 

L’Arena, 30.10.2008
Tivù. Riprende la serie con quattro nuovi episodi tratti dai romanzi di Andrea Camilleri
Il commissario Montalbano tra sesso e indagini
Si comincia domenica con «La vampa d’agosto». Il 3 toccherà ad «Ali della sfinge», il 10 a «La pista di sabbia» e infine il 17 a «La luna di carta»

Sono passati tre anni dall'ultima indagine televisiva del commissario Montalbano che lo aveva visto alle prese con un'intricata storia d'amore e di affari (Il gioco delle tre carte). Che in cantiere ci fossero altre trasposizioni di romanzi nati dalla penna di Andrea Camilleri era cosa risaputa e già i fan contavano i giorni che li separavano dal ritorno del loro beniamino. Inaspettatamente RaiFiction ha deciso di omaggiare tutti gli appassionati della serie, anticipandone la programmazione, prevista inizialmente per il 2009. A partire dal due novembre Raiuno trasmetterà, nelle serate di domenica e lunedì, quattro nuovi bollenti episodi che vedranno il commissario interpretato da Luca Zingaretti lasciarsi ammaliare da conturbanti figure femminili.
Domenica due novembre va in onda «La Vampa d'agosto», titolo evocativo di uno scottante mistero da risolvere proprio durante il mese più torrido dell'anno mentre, alla ricerca un po' di frescura nella villetta sul mare dell'amico Mimì Augello (Cesare Bocci), Salvo Montalbano s'imbatte nel cadavere di Rina, una ragazza scomparsa sei anni prima. Ad infuocare le sue giornate, più del caldo e delle indagini, è però l'incontro con Adriana, sorella gemella di Rina, che in cerca di vendetta lo seduce fino a farlo capitolare.
Lunedì tre novembre è la volta delle «Ali della sfinge.» A tormentarlo, assieme ai sempre più frequenti dissapori con la fidanzata storica Livia (Katharina Bohm), un altro corpo di donna, dissepolto nudo dai rifiuti di una vecchia discarica; unico segno distintivo una piccola farfalla tatuata sulla scapola. Tra i litigi e malinconie Montalbano segue quella farfalla fino all'associazione che l'ha salvata, assieme ad altre ragazze, dalla prostituzione. Cosa si nasconde dietro alla facciata di quell'istituto benefico?
«La pista di sabbia», in onda domenica 10 novembre, lo vede invece addentrarsi nei meandri delle corse dei cavalli in compagnia di un'affascinante amazzone amica di Ingrid (Isabell Sollman). Ancora una volta tutto ha inizio sulla spiaggia, dove giace massacrato un cavallo. Per risalire al colpevole, districarsi tra piccoli delinquenti, gregari della mafia e nobili siciliani ma soprattutto assolvere il collega Galluzzo (Davide Lo Verde) da un'accusa d'omicidio, Montalbano deve affidarsi a tutto il suo ingegno.
Lunedì 17 novembre «La luna di carta» chiude questo ciclo sul commissario siciliano. A turbarlo sono ancora figure femminili. Due per l'esattezza. Entrambe possibili assassine, spuntate dal passato di un informatore scientifico, assassinato apparentemente senza motivo. E nuovamente Montalbano, con l'aiuto di Fazio (Peppino Mazzotta) e Catarella (Anelo Russo), risolve il caso. Ma non senza scoperchiare un vaso di Pandora che forse non avrebbe mai voluto aprire. Diretti come i precedenti quattordici da Alberto Sironi, questi quattro episodi vedono l'ingresso, a fianco di un cast collaudato, di nuove attrici. Tra loro Serena Rossi (Un posto al sole) nel ruolo di Adriana.
Dunya Carcasole
 
 

Leggo, 30.10.2008

Per dirla alla Montalbano, «ci pensasse bbuono» Luca Zingaretti prima di decidersi a riprendere il ruolo del Commissario, privando per due stagioni la Rai della sua gallina dalle uova d'oro. E c'è chi dice che tra le ipotesi studiate in questi anni per salvare il salvabile ci sia anche l'interessante progetto di uno spin-off sul “giovane Montalbano”. «Ma non adesso, stiamo ancora lavorando - dicono dalla Palomar Endemol - vediamo cosa succederà, non facciamo progetti a lungo termine». Una voce che la Rai non conferma ma nemmeno esclude per il futuro: «Non ne abbiamo bisogno finché Camilleri scriverà romanzi e finché esisterà il Montalbano originale. Poi vedremo».
(I.Rav.)
 
 

Leggo, 30.10.2008

Roma - Meno male che c'è Montalbano: tornerà domenica su Raiuno con il primo di quattro nuovi episodi il Commissario di Vigata, nato nel 1996 dalla penna di Camilleri e promosso a fenomeno televisivo nel maggio di nove anni fa.
Un rientro atteso dalla Fiction Rai, che da un anno fatica a superare la soglia del 20% di share, ma soprattutto dai telespettatori che hanno premiato il Commissario anche nelle 64 repliche in onda dal 2006 a oggi: «Avendo alle spalle un successo del genere la paura di deludere il pubblico era fortissima», ha detto il protagonista Luca Zingaretti, «ma il momento per tornare in video è quello giusto: se faremo gli stessi ascolti di sempre sarà un successo, altrimenti si dirà che abbiamo seguito il trend della crisi».
Confermato il cast tecnico e artistico dei 14 film precedenti, il nuovo Montalbano punterà su una sola, grande novità: l'ingresso di cinque donne nella vita del Commissario per la prima volta in crisi con l'eterna fidanzata Livia. «Non è una trovata per acchiappare il pubblico, la storia c'è già nei romanzi di Camilleri - ha detto Zingaretti - che ha descritto un Montalbano più solo e malinconico, diverso dal solito, tentato da donne bellissime che finora ha sempre respinto dal suo letto». Le bellissime in questione sono Serena Rossi per “Vampa d'Agosto”, Mandala Tayde per “Pista di sabbia” e il tris Pia Lanciotti, Antonia Liskova e Francesca Chillemi, Miss Italia 2003, per “Luna di carta”, l'ultimo episodio in onda lunedì 17 novembre. Ultimo sì, ma solo per questa stagione: a sentire Luca Zingaretti, per il regista Sironi «unico, insostituibile Montalbano», il Commissario avrà ancora un lungo avvenire. «Quando tre anni fa dichiarai che non volevo più fare Montalbano ho fatto una grande stupidaggine - ha detto - e adesso ho il coraggio di ammetterlo. In questi tre anni ho lavorato su altre cose, ma sentivo la mancanza del Commissario. Il futuro? Aspetto la risposta del pubblico. Rifletterò sui tempi e sui modi del ritorno, non chiudo le porte a un nuovo Montalbano».
Ilaria Ravarino
 
 

Affaritaliani.it, 30.10.2008
La nuova passione di Montalbano: le donne

Nelle precedenti serie televisive, il commissario Montalbano pensava solo al lavoro. Quando aveva la possibilità di tradire la fidanzata Livia, non lo faceva (anche se lei abitava in Liguria). Nella nuova serie, invece, il personaggio interpretato da Luca Zingaretti è circondato da cinque bellissime donne, non è insensibile al loro fascino e va a letto con una di loro (già nel primo episodio).
Ma era proprio necessario trasformare Montalbano in un conquistatore? La storia non ne aveva bisogno, ma forse il personaggio del commissario si. Pur essendo siciliano, Montalbano sembrava un tedesco per la dedizione assoluta al lavoro. Pensava alle indagini anche prima di addormentarsi.... La sua infedeltà, è un modo per rendere più italiano il personaggio. Per questo, sarà gradita ai telespettatori.
 
 

Sorrisi e canzoni TV, 30.10.2008 (programmi 1-7.11.2008)
Anteprima. Arrivano su Raduno quattro nuovi film sul commissario dove per la prima volta si svela il suo lato oscuro
Ora Montalbano cede al fascino femminile
Il poliziotto più famoso della tv non resiste alle tentazioni e tradisce Livia, la sua fidanzata storica, con tre donne divese. Però poi si pente.

Hanno due nomi che evocano scenari tranquilli visto che una si chiama Sere­na (Rossi) e l'altra Mandala (Tayde) che in sanscrito signi­fica «armonia cosmica». E in­vece saranno proprio queste due bellissime attrici a porta­re un bel po' di scompiglio nella vita di Salvo Montalba­no. Per la prima volta nella sua esistenza tv, infatti, il com­missario si lascerà andare al­la tentazione e tradirà la sto­rica fidanzata Livia. Due sban­date o anche qualcosa di più che vedremo nei quattro nuo­vi film tv in onda su Raiuno il 2, il 3, il l0 e il 17 novembre. A cominciare da «La vampa d'agosto», torrido fin dal titolo. Le indagini partono dal ri­trovamento del cadavere di una ragazza e coinvolgono anche la sorella gemella della vittima, una ventenne interpretata da Serena Rossi. Con lei Montalbano cercherà di trovare l'assassino ma al tempo stesso perderà la testa. La scena più hot si svolgerà al mare, di notte.
«Che poi è la prima scena che abbiamo girato. A Marina di Ragusa c'era una serata magnifica e il regista ne ha voluto approfittare» racconta Serena Rossi, volto storico di «Un posto al sole» visibilmen­te felice di aver affiancato Lu­ca Zingaretti. «Ero in ansia, ma Luca è stato bravissimo a sciogliere il mio imbarazzo. Un vero signore. Cosa si ve­drà? lo che mi tolgo il vestito e mi tuffo in acqua con addos­so solo un completo intimo. Il commissario che mi segue dentro l'acqua e ... », ride l'at­trice che nel 2008 ha girato «Puccini» con Alessio Boni e tra pochi giorni sarà sul set di «Sant'Agostino» con Alessan­dro Preziosi. «In pratica ho fatto innamorare Puccini, Montalbano e Sant'Agostino. Mica male, non vi pare?».
L'altra donna che renderà evidente la crisi, forse irrever­sibile, tra Montalbano e la sua Livia ha le sembianze altere di Mandala Tayde, cocktail di fascino indiano e praticità te­desca che in «La pista di sab­bia» interpreta una nobildon­na. «Il mio personaggio è un'amazzone, benestante, bella e disinibita. È sposa­ta con un italia­no ma il loro ma­trimonio da tem­po è solo una relazione amichevole. Quando conosce Montalbano ne è subi­to attratta e lo seduce. Come? Lo porta nella scuderia. È una tipa molto intraprendente e non gli lascia via di scampo. C'è una frase che la racconta be­ne ed è quando dice: "Comin­cio da quello che per le altre donne è un punto d'arrivo"». In più, nell'ultimo dei quattro film, «La luna di carta», Mon­talbano subirà il fascino di una terza donna, un perso­naggio femminile forte e controverso interpretato da An­tonia Liskova. Ma non è che tutto questo rosa finirà per nuocere all'immagine tutta d'un pezzo del commissario?
«Direi di no. Quello di oggi è un Montalbano più maturo ma anche più fragile» sostie­ne il regista Alberto Sironi. «E questa fragilità lo renderà fi­nalmente più umano».
Cinzia Marongiu


Camilleri: “Salvo? Un vigliacchetto”
“Ne ho già pronti altri tre”

"Quello di Montalbano non è un cambiamento ma un processo naturale via via che si arriva a una certa età». La voce rauca di Andrea Camilleri spiega con la consueta ironia i risvolti rosa nella vita del suo commissario. «Questi innamoramenti sono vani e un po' ridicoli tentativi di restare ancorato alla giovinezza». Anche nell'ultimo romanzo appena pubblicato da Sellerio, «L’età del dubbio», Montalbano subisce il fascino di un'altra donna. «Ma, ancora una volta, non osa fare il passo che potrebbe stravolgergli "esistenza. Alla fine credo che Livia rimanga la sua unica vera donna ma nella scala dell'innamoramento il primo posto spetta senz'altro al suo lavoro. Come lo definisco? Un coraggioso nel lavoro, ma vigliacchetto con le donne».
 
 

Apcom, 31.10.2008
Tv/ Il 'Commissario Montalbano' diventa internazionale
La Bbc ha acquistato diritti serie, in onda anche in Germania

Roma - La Bbc ha acquistato da Rai Trade i diritti per la trasmissione de 'Il Commissario Montalbano. Il personaggio creato da Andrea Camilleri ed interpretato da Luca Zingaretti per la regia di Alberto Sironi verrà visto nel 2009 su BBC4.
"Ero convinto che Montalbano potesse avere una ricaduta importante sul mercato europeo e internazionale. In Scandinavia per esempio Luca Zingaretti è diventato un personaggio riconosciuto e apprezzato: la nostra fiction - ha detto Carlo Nardello, Amministratore Delegato di Rai Trade - ha anche avuto un ruolo importante nel campo del turismo in provincia di Ragusa dove sono state girate le diverse puntate. In Inghilterra la BBC proporrà inizialmente due puntate con i sottotitoli: una sorta di test per poi decidere se trasmettere l'intera serie. Con questa operazione Rai Trade è riuscita ad aprire le porte ad un segmento di mercato chiuso ai prodotti italiani. Chiuso fino ad oggi".
Il 2009 sarà anche l'anno del 'Commissario Montalbano' in Germania. La ZDF, infatti, ha acquistato l'intera serie e la manderà in onda nella prossima stagione. "Proponiamo con sempre maggior successo il nostro catalogo ai diversi mercati internazionali dell'audiovisivo - conclude Carlo Nardello - e ogni broadcast che trasmette prodotti italiani accresce la popolarità del nostro Paese. Oggi stiamo trattando la cessione dei diritti del 'Commissario Montalbano' anche in Medio Oriente e Vietnam". Questo l’elenco dei Paesi dove sono stati ceduti i diritti del film prodotto da Rai Fiction: Stati Uniti, Inghilterra, America Latina, Australia, Francia, Germania, Norvegia, Danimarca, Svezia, Finlandia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Ungheria, Germania, Slovacchia, Ex Jugoslavia, Albania, Georgia, Bulgaria, Russia, Islanda, Ucraina, Slovenia.
 
 

Ilmediano.it, 31.10.2008
“Le pecore e il pastore” di Andrea Camilleri
Parte da una nota la storia dell’ultimo giallo [Sic!, NdCFC] uscito dalla pena di Andrea Camilleri: "Le pecore e il pastore" è un libro da leggere tutto d’un fiato.

E’ un giallo, meglio però avvisare i fan di Salvo Montalbano che questa storia non ha il commissario, reso poi celebre dal volto di Luca Zingaretti sul piccolo schermo, quale protagonista. Poco male, perché il Camilleri più intenso si svela nei suoi romanzi storici, quelli che partono da una curiosità, magari da una nota a margine di un libro e, come per incanto, si dipanano, fanno luce, svelano storie e fatti di cronaca lontani nel tempo. Qui, come in altri libri, Camilleri, parte appunto da una nota a piè di pagina che gli balza agli occhi mentre sfoglia un vecchio manoscritto. Poche righe, ma basteranno all’autore per scoprire e raccontare. Eccola, la nota.
«Nella lettera del 16 agosto 1956, l’Abadessa Enrichetta Fanara del monastero benedettino di Palma Montechiaro così scriveva a Peruzzo: Quando V. E. ricevette quella fucilata e stava in fin di vita, questa comunità offrì la vita di dieci monache per salvare la vita del pastore. Il Signore accettò l’offerta e il cambio: dieci monache, le più giovani, lasciarono la vita per prolungare quella del loro beneamato pastore». Il «pastore» delle giovani «pecore», che si lasciarono morire di fame e sete in una lunga agonia, era il vescovo di Agrigento Giovanni Battista Peruzzo, il «vescovo dei contadini» che, in nome della giustizia sociale, e a dispetto del dichiarato anticomunismo, aveva messo il suo prestigio e la sua potente eloquenza al servizio dei deboli e degli abbandonati.
Due proiettili ferirono a morte il vescovo. Era una sera d'estate del 1945. Dieci monache offrirono le loro vite a Dio purché salvasse il loro Pastore. Il vescovo sopravvisse, mentre dieci cadaveri si disgregavano nel silenzio. Il saggio storico è forse un pretesto, per Camilleri che qui affronta il tema del sacrificio della vita e, infatti, nel libro è riportato un episodio analogo, quello che ha per protagonista padre Massimiliano Kolbe che, nel campo di concentramento di Auschwitz, si fece uccidere al posto di un padre di famiglia. E anche in «Le pecore e il pastore», Camilleri si fa abile cantastorie siciliano e ricorda, a tratti, il conterraneo Sciascia.
Giudizio: 4/5 – (ottimo)
Numero di pagine: 127
Casa Editrice: Sellerio
Prezzo: euro 10,00
Anno di pubblicazione: 2007
d.s.
 
 

Corriere di Gela, 31.10.2008
Marco Trainito in edicola con un saggio su Camilleri

È in uscita, presso Editing Edizioni di Treviso, “Andrea Camilleri. Ritratto dello scrittore” di Marco Trainito (250 pagg., Euro 15,00). Il volume costituisce insieme un saggio e un’introduzione generale all’opera di Andrea Camilleri e vuole risultare immediatamente accessibile al pubblico sia dei lettori accaniti del grande scrittore siciliano sia di quelli che ancora non si sono cimentati con le sue opere. Questi ultimi dovrebbero sentirsi stimolati ad avvicinarsi finalmente all’universo camilleriano, mentre i primi, generalmente espertissimi, dovrebbero sentirsi piacevolmente coinvolti in una sorta di gioco spassoso ed erudito a chi ne sa una in più sul Maestro.
Marco Trainito muove da un’ipotesi interpretativa di fondo che vede in “Un filo di fumo”, romanzo storico pubblicato nel 1980 e premiato a Gela nel 1981, cioè una quindicina di anni prima dell’esplosione del “caso Camilleri” in Italia, una sorta di matrice stilistica e narrativa per le opere successive. La vicenda della prima edizione di “Un filo di fumo” rappresentò per Camilleri quell’inizio di un riconoscimento editoriale a livello nazionale necessario a fortificare in lui la fiducia nelle proprie capacità di narratore. Un esame del “Glossario” posto in coda al romanzo, che Camilleri compilò di malavoglia (ma alla fine divertendosi) su invito dell’editore Livio Garzanti, permette di valutare appieno il fatto che “Un filo di fumo” contiene effettivamente in embrione tutta l’arte di Camilleri, poi dispiegata e disseminata negli anni in quasi tutte le opere successive. Nel lungo capitolo centrale, Marco Trainito passa ad esaminare alcuni casi esemplari di quella particolare trama di divertiti e divertenti giochi intertestuali che costituisce una delle cifre della produzione camilleriana. Si osserverà allora come Vigàta sia pirandellianamente “una, nessuna e centomila”; si scoprirà un Camilleri che dialoga e interagisce narrativamente con autori come Aulo Gellio, Manzoni, Conrad, Conan Doyle, Faulkner, Calvino, Sciascia, Borges e molti altri; e si vedrà addirittura il sempre più “sdoppiato” commissario Montalbano una volta telefonare all’autore per rifiutare di essere coinvolto in un’indagine non adatta alla sua natura e un’altra trovare ispirazione per la soluzione di un caso dopo aver letto un romanzo storico dello stesso Camilleri.
Chiude il volume un’analisi dettagliata e provocatoria – effettuata attraverso il riferimento a due testi-chiave come “La bolla di componenda” e “Voi non sapete” e ad alcune osservazioni occasionali di Sciascia e Borges – del particolare approccio di Camilleri alla trattazione del tema della mafia in Sicilia e dei suoi rapporti culturali e cognitivi con la forma mentis di un certo cattolicesimo. Nel sorprendente finale della ricerca filosofico-letteraria di Marco Trainito, condotta con spirito laico e demistificante, finiscono sul tavolo degli imputati persino il Don Chisciotte e una celebratissima pagina dei Promessi sposi.
 
 

 


 
Last modified Sunday, March, 03, 2013