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RASSEGNA STAMPA

NOVEMBRE 2015

 
Klack, 1.11.2015
Heute | Servus TV | 20:15 - 22:20 Uhr | Mafiaserie
Commissario Montalbano
Gleichstand, Serie, I 2005

Commissario Montalbano ist überrascht, als ihn der flüchtige Mafia-Killer Tano u Greco um seine Verhaftung bittet. Doch die Erklärung ist einleuchtend: Tano fürchtet seine Feinde in der Mafia mehr als die Polizei - mit Recht, wie sich bald herausstellen soll: Noch bevor ihn Montalbano in Gewahrsam nehmen kann, wird Tano erschossen. Was zunächst nach einem typischen Mafia-Rachemord aussieht, entwickelt sich schnell zu einem weitaus komplizierteren Fall...
 
 

Prima Pagina News, 2.11.2015
Il Teatro cerca ospita il Cunto di Maruzza, da testo Camilleri

Roma - Il Teatro cerca casa mette in scena uno spettacolo realizzato per i salotti culturali della sua rassegna: Il cunto di Maruzza, con Antonella Romano e Rosario Sparno, tratto dal romanzo di Andrea Camilleri Maruzza Musumeci. Come da tradizione, la prima assoluta si svolgerà lunedì 2 novembre alle 18 a Napoli, nel salotto di Manlio Santanelli, ideatore e direttore artistico del primo teatro itinerante negli appartamenti privati della Campania. Lo spettacolo ruota intorno a una storia antica, quella di due fratelli intenti a cucire una lunga coda di sirena, un “cunto”. L’azione si svolge a Viga`ta in contrada Ninfa, un’isola immaginaria, abitata da sirene e da uomini che temono il mare. Un racconto mostruoso e seducente come lo sono le storie dove cielo e mare si incontrano. “Il cunto” – spiegano i protagonisti - è condiviso e sussurrato in una lingua incantevole che è musica per chi vuole raccontare, per chi desidera ascoltare, per chi vuole rasi compagnia. Sempre attenti a non tagliarsi con quel filo che cuce, che fila e che sfila e ha sapore di ferro, di mare e di vendetta”. Pubblicato dall'editore Sellerio nel 2007, una favola di Camilleri, dove appaiono i nomi di antichi eroi come Ulisse avvolti dal canto delle sirene, magiche protagoniste che parlano e cantano citando i versi di Omero. L’adattamento è di Rosario Sparno, le installazioni di Antonella Romano.
 
 

ANSA, 2.11.2015
Ciak per la serie 'Donne' di Camilleri
Dieci episodi per raccontare le più importanti della sua vita

Ragusa - Al via nel Ragusano le riprese della nuova serie televisiva 'Donne', ispirata all'omonimo libro di Andrea Camilleri e composta da dieci episodi di circa dieci minuti l'uno che andrà in onda su Rai1 durante la prossima stagione. Il libro di Camilleri racconta quali sono state le 39 donne più importanti nella vita nello scrittore. Le riprese sono iniziate a Chiaramonte Gulfi e proseguiranno a Comiso e Ragusa.
Nel cast ci sono Nicole Grimaudo, Carolina Crescentini, Lucia Sardo e Anita Kravos.
 
 

TvZoom, 2.11.2015
Ascolti Tv: “Il giovane Montalbano” 4,6 milioni, “Il Segreto” 3,8, Fazio ok a 3,3 e Gabanelli boom a 2,5 con la chirurgia estetica
F Su Rai Uno Riondino replay 4,6 milioni e 18,93%, su Canale 5 soap a 3,865 milioni e 15,1%, su Rai Tre Fazio 3,3 milioni e 12,21% e Gabanelli 2,5 milioni e 10,37%, su Rai Due telefilm a 2,040 milioni e 7,33%.

[...]
Su Rai Uno la seconda prova in replica de Il giovane Montalbano, Capodanno, con Michele Riondino protagonista e Fabrizio Pizzuto in quello di Catarella, ha riscosso 4,6 milioni di spettatori e il 18,93% di share.
[...]
Emanuele Bruno
 
 

Inchiesta Sicilia, 2.11.2015
Carlo Barbieri, il giallista che non imita Camilleri
Intervista a Carlo Barbieri, raffinato e colto, scrive con parsimonia gialli intriganti che avvincono il lettore.

Carlo Barbieri è uno scrittore siciliano “tardivo”, come altri della sua terra. Fra le sue opere, le raccolte di racconti “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non” , “Uno sì e uno no” e i gialli “La pietra al collo” (ripubblicato da Il Sole 24 Ore), “Il morto con la zebiba” e “Il marchio sulle labbra”.
Collabora con Fatti Italiani e cura rubriche su Sicilia Journal, Nitronews e Malgradotutto.
[...]
Autori noti come Camilleri, pur vivendo fuori dalla Sicilia, secondo me si concentrano troppo sulla sicilianità e proprio per questo sono costretti a inventarsi un linguaggio letterario che non ha riscontro nella realtà. Condividi questo giudizio?
Capisco cosa vuoi dire. Per la verità non penso che Camilleri sia stato costretto a inventarsi un linguaggio letterario. Probabilmente conosce abbastanza il siciliano della sua zona, e se no avrebbe potuto scrivere i libri in italiano e lasciare a un bravo editor il compito di sicilianizzare qualche parola o interi dialoghi. Vedo invece un Camilleri che ha avuto il colpo di genio di coniare un linguaggio fatto di italiano, italiano sicilianizzato, parole veramente siciliane e altre pseudo-siciliane; dove le siciliane sono più che altro empedocline, e le pseudo siciliane sono quelle che lui stesso chiama “siciliano reinventato”. Un approccio unico, che molti editori avrebbero considerato fallimentare perché fastidioso per il lettore – sia per quello siciliano, deluso da un dialetto mezzo fasullo, che per quello “continentale”, frustrato dal continuo esercizio di decrittazione… e che invece la grande Elvira Sellerio capì e sostenne.
[...]
Pippo La Barba
 
 

This is Acri, 4.11.2015
La penna di Bruzio. Il Trailer

Andrea Camilleri, Carlo Verdone e Riccardo Iacona. Cosa, anzi chi, riesce a tenere insieme questi tre grandi della letteratura, del cinema e del giornalismo italiano? Vincenzo Padula, prete e scrittore di Acri, vissuto a cavallo dell’Unità d’Italia. Tre grandi, e molti altri, si alternano in un documentario esclusivo sulla sua vita, “La penna di Bruzio”, che sarà proiettato in prima assoluta il prossimo 6 novembre alle ore 17 a Palazzo Falcone San Severino di Acri nell’ambito dell’VIII edizione del Premio Padula.
La sua vita, dunque, quale filo rosso di una storia avventurosa e controversa. Sofferta e romantica. Cristiana e amante dell’infinito. Una storia che rispecchia quella dei tanti intellettuali e combattenti italiani che hanno vissuto quel periodo. Ma è soprattutto la storia di un poeta che non aveva bisogno di prendere a prestito le categorie romantiche di un Byron o di un Goethe per eccellere. Aveva dalla sua una “una musa che pochi hanno, un sentimento profondo della natura ed una rara felicità nel ritrarla” per dirla con Francesco De Sanctis, e le persone (aggiungiamo noi).
Uno spirito raffinato che scava e scova le origini del brigantaggio e l’archetipo della questione meridionale in un’Italia ancora alle origini della sua storia nazionale. Che tira fuori le ragioni di un popolo per il diritto alla terra, “il diritto dei diritti, quello che dà pane e libertà”, rivela un frame del docufilm. Una questione mai risolta. Che ancora oggi trova terreno fertile a causa di una vittoria nazionale mutilata. Che ha mutilato sogni e speranze di un popolo ridotto alla sudditanza dai soliti nobili e “gentiluomini”. Ne viene fuori un Padula attualissimo. Che ancora oggi riesce a graffiare con la sua penna pastoie sociali e comportamenti succubi delle lobby di turno. Pagine speculari un’antropologia dell’uomo di Calabria e dell’uomo universale che sembrano scritte per i tempi di oggi. Nulla sembra cambiato da allora.
“Il Bruzio” è il nome del giornale che fondò nel 1864 e che è stato riconosciuto nei decenni a venire quale manifesto insuperabile della questione meridionale. Bruzio, nome mitologico di una terra. Ma è anche nome di una persona. Dello stesso Padula.
Un progetto ambizioso e indipendente, realizzato da un gruppo di ragazzi. Non solo di Acri. Da un’idea di Mattia Scaramuzzo (anche interprete di Padula giovane); Giulia Zanfino, responsabile della regia; Emilio Grimaldi, autore dei testi. E i fratelli Andrea e Matteo Aragona, film maker e montaggio. Si tratta di un lavoro di squadra che ha toccato con mano le difficoltà di fare cinema in Calabria. Alla maniera di Padula che per tutta la vita ha lottato per emergere negli ambienti culturali istituzionali, nonostante la sua immensa erudizione. E alla stessa maniera vuole rendere omaggio ad una “memoria” vivente con una pellicola impreziosita da firme e personalità prestigiose del panorama artistico e culturale italiano.
Il film, infine, è dedicato a Manuel De Sica. Premiato dalla Fondazione Padula nel 2013, aveva sposato il progetto promettendo di scriverne la colonna sonora. Purtroppo, come sappiamo, è venuto a mancare dopo pochi mesi.

Associazione culturale “Stato delle persone”, liberamente ispirata alla rubrica che Padula ha curato all’interno del bisettimanale “Il Bruzio”.
 
 

La Sicilia (ed. di Ragusa), 4.11.2015
Castello di Donnafugata
Ciak per "Donne"

Sabato 7 novembre il Parco del Castello di Donnafugata rimarrà chiuso al pèubblico per le riprese di "Donne", la serie che andrà in onda sulla Rai con la regia di Emanuele Imbucci. Un progetto per Rai Fiction tratto dal libro omonimo di Andrea Camilleri e realizzato da Anele di Gloria Giorgianni con Tore Sansonetti e Carola Schininà. Si tratta di 10 piccoli corti da 10 minuti ciascuno.
m.b.)
 
 

tele.at, 4.11.2015
SAT.1 emotions
Donnerstag, 05.11.2015
21:45 bis 23:40
Sonstiges
Commissario Montalbano
I 2008

7. Staffel, Folge 2: Dank einer Tätowierung kann die Identität einer toten Frau geklärt werden. Es stellt sich heraus, dass eine Bande für den Mord verantwortlich sein könnte, die selbst die Polizei nicht verärgern will.
 
 

teXXas, 4.11.2015
morgen, 01:50 Uhr - 03:45 Uhr | SAT.1 Emotions
Commissario Montalbano
Die Flügel der Sphinx, Serie, I 2008
 
 

Droppergen, 6.11.2015
Programmi tv Domenica 8 Novembre 2015, info Rai Mediaset: Il Giovane Montalbano su Rai 1

[...]
Rai 1, alle ore 21.30, vi intratterrà con una nuova puntata della serie tv Il giovane Montalbano 2 - Ritorno alle origini. [In realtà si tratta di una replica della prima serie, NdCFC]
[...]
Roberta Barone
 
 

Corriere della Sera, 7.11.2015
L'anticipazione
Le «Donne» di Camilleri
In tv dieci ritratti femminili tra gli anni Trenta e Ottanta
Dalla prostituta alla dama borghese: passione e ribellioni
Esperimento. In onda su Rai 1, ogni episodio durerà 10 minuti: un inedito esperimento televisivo

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Roma. Oriana è una giovane prostituta, vive nella Pensione Eva, la Casa chiusa del paese, ma lei è diversa dalle altre. Dal suo sguardo senza sorriso e dal suo abbigliamento semplice, tutt'altro che ammiccante al sesso a pagamento, si capisce subito che ha un carattere deciso e che è capitata in quel postribolo per caso. Oriana è una giovane donna impegnata e, mentre infuria la seconda guerra mondiale, porta avanti un suo credo politico: è socialista. E Andrea, un ragazzo di 17 anni capitato anche lui per caso in quella Casa chiusa, non può fare a meno di innamorarsene
Si intitola «Donne» la serie di 10 film-fiction da 10 minuti ciascuno, tratta dal libro omonimo di Andrea Camilleri (edito da Rizzoli) e realizzata da Anele per Rai Fiction. Dieci ritratti femminili raccontati da un personaggio maschile, che è poi lo stesso autore, attraverso le proprie reali esperienze personali. Un inedito esperimento televisivo che, con la regia di Emanuele Imbucci, andrà in onda su Rai1 nella primavera 2016, probabilmente intorno all'8 marzo.
Nicole Grimaudo impersona Oriana: «È una donna che si collloca in un contesto particolare, le case di tolleranza dell'èra fascista, ma dove è una nota stonata. Lei non c'entra niente con quell'ambiente e lo dimostra con un atteggiamento diverso dalle altre 'signorine'. Per questo colpisce subito l'immaginazione di Andrea che si innamora del senso di ribellione, che da lei emana, e della sua passione politica. La leggenda vuole - continua l'attrice - che i fascisti che andavano a letto con lei non ne uscivano vivi: pare che avesse un pugno peggio di quello di Carnera. Ma Oriana ha un comportamento molto diverso con Andrea, perché da lui si sente trattata come un essere umano: è un ragazzo, ma è il primo gentiluomo che incontra in quel postaccio, è il primo che guarda le donne con tenerezza e rispetto».
Un'altra donna molto singolare è Pucci, impersonata da Carolina Crescentini: «Lei appartiene all'alta borghesia milanese - spiega l'attrice - e Andrea, che ha ormai una quarantina d'anni, la incontra a una festa per artisti. Pucci non è una acculturata, però le piace contornarsi di pittori, scultori e intellettuali pur non capendo nulla d'arte e pur facendo un sacco di gaffes quando apre bocca su argomenti che non conosce. Tuttavia è una molto sicura di sé e al tempo stesso sorprendente: durante la festa, vedendo che una giovane modella, sensuale e procace, ha l'ardire di spogliarsi e mostrarsi senza pudore, l'indomita Pucci si sente provocata: fa altrettanto e anche di più! Andrea con lei scopre l'imprevedibilità dell'universo femminile: l'irrazionalità che si scontra con la razionalità maschile».
Il primo episodio della serie, invece, rappresenta Elvira, ovvero la nonna di Camilleri, che qui è un bambino di sei anni: «Una nonna speciale - osserva Lucia Sardo che la interpreta -. È colei che introduce il nipotino nel mondo della creatività, della fantasia e della lettura: forse il primo passo verso la narrazione, che farà di lui uno scrittore». Seguono altre storie di donne, tutte forti, indipendenti, che compiono scelte inconsuete. I vari volti di un unico affresco, le tessere di un variopinto mosaico: Nunzia (Alice Canzonieri), Kerstin (Giulia Achilli), Ofelia (Linda Caridi), Ingrid (Elisabeth Kinnear), Beatrice (Miriam Dalmazio), Jolanda (Anita Kravos), Ines (Catrinel Marlon). Tra gli attori che impersonano Andrea, Neri Marcorè, Giampaolo Morelli, Claudio Gioè, mentre Nino Frassica incarna il «nonno Nené».
«Abbiamo scelto questi dieci personaggi su 39 racconti - spiega il regista - per rappresentare anche un'evoluzione temporale in dieci epoche diverse, tra gli anni Trenta e Ottanta, quindi differenti figure femminili, viste da un Camilleri che cresce, si modifica tra i 6 e i 60 anni circa, incontrando donne che gli cambiano prospettiva. Le vicende sono in parte autobiografiche, ma pure inventate e tra un episodio e l'altro esistono dei collegamenti, costituiti da piccoli oggetti o da gesti che ricorrono nel fluire della narrazione. La scommessa - aggiunge - è di amalgamare il materiale, per poi circoscriverlo e condensarlo in una formula breve: sono piccole storie, ma non è un piccolo cinema». Concorda la produttrice Gloria Giorgianni: «Un formato innovativo per la tv generalista che, dovendosi misurare con la brevità, consente una tessitura narrativa sfaccettata e più immediata. L'idea è di mandare in onda un episodio al giorno tra la prima e la seconda serata». Continua la Grimaudo: «Per noi attori la sfida consiste nel dover esprimere in poche scene un concentrato di sentimenti e di emozioni». E la Crescentini conclude: «Amo molto i cortometraggi, non puoi aggrapparti a nulla e ti costringono a scelte forti».
Emilia Costantini
 
 

La Stampa, 7.11.2015
Mishani: “In Israele non c’è posto per Montalbano”
Lo scrittore israeliano: “C’è l’ossessione del terrorismo: i criminali comuni sono sbiaditi. I poliziotti non hanno successo, gli eroi sono agenti del Mossad”
Dror A. Mishani «Un’ipotesi di violenza» (trad. di E. Loewenthal) Guanda pp. 308, €18,50

[...]
Perché è difficile scrivere romanzi gialli in Israele?
«E’ difficile scrivere romanzi sui detective. Il motivo ha a che vedere con l’immagine negativa della polizia. Non credo che in Israele un agente potrà mai essere popolare come Montalbano in Italia. Alla base di questo c’è il fatto che in Israele i reati comuni - senza implicazioni nazionali o politiche - riscuotono scarso interesse. Mentre quando un reato politico avviene l’attenzione non va sull’identità di chi lo commette o sulle sue motivazioni bensì sul fatto che è un palestinese che attacca un ebreo. Non c’è mai una vera storia».
[...]
Maurizio Molinari
 
 

Comune di Genova, 9.11.2015
Grifo del Comune di Genova allo scrittore, sceneggiatore e regista Andrea Camilleri. Sabato 14 novembre ore 12 a Palazzo Tursi

Sabato 14 novembre alle ore 12 a Palazzo Tursi, il sindaco Marco Doria consegnerà il Grifo della Città di Genova allo scrittore, sceneggiatore e regista italiano Andrea Camilleri, per il suo lungo legame con Genova, le collaborazioni teatrali con Lele Luzzati e il suo riferimento costante a Boccadasse, nei libri del Commissario Montalbano.
Nel suo videointervento Camilleri si racconta a partire dal suo rapporto con Genova, un colpo di fulmineche scattò nel 1950 quando lo scrittore – che era venuto a ritirare un premio di poesia – se ne innamorò profondamente: «Meglio starsene a taliare il mari che, a Vigata o a Boccadasse, sempre mari è»
Il premio verrà ritirato dalla figlia Andreina Camilleri.
 
 

La Repubblica, 9.11.2015
Giorgio Pressburger: "Tento di lasciarmi tutto alle spalle ma ho ancora paura della notte"
La fuga a piedi da Budapest nel '56, le donne fantasma morte nei lager, Trieste, l'impero, il Talmud. I ricordi di uno scrittore che cerca l'"insvelabile"

[...]
Cosa ti portò a Roma?
"A Roma c'era un'eccellente accademia d'arte drammatica. Riuscii a farmi prendere e per tre anni ho studiato. Roma era una dolce città provinciale. Ricordo che la prima cosa che mi colpì furono le palme. Non ne avevo mai viste. Vivevo in solitudine conducendo una vita miserevole. Poi l'Accademia mi assegnò un sussidio di 30mila lire al mese. Non avevo mai visto tutti quei soldi. Fu un periodo bellissimo. Roma usciva dal suo torpore e si apriva al mondo. Cominciavo ad aprirmi alla città".
Chi vedevi?
"I pittori della scuola romana. Incontravo, in piazza del Popolo, Vespignani e qualche volta Burri. Avevo conosciuto Moravia e la Maraini. Dacia ci portava la domenica in gita con la sua macchina. Finita l'accademia finì anche il sussidio. Arrivò il peggio. Mi venne in aiuto un assistente alla cattedra di regia. Era un signore gentile e generoso, come sanno essere certi siciliani. Mi segnalò alla televisione. Era Andrea Camilleri".
L'autore di Montalbano?
"Fu uno dei miei benefattori. Allora non avrei mai immaginato che sarebbe diventato il grande scrittore di bestseller. È curioso perché lui cominciò a scrivere tardi".
[...]
Antonio Gnoli
 
 

TvZoom, 9.11.2015
Ascolti Tv: “Il giovane Montalbano” 21,97%, “Il segreto” 15,80% e “N.C.I.S.” 8,49%. “Che tempo che fa” 11,24%

PRIMA SERATA: su Rai 1 Il giovane Montalbano ha raggiunto al 21,97% e 5,1 milioni di spettatori. [...]
 
 

Travelnostop, 10.11.2015
Sicilia
Ragusa location di 'Donne' su RaiUno, al via le riprese

Ancora una volta, e sempre grazie ad Andrea Camilleri, il ragusano avrà la sua ribalta su Rai Uno. In questi giorni, infatti, si sta girando “Donne”, progetto per Rai Fiction riguardante la realizzazione di 10 corti della durata di 10 minuti ciascuno tratto dall’omonimo libro di Camilleri. Le riprese dureranno 4 settimane tra la Sicilia e Roma per la regia di Emanuele Imbucci. Nel cast, tra gli altri, Nicole Grimaudo, Claudio Gioè, Carolina Crescentini e Neri Marcorè.
E sul set a Ragusa si è recato anche il sindaco Federico Piccitto. “Con questa produzione cinematografica si rinnova ancora una volta l’incastro tra la potenza espressiva degli scritti di Andrea Camilleri ed il fascino del nostro territorio - ha sottolineato il primo cittadino - Un altro omaggio alla bellezza della nostra città ed alla sua fotogenia che intendiamo promuovere e incoraggiare”.
“Sempre più produzioni cinematografiche scelgono nostre location per realizzare i loro progetti – gli ha fatto eco l’assessore al Turismo Stefano Martorana - questo ci rende orgogliosi e ci sprona a sostenere questi investimenti sul nostro territorio che, come è successo per la fortunata serie del Commissario Montalbano, hanno una ricaduta vitale per l’incremento dei flussi turistici e delle potenzialità economiche nell’area iblea”.
Nella produzione, in collaborazione con Anele, ci sono anche Comune di Ragusa, Banca Agricola Popolare di Ragusa, Camera di Commercio di Ragusa, Distretto Turistico Valle dei Templi e Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento.
 
 

La Repubblica (ed. di Genova), 11.11.2015
Scrittori e lettori allo specchio doppio sogno a Palazzo Ducale
Torna "L'Altra metà del libro", da venerdì a domenica. Tra gli ospiti il vincitore del Premio Strega, Nicola Lagioia. Sabato videointervista con Camilleri

È facile scrivere i propri ricordi quando si ha una cattiva memoria, sosteneva provocatorio Arthur Schnitzler. Ma qui, in questo doppio sogno letterario che fa incontrare scrittori e lettori, le due facce della stessa pagina come davanti a uno specchio, la ricerca è proprio sul nostro passato. Su come eravamo: i bambini degli anni Settanta che sono gli intellettuali di oggi, la prima generazione a cui venne insegnato che una vita migliore non doveva passare per forza dalla lotta politica o dal conflitto generazionale, descritti dal premio Strega Nicola Lagioia. Memoria del popolo: e del sogno di costruire – attraverso il popolo – una nazione, come racconta Maurizio Maggiani ne "Il romanzo della nazione". La memoria privata, come quella di Andrea Camilleri, che venne a Genova nel 1950 a ritirare un premio di poesia e fu un colpo di fulmine che lo tormentò, negli anni, tanto da trovare casa all'eterna fidanzata di Montalbano proprio a Boccadasse.
[...]
Sabato 14 novembre, alle 12 a Palazzo Ducale, sarà proiettata la video intervista ad Andrea Camilleri che svelerà il suo amore per Genova.
[...]
Erica Manna
 
 

Più libri più liberi su Twitter, 12.11.2015
"#Camilleri non poteva mancare a #piulibri15! E poi @AscanioCelestin @Ammaniti_NL @MassimoCarlotto e molti altri #peramoredeilibri"
 
 

teXXas, 12.11.2015
Do, 12.11.2015, 21:45 Uhr - 23:25 Uhr | SAT.1 Emotions
Commissario Montalbano
Die Spur des Fuchses, Serie, I 2008
 
 

Corriere della Sera, 13.11.2015
Officina Italia Visioni
I romanzi verso il grande schermo

Non sono molti i romanzi italiani che trovano la strada del grande schermo. La corsia preferenziale, infatti, negli ultimi anni è stata riservata ad autori di bestseller come Niccolò Ammaniti o Paolo Giordano, ma ad aprire un'altra via arrivano un festival e un premio. Si tratta di «Officina Italia Visioni», nuova manifestazione curata dagli scrittori Alessandro Bertante e Antonio Scurati che inizia oggi a Melzo. [...] Domenica confronto alle 17 tra Alberto Sironi, regista della fiction dedicata a Montalbano, e Mauro Novelli, curatore del Meridiano dedicato alle opere di Camilleri. [...]
Alessandro Beretta
 
 

Corriere della Sera, 13.11.2015
A Roma dal 4 dicembre
Piccoli e medi editori: in fiera 380 agguerriti «per amore dei libri»

Si definiscono «agguerriti, competenti e dinamici». Ma soprattutto «pronti ad affrontare i nuovi scenari». Ovvero non tanto o non solo la grave crisi del settore . oltre il venti per cento di perdite negli ultimi cinque anni per il mercato del libro . quanto la recente acquisizione di Rizzoli libri da parte del colosso Mondadori. E proprio lo scenario «Mondazzoli» . termine più volte ricorrente ieri nei discorsi dei relatori . ha fatto da convitato di pietra durante la conferenza di presentazione della quattordicesima edizione di «Più libri più liberi», fiera della piccola e media editoria che si svolgerà come sempre a Roma nel Palazzo dei Congressi dell'Eur, dal 4 all'8 dicembre. [...] Riparte nonostante una netta contrazione dei fondi pubblici (sia Comune di Roma sia Regione Lazio hanno ridotto il contributo) affiancando all'offerta di vendita delle 380 case editrici presenti (numero superiore a quello degli stand dovuto al fatto che più marchi si suddividono lo spazio) la presenza di nomi di rilievo dello scenario culturale, a partire da colui che è un po' l'autore-simbolo della piccola e media editoria, Andrea Camilleri, che anche quest'anno tornerà in fiera (6 dicembre) per un incontro con il suo pubblico. [...]
Edoardo Sassi
 
 

Genova24, 13.11.2015
Il riconoscimento
Il Grifo d’Oro al papà di Montalbano: Genova omaggia Andrea Camilleri

Genova. “A riconoscimento di un grande scrittore italiano e del profondo sentimento personale e letterario che lo lega alla città di Genova attraverso l’attività televisiva e teatrale, l’amicizia con Lele Luzzati e Gina Lagorio, fino alle narrazioni in cui il Commissario Montalbano, protagonista dei suoi più celebri romanzi, incrocia la sua esistenza privata con il borgo di Boccadasse eletto a “luogo del cuore” anche per i lettori di tutto il mondo dei suoi libri”.
Basta questa motivazione a spiegare quanto accadrà domani, quando il sindaco di Genova Marco Doria assegnerà il Grifo, onorificenza del Comune ai cittadini che si siano distinti per i loro meriti, ad Andrea Camilleri, romanziere e padre del commissario forse più famoso della letteratura contemporanea italiana.
La cerimonia si terrà alle ore 12 nel salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, il premio verrà ritirato dalla figlia, Andreina Camilleri, mentre lo scrittore interverrà tramite una video intervista introdotta da Luca Borzani.
All’evento interverranno anche Paolo Comanducci, magnifico rettore dell’Università di Genova, e Alessandra Camilleri, nipote dello scrittore.
 
 

Droppergen, 13.11.2015
Programmi tv Domenica 15 Novembre 2015, Rai e Mediaset: Il Giovane Montalbano su Rai 1, Il Segreto su Canale 5

[...]
Su Rai 1 alle 21.30 andrà in onda la seguitissima serie Il giovane Montalbano - Ferito a morte.
[...]
Roberta Barone
 
 

Proximus TV, 13.11.2015
El comisario Montalbano: Un camino de arena
Durée : 115 mins.
Langue : Espagnol
Pays : Argentine
Titre original : Il Commissario Montalbano: La pista di sabbia
 
 

L'altra metà del libro, 14.11.2015
Genova, Palazzo Ducale, ore 12
Videointervista a Andrea Camilleri
di Guido Festinese
[Il testo dell'intervista è stato pubblicato nel volume Il dio della curiosità (Il Canneto, 2020)]
“Meglio starsene a taliare il mari che, a Vigàta o a Boccadasse, sempre mari è”

Camilleri si racconta a partire dal suo rapporto con Genova, un colpo di fulmine che scattò nel 1950 quando lo scrittore – che era venuto a ritirare un premio di poesia – se ne innamorò profondamente.
Dopo l’intervista, il Sindaco Marco Doria conferirà allo scrittore siciliano, regista, intellettuale a tutto tondo e uomo di lettere, teatro, televisione e radio, il “Grifo”, l’onorificenza più importante della città, per il suo lungo legame con Genova, le collaborazioni teatrali con Lele Luzzati e il suo riferimento costante a Boccadasse nei libri del Commissario Montalbano.
 
 

Primocanale, 14.11.2015
Andrea Camilleri: "L'odore del mare di Genova mi ricordava casa mia"
Cliccare qui per il video

Oggi è la giornata del Grifo D'oro a Camilleri nell'ambito della rassegna 'L'altra metà del libro'. Ecco uno stralcio della video intervista allo scrittore realizzata da Guido Festinese che verrà proiettata oggi a Palazzo Ducale nella sala del Maggior Consiglio.
 
 

Primocanale, 14.11.2015
'L'altra metà del libro', oggi Camilleri riceve il Grifo d'oro, a ritirarlo la figlia Andreina
Cliccare qui per il video

Oggi a Genova ad Andrea Camilleri verrà consegnato il Grifo d'oro che materialmente verrà ritirato dalla figlia Andreina, mentre a Palazzo Ducale, nella rassegna 'L'altra metà del libro', verrà proiettata una video intervista del giornalista Guido Festinese allo scrittore. Vediamo come l'autore di Montalbano ricorda il capoluogo ligure.
 
 

Comune di Genova, 14.11.2015
Grifo a Andrea Camilleri, lo scrittore con Genova nell'anima

Sabato 14 novembre alle 12, nel salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, il sindaco Marco Doria ha conferito l’onorificenza del Grifo del Comune di Genova allo scrittore Andrea Camilleri con questa motivazione:
“A riconoscimento di un grande scrittore italiano e del profondo sentimento personale e letterario che lo lega alla città di Genova attraverso l’attività televisiva e teatrale, l’amicizia con Lele Luzzati e Gina Lagorio, fino alle narrazioni in cui il Commissario Montalbano, protagonista dei suoi più celebri romanzi, incrocia la sua esistenza privata con il borgo di Boccadasse eletto a “luogo del cuore” anche per i lettori di tutto il mondo dei libri di Andrea Camilleri”.
Il sindaco Doria ha ricordato che Andrea Camilleri deve essere particolarmente ringraziato perchè ha dimostrato, in tutta la sua narrativa, di "avere una grande umanità e uno sguardo ironico-critico sull'arroganza del potere e sulle ipocrisie della società e aver restituito una straordinaria immagine della sua terra d'origine, la Sicilia".
Il Grifo è stato ritirato dalla figlia Andreina Camilleri che ha letto il messaggio, quasi uno spot pubblicitario per una città che vuole essere una ritrovata meta turistica, scritto dal padre: "Illustre Sindaco, Vorrei ringraziare lei e la città di Genova per l'alto onore tributatomi con il conferimento del Grifo. Mi creda sono veramente, sinceramente dispiaciuto di non poter essere oggi con tutti voi, non poter passeggiare per la vostra splendida città che è diventata nella mia memoria, un luogo dell'anima. Ho infatti impressa l'immagine labirintica e al contempo generosa, solare e aperta di Genova e dei genovesi tutti e l'odore del porto che mi fa tanto odore di casa. Avrei voluto approfittare dell'occasione per poter rivivere tutto questo, ma purtroppo a 90 anni non si può più fare tutto e spesso non si riescono a fare le cose a cui si tiene di più. Un abbraccio lei e tutta la città. Suo Andrea Camilleri".
A inizio cerimonia Luca Borzani, Presidente della Fondazione Palazzo Ducale, dopo un minuto di raccolto silenzio di tutti presenti dedicato alle vittime dell'attacco terroristico di Parigi, ha introdotto una video intervista, proiettata su maxi schermo, in cui Andrea Camilleri parla di sè e del suo scrivere.
All’evento era presente anche Paolo Comanducci, il Magnifico Rettore dell’Università di Genova, che si è fatto promotore di un altro riconoscimento, la Laurea Honoris Causa in Letterature Moderne e Spettacolo, per il romanziere innamorato della città e del suo mare, del più rinomato borgo marinaro sul litorale urbano e dello "spirito dei genovesi" apprezzato, incredibile dictu, fin dalla prima visita negli anni cinquanta.
 
 

Efebo d'Oro, 15.11.2015
Apre l’Efebo: si parte lunedì 16 novembre con Andrea Camilleri e i ruoli minori nel cinema
I RUOLI MINORI NEL CINEMA E NELLA LETTERATURA
Lunedì 16 novembre, ore 17,00 – Chiesa di San Mattia, via Torremuzza

Si apre la 37. edizione dell’Efebo d’Oro lunedì alle 17 presso la Chiesa di San Mattia, con un’intervista video esclusiva ad Andrea Camilleri sui ruoli secondari nel cinema: è il contributo che lo scrittore ha voluto inviare all’Efebo d’Oro. L’intervista verrà presentata durante la tavola rotonda sull’importanza dei “ruoli minori” nel cinema e nella letteratura moderata da Enrico Magrelli, a cui prenderanno parte attori, studiosi, letterati e critici. Il personaggio secondario, o caratterista, spesso è il perno su cui ruota la storia: visi conosciuti a cui non sempre si riesce a dare un nome, che sempre sullo sfondo, per ruoli che a volte diventano se non più importanti, almeno pari a quelli dei protagonisti.
Racconteranno il loro essere “facce da cinema”, Ugo Fangareggi, 77 anni e oltre 70 film al suo attivo, firmati dai maggiori registi italiani e stranieri (Scola, Fellini, Kaurismaki), ma anche innumerevoli fiction e sceneggiati; ma anche Gino Lavagetto, l’ex capo della sezione furti Leonello Astolfi, nella serie tv “Qui squadra mobile”, negli anni ’70, tante pellicole e serie tv al suo attivo, fino agli ultimi “Incantesimo 3 e 4”. E i siciliani, Ludovico Caldarera e Marcello Perracchio che dopo tantissimi anni sui palcoscenici teatrali, è riconosciuto dal grande pubblico come il burbero e golosissimo dottor Pasquano nel “Commissario Montalbano”. E proprio al dottore, al vice Fazio, alla cammarera Adelina, e a tanti altri, Andrea Camilleri dedica le sue note. Rivelando che un suo racconto, “Catarella risolve un caso” è stato scritto proprio come “risarcimento” ai personaggi considerati minori.
“Io contesto la definizione “di contorno”- dice nell’ intervista video Andrea Camilleri -: non esistono personaggi di contorno o secondari. Se questi personaggi venissero dichiarati così, vorrebbe dire che la scrittura è sbagliata. Non siamo al ristorante dove uno ordina una cotoletta alla milanese con patate, mangia la carne e lascia il contorno. Sono figure che hanno la funzione di supportare il protagonista. E offrono, a chi legge, la possibilità di ampliare la narrazione”.
Parteciperanno: l’assessore alla Cultura Andrea Cusumano, il Direttore Generale della Banca Popolare Sant’Angelo Ines Curella, la Presidente del Centro di Ricerca per la Narrativa e il Cinema Egle Palazzolo.
 
 

La Sicilia, 15.11.2015
Appelli per lo Stabile etneo
«Uomini non di teatro vogliono offuscare una gloriosa ribalta»
"Grazie a Giusti e a Dipasquale, loro sì uomini di teatro, la passione teatrale che resiste da quasi 60 anni non ha smesso mai di pulsare"

Sono un uomo di teatro. E so, per averci a lungo lavorato, quale importanza abbia avuto per la cultura italiana l'istituzione dei Teatri Stabili.
Il Teatro Stabile di Catania è uno di quelli che possono vantare una maggiore anzianità.
In esso ho avuto l'onore di lavorare diverse volte in qualità di regista, chiamato da Mario Giusti, amico indimenticato.
Questo mio spontaneo intervento, oggi, in un momento di confusione e burrasca, sgorga dunque da un affetto fatto di profonde radici.
Il Teatro Stabile di Catania, sotto la presidenza di Pippo Baudo e Pietrangelo Buttafuoco poi, ha messo in scena con ampio successo di pubblico e critica la riduzione di alcuni miei romanzi, e tutti portano la firma di Giuseppe Dipasquale, regista ma anche coautore insieme al sottoscritto
Quindi se oggi, da scrittore, ho un debito verso il teatro in genere, mi sento di averlo ancora di più verso il Teatro Stabile di Catania, al quale auguro un futuro all'altezza del suo remoto e recente passato. Ma ho una qualche ragione di dubitarne.
Con una consuetudine tutta isolana, e da qualche tempo ormai, uomini che di teatro non possono dirsi cercano di offuscare le luci di quella che è stata, ed è, una gloriosa ribalta.
Proprio in questi giorni la stampa nazionale ha dato ampio risalto ad uno spettacolo dello Stabile di Catania. Parlo della novità assoluta di Claudio Fava La pazza della porta accanto, coraggiosa denuncia della condizione dei manicomi ante legge Basaglia: una produzione - questa sì- in perfetto stile Stabile di Catania.
Come sarebbe piaciuto a Giusti e a Pippo Fava, il padre di Claudio. Sì, Pippo, lui così innamorato del teatro, come sapevano i cecchini che lo hanno freddato proprio davanti al Verga, una notte di gennaio di troppi anni fa. Questo è il valore dello Stabile etneo, questa la sua cifra, questo il merito degli uomini di teatro che lo hanno creato e fatto grande. Le fibrillazioni sul teatro, specie quando sono di natura politica, come in questi giorni, mi fanno temere si spezzi quel filo ininterrotto di passione teatrale che resiste da quasi sessant'anni, e che da Giusti a Dipasquale, loro sì uomini di teatro, non ha smesso mai di pulsare
Andrea Camilleri
 
 

4live, 15.11.2015
La giostra degli scambi di Andrea Camilleri – recensione

L’ultima avventura del commissario Montalbano, spalmata in 255 pagine che i lettori più affezionati non mancheranno di ritenere godibili, propone l’abituale, avvincente gioco di specchi all’interno del quale nulla è come appare. Fatti inizialmente ritenuti scollegati compongono il mosaico che si delineerà in un finale tutto sommato non imprevedibile e, diversamente dal solito, tratteggiato scevro di fronzoli o riflessioni conclusive.
Dal testo traspare inesorabilmente la decadente freschezza narrativa dell’autore, per osmosi trasferita al protagonista, in una giostra degli scambi che coinvolge tutte le figure del pittoresco “circolo questri” che lo attorniano, sbiadendone i contorni.
Meno divertente di quanto abbiamo imparato ad attenderci e non priva di evidenti riferimenti letterari a Pantormo e Bertolucci, la narrazione, quantunque scorrevole e poco ridondante di fonemi dialettali, denuncia una certa proclività all’omologazione ed il crepuscolare affievolirsi di bagliori letterari che, nel loro genere, furono accecanti.
Peccato. Forse sarebbe il caso di consegnare il mutanghero “dottori” di Vigata ad una conclusione del servizio degna del personaggio di cui lo scriba non poté fare a meno d’ incapricciarsi.
Voto: 6, di stima.
Ezio Maletto
 
 

La Repubblica, 15.11.2015
L'intervista
Borzani: "Il rischio è rinchiudersi La paura è alleata del terrorismo
"Il terrorismo italiano fu battuto da chi scendeva in piazza a riaffermare i principi" La Fondazione Ducale oggi apre le porte: visita gratuita alla mostra del francese Brassaï

«Parto da un ricordo: il terrorismo italiano è stato battuto da chi scendeva in piazza a riaffermare i principi della cittadinanza, non accettando che fossero le armi a imporre il percorso della storia. Il rischio più grande oggi è l'innesco della paura, che è un alleato del terrorismo, perché ci divide».
Je sui Paris. Anche in Liguria, a Genova. E nel suo cuore: con il presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Luca Borzani, che guarda alla storia, e all'orrore di Parigi, spalancando le porte.
[...]
«E' un altro tema fondamentale, quello dell'immigrazione - aggiunge Borzani - Questo è un mondo che si sta muovendo. Certo, la nostra sicurezza è una condizione necessaria. Ma lo è altrettanto la consapevolezza di ciò che ci circonda: non è innalzando muri, come ha detto ieri Camilleri al Ducale, che ci si salva. I muri non salvano, se mai rinchiudono chi ci sta dentro».
[...]
Giulia Destefanis
 
 

Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, 16.11.2015
Docufilm sui Piccolo firmato da Diego Ronsisvalle
Esce “Il meridiano della solitudine”, un docufilm eccezionale sul mondo dei Piccolo di Calanovella firmato Diego Ronsisvalle, con celebri nomi del panorama culturale italiano
IN ONDA DOMENICA 22 NOVEMBRE ALLE 22,12 SU RAI 5

Lucio Piccolo, con la sua immortale poesia, ma anche Casimiro Piccolo e i suoi magici dipinti e la sorella Agata Giovanna, con la sua passione per la botanica; e ancora, la loro madre, la baronessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, e Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’indimenticato cugino dei Piccolo, autore del Gattopardo. A questi personaggi, simboli di una Sicilia immortale, e all’amata dimora Villa Piccolo, a Capo d’Orlando, è dedicato il docufilm “Il meridiano della Solitudine” di Diego Ronsisvalle, proposto da Rai Cultura e realizzato grazie alla collaborazione della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella. Il film, che si snoda attraverso le pagine del diario personale di Teresa Tasca Filangeri di Cutò, andrà in onda domenica 22 novembre alle 22.12 su Rai5 (Canale 23 del Digitale Terrestre).
Un viaggio straordinario, con un cast d’eccezione: Teresa ha il volto e la grazia di Galatea Ranzi, mentre i versi di Lucio Piccolo sono magistralmente interpretati da Piera Degli Esposti e da Paolo Bonacelli. A raccontare il magico mondo dei Piccolo di Calanovella, alcuni grandi siciliani, come Franco Battiato, Andrea Camilleri e Dacia Maraini.
Il prezioso contrappunto alla narrazione sono, appunto, le loro voci: il filo rosso teso da Andrea Camilleri in una appassionata analisi delle ragioni letterarie e personali che hanno accompagnato la vita e l’opera Lucio Piccolo, le riflessioni di Dacia Maraini e il suo sguardo rivolto al mondo femminile nella Sicilia del primo contraddittorio Novecento, la testimonianza poetica e visionaria di Franco Battiato sospesa tra l’evocazione di Teresa Tasca e un sentimento forte del luogo e delle sue ombre: “Quando ebbi occasione di visitare quella casa percepii come delle energie sotterranee”. Di quel luogo, di quella casa, di Villa Piccolo, là dove passa il “meridiano della solitudine” che ispira il titolo del documentario, si ascoltano le parole contenute proprio nelle pagine del diario di Teresa.
Racconta Andrea Camilleri: “Quando i figli di Teresa si ritirarono con lei nei loro possedimenti , cominciarono a creare il loro universo da piani diversi: uno era quello di tenere viva la storia della famiglia circondandosi di oggetti simbolo di quel passato, residui di quella storia, che componevano una sorta di museo, museo tuttora presente”.
“Teresa – dice Dacia Maraini – fu una madre toccata dalle tragedie familiari. Del suo dramma personale i figli portavano i segni e credo che tutto questo sia dentro la poesia di Piccolo, in quei versi vi è come un dolore irrisolto”.
E in un prezioso frammento restaurato delle Teche Rai appare il poeta, che afferma: “Per me la poesia è come la vita. È memoria... Noi viviamo di memoria. Del resto gli intelligentissimi greci non avevano stabilito che la madre delle Muse era la Memoria?”
“Una poesia la sua- chiosa Camilleri – tutta di ombre, dove difficilmente raggia la luce”.
Villa Piccolo, oggi casa-museo immersa in uno splendido parco di oltre venti ettari sulle colline di Capo d’Orlando, continua la propria storia grazie alla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, che la gestisce, promuovendo durante tutto il corso dell’anno un fitto programma di iniziative culturali di altissimo profilo. Fin dalla sua istituzione, avvenuta nel 1970, la Fondazione ha ospitato alcuni fra i nomi più noti del panorama culturale italiano e internazionale.
Nella casa-museo è possibile ammirare preziose collezioni di ceramiche e di quadri, oltre ai luoghi della vita quotidiana dei Piccolo. Custodisce, inoltre, un archivio storico, con stampe e documenti d’epoca e al pianterreno si trova la suggestiva collezione di acquerelli magici dipinti da Casimiro Piccolo. Presieduta da Giuseppe Benedetto, la Fondazione è retta da un consiglio di amministrazione, composto da autorevoli esponenti del mondo della cultura e delle professioni - Aurelio Pes, Andrea Pruiti Ciarello, Alberto Samonà - coadiuvato da un prestigioso comitato scientifico.
 
 

Il Velino, 16.11.2015
Ascolti tv, con quasi 5 milioni “Il giovane Montalbano” si aggiudica la prima serata
L’attualità di prime time premia “Report”. A Rai1 lo share più alto nelle 24 ore

Con 4 milioni 916 mila telespettatori e il 20,44 per cento di share “Il giovane Montalbano”, in onda su Rai1, si è aggiudicato la prima serata di ieri, domenica 15 novembre 2015.[...]
Ornella Petrucci
 
 

Viterbo News 24, 16.11.2015
Torna Camilleri ad alta voce
Giovedì in biblioteca la lettura per sostenere l'Unione italiana ciechi

Viterbo - L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Viterbo aspetta giovedì 19 novembre, alle ore 17,30 presso la sala Cardarelli della Biblioteca Anselmi di Viterbo, insieme alla ''Banda del Racconto'' di Antonello Ricci e Pietro Benedetti per il secondo appuntamento con l’evento ''Camilleri Ad Alta Voce''. Il libro di cui si tratterà si intitola Le pecore e il pastore, ambientato nel 1945 ed ispirato ad un fatto realmente accaduto, da cui Camilleri prende spunto per svilupparne la trama.
L'iniziativa rientra nelle attività di autofinanziamento che questa sezione attua per garantire la continuità dei servizi a favore dei non vedenti. L’ingresso ha il costo di 10 euro e comprende la partecipazione all’evento, e il libro Le Pecore e il Pastore.
''Ci piace sottolineare che la donazione di tutti questi libri all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, è stata possibile grazie alla generosità della Casa Editrice Sellerio - dice la presidente della sezione locale Elena Dominici - Ringraziamo infine il Presidente del Consorzio Biblioteche della Provincia di Viterbo, Paolo Pelliccia, che comprendendo l’importanza sociale dell’iniziativa, ha messo a disposizione la sua esperienza e professionalità, dandoci un valido e per noi indispensabile aiuto. E vi aspettiamo numerosi''.
 
 

Klack, 16.11.2015
Commissario Montalbano
16. November | Servus TV | 20:15 - 22:20 Uhr | Mafiaserie

Schöne Frauen machen das Leben eines Sizilianers erst interessant. Und es sind gleich drei junge Damen, die dem Commissario zur Zeit den Schlaf rauben. Arztgattin Michaela wird ermordet aufgefunden. Anna, eine Freundin der Toten, will Montalbano bei den Ermittlungen behilflich sein und lässt dabei sein Herz beunruhigend höher schlagen. Dies widerum sollte seine Dauerfreundin Livia, die nur zu gern heiraten würde, nicht erfahren...
Original-Titel: Il Commissario Montalbano
Untertitel: Die Stimme der Violine
Laufzeit: 125 Minuten
Genre: Mafiaserie, I 1999
Regie: Alberto Sironi
Folge: 2
 
 

La Repubblica, 16.11.2015
Marilyn Monroe una storia d'amore in arberesh
Fra Los Angeles e la Calabria "La felicità dell'attesa", il nuovo romanzo di Carmine Abate

[...]
Il gioco linguistico è nel dna di Abate: ha pubblicato in tedesco il primo libro di racconti e usa l'arberesh e il calabrese come spezie piccanti da Il ballo tondo (1991). Di Camilleri, che intanto ha insegnato a tutti il siciliano di Vigata, Abate potrebbe forse dire lo stesso che di Márquez. Ma sono entrambi esempi del paradosso che in molti romanzi abbiamo sotto gli occhi: il dialetto, lasciata la vita quotidiana, diventa ingrediente di una lingua letteraria letta da chi non lo ha mai parlato. Così la sua scomparsa è tra le poche profezie pasoliniane sbagliate.
Maurizio Bono
 
 

Teleblog, 17.11.2015
Un giovane attore italiano e l’occasione che arriva

Le serie tv sono un settore in piena espansione nell’industria televisiva d’oltreoceano. In diversi casi la qualità del prodotto raggiunge quella dei migliori prodotti cinematografici. È un cambiamento radicale che modifica le tecniche stesse dello storytelling, testimoniando una rivoluzione anche nei gusti del pubblico. Anche da noi, nella piccola Italia, si producono più serie rispetto a dieci anni fa, senza però raggiungere l’eccellenza made in USA. I risultati positivi, tuttavia, non mancano.
In quattordici anni la Rai ha prodotto ventisei puntate del commissario Montalbano, protagonista dei racconti dello scrittore siciliano Andrea Camilleri ? che ha collaborato alla messa in scena televisiva. La fama di Luca Zingaretti, l’attore che impersona il commissario, deve non poco a questa serie. Poco tempo fa si è chiusa la seconda stagione di quello che, tecnicamente, è il prequel. La produzione ha giocato sull’affetto del pubblico per garantirsi una buona resa di pubblico, con risultati apprezzabili.
Il giovane Montalbano 2 ha fatto un salto di qualità netto, grazie alla sceneggiatura impeccabile di Camilleri (affiancato da Francesco Bruni), ma non solo. Le recitazioni del cast, alla prese con i personaggi della serie storica nei loro anni di apprendistato, hanno dato un tocco di comicità che rende i personaggi stessi più rotondi, più completi e realistici. Il tutto visto attraverso lo sguardo del regista, Giacomo Tavarelli, meticoloso e empatico.
Il pubblico ha apprezzato sicuramente Michele Riondino, giovane attore di formazione teatrale che interpreta il giovane commissario alle prese con le sue prime indagini a Vigata, in Sicilia. Se la Rai metterà in cantiere altre stagioni, probabilmente la sua carriera si muoverà in direzione simile a quella di Zingaretti.
La carriera di Riondino inizia più modestamente con una gavetta teatrale a Taranto, lontano dal grande pubblico. Si è districato per diversi anni tra personaggi di serie di tv dallo spessore variabile, ruoli cinematografici di secondo piano. Poi è arrivata l’opportunità. I libri di Camilleri compaiono spesso nelle classifiche dei bestsellers: questa è una fortuna indubbia, ma da sola non basta. Bisogna essere preparati al meglio per sfruttare al massimo la buona occasione, quando essa arriva.
Se ti sei appassionato alle avventure del giovane commissario e recitare ti affascina, perché non guardarsi attorno? Una connessione internet e una buona dose di pazienza potrebbero essere sufficienti a trovare opportunità insperate. Mi correggo: a prepararti per sfruttare queste opportunità, quando esse compariranno.
La formazione di un attore passa dalla frequenza di una scuola di recitazione. Un sito di annunci come Bakeca, nella sezione corsi di formazione può indicarti quella più vicina e comoda per te, mettendoti in contatto velocemente con l’inserzionista. Cosa aspetti?
Giuseppe Ino
 
 

Viterbo Post, 17.11.2015
Eventi
Uic, un altro libro di Camilleri al Consorzio Biblioteche

Giovedì prossimo, alle 17,30 presso la Sala Cardarelli della Biblioteca Anselmi di Viterbo, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti organizza, insieme alla “Banda del Racconto” di Antonello Ricci e Pietro Benedetti, il secondo appuntamento con l’evento “Camilleri Ad Alta Voce”. Il libro di cui si tratterà si intitola “Le pecore e il pastore”, ambientato nel 1945 ed ispirato ad un fatto realmente accaduto, da cui Camilleri prende spunto per svilupparne la trama. Questa iniziativa rientra nelle attività di autofinanziamento che la sezione attua per garantire la continuità dei servizi a favore dei non vedenti. L’ingresso costa 10 euro e comprende la partecipazione all’evento, e il libro “Le pecore e il pastore”. La donazione di tutti questi libri all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, è stata possibile grazie alla generosità della Casa Editrice Sellerio. Un particolare ringraziamento da parte dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti al presidente del Consorzio Biblioteche della Provincia di Viterbo, Paolo Pelliccia, che comprendendo l’importanza sociale dell’iniziativa, ha messo a disposizione la sua esperienza e professionalità, dando un valido e indispensabile aiuto.
 
 

Efebo d'Oro, 18.11.2015
Intervista ad Andrea Camilleri
Cliccare qui per vedere il video

Ecco il contributo che Andrea Camilleri, in esclusiva, ha voluto dare all'Efebo d'Oro proiettato durante la tavola rotonda sull’importanza dei “ruoli minori” nel cinema e nella letteratura moderata da Enrico Magrelli.
 
 

Tuscia Web, 18.11.2015
Cultura - Al via il secondo appuntamento con Camilleri ad alta voce giovedì 19 alle 17,30
Le pecore e il pastore, una storia siciliana

Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo - Dopo il bel successo arriso al primo incontro, giovedì 19 alle 17,30 presso la Biblioteca Provinciale di Viterbo (in viale Trento), insieme con la Banda del Racconto di Antonello Ricci e Pietro Benedetti, l’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Viterbo presenta il secondo appuntamento con Camilleri ad alta voce.
I due narratori si occuperanno questa volta del pamphlet camilleriano Le pecore e il pastore, una storia ambientata nel 1945 ispirata a un fatto realmente accaduto.
Va ricordato che questa iniziativa rientra nelle attività di autofinanziamento che la sezione di Viterbo attua per garantire la continuità dei servizi a favore dei non vedenti. L’ingresso prevede una sottoscrizione di 10 euro comprendenti la partecipazione all’evento e una copia del libro presentato.
Piace ricordare che la donazione di questi libri all’Unione italiana ciechi e ipovedenti è stata possibile grazie alla generosità della Casa Editrice Sellerio.
Da ricordare infine il presidente del Consorzio Biblioteche della Provincia di Viterbo, Paolo Pelliccia, che compresa appieno l’importanza sociale dell’iniziativa, ha messo a disposizione la sua esperienza e professionalità.
Le pecore e il pastore. Estate 1945. Il vescovo di Agrigento Monsignor Peruzzo viene ferito a morte da due proiettili. Per salvare la vita del pastore dieci giovani monache offrono la loro a Dio, lasciandosi morire. Camilleri scopre questa storia quasi per caso, da una nota a piè di pagina. E con la determinazione del detective “risale la storia. Insegue piste labili o cancellate. Conduce un’indagine sofferta e tormentosa. Interroga fonti storiche e documenti letterari”.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 18.11.2015
Il Tg Zero di Zucconi domani fa tappa a Palermo
Il direttore di Radio Capital con Edoardo Buffoni a San Mattia. Venti posti riservati ai lettori di Repubblica che si prenotano in redazione

[...]
E la Sicilia dei film, della scrittura?
«Ne esiste tantissima ed è certamente una parte della sua immagine. Anche se oggi si sono aggiunte presenze come quella di Andrea Camilleri con il suo Montalbano, c'è la musica di Battiato che è molto amata, e penso a Nuovo Cinema Paradiso, che racconta la Sicilia in maniera diversa. Il Padrino e Il giorno della civetta ci sono sempre, ma forse occorre il coraggio di cercare immagini positive».
Paola Nicita
 
 

Il Libraio, 19.11.2015
Camilleri, nel nuovo libro gli incontri (e le letture) di una vita
In "Certi momenti", lo scrittore, famoso per il commissario Montalbano, racconta personaggi, incontri e letture di una vita. Su ilLibraio.it un estratto dedicato a un libro molto amato da Camilleri, "La condizione umana" di André Malraux: "Quando mi chiedono come mai sei diventato a diciott’anni, ancora sotto il fascismo, un ragazzo con idee comuniste, io rispondo che tutto ciò, per fortuna, è successo grazie all’incontro casuale con quel testo..."

Quasi una vita, momento per momento, quelli più intensi che nel tempo acquistano ancora più vigore e ritornano in tutta la loro vividezza. Tanti incontri offerti nella forma del racconto, ognuno dei quali ha una luce, un’atmosfera e dei personaggi che hanno segnato soprattutto la giovinezza e l’adolescenza di Andrea Camilleri. Parliamo di Certi momenti (Chiarelettere), il nuovo libro dello scrittore siciliano.
Alcuni personaggi conosciuti negli anni più maturi, durante la sua carriera di regista teatrale e televisivo, molti altri sconosciuti, che ci riportano ai tempi del fascismo, della guerra, momenti segnati da storie che nei loro risvolti più umani e sinceri acquistano un tratto epico e la magia del ricordo assoluto perché unico nel costituire una tappa, una svolta nella formazione dello scrittore.
L’anarchica, invincibile indifferenza di Antonio, insensibile ai richiami militari e agli orrori della guerra; la bellezza sorprendente dell’incontro con un vescovo libero nella mente e nel cuore; l’indelebile ricordo di quella notte di burrasca quando il padre di Camilleri andò a salvare l’eroico comandante Campanella, dato per disperso; il coraggio della “Sarduzza” e la determinazione nel difenderla dal tenente tedesco; l’ultimo saluto a “Foffa”, prostituta per necessità, sola nella vita e negli affetti.
Intermezzati gli uni con gli altri ecco l’incontro con Primo Levi e i suoi silenzi, la stravaganza di Gadda e la suscettibilità di D’Arrigo, il franco scontro con Pasolini riguardo alla regia di una sua opera teatrale, poco prima della sua morte, l’impareggiabile bravura di Salvo Randone (senza dimenticare Elio Vittorini, Benedetto Croce e il quasi incontro con Antonio Tabucchi).
Tra tanti personaggi si staglia un libro, quello più importante, La condizione umana di André Malraux, la cui lettura fu decisiva nel far crollare la fede fascista di Camilleri.
Su ilLibraio.it, per gentile concessione di Chiarelettere, un estratto dal volume:

Un libro: La condizione umana di André Malraux
Nella primavera del 1942 si svolse a Firenze un grande raduno della gioventù fascista e nazista europea. Presieduto da Alessandro Pavolini, ministro della Cultura popolare, e da Baldur von Schirach, capo della Hitlerjugend, il tema del raduno era «l’Europa di domani».
Io, che avevo vinto la selezione regionale del concorso artistico-letterario-politico dei Ludi Juveniles, venni invitato a parteciparvi assieme a Gaspare Giudice e Luigi Giglia, due miei compagni di liceo; avrei dovuto tenere una relazione sul repertorio teatrale ideale per un teatro di ispirazione fascista. Ci trovammo, attendati alle Cascine, ragazzi e ragazze provenienti dalla Spagna, dall’Italia, dalla Germania e da tutti gli altri paesi occupati dai nazisti, vale a dire francesi, albanesi, portoghesi, spagnoli franchisti, polacchi, ungheresi, cecoslovacchi e via dicendo. Era una babele di lingue: mi ricordo che per parlare con una ragazza ungherese decidemmo, dato che eravamo tutti e due studenti liceali, di usare il latino.
Leggevo molto e, di lettura in lettura, con gli anni i miei dubbi sul fascismo erano aumentati e soprattutto non avevo digerito l’alleanza con la Germania. A Firenze eravamo un migliaio di giovani, tutti in perfetta divisa di colore e fattura diversa a seconda del paese di provenienza, e il primo giorno ci trovammo riuniti al Teatro comunale. Il sipario era chiuso. Quando si aprì per dare inizio alla manifestazione, vidi con stupore che sul palcoscenico campeggiava solo un’enorme bandiera nazista. Ero seduto su una poltrona che dava sul corridoio centrale di passaggio. Accanto a me si trovava Gaspare Giudice. Mi rivolsi a lui: «Gasparì, ma siamo in Italia o in Germania?».
«In Italia.» Non seppi trattenermi, una forza irresistibile mi fece balzare in piedi, gridando a voce altissima: «Via quella bandiera tedesca!».
Il vocio, le risate dei mille giovani si spensero di colpo; piombò un silenzio assoluto.
Io, sempre in piedi, gridai: «Via quella bandiera tedesca! Mettete quella italiana!».
Il sipario si chiuse di colpo.
[…]
Rientrai al mio paese sconvolto; di quello che mi era successo e di quello che stava capitando dentro di me non potevo parlare con nessuno. Eravamo sotto una dittatura e in un tempo reso ancor più pericoloso dalla guerra. Me ne stetti per qualche giorno a casa, senza andare a scuola; ero sicuro di non essere più un fascista, ma non sapevo ancora che cosa ero in realtà. Passavo notti insonni, chiedendomi quale sarebbe stato il mio avvenire in un mondo del quale rifiutavo tutto. In quei giorni mi capitò tra le mani un libro: si trattava di La condizione umana di André Malraux, pubblicato in Francia nel 1933, stampato in Italia l’anno successivo e misteriosamente sfuggito alle maglie della censura. Il libro, che tratta in sostanza di una rivolta comunista, letteralmente mi fece venire la febbre. Scoprii, leggendolo, che tutto quello che il fascismo raccontava sui comunisti non era vero: i comunisti avevano ideali, comportamenti, sofferenze, gioie, sentimenti del tutto uguali a noi. Era una falsità che i comunisti fossero minimamente diversi da come ero io, da come era Gaspare, da come erano le persone che amavo e che mi circondavano. Non erano, come diceva la propaganda, delle quasi bestie senza dignità, senza onore, senza decoro. Ideali ne avevano, eccome, e grandissimi, anzi per essi erano disposti a pagare con la vita. Quella notte lessi il libro tutto d’un fiato. Sono certo che immediatamente dopo quella lettura masse di neuroni del mio cervello si spostarono da una parte all’altra, che una modificazione radicale avvenne nel mio essere; sentii di più che quei comunisti non solo erano uguali a me, ma erano miei fratelli, che i loro ideali erano quegli stessi miei, che io erroneamente avevo attribuito consoni al fascismo. Furono tre giorni di autentica malattia: avevo la febbre a trentanove, mi spuntarono come delle pustole sul viso, il medico chiamato di corsa diagnosticò un avvelenamento alimentare. In parte ci aveva indovinato, solo che non si trattava di un avvelenamento, ma dell’immissione di sangue nuovo, diverso, vivo, caldo, palpitante, che il mio organismo stentava a fare entrare dentro di sé. Ecco, quando mi chiedono come mai sei diventato a diciott’anni, ancora sotto il fascismo, un ragazzo con idee comuniste, io rispondo che tutto ciò, per fortuna, è successo grazie all’incontro casuale con La condizione umana di André Malraux.
 
 

RagusaNews, 19.11.2015
Lucia Sardo: Non sfottetemi, ma sono la nonna di Andrea Camilleri
Nel film Donne

Scicli - "Ebbene si. Sono la nonna di Andrea Camilleri".
Lucia Sardo ride e annuncia l'inusitata notizia.
"Ho recitato nel film Donne, ispirato ai personaggi femminili di Camilleri. E il regista, che è anche alla sua opera prima, ha scelto per me il ruolo della nonna di Andrea quando questi aveva sei anni. Un bambino compito, che porta si solleva gli occhiali sul naso. Uno spasso.
Credo ne verrà fuori una bella opera cinematografica".
Probabilmente andranno in onda durante la primavera del 2016 su Rai 1 le 10 mini-puntante della serie televisiva “Donne”, tratte dal libro omonimo di Andrea Camilleri. Prodotta dalla Anele per Rai Fiction, i cortometraggi dureranno circa 10 minuti ciascuno e raccontano le donne viste da Andrea, alter ego dello scrittore Camilleri, dagli anni ’30 agli anni ’80. La provincia di Ragusa è stata scelta come location per girare alcune scene.
La regia del film è di Emanuele Imbucci e Alessandra Mortelliti, lei sì, nipote nella realtà di Andrea Camilleri.
 
 

Escola Oficial de Idiomas Pontevedra
Conferencia: Camilleri e Montalbano
Xov, 19/11/2015 - 05:48 — eoi.pontevedra

O departamento de italiano organiza a conferencia Camilleri e Montalbano a cargo de Valentina Guitto o vindeiro 30 de novembro as 18.45 h no salón de actos da Escola.
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Il Messaggero, 20.11.2015
«Gli incontri della mia vita». Camilleri parla di “Certi momenti”, il libro che raccoglie volti ed eventi memorabili della sua esistenza
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La vita è fatta soprattutto di «certi momenti», dice il titolo del nuovo libro di Andrea Camilleri, da oggi in libreria: Certi momenti (Chiarelettere, pp. 168, euro 15). Piccole e grandi rivelazioni che passano per l'intensità degli incontri. Gente frequentata, amata o sfiorata. Gente da cui abbiamo imparato qualcosa, gente che con una frase ci ha spostato – anche solo di un centimetro – la prospettiva sulla realtà, ha acceso un'idea. Camilleri inventaria alla rinfusa, seguendo il ritmo disordinato dell'esistenza, volti memorabili in un libro commovente anche per la struttura. Mette sullo stesso piano i personaggi illustri – Croce, Vittorini, Gadda, Pasolini – e le persone cosiddette anonime: zii, compagni di scuola, amici.
La mescolanza di personaggi vuole suggerire che non ci sono gerarchie nei ricordi importanti?
«Certo, nessunissima gerarchia. Non conta che posto occupava nella società chi ha detto una frase o compiuto un gesto, l'importante è proprio quella frase, quel gesto ti sono entrati dentro e hanno in qualche modo contribuito a farti essere quello che sei, a farti pensare quello che prima non pensavi. Quando ho voluto scrivere questo libro mi sono rifatto agli incontri cercati, ma ancor di più a quelli casuali che oggi, a novant'anni compiuti, mi sono rimasti indelebili nella memoria».
[...]
Paolo Di Paolo
 
Le follie e gli insulti segreti di Gadda
Pubblichiamo un estratto da “Certi momenti” di Andrea Camilleri, da oggi in libreria. Un libro che racconta gli incontri di una vita e i momenti indimenticabili di un maestro della narrativa italiana contemporanea.

Nel 1958 mi chiamarono al Terzo programma della radio Rai, in sostituzione della funzionaria andata in maternità, quale responsabile del cartellone della prosa. Mi assegnarono una stanza e una scrivania, munita naturalmente di telefono. Giulio Cattaneo, che lavorava al Terzo programma, mi venne a trovare subito.
«Ma questa è la scrivania di Gadda!» esclamò entrando.
Infatti Gadda per anni aveva lavorato al Terzo in qualità di responsabile delle cosiddette «conversazioni culturali». Quel giorno stesso Giulio mi raccontò una quantità di cose sullo scrittore, una più divertente dell'altra. Per esempio, quando riceveva una telefonata dal direttore, Gadda, sempre tenendo il microfono all'orecchio, si alzava in piedi assumendo un atteggiamento ossequioso, e si risedeva solo quando la conversazione era terminata. Ma appena agganciata la cornetta esplodeva in una serie di fantasiosi epiteti contro il direttore, mormorati tutti a voce bassa e guardandosi sospettosamente attorno: il più gentile era «anima di merda».
EROS E PRIAPO
Gadda aveva appena pubblicato Eros e Priapo, un violento, sarcastico, paradossale libello contro il fascismo, quando Giulio gli giocò un tiro mancino: entrò trafelato nella stanza dello scrittore e lo avvertì che una colonna di facinorosi fascisti stava dirigendosi verso la Rai per chiedergli conto e ragione della pubblicazione di quel libro. Terrorizzato, Gadda era balzato in piedi e poi, massiccio com'era, si era arrotolato sotto la scrivania, supplicando Cattaneo di dire ai fascisti che lui quel giorno non era andato in ufficio. La scrivania di Gadda aveva cinque cassetti: uno grande centrale e quattro laterali, due per parte.
LA CHIAVE MANCANTE
Il cassetto centrale, quando tentai di aprirlo, risultò chiuso a chiave, ma la chiave non c'era. Feci vari tentativi con altre chiavi fino a quando non ne trovai una che apriva il cassetto. Era pieno dei dattiloscritti che i vari autori delle conversazioni culturali gli avevano inviato. Trattavano vari argomenti: andavano da Foscolo a Leopardi, da Belli a Moravia, e via di questo passo. Ne presi uno a caso, era di un noto poeta romano ed era dedicato ai sonetti del Belli, ma la cosa divertente erano le sottolineature e i commenti a margine che Gadda aveva fatto durante la lettura del dattiloscritto.
I più gentili erano «Macaco!» oppure «Babbeo!» oppure ancora «Scemo totale».
In coda al dattiloscritto però aveva annotato: «Dirgli che si tratta di un lavoro ottimo».
Andrea Camilleri
 
 

Il Fatto Quotidiano, 20.11.2015
Amici di "Certi momenti"
Gli incontri di Camilleri
Il rimpianto per Tabucchi e quel "pirla" da Garzanti
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Tabucchi aveva appena pubblicato "Piazza d'Italia", il suo primo libro, quando trovandomi a Pisa un amico mi chiese se volessi conoscere l'allora esordiente [...]
Andrea Camilleri
 
 

Pagina 3, 20.11.2015
Camilleri
Cliccare qui per ascoltare la puntata (si parla di Camilleri dal minuto 22'40" al 26'45")
Cliccare qui per scaricare il podcast della puntata

Andrea Camilleri parla di “Certi momenti” da oggi in libreria. E rievoca gli incontri fondamentali della sua vita. Un’intervista di Paolo Di Paolo a pagina 27 del Messaggero.
Un’anticipazione del libro anche sul Fatto Quotidiano, in prima e poi a pagina 17.
 
 

Fahrenheit - Newsletter, 20.11.2015
La prossima settimana a Fahrenheit

Il maestro Andrea Camilleri 25 mercoledì novembre presenterà il suo ultimo libro, "Certi momenti", edito da Chiarelettere.
 
 

TvZap, 20.11.2015
Il giovane Montalbano, il 22 novembre arriva in replica ‘Il terzo segreto’
Domenica alle 21.30 prosegue le rimessa in onda della prima stagione della fiction di Rai1

Sempre avvincenti i casi de Il giovane Montalbano, soprattutto se la memoria dei telespettatori fa un po’ cilecca: le repliche della prima stagione vanno a gonfie vele e domenica 22 novembre alle 21.30 Rai1 manda in onda un altro film-tv.
Il terzo segreto. Montalbano si trova ad indagare su due casi molto diversi: l’omicidio di un giovane muratore albanese che nasconde il coinvolgimento della mafia e il furto misterioso della bacheca delle pubblicazioni matrimoniali del comune di Vigata.
Due casi complicati in cui Montalbano coinvolge anche Catarella, che ha modo di dimostrare il suo coraggio.
Va a finire che Montalbano si dimentica di Livia, che per ripicca decide di risvegliare la sua gelosia. E così Montalbano finisce per immaginarsi una tresca tra la sua fidanzata e ilvicecommissario Augello…
 
 

Tuscia Web, 20.11.2015
Viterbo - Il 3 dicembre alle 17,30 il terzo appuntamento con il duo Ricci-Benedetti nell'ambito dell’iniziativa "Camilleri ad alta voce"
La Banda del racconto incanta con “Le pecore e il pastore”

Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Ancora un bel successo di pubblico per il secondo appuntamento dell’iniziativa “Camilleri ad alta voce”.
Il libro narrato ieri nella sala conferenze della biblioteca di viale Trento dalla Banda del racconto, intitolato “Le pecore e il pastore” traeva spunto da un fatto tragico realmente accaduto nel 1945.
Nonostante la delicatezza del tema affrontato, Antonello Ricci e Pietro Benedetti sono riusciti a coinvolgere intensamente tutti presenti per oltre un’ora.
Ringraziando tutti coloro che sono intervenuti, ricordiamo che il terzo e ultimo appuntamento del ciclo è previsto per il 3 dicembre alle 17,30: il duo Ricci e Benedetti si occuperanno stavolta della divertente, bizzarra e fantasiosa raccolta di racconti camilleriani intitolata “Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta”.
Esso, come già anticipato ieri dallo stesso Antonello Ricci, trattando temi più leggeri ci riserverà momenti poetici e spassosi.
Dominici Elena
Presidente Provinciale Uici Viterbo

 
 

Viterbo News 24, 20.11.2015
Tutti pazzi per Camilleri
Grande partecipazione al Consorzio Biblioteche per la seconda lettura

Viterbo – Buon successo di pubblico per le letture ad alta voce di Camilleri. Un giovedì di grande partecipazione alla biblioteca Anselmo Anselmi, con Antonello Ricci e Pietro Benedetti che hanno saputo conquistare l’attenzione e strappare gli applausi dei presenti. In scena “Le pecore e il pastore”, romanzo ispirato allo scrittore siciliano da un fatto realmente accaduto nel 1945. Giovedì 3 dicembre l’ultimo appuntamento con la lettura de ‘Il circo Taddei’, con la promessa di Ricci e Benedetti di far divertire il pubblico.
L’iniziativa nasce dalla sinergia tra “Banda del racconto”, Consorzio Biblioteche e sezione viterbese dell’Unione Nazionale Ciechi. L’obiettivo è la vendita dei circa mille volumi, dei 50mila donati da Camilleri all’Unione Nazionale, arrivati nel capoluogo della Tuscia. Vendita importante per il sostegno economico delle attività dell’associazione. E i risultati si sono visti. Ogni spettatore delle letture ha infatti acquistato un libro, al costo di 10 euro, vedendosi regalato lo spettacolo.
 
 

Rai 5, 22.11.2015
Il meridiano della solitudine
Lucio Piccolo e il suo favoloso quotidiano
 
 

Castelvetrano News, 22.11.2015
La fidanzata del "Giovane Montalbano" su Rai 1: "Prometti di portarmi a Selinunte"

Nel corso della prima puntata della fiction "Commissario Montalbano", andata in onda su Rai 1, Selinunte era stata più volte citata con riferimento anche al meraviglioso Parco Archeologico.
Anche questa sera Selinunte è stata oggetto di dialogo tra il Giovane Montalbano e la fidanzata Livia che ha manifestato nuovamente l'estremo piacere di far tappa nella nostra borgata.
Leggendo un libro su Selinunte ha così esclamato: "Salvo, lo sapevi che Selinunte è stata invasa due volte? Promettimi che mi porterai a visitarla".Visto l'imprevisto avuto dal Commissario Olivia, si racconta nel film, ha fatto tappa di persona nella borgata raggiungendola con mezzo pubblico
Picchi d'ascolto e di certo una bella vetrina per Selinunte con tantissimi siciliani e non incollati alla tv, chissà adesso incuriositi dal conoscere le bellezze che la nostra Marinella offre.
 
 

TvZoom, 23.11.2015
Ascolti Tv: “Il giovane Montalbano” 5,2 milioni, “Il Segreto” 4,1. Fazio 3,1 milioni e poi “Report” 2, “N.C.I.S.” 2,2
Su Rai Uno Riondino 5,240 milioni e 20,23%, su Canale 5 soap a 4,148 milioni e 15,63%, su Rai Tre “Che tempo che fa” 3,142 milioni e 11,28% e Gabanelli 2 milioni e 8,34%, su Rai Due il telefilm 2,192 milioni e 7,96%.

[...]
Su Rai Uno la nuova prova in replica de Il giovane Montalbano, Il terzo segreto, con Michele Riondino protagonista, e poi Alessio Vassallo nel ruolo di Mimì Augello, Beniamino Marcone in quello di Giuseppe Fazio, Fabrizio Pizzuto in quello di Catarella e Sarah Felberbaum nei panni di Livia, ha riscosso 5,240 milioni di spettatori e il 20,23% di share.
[...]
Emanuele Bruno
 
 

TvZoom, 23.11.2015
Ascolti Tv: Rondino in replica vale gli inediti. La Littizzetto morde meno, Costanzo flop
Domenica 22 novembre “Il giovane Montalbano” si conferma facile vincitore davanti a “Il Segreto”. Dietro a “Che tempo che fa” il picco di Luciana Littizzetto rimane simile a quello garantito da Pieraccioni e Guccini. Mai sopra il 5% il “Maurizio Costanzo Show”, se non per il finale, dopo la conclusione dei programmi delle ammiraglie.

La buona notizia, per Fabio Fazio, è che proprio moltiplicando la presenza della sua partner artistica, Che tempo che fa appare meno dipendente dal solito dal picco finale di Luciana Littizzetto. Quella cattiva, che Lucianina pare avere perso un po’ del mordente e quindi anche la magica forza di fare lievitare le curve di Auditel che aveva fino a qualche tempo fa. Anche ieri la comica torinese ha fatto un intervento finale in crescendo, comunque capace di portare il programma sopra il 14,6% di share, ma permanendo sotto le performance di quel momento de Il giovane Montalbano (16,36%) e de Il Segreto (15,05%). Nella sfida generalista ha ancora una volta stravinto Il giovane Montalbano, che con la puntata in replica raccontava del legame ‘di sangue’ tra il commissario e Catarella, Il terzo segreto, è salito ai livelli delle puntate ‘fresche’, a quota 5,240 milioni e 20,23%.
[...]
Emanuele Bruno
 
 

ReggioTv, 23.11.2015
Kermesse 2015 dedicata al noir italiano. In programma pure incontri con gli autori
"Festival del giallo", terza edizione all'insegna del tributo al grande Camilleri e ai suoi "arancini di Montalbano"

Cosenza. Trentacinque tavole fotografiche ispirate al noir apriranno la terza edizione del Festival del giallo in programma a Cosenza fino al 29 novembre.
Sarà anche occasione per gli studenti di diventare autori di un racconto noir, da ambientare all'interno del Museo delle Arti e dei Mestieri che ospita la mostra, ed il lavoro più interessante diventerà un e-book.
Ci sarà poi la distribuzione degli "Arancini di Montalbano", realizzati dai ragazzi dell'istituto alberghiero.
"Questa edizione è dedicata al giallo italiano - ha dichiarato Giovanni Guagliardi, direttore artistico della rassegna - e il nostro intento è offrire alla città un'esperienza diversa, un'evasione carica di fascino e mistero, non solo per chi ama questo genere, ma per tutti coloro che amano la lettura".
Il programma include incontri informali con gli autori e presentazione di libri. Ma anche la ricostruzione di una vera e propria scena del crimine in piazza XI Settembre (giovedì ore 18) e nelle giornate conclusive la distribuzione degli "Arancini di Montalbano", minuziosamente descritti da Camilleri.
"Camilleri - ha aggiunto Guagliardi - non è il padre del giallo italiano, ma di certo ha fatto riscoprire il genere, facendo capire che c'è una scuola italiana interessante, non meno di quella anglosassone, e questo è un doveroso tributo a lui". L'edizione di quest'anno prevede, tra l'altro, che a dialogare con gli autori siano i lettori. Scrittore atteso dagli amanti del genere è sicuramente Gianni Simoni, che venerdì pomeriggio all'interno del chiostro di San Domenico, dialogherà con Pino Sassano e Giancarlo Carci de "Il Giallo è Nero". Il festival si conclude domenica mattina all'interno del bar Due Palme, dove i lettori potranno fare colazione con gli autori.
 
 

La Repubblica, 24.11.2015
Il libro
Certi momenti
di Andrea Camilleri (Chiarelettere, pagg. 168, euro 15)
L'autore italiano più amato ha raccolto in un volume gli incontri avuti nel secolo scorso con scrittori, attori, personaggi meno noti
Da Primo Levi a Pasolini, da Vittorini a Gadda, una galleria di ritratti spesso sorprendenti: "Ognuno di loro mi ha lasciato una scintilla"

«Intendo raccogliere disordinatamente, ma prestando una maggiore attenzione ai miei anni giovanili, alcuni incontri durati un momento oppure quasi una vita e che hanno determinato in me una sorta di cortocircuito: cioè a dire, che hanno provocato un primo momentaneo distacco e poi una sorta di maggiore illuminazione dentro di me. Si tratta di incontri con nomi noti, ma assai più spesso con persone diciamo comuni, che hanno comunque avuto la stessa valenza. Ne dimentico alcuni, ne sono certo; altri invece non li ho voluti deliberatamente trascrivere, anche di questo ne sono certo. Ma gli uomini, le donne e i libri che racconto hanno rappresentato per me delle scintille, dei lampi, dei momenti di maggiore nitidezza: e per questo ho voluto ringraziarli».
(Dalla prefazione al libro "Certi momenti" di Andrea Camilleri, edito da Chiarelettere. I testi dello scrittore che qui pubblichiamo sono brevi sintesi tratte dal volume)

Camilleri: da Gadda a Pasolini vi svelo i miei grandi del Novecento
Quando mi disse: "Non hai idea di ciò che ho dovuto dimenticare"

Mi presentai al Cambio con un certo batticuore: conoscere di persona Levi e parlare con lui mi metteva in agitazione. Ma la dolcezza dei suoi modi, la cortesia, l'attenzione che da subito prestò alle mie parole mi misero perfettamente a mio agio. Poi uscimmo dal ristorante. Proprio attaccata al Cambio si ergeva la maestosa facciata del Teatro Carignano. «Ha mai lavorato nel nostro teatro?» mi chiese. «Non ne ho mai avuto l'opportunità». «Vuole visitarlo? Sono amico del direttore». Entrammo. Vidi che vicino all'ingresso c'era lo sgabuzzino del portiere. Al sentirci avvicinare, il portiere alzò gli occhi, aprì la porta del gabbiotto a vetri e mi corse incontro, la mano protesa addirittura gridando: «Dottor Camilleri! Che bella sorpresa! È venuto qui da noi per un'altra regia?». Mentre la terra letteralmente si apriva sotto ai miei piedi, mi precipitai verso l'uscita e dissi a Levi: «Le devo una spiegazione». Allora gli raccontai come solo sei anni prima io avessi messo in scena un'edizione speciale dell'atto unico di Giovanni Verga Cavalleria rusticana, ma vuoi per l'infelice scelta degli attori, vuoi per un malaccorto errore di interpretazione mia, quello spettacolo mi era parso il peggiore di quelli da me realizzati e l'avevo cancellato totalmente dalla mia memoria. «Ho fatto una vera e propria rimozione» dissi. Levi, che mi aveva ascoltato in silenzio, guardando un po' imbarazzato la punta delle sue scarpe, sollevò la testa e mi fissò dritto negli occhi. «Sapesse quante ne ho dovute fare io...» sussurrò. E riprendemmo a camminare ancora in silenzio.
Andrea Camilleri
 
 

MeridioNews, 24.11.2015
Due nuove stagioni collaterali al Teatro Massimo
Spettacoli per bimbi e mamme in dolce attesa

Cultura e spettacoli – Otto nuove produzioni, un'opera, per la prima volta in Italia, dedicata a bambini da 12 a 36 mesi e un progetto per le donne in gravidanza. Sono oltre venti gli spettacoli tra balletti, concerti e performance con grandi nomi come Andrea Camilleri, Ugo Gregoretti, Peppe Servillo, Attilio Bolzoni e don Luigi Ciotti. Il sovrintendente Giambrone: «Realizziamo il sogno di vedere sale animate di spettacoli ogni giorno, dalla mattina alla sera»

Otto nuove produzioni, un'opera, per la prima volta in Italia, dedicata a bambini da 12 a 36 mesi e un progetto per le mamme in attesa e i loro futuri bambini. Il Teatro Massimo si apre alla città e alle famiglie e presenta due nuove stagioni collaterali che si aggiungono al cartellone istituzionale. Oltre venti spettacoli tra balletti, concerti e performance con grandi nomi come Andrea Camilleri, Ugo Gregoretti, Peppe Servillo, Ambrogio Sparagna, Attilio Bolzoni, don Luigi Ciotti, Federico Rampini, Dosto&Yevsky, SeiOttavi.
[...]
Dal 2 al 5 aprile, invece, uno degli eventi più attesi con due grandi vecchi della letteratura e della regia, Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti, che si divertono a interpretare l’uno (in video) il Gatto e l’altro la Volpe nello spettacolo Il Pinocchio (mal)visto dal Gatto e la Volpe, regia del Collettivo Shorovsky.
[...]
 
 

Live Sicilia, 24.11.2015
Palermo
Mamme, bambini e famiglie
Il Massimo si apre alla città

Presentati tre cartelloni che si affiancheranno al principale, con oltre 20 opere per donne in dolce attesa, bambini e famiglie. Previsti grandi nomi del calibro di Andrea Camilleri, Peppe Servillo, Attilio Bolzoni, don Ciotti.

Palermo - Un teatro aperto a tutti, anche alle mamme in dolce attesa e a chi ha meno di 18 anni, con due cartelloni ad hoc pensati per fare di piazza Verdi il cuore pulsante di Palermo che prevedono una rivisitazione di Pinocchio a cura di Andrea Camilleri, un'opera per i bimbi dai 12 ai 36 mesi, un'altra realizzata da ragazzi down e ancora la storia del viaggio di due ragazzi del Ghana, raccontata da chi l'ha vissuta. Sono tante le novità annunciate oggi dalla fondazione Teatro Massimo, dal sindaco Leoluca Orlando, accompagnato dagli assessori Barbara Evola e Agnese Ciulla, e dall'assessore regionale Anthony Barbagallo.
[...]
Sono oltre 20 spettacoli che si svolgeranno nel corso dell'anno con grandi nomi del calibro di Andrea Camilleri, Peppe Servillo, Attilio Bolzoni, don Ciotti e tanti altri. [...] Prevista anche un’opera per i bimbi dai 12 ai 36 mesi, un'altra sarà una rivisitazione di Pinocchio, a cura di Andrea Camilleri, visto dal punto di vista del gatto e della volpe.
[...]
Roberto Immesi
 
 

QuotidianoNet, 24.11.2015
Gay in teatro, Montalbano in tv Zingaretti: l’amore non ha confini
L’attore sul palcoscenico con “Pride”. E tornano i gialli di Camilleri

[...]
Affrontare altri ruoli, è anche un modo per liberarsi un po’ di Montalbano?
«No. Anche perché non mi sono mai sentito prigioniero di Montalbano. Sono impegnato nelle riprese di Montalbano ogni due, tre anni per due mesi. Per il resto lavoro continuativamente su altri progetti. Poi, è ovvio che quello è più forte. Ma lo è anche perché la Rai continua a mandare in replica i vecchi episodi. Così sembra che siano infiniti. In realtà, dopo vent’anni abbiamo fatto meno episodi di quelli che si fanno in un anno in queste serie televisive poliziesche o meno. Loro in un anno fanno trenta episodi, noi a trenta non siamo ancora arrivati. Sono tornato a teatro semplicemente perché nasco come attore di teatro e a un certo punto mi ha preso la nostalgia. Sono tornato, e devo dire che avevo dimenticato quanto è bello fare teatro».
Nel 2016 la rivedremo anche come Salvo Montalbano?
«Andranno in onda due episodi nuovi che abbiamo già girato: “Un covo di vipere” e “La piramide di fango”».
 
 

TvZoom, 24.11.2015
Alessio Vassallo: “‘Il giovane Montalbano’ è una grande famiglia. L’omaggio a Falcone mi ha emozionato”
Intervista all'attore che dà il volto al giovane Mimì Augello in una delle serie più popolari delle reti generaliste e che in questi giorni è protagonista anche sul web di un nuovo esperimento targato Palomar che racconta il confronto tra generazioni.

Immigrati digitali contro nativi digitali. Ma anche una squadra di poliziotti maturi contro una proiezione più giovane degli stessi. La carriera di Alessio Vassallo si sta orientando verso il confronto generazionale. Nella webserie Lontana da me, prodotta da Palomar e diretta dallo youtuber Claudio Di Biagio, l’attore palermitano interpreta il ruolo inedito di “life coach” del giovanissimo Mirko Trovato (già noto per Braccialetti Rossi) scatenando una sfida tra differenti prospettive anagrafiche. Nel successo consolidato de Il Giovane Montalbano su Rai 1, invece, Vassallo è Mimì Augello, ruolo che nella serie con Zingaretti appartiene a Cesare Bocci. «Ma nel caso di Montalbano, non si può parlare di gap generazionale tra le due serie: sono opere complementari, lo stesso Bocci ha speso delle belle parole per me e la cosa mi ha riempito d’orgoglio», precisa Vassallo, in questi giorni impegnato in Basilicata sul set del film per il cinema HoneyMoon. «Montalbano ha una caratura così forte che va oltre la mera fiction. È un racconto che porta in dote profonde prospettive sociali e culturali».
[...]
La coesione del set ve la portate dietro anche a lavori conclusi.
Il giovane Montalbano è diventato una seconda famiglia. Non esagero. Con tutti i membri del cast, ci frequentiamo extralavorativamente, ci ritroviamo a guardare le puntate in religioso silenzio e a commentarle con attenzione una volta conclusa la messa in onda. Su una cosa siamo tutti d’accordo: Montalbano e Mimì Augello sono la vera coppia di fatto delle generaliste italiane (ride, nda).
Questa nuova edizione ha portato in dote emozioni particolari?
Per una strana coincidenza, mi sono sempre appassionato alla sesta puntata di ogni stagione. Sia della prima, sia della seconda. Questa volta, poi, è stato particolarmente toccante l’omaggio fatto a Giovanni Falcone. Nella puntata, la cittadina di Vigata è mostrata desolata, quasi deserta. Per me, che sono siciliano, la valenza è stata doppia, perché conservo dei ricordi molto vivi dei giudici Falcone e Borsellino e della mia terra in quel periodo, martoriata dalla violenza.
Qualche ricordo personale?
Ricordo quando, da bambino, arrivai coi miei genitori in un paese della Sicilia in cui trascorrevamo le ferie estive. Porto dentro di me l’immagine delle case con le tapparelle blu che venivano chiuse per il caldo. Un’edicola al centro di una piazza. E la radio che trasmetteva la notizia dell’attentato a Borsellino. Sono cose che non si dimenticano. Si tratta forse di emozioni simili a quelle provate di recente dai cittadini di Parigi: un conto è apprendere la notizia di un attentato da spettatore esterno. Un altro conto è vivere la tragedia da profondo conoscitore delle zone in cui è avvenuta.
Nella prima stagione, Camilleri è venuto a farvi visita sul set. Nella seconda?
Siamo andati noi in via Asiago a festeggiare i suoi 90 anni. È stato particolarmente emozionante ricevere i suoi complimenti. Michele Riondino ha ragione, quando dice che il fenomeno di Montalbano va oltre la semplice fiction ben fatta. Ha una valenza sociale, generazionale. È un pezzo di cultura italiana in debito verso la penna di Camilleri.
Il ruolo del giovane Mimì Augello è quello che la rappresenta di più.
Di sicuro è il ruolo a cui sono più legato. Spero di portarlo avanti il più possibile. Il giovane Montalbano ha tante opportunità narrative ancora da esplorare. E mi ha permesso di coltivare un rapporto profondo e duraturo con Carlo Degli Esposti di Palomar, a cui devo molto.
In questo caso, la competizione con la serie “matura” di Montalbano non sussiste?
Certo che no, sono lavori complementari e consentono un punto di vista privilegiato su sfaccettature diverse di un unico mondo.
[...]
Gabriele Gambini
 
 

Fahrenheit, 25.11.2015
Andrea Camilleri, Certi momenti, Chiarelettere
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SoloLibri, 25.11.2015
Certi momenti - Andrea Camilleri

Nel volume Certi momenti (Chiarelettere 2015), il maestro della narrativa italiana contemporanea Andrea Camilleri racconta gli incontri di una vita, istanti indimenticabili ponendo sullo stesso piano personaggi illustri e persone comuni, fondamentali per la formazione del grande autore siciliano, nato il 6 Settembre del 1925 a Porto Empedocle, che vive da molti anni a Roma.
“Gli uomini, le donne e i libri che racconto in questo testo hanno rappresentato per me delle scintille, dei lampi, dei momenti di maggiore nitidezza”.
Incontri che hanno il potere di cambiare la propria visione dell’esistenza, libri fondamentali che fanno scoprire un mondo nuovo e frequentazioni casuali e non, con personaggi famosi osservati da più angolature. In questo prezioso volume Andrea Camilleri, il papà del commissario Montalbano, scrittore, regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore, regala ai suoi affezionati lettori piccoli capolavori, trentatré capitoli che assomigliano a brevi romanzi, indispensabili per comprendere la “forma mentis” di un autore amato dai lettori italiani e stranieri, i cui libri sono tradotti in più di trenta lingue, che con la sua opera letteraria dà lustro al proprio Paese. Fa da trait d’union un libro, La condizione umana di André Malraux, pubblicato in Francia nel 1933, stampato in Italia l’anno successivo e misteriosamente sfuggito alle maglie della censura, che fa scoprire nella primavera del ’42 al giovane Nené Camilleri che tutto quello che raccontava il fascismo sui comunisti era falsità. I comunisti avevano ideali, comportamenti, gioie, sofferenze “e sentimenti del tutto uguali a noi”. I comunisti, quindi, non erano come propinava la propaganda fascista, delle quasi bestie senza dignità, senza onore, senza decoro. Quando
“mi chiedono come mai sei diventato a diciott’anni, ancora sotto il fascismo, un ragazzo con idee comuniste, io rispondo che tutto ciò, per fortuna, è successo grazie all’incontro casuale con La condizione umana di André Malraux”.
Ciò che rende il libro originale è l’aver volutamente mescolare da parte dell’autore, senza nessuna gerarchia, l’anarchico Antonio che si fa beffa della guerra con la commovente rievocazione del rapporto di Camilleri con Antonio Tabucchi, mai incontrato di persona, il cui ricordo nel testo rappresenta “un ringraziamento postumo alla sua amicizia”. Porre l’una accanto all’altra la triste vicenda della prostituta Foffa dal corpo splendido ma dal viso precocemente invecchiato con l’impressione ricevuta dall’incontro nel maggio del 1945 con Benedetto Croce che ringrazia Camilleri per “il vostro meraviglioso silenzio”. Ancora altri due istanti incancellabili abilmente mescolati dallo scrittore: dopo l’otto settembre del ’43 l’aiuto inaspettato ricevuto in carcere da parte del ladro Pino Trupia, che sembra uscito dalle pagine di un romanzo dedicato al commissario di Vigata, e l’insolito colloquio a teatro con il Patriarca di Venezia che pochi mesi dopo sarebbe diventato Papa con il nome di Giovanni XXIII. Indimenticabile per l’autore siciliano l’incontro con il vecchio vescovo di Livorno, Sua Eccellenza Piccioni, protagonista del capitolo “La confessione”. Al non credente Camilleri, l’anziano Monsignore offre la propria visione sul significato della parola “peccato”, giacché per quest’“uomo straordinario”, il più grave peccato che si possa commettere “è quello del disprezzo verso qualcuno”.
“Certi momenti”, incontri cercati, ma ancor di più casuali che sono rimasti impressi nell’archivio/memoria di Andrea Camilleri, lasciando un segno indelebile.
“Ho novant’anni. Quelle tre ore trascorse a dialogare con Piccioni sono rimaste marchiate per sempre, non solo nella memoria, ma anche e soprattutto nel mio cuore”.
Alessandra Stoppini
 
 

Il Fatto Quotidiano, 26.11.2015
Andrea Camilleri, ecco il suo “Certi momenti”: “I miei ritratti di persone, scintille e nitidezza”
E' uscito l'ultimo libro dello scrittore siciliano che è un tributo agli incontri “durati un momento oppure una vita che hanno determinato una sorta di cortocircuito dentro di me”. Ossia quegli incontri “che hanno provocato un primo momentaneo distacco e poi una sorta di maggiore illuminazione dentro di me"

S’intitola Certi momenti (Chiarelettere), l’ultimo libro di Andrea Camilleri. Ma potrebbe intitolarsi anche Grazie perché è un tributo agli incontri “durati un momento oppure una vita che hanno determinato una sorta di cortocircuito dentro di me”. Ossia quegli incontri “che hanno provocato un primo momentaneo distacco e poi una sorta di maggiore illuminazione dentro di me. Gli uomini, le donne e i libri che racconto in questo breve testo hanno rappresentato delle scintille, dei lampi, dei momenti di maggiore nitidezza: e per questo ho voluto ringraziarli”.
Le tracce sono molte, e a volte ti sorprendi. Perché se pensi sia ovvio imbattersi in grandi scrittori come Gadda, Tabucchi, Pasolini, Vittorini o Primo Levi, molto meno scontato è il ritratto del pastore cantastorie o di una sconcertante Federala che arringa le donne con la propaganda per il Duce, ma regala una pubblicazione clandestina di Giustizia e Libertà al giovane Andrea. Tra le pagine più intense c’è la sua confessione – durata tre ore – con il vescovo di Livorno prima di cresimarsi per potersi sposare in chiesa. Alla fine dice: ”Le ore trascorse a dialogare con il vescovo sono rimaste marchiate per sempre, non solo nella mia memoria, ma anche nel mio cuore”
Che rapporto ha con la religione?
Premetto che i pochissimi rapporti che ho con la religione passano e sono passati attraverso il rapporto che ho con gli uomini. Quel vescovo prima ancora di essere un uomo di fede era soprattutto un anziano signore, molto fine, molto colto e molto saggio. Ebbe l’intelligenza di parlarmi con le parole dell’esperienza, parole terrene ma alte, quelle che giustamente s’incisero su di me. Oggi, a novant’anni, continuo a considerarmi un non credente con una grande invidia verso coloro che hanno una fede quale che essa sia.
Di tutti gli incontri del libro, uno particolarmente toccante è quello con Pippo Perna, compagno di scuola ebreo, allontanato dopo le leggi razziali. Al di là delle circostanze, veramente letterarie, del vostro fortuito rincontro negli Anni 80, colpisce il fatto che lei abbia continuato a sognare il suo amico, per anni.
Non è che l’ho sognato per anni subito dopo il suo allontanamento, mi è ritornato prepotentemente alla memoria e da sveglio, appena sono cominciate a trapelare le notizie dell’Olocausto. È stato naturale allora l’insorgere della domanda sul destino del mio amico. Se era riuscito a scamparla o se di lui non restava neppure la cenere…
Da poche settimane è trascorso l’anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini. Con cui – ci racconta – vi trovaste subito reciprocamente antipatici, dalla prima cena a casa di Laura Betti. Di Pasolini sono rimasti soprattutto Gli scritti corsari: perché come letterato è stato sostanzialmente dimenticato?
Io ho una mia personale idea che può essere criticabilissima circa Pasolini letterato. E cioè che Pasolini sia stato uno dei più grandi poeti italiani del secondo Novecento ma che lo scrittore di Ragazzi di vita fosse ben lontano dall’altezza raggiunta con i suoi versi. Credo però che sia assolutamente non equilibrato puntare solo sugli Scritti Corsari e tenere in ombra le poesie che invece avevano una forza di impatto, una valenza pari se non superiore agli Scritti.
Lei è stato in carcere una notte, a 18 anni per aver pubblicato – a due mesi dallo sbarco degli Alleati in Sicilia – un giornale che “sarebbe stato il primo assoluto dell’Italia democratica”. Il capitolo è dedicato al suo compagno di cella, il suo angelo custode. In quelle pagine si racconta anche di “Bacio le mani”, titolo del primo numero dedicato “ai fascisti locali che stavano cercando di rifarsi una verginità con i fascisti”. La “voltagabbaneria” è una malattia italiana?
Secolare! La voltagabbaneria comincia già dal primo Parlamento italiano. Basta guardare l’evoluzione di un personaggio come Francesco Crispi per avere subito la visione di ciò che sarebbe accaduto nel corso di tutta l’Italia Unita, nella nostra politica. Una volta almeno il voltar gabbana suscitava scandalo e scalpore, oggi voltano gabbana a plotoni serrati e questo sembra rientrare nella normalità di tutti i giorni. Ormai, come si dice, alla voltagabbaneria c’abbiamo fatto il callo.
Livio Garzanti se la prese con lei quando pubblicò con Sellerio un libro promesso a lui. Lei ha pubblicato con numerosi editori: da Mondadori a Sellerio appunto, ma anche Laterza, Rizzoli e Chiarelettere. Secondo molti la possibilità di pubblicare con più editori è garanzia di libertà. Che cosa pensa dell’affare Mondazzoli?
In questo momento non penso nulla, ma mi fa molta paura immaginare chi tra qualche anno potrà acquistare questo polo editoriale così appetibile e per farne cosa.
Di Arthur Adamov – maestro del teatro dell’assurdo, morto suicida a 62 anni – scrive che è stato ingiustamente dimenticato. Con lui intratteneva una corrispondenza che si è interrotta nel 1968: “Fino a quando sognò solitario, scrisse testi teatrali di grandissima, inarrivabile suggestione. Ma volle condividere un sogno comune, e quando questo sogno s’infranse egli non seppe resistere alla profonda depressione nella quale era caduto”. Perché?
Adamov era un uomo non inquadrabile politicamente. Incapace di sottostare a una qualsiasi disciplina di partito. Era un uomo troppo “libero”. Nel Maggio francese, in quella enorme esplosione di libertà, anche creativa, egli credette di trovare quella possibilità di libertà assoluta di un mondo aperto alla fantasia, alla creatività, all’innovazione che poi non trovò mai. E quando questo sogno s’infranse, lui che credeva veramente nella fantasia, nella creatività, nell’innovazione non riuscì mai più a ritrovare i frammenti per ricomporre se stesso.
Silvia Truzzi
 
 

ANSA, 26.11.2015
Camilleri e il valore degli incontri
Esce per Chiarelettere 'Certi momenti'

Roma - ANDREA CAMILLERI, CERTI MOMENTI (CHIARELETTERE, PP 162, EURO 15). Il rincorrersi, in un "gioco a rimpiattino" con Antonio Tabucchi, diventato un "amico mai conosciuto personalmente". La non "reciproca simpatia", fin dal primo momento, con Pier Paolo Pasolini. La grande amicizia con Stefano D'Arrigo, l'autore di 'Horcynus Orca', che finge con i giornalisti che la madre di Camilleri sia la sua.
Incontri che sono stati "scintille" nella vita di Andrea Camilleri che ora li ha raccolti "disordinatamente" in un libro: 'Certi momenti' pubblicato da Chiarelettere.
Ci sono personaggi famosi e persone comuni ma tutti hanno avuta lo stesso valore nel percorso del creatore delle avventure di Montalbano. Raccontare questi lampi di vita è anche un modo, come spiega l'autore, per "ringraziarli". "Ne dimentico alcuni, ne sono certo; altri invece - spiega Camilleri - non li ho voluti deliberatamente trascrivere, anche di questo ne sono certo". E fra quetsi ci sarebbero potuti essere Elvira Sellerio, Leonardo Sciascia e Orazio Costa. Tra i personaggi che hanno segnato soprattutto la giovinezza e l'adolescenza di Camilleri incontriamo così anche Antonio che in un caffè legge 'La porta stretta' di Andrè Gide noncurante di quello che accade intorno a lui ed è convinto che "gli ordini si possono sempre aggirare". E poi Lucio, ammesso come attore all'Accademia nazionale d'Arte Drammatica, che durante lezioni private di regia con Camilleri, anche lui all'epoca allievo dell'Accademia, si fa scoprire mangiatore di mosche senza ali, e non solo. Con loro anche il maresciallo di Campagna, il comandante Campanella, dato per disperso e salvato in una notte di burrasca dal padre di Camilleri, la coraggiosa "Sarduzza" difesa con detereminazione da un tenente tedesco e la prostituta per necessità "Foffa", sola nella vita e negli affetti. E poi i silenzi di Primo Levi, la stravaganza di Gadda, la bravura di Salvo Randone, Elio Vittorini, Livio Garzanti editore del secondo romanzo di Camilleri, 'Un filo di fumo' e Benedetto Croce che ringraziò, dopo una passeggiata, il giovane Camilleri per il suo "meraviglioso silenzio". E poi 'Orlando furioso', 'Pinocchio' e un libro fondamentale, 'La condizione umana' di André Malraux.
A 90 anni Camilleri racconta momenti che non si dimenticano, "incontri durati un momento oppure quasi una vita e che hanno determinato in me una sorta di corcocircuito: cioè a dire, che hanno provocato un primo momentaneo distacco e poi una sorta di maggiore illuminazione dentro di me" come spiega lo scrittore bestseller, nella nota che apre il libro. Ritratti che diventano racconti e che mostrano, se ce ne fosse bisogno, quanto siano importanti e determinanti gli incontri che si fanno nella vita.
Mauretta Capuano
 
 

La Repubblica (ed. di Napoli), 26.11.2015
Gli scrittori in fuga dagli editori di Napoli

[...]
Quando, lo scorso anno mi accingevo ad organizzare una festa- evento per inaugurare la Saletta del nuovo Spazio Guida e cercavo una "guest star", sentii Andrea Camilleri, e da lui ricevetti con estrema naturalezza una risposta che mi fece riflettere: perché invitare i grandi nomi da fuori Napoli e non pensare a valorizzare gli scrittori partenopei che pure hanno tanto successo? Riflettendoci, una seconda domanda che porrei stavolta io a un affermato scrittore napoletano che pubblica da Roma in su: perché Camilleri, anche quando ha scritto per Mondadori, non ha mai reciso il suo cordone ombelicale con la siciliana Sellerio? Perché ha sempre rischiato, fin dall'inizio della sua carriera letteraria, con l'editore della sua città? Chi degli scrittori napoletani può vantarsi di avere avuto la stessa sensibilità, ed essendo stato scoperto da un editore partenopeo ha continuato a pubblicare (anche) con questo?
[...]
Diego Guida
 
 

Il Sole 24 Ore, 27.11.2015
Guardie o ladri
Premio Confindustria Sicilia: dialoghi inediti tra Mimì La Cavera, Andrea Camilleri e i loro sogni infranti

E’ il 7 febbraio 2008. La scena si svolge sulla terrazza – che domina una parte meravigliosa della mia Roma – dell’hotel Bernini.
All’incontro partecipano Domenico (detto Mimì) La Cavera, Antonello Montante, Andrea Camilleri, Enzo Bianco, Ivan Lo Bello e la giornalista Mariana Bartoccelli di Altamira (giornalista e scrittrice siciliana di impegno civile e politico, pregio e talento, morta l’8 aprile 2013). Nel 2006 Bartoccelli scrisse il libro “Nuvola Rossa – I paradossi che si rincorrono e la maledizione siciliana raccontati da Mimì La Cavera primo presidente di Sicindustria”.
Era la prima volta – incredibile ma vero – che due mostri sacri siciliani come La Cavera e Camilleri si incontravano.
La Cavera aveva 92 anni. Camilleri 82, 10 di meno che, a quell’età, contano eccome. Il primo è minuto, affilato, dai modi riservati e garbati. L’altro è alto, corpulento, dai toni diretti, elegante in gessato doppio petto, con cravatta e pochette. La Cavera si offre all’abbraccio del nuovo amico. «Sei bellissimo» dice Camilleri, curvandosi un po’ per abbracciarlo. La Cavera, anche lui in giacca e cravatta, poggia una mano sul braccio di Camilleri ed esclama: «Sei fantastico».
Le presentazioni sono fatte e le foto ritraggono La Cavera sotto il braccio di un sorridente Camilleri. Il dialogo prosegue.
La Cavera: «Questi ragazzi vanno aiutati».
Camilleri: «Sono eccezionali»
La Cavera: «Stanno facendo una grande battaglia di innovazione».
Camilleri: «Ma pure la politica deve fare uno sforzo».
La Cavera: «Certo, lo vedremo presto alla Regione se la politica vuole stare al passo con questa rivoluzione siciliana».
Camilleri: «Vedrai Mimì. Sono sicuro che è la grande occasione per la Sicilia».
La Cavera: «Lo sai Camillè, questi ragazzi stanno portando avanti i miei sogni».
Camilleri, alla fine di una serata in cui i convenuti parleranno di politica, cultura e molti episodi di vita personale, disse rivolto a Montante: «Sto bene e sono contento che ho conosciuto Mimì».
Montante: «Emozionante l’incontro?».
Camilleri: «Non ci eravamo mai incontrati prima».
E’ La Cavera a concludere: «Io ti ringrazio per quello che hai fatto tu per la Sicilia, che ci hai fatto conoscere…».
L’ANNO PRIMA, IN UN ALTRO ALBERGO
Sabato 1° dicembre 2007, pochi mesi prima di quell’incontro, all’Albergo delle Povere di Corso Calatafimi a Palermo, il Riformista, quotidiano allora diretto dall’ex editorialista del Corriere della Sera Paolo Franchi, presentò il primo numero del nuovo inserto “L’Isola che c’è”. «Un modo per raccontare la rivoluzione copernicana della Sicilia»: questa era la frase di Andrea Camilleri impressa nel biglietto d’invito. «Un modo per fare conoscere e capire la vera isola al resto d’Italia», replicava sullo stesso biglietto Emanuele Macaluso, deus ex machina dell’inserto e del quotidiano “Il Riformista”.
L’isola, la Sicilia che si voleva far conoscere era quella che fa della legalità e della lotta a Cosa nostra e ai sistemi criminali una ragione di vita.
Non è un caso che nel numero zero l’inserto esordì con un titolo a sette colonne: “Gli industriali investono contro la mafia” – Il sommario recitava: “Paradossi. Per fare impresa non si può sottostare né a pizzo né a burocrazia mafiose perché significa essere costretti all’immobilismo. Ivan Lo Bello racconta il cammino fatto insieme con Antonello Montante, Marco Venturi, Andrea Vecchio, sotto gli occhi di Luca Montezemolo”. L’occhiello diceva: “Il fatto. Quarantenni confindustriali attaccano il racket e la burocrazia”.
Nell’articolo si dava spazio a Mimì La Cavera, guida spirituale per una generazione di quarantenni che voleva affrontare il sistema mafioso del Sud e dell’Italia intera, La Cavera dichiarava: «Questa potrebbe essere l’ultima occasione per la nostra terra di liberarsi da un verme che succhia il sangue e linfa vitale. Sciascia lo diceva sempre: il problema della mafia è soprattutto che non diventa mai borghesia produttiva. Un paradosso certo, ma che spiega perché malgrado i tanti miliardi investiti dallo Stato e dall’Europa in Sicilia lo sviluppo è ancora lontano e rischiamo di essere zavorra. Mentre invece…».
DOMANI IL PREMIO LA CAVERA
Questi spaccati – inediti – racconto per due ordini di motivi.
Il primo mi offre lo spunto: domani a Palermo, nel corso della cerimonia alle 10 presso il Grand Hotel Piazza Borsa, una giuria composta da rappresentanti del mondo accademico, economico e dell’informazione, assegnerà il “Premio Mimì La Cavera” promosso da Confindustria Sicilia. Per la prima edizione sono state individuate tre categorie: “competitività”, “marchio storico” e “start up”. Nato a Palermo nel 1916, Domenico La Cavera, si è laureato in ingegneria civile e nell’immediato dopoguerra ha creato a Palermo la società Air (Architetti e ingegneri riuniti), successivamente ha creato lo stabilimento di filatura, il Cotonificio siciliano, che dava lavoro a 420 persone. La Cavera dapprima è dirigente di Confindustria Palermo, poi (nel 1949) fonda la Confindustria regionale che lui stesso battezza Sicindustria. Per anni è stato animatore della Svimez. Si è battuto per valorizzare l’impresa siciliana e per creare strumenti di sostegno allo sviluppo locale. Fu lui a portare la Fiat in Sicilia, a Termini Imerese.
Figlio di agricoltori, ingegnere e poi imprenditore, La Cavera nel 1957 si guadagna un articolo del Times dal titolo “Success in Sicily”. In quell’articolo si legge: «La Sicilia, a lungo trascurata, ha improvvisamente cominciato a muoversi molto più velocemente dell’Italia e di ogni altra parte d’Europa».
Sposa i progetti di Enrico Mattei da cui «mi distaccai – ha raccontato – quando capii che il suo unico obiettivo era riproporre i monopoli in Sicilia». Un imprenditore al quale piaceva raccontare se stesso e la sua vita, che poi ha coinciso a lungo con la vita politica e sociale di Palermo e della Sicilia tutta.
I TORTI E LE RAGIONI
Il secondo motivo per cui racconto a voi – amati lettori di questo umido e umile blog – questi spaccati di vita siciliana, è molto più profondo e si basa su semplicissime riflessioni. Ve le elenco con rassegnazione.
Camilleri e La Cavera hanno visto – purtroppo – i loro sogni infranti.
Quell’auspicio sussurrato da La Cavera nel 2007 a Palermo («Questa potrebbe essere l’ultima occasione per la nostra terra di liberarsi da un verme che succhia il sangue e linfa vitale») e quella certezza forzatamente espressa nel 2008 da Camilleri sul tetto di una terrazza romana («Vedrai Mimì. Sono sicuro che è la grande occasione per la Sicilia») sono naufragate sotto i colpi di una politica politicante che ha distrutto una delle aree più orgogliose e acculturate del pianeta. Otto anni dopo quelle frasi, la politica politicante siciliana continua a restare inerme di fronte allo strapotere della mafia e dei sistemi criminali occulti e a fare scempio di quel che resta di una terra meravigliosa, baciata da Dio e maledetta dagli uomini.
Allo stesso modo la parte peggiore della peggiore Sicilia ha ucciso le speranze che La Cavera («Questi ragazzi vanno aiutati») e Camilleri («Sono eccezionali»), vale a dire due guide morali dell’imprenditoria, della scena sociale e della cultura siciliana, riponevano nel nuovo corso confindustriale portato avanti principalmente da due dei compagni di “terrazza” romana di La Cavera e Camilleri: Lo Bello e Montante.
«La Sicilia non ha bisogno di miracoli. Tutto ciò che serve è la volontà e il lavoro, l’intelligenza e l’iniziativa» diceva La Cavera – morto a Palermo il 22 febbraio 2011 – ed aveva ragione.
Nemmeno lui, però, aveva fatto i conti fino in fondo con un sistema criminale che ti uccide pur lasciandoti in vita – magari al riparo di una loggia massonica occulta dove la cabina di regia è libera di manovrare a fianco di professionisti al soldo, politici corrotti, servitori dello Stato infedeli, imprenditori spesso al riparo della mano pubblica e informazione venduta – e che inquina l’Italia intera.
La speranza è che i vincitori del premio La Cavera sappiano raccogliere il testimone della legalità e del riscatto sociale e passarlo ad altre centinaia, migliaia di imprenditori della Sicilia e del Sud e sappiano riaccendere il fuoco dei diritti e dei doveri, senza i quali non c’è vita degna di essere vissuta.
La mia speranza è che lo facciano in culo alle mafie di ogni colore e latitudine, montagne di merda che detengono una quota parte delle azioni di un sistema criminale il cui pacchetto di maggioranza è in mano a politici allevati a santini e vangelo, servitori dello Stato lerci, professionisti sporchi, imprenditori parassiti della società e media senza scrupoli.
Roberto Galullo
 
 

Ultime Notizie Flash, 27.11.2015
Novità palinsesto Rai 1 per il 2016: tutte le fiction che vedremo, tra grandi ritorni e novità

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Il lunedì sera invece dovrebbe essere dedicato ancora una volta al Commissario Montalbano. Dopo una stagione di successi con Il giovane Montalbano sia per la seconda serie che per le repliche della prima, torna in tv Luca Zingaretti con i nuovi episodi de Il commissario Montalbano dal 22 febbraio 2016.
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procopiofilomena
 
 

Velvet Cinema, 27.11.2015
Alessio Vassallo: “Sono stato tenace, studioso e fortunato”

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A proposito de Il giovane Montalbano: il tuo Mimì Augello è irresistibile.
… Grazie! Beh io lo affronto molto seriamente, Mimì. E devo dire che mi piace molto il modo in cui si è evoluto. Nella prima serie prevaleva il suo lato da “femminaro”, nella seconda ha un risvolto più umano. Emerge la sua sensibilità, spesso lo vediamo combattuto, è più ricco di sfumature. Una bella soddisfazione. Ma d’altro canto è un personaggio molto complesso, come tutti gli altri. Il giovane Montalbano ha una matrice letteraria che ne garantisce la solidità ma è anche come uno spartito musicale: bisogna rispettare i tempi alla perfezione, nulla può essere improvvisato e lasciato al caso. Anche i silenzi fra una battuta e l’altra sono fondamentali e bisogna indovinarli. No, non è semplice per niente. Tutti noi facciamo un grande lavoro. E il risultato si vede non solo in termini di audience. Agli occhi del telespettatore ogni immagine che scorre sul video sembra naturale, facile, spontanea. Riusciamo a trasmettere questa sensazione ma le cose stanno in modo del tutto opposto. Anche questo è un traguardo. Il giovane Montalbano è come il pane fatto in casa, richiede una lunga preparazione e passa attraverso tante fasi. Andrea Camilleri deve scrivere le nuove storie, tanto per cominciare. Poi subentra il lavoro degli sceneggiatori, dei produttori, comincia la preparazione degli attori. Ecco, questa è la parte del mio mestiere che amo di più. Quando hai finalmente il copione fra le mani e inizi a studiare.
[...]
Nadine Solano
 
 

Vado a incipriarmi il naso, 27.11.2015
Anticipazioni Il Giovane Montalbano 29 novembre 2015 : in onda l’episodio ‘Sette lunedì’
Il Giovane Montalbano, anticipazioni puntata in onda in prima serata il 29 novembre 2015 : in onda l’episodio intitolato “Sette lunedì”.

Anche questa settimana una nuova puntata de Il Giovane Montalbano andrà in onda in prima serata la prossima domenica, 29 novembre 2015, e noi qui di seguito vi sveleremo importanti anticipazioni. Nello specifico, domenica 29 novembre, andrà in onda l’episodio “Sette lunedì” nel corso del quale il giovane Montalbano, interpretato dall’amatissimo attore italiano Michele Riondino, dovrà risolvere un caso molto particolare e trovare un serial killer molto pericoloso.
[...]
Anastasia
 
 

Sette - Corriere della Sera, 27.11.2015
Cameo
Secondo un lettore Montalbano non dovrebbe dire "Bon pititto!" quando è a tavola

SICILIANAMENTE. Roberto Esposito:"Lei è sempre entusiasta di Camilleri: io l'avevo abbandonato da tempo, anche per i dubbi sulla reale paternità della sua produzione libraria a getto continuo. Mi hanno regalato, però, "La giostra degli scambi": ho trovato la trama macchinosa e inverosimile, e l'abuso dl dialetto siciliano sempre più stucchevole. Penso che scrivere "Buon appetito" nel dialogo di un romanzo sia piuttosto banale; scrivere "Bon pititto", come fa l'autore (colloquio tra Montalbano e Fazio), suona sconcertante!". Risposta. Dovrei farle un lungo discorso ma scrivo che è già l'una passata, anzi quasi le due. E allora, bon pititto!
Antonio D'Orrico
 
 

Europinione, 28.11.2015
Parolazze vastase – La concessione del telefono
Oggi parliamo di un romanzo del maestro Camilleri, "La concessione del telefono pubblico". Una piccola perla all'interno della caratteristica produzione dello scrittore siculo

A causa della sua incredibilmente prolifica produzione letteraria, è possibile scordare alcuni dei titoli più divertenti e significativi nati dalla sconfinata fantasia di Andrea Camilleri. Sarebbe davvero un peccato se ciò accadesse con il romanzo di cui parleremo oggi, ovvero: La concessione del telefono, pubblicato per la prima volta da Sellerio nel 1998. Questo poiché tale libro è semplicemente una perla all’interno della caratteristica produzione dello scrittore siculo.
Com’è noto, Camilleri si dedicò esclusivamente alla narrativa solo in età relativamente avanzata, mentre stava abbandonando la precedente attività di regista e sceneggiatore. Per tale motivo il libro in questione, pur scritto negli anni ’90, appartiene alla prima generazione – per così dir e- dei suoi romanzi ma ciononostante, pur non vedendo come protagonista l’ormai iconico commissario Montalbano, contiene in sé tutti gli elementi principali della scrittura di Camilleri.
La vicenda si svolge nella Vigata di fine ‘800, lo stesso (fittizio) paesino in cui si sarebbero state ambientate in futuro le indagini di Montalbano, e ha come protagonista più che un personaggio in particolare, un intreccio di complesse e fragili connessioni sociali attraverso le quali si muove l’esistenza di questo piccolo paese.
Difatti, se anche potrebbe sembrare che Filippo Genuardi, mercante di falegnami border-line della nullafacenza, sia al centro della questione, in realtà esso è solo un perno attorno al quale si muovono le vicende, ed è utile solo a tenere coeso il corpus narrativo. È questo forse, insieme all’esilarante e caustico umorismo, l’aspetto più brillante di questo romanzo.
Infatti, alternando un capitolo di dialoghi ad uno di lettere o documenti (Camilleri li intitola cose scritte e cose dette), l’autore fornisce una certa credibilità alla vicenda, come se fosse stata desunta da una indagine effettuata da articoli di giornale, missive private dossier e così via. Le ‘cose scritte’ fanno intuire al lettore cosa sia in realtà successo, rendendolo così partecipe alla formazione della storia.
All’origine della vicenda vi è un fatto in teoria banalissimo. Tale Filippo Genuardi richiede una concessione per una linea telefonica privata. A complicare le cose risulterà in seguito che per ottenere una risposta dalla prefettura sarà meglio avvalersi delle conoscenze del boss mafioso locale, Don Longhitano, il quale, da parte sua, non ci pensa nemmeno ad elargire favori senza ottenere qualcosa in cambio. Si aggiunga poi il fatto che la ragnatela di raccomandazioni mette in luce il caos amministrativo che regna nella Trinacria, causato perlopiù dai funzionari sabaudi, benintenzionati sì, ma troppo poco avvezzi ai costumi siculi, che credendo di avere a che fare con una popolazione qualsiasi prendono costantemente fischi per fiaschi.
Questo infatti è uno degli elementi comici principali del libro. La totale incomunicabilità tra la gente autoctona, carica di un complesso sistema di leggi e tradizioni rigorosamente non scritte e persino taciute, e i cosiddetti ‘continentali’. Qualunque funzionario continentale, mandato per disgrazia ad adempiere al suo mandato in quest’isola è destinato ad impazzire. Vi è un prefetto napoletano, ad esempio, che comincia a vedere socialisti dappertutto e ad esprimersi con i numeri della smorfia: 12, 72, 49! (Rivolta, incendi, omicidi!), oppure un magistrato lombardo che preso dall’esaurimento nervoso si da’ all’alcol e si convince di dover condannare un ladro a trecent’anni di galera, cent’anni per ogni patata rubata.
In sintesi questo piccolo capolavoro, così tipico di Camilleri di certo non vi deluderà e non mancherà di riempire qualche vostra ora di incontenibili risate.
‘Lo sa che Filippo Genuardi ha fatto domanda per una linea telefonica privata tra lui e il suocero?’
‘Nonsi non lo sapevo’.
‘Pare che una parte dei pali per tenere il filo dovrebbe essere allocata sui suoi terreni.’
‘Ma non c’è nisciun problema! Io sono amico del suocero, Schilirò, e poi a Pippo Genuardi l’ho visto nàsciri e crisciri! Ripeto: nisciun problema. Piantino tutti i pali che gli servono’
‘Invece il problema c’è’.
‘Ah sì?’.
‘Sì’.
‘E sarebbe?’
‘Che questi pali, sui suoi terreni, non ci si devono mettere.’
‘Ah no?’
‘No’
‘Nisciun problema, commendatore! Manco sparato farò chiantare un palo che sia un palo! Filippo Genuardi vada a rasparsi le corna da qualche altra parte.’

Nicolò Di Girolamo
 
 

L’Indipendente, 29.11.2015
Libri e vita
“Le vichinghe volanti” di Andrea Camilleri e la straordinaria copertina ispirata a Paternò
Una splendida fotografia di Enzo Sellerio

Il nuovo libro di Andrea Camilleri, “Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigàta” (edito da Sellerio) è per certi versi un omaggio al Boccaccio. Una raccolta di 8 racconti che sono in realtà efficaci romanzi brevi, storie che raccontano una località immaginaria facendola divenire verghianamente una metafora universale delle passioni umane. L’amore, l’erotismo, le passioni, i sentimenti, sono il filo rosso della raccolta. La scena è dunque a Vigàta, con la molteplicità delle sue classi sociali. Ed al centro di tutto vi sono le donne. Sono loro ad incarnare il tema fondante della raccolta.
I racconti sono pieni di desideri, passioni, sono pervasi da immagini di sensualità che Camilleri delinea da par suo. Il contesto storico va dal primo decennio del Novecento al periodo successivo alla seconda guerra mondiale. Lo scrittore così come delinea le atmosfere sensuali sa anche mostrare con la stessa efficacia i sentimenti contrastanti, i tradimenti, le burle, le beffe. Scene boccaccesche riviste in chiave camilleriana. Le gioie, i drammi, le sofferenze, il tutto racchiuso in una commedia moderna, con l’ironia di Camilleri che sa cucire i piani diversi, che alleggerisce i dolori ma mostra anche le gioie non di rado effimere. Un mondo in cui i protagonisti sono vari e non solo siculi. Come ad esempio il caso delle quattro svedesi, le “nordiche” che fanno impazzire i vigatesi… Un libro da leggere con una copertina (come è tipico della nobile tradizione Sellerio) che ancora una volta lascia il segno per qualità estetica e scelta culturale. Vi è infatti “Una portiera di un motofurgone ‘Ape’ ” (“particolare”). Si tratta di una fotografia scattata a Paternò dal geniale ed indimenticato Enzo Sellerio, che risale al 1963. Nella foto vi sono donne e uomini che raccolgono le famose arance rosse, donne che sembrano volare sulle scale appoggiate agli alberi. Un uomo che abbraccia una donna provocante. Immagini perfette per “Le vichinghe volanti”. Una foto scattata negli anni ‘Sessanta durante i quali Paternò era all’apice socio-economico e culturale. Era meta di un turismo colto, era una delle capitali della Sicilia. Uno dei centri più fiorenti, dove gli intellettuali amavano soggiornare. Pochissimi lo sanno, ma la grande editrice Elvira e suo marito Enzo Sellerio nel loro viaggio di nozze soggiornarono a Paternò, affascinati dalle distese degli aranceti, dalla bellezza del centro storico della città, dal decoro urbano e dall’educazione della gente. Una città ordinata, positiva, che fino agli anni ’70 rimase all’apice, prima di iniziare la fase discendente, il declino progressivo, che l’ha portata ad essere la metafora di un Sud in negativo che tanti conoscono. Una Paternò (da 5-6 lustri) simbolo della crisi agrumicola, dell’incapacità delle classi dirigenti di proporre nuove politiche economiche e sociali capaci di far rinascere la comunità. Una Paternò che dimentica le sue campagne, il suo centro storico. Con governi locali che si succedono e fanno gli stessi errori, a prescindere dai colori politici. Governi che non sanno adeguatamente valorizzare la collina storica che ha diversi millenni di vita (pensate vi sono beni restaurati ma impossibili da visitare). A Paternò dove i turisti non vi sono (quasi) più e rimane una triste retorica dell’annuncio (o dell’enfasi di piccole cose realizzate che sono in realtà atti dovuti, tenere chiusi per anni nei magazzini i dipinti della Galleria d’Arte Moderna è stato un fatto molte grave), si potrebbe ripartire da una visione culturale di più ampio respiro. E magari la visione della bellissima copertina di questo libro di Camilleri (da leggere e da gustare come sempre) potrebbe svegliare la politica locale dal sonno dogmatico e non produttivo che la caratterizza.
Salvo Fallica
 
 

Pravda.sk, 29.11.2015
Jednotka (sobota, 5.12. 00:50):
Komisár Montalbano
Originálny názov: Il Commissario Montalbano
(farebný titulky krimiseriál, Taliansko, 1999)

Popis:
Komisár kriminálnej polície v sicílskom mestecku Vigata Salvo Montalbano je rozhodnutý so svojou profesiou skoncit. Zlociny však necakajú.
 
 

TvZap, 30.11.2015
Ascolti tv, vince ‘Il giovane Montalbano’ mentre sui social avanza ‘Report’
La fiction di Rai1 con Michele Riondino si aggiudica la prima serata sfiorando il 20% di share

Se ti chiami Montalbano nella sfida degli ascolti non ti batte mai nessuno. Ed infatti anche nella serata di domenica 29 novembre davanti a tutti si è piazzato Il giovane Montalbano, che su Rai1 ha ottenuto 4 milioni 784mila spettatori e il 19,82% di share.
Prima serata. Questa volta però la fiction con protagonista Michele Riondino è stata incalzata abbastanza da vicino da Il Segreto, visto su Canale 5 da 4 milioni 370mila spettatori, pari al 16,82% di share. [...]
 
 

Viterbo News 24, 30.11.2015
Ultimo appuntamento con ''Camilleri ad alta voce''

Viterbo - Dopo il successo riscosso dalle drammatiche pagine de ''Le pecore e il pastore'', in programma il terzo ed ultimo appuntamento del ciclo ''Camilleri ad Alta Voce'', organizzato dalla Uic di Viterbo. Giovedì 3 dicembre 2015 alle ore 17,30 presso la Sala Cardarelli della Biblioteca Anselmi di Viterbo, la “Banda del racconto” di Antonello Ricci e Pietro Benedetti delizierà il pubblico raccontando ad alta voce il libro di Andrea Camilleri ''Gran Circo Taddei''. L'autore vi rievoca e descrive una sorta di campionario di uomini e donne di Sicilia, in otto racconti, dove realtà e fantasia si sovrappongono nello stile acuto e divertente del maestro siciliano. L'iniziativa rientra nelle attività di autofinanziamento della sezione locale della Uic, pertanto è previsto un costo di € 10 euro comprensivo di ingresso all’evento e di un libro.
 
 

Tarantosette, 30.11.2015
Libri
"La rosa violata" avvincente thriller ambientato a Talsano
Una sofferta storia d'amore, una serie di stupri, un assassinio. E poi lo sprone di un esperto quale Andrea Camilleri. Si può riassumere così il libro "La rosa violata", scritto dal talsanese Beppe Briganti e presentato nella serata di ieri presso il Seven Café a Leporano.

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"Da anni mi portavo dentro questa storia e volevo scriverla - ha detto durante la presentazione Beppe Briganti - però, solo due anni fa sono riuscito a farlo. Poi ho avuto la fortuna di conoscere Camilleri e gli ho fatto leggere il primo manoscritto. Stupito, si è complimentato e mi ha regalato alcuni consigli. Sopratutto, mi ha detto di puntare molto sul dialetto e sulle caratteristiche della mia terra, è così ho fatto".
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Last modified Sunday, November, 12, 2023