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RASSEGNA STAMPA

FEBBRAIO 2016

 
EFE, 1.2.2016
Andrea Camilleri
Andrea Camilleri publica "El caso Santamaría", un "thriller" político

Madrid. El siciliano Andrea Camilleri (1925) vuelve a publicar, aunque en esta ocasión aparca a su comisario Montalbano para construir un "thriller" político que, con el título "El caso Santamaría" (Destino), suma las altas finanzas a los mecanismos del poder.
Mauro Asante, el protagonista de la novela, es "un hombre correcto y trabajador excepcional" que supervisa los instrumentos de control de los bancos italianos y que dedica el verano, mientras su mujer y su hijo están fuera, para elaborar un informe confidencial sobre la entidad Banco Santamaría.
Su rutina empieza a alterarse cuando recibe una extraña llamada, una moto le persigue y una joven llama a su puerta.
La presión por entregar el informe es cada vez mayor y lo que parecían coincidencias se revelan de una forma siniestra.
"El caso Santamaría" es la última novela de Camilleri publicada en España porque en Italia acaba de aparecer "Noli me tangere", en el que vuelve a uno de sus temas más queridos: la burguesía, retratada con lenguaje exquisito, y representada en complejas relaciones interpersonales.
Camilleri, que es además guionista, director teatral y realizador de televisión, ha publicado en su carrera más de cien novelas, entre ellas las protagonizadas por el comisario Montalbano, un referente en la novela negra.
 
 

Corriere della Sera, 2.2.2016
L’iniziativa
L’omaggio della Sicilia a Camilleri Sarà cittadino onorario di Agrigento
Lo scrittore, da poco novantenne, riceverà il riconoscimento giovedì 4 febbraio a Roma dal sindaco Lillo Firetto. Presente anche il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini

Andrea Camilleri giovedì 4 febbraio diventa «Re di Girgenti», come si potrebbe dire richiamando il titolo di un romanzo storico dedicato dal popolare autore del Commissario Montalbano alla sua Agrigento, in passato chiamata «Girgenti». Nato 90 anni fa nella vicina Porto Empedocle, la città di Pirandello, a Camilleri sarà assegnata giovedì la cittadinanza onoraria dal sindaco Lillo Firetto, in trasferta per l’occasione a Roma, in Campidoglio. Presente il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
Appuntamento alle 11.30 nella Sala della Protomoteca. Una scelta gradita allo scrittore per evitare troppa fatica. Fiero della delibera della giunta comunale che assegna la cittadinanza «per il contributo straordinario dato dall’autore alla città, non solo per le sue opere tradotte in 32 Paesi del mondo, ma anche per la geniale invenzione di una lingua che ha sdoganato definitivamente il dialetto, comportandosi alla stregua di un mastice prodigioso in grado di tenere unità, dall’estremo Sud al Nord, la nostra nazione».
Il riconoscimento di Firetto, che è presidente del Distretto turistico Valle dei Templi, è legato anche al ruolo da Camilleri assunto nel progetto della Strada degli scrittori. Una proposta culturale e turistica. Un progetto ideato lungo i 30 chilometri attorno ad Agrigento, da Racalmuto a Porto Empedocle, valorizzando fondazioni, teatri, percorsi nei luoghi natii di Sciascia, Pirandello, Camilleri e di tanti altri autori. Una strada che Camilleri, dalla Scala dei Turchi alle Parrocchie di Regalpetra, ha sponsorizzato e della quale parlerà anche il presidente dell’Anas Gianni Vittorio Armani, considerato l’impegno dell’azienda nel raddoppio dell’arteria.
Dopo il saluto del prefetto Francesco Paolo Tronca, commissario straordinario del Comune di Roma, leggerà le motivazioni l’attore siciliano Alessio Vassallo, interprete del poliziotto Mimì Augello nella serie Il giovane Montalbano. Appendice della manifestazione in diretta Rai alle 12.30, in collegamento con la trasmissione di Michele Guardì I fatti vostri. Presenti tanti amici e parenti di Andrea Camilleri, che arriva in Campidoglio con la moglie Rosetta, le tre figlie e i quattro nipoti. Una festa per lo scrittore da 10 milioni di libri venduti nel mondo, un po’ «Re di Girgenti» ma, considerata la location, anche un po’ «Re di Roma».
Felice Cavallaro
 
 

Ragusah24.it, 2.2.2016
In attesa di Montalbano, Ibla si prepara con uno spot

A Ragusa Ibla, in piazza Duomo, è stato allestito un set per girare uno spot che promuoverà in Rai le prossime puntate de Il Commisario Montalbano.
Una foto per curiosare nel backstage e aspettare che il commissario più famoso d’Italia ritorni in Tv.
Le riprese per la nuova serie della fiction inizieranno in primavera, con grande gioia dei tantissimi fans.
 
 

ActuaLitté, 2.2.2016
Andrea Camilleri: à 91 ans, l'écrivain sicilien, toujours un maître du polar
Alors qu’il a sorti son nouveau roman en Italie, Noli me tangere, Andrea Camilleri est à l’honneur en Espagne, et prochainement en France. L’écrivain italien, créateur de la série de romans policiers mettant en scène le détective Salvo Montalbano, a fêté ses 91 ans [90, NdCFC]. Comme la Sicile semble avoir des vertus conservatrices, le bonhomme continue de publier, sans peine.

D’abord, le brûlant: c’est la sortie en Italie de Noli me tangere. Une œuvre de plus dans l’immense production de l’auteur, qui, depuis 1994, a signé plus de 100 titres – essais, romans, nouvelles, pièces de théâtre, ouvrages collectifs, et ainsi de suite.
Noli me tangere raconte l’histoire de Laura, jeune fille très belle, qui a épousé un écrivain célèbre. Historienne experte, elle va disparaître une nuit, et le commissaire Maurizi se lance dans une enquête sans fin. La fascination que peut exercer une femme, et le vernis social de l’hypocrisie, ainsi que les décisions hâtives parfois prises à la légère... Bref, toujours dans le domaine du policier, mais aussi de quoi renouer avec son thème de prédilection: la bourgeoisie.
En Espagne, l’éditeur Destino vient de traduire le roman de 2015, La relazione, sous le titre El caso Santamaria. Il s’agit cette fois d’un thriller politique où Mauro Assante, protagoniste principal, est un homme juste et travailleur. Il travaille comme superviseur d’outil de contrôles bancaires pour des établissements italiens. Et il s’apprête à remettre un rapport confidentiel sur la Banco Santamaria.
Un mystérieux appel, une moto, et une femme qui frappe à sa porte, et ce qui n’était qu’un faisceau de coïncidences, devient alors sinistre.
Enfin, en France, Fayard publiera en mars prochain le livre Femmes, sorti en Italie en 2014 (Donne, tout simplement).
Une galerie de personnages féminins dépeints par l’auteur, de sa grand-mère à son éditrice en passant par des rencontres fugaces ou des personnages historiques: Antigone, Néfertiti, Desdémone, etc.
Dans l’ouvrage, il est l’enfant timide, a dix-sept ans, le jeune homme qui sort la nuit dans Agrigente à vélo, à la rencontre d’une Allemande magnifique, obsédée par l’hygiène. Tour à tour marin improvisé et amant passionné, c’est un ensemble de femmes douces et enivrantes qu’il raconte, aussi belles et terribles que la Sicile...
Andrea Camilleri est également publié au Fleuve Noir depuis septembre 1998, avec la première aventure du commissaire Montalbano, La forme de l’eau. Depuis, le catalogue de Fleuve Éditions compte 25 titres d’A. Camilleri, et reste l’éditeur français des Montalbano, tous traduits par l’excellent Serge Quadruppani. Le prochain titre à paraître au Fleuve en septembre 2016 sera Una lama di Luce. Et ce 14 janvier dernier, Jeu de miroirs, traduit par Serge Quadruppani, est sorti.
Né en 1925 près d’Agrigente, en Sicile, metteur en scène de théâtre, réalisateur de télévision et scénariste, Andrea Camilleri s’est fait connaître tardivement comme romancier, mais avec un succès foudroyant. Auteur culte de la série des Montalbano, il écrit parallèlement des romans inspirés par des documents d’archives.
Cécile Mazin
 
 

TVGids, 3.2.2016
The Young Montalbano (2015)
6 februari 2016, 22:00 - 23:45 uur
BBC 4
DETECTIVESERIE
Regisseur: Gianluca Maria Tavarelli
Acteurs: Michele Riondino, Fabrizio Pizzuto, Alessio Vassallo, Sarah Felberbaum, Beniamino Marcone
Bijzonderheden: Breedbeeld uitzending, Teletekst ondertiteld, HD 1080i
Aflevering: An Apricot
 
 

Giornale di Sicilia, 4.2.2016
Oggi cerimonia a Roma in diretta Tv. Il novantenne scrittore empedoclino, padre del «Commissario Montalbano», sarà insignito del riconoscimento al Campidoglio
Andrea Camilleri cittadino onorario di Agrigento
La motivazione: «Per il contributo straordinario dato alla città con le sue opere e per avere sdoganato il dialetto»
Il sindaco Firetto: così viene sancita anche la fine simbolica della presunta rivalità fra Vigàta e Montelusa. All'evento, su Raidue alle 12,30 in collegamento con «I fatti vostri», parteciperà pure il ministro della Cultura Franceschini

Oggi a Roma il celebre scrittore Andrea Camilleri riceverà dal sindaco Lillo Firetto la cittadinanza onoraria di Agrigento. La cerimonia si svolgerà nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, parteciperà anche il ministro della Cultura Dario Fran-ceschini. Previsto anche un saluto da parte del commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca. L'evento è stato organizzato nella Capitale per motivi legati alla salute e all'età del maestro Camilleri. A leggere le motivazioni del riconoscimento sarà l'attore siciliano Alessio Vassallo, interprete del poliziotto Mimi Augello nella serie tv «Il giovane Montalbano», il commissario di polizia più famoso d'Italia nato dalla penna dello scrittore empedoclino sempre in testa alle classifiche che ha già venduto più di dieci milioni di libri nel mondo.
Camilleri, regista e autore teatrale, radiofonico e televisivo oltre che scrittore, è nato il 6 settembre 1925 nella vicina Porto Empedocle, ha studiato al liceo «Empedocle» di Agrigento - lo stesso in cui studiò Luigi Pirandello - e ha sempre seguito le vicende della Città dei Templi. La sua biografia e la sua produzione letteraria, fra tutte «Il Re di Girgenti», sono strettamente intrecciate al profilo e alla storia di Agrigento che ha contribuito a diffondere nel mondo.
«La cittadinanza onoraria ad Andrea Camilleri - ha dichiarato il sindaco Firetto - sancisce anche la fine simbolica della presunta rivalità tra Vigàta e Montelusa (Porto Empedocle e Agrigento, luoghi della produzione letteraria di Camilleri, ndr) e ri-compone, nella grandezza dello scrittore, il profilo di una città - ha sottolineato - che vuole tornare a crescere e a qualificare il suo tono civile e culturale».
Qualche anno fa, tornando ad Agrigento, Camilleri visitò il liceo «Empedocle». In quell'occasione il preside Carmelo Vetro disse - che se vai bene in italiano non capisci nulla di matematica». E per l'educazione fisica? «Riuscireste a immaginare Giacomo Leopardi alle prese con una pertica?».
«La Vigata dei miei libri - svelò - è piazza San Francesco. Quel luogo al centro di Agrigento, proprio sopra il liceo Empedocle, era il capolinea della corriera che portava a scuola gli studenti di tutta la provincia. In quella piazza, ogni giorno, c'erano il panellaro e tantissimi ragazzi. Ed è proprio così - disse lo scrittore ai giovani studenti - che ho voluto immaginare Vigata: pensando a piazza San Francesco animata dagli studenti che raccontano le storie del proprio paese».
Adesso, a 90 anni, Camilleri riceve da Agrigento, il suo «grande amore», il riconoscimento «per il contributo straordinario dato dall'autore alla città, non solo per le sue opere tradotte in 32 Paesi del mondo, ma anche - si legge nelle motivazioni -per la geniale invenzione di una lingua che ha sdoganato definitivamente il dialetto, comportandosi alla stregua di un mastice prodigioso in grado di tenere unita, dall'estremo Sud al Nord, la nostra nazione». L'iter per la cittadinanza onoraria è stato avviato lo scorso settembre in occasione del 90° compleanno dello scrittore, l'evento di oggi in Campidoglio verrà trasmesso in diretta tv su Raidue alle 12.30, in collegamento con la trasmissione di Michele Guardi «I fatti vostri». Saranno presenti amici e parenti di Andrea Camilleri che sarà accompagnato dalla moglie Rosetta Dello Siesto, dalle tre figlie e dai quattro nipoti.
Calogero Giuffrida
 
 

Giornale di Sicilia, 4.2.2016
Il personaggio
Agrigento, Camilleri allievo diletto del liceo "Empedocle"

Agrigento. Andrea Camilleri ed Agrigento, è stato sempre amore. Un rapporto come tra un allievo di paese ed una città capoluogo. Come tra uno che ha molta voglia d’imparare ed uno che di cose da insegnare ne ha tante. Alla fine i ruoli, tra i due, si sono incrociati e non si sa più chi sia stato l’allievo e chi il docente. Fatto sta che il giovane Andrea Camilleri, che oggi ne diventa cittadino onorario, venne ad Agrigento per frequentare il liceo classico Empedocle e quando sei anni è tornato in quei luoghi lo ha accompagnato una risata sorniona.
Seguita dal racconto di aneddoti e difficoltà. Piccole e grandi storie adolescenziali. Alcune dette con ironia e goliardia. Altre raccontate con rispetto e dignità perché evocavano tempi duri, capaci di far crescere precocemente un ragazzo mettendolo di fronte a una realtà che spesso irrompe senza nascondere nulla, neanche le più crude verità. Come lo sbarco alleato in Sicilia che, nell'estate del 1943, sottrasse al campo di battaglia quel gruppo di studenti di cui faceva parte anche lo scrittore che avrebbe inventato Montalbano.
Andrea Camilleri non aveva compiuto 18 anni quando si ritrovò, insieme ai compagni di classe, con la cartolina di chiamata alle armi e il liceo improvvisamente chiuso con la guerra che infuriava. Tutto questo quando avrebbe dovuto affrontare gli esami di maturità. Non li sostenne mai. Soltanto lo scrutinio finale.
[...]
Alfonso Bugea
 
 

Comune di Roma, 4.2.2016
Camilleri, in Campidoglio consegna della cittadinanza onoraria di Agrigento

Roma, 4 febbraio – “E’ la mia unione civile con Agrigento, visto che siamo in tema. E’ la legalizzazione di una lunga convivenza”. La battuta è dello stesso Andrea Camilleri, il celebre scrittore che questa mattina nella sala della Protomoteca del Campidoglio ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Agrigento direttamente dal sindaco del comune siciliano, Lillo Firetto, alla presenza del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, e del commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca.
Nelle motivazioni si legge: "Per i meriti culturali e per la geniale invenzione di una lingua che ha sdoganato un dialetto trasformandosi in un collante che ha tenuto unita dall'estremo Sud al Nord la nostra nazione". La Capitale ha ospitato la cerimonia in considerazione dello stato di salute del padre letterario del commissario ‘Montalbano’ che ha da poco superato la soglia dei 90 anni. “Ora sono concittadino di mio nonno, Luigi Pirandello – ha commentato Camilleri - Perché ogni scrittore ha il suo albero genealogico dal quale dipende”.
 
 

Repubblica Tv, 4.2.2016
Camilleri, l'amore per Agrigento e il ricordo della nonna: "Mi insegnò la fantasia"

Si è tenuta nella sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma la cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria di Agrigento ad Andrea Camilleri. Lo scrittore ha prima celebrato il suo amore per la città siciliana ("Nave gigantesca che con la sua prua dei templi taglia la Storia"), poi ha ricordato alcuni curiosi aneddoti della nonna Elvira che lo formarono e gli aprirono 'la fantasia'
(video di Francesco Giovannetti)
 
 

Repubblica Tv, 4.2.2016
Statue coperte, Camilleri: "Adoro le nudità"

Così lo scrittore Andrea Camilleri, dopo aver ricevuto la cittadinanza onoraria di Agrigento nel corso di una cerimonia che si è svolta in Campidoglio a Roma, in merito al caso delle statue dei musei capitolini coperte durante la visita del presidente iraniano Hassan Rouhani
(video di Francesco Giovannetti)
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 4.2.2016
Agrigento, cittadinanza onoraria a Camilleri: "Sono commosso"

"Uno può vincere dei premi letterari ma la cittadinanza onoraria significa che un intera città ti dice: 'Voglio che tu sia dei nostri'. E' un gesto di affetto che mi gratifica e mi commuove". Lo ha detto lo scrittore Andrea Camilleri ricevendo la cittadinanza onoraria di Agrigento oggi in Campidoglio per aver raccontato quel territorio in tanti suoi romanzi e in particolare nei gialli che vedono protagonista 'Il commissario Montalbano'. Romanzi nei quali la città di Agrigento è "vero e proprio vettore narrativo, senza il quale gran parte delle sue opere non sarebbero immaginabili". Alla cerimonia che si è svolta nella sala della Protomoteca, hanno partecipato il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini, il commissario straordinario di Roma Francesco Paolo Tronca e il sindaco di Agrigento Lillo Firetto.
 
 

Adnkronos, 4.2.2016
Camilleri, la cittadinanza onoraria di Agrigento mi onora e commuove
Cliccare qui per il video

Lo scrittore ha ricevuto in Campidoglio la cittadinanza onoraria per aver raccontato quel territorio in tanti suoi romanzi e in particolare nei gialli che vedono protagonista 'Il commissario Montalbano'.
 
 

ANSA, 4.2.2016
Camilleri, cittadinanza onoraria Agrigento mi commuove
Scrittore oggi in Campidoglio per conferimenti

"Uno può vincere un premio letterario ma avere la cittadinanza onoraria significa che un intero paese ti dice 'voglio che tu sia dei nostri'. È un gesto di affetto e di stima che non può che gratificarmi e commuovermi". Così Andrea Camilleri ha sottolineato di essere onorato per il conferimento della cittadinanza onoraria di Agrigento conferitagli questa mattina in Campidoglio alla presenza del ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini.
"Troppi onori. L'onore è il mio", ha sottolineato lo scrittore.
 
 

ANSA, 4.2.2016
Camilleri, sono concittadino di nonno Pirandello
'Papà' di Montalbano oggi in Campidoglio per conferimento

A 90 anni Andrea Camilleri e' diventato "concittadino di nonno Luigi Pirandello". Con il conferimento della cittadinanza onoraria di Agrigento, oggi in Campidoglio, alla presenza del ministro dei Beni e delle Attivita' Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, lo scrittore e' insomma ora il "re di Girgenti" come chiama Agrigento a cui e' sempre rimasto profondamente legato. "Sono nipote di Luigi Pirandello nell'albero genealogico letterario. E considero - ha spiegato Camilleri - mio nonno anche NiKolaj Gogol, un russo. Mi accettera' come nipote?".
Camilleri "e' uno dei grandi della letteratura italiana, uno dei piu' grandi. Questo e' il giusto riconoscimento della citta' di Agrigento, ma la mia presenza qui vuole significare oltre che la mia amicizia, l'affetto e il legame con lui e le sue opere - lo ho conosciuto in qualche tempo lontano, quando ho avuto la fortuna straordinaria di parlargli del mio primo romanzo - il fatto che il riconoscimento di Agrigento e' in fondo quello di tutta Italia. E' la dimostrazione che la letteratura italiana puo' essere veicolo vincente nel mondo" ha sottolineato Franceschini. Il papa' del commissario Montalbano, lo scrittore diventato a oltre 70 anni fenomeno letterario inimitabile da oltre 30 milioni di copie con titoli tradotti in tutto il mondo, ha spiegato: "Come si fa a non essere contenti quando un paese ti vuole suo cittadino? E' un gesto di affetto e stima che ti onora e nello stesso tempo ti commuove. Non e' un riconoscimento letterario, e' un riconoscimento umano e questo mi fa assai piu' piacere".
"Troppi onori. L'onore e' il mio" ha aggiunto ringraziando il ministro e il sindaco di Agrigento Lillo Firetto, presente alla cerimonia con il commissario straordinario per la Citta' di Roma, il prefetto Francesco Paolo Tronca che ha detto "siamo orgogliosi di averla qui, di poterla ospitare in Campidoglio". Camilleri in fondo ci dice, ha spiegato il sindaco Firetto, che "il corso delle cose si puo' cambiare in un sistema paese che ha voglia di fare meno polemiche e di progredire". E proprio la strada, la statale 640 "di Porto Empedocle" che attraversa i luoghi dove hanno vissuto autori come Pirandello e Leonardo Sciascia, cambiera' nome per chiamarsi 'La Strada degli Scrittori' come ha annunciato il presidente e amministratore delegato di Anas, Gianni Vittorio Armani. "Considerato il legame geografico e letterario ma anche biografico ed esistenziale che unisce l'Autore alla citta' di Agrigento e per il contributo culturale straordinario dato, non solo per le sue opere ma per la geniale invenzione di una 'lingua' che ha sdoganato il dialetto trasformandosi in un collante prodigioso che ha tenuta unita dall'estremo Sud al Nord la nostra Nazione" e' stato conferito il riconoscimento, si legge in un passo della motivazione letta da Alessio Vassallo, il Mimi' Augello del Giovane Montalbano nella serie di Rai1.
"Ad Agrigento - ha spiegato Camilleri - mi sono formato, ho avuto i miei piu' grandi amici. Ho fatto il liceo classico, avevo due professori degni di essere chiamati maestri. Il loro insegnamento me lo sono portato dentro fino ad oggi. Agrigento e' come una nave gigantesca che con la sua prua di templi ha solcato la storia". Tra ricordi e riflessioni sul presente lo scrittore ha parlato poi della nonna Elvira "che mi ha aperto la fantasia" e dell'editrice Elvira Sellerio che "e' stata la persona piu' sensibile, dopo mia moglie, nei riguardi della mia scrittura. Quella che mi ha dato i consigli piu' preziosi di cui tengo conto ancora oggi". E delle statue coperte in Campidoglio per la recente visita dei presidente iraniano Hassan Rohani, ha sottolineato: "Per me le possono scoprire come vogliono. Io adoro la nudita' dell'uomo e della donna, soprattutto quella della donna naturalmente".
Mauretta Capuano
 
 

Giornale di Sicilia, 4.2.2016
Agrigento, il sindaco Firetto: doverosa la cittadinanza a Camilleri - Video
Cliccare qui per video e fotogallery

Roma. Commozione da parte di Andrea Camilleri per la cittadinanza onoraria di Agrigento, ricevuta stamattina in Campidoglio a Roma.
Lo scrittore ha commentato così: "Uno può vincere un premio letterario ma avere la cittadinanza onoraria significa che un intero paese ti dice 'voglio che tu sia dei nostri'. È un gesto di affetto e di stima che non può che gratificarmi e commuovermi".
Presente alla cerimonia - oltre al ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini - anche il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto: "Nelle opere di Camilleri vanno in scena tutti i vizi e le virtù degli agrigentini e dei siciliani. Questa cittadinanza era doverosa. Camilleri ha fatto una grande operazione: ha creato un mastice tra il Sud e il Nord".
Calogero Giuffrida
 
 

Meridiana Notizie, 4.2.2016
Agrigento omaggia Andrea Camilleri, consegnata la cittadinanza onoraria

“Uno può vincere un premio letterario ma avere la cittadinanza onoraria significa che un intero paese ti dice ‘voglio che tu sia dei nostri’. È un gesto di affetto e di stima che non può che gratificarmi e commuovermi”. Così Andrea Camilleri, 90 anni compiuti a settembre, ha sottolineato di essere onorato per il conferimento della cittadinanza onoraria di Agrigento conferitagli questa mattina in Campidoglio alla presenza del ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini.
Nelle motivazioni del conferimento si legge: “Per i meriti culturali e per la geniale invenzione di una lingua che ha sdoganato un dialetto trasformandosi in un collante che ha tenuto unita dall’estremo Sud al Nord la nostra nazione”.
“E’ la mia unione civile con Agrigento, visto che siamo in tema. E’ la legalizzazione di una lunga convivenza”, ha scherzato Andrea Camilleri durante la cerimonia in cui gli e’ stata consegnata la cittadinanza onoraria di Agrigento. “Ad Agrigento mi sono formato e lì ho grandi amici”, ha raccontato lo scrittore, che scherzando ha aggiunto: “Ora sono concittadino di mio nonno, Luigi Pirandello. Perché ogni scrittore ha il suo albero genealogico dal quale dipende“.
Il servizio di Diana Romersi
 
 

AgrigentoNotizie, 4.2.2016
Strada Statale 640
Anas annuncia in Campidoglio: «La statale 640 sarà "La strada degli scrittori"»
Ad annunciarlo il presidente ed amministratore delegato di Anas, Gianni Vittorio Armani, nel corso della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria della città di Agrigento allo scrittore siciliano Andrea Camilleri, celebrata questa mattina in Campidoglio

La strada statale 640 "di Porto Empedocle" cambierà nome e sarà denominata ufficialmente “La strada degli scrittori”, in onore a quell’itinerario che ripercorre i luoghi vissuti e amati dagli scrittori siciliani e quelli descritti nei loro romanzi.
Ad annunciarlo il presidente ed amministratore delegato di Anas, Gianni Vittorio Armani, questa mattina in Campidoglio nel corso della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria della città di Agrigento allo scrittore siciliano Andrea Camilleri.
Il progetto prende forma da un’idea del giornalista Felice Cavallaro che coinvolgendo intellettuali, istituzioni nazionali e comunità locali ha proposto di intestare agli scrittori siciliani la strada statale 640, arteria in corso di ampliamento da parte dell’Anas. Una strada che unisce cultura e turismo attraversando i luoghi dove hanno vissuto autori come Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Antonio Russello, Pier Maria Rosso di San Secondo e molti altri, da Racalmuto a Porto Empedocle, passando per Favara e Agrigento fino a Caltanissetta.
Un viaggio nella storia a contatto con personaggi raccontati in pagine e pagine di letteratura e di teatro, che hanno appassionato e formato intere generazioni di tutto il mondo e che rivivranno nell’itinerario che attraversa i luoghi resi celebri dagli autori.
Alla presenza del commissario straordinario per la città di Roma, il prefetto Francesco Paolo Tronca, del ministro per i Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini, del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto - questa mattina in Campidoglio per conferire la cittadinanza onoraria della città di Agrigento ad Andrea Camilleri - il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani ha annunciato che «Anas ha avviato la procedura per cambiare denominazione alla statale 640 che entro l’estate si chiamerà ‘La strada degli scrittori’. Per questa iniziativa, unica nel panorama delle strade Anas – ha aggiunto Armani - desidero ringraziare il ‘cittadino onorario’ Andrea Camilleri che ha sostenuto l’idea da noi subito raccolta».
L’impegno dell’Anas in Sicilia - secondo il presidente Armani - «non vuole solo limitarsi al rilancio delle infrastrutture dell’Isola con un piano di investimenti di grande impatto sull’economia volto alla manutenzione straordinaria delle strade siciliane ed al completamento delle nuove opere. Il processo di potenziamento del patrimonio stradale siciliano nelle intenzioni di Anas deve comprendere anche la valorizzazione culturale e turistica del territorio attraversato da strade con le quali si integra in una simbiosi quotidiana. Una rete stradale - ha aggiunto - che si interseca visceralmente con la storia, i costumi, la tradizione e la cultura siciliana, compresa la storia della Letteratura. L’idea di intestare la statale 640 agli scrittori siciliani, quindi, ci entusiasma. Dare un importante riconoscimento ad una strada che attraversa luoghi e scenari resi celebri nel mondo dai grandi autori siciliani è motivo di grande orgoglio. E vogliamo accompagnare questa rinominazione con iniziative che concorderemo con il territorio, a partire dal sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, che ringrazio per avermi invitato qui oggi».
Tra le tappe fondamentali del percorso della “Strada degli scrittori” la Racalmuto delle “Parrocchie di Regalpetra”, della Fondazione Sciascia, del Castello Chiaramontano, del Teatro Regina Margherita o, ancora, di Contrada Noce, l’amena oasi che Sciascia considerò sempre il luogo ideale in cui ritirarsi a scrivere. E, giungendo da Agrigento, al primo svincolo per Racalmuto, l’accesso al buen retiro della Noce, a 600 metri dalla casa di Leonardo Sciascia, primo ingresso dei visitatori al percorso dedicato agli scrittori. «Accesso che abbiamo intenzione di denominare ‘Svincolo Sciascia’ - ha concluso il presidente Armani - così come il resto degli svincoli della "Strada degli scrittori" che saranno dedicati a diversi temi, autori o personaggi della letteratura o del teatro degli scrittori siciliani da Luigi Pirandello a Leonardo Sciascia o allo stesso Andrea Camilleri appena nominato ‘Re di Girgenti’, come lui stesso ama chiamare Agrigento».
 
 

SicilyMag, 4.2.2016
Cerimonia in Campidoglio a Roma per conferire al papà di Montalbano la cittadinanza onoraria della città dei Templi, presenti il sindaco di Agrigento Lillo Firetto, il ministro dei beni culturali Dario Franceschini e il commissario di Roma Francesco Paolo Tronca. Lo scrittore: «È la mia unione civile con Agrigento. È la legalizzazione di una lunga convivenza»
Camilleri cittadino di Agrigento
Vigàta e Montelusa sono più vicine

«Uno può vincere un premio letterario ma avere la cittadinanza onoraria significa che un intero paese ti dice “voglio che tu sia dei nostri”. È un gesto di affetto e di stima che non può che gratificarmi e commuovermi». E’ stata una gioia ulteriore quella che Andrea Camilleri, a 90 anni suonati, ha vissuto oggi onorato per aver ricevuto la cittadinanza onoraria della città di Agrigento conferitagli questa mattina in Campidoglio a Roma (lo scrittore non esce spesso dalla città dove vive da anni), dalle mani del sindaco della città dei Templi Lillo Firetto alla presenza del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, il quale ha sottolineato «È come se tutto il Paese gli conferisse una cittadinanza onoraria», e del commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca. «È la mia unione civile con Agrigento, visto che siamo in tema. È la legalizzazione di una lunga convivenza» ha ribadito lo scrittore forte della sua famosa ironia.
E al papà del commissario Montalbano l’ironia non è mai mancata. La cittadinanza di Agrigento arriva per i seguenti motivi: «Per i meriti culturali e per la geniale invenzione di una lingua che ha sdoganato un dialetto trasformandosi in un collante che ha tenuto unita dall’estremo Sud al Nord la nostra nazione». L’italiano sicilianizzato di Camilleri, in effetti, è diventato uno stile ripreso da tanti. «Ora sono concittadino di mio “nonno”, Luigi Pirandello – ha commentato lo scrittore di Porto Empedocle -. Perché ogni scrittore ha il suo albero genealogico dal quale dipende».
Il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, aveva deciso di festeggiare il compleanno speciale dello scrittore empedoclino (il 6 settembre) avviando la procedura per conferirgli la cittadinanza onoraria. «Camilleri ha studiato ad Agrigento – dichiarò allora Firetto -, ed ha seguito costantemente le problematiche sociali e culturali della nostra città. La sua biografia e la sua produzione letteraria, tra tutte il capolavoro “Il Re di Girgenti”, sono strettamente intrecciate al profilo e alla storia di Agrigento che ha contribuito a diffondere nel mondo. La cittadinanza onoraria ad Andrea Camilleri sancisce anche la fine simbolica della presunta rivalità tra Vigàta e Montelusa e ricompone, nella grandezza dello scrittore, il profilo di una città che vuole tornare a crescere e a qualificare il suo tono civile e culturale».
Andrea Camilleri è in questi giorni in libreria con un nuovo libro edito da Mondadori, “Noli me tangere”. “Noli me tangere” (non mi toccare) è la misteriosa frase che Gesù Cristo, quando compare ai discepoli dopo la resurrezione, rivolge a Maria Maddalena. La scena è stata raffigurata dai più grandi artisti del Medioevo e del Rinascimento, ivi compreso Beato Angelico. L’affresco del “Noli me tangere”, uno dei capolavori del grande pittore toscano, gioiello da non perdere quando si visitano le celle del convento di San Marco a Firenze. L’opera è anche oggetto della tesi di laurea della protagonista del romanzo: una tesi particolarmente originale, che avrà un ruolo importante nella vita di Laura, la protagonista, e nella vicenda narrata. Commenta Camilleri: «Ho la netta sensazione che il suo non sia uno spostarsi casuale, ma che Laura stia seguendo un tracciato preciso. Con tappe obbligate. Come se facesse un viaggio iniziatico o un rito purificatorio o un vero e proprio pellegrinaggio».
Come altri libri al di fuori della saga di Montalbano della oramai traboccante bibliografia di Camilleri, “Noli me tangere” è costruito su dialoghi e carteggi (sia lettere trasmesse con metodi tradizionali sia posta elettronica, messaggi telefonici eccetera). L’altra caratteristica del romanzo è un artificio letterario già sperimentato in molti libri precedenti dallo scrittore siciliano, per esempio nella serie ambientata nella vecchia Sicilia: la trama porta avanti e indietro il lettore attraverso il calendario, ma sempre con mano ferma, senza mai confondere le idee e la storia. Non mancano l’ironia, sapientemente disseminata fra le battute, né la suspense. Molto singolare, nel panorama dei caratteri ideati dal Nostro, il personaggio di Laura, bella e inquieta, una rivelazione.
Manlio Vucotich
 
 

I fatti vostri, 4.2.2016
Andrea Camilleri oggi Re di Girgenti
Cliccare qui per il video
In collegamento dalla sala della Protomoteca in Campidoglio, Roma, dove si è svolta la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria di Agrigento ad Andrea Camilleri, il commento dello scrittore siciliano, "re di Girgenti"
 
 

Londra, Italia, 4.2.2016
Camilleri e Montalbano sulla BBC con Teresa Mannino
L'attrice siciliana racconta a Londra Italia il dietro le quinte del documentario sul papà del Commissario, in onda sulla TV britannica

Gli inglesi conoscono Montalbano, ma solo i lettori conoscono Camilleri. Da questa domenica però anche il grande pubblico della TV britannica BBC4 può conoscere meglio il papà del Commissario di Vigata grazie alla messa in onda – questa domenica alle 7 di sera, in italiano con i sottotitoli in inglese – di un documentario RAI sul grande autore siciliano, raccontato dall’artista palermitana Teresa Mannino. E’ lei – attrice comica, volto di Zelig e di altre fortunate trasmissioni della TV italiana – a fare da cicerone, farci entrare a casa diAndrea Camilleri e portarci a spasso per la Sicilia insieme a lui. Scoprendo, così, aneddoti e curiosità sulla sua vita. Ai lettori di Londra, Italia racconta i dietro le quinte di questa esperienza.
IL BACKSTAGE. “Non è che posso venire a casa sua per farle qualche domanda per capire come funziona la comicità?”, gli aveva domandato Teresa. E lui le aveva risposto: “Quando vuole..”. Le riprese sono durate due mesi: “Abbiamo girato venti ore – racconta lei a Londra, Italia commentando la messa in onda del programma sulla TV pubblica britannica – e mi ha raccontato tante cose, alcune delle quali non sono nel documentario: abbiamo anche parlato del suo successo internazionale e del suo rapporto con l’Inghilterra. Camilleri dice che gran parte di questo risultato si deve alla bravura del suo traduttore in inglese (Stephen Sartarelli, ndr) con il quale lui ha un rapporto molto stretto”. I ciak hanno avuto un taglio internazionale: “Mentre giravamo – ricorda Teresa – la produzione ci diceva che avremmo potuto avere un pubblico inglese: abbiamo quindi dato spazio anche ai panorami ed ai dettagli apprezzati da spettatori non italiani”.
IL FILM. Il documentario in onda su BBC4 si chiama Montalbano and Me: Andrea Camilleri, sarà poi su iPlayer. L’originale, dal titolo Andrea Camilleri – Il Maestro Senza Regole è andato in onda in Italia nel 2014 e l’anno scorso, ogni volta in occasione del compleanno di Camilleri. Solo dall’Italia è visibile sul sito della RAI a questo link e su Youtube ci sono diverse clip. Mostra interviste a Luca Zingaretti, Pif, Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni ed Emma Dante. La regia è di Paolo Santolini e Claudio Canepari, che l’ha scritto insieme a Michele Astori ed alla stessa Mannino. Le musiche sono del compositore di Scordia Paolo Buonvino e di Pietro Leveratto. A curare la messa in onda del programma sulla BBC è l’italiana Simona Brinkmann, Programme Executive di BBC Programme Acquisition: “Abbiamo lavorato un po’ sui sottotitoli – spiega a Londra, Italia – ed è stato un lavoro impegnativo e coinvolgente”.
CAMILLERI. Il film racconta la vita avventurosa dello scrittore ed i particolari personali della sua carriera: “Scrivevo di notte – dice lui nel film, sigaretta in bocca – poi da un certo momento in poi non ce l’ho più fatta. Passo almeno tre quarti d’ora, così, a radermi. In realtà perdo tempo perché mi organizzo mentalmente su quello che devo scrivere. Poi, tutto inappuntabile come se dovessi uscire di casa, vengo qui e mi seggo davanti al computer, perché non so scrivere se non sono sbarbato e in perfetto ordine”. Sulle sue “sudate carte” Camilleri aggiunge: “Il mio ideale, l’ho sempre detto, è la trapezista del circo equestre: la vedi che fa il triplo salto mortale col sorriso sulle labbra, la leggerezza, e non ti fa vedere la fatica bestiale dell’allenamento, perché se te lo facesse vedere rovinerebbe il godimento che tu stai provando. E così è per me: io voglio essere la trapezista, nulla ti voglio dare di fatica mia dello scrivere. E allora qui mi diverto, capisci? Non è un lavoro”. E poi la rivelazione: “Il Commissario? Mi sta antipatico, certe volte”.
LA NARRATRICE. Nelle prossime puntate de Il Commissario Montalbano, in onda in Italia a marzo, Teresa ha un piccolo ruolo nel quale veste i panni di una giornalista antimafia. Adesso è impegnata nella tournée teatrale del suo monologo comico Sono nata il 23, e sarà anche nei cinema italiani dal 18 febbraio: sua, infatti, la voce di FruFru nel nuovo film Disney Zootropolis. E l’estero? “Mi sono esibita in Svizzera – risponde – e mi piacerebbe fare un tour in America, per incontrare le comunità di italiani”.
IL COMMISSARIO SULLA BBC. La serie 2 de Il giovane Montalbano con Michele Riondino va in onda il sabato alle 21 su BBC4. Questo sabato è in programma Un’albicocca e le puntate precedenti sono disponibili su iPlayer. Sabato scorso è stato trasmesso Il ladro onesto, con una guest appearance dell’attore siculo-londinese Marco Gambino. “Ho girato a Cinecittà – dice a Londra, Italia – con i soliti tempi brevi delle fiction TV. Tutto il cast a chiedermi come si sta a Londra e a lamentarsi, com’è nostro solito, dell’Italia. Dopo la messa in onda mi sono arrivate decine di messaggi da colleghi e amici inglesi. Fa piacere sapere che il nostro Montalbano valica le Alpi e incanta il pubblico inglese per la sua onesta semplicità..”.
Francesca Marchese
 
 

Marida Caterini, 4.2.2016
Alberto Sironi, vi spiego il successo di Montalbano, Don Matteo, Coliandro e Il Segreto

Regista storico della serie nota in tutto il mondo Il Commissario Montalbano trasmessa da Rai1, Alberto Sironi firma anche le prossime due puntate in onda il 22 e il 29 febbraio, con protagonista il noto commissario di Vigata. Abbiamo incontrato Alberto Sironi che ha diretto, oltre Montalbano molte altre fiction tra cui Salvo D'Acquisto e il Pinocchio interpretato da Bob Hoskins. Il regista ha parlato a tutto campo dello stato della fiction in Italia.
Qual è a suo parere il genere di fiction più gettonato nel nostro paese?
La nostra fiction è stata fortemente influenzata dalla lunga serialità americana. Ciononostante il telefilm, ovvero il tv-movie, è meno diffuso nel nostro paese. E' un tipo di struttura narrativa che incatena di meno il pubblico e ne suscita in maniera minore la curiosità.
Dunque il romanzo televisivo dovrebbe essere soltanto seriale?
Le serie lunghe come Downton Abbey o Les Revenant rappresentano prodotti di grande spessore che affondano le radici nel romanzo dell'Ottocento, quei romanzi che apparivano, a puntate, sui giornali e sui settimanali. Due scrittori rappresentativi di questa tendenza furono Victor Hugo e Eugène Sue.
Crede sia questo il motivo per cui Il commissario Montalbano è uno dei prodotti più venduti nel mondo?
Sicuramente sì. Il commissario Montalbano è un prodotto che funziona indipendentemente da tutte le logiche che regolano la produzione e i diritti.
[...]
Marida Caterini
 
 

La Sicilia, 5.2.2016
Camilleri "figlio" di Girgenti: «Ora "nipote" di Pirandello»
Al Campidoglio il sindaco di Agrigento conferisce allo scrittore la cittadinanza onoraria. Il "papà" di Montalbano: «È come se l'intera città mi dicesse: tu sei dei nostri»

Una ressa di giornalisti e fotografi lo attende nella Sala della Promoteca, la più prestigiosa del Campidoglio. È il giorno di Andrea Camilleri, non certo nuovo a premi e riconoscimenti. Ma il conferimento della cittadinanza onoraria di Agrigento ha un sapore diverso ed è lo stesso scrittore a restituirne la sensazione dopo avere ricevuto la pergamena con cui il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, lo incorona "Re di Girgenti". «È come se l'intera città mi dicesse: 'Tu sei dei nostri". È un gesto di affetto e di stima e questo non può che commuovermi perché non è un gesto letterario ma umano -dice lo scrittore -, È la mia unione civile con Agrigento, visto che l'argomento è di attualità. È la legalizzazione di una lunga convivenza».
Di fatto, cittadino di Agrigento, Camilleri lo è sempre stato. «Mi sono formato ad Agrigento (al liceo classico "Empedocle", ndr) e avevo due professori come Carlo Greca di Filosofia e Emanuele Cassesa di Italiano: il loro insegnamento me lo porto dentro ancora ora che ho novant'anni. Ho gli amici ad Agrigento, ho fatto il convitto vescovile e lì ho realizzato le migliori regie del caos», ricorda, per poi aggiungere fiero: «Ora posso dire di essere concittadino di mio nonno: Pirandello. Eh, sì Perché ogni scrittore ha il suo albero genealogico dal quale dipende. I miei nonni sono il russo Gogol e Pirandello. Mi chiedevo se potessi definirmi il nipote di Gogol e l'anno scorso mi hanno dato il premio Gogol. È stata una conferma». E la cittadinanza onoraria di Agrigento è la conferma che è anche nipote di Pirandello. Un contributo fondamentale alla sua formazione, comunque, l'ha dato anche la sua vera nonna, Elvira. Camilleri racconta che in qualche modo conosceva "Alice nel Paese delle meraviglie". Ispirata dal personaggio di Carroll, si rivolgeva ad oggetti ed animali, e coinvolgeva lui nel gioco. «Tutto questo mi ha aperto la fantasia», dice.
L'ufficializzazione del legame con Girgenti, perché così continua a chiamarla nel suo "cuore", lo inorgoglisce. «Troppi onori. L'onore è mio», esclama dopo gli interventi delle personalità. Tra queste, il ministro della Cultura, Dario Franceschini. «È come se tutto il Paese gli conferisse una cittadinanza onoraria», afferma il titolare del Mibac. Il commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, si dice «orgoglioso» di ospitare l'evento al Campidoglio. Il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, spiega: «A chi si chiede perché gli abbiamo voluto dare la cittadinanza onoraria di Agrigento visto che è nato a Porto Empedocle che dista solo 7 chilometri da Agrigento, dico che era doveroso legare formalmente e non solo sostanzialmente il suo nome alla città. Nelle opere di Camilleri vanno in scena tutti i vizi e le virtù degli agrigentini e dei sici-liani. Camilleri ha creato un mastice tra il Sud e il Nord».
«Lo scrittore Andrea Camilleri ha rappresentato e rappresenta per la città di Agrigento uno dei motori nobili della sua ispirazione. Considerato il legame geografico e letterario ma anche biografico ed esistenziale che unisce l'autore alla città e per il contributo culturale straordinario dato alla città, non solo per le sue opere tradotte in 32 Paesi del mondo, ma anche per la geniale invenzione di una lingua che ha sdoganato definitivamente il dialetto trasformandosi in un collante che ha tenuto unita dall'estremo Sud al Nord la nostra nazione l'amministrazione comunale gli conferisce la cittadinanza onoraria», si legge nella pergamena a cui dà voce Alessio Vassallo, l'attore siciliano interprete del poliziotto Mimi Augello nella serie "Il giovane Montalbano".
Il riconoscimento del sindaco Firetto, che è presidente del Distretto turistico Valle dei Templi, è legato anche al ruolo di Camilleri nel progetto della "Strada degli scrittori", progetto ideato lungo i 30 chilometri attorno ad Agrigento, da Racalmuto a Porto Empedocle, teso a valorizzare fondazioni, teatri, percorsi nei luoghi natii di Sciascia, Pirandello, Camilleri e di altri autori siciliani.
A margine della cerimonia, ancora qualche battuta. «Per me le statue le possono scoprire liberamente. Adoro la nudità dell'uomo e della donna, soprattutto quella della donna», commenta sul caso delle statue coperte ai musei capitolini di Roma. «Un gesto incauto e stupido - aggiunge -. Però ci sono altri Paesi che hanno fatto figure peggiori... per esempio le case produttrici di auto coinvolte nella vicenda delle emissioni truccate».
Anna Rita Rapetta
 
 

Giornale di Sicilia, 5.2.2016
Consegnata allo scrittore la cittadinanza onoraria di Agrigento. «È un gesto che mi gratifica e mi commuove» ha commentato l'inventore di Montalbano
Camilleri: «Finalmente sono concittadino di Luigi Pirandello»
«È uno dei miei "nonni" letterari, l'altro è il russo Gogol»
Presenti in Campidoglio il ministro dei beni culturali Dario Franceschini e il sindaco Lillo Firetto. Nei romanzi di Camilleri, Agrigento - si legge nelle motivazioni - è un «vero e proprio vettore narrativo»

«Uno può vincere dei premi letterari ma la cittadinanza onoraria significa che un intero Paese ti dice: "Voglio che tu sia dei nostri". È un gesto di affetto che mi gratifica e mi commuove». Lo ha detto lo scrittore Andrea Camilleri ricevendo la cittadinanza onoraria di Agrigento ieri a Roma, in Campidoglio, per aver raccontato quel territorio in tanti suoi romanzi e in particolare nei gialli che vedono protagonista il commissario Montalbano. Romanzi nei quali la città di Agrigento è «vero e proprio vettore narrativo, senza il quale gran parte delle sue opere non sarebbero immaginabili».
Alla cerimonia che si è svolta nella sala della Protomoteca, hanno partecipato il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini, il sindaco di Agrigento Lillo Firetto e il commissario straordinario di Roma Capitale Francesco Paolo Tronca che ha fatto gli onori di casa.
«Questo evento - ha detto - ci regala un momento importante, siamo orgogliosi. Roma la ospita in questa cerimonia così significativa e Roma è la capitale della storia, ma anche noi siciliani quanta storia e quante storie possiamo raccontare. Oggi viviamo una vita dinamica e frenetica e ricordo, lo vediamo sui giornali. Ricordo che Camilleri - ha aggiunto Tronca - disse che leggere il giornale è molto importante e spesso i giornali sono anche più appassionanti dei libri gialli. Complimenti».
Il conferimento della cittadinanza onoraria di Agrigento ad Andrea Camilleri, «è la dimostrazione che la letteratura italiana può essere veicolo vincente nel mondo», ha affermato il ministro dei Beni culturali portando il saluto del Governo Renzi al celebre scrittore siciliano. «È come se tutto il Paese gli conferisse - ha sottolineato Franceschini - una cittadinanza onoraria».
«Lo scrittore Andrea Camilleri - si legge nelle motivazioni lette ieri dall'attore siciliano Alessio Vassallo, interprete del poliziotto Mimi Augello nella serie tv "Il giovane Montalbano" - ha rappresentato e rappresenta per la città di Agrigento uno dei motori nobili della sua ispirazione, teatro di vicende spesso paradossali, un immenso serbatoio per la fantasia dell'autore, vero e proprio vettore narrativo senza il quale gran parte delle sue opere non sarebbero immaginabili».
«Sono grato al Comune di Agrigento - ha detto Camilleri - perchè mi ha fatto diventare compatriota e concittadino di mio nonno, cioè Luigi Pirandello. Perchè io ho due nonni nel mio albero genealogico letterario, l'altro è Nikolaj Gogol».
«Questo riconoscimento unisce fortemente non solo nella forma ma anche nella sostanza - ha spiegato il sindaco Firetto - il nome di questo illustro cittadino ad Agrigento, che è un po' il centro della narrazioni di Camilleri, non solo come luogo fisico ma anche perché vanno in scena nelle sue opere tutti i vizi e le virtù della mia gente di Agrigento».
Calogero Giuffrida
 
 

La vita in diretta, 5.2.2016
Camilleri ora è agrigentino
Cliccare qui per vedere la puntata (servizio su Camilleri da 14'15" a 17'00")
Cittadinanza onoraria al "papà" di Montalbano
 
 

Britaly Post, 5.2.2016
BBC celebrates the “father” of Inspector Montalbano
On Sunday night, BBC Four will broadcast a documentary aimed at exploring the life of Andrea Camilleri, the Italian writer who "gave birth" to the fictional character of Inspector Montalbano

Among the several “Italian passions” nourished by British people, one of the most well-established certainly regards Inspector Montalbano, the fictional Italian detective from Sicily, whose grumpy personality has conquered audiences all around the world –from Australia to South America, from Spain to the United States.
Many British fans of Inspector Montalbano know the character through the TV series starred by Luca Zingaretti; however, they are not familiar with the novels that inspired the TV show.
In order to shed light on the man “behind” Montalbano, the acclaimed Sicilian novelist Andrea Camilleri, the BBC Four will show a documentary portraying the intimate life of the man whose pen gave life to one of the most successful characters of contemporary Italian literature.
The documentary Montalbano and Me: Andrea Camilleri, will be broadcasted on Sunday night, at 7pm. It is presented by the Italian comedienne Teresa Mannino –who will also be a guest-star of Montalbano’s next season– and will be available in Italian, with English subtitles.
Primary focus of the movie is to explore the private life of Andrea Camilleri and his relationship with Sicily, the island where he was born and where Montalbano’s adventures are set.
Among the secrets revealed by Camilleri in the documentary, the writer shares his daily routine with the audience.
“I cannot start writing if I am not perfectly shaved,” says Camilleri. “The problem is, shaving takes me 45 minutes. Indeed, I use that time to plan and organise mentally what I have to write.”
In another scene of the documentary, Camilleri also states: “The Inspector? I find him obnoxious, sometimes.”
Included in the movie are also interviews to the Montalbano TV series’ main actors, among which Zingaretti and Luigi Lo Cascio.
Directed by Paolo Santorini and Claudio Canepari (who is also one of the authors, together with Mannino and Michele Astori), the documentary was first shown in Italy in 2014, to mark Camilleri’s birthday.
Giulia Aloisio Rafaiani
 
 

Pravda.sk, 5.2.2016
TV program
Jednotka (štvrtok, 11.2. 00:45):
Komisár Montalbano: Okruh okolo bóje
Originálny názov: Il Comissario Montalbano: Il giro di Boa
(farebný kriminálny film, Taliansko, 2005)

Popis:
Komisár kriminálnej polície v sicílskom mestecku Vigata Salvo Montalbano je rozhodnutý so svojou profesiou tresnút. Po neoprávnenom zásahu polície v Diazových kasárnach, ktorý štátna byrokracia zamietla pod koberec, prestáva vidiet zmysel svojej práce.
 
 

6.2.2016
Ciao Tecla


 
 

Barbadillo, 6.2.2016
Il caso. Pure Andrea Camilleri riscopre l’Italianità (e minimizza la gaffe delle statue coperte)

S’è stancato pure Andrea Camilleri del masochismo strapaesano che sta diventando carattere nazionale di un Paese che cerca di divorziare da se stesso. Sì, la figuraccia delle statue coperte per non urtare la sensibilità del capo di stato iraniano Rouhani (che manco l’ha chiesto perchè stupido non è e incolto tanto meno) è colossale. Ma ciò non può significare che l’Italia sia la periferia stracciona dell’Occidente che ha tante, ma tante magagne da farsi perdonare.
Camilleri, insignito della cittadinanza onoraria di Agrigento in Campidoglio, ha tuonato: “C’è gente che trucca le macchine, come nel caso della Volkswagen. E quelle non sono figuracce? Le facciamo solo noi italiani le figuracce? Ci sono Paesi dell’Europa che fanno figuracce peggiori delle nostre. Il nostro è stato un gesto incauto e stupido”.
La notizia sta nell’ammissione – da parte del papà del grintoso commissario Salvo Montalbano – del fatto che l’identità è intimità da preservare a tutti i costi, pena lo smarrimento di sè. Camilleri ha raccontato: “Mi chiesero: ‘Ma lei è contento di essere europeo?’ Risposi di sì e che ero felice di farmi fare un vestito da un sarto europeo purché i miei indumenti intimi, le mutande e la maglietta, fossero italiani. Così il vestito europeo cade meglio. Più facciamo il presepe quando va fatto e le statue le teniamo come sono senza mettere coperture, più siamo forti e pronti ad affrontare il futuro”. Sembra di stare ad ascoltare il comizio d’amore di Marcello Veneziani.
Camilleri ha interpretato il senso di stanchezza che si è impossessato di buona parte degli italiani. Si è stufi tutti, tranne quelli che del provincialismo fanno una ragione di vita dedicandosi con bigotta devozione al culto del politicamente corretto, dell’oscena ostentazione della presunta incapacità di un popolo preteso perennemente imbecille, ignorante e cafone. Che però, si fa bigottissimo vanto del suo patrimonio culturale e artistico (lo stesso che non va studiato a scuola perchè il tempo va dedicato all’insegnamento dell’inglese e dell’informatica, ma questa è un’altra storia).
Dolersi a schiovere dei propri difetti “nazionali” postulando dogmaticamente che “all’estero non funziona così anzi” è oggi l’odioso trastullo dell’aspirante cameriere che alla corte del Re, pur di non apparire cretino tra gli stolti, loda il broccato invisibile del fantomatico vestito. Si crede uno Scapino ma sarà il candore ribelle di un bimbo libero dagli ammaestramenti della società della gente perbene a spernacchiarlo.
Sì, è vero che qualcuno ha coperto le statue peccando di uno zelo a dir poco satanico e che ridere il pensare che questi “appartiene” proprio a chi di smart &cool ha fatto vanto e religione. Ma ciò non può voler dire che tutti gli italiani, da Trieste a Lampedusa, siano dei balzani braghettoni.
Giovanni Vasso
 
 

LiveUniCt, 6.2.2016
Camilleri e Montalbano in uno speciale in onda sulla BBC
Un orgoglio non solo siciliano, ma anche nazionale. Un documentario RAI sul grande scrittore siciliano Andrea Camilleri sbarca oltralpe, nella TV britannica BBC4. Uno speciale che andrà in onda questa domenica alle ore 19.00 in italiano con sottotitoli in inglese.

Che la fama dei libri dello scrittore avesse fatto il giro del mondo è cosa nota, ma adesso anche i lettori stranieri verranno a conoscenza della vita del papà di Montalbano con un punto di vista più diretto. Si tratta, infatti, di un documentario girato tra Porto Empedocle, città natale di Camilleri e fonte di ispirazione per la Vigata di Montalbano, e Roma, attuale città di residenza del siciliano.
A condurre i lettori nella vita dell’autore ci sarà l’artista palermitana Teresa Mannino, con la comicità e la simpatia che la contraddistinguono. Le riprese sono durate due mesi e hanno dato largo spazio ai panorami siciliani e italiani, in modo da mostrare a 360° la bellezze del territorio che sono legate strettamente a tutti i libri di Camilleri. Nel documentario, il siciliano spiega che prima di mettersi a scrivere, deve sistemarsi come se dovesse uscire e, tutto in tiro, allora si sentirà pronto per buttare giù le sue idee.
Un percorso che la Mannino racconta mostrando aspetti e curiosità meno noti ai lettori e agli appassionati del Commissario Montalbano. Il successo internazionale, soprattutto quello britannico, ha un legame particolare con Camilleri. Infatti, egli stesso afferma di avere un rapporto molto stretto con il traduttore inglese dei suoi libri, Stephen Sartarelli, la cui bravura ha permesso di far oltrepassare i confini nazionali al testardo Commissario.
Non finisce qui. Il documentario non è l’unica volta del Commisario e del suo creatore sulla rete britannica. Infatti, la seconda serie de Il giovane Montalbano con Michele Riondino va in onda il sabato alle 21 su BBC4.
Il documentario si chiama Montalbano and Me: Andrea Camilleri. L’originale, dal titolo Andrea Camilleri – Il Maestro Senza Regole è andato in onda in Italia nel 2014 e nel 2015 in occasione del compleanno di Camilleri. La regia è di Paolo Santolini e Claudio Canepari, che l’ha scritto insieme a Michele Astori ed alla stessa Mannino. Le musiche sono del compositore di Scordia Paolo Buonvino e di Pietro Leveratto. A curare la messa in onda del programma sulla BBC è l’italiana Simona Brinkmann, Programme Executive di BBC Programme Acquisition.
Confesso, con Neruda, che ho vissuto. Ma mi corre l’obbligo di confessare anche che, alla mia veneranda età, molte delle cose per le quali ho vissuto mi appaiono come fatte da una persona che aveva il mio nome, le mie fattezze, ma che sostanzialmente non ero io.
Andrea Camilleri, Segnali di fumo

Sara Adorno
 
 

Corriere della Sera (ed. di Milano), 7.2.2016
Lutto
Addio a Tecla Dozio
La «Signora del giallo»

La scomparsa della fondatrice della Libreria Sherlockiana. Il dolore degli autori

La signora del giallo di Milano, Tecla Dozio, fondatrice della mitica Libreria del Giallo Sherlockiana e editor dei gialli per la casa editrice Todaro, è mancata sabato sera dopo lunga malattia, tra l’affetto dei figli Mara e Riccardo e di alcuni amici a Fivizzano, in Lunigiana. Dozio è stata protagonista della vita culturale milanese con la passione per la letteratura di genere grazie a cui fondò nel 1985 l’omonima libreria, la prima a puntare su un genere che negli anni ha conquistato il cuore dei lettori. Un’avventura sostenuta con forza anche davanti alle crisi: dalla prima sede in piazza San Nazaro in Brolo, la libreria indipendente si spostò in via Peschiera vicino al parco Sempione dove, anche per il mancato aiuto del Comune, chiuse nel 2009.
Per l’attività di continue presentazioni e la rara completezza di catalogo, la Sherlockiana è stato un luogo di ritrovo non solo per i lettori, ma anche per gli scrittori. Su Twitter l’autore di noir e programmi televisivi Carlo Lucarelli saluta «una grande amica», mente lo scrittore di thriller Sandrone Dazieri rimpiange «un pezzo della nostra storia». Di quella di tanti autori emersi negli anni, anche stranieri, da lei presentati, come Paco Ignacio Taibo II, Jacob Arjouni, Jeffrey Deaver, e dei tanti italiani che si sono mossi in quelle atmosfere. Come ha dichiarato Gianni Biondillo al Corriere della Sera: «Da Tecla, in anni in cui i gialli erano ancora visti come spazzatura, ci si sentiva a casa. Non era semplicemente una libreria: era qualcosa di più, era lei».
Alessandro Beretta
 
 

BBC Four, 7.2.2016
Montalbano and Me: Andrea Camilleri
On TV 19:00
This programme will be available shortly after broadcast

Who is the man behind Inspector Montalbano? An intimate portrait of acclaimed Italian novelist Andrea Camilleri gives us access to the man himself, his work and personal history, including Camilleri's undying attachment to his native Sicily.
In Italian with English subtitles
Credits
Presenter Teresa Mannino
Participant Andrea Camilleri
Director Claudio Canepari, Paolo Santolini
Writer Michele Astori, Claudio Canepari, Teresa Mannino

 
 

Scrivo Libero, 7.2.2016
Andrea Camilleri concittadino e profeta: agrigentini "suttatraccia"

Andrea Camilleri come Cassandra. Sembra infatti che il dono profetico del neo “agrigentino” Andrea Camilleri si stia manifestando in tutte le sue forme.
In questi giorni infatti molti, come consuetudine vuole, hanno preso come argomento di discussione il conferimento della cittadinanza onoraria di Agrigento al celebre scrittore, scenografo e regista, ribattezzato come nuovo “Re di Girgenti“. Un “titolo” che siamo sicuri non piace neanche a Camilleri, conscio del fatto che “governare” Agrigento è sicuramente un compito arduo.
Una scelta, quella di far diventare “agrigentino” Camilleri, voluta fortemente dal sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, che solo dopo pochi giorni essere divenuto primo cittadino della città dei Templi ha manifestato la volontà di attribuire l’onorificenza, in quanto Agrigento ha rappresentato, e rappresenta, “uno dei motori mobili della sua ispirazione, teatro di vicende spesso paradossali, un immenso serbatoio per la fantasia dell’autore, vero e proprio vettore narrativo, senza il quale gran parte delle sue opere non sarebbero immaginabili“.
Ma torniamo a Camilleri. Il dono profetico cui si faceva cenno prende spunto dal famoso video, spopolato in rete e non solo, dove il “maestro” metteva in guardia il neo sindaco Firetto dal carattere degli agrigentini. Un monito che prese spunto dalle parole di un altro celebre scrittore agrigentino, il premio Nobel Luigi Pirandello. Un colloquio informale quello tra Firetto e Camilleri, dove quest’ultimo parlò del carattere degli agrigentini, definito “diverso“, rispetto a quello dei cittadini della vicina Porto Empedocle: “come diceva ‘ziu’ Luigi Pirandello nella marina di Porto Empedocle la gente è viva, e tu con la gente viva discuti, t’arrabbi, magari hai nemici, ma è gente viva. Nella morente ‘cittaduzza’, come la chiamava alla fine dell’800, Pirandello parlava del carattere dei ‘girgentani ca sunnu suttatraccia’. Attenzione ai ‘giurgintani’ ca sunnu un altro carattere“.
E come poter dare torto al maestro Camilleri, o meglio alle parole di fine ‘800 di Luigi Pirandello? Agrigento è infatti terra in cui tutto viene preso a pretesto per lunghe e sterili discussioni. Agrigento, è la terra dove il “complotto” o le “tragedie” sembrano essere sempre al centro di qualsivoglia iniziativa. Per carità, non vogliamo assolutamente generalizzare, così come crediamo non fosse nelle intenzioni di Pirandello e Camilleri, ma è indubbio che Agrigento è quella città che annovera anche “disfattisti” e “complottisti”, pronti a criticare tutto e tutti. La chiave di lettura di un messaggio forse troppo “rude”, è sicuramente quello cui oggi assistiamo; in un clima dove la “critica” o “l’attacco” sembra primeggiare rispetto ad un tentativo che deve invece vedere tutti protagonisti per la rinascita di questa terra.
Le parole di Camilleri, come prevedibile, hanno fatto storcere il naso a qualcuno che ancora oggi ha voluto criticare l’attribuzione della cittadinanza onoraria al “maestro”. Eppure, Agrigento in questa settimana appena trascorsa è stata al centro di servizi e programmi televisivi, pronti ad esaltare non solo Andrea Camilleri, ma l’intera città di Agrigento, che è stata protagonista, con le sue bellezze storiche, e non solo, su quasi tutti canali nazionali. Agrigento non più terra presa ad “icona” di sprechi e malapolitica, ma città che annovera fra i suoi cittadini un illustre personaggio di primo piano nel mondo della letteratura. Camilleri come Pirandello, Sciascia e tantissimi altri che hanno altresì indotto l’Anas a rinominare la SS640 (Agrigento-Caltanissetta) come “Strada degli scrittori”.
Una scelta, quella di concedere la cittadinanza onoraria, che al di là dell’indiscutibile valore riconosciuto dal lavoro e dal patrimonio donato da Andrea Camilleri a questa terra, ha consentito di far parlare di Agrigento in tutto il mondo, di esaltarne bellezze e di far riacquistare il giusto riconoscimento ad una città che non è solo Valle dei Templi.
Nonostante tutto, rimane la nostra solita “cara” solita Agrigento… quella in cui si critica!
 
 

RagusaNews, 9.2.2016
Il commissario Montalbano: torno a girare in provincia di Ragusa
Dopo Pasqua

Ragusa - Il commissario Montalbano torna a girare in provincia di Ragusa subito dopo Pasqua.
La troupe della Palomar sarà a Ragusa, Scicli e Punta Secca da Pasqua fino alla fine di luglio.
Probabilmente saranno quattro le nuove puntate in produzione.
Gabriele Giannone
 
 

Comune di Montemurlo, 9.2.2016
“Il Re di Girgenti”, dalle pagine di Camilleri alla Sala Banti a Montemurlo

Dopo i “comandamenti del rock”, alla Sala Banti di piazza della Libertà domenica 21 febbraio alle ore 21.15 arrivano le atmosfere siciliane del “Re di Girgenti”, tratto dall'omonimo romanzo di Andrea Camilleri. In scena Massimo Schuster e Fabio Monti che, mescolando elementi storici e fiabeschi, raccontano la vita del contadino Zosimo attraverso la sua effimera salita sul trono di Agrigento. Punto di forza dello spettacolo è la scelta di servirsi dei “pupi” (le marionette siciliane) per narrare l’epica contadina della Sicilia dei primi anni del Settecento. «Quando abbiamo detto ad Andrea Camilleri che secondo noi Il re di Girgenti era il più bello dei suoi romanzi, ci ha semplicemente risposto “Sono d’accordo”. - raccontano Massimo Schuster e Fabio Monti - Quando gli abbiamo spiegato che il nostro progetto teatrale avrebbe mescolato il lavoro del cantastorie con quello dell’attore e quello del puparo, il suo commento è stato: “Beh, se mi parlate di pupi non posso che essere felice”».
Il re di Girgenti è un romanzo epico. La sua è un’epica contadina e prettamente siciliana, ma non per questo è meno universale. Mescolando elementi storici e fiabeschi sullo sfondo della Sicilia sud-occidentale dei primi anni del Settecento, la storia si snoda in un susseguirsi di avvenimenti spesso tragicomici che, partendo dalla nascita del contadino Zosimo, lo accompagnano fino alla sua salita sul trono di Agrigento e poi alla morte. I numerosi personaggi della storia, alcuni grotteschi, altri profondamente umani, sono innanzitutto dei tipi, quasi delle maschere, che, come gli eroi della Grecia antica, sembrano sballottati da un Destino tanto ineluttabile quanto crudelmente giocoso. Ecco dunque la scelta di far recitare “marionette”, i pupi, incapaci di uno sviluppo psicologico, ma in grado di offrire uno spaccato della condizione umana.
«Dopo il successo di Rock Bazar, che ha visto il tutto esaurito, la stagione teatrale in Sala Banti prosegue con un altro spettacolo, di genere diverso, ma di grande qualità artistica, che saprà coinvolgere sia il grande pubblico che una platea più “specializzata”», conclude l'assessore alla cultura, Giuseppe Forastiero.
Il biglietto unico a prezzo intero costa 10 euro, ridotto 8 euro (riduzioni sono previste per gli under 25, over 65, per i soci Coop e per gli iscritti al sistema bibliotecario provinciale). Per avere maggiori informazioni e per comprare il biglietto allo spettacolo si può contattare il numero 392-4759365 oppure inviare una e-mail a: biglietteriasalabanti@gmail.com.
 
 

Corriere di Taranto, 9.2.2016
Michele Riondino, l’incantatore

[...]
E le esperienze con autori meridionali come Andrea Camilleri o Gianrico Carofiglio hanno agevolato il tuo entrare nel ruolo? Approcciarti a dei linguaggi, a dei prototipi più del sud può essere stato d’aiuto?
“E’ ovvio che il background, in questo caso, fa molto, aiuta molto a definire il perimetro nel quale ci si deve muovere. Da uomo del Sud e conoscitore delle tradizioni e dei modi di essere meridionali, non possono che avermi aiutato. Se avessi dovuto fare un ‘commissario’, ad esempio, piemontese, sarebbe stato senza alcun dubbio stato più difficile.”
Una volta che scatta l’appellativo ‘commissario’, il ‘Giovane Montalbano’ scatena uno scenario d’appartenenza dal quale desistere diventa difficile. Ma Andrea Camilleri che personaggio è? Inteso proprio lui, lo scrittore, l’uomo.
“Camilleri è un monumento. E’ assolutamente un patrimonio per noi italiani in generale, ma soprattutto per chi lo conosce, per chi ha avuto la fortuna di poterci scambiare due parole. Per quanto mi riguarda, io sarò per sempre grato al personaggio del Commissario Montalbano, per avermi dato la possibilità di parlare con chi l’ha scritto e descritto. Un rapporto che un attore ha con l’autore dei suoi testi e dei suoi personaggi è magico, perché supera le barriere che possono ergersi tra attore e regista. L’attore ed il proprio autore hanno inequivocabilmente uno stesso codice e quindi l’incontro con Camilleri era, ed è una ricchezza assoluta, che mi porto dietro, anche fuori da Montalbano. Andrea è…. anzi mi tocchi anche un nervo scoperto. perché alla fine vorrei sentirlo anche più di quanto, in realtà, faccia.”
[...]
E si ha notizia del ‘Giovane Montalbano’?
“Con Montalbano non bisogna mai avere fretta. Bisogna lasciare sedimentare il desiderio e aspettare.”
Maddalena Orlando
 
 

Vvox, 9.2.2016
La prof che insegna a 101 anni

«Centouno anni e signorina». Così si presenta la nonnina di Castelvetrano, in provincia di Trapani, che il 14 febbraio festeggia un secolo e un anno di vita. Pietra Coniglio, professoressa in pensione, ha avuto la prima cattedra nel 1939 ed è ancora in attività con due studentesse a casa a giorni alterni per latino, greco e tanta Divina commedia, recitata a memoria. «Una vita piena, grazie a Dio – racconta intervistata dal Corriere – , ma destino vuole che festeggi per San Valentino senza avere mai avuto una vera storia, un matrimonio, un fidanzamento. Diciamo che i miei veri amori sono stati la scuola e gli studenti. Ma c’è ancora tempo. O no?».
La professoressa centenaria si informa su tutto, legge, segue la tv, i cruciverba come relax, la memoria pronta a riproporre le trame di un secolo come tanti film dalla sua poltrona circondata di libri. Compresi tanti di Camilleri: «La mia passione, chissà quanti ne scriverà ancora, lui è giovane, ha solo 90 anni».
http://www.corriere.it
 
 

Barbadillo, 10.2.2016
Libri. “Le Vichinghe volanti” e “Noli me tangere”: l’eros che non ti aspetti da Camilleri
*Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigata” (Sellerio) e “Noli me tangere” (Mondadori) di Andrea Camilleri

“Mamma, Ciccu mi tocca!…Toccami Ciccu, cà mamma nun c’è”: questa forza ha il dialetto, dare all’epica dell’istinto una tavolozza di parole. Nel tocca e non tocca, nell’eros represso, che il povero Ciccio deve essere lesto a liberare, sta la mistura pudica e scollacciata della cultura popolare, tutta aneliti e veli. Le belle femmine più si nascondono dietro le persiane più si fanno desiderare, più si coprono più hanno smania di alzare la fodetta – la sottana – come racconta nella freschezza dei suoi novant’anni quel pittore di cose di Sicilia che è Andrea Camilleri.
Ed è un piccolo Decamerone l’ultima raccolta di racconti di Camilleri “Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigata” (Sellerio, 2015). A Vigàta, Atlantide emersa nel centro della Sicilia, in un’era che pare senza tempo, esilaranti e focosi personaggi si esibiscono in panici burlesque. E al centro la donna, anzi la fimmina. Generose le fimmine di Vigàta: si lasciano andare ai bollori del corpo con ritegno malcelato e sono la quintessenza allegra dell’erotismo. Nessun uomo può sfuggire al loro controllo nemmeno quello che prova a farle cornute, perché la vendetta arriva puntuale ed è un piacere. Nel senso letterale della parola. Il piacere attraversa le pagine di questo delizioso novelliere di Camilleri che trasforma la paura del terremoto in occasione di copula e persino l’estasi in un odore di giglio che strappa le carni. Negli otto racconti vi è tutta la preziosa tradizione letteraria erede di quel Ciullo D’Alcamo – il giullare che portò nella corte di Federico il gioco erotico fatto di allusioni e “abenti”- che da Giovanni Meli a Francesco Lanza, da Micio Tempio fino a Brancati e anche oltre cesella cammei di donne il cui pudore è movimento di fianchi e fuoco di cuore e segno della croce. Ma a proposito di gigli profumati…
Ben accomodato nel cantuccio del Maestro, Andrea Camilleri si permette a qualche mese di distanza dai racconti un gioco. Di specchi. Lo scrittore prima genera quattro centaure svedesi per svegliare i sonni degli ingravidabalconi (brancatiani) e poi una scrittrice in cerca di vera santità, facendo così balzare il suo pubblico dal letto al lettino, dalla libido al super-Io. E per capire di che gioco si tratta, dalla esotica Vigàta bisogna spostarsi in Continente dove ci si imbatte in una donna inconsueta.
L’ultimo romanzo di Andrea Camilleri “Noli me tangere” (Mondadori, 2016) è spiazzante nella sua ossessiva chiarezza. D’altronde è un’indagine e Camilleri non poteva negare ai suoi lettori un Commissario intimista, un Questore spazientito, la stampa maestra del sospetto e nemmeno l’occhio spione delle incongruenze di coppia (un marito succube dell’avvenenza della moglie, la donna distratta e carnale). “E’ la pura verginità che designa la donna come essere che esiste per altro essere” declama il seduttore di Kierkegaard rivendicando alla verginità un senso estetico. Che è per le donne piuttosto un senso morale. Senso morale che troppo spesso ha indebolito la malìa femminile di genuina sensualità e finta ingenuità. Maria Maddalena resta forse l’unico meraviglioso baluardo a difesa di quella sintesi, estetica ed etica. Maddalena, ambigua e inquietante creatura, rende con la sua santità alla fede cristiana quella carnalità ignea che gli spiriti elevati hanno sublimato quando l’oscurantismo clericale faceva di quel fuoco o ardore mistico o rogo per le streghe. Da Maddalena è derivata la schiera di mistiche, di donne che hanno cercato- nella pratica della carità o nell’ascesi- di unirsi a Dio, con il corpo e con l’anima? I martìri delle sante sono mutilazioni delle parti del corpo da cui scaturisce l’eros, sono difesa della castità del corpo, del pudore dell’anima: Maddalena cui Cristo rifiuta l’ultimo contatto è ancora Tentazione? Su questa domanda Andrea Camilleri ha costruito l’ultima Maddalena. L’ha chiamata Laura Garaudo.
Senza lasciarsi risucchiare dal fatale maelstrom dell’universo femminile, si mettano ora una davanti all’altra Matirda Bosco –protagonista di uno dei racconti di Vigàta- e Laura Garaudo. La prima, odorosa di gigli e di estasi teresiniana, sublima l’ardore mistico in smania di amplessi e a padre Lino fa assaporare la tentazione “Doppo tanticchia, le mano del parrino accomenzaro a cataminarisi ‘ndipinennementi da lui, sciogliero i nastrini della camisetta, si ficiro largo sutta alla fascia che cummigliava il petto della picciotta, principiaro a carizzari….” . Solo un miracolo soccorre il “poviro parrino”: una folata di vento della Provvidenza fa cascare una vetrata sulla testa di Matirda e così la Tentazione arretra e la Santità avanza. Il parrino farà opere di carità e Matirda opere di intimità.
“Ma si sono già toccati!” intuisce Laura Garaudo davanti al dipinto del Beato Angelico: Maria Maddalena e Gesù risorto si erano sfiorati la mano prima che lui le intimasse “Noli me tangere” perché non è ancora asceso al Cielo e ha un corpo quindi è carne. Senza essere blasfemi è ancora come il poviro parrino Lino. L’imperativo divino diventa per Laura un percorso di redenzione dall’abuso erotico del suo corpo. Con Laura Camilleri ha regalato un delicato ritratto di donna. Laura“ persona di dolorante ma cocciutamente celata sensibilità” con la sua “irrequietezza incontrollabile”, con la sua “consapevolezza di solitudine”, è una rosa. Evocativa di per sé l’immagine della rosa, ma Camilleri osa di più. Laura è una Rosa del Deserto, quella formata dai cristalli di sabbia alzata dal ghibli. Nel deserto dell’erotismo infelice di Laura il ghibli è accidioso senso del peccato. In un processo di identificazione tra arte e teatro Laura troverà la pace, la cura “Darsi totalmente agli altri, dimenticando il proprio corpo, le sue esigenze”.
A lettura finita viene un dubbio: chissà se nel tratteggiare questa mesta figura di donna Camilleri non si sia divertito a fare ironia? Ha un certo sapore di boutade l’invenzione dell’amica attrice divenuta suora missionaria in Brasile. Pare lecito immaginare Camilleri col sorriso tra il sornione e il beffardo, la sigaretta tra le dita e quella sua paciosa irrequietezza dei gesti spiare i lettori di “Noli me tangere” a investigare significati metafisici, citazioni artistiche, parallelismi pirandelliani, curiosità biografiche. Non c’è un corpo del reato in questo ultimo giallo di Andrea Camilleri: c’è un corpo del peccato. E quanti corpi del peccato danno in smanie nei racconti di Vigàta! Allora l’ironia sta proprio nel dialogo a distanza tra Matirda e Laura la cui sintesi è la Femmina in cui “si alternano senza tregua e senza remissione due impulsi…Il primo è una sorta di incessante ricerca dell’estasi verso il basso, esplicata attraverso una serie di incontri indiscriminati….Il secondo si direziona in senso opposto, verso l’alto, ed è una più o meno conscia pulsione d’assoluto. Una miscela potenzialmente distruttiva”. Al termine del gioco di specchi arriva la santa donna, la santa e fimmina, o santa fimmina. Che già di per sé è un ossimoro. Come a dire: c’è mondo più complesso e incomprensibile di quello femminile? Come a dire: Toccami anzi non mi toccare. Appunto.
Daniela Sessa
 
 

La Repubblica, 11.2.2016
Antonio Franchini: "Porto Moresco allo Strega"
L'ex editor di Mondadori, dall'ottobre scorso direttore editoriale di Giunti, sfila lo scrittore alla Mondadori: "Con noi anche Camilleri. Non ho lasciato Segrate perché non scoprivo nuovi bestseller: negli ultimi anni nessuno ne ha scoperti"

Milano. Antonio Franchini è un editor samurai, uno abituato a controllare le emozioni. Si capisce subito che dietro la sua apparente calma nasconde uno spirito guerriero. Basta osservarlo nella sua nuova sede lavorativa, all'undicesimo piano di un palazzone moderno vicino alla stazione centrale di Milano, zona popolare tornata di moda, dove c'è la sede milanese della casa editrice Giunti, a mezz'ora da Segrate. Dopo un trentennio in Mondadori, Franchini, 58 anni il prossimo aprile, è arrivato in Giunti a ottobre, come direttore editoriale della narrativa e della saggistica. Nei corridoi si aggira Aram Fox, un cane da tartufo di giovani talenti, titolare di un'importante agenzia di scouting newyorchese. Franchini è informale, camicia casual, al collo una collanina di perline un po' freak, pacato ma determinato. Lui che in genere parla poco, sfodera subito il primo colpo: "Stiamo per pubblicare il nuovo romanzo di Antonio Moresco e lo portiamo allo Strega". Il secondo è Camilleri. Lo scrittore re delle top ten è pronto a uscire con il marchio Giunti: il contratto è fresco, firmato ieri mattina. E il terzo colpo?... Non lo dice, ma si getta a terra per mostrare una mossa di jiu jitsu brasiliano, disciplina che pratica da tempo. E direttamente dal pavimento dice: "Nella lotta sostengono che sia difficile passarmi la guardia". Il che fuori dal gergo significa: è impossibile che qualcuno possa trovare un varco per colpirmi.
[...]
A parte Moresco, la sua campagna acquisti riserverà altre sorprese?
"Una favola in uscita nei prossimi mesi di Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti, un Pinocchio raccontato dal punto di vista del gatto e la volpe. Titolo: Pinocchio (mal) visto dal gatto e la volpe".
Camilleri cambia editore?
"No certo. È solo un regalo che mi ha fatto. È un uomo straordinario".
[...]
Raffaella De Santis
 
 

SciacCarnevale, 11.2.2016
Le cartoline ufficiali del Carnevale 2016

Eccovi le cartoline ufficiali del Carnevale di Sciacca 2016, con il relativo annullo postale che è stato possibile apporre nella mattinata di domenica scorsa.
Due cartoline riportano scatti che il nostro club fotografico, L’AltraSciacca Foto, conosce bene poichè appartengono ai nostri soci Maria Grazia Catania e Stefano Siracusa. Le altre quattro sono state realizzate con alcune caricature che sono ancora esposte al Circolo di Cultura di Sciacca nella mostra dal titolo “Il cinema disegnato“.
Le seguenti cartoline sono state anche aggiunte alla galleria del sito contenente le cartoline dei vari anni.


 
 

il Libraio, 12.2.2016
Camilleri e quell’incontro giovanile mai dimenticato
"Era una ragazza dal corpo splendido, ma con il viso precocemente invecchiato...". Su ilLibraio.it un racconto tratto dal libro "Certi momenti"

Foffa
Nel mio paese c’era una casa di tolleranza, la pensione Eva, alla quale ho dedicato addirittura un romanzo. Ma c’erano anche due prostitute, come dire, indipendenti. Una si chiamava Cettina, e aveva di gran lunga superato i quarant’anni, l’altra era una ventiquattrenne chiamata Foffa, e non so a quale nome corrispondesse il nomignolo. La prima non ebbi mai modo di conoscerla, la seconda la vidi qualche volta mentre, come usava sempre fare, la domenica mattina andava a messa. Era una ragazza dal corpo splendido, ma con il viso precocemente invecchiato. Sapevo che aveva due figli, che uno si chiamava Nené, proprio come ero chiamato io in famiglia e dagli amici, e l’altro Gerlando. Nené nel ’42 aveva quattro anni, Gerlando sei. Avevo un amico più grande di qualche anno di me che era un suo cliente abituale. Una volta mi chiese di accompagnarlo e io, spinto dalla curiosità, acconsentii. L’appartamento di Foffa era molto povero; si componeva di una camera da pranzo-salottino, di una camera da letto, una cucina e un bagno. Il mio amico mi pregò di attenderlo in salottino, e lui se ne andò in camera da letto con Foffa. «Faccio una cosa breve.» Infatti dopo una ventina di minuti si presentò seguito da Foffa.
«E tu?» mi chiese la ragazza. «Io no, grazie.» «Non ti piaccio?» «No, non è per questo» dissi. Mi guardò in un modo così intenso che ne rimasi turbato: quello sguardo mi perseguitò per qualche giorno, non riuscivo a togliermelo di dosso, sicché una sera decisi di andarla a trovare. Mi venne ad aprire una vecchia. «Foffa è occupata, se vuoi puoi aspettare nel salottino.» «Va bene» dissi. Dopo una mezz’oretta un quarantenne uscì dalla camera da letto, mi rivolse un cenno di saluto e andò via. Foffa entrò nel salottino, mi vide e mi riconobbe subito. Sorrise. «Hai cambiato idea?» «No. Vorrei parlare un poco con te. Ti pago come se…» «Va bene, va bene» tagliò. Si sedette accanto a me. «Che vuoi sapere?» Le domandai subito ciò che più mi interessava: «Perché lo fai?». «E tu perché lo vuoi sapere?» «Così, per curiosità.» Si alzò. «Vattene» mi disse, e mi guardò con lo stesso sguardo della prima volta. Me ne andai, ma dopo qualche giorno ero di nuovo lì, seduto nel salottino. Questa volta Foffa reagì duramente alla mia presenza. «Con te non voglio avere nulla a che fare!» «Senti Foffa, io sono disposto a pagarti tre volte tanto se rispondi a qualche mia domanda.» La mia insistenza dovette incuriosirla. Si sedette. «Avanti, perché lo fai?» «Per necessità» mi disse, e mi raccontò la sua storia.
A diciott’anni i suoi genitori l’avevano costretta al matrimonio con un uomo maturo che lavorava saltuariamente al porto e che era notoriamente un grande ubriacone e un grande giocatore d’azzardo. La sera, dopo aver cenato, mi raccontò, il marito usciva e tornava verso mezzanotte ubriaco fradicio; prima di mettersi a letto aveva l’abitudine, forse per conciliarsi il sonno, di prenderla a calci e a pugni senza alcun motivo. Lei, prima di addormentarsi, si sfogava con un lungo pianto. Le aveva fatto fare due figli, portava pochi soldi a casa, quel poco che bastava appena per sfamare Foffa e i bambini. Il marito morì ammazzato con una coltellata durante una rissa all’osteria: per sfamare i figli lei non aveva avuto altra strada che la prostituzione. «Soddisfatto?» mi chiese alla fine. Io le risposi di sì, e me ne andai con il cuore colmo di amarezza. Pochi giorni dopo capitò un fatto che addolorò tutto il paese: Nené e Gerlando, mentre stavano attraversando il corso, erano stati investiti da un camion e tutti e due erano rimasti uccisi sul colpo. Il fatto commosse tutto il paese, e la chiesa durante il funerale dei due bambini era stipata. Ma, davanti alle due bianche bare, Foffa piangeva silenziosamente senza avere nessuno che le stesse accanto. Attorno a lei c’era come un deserto: nessuno osava pubblicamente dimostrarsi suo amico. Mi sentii sconvolgere, provai una pietà così grande che mi feci largo tra la gente, mi avvicinai, le misi una mano sopra la spalla. Si voltò a guardarmi, e per la terza volta il suo sguardo mi entrò dritto fino al cuore. Mi sussurrò: «Domani vieni a trovarmi, voglio dirti una cosa». «Va bene.» L’indomani sera andai a trovarla. Foffa era tutta vestita di nero, con un vestito che qualcuno le aveva prestato: le stava largo, l’insaccava. Aveva gli occhi rossi e gonfi di pianto, il volto devastato dal dolore. Non sapevo cosa dirle per confortarla, perciò le domandai perché avesse voluto vedermi.
«Per salutarti» mi rispose. «Domani me ne vado. Ora non ho più bisogno di fare la buttana. Per la prima volta sono in grado di prendere una decisione in piena libertà. Per tutta la mia vita non ho fatto altro che obbedire alla volontà degli altri. Ora, finalmente, posso fare a modo mio. Posso decidere del mio futuro.» «Dove pensi di andare?» le domandai. «Non voglio dirlo a nessuno.» «Hai bisogno di soldi?» «No, ti ringrazio.» Si alzò. «Ti posso abbracciare?» mi chiese. Ci abbracciammo. Mi accompagnò alla porta. L’indomani mattina, che era domenica, scesi come al solito verso mezzogiorno per bere un aperitivo al caffè Castiglione. «La sentisti la notizia?» mi disse il mio amico Carmelo, che era il proprietario del caffè e che stava alla cassa. «Quale notizia?» «Foffa.» «Che ha fatto?» «Stanotte l’equipaggio di un peschereccio che stava rientrando ha intravisto una persona che dal molo si buttava a mare. Hanno cercato di soccorrerla, ma era molto buio e non sono riusciti a trovarla subito. Quando l’hanno vista era già troppo tardi. Hanno potuto solo recuperare il cadavere. Era Foffa.» Mi si piegarono le ginocchia, dovetti sedermi al tavolo più vicino. Il cameriere mi si avvicinò. «Portami un doppio cognac» dissi. Quando mi portò il bicchiere, prima di bere lo alzai in alto, e quello fu il mio ultimo saluto per Foffa.
Andrea Camilleri
 
 

L'Indro, 12.2.2016
Cronaca che diventa fiction
Ciak: poliziotti dalla penna allo schermo
Intervista a Chiara Tedone giornalista Laureata in Sociologia delle comunicazioni

‘Montalbano sono’
‘Minchia. Che giornata di merda’
Questo potrebbe essere l’ipotetico e alquanto surreale dialogo tra il Commissario Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri e L’Ispettore Coliandro, partorito dalla mente dello scrittore Carlo Lucarelli.
Questi ovviamente sono solo due dei poliziotti letterario-cinematografici più noti ma, da decenni, la televisione italiana è fitta di divise. Tra poco andranno in onda i nuovi episodi del Commissario Montalbano senior (quello con Luca Zingaretti) su Rai Uno, dopo aver registrato record di ascolti con la seconda stagione di Montalbano junior (con Michele Riondino), ma non solo, canale 5 ha vantato un buon numero di telespettatori con la fiction ‘I misteri di Laura’ con il ritorno di Carlotta Natoli, ex psicologa di Distretto di Polizia dal quale è nato lo spin-off Squadra Mobile. Per aumentare la confusione, una delle protagoniste di Squadra Mobile era Marta Zoffoli nonché giudice della fiction, sempre TaoDue ‘Squadra Antimafia’.
La confusione regna sovrana, se si guarda la pubblicità sbadatamente è facile confondersi, specie un pubblico poco attento che potrebbe scambiare fiction e trama ma, calma, è tutto molto più semplice del previsto, gli attori si riciclano (è il loro lavoro in fin dei conti) i telespettatori si adeguano anche perché, se così non fosse, non sarebbe possibile spiegare il fenomeno delle divise che spopolano su tutti i canali.
Poliziotti, carabinieri, a volte la marina e poche fiamme gialle. Come mai? Gli scrittori non sono interessati agli affari tributari dello stato? La cronaca nera fa più gola e più audience? Probabilmente si visto che oggi il ‘turismo-macabro’ (ovvero l’andare in vacanza dove si è registrata una tragedia, una calamità naturale) è la moda del momento. La cronaca nera regala la storia, la trama per gli scrittori, poliziotti, commissari, anzi, vice questori aggiunti, spopolano e le tragedie permettono di creare film e fiction.
Per capire meglio questo fenomeno mediatico abbiamo intervistato Chiara Tedone Laureata in Sociologia delle comunicazioni presso l’università “La Sapienza”, Giornalista pubblicista e ideatrice del blog ‘mammachebello.it’
[...]
Molti personaggi, ed esempio Montalbano e Coliandro, nascono dalla letteratura. Ha più successo il libro o la fiction?
Il caso Montalbano è esemplare. La realizzazione di questa fiction di grandissimo successo (ancora oggi le repliche fanno ottimi ascolti) è legata all’adattamento dei romanzi di Camilleri. Sicuramente il successo avuto da questa fiction ha fatto conoscere ai telespettatori i libri di Montalbano o quello di Lucarelli (nel caso di Coliandro) ma credo che la fiction abbia avuto e avrà sempre più successo del libro. La televisione in Italia vince (quasi) sempre sul libro proprio per le sue caratteristiche intrinseche e le sue modalità di fruizione meno impegnativa. Anche il caso di Romanzo Criminale rientra in questa casistica: il libro di De Cataldo ha avuto un successo grandissimo che ha portato alla realizzazione prima del film con Michele Placido e poi addirittura ad una serie in due stagioni per Sky. Alla fine però, la serie su Sky è stata giudicata spesso migliore tanto del libro quanto del film.
La fiction può servire ad avvicinare alla lettura?
Le produzioni italiane di fiction e serie tv prendono sempre di più spunto da libri. E’ stato dimostrato però che le emozioni narrative veicolate nella fiction televisiva fanno sì che le persone ricordano più la storia e le vicende di un Montalbano o di un Coliandro per aver seguite ed amate in televisione che per averle lette sul libro o per aver seguito qualche programma di approfondimento sul tema.
[...]
 
 

Tele.at, 12.2.2016
SAT.1 emotions
Sonntag, 21.02.2016
20:15 bis 22:00
Sonstiges
Commissario Montalbano
I 1999

8. Staffel, Folge 3: Commissario Montalbano ermittelt im Mordfall eines belesenen Landstreichers. Nach und nach bekommt er immer wieder neue Hinweise zugespielt und gerät langsam in eine tödliche Schatzjagd. Immer tiefer verstrickt er sich in einen ungewöhnlichen Entführungsfall, der von seinem Gegenspieler offensichtlich extra für Montalbano arrangiert wurde. Und auch seine freiwillligen Helfer bergen so manche Überraschung ...
 
 

Tele.at, 12.2.2016
SAT.1 emotions
Sonntag, 21.02.2016
01:55 bis 03:45
Sonstiges
Der junge Montalbano
I 2012

1. Staffel, Folge 4: Der Wucherer Piccolo wurde erschossen. Seine Nichte behauptet, auf den Täter geschossen zu haben. Dem Anschein nach, scheint es sich bei dem Täter um den Laufburschen eines Supermarktes zu handeln.
 
 

RagusaNews, 13.2.2016
Lo spot dei nuovi episodi 2016 del Commissario Montalbano. VIDEO
Catarella protagonista

Roma - E' in onda da qualche giorno lo spot che promuove le due nuove puntate dello sceneggiato televisivo Il Commissario Montalbano.
Lo spot è stato girato a Ragusa Ibla appena qualche giorno fa, e vede protagonista Agatino Catarella-Angelo Russo nel mentre argina una folla inferocita di automobilisti, fermati in una sorta di mega posto di blocco, in attesa della proiezione del film.
 
 

Corriere di Ragusa, 15.2.2016
Spettacoli - I 2 nuovi episodi in onda
Giorno 29 torna Montalbano su Rai 1, intanto si gira!
La troupe è a Scicli dove è stato allestito lo storico ufficio del commissario

Lunedì 29 febbraio (come ci ricorda la martellante campagna pubblicitaria di Rai Uno) andrà in onda il primo dei 2 nuovi episodi del "Commissario Montalbano the original", quello interpretato dal veterano Luca Zingaretti. I due nuovi episodi sono "La piramide di fango" e "Una faccenda delicata": il primo tratto dall´omonimo romanzo del 2014, il secondo da uno dei racconti della raccolta "Un mese con Montalbano", del 1998. I due episodi porteranno una novità immediata nel cast: l´italianissima Sonia Bergamasco interpreterà difatti la nuova Livia, ovvero l´eterna fidanzata di Montalbano (finora sempre interpretata da attrici straniere) nelle due inedite puntate. I produttori hanno deciso che l´attrice doveva cambiare perché quella precedente, Lina Perned, che già a sua volta aveva sostituito Katharina Bohm, era straniera e doveva essere doppiata in italiano. "L´idea - dice la Bergamasco - è di dare maggiore profondità al rapporto tra Livia e Montalbano, finora quasi sempre telefonico". La nuova Livia dunque rivestirà maggiore peso nella vita del commissario Montalbano nel corso delle indagini.
Intanto il cast torna a girare negli Iblei altri nuovi episodi che andranno in onda tra la fine dell´anno e l´inizio del 2017. Lo storico ufficio del commissario (in precedenza ricreato a Cinecittà) è stato nuovamente allestito al pianterreno del municipio di Scicli, come avveniva nelle prime puntate della fiction tra la fine degli anni 90 e l´inizio del nuovo millennio. La troupe è già in città per la gioia dei fans. Le riprese ovviamente riguarderanno anche altre location sparse per gli Iblei. Intanto ci godiamo le due nuove puntate a partire dal 29 febbraio su Rai Uno.
 

La Sicilia (ed. di Caltanissetta), 15.2.2016
Gli studenti del “Rapisardi” affascinati da Moni Ovadia
”Diaologo interculturale”. Lo hanno “interrogato” sui conflitti mediorentali

[...]
La scuola si è mostrata sensibile ad accogliere una proposta che la vedrebbe protagonista nei prossimi mesi: a partire dalla produzione a Caltanissetta del “Casellante” di Andrea Camilleri; le classi coinvolte nel progetto Tweetteratura, promosso lo scorso anno dall’Assessorato, potrebbero ridurre il romanzo in tweet grazie alla guida delle docenti già formate, Enza Spagnolo e Antonella Scarantino. Tale opportunità consentirebbe di rafforzare ancora di più gli strumenti di analisi del testo e di proporre allo stesso Camilleri una nersione tweettata mai realizzata prima.
 
 

iDNES, 15.2.2016
Komisar Montalbano
25. 2. 2016, 1:15
Seriál It. (2001)
stereo vysílání
Hrají: L. Zingaretti, K. Bohmová, C. Bocci, R. Scarpa, A. Jnifen
Krimiseriál It. (2001).
 
 

Giornale di Sicilia, 16.2.2016
Televisione
Montalbano torna a Scicli: il via delle riprese ad aprile

Scicli. Si inizia a girare subito dopo il periodo pasquale, nei primi giorni del mese di aprile.
La troupe della Palomar, la società produttrice della serie televisiva italiana «Il commissario Montalbano», ritorna in città per le riprese dei due nuovi episodi scritti da Andrea Camilleri che andranno ad essere raccontati con la regia, ancora una volta confermata, di Alberto Sironi.
E se nei primi giorni del prossimo mese di aprile cominceranno le riprese, già dai primi del vicino mese di marzo invece cominceranno i lavori per la sistemazione delle location.
Le nuove riprese si accompagnano con la buona notizia: gli interni del Commissariato di Vigata in cui lavorano Salvo Montalbano, Mimì Augello e Giuseppe Fazio, interpretati da Luca Zingaretti, Cesare Bocci e Peppino Mazzotta, tornano dopo 17 anni nella sede dell' ex Camera del lavoro e nell' ufficio attualmente adibito al protocollo generale del Comune. Un vero ritorno, insomma, da quando è iniziata la felice avventura del commissario Montalbano nel lontano 1999.
Leuccio Emmolo
 
 

Università di Cagliari, 17.2.2016
Camilleri a prima vista. Giro del mondo con le sue copertine

Martedì 23 febbraio, alle 17 nell’Aula ‘Coroneo’ della Cittadella dei Musei, sarà inaugurata la mostra “Camilleri a prima vista. Giro del mondo con le copertine dello scrittore siciliano” che propone i volumi pubblicati da Andrea Camilleri nella collana “La Memoria” dell’editore Sellerio e le loro traduzioni in numerose lingue del mondo.
Si tratta di un’esposizione ideata dal giornalista Stefano Salis per Artelibro Bologna (nel 2014), poi destinata a girare, come una mostra itinerante, in Italia e in Europa.
L’inaugurazione della mostra, coordinata da Paolo Lusci, prevede gli interventi di Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari, dei professori Salvatore Silvano Nigro (Università Iulm, Milano), Rita Ladogana (Università di Cagliari) e del curatore Stefano Salis. Nell’occasione della mostra è stato predisposto un volume illustrato dalle policrome copertine dei libri Sellerio che, insieme agli articoli degli studiosi, propone una vivace sezione ideata e realizzata dagli studenti coinvolti nel progetto di studio.
L’iniziativa rientra nel programma del IV Seminario sull’opera di Andrea Camilleri che prenderà avvio lunedì 22 febbraio con la prolusione inaugurale “Romanzi storici, romanzi fantastici”, tenuta dal professor Nigro, e si svolgerà nei giorni 24, 25 e 26, con sedute dedicate al romanzo poliziesco e al tema della traduzione.
Il Seminario sull’opera di Andrea Camilleri è un marchio dell’Università di Cagliari che è andato affermandosi nel mondo: nel 2015 si è articolato in sessioni organizzate a Cagliari, Málaga, Sassari, Pécs, Fortaleza, Parigi e Città del Messico, mentre per il 2016 sono già previste – oltre a quella sarda – due tappe a Barcellona (aprile) e Málaga (maggio).
SCARICA LA LOCANDINA
(SN)
 
 

La Repubblica (ed. di Genova), 17.2.2016
Teatro Cargo
Piazza Odicini, 9 010 694240
Venerdì 19 Il Re di Girgenti

Dal romanzo di A. Camilleri (testo di M. Schuster e F. Monti) con M. Schuster e F. Monti. Regia di M. Schuster e F. Monti.
 
 

La Sicilia (ed. di Messina), 17.2.2016
S. Teresa
Il regista Sergi «Verso casa» sulle tracce di Turi Vasile

S. Teresa. Nuovo progetto cinematografico per il regista santateresino Fabrizio Sergi, impegnato da alcuni mesi nelle riprese del suo primo mediometraggio: "Verso Casa" è un tributo al poliedrico cineasta di origini messinesi Turi Vasile, scomparso nel 2009 a Roma all'età di 87 anni, con alle spalle un cursus honorum ricco di successi e di grandi nomi.
Nella sua carriera ha prodotto centinaia di pellicole lavorando, tra gli altri, con registi del calibro di Federi-co Fellini, Luigi Zampa e Michelangelo Antonioni. Vasile ha inoltre diretto Totò nel film "Gambe d'oro" ed è stato uno dei personaggi più autorevoli nel panorama cinematografico del '900. Svolse anche l'attività di commediografo e fu apprezzato giornalista e scrittore.
«L'idea di realizzare un'intera opera, fuori dai canoni del documentario, dedicata al maestro Vasile che ho avuto la fortuna di conoscere negli ultimi anni della sua vita - spiega il 25cnne Fabrizio Sergi - è sempre stata presente tra i miei progetti. Oggi, grazie al supporto della famiglia Vasile e degli amici che hanno voluto rendergli omaggio - tra i quali Corrado Prisco, Neri Parenti, Andrea Camilleri, Francesco Mercadante, Gepi Rippa, Marcello Veneziani, Giovanni Antonucci, Nino Ucchino, Massimo Caminiti e molti altri che partecipe-ranno alla pellicola con contributi video - e ai preziosi consigli del segretario generale di Taormina Arte, Ninni Panzera, che fin da subito ha accolto il progetto, è stato possibile realizzare questo lavoro».
Le riprese di "Verso Casa" si concluderanno nella seconda metà di marzo, in previsione della prima a Taormina. Per ripercorrere in forma di "fiction" la carriera di Vasile, Sergi si è avvalso di due professionisti del luogo: l'architetto e storico Salvatore Coglitore e il prof. Salvatore Patanè. Il set è stato allestito per buona parte a Savoca.
CI. SAN.
 
 

La Sicilia (ed. di Ragusa), 17.2.2016
Si torna a girare la fiction a Scicli
Montalbano, ad aprile via Penna diventa di nuovo set

Scicli. Il Commissario torna in città. E stavolta non si tratta di uno dei numerosi commissari a cui Scicli si è abituata da un anno a questa parte - prima quello che ha sostituito il sindaco Susino, dopo le dimissioni, poi quelli nominati dalla Prefettura, dopo lo scioglimento - ma proprio di "quel" Commissario: Salvo Montalbano, che dopo qualche anno non solo ritornerà a scorrazzare con la sua auto tra via Mormino Penna e il mare, ma si riprenderà anche il suo ufficio nei bassi della casa comunale. Ad aprile, infatti, riprenderanno a Scicli le riprese dei nuovi episodi de "Il Commissario Montalbano", programmati dalla Palomar che nei mesi scorsi hanno per questo intrattenuto appositi incontri interlocutori anche con la triade commissariale che amministra il Comune, e la produzione ha deciso di tornare ad allestire gli interni del Commissariato di Vigata nella sede della ex Camera del Lavoro, al piano terra del Comune, dopo che per diverso tempo erano stati invece ricostruiti in uno studio di Cinecittà. Da qui a qualche settimana, quindi, cominceranno i lavori per la sistemazione delle location, in modo che dopo Pasqua possano cominciare i primi "ciak", diretti come sempre da Alberto Sironi.
Intanto è in onda da qualche giorno sui canali Rai lo spot televisivo - girato a Ragusa Ibla con l'attore Angelo Russo, che interpreta Catarella - che promuove le due nuove puntate de "Il Commissario Montalbano" che saranno in onda da lunedì 29 febbraio in prima serata. Torna così sul piccolo schermo il "primo" Montalbano, Luca Zingaretti. Novità importante nel cast: Livia, l'eterna fidanzata del Commissario, stavolta sarà interpretata da Sonia Bergamasco, attrice milanese nota al pubblico televisivo come protagonista de "La Meglio Gioventù" di Marco Tullio Giordana. Il primo episodio sarà "Una faccenda delicata", imperniato sul tema della pedofilia e tratto da uno dei racconti di Andrea Camilleri presenti nel volume "Un mese con Montalbano".
Concetta Bonini
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 17.2.2016

Essendo stati i giudici Saetta e Livatino trucidati su due viadotti, ci si aspettava che la statale 640 Caltanissetta-Porto Empedocle potesse essere intitolata "la strada dei martiri" e invece in estate l'ex scorrevole veloce, che sarà presto una mezza autostrada, verrà battezzata (su proposta iniziale del giornalista racalmutese Felice Cavallaro) "la strada degli scrittori". Giusto così, se al vaticinio di Borsellino di una Sicilia un giorno bellissima può essere dato un significato anche letterario.
Gli scrittori of the road sono almeno cinque: Pirandello, Sciascia, Camilleri, Russello e Rosso di San Secondo, ma ci sono anche - tra vivi e minori -Emanuele Navarro della Miraglia, Enzo Lauretta e Matteo Collura di Agrigento, e Stefano Vilardo di Delia. Nessuna altra strada siciliana può vantare un blasone così letterario e tante diramazioni illustri, per modo che, su iniziativa dell'Anas, gli svincoli non più a raso avranno il nome di ciascuno dei primi cinque scrittori a indicare la via che conduce ai loro mondi di carta e alle rispettive città natali di Agrigento, Racalmuto, Porto Empedocle, Favara e Caltanissetta.
Segnali di mete virtuali che come in una caccia al tesoro aiuteranno a immaginare, percorrendo la nuova superstrada, il punto in cui, tra Vigàta e Montelusa - nonché tra La gita a Tindari e L'odore della notte - sorgeva l'ulivo saraceno rifugio del Montalbano in cerca di raccoglimento o quello nel quale il commissario assistette a un conflitto a fuoco nel Gioco degli specchi, oppure a credere di vederlo sorpassare sulla sua utilitaria diretta alla questura di Montelusa, che è anche il toponimo pirandelliano di Agrigento.
[...]
Ma la 640 è essenzialmente la strada di Nenè, Ninì e Nanà i vezzeggiativi con i quali nei loro paesi, di qua e di là dei templi, sono conosciuti Camilleri, Pirandello e Sciascia, a formare la triade che ha legato Vigàta, il Caos e la Noce in un asse risospinto a risalire l'entroterra lungo una strada in leggera salita che li ha sostanzialmente accomunati anche nel destino di Nenè, erede legittimo di entrambi: strada maremonti che termina nella "piccola Atene" di Caltanissetta, dove si è fatto trovare Vitaliano Brancati, per un giorno agrigentino anch'egli, colpito che fu dalla «patria di Pirandello» così bella, sghemba e fuori sesto, ma più ancora cittadino di Nissa nel sogno di un convivio intellettuale stabilito per suggestioni con il giovane studente Sciascia preso nella sua ammirazione.
[...]
La 640 ricorda perciò anche i letterati tiratardi di Canicattì, reggitori della corda pazza che annoda entro una screziatura agrigentina la sottile ironia di Sciascia, il sentimento del comico di Pirandello e la vena gogoliana di Camilleri, fratelli d'inchiostro di una terra la cui storia, se ha offerto ben poche occasioni di ridere della vita, qualcuna l'ha data per farlo della morte: come fu nel caso delle ceneri di Pirandello, che, non avendo voluto esequie alcuna, divinò che il dippiù delle ceneri avanzate dal cilindro murato nella pietra fossero fatte finire dal vento in bocca al funzionario comunale convenuto per liberarle nell'aria dalla rocca del Caos.
Quella mattina al Pino di Ninì, valso a chiudere I giganti della montagna, Nenè Camilleri strizzò sicuramente un occhio e l'altro lanciò, d'intesa e in combutta sotto lo stesso cielo agrigentino, alla Noce di Nanà: ponendo senza saperlo la prima pietra della strada degli scrittori.
Gianni Bonina
 
 

Marida Caterini, 18.2.2016
Spot in tv, il ritorno di Montalbano

Può contare su un pubblico altamente fidelizzato, lo spot che promuove il ritorno in tv de Il Commissario Montalbano. Motivo questo per cui lo spot non ha nemmeno bisogno di mostrare il protagonista, ma solo di evocarlo. Anzi, più precisamente: di costruire un sketch divertente ricorrendo a uno dei personaggi più singolari del commissariato.
Nello spot infatti, tutta l'azione si svolge intorno a Catarella, che di Montalbano è amico fidato e sottoposto. Girato a Ragusa, è il lancio per il tv movie in onda il 29 febbraio, intitolato Una faccenda delicata. Seguirà poi il 7 marzo La piramide di fango, sempre con la regia dello storico regista Alberto Sironi.
Quella a cui assistiamo è una scena in cui il traffico di Vigata è completamente paralizzato. Macchine in fila, clacson che suonano all'impazzata, autisti che si sporgono dal finestrino per capire il motivo di un simile blocco. La ragione è presto spiegata, appena la telecamera si sposta dal fondo della coda verso la sua origine: è infatti Catarella che sta impedendo alle auto di procedere.
L'arcano si svela quando arriva la telefonata del commissario Salvo Montalbano, e ne ascoltiamo l'audio: che cosa sta combinando Caterella? La risposta è il messaggio promozionale: tutti sono obbligati a fermarsi perché devono guardare i nuovi episodi.
Per lo spot, è stato scelto uno dei personaggi più amati dell'universo nato sulle pagine sritte da Andrea Camilleri. Catarella in partciolare, è noto per il modo di parlare spesso incomprensibile, al punto tale da sembrare spesso una vera macchietta. Non è un caso che, infatti, tra i video della pagina di rai.tv decata alla serie, vi sia un personalissimo oroscopo affidato proprio a lui.
Così come non è un caso che sia Catarella il protagonista dello spot, trattandosi di uno dei fedelissimi del commissario: l'unico che, nella sua singolarità, potrebbe pensare di fermare tutto il traffico di Vigata per fare un omaggio a Montalbano. Da sottolineare che il personaggio, nella serie è tenuto in molta considerazione dal commissario che gli affida, molto spesso, compiti delicati sui quali si richiede la massima riservatezza. E Catarella li porta a temine sempre con impegno e devozione.
Intanto c'è molta attesa per queste nuove due puntate, che a partire dallo scorso anno sono solo due per ogni ciclo, contro le quattro realizzate negli anni passati. A fine aprile invece, cominceranno le riprese di altri due nuovi tv movie, ancora una volta incentrati su Salvo Montalbano, il commissario che non teme rivali nel palisensto anche quando è trasmesso in replica.
Irene Natali
 
 

Il tempo e la Storia, 19.2.2016
Camilleri e l'Italia
Cliccare qui per vedere la puntata
In studio il Prof. Giovanni De Luna

Un programma realizzato da Rai Educational, scritto da Alessandra Bisegna, Francesco Cirafici e Cristoforo Gorno e condotto da Massimo Bernardini. Un appuntamento quotidiano per raccontare la complessa storia dell'uomo.
 
 

La Sicilia, 19.2.2016
Doppio appuntamento
Rai Storia tra Andrea Camilleri e Adolfo Celi

È universalmente noto per aver creato la figura romanzesca del Commissario Montavano. Ma Andrea Camilleri è, in realtà, un prolifico scrittore, autore anche di importanti romanzi di ambientazione storica, oltre a scritti privati e politici. Un aspetto poco noto, raccontato dal professor Giovanni De Luna al Tempo e la Storia, il programma di Rai Cultura condotto da Massimo Bernardini in onda oggi alle 13.10 su Rai3 e alle 20.50 su Rai Storia.
Attraverso film e fiction tratte dai romanzi di Camilleri e l'analisi di alcuni testi, De Luna approfondisce la sua figura e la sua opera letteraria dal punto di vista storico, per comprendere se i suoi racconti siano testi utili a uno «storico del futuro» per inquadrare meglio alcuni tratti della storia passata e recente del nostro Paese.
[...]
 
 

GraphoMania, 19.2.2016
Noli me tangere, di Andrea Camilleri

Il romanzo di Andrea Camilleri, Noli me tangere, è come il canovaccio di una sceneggiatura. Mentre lo leggevo, istintivamente, ho pensato al Maigret di Gino Cervi. Già, ho letto tutta la storia in bianco e nero e senza dissolvenze. Solo stacchi netti, cambi di scena, pochi movimenti dei personaggi.
La storia di Noli me tangere: Laura è una donna bella e piena di talento e di relazioni. Ha spostato uno scrittore molto più grande di lei, mantenendo in piedi alcune delle sue storie. Il marito, Mattia Todini, accetta di buon grado le stranezze della moglie, le sue insofferenze. Agli occhi degli altri lei lo ha sposato per convenienza, lui si fa sopraffare da una donna più giovane.
Quando Laura scompare, però, il commissario Maurizi comporrà un identikit molto diverso da quello che ogni conoscente di Laura pensa di poter tracciare. Persino la sua migliore amica è costretta ad ammettere che Laura non le racconta sempre tutto e non sempre dice la verità.
L’indagine sulla sua scomparsa diventa, dunque, una vera e propria indagine sulla personalità di Laura, sui suoi gusti, i suoi sogni, i suoi dolori più segreti.
«Laura!»
«Laura Garaudo, precisamente.»
«Ma guarda un po’! Laura Garaudo! Che diavolo ha combinato quella sciagurata?»
«Non ha commesso nessun reato, se è per questo. Come mai se n’è ricordato immediatamente?»
«Perché Laura è stata un’allieva speciale. Di quelle che ne capitano una ogni dieci anni.»
«Una rarità.»
«Dice bene. A parte il fatto che era molto bella, il che non guasta mai, era anche molto intelligente, pronta, acuta. E poi… sempre sorridente, cordiale con tutti…»
«Ma la sua eccezionalità in che consisteva?»
«Aveva delle intuizioni fulminee, folgoranti, ci lasciavano tutti perplessi, ma poi, alla prova dei fatti, si rivelavano esatte. Sa, non tutti gli affreschi di San Marco sono di mano del Beato Angelico. Bisogna possedere occhio e intuito per le attribuzioni. Sarebbe potuta diventare una studiosa di prim’ordine.»

Per trovarla, Maurizi comincerà a seguire una pista molto ghiotta per il lettore: si informerà sulle opere del Beato Angelico, su quante volte è stato dipinto il momento in cui la Maddalena e Gesù si incontrano dopo la resurrezione (quando lui le dice: Noli me tangere), sulle poesie di Dino Campana e su Cocktail Party di T.S. Eliot.
Insomma, se il lettore volesse, una volta chiuso il libro potrebbe seguire il percorso di Maurizi e assecondare la propria curiosità, e la propria cultura, per molte settimane.
Questo breve romanzo, è stato ispirato a Camilleri da una donna che ha conosciuto personalmente e che, in parte e probabilmente per altri motivi, ha fatto lo stesso percorso della protagonista. Non posso anticiparvi di cosa si tratta altrimenti vi rovinerei il risultato dell’indagine.
Per quanto mi riguarda, il libro è finito troppo in fretta. La conclusione, che pure è coerente e ha un senso rispetto alla storia della protagonista, lascia l’amaro in bocca. È vero, non ci aspettiamo trattati di psicologia da un giallo, non necessariamente deve portare con sé riflessioni filosofiche. Tuttavia ho avuto l’impressione che Laura sia rimasta lì, come un’entità poco chiara, che il lettore avrebbe voluto conoscere di più, ma chissà, forse è proprio questo che Camilleri voleva ottenere.
Mariantonietta Barbara
 
 

L'Eco di Bergamo, 20.2.2016
«Ho ricordi bellissimi di Bergamo»
Camilleri presenta il suo nuovo libro

«Ho ricordi bellissimi di questa città e del suo teatro. Bergamo ha un pubblico straordinario, che ho ritrovato solo a Catania. I due pubblici sono gemelli: hanno una reazione immediata verso ciò che avviene sul palcoscenico, creando una vera empatia con gli attori in scena». Parole di Andrea Camilleri.

Classe 1925, è uno dei romanzieri italiani più amati anche all’estero, in Inghilterra soprattutto, dove i suoi libri scalano ogni volta le classifiche, complice anche il successo televisivo di Montalbano sulla Bbc. In libreria il suo nuovo romanzo, «Noli me tangere», da poco uscito per Mondadori. L’occasione è anche quella di ricordare il suo legame con Bergamo, dove ha diretto diversi spettacoli al Donizetti: «Negli anni in cui ho diretto a Bergamo al Teatro Donizetti c’era Bindo Missiroli come sovrintendente, di cui ho un ricordo vivissimo - ricorda -. Ai suoi tempi c’era il “Festival delle Novità”, che erano novità musicali, non di teatro puro e semplice. Ogni anno Missiroli proponeva un cartellone ricco con musicisti italiani. Ricordo per esempio l’indimenticabile “Ferrovia sopraelevata”. Io sono venuto a dirigere “San Giovanni decollato”, in tre atti, di Sangiorgi: musica dodecafonica da impazzire, il direttore d’orchestra era Franco Mannino».
Con un commento sul nuovo libro: «”Noli me tangere” è il titolo di uno degli affreschi del Beato Angelico che decorano il convento di San Marco a Firenze. Questo pittore è studiato dalla protagonista, Laura, che si sta laureando in storia dell’arte. Ma questa espressione è soprattutto la conclusione alla quale la protagonista arriva dopo avere usato e dissipato se stessa in tutti i modi: “Noli me tangere”, non toccarmi».
La pittura è una componente importante in questo romanzo e la scrittura stessa ricorda certe tecniche pittoriche: «Qualsiasi pittura ha a che fare con la scrittura - commenta -. Non parlo della narrazione che può esserci all’interno di un quadro, ma proprio del fatto stesso che un quadro abbia dei volumi, dei pieni e dei vuoti: ciò avviene anche nella scrittura. La pittura ha un ritmo di trasmissione verso colui che guarda simile a ciò che avviene tra la pagina scritta e il lettore».
[...]
 
 

Io Donna - Corriere dela Sera, 20.2.2016
Antonio Manzini: “Italiani, specchiatevi nel mio vicequestore”
“Rocco è depresso, come tanti di noi che non hanno più neppure la forza di protestare” dice lo scrittore, mentre i suoi noir diventano una serie tv. E parla di sé, di quanto (non) somigli al personaggio, di come è nato l’anti-Montalbano e di quando Camilleri...

«Burbero. Manesco. Però affidabile». E disincantato. E rassegnato. «Anche. Di sicuro è depresso. Lo specchio di questa Italia, in cui non si ha più la forza neppure di controbattere e di protestare. C’è una rabbia solitaria, non collettiva». Antonio Manzini spiega (anche) così il successo della sua creatura, il vicequestore trasteverino trasferito per punizione in Val d’Aosta, che – con tre titoli (Era di maggio, Non è stagione, Sull’orlo del precipizio, Sellerio) – è stato in testa alle classifiche per tutto il 2015. E nel 2016 si è già re-insediato con l’appena uscito Cinque indagini romane per Rocco Schiavone. Unico pretendente all’inossidabile trono di Camilleri. «Andrea, già mio insegnante all’Accademia d’Arte drammatica, è un maestro e un amico meraviglioso» racconta, mentre iniziano le riprese della serie tv, per Raidue. «Ogni tanto mi fa telefonate minatorie… Quando lo superai nelle vendite mi chiamò: “L’importante, Antonio, è la durata (imita alla perfezione la voce di Camilleri, ndr)”. Infatti, poco dopo si riprese la posizione e mi scalzò…».
Cosa unisce Schiavone e Montalbano, oltre al posto nella top ten?
Poco. Rocco ha i capelli [Ma anche Montalbano li ha, NdCFC], innanzitutto… E un senso della giustizia assai particolare: modi poco ortodossi, i suoi amici sono banditi veri.
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Maria Laura Giovagnini
 
 

La Repubblica, 21.2.2016
Milioni di italiani vi aspettano: approvate subito le Unioni civili"
Da Jovanotti a Laura Pausini, da Eros Ramazzotti a Tiziano Ferro, da Andrea Camilleri a Roberto Bolle, da Antonio Sellerio a Marta Marzotto, da Daria Bignardi a Maurizio Cattelan. Lettera-appello rivolta ai parlamentari da oltre 400 esponenti di cultura, spettacolo, musica, editoria che sostengono la legge Cirinnà. Petizione su Change.org aperta a tutti (clicca qui per firmare)

Da Andrea Camilleri a Roberto Bolle, da Daria Bignardi a Jovanotti, da Tiziano Ferro a Maurizio Cattelan, da Franca Sozzani ad Antonio Sellerio, da Eros Ramazzotti a Laura Pausini, da Paolo Virzì a Massimo Recalcati. Il mondo della cultura, della musica, dello spettacolo, dell’arte, della moda e dell’editoria si mobilita in sostegno della legge Cirinnà sulle Unioni civili. Per non perdere l’appuntamento con la Storia e riconoscere finalmente anche in Italia i diritti delle coppie omosessuali. È questo il senso della lettera rivolta ai parlamentari e firmata da più di quattrocento fra attori, registi, cantanti, ballerini, presentatori, giornalisti, musicisti, dj, stilisti, editori, scrittori, intellettuali e imprenditori. Un appello che è anche una petizione aperta a tutti, lanciata sulla piattaforma Change.org.
LEGGI IL TESTO DELL’APPELLO
LEGGI TUTTI I FIRMATARI
L’APPELLO IN PDF
"Siamo fuori tempo massimo", si legge nella lettera, come hanno indicato la Consulta e la Corte europea dei diritti umani. E non si può non trovare un accordo su un provvedimento che è già frutto di un lungo compromesso e che garantisce alle persone Lgbt il "minimo sindacale" sul piano dei diritti. Un limite, chiariscono i firmatari, "oltre il quale non si può sconfinare, perché significherebbe approvare una legge di facciata o peggio lesiva", rimandando al mittente il riconoscimento di legittimità di milioni di italiani e delle loro famiglie.
"Tutto è nato dopo Sanremo – ci racconta l’artista e scrittore Sebastiano Mauri, promotore dell’iniziativa con l’aiuto dello psichiatra Vittorio Lingiardi e dell’attore Filippo Timi – dove tanti cantanti hanno coraggiosamente decorato l’asta del microfono con nastri arcobaleno, schierandosi a favore delle unioni civili. Mi sembrava inquietante il silenzio del resto del mondo della cultura. Poi, di fronte allo spettacolo penoso andato in scena nell’aula del Senato, ho deciso di sfogare la mia indignazione scrivendo una lettera indirizzata al Parlamento, che è diventata il testo dell’appello. Con un semplice passaparola fra amici siamo arrivati a più di 400 adesioni, segno che la mia frustrazione è condivisa da tanti esponenti mediatici della cultura e dell'imprenditoria italiane".
Monica Rubino
 
 

La Repubblica (ed. di Milano), 21.2.2016
Sonia Bergamasco: dal Conservatorio a Zalone

Si stupisce ma sembra anche piuttosto entusiasta dello stupore altrui.
Sonia Bergamasco tecnicamente sarebbe una donna raffinata di teatro e musica, attenta a ricavare da letture insolite e preziose lavori da mettere in scena in forma quasi personale.
Poi, a un certo punto, si scatena e va in posti e luoghi dove sono assiepati a milioni. Vedi lunedì prossimo, 29, il ritorno del Montalbano televisivo: l'hanno chiamata e lei sarà la nuova Livia, eterna fidanzata quasi irreale del Commissario nostro.
[...]
E Montalbano?
«Livia è uno strano personaggio. Finora era stata resa in modo un po' impalpabile, nei due episodi che andranno in tv ora diventa forse per la prima volta una vera presenza in carne e ossa. Ma c'è una differenza chilometrica con Quo Vado: lì era un film di cui si capiva poco in partenza e che si costruiva pezzo per pezzo. Montalbano è una macchina perfetta che funziona da anni e devi entrarci quasi in punta di piedi, ma con tutti i vantaggi che derivano dal fatto che tutti sanno benissimo cosa stanno facendo».
[...]
Antonio Dipollina
 
 

Cronache Maceratesi, 21.2.2016
I ragazzi del Classico campioni di letteratura a “Per un pugno di libri”
Macerata - La classe 5° Br ha partecipato alla trasmissione di Rai 3 battendo lo scientifico di Velletri

I ragazzi del Liceo classico “Leopardi” di Macerata si fanno valere a “Per un pugno di libri”. La classe 5°Br ha vinto per 34 punti a 27 la puntata la sfida con il Liceo scientifico di Velletri. La nota trasmissione ha evidenziato la preparazione dei maceratesi, accompagnati dalle professoresse Francesca Pagnanelli ed Anita Moretti. Si sono distinti in una puntata dedicata a “La stagione della caccia” di Andrea Camilleri. La trasmissione, condotta da Geppi Cucciari, sotto la supervisione del professor Piero Dorfles, va in onda ogni sabato pomeriggio alle 18 e ospita le scuole superiori di tutta Italia ormai dal 1999. In palio sono tanti libri quanti i punti conquistati. La puntata, registrata il 19 febbraio negli studi di Napoli, verrà trasmessa il 19 [in realtà il 26, NdCFC] marzo 2016 alle 18 su Rai Tre.
 
 

Ufficio Stampa Rai, 22.2.2016
Il Commissario Montalbano
Lunedì 22 febbraio
Ore 10.30 Sala A
Viale Mazzini, 14 - Roma
Presentazione di
IL COMMISSARIO MONTALBANO
con Luca Zingaretti
Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo
e con Sonia Bergamasco

“Una faccenda delicata”
In prima serata su Rai1 lunedì 29 febbraio
“La piramide di fango”
In prima serata su Rai1 lunedì 7 marzo
Tratti dalle opere di Andrea Camilleri
Regia di Alberto Sironi
Una produzione Rai Fiction - Palomar
Prodotto da Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri
con Max Gusberti
Al termine della proiezione, ore 12.30 circa, conferenza stampa
 
 

Ufficio Stampa Rai, 22.2.2016
Streaming ore 12.00 - Conferenza stampa de "Il Commissario Montalbano"
I nuovi episodi In onda su Rai1 in prima serata, da lunedì 29 febbraio
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.2.2016
Palermo, intitolato ai coniugi Sellerio un tratto di via Siracusa
Domenica la cerimonia di intitolazione della strada dove abitavano i celebri editori e ha sede la casa editrice

"Via Siracusa a Palermo, dove Elvira e il marito Enzo Sellerio hanno vissuto e fondato la casa editrice, diventerà Via Elvira ed Enzo Sellerio". Lo ha annunciato Carlo Degli Esposti, patron della casa di produzione Palomar, nel corso della presentazione dei due nuovi episodi de "Il Commissario Montalbano" oggi alla Rai, in viale Mazzini. La cerimonia si svolgerà domenica prossima alle 10,30 alla presenza del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e la nuova intestazione riguarderà il tratto di Via Siracusa compreso tra Via Principe di Villafranca e Via Sammartino, dove i Sellerio abitavano e dove ha sede la casa editrice.
 
 

Adnkronos, 22.2.2016
Zingaretti torna a Vigata per due nuovi episodi di Montalbano
Due nuovi episodi in onda su Rai1 il 29 febbraio e il 7 marzo - Andreatta, grande fiction di servizio pubblico

"Nel 2008 avevo detto basta a Montalbano per una questione strategica. Poi ho sentito la mancanza di questo personaggio e mi sono chiesto: 'Perché non devo farlo?'. E' un personaggio che mi diverte professionalmente e umanamente. Un'esperienza di vita". Parola di Luca Zingaretti, che torna in due nuovi episodi del 'Commissario Montalbano' intitolati 'Una faccenda delicata' e 'La piramide di fango', che andranno in onda su Rai1 il 29 febbraio e il 7 marzo in prima serata. Due sceneggiature, firmate da Francesco Bruni e Leonardo Marini, con la supervisione di Andrea Camilleri
Un Montalbano che torna rinnovato, "più 'maturo', più attento agli altri, più disponibile all'ascolto, capace di restare in silenzio di fronte al dolore", spiega Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction che insieme con Palomar di Carlo Degli Esposti produce i due nuovi episodi, il primo tratto dai racconti di Camilleri, 'Un mese con Montalbano' e 'Gli arancini di Montalbano', entrambi editi da Mondadori, e il secondo dal romanzo 'La piramide di fango', sempre di Camilleri, edito da Sellerio.
"Una grande fiction di servizio pubblico - aggiunge Andreatta - in cui qualità e successo convivono e in cui attraverso un racconto di genere passa l’anima profonda della nostra società, delle sue ombre, contraddizioni e complessità, ma anche della sua capacità di esprimere un alto senso civile, un’etica senza scalfitture".
La storia di Montalbano è anche la storia di un successo televisivo, nato nel 1998, che ha già visto 26 film trasmessi ai quali si aggiungono i due nuovi presentati oggi a Viale Mazzini. Le prime visioni hanno avuto una media di ascolto complessiva di 8,6 milioni di spettatori con uno share del 31%, salito al 36% con oltre 10 milioni di spettatori negli ultimi 4 episodi trasmessi. Inoltre la serie è stata venduta in 65 Paesi, tra cui Australia, Stati Uniti e Giappone.
Una fiction nata "per volontà di Elvira Sellerio - spiega Degli Esposti, ricordando che domenica prossima un tratto di Via Siracusa a Palermo diventerà Via Elvira ed Enzo Sellerio - che 22 anni fa mi chiamò nel capoluogo siciliano per convincermi a produrre la 'collana' del Commissario Montalbano. E ci riuscì. Per i due nuovi episodi siamo partiti daccapo come se i precedenti film non fossero mai stati fatti".
E ne esce un personaggio nuovo, "non cambiato - sottolinea Zingaretti - ma con atteggiamenti diversi rispetto ai tanti cambiamenti dell'Italia di questi ultimi 20 anni. Io guardo me stesso - afferma l'attore - e mi sento uguale a quando avevo 18 anni, così è per Montalbano che conserva quella fanciullezza che piace tanto al pubblico. E' un personaggio che nasce dal ricchissimo mondo interiore di Camilleri, che non va dietro a cose particolari ma che cerca semplicemente di ottenere quello che gli serve per vivere. Sembra una stupidaggine ma non lo è, anzi ha un effetto deflagrante sul pubblico".
Un effetto amplificato dalla location, "una Sicilia che non esiste - spiega il regista Alberto Sironi - creata da noi, arcaica, irreale e mitologica, dove affondano le radici culturali di Camilleri e dove si muovono in nostri personaggi che sono attuali, con una recitazione da commedia dell'arte che qui funziona ma che non avrebbe senso in altre produzioni".
Tra le novità dei due episodi di Montalbano anche la fidanzata Livia, che adesso ha il volto di Sonia Bergamasco. "Non diventa un'altra persona - assicura l'attrice - tendo solo a rinsaldare il suo rapporto con Salvo e a trovare una sua forma di morbidezza e di sorriso".
Quanto a un Montalbano per il grande schermo, "Camilleri ha scritto l'ultimo episodio del suo commissario - spiega Sironi - ben custodito nei cassetti della Sellerio e che noi abbiamo letto ma del quale non riveleremo mai il contenuto. Forse - conclude - proprio questo potrebbe diventare un film per il cinema".
 
 

La Repubblica, 22.2.2016
Montalbano, il ritorno. Due nuove avventure per un "mito" della fiction
"Una faccenda delicata" e "La piramide di fango", diretti da Alberto Sironi, sono i due nuovi appuntamenti, dal 29 febbraio. Il protagonista Luca Zingaretti: "È un uomo che ha trovato se stesso e il suo equilibrio. Non ha la smania di comprare l’ultimo modello di telefonino, ha una vecchia macchina, i soldi non sono la sua priorità: gli basta la sua casa da dove vede il mare, la fedeltà dei suoi uomini e Livia". Che adesso ha il volto di Sonia Bergamasco

Torna la serie dei record, di ascolti (10 milioni di spettatori) e di paesi conquistati (ben 65, dall’America all’Australia): da lunedì 29 il commissario Montalbano è protagonista con due nuovi film, Una faccenda delicata e La piramide di fango. Nel primo, Salvo Montalbano è in Liguria da Livia quando riceve una chiamata dal suo commissariato: c’è stato un omicidio e Fazio gli chiede di tornare subito a Vigata. È stata uccisa una prostituta, Maria Castellino, strangolata con una cintura da un uomo nel miniappartamento dove lavorava. Era un personaggio piuttosto singolare, Maria: tanto per cominciare, aveva quasi settant’anni, ma era ancora in piena attività. Non solo, era così buona, gentile, generosa, che era stimata e benvoluta da tutti, nessuno in paese era prevenuto o la giudicava per il suo mestiere.
A vestire i panni del commissario creato da Andrea Camilleri, che resta se stesso «senza un cartellino col prezzo attaccato addosso», è Luca Zingaretti. «È l’uomo che ogni uomo vorrebbe essere, e il compagno che ogni donna vorrebbe al suo fianco», anche se non ha un carattere facile e antepone il suo lavoro a tutto il resto. «In questi anni l’Italia è cambiata tantissimo però Montalbano conserva la sua identità pur assumendo atteggiamenti diversi rispetto a quello che gli è capitato intorno» dice Zingaretti «è un uomo che ha trovato se stesso e il suo equilibrio. Non ha la smania di comprare l’ultimo modello di telefonino, ha una vecchia macchina, i soldi non sono la sua priorità: gli basta la sua casa da dove vede il mare, la fedeltà dei suoi uomini e Livia». Quest’anno Livia ha il bel viso delicato di Sonia Bergamasco, molto seducente quando cucina in miniabito e grembiulino. «Livia è una donna in cui Montalbano si specchia» continua l’attore «è molto interessante il loro rapporto. Nei libri è un uomo di 70 anni, stanco; io ho vent’anni di meno e questa stanchezza gliel’abbiamo tolta, se no il pubblico pensa che è malato. Non ci sembrava il caso. Nella vita uno deve fare quello che gli piace e il mio lusso è frequentare questo personaggio oltre a fare anche altri progetti. Se avvertissi stanchezza verso Montalbano smetterei subito ma per me è sempre un piacere doppio».
Diretti da Alberto Sironi, prodotti dalla Palomar con RaiFiction, i film raccontano attraverso i gialli la complessità dei rapporti umani. «Il segreto del successo di Montalbano? Un signore che si chiama Andrea Camilleri e che ha un mondo interiore fanciullesco sedimentato in uomo di 90 anni» spiega Zingaretti «Non sono storie poliziesche ma metafore tramite le quali un intellettuale spiega la sua visione del mondo. Camilleri ha creato un personaggio che è estremamente seducente».
Accanto a Zingaretti, attori bravissimi con Cesare Bocci, Peppino Mazzotta e Angelo Russo, l’imprevedibile Catarella, che alla presentazione racconta il suo personaggio circondato dai veri poliziotti in divisa: «Ecco, avete visto loro come alti? Come sono belli? Io ero un cabarettista di strada e temevo di non essere all'altezza del ruolo così importante che mi era stato affidato. Avevo tanta paura ma alla fine ci sono riuscito. I segreti del successo di Catarella? Non ci sono, mi piace scherzare e sorridere. Nella vita siamo troppo seri e ridere è bello. Io sono una sorta di dottor Jekyll e Mister Hyde. Catarella nasce con Angelo e viceversa. È un gioco, succede anche in casa o quando vado a fare la spesa». «Recitare in “Montalbano” ci ha dato tutto, ci ha regalato la possibilità di farci conoscere» dicono Bocci e Mazzotta «sono fiction in cui si sente la mano felice di chi scrive e di chi dirige, c’è una grande regia. E poi c’è la Sicilia, che l’altra grande protagonista». Bellissime piazze deserte, poche auto: il regista Sironi racconta com’è riuscito a creare una Sicilia fiabesca nella sua verità, a misura d’uomo.
Per Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction, Il commissario Montalbano «è la fiction simbolo del servizio pubblico perché coniuga l’altissima qualità con l’ottimo ascolto. E’ una fiction che è lo specchio dell’Italia con i suoi lati oscuri ma anche con la sua forte coscienza civile e la sua etica senza compromessi». Il produttore Carlo Degli Esposti annuncia che a Palermo Via Siracusa verrà ribattezzata Via Enzo e Elvira Sellerio, «la grande editrice che 22 anni mi chiamò e ebbe l’intuizione di trasformare i libri di Camilleri in film».
Silvia Fumarola
 
 

CineamaItaliano.Info, 22.2.2016
Il Commissario Montalbano - La Rivoluzione parte da Livia
Presentati nella sede Rai di Viale Mazzini a Roma i nuovi episodi della serie tratta dai romanzi Andrea Camilleri e diretta da Alberto Sironi Luca Zingaretti torna nei panni del commissario più amato del piccolo schermo con due nuovi episodi, “Una faccenda delicata” e “La piramide di fango”, in prima visione su Rai 1 il 29 febbraio e il 7 marzo. Sonia Bergamasco nei panni di Livia.

“Abbiamo lavorato agli ultimi due episodi de Il Commissario Montalbano, come se fossero i primi, ricostruendo tutto da capo. Perché quando si lavora a un progetto da 20 anni, si iniziano a dare per scontate troppe cose”.
Commenta così Carlo degli Esposti, produttore della serie di successo tratta dai racconti di Andrea Camilleri, diretta da Alberto Sironi. Un commissario più maturo che dimostrerà un carattere umano nel primo episodio in onda lunedì prossimo, ma che non tarderà a provare una profonda indignazione per i legami tra mafia e politica ne La piramide di fango.
“Più che il personaggio di Montalbano è l’Italia che è cambiata in questi 20 anni”, Luca Zingaretti descrive in questo modo la crescita del personaggio rispetto al primo episodio del 1999. “Sono cambiate le dinamiche e Salvo Montalbano guarda a questo mutamento conservando un’identità che è sempre la sua, ma assumendo anche degli atteggiamenti diversi in base a quello che ha davanti. È forse la fanciullezza di Montalbano, ad aver conquistato il pubblico”.
Una rivoluzione che è partita proprio dalla compagna di Salvo, Livia, interpretata da Sonia Bergamasco, bravissima attrice di teatro, nota al piccolo schermo per serie come Tutti pazzi per amore. “Ora il rapporto con Livia è cambiato. Avevamo bisogno di un'attrice che dialogasse con Salvo in altro modo”, commenta Sironi e “Sonia Bergamasco ha tutto quello che avevano le donne che giravano intorno a Montalbano”.
”Livia con me non diventa un'altra persona; siamo parte da una scrittura felicissima. Il gioco di squadra ha una sua perfezione. Io ho accettato dopo ben poca riflessione. Con me Livia parla italiano e rinsalda il rapporto con Salvo, che prima era vissuto spesso a distanza, e trova una sua morbidezza, dettata anche dalla sua maturità”.
Il commissario Montalbano è l’esempio della funzione universale di servizio pubblico che ha la Rai, diventando uno specchio della coscienza civile dell’Italia, nelle sue luci come nelle sue ombre. Il merito della credibilità di questa serie è da ricercare nella penna del suo scrittore come spiega lo stesso Zingaretti “Camilleri afferma la sua unicità in tutto quello che fa.Tutti gli uomini vorrebbero assomiglia a lui e sicuramente tutte le donne vorrebbero avere uno come lui affianco. Camilleri ha un mondo interiore fanciullesco, sedimentato in 90 anni. La Sicilia è una terra fantastica di racconti e lui ha creato un personaggio estremamente seducente”.
Montalbano non è fatto solo di storie ma anche di luoghi, Sironi descrive così la terra del Commissario “ Nei romanzi di Camilleri il paesaggio non c’è, lo abbiamo messo noi. È una Sicilia antica con dei personaggi contemporanei. È una Sicilia finta, le piazze sono vuote e non c’è traffico nelle strade. La macchina di Montalbano non si usa più da 30 anni”. Zingaretti parla infatti di un nuovo modo di recitare, che è quello della commedia dell’arte “È come l’arte, che non ha nulla a che fare con la realtà. I duetti con Mimì sono lontani dalla vita vera, ma non danno fastidio”.
Marta Leggio
 
 

TvZap, 22.2.2016
Ritorna il Commissario Montalbano: ‘Vi presento la nuova Livia’
Lunedì 29 febbraio e lunedì 7 marzo su Rai1 due nuovi episodi della fiction più amata della tv italiana: “Una faccenda delicata” e “La piramide di fango”

“Hanno stranguliato una bottana settantina”. Agatino Catarella (interpretato da Angelo Russo) rompe l’idillio di Salvo (Luca Zingaretti) e Livia ( Sonia Bergamasco), finalmente insieme a Boccadasse. E una nuova storia comincia, per regalare ai fan un Montalbano tutto nuovo, “più maturo, più incline a comprendere l’umana miseria”, spiega Alberto Sironi, il regista che da diciotto anni filma le avventure partorite dalla penna di Andrea Camilleri. Dopo trentasei mesi di assenza dal piccolo schermo, il commissario più amato della tv italiana, torna ad occupare la prima serata di Rai1 con due episodi che andranno in onda lunedì 29 febbraio (Una faccenda delicata) e lunedì 7 marzo (La piramide di fango).
Montalbano spegne diciotto candeline e per celebrare degnamente il suo ingresso nell’eta adulta, arriva in scena un’altra Livia, Sonia Bergamasco, reduce dallo straordinario successo del film di Checco Zalone “Quo vado”: “quando mi hanno proposto questo ruolo ho accettato subito – racconta – non è stato difficile calarmi all’interno di un racconto collettivo già perfettamente collaudato, perché alla base c’è un lavoro di scrittura splendido. Ho cercato di dare intensità e forza al personaggio, ma anche a una relazione, quella con Salvo, che doveva essere rinsaldata. Quando ci si avvia verso l’eta matura occorre trovare una forma di morbidezza, ma anche di stabilità”. Ed è proprio questa di cui l’anarchico poliziotto inizia ad avvertire la necessità: un Montalbano più posato nei sentimenti, meno bizzoso, disposto a rincorrere Livia e a dichiararle quanto ha bisogno di lei.
“Non è Montalbano ad essere cambiato – precisa Luca Zingaretti – in vent’anni sono cambiate le dinamiche del Paese e Salvo guarda a queste trasformazioni conservando però la sua identità. Per certi versi è più cupo, per altri riesce in ogni caso a custodire quella sua fanciullezza che lo fa amare dal grande pubblico”. Al punto da tenere incollati davanti al televisore, nelle ultime quattro stagioni, oltre dieci milioni di italiani, come ha ricordato Eleonora Andreatta di Rai fiction in conferenza stampa, e di aver stregato anche gli stranieri, dal Giappone all’Australia, conquistando un pubblico decisamente eterogeneo.
Venduto in sessantacinque Paesi, il commissario della Vigata che non c’è, si è trasformato nel “simbolo della fiction italiana nel mondo”, grazie a un lavoro di squadra che riesce a raccontare gli aspetti più oscuri del Paese, ma anche la sua coscienza civile e la capacità di indignarsi, attraverso le relazioni che si sviluppano tra personaggi entrati di diritto nell’immaginario collettivo, dal “femminaro” Mimi Augello (Cesare Bocci) all’impeccabile Giuseppe Fazio (Peppino Mazzotta), il collaboratore che tutti vorrebbero avere, fino all’impareggiabile Catarella: “Sono geneticamente di natura così – scherza Angelo Russo - lo sapete no che con la meningite o si diventa scemi o si muore. Io l’ho avuta da piccolo e non sono morto”. Ma a parte la bravura di un cast diventato una piccola grande famiglia, il segreto del successo di Montalbano è nella scrittura, “perché solo un genio come Camilleri poteva riuscire a cogliere determinate sfumature e a rendere preziose le atmosfere”, rimarca Bocci. Un mood tutto alla Simenon, secondo il regista: “Sono certo che se lo scrittore siciliano non avesse curato per la Rai, negli anni Sessanta, la messa in onda di Maigret, Montalbano non sarebbe mai nato. Tra i due ci sono tante similitudini. A partire dal fatto che più del giallo in se, a tenere lettori e telespettatori con il fiato sospeso, è il racconto delle anime, perfino di quelle dei paesaggi”.
Barbara Cangiano
 
 

Optimagazine, 22.2.2016
Col ritorno del Commissario Montalbano su Rai1, Luca Zingaretti parla dell’addio al ruolo
Nuovi episodi de Il Commissario Montalbano in onda su Rai1 dal 29 febbraio, parla Luca Zingaretti: le dichiarazioni in conferenza stampa

Le affascinanti avventure del Commissario Montalbano nella sua Vigata tornano su Rai1 con due nuovi episodi, dal titolo “Una faccenda delicata” e “La piramide di fango”, rispettivamente in onda su Rai1 lunedì 29 febbraio e 7 marzo 2016.
Dopo tre anni dall’ultima stagione, la nona, il cast è tornato sul set in Sicilia, in quello che è stato definito un momento di rifondazione per i film tv ispirati ai romanzi di Andrea Camilleri.
I due nuovi film sono stati presentati in conferenza stampa a Roma, alla presenza del cast formato da Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco (la nuova Livia), Miriam Dalmazio e Alessandra Mortelliti, ma anche del regista storico di Montalbano Alberto Sironi e del produttore Carlo Degli Esposti.
Vero e proprio jolly per la programmazione della Rai, che vi fa affidamento ormai da anni con la certezza di ascolti impressionanti, Il Commissario Montalbano non sembra soffrire il passare del tempo: venduto in 65 Paesi, è rimasto un fiore all’occhiello delle produzioni della tv di stato. Cosa è cambiato nel personaggio di Montalbano in quasi vent’anni? Luca Zingaretti ha spiegato che fondamentalmente il personaggio è rimasto fedele a se stesso, ma è il contesto che è profondamente cambiato.
Più che il personaggio è cambiata l’Italia, è quasi mutata geneticamente, in 20 ani è cambiato tutto, forse in un ventennio siamo cambiati come non è successo in un secolo, è cambiato il mondo, il modo in cui ne fruiamo. Montalbano? Forse per alcuni aspetti oggi la realtà è più cupa, ma lui riesce a conservare la sua fanciullezza, aspetto che l’ha fatto amare dal pubblico, sia dai lettori che dai telespettatori. Nei libri i maggior cambiamenti di Camilleri su Montalbano sono legati all’età. Il Montalbano letterario è stanco, pensa alla morte, al termine di una scalinata ha l’affanno, in tv questo aspetto l’abbiamo tralasciato, un po’ per scaramanzia ma anche perché per un uomo della mia età, visto che ho vent’anni in meno rispetto al personaggio, mostrarsi affaticato sembrerebbe indice di una malattia più che di vecchiaia.
Il Montalbano di Zingaretti continua ad avere fortuna ancora oggi, dall’ormai lontano 1999, per una serie di fattori.
Questo personaggio è seducente, perché ha il baricentro della sua esistenza dentro di sé, non insegue la carriera e il profitto, ma solo quello di cui ha bisogno, la sua casa, il mare, Livia. Un personaggio che non ha il cartellino del prezzo, non è in vendita in un mondo in cui tutto lo è, afferma la sua unicità in tutto quello che fa. Credo sia il personaggio a cui gli uomini vorrebbero assomigliare e che le donne vorrebbero accanto.
In occasione della presentazione dei due nuovi episodi, Luca Zingaretti è tornato inevitabilmente su un discorso già affrontato più volte: abbandonerà prima o poi i panni del suo personaggio più noto?
Certo, ogni attore nella vita vuole cambiare e pensa ad un certo punto di smetterla con un personaggio, nel 2008 ho pensato di farla finita con Montalbano ma poi mi mancava. Allora mi sono detto: perché non farlo? Questo è un prodotto qualitativamente alto, mi impegna solo due mesi ogni due o tre anni, il resto del tempo lavoro su altri progetti. Sarebbe stupido negare che per gran parte del pubblico sono legato al personaggio di Montalbano, ma ci sono anche tanti pubblici diversi, quello della tv, del teatro, del cinema… io mi diverto professionalmente e umanamente, il giorno in cui mi stancherò e non proverò entusiasmo non lo farò più, ma fino a quando mi andrà di farlo, lo farò. Non mi sono mai sentito obbligato, nemmeno contrattualmente, è sempre stato un piacere ed è questa la benzina che ci ha portato a fare un buon prodotto all’altezza delle aspettative create, niente è mai stato fatto senza la passione necessaria.
Con la conferenza stampa è stata presentata anche la new entry Sonia Bergamasco, una Livia tutta italiana, cresciuta e pronta a condividere qualcosa di più con Salvo. Volto arcinoto della fiction italiana e del cinema (Una grande famiglia e Quo Vado?, giusto per citare le ultime produzioni sul piccolo e grande schermo), l’attrice si è detta onorata della possibilità di ricoprire questo ruolo.
La scrittura di questo personaggio e della serie ha una sua perfezione, quindi ho accettato subito convinta. Ci siamo ritrovati col desiderio comune che Livia parlasse italiano, un italiano vero, che rinsaldasse, a partire dalla scrittura, il rapporto intenso con Salvo, perlopiù vissuto a distanza, e che in questa età matura trovasse anche una sua morbidezza, un sorriso. Sono partita da quello che già c’era e che era perfetto, portando nel personaggio qualcosa di mio.
Il regista Alberto Sironi ha spiegato che quello interpretato da Sonia è il personaggio femminile che “rappresenta tutte le donne che hanno girato intorno a Montalbano in questi anni e le racchiude tutte, ne abbiamo presa una che vale per tutte ed è bravissima“. Il regista ha raccontato di essere tornato sul set con la volontà di riproporre le avventure di Montalbano in “una Sicilia antica con personaggi contemporanei, la nostra è una linea narrativa con un impatto mitologico“.
La nostra Sicilia è quasi finta, una Sicilia che non esiste: le piazze sono vuote, le auto non ci sono (questo è un aspetto che molti sindaci ci hanno copiato, liberando le strade dalla circolazione, dopo aver visto la serie), i personaggi caratteristici sono frutto di una ricerca lunghissima.
Sironi ha ricordato anche il primo provino di Zingaretti per Montalbano: “Sono rimasto a bocca aperta, un provino di otto pagine senza un’interruzione“. “Ma ci hanno messo sei mesi per dirmi sì“, ha ricordato l’attore.
Anche Cesare Bocci, interprete del vice Mimì Augello, ha spiegato qual è, secondo la sua esperienza, la forza della serie.
Montalbano non racconta solo storie ma anche rapporti umani, da qui l’affetto del pubblico. Tra Salvo e Mimì c’è una grande amicizia che li lega, la bellezza di Camilleri è dare anima ai personaggi che racconta e noi siamo fortunati ad interpretarli, siamo una squadra oltre che nella fiction anche nella vita, quello che sentiamo come uomini lo riportiamo nella finzione ed è una marcia in più, 18 anni ci hanno maturato anche in questo.
Ci sarà un film dedicato al personaggio di Montalbano? Sironi ha spiegato che Camilleri ha scritto l’ultimo Montalbano già da qualche tempo e ha raccontato la storia al regista, chiedendo però di rispettare il riserbo sul finale cui vuole destinare il suo personaggio: “Fare un film per il cinema sarebbe un’idea interessante, chissà“.
Claudia Gagliardi
 
 

Terza Pagina, 22.2.2016
Il nuovo commissario Montalbano.

È uno degli appuntamenti più attesi del piccolo schermo. Luca Zingaretti, volto e anima della serie “Il commissario Montalbano”, la trasposizione televisiva dei celebri e omonimi romanzi scritti da Andrea Camilleri, torna in prima serata su Rai1 con due nuovi film per la tv, per la regia di Alberto Sironi, che vedranno l’amatissimo Salvo Montalbano alle prese con nuovi e intricati casi da risolvere. Si comincia lunedì 29 febbraio con “Una faccenda delicata”, tratto dalle raccolte “Un mese con Montalbano” e “Gli arancini di Montalbano”, mentre lunedì 7 marzo sarà la volta de “La piramide di fango” tratto dall’omonimo romanzo del Maestro Camilleri.
Sullo sfondo dell’assolata cittadina di Vigata ritroveremo Salvo Montalbano insieme al suo gruppo storico di fidati collaboratori e amici del piccolo commissariato siciliano, intento come sempre in difficili indagini tra fitti misteri e depistaggi. In “Una faccenda delicata” Salvo, ancora scosso per la morte di François e preoccupato per le ferite che questa perdita ha provocato in Livia (interpretata dalla new entry Sonia Bergamasco), si mette sulle tracce dell’assassinio della settantenne Maria Castellino, una prostituta attempata ritrovata strangolata nel piccolo appartamento in cui accoglieva i clienti. Ne “La piramide di fango”, invece, Montalbano si troverà a fare i conti con un grande giro di corruzione e malaffare che vede coinvolto il settore delle costruzioni. Un’altra indagine complessa e pericolosa avviata dal commissario dopo il ritrovamento, in un cantiere, del cadavere del trentacinquenne Gerlando Nicotra, contabile di un’ impresa edile.
“Il commissario Montalbano”, una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction, prodotta da Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri con Max Gusberti, per la regia di Alberto Sironi. Accanto a Luca Zingaretti come sempre Cesare Bocci (Mimì Augello), Peppino Mazzotta (Fazio) e Angelo Russo (Catarella).
Montalbano è a Boccadasse in compagnia di Livia quando la voce dell’ineffabile Catarella rompe l’incantesimo: “Hanno stranguliato una bottana settantina”. Montalbano protesta: “Ma che volete da me? Non c’è Mimì Augello?”. La voce di Catarella si arrochisce come il verso di un pappagallo… “Dottori dottori…”. Il problema è proprio Mimì, che alle prese con il delitto della bottana, ha imboccato una pista a dir poco discutibile. Fazio reclama la presenza di Montalbano perché la faccenda è particolarmente delicata. Il commissario torna a malincuore a Vigata, dovrà porre un freno alle strane ipotesi investigative di Mimì Augello, senza colpire la sua suscettibilità, muovendosi quindi con molta delicatezza tra i personaggi di questo strano presepe vigatese.
“Camilleri – afferma il regista Alberto Sironi – si è divertito in questa storia a sovvertire allegramente i canoni della morale borghese. Hanno ammazzato una bottana settantina che continuava a professare con profitto il mestiere, e scopriamo che tutti a Vigata le volevano bene, a cominciare dai figli della vicina, che la chiamavano nonna. Il marito della bottana, interrogato, protesta: “Che vulite da me? La mia è una famiglia normale e normale è il lavoro di mia moglie. Io l’ho conosciuta che faceva il mestiere, che diritto avevo io di farle cambiare lavoro?”.
Tutti i personaggi raccontano candidamente la loro storia. Scopriamo che il preside Vasalicò, consigliere finanziario della bottana, frequenta il catoio della signora, come si può frequentare il circolo di conversazione di Vigata. Scopriamo che il disoccupato gerontofilo ha un alibi inattaccabile: il giorno del delitto stava dando assistenza al centro anziani, e così via…
“Il mio compito – prosegue il regista – è stato prima di tutto questo: dare un volto credibile alla bottana settantina, al marito innamorato, al disoccupato gerontofilo, al preside/protettore, al cliente impazzito, alla vicina troppo bella e intraprendente e alla lunga serie di caratteri che la penna di Camilleri ci regala. Nella ricerca dei caratteri camilleriani abbiamo affinato una tecnica collaudata negli anni: setacciamo la Sicilia nei teatrini di provincia, negli stabili delle grandi città, nei gruppi amatoriali, nelle compagnie di dilettanti. Trovate le figurine del presepe resta il compito di muoverle sulla scena. Mi sono dato alcuni obiettivi: una mano lieve nelle scene più crude, il tono di Montalbano meno duro, più cauto davanti agli indagati, più attento alle diversità di questo mondo borderline, in modo da poter entrare nella vita di personaggi apparentemente estremi e allo stesso tempo molto semplici, per renderli credibili allo spettatore”.
Nel secondo episodio, invece, c’è una sequenza in cui Montalbano lascia il commissariato per raggiungere uno dei cantieri sui quali sta indagando. Sta infuriando il temporale e Montalbano ferma l’automobile in uno spiazzo fangoso, a ridosso di un’enorme montagna di detriti. La pioggia aumenta di intensità e il commissario è costretto ad abbassare il finestrino appannato. Ora la montagna è davanti a lui, enorme, minacciosa. La pioggia battente ha scavato la terra lungo i fianchi fino a formare una specie di piramide. Montalbano sembra atterrito davanti a quel mostro. “L’immagine e la sequenza racchiudono l’enigma e il senso profondo del film – racconta Alberto Sironi -. Montalbano ha messo le mani negli appalti di alcuni cantieri dopo la morte misteriosa di un uomo che sembra essersi trascinato a morire in uno di questi. L’inchiesta procede a fatica, avvolta nella ragnatela degli intrighi, nel dedalo delle pratiche pubbliche, nel labirinto della burocrazia. Davanti a Montalbano non si materializza nessun volto, nessun colpevole, tutto è avvolto nella nebbia dell’anonimato.Soltanto alla fine un misterioso faccendiere, deus ex machina di questi giganteschi imbrogli, svela la diabolica macchina garantita e protetta dalla politica nel nostro disgraziato paese. Questa volta ho dovuto imboccare una strada nuova. Niente personaggi, niente caratteri, niente volti. Soltanto ombre che si palesano nelle parole di una coraggiosa giornalista”.
L’inchiesta avanza faticosamente senza prove, sorretta dalle elucubrazioni di Montalbano. C’è un unico cadavere in tutta la vicenda: il corpo dell’impiegato che, nella sequenza iniziale del film, si è trascinato a morire all’interno di uno dei cantieri. “Al di là del dovere morale di dare corpo e immagine a una storia esemplare – conclude il regista – La piramide di fango ha dato nuova linfa al mio lavoro. Raccontare le ipotesi di Montalbano, indagare nelle macchinazioni senza volto, leggere le ombre, mostrare lo sgomento e l’indignazione del commissario davanti ai muri di gomma dove si nasconde il malaffare… tutto ciò mi ha confermato nella convinzione che ogni volta per me Montalbano è una nuova avventura che sono lieto di affrontare”.
A quasi vent’anni dal suo arrivo sul piccolo schermo e dopo 26 film per la tv accolti da record di ascolti anche con le repliche, per Luca Zingaretti “Camilleri ha creato un personaggio estremamente seducente, che trova in se le risposte che gli servono e non va dietro nè ai soldi nè al potere. Non ha il cartellino del prezzo attaccato. Montalbano afferma la sua unicità e suscita un’attrazione fatale. Noi uomini vogliamo assomigliarli e le donne vorrebbero averlo vicino”.
A chi gli ricorda che, qualche anno fa, aveva espresso la tentazione di chiudere l’esperienza di Montalbano, Luca Zingaretti risponde: “E’ vero, nel 2008 avevo detto basta. Poi mi sono chiesto: ma perché? E’ un prodotto di alta qualità per il quale, tra l’altro, lavoro due mesi ogni due – tre anni. Sarebbe stupido negare che per la maggior parte del pubblico sono Montalbano ma esistono tanti pubblici. E, poi, a fare Montalbano io mi diverto, soprattutto umanamente. Quando non avrò più l’entusiasmo che ho adesso non lo farò più. Fino ad oggi per tutti noi è stata una scelta, senza obblighi contrattuali ne’ umani”. Anche perché, aggiunge l’attore, “è vero che chi fa il mio mestiere per natura vorrebbe cambiare sempre ruolo. Ma anche potersi permettere il lusso di coprire un personaggio per tutto l’arco della sua vita è un privilegio”.
Ma la creatura letteraria di Andrea Camilleri, potrebbe debuttare anche al cinema, stando a quanto ha detto il regista della serie Alberto Sironi. “Camilleri ha scritto l’ultimo Montalbano come voi sapete – ha spiegato oggi nella conferenza stampa a Viale Mazzini per il ritorno del Commissario in Tv – ed è ancora chiuso nella cassaforte di Sellerio. Andrea ci ha raccontato la trama e ci ha chiesto di mantenerla segreta. Forse quel romanzo potrebbe diventare un film, chi lo sa, staremo a vedere”.
Molto meno convinto di uno sbarco al cinema è il produttore della serie (insieme a Nora Barbieri e con Max Gusberti), Carlo Degli Esposti: “non ci penso proprio a farne un film. Quello di Alberto è solo un pensiero, noi invece pensiamo principalmente a far tornare al più presto Montalbano in tv”. Infatti due nuovi film per il piccolo schermo saranno girati da marzo e andranno in onda l’anno prossimo.
 
 

La Presse, 22.2.2016
Augello e Fazio: Recitare in Montalbano ci ha dato tutto

"Recitare in Montalbano ci ha dato tutto regalandoci la possibilità di farci conoscere". Lo dicono in coro Cesare Bocci e Peppino Mazzotti, gli attori che nella fiction tratta dai romanzi di Andrea Camilleri interpretano i personaggi di Mimi' Augello e Giuseppe Fazio. "I personaggi crescono, diventerebbe un vestito stretto se fossero sempre gli stessi", aggiungono i due attori.
Capello
 
 

Mangialibri, 22.2.2016
Certi momenti
Andrea Camilleri

Nel gennaio del 1942 Nenè incontra Antonio per la prima volta, seduto alla cassa del caffè di Porto Empedocle che lui è solito frequentare. Lo incuriosisce il fatto che il ragazzo stia leggendo un libro di André Gide, fatto abbastanza eccezionale che lo fa sentire un po’ meno solo. Nasce una “furiosa amicizia” con quel lettore onnivoro che ha sempre pronta una perla di strana saggezza da dispensare e che con la sua “anarchica indifferenza” affronta ogni circostanza della vita, compreso l’imminente servizio di leva… Alle soglie del matrimonio, mentre sta curando una regia teatrale a Livorno, Camilleri scopre che senza aver ricevuto la cresima non è possibile sposarsi. E lui, per l’appunto, non l’ha fatta. Urge trovare un vescovo disponibile ad impartire il sacramento con una certa fretta. Il guaio è che la cosa implica una confessione! Il non credente Camilleri mai avrebbe immaginato che… Nel settembre 1943, dopo lo sbarco degli Alleati, il giovane Andrea e il suo amico Ugo La Rosa decidono di pubblicare un giornale “che sarebbe stato il primo in assoluto dell’Italia democratica”. Esperienza certo interessante (che non va oltre il primo numero), specialmente nella parte che comprende una brutta nottata in carcere. Meno male che il compagno di cella è tale Pino Trupia… E poi l’incontro con la “Federala”, segretaria federale per le donne fasciste, che a casa ha un marito che si è sempre rifiutato di prendere la tessera del partito; poi quello con Pier Paolo Pasolini e la reciproca e istintiva antipatia tra loro; poi uno scenografo geniale morto in un ospedale psichiatrico; poi Arthur Adamov, uno dei tre maestri del teatro dell’assurdo; e ancora incontri mancati capaci di lasciare segni profondi, e poi del come e del perché il giovane Camilleri entra in possesso di un libro che lo avrebbe profondamente cambiato; e poi tante, tante altre storie…
Certi momenti appartiene a quella preziosa aneddotica cui Andrea Camilleri ci ha abituati nel tempo, si pensi ad esempio a Segnali di fumo o a I racconti di Nenè. I momenti in questione sono quelli in cui sono avvenuti degli incontri, a volte durati il tempo di uno scambio di battute, altre protratti nel tempo; in alcuni casi avvenuti in età matura, più spesso risalenti agli anni dell’adolescenza, del Liceo, se non dell’infanzia in alcuni casi. Talvolta si tratta di personaggi di spicco della cultura (tra gli altri Primo Levi, Salvo Randone, Benedetto Croce), tal’altre persone comuni, magari umili ma saggi contadini contastorie, e persino pastori in odore di mafia. Tutti incontri ugualmente importanti e tenuti sullo stesso livello, mescolati e raccontati con lo stesso tono e la stessa considerazione di preziosi doni della vita e del tempo. “Nessuna gerarchia” ha detto l’autore in una intervista al quotidiano “Il Messaggero”. “Quando ho voluto scrivere questo libro mi sono rifatto agli incontri cercati, ma ancor di più a quelli casuali che oggi, a novant’anni compiuti, mi son rimasti indelebili nella memoria”. Trentatré capitoli, trentatré incontri, trentatré piccole storie. Per tre volte si tratta di incontri con libri fondamentali, così tanto da essere già stati raccontati in precedenza in altri libri. Tra questi La condizione umana di Andrè Malraux – pubblicato in Francia nel ’33 e per caso scampato alla censura e arrivato in Italia – che rivelò ad un giovane Camilleri le miserie e le bugie del fascismo. E naturalmente il famoso Orlando furioso illustrato da Dorè preso dalla biblioteca del nonno, che inizio Nenè bambino ai primissimi turbamenti del sesso. Uno tra i più belli il ricordo legato a Minicu, il mezzadro del nonno, grande e fantasioso contatore di storie: Camilleri confessa di aver attinto dalle storie ascoltate da lui per diversi suoi romanzi. In questo incontro vi è soprattutto il senso di quanto detto ancora nella succitata intervista: “ I contadini alla fine della giornata di lavoro, o durante le pause, si radunavano e ce n’era sempre uno che raccontava storie. Storie anche epiche che derivavano dalla tradizione dei paladini di Francia ed io con queste sono cresciuto”. Leggere questo libro è piacevole come ascoltare i racconti di vita di un nonno simpatico, anche quando, a volte, finisce per ripetere due volte la stessa storia. Non ce ne lamentiamo affatto, anzi.
Alessandra Farinola
 
 

L'Unione Sarda, 23.2.2016
Cultura. Cagliari
In viaggio con le copertine di Camilleri
A Cagliari mostra e seminario

Il legame tra Cagliari e Andrea Camilleri è solido e autentico. Nato alla metà degli anni Novanta, prima ancora che le storie del commissario Montalbano diventassero un caso letterario, è stato consacrato nel 2013 con il conferimento allo scrittore della laurea honoris causa. Quel rapporto - costruito da Giuseppe Marci, docente di Filologia italiana e instaurato in nome delle parentele tra il «misturo linguistico» di Sergio Atzeni e quello impiegato dall'autore siciliano - si rinnova grazie all'inaugurazione della mostra "Camilleri a prima vista. Giro del mondo con le copertine dello scrittore siciliano". Appuntamento stasera alle 17 alla Cittadella dei Musei. L'iniziativa, ideata e curata da Stefano Salis, giornalista culturale del Sole24ore, s'inserisce nel IV Seminario sull'opera del maestro che si svolgerà domani, dopodomani e venerdì (sempre a partire dalle 16) nell'Auditorium di via San Giorgio. Gli incontri, destinati principalmente agli studenti perché parte dell'attività didattica, come da tradizione, sono aperti al pubblico.
Domani si tratterà del romanzo poliziesco con riferimento alle letterature in cui il genere è nato e si è diffuso. Giovedì si parlerà di traduzioni con Emilia Menkveld, traduttrice olandese degli "Arancini di Montalbano" , Moshe Kahn, traduttore tedesco dell'opera di Camilleri, premiato nel 2015 per il lavoro di traduzione del libro "Horcynus Orca" di Stefano D'Arrigo e Aldo Nicosia, studioso di letteratura e cultura araba, mondo a cui il "Cane di terracotta" si richiama. Tema di venerdì, giornata finale, sarà "Il tempo, lo spazio e il futuro".
Tutti i dettagli sulla mostra, sul Seminario e sul legame tra Cagliari e Andrea Camilleri si possono leggere sull'Unione Sarda in edicola
Manuela Arca
 
 

La Sicilia, 23.2.2016
L'evento tv
Montalbano torna in tv e forse arriva al cinema
Zingaretti: «Mi entusiasma ancora interpretare il Commissario è rimasto uguale, ma in vent'anni l'Italia attorno a lui è cambiata»
Il regista: «Vorrei portare in sala l'ultimo romanzo di Camilleri».
Bergamasco: «Una Livia che parla italiano»

Roma. Ogni conferenza stampa del Commissario Montalbano non è un semplice incontro tra giornalisti e cast, ma un vero e proprio evento, dove le guardie giurate di Viale Mazzini sono costrette a chiudere l'ingresso perché altrimenti in sala si infila mezza Rai, praticamente tutta quella femminile. Qualche gruppetto di accanite riesce a filtrare i controlli, si infila, si siede e comincia a scattare, perché una foto su Facebook di Luca Zingaretti può fruttare almeno un centinaio di "like" e altrettante invidie. Quel che le signore ignorano è che l'attore romano, siciliano per adozione ormai, trascorre l'intera conferenza facendo una sorta di training autogeno per rispondere per la millesima volta alla somma quaestio: «Non si è stufato di fare sempre Montalbano?». Un tempo si arrabbiava, nel 2008 ha persino pensato di smettere con questo Salvo che gli aveva colonizzato la vita, ma ora, sarà l'età, saranno i figli, Zingaretti semplicemente sospira e parte con la replica: «L'avrò ripetuto centinaia di volte, nella vita bisogna fare le cose che piacciono, pensavo a un certo punto che fosse arrivato il momento di smettere, però mi mancava e allora mi sono chiesto: "Ma perché non lo devo più fare?" Non è una cosa che mi preclude altri lavori, perché lavoro su Montalbano soltanto due mesi ogni tre anni, per il resto del tempo faccio altro. Certo sarebbe stupido negare che gran parte del pubblico mi conosce perché sono legato a questo personaggio, ma per me Montalbano è una splendida esperienza umana, oltre che professionale. Il giorno in cui non mi entusiasmerò più, smetterò».
O forse chissà sarà Andrea Camilleri, l'unico vero deus ex machina, a dire basta a Montalbano. «Si sa che Andrea ha scritto un ultimo romanzo che tiene in cassaforte - sottolinea il produttore Carlo Degli Esposti - Nessuno conosce il titolo». Che contenga la morte del Com-missario di Vigata o altro, il regista di sempre, Alberto Sironi, nutre un sogno: «Poterlo girare per il cinema».
Un film su Montalbano? Degli Esposti minimizza: «Gli americani ci insegnano che ormai sono le grandi serie televisive a vincere sui grande schermo». Zingaretti scherza: «Già pensavo a Brad Pitt nel ruolo di Montalbano. Il cinema vent'anni fa si sarebbe impadronito dei racconti di Camilleri. Certo se ora decidessero per un film al cinema saremmo tutti felici, ma per noi attori cambierebbe poco».
Lunga vita al Commissario, dunque, nel frattempo per i prossimi due lunedì, torna con due nuovi episodi: lunedì 29 febbraio con Una faccenda delicata, tratto dalle raccolte Un mese con Montalbano e Gli arancini di Montalbano e il 7 marzo con La piramide di fango tratto dall'omonimo romanzo di Camilleri.
«Dopo tre anni e mezzo che non interpretavo questo personaggio, tornare in Sicilia mi mancava - racconta - Sono andato giù a vedere come stava, l'ho trovato in grande forma, la scrittura di Camilleri più brillante che mai, ne abbiamo tirato fuori due storie importanti, una del-le due forse anche un po' cupa. Il valore dei romanzi di Camilleri non sta tanto nel giallo, quanto nel fatto che le sue storie sono metafore attraverso le quali un grande intellettuale racconta la sua visione del mondo». E in questi venti anni, tanto è passato da quando Montalbano ha fatto per la prima volta la sua comparsa in televisione, il mondo è cambiato parecchio. «Il personaggio non è cambiato, ma è cambiata l'Italia intorno a lui - sottolinea Zingaretti - Siamo diventati un altro Paese e Montalbano guarda a questo cambiamento con un atteggiamento diverso, conservando co-munque la sua fanciullezza». Il cast è quello di sempre: Cesare Bocci è Mimi Augello, Peppe Mazzotta è Fazio, mentre Angelo Russo è Catarella. Solo Livia è cambiata: stavolta ha il volto di Sonia Bergamasco. «C'era il desiderio che Livia parlasse italiano - confessa l'attrice -ma anche che rinsaldasse il rapporto con Salvo e trovasse una forma di morbidezza e sorriso». Il pubblico avrà poco tempo per affezionarsi alla nuova arrivata, appena un paio di puntate. «Abbiamo scelto di girarne solo due per avere più tempo - spiega il produttore - Quando si fa una cosa per vent'anni rischi di dare certe cose per scontate, invece abbiamo voluto rimettere in discussione tutto. In realtà non scelsi io ventidue anni fa di produrre Montalbano, ma fu Elvira Sellerio a chiamarmi per dirmi di leggere i primi due libri di Camilleri. Sono felice che domenica via Siracusa a Palermo, in cui Elvira ha avuto da sempre casa e bottega, si chiamerà Elvira ed Enzo Sellerio».
Quando a Camilleri fu proposto come attore Luca Zingaretti, non la prese benissimo. «Mi disse: "Ma io ho scritto un'altra cosa" - ricorda Sironi - Gli risposi che aveva interpretato solo cattivi, ma che i suoi occhi avevano una luca particolare». «Peccato che ci hanno messo sei mesi per dirmi di sì», sorride Zingaretti, che spiega così il segreto del successo del "suo" Montalbano: «Tutti gli uomini vorrebbero assomigliare a lui e tutte le donne vorrebbero un uomo come lui accanto».
Tiziana Leone


Montalbanomania
Scicli, turisti in coda per la "sua stanza"
I luoghi. L'ufficio del commissario è quello del sindaco. Si entra a pagamento e il Comune migliora i bilanci. A Pasqua i nuovi ciak

Ragusa. Dalle parti di Scicli la notizia più attesa è quella del ritorno del commissario Montalbano. Non tanto i nuovi episodi previsti a fine mese in tv, ma del ritorno in carne ed ossa, o meglio in tende e sedie, della "stanza del commissario". Sarà infatti utilizzata nuovamente, dopo anni di ricostruzione sul set cinematografico a Cinecittà a Roma, la stanza utilizzata dal sindaco del Comune di Scicli, divenuta la stanza del commissario Montalbano. Questo significherà una presenza maggiore, in termini di giorni e settimane, della troupe della Palomar, che dopo Pasqua, e fino a luglio, ritorna in provincia di Ragusa per girare altri nuovi episodi del "vecchio" commissario Montalbano, quello con Luca Zingaretti che adesso riprende in tv.
Ma l'attesa è legata all'effetto moltiplicatore dell'interesse che viene così a manifestarsi per Scicli e per tutto il comprensorio ibleo da parte di tanti turisti "innamorati pazzi" della fiction che va in onda sulla Rai e su numerose emittenti televisive straniere. E saranno loro, i turisti, che sulla spinta delle nuove puntate torneranno sicuramente a visitare "i luoghi di Montalbano" e tra questi anche la stanza del commissario che al Comune di Scicli, con gli ingressi a pagamento, ha già fruttato un bel po' di guadagni, utili a colmare qualche spesa del bilancio comunale.
Già perché il Montalbano televisivo ha anche questo "potere", quello di far guadagnare un ente pubblico ma anche i tantissimi privati che si organizzano tra tour, aperture di palazzi nobiliari e pacchetti con offerte speciali come quelle proposte da Scicli Albergo Diffuso con soggiorni a km 0.
Un business che inevitabilmente, e per fortuna, tocca non solo Scicli ma tutte le principali location in cui arrivano i ciak della fiction tv. Tra queste c'è la bellissima Punta Secca, borgo marinaro di Santa Croce Camerina, che conserva ancora oggi il suo fascino antico, con il faro che fa il guardiano della costa e la casa di Montalbano, quella da dove il commissario si affaccia sul mare, che continua ad essere richiamo per migliaia di visitatori e turisti durante l'anno. La struttura, divenuta un'attività ricettiva per ospiti di una certa fascia, continua ad essere tra le più fotografate e ricercate.
E c'è poi il fascino del barocco dorato di Ragusa Ibla dove il commissario Montalbano gira spesso e dove la migliore pubblicità è arrivata durante il Festival di Sanremo con il promo interamente girato nella bellissima piazza Duomo. Una promozione in eurovisione che ha permesso alla Vigata televisiva di mettersi in evidenza. Una piazza, quella andata in onda nel promo pubblicitario, che in verità non è più la stessa che vedranno i telespettatori all'interno della fiction considerato che sono state nel frattempo abbattute anche le ultime palme danneggiate dal punteruolo rosso e che avevano per anni caratterizzato, nel bene o nel male, la conformazione della piazza stessa.
Per la Sicilia le previsioni per il turismo della prossima stagione estiva sono buone e inevitabilmente la "montalbanomania", già scoppiata in questi venti anni di fiction tv con la regia di Alberto Sironi, di romanzi scritti dalla straordinaria penna di Andrea Camilleri e dopo il traguardo da un miliardo di telespettatori in tutto il mondo, è pronta a colpire ancora.
Michele Barbagallo
 
 

Corriere della Sera, 23.2.2016
Ritorna la fiction di Raiuno
Zingaretti: il mio Montalbano è più cupo, come i tempi di oggi
"Con il personaggio del commissario racconto com'è cambiata l'Italia"

Roma. La prima scena è drammatica: un'attempata prostituta viene barbaramente strangolata, sul letto dove accoglieva i suoi clienti, da un uomo senza volto. Parte l'indagine di un Salvo Montalbano, più smaliziato e disincantato, che si districa tra poliziotti maldestri e misteriosi assassini.
Due nuovi appuntamenti su Rai1 con l'amatissimo commissario di Vigata, creatura letteraria di Andrea Camilleri: «Una faccenda delicata» in onda il 29 febbraio; e «La piramide di fango» in onda il 7 marzo. Come sempre protagonista Luca Zingaretti e con lui Sonia Bergamasco, new entry nel ruolo dell'eterna fidanzata Livia. Una produzione Palomar con Rai Fiction, per la regia di Alberto Sironi.
«L'aspirazione maggiore per ogni attore è di cimentarsi nei ruoli più disparati — esordisce Zingaretti che giunge al ventottesimo episodio della serie —. La mia scommessa, in questo caso, è invece quella di rappresentare lo stesso personaggio, permettendomi il lusso di raccontarne la crescita e il cambiamento in un lungo arco di tempo. Oltre a Montalbano — aggiunge — in questi vent'anni è cambiata l'Italia, il mondo intero. Il mio commissario è diventato più maturo, per certi versi più cupo, rispecchiando la cupezza dei tempi di oggi. Ma conserva la sua fanciullezza». È profondamente cambiata anche Livia: «Una donna più adulta e forse più aderente alla scrittura di Camilleri — spiega Bergamasco —. Per questo mi sono messa in ascolto del testo, per comprendere l'evoluzione del personaggio avvenuta in questi anni e la mia Livia trova, ora, una sua forma di morbidezza, di sorriso».
Il primo episodio racconta l'omicidio della settantenne prostituta. Il secondo riguarda un giro di corruzione nel settore delle costruzioni. Tra gli altri interpreti ritornano Cesare Bocci (vice commissario Mimi Augello) e Angelo Russo, ovvero la simpatica macchietta dell'agente Catarella. Inoltre Paolo Graziosi, Teresa Mannino e Miriam Dalmazio. Conclude il direttore Rai Fiction Eleonora Andreatta: «Montalbano è il testimonial più forte del servizio pubblico. Dal '98 a oggi sono stati prodotti 28 film. La media d'ascolto complessiva delle prime visioni è superiore al 31% di share con 8 milioni di telespettatori. Gli ultimi 4 episodi hanno ottenuto il 36% con più di 10 milioni di spettatori. Ed è stato venduto in 65 Paesi, dagli Stati Uniti al Giappone. Il tutto dovuto alla qualità di scrittura e alla bravura degli attori».
Emilia Costantini
 
 

TV Sorrisi e Canzoni, n.9/2016 (programmi 27.2-4.3.2016 - in edicola 23.2.2016)
Parla Luca Zingaretti che torna (finalmente) su Raiuno con due episodi inediti e una «nuova» Livia: Sonia Bergamasco
Anch'io adoro guardare Montalbano in tv!
«Quando va in onda, io la puntata l'ho già vista» dice l'attore a Sorrisi. «Ma la rivedo con tutta la famiglia, mi appassiono molto e quando c'è la pubblicità mi girano i... cabasisi!»

Luca Zingaretti è un tipo roccioso. Seduto alla scrivania del suo studio romano sembra Montalbano al commissariato: gentile, ma duro come un mattone. Capisci subito che non c'è verso di tirarlo per la giacchetta o di farlo parlare di quel che non vuole (la vita privata, per esempio). E quando si incavola, si incavola proprio come il suo commissario. Ma cos'è che, per dirla con Carnilleri, gli ha fatto «girare i cabasisi»? «Mi sono stufato di tutte queste repliche! La Rai usa Montalbano come il jolly acchiappatutto. La concorrenza ha il "Grande Fratello"? Mettiamo Montalbano. C'è la partita di Champions? Mettiamo Montalbano. Poi finisce che il personaggio perde freschezza, no?».
Per fortuna che adesso arrivano due episodi nuovi nuovi...
«Era ora Ma non mi chieda di scegliere, perché li amo molto entrambi».
Nel primo, «Una faccenda delicata», la vittima è una prostituta settantenne. E spunta anche un sospetto pedofilo. Non sarà troppo per il pubblico di Raiuno?
«Mah, a me la figura della prostituta settantenne fa tenerezza Poi mio nonno diceva sempre: "Ricordati che una donna di strada, prima di essere una prostituta, è una donna". Tutto dipende dal tono con cui si raccontano le cose. E quello di Camilleri è un tono rispettoso, letterario, addirittura poetico».
È questo il segreto del successo?
«Di una cosa sono convinto. "Montalbano" è più che tv. È letteratura e filosofia L'elemento giallo è solo un espediente per raccontare il mondo con gli occhi di un grande scrittore. E poi, vede, se gli inglesi hanno "Downton Abbey", da noi c'è Montalbano. Ormai siamo un prodotto tipico, siamo Docg, Dop, Igp... Siamo come la bresaola della Valtellina o il Brunello di Montalcino. Per questo andiamo fortissimo anche all'estero. E vogliamo dimenticare il lavoro del regista Alberto Sironi, degli altri attori e di tutte le maestranze? La nostra è una grande squadra».
Ma il bomber è lei.
«Questo è un dato di fatto. Ci ho messo l'anima, e del resto ogni attore regala un po' di sé al personaggio che interpreta. Ma più che il bomber mi sento lo skipper. Ha mai sentito uno skipper a fine regata dire "ho vinto" anziché "abbiamo vinto"? Io faccio così. E mi sa che sono l'unico, in Italia».
A proposito, nella squadra c'è una nuova Livia.
«Sono così felice che Sonia Bergamasco si sia unita a noi. Con lei il personaggio avrà finalmente lo spazio che merita Livia l'avevamo un po' trascurata, ridotta al ruolo di dolce impiccio. E io dicevo: "Ma insomma, perché un commissario così figo si deve portare dietro questa rompico...?". Ora si capirà».
Invece Catarella continua a far sfracelli. Nell'Italia «meritocratica» non dovrebbero licenziarlo?
«Scherza? Catarè fa parte della squadra. E sarà anche una squadra Brancaleone, ma funziona, perciò non si tocca. Una delle mie scene preferite è quando Montalbano alza il telefono e chiama un pari grado che aveva maltrattato il povero Catarella. "Non azzardarti mai più a trattarlo così...". Gli fa un cazziatone da paura».
Anche Augello, via, sempre lì a fare il dongiovanni... Nel nuovo episodio prende pure una bella cantonata.
«Ma allora insiste? Gliel'ho detto, quello che conta è la squadra».
È lei che insiste con le metafore sportive. Mi sa che qui parla il calciatore che a 18 anni lasciò la squadra del Rimini per fare l'attore. Dica la verità, fu una scelta sofferta?
«Soffertissima».
Ci pensa mai a cosa sarebbe successo se...
«Tutti i giorni».
E allora?
«È con quelle scelte che si diventa adulti. E poi gioco ancora nella Rappresentativa Italiana Attori. Solo che adesso mi vogliono spostare sulla tre quarti, dove arrivano pochi palloni... Non mi va. Io mi sento un mediano: voglio sporcarmi di fango, buttarmi sempre nella mischia. Anche nella vita».
Anche a casa sua «Montalbano» si guarda in famiglia, tutti seduti sul divano in religioso silenzio?
«Be', guardi che quando la puntata arriva in tv io l'ho già vista 72 volte. Però sì. E mi appassiono anche molto. Lo capisco dal fatto che, quando arriva la pubblicità, mi girano davvero i... cabasisi».


Sonia Bergamasco: «Alla mia Livia ho dato tanta passione»

Sonia Bergamasco, lei come descrive la «sua» Livia?
«È una donna moderna, indipendente e piena di emozione. Una passionale del Nord che si incontra e scontra con un passionale del Sud...».
E sono scintille. «Lo sai che sei uno str..., vero?» dice lei a Salvo. E lui abbozza: «Vagamente».
«Be'certo, la pianta sempre in asso per seguire le sue indagini! Ma poi fanno pace. Livia e Salvo si somigliano troppo, forti e indipendenti».
Zingaretti dice che Livia, per Salvo, è «come un Gps». L'unica persona da cui accetta consigli e anche scenate.
«È cosi. Ma tra loro non c'è solo una sensibilità comune, c'è anche tanta sensualità. Una tensione palpabile che li avvinghia al di là degli scontri».
È difficile interpretare un personaggio che ha già avuto il volto di altre due attrici?
«Sì. Ho cercato di entrare nel ruolo in punta di piedi, per non scombussolare il pubblico. Ma d'altra parte gli autori mi hanno spiegato che volevano un cambiamento, e questo mi ha fatto sentire più libera».
L'impatto col set siciliano come è stato?
«Meraviglioso. Abbiamo girato tra aprile e giugno, quando il sole none accecante, in una Sicilia pacifica e silenziosa che personalmente non conoscevo. Ogni dettaglio era curato in maniera maniacale eppure il clima era quello di una riunione di famiglia. La prossima primavera torneremo per girare due nuovi episodi. Non vedo l'ora».
Ci tolga una curiosità. Ma le celebri telefonate Livia-Salvo le girate davvero insieme? O ognuno per conto suo?
«Dipende. Questa volta è successo proprio così: io stavo "fuori campo" e dialogavo con Luca Zingaretti. Altre volte si registra la parte con un assistente e poi il dialogo viene costruito al "montaggio"».
Lei ha cominciato a fare televisione con «La meglio gioventù» e da allora ha fattola meglio tv, da «Tutti pazzi per amore» a «Montalbano».
«Ne sono orgogliosa, ormai la tv sperimenta quanto e più del cinema Poi è istruttivo. Per esempio girare "Una grande famiglia" è stato come seguire un seminario su tutti i conflitti e i guai che possono capitare in un nucleo familiare. Non che ne avessi bisogno perla mia, eh».
Al cinema è la terribile Sironi che tiranneggia Checco Zalone in «Quo vado?». Cos'è, si sta specializzando in donne supertoste?
«Ma no, povera Sironi, lei era la persecutrice che diventa perseguitata, è quello il lato comico del personaggio».
Comunque, tra «Quo vado?» e «Montalbano», colleziona megasuccessi. Ha capito il segreto?
«Credo di sì. Bisogna raccontare temi universali e che toccano tutti, ma con uno stile personale, inimitabile. Zalone e Camilleri fanno così».
Sembra facile...
«Non lo è».


Ma il suo vero amore si chiama Polpetta
Nella fiction Li via la trova per strada, la adotta (con comprensibile imbarazzo di Salvo, a cui morde sempre i pantaloni) e la battezza Selene. Ma il vero nome di questa cagnolina di razza meticcia è Polpetta, ed è una vera attrice. «Con Polpetta ho dovuto creare un rapporto di amicizia» spiega la Bergamasco. «Così, prima di rivederla sul set siciliano, sono andata a trovarla nell'allevamento di Massimo Perla, a Roma , con mia figlia, che se ne è subito innamorata. E anche lei era felicissima, perché è una grande giocherellona».

Paolo Fiorelli
 
 

La Repubblica, 23.2.2016
Le tre Livie di Montalbano: così bionde, così diverse
Camilleri ha sempre visto la compagna del commissario più famoso d'Italia come "l'unica in grado di contenerlo". Un ruolo difficile, ma popolarissimo. Affidato per la prima volta a un'attrice italiana

C’è bionda e bionda. E ce ne vuole certo una d’acciaio per domare Salvo Montalbano. Livia, di professione “eterna fidanzata” del commissario più amato d’Italia, trova la sua terza incarnazione in Sonia Bergamasco che la impersonerà nei due nuovi episodi “Una faccenda delicata” e “La piramide di fango”, in onda su Raiuno da lunedì 29 febbraio alle 21:20.
Anche il commissario, ispirato all’omonimo romanzo, è un uomo decisamente più maturo che vuole mettere radici. E l’unica che può rispondere a questo suo bisogno è proprio Livia. Andrea Camilleri ha immaginato la sua Livia letteraria “come il grande bacino di Venere”; per Montalbano, ovvero l’unica donna in grado di contenerlo, anche a costo di subire le sue colleriche reazioni. Amante, moglie, amica, madre. Ma perfino troppo paziente: vittima di tanti appuntamenti mancati, della costante assenza di un poliziotto che la tradisce col suo lavoro.
La prima Livia Burlando, per ben otto stagioni della serie, è stata l’austriaca Katharina Böhm. Bionda dolce, dallo sguardo velato di malinconia, l'attrice è figlia d’arte - il padre era Kaiser Franz Joseph nei film di Sissi con Romy Schneider e la mamma l'attrice polacca Barbara Lass, ex moglie di Roman Polanski – la sua Livia è stato un personaggio via via sempre più ‘incorporeo’, tanto da non apparire più in carne ed ossa ma solamente per mezzo delle telefonate. Colpa, anche, della progressiva popolarità dell’attrice austriaca, sempre più impegnata nelle produzioni televisive del suo paese. Attualmente il suo uomo di legge si chiama “Il commissario Lanz”, produzione televisiva austriaca.
Si può dire dunque che in qualche modo ci sia stata anche un’altra Livia sommersa, ovvero la doppiatrice Claudia Catani, una delle più note e premiate del nostro cinema, voce di Gillian Anderson, Marion Cotillard, Cameron Diaz e Angelina Jolie. Livia è stata un po’ anche Maleficient, e per inciso la Catani è una bella signora mora. Katharina/Claudia è stata la Livia dell’allontanamento. E sempre secondo una riflessione di Camilleri, questa distanza è nata per il motivo opposto a quello per cui in genere le coppie si allontanano: l’assenza di routine. Non vivendo insieme, Salvo e Livia quando si incontrano sono felici, ma hanno sulle spalle il peso del non detto.
Per una sola stagione – la nona della serie – Livia è stata interpretata dalla svedese Lina Perned. In cerca di una 'bionda algida' i produttori della Palomar sono andati a cercarla in Svezia. L’attrice, che non era mai stata in Sicilia, come da copione si è innamorata anche della cucina locale, ma non è bastato questo a conservarle la parte. Il motivo principale del mancato rinnovo è stato proprio la necessità di doppiaggio.
Livia cambia per la terza volta interprete, e il motivo sta nel cambiamento interiore del personaggio di Salvo Montalbano. Salvo, “maturo, sperto, omo di ciriveddro e d’intuito” sente la solitudine e cerca con Livia un rapporto più vero, profondo e duraturo. “È solo di Livia che ha bisogno. – racconta il regista Alberto Sironi, nell’intervista su Tvzap che leggerete domani – La cerca e non ne fa mistero. Anche per questo era necessario individuare un volto nuovo. Il personaggio è mutato, serviva un’attrice più strutturata”.
Sonia Bergamasco, solida attrice di teatro, bionda sottile ma dall'aspetto quasi infrangibile, è stata tra i protagonisti del "miracolo" cinematografico Quo Vado. Era la fredda e inflessibile funzionaria del Ministero del Lavoro incaricata di far licenziare Checco Zalone. La dottoressa Sironi – curiosamente il suo personaggio aveva lo stesso cognome del regista di Montalbano – l’ha resa popolarissima, ora vedremo come sarà riuscita ad inserirsi in questa complicata ed efficientissima produzione: “Livia è uno strano personaggio. – ha raccontato l’attrice a Antonio Dipollina - Finora era stata resa in modo un po' impalpabile, nei due episodi che andranno in tv ora diventa forse per la prima volta una vera presenza in carne e ossa. Montalbano è una macchina perfetta che funziona da anni e devi entrarci quasi in punta di piedi, ma con tutti i vantaggi che derivano dal fatto che tutti sanno benissimo cosa stanno facendo.”
Anna Lupini
 
 

il manifesto, 23.2.2016
Visioni
La commedia umana di Montalbano
Televisione. Il 29 febbraio e il 7 marzo su Raiuno il commissario creato da Camilleri torna con due nuovi episodi. Accanto a Luca Zingaretti una nuova Livia, l'attrice Sonia Bergamasco

Uno specchio dell’Italia che non ha paura di mostrare lati inquieti e oscuri, ma anche fragilità. È Montalbano, anzi il commissario Salvo Montalbano nato dalla penna di Camilleri e dal 1999 diventato una sorta di brand della televisione pubblica, con ascolti record dagli otto milioni di media ai dieci addirittura degli ultimi quattro episodi, e i suoi paesaggi siciliani. «Di una Sicilia che non esiste — spiega il regista Alberto Sironi — e che abbiamo inventato noi, arcaica, irreale, mitologica».
Luca Zingaretti è il volto di Montalbano, che secondo Aldo Grasso: «ha sovrapposto la sua fisionomia a quella del commissario», completando così « la quadrilogia dell’investigazione televisiva italiana, insieme con il tenente Sheridan (Ubaldo Lay), il commissario Maigret (Gino Cervi) e Nero Wolfe (Tino Buazzelli)». Ai ventisei episodi finora prodotti se ne aggiungono due nuovi che Rai uno trasmetterà lunedì 29 febbraio – Una faccenda delicata – e il 7 marzo — La piramide di fango, dai toni assai diversi. Il primo partendo dall’assassinio di un’attempata prostituta mescola sottostorie – un caso di presunta pedofilia – ai consueti toni di commedia con i comprimari del commissario, Mimi Augello (Cesare Bocci), Fazio (Pepino Mazzotta) e l’immancabile Catarella (Angelo Russo) insieme al rapporto con la fidanzata storica, Lidia.
Ne La piramide di fango, invece, Montalbano si troverà a fare i conti con un grande giro di corruzione. «Sono film diversi tra loro – ha spiegato Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction con Palomar di Carlo Degli Esposti a produrre i due nuovi episodi — il primo tratta di una commedia umana l’altro l’indignazione di quello che ha di fronte. La scoperta dei danni causati dalla collusione tra politica, potere e organizzazioni mafiose».
Secondo Luca Zingaretti, Montalbano non è cambiato nel corso del tempo: «Piuttosto è l’Italia che è cambiata, in parte in peggio in parte in meglio. Forse ha atteggiamenti diversi. Io guardo me stesso, e mi sento uguale a quando avevo 18 anni, così è per Montalbano che conserva quella fanciullezza che piace tanto al pubblico. È un personaggio che nasce dal ricchissimo mondo interiore di Camilleri; non segue cose particolari ma cerca di ottenere quello che gli serve per vivere. Sembra una stupidaggine ma non lo è, anzi ha un effetto deflagrante sul pubblico».
Al fianco di Montalbano, una «nuova» Livia, Sonia Bergamasco: «Non diventa un’altra persona — rassicura l’attrice — tende solo a rinsaldare il suo rapporto con Salvo e a trovare una sua forma di morbidezza e di sorriso». E a chi chiede di un Montalbano trasportato su grande schermo, Sironi risponde: «Camilleri ha scritto l’ultimo episodio che è chiuso nei cassetti della Sellerio. L’abbiamo letto ma ovviamente non riveleremo il contenuto. Ecco, quello potrebbe essere un film per il cinema».
Stefano Crippa
 
 

Il Giornale, 23.2.2016
Ritorna di un simbolo "Il mio Montalbano snobbato dal cinema"
L'attore di nuovo su Raiuno nei panni del commissario con due episodi inediti

La popolarità è una faccenda complicata. Gli attori smaniano per raggiungerla e quando aumenta cominciano a lamentarsene.
Qualcosa di simile capitò anche a Luca Zingaretti; agli inizi condannato da un aspetto poco rassicurante a ruoli di carognone impenitente (Il branco, La piovra), e poi grazie al coraggio del regista Alberto Sironi («Non fermarti al suo aspetto mi dissero - guarda come si addolciscono i suoi occhi mentre parla con una donna»), salito al rango di icona della fiction italiana. Al punto che nel 2008, dopo i primi dieci anni d'inimitabile successo (i 26 episodi de il Commissario Montalbano), l'attore pensò seriamente di mollare tutto. «Credevo fosse arrivato il momento di dire basta. Non volevo finire per essere identificato solo con questo personaggio. Il che, per una parte di pubblico, è effettivamente accaduto. Ma poi ho capito che ci sono tanti tipi di pubblico: quello cinematografico, quello teatrale... E che non concedersi più un ruolo simile, che dà tantissimo professionalmente e umanamente, sarebbe stata una follia». Nella serie delle domande inevitabili che, per conseguenza, Zingaretti si sente eternamente riproporre, c'è quella di quale sia il segreto d'un simile, ventennale successo. «Non lo so è l'ovvia risposta -; o forse sì. Forse è la capacità di Camilleri di popolare una Sicilia arcaica e immaginifica con personaggi reali e contemporanei. Forse è la capacità di Sironi e degli sceneggiatori di mantenere il personaggio meno letterario e più giovane di quello dei romanzi. Forse è il carattere indipendente di un protagonista, che non segue le seduzioni esterne ma solo le proprie necessità interiori. E in questo modo fa sì che gli uomini vorrebbero assomigliargli. E le donne averlo vicino a sè».Altra ricorrente curiosità, cui pazientemente Zingaretti replica da anni, è quanto il personaggio sia cambiato, dal capostipite Il ladro di merendine ai nuovissimi Una faccenda delicata (in onda su Raiuno il 29 febbraio) e La piramide di fango (7 marzo). «In realtà considera l'attore -, Salvo è ancora in quella fase della vita, cominciata attorno ai vent'anni, in cui ci si forma una coscienza di sé destinata a non mutare più. Lui, insomma, non è mai veramente cambiato. È cambiata, e molto, l'Italia attorno a lui: in vent'anni siamo diventati un altro Paese. E lui reagisce ai cambiamenti come farebbe chiunque di noi». Neppure il modo in cui le sceneggiature vengono proposte all'approvazione di Andrea Camilleri, è cambiato: «Andiamo a casa sua, gliele leggiamo da cima a fondo, annotiamo scrupolosamente tutte le sue osservazioni. Alla fine della lettura di Una faccenda delicata (che è tratto da un insieme di racconti, e non da un unico romanzo) il maestro ha commentato: Voglio sia messo a verbale che di questa sceneggiatura non dev'essere cambiata una sola parola».Concludendo: attorno all'eterna fortuna del commissario di Vigata aleggia un unico ma enigmatico mistero. Perché il cinema italiano non s'è accorto prima di una simile miniera d'oro? «Se il nostro cinema non fosse stato così malato già vent'anni fa, non se lo sarebbe certo fatto soffiare dalla tv». E a questo proposito, Sironi e il produttore Degli Esposti rivelano che già da alcuni anni Camilleri ha scritto l'ultimo romanzo di Montalbano, definito dalla famosa agente Carol Levi «perfetto per essere fatto al cinema piuttosto che in tv». Ma per ora il libro, che è inedito, e ha titolo e trama top-secret, «è conservato nella cassaforte dell'editrice Sellerio, e non pare destinato alla pubblicazione». Come mai? L'ipotesi più suggestiva, ma non confermata, è che Camilleri abbia architettato un addio postumo alla propria creatura, smile a quello che già Agatha Christie predispose per il suo Hercule Poirot. Che cioè l'ultimo romanzo decreti la morte di Salvo Montalbano. Ed esca solo dopo la scomparsa del suo inimitabile autore.
Paolo Scotti
 
 

TvBlog, 23.2.2016
Il Commissario Montalbano, Luca Zingaretti a Blogo: "Livia era diventata una rompicoglioni, Sonia Bergamasco le ridà dignità" (VIDEO)
"Negli ultimi anni appariva poco o niente, invece Livia è un personaggio fondamentale, è la coscienza di Montalbano"

Nel corso della conferenza stampa il produttore Carlo degli Esposti, su richiesta di Blogo, ha chiarito che la minaccia di spostare il set de Il Commissario Montalbano dalla Sicilia alla Puglia non è mai stata concreta:
Io per questioni caratteriali non sopporto quando non mi si risponde al telefono per molto tempo; così è stato un modo per farmi rispondere al telefono dal Presidente della Regione Sicilia Crocetta. Da quel momento siamo in ottimi rapporti. Era un gioco mediatico e un po' malato.
A questo punto abbiamo chiesto anche a Luca Zingaretti se abbia mai ritenuto credibile l'ipotesi paventata dalla Palomar a settembre 2014 e poi rientrata. L'attore ha risposto con una battuta:
Minaccia poco credibile? Conoscendo la 'malattia' di Carlo l'ho capito subito
Zingaretti, che torna nei panni di Salvo Montalbano nei due nuovi film in onda su Rai1 lunedì 29 febbraio e 7 marzo 2016, ha parlato in questi termini della principale novità della fortunata serie, ossia il fatto che l'eterna fidanzata Livia sarà interpretata da Sonia Bergamasco (e non più da Katharina Böhm o Lina Perned):
Devo ringraziare Sonia Bergamasco che ha accettato di far parte della nostra famiglia, è un'attrice straordinaria, non devo aggiungere altro. Rappresenta una grande opportunità: ridare al personaggio di Livia una dignità che merita. Negli ultimi anni appariva poco o niente, era diventata semplicemente una gran rompicogli0ni. Invece Livia è un personaggio fondamentale, è un po' la coscienza di Montalbano. È l'unica persona con cui Salvo non può non dire la verità e nascondersi. L'unica a cui ha dato la facoltà di 'mazziarlo'! Il loro rapporto è meraviglioso, tutti mi chiedono se si sposeranno... ma non è questo. Ci sono milioni di modi per stare insieme, Salvo e Livia ne hanno trovato uno non convenzionale, hanno trovato un equilibrio meraviglioso.
Massimo Galanto
 
 

Fanpage, 23.2.2016
Il commissario Montalbano meglio del Giovane Montalbano, Zingaretti preferito a Riondino
Abbiamo chiesto ai lettori di Fanpage chi preferissero tra i due Montalbano, se la versione classica proposta da Luca Zingaretti, o quella giovane del talentuoso MIchele Riondino. Il risultato, logico e anche prevedibile, è a favore del primo, soprattutto per il legame affettivo a un personaggio tche è il pubblico è abituato a vedere da molti più anni sul piccolo schermo.

Il Commissario Montalbano torna in tv il 29 febbraio 2016, per due lunedì consecutivi, con due nuovi film tratti dai racconti di Andrea Camilleri. Luca Zingaretti e il cast hanno presentato in questi giorni la nuova stagione in arrivo su Rai Uno. Quello di Montalbano è un personaggio letterario che ha ottenuto nel corso degli anni un'enorme visibilità e i risultati di share e di ascolti registrati lo rendono, in assoluto, uno dei prodotti di serialità televisiva più riusciti e credibili tra quelli mai realizzati in Italia. A tal punto da avere anche un prequel, quello del Giovane Montalbano, che ha ottenuto altrettanto successo presso il pubblico. Ma a quale delle due versioni di Montalbano è più affezionato il pubblico, quella classica interpretata da Luca Zingaretti, o quella altrettanto credibile nella quale si è cimentato Michele Riondino più di recente?
Abbiamo chiesto ai lettori di Fanpage chi fosse il personaggio preferito tra Il Commissario Montalbano e Il Giovane Montalbano e, come si poteva immaginare, il risultato del sondaggio determina come Michele Riondino debba fare ancora molta strada per riuscire a raggiungere Zingaretti in termini di gradimento. Il Commissario Montalbano è stato votato dal 86% dei lettori che hanno risposto al nostro sondaggio, mentre del restante 15% il 13% ha risposto con una preferenza al personaggio interpretato da Michele Riondino e il 2% ha invece risposto affermando di non guardare nessuno dei due prodotti televisivi tratti dai racconti di Andrea Camilleri. Può trattarsi di una testimonianza, l'ennesima, del legame fortissimo del pubblico con un personaggio oramai ultra decennale che è inesorabilmente entrato a far parte dell'immaginario collettivo e che è strettamente legato alla Sicilia e al dialetto parlato in quelle zone d'Italia.
Andrea Parrella
 
 

RagusaNews, 23.2.2016
Franco Ruta, la telefonata con Andrea Camilleri
Il grazie di Andrea

Modica - "E' uno dei giorni più belli della mia vita".
Il 21 gennaio, appena un mese fa, Franco Ruta aveva parlato al telefono, per la prima volta, con Andrea Camilleri.
Motivo della telefonata, officiata da Valentina, la persona di fiducia di Andrea, il grazie personale che lo scrittore di Porto Empedocle voleva porgere a Ruta per una confezione di dolci e cioccolato modicano, fattogli recapitare nella casa di via Asiago.
Camilleri ha ringraziato Franco, salutandolo al telefono.
E lui aveva conservato quell'emozione come una delle più grandi della sua vita.
[Franco Ruta è morto il 21.2.2016, NdCFC]
 
 

Sellerio Editore, 24.2.2016
Palermo intitola una via a Enzo ed Elvira Sellerio
Domenica 28 febbraio l’Amministrazione Comunale di Palermo intitolerà a Enzo ed Elvira Sellerio il tratto di via Siracusa dove ha sede la casa editrice.

Nel 1969 Enzo ed Elvira diedero vita a una delle imprese culturali più importanti del Paese.
Dal primo volume dato alle stampe a oggi, il nome dell’editore in copertina è accompagnato dal nome della città: Sellerio editore Palermo. Questa firma sugli storici libri blu non è solo un segno distintivo, un marchio di appartenenza al territorio, è soprattutto il punto d’inizio di quel progetto editoriale che negli anni ha accompagnato le letture degli italiani: una casa editrice periferica e interessata alle periferie, una specie di provincia dell’anima. Non una nicchia, ma un soggetto. E poiché il soggetto è inevitabilmente un punto di vista, è una provincia che si fa centro.
Oggi quell’idea è diventata una delle più influenti case editrici italiane. Avvalendosi della collaborazione di Leonardo Sciascia, ha lanciato Bufalino, Tabucchi e Camilleri, ha consegnato il romanzo poliziesco, scostandolo dal novero del genere, al mondo della letteratura, ha fatto conoscere in Italia scrittori provenienti dai paesi più lontani, ha inventato un formato editoriale unico e insuperato, quello de «La memoria», ha proposto e continua a proporre generazioni di scrittori di successo, come per esempio Balzano, Giménez-Bartlett, Fontana, Malvaldi, Manzini, Molesini.
Via Siracusa non è stata solamente la via che ha visto nascere e crescere la casa editrice. In questo tratto di strada, a qualche decina di metri dalla sede della Sellerio, Enzo ed Elvira hanno vissuto. Le loro abitazioni distano pochi passi dal lavoro.
Questa porzione di città oggi racchiude il mondo Sellerio, la casa editrice, le case dei fondatori e i magazzini editoriali.
Il Sindaco Leoluca Orlando, a nome della città di Palermo, celebrerà l’opera di Enzo ed Elvira, intitolando a loro nome i luoghi dove hanno vissuto e operato.
Dal 28 febbraio il tratto di via Siracusa che va da via principe di Villafranca a via Sammartino si chiamerà via Enzo ed Elvira Sellerio.
La cerimonia di scopertura della targa avrà luogo domenica 28 febbraio alle ore 10:30 davanti alla casa editrice al civico 50, alla presenza del Sindaco di Palermo, di Olivia e Antonio Sellerio. Parteciperanno gli autori della casa editrice, gli amici e quanti vorranno essere presenti a questo momento. Tra gli scrittori presenti: Maria Attanasio, Giosuè Calaciura, Davide Camarrone, Gian Mauro Costa, Lodovico Festa, Giorgio Fontana, Daria Galateria, Alessandra Lavagnino, Salvatore Silvano Nigro, Santo Piazzese, Francesco Recami, Giuseppe Scaraffia, Domenico Seminerio, Marco Steiner, Nino Vetri, Piero Violante.
Dopo la cerimonia, la banda accompagnerà il corteo fino al teatro Politeama dove alle ore 11:30 si svolgerà un ricordo di Enzo ed Elvira Sellerio con filmati d’archivio e letture svolte da Anna Bonaiuto e Luigi Diberti.
La cittadinanza è invitata. Quanti avessero piacere di partecipare all’incontro al Politeama, giovedì e venerdì potranno ritirare l’invito fino a esaurimento posti presso la casa editrice in via Siracusa 50.
 
 

TvBlog, 24.2.2016
Il Commissario Montalbano, Sonia Bergamasco a Blogo: "Livia rinsalda il rapporto con Salvo" (VIDEO)
Sonia Bergamasco è la nuova Livia, eterna fidanzata del commissario interpretato da Luca Zingaretti. Guarda l'intervista

Sonia Bergamasco è la novità di Il Commissario Montalbano, che torna su Rai1 con gli episodi inediti Una faccenda delicata e La piramide di fango, in onda rispettivamente lunedì 29 febbraio e 7 marzo 2016. Blogo ha incontrato l'attrice per chiederle come si sia approcciata al personaggio di Livia, interpretata in passato da Katharina Böhm e Lina Perned:
Avevo seguito e letto Montalbano. Quando mi è stato chiesto di entrare nella storia come Livia mi sono riguardata tutto quello che era stato fatto. Ho cercato di comprendere i modi di racconto di questa donna. Poi, lette le storie che avremmo girato, ho capito che c'era la volontà comune di rinsaldare il rapporto Salvo-Livia e nello stesso tempo di renderlo più sorridente, più maturo e più forte. C'erano gli elementi perché io ci entrassi con curiosità e con il desiderio di portare qualcosa di mio; e, prima di tutto, mettermi all'ascolto di quello che già c'è, che è così bello e forte. E cercare di stare nel racconto, perché Livia non diventa un'altra persona.
La Bergamasco, per la prima volta sul set di Montalbano, ha capito qual è il punto di forza della fiction che, nonostante le tante repliche proposte, continua a crescere negli ascolti?
È una domanda che tutti si pongono e ci pongono. Le risposte dovute sono: è fatto benissimo ed è interpretato altrettanto bene. Ma per me si aggiunge il dato dei luoghi: un ragusano miracoloso, una Sicilia tessuto connettivo linguistico, di pace, sapori e luce. La luce di questi luoghi è indimenticabile. Chiunque partecipi a Montalbano sente un pizzico di nostalgia per quei luoghi e ha voglia di tornarci, è una cosa speciale.
Impossibile non chiedere all'attrice un commento sul clamoroso successo di Quo vado, il film di Checco Zalone in cui interpreta la perfida funzionaria dottoressa Sironi.


Cesare Bocci a Blogo: "Il Commissario Montalbano, le tante repliche e le critiche per conduzione di Miss Italia" (VIDEO)
Le numerose repliche di Montalbano, i dati di ascolto che continuano a salire e le critiche per la conduzione di Miss Italia 2013 a La7 nell'intervista all'attore

Si apre con una sorprendente (ma neanche troppo!) dichiarazione di Cesare Bocci la video intervista di Blogo all'attore che anche nei nuovi episodi de Il Commissario Montalbano, dal titolo Una faccenda delicata e La piramide di fango, interpreta il mitico Mimì Augello.
La bellezza di Montalbano è che cambia ogni volta. È sempre attuale; mentre noi stiamo girando Camilleri sta scrivendo pescando dalla realtà. E noi ci ritroviamo, ogni volta, a parlare di attualità. In La piramide di fango si parla di corruzione. Noi cresciamo e Montalbano cresce con noi, e viceversa.
Montalbano cresce, ed infatti è appena diventato maggiorenne:
Quest'anno compiamo la maggiore età, sono 18 anni di Montalbano! In 18 anni abbiamo fatto 30 film, neanche due all'anno. Certo, hanno mandato repliche su repliche... così sembra che stiamo facendo sempre Montalbano, ma in realtà non è così. Montalbano non ha stufato. Cosa ha di particolare? I personaggi non sono restati uguali a loro stessi, sono cambiati, maturati e cresciuti. Montalbano pur restando uguale a se stesso, è sempre diverso.
A proposito delle repliche che, almeno fino a questo momento, non hanno danneggiato il prodotto:
Montalbano è un caso a parte, nella storia della televisione una cosa come Montalbano non c'è. Da 18 anni continua a mantenere un successo incredibile. Alcuni episodi sono stati replicati anche otto o nove volte ma gli ascolti sono di 6 milioni e mezzo: significa che c'è qualcosa di grande. Gli scritti di Camilleri, la grande regia di Alberto Sironi e la squadra hanno fatto una perla rara. Proprio perché è una perla rara la mia preoccupazione è che si faccia vedere soltanto ogni tanto; ma vengo smentito dagli ascolti. È un amore di preservazione, ma anche la voglia di volerlo dare alla gente.
Bocci ha ammesso che spostare il set della fortunata fiction di Rai1 dalla Sicilia alla Puglia, come minacciato ad un certo punto dal produttore Carlo degli Esposti, sarebbe stato "tremendo, perché Montalbano è la Sicilia". Infine ha parlato della sua non felicissima esperienza da conduttore di Miss Italia 2013 su La7, in coppia con Massimo Ghini.
Massimo Galanto
 
 

TV Sorrisi e Canzoni, 24.2.2016
Aspettando Montalbano, i saluti tutti da ridere di Catarella a Sorrisi (VIDEO)
Angelo Russo, l'attore che interpreta l'esilarante poliziotto del commissariato di Vigata, regala ai lettori un video irresistibile

Da lunedì 29 febbraio su Raiuno vanno in onda due nuovi film di «Il Commissario Montalbano»: «Una faccenda delicata» e «La piramide di fango». Torna il commissario Salvo (Luca Zingaretti) con tutta la squadra: Mimì (Cesare Bocci), Fazio (Peppino Mazzotta) e, ovviamente, con l'irresistibile Catarella (Angelo Russo).
«Anche stavolta Catarella cerca di essere utile alle indagini e ne combina di tutti i colori» spiega Angelo Russo. L'attore sostiene di somigliare molto al suo stralunato personaggio: «Sono sempre allegro proprio come lui, affronto la vita con un sorriso. Anzi, è con un sorriso che saluto “Sorrisi”. Di persona personalmente...».
Stefania Zizzari
 
 

24live, 24.2.2016
Una piccola barcellonese sul set del Commissario Montalbano

Ci sarà anche una barcellonese nella prima puntata della nuova serie del Commissario Montalbano in onda su Rai Uno a partire da lunedì 29 febbraio. Si tratta della piccola attrice Katia Castellano di 7 anni, iscritta da diversi anni all’agenzia cinematografica di Roma “Studio Ofelia”, che è stata convocata a giugno 2015 per il casting che si è tenuto a Palermo in vista dei nuovi episodi del famoso commissario uscito dalla penna di Andrea Camilleri. Dopo aver visionato diverse bambine siciliane, il regista Alberto Sironi ha deciso di affidare proprio a lei il ruolo coprotagonista nella fiction, nel ruolo di un’alunna di nome “Anna”. Le scene che l’hanno vista impegnata in questa parte sono state girate a Ragusa, in una scuola elementare di Modica, e verranno trasmesse lunedì 29 febbraio alle 21.20 su RaiUno, nella prima puntata della serie dal titolo “Una faccenda delicata”. Comprensibile l’emozione di Katia, nella foto immortalata insieme al protagonista Luca Zingaretti ed al regista Alberto Sironi. In passato un ruolo di coprotagonista nella celebre fiction era stato assegnato anche ad un’altra barcellonese, Francesca Chillemi, Miss Italia 2003, divenuta di recente mamma della piccola Rania.
Flaviana Gulli'
 
 

TvBlog, 25.2.2016
Il Commissario Montalbano, Angelo Russo a Blogo: "Catarella è un poliziotto vero!" (VIDEO)
Il Commissario Montalbano torna con due nuovi episodi. E non può mancare Angelo Russo nei panni del centralinista Catarella

Il Commissario Montalbano torna in onda su Rai1 con due nuovi episodi dal titolo Una faccenda delicata e La piramide di fango. L'appuntamento è per lunedì 29 febbraio e 7 marzo 2016. Al fianco del personaggio interpretato da Luca Zingaretti non mancherà ovviamente il mitico il centralinista del Commissariato di Vigata, Agatino Catarella. Blogo ha incontrato l'attore che ne veste i panni, Angelo Russo, per rivolgergli alcune domande. A partire da quella 'classica' sulle novità che riguardano il suo personaggio:
Catarella cambia sempre, è sempre al centro dell'attenzione, sempre alla ricerca del colpevole. È un poliziotto un po' qua e un po' là, è un poliziotto vero.
Russo, attore siculo 54enne, ha spiegato di non aver mai creduto che il set di Montalbano potesse lasciare la Sicilia per trasferirsi in Puglia, come paventato qualche tempo fa dal produttore Carlo degli Esposti, perché "è nato a Ragusa, in Sicilia, lì resterà"; e soprattutto perché il passaggio dalla pasta con le sarde alle orecchiette con le cime di rapa non sarebbe stato credibile.
All'attore abbiamo chiesto se stia già pensando alle riprese dei nuovi episodi e se ritiene che le tante repliche programmate da Rai1 possano in qualche modo danneggiare la fortunata fiction in onda ormai da 18 anni.
A proposito di ciò, Russo ha raccontato un simpatico aneddoto che riguarda i suoi amici, che sembrano davvero mai sazi della visione di Montalbano. In tv e su dvd. In tv e su dvd. E così via.
Massimo Galanto
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 26.2.2016
Una strada per i Sellerio gli editori del miracolo
Sarà intitolata a Enzo ed Elvira una porzione di via Siracusa Domenica cerimonia con gli scrittori e poi il ricordo al teatro Politeama

Un miracolo che nella periferia dell'impero prendesse corpo un soggetto editoriale di respiro nazionale. L'intitolazione è ancora più opportuna considerando che Enzo ed Elvira avevano proprio nei pressi le loro abitazioni private. La partenza è in sordina, ma poi con "L'affaire Moro" di Sciascia il successo è travolgente. Centinaia di migliaia di copie che costringono a ritmi massacranti staff e stampatori. Così di prepotenza il libri palermitani trovano il primo piano negli scaffali delle librerie di tutta la penisola.
Quando qualche difficoltà comincia a spuntare all'orizzonte è il grande vecchio Gesualdo Bufalino a rilanciarne le sorti. Poi, è la volta di Antonio Tabucchi, Adriano Sofri, Domenico Seminerio, Salvatore Silvano Nigro, Santo Piazzese, Francesco Recami e tanti altri. Con Andrea Camilleri, vigatiano di Porto Empedocle, l'escalation è planetaria. Tirature record e traduzioni in tutto il mondo. La serie televisiva con il commissario Montalbano, che veicola l'immagine di una Sicilia bella e assolata, è che la consacrazione di un percorso vincente.
La cerimonia di scopertura della targa avrà luogo domenica alle 10.30 davanti alla casa editrice. Con Antonio e Olivia, figli dei due editori, ci saranno il sindaco Leoluca Orlando, molti autori della "casa" e gli amici di lungo corso, compagni di vita e di accese dispute culturali. Dopo la cerimonia, la banda accompagnerà il corteo fino al teatro Politeama, dove musica, filmati e letture di brani da parte di Anna Bonaiuto e Luigi Di Liberti faranno rivivere sprazzi di vita dei due editori (i cittadini che volessero prendere parte all'incontro del Politeama potranno ritirare l'invito nella sede di via Siracusa, fino all'esaurimento dei posti).
A Palermo c'è già una piazza Sellerio — lo slargo da cui si accede per la strada che porta a Montepellegrino — è quella intitolata al padre di Enzo, Antonio Sellerio, l'insigne fisico che con mezzi di fortuna a Viale delle Scienze ha realizzato uno dei primi reattori nucleari in Italia. Lo scienziato è anche ricordato per avere creato a Palermo, da una costola di Ingegneria, la facoltà di Architettura.
La città è rimasta orfana dell'intelligenza di Enzo ed Elvira. Lui, un grande grafico — tra l'altro ha inventato la famosa copertina blu, imitata in tutto il mondo — editore di raffinati libri d'arte, cultore di antiquariato, e uomo di grandissimo fascino capace di calembour fulminanti (il più efficace: «Oggi c'è una destra sinistra e una sinistra maldestra ») e di beffe che hanno lasciato il segno, come quando portò in pullman a Cefalù alcune vedove di mafia per protestare contro il "duomicidio" degli architetti che aveva stravolto la piazza davanti al duomo normanno.
Lei, donna arguta e con un fiuto editoriale inarrivabile. Adorata dai suoi autori sui quali irradiava un fascino ammaliante. Ancora oggi Andrea Camilleri si commuove quando parla di donna Elvira, additandola come una delle donne più intelligenti da lui conosciute. E Camilleri nei suoi novanta anni di gente ne ha conosciuta, dice.
Sempre lei, intuisce che dietro un racconto di Bufalino su un matrimonio a Scicli, si nasconde un grande autore. Lo stana dal suo isolamento paesano e con "Diceria dell'untore" inizia una intesa che solo la morte tragica dello scrittore in un incidente di auto interrompe.
La grandezza dei due personaggi è stata anche quella di passare le redini ai figli in tempo — oggi è Antonio che regge i fili dell'attività — evitando così i contraccolpi negativi del passaggio generazionale. Mentre donna Elvira si godeva gli ultimi anni della sua vita nel buen retiro che si era costruita in una tenuta nelle campagne del Ragusano ed Enzo si dedicava alle sue pubblicazioni d'arte, la casa editrice proseguiva la sua rotta col vento in poppa. Un vento che continua a soffiare libri in ogni angolo d'Italia.
Tano Gullo
 
 
"Un gesto di affetto per mamma e papà, un omaggio a tutta l'editoria"

L'ufficialità è la consacrazione della prassi. Era già via Sellerio, si faceva già riferimento alla casa editrice per indicare il tratto di strada che va da via principe di Villafranca a via Sammartino, lì dove Elvira ed Enzo non solo lavoravano, ma hanno vissuto.
Prima insieme, poi, senza perdere comunione di affetti e intenti, da separati: «Ma mio padre di fatto attraversò solo la strada per andare nella casa dei miei nonni», racconta Antonio Sellerio. Sarà via Enzo ed Elvira Sellerio, la prassi toponomastica vuole che in casi di coppie intestatarie l'uomo preceda la donna, in barba alla cavalleria e al principio alfabetico. Antonio sorride, pensando a cosa avrebbe direbbe sua madre. È emozionato, ma in qualche in modo spaesato all'idea che da lunedì andrà a lavorare nella via che porta il nome e cognome dei suoi genitori. «È una bella cosa, un gesto di affetto nei confronti dei miei genitori — dice — ma anche del lavoro editoriale in toto, che oggi non sta vivendo un momento facile. I colleghi francesi ci hanno fatto notare che Rue Gallimard a Parigi è arrivata solo per il centenario della casa editrice». Ma Sellerio Palermo ce l'ha impressa sulle copertine della collana più importante, un legame che va oltre un indirizzo e che risuona non solo quando si pubblica Camilleri, ma soprattutto quando si portano in giro autori stranieri.
Spiega Antonio: «Non è facile fare l'editore da qui, ma noi cerchiamo i vantaggi, di avvalerci di collaboratori locali.
La connessione oggi fa superare la maggior parte dei problemi logistici e la "periferia" protegge e aiuta la resistenza. Essere lontani da Milano e Roma penalizza lo scambio di informazioni, ma di certo aiuta a mantenere la propria originalità».
Il peso di due genitori che rivoluzioneranno la toponomastica quotidiana anche della casa editrice è leggero: «Né io né mia sorella lavoriamo pensando cosa avrebbero fatto i nostri genitori al nostro posto. Siamo forti della memoria e basta». Da via Sellerio quindi si preparano nuovi progetti destinati a sprovincializzare la Sicilia tutta.
Eleonora Lombardo
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 26.2.2016
I libri raccontano storie di metropoli

Eclettiche, romantiche, diroccate, opulente, trafficate, povere, felici. "Roma e le altre (città)". Questo il tema della VII edizione di Libri Come, la grande festa del libro e della letteratura che animerà dal 18 al 20 tutti gli spazi dell'Auditorium Parco della Musica, dalle sale al garage.
[...]
Promossa e organizzata dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazine con Istituto Cervantes, Rai Radio 3, e curata da Marino Sinibaldi la ricca (di eventi) manifestazione è stata presentata ieri da Aurelio Regina e Jose R. Dosal, presidente e ad di Musica per Roma, che ha esordito in spagnolo: «Esperamos de petalosear » (per restare sull'attuale tema del petaloso), aggiungendo: «Avremo tante belle sorprese. E per me è una gioia enorme ospitare una manifestazione che parla di Roma, delle sue storie, dei suoi luoghi e dei suoi personaggi e che la mette a confronto con le altre metropoli del mondo». "Libri come" ha collezionato in sei anni 250 mila presenze di pubblico, 30mila solo nel 2015, con più di 100 incontri ogni edizione.
[...] Tantissimi gli autori presenti, impossibile elencarli tutti: [...] Andrea Camilleri [...].
Cecilia Cirinei
 
 

Tiscali.it, 26.2.2016
Intervista "di pirsona pirsonalmente" a Catarella: "Io e Montalbano siamo come Totò e Peppino" (VIDEO)
"Ormai quasi nessuno mi chiama con il mio vero nome Angelo Russo: ma voglio così tanto bene al mio poliziotto sempliciotto che faccio un appello a Camilleri: Maestro, può scrivere un libro su "Le avventure di Catarella"?

Si chiama Angelo Russo ma per tutti ormai è Catarella, il poliziotto sempliciotto e confusionario nato dalla penna di Andrea Camilleri e poi diventato uno dei personaggi più amati del “Commissario Montalbano” televisivo. Così, alla vigilia del suo attesissimo ritorno in tv con due assolute prime visioni, lunedì 29 febbraio “Una faccenda delicata” e lunedì 7 marzo “La piramide di fango”, abbiamo chiesto ad Angelo Russo quanto Catarella gli abbia cambiato la vita e se, come a volte accade con i personaggi di grande successo, la maschera abbia finito per fagocitare l’attore e renderlo prigioniero di un personaggio. Lui naturalmente ci scherza sopra. Ed ecco cosa ci ha risposto “di pirsona pirsonalmente”.
Cinzia Marongiu
 
 

TvZap, 27.2.2016
Montalbano, il regista Sironi: “Salvo è cambiato, tutto merito di Livia”

Resta sempre un commissario sui generis, «maturo, sperto, omo di ciriveddro (cervello, ndr) e d’intuito» perdutamente metereopatico se il cielo si fa “tinto” e geneticamente anarchico e insofferente. Ma il Montalbano, interpretato come sempre da Luca Zingaretti, che rivedremo in tv dopo tre anni (lunedì 29 febbraio e lunedì 7 marzo, in prima serata, su Rai1) è «più comprensivo nei confronti degli sconfitti e consapevole della miseria umana». Soprattutto, «sentimentalmente è meno birichino, più fedele, avverte la solitudine e di conseguenza la necessità di un rapporto vero, profondo e duraturo con Livia». Parola di Alberto Sironi, l’uomo che da diciotto anni filma una delle serie televisive più amate. «Ve lo immaginate Montalbano che abbraccia forte la sua donna e le dice: “Torna presto, mi manchi”? – anticipa il regista – Cinque anni fa non sarebbe stato possibile. Ora, preparatevi al cambiamento».
Possiamo dunque dire che Montalbano ha messo definitivamente la testa a posto?
«Di definitivo con lo scrittore Andrea Camilleri, papà di Montalbano, non c’è mai nulla. Però di sicuro il Salvo protagonista di questi due nuovi episodi, “Una faccenda delicata”, tratto da un racconto e “La piramide di fango”, ispirato all’omonimo romanzo, è decisamente meno barricadero e sprezzante. È un uomo maturo e consapevole. Inizia a sentire la necessità di mettere radici. Infatti Livia sarà molto presente nel ménage familiare dove, a sorpresa, farà irruzione una cagnolina, Selene, che scatenerà la gelosia».
Niente più tradimenti?
«Direi di no. È solo di Livia che ha bisogno. La cerca e non ne fa mistero. Anche per questo era necessario individuare un volto nuovo. Il personaggio è mutato, serviva un’attrice più strutturata».
Com’è cambiata la bionda genovese?
«Inizialmente funzionava come una sorta di deus ex machina: a Camilleri serviva per “cancellare” le inchieste e voltare pagine. La prima Livia, interpretata Katharina Bohm, era quasi sparita dalla vita del commissario, riducendosi a una presenza telefonica. Poi muore Francois, che Salvo considera il suo figlio putativo. Livia non poteva non essere al suo fianco. Ma purtroppo Katharina, che nel frattempo era diventata famosa in Germania, non aveva più molto tempo da dedicarci e così è entrata in scena Lina Perned, un’attrice svedese che eravamo costretti a doppiare. L’ho ritenuto un ostacolo, perché il personaggio poteva sembrare fasullo ed era un rischio che non volevo correre proprio nel momento in cui la donna entra a pieno titolo nella vita di Montalbano. Serviva un’attrice italiana che sapesse calarsi in una narrazione collettiva che dura da diciotto anni. Non era facile, ma Sonia Bergamasco, la nuova Livia, ci è riuscita perfettamente, miscelando entusiasmo e professionalità».
Un’attrice poliedrica: dal teatro d’autore all’ultimo film di Checco Zalone, “Quo vado”.
«Lei si è formata, come me, al Piccolo di Milano. Quando il teatro è la tua palestra, puoi affrontare qualsiasi sfida. Infatti è perfetta: la prima volta che ci siamo incontrati sul set le ho detto una cosa che probabilmente l’ha aiutata».
Che cosa?
«Guarda che Camilleri, da novantenne saggio e di cultura, guarda la vita con occhi diversi e sta accompagnando Montalbano sull’orlo del baratro. Devi essere paziente. E lo è stata».
E Montalbano? Si fa accompagnare senza protestare?
«Oggi è molto più libero di un tempo, sa gestire il ruolo con più tranquillità, perché si è affrancato dal timore di essere “divorato” da Salvo. È cresciuto anche lui: mentre Camilleri andava avanti con l’età e stemperava le ruvidità del commissario, Luca è diventato papà di due figlie. Questo lo ha reso molto più malleabile, sul set si imbizzarisce di meno. Come dire: ha avuto un’evoluzione parallela a quella del suo personaggio. Possiamo dirlo? Sono cresciuti insieme. E forse, sono migliorati entrambi».
Barbara Cangiano
 
 

Bergamo Post, 27.2.2016
Al tavolo di un bar con Mimì Augello
(lunedì c’è il nuovo Montalbano)

In attesa che la fiction Rai Montalbano, diretta da Alberto Sironi, vada in onda per la ventisettesima volta da lunedì 29, Mimì Augello mangia la pizza seduto al tavolo di un caffé romano e sfoglia il copione del prossimo Montalbano che si girerà in Sicilia tra marzo e luglio 2016. «Due nuovi episodi ispirati a un romanzo che Andrea Camilleri ha scritto lo scorso anno e di cui non conosco il nome». Cesare Bocci è ormai Mimì in tutto e per tutto, la trasformazione è totale e perfetta, specialmente nel timbro della voce, inimitabile, quella che fa venire irresistibile la voglia di chiedergli se si è inguaiato di nuovo per colpa di qualche «femmina».
«Come no, è evidente. Tra un caso e l’altro mi ritrovo come sempre invischiato in un mucchio di situazioni scabrose. Mimì è fatto in questo modo… Grazie a Salvo però riesce a cavarsela, perché Montalbano non è solo un collega e un superiore ma specialmente un amico. Vero».
Amico anche nella vita…
«Senza dubbio, avere a che fare con un attore del calibro di Luca Zingaretti conta molto per me, ma ancora di più il fatto di trovarmi di fronte una persona trasparente e onesta».
Eppure Mimì sembra soffrire a volte la pressione del suo capo…
«Proprio così. Camilleri ha impresso una quota morale molto forte nella natura del suo personaggio, solo all’apparenza dai modi semplici e concilianti. Nei miei riguardi Montalbano esige una identica dirittura. Mimì Augello è un poliziotto perbene sostanzialmente fregato da un atteggiamento troppo superficiale e dal vizio di essere troppo fimminaru, come si dice in dialetto siciliano.
A proposito di Camilleri, in che misura lo scrittore interviene sulla fiction?
«Direttamente no. Però tanto i racconti che i romanzi sono miniere inesauribili per la produzione, spesso delle sceneggiature complete perché lo stile di Camilleri è cinematografico: lui le cose le fa vedere mentre si leggono. Inoltre, è straordinaria la contemporaneità dei casi trattati: ad esempio nel prossimo episodio, La Piramide di Fango, si raccontano tipici casi di corruzione cui non ci abitueremo mai, mentre nell’altro, Una faccenda delicata, partendo dall’omicidio di un’anziana prostituta si tocca la controversa e attualissima questione dell’utero in affitto».
Novità in questa edizione?
«Intanto il fatto che siamo tutti più vecchi di tre anni, un dato che mette di pari passo attori e personaggi. Poi l’arrivo di Sonia Bergamasco, straordinaria attrice, nei panni di una convincente Livia. Infatti, la fidanzata di Salvo, per gli impegni sempre più pressanti dell’interprete austriaca Katharina Böhm, era ultimamente diventata una semplice voce al telefono».
Salvo Montalbano nella fiction come negli scritti di Camilleri è un buongustaio, ma nella realtà chi di voi ama di più il buon cibo?
«Tutti e due. Con la differenza che Luca non sa friggersi neppure un uovo mentre io sono un bravo chef, capace di preparare carbonare e pasta alle vongole decisamente memorabili!».
Una curiosità: questo Mimì avrà i baffetti?
«Abbiamo capito che un Mimì senza baffi è un Mimì nudo: assolutamente improponibile».
Guido Guidi Guerrera
 
 

L'Italie à Paris, 11.3.2019
Nouveaux épisodes du Commissario Montalbano

Le 29 février prochain, en Italie, deux nouveaux épisodes de la très attendue série télévisée "Il Commissario Montalbano" reviennent sur le petit écran. Le commissaire sera interprété comme d'habitude par l'acteur Luca Zingaretti. Mais qui est ce personnage de fiction si populaire en Italie?
L'inspecteur de police Salvo Montalbano naît en 1994 de l'imagination de l’écrivain sicilien Andrea Camilleri et, grâce à son succès fulgurant auprès des lecteurs, il se retrouve vite adapté à la télévision en 1999. Depuis, la série a conquis un nombre grandissant de spectateurs, passionnés par les enquêtes de ce policier aussi farouche qu'intègre.
On y retrouve tous les ingrédients qui font la fortune du genre : le suspense, les intrigues et la variété des personnages. Mais ce qui fait vraiment la singularité des œuvres de Camilleri et du "Commissario Montalbano" un vrai "cas littéraire" en Italie est l'usage tout particulier du langage.
L'auteur à élaboré un italien aux accents siciliens, qui mélange les mots et les expressions de la Botte au dialecte de l'île. Au final, on est face à un langage extraordinairement dynamique, bien que difficile à appréhender. Il suffit de s’abandonner à cette nouvelle musicalité et au bout d'un moment les expressions les plus pittoresques nous deviennent familières, comme si on avait vécu toute notre vie en face du Canal de Sicile. Pour le grand plaisir des fidèles lecteurs, on retrouve ce même style vivant et expressif dans la transposition télévisée.
Cette dernière est tournée dans les lieux évoqués dans les livres de Camilleri : la région sud-orientale de la Sicile, entre Porto Empedocle, Agrigento, et Ragusa. Aujourd'hui, si vous avez la chance de vous rendre dans cette partie de l'île, vous pourriez peut-être suivre un des nombreux "Tour Montalbano" proposés par les guides locaux qui vous feront découvrir tous les endroits authentiques qui ont inspiré les célèbres récits.
Au lien suivant, on trouve une brève interview à l'acteur Luca Zingaretti, avec quelques anticipations sur le deux prochains épisodes :
http://www.rai.tv
Elisa Torretta
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 27.2.2016
Enzo ed Elvira Sellerio, amore e litigi di una vita intera
Domenica Palermo dedica una via ai fondatori della casa editrice. Eccoli nei ricordi dei figli

Palermo. Tutto è rimasto eguale. Le tendine di lino stirate di piatto, la scrivania antica, il divanetto dove sedeva Leonardo Sciascia. "Ecco, questo è il mausoleo della mamma", ci fa strada Antonio Sellerio con l'aria mite da principe mitteleuropeo, l'incarnato chiarissimo e i capelli rossi ereditati dal ramo russo di famiglia. Ma donna Elvira non s'era tanto raccomandata di smontare dopo la sua morte lo studio- monumento? "Ma no, proprio il contrario", irrompe Olivia con la sua bellezza mediterranea, un lampo di ironia negli occhi mobili come quelli di sua madre. Se in ogni famiglia si annida un potenziale romanzo, nella tribù dei Sellerio fiorisce l'intreccio di mille storie, come il racconto dei racconti nella novellistica medievale. Lei, Elvira, ragazza bellissima e lettrice sapiente di ogni realtà, libri o esseri umani. Il marito Enzo straordinario narratore per immagini, fotografo tra i più celebrati. L'intelligenza del cuore e lo sguardo assoluto. Dall'incontro sarebbe nata una casa editrice che ancora mantiene la loro cifra. E due figli, che ne rispecchiano passione e talento: Antonio alla guida dell'azienda e Olivia donna d'arte e di musica prestata all'editoria. Domani il tratto di via Siracusa dove da quasi cinquant'anni vive la redazione diventerà via Enzo ed Elvira Sellerio.
ANTONIO: "Un effetto stranissimo. Molta felicità... ".
OLIVIA: "Sì, certo, ma anche turbamento. La lapide introduce una sorta di eternizzazione, una pietra tombale su qualcosa che è ancora molto vivo. Noi pensiamo che mamma e papà siano sempre qui, da qualche parte".
ANTONIO: "Dieci giorni fa è caduto il "muro di Berlino". Quando si separarono, mio padre si ritirò in un'ala dell'appartamento rendendosi autonomo anche come editore. Solo ora ci siamo accorti che la parete divisoria era un armadio. L'armadio con le cronache di Narnia...". ( Anche lo studio di Enzo Sellerio è integro, in una mescolanza di antiquariato e modernità grafica. Tra i post- it gialli alla parete: " Vietato dire comunque").
OLIVIA: "I nostri ricordi sono diversi perché abbiamo vissuto in famiglie molto diverse. Io sono arrivata nel '66, molto attesa e desiderata, quando loro erano una coppia di sposini innamorati. Per te Antonio è stato diverso, essendo nato in una famiglia di separati".
ANTONIO: "In realtà si sarebbero separati molto più tardi, alla metà degli anni Ottanta. Però è vero, tu hai visto un matrimonio felice".
OLIVIA: "Sì, ma io ho vissuto anche l'esaurimento di quella felicità. In fondo tu sei cresciuto in un clima più sereno".
ANTONIO: "Da ragazzino ricordo un'atmosfera pesante per cui non vissi la separazione come un trauma. E poi papà andò a vivere pochi metri più in là ( e indica un balcone davanti alla casa editrice, proprio di fianco alla casa di Elvira) ".
OLIVIA: "No, nessun trauma. Papà era diventato iroso. Non riusciva a fare il padre e non riusciva a fare il marito. E forse non riusciva a sopportare questa donna che cresceva sul lavoro. Non era più la mogliettina carina che aveva letto molti libri e gli faceva fare bella figura in società, però stando sempre di lato. Lui poi era abituato a una madre poliglotta che per il marito professore aveva mollato la Mitteleuropa. ( Ride guardando Antonio). Magari se fosse seduto qui mi direbbe: ma come ti permetti?".
ANTONIO: "Però papà non era competitivo con mamma. Certo, gli equilibri in casa editrice erano cambiati. Una volta lei diede il "si stampi" prima che lui l'avesse deciso. Gliel'avrebbe rinfacciato per il resto della vita. Ma non credo abbia sofferto per la crescita della mamma, anche perché si appoggiava a lei tantissimo".
OLIVIA: "Sì, il suo era un sentimento doppio: sono contento che ci sei, ma non devi calpestarmi perché certe cose le so fare meglio di te. Il rigore grafico, la qualità del contenitore, oltre che del contenuto. Aveva l'occhio assoluto".
ANTONIO: "Sì. E allo stesso tempo riconosceva a mamma il merito imprenditoriale, anche nel momento più feroce del conflitto".
OLIVIA: "Che litigate cinematografiche! Papà aveva istituito servizi di piatti "da sfogo". Mio nonno materno aveva insegnato ai figli che la rabbia si deve sfogare fisicamente perché altrimenti ti corrode dentro. E mamma fu fedele al comandamento".
ANTONIO: "Eh, Olivia, papà aveva una memoria mostruosa...".
OLIVIA: "Sì, ma non era mai rancoroso. Lui conviveva con una serie di stati sentimentali che erano amore, rabbia e stizzoseria. Una sorta di contorsione ebraica che poi ritrovo in tutti noi Sellerio. Mamma era più dritta, con un'ironia diversa. Ti ricordi come ci salutava, anche in ospedale? Fai pensieri lieti".
ANTONIO: "Guardava sempre al bicchiere mezzo pieno. Mi chiedo ancora come abbia fatto. Pur lavorando molto, è stata presente con noi figli. Fin troppo presente...".
OLIVIA: "Io non le potevo nascondere niente. Mi aspettava sveglia nel cuore della notte e poi davanti a un cappuccino si faceva raccontare tutto: il film visto, gli incontri, le storie...".
ANTONIO: "Io non ero così aperto. E difendevo la mia privacy. Poi lei era ansiosissima. Sì, forse c'era anche la paura della mia infelicità. Ma soprattutto era un'ansia fisica. Un anno dopo le Torri Gemelle partii per New York. La notizia fu accolta come la profezia di un flagello biblico".
OLIVIA: "Era ansiosa per le cose famigliari e molto coraggiosa sul lavoro. Io credo che papà non abbia mai smesso di amare la sua intelligenza. È vero, per tanti anni ha avuto una compagna, ma mamma è rimasta insostituita. C'era un patto segreto tra loro: mia madre non avrebbe dovuto concedergli mai il divorzio, altrimenti lui sarebbe stato costretto a sposarsi. Così nei litigi lei lo minacciava: guarda che ti do il divorzio...".
ANTONIO: "Lui passava ogni giorno in casa editrice per salutare mamma".
OLIVIA: "Credo che li unisse un enorme bisogno di storie. Erano entrambi grandi ascoltatori e anche narratori, ciascuno a suo modo. Lui collezionava immagini e oggetti, lei perlustrava trame di mondi e culture diverse. In fondo l'editoria è stata una vocazione. E anche le loro storie sono finite insieme, come succede negli amori grandi. Papà è morto un anno e mezzo dopo mamma".
ANTONIO: "No, dai, papà è morto all'improvviso. Non l'ho visto spegnersi lentamente. Certo sono stati molto uniti, anche nella malattia di mamma ".
OLIVIA: "Lei era molto arrabbiata perché le avevamo tolto le sigarette. Un rimorso che mi porto dietro. "Credevo fossimo quattro persone intelligenti e invece siamo solo due...". Papà le portava le sigarette di nascosto".
ANTONIO: "Fino all'ultimo giorno è stata lei: passionale, lucida, decisa. Entrambi sono morti da vivi. E nel dolore mostruoso della perdita, l'unico luogo dove riuscissi a stare è questa stanza, la sua".
OLIVIA: "Anche quando stava già molto male continuava a occuparsi di libri e di bilanci. Però restava a casa sua, non scendeva in ufficio".
ANTONIO: "Così anche dopo la sua morte, non mi turbava non vederla più in giro. Aveva fatto in modo che mi abituassi alla sua assenza".
Simonetta Fiori
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 28.2.2016
Commozione, musica e ricordi: ecco la strada intitolata ai Sellerio
Cliccare qui per la fotogallery
Via Siracusa, nel tratto davanti la sede della storica casa editrice, cambia nome. Scoperta la targa con i nomi di Enzo ed Elvira

 

Occhi lucidi in via Siracusa, 50. Il tratto di strada davanti alla Sellerio cambia nome e prende quello dei fondatori della casa editrice palermitana, Enzo ed Elvira. C’erano i figli Olivia e Antonio, molti autori e le maestranze di una delle esperienze editoriali più singolari d’Italia. “Questo onore mozza il fiato, questa gioia dà le vertigini. Abbiamo portato Palermo nel nostro nome, Sellerio editore Palermo, adesso è la città che porta il nome Sellerio”, dice la figlia Olivia, scoprendo la targa dedicata ai genitori, tra via Sammartino e via principe di Villafranca.
Le porte della casa editrice sono state aperte per tutta la mattinata, applausi e tanti ricordi per quella che è stata la casa di tanti scrittori, da Sciascia a Bufalino. “Fare memoria significa ricordare anche la nascita di questa impresa. Enzo ed Elvira hanno dato il segno della sicilianità, coniugato con la dimensione aristocratica, cultura e internazionale”, dice il sindaco Leoluca Orlando. La banda ha intonato Azzurro di Celentano e ha accompagnato un corteo fino al teatro Politeama, dove si sono alternati filmati e letture per ricordare Enzo ed Elvira Sellerio.
Giorgio Ruta
 
 

Giornale di Sicilia, 28.2.2016
Intitolata una strada a Enzo ed Elvira Sellerio a Palermo, le immagini della cerimonia - Video

Palermo. Una strada intitolata a Enzo ed Elvira Sellerio a Palermo. E' il tratto di via Siracusa che va da via principe di Villafranca a via Sammartino, dove ha sede la casa editrice e a pochi metri dall'abitazione in cui vivevano. Nel 1969 Enzo ed Elvira diedero vita a una delle imprese culturali più importanti del Paese. Con la casa editrice Sellerio hanno collaborato autori come Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino, Antonio Tabucchi e Andrea Camilleri.
La cerimonia di scopertura della targa è avvenuta all'altezza del civico 50.
Marcella Chirchio
 
 

28.2.2016
Ricordo di Enzo ed Elvira Sellerio
Palermo, Teatro Politeama

Foto, filmati d’archivio e letture di Anna Bonaiuto e Luigi Diberti.
È stato proiettato anche un video in cui Andrea Camilleri ha ricordato gli amici Elvira e Enzo.





Foto Camilleri Fans Club
 
 

Repubblica Tv, 29.2.2016
Montalbano e "Una faccenda delicata": in anteprima dieci minuti dell'episodio

A Vigata è stato commesso un omicidio. La vittima è una prostituta, strangolata nell'appartamento in cui lavorava. Generosa, benvoluta da tutti, felicemente sposata: difficile trovare un motivo percui qualcuno potesse avercela con lei. Tocca a Montalbano risolvere il caso in "Una faccenda delicata", in onda questa sera alle 21.20 su RaiUno, il primo dei due nuovi episodi della "saga" tratta dai romanzi di Andrea Camilleri (il prossimo, "La piramide di fango", il 7 marzo), regia di Alberto Sironi, protagonista Luca Zingaretti, una produzione Rai Fiction - Palomar, prodotto da Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri con Max Gusberti. Di "Una faccenda delicata" Repubblica.it vi presenta in anteprima esclusiva i primi dieci minuti: tutto comincia così...
 
 

La Repubblica, 29.2.2016
Passionale, resistente all’effimero e come sempre ironico e pieno di disincanto
Il commissario più famoso della Tv e la sua squadra tornano stasera su RaiUno
I Montalbano
“Nelle nuove indagini il pianeta Camilleri”

Sempre più ironico e consapevole che l’umanità non cambierà e la vita va presa come viene, torna il commissario Montalbano. RaiUno propone stasera "Una faccenda delicata", lunedì prossimo andrà in onda "La piramide di fango". Luca Zingaretti può contare sulla sua vecchia squadra e su una nuova Livia che ha la classe di Sonia Bergamasco, cuoca in miniabito con grembiule malandrino e cagnolina al seguito. La prima indagine riguarda una prostituta, strangolata nell'appartamento dove lavorava. A settant'anni era in piena attività, benvoluta da tutti: Camilleri costruisce intorno al delitto una trama che sfida le convenzioni. Montalbano, un successo televisivo nato nel 1998 - per volontà di Elvira Sellerio - che ha già visto 26 episodi trasmessi. Le prime visioni hanno avuto una media del 31% di share, salita al 36% con oltre 10 milioni di spettatori negli ultimi quattro film. Una serie record venduta in 65 paesi, tra cui Stati Uniti e Giappone.


L’intervista
Salvo e l’età della ragione
“Ora fa i conti con le assenze”

Luca Zingaretti: "Salvo non corre dietro l'effimero, gli bastano un po' di soldi per vivere, la sua casa, la donna che ama. Desidera quello che ha e questo ha un effetto deflagrante sul pubblico"
Salvo. Diciamoci la verità negli ultimi tempi Livia era diventata soltanto una grande rompiscatole

Roma - "Gli uomini vorrebbero assomigliargli e le donne desiderano averlo al proprio fianco: trova in sé le risposte , non rincorre soldi e potere. Montalbano non ha il cartellino del prezzo attaccato". Luca Zingaretti e il commissario di Vigata sono cresciuti insieme.
Ha capito il segreto del successo?
"Andrea Camilleri è un signore che ha un mondo interiore sedimentato in novant'anni di vita. Ha creato un personaggio che ha il baricentro dentro di sé. Non corre dietro l'effimero: gli bastano un po' di soldi per vivere, la sua casa, la donna che ama, meglio se un po' lontana. Desidera quello che ha: questo ha un effetto deflagrante sul pubblico".
Dietro a tanto equilibrio, si nasconde un idealista.
"Montalbano è empatico, non è felice per come vanno le cose. Vorrebbe fare di più".
Parliamo del rapporto con Livia...
"Ama le donne ma sta bene anche da solo. Livia lo conosce profondamente e non è facile stare con chi ti conosce come le tue tasche. Livia è l'unica che può dirgli: "Pensi di essere Dio?"".
Con l'arrivo di Sonia Bergamasco il rapporto si evolve, non trova?
"Diciamo la verità, negli ultimi tempi Livia era diventata solo una gran rompiscatole. Sono felice che Sonia abbia accettato di far parte della nostra famiglia. Tra Salvo e Livia c'è amore, per Camilleri è la donna della sua vita: la compagna, l'amante, la madre che lo accoglie".
Livia ha una pazienza infinita.
"Tra loro c'è equilibro, anche lei è indipendente. Ho immaginato che Montalbano senta la mancanza di un figlio, è arrivato a un'età in cui fa i conti con le assenze. Camilleri lo ha fatto diventare più riflessivo ma non potevamo restituirlo pienamente: ho vent'anni meno del personaggio, quello che è normale a 75 anni non può esserlo a 50".
Vigata è un mondo irreale ma a suo modo ideale: come si mantiene l'equilibrio?
"Non recitiamo in maniera naturalistica, abbiamo creato un universo parallelo, è commedia dell'arte anche questa".


L’intervista
Il primo ciak della nuova Livia
“Ho subito tolto i pantaloni”

Livia. Montalbano è un uomo di grande fascino ma sceglie di non scegliere
E questo va bene anche alla sua donna

Roma - Chioma vaporosa, sottile e elegante, sexy con brio. Eccola l'eterna fidanzata del commissario più amato della tv. La nuova Livia ha il sorriso di Sonia Bergamasco, grande attrice teatrale, pianista di talento, adottata dalla tv e reduce dal successo al cinema di Quo vado? di Checco Zalone. Quello tra Montalbano e Livia è un rapporto passionale. "Lo sai che sei uno stronzo?" dice a Salvo che replica: "Vagamente".
Sonia, anche questo è amore?
"Sicuramente. Tra loro c'è un rapporto complesso fatto di sensualità e complicità. Sono persone sensibili, se è vero che lui vuole mantenere la giusta distanza è anche vero che questa distanza va bene anche a lei".
Seguiva "Montalbano"?
"Certo, insieme alle mie figlie che ora sono felici di vedermi nella serie. Il successo dipende dalla forza di Luca e da un insieme di cose come la magia della lingua, il paesaggio del ragusano reinventato in modo teatrale: non ci sono le auto. Ornella Tarantola, amica libraia italiana a Londra, mi raccontava che gli inglesi sono innamorati di Montalbano".
Che ha capito del rapporto tra Salvo e Livia?
"Salvo è un uomo del Sud, terra del matriarcato. Non c'è dubbio che nel racconto si sia innestata una linea maschile, quella per cui quest'uomo non si lega, tiene la donna a distanza. Montalbano è un uomo di grande fascino che non sceglie mai. Ma Livia sceglie di stare con uno che non sceglie. Alla fine lei ha una sua vita, tiene in un angoletto il desiderio di maternità. Sono tutti e due indipendenti, il loro rapporto fa parte di un racconto di vita umanissimo".
Un rapporto che è anche passionale, Livia è molto più seduttiva.
"Si figuri, sul set mi sono dovuta subito togliere i pantaloni. Alberto (Sironi, ndr) mi fa: stai tranquilla. Era la prima scena".
Grazie a Zalone è diventata pop anche lei.
"Sono molto contenta. Non ho preclusioni, amo cambiare. Ho accettato il film di Zalone facendo un salto nel vuoto. Ora sono entrata nella famiglia di Montalbano in punta di piedi, ma tutto ha funzionato: Livia è una donna del Nord passionale come Salvo".

Silvia Fumarola
 
 

La Sicilia, 29.2.2016
Stasera su Rai1
Il ritorno di Montalbano due misteriose siciliane in "Una faccenda delicata"
Ileana Rigano è la prostitua Maria: «Una serie sempre amata»
Miriam Dalmazio: «Una Sicilia romantica e un po' comica»
Liborio Natali: «Storie coinvolgenti e la scrittura di Camilleri»
Ketty Governali: «Montalbano è familiare, non è un eroe lontano»
Marcello Perracchio: «Non c'è violenza, i personaggi sono reali e c'è un commissario perbene»

E' tornato. E lo attendiamo ansiosi con milioni di fedelissimi spettatori che da quasi vent'anni lo considerano uno di famiglia. Il Commissario Montalbano ritorna - su Rai1 stasera e lunedì prossimo con due nuovi episodi - con i suoi silenzi, il carattere burbero e generoso, il suo amore per la vita e le piccole debolezze. Con lui la squadra di sempre, con vecchi e nuovi personaggi a partire da Livia, l'italianissima Sonia Bergamasco, e soprattutto la luce della Sicilia. Quella "normale" che vorremo vivere al di là delle fiction, imperfetta ma vitale. Una Sicilia solare e seduttrice, fatta di scorci barocchi e muretti a secco, piatti goduriosi e cittadine presepe, bellissima e vera.
L'episodio di stasera, in onda alle 21.20, Una faccenda delicata, ruota intorno all'omicidio di una prostituta, Maria Castellino, interpretata da Ileana Rigano, protagonista di numerosissimi spettacoli dello Stabile etneo e della compagnia dell'Abc di Catania. «Una donna già matura, amata dalla gente e felicemente sposata con un uomo che accetta questa sua professione, interpretato da Lollo Franco. Muoio subito e la mia vita si rivede in flashback», racconta l'attrice al telefono da Milano dove ieri è andata in scena con Mastro don Gesualdo con Enrico Cuarneri, regia di Guglielmo Ferro, e che sarà poi nel Consiglio d'Egitto. Per la Rigano è la seconda volta con Montalbano. «Avevo recitato una decina d'anni fa in Tocco d'artista, mi ha fatto piacere tornare in questa serie sempre così amata, la tv avvicina subito al pubblico». Il successo del commissario? «La scrittura di Camilleri, il Montalbano di Zingaretti che lo ha fatto amare da tutti e che è veramente diventato un simbolo, un bravissimo attore e una persona adorabile. E poi le location: in tanti vanno nel Ragusano per conoscere i luoghi della fiction. Ha fatto una grandissima pubblicità positiva alla Sicilia». Sul set un'esperienza nuova: «Un giorno di allenamento con uno stunt man per imparare a cadere quando mi strangolano. E' stato divertente».
L'altra protagonista è la rossa del cinema italiano, la palermitana Miriam Dalmazio, 28 anni, pelle di porcellana e viso antico, che è Teresita: «Una donna apparentemente dedita alla famiglia ma che in realtà nasconde un segreto, un angelo ambiguo, è una amica di Maria e aiuterà il commissario» racconta felicissima di essere nel cast. «Tulle le volte avevo fatto il provino e finalmente ci sono riuscita». Miriam, figlia d'arte, nipote del palermitano Giacomo Fazio, e stata la dottoressa Morbidelli della fiction Che Dio ci aiuti, «un grande allenamento recitare tutti i giorni», poi nel film di Checco Zalone Sole a catinelle, «un set divertentissimo, c'è stata subito sintonia», quindi in Maraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani. «atmosfera sacra, grande silenzio e concentrazione». «Montalbano? Una squadra di attori compatta e un protagonista in cui il pubblico si ritrova, un commissario che ha una grande moralità, non lascia spazio ai suoi difetti, ammette gli sbagli. E poi una Sicilia romantica e comica, un po' antica che rende tutto più affascinante. Una scrittura densa che ti fa amare ì personaggi». La Dalmazio sarà ancora una "femmina" di Camilleri, Bice, la donna sempre amata ma fidanzata con un altro, della serie tv Donne, poi nel film Caffè di Cristiano Bortone, quindi una poliziotta in Squadra mobile con Tirabassi su Canale5.
Liborio Natali, attore di Caltanissetta, formatosi allo Stabile, appena visto in scena ne La pazza della porta accanto, regia di Gassmann. un piccolo ruolo nel nuovo film di Pif, tra poco sul set di una nuova fiction per Rai1, interpreta Marco Rampolla: «Sono un giovane pediatra che vive con il padre al quale succedono alcune cose che non posso rivelare. Una bellissima esperienza recitare in una fiction dì così grande successo. Le storie sono coinvolgenti, la scrittura di Camilleri regge tutto, poi c'è la forza di Zingaretti e naturalmente i posti meravigliosi in cui si gira».
L'attrice catanese Ketty Governali, tanto teatro e tanta tv alle spalle, è Adelina, «l'artefice degli arancini», dice ridendo. «Felice di stare accanto al commissario, non un eroe irraggiungibile ma un uomo che potresti incontrare, un personaggio familiare». Marcello Perracchio, modicano - che ha da poco finito le repliche de Il canto del cigno - è ancora una volta il dottor Pasquano. «Ci sono dalla prima puntata - commenta - anche se il mio ruolo è sempre più piccolo. E' una serie che non tradisce mai il pubblico. Non c'è violenza gratuita, i personaggi sono molto vicini alla realtà, e tutti i personaggi sono curati. E poi c'è un commissario attento, perbene, senza macchie e peccati. E questo alla gente piace».
Ombretta Grasso
 
 

TrueNumbers, 29.2.2016
Montalbano, share e record della fiction
I dati si riferiscono al: 1999-2015
Fonte: Auditel

Parte stasera su Rai1 la decima stagione di una delle serie Tv più amate dagli italiani. Saranno solo due i nuovi episodi, ma Il Commissario Montalbano, visti i precedenti, sbancherà l'auditel, come ha (quasi) sempre fatto non solo all'esordio, ma anche quando una serie veniva riproposta. E questo nonostante che tutti gli episodi delle serie siano visibili in streming sul sito della Rai.
Potenza della scrittura dell'inventore del poliziotto siciliano, Andrea Camilleri, che anche per il 2016 ha voluto dare una lezione di come si scrive una trama di una splendida fiction. I titoli della nuova serie sono: Una faccenda complicata e La piramide di fango che seguono idealmente l'ultima puntata della nona stagione, Una lama di luce che è stato l'episodio più visto in assoluto nella storia del Commissario di Vigata con addirittura il 38,13% di share. Nel grafico è indicato il numero di episodi e lo share di ognuno di essi, raggruppati in 9 istogrammi che rappresentano le nove stagioni precedenti il cui esordio risale al 1999 con Il ladro di merendine che ebbe appena il 17,50% di share salito al 27,31% già al secondo episodio della serie, La voce del violino.
Da allora è stato un crescendo rossiniano degli ascolti per Luca Zingaretti, l'attore che dà corpo e voce al Commissario e per tutto il cast tra i quali gli attori Cesare Bocci (Mimì Augello), Peppino Mazzotta (Fazio) e Angelo Russo (Catarella).
Se si considera la media degli ascolti per ogni stagione, in testa c'è proprio la nona stagione (Il sorriso di Angelica, Il gioco degli specchi, Una voce di notte, Una lama di luce) che ha totalizzato una media di 35,98% di share. Segue la quarta stagione (Il senso del tatto, Gli arancini di Montalbano, L'odore della notte e Gatto e cardellino) con 32,7%, e la quinta (Il giro di boa e Par condicio) con 32,5%. L'ottava (Il campo del vasaio, La danza del gabbiano, La caccia al tesoro, L'età del dubbio) ha raggiunto il 31,9% mentre sesta (La pazienza del ragno e Il gioco delle tre carte) e settima (La vampa d'agosto, Le ali della sfinge, La pista di sabbia, La luna di carta) sono a parimerito con 31,1% di share. Meno bene hanno fanno le prime tre stagioni: 26,7% la terza (Gita a Tindari e Tocco d'artista), 24,06% la seconda (La forma dell'acqua e Il cane di terracotta) e 22,4% la prima.
Bisogna però considerare che le prime tre stagioni sono state trasmesse da Rai2 mentre dalla quarta in poi la serie è stata spostata su Rai1 che ha garantito un pubblico potenziale più ampio.
 
 

TG1, 29.2.2016
Torna Montalbano, Zingaretti ospite al TG1
Cliccare qui per il video
 
 

Famiglia Cristiana, 29.2.2016
Parla la nipote di Camilleri
"Speriamo che nonno sia contento di me"
L'aspettativa e l’emozione di Alessandra Mortelliti, giovane nipote dello scrittore Andrea Camilleri, per la prima volta nel cast di Montalbano in onda questa sera su Rai Uno.

Alessandra Mortelliti ha 34 anni ed è diplomata all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico. Recita da quindici anni e di recente ha firmato la regia di testi teatrali di livello che ha anche interpretato. Artista poliedrica, la passione per la recitazione le scorre nelle vene dando i suoi ottimi frutti. Ma di tante esperienze, non lo nega, questa per questioni “familiari” è forse quella che la stressa di più.
Chi sarai stasera Alessandra?
«Interpreto Laura Tripodi, una donna di 35/40 anni madre di famiglia, una borghese medio alta con una figlia che darà il via a una delle indagini del commissario Montalbano».
È la prima volta che reciti in una serie nata dalla penna di tuo nonno, Andrea Camilleri?
«Sì è la prima. [In realtà ha gia recitato in un episodio del "Giovane Montalbano", NdCFC] Il regista, Alberto Sironi mi ha notata una sera a teatro in Crollasse il mondo dove interpretavo una prostituta un po’… sopra alle righe. Si è divertito e ha pensato a me per questo ruolo. Ho fatto due provini e mi ha scelta».
Com’è interpretare i testi del nonno?
«Mette una certa ansia da prestazione prima di arrivare sul set, ma quando poi sei lì ti comporti da professionista. Studi il testo, fai le prove con gli altri attori e vai. Certo, la prima volta sulla terrazza della casa di Montalbano che ormai fa parte della mitologia classica non ti nego che mi ha fatto molto effetto. Avrei voluto farmi dei selfie con Zingaretti con il mare alle spalle, ma ho mantenuto l’aplmob professionale».
Ma come i selfie? Quella è una reazione da fan televisiva più che da nipote!
«Io sono una fan sfegatata di Montalbano. Se in quel momento avessi anche pensato a nonno mi sarebbe venuto un infarto. Di tutte le cose che ho fatto questa è sicuramente la più importante, quella che mi ha creato più emozione e ansia».
Stasera con chi guardi la puntata?
«Con mia figlia Matilda di due anni. Sono stata invitata da vari gruppi di ascolto, compresa mia madre, ma ho scelto di stare con lei anche perché sono super critica».
Il nonno ha già visto qualcosa?
«No, lo vedrà stasera».
Ti aspetti una telefonata?
«Penso di sì perché l’ha già fatto altre volte, spero dirà qualcosa di positivo. Di non averlo “tradito”».
Per prepararti alla parte ne hai parlato con lui?
«Sì abbiamo parlato del racconto da cui è tratto. Ma per Montalbano nonno lascia molto spazio al regista e agli attori per l’interpretazione. Questo perché lui è regista e sa quanto l’autore può essere controproducente e nefasto. Per questo si fa da parte e lascia fare a Alberto Sironi e Luca Zingaretti che sanno chi hanno di fronte e come tirar fuori il meglio. Recitare con Zingaretti è stato spettacolare. Un’esperienza unica. Il mio personaggio è nato così, confrontandomi con loro».
Salutiamoci con un augurio per stasera!
«Che anche questo Montalbano vada alla grande e non perché ci sono io ma perché è un prodotto di alto cinema. Poi c’è una “nuova” Livia che desta la curiosità di tutti noi, me compresa!».
Chiara Pelizzoni
 
 

Tiscali, 29.2.2016
Sonia Bergamasco: "Ecco perché amo Montalbano ma non lo sposerei mai"
Videointervista alla nuova Livia, l'eterna fidanzata del commissario che torna in tv con due nuovi film: "Solo così un amore a distanza può durare"

È l’attrice del momento. Bionda, algida, bravissima e, proprio per questo, contesa da cinema e tv. Sonia Bergamasco, diploma in pianoforte al conservatorio, nonché in recitazione al Piccolo Teatro di Milano, dopo aver conquistato teatro e cinema d’autore, ha intrapreso la scalata al successo nazionalpopolare: prima accanto al campione di incassi Checco Zalone (nei panni della perfida dirigente ministeriale che lo trasferisce fino al polo Nord pur di convincerlo a mollare il posto fisso), poi accanto all’asso pigliatutto del piccolo schermo Montalbano. È lei infatti la nuova Livia della fiction più amata d’Italia che torna su Raiuno per due nuovi film tratti da altrettanti racconti di Andrea Camilleri.
Spero che Montalbano e la sua eterna fidanzata non si sposino mai - E a sorpresa dichiara: “Non vorrei mai che Livia e Montalbano si sposassero. Credo che la loro storia d’amore abbia ragione d’esistere proprio perché entrambi vivono la propria vita a distanza l’uno dall’altro”. Nella videointervista concessa a Tiscali.it Sonia Bergamasco, che è sposata all’attore Fabrizio Gifuni ed è madre di due bambine, dice la sua anche sul successo straordinario di questa fiction: “Credo che uno dei motivi risieda anche negli straordinari paesaggi siciliani immortalati dal regista Alberto Sironi”. E Montalbano? Di lui cosa ne pensa la sua fidanzata virtuale? “Trovo che sia un uomo di grande fascino”.
I miei piani futuri - Ma in questo periodo, complice il successo da record di “Quo vado” al cinema, Sonia subisce ben altro fascino: “Quello della commedia, alla quale spero di tornare quanto prima”.
Cinzia Marongiu
 
 

TvBlog, 29.2.2016
Il Commissario Montalbano, il regista Alberto Sironi presenta i due nuovi episodi a Blogo (VIDEO)
"Una faccenda delicata è un film classico, La piramide di fango è 'diverso', racconta la corruzione nella politica"

Il regista Alberto Sironi ha presentato a Blogo i due nuovi episodi di Il Commissario Montalbano, in onda stasera e lunedì 7 marzo 2016 su Rai1. Si tratta dei film Una faccenda delicata e La piramide di fango.
Il regista della fortunata serie prodotta dalla Palomar ha parlato anche di una delle principali novità, ossia l'ingresso nel cast di Sonia Bergamasco nei panni di Livia, l'eterna fidanzata del protagonista interpretato da Luca Zingaretti:
Sonia Bergamasco è un grande colpo. Sentivo la necessità di cambiare attrice per Livia? La ragione profonda è che Livia è cambiata nel rapporto col Commissario e che è cambiato il personaggio. Un personaggio più maturo e dialogante; con Montalbano hanno bisogno di vedersi e di stare insieme. Hanno bisogno di parlare. Katharina Böhm è una grande attrice ma è straniera, era l'unica che eravamo costretti a doppiare (nei più recenti episodi era stata sostituita dalla svedese Lina Perned). In più era un personaggio più solare, apparteneva ai primi Montalbano. Prima era una storia più passionale e meno d'amore. Sonia Bergamasco è un'attrice che il pubblico italiano ancora non conosce abbastanza; è una grande attrice di teatro, viene dal Piccolo Teatro della città di Milano, da dove vengo io. Sono contenta che sia con noi.
A proposito della Bergamasco, il regista ha fatto notare che in Quo Vado, il film di Checco Zalone in cui interpreta una perfida funzionaria ministeriale il suo personaggio si chiama proprio Sironi.


Il Commissario Montalbano, Miriam Dalmazio a Blogo: "Serie abitudinaria, come i siciliani" (VIDEO)
L'attrice è Teresita in Una faccenda complicata, il primo episodio della nuova serie, in onda su Rai1 lunedì 29 febbraio 2016

Questa sera su Rai1 andrà in onda il primo dei nuovi episodi di Il Commissario Montalbano. Si intitola Una faccenda delicata ed è incentrato sulla misteriosa morte di una prostituta 70enne, Maria Castellino, strangolata con una cintura da uomo nel miniappartamento dove lavorava.
Una delle protagoniste del film diretto da Alberto Sironi è Miriam Dalmazio, che interpreta Teresita Gaudenzio, amica e vicina dell’assassinata. Teresita aiuterà il Commissario a risolvere il caso. La giovane attrice ai microfoni di Blogo si è detta convinta che il punto di forza della serie prodotta dalla Palomar sia nel fatto di essere "abitudinaria":
Teresita è una donna apparentemente pulita, la classica siciliana dedita alla famiglia, ai figlie e al marito, tutto casa e chiesa. In realtà poi si scopre che aveva il vizietto di prostituirsi con Maria. Recitare in questa serie è stato un grande onore per me, lo speravo da quando ero piccola; Montalbano lo seguo da tantissimo. E poi da siciliana non potevo non avere nel curriculum Montalbano e Camilleri. Sironi è una persona speciale, con Zingaretti avevo già lavorato (nel film Maldamore, Ndr). Sul set si respirava un'aria di pace, mi sono sentita stra-bene e coccolatissima.
La Dalmazio, volto popolare al pubblico di Rai1 per Dio ci aiuti, nelle prossime settimane sarà tra le protagoniste della nuova stagione di Squadra mobile, serie di Canale 5.
Massimo Galanto
 
 

La Voce di New York, 29.2.2016
Salvatore De Mola e il suo Montalbano
Nella squadra degli sceneggiatori Rai insieme a Francesco Bruni e Leonardo Marini
Dietro al successo del Commissario Montalbano c'è anche lui, Salvatore De Mola, dal 1999 nella squadra Rai artefice di una delle più belle e vincenti serie tv italiane e oggi pronto a raccogliere le nuove sfide in essere nel rinascimento della narrazione televisiva

Lunedì 29 febbraio torna su Rai1 il commissario più amato e seguito degli ultimi anni. Da quando è iniziato, vent’anni fa, Montalbano ha riunito davanti agli schermi, nel nostro paese, una grossissima fetta di popolazione, riportando così in televisione anche la letteratura che se è vero che era spesso presente con grande fiction, non aveva raggiunto il successo e la devozione che è toccata al personaggio creato da Andrea Camilleri – e magnificamente interpretato da Luca Zingaretti. Dal libro allo schermo, però, il passo non è breve e al lavoro c’è una squadra affiatata di sceneggiatori capeggiati da Francesco Bruni, sceneggiatore anche di molti film di Paolo Virzì e lui stesso regista di successi come Scialla. Accanto a lui Salvatore De Mola, sceneggiatore, scrittore, amante del basket e di New York. Proprio a New York lo abbiamo incontrato qualche tempo fa e ci siamo fatti raccontare del suo rapporto col commissario di Vigata e non solo.
Quando hai iniziato a lavorare per Montalbano e come è stata la prima esperienza?
“Era il 1999, ero arrivato a Roma da poco. Venivo da Bari e avevo 32 anni, due premi Solinas vinti e la folle ambizione di diventare sceneggiatore. Per farlo, avevo lasciato un posto di redattore alla Laterza, la più importante casa editrice del Sud. Avevo frequentato il corso di formazione Rai per sceneggiatori, ma di lavoro ne avevo pochino. D’altra parte non c’era ancora stato il boom della fiction in tv, e quindi la domanda di sceneggiatori era bassa. Stavo meditando di lasciare tutto e di tornare a Bari, sperando che mi prendessero di nuovo alla Laterza. Fortunatamente arrivò Francesco Bruni, uno dei pochi amici che avevo a Roma. Francesco era già uno dei più importanti sceneggiatori italiani, autore dei copioni di Virzì, di Calopresti e di altri grandi registi. Da qualche anno stava lavorando ai film tratti dai romanzi di Camilleri. Erano uscite sei o otto puntate, non ricordo, tutte su Rai2, tutte con ottimi risultati per la rete, ma molto lontani dal successo attuale. Per il passaggio della serie da Rai2 a Rai1 Francesco aveva bisogno di un aiuto, e mi chiese di collaborare con lui. Per me era l’ultima spiaggia e fortunatamente andò bene…. Tanto che quando, dopo i nuovi episodi, che raggiunsero otto, nove milioni di telespettatori, Rai1 mandò in replica le puntate già andate in onda su Rai2, queste ottennero un’audience più alta della prima emissione. Credo che sia l’unico caso del genere, in Italia sicuramente, ma forse nel mondo. Da allora ho fatto sempre parte della squadra e ovviamente non sono più tornato a Bari”.
Come lavorate dal racconto di Camilleri alla sceneggiatura?
“Ci sono modalità diverse. La squadra ora conta anche Leonardo Marini, oltre a me e a Francesco. In genere ci occupiamo di quattro puntate per volta, anche se dall’anno scorso abbiamo iniziato a lavorare su due puntate. Questo ci consentirà di avere ogni anno due episodi nuovi da mandare in onda, evitando le lunghe attese tra una serie e l’altra. Infatti adesso andranno in onda due nuovi episodi, l’anno prossimo altri due – li stiamo finendo di scrivere adesso e li gireranno fra aprile e giugno – e nel 2018 altri due ancora. Prima di iniziare, facciamo lunghe riunioni per capire i problemi dei singoli film. Ad esempio, quando partiamo da un romanzo, facciamo la cosiddetta scaletta desunta, che ricaviamo dal romanzo. La prima necessità è capire dove tagliare: in genere, i romanzi di Camilleri hanno talmente tanto materiale narrativo che si potrebbero fare due film da ogni storia! Ed è sempre molto doloroso sacrificare dei pezzi di romanzo. Poi verifichiamo che il meccanismo del giallo sia perfetto. Quindi iniziamo a scrivere la sceneggiatura. Ovviamente in tutto questo c’è un continuo dialogo con la produzione e con la struttura editoriale della Rai. Un po’ diverso è il lavoro quando partiamo dai racconti. Di solito, sempre tutti e tre insieme, scegliamo i racconti da fondere in un episodio, cercando quelli che possono avere una consonanza tematica. Poi uno di noi si occupa di buttar giù una scaletta dell’episodio, unendo i racconti scelti. Quindi il risultato si sottopone prima di tutto a Camilleri, e solo dopo la sua approvazione e i suoi consigli si procede alla sceneggiatura. Devo dire che questo tipo di lavorazione è quella che mi piace di più, e che abbiamo sperimentato soprattutto nel Giovane Montalbano”.
Visto il grande successo della serie, siete legati a cose che vanno per la maggiore con il pubblico oppure avete carta bianca? C’è una linea che viene dettata dalla produzione?
“No, assolutamente. Ci guida solo la fedeltà al mondo di Camilleri. Solo quest’anno, dopo 26 puntate e quasi vent’anni dal primo episodio, la produzione, d’accordo con il regista, Sironi, e con lo stesso Camilleri, ci ha chiesto uno sforzo d’invenzione in più per rifondare la serie, come se iniziassimo a scriverla ora per la prima volta. In questo, ci è stato d’aiuto l’ingresso della nuova Livia, la grande attrice Sonia Bergamasco. Per lei abbiamo cercato di ripensare Livia, il suo rapporto con Salvo, il modo in cui vive la realtà di Vigata…. Inoltre le storie di Camilleri stanno diventando più cupe, meno inclini alla commedia. Anche questo cambiamento è importante, per noi”.
Camilleri è siciliano, ma nessuno di voi lo è. Come riuscite a dare agli episodi l’intenso sapore di Sicilia?
“Io è dal 2010 che ogni estate vado in Sicilia in vacanza, ormai mi daranno la cittadinanza ragusana ad honorem…. Scherzi a parte, la nostra fortuna è che il mondo di Camilleri è talmente ricco e vivo che non abbiamo bisogno di ricrearlo. Inoltre, quasi tutti gli attori della serie, soprattutto quelli dei casi di puntata, sono scelti direttamente in Sicilia, dove, come sai, c’è una tradizione di teatro, non solo dialettale, incredibilmente ricca. A noi non resta altro che scrivere belle scene che poi il regista, tra l’altro milanese, dirige con l’aiuto di uno dei cast più belli che si siano mai visti in tv, secondo me”.
Con il Giovane Montalbano, non essendo creato da Camilleri [Sic!, NdCFC], sembrerebbe che abbiate molto più spazio per la creatività. Però è una storia che va fatta amare, mentre con Montalbano l’amore è quasi scontato. Come si lavora su una serie nuova che nasce da una più famosa e di successo?
“Il primo romanzo con Montalbano protagonista uscì nel 1994. Era La forma dell’acqua. In quel romanzo, il mondo di Montalbano è già tutto pronto, ed è stato quello uno dei motivi del suo successo: si entrava subito nell’universo vigatese, senza inutili introduzioni, senza lungaggini, senza presentazioni. In gergo, usando una formula latina, si dice in medias res. Ecco, la scommessa del Giovane Montalbano era appunto quella di raccontare come Salvo è diventato Montalbano. Volevamo descrivere la genesi di una leggenda, qualcosa di simile a quello che è stato fatto per Sherlock Holmes e Indiana Jones. Ci è stato di grande aiuto Camilleri, che sa davvero tutto sul suo personaggio, come se fosse una persona vera. Certo, come dici giustamente tu, abbiamo più spazio in questa serie. Intanto, la trattiamo come una serie normale, cioè non una collana di film che possono essere visti anche separatamente – basti vedere il costante successo delle repliche, che la Rai manda in onda senza preoccuparsi della successione cronologica. Il giovane Montalbano ha una linea orizzontale, cioè una storia che si dipana lungo le sei puntate, la struttura è più articolata, gli elementi di commedia non sono attribuiti solo a Catarella, ma a tutta la squadra. Insomma, io personalmente mi diverto di più a scrivere il Giovane. Forse perché mi immedesimo più in questo Salvo che in quello più maturo, anche se Riondino è molto più giovane di me, o forse perché amo il rischio. E come dici giustamente tu, nulla era scontato, in questa serie. Per fortuna però i risultati, anche della seconda stagione, andata in onda nell’autunno scorso, ci hanno dato ragione”.
Avete un protagonista importante, Luca Zingaretti, Conoscendone la grande bravura, che tipo di lavoro vi porta a fare?
“Anche con Luca le cose sono andate sempre meglio, man mano che il lavoro di squadra si è perfezionato. Ora, penso che sarebbe impossibile scrivere una puntata di Montalbano senza il suo contributo, che è sempre creativo e stimolante. Da un po’ abbiamo inaugurato un metodo di lavoro che reputo molto utile: prima della stesura definitiva, facciamo una lettura con Luca, che ci aiuta a registrare meglio non solo le battute di Montalbano, ma anche certe soluzioni visive di cui solo un attore, e un attore della bravura di Luca, può valutare la reale efficacia e fattibilità”.
Tante serie, tante puntate. Come si riesce a rimanere sempre freschi e originali?
“Come dicevo prima, l’importante è pensare ogni volta che sia la prima. Al di là dell’intenzione della produzione di rifondare la serie con queste nuove puntate, noi cerchiamo sempre di porci in modo vergine rispetto alle storie e ai personaggi. Non è facile, ma la routine la teniamo fuori dalla porta”.
Lasciando da parte Montalbano, su cosa altro stai lavorando ora?
“Fortunatamente è un periodo molto fertile. Tra pochi mesi dovrebbero iniziare le riprese di un film che ho scritto per il cinema che racconta i giorni passati in Italia da Fiorello La Guardia, nel 1917, quando il futuro sindaco di New York si arruolò nell’esercito americano come pilota aeronautico, e partecipò, a bordo di aerei italiani, a diversi bombardamenti. È il seguito ideale di un film uscito a ottobre del 2014, Fango e gloria, una docufiction sulla prima guerra mondiale costruita con il 70% di materiale di repertorio e il 30% di scene con attori. Il film ha avuto un’accoglienza molto lusinghiera in Italia. In America è stato visto all’Istituto di Cultura di Los Angeles. Spero davvero che presto si possa vedere anche a New York. Per la televisione italiana, sto scrivendo una serie poliziesca ambientata a Matera. Poi ci sono le nuove puntate di Montalbano”.
Sognando un po’, invece, su cosa ti piacerebbe lavorare?
“Non dico niente di originale se dico che la nuova frontiera della narrazione per immagini, la più stimolante, è quella rappresentata dalle serie tv americane. Credo che Mad Men sia il vero e il più innovativo romanzo americano degli anni Duemila. Per non parlare dei Sopranos, di Boardwalk Empire, di Breaking Bad, e davvero si tratta di un elenco molto parziale. Far parte di questo rinascimento della narrazione televisiva credo sia il sogno di ogni sceneggiatore, a qualsiasi latitudine. Ecco, io ogni tanto faccio dei propositi, e cerco di legarli agli anni con le cifre tonde. Per esempio, a trent’anni ho lasciato la mia città e un lavoro fisso e sono venuto a Roma a cercare di fare lo sceneggiatore. A quarant’anni ho visitato per la prima volta la città che il cinema mi aveva fatto amare, New York – e, per inciso, ora è la città in cui vorrei vivere. A cinquant’anni… non lo dico per scaramanzia, ma si sarà capito, no?
Laura Caparrotti
 
 

Marida Caterini, 29.2.2016
Il commissario Montalbano, parla Cesare Bocci (Mimì Augello)- VIDEO
Cesare Bocci è pronto a tornare sul piccolo schermo con due nuovi tv movie de Il Commissario Montalbano, in onda su Rai 1 questa sera e lunedì prossimo. Che cosa ci dobbiamo aspettare dal suo personaggio, il commissario Mimì Augello? Lo abbiamo chiesto allo stesso attore, in occasione della conferenza stampa svoltasi nella sede Rai di Viale Mazzini. Da "questo ragazzo", ci ha risposto ironico, non c'è da aspettarsi nulla: ormai possiamo confidare soltanto nei suoi "scivoloni", nonostante i 18 anni trascorsi dal suo debutto in tv. Come spettatori invece, ci attendono due belle serate da trascorrere in compagnia di un prodotto intelligente.

Se fosse lo stesso Mimì Augello di quasi 20 anni fa, ci racconta Bocci, solo in quel caso, il personaggio gli starebbe stretto dopo tanto tempo. Invece, spiega, Augello è maturato pur senza perdere le sue prerogative: le storie scritte da Camilleri infatti, non sono mai uguali a se stesse perché Camilleri attinge dalla realtà. È questo elemento perciò, secondo Bocci, a rendere Montalbano sempre amato dagli spettatori, anche quando è in replica. Il cast è in procinto di girare i prossimi episodi, le cui riprese inizieranno a giorni.
In procinto di altri progetti televisivi, nel frattempo Bocci non dimentica il teatro. E se anche dovesse capitare una conduzione, come avvenuto in occasione di Miss Italia e de Il Giallo e il Nero, valuterebbe la proposta con attenzione dato che le esperienze passate si sono rivelate positive.


Il commissario Montalbano, parla Peppino Mazzotta (ispettore Fazio)- VIDEO
Ne Il Commissario Montabano Peppino Mazzotta è l'ispettore Fazio. Lo ritroveremo oggi a partire dalle 21.10 su Rai 1, nel tv movie Una faccenda delicata, il primo dei due nuovi appuntamenti con il commissario nato dalla penna di Andrea Camilleri.
Abbiamo incontrato Peppino Mazzotta, che si è raccontato al nostro sito.

Le dinamiche tra Fazio e Montalbano saranno sempre le stesse, in quanto il rapporto è più che consolidato: ancora una volta dunque, avremo il "devoto braccio destro" che anticipa le richieste del commissario. Una capacità che da un lato irrita il protagonista, ma dall'altro gli fa piacere: chinque vorrebbe un collaboratore del genere, spiega l'attore. D'altro canto questa particolare sntonia permette di dar luoga a tutta una sere di "tormentoni" che caratterizzano il rapporto tra i due, e che è all'origine delle scene divertenti.
L'esperienza di Mazzotta nella serie nasce in maniera singolare. Notato in uno spettacolo teatrale dal regista Alberto Sironi infatti, era stato provinato per un suo film: a causa di altri impegni lavorativi però, aveva dovuto rinunciare nonostante avesse ottenuto il ruolo. L'anno seguente, quando stava girando Il Commissario Montalbano, messo da parte l'orgoglio dopo il rifiuto, Sironi lo aveva chiamato ugualmente, offendogli così una seconda occasione.
Nonostante il grande successo di Montalbano, raramente vediamo l'attore in tv: effettivamente, ci ha confessato, è un dato di fatto che le proposte professionali siano arrivate più dal cinema e dalla concorrenza che dalla stessa azienda. Prossimamente però, Mazzotta sarà proprio nel cast di un film Rai, Lampedusa, al fianco di Claudio Amendola e in una miniserie Mediaset con Marco Bocci. Il prossimo anno invece, in autunno, partirà con un progetto teatrale.
Irene Natali
 
 

Scelgo news, 29.2.2016
“Il Commissario Montalbano”: eccellenza e grandi ascolti

Mare, magnifiche piazze, chiese barocche di pietra bianca, ville con pesanti tendaggi che separano ampi saloni affrescati, campagne dell’entroterra, armenti. Una vita arcaica che si sposa con la testimonianza di fasti passati. Memoria viva, culla della nostra civiltà, ecco lo scenario di questa fortunata serie televisiva che attira il pubblico più vasto. Qui vengono celebrati i drammi e i misteri della vita umana: un ordine ontologico spezzato dall’omicidio, dalla sopraffazione del più forte sul più debole, dalle passioni umane che si scatenano. Salvo Montalbano vive il suo lavoro come una missione: ripristinare quell’ordine antico stabilito su leggi “non scritte” come direbbe l’Antigone di Sofocle. Un personaggio affascinante creato dalla penna di un grande scrittore contemporaneo.
Dalle primissime puntate, “Il Commisario Montalbano” ha convinto subito critica e pubblico. E’ un prodotto che esprime l’eccellenza italiana, che si nutre di una cultura forte ancora viva in un Sud con tanti problemi, ma non ancora globalizzato. Il linguaggio narrativo è nuovo rispetto a quei cliché su cui si è cimentata tanta produzione televisiva. La Sicilia non è solo mafia, ci voleva Camilleri per ricordarcelo.
Anche quest’anno il pubblico ha accolto con entusiasmo la notizia del ritorno di Montalbano. Siamo alla decima edizione. Due episodi in onda su Rai Uno, il 29 febbraio e il 7 marzo. “Una faccenda delicata” e “La piramide di fango”, diretti da Alberto Sironi. Le storie arrivano dalle raccolte “Un mese con Montalbano” e “Gli arancini di Montalbano”. Si riconferma anche la produzione: Palomar e RaiFiction.
«Il segreto del successo di Montalbano? Un signore che si chiama Andrea Camilleri e che ha un mondo interiore fanciullesco sedimentato in uomo di 90 anni» spiega Zingaretti «Non sono storie poliziesche ma metafore tramite le quali un intellettuale spiega la sua visione del mondo. Camilleri ha creato un personaggio che è estremamente seducente».
Montalbano non piace solo agli italiani, (10 milioni di spettatori), ha conquistato ben sessantacinque paesi stranieri, dall’America all’Australia.
Perfino le repliche incassano un alto numero di spettatori, i gialli non sono banali, non è facile memorizzare gli step complessi, come complesso e affascinante è l’universo umano su cui si indaga.
A Palermo, via Siracusa sarà dedicata a Elvira Sellerio, l’editrice che ventidue anni fa ebbe l’intuizione di trasformare in film i romanzi dell’autore siciliano. Una parte di merito va anche a lei.
Dopo la serie “Il Giovane Montalbano”, ora amiamo ancora di più il Montalbano maturo. Il pre-sequel ci ha raccontato meglio il dramma di un’infanzia vissuta lontano dai genitori, e la sua storia d’amore con Livia, quest’anno interpretata da Sonia Bergamasco.
Chi è dunque Montalbano? E’ ancora Luca Zingaretti a spiegarcelo:
«In questi anni l’Italia è cambiata tantissimo però Montalbano conserva la sua identità, pur assumendo atteggiamenti diversi rispetto a quello che gli è capitato intorno, è un uomo che ha trovato se stesso e il suo equilibrio. Non ha la smania di comprare l’ultimo modello di telefonino, ha una vecchia macchina, i soldi non sono la sua priorità: gli basta la sua casa da dove vede il mare, la fedeltà dei suoi uomini e Livia».
Anche per questo “Il Commissario Montalbano” 2016 sarà sicuramente un nuovo, grande successo.
Alessandra Caneva
 
 

Marida Caterini, 29.2.2016
Il Commissario Montalbano, non solo consensi ma anche critiche per la serie tv
Definita l'icona della nostra fiction a livello internazionale, la serie Il Commissario Montalbano con Luca Zingaretti è tornata su Rai1. Due nuovi episodi per quest'anno, intorno ai quali l'attesa è stata quasi spasmodica. Ma davvero tutti sono ansiosi di ritrovare il poliziotto di Vigata, i suoi aiutanti Fazio (Peppino Mazzotta) e Mimì Augello (Cesare Bocci) con il surreale Catarella (Angelo Russo)? Davvero c'è consenso unanime intorno alla serie e al suo creatore Andrea Camilleri padre di Montalbano?

Lo abbiamo chiesto ad alcuni personaggi noti: Pippo Baudo, Lanzo Buzzanca, Anna Kanakis, Rino Barillari, Edoardo Raspelli, Alessandro Cecchi Paone, il nutrizionista Pietro Migliaccio presenza fissa a I fatti vostri su Rai2.
"Salvo Montalbano incarna lo spirito critico della terra siciliana, è un personaggio bonario, ironico, fuori dagli schemi che riesce a far breccia sui telespettatori con stile ed eleganza" sottolinea Pippo Baudo. "La serie ha proiettato, a livello turistico, la Sicilia nel mondo, contribuendo a far conoscere zone di suggestiva bellezza esaltate dalla sapiente regia di Alberto Sironi. Ed io da siciliano non posso che esserne fiero".
Medesimo entusiasmo è riscontrabile in Lando Buzzanca che, pur non avendo seguito con assiduità, le indagini di Montalbano, gli riconosce una valenza positiva a livello di comunicazione.
Di tutt'altra opinione è Anna Kanakis. L'attrice e scrittrice trova lento lo svolgersi degli eventi raccontanti, privi di quel pathos che invece è necessario per narrare storie di morte e di omicidi. "E dire che la Sicilia è la terra del pathos per eccellenza" incalza la Kanakis che a proposito del commissario Montalbano fa notare: "è un personaggio poco intrigante, distaccato dai fatti nei quali viene coinvolto. Manca completamente il thriller nelle varie storie".
"Montalbano è immerso in un mondo fermo e statico che non si è adeguato al cambiamento della società. Personalmente credo che, dopo aver visto prodotti come Il Padrino e Romanzo criminale, tutto il resto sia prevedibile e scontato. E' l'opinione di Rino Barillari, il Re dei paparazzi che dà l'affondo finale: "servono storie di oggi che fanno uso di nuove tecnologie per le indagini, mentre le vicende raccontate ne Il commissario Montalbano appaiono incastonate in una realtà vecchia e obsoleta".
Edoardo Raspelli, critico gastronomico e conduttore del programma Melaverde su Canale 5, non guarda la serie. Il motivo lo spiega così: "non amo Andrea Camilleri, non amo la sua scrittura, quelle continue frasi dialettali. Io adoro i dialetti, li considero alla stregua di buoni piatti della cucina italiana che ne interpretano le varie tradizioni locali. Ma se si usa un dialetto è necessario farsi capire. Con Camilleri questo non accade".
Critico anche Alessandro Cecchi Paone: "Montalbano non mi interessa, non mi ha mai fornito un motivo di attrazione dal punto di vista televisivo. Questo perchè, pur riconoscendo a Camilleri capacità di scrittura, non sono mai riuscito, personalmente, a leggere fino in fondo un suo romanzo. Eppure sono un accanito lettore. Ma trovo nelle pagine di Camilleri molto barocchismo, uno stile lontano da quello da me preferito ed espresso molto bene, in una determinata letteratura americana.
"E' elegante, senza volgarità e ricostruisce perfettamente le atmosfere della Sicilia cara al pubblico e ai turisti che, proprio grazie alla serie televisiva, hanno riscoperto l'isola e le sue bellezze! afferma Pietro Migliaccio, nutrizionista de I Fatti vostri. Che conclude: "non ultimo motivo di successo, per la serie, è la sobria ma costante attenzione che presta al cibo e alle tradizioni gastronomiche locali, senza mai scadere nella grossolanità"
Marida Caterini
 
 

Siracusa News, 29.2.2016
Noto protagonista con "Il commissario Montalbano": oggi la prima di due puntate in onda su Rai1

Andrà in onda stasera, alle 21.20 su Rai 1, la prima delle due puntate de "Il commissario Montalbano", in cui verranno proiettati sul piccolo schermo anche scorci di Noto.
C'è anche la città del barocco per eccellenza, infatti, tra le location scelte per i nuovi episodi di una delle fiction più seguite e apprezzate. Sono soltanto due le puntate del X ciclo e i siciliani, netini in primis, sono già tutti pronti per vedere la Loggia del Mercato di via Rocco Pirri in televisione.
 
 

Arles agenda, 29.2.2016
Atelier tout public "Traducteur d'un jour"# février 2016
Stage / Atelier

Qu’est-ce que traduire? La chose est intrigante. Elle échappe à la description. Et si la meilleure façon de comprendre, c’était de s’y mettre? De goûter à la joie de retourner une phrase, de la faire sonner, de trouver le mot juste?
Afin de partager les joies et les épreuves de leur tâche, les traducteurs d’ATLAS donnent en 2016 un rendez-vous par mois, ouvert à tous, autour de grands textes qu’ils n’ont pas forcément traduits, et pour se mettre au travail ensemble. Après J.K. Rowling et Erri de Luca aux Assises de la traduction 2015, ce sont des textes de Goliarda Sapienza, Andrea Camilleri, Franz Kafka et Pablo Gutiérrez qui ouvriront la ronde. En toute convivialité. Aucune connaissance linguistique n’est requise, il suffit d’avoir le goût d’écrire.
> De 18h30 à 20h30 dans la bibliothèque du CITL - Espace Van Gogh
• ATELIER D’ITALIEN > Lundi 29 février
Animé par Dominique Vittoz: Il birraio di Preston [L’Opéra de Vigàta] d’Andrea Camilleri
 
 

 


 
Last modified Wednesday, August, 19, 2020