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RASSEGNA STAMPA

LUGLIO 2016

 
TFN TeleFuturaNissa Caltanissetta, 1.7.2016
Il “Casellante”: il piacere del teatro

Una pièce lunga a tratti sfilacciata che però ha regalato il piacere del teatro: “Il Casellante” in prima al Margherita con un superbo Moni Ovadia
 
 

Giornale di Sicilia, 1.7.2016
"Hoefer racconta Camilleri", il libro presentato a Gela - Video

Gela. L’amicizia fra Andrea Camilleri e uno scrittore e giornalista gelese Federico Hoefer, raccontata in un libro scritto da due giovani giornalisti gelesi Andrea Cassisi e Lorena Scimè. Il libro, "Hoefer racconta Camilleri, gli anni a Porto Empledocle” (Dario Flaccovio editore) è stato presentato ieri sera a Gela all’Eschilo Lab.
Lo stesso Camilleri, con un video messaggio ha voluto ringraziare i due giornalisti gelesi che hanno ripercorso un’amicizia lunga mezzo secoli. Un libro originalissimo che racconta ricordi di infanzia e giovinezza di Camilleri narrati dal suo carissimo amico Federico Hoefer nella nativa Porto Empedocle.
A Gela, vive Federico Hoefer, caro amico di Andrea Camilleri. Una volta a settimana parlano al telefono. Ma i due non si incontrano da 50 anni. In questo libro, Hoefer tratteggia episodi, giornate e ricorrenze che lo legano allo scrittore empedoclino e che continuano a commuoverlo. Insieme ai due autori, erano presenti anche Federico Hoefer, Sarah Zappulla Muscarà, Marco Trainito e Rita Salvo.’
Donata Calabrese
 
 

Accènto, 1.7.2016
Hoefer racconta Camilleri. Gli anni a Porto Empedocle.

Si è svolta ieri sera all’Eschilo lab, di Gela, la presentazione del libro Hoefer racconta Camilleri. Siciliana è la storia e siciliani sono gli autori di questo romanzo.
Andrea Cassisi e Lorena Scimè sono ambedue noti giornalisti gelesi, entrambi coltivano da anni la passione per il teatro e gli eventi culturali e da anni li lega anche una profonda amicizia. È proprio di amicizia che il loro romanzo parla, quella tra Federico Hoefer ed Andrea Camilleri, un amicizia nata a Porto Empedocle, loro culla natia, un amicizia che va avanti da oltre cinquant’anni e che si nutre del quotidiano. Hoefer e Camilleri non si vedono da lungo tempo ma continuano a sentirsi settimanalmente tramite telefono. In questo libro, Hoefer racconta episodi, ricorrenze di un amicizia che sa di antico ma mai di perduto, un amicizia in grado di commuovere in questo viaggio a ritroso nella memoria e nel tempo. Gli autori ci presentano, attraverso i ricordi sapientemente intrecciati un volto inedito dello scrittore empedoclino, ricordi che solo un fraterno amico può conoscere.
Il libro di Andrea Cassisi e Lorena Scimè è un libro bello e scritto bene, è un libro che risente di quella cultura siciliana e di quegli scrittori, siciliani anch’essi, che della letteratura siciliana si sono fatti interpreti e mediatori.
Il libro è stato accolto dalla platea gelese come una festa e in tanti si sono presentati per mostrare il loro interesse. Lo stesso Camilleri, alla fine della presentazione, è intervenuto attraverso un video messaggio ringraziando gli autori per il “regalo” ricevuto. Insieme ai due autori erano presenti, Sarah Zappulla Muscarà, Rita Salvo, Marco Trainito e Federico Hoefer.
Desirèe Alabiso
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 1.7.2016
Catania
Libri

Alle 18 al Pani'n Plaza (piazza San Francesco, 11), Andrea Cassisi e Lorena Scimè presentano il loro libro "Hoefer racconta Camilleri". Interviene Alan David Scifo.
 
 

La Stampa, 2.7.2016
Antonio Sellerio: “La rivoluzione digitale? Per me contano di più le radici”
L’editore figlio di Enzo ed Elvira: i modi cambiano, sta a noi mantenere l’identità, la bella parola ti vizia

C’è talmente tanta storia dentro le stanze della casa editrice Sellerio che viene spontaneo parlare sottovoce, muoversi in punta di piedi, ma quando arriva il grande capo e inizia a raccontare si capisce che i salotti di questo indirizzo, ribattezzato con il nome di famiglia, via Sellerio, non sono rimasti identici nel tempo per trattenere i ricordi, piuttosto per liberarli. Echi di risate, pensieri che si rincorrono, pagine che frusciano e una foto senza cornice, tra le tante d’autore, che oscilla vivace. È una partita di calcio giocata a Torino: editori contro scrittori, sfida organizzata in un Salone del libro creativo e mentre Antonio Sellerio la riavvolge come una telecronaca è facile persino immaginarsi dei palloni che rotolano in questi corridoi densi di cultura.
Via Sellerio, casa editrice Sellerio, una tesi sulla Sellerio. Non ha mai avuto voglia di scappare dal suo nome?
«Di sicuro mi immaginavo un futuro fuori dai libri ma non certo per fuggire. Credevo che l’indipendenza fosse lontano da qui, per questo sono andato a Milano, alla Bocconi, per trovare la mia strada solo che ho scoperto che la rotta giusta riportava a casa, a Palermo, nell’attività di famiglia. Un percorso naturale però non proprio diretto».
Da quando lei ha iniziato a fare questo mestiere sono arrivati gli ebook, poi le fusioni dei grandi editori. Come si resiste?
«Sembrano e sono grandi rivoluzioni, ma la verità è che io lavoro esattamente come prima e, mi creda, anche il mercato si muove come prima. Su gli ebook poi c’è stato un grande investimento senza ritorno e non si è mosso granché. Le modalità cambiano, sta a noi mantenere l’identità».
L’arrivo di «Mondazzoli» non fa paura?
«Per ora è un’etichetta sui giornali, vedremo se davvero diventa un colosso monolitico, se vogliono mangiarsi tutto, però non è la prima fusione della storia e non ho paura. La grande distribuzione è in difficoltà eppure i librai sono più creativi che mai. Sono bravissimi, si sostituiscono agli assessorati alla cultura».
Cosa pensa dei libri nei supermercati?
«È una grande idea. È un bene che il libro diventi un abitudine, che stia pure vicino al cartone del latte. Leggere dovrebbe essere un gesto quotidiano, come fare colazione».
Lei quando legge?
«Soprattutto al mattino, prima di qualsiasi altra cosa. Tengo i libri, o i fogli, sul comodino».
Ce lo vede qualcuno che compra Camilleri al supermercato?
«Magari sì. Non mi figuro mai un identikit del lettore perché altrimenti finirei per cercare sempre lo stesso tipo di libro. Noi abbiamo un pubblico di riferimento ma mi ribello contro il gusto unico».
Primo libro letto?
«Facile, Pinocchio».
Libro che rilegge più spesso?
«Il Conte di Montecristo è un classico perfetto, le cadute e le risalite... mi dà sempre una grande motivazione».
Primo libro editato?
«I racconti di Pietro Grossi. Il racconto è una dimensione che mi ha sempre convinto anche se a volte sembra fuori moda. Resiste proprio perché è compatto, crea dei legami facili».
Come ci si smarca dall’ombra di due genitori come i suoi?
«Restano un costante riferimento, ho radici forti, ben piantate, ne sono fiero. Mi piace pensare di aver preso l’orgoglio di mia madre ma cerco di non immaginare mai le scelte che farebbe lei: significherebbe togliersi tutte le responsabilità».
Quindi sul divano di Sciascia non si lascia travolgere dai ricordi?
«Mi lascio trasportare, poi con il libro in mano il rapporto è a due, tra me e l’autore».
I suoi scrittori dicono che lei è come un allenatore.
«Non credo che abbiano bisogno di guide tecniche, se mai di sostegno. Faticherebbero a rispettare consegne tattiche».
Eppure il suo autore Malvaldi dice che lei più che motivare scova i dettagli che non funzionano.
«Non direi, intervengo poco e mai a gamba tesa. Conosco bene il rapporto che c’è tra un autore e la sua creatura, però sono orgoglioso di aver scovato un errore su una questione scientifica in un giallo di Malvaldi. Lui è chimico e io ho il complesso perché mio nonno era fisico. Un momento di gloria personale».
Camilleri sempre primo in classifica, Malvaldi e Manzini in top ten. Tutti Sellerio, tutti riprodotti in serie tv. La casa editrice di nicchia flirta col grande pubblico?
«A me piace vendere. E poi sono autori che creano personaggi sinceri e diretti, piacciono».
Guarda Montalbano in tv?
«Mi piace molto, non riesco ad abituarmi ai cambi rispetto al libro. Così neanche ci provo».
I vecchietti di Malvaldi hanno avuto un successo notevole, è perché siamo un Paese anziano?
«Lui ha un pubblico giovane. Ha successo perché ha una cifra di leggerezza di cui questo Paese ha bisogno come l’aria. E poi parla di un matematico che ha aperto un bar, a Palermo conosco dieci avvocati che hanno aperto un ristorante».
Ricorda la prima volta in cui ha incontrato Camilleri?
«Eravamo a casa sua, nel 2000. Si parlava di un cd rom interattivo e mi ha spiazzato. Sembrava distratto, invece aveva seguito e sintetizzato il necessario. Preciso, centrato. Trovo tuttora incredibile la sua capacità di cogliere l’essenziale e leggerlo è uno dei grandi piaceri. La bella parola ti vizia».
Se un autore cambia editore lo vive come un tradimento?
«Quando succede te lo aspetti sempre. Sono rapporti che si sono consumati. Ci si prepara, si resta insieme finché è possibile, si prova ad andare avanti. E poi ci si gira dall’altra parte».
Così brutale?
«La letteratura è passionale».
Elena Ferrante ha scelto l’anonimato e stravende. Perché un libro funzioni serve una faccia?
«No, ma gli scrittori vanno in tournée quasi gratis e un libro può vivere senza faccia, una libreria meno. Se un autore volesse restare nell’ombra non lo ostacolerei di certo. Arrivano a fare più di 100 incontri l’anno. Senza scriverebbero di più».
Le manca Dybala al Palermo?
«In modo struggente. Lo spio, con la maglia della Juve e sento fitte di nostalgia».
Giulia Zonca
 
 

Maurizio De Giovanni su Twitter, 2.7.2016
L'incontro con il Grande Maestro


 
 

Live Sicilia, 3.7.2016
Dopo 50 anni
A casa Camilleri con l'amico ritrovato
Lo scrittore empedoclino insieme al suo miglior amico dopo mezzo secolo.


Andrea Camilleri abbraccia il suo miglior amico Federico Hoefer

È successo. Dopo 50 anni Andrea e Federico si sono incontrati. Si erano separati quando erano poco più che adolescenti nella natia Porto Empedocle. All'epoca erano giovani scanzonati che a furia di fare andata e ritorno da un capo all'altro della via Roma, avevano spardato le basole della cittadina agrigentina. Ma né Andrea Camilleri, né Federico Hoefer si sono mai dimenticati l'uno dell’altro. C'è voluto mezzo secolo perché lo scrittore empedoclino e il suo migliore amico Hoefer potessero tornare ad abbracciarsi senza quel ruffiano del telefono che si mettesse in mezzo.
Tutte le settimane, o l'uno o l'altro hanno alzato la cornetta mantenendo un'amicizia che, seppure a distanza, ha custodito un volersi bene nobile e puro. "L'interessante è sentirsi", aveva detto Hoefer. "Anche se prima dovevo fare i conti con quella segreteria rompiballe". Ma la voglia disperata di riabbracciare lo scrittore empedoclino era davvero tanta. Federico Hoefer, il miglior amico di Andrea Camilleri ce l'aveva trasmessa durante le nostre lunghe chiacchierate in casa sua che hanno dato vita ad un filo narrativo "Hoefer racconta Camilleri - Gli anni a Porto Empedocle", uscito in Italia lo scorso giugno per Dario Flaccovio Editore.
"Fefé ccà si?" lo accoglie Camilleri che oggi purtroppo non vede più, nel suo studio mentre spegne l'ennesima sigaretta. "Ccà sugnu, Andrè", lo abbraccia Federico. È un momento tutto loro. Che si uniscono in un commosso abbraccio che odora ancora di mare e salsedine. "Perché nel nostro sangue scorre un misto di alghe e muschio marino", ci aveva raccontato Hoefer che dolcemente precisa ad Andrea di preferire il dialetto. "Quannu parru cu tia preferiscu u marinisi, e no u vigatesi". E giù una serie di ricordi, tra una lacrima da asciugare e un sorriso talvolta amaro da condividere su quella Porto Empedocle così diversa.
"Ma i graniti di Amedeo un su cchiù chiddi di na vota, André", rievoca Hoefer lasciandosi coccolare dai ricordi di cui entrambi hanno fatto memoria. Li lasciamo da soli, mentre dal quarto piano di via Asiago, a Roma, il sole tramonta dopo una lunga e afosa giornata di fine giugno.
Nostra complice perché questo incontro avvenisse è la più piccola delle figlie di Camilleri, Mariolina. Assomiglia tanto a mamma, quando era più giovane di lei, la signora Rosetta dello Siesto, che ci aspetta, al nostro arrivo, sul pianerottolo di casa. Ci allarga le braccia appena usciti dall'ascensore per un caloroso benvenuto.
Le ore si sciolgono tra risate e ricordi, a cena, nel salotto di casa Camilleri dove Andreuccio e Fefé - è così che si chiamavano tra loro quando erano giovani - siedono l'uno accanto all'altro. Si confidano. Hanno tanto da dirsi. Insieme a loro, anche le mogli. E talvolta coinvolgono pure noi impegnati in un altro angolo della stanza da pranzo a conversare con le donne di Andrea: le altre due figlie Elisabetta, Andreina e la deliziosa Matilda di cui Camilleri è bisnonno. Con noi anche Laura, la figlia di Fefè con il marito Emanuele e il figlio Mattia.
Andrea e Fefè parlano. "Cose nostre", ci fanno sapere. Ma anche di pasta con le sarde, biscotti, arancini. Di quella volta quando a Racalmuto nessuno volle indicare al Maestro - ancora sconosciuto al grande pubblico - dove fosse Leonardo Sciascia col quale aveva un appuntamento, ma non lo aveva trovato in casa. O della littorina che deragliava dolcemente sulla montagna, "tanto andava lenta, che molti saltavano giù dal finestrino", dei Fogli di Gela e delle poesie, di quel dicembre quando per la prima volta con Lietta, la nipote di Luigi Pirandello, fecero gli arancini, del nuovo sindaco di Porto Empedocle, di quando "mi fici zitu co computer", ride Camilleri.
"Stava sulla mia scrivania - racconta con la lentezza ed il fascino che lo contraddistinguono -. Per anni ci siamo guardati negli occhi e dopo ci siamo sposati". "Io - gli dice Fefè - non mi sono lasciato sedurre dal progresso. Utilizzo ancora la Lettera22". E ricorda quando a Gela venne Teresa Mannino ad intervistarlo per uno speciale su Rai Uno, dedicato al 90esimo del Sommo. Fu Camilleri a indicare all'attrice che a Gela viveva il suo migliore amico al quale la Mannino fece pervenire una scatola di carta carbone perché "a Gela unni trovi chiù, André".
"Ma i Monopoli di Stato te la danno la percentuale? Cu tutti sti sigaretti che ti fumi...". Hoefer è felice mentre chiacchiera con Camilleri. Poi gli sottrae il pacchetto di Moretti rosse. Lo odora. "Anch'io sono stato un grande fumatore - rivolgendosi a noi -, poi ho smesso ma ogni tanto odoro le sigarette. Mi fa bene", intanto che Camilleri ne ha già acceso un'altra in quella biblioteca mista a odore di libri e fumo. "Ma quanti libri ci sono in questa casa?", gli chiediamo. "Circa diecimila...", risponde precisando che poi c'è una sezione dedicata esclusivamente alla letteratura siciliana. "Ma una biblioteca l'ho lasciata nella casa vecchia". Ci lascia perplessi. Poi prosegue: "Si, perché le pareti si erano annerite col fumo e quando abbiamo tirato fuori i libri dalle scaffalatura è rimasta un'altra libreria disegnata sui muri". Ride Camilleri. Ride Hoefer.
La loro gioia è anche la nostra, giovani giornalisti di provincia, corrispondenti innamorati dei racconti, delle storie. Come quella che ci affidato Federico Hoefer nella quale, per scelta, non siamo mai voluti entrare a gamba tesa. Stando alla soglia, questi ricordi così vividi e dirompenti non potevano rimanere silenti: Hoefer vive delle risate di un tempo, di Porto Empedocle e dei suoi sapori, degli scogli su cui il mare continua a infrangersi. "Loro non sanno che siamo andati via - si commuove Fefè -. Ci aspettano ed insieme torneremo. Pescheremo un polpo e lo sbatteremo sugli scogli per rendere la carne più morbida, perché lì sono duri".
Le ore trascorse a casa di Camilleri, nella quale ritorniamo per condividere il pranzo, tutti assieme, da buoni siciliani, scorrono veloci affaticate dal caldo. Ed impreziosite dall'accoglienza e dalla dolcezza della famiglia Camilleri che ci fanno sentire di casa, è già l'imbrunire. È tempo di ritornare in Sicilia, degli abbracci, dei saluti, delle lacrime. "Grazie Fefè, ti vogghiu beni beddu miu". Un altro abbraccio per darsi appuntamento, a settembre, a Porto Empedocle, in quella Sicilia cambiata in cui si ode u scrusciu do mari che tanto manca a Camilleri.
Andrea Cassisi e Lorena Scimè
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 3.7.2016
Il casellante
Teatro Regina Margherita 29 giugno
Moni Ovadia multiforme nel Casellante di Camilleri

Una donna è soprattutto una madre, e se la sua è una maternità negata, allora tenta di farsi albero per generare frutti. Il casellante, spettacolo tratto dal romanzo di Camilleri, per la regia di Giuseppe Dipasquale, trasfigura il mito della metamorfosi di Dafne, il gruppo del Bernini è esplicitamente richiamato nella scena finale, in quella di Minica, una materna e femminile Valeria Contadino. Nell'imperversare della guerra, la musica si fa carico di un valore libertario che irride i valori del fascismo, incarnati dal gerarca Sergio Seminara e ritenuta sovversiva. Moni Ovadia, direttore della Stagione del Teatro Regina Margherita di Caltanissetta, dove lo spettacolo è andato in scena lo scorso 29 giugno, entra ed esce con leggerezza da vari personaggi, la mammana Donna Ciccina, il giudice, il barbiere e il casellante.
Filippa Ilardo
 
 

La Repubblica, 3.7.2016
Loriano Macchiavelli: "Le mie storie della provincia emiliana, quando Bologna era ancora piena di vita"
Lo scrittore: "Spedivo manoscritti alle case editrici. Una editor mi rispose: "Si vergogni", quasi volesse dirmi: come ti è venuto in mente di mandare cose così insulse e sciatte"

[...]
Viene considerato uno dei padri del giallo all'italiana.
"Più che un padre mi sento un testimone. Tra i padri del dopoguerra metterei Scerbanenco, Renato Olivieri, Fruttero e Lucentini. Su tutti il grande Camilleri, anche se ho la sensazione che Andrea sia un caso a sé e in qualche modo irripetibile. Oggi ci sono ottimi scrittori del giallo all'italiana: Lucarelli, Fois, Malvaldi, Carofiglio, Carlotto, Vitali per citarne alcuni. Ciascuno ha una sua prerogativa, ma tutti insieme tengono in piedi il traballante edificio dell'editoria".
[...]
Antonio Gnoli
 
 

Il Centro, 5.7.2016
Sonia Bergamasco «Zalone e Montalbano che belle esperienze!»

[...]
E sarà ancora la nuova Livia, l'eterna fidanzata del commissario Montalbano?
«Sì, me la sono sentita. Nella proposta del regista Alberto Sironi ho trovato cose di valore. Un racconto curato nei minimi particolari con una qualità cinematografica tale da farsi amare nel mondo. Lavorare con cura e senza fretta, una cosa speciale per una serie televisiva, abbiamo realizzato due film che andranno in onda verso primavera».
[...]
Jolanda Ferrara
 
 

7.7.2016
Il casellante
Notizie sulla tournée

È confermata la tournée nei teatri italiani che, a partire da gennaio 2017, toccherà Palermo, Bologna, il Piemonte, Milano (Teatro Carcano, dal 25 gennaio al 5 febbraio), Perugia (Teatro Morlacchi, dal 22 al 26 febbraio), Genova (Teatro Duse, dal 28 febbraio al 5 marzo), Fano (Teatro Della Fortuna, dal 31 marzo al 2 aprile), Brescia (Teatro Sociale, dal 5 al 9 aprile) e Roma (Teatro Sistina, dal 23 al 28 maggio).
 
 

Il Fatto Nisseno, 7.7.2016
Serradifalco. Domani a Palazzo Mifsud si presenta il libro “Hoefer racconta Camilleri”.

Serradifalco. E’ in programma domani 8 luglio alle ore 19 nella sala convegni di Palazzo Mifsud il libro “Hoefer racconta Camilleri – Gli anni a Porto Empedocle”, scritto da Andrea Cassisi e Lorena Scimè per i tipi della “Dario Flaccovio Editore”. Nel libro Federico Hoefer, caro amico di Andrea Camilleri, che vive a Gela, grazie ai due autori traccia un profilo inedito dello scrittore empedoclino. Alla presentazione prenderanno parte gli autori del libro. prevista la presenza del prof. Giovanni Costa con Giovanni Sorce, Giuseppe Minnella, Serena Nuccio e Nino Morreale che leggeranno alcuni brani del libro. Introdurranno il sindaco Leonardo Burgio e l’assessore comunale alla cultura Teresa Marchese Ragona.
 
 

La Repubblica, 8.7.2016
De Mauro: "Darei a Camilleri lo Strega alla carriera"

Roma. «Nei prossimi anni lo Strega potrebbe istituire un premio alla carriera». Lo ha detto ieri Tullio De Mauro. Per il presidente della Fondazione Bellonci «il riconoscimento potrebbe andare ad Andrea Camilleri o ad altri grandi esclusi ». Stasera sapremo chi è il vincitore tra il favorito Edoardo Albinati (La scuola cattolica, Rizzoli) e gli altri quattro candidati: Eraldo Affinati, Vittorio Sermonti, Giordano Meacci ed Elena Stancanelli. La diretta televisiva sarà su Rai 3 con Pino Strabioli a partire dalle 23.
 
 

Corriere Quotidiano, 8.7.2016
Comiso, verso la conclusione l'evento "Le virtù di un territorio"

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Sguardo al passato ed alla storia meno recente di una località balneare, Punta Secca, alla ribalta mediatica perché location della celebre “casa di Montalbano”: lo ha fatto, martedì sera, lo storico Gaetano Cascone (ex sindaco di Santa Croce) che ha presentato il libro di fotografie storiche di Punta Secca, di Francesco Dipasquale. Cascone ha parlato brevemente della borgata balneare, delle sue attività legate alla pesca, del faro, realizzato, su impulso del Re delle due Sicilie, Ferdinando II, su progetto (1857) dell’ingegnere Nicolò Diliberto D’Anna. E’ seguito un incontro con l’avvocato Pietro Diquattro, proprietario della “casa di Montalbano”, oggi trasformata in un B&B, che ha dato un fortissimo impulso al turismo del sud est siciliano. Diquattro, intervistato da Tiziano Toffolo (direttore di Sloowbook), ha raccontato alcuni momenti del rapporto con la produzione della fiction, si è soffermato sulla triste vicenda della “falsa notizia” dell’abusivismo del terrazzino della casa del celebre commissario. “Mio nonno, Pietro Diquattro, acquistò 16 metri quadri dal Demanio. Il terrazzino è regolare. E’ stata diffusa una falsa notizia”. Diquattro ha annunciato il riconoscimento, ormai imminente, della “casa di Montalbano” come edificio di interesse architettonico, sottoposto a tutela, da parte dell’assessorato regionale alla Cultura ed all’Identità siciliana (sulla base della legge n. 1089 del 1939).
[...]
 
 

La Repubblica, 9.7.2016
Da Montalbano ai migranti Sicilia in fiction

Roma. Storie di immigrazione, viaggi della speranza finiti tragicamente, la battaglia della legalità: la Sicilia è protagonista della prossima stagione della fiction della Rai. È sospesa nel tempo la Vigàta raccontata da Camilleri nel Commissario Montalbano (regia di Alberto Sironi) interpretato da Luca Zingaretti. La serie più amata - oltre dieci milioni di spettatori - torna con due nuovi casi: i misteriosi sequestri lampo di giovani donne (La giostra degli scambi) e un attentato contro gli americani sbarcati in Sicilia il cui progetto è descritto in un diario del 1943 (Un diario del '43). [Questi due episodi saranno realizzati -e non trasmessi- nel 2017, NdCFC]
[...]
Silvia Fumarola
 
 

La Repubblica, 10.7.2016
Vanno in scena ascesi, sentimenti e impegno civile
Nekrosius rilegge Kafka e il dramma "Thyssen"

Nell'insolita ma anche sollecitante declinazione di generi teatrali che il Festival di Spoleto 59 ha adottato in avvio di programma, c'è spazio per una singolare (pur non perfetta) complementarietà tra Nekrosius, Martone, Castellucci, Moni Ovadia, e una jam session sulla Thyssen. C'è un vago comun denominatore tra le opere: vi si poteva percepire una caduta dei valori espressa in più società, lingue, costumi umani.
[...]
Assai diverso il venir meno emblematico dei rapporti arcaici col senno universale della riduzione de Il casellante di Andrea Camilleri, dove una moglie siciliana è afflitta da sterilità, poi da violenza di guerra, e infine si tramuta per favola in albero, arco di vicende (in cui Moni Ovadia è barbiere, mammana, fascista, accanto al ferroviere- cantante Mario Incudine, e alla donna con metamorfosi vegetale Valeria Contadino) che conciliano, talora con qualche sovrapposizione di piani, una stesura scenica dell'autore e del regista Giuseppe Dipasquale.
[...]
Rodolfo Di Giammarco
 
 

La Repubblica, 10.7.2016
Quella paternale solo un po’ selvaggia

[...]
Il dialetto è la lingua dell'intimità associativa e fisiologica della gran parte degli italiani, come spiegano Camilleri e De Mauro nel densissimo La lingua batte dove il dente duole, libro edito dal pugliese Laterza. Ebbene Camilleri dice che il dialetto è la lingua degli affetti, è confidenziale e intimo appunto, è familiare «perché il dialetto di una cosa esprime il sentimento mentre la lingua di quella stessa cosa esprime il concetto».
[...]
Francesco Merlo
 
 

La Repubblica, 10.7.2016
Il libro di Calabrò e il film di Termine

Antonio Calabrò scrive un libro bellissimo e tristissimo al contempo. "I mille morti di Palermo" è un eccellente strumento culturale che si pone un ambizioso ed estremamente nobile obiettivo, che non ha nulla da spartire con i pretestuosi obiettivi dei "professionisti dell'antimafia", che si stanno rivelando sotto gli occhi del mondo intero per quello che Leonardo Sciascia aveva già previsto tra la fine degli anni ‘70 e l'inizio degli anni ‘80, e che saggiamente Andrea Camilleri ci ricorda con il suo bellissimo libro "Un onorevole siciliano. Le interrogazioni parlamentari di Leonardo Sciascia" (2009).
[...]
Andrea Giostra
 
 

We-News, 10.7.2016
Assunta Vassallo: il caso della "Sposa assassina"
Il delitto avvenne a Caltanissetta nel 1948. Un ricco e stimato notaio venne assassinato tramite avvelenamento. In carcere finì la moglie, ma l'Italia si divise tra innocentisti e colpevolisti. Il caso ha ispirato anche il Commissario Montalbano. In una delle opere con protagonista il personaggio creato da Andrea Camilleri, intitolata "Meglio lo scuro", Montalbano si ritrova a dover lavorare su un caso molto simile a quello Vassallo. Il marito di Assunta, Rosario Raimondi, aveva due passioni: il fumo e le donne. Assunta inizialmente si comportò da moglie "passiva", rimanendo zitta dinanzi ai capricci ed ai vizi del marito, i guai iniziarono quando la donna si innamorò di un altro uomo.

Nel racconto "Meglio lo scuro" lo scrittore Andrea Camilleri descrive un caso particolare affrontato dal suo personaggio più famoso: il Commissario Montalbano.
Un delitto avvenuto tramite avvelenamento, compiuto molti anni fa.
Montalbano arriva ad una sconcertante soluzione, tuttavia, il commissario reputa che sia meglio non chiarire nulla e lasciare le cose come stanno.
Forse non tutti sanno che Camilleri prende ispirazione per i suoi romanzi da reali casi di cronaca nera, come il delitto Montesi o l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco nel 2007.
Anche il precitato racconto Meglio lo scuro è ispirato ad un caso di nera realmente accaduto alla fine degli anni '40: quello di Assunta Vassallo, la quale fu accusata dell'omicidio del marito Rosario Raimondi.
Il tutto avvenne a Caltanissetta, il notaio Raimondi era un uomo ricco e stimato dai suoi concittadini, con due passioni: le sigarette e le donne.
Tuttavia, l'uomo non era scapolo, era infatti sposato con una bella ragazza di nome Assunta Vassallo.
Quest'ultima si comportava da moglie passiva, sopportando con silenzio i vizi ed i tradimenti del marito.
Il cambiamento nel cuore della donna iniziò quando si innamorò di un altro uomo, suo cugino, Raimondo Cangitano.
Raimondi era il tipico "bello e dannato": affascinante, carismatico, ma allo stesso tempo violento e dispotico.
Fu per stare assieme a questo suo parente che Assunta uccise suo marito avvelenandolo con dell'arsenico.
All'inizio, i medici pensarono che il notaio Raimondi fosse stato ucciso da una malattia dovuta al fumo, più precisamente da una "angina pectoris".
Tale patologia consiste in un difetto di ossigenazione del cuore dovuto alle 80 sigarette che il Rosario era solito fumare quotidianamente.
Tuttavia le cose non stavano realmente così.
Dopo il funerale, Assunta, accompagnata dal fratello, andò alla polizia e confessò il delitto, affermando: "Sono stata io: l'ho avvelenato" (Dichiarazione tratta da Assunta, la sposa assassina di Carlo Palumbo, articolo pubblicato su GrandHotel Anno LXXI n. 28 Luglio 2016).
Tuttavia, durante il processo, Assunta ritrattò la sua colpevolezza.
La nota rivista settimanale GrandHotel, che nell'ultimo numero ha pubblicato un articolo riguardo il caso, ha reso noto un consistente numero di foto storiche riguardanti il caso Vassallo-Raimondi.
In esse, si può notare la donna mantenere durante il processo, un'espressione a dir poco fredda, scostante, probabilmente l'amore nei confronti del marito si era arrugginito ed inaridito a causa dell'infedeltà da parte di quest'ultimo, o forse non c'era mai stato un vero sentimento tra i coniugi.
Torniamo comunque al processo, in precedenza ho detto che la donna ritrattò in Aula e così fu infatti.
Assunta affermò chiaramente dinanzi ai giudici: "Non ho ucciso mio marito, ho confessato l'omicidio perchè temevo di essere uccisa da mio cognato".
Tuttavia. Assunta Vassallo fu condannata a 20 anni di carcere, di cui sei condonati.
In Appello, le furono condonati altri quattro anni, ma ne furono aggiunti tre in Cassazione, da trascorrere in una casa di cura,
Infine, nel 1959, il ministro della Giustizia le abbonò due anni, in questo modo Assunta potè andare a vivere con i figli.
Le sue ultime parole furono: "Desidero che nessuno parli più di me, voglio essere dimenticata. Anch'io, del resto, non ricordo più nulla".
Marco Della Corte
 
 

MeridioNews, 10.7.2016
Visit Vigata, la guida per i luoghi di Montalbano
L'ideatore: «I turisti pensano sia una città reale»

Cultura e spettacoli – Un sito web realizzato da Roberto Sammito, giovane di Scicli, pensato per gli amanti della fiction del commissario più amato d'Italia. Adesso la speranza è di poterla trasformare in una versione cartacea. «Se ci saranno le energie e la volontà di stringere partnership tra pubblico o privato»

Un portale online con l'obiettivo di guidare i turisti alla scoperta dei luoghi di Montalbano. È il progetto di Roberto Sammito, un giovane di Scicli che nel suo sito web www.visitvigata.com ricostruisce la città creata dalla penna diAndrea Camilleri, ma che nella trasposizione cinematografica è diventata una "città diffusa" che non ha una corrispondenza univoca nella realtà e abbraccia tutta la provincia di Ragusa.
«Per quanto a noi del posto possa sembrare assurdo - spiega Roberto a Meridionews - molti turisti pensano che da qualche parte in Sicilia esista Vigata. Un amico che lavora nel settore alberghiero mi ha raccontato di una coppia in vacanza che gli ha chiesto indicazioni per raggiungerla. Il fatto è che c'è un grande interesse per i luoghi della fiction del commissario Montalbano, ma poi è difficile reperire le informazioni per visitarli. Il sito nasce per colmare questo gap».
L'idea di Visit Vigata è nata nel 2012 quando il giovane sciclitano era ancora uno studente universitario alle prese con una tesina da presentare all'esame di Marketing. Poi nel 2013 il progetto è stato rispolverato in occasione di un corso post laurea in Economia del turismo culturale.
«Durante il corso - racconta Roberto - mi hanno dato dei consigli pratici per sviluppare l'idea e così ho deciso di provare a realizzarla. È stato un percorso lungo, io vengo dal mondo dei contenuti e della comunicazione, ma non avendo risorse economiche da investire, ho studiato e acquisito le competenze che non avevo, finché l'anno scorso ho pubblicato una prima versione del sito in versione beta. E adesso la guida completa è online. Ho fatto tutto da solo e la mia ragazza, Patricia Vinci, con la passione per la fotografia ha curato la parte relativa alle foto».
Da Scicli a Modica, da Punta Secca a Ragusa, fino ad Ispica, Vittoria e Comiso: la guida percorre tutti i luoghi legati alla serie di Alberto Sironi, ma anche monumenti, scorci e tradizioni che vanno oltre le ambientazioni del set, alla scoperta della provincia perla del barocco e dei suoi tesori. Per ogni città esistono infatti diverse sezioni con consigli su cosa fare, eventi, feste e sagre.
Adesso l'idea di Roberto è quella di cercare altri partner che possano sposare il progetto, magari trovando una casa editrice per stampare una versione cartacea della guida o qualcuno che possa aiutarlo a realizzare il sito web anche in inglese. «Adesso la palla passa al territorio - conclude Roberto - Se ci saranno le energie e la volontà di stringere partnership tra pubblico o privato, spero di poter andare avanti».
Chiara Carbone
 
 

La Repubblica (ed. di Milano), 13.7.2016
Sokourov, Servillo, Dante tutte le star italiane e straniere che illuminano la città

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CENTRI DI PRODUZIONE
Il Carcano prosegue sul contemporaneo con le due nuove produzioni, Moni Ovadia nel Casellante da Camilleri [...].
[...]
Simona Spaventa
 
 

La Repubblica, 14.7.2016
Televisione
Andrea Camilleri: "L'altra metà del cielo? Macché, sono l'universo intero"
Andranno in onda dal 29 agosto su RaiUno, subito dopo il Tg, dieci film brevi tratti dal libro dello scrittore siciliano. Un esperimento per televisione e web
IL VOLUME. L'ho scritto in età matura quando cominci a porti domande. È un'età in cui si vive spesso anche di ricordi
ATTRAZIONE. Mi affascina l'intelligenza, la capacità di afferrare i problemi e affrontarli E poi lo sguardo
MONDO FEMMINILE. Ho cercato di coglierne gli aspetti più segreti, ma alla resa dei conti è come se avessi fatto un buco nell'acqua

Roma. Andrea Camilleri di donne ha scritto molto, sempre. Anche nelle avventure del commissario Montalbano, che hanno in primo piano gli uomini, le figure femminili hanno un peso. Dall'eterna fidanzata Livia, presenza/assenza ("È come se fosse la sua coscienza, e nessuno vorrebbe sposarsi con la propria coscienza" risponde sorridendo lo scrittore a chi chiede lumi sul rapporto a distanza senza sviluppi), alle creature che sfiorano il commissario: maestre, mogli, vedove, avventuriere, amiche (Ingrid), colleghe (le giovani seduttrici, come nel racconto La vampa d'agosto, e in quell'occasione lo sventurato risponde). Ma Donne, il libro che ha ispirato la collezione dei corti di RaiUno, è diverso: ben 39 protagoniste attraversano la Storia, dalla guerra ai salotti, fermando l'emozione di un attimo irripetibile. Un catalogo di donne dalla A alla Z venato d'ironia, in cui Camilleri regala figure memorabili come la prostituta socialista Oriana (interpretata da Nicole Grimaudo), che nella casa di tolleranza, secondo le voci del paese grazie alla sua ars amatoria, fa secco un fascista.
Camilleri, perché due anni fa decise di scrivere un libro sulle donne?
"Forse perché è un libro scritto in età molto matura quando cominci a porti delle domande. È un'età in cui ti ritrovi a vivere spesso anche di ricordi. Mi è venuto quasi spontaneo scrivere un libro sulle donne che ho conosciuto, di cui ho sentito parlare o di quelle che nella letteratura mi hanno particolarmente colpito. C'è da aggiungere che non si tratta di racconti ma piuttosto di schede narrative disposte in ordine alfabetico".
Le donne nei racconti sono figure magnetiche. Nella sua vita, che ruolo hanno avuto?
"Come ho appena detto non si tratta solo di donne che ho incontrato nella vita reale. E forse sono proprio quelle che di cui ho solo letto che hanno realmente influito sulla mia esistenza. Sembra un paradosso ma è così".
Pensa a qualcuna in particolare?
"Mi riferisco in modo particolare all'Angelica dell'Ariosto o alla Winnie di Beckett".
Cosa la colpisce di più in una donna?
"Naturalmente sono attratto da una donna appena la sento parlare. Mi affascina il grado di intelligenza, la capacità nel capire immediatamente i problemi e le cose e soprattutto il modo di affrontarli. La prima cosa che mi colpisce invece fisicamente, è lo sguardo".
Molti personaggi sono, per così dire, seduttrici involontarie, esercitano un fascino segreto su chi le incontra: da bambino, ragazzo, adulto, com'è cambiato il suo sguardo sulle donne?
"Il mio sguardo non è mai cambiato. Né il mio modo di considerarle. Per me non sono l'altra metà del cielo ma l'intero universo".
E alla fine cos'ha capito?
"Cercare di capire l'intero universo è impresa impossibile. Io ho cercato di coglierne anche gli aspetti più segreti e nascosti ma alla resa dei conti è come se avessi fatto un buco nell'acqua".
Sua madre, sua moglie, le sue figlie, la nipote: l'universo femminile l'ha incuriosita o si è mai sentito intimorito?
"Mai intimorito dall'universo femminile! L'universo femminile mi ha accolto con benevolenza e generosità. La mia famiglia composta solo di donne è sempre stato per me motivo di grande orgoglio e assai frequentemente come una coltre di lana protettiva durante le notti gelide".
È più difficile raccontare i personaggi femminili o maschili?
"È più difficile raccontare i personaggi femminili, appunto, per la loro complessità. Anche il maschio più psicologicamente contorto mostra sempre delle falle nella sua corazzatura. Il metallo che costituisce la corazza femminile forse proviene da un altro mondo tanto è inviolabile".
Silvia Fumarola
 
 

La Repubblica, 14.7.2016

Roma. Dieci film brevi sull'universo femminile per un esperimento multimediale destinato alla tv e al web: dal 29 agosto RaiUno manderà in onda alle 20.30, dopo il Tg1, "Donne" dal libro di Andrea Camilleri (Rizzoli). Gli episodi sono ispirati alle figure femminili preferite dallo scrittore ma anche ai suoi incontri nelle diverse fasi della vita: corti di dieci minuti in cui i racconti prendono vita. Diverse tra loro - selvagge, aristocratiche, misteriose - le donne seducono Camilleri (che ha il volto di vari attori, dall'infanzia alla maturità). La regia è di Emanuele Imbucci, che firma le sceneggiature con Alessandra Mortelliti, Chiara Laudani e Davide Serino; la serie (interpretata tra gli altri da Nicole Grimaudo, Claudio Gioè, Anita Kravos, Giampaolo Morelli, Carolina Crescentini, Neri Marcorè, Catrinel Marlon, Giorgio Pesce, Vincenzo Amato, Francesco Mandelli, Nino Frassica) è stata girata a Roma e in Sicilia nei luoghi cari allo scrittore, nelle zone dell'agrigentino e del ragusano. La voce narrante è di Leo Gullotta. Realizzato per RaiFiction da Anele di Gloria Giorgianni con Tore Sansonetti e Carlotta Schininà, il progetto non resterà isolato. «La sfida è coniugare la materia letteraria alta del racconto breve e la fiction» spiega Giorgianni, nipote di Elvira Sellerio, «Camilleri offre un bello sguardo sul femminile. Il progetto tratto da "Passeggeri notturni" di Gianrico Carofiglio, invece, è una raccolta di racconti brevi di vario tipo: l'idea è legare i dieci pezzi per farne un film, così da andare su varie piattaforme ma creare anche un evento al cinema».
(s. f.)
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 14.7.2016
La Sicilia secondo Disney è una parodia dei cult letterari
LA TENDENZA. Tra cronaca e fiction si inscena un'Isola astratta fatta di cliché o di sublimazioni
LA FICTION. Vigàta è un luogo che da un lato confina con il reale dall'altro dilaga nella fantasia

La Sicilia fa talmente parte dell'immaginario collettivo nazionale che è ormai difficile stabilire quanto della sua raffigurazione sia riconducibile alla realtà e quanto invece debba ascriversi ai nuovi miti dell'industria culturale. Vi è anzi una Sicilia reinventata, tra verità e fantasia, che si è come sovrapposta a quella geografica, dando vita a un curioso gioco di sdoppiamenti.
Si pensi, per esempio, a quella che ieri era la Sicilia burlesca di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, duttile mood minore con cui canzonare il cinema mainstream.
Oppure oggi agli episodi del Commissario Montalbano televisivo, che si svolgono in un territorio promiscuo e indefinito in cui si sommano e confondono località diverse a sintetizzare le varie caratteristiche isolane come in una specie di grande carosello turistico che trascorre dal paesaggio alla gastronomia, dal patrimonio artistico al folclore.
Non sempre, ovviamente, questa reinvenzione torna a nostro profitto pubblicitario. Più spesso anzi assistiamo a una riduzione agli stereotipi della più pigra mafiologia o della più stucchevole e manichea agiografia legalitaria.
Tra cronaca e fiction, si inscena sempre più frequentemente, nel bene e nel male, una Sicilia astratta fatta di cliché o di sublimazioni che rischia spesso di scivolare nella parodia: o nei modi sottili di una raffinata ironia (e autoironia), come nei romanzi di Andrea Camilleri, o in forme assai meno sorvegliate come in certi grossolani prodotti cine-televisivi.
Nell'epoca del postmoderno, della falsificazione e della simulazione stilistica, la chiave parodica è pressoché inevitabile. Molto meglio quindi puntare direttamente e francamente alla parodia pura, sfruttando la forza intrinseca del genere, come fa per antica tradizione (fin dal 1949, con "L'Inferno di Topolino" scritto in terzine pseudo-dantesche da Guido Martina) la sezione italiana della Disney con una serie fortunatissima di rivisitazioni dei grandi classici della letteratura mondiale.
E naturalmente in questo filone parodico la Sicilia non poteva certo mancare. In primo luogo con uno dei suoi più citati e omaggiati capolavori, "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, di cui è appena apparsa sul numero 3158 del settimanale "Topolino" una versione caricaturale intitolata "Il Paperopardo" realizzata da Marco Bosco (soggetto e sceneggiatura) e Giada Perissinotto (disegni).
Sono trentadue tavole dal ritmo galoppante in cui si esplicita ancora una volta la notoria professionalità disneyana.
Nell'episodio Zio Paperone/ Don Fabrizio è un astronomo dilettante e un imbattibile capitano d'industria, mente Paperino/ Tancredi è uno squattrinato nipote che non può impalmare una rassegnata Paperina/Angelica. E poi troviamo Pico De Paperis/Padre Pirrone e i Bassotti/Vasciotti a far brigantaggio sui monti presso Palermo. Il sorriso, quanto meno, è garantito.
Ma occorre pure dire che, nonostante la buona fattura e alcune trovate sicuramente indovinate, l'effetto comico della trasposizione in questo caso risulta più debole e freddo degli standard disneyani.
A voler essere pignoli, l'ambientazione della storia in un 1860 agitato da «grandi cambiamenti che porteranno all'unità d'Italia» determina una serie di incongruenze che rendono fragile la trama. Con l'elisione dell'epopea garibaldina, resta infatti irrisolto lo snodo storico, che forse avrebbe aggiunto un'inopportuna pesantezza al dinamismo della farsa, ma avrebbe fatto quadrare i conti.
Sicché il Messo del Regio Consiglio che ammicca alla figura di Chevalley si colloca in un anacronismo banalizzante che compromette l'intera struttura imitativa del racconto.
D'altronde il filosofo russo Michail M. Bachtin ci ha insegnato che la parodia consiste nello "scoronamento dell'eroe". Ossia una difficile operazione di abbassamento antiretorico di tono, che richiede «una perfetta conoscenza dell'opera su cui procedere allo scoronamento dell'eroe», sia da parte dell'autore che da parte del fruitore dell'opera, «altrimenti l'azione stessa diventa senza efficacia ».
Proprio come il carnevale, la parodia è una sorta di trasparente mascheramento che ha una sua rituale necessità.
Più riuscita appare invece l'operazione delle "Avventure di Topalbano" (in edicola l'11 giugno scorso e presentato in anteprima a Etna Comics), che si avvale della mano espertissima di Giorgio Cavazzano, uno dei disegnatori più apprezzati a livello internazionale, qui assistito da Francesco Artibani per i testi e da Mirka Adolfo per i colori. Il risultato è un pastiche accuratissimo, una perfetta costruzione parallela, ineccepibile sul piano umoristico-narrativo e impreziosita dall'eleganza del disegno.
L'investigatore che intercala il refrain identitario "Topalbano sono!" e si avvale di un confusionario Quaquarella, insieme ai collaboratori Giuseppe Strazio e Ninì Cardillo, conduce un ben congegnato teatrino di macchiette esilaranti.
Ma al di là delle soluzioni, più o meno felici, degli adattamenti, è la stessa natura delle opere originarie a determinare la riuscita delle parodie.
Camilleri e il suo Montalbano indubbiamente si prestano meglio alla resa parodica in quanto già la includono in partenza in un certo linguaggio metaletterario che in parte demistifica le esasperazioni del giallismo contemporaneo o le iperboli di un manierismo siciliano.
Si capisce allora perché Andrea Camilleri, maestro di understatement, si sia dichiarato «onorato e felice» dell'episodio disneyano a lui dedicato, ritenendolo una sorta di Nobel.
In fondo la sua Vigàta (che in topolinese diventa ovviamente Vigatta) è un luogo per metà immaginario che da un lato confina con la Sicilia reale e memoriale, ma dall'altro dilaga nelle sterminate ipotesi della fantasia in cui coesistono tutte le Sicilie metaforiche e meravigliose.
Comprese quelle a fumetti.
Marcello Benfante
 
 

La Sicilia, 14.7.2016
Il nuovo romanzo
Camilleri metamorfosi di una targa e ritratti di italiani

La godibilità dei parti narrativi del Camilleri senza Montalbano trova un’altra conferma ne "La targa", racconto uscito in sordina nel 2011 e riapparso in pompa editoriale per i 90 anni dell'autore. Leggendo, il lettore cade in un dubbio amletico: fonte del riso è più la veste linguistica che i contenuti, o viceversa? O si potenziano a vicenda naturaliter? Innegabile la carica semantica demistificatoria e irridente del siciliano sui generis di Camilleri dosato al vetriolo, a tempo e luogo, nell'apparente "legge-rezza", né scherza il suo italiano, che gioca a rimpiattino fra le righe, tra retoriche "alate" perorazioni e dialoghi che danno nel grottesco. E di queste ammiccanti ambiguità si nutre tutto il racconto.
Se l'erotismo macchiettistico ne è un fortunato (commerciale) ingrediente, alias il piro/rosa radiosa della povira vidova venticinquenne del novantasettenne don Manueli Persico, piro mangiato e rosa 'nnaffiata abbonnannementi (e all'insaputa l'uno dell'altro) dai due Cocò e profìssori Larussa, entrambi interessati mallevadori della targa alla memoria e della pensione speciale alla vedova, il clou della storia sta altrove. Nelle metamorfosi inquiete sopra il naso dei vigatesi, in quel giugno del 1940 (metafora del nostro oggi) e nella via dedicatagli, della sritta sulla targa celebrativa del "fascista firventi" (e come non pensare al laido Sariddu lu Bassanu di Buttitta!) e "squatrista arraggiato, col manganello e l'oglio di ricino", e marciatore su Roma, don Manueli Persico. Scritta che passa da "caduto per la causa fascista" a "provvisoriamente caduto per la causa fascista" a "in attesa di definizione" a "patriota e garibaldino" fino all'ultima inevasa proposta del consigliere comunale, dalle mille precedenti sempre approvate trovate, Bonavia (sic!): "scrivemoci simplicimenti: Emanuele Persico - Un italiano". Formula che per i trascorsi venuti a galla del personaggio suona come un pirandelliano sonoro schiaffo storico di Camilleri all'Italia attuale: individui e Istituzioni.
Morto l'anziano per un colpo apoplettico al circolo Fascio & Famiglia per la misteriosa allusione fatta dal socio tornato da 5 anni di confino a Lipari perché "diffamatore sistematico del glorioso regime fascista", l'allusione svelata proverà che quella "tempra purissima di fascista della primissima ora" di don Manueli era invece nel 1921 un estremista socialista che, ammazzato un fascista a Marsiglia, fatto ricadere l'assassinio sul compagno di militanza, si era rifatto nel '22 in Italia una verginità "ntruppannosi con gli squatristi e facenno la marcia su Roma" e che già nel 1861 il sedicenne Manueli aveva turlupi-nato Bixio facendosi passare per carcerato antiborbonico, mentre era solo un ladro e uno stupratore di ragazze. "Ma come minchia lo possiamo definiri a sto cazzo di Manueli Persico? scatasciò il Podestà".
E i trasformismi e gli opportunismi del contesto politico e civile odierno nella debolezza/fragilità del nostro tessuto identitario, nazionale e valoriale?
Maria Nivea Zagarella
 
 

Primo, 19.7.2016
Primo aanraders: vandaag
Il commissario Montalbano
Zender en tijd: EEN - 14u20

De Italiaanse cinema hoort bij de wereldtop, dat is allang geweten. Dat in Italië ook goede tv-series gemaakt worden, weten we ten laatste sinds 1992, onlangs nog uitgezonden op Canvas – daarvòòr waren er Romanzo Criminale, Corleone, Gomorra en noem maar op. Een iets oudere krimi, maar zeker ook niet te versmaden, is Il commissario Montalbano, waarvan vandaag op Eén het achtste seizoen begint. We volgen er de lotgevallen van Salvo Montalbano, hoofdcommissaris van het fictieve Siciliaanse stadje Vigàta. Keer op keer weet hij de feiten te reconstrueren en de moordzaken op te lossen. In de eerste aflevering van dit seizoen onderzoekt hij de verdwijning van Giovanni Alfano, een bloedverwant van de oude maffiabaas Balduccio Sinagra...
 
 

Il Profumo della dolce Vita, 20.7.2016
Andrea Camilleri, “La rivoluzione della luna”, Ed. Sellerio, Palermo, 2013 – Recensione.

Per chi ama la letteratura che osa plasmare la storia con i turbamenti e le passioni umane, non può non leggere questo bellissimo romanzo di Andrea Camilleri.
Ma c’è un pericolo che il lettore deve essere consapevole di dover correre: l’essere travolto e sequestrato impietosamente dalla lettura scorrevole ed emozionante della storia di Donna Eleonora di Mora, «Marchisa di Castel de Roderigo, vedova del Viceré don Angel de Guzmán marchisi di Castel de Roderigo, fimmina beddra di fari divintari le gamme di ricotta, fìmmina di Paradiso, nìvura di capilli, àvuta, slanciata, aliganti, cu du occhi grandissimi, nìvuri come l’inca, che assimigliano a ‘na notti scurosa e scantusa ma nelle quali uno sarebbi cchiù che filici di pirdirisi per l’eternità.»
La storia è ambientata nella Palermo dei Viceré di di Sicilia del Governo Borbonico, Spagna, del milleseicentoundici – ma metaforicamente potrebbe anche essere dei nostri tempi – e racconta di potere, di prepotenza, di ipocrisia, di privilegi, di danaro, di vendetta, di tradimenti, di morte, di viltà, di ingiustizie, di meschinità, di complotti, di passioni, di amore che mai manca nelle coinvolgenti storie di Camilleri.
La narrazione è un succedersi repentino e ben ritmato di emozioni, di colpi di scena, di intrighi, di complotti, di battaglie più d’intelletto che d’armi.
Insomma, il pathos che cerca il lettore esigente in questa storia è assicurato.
Il Romanzo va letto tutto d’un fiato se si vuole provare il sofisticato piacere di lasciarsi trascinare in una bellissima storia di vendetta al femminile, la più glaciale e raffinata delle vendette, raccontata con arte magistrale e sopraffina che solo Camilleri in Italia oggi riesce a fare.
Andrea Giostra
 
 

Supereroi, 21.7.2016

A bordo di un'automobile immaginaria e uno scenario da cartoon, Massimiliano Pani e Vincenzo Mollica raggiungono dei big dello spettacolo italiano con una missione: farsi raccontare chi sono, appunto, i loro supereroi.
I loro punti di riferimento. Quelli senza cui la loro arte sarebbe stata diversa. [...]
Anteprime incredibili di curiosità e confidenze cucite 'a bordo' dell'automobile con un'attenta selezione di materiale di repertorio. Un'ora di musica, cultura, e storia italiana.
 
 

23.7.2016
La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta

Sarà probabilmente in libreria nell'autunno 2016 il quarto volume delle "Storie di Vigàta" di Andrea Camilleri.
Prime anticipazioni su bookrepublic.
 
 

ComingSoon.it, 23.7.2016
Su Rai1 dal 29 agosto arriva Donne

Arriva su Rai 1 da lunedì 29 agosto alle ore 20.30, “Donne”, tratta dall’omonima raccolta di racconti di Andrea Camilleri edita da Rizzoli, è una serie composta da 10 film fiction della durata di 10 minuti ciascuno che racconta le storie di altrettante figure femminili affascinanti e misteriose.
Definito come un format modulare e multipiattaforma, in onda sul primo canale della tv pubblica e online sul sito RAI, è un viaggio temporale che parte dagli anni Trenta per arrivare agli anni Ottanta, attraversando i cambiamenti della società, del costume e della figura femminile, ma anche le diverse età della vita del grande scrittore siciliano, dall’infanzia all’adolescenza fino all’età adulta.
Negli splendidi scenari di Ragusa e Agrigento, un racconto alla scoperta della seduzione, del sesso e di quel formidabile e irrisolvibile enigma che è l’universo femminile. Nel cast: Nicole Grimaudo, Carolina Crescentini, Miriam Dalmazio, Lucia Sardo, Neri Marcorè, Nino Frassica, Francesco Mandelli, Giampaolo Morelli, Claudio Gioè e nel ruolo di voice over Leo Gullotta.
Sofia Gusman
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 23.7.2016
Turismo, boom di presenze: il traino arriva dai piccoli centri
Nei primi sei mesi dell’anno pernottamenti cresciuti del 21,6 per cento. Grande successo per i comuni del Ragusano, le isole Eolie e Cefalù

L’assessore, senza giri di parole, lo chiama l’“effetto-Montalbano”. Perché nelle tabelle che Anthony Barbagallo ha chiesto al dipartimento Turismo un dato salta subito all’occhio: nei primi sei mesi del 2016 c’è sì un boom generale delle presenze nell’Isola (il bilancio regionale segna un confortante aumento del 21,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso), ma a fare da traino è soprattutto il Ragusano, che quasi triplica i visitatori. È l’effetto trascinamento dei piccoli centri, la grande nota positiva in un quadro che già di per sé va molto bene: alla straordinaria performance registrata dai luoghi della fiction basata sui romanzi di Andrea Camilleri fa da sponda ad esempio il dato delle isole Eolie - che sono passate dalle 114 mila camere occupate fra gennaio e giugno dell’anno scorso a quasi 144 mila - e di Cefalù, passata da 184 mila a quasi 210 mila pernottamenti. Grande attrazione si conferma la Valle dei Templi di Agrigento.
Claudio Reale
 
 

Teleclub, 24.7.2016
Commissario Montalbano
Die Tage des Zweifels, Polizei-Serie, I 2011
So 24.07.2016 07.10
So 24.07.2016 20.15

Commissario Montalbano wird von einer Midlife Crisis gebeutelt, als ein neuer Fall für Aufregung sorgt. Das Yachtschiff "Vanna" bringt ein Schlauchboot mit einer gesichtslosen Leiche in den Hafen von Vigàta. Die Obduktion ergibt, dass das Opfer vergiftet wurde. Was weiss die mysteriöse Schiffskapitänin des Schiffs? Zudem verliebt sich Salvo unsterblich in die Chefin der Hafenkommandantur, Laura Belladonna. Wie soll er das nur Livia beibringen?
 
 

de Bibliotheek Salland, 24.7.2016
Il commissario Montalbano: La danza del gabbiano
maandag 25 juli 2016 van 16:45 tot 18:35 | Eén, - TV
Italiaanse detectiveserie van Alberto Sironi naar de boeken van Andrea Camilleri. Met Luca Zingaretti, Peppino Mazzotta e.a.

Aflevering La danza del gabbiano. Fazio is vermist. Montalbano is ervan overtuigd dat de jonge agent zelf op onderzoek is uitgegaan en waarschijnlijk in de problemen zit. Montalbano volgt de sporen van Fazio en doet enkele verontrustende ontdekkingen. Ook al lijkt Fazio van de aardbodem verdwenen, toch wil Montalbano hem koste wat het kost levend terugvinden.
 
 

RagusaNews, 25.7.2016
Il Corriere: a Scicli ricostruito il commissariato di Montalbano
Da Roma a Scicli

Cliccare per ingrandire l'immagine

Sul Corriere del Mezzogiorno è apparso oggi un articolo, a firma Venera Coco, in cui si parla della ricostruzione del set del commissariato di Montalbano all'interno degli uffici del Comune di Scicli. In edicola oggi.
 
 

Proximus TV, 25.7.2016

Il commissario Montalbano
Maandag 25 juli 2016, 14:45 | één HD (Kanaal : 30)

Tijdens een van zijn ochtendlijke zwempartijtjes stoot Montalbano op een lichaam dat in verregaande staat van ontbinding verkeert. Terwijl hij met een bevriende visser discussieert over wat er gebeurd zou kunnen zijn, ziet hij hoe een groep illegale migranten naar de kust wordt geëscorteerd.

Il commissario Montalbano
Dinsdag 26 juli 2016, 14:45 | één HD (Kanaal : 30)

Een ouder koppel begint schijnbaar zonder reden vanuit hun huis te schieten op voorbijgangers. Wanneer het team van Montalbano hen eindelijk kan ontwapenen, ontdekken ze een vreemde opblaasbare pop in hun huis. De pop duikt nog een aantal keren op bij andere misdaden en Montalbano krijgt vreemde raadsels en hints toegestuurd. Montalbano moet het mysterie oplossen voor er nog meer slachtoffers vallen.

Il commissario Montalbano
Woensdag 27 juli 2016, 14:45 | één HD (Kanaal : 30)

Op weg naar het politiekantoor ontmoet Montalbano Vanna Digiulio, een meisje uit Palermo dat haar tante Livia opwacht die zal toekomen in de haven van Vigàta. Wanneer de tante van Vanna vertraging heeft doordat er aan zee een lijk is ontdekt, verdwijnt Vanna. De zaak wordt nog ingewikkelder wanneer er een tweede lijk wordt gevonden.
 
 

Corriere del Ticino, 26.7.2016
“Il romanzo poliziesco racconta l'oggi”
Esce «L'altro capo del filo», il centesimo libro di Andrea Camilleri: la nostra intervista
L'intervista completa in edicola oggi.

Che cosa dire di Andrea Camilleri, scrittore ormai celeberrimo e amatissimo dai suoi lettori dalle cui opere scaturisce un immaginario completo che, a volte, si sovrappone addirittura alla realtà? (come non ricordare che la sua Porto Empedocle è stata trasformata e denominata, in passato, come l'immaginaria Vigàta dei suoi romanzi?). Di Camilleri, oggi, si può dire che ha scritto il suo romanzo numero cento e che questo romanzo, L'altro capo del filo (pubblicato da Sellerio), stabilisce un legame fortissimo con i tormenti del tempo attuale, quelli dell'arrivo dei migranti sulle coste siciliane, ad esempio. Il commissario Montalbano, pronto ad accogliere chi sbarca per necessità rischiando la vita, dovrà risolvere un caso ingarbugliato a Vigàta; dove altro, sennò?
Abbiamo intervistato l'autore che, citando Tolstoj, ritrae il suo microcosmo (Vigàta/Porto Empedocle) come vero e fedele specchio dell'intero mondo.
L'altro capo del filo, il suo romanzo appena uscito di stampa, è una storia fatta di terribili immediatezze (gli sbarchi dei migranti sulla costa siciliana) e di lontananze altrettanto terribili (una storia di amore-dolore vissuta al nord). Com'è arrivato a mettere insieme queste storie? Nel suo libro sottintende un paragone tra le tragedie collettive e quelle personali, individuali?
«Su questo rapporto tra tragedie individuali e collettive l'accenno è già dato dall'episodio del migrante musicista. Quindi da lì in poi tutto il romanzo è un continuo alternarsi tra questi due elementi, vedi il caso della ragazza stuprata. Anche l'indagine sull'omicidio della sarta si iscrive in questo rapporto. E non è un caso che l'assassina sia lasciata al suo destino di fuga che è in fondo lo stesso destino dei migranti».
Il commissario Montalbano, personaggio ormai familiare a tutta l'Italia e anche ben oltre, si muove sornione e umanissimo in un microcosmo siciliano che, tuttavia, collide quotidianamente con un mondo turbolento. Lo stesso succedeva, con le dovute differenze, al commissario Wallander dello scrittore svedese Mankell: il mondo suo malgrado gli entrava in casa. È questo il senso recondito di quello che chiamiamo con noncuranza «globalizzazione», ovvero che «tutto ormai arriva dappertutto», anche in letteratura?
«Se vogliamo chiamarlo con un termine contemporaneo, chiamiamola pure "globalizzazione" ma io invece mi attengo strettamente alla frase memorabile di Tolstoj "descrivi bene il tuo villaggio e avrai descritto il mondo". Non è comunque una mia scoperta quella che il romanzo poliziesco oggi permette di raccontare assai bene il proprio tempo».
 
 

Davide Maggio, 26.7.2016
Il Commissario Montalbano: nuove puntate interamente girate in Sicilia con Alessandro Haber e Valentina Lodovini

Il Commissario Montalbano è quasi pronto per tornare. Certo, i telespettatori di Rai 1 dovranno aspettare l’anno nuovo per vederli, ma i nuovi episodi sono stati ultimati (in otto settimane) e, per la prima volta, sono stati girati interamente in Sicilia, con gli ambienti interni ricostruiti nel municipio di Scicli e lontani da Cinecittà. Tante le novità attese per questo ritorno, tra le quali la presenza di alcune guest star interessanti.
Il Commissario Montalbano – Un covo di vipere: nel cast Alessandro Haber e Valentina Lodovini
Il primo dei due episodi, Un covo di vipere, sarà basato sull’omonimo romanzo scritto da Andrea Camilleri nel 2013 e vedrà il commissario Montalbano indagare sull’omicidio di un ragioniere e su una strana famiglia. Accanto a Luca Zingaretti ed a tutto il cast fisso della serie – inclusa la new entry della scorsa stagione, Sonia Bergamasco – , ci saranno per l’occasione Valentina Lodovini ed Alessandro Haber, attore poco avvezzo a concedersi al piccolo schermo.
Il Commissario Montalbano – Come voleva la prassi: una storia “rubata” al giovane Montalbano
Curiosa, invece, la genesi del secondo nuovo episodio, Come voleva la prassi, ambientato nella famosissima Valle dei Templi di Agrigento: la storia da cui trae origine il film era stata scritta originariamente da Camilleri per il Montalbano a cui presta il volto Michele Riondino. L’omonimo racconto era presente nella raccolta Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano ma la produzione ha convinto l’autore a trasportare il tutto sul “vecchio” Commissario, mischiando la trama con quelle dei racconti Quello che contò Aulo Gellio (presente in Un mese con Montalbano) e La revisione (da Gli arancini di Montalbano).
La messa in onda di questi film è prevista tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera 2017 ma, intanto, la Palomar di Carlo Degli Esposti è già al lavoro per individuare i titoli giusti da usare per la prossima stagione della serie tv, la dodicesima. Che, ovviamente, è confermata a prescindere.
Stefania Stefanelli
 
 

Castelvetrano News, 27.7.2016
A CVetrano un film tratto dal romanzo di Andrea Camilleri, Il Casellante


Nella foto da sinistra: Angelo Abate, Rocco Mortelliti e Italo Grassi

Castelvetrano, si trasformerà in un set cinematografico per realizzare la trasposizione del romanzo di Andrea Camilleri, Il Casellante. Un romanzo che si inserisce nel filone storico dell’autore agrigentino e che prendendo spunto dal dal mito della cultura greca che si è trasfuso in quella siciliana, narra di una tentata metamorfosi.
La storia si svolge nel 1940, anno dell'entrata in guerra dell'Italia sotto il regime fascista, ed è ambientato nei pressi di un casello ferroviario sulla linea costiera a binario unico, che andava da Porto Empedocle a Castelvetrano, e che era percorsa da un trenino a vapore. In questi giorni il regista del film, Rocco Mortelliti, lo scenografo Italo Grassi ed i produttori Angelo Abate e Pietro Innocenti della Spa film srl, dopo aver incontrato il sindaco Felice Errante per presentare il progetto e per ottenere le varie autorizzazioni, stanno effettuando una serie di sopralluoghi per definire le location dove ad ottobre per 4-6 settimane gireranno le varie scene.
 
 

RagusaNews, 30.7.2016
Libri d'aMare presenta Donne
Gloria Giorgianni e Alice Canzonieri a Punta Secca il 6 agosto

Santa Croce Camerina - Torna Libri d’aMare. La rassegna letteraria di Punta Secca (Santa Croce Camerina) vivrà la sua seconda serata, sabato 6 agosto, sempre in Piazza Torre. Dopo il fortunato esordio riecco la manifestazione organizzata da Christian Recca, titolare della Cartolibreria Excalibur di Santa Croce Camerina con il supporto dell’associazione culturale Libera…Mente e la direzione editoriale di Domenico Occhipinti. “Dal libro alla fiction” così potrebbe riassumersi il tema di una serata che vedrà protagonista “Donne” il progetto tratto dall’omonima raccolta di racconti di Andrea Camilleri, edita da Rizzoli. I 10 episodi, in onda su Raiuno dal 30 agosto alle ore 20.30, raccontano incontri ed esperienze personali di Camilleri e l’innovativo format da 10 minuti mira a mantenere, anche nella trasposizione televisiva, la leggerezza e la potenza del racconto breve, oltre che a rappresentare l’essenza di ognuna delle donne descritte. “Donne” è prodotto da Anele di Gloria Giorgianni in collaborazione con Rai Fiction, con la regia di Emanuele Imbucci e il contributo del Comune di Ragusa, di Film Commission Ragusa, della Camera di Commercio di Ragusa, della Banca Popolare di Ragusa, della Fondazione Zippelli (RG) e del Distretto della Valle dei Templi (AG). Musiche originali di Matteo Curallo (Edizioni Sugar Music).
Le produttrici, Gloria Giorgianni e Carlotta Schininà e l’attrice Alice Canzonieri, protagonista del primo episodio, saranno le ospiti di una serata che alternerà proiezioni a citazioni letterarie che hanno ispirato la realizzazione di un progetto modulare, sfruttabile in varie piattaforme, che coniuga la consistenza e la qualità letteraria con un linguaggio moderno e cross-mediale come “Donne”. La casa di produzione Anele offrirà dunque al pubblico di Punta Secca la possibilità di conoscere la genesi di un lavoro che dal libro di un maestro come Andrea Camilleri porta alla realizzazione di un prodotto cinematografico che entrerà a breve nelle case degli italiani. Con altre lavorazioni in corso, la giovane casa di produzione romana sarà dunque anima di una serata a sfondo letterario-cinematografico all’ombra della nota casa del commissario Montalbano.
 
 

La Stampa - TTL, 30.7.2016
Voci (quasi) classiche
La Bellezza di Adriano per illudere un'Italia cinica
Le "sicilie" di Patti, Camilleri e De Roberto dialogano con il soffice grigiore di Gozzano

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"Come io la penso" ["Come la penso", NdCFC] di Andrea Camilleri è una frequente rilettura. Fedele al titolo, ci racconta come il più grande scrittore siciliano del dopoguerra vede il mondo e lo pensa. Leggerlo è come ascoltare Camilleri: parole semplici comunicano concetti profondi, storie e ricordi fanno sorridere pensare e meditare, ingiustizie gonfiano di rabbia, poi di vergogna e infine della voglia di combatterle nel contesto della democrazia. Si legge con delle pause per assaporare e meditare. Impossibile lasciarlo a metà, o interporlo ad altre letture: bisogna finirlo, come sanno bene le centinaia di milioni di lettori e telespettatori del mondo che leggono i libri e seguono gli sceneggiati dei libri di Camilleri.
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Simonetta Agnello Hornby
 
 

 


 
Last modified Saturday, January, 28, 2017