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RASSEGNA STAMPA

MAGGIO 2017

 
Newsletter Sellerio, 1.5.2017
È in arrivo la nuova indagine del commissario Montalbano, 'La rete di protezione'
In libreria dal 25 maggio

Vigàta è in subbuglio: si sta girando una fiction ambientata nel 1950. Per rendere lo scenario quanto più verosimile la produzione italo-svedese ha sollecitato gli abitanti a cercare vecchie foto e filmini. Scartabellando in soffitta l’ingegnere Ernesto Sabatello trova alcune pellicole, sono state girate dal padre anno dopo anno sempre nello stesso giorno, il 27 marzo, dal 1958 al 1963. In tutte si vede sempre e soltanto un muro, sembra l’esterno di una casa di campagna; per il resto niente persone, niente di niente. Perplesso l’ingegnere consegna il tutto a Montalbano che incuriosito comincia una indagine solo per il piacere di venire a capo di quella scena immobile e apparentemente priva di senso. Intanto un episodio tanto grave quanto indecifrabile sconvolge il clima di allegra sovraeccitazione che regna a Vigàta invasa dalla troupe della fiction: nella scuola media irrompono uomini armati e mascherati, si dirigono nella III B, minacciano; poi in fuga esplodono alcuni colpi di pistola. Montalbano è costretto ad abbandonare il misterioso caso del filmino del passato per immergersi nel mondo per lui nuovo dei social, fra profili facebook, twitter e blog, dimostrando, anche senza l’aiuto di Catarella, di districarsi a dovere.
 
 

Teleblog, 2.5.2017
Ascolti tv del 1° maggio: serata vinta dalla replica di Montalbano
Ancora repliche per Montalbano ma con successo assicurato.

Ancora replica (l’ultima) per il Commissario Montalbano e ancora con ottimi risultati in termini di ascolti tv. Ecco gli altri dati della serata.
Il Commissario Montalbano – La danza del gabbiano, in replica, ha registrato 7.703.000 telespettatori, share 33.13%.
[...]
Giuseppe Ino
 
 

TV Sorrisi e Canzoni, 2.5.2017
«Montalbano», quattro nuovi arrivi nel cast
Sul set degli episodi inediti (in onda nel 2018) ci saranno anche Fabrizio Bentivoglio, Serena Iansiti, Sebastiano Lo Monaco e Stella Egitto

In Sicilia sono appena iniziate le riprese dei due nuovi episodi di «Il Commissario Montalbano» che vedremo su Raiuno nel 2018. E Sorrisi può svelarvi in anteprima chi saranno le guest star. Nell'episodio ispirato al racconto «Amore» (tratto dalla raccolta «Un mese con Montalbano») e a «La prova generale» (tratto da «Gli arancini di Montalbano») ci saranno Fabrizio Bentivoglio e Serena Iansiti, che abbiamo già apprezzato in «Squadra antimafia 4» e «I bastardi di Pizzofalcone». Mentre nel cast dell'altro inedito, «La giostra degli scambi», troveremo Sebastiano Lo Monaco, che ha lavorato a «Boris Giuliano - Un poliziotto a Palrmo» e «Il delitto di via Poma», e Stella Egitto, attrice di «Romanzo Siciliano» e Io sono libero». Tutti i libri da cui sono tratti i film tv sono frutto della penna di Andrea Camilleri. Confermato dalla casa di produzione il cast storico, con Luca Zingaretti nei panni del commissario Montalbano, Sonia Bergamasco in quelli della fidanzata Livia, Cesare Bocci nel ruolo di Mimì Augello e Peppino Mazzotta in quello di Fazio.
Silvia Perazzino
 
 

Corriere della Sera, 3.5.2017
La collezione in edicola
«Il Commissario Montalbano»: da oggi 30 dvd con il «Corriere»

Montalbano esce con il Corriere: è in edicola da oggi (a 9,99 euro oltre al costo del quotidiano) la collezione completa di dvd del Commissario Montalbano. Si comincia proprio con gli ultimi episodi inediti del commissario interpretato da Luca Zingaretti: l'uscita di oggi è Un covo di vipere. Le indagini si avviano quando l'imprenditore Cosimo Barletta viene ucciso da un colpo di pistola alla testa mentre sta facendo la colazione mattutina nel proprio villino al mare. La seconda uscita invece è Come voleva la prassi, l'episodio da record di Montalbano: in televisione è stato visto da 11 milioni 268 mila telespettatori, pari al 44,1% di share. Mai nessun episodio aveva raggiunto quelle vette di share e spettatori. Luca Zingaretti ha provato a dare la sua interpretazione a un successo così plebiscitario e lungo negli anni: «Un prodotto che arriva dalla letteratura ha una marcia in più. La letteratura è un genere più alto della tv e Montalbano è un classico. Se ancora oggi andiamo a teatro a vedere Shakespeare è perché parla ai nostri cuori, ci regala emozioni». La verità è che questo commissario «trasuda di italianità, racconta chi siamo in un'epoca in cui è facile scimmiottare gli americani. I suoi sono gialli metafisici, e Sironi, da uomo di lettere, ha saputo trasporre questa metafisicità. Chiunque avrebbe snaturato Montalbano, lo avrebbe reso più veloce». Quella che esce con il Corriere della Sera è la collezione definitiva di Montalbano: custodisce tutti i 30 episodi della serie tratta dal bestseller di Andrea Camilleri.
 
 

Agrigento Notizie, 4.5.2017
Al cinema Astor le giornate di studio: "In viaggio con Camilleri"

Venerdì 5 maggio e sabato 6 maggio, presso il Cinema Astor di Agrigento, avranno luogo le Giornate di studio “In viaggio con Camilleri”, con la partecipazione dell’illustre critico letterario e docente universitario Salvatore Silvano Nigro.
L’evento è organizzato dal Liceo Classico “Empedocle” in collaborazione con la Fondazione Empedocle per la promozione della cultura classica ed è patrocinato dai Comuni di Agrigento e Porto Empedocle.
Nel corso di tale manifestazione verrà proiettato il filmato che ha visto come protagonisti una delegazione di studenti, Di Natale e il Dirigente Scolastico Anna Maria Sermenghi, che hanno consegnato il prestigioso “Premio Fondazione Liceo Classico Empedocle 2017” allo scrittore Andrea Camilleri, ex alunno del Liceo Classico Empedocle”.
 
 

Gazzetta di Parma, 4.5.2017
«Maggio dei libri»: si comincia con Camilleri

Sboccia la passione per la lettura a Langhirano: torna il «Maggio dei libri», con appuntamenti, laboratori e incontri con gli autori, nella biblioteca Emma Agnetti Bizzi di via Battisti 20. Venerdì, alle 20.30, è in programma la serata dal titolo «Ti racconto Montalbano, ti racconto Camilleri»: lo psicologo Giuseppe Fabiano racconterà aneddoti dei suoi incontri con l’autore siciliano, leggerà brani e spiegherà il successo televisivo e letterario del famoso commissario collegandolo ad alcuni elementi psicologici che caratterizzano la nostra vita di tutti i giorni. Fabiano, che sarà presente insieme a Luigi Notari, è psicologo psicoterapeuta, direttore di un Centro di Salute Mentale dell’Asl Roma 6 e professore universitario. Giovedì 11 maggio alle 16.30 ci sarà il laboratorio creativo «Letture per sognare...», mentre venerdì 12 maggio alle 20.30 si terrà l’incontro «Penne parmigiane (scrittrici di casa nostra)» con la presentazione di «In canti di versi» di Ilaria Biondi. Dialogherà con lei Monica Blondi, e leggerà i testi Rosanna Dughetti. Ilaria Biondi, autrice langhiranese, appassionata di letteratura fantastica, letteratura al femminile, letteratura per l’infanzia e poesia, collabora con diverse riviste letterarie e portali culturali.
 
 

Langhirano (PR), 5.5.2017
Ti racconto Montalbano, ti racconto Camilleri
Presentazione del libro di Giuseppe Fabiano Nel segno di Andrea Camilleri. Dalla narrazione psicologica alla psicopatologia
Ore 20:30, Centro Culturale (via C. Battisti, 20)


 
 

Oltre Vigata, 5-7.5.2017
Un libro alla volta

L'Associazione Culturale Oltre Vigata organizza a Porto Empedocle, dal 5 al 7 maggio 2017, la 6ª Fiera delle Associazioni Un libro alla volta. Qui il programma completo.
Nell'ambito della manifestazione, sabato 6 maggio alle 19:00 Gaetano Savatteri presenta il suo libro "Non c'è più la Sicilia di una volta" (Laterza); modera il giornalista Rai Giovanni Taglialavoro.
Domenica 7 maggio alle 10:30 "Percorsi d'inchiostro", spettacolo teatrale itinerante sulle orme del Commissario Montalbano. Raduno Via Roma in prossimità della statua di Montalbano, partecipazione libera.
Domenica 7 maggio alle 19:00 incontro con Fabrizio Pizzuto, interprete di Catarella nella fiction "Il giovane Montalbano".
 
 

RTS, 5.5.2017
Versus-lire - Andrea Camilleri: "La démission de Montalbano" et "Chien de faïence"
Cliccare qui per il podcast della trasmissione

De Porto Empedocle à Agrigente, Andrea Camilleri - l'auteur des célèbres enquêtes du commissaire "Montalbano" - exalte les délices de la cuisine sicilienne en plus de cent livres dans une langue unique, qui mêle le sicilien à l'italien.
Son personnage de flic colérique, amateur de plats typiques comme les célèbres "arancini", épris d'une volcanique Gênoise, enquête sur des faits révélant les maux de la société sicilienne (drogue, réfugiés, mafia).
"Montalbano" a valu à l'auteur sicilien d'être publié dans l'équivalent italien de la Pléiade, "I Meridiani".
Rencontre avec son traducteur, Serge Quadruppani.
Par Geneviève Bridel
Lectures: Frédéric Lugon
A lire:
Andrea Camilleri: "La démission de Montalbano", Editions Fleuve Noir
Andrea Camilleri: "Chien de faïence", Editions Pocket
 
 

Marida Caterini, 5.5.2017
Rai Movie programmazione dal 14 maggio per il Salone del Libro di Torino
Rai Movie, in concomitanza con il Salone del Libro di Torino che si tiene dal 18 al 22 maggio, dedica una programmazione particolare ai film tratti da libri.

Appuntamento, a partire da domenica 14 e fino a lunedì 22 maggio, con una rassegna che, spaziando tra classici letterari e romanzi più commerciali, vuole riconoscere la centralità dell’adattamento letterario nell’industria e nell’arte cinematografica. Ma si propone anche come occasione di confronto fra le esigenze della pagina scritta e l’azione sullo schermo.
[...]
Non mancano, infine, autori contemporanei italiani come Andrea Camilleri il cui romanzo “La scomparsa di Patò” diventa film grazie a Rocco Mortelliti e Marco Lodoli, anche autore del libro cui si ispira “Il rosso e il blu” di Giuseppe Piccioni.
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Domenica 21 maggio
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17.30 / LA SCOMPARSA DI PATO' (IT, 2010) Di Rocco Mortelliti
Con Nino Frassica, Neri Marcorè, Maurizio Casagrande, Alessandra Mortelliti, Flavio Bucci
Dal romanzo “La scomparsa di Patò” di Andrea Camilleri (2000)
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Ragusa News, 5.5.2017
Il Commissario Montalbano adotta un bambino di colore
Un colpo per Salvini

Scicli - La location delle riprese televisive è nelle cave di Castelluccio e Tabuna, le miniere d'asfalto che un giorno, chissà quando, diventeranno museo. Salvo Montalbano ha adottato un bambino di colore e un giallo si verifica in quel luogo fuori dal tempo. Proseguono le riprese della fiction televisiva Il Commissario Montalbano, che dall'8 maggio avrà, per cinque giorni, il proprio focus, in centro storico a Scicli, dove il commissariato a piano terra del Comune, da oggi è tornato a essere scenografato.
Il fatto nuovo è che Montalbano diventa padre -adottivo- di un bambino di colore. Un colpo al cuore, per Matteo Salvini.
 
 

Ragusa News, 5.5.2017
Tagadà, La7: A Scicli nasce il Museo di Montalbano
Un caso di studio
Cliccare qui per il video

Scicli - E' andato in onda il 2 maggio, all'interno della trasmissione televisiva de La 7 "Tagadà" il servizio sulla nascita del Museo del commissario Montalbano a Scicli.
 
 

La Provincia di Crema - La Provincia di Cremona, 6.5.2017
Salvo Montalbano è alle prese con un intrigante cold case
"La rete di protezione" di Andrea Camilleri

Serve poco per sconvolgere un piccolo borgo, come Vigàta. Basta una truppe cinematografica e le riprese per una fiction sugli anni ’50. Le strade quiete e assolate, il trafficare laborioso delle persone, il costante calare delle reti da pesca lasciano il passo a euforia e curiosità. Tutti impegnati a cercare foto d’epoca, filmati e qualsiasi materiale possa tornare utile alla truppe e ai suoi scenografi. Anche Ernesto Sabattello partecipa a questa caccia alla memoria. Solo che lui, tra i reperti della soffitta, trova uno strano filmato paterno. Un corto fatto ogni 27 marzo dal 1958 al 1963. Il soggetto è un muro, forse di qualche masseria, e niente altro. Che fare con una pellicola così? Portarla a Montalbano è la soluzione. Non ci mette molto il commissario ad appassionarsi a queste strane riprese. Bisogna sciogliere l’enigma e dunque si deve partire dai sopraluoghi, cercarlo questo muro. Una volta trovato, però, non sarà una solida e concreta parete di mattoni. Diventerà invece l’apertura di un vecchio fatto di sangue. Il presente, fino ad ora accantonato e sospeso, non vuole cedere la scena al passato e al ricordo. Montalbano dovrà allo stesso tempo gestire anche un assalto di uomini armati nella scuola del paese. Proprio dove il suo vice, Mimì Augello, ha iscritto il figlio. Fatto grave, anzi gravissimo. Uomini mascherati e armati entrano nella IIIB, minacciano, scappano e sparano in aria durante la loro fuga. Il Questore fa intervenire l’antiterrorismo. Vuole una soluzione e la vuole subito. Anche Montalbano però è intenzionato a trovare la spiegazione e per farlo dovrà districarsi tra ragazzi, social e blog. Camilleri in questo nuovo episodio della saga trova intrecci inediti e sorprendenti, correndo costantemente lungo l’asse del tempo. “La rete di protezione” intreccia un inatteso cold case a un evento di cronaca inquietante e pericoloso. Il commissario più noto d’Italia dovrà dividersi tra fatti di sangue passati, violenze presenti e la futuristica realtà dei social media.
 
 

World Humour Awards, 7.5.2017
Umorismo nella Letteratura 2017 assegnato ad Andrea Camilleri

Il premio per l’Umorismo nella letteratura intitolato a Giovannino Guareschi della seconda edizione dei World Humor Awards è assegnato ad Andrea Camilleri.
La premiazione si terrà sabato 17 giugno a Busseto (Parma) nel salone di Casa Barezzi, sede dell’associazione “Amici di Verdi”alle ore 18,oo
E’ prevista una tavola rotonda alla quale hanno già dato la loro adesione:
Marzio Dall’Acqua, presidente MUP Editore e Giuseppe Benelli, presidente del Premio Bancarella.
Gli interventi saranno intervallati dalla lettura di pagine scelte dei romanzi di Andrea Camilleri.
Gianandrea
 
 

Corriere di Ragusa, 7.5.2017
Scicli, torna Serena Iansiti. Turisti ansiosi per Montalbano
Accanto a Fabrizio Bentivoglio

Chiuso il set di Punta Secca, il commissario Montalbano (al secolo l´attore Luca Zingaretti) si trasferisce a Scicli e ne approfitta per godersi il mare di Sicilia (foto). Da lunedì via Mormino Penna, le stanze al piano terra del comune e altre location lungo il torrente Aleardi vedranno Luca Zingaretti in azione fino a giovedì prossimo. Poi si passerà a Ibla e Modica con puntate in ville e contrade del territorio ibleo. A Punta Secca Luca Zingaretti ha voluto salutare «di persona personalmente» i tanti fan che lo attendevano sotto la casa affacciata sulla spiaggia. E’ sceso dal terrazzo dopo l’ultimo ciack ed ha stretto le mani di centinaia di fan tra turisti provenienti da tutta Italia che non hanno voluto mancare la puntata a Punta Secca e residenti. Per la frazione è tutto un crescendo di attività e iniziative proprio in coincidenza della troupe guidata da Alberto Sironi. Ristoratori, negozi, venditori ambulanti cavalcano l’onda Montalbano e il sindaco Franca Iurato ha interpretato il pensiero dei suoi concittadini manifestando il suo ringraziamento a tutti: «Grazie alla fiction si sta scoprendo questo angolo di Sicilia che era rimasto un po’ defilato. Ma la marginalità ha salvaguardato le nostre tipicità e le ha rese bellezza per chi abbiamo l’onore di ospitare».
La troupe di Montalbano resterà fino alla prima settimana di giugno negli Iblei per girare i due nuovi episodi che andranno in onda nel prossimo anno. Ci sono nuove entry nel cast volute proprio da Alberto Sironi. Nel primo episodio, «Amore», farà la sua comparsa Fabrizio Bentivoglio, che il pubblico ha apprezzato in «Il capitale umano» di Paolo Virzì. Nello stesso episodio tratto dalla raccolta «Un mese» scritta da Andrea Camilleri, ruolo importante anche per Serena Iansiti, napoletana, già vista nel «Giovane Montalbano» e in «I Bastardi di Pizzofalcone. Nel secondo episodio, «La Prova generale», tratto da «Gli arancini di Montalbano», farà la sua comparsa Sebastiano Lo Monaco, siracusano, diversi ruoli nelle tragedie greche, di recente nella serie «Boris Giuliano. Nello stesso episodio anche Stella Egitto, siciliana, già nel film di Pif «In guerra per amore». Un cast con diverse presenze siciliane per caratterizzare ancora di più territorio e ambientazione.
Duccio Gennaro
 
 

Ragusa News, 7.5.2017
Attualità - I flussi turistici intanto sono nettamente aumentati
"Montalbano" si gode il mare di Sicilia. Le riprese della fiction continuano negli Iblei

Scicli - Fra le donne che sono apparse a fianco del Commissario Montalbano è, a nostro giudizio, la più bella. E anche fra le più brave. Serena Iansiti, 32 anni, napoletana, è stata promossa dal Giovane Montalbano al Montalbano Senior. Dall'8 al 13 maggio, e poi dal 15 al 23 giugno, la troupe della Palomar girerà a Scicli, e stando ai dati diffusi da Palazzetto Arco Castro, struttura sita nel centro storico, a due passi da Via Mormina Penna, dove ha sede il commissariato, c'è un fenomeno turistico nuovo, quello dei viaggiatori che vengono nei luoghi di Montalbano durante le riprese del commissario Montalbano.
Scicli registra il tutto esaurito proprio in ragione di questo fenomeno cineturistico nuovo. Serena sarà protagonista nell'episodio ispirato al racconto «Amore» (tratto dalla raccolta «Un mese con Montalbano») e a «La prova generale» (tratto da «Gli arancini di Montalbano»). Accanto a lei ci sarà Fabrizio Bentivoglio.
 
 

Pravda, 7.5.2017
:1 Jednotka (sobota, 13.5. 00:50):
Komisár Montalbano: Hra s tromi kartami
Originálny názov: Commissario Montalbano: Il gioco delle tre carte
(farebný kriminálny film, Taliansko, 2006, 100 minút)
Popis:
Zacalo to zdanlivo banálnou dopravnou nehodou. Opitý starec, ktorého zrazilo auto na opustenom nocnom námestí. Augello má príliš práce so sledovaním unikajúceho Tarantina, zvlášt ked mu jeho atraktívna žena nedáva pokojne spat. Okolnosti tej osamelej nehody sú však trochu zvláštne.
 
 

Università di Cagliari, 8.5.2017
Presentazione del volume "Nel segno di Andrea Camilleri" di Giuseppe Fabiano
ore 10:00
Aula Magna "B. R. Motzo" - Facoltà di Studi Umanistici - Via Is Mirrionis 1, Cagliari
Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica - Università di Cagliari
interventi di Giuseppe Marci e Duilio Caocci
L'iniziativa fa parte del V Seminario sull'opera di Andrea Camilleri


 
 

Università di Cagliari, 8.5.2017
Camilleri in Studi Umanistici: dalla teoria alla realtà

Cagliari - Si è svolto questa mattina l’incontro con Giuseppe Fabiano, docente de La Sapienza di Roma e di Tor Vergata, nell’ambito del Seminario camilleriano ideato e coordinato dal prof. Giuseppe Marci sull’opera dell’autore del Commissario Montalbano.
Fabiano - affiancato questa mattina in Aula Motzo dallo stesso prof. Marci e dal prof. Duilio Caocci - ha presentato il suo volume "Nel segno di Andrea Camilleri. Dalla narrazione psicologica alla psicopatologia", in cui compare il contributo dei due docenti dell’Università di Cagliari, esaminando l’opera del grande scrittore siciliano grazie alla sua competenza di psicologo e psicoterapeuta, e approfondendo alcune tematiche specifiche sulla caratterizzazione dei personaggi che compaiono in alcuni romanzi di Camilleri.
Sergio Nuvoli - fotografie di Francesco Cogotti
 
 

La Sicilia, 8.5.2017
Montalbano da oggi torna a «casa»
Dopo Ibla e Scoglitti, si gira a Scicli

Se in questi giorni c’è una “festa” all’aperto, con annessa una piccola folla, allora il motivo è uno soltanto. Si sta girando Montalbano. I nuovi episodi della fiction con tutti gli attori della serie, a partire naturalmente dal protagonista, il ricercatissimo Luca Zingaretti a cui i fans tributano applausi e regali non appena lo vedono passare.
E’ accaduto a Punta Secca la scorsa settimana, e sta accadendo in questi giorni a Ragusa Ibla, dove la troupe della Palomar ha girato ai Giardini Iblei, così come a Scoglitti ieri, dove ci si è trasferiti per girare alcune scene in esterno al porto.
Da oggi la troupe si trasferisce a Scicli dove girerà, nel “suo” commissariato, cioè il Comune, per circa una settimana. E chissà che festa ci sarà quando finiranno le riprese considerato che l’ultima volta lo stesso Zingaretti ha sorpreso tutti uscendo trionfale dall’ingresso del Comune per poi iniziare a ballare imitando Totò. In quell’occasione ci fu anche la banda a salutare l’attore e il resto della troupe. In questi giorni a Ragusa Ibla tanti curiosi si sono avvicinati per attendere la fine delle riprese giornaliere per scattare qualche selfie da girare sui social o per ottenere qualche autografo.
Insomma la “Montalbanomania” continua ancora, ed anzi, con l’avvento dei social e dei mezzi digitali, è probabilmente anche in aumento. Basta fare una ricerca in rete per trovare tanti scatti e tante foto. Tra queste anche quelle inserite dallo stesso Luca Zingaretti che a Pasqua ne ha approfittato per fare un bel bagno, probabilmente il primo della stagione.
 
 

Video Mediterraneo, 8.5.2017
Scicli
Ciak si gira al Comune "Il Commissario Montalbano"
Cliccare per il servizio video
 
 

RTVS, 8.5.2017
Komisár Montalbano
Jednotka | Pondelok 8.05.2017, Tvar vody
Taliansky kriminálny seriál nakrútený podla bestselleru Andrea Camilleriho.
 
 

Giornale di Sicilia, 9.5.2017
Iniziative culturali. I produttori della serie televisiva del commissario Montalbano hanno scelto di girare le scene nel Ragusano, il paese natale dello scrittore corre ai ripari
Porto Empedocle inventa ficiton su Vigata, scene dei libri di Camilleri girate solo per i turisti
Cliccare per leggere l'articolo integrale
I visitatori portati tra i vicoli, assistono alle rappresentazioni


Scene teatrali di Montalbano a Porto Empedocle

Porto Empedocle. Il Commissario Montalbano in scena nella sua "vera" Vigata in uno spettacolo itinerante che è anche un nuovo percorso turistico che valorizza il centro storico e i luoghi caratteristici della città marinara raccontati da Andrea Camilleri.
Il progetto si chiama "Percorsi d'inchiostro sulle orme del Commissario Montalbano", a proporlo è l'associazione Oltre Vigata che nei giorni scorsi ha messo in scena una prima rappresentazione teatrale tra le vie della città letteraria.
Con momenti teatrali curati da Giugiù Gramaglia, già nel cast della fiction Rai con Luca Zingaretti, e letture di Annagrazia Montalbano accompagnate dalla chitarra di Bernardino De Gregorio. Gli attori tutti empedoclini: Eugenio Sicurella, Alessandro Cutaia, Rosalba Cortelli, Pasqualino Infantino, Peppe Morreale, Piero Travali; guida narrante Danilo Verruso.
[...]
Calogero Giuffrida
 
 

TvZoom, 9.5.2017
Ascolti Tv analisi 8 maggio: Maltese super. Ma (per ora) non vale Montalbano. Ventura non tradisce e resiste
Firmata Palomar come la saga camilleriana, la prima tv de Il romanzo del Commissario, con Kim Rossi Stuart in azione a Trapani, ha ottenuto il miglior risultato tra le nuove fiction ‘normali’ di Viale Mazzini nel 2017, ma rimanendo ancora distante dai record di Luca Zingaretti, pari grado nell’immaginaria Vigata. Selfie supera il 15% e quando in seconda serata finisce la fiction raggiunge il 22%.
Su Rai 3 Report è stato visto da 1,2 milioni di spettatori

È partito molto bene su Rai1 Maltese – Il romanzo del commissario. La prima puntata della fiction firmata Palomar ha riscosso ben 7,4 milioni di spettatori ed il 30,26%, facendo meglio di tutti gli altri prodotti consimili inediti di Viale Mazzini nel 2017. Ovviamente questo dato vale se si tiene fuori dalla classifica Il Commissario Montalbano, a cura della stessa società di produzione. I due film freschi di questa stagione con Luca Zingaretti protagonista hanno fatto infatti un ascolto record e da considerarsi quasi irraggiungibile per gli altri titoli: Un covo di vipere ha conseguito 10,674 milioni di spettatori e il 40,8% share e Come voleva la prassi ben 11,268 milioni di spettatori con il 44,1% share. Ma la resa eccezionale del fiore all’occhiello di Palomar non riguarda solo il prodotto inedito. Come è noto vanno forte perfino gli episodi all’ennesimo passaggio. L’ultima replica trasmessa su Rai1 la settimana scorsa, La danza del gabbiano, ha ad esempio conseguito ben 7,7 milioni e il 33,1%.
[...]
Emanuele Bruno
 
 

Corriere di Ragusa, 9.5.2017
Attualità - La prima puntata della fiction girata nel Trapanese
Montalbano e Maltese: commissari in Sicilia
Il protagonista di Camilleri è più solare e amante della vita, quello di Tavarelli più tormentato

Due commissari che raccontano due Sicilie. C’era attesa per il «confronto» tra il già famoso Salvo Montalbano e l’esordiente Dario Maltese, la cui prima delle quattro puntate è andata in onda su RaiUno. Due contesti ambientali diversi, la Vigata di Camilleri e la Trapani, ricostruita in buona parte a Latina, degli anni 70’, fanno da sfondo alle vicende investigative dei due funzionari. Al centro c’è sempre la mafia. Più oleografica e tradizionale quella di Camilleri con la famiglia Cuffaro che c’è ma non si vede, più presente e permeante quella trapanese, diretta emanazione di quella palermitana, in una città sfuggente dove poco si vede e si sente. Il contesto racconta, come i protagonisti, due realtà diverse.
Nel Montalbano televisivo c’è un territorio, solare, quasi idilliaco, fatto di ville padronali, muri a secco e città barocche dove i protagonisti vivono e si muovono a loro agio. La Trapani di Dario Maltese è sempre ripresa da lontano, dalla collina ericina con lo sfondo delle Egadi ma non riesce a caratterizzarsi. Il territorio risulta più lontano e forse anche più anonimo perché alla regia di Gian Maria Tavarelli interessa più la cronaca di fatti tragici di cronaca, l’ascesa delle cosche nella Trapani degli anni 70’ con l’omicidio Rostagno in primis, che la narrazione attraverso il paesaggio. L’attenzione è sul tormento interiore, sui silenzi di Kim Rossi Stuart (foto) che con Montalbano condivide la tenacia e l’amore per il mestiere. I due commissari sono diversi e non potrebbe essere altrimenti perché Montalbano è solare, amante della vita e del mare, con le sue nuotate e i suoi piatti prelibati ed ha un occhio di riguardo per le belle donne, Dario Maltese è concentrato sul lavoro, ha una missione ideale che lo muove e si concede poco o nulla. Anche il rapporto con la sua squadra è professionale mentre Salvo Montalbano non disdegna incursioni nel privato dei suoi uomini.
[...]
Duccio Gennaro
 
 

Torino Oggi, 10.5.2017
Pietro Montandon legge Maruzza Musumeci di Camilleri alla Bela Rosin di Torino
Appuntamento alle 21 con Assemblea Teatro per un nuovo spettacolo della rassegna “Racconti in forma di suono"

Questa sera Genova, Torino e la Sicilia si incontrano al Mausoleo della Bela Rosin per uno spettacolo di Assemblea Teatro all’interno della rassegna “Racconti in forma di suono”.
Pietro Montandon, della compagnia genovese Lunaria Teatro, leggerà alcune pagine di Maruzza Musumeci, celebre romanzo di Andrea Camilleri. Un viaggio favolistico in terra trinacria, guidato da una voce intensa che rende omaggio in grande stile a uno degli scrittori più amati in Italia.
È la storia di Gnazio che, nel lontano 1890, torna a Vigata dall’America, dopo ben 25 anni di assenza. Un uomo capace sono di “arrumunnari” gli alberi e che a New York ha trovato lavoro come giardiniere. Fino all’infortunio dovuto alla caduta da un albero e all’inevitabile ritorno in patria. Con i pochi soldi racimolati, riesce a comprare un piccolo terreno tra cielo e mare, con al centro un ulivo secolare. Poi, dopo aver fatto rinascere quella terra con cure amorevoli, popolandola di animali e abbellendola con un grande edificio in pietra, Gnano decide di farsi una famiglia. La prescelta è proprio la bellissima Maruzza Musumeci, che, nonostante l’aspetto incantevole, stranamente non ha mai trovato marito prima d’ora. Da questo momento prende avvio l’intreccio di storie e personaggi, tra le nozze e i figli della coppia. E mentre il nucleo familiare si allarga, cresce insieme a esso anche la casa, scontornando sempre più il confine tra realtà e immaginazione, verità e fantasia.
Un romanzo che attinge al repertorio mitologico ed epico, trasportando i lettori – o, in questo caso, gli uditori – in un viaggio senza tempo né spazio.
Manuela Marascio
 
 

La Repubblica, 10.5.2017
Ecco Maltese, ovvero la Piovra prima della Piovra

Quattro episodi per Maltese- Storia di un commissario, Rai1. Ovvero la Piovra prima della Piovra, ma in realtà anche un azzardo vintage, sfidando l'immaginario ormai fisso da noi su mafia e fiction. Prodotta dalla Palomar del commissario più amato, Maltese è però un Montalbano per adulti, calato nella ricostruzione degli anni della presa d'atto della mafia come potenza criminale.
[...]
Antonio Dipollina
 
 

Restate scomodi, 11.5.2017
Piccole e grandi storie italiane, testimonianze dei protagonisti e un approfondimento dei fatti oltre la stretta quotidianità.
Conducono: Francesco Graziani e Eleonora Belviso
“Non c’è più la Sicilia di una volta”
Gaetano Savatteri giornalista e scrittore autore del libro NON C’E’ PIU’ LA SICILIA DI UNA VOLTA edito da Laterza (in studio)
Filippo Lupo Presidente del Camilleri Fans Club

Cliccare qui per recuperare il podcast della puntata
 
 

Lecceprima, 11.5.2017
Eventi
Andrea Camilleri "psicanalizzato" da un terapeuta: letteratura e pensiero nel libro di Fabiano
Sarà presentato a Lecce, nel pomeriggio di venerdì, il volume scritto da Giuseppe Fabiano e intitolato "Nel segno di Camilleri"


Giuseppe Fabiano assieme ad Andrea Camilleri

Lecce – Dalla narrazione psicologica alla psicopatologia. Due lembi di un unico tessuto, ricucito nel libro Nel segno di Andrea Camilleri”, scritto da Giuseppe Fabiano per Franco Angeli Editore. Sarà presentato nel pomeriggio di domani, a Lecce, presso la Libreria Adriatica di Porta Napoli. A discutere con lo psicoterapeuta e pubblicista, sarà il giornalista Massimo Barbano, vicecapo redattore leccese de La Gazzetta del Mezzogiorno.
Il libro si propone all’attenzione di un pubblico vasto e variegato: dallo psicologo in formazione al professionista e operatore della Salute Mentale e della relazione d’aiuto in generale, dal lettore appassionato all’ammiratore di Andrea Camilleri. L’autore, nella prima parte del libro, con un linguaggio chiaro e comprensibile, definisce concetti e termini psicologici di base, ne amplia di conosciuti e ne aggiunge di originali, quindi concentra la sua attenzione sulla forza del pensiero narrativo.
L’analisi di questa straordinaria e necessaria abilità intellettiva consente di evidenziarne il ruolo essenziale nella vita e nell’evoluzione dell’essere umano, valorizzandone l’importanza anche nella professione psicologica.
 
 

Corriere della Sera (ed. di Milano), 11.5.2017
La storia
All’officina dell’Ortica tra gomme e Camilleri
Un libro in omaggio ogni 4 pneumatici è l’iniziativa di Luigi Giangualano. Successo inatteso e volumi esauriti. «In futuro vorrei regalare i biglietti per il teatro»

Treno di gomme nuove, fattura e un romanzo da leggere: il cliente è servito. L’officina che promuove la cultura è all’Ortica in via Amadeo, civico 85. Incastrata tra la bottega di un calzolaio e l’ingresso a vetri di un’abitazione, si affaccia con tre aperture sulla strada che porta al cavalcavia. Pochi metri quadrati in cui sono stipati cerchioni e copertoni. Sul marciapiede il cartello che incuriosisce più di un passante e fa il giro dei social network: «Cambiando 4 gomme un libro in omaggio». Grafica essenziale, messaggio semplice, abbinamento inconsueto. «È un’idea mia — racconta il titolare Luigi Giangualano, 43 anni —. Il libro è l’ultimo baluardo contro la barbarie». Parola di gommista. «Ovviamente mi piace leggere — continua — così ho pensato a un omaggio diverso dal solito portachiavi o lavaggio auto». Luigi, origini brindisine tradite dall’accento e tuta blu d’ordinanza, ha un piccolo ufficio da cui gestisce il lavoro dei suoi tre dipendenti. Al momento del pagamento, consegna al cliente il volume con un sorriso e la speranza di alzare il numero dei lettori a Milano. «Preferisco la narrativa, per questo ho scelto tutti romanzi di Camilleri. Mi sembravano eleganti, ne ho presi un centinaio. Tutti andati a ruba dall’inizio della promozione, tanto che ho dovuto far arrivare altri volumi. Dovrebbero portarmeli proprio in questi giorni». Un po’ se l’aspettava, in realtà, perché aveva già sperimentato l’iniziativa a settembre con il cambio gomme da estive a invernali, «ho deciso di ripetere quindi in primavera».
Da dove arrivano i volumi? Niente riciclo di testi impolverati e mai letti o acquisti in blocco su Amazon, «non mi piace il commercio online — spiega —, soprattutto per i libri. Preferisco tenerli in mano, vedere quello che compro». Si è rivolto quindi all’Unione dei ciechi, che ha procurato per lui la raccolta e in cambio ha ricevuto fondi per finanziare i vari progetti dell’associazione.
[...]
Sara Bettoni
 
 

La Gazzetta del Mezzogiorno (ed. di Brindisi), 12.5.2017
Adriatica. Presentazione alle 18 del volume, edito da Franco Angeli
Il mondo profondo della narrazione con Giuseppe Fabiano
Capire i personaggi prima del testo «Nel segno di Andrea Camilleri»
Cliccare qui per l'articolo in pdf
 
 

Lecce, 12.5.2017
Presentazione del libro di Giuseppe Fabiano
Nel segno di Andrea Camilleri. Dalla narrazione psicologica alla psicopatologia
Libreria Adriatica


 
 

Video Mediterraneo, 12.5.2017
Modica - "Fortelibro Festival" al centro commerciale "La Fortezza"

Si terrà dal 25 al 28 maggio al centro commerciale "La Fortezza" di Modica il "Fortelibro Festival".
Punto focale il centocinquantesimo anniversario dalla nascita di Luigi Pirandello.
La serata finale sarà dedicata interamente all'opera pirandelliana, con la testimonianza in video di Andrea Camilleri sul Nobel agrigentino.
 
 

RagusaNews, 12.5.2017
E Zingaretti conia il Non Montalbano. VIDEO
Variazioni teatrali

Scicli - Ultimo giorno di ciak a Scicli delle due nuove puntate del Commissario Montalbano. La troupe diretta da Alberto Sironi tornerà in città dal 15 al 23 giugno. Intanto, Luca Zingaretti conia un nuovo hashtag: "Nontalbano", il non Montalbano, e regala una interpretazione. "Un grande film Le ali della Libertà tratto da un racconto ancora più bello, Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, di Stephen King -afferma l'attore romano-. Per quelli che amano le storie che ti tengono inchiodato, quelle che ti commuovono fino alla lacrime pechè toccano tutte le corde, anche quelle intime, per quelli che amano la debolezza e la forza dell'essere umano". Ed ecco un momento di teatro.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 13.5.2017
Andrea Camilleri non ha dubbi: «Pirandello è ancora un autore giovane che ha tanto da dire». Parola di uno che da regista ha frequentato a lungo il drammaturgo agrigentino di cui il 28 giugno ricorrono i 150 anni della nascita. Tanto da fare dire a un critico che era l'unico in grado di dare del tu a Pirandello. «In parte sì, penso a Pirandello come a un padre letterario ma è un padre che ha avuto molti figli».
Camilleri: “Pirandello? È il mio papà letterario”
I 150 anni della nascita del drammaturgo: l'autore di "Montalbano" dice che è ancora uno scrittore "giovane" e che "ha ancora tanto da dire". "Il Living Theatre non sarebbe esistito senza Questa sera si recita a soggetto"
"Un critico scrisse che ero l'unico regista a potergli dare del tu per il lungo studio dei suoi testi Ma io gli darei del voscienza"

Un giorno, alle tre del pomeriggio, bussano alla porta di casa di un Andrea Camilleri ancora bambino: questi si trova davanti un «ammiraglio in grande uniforme» che gli chiede: «Cu sì tu? C'è tua nonna Carolina? Dicci una cosa, che c'è Luigino Pirandello che la vuole salutare». Quell'incontro casuale in una Porto Empedocle in bianco e nero col tempo, per il padre del commissario Montalbano, si sarebbe trasformato in una frequentazione abituale sui palcoscenici di tanti teatri italiani e stranieri. Sono trascorsi centocinquant'anni dalla nascita del premio Nobel agrigentino e Andrea Camilleri, presidente onorario del Comitato che presiederà le celebrazioni pirandelliane, è il testimone adatto per sapere se l'autore di "Sei personaggi in cerca d'autore" li dimostri tutti.
«Non li dimostra se non in minima parte - risponde - per il resto è ancora un gran bel giovane che ha delle cose importanti da dire».
Lei una volta ha scritto che, se avesse per caso incontrato Pirandello, non si sarebbe mai permesso di dargli del tu ma l'avrebbe chiamato "voscienza". Come mai? Oggi la pensa ancora così?
«Quella frase la scrissi in risposta a un articolo del critico teatrale Giorgio Prosperi che diceva che io ero forse l'unico regista italiano che potesse dare del "tu" a Pirandello per il lungo studio e per la lunga frequentazione dei suoi testi. Il "tu" significa non solo familiarità, ma soprattutto confidenza, rapporto paritario, e io nemmeno oggi sento Pirandello come un mio pari ma piuttosto come un inarrivabile maestro».
Sciascia affermò che il suo rapporto con l'opera di Pirandello divenne uguale al rapporto che si ha col padre, prima avvertito come presenza autoritaria poi accettato nel riscontro delle somiglianze. Lei ha mai pensato a Pirandello come a un padre letterario?
«In parte sì. Un padre che però ha avuto molti figli, alcuni dei quali ne hanno solamente recepito, specie per quanto riguarda il teatro, l'impatto realmente rivoluzionario. Ora tutte le rivoluzioni sono state ad un certo momento travisate, ma i travisamenti riguardanti Pirandello sono stati sempre e comunque forieri di ulteriori sviluppi. Sono convinto, tanto per fare un esempio, che il Living non sarebbe mai esistito se tra le sue prime opere non avessero inscenato un lavoro come Questa sera si recita a soggetto che ritengo alla base di tutto il rinnovamento e la ricerca del teatro mondiale contemporaneo».
Quale aspetto della sua produzione trova oggi ancora in grado di dirci qualcosa di nuovo e di fresco? Quale invece le risulta più distante e meno sincera?
«Non mi sento di dividere l'opera di Pirandello in periodi storici e soprattutto di non mettere loro sopra delle etichette. Ritengo che tutto il suo lavoro della trilogia cosiddetta del teatro nel teatro, sia ancora più che attuale, va ancora studiata in alcuni suoi aspetti, e qualche regista, alludo principalmente a Massimo Castri, ci si è provato».
Quale opera di Pirandello oggi è la più pirandelliana tra tutte? L'aggettivo "pirandelliano", con tutto quello che esso comprende, secondo lei ha nociuto alla comprensione dell'opera del premio Nobel agrigentino?
«Bisognerebbe stabilire un comune punto di intesa prima di iniziare a rispondere. Che cosa si intende per "pirandelliano"? Guardi che nel corso del tempo il "pirandellismo" ha significato cose diverse. All'inizio è stato Adriano Tilgher a definire "pirandellismo" una sua personale lettura che molto piacque anche allo stesso Pirandello, vale a dire il dissidio incomponibile tra essere e apparire. Poi questa formula filosofica venne abbandonata e si parlò di "pirandellismo" a proposito della sua innovativa visione del teatro e dei personaggi che nel teatro stesso agiscono, e via di questo passo. Credo che quindi ogni definizione abbia nociuto in senso limitativo all'opera di Pirandello: è come mettere degli argini ristretti a un fiume in piena. Voglio dire che ogni opera di Pirandello, anche la meno riuscita, presenta aspetti che è difficile costringere entro una definizione, una palettatura. E dunque non sono in grado di dichiarare quale sia la mia opera pirandelliana preferita».
Pirandello è stato spesso posto accanto a Shakespeare, a Ibsen, insomma in mezzo ai mostri sacri del teatro mondiale: hanno un senso paragoni del genere? Pirandello ha perso posizioni o sta ancora ai vertici?
«Non riesco a capire il paragone con Shakespeare, secondo me è insensato. A mio avviso sono tutti degli unicum imparagonabili, tutti sulla vetta dell'Olimpo dei maestri. Talvolta va più di moda uno, talvolta l'altro, ma il loro posto è lì».
Salvatore Ferlita
 
 

Lauria (PZ), 13.5.2017
Presentazione del libro di Giuseppe Fabiano
Nel segno di Andrea Camilleri. Dalla narrazione psicologica alla psicopatologia
Borgo d'autore


 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 14.5.2017
“La Sicilia è come il Titanic tutti ballano mentre affonda”

Quasi un secolo di vita e la mente agile come un felino. Stefano Vilardo, il patriarca della letteratura siciliana, novantacinque anni il 22 febbraio, è in libreria con un nuovo romanzo "Garibaldi e il cavaliere". Il grande vecchio non ha perso il suo piglio polemico. Ne ha per tutti, politica, scuola, cattiva narrativa, omologazione, religione, morte. Da dove cominciamo?
[...]
Cosa ne pensa del suo quasi coetaneo Camilleri, che sbanca gli ascolti tivù con gli ultimi episodi della saga di Montalbano?
«Sono amico di Andrea, ma la stima che ho per lui non mi impedisce di dare un giudizio in chiaroscuro. Salvo pochissimi libri sul commissario mentre ritengo di grande qualità "Un filo di fumo", "La concessione del telefono", "La forma dell'acqua" e soprattutto "Il birraio di Preston". Diciamo che con la sua scrittura diverte e si diverte. A volte sembra un vulcano in eruzione».
Cosa mi dice del siciliano dispiegato dall'autore di Porto Empedocle?
«Che non ha inventato un bel niente. La sua lingua non c'entra nulla con il nostro dialetto. Il suo è un siciliano maccheronico che non si parla da nessuna parte. Mi ricorda il latinorum di Teofilo Folengo. Mi permetto un'auto citazione. Il siciliano vero è quello con cui io, ben prima di Camilleri, ho fatto parlare i personaggi nel mio romanzo "Una sorta di violenza"».
[...]
Tano Gullo

[Con tutto il rispetto per Stefano Vilardo, ci permettiamo di far notare che mai Camilleri ha sostenuto che la sua lingua sia "il siciliano vero", anzi. E che se tale lingua "non si parla da nessuna parte" forse qualcosa ha inventato... NdCFC]
 
 

Sicily Mag, 14.5.2017
Enzo Indaco: «L'Etna è l'anima della Sicilia»
Arte. Mancava con una mostra nella sua Paternò da 35 anni ed oggi l'artista etneo non nasconde l'emozione nel presentare in anteprima per SicilyMag “Circumnavigazione dell'Etna tra riti e miti”, 15 dipinti che rappresentano i paesaggi e gli emblemi di diversi territori etnei (Paternò, Adrano, Randazzo, Bronte e Linguaglossa), a San Francesco alla Collina dal 14 maggio al 2 luglio

[...]
A luglio ad Indaco verrà dato il premio Pirandello per l'arte. Ed aggiunge: «Ad Andrea Camilleri verrà dato quello per la letteratura» [La notizia non è confermata, NdCFC]. Indaco ce lo racconta con semplicità e con lo stile appassionato che lo contraddistingue, quello di un raffinato cantastorie dell'arte. E gli piace questa nobile definizione che rimanda all'antica Grecia di Omero. Una definizione che piace anche a Camilleri che più volte si è definito un cantastorie o “cuntastorie”.
Salvo Fallica
 
 

Pride Online, 14.5.2017
Alessandra Mortelliti: il suo teatro sulle diversità tra impegno e ironia
Per la Festa della mamma Pride Online ha intervistato in esclusiva una super mamma, ma anche uno dei talenti più promettenti del teatro italiano impegnato

Giovane, ma già una artista a tutto tondo: attrice teatrale, scrittrice, sceneggiatrice e aiuto regista. Alessandra Mortelliti, nipote di Andrea Camilleri, con il quale spesso collabora nella scrittura dei suoi monologhi, non riesce mai a rinunciare a temi impegnati, come le “diversità” sociali, nei suoi spettacoli. Ma con quel po’ di leggerezza data da una ironia tutta familiare, da sua padre a suo nonno.
Come hai iniziato la tua carriera d’attrice?
Ho iniziato dal ruolo di aiuto regista, per lo più per mio padre, il regista teatrale Rocco Mortelliti. In realtà ero fortemente attratta dalla recitazione ma pensavo di essere troppo timida per affrontare questo mestiere. Ma la voglia era tanta e allora mi sono preparata e sono entrata a studiare presso l’Accademia “Silvio D’amico” e proprio in Accademia ho capito che la maggior parte degli attori sono timidi.
Spesso nei tuoi lavori teatrali affronti il difficile tema della “diversità” sociale
Infatti. Il mio primo monologo, “Famosa”, che ancora dopo tanti anni porto nei vari teatri d’Italia, racconta di un adolescente in crisi di identità di genere.
Raccontaci un po’ del tema dello spettacolo “Famosa”?
E’ una storia di un ragazzino della provincia Laziale. E’ ciociaro ed è un tipo molto particolare che, oltre aver una fisicità strana – è sovrappeso – si sente donna pensando ad un errore “genitale”. In più ha due genitori partiti di testa: il padre in cassa integrazione si sfoga nell’alcool e la madre è completamente persa nella preghiera. Il suo vero amico è il televisore, ama in particolare i programmi di Maria De Filippi, che vede come apparizioni della Madonna. Il suo sogno è andare ad “Amici”, diventare famosa per conquistare liberazione e felicità, esprimendo se stessa.
Anche il tuo ultimo personaggio, la scrittrice Sibilla Aleramo, nello spettacolo “Sibilla Aleramo e Dino Campana”, ha avuto una relazione con una donna?
La tematica omosessuale mi interessa da sempre e spesso ricorre nei miei lavori. Ma un po’ tutte le discriminazioni sociali. Il personaggio di Sibilla fa parte di una rassegna che parla di tre donne poco conosciute, ma praticamente eroiche della nostra cultura: Bianca Lancia, che è stata la moglie di Federico II di Svevia e Rosalia Montmasson. E poi Sibilla, che fu amante di Dino Campana, entrambi giudicati per i loro costumi “anti convenzionali”.
Quali sono le somiglianze fra Alda Merini e Sibilla Aleramo?
E Dino Campana?
E’ stata una persona meravigliosa. Purtroppo considerato matto per quell’epoca per la sua personalità molto sensibile. Gli piacevano i giochi di parole, era un artista a 360 gradi ma purtroppo in quel periodo si finiva in manicomio per molto poco.
Sappiamo che Sibilla Aleramo dirigeva una rivista femminista dell’epoca. In una delle ultime sfilate di Dior, sulle t-shirt compare la frase: “Weshouldall be feminists”. Cosa ne pensi a riguardo, c’è bisogno ancora di femminismo?
Ce ne è bisogno ancora, perché ancora le donne muoiono per questioni maschiliste. C’è bisogno della parità dei diritti. Ma devo dire che spesso sono le stesse donne che criticano veramente e pesantemente le altre donne sul web e i social media.
Sei critica nei confronti dei social?
Personalmente li uso soprattutto per questioni di lavoro. Ti aiutano a rimanere in contatto con le persone e per essere a conoscenza di ciò che succede nell’immediato, ma purtroppo chiunque può mettere la mano sulla tastiera, digitare e offendere basandosi su articoli fake e questo lo trovo molto grave.
Nella tua famiglia com’è stato vissuto il tema dell’omosessualità?
Sono cresciuta in una famiglia che non mi ha fatto mai vivere la differenza fra omosessuale ed eterosessuale, identità considerate entrambe nella normalità, come se noi stessi fossimo formati da tante originali varianti. Crescendo ho capito che l’omosessualità, invece, veniva considerata dalla società negativamente, come qualcosa di diverso,questa incomprensione mi ha da sempre interessata umanamente e artisticamente.
Tu sei figlia e nipote d’arte. Quali i pro e quali i contro aessere la nipote di Andrea Camilleri
Sicuramente ci sono molti motivi per essere orgogliosa di un nonno del genere che mi ha insegnato così tanto nella vita e nel lavoro, con i suoi consigli che vengono assolutamente recepiti. I contro ci sono per il modo stereotipato con cui alcuni mi vorrebbero giudicare: lei è la nipote e quindi è raccomandata, etc. etc. Ma io ho studiato sempre doppiamente per dimostrare che non è cosi, purtroppo le persone spesso ragionano in questo modo. Allora lascio parlare i fatti.
Tu hai anche una figlia.Ti senti mai sola nonostante la famiglia?
Ora non è una cosa che sento spesso, sinceramente. Ho sofferto la solitudine più da bambina . Come il personaggio di Rocco Fiorella del mio monologo “Famosa” ero una persona molto chiusa e che non riusciva ad interagire con i coetanei soprattutto nella fase adolescenziale , l’ho superato attraverso l’esperienza del teatro e studiando ho iniziato ad acquisire sicurezza.
Ti è mai capitata di sentirti depressa come tanti artisti?
Si, un po’, prima, ma a superarla mi ha aiutato la scrittura. In Italia ci sarebbe il posto per tutti gli attori nelle fiction, teatro, cinema, ma evidentemente non c’è la volontà di far lavorare tutti, spesso scelgono gli stessi, tanti professionisti rimangono a casa per i mesi o fanno un altro lavoro e vanno in depressione.
I tuoi progetti futuri?
Adesso stiamo lavorando sulla tournée dello spettacolo “Sibilla Aleramo e Dino Campana”, che vorremmo portare in giro. Lavoro sulla scrittura e proprio in questi giorni , 12-13-14 maggio nello Spazio 18 B alla Garbatella, ripropongo il mio monologo “Famosa”.
Andriy Mishchenko
 
 

Pravda, 14.5.2017
:1 Jednotka (sobota, 20.5. 01:35):
Komisár Montalbano: Zájazd do Tindari
Originálny názov: Commissario Montalbano: La gita a Tindari
(farebný kriminálny film, Taliansko/ védsko, 2001, 116 minút)
Popis: Taliansky kriminálny seriál nakrútený podla bestselleru Andrea Camilleriho.
 
 

La Stampa, 15.5.2017
Andrea Camilleri: «Amo Torino, i torinesi e il Salone: qui respirano industria e letteratura»

Lo scrittore Andrea Camilleri, il padre della saga dedicata al commissario Montalbano, interamente pubblicata da Sellerio, parla delle sue presenze al Salone del libro , di Torino e dei torinesi. «Ci ho lavorato per mesi e mesi e ho finito per amare i torinesi e questa città che è riuscita a far respirare insieme industria e letteratura».
 
 

Università di Cagliari, 15.5.2017
Comunicato stampa
L'Università di Cagliari a casa di Andrea Camilleri

Lunedì 15 maggio 2017, in via Asiago a Roma, nell’abitazione di Andrea Camilleri, Maria Elena Ruggerini e Giuseppe Marci, con il coordinamento di Paolo Lusci, hanno presentato allo Scrittore i Quaderni camilleriani e il sito Camillerindex.
I Quaderni camilleriani sono una collana di volumi che raccoglie studi dedicati a Camilleri. Il sottotitolo della pubblicazione recita: Oltre il poliziesco: letteratura / multilinguismo / traduzioni nell’area mediterranea, indicando, così, prospettive di ricerca che dagli ambiti filologici e letterari si proiettano verso gli studi sulla traduzione dei testi e la mediazione tra le culture.
Tra il 2016 e il 2017 sono stati messi in rete i primi tre volumi che riaffermano il legame dello Scrittore con l’Università di Cagliari e la prospettiva internazionale che il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Ateneo cagliaritano ha in questi anni esplorato organizzando una rete di studiosi operanti nelle Università di Málaga, Barcellona, Fortaleza, Sassari, Pécs, Parigi e Città del Messico. Frutto di tale attività sono i seminari organizzati a partire dal 2004 e poi con cadenza annuale dal 2013 al 2017.
Il sito Camillerindex, a sua volta, intende contribuire allo studio della vasta opera camilleriana, proponendo un indice dei nomi, dei toponimi, delle cose notevoli, delle parole e delle espressioni presenti negli oltre cento titoli scritti da Andrea Camilleri, che si diverte a mescolare l’italiano al vigatese, alle altre lingue (ad esempio lo spagnolo de Il re di Girgenti) e ai dialetti di diverse parti d’Italia. Un progetto ampio che sarà realizzato nel tempo, anche con l’apporto di quanti visiteranno il sito e potranno dare il loro contributo.
Camilleri ha ascoltato la presentazione ed è intervenuto per spiegare come la sua sia una ‘lingua viva’ che va modificandosi nel tempo e muove alla ricerca di sonorità capaci di restituire le molteplici articolazioni del parlato e il ricordo riaffiorante nella memoria di termini e suoni uditi in tempi anche molto lontani.
All’incontro era presente il fotografo Giorgio Dettori che ha ripreso l’avvenimento: il che lascia intuire che gli studi promossi dal gruppo cagliaritano avranno presto uno sviluppo iconografico.
“Nel primo numero dei Quaderni – hanno spiegato Maria Elena Ruggerini e Giuseppe Marci – abbiamo riportato una frase di Francesco Piccolo: «E adesso tocca a tutti noi raccontare, per chi ha avuto la fortuna di parlarci, di sfiorarlo o anche solo di mancarlo, il nostro incontro con Andrea Camilleri». È esattamente quanto intendiamo fare per contribuire a studiare un fenomeno letterario di grande significato nel contesto italiano e, con le numerose traduzioni e la serie televisiva del commissario Montalbano, anche nel vasto scenario di numerosi Paesi del mondo”.

 
 
 

il gazzettino di Sicilia, 15.5.2017
I segreti di Montalbano
Un matrimonio con la Sicilia che dura da quasi vent’anni. Le parole del regista Alberto Sironi: “I siciliani ci hanno accolto in maniera straordinaria. La politica invece… ” La scelta di Zingaretti, la sfida con Sanremo, il successo internazionale. E quella frase di Camilleri…

È una storia lunga diciannove anni quella del commissario Montalbano. Lo è anche per il regista Alberto Sironi, che dal 1998 ad oggi ha girato quasi 40 episodi per la serie televisiva italiana più longeva di sempre. E che è di nuovo sul set in questi giorni, sempre tra Scicli e Marina di Ragusa, per le riprese dei nuovi episodi che vedremo su Rai Uno.
Sironi, un successo senza precedenti, un matrimonio che va avanti con lo stesso amore di sempre…
Esatto. Ho una troupe che per il 90% è la stessa dall’inizio, ci conosciamo bene, c’è una grande unione. E poi siamo stati accolti dai siciliani in maniera straordinaria. Non dalla politica, ma dalla gente comune. Mi hanno già dato tre cittadinanze onorarie, mi telefonano, mi portano regali, ormai sono considerato un siciliano anch’io, anche se sono un lombardaccio. Ma ho trovato dei rapporti con persone in gamba, intelligenti. E se devo essere sincero, il primo anno che non verrò più a girare qui, mi mancherà.
Diciannove anni sempre con lo stesso protagonista, Luca Zingaretti…
All’inizio feci i provini a tre attori. Uno non poté venire perché la sera prima aveva litigato con la moglie che gli fece un occhio nero. Un altro, molto bravo, non aveva il carisma di Zingaretti. Scelsi lui perché la verità è che era molto diverso dal personaggio previsto nel copione: più anziano, ricciolone, robusto. Per un commissario ci vuole un malandrino, uno con la faccia un po’ pericolosa. Perché mi hanno insegnato che devi sempre rivoltare il calzino. Se è già rivoltato, non arriva niente.
Le donne invece sono sempre cambiate, perché?
Non avevamo intenzione di cambiare Livia. Abbiamo dovuto farlo per una serie di motivi. Ma i ruoli fondamentali non sono cambiati. E se lo abbiamo fatto è perché purtroppo nel frattempo qualcuno muore. Come il Questore l’anno scorso, il nostro amico Giacinto Ferro che ci ha lasciati e che non dimentichiamo.
Quando passa tanto tempo, le persone inevitabilmente cambiano. E’ cambiato anche Montalbano?
Beh, sì. E’ diventato un po’ più duro, come gli ultimi episodi che avete visto in tv. Uno sull’incesto e l’altro sulla violenza di gruppo sulla ragazza, che è quello che ha fatto l’ascolto più impressionante. Del resto invecchiamo tutti. E lo stesso Camilleri tempo fa ha detto una frase che non dimentico mai: “Sto accompagnando Montalbano sull’orlo del baratro”. Lo vuole portare lì, a vedere le cose più scure.
Ma una cosa è certa, Montalbano continua…
Finché Camilleri scrive, noi andiamo avanti. Finché il pubblico dice di sì noi giriamo. E il pubblico sta dicendo di sì. Abbiamo battuto il Festival di Sanremo nei dati di ascolto, un fatto straordinario. Ma il successo è nel mondo. Noi il commissario Montalbano lo vendiamo dappertutto, non immaginavo così tanto. Ma un po’ di fortuna non dà fastidio.
Cosa dobbiamo aspettarci dal cast di quest’anno?
Quest’anno abbiamo un cast molto ma molto bello. Non posso anticiparti nulla, ma è un cast forte, importante. E gli episodi che stiamo girando sono molto poetici.
Grazie a Montalbano questa parte della Sicilia adesso è molto più conosciuta. I luoghi del commissario sono meta di turisti. La Sicilia vi deve ringraziare molto…
Sì, però non esageriamo. Anche noi dobbiamo ringraziare la Sicilia. Se non era così bella, dove lo giravi Montalbano?
Daniela Tornatore
 
 

Blasting News, 16.5.2017
Tumori al seno: al via il IX concorso letterario "Donna sopra le righe"
L'Associazione "iosempredonna" ha scelto Andrea Camilleri come presidente onorario

Il #concorso letterario "#donna sopra le righe" giunge alla sua IX edizione. La gara intellettuale, promossa dall'Associazione Onlus "iosempredonna", vedrà la partecipazione dello scrittore Andrea Camilleri come presidente onorario. Il concorso ha lo scopo di incentivare, mediante la produzione di un elaborato letterario da parte di chi ha vissuto direttamente o indirettamente questa esperienza, il racconto e la diffusione di informazioni sul tema del tumore al seno.
Come partecipare al concorso
La nona edizione del concorso letterario "Donna sopra le righe" è stata divisa in tre sezioni, per permettere a tutti di potersi esprimere secondo le proprie capacità letterarie.
Ognuna delle tre sezioni, infatti, richiede un particolare tipo di testo e dei prerequisiti:
- Sezione racconto breve: prevede la consegna di un racconto non più lungo di tre cartelle (equivalenti a tre fogli dal formato A4); l'elaborato, inoltre, dovrà essere presentato tenendo contro delle seguenti caratteristiche: caratteri Arial, interlinea 1.5, dimensione carattere 12, margini 2 cm, formato word (o compatibile)
- Sezione racconto lungo: il racconto dovrà essere contenuto entro, e non oltre, le 10 cartelle (equivalenti a dieci fogli dal formato A4) e avere le stesse caratteristiche elencate per il racconto breve.
- Sezione poesia: la poesia deve essere contenuta in due cartelle di testo (equivalenti a due fogli dal formato A4) e deve rispettare anch'essa le caratteristiche elencate per le precedenti due sezioni.
La partecipazione al concorso è completamente gratuita; gli elaborati dovranno, inoltre, essere scritti al computer e inviati sia in versione cartacea (per posta) che per email all'indirizzo donnasopralerighe@libero.it. Per maggiori dettagli sulle regole di partecipazione e ammissione, sulla scadenza del concorso e per scaricare la scheda di iscrizione è possibile, comunque, consultare il sito dell'Associazione (www.iosempredonna.it).
L'Associazione Onlus "iosempredonna" è fermamente convinta che la scrittura possa essere assimilata ad una terapia per alleviare il dolore. La scrittura, pertanto, può rappresentare una vera catarsi, una rinascita da quelle ansie, dolori, sogni e desideri. Scrivere, inoltre, permette di migliorare la qualità della vita mettendoci dinanzi alle nostre paure. Parlare di tumore al seno, però, non significa farlo sempre con toni negativi e pessimistici: dal 2015, infatti, l'Associazione "iosempredonna" premia anche lo scrittore che ha presentato, sempre nell'ambito delle tre sezioni, l'elaborato più divertente. #tumori
Lully Di Bari
 
 

Il Messaggero, 17.5.2017
Al Sistina “Il Casellante" di Camilleri con Moni Ovadia

“Il Casellante” è, fra i libri di Andrea Camilleri, uno dei più divertenti e struggenti del ciclo cosiddetto «mitologico». Dopo“ Maruzza Musumeci” e prima de “Il sonaglio” l'opera disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica, ferocemente logica e paradossale a un tempo. Da martedì 23 a domenica 28 maggio arriva al Teatro Sistina «Il Casellante», di Camilleri e Giuseppe Dipasquale, prodotto da Promo Music-Corvino Produzioni e Centro d'Arte Contemporanea Teatro Carcano.
In scena sul palco dello storico teatro romano la compagnia capitanata da Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine,cantori di una vicenda metaforica che giuoca sulla parola, sulla musica e sull'immagine. Al loro fianco Sergio Seminara e Giampaolo Romania e i musicisti Antonio Vasta e Antonio Putzu.
Dopo il successo ottenuto dalle trasposizioni per il teatro de “Il birraio di Preston”, “La concessione del telefono”, che insieme a “La cattura”, “ Troppu trafficu ppi nenti”, “ La Signora Leuca”, “Cannibardo e la Sicilia” costituiscono la drammaturgia degli ultimi anni, Camilleri e Dipasquale tornano insieme per riproporre al pubblico teatrale nazionale una nuova avventura tratta dai racconti del popolare scrittore siciliano.
Affogato nel mondo mitologico di Camilleri, costellato di personaggi reali fantasiosamente trasfigurati, “Il Casellante” parla di una metamorfosi che passa attraverso il dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche una narrazione in musica divertita e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta.
Personale, originalissima e sperimentale, la lingua di Camilleri calca e ricalca, in una teatralissima sinfonia di parlate, una meravigliosa «sicilitudine», tra neologismi e modi di dire mutuati dal dialetto e rielaborati in chiave colta. Al debutto nazionale al 59mo Festival dei Due Mondi di Spoleto di giugno 2016, il pubblico del Teatro San Nicolò ha applaudito con calore tutta la compagnia e specialmente MoniOvadia, disinvolto nel passare dal ruolo centrale di narratore a ruoli secondari come quelli della buffa mammana, del giudice e del barbiere, Valeria Contadino, intensa Minica, e Mario Incudine, al cui estro compositivo si devono le incalzanti musiche di scena.
 
 

Giornale di Sicilia, 17.5.2017
La serie Tv
Ciak si gira, Montalbano nella "casa del Caos"

Agrigento. Torna ad Agrigento il Commissario Montalbano. Stavolta, il più famoso commissario d'Italia torna in compagnia di Livia per visitare la casa natale di Luigi Pirandello, in contrada Caos, tra Porto Empedocle e la città dei templi.
La Palomar, la società di produzione della fortunata serie televisiva ispirata al personaggio creato da Andrea Camilleri che negli anni ha riscosso crescente successo su Rai 1, ha già dato il via nelle scorse settimane alle riprese a Punta Secca, frazione marinara di Santa Croce Camerina, nel Ragusano, di due nuovi episodi del Commissario Montalbano.
Tratti dal romanzo di Camilleri "La giostra degli scambi" e da alcune novelle, tra le quali "Amore" e "Prova generale", i due episodi andranno in onda in tv la prossima primavera.
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Calogero Giuffrida
 
 

Vivi Enna, 17.5.2017
Enna. Nel seminario su “Scuola Poetica Siciliana” l’annuncio della nuova Facoltà di Lettere alla Kore

Enna. Un pubblico motivato ha seguito al Teatro Garibaldi il seminario su “L’in-canto della Parola: la Scuola Poetica Siciliana nella cultura Euro-mediterranea”, indetto dal Centro Studi Federico II di Svevia, nell’ambito della Settimana Federiciana, in collaborazione con il Comitato ennese Società Dante Alighieri e del Club Soroptmist di Enna.
[...]
Andrea Camilleri in una intervista di qualche anno fa affermò: “Ci fu un tempo in cui alla Torre di Federico si riunivano, con l’Imperatore, i rimatori della Scuola Poetica Siciliana…”. Così il professore Salvatore Ferlita, anch’egli dell’ateneo ennese, ha introdotto la sua relazione. “Se è vero quanto dice Camilleri sui cenacoli organizzati dall’Imperatore all’interno della Torre ottagonale in occasione delle assisi della sua corte ad Enna, ombelico della Sicilia, in quelle austere stanze, si parlava dell’amore, si ragionava dell’amore, si cantava dell’amore. Anche Federico, spoglio delle vesti imperiali, declamava le sue poesie”. La scuola e la poesia siciliana furono salutate con entusiasmo da Dante e dai suoi contemporanei. Quella scuola poetica anticipò di circa un secolo l’idioma toscano come lingua d’élite letteraria d’Italia. “Quanto afferma Camilleri – ha continuato Ferlita – non è provato, ma questa Torre mi ha incuriosito…se è vero che da qui partì la nuova lingua, che diede origine allo Stil Novo. Per una conferma del racconto di Camilleri, accademici, studiosi e intellettuali faranno fronte comune alla ricerca di documenti storici che attestino la reale presenza della scuola poetica siciliana federiciana ad Enna”.
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Salvatore Presti
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 17.5.2017
Taibo II "Io e Falcone un giudice da romanzo"
Lo scrittore messicano racconta la sua Sicilia "La lezione di Sciascia". "Mi interessa la sua indagine sulla cospirazione del potere"
Camilleri. "Montalbano è un uomo del sistema il mio Belascoaràn è indipendente"

È un Messico ingombro di nuvole quello di Paco Ignacio Taibo II, un luogo dell'anima che intreccia domino, rum e morti ammazzati. I suoi quattro amici al bar, protagonisti di "L'ombra dell'ombra", sono tanto sgangherati e caciaroni quanto passionali e arguti, radicati in quello scorcio di Sud del mondo alla stregua di pezzi del paesaggio. E, tutto sommato, sono personaggi che risultano familiari, se è vero, come dice il suo Hector Belascoaràn, che «essere messicano significa lamentarsi del rincaro del biglietto dell'autobus» e di molto altro, un diritto acquisito alla lamentazione che sa tanto di Sicilia.
Don Paco Ignacio torna oggi a Palermo, alla libreria Modusvivendi, per presentare, al fianco dell'amico palermitano Gian Mauro Costa, la nuova edizione del suo romanzo (edito da La Nuova Frontiera) che racconta le peripezie del cronista di nera Pioquinto Manterola e compagni.
[…]
E Camilleri, altro giallista siciliano? Di sicuro il commissario Montalbano è assai più disciplinato del detective ad alto tasso alcolico Hector Belascoaràn, altro personaggio strampalato del colorito mondo di don Paco Ignacio. Ma la vera differenza è un'altra: «Il commissario Montalbano è un "hombre del sistema", Belascoaràn no, è un detective indipendente - dice - In Messico per un poliziotto fare parte del sistema significa essere parte del disordine. C'è un'enorme distanza tra i due».
[…]
Mario Di Caro
 
 

Cronache Parlamentari Siciliane, 17.5.2017
Da Sciascia a Pirandello e Camilleri, ecco il Festival “Strada degli Scrittori”

E’ stato presentato stamattina a Palazzo Reale di Palermo il Festival “Strada degli Scrittori”, che prende forma da un’idea del giornalista del Corriere della Sera, Felice Cavallaro. Si tratta di un momento di animazione territoriale che coinvolge i Comuni di Agrigento, Caltanissetta, Porto Empedocle, Favara, Racalmuto e Palma di Montechiaro e che intende raccontare la bellezza delle pagine degli autori che hanno vissuto e amato questi luoghi, fonte di ispirazione per le loro opere.
La conferenza stampa è stata introdotta dal Presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II Giovanni Ardizzone: “Siamo qui – ha detto – perché crediamo che la cultura possa creare economia, pertanto investiamo in questo progetto insieme alla Strada degli Scrittori. La visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 6 luglio ad Agrigento per celebrare il 150° della nascita di Luigi Pirandello, sancirà ancora di più il suo legame con la Sicilia”. Ardizzone ha fortemente sostenuto il Festival, in particolare uno dei suoi aspetti più importanti: il Premio Pirandello della Fondazione Sicilia quest’anno per la prima volta ad Agrigento.
L’idea di Cavallaro fu condivisa e sottoscritta con protocollo d’intesa, l’11 novembre 2013, a Racalmuto, alla presenza di Ardizzone e del Ministro per i Beni culturali Massimo Bray.
Il progetto è divenuto ancor più concreto nel 2016 con l’impegno di Anas di denominare ufficialmente la strada statale 640 “di Porto Empedocle” come “La Strada degli Scrittori”.
La strada è dunque la SS 640, che unisce cultura e turismo nei luoghi siciliani che hanno visto nascere e produrre scrittori di prima grandezza: Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Antonio Russello, Rosso di San Secondo e molti altri, da Racalmuto a Porto Empedocle, passando per Favara e Agrigento fino a Caltanissetta.
“La Strada degli Scrittori – ha detto Felice Cavallaro – attraversa la Valle dei Templi, unendo i luoghi vissuti dai grandi autori, in un circuito turistico-culturale che induce il visitatore a intrattenersi per godere delle ricchezze artistiche, monumentali, archeologiche e naturalistiche, apprezzarne la tradizione enogastronomica. In pochi chilometri si può vivere l’emozione di rivedere luoghi vissuti dagli scrittori o descritti nelle loro opere, ma si possono anche scoprire autentici tesori, che in quest’area sono contenuti: teatri, castelli, palazzi, musei, paesaggi mozzafiato”.
Un programma ricco e vario dall’11 maggio al 7 luglio con iniziative destinate ad un pubblico ampio così da offrire a tutti la possibilità di immergersi nell’esperienza della “Strada degli Scrittori”. Il tema dell’edizione 2017 è dedicato al 150° della nascita di Luigi Pirandello: un filo conduttore che toccherà tutte le tappe e di cui saranno permeati diversi appuntamenti.
Per scoprire tappe ed itinerari, www.stradadegliscrittori.it
L’evento è diviso in sei tappe, ognuna delle quali dedicata ad un autore: si parla quindi di Luigi Pirandello ad Agrigento, di Pier Maria Rosso di San Secondo a Caltanissetta, di Andrea Camilleri a Porto Empedocle, di Antonio Russello a Favara, di Leonardo Sciascia a Racalmuto e di Giuseppe Tomasi di Lampedusa a Palma di Montechiaro.
Sono numerosi gli eventi in programma: dalla mostra fotografia al convegno di studi, ai laboratori per le scuole; dalla cena letteraria, ed altri momenti di degustazione, all’intrattenimento musicale, fino agli immancabili spettacoli teatrali.
Fiore all’occhiello del Festival è la prima edizione del Concorso letterario nazionale “Uno, nessuno e centomila” promosso dal Distretto Turistico Valle dei Templi in collaborazione con il MIUR. Di pregio anche il Master di Scrittura coordinato da Massimo Bray, già ministro dei Beni culturali, oggi direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana.
A concludere le celebrazioni del 150° Anniversario della Nascita di Luigi Pirandello, sarà la visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 6 luglio alla Valle dei Templi e alla casa natale del drammaturgo, in diretta Rai. Sempre nella giornata del 6 luglio avverrà anche la cerimonia di premiazione del Premio Pirandello della Fondazione Sicilia per la prima volta quest’anno ad Agrigento. Una scelta sostenuta dal presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone.
Nella sala stampa di Palazzo Reale a Palermo sono intervenuti gli assessori regionali ai Beni culturali e al Turismo, Carlo Vermiglio e Anthony Barbagallo; il vice presidente del Distretto Turistico Valle dei Templi, Giovanni Ruvolo; i sindaci di Favara e Porto Empedocle, Anna Alba e Ida Carmina, e l’assessore alla Cultura di Racalmuto, Salvatore Picone. Sempre più entusiasti i sindaci delle amministrazioni coinvolte in un progetto che, per usare le parole del suo ideatore, il giornalista Felice Cavallaro padre della Strada degli Scrittori, “intende ricostruire nei luoghi dei grandi autori, le occasioni per i turisti e la comunità di vivere il territorio e la grandezza di ciò che offre in termini di cultura, di bellezza, di eccellenza”. Un progetto in cui è importante fare rete non solo tra istituzioni, ma soprattutto tra le imprese per mettere a sistema l’offerta di un percorso letterario che attrae già numerosi visitatori.
 
 

Accènto, 18.5.2017
Camilleri: ho voglia di venire a Gela e di abbracciarvi. Conferitagli la cittadinanza onoraria

“Ho voglia di venire a Gela e di abbracciarvi e se affronto un viaggio vuol dire che sto bene”. Questo quanto affermato dallo scrittore Andrea Camilleri al sindaco Domenico Messinese che è andato a trovarlo nella sua casa romana.
Allo scrittore siciliano è stata dedicata la cittadinanza onoraria di Gela. Per Camilleri si tratta della terza cittadinanza onoraria, quella di Gela arriva dopo quella dei comuni di Santa Flora, in Toscana nel 2014 e di Agrigento nel febbraio 2016.
Lo scrittore di Montalbano è legato in qualche modo alla città del Golfo per tre ragioni: la prima riguarda il suo primo premio letterario consegnatogli nel 1981 da una giuria gelese per il romanzo “Un filo di fumo” edito da Garzanti; la seconda ragione in quanto nei suoi romanzi trova molto spazio Gela il cui nome è modificato in Fela; e la terza riguarda la sua amicizia con Federico Hoefer, di Porto Empedocle anche lui.
Alla loro lunga amicizia è stato dedicato un libro dai giornalisti Andrea Cassisi e Lorena Scimè. Lo scrittore nei prossimi Gela farà visita alla nostra città.
 
 

La Repubblica (ed. di Torino), 18.5.2017
Franceschini al Salone del Libro: "Uscire dalla competizione tra Milano e Torino"
Inaugurazione al Lingotto, per il direttore Lagioia la folla testimonia l'identità della fiera

[…]
"Torino è stata una città in grado di far respirare insieme grande industria e letteratura, cultura. Al Salone ci sono stato tre volte e mi sono reso conto che i protagonisti sono le persone, con la loro curiosità straordinaria, con una grande voglia di lettura". Così lo scrittore Andrea Camilleri, in un messaggio video proiettato durante l’inaugurazione del Salone del Libro di Torino, giunto alla trentesima edizione. "Anche se non sono presente per sopraggiunti limiti di età - ha concluso Camilleri - voglio fare gli auguri al Salone, per l’edizione in corso e per il suo futuro".
Diego Longhin e Sara Strippoli
 
 

Malgrado Tutto, 19.5.2017
“Andrea Camilleri, Vigata e la seconda guerra mondiale”
Strada degli scrittori. Domani a Porto Empedocle, alla Torre Carlo V, l’inaugurazione della mostra curata del giornalista e storico Calogero Conigliaro.


Una foto esposta nella mostra

Proseguono a Porto Empedocle le iniziative della tappa della Strada degli Scrittori dedicata ad “Andrea Camilleri e la Marina”.
Ieri di grande interesse e, a tratti, carichi di tensione emotiva gli incontri con gli autori locali, coordinati da Gero Micciché, che hanno potuto raccontare la loro esperienza come scrittori di opere edite o inedite.
Questa mattina una ventata di freschezza, spontaneità e simpatia con gli alunni degli Istituti Comprensivi Rosario Livatino e Falcone Borsellino che hanno portato in scena i racconti “Piace il vino a San Caló” e la favola “Topiopì” del maestro empedoclino.
Cena letteraria, questa sera, dedicata allo scrittore in uno dei più noti ristoranti del centro: tra i piatti più amati da Camilleri anche molti dei suoi personaggi, interpretati dagli artisti della Casa del Musical di Marco Savatteri.
Domani, sabato 20 maggio, organizzata dall’associazione culturale Sicil Storia è in programma, alle 19, alla Torre Carlo V, l’inaugurazione della mostra “Andrea Camilleri, Vigata e la seconda guerra mondiale”, a cura del giornalista e storico Calogero Conigliaro: una singolare esposizione che documenta per immagini i momenti anche drammatici dello sbarco, vissuti attraverso le memorie dello scrittore e riportati nei suoi libri. La mostra si animerà in modo estemporaneo per il pubblico con le performance degli attori della Casa del Musical che faranno rivivere personaggi e fatti di quel periodo.
In mattinata per le scuole e dopodomani per un pubblico più ampio, dalle 10, con partenza dalla Torre Carlo V, lo stesso Conigliaro farà da guida attraverso i luoghi più significativi dello sbarco degli Alleati attraverso la vita e le opere dello scrittore.
E ancora domani spettacolo di musica e poesia siciliana in piazza Kennedy, dalle ore 21 con “Il mare e la Strada degli Scrittori”, la Sicilia raccontata attraverso la poesia e la musica dei porti con Francesco Maria Martorana e Michelangelo Balistreri del Museo dell’Acciuga di Aspra.
 
 

infoAgrigento.it, 19.5.2017
Porto Empedocle: in scena la scuola Livatino nell’ambito del ‘Festival degli scrittori’
Le rappresentazioni odierne hanno caratterizzato l’intera mattinata di questo venerdì empedoclino.

E’ toccato oggi agli alunni della Scuola Livatino di Porto Empedocle animare l’edizione 2017 del festival degli scrittori, la kermesse in corso anche nella città marinara; in particolare, presso piazza Kennedy, le quarte classi dei corsi C, D ed E hanno messo in scena lo spettacolo ‘Piace il vino a San Calò’, tratto da Gocce Di Sicilia.
La rappresentazione ha riscosso molto successo tra il pubblico presente, con i bambini che sono riusciti a ricreare l’atmosfera ironica descritta da Andrea Camilleri in queste opere con le quali si descrivono alcuni aspetti particolari della popolare festa caratteristica di Agrigento e Porto Empedocle.
Gli alunni della Livatino, e in particolare quelli dei corsi A e B della seconda elementare, si sono cimentati anche nella rappresentazione di ‘Topiopi’, sempre di Andrea Camilleri; anche questo spettacolo è stato lungamente applaudito dal pubblico presente: le rappresentazioni odierne hanno caratterizzato l’intera mattinata di questo venerdì empedoclino.
 
 

La Repubblica, 19.5.2017
La Sicilia di Piazza e Grassadonia “Ecco la nostra favola politica”
A Cannes i fantasmi di "Sicilian ghost story", la storia del rapimento e l'assassinio di Giuseppe Di Matteo, sciolto nell'acido nel 1996 a 14 anni per far tacere il padre collaboratore di giustizia, sono stati accolti da applausi in sala e buone recensioni internazionali

Cannes - I fantasmi di Sicilian ghost story sono accolti da applausi in sala e buone recensioni internazionali. È un ritorno felice quello di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza alla Semaine de la critique quattro anni dopo la vittoria con Salvo. E stavolta in apertura, non era mai successo a un film italiano (da ieri in sala). Tratto dal racconto Un cavaliere bianco (dal libro di Marco Mancassola Non saremo confusi per sempre), è una favola d'amore e ombra che racconta il rapimento e l'assassinio di Giuseppe Di Matteo - sciolto nell'acido nel 1996 a 14 anni per far tacere il padre collaboratore di giustizia - e la tenacia investigativa di una compagna di classe innamorata di lui, che rifiuta di rassegnarsi all'omertà del paese.
[...]
Avete contestato le fiction in cui commissari vanno a farsi splendide nuotate e poi a mangiare la pasta con le sarde...
P.: " Montalbano in realtà è uno degli esempi più fortunati, anche quella è una Sicilia immaginata. Bello, ma la Sicilia non è solo questo. Ci riferivamo piuttosto alle fiction sulle vittime di mafia, categoria merceologica battuta da produttori senza scrupoli".
[...]
Arianna Finos
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 19.5.2017
Se pure le fiction dividono l’antimafia
La polemica scoppia a Cannes “Fiction banali la mafia è altro”

«La mafia è diventata un genere: troppe fiction appiattiscono le storie». "Sicilian Ghost Story" è un atto politico, come il suo debutto al Festival di Cannes: il j'accuse dei registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza arriva forte e chiaro dalla Francia e travolge la rappresentazione della mafia in tv.
[...]
Il regista di Aliminusa Pasquale Scimeca condivide a pieno l'affondo a Montalbano e all'industria della superficialità: «Certi cliché cuciti forzatamente addosso alla Sicilia danno fastidio. Chi è che direbbe "Montalbano sòno"? Perché? Ogni volta che so di fiction sulla criminalità nostrana in tv, mi sforzo di vederle per studiarle, ma niente: non mi lasciano mai un'emozione».
[...]
Stefania Moretti
 
 

Malgrado Tutto, 20.5.2017
“Piace il vino a San Calò”
Strada degli Scrittori. A Porto Empedocle Andrea Camilleri affascina e conquista anche i bambini.


Nelle foto alcuni momenti dello spettacolo

A Vigata, sulla strada degli scrittori, Nenè Camilleri ha incontrato tanti piccoli pulcini. Come quelli protagonisti del libro “Topiopì”, un racconto autobiografico sulle vicende del piccolo Nenè nella fattoria dei nonni.
Sono gli alunni delle seconde classi A e B di scuola primaria del plesso “Falcone” che fa capo all’I.C. “Livatino-Vivaldi” di Porto Empedocle. L’incontro è avvenuto “mezzu a Marina”, nei luoghi del cuore dello scrittore empedoclino. Il tutto nella forma di una simpatica rappresentazione teatrale, portata in scena non da professionisti, ma da piccolissimi alunni che hanno iniziato un percorso di letture partendo proprio dallo scrittore papà del “Commissario Montalbano”.



E la sintesi di una bella giornata di scuola, assaporata dai presenti come un cocktail di teatro, letteratura e valorizzazione del territorio, sta nella frase della piccola Vania, pronunciata sul palco: “La cosa più bella è stata quella di leggere un libro del nostro compaesano Andrea Camilleri, non vediamo l’ora di leggerne un altro!”
Dalla scuola empedoclina di contrada Grandi Lavori, presieduta dal dirigente scolastico Claudio Argento, parte la smentita di un luogo comune che considera generalmente un personaggio locale “nemo propheta in patria”.
Camilleri, con la sua scrittura coinvolgente, ha affascinato tutti, partendo proprio dai più piccoli. “Nel corso dell’anno, le due classi seconde –ci dice l’insegnante Marcella Lentini, che ha coordinato lo spettacolo insieme alle colleghe Romana De Leo, Cristina Taverna, Mariuccia Bruccoleri e Eugenia Agrò- hanno svolto il progetto lettura sul libro “Topiopì”. Partendo dalla lettura ad alta voce, si sono affrontate svariate tematiche e i bimbi hanno prodotto dei books, dando sfogo alla loro creatività. Topiopi’ è un racconto autobiografico che racconta le vacanze estive che Nenè ( Andrea Camilleri) trascorreva in campagna dai nonni. Sì racconta dell’amicizia tra il bimbo e un pulcino che, a causa di un incidente con l’asinello, perde una zampetta”.



Da qui lo spunto per parlare di amicizia, di rispetto dell’ambiente, dell’amore per gli animali e dell’ accettazione della diversità.
Ma il pubblico non ha apprezzato solo il racconto ambientato nella fattoria, con tanto di bambini “trasformati” in animali domestici. Sul palco di Piazza Kennedy anche un altro momento di drammatizzazione, portato in scena da tre classi quarte di scuola primaria del plesso “Livatino”.



Tratto dal libro di Camilleri “Gocce di Sicilia”, gli alunni coordinati dalle docenti Rita Infantino, Erminia Bruno Gallo, Ivana Montalbano, Massimiliano Siragusa, e Giusi Sanzone hanno presentato “ Piace il vino a San Calò”. Una storia ambientata nel 1946, quando un vescovo del Nord voleva rivoluzionare la tradizionale festa ritenuta pagana, ma il popolo dei marinisi non fu daccordo e si arrivò ad un compromesso: la mattina San Calogero è del popolo, sfila senza aureola e fa di tutto. E la sera c è la processione con il Santo con la sfera e i sacerdoti al seguito. Con gli immancabili tammurinara ad accompagnare il Santo Nero tra le viuzze del Molo di Girgenti.
Giuseppe Piscopo
 
 

La Repubblica, 21.5.2017
Montalbano e i bulli
Nel nuovo romanzo di Andrea Camilleri, il trentesimo che lo vede protagonista, il commissario indaga a Vigàta dove è arrivato il set di una fiction svedese e dove si svolge una vicenda fra reale e virtuale
TITOLO: LA RETE DI PROTEZIONE
AUTORE: ANDREA CAMILLERI
EDITORE: SELLERIO
PREZZO: 14 EURO PAGINE: 304

Nessun ricordo può garantire che qualcosa sia veramente avvenuto, scriveva Giorgio Manganelli. Né d'altra parte niente che sia veramente avvenuto sta di casa solo nella realtà. Di Andrea Camilleri nessuno può disegnare il confine, l'andirivieni tra la vita sua e quella dei personaggi dei suoi libri, l'ultima indagine di Montalbano e quella volta che da bambino aprì la porta a Pirandello che bussava in uniforme da ammiraglio, i racconti ottocenteschi di Vigàta e il giorno in cui Ungaretti scelse una sua poesia per un'antologia. È tutto sempre qui, il tempo danza si diverte, è tutto sempre ora e anche i conti, certo, fra Roma e Palermo ballano: forse i libri che ha pubblicato sono centodue, dieci più dei suoi anni, ma potrebbe sfuggirne qualcuno persino al suo editore, «per certo so che questo Montalbano è il trentesimo», sorride Antonio Sellerio. L'indagine numero trenta s'intitola La rete di protezione, è in libreria, e per il giubilo della moltitudine di seguaci sappiate che il Maestro sta già scrivendo la prossima. Steituned, direbbe lui che in questo libro si avventura a mangiare fingherfud.
A novantadue anni Camilleri sceglie come oggetto dell'indagine del commissario un episodio di bullismo, una storia che passa per il web e lavora nei computer: alchimie informatiche, adolescenti che si ascoltano dagli schermi, misteriosi seducenti argonauti di un mondo smisurato e fragile — questa Rete, chi protegge? — naufraghi eroici del confine smarrito tra ciò che accade nelle mani o solo nell'amplificata verità della mente. Ma d'altra parte: cosa accade davvero, e dove?
E poi il mistero non è uno: diciamo tre, forse, di certo almeno due ma poi non è detto che si debbano scoprire, i fatti successi. Non è detto che un commissario come Montalbano debba solo rivelare la verità, ci sono casi in cui è meglio alzare il velo e poi riporlo: così che si ri-vela, osserva nel suo ennesimo risvolto da collezione il professor Salvatore Silvano Nigro, autore in ogni romanzo di Camilleri di una sintesi che è il romanzo del romanzo.
Dunque, rieccoci a Vigàta. Il paese è diventato set di una fiction svedese, vi potete e dovete immaginare il cortocircuito sentimental-ormonale tra la troupe e il cast di giovani biondissime attrici e la popolazione maschile locale. Mogli in allarme, matrimoni in bilico sul baratro.
Equivoci, tragedie sfiorate. Siccome la fiction deve essere ambientata negli anni Cinquanta i tecnici hanno la bella — contemporanea, pertinentissima — idea di chiedere agli abitanti del paese di portar loro i superotto che hanno in soffitta. Della raccolta si incarica Televigata. Parte la corsa. L'ingegnere capo del comune Sabatello trova in uno scatolone di suo padre sei filmini identici, di tre minuti e mezzo ciascuno, girati lo stesso giorno alla stessa ora, il 27 marzo alle 10.25, in sei anni diversi: dal '58 al '63, anno della morte del padre Emanuele. Che aveva un fratello gemello, Francesco, malato assai, forse autistico, morto suicida nel '57. I filmini ritraggono un muro bianco: niente, dunque. Uno spazio vuoto, un silenzio. Montalbano non può fare come se non fosse questo l'enigma degli enigmi, ovvio. Perché Salvo si appassiona di "vicende giudiziarie ma puro, o forsi soprattutto, de quella matassa ‘ntricata che è l'anima dell'omo in quanto omo". Palombaro dell'animo umano, s'inabissa. Intanto, e forse sempre per via della fiction, qualcosa di violento succede nella scuola di suo nipote. Precisamente nella terza B della "scola Luici Pirinnello". Dove c'è un ragazzo genio dei computer, uno strano professore di matematica appassionato di storie d'altri tempi, i bulli, le invidie, i silenzi, i voti da cambiare sul registro elettronico, gli spari.
Mentre — sempre per via del subbuglio portato dalle picciotte svidise, da un certificato medico che decreta l'impotenza virile — Mimì Augello tenta forse il suicidio ma chissà, il muro bianco dei filmini d'epoca comincia a parlare. E riporta alla luce una storia che è la vera storia degli anni in cui, per finta, è ambientata la fiction di Vigàta ormai gemellata con Kalmar, Mal Baltico: dalla fine degli anni Cinquanta riemerge un vero mistero di paese, i tecnici scandinavi montano sul commissariato una falsa insegna che lo dichiara "Salone d'abballo", nel mondo virtuale della rete gli adolescenti si fanno male davvero. E su questo confine morbido come un nastro di velluto tra ciò che è ciò che è stato e ciò che non è mai avvenuto, tra ciò che è vero e si deve sapere e quel che è meglio non svelare — qui si dipana la trama. In una lingua, chi ama Montalbano lo sa, spuria e sporca, che nasce e come cosa viva muore, si piega e s'adatta, una lingua scritta per essere detta — pronipote, Montalbano, dell'Ingravallo di Gadda. «Segue orme quasi invisibili, fiuta tracce che nemmeno un cane da caccia, scorge legami nascosti, individua apparentamenti e, perché no?, anche incesti impensabili, illumina ripostigli oscuri, mette in evidenza ciò che era nell'ombra, scopre insomma tutti gli altarini». Questo ha scritto Camilleri del suo esegeta dei risvolti di copertina, il professor Nigro, e questo è Montalbano. Quanto all'indagine: «La virità certe vote, è meglio tinirla allo scuro, allo scuro cchiù fitto, senza manco la luci di un fiammifiro».
Concita De Gregorio
 
 

La Sicilia (ed. di Agrigento), 21.5.2017
Camilleri e la Marina

Proseguono le iniziative legate al festival «La strada degli scrittori», con questa tappa dedicata ad Andrea Camilleri e la Marina. Alle 10 è in programma l'itinerario turistico e storico-letterario "Andrea Camilleri, Vigata e la seconda guerra mondiale" a cura dell'associazione culturale SicilStoria, con la collaborazione della Pro Loco e dei ricercatori Calogero Conigliaro e Giuseppe Todaro. Il pomeriggio proseguirà con il caffè letterario "Cani senza padrone" di Carmelo Sardo, alla Torre Carlo V mentre alle 21, in piazza Kennedy a Porto Empedocle, andrà in scena lo spettacolo musicale "Sicilia: musica e letteratura" a cura del Gruppo di canto popolare favarese.
 
 

Malgrado Tutto, 21.5.2017
Porto Empedocle, la “Strada degli Scrittori” incrocia la Storia
Inaugurata alla Torre Carlo V la mostra di Calogero Conigliaro “Andrea Camilleri, Vigata e la II guerra mondiale”. Guarda foto gallery

E’ stata inaugurata ieri a Porto Empedocle la mostra fotografica di SicilStoria: “Andrea Camilleri, Vigata e la II guerra mondiale”.
Un percorso di immagini del periodo bellico della città empedoclina, affiancata da passi letterari dello scrittore padre del commissario Montalbano.
Durante l’inaugurazione è stata proiettata una intervista di Felice Cavallaro sullo sbarco alleato in Sicilia ad Andrea Camilleri, e sono stati letti dei testi dello stesso Camilleri ad opera degli attori in costume dell’associazione “Casa del musical” coordinati da Marco Savatteri.
Nella mattinata precedente studenti della scuola media Rizzo, accompagnati dalla professoressa Matilde Alù, avevano invece percorso l’itinerario turistico letterario di Vigata.
L’inaugurazione della mostra è stata introdotta dai saluti di Gaetano Pendolino, Amministratore del Distretto Turistico, che organizza il Festival della Strada degli scrittori, del giornalista Calogero Conigliaro, autore della mostra, e del vicensindaco di Porto Empedocle Salvatore Urso.
La mostra resterà esposta fino ad inizio settimana, prima di essere spostata a Racalmuto, prossima tappa del Festival della strada degli Scrittori.
 
 

La Sicilia (ed. di Agrigento), 21.5.2017
L'attesa. Martedì mattina arriva Zingaretti per le riprese
Conto alla rovescia per il primo ciak di Montalbano al Caos
Saranno un centinaio le comparse coinvolte nella produzione nei luoghi nativi di Luigi Pirandello

Agrigento - Tutti pazzi per Montalbano. Cresce l’attesa per l’arrivo della troupe che martedì, girerà al Caos alcune scene della fiction de “Il Commissario Montalbano” alla Casa natale Luigi Pirandello.
Il più atteso tra tutti è senza dubbio Luca Zingaretti la cui immagine è indissolubilmente legata al celebre commissario Vigatese.
L’attore arriverà martedì mattina, giusto in tempo per il primo ciak, mentre il regista Alberto Sironi e parte della produzione sarà già in città nella giornata di lunedì. Frutto dell’estro creativo dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri, la trasposizione televisiva di RaiUno, record di ascolti, torna quindi ad Agrigento in una nuova location, dopo quella al tempio di Giunone utilizzata nella serie precedente. Questa volta tecnici e maestranze della Palomar saranno alla casa natale del Premio Nobel che, per disposizione dell’assessorato regionale ai Beni Culturali, per l’occasione rimarrà chiusa al pubblico per tutta la giornata di martedì 23.
Il copione dovrebbe prevedere che il Commissario, con la sua storica fidanzata Livia, interpretata dall’attrice Sonia Bergamasco, visiti da turista la contrada Caos facendo una capatina sia dentro la casa natale che al pino sull’altipiano d’argilla.
L’ufficio casting della Palomar in queste ore sta anche esaminando le tante proposte dei candidati a fare da comparsa all’episodio in questione, dal titolo “Amore”, circa un centinaio tra uomini e donne di varie fasce d’età, che nella finzione serviranno ad interpretare la folla di turisti e vacanzieri che animeranno gli spazi adiacenti la casa natale.
A questo proposito sono ancora molti gli agrigentini in trepidante attesa di ricevere la conferma telefonica da parte della Produzione per essere inclusi in questa avventura televisiva. Non tutti quelli che hanno dato la propria disponibilità a comparire sul set, verranno scelti. A parte l’aspetto fisico, infatti, occorre avere alcuni requisiti legati alla professione o al lavoro: sono esclusi infatti tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione, poiché la loro attività risulta inconciliabile con il contratto di lavoro (di un solo giorno) che verrà firmato dalle comparse prima di iniziare a girare le scene previste.
I nuovi “casi” del Commissario Montabano, andranno in onda in prima serata sulla Rete ammiraglia della Rai nei mesi primaverili del prossimo anno. Un’attesa quindi ancora lunga per i fan della fortunata serie televisiva, che ha saputo in questi anni colpire l’immaginazione di milioni di telespettatori e incentivare il turismo sui luoghi che hanno fatto da sfondo alle indagini del Commissario.
Una vetrina importante per le nuove location che vedono contrada Caos protagonista della puntata “Amore”, che si ispira ad uno dei racconti inseriti nella raccolta di Andrea Camilleri dal titolo “Un mese con Montalbano”.
Maria Rosso
 
 

ANSA, 22.5.2017
Ovadia con Camilleri in Sicilia anni '40
A teatro, Il casellante, tra note, 'sicilitudine' e femminicidio

Roma - ''La prima volta che ho incontrato Andrea Camilleri, mi ha detto: 'devo confessarti che ho compiuto un crimine molto grave contro di te. Ogni tanto racconto le tue storielle e le spaccio per mie'''. Oggi, in qualche modo, il conto con il papà del Commissario Montalbano, è 'pari' per Moni Ovadia, mattatore de Il casellante, testo che Camilleri stesso con Giuseppe Dipasquale ha riadattato per lui dal romanzo edito da Sellerio. Dal debutto all'ultimo Festival di Spoleto, lo spettacolo, diretto da Dipasquale con le musiche di Mario Incudine, arriva a Roma, portando per la prima volta Ovadia sul palcoscenico del Sistina, dal 23 al 28/5. In una Sicilia anni '40 comica e tragica, protagonisti sono gli innamorati Minica e Nino, ''casellante per vivere, musicante di barberia per non morire'', in un mondo di note e avventori, in cui Ovadia passa dal narratore alla buffa mammana, dal giudice al barbiere. E con la lingua di Camilleri che, in una 'sicilitudine' di neologismi e modi di dire, racconta il femminicidio
 
 

Rai Uno, 23.5.2017
Ore 20:30
FALCONEeBORSELLINO

Andrea Camilleri interverrà in video per ricordare il suo 23 maggio 1992 nel corso della trasmissione in cui verranno ricordate le stragi di Capaci e via D'Amelio, in occasione del venticinquesimo anniversario.
 
 

Teatro Sistina Roma
dal 23 maggio 2017
Promo Music – Corvino Produzioni
Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano
Comune di Caltanissetta
presentano
Moni Ovadia
Valeria Contadino Mario Incudine
in
Il casellante
di Andrea Camilleri – Giuseppe Dipasquale
regia Giuseppe Dipasquale

Uno spettacolo con musiche, dove si ride e ci si commuove al tempo stesso. Gli attori e i musicisti, immersi nella stessa azione teatrale narrano una vicenda metaforica che giuoca sulla parola, sulla musica e sull’immagine.
Il Casellante è, fra i racconti di Camilleri, uno dei più struggentemente divertenti del ciclo cosiddetto mitologico. Secondo a Maruzza Musumeci e prima de Il Sonaglio, questo racconto ambientato nella Sicilia di Camilleri, terra di contraddizioni e paradossi, narra la vicenda di una metamorfosi.
Ma questa Sicilia è la Vigàta di Camilleri che diventa ogni volta metafora di un modo di essere e ragionare le cose di Sicilia.
Dopo il successo ottenuto dalle trasposizioni per il teatro de Il birraio di Preston, La concessione del telefono, che insieme a La Cattura, Troppu trafficu ppi nenti, La Signora Leuca, Cannibardo e la Sicilia costituiscono la drammaturgia degli ultimi anni, l’autore del romanzo e il regista dell’opera tornano nuovamente insieme per riproporre al pubblico teatrale nazionale una nuova avventura dai racconti camilleriani.
Una vicenda affogata nel mondo mitologico di Camilleri, che vive di personaggi reali, trasfigurati nella sua grande fantasia di narratore. Una vicenda emblematica che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica, ferocemente logica e paradossale ad un tempo. Il Casellante è il racconto delle trasformazioni del dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche il racconto in musica divertito e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni quaranta.
Il carattere affascinante di questo progetto, posto essenzialmente sulla novità del testo e della sua possibile realizzazione, si sposa tutt’uno con la possibilità di ricercare strade sempre nuove e diverse per la drammaturgia contemporanea.
La parola, ed il giuoco che con essa e di essa è possibile intraprendere, fa di questo testo un oggetto naturale da essere iniziato e elaborato all’interno di un’alchimia teatrale vitale e creativa.
Altro aspetto è quello della lingua di Camilleri. Una lingua personale, originalissima, che calca e ricalca, in una divertita e teatralissima sinfonia di parlate una meravigliosa sicilitudine linguistica, fatta di neologismi, di sintassi travestita, di modi d’uso linguistico mutuati dal dialetto che esaltano la recitazione di possibili attori pensati a prestare i panni al mondo dei personaggi camilleriani.
Giuseppe Dipasquale
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 23.5.2017
Ovadia: io e Camilleri
L'attore in scena nella pièce "Il casellante" tratta da un libro "mitologico" dello scrittore siciliano

Un singolare e felice incontro quello tra Andrea Camilleri e Moni Ovadia. Ovadia porta da stasera al Teatro Sistina "Il casellante", riscritto appositamente da Camilleri con Giuseppe Dipasquale. Il "papà" del commissario Salvo Montalbano, arrivato in tv alla sua 11esima stagione, nonchè scrittore e intellettuale siciliano, incontra il fondatore dell'Ensamble Havadià, che mette insieme cultura yiddish e mitteleuropea in un'amalgama tra folk e patrimonio musicale klezmer. I due non solo si incontrano, ma si conoscono e si piacciano molto.
«È una storia curiosa la nostra - racconta Ovadia che cattura l'attenzione con questo semplice racconto di un'amicizia - ci siamo incontrati nel 2015 quando, con Mario Incudine, portai al Teatro Greco di Siracusa "Le supplici" di Eschilo. Eravamo così spaventati della nostra impresa culturale in rima siciliana e greco moderno che andammo da Camilleri per una "benedizione".
Come fu l'incontro con il maestro siciliano?
«Fu talmente bello che da allora siamo diventati amici. Camilleri mi ha persino "confessato" che mi seguiva da quando portavo i calzoni corti, e che era in debito con me, perchè ogni tanto raccontava le mie storielle spacciandole per sue. Per Eschilo ci ha fatto un endorsement bellissimo e da allora è nata questa relazione».
Perchè portare in scena proprio "Il casellante" tra tutti i suoi romanzi?
«Quando Giuseppe Dipasquale me lo ha proposto l'ho trovato geniale. Loro avevano già lavorato insieme. Ed è venuto fuori uno spettacolo riuscito e fortunato, dove recito in siciliano. A Spoleto, quando abbiamo debuttato nel giugno del 2016, è stato subito un successo».
Interpreta tanti ruoli diversi nella storia. Come mai?
«Interpreto sei personaggi contemporaneamente. Indosso l'anima di ognuno di loro e nel mio ruolo di narratore sono Camilleri. Poi c'è la mammana, il barbiere e altri ancora. Si passa da momenti picareschi al dramma. Sono gli ultimi mesi del fascismo e si affronta un tema duro come quello del femminicidio».
Nel testo Minica, interpretata da Valeria Contadino, subisce uno stupro mentre è incinta, mentre Mario Incudine, che è il suo innamorato Nino, il casellante della storia, ha composto anche le musiche?
«La storia di Minica è emblematica. Le musiche sono bellissime. Il testo è uno dei più struggenti del ciclo mitologico di Camilleri, dopo Maruzza Musumeci, che nel libro diventa sirena. Minica diventa albero, in una metamorfosi da favola. E poi, con l'esplosione di una bomba, appare incolume un bimbo appena nato».
Cecilia Cirinei
 
 

Agrigento Notizie, 23.5.2017
Si accendono i riflettori, il commissario Montalbano al Caos: Firetto saluta gli attori
Prima giornata di riprese al Caos, il regista Alberto Sironi ha anche girato una scena al pino di Pirandello. Presente alla giornata anche il primo cittadino

Giornata di riprese al Caos, davanti alla casa natale di Luigi Pirandello per il "Commissario Montalbano" e la sua storica fidanzata Livia. Il regista Alberto Sironi ha anche girato una scena al "pino" di Pirandello. Il sindaco Lillo Firetto, in mattinata si è recato sul set per salutare gli attori e ringraziare la Palomar per aver scelto questa location tutta agrigentina.
"Un'efficace occasione di marketing culturale e territoriale - ha detto il sindaco, -Dopo le riprese al tempio di Giunone, la volta scorsa, in un episodio che ha registrato il record di ascolti nella storia del 'Montalbano televisivo' ora Agrigento promuove le sue corde letterarie con la casa natale di Luigi Pirandello e la rozza pietra che ne custodisce le spoglie. Un omaggio - conclude Firetto - al nostro Nobel nel 150esimo della nascita. Una celebrazione nelle celebrazioni".
 
 

Stato Quotidiano.it, 24.5.2017
Il linguaggio utilizzato, da sempre uno degli espedienti vincenti, è in questo caso forse più ostico che in passato
L’altro capo del filo – A.Camilleri, 2016
Montalbano che legge i romanzi con protagonista Rocco Schiavone (altro personaggio di successo creato da Antonio Manzini) è un bellissimo omaggio di Camilleri a un collega

Bologna/Manfredonia. Mentre è in uscita, proprio in questi giorni, il nuovo romanzo di Camilleri con protagonista il commissario Salvo Montalbano, “La rete di protezione”, presentiamo il penultimo capitolo della serie, pubblicato un anno fa.
L’ALTRO CAPO DEL FILO. A Vigàta stanno tutti cercando di dare una mano: gli agenti, il commissario e il suo vice Mimì Augello, i due interpreti locali, le associazioni di volontariato e le famiglie stesse dei poliziotti. Tutti si prodigano per alleviare le sofferenze dei migranti che ormai nel porto arrivano ogni notte. Duramente provati dai ritmi forsennati del duplice incarico – gestire la sicurezza della città di giorno e soprintendere agli arrivi di disperati di notte – gli uomini del commissariato si dividono i compiti. Eppure qualche circostanza eccezionale costringe Montalbano a tornare al porto anche fuori dal proprio turno di lavoro. È proprio durante uno di questi “fuori programma” che il commissario più celebre d’Italia viene raggiunto dalla notizia della morte della sarta del luogo, una donna nei cui confronti tutti a Vigàta mostrano simpatia e rispetto e della quale lo stesso Montalbano ha appena fatto conoscenza. Un giallo nel più classico stile di Camilleri, in cui la soluzione si annida tra le pieghe di uno scampolo di tessuto.
ANALISI. Salvo Montalbano è senza dubbio il commissario più conosciuto e amato in Italia, anche grazie alla serie televisiva di grande successo tratta dai romanzi di Camilleri. Ogni nuova indagine è accolta con grande entusiasmo dai lettori affezionati, nonostante ormai l’autore, “data la mia presunta cecità” come ammette, sia oggi aiutato (materialmente e creativamente) nella stesura da Valentina Alferj. “L’altro capo del filo” parte affrontando l’attualità degli sbarchi di immigrati lungo le coste italiane, e l’omicidio appare improvvisamente nella storia soltanto a pagina 107, annunciato con la solita enfasi da Catarella. Parte così un’indagine che appare da subito piuttosto complessa. Trattandosi di un giallo, i lettori più pignoli potrebbero sottolineare le tante ingenuità presenti nell’intreccio, anche la soluzione del caso non convince completamente, tuttavia la lettura dei libri di Camilleri è talmente piacevole e appagante che alla fine risulterebbe un esercizio piuttosto sterile. Il linguaggio utilizzato, da sempre uno degli espedienti vincenti, è in questo caso forse più ostico che in passato, ma alla fine dovrebbe risultare abbastanza comprensibile a tutti. Montalbano che legge i romanzi con protagonista Rocco Schiavone (altro personaggio di successo creato da Antonio Manzini) è un bellissimo omaggio di Camilleri a un collega.
Il giudizio di Carmine
Andrea Camilleri
L’ALTRO CAPO DEL FILO
2016, Sellerio
Valutazione: 3½/5
Carmine Totaro
 
 

Il Fatto Quotidiano, 25.5.2017
Il nuovo romanzo. "La rete di protezione" di Camilleri
Montalbano va a caccia di bulli
Il romanzo. Esce oggi l'indagine numero trenta del commissario ideato da Camilleri
Una storia tra reale e virtuale, bullismo e computer, naturalmente con un mistero
Montalbano getta la rete nel mare aperto di Internet

I pescatori gettano le reti tra le onde. Dove tutto naviga: barche, spazzatura e morti. Andrea Camilleri venuto dal mare di Porto Empedocle conosce la fatica dei reziari (non i gladiatori, ma i pescatori) e in questo suo libro che esce oggi, La rete di protezione, impegna Montalbano in un salto d'epoca: nell'oggi degli adolescenti.
Il pollice prensile dell'homo sapiens si aggiorna nell'abilità digitante del web, il mondo di tutti e di nessuno e il commissario che ha solo la sapienza del "perché" - il battito di ciglia di Andromaca, uguale a quello di Penelope - nel vociare delle scuole, nell'apnea delle camerette dei ragazzini, nella lesta volatilità globale dove tutto naviga scova il futuro.
Quello che vale per il mare aperto regola, infatti, Internet. E le rotte nell'oceano della conoscenza - gli interrogativi cui trovare risposte - si risolvono in una sola domanda, anzi, in una richiesta: help!.
Un ragazzino cerca aiuto in rete per sfuggire ai bulli ma anche il computer - soggetto all'assalto dei virus - chiede protezione e s'aggrappa a ciò che nel mare grande dei pirati, dei vascelli senza bandiera e degli anonimi, precetta e regola. Reclamano una bussola, sia l'hardware, sia l'alunno della scuola "Pirandello" di Vigata e nel navigare è sempre e solo una la domanda, appunto, una la richiesta: protezione.
Quindici secondi sott'acqua, avvolti dalla profondità - a occhi chiusi - accendono di risposte tutti i perché, e cioè tutte le possibili protezioni, e Camilleri, portando il suo Montalbano a scandagliare l'esistenza più che la contingenza, offre in questo libro un inedito canone di letteratura, non certo un capitolo d'intrattenimento.
C'è la famosa scrittura di Camilleri in Rete di Protezione ma c'è ancora di più: la costruzione di una pagina letteraria per la prima volta non scritta ma dettata. Lo attesta la nota dell'ultima pagina e l'orecchio, alla lettura, se la gode per intero questa lingua orale, socratica e perciò immune dalla fissità della parola morta.
Figurarsi se Camilleri resti inchiodato a un genere e, infatti - giallo, poliziesco, opera popolare che sia - in questo nuovo Montalbano non c'è un morto su cui indagare piuttosto un muro. Il commissario, meravigliando tutti, vi si perde. Vi lavora nei ritagli di tempo, giusto per curiosare nella memoria degli anni 50, e porta alla luce la storia terribile e struggente di due fratelli, uno dei quali - troppo adulto per restare bambino - amato di quell'amore malato, senza rete di protezione, che la voce di Camilleri restituisce in delicatezza. Una coppia di fatto come tante, nei paesi.
Camilleri riesce come pochi - come Borges ormai, ben più che Simenon - a strappare la verità più che la realtà dalle atmosfere in cui cala i beniamini del suo pubblico, sempre più numeroso nel mondo, coinvolto al punto nella miscela di storie e caratteri da goderne il completo carosello delle combinazioni. Come accade per il manicomio paesano di una troupe svedese arrivata in Sicilia per girarvi una fiction (fino a svelare un'idiosincrasia del commissario forse condivisa dall'autore...).
I personaggi, da Livia a Catarella, raccontano il contesto e la contemporaneità e non certo il contrario, com'è purtroppo tipico della deriva narrativa degli egolatri, e quercia qual è Camilleri stupisce per come sa spiegarsi e spiegare i millennials e l'infanzia come già nessun quarantenne - o anche un Echo Boomers - saprebbe fare. E senza una sola oncia di acidità moralistica. Se c'è felicità di sorriso nell'accogliere il mondo nuovo, infatti, senza mai lo gna-gna del bel tempo che fu, è tutta qui. Dalla sua postazione di lavoro Camilleri studia e coglie, fin nel dettaglio di una rinnovata antropologia, i segni e i presagi di "giornate di prima qualità".
Pietrangelo Buttafuoco
Post scriptum "Ulisse", racconta Montalbano, "tenta, parlando con Ettore, di scongiurare l'inizio della guerra di Troia; e quando Ettore, stupito, gliene domanda la ragione, Ulisse risponde: perché Andromaca, tua moglie, ha lo stesso battito di ciglia di Penelope".
 
 

Sololibri.net, 25.5.2017
La rete di protezione» di Andrea Camilleri
Recensione del libro

“La rete di protezione” (Sellerio, 2017) è la nuova indagine del commissario Montalbano composta dal Maestro siciliano Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle nel 1925.
“La sveglia si misi a sonare di malo”.
Montalbano ancora con gli occhi chiusi, stese una mano verso il comodino cercando la sveglia prima che svegliasse Livia. Ma le dita di Salvo incontrarono un bicchiere che cadde a terra. Il bicchiere in frantumi non aveva svegliato la sua fidanzata che stava ferma aspettando la luce del giorno. Era iniziato così un dialogo mattutino tra Livia e Salvo sui sogni appena sognati o meno. All’improvviso la sveglia suonò di nuovo, questa volta nella realtà, considerato che il commissario, ancora “’ntronato dal sonno” aprì gli occhi e subito capì di essere solo nel letto. Livia non c’era, se ne stava a Boccadasse. Aveva sognato tutto, compreso il sogno di Livia.
Il poliziotto sceso dal letto, era andato in cucina per prepararsi la “solita cicaronata” di caffè e poi via sotto la doccia. In verità Montalbano non aveva nessuna voglia di andare a Vigàta, perché da un po’ di tempo il paese aveva cambiato completamente aspetto, era tornato indietro nel tempo, agli anni Cinquanta del XX Secolo. A Vigàta si stava girando una “ficzion” e i paesani, curiosi e affascinati dalla novità, con un pretesto qualsiasi lasciavano perdere quello che stavano facendo per correre a vedere girare alcune scene della “ficzion”. Addirittura era stata richiesta la forza pubblica per tenere lontani i curiosi. E la forza pubblica altri non era che Mimì Augello,
“mittuto a capo dell’agenti che protiggivano la truppi, e in special modo le attrici”.
Quindi nel commissariato erano rimasti in tre: Montalbano, Fazio e Catarella. Inoltre per rendere lo scenario quanto più verosimile la produzione italo-svedese aveva sollecitato gli abitanti a cercare vecchie foto e filmini. L’ingegner Ernesto Sabatello si era ricordato che nella soffitta della sua abitazione c’era una grossa cassa piena di vecchi filmini superotto tutti girati da suo padre. Dopo averli visionati l’uomo si era accorto che tra tutte queste bobine che rappresentavano scene di vita familiare, ce n’erano sei del tutto anomale perché ritraevano la stessa scena. Anzi, l’immagine era fissa, ripresa sempre dallo stesso punto di vista. Inoltre i sei filmini erano stati girati nel corso di sei anni, uno per anno, dal ’58 al ’63, il 27 marzo alle 10 e 25. La scena rappresentava un pezzo di muro, sempre lo stesso. Ovviamente questo fatto strano aveva solleticato la mente sempre allerta del commissario Montalbano.
“... Si fici persuaso che non avrebbi avuto paci fino a quanno non sarebbi stato ’n condizioni di dari ’na risposta logica e concreta prima di tutto a se stisso e po’ a, macari, all’ingigneri Sabatello”.
Vigàta invasa dalla troupe della fiction, un fatto di sangue di tanti anni prima, l’irruzione di uomini armati all’interno di una scuola del paese e la navigazione di Montalbano all’interno del mondo sconosciuto dei social network. Sono gli avvenimenti principali di questo romanzo composto da Camilleri nel 2015, il primo non scritto ma dettato alla sua assistente Valentina Alferj. Immaginiamo così il Maestro che al pari di un cantastorie incanta la sua prima lettrice. Quanto mai simbolica la copertina del volume che raffigura un dipinto di Antonio Donghi intitolato Due canarini in gabbia.
“Ma quanti modi di protezioni esistivano! C’era ’na gana diffusa di protiggirisi da ogni cosa: da quello che s’accanosci, da quello che non s’accanosci, da quello che potrebbi esseri e che non è ditto che sarà, da quelli che vanno dal mari, da quelli che hanno un Dio diverso, da quelli che hanno macari lo stesso Dio ma lo pregano differenti. E comunque sempre meglio quartiarisi. Epperciò le forme di protezioni si moltiplicavano”.
Alessandra Stoppini
 
 

El Cultural (El Mundo), 25.5.2017
El cuadro pasional de Andrea Camilleri

No soy lector habitual de novela policíaca. Desconozco por completo a sus actuales cultivadores nórdicos e italianos. Confieso que mi conocimiento sólo alcanza a los clásicos norteamericanos, británicos y franceses del género, a quienes, eso sí, leí con minuciosa dedicación hace ya tiempo.
Todo esto para decir que nada había leído hasta el momento de Andrea Camilleri (Porto Empedocle, Sicilia, 1925) y para añadir que he disfrutado gratamente con El cielo robado (2009), recién editada por Gatopardo con traducción de Teresa Clavel. No pertenece a su muy nutrida y popular serie de novelas sobre el comisario Montalbano.
El cielo robado es, de una parte, una excursión y una investigación culturalistas sobre la figura del pintor impresionista Pierre-Auguste Renoir y sobre la incierta eventualidad de que el artista pasara unos días en Agrigento (Sicilia), en compañía de su amante, modelo y futura esposa Aline Charigot, y llegara a pintar allí unos cuadros hoy desaparecidos, según sugirió su hijo Jean Renoir, el cineasta, en el libro que escribió sobre su padre.
En Agrigento vive el sesentón, circunspecto y viudo notario Michele Riotta, quien tiempo atrás documentó en un libro de escasa difusión la participación del pintor en la restauración de unos frescos de la iglesia de la calabresa localidad de Capistrano.
Del estudio de Riotta tiene conocimiento una mujer, Alma Corradi, que se dirige por carta al notario y reaviva e incentiva su interés por saber si Renoir estuvo en Agrigento y pintó tales lienzos inencontrables. El grueso de El cielo robado está formado por las cartas que Riotta dirige a Corradi, en respuesta a las que la mujer le envía, informándole de la marcha de sus averiguaciones.
Pero no sólo de eso. El viejo Riotta, ante el pasmo de su hijo y ayudante Giorgio, se siente inusitada y crecientemente atraído por Alma Corradi, que se va manifestando como una mujer culta, viajera, de mundo, cosmopolita y muy atractiva físicamente, según tiene ocasión de comprobar con ardor el notario cuando ella le envía sucesivamente dos retratos suyos. La correspondencia va contando también cómo Riotta pierde la cabeza, la dignidad y el decoro ético ante esa mujer araña, podríamos decir, que lo atrapa en su red con su sensual sexualidad de madura en sazón.
Digamos, sin decir más, que Riotta, un mal día, desaparece y que El cielo robado se completa con un testimonio elaborado por su hijo Giorgio y por los informes cruzados del fiscal y del comisario jefe, que investigan las circunstancias y el posible desenlace de tal desaparición. La novela adquiere entonces, y tras ser la crónica epistolar y encendida de una curiosidad intelectual y de una pasión unilateralmente desbordada, su definitivo cariz de relato policíaco, que, con la consumada habilidad de Camilleri, y con otro lenguaje, deparará al lector importantes, juguetonas y tristes sorpresas.
En un momento dado, Alma Corradi envía al incauto y ya cautivo Riotta la fotografía de un retrato que presuntamente le pintó un reconocido artista. Y ésta es parte de la reacción del notario: “Guttuso captó y reprodujo magistralmente en el lienzo la violenta y luminosa sensualidad de su carne joven, poniendo en evidencia, en parte por la postura que le hizo adoptar, todas sus intimidades más secretas, las que Courbet llamó “el origen del mundo””.
La alusión al célebre y prohibido cuadro de Gustave Courbet marca literalmente el momento álgido del “encoñamiento” -con perdón de la palabra- de Riotta con Alma Corradi, que Andrea Camilleri va describiendo con ascendente vibración erótica. Las citas de Courbet y del pintor expresionista siciliano Renato Guttuso incrementan, junto a muchas otras -el decisivo marchante Durand-Ruel-, el mencionado fuerte aroma culturalista y, si se quiere, vagamente historicista de la novela.
Manuel Hidalgo
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 26.5.2017
Letteratura/ La festa dei racconti
La rassegna letteraria torna all'Orto botanico: 250 incontri 90 case editrici. Tra gli ospiti Siti col suo romanzo-scandalo
Una Marina di libri fiera show

[...]
Gli amanti del giallo, ma soprattutto gli appassionati di Montalbano, potranno celebrare durante Una Marina il ventennale del Camilleri Fan Club.
[...]
Eleonora Lombardo

Il programma
De Giovanni parla de “I bastardi” Zampaglione sale sul palco
[...]
Il 10 giugno sale sul palco il Camilleri fan club.
[...]
 
 

Giornale di Sicilia, 26.5.2017
In libreria. Il nuovo romanzo di Camilleri
Montalbano diventa «social»
Tra post su Facebook e allarmi terroristici
Si chiama "La rete di protezione" (Sellerio editore, 304 pp, 14 euro) la nuova indagine del commissario Montalbano in libreria. Una storia che si muove fra un misterioso filmino di famiglia, social network e un'altrettanta enigmatica incursione di uomini armati in una scuola...
Il paisaggio di Vigàta era cangiato...
Il commissario si era fatto contare la trama della ficzion: era 'na storia ambientata nell'anni Cinquanta...

La sveglia si misi a sonare di malo.
Montalbano, ancora con l'occhi chiusi, stinnì 'na mano verso il commodino e, tastianno, circò d'astutarla scantannosi che la rumorata arrisbigliassc a Livia che gli dormiva allato.
Ma le sò dita ncontraro un bicchieri che prima s'arrovisciò e po' cadì 'n terra.
Santiò. E subito sintì a Livia che arridacchiava. Si girò verso di lei.
«Ti ha svegliato la...?».
«No, lo ero da un pezzo».
«Davvero? E che facevi?».
«Cosa volevi che facessi? Aspettavo la luce del giorno e ti guardavo».
Montalbano pinsò che la sò testa, taliata di darrè, doviva essiri un paisaggio monotono.
«Lo sai che negli ultimi tempi mentre dormi talvolta ti capita di fischiettare?» spiò Livia.
A 'sta rivelazioni, Montalbano, va' a sapiri pirchì, s'irritò.
«Come faccio a saperlo se dormo? E poi sii più precisa: fischietto canzonette, opere liriche o cosa?».
«Calma, non ti sarai offeso, spero! Mi spiego meglio: certe volte emetti una specie di fischio».
«Col naso?».
«Non lo so».
«La prossima volta stacci attenta se fischio col naso o con la bocca e poi me lo dici».
«Ma fa differenza?».
«Sì, grandissima. Mi ricordo di avere letto qualcosa su un tale che aveva un fischio al naso che poi si rivelò un sintomo letale».
«Ma dai! A proposito, ho fatto un brutto sogno».
«Me lo vuoi raccontare? ».
«Stavo seduta a leggere in una verandina identica alla nostra che però dava sulla banchina del porto. A un tratto sento delle voci concitate e alzo gli occhi. Vedo un uomo che grida aiuto inseguito da un altro che gli intima di fermarsi. Quello che scappa ha in testa un foulard, una bandana, qualcosa annodato sotto il mento. L'inseguitore ha una larga cintura nella quale sono infilati una gran quantità di lunghi coltelli. A un certo momento l'inseguito si trova davanti la fiancata di un barcone. Ha un attimo d'esitazione e l'inseguitore ne approfitta per lanciargli un coltello che raggiunge l'uomo alla nuca, la trapassa e, uscendo dalla gola, l'in-chioda contro il legno della fiancala. Una cosa orribile. Allora l'inseguitore si ferma e si mette a lanciare altri coltelli verso la vittima disegnandone il contorno del corpo. Poi, di colpo, si volta verso di me avanzando di un passo. E qui. per fortuna, mi sono svegliata».
«Ieri sera ci abbiamo dato dentro coi polipetti!» fu il commento di Montalbano.
«E tu hai sognato?» addimannò Livia.
Fu in quel priciso momento che la sveglia sonò. Ma com'era possibili? Se l'aviva fatto cinco minuti prima!
Ancora 'ntronato dal sonno il commissario raprì l'occhi e subito accapì d'essiri sulo nel letto. Livia non c'era, si nni stava a Boccadasse. Si era 'nsognato tutto, compreso il sogno di Livia.
Si susì, annò 'n cucina, si priparò la solita cicaronata di cafè e po' annò a 'nfilarisi sutta alla doccia. Tanticchia cchiù tardo, si nni stava a fumarisi la sicaretta che ac-compagnava il cafè assittato nella verandina. La jornata s'apprisintava di prima qualità. Ogni cosa pari va pittata di frisco, tanto era addrumata di colori.
Non aviva nisciuna gana di annare a Vigàta, o almeno in quella che fino a qualichi jorno avanti era stata Vigàta. Pirchi in realtà ora il paìsi aviva cangiato completamente di facci, era. come dire, arretrato nel tempo, tornanno ad essiri la Vigàta dell'anni Cinquanta.
A Montalbano la facenna dava fastiddio assà pirchi gli pariva tutto fàvuso, come se fusse stato dintra a 'na festa maschirata di cannalivari.
La storia era principiata quattro o cinco misi avanti quanno che «Televigàta» aviva nvitato i sò ascoltatori a circari 'n casa i vecchi filmini superotto, che erano stati tanto dì moda intorno alla mità del secolo passato, e a mannarli 'n redazioni. Ci avrebbiro po' fatto 'na trasmissioni, 'na speci di «Come eravamo» e di come s'apprisintava il paisi nell'anni Cinquanta.
Va' a sapiri pirchì e va' a sapiri pircomo, l'iniziativa aviva avuto un successo clamoroso. Forsi a scascione del fatto che la cosa era addivintata un motivo di divertimento per la genti che se la scialava a vidiri la trasformazioni che il tempo aviva fatto a loro stissi o ai loro figli quanno erano ancora nìcareddri. Picciliddri che parivano beddri come angileddri scinnuti allura allura do cielo si erano stracangiati in omini anziani, sdintati, malatizzi, senza capilli, e fimmine che erano state la luci del paisi, ora erano vicchiareddre che potivano mittirisi a fare la quasetta.
Po', appresso, si era scoperto che tutto 'sto mutuperio in realtà aviva 'no scopo priciso: tutto il materiali doviva sirviri come traccia a 'na truppi tilevisiva che sarebbi vinuta 'n paisi per fari quella che oggi s'acchiama 'na ficzion.
Puntualmenti, doppo qualichi tempo, erano arrivati i tecnici della truppi, mità svidisa e mità taliàna.
Ora, la cosa straordinaria era che tra i tecnici svidisi c'erano certe fimminazze da livari il sciato che facivano strambi mesteri: aiuto scenografe, tecniche del sono, machiniste... e via di 'sto passo. Onde per cui lo strammamento della genti 'n paisi che a vidiri lavoranti accussì beddre s'addimannava cosa potivano essiri le attrici quanno che sarebbiro arrivate.
E 'nfatti, quanno che arrivaro, il travaglio a Vigàta s'apparalizzò.
La genti con un pretesto qualisisiasi lassava a mezzo quello che stava facenno e curriva a vidiri girari le scene della ficzion. Tanto che era stata richiesta la forza pubblica per tiniri luntani i curiosi. E la forza pubblica, naturalmenti, s'era 'mpirsonifìcata soprattutto nella pirsona di Mimì Augello, mittuto a capo dell'agenti che protiggivano la truppi, e in special modo le attrici.
'Nzumma, a farla brevi, nel commissariato erano ristati praticamente in tri: lui, Fazio e Catarella. E meno mali che era un periodo di stanca e non capitava nenti.
Il paisaggio di Vigàta era cangiato: via le antenne televisive, scomparuti i cassonetti della munnizza e le 'nsegne al neon, non era sopravvissuto manco uno dei negozi che Montalbano accanosciva.
Il commissario si era fatto contare la trama della ficzion: era 'na storia ambientata appunto nell'anni Cinquanta, indove 'na pìcciotta svidisa 'mbarcata come nostromo supra a un vapori provenienti da Kalmar, duranti la navicazioni si era malata gravi ed era stata perciò arricoverata allo spitali di Montelusa.
'Na vota 'n saluti si nni era scinnuta a Vigàta, per stari vicino al porto, e aviva attrovato ospitalità in una casa di piscatori, aspittanno il ritorno della sò navi.
Per una catina di fatti contrari, il vapori però tardava a tornari e la svidisa s'era 'ntanto 'nnamurata di un picciotto vigatisi e s'era fatta 'na vita 'n paisi, avenno sempre però, in funno al core, la sigreta spranza che la navi se la annasse a ripigliari.
E 'sta spranza continua a mantiniri macari quanno si marita e quanno avi un figlio.
Finalmenti arriva il jorno che la navi s'arripresenta e la picciotta addicidi di 'mbarcarisi ammucciuni dalla famiglia. S'appatta con un marinaro che la porta con la sò varca fino a sutta alla navi, ma all'ultimo minuto la svidisa ci ripensa, e toma narrè, nella sò casa di Vigàta.
A Montalbano la storia, quanno gliela contaro, gli parsi un plagio di una bellissima novella di Luigi Pirandello, «Lontano», indove al posto della nostromo, il protagonista era un marinaro di nome Lars.
Ma non ne dissi nenti a nisciuno.
Andrea Camilleri
 
 

Rai News, 27.5.2017
G7, i messaggi delle first ladies sul libro degli ospiti del municipio di Catania
Un omaggio a Montalbano dalla polacca Malgorzata Tusk

A margine del G7 di Taormina, le first ladies hanno visitato la vicina Catania e lasciato un messaggio nel libro degli ospiti del Municipio.
[...]
"È stato un onore aver visitato uno dei luoghi più belli ammirati negli sceneggiati del mio amato Commissario Montalbano", è invece quanto scritto dalla polacca Malgorzata Tusk, moglie del presidente del Consiglio europeo.
 
 

Teatri Online, 27.5.2017
“Il casellante” di Andrea Camilleri
Al Teatro Sistina di Roma fino al 28 maggio 2017

Andrea Camilleri seduto in prima fila si gode gli applausi al debutto romano dell’adattamento teatrale, realizzato insieme a Giuseppe Dipasquale, del suo romanzo, il secondo del “ciclo mitologico”, per il quale attinge alla memoria dell’infanzia e ai ricordi personali.
Ambientata nella solita fantasiosa Vigata, la vicenda intercala narrazione a rappresentazione, prendendo le mosse dalle chiacchiere nella barberia di don Amedeo, luogo d’incontro dei maschi del paese.
Nel casello di Siculiana sulla linea per Castelvetrano, Nino coltiva l’orto intorno a un ulivo saraceno, abbassa le sbarre al passaggio dei due treni giornalieri e suona le serenate insieme all’amico Totò, chitarra e mandolino, per arrotondare. La devota moglie Minica lo aspetta, con l’accorata speranza di rimanere incinta ma, per esaudire questo desiderio è necessario l’intervento della mammana Ciccina, un godibilissimo Moni Ovadia con barba e fazzolettone in testa, appesantito da un seno prosperoso.
Il primo atto ha il profilo di una favola antica che tratteggia l’idillio amoroso intrecciato a credenze arcaiche, con l’ausilio di un linguaggio siculo-popolare trasfigurato nella gergalità creata da Camilleri con innesti colti e personalissimi, non sempre comprensibili ai più, ma la cui sonorità è ormai familiare.
Nel secondo atto, gradualmente il registro drammaturgico vira verso il dramma epico. C’è la guerra, gli alleati bombardano la ferrovia, si inizia a costruire un bunker per arginare uno sbarco nemico. Nino, che irrideva il fascismo cantando le canzoni patriottiche a ritmo di polka e mazurka, è arrestato per oltraggio al regime e viene inviato un sostituto. Minica, dopo una violenta aggressione, perde il bambino ed è condannata alla sterilità. In preda alla follia, si rifugia in un mondo onirico dove, nel grembo della Madre Terra, effettua la sua metamorfosi germogliando con fronde e radici per dare nuovi frutti. La disperazione del marito esploderà in una cruenta vendetta dai canoni mafiosi, crudamente descritta, suggeritagli dal signorotto locale.
Moni Ovadia è un mattatore, entra in scena cambiando travestimento e timbro di voce: narratore, barbiere, mammana, giudice, ferroviere, gerarca. In questo attore mitteleuropeo, il dialetto camilleriano è piacevolmente sorprendente. Valeria Contadino è visceralmente intensa ed incisiva negli ardori e nel dolore di Minica e si trasfigura con dolcezza nella lucida follia della madre-albero. Nel ruolo dell’appassionato Ninuzzo, suona e canta le canzoni tradizionali e di regime come “Giovinezza” e quelle originali Mario Incudine autore delle musiche insieme ad Antonio Vasta. Con lui suona e duetta Giampaolo Romania (Totò). Sergio Seminara è il portavoce del capomafia don Simone e assiduo frequentatore della barberia, fulcro nevralgico di ogni accadimento.
Gli attori e i musicisti si muovono nel contesto narrativo del cunto, raccontando gli eventi ed interpretandoli nei panni dei diversi personaggi. Le musiche sono eseguite dal vivo da Antonio Vasta e Antonio Putzu, che svolgono anche i ruoli dei carabinieri.
La scenografia, sempre in penombra contro un fondale terroso e curata dallo stesso regista Dipasquale, evoca le ambientazioni più che descriverle, con la poltrona del barbiere in primo piano, un grande triciclo-carrello e una fila di panni stesi dietro i quali Ovadia opera il suo travestimento da mammana. Le luci soffuse di Gianni Grasso rendono vitale l’albero che allunga i suoi rami dalle braccia di Minica verso una palingenesi.
La maternità violata, la guerra, la mafia, lo stupro sono i mali della società, allora come oggi. La catarsi la realizza una donna indomita che continua a far scorrere linfa vitale nel suo cuore, pronta ancora a credere nella vita.
Tania Turnaturi
 
 

Gutenberg XV, 27.5.2017
Presentazione del libro di Giuseppe Fabiano
Nel segno di Andrea Camilleri. Dalla narrazione psicologica alla psicopatologia
Liceo Galluppi, Catanzaro


 
 

Sant'Andrea dello Jonio (CZ), 27.5.2017
Ti racconto Montalbano, ti racconto Camilleri
alle ore 18:00 presso la sede della Protezione Civile Sant'Andrea, Via Guido Rossa


 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 28.5.2017
Teatro Vittoria, scena d'autore tra Herlitzka e Delbono
In calendario anche le incursioni culturali di Mieli, Sgarbi e Rampini
"Contemporary Tango" del Balletto di Roma

Lunga vita al Vittoria, visto che la storica attività teatrale della cooperativa Attori & Tecnici guidata da Viviana Toniolo sarà indipendente da cessione delle mura dell'immobile. E il 2017/2018 conferma un blend di casa, con in più spettacoli esterni di natura drammaturgica, umana, storica, artistica, coreografica, poetica, comica. Un totale di 12 lavori in abbonamento e 9 fuori, con in più le ospitalità a Romaeuropa per Ascanio Celestini, Pippo Delbono e Roberto Herlitzka, Il repertorio della ditta A&T si arricchisce: ora vi figurano ex novo "Segreti di famiglia" di Enrico Luttmann, regia di Marco Casazza, protagonisti la Toniolo e Stefano Messina (un figlio drammaturgo in crisi evoca una madre piena di segreti, tra cui un tumore ai polmoni con data e modalità di scadenza della vita scelte da lei), e "Il diavolo, certamente" di Andrea Camilleri, adattamento di Claudio Pallottini, regia di Messina (storia di casi e coincidenze nell'esistenza di sei passeggeri dello scompartimento 6 della carrozza 6 d'un treno diretto da Palermo a Torino).
[...]
Rodolfo Di Giammarco
 
 

La Nouvelle Vague, 29.5.2017
Il Casellante, dalla mitologica Sicilia di Camilleri al Teatro Sistina
Giuseppe Dipasquale porta in scena, sul palco del Teatro Sistina, una delle opere più divertenti e, allo stesso tempo, commoventi di Camilleri: Il Casellante.

Il romanzo fa parte di una trilogia che compone il cosiddetto ciclo “mitologico”, a cui si aggiungono altre due tappe, “Maruzza Musumeci” ed “Il sonaglio”.
Il narratore (Moni Ovadia, che vestirà i panni anche del barbiere, della “mammana”, del gerarca fascista ed infine del casellante provvisorio) ci introduce, tra musica e cori, nella quotidianità di un rurale paesino di una Sicilia degli anni ’40. Rigorosamente nel caro dialetto “vigatese” presenta al pubblico i protagonisti di questa storia: il casellante Nino (Mario Incudine) e la sua amatissima moglie Minica (Valeria Contadino).
Tra canzoni e ballate, eseguite dal vivo dai due musicisti (Antonio Vasta e Antonio Putzu), lo spettatore viene immerso in un’atmosfera tradizionale e si lascia trasportare tra i rituali e le usanze di una società un po’ arcaica, con i suoi tempi e i suoi luoghi.
Nino è un brav’uomo che, oltre a svolgere scrupolosamente il suo mestiere di casellante, controllando l’andirivieni dei treni che, piuttosto raramente, attraversano la remota campagna siciliana, rallegra i clienti del negozio di barberia di Don Amedeo, suonando e cantando con l’accompagnamento alla chitarra del suo amico Totò (Giampaolo Romania).
Tra gli assidui frequentatori della storica istituzione maschile non può certo mancare il capomafia locale, che muove e controlla con cura meticolosa tutte le vicende che si svolgono in paese.
La musica è parte fondamentale del racconto.
Canzoni originali, brani tradizionali e inni fascisti adattati a polke e mazurche, compongono la “colonna sonora” di questa storia, a cura del talentuoso e polivalente Mario Incudine.
Tra le note degli abili musicisti, con una scenografia semplice e rustica, che segue lo svolgersi degli eventi con giochi sapienti di luci, si snoda questa commovente favola agrodolce, che mixa momenti comici e tragici, raccontando di amore e dolore, di violenza e maternità perduta, del tranquillo svolgersi della vita quotidiana tra le sofferenze di una guerra non poi così lontana.
Il pubblico viene trascinato e rapito da questa storia magica ed appassionante, trasformata in uno spettacolo corale dagli ingranaggi perfetti, che durante la prima romana guadagna numerosi applausi anche dallo stesso Camilleri, in veste di spettatore d’eccezione, destinatario di una vera e propria ovazione da parte dell’emozionato pubblico.
Giulia Bianchi
 
 

La Repubblica, 29.5.2017
La scrittura come terapia per sconfiggere la solitudine

Quest'anno l'associazione fondata da Pinuccia Musumeci per «combattere la profonda solitudine della malattia» compie vent'anni. Solitudine che Pinuccia aveva vissuto sua pelle quando si era ammalata insieme alla sorella, che il cancro ha ucciso.
Da allora segue le donne soprattutto sotto l'aspetto psicologico e nove anni fa ha lanciato un concorso letterario, Donne sopra le righe, che si chiude il 30 settembre in una Chianciano tutta dipinta di rosa, con centinaia di donne che arrivano da tutta Italia per ascoltare il verdetto.
Presidente della giuria è Andrea Camilleri che, oltre alle sezioni poesia, racconti brevi e racconti lunghi, una voluto un premio anche allo scritto più ironico.
 
 

Globalpress Italia, 30.5.2017
Visto e recensito
Un pezzo di storia siciliana al Sistina con “Il casellante” di Camilleri

Roma – Si sono appena concluse al Teatro Sistina di Roma le repliche de IL CASELLANTE, una drammaturgia a firma di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, tratta dall’omonimo romanzo storico dello scrittore agrigentino. Un filone a parte, in cui il creatore del Commissario Montalbano si diverte a raccontarci storie e “cunti” di Sicilia, in cui l’isola viene rappresentata con tratti pittorici e appassionati. Pensiamo a romanzi quali La Concessione del telefono, o Il Birraio di Preston, veri e propri acquerelli, da cui sembra di cogliere il profumo delicato delle zagare o il colore acceso dei fichi d’India. Questa interessante drammaturgia è ambientata negli anni Quaranta, nel periodo fascista e per l’esattezza agli inizi della seconda guerra mondiale.
Lo scenario è quello abituale: la Sicilia con i suoi colori e i suoi sentimenti, con le sue musiche, e soprattutto con il suo specialissimo linguaggio, una specie di sincretismo linguistico inventato da Camilleri riuscendo a fondere la lingua italiana e il dialetto, con riminiscenze a volte arcaiche, ma soprattutto con reciproche contaminazioni che ne valorizzano al massimo la forza espressiva.
Un omaggio letterario a una Sicilia forse immaginaria, forse non più attuale, ma di sicuro quella che tutti amiamo, specie coloro che – come chi scrive – ne sono lontani: e le pennellate, passate a tinte ora forti, ora delicatamente pastello, aiutano il volo della fantasia, in questa indicibile forma di anelito a ritornare a respirare quell’aria ammaliatrice.
La storia raccontata è quella di Nino (un casellante della linea a scartamento ridotto Vigata-Castelvetrano!!!) e di sua moglie Minica: i due sono innamoratissimi l’uno dell’altro, ma nonostante i ripetuti “sforzi”, essi attendono ancora con ansia che “u Signuruzzu” regali loro il dono di un figlio.
Purtroppo, quando lei riuscirà a restare incinta, avverrà qualcosa di tragico, che le farà perdere la creatura; ma ne favorirà una specie di metamorfosi mitologica…
Bravissimo Moni Ovadia il quale dimostra di avere grandissima dimestichezza con il dialetto siciliano, interpretando brillantemente il ruolo di narratore oltre che quelli secondari – ora nei panni della buffa mammana del paese, ora indossando il camice bianco del barbiere o la toga del giudice; Mario Incudine, invece, è un ottimo Nino: oltre a recitare, suona il mandolino e canta; Valeria Contadino dà vita a una Minica appassionata e determinata, pur nella sua comprensibile ingenuità.
Belle le musiche di scena originali, composte dallo stesso Incudine.
Al loro fianco, ben figurano Sergio Seminara e Giampaolo Romania e i musicisti Antonio Vasta e Antonio Putzu, che passano agevolmente dalla fisarmonica al clarino, dalla chitarra al folkloristico “friscalettu”.
Insomma, il Sistina ci ha proposto un tocco elegante ma profondo di “sicilitudine”, che piace a tutti: sicuramente a noi siciliani “in esilio” nel mondo, che possiamo apprezzarne ogni sfumatura linguistica, ma anche ai non siciliani, che ormai hanno imparato a riconoscere il linguaggio ironico e pungente di Andrea Camilleri.
Ci auguriamo che lo spettacolo venga riproposto. Vale la pena vederlo!
Salvatore Scirè
 
 

Strill.it, 31.5.2017
Gutenberg 15 – Nel segno di Andrea Camilleri

Il Liceo Classico “Galluppi”, nell’ambito della rassegna Gutenberg 15, ha ospitato Giuseppe Fabiano autore del testo “ Nel segno di Andrea Camilleri”. In un’aula magna particolarmente gremita di studenti, docenti e cittadini, ha introdotto l’autore la professoressa Rosamaria Gareri, docente di storia e filosofia dell’istituto. Giuseppe Fabiano è psicologo e psicoterapeuta, docente universitario di psicologia generale e psicologia clinica e scrittore. Ha accolto con molto entusiasmo l’invito del “Galluppi”, scuola alla quale è particolarmente legato da motivi affettivi essendo figlio illustre della città di Catanzaro. Dal lavoro di lettura e approfondimento del testo gli studenti, guidati e coordinati dalla docente, hanno realizzato una presentazione multimediale e proposto numerosi interventi che hanno reso la giornata particolarmente ricca. L’autore, dopo aver speso parole di grande apprezzamento verso la docente Gareri che ha guidato i ragazzi, è apparso commosso per il video andato in onda e ha risposto in modo appassionato alle domande degli studenti, toccando temi di grande interesse. Dall’importanza che il cibo assume nelle storie di Camilleri correlata al disturbo alimentare, all’analisi psicologica dei personaggi dell’autore siciliano quali Montalbano o la protagonista de “Il Casellante”, fino ad arrivare al ruolo della tradizione e della storia nei racconti analizzati dall’autore. Non è mancata la presenza del dirigente scolastico, Elena De Filippis, che dopo aver ringraziato Fabiano, si è soffermata sull’attuale tema del Progetto Gutenberg, inteso come abbattimento dei confini fra discipline scientifiche e umanistiche. Giuseppe Fabiano ha salutato calorosamente la platea del Liceo “Galluppi” per l’ accoglienza e prima di lasciare l’istituto ha concesso una breve intervista agli studenti «aspiranti giornalisti» del gruppo alternanza scuola lavoro.
Elisa Squillace
Francesca Iacopino

 
 

 


 
Last modified Thursday, October, 11, 2018