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RASSEGNA STAMPA

GENNAIO 2020

 
Sardiniapost.it, 2.1.2020
Un Andrea Camilleri ‘sardo’ e postumo: il racconto dedicato a Sergio Atzeni

Sono poche pagine che lasciano l’amaro in bocca e il rimpianto di non aver potuto leggere di più. Lo scrittore siciliano Andrea Camilleri ci stava lavorando prima della morte – avvenuta il 17 luglio di quest’anno – e purtroppo il racconto è rimasto incompiuto: un omaggio allo scrittore cagliaritano Sergio Atzeni e nello specifico al suo primo romanzo, L’Apologo del giudice bandito, uscito nel 1986. L’occasione è data dai cinquant’anni di Sellerio, casa editrice fondata a Palermo da Elvira ed Enzo nel 1969 e che porta il loro nome. Camilleri per anni è stato lo scrittore di punta della casa siciliana e Atzeni ha iniziato la sua carriera proprio lì: mandò il manoscritto dell’Apologo nel 1985 e il testo finì tra le mani di Elvira, che ne rimase entusiasta. “Lo lessi con avidità una notte d’estate e mi sembrò bellissimo”, disse poi. Il libro uscì nella collana più iconica, La memoria, quella dal formato tascabile tendente al quadrato e dal classico colore blu che ormai identifica fortemente la casa editrice palermitana.
In occasione dell’anniversario Sellerio ha messo in cantiere un volume intitolato Cinquanta in blu, con una serie di racconti dei suoi scrittori di punta, cui l’editore aveva affidato un’unica consegna: scegliere un titolo dal catalogo, un volume da cui prendere spunto per scrivere un racconto originale. Un modo per celebrare la storia culturale della casa editrice mettendo in contatto scrittori e opere diverse. “Lo scrittore avrebbe rivissuto la propria, complessa, esperienza di lettura trasfigurandola in una storia e condividendola con il lettore – si legge nell’introduzione del volumetto -. (…) Il risultato sono brevi opere, vibranti (testimonianze – diciamo per inciso – anche dei legami tra gli scrittori e la casa editrice)”.
Non deve essere un caso che Camilleri abbia voluto dedicarsi al primo titolo di Sellerio dello scrittore sardo. Un libro piccolo e importante che la casa siciliana continua a ristampare da trent’anni, insieme agli altri titoli di Atzeni in catalogo: Il figlio di Bakunin, Raccontar fole, Gli anni della grande peste fino a Bellas mariposas, il racconto capolavoro – postumo – che Atzeni volle affidare alla casa siciliana, anche se ormai i suoi ultimi romanzi erano usciti per Mondadori. L’Apologo è ambientato a Cagliari nel 1492 e racconta la storia di un auto da fé dell’Inquisizione contro le locuste che infestavano la Sardegna, con tutto il vociare intorno al processo e una serie di personaggio che gli gravitano intorno.
Il testo di Camilleri si sviluppa in poche pagine. C’è un mistero legato a un pacchetto da consegnare e a una copia dell’Apologo di Atzeni, che Camilleri porta con sé per vincere la noia del viaggio in treno e che diventa un segno di riconoscimento tra lo scrittore siciliano e una figura misteriosa cui gli viene chiesto di dare qualcosa. Non ci sono appunti di Camilleri su come sarebbe proseguito il racconto e quindi non sapremo mai in che modo il romanzo di Atzeni avrebbe avuto “effetti” sul testo. C’è però un siparietto che vede coinvolto lo scrittore siciliano e un tale che lo chiama a casa, subito dopo aver messo il libro in valigia. “Perdoni se le rubo qualche minuto, sto conducendo un’inchiesta sui libri che gli italiani amano leggere. Lei per caso in questo momento ne sta leggendo qualcuno?”. Risponde di sì e la voce sconosciuta gli chiede di che si tratti: “Mi può dire il titolo per favore?”. E dopo averlo fatto la voce risponde: “… che strano cognome”. “Non c’è niente di strano – replica piccato Camilleri -, è un cognome sardo”.
Andrea Tramonte
 
 

IlPiacenza, 2.1.2020
Il cuoco dell’Alcyon, l’ultima opera di Andrea Camilleri

Posso affermare senza ombra di dubbio di avere festeggiato le nozze d’argento con gli scritti di Camilleri, avendo iniziato nel 1994 con la lettura della Forma dell’acqua e terminato nel 2019 con la lettura del cuoco dell’Alcyon: 25 anni esatti! Mi riferisco solo ai libri pubblicati dalla Sellerio e che riguardano le avventure del Commissario Montalbano. I libri che riguardano le avventure di Montalbano hanno alcune caratteristiche in comune: sono dei gialli polizieschi, hanno sempre gli stessi protagonisti e la stessa divisione in buoni e cattivi, hanno la stessa struttura linguistica. Camilleri ha dimostrato di sapere scrivere e bene in lingua italiana, basta leggere i saggi e gli articoli che ha scritto per il teatro e la televisione. Non da meno sono gli interventi sui giornali, come opinionista, comparsi sul Messaggero, sulla Stampa, sulla Repubblica e sul Sole 24ore, anche la produzione dei vari romanzi rispecchiano una realtà oggettiva descritta in un italiano irreprensibile.
La struttura linguistica del suo Montalbano è la creazione più originale che abbia prodotto, ha creato una scrittura astratta come il russo Wassilj Kandinskij aveva creato una pittura astratta nel 1910.
La sua lingua è un intreccio di vocaboli ora italiani ora dialettali, è una trasposizione moderna della nobile tradizione siciliana dei cantastorie: narrare cantando un fatto realmente accaduto. Camilleri fa la stessa operazione dei cantastorie ambulanti (penso a Cicciu Busacca): parte da un fatto di cronaca giornalistica e la racconta, mettendoci del suo, con una nuova lingua, divenuta la sua lingua. Così in Camilleri, nel suo linguaggio, c’è l’italiano e c’è il dialetto siciliano (in realtà, due lingue) che mescolati danno forma a qualcosa d’altro, quel qualcosa d’altro che assume “La forma dell’acqua”. L’acqua, come la lingua del Nostro non ha forma, cioè grammatica e sintassi propria, ma prende la forma del recipiente che la contiene. Non a caso questo romanzo “La forma dell’acqua” del 1994 è il primo che narra delle avventure del commissario Montalbano ad essere pubblicato dalla Sellerio. Dal primo all’ultimo il passo è breve, solo un quarto di secolo, il tempo previsto di una intera generazione.
I romanzi di Camilleri hanno avuto un notevole seguito televisivo, fenomeno che si è potuto verificare forse perché inconsciamente queste storie sono state pensate proprio come sceneggiature di film (non era stato il Nostro l’autore degli sceneggiati del tenente Sheridan e del commissario Maigret?).
Quest’ultimo romanzo sembra convalidare questa tesi, anche perché l’Autore dichiara espressamente nella Nota e nella Nota alla nota (a mo’ di post-fazione) che questo racconto era nato come soggetto per un film italo-americano. Un esempio della caratterizzazione dei personaggi in quest’ultimo libro è palese: Catarella afferma di non avere il numero telefonico dell’eterna fidanzata di Montalbano, per poterla chiamare come richiesto dal Commissario, perché nel foglietto dove era appuntato il numero era segnato il nome Livia, mentre il centralinista cercava il nome di “Allivia”: chiamami a Livia, aveva detto Salvo. Così Camilleri (ed il suo portavoce Montalbano) ha la capacità di destreggiarsi con le variazioni e le commistioni delle due lingue (l’italiano e il siciliano), come con tutte le possibili variazioni frutto della loro commistione. In primis come esempio di quanto detto abbiamo il grammelot di Catarella, in secundis le costruzioni lessicali (e mentali) di tutti gli altri.
Il risvolto di copertina porta una firma conosciuta (agli studiosi del Manzoni), a noi nota per i suoi studi accademici sulla lingua ed il romanzo, quella di Salvatore Silvano Nigro, il quale sostiene (e ci trova concordi nel giudizio) che “Tutto è indicibile, sogno e realtà, vero e falso, maschera e volto, farsa e tragedia, allucinazione e organizzata teatralità di mosse e contromosse beffarde… La tortuosità della narrazione è febbrile”. Sì è una narrazione febbrile, l’ultima testimonianza di un modo di procedere a scatti fuori da qualsiasi controllo spazio-temporale. Quest’opera è la passerella di tutti i personaggi che ha animato e reso familiari Camilleri, di tutti quei personaggi che hanno ricamato le trame poliziesche di un Commissariato di provincia, dal Questore al Prefetto, dal Comandante all’ispettore di Polizia, dal padroncino vizioso all’operaio disoccupato. Questa volta la semplice tela di un piccolo quadro di paese si dipana fino a diventare un affresco cosmopolita, dalla vita di una piccola Vigata si passa a trame internazionali dove in prima persona interviene con tutto il suo strapotere il Federal Bureau of Investigation (F.B.I.). Non era questo romanzo, come si era già detto, un rifacimento di un copione per un film italo-americano? Si sa che poi a trionfare sarà sempre la giustizia, quella giustizia casalinga e casareccia rappresentata da Montalbano e non è un caso se qui lo troviamo nelle vesti di un vero cuoco di cambusa.
Un romanzo dove avviene di tutto, freneticamente ma anche poeticamente, dove tra sogno e realtà non può mancare una eclisse lunare. Una eclisse fuori dal tempo: suggestiva e sinistra, come la morte dello scrittore avvenuta 25 giorni dopo la pubblicazione di quest’opera, la venticinquesima di Montalbano.
Carmelo Sciascia
 
 

ANSA, 2.1.2020
Per la Rai un 2019 di ascolti top, con Montalbano, Sanremo e Mia
18 posizioni su 20 sono targate Rai1, bene RaiPlay

Roma - Fiction, intrattenimento, sport, cinema, cultura, informazione. Sei generi e un unico risultato: "Il successo degli ascolti Rai anche nel 2019, che con 18 programmi di Rai1 occupa altrettante posizioni (e di queste tutte le prime 17) della classifica top 20 dei programmi dell'anno appena trascorso". Lo sottolinea in una nota Viale Mazzini.
Sul primo gradino del podio, con 11 milioni 574 mila spettatori (e uno share del 45.4 per cento) c'è la serie del Commissario Montalbano con l'episodio andato in onda l'11 febbraio "L'altro capo del filo", che supera anche - in termini di ascolto - la finale del Festival di Sanremo 2019 con 10 milioni 654 mila spettatori (ma uno share del 65.2 per cento).
[...]
Tornando alle prime dieci posizioni, il film tv tratto da Camilleri "La stagione della caccia. C'era una volta Vigata" occupa l'ottavo posto con 7 milioni 275 mila spettatori e uno share del 31 per cento, precedendo la miniserie "Il nome della rosa" (6 milioni 730 mila e 27.7).
[...]
 
 

Teatro Garibaldi, 3.1.2020
Evento speciale
Filippo Mancuso e Don Lollò con Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina



3 Gennaio Ore 20.30
di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
con Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina
regia e scene Giuseppe Dipasquale
musiche eseguite al clarinetto Gaetano Cristofaro
Luci Sergio Noè
interpreti Margherita Mignemi, Riccardo Maria TarciGegè, Franz Cantalupo, Lorenza Denaro, Luciano Fioretto

Sketch, gag, equivoci. E poi ancora ironia vernacolare e commistione di generi. Sono questi gli ingredienti principali della pièce Filippo Mancuso e Don Lollò che, scritta ad hoc da Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale per la premiata coppia del teatro italiano Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina, è un condensato di godimento e comicità. La commedia di situazione, novità assoluta prodotta dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale, è uno spin-off dello spettacolo La concessione del telefono che vedeva i due mattatori catanesi protagonisti di una brillantissima scena che, prestandosi alla loro improvvisazione, diventava una vera e propria commedia nella commedia. Una meraviglia di divertimento che però sbilanciava lo spettacolo e che fece promettere al regista Dipasquale e a Camilleri di scrivere un nuovo testo per loro. Così è stato e la pièce, che di fatto sancisce il ritorno insieme sulle scene, dopo 10 anni, dei due grandi attori catanesi, da sempre beniamini del pubblico di ogni età.
 
 

Valdelsa.net, 3.1.2020
Marco Vichi presenta a Colle di Val d'Elsa il nuovo libro con un omaggio a Camilleri
L'opera fa parte della fortunata serie di romanzi gialli, ambientati nella Firenze degli anni '60, dedicati all’investigatore Franco Bordelli

Colle di Val d'Elsa. Mercoledì 22 gennaio, alle ore 18.00, si terrà alla Biblioteca "M. Braccagni" di Colle di Val d'Elsa sarà presentato il libro di Marco Vichi "L'anno dei misteri", edito da Guanda, in una serata in ricordo di Andrea Camilleri.
L'opera fa parte della fortunata serie di romanzi gialli, ambientati nella Firenze degli anni '60, dedicati all’investigatore Franco Bordelli, un commissario molto particolare, ex partigiano, scapolo non per scelta, dotato però di un fiuto infallibile. In “L’anno dei misteri” Bordelli, già preoccupato per la morte di sei prostitute, mentre sta per sedersi davanti ad una puntata del popolare show televisivo “Canzonassima”, viene disturbato da una telefonata proveniente dalla questura, che lo informa dell’omicidio di una ragazza.
All'autore recentemente scomparso Marco Vichi ha scritto una dedica nella prima pagina del volume.
Le persone interessate a leggere l'incipit di un romanzo di Camilleri possono rivolgersi alla biblioteca "Marcello Braccagni", anche scrivendo a biblioteca@comune.collevaldelsa.it oppure telefonando al 0577 922065. L'iniziativa, voluta dall'Amministrazione comunale di Colle di Val d'Elsa è organizzata dalla Biblioteca Marcello Braccagni con la collaborazione delle associazioni: "Amici di Romano Bilenchi" e "La Scintilla".
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 3.1.2020
A Porto Empedocle sbarcano le crociere nel nome di Camilleri

Le industrie lasciano spazio al turismo a Porto Empedocle. Il nuovo corso della città passa dalle ruspe che in questi giorni stanno demolendo i vecchi ruderi costruiti a ridosso del porto negli anni d'oro del settore industriale e minerario, quando la cittadina si affermava come crocevia di merci e persone. Passo dopo passo l'amministrazione guidata dal sindaco Ida Carmina sta invece puntando tutto sul turismo legato alle bellezze naturali e ad Andrea Camilleri.
Posta in mezzo tra la Scala dei Turchi e la Valle dei templi, Porto Empedocle rappresenterà infatti un nuovo punto d'approdo per le importanti crociere Msc, da questa estate, e Costa crociere, dal 2022. La firma che include l'atto di concessione del terminal empedoclino, e di altri porti siciliani, è avvenuta a Palermo, con la presenza dei dirigenti delle due grandi società e del sindaco della città un tempo unita con Agrigento, oggi in via di ripresa dopo il dissesto finanziario: «Mi dicevano tutti che con il turismo non si mangia — esordisce il sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmina dopo l'accordo — ma io sono convinta che in un mondo globalizzato dove le aziende possono lavorare da ogni parte del mondo, noi dobbiamo puntare su ciò che abbiamo nella nostra terra e che non può essere riprodotto altrove. La Scala dei Turchi, la Valle dei templi e i luoghi di Camilleri rappresentano un unicum quindi dobbiamo mettere a frutto quello che abbiamo: bellezze, attrazioni e gastronomia».
[…]
Dopo i lavori svolti dall'associazione Ferrovie Kaos e l'avvio del primo treno turistico in Italia (progetto poi emulato), adesso anche la stazione simbolo in alcuni dei romanzi di Camilleri, è in una fase di lavori per trasformare anche questa in una tappa per i tanti turisti che si prevedono in città nei prossimi anni. Con la stazione, un altro passo avanti è fatto dal passaggio della Torre Carlo V dalla Capitaneria di porto al Comune, avvenuto ufficialmente la scorsa settimana.
Così in una cittadina in cui molti sono costretti a partire per lavorare, il turismo legato anche a Camilleri, finora limitato alle aree del ragusano, set dei film ispirati al Commissario Montalbano, potrebbe essere il primo passo verso il rilancio.
[…]
Alan David Scifo
 
 

The Berkshire Edge, 5.1.2020
AUDIOBOOKS: Fiction and journalism

We start the new year with two historical fictions and some investigative journalism.
The Revolution of the Moon
Andrew Camilleri; read by Grover Gardner
Blackstone Audio, six CDs, six hours and 53 minutes, $29.95/www.audible.com download, $20.97
Three cheers for Gardner, who delivers the sly wit and bawdy details of this historical novel with aplomb. He easily glides through Italian and Spanish vocabulary, gives us different voices, and serves up a remarkably realistic female accent for the protagonist in this fact-based tale. Camilleri, who writes the Inspector Montalbano series, recounts the details of the one month in the 17th century in which a woman (gasp!) ruled Sicily. Dona Eleonora is smarter and more capable than the scheming men around her, and she easily and amusingly outwits them while appearing modest and guileless. This is a sly, clever homage to women written by a nonagenarian who has not lost his sense of humor.
Grade: A
[...]
Rochelle O'Gorman
 
 

il Giornale, 5.1.2020
Trionfa il romanzo storico in una classifica made in Italy
In vetta l'epopea dei Florio di Stefania Auci. Allende è l'unica straniera che entra in Top ten

Lo avevamo preannunciato già dalla fine dell'estate che, quest'anno, a fare il record di vendite della classifica Nielsen, poteva essere un autore che non appartiene al gotha storico dei bestselleristi italiani.
[...]
Non stupisce affatto invece che al secondo posto ci sia l'ultimo giallo pubblicato in vita da Andrea Camilleri, ovvero Il cuoco dell'Alcyon (Sellerio), quest'ultima avventura del commissario Montalbano - prima che venga pubblicata quella finale a cui Camilleri aveva con preveggenza già lavorato da anni - ha messo a segno il rispettabilissimo risultato di 242mila e seicentoventinove copie. Un trionfo di romanzi siculi quello Camilleri-Auci.
[...]
Matteo Sacchi
 
 

Agrigento Notizie, 5.1.2020
Ex premier passa il Capodanno alla Valle dei Templi: "Che fortuna, è uno dei luoghi più belli della terra"
La sua presenza, sfuggita a tutti, viene rivelata dallo stesso uomo politico su twitter: "Qui è già primavera"

L'ex presidente del consiglio Enrico Letta ha trascorso il Capodanno ad Agrigento. La presenza di uno dei principali uomini politici dell'ultimo decennio è sfuggita a media e curiosi ma è stato lo stesso predecessore di Matteo Renzi a rivelarlo su Twitter con parole di grande ammirazione per la Città dei Templi.
"La fortuna di passare l'ultimo giorno dell'anno in uno dei luoghi più incantevoli della terra. E' primavera nella Valle dei Templi di Agrigento. La Girgenti tante volte cantata dall'indimenticabile Andrea Camilleri".
Letta conclude poi il suo pensiero con una citazione al maestro, definito "indimenticabile", con un un tweet "dalla sua terra natale". Elogio a Camilleri anche su Facebook.
 
 

ccma.cat - 324, 9.1.2020
Anna Maria Villalonga s'estrena al Tiana Negra amb un homenatge a Isabel-Clara Simó i més participació ciutadana

ACN Barcelona.-La vuitena edició del festival Tiana Negra, del 17 al 18 de gener, estrena direcció i unes quantes novetats, però segueix fidel a la seva singularitat de cita amb el gènere negre escrit en català. Anna Maria Vilallonga debuta donant-li un accent més participatiu -d'acord amb la voluntat de la nova alcaldessa, Marta Martorell-, amb l'estrena d'un taller de Poesia Negra i d'un espectacle teatral a càrrec del Consell d'Infants de Tiana. A banda d'acollir una trentena de presentacions de novetats catalanes del gènere, el festival oferirà homenatges a Isabel-Clara Simó -que no hi assistirà degut al seu estat de salut- i el recentment desaparegut Andrea Camilleri.
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La cita també tindrà un record per Andrea Camilleri, el gran autor italià de novel·la negra conegut sobretot per la saga literària del comissari Montalbano, mort l'any 2019. L'acte serà la clausura del festival i anirà a càrrec de Pau Vidal, escriptor i traductor habitual de Camilleri al català, que ha promès un homenatge "pirotècnic" a l'autor.
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La Vanguardia, 9.1.2020
El festival Tiana Negra arranca el día 17 con homenaje a Isabel-Clara Simó

Barcelona - La octava edición del festival Tiana Negra, considerado como el de referencia de la literatura de género en catalán, arrancará el próximo día 17 con un homenaje a la escritora Isabel-Clara Simó, que por motivos de salud no podrá asistir, aunque sí lo hará su hija Cristina Dalfó.
La nueva directora del evento, Anna Maria Villalonga, junto a la alcaldesa de Tiana, Marta Martorell, han explicado este jueves en rueda de prensa el programa que se ha preparado para los días 17 y 18 de enero, con una treintena de presentaciones de novelas negras de autores como Andreu Martín, Teresa Solana, Pep Prieto o Sebastià Bennasar; un taller de Poesía Negra; y otro homenaje al fallecido Andrea Camilleri, a cargo de Pau Vidal.
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Sobre la clausura, Villalonga ha avanzado que el traductor Pau Vidal prepara un "homenaje pirotécnico" a Andrea Camilleri, autor al que ha vertido al catalán en numerosas ocasiones.
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SiciliaNews24, 9.1.2020
Andrea Camilleri al Must di Catania con “La donna a tre punte”

Andrea Camilleri al Must di Catania. Debutta venerdì 10 gennaio una novità assoluta tratta dall’opera di Andrea Camilleri: La donna a tre punte, con protagonista Valeria Contadino. A curare la regia lo storico collaboratore di Andrea Camilleri, il regista Giuseppe Dipasquale, i movimenti coreografici sono stati affidati ad Aurelio Gatti che orchestrerà il coro di tre danzatrici: Claudia Morello, Delia Tiglio, Beatrice Maria Tafuri.
“Il progetto – spiega il regista e coautore Giuseppe Dipasquale – nacque diversi anni fa. Io e Andrea pensammo a realizzare per il teatro una sorta di girotondo di donne tratte dalle figure femminili che Andrea aveva già scolpito nei suoi romanzi. Poi, scelte insieme le opere e messe in un canovaccio di base, lo spettacolo non poté vedere la luce. Qualche mese fa, prima che Andrea ci lasciasse, riprendemmo l’idea e decidemmo di programmarla al Must”.
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Cronaca Qui, 9.1.2020
Cesare Bocci
«Io e Daniela più forti della malattia»
Tutto esaurito al Teatro Gioiello da domani a domenica per “Pesce d’aprile”

[...]
A Cesare Bocci non si può non chiedere quando lo vedremo di nuovo nei panni di Mimì Augello, il vice commissario della fortunatissima serie di Montalbano.
«Abbiamo girato tre nuovi episodi, dovrebbero andare in onda verso febbraio, marzo».
Quanto è legato al personaggio di Mimì?
«Tantissimo, è parte della mia vita, siamo stati insieme per 20 anni, siamo cresciuti insieme. Ma con la morte di Andrea (Camilleri, ndr.), di Alberto (Sironi, regista di Montalbano, ndr.) e di Marcello (Perracchio, il dottor Pasquano della serie) quest’epoca si è ormai conclusa. Io la finirei qui, questa, almeno, è la mia idea».
[...]
Luigina Moretti
 
 

La Repubblica, 9.1.2020
È morta Nellina Laganà. Attrice di teatro, anche in tv con Montalbano
Siciliana, aveva 72 anni. Il suo ultimo spettacolo è stato 'I giganti della montagna' con Gabriele Lavia. Nella serie tv dei romanzi di Camilleri diretta da Alberto Sironi dipinse un celebre cameo in 'Le ali della sfinge'

[…]
memorabile il suo cameo nell'episodio della serie sul Commissario Montalbano di Alberto Sironi Le ali della sfinge. Nell'episodio interpreta Ciccina Picarella, una signora che si rivolge al commissario per denunciare la scomparsa del marito, secondo lei rapito da un uomo armato che è venuto a prelevarlo a casa e lo ha portato via insieme al passaporto e 500mila euro.
[…]
 
 

Il Messaggero, 9.1.2020
Lampi
Manzini: «Ecco il nuovo Rocco Schiavone, e il romanzo sull'amore che sto scrivendo»

Ah l'amore l'amore, da oggi in libreria (come sempre per Sellerio), è l'ultimo, attesissimo romanzo di Antonio Manzini, con Rocco Schiavone come protagonista: un libro riuscito e divertente, che mantiene ancora tutta la freschezza degli esordi. «Finché mi diverto continuo», dice l'autore.
[...]
Un ricordo di Camilleri?
«Eravamo molto amici, molto legati. Abbiamo fatto tre spettacoli di teatro assieme, finché lui è diventato uno scrittore famoso, ha cominciato ad avere meno tempo. Andrea amava molto i quadri di mio papà: si sentivano spesso».
[...]
Riccaro De Palo
 
 

Teatro Musco, 10-12.1.2020
La donna a tre punte
Valeria Contadino
da Andrea Camilleri
regia Giuseppe Dipasquale

Le donne di Camilleri? «Molto femmine, apparentemente peccatrici ma realmente sante, due risvolti della stessa medaglia. Che sorprendono con la femminilità, con una complessità che però è elementare come la terra, misteriosa come la luna». I sentimenti protagonisti? Sempre donne, ma non comuni: suore e monache dei tantissimi Ordini religiosi, fuori dal “secolo”, in un sogno trascendente, nella realtà altra dei monasteri e conventi, in una vita “diversa” di preghiera e di attività sociale e missionaria.
Dice Camilleri: “In quanto alle donne il matriarcato in Sicilia è (o era) diffuso non solo tra i contadini. Io ho conosciuto siciliani di rilievo in campi diversi che prendevano decisioni solo se la moglie era d’accordo. E non so quanto quelle decisioni non fossero già state abilmente guidate dalle mogli”.
I personaggi femminili che Camilleri preferisce raffigurare vivono l’esperienza sensuale prevalentemente con gioia e senza parsimonia. Esemplare in questo senso, in Un filo di fumo, Helke, la moglie svizzera di Stefano Barbabianca che, ritenendo il marito non soddisfacente nell’espletamento dei doveri coniugali, si dedica alla ‘educazione sentimentale’ di un giovane minorato. Altrettanto significative, ne La stagione della caccia, la comparsa seppure marginale di alcuni personaggi femminili da pochade, che hanno scelto di recitare, sul palcoscenico o nella vita, i ruoli più opportuni ad assecondare i loro obbiettivi: la signora Clelia, con la sua preziosa biancheria di pizzo nero di Fiandra, che non ha pace finché non riesce a farsi servire a tinchitè da Fofò La Matina; e una delle amanti di Nenè Impiduglia, l’attrice drammatica Gesualda, in arte Jeannette, che si sente in obbligo di svenire quando l’uomo le rivela la sua immaginaria malattia inguaribile.
Ne Il birraio di Preston, poi, l’appetito sessuale delle fìmmine supera ogni ostacolo: Concetta Riguccio infrange – e paga con la vita – il lutto stretto di un lustro; Agatina Riguccio, dimentica della presenza nella camera accanto del cadavere della sorella, trascina in un necrofilo amplesso il delegato Puglisi; la signora Pina Colombo non si contenta del potente marito, il Questore, e riceve a cadenze regolari un ben fornito rappresentante. Un’altra adultera, la smaniosa Lillina, è la causa involontaria dello scatenarsi degli equivoci de La concessione del telefono, fino alla tragica conclusione; tuttavia la figura più lasciva è probabilmente Trisìna, de La mossa del cavallo, “beddra, su questo non si discuteva, ma cajorda”. Questo e molto altro diventerà uno spettacolo ad una voce, dal titolo La donna a tre punte: le donne in Camilleri. Protagonista sarà Valeria Contadino già interprete di successo di diversi lavori camilleriani, come da ultimo, Il casellante.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 10.1.2020
Sensuali e veraci le donne di Camilleri secondo Contadino

«Tre le punte della femminilità, seduzione, passione e amore come tre le punte della Sicilia. Un omaggio alla donna ma insieme un omaggio ad Andrea Camilleri che è stato maestro, amico e padre, momentaneamente partito per un viaggio nell'eternità». Il regista Giuseppe Dipasquale porta in scena una novità assoluta ispirata ai personaggi femminili dell'opera di Andrea Camilleri, da "La concessione del telefono" a "Il casellante", "La donna a tre punte" da stasera alle 21 al MusT, il teatro Musco di via Umberto 312 a Catania. Protagonista è Valeria Contadino, i movimenti coreografici di tre danzatrici sono di Aurelio Gatti.
Repliche domani (17.30 e 21) e domenica (17.30). Biglietti 20 euro
 
 

La Sicilia (ed. di Agrigento), 10.1.2020
Una casa museo per ricordare Andrea Camilleri
L'iniziativa è del ristoratore empedoclino Enzo Sacco. Verrà inaugurato entro Pasqua

Una casa museo interamente dedicata al compianto scrittore empedoclino Andrea Camilleri. L'iniziativa è del ristoratore di Porto Empedocle, Enzo Sacco, che già nei mesi scorsi all'interno del suo locale aveva ubicato una statua a grandezza naturale del sommo scrittore. La stessa statua, adesso, è stata già sistemata nella nuova struttura che si trova nella zona dell'Altopiano Lanterna. Oltre alla statua, la casa museo verrà arricchita anche da quadri, fotografie e oggetti molto cari allo scrittore. Enzo Sacco da sempre è stato legato a Camilleri tanto che il padre del Commissario Salvo Montalbano, in tutti i suoi romanzi, ha sempre citato la Trattoria da Enzo [Non proprio in tutti i romanzi e non proprio sempre: la Trattoria da Enzo compare a partire dal romanzo Il giro di boa, NdCFC].
"La struttura - dice Enzo Sacco - verrà inaugurata in prossimità della Pasqua e sarà fruibile a tutti i turisti che arriveranno nella nostra città che hanno amato e continuano ad amare Andrea Camilleri".
 
 

La Repubblica (ed. di Genova), 10.1.2020
Omaggio a Camilleri
Il divino artista e il pensiero di fronte all’abisso

[…]
Sul fronte della letteratura, Genova dedica ad Andrea Camilleri la Festa di MicroMega: " L'Italia che sogniamo", dall' 8 al 10 maggio, a cura di Paolo Flores D'Arcais. Un omaggio allo scrittore che oggi, con tutta probabilità, è l'uomo di cultura italiano più letto e amato, come pretesto per una ricognizione dei temi forti del nostro Paese: mafia, corruzione, immigrazione, ruolo della cultura nello sviluppo civile, la funzione dell'intellettuale, il patrimonio artistico, la bioetica e l'eutanasia, il teatro e o classici, il cinema. Le donne, la loro emancipazione e il mutamento della questione femminile.
Erica Manna
 
 

Teatro Nino Martoglio, 11.1.2020
Filippo Mancuso e Don Lollò
di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
REGIA: Giuseppe Dipasquale
con Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina


 
 

La Repubblica, 12.1.2020
L'astuzia di Don Matteo

[...]
Quel che comprenderai è che gli autori hanno seguito l'esempio di Camilleri nell'altro grande successo: il commissario Montalbano. Lui aveva lasciato la mafia fuori dalle storie, benché ambientate in Sicilia, per non darle dignità artistica.
[...]
Gabriele Romagnoli
 
 

Magazine, 12.1.2020
Antonio Manzini
"Me gustaría poner los cuernos a Schiavone”
Se ha erigido, mal que le pese, en el portador de la antorcha literaria que ha dejado vacante Andrea Camilleri. Encuentro en Roma con Antonio Manzini para conversar sobre las desventuras del policía Rocco Schiavone, convertido ya en el antihéroe por excelencia de una Italia que disimula sus grietas como puede.

Cita en la Via Carlo Felice, una calle triste. Paraguas rotos y desvarillados, hojas caídas y lluvia. Agua sucia saliendo a desgana de los bajantes, charcos, cinquecentos y motorinos abriendo charcos profundos como Moisés con el mar Rojo, pero en cutre, sin colores subidos ni cinemascope. En cada rincón de Roma aguarda una Cinecittà para ser descubierta. En la fachada hay placas de empresas y negocios, pero no la que interesa. Adentro, rellanos, tres escaleras distintas. En el primer piso, un santuario de las letras italianas, modesto pero admirado. Despacho de Valentina Alferj, durante años mano derecha del malogrado y añorado Andrea Camilleri, y también agente literaria de Antonio Manzini, heredero literario del creador de las aventuras de Salvo Montalbano.
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¿Se siente como una estrella? Y si es que no, ¿le tratan como tal?
No, no me siento así. A veces me tratan como estrella, a veces no, gracias a Dios. Soy un hombre que trabaja, soy uno cualquiera, uno que no está salvando el mundo. A cada libro que escribo me entra el miedo. Cuando el libro va a publicarse el miedo se convierte en terror. No me gusta enseñar nada a nadie. No me gustan los premios. Mire, Andrea Camilleri no aceptó nunca el Strega, el más importante de Italia. No creía ni en los métodos de elección ni en el sistema de votación, digámoslo así.
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Desde el minuto cero, usted castiga a su personaje: romano hasta la médula lo envía a Aosta, lo coloca fuera de contexto, ¿Llegará el día que se vengará de usted?
Ya se ha vengado, ya se me ha comido. Como Sherlock Holmes, que se zampa a Conan Doyle. Sí, porque cuando el personaje cobra vida propia, sucede que ya no te pertenece. Sí lo has creado, pero también es de los lectores. Es de todos. Schiavone me ha superado. Esto lo había hablado hace muchos años con Andrea Camilleri. Me decía: “Montalbano me ha comido, es obvio y claro”. Hablamos de una lucha desigual. Es inútil que opongas resistencia.
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Anoche soñé que Rocco Schiavone cenaba en casa de Salvo Montalbano en su terraza de Montelusa, frente al mar. Montalbano animaba a Rocco a comer.
Tiene sentido, porque Rocco no sabe comer, come mal. Creo que en el fondo se parecen algo, los dos están enfadados, también Montalbano y también Andrea, porque no le gustaba nada lo que veía. Lo frecuenté durante 35 años, así que algo se deben de parecer los personajes. Hicimos espectáculos juntos, fue mi profesor en la Academia de Arte Dramático. Hablábamos del teatro de Shakespeare, de Pirandello, de los juglares, los bufones.
El agente Catarella es un bufón en la comisaría de Montalbano en Vigata, y el agente Deruta, en la de Schiavone. Son los payasos.
Yo le preguntaba a Andrea por qué los metía, y él explicaba que era un elemento del teatro popular, para hacer reír, pero un motivo más alto, el que dice que en las tragedias, antes de la caída del telón, siempre hay un bufón. No sé si tenemos muchas cosas en común, pero ha sido tan importante en mi vida que igual sí hay puntos de encuentro.
Usted es el heredero oficial de Camilleri…
Nooo. ¿Eso quién lo ha dicho?
Él…
Mire, un día fui a verlo y le pregunté: “Andrea, ¿soy yo tu heredero? ¿Cuándo te mueras, qué me dejarás? ¿Una casa?” “No te dejo un pimiento”, me dijo. Ni lo soy ni me siento así. No hay herederos. Camilleri sólo hay uno. Me gustaría alcanzar un respeto por parte del público similar al que alcanzó él. Eso ya sería un regalo bellísimo.
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Felip Vivanco
 
 

SicilyMag, 13.1.2020
Grande successo di pubblico per l'accattivante "La donna a tre punte", liberamente tratto dalle opere di Andrea Camilleri, andato in scena al Musco di Catania in prima assoluta con la regia di Giuseppe Dipasquale, Valeria Contadino protagonista in scena e le coreografie di Aurelio Gatti
Le fimmine di Camilleri seducono il pubblico del Teatro Musco

Ci voleva proprio un omaggio al grande, compianto Andrea Camilleri. Se poi l’omaggio, in tempi tristi per il genere femminile, andava alle sue donne, così come ce le ha rappresentate in tante sue opere, il tema acquista un’attualità utile e nel contempo quasi pericolosa.
Ecco spiegato il grande successo di pubblico e di consensi dell’accattivante spettacolo La donna a tre punte (Produzione MDA Danza – MustMuscoTeatro), andato in scena al Teatro Musco in prima assoluta da venerdì 10 a domenica 12 gennaio, sotto l’attenta direzione di uno storico collaboratore di Andrea Camilleri, il regista Giuseppe Dipasquale. Protagonista d’eccezione un’attrice che ormai dialoga splendidamente con i personaggi camilleriani, la bella e brava Valeria Contadino, accompagnata in questo viaggio dai movimenti coreografici di tre giovani danzatrici: Claudia Morello, Delia Tiglio, Beatrice Maria Tafuri, guidate da Aurelio Gatti.
Lo spettacolo ha offerto momenti forti e laceranti, sapientemente alternati con sprazzi di sublime leggerezza, il tutto pausato dalla voce dello stesso scrittore, che ha raccontato le donne secondo la sua visione di uomo e di artista. Così sulla scena Valeria Contadino, manifestandosi attrice poliedrica e versatile, ha incarnato via via tante femmine veraci, simboli di un potere matriarcale, ma anche vittime di una società maschilista dove la donna doveva essere solo moglie e madre. Eppure queste femmine non rinunciano mai alla loro sensualità, incarnata alla perfezione dalla vigorosa corporeità della Contadino, che ha dato anima ora alla lasciva Trisìna ora alla smaniosa Lillina ora alla madre partoriente Filonia.
Davvero esilarante la piecè su Dante e Beatrice, una fimmina poco fimmina, oggetto di un amore platonico, che si è nutrito solo di piccoli saluti in chiesa, conclusa allegramente, secondo la miglior tradizione di Camilleri, da un bel “Dante, un ci rumpiri i cabbasisi!”
Le donne dello scrittore empedoclino, insomma, sempre oscillano tra due poli, la santità e la perdizione, e tre sono le punte della femminilità: seduzione, passione e amore come tre son le punte della bella Sicilia.
Infine scopriamo qualcosa di inconsueto dalla voce stessa del Maestro: che, a suo parere, la donna ha il momento del suo massimo splendore all’età di due anni, quando sensualità e purezza si intrecciano magicamente. Ci sorprende sempre Camilleri, anche adesso che non c’è più, grazie a piacevoli spettacoli come questo del Musco, davvero un significativo in memoriam…
Silvana La Porta
 
 

TVBlog.it, 13.1.2020
Michele Riondino a Blogo: "Serie tv La guerra è finita è occasione per tutti" (VIDEO)
Nella video intervista all'attore che interpretò Il giovane Montalbano anche il ricordo di Andrea Camilleri

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In apertura di post il video integrale dell'intervista all'attore protagonista de Il Giovane Montalbano ha ricordato il maestro Andrea Camilleri, scomparso lo scorso luglio.
Massimo Galanto
 
 

La Repubblica, 14.1.2020
'Scherza con i fanti', diari di guerra e canti di pace con la musica di Sparagna e De Gregori
I diari di quattro soldati italiani, dall'Unità d'Italia a oggi, nel documentario firmato da Gianfranco Pannone e dal celebre organettista, in sala dal 16 gennaio

Gli italiani e l'esercito tra guerre e pace. Un racconto storico e soprattutto umano che scaturisce dalle pagine dei diari di quattro soldati in oltre 150 anni, dall'Unità d'Italia ai giorni nostri, sulle note di canti popolari che hanno fermato il tempo. Parole, musiche e immagini d'archivio che compongono Scherza con i fanti, il documentario diretto da Gianfranco Pannone con le musiche di Ambrogio Sparagna che prosegue e conclude il viaggio tra cultura, memoria e vita sociale iniziato con il precedente Lascia stare i santi. Dopo l'anteprima alle Giornate degli Autori all'ultima Mostra di Venezia, il film prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà arriva al cinema dal 16 gennaio.
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Nella colonna sonora [...] Tempo, un brano composto su un testo di Andrea Camilleri.
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Rita Celi
 
 

Comune di Anzio, 14.1.2020
Memoria, pace e giovani: il programma culturale dello Sbarco di Anzio

E' stato ufficializzato questa mattina, insieme alle definizione delle cerimonie ufficiali e delle commemorazioni sul territorio, l'ambizioso programma culturale del 76° Anniversario dello Sbarco di Anzio.
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Lunedì 20 gennaio, dalle ore 9.30, al Cinema Astoria, l'evento dedicato agli studenti delle scuole superiori con la proiezione del film documentario "Scherza con i Fanti", prodotto dall'Istituto Luce Rai, in uscita nelle sale cinematografiche, vincitore del premio SIAE al Festival del Cinema di Venezia 2019 e del premio Cinema al Festival di Madrid 2019. Il film documentario sulla seconda guerra mondiale nel Lazio, con all'interno la canzone del Maestro Michele Zanoni, il testo del compianto Andrea Camilleri e la voce inconfondibile del co-regista Ambrogio Sparagna, è stato considerato dalla critica un vero e proprio Inno alla Pace. Ad Anzio, per parlare del nuovo documentario con gli studenti, insieme al Maestro Michele Zanoni, cittadino anziate, che ha composto il brano , insieme ad Andrea Camilleri, sarà presente il grande Ambrogio Sparagna, tra i più importanti artisti della musica popolare europea, con all’attivo numerosi progetti realizzati in collaborazione con prestigiose Istituzioni nazionali ed internazionali e con artisti di tutto il mondo.
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20/01/2020, ore 9.30, Cinema Astoria, "Scherza con i Fanti", prodotto dall'Istituto Luce Rai. Il Film sulla seconda guerra mondiale nel Lazio, con la canzone Tempo del Maestro Michele Zanoni e il testo di Andrea Camilleri, cantata dal co-regista Ambrogio Sparagna, è considerato un vero e proprio Inno alla Pace. Il film ha vinto il premio SIAE al Festival del Cinema di Venezia 2019 e il premio Cinema al Festival di Madrid 2019.
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La Repubblica (ed. di Bari), 14.1.2020
Nicola Lagioia. L’atlante dell’oggi passa dagli scrittori

Nicola Lagioia, con "Atlante Occidentale", quattro incontri per il Kismet, torna a Bari per illuminare, in compagnia degli scrittori, angoli di contemporaneità.
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Non lesina capitoli della storia del vicequestore Rocco Schiavone, Antonio Manzini.
«Lui proverà a raccontare il passaggio delicato dal libro alla televisione.
Quando toccò a Montalbano, il commissario era completamente diverso da come ce l'eravamo immaginato, noi e lo stesso Camilleri. Eppure funzionò. Con Manzini analizzeremo anche la trasformazione del linguaggio, da un mezzo all'altro».
[…]
Antonella Gaeta
 
 

Culturamas, 15.1.2020
Andrea Camilleri: “La captura de Macalé”, sexualidad infantil y ardores fascistas

Una novela insólita del creador de numerosas obras policiacas y de variado tono testimonial. “La captura de Macalé” indaga en un microcosmos que gira en torno al muy desarrollado —y deseado— pene de un niño; los placeres carnales desandan caminos y dan lugar a encuentros morbosos y crímenes sangrientos para que el chaval “bien armado” también pierda la inocencia. Tendrá que proveerse de armas que defiendan las enseñanzas de Jesús, el Señor que le habla desde que va a la catequesis y con el que entra en éxtasis, pero además hay otra voz que le hace temblar y le provoca fantástica excitación: el vozarrón del Duce en la radio. Uno y otro serán la clave para que el chico vaya pasando por diversas circunstancias hasta convertirse en un individuo peligroso, decisivo producto de una sociedad que alterna el fervor patriótico con la corrupción. Amoralidad, hipocresía, cinismo, violencia y sexualidad espontánea de un poderoso ambiente fascista en una novela sorprendente.
Andrea Camilleri (Sicilia, 1925-2019) es el escritor italiano más popular de los últimos 25 años. Toda la vida enredado en la literatura, el teatro y la docencia, a partir de 1992 adquiere un éxito extraordinario, ya con 70 años. Sus publicaciones son imparables, las tiene de todo tipo, predominando el factor social entre los siglos XIX y XX, y entre sus numerosas obras crea una serie con el comisario Montalbano (en homenaje a su admirado escritor español Manuel Vázquez Montalbán [1939-2003]). Falleció en julio de 2019 a la edad de 93 años. Un hombre íntegro, valiente, de una vitalidad sorprendente; fue perdiendo la vista, y ya ciego dictó artículos y ficciones a una secretaria hasta poco antes de morir. Sus 100 libros, 27 dedicados a las aventuras de Montalbano, se han traducido a 120 idiomas y han vendido cerca 10 millones de copias, solo en Italia 31 millones. Como nota curiosa, resulta interesante que fue rechazado por varias casas editoriales hasta empezar su carrera literaria con 53 años, con gracias a la publicación El curso de las cosas en 1978 y el gran éxito le llegó en 1994 a los setenta años con La forma del agua".
La increíble historia de Michelino
En 2003 publica La captura de Macalé. Transcurre en un pueblo, y se desarrolla con una panorámica costumbrista muy lograda; su protagonista es un niño de unos 6 años con un pene tan desarrollado que entusiasma a hombres y mujeres de diversa condición, y sobre todo a Marietta, su prima bondadosa, guapa y muy ardiente con novio muerto en una de las guerras de Mussolini.
Y es el carisma de este líder, célebre por propagar discursos altamente emocionales, el factor desencadenante de la novela: ante su voz y su palabra el niño se estremece, se excita de tal manera que se le pone tiesa, y esta erección no será más que un instrumento del diablo y de dios en un mundo de hipocresía católica bestial en la que el amado cura y la buena madre son amantes encendidos y todos los rincones del pueblo respiran pringosas humedades de lo condenable: secretos a voces, fugas poco menos que carcelarias, fogosos encuentros en los altares de la sacrosanta misión fascista.
En torno al Gran Pene del infante, los placeres carnales desandan caminos y dan lugar a crímenes sangrientos para que el chaval “bien armado” también pierda la inocencia y se provea de armas blancas que defiendan la voz de Jesús que le habla desde que va a la catequesis, y a su vez la del Duce: uno y otro serán la clave para que el chico se convierta en un ser ferozmente peligroso al que, sin embargo, muchos quieren disfrutar, incluso un ilustre profesor que le convence de que el placer entre hombres es ejemplar: el que llevaron a cabo valientes espartanos.
Lo admirable de la novela reside en la falta de interés sexual de Michelino: él se deja hacer, siempre sorprendido por la lujuria que despierta; va descubriendo los placeres ajenos sin entender por qué gusta tanto su “pajarito”, pero con él —como ser vivo independiente— crece, se divierte como un crío y, sin perder un ápice de su ingenuidad, mezcla lo humano y lo divino haciendo de lo terrible un ingenioso juego de chiquillos. Mientras, de fondo, los éxitos del nuevo imperio viven su mejor momento, incluida la captura de la ciudad de Macalé en Abisinia, hoy Etiopía.
Los desastres del fascismo tras su estridente cantidad de promesas se exhiben desde la vida cotidiana con su sobrecarga de nacional-catolicismo, exacerbado con un empoderamiento trágico del “Haz lo que yo digo pero no lo que yo hago”, de manera que la barbarie se va adueñando de todas las cosas.
Una novela trepidante que combina un alto dominio del costumbrismo siciliano con aportes narrativos de hoy, y una notable fuerza imaginativa en el devenir del pequeño protagonista.
«A la mañana siguiente de la confesión, cuando su madre salió a hacer la compra, Michelino encendió el aparato de radio, se encaramó en un taburete y puso un disco de Mussolini. Bajó del taburete y subió el volumen al máximo. La poderosa voz del Duce lo dejó aturdido, le perforó los oídos, le penetró en el cerebro y le provocó escalofríos por toda la espalda. No entendía las palabras porque el sonido era demasiado fuerte, pero era como encontrarse en medio de una tempestad llena de truenos, como sentirse azotado por un viento huracanado, de esos que te levantan del suelo y te elevan al cielo. Impulsado por los truenos y el viento, aturdido, embriagado, empezó a dar vueltas de habitación en habitación, con las piernas como de requesón, golpeándose la cabeza contra puertas y paredes, cayendo, volviendo a levantarse, con el pajarito tan duro y tan grande y tan largo que tuvo que desabrocharse los pantalones y dejarlo fuera, en libertad, porque le hacía daño mantenerlo aprisionado en los calzoncillos. Cuando terminó el disco y se detuvo, se encontró sentado en el suelo, cubierto de sudor y casi sin resuello, como después de una carrera. Tuvo que ir al cuarto de baño y poner el pajarito bajo el chorro de agua fría para ablandarlo y poder devolverlo a su sitio. Aquello le gustó mucho. Lo repetiría a la primera ocasión».
Andrea Camilleri tiene la mayor parte de su obra publicada en la editorial Salamandra.
Horacio Otheguy Riveira
 
 

SicilyMag, 16.1.2020
L’ironica autodifesa di Caino e il “cunto” mancato di Camilleri
Libri e Fumetti L'ultima eredità dello scrittore empedoclino. In questo sintetico testo, il primo postumo realizzato con la nipote Arianna Mortelliti, vien fuori ancora una volta il Camilleri affabulatore e narratore autentico che doveva tornare in scena, un anno dopo il Tiresia siracusano, alle Terme di Caracalla di Roma, due giorni prima della morte dello scrittore

Un’opera da cantastorie, anzi da “contastorie”, in linea con la concezione della sua visione della letteratura. Autodifesa di Caino, il primo libro postumo di Andrea Camilleri pubblicato da Sellerio, racchiude una parte essenziale della filosofia cultural-letteraria ed artistica del creatore del commissario Salvo Montalbano, la narrazione come “cuntu”. Lo scrittore come un “contastorie”, una dimensione che recupera un’antica e nobile tradizione della letteratura orale che ha il suo capostipite più illustre in Omero. Una dimensione culturale che affonda le sue radici nella Grecia antica, alle origini della civiltà occidentale, e che unisce attraverso la tradizione dell’oralità mondi lontani, Oriente ed Occidente. Rimanda ad una genesi antropologica.
Al testo Camilleri ha lavorato con il supporto della nipote Arianna Mortelliti (figlia del regista teatrale e cinematografico Rocco Mortelliti). Il testo è stato curato da Arianna. Per completezza va aggiunto che la rilettura della figura di Caino è supportata da una ricerca bibliografica alla quale oltre ad Arianna Mortelliti hanno lavorato anche Laura Pacelli e Fiorenza Petrocchi.
In questo sintetico testo vien fuori ancora una volta il Camilleri affabulatore e narratore autentico, capace di intersecare tematiche diverse in maniera multidisciplinare. Camilleri che racconta e raccontando reinterpreta, rielabora, fa vivere una storia, un personaggio. Il punto è che Andrea Camilleri è stato uno scrittore che unendo capacità razionale e dimensione emotiva, creando una sua nuova lingua, è riuscito ad essere un creatore di storie, ed anche un divulgatore ed un notevole comunicatore. Anche quando non utilizza la sua lingua, mistione di italiano e dialetti siciliani, neologismi e termini arcaici, costruisce una struttura linguistica chiara ed efficace, intrisa di ironia e verve. La sua è una chiarezza mentale e concettuale che si traduce pragmaticamente in linguaggi, ci piace usare questa terminologia alla Wittgenstein (la seconda fase del grande filosofo del linguaggio).
Ne parliamo in questo tratto dell’articolo al presente, perché le opere di Camilleri continuano a vivere e continuano a trasmetterci i suoi pensieri, stati d’animo, idee ed emozioni. Giustamente nella nota dell’editore che precede questo libro vi è scritto: “Dal punto di vista del “contastorie” (che è autore e attore e regista del proprio spettacolo) opere quali l’Autodifesa di Caino (e così l’altra che l’ha preceduta di un anno Conversazione su Tiresia) possono perciò sinceramente essere viste come un coronamento, una sintesi ed un congedo. E certamente come la realizzazione di un desiderio. Perché destinate non solo ad essere lette, ma anche ad essere “contate” e cantate da lui. Come, appunto, un cantastorie in una piazza, in un luogo aperto”.
L’Autodifesa di Caino che purtroppo Camilleri non ha potuto “contare” il 15 luglio del 2019 alle Terme di Caracalla, avrebbe ripercorso il filo rosso della straordinaria rappresentazione dell’anno precedente di Conversazione su Tiresia nel suggestivo e storico teatro di Siracusa. Che ripresa in tv e con la proiezione nelle sale ha raggiunto milioni di spettatori. Il che è un bene, perché Camilleri ha sempre creduto nella cultura democratica, nella cultura come dimensione della partecipazione. Non circolo chiuso ma sfera democratica dell’incontro, come nella polis greca. Solo che nei tempi contemporanei la polis è molto più vasta, e la comunicazione culturale non può che essere ampia e multimediale. Camilleri non ha mai trascurato i suoi lettori, anzi il suo pubblico, ha scritto testi che in nuce e nella loro attuazione erano multimediali e si prestavano e prestano alla rappresentazione teatrale, alla trasmutazione in fiction televisiva, alla transcodificazione cinematografica.
Tornando a questo libro pubblicato postumo, Camilleri propone una visione diversa di Caino, e lo fa con il suo stile, con la sua ironia. Con una narrazione “orale” e ricca di letture colte. Caino si difende: “Sapete qual è stato il mio errore? Quello di non essermi mai difeso, di non avere mai esposto le mie ragioni. Ma ora basta! Questa sera ho deciso di pronunciare la mia autodifesa, immaginando che davanti a me ci sia un’aula di tribunale e che voi, se vorrete ascoltarmi, siate i giurati”. Camilleri riparte dalla “Genesi” e la rilegge in maniera sui generis, ma non la sveliamo, è tutta da leggere così come ogni pagina del libro.
Caino continua nella sua autodifesa: “Ma credetemi, io avevo voluto semplicemente compiere nei riguardi del Signore lo stesso atto d’amore che avevo avuto nei confronti di mia madre. La goccia che fece traboccare il vaso fu però un’altra. Io, come Dio col giardino dell’Eden, avevo curato, con una fatica del diavolo, è il caso di dirlo, un pezzo di terra facendone un orto stupendo, dove cresceva la più appetitosa verdura della Terra. Figuratevi quale fu la mia rabbia quando un giorno quest’orto venne invaso da una mandria di pecore di Abele che in un attimo lo devastarono mangiandosi tutto il raccolto. Io mi precipitai da Abele per fargli le mie rimostranze e con una certa veemenza, non lo nascondo, e anche con qualche insulto, non nascondo nemmeno questo, gli rinfacciai cosa avevano fatto le sue pecore. E lui serafico mi disse: ‘Va bene, allora mi ridai le pelli con le quali ti copri e mi restituisci anche la carne delle mie bestie di cui ti sei servito senza chiedermi il permesso’. Quindi come vedete i moventi per l’assassinio furono diversi. (…) Ma dopo un po’ che continuavo a protestare, Abele reagì di brutto. Mi mise le mani addosso, era più forte di me e poco dopo che ci eravamo avvinghiati, gli fu facile abbattermi”. La storia continua nella versione camilleriana, ed è tutta da scoprire…
Mentre cresce la vostra curiosità, ci piace segnalarvi un altro libro, scritto con ottica diversa. Si tratta di un testo (edito da Marsilio) suggestivo ed interessante di Navid Kermani, “Lo stupore e la bellezza”, dal sottotitolo evocativo: “Meraviglia e seduzione dell’arte cristiana”. Per restare in tema, l’autore dedica un capitolo alla vicenda di Caino dipinta da Cormon nel 1880 (Caino, olio su tela, Parigi, Musée d’Orsay). Scrive Kermani: “Le tenebre del passato precedono gli esseri umani, simili a una lunga ombra da loro stessi proiettata. Non c’è nessuna fiducia nel futuro, nessuna gioia: né sui visi, né nel paesaggio. Il Caino di Cormon non è marchiato a fuoco da uno stigma visibile: a denunciarlo sono il suo sguardo, rivolto all’interno sulla desolazione della sua anima, le sue spalle ricurve, gravate dal peso della colpa, e il suo indice teso che non sembra additare alcuna meta concretamente raggiungibile”. L’autore ricorda Caino come primo costruttore di città. E sostiene: “Il suo crimine è la nostra storia, la storia della nostra civiltà, verso la quale il manipolo di Cormon sta marciando, ma dalla quale, al tempo stesso, sta fuggendo. (…) Lo sapranno, i proscritti, di dovere tutta quella miseria a loro padre, che non ha voluto accontentarsi dell’agricoltura”.
Letture da intersecare, interpretazioni multidisciplinari da disvelare tra letteratura, teologia, arte, religione, tradizioni orali. Alla ricerca di significati, di riflessioni sul senso dell’esistenza, fra mondo fisico e metafisica. Le stesse domande filosofiche e morali che da millenni l’essere umano continua a porsi, e continuerà a porsi nonostante il pullulare di continue scoperte tecnologiche…
Salvo Fallica
 
 

El Periódico de Catalunya, 16.1.2020
Programa del festival, que comença el 30 de gener
BCNegra posa el focus a la Barcelona amagada
Márkaris, Yasmina Khadra, Mariana Enriquez o Yrsa Sigurdardóttir, entre el centenar d'autors d'una 15a edició que premiarà Juan Madrid amb el Pepe Carvalho
El festival de gènere negre, que homenatjarà el desaparegut Andrea Camilleri, oferirà 60 activitats, entre les quals algunes de protagonitzades pel país convidat, Islàndia

[...]
Aquesta BCNegra, que concedirà el premi Pepe Carvalho al veterà Juan Madrid, creador del detectiu Toni Romano, retrà homenatge al desaparegut Andrea Camilleri, «un dels nostres, com deia Paco [Camarasa]», ha recordat Zanón a l’antic comissari, mort el 2018.
[...]
Anna Abella
 
 

Todo Literatura, 16.1.2020
Novela Negra
"Km 123", de Andrea Camilleri, el último thriller del maestro de la novela negra contemporánea
Una crítica a la sociedad marca de la casa, con el foco puesto en las superficialidad de las relaciones, las mentiras dentro de la familia y el consumismo

"Km 123" llegó a las librerías italianas el 24 de marzo de 2019, casi cuatro meses antes del fallecimiento de su autor, el 17 de julio. De forma póstuma, el 21 de noviembre, se publicó Autodifesa di Caino (Autodefensa de Caín), un monólogo que Camilleri debía representar en las Termas de Caracalla aquel mes de julio. No llegó a hacerlo. Además del texto, una versión alternativa del mito judeocristiano, la obra contaba con interludios musicales, fragmentos de películas y un video de Dario Fo —La historia de Caín y Abel—.
De esta manera, "Km 123" se ha convertido en el último thriller que Andrea Camilleri vio en las estanterías. Quizás consciente del deterioro de su salud, el escritor preparó con su editorial italiana una edición especial que Destino presenta también para el lector en español.
Defensa de un color
El libro "Km 123" se cierra con un texto, a modo de largo epílogo —de testamento, en fin—, titulado «Defensa de un color». El color al que se refiere Camilleri es el amarillo, el giallo, con el que en Italia se conoce la literatura policiaca desde que, en 1929, apareciese la colección Il giallo Mondadori, por el color de sus llamativas portadas.
Se trata de una ponencia del autor en el congreso Scrittori e critici a confronto (Escritores y críticos en debate), que se celebró en la Università degli Studi Roma Tre los días 24 y 25 de marzo de 2003. Fue publicada en la recopilación Come la pensó (Chiarelettere, 2013) y, por sugerencia del autor, ha sido incluida en esta edición de Km 123.
Camilleri resume en ella el origen y el desarrollo del género en Italia y reflexiona sobre sus características temáticas y narrativas a partir de textos de otros autores y teóricos. Nos ofrece pinceladas literarias y costumbristas de sus escritores favoritos y analiza los personajes que han formado el imaginario giallo de los lectores.
Considera Andrea Camilleri que, a través de las novelas policiacas, se puede saber mucho más sobre la realidad social de un país que a partir de la lectura de «un dogmático ensayo reservado a los especialistas». En un giro argumental camilleriano, el escritor acaba su discurso sosteniendo que los grandes autores sobrepasan los límites del género para ofrecernos buena literatura sin necesidad de color alguno que la califique.
Para escribir Km 123, Camilleri se despojó de muchos de los elementos narrativos que lo han convertido en uno de los autores más vendidos del mundo. No hay en la novela descripciones coloristas ni escenas costumbristas; tampoco se recrea en sutilezas dialectales ni en detalles gastronómicos.
El autor desnuda el relato. Lo despoja del tan alabado toque Camilleri para ofrecernos un maravilloso ejercicio de estilo en el que el misterio, el suspense y la acción se sustentan en diálogos directos y sin acotaciones, mensajes telefónicos, emails, notas manuscritas, algún informe policial y unos pocos recortes de prensa. Nada más. Nada menos.
Camilleri demuestra en Km 123 su conocimiento del género y su profundo —endiablado— dominio del ritmo y de las estructuras. No solo es capaz de sostener una trama compleja en un puñado de personajes y en sus interacciones, sino que consigue atrapar al lector y sumergirlo en un enigma en la que elementos dispersos, como las piezas de un rompecabezas, no encajan hasta la última página, prácticamente hasta la última línea. Un homenaje a los clásicos del género. Un homenaje a la buena literatura… sin color.
Andrea Camilleri nació en Porto Empedocle (Sicilia), 6 de septiembre de 1925–Roma, 17 de julio de 2019. En Km 123 aparecen dos de los escenarios importantes en su vida. Por un lado, Roma, a donde se mudó a finales de los cuarenta, y, por otro, la provincia de Grosseto, su residencia durante varios meses al año desde 1968.
Décadas antes, la que prometía ser una juventud rebelde —fue expulsado de su primer instituto por lanzar huevos al crucifijo de clase— se vio truncada por la Segunda Guerra Mundial. Andrea, como tantos otros jóvenes sicilianos, fue movilizado, en 1943, para hacer frente a una posible invasión aliada. Destinado al equipo de una ametralladora pesada, sobrevivió al conflicto sin mayores contratiempos.
Entre 1946 y 1947 vivió en la localidad de Enna, una de las capitales culturales de la isla. Para huir del frío y de la humedad del modesto piso que ocupaba, Camilleri frecuentaba la biblioteca municipal, en donde trabó amistad y empezó a formarse como escritor con varios autores muy conocidos entonces. En 1947 ganó el Premio Florencia con algunos de sus poemas, el primer galardón de su carrera. Estudió Filosofía y Letras en la Universidad de Palermo, aunque no llegó a licenciarse.
En aquellos primeros años de posguerra inició su militancia en el Partido Comunista. En 1952 completó sus estudios en la Academia Nacional de Arte Dramático. Desde entonces dirigió más de cien espectáculos, considerándosele uno de los mayores especialistas en Pirandello; además, fue el primero en representar a Beckett en Italia. También hizo sus pinitos como actor.
Ingresó en la RAI, en 1957. Fue responsable de producción de dramas; entre otras, firmó la serie sobre el comisario Maigret protagonizada por Gino Cervi. Aquel mismo año se casó con Rosetta Dello Siesto, con quien tuvo tres hijas. En 1958 se incorporó como profesor al Centro Experimental de Cinematografía de Roma, en donde permaneció hasta 1970. Ocupó también la presidencia de la Academia Nacional de Artes Dramáticas de 1977 a 1997, al tiempo que escribía para publicaciones especializadas.
Andrea Camilleri planificaba su escritura como si fuese un topógrafo levantando un plano. Toda su obra tenía una lógica matemática y geométrica. La extensión ideal de una novela no debía suerar las 180 páginas.
En 1978 debutó en la ficción con El curso de las cosas, publicada en España por Destino. Dos años después, apareció Un hilo de humo, también con Destino, la primera de su serie de novelas ambientadas en la imaginaria ciudad siciliana de Vigàta a fines del siglo XIX y principios del siglo XX.
Tras doce años de silencio narrativo, regresó a la ficción en 1992 con La temporada de caza. Fue el inicio de unos años de trabajo muy intenso y de reconocimientos internacionales. En 1994, con La forma del agua, inició la serie protagonizada por el policía Salvo Montalbano, que ha alcanzado los cuarenta y cuatro títulos publicados, a los que debemos sumar un inédito que Camilleri pidió que apareciera de forma póstuma.
Pese al éxito, Andrea Camilleri nunca dejó de experimentar — como demuestra Km 123—. En 2001, por ejemplo, publicó Il re di Girgenti, ambientada en el siglo XVII y escrita en siciliano, que Ediciones Destino publicará en 2020. A partir de entonces, alternó las obras policiacas con otras de distinto carácter, como El sobrino del emperador, La banda de los Sacco, La revolución de la Luna y La ópera de Vigàta que la editorial ha ofrecido a los lectores españoles.
En una conversación con el escritor Francesco Piccolo, Camilleri describió su método de escritura y su convencimiento de que la novela perfecta no es necesario que supere las doscientas páginas. «Para una novela de Montalbano escribo dieciocho capítulos de diez páginas cada uno. Y cada página de mi ordenador tiene un máximo de veintitrés líneas. Una novela bien pensada encaja perfectamente en ciento ochenta páginas».
Esta necesidad de un —digamos— orden matemático y geométrico, afirmó Camilleri en ese diálogo literario, lo obligaba, como si fuese un topógrafo, a realizar una especie de mapa de la novela sobre el que planificaba luego la acción. «Necesito organizar este esquema y, hasta que no lo consigo, soy incapaz de escribir», concluyó.
A partir de 2016, con una ceguera que le impedía escribir, Camilleri dictaba sus escritos a su asistente Valentina Alfieri, «la única persona que puede escribir en vigatano». Su muerte, en marzo de 2019, deja un hueco imposible de llenar.
Hermenegildo Verdugo
 
 

ABC, 17.1.2020
Petros Márkaris, Yasmina Khadra y Dolores Redondo exploran la ciudad escondida en BCNegra
El festival de novela negra premiará a Juan Madrid y recordará a Andrea Camilleri

[...]
El escritor Antonio Manzini y el traductor Pau Vidal recordarán a Andrea Camilleri.
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David Morán
 
 

La Vanguardia, 17.1.2020
Se publica en español el último "thriller" de Andrea Camilleri, "Km 123"

Madrid - Casi cuatro meses antes del fallecimiento Andrea Camilleri, en julio de 2019, se publicó en Italia "Km 123", el último "thriller" en vida del maestro de la novela negra que llega ahora a las librerías en español, en una edición que incluye un largo epílogo del autor.
En esta novela, editada en español por Destino, Camilleri construyó "un extraordinario rompecabezas cuyas piezas no encajan hasta la última línea", explica la editorial que señala que es un "thriller" rápido de múltiples voces.
Y explica que el investigador del caso, el inspector Bongioanni, constituye un homenaje a los policías clásicos del género.
Una novela que arranca con un teléfono móvil apagado. Llama Ester y Giulio no le responde, porque acaba de ser trasladado a un hospital en estado grave tras un accidente en el kilómetro 123 de la Vía Aurelia de Roma. Pero un testigo afirma que el siniestro ha sido en realidad un intento de asesinato.
En el epílogo que cierra el libro, titulado "Defensa de un color", Camilleri habla del amarillo, con el que en Italia se conoce la literatura policíaca desde que en 1929 apareció la colección Il giallo Mondadori, por el color de sus portadas.
En este texto Camilleri, creador del comisario Montalbano con el que publicó 44 títulos más uno inédito que pidió que apareciera de forma póstuma, resumía el origen y el desarrollo del género en Italia y reflexionaba sobre sus características temáticas y narrativas.
Según el autor, fallecido a los 93 años el pasado mes de julio, a través de las novelas policíacas se puede saber mucho más sobre la realidad social de un país que a partir de la lectura "de un dogmático ensayo reservado a los especialistas".
 
 

Tiana Negra. Festival de la novel•la negra catalana, 18.1.2020
20.45h
Homenatge pirotècnic a Andrea Camilleri
A càrrec de Pau Vidal, traductor de l'autor.

 
 
 

Teatro Domenicano, 18.1.2020
Il vitalizio


 
 

ANSA, 18.1.2020
Bellocchio ricorda Camilleri: «Fu lui a convincermi di diventare regista»

Bellocchio ricorda Andrea Camilleri. «È stato mio insegnante di recitazione al Centro sperimentale, l'aneddoto vuole che sia stato proprio lui a suggerirmi, a consigliarmi di passare alla regia perché vedeva che come attore ero titubante, cercavo di nascondermi, di mettermi da parte. "Guarda è meglio che tu stia dietro la macchina da presa" mi disse e, appoggiato anche da lui, l'anno successivo feci gli esami e fui ammesso al corso di regia». È il ricordo di Andrea Camilleri tracciato dal regista Marco Bellocchio, rispondendo alla domanda di una giornalista.
«Era sì il professore e quindi aveva l'autorità, però era anche molto allegro, spesso ci raccontava tante sue esperienze teatrali, perché è stato anche uomo di teatro - ha proseguito Bellocchio - Quelle lezioni le ricordo. Era un uomo anche molto franco, diretto. Eravamo nel 1959/60, era appena uscita "La dolce vita" e ci disse di andare a vederlo perché temeva che sarebbe stata sequestrato».
[...]
 
 

La Voz de Galicia, 19.1.2020
Camilleri deja todo en buenas manos, las de su pupilo aventajado Antonio Manzini
El próximo martes llega a las librerías el último «thriller» del maestro siciliano; dos días después, la sexta entrega del policía Schiavone

Una de las peores noticias literarias que dejó el 2019 fue el fallecimiento de Andrea Camilleri. Acaeció a mediados de julio. El escritor tenía 93 años, pero seguía en activo. Solo cuatro meses antes el viejo maestro había publicado Km 123. Hasta que aflore la postrera entrega de la serie Montalbano -que decía el genio siciliano que le reserva la muerte al comisario y que está en el cajón de su editor desde hace más de diez años-, este es su último thriller y llega el próximo martes a las librerías traducido al español de la mano del sello Destino -depositario de su obra en castellano junto con la editorial Salamandra-. El desencadenante del relato es un accidente de tráfico en el kilómetro 123 de la romana vía Aurelia, de donde se llevan al hospital y en estado grave al constructor Giulio Davoli. Es entonces cuando entra en escena el inspector jefe de policía Attilio Bongioanni -homenaje al sagaz investigador clásico que padece un jefe incompetente-, ya que un testigo, Anselmo Corradini, afirma que el siniestro no fue fortuito sino un choque deliberado.
Tan interesante como la novela es el texto titulado Defensa de un color -intervención de Camilleri en el congreso Escritores y críticos en debate, celebrado en el 2003-, en el que ensalza el amarillo [giallo], con el que en Italia se denomina la literatura policíaca y judicial desde que en el verano de 1929 la casa Mondadori inauguró la colección de género negro Il giallo, así llamada por el vivísimo color amarillo de sus emblemáticas portadas. En esta breve pero sustanciosa ponencia el creador del comisario Salvo Montalbano indaga el origen -que sitúa en la primera mitad de la década de los 30-, la condición y la evolución del noir en su país y reflexiona sobre sus características temáticas y narrativas, sobre las virtudes de los romanzi gialli, es decir, las novelas policíacas, y también sobre sus crisis y sus detractores, entre ellos, el gran Alberto Savinio. El éxito, sostiene Camilleri, sucederá lejos del Boston donde comienza ambientando sus historias Giorgio Scerbanenco, escritor italiano nacido en Kiev y pionero del giallo: será cuando los creadores hablen de Italia en sus historias criminales y policíacas. Leonardo Sciascia y sus novelas sobre la mafia han tenido mucho que ver en ello, y sobre todo su heredero Camilleri, que deja ahora su legado bien atado.
Ahí están para atestiguar la excelente salud del giallo Marco Vichi, Carlo Lucarelli, Gianrico Carofiglio, Massimo Carlotto, Stefano Tura, Santo Piazzese, Sandrone Dazieri, Rosanna Campo, Maurizio de Giovanni, Marcello Fois, Ben Pastor, Giancarlo de Cataldo, Renato Olivieri... Y, claro, su alumno aventajado Antonio Manzini (1964), de quien Salamandra trae al castellano -solo dos días después de Km 123- la sexta entrega de las andanzas del subjefe de policía Rocco Schiavone, destinado en la brigada móvil de Aosta: Polvo y sombra. La empatía y la humanidad del funcionario creado por Manzini le han hecho acreedor, por cierto, del triunfo en el apartado de novela extranjera de la 25.ª edición del compostelano premio San Clemente. A los estudiantes gallegos no se les escapa el talento para la narrativa ágil y sencilla del autor romano.
Héctor J. Porto
 
 

Trouw, 19.1.2020
Boekrecensie. Jacht op de schat
Een ongewoon verhaal binnen de Montalbanoreeks
Nieuw deel in de legendarische detectivereeks van de vorig jaar overleden Andrea Camilleri

Op 17 juli van het afgelopen jaar overleed Andrea Camilleri (1925-2019). In juni 2018 had de stokoude Camilleri nog geschitterd in het Griekse theater van Syracuse met zijn ‘Gesprek met Tiresias’. Net als de Homerische ziener was Camilleri de laatste jaren van zijn leven blind, maar juist daardoor zag hij de wereld veel scherper.
Na een carrière als scenarioschrijver, regisseur en dramaturg bij de Italiaanse staatstelevisie (RAI) en een heel oeuvre van historische romans, begon de bijna 70-jarige Camilleri in 1994 met het schrijven van detectives. Het duurde niet lang of zijn inspecteur Salvatore Montalbano uit het fictieve Siciliaanse stadje Vigáta werd wereldberoemd. Inmiddels zijn er liefst 27 Montalbano’s gepubliceerd.
Camilleri lezen is bijzonder vermakelijk en onderhoudend. Opvallend is allereerst zijn virtuoze spel met taal. Speciaal voor zijn detective Montalbano creëerde Camilleri een nieuwe taal uit standaard-Italiaans, verschillende dialecten en neologismen. Daarnaast zitten de boeken vol met directe en indirecte literaire verwijzingen, en zet hij Montalbano in als spreekbuis voor zijn eigen maatschappijkritiek: met humor, sarcasme of woede ergert de inspecteur zich aan Italië’s omgang met migranten, de corruptie, de politieke draaikonterij, en de verharding en verrechtsing van de samenleving. De Montalbanoboeken zijn hierin boeiender dan de minstens zo populaire televisieserie, omdat kijkers hier meestal slappe aftreksels van de oorspronkelijke verhalen krijgen voorgeschoteld.
Onlangs verscheen in het Nederlands Montalbano’s zestiende zaak, ‘Jacht op de schat’. In dit verhaal uit 2010 is Montalbano 57 jaar oud en verkeert hij al geruime tijd in een professionele en existentiële crisis. Eerder stond hij zelfs op het punt ontslag te nemen vanwege plaatsvervangende schaamte over de mishandelingen en martelingen van linkse betogers door Italiaanse agenten tijdens de beruchte G8-top in Genua in de zomer van 2001.
Monsterlijk opgelapte opblaaspop
‘Jacht op de schat’ is binnen de Montalbanoreeks een ongewoon verhaal. Hier geen onrustige slaap waar de inspecteur uit wakker schrikt –een beproefde formule van Camilleri – maar Montalbano en zijn team moeten meteen ferm optreden tegen een stokoude broer en zus die zich in hun bizarre vreemde huis hebben verschanst en schieten op iedereen die te dicht in de buurt komt. Montalbano leidt de chaotische inval tegen de fanatieke bejaarden en temidden van hun barokke collectie kruisbeelden, kaarsen, en wierookvaten, treffen de agenten ook een monsterlijk opgelapte opblaaspop aan. Niet veel later voert de vondst van een vrouwenlichaam in een afvalcontainer naar een tweede opblaaspop die tot in detail identiek is aan de eerste. Beide poppen zorgen voor de nodige ophef en misverstanden, vooral wanneer Montalbano ze tijdelijk bij hem thuis opbergt.
Ondanks de bizarre vondsten en ondanks een anonieme briefschrijver die Montalbano verleidt tot een mysterieuze schattenjacht, is het ongewoon rustig in Vigàta. Montalbano verveelt zich een beetje, eet te veel, stoort zich aan de te simpele opgaven in de anonieme brieven, maar tegelijkertijd hangt onheil in de lucht en de stroomversnelling laat niet lang op zich wachten. De rechercheur ontvangt een griezelig pakket met een bloedende lamskop en nog zo’n anonieme brief. Er wordt aangifte gedaan van de diefstal van een terreinwagen die later is teruggezien met op de achterbank een jonge vrouw die door de bestuurder ruw naar beneden werd geduwd. Eeen diepbedroefde vader doet aangifte van zijn vermiste dochter. En dan is er ook nog die Harry Potter-lookalike, een intelligente maar opdringerige filosofiestudent die Montalbano’s werkwijze wil bestuderen en hem en passant wel wil helpen met zijn schattenjacht. In de ontknoping riskeert Montalbano het weerloze slachtoffer te worden in een Hannibal-achtig horrortafereel.
Het allerlaatste deel uit de Montalbanoreeks ligt al sinds 2006 in de kluis bij Camilleri’s uitgever. In dit boek zal ook Montalbano sterven, ‘zoals een literair personage’. En met de dood van een van Italië’s meest geliefde schrijvers zal dan binnenkort ook een eind komen aan een van Italië’s meest geliefde personages.
Oordeel: vermakelijke, volle, virtuoze detective-roman.
Andrea Camilleri
Jacht op de schat
Vert. Hilda Schraa en Rianne Aarts
Serena Libri; 259 blz. € 20,90
Ronald de Rooy
 
 

La Repubblica, 19.1.2020
Appennini da incubo il thriller è senza sangue

Una bambina in un casolare di campagna, sola con i suoi genitori. Intorno, un Appenino quasi disabitato dove è facile perdere la cognizione del tempo e vivere come si viveva cent'anni fa. Ma non c'è niente di idilliaco né di pastorale nella scena — molto cinematografica — con cui Donato Carrisi dà inizio al suo ultimo romanzo, La casa delle voci.
[…]
Perché [i romanzi di Carrisi, NdCFC] sono lontani dalla forte connotazione geografica dei de Giovanni, dei Carofiglio, dei Manzini; perché il linguaggio evita le coloriture dialettali; perché i personaggi, principali e secondari, non hanno nulla in comune con le maschere della commedia dell'arte i cui tratti spesso sembrano affiorare nelle storie di Camilleri, che fu uomo di teatro.
[…]
Lara Crinò
 
 

Cooperazione, 20.1.2020
Bestseller della settimana
Autodifesa di Caino
Camilleri racconta il simbolo del male dell’umanità ed esalta anche i suoi meriti, quale inventore delle città e dell’arte.

Fa specie pensare che questo sia il primo libro pubblicato da Andrea Camilleri dopo la sua morte. Viene fin troppo naturale immaginarlo come un lascito, un testamento. Non sono d’accordo. Autodifesa di Caino è, nei fatti, un testo minore nella sua produzione. Poco più di un gioco, dove il vecchio maestro, dopo l’esperienza alle terme di Caracalla della Conversazione su Tiresia, voleva replicare il piacere di raccontare una storia con la sua voce, a teatro. Abbiamo perso l’occasione, non ci resta che immaginarlo, magari augurandoci che qualche coraggioso, prima o poi, metta in scena questo monologo, seguendo fedelmente le indicazioni previste nel testo.
Che di copione si tratta. Di qualcosa che va visto e ascoltato, prima ancora che letto. A parlare è Caino stesso, a prima vista il simbolo del male dell’umanità, ma ascoltando le sue ragioni, forse il più umano degli umani, consapevole degli errori fatti, orgoglioso delle conquiste realizzate dopo il tragico fratricidio. Ché, non dimentichiamolo, siamo tutti figli di Caino, l’inventore delle città e dell’arte, non di Abele, colpevole (come da citazione di Elie Wiesel riproposta dall’autore) di indifferenza. Non basta essere buoni, occorre essere solidali, vuole dirci il vecchio maestro. E lo fa con una lingua all’apparenza semplice, colloquiale ma in realtà colma di dotte citazioni (dai testi sacri a Dario Fo), riproponendo i suoi temi più cari: il piacere incolpevole della carnalità, il gusto del paradosso, l’umanità come speranza collettiva. Dal mito, insomma, si può solo imparare. Nessuno tocchi Caino!
Gianni Biondillo
 
 

The Guardian, 20.1.2020
Books blog
Lee Child
Lee Child letting go of his creation is a tale told by other bestsellers
The Jack Reacher author says he will hand on his character to his brother – following other writers who have surrendered their stories

[...]
The late Italian detective novelist Andrea Camilleri always had an end in sight for Inspector Montalbano, writing the final novel in the series 14 years ago, and keeping it in his publisher’s offices in Palermo. “When I get fed up with him or am not able to write any more, I’ll tell the publisher: publish that book. Sherlock Holmes was recovered … but it will not be possible to recover Montalbano. In that last book, he’s really finished,” he said in 2012.
[...]
Alison Flood
 
 

Giornale di Puglia, 21.1.2020
Autodifesa di Caino secondo Camilleri
Andrea Camilleri, “Autodifesa di Caino”, Sellerio Editore, Palermo 2019, euro 8,00.

Roma. Apologo teatrale scritto da Andrea Camilleri poco prima della recente scomparsa, e che avrebbe dovuto essere rappresentato alle Terme di Caracalla di Roma il 15 luglio 2019, con l'interpretazione dello stesso Camilleri.
Si narra l'autodifesa di Caino, secondo le leggende bibliche figlio di Eva e dell'angelo decaduto Alialel, poi trasformatosi in diavolo, dall'accusa di omicidio nei confronti del fratello Abele, figlio di Eva e dell'Arcangelo Stefano (l'infedeltà coniugale, osserva argutamente Camilleri, era di moda anche nell'Eden Terrestre, nello specifico ai danni del povero Adamo).
I retroscena di quel fatto di sangue sono raccontati nella pièce con dovizia di particolari: l'allevatore Abele, per un litigio sorto col fratello per motivi di bestiame, lo aggredisce con uno spaventoso furore omicida.
Caino si difende, e dopo aver ferito a sua volta il fratello, lo uccide spaccandogli la testa con una grossa pietra, in una sorta di “legittima difesa”.
Dio, per quel crimine omicida ante-litteram, lo condanna al dileggio pubblico e a vivere in eterno, girando ramingo per il mondo.
Ma Caino trova una forma personale di riscatto.
Sarà fondatore di sette città aperte all'accoglienza e al rispetto reciproco, e scoprirà la musica (che, secondo Herman Hesse, è basata sull'armonia tra Cielo e Terra) e la moneta.
Quel sincero pentimento convincerà Dio a far morire serenamente Caino, la cui vita è stata una presenza non banale per il bene dell'umanità: un simbolo necessario, perchè senza il Male il Bene non esisterebbe. Dio l'aveva pensato prima di tutti noi.
Camilleri conclude l'opera teatrale con una citazione cinematografica (che mette sulle labbra di Caino), rifacendosi a una battuta di Orson Welles nel film “Il terzo uomo”: “In Italia per trent'anni sotto i Borgia ci furono guerre, terrore, omicidi, carneficine, ma da quel caos malefico vennero fuori Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera non ci fu che amore fraterno, ma in cinquecento anni di quieto vivere e di pace che cosa è venuto fuori? Solo l'orologio a cucù”.
Con tutto il rispetto per gli Svizzeri.
Valter Cannelloni
 
 

Lidovky.cz, 21.1.2020
Lee Child předává spisovatelskou štafetu. Svou nejslavnější postavu Jacka Reachera věnoval bratrovi

[...]
Loni v červenci zemřel italský spisovatel Andrea Camilleri. I ten měl ale pro svého inspektora Montalbana naplánovaný konec. Před čtrnácti lety napsal příběh, který končí Montalbanovou smrtí a ukryl ho ve svém šuplíku. „Až se mi zají nebo až ucítím, že nebudu moct v jeho příbězích pokračovat, tak řeknu svému nakladateli, aby tu knihu z šuplíku vydal. Sherlocka Holmese se podařilo obnovit. Montalbana nikdo neobnoví. Ta poslední kniha bude jeho definitivní konec,“  prohlásil Camilleri v rozhovoru z roku 2012.
[...]
 
 

Balarm, 21.1.2020
Il tempio greco sommerso e l'itinerario letterario: così rinasce la Vigata di Camilleri
Il porto è costruito sull'antico Tempio di Zeus e adesso il comune di Porto Empedocle vuole puntare sul turismo con itinerari sui luoghi di Camilleri e un nuovo museo

C'è un porto in Sicilia costruito sui resti dell'antico Tempio di Zeus dell'antica Akragas. Siamo a Porto Empedocle dove i tre moli hanno una genesi lunga più di un secolo, dal 1750 fino alla fine dell'ottocento. Quel tratto di costa dove si decise di costruite il porto, apparteneva alla chiesa e molto prima proprio lì sorgeva il Tempio di Zeus.
Furono costruiti tre moli: il più antico è quello centrale (detto molo vecchio), al quale si aggiunsero quello di Levante e quello di Ponente. Ancora adesso ci sono tratti del molo di Ponente dove sono visibili, notevoli frammenti architettonici dell'antico Tempio greco, e in particolare: un triglifo, una porzione di capitello e molti altri pezzi.
In città c'è chi crede che siano dei resti archeologici molto importanti e dovrebbero essere protetti e tutelati e poi c'è chi invece pensa che il porto in quanto infrastruttura commerciale e turistica debba abbandonare l'idea della tutela di quei reperti e guardare oltre, al potenziamento strutturale e ricettivo, per attrarre più croceristi e turisti.
«Un porto è un porto, questo è il dato di fatto. - spiega Calogero Conigliaro, assessore alla Cultura di Porto Empedocle - È vero che negli anni passati sono stati utilizzati materiali archeologici per costruire le fondamenta del porto, ma era il 1750. Non possiamo immaginare di farne un'area marina protetta, perché l'unico modo per vedere i reperti sarebbe fare delle immersioni ma è impossibile all'interno di un porto commerciale e turistico».
Il porto di Porto Empedocle ha ispirato lo scrittore Andrea Camilleri, per cui è la città di Vigata, e una delle possibili azioni da mettere in campo potrebbe essere rendere accessibile il porto di Ponente per farne un punto d'osservazione dei reperti, molo già paesagisticamente molto bello anche se è quello prettamente commerciale e dedicato ai trasporti di sale della Italkali.
Il porto in questo momento è interessato da una serie di interventi, dalla demolizione di alcuni ruderi industriali dove dovrebbero sorgere altre strutture economiche, alla nascita di itinerari e nuove attrazioni per i turisti.
«Il porto per noi è molto importante dal punto di vista economico - spiega ancora l'assessore - mi auguro che non ci sia qualcuno che voglia trasformare il porto in area archeologica. Per noi avere un porto attivo è una condizione fondamentali per lo sviluppo economico e infatti in questo senso stiamo lavotando per il potenziamento e soprattutto, argomento che mi tocca da vicino, per incrementare l'attrattività turistica e culturale».
L'idea dell'assessore è quella di «creare un parco letterario dedicato a Camilleri e i luoghi che racconta nei suoi romanzi, e questo rappresenta soltanto il primo passo. La casa editrice Sellerio ha regalato 438 libri libri destinati a due scuole, tra cui quella frequentata dallo stesso Camilleri e anche da Luigi Pirandello.
L’idea è quella di promuovere la cultura nella terra d’origine del padre Montalbano che, tiene a ricordare il sindaco Ida Carmina, non si trova nel Ragusano come descritto all’interno delle opere di Camilleri, ma a Porto Empedocle.
«Questi volumi sono per noi un dono importante nel ricordo di un grande della letteratura che con i suoi racconti ha fatto conoscere e vivere la nostra terra e l’umanità del nostro popolo. Vogliamo adesso lavorare e collaborare con tutti i soggetti interessati allo sviluppo della cultura e del turismo letterario, che siano privati o pubblici, per far conoscere i luoghi che furono tanto cari ad Andrea Camilleri».
Il progetto, finanziato con i fondi dei Gal Sicani, prevede la creazione di un percorso storico letterario all’interno della stessa cittadina siciliana, con la collaborazione della Pro Loco ed altre associazioni del territorio.
Altro tassello che si vorrebbe aggiungere è il museo nella Torre di Carlo V che si trova sempre al porto.
Alessia Rotolo
 
 

Ravenna e Dintorni, 22.1.2020
Letti per voi
Thriller, horror, fantastico: la narrativa di genere scelta e interpretata dal direttore artistico del festival GialloLunaNeroNotte.
Il Caino di Camilleri, dotto esercizio di stile

In punta di piedi; oppure, con la stessa attenzione con cui ci si muove in una cristalleria. Questa prima scheda di lettura del 2020 è dedicata infatti ad Andrea Camilleri e, di fronte al maestro, occorre un po’ di reverenza in più.
Autodifesa di Caino non è, però, il Camilleri conosciuto in tutto il mondo (secondo Wikipedia è stato tradotto almeno in 120 lingue).
Richiama Conversazione su Tiresia e, come quello, doveva andare in scena alle Terme di Caracalla. Un monologo teatrale che, vissuto dal vivo, con il nuovo erede di Omero a rileggere le parti meno note della storia di Caino, avrebbe di certo affascinato e commosso.
La lettura del piccolo libro, invece, non riesce a trasmettere quelle sensazioni; e neppure fornisce punti di vista nuovi sul “primo assassino della storia”. Camilleri sta dalla sua parte. Il primogenito del mondo, molto in sintesi, ha ucciso per autodifesa. Abele era più robusto e più coccolato dai genitori e dallo stesso Creatore, che infatti guarda con attenzione l’offerta degli agnelli e non quella dei frutti della terra. Senza una ragione. Così dal litigio si passa all’assassinio.
Gli esegeti biblici, riguardo alla descrizione che si incontra nella Genesi, dicono che «Caino non è predestinato al male o all’insuccesso» (La Bibbia Concordata, Mondadori, 1968; pag. 28). Camilleri lo sa molto bene, tanto che recupera la storia di Caino fondatore di città e “inventore” della musica, spesso dimenticata. Poi, a consolidare l’autodifesa, cita Dario Fo e altri interpreti del primo omicidio del genere umano. C’è un piccolo richiamo a Saramago, mescolato ad altri autori che «hanno sostenuto che io fui, piuttosto che un assassino, una vittima delle circostanze».
Peccato che l’inventore di Montalbano citi solo il nome del premio Nobel portoghese, non la sostanza del romanzo, l’ultimo scritto, Caino appunto. Un testo che ha la potenza di un’invettiva laica (più che atea, come qualcuno ha detto): uomo come gli altri, Caino è destinato a vivere attraversando il mondo e la storia accompagnato dalla disperazione; ma alla fine riesce in qualche modo a pareggiare i conti.
Non è così per il Caino di Camilleri che, prima di accomiatarsi, chiede ancora il giudizio del pubblico, lasciando tutto sospeso, senza recriminazioni: «Non sempre dal bene nasce altro bene e non sempre il male genera altro male». Niente di nuovo, come si capisce: senza esagerare con i riferimenti (e ce ne sono decine), siamo di fronte a un’ovvietà. Dice Jessica Rabbit, infatti: «Io non sono cattiva, è che mi disegnano così»…
Autodifesa di Caino è, quindi, un dottissimo esercizio di stile; niente di più. Meglio rileggere il commissario di Vigata.
Nevio Galeati
 
 

Gazzetta di Salerno, 22.1.2020
La donna pesce, da un romanzo di Camilleri, venerdì 24 e sabato 25 al Teatro Ghirelli.

La Sicilia è una fonte inesauribile di storie che a volte assumono la forma peculiare dei “cunti”, racconti orali che intrecciano mito, storia e leggende, fantasia sconfinata e archetipi, riti magici e arte.
Andrea Camilleri ne era custode e cantore sapiente, come sanno i milioni di lettori che l’hanno amato. Lo dimostra un suo poetico romanzo edito da Sellerio nel 2007, Maruzza Musumeci, che lui stesso introdusse così: «Mi sono voluto raccontare una favola, la storia del viddrano (originario di Vigata, ndr) che si maritò con una sirena».
La donna pesce, per l’appunto, un cunto di Mare e Ferro, prodotto da Casa del Contemporaneo.
Il pubblico salernitano ha la possibilità, venerdì 24 e sabato 25 gennaio, al Teatro Ghirelli, di tuffarsi in questa storia dolcemente perturbante di terra e di mari, di ulivi millenari e antiche sirene, di fichi d’india e muratori, immergendosi nel gioco di emozioni ed evocazioni sprigionato da una lingua fortemente identitaria – densa di echi omerici e pirandelliani, – interpretata a teatro, con maestria e ironia, da Rosario Sparno e Antonella Romano: due narrat(t)ori intenti a lavorare, in scena, una enorme scultura di coda di sirena in rete di ferro, “ricamata” in piccolo dalle agili mani di Antonella, e lucidata con l’acqua marina da Rosario.
‘Gnazio Manisca è un uomo solido, legato alla terra e ai valori concreti della campagna che ha coltivato sin da ragazzino. Giunto all’età di 47 anni, crede sia arrivato il momento di maritarsi. Si rivolge così alla gnà Pina, una sorta di maga e sensale di matrimoni che gli trova una giovane bellissima e misteriosa, Maruzza Musumeci. Incantevole, con una bocca rossa, una vita sottilissima e una voce ipnotica. ‘Gnazio resta folgorato dalla sua bellezza, ma la ragazza ha una particolarità: è convinta di “non essere fatta come una donna”, ma come un pesce.
Una sirena, precisamente.
Maruzza è nata nell’acqua, ha bisogno dell’acqua per essere felice. Vive con la bisnonna Menica e insieme a lei canta soavi canzoni che incantano gli uomini che ascoltano la sua voce.
Grazie alla magia del teatro di narrazione, l’immaginaria contrada Ninfa – lingua di terra e di ulivi adagiata sul mare e dal mare circondata – prende così corpo diventando scenario di una sequela incessante di eventi e personaggi, di volta in volta metamorficamente incarnati, con naturalezza estrema, dai due attori, adeguatamente vestiti dalla costumista Alessandra Gaudioso.
Il risultato è una visione del mondo che, lasciando spazio al fiabesco e al poetico, rivela tanto della realtà, perché, come si legge nel testo, bisogna «chiudere gli occhi “pi vidiri le cose fatate”, quelle che normalmente, con gli occhi aperti, non è possibile vedere».

La donna pesce
di Rosario Sparno
da Andrea Camilleri
con Antonella Romano e Rosario Sparno
installazioni Antonella Romano
costumi Alessandra Gaudioso
luci Riccardo Cominotto
produzione Casa del Contemporaneo
INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA
TEATRO GHIRELLI – Lungoirno, Viale Antonio Gramsci. Interno del Parco urbano dell’Irno. Salerno, 150
Tel. 349/3438958
info e prenotazioni: 345/4679142
info@casadelcontemporaneo.it
teatroghirelli@casadelcontemporaneo.it
www.casadelcontemporaneo.it
Biglietti spettacoli in abbonamento e rassegne
18 euro intero
15 euro Carta la Feltrinelli, Carta Più e MultiPiù ed enti convenzionati
10 euro ridotto (under 35 – over 65 – studenti universitari e conservatori musicali)
Orario spettacoli
venerdì ore 20.30
sabato ore 19.00
Messenger @casadelcontemporaneo @teatroghirelli
Instagram @casadelcontemporaneo
FB: https://www.facebook.com/Teatro-Ghirelli
 
 

Piananotizie, 22.1.2020
Vichi racconta il Commissario Bordelli e ricorda Camilleri

Calenzano – […] Vichi ha poi divertito il pubblico ricordando alcuni aneddoti legati ad Andrea Camilleri, a cui dedica il libro, e ha rivelato che lo scrittore siciliano gli ha donato un manoscritto che Vichi custodisce gelosamente anche in ricordo della loro amicizia.
E.A.
 
 

La Razón, 23.1.2020
Los libros de la semana: del desembarco de Max Porter al último adiós de Camilleri
Un ensayo de Peter Sloterdijk, “La herencia del dios perdido”, y los relatos de Emir Kusturica completan la oferta literaria de la semana

[…]
El último y más sabio Camilleri
Ateniéndose a la fecha de «Il Menssaggero», inserto en «Km 123», la novela pudo escribirse hacia 2008, pero fue publicada en Italia el año pasado, pocos meses ante de la muerte de Andrea Camilleri. Por su escasa extensión, apenas un centenar de páginas esponjadas hasta conseguir doblarlas, «Km 123» se complementa con una conferencia sobre la novela policíaca, «Defensa de un color», que pronunció en el congreso de «Scrittori e critica a confronto» («Escritores y críticos en debate»), celebrada en 2003 en la Università degli Studi de Roma Tre. En este interesante ensayo final, Camilleri reflexiona sobre la historia de la novela policiaca italiana y la razón por la que, en Italia, se conozca por «Giallo» la novela negra: era «amarillo» el color de las portadas de los libros de este género que comenzaron a publicarse a partir de 1929. Curiosamente, en España, la editorial Molino editaba distintas colecciones de novelas populares con portadas de diversos colores pero en su Biblioteca Oro primaba el amarillo. En ella se editaron en los años 40 las más famosas novelas policiacas.
En Francia, la editorial Gallimard debió tomar la idea de Mondadori para su colección de novela de policías y ladrones, pero utilizando el negro para las portadas de su «Série noir», donde, desde 1945, se publicaron los autores del «hardboiled» norteamericano. La idea de titularla «serie negra» fue del poeta Jacques Prévert. Con el tiempo, el género más duro pasó a denominarse «novela negra» y por extensión el resto. Hoy todo es «noir».
En «Km 123», Andrea Camilleri ha construido un relato breve, condensado en una serie de elementos narrativos: msm, recortes de Prensa, informes policiales, misivas y llamadas telefónicas. Un texto despojado de un narrador y reducido a diálogos sin acotaciones, al modo teatral. El conjunto es un relato singular, ese mínimo estructural que obliga al lector a completar la intriga, que comienza como un vodevil matrimonial, sigue con una intriga enloquecida de amantes posesivas y maridos venales y termina con la ingeniosa intervención de un policía que recuerda al ayudante de Montalbano y enfrentado a un jefe con menos luces que el del detective de Vigatá.
Desafío al lector
El texto de Camilleri tiene el despojamiento, la escueta sobriedad de un relato policíaco en el que se ha primado lo esencial, como si el autor se desafiara a sí mismo. Renunciar al narrador es arriesgado cuando no se poseen las virtudes de un escritor con una carrera tan dilatada como la de Camilleri. Además, es un juego literario que el autor plantea al lector. Lo que ha suprimido Camilleri es la parte descriptiva, siguiendo la máxima de Elmore Leonard: «Elimina las partes que el lector tiende a saltarse». La trama es ingeniosa y el experimento textual, todo un hallazgo expresivo: se lee sabiendo que lo que falta nada añade a este enredo de asesinatos, venganzas e investigación criminal realmente intrigante. Punto final a la aventura literaria de este reflexivo escritor y gran novelista.
Lluis Fernández
[…]
 
 

Time Out, 23.1.2020
BCNegra 2020: Via Júlia. Homenaje a Andrea Camilleri
Qué hacer. Conservatori del Liceu, El Raval miércoles 5 febrero 2020

El Auditorio del Conservatorio del Liceu es el lugar elegido para esta interesante mesa redonda homenaje al guionista, director teatral y televisivo, y novelista italiano Andrea Camilleri con tres autores italianos: Maurizio de Giovanni, que se ha hecho conocido gracias al comisario Ricciardi, pero también el tenebroso personaje del inspector siciliano Giuseppe Lojacono, Carlo F. de Filippis, por su parte, ha imaginado otro siciliano, este trasplantado a Turín, de nombre Salvatore Vivacqua, Totò. Y Sandrone Dazieri tiene como protagonista una subcomisaria, Colomba Caselli, con un ayudante tan listo como paranoico que se llama Dante Torre. Tras la mesa, los autores, a los que se añadirá el también escritor Antonio Manzini y el traductor de Camilleri al catalán, Pau Vidal, leerán textos en italiano y catalán del autor, que murió en julio pasado a los 93 años.
 
 

OlesaAteneu, 25.1.2020
Jornada Montalbano Homenatge Camilleri
Cliccare qui per il programma completo

DISSABTE 25 DE GENER DE 2020
Tot el dia
AL CASAL
(Carrer del Metge Carreras, 69)

Passi de la sèrie Montalbano (RAI)
Dinar sicilià
Sobretaula amb Pau Vidal i Andreu Mayayo
Exposició i venda de llibres

MENÚ
-Entrants sicilians:
olives sicilianes
formatge: tuma persa
amanida de taronja i fonoll
seitons a la menta
caponata amb carxofa
-Pasta 'ncasciata
-Cannolo siciliano
 
 

Eroica Fenice, 27.1.2020
Conversazione su Tiresia, le prove estreme di Andrea Camilleri

Tiresia, l’indovino della mitologia greca al centro di una secolare narrazione letteraria, figlio di Evereo e della ninfa Cariclo, reso cieco dagli déi, è interprete del monologo teatrale di Andrea Camilleri Conversazione su Tiresia, edito da Sellerio nel 2019 e portato in scena dal suo autore il 18 giugno 2018 al teatro greco di Siracusa. Camilleri purtroppo non fece a tempo a presentare al pubblico la sua ultima impresa, Autodifesa di Caino, uscita postuma per la stessa casa editrice a pochi mesi dalla morte del grande narratore agrigentino.
“Diventato cieco mi è venuta una curiosità immensa di intuire cosa sia l’eternità, quell’eternità che sento ormai così vicina a me.”: Camilleri e la cecità come opportunità in Conversazione su Tiresia
Interpretazione è calarsi completamente nel personaggio, pensare, vivere ed agire come lui, ripercorrerne la storia: è l’abilissima operazione compiuta da Andrea Camilleri in Conversazione su Tiresia, monologo teatrale coinvolgente e sentito, in grado di portare la persona dentro il personaggio e di fare cogliere al lettore-spettatore almeno una minima parte della profondità del sentire di Camilleri, che, nonostante gli occhi offuscati dalla cecità, non ha mai perso la capacità di guardare lontano, cogliere le sfumature, i dettagli troppo spesso impercettibili agli occhi di chi guarda soltanto per mezzo di essi, passivamente, ma non attraverso lo spirito.
Tiresia e Andrea, Andrea e Tiresia: la persona ed il personaggio ricongiunti in un solo corpo sul palco del teatro greco di Siracusa, al punto tale che risulta difficile distinguerli. Da un lato Tiresia, l’indovino greco tramutato in donna dagli déi perché colpì una serpe con un sasso, e vide spalancarsi per sé le porte dello sterminato universo femminile, dall’altro il grande e saggio narratore, che racchiude in sé gli infiniti mondi e le infinite vite delle sue storie. Entrambi ciechi, entrambi non hanno perso la possibilità di vedere, anzi, dalla cecità hanno acquistato la possibilità di vedere oltre, vedere davvero.
Tornato uomo, Tiresia perse la vista, secondo la più accreditata leggenda, per opera di Era, moglie di Zeus, che gliela sottrasse quando l’uomo, interrogato da Zeus e dalla sua regina sulla natura del piacere femminile, ne svelò i segreti.
Per compensare la perdita della vista, Zeus donò a Tiresia il dono della preveggenza attraverso sette esistenze, dono da lui vissuto come una condanna, perché patisce le sofferenze dell’umanità (afferma con dolore di non essere riuscito a prevedere l’Olocausto, “un orrore anche dell’immaginazione allenata da tante vite ed aperta ad ogni rischio“) e gode dei pochissimi momenti lieti, vivendo attraverso epoche diverse e accumulando una straordinaria esperienza di vita.
Come l’intellettuale in società, vate e profeta che osserva per poter comunicare, Tiresia acquista il grande e doloroso compito di indicare la via, in virtù della sua capacità di vedere cose precluse allo sguardo degli uomini, non attraverso gli occhi ma l’anima.
Muovendo dal monte Olimpo, in Conversazione su Tiresia Camilleri ripercorre la figura del personaggio attraverso le fila della tradizione letteraria mondiale, soffermandosi in particolar modo su quella italiana, da Dante a Primo Levi: un grande excursus letterario, che è omaggio alla storia letteraria italiana e ad un personaggio che è simbolo dell’intellettuale moderno, e che col grande narratore siciliano condivide il dono della parola e del disvelamento dei misteri della realtà di fronte ai suoi occhi ciechi ma fin troppo acuti.
Giorgia D'Alessandro
 
 

Leggere:tutti, 27.1.2020
Cinquant’anni di Sellerio: da Sciascia a Camilleri
In occasione dell’inaugurazione della XIII edizione del Master in “Professioni e prodotti dell’Editoria” del Collegio Universitario S. Caterina-Università di Pavia, lectio magistralis di ANTONIO SELLERIO, a colloquio con Roberto Cicala, con interventi di Alessandro Grazioli (ufficio stampa) e Giorgio Fontana (scrittore).

Mercoledì 29 gennaio 2020 alle ore 17.30, presso il Collegio Universitario S. Caterina da Siena (via San Martino 17/B, Pavia), Antonio Sellerio racconta i cinquant’anni della storica casa editrice fondata nel 1959 da Enzo ed Elvira Sellerio, sotto il nome di Edizioni Esse, e guidata oggi dai figli Antonio e Olivia.
Un viaggio attraverso le celeberrime copertine blu, a partire da Leonardo Sciascia, lo scrittore che con il suo Affaire Moro nel 1978 vendette più di centomila copie e lanciò la Sellerio sul mercato nazionale, fino ad Andrea Camilleri, che esordì nel 1984 con La strage dimenticata, diventando poi un fenomeno editoriale da cinque milioni di copie.
Nel 1979 nasce, sotto la consulenza di Sciascia, la collana La Memoria, con i libri blu che nel tempo finiranno per caratterizzare l’intera casa editrice, e che resta ancora oggi la collana di punta, con oltre venti novità l’anno. Libri stampati in formato tascabile con le sovraccoperte blu e l’illustrazione scelta da opere d’arte e inscritta in una cornicetta dello stesso colore dei titoli: uscirono così grandi scrittori come Gesualdo Bufalino e Vincenzo Consolo, Antonio Tabucchi e Luisa Adorno.
Oggi, a cinquant’anni dalla fondazione, la casa editrice pubblica tra i 50 e i 60 nuovi titoli all’anno e nel 2018 è stata prima in classifica per moltissime settimane con Andrea Camilleri, Alicia Giménez-Bartlet e Antonio Manzini.
Vanta inoltre a catalogo autori del calibro di Margaret Doody, Marco Malvaldi, Alessandro Robecchi, Antonio Manzini, Maurizio De Giovanni, i palermitani Gian Mauro Costa e Gaetano Savatteri.
Durante la serata inaugurale interverranno Alessandro Grazioli – responsabile ufficio stampa Sellerio – e lo scrittore Giorgio Fontana, il cui nuovo romanzo Prima di noi uscirà nelle librerie il 30 gennaio. Fontana ha già pubblicato con Sellerio Per legge superiore (2011), Morte di un uomo felice (Premio Campiello 2014), Un solo paradiso (2016). È sceneggiatore per Topolino, collabora con diverse testate e insegna scrittura.
IL MASTER
Il Master in “Professioni e prodotti dell’editoria”, a livello nazionale uno dei principali percorsi formativi in ambito editoriale, è un corso professionalizzante finalizzato a fornire nozioni tecniche e fondamenti teorici adeguati per affrontare con competenza i diversi mestieri legati al mondo della moderna editoria.
Un laboratorio per le professioni dell’editoria, con una lunga esperienza e uno staff docenti di primo piano. Uno dei valori aggiunti è la realizzazione di un volume poi messo in distribuzione libraria e presentato ai maggiori festival italiani.
Nel corso della serata inaugurale, gli allievi della dodicesima edizione – in dialogo con Roberto Cicala di Interlinea e docente del Master – parleranno del loro volume, Visto si premi. I retroscena dei premi letterari (Edizioni Santa Caterina, 2019), con prefazione di Annarita Briganti.
Per maggiori informazioni:
dott.ssa Giulia Antoniotti – Segreteria Organizzativa
tel. +39 0382.375099
e-mail: mastereditoria@unipv.it
www.mastereditoria.it
“Master Editoria Collegio Universitario S. Caterina Pavia” https://www.facebook.com/master.editoria/
 
 

Balarm, 28.1.2020
Andrea Camilleri racconta "La strada degli scrittori": a Terrasini la video-intervista di Felice Cavallaro

Andrea Camilleri racconta "La strada degli scrittori": viene proiettata sabato 1 febbraio alle 17.30 a palazzo D'Aumane a Terrasini la video-intervista di Felice Cavallaro allo scrittore.
I saluti sono del direttore del museo D’Aumale Domenico Targia e del sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci. L'introduzione è affidata all'assessore alla Cultura di Terrasini Arianna Fiorenza e a Ino Cardinale, presidente dell'associazione culturale "Così, per... passione!".
Conduce Felice Cavallaro, giornalista e scrittore nonché ideatore e direttore della "Strada Degli Scrittori".
Palazzo D'Aumale
Lungomare Peppino Impastato - 90049 Terrasini (Pa)
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 29.1.2020
L’opera dei pupi? È la mamma delle serie tv

[...]
In fondo, non è poi così strano osservare che le storie del commissario Montalbano sono una riattualizzazione del teatro siciliano delle marionette.
[...]
Gianfranco Marrone
 
 

RagusaNews, 30.1.2020
Si gira a Ragusa lo spot di lancio delle nuove puntate di Montalbano
Curiosità per le puntate la cui regia è stata affidata a Luca Zingaretti

Ragusa - Ciak si gira. Riprese stamani a Ragusa Ibla dello spot di lancio delle nuove puntate del Commissario Montalbano, le prime a regia dell'attore Luca Zingaretti, dopo la scomparsa del regista storico, Alberto Sironi.
Il protagonista dello spot è anche quest'anno Agatino Catarella, al secolo l'attore ragusano Angelo Russo. Il 9 marzo è fissato l'esordio per il primo dei nuovi episodi. Le puntate sono tre. La seconda andrà in onda il 16 marzo, la terza il 23. Subito dopo Rai Uno ha programmato le repliche degli episodi degli anni scorsi. L’asticella dell’Auditel, del resto, mai non scende sotto il 20% di share registrando un gradimento fuori dal comune.
 
 

Nexo Digital, 31.1.2020
Il Commissario Montalbano | Salvo Amato, Livia mia
24 - 26 Febbraio



Nato dalla penna di Andrea Camilleri, è il personaggio che ha saputo conquistare milioni di lettori in tutto il mondo e oltre un miliardo di spettatori grazie alla Collection evento RAI
IL COMMISSARIO MONTALBANO
PER LA PRIMA VOLTA AL CINEMA!
In anteprima nelle sale italiane
SOLO IL 24-25-26 FEBBRAIO 2020
e prossimamente in onda su Rai1
“SALVO AMATO, LIVIA MIA”
il nuovo episodio della serie più seguita d’Italia
Una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction
Interpretato da LUCA ZINGARETTI
che per la prima volta firma la regia con ALBERTO SIRONI

Il commissario Montalbano è uno di famiglia: molti di noi ormai si sentono a casa tra le pareti del commissariato di Vigata, come tra i muretti a secco, sulla terra arsa e gli ulivi, nelle tonnare abbandonate, nei ristoranti sul mare e sulle terrazze con vista sul tramonto.
Dopo aver raccolto oltre un miliardo e duecento milioni gli spettatori in vent’anni su Rai1, in attesa del grande evento televisivo della primavera 2020, il commissario nato dalla penna di Andrea Camilleri – che con le sue opere ha venduto oltre 20 milioni di copie nel mondo – e interpretato da Luca Zingaretti arriva per la prima volta al cinema per un evento straordinario in anteprima assoluta.
Il nuovo attesissimo episodio della collection evento si intitola “SALVO AMATO, LIVIA MIA” ed è diretto da Alberto Sironi e Luca Zingaretti. Interpretato da Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Sonia Bergamasco, “SALVO AMATO, LIVIA MIA” arriverà al cinema solo il 24, 25, 26 febbraio in un evento speciale e prossimamente sarà in onda su Rai1.
In questo nuovo episodio, il brutale omicidio di Agata Cosentino, il cui cadavere viene ritrovato in un corridoio dell’archivio comunale, non può lasciare indifferente Montalbano. Perché la vittima era una cara amica di Livia, una ragazza timida e riservata, che concedeva la sua amicizia e il suo amore a poche persone. E su quelle si concentra l’indagine di Montalbano, perché gli è presto chiaro che a uccidere Agata è stato qualcuno che le era molto vicino. Si tratta forse una violenza sessuale degenerata in omicidio, ma da subito questa ipotesi non convince Montalbano, che inizia la sua indagine partendo proprio dalle conoscenze della vittima.
“SALVO AMATO, LIVIA MIA”, una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction, sarà distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it.
 
 

ActuaLitté, 31.1.2020
Italie : Le Commissaire Montalbano fait un saut sur le grand écran
Personnage majeur de l’œuvre du romancier italien Andrea Camilleri, le commissaire Montalbano a fait son entrée sur le petit écran en Italie il y a maintenant vingt ans, sous la direction de l’écrivain lui-même. Pour inaugurer le lancement du tout nouvel épisode de la série télévisée, une projection dans les salles de cinéma italiennes est prévue les 24, 25 et 26 février prochains.

Dans la droite ligne de l’œuvre du romancier Andrea Camilleri, lequel a lui-même participé à l’écriture du scénario, la série télévisée concentre son intrigue autour de la figure emblématique du commissaire sicilien Salvo Montalbano.
Le personnage est apparu pour la première fois dans La Forme de l’eau, publié en Italie en 1994 sous le titre original La forma dell’acqua aux éditions Sellerio. L'ouvrage sera édité en France en 1998 par Fleuve Noir, dans une traduction de Serge Quadruppani.
Le tout dernier tome de la série policière, La piramide di fango, a été publiée en Italie 2014. Sa traduction en français, La Pyramide de boue, toujours prise en charge par Serge Quadruppani, est parue chez Fleuve noir en 2019.
Dans la série télévisée intitulée Il Commissario Montalbano et réalisée par Alberto Siron, c'est l’acteur Luca Zingaretti qui incarne le personnage éponyme. Elle a été diffusée pour la première fois en 1999 en Italie sur la chaine RAi 1.
En France, la série est arrivée sur les écrans en 2000 sur la chaine France 2, avant de basculer sur France 3 à partir des étés 2011 et 2012.
Clara Vincent
 
 

Comune di Paternò, 31.1.2020
Il 7 febbraio "Sintonie Simetine" a Paternò
Comunicato stampa

E' ai nastri di partenza la nuova manifestazione culturale "Sintonie Simetine": dialoghi ai piedi dell'Etna, che avrà come protagonisti autorevoli intellettuali e figure di prestigio di livello regionale e nazionale. E proietterà ulteriormente il territorio verso il mondo esterno.
La manifestazione è ideata e coordinata dal giornalista e scrittore Salvo Fallica, il cui curriculum di prestigio e le cui iniziative culturali di alto profilo sono note all'opinione pubblica. Il primo evento della manifestazione sarà venerdì 7 febbraio, al Piccolo Teatro, alle ore 18:00, ed avrà come protagonista uno dei più grandi studiosi viventi di letteratura italiana, il professore Salvatore Silvano Nigro, che ha insegnato alla Normale di Pisa, alla Scuola Superiore di Parigi, a Yale, solo per citare alcuni dei più prestigiosi atenei del mondo dove ha tenuto e tiene corsi e seminari”. Così il Sindaco di Paternò ed Assessore alla Cultura, Dott. Antonino Naso, inizia a presentare il primo evento della nuova manifestazione.
E specifica: “Il titolo del primo dibattito sarà 'Letteratura: il romanzo e la storia. Da Alessandro Manzoni ad Andrea Camilleri'. Un dialogo che spazierà nella storia della letteratura da Manzoni a Leonardo Sciascia (e la sua rilettura originale dei Promessi Sposi tramite la Storia della Colonna Infame), ai romanzi storici e di Camilleri. Durante l'evento vi saranno dei ricordi, degli omaggi alla memoria di Elvira Sellerio ed Andrea Camilleri”.
Il dialogo con il professor Nigro (storico della letteratura, filologo, prestigiosa firma culturale del Sole 24), al Piccolo Teatro di Paternò, sarà condotto da Salvo Fallica. Il Sindaco ed Assessore alla Cultura Naso aggiunge: “Salvo Fallica condurrà in seguito anche dialoghi con altri prestigiosi protagonisti regionali e nazionali del dibattito pubblico: intellettuali, giornalisti, personaggi del mondo della cultura, delle istituzioni, della dimensione religiosa, dell'accademia, del mondo sociale e dell'economia. L'economia è anche cultura, e sul modello realizzato dal vescovo di Acireale e vicepresidente della Cei Antonino Raspanti, vogliamo fare incontrare i grandi manager con i giovani per aiutarli nella loro formazione. E si intendono realizzare anche incontri con gli intellettuali nelle scuole”.
Il sindaco Naso afferma: “Salvo Fallica, professionista di valore ed al di sopra delle parti, da Esperto culturale del Comune di Paternò oltre a svolgere una costante consulenza nei vari ambiti culturali, sta lavorando dunque a questa nuova manifestazione che proietterà ulteriormente e positivamente la città a livello regionale e nazionale. Ritengo fondamentale la cultura come energia positiva per far crescere una città ed il suo vasto territorio”.
Il Sindaco Naso sostiene: “La cultura non ha colori politici, è apertura al mondo. Ed ha un alto valore sociale e comunitario”.
Al dibattito con l'illustre studioso Silvano Nigro, vi saranno i saluti istituzionali del Sindaco Naso e del presidente del Consiglio comunale Filippo Sambataro.
Il Sindaco ed Assessore alla Cultura Naso chiosa: “Lo sviluppo di Paternò non è concepibile al di fuori della sua identità simetina, Paternò è nel cuore della Valle del Simeto e in connessione con l'Etna. Oltre questa prestigiosa manifestazione verrà dato spazio, in maniera sinergica ed armonica, ad iniziative delle associazioni culturali con una pluralità di eventi, dibattiti, mostre. E verrà dato spazio ad autorevoli artisti ed intellettuali affermati ma anche ai giovani talenti del territorio. Infine ma non ultimo, lasciatemi ringraziare il maestro Barbaro Messina, artista ed artigiano noto a livello internazionale, che ha concesso l'immagine di una sua opera come sfondo della locandina del manifesto di "Sintonie Simetine". E lo ha fatto con impegno civico e con amore per Paternò, che da sempre contraddistingue anche il maestro inventore della tecnica della pietra lavica ceramizzata”.
Andrea Di Bella
Portavoce del sindaco di Paternò

 
 

 


 
Last modified Tuesday, September, 29, 2020