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RASSEGNA STAMPA

OTTOBRE 2020

 
Sellerio Editore, 1.10.2020
Ragusa - Festival A tutto volume - L'alba di Montalbano

Venerdì 9 ottobre alle 21.00 nella Piazza Poste il festival rende omaggio ad Andrea Camilleri ospitando il reading L'alba di Montalbano, piccola maratona di lettura, ideata e promossa dalla nostra casa editrice e dedicata all'autore in occasione dell'uscita dell'ultimo romanzo del commissario di Vigàta. Incipit e frammenti dai romanzi di Camilleri rivivranno nelle voci di Gigi Borruso, Filippo Luna e Salvo Piparo, col commento musicale di Pietro Leveratto al contrabbasso e Tobia Vaccaro alla chitarra e al violino.
In questa edizione speciale concepita su misura del festival, gli spettatori potranno calarsi nei sogni di Montalbano, partecipare ai suoi risvegli, salutare i personaggi che lo accompagnano già dalle prime pagine, e percepire il crescendo e l’invenzione di una nuova lingua fino ad accogliere Riccardino, che conclude la grande epopea di Montalbano.
 
 

Neue Zürcher Zeitung, 1.10.2020
Ein Kriminalkommissar löst sich auf: Andrea Camilleris letztes Montalbano-Buch ist da – und überrascht auf allen Ebenen
Seit Jahrzehnten gehören Andrea Camilleris Kriminalromane zum Inventar der italienischen Gegenwartsliteratur. Obwohl der Sizilianer sich nie als Krimiautor verstand.
Ein Gestrüpp von Verstellung, Lüge und Andeutungen: Andrea Camilleris Romane zeigen Sizilien von der düsteren Seite.

Pünktlich zum ersten Todestag von Andrea Camilleri (1925–2019) ist im Juli dessen langerwarteter letzter Kriminalroman erschienen. Ab 2005 lag der finale Fall des berühmten Polizeikommissars Salvo Montalbano in den Schubladen des Herausgebers Sellerio. Seit damals sind zwar noch achtzehn weitere Montalbano-Romane erschienen, doch wurden darin die brennenden Fragen des lesenden Publikums nicht gelöst. Wird der alternde Montalbano endlich sein einzelgängerisches Dasein aufgeben und seine Freundin Livia heiraten? Mündet seine zunehmende Amtsmüdigkeit in eine reguläre Pension, oder findet der Kommissar sein Ende in einem berufskonformen Schusswechsel? [...]
Christoph Lüthy
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 1.10.2020
Matteo Collura. Guida alla mia sicilia il racconto di una vita

In un bacio ci si abbandona e si chiudono gli occhi, tutto quello che c'è intorno scompare per lasciare fuori la ragione e dare spazio soltanto al sentimento. È proprio per evitare questo indulgente abbandono dei sensi e non perdere la circospezione dello sguardo laterale che Matteo Collura, scrittore e giornalista, ha voluto intitolare il suo ultimo libro "Baci a occhi aperti. La Sicilia nei racconti di una vita" edito da Tea.
[…]
Cedendo a quali atteggiamenti si danno baci a occhi chiusi alla Sicilia?
«Quando la si descrive e mostra come una realtà simpatica, compiacendosi dei suoi aspetti "canaglieschi". Quell'immagine che viene fuori dai libri di Camilleri. A scuola un tempo c'era il libro delle letture, fatto di racconti, e il sussidiario che spiegava cos'è che tiene insieme quei racconti. Credo che il mio libro sia un incrocio tra sussidiario e libro delle letture. Spero di avere fatto un libro utile a comprendere la Sicilia».
[…]
Eleonora Lombardo
 
 

Umbria 24, 3.10.2020
A Spoleto torna il Festival Free wor(l)d per la libertà di espressione
Seconda edizione dal 15 al 18 ottobre interamente dedicata alla disinformazione

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Omaggio a Camilleri L’ultimo giorno della manifestazione si apre alla Sala Pegasus con un omaggio ad Andrea Camilleri a un anno dalla sua scomparsa curato dal regista e drammaturgo Lorenzo Salveti: verranno letti brani scelti a cura di Andrea Giuliano, Diletta Masetti e Giorgia Fagotto Fiorentini con un contributo video di don Luigi Ciotti.
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La Repubblica (ed. di Torino), 3.10.2020
Mario Brusa “Camilleri? Era noioso, nessuno voleva andare a cena con lui”

A dieci anni aveva già un contratto in Rai, nella compagnia di prosa. Era il 1956. Un bambino prodigio. La vita di Mario Brusa ha avuto un inizio strabiliante, in quella Rai tra gli anni Cinquanta e Sessanta che è stata un’irripetibile officina di talenti. Attore, doppiatore e ora anche formatore di teatro nella scuola che lui ha fondato e dedicato a uno dei suoi grandi maestri: Sergio Tofano.
[...]
Un bambino prodigio! E come era allora il mondo della Rai?
«Ah, bellissimo. Ho visto nascere la televisione. Ma era la radio la vera protagonista. I nostri registi radiofonici erano unici. Per farle capire: non avendo gli effetti speciali dovevano usare l’immaginazione. Si inventavano il rumore della carrozza, il suono del vento, i passi… Ecco che mondo era allora: con un microfono, costruivamo le scene alla radio».
E tra magici registi chi c’era?
«Tanti. Spesso veniva da Roma Andrea Camilleri che allora era già un dipendente Rai. Ma da lui tutti fuggivano…».
E perché?
«Era noiosissimo. Aveva questo modo di parlare che per noi della compagnia di prosa (tutti sabaudi) era incomprensibile E, a volte, insopportabile. Stava a Torino un mese, non conosceva nessuno e aveva le serate vuote. Voleva andare a cena fuori e quando chiedeva chi volesse uscire con lui… c’era il fuggi fuggi generale». (Sorride).
[...]
Francesca Bolino
 
 

Massimiliano Città, 4.10.2020
Riccardino
– Andrea Camilleri – Sellerio – pp. 292 – € 15.

Ultimo non ultimo capitolo della saga del commissario di Vigata. Fin dall’inizio del suo cammino letterario Camilleri ha percorso la strada dei grandi romanzieri che come lui hanno disegnato un mondo parallelo. Faulkner con l’impronunciabile contea di Yoknapatawpha e Garcia Marquez con la sua Macondo su tutti. Luoghi inventati, luoghi della memoria ricostruiti come in un set cinematografico. Scomposti fisicamente e ricomposti a piacere, come un bimbo che si ritrova a modellare materiali plastici e li riordina a proprio piacimento sulla superficie. Dal banchetto di scuola alla pagina scritta. Ne prende gli scorci, Camilleri, atti a comporre un personalissimo puzzle della realtà. Così distante, altrettanto vicina. In quest’ultimo capitolo – che, come detto, ultimo non è – sviluppa un meta-romanzo interessantissimo in cui più che l’indagine (da qualche episodio, ahimè, sempre più simile a se stessa) protagonista è il modo in cui la storia viene narrata. Più di altre volte, oltre l’originale e personalissimo stile di scrittura forgiato negli anni (e in quest’occasione rivisto a più riprese), è il rapporto tra autore e personaggio a venire fuori in una prospettiva convincente. Malinconico è il rapporto con quel mondo che Camilleri ha generato nella sua fantasia e che il vorace mondo televisivo ha strappato al suo immaginario ponendone parallelamente un altro. L’intimo continuo e imprescindibile legame tra l’autore e l’oggetto della sua opera, che lentamente, sul finire dei suoi passi terreni (immaginati all’atto della scrittura, come indicato all’editore quale testamento letterario) svanisce, parola dopo parola. Per riaffermarsi nella memoria. Chapeau a Nenè.
 
 

Río Negro, 4.10.2020
Andrea Camilleri: los animales y yo en doce cuentos
El autor de la saga de novela negra del comisario Montalbano sorprende con “La liebre que se burló de nosotros”, una obra atípica en él que lo traslada a sus propias infancia y adolescencia.

Andrea Camilleri (1925-2019), uno de los escritores más famosos de Italia que trascendió a nivel mundial por su saga de novela negra protagonizada por el comisario Montalbano, aparece en "La liebre que se burló de nosotros" con una obra atípica y deliciosa que lo traslada a su infancia y adolescencia en la que cultivó el amor por los animales, protagonistas de estos doce cuentos cargados de ternura e inteligencia.
El amor por los animales surgió de la convivencia en la Toscana y en Sicilia, de la mano de su abuela materna Elvira que le enseñó a observar la naturaleza "con una mirada atenta y fascinada, donde la magia tenía un papel principal", según cuenta el autor en una de las últimas entrevistas concedidas antes de morir.
"Mi abuela tendía a "humanizar" a todos los animales que encontrábamos y, por tanto, era capaz de entablar conversación, por ejemplo, con un grillo que yo observaba fascinado. Mi abuela hablaba con el grillo, le daba un nombre, escuchaba sus respuestas y, créeme, conseguía entenderlo y hacerse entender", manifestó.
Esta descripción que el autor hace del vínculo de su abuela con los animales es la que aparece en sus cuentos, publicados por Duomo Ediciones, y que no transitan el terreno de la fábula. En los relatos hay una persona que generalmente es el propio autor que interpreta la conducta de los animales que pueblan su cotidianeidad, y aparecen enamorándose, asustándose o recurriendo a alguna treta para no ser atrapados.
Tampoco faltan situaciones donde son rescatados de la crueldad, como ocurre con Barón, un pequeño gato que el autor rescató de la calle cuando un grupo de niños jugaba con él como si fuera una pelota de fútbol. Sin demasiadas esperanzas de que sobreviviera lo vendó como una momia, y pudo vivir casi veinte años y hasta se enamoró de una de las tres hijas que tuvo el escritor.
En otro de los cuentos, Camilleri evoca a un jilguero que ingresó a su casa, se acurrucó entre sus pies, y aceptó mansamente volver a vivir en una jaula, sobre la que para sorpresa de todos, un día se posó un pequeño papagayo con el don de imitar la voz del autor.
El humor también se hace presente en la obra, cuando relata la historia de un curioso perro en apariencia muy salvaje, que tuvo en vilo a toda la familia, o en el cuento de los cerdos que se emborracharon en una fiesta de vendimia en la viña de su abuelo.
En otros relatos, el escritor da lugar a una mordaz crítica social y política como en "Los pavos no dan las gracias" donde afirma que estos animales, que son alimento para los estadounidenses en el Día de Acción de Gracias, "tienen dignidad porque mueren pero no dan las gracias" mientras muchos jefes de Estado "sentados a la mesa del poderoso aliado norteamericano como invitados de honor, terminan igual que los pavos. Y ellos encima dan las gracias".
El cuento que da título al libro reconstruye una jornada de caza en la que acompaña a su padre y a un grupo de amigos, en búsqueda de alondras. De repente una liebre aparece entre unas matas de sorgo y su padre le dispara pero no la alcanza, ejecuta un segundo disparo de escopeta y, seguro de haber dado en el blanco, envía al joven Camilleri a buscar la presa que al caer hizo una voltereta, lo que indica para todo buen cazador que la liebre ha muerto. Pero cuando llega al lugar la astuta liebre ha desaparecido.
En otro de los relatos, el autor revela que en una oportunidad y luego de haber matado un conejo, se promete no volver a matar, pero continúa acompañando a su padre para disfrutar de estar al acecho sobre las matas de pasto y ver salir el sol. Solo disparará contra botellas vacías o latas oxidadas sobre las que practica su buena puntería.
Agudo observador de la realidad, Camilleri escribió estos cuentos, preocupado por el universo que estaba gestando la humanidad: "Si realmente un día logramos saber qué opinión tienen de nosotros los animales, estoy seguro de que no nos quedará más remedio que desaparecer de la faz del planeta, cubiertos de vergüenza", expresó el autor en el libro, dedicado a sus bisnietas Matilda y Andrea.
El escritor dice en el libro estar sorprendido de que los niños hayan perdido el contacto con la naturaleza, a tal punto que muchos desconocen cómo son los animales de granja o los peces, ya que sólo los vieron en las góndolas de los supermercados para alimento humano, lo que para el autor era una verdadera tragedia.
Con prólogo del español Fernando Aramburu (autor de "Patria") y bellísimas ilustraciones de Paolo Canevari, con cuyo padre Camilleri tuvo una larga amistad, estos cuentos son una especie de memoria escrita de su relación "con estos animales tan queridos" y que el escritor consideraba fundamental integrarlos "no solo a la niñez o a la adolescencia, sino también a la vejez", según manifestó.
El autor, que vendió más de 35 millones de libros a nivel mundial, se dedicó más de 40 años al guion y dirección teatral y televisiva, debutó tardíamente como novelista con "El curso de las cosas" pero no alcanzó notoriedad en su país hasta la publicación de la serie de novelas de género policial centrados en su personaje Salvo Montalbano. Con el primer libro de la serie llamado "La forma del agua" (1994) su obra trascendió gracias a su adaptación televisiva.
 
 

Giro d'Italia, 4.10.2020
Montalbano, Maigret e Gianni Mura

[...]
Tappa che sarebbe piaciuta a Gianni Mura, che al centro preferiva sempre la periferia, come preferiva i Pirenei alle Alpi, i Troiani agli Achei.
Come tifava sempre per i fuggitivi, per chi è dalla parte sbagliata delle probabilità.
Questa è anche la terra di Andrea Camilleri e del suo Montalbano, che a Mura piaceva tanto, come gli piaceva Maigret, che in un articolo si prese la libertà di far parlare, con buona pace di Simenon.
In quel dialogo immaginario gli fece dire:
“Una volta gli correvo dietro, oggi tengo per i fuggitivi, quelli che scappano, gli evasi del gruppo.”
[..]
 
 

Rai Sport, 4.10.2020
Processo alla Tappa - 2ª tappa
Alcamo - Agrigento
La puntata è iniziata con un ricordo di Andrea Camilleri, nel giorno in cui il Giro d'Italia è passato da Porto Empedocle
Alessandra De Stefano
 
 

Avanti!, 4.10.2020
Giro d’Italia, vince Diego Ulissi con un colpo da maestro

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Quando finalmente i fuggitivi vedevano il mare il loro vantaggio superava i cinque minuti ed allora via a tutta birra verso Agrigento, sfiorando anche la Provincia di Montelusa ed il paese di Vigata, l’immaginaria località creata dalla fantasia di Andrea Camilleri, comparsa per la prima volta nel 1980 in “Un filo di fumo” e da allora luogo in cui si svolgono le storie dell’antieroe Salvo Montalbano, Commissario di Polizia in Vigata.
Probabilmente per il Commissario Montalbano il passaggio del Giro d’Italia è stata “una rottura di cabasisi” che l’ha costretto ad interrompere momentaneamente le indagini sull’ultima “ammazzatina”. Piace immaginare che oggi a svolgere il servizio d’ordine ci fosse anche il maldestro Agente Agatino Catarella, mandato in missione, paletta alla mano, “di persona, personalmente”.
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Marco Burchi
 
 

Touring Club Italiano, 5.10.2020
Il resoconto del nostro inviato, da seguire giorno per giorno
Il Giro del Touring 2020, tappa 2. Ad Agrigento, il "settimo cielo" di Ulissi e la bici del giovane Camilleri
Per tutto ottobre 2020, il sito del Touring Club Italiano - in collaborazione con Hertz - segue il Giro d'Italia edizione numero 103 (Monreale, 3 ottobre - Milano, 25 ottobre). A raccontarci le tante storie del Giro d'Italia 2020 è Gino Cervi, scrittore e giornalista, nonché cultore di storia del ciclismo, curatore di guide turistiche Tci e autore di volumi di storia dello sport (tra cui il recente "Il Giro dei Giri"). Seguiteci lungo le strade del nostro Bel Paese!

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IL RACCONTO DI CAMILLERI
Sabato a Palermo abbiamo rivissuto, nelle parole di Davide Enia, i bombardamenti del maggio 1943. Ieri ad Agrigento, anzi a Porto Empedocle, idealmente ha corso al fianco dei ciclisti in gara, Andrea, un ragazzo di di non ancora 18 anni nell’estate del 1943. Nel luglio di quell’anno gli Alleati dalle coste del Nordafrica approdavano in Sicilia per dare inizio alla campagna di liberazione della penisola dal regime fascista e dall’esercito tedesco. Quando i primi bombardamenti aerei colpirono le città della costa sud dell’isola, furono molti a fuggire verso l’interno. In una di queste famiglie, sfollata a Serradifalco, nell’entroterra verso Caltanissetta, da settimane non si avevano più notizie del padre, rimasto a Porto Empedocle. Un giorno, il figlio decise che avrebbe preso a prestito una bicicletta e, accompagnato da un coetaneo anche lui ciclista, avrebbe provato con quella ad andare incontro al padre. Il viaggio fu un’Odissea: a stento riuscivano a farsi largo nella fitta schiera dell’esercito alleato che procedeva in direzione opposta alla loro, dal mare all’interno. Ma a differenza dell’amico, continuamente rallentato da forature e altri incidenti meccanici, Andrea pedalava su un mezzo praticamente perfetto, quella bicicletta pareva miracolosa e sopravviveva indenne allo scenario infernale di distruzione cui andava incontro. Andrea, per il gran caldo, intanto, poco per volta si era spogliato di quasi tutti gli indumenti e quasi nudo pedalava alla volta di Agrigento.
Le cose andarono così: «Lo facevo per il caldo, certo, ma sentivo di farlo anche per un'altra ragione che sul momento mi sfuggiva. Era dentro di me, quella ragione, e non riuscivo a tirarla fuori. E sentivo che, più che l'ansia per la sorte di mio padre, era quell'oscuro motivo che mi dava la forza di continuare a pedalare, malgrado la stanchezza più psicologica che fisica, malgrado la sete. Già, perché la borraccia era vuota da un pezzo e aveva seguito la sorte dei miei indumenti. Mi ero fermato solo una volta a domandare da bere a un contadino e poi non avevo voluto più perdere tempo. Fu quasi alle porte di Agrigento che vidi scritto sul muro di una casupola, a caratteri cubitali, con della vernice verde: “W la libertà”. E allora di colpo capii la vera ragione per la quale mi ero spogliato strada facendo. Oggi può sembrare retorica ma allora non lo era per niente. Sentivo di dovermi presentare nudo davanti a una realtà nuova, e tanto attesa, come per una seconda nascita. Se avessi potuto, avrei gettato via anche la vecchia pelle».
Il giovane ciclista in sella alla bicicletta Montante che andava, pieno di ansia e di paura, in cerca di notizie di suo padre, era Andrea Camilleri, che sulle pagine de “La Repubblica” del 4 maggio del 2008 raccontò questa esperienza di vita vissuta di quando era ragazzo. Ad Agrigento gli dissero di andare a cercare il genitore alla marina di Porto Empedocle: molti l’avevano visto lì per l’ultima volta. Tremante di paura e d’incertezza per la sorte del genitore, il ragazzo Camilleri imboccò la lunga discesa che da Agrigento conduce a Porto Empedocle, forse la strada all’incontrario che ieri ha fatto la corsa del Giro. Giunto al porto, Andrea vide una scena che nessuno meglio di lui avrebbe potuto descrivere: «Proseguii a piedi fino alla Passeggiata, dalla quale si vedeva il mare. Solo che il mare non c'era più. Era stato sostituito da un ammasso di acciaio e ferro, da centinaia di navi affiancate fino a perdersi all´orizzonte, erano in attesa del loro turno per scaricare i rifornimenti bellici per l'esercito alleato. Restai esterrefatto. Un tale, che mi stava in silenzio accanto, a un tratto commentò: “Si potrebbe arrivare a piedi in Tunisia”».
L’avventura ciclistica del giovane Camilleri nel mezzo della Sicilia in guerra, nell’estate del 1943, ha fortunatamente un lieto fine. Alla Capitaneria di Porto Empedocle ritrovò e riabbracciò suo padre, nominato Master Harbor, comandante civile del porto. Stremato dalla fatica, il ragazzo si diresse verso casa. La trovò occupata dai soldati americani che approfittavano del fatto che quella fosse una delle poche case in cui ci si poteva fare un bagno in una vasca. Diligentemente erano tutti in fila per il loro turno di abluzioni. Diedero però con rispetto e deferenza la precedenza al giovane padrone di casa che, su un letto di fortuna, nella casa completamente svuotata dagli sciacalli che avevano approfittato dell’assenza dei proprietari, una volta lavato per la stanchezza e le emozioni di quella giornata fece uno dei sonni più profondi della sua vita.
Oggi il giro arriva sull’Etna. Dopo la gloria ciclistica di Ulissi e l’“Odissea” a pedali di Camilleri, andremo anche noi incontro alla grotta di Polifemo.
Gino Cervi
 
 

Ufficio Stampa Rai, 6.10.2020
Al Museo di Roma in Trastevere "Sulle tracce del crimine. Viaggio nel giallo e nero Rai"
Dal 7 ottobre un ricco percorso dagli sceneggiati alle grandi serie TV

Da Maigret all’Ingravallo di Gadda, dal tenente Sheridan al commissario Montalbano, passando per Nero Wolfe, Rocco Schiavone e altri grandi protagonisti di un genere - il giallo e il noir investigativo in tutte le loro sfumature – che ha attraversato e ancora attraversa la storia della Rai, tra grandi sceneggiati del passato e serie crime dei giorni nostri. Una storia che rivive dal 7 ottobre 2020 al 6 gennaio 2021 al Museo di Roma in Trastevere con “Sulle tracce del crimine. Viaggio nel giallo e nero Rai. La mostra”, una grande mostra di Rai Teche che, attraverso immagini dell’archivio Rai, ripercorre sette decenni di enigmi risolti, di misteri svelati.
Con il patrocinio del MIBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - la mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e da Rai Teche e fa parte di Romarama, il programma culturale di Roma Capitale. L’esposizione nasce da un’idea di Stefano Nespolesi ed è curata da Maria Pia Ammirati e Peppino Ortoleva.
La mostra multimediale ospita 200 fotografie, in B&N e a colori, tratte da circa 80 programmi televisivi, cinque installazioni video e alcune postazioni sonore ed è organizzata secondo un percorso tematico – cronologico per rivivere gli enigmi che venivano via via risolti dagli investigatori degli sceneggiati e delle serie Rai, a volte ispirati a figure letterarie, altre volte frutto di un’invenzione originale. Al giallo classico, poi, si sono venuti man mano affiancando nuovi sotto-generi, le storie gotiche come le atmosfere ambigue del noir. Il bianco e nero ha lasciato il posto al colore, e sono emersi man mano nuovi stili, ma a rivederli oggi anche molti dei polizieschi più antichi appaiono tuttora di straordinaria qualità.
Per giungere ai grandi commissari come Montalbano e Schiavone, due irregolari delle questure televisive, la Rai è partita da lontano. Con gli indimenticabili sceneggiati degli anni ’50 che hanno fondato e fatto crescere il genere giallo e introdotto il noir, attraverso commissari, poliziotti, marescialli e questurini diventati famosi. Già nel 1954 la Rai infatti manda in onda Il processo di Mary Dugan adattamento televisivo da un giallo dell’americano Bayard Veiller. Più tardi, la domenica sera, l’Italia si fermava ad ascoltare le melanconiche note di Luigi Tenco che introducevano quel gigante di Gino Cervi, il Maigret preferito dallo stesso Simenon E poi il ghigno ferale di Ubaldo Lay-il tenente Sheridan che inaugura l’hard-boiled all’italiana; e Lauretta Masiero-Laura Storm, il gigionesco Tino Buazzelli-Nero Wolfe fino a Gigi Proietti, il maresciallo Rocca, Luca Zingaretti-il commissario Montalbano, ormai eroe di fama internazionale e il più recente Marco Giallini il vicequestore Rocco Schiavone.
Una carrellata di immagini e personaggi che ripercorre la vicenda dello stesso genere giallo in Tv il cui riscontro ha reso a suo tempo necessaria l’invenzione di nuove formule, soprattutto nel settore degli originali, cioè delle opere scritte apposta per il video.
Così emergono autori quali Biagio Proietti, autore di “Ho incontrato un’ombra” e di “Dov’è Anna?” ed ancora il duo D’Agata-Bollini, autori de “Il segno del comando” che ha turbato le notti di molti italiani. Tra adattamenti, “teleromanzi” e poi con la fiction la Rai, sin dagli esordi, ha inteso coniugare cultura popolare e narrazione televisiva di altissima qualità: i risultati in termini di successo e di ascolti stanno a testimoniarlo ancora oggi.
L’allestimento grafico sarà caratterizzato da pannelli artistico-informativi che racconteranno lo “spirito del tempo” attraverso l’esposizione di schede storico-critiche e curiosità sui singoli programmi, riproduzioni tratte dal Radiocorriere, articoli di quotidiani e riviste dell’epoca.
In mostra, a corredo delle immagini, i filmati e i contributi cinematografici, sono esposti anche curiosità e memorabilia, reperti storici ed elementi scenografici realizzati ad hoc, per far rivivere i grandi fasti dei generi giallo e noir, mentre una stanza sarà interamente dedicata alla visione delle sigle televisive dei programmi più popolari.
L’esposizione è aperta al pubblico nel rispetto delle linee guida formulate dal Comitato Tecnico Scientifico per contenere la diffusione del Covid-19 consentendo, al contempo, lo svolgimento di una normale visita museale. Dopo la tappa capitolina la mostra si sposterà nel gennaio 2021 a Milano presso il Museo di Palazzo Morando.
 
 

Malgrado Tutto, 8.10.2020
“I dialetti siciliani ci parlano di chi siamo e di quante storie abbiamo vissuto”
Incontriamo Marina Castiglione, docente di Linguistica italiana e Coordinatrice del Dottorato in Studi Umanistici dell’Università di Palermo. Un’intervista – viaggio nelle Sicilie della letteratura, e non solo

[...]
Cosa pensa dell’uso del dialetto nei libri di Andrea Camilleri?
Andrea Camilleri ha spinto l’acceleratore sul plurilinguismo, presente nella nostra storia letteraria sin dai tempi di Dante e rinato nel Novecento grazie a Gadda, sottoponendo a commistione anche parti del discorso che raramente erano state toccate dall’interferenza, come le congiunzioni e gli avverbi. Da questo punto di vista ha forzato la dimensione unicamente lessicale che consentiva di importare sulla pagina scritta soprattutto regionalismi e ha impiegato voci vicine all’italiano e quindi comprensibili (come rraloggiu), ma anche forme che felicemente Roberto Sottile ha chiamato autoctonismi (come nànfara), in particolare di area agrigentina. In qualche modo ha costretto i lettori a entrare dentro una nuova grammatica, che è diventata familiare anche fuori dal contesto siciliano. Con Camilleri siamo in un’altra dimensione linguistica rispetto allo sperimentalismo cerebrale di uno Stefano D’Arrigo, ma anche rispetto al cammeo prezioso di un Vincenzo Consolo.
[...]
Giuseppe Maurizio Piscopo
 
 

La Repubblica (ed. di Napoli), 8.10.2020
Etruschi, gladiatori e altre lotte antiche: “Incontri al Mann”

Storie di etruschi, di antiche lotte tra gladiatori e di tutte le vicissitudini della Collezione Farnese. Con un obiettivo: ogni incontro farà riferimento ad una mostra già presente nel museo, o di prossimo allestimento. Ripartono così al Mann gli incontri di Archeologia, rassegna dei Servizi educativi giunta alla sedicesima edizione, al via dal prossimo 15 ottobre e in programma una volta a settimana, ogni giovedì, alle 16 fino a maggio del 2021.
[...]
Non solo lectiones, ma anche occasioni per riflettere sul dialogo tra le arti: [...] "Il Vaso del caos" di Giovanni Greco (17 dicembre) verterà su un istrionico omaggio a Pirandello e Camilleri.
[...]
Tutti gli incontri sono ad ingresso gratuito. Obbligatoria la prenotazione allo 081 442 2328 o 329 finale.
Paolo De Luca
 
 

Sellerio Editore / A tutto volume, 9.10.2020
L’alba di Montalbano | Incipit e frammenti dai libri del commissario di Vigàta
Piazza Poste
Venerdì 09 ottobre 2020
21:00
con Gigi Borruso, Filippo Luna e Salvo Piparo
commento musicale Pietro Leveratto e Tobia Vaccaro

La casa editrice Sellerio festeggia l’ultimo atto della grande epopea di Montalbano con una maratona di lettura. Incipit e frammenti dai romanzi del commissario di Vigàta nelle voci di Gigi Borruso, Filippo Luna e Salvo Piparo, col commento musicale di Pietro Leveratto al contrabbasso e Tobia Vaccaro alla chitarra e al violino.
Gli spettatori potranno calarsi nei sogni di Montalbano, partecipare ai suoi risvegli, salutare i personaggi che lo accompagnano già dalle prime pagine, e percepire il crescendo e l’invenzione di una nuova lingua fino ad accogliere Riccardino, che conclude il glorioso romanzo di Andrea Camilleri.
 
 

Istituto Italiano di Cultura Atene, 9.10.2020
ΦΘΙΝΟΠΩΡΟ All’italiana online
[una rassegna virtuale di cultura made in italy]

L’Ambasciata d’Italia in Grecia e l’Istituto Italiano di Cultura di Atene vi invitano a trascorrere l’autunno con una rassegna di iniziative virtuali dedicate al Made in Italy in ambito culturale, organizzata nel contesto dell’iniziativa Tempo Forte Italia-Eλλάδα in collaborazione con l’Associazione Culturale AIAL.
Nel corso di nove settimane, dal 9 ottobre al 9 dicembre 2020, saranno messe a disposizione online in tutto il territorio della Grecia una serie di iniziative culturali che spaziano dalla musica al cinema, dal teatro alla danza, dalla gastronomia alla moda ed al design.
Le proposte culturali comprendono i seguenti eventi:
- “Speciale Camilleri”. Nell’anniversario della scomparsa del grande scrittore italiano realizzeremo uno speciale che include: la serie televisiva “Il giovane Montalbano”, il documentario intervista “Il Maestro senza regole”, ed una rassegna gastronomica di alcuni piatti siciliani citati nelle sue opere;
[…]

Calendario delle manifestazioni
[…]
12 ottobre 2020
Il giovane Montalbano: La prima indagine
A tavola con Camilleri: Pasta alla Norma
[…]
19 ottobre 2020
Il giovane Montalbano: Capodanno
A tavola con Camilleri: Spaghetti in salsa corallina
Spigolature siciliane: Le arancine di Montalbano
[…]
26 ottobre 2020
Il giovane Montalbano: Ritorno alle origini
A tavola con Camilleri: Alici con la cipollata
[…]
02 novembre 2020
Il giovane Montalbano: Ferito a morte
A tavola con Camilleri: Pasta ‘ncaciata alla messinese
[…]
09 novembre 2020
Il giovane Montalbano: Il terzo segreto
A tavola con Camilleri: Cannoli
[…]
16 novembre 2020
Il giovane Montalbano: Sette lunedì
A tavola con Camilleri: Triglie con la salsetta
[…]
23 novembre 2020
Speciale Camilleri: Il Maestro senza regole
A tavola con Camilleri: Agnello alla cacciatora
30 novembre 2020
A tavola con Camilleri: Caponata
[…]
 
 

La Repubblica, 9.10.2020
L'intervista
De Giovanni. "Il racconto è una febbre"
"Le storie brevi portano sempre a una scoperta finalee l'autore può divertirsi stando più attento agli aspetti estetici"

Maurizio de Giovanni, autore di gialli di successo e di teatro, parla dei suoi personaggi come se fossero amici incontrati poco fa, per strada. Il caso con cui il suo commissario Ricciardi dovrà misurarsi in Febbre, che Repubblica regalerà ai suoi lettori domani riguarda un "assistito". Che non è un paziente in tempo di Covid.
[...]
Non eravamo un paese di giallisti ma lo siamo diventati?
«Abbiamo avuto dei grandi come Scerbanenco, Sciascia, il campano Veraldi e lo stesso Eco de Il nome della rosa . Poi è arrivato Camilleri. E da lui in poi si è creato un nuovo movmento: la regionalità dei giallisti, il romanzo nero italiano è diventato regionale: un'apertura, non una chiusura, perché è il racconto di un paese estremamente differenziato.»
[...]
Stella Cervasio
 
 

The Times, 10.10.2020
Showing now
What the critics are watching and listening to, from Saint Maud to the Divine Comedy
Our critics pick the top film, television, theatre, comedy, classical, pop and visual art this week

[...]
Inspector Montalbano
Glorious sunshine, the blue shimmer of the Med, alfresco dining to the sound of Sicilian cicadas, a juicy murder — how can you resist? They’re all reasons why Inspector Montalbano is in its 14th series, yet perhaps more than any of them is the fact that this is a show that feels no need to be edgy.
[...]
 
 

RTE, 10.10.2020
What's on? 10 top telly tips for Saturday
Amy Huberman returns with Finding Joy, there's Strictly: The Best of The Final, the season finale of Britain’s Got Talent, a new batch of Inspector Montalbano begins, and there’s a cracking documentary about soul singer Teddy Pendergrass...

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Inspector Montalbano, 9.00pm, BBC Four
Here’s the first of two new films made last year, as Luca Zingaretti returns as the much-loved Sicilian cop.
It is high summer in Vigata and Montalbano investigates when the body of Agata Cosentino is found in the municipal archives where she worked.
But the building was supposed to be closed for the holidays, so what was the young woman doing there?
Hard to believe this show has been running for 20 years.
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John Byrne
 
 

La Stampa, 10.10.2020
I migliori gialli della nostra vita. I maestri italiani in regalo con “La Stampa”
Con il giornale i nostri migliori autori di storie poliziesche

La vita, dice il commissario Ricciardi, «è fatta di occasioni perdute». E i libri gialli altro non sono che un tentativo di trovare il bandolo di queste occasioni e investigare il mistero di una vita, e di una morte, dal delitto ai sospetti fino alla catarsi finale con la scoperta del colpevole. Non a caso, dopo essere stata considerata per decenni letteratura di serie B, ora la detective story è riconosciuta come uno dei modi più riusciti di raccontare il nostro tempo e i suoi lati oscuri come un’eterna, incalzante lotta tra bene e male. Lo dimostrano le vendite di un maestro del genere come Andrea Camilleri, che amava citare Sciascia: «Il romanzo giallo è la migliore gabbia in cui uno scrittore possa mettersi, perché nei gialli non puoi barare».
Camilleri è a buon diritto il decano di una rigogliosa scuola italiana del giallo, che nel Terzo Millennio ha visto fiorire autori e personaggi di tutto rispetto, subito arrivati al cuore dei lettori. Molti di loro saranno distribuiti ogni week end in regalo con La Stampa a partire da oggi.
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Raffaella Silipo
 
 

Maison de la Poésie - Scène littéraire, 11.10.2020
Conversazione su Tiresia de & avec Andrea Camilleri - projection

Le succès en tant qu'écrivain, Camilleri l'a connu assez tard, vers la fin des années 90. Né en 1925 à  Port Empédocle, en Sicile, il avait déjà  une longue carrière de metteur en scène, acteur de théâtre et scénariste. Ses polars et ses romans ont fait de lui l'un des auteurs les plus aimés d'Italie. Dans Conversazione su Tiresia, on le voit sur scène, dans le plus beau théâtre de sa Sicile bien-aimée, raconter l'histoire du célèbre devin grec, Tirésias, devenu aveugle comme lui. L'écrivain, alors âgé de 93 ans, mêle son histoire personnelle et le mythe grec avec sa verve poétique, ironique et irrévérencieuse. Testament artistique, ce texte est le dernier écrit et mis en scène par Camilleri avant sa mort, en 2019.
 
// Projection du spectacle « Conversazione su Tiresia » au théâtre grec de Syracuse. Mise en scène et réalisation de la captation par Roberto Andò (VO durée 85 min) //
 
Tarif : 5 € / adhérent : 0 €
Infos & résa bit.ly/3bA2sb7
 
Dans le contexte actuel le programme du festival est susceptible de subir d'éventuelles modifications de dernière minute
 
 

La Nazione (ed. di Firenze), 14.10.2020
“Conversazione su Tiresia” Roberto Fabbriciani rende omaggio allo scrittore Andrea Camilleri

Indimenticabile la sua collaborazione con Camilleri, in particolare nella “Conversazione su Tiresia” ore 21. E allo scrittore siciliano, il flauto di Roberto Fabbriciani rende omaggio venerdì, col percussionista Jonathan Faralli, nel concerto spettacolo “L’alba incantata” che apre la nuova stagione del Teatro delle Arti di Lastra a Signa ( via Matteotti), intitolata “Ci ragiono e canto…”. O meglio, la prima parte della stagione, visto che per prudenza si è deciso di stilare un cartellone fino a dicembre: 13 spettacoli comprese tre prime nazionali.
 
 

Corse Net Infos, 14.10.2020
Quand Orlando Forioso se glisse dans la peau de ses illustres compatriotes
Belle idée que celle du producteur, metteur en scène et acteur, Orlando Forioso. Apres Umberto Eco - c'était ce ce mardi 13 octobre - Il va nous conter par le menu la vie de deux italiens de renom Pier Paolo Pasolini et Andrea Camilleri.

«L’idée c’est de faire connaître un peu mieux ces merveilleux auteurs au public à travers des textes, des vidéos, des images» explique O.Forioso. «Il ne s’agit pas de lectures à proprement parler et des comédiens m’entoureront comme Marie-Paule Franceschetti et Henri Olmeta. On retracera leurs parcours, leurs itinéraires, leurs œuvres».
Apres Umberto Eco ce mardi 13 octobre, le 3 novembre il sera question de Pier Paolo Pasolini et le 15 décembre de Andrea Camilleri.
Les séances, dont l’entrée est gratuite, se déroulent à 18h30 à la médiathèque Barberine Duriani au Centre Culturel L’Alb’Oru à Bastia.
Philippe Jammes
 
 

La Repubblica, 15.10.2020
Sono solo affari di famiglia

C'erano una volta gli Uzeda, i Salina, i Florio, c'erano le grandi famiglie, aristocratiche o alto borghesi, che raccontavano storie di potere, ricchezza e declino.
Saghe, reali o immaginarie, che hanno segnato una fetta di letteratura evocando sfarzo, affari, polvere e altari. In questo scenario irrompe adesso Piano nobile, il nuovo romanzo di Simonetta Agnello Hornby (edito da Feltrinelli) che vede protagonista il casato gattopardesco dei Sorci: un affresco a più voci con un barone giunto alla fine di una vita da padre-padrone e un drappello di figli e nipoti allevati nel lusso ma divisi da amori clandestini e gelosie, mentre fuori dal palazzo di famiglia cominciano i bombardamenti degli Alleati.
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Ecco, in questa spruzzata di siciliano nella sua lingua c'è un debito con Camilleri, che ha sdoganato il dialetto più estremo?
«No. Ero amica di Camilleri, volli fortemente che fosse lui a presentare il mio primo libro, ma a casa mia madre in cucina diceva "arrimina" anziché "mescola": sono sempre stata abituata al misto di italiano e siciliano».
Ma secondo lei perché la Sicilia letteraria, soprattutto in tempi recenti, da Camilleri ad Auci, piace tanto? Il lettore vede un che di esotico nei vostri romanzi?
«La Sicilia ha sempre avuto grandi scrittori: dopo l'Unità d'Italia c'era l'esigenza di spiegarsi, di raccontarsi perché eravamo una colonia. De Roberto è stato un grande scrittore, lui sì ha scritto una grande saga. E Camilleri è il più grande scrittore siciliano del dopoguerra: ha scritto libri meravigliosi, come Il re di Girgenti, aveva un'ampiezza e una cultura spaventose. Non è stato riconosciuto come tale ma non se ne è mai lamentato. È rimasto "quello di Montalbano": "Così vogliono", mi disse una volta"».
Mario Di Caro
 
 

La Repubblica (ed. di Firenze), 16.10.2020
“L’alba incantata” omaggio a Camilleri

Con Andrea Camilleri ha collaborato nell'indimenticabile "Conversazione su Tiresia", andato in scena al teatro greco di Siracusa nel giugno 2018. Ed è allo scrittore siciliano, scomparso un anno dopo, che Roberto Fabbriciani rende omaggio ne "L'alba incantata", concerto- spettacolo realizzato dal flautista e compositore insieme al percussionista Jonathan Faralli che apre stasera una nuova stagione del Teatro delle Arti. Cuore de "L'alba incantata" sarà proprio il monologo musicato di Camilleri, interpretato dall'attrice Rosanna Gentili, a cui si aggiungeranno brani di Claude Debussy, Ennio Morricone, Bruno Maderna, Ravi Shankar, in un programma vario e articolato che celebra la grande musica, classica e non. [...]
Gaia Rau
 
 

Quotidiano di Sicilia, 16.10.2020
Mineo, l’anti Montalbano con un inutile super potere
Alla scoperta del personaggio letterario (e non solo) creato da Francesco Bozzi

Palermo – È dalla scomparsa di Andrea Camilleri, e dalla conseguente morte letteraria del suo personaggio più popolare e iconico, che ci chiediamo da chi e come verrà colmato il vuoto lasciato dal Commissario Montalbano.
La risposta, in maniera un po’ goffa e assolutamente inconsapevole, esattamente come il suo Commissario Mineo, è arrivata da Francesco Bozzi, storico autore di Fiorello e siciliano doc, nel suo primo romanzo, “L’Assassino scrive 800A”, un giallo strano, dissacrante, sopra le righe, ma soprattutto estremamente divertente.
Saverio Mineo è stato definito da molti l’anti Montalbano: è pigro, indolente, senza particolari qualità – se non per un super udito, che è però totalmente inutile per la risoluzione delle indagini – o interessi, a eccezione di un’unica grande passione, la lettura della Gazzetta dello sport.
“È un giallo diverso – spiega Bozzi al Quotidiano di Sicilia – con un personaggio diverso dagli altri, molto strano. Forse per questo la gente si affeziona e si immedesima in lui. Nessuno vuole essere Mineo, così come nessuno vuole essere Fantozzi, tutti vorranno essere Montalbano, ma sappiamo bene che tutti noi abbiamo una piccola parte di Mineo o di Fantozzi dentro. Come il dottor Frankeinstein, ho creato in laboratorio il mio piccolo mostro, a cui ho appioppato tutte le mie fisime, tutte le mie psicosi e molte di quelle dei miei amici”.
“Molti lo hanno definito l’anti Montalbano – continua Bozzi – e in effetti un po’ lo è, ma non è una cosa a cui ho pensato, a dire la verità. Essere accostato a Camilleri mi onora e per me è motivo di orgoglio, ma ci sono molte differenze tra il mio romanzo e i suoi racconti. Innanzitutto, la mia Sicilia è reale e molto meno edulcorata di quella di Camilleri e Montalbano. Mi sono limitato a descrivere esattamente quello che vedevo: l’immondizia, le code, il vigile urbano che non lavora e gira i bar… Insomma, è un po’ neorealista. E poi non c’è il siciliano e la mia Sicilia è quella occidentale, casa mia, quella del Palermitano, tra Cinisi e Terrasini. È vero che il mio personaggio, rispetto a Montalbano, è un anti eroe, non ha questo fuoco dentro che lo guida, non è spinto dalla volontà di dover necessariamente consegnare il criminale alla giustizia. Non gliene frega nulla, è un vincitore di concorso e l’importante per lui è leggere la Gazzetta, quindi qualunque cosa si contrapponga tra lui ed essa viene vista come una seccatura, pure i crimini. Viene letteralmente trascinato, controvogia, sulla scena del delitto”.
Sorridere del paradossale, di ciò che generalmente non dovrebbe strappare una risata, come l’assenteismo o un commissario inetto. D’altra parte, tutti gli scrittori siciliani prima o poi devono fare i conti con un passato ingombrante. Se ci limitiamo ai gialli, poi, oltre a Camilleri, Bozzi non può ignorare un certo Sciascia: “È la nostra terra. è così, è piena di contraddizioni, è uno spaccato di realtà. I nostri paesi, soprattutto quelli siciliani, offrono spunti che fanno ridere. La mia comicità, che poi è quella che mi ha insegnato Rosario Fiorello, è qui, è ridere del quotidiano, dell’ovvio. I monologhi che abbiamo scritto insieme partivano da cose accadute davvero”.
Presto Saverio Mineo, esattamente come Montalbano, avrà un volto e diventerà una serie televisiva. Lo stesso romanzo di Bozzi è nato come un progetto televisivo e solo successivamente è diventato un libro. “Questa è nata come idea per la tv. Eravamo io, mio fratello, vice questore di Polizia, ha corretto i libri di Camilleri dal punto di vista criminologico e della scientifica, e ha collaborato con Lucarelli, Cesare Inzerillo, scultore di fama mondiale, lo scenografo di Ciprì e Maresco, e Valerio Buscetta, un mio amico musicista. Parlavamo di questa idea, di questo commissario che ha un super potere, un super udito, quindi mentre si trova sulla scena del crimine, in mezzo a impronte, luminol e altro, capisce che c’è lo scaldabagno rotto, abbandona la scena del crimine e si mette a riparare lo scaldabagno. E da lì siamo partiti. La nostra idea era quella di fare il giallo più corto del mondo, un giallo di cinque minuti per la tv, quindi ho iniziato a scrivere, poi però mi sono reso conto che in cinque minuti non usciva fuori il personaggio. Allora ho iniziato a scrivere una storia più lunga. L’ho fatta leggere a Rosario, che mi ha consigliato di pubblicarla o di metterla in pratica. Ci ho preso la mano, e dopo tante traversie, perché il mondo dell’editoria è complicato e complesso, forse pure peggio di quello della televisione, è arrivata alla Solferino e le è piaciuto. L’unico problema è che era una sceneggiatura, quindi ho dovuto imparare a scrivere narrativa. Lavorando per la tv o per il teatro, quello che scrivo la gente lo vede, mentre in questo caso dovevo essere quanto più preciso possibile e ho imparato un nuovo mestiere”.
Anti Montalbano fino in fondo, Mineo continuerà a intrattenerci con i suoi casi. Bozzi, infatti, è alle prese con nuovi racconti: “Per me è una serie, non un romanzo singolo. Sto scrivendo il sequel con gli altri episodi. Ne dico uno, giusto per far capire il mio livello di follia: si chiamerà Mineo contro il Vampiro. Poi siccome sono malato di anagrammi e giochi di parole e appena vedo una parola la scompongo, camminavo per Terrasini e ho letto la parola Turandot e mi sono reso conto che è l’anagramma di ruttando. E così ho deciso di far partire un caso proprio da questa mia battuta”.
Valeria Arena
 
 

La Repubblica, 17.10.2020
La famosa invasione... Sky Cinema Family - ore 21

In prima tv la fiaba realizzata in Francia dal grande Lorenzo Mattotti, tratta dall'omonimo racconto di Dino Buzzati. Un delizioso film d'animazione che nella versione italiana vede una formazione all-star a dar voce ai personaggi in campo, dal compianto Andrea Camilleri a Toni Servillo, da Corrado Guzzanti ad Antonio Albanese.
 
 

RTE, 17.10.2020
What's on? 10 top telly tips for Saturday October 17
There's the Strictly Come Dancing Launch Show, Little Mix The Search has its first performance episode, more Sicilian snooping with Inspector Montalbano, and some cracking movies for a Saturday night at home at the cinema . . .

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Don't Miss
Inspector Montalbano, 9.00pm, BBC Four
A Swedish film troupe arrives to shoot a period drama in Vigata and - of course - Augello immediately takes a shine to the production's female lead.
When Montalbano intervenes in a case of bullying at a local school, a town resident asks the inspector to unearth the story behind a collection of mysterious home movies found in his dead father's attic.
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John Byrne
 
 

Libera, 18.10.2020
Camilleri e la parola come impegno sociale
Incontro organizzato da Libera Spoleto all'interno del Festival Free wor(l)d alla Sala Pegasus

Un omaggio ad Andrea Camilleri a un anno dalla sua scomparsa curato dal regista e drammaturgo Lorenzo Salveti: verranno letti brani scelti a cura di Andrea Giuliano, Diletta Masetti e Giorgia Fagotto Fiorentini con un contributo video di don Luigi Ciotti.
Cliccare qui o sull'immagine per il video di Don Luigi Ciotti
 
 

Istituto Italiano di Cultura Londra, 19.10.2020
Andrea Camilleri: The Devil's Smell

A tribute to the late writer, creator of beloved Commissario Montalbano: 15 renowned Italian and English cartoonists come together to illustrate the short story L'odore del diavolo by Andrea Camilleri.
A project by ICI London on the occasion of the Italian Language Week 2020 (Settimana della Lingua Italiana, 19-25 October), on the theme of THE ITALIAN LANGUAGE IN COMICS
An ambitious project to celebrate the vitality of the Italian language while honouring Camilleri’s literary work, curated by Massimo Fenati, a London-based Italian comic book artist. Fenati has put together the work of fifteen comic book artists and graphic novelists to create a short story in comics, adapted from the novella by Andrea Camilleri L'odore del diavolo, first published in 1998 in the collection “A month with Montalbano”. Drawing on his experience on the 2018 adaptation of Simonetta Agnello Hornby's best-selling novel La Mennulara (“The Almond Picker”), Fenati converted Camilleri’s short story into a comics’ script, tasking each of the cartoonists with the illustration of one single page. The result is surprising and wonderful. Fenati’s biggest challenge was making sure that all locations and characters were designed in a way that gave the final work a certain consistency, while at the same time highlighting the different and personal styles of each artist - some were best at drawing big city scenes, others were more at ease with characters acting, or drew silent, broody pages, others focused on dialogue and enlivened narratives.
The selected cartoonists are some of the most important new generation Italian ones, together with some very renowned British ones: Sergio Algozzino, Paolo Bacillieri, Alessandro Baronciani, Lorena Canottiere, Thomas Campi, Daniel Cuello, Matthew Dooley (winner of the 2020 Bollinger Everyman Prize for Comic Fiction), Massimo Fenati, Gulio Macaione, Federico Manzone, Jon McNaught (celebrated graphic novelist and regular contributor to The London Review of Books and The New Yorker), Andrea Serio, Posy Simmonds (the ‘grand dame’ of British comics), Alessandro Tota, Lucas Varela (Argentinian-born columnist of the FT Weekend Magazine).
The illustrations will be collected and printed in both English and Italian in a booklet made available free of charge by the Italian Cultural Institute.
Informazioni
Data: Da Lun 19 Ott 2020 a Dom 25 Ott 2020
Ingresso: Libero
 
 

afNews, 19.10.2020
Andrea Camilleri: The Devil’s Smell a fumetti a Londra

… I fumettisti selezionati sono alcuni tra i più importanti italiani di nuova generazione, insieme ad alcuni molto rinomati inglesi: Sergio Algozzino, Paolo Bacillieri, Alessandro Baronciani, Lorena Canottiere, Thomas Campi, Daniel Cuello, Matthew Dooley (vincitore del Bollinger Everyman Prize 2020 per Comic Fiction), Massimo Fenati, Gulio Macaione, Federico Manzone, Jon McNaught (celebre graphic novelist e collaboratore regolare di The London Review of Books e The New Yorker), Andrea Serio, Posy Simmonds (la ‘grand dame’ dei fumetti britannici), Alessandro Tota, Lucas Varela (editorialista argentino del FT Weekend Magazine)…
 
 

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, 20.10.2020
“L’odore del diavolo”, omaggio a fumetti ad Andrea Camilleri

Un omaggio all’ideatore dell’amato Commissario Montalbano: quindici celebri fumettisti italiani e inglesi riuniti insieme per illustrare il racconto L’odore del diavolo di Andrea Camilleri.
È uno dei progetti dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra per la Settimana della Lingua italiana nel Mondo 2020 (19-25 ottobre), dedicata a L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti.
L’odore del diavolo è un progetto ambizioso che celebra la vitalità della lingua italiana onorando l’opera letteraria di Camilleri: diretti da Massimo Fenati, fumettista italiano residente a Londra, quindici artisti hanno illustrato a più mani il racconto di Camilleri, pubblicato per la prima volta nel 1998 nella raccolta Un mese con Montalbano.
Attingendo alla sua esperienza nell’adattamento in graphic novel del romanzo best-seller di Simonetta Agnello Hornby La Mennulara, Fenati ha trasformato il racconto di Camilleri in una sceneggiatura a fumetti, incaricando ciascuno dei fumettisti coinvolti di disegnare una singola pagina.
Partecipano a L’odore del diavolo i più importanti fumettisti italiani della nuova generazione e alcuni tra i più noti illustratori britannici: Sergio Algozzino, Paolo Bacillieri, Alessandro Baronciani, Lorena Canottiere, Thomas Campi, Daniel Cuello, Matthew Dooley (vincitore del Bollinger Everyman Wodehouse Prize 2020), Gulio Macaione, Federico Manzone, Jon McNaught (celebre autore di romanzi grafici e collaboratore regolare di The London Review of Books e The New Yorker), Andrea Serio, Posy Simmonds, Alessandro Tota, Lucas Varela (illustratore argentino del FT Weekend Magazine).
 
 

La Repubblica - Robinson, 20.10.2020
Camilleri a fumetti: quindici disegnatori rendono omaggio al Maestro
Nella Settimana della lingua italiana viene presentata a Londra la trasposizione in graphic novel del racconto "L'odore del diavolo": l'illustratore Massimo Fenati, che ha diretto il progetto, ci spiega come è nato e perché

Il commissario Montalbano, due anziane maestre elementari di Vigàta, il prete esorcista, una truffa ben orchestrata e le antiche superstizioni di quella Sicilia che Andrea Camilleri ha contribuito a far conoscere e ad amare tanto. Gli ingredienti ci sono tutti per riportare all’attenzione – anche dei più giovani – un racconto del grande Maestro scomparso lo scorso anno, pubblicato per la prima volta nel 1998 all’interno della raccolta Un mese con Montalbano. Si intitola L’odore del diavolo e proprio per rendere omaggio a Camilleri quindici affermati fumettisti (11 italiani e 4 inglesi) hanno deciso di trasformarlo in un graphic novel a più mani.
Il lavoro, commissionato dall’Istituto italiano di Cultura di Londra e presentato mercoledì 21 ottobre in occasione della Settimana della Lingua italiana, celebrata in tutto il mondo fino a domenica 25 ottobre, è stato coordinato da Massimo Fenati, disegnatore di origine genovese trapiantato a Londra da 25 anni (famoso per la serie dei due pinguini innamorati Gus & Waldo, pubblicata in Italia da Tea).
Fenati, che un paio di anni fa aveva già trasformato in fumetto il bestseller di Simonetta Agnello Hornby La Mennulara (Feltrinelli Comics), ha riunito i 14 fumettisti, affidando a ciascuno l’illustrazione di una pagina: tra questi, Paolo Bacilieri (che in realtà di pagine ne ha realizzate due disegnando la doppia tavola di apertura), Alessandro Baronciani, ma anche gli inglesi Jon McNaught (collaboratore abituale della London Review of Books e del New Yorker), Matthew Dooley e Posy Simmonds.
“Proprio con un dibattito a due con Jon McNaught, moderato da Paul Gravett, tra i massimi esperti di fumetto in Inghilterra, lanceremo il progetto”, racconta il fumettista dalla sua casa di Londra. “Ci sarà una versione cartacea distribuita gratuitamente all’Istituto italiano di Cultura di Londra. E poi lo porteremo in giro per i festival, in attesa di distribuirlo anche in Italia”.



Fenati come è nata l’idea? E perché proprio Camilleri?
“All’inizio per celebrare la Settimana della Lingua italiana, che quest’anno ha per tema proprio l’illustrazione e il fumetto, si pensava a una mostra di tavole originali di vari fumettisti qui a Londra. Poi è arrivato il Covid e la mostra è diventata virtuale: a quel punto, però, era ancor più essenziale trovare un contenuto forte, interessante, un fil rouge che legasse le varie tavole, una sorta di storia illustrata a più mani. Ho subito pensato a Camilleri: le sue storie sono piccoli capolavori che ben si adattano a una narrazione per immagini. La moglie e le figlie si sono dette entusiaste di cedere i diritti del racconto. Ed è stata una scelta buona anche perché mi ha aiutato a convincere molti fumettisti che erano super indaffarati, ma come hanno sentito la parola magica “Camilleri” apriti sesamo: il tempo lo hanno trovato”.
In che modo è riuscito a dare coerenza alle diverse tavole?
“In realtà la sfida più grossa è stata proprio l’adattamento, dovendo mettere insieme quindici artisti diversi. Avevo fatto scuola con La Mennulara e sapevo che ci dovevano essere degli elementi riconoscibili da una pagina all’altra. Così ho dato delle direttive, una sceneggiatura – che ciascuno ha interpretato a modo suo – in certi casi anche delle piantine delle stanze. E ho suggerito come dovevano essere rappresentate le due ville dell'anziana maestra: quella liberty di campagna e quella di città invece in stile moresco. Poi certo succede che da una tavola all’altra il cattivo perda i baffi...”.



Cosa del racconto originale è stato rispettato di più nella trasposizione a fumetti?
“I personaggi, in primo luogo. Ci sono tutti. Compreso il diavolo che compare in tutto tre volte e ogni volta ha un aspetto diverso. Ma anche nel racconto Camilleri ce lo presenta così: quel che lo rende riconoscibile all’anziana maestra non è l’aspetto ma l’odore (che dà il titolo al racconto). Il personaggio del commissario invece deve molto al Montalbano televisivo: non poteva essere altrimenti, ormai è entrato nel nostro immaginario. Magari qualcuno lo ha snellito, dandogli un mento più volitivo”.
Da Agnello Hornby a Camilleri: nei suoi ultimi lavori c’è sempre la Sicilia. Perché?
“Simonetta Agnello Hornby la conosco personalmente, come me vive a Londra. Con Camilleri mi sono rinnamorato della Sicilia che visitai da bambino: per me, che venivo da Genova, vedere la valle dei templi di Agrigento fu la scoperta della bellezza. Tornarci ora, con il disegno, ha un significato importante”.
Ilaria Zaffino
 
 

Sololibri.net, 20.10.2020
Andrea Camilleri a fumetti: “L’odore del diavolo” diventa una graphic novel
Per la Settimana della Lingua italiana nel Mondo, quindici fumettisti italiani e inglesi hanno reso omaggio al papà di Montalbano, celebrando la vitalità linguistica dei suoi scritti con una graphic novel adattata dal suo racconto “L'odore del diavolo”.

L’odore del diavolo,, il racconto di Andrea Camilleri apparso per la prima volta nel 1998 all’interno della raccolta Un mese con Montalbano, diventa un fumetto: è l’omaggio di quindici fumettisti italiani e inglesi riunitisi per celebrare il papà di Montalbano all’interno della rassegna per la Settimana della Lingua italiana nel Mondo 2020 (19-25 ottobre). Il progetto dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra ha quest’anno come tema L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni e fumetti.
Camilleri a fumetti: quindici artisti celebrano la vitalità della lingua italiana
Se si parla di lingua italiana e di autori che ne hanno resa su carta la vitalità, non si può non pensare anche ad Andrea Camilleri, alla sua attività letteraria instancabile e al suo celebre commissario Montalbano.
Massimo Fenati, fumettista italiano residente a Londra che già aveva adattato in graphic novel il romanzo La Mennulara di Simonetta Agnello Hornby, ha riunito e diretto quindici artisti, italiani e inglesi, per trasformare in una sceneggiatura a fumetti il racconto L’odore del diavolo.
L’obiettivo di Fenati non era solo quello di assicurarsi che personaggi e ambientazioni fossero coerenti con l’originale e tra loro, ma anche che ciascun artista coinvolto riuscisse a mantenere il suo stile, diverso da tutti gli altri. Così, in base alle proprie inclinazioni, gli artisti hanno disegnato scene diverse: affollate, silenziose, dialogiche...
A partecipare sono alcuni tra i più importanti fumettisti italiani e inglesi della nuova generazione: Sergio Algozzino, Paolo Bacillieri, Alessandro Baronciani, Lorena Canottiere, Thomas Campi, Daniel Cuello, Matthew Dooley (vincitore del Bollinger Everyman Wodehouse Prize 2020), Gulio Macaione, Federico Manzone, Jon McNaught (celebre autore di romanzi grafici e collaboratore regolare di The London Review of Books e The New Yorker), Andrea Serio, Posy Simmonds, Alessandro Tota, Lucas Varela (illustratore argentino del FT Weekend Magazine).
I contributi dei quindici artisti saranno poi riuniti e pubblicati sia in inglese sia in italiano in un volume gratuito a cura dell’Istituto Italiano di Cultura.
Eleonora Daniel
 
 

Il Messaggero, 22.10.2020
Pubblicata per la prima volta la “Piccola enciclopedia’’ ludica scritta dal maestro siciliano nel 1997, che racconta, tra le altre cose, la nascita della vocazione di scrittore dell’autore di Montalbano. All’epoca in cui era un bambino
La magia del gioco secondo Camilleri

Quando Camilleri è diventato Camilleri? La risposta alla nostra domanda impossibile - lo scrittore di Agrigento è morto nel luglio dello scorso anno - la troviamo in un testo del 1997, ora stampato per la prima volta con i caratteri delle preziose Edizioni Henry Beyle.
È la Piccola enciclopedia di giochi per l'infanzia nella quale in ordine alfabetico il padre del Commissario Montalbano elenca «alcuni giochi praticati ai tempi dell'asilo». Tra questi c'è U iocu d’a musca, il gioco della mosca. «Sono fermamente persuaso - racconta Camilleri - che nel corso di questo gioco, durato anni, si sono decisi i nostri destini individuali: troppo tempo impegnavamo nella pura meditazione su noi stessi e il mondo. E così qualcuno divenne gangster, un altro ammiraglio, un terzo uomo politico. Per parte mia, a forza di raccontarmi storie vere e inventate in attesa della mosca, diventai regista e scrittore».
LE REGOLE
Il gioco consisteva nello stare immobili con sul petto nudo una moneta spalmata di saliva cosi da attrarre il fastidioso insetto. Precisa lo scrittore: «Era ammesso il condimento della saliva, prima dello sputo, con odori e sapori gradevoli alle mosche quali miele, succo d'uva, zucchero. Bertino Zappulla per qualche giorno ebbe fortuna strepitosa, poi scoprimmo che condiva lo sputo con la sua stessa merda. Venne squalificato». Dobbiamo quindi esser grati al (disgustoso) gioco, se Camilleri non perseguì l'infantile sogno di diventar Papa, navigatore o corridore d'auto, come ha lasciato scritto nell'altrettanto delizioso La casina di campagna, pure questo edito dalla casa editrice milanese Henry Beyle (cioè il vero nome di Stendhal).
Stefano Salis (multidisciplinare esperto di editoria, letteratura e musica: isolano, ma di Sardegna) scrive nella nota in postfazione che «in questa opera, Andrea Camilleri, maestro di narrazioni, è più a nudo che mai. Non conosco testo più intimo. più sentito, commosso e commovente, di queste pagine dedicate alla cosa più sacra che hanno i bambini, il gioco, e a quella più sacra che hanno gli scrittori, la memoria, l'immaginazione. il racconto».
Camilleri elenca i giochi da bambino, prendendo spunto iniziale dal dipinto Giochi di fanciulli (1560) di Pieter Bruegel il Vecchio (del quale nel volume sono riprodotti molti particolari) custodito al Kunsthistorisches di Vienna. «Non c'è visitatore - scrive - che non ricerchi tra gli ottantaquattro raffigurati ... i giochi della propria infanzia». Noi lettori tra le pagine dedicate al cumerdiuni (l'aquilone, quando «più che i colori della carta velina contavano la leggerezza e la manovrabilità»), la giammarita (il ciottolo piatto da far rimbalzare più volte sulla superfice del mare), la manulesta nel lancio di sassi e altri passatempi, cerchiamo invece lo spunto e l'origine di tante storie con le quali lo scrittore siciliano ci ha ammaliati. Perché sappiamo - come ovviamente ben sapeva uno nato a due passi dai templi greci - che l'adulto sarà tanto migliore quanto bene avrà giocato da bambino (Platone), trovando nel gioco la profezia dell'attività che svolgerà da grande (Aristotele).
PREMESSA
Nel piccolo Andrea (anzi, Nenè, com'era chiamato da tutti a Porto Empedocle) c’era insomma la premessa del successo. Del resto, nel dizionario dei sinonimi e contrari alla parola gioco sono affiancati, tra gli altri, i termini artifizio, burla, inganno. speculazione, agio, tolleranza. Gli ingredienti cioè di cui sono impastate le storie con cui lo scrittore ci ha ubriacato, mettendosi sempre in gioco lui stesso, spesso con cambi improvvisi di prospettiva. Come nel caso della cavallina, alla voce cavaseddru che leggiamo nella Piccola Enciclopedia: «Ognuno di noi aveva un compagno sulle spalle, il quale aveva il compito di trattarci come cavalli, spronandoci ai fianchi con i talloni o dandoci zottate, frustate, sul sedere... Vinceva naturalmente chi arrivava per primo al traguardo, ma molti cadevano a metà percorso, appunto come cavalli azzoppati. Finito il gioco, si ricominciava: la linea del traguardo diventava quella di partenza e i portatori stavolta, promossi fantini, si pigliavano le loro vendette da ex cavalli». La vita gira, ci insegna Camilleri. Che evidentemente sapeva ben mettersi in gioco.
Carlo Ottaviano
 
 

Pagina 3, 22.10.2020
Letteratura necessaria

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Letteratura | Nel 1997 Andrea Camilleri scrisse una piccola antologia, oggi ripubblicata, in cui elenca alcuni giochi praticati ai tempi dell'asilo, un modo per spiegare perchè poi divenne scrittore. Carlo Ottaviani ne scrive sul Messaggero.
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con Silvia Bencivelli
 
 

EFE, 22.10.2020
Andrea Camilleri
Destino publicará el 29 de octubre la inédita novela histórica de Camilleri

Barcelona. Ediciones Destino publicará el próximo 29 de octubre una novela histórica inédita en España del escritor italiano Andrea Camilleri, 'El rey campesino', única que escribió en su carrera literaria íntegramente en el dialecto siciliano.
En esta novela, publicada originariamente bajo el título 'Il re di Girgenti' en 2001, Camilleri narra la fascinante historia de Michele Zosimo, un joven campesino siciliano quien, a principios del siglo XVIII, se convirtió en el efímero rey de Girgenti, la actual ciudad de Agrigento, tras desarmar al ejército piamontés destacado en la zona.
El autor ofrece un retrato, a veces hilarante, a veces dramático, del momento y del personaje, desde las increíbles circunstancias que dieron lugar a su nacimiento hasta su compromiso por defender a las personas contra el abuso de poder.
Camilleri, el desaparecido maestro de la novela negra contemporánea con su personaje de Montalbano, se adentró en esta ocasión en el género histórico para retratar la sociedad siciliana bajo el dominio español, dividida entre un mundo campesino que vivía al borde de la pobreza extrema y una minoría de aristócratas sólo preocupados por defender sus privilegios.
Según el editor, el texto mezcla "un vigoroso anticlericalismo y un humor descarado servido de una lengua explosiva".
Inspirada en hechos reales, el autor dio por casualidad con una información sobre un simple campesino que logró convertirse en el rey, durante seis días, de la actual Agrigento, ciudad a escasos kilómetros de su pueblo natal en Sicilia.
En "El rey campesino" aparecen todos los ingredientes que identifican la escritura de Camilleri: amor por el lenguaje, por la agilidad, los giros narrativos y un elenco muy amplio de personajes con muchas aristas.
Como en todas las novelas de Camilleri, hay también espacio para la crítica social, en este caso, al poder, a la corrupción, a los estamentos privilegiados y a todas las formas de jerarquía social.
 
 

SicilyMag, 22.10.2020
Dal neo-illuminismo di Sciascia al blues di Piazzese, i colori siciliani del giallo italiano
LIBRI E FUMETTI “Storia del giallo italiano” (Marsilio editore) di Luca Crovi è una riflessione sulle plurime caratteristiche di questo genere di successo a livello nazionale ed internazionale. Dall'alto valore letterarario di Sciascia ai forti colori e odori di Sicilia di Camilleri, dal giallo-rosa di successo di Alessia Gazzola ai delitti delitti "sani, buoni e misteriosi" di Santo Piazzese, l'importanza del noir siciliano in quel genere di letteratura popolare che è, come dice Gramsci, strumento di comprensione del mondo sociale

Una storia del giallo italiano che è anche una riflessione sulle plurime caratteristiche di questo genere di successo a livello nazionale ed internazionale. Un genere che non è facilmente classificabile perché spesso racchiude opere che pur nate in altri ambiti vi rientrano nella loro essenza. Una storia ben strutturata quella di Luca Crovi in un testo pubblicato dalla casa editrice Marsilio. Il titolo del libro racchiude il progetto programmatico dell’autore: “Storia del giallo italiano”. Una lunga ricostruzione, all’interno della quale un notevole ed importante spazio è dato ovviamente ad autorevoli scrittori siciliani. Ed è su di loro che questo articolo si concentrerà. Prima però è necessario comprendere quali assunti stiano alla base dell’opera di Crovi. Per l’autore si tratta di un genere letterario in cui si rispecchiano desideri nascosti e paure inconfessabili di una società. Si comprende bene che accanto all’analisi letteraria vi è dunque una riflessione storico-sociologica. E’ del resto evidente che la letteratura è una dimensione multidisciplinare che lega molti contesti e diverse dimensioni interpretative della realtà.
Luca Crovi compie con una scrittura chiara e divulgativa un vero e proprio viaggio nel “giallo” italiano, che è anche un itinerario nella storia della penisola dal Novecento ai nostri giorni. Un viaggio che è spazio-temporale poiché è legato alle diverse aree geografiche dell’Italia, dalla Milano di Augusto De Angelis e Giorgio Scerbanenco, alla Roma di Giancarlo De Cataldo, dal boom degli anni Sessanta al grande successo di Andrea Camilleri, dai noir di Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto, Antonio Manzini e Maurizio de Giovanni ai legal thriller di Gianrico Carofiglio, da Sciascia a Santo Piazzese. Solo per citarne alcuni, l’elenco sarebbe davvero lungo. Prima di addentrarci nell’analisi di alcuni autori siciliani analizzati nel testo è importante ricordare quanto il genere giallo avesse attirato l’attenzione del geniale filosofo Antonio Gramsci che con una delle sue tante moderne intuizioni aveva compreso la valenza di un genere culturale che si rivolgeva ad un ampio pubblico. Ed aveva ben chiaro che la letteratura popolare è uno strumento di comprensione del mondo sociale, non a caso Gramsci guardava alla importante tradizione anglosassone. Scrive Crovi: “Nell’anno cruciale 1929 in cui debuttarono ‘I Libri Gialli’ della Mondadori Antonio Gramsci, rinchiuso nel carcere di Turi, iniziò la stesura dei suoi Quaderni. Come ricorda lo studioso Alessandro Zaccuri: ‘I gialli rientravano perfettamente nella fattispecie della letteratura popolare alla quale Gramsci dedica le proprie annotazioni, ma con la sua predominanza di autori quasi esclusivamente anglosassoni la nuova collana sembrava anche confermare la condizione di sostanziale marginalità che il genere poliziesco scontava al momento nel nostro Paese’.”
Un genere che pur partendo nella tradizione letteraria italiana da una dimensione minore era invece destinato ad avere nel tempo non solo una crescita esponenziale sul piano dei lettori ma anche ad assumere notevoli valenze e significati cultural-filosofici, sociologici e storici.
Nella nostra analisi sul ruolo cruciale dei siciliani nella storia del giallo è fondamentale soffermarsi sul contributo di alto valore letterario che Leonardo Sciascia – seppur in maniera originale e non classica – ha dato a questo genere. Sciascia ha lasciato una traccia importante nella storia culturale italiana ed europea con la sua intera opera letteraria, il suo impegno intellettuale e civico, il suo spirito critico e neo-illuminista. Il genere giallo rivisto in chiave sui generis fu per Sciascia lo strumento per indagare grandi temi storici ed universali e drammatiche questioni del suo tempo. Crovi sostiene: “Temi come la giustizia e l’ingiustizia, l’innocenza e la colpa, la mafia e la sua connivenza con il potere, la corruzione e l’ignoranza, la mancanza di coscienza civica e morale hanno costituito una costante di tutta la narrativa di Leonardo Sciascia, che in maniera drammatica, cruda e realistica ha esplorato in particolare le zone oscure della sua terra di Sicilia. Le sue indagini sono partite fin dal 1961, anno in cui vide la luce il suo romanzo più conosciuto e venduto: Il giorno della civetta. Un giallo che è la cronaca severa dello sfascio culturale e sociale che da tempo sta minando il suo paese. A Il giorno della civetta, farà seguito cinque anni dopo il non meno drammatico A ciascuno il suo, al quale si affiancheranno poi nel tempo i ‘gialli-inchieste’ degli anni Settanta”. Crovi ricorda: “Italo Calvino fu uno dei primi lettori del libro di Sciascia, che lo scrittore inviò in lettura all’editore Einaudi nella speranza di una pubblicazione e commentò così il manoscritto in una lettera del 23 settembre 1960: ‘Sai fare qualcosa che nessuno sa fare in Italia: il racconto documentario, su di un problema, dando una compiuta informazione su questo problema, con vivezza visiva, finezza letteraria, abilità, scrittura sorvegliatissima, gusto saggistico quel tanto che ci vuole e non più, colore locale quel tanto che ci vuole e non più, inquadramento storico e nazionale e di tutto il mondo intorno che ti salva dal ristretto regionalismo e un polso morale che non viene mai meno […] il tuo libro si legge d’un fiato’.”
Crovi argomenta: “La Sicilia di Sciascia non era una terra comoda, né cristallina, ma un luogo denso di ombre, pericoloso e pieno di omertà. Specchio di un paese Italia dove il fenomeno mafia si era ormai diffuso a macchia d’olio. Nessuna delle indagini raccontate da Sciascia nei suoi romanzi è consolatoria, nessuna è risolutoria e quella che intravede il protagonista di A ciascuno il suo è destinata a fallire”.

“Da Sciascia ad Andrea Camilleri”

Andrea Camilleri disegnato da Umberto Romaniello

Per l’ampia analisi camilleriana effettuata da Crovi partiamo dalla figura del commissario Salvo Montalbano (che nell’invenzione letteraria è originario di Catania): “Salvo Montalbano. Un uomo tutto d’un pezzo, dotato di sano umorismo e fine sarcasmo e che a tratti può apparirci scorbutico quando sbotta per l’ennesima volta davanti alle male abitudini di chi lo circonda. Un siciliano nel profondo, originario di Catania, il cui unico legame con il Continente è la sua eterna fidanzata che vive lontana in quel porto di mare che è Genova. Un poliziotto che ha tre grandi passioni: il mangiare, il bere e la letteratura (ma non trascura neanche il piacere della sensualità). E che cerca di mantenere intatte in sé le forti sensazioni che gli regalano questi suoi passatempi personali. Acuto osservatore, loquace e curioso al punto giusto, Salvo Montalbano è un uomo che ‘capisce le cose quando le vuole capire’. Ovvero non è né uno ottuso né uno asservito alla burocrazia o alla mafia (pensate che ne Il ladro di merendine la sua più grossa preoccupazione è quella di evitare la promozione a vicequestore, che implicherebbe una compromissione politica e la rinuncia definitiva ai suoi capricci investigativi). È uno che ‘quando ci si incorna su una cosa non ci sono santi’, anche quando è ancora di cattivo umore perchè piove, perchè non ha ancora preso il caffè oppure perchè ha dovuto rinunciare a un piatto cucinato ‘come Dio comanda’ alla trattoria San Calogero”. Secondo Crovi: “A Montalbano interessa incastrare i colpevoli, non pescare nel torbido del loro inconscio: a lui è toccato in sorte di pedinarli, spiarli ed eventualmente acciuffarli, non deve per forza capirli ed eventualmente commiserarli o perdonarli. Gli interessa indagare sull’umanità di chi lo circonda, non sulle sue specifiche colpe”. Il metodo d’indagine, l’analisi della dimensione filosofica, psicologica e sociale della narrativa camilleriana avrebbe meritato un approfondimento maggiore. Anche perché su questo aspetto diversi lettori conoscono già la nostra teoria dei tre livelli interpretativi dei romanzi camilleriani. E diverse nostre intuzioni sul piano storico, letterario e filosofico, tramite anche i dialoghi con Andrea Camilleri, sono stati ripresi nella bibliografia dei volumi dei Meridiani (curati da grandi studiosi) dedicati allo scrittore di Porto Empedocle.
Tornando allo studio di Crovi, l’autore scrive che: “Andrea Camilleri ha saputo infondere nelle sue storie i colori e gli odori di una terra forte come la Sicilia, un’isola che l’autore ci racconta in maniera speculare e autonoma rispetto a illustri predecessori come Pirandello, Vittorini, Tomasi di Lampedusa, Brancati, Sciascia”. Interessante anche il passaggio sul “Giro di boa”: “Nodale per capire i cambiamenti che ha subito durante la sua vita di personaggio il commissario Montalbano è un episodio come Il giro di boa, in cui il poliziotto creato da Camilleri vorrebbe dimettersi dopo i fatti relativi al G8 non riconoscendosi più nel suo ruolo di agente di polizia. Da quella storia in avanti spesso Camilleri farà commentare a Montalbano la realtà quotidiana e il disagio sociale in essa presente, portandolo anche a indagare su nuove fasce di criminalità emergenti”.
Sono diversi gli autori analizzati da Crovi, ed è molto efficace la sua interpretazione del fenomeno Alessia Gazzola, scrittrice messinese di talento e notevole successo narrativo. “Quando nel 2011 Alessia Gazzola diede alle stampe il romanzo L’allieva di certo non si aspettava di essere paragonata a Patricia Cornwell, né di diventare l’autrice più letta di gialli-rosa d’Italia e una delle più seguite in tv, grazie al fortunato adattamento delle storie che hanno per protagonista la sua Alice Allevi. Del medical-thriller della Cornwell e di Kathy Reichs la giovane dottoressa siciliana aveva il background di studi, ma il suo approccio alle storie fin dagli inizi è sempre stato meno drammatico. L’uso della commedia e del romanticismo è fondamentale nei suoi romanzi così come quello della musica, che scandisce capitolo dopo capitolo le sue storie”.
Suggestiva l’analisi di Santo Piazzese, fra i più raffinati ed acuti scrittori italiani contemporanei. Parlando dei due primi libri dello scrittore palermitano Crovi sostiene: “E’ proprio un blues (caldo come uno scirocco o come il pane con le panelle o il pane e milza che si possono mangiare ancora oggi per le strade di Palermo) a dare il ritmo a quei due romanzi. Un blues che accompagna il lavoro di un autore che volontariamente cerca di uscire dalla routine che vede la sua città come semplice sede di intrighi mafiosi e preferisce costruire delitti “sani, buoni e misteriosi”, quelli che insomma costituiscono la malavitosità ordinaria di un paese e permettono l’operatività di detective brillanti. E non è casuale neanche la scelta del suo investigatore, il giovane biologo Lorenzo La Marca, che perde il suo tempo come ricercatore nel Dipartimento di biochimica applicata dislocato all’interno dei giardini botanici comunali. Una sorta di immensa foresta tropicale collocata in via Charlie Marx (o sarebbe meglio dire nell’ufficiale via Medina-Sidonia che porta ancora tracce del ’68 sulla sua insegna stradale), un luogo dove nelle giornate di vento si possono sentire ruggire i leoni africani, ma dove possono anche essere rinvenuti cadaveri appesi a imponenti ficus”. Leggendo il libro troverete tanti protagonisti del giallo italiano (maggiori e minori) di tutte le aree geografiche del Paese, un lavoro ampio che merita di esser conosciuto…
Salvo Fallica
 
 

El Confidencial, 26.10.2020
Diez libros de noviembre: novedades que no te puedes perder
El otoño sigue apostando por buenas novelas y ensayos, desde lo nuevo de Don DeLillo y Sofi Oksanen hasta un inédito de Simone de Beauvier

El otoño sigue trayendo buenas novedades tanto en la novela como en el ensayo. Desde grandes nombres respetados por la crítica como el de Sofi Oksanen, que ha sonado para el Premio Nobel, hasta autores muy populares (y con buena crítica también) como Andrea Camilleri, del que se recupera una historia ambientada en la Sicilia del siglo XVIII.
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10. 'El rey campesino' - Andrea Camilleri
Si alguien conocía bien Sicilia, ese era Andrea Camilleri. Se recupera esta novela sobre Michele Zosimo, un joven campesino siciliano que, a principios del siglo XVIII, se convirtió en el efímero rey de Girgenti, la actual ciudad de Agrigento, tras desarmar al ejército piamontés destacado en la zona. Los ingredientes marca de la casa Camilleri están muy presentes: amor por el lenguaje, por la agilidad, los giros narrativos y un elenco muy amplio de personajes con muchas aristas. Y como en todas sus novelas, hay también espacio a la crítica a la sociedad, en este caso, al poder, a la corrupción, a los estamentos privilegiados y a todas las formas de jerarquía social.

 
 

Il Giornale, 28.10.2020
Dimmi a cosa giocavi da piccolo e ti dirò cosa sei da grande

Nell'infanzia c'è il nostro destino, e se l'infanzia è sopratutto giuochi, divertimento e balocchi, allora è lì, in ciò con cui giocavamo da piccoli, che c'è il nostro essere grandi.
Esempio: Andrea Camilleri. Ai suoi tempi - Porto Empedocle, Sicilia degli anni Trenta - lui e i suoi amici inventarono uno strano gioco. Ci si distendeva in cerchio a pancia sotto sulla spiaggia e ognuno metteva all'altezza della propria testa una monetina da venti centesimi, dopo averci sputacchiato sopra (ma qualcuno usava altro, oltre alla saliva...). Poi si restava immobili e in silenzio, anche per ore, aspettando che una mosca - ecco il nome U iocu d'a musca - andasse a posarsi sul ventino. E il proprietario della moneta prescelta d'a musca vinceva tutto il piatto. Bene. Fu lì - «a forza di raccontarmi storie vere e inventate in attesa della mosca» - che il ragazzino diventò regista e scrittore...
La confessione è in un vecchio testo di Andrea Camilleri - la relazione a un convegno palermitano del 1997 - che ora diventa una Piccola enciclopedia di giochi per l'infanzia illustrata con particolari del dipinto di Bruegel il Vecchio del 1560 Giochi di fanciulli (Henry Beyle, pagg. 104, euro 26, con una «Nota» di Stefano Salis, il primo in Italia, vent'anni fa, a laurearsi con un tesi sul narratore del commissario Montalbano). Sono brevi storie che ripescano un mondo antico, povero e straordinario, fatto di pezzi di stoffa, bastoncini, bottoni, gessetti e sassi, come i ciottoli levigati scagliati di piatto sull'acqua per farli rimbalzare, un gioco che abbiamo fatto tutti, ognuno di noi chiamandolo con un nome diverso, e che lì in Sicilia si dice «giammarita»... Un mondo perduto nella vita quotidiana (oggi chi gioca più a cuncirtinu, o a cavaseddru?) ma che resiste in quell'intreccio di lingua, memoria, immaginazione e racconto che si chiama - in una parola - letteratura.
Luigi Mascheroni
 
 

 


 
Last modified Sunday, July, 23, 2023