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RASSEGNA STAMPA

GIUGNO 2021

 
il Fatto Quotidiano, 1.6.2021
Viva i buoni libri
Quei "malati di Camilleri" e la farmacopea dei buoni libri

Arricchito da un'intervista di Antonio D'Orrico, torna in libreria per Sellerio "La pensione Eva" di Andrea Camilleri. Sin dalle prime battute della detta intervista mi ha punto una curiosità parascientifica, laddove, citando un saggio di Ornella Palumbo, "L'incantesimo di Camilleri", D'Orrico cataloga i patiti del grande siciliano in tre categorie cliniche, che vanno dai Camilleròmani ai Camilleròpati per finire coi Camilleròfagi.
Bon, chiedendomi a quale quadro clinico potessi appartenere, ho cercato di individuare i segni e i sintomi distintivi di una patologia che a un'eziologia ben precisa è determinata dall'infezione che si contrae dopo l'incontro con la prosa di Camilleri. Da cui è conseguita per milioni e milioni di persone una dipendenza che ha portato alle categorie di cui sopra studiando le quali ho azzardato alcune ipotesi. I Camilleròpati sono coloro che, dopo l'acquisto, delibano un solo capitolo al giorno, al fine di prolungare il più possibile il piacere. Non così i Camilleròmani che leggono e leggono fino a che non cascano dal sonno. Più assatanati, invece, i Camilleròfagi aggrediscono il libro subito dopo l'acquisto tralasciando pranzo, cena e sonno per giungere alla fine quasi senza respiro.
Per quanto possa sembrare approssimativa la mia analisi, è indiscutibile che ci si trovi di fronte a una forma di dipendenza. Ed è stato a questo punto, poiché l'intervista ha preso altre strade, che mi sono azzardato a immaginare un'aggiunta terapeutica, al fine di completare il trattatello: Andrea Camilleri medica la patologia da lui stesso indotta e quindi, secondo l'enunciato similia similibus curant ur eccolo diventare, oltre che patologico, pure omeopatico. Poteva il farmaco-Camilleri soccorrere solo i dipendenti? Sarebbe contro ogni etica.
Perché allora non proporlo come intervento in casi urgenti, quei casi in cui, dopo settimane o addirittura mesi in cui abbiamo letto sempre e solo libri che ci hanno ammorbato lo spirito, avvertiamo la necessità di una boccata di prosa come se fosse ossigeno? Una certa, striminzita eppur necessaria farmacopea letteraria ne uscirebbe ulteriormente arricchita. S'intenda, la mia è solo una proposta (e attendo il parere dell'Ema). E circa "La pensione Eva", si dirà, be', mica volevo rovinare il gusto a chi ancora non l'ha letto, intervista compresa.
Andrea Vitali
 
 

Novara Today, 2.6.2021
Scuola
Premiazione del concorso letterario nazionale "Modello Camilleri per giovani Scrittori"
Sabato 5 giugno alle ore 9:30 online sui canali social dell'Istituto comprensivo "Andrea Camilleri" di Varallo Pombia

La prima edizione del Premio letterario nazionale "Modello Camilleri per giovani Scrittori" indetto dall'Istituto comprensivo "Andrea Camilleri" di Varallo Pombia e dedicato agli studenti delle Scuole secondarie di primo e secondo grado d'Italia, si appresta a vivere il momento emozionante della premiazione dei vincitori che si terrà sabato 5 giugno alle ore 9:30 in modalità online presso i canali social dell'Istituto.
Durante la cerimonia, che potrà essere seguita attraverso lo streaming sulla pagina Facebook e sul Canale Youtube, si premieranno con computer portatili e tablet i primi tre classificati della Scuola secondaria di primo grado e i primi tre della Scuola secondaria di secondo grado. Il concorso letterario, che prevedeva la realizzazione di opere di narrativa inedite seguendo la peculiarità del Maestro Andrea Camilleri, ovvero affiancare espressioni tipiche del dialetto della propria regione alla lingua italiana, ha registrato una grande risposta di partecipazione: sono infatti pervenuti circa 200 testi da ben undici regioni italiane. Questo ha dato l'occasione di leggere, ma anche di "vedere e sentire", degli spaccati etnico-sociali locali del nostro Paese così pieno di tradizioni e dei quali anche i giovani autori dei testi pervenuti continuano a subire il fascino, in un gioco di incontro-scontro tra diverse generazioni. La realizzazione di tale iniziativa è stata resa possibile grazie alla passione del dirigente scolastico prof. Giuseppe Amato, della responsabile del progetto prof.ssa Patrizia Storoni e di tutti i docenti coinvolti. Un doveroso ringraziamento va alla "Giuria di qualità" che ha scelto i vincitori, composta da membri scelti fra scrittori, critici e cultori di lettere e a tutti gli enti patrocinanti. Questo evento rappresenta il degno epilogo di un percorso iniziato più di un anno fa con l'intitolazione dell'Istituto ad Andrea Camilleri e che proseguirà con la promozione di altri eventi letterario-culturali nell'arco dei prossimi anni.
Giacomo Bianco, Istituto comprensivo "Andrea Camilleri" di Varallo Pombia
 
 

politicamentecorretto.com, 3.6.2021
Consumi, con l’acquisto di un libro di Camilleri 23 anni fa iniziò la storia dell’e-commerce in Italia: viaggio attraverso la protezione dei dati
Oggi si celebrano i 23 anni dalla prima transazione online con carta di credito in Italia. Dal 1998 l’e-commerce ha visto un’ascesa inarrestabile, soprattutto nell’anno della pandemia in cui, secondo il Salesforce Shopping Index, gli acquisti online nel Belpaese sono aumentati del 78%, la crescita più alta registrata in Europa. Oggi le aziende, oltre a dover rispettare le normative della GDPR, devono adeguarsi alle nuove funzioni di sicurezza abilitate nell’ambito della Direttiva Europea sui Servizi di Pagamento (PSD2). Tra le ultime direttive ci sono la Strong Customer Authentication (SCA) e la tecnologia 3-D Secure (3DS) che mirano a proteggere gli utenti da frodi e violazioni della privacy.

Il 3 giugno 1998, a soli 35 minuti dalla messa online del sito Ibs.it, un utente da Freemont, in California, acquistò con carta di credito una copia de “La concessione del telefono” di Andrea Camilleri, realizzando così, il primo acquisto online con carta di credito su un e-commerce italiano.
[...]
 
 

OptiMagazine, 4.6.2021
Riparte Il Giovane Montalbano su Rai Premium, le repliche della fiction al via dal 4 giugno
Torna in tv Il Giovane Montalbano in replica, la prima puntata della fiction va in onda il 4 giugno su Rai Premium

Torna in onda Il Giovane Montalbano con una puntata in replica a settimana, ogni venerdì, a partire da stasera, 4 giugno, su Rai Premium, in prima serata.
Nella fiction prequel, si seguono le vicende del giovane commissario della tv interpretato da Michele Riondino, che riporta lo spettatore sui primi passi compiuti dall’acerbo Salvo, quando svolgeva il ruolo di vicecommissario di polizia presso il commissariato di Vigata, la cittadina siciliana resa celebre dai romanzi di Camilleri.
Si parte con il film tv La prima indagine, tratto dall’omonimo racconto contenuto nella raccolta La prima indagine di Montalbano, e da Cinquanta paia di scarpe chiodate contenuto nella raccolta Un mese con Montalbano del maestro Camilleri editi da Arnoldo Mondadori Editore.
Salvo Montalbano è un giovane vicecommissario in servizio a Mascalippa, sulle montagne sicule, luogo che odia perché lontano dal mare. Fidanzato con Mery, un’insegnante a cui vuole molto bene, inizia ad essere a disagio quando lei gli parla di convivenza e matrimonio. In seguito a una promozione, Salvo viene trasferito a Vigata, città dove aveva vissuto da ragazzo e in cui vive insieme a suo padre, con cui non è in buoni rapporti. Arrivato al commissariato di Vigata, Montalbano conosce i colleghi con cui collaborerà e che diventeranno per lui quella famiglia che non ha mai avuto. C’è Carmine Fazio, un esperto agente che lo aiuta a integrarsi, e Agatino Catarella, un poliziotto rimasto orfano, dall’animo semplice.
La prima indagine del giovane Montalbano lo vede investigare sull’omicidio di Casio Alletto, un mezzo delinquente con alcuni precedenti per furto di bestiame. Le accuse ricadono sul pastore Tano Borruso, ma Salvo, dotato di grande intuito e umanità, capisce subito che non è lui il vero colpevole.
Diretto da Gianluca Maria Tavarelli, Michele Riondino è affiancato da Sarah Felberbaum nei panni di Livia, la giovane fidanzata di Salvo. Nel cast tra gli altri, Alessio Vassallo, Andrea Tidona, Fabrizio Pizzuto, Beniamino Marcone, Adriano Chiaramida, Alessio Piazza, Giuseppe Santostefano, Carmelo Galati e Massimo De Rossi.
Verdiana Paolucci
 
 

Ouest-France, 4.6.2021
« Retrouver des sensations oubliées »
Une lectrice nous partage son intérêt pour l’auteur italien Andrea Camilleri.

« Il n’y a pas que les terrasses qui nous rendent libres aujourd’hui.
« Hier, je suis entrée en librairie comme on entre en croisade. Comme ça, rien que pour retrouver des sensations oubliées. J’ai parcouru les rayons alourdis de romans de toutes sortes mais je n’y voyais que du sombre, du tragique, du sinistre. Pas envie de me plonger dans ce genre d’atmosphère et puis mes yeux ont vu. Ils étaient là ces trois petits livres qu’on se met dans la poche comme un mouchoir au cas où le besoin de s’en servir se ferait pressant. Trois bouquins qu’on pense sans importance à lire sur un quai de gare entre deux trains à laisser et à prendre. Trois histoires sorties de la plume de l’auteur italien Andrea Camilleri, faisant place dans une série policière consacrée au commissaire Montalbano et adaptée en feuilletons à la télévision. Je me suis jetée sur le trio à l’image d’un chien en manque d’os, l’ai emporté chez moi tel un trésor dérobé d’un musée. Et là, pas eu besoin de pass sanitaire pour voyager. Pas de patte blanche à présenter. J’ai pris le large.
« J’ai avalé les pages avec un plaisir gourmand, d’un seul coup sans m’arrêter, sans respirer après avoir baissé le masque. Quelle jouissance incomparable ! Il pleuvait dehors mais dedans, à l’endroit de chaque histoire bue, il y avait un soleil merveilleux, une lumière inoubliable, une langue au parfum subtil des accents d’autrefois, des lieux sans ombres alourdis de chaleur méditerranéenne, des personnages remplis d’humeurs vives et bruyantes, un panel d’émotions à réapprendre urgemment.
« En accompagnant Montalbano, j’ai remis mon imagination en branle. L’évasion m’avait manqué et je ne m’en étais pas rendu compte. Je me suis alors retrouvée tellement libre dans ma tête qu’il n’est surtout plus question maintenant que je m’enferme à nouveau dans ce temps suspendu.
« C’est décidé. Demain, je repars en voyage avec le commissaire. Vingt livres à déguster sur une terrasse ou n’importe où, pourvu que j’y sois libre, libre en dehors des horloges. Seul le mouvement du monde pourrait me détourner de la page et encore… »
Marie-Paule Barbaza Rousseau, Chazé-sur-Argos
 
 

Il Sussidiario.net, 5.6.2021
Cesare Bocci/ “Montalbano finito? Non si sa mai, Dante a teatro progetto a cui tengo”
Cesare Bocci, da Dante alla docufiction sul Milite Ignoto passando per Viaggio nella grande bellezza: i suoi impegni presenti e futuri

Tanti impegni per il grande attore marchigiano Cesare Bocci, che il prossimo 10 giugno ritorna con Viaggio nella grande bellezza in prima serata su Canale 5: “E’ un progetto a cui tengo molto – racconta lo stesso, parlando oggi con i microfoni de L’Avvenire – che cerca di portare la cultura e l’arte al pubblico in modo comprensibile e accattivante”.
[...]
La chiusura è dedicata al Commissario Montalbano: “Qualche volta me lo riguardo, perchè ci sono delle puntate che nemmeno mi ricordo più. In realtà di Camilleri ci sarebbero altri due romanzi, Il Cuoco di Alcion e Riccardino. Ma il mio personaggio c’è solo nel primo, perchè nel secondo è andato in vacanza. E’ finito? Non si sa mai…”.
Davide Giancristofaro Alberti
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 6.6.2021
La voce di Camilleri rivive in un concerto per parlare d'amore
Il progetto del musicista Michele Rossi che ha registrato un colloquio con lo scrittore a partire da Dante

Se a Salvo Montalbano è stata sufficiente una telefonata per chiudere la lunga relazione con Livia, lasciando basiti gli affezionati spettatori della serie televisiva tratta dal fortunatissimo ciclo di romanzi che lo vedono protagonista, a suo "padre", Andrea Camilleri, non è bastata una vita intera per parlare d'amore.
La voce dello scrittore di Porto Empedocle, registrata durante un lungo colloquio avvenuto nel maggio 2019, cui ne sarebbero seguiti altri se Camilleri non fosse scomparso circa due mesi dopo, è alla base infatti del progetto di Michele Marco Rossi, "Intelletto d'amore (e altre bugie)", che dell'anniversario dantesco fa un'occasione per riportare in scena il grande vecchio della letteratura italiana, scomparso il 17 luglio del 2019.
“Non ho mai avuto dubbi che Camilleri potesse essere la migliore guida per questo percorso - dice Rossi. Uno scrittore così acuto, prolifico e versatile, un uomo di 93 anni che con così tanta forza e freschezza avevo ascoltato parlare di vita e di morte, di attualità, di sapere, mi sembrava il miglior compagno di viaggio possibile per avventurarsi in un tema anche banale se si vuole, ma così profondamente radicato nella nostra cultura umana. Non mi sbagliavo. Con che emozione ricevetti la telefonata di Mariolina (una delle tre figlie dello scrittore) che mi invitava tramite il maestro ad incontrarlo di persona. Ho passato un pomeriggio indimenticabile a parlare d’amore con uno scrittore cieco di 93 anni, che mi ha illuminato sul legame tra l’amore e la complessità insondabile della natura umana. Avremmo dovuto incontrarci nuovamente più avanti, per effettuare insieme delle letture su vari testi, per concretizzare questa collaborazione. Non è stato più possibile; la fragilità della vita umana si era portata via il maestro. Ma di quel nostro primo e ultimo incontro serbo una registrazione preziosa. Si parte da Dante, per arrivare a parlare di ciascuno di noi. L’amore diviene specchio e sonda della nostra natura, di quella umanità che Camilleri conosceva così bene”.
Nasce così Intelletto d’amore (e altre bugie), un programma da concerto per violoncello solo ed elettronica. Cinque commissioni di lavori originali a 5 compositori (Paolo Aralla, Noriko Baba, Vittorio Montal, Matteo Franceschini, Pasquale Corrado), un repertorio che va dal Medioevo al romanticismo alla contemporaneità: gli ascoltatori verranno guidati dagli interventi della voce di Andrea Camilleri, che farà da guida alle varie tappe del concerto di Michele Marco Rossi in un’analisi di differente aspetti dell’amore, volta ad approfondire la natura irrazionale e multiforme degli esseri umani.
Emanuela E. Abbadessa
 
 

La Opinión de Málaga, 6.6.2021
Regreso a Vigàta, ese Brigadoon siciliano
‘La red de protección’, que ahora publica Salamandra, es la trigésima entrega de la serie de novelas que el desaparecido Andrea Camilleri dedicó a su héroe siciliano, el comisario Montalbano

A punto de cumplirse dos años de su muerte, un triste y caluroso 17 de julio en Roma, aún quedan muchos libros por disfrutar de Andrea Camilleri (1925-2019). Acaba de llegar hace unas semanas a las librerías españolas la trigésima entrega de la serie dedicada a Montalbano, el popular comisario siciliano que debutara con ‘La forma del agua’ en 1994. Ahora, en ‘La red de protección’ (Salamandra, 2021), la gran creación de Camilleri se enfrenta a un misterio del pasado mientras soporta que su querida Vigàta haya sido tomada y transformada por un rodaje, algo que le molesta casi tanto como le es indiferente. De nuevo, los lectores del escritor tienen motivos de sobra para agradecer la tenacidad y constancia de uno de los grandes narradores italianos del último medio siglo.
‘La red de protección’ es el primero de los libros dedicados a Montalbano que un ciego Camilleri dictó a Valentina Alferj. En sus últimos años, el siciliano ya era incapaz de escribir, pero eso no le impidió narrar unos libros finales gracias a la ayuda de su asistente. ¿Son peores obras? En absoluto, incluso se encuentran entre lo mejor de su producción. Son versiones destiladas de todos sus mejores logros, y lejos de estar teñidos de alguna clase de amargura debida a su obvio declinar físico, se trata de libros luminosos, optimistas y llenos de un irrefrenable amor por la vida. ‘La red de protección’ no necesita de criminales, aunque sí de algún crimen, para ser una de las aventuras más entretenidas de Montalbano.
Ya se lo dijo hace unos años Antonio Sellerio, el editor siciliano de Andrea Camilleri, al periodista Ernest Alós: «No escribe tan rápido. Escribe aún más rápido. Esos dos o tres libros son los que le podemos publicar, los que no, pasan a un cajón. Y cada año hay más libros en el cajón. Cuando muera, habrá libros de Camilleri para años». Y aquí estamos ahora, con Camilleri enterrado pero publicando novedades a un ritmo descabellado. Y no son obras menores, porque en el contexto de la serie este nuevo Montalbano brilla con luz propia.
Por supuesto, de nuevo están aquí todos los rasgos de estilo de Camilleri, y todo lo que sus lectores esperan de un buen Montalbano: un suculento repaso de la gastronomía siciliana, personajes bien caracterizados, diálogos brillantes, mucho humor, historias que crecen conforme se solucionan, y ese humanidad algo trágica tan propia de Camilleri, pero que en esta ocasión es bastante más optimista de lo habitual.
En el decorado que arropa los dos misterios que Montalbano debe resolver en ‘La red de protección’, hay cierto toque de parodia de sí mismo en el retrato que dibuja Camilleri del equipo de rodaje que ocupa Vigáta e incordia al policía –el propio Camilleri era guionista y director, no fue hasta su jubilación que se lanzó de pleno a la escritura, por lo que quizá haya usado alguna anécdota de su propia vida para reírse un poco de sus días de cine y televisión-. Y ese ropaje ligero le sienta bien a la novela, que de todos modos lanza profundas reflexiones sobre la necesidad de protección que todos tenemos, y sobre cómo algunos deciden proteger o protegerse. Como siempre en estas novelas, son las personas las que cuentan, tanto para Camilleri como para Montalbano.
Con la tranquilidad que da saber que todavía les quedan muchas páginas por compartir con Montalbano y los curiosos compañeros de su viaje literario, los lectores que han convertido Vigàta en su refugio pueden cerrar con buen ánimo ‘La red de protección’. El socarrón Andrea Camilleri no solo fue un gran escritor, fue antes que nada un hombre muy generoso.
José Luis G. Gómez
 
 

RagusaNews, 7.6.2021
Camilleri, l'audio inedito: le ultime parole sono d'amore, e in musica
I pensieri dello scrittore, sotto le note del violoncello, diventeranno un concerto parlato
Camilleri, l'audio inedito: le ultime parole sono d'amore, e in musica

Ragusa - Il violoncellista Michele Marco Rossi eseguirà un brano anonimo Rinascimentale mentre la voce di Andrea Camilleri, registrata due mesi prima della sua morte, parlerà dell’amore e della sua irrazionalità prendendo spunto dal sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare” di Dante. Tutto questo è “Intelletto d’amore (e altre bugie)”: spettacolo che andrà in scena, con le varie misure anti Covid, ad agosto 2021. Le date del tour devono ancora uscire.
 
 

Bijou Social, 7.6.2021
Κινηματογράφος και Montalbano: έτσι λέει ο Francesco Bruni
Ρωμαίος αλλά μεγάλωσε στο Λιβόρνο, ο πιο πρόσφατος τίτλος του είναι “Τι θα είναι”, παρέμεινε μόνο μία μέρα στο δωμάτιο λόγω του Covid. “Μια μεγάλη απογοήτευση”

[...]
Από το 1998 βρίσκεστε στην τηλεόραση ως συν-συγγραφέας όλων των επεισοδίων του  Επιθεωρητής Montalbano από τις ιστορίες του Andrea Camilleri. Πώς πρότεινε η επιτυχία αυτών των μυθοπλασιών να κινηθείτε σε σχέση με τα πρωτότυπα κείμενα;
Πρώτα απ ‘όλα, σεβασμός και θαυμασμός γιατί τα μυθιστορήματα του Camilleri είναι ήδη σενάρια, ακόμη και στους διαλόγους. Αν μη τι άλλο, το πρόβλημα είναι να απομονωθεί η ραχοκοκαλιά της ιστορίας, δηλαδή οι έρευνες, δυστυχώς θυσιάζοντας κυριολεκτικά πολύτιμες στιγμές, παρεκκλίσεις, σκέψεις και πολλά άλλα. Η διαφορά μεταξύ της μικρής και της μεγάλης οθόνης είναι ότι στο σπίτι το κοινό έχει διαφορετική προσοχή, πρέπει να κρατήσετε πιο αργό ρυθμό, να προσπαθήσετε να μην κατακλύσετε τον θεατή γιατί είναι πιθανό να αποσπάται η προσοχή του, να έχει κάτι να κάνει. Αυτό δεν συμβαίνει στην αίθουσα.
[...]
Atalanta Lyssa
 
 

Grandangolo Agrigento, 7.6.2021
“Modello Camilleri per giovani scrittori”: premiati studenti agrigentini
Sul podio gli studenti del Liceo Politi di Agrigento

Si è svolto in videoconferenza, l’evento di premiazione della prima edizione del Premio Letterario Nazionale “Modello Camilleri per giovani Scrittori”.
Durante la cerimonia, disponibile peraltro in streaming sui canali social dell’Istituto Comprensivo Statale “Andrea Camilleri” di Varallo Pombia (NO), sono stati premiati i migliori elaborati, richiesti nella forma di racconto breve in lingua italiana mista a dialetto, che meglio onorassero la memoria dell’ormai defunto maestro e, contemporaneamente, che fossero prova dell’estro e della personalità dei partecipanti.
La giuria, composta da Thomas Mackinson (giornalista), Benedetta Bonacina (scrittrice e regista teatrale), Daniela Faggion (scrittrice ed editor) e Maria Rita Di Natale (docente e rappresentante dell’Associazione culturale “La Strada degli Scrittori” di Agrigento), ha decretato i quindici migliori racconti provenienti dalle due diverse categorie (Scuole Secondarie di Primo Grado e Scuole Secondarie di Secondo Grado) per un totale di trenta elaborati, organizzati in una raccolta e pubblicati a cura degli organizzatori. Inoltre, ai primi tre classificati di ciascuna categoria sono stati assegnati rispettivamente dei tablet (secondo e terzo classificato) e dei computer portatili (primo posto), oltre ad una targa che attesta la partecipazione al concorso e il merito riconosciuto.
Ponendo l’attenzione sulla categoria delle Scuole Secondarie di Secondo Grado, Ludovico Simone, alunno del Liceo Classico e Musicale “Empedocle” di Agrigento, tra i quali due si trovano direttamente sul podio. Al primo posto Luca Gambino del “Politi”, Ludovico Simone, alunno del Liceo Classico e Musicale “Empedocle” di Agrigento, e al terzo posto Stefano Lombardo (appartenente al suddetto Liceo Scientifico e delle Scienze Umane); gli altri vincitori sono Manuel Miccichè, Federica Volpe, Marco Vinciguerra, Giada Bonomo, Alba Mula e Gabriele Butticè.
Un trionfo di creatività, lettura e scrittura, che fa ben sperare nel futuro di giovani che credono dell’immortalità del pensiero e dell’arte, tramandando di generazione in generazione quello stile espressivo puro e diretto del quale Andrea Camilleri fu ideatore e maestro.
 
 

Agrigento Notizie, 8.6.2021
Murales di Camilleri, Ztl per facilitare le visite dei turisti: ecco dove
A dare la direttiva è stata l’amministrazione comunale, con il sindaco Ida Carmina in testa

Ztl permanente per facilitare le visite dei numerosi visitatori che, già in questi giorni, essendosi allentate le prescrizioni anti-Covid, si sono ritrovati a fotografare e ad apprezzare il murales dedicato ad Andrea Camilleri.
La zona a traffico limitato, per facilitare dunque i visitatori: concretizzando il turismo, verrà istituita in via Piazza Vecchia, dall’intersezione con via Marconi, fino alla sua congiunzione con la salita Chiesa. E la possibilità di transito verrà garantita solo ai residenti e proprietari di garage attigui al locale denominato “ La Grotta di Vigata”, per i mezzi di soccorso, delle forze di polizia e della Municipale. Ztl anche su tutta la strada che costeggia la piazza Vittorio Veneto, dall’intersezione con la via Molo/Roma fino alla sua intersezione con la via Roma lato piazza Kennedy con transito consentito ai soli residenti e ai militari in servizio alla caserma della Guardia di finanza, nonché naturalmente ai mezzi di soccorso, delle forze di polizia e della Municipale.
A dare la direttiva è stata l’amministrazione comunale, con il sindaco Ida Carmina in testa. E lo scopo è uno soltanto: facilitare e rendere piacevoli le visite al murales dedicato allo scrittore empedoclino, inaugurato in occasione del primo anniversario dalla morte.
 
 

LaNostraTv, 8.6.2021
Cesare Bocci su Montalbano: “Una fortuna averlo incontrato perché…”
Cesare Bocci sul Commissario Montalbano: “Mi ha dato la possibilità di recitare con dei testi straordinari e un cast incredibile”

Da giovedì 10 giugno Cesare Bocci torna su Canale5 con Viaggio nella grande bellezza, il programma di divulgazione che va alla ricerca dei tesori e dei capolavori del mondo. Bocci, intervistato da Tv Sorrisi e Canzoni, ha parlato del Viaggio nella grande bellezza della sua carriera e ovviamente al primo posto ha messo Il Commissario Montalbano con Luca Zingaretti, la serie di Rai1 che l’ha fatto conoscere al grande pubblico nei panni di Mimì Augello, il braccio destro di Salvo Montalbano: “E’ stata una fortuna aver incontrato Il Commissario Montalbano perché mi ha dato la possibilità di recitare con dei testi straordinari e un cast incredibile”.
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Isabella Adduci
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 9.6.2021
Giancarlo De Cataldo: "Sicilia capitale del giallo"
Lo scrittore sarà a Ragusa per "A tutto volume": "Bello tornare a incontrare i lettori. Sono diventato magistrato grazie a La piovra"

È il più noir dei giallisti italiani, raffinato ideatore di quel ritratto “criminale” della Roma suburbia, tarantino di nascita, magistrato ormai per passione, scrittore e drammaturgo di diritto. Giancarlo De Cataldo arriva in Sicilia, il 12 giugno a Ragusa al festival “A tutto volume” dove presenta il romanzo “Il suo freddo pianto”, Einaudi, ultima avventura della trilogia che ha per protagonista Manrico Leopoldo Costante Severo Fruttuoso Spinori della Rocca, detto il “contino”, pubblico ministero della Procura della Repubblica di Roma, melomane, capace di risolvere qualsiasi caso trovando ragioni e moventi nei libretti d’opera. Una passione comune quella della lirica con lo stesso De Cataldo che questo inverno debutterà con un libretto d’opera da lui firmato e messo in musica da Giovanni Sollima. «Il mio legame con i siciliani, prima ancora che con la Sicilia, è fortissimo. Importanti colleghi di lavoro, ma soprattutto amici carissimi sono tutti siciliani e poi quello zio albino biondo, originario di Chiusa Sclafani, che per me è stata una figura di riferimento dell’adolescenza. Nel suo aspetto e nella musicalità della sua lingua c’era già tutta la complessità della Sicilia». Da Camilleri a Battiato, da Tornatore a Roberto Andò, lo scrittore tarantino è un grande estimatore delle espressioni artistiche dell’Isola ed è felice di iniziare la promozione del suo ultimo libro proprio da Ragusa.
Finalmente si ritorna a incontrare i lettori dal vivo e lei lo fa a Ragusa: quanto le sono mancati i festival?
«Quella di Ragusa è veramente la prima uscita ed è davvero emozionante, dopo un anno di incontri freddi, mediati dallo schermo. È un ritorno, sono già stato a “A tutto volume” e devo dire che i festival siciliani sono qualcosa che aggiunge emozione a uno scrittore, perché la bellezza dei posti crea atmosfere che sono indimenticabili, per autore e lettore».
A Ragusa lei sarà in compagnia del suo ultimo personaggio, Manrico Spinori, che abbiamo visto in una trilogia. È finita qui o è stato sedotto dal personaggio seriale?
«Non lo so. È il personaggio che si impossessa di te, e poi io e Manrico siamo ancora agli albori del nostro rapporto. Camilleri mi diceva che alla lunga il rapporto può sfinire, ma non è il nostro caso. Manrico è venuto a bussare alla mia porta con molta gentilezza. Mi ha divertito molto immaginare queste due “Italie”, quella nobile di Manrico e quella plebea dell’ispettora Cianchetti, una aristocratica e meditativa, l’altra di pancia. Un po’ come l’Italia di sinistra e di destra. Grazie a Manrico posso raccontare ciò che vorrei essere e non sono. Ma l’amore per l’opera ci unisce».
Lei era un grande estimatore di Camilleri: quale ricordo personale vorrebbe condividere?
«Un pullman di lettori dall’Emilia Romagna che arriva apposta a Roma per lui, che ormai anziano faceva fatica a spostarsi. Lui che li accoglie in piedi e mi dice: “La prima battuta falla sempre in piedi. Per rispetto”. Un protocollo che adotto sempre. E poi, come dimenticare la libraia che avevamo in comune che un giorno mi dice: “Camilleri ha letto “Romanzo criminale”, vorrebbe presentarlo. E io, in visibilio, riesco ad arrivare in ritardo alla presentazione e lui che impassibile continua a parlare con il pubblico dicendo “adesso è arrivato anche De Cataldo”. Non lo dimenticherò mai. Sono un grande estimatore dei suoi romanzi storici, uno su tutti “Il birraio di Preston” dove convergono due grandi passioni: la lirica e il Risorgimento».
Secondo lei la Sicilia merita davvero l’appellativo di “patria del giallo”?
«Qualche giorno fa in un numero di Linus del ’56 tra le letture consigliate ho trovato “A ciascuno il suo” di Leonardo Sciascia “giallo di ambiente”. Il che vuol dire che 55 anni fa Oreste Del Buono e Umberto Eco, le massime autorità in fatto di riscoperta della cultura popolare, presentavano Sciascia e la Sicilia come centrali nel giallo. Sicuramente all’origine c’è Sciascia. Questa è una terra di grandi contrasti e grande epica, compresa quella criminale. Se faccio il magistrato lo devo a “La piovra”. E poi non si è più smesso di arricchire una cultura che oggi è più che prolifica: Piazzese, Cassar Scalia. Ma non solo giallo, penso ad Alajmo, Tornatore, Andò. E Battiato. Il più sorprendente di tutti. La Sicilia è una terra di cultura e di artisti».
In questi giorni i siciliani si sono misurati nel metabolizzare la scarcerazione di Brusca, confusi tra realtà e narrazione “epica” di questa realtà. Da magistrato come commenta la notizia?
«Capisco la difficoltà. È legittima soprattutto per chi ha sofferto sulla propria pelle. Ma lo Stato ragiona in un altro modo, stringiamo patti con persone che non ci piacciono per combattere la mafia. Così come ha voluto Giovanni Falcone. Il pentitismo è uno strumento prezioso e dobbiamo continuare a servircene. Non sono le fiction a dare il cattivo esempio, è la cattiva giustizia, o la cattiva amministrazione. Dare colpe alla narrazione è un alibi».
Con quale opera Manrico si orienterebbe in una storia ambientata in Sicilia?
«Troppo facile: l’intermezzo di “Cavalleria rusticana”. Lo stesso usato da Scorsese per “Toro scatenato”».
Eleonora Lombardo
 
 

La Stampa, 10.6.2021
“Gomorra”, “L’amica geniale”, Montalbano: tre doc del Salone del libro dai testi alle fiction
Dal 14 giugno gratis sulle piattaforme del ministero degli Affari Esteri e della manifestazione di Torino

Dal libro alla serie tv: tre documentari del Salone Internazionale del Libro di Torino raccontano tre grandi casi di successo e tre future trasposizioni. Dal 14 giugno saranno disponibili gratuitamente sulle piattaforme italiana.esteri.it del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Salto+ del Salone Internazionale del Libro di Torino. E' il progetto Book to Screen. 6 libri x 6 schermi. I tre casi sono esempi virtuosi in cui la parola scritta si fa immagine senza perdere la forza espressiva originale: «L'amica geniale», la tetralogia bestseller mondiale di Elena Ferrante, pubblicata da Edizioni E/O, diventata serie tv grazie alla regia di Saverio Costanzo; «Gomorra», il romanzo-reportage di Roberto Saviano, edito da Mondadori e tradotto in 52 lingue e «Il Commissario Montalbano», i gialli scritti da Andrea Camilleri usciti con Sellerio.
Scrittori, editor, registi, produttori, sceneggiatori e editori raccontano l'affascinante viaggio dalla pagina allo schermo, un lavoro di squadra per rendere al meglio atmosfere, personaggi, emozioni. Ogni documentario anticipa un'altra serie, o film, di prossima produzione, con un'intervista agli autori e alle autrici il cui libro è stato opzionato nei diritti per la trasposizione televisiva o cinematografica. Si tratta dei libri «Sarah. La ragazza di Avetrana» (Fandango libri) di Flavia Piccinini e Carmine Gazzanni, «Nata per te. Storia di Alba raccontata fra noi» (Einaudi) di Luca Trapanese e Luca Mercadante e «Il treno dei bambini» di Viola Ardone (Einaudi). «Tra cinema e letteratura il legame è stato nel nostro paese sempre molto solido e al tempo stesso molto libero. Le serie tv hanno moltiplicato le possibilità di questo dialogo. Grazie ai documentari della serie Book to Screen per l'edizione 2021 Fare Cinema, nati dalla collaborazione tra Farnesina e il Salone del Libro di Torino, vogliamo contribuire a far conoscere il più possibile ciò che di bello è stato fatto in questo campo e cosa è in preparazione» spiega Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino.
 
 

La Repubblica, 10.6.2021
Giovanni Caccamo e la figlia del Che: "Mio padre ci ha insegnato che da soli non siamo niente”
Il cantautore pubblica il brano 'Canta' in cui Aleida Guevara legge una lettera del padre indirizzata a lei e ai suoi fratelli

Che potere straordinario hanno le parole, sanno fare strani giri e riescono a collegare mondi all'apparenza lontanissimi. Lo ha scoperto il cantautore siciliano Giovanni Caccamo mettendosi al lavoro sul suo nuovo album intitolato proprio Parola, atteso per settembre ma già annunciato da due singoli: il primo, Aurora, con l'introduzione dell'attore Willem Dafoe che recita un testo di Battiato e Sgalambro sul senso della vita; il secondo, che esce domani ed è intitolato Canta, in cui si ascolta la figlia del Che, Aleida Guevara, che legge una lettera del padre indirizzata a lei e ai suoi fratelli, scritta poco prima che il grande rivoluzionario perdesse la vita in Bolivia, morto quando lei aveva solo sette anni.
«Iniziando a lavorare a questo nuovo album, tre anni fa sono partito per un viaggio nella parola», spiega Giovanni Caccamo in collegamento via Zoom dalla sua casa di Milano, seduto accanto ad Aleida Guevara, 60 anni. «È un viaggio che raccoglie l'appello di Andrea Camilleri ai giovani per ricordare l'importanza e il peso che le parole hanno nella nostra vita. Ho selezionato una serie di testi che mi hanno profondamente emozionato, lasciandomi disarmato».
[...]
Carlo Moretti
 
 

Diario de Mallorca, 10.6.2021
A propósito de Camilleri. La última y gran pirueta del acróbata
Ejercicios de memoria recoge 23 historias dictadas por Camilleri cuando ya había perdido la vista

El placer que otorga la literatura obliga a veces a pequeños y grandes esfuerzos de lectura. Apenas nadie regala el verdadero entretenimiento. Con los libros del irrepetible Andrea Camilleri no suele suceder, sin embargo, así. Se leen como si nada, igual que se bebe un vaso del nerello mascalesse del Etna en una de esas tardes primaverales sicilianas que parecen no tener fin. Sin mayores pretensiones que las de deleitar con las palabras y las historias que cuentan, se caracterizan por una prosa seca, directa, eficaz y muy viva. [...]
Luis M. Alonso
 
 

Nulla dies sine linea, 10.6.2021
“Pirsonalmente di pirsona”: l’anima di Catarella

Agli ordini del commissario Montalbano, nel commissariato di Vigàta, opera un gruppo composto da personaggi con caratteristiche peculiari ma animati da un autentico spirito di squadra; fra questi spiccano tre figure di particolare rilevanza: il vicecommissario Mimì Augello (con la sua passione per le belle donne), l’ispettore Giuseppe Fazio (dominato dal “complesso dell’anagrafe”) e l’agente Agatino Catarella. Quest’ultimo, come scrive Simona Demontis, “più che un personaggio è una macchietta, inserita dall’autore al preciso scopo di divertire con forme di comicità involontaria” (I colori della letteratura – Un’indagine sul caso Camilleri, Rizzoli, Milano 2001, pp. 34-35).
Il personaggio di Catarella ha una genesi ben precisa, che Camilleri rivelò nel corso di una conversazione presso l’ANFP (Associazione Nazionale Funzionari di Polizia) il 2 dicembre 2005: «Catarella nasce perché mi sono ricordato di un attendente di mio padre, che si chiamava don Paolino Castelli. Allora, nell’immediato dopoguerra, usciva la rivista Mercurio. […] Un giorno che lui doveva andare per conto di mio padre ad Agrigento, gli dissi: “Don Paolino, per favore, m’accattassi Mercurio, la rivista”, e lui mi portò una boccetta di mercurio liquido» (cfr. “MicroMega” 1999-2018, 20/7/19, p. 161).
La particolarissima parlata del buffo agente, consistente in un miscuglio maccheronico di velleitario italiano burocratico, italiano popolare e dialetto, fu ulteriormente ispirata, sempre a detta dell’autore, dal “parlare dei pupari” e dal confronto con il Ciclope di Pirandello, dove Ulisse parlava “come Totò” (“Scusassi, ci potissi indicare una piccola fonti d’acqua onde noi assetati potessimo dissetarci?”).
L’esordio di Catarella avviene nel secondo romanzo della serie di Montalbano, cioè Il cane di terracotta (1996), presentando subito un buffo “qui pro quo”:
Questo Catarella non era sinceramente cosa. Lento a capire, lento ad agire, era stato pigliato nella polizia certamente perché lontano parente dell’ex onnipotente onorevole Cusumano… Le cose con Catarella s’imbrogliavano di più se gli saltava il firticchio, cosa che gli capitava spesso, di mettersi a parlare in quello che lui chiamava taliàno. Un giorno gli si era appresentato con la faccia di circostanzia.
“Dottori, lei putacaso mi saprebbi fare la nominata di un medico di quelli che sono specialisti?”.
“Specialista di cosa, Catarè?”
“Di malattia venerea”.
Montalbano aveva spalancato la bocca per lo stupore.
“Tu?! Una malattia venerea? E quando te la pigliasti?”
“Io m’arricordo che questa malattia mi venne quando ero ancora nico, non avevo manco sei o sette anni”.
“Ma che mi vai contando, Catarè? Sei sicuro si tratta di una malattia venerea?” (“Il cane di terracotta”, pp. 25-26).
Da quel momento, Montalbano tenta di adeguare la sua lingua a quella del centralinista, convinto che sia l’unico modo per poter avere con lui un dialogo:
”Pronti, dottori? Dottori, è lei stesso di pirsona al tilefono?
“Io stesso di pirsona mia sono, Catarè. Parla tranquillo”.
Catarella, al commissariato, l’avevano messo a rispondere alle telefonate nell’errata convinzione che lì potesse fare meno danno che altrove. Montalbano, dopo alcune solenni incazzature, aveva capito che l’unico modo per poter avere con lui un dialogo entro limiti tollerabili di delirio era di adottare il suo stesso linguaggio.
(“La voce del violino”, pp. 9-10).
Della famiglia di Catarella non si sa nulla: lui stesso però dichiara espressamente di essere “figlio unico e màscolo di mè patre e mè matre” (Un diario del ‘43, da Un mese con Montalbano).
Il lessico adoperato dall’agente è di una comicità surreale; quando il commissario fa il compleanno, Catarella lo accoglie “commosso e col vrazzo stinnuto” e con un’improbabile sequela di superlativi:
«Tanta e tantissima aguranza di tutto cori di lunga vitissima e salutissima e filicissima, dottori!» (Una voce di notte, p. 21).
Tipica di Catarella è la ridondanza nell’uso dei pronomi: «Dottori, io affiducia solo in lui di lui ho» (“Il quarto segreto”, p. 128), «Dottori, tutto assuppato è il vistito suo di lei!» (id., p. 151), «“Hanno arritrovato la machina della signora Pagnozzi e del di lui di lei marito, il commendatore”» (“Stiamo parlando di miliardi”, p. 211).
Non meno clamorose sono le deformazioni lessicali dell’agente: Boccadasse diventa “Bonchidassa”, il mandato di perquisizione si trasforma in “mannato di piricquisizione”, una banale influenza equivale a “’mprudenza”, il cellulare per lui è un “ciallulare” e il bunker un “banker”, i CD-Rom sono ribattezzati “giddirommi”.
Irredimibile è anche la sintassi di Catarella, con condizionali di nuovo conio (“io lo saprebbi”), costruzioni inedite (“sto per arrivando”) o sbalestrate (“andarono indovi che hanno ammazzato a uno”).
Per di più, l’agente storpia sistematicamente i nomi delle persone: il giornalista Sozio Melato diventa “Ponzio Pilato”, il signor Borsellino viene storpiato in “Porcellino”, il dottor Lattes perde la “s” finale, il preside Burgio si trasforma nel “presitte Purcio”, ecc. Le rare volte che ci azzecca, combina ugualmente pasticci: «“Dottori? C’è al tilefono uno che dici d’essire la luna. E io, cridenno che sghirzava, ci arrispunnii che ero lu suli. S’incazzò. Pazzo, mi pare”. “Passamelo” “Dottor Montalbano? Buongiorno. Sono l’avvocato Luna”».
Eppure, Catarella ha i suoi momenti di gloria:
– nella raccolta Gli arancini di Montalbano, nel racconto Catarella risolve un caso, il buffo agente rivela un’inopinata abilità nel risolvere un’indagine inerente il ritrovamento di una giovane donna scomparsa;
– nel racconto Il quarto segreto (tratto da La paura di Montalbano) affianca Montalbano in un’indagine e condivide con lui (restandone turbato e commosso) alcune informazioni riservate;
– nel romanzo Il giro di boa, è proprio Catarella a dare un’interpretazione dei fatti che poi si rivelerà reale: «Dottori, ma non è possibili che il morto addivintò vivendi e appresso morse nuovamenti addivintando natante?» (Il giro di boa, p. 133).
Catarella, in modo quasi paradossale, ha competenze tecnologiche notevoli, soprattutto nel campo informatico; ovviamente, in questa surreale competenza dell’agente, è lecito scorgere un messaggio ironico subliminale dell’autore: “la tecnologia, e l’informatica in particolare, non stanno dal lato del pensiero creativo o della logica dell’indagine; stanno semmai dal lato della stupidità, addirittura dell’animalità” (G. Marrone, Storia di Montalbano, ed. Museo Pasqualino, Palermo 2018, p. 139).
Quando il commissario, che ha spesso bisogno delle competenze tecniche dell’agente, lo invita a dargli una mano e a non parlare della cosa con nessuno, la reazione dell’agente è commovente e comica al tempo stesso:
Per l’emozione a Catarella spuntaro di colpo dù lacrime. Isò la mano dritta, la chiuì e lassanno fora dal pugno, belli stinnicchiati, l’indice e il medio, se li portò alle labrra e li vasò supra al dorso, po’ li rigirò e li vasò nella parti ‘nterna. “Fino a che morte non ci separi”. Era un giuramento sullenni. […] Aviva le gamme rigide, le vrazza aperte e tese tipo Frankenstein e gli viniva difficili assà di moviri i passi. (“La rete di protezione”, pp. 20-21).
In effetti Catarella è sempre commosso e lusingato quando Montalbano gli assegna qualche incarico di fiducia:
“Catarella, che aviva accaputo che s’attrattava di un incarrico pirsonali, accomenzò ad aggadrinacciarisi come gli capitava ogni volta che Montalbano addimannava il so aiuto: gamme rigite come quelle di un pupo, vrazza stinnicchiate verso il vascio e tinute leggermenti allargate, dita delle mano raprute di picca, squasi fussiro zampi palmati, occhio sbarracato, facci russa come a un pipironi, denti sirrati” (Il metodo Catalanotti, p. 238).
L’affetto di Catarella per il suo capo è infinito; nel racconto Il quarto segreto si commuove quando il commissario dice di averlo sognato:
”Maria, dottori! Ah, dottori dottori, che cosa bella ca mi sta dicenno! Vossia la notti s’insogna a mia!” Montalbano s’impacciò.
“Be’, non esageriamo… non è che mi capita tutte le notti”
“Però stanotti m’insognò! E chisto viene a significari che vossia ogni tanto mi appenza macari che quanno non sugno di sirvizio!”
Montalbano capì che Catarella stava mettendosi a chiàngiri, sopraffatto dall’emozione (“La paura di Montalbano”, p. 121).
L’animo di Catarella viene definito da Montalbano in modo quasi “pascoliano” o “pirandelliano”:
«Catarella è un picciliddro, un bambino dentro al corpo di un omo. E perciò ragiona con la testa di uno che non ha manco sette anni… Con ciò voglio dire che Catarella ha la fantasia, le alzate d’ingegno, le invenzioni di un picciliddro. Ed essendo picciliddro, queste sue cose le dice, senza ritegno. E spisso c’inzerta. Perché la realtà, vista con l’occhi nostri, è una cosa, mentre vista da un picciliddro è un’altra» (Il giro di boa, p. 193).
Ben note sono altre comicissime caratteristiche di Catarella: è ossequioso e ubbidiente coi superiori, fino alla piaggeria (il questore è pomposamente definito “il signori e Quistori” e le minacciose telefonate di costui sconvolgono e terrorizzano il povero agente); entra sempre a precipizio nella stanza del commissario, spalancandone la porta con un fragore assordante.
Su quest’ultimo punto, un esempio valga per tutti:
La porta dell’ufficio venne aperta con violenza, ma invece di andare a sbattere contro il muro, andò a colpire una pila di carte da firmare che Fazio aveva posato a terra e rimbalzò con la stessa ‘ntifica violenza tentando di richiudersi. Ma la porta non ce la fece, perché nel tragitto trovò un ostacolo: la faccia di Catarella. Il quale emise una specie d’acutissimo nitrito cummigliandosi il volto con le mano. “Mariiiiiia! Il naso mi scugnò!”. Che era, un commissariato quello? Quello era un laboratorio di gag cinematografiche che Charlot o Ridolini avrebbero invidiato. Montalbano aspettò con santa pacienza che Catarella si tamponasse il naso scugnato col fazzoletto.
(Il quarto segreto, in La paura di Montalbano, pp. 161-162).
A volte il commissario non resiste alla tentazione di prendersi gioco del povero agente:
”Pronto?”
“Ah dottori dottori!” fece la voce saziata e ansimante di Catarella “Vossia di pirsona pirsonalmente è?”
“No”
“Allora chi è col quale sto per parlando?”
“Sono Arturo, fratello gemello del commissario”.
Perché aveva principiato a fare lo stronzo con quel povirazzo? Forse per sfogare tanticchia di umore malo?
“Davero?” disse Catarella ammaravigliato. “Mi scusasse, signori gimello Arturo, ma se il dottori è come qualmenti in casa, ci lo dici che ho bisogno di parlàricci?”
(L’odore della notte, pp. 12-13).
Alcuni dialoghi fra Montalbano e Catarella sono veri capolavori di teatralità:
Erano le tre del mattino.
“Pronto?”
“Pronti?”
“Catarè!”
“Dottori!”
“Che fu?”
“Spararono”
“A chi?”
“A uno”
“Morì?”
“Morse”.
Splendido dialogo di stampo alfieriano.
(Ferito a morte, in La paura di Montalbano, pag. 24).
Concludo con un ultimo riferimento, che può maggiormente evidenziare l’umanità e la bontà di Catarella.
Nel racconto Il quarto segreto, contenuto nella raccolta intitolata La paura di Montalbano, il commissario deve risolvere un caso apparentemente di routine: la morte di un muratore albanese, di nome Pashko Puka, caduto da un’impalcatura in un cantiere. In realtà la morte di Puka si rivela un omicidio, progettato e voluto da un mafioso, ai danni di un infiltrato delle forze dell’ordine.
Non senza difficoltà, Montalbano riesce gradualmente a individuare il bandolo della matassa; e Catarella diventa coprotagonista della vicenda, accompagnando il suo commissario in una pericolosa missione nel cantiere che è stato teatro dell’omicidio.
Inizialmente, malgrado la cornice drammatica, la scena presenta momenti esilaranti grazie alla figura comica di Catarella: l’agente è “commozionato” dall’onore di dividere con Montalbano ben tre segreti e sta per soffocare quando accetta una sigaretta per non contraddire il suo capo (pur non essendo un fumatore). Ma alla fine del racconto, il brav’uomo – devastato dalla vista di un delinquente ucciso dal commissario – si rannicchia su Montalbano e piange come un bambino: «Matre santa! Matre santa, chi cosa tirribili è vidiri ammazzari un omo!».
Subito dopo, un’ulteriore riflessione, riferita a Montalbano con la tecnica del discorso indiretto libero, esprime un più alto sgomento: «A vederlo ammazzare era stato terribile, per Catarella. E ad ammazzarlo, invece, quale terribile livello si raggiungeva?» (p. 229).
L’affetto sincero per Catarella emerge anche nel momento estremo per Montalbano, allorché Camilleri ne organizza l’“autocancellazione” alla fine dell’ultimo romanzo della serie, Riccardino (pubblicato postumo nel 2020). Il commissario infatti, prima di “svanire”, rivolge un ultimo pensiero alle persone che ama di più:
“Pinsò a Livia, a Fazio, a Mimì Augello, a Catarella e gli venni un groppo. Allura si pirmittì il lusso di una lagrima. (Riccardino, p. 272).
P.S.: Nella fortunata serie televisiva, Catarella è stato interpretato dall’ormai notissimo attore ragusano Angelo Russo; e si può dire che, se Luca Zingaretti è per tutti il commissario Montalbano (nonostante nei romanzi Camilleri descriva il suo personaggio con caratteristiche fisiche ben diverse), Russo è ormai ineluttabilmente e perennemente identificabile con Catarella, del quale riproduce in modo perfetto la gestualità, il linguaggio e la psicologia, con effetti esilaranti ma al tempo stesso con un realismo vivido ed efficacissimo.
Mario Pintacuda
 
 

Dituttounpop, 11.6.2021
Il Giovane Montalbano la trama della puntata in replica su RaiPremium stasera 11 giugno
ll Giovane Montalbano su Rai Premium la puntata della prima stagione in replica stasera 11 giugno

Il Giovane Montalbano prosegue in replica su RaiPremium venerdì 11 giugno con la seconda puntata della prima stagione con Michele Riondino nei panni del protagonista. Capodanno è il titolo del secondo episodio in onda in replica venerdì 11 giugno su Rai Premium e già disponibile su Rai Play.
La puntata è diretta da Gianluca Maria Tavarelli e tratto dai racconti di Andrea Camilleri “Capodanno” contenuto nella raccolta “Un mese con Montalbano” e “Meglio lo scuro” contenuto nella raccolta “La paura di Montalbano” (edite da Arnoldo Mondadori Editore).
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La Repubblica - Robinson, 12.6.2021
Giuseppe D'Agata Il signor no

Ha scritto un romanzo di successo ( Il medico della mutua) diventato un film epocale e adottato come testo per creare il Servizio Sanitario Nazionale. Ha sceneggiato un originale televisivo ( Il segno del comando) da 15 milioni di spettatori ogni domenica sera. Ha condiviso un ufficio e molti whisky e sigarette con Andrea Camilleri. Ha passato una fine d'anno a Mosca con Eugenij Evstusenko, regalando bottiglie di vino a tutte le coppie che incontravano. Ha cantato in coro nelle piazze russe con Umberto Eco. Ha suonato la batteria, musica jazz. Ha amato l'arte, annusato opere sconosciute di Picasso nel retrobottega del suo mercante. Ha combattuto il fascismo da ragazzo, la burocrazia da uomo, le malattie da medico. Ha tenuto insieme il Molise, Bologna, Roma e l'America. Ha raccontato la vita. Come è stato possibile che Giuseppe D'Agata (1927-2011) sia diventato, come scrive il lettore, "invisibile"?
[...]
Gabriele Romagnoli
 
 

la Lettura - Corriere della Sera, 13.6.2021
Libri. Recuperi
L'antologia. Luca Crovi di dedica da sempre al genere poliziesco (e alle sue contaminazioni), sia come autore sia come saggista. Stavolta ha raccolto 20 testi di autori insospettabili, classici di ieri e di oggi, che guardano in faccia l'assassino
Ammazza che storie! Freud, Svevo & C. giallisti a sorpresa
Fra gli scritti riproposti, anche "Luciano Liggio" di Andrea Camilleri, pubblicato in origine in "Esercizi di memoria
Cliccare qui per l'articolo
Severino Colombo
 
 

La Repubblica (ed. di Napoli), 13.6.2021
Lia Pasqualino trent’anni di foto a Capodimonte
Ritratti. Andrea Camilleri, scomparso due anni fa In alto, Toni Servillo Entrambe le foto fanno parte della mostra di Pasqualino a Capodimonte

«Un giorno ho trovato una camera e ho cominciato. Poi ho seguito un corso con Letizia Battaglia e ho capito che stavo bene al mondo con il filtro della macchina fotografica, che era quello il mio modo per relazionarmi col mondo». Lia Pasqualino racconta così la nascita della passione per un'arte di cui vedremo 97 "campioni" in mostra daoggi, nella sala Causa di Capodimonte, nell'ambito del Campania Teatro Festival. In gran parte si tratta di ritratti, «ma ci sono anche alcune foto astratte, altre di reportage scattate a Palermo e infine due serie più costruite, realizzate in studio: una sui gemelli, l'altra ispirata ad uno spettacolo realizzato qualche anno fa da mio marito, Roberto Andò, alla Darsena Acton» spiega Lia Pasqualino, figura di rilievo nel panorama della fotografia italiana contemporanea.
[...]
Bianca De Fazio
 
 

TGR Sicilia, 15.6.2021
A Palermo Aleida Guevara, figlia di Ernesto il "Che"
E' stata in visita a Palermo Aleida la figlia di Che Guevara. E' anche lei un medico. Ha parlato di vaccini, ma anche dell'immagine della Sicilia legata al commissario Montalbano.



Pippo Gigliorosso
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 15.6.2021
Aleida Guevara, figlia del Che: "La differenza tra la sanità siciliana e cubana? Noi produciamo i vaccini, ma ci mancano le siringhe"
La pediatra 61enne: "All'hub vaccinale sono rimasta molto colpita dallo spirito di solidarietà verso gli altri"

"La Sicilia? A Cuba si conosceva lo stereotipo della mafia, ma tutto è cambiato grazie al commissario Montalbano. Nell'hub vaccinale di Palermo ho trovato lo spirito di amore verso gli altri di tanti lavoratori siciliani". Ha scelto di visitare la Sicilia a partire da Palermo - ma continuerà a Catania e Messina - per parlare di Cuba, del "bloqueo", l'embargo che avanti da sessant'anni, ma soprattutto della sanità pubblica e dei vaccini di Stato per tutti. [...]
Tullio Filippone
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 16.6.2021
Brass, FilmFest, Orestiadi la Sicilia accende i festival per un’estate sul palco

Il festival di Taormina riporta i film al teatro antico, le Orestiadi di Gibellina festeggiano 40 edizioni e celebrano Dante sul Cretto in tre mosse mentre lo Spasimo riunisce attorno al Brass tutte le istituzioni musicali di Palermo. Eccola l'estate siciliana che accende schermi e palcoscenici calare un tris d'assi che riempirà le notti di musica, cinema e teatro.
[...]
I primi 40 anni delle Orestiadi
«Il teatro a Gibellina è sempre stato inscindibile dall'arte», dice Alfio Scuderi, direttore artistico del festival, realizzato dalla Fondazione Orestiadi. Omaggiano le muse dell'arte, le cinque attrici di "Pezzi da museo" (17 luglio), prima nazionale di e con Silvia Ajelli e con Simona Marchini, assieme alla proiezione di "Quadro nero" di Roberto Andò, con le musiche di Marco Betta e le parole di Andrea Camilleri.
[...]
Paola Nicita, Marta Occhipinti e Gigi Razete
 
 

La Liberté, 19.6.2021
Montalbano orphelin
Polar

Montalbano est sur les dents. Non seulement il doit passer ses nuits à organiser le débarquement de réfugiés dans le port de Vigàta mais il est sommé par sa fiancée Livia de se faire confectionner un costume sur mesure. C’est ainsi qu’il lie connaissance avec la belle et talentueuse couturière Elena et son assistante tunisienne Meriam. Mais alors que la pression migratoire augmente sur les plages siciliennes, ponctuée de drames que le commissaire s’efforce de gérer avec son indéfectible sens de la justice, Elena est assassinée à coups de ciseaux dans son atelier…
On ne se lasse pas de Camilleri, de son écriture inventive et colorée, de ses talents de conteur en équilibre entre truculence et gravité, sans oublier ses alléchantes descriptions culinaires. Disparu en 2019, le maestro sicilien a laissé un peu de travail à Serge Quadruppani, son excellent traducteur qui signe une «lettre ouverte au commissaire Montalbano» en préface de ce nouveau titre, paru il y a six ans.
 
 

TvZoom, 19.6.2021
Ascolti tv 18 giugno digital e pay: per i gol ‘italiani’ di Croazia-Rep. Ceca (4,4%) più share di Inghilterra-Scozia (4,2%) su Sky. Boom Montalbano/Riondino
Su Sky per Svezia-Slovacchia 338 mila e 3,4%. In prima serata tra le native digitali free: Su RaiPremium Il Giovane Montalbano a 661mila e 3,4%. Sul Nove I Migliori Fratelli di Crozza a 417mila e 2,1%. Su Tv8 Italia’s Got Talent – Best Of a 309mila e 1,6%.

[...]
In prima serata. Su RaiPremium Il Giovane Montalbano a 661mila spettatori e 3,4%.
[...]
Emanuele Bruno
 
 

Lokaltidningen Stenungsund, 19.6.2021
Kommissarie Montalbano och skönheten från Stenungsund
Det är långt mellan Stenungsund och Sicilien men det finns en gemensam nämnare i Isabell Sollman med rötter i Spekeröd.
I den italienska TV-deckaren ”Kommissarie Montalbano”, som just nu kan ses på Netflix, visar hon prov på sitt skådespeleri som att exempelvis tala italienska utan att kunna språket eller köra bil trots att hon inte har körkort.

Ilikhet med många andra arbetar Isabell Sollman hemma sedan cirka 15 månader tillbaka men inte i avvaktan på nästa roll. Hon är sedan flera år tillbaka verksam inom IT och då närmast test- och kvalitetssäkring inom mjukvaruutveckling.
– Det kan man tycka är ett skutt! säger hon och skrattar.
Hon var trött på sitt yrke. Som teaterskådespelare måste man ta jobb där de finns. När hennes idag tolvåriga dotter Yafa kom till världen blev det med tiden ohållbart att arbeta när andra var lediga.
Hon tog examen hösten 2013. ”Jag fortsatte jobba där jag redan var” säger Isabell om den praktik som blev hennes nuvarande arbete.
Men det är inte första gången hon ändrar riktning i livet. Som 14-åring började hon arbeta som fotomodell vilket hon idag menar var alldeles för tidigt.
– Ja, på alla sätt och vis! Jag tänker mycket på det att jag hade så bråttom. Jag skulle vilja inpränta i mitt barn att vara barn så länge som möjligt...men kan man egentligen hejda det?
Paris på sommarlovet
Isabell är född Andréasson och uppväxt i Spekeröd söder om Stenungsund. I förra veckan sålde hon och hennes syskon föräldrahemmet. Hennes pappa gick bort för tre år sedan och mamma 2015. Hennes mamma hette Sollman som ung. I tonåren bytte döttrarna till det namnet.
– Min bror bor i Göteborg och min syster i Stenungsund. De gånger som vi har setts under de senaste åren har uteslutande kretsat kring att rensa huset med vind och källare.
Hur blev du upptäckt som modell?
– Genom en annons i tidningen. En agentur i Göteborg hade samarbete med en agentur i Paris. De tyckte att jag var så lovande att de ville skicka mig till agenturen i Paris, säger Isabell.
– Även om just fotomodell inte var en dröm, så var jag framåt. Jag hade drömmar om att dansa balett och spela teater, säger Isabell som gick på teaterlinjen på Sannarpsgymnasiet i Halmstad ”för det var den närmaste utbildningen, det fanns ingen i Göteborg”.
– Jag åkte till Paris på sommarlovet. Det gjorde jag varje sommar tills jag hade gått ut gymnasiet. Då började jag jobba som modell på heltid under några år. Reste mycket till Paris och Milano men också Tyskland. Sedan slutade jag, säger Isabell som lämnade yrket någon gång vid 21-22 års ålder.
Ville ha en svenska
I Stockholm arbetade hon under resten av 90-talet på att bygga upp en karriär som mot slutet av det förra årtusendet fick en extra skjuts med rollen som Ingrid Sjöström i ”Formen av vatten” som var den tredje filmen om kommissarie Montalbano som gjordes.
Hur fick du uppdraget?
– RAI hade gjort en hel del provspelningar med italienska förmågor. Regissören Alberto Sironi, som fortfarande regisserar, ville att det skulle bli rätt. Han var inte nöjd med att det skulle vara en italienska som gjorde rollen. Då kontaktades Sveriges Television som plockade ihop några kandidater, berättar Isabell.
Författaren bakom böckerna – Andrea Camilleri – verkar ha gett sig fan på att hitta ett efternamn som var i stort sett omöjligt för en italienare att uttala. Namnet var dock en hyllning till bland annat Ingrid Bergman.
– Ha ha, det var någon recensent som sa att Ingrid Sjöström var ett fall för JämO! Camilleri hade en väldigt förutfattad bild av svenska kvinnor som starka och självständiga, men ändå jävligt raffiga, säger Isabell som betonar att hon verkligen gillar Camilleris böcker.
– Jag gillar språket och att det är så drastiskt, på något sätt. Han skulle ju komma till Stockholm för ett författarsamtal där jag fick en förfrågan om att vara med. Men då hände 9/11. Då ville han inte komma.
Hon hade gärna velat träffa honom. Nu är det inte längre möjligt. Camilleri gick bort 2019.
Italienska – utan att kunna
Ett fåtal veckor på plats på sydöstra Sicilien, där ”Kommisarie Montalbano” utspelar sig, låter som ett behagligt jobb, men bakom låg oerhört mycket arbete. Producenterna valde att inte dubba hennes röst. Isabell fick därför lära sig framföra sina repliker på italienska inte bara i första avsnittet ”Formen av vatten” utan även i de kommande åtta avsnitten 2001-17.
– Jag pluggade så vansinnigt mycket! Hade jag vetat hur många gånger jag skulle genomlida den här arbetsprocessen att plugga text på det italienska språket, som jag ju inte kan, hade jag kanske lärt mig italienska, skrattar Isabell.
– Man måste ju kunna en text mycket för att kunna skådespela. Även en text på svenska måste man kunna 50 procent bättre än att bara kunna något utantill, säger hon som av produktionsteamet förstod att de tyckte det var helt OK att hon pratade italienska med svensk brytning.
– Som skådespelare kan man med det svenska språket möjligen experimentera och jobba med improvisationer, men det går ju inte om man inte kan språket. Det går bra att stryka saker i manuset men inte lägga till.
Det fanns annat i TV-serien som hon också blev tvungen att hantera. Som att köra bil.
– Det är också en rolig historia för jag har inget körkort! Jag sa att det var kort om tid (att lära sig) och jag inte trodde att jag skulle hinna. Första gången var det en av producenterna som körde! Och jag har fortfarande inte tagit körkort.
”Gäller inte mig”
I ”Kommissarie Montalbano” ingår flera skådespelare men av naturliga skäl arbetade hon mest med huvudpersonen spelad av Luca Zingaretti, en person som hon beskriver som ”supertrevlig”. Hon kom under inspelningen närmare det italienska vardagslivet.
– Min bild av italienare – och det kanske är taskigt – är ändå att det är mycket byråkrati, mycket pappersexercis och många lagar och regler, men att de flesta italienare ändå resonerar som att ”det där gäller inte mig”, säger Isabell.
– Vad kan man kalla det – dubbelmoral? Jag tycker alltid att det är härligt att komma till Italien, men eftersom jag är en rättrogen svensk irriterar det mig, säger hon.
– När jag åkte ner var jag också nervös. Jag undrade om de ens jobbade på samma sätt som vi. Då var det inte lika vanligt med svenska skådespelare som jobbade utomlands, men jag tror de flesta som gjort det skulle hålla med mig om att det finns ett universellt arbetssätt.
En påtaglig hierarki
Till skillnad från Sverige, där arbetsplatser ofta är platta, råder det mer hierarki i Italien. Har man en titel, så har man.
– Man kunde höra regissören säga att ”det är jag som bestämmer för det är jag som är regissör”. Det hörde man inte så ofta på en svensk inspelning. I Italien är förstefotograf den som är förstefotograf – då får inte andrefotografen var inne och bestämma ljussättningen.
Flertalet i inspelningsteamet arbetade med produktionen år efter år. Därför blev det också kära återseenden när man sågs. Hennes kontakt med skådespelarna idag är dock ytterst begränsad
– Jag känner Cesare (Bocci, spelar Augello), som är supertrevlig, på Facebook men han är också den enda, säger hon.
”Har vi framför oss”
Hon har precis förstått att avsnitten sedan en tid tillbaka visas på Netflix.
– Jag kanske ska visa dem för min dotter? säger hon högt.
Har hon inte sett avsnitten?!
– Nej! När hon var yngre visade jag något annat som fanns på SVT:s Öppet Arkiv. Jag satte på och sa ”ser du vem det är?” och hon bara ”uh huh huh – hon började gråta! Hon tyckte alltid att det var obehagligt för att det var mamma men ändå inte mamma. Fast nu är hon ju lite äldre...
När såg du senast ett avsnitt från början till slut?
– Det var länge sedan, faktiskt. Jag måste nästan fråga Emil (Englund), säger Isabell som letar upp sin sambo.
– Emil – har vi någonsin sett ”Montalbano” ihop”? Vi har inte det, va? Det kanske är dags? säger hon och får till svar ”det har vi framför oss”.
Tony Balogh


Il commissario Montalbano e la bellezza di Stenungsund
C’è tanta strada fra il comune di Stenungsund e la Sicilia, però hanno come denominatore comune l’attrice Isabell Sollman che ha radici nel paesino Spekeröd.
Nella serie televisiva “Montalbano” che attualmente va in onda su Netflix dà prova delle sue capacità da brava attrice, parlando l’italiano senza conoscere la lingua e guidando la macchina non avendo la patente.

Come molti altri, Isabell da circa 15 mesi lavora da casa ma non in attesa di un nuovo ruolo. Da anni ormai lavora nel settore IT, specializzata a test e garanzia di qualità nel sviluppare software.
“Questo si può dire che è stato un bel salto!” dice ridendo.
Si era stufata del suo lavoro. Come attore bisogna sempre adeguarsi e accettare le offerte di lavoro ovunque siano. Quando sua figlia Yafa, ormai dodicenne, è nata, la situazione è diventata insostenibile, ovvero il dover lavorare quando gli altri sono liberi.
Si è laureata nel 2013, in autunno. “Continuo a lavorare dove mi trovavo già” dice Isabell accennando all’azienda dove faceva da tirocinante e dove lavora ancora.
Ma non è la prima svolta nella sua vita. A quattordici anni iniziò a lavorare come fotomodella, un fatto che oggi pensa sia stato troppo prematuro
“Penso spesso di aver avuto troppa fretta. Avrei voluto “incidere” nella mia figlia di rimanere bambina il più lungo possibile... ma ci si può davvero impedire?”.
Parigi durante le ferie
Isabell, nata Andréasson, è cresciuta nel paesino di Spekeröd a sud di Stenungsund. La settimana scorsa lei e i suoi fratelli hanno venduto la casa dei genitori. Suo padre è mancato tre anni fa e la mamma nel 2015. Lei faceva di cognome Sollman da giovane. Da adolescenti Isabell e sua sorella decisero di prendere il cognome della mamma.
“Mio fratello abita a Göteborg e mia sorella a Stenungsund. Ogni volta che ci siamo visti negli ultimi anni, ci siamo dedicati esclusivamente a svuotare la casa dalla cantina fino al soffitto.
Come sei stata scoperta come modella?
“Tramite un annuncio sul giornale. Un’agenzia a Göteborg collaborava con una a Parigi. Mi consideravano talmente promettente da volermi mandare a quelli a Parigi”, dice Isabell. “Anche se fare la fotomodella non è mai stato per me un sogno, ero molto in gamba. Sognavo invece di diventare ballerina e fare teatro, dice Isabell che frequentava il liceo (indirizzo teatro) Sannarpsgymnasiet a Halmstad, “perché era la scuola più vicina di questo tipo, a Göteborg non c’era. “Andavo a Parigi durante le ferie estive. Lo feci ogni estate finché non mi sono diplomata. Poi iniziai a lavorare come modella a tempo pieno per alcuni anni. Viaggiavo spesso a Parigi e Milano ma anche in Germania. Poi smisi” dice Isabell che lasciò il mestiere attorno ai 21-22 anni.
Voleva avere una svedese
Ha lavorato a Stoccolma durante il resto degli anni Novanta, costruendosi una carriera da attrice che ebbe una spinta in avanti col ruolo di Ingrid Sjöström in “La forma dell’acqua” che era il terzo episodio della serie di Montalbano.
Come hai avuto il ruolo?
“La RAI aveva fatto dei provini con attrici italiane. Il regista Alberto Sironi, che ancora svolge il suo lavoro [Sic!, NdCFC], voleva che diventasse corretto. Non era contento con una italiana nel ruolo di una svedese. Allora contattarono la Televisione Svedese che trovò alcune candidate”, racconta Isabell.
L'autore dei libri - Andrea Camilleri - sembra essersi sforzato di aver trovato un cognome che sarebbe praticamente impossibile per un italiano da pronunciare. Il nome però era un omaggio a, tra gli altri, Ingrid Bergman.”
“Ah, ah, qualche critico disse che Ingrid Sjöström era un caso per JämO [difensore civico per la parità, NdT]. Camilleri aveva un’immagine preconcetta delle donne svedesi come forti e indipendenti ma sempre ‘gnocche’” dice Isabell che sottolinea che i libri di Camilleri le piacciono davvero. “Mi piace il linguaggio e il fatto che in qualche modo è drastico. Sarebbe dovuto venire a Stoccolma per un incontro d’autore e anch’io ero stata invitata a partecipare ma poi successe l'11 settembre e allora non è voluto più venire.”
Avrebbe tanto voluto incontrarlo. Adesso non è più possibile. Camilleri è mancato 2019.
Italiano - senza conoscerlo
Poche settimane nel sud-est della Sicilia dove si gira “Montalbano”, sembra un lavoro piacevole, ma dietro c’era tantissimo lavoro. I produttori scelsero di non doppiare la sua voce. Isabell era perciò costretta ad imparare le sue battute in italiano, non solo in “La forma dell’acqua” ma anche negli otto episodi seguenti del 2001-17.
“Studiavo incredibilmente tanto! Se avessi saputo quante volte sarei stata costretta a sottopormi a questo processo lavorativo, studiare testi nella lingua italiana, lingua che non conosco, forse avrei imparato l’italiano”, dice ridendo Isabell.
“Bisogna conoscere a fondo un testo per poter recitare. Anche un testo in svedese bisogna conoscerlo il 50% meglio rispetto a solo conoscere qualcosa a memoria”. Dal team della produzione capì che era ok che parlava l’italiano con l’accento svedese.
“Da attore si può con la lingua svedese eventualmente sperimentare e fare delle improvvisazioni ma questo è impossibile se non si conosce la lingua. Si può cancellare dal manoscritto ma non aggiungere.”
C’era altro nella serie televisiva che fu costretta a gestire. Come il guidare.
“Anche questa è una storia divertente perché non ho la patente! Dissi che c’era poco tempo [per imparare, NdT] e che non pensavo di potercela fare in tempo. La prima volta a guidare era uno dei produttori. E io non ho ancora preso la patente.”
“Non mi riguarda”
In “Montalbano” si trovano molti attori ma per ovvie ragioni lavorava più spesso con il protagonista interpretato da Luca Zingaretti, una persona che descrive come “super simpatico”. Durante le riprese venne a conoscere la vita italiana quotidiana.
“La mia immagine degli italiani - e forse è brutto dirlo - è che c’è tanta burocrazia, tante leggi e molte regole ma nonostante ciò la maggior parte degli italiani ragiona nella maniera che ‘questo non riguarda me’”, dice Isabell.
“Come la si può chiamare - doppia morale?”. Penso sia fantastico venire in Italia ma siccome sono una tipica svedese questo comportamento mi da fastidio”, dice.
“Quando sono andata giù ero anche nervosissima. Mi chiedevo se lavorassero allo stesso modo come facciamo noi. All’epoca non c’erano ancora tanti attori svedesi che lavoravano all’estero ma credo che quelli che lo hanno fatto sarebbero d’accordo con me che esiste un modo di lavorare universale.
Una notevole gerarchia
A differenza della Svezia, dove i posti di lavoro spesso sono “piatti”, in Italia regge la gerarchia. Se uno ha un titolo, lo ha.
“Si poteva sentire il regista dire che ‘io commando perché il regista sono io’. Lo si sentiva raramente durante le riprese in Svezia. In Italia il primo fotografo è il primo - allora chi è il secondo non può intromettersi e decidere sull’illuminazione.”
Molti nell’équipe lavoravano con la produzione anno dopo anno. Perciò era bello ritrovarsi con loro quando si rivedevano. I contatti con gli attori sono ormai molto limitati.
“Conosco Cesare [Bocci, che interpreta Augello, NdT], che è super simpatico, su Facebook ma lui è anche l’unico.
Abbiamo ancora davanti a noi
Ha appena saputo che gli episodi vanno in onda su Netflix. “Forse li dovrei far vedere a mia figlia?”.
Non li ha ancora visti?!
“No! Quando era più piccola le feci vedere qualcosa che c’era sull’archivio della SVT play. L’accesi e le dissi ‘vedi chi è?’ e lei ‘uh huh huh’, cominciò a piangere! Pensava che fosse fastidioso perché era la mamma ma allo stesso tempo non lo era. Però adesso è più grande...”.
Quando hai ultimamente visto una puntata dall’inizio fino alla fine?
“È tanto tempo che non lo faccio, in effetti. Quasi devo chiedere a Emil [Englund, NdT]” dice Isabell che va a cercare il suo compagno.
“Emil, abbiamo mai visto “Montalbano” insieme? Non l’abbiamo mai fatto, vero? Forse è ora?” dice e riceve come risposta “questo abbiamo ancora davanti a noi”.
[Traduzione dallo svedese di Karin Vikström - Camilleri Fans Club]
 
 

L'Ora. Edizione straordinaria, 20.6.2021
L'Ora di Camilleri

Il 17 luglio sarà il secondo anniversario della morte di Andrea Camilleri.
Nella sua lunga e prolifica carriera, ci fu spazio anche per una collaborazione con il giornale L'Ora, che il grande scrittore ha ricordato, con parole lusinghiere per il giornale, in una sua intervista al programma "Diario Civile" su Rai Storia. "Stavo a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Spedivo poesie come messaggi in bottiglie alle varie riviste culturali italiane e quelle me le pubblicavano. Misteriosamente me le pubblicavano - raccontava Camilleri - Verso il 1948 cominciai a fare i miei primi tentativi di scrivere in prosa. Però mi sentivo in un certo senso il respiro corto: non me la sentivo di affrontare un racconto lungo, meno che mai un romanzo. Potevo scrivere racconti brevi da terza pagina di giornale. L'unico quotidiano che avesse una terza pagina degna di questo nome era il giornale L'Ora".
Decise allora, aveva 24 anni, di provarci con quel giornale - allora si chiamava "L'Ora del popolo", la testata con con cui riprese le pubblicazioni nel 1946 - che, nel panorama editoriale, era allora l'unico ad avere una terza pagina dedicata interamente alla cultura: "Un giorno feci una scelta di tre-quattro racconti che avevo già scritto e li mandai alla redazione a Palermo del quotidiano. Non mi risposero neppure, ma con mia grande sorpresa vidi dopo due giorni il mio racconto pubblicato e così fu fu per quattro racconti. Queste furono le primissime, timide esperienze di me scrittore".
Per ricordare Andrea Camilleri a due anni dalla sua scomparsa, pubblicheremo sulla pagina L'Ora edizione straordinaria -grazie alla fondamentale collaborazione della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, che custodisce l'archivio del giornale - i quattro racconti, con cadenza settimanale a partire da sabato 26 giugno fino a sabato 17 luglio, data della morte dello scrittore.
Storie che parlano di ritorni, di mare, di barche, di pescatori, racconti del dopoguerra, allora pervasi dal tema del ritorno dei soldati dal fronte e dei prigionieri dalla galera o dai campi di concentramento.
I quattro titoli sono: "La barca"; "Un fatto memorabile"; "Tutto tornava ad essere come prima"; "Variazioni su di un ritorno".
 
 

Salernonotizie, 21.6.2021
Spettacoli: Giovedì 24 giugno, tornano Sparno e Camilleri al Teatro Ghirelli

Una moltitudine di personaggi e di destini prendono vita sul palco per consacrare la nascita di un cunto d’amore e di violenza, ambientato nella Sicilia di metà novecento. Dove i treni passano lenti e in ritardo e il fascismo detta le sue leggi senza giustizia. In questa moltitudine di voci se ne fa largo una che chiede di essere madre. Minica e Nino vorrebbero avere un figlio. Ma quando sembra che il loro desiderio si sta per avverare ecco che interviene la “storia”, quella con la s minuscola che fa da eco a quella con la S maiuscola fatta di soprusi e ingiustizie. Il desiderio di trasforma in muta disperazione. Un racconto sulla metamorfosi e sulla resistenza. Un Cunto siciliano sulla forza straordinaria di una donna che si fa albero, che mette radici nella terra pur di generare una nuova vita.
Sul palco tre narratori, figure mitiche, viaggiatori che si raccontano una storia in attesa che il treno parta e che il rito del teatro abbia inizio. Perché se si sa aspettare, il teatro arriva. E quando arriva…viri vi!
La sezione dedicata al pubblico più adulto di Incontro//Tendenza, la rassegna estiva di Casa del contemporaneo, prosegue – giovedì 24 giugno ore 21.30 – con “Virivì”, lo spettacolo prodotto da CdC che Rosario Sparno, ha liberamente tratto dall’opera del maestro Andrea Camilleri e che, dopo “La donna pesce/Le funambole” (inserito nel festival “In Scena! Italian Theater festival New York” e poi programmato con successo proprio al Teatro Ghirelli nel gennaio 2020) completa un dittico sulla metamorfosi.
Incontro//Tendenza (fra Tradizione e Innovazione per grandi e piccoli Spettatori), è un articolato programma di teatro contemporaneo per grandi e piccoli spettatori, pensato per unire e condividere progetti e tendenze culturali, una necessità di sempre che è divenuta un’urgenza nel postpandemia: farsi comunità.
La condivisione e l’accoglienza, peraltro, sono da sempre le cifre distintive di CdC che, è sinonimo di un teatro per tutti i pubblici, Young e senior, e, per scelta e missione, un luogo dove tutti gli ospiti (nelle varie accezioni del termine) si sentono a proprio agio e dialogano con gli altri, dove è possibile l’incontro di sensibilità, esperienze, anime e tendenze diverse.
Incontro//tendenza si inserisce quest’anno nella programmazione “La Campania è” il progetto di ARTEC/Sistema MED con il sostegno di SCABEC e Fondazione Campania dei Festival per una ripartenza di sistema degli spettacoli dal vivo.
[...]
giovedì 24 giugno ore 21:30 – palco Teatro Ghirelli
VIRIVI’ – La donna albero *
liberamente ispirato ad Andrea Camilleri
con Luca Iervolino, Antonella Romano, Rosario Sparno
regia e adattamento Rosario Sparno
Casa del Contemporaneo
INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA
TEATRO GHIRELLI – Lungoirno, Viale Antonio Gramsci. Interno del Parco urbano dell’Irno. Salerno, 150
Tel. 349/3438958
info e prenotazioni 349 9438958 – 081 2397299
botteghino: (dal martedì al sabato ore 10-13 e 16-20)
info@casadelcontemporaneo.it
teatroghirelli@casadelcontemporaneo.it
www.casadelcontemporaneo.it
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.6.2021
Pamela Villoresi
Palermo è avvelenata ma io punto sui suoi artisti

"La concessione del telefono" di Camilleri con Alessio Vassallo e la regia di Giuseppe Dipasquale, un "Enrico IV" di Pirandello con Sebastiano Lo Monaco diretto da Yannis Kokkos. E ancora, uno spettacolo firmato da Alessandro Gassman ancora top secret e l'omaggio alla drammaturgia di Franco Scaldati con "Il cavaliere Sole" e con uno spettacolo sui suoi inediti. La prossima stagione del Teatro Biondo è quasi pronta e la direttrice Pamela Villoresi traccia un bilancio dei primi due anni come direttrice fatalmente segnati dall'emergenza Covid e fa i conti con i primi attacchi alla sua direzione dopo la presentazione della stagione estiva del teatro, arrivati come un fulmine a ciel sereno.
[...]
Qualche anticipazione?
«Intanto a settembre a palazzo Sant'Elia, fuori stagione, Irina Brook farà il suo "The house of us". In autunno "Il Cavaliere sole" di Franco Scaldati e poi anche alcuni suoi testi inediti con la regista Livia Gionfrida e gli attori scaldatiani doc. In primavera i Teatri Alchemici con uno spettacolo su Danilo Dolci. I testi sulla prigionia della pandemia scritti dai ragazzi delle scuole diventeranno due spettacoli per la sala grande sotto la guida di Rosario Palazzolo, Giuseppe Cutino e Beatrice Monroy, e poi uno spettacolo di Giuliano Scarpinato.Recuperiamo "Fellini dream" a dicembre con coprotagonista una nostra ex allieva Martina Consolo, "La concessione del telefono" di Camilleri con Alessio Vassallo. Claudio Collovà chiuderà con "Viaggio al termine della notte" di Céline».
[...]
Claudia Brunetto
 
 

Blog letteratura e cultura, 23.6.2021
Il 7 luglio “22 letture infografiche di Andrea Camilleri. Dati letterari per contenuti visivi”
Blog di letteratura e cultura (di Lorenzo Spurio)

ACCESSO ALLA MOSTRA
07.07.2021 – 07.11.2021 (h 24)
Link: framevr.io/camilleri
VERNISSAGE ONLINE | OPEN ACCESS
07.07.2021 | 10:00
Link Zoom: tinyurl.com/vernissage-camilleri
INTERVENGONO
Antonio Sellerio
Direttore Editoriale della Sellerio Editore
Mariolina Camilleri
Illustratrice
Paolo Di Paolo
Scrittore
Matteo Bonera
The Visual Agency
Carlo Martino
Presidente LM – DCVM | Sapienza Università di Roma
INTRODUCONO
Vincenzo Cristallo
Ida Cortoni
Mostra a cura di:
Vincenzo Cristallo
Co-cura e coordinamento:
Miriam Mariani
 
 

Arona24, 23.6.2021
Varallo Pombia: domenica intitolazione dell'Istituto Comprensivo ad Andrea Camilleri, il primo in Italia

Varallo Pombia -- Si terrà domenica 27 giugno alle 9.30 presso la sede centrale dell’Istituto Comprensivo “Andrea Camilleri” di Varallo Pombia, la cerimonia di intitolazione dell’Istituto, primo in Italia a fregiarsi di tale nome. La scelta è caduta su questo scrittore perché l’impegno culturale e il messaggio di legalità che emerge dai suoi numerosi scritti sono attinenti alla mission dell'istituto, ai valori fondanti che contribuiscano alla definizione dell'identità della scuola, sia nella sua dimensione di legame con la cultura, sia in quella della testimonianza di valori significativi.
L’evento celebrativo prevede dunque il seguente programma: il saluto delle Autorità, l'intervento dello scultore Salvatore Profetto, autore del busto di Camilleri, l'intervento dell'attore Angelo Russo (Catarella); l'intervento del Dirigente e la scopertura del busto, i ragazzi intoneranno poi l’inno della scuola, la consegna attestati al personale neo pensionato e pensionando, la premiazione alunni Premio Letterario d’Istituto “Modello Camilleri per giovani Scrittori”. Verranno quindi premiate le seguenti categorie: uso del dialetto, testi narrativi, tematica-messaggio, originalità, simpatia, menzione al merito, lettura di tre brani vincitori. Saluti finali. Il Coro Alpino Sestese di Sesto Calende animerà musicalmente la manifestazione. Misure di prevenzione da Covid-19: gli accessi potrebbero essere contingentati. Sarà obbligatorio l’uso della mascherina, la misurazione della temperatura e la disinfezione con gel alcolico. Ulteriori misure potranno essere comunicate in seguito.
(A.P.)
 
 

Skuola.net, 23.6.2021
Analisi del testo, maturità 2021: vita e opere fondamentali di Andrea Camilleri
In vista della prova orale ecco le info più importanti da conoscere assolutamente se vuoi arrivare pronto

[...]
E se ti capitasse un passo di Andrea Camilleri? Ecco tutto quello che c'è da sapere [Sic!, NdCFC] sull'autore e sulle sue opere.
[...]
Paolo Ferrara
 
 

La Sicilia, 23.6.2021
Mariano Sabatini in "Scrivere è l’infinito" ha raccolto le testimonianze di noti autori come Cunningham, Lansdale, Maraini, Camilleri, Carofiglio. «È un lavoro spaccaossa, da titani»
Manie e rituali degli scrittori

Conosciamo Mariano Sabatini come narratore, autore dei romanzi "L’inganno dell’ippocastano" e "Primo venne Caino", pubblicati da Salani e vincitori di numerosi premi, tra cui il Flaiano. Ora il giornalista romano torna nelle librerie con un volume che è un’autentica miniera di esperienze narrative di oltre cento grandi romanzieri, italiani e stranieri, i loro metodi, le manie, i rituali. Si tratta di "Scrivere è l’infinito" per la rinata e gloriosa Vallecchi Firenze, con le testimonianze, fra gli altri, di Michael Cunningham, Jeffery Deaver, Joe R. Lansdale, Dacia Maraini, Andrea Camilleri, Daria Bignardi, Andrea Vitali, Maurizio de Giovanni, Gianrico Carofiglio, Simonetta Agnello Hornby e così via. Autentici campioni della tastiera qwerty. «Quando ho iniziato a pensare di scrivere storie, avrei cercato un libro come questo, soprattutto perché come sostiene l’immenso James Ellroy si comincia soprattutto quando il desiderio prende il sopravvento o, come successe a Carofiglio, quando si sente che l'orologio narrativo sta per dire stop. E per trovare la motivazione può essere molto utile capire come gli altri ce l'hanno fatta» spiega Sabatini.
Chi è il lettore ideale di questo suo nuovo libro?
«Tutti quelli che amano leggere, e soprattutto che sono curiosi di entrare nelle officine creative degli autori affermati, amati, attesi. Mi sono fatto raccontare come affrontano le lunghe giornate attaccati al pc o, ad esempio, quante pagine producono, come scelgono i titoli, quali idiosincrasie linguistiche hanno o come superano il famigerato incubo della pagina bianca».
Ogni scrittore ha le sue manie?
«Non ce n'è uno uguale all'altro e non sai mai come la follia creativa, indispensabile a creare storie, esploderà né quale esito avrà. C’è una scrittrice che per timore di perdere i dattiloscritti dei suoi nuovi romanzi si è fatta costruire una scatola stagna e la immerge nell'acqua sporca della vasca, nella speranza che gli eventuali ladri non la prendano in considerazione. C'è chi ha bisogno del buio, chi deve avere una finestra davanti, chi scrive sempre e chi invece deve violentarsi per farlo».
Lei a quale categoria appartiene?
«Alla seconda. Ma c'è da dire che distinguo la scrittura giornalistica da quella narrativa. Faccio fatica ma oltre a questo libro uscirà in luglio "La vita invisibile" per Avagliano e in settembre "Delitti di lago 5" per Morellini, con due miei racconti, e poi in ottobre una fiaba che ho scritto per Chiaredizioni dal titolo “Una cagnolina non vola mica”. Non male, no?»
E il suo nuovo romanzo?
«Avrà sempre Leo Malinverno protagonista, conto di finirlo presto e di mandarlo a Mariagrazia Mazzitelli della Salani. Poi ho in mente un altro romanzo, non di genere».
"Scrivere è l’infinito" è un bel titolo che rimanda alle continue riscritture di un testo?
«Anche il titolo lo avevo scelto poi ho ritrovato una frase che mi aveva detto quel concentrato di intelligenza che è Lidia Ravera: "Scrivere è regnare sull’infinito possibile"... il che è verissimo e rende l'idea dello sgomento che può prendere chi sia alle prese con una storia. Un lavoro da titani».
Uno dei capitoli è "Scrivere stanca"
«È così, è un lavoro, spaccaossa fra l'altro. Dovremmo tutti sforzarci di farci pagare e di non tenerlo nella vacuità dei passatempi. Ci sono troppi editori che meriterebbero l’appellativo di stampatori e sedicenti scrittori che si rivelano loro complici. In questo mio libro però non li troverete. Tanti altri avrei voluto inserirne e se non ci sono è solo per problemi di spazio e tempi».
Salvatore Massimo Fazio
 
 

RTVE, 23.6.2021
¿Serás capaz de descifrar todos los enigmas? Un verano para resolver crímenes: disfruta gratis del mejor cine y series de misterio, ficción y suspense en RTVE
Si eres amante de las series o películas de misterio, ficción y suspense, ¡estás de suerte!
En RTVE te traemos el mejor catálogo para que disfrutes durante todo el verano
Las mejores películas del cine LGTBIQ+ para celebrar el Día Internacional del Orgullo

Si lo tuyo son las series o películas de misterio, ficción y suspense, ¡estás de suerte! Porque en RTVE A la Carta tenemos todo el material que necesitas para pasar un verano “de miedo” o mejor, como si fueras un auténtico agente secreto que tiene que ir descubriendo crímenes y enigmas… Apasionante, ¿verdad? ¡Pues no pierdas más tiempo y empieza el thriller!
El comisario Montalbano
Esta serie italiana basada en las novelas de detectives de Andrea Camilleri, te llevará hasta Sicilia y te invitará a convertirte en un auténtico policía junto al comisario Salvo Montalbano, un amante de la lectura y la gastronomía y caracterizado por su poca ortodoxia a la hora de resolver sus casos.
Aquí va uno de ellos: El comisario Montalbano encuentra un cadáver descuartizado en una bolsa. Todo apunta a un ajuste de cuentas, pero aquí nada es lo que parece… ¡Saca tu astucia y a resolver el crimen!
[...]
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 23.6.2021
Teatri

[...]
Teatro Vittoria
P.zza S.Maria Liberatrice, 10 06/5740170 06.5740598
Ore 16.00 Tè letterari: Andrea Camilleri, La seduta spiritica.
Accademia Fil. romana Sala Casella
Via Flaminia 118 06/3201752
[...]
 
 

ANSA, 25.6.2021
Trovati 4 racconti giovanili di Camilleri in archivio L'Ora

Palermo - Quattro racconti giovanili di Andrea Camilleri, che rappresentano l'esordio dello scrittore siciliano, sono stati ritrovati nell'archivio del giornale L'Ora a suo tempo acquisito dalla biblioteca centrale della Regione siciliana. Le novelle, che raccontano storie di mari e di ritorni, furono pubblicate dal quotidiano palermitano nel 1949 quando Camilleri aveva 24 anni.
Gli studiosi erano già sulle tracce dei testi che non erano stati più ripubblicati e venivano perciò considerati sparsi o perduti.
I quattro racconti saranno pubblicati a partire dal 26 giugno nella pagina Facebook "L'Ora. Edizione straordinaria", lo stesso titolo del libro curato da alcuni ex giornalisti del quotidiano che ha cessato le pubblicazioni nel 1992.
L'ultima delle quattro novelle sarà riproposta il 17 luglio, in occasione del secondo anniversario della scomparsa dello scrittore.
 
 

La Sicilia, 25.6.2021
I quattro racconti di Andrea Camilleri ritrovati negli archivi de L'Ora
Gli studiosi erano sulle loro tracce: rintracciati nell’archivio del quotidiano palermitano a suo tempo acquisito dalla Biblioteca centrale della Regione siciliana

Tornano alla luce gli esordi di Andrea Camilleri come scrittore. Quattro suoi racconti giovanili, che erano tra i testi sparsi mai più ripubblicati, erano apparsi nel 1949 sulla terza pagina del giornale L’Ora. Gli studiosi erano sulle loro tracce. Ora sono stati ritrovati nell’archivio del quotidiano palermitano a suo tempo acquisito dalla Biblioteca centrale della Regione siciliana.
I racconti saranno riproposti, a partire dal 26 giugno, nella pagina Facebook «L'Ora. Edizione straordinaria», che è il titolo del libro edito dalla stessa biblioteca con i testi di ex giornalisti dell’Ora.
Il rapporto tra Camilleri e il quotidiano, che ha cessato le pubblicazioni nel 1992, è stato ricordato dallo stesso scrittore, scomparso due anni fa, in una testimonianza concessa al programma «Diario Civile» su Rai Storia: «Stavo a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Spedivo poesie come messaggi in bottiglie alle varie riviste culturali italiane e quelle me le pubblicavano. Misteriosamente me le pubblicavano. Verso il 1948 cominciai a fare i miei primi tentativi di scrivere in prosa. Però mi sentivo in un certo senso il respiro corto: non me la sentivo di affrontare un racconto lungo, meno che mai un romanzo. Potevo scrivere racconti brevi da terza pagina di giornale. L’unico quotidiano che avesse una terza pagina degna di questo nome era il giornale L’Ora».
A quel tempo Camilleri aveva 24 anni e il giornale usciva con la testata «L'Ora del popolo», con la quale aveva ripreso le pubblicazioni nel 1946. «Un giorno - ha raccontato ancora lo scrittore - feci una scelta di tre-quattro racconti che avevo già scritto e li mandai alla redazione a Palermo. Non mi risposero neppure, ma con mia grande sorpresa vidi dopo due giorni il mio racconto pubblicato e così fu per gli altri. Queste furono le primissime, timide esperienze di me scrittore».
Con la collaborazione della biblioteca regionale vengono riproposti questi testi giovanili: La barca (11 maggio 1949), Un fatto memorabile (29 maggio 1949), Tutto tornava ad essere come prima (settembre 1949), Variazioni su di un ritorno (8 settembre 1949). Sono storie che parlano di mare, di pescatori, racconti del dopoguerra, allora pervasi dal tema del ritorno dei soldati dal fronte e dei prigionieri dai campi di concentramento.
Dopo quelle prove narrative, Camilleri seguì altri percorsi: il teatro prima, la televisione dopo. Solo nella maturità scelse la strada prolifica della letteratura che lo ha consacrato come scrittore di successo.
Franco Nicastro
 
 

L'Ora. Edizione straordinaria, 25.6.2021
L'Ora di Camilleri
Per ricordare Andrea Camilleri a due anni dalla sua scomparsa, pubblichiamo sulla pagina L'Ora edizione straordinaria, con cadenza settimanale a partire da oggi fino a sabato 17 luglio, data della morte, i quattro racconti brevi - "primi tentativi di scrivere in prosa", come Camilleri ricordò in una intervista - , che il 24enne grande scrittore di Porto Empedocle pubblicò nel 1949 su L'Ora, a quei tempi "L'Ora del popolo", la testata con cui il giornale rinacque dopo la guerra.

 

Nelle foto: Andrea Camilleri e la pagina storica de "L'Ora del popolo" con la novella. Ringraziamo per la fondamentale collaborazione la Biblioteca Centrale Regionale, che custodisce a Palermo l'archivio storico del giornale

LA BARCA
di ANDREA CAMILLERI
(11 maggio 1949 – L’Ora del popolo)
Con un ultimo deciso strattone la barca fu tirata a riva e non appena giacque sulla sabbia come un goffo e pesante animale sprofondato nel sonno, Carlo e Francesco si asciugarono le mani strofinandole sui pantaloni,salutarono con un borbottio indecifrabile e, stanchi per il faticoso lavoro durato tutto il giorno, si avviarono verso la calda zuppa di pesce e il letto come verso un favoloso paradiso.
Matteo, rimasto sulla spiaggia con suo figlio, seguì con lo sguardo i due che si allontanavano fino a quando livide sparire inghiottito dal buio e quindi si volse a guardare la barca. Era una notte serena, calda, neppure increspata da un filo di vento e la luna che non si era ancora levata preannunziava la sua prossima apparizione con un latteo chiarore al disopra dei monti, quanto bastava a Matteo per poter distinguere le agili e perfette forme dello scafo, l’albero dritto verso il cielo, il biancore soffice della vela arrotolata.
Per un poco egli stette immobile, lo sguardo fisso, mentre chiarissime, quasi scandite gli tornavano alla memoriale beffarde parole che Francesco aveva dette alla barca quando, dopo aver finito di pescare, stavano veleggiando verso la costa: “addio, bella mia, sei diventata troppo vecchia per tenere ancora il mare: domani stesso Matteo ti venderà come legna per ardere”: poi incerto, come esitando, levò una mano di tasca e sfiorò con la punta delle dita il fianco gelido dello scafo ancora gocciolante d’acqua. Subito quel freddo contatto gli diede un brivido, una scossa che gli percorse tutto il corpo dalla testa ai piedi e che, stordendolo, gli fece premere automaticamente con forza la palma della mano aperta sul legno. E questa volta un languore estenuante s’impadronì all’improvviso dei suoi muscoli, una tenerezza dolciastra lo strinse alla gola, lo fece sprofondare in una intrattenibile commozione infantile. “Papà”.
La voce del figlio che lo richiamava alla realtà lo fece sobbalzare: ritirò di scatto la mano come se si fosse bruciato, la rimise in tasca.
“Ebbene?”
“Dicevo se non è l’ora di andarcene anche noi”
“No”
Era stato troppo brusco, troppo deciso. Ma che ne potevano capire gli altri? Domani la barca non sarebbe più esistita: asce e seghe avrebbero spezzato, martoriato il legno … E quella sera era come quando si veglia un agonizzante, un moribondo che non si può lasciare solo ad attendere la morte.
“No”, ripeté e indovinando nel buio lo sguardo stupito del figlio aggiunse ancora: “Senti, io domattina mi devo alzare all’alba perciò tanto vale che resti qui. Ma tu puoi andartene”.
“Va bene. E per cenare come fai?”
“Ho qualcosa che n’è rimasto da oggi”
“Allora buona notte”.
Era finalmente solo: si avvicinò ancora di più alla barca, sedette sulla sabbia, trasse dalla tasca un involto, l'aprì, prese il pane e il formaggio che vi trovò dentro e si mise a mangiare distrattamente, di mala voglia. L'intensa commozione di prima lo aveva abbandonato con la stessa rapidità con la quale era venuta ed ora si sentiva svuotato dentro, con il cervello restio a formulare dei pensieri come nelle afose giornate di scirocco. Poi quando ebbe finito di mangiare si distese supino, guardò per un attimo nel cielo le stelle che vi brillavano e, chiudendo gli occhi, stese adagio una mano fino ad incontrare la chiglia della barca. Rimase fermo così sperando che il ritmico e monotono rumore del mare accelerasse la venuta del sonno.
Lo svegliò un colpo sordo e improvviso come se qualcuno avesse battuto con una pietra sull'altro fianco dello scafo e la prima cosa che vide, aprendo gli occhi, fu la luna ormai alta nel cielo. Si rese conto di aver dormito a lungo e ancora mentre stentava a riprendere completa conoscenza udì un altro colpo seguito da un inconfondibile rumore di passi dentro la barca. Il primo impulso di Matteo fu di alzarsi e di gridare per rivelare la sua presenza ma una strana inerzia lo trattenne dal porre in atto questo suo pensiero e lo inchiodò sulla sabbia.
Udì ancora dei passi e poi più niente, nessun rumore, nessuna voce. Se non fosse stato ben sicuro di non avere sognato, si sarebbe rimesso a dormire, tanto tutto era ritornato ad essere calmo attorno a lui. Ma fu appunto questo repentino silenzio che lo turbò e lo insospettì maggiormente. Che cosa volevano fare alla sua barca? Matteo lasciò trascorrere qualche minuto e poi quasi trattenendo il respirò si alzò, si eresse con cautela sulla punta dei piedi e guardò al di sopra del bordo dello scafo. Sul fondo, scomodamente distesi sul legno, c’erano un ragazzo e una donna che si baciavano, avvinghiati.
Per un attimo sembrò a Matteo che tutto attorno a lui si fosse ancora di più oscurato. Una fitta nebbia grigia e rossa gli calò davanti agli occhi e dopo, quando la scena crudelmente illuminata dalla luna tornò a ricomporglisi davanti, un’ira delirante e selvaggia lo aggredì squassandolo tutto.
Pallido, febbrile, ma senza che una sola parola gli uscisse dalle labbra serrate, si sfilò la cinghia dei pantaloni, con un solo salto fu dentro la barca e prese con quella sibilante sferza improvvisata a colpire bestialmente.
Il grido di paura che i due lanciarono lo eccitò maggiormente, picchiò ancora più forte e, mentre il giovane riavutosi per primo dalla sorpresa saltava giù dalla barca e scappava senza voltarsi indietro, egli vide le gambe della donna scoperte e con un balzò vi fu sopra, calpestò quel biancore coi tacchi, lo batté con la cinghia sino a quando non vide più niente, più niente e capì che anche la donna era fuggita.
E allora, mentre una grande tristezza gli cadeva addosso, si mosse lentamente, andò a prendere un bugliolo pieno d’acqua e con uno straccio cominciò a lavare il legno della barca, nel punto preciso dove i due si erano coricati, con gesti amorosi e leggeri come se stesse curando delle ferite.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 25.6.2021
Il segreto oltre l’obiettivo i ritratti di Lia Pasqualino
Paola Nicita


 
 

IVG, 25.6.2021 L'occhio di vetro
Cinquanta sfumature di giallo poliziesco
"L'occhio di vetro" è la rubrica di letteratura di IVG e Genova24, a cura di Ilaria Giorcelli

Nella nostra degustazione oggi assaggiamo un giallo conosciutissimo: il giallo poliziesco. Sono molti i commissari che hanno popolato questo genere- dal Maigret di Simenon, ai meno noti Adamsberg di Fred Vargas, o il suo “cugino” canadese Armand Gamache di Luis Penny- ma ne scegliamo uno conosciutissimo, anche grazie alla serie televisiva a lui dedicata: Il commissario Montalbano.
“La Gita a Tindari”
Salvo Montalbano, commissario della polizia di Vigata, può sempre contare su un entourage tanto fondamentale quanto indimenticabile; l’attenzione nella descrizione, infatti, non è prerogativa del solo protagonista: come si può dimenticare il vice donnaiolo Mimì Augello, il fido e astuto Fazio, l’incomprensibile centralista Catarella o lo scorbutico dottor Pasquano, solo per citarne alcuni. Nei casi che si trova ad affrontare spesso le vicende si intrecciano e, invece di risolvere un solo mistero, vengono portate alla luce tante verità. Montalbano è schietto e onesto, introverso, un uomo che cerca di fare la cosa giusta e spesso, per far trionfare la giustizia, la infrange orchestrando alcuni “sfunnapedi” o piccole infrazioni. La lingua dei romanzi è infiorettata dal dialetto siciliano ma, come per il suono del mare, ci entra nelle orecchie e ci culla, rendendosi perfettamente comprensibile anche per chi siciliano non è. I suoi libri sono editi da Mondadori e Sellerio.
“All’altezza della trattoria San Calogero, mentre camminava spedito, si bloccò di colpo come fanno gli scecchi, gli asini, quando decidono per loro misteriose ragioni di fermarsi e di non cataminarsi più, nonostante le zottate e i càvuci nella panza. Taliò il ralogio. Erano appena le otto. Troppo presto per andare a mangiare. Però il travaglio che l’aspettava in via Cavour sarebbe stato lungo, certamente avrebbe pigliato l’intera nottata. Forse poteva principiare, poi interrompere verso le dieci… Ma se gli fosse venuto pititto prima?”
[...]
Ilaria Giorcelli
 
 

Corriere della Sera, 26.6.2021
I 4 testi pubblicati su L’Ora nel’49 trovati da uno studioso croato
Il giovane Camilleri ricompare dall’archivio del giornale antimafia

Palermo. Lo aveva detto poco prima di morire anche a Rai Storia il padre del Commissario Montalbano di avere scritto dei racconti per il giornale L’Ora, la testata di tante battaglie antimafia incredibilmente chiusa dieci giorni prima della strage di Capaci. Ma Andrea Camilleri non ricordava i dettagli di quella collaborazione giovanile. Un rompicapo per cronisti, topi di biblioteca e ricercatori a caccia di testi mai letti dai fan di Camilleri. Una caccia estesa ai ricercatori universitari, non solo italiani.
E infatti questa sorta di lotteria l’ha vinta un italianista di Spalato, Srecko Jurisic, un professore associato dell’ateneo croato, che avendo ricostruito gli esordi della carriera di Camilleri, ha indicato delle date verosimili, tutte risalenti al 1949 [In realtà le date di pubblicazione dei quattro racconti erano ben note da tempo, almeno dalla pubblicazione del primo saggio sull'Autore, "Andrea Camilleri" di Giovanni Capecchi (Cadmo, 2000); poi sono state riportate anche nel primo Meridiano su Camilleri, "Storie di Montalbano" (2002), NdCFC]. Indizi fondamentali trasferiti a un cultore degli scrittori siciliani, Giuseppe Traina, casa fra Vittoria e Comiso, conterraneo e amico dell’ultimo vice direttore de L’Ora, Franco Nicastro, cronista di lungo corso, memoria storica del giornale, da anni invano impegnato pure lui a rintracciare i racconti celati in cinquant’anni di collezioni.
Un tesoro per fortuna salvato dalla Regione che ha acquisito le collezioni attraverso la Biblioteca centrale di Palermo dove il direttore, Carlo Pastena, e la sua collaboratrice Antonella Bentivegna hanno tirato giù dagli scaffali l’intera annata del 1949 [Bastava consultare i volumi citati nella Nota precedente, o la Bibliografia sul nostro sito, NdCFC]. In sintonia con altre due firme storiche del quotidiano che non c’è più, Roberto Leone e Gaetano Perricone, entrambi attenti custodi di quel che resta della grande storia, solo una pagina Facebook dal titolo emblematico, «L’Ora. Edizione straordinaria».
Stavolta l’edizione straordinaria ci sarà davvero per i racconti ritrovati fra le pagine ingiallite del quotidiano 72 anni fa chiamato L’Ora del popolo, solo quattro fogli a numero, a volte sei, con uno ballerino che in una collezione s’era pure perso. Ma, incrociando la ricerca con un’altra raccolta, s’è trovato tutto. Il primo articolo compare l’11 maggio, «La barca». Poi il 29 maggio «Un fatto memorabile». Tre mesi dopo, il 6 settembre, «Tutto tornava ad essere come prima». E due giorni dopo «Variazioni su di un ritorno».
Sono storie che parlano di mare e di pescatori, del dopoguerra e dei contrasti fra un prete allarmato e un giovanotto certo che Cristo fosse risorto con una bandiera rossa. Prove tecniche di grande scrittura, con l’affanno del Camilleri allora sconosciuto, come raccontava a Diario civile: «Da Porto Empedocle, spedivo poesie come messaggi in bottiglia a varie riviste culturali... Poi provai con la prosa... Non me la sentivo di affrontare un racconto lungo, meno che mai un romanzo. Potevo scrivere racconti brevi da terza pagina... L’unico che ne avesse degna di questo nome era il giornale L’Ora». Di qui l’invio dei quattro scritti adesso ripescati. Senza ricevere risposta: «Ma con mia grande sorpresa vidi dopo due giorni il mio racconto pubblicato e così fu per gli altri...».
Esordio dello scrittore che come un santo dell’editoria salvò la Sellerio. E chissà che non faccia il miracolo pure con L’Ora che Roberto Andò si accinge a raccontare per una serie televisiva. Forse costretto ad aggiungere qualche scena sul suo amico Camilleri.
Felice Cavallaro
 
 

Corriere della Sera - La Lettura, 26.6.2021
Una mostra al Museo di Capodimonte racconta in cento fotografie trent'anni di lavoro di Lia Pasqualino
Ho visto l'anima di Servillo e Camilleri

[...]
Il primo piano di Andrea Camilleri avvolto in una nube di fumo le ricorda invece l'attenzione vigile dello scrittore davanti all'obbiettivo: "Stava provando lo spettacolo su Tiresia al Teatro Greco di Siracusa ed era già completamente cieco. Nei giorni trascorsi insieme ho avuto la netta sensazione che percepisse i miei gesti".
[...]
Maria Egizia Fiaschetti
 
 

TV Sorrisi e Canzoni, 26.6.2021
“Il commissario Montalbano”: “Riccardino” si farà. Parola di Catarella
Buone notizie per i fan della serie televisiva di Raiuno. A quanto parte, sarà solo questione di tempo

Anche “Riccardino”, l'ultima indagine del Commissario Montalbano, diventerà fiction. L'ha dichiarato l'attore Angelo Russo che interpreta Catarella nell'amatissima serie televisiva di Raiuno. Nello specifico ha dichiarato che la Palomar gli ha confermato che verrano girate due puntate per chiudere il ciclo dei romanzi trasposti in tv, anche se non ci sono ancora conferme precise sui tempi. Lo scorso marzo abbiamo visto “Il metodo Catalanotti” e anche se non ci sono ancora annunci ufficiali nei palinsesti Rai, è solo questione di tempo.
Alessandro Alicandri
 
 

DavideMaggio, 26.6.2021
Ascolti TV | Venerdì 25 giugno 2021. Masantonio parte basso (10.1%), Rai1 al 10.7% con Separati ma non troppo. Quarto Grado cresce (12.1%). Bortone (16.5%) batte Mr Wrong (15.7%) e Love is in the Air (16.3%)

[...]
Su RaiPremium Il Giovane Montalbano incolla 612.000 spettatori pari al 3.5%.
[...]
Fabio Fabbretti
 
 

News Net Nebraska, 27.6.2021
Commissioner Montalbano: “Ricardino” will be finished. indiscretion

For more than twenty years Commissioner Montalbano He keeps the company of the Italian public. A successful television series, suitable for families who, season after season, have won more and more praise and, above all, fans. And now for those who have given up on not being able to watch new chapters on TV anymore, Good news arrives.
Salvo Montalbano, a character taken from the novels of Andrea Camilleri and professionally translated by Luca Zingaretti, will continue. Actually to keep our company for a while. To announce one of the main actors of the show, Angelo Russo, who since the first release plays the role of Agatino Cattarella, Vigata’s beloved assistant commissioner who conquered the hearts of the audience with humor and irony.
The actor, as reported by the weekly Tv Sorrisi e Canzoni, said that Palomar, a production company Commissioner MontalbanoIt would have been revealed to him that it had been scheduled two more episodes To conclude the series of novels broadcast on television. However, nothing is known yet about the timing of implementation and broadcast.
At the moment, in fact, it is just out of indiscretion, albeit completely reliable. In the Rai charts, there is still no trace of the new episodes. However, it will be a matter of time before the new chapter, “Riccardino”, is put into programming.
This news brings a smile to the very affectionate fans Commissioner Montalbano Think about After receiving it for sure last March, when it aired “The Catalanote Method”, which reached about 9,016,000 spectators with a 38.4% rate.
With the creation of “Riccardino”, all the requests of those who wanted to be able to see the diversion will also be met From the latest novels From the successful epic of Andrea Camilleri, written in 2005, revised in 2016 and published posthumously in 2020, before final closing.
Curiosity grows. Luca ZingarettiIn the event of the new final episode, will you return to play the role of Salvo Montalbano? And the fans, even before receiving this news, had urged him to return to translate Commissioner to give a worthy finale to the series with “Ricardino”. For more news, one can only wait and hope that the wish of millions and millions of spectators will finally come true.
Lorelei Reese
 
 

AgrigentoNotizie, 28.6.2021
Un francobollo dedicato ad Andrea Camilleri: alla Torre Carlo V la presentazione ufficiale
Sarà inserito nella serie tematica “Le eccellenze italiane dello spettacolo”. Il sindaco Carmina: "Una giornata storica per la nostra comunità"

Sarà presentato domani il francobollo ordinario, appartenente alla serie tematica “Le eccellenze italiane dello spettacolo” dedicato ad Andrea Camilleri.
L'iniziativa è promossa dall’amministrazione comunale di Porto Empedocle, la "Vigata" di Camilleri.
L’evento si svolgera`, nel rispetto di tutte le norme anti-Covid, martedi` 29 giugno dalle 16 alle 20 presso la Torre Carlo V in via Molo a Porto Empedocle.
"Una giornata storica - ha dichiarato il sindaco Ida Carmina - per la nostra comunita` e non solo: la storia e i racconti di Andrea Camilleri vengono certificati attraverso la filatelia dal Ministero ,questo dimostra la grandezza del personaggio, dell’uomo e dello scrittore empedoclino nel mondo che riempie di gioia tutti i siciliani e i miei concittadini, soprattutto perche´ il maestro era nato a Porto Empedocle nel 1925 ed ha mantenuto sempre dei rapporti filiali con il suo paese".
 
 

Sanremo News, 28.6.2021
Sanremo: un quadro di Anna Blangetti e Giacomo Mannisi da luglio a Porto Empedocle in Sicilia (Foto e Video)
Il quadro, presentato oggi nella città dei fiori, raffigura tre scrittori siciliani che hanno lasciato il segno: Pirandello, Sciascia e Camilleri.

Un quadro che rappresenta Pirandello, Sciascia e Camilleri, porterà un po’ di Sanremo a Porto Empedocle, in Sicilia. L’idea è stata di Salvatore Ciaramitaro, ormai sanremese doc ma che ha origini proprio dal borgo siciliano.
Ciaramitaro ha una casa a Porto Empedocle e, dopo aver inaugurato un vicolo a Camilleri, ha parlato con l’amico pittore Giacomo Mannisi (anche lui del piccolo centro siciliano) che, insieme ad Anna Blangetti, hanno realizzato un dipinto il quadro.



Il quadro raffigura le tre figure straordinarie della letteratura italiana che arriva proprio da Porto Empedocle: “Abbiamo lavorato un bel po’ – ci ha detto Anna Blangetti – ma siamo davvero molto soddisfatti”.
Ci sono voluti tre mesi di ‘tempo perso’ per poterlo realizzare: “Abbiamo lavorato nei momenti di libertà – ha detto Mannisi – partendo dall’idea della Blangetti, che ha voluto mettere i tre autori con dietro i loro libri, con un ‘inserto’ del libro che abbiamo realizzato sulla Pigna. Da non dimenticare che Pirandello è stato molto legato con Sanremo ma anche Porto Empedocle vede a Sanremo molte persone originarie del piccolo centro siciliano”.
Il quadro verrà trasportato a metà luglio in Sicilia e verrà sistemato nel vicolo che, proprio in questi giorni è oggetto di ristrutturazione muraria. Sarà installato in una giornata di festa, alla presenza delle massime autorità locali.
 
 

AgCult, 29.6.2021
Poste italiane: francobolli per Proietti, Morricone e Camilleri

Poste Italiane comunica che oggi 29 giugno 2021 vengono emessi dal Ministero dello Sviluppo Economico tre francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica “le eccellenze italiane dello spettacolo” dedicati a Gigi Proietti, Ennio Morricone ed Andrea Camilleri. I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata...
(asa)
 
 

AvellinoToday, 29.6.2021
Poste Italiane, emessi francobolli dedicati a Gigi Proietti, Ennio Morricone ed Andrea Camilleri
Appartengono alla serie tematica “le eccellenze italiane dello spettacolo”

Poste Italiane comunica che oggi 29 giugno 2021 vengono emessi dal Ministero dello Sviluppo Economico tre francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica “le eccellenze italiane dello spettacolo” dedicati a Gigi Proietti, Ennio Morricone ed Andrea Camilleri, al valore della tariffa B pari a 1,10€ per ciascun francobollo.
Tiratura: duecentomila esemplari per ciascun francobollo.
Fogli da quarantacinque esemplari.
I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva non fluorescente.
Bozzetti a cura del Centro Filatelico della Direzione Operativa dell’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato per i francobolli dedicati a Gigi Proietti ed Andrea Camilleri; Tiziana Trinca per il francobollo dedicato ad Ennio Morricone.
Le vignette raffigurano rispettivamente:
un ritratto di Gigi Proietti in primo piano su uno scorcio del Gigi Proietti Globe Theatre Silvano Toti di Roma di cui è stato direttore artistico. Sullo sfondo lo stesso attore calca il palcoscenico mentre saluta il pubblico acclamante;
un ritratto di Ennio Morricone, entro la stilizzazione del particolare di un vinile, durante la direzione di un’orchestra;
un ritratto senile dello scrittore Andrea Camilleri.
Completano i francobolli le rispettive leggende “Gigi Proietti 1940 - 2020”, “Ennio Morricone”, “Andrea Camilleri 1925 - 2019”, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”.
Gli annulli primo giorno di emissione saranno disponibili presso lo Spazio Filatelia di Roma per il francobollo dedicato a Gigi Proietti e Ennio Morricone, presso l’ufficio postale di Porto Empedocle (AG) per il francobollo dedicato ad Andrea Camilleri.
I francobolli e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli Spazio Filatelia di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma1, Torino, Trieste, Venezia Verona e sul sito poste.it.
Per l’occasione sono state realizzate tre cartelle filateliche, una per ogni emissione, in formato A4 a tre ante, contenti il francobollo singolo, la quartina di francobolli, una cartolina annullata ed affrancata e una busta primo giorno di emissione, al prezzo di 15€ ciascuna.
 
 

Mentelocale, 29.6.2021
Ora dimmi di te, con Mariangela D'Abbraccio
Giovedì 22 luglio 2021
Ore 21:00
Roma Arena Teatro Tor Bella Monaca

Roma - Cosa rimarrà nella memoria di chi ci ha voluto bene? Come verrà raccontata la nostra vita ai nipoti che verranno? Andrea Camilleri sta scrivendo quando la pronipotina Matilda si intrufola a giocare sotto il tavolo, e lui pensa che non vuole che siano altri – quando lei sarà grande – a raccontarle di lui. Così nasce questa lettera, che ripercorre una vita intera con l’intelligenza del cuore: illuminando i momenti secondo il ruolo che hanno avuto nel rendere Camilleri lo scrittore e l’uomo che tutti amiamo. Con humor e limpidezza, queste pagine ripercorrono la storia italiana del Novecento attraverso quella di un uomo innamorato della vita e dei suoi personaggi. Le radici, l’amore, gli amici, la politica, la letteratura… Il coraggio di raccontare gli errori e le disillusioni, con la commozione di un bisnonno che può solo immaginare il futuro e consegnare a Matilda e a noi la lanterna preziosa del dubbio.
 
 

Libero, 29.6.2021
Montalbano (ri)sono!
Angelo Russo: «Montalbano ritorna in tv»

Si fa, non si fa, è tutto finito per sempre, però ci pensiamo ancora un po’. Da tre anni a questa parte, è sempre la stessa tiritera, con Luca Zingaretti che pondera se continuare o meno con Commissario Montalbano, la Rai che lo corteggia e la Palomar che spera di chiudere la partita con un nuovo bel contrattone (magari con un totale zeri più alto). E noi – pubblico, fan e stampa – puntualmente ci caschiamo: scriviamo che ormai è finita, che tocca farsene una ragione, anche perché Andrea Camilleri purtroppo è morto e Lassù, con lui, c’è anche il regista della fiction Alberto Sironi. Invece eccoci qui, a dirvi che a quanto pare Montalbano andrà avanti. A farci tirare il sospiro di sollievo non sono né la Rai né la casa di produzione Palomar bensì l’attore Angelo Russo, noto per interpretare il mitico Catarella.
«Palomar ci ha confermato che gireremo altre due puntate per chiudere il cerchio», ha dichiarato Russo in una intervista rilasciata all’emittente locale Teleiblea (che con questo scoop è ora famosa quanto Rai3). Una delle due puntate sarebbe ispirata a Riccardino: l’ultimo romanzo di Camilleri con il quale lo scrittore immagina un finale per Montalbano. D’altronde mica potevamo lasciare il commissario così, da novello traditore che lascia Livia in preda agli ormoni.
[...]
Francesca D’Angelo
 
 

Fontemaggiore, 30.6.2021
Ora dimmi di te – Lettera a Matilda

Andrea Camilleri sta scrivendo quando la pronipotina Matilda si intrufola a giocare sotto il tavolo, e lui pensa che non vuole che siano altri – quando lei sarà grande - a raccontarle di lui. Nello spettacolo, Mariangela D’Abbraccio dà voce a questa lettera, che racconta una vita intera con l'intelligenza del cuore. Con humor e limpidezza, le pagine di Camilleri ripercorrono la storia italiana del Novecento attraverso quella di un uomo innamorato della vita e dei suoi personaggi. Le radici, l'amore, gli amici, la politica, la letteratura... Il coraggio di raccontare gli errori e le disillusioni, con la commozione di un bisnonno e la maestria di un grande scrittore.
Produzione
Francesco Tavassi
di Andrea Camilleri
con Mariangela D’Abbraccio
regia Francesco Tavassi
17 Settembre 2021 Trevi (PG) Teatro Clitunno - Trevi 21:00
 
 

La Sicilia (ed. di Ragusa), 30.6.2021
Intervistato, Russo-Catarella lascia intendere un clamoroso sviluppo.
Da Palomar nessuna conferma, ma il libro postumo «Riccardino» è una traccia
Montalbano ultimo atto. Un’appendice di due episodi il vero finale?

Montalbano si rifarà. È quasi sicuro, anche se manca ancora una conferma ufficiale. Ma una mezza ammissione arriva dall'attore ragusano Angelo Russo, che nella serie tv interpreta il personaggio dell'agente Catarella. Intervistato durante una manifestazione per TeleIblea, Russo ha spiegato che ha già firmato l'opzione per rifare la serie tv prodotta da Carlo degli Esposti della Palomar e che va in onda da 20 anni sulla Rai ma anche in tantissime altre tv di Paesi esteri, riscuotendo sempre uno straordinario successo.
Sicuramente una splendida notizia per tutti gli appassionati della serie tv "Il Commissario Montalbano" con protagonista l'attore romano Luca Zingaretti. Si pensava che la serie si fosse conclusa lo scorso marzo con la messa in onda de "Il metodo Catalanotti", episodio visto da oltre 9 milioni di telespettatori con il 38,4% di share. Ma a quanto pare non sarà così visto che si sta pensando di realizzare altri due episodi, compreso quello, probabilmente finale, che si rifà a "Riccardino", il libro postumo di Andrea Camilleri, che segna anche la morte letteraria del celebre commissario. Finora sono stati girati 37 episodi per 15 stagioni e si guarda al finale che a quanto pare vedrà appunto altri due nuovi episodi. Poche le parole dette da Russo durante l'intervista tv, visto che è stato solo un breve passaggio all'interno di una intervista più ampia in cui si parlava di judo, ma tanto basta per far tornare a sperare tutti gli appassionati.
Russo ha detto che la Palomar ha parlato della possibilità di girare altre due puntate, tra cui Riccardino, "ma non abbiamo ancora una data certa. L'unica cosa che sappiamo è che per i due episodi abbiamo già firmato l'opzione". Annuncio per ora non ufficializzato dalla Palomar, dalla Rai e nemmeno da Luca Zingaretti. Con la trasposizione televisiva di "Riccardino" verrebbero soddisfatte le richieste di lettori e telespettatori che desiderano la parola fine con la messa in onda dell'ultimo dei romanzi della fortunata saga di Andrea Camilleri.
"Riccardino" è stato scritto nel 2005, rimaneggiato nel 2016 e pubblicato postumo nel 2020. Durante la conferenza stampa di presentazione dell'episodio poi andato in onda sulla Rai, la Palomar aveva fatto capire che si sarebbe valutato se procedere o meno con altri episodi concludendo la saga. E, a quanto pare, sarà quasi sicuramente così.
Michele Barbagallo
 
 

Actualitté, 30.6.2021
Quatre nouvelles du jeune Camilleri exhumées des archives d’un journal sicilien
Il s'agit de textes sur la mer, le retour et l’après-guerre qui ont été publiés en 1949 par le quotidien de Palerme L’Ora, qui a aujourd'hui cessé de paraître. Ces textes, que l'on croyait perdus, ont été retrouvés dans les archives du journal. Et seront bientôt disponibles en ligne.

L'agence de presse italienne Ansa a révélé la découverte de quatre nouvelles de jeunesse d'Andrea Camilleri, qui représentent les débuts de l'écrivain sicilien, dans les archives du journal L'Ora acquis par la bibliothèque centrale de la région de Sicile. Les nouvelles ont été publiées en 1949, alors que Camilleri avait 24 ans, par le journal de Palerme, qui a cessé de paraître en 1992.
Ces textes n’avaient pas été republiés depuis et étaient donc considérés comme dispersés ou perdus.
Les quatre histoires sont publiées à partir du 26 juin 2021 sur la page Facebook L’Ora. Edizione straordinaria : ils seront ainsi disponibles en ligne. La dernière des quatre nouvelles sera republiée le 17 juillet, à l’occasion du deuxième anniversaire de la mort de l’écrivain.
Les premières expériences de Camilleri écrivain
Voici les titres de ces textes : La barca (Le bateau, 11 mai 1949), Un fatto memorabile (Un fait mémorable, 29 mai 1949), Tutto tornava ad essere come prima (Tout était redevenu comme avant, septembre 1949), Variazioni su di un ritorno (Variations sur un retour, 8 septembre 1949). Ce sont des histoires sur la mer, sur les pêcheurs, des récits d’après-guerre, puis imprégnés du thème du retour des soldats du front et des prisonniers des camps de concentration.
Le rapport entre Camilleri et le quotidien a été rappelé par l’écrivain lui-même dans un témoignage donné à l’émission Diario Civile sur Rai Storia, comme le souligne le site La Regione : « J’étais à Porto Empedocle, dans la province d’Agrigente. J’ai envoyé des poèmes comme des messages dans des bouteilles à divers magazines culturels italiens et ils les ont publiés. Mystérieusement, ils les ont publiés. Vers 1948, j’ai commencé à faire mes premières tentatives d’écriture en prose. Mais d’une certaine manière, je me sentais à bout de souffle : je n’avais pas envie de m’attaquer à une longue histoire, et encore moins à un roman.
Je pouvais écrire des nouvelles à partir de la troisième page d’un journal. Le seul journal qui avait une troisième page digne de ce nom était L’Ora. Un jour, raconte l’écrivain, j’ai fait une sélection de trois ou quatre histoires que j’avais déjà écrites et je les ai envoyées à la rédaction de Palerme. Ils ne m’ont même pas répondu, mais à ma grande surprise, j’ai vu mon histoire publiée au bout de deux jours et il en a été de même pour les autres. Ce sont les toutes premières expériences, timides, de moi en tant qu’écrivain. »
Federica Malinverno
 
 

SuccedeOggi, 6.2021
Il mare, Camilleri e Montalbano
Scrittura e nuoto
Per l'autore siciliano, “omo di mare”, l’acqua è stata un luogo della mente e del cuore imprescindibile, onnipresente. Del resto «trovare le parole giuste, levigare il linguaggio, in taluni passaggi asciugarlo, equivale alla sapienza di chi, nuotando, sa compiere i movimenti necessari e corretti per favorire galleggiamento e propulsione»

Nuotare, è risaputo, induce uno stato di benessere nel corpo e nella mente. Nuotare e meditare: lo sperimentano coloro che all’acqua sanno come affidarsi, senza paura, anzi con piacere, nuotatori esperti che conoscono la gioia di viaggiare, soprattutto in acque aperte, come in una lunga, corroborante passeggiata anche nella propria mente.
Lo sapeva bene lo scrittore Camilleri che il nuoto l’ha certamente praticato: non avrebbe mai potuto attribuire al suo personaggio Montalbano – lo scaltro, umorale commissario (suo alter ego? può darsi, in certi dettagli) – la felicità rinvigorente di una nuotata a mare. Dimostrando nei suoi libri che nuoto e scrittura sono un’accoppiata fertile. Trovare le parole giuste, abbandonarsi al piacere della scrittura, levigare il linguaggio, in taluni passaggi asciugarlo, equivale alla sapienza di chi, nuotando, sa compiere i movimenti necessari e corretti per favorire galleggiamento e propulsione, preferendo sempre uno stile in levare, semplice, composto, controllato, lo sforzo interamente celato sotto la superficie, con mani e piedi che non schiaffeggiano l’acqua, ma la sfiorano. Come il lavorio ostinato delle onde su un osso di seppia (oppure su un corpo), sino a renderlo di consistenza quasi setosa.
Andrea Camilleri (1925-2019) è nato e vissuto nell’antica Porto Empedocle (Vigata, nelle sue opere), in provincia di Agrigento, paese di pescatori e di piccole case a un piano, dipinte di bianco, giallo, azzurro. Precoce “omo di mare”, da bambino seguiva il padre a cacciar pesci di notte, che cucinavano lì per lì sulla barca. Quel suo mare di Sicilia che ha ‘carattere’ deve averlo conosciuto anche grazie a un fisico imponente, da nuotatore. Ed è probabile che le nuotate che fa compiere a Montalbano ci dicano qualcosa sul suo stile acquatico. C’è un elemento importante da non sottovalutare nella vita dello scrittore: Camilleri conosceva bene l’arte teatrale; titolare della cattedra di regia dell’Accademia nazionale di arte drammatica, è stato egli stesso attore. Come non evocare, nel 2018, al Teatro greco di Siracusa, la sua commovente interpretazione nel monologo di Tiresia? Sapeva che l’attore ha un elemento in comune con un nuotatore: l’importanza del respiro, il controllo della respirazione nel modulare la voce, le pause.
Nuoto e scrittura: ovvero corpo e parola uniti per ottenere prestazioni ottimali dosando uno sforzo minimo, ovverosia respiro per meditare, affrontare il mare con tranquillità, e insieme capacità di domare i pensieri che premono nella testa per diventare storie, addomesticare la voce, l’irruenza delle parole, delle immagini.
Camilleri ha spesso parlato della propria ‘sicilianità’ come di una questione genetica spirituale culturale e filosofica. Una miscela di valori trasferiti pari pari nel suo personaggio, e magnificamente interpretati da Luca Zingaretti. È da notare che il primo romanzo della serie diventata nel tempo famosa e popolare ha un titolo emblematico, La forma dell’acqua (1994): fin dal primo momento per lo scrittore l’acqua è stata un luogo della mente e del cuore imprescindibile, onnipresente. Nella consapevolezza che l’acqua rappresenta l’abbraccio al quale si abbandonano i nuotatori che la amano e la rispettano, tanto più sapendo che il corpo, il peso e l’ingombro delle membra scompare magicamente nell’acqua, si volatilizza, diventa acqua nell’acqua, la quale non può assumere alcuna forma se non quella appunto dei corpi che vi si immergono. È questo il segreto del piacere che si prova nuotando: un abbraccio che sfiora e lambisce, simile a quello avvolgente e protettivo che culla i primordi della vita, in un essere che si va formando nel ricettacolo tondo di una madre.
Montalbano ha un fisico da nuotatore. Almeno il Montalbano cinquantenne, ovvero Zingaretti. Solitario al punto giusto come spesso sono i nuotatori che nel ritmo costante delle bracciate e del respiro, apparentemente monotono, fanno viaggiare la mente, i pensieri, e non si annoiano mai. Anzi, trovano nell’estasi solitaria e ipnotica di un contatto con l’acqua il momento migliore per stare con se stessi e acciuffare idee, fantasie, sogni. Persino illuminazioni improvvise, di quelle che, coi piedi piantati a terra, non sortirebbero tanto facilmente.
È pastosa la nuotata di Montalbano-Zingaretti, grintosa, quasi focosa, passionale, a volte incontrollata, con tante sbavature di potenza, di umore ‘nivuro’. Certamente una nuotata che oscilla tra una necessità di calmarsi, di sciogliere la tensione nella dimensione informe del mare, senza asperità oppure ostacoli (se non il corpo molle di un “catafero” nel quale un Montalbano in preda al terrore si imbatte al largo, Il giro di boa), e il piacere di un abbandono quasi erotico nel perdersi senza meta lontano, verso il confine ultimo del mare, mai seguendo la costa, immemore, appagato e felice. I due stili di nuotata differiscono: il primo strappa la bracciata, affanna la respirazione, produce spruzzi; il secondo trova una cadenza di balletto, rallenta la respirazione ogni tre bracciate, si gode un’andatura quasi automatica, lasciando che il corpo, i muscoli, facciano tutto da soli.
Montalbano non solo ama nuotare, spesso al mattino, con luce d’alba, cieli chiari e un mare tavola, non disdegnando l’impatto con un’acqua gelata che risveglia e rimette in vita. Nuota rischiando a volte crampi: «Principiò a nuotare a bracciate lente e larghe. Il sciauro del mare era violento, trasiva pungente nelle narici, pareva sciampagna. E Montalbano quasi s’imbriacò, perché continuò a nuotare e a nuotare… compiacendosi d’essere addiventato una specie di pupo meccanico. A farlo tornare di colpo omo fu il crampo improvviso che l’azzannò al polpaccio della gamba mancina» (Il giro di boa). Nuota a occhi “inserrati”, a volte in apnea, spingendosi in profondità a cercare un’auto affondata col morto, senza muta, orgoglioso di possedere la resistenza della gioventù nonostante i 53 anni, «di essere stato ancora in grado di cimentarsi in quelle faticose immersioni» (L’odore della notte). Ma nuota persino a «morto, senza pinsari a nenti», galleggiando come un ramo, leggero e inconsistente come una foglia (La gita a Tindari), tenendo gli occhi chiusi come nel sonno oppure guardando le nuvole (i ‘nivuli’), anzi respirandole, per poi tornare a casa, buttarsi sul letto «tutto vagnato com’era, e s’addrimmiscì» (Il ladro di merendine).
Oltre a ciò, come tutti gli innamorati dell’acqua marina, Montalbano ha bisogno di stare lungamente a guardarla dalla verandina, ammaliato, di osservare da solo o in compagnia uno scenario che non stanca mai gli occhi. E quando il mare è in tempesta, sotto le sferzate di tramontana, gli pare ancora più seduttivo, se tiene a freno la paura allo scorgere in lontananza le luci tremolanti dei pescatori in pericolo. Adora camminare sulla battigia, ascoltando il rumore dei pensieri misto a quello della risacca, una «passiata a ripa di mare», magari sino al faro, con l’aria fresca che pulisce pelle, polmoni, fantasie.
Il ‘vecchio’ (per modo di dire) Montalbano, alias Zingaretti, nuota a braccia tese, senza piegare il gomito come sarebbe opportuno, quasi incrociando le braccia, la destra spingendola più lunga sopra la testa, e questa troppo alzata durante la respirazione. Una nuotata non ortodossa, un po’ rudimentale, ma di potenza. Il giovane Montalbano, alias Michele Riondino, ha una nuotata diversa, coerente al suo fisico sottile, longilineo: una nuotata delicata, più composta, mai strappata. Capace di uccidere in situazioni di emergenza, o nervoso sino al punto di litigare in maniera violenta (mentre il vecchio Montalbano-Zingaretti ama in prevalenza fare ricorso a battute sarcastiche), entra in mare persino di notte, temerario, in una sfida che ha dalla sua la vitalità di un giovane a volte incosciente, ignaro che il mare può tradire e tramutarsi in fatale nemico.
Tali differenze sono evidenti soltanto nella versione televisiva, naturalmente. Camilleri, il suo mare di Sicilia lo teme, lo onora, lo rispetta sempre, apparecchiando al lettore parole che sanno descrivere la furia del mare tra fascinazione e paura, il misterioso potere dell’acqua attraverso aggettivi e soprattutto verbi tanto vividi, eloquenti, da dipingere un quadro dove la forma del mare si può non soltanto vedere e toccare, ma odorare e ascoltare, perfino assaggiare quasi fosse un piatto di arancini, di triglie fritte, di «patati cunsati» che «poteva essere nenti e poteva essere tutto a seconda della mano che dosava il condimento….» (L’odore della notte). È un mare tempestoso, affamato, voracissimo, che divora la spiaggia: «Tirava infatti una tramontana gelida e stizzosa, la rena s’infilava negli occhi e nella bocca, i cavalloni partivano alti sulla linea dell’orizzonte, s’ammucciavano appiattendosi darrè a quelli che li precedevano, ricomparivano a picco a filo di terra, s’avventavano, affamati, sulla spiaggia per mangiarsela» (La revisione).
Valentina Fortichiari
 
 

 


 
Last modified Sunday, July, 24, 2022