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RASSEGNA STAMPA

SETTEMBRE 2021

 
La Repubblica, 1.9.2021
Nastri d'Argento grandi serie internazionali, il nuovo evento dedicato al genio italiano
La manifestazione si terrà subito dopo la Mostra di Venezia. Premi ad una cinquina eccellente di serie iconiche: 'L'amica geniale', 'The New Pope', 'We are who we are', 'Gomorra', 'ZeroZeroZero'. E ai vent'anni di successi de 'Il Commissario Montalbano'

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Al Teatrino di Corte di Palazzo Reale sarà premiata una cinquina eccellente di serie iconiche: L'amica geniale, The New Pope, We are who we are, Gomorra, ZeroZeroZero. E Il Commissario Montalbano per i suoi vent'anni di successo (con 37 film e oltre 228 messe in onda, senza contare le repliche).
E tra gli attori, saranno premiati, oltre a Matilda De Angelis, anche Luca Zingaretti, Marco D'Amore, Salvatore Esposito, Saverio Costanzo per L'amica geniale, che ha scritto e portato al debutto con la prima serie e Stefano Accorsi, non solo protagonista, ma anche ideatore delle tre serie 1992, 1993 e 1994.
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Accademia Filarmonica Romana, 2.9.2021
Giardini
ore 21.30
Intelletto d'amore (e altre bugie)

Michele Marco Rossi violoncello
Paolo Aralla elettronica e regia del suono
Musiche rinascimentali, barocche e contemporanee
Montalti: The Memories Box
Corrado: Furibondo
Baba: Chant d'Amour
Franceschini: Expiation
Paolo Aralla: Ritratto con voce
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 2.9.2021
E la voce di Camilleri parla d’amore

È probabilmente l'ultimo lascito artistico di Andrea Camilleri, nato dall'impulso del violoncellista Michele Marco Rossi, musicista fra i più originali e versatili della sua generazione, che si è trovato a collaborare con lo scrittore e drammaturgo siciliano proprio poche settimane prima della sua scomparsa. Stasera la rassegna nei giardini della Filarmonica Romana chiude con "Intelletto d'amore (e altre bugie)", toccante conversazione musicale nata in occasione dei 700 anni della morte di Dante, che ha visto la luce in agosto nel festival calabrese Armonie d'Arte.
All'interno dell'istallazione sonora studiata da Paolo Aralla la voce di Andrea Camilleri, ormai così connotata e familiare per il grande pubblico, tornerà per una sera a guidare il musicista in un viaggio artistico che si spinge dal repertorio medievale e barocco fino alle nuove creazioni. Quattro nuove composizioni sono state appositamente richieste a musicisti del nostro tempo per far da corredo all'avventura di Michele Marco Rossi: Vittorio Montalti, Pasquale Corrado, Matteo Franceschini e Noriko Baba. Le diverse, complesse e spesso insonsabili sfaccettature dell'amore scandiscono i vari momenti del tracciato che arriva a toccare la canzone d'autore con Fabrizio de André.
Accademia Filarmonica Romana, via Flaminia 118, ore 21: 30. Biglietti 10 euro info: 342.9550100, filarmonicaromana.org
Violoncello Michele Marco Rossi
Andrea Penna
 
 

Radio RTM, 4.9.2021
Scicli. La figlia di Camilleri al Commissariato di Vigata

Emozionante visita lo scorso pomeriggio negli interni del Municipio di Scicli, ovvero Commissariato di Vigata.
Andreina Camilleri, primogenita del compianto scrittore Andrea Camilleri, ha voluto visitare personalmente i luoghi cinematografici che hanno reso celebre la “creatura” letteraria del padre, il Commissario Montalbano.
Accompagnata dall’archivista ufficiale del patrimonio letterario del Maestro, non ha potuto nascondere un filo di emozione nel rivedere i luoghi della fiction di Montalbano.
La sua, dunque, è stata una graditissima visita, inaspettata, che ha fortemente emozionato i ragazzi della cooperativa #Agire, li ha inorgogliti ancora di più, consci di custodire e illustrare quotidianamente quello che oggi è un vero e proprio patrimonio cinematografico e culturale apprezzato in tutto il mondo.
 
 

RagusaOggi, 4.9.2021
Andreina Camilleri, primogenita del grande scrittore, in visita a Scicli

Andreina Camilleri, primogenita di Andrea Camilleri, è stata ieri pomeriggio a Scicli in visita al set del commissariato di Vigata, dove è ambientata parte della fiction del Commissario Montalbano.
Prima ritrosa e timida, poi riconosciuta dalle guide della cooperativa Agire grazie al cognome esibito nel green pass, Andreina, una volta riconosciuta, ha rivelato il suo desiderio di visitare uno dei luoghi creati dalla immaginazione del papà.
Andreina Camilleri è stata felice di visitare il commissariato dove lavorava Salvo Montalbano, e ha posato con le guide che ogni giorno permettono agli estimatori di Andrea Camilleri di visitare un luogo dell’immaginario letterario che è diventato realtà.
 
 

Siracusa 2000, 4.9.2021
Scicli. La figlia di Camilleri in incognito nei luoghi di Montalbano, “tradita” dal green pass

Una Camilleri sul set del commissario Montalbano di Vigata. Si tratta di Andreina, la primogenita del “papa” di Salvo Montalbano che, ieri pomeriggio, è stata al Palazzo di Città di Scicli che, com’è noto, nella finzione scenica diventa la sede del commissariato.
In verità, la signora Camilleri voleva visitare i luoghi di Montalbano nell’anonimato, da semplice turista, ma è stata “tradita” dal green pass perché le guide della cooperativa, leggendo il cognome che, da quelle parti, non è proprio come dire Rossi o Falsaperla, le hanno subito domandato: ma è parente di?
Alla risposta della donna che, ovviamente, ha confermato di essere figlia del famoso Andrea, è scattata una accoglienza decisamente più calorosa, è arrivata Caterina Riccotti, vicesindaco di Vigata … ops! di Scicli che, insieme alla guide, ha fatto da Cicerone all’illustre ed inaspettato ospite per gli uffici del palazzo, dove si stanno girando i nuovi episodi della fortunata fiction.
Con Andreina si è parlato, ovviamente, del papà, tantissime le domande per strapparle qualche aneddoto e conoscerne qualche aspetto inedito, insomma, un fuori programma decisamente gradito.
Una bella foto di gruppo con le guide, il vicesindaco e, ovviamente l’immancabile torni a trovarci!
 
 

La Repubblica, 4.9.2021
Luca Zingaretti: “Viaggio nel tempo e vorrei essere come Garibaldi”
L'attore: "Ho fatto per 20 anni il commissario Montalbano. Credo ora sia meglio il silenzio per onorare la memoria di Camilleri e del regista Sironi. Vorrei lavorare con Sorrentino, farei pure Cenerentola".

[...]
Sta per compiere 60 anni. La sua carriera è stata una lunga e lenta salita. È un rimpianto?
«È vero, non c’è stata la svolta improvvisa. Ho conquistato spazi e considerazione piano piano, passo dopo passo. Anche la vicenda di Montalbano ha avuto bisogno di anni per diventare quella meravigliosa cavalcata trionfale che è stata [Ci permettiamo di dissentire, NdCFC]. È la mia parabola umana e artistica, alla fine l’ho accettata».
[...]
Lei è stato il commissario Montalbano per quasi vent’anni. Che attore c’è dentro quel personaggio?
«Un attore introverso, con una educazione antica e una tecnica e una formazione solida che applica a una passione e a una sensibilità che gli derivano dal suo modo di approcciare la vita».
Mi dia una definizione di Andrea Camilleri.
«Un uomo intelligentissimo, con una modernità di pensiero straordinaria, forse dovuta al suo mestiere e alla sua frequentazione con i giovani, e una educazione ottocentesca fatta di storie, di letteratura, di poesia e filosofia».
Ha da poco terminato le riprese per Sky della serie “Il Re”, otto episodi nel quale è un direttore di un carcere che usa metodi perlomeno discutibili. Non farà mai più Montalbano, a nessun prezzo?
«Montalbano non è mai stato un problema di soldi. Diciamo che per me è stata una avventura professionale e umana meravigliosa. Adesso mi sembra conclusa. L’autore non scrive più e anche il mio amico regista, Alberto Sironi, se ne è tristemente andato. Ha senso terminare la saga filmando gli ultimi due romanzi inediti anche in segno di rispetto verso di loro? Oppure è proprio la loro mancanza a suggerire un rispettoso silenzio? Propendo per la seconda ipotesi».
[...]
Dario Cresto-Dina
 
 

Diari de Tarragona, 4.9.2021
La literatura que viene este otoño
Los tarraconenses Natàlia Romaní, Salvador Balcells, Coia Valls y Joan Todó, entre las novedades.

Las editoriales han desembarcado este septiembre cargadas de sucosas novedades tras el breve descanso estival, publicaciones con la vista puesta, especialmente, en la Setmana del Llibre en Català, que se celebra del 10 al 19 de septiembre en Barcelona y en la Feria del Libro de Madrid, que se alarga hasta el día 26 de este mes.
[...]
No faltarán los superventas como [...] el penúltimo Montalbano de Andrea Camilleri, El método Catalanotti (Salamandra) [...].
[...]
Gloria Aznar
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 5.9.2021
L’intervista. Gaetano Savatteri: "La mia marina di libri esalta la Sicilia intima"
Gaetano Savatteri "La mia marina di libri fra dialoghi e sorrisi"
Lo scrittore e giornalista fa il punto sul festival da lui diretto che andra in scena dal 16 al 19 settembre a Villa Filippina
La Sicilia di Màkari è un'isola figlia del Duemila dove i personaggi pensano in italiano
Il dialetto l'ho imparato a scuola per giocare a pallone per strada

È tornato a Palermo trent'anni dopo e ha comprato una casetta nel cuore della Kalsa, non lontano dalla sede del Giornale di Sicilia dove ha lavorato fino al 1991. E mentre fra Trapani e Agrigento stanno per partire le riprese della stagione 2 di Màkari, la serie tv tratta dai suoi romanzi, Gaetano Savatteri si prepara a dirigere per il primo anno il festival letterario "Una marina di libri", dal 16 al 19 settembre non più all'Orto botanico ma a Villa Filippina: tra gli ospiti le scrittrici Stefania Auci e Alessia Gazzola, il giallista Antonio Manzini e lo storico Alessandro Barbero, il poeta Franco Arminio e l'autore nigeriano E.C. Osundu. Savatteri, 57 anni, nativo di Racalmuto, sciasciano, chiede «clemenza per l'anno zero della ripartenza»: «È un festival tutto nuovo: direttore, sede e data, e poi c'è stata l'incertezza legata al Covid durante tutta l'organizzazione. Sarà quindi più intimo, più palermitano. Vorrei che quest'anno fosse "Una marina sotto casa", in tema col tempo che abbiamo vissuto, rinunciando ai viaggi e riscoprendo le nostre spiagge, le campagne, come prima avevamo riscoperto le nostre case».
[…]
E adesso come sta la letteratura siciliana? Sorride?
«Io parlerei di letteratura scritta dalla latitudine della Sicilia, che è diverso perché abbraccia tutti quegli scrittori che scrivono di Sicilia anche da lontano. Credo goda di ottima salute e che continui a parlare all'Italia intera. È sempre più articolata, dal romanzo storico al giallo, e poi c'è tutta la scrittura al femminile, quella di oggi e quella di ieri: al festival con Stefania Auci faremo un processo ai Florio ed Elvira Seminara racconterà Maria Messina. Camilleri ha restituito il sorriso alla letteratura scritta dalla latitudine della Sicilia, ed è questa la strada che voglio seguire anch'io. L'ironia è un antidoto che ci salva dalla rassegnazione perenne e dall'indignazione cronica».
Sta scrivendo nuove avventure di Saverio Lamanna? Che Sicilia è quella di Màkari?
«Sì, sto scrivendo. La Sicilia di Màkari è un'isola figlia del Duemila dove i personaggi pensano in italiano. Io il dialetto l'ho imparato a scuola, per giocare a pallone per strada. Sciascia e Camilleri pensavano in dialetto e poi lo traducevano in italiano, un italiano raffinatissimo proprio perché studiato. In Màkari c'è il "siciliese", cioè l'italiano che ha mantenuto l'impronta sintattica del dialetto, la lingua "dell'uscire le cose". Quella di Màkari è una Sicilia urbanizzata, meno esotica magari, ma più globale».
Stanno per cominciare le riprese della seconda serie. Com'è stato vedere Lamanna in tv?
«Ho provato lo stupore che si prova vedendo nei figli certe espressioni, una fisionomia che ti domandi da chi abbia preso. Come con i figli, anche i libri prendono una strada tutta loro».
Anche la serie con Claudio Gioè ha restituito una nuova immagine dell'Isola.
«Sì, continuando la strada già tracciata dal commissario Montalbano».
Come mai ha scelto proprio Màkari?
«Perché volevo Racalmuto ma era occupata da Sciascia; Agrigento da Pirandello; Porto Empedocle da Camilleri. Mi sono rivolto all'immaginario ufficio Occupazione suolo letterario e cinematografico e ho scoperto che era tutto occupato; tutto tranne questo piccolo posto che avevo amato durante alcune vacanze e che adesso sento mio anche se la concessione la rinnovo ogni anno, magari con lo sconto. A parte gli scherzi non avrei mai scelto una città. Io sono orgogliosamente paesano, anche se so che a Palermo giudicano "paesano" tutto quello che si trova dopo il "Baby Luna". Io sono paesano ma, spero, non provinciale».
[…]
Sara Scarafia
 
 

Sellerio Editore, 6.9.2021


 
 

Oltre Vigàta, 6.9.2021
Andrea Camilleri, 96 anni fa, nasceva a Porto Empedocle
96 ANNI FA NASCEVA ANDREA CAMILLERI. Omaggio al Maestro, Presidente Onorario della nostra associazione, #AndreaCamilleri.

Crediamo che la nostra città debba fare uno sforzo per recuperare la Memoria e riattivare i tessuti del nostro Centro Storico. Porto Empedocle è anche il paese natale di Andrea Camilleri sempre presente nei suoi ricordi colorati, come era solito ripetere durante il periodo della cecità. Ci ha lasciato un grandissimo patrimonio letterario del quale ne andiamo orgogliosi e fieri. Grazie Maestro e buon compleanno!
 
 

RagusaNews, 6.9.2021
«Montalbano è finito», doveva andare così
Zingaretti mette la parola fine alla saga del commissario di Vigata: “Non ci saranno altre puntate"

Scicli - Montalbano finirà col commissario tra le braccia di una giovane poliziotta, dopo aver liquidato una vita con Livia senza una parola e con una indagine adombrata per tutta la puntata dalla discrasia del protagonista. Aveva ragione il dottor Pasquano a dire che era un minchione e s’era fatto vecchio. Ma ha più senso così. Quale ne avrebbe avuto far ricomparire all’improvviso Livia seguendo l’inconguenza di un libro dettato male e finito peggio: la realizzazione per la tv ha portato a galla le falle logiche del Metodo Catalanotti, per chi non l’aveva letto, rispetto ai due successivi, Il cuoco dell'Alcyon e Riccardino. [Chi ha letto gli ultimi due romanzi sa bene che sono stati scritti prima di "Catalanotti", e il motivo per cui sono usciti con questa sequenza, NdCFC]
Gli ascolti, sempre molto alti, non erano comunque più quelli record di dieci anni fa, ma la produzione avrebbe dato volentieri fondo alla scorta di Camilleri girandoli: un paio di mesi fa Angelo Russo-Catarella aveva rivelato che il cast aveva già firmato l’opzione per tornare sul set, ma un impegno non è detto che poi si traduca effettivamente in nuovo set. Pure Peppino Mazzotta-Fazio non ci ha mai creduto. Sono stati interpellati tutti in questi mesi: “Si è chiusa un’epoca” anche per Cesare Bocci-Mimì Augello che nel frattempo s’è guadagnato qualche programma sul piccolo schermo e nel testo di Riccardino, tra l’altro, neanche comparirebbe. Ora è Luca Zingaretti di pirsona pirsonalmeti a gelare gli entusiasmi e stoppare tutto: è pieno zeppo di offerte per nuove serie tv (in autunno su Sky sarà “Il Re”) e ha detto chiaramente a Repubblica che “non è mai stato un problema di soldi”.
La doppia scomparsa di scrittore e regista nell’estate 2019 s’è fatta sentire e per il 60enne attore romano, che ha diretto gli ultimi due episodi, adesso è meglio “un rispettoso silenzio, l’avventura professionale e umana meravigliosa mi sembra conclusa”. Semmai lo rivedremo a Scicli e dalle nostre parti, sarà per una nuova avventura professionale o come turista. Non tormentiamolo con richieste di andare avanti con Montalbano, che si sentirà ripetere ovunque. E’ giusto e vitale per un artista volersi provare in nuovi ruoli ed emanciparsi da un personaggio che, come accaduto a tanti interpreti, rischia di sostituirsi alla persona diventandone un alter ego, imprigionandolo per sempre in quel ruolo nell’immaginario collettivo.
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 6.9.2021
Greta Scarano
Ho interpretato Ilary perché ha portuense

L'apparenza è quella di una ragazza dolce, dal sorriso ammaliante, lo sguardo sereno, curioso. E, probabilmente nella vita reale, anche se suona la batteria e ha praticato la boxe, Greta Scarano è davvero così. Ma, a dispetto di queste caratteristiche, l'attrice è stata chiamata spesso per ruoli forti, esasperati, estremi.
[…]
E soprattutto ruoli che, come dimostrano i personaggi interpretati in tre recentissime serie tv, Il commissario Montalbano, Speravo de morì prima e Chiamami ancora amore, ribaltano la tradizionale subordinazione della donna nei confronti dell'universo maschile.
«L'esperienza vissuta con Luca Zingaretti è stata molto divertente, perché Antonia, la poliziotta della Scientifica, spedita dalla Calabria in Sicilia per indagare su un misterioso omicidio, in un attimo travolge e conquista Montalbano, solitamente abituato a gestire con autorevolezza l'universo femminile, fino a fargli dimenticare la storica compagna Livia. Luca aveva previsto che il pubblico si sarebbe diviso, ma sinceramente non pensavo che si scatenassero così tante proteste».
[…]
Franco Montini
 
 

Toutelatele, 6.9.2021
Audiences TV Prime (dimanche 5 septembre 2021) : Le grand bain au pouvoir sur TF1, Dupin déstabilise Jason Bourne, L’avare (C8) se rate
Le grand bain s’est hissé en tête pour TF1 ce dimanche 5 septembre 2021, devant Commissaire Dupin et Jason Bourne. Déception pour C8 et L’avare.

[...]
Dupin fait oublier Montalbano
Commissaire Dupin a permis à France 3 de conquérir 3.03 millions de fidèles, pour une part d’audience à hauteur de 14.4%, contre 12.6% sept jours plus tôt pour Commissaire Montalbano.
[...]
Joshua Daguenet
 
 

Altritaliani, 7.9.2021
Viaggio con Camilleri nella Sicilia che non c’è.
Le grand bain s’est hissé en tête pour TF1 ce dimanche 5 septembre 2021, devant Commissaire Dupin et Jason Bourne. Déception pour C8 et L’avare.

Quest’anno, durante le vacanze estive, ho deciso di visitare una parte di Sicilia che non c’è, che non esiste. Almeno non nella realtà. Quest’anno ho deciso di visitare una fetta d’isola che esiste solo nella fantasia di uno scrittore e sceneggiatore che di nome fa Andrea Camilleri.
Camilleri ha trascorso la maggior parte della sua lunga vita a Roma, lontano dalla Sicilia. Da Roma ha raggiunto la terra natale solo per brevi soggiorni, ma non ha mai pensato di tornare a viverci nemmeno dopo l’estrema agiatezza guadagnata grazie al successo dei suoi romanzi, che gli avrebbe potuto permettere di rintanarsi in una bolla priva di preoccupazioni e difficoltà.
“Il problema della Sicilia è che ci vivono i siciliani” ebbe a dire una volta Camilleri rispondendo a una intervistatrice. Parole dure, polemiche, ma certamente sincere. A Camilleri la Sicilia è sempre piaciuta oltre ogni misura, la amava fino a rasentare l’adorazione. Solo non si trovava bene con la gente e lo stile di vita imposto dalla cultura del luogo. Per questo nella sua pluridecennale lontananza da questa terra si è inventato una Sicilia tutta sua, che somiglia tantissimo a quella vera ma nella quale è ancora possibile sognare, respirare e agire senza ritrovarsi invischiati nella spiacevolezza quotidiana dell’indolenza, del provincialismo soffocante, nell’immobilità e nelle ingiustizie.
Sia ben chiaro: le cose nella Sicilia del commissario Montalbano non sono perfette, ci sono delitti e corruzione, dolore e difficoltà, eppure il commissario più amato d’Italia (e anche fuori dall’Italia, grazie a Netflix che ora lo propone a un pubblico internazionale) sa ritagliarsi delle aree di profonda quiete nelle quali si sente bene, a proprio agio, in pace con l’intero creato. Insomma, Montalbano riesce a trovare una propria dimensione che l’uomo Andrea Camilleri non ha forse mai saputo, voluto o potuto costruirsi in Sicilia. Per esempio, Montalbano è in grado di sgombrare la propria testa da ogni pensiero con una nuotata. Il mare, che contempla dalla veranda di casa sua, è un’immancabile presenza che lo accompagna costantemente, che lo aiuta a riflettere che lenisce le ferite spirituali. Il cibo, presentato con ineguagliabile squisitezza, è per lui un altro modo di sentirsi bene nonostante i problemi che lo circondano. E poi c’è il tempo meteorologico, quasi sempre favorevole e soleggiato, a evitare che il suo animo sia vittima di pensieri troppo cupi. A tutto questo si aggiunge una sana dose di scorci mozzafiato, panorami da cartolina, bellezze paesaggistiche e architettoniche che favoriscono la catarsi, che infondono ottimismo e buonumore.
Camilleri enfatizza nei suoi scritti le qualità della Sicilia e ne sminuisce i problemi, spesso presentando questi ultimi in chiave ironica. Un centralinista pasticcione e impreparato a svolgere i propri compiti nella Sicilia vera arreca molti danni al cittadino (sono d’altronde innumerevoli i casi quotidiani di cattiva burocrazia e conflitti con gli enti pubblici) ma nella Sicilia di Camilleri gli strafalcioni di Catarella fanno ridere. Il morboso interesse del giudice Tommaseo per i dettagli sessuali più scabrosi strappa un sorriso ai lettori e agli spettatori di Montalbano, ma quanti nella realtà sarebbero sorridenti innanzi a un giudice perverso e dal giudizio obnubilato? Lo stesso commissario adotta dei metodi investigativi poco ortodossi, ma in Sicilia non ci si diverte quando si viene a scoprire che un pubblico ufficiale o un membro delle forze dell’ordine non ha agito secondo il regolamento.
È vero che la narrativa ci chiede la sospensione dell’incredulità perché possiamo godere appieno della storia, ma lo scarto tra la Sicilia vera e quella delle opere di Camilleri è così infinitesimale, ben congegnato e nascosto che quasi quasi ci sentiamo autorizzati a considerare fiction e realtà la stessa cosa. Dopotutto, la facciata del duomo di San Giorgio, a Ragusa, è così bella e autentica da farci sembrare bella e autentica anche la vera Sicilia, dove non sempre i monumenti vengono curati, restaurati e valorizzati col dovuto rispetto. E i cannoli hanno quel sapore sublime di ricotta finemente lavorata che il dottor Pasquano deve aver avuto ragione a mostrarsi tanto estasiato. E poi, chi non vorrebbe svegliarsi tutte le mattine con un caffè bollente assaporato a piccoli sorsi sulla propria veranda con vista sul mare baciato dal sole anche in pieno inverno? Si fa presto a chiudere un occhio sulla cementificazione selvaggia, sull’assenza di un piano regolatore, sull’abusivismo edilizio, e anche sul fatto che nella realtà sono in pochissimi i siciliani che possono godersi lo spettacolo del mare dal proprio terrazzino.
Ecco dunque la formula segreta di Camilleri che ha mistificato la Sicilia: lui ha usato una pozione magica ricavata dalla mescolanza di bellezza e comicità. La prima ti stordisce riempiendoti gli occhi e il cuore; la seconda ti fa sorvolare con sublime e imprudente leggerezza sulle cose che non vanno.
E allora questa estate ho fatto così: per un attimo ho provato a credere che la Sicilia di Camilleri – che è anche la mia Sicilia, che è anche la terra che ho lasciato con amarezza – esistesse davvero, e l’ho inseguita e sognata attraverso le immagini del commissario Montalbano. Ho visitato la sua casa a Punta Secca, nel comune ragusano di Santa Croce Camerina, ho camminato per le vie intorno al duomo di Ragusa dove il commissario passeggia e prende un caffè fuori dall’ufficio, ho ritrovato a Scicli l’ingresso del commissariato, ho dato una sbirciata al ristorante di Enzo sul lungomare, sempre a Punta Secca, ho guidato per i tornanti del capoluogo ibleo dove sono state girate molte scene e dove si ferma spesso l’autobus che porta Livia all’aeroporto di Catania.
È stato come un pellegrinaggio laico nei luoghi sacri di Vigata, questo immaginario paesino siciliano che, alla fine dei conti, non hai capito bene se esiste oppure no, ma nel quale hai l’impressione di poter mettere piede, saltando, almeno per qualche ora, in una dimensione parallela, in una Sicilia più bella e meno complicata.
Giuseppe Raudino
 
 

La Sicilia (ed. di Ragusa), 8.9.2021
L’intervista. L’attore ha escluso del tutto che la famosa fiction tv possa proseguire
Zingaretti dice basta a Montalbano «Il nostro ciclo si è concluso»

Stop alla fiction de “Il commissario Montalbano”. Lo dice l’attore protagonista Luca Zingaretti in una intervista rilasciata a Repubblica con cui considera “conclusa” l’esperienza relativa al noto ispettore di polizia, famoso praticamente in tutto il mondo. Già l’attore Cesare Bocci e il suo collega ibleo Angelo Russo, il mitico Catarella, avevano lasciato intravvedere che ci fossero dei probabili stop definitivi. Adesso l’intervista di Zingaretti che taglia ogni entusiasmo a quanto pare anche per due episodi speciali che sarebbero dovuti servire per “chiudere il cerchio”.
Zingaretti parla nei fatti di fine: “Montalbano non è mai stato un problema di soldi, diciamo che per me è stata un’avventura professionale e umana meravigliosa – ha detto nell’intervista – Adesso mi sembra conclusa: l’autore non scrive più e anche il mio amico regista, Albero Sironi, se ne è tristemente andato. Ha senso terminare la saga filmando gli ultimi due romanzi inediti anche in segno di rispetto verso di loro? Oppure è proprio la loro mancanza a suggerire un rispettoso silenzio? Propendo per la seconda ipotesi”. Insomma, chi si aspettava un seguito televisivo, in parte annunciato anche da Rai e Palomar pur se non con assoluta certezza, dovrà probabilmente ricredersi e “Riccardino” e “Il cuoco dell’Alcyon”, titoli con cui la saga avrebbe dovuto chiudere il racconto televisivo, probabilmente non saranno più girati.
“Il metodo Catalanotti”, trasmesso nella scorsa primavera, aveva visto Luca Zingaretti oltre che come attore protagonista anche come regista del progetto a causa della morte dell’amico Alberto Sironi. E naturalmente sarebbe toccato sempre a Zingaretti occuparsi della regia dei due ultimi episodi. Ma a questo punto tutto sembra essere stato messo in discussione nonostante gli ascolti anche di quest’ultimo episodio mandato in onda, con un record pari alle serate del festival di Sanremo.
Insomma la saga del famoso commissario siciliano potrebbe davvero concludersi dopo 20 anni di successi e di repliche, ma anche di trasmissioni in tantissimi Paesi del mondo. Un successo che ha portato tantissimi benefici anche alla provincia di Ragusa, per anni gettonatissima e pronta ad accogliere turisti e fan che hanno fatto visita ai luoghi di Montalbano. E ora? Il turismo locale e le istituzioni sapranno riorganizzarsi?
Tuttavia non ci sono annunci ufficiali sull’arrivo di un’eventuale prossima stagione ma nemmeno conferme definitive. I fan aspettano fiduciosi.
Michele Barbagallo
 
 

Porto Empedocle, 8.9.2021
Vigata in Jazz


 
 

SAPO Lifestyle, 8.9.2021
“Pela boca entra a literatura” é como responde a Mostra Gastronómica Literária que, de 17 a 19 de setembro, decorre em sete restaurante da vila de Palmela. Momento para juntar à mesa a boa comida, inspirada em livros como “A guerra dos tronos”, “O padrinho” ou “A amiga genial”.
Livros inspiram pratos servidos na primeira Mostra Gastronómica Literária em Palmela

[...]
No que aos pratos respeita, o restaurante 3ª Geração (tel. 212 350 152) destaca os livros “O cheiro da noite” (Andrea Camilleri), servindo-o com Peixe grelhado; “A viragem decisiva” (Andrea Camilleri), a acompanhar Coelho à caçador; e a “A cidade e as serras”, (Eça de Queirós) a inspirar um Arroz doce.
[...]
J.M.A
 
 

El Periódico Mediterráneo, 8.9.2021
Audiencias
'El Hormiguero' vuelve a vencer a 'La última tentación' y después 'Inocentes' gana al final de 'Doc'
El avance del spin off del reality no ha enganchado a la audiencia en el access prime time

[...]
PRIME TIME
[...]
'El comisario Montalbano': 527.000 y 4,2%
LATE NIGHT
[...]
'El comisario Montalbano': 287.000 y 4,6%
[...]
Redacción Yotele
 
 

Malgrado tutto, 9.9.2021
Porto Empedocle, l’Associazione Oltre Vigata ricorda Andrea Camilleri
Nel 96° anniversario della nascita. Presente la figlia dello scrittore Andreina


Andreina Camilleri con i componenti dell’Associazione Oltre Vigata

Porto Empedocle, nella sede dell’Associazione Oltre Vigata, è stato ricordato Andrea Camilleri, nella ricorrenza del 96° compleanno dello scrittore empedoclino, Presidente Onorario dell’Associazione fino alla morte avvenuta due anni fa.
Presente la figlia dello scrittore, Andreina, cui è stata donata la targa celebrativa dell’annullo filatelico dedicato a Luigi Pirandello, curato quattro anni fa dall’Associazione in collaborazione con Poste Italiane e realizzato dall’artista Michelangelo Lacagnina.
E’ stato, inoltre, ribadito fortemente il legame tra la famiglia Camilleri ed Oltre Vigata e “sono state poste le basi – comunica l’associazione – per proseguire la proficua collaborazione anche nel prossimo futuro per celebrare e diffondere le opere dello scrittore”. Altre iniziative si affiancheranno quindi agli ormai noti “Percorsi d’Inchiostro” con i quali l’associazione Oltre Vigata mette in scena da anni sui luoghi veri dei romanzi, scene tratte dagli sceneggiati televisivi con protagonista il Commissario Montalbano.
 
 

Università degli Studi di Cagliari, 10.9.2021
IX Seminario sull'opera di Andrea Camilleri - Brasile
Cliccare qui per vedere la registrazione su Youtube


 
 

Tutto.tv, 11.9.2021
La Rai sorprende tutti. Cancella Montalbano e schiera Sorelle per sempre

Con l’inizio della nuova stagione televisiva, le reti principali faranno di tutto per schierare in campo programmi potenzialmente in grado di vincere la battaglia degli ascolti tv. Nelle ultime ore, l’emittente Rai ha compiuto una mossa che ha lasciato tutti a bocca aperta. Ha deciso di non collocare più Montalbano contro il debutto di Star in the Star, ma di mandare in onda un film inedito.
[...]
 
 

Nulla dies sine linea, 12.9.2021
Gli arancini di Montalbano

Come è noto, il camilleriano commissario Salvo Montalbano ama molto il cibo: “era sempre stato goloso e ingordo fin da picciliddro, tanto che suo patre lo chiamava ‘liccu cannarutu’ che significava esattamente goloso e ingordo” (L’odore della notte, p. 93).
In casa il commissario si affida alla cameriera Adelina, che gli cucina leccornie e gliele mette in frigo o nel forno.
Adelina è una donna ignorante e un po’ scorbutica (in particolare non sopporta Livia, l’eterna fidanzata di Montalbano); è la madre di due pregiudicati, il minore dei quali era stato arrestato dallo stesso Montalbano; ma al commissario la cameriera e i suoi familiari sono affezionati, apprezzandone l’umanità e la correttezza.
Con Adelina esiste un’organizzazione perfetta: “Con Adelina capace che stavano una stagionata intera senza vedersi. Montalbano ogni settimana lasciava sul tavolo di cucina i soldi per la spisa, ogni trenta giorni la mesata. Però fra di loro si era stabilito uno spontaneo sistema di comunicazione, quando Adelina voleva più denaro per la spisa, gli faceva trovare sul tavolino il caruso, il salvadanaro di creta che lui aveva accattato a una fiera e che teneva per billizza; quando era necessario un rifornimento di calzini o di mutande, gliene metteva un paio sul letto. Naturalmente il sistema non funzionava a senso unico, magari Montalbano le diceva cose coi mezzi più strani che però l’altra capiva” (Il cane di terracotta, p. 143).
Nel racconto Gli arancini di Montalbano, che dà il titolo all’omonima raccolta pubblicata da Mondadori nel 1999, in occasione del fine anno il commissario riceve vari inviti per il cenone: reduce da una delle ricorrenti “sciarriatine” con la fidanzata lontana Livia, Montalbano viene invitato dal questore Burlando, dall’anziana maestra Clementina Vasile-Cozzo, dal preside Burgio e da Mimì Augello. Ma in realtà Montalbano è solleticato dall’idea di mangiare da solo, evitando il bailamme dei festeggiamenti: il suo carattere schivo e solitario lo induce a detestare tutte le occasioni mondane, che lo infastidiscono e lo rattristano anziché rallegrarlo; per lui gli inviti reiterati sono una “litania”, una “novena” fastidiosa e insopportabile.
L’ultimo invito, però, è il più allettante di tutti: Adelina gli propone di aspettare l’anno nuovo a casa sua, consumando gli arancini da lei preparati e che tanto gli piacciono.
Ricordando nei minimi dettagli la ricetta dei deliziosi arancini, il commissario vede svanire ogni dubbio: “Gesù, gli arancini di Adelina! Li aveva assaggiati solo una volta: un ricordo che sicuramente gli era trasùto nel Dna, nel patrimonio genetico. Adelina ci metteva due jornate sane sane a prepararli. Ne sapeva, a memoria, la ricetta. Il giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in parti uguali che deve còciri a foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro, sedano, prezzemolo e basilico. Il giorno appresso si prepara un risotto, quello che chiamano alla milanìsa (senza zafferano, pi carità!), lo si versa sopra a una tavola, ci si impastano le ova e lo si fa rifriddàre. Intanto si còcino i pisellini, si fa una besciamella, si riducono a pezzettini ‘na poco di fette di salame e si fa tutta una composta con la carne aggrassata, triturata a mano con la mezzaluna (nenti frullatore, pi carità di Dio!). Il suco della carne s’ammisca col risotto. A questo punto si piglia tanticchia di risotto, s’assistema nel palmo d’una mano fatta a conca, ci si mette dentro quanto un cucchiaio di composta e si copre con dell’altro riso a formare una bella palla. Ogni palla la si fa rotolare nella farina, poi si passa nel bianco d’ovo e nel pane grattato. Doppo, tutti gli arancini s’infilano in una padeddra d’oglio bollente e si fanno friggere fino a quando pigliano un colore d’oro vecchio. Si lasciano scolare sulla carta. E alla fine, ringraziannu u Signiruzzu, si mangiano!”.
Unico timore del commissario è che uno dei due delinquenti figli di Adelina si metta nei guai all’ultimo momento rovinando la festa…
Gli effetti esaltanti della degustazione degli arancini di Adelina sono descritti anche altrove, ad es. nel romanzo Il gioco degli specchi (2011): “Gustare l’arancini d’Adelina era ‘na spirenzia assoluta, esistenziali, ‘na vota che uno l’aviva assaggiati ne consirvava eterna mimoria come di un paradiso pirduto. Perciò l’offerta di tornari per una sira nel jardino dell’Eden non era cosa che si potiva arrefutare a cori liggero” (p. 39).
Per quanto riguarda gli “arancini” (“arancine” a Palermo e nella Sicilia occidentale), anche Leonardo Sciascia era stato attratto da questo piatto, tanto da scriverne la ricetta ne L’apollo buongustaio (dicembre 1962), un almanacco gastronomico curato dal suo amico poeta Mario Dell’Arco; eccone uno stralcio: “L’arancina vuole l’olio d’oliva: di quello coi suoi buoni gradi di acidità, col vivo sapore dell’oliva, di brillante e denso colore… Perché l’arancina deve avere croccante crosta, appunto del colore dell’arancia che comincia ad appassire: e per ottenerla bisogna sia immersa completamente nell’olio bollente, e tirata al punto giusto… Bisogna badare a non friggerne molte con lo stesso olio, ché prendono se no scuro colore e gusto più acre, da pizzicare la gola. Sembrano semplici da farsi: del riso impastato con uova e pecorino, un ripieno di tritato e cipolla in soffritto, la modellatura di una palla; e prima di gettarle nella padella una passata nell’uovo battuto e poi nel pane grattugiato. E invece richiedono un dosaggio un’attenzione una spesa da non credersi”.
Quanto all’annoso dibattito fra il maschile “arancino” in uso nella Sicilia orientale (corrispondente a una forma “puntuta”, che alcuni dicono ispirata all’Etna ma altri riferiscono a ben altro…) e il femminile “arancina” tipico di Palermo e della Sicilia occidentale (di forma rotonda), sembra superfluo affrontarlo: i derby inter-regionali sono, come si sa, lo sport preferito in tutta Italia e questa disputa sembra quindi destinata a protrarsi in eterno. Un colpo al cerchio e uno alla botte, del resto, è stato dato addirittura dall’Accademia della Crusca con il seguente commento ufficiale: “Il gustoso timballo di riso siculo deve il suo nome all’analogia con il frutto rotondo e dorato dell’arancio, cioè l’arancia, quindi si potrebbe concludere che il genere corretto è quello femminile: arancina. Ma non è così semplice”.
Sempre secondo la Crusca, entrambe le forme sono corrette anche se “il femminile tuttavia è percepito come più corretto – almeno nell’impiego formale – perché l’opposizione di genere è tipica nella nostra lingua, con rare eccezioni, per differenziare l’albero dal frutto” (es. “il melo / la mela” e quindi “l’arancio / l’arancia / l’arancina”).
Non aveva dubbi in proposito il catanese Federico De Roberto che in un passo dei suoi Vicerè parla di “arancine di riso grosse ciascuna come un mellone”.
Mario Pintacuda
 
 

La Repubblica (ed. di Torino), 13.9.2021
Gli animali così umani (o viceversa)
Enrico Alleva
"La mente animale" Codice pagg. 256 euro 15

A distanza di quasi quindici anni dalla prima pubblicazione, è uscito l'8 settembre per la torinese Codice con un'edizione rinnovata arricchita da tre capitoli inediti e un testo di Andrea Camilleri, un piccolo grande classico della saggistica scientifica: "La mente animale" di Enrico Alleva, già membro dei consigli scientifici di Wwf, Anpa, Legambiente, Agenzia Spaziale e Treccani e autore de "Il tacchino termostatico" (Theoria) e "Consigli a un giovane etologo" (Muzzio). Tra i protagonisti, un istrice che segue una studentessa in pieno centro di Roma, una coppia di pinguini maschi che adotta un uovo, una pavona che ha addomesticato i propri ospiti umani. Topolini consapevoli di sé, insetti sociali che regolano gli equilibri del pianeta, galline che scelgono il loro gallo, orsi, lupi. E ancora, i sensi di colpa del cane, la raffinatezza del cervello dei pipistrelli, la genialità del polpo e le voci degli animali che rivelano segreti, retroscena e curiosità del loro mondo, per aiutarci a comprendere meglio il nostro.
g.cr.
 
 

La Sicilia (ed. Sicilila Centrale), 13.9.2021
Agrigento. In via Atenea
La statua di Andrea Camilleri si sta scolorendo e diventa dorata

Ancora qualche settimana di sfregamento ed esposizione agli agenti atmosferici e la statua raffigurante Andrea Camilleri, seduto a un tavolino con accanto una sedia, in una via Atenea diventerà dorata.
La patina nera che ricopre l’immagine posizionata un paio d’anni fa [in realtà nel luglio 2020, NdCFC] dall’amministrazione Firetto, si sta progressivamente togliendo, per il continuo strofinamento alla quale è sottoposta dalle centinaia di persone che ogni giorno si fanno fotografare.
Da ricordare come la piazzetta in cui la statua venne posizionata non è dedicata a Camilleri ma è chiamata “piazzetta dello Scrittore”.
La statua fu forgiata dallo scultore racamultese Giuseppe Agnello, lo stesso che creò l’immagine del commissario Montalbano (in versione letteraria e non televisiva) posizionata in via Roma a Porto Empedocle. Ma mentre quest’ultima non ha perso colore, Camilleri in via Atenea sta diventando sempre più dorato, soprattutto il tavolinetto al quale si appoggia e la sedia sulla quale si siedono coloro i quali si fanno fotografare.
Chissà se fra qualche mese il Comune non deciderà di dare una “verniciata” o lasciare l’opera così, forse proprio per evidenziare l’apprezzamento della gente. Da ricordare come nei mesi scorsi ci fu anche chi come l’associazione Mani Libere di Peppe Di Rosa ebbe a muovere dubbi sul posizionamento dell’opera in questo angolo di via Atenea. Il successo però è indiscutibile, tanto da essere ormai una vera e propria attrazione per visitatori di ogni parte del mondo.
Francesco Di Mare
 
 

Patch, 13.9.2021
Mystery Book Discussion: The Shape of Water (Virtual)
Mon, Sep 13, 2021 at 4:00 PM
Bloomfield Public Library, 1 Tunxis Avenue, Bloomfield, CT, 06002
Event listing from Bloomfield Public Library: Monday, September 13 from 4:00 PM to 5:30 PM

This month we'll be reading: The Shape of Water by Andrea Camilleri The first English translation of the best-selling international mystery series follows Sicilian detective Inspector Montalbano as he investigates the suspicious death of an engineer who had made a name for himself in a small town. Copies of the book are available approximately 1 month before the discussion at the Circulation Desk. Call us! Prosser 860-243-9721 or McMahon Wintonbury 860-242-0041. You must provide your email address at registration to receive the Zoom link. Your Registration Confirmation Notice includes the Zoom link for the program. All participants will start with video off and sound muted. No computer/internet at home? Call the Library for the phone number, meeting ID & password and join us over the phone.
 
 

La Repubblica, 13.9.2021
International Police Award, al via il festival che celebra il poliziesco
Dal 13 al 19 settembre il borgo toscano di Monte San Savino si trasforma che Paese della legalità. In giuria anche il regista russo Andrej Konchalovskij

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Nato nel 1996 da un’idea di Orazio Anania, Colonnello dei Carabinieri e presidente della Delegazione Toscana dell’IPA, il Premio Internazionale Apoxiomeno negli anni è stato assegnato a tante star nazionali e internazionali che sono salite sul palco per ritirare la prestigiosa statuetta d’argento, tra queste Colin Firth, Matt Dillon, Hellen Mirren, Ennio Morricone, Robert Moresco, Nikita Sergeevic Michalkow, Abel Ferrara, Massimo Ranieri, Andrea Camilleri, Gina Lollobrigida.
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La Commissione del Premio, formata da esperti del settore, ha selezionato i finalisti delle categorie più attese, quelle per il cinema e la tv, tra tutte le opere, gli attori e le attrici e i registi che si sono distinti per la valorizzazione dell’attività delle Forze dell’Ordine nella loro espressione più alta, la difesa dei diritti e della sicurezza delle comunità. Tra queste “padrenostro” con Pierfrancesco Favino, Calibro 9 di Toni D’Angelo, Above Suspicion di Phillip Noyce e le serie tv Il Commissario Montalbano, L’ispettore Coliandro, Petra e altri.
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La Repubblica, 13.9.2021
Montalbano come se fosse la prima volta
21.25 Il Commissario Montalbano Serie Tv - «La caccia al tesoro»

L'inspiegabile scomparsa di una ragazza mette Montalbano sulle tracce di un folle che l'ha fin lì intrigato con una strana caccia al tesoro. Il tutto prende presto una piega inquietante. La caccia al tesoro andò in onda nel 2011 ma ormai il commissario non ha data, non ha rughe, non ha età, solo fedelissimi pronti alla visione come se fosse la prima volta.
 
 

La Repubblica, 14.9.2021
'Riemergere', Roma capitale della musica e delle arti
La prima edizione della manifestazione (15 settembre - 29 giugno) ha il suo centro presso la Nuvola di Fuksas ma coinvolge altre location prestigiose dell'Eur. Tra gli ospiti Patti Smith, Bill Viola, Romeo Castellucci

Il mito del rock e della poesia Patti Smith, il video artista più celebre al mondo Bill Viola, la musica multietnica dell'Orchestra di Piazza Vittorio. Ma anche Luca Zingaretti che legge Andrea Camilleri, Federico Rampini che parla di economia attraverso i Beatles, Emma Bonino voce recitante per un film di Werner Herzog. E ancora il regista Romeo Castellucci, la scultrice Janet Echelman e l'artista, illustratore e animatore Gianluigi Toccafondo. Sono soltanto la punta dell'iceberg degli oltre 100 eventi con 600 artisti e personalità della mondo della cultura che per 10 mesi (dal 15 settembre al 29 giugno) animeranno la prima edizione di Riemergere, ideato da Eur Culture per Roma e realizzato da Eur Spa con la direzione artistica di Oscar Pizzo tra La Nuvola di Massimiliano Fuksas, il Palazzo dei Congressi e l'intero quartiere.
Concerti, festival di cinema, videoarte e fotografia, fiere dell'editoria e dell'arte contemporanea, messe musicali e lunghe notti sonore fra jazz, gospel, taranta, indie e trap; appuntamenti orchestrali, mostre d'arte e incontri con i rappresentanti del mondo del giornalismo e della cultura, omaggi a grandi scrittori e a icone pop, eventi speciali e progetti riservati ai più piccoli. Su eurspa.it e su facebook.com/eurspa e instagram.com/eurspa il programma dettagliato.
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PerugiaToday, 14.9.2021
Mariangela D'Abbraccio interpreta Camilleri a Trevi in “Ora dimmi di te. Lettera a Matilda”

Si chiama “Ora dimmi di te. Lettera a Matilda” lo spettacolo in programma venerdì 17 settembre alle ore 21 per la stagione del Teatro Clitunno di Trevi curata da Fontemaggiore Centro di Produzione Teatrale con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Trevi. Mariangela D’Abbraccio interpreterà Andrea Camilleri accompagnata dalle musiche di Ludovico Einaudi.
La trama
Andrea Camilleri sta scrivendo quando la pronipotina Matilda si intrufola a giocare sotto il tavolo, e lui pensa che non vuole che siano altri – quando lei sarà grande - a raccontarle di lui. Nello spettacolo, Mariangela D’Abbraccio dà voce a questa lettera, che racconta una vita intera con l'intelligenza del cuore. Con humor e limpidezza, le pagine di Camilleri ripercorrono la storia italiana del Novecento attraverso quella di un uomo innamorato della vita e dei suoi personaggi. Le radici, l'amore, gli amici, la politica, la letteratura... Il coraggio di raccontare gli errori e le disillusioni, con la commozione di un bisnonno e la maestria di un grande scrittore.
 
 

Primaonline, 14.9.2021
Ascolti TV
13 settembre Montalbano in replica ferma Signorini. Iacona batte Porro e Conte, Gruber stacca Palombelli
Prevale Caccia al Tesoro in replica, battendo la prima puntata di Grande Fratello Vip, che poi domina in seconda serata. Il film action di Rai2 batte quello di Italia1, Iacona sul calcio va sotto un milione ma sorpassa Porro

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Tra le ammiraglie, in una giornata contraddistinta da molte ripartenze degli show contenitore del day time, alla sera su Rai1 è andato in onda un episodio de ‘Il Commissario Montalbano’, ‘Caccia al tesoro’.
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Su Rai1 la fiction in replica ‘Il Commissario Montalbano’, con l’episodio Caccia al tesoro, con Luca Zingaretti, Peppino Mazzotta, Cesare Bocci e Angelo Russo nel cast – ha riscosso 3,669 milioni di spettatori e il 18,3% di share.
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La Repubblica, 15.9.2021
Da Patti Smith a Bill Viola rinasce la Nuvola di Roma
Festival, mostre e concerti nella struttura progettata da Fuksas

La sacerdotessa del rock Patti Smith che ha scelto per la ripresa dei suoi concerti Londra, Parigi e Roma. Bill Viola, il guru della videoarte, che con le sue neoclassiche visioni espone nuovamente nella capitale. Andrea Camilleri e le sue lettere inviate alla madre negli anni '50, ritrovate grazie al lavoro del fondo che porta il suo nome: quadretti inediti, dipinti a rapide, poetiche e intimistiche pennellate, che saranno lette dal suo Montalbano preferito, Luca Zingaretti. Janet Echelman, l'artista americana tanto amata per le sue enormi sculture fluttuanti da Michelle Obama, che nel foyer della Nuvola, come una Louise Bourgeois di mare, espone una maestosa medusa di 27 metri per 13, Noli Timere.
La Nuvola torna in vita e lo fa alla grande: con una manifestazione che non a caso si intitola Riemergere e con oltre 100 appuntamenti (e 600 artisti) che si dipaneranno a partire da oggi (con un concerto visivo Partire dalla coda) fino al giugno del 2022: 200 giorni di spettacolo che faranno della Nuvola il polo culturale di Roma Sud, come ha spiegato alla presentazione del Festival il suo direttore artistico, Oscar Pizzo.
[…]
Rory Cappelli
 
 

La Repubblica, 15.9.2021
Rai 1

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21.25 Il Commissario Montalbano - Serie Tv - «Il sorriso di Angelica»
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L'Opinionista, 15.9.2021
I programmi in tv oggi, 15 settembre 2021: Il Commissario Montalbano e film
Su Rai Uno Il Commissario Montalbano, su Sky Cinema Il rito delle streghe. Guida ai programmi Tv della serata del 15 settembre 2021

[...]
TELEFILM
Su Rai Uno dalle 21.25 Il commissario Montalbano. Una notte, vengono svaligiati una casa al mare e un villino. Con una lettera anonima, il capo della banda lancia una vera e propria sfida a Montalbano.
[...]
Marina Denegri
 
 

D1SoftballNews, 15.9.2021
Montalbano on Rai1 takes the place of Pretty Woman on September 15th

This evening September 15 goes on the air Commissioner Montalbano on Rai1 instead of Pretty Woman. The change of programming was announced on social networks by the flagship network, which preferred to play (for the umpteenth time) the commissioner’s card born from the pen of Andrea Camilleri against Mediaset competition.
Montalbano had already started its usual cycle of reruns on Monday 13 September, challenging the debut of the new edition of Big Brother Vip on Canale5. There were, however, protests from the public, who lamented the choice of the flagship network to deploy the Inspector Montalbano in the early evening, at the expense of the film with Richard Gere and Julia Roberts; although it was also replicated to the point of fainting, some spectators would have liked to see it again.
Directed by Alberto Sironi and written by Andrea Camilleri, Francesco Bruni and Salvatore De Mola, Angelica’s smile it is a crucial episode in the life of the Commissioner. In the grip of the fear of old age, Salvo lets himself go to the passion for a young and attractive woman who reminds him of there‘Angelica described by Ludovico Ariosto. At the same time, the commissioner suspects a betrayal by the historical girlfriend Livia, which makes him furious as the Ariosto protagonist.
The episode begins with a new case for Montalbano: some thieves have robbed the house by the sea and the villa of the spouses Carlo and Caterina Peritore. Before stealing everything, the couple had been asleep with gas, which allowed the criminals to act undisturbed. Salvo realizes that the thieves must have known their victims very well and, thanks to his intuition, he can easily connect to this another theft just days ago, in the same way, by the spouses Lojacono. Apparently, the two cases are linked together, and the victims are part of a close circle of friends that makes them all potential victims. In any case, the thieves are well organized; the robberies continue and the leader of the gang throws a real challenge to the commissioner.
The next victim is Angelica Cosulich, an executive from the local bank, who immediately attracts Montalbano – and the interest is mutual. The young woman reminds him of his futile infatuation with Angelica, the protagonist of Ariosto’s work, Orlando Furioso. The commissioner goes into crisis, increased by the atrocious suspicion of a betrayal of his Livia.
The Commissioner and his colleagues draw up a list of possible future victims, while the circle of possible culprits shrinks, and suspicions are concentrated around some friends belonging to this elite of wealthy people. In the meantime, the corpse of the loan shark Pierrera, who committed suicide, and his killing turns out to be linked to the other facts. In this torturous case, Angelica’s figure will be key to the investigation.
The appointment with Commissioner Montalbano on Rai1 is for tonight at 21:25.
Kim Lee
 
 

Tvpertutti, 16.9.2021
Ascolti TV 15 settembre, Marco Liorni gioisce ma i Fraintesi sbagliano invasato
Puntata sfortunata per I Fraintesi che si arrendono a Reazione a Catena!

Tante emozioni nella giornata del 15 settembre in particolar modo con il game show Reazione a Catena, capace di fare colpo in termini di ascolti tv. Nel Prime Time, invece, a darsi battaglia sono stati Il commissario Montalbano e Famiglia all’improvviso. Nel pomeriggio, il trionfo maggiore va a Uomini e Donne, capace di tenere il pubblico da casa incollato allo schermo!
Ascolti Tv ieri 15 settembre: bene Il commissario Montalbano e Chi l’ha visto?
Nel Prime Time, a parità di share, ad avere la meglio è stata la fiction di Rai 1 che, con Il commissario Montalbano, ha radunato davanti ai suoi schermi 3.21 milioni di appassionati, aggiudicandosi uno share del 17.1%.
[...]
Concetta Chirico
 
 

Corriere della Sera, 16.9.2021
Giovanni Caccamo e l’eredità di Battiato: «Mi ha insegnato a non subire le logiche commerciali»
Il cantautore siciliano racconta il nuovo disco «Parola», con le voci di Andrea Camilleri, Liliana Segre, Patti Smith e tanti altri

A dare il La al nuovo album di Giovanni Caccamo sono state alcune frasi di Andrea Camilleri: «Stiamo perdendo la misura, il peso, il valore della parola», diceva tra le altre cose lo scrittore siciliano in un’intervista. Da qui è arrivato il titolo, «Parola» appunto, insieme a uno dei temi del disco, in uscita v enerdì 17 settembre: «Ho voluto, nel mio piccolo, seminare un germoglio per riportare al centro la parola. Negli ultimi anni c’è stato un invito inconscio alla sintesi, ma è importante riscoprire la bellezza del nostro vocabolario», spiega il cantautore di Modica, 30 anni, al suo quarto lavoro dopo la vittoria a Sanremo Giovani del 2015 e il terzo posto tra i big insieme a Deborah Iurato l’anno successivo.
Ognuno dei sette brani è preceduto da un testo che l’ha ispirato letto da una voce importante, «in un dialogo effettivo fra la fonte e la nuova creatura». Patti Smith e la figlia Jesse Paris Smith, ad esempio, leggono un dialogo scritto da Jesse sul rapporto fra madre natura e le sue creature prima del singolo «Il cambiamento». Liliana Segre, che dalla musica di Caccamo si è detta «commossa», accompagna all’ascolto di «Prede e predatori». Aleida Guevara, figlia di Che Guevara, legge frasi del padre prima di «Canta». Non manca neanche la voce stessa di Camilleri prima di «Le parole hanno un peso».
[...]
Barbara Visentin
 
 

Sicilia Oggi, 17.9.2021
Baucina, aperto a tutti il parco giochi riqualificato e dedicato allo scrittore Camilleri

Baucina (Pa). Inaugurato e dedicato allo scrittore Andrea Camilleri il parco giochi inclusivo cofinanziato dall’assessorato regionale alla Famiglia, con 28 mila euro. I lavori appena conclusi hanno consentito di offrire a tutti i bambini, anche chi è con qualche disabilità, di poter giocare in sicurezza. Un tappeto antiurto è stato realizzato da un’impresa locale che si occupa di recuperare pneumatici fuori uso. Il parco è anche un esempio di riqualificazione urbana, perché, grazie a una nuova illuminazione e all’impianto di videosorveglianza, è l’occasione di fruire di una zona periferica del paese, vicina alla scuola materna e a un piccolo parco verde.
 
 

The New York Times, 17.9.2021
Crime & mystery
A Professor Plots to Seduce His Student. She Has Other Plans.
In Katie Lattari’s unnerving suspense novel, “Dark Things I Adore,” a scheming thesis adviser proves no match for his young protégé.

[...]
When the Sicilian writer Andrea Camilleri died in 2019, he left behind one last Inspector Montalbano novel. “I finished him off five years ago,” he said in 2012. “That’s to say, the final novel in the series of Montalbano is already written.” Now RICCARDINO (Penguin Books, 272 pp., paper, $17) has finally been published, capping Montalbano’s long-running adventures with delight, aplomb and a committed plunge into postmodernism.
Montalbano’s latest investigation begins with an early morning call, a wrong number from a fellow named Riccardino. A second call, from his bumbling police colleague Catarella, announces the shooting death of a man nearby, who turns out to be none other than Riccardino. The inspector is drafted to discover who killed Riccardino, why the obvious motives of jealousy and torn friendships are mere red herrings and, most important of all, why he can’t shake off the phone calls he’s getting from “the Author,” who has twisted Montalbano’s life and work into art, never mind the gross inaccuracies.
Camilleri has great fun with the metafictional aspects of the novel, playing up the battle of wills between his avatar and his main character. Montalbano remains as crusty and irascible as ever, leaving a final annoyed message on his creator’s answering machine: “And so I’m leaving. Of my own spontaneous free will. I will not give you the satisfaction of getting rid of me in one way or another. I will disappear on my own.” It’s a fitting final turn that assures Montalbano — and Camilleri — of detective-fiction immortality.
Sarah Weinman
 
 

Aristegui noticias, 17.9.2021
Libros de la semana: Ursula K. Le Guin, Andrea Camilleri…
El relato gráfico de Patricio Betteo y inclasificable obra de Antonio Jiménez Morato, en nuestras recomendaciones semanales.

Entre los redescubrimientos literarios que nos deja la pandemia, uno de los mayores es el de Ursula K. Le Guin, pocas veces como ahora cae tan bien leer a una referente de la ciencia ficción. Vigente es también Andrea Camilleri, autor que aún fallecido nos sigue dando lecciones a través del género negro, ejemplar en este sentido es La red de protección. Tenemos ahora, Nada que ver el nuevo libro de historias de Patricio Betteo dibujante y contador de historias genial. Cerramos nuestras sugerencias semanales, con Nola, un texto inclasificable y provocador del madrileño Antonio Jiménez Morato.
[…]
Andrea Camilleri. La red de protección. Salamandra. Trad. Carlos Mayor. 272 pp.
La cotidianidad de Vigàta se ve completamente trastocada cuando la ciudad se convierte de la noche a la mañana en un set de rodaje ambientado en los años cincuenta. Mientras todos colaboran en la película, un incidente pone en jaque a la población: un tiroteo en el instituto. El comisario iniciará una investigación sobre el mundo de los adolescentes que lo llevará a enfrentarse a la realidad agazapada tras las redes sociales. El maestro del policíaco nos sumerge en temas como debate ecológico y las trampas de internet.
[…]
 
 

RTVE, 17.9.2021
Solo en RTVE Play 6 series que puedes ver gratis y online esta semana

¿Buscas una buena serie para ver esta semana? RTVE Play está de estreno con el lanzamiento de nuevas ficciones seriadas para esta temporada. A las de toda la vida como Cuéntame cómo pasó, que ha cumplido 20 años en emisión, la oferta de la nueva plataforma de videos on demand aumenta con incorporaciones de series históricas como Los Durrell o de culto como Years and years. De ambas ya puedes ver la primera temporada en español y versión original. ¿Quieres saber cuáles otras tendremos disponibles próximamente? Te contamos todas las series que puedes ver esta semana en RTVE Play.
[...]
Cada semana, un capítulo nuevo en La 2
Como cada semana, los martes y jueves La 2 emite un nuevo capítulo de El Comisario Montalbano y Los bastardos de Pizzofalcone, respectivamente. Además, tienes los episodios anteriores en RTVE Play.
El Comisario Montalbano trabaja en Vigata, provincia de Montelusa con dos peculiares acompañantes. A pesar de ser un hombre de ley, Montalbano no duda en romperla para resolver sus casos ya que es conocido por su ironía y tenacidad en la Sicilia rural gobernada por la mafia. En cada episodio Montalbano resuelve complicados casos con su característica astucia.
[...]
Cristina Barco
 
 

La Repubblica, 17.9.2021
'Parola' di Giovanni Caccamo: 'Il mio album nel segno di Camilleri"
Esce oggi il nuovo disco del cantautore siciliano: "Ho deciso di raccogliere il suo invito per un nuovo umanesimo della parola". Ospiti prestigiosi per introdurre i brani: Willem Dafoe, Patti Smith, Jesse Paris Smith, Michele Placido, Beppe Fiorello, Liliana Segre e Aleida Guevara

Lo stalker gentiluomo ha imparato a fare rete. Ancora sconosciuto, Giovanni Caccamo attirò l’attenzione di Franco Battiato attendendolo un giorno di ritorno dalla spiaggia e gli consegnò un nastro con le sue canzoni. Fu l’inizio di tutto. Oggi che il cantautore siciliano pubblica il suo quarto album, può vantare una serie di collaborazioni da artista riconosciuto qual è diventato, una serie di personaggi della musica, del cinema e della cultura che dimostrano non solo la stima di cui gode Caccamo ma anche la sua capacità di immaginare e realizzare ponti culturali.
Nato su sollecitazione di un intervento dello scrittore Andrea Camilleri, Parola vede la partecipazione di Willem Dafoe, di Patti Smith, di sua figlia la cantautrice Jesse Paris Smith, e ancora Michele Placido, Beppe Fiorello, Liliana Segre, Aleida Guevara e dello stesso Andrea Camilleri grazie a una registrazione d’archivio. Sette brani, ognuno introdotto da un testo recitato che si collega idealmente al tema della canzone o che l’ha ispirata.
[…]
Si pensa che scrivere canzoni prenda tutta l’attenzione di un artista, come ha realizzato i tanti contatti per questo progetto, tra collaborazioni con gli artisti e i personaggi, le iniziative di beneficenza e le sponsorizzazioni?
“C’è una squadra, questo è un progetto corale anche se ognuno dei tasselli nasce sicuramente da un mio disegno. La realizzazione è però il frutto del lavoro di tanti. Riuscire a coinvolgere dei partner che come sponsor possano credere e investire su un progetto in questo momento è davvero straordinario. Tra gestazione e lavoro l’album ha richiesto tre anni, messo in moto dal discorso di Camilleri in cui disse: “Stiamo perdendo il peso e l’importanza della parola. Le parole sono pietre e possono trasformarsi in pallottole”. Ho deciso di raccogliere il suo invito ai giovani di far partire un nuovo umanesimo della parola e nel mio piccolo di contribuire seminando un piccolo germoglio di questo umanesimo”.
[…]
Carlo Moretti
 
 

Gazzetta del Sud, 17.9.2021
La kermesse
SalinaDocFest, il Premio Siae a Francesco Bruni
Per il film “Cosa sarà”. Il regista: "Un tema quasi profetico. Con la malattia si può convivere"

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Ha collaborato alla sceneggiatura di tre film di Ficarra e Picone, “Nati stanchi”, “Il 7 e l'8” e “La matassa”, a “I Vicerè” di Roberto Faenza, ha firmato le sceneggiature degli episodi de “Il commissario Montalbano” e, per rimanere in area Camilleri, anche “La concessione del telefono". E adesso c’è “Màkari” tratto dai libri di Savatteri.
Lei con la Sicilia sembra avere un legame forte…
«E aggiungerei anche il lavoro di Paolo Virzì girato in Sicilia, “My name is Tanino”. Eppure, curiosamente, conosco poco l’Isola, l’ho frequentata meno di quello che vorrei, pensi che non ho mai messo piede su un set di Montalbano. Sono stato, invece, diverse volte a Palermo per Salvo e Valentino. La Sicilia, però, mi manca».
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Difficile sceneggiare in… siciliano?
«Sì, però quando si ha a che fare con un testo prezioso come quello di Camilleri o con due talenti comici speciali come Salvo e Valentino, basta stare in ascolto e sintonizzarsi sul tono delle persone con cui stai lavorando. Le storie di Montalbano hanno cambiato la tv italiana della fiction: il merito del successo è tutto di Camilleri, io ho solo sfrondato i romanzi per portarli a una misura televisiva. Una grande fortuna. Il lavoro con Ficarra e Picone è stato impegnativo, i loro film non sono una sequenza di gag. E ho imparato i loro tempi».
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Antonella Filippi
 
 

NapoliToday, 17.9.2021
I Nastri d’Argento premiano a Napoli le 'icone' più amate nelle grandi serie

Nastri d’Argento alle ‘icone’ della grande serialità a Napoli, sabato 18 Settembre, nella prima edizione della manifestazione che i Giornalisti Cinematografici in collaborazione con la Film Commission Regione Campania, dedicano alla produzione che ha cambiato in pochi anni lo storytelling, il mercato e grande pubblico di un nuovo modo di ‘fare cinema’ firmato anche dai grandi autori. A Palazzo Reale una serata di gala con Luca Zingaretti, per i vent’anni del Il Commissario Montalbano, Marco D’Amore e Salvatore Esposito per Gomorra – La Serie, Stefano Accorsi - anche ideatore - per la trilogia 1992, 1993 e 1994, Alessandro Borghi per Suburra - La Serie e Silvio Orlando, per il ruolo del Cardinale Voiello di The Young Pope e The New Pope, del Premio Oscar Paolo Sorrentino.
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CrimeReads, 17.9.2021
Andrea Camilleri: a crime reader’s guide to the classics
A tour through Inspector Salvo Montalbano's Sicily and the life and works of an Italian mystery icon.

“Are you trying to bust my balls?”
The speaker is Inspector Salvo Montalbano, head of the fictional municipality of Vigata, Sicily’s, police department, and in the 28 novels and two short story collections written by Andrea Camilleri and published in Italian and English… someone always is.
The criminals, from petty to monstrous, who occupy his frustrating days (and sometimes alarming nightmares); the Mafia thugs who spread their tentacles into every Sicilian institution; the corrupt politicians who march hand in hand with them; the witless press that blindly supports whatever government is in charge at the moment; the colleagues who, for all their police skills, can’t help but complicate his life at times; the suspicious Commissioner who seems intent on complicating his life at all times; the lady friend in Genoa with whom he can’t seem to get through a phone conversation without squabbling; the succession of beautiful women he meets during his cases who offer serious temptations and, all too often, deceptions – all these people light his fuse, but do not deter him. With a mix of sardonic humor, cynicism, stubbornness, compassion, a nose for crime, and a very personal sense of justice, Montalbano dyspeptically perseveres through all the tragicomedy that imbues his beloved island, reminding us that incidents – and people – are often not what they seem, and that sometimes refusing to obey an order is a virtue, not a sin.
Salvo’s mother died when he was young; his father, a man of few words, found it difficult to communicate; and Montalbano struck out on his own as soon as he could. Our first glimpse of him as a lawman comes in the novella “Montalbano’s First Case,” which Camilleri wrote later to fill in some of the blanks (Montalbano’s First Case and Other Stories, 2016; for clarity’s sake, all pub dates listed here are for the first U.S. publications).
Montalbano is 35, a deputy inspector in the inland town of Mascalippa, “a godforsaken backwater in the Erean Mountains,” where the crimes are “all without mystery: Luigi shot Giuseppe over a matter of money and confessed; Giovanni knifed Martino over a question of adultery and confessed.” When his boss, “a true cop,” gets promoted, and the higher-ups want to give Montalbano his job, Salvo panics at the thought of getting stuck there, until the boss wisely persuades his superiors to transfer Salvo to the port of Vigata instead, where he blossoms.
He also finds out what is to be a commissario in a town ruled by two warring Mafia families, the Cuffaros and the Sinagras, “a struggle that yielded at least two killings a year, on each side.” And he discovers where his true moral compass lies when a teenage girl, raped at fifteen, hatches a desperate and complicated plan to kill her gangster rapist, while deceiving Montalbano and his colleagues as to her real intent. Despite the fact that “she led us around by the nose, and took us exactly where she wanted to go,” Montalbano presses no charges and delivers his own brand of justice by making sure the thug’s disapproving crime family knows exactly what happened, and leaving the man to their not-so-tender mercies. There are rules, he says to Sergeant Fazio, but rules area meant to be adjusted.
“So that’s how you see things?”
“That’s how I see things.”
He has a house on the ocean, and a terrace facing the water, where he happily drinks his morning espresso and eats the meals his housekeeper Adelina prepares for him – for Montalbano, food is one of the greatest pleasures known to man, and the books are filled with his favorite dishes, both at home and in the trattoria he haunts for lunch every day, usually stuffing himself so full he has to walk it off afterwards.
Adelina’s only drawbacks are, first, that her two sons are constantly in and out of prison – Montalbano himself has arrested the youngest, Pasquale. Nevertheless, Salvo has an affection for the boy, which is returned. More than once, Pasquale has given him a tip in confidence (“I don’t wanna a reputation for being a rat” (The Wings of the Sphinx, 2009), and has even named Salvo the godfather to his baby. Another time, spotting a sex doll in Montalbano’s house that is a key clue to a murder in Treasure Hunt (2013), he gets the wrong idea – Montalbano had simply not known where to stash it – and tells him, “if you wanna nice-lookin’ girl, alls ya gotta do is gimme a ring…Guaranteed clean and healthy. An’ free o’ charge, since it’s you.”
The other drawback to Adelina is that Salvo’s girlfriend, Livia, can’t stand her, and the feeling is mutual. This means that any time Livia flies down from Genoa to see him, Adelina refuses to come to the house, and, alas, Livia is many things, but she is not a cook. She thinks she is, though, and whenever she prepares something, Salvo knows he has to eat it or there’ll be hell to pay.
This is pretty much the state of affairs with everything concerning Salvo and Livia, unfortunately. They love each other very much, and there are a host of tender moments in the books, but she’s as prickly as he is, and it doesn’t take much, “the tiniest thing, the wrong word, a minor angry outburst” (The Wings of the Sphinx), for them to spiral into slammed doors and phones: “This animosity remained independent of the unshakable intensity of their relationship. But then why, when talking on the phone, did they quarrel, on average, at least once every four sentences?” (The Smell of the Night, 2005).
Part of the problem is that they’ve already been together for six years in the first book, and as the books, and the years, progress, the question of marriage is very much on her mind. Every now and then, Salvo actually proposes, but she tries to pin down “when?” and never gets a straight answer. Montalbano can’t even give himself a straight answer. After one of their breakups, he asks himself what he feels for her: “Attraction. Desire. Vanity. Or else you see her as a kind of life raft you desperately want to grab hold of to avoid drowning in the sea of old age” (The Age of Doubt, 2012).
The situation gets worse when, during the course of a case in The Snack Thief (2003), an orphaned Tunisian boy named Francois comes into their lives, and Livia is determined they adopt him. Through various circumstances, it becomes impossible, but she blames Salvo for it, and when, many years later, in A Beam of Light (2015), the boy, now a man and a militant fighting the Tunisian government, is killed, she never really recovers from it. Finally, two books before the final volume, she breaks it off for good. Salvo mourns: “It was love. Old and threadbare like a worn-out suit, with a few holes here and there, patched up as best one could, tired, but still love” (The Sicilian Method, 2020).
But he recovers. The reason is one of the other things that may have gotten Livia fed up with him: Salvo is always meeting women who knock him for a loop. Usually, nothing unforgivable happens… but not always. And sometimes those temptations arrive with a full agenda of their own.
Where to begin? With Ingrid, the beautiful Swedish woman, married to a politician, who becomes his “friend, confidante, and accomplice,” but also, when a little too drunk to drive, chastely shares his bed while he sweats? Or is it always chaste? There’s a strong hint otherwise in The Potter’s Field (2011). With Adriana, the twenty-year-old twin sister of a murder victim in August Heat (2009), who seduces him as a way to get to her sister’s killer? With Angelica, the burglary victim in Angelica’s Smile (2014), who seems to know an awful lot about him before she takes him to bed, and who turns out to be one of the burglary gang herself? With Rachele, a champion equestrian in The Track of Sand (2010), who literally gives him a roll in the hay? With Liliana, the next door neighbor in Game of Mirrors (2015), who is in league with the Cuffaros and ends up getting gruesomely killed by the Sinagras?
No, let’s go with the reason Salvo recovers from the final Livia breakup: Antonia Nicoletti: beautiful, whip-smart, the new head of Forensics who’s been temporarily transferred from Calabria for clashes with her colleagues (“it’s a long story”), and happily single (“I still haven’t met [a man] I’ve liked enough to want to have around every day”). He feels a deep, deep connection with her, so much so that when she does get her new assignment, he proclaims he’ll transfer or resign and go with her. To which she stuns him by replying, “Have you asked yourself if I want to live with you? If I feel the same way about you? If I also want you by my side in the future?”
Well… no. Crestfallen, he goes to the train station to say goodbye, they talk, they hold hands, the train starts to move, their grip gets tighter, the train is gone, and they’re still there. “What now?” Montalbano manages to ask. “Now we’re here,” she replies.
What does that portend for Salvo and Antonia? We’ll never know. The next book is The Cook of the Halcyon (2021), a somewhat slapdash adaptation of a ten-year-old film script for an Italian-American movie that never got made. “For better or for worse,” Camilleri’s author’s note says, “the non-literary origins of the work show through in the telling.” You don’t say. And the last book, Riccardino, whose publication in September 2021 we celebrate now, is a story set long before Salvo and Antonia ever meet.
We’ll have more to say about Riccardino later. Suffice it to say it concerns the evolution of a case like none that Montalbano and his police colleagues have ever seen before.
And they’ve seen a lot. Montalbano’s fellow policemen are an idiosyncratic lot and, yes, they break his balls with regularity.
Chief among them are Sergeant Fazio, Montalbano’s right hand man, and Mimi Augello, Salvo’s deputy and friend. Both are smart investigators and great sounding-boards, happy to bounce ideas back and forth with Montalbano as they try to untangle cases. They both have flaws, of course. Fazio has a “records office complex,” a habit of reeling off far more information than Montalbano could ever want, and causing him to warn him many times, “If you start reading me his date and place of birth and mother’s and father’s names, I’ve going to take that piece of paper out of your hands, crumple it up into a ball, and make you eat it” (A Voice in the Night, 2016). He also has the annoying habit, when Montalbano asks him to do something, of replying, “Already taken care of,” which sends Salvo into a tizzy.
Mimi, for his part, is an excellent cop, but an inveterate womanizer. Even after he marries the lovely Beba (whose first child they name Salvo!), he still can’t help himself. “Mimi, if you don’t straighten yourself out, and fast,” Montalbano tells him, “one of these days some jealous husband is going to shoot you, and I’ll give him a hand fleeing justice” (The Pyramid of Mud, 2018). Beba tells Salvo in The Safety Net (2020) that just a year into their marriage, she knew Mimi was incorrigible, but she loves him anyway. That doesn’t prevent her from sending him to the hospital, though, with the dent of a heavy thrown ashtray on his forehead.
And that doesn’t stop Mimi from an occasional bout of sarcasm. When Montalbano reluctantly praises him for an action in The Overnight Kidnappers (2019), Mimi tells him to stop right there: “Otherwise the effort might be so tremendous you’ll end up with a hernia.” Another time, viewing Montalbano’s battered face, he makes the sign of the cross and raises his eyes to heaven.
“What’s the little comedy routine for?”
“I was saying a prayer of thanksgiving for whoever it was that gave you a black eye.”
“Stop being a wise guy and sit down.”
The other office colleague who must be singled out is Agatino Catarella, a constant fount of garbled names, misunderstandings, and a unique Sicilian accent that the books’ sterling translator, Stephen Sartarelli, has fashioned into a kind of Bronx-Brooklyn-maybe-Cockney? patois. Catarella was originally hired because he was the distant relative of a powerful politician, and, for all his malapropism, paradoxically mans the switchboard because Montalbano figured he’d do the least damage there. The thing about Catarella, though, is, as exasperating as he is – everybody loves him. He’s like a little kid, good-hearted and enthusiastic (and surprisingly good with computers), and he can hardly contain himself when he gets praise, or Mimi asks his opinion, or Montalbano shares a sandwich with him. They’ve all become highly protective of Cat, and woe betide anyone who belittles him, even when the doors to their offices crash open (“My hand slipped!”) with his over-the-top urgency: “Ahh Chief, Chief! Jesus Christ, Chief! Jesus Christ and Mary and Joseph, Chief! I can’t hardly breathe, Chief!” (The Age of Doubt). To not have Catarella among them, “poissonally in poisson,” would diminish them all.
Not so with Montalbano’s commander, Commissioner Luca Bonetti-Alderighi: young, testy, often exasperated, always political, the Commissioner is an accomplished second-guesser, and only gives Montalbano free rein when he’s sure that if something goes wrong, it’ll be Montalbano who takes the fall. He’s constantly bypassing Salvo to give cases to his “specialists” or the latest head of his Flying Squad, all of whom come and go with dizzying speed and a singular lack of competence.
His fraud specialist falls victim to scams, his second-in-command gets mugged in Manhattan, his Flying Squad captain proclaims a victim of Kalashnikov fire to have been killed by “a dozen stab wounds inflicted in rapid succession” (Excursion to Tindari, 2005). Because he is “too superior a man to imagine that anyone would dare to make fun of him” (Riccardino, 2021), Salvo copes by doing exactly that, either by playing the bumpkin – “If he pretended to be utterly incapable of understanding the slightest thing, the Commissioner would leave him in peace” (“Seven Mondays,” Montalbano’s First Case and Other Stories) – waxing indignant – “You, Mr. Commissioner, actually believed such a groundless accusation? Ah, I feel so insulted and humiliated!” (The Potter’s Field) – or being effusively apologetic – “I’m terribly sorry, sir, but I can’t make it at nine….You see, Dr. Gruntz is coming all the way from Zurich….He’s coming straight to my house to perform a double Scrockson on me, the effects of which – as I’m sure you know – can last from three up to five hours” (The Dance of the Seagull, 2013).
One of those approaches is certain to be sufficient to get him out of Bonetti-Alderighi’s office – and free to investigate the case himself with his own men, but “underwater, with only our periscope showing” (Voice of the Violin, 2003). In that, he is both helped and hindered by what he calls the “clown caravan,” the three-ring circus of coroner, public prosecutor, and Forensics head (pre-Antonia) that must be called to every murder scene. The Forensics man, Dr. Arqua, is a Bonetti-Alderighi appointee, so you know the story there. He and Montalbano regard each other with mutual antipathy. The public prosecutor, Judge Tommaseo, drives “like a drunken dog,” crashing into trees, and the more salacious the crime, the more he enjoys it (“Any crime of passion, any killing related to infidelity or sex, was pure bliss for him,” August Heat).
Dr. Pasquano, the coroner, is the best of the bunch, because he’s truly competent, and Montalbano knows he’ll get real information from him – if, that is, Pasquano is in the right mood: “’What a colossal pain in the ass you are, Inspector! What the hell do you want?’ Pasquano began, with the gentle courtesy for which he was famous” The Potter’s Field). Montalbano doesn’t mind – the coroner is talking his language. Besides, he knows much of it is for show: “Pasquano was very keen of being known as an impossible man. Sometimes he took great pleasure in hamming it up just to maintain his reputation” (The Wings of the Sphinx).
All of the character descriptions make it sound like there’s a lot of humor in the books, and that is certainly the case. The crimes, though, are deadly serious, and sometimes shake Montalbano to his core.
A body found floating in the ocean leads to a ring trafficking in children (Rounding the Mark, 2003). A man shot at point blank range reveals a family history of incest (The Paper Moon). The erratic behavior of a seagull unfolds into a story of sadism, extortion, and chemical weaponry (Dance of the Seagull, 2013). A baffling rash of burglaries cloaks the deeds of a man driven mad by the need for revenge (Angelica’s Smile). A man found dead at a construction site exposes a massive collaboration of political corruption and the Mafia (Pyramid of Mud). The disappearance of a financial wizard, with a lot of Vigata’s money, opens the curtain on a labyrinthine scam and a maelstrom of love, blackmail, betrayal, and obsession (The Smell of the Night).
Sometimes the cases start simple and quickly become complicated, demanding to be exposed. Other times, those complications reveal a human tragedy that Montalbano feels is better left to the participants. Two or three cases at once can interlock. Sometimes, major cases are put aside, so Montalbano can follow his own personal fascination, as when a weapons-smuggling investigation leads him to a cave, where lie the bodies of a man and a woman dead fifty years, watched over by a terra-cotta dog. For Montalbano, this is a much more interesting story – and opens up a dark secret of World War II Sicily.
And sometimes the resolutions the law supplies simply aren’t enough. In Game of Mirrors, the murderer is untouchable, until a television interview by Montalbano sets the victim’s father on an appropriately vengeful course. In The Snack Thief, Montalbano blackmails an unscrupulous Secret Service agent into doing the right thing. In A Voice in the Night (2016), leaked information results in the suicide of one murderous Mafia-connected politician and the public exposure of another: “Montalbano thought that, when all was said and done, things could not have gone any better.”
That doesn’t mean he’s happy about it. Montalbano is constantly disgusted by the “circus of corrupters and corrupted, extortionists and grifters, bribe-takers, liars, thieves, and perjurers” (The Terra-Cotta Dog, 2002) that seem to run every institution. “One always ended up caught in dangerous webs of relations, collusions between the Mafia and politicians, the Mafia and entrepreneurs, politicians and banks, money-launderers and loan sharks. What an obscene ballet! What a petrified forest of corruption, fraud, rackets, villains, business!” (August Heat). Sometimes it amuses him, a little bit: “He changed the channel. There was a cardinal talking about the sacred institution of the family. In the first row of the audience were an array of politicians, two of whom had been divorced, another who was living with a minor after leaving his wife and three children, a fourth who maintained an official family and two unofficial families, and a fifth who had never married because, as was well-known, he didn’t like women. All nodded gravely in agreement with the cardinal’s words” (The Potter’s Field).
However, some of the time, it’s all too much, especially when it also reflects his own police force. After a violent police raid on peaceful protestors in Genoa, he is left “unable to think, shaking with rage and shame.” “Do you realize what happened, Livia?” he cries over the phone. “The police attacking the school and planting false evidence weren’t a bunch of stupid, violent beat-cops; they were commissioners and vice-commissioners, inspectors and captains and other paragons of virtue” (Rounding the Mark). And to Mimi, he announces his intention to quit:
“The rot is inside us.”
“Did you just find that out today? With all the books you’ve read? If you want to quit, go ahead and quit. But not right now. Quit because you’re tired, because you’ve reached the age limit, because your hemorrhoids hurt, because your brain can’t function anymore, but don’t quit now.”
“And why not?”
“Because it would be an insult.”
“An insult to whom?”
“To me, for one – and I may be a womanizer, but I’m a decent man. To Catarella, who’s an angel. To Fazio, who’s a classy guy. To everybody who works for the Vigata Police. To Commissioner Bonetti-Alderighi, who’s a pain in the ass and a formalist, but deep down is a good person. To all your colleagues who admire you and are your friends. To the great majority of people who work for the police and have nothing to do with the handful of rogues at the top and the bottom of the totem pole. You’re slamming the door in all of our faces. Think about it. See you later.”
Montalbano does, and stays – but it wears him down. As the books go on, he is increasingly conscious of the passing years, of his growing age, of his maybe losing a step. He berates himself for it – “Let’s not start again with this pain-in-the-ass stuff about old age setting in! You’re just fabricating a convenient excuse!” (Game of Mirrors) – but he can’t help wondering if his bouts of besottedness would have happened otherwise – “If you hadn’t been fifty-five years old, would you have been able to say no? Not to Adriana, but to yourself? And the answer could only be: Yes” (August Heat).
A man who had always scorned taking notes, he now finds himself resorting to other stratagems to keep everything straight. He writes letters to himself, summarizing cases. He debates himself, Montalbano One and Montalbano Two. He has dreams, whose meaning he can’t comprehend until they start playing out in real life.
How much longer can he keep it up, he wonders? And so we come to Riccardino.
In 2004-2005, Camilleri wrote a novel, sent it to his publisher, and told him to lock it in a desk drawer. “This is the last Montalbano,” he said. “Leave it there, and the moment I don’t feel like writing Montalbano anymore, or I get bored, I will tell you, ‘publish that last book.’” He partially revised it in 2016, but he never got bored. Now, two years after his death, this is the end of the series, the way he meant it to be.
At five o’clock in the morning, Montalbano is woken up by the phone: “Riccardino here! Did you forget that we had an appointment? We’re all here already, outside the Aurora, and you’re the only one missing!” It’s obviously a wrong number, but he lies, tells the man he’ll be there, and falls back into bed.
One hour later, Fazio calls to tell him there’s a dead body at the Aurora. It’s a man named Ricardo. He and three boyhood friends, all closely interconnected, were about to head off on a hike, when a motorcyclist sped by and shot Ricardo. Or at least that’s their story. The more Montalbano probes, the more ambiguous their relationships become, the more complicated, and then, when the Bishop of Montelusa enters the picture, more complicated yet. That is not Montalbano’s only problem, however. He keeps getting mistaken for someone else, an actor who plays him in a popular television series. And he keeps getting calls from a man with a “smoke-shredded voice,” who says he’s the Author, berating him for straying off-course.
This moment is presaged by a short story that Camilleri wrote earlier, called “Montalbano Says No,” in which Salvo, upset by the extreme violence of the case in which he’s becoming involved, calls up a seventyish man at a typewriter and refuses to continue with the story any longer.
This time, the Author is not taking any guff, however. “It’s me who informs you, and I don’t know why you insist on thinking that it’s you who informs me.” He says Montalbano is too wrapped up in his television alter ego. “This constant comparison is muddling your thoughts. And as a result, you’re damaging my story as well. Your investigations are not what they used to be. You’re too often uncertain, vague, contradictory, and even scatterbrained. You keep invoking the problem of imminent old age, but I know perfectly well that it’s just an excuse for covering your increasing indecision. Can’t you see that you’re presently unwilling, in this Riccardino story, to set the investigation on a specific, well-defined path? I offer you a lead, and you start joking around, and as a result I find myself in a pickle.”
Accused of not knowing how to lose, Montalbano responds, “You’re wrong. I do know how. But when it happens, it pisses me off.”
You do not want to piss Montalbano off. Where this all goes is a surprise, a delight, a deeply affecting meditation on free will and impermanence – and as satisfying a conclusion to a long-running series as you could possibly want.
***
Born in 1925 in Porto Empedocle, Sicily – the inspiration for Vigata – Camilleri spent most of his life as a stage and television director, screenwriter, producer, and teacher. He was known especially for his theatrical productions of Beckett and Pirandello, a fellow native of Porto Empedocle and whom his parents knew, and for cultural programs on RAI, the Italian state broadcasting corporation, including a thirty-episode television series based on Georges Simenon’s Maigret.
He got into it all when he began studying film direction at the Academy of Dramatic Arts from 1948 to 1950, but left early when he got the chance to practice it in real life. Decades later, he would return to the Academy, where he’d been offered the chair of Film Direction, and taught there for 23 years.
His first attempt at a novel was in 1978, with The Way Things Go, and then again with 1980’s A Thread of Smoke, but neither made any impact. Finally, he hit it right with 1992’s The Hunting Season, a bestselling novel of sex and adventure set in 1880s Vigata. This was more like it! And then he got stuck.
The book he was working on just wouldn’t cooperate. “I couldn’t organize it the way I wanted. I had not found the key to structure it, and decided that the best solution was to set it aside and write something else. And I said to myself: What can I write? The way I used to write novels was to start with the very first thing that struck me about a subject. It was not methodical: the first thing I wrote would never be the first chapter, but maybe it would become the fourth or fifth chapter. Then I said: but you can write a novel from the first to last chapter with a perfect order of logic. I saw the form of a thriller as a cage that does not allow you to escape. Everything has to be in a certain place.” Besides, social commentary was always his aim, and he knew he could “smuggle” that into a detective novel, as well.
When it came to creating his hero, Camilleri had two influences. One was the Spanish writer Manuel Vazquez Montalban, who wrote a series he loved about an investigator named Pepe Carvalho. Camilleri christened his inspector Montalbano in tribute. The other influence was his father, who worked for the Italian Coast Guard and always had a certain disregard for authority.
“Let me tell you a personal story to give you an idea of how much of my father has passed on to Montalbano,” he said. “My father was a real Fascist, one of the true believers. Then one day in 1938, a school friend of mine called Marcello Pera came to me and said goodbye. He said, ‘Tomorrow I’m not coming to school.’ I said, ‘Why not, Marcello?’ ‘Because I’m a Jew.’ What it meant to be Jewish hit me like a bolt from the blue.
“So I went home to my supper and I said to my dad, ‘You know my friend Marcello Pera? He can’t come to school any more because he’s Jewish.’ My father hit the roof, saying, ‘That bastard!,’ referring to Mussolini. “The Jews are like us!’ he roared.
“That was my father. And I’ve always tried to make Montalbano critical about the behavior and orders of his bosses, the imbecility of power.”
The Shape of Water was an instant hit. Its first print run of 100,000 copies sold out, another 80,000 was printed, and then 20,000 more – all in the first five days. The Terra-Cotta Dog did much the same. Camilleri had been intending to move on to something else after that, but “I kept receiving calls from my publisher bombarding me with, ‘Oh no, you must give me another Montalbano.”
And then if that weren’t enough, in 1999, only four books into the series, the RAI television series, Il Commissario Montalbano, hit the air. It became an instant sensation…and has been on the air ever since, even inspiring a second, briefer series, The Young Montalbano. It made a star of the actor portraying Montalbano, Luca Zingaretti, and has been broadcast all over the world, including the BBC in the UK and MHz Choice in the U.S.
Camilleri himself became omnipresent on Italian radio and TV, expounding on political, social, and cultural matters, his voice – hoarse, raspy, with a strong Sicilian accent – so distinctive that one Italian comedian made a nice living imitating him on the radio. Towards the end of his life, he became blind, and from The Other End of the Line onward, had to dictate his books to his assistant, Valentina Alferj. He says it made his books even better. In all, he wrote more than 100 books during his lifetime: fiction, nonfiction, historicals, crime.
He died in July 2019, at the age of 93, after a month hospitalized with complications of a broken thigh bone and heart problems. Among his honors: the 2012 Crime Writers’ Association International Dagger for The Potter’s Field; the title of Grand Officer in the Order of Merit of the Italian Republic; and the Asteroid 204816 Andreacamilleri, discovered by an Italian astronomer and named after him in 2007.
The two honors that might have tickled him the most, though: In 2003, the mayor of Porto Empedocle, the real-life Vigata, officially changed the name of the town…to Porto Empedocle Vigata. The decision was reversed in 2009, but still. And a statue of Salvo Montalbano was erected in the middle of the town, near another statue – of Luigi Pirandello.
“And, because of where the Montalbano statue is, it’s as if he’s pointing and saying, ‘What are you doing here?’” “If I could,” he said in one of his last appearances, “I would like to end my career sitting in the middle of the square, telling stories, and at the end, walk among the audience with my hat in my hand.” It feels like he got his wish.
THE ESSENTIAL CAMILLERI
With any prolific author, readers are likely to have their own particular favorites, which may not be the same as anyone else’s. Your list is likely to be just as good as mine – but here are the ones I recommend.
Rounding the Mark (2006)
Montalbano is at the Vigata docks and witnesses the nightly tragedy as new groups of desperate illegal immigrants arrive: “Every time the same scenes of tragedy, tears, and sorrow. There were women giving birth, children lost in the confusion, people who’d lost their wits or fallen ill during endless journeys outside on the deck, exposed to the wind and the rain, and they all needed help. When they disembarked, the fresh sea air wasn’t enough to dispel the unbearable stench they carried with them, which was a smell not of unwashed bodies but of fear, anguish, and suffering, of despair that had reached the point beyond which lies only the hope of death.”
One of these immigrants is a six-year-old boy, and when he runs away in fear, his mother calling for him, Montalbano kindly fetches the boy and reunites them. Or did he? Something feels off about the scene, he can’t quite put his finger on it, but when the boy is later reported dead, he has a sickening feeling in the pit of his stomach: “The valiant, brilliant Inspector Salvo Montalbano had taken that boy by his little hand and, ever willing to help, turned him over to his executioner.”
So begins a harrowing adventure, as Montalbano goes on the hunt for men engaged in what turns out to be a very specific import/export commodity – children, bought and sold for organ transplants, pedophilia, and professional begging schemes. Soon, it will become entangled with another horror to which he is all too close, when, swimming in the ocean outside his house, he bumps into a body, its wrists and ankles bearing he marks of having been tied with iron wire. It has clearly been in the water for a long time. Or has it? The answers to all his questions will come in a hair-raising midnight chase, alone, to where a killer awaits – and another enemy as well, one Montalbano could never have predicted.
Strong stuff.
A Nest of Vipers (2017)
It was one thing to send the killer of a good man to jail, it was something else entirely to put away someone who had killed a stinking scoundrel.
The stinking scoundrel in question is an older man named Cosimo Barletta, dead of a single shot at the base of his skull. Barletta was many things, all of them bad: a loan shark, a blackmailer, a thoroughly unscrupulous businessman, a womanizer with a steady stream of young girls in their twenties.
“Would you believe me if I tell you that I’d heard he’d been killed, I started jumping for joy?” says one of those girls. “I would spit on his corpse if I could.”
The more he digs, though, the more he suspects the answer lies closer to home, with the two adult children who both loved and loathed him. They are both harboring secrets, but the truth, when it finally comes out, will hit like a thurderclap.
Barletta was more than a stinking scoundrel. He was a monster. And he isn’t the only monster Montalbano will uncover. Every Montalbano novel carries an Author’s Note from Camilleri with the standard legal disclaimer that all the characters and incidents in the book are made up. For this one he also added: “I do hope nobody will claim to recognize him- or herself in this story.” No kidding.
The Safety Net (2020)
In his youth, in 1968, he, too, had cried out that telling the truth was a revolutionary act, that the truth must always be told.
No, no…For some time now he’d known that the truth was sometimes better kept under wraps, in the darkest darkness, without so much as the glow of a lighted match.
A suicide that is not a suicide.
A school shooting that is not a school shooting.
And no one must ever know what really happened.
The filming of a Swedish TV series set in 1950s Vigata is underway, and the producers’ request for vintage pictures and home movies to help set the atmosphere has been met with an enthusiastic outpouring. One local’s attic discovery has particularly intrigued Montalbano – a series of movies from 1958 to 1963 set always on March 27th, always at 10:25 a.m., always of the same outside wall of a country house.
Eternally “attracted to the intricate muddle that is a man’s soul,” Montalbano starts poking around, only to be interrupted by a much more urgent situation: two masked men have invaded a middle school classroom, fired in the air, and then engaged in a shootout with Mimi, who happened to be there to check on his son.
Nobody was hurt, thankfully, but what were they doing there? What was their purpose? Montalbano digs in, and finds himself set adrift on the unfamiliar seas of teenage social media, where a hundred different things seem to be going on all at the same time, and the waters are very, very deep. Everything is laid bare, and yet nothing is what it seems – a fact that reverberates even more when he goes back to look at those old home movies and the country house wall.
No, no…sometimes the truth is better not known.
BOOK BONUS
As mentioned above, Camilleri wrote a lot of other fiction, mostly historical dramas and comedies such as The Hunting Season, which is available in translation from Penguin, as is The Brewer of Preston, set in 1870s Vigata (and which is, incidentally, the book Camilleri was stuck on when he detoured to write the first Montalbano). Europa Editions has also brought out some books written toward the end of his life, in which Camilleri “brought his trademark wit and noir pacing” to a series of novels retelling key, forgotten moments in Sicilian history. Translated, like the Montalbanos, by Stephen Sartarelli, they include The Sect of Angels, The Sacco Gang, and The Revolution of the Moon.
Of more interest to Montalbano fans will be Camilleri’s two collections of stories, Montalbano’s First Case and Other Stories and Death At Sea: Montalbano’s Early Cases (2018), both of them culled from four story collections published in Italian. There are 29 stories in total, all featuring Montalbano, some short, some long, all as much interested in exploring Sicilian characters, settings, and situations as in the specific crimes involved; and “almost all collected here to answer questions I had, or to settle bets I had made with myself, or to treat narrative problems I had set for myself.”
“Montalbano’s First Case” has already been referenced at the beginning of this piece, and is essential for any Salvo fan, as is “Montalbano Says No,” but they’re all wonderful reading, showing a master at work, setting tasks for himself, scratching itches, demonstrating the wit, humanity, and capacity for chilling observations that fill all his novels.
SICILY BONUS
“There is no Sicilian woman alive, of any class, aristocrat or peasant, who, after here fiftieth birthday, isn’t always expecting the worst. What kind of worst? Any, so long as it’s the worst.”
The Snack Thief
“’Where’d you get this information>’
“’From a cousin of the uncle of a cousin of mine, who I found out works at the hospital.’
“Family relatives, even those so distant that they would no longer be considered such in any other part of Italy, were often, in Sicily, the only way to obtain information, expedite a bureaucratic procedure, find the whereabouts of a missing person, land a job for an unemployed son, pay less taxes, get free tickets to movies, and so many other things that it was probably safer not to reveal to people who were not family.”
The Track of Sand (2010)
“’You know how things go in Italy, don’t you? Everything that happens up north – Fascism, liberation, industrialization – takes a long time to reach us. Like a long, lazy wave.’”
The Patience of the Spider (2004)
“’Nobody can identify, nobody gives chase.’ ‘What else can you expect on this fine island of ours? You can see, but you cannot identify. You’re present, but can’t say anything definite. You saw, but only vaguely, because you forgot your glasses at the time….Yessir, I was there, but I was unable to give chase because one of my shoes was untied. Yessir, I saw everything, but I couldn’t intervene because I suffer from rheumatism.”
Riccardino
“’Everybody knows everything, but nobody wants to tell us.’
“’A typical residential building in Sicily.”
The Sicilian Method
SICILIAN BONUS
The style of the Montalbano books is unique, in that they were all written in a combination of Italian, Sicilian, and Sicilianized Italian. One of Stephen Sartarelli’s invaluable endnotes for The Terra-Cotta Dog comments, “Many uneducated Sicilians, even in this day of mass media and standardized speech, can only speak the local dialect and tend to struggle with proper Italian. Oftentimes what comes out when they attempt to use the national language is a linguistic jumble that is neither fish nor fowl,” or what Camilleri refers to in The Shape of Water as an “incomprehensible dialect consisting not so much of words as of silences, indecipherable movements of the eyebrows, imperceptible puckerings of the facial wrinkles.”
It is a forest of pungent expressions and sayings, however, and here are just a few of them from the Montalbano books:
Fa u fissa pi nun iri a la Guerra. “Play the fool to avoid going to war,” meaning “to play dumb.”
All’ annigatu, Petri di ‘incoddru. “Rocks on a drowned man’s back,” or “an unrelenting string of bad breaks that drag a poor stiff down.”
Nottata persa e figlia femmina. “A night lost, and it’s a girl,” meaning “A whole night in labor, and not a son” or “What a lot of wasted effort.”
Savuta ‘u trunzu e va ‘n culu all’ortolano. “The shears fly into the air and end up in the gardener’s asshole,” or “it’s the little people who always bear the brunt of misfortune.”
OLD-MAFIA-SEMIOLOGY BONUS
“This murder had been committed, or ordered – which amounted to the same thing – by someone who still operated in observance of the rules of the ‘old’ Mafia,
“Why?
“The answer was simple: Because the new Mafia fired their guns pell-mell and in every direction, at old folks and kids, wherever and whenever, and never deigned to give a reason or explanation for what they did.
“With the old Mafia, it was different. They explained, informed, and clarified. Not aloud, of course, or in print. No. But through signs.
“The old Mafia were experts in semiology, the science of signs used to communicate.
“Murdered with a thorny branch of prickly pear placed on the body?
“We did it because he pricked us one too many times with his thorns and troubles.
“Murdered with both hands cut off?
“We did it because we caught him with his hands in the cookie jar.
“Murdered with his balls shoved into his mouth?
“We did it because he was fucking someone he shouldn’t have been.
“Murdered with his shoes on his chest?
“We did because he wanted to run away.
“Murdered with both eyes gouged out?
“We did it because he refused to see the obvious.
“Murdered with all his teeth pulled out?
“We did it because he ate too much.
“And so on merrily in this fashion.”
The Potter’s Field
“TAKE THAT” BONUS
Camilleri was a fan of many mystery characters, and references to Maigret, Sjowall and Wahloo’s Martin Beck, and even Lieutenant Columbo pop up freely. He was also considerably annoyed by those who looked down their noses at the mystery genre or considered his own writing too tame. In his introduction to Montalbano’s First Case and Other Stories, he notes his antipathy to “the so-called cannibals of contemporary Italian fiction, who scorned my writing for what, they accused, was ‘feel-goodism,’ and I decided to respond.” That response was “Montalbano Says No,” in which the inspector refuses to go along with the savagely brutal plotline devised by the author (obviously a proponent of the “cannibals”).
Camilleri has other things to say, too:
“He sat outside until eleven o’clock, reading a good detective novel by two Swedish authors who were husband and wife in which there wasn’t a page without a ferocious and justified attack on social democracy and the government. In his mind Montalbano dedicated the book to all those who did not deign to read mystery novels because, in their opinion, they were only entertaining puzzles.”
August Heat
[A snob propounds the virtues of what he calls the “para-detective genre” to Montalbano:]
“’And what’s that?’
“’It means the works seem to have mystery plots, but in reality are profound investigations into the soul of contemporary man.’
“Montalbano reflected that there was no such thing as a good cop who wasn’t able to dig deep into the human soul.”
The Sicilian Method
“’You’ve certainly got a lively imagination,’ Mimi commented after thinking over the inspector’s reconstruction of events. ‘When you retire you could start writing novels.’
“I would definitely write mysteries. But it’s not worth the trouble.’
“’Why do you say that?’
“’Because certain critics and professors, or would-be critics and professors, consider mystery novels a minor genre. And, in fact, in histories of literature they’re never even mentioned.’
“’Why the hell do you care?…Just write them and be content with that.’”
Excursion to Tindari
“SPEAKING-OF-COLUMBO” BONUS…
Camilleri’s largesse did not necessarily extend to American film and TV, however.
“He kicked open the bathroom door and then the others one by one, feeling ridiculously like the hero of an American TV program.”
The Shape of Water
“He couldn’t stand the sallies of cheap psychoanalysis that Livia all too often liked to indulge in – the kind of stuff you got in American movies where, say, some guy kills fifty-two people and then we find out that it’s because one day, when he was a little kid, the serial killer’s father wouldn’t let him eat strawberry jam.”
The Smell of the Night
“Chief, if you know how to do it, you can turn a common alarm clock into a timing device. I know you see it all the time in American movies, but that doesn’t mean it’s not true.”
Treasure Hunt
[Mimi discussing an American who’d just had her purse snatched]:
“’I said that we, as policemen, weren’t really in a position to do anything about it, and she should turn to the consulate for help.’
“’There’s an American consulate in Vigata?’
“’I don’t know. But there probably is. Maybe up on some desolate cliff overlooking the sea.’
“’Mimi, could it be that you’ve become just a wee bit anti-American?’
“’Me?! Come on! I’m the only one on the entire police force who chews original U.S.-brand chewing gum! And I smoke Camels! And drink Coca-Cola! And I haven’t missed a single Schwarzenegger movie! What the hell is wrong with you?’”
The Cook of the Halcyon
Neil Nyren
 
 

24 heures, 17.9.2021
Le coup de fourchette
À Yverdon, le commissaire Montalbano apprécierait la cuisine de Vigata
Totalement rénové, l’hôtel de l’Ange a été rebaptisé et fait honneur à la tradition culinaire transalpine et à ses nombreux vignobles. Car l’établissement fait aussi œnothèque et épicerie fine.

Benvenuti a Vigata! Associant souvenirs d’enfance de vacances et lectures adolescentes, Paul-Aimé Chevalley a choisi la commune sicilienne fictive des romans du commissario Montalbano au moment de rebaptiser l’ancien Hôtel de l’Ange d’Yverdon, totalement rénové. Et quand on connaît la place de choix laissée à la gastronomie dans ces romans policiers, on se dit que le voyage culinaire doit valoir le détour.
[…]
Frédéric Ravussin
 
 

La Repubblica (ed. di Bologna), 17.9.2021
Il pianoforte di Melnyk da fine del mondo

Se si decide di chiamare "Principio speranza" la nuova edizione di un Festival, l'inizio non può che essere apocalittico. E infatti ad inaugurare il tredicesimo Festival Aperto di Reggio Emilia ci sarà "The end of the world", opera multimediale per pianoforte, violoncello, elettronica e visuals che celebra la bellezza del mondo attraverso la rappresentazione spietata del disastro ecologico. L'appuntamento, domani alle 20.30, è il primo dei 30 spettacoli in programma fino al 24 novembre (8 in prima assoluta italiana).
[…]
Dante rivive in […] "Intelletto d'amore (e altre bugie)", nato dalla collaborazione del violoncellista Michele Marco Rossi con Andrea Camilleri, appena un mese prima della sua scomparsa.
[…]
Luca Baccolini
 
 

La Sicilia, 18.9.2021
Quella sera allo stesso tavolo, le punzecchiature tra Turi Vasile e Fortunato Pasqualino che diedero il “la” a un dialetto che, dopo tanto tempo, divenne quello di Montalbano
Fra i due litiganti c’è Camilleri

Nel dicembre del 1987 partecipai, insieme al prof. Paolo Mario Sipala, ad un convegno di letterati a Palermo, non ricordo da chi organizzato, in un prestigioso hotel del centro. Conobbi in quell’occasione alcuni scrittori e, tra gli altri, Turi Vasile, Fortunato Pasqualino e Andrea Camilleri perché a cena Sipala ed io capitammo con loro allo stesso tavolo.
Ricordo ancora le punzecchiature tra i due registi, l’uno di cinema e l’altro di teatro, l’uno messinese e l’altro girgentano e non empedoclino), che con sottile, simpatica ironia sfottevano le loro qualità di scrittori. Vasile aveva appena pubblicato un libro di racconti “Paura del vento” e Camilleri, che beveva abbondantemente, gli sfotteva persino il titolo e diceva: “ppi forza, tu sì di Messina unni c’è sempri vientu e quannu sciuscia caminati ccu i petri nnè sacchetti”: di rimando Vasile gli diceva che non sapeva scrivere né in italiano, né in siciliano, al punto che l’editore Garzanti l’aveva costretto a mettere un glossario in calce al suo libro “Un filo di fumo”. Ma non poteva neppure immaginare, Vasile, quale fortuna l’invenzione di quel linguaggio né italiano, né siciliano, avrebbe portato a Camilleri.
Da lì a qualche anno Camilleri pubblica un romanzo, “Il birraio di Preston” (1995), col quale partecipa al Premio Vittorini 1996. Ricorreva quell’anno il trentesimo anniversario della morte dello scrittore siracusano e l’editore Arnaldo Lombardi, insieme al quale nel dicembre 1983 avevamo organizzato un convegno di studi sull’eredità letteraria di Vittorini (Vittorini e oltre), riuscì a convincere il Presidente della Provincia Regionale, Mario Cavallaro, ad organizzare un premio letterario intestato a Vittorini. Entusiastica fu la partecipazione di importanti case editrici che inviarono opere di affermati scrittori. Come da regolamento, tre furono le opere premiate e individuate dalla Commissione giudicatrice: “Ritratto veneziano” di Gustav Herling, “L’antidoto della malinconia” di Piero Meldini e, appunto, “Il birraio di Preston”. Il superpremio della Giuria dei cento lettori venne assegnato a Gustav Herling. La cerimonia di consegna dei premi si svolse nella sala ipostila del Castello Maniace, alla presenza di autorità e personaggi della cultura e dello spettacolo.
Camilleri non era ancora il fenomeno letterario che da lì a poco sarebbe diventato, soprattutto con la fortunata serie televisiva di Montalbano; gli nuoceva, certamente, l’invenzione di quella sua strana lingua letteraria che faceva arricciare il naso a molti benpensanti e forse fu per questo che la Giuria dei cento lettori non lo preferì. Ma la Commissione giudicatrice, di cui erano parte alcuni che sarebbero diventati suoi esegeti, aveva visto giusto e aveva così contribuito a far nascere il “caso” Camilleri.
“Il birraio di Preston” ebbe ben presto fortuna, aumentò incredibilmente il numero delle copie vendute e qualche anno dopo il regista Giuseppe Di Pasquale, allievo di Camilleri, ne fece una riduzione teatrale che nel 2003 venne pubblicata dall’editore Lombardi. Subito dopo il Premio Vittorini, Camilleri venne corteggiato da importanti case editrici, magari quelle che tempo prima lo avevano rifiutato. La casa editrice Mondadori gli fece firmare un contratto e pubblicò “Un mese con Montalbano” (1998), trenta racconti scritti subito dopo l’assegnazione del Premio, tra il primo dicembre 1996 e il trenta gennaio 1998, com’egli stesso ebbe a scrivere in nota. La casa editrice Rizzoli pubblicò “La mossa del cavallo” (1999). Poi il monopolio della casa editrice Sellerio.
Per me è facile pensare che nella storia di Camilleri Siracusa abbia avuto un suo ruolo, perché in effetti, a pensarci bene, a Siracusa ebbe inizio la sua avventura letteraria: i libri che prima di allora aveva pubblicato con Sellerio, da “La strage dimenticata” a “La forma dell’acqua” e “La stagione della caccia”, non avevano avuto quella fortuna che arrise alla sua opera dopo il Premio Vittorini e, soprattutto, con la famosa serie televisiva.
Per questo mi piace aggiungere che proprio a Siracusa l’11 giugno 2018, esattamente un anno prima della morte (17 giugno 2019), Camilleri chiuse il magico cerchio della sua attività letteraria: “Conversazione su Tiresia” nel nostro gremitissimo teatro greco, con la regia di Roberto Andò, fu l’ultima ma straordinaria e commovente performance.
Enzo Papa
 
 

Nulla dies sine linea, 18.9.2021
L’aspetto fisico del commissario Montalbano

Andrea Camilleri aveva una precisa idea dell’aspetto fisico di Salvo Montalbano: raccontava in proposito un curioso aneddoto.
Nel 1996 era stato invitato all’Università di Cagliari dal prof. Giuseppe Marci, che aveva tenuto quell’anno un corso su Il birraio di Preston; il professore, che sarebbe venuto a prenderlo ad Elmas, si sarebbe fatto riconoscere perché avrebbe tenuto sotto braccio una copia di quel libro.
Camilleri racconta così: «Arrivato all’aeroporto, e con mio enorme stupore, vedo Montalbano in persona con Il birraio di Preston sotto braccio. Il professor Marci era il mio Montalbano. Quindi, quando Carlo degli Esposti, il produttore della serie televisiva, mi chiese come immaginassi il mio commissario, io telefonai a Marci, mi feci mandare tre foto sue e le feci avere alla produzione dicendo: “Eccolo qui Montalbano”. Non trovarono però un attore con quelle caratteristiche e scelsero invece Zingaretti, che fisicamente è l’opposto: è calvo come una palla di biliardo, mentre Montalbano è pieno di peli. Zingaretti era stato mio allievo in Accademia e io sapevo quanto fosse bravo, oltre a essere una persona molto simpatica e molto colta. Non aveva il fisico del ruolo? Pazienza, sarebbe stato in grado di farlo benissimo. E così infatti avvenne» (dalla rivista “MicroMega” 5/2018, p. 17).
Benché negli anni il commissario, nell’immaginario dei lettori e dei telespettatori, abbia assunto le sembianze di Luca Zingaretti, Camilleri non ha mai smesso di descriverlo con le caratteristiche da lui pensate, cioè con molti capelli e coi baffi; così ad es. lo vede la cameriera Adelina quando torna a casa bagnato fradicio per un involontario tuffo nel molo: “Si fermò, sbarracò l’occhi, videnno la cammisa fracita e i capilli e i baffi del commissario che ancora gli gucciuliavano” (La rete di protezione, p. 264).
A Porto Empedocle lo scultore Giuseppe Agnello (nato a Racalmuto nel 1962 e già autore di una statua dedicata a Sciascia nel paese natale) ha realizzato nel 2009 una statua in onore di Montalbano, su incarico dell’ex sindaco Calogero Firetto; la statua, collocata in via Roma, mostra il commissario baffuto, con una folta capigliatura e profonde rughe sul volto ed appoggiato a un lampione; come si vede, l’aspetto è del tutto diverso da quello dell’attore Zingaretti e semmai più vicino a Pietro Germi, il regista cui forse pensava Camilleri quando immaginava il commissario.
Nel racconto pubblicato nel 2019, Il cuoco dell’Alcyon, il commissario deve cambiare le sue fattezze per non farsi riconoscere durante una pericolosa azione poliziesca; viene così affidato a un tal Santonastaso, che gli modifica i connotati in modo quasi grottesco: “Montalbano raprì l’occhi e per picca non gli pigliò un sintòmo. A momenti cadiva dalla seggia. Quella facci d’emerito strunzo coi baffi alla ‘nglisa non era la so, non gli appartiniva. Quel biunnizzo cinnirino dei capilli lo faceva pariri ‘na via di mezzo tra un vecchio marchettaro oramà fora comercio e un ex maggiordomo di case nobili… Faciva semplicementi vomitare” (Il cuoco dell’Alcyon, p. 186). E la metamorfosi risulta così perfettamente ingannevole che alla fine della storia Mimì Augello, non riconoscendo il commissario, gli sferra un potente calcio nella pancia e lo tramortisce (id., p. 244).
Mario Pintacuda
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 18.9.2021
Manzini porta il suo Schiavone “Palermo? Vecchia conoscenza”

Un debutto dai bei numeri, oltre 5mila presenze in due giorni, e una nuova sede che sa già di casa.
[…]
La dodicesima edizione di "Una Marina di libri", festival dell'editoria indipendente organizzato dal Centro commerciale naturale Piazza Marina & dintorni, Navarra e Sellerio in collaborazione con l'Università, ha sfidato il passaggio dai giardini dell'Orto ai portici di Villa Filippina: «Siamo tornati come in una piazza di amici», dice Gaetano Savatteri, direttore artistico del festival.
Un festival culturale del Sud, ma dai grandi nomi. Regina della seconda giornata, l'autrice best seller Alessia Gazzola, mentre oggi scendono in campo Pif e Antonio Manzini, che ritorna a Palermo con l'ultimo episodio di Rocco Schiavone, "Vecchie conoscenze" (Sellerio), oggi, alle 22. «Direi che anche Palermo è una vecchia conoscenza ormai – dice Manzini – bello tornare, bello il clima attorno ai libri. Forte il ricordo di quando proprio dal palco di "Una Marina" dialogai con il caro Andrea Camilleri».
[…]
Marta Occhipinti
 
 

Sellerio Editore su Facebook, 18.9.2021
Una Marina di Libri
Antonio Manzini presenta “Vecchie conoscenze” in compagnia di Elvira Terranova
[Con un commosso ricordo di Andrea Camilleri, NdCFC]


 
 

La Repubblica Tv, 18.9.2021
Luca Zingaretti, ai Nastri d'argento si celebra la fiction: "Tutto questo affetto per Montalbano mi sorprende"

Luca Zingaretti, ovvero il Commissario Montalbano, era presente al gala per l'assegnazione dei Nastri d'argento, i premi consegnati a Napoli dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici, che quest'anno sono stati estesi anche alle serie tv. L'attore ha ricevuto un riconoscimento speciali per i vent'anni della storica serie Rai: "Sono molto felice di aver fatto questa fiction perché è cominciata in sordina ed è poi diventata una marcia trionfale. Ha conquistato gli italiani, si è trasformata in una cosa identitaria, ma aver conquistato per lo stesso motivo i mercati esteri che prima erano impermeabili alle nostre produzioni è anche una grande soddisfazione", ha commentato Zingaretti.
Video e intervista di Rocco Giurato
 
 

ANSA, 18.9.2021
"Post Montalbano" tra immaginario e impresa, alla Marina di Libri
Appuntamento domani con Gioè, Marrone, Pantano,Soavi e Savatteri

Palermo. "Terminata la serie letteraria e televisiva del commissario Salvo Montalbano, interpretato nella fiction della Rai da Luca Zingaretti, tratta dai libri scritti da Andrea Camilleri, si presentano in vario modo i segni di chi lo sostituirà: come coniugare adesso inventiva narrativa e fortune editoriali?". A queste domande risponderanno i partecipanti all'incontro domani alle ore 19 allo Spazio Levante durante l'ultima giornata della dodicesima edizione di "Una Marina di Libri", il Festival dell'editoria indipendente che quest'anno si svolge a Villa Filippina di Palermo.
Interverranno sul tema "Post-Montalbano tra immaginario e impresa" intervengono: Claudio Gioè, Gianfranco Marrone, Ester Pantano, Michele Soavi e Gaetano Savatteri.
[...]
 
 

Nuraghe Diana, 18.9.2021
Incontri al Nuraghe Diana 2021

[...]
sabato 18
20:00 21:30
Concerto Musicale "Una vita a scartamento ridotto" omaggio ad Andrea Camilleri,
di Gerardo Ferrara (voce narrante) e Roberto Deiana (voce, chitarra, fisarmonica)
[...]
 
 

iDNES.cz / TV program, 18.9.2021
Komisař Montalbano, sobota, 18. 9. 2021, 23:50 - ČT1 - TV program - iDNES.cz
Komisař Montalbano
18. 9. 2021, 23:50 O1

Seriál It. (2008)
skryté titulky, duální vysílání, High Definition
Režie: A. Sironi
Hrají: L. Zingaretti, C. Bocci, P. Mazzotta, S. Rossiová, F. Cordella, V. Peluso
Srpnový žár. Krimiseriál It. (2008). Děsivý nález v tajném podzemí letního sídla. (107 min)
Další díly
23. 9. 2021, 23:15 O1 Komisař Montalbano
26. 9. 2021, 0:00 O1 Komisař Montalbano
30. 9. 2021, 23:15 O1 Komisař Montalbano
2. 10. 2021, 23:35 O1 Komisař Montalbano
Odvysílané díly
16. 9. 2021, 23:20 O1 Komisař Montalbano
12. 9. 2021, 0:40 O1 Komisař Montalbano
9. 9. 2021, 23:15 O1 Komisař Montalbano
4. 9. 2021, 23:20 O1 Komisař Montalbano
2. 9. 2021, 22:00 O1 Komisař Montalbano
28. 8. 2021, 23:50 O1 Komisař Montalbano
26. 8. 2021, 23:05 O1 Komisař Montalbano
22. 8. 2021, 0:10 O1 Komisař Montalbano
19. 8. 2021, 22:55 O1 Komisař Montalbano
14. 8. 2021, 23:50 O1 Komisař Montalbano
12. 8. 2021, 23:00 O1 Komisař Montalbano
8. 8. 2021, 0:05 O1 Komisař Montalbano
5. 8. 2021, 23:00 O1 Komisař Montalbano
31. 7. 2021, 23:55 O1 Komisař Montalbano
29. 7. 2021, 22:55 O1 Komisař Montalbano
25. 7. 2021, 0:15 O1 Komisař Montalbano
22. 7. 2021, 23:45 O1 Komisař Montalbano
17. 7. 2021, 23:45 O1 Komisař Montalbano
15. 7. 2021, 23:00 O1 Komisař Montalbano
11. 7. 2021, 0:00 O1 Komisař Montalbano
8. 7. 2021, 23:00 O1 Komisař Montalbano
4. 7. 2021, 0:35 O1 Komisař Montalbano
1. 7. 2021, 22:05 O1 Komisař Montalbano
26. 6. 2021, 23:55 O1 Komisař Montalbano
24. 6. 2021, 22:30 O1 Komisař Montalbano
20. 6. 2021, 0:15 O1 Komisař Montalbano
17. 6. 2021, 22:30 O1 Komisař Montalbano
13. 6. 2021, 0:15 O1 Komisař Montalbano
10. 6. 2021, 22:55 O1 Komisař Montalbano
 
 

La Sicilia, 20.9.2021
«Abbiamo imparato ad amare la Sicilia attraverso gli occhi di Andrea Camilleri»

Cala il sipario sulla XXI edizione per premio nazionale “La Gorgone d'Oro” di Gela. Nell'elegante cornice del Club Nautico, lo scorso sabato 11 settembre, sono stati premiati i poeti vincitori del concorso di poesia. […] Riconoscimenti inoltre per gli attori Peppino Mazzotta (Il commissario Montalbano, Rai1) e Domenico Centamore (Màkari, Rai1).
«Siamo figli di Camilleri, siamo i portavoce del suo spirito e abbiamo imparato ad amare la Sicilia tramite lui», ha detto Mazzotta. «Ho conosciuto questa terra molto bene e guardarla attraverso gli occhi di Camilleri è un privilegio».
[…]
 
 

Leggo Tenerife, 20.9.2021
Montalbano, sceneggiati vs fiction di consumo
Ho trovato questo dossier poliziesco Sceneggiati contro fiction, forse perso a causa del suo contenuto.
È basato su una fiction di successo: Il Commissario Montalbano.
Il fascicolo dimostra, che la fiction non ha la qualità degli sceneggiati Rai.
Avvertimento: questa rubrica non è per coloro che vanno al cinema a mangiare il pop corn.

Osereste leggere quello che ha scritto Giuseppe Fazio?
#1 Facciamo un paragone tra la recitazione degli attori della fiction e quella dei bravi teatristi degli sceneggiati Rai. La recitazione dei teatristi in TV può sembrare un po’ artificiale, ma loro trasmettono sentimenti! Che mi dite degli occhi lucidi di angoscia di Mariolina Bovo in La donna di fiori, di Sheridan? Lo sbaglio è cercare nella TV odierna quello che è proprio del teatro. Nella vita quotidiana noi ci parliamo come i personaggi della fiction, però manca la poesia! L’eccezione è la fiction Il Maresciallo Rocca. Sono certo che la recitazione degli sceneggiati ha lasciato delle tracce nel cuore degli italiani, e non solo dei sessantenni. Negli improbabili colori di un quadro di Paul Gaugin, non c’è una rappresentazione della realtà, è una nuova realtà. Ossia una delle funzioni dell’arte è “creare la realtà”.
#2 La fiction di Montalbano non è propriamente un giallo: mancano il classico mistero ed il glamour dei romanzi polizieschi. Anzi nella fiction le cose sono prosaiche come nella vita reale. Ottavia Piccolo ha detto: “Il teatro ha la funzione di raccontare gli esseri umani, i sentimenti, la contemporaneità. Raccontare la società: il teatro ha sempre fatto questo, come la letteratura”. Vorrei aggiungere che il teatro dovrebbe anche avere una funzione didascalica, ma questa fiction, con la sua ambiguità morale, non fornisce elementi per l’educazione del popolo.
#3 Il nostro mestiere ci costringe ad essere diffidenti, cioè dobbiamo separare il grano dalla pula. Quindi che cosa c’è dietro le riprese di buona fattura, i bei paesaggi siciliani e la finezza dei ritratti psicologici? Ed anche della compassione di Montalbano per i deboli e i migranti? Risposta: la fiction non riesce mai a trasmettere fiducia verso il lavoro della Polizia. “Creare la realtà” non significa trasmettere quello messaggio sbagliato ai telespettatori. Sono sicuro che nelle scuole di polizia gli allievi ascoltano: “Attenti ragazzi, noi abbiamo una professione dignitosa e vocazionale, noi abbiamo del rispetto e dell’onore. Vi prego dimenticate quella fiction. Anzi possiamo ricordare la prima serie poliziesca veramente italiana: Aprite polizia! In cui il Commissario Alzani ci racconta come il nostro mestiere è una lotta sleale, da un lato i banditi che non hanno niente più da perdere, e dall’altro noi poliziotti che non abbiamo nulla da guadagnare e tutto da perdere: la nostra vita e la nostra famiglia.” Ho letto su un giornale di Firenze, parole del Sindacato di Polizia, contro questa fiction e in difesa di Catarella. Quando il mattatore Gigi Proietti se n’è andato in cielo, ho letto un twitter dei Carabinieri ricordando il bravo Maresciallo Rocca.
#4 Che dire del Commissario Montalbano interpretato da Luca Zingaretti e del Vice Commissario “Mimì” Augello, interpretato da Cesare Bocci? Essi non potrebbero passare un colloquio di lavoro per l’atteggiamento immaturo con le donne. Sono pubblici funzionari e la loro vita privata non gli appartiene. Montalbano in coppia con la sua ragazza Livia che vive a Genova, nonostante a volte stabilisca dei vincoli effimeri con diverse donne coinvolte nelle inchieste. Lui protegge “Mimi”, uno sfacciato donnaiolo. Non mi piace il perdonismo del commissario, non sa imporre il rispetto necessario alla sua autorità. Immaginatevi il caos del commissariato comandato da “Mimì”! Questo non è mai accaduto negli sceneggiati del commissario De Vincenzi. Però il carattere accigliato di quest’ultimo, non impedisce di vederlo suonare il flauto insieme a una violista, cioè la sua padrona di casa.
#5 Come possiamo fidarci di un commissario che in soltanto 11 episodi ha ricevuto la visita dei delinquenti in casa sua per ben due volte? Una volta per rubare e un’altra per lasciargli due bambole erotiche. Una notte Montalbano si mostra debole quando telefona Livia, una donna manipolatrice, chiedendo la sua opinione su un delitto. Mentre il commissario Maigret può ritornare a casa a cena e condividere con sua moglie qualche cosa su un’inchiesta in corso. La Sig.ra Maigret sa ascoltarlo e dargli dei buoni consigli, apprezzati da suo marito. Montalbano svergogna gli uomini come la fiction svergogna la Polizia.
#6 Che immagine della nostra Polizia si trasmette al mondo? Ad esempio un poliziotto va di notte, senza portare la sua arma, a perquisire i contrabbandieri. Dopo viene sequestrato e quasi muore. L’Italia dovrebbe imparare dalla Turchia, le sue fiction sono una vera operazione di MKT, per vendere il paese ai turisti. In una serie poliziesca Kara Para Ask c’è un commissario corrotto, ma l’ispettore principale riesce a svelare, in 54 puntate, una banda di trafficanti di diamanti e organi. Ma l’ispettore è il fratello del commissario!
#7 DICHIARAZIONE dell’Avvocato Difensore nel processo contro la fiction: “Gli sceneggiatori attuali sono costretti a fare queste fiction di consumo per il pubblico odierno, quello che non sa distinguere uno sceneggiato da una fiction. Invece il pubblico degli sceneggiati è un pubblico di culto che ha il tempo per riflettere. Però quelli che mangiano il pop corn al cinema, vivono in fretta una vita addormentata e consumista. Come avvocato devo riconoscere che gli sceneggiati, anche in bianco e nero e con le scenografie di cartone, raggiungevano alti livelli di qualità, oggi spariti.”
#8 DEPOSIZIONE Testimonianza: “L’autore di questa rubrica afferma che ha visto 11 episodi, soltanto il necessario per scrivere un rigoroso commento.”
Firmato: Ispettore Giuseppe Fazio, Commissariato di Vigata
Dossier consegnato il 4 agosto 2021.
SALVATE L’ASSISTENTE CATARELLA
In un bel giallo, più importante che identificare il colpevole, sia trovare le tracce di umanità nei personaggi. Per questa ragione amo il romanzo “Delitto e castigo” di Fëdor Dostoevskij, per il suo valore didascalico. Per me la letteratura deve avere questo valore, forse perché da bambino mia nonna mi leggeva il libro “Cuore” di Edmondo De Amicis.
L’altro cervello pensante nel commissariato, dopo Montalbano, è Catarella, interpretato da Angelo Russo:
– Catarella sa ricuperare la voce sconosciuta di un morto… in un cellulare.
– Si rivela come un esperto poliziotto scientifico: ha visto in una casa perquisita solo due pecore, quindi ha concluso per la grande quantità di escrementi, che ci è passato un gregge. Dopo il commissario deduce che il criminale sia un pastore.
– In una perquisizione è caduto due volte nel fango, ma grazie a questo i poliziotti hanno scoperto un cadavere che non avrebbero trovato.
Il fedele Catarella è il cuore del commissariato di Vigata, un devoto funzionario pubblico che qualche volte ha salvato la vita del commissario. Potrebbero mancare “Mimì”, Fazio o Galuzzo, ma l’uomo imprescindibile è lui, il centralinista ed esperto in “l’informaticcia”. Il Nostro ci dimostra che tutti possiamo riflettere, un’abilità un po’ scarsa in questa civiltà dove le persone ripetono cose come pappagalli e peggio li condividono sulle reti sociali. Mi sono affezionato a Catarella per il pittoresco modo di parlare usando anche le mani. Senza la sua parlantina, io parlo come lui, dunque ho concluso che sono suo orgoglioso nipote.
Arch. Roberto Steneri
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.9.2021
Profondo giallo: quel Simenon di Sicilia chiamato Franco Enna
Il centenario dello scrittore da 150 pubblicazioni

Stava per passare colpevolmente sotto silenzio il centenario di Francesco Cannarozzo, in arte Franco Enna, se non fosse stato per il Rotary del capoluogo di provincia più alto d'Italia. Che due giorni fa ha organizzato una serata in omaggio al "Simenon italiano" per ricostruirne la carriera e ricordarne la produzione a dir poco prodigiosa.
Certo, Cannarozzo, nato a Enna il 16 settembre del 1921, oggi meriterebbe di più: di questo parere era Andrea Camilleri, che lo aveva incontrato un giorno del 1946 proprio al Belvedere di Enna, dove il padre del commissario Montalbano si era trasferito al seguito della sua famiglia. Magro, occhialuto, un paio di baffetti, Cannarozzo aveva invitato Camilleri, col volto inopinatamente all'insù, a guardare in basso per intercettare l'aereo annunciato da un rombo improvviso. Poi si presentò, dicendo che di mestiere faceva l'impiegato, ma che sarebbe diventato uno scrittore. Mai profezia fu più veritiera: di lì a poco Cannarozzo avrebbe dato la stura a una titanica produzione letteraria, forte di più di centocinquanta titoli.
[…]
Salvatore Ferlita
 
 

Vanity Fair, 22.9.2021
Luca Zingaretti: «Vent'anni di Montalbano, e chi se lo sarebbe mai aspettato»
L'attore è stato premiato ai «Nastri d'Argento - Grandi Serie Internazionali». E qui ci racconta tutto quello che è stato (e continua a essere) Salvo Montalbano: «Un’esperienza umana e professionale unica, mi ha dato veramente tanto come uomo e come attore»

«Questo premio è il suggello di vent’anni di lavoro iniziati in sordina e diventati qualcosa di travolgente: grazie». Con queste parole un emozionato Luca Zingaretti ritira al Palazzo Reale di Napoli il Nastro d’argento – Grandi Serie Internazionali per i vent’anni di Il Commissario Montalbano. Un progetto di cui l’attore, sfilando sul blue carpet, ricorda i primi passi con affetto sincero e smisurato: «Quando vent’anni fa iniziammo non ci saremmo mai aspettati tutto questo. Il coraggio fu di Carlo Degli Esposti, all’epoca era un piccolo produttore che ebbe l’idea di affidare a me un ruolo magnifico, a cui sono profondamente legato.
Il Commissario Montalbano è stata un’esperienza umana e professionale unica, mi ha dato veramente tanto come uomo e come attore».
Pioniere della serialità televisiva made in Italy, Montalbano ha registrato puntualmente record di ascolti e le puntate a sorpresa continuano tuttora a incollare sullo schermo milioni di spettatori. «Un risultato che mi sorprende ogni volta e dimostra questo amore continuo, infinito, che non può che commuovermi». Che cosa la commuove, soprattutto? «La capacità di chi lo guarda di unirsi tutti di fronte al televisore, neanche fosse la finale di un’importante partita di calcio. È emozionante». Il successo del progetto non era affatto scontato, specie all’estero: «Per gli italiani Montalbano è diventato negli anni un personaggio quasi identitario, ma la nostra soddisfazione è essere riusciti anche a conquistare anche i mercati esteri, fino a quel momento del tutto impensabili e inaccessibili per i prodotti italiani».
Il suo discorso di ringraziamento ha sorpreso chi prevedeva un’eventuale dedica alla moglie Luisa Ranieri, con cui pochi giorni fa calcava il tappeto rosso della 78 Mostra del Cinema di Venezia. Zingaretti ha preferito condividere la soddisfazione per il premio con i suoi compagni di viaggio: «Voglio condividere questo Nastro con il regista Alberto Sironi, che adesso non c’è più, l’uomo che ha trovato il modo per far diventare popolari e così amati dal pubblico dei libri molto speciali. E voglio anche condividerlo con quella che considero ormai la mia seconda famiglia, ovvero le maestranze, i colleghi Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo e tutti gli attori passati sui nostri set che hanno contribuito a rendere la nostra serie quella che è diventata in tutto il mondo».
Qual è il lascito di Montalbano? «Credo di aver costruito nel tempo un rapporto speciale con il pubblico, sa che scelgo solo i progetti in cui credo davvero, in tutto e per tutto. Penso e spero continui a seguirmi anche per altri progetti e personaggi». Si riferisce, tra gli altri, a Bruno Testori, cupo e controverso direttore di carcere ne Il Re, primo prison drama italiano in otto episodi, diretto da Giuseppe Gagliardi. Del suo nuovo personaggio ha detto: «È cupo, maestoso, contorto, controverso, un re appunto. Interpretarlo è stata una sfida che ho accettato subito, non somiglia a nessuno dei miei ruoli precedenti».
Claudia Catalli
 
 

La Sicilia, 24.9.2021
Il Rotary Club ha avviato l’anno sociale
Il “giallo siciliano” di Franco Enna anticipa Camilleri

Il “giallo siciliano” di Franco Enna, pseudonimo di Franco Cannarozzo, torna ad accendere curiosità grazie al Rotary club che ha dato il via all’anno sociale. Cannarozzo, nato ad Enna nel 1921, quando ancora si chiamava Castrogiovanni e morto in Svizzera nel 1990 è stato ricordato durante un incontro particolarmente apprezzato con il professore Salvatore Ferlita, docente di letteratura comparata alla Kore introdotto dal presidente del Rotary Antonio Viavattene. Franco Enna è stato, oltre che apprezzato autore di gialli, drammaturgo, poeta e scrittore di racconti di fantascienza, ospitati nella rivista specializzata “Urania”, edita da Mondadori. Tra i personaggi più famosi creati da Enna c’è il commissario Federico Sartori, protagonista di un fortunato ciclo romanzesco. I romanzi di Enna, precorrono i tempi di Camilleri e Montalbano, e come evidenziato da Ferlita, sarà per questo riscrivere la storia del giallo siciliano e della sua provenienza geografica, sdoganandolo al tempo stesso dall’idea che lo relegò al genere paraletterario. L’incontro, a cui è stata presente l’assessore alla Cultura Rosalinda Campanile, ha consentito di ricordare Salvatore Pasqua, da tempo scomparso che fu amico di Enna e Camilleri.
 
 

La Voz, 24.9.2021
El canal Europa Europa celebra sus 20 años con programación especial
El canal dedicado al cine y series más aclamadas de Europa contemporánea celebra su 20 aniversario con estrenos y sus clásicos.

Este 1° de octubre, Europa Europa, el canal dirigido a fans de series y películas de Europa, cumple 20 años al aire y lo celebra con una programación especial.
La propuesta de programación incluye las series y películas europeas más aclamadas por el público, como El comisario Montalbano, El desertor y Speakerine, además de novedades.
[…]
Además, de lunes a viernes a las 20 habrá una maratón de El comisario Montalbano.
[…]
Europa Europa puede verse en Argentina por Cablevisión (HD 316), Telecentro (1085), DirecTV (1515), Movistar TV (312) y Claro TV (332).
 
 

Cumhuriyet, 26.9.2021
Camilleri usulü aşk, elmas ve cinayet!
İtalyan polisiyesinin usta ismi Andrea Camilleri’nin kahramanı; zeki, merhametli, yemeği, kitabı ve kadınları seven Sicilyalı dedektif Salvo Montalbano, Mylos Kitap aracılığıyla aramızda. Suyun Şekli; politika, seks, mafya üçgeninde bir yumağa dönmüş karmaşık ilişkileri yansıtan yetkin bir roman. Bu izin soluklu dizinin diğer 22 kitabı da kronolojik sıraya göre yayımlanacak.

komiser Montalbano, hayali Sicilya kasabası Vigata’da görevlidir. Yazar bu hayali kasabada Sicilya ve Güney İtalya’nın sıcak atmosferini, geleneklerini, adetlerini, dilini kusursuz yansıtır, yarattığı gerçekçi karakterlerle Sicilya insanını ve toplumunu başarıyla çizer.
Camilleri’nin, toplumcu gerçekçi bir bakışla kaleme aldığı hikâyelerinde, Sicilya’da sadece örgütlü suç ile siyasetin iç içe geçtiği bir suç yapısı anlatılmaz; para, intikam, aşk, seks, hırs gibi nedenlerle herkesin cinayet işleyebileceği, kötü olabileceği de gösterilir.
Komiser Montalbano bunları çok iyi bilen, içgüdülerine çok güvenen; zeki, merhametli, yemeğe, kitaba düşkün ve özellikle kadınları çok seven tipik bir Sicilyalıdır.
Hikâyemize gelince… Mühendis Silvio Luparello otomobilinin içinde ölü bulunur. Görünürde bir yara, darp izi yoktur. Montalbano’yu en çok şaşırtan ise, mühendisin indirilmiş pantolonu ve göğsünün yarısına kadar sıyrılmış gömleğidir.
Montalbano, Luparello’nun neden bu mekâna geldiğine anlam veremez çünkü olayın olduğu yer; pislik içinde, “ağıl” denilen ve genellikle uyuşturucu ve seks için kullanılan eski bir kimya fabrikasının atıklarının kaldığı izbe bir yerdir.
Luparello, Montalbano ve bölgede iktidarda olan partinin başındaki kişidir. Hakkında yıllardır hileli ihalelerden, milyarder rüşvetlerine ve şantajlara kadar pek çok söylenti dolaşmaktadır.
Cesedi bulanlar Pino ve Saro adlı iki çöpçüdür. Saro, mekânda elmas bir kolye bulur. Maktulün arkadaşı olduğunu bildikleri avukat Rizzo’yu ararlar. Rizzo umurunda değilmiş gibi davranınca da buna çok şaşırırlar. Üstelik olaydan sonra yapılacak olan yeni bölge sekreterliği seçiminde Rizzo, aday olarak Luparello’nun rakibi Cardamone’yi önerir.
Maktulün öldürülmesi için pek çok neden ortadayken, Adli Tıp raporuna göre ise kurbanın doğal sebeplerden ölmüş olduğu, kalbinin patladığı - ki maktulün kalp rahatsızlığı olduğu bilinmektedir - ve üzerinde bulunan spermlerden bir ilişki yaşadığı belirlenmiştir.
Dosya rafa kaldırılacakken, Montalbano iki gün süre ister. Bir tanığın Luparello’nun o gece otomobilde bir kadınla beraber olduğunu gördüğünü söylemesi, bu kadının otomobilden indikten sonra onu bir başka otomobilin alması ve Luparello’nun kadın gittikten sonra bile otomobilinin içinde hiç hareket etmemesinden şüphelenmiştir.
Bu sırada ne tesadüftür ki avukat Rizzo, müfettişe, o gece aynı saatlerde ağıla giden itibarlı bir çiftten, kadının orada kaybolan elmas kolyesinden bahseder ve hemen bulunmasını ister.
Bu ilginç tesadüf müfettişin gözünden kaçmaz. Kolyeyi kaybeden çift, yeni il sekreteri Prof. Cardamone’nin oğlu ve sadakatsiz eşi Ingrid Sjöstrom’dur. Acaba maktulün öldüğü gece arabadan inen kadınla olay yerinde kolyesi bulunan İsveçli Ingrid aynı kadın olabilir mi?
Suyun Şekli; politika, seks, mafya üçgeninde bir yumağa dönmüş karmaşık ilişkileri yansıtan yetkin bir Camilleri yapıtı.
Çağatay Yaşmut

Amore stile Camilleri, diamanti e delitto!
L'eroe di Andrea Camilleri, il maestro della criminalità italiana; L'intelligente, compassionevole detective siciliano Salvo Montalbano, amante del cibo, dei libri e delle donne, è con noi attraverso Mylos Book. Forma dell'acqua; Un romanzo competente che riflette le complesse relazioni invischiate nel triangolo tra politica, sesso, mafia. Gli altri 22 libri di questa serie permissiva saranno pubblicati in ordine cronologico.

L'eroe di Andrea Camilleri, il commissario siciliano Montalbano, è di stanza nella fittizia cittadina siciliana di Vigata. L'autore riflette perfettamente la calda atmosfera, le tradizioni, i costumi e la lingua della Sicilia e dell'Italia meridionale in questa città immaginaria e disegna con successo il popolo e la società siciliana con i personaggi realistici che crea.
Nei racconti che Camilleri scrisse con una prospettiva socialista realistica, viene descritta una struttura criminale in Sicilia dove non solo si intrecciano criminalità organizzata e politica; Viene anche dimostrato che chiunque può commettere un omicidio ed essere cattivo per ragioni come denaro, vendetta, amore, sesso, avidità.
Il commissario Montalbano lo sa bene, si fida molto del suo istinto; È un tipico siciliano intelligente, compassionevole, amante del cibo, dei libri e soprattutto ama le donne.
Quanto alla nostra storia… L'ingegnere Silvio Luparello viene trovato morto nella sua auto. Non ci sono ferite visibili o segni di aggressione. Quello che sorprende di più Montalbano sono i pantaloni abbassati e la maglia dell'ingegnere che gli è stata tirata su fino a metà petto.
Montalbano non riesce a capire perché Luparello sia venuto in questo luogo perché è lì che è successo l'evento; è un luogo squallido chiamato "culla" dove rimangono i rifiuti di una vecchia fabbrica chimica spesso usata per droga e sesso.
Luparello è il capo del partito di governo del Montalbano e della regione. Da anni circolano voci su di lui, da aste fraudolente a tangenti e ricatti miliardari.
I due spazzini, Pino e Saro, hanno trovato il corpo. Saro trova una collana di diamanti nel posto. Chiamano Rizzo, un avvocato che sanno essere amico della vittima. E sono scioccati quando Rizzo si comporta come se non gli importasse. Inoltre, nell'elezione del nuovo segretario regionale che si terrà dopo l'evento, Rizzo propone come candidato il rivale di Luparello Cardamone.
Mentre c'erano molte ragioni per l'omicidio della vittima, secondo il rapporto di Medicina Legale, è stato stabilito che la vittima è morta per cause naturali, che il suo cuore è esploso - che è noto per avere una malattia cardiaca - e che ha avuto rapporti da gli spermatozoi trovati su di lui.
Mentre il fascicolo sarà archiviato, Montalbano chiede due giorni. Sospettava che quando un testimone ha detto di aver visto Luparello con una donna in macchina quella notte, un'altra macchina lo ha prelevato dopo che questa donna è scesa dall'auto, e che Luparello non si è mai mosso nella sua macchina anche dopo che la donna era partita.
Intanto, che coincidenza, l'avvocato Rizzo racconta all'ispettore di una coppia rispettabile che quella notte si è recata contemporaneamente al recinto, la collana di diamanti della donna che è andata perduta lì, e pretende che venga ritrovato subito.
Questa interessante coincidenza non passa inosservata all'ispettore. La coppia che ha perso la collana, il nuovo segretario provinciale prof. Il figlio e la moglie infedele di Cardamone è Ingrid Sjöstrom. Potrebbe essere che la donna che è scesa dall'auto la notte della morte della vittima e Ingrid dalla Svezia, la cui collana è stata trovata sulla scena del crimine, fossero la stessa donna?
Forma dell'acqua; un'opera competente di Camilleri che riflette le complesse relazioni invischiate nel triangolo tra politica, sesso e mafia.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Senigallia Notizie, 30.9.2021
Al Teatro La Fenice di Senigallia si conclude la rassegna dei delitti e delle fonti
Il terzo ed ultimo appuntamento è dedicato ad Andrea Camilleri: archivio e fonti al servizio del romanzo

“Oggi nel linguaggio corrente quando parliamo di archiviare una storia intendiamo dire dimentichiamocela, mandiamola in una specie di buco nero dove tutto si perde. Ed invece gli archivi sono esattamente l’opposto. Gli archivi sono eternamente vivi perché rappresentano la memoria del nostro passato, una memoria palpabile che tutti possono verificare e controllare”.
Così il grande scrittore e drammaturgo Andrea Camilleri definiva in un’intervista la sua concezione dell’archivio. E proprio all’autore siciliano scomparso due anni fa padre del popolarissimo commissario Montalbano sarà dedicato venerdì 1 ottobre alle ore 17,30 presso Il Teatro La Fenice di Senigallia il terzo ed ultimo appuntamento della rassegna dei delitti e delle fonti organizzata dalla Fondazione Rosellini per la Letteratura Popolare in collaborazione con la sezione Marche dell’Associazione Nazionale Archivistica Italiana e con il Comune di Senigallia.
Andrea Camilleri: archivio e fonti al servizio del romanzo. A parlare di questo affascinante tema saranno Patrizia Severi, curatrice dell’archivio Camilleri dichiarato d’interesse storico, il saggista e critico letterario Salvatore Silvano Nigro e il docente di archivistica presso l’Università di Macerata Federico Valacchi. All’incontro parteciperà anche una rappresentanza della famiglia di Andrea Camilleri.
Per partecipare alla conferenza è necessario prenotarsi inviando una mail all’indirizzo biblioteca@comune.senigallia.an.it telefono 0716629302. Con le stesse modalità sarà possibile prenotarsi per una visita guidata gratuita in programma sabato 1 ottobre alle ore 16,15 alla mostra Sherlock Holmes Story allestita a Palazzetto Baviera che verrà condotta dal curatore Gabriele Mazzoni.
 
 

La Marseillaise, 30.9.2021
Rencontre autour de l’œuvre d’Andrea Camilleri
L’Espace Jean-Ferrat de Septèmes invite ce vendredi 1er octobre à partir de 18h30 à une soirée polar autour du père du commissaire Montalbano.

Une rencontre avec Serge Quadruppani, traducteur français de l’écrivain et metteur en scène italien décédé en 2019, et deux projections* au menu de la médiathèque.
Si son personnage fétiche, le commissaire Montalbano, lui a valu une renommée internationale, Andrea Camilleri est l’auteur d’une bonne centaine d’ouvrages littéraires. Pourtant en dehors de nouvelles, c’est seulement en 1982, à 57 ans, qu’il démarre réellement une carrière de romancier avec la publication de Il corso delle cose (Le Cours des choses, Fayard, 2005).
Traduit dans une trentaine de langues, Andrea Camilleri joue avec les mots, mêlant italien et sicilien, utilisant des termes de la région d’Agrigente. Un véritable défi pour ses traducteurs. « J’ai essayé de faire ressentir au lecteur français ce qu’un lecteur italien pouvait éprouver face aux particularités régionales, aux tournures de phrases et au vocabulaire du Sud », explique Serge Quadruppani. Il a puisé dans le parler marseillais, « pour trouver des équivalents capables de donner la même musique. Des mots comme "minots", "escagasser", tout ce qui peut être compris jusqu’à Lille, grâce au contexte, mais donne un son singulier, qui est aussi une façon de voir le monde ».
Les saveurs de la Sicile
Cette consonance exotique est une re-création personnelle de la langue de son père, truffée de particularismes : « C’est après la mort de son père qu’Andrea Camilleri a commencé à écrire de cette façon », explique Serge Quadruppani, « il avait noté que ce langage impliquait un supplément de sens ». Andrea Camilleri n’hésite pas non plus à faire découvrir au lecteur toutes les saveurs de la cuisine sicilienne au hasard des repas du commissaire Montalbano. « Comme l’attachement qu’éprouvent les Siciliens pour la terre et la famille », précise son traducteur attitré en français, devenu, « un ami, un proche » de l’écrivain, qui devrait publier encore 4 livres à titre posthume, conformément au souhait d’Andrea Camilleri, « dont le tout dernier, écrit il y a 15 ans, où le commissaire disparaît ».
* « La forme de l’eau » et le documentaire de Yannick Aroussi. Réservations au 04.01.96.31.76.
Myriam Guillaume
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 30.9.2021
Il teatro Biondo alza il sipario è una stagione per ritrovarsi
Due spettacoli di Emma Dante, le regie di Andò, Barba e Collovà: il via giovedì 7

Il ritorno del teatro agli spettatori dopo un lungo silenzio viene salutato da ogni parte con grande enfasi, ma spesso, come in una sorta di ubriachezza da entusiasmo e come se si dovesse riguadagnare il tempo perduto, ci si abbandona, magari generosamente, ad un'ipertrofia produttiva che, privilegiando numeri e quantità, può finire col trascurare qualità e profondità.
La stagione 2021- 22 del Teatro Biondo, diretto da Pamela Villoresi, è un contenitore che comprende certo un buon gruzzolo di cose apprezzabili.
[…]
La concessione del telefono di Andrea Camilleri, con Alessio Vassallo e regia di Giuseppe Dipasquale.
[...]
Guido Valdini
 
 

La Repubblica, 30.9.2021
Il libro
Giuditta e il monsù di Costanza DiQuattro (Baldini+Castoldi, pagine 228, euro 16)
Camilleri e la Sicilia letteraria: il romanzo corale nell'ultimo libro di Costanza DiQuattro
"Devo a lui se sono una scrittrice": l'autrice ragusana si racconta in occasione dell'uscita di "Giuditta e il monsù". Dove ritroviamo le atmosfere di fine Ottocento a cui ci ha abituato

[…]
La lingua che usa in entrambi i romanzi è un italiano pieno di termini siciliani, che un po' ricorda Camilleri.
"Camilleri è stato un genio perché si è inventato una lingua che non esiste, io mi sono limitata a molto meno: attingo a un siciliano vero, un idioma che è quello che si parla proprio nella mia Ragusa, diverso da quello di Catania, di Siracusa o di Palermo. Da questo punto di vista non ho faticato molto, non ho avuto l'estro, la genialità di Camilleri, ma ho semplicemente inserito questi momenti di siciliano autentico. In Donnafugata forse ce ne sono di meno, abbiamo un ambiente socialmente più alto, fatta salva l'eccezione di qualche personaggio come il tuttofare del barone, Micheluzzo. Qui i due ambienti, la famiglia del marchese e quella del monsù, convivono perfettamente insieme, hanno la stessa importanza e quindi c'è un po' più di siciliano".
A Camilleri ha dedicato il suo primo libro: "La mia casa di Montalbano". Lo ha conosciuto personalmente?
"È stato uno degli incontri più belli della mia vita. Ha cambiato la mia vita. Quando ho scritto La mia casa di Montalbano, che racconta della casa della mia famiglia trasformata in set per il Montalbano televisivo, ho portato personalmente una copia a Camilleri. Siamo stati un pomeriggio insieme. Ero lì davanti a uno dei mostri sacri della letteratura italiana, che lui ha rivoluzionato, portando in alto il nome della Sicilia. È stato lui che mi ha dato una grande spinta: mentre io parlavo, parlavo, mi ha detto 'Perché non scrive queste cose? Perché non va avanti? Ha già tutto in testa'. È stata una sorta di benedizione: sono uscita da quella stanza, da quel suo studio piccolissimo, pieno di libri, e mi sono sentita invincibile".
[…]
Ilaria Zaffino
 
 

ANSA, 30.9.2021
A Porto Empedocle omaggio alla cucina di Andrea Camilleri
Domenica show cooking con i piatti del Commissario Montalbano

Porto Empedocle - Si intitola "La Cucina di Nenè" l'evento con show cooking e momenti lirici e musicali in programma domenica 3 ottobre a partire dalle 20 presso la Torre di Carlo V di Porto Empedocle (Ag). L'iniziativa è del Flag "Il Sole e l'Azzurro - Tra Selinunte, Sciacca e Vigata", raggruppamento di 10 comuni costieri (già Gac, Gruppo di Azione Costiera) che annovera anche quella Porto Empedocle, città natale di Andrea Camilleri, diventata celebre attraverso i romanzi del Commissario Montalbano con la denominazione di "Vigata".
"La Cucina di Nenè" (dove per "Nenè" si intende il vezzeggiativo del nome di battesimo del grande scrittore empedoclino) prevede una dimostrazione culinaria con la preparazione di alcune delle ricette che Camilleri ha inserito nella sua narrativa, restituendo al lettore l'immagine di un Salvo Montalbano dal palato raffinato ed esigente, col personaggio interpretato in televisione da Luca Zingaretti che, mentre mangia, ha bisogno di silenzio e di non essere disturbato da nessuno. Particolare attenzione verrà prestata alle preparazioni a base di pesce, nel rispetto del ruolo del Flag, che è proprio quello di promuovere la costa e le sue risorse. La serata, patrocinata dal comune di Porto Empedocle, prevede anche momenti di lettura a cura di Zaira Picone e anche un intrattenimento musicale affidato a Rino Ciofalo. "La Cucina di Nenè" vuole essere, infine, un omaggio del Flag e del comune di Porto Empedocle nei confronti di Andrea Camilleri che proprio il 6 settembre scorso avrebbe festeggiato il suo 96° compleanno.
 
 

 


 
Last modified Sunday, July, 24, 2022