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RASSEGNA STAMPA

FEBBRAIO 2022

 
Corriere Adriatico, 1.2.2022
Alessio Vassallo alle Muse con Andrea Camilleri: «Ero in banca e mi sono scoperto a usare le sue battute»

Ancona - Nei panni di Pippo Genuardi, protagonista del romanzo “La concessione del telefono”, Alessio Vassallo si era già calato per la trasposizione televisiva. E ora l’attore palermitano interpreta la stessa parte anche a teatro, nell’adattamento che del testo di Andrea Camilleri ha fatto Giuseppe Dipasquale. La pièce va in scena alle Muse di Ancona da giovedì (ore 20,45) a domenica (ore 16,30) per la stagione di Marche Teatro.
Alessio Vassallo, quasi una predestinazione, il suo incontro con Andrea Camilleri?
«Lo scrittore è entrato nella mia vita, prima come scrittore, poi come autore da interpretare. Mi sento privilegiato di averlo conosciuto: un’esperienza che va al di là del lavoro. I suoi scritti ti restano sulla pelle, e nel cuore, tale è la sua capacità di farci percepire le costanti della Storia. È questa la sua forza. Un aneddoto rivelatore: giorni fa ero in banca per certe pratiche, e davanti alla capziosità della burocrazia, mi sono scoperto a usare le sue battute al riguardo».
Le assomiglia Genuardi?
«Non so, lui è molto istintivo. Semmai c’è una certa assonanza tra il suo comportamento e il mestiere che faccio: lui si sente governato da qualcosa che lo travalica, e interpreta una parte. Ma per fortuna sono più lucido di lui, e mi sento libero, come se avessi spezzato delle catene: il personaggio è davanti a me, e lascio Alessio alle mie spalle. In fondo, è questa la forza del teatro: ogni volta hai davanti una pagina bianca da scrivere».
Si è fatto un’idea sul perché sia stato designato proprio lei a interpretare questa parte?
«Credo che abbia influito la mia interpretazione di Mimì Augello nel “Giovane Montalbano”. Quell’esperienza mi ha dato una certa dimestichezza con il linguaggio di Camilleri. Poi, deve aver contato l’autoironia, quello sguardo scanzonato, che ho nella vita di tutti i giorni: mi aiuta molto a rendere veritieri i suoi personaggi».
Bello e irresistibile come Mimì Augello?
«Quand’ero adolescente, forse. Ma per fortuna non gli assomiglio più tanto: Mimì è distratto dalle donne. Mi sono divertito a dargli quella sfumatura di vanitoso, com’è Ferdinando Cefalù in “Divorzio all’italiana”, molto attento all’aspetto fisico. Io non sono così narcisista. Quando non lavoro sono anzi piuttosto trascurato, casual, al punto che talvolta la mia ragazza mi sollecita a “mettermi carino”». (ride di gusto, ndr).
Che differenze, tra la riduzione teatrale e il film?
«Tante. Dipasquale ha chiarito fin dal principio che, sulla scena, il mio Genuardi doveva essere meno naturalistico, più “dipinto”. È stata questa la carta vincente: pur rispettosi del testo, ne abbiamo fatto una nuova storia, in cui la parola di Camilleri, il suo messaggio che ci induce a riflettere, riesce più efficace, trasporta il pubblico in quella “isola che non c’è” che rappresenta Vigata, in un altrove dove tutto è possibile, in cui abbiamo tutti bisogno di fuggire».
Il valore aggiunto di questo adattamento per il teatro?
«Il pubblico. Il test decisivo lo abbiamo superato al debutto. Dal palcoscenico ti accorgi subito di cosa funziona, dalla reazione degli spettatori: ogni sera, a seconda del pubblico che respira davanti a te, la rappresentazione cambia colore e corpo. Non puoi rivederti, e le persone vive che ti guardano sono il più valido, anzi, l’unico indicatore».
Lucilla Niccolini
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 1.2.2022
Taviani torna in Sicilia: “Pirandello, che finale grottesco”
Il film "Leonora addio" girato nell'Isola e in concorso a Berlino

Ci sarà un solo film italiano in concorso al Festival di Berlino e "parlerà" siciliano. È "Leonora addio", il nuovo film di Paolo Taviani, il regista che assieme al fratello Vittorio proprio a Berlino ha vinto l'Orso d'oro con "Cesare deve morire" e che tante volte ha raccontato la Sicilia a partire da "Un uomo da bruciare". «È una bella sfida ai virus che ci perseguitano — commenta il regista — È il cinema che combatte e Berlino è un Festival che non si scoraggia e cerca il nuovo del cinema nel mondo».
Nel suo ultimo film in due episodi, nelle sale dal 17 febbraio, è ancora una volta protagonista la Sicilia: l'Isola di Pirandello, di cui viene raccontata il rocambolesco viaggio delle ceneri, ha ospitato le riprese ambientate tra Catania, Agrigento e Siracusa, mentre la Sicilia Film commission figura come co- produttore. Ed è siciliano anche l'attore protagonista, Fabrizio Ferracane, che ne "Il traditore" di Marco Bellocchio ha prestato il volto a Pippo Calò e che in "Leonora addio" interpreta il professore Gaspare Ambrosini, incaricato del trasporto delle ceneri di Pirandello da Roma ad Agrigento. Un viaggio pieno di peripezie in cui si perse la bara, che fu poi ritrovata presso alcuni viaggiatori che la stavano utilizzando come un tavolino per giocare a carte.
«Il grottesco delle ceneri sballottate dal caso e dalla stupidità umana pare uscito dalla stessa penna di Pirandello. — racconta Taviani — Il paradosso, il ridicolo che scivolano nell'assurdo. Come assurdo è il furore tragico di "Il chiodo", la seconda storia del film ispirata a Pirandello da un fatto di cronaca a Brooklyn: "Bambina uccisa da un ragazzo italiano". Qui la verità della cronaca si fonderà con un'altra verità, quella del film».
«Bruciatemi. E il mio corpo appena arso, sia lasciato disperdere; perché niente, neppure la cenere, vorrei avanzasse di me — si legge in un biglietto lasciato scritto da Pirandello del 1911 — Ma se questo non si può fare sia l'urna cineraria portata in Sicilia e murata in qualche rozza pietra nella campagna di Girgenti, dove nacqui».
Ma la storia — e il film "Leonora addio" — ci racconta che non è andata esattamente così. Lo scrive Roberto Alajmo nel suo racconto "Le ceneri di Pirandello", lo narra anche Camilleri, uno degli intellettuali che, nel ' 47, pregò il sindaco di Agrigento perché l'urna del Nobel fosse riportata nella sua città natale.
[…]
Irene Carmina
 
 

Associazione Amici della Musica “Orazio Fiume” Monopoli, 2.2.2022
Intervista ad Andrea Camilleri – 2 Febbraio
Mercoledì 2 febbraio 2022 Teatro “Radar”
21:00
Intelletto d’amore e altre bugie
Michele Marco ROSSI – violoncello
Paolo ARALLA – elettronica

Costruito a partire dai 700 anni dalla morte di Dante (1721-2021), il progetto nasce dalla collaborazione con Andrea Camilleri. In un incontro avvenuto con Michele Marco Rossi, appena un mese prima della scomparsa dello scrittore, Andrea Camilleri ha registrato sue personali riflessioni e pensieri sull’amore, a partire dalla poetica Dantesca.
Durante il concerto verrà fatta ascoltare questa registrazione, che è a tutti gli effetti l’ultima testimonianza artistica e vocale esistente di Andrea Camilleri.
La famiglia dello scrittore segue e sostiene attivamente il progetto. Il progetto è articolato in 4 fasi (Amore-Sacro, Amore Sesso, Amore-Potere, Amore-Colpa), per ogni fase è prevista una commissione di un nuovo brano a compositori di fama internazionale: Matteo Franceschini, Noriko Baba, Vittorio Montalti, Pasquale Corrado. Le altre musiche saranno di Prokofiev, Sollima, De André, Marin Marais, Anonimo Medievale, Hildegard von Bingen, Aralla.
 
 

La Nuova Savona, 2.2.2022
Donna Albero
Appuntamento sabato 5 febbraio alle 21 al Teatro Sacco di Savona

Appassionante ed intensa lettura, in forma scenica con danza, poesia e canti, liberamente tratta da “Il casellante” di A. Camilleri, dalla trilogia di racconti “LE METAMORFOSI”.
Durante la seconda guerra mondiale in Sicilia, una storia di profondo amore e dedizione.
Tra favola e mito si sviluppa il racconto, che apre a sentimenti e dimensioni antiche e viscerali, al misterioso rapporto tra uomo e madre terra di cui la figura femminile si fa naturalmente tramite, in un percorso di trasformazione e integrazione.
La storia viene animata da due voci maschili che raccontano: quella calda e pacata di Piero Germini e quella di Enzo Motta, che sfrutta appieno la sua lingua madre per trasmetterci il suono e le emozioni dell’invenzione linguistica di Camilleri con un uso del dialetto siculo incisivo e musicale.
E poi da tre donne, la regista (Daniela Liaci) che pare una dolce e saggia burattinaia, l’attrice e cantante (Laura Quaglia) e la coreografa e danzatrice (Melanie Riccardi), entrambe bravissime a rappresentare con la parola e la danza e il corpo due aspetti e due modi di essere di Minica la dolorosa, ma imbattibile Niobe del racconto.
Per rispettare la normativa vigente sulla sicurezza anche in materia di emergenza sanitaria da Covid – 19, il Teatro ha una disponibilità di posti a sedere limitata.
La visione dello spettacolo sarà consentita soltanto su prenotazione del posto e presentazione del green pass.
DONNA ALBERO
Progetto Integra-Azione in collaborazione con Sodalizio Siculo Savonese L. Pirandello con il Patrocinio di associazione di Cultura Musicale PALMA D’ORO
regia di Daniela LIACI
in scena: Enzo MOTTA, Laura QUAGLIA, Piero GERMINI
Coreografie di e con Melanie RICCARDI
INFO E PRENOTAZIONI: 331.77.39.633 - info@teatrosacco.com
 
 

Il Resto del Carlino, 2.2.2022
"L’attualità di Camilleri in teatro"
Alessio Vassallo da domani a domenica alle Muse con "La concessione del telefono" dello scrittore siciliano

Sarà che è di Palermo, ma ormai il nome di Alessio Vassallo è associato da molti ad Andrea Camilleri: prima ne ha interpretato i personaggi al cinema e in tv. Ora tocca al teatro, alla commedia ‘La concessione del telefono’, in scena da domani (ore 20.45) a domenica al Teatro delle Muse di Ancona, per la stagione di Marche Teatro. Giuseppe Dipasquale dirige Vassallo nel nel ruolo di Filippo Genuardi, lo stesso che aveva interpretato nel fortunato adattamento televisivo. Quella di Camilleri è stata definita ‘commedia degli equivoci dai risvolti surreali’. La semplice richiesta di attivazione di una linea telefonica innesca una catena di equivoci e imbrogli che diventa metafora di una condizione esistenziale.
Vassallo, che accoglienza avete avuto finora?
"Al Teatro Biondo di Palermo è stato tutto molto emozionante. La sala era piena, e noi abbiamo cercato di portare la gente, almeno per un paio d’ore, in un altro tempo, in un altro luogo, visto quello che sta accadendo nella realtà".
Le aspettative del pubblico sono forti: il libro è tra i più letti e amati di Camilleri.
"Siamo rimasti molto fedeli al testo. Anche perché chi conosce il modo di scrivere del Maestro sa che i suoi testi sono perfetti, non devi toccare nulla. Camilleri ha una formula magica. Il suo è come un bel spartito musicale, bella ma complesso".
Ma non ha mai tenuto in conto la possibile delusione dei lettori?
"All’inizio sì. Adesso sono più tranquillo. Anzi, trovo interessante il fatto che quasi tutti conoscano il testo. Comunque il romanzo è piaciuto, il film anche e lo spettacolo pure: tre su tre!".
‘Commedia degli equivoci’ è una definizione un po’ riduttiva?
"Beh, gli equivoci che portano a stravolgere la vita di un uomo ci sono. E’ un testo talmente attuale... In Italia siamo inondati dalla burocrazia. I governi cambiano, i burocrati no. Anche fare una cosa semplice diventa complicato. Pensiamo al virus: è stato talmente ‘burocratizzato’. La forza del testo è poi un’altra situazione comune: quando al potere c’è un imbecille. E’ meglio uno cattivo, perché l’imbecille è imprevedibile, può fare danni grossi".
Che Sicilia emerge dal libro di Camilleri?
"La sua è una lente di ingrandimento perfetta. Certi personaggi ti sembrano esagerati, ma poi li incontri davvero. E non solo in Sicilia".
Domanda impossibile: a Pirandello sarebbe piaciuta una commedia del genere, e Camilleri in generale?
"Credo di sì. La matrice è la stessa".
In questi giorni si parla molto di un altro siciliano...
"Meno male che in Italia c’è Mattarella, un gran signore".
Raimondo Montesi
 
 

Cronache Salerno, 2.2.2022
Aspettando che ricominci il “cunto”

È impossibile sfuggire alla violenza del mondo, ma si può rinascere nella dimensione narrativa e fiabesca, l’unica degna di amore e memoria. Potente antitesi tra vita e oppressione, che intreccia ironia, tenerezza e crudeltà, “La donna albero” è lo spettacolo, applaudito al Teatro Ghirelli, ispirato a un racconto di Andrea Camilleri. Rosario Sparno dirige se stesso, Antonella Romano e Luca Iervolino in una vicenda in cui tutto ha la nudità concreta del fatto e le risonanze simboliche del mito. La parola del narratore è sempre stata costruzione della realtà: affidarsi a chi narra significa, infatti, entrare nell’essenza delle cose, proprio come un treno che giunge a destinazione. I tre viaggiatori, coinvolgenti e appassionati nel dar vita a tutti i personaggi, fanno dunque coincidere il loro viaggio col cunto di Nino e Minica, il cui desiderio di un figlio viene orribilmente calpestato. L’esortazione a vedere, nel momento in cui il cunto prende corpo, richiama la peculiarità del racconto, che consiste, in effetti, in uno sguardo che rivela, una prospettiva che esula dalle parole addomesticate. L’azione si svolge non a caso in epoca fascista (aggettivo puntualmente accompagnato da uno sputo liberatore): una dittatura è il più ottuso contraltare a ogni istinto sano, che sia il bisogno di perpetuare la propria vita in un bambino o la leggerezza di chi trasforma le canzoni del fascio in allegre ballate, scelta che difatti costa, sia pur per poco, il carcere a Nino e all’amico Totò. I fascisti non fanno differenza tra il corpo di una donna e un campo sventrato per far posto a un bunker: conoscono solo il linguaggio della brutalità, che priva Minica, a seguito di uno stupro, del bimbo che ha in grembo e della possibilità di essere madre. Poiché però la natura è tenace e obbedisce solo alla propria forza, la protagonista, che non vuole rinunciare alla maternità, decide di tramutarsi in albero: i piedi diventano radici, accoglie la pioggia rigeneratrice, si offre a un innesto dinanzi al marito che a poco a poco la comprende e la sostiene. La rilevanza del suolo è ribadita fin dalle prime fasi dello spettacolo, quando è una valigia piena di terra a esprimere sia l’annuncio della gravidanza che la prosperità della vincita al lotto. La grotta in cui Nino aveva già trovato delle ossa accoglierà, dopo un bombardamento e quindi a dispetto di ogni scelta distruttiva, il bambino tanto atteso. Le forze ctonie raccolgono in sé, prima e oltre il tempo, la fine e l’inizio. Lo spettatore, nella conclusione, accoglie l’invito dei narratori ad aspettare: aspettiamo che la vita risorga da se stessa, che la tomba diventi grembo, che la terra faccia di noi i suoi germogli.
Gemma Criscuoli
 
 

La Repubblica (ed. di Napoli), 2.2.2022
Sala Assoli, domani 20.30 “La donna albero”: cunto siciliano

Metamorfosi e attesa, cunto e turbamento: sono i temi al centro de "La donna albero", il testo prodotto da Casa del Contemporaneo che andrà in scena nella Sala Assoli di Napoli da domani (alle 20.30) a domenica prossima. Adattato e diretto da Rosario Sparno, da un racconto di Andrea Camilleri, il testo è ambientato nella Sicilia di metà Novecento e racconta una storia che affonda le proprie parole nel mito. Un "Cunto" siciliano sulla forza straordinaria di una donna che si fa albero. In scena Luca Iervolino, Antonella Romano e lo stesso regista Rosario Sparno.
 
 

Teatro delle Muse, 3-6.2.2022
La concessione del telefono



inizio spettacoli ore 20.45 - domenica ore 16.30 - sabato pomeriggio 16.00
dal 3 al 6 FEBBRAIO ESCLUSIVA REGIONALE

di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
dal romanzo di Andrea Camilleri edito da Sellerio
regia Giuseppe Dipasquale
con Alessio Vassallo
e Mimmo Mignemi

e con (in ordine alfabetico) Cesare Biondolillo, Franz Cantalupo, Cocò Gulotta, Paolo La Bruna, Alessandro Pennacchio, Ginevra Pisani, Alfonso Postiglione, Carlotta Proietti, Alessandro Romano

scene Antonio Fiorentino
costumi Dora Argento
musiche Germano Mazzocchetti
direttore di scena Sergio Beghi
aiuto regia Angelo Grasso
assistente volontaria alla regia Giorgia Conigliaro

Teatro Biondo Palermo

Il regista Dipasquale firma una nuova edizione del fortunato adattamento teatrale dell'opera di Camilleri. Una commedia degli equivoci dai risvolti surreali, ambientata sul finire dell'Ottocento a Vigàta, il paese immaginario in cui lo scrittore agrigentino ha ambientato tutti i suoi romanzi, fino alle avventure del commissario Montalbano. La semplice richiesta di attivazione di una linea telefonica, avanzata dal signor Genuardi, innesca una catena di equivoci e imbrogli che diventa metafora di una condizione esistenziale.
La concessione del telefono è, tra i romanzi di Camilleri, uno dei più divertenti, una sorta di commedia degli equivoci ambientata in una terra, la Sicilia, che è metafora di un modo di essere e di ragionare, arcaica e moderna nello stesso tempo, comica e tragica, logica e paradossale.
Cosa indica la ridicola e allo stesso tempo legittima pretesa di un personaggio come Pippo Genuardi, che vuole ottenere una linea telefonica per potersi meglio organizzare con la sua amante? È la metafora di un crudele gioco dell'inutilità umana e sociale o la pessimistica ipotesi di un atavico immobilismo del processo storico di evoluzione dell'individuo e della socieà?
Camilleri sembra non voler dare risposte, ma allo stesso tempo, con gli strumenti ingegnosi della lingua e del gioco letterario e teatrale, ci pone dinanzi a situazioni paradossali che smascherano le ipocrisie, i pregiudizi e la cattiva coscienza di una comunità molto simile a quella in cui viviamo.
 
 

The Objective, 3.2.2022
Camilleri y Montalbán: conversación entre la mesa y el crimen
‘Conversaciones sobre la escritura’ recoge los encuentros entre Andrea Camilleri y Manuel Vázquez Montalbán, creadores de dos detectives que han marcado el género negro en las últimas décadas

En los años setenta Rafael Alberti leía a poetas españoles, pero no a novelistas: «Los protagonistas necesitan cuarenta páginas para subir una escalera». En eso estaba entonces Manuel Vázquez Montalbán, empeñado en escribir novelas experimentales, alguna de éxito, cuando pensó, tras una apuesta etílica, regresar a la aparente sencillez de las novelas policiacas.
Fue así como nació Tatuaje, la primera de las obras de la serie detectivesca de Pepe Carvalho, un investigador privado atípico que, de militante del PCE y luchador antifranquista, acaba trabajando como agente de la CIA. Por el camino, y entre caso y caso, la mirada incisiva, lacónica y solitaria de Carvalho realiza un análisis de la España del momento: la autodestrucción del partido comunista, la transformación de la Barcelona preolímpica o la caída del felipismo, son el decorado entre el que se desarrollan los crímenes y que acaban convirtiendo una historia de suspense en «un instrumento de análisis y conocimiento de la sociedad» .La serie, quizás la más exitosa de nuestra literatura negra, dio lugar a multitud de adaptaciones cinematográficas, cautivó a cientos de miles de lectores y cruzó nuestras fronteras.
Mientras, en Italia, un guionista de amplia trayectoria se peleaba con la estructura de su primera novela. A Andrea Camilleri, que aún no era conocido fuera del ámbito televisivo y teatral de su país, El pianista, de Montalbán, le abrió los ojos: «¿Por qué tengo que escribir una novela que vaya de la A a la Z?» La historia del español comenzaba con un hecho e iba hacia atrás, hacia el pasado.
Fue así como nació la obra prima del italiano, La ópera de Vigàta, y posteriormente la reconocida serie del comisario Montalbano que, con sus veintiocho títulos, homenajea con el nombre de su protagonista tanto a Sicilia, donde Montalbano es un apellido habitual, como a Vázquez Montalbán, al que Camilleri reconoce de esta manera como maestro.
En Conversaciones sobre la escritura, a la venta desde el 2 de febrero, los dos autores dialogan sobre el oficio de escribir, mientras dan las claves que configuran sus historias y reflexionan, con ironía y sentido del humor, sobre la literatura, la sociedad y la vida con la espontaneidad que da la complicidad y la admiración mutua. En la edición se recogen los cuatro encuentros públicos que tuvieron los dos escritores, cuando sus escritos ya eran leídos en medio mundo.
El libro se publica dentro de la colección Tascabili, de la editorial Altamarea, que reúne obras de pequeño formato, editadas con un mimo exquisito, y en la que se han publicado recientemente otros dos títulos de Camilleri: Autodefensa de Caín y Conversación sobre Tiresias. La última apuesta de esta colección, junto con la publicación que aquí reseñamos, es Rebelión en Asturias, una breve pieza de teatro en la que Albert Camus da su visión sobre la revolución minera de 1934.
Une a Carvalho con Montalbano «la actitud melancólica ante el trabajo y ante la sociedad» y «una mirada distanciada e irónica». Ambos son cultos, mediterráneos y apasionados por la gastronomía, aunque no con los mismos gustos. Uno lee libros, Montalbano, mientras el otro, Carvalho, los quema para calentarse: «Arde Engels para provocar a los marxistas; arde Cervantes para provocar a los cervantistas», contestó el novelista cuando Camilleri le preguntó por esa manía del detective afincado en Barcelona. «Porque leerlos no le ha enseñado a vivir. Se trata de una ironía y de una broma», contestó en otro encuentro.
Al igual que sus protagonistas, los autores tienen muchas cosas en común, pero también múltiples diferencias que no interfieren en la amplia conexión que comparten. Provenientes de la izquierda, pasaron de intentar asaltar el Palacio de Invierno a asaltar la cocina. Del dilema de la Historia al de la cotidaneidad, del nosotros al yo, que reina en estos días. ¿Qué ha de hacer un escritor comprometido? Para Camilleri no es su tarea cambiar el mundo, sí la de ayudar al hombre a entenderse. Las aventuras de Montalbano y de Carvalho contribuyen, sin duda, a eso.
Es la búsqueda de la verdad final, la posibilidad del viaje filosófico de la investigación, que quiere decir prescindir de los personajes para llegar finalmente al núcleo de la verdad, con la complicidad del lector. Si no existe complicidad entre el escritor y el lector, este viaje hasta la razón última de la verdad no tiene lugar».
Manuel Vázquez Montalbán, Conversaciones sobre la escritura.
Cristóbal Villalobos
 
 

Metrópoli Abierta, 3.2.2022
Arranca el BCNegra en Barcelona: dónde, fechas y autores
El certamen tendrá lugar en el Poblenou y contará con más de 170 participantes

El Festival BCN Negra --dedicado a la novela negra-- arranca este jueves su 17º edición presencial después de que el año pasado tuviera que llevarse a cabo online. El certamen, que se alargará hasta el 13 de febrero, contará con más de 170 participantes bajo el lema Aquí, mañana, con el objetivo de abordar el futuro a través de las nuevas tecnologías.
[...]
El BCNegra también contará con el combate poético Poetry Slam entre Salva Soler y Dani Orviz, un maridaje gastronómico en homenaje a Montalbano, de Andrea Camilleri, y una colección especial en la plataforma Filmin, con una selección de películas de su catálogo.
 
 

LaNostraTv, 3.2.2022
Montalbano, ci saranno nuovi episodi? L’attore di Fazio non nasconde i suoi dubbi

Il commissario Montalbano, ispettore Fazio sul futuro della serie: “Ho la sensazione che quell’esperienza non avrà un seguito”
“Ci sono almeno due romanzi di Camilleri da cui attingere. Ma io ho la sensazione che quell’esperienza unica non avrà un seguito per diverse ragioni”.
Sono state queste le parole di Peppino Mazzotta, l’ispettore Fazio nella serie tv Il commissario Montalbano, sulle pagine di Oggi, sul futuro della fiction. L’artista ha infatti raccontato: “Andrea è morto e così il regista Alberto Sironi. Luca sta facendo altro e Montalbano senior non credo possa esistere senza Zingaretti”. Peppino Mazzotta ha poi dichiarato, pensando al futuro di Montalbano, che la Rai sta lavorando a nuovi progetti e il suo augurio è che “per uno di questi si ricrei quella sinergia magica che non è calcolabile a tavolino”.
Il commissario Montalbano, Peppino Mazzotta ammette: “Camilleri è stato gigantesco”
L’attore de l’ispettore Fazio nella serie Il commissario Montalbano ha elogiato Camilleri ammettendo: “È stato gigantesco: ha creato una lingua sua, potentissima che va oltre il significato delle parole per diventare suggestione”. Peppino Mazzotta, dopo aver recitato in Montalbano, si è cimentato in qualità di scrittore, insieme a Igor Esposito ha infatti pubblicato il testo: “L’azzardo”. L’attore ha ammesso però di essere nella vita piuttosto “pavido”. “Ho bisogno di calcolare tutte le possibili conseguenze” ha ammesso.
Montalbano, Peppino Mazzotta svela un retroscena: “All’inizio rifiutai il ruolo di Fazio”
L’attore di Fazio ne Il commissario Montalbano ha svelato un retroscena sulla fiction raccontando che quando Sironi gli propose il ruolo rifiutò. “Lui me ne disse di tutti i colori” ha raccontato Peppino Mazzotta che ha svelato: “L’anno dopo, senza volermene, mi richiamò. Quindi altro che azzardo: mi ero proprio tirato indietro”. Intanto Alessandro Cecchi Paone ha svelato [in realtà ha ipotizzato, NdCFC] che Montalbano tornerà in tv con nuovi episodi.
Simona Tranquilli
 
 

La Repubblica (ed. di Torino), 3.2.2022
Manzini. Il mio Schiavone burbero piace perché dice sempre la verità

Dieci anni, morto per strangolamento, probabile violenza.
L'indagine è complessa e piena di ostacoli, ma permette infine di arrivare a un nome e a una data: Mirko, scomparso sei anni prima.
L'ultima volta era stato visto seduto su un muretto, vicino alla scuola dopo le lezioni, in attesa apparentemente di qualcuno.
L'ultimo romanzo (va da sé, di grande successo) di Antonio Manzini è un cold case per il vicequestore Schiavone, che lo prende con dolente compassione e con il disgusto di dover avere a che fare con un mondo disumano.
Questa sera lo scrittore presenterà "Le ossa parlano" edito da Sellerio, alle 18 al Circolo dei Lettori in dialogo con Bruno Ventavoli.
Come sta il suo Rocco Schiavone?
«È il solito, si trascina dietro una depressione decennale e non interagisce con l'attualità ma se ne fa travolgere, non reagisce resta lì in valle d'Aosta. Si sposta solo se qualcun altro lo sposta. Aspetta che l'autore lo trasferisca da qualche altra parte».
Lo straordinario successo dei suoi gialli, l'ha designata come l'erede di Camilleri. Si considera tale?
«Sentir dire che ho raccolto l'eredità di Camilleri mi fa onore ma devo dire la verità: lui se n'è andato e non m'ha lasciato niente. Sono andato anche dalla moglie Rosetta e gliel'ho chiesto: ma lei mi ha detto che non c'è nulla… In realtà Andrea mi ha lasciato dei bellissimi regali».
Ma lei considera il suo Rocco Schiavone l'erede di Montalbano?
«Ne sono onorato, però se devo dire chi sono i miei veri ispiratori, direi piuttosto i copioni di Monicelli e Scola, quella commedia all'italiana che vive tra Viareggio e Londra, un po' nera, ma pervasa di ironia, anche di sarcasmo e perfino di cinismo».
[…]
Francesca Bolino
 
 

gli Stati Generali, 5.2.2022
"La donna albero", il racconto di una storia di violenza

“La donna albero” regia e adattamento di Rosario Sparno, una Produzione Casa del Contemporaneo, è tratto da un romanzo di Andea Camilleri.
Tratta un dramma ambientato nella Sicilia di metà novecento, dove la Storia, quella con la S maiuscola, affianca, penetra e plasma come argilla le storie di vita dei suoi abitanti. Povera gente che si arrangia con lavori di fortuna, che si esprime usando il dialetto, che spera di poter vincere alla lotteria per poter risollevare il tenore delle proprie vite.
Quella di Minica e Nino è un cunto d’amore e di violenza. E nel racconto delle loro drammatiche vicende personali c’è il conto da pagare ad una vita che frappone ostacoli al loro desiderio di avere un bambino. Inizialmente Nino si rivolge a vari dottori perché il suo sperma è debole. La Domenica va a cantare sotto i balconi delle case, serenate o canti che sberleffano il signorotto di turno che ha fatto uno sgarro al boss mafioso. Lascia Minica da sola, ma è proprio lei a dirgli di non rinunciare alle cinque lire che li aiuta a sopravvivere. La guerra si presenta alle loro vite con la costruzione di bunker sotterranei costruiti sotto la terra, vitale per la loro sussistenza, deviando il corso di un fiume che non riuscirà più a riempire il pozzo. La terrà privata d’acqua inizia a diventare arida.
Fortunatamente un giorno Minica si accorge che aspetta. La guerra incalza, e anche le canzoni di Nino per poter sopravvivere devono diffondere il verbo fascista, modifica i testi inserendo parole, e quindi concetti, cari al regime. Il racconto procede attraverso la voce di Nino, Minica e Totò, l’amico con cui la Domenica va a cantare e suo consigliere. I personaggi sono se stessi e narratori esterni, danno la voce ad altri personaggi, e sono alla stesso tempo coro alla narrazione. La voce piena di speranza di Minica per la nuova vita che porta in sé viene brutalmente soffocata da un atto di violenza: lo stupro e le percosse inferte per mano di Michele Barrafato, un ferroviere che rimasto vedovo, ha un’attrazione particolare per le donne incinte e che era stato precedentemente ricevuto cordialmente a casa di Minica a cui ha anche regalato dei cioccolatini. La donna non solo ha perso il bambino, ma ha perso la capacità di generare: la spranga con cui è stata colpita in testa, le è stata inserita nella vagina, provocando danni irreversibili.
Nel vederla sgonfia, maltrattata, corpo vuoto e priva di vita, Nino è stravolto. Avvicinato dal boss mafioso, viene persuaso dalle sue parole: attendere che la giustizia faccia il suo corso avrebbe significato che dopo qualche anno un omicida sarebbe ritornato in libertà. Un atto così crudele richiedeva una giustizia fatta da sè. Nino uccide Barrafato accoltellandolo, gli taglia i cabasisi e glieli mette in bocca.
A dire a Minica l’orrenda verità sarà una donna a cui lei si rivolge perché le riveli il futuro. La donna nello svelarle la verità, le liscia i capelli con le mani con molta tenerezza, come se fosse porcellana, come un vetro che si può frantumare. Minica si è rotta, ma pensa che la bellezza possa nascere anche dal sole che si posa sui cocci rotti e li fa risplendere. Non si arrende. La sua mente diventa però estranea alla realtà brutale che la circonda. Il suo travaglio diventerà resistenza, opponendo le ragioni del suo cuore a un mondo che ha smarrito ragione e pietà. Muta la sua forma, ma non piange Minica, neppure quando, vedendola piantata coi piedi nella terra a mò di albero, il marito la schiaffeggia per farla rinsavire. Rinsecchita, rifiuta persino il cibo, è sterile, non prova emozioni, come un albero che non ha frutti, come l’acqua deviata che inaridisce la sua terra, così la violenza subita non irrora le sue membra. Nino decide allora di entrare nel suo folle mondo e assecondare la sua pazzia: le innaffia i piedi fino alle ginocchia, le costruisce un muretto intorno per ripararla dalla pioggia, le taglia i capelli come stesse potando rami. La asseconda persino nell’assurdo tentativo di provare un innesto con un nespolo. Dopo il naturale fallimento di un’opera così bizzarra, Minica chiederà di essere abbattuta perché possa essere almeno utile come legna.
[...]
Titti Ferrante
 
 

Muhalif, 7.2.2022
Kültür sanat
Komiser Montalbano serisinin 3. kitabı Yemek Hırsızı raflarda!
Mutlaka okumanız gereken 50 polisiye yazarından biri, İtalyan polisiyesinin ustası
Andrea Camilleri. Andrea Camilleri ile bütünleşmiş, tüm dünyada tanınan bir komiser, Salvo Montalbano.

Yemek Hırsızı, Komiser Montalbano serisinin üçüncü kitabı. Camilleri, okuruna gerçek yaşamın suçlarından esinlenen bir macera sunuyor. Uluslararası suç örgütleri, devletlerin gizli servisleri, yasadışı göçmenler, yozlaşan toplum ve kurumlar, bireysel suçların toplumsal yansımaları, hepsini ustalıkla işliyor. Günümüze pek de yabancı olmayan, incelikli bir dantel gibi işlenen bu konular, Sicilya’dan taşarak evrenselliğe ulaşıyor. Suça, suçluya, topluma, devlete dair nitelikli bir irdeleme yapan Montalbano, birden çok trajediyle karşı karşıya bu sefer. Polisiye bir maceranın peşinde, insanın kaybettiği değerlerini aramaya ve suçun niteliğinin bireyselden, toplumsala, toplumsaldan uluslararası boyuta ulaşmasına tanıklık etmeye davet ediyor bizleri Montalbano.
Onlarca dile çevrilen, TV filmi serisi olarak da uyarlanan Komiser Montalbano serisi, dilimizde ilk kez Mylos Kitap tarafından yayımlanıyor. Serinin ilk kitabı Suyun Şekli, ikinci kitabı Terrakotta Köpek isimlerini taşıyor.Serinin 3. kitabı Yemek Hırsızı’nı Ayşe Gezer Kolb Türkçeye çevirdi, Doç. Dr. Bülent Ayyıldız editörlüğünü üstlendi; kapak tasarımındaysa İtalyan çizer Serste’nin imzası bulunuyor.
Yemek Hırsızı, şimdi tüm kitapçılarda ve internet kitap satış sitelerinde satışta!

Arte e cultura
È sugli scaffali il 3° libro della collana del Commissario Montalbano, Il ladro di merendine!
Uno dei 50 gialli da leggere, il maestro del crimine italiano.
Andrea Camilleri. Salvo Montalbano, commissario di fama mondiale, integrato con Andrea Camilleri.

Il ladro di merendine è il terzo libro della collana del Commissario Montalbano. Camilleri offre al suo lettore un'avventura ispirata a crimini della vita reale. Le organizzazioni criminali internazionali, i servizi segreti degli Stati, gli immigrati clandestini, la società  e le istituzioni corrotte, le riflessioni sociali dei crimini individuali, funzionano tutti magistralmente. Questi soggetti, che non sono estranei ai nostri giorni e sono trattati come delicati merletti, raggiungono l'universalità  traboccando dalla Sicilia. Montalbano, che fa una qualificata analisi su criminalità, società e Stato, questa volta si trova ad affrontare più di una tragedia. Alla ricerca di un'avventura investigativa, Montalbano ci invita a cercare i valori perduti degli esseri umani e ad assistere alla natura del crimine che raggiunge una dimensione individuale, sociale e internazionale.
La serie del Commissario Montalbano, che è stata tradotta in decine di lingue e adattata come serie di film per la TV, viene pubblicata da Mylos Kitap per la prima volta nella nostra lingua. Il primo libro della serie si chiama La forma dell'acqua, il secondo libro si chiama Il cane di terracotta. Il terzo libro della serie, Il ladro di merendine, è stato tradotto in turco da Ayşe Gezer Kolb, Assoc. Dott. Bülent Ayyıldız era l'editore; Sul disegno di copertina è presente la firma dell'illustratore italiano Serste.
Il ladro di merendine è ora in vendita in tutte le librerie e siti di vendita di libri online!
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Via delle Storie, 7.2.2022

Come spiegare l'incredibile successo delle fiction televisive? L'ultima puntata o la nuova stagione sono diventate oggetto di conversazioni quotidiane, schiere sempre più fitte di appassionati si scambiano informazioni e giudizi. E guai a spoilerare il prossimo episodio. Un fenomeno dilagante, che attraversa diverse generazioni. Cerchiamo di svelare gli ingredienti, spesso nascosti, che ne decretano la riuscita. Come si trasforma un'idea in una storia a puntate, chi e come sceglie i protagonisti, il duro e affascinante lavoro sui set con decine e a volte centinaia di persone impegnate... E poi naturalmente quello che troviamo nel cuore di ogni serie tv: il rapporto tra immaginazione e realtà, tra una storia vera e una storia verosimile, tra un luogo reale e la sua rappresentazione, tra un protagonista e l'attore che lo incarna. La testimonianza di molte persone e molte voci, a partire da quel piccolo meraviglioso mondo di Makari, e parleremo dell'Amica Geniale, Doc, Cuori, Mina Settembre, delle produzioni italiane adorate all'estero [con un servizio sul successo del commissario Montalbano alla Tv spagnola, NdCFC] e del fenomeno delle miniserie di impegno sociale che spopola su RaiPlay. Conduce Giorgia Cardinaletti
 
 

BCNegra, 9.2.2022
Taula rodona
dimecres, 9 de febrer de 2022 18.00 h
Casino L’Aliança del Poblenou
Rambla del Poblenou, 42.
Vigàta, Camilleri
Hi participen: Sara Bilotti, Maurizio Torchio
Ho modera: Claudia Cucchiarato

Hi ha qui només pensa en les virtuts gastronòmiques del país, que no són poques, quan sent a parlar d’Itàlia, però si hi ha gent a qui només vindran a la memòria la pizza i la pasta, segur que els lectors i lectores de novel·la negra afinaran més i recordaran els plats que ens recomanaven el gran Andrea Camilleri i el comissari Montalbano: des de la pasta a la Norma fins a la caponata siciliana. A les autores i l’autor d’aquesta taula també els agrada menjar, és clar, però ens recorden, des de les seves ficcions, que Itàlia és tant una primera potència gastronòmica com literària i que la novel·la criminal hi és el plat del dia. El cuinen molts autors amb els seus detectius, però també moltes autores i els seus personatges femenins com per exemple Sara Bilotti, que aquest ens va servir Dies de tempesta, sobre una noia agorafòbica que supera les pors per investigar la desaparició d’una veïna. Per la seva banda, Maurizio Torchio va editar l'any passat El mal cautivo en castellà, on un narrador explica en primera persona la vida dins la presó on compleix condemna i els fets que el van dur fins allà. Que vagi de gust.
Aquesta activitat tindrà un servei de traducció simultània de l'italià al català.
Amb la col·laboració de l'Istituto Italiano di Cultura.

C'è chi pensa solo alle virtù gastronomiche del paese, che non sono poche, quando si parla di Italia, ma se c'è gente che ricorderà solo la pizza e la pasta, sicuramente i lettori di black novel si raffineranno di più e ricorderanno i piatti consigliatici dal grande Andrea Camilleri e dal curatore Montalbano: dalla pasta alla Norma alla caponata siciliana. Agli autori di questa tavola piace anche mangiare, certo, ma ci ricordano, dalla loro narrativa, che l'Italia è sia una potenza gastronomica che letteraria di primo piano e che il romanzo giallo è il piatto del giorno. È cucinato da molti autori con i loro investigatori, ma anche da molti autori e dai loro personaggi femminili, come Sara Bilotti, che ci ha servito Tempesta, su una ragazza agorafobica che supera le sue paure per indagare sulla scomparsa di un vicino. Dal canto suo, lo scorso anno Maurizio Torchio ha pubblicato El captive prigioniero in spagnolo, in cui un narratore spiega di persona l'ergastolo dove sta scontando la pena e i fatti che lo hanno portato lì. Mi piace.
Questa attività prevede un servizio di traduzione simultanea dall'italiano al catalano.
Con la collaborazione dell'Istituto Italiano di Cultura.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

La Repubblica, 9.2.2022
È vero, Lamanna di 'Màkari' non è Montalbano
Se la ricerca di Montalbano è un miraggio
Multischermo / Quella che nella prima stagione era stata una gradevole serie giallo-rosa ha l’aria di voler vivere di rendita da subito.

Siccome c'è un problema con la fidanzata a Milano il protagonista a un certo punto lo dice: "Io non sono mica come Montalbano, io non ci so stare con la fidanzata lontana". E qui il cerchio si fa perfetto. Lo dice Saverio Lamanna (Claudio Gioè) protagonista anche nella seconda stagione di Màkari - Rai 1 il lunedì sera - lo dice in piena Sicilia e lo dice come personaggio di un autore, Gaetano Savatteri, che pubblica gialli per Sellerio ambientati in Sicilia - come quelli di Montalbano - e infine lo dice dentro una fiction prodotta dalla Palomar, la stessa di Montalbano.
Il gioco non solo, a quel punto, non si fa duro ma diventa tutto un grande scherzone, con autocitazioni per ammiccare al pubblico aspettando che qualcuno proclami: è arrivato il nuovo Montalbano. E purtroppo no, non è arrivato ancora: quella che nella prima stagione era stata una gradevole serie giallo-rosa con valore aggiunto altissimo, certi scorci di Sicilia impareggiabili, ha l'aria di voler vivere di rendita da subito.
[...]
Antonio Dipollina
 
 

TrendingNews, 11.2.2022
Il caso Montalbano, la triste fine della serie più amata: Zingaretti confessa tutto
La serie sul Commissario Montalbano ha visto in questi anni un rallentamento, tale che lo scorso anno è stato pubblicato un solo episodio.
[A parte il titolo fuorviante, a nostro avviso in questo articolo si legge un'analisi condivisibile della situazione, NdCFC]

In una recente intervista Terence Hill ha spiegato di aver proposto a Lux Vide e alla Rai di produrre solo pochi episodi di Don Matteo all’anno, così come capita per il Commissario Montalbano. La casa di produzione della fiction, però, ha rifiutato questa soluzione per ragioni economiche. Inoltre, c’è da dire per amore di verità, i due casi sono decisamente differenti. Don Matteo è una serie interamente creata per la televisione, la cui sceneggiatura è originale e dunque non deve seguire alcun parametro, né rispettare determinate scelte.
Il Commissario Montalbano invece no. Com’è risaputo, la serie televisiva è un adattamento dei romanzi del compianto Andrea Camilleri. Lo scrittore non può più contribuire alla stesura di nuove storie sull’amato investigatore e Palomar ha deciso che si atterrà agli scritti di Camilleri, per non tradirne lo spirito e per consegnare ai fan appassionati di quelle storie dei racconti che mantengano la stessa qualità, lo stesso stile e la stessa impronta di quelle narrate finora.
Il caso Montalbano, perché la serie è destinata alla conclusione
Insomma i casi delle due serie sono ben diversi: se da un lato c’è l’assoluta volontà di mantenere la fedeltà ai racconti di Camilleri e di romanzi ancora non trasposti ne sono rimasti pochi. Palomar ha dunque deciso di centellinare le uscite per fare durare la serie più a lungo possibile, quindi vedremo al massimo un episodio all’anno finché i romanzi non saranno conclusi.
La casa di produzione potrebbe continuare con delle sceneggiature originali, ma rischierebbe di deludere i fan di una serie che ha rappresentato il primo successo di Rai Fiction e che giustamente nessuno vuole snaturare, anche per rispetto all’autore scomparso di recente. Qualcosa di simile in ogni caso è stata tentata con la serie su Il Giovane Montalbano e se si vorrà continuare a vivere in quel mondo narrativo lì si potrà procedere in questa direzione o in un reboot della serie con un nuovo protagonista.
Fabio
 
 

Diario Vivo, 11.2.2022
Andrea Camilleri regresa a las librerías argentinas con una nueva aventura del Comisario Montalbano
La editorial reedita una de las últimas aventuras del mítico personaje

“La red de protección”, una de las aventuras del mítico Comisario Montalbano, regresa a las librerías de todo el país con una nueva edición. Se trata de otra gran novela de Andrea Camilleri, el maestro de la novela negra fallecido a mediados del año 2019.
Como dijimos, se reeditará una de las últimas aventuras de este emblemático personaje para que los lectores argentinos puedan continuar disfrutando de la gran pluma del maestro de la novela negra.
En “La red de protección”, como dijimos, nos reencontramos con Salvo Montalbano quien ha regresado a su tranquila vida. Sin embargo,de la noche a la mañana, su plácida cotidianidad del comisario se ve alterada cuando Vigàta se convierte en el escenario de una coproducción televisiva ítalo-sueca ambientada en los años cincuenta.
Mientras los decorados van transformando el paisaje urbano, un nutrido grupo de actrices amenaza con destruir el equilibrio matrimonial de la población, enfrascada en la búsqueda de fotografías y películas antiguas que ayuden a recrear la ciudad de la época. Sin embargo, un asalto seguido de un tiroteo en el colegio enturbia el rodaje de la serie, y aunque todo apunta a un atentado terrorista, Montalbano descubre que los hechos están relacionados con los propios estudiantes, incluido su ahijado Salvuzzo, el hijo del incorregible subcomisario Mimì Augello.
Andrea Camilleri fue un célebre guionista, director teatral y novelista italiano. Ha escrito más de 100 libros y es reconocido a nivel mundial por la saga detectivesca Montalbano.
El personaje de Montalbano convirtió a Camilleri en uno de los escritores italianos más leídos. El detective se convirtió en todo un héroe nacional en su país, protagonizando una serie de televisión bajo la estricta supervisión de su creador.
Mariel Zani
 
 

BCNegra, 11.2.2022
Taula rodona
divendres, 11 de febrer de 2022 12.00 h
Mercat de la Boqueria
La Rambla, 91
Camilleri i Montalbano s’entaulen
Hi participen: Maria Teresa Di Marco, Pau Vidal, Carlos Zanón

Parlem de cuina? Pau Vidal, traductor de les aventures del comissari Montalbano d'Andrea Camilleri, ens parlarà de la relació de Montalbano amb la cuina siciliana, dels plats que li agrada menjar, de com se'ls menja i d'on se'ls menja. Per donar un context a la cuina siciliana, tindrem la Maria Teresa Di Marco, gastrònoma amb un profund coneixement d'aquesta cuina, de la seva història i de les seves tradicions. En la conversa també participarà Carlos Zanón, director de BCNegra, que tan amant és de la bona cuina com del gènere negre.
Sessió per streaming i presencial amb aforament limitat. Entrada lliure.

Parliamo di cucina? Pau Vidal, traduttore delle avventure del commissario Montalbano di Andrea Camilleri, racconterà il rapporto di Montalbano con la cucina siciliana, i piatti che gli piace mangiare, come li mangia e dove li mangia. A dare un contesto alla cucina siciliana, avremo Maria Teresa Di Marco, gastronoma con una profonda conoscenza di questa cucina, della sua storia e delle sue tradizioni. Alla conversazione parteciperà anche Carlos Zanón, direttore di BCNegra, appassionato di buona tavola come del noir.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Malgrado tutto, 12.2.2022
Fece comprendere agli americani chi fosse realmente la sua gente
Jerre Mangione, parte da Montallegro la sua storia. Elio Vittorini lo definì il più colto, il più raffinato e il più importante tra gli scrittori figli di immigrati italiani in America.

Mount Allegro, scritto proprio in questo modo, è il titolo di un romanzo purtroppo ancora poco conosciuto in Italia. E Una memoria di vita italo-americana è il suo eloquente sottotitolo. Si tratta molto probabilmente dell’opera di uno degli autori statunitensi (ma di chiare origini italiane) più importanti e influenti della letteratura americana del ventesimo secolo, ovvero Jerre (Gerlando) Mangione, nato nel 1909 a Rochester – cittadina che si trova nello stato di New York – da genitori emigrati negli USA alla fine dell’ottocento e partiti dal piccolo paesino di Montallegro, in provincia di Agrigento.
Fin da piccolo Jerre manifesta una particolare fragilità fisica che spesso lo rende debole e lo costringe a rimanere in casa a passare molto tempo in solitudine, condizione che però in seguito gli risulterà essere decisamente propizia. Le tante ore passate da solo, infatti, permisero al giovane Mangione di scoprire le gioie della lettura e in lui fecero nascere quel fortissimo amore per la cultura che lo accompagnerà durante tutto il corso della sua vita. All’interno del nucleo familiare dei Mangione, i genitori manifestarono sempre l’esigenza che si custodissero le tradizioni siciliane e che in casa, oltre ovviamente all’inglese, si parlasse l’italiano insieme al dialetto. Fu sempre intimamente affascinato da quel mondo geograficamente lontano ma tanto vicino fisicamente negli affetti, da quegli usi e da quei codici umani non scritti – ma al contempo granitici – che caratterizzavano un popolo, il suo popolo: gli italo-americani che a decine di migliaia si stavano trasferendo nell’americana terra dell’abbondanza. E tutto ciò è dimostrato dal fatto che Jerre Mangione, sin dal 1936, venne molte volte in Sicilia – isola di luoghi che adorava – come più volte testimoniato da un suo grande e illustre amico, lo scrittore empedoclino Andrea Camilleri.
Gli sforzi della sua famiglia per farlo studiare furono notevoli – poiché allora, nella democratica America, le borse di studio per i ragazzi di umili origini non erano accessibili come adesso – ma tutto ciò non gli impedì di concludere gli studi, laurearsi alla Syracuse University e trovare un primo lavoro presso l’autorevole rivista Time prima e la casa editrice Federal Writers Project poi, dove partecipò, dal 1937 al 1939, alla redazione delle guide turistiche da viaggio relative agli allora quarantotto stati degli USA. Successivamente, fu anche tra i primi italo-americani a ottenere prestigiosi incarichi presso il Dipartimento di Giustizia, l’Agenzia Federale per l’Emigrazione e per la Pubblicità, nonché collaborazioni con le più importanti riviste dell’epoca letterarie e non, come The New Masses, Harper’s Bazaar, New Repubblic e London Spectator.
Il suo primo lavoro editoriale fu appunto Mount Allegro, scritto nel 1943 (in piena seconda guerra mondiale) con l’intento – e anche il merito – di far conoscere e comprendere agli americani chi fosse realmente la sua gente, come vivesse e quali sofferenze avesse provato, assottigliando considerevolmente lo spessore di quel luogo comune che considerava tutti gli immigrati italiani (e siciliani in particolare) mafiosi o criminali. Mount Allegro fotografa infatti mirabilmente l’intreccio tra le storie di vita del vicinato, interamente di origini siciliane, che abitava e popolava il quartiere di Rochester dove nacque l’autore e che in seguito le autorità della stessa cittadina americana – in omaggio all’importanza letteraria, e non solo, del libro – hanno ribattezzato proprio con il nome di “Mount Allegro”. All’opera è stata da sempre riconosciuta la duplice fisionomia di romanzo e di racconto-narrazione della reale vita del ceto operaio immigrato.
Dopo il successo del suo primo lavoro, Jerre Mangione fu immediatamente catapultato nell’Olimpo dei più autorevoli scrittori americani dell’epoca, fino a essere considerato il capostipite di quella generazione di scrittori che ha avuto come assolute punte di diamante Mario Puzo (autore del celeberrimo romanzo Il padrino) e John Fante, quest’ultimo uno tra i più importanti scrittori che hanno contribuito a far grande il romanzo americano del ‘900. La produzione letteraria di Mangione continuò oltre quello che è considerato il più importante romanzo “etnico” della letteratura statunitense. Scrisse infatti l’appassionato Riunione in Sicilia nel 1950, il giallo con risvolti sociologici Ricerca nella notte nel 1965 e nel 1992, in collaborazione con Ben Morreale (anch’egli di origini siciliane, in quanto nipote e figlio di racalmutesi), La storia: cinque secoli di esperienza italo-americana, vera e propria summa sull’epopea sociale e culturale della comunità italo-americana da Colombo in poi.
Di Mangione si occupò nel 1947 anche Elio Vittorini, il quale in un articolo pubblicato sul Politecnico lo definì il più colto, il più raffinato e il più importante tra gli scrittori figli di immigrati italiani in America. Ma la carriera di Mangione non si limitò alla sola attività letteraria. Nel 1961, infatti, ebbe assegnata la cattedra di letteratura americana presso l’Università della Pennsylvania da cui si ritirò nel 1978, non prima di essere stato nominato, dallo stesso ateneo, professore emerito. Si spense quasi novantenne ad Haverford, in Pennsylvania, il 18 agosto del 1998. E a ulteriore dimostrazione del suo inesauribile e autentico amore per la cultura, colpisce che Jerre Mangione, prima di morire, abbia provveduto a cedere interamente i diritti relativi alla sua produzione letteraria e accademica a favore della Rochester University, che da sempre ne permette una dinamica ed efficiente fruizione dell’opera omnia.
Antonio Fragapane
 
 

El País Uruguay, 13.2.2022
Policial italiano
El penúltimo del comisario Salvo Montalbano
Tras el fallecimiento del gran Andrea Camilleri, creador de la saga, siguen llegando sus últimas novelas.

Cuando muere un novelista exitoso el editor sufre porque, por décadas, habrá herederos cobrando derechos, y además, tras publicar lo que el extinto dejó inédito ya no habrá nuevos éxitos que ofrecerle a un público cautivo. Los lectores hacen su duelo por eso mismo: no tendrán más libros de un autor que amaban.
Los devotos del siciliano Andrea Camilleri (1925–2019) no sólo lloran al autor, sino también al Comisario Salvo Montalbano, el de la pequeña e imaginaria ciudad de Vigata, en Sicilia, y toda la galería de personajes que lo han acompañado a lo largo de treinta y un libros, contando El método Catalanotti. La primera edición italiana de esta novela es de 2018: que el lector no espere muchos casos más de Montalbano.
No debe etiquetarse a Camilleri en el género policial, porque libros como La toma de Macallè o La Pensión Eva, son muy buenas novelas a secas, sin ser policiales. La narrativa de este autor se beneficia de su experiencia como guionista de TV, pues es amena y ágil, sin caer en lo banal.
Al igual que en muchas series narrativas policiales, buena parte del encanto de los textos está en la psicología de los personajes. Montalbano, policía siciliano honesto y práctico, sentimental y amigo de la buena mesa, es querible, como casi todos sus colegas. En El método Catalanotti, el Comisario envejeció y se jubila, preocupado y culposo por el pésimo mundo que les espera a los jóvenes y sufriendo el desgaste de su amor a distancia con Livia, su eterna novia genovesa, relación que es buena metáfora del amor/odio entre la Italia del norte, rica y laboriosa, y la del sur, más pobre y pasional. En medio de un caso complejo —el asesinato de un director teatral, además usurero — el viejo policía topa con un nuevo amor.
La novela tiene puntos flojos. El modo en el que algunos sospechosos se ven forzados a confesar, por ejemplo. O la inclusión de textos poéticos de Patrizia Cavalli, Pablo Neruda y Wislawa Szymborska. Aun así el “fan” de Montalbano la leerá de un tirón. Quien vaya a entrar por primera vez a la comisaría de Vigata, mejor que lo haga por La forma del agua, Ardores de agosto o La paciencia de la araña.
Al lector rioplatense le sonará forzada la traducción del italiano al madrileño coloquial, que dista mucho de ser “castellano neutro”, si es que tal cosa existe.
EL MÉTODO CATALANOTTI, de Andrea Camilleri. Salamandra, 2021. Barcelona, 272 págs. Traducción de Carlos Mayor.
Juan De Marsilio
 
 

Milliyet, 13.2.2022
Camilleri düzeni sorgulatıyor
İtalyan polisiyesinin ustası Andrea Camilleri, komiser Salvo Montalbano’nun yeni hikâyesini okurla buluşturdu.

Serinin yeni çıkan üçüncü kitabı” Yemek Hırsızı”nda kendinizi komiser Montalbano ile birlikte suç ve suçlu kavramlarını irdelerken bulacaksınız. [...]

Camilleri interroga l'ordine
Andrea Camilleri, il maestro del giallo italiano, ha presentato ai lettori la nuova storia del commissario Salvo Montalbano.

Nel terzo libro della collana, appena uscito, "Il ladro di merendine", vi ritroverete ad esaminare i concetti di criminalità insieme al commissario Montalbano.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Confidencial Andaluz, 13.2.2022
La mentira oscura la verdad transparente
“ El de labios mentirosos disimula su odio, y el que propaga calumnias es un necio".

[…]
Nos ha dicho su último adiós un creador genial de fino humor crítico -Camilleri es el escritor que ha logrado plasmar en sus novelas policíacas agudeza, ingenio y denuncia de, la manifestación expositiva de las situaciones sociales y lo que se amasa en el nauseabundo mundo de la corrupción de las mafias y la picaresca siciliana. Una fortuna literaria que permanecerá con nosotros.
[…]
Fco. Vélez Nieto

L'oscurità mente la verità trasparente
Andrea Camilleri, il maestro del giallo italiano, ha presentato ai lettori la nuova storia del commissario Salvo Montalbano.

Ci ha salutato un geniale creatore di fine umorismo critico - Camilleri è lo scrittore che è riuscito a cogliere nei suoi gialli l'acutezza, l'ingegno e la denuncia, la manifestazione espositiva di situazioni sociali e ciò che viene impastato nel nauseante mondo della corruzione delle mafie e il picaresco siciliano. Una fortuna letteraria che rimarrà con noi.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Colonnesonore, 14.2.2022
Concerti di musiche per film e fiction per la XXVII Stagione Musicale 2022 del CollegiumMusicum di Bari
Nuovo Teatro Abeliano
Via Padre Kolbe 3, Bari
Tel. 080.5427678
COLLEGIUM MUSICUM
XXVII Stagione Musicale 2022
https://www.nuovoteatroabeliano.com/

[…]
Lunedì 14 novembre 2022 ore 18,30 - la Feltrinelli Libri e Musica - Via Melo 119, Bari
Le musiche di Franco Piersanti per Il commissario Montalbano di Andrea Camilleri
Collegium Musicum Franco Piersanti direttore
[…]
 
 

Diastixo, 14.2.2022
Andrea Camilleri: «Ρικκαρντίνο»
Ρικκαρντίνο
Μια υπόθεση για τον επιθεωρητή Μονταλμπάνο
Αντρέα Καμιλλέρι
Μετάφραση: Φωτεινή Ζερβού
Εκδόσεις Πατάκη
σ. 352
ISBN: 978-960-16-9811-3
Τιμή: 12,20€

Τελευταία πράξη για τον επιθεωρητή Μονταλμπάνο: «Είσαι συγχρόνως ηθοποιός και θεατής των πράξεών σου» (σελ. 52).
Κύκνειο άσμα για τον Αντρέα Καμιλλέρι το βιβλίο Ρικκαρντίνο, που έγραψε δεκαπέντε χρόνια πριν, στο απόγειο της συγγραφικής καριέρας του, με ήρωα τον Σάλβο Μονταλμπάνο. Ο Καμιλλέρι συνέχισε έκτοτε να γράφει και να εκδίδει νέα βιβλία με τον ίδιο κεντρικό χαρακτήρα, όμως θέλοντας να έχει την τελευταία λέξη, η ιστορία του τέλους του ήρωά του βρισκόταν κλειδωμένη στο συρτάρι του εκδότη του με τη διαβεβαίωση να εκδοθεί μετά τον θάνατό του. Προσωρινός τίτλος του τέλους του Μονταλμπάνο ήταν Ρικκαρντίνο και τελικά έμελλε να είναι και οριστικός, όταν το 2016 ο συγγραφέας χτένισε λίγο τη γλώσσα του κειμένου χωρίς να πειράξει την πλοκή.
Ομολογουμένως, αυτό το βιβλίο, το 29o με τον Μονταλμπάνο, δεν έχει την ίδια δυναμικότητα σε σχέση με τα υπόλοιπα βιβλία του, καταφέρνει όμως να δώσει τους τίτλους τέλους με έναν μοναδικό τρόπο. Κατά την ανάγνωσή του αρχικά διαπιστώνει κανείς ότι ο ήρωας δεν φαίνεται να καταλαμβάνεται από άγχος για την όποια λύση, ώστε να αναλάβει δράση. Δεν υπάρχουν αρκετά στοιχεία από τη φανταστική του πόλη, Βιγκάτα, από το περιβάλλον του, από τα προσωπικά του βιώματα. Σαν να προσπαθεί να τα περάσει απρόσωπα, χωρίς πολλές λεπτομέρειες, αποκεντρώνοντας τον εαυτό του από τις καταστάσεις που περιπλέκονται, ως παρατηρητής ενός τηλεφωνήματος που έγινε κατά τύχη. Αν επιφορτιστεί με τις ευθύνες της λύσης θα χάσει την ουσία, δηλαδή την όμορφη πλευρά της ζωής στη Βιγκάτα, την οποία έτσι κι αλλιώς κάποτε θα χάσει – μόλις λίγες αράδες πριν απ’ το τέλος του βιβλίου.
Εδώ λοιπόν φαίνεται η δύναμη του συγγραφέα, ώστε να μπορεί να γράψει ένα αστυνομικό μυθιστόρημα σπάζοντας όμως τους κανόνες, αφού μάλλον μας κλείνει το μάτι με το κλασικό «Καμιλλέρειο» χιούμορ αναφορικά με το τι θα πρέπει να αποφεύγεται σε ένα αστυνομικό βιβλίο. Όχι υπερβολές, όχι βιασύνες για τον αστυνόμο Σάλβο Μονταλμπάνο. Ακόμα και όταν θα τον ξυπνήσει τα ξημερώματα ο άγνωστος Ρικκαρντίνο, νομίζοντας ότι μιλά σε κάποιον φίλο του και του ζητά να συναντηθούν. Ακόμα κι όταν μαθαίνει ότι ο Ρικκαρντίνο, διευθυντής τράπεζας, εκτελείται από έναν μηχανόβιο λίγο αργότερα μπροστά από το μπαρ όπου του είχε δώσει προηγουμένως ραντεβού, ο Μονταλμπάνο θα νιώσει ανακούφιση που η υπόθεση αυτή ανατίθεται σε άλλον αστυνόμο. Τελικά όμως έγινε ή δεν έγινε ποτέ αυτό το τηλεφώνημα; Σαν ένα θέατρο του παραλόγου, τα στοιχεία στοιβάζονται αλλά δεν ταξινομούνται με τη λογική. Γιατί τελικά, όπως διαπιστώνει ο συμπαθής αστυνόμος, τίποτε δεν είναι προφανές.
Ήξερε πολύ καλά ότι, ακόμη κι όταν πίστευε πως ενεργούσε ενστικτωδώς ή από πείσμα, πάντα υπήρχε βαθιά, πολύ βαθιά, τόσο βαθιά ώστε σχεδόν δεν το αντιλαμβανόταν, μια λογική αιτία. (σελ. 228)
Οι ύποπτοι είναι πολλοί, με κρυμμένα και φανερά συμφέροντα, με ερωτικές αντιζηλίες, άτομα που μπορεί να είναι εν δυνάμει δολοφόνοι και μπαίνουν στο στόχαστρο των ερευνών. Ποιος ή ποιοι είναι οι ένοχοι; Οι γυναίκες του «πόρνου» Ρικκαρντίνο; Ή μήπως κάποιος από τους τρεις φίλους του θύματος, που εργάζονται όλως τυχαίως στο ορυχείο του αλατιού; Για ποιο λόγο ο επίσκοπος προστατεύει τον ανιψιό του, που είναι βασικός ύποπτος; Ποιος ο ρόλος του μεταφορέα του ορυχείου, που παραδίδει περίεργα πακέτα; Όλα τα παραπάνω ερωτήματα και άλλα καινούργια που ξεφυτρώνουν ζητούν την αμέριστη προσοχή του Μονταλμπάνο, αλλά εκείνος φαίνεται πως δεν είναι έτοιμος να αποκαλύψει τα χαρτιά του στον αναγνώστη.
Σαν ένα θέατρο του παραλόγου, τα στοιχεία στοιβάζονται αλλά δεν ταξινομούνται με τη λογική.
Ουσιαστικά, μπλέκοντας την ιστορία με αυτόν τον περίτεχνο τρόπο, ο αστυνόμος Σάλβο Μονταλμπάνο θέλει να μας δώσει, μέσα από τη γνωστή του ιδιοσυγκρασία, την απάντηση στο ερώτημα γιατί σκοτώνει κανείς. Οι επιλογές είναι τρεις: Για τον έρωτα, για το χρήμα ή για την εξουσία. Στο μεγαλύτερο μέρος του βιβλίου, τα στοιχεία δείχνουν στην κατεύθυνση της εκδίκησης από έρωτα. Το δεύτερο έγκλημα όμως που ακολουθεί ανατρέπει τα δεδομένα. Το χρήμα είναι η αιτία ή μήπως η εξουσία;
Και σε αυτό το σημείο εμφανίζεται ο από μηχανής θεός, που δεν είναι άλλος από τον ίδιο τον συγγραφέα, ο οποίος συνομιλεί με τον Μονταλμπάνο, διαφωνώντας με τον τρόπο με τον οποίο χειρίζεται την υπόθεση. Αυτή η αλληλεπίδραση με τον ήρωά του έχει τη βάση της στην αιώνια κόντρα της αληθινής ζωής με τη μυθοπλασία, αυτά δηλαδή που προσπαθεί να τακτοποιήσει ο Καμιλλέρι με χιούμορ στο μυαλό του, όσα χρόνια αισθάνεται δέσμιος από τον ήρωά του. Το ποιος θα δώσει τη λύση από τους δύο αναδεικνύεται εύστροφα στην πορεία, καθώς ο ένας ρίχνει τις ευθύνες στον άλλο για την έλλειψη πρωτοτυπίας για τον αναγνώστη, δήθεν με ένα ακόμα μυθιστόρημα για τη μαφία, την πολιτική, τη θρησκεία.
Ο Σάλβο όμως έχει τις δικές του μεθόδους για να λύσει την υπόθεση των εγκλημάτων και των ύποπτων κινήσεων στο ορυχείο του αλατιού. Γιατί δεν τις αποδέχεται ο συγγραφέας; Φαίνεται σαν να πολεμά τον ήρωά του, σαν να προσπαθεί να του δώσει το τέλος που ίδιος επιθυμεί. Από την άλλη, ο Σάλβο Μονταλμπάνο έχει να αντιμετωπίσει, εκτός από τη στάση του συγγραφέα που παίζει σημαντικό ρόλο στο βιβλίο, και τον έτερο «εχθρό» του τον οποίο μάλλον ζηλεύει, το alter ego του, τον τηλεοπτικό χαρακτήρα που τον ενσαρκώνει.
Φιλοσοφικά ζητήματα, ερωτήματα δίχως απάντηση, ποίηση, θέατρο, καλό φαγητό, η παραλία της Βιγκάτα, χιούμορ και μοναξιά, γλυκό κόκκινο κρασί και ουτοπία, μυστήριο και ευγενικά συναισθήματα, το περιβάλλον του Μονταλμπάνο με τους υφισταμένους του, τον γκαφατζή Καταρέλα και τον πρακτικό Φάτσιο, την εξ αποστάσεως φίλη του Λίβια, το Έντσο με τα νόστιμα μεσογειακά του πιάτα, στιγμιότυπα του αρχετυπικού ήρωα που μένουν στον αναγνώστη για να θυμίζουν πόσο όμορφα πέρασε μέσα από τις περιπέτειες του ήρωα. Ωστόσο, οι περισσότερες σειρές δεν τελειώνουν με τρόπο ώστε να ευχαριστήσουν απόλυτα τον αναγνώστη. Δεν μπορεί κανείς να δεχτεί εύκολα ότι ένας αγαπημένος ήρωας τελειώνει. Ας θυμηθούμε τι έγινε με τον Κόναν Ντόιλ όταν σκότωσε τον Χολμς.
Εδώ όμως, σε τούτο το τέλος του Ρικκαρντίνο, είναι το άγγιγμα του ίδιου του ήρωα. Προσωπικά έμεινα να κοιτώ τις δύο τελευταίες σελίδες να θολώνουν, με τη συγκίνηση να ανεβαίνει στο κόκκινο και τον απεριόριστο θαυμασμό μου για τον αγαπημένο Σάλβο καθώς φεύγει.
Κωνσταντίνα Μόσχου

Andrea Camilleri: "Riccardino"
Riccardino
Un caso per il commissario Montalbano
Andrea Camilleri
Traduzione: Fotini Zervou
Pubblicazioni Patakis
pagina 352
ISBN: 978-960-16-9811-3
Prezzo: € 12,20

Ultimo atto per il commissario Montalbano: «Sei attore e spettatore delle tue azioni» (p. 52).
Il canto del cigno per Andrea Camilleri è il libro Riccardino, che scrisse quindici anni fa, al culmine della sua carriera di scrittore, con Salvo Montalbano come suo eroe. Camilleri da allora ha continuato a scrivere e pubblicare nuovi libri con lo stesso personaggio centrale, ma volendo avere l'ultima parola, la storia della fine del suo eroe è stata chiusa nel cassetto del suo editore con la certezza che sarebbe stata pubblicata dopo la sua morte. Il titolo provvisorio del finale di Montalban era Riccardino e doveva finalmente essere definitivo, quando nel 2016 l'autore pettinava un po' il linguaggio del testo senza disturbare la trama.
Certo, questo libro, il 29 con Montalban, non ha la stessa capienza del resto dei suoi libri, ma riesce a concludere i titoli in un modo unico. Leggendolo, ci si accorge innanzitutto che l'eroe non sembra essere occupato dall'ansia per nessuna soluzione, così da poter agire. Non ci sono abbastanza informazioni dalla sua fantastica città, Vigata, dal suo ambiente, dalle sue esperienze personali. Come se cercasse di superarli impersonalmente, senza troppi dettagli, distraendosi dalle situazioni complicate, come osservatore di una telefonata fatta per caso. Se si assume le responsabilità della soluzione, perderà l'essenza, cioè il lato bello della vita a Vigata, che un giorno perderà comunque, a pochi istanti dalla fine del libro.
Quindi ecco il potere dell'autore, in modo che possa scrivere un romanzo poliziesco, ma infrangendo le regole, dal momento che probabilmente chiude un occhio sul classico umorismo "Camillerio" su ciò che dovrebbe essere evitato in un libro poliziesco. Nessuna esagerazione, nessuna fretta per il poliziotto Salvo Montalbano. Anche quando lo sconosciuto Riccardino lo sveglia nelle prime ore del mattino, pensando che stia parlando con un amico e chiedendogli di incontrarsi. Anche quando viene a sapere che Riccardino, dirigente di banca, è stato giustiziato da un motociclista poco dopo davanti al bar dove aveva precedentemente preso appuntamento, Montalbano sarà sollevato dal fatto che il caso sia affidato a un altro agente di polizia. Ma alla fine questa telefonata è mai successa o è mai avvenuta? Come in un teatro dell'assurdo, gli elementi sono impilati ma non ordinati per logica. Perché alla fine, come scopre il simpatico poliziotto, nulla è scontato.
Sapeva benissimo che, anche quando credeva di agire istintivamente o ostinatamente, c'era sempre una causa profonda, molto profonda, così profonda che quasi non se ne accorgeva, una causa logica. (pag. 228)
Gli indagati sono tanti, con interessi nascosti e palesi, con invidia sessuale, persone che potrebbero essere potenziali assassini e sono oggetto di indagini. Chi o quali sono i colpevoli? Ricardo donne "porno"? O è uno dei tre amici della vittima, che per caso lavora nella miniera di sale? Perché il vescovo sta proteggendo suo nipote, che è un sospettato chiave? Qual è il ruolo del minatore, che consegna strani pacchi? Tutte le domande di cui sopra e altre nuove che stanno emergendo richiedono la piena attenzione di Montalbano, ma non sembra pronto a rivelare le sue carte al lettore.
Come in un teatro dell'assurdo, gli elementi sono impilati ma non ordinati per logica.
In sostanza, intrecciando la storia in questo modo elaborato, il poliziotto Salvo Montalbano vuole darci, attraverso il suo noto temperamento, la risposta alla domanda perché si uccide. Ci sono tre scelte: per amore, per denaro o per potere. Per la maggior parte del libro, le prove puntano nella direzione della vendetta dall'amore. Il secondo delitto che segue, invece, ribalta i fatti. Il denaro è la causa o è il potere?
E a questo punto compare il dio macchina, che altro non è che l'autore stesso, che dialoga con Montalbano, in disaccordo con il modo in cui affronta il caso. Questa interazione con il suo eroe si basa sull'eterno opposto della vita reale con la finzione, cioè su ciò che Camilleri cerca di organizzare con umorismo nella sua mente, per tutti gli anni in cui si sente intrappolato dal suo eroe. Chi darà la soluzione dei due viene mostrato in modo prominente lungo il percorso, poiché uno incolpa l'altro della mancanza di originalità per il lettore, apparentemente con un altro romanzo su mafia, politica, religione.
Ma Salvo ha i suoi metodi per risolvere il caso di crimini e mosse sospette nella miniera di sale. Perché l'autore non li accetta? Sembra come se stesse combattendo il suo eroe, come se stesse cercando di dargli la fine che vuole. Salvo Montalbano deve invece fare i conti, oltre all'atteggiamento dell'autore che ha un ruolo importante nel libro, con l'altro suo "nemico" di cui probabilmente è geloso, il suo alter ego, il personaggio televisivo che incarna lui.
Domande filosofiche, domande senza risposta, poesia, teatro, buon cibo, spiaggia di Vigata, umorismo e solitudine, vino rosso dolce e utopia, mistero e sentimenti gentili, l'ambiente di Montalbano con i suoi subordinati, la simpatica raccoglitrice Catarella e la pratica Ciccio, Livia's amico di lunga data, Enzo con i suoi deliziosi piatti mediterranei, istantanee dell'eroe archetipico che rimangono nel lettore per ricordare quanto meravigliosamente abbia vissuto le avventure dell'eroe. Tuttavia, la maggior parte delle serie non finisce in un modo che soddisferà completamente il lettore. Non si può facilmente accettare che un eroe amato finisca. Ricordiamo cosa è successo a Conan Doyle quando ha ucciso Holmes.
Ma ecco, in questa fine di Riccardino, il tocco dell'eroe stesso. Personalmente sono rimasto a guardare sfocare le ultime due pagine, con l'emozione che saliva al rosso e la mia sconfinata ammirazione per il mio amato Salvo mentre se ne andava.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

La Repubblica, 15.2.2022
Paolo Taviani: "In gara a 90 anni perché il cinema celebra la vita"
Il regista torna in concorso alla Berlinale con 'Leonora addio' dedicato al fratello Vittorio, scomparso nel 2018, dieci anni dopo l'Orso d'oro per 'Cesare deve morire'

Berlino — Leonora addio, ritorno a Berlino. Paolo Taviani, 90 anni, rappresenta l'Italia alla rassegna tedesca — dieci anni dopo l'Orso d'oro per Cesare deve morire — con un film che firma da solo e dedica al fratello Vittorio, scomparso nel 2018. Al racconto dell'incredibile vicenda delle ceneri di Pirandello si unisce Il chiodo, scritto dall'autore poco prima di morire.
[…]
A questo film avevate pensato insieme. [al fratello Vittorio, NdCFC]
«Sì, un episodio da aggiungere al finale di Kaos. il produttore disse: "Bello ma non c'è una lira". La storia delle ceneri di Pirandello è stata raccontata da tanti, compreso Camilleri che però parla più di sé, ma è così grottesca che sembra di Pirandello. Con Vittorio avevamo scritto un primo soggetto su Il chiodo. Leonora addio invece era legato a un racconto che ho tolto dal film, ma ho tenuto il bel titolo».
[…]
Arianna Finos
 
 

Hauptverband des Österreichischen Buchhandels, 16.2.2022
anzeiger 1/2022 – Der kosmopolitische Krimiautor
Heute ist Europas Kultur zum bloßen „Erbe“ verkommen, sagt der griechische Autor Petros Markaris. Das einzige Bindeglied zwischen europäischen Staaten sei das Finanzsystem. Dessen Korruption und jener der Gesellschaft geht er in seinen Kriminalromanen nach.
[...]

[...]
Mit der Sie später gebrochen haben – in Ihrem neuen Roman wird sie zu Grabe getragen …
Markaris: Ich habe ich mit der Linken 1981 gebrochen, als die sozialdemokratische PASOK zur Regierungspartei wurde. Aber das war nicht die Hauptsache. Der Hauptgrund war, dass ich merkte, dass die Linke langsam aber sicher zu einer Systempartei mutierte – für mich und meine Generation schwer zu verstehen.
Sie wollte an die Macht – was soll daran schlecht sein?
Markaris: Mein Freund Andrea Camilleri, italienischer Autor und Mitglied der Kommunistischen Partei, erzählte mir vom Chef der italienischen Kommunisten Togliatti. Der habe zu seinen Genossen gesagt: „Genossen, wir sind keine Regierungspartei, wir sind eine Partei der Mobilisierung des Protestes der unteren Schichten, die unteren Schichten sollen mehr bekommen.“ Während meiner Zeit in Griechenland war das auch so auch. Die Linksparteien waren gegen das System und nicht Teil des Systems – das ist der große Unterschied!
[…]
Wie haben Sie als Autor zum Kriminalroman gefunden?
Markaris: Ich war schon fast sechzig, als der erste Kostas-Charitos-Roman erschien. Als junger Mann hatte ich viele Krimis gelesen, hauptsächlich englische Kriminalromane von Agatha Christie oder John Dickson Carr. Kriminalromane mit Fallen für den Leser, damit der Täter nicht sofort entdeckt wird. Man kann das als Kreuzworträtselromane bezeichnen. Später las ich Georges Simenon, der mich zu den kleinen Leuten brachte – Simenon ist ein Meister ihrer Beschreibung. Von da kam ich zu den Italienern und Spaniern, zu Manuel Vázquez Montalbán, Andrea Camilleri und den Autoren dieser Generation. Mit Camilleri war ich befreundet. Sie nutzten Kriminalromane als Vehikel, um über die Gesellschaft zu sprechen. Bei Montalbán ging es oft um den Übergang von der Franco-Diktatur zur Demokratie. Heutige Kriminalromane handeln nicht mehr unbedingt von Mord aus Eifersucht oder Erbschaftsfragen, es geht um Politik, etwa politische Verwicklungen mit dem organisierten Verbrechen, der Mafia. Mit dem Entstehen der weltweiten Netze im Geldwesen kam auch Illegales, das gemeinhin als legal gilt. Hier ist der Kriminalroman ein ideales Mittel, um die Gesellschaft zu beschreiben. Auch Klassiker wie Emile Zola oder Dostojewski haben für mich große Bedeutung – Dostojewski hat ja auch einige Kriminalfälle aufgerollt (lacht).
Erich Klein

Lo scrittore poliziesco cosmopolita
Oggi, secondo l'autore greco Petros Markaris, la cultura europea è degenerata in mero "patrimonio". L'unico collegamento tra i paesi europei è il sistema finanziario. Nei suoi romanzi polizieschi, indaga sulla sua corruzione e su quella della società.

Con il quale poi hai rotto - nel tuo nuovo romanzo è sepolta...
Markaris: Ho rotto con la sinistra nel 1981 quando il socialdemocratico PASOK è diventato il partito di governo. Ma non era quella la cosa principale. Il motivo principale è che ho notato che la sinistra si stava lentamente ma inesorabilmente trasformando in un partito di sistema, difficile da capire per me e la mia generazione.
Voleva il potere - cosa c'è che non va?
Markaris: Il mio amico Andrea Camilleri, scrittore italiano e membro del Partito Comunista, mi ha parlato del capo dei comunisti italiani, Togliatti. Disse ai suoi compagni: "Compagni, non siamo un partito di governo, siamo un partito per mobilitare le proteste delle classi inferiori, le classi inferiori dovrebbero ottenere di più". I partiti di sinistra erano contro il sistema e non facevano parte del sistema: questa è la grande differenza!
Come ti sei avvicinato ai romanzi gialli come autore?
Markaris: Avevo quasi sessant'anni quando è apparso il primo romanzo di Kostas Charitos. Da giovane avevo letto molti gialli, per lo più gialli di Agatha Christie o John Dickson Carr. Romanzi gialli con trappole per il lettore in modo che il colpevole non venga scoperto immediatamente. Puoi chiamarlo un romanzo di cruciverba. Più tardi ho letto Georges Simenon, che mi ha portato al piccolo popolo - Simenon è un maestro nel descriverlo. Da lì sono arrivato agli italiani e agli spagnoli, a Manuel Vázquez Montalbán, Andrea Camilleri e agli autori di questa generazione. Ero amico di Camilleri. Hanno usato i romanzi polizieschi come veicolo per parlare della società. Montalbán parlava spesso del passaggio dalla dittatura franchista alla democrazia. I gialli di oggi non parlano più necessariamente di omicidi per gelosia o questioni di eredità, ma di politica, come il coinvolgimento politico con la criminalità organizzata, la mafia. Con l'emergere delle reti globali nel sistema monetario sono arrivate cose illegali che sono generalmente considerate legali. Qui il romanzo poliziesco è un mezzo ideale per descrivere la società. Anche i classici come Emile Zola o Dostoevskij sono molto importanti per me - Dostoevskij ha anche svelato una serie di procedimenti penali (ride).
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Rai 3, 17.2.2022
Paolo Conte, via con me
[All’incirca al minuto 1:36:00 l’intervento di Andrea Camilleri, tratto da un servizio del TG1 del 2003, NdCFC]

Paolo Conte è uno dei massimi cantori mondiali della provincia. Le sue canzoni visive formano un immaginario atlante dell'anima, del suono e della poesia. Spesso sono una sorta di cortometraggio in grado di vivere di vita propria, perché Conte ti porta via e ti affascina con uno spettacolo di arte varia. Il documentario racconta un personaggio eclettico attraverso quasi cinquant'anni di storia. Un itinerario ideale, un intreccio di versi e musiche attraverso le canzoni, i concerti, gli amici e le riflessioni dell'artista.


 
 

Blog Sme, 19.2.2022
Ani vo Vigáte nie je baba ako baba, ani Livia nie
Keď zomrel spisovateľ a scenárista talianskeho detektívneho tv seriálu Komisár Montalbano, najmä Siciliáni sa vzbúrili.
Spisovateľ si neželal, aby niekto pokračoval v písaní a nakrúcaní, ale taliansky divák je ešte sentimentánejší ako náš a nechcel navždy opustiť fiktívnu Vigátu, biele rozprávkové mesto so sicílskou architektúrou a belasé more, v ktorom, najmä v prvých desiatich častiach, policajný komisár Salvo Montalbano vždy ráno ukazoval svoje plavecké umenie, aby si vzápätí vypil svoje ristretto.
Prvú epizódu odvysielali 6.mája 1999 a poslednú 9. marca 2021. Podstatní herci boli vytrvalí a vydržali spolu 22 rokov.
Pokiaľ slovenskí milovníci detektívnych seriálov Komisára Montalbana doteraz nesledovali a budú vidieť len nových desať častí, ktoré RTVS avizuje a uvádza na jednotke v premiére (doteraz museli diváci "čarovať", aby v programových médiách, či v českých alebo slovenských, občas nejaké informácie našli) teraz sa všetko zmenilo. Zhodou akýchsi okolností 10 premiér môžu sledovať takmer v tom istom čase, teda aj na ČT Česi aj Slováci. Obidve televízie sú akiste také bohaté, že každá z nich si môže dovoliť vlastný dabing.
LUKA ZINGARETTI
je Komisár Montalbano. Štátny policajt vyšetruje predovšetkým únosy, vraždy, nekalé praktiky a mafiánske zločiny aj medzi vysokými úradníkmi.
Spolu s režisérom Sironim mali Salva "jasného" aj v súkromnom živote, vrátane zrejme celoživotnej snúbenice Lívie. Aby však mal ústredný hrdina čas aj na prácu, spisovateľ a scenárista nechal Líviu existovať v Janove, komisára vo Vigáte. Asi mal počas dlhého života osobné skúsenosti so snúbenicami. Treba dodať, že dáma cestovala za komisárom príliš často a podľa niektorých zdržiavala vyšetrovanie. A ešte navyše sa u snúbencovej gazdinej Adeliny začala učiť variť. Salvo frfľal len poza jej chrbát, ako to už aj v živote býva zvykom.
Keď režisér Sironi po dvadsiatich častiach tiež odišiel, režíroval herec ostatné časti sám.
Peppino Mazzotta vytvoril príjemnú postavu detektíva Fatzia, Cesare Bocci komisárovho zástupcu Angela (s veľkým porozumením pre dámy), a nemožno obísť policajného vrátnika Catarella (Angelo Russo) a doktora Pasquano (Marcello Perracchio). Tam, kde sa snúbi láska a smrť, zrejme patrí aj trocha pobavenia.
Neviem, čo sa udialo s filmovým štábom zhruba v tridsiatej časti, ale z čista jasna odišla spred kamery nežná blondínka Livia a vrátila sa tmavovláska Lívia, ktorú mne nič tebe nič začal Salvo objímať a volať ju na večeru (práve sa chystala niečo uvariť) lebo on sa rád napchával a vôbec, ak ste ho ešte nevideli, obľúbite si ho.
U nás doma vidíme kadejaké premeny, ale dve vymenené herečky v rovnakom zábere?
Elena Antalová

Non c'è nonna come una nonna a Vigata, né Livia
Quando morì lo scrittore e sceneggiatore della serie televisiva poliziesca italiana Commissario Montalbano, i siciliani in particolare si ribellarono.

Lo scrittore non voleva che nessuno continuasse a scrivere e filmare, ma lo spettatore italiano è ancora più sentimentale del nostro e non ha voluto lasciare per sempre l'immaginaria Vigata, una bianca cittadina da favola con l'architettura siciliana e il Mar Bianco, in cui, soprattutto nelle prime dieci parti, il commissario di polizia Salvo Montalbano ogni mattina ha mostrato le sue doti natatorie per bere subito il suo ristretto.
Il primo episodio è andato in onda il 6 maggio 1999 e l'ultimo il 9 marzo 2021. Gli attori principali sono stati persistenti e sono durati insieme per 22 anni.
A meno che gli amanti slovacchi della serie poliziesca del Commissario Montalbano non abbiano guardato e vedranno solo i nuovi dieci episodi che RTVS annuncia e presenta all'unità nella premiere (finora, gli spettatori hanno dovuto "evocare" per trovare alcune informazioni nei media del programma, se in ceco o slovacco) ora tutto è cambiato. Per coincidenza, 10 primi ministri possono guardare quasi contemporaneamente, vale a dire sia cechi che slovacchi sulla televisione ceca. Entrambi i televisori sono così ricchi che ognuno di loro può permettersi il proprio doppiaggio.
Luca Zingaretti è il Commissario Montalbano. L'ufficiale di polizia di Stato indaga anche su rapimenti, omicidi, pratiche sleali e reati mafiosi, anche tra alti funzionari.
Insieme al regista Sironi, Salva ha avuto un "chiaro" nelle loro vite private, inclusa apparentemente la fidanzata da sempre di Livia. Tuttavia, per dare tempo all'eroe centrale di lavorare, lo scrittore e sceneggiatore fece esistere Livia a Genova, un commissario a Vigata. Probabilmente ha avuto esperienze personali con le sue fidanzate durante la sua lunga vita. C'è da aggiungere che la signora si è recata troppo spesso dal commissario e secondo alcuni ha ritardato le indagini. Inoltre, ha iniziato a imparare a cucinare presso la fidanzata di Adelina. Salvo sbuffò proprio alle sue spalle, come è consuetudine nella vita.
Quando anche il regista Sironi ha lasciato dopo venti parti, l'attore ha diretto lui stesso le altre parti.
Peppino Mazzotta ha creato il simpatico personaggio del detective Fazio, Cesare Bocci, il vicequestore Angela (con grande comprensione per le signore), e il portiere della polizia Catarella (Angelo Russo e il dottor Pasquano (Marcello Perracchio) non possono essere aggirati. Dove l'amore e la morte si uniscono, sembra esserci un po' di divertimento.
Non so cosa sia successo alla troupe cinematografica sulla trentina, ma di punto in bianco la dolce bionda Livia se ne andò davanti alla telecamera e la bruna Livia tornò, e nulla iniziò ad abbracciarti. Gli piaceva rimpinzarsi, e se non l'hai ancora visto, lo amerai.
In casa vediamo dei cambiamenti, ma due attrici scambiate nello stesso scatto?
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Juan Herranz – Libros para todos, 19.2.2022
Andrea Camilleri

Os meus libros recomendados por Andrea Camilleri. Unha revisión esencial para a súa bibliografía. Suxestións para gozar das túas obras máis interesantes.
3 mellores libros de Andrea Camilleri
O mestre italiano Andrea Camillery foi un deses autores que encheu miles de páxinas grazas ao apoio dos seus lectores de todo o mundo. Comezou a xurdir na década de 90, feito que demostra o a constancia e a escritura vocacional como base para a súa lonxevidade vital estendéronse ao negro sobre branco.
En o seu último traballo escrito, Non me toques, Andrea continuou demostrando esa facilidade para a composición de tramas de xénero de policía negra incluso na súa avanzada idade. Un virtuosismo ben adestrado parece estar contigo en todo momento. O seu escenario clásico, no que desenvolve maxistralmente as súas tramas negras, é a Sicilia profunda, xa sexa en espazos reais ou inventados, pero sempre con esas raíces da gran illa italiana.
Determina esas tres grandes obras Na miña opinión, consideradas como novelas autónomas, máis alá da serie Montalbano (nome elixido como homenaxe a Vázquez Montalbán), é complicado entre tanto e onde escoller, pero unha vez máis anímome con esas tres mellores novelas, neste caso a Don Andrea Camilleri, Imos alí.
3 novelas recomendadas por Andrea Camilleri
Tempada de caza
A través dun particular humor irónico e incluso cáustico, descubrimos a idiosincrasia dos sicilianos, coas marcas da ficción e cun toque hiperbólico.
Unha visión cómica do primitivo e tolo universo rural siciliano.Vigáta, Sicilia. Carmelina, unha cabra, era a noiva do cretino fillo do marqués Filippo, e tamén a viúva aflixida porque o parvo apareceu morto un bo día despois dun malogrado encontro cun cogomelo velenoso.
Investira moito tempo e moitas ganas de facer o primeiro e, aínda que era un idiota, era un rapaz e iso era suficiente. A súa muller puido dar fe diso, os lubricantes e continuos ataques do nobre señor deixaron a súa pegada no corpo e na alma. Desde o día de tan terrible perda, a pobre muller estaba molesta, aínda que nunca se soubo se pola morte do seu fillo ou pola perspectiva de soportar estoicamente os novos e desmesurados ardores de Filippo.
Así, o marqués buscou outra muller para recibir a súa semente. O que pasou despois entre o fidalgo e Trisina - esposa dun dos gardas da casa chamado Pirrotta - só Deus, o compracente Pirrotta e todo Vigáta sabían. Pouco despois, a xente comezou a morrer: algúns incluso de morte natural.
A morte de Amalia Priest
Con esta novela, Andrea destapouse como unha gran autora do xénero negro. O recoñecemento ao premio RBA de novelas policíacas en 2008 indicouno, aínda que en realidade moitos dos seus libros anteriores xa destilaron ao bo escritor.
Unha novela moi accesible, de lectura rápida e curta (que non sei se é boa, porque quero ler máis) Amalia Sacerdote foi asasinada e van emitir unha acusación contra o seu mozo. Michele Caruso, director da RAI de Palermo, ten acceso exclusivo a esta noticia pero non quere ser o primeiro en dala. É demasiado arriscado: tanto Amalia como a súa parella son fillos de importantes políticos sicilianos e as consecuencias de transmitir información deste calibre son imprevisibles.
Ninguén se atreve a perturbar a orde establecida en Sicilia, onde o xornalismo adoita estar controlado e a xustiza é unha farsa. Entón, se alguén se nega a mirar para outro lado, pode que teña que pagar un prezo elevado.
A forma da auga
Aquí naceu o comisario Montalbano, como unha novela independente que, debido á demanda do público, acabou sendo unha infinita cantidade de entregas para os lectores ávidos de cada vez máis Montalbano.
Nunha cálida noite siciliana, despois de nadar durante moito tempo nas tranquilas augas que se xuntan a poucos metros da súa casa á beira do mar, Salvo Montalbano sae da escuridade coas ideas máis claras: a solución do caso está no nariz, polo que só é cuestión de paciencia e método, para o que nada mellor que relaxarse previamente con algunha delicadeza preparada por Adelina, a súa fiel axudante.
Se esta escena soará familiar para os lectores habituais de Andrea Camilleri, os lectores non iniciados merecen unha breve introdución: Salvo Montalbano ten corenta e cinco anos, mantén unha moza en Xénova e é comisario de policía para a pequena cidade de Vigàta, en Sicilia. que aínda que non se atopa en ningún mapa deste mundo, é máis real que a vida mesma.
Amigo fiel dos seus amigos, amante da boa comida e sabendo que a terra xirou e xirará moitas veces ao redor do sol, Montalbano é o compendio vivo das antigas culturas mediterráneas. As súas calidades humanas, xunto coa súa intuición infalible, fixeron da súa creadora, Andrea Camilleri, unha das autoras máis lidas de Europa.
Nesta ocasión, un coñecido político e empresario aparece morto medio espido dentro do seu coche nun suburbio onde reina a prostitución e a droga. Todo indica que morreu dun ataque cardíaco despois de manter relacións íntimas cunha persoa descoñecida.
Non obstante, o comisario Montalbano non confía e, armado co nariz natural por un comportamento estraño, proponse descubrir a trama sexual e política detrás do presunto crime.
Outras obras de Andrea Camilleri ...
Exercicios de memoria
É curioso como en ausencia do autor de garda, o que podería ser unha publicación disruptiva, unha extravagancia na vida, acaba sendo unha rareza para os mitómanos despois da súa morte. Pero tamén todo un achegamento aos laicos que quizais nunca leron ao escritor que non hai moito tempo abandonou a escena e que aquí sintetiza ese famoso por que? da escrita.
A cuestión é que como no caso (recuperado pola proximidade nas súas mortes) de Ruiz Zafon coa súa obra póstuma «A cidade do vapor», sae agora este singular libro de Camillería que se le con ese punto de idolatría e morriña do que todo cobra un novo significado.
E así todo ten cabida nun volume que recompila historias e experiencias, a última de todas, nesa mestura de realidade e ficción que define en definitiva ao escritor dedicado á causa da ampliación do comercio durante anos e anos ...
A pesar de quedar cego aos noventa e un anos, a Andrea Camilleri non lle amedrentou a escuridade, do mesmo xeito que nunca tivo medo á páxina en branco. O autor siciliano escribiu ditando ata o final dos seus días e con oralidade atopou un novo xeito de contar historias. Dende o comezo da súa cegueira, aplicouse ao exercicio da memoria coa mesma férrea disciplina coa que traballara toda a vida. Con lucidez persistente, dedicouse a encadear os recordos dunha longa e prolífica vida, mostrando unha agudeza mental única e a súa particular visión do mundo.
Este libro naceu como un exercicio para practicar esta nova forma de escribir, unha especie de folleto de vacacións: vinte e tres relatos concibidos en vinte e tres días. Nelas, o autor lembra episodios clave da súa vida, retrata aos artistas que máis estimaba e repasa a historia recente de Italia, que viviu en primeira persoa. Un xogo literario onde se entrelazan sons, conversas e imaxes que nunca podes saír da túa cabeza.
«Gustaríame que este libro fose como a pirueta dun acróbata que voa dun trapecio a outro, quizais facendo unha tripla voltereta, sempre cun sorriso nos beizos, sen expresar fatiga, compromiso diario nin a constante sensación de risco que ten. fixo posible ese progreso. Se o aéreo demostrase o esforzo que lle levou executar ese alcaparra, o espectador seguramente non disfrutaría do espectáculo».
Km 123
Nesta trama Camilleri invítanos a gozar dunha historia con cheiro a enredo amoroso, de amantes filtrados entre matrimonios para romper o convincente.
Polo menos dende o principio esa é a primeira impresión. Porque unha vez Giulio estivo en coma, despois do seu accidente no quilómetro 123 do que era a Vía Aurelia que unía Roma con Pisa, a súa muller debe coidar de todo o que o rodea. Incluído o seu teléfono móbil.
E, por suposto, a chamada perdida desta Ester esperta, na tráxica situación do estado de Giulio, aínda peores presaxios para Giuditta, a súa muller. Porque a mente é así. Unha vez mergullada no tráxico, é ela, a mente que nos revela crueiramente a certeza inconfundible da fatalidade de Murphy.
O que pode empeorar empeorará. Premisa baixo a cal, ademais das sospeitas dun amante de Guiditta, aparecen testemuños que apuntan ao intento de asasinato de Giulio no momento do seu accidente no quilómetro 123.
A medida que o asunto se fai máis escuro en torno a Deus sabe que as cousas entre paixóns ocultas ou negocios indecibles, necesitamos a alguén como Attilio Bongioanni, policía instintivo, sabueso cargado coa intelixencia do mellor investigador.
Dixemos iso Camilleri parece ignífugo na súa vocación de escritor. E é mellor para nós. Porque ao final, mentres nos implicamos na extracción da verdade e do que se pode derivar dela, disfrutamos desa análise complementaria dos grandes do xénero. Porque Camilleri aínda se debe ao seu mundo de escritores de crimes negros de mediados do século XX. E as súas tramas seguen destilando críticas, filosofía de supervivencia, sagacidade para afondar nos pozos da alma humana.
Así, o enredo do nó da novela ás veces parece quitarnos o alento, coma un thriller que se refire á natureza máis humana que ao caso concreto do accidente de Giulio.
O final da historia contén ese estraño clímax que diferencia os grandes do xénero, un clímax que non só pecha o caso senón que proxecta as esencias do mal cando goberna o ser humano.
A revolución da lúa
A figura de Eleonora (ou Leonor de Moura e Aragón) na cidade de Palermo do século XVII, é unha personalidade decidida a desterrar vellos vicios, costumes desastrosos e todo tipo de excesos que o seu marido o vicerrei permitiu formar unha cidade sen lei.
Agás que todos aqueles que se beneficiaron do caos, esas orixinais mafias que se estenderían durante séculos por todo o mundo, tiñan na súa figura feminina un inimigo supostamente fácil. Se non era doado ser muller, intentar gañar poder converteuse temporalmente nunha misión imposible.
As vellas crenzas das mulleres como ferramentas do demo traídas da relixión cristiá a través da maldita Eva e a súa mazá, sempre podían servir para levantar á xente diante dunha muller.
Os feitos son os que son. As melloras na cidade de Palermo a todos os niveis son moi considerables. Pero aínda que o poder é supostamente de Eleonora, a maioría dos que a rodean conspirarán contra ela. Demasiado mecenado e débedas pendentes.
Queda por ver se os habitantes de Palermo crerán todas as escuras acusacións de Leonor ou se apreciarán realmente a mellora das súas vidas desde que ela estivo aquí.
Unha novela sobre os escuros tempos dunha cidade de Palermo que anos despois acabaría converténdose no berce da mafia siciliana. Os días de Eleonora puideron cambiar todo. A loita entre a inmoralidade e a ilegalidade e o correcto, a capacidade de manipular todo tocando o gran dun pobo analfabeto. Vellos sistemas para establecer medo e mentiras que aínda persisten ata os nosos días ... e non só en Palermo.
Non me toques
A historia da literatura está chea de grandes pequenas obras. Desde O Principiño ata Unha crónica dunha morte predita. O que ocorre é que este tipo de obras non se adoitan atopar na literatura do século XXI, máis propensas á imposición editorial ou ao gusto dos lectores, ás grandes novelas en termos de dimensións, coas que quizais xustifiquen os prezos dalgúns dos voluminosos. Exemplares.
Divulgacións sobre o mercado editorial aparte, Don't Touch Me aparece como un pequeno traballo xenial. Aínda por riba, enmarcado dentro do xénero da novela policíaca (tan propenso a obras extensas e complicadas).
E, a pesar de parecer contraditorio, para falar de Laura, a protagonista indiscutible desta novela, vou presentar a extensa novela policíaca: «A verdade sobre o caso Harry Quebert». E fágoo porque me parece interesante o paralelismo fundamental entre as dúas tramas. Coñecer a un personaxe como Laura no primeiro caso ou como Nola no segundo é un bombardeo de perspectivas sobre as persoas que os coñecían na vida.
Os misterios de Laura ou Nola fan delas preguntas enigmáticas para o lector. Mulleres que semellan non ser ou que agochan partes da súa vida que sentimos moi diferentes á súa aparencia social.
Dende o primeiro momento en que comezas a ler, Camilleri tente preso na busca de respostas á desaparición de Laura. Unha muller que ten de todo, que parece funcionar socialmente a gusto, que dedica o seu tempo ao que máis lle gusta. Por que desaparecer?
O comisario Maurizi está a atar os extremos do caso (si, tamén como Marcus Goldman no caso Harry Quebert). A diferenza entre estas dúas novelas está na forma. Non me toques ten un ritmo rápido en todo momento. Escenarios curtos e diálogos fluídos. Frases curtas pero suculentas, perfís de personaxes sutís para deixar caer a túa imaxinación.
Pequenas obras coma esta suxiren moito máis do que se le. E o certo é que todo se debe á virtude do autor, á súa capacidade para invitarche a considerar opcións, a facer preguntas, a buscar xustificacións.
En definitiva, unha pequena novela xenial para ser degustado sen demora, sen excesos retóricos pero co gran oficio sintetizador do virtuoso da escritura. Pinceladas sobre enigmas históricos e a gran Historia da arte, que espertou tanto a imaxinación popular e a imaxinación dos amantes da arte.
 
 

El Mundo, 19.2.2022
Juego de espejos para reinventar la novela negra
Las autoras de 'La Apelación' y 'Arena negra' revitalizan un género al huir de cualquier estereotipo y superar las comparaciones

Querido lector:
No se le escapará que esta es una forma poco usual de empezar un artículo, por más que, en su indulgencia, sienta que se puede tener más tolerancia creativa en las informaciones que hablan de literatura que no en otros ámbitos como política o sucesos. No es una cuestión de falta de respeto sino una oportunidad de demostrar que la capacidad de difundir noticias va mucho más allá de los géneros. La analogía me sirve como introducción a la primera novela de la que querría hablarle, como ve no hay nada más poco habitual en prensa que un redactor muestre sus trucos baratos para captar su atención. Y es que las cartas deben ser ante todo honestas.
[…]
BAJO EL VOLCÁN
Usar una carta para dar a conocer una noticia puede ser arriesgado por la incomprensión del género epistolar para informar, como cuando se fuerza la imagen reflejada en un espejo para mostrar todos los ángulos. A veces enseñas las aristas por querer ser demasiado transparente. Ese era el peligro que corría el libro de Cristina Cassar Scalia, 'Arena Negra' (Duomo ediciones), ser comparada con otro escritor siciliano de novela negra que se ha convertido en un referente universal del género.
Y es que el personaje de Cassar Scalia, la subcomisaria Giovanna Garrasi, conocida como Vanina, es mucho más que "Montalbano hecho mujer", como ha dicho algún crítico en referencia al personaje inmortal de Andrea Camilleri. Comparten naturalidad para relatar una investigación de un crimen, con la dificultad que ocurrió muchos años atrás, al mismo tiempo que destilan una exaltación por una forma de entender la vida totalmente mimética con la naturaleza, la gastronomía o la pasión propia de Sicilia.
Pero la protagonista de 'Arena Negra' no es sólo un reflejo en el 'espejo Montalbano'. Está claro que Cassar Scalia agradece y utiliza la influencia para dar una vuelta de tuerca al género negro propiamente siciliano, que creó Leonardo Sciascia aunque lo globalizó Camilleri, pero lo dota de una ironía, humanidad e ingenio que la hacen tener una voz propia. De su mano nos adentramos en un misterio tras encontrar el cadáver de una mujer momificado en una villa abandonada desde 1959.
Con esta premisa y con la presencia constante de la ceniza del Etna, un fabuloso túnel del tiempo volcánico cuya presencia ha marcado a generaciones de sicilianos, la escritora teje una novela que hila el pasado y el presente sin desdeñar los propios conflictos de la protagonista, como no, relacionados con la mafia, otra existencia permanente en este rincón del mundo. Es precisamente esa cercanía del lenguaje usado con el lector junto con la forma de desentrañar el misterio lo que permite a la autora superar cualquier odiosa comparación generando una galería de personajes muy atractivos que garantizan una inmersión desde otro ángulo en el género negro siciliano.
Espero, querido lector, que haya disfrutado de este viaje conjunto por dos de las muchas recomendaciones literarias que podría hacerle. A veces no basta con romper las normas o rebelarte ante el encasillamiento, lo fundamental es ser capaz de transmitir la singularidad de lo que quieres contar por mucho que para vender tu producto, por cuestiones comerciales, sea más fácil que te coloquen la etiqueta de ser 'la nueva Agatha Christie o el nuevo Andrea Camilleri'. Sin desdeñar a tus referentes hay que ser valiente para apostar por revitalizar y revisar géneros que cada vez más están faltos de originalidad, como la novela negra o el periodismo. Pero esa necesaria autocrítica la dejamos para otra carta.
Atentamente
G.
Germán González

Gioco di specchi per reinventare il romanzo nero
Le autrici di 'La Apelación' e 'Sabbia nera' rivitalizzano un genere fuggendo da ogni stereotipo e superando i confronti

Non ti sfuggirà che questo è un modo insolito per iniziare un articolo, anche se, per tua indulgenza, senti di poter avere più tolleranza creativa nelle informazioni che parlano di letteratura che in altri settori come la politica o gli eventi. Non è una questione di mancanza di rispetto, ma un'opportunità per dimostrare che la capacità di diffondere notizie va ben oltre il genere. L'analogia serve come introduzione al primo romanzo di cui vorrei parlarvi, come potete vedere non c'è niente di più insolito sulla stampa di un editore che mostra i suoi trucchi da quattro soldi per attirare la vostra attenzione. Ed è che le lettere devono essere soprattutto oneste.
Sotto il vulcano
Usare una lettera per pubblicizzare le notizie può essere rischioso per l'incomprensione del genere epistolare da informare, come quando l'immagine riflessa in uno specchio è costretta a mostrare tutte le angolazioni. A volte mostri i bordi per voler essere troppo trasparente. Questo era il pericolo che il libro di Cristina Cassar Scalia, 'Sabbia Nera' (edizioni Duomo), venisse paragonato a un altro scrittore siciliano di romanzi gialli che è diventato un riferimento universale nel genere.
Ed è che il personaggio di Cassar Scalia, il vicequestore Giovanna Guarrasi [il cognome in spagnolo è stato modificato in Garrasi, NdCFC], in arte Vanina, è molto più di "Montalbano fatto donna", come hanno affermato alcuni critici in riferimento al personaggio immortale di Andrea Camilleri. Condividono la naturalezza di denunciare un'indagine su un delitto, con la difficoltà di tanti anni fa, mentre distillano un'esaltazione per un modo di intendere la vita totalmente mimetico con la natura, la gastronomia o la passione della Sicilia.
Ma il protagonista di 'Sabbia Nera' non è solo un riflesso nello 'specchio Montalbano'. È chiaro che Cassar Scalia apprezza e usa l'influenza per dare una svolta al genere noir veramente siciliano, creato da Leonardo Sciascia sebbene Camilleri lo abbia globalizzato, ma dotandolo di ironia, umanità e ingegno che gli fanno avere una voce propria . Dalla sua mano entriamo nel mistero dopo aver ritrovato il corpo di una donna mummificata in una villa abbandonata dal 1959.
Con questa premessa e con la presenza costante delle ceneri dell'Etna, un favoloso tunnel temporale vulcanico la cui presenza ha segnato generazioni di siciliani, lo scrittore tesse un romanzo che intreccia passato e presente senza disdegnare i conflitti stessi del protagonista, ovviamente legati alla mafia, un'altra esistenza permanente in questo angolo di mondo. È proprio quella vicinanza del linguaggio usato con il lettore insieme al modo di svelare il mistero che permette all'autore di superare ogni odioso paragone, generando una galleria di personaggi molto accattivanti che garantiscono un'immersione da un'altra angolazione nel genere noir siciliano.
Spero, caro lettore, che tu abbia apprezzato questo viaggio congiunto per due dei tanti consigli letterari che potrei farti. A volte non basta infrangere le regole o ribellarsi alle classificazioni, la cosa fondamentale è riuscire a trasmettere l'unicità di ciò che si vuole raccontare, non importa quanto sia più facile vendere il proprio prodotto, per ragioni commerciali, per essere etichettata come "la nuova Agatha Christie o la nuova Andrea Camilleri". Senza disdegnare i tuoi riferimenti, devi essere coraggioso per scommettere sulla rivitalizzazione e la revisione di generi sempre più privi di originalità, come i gialli o il giornalismo. Ma lasciamo quella necessaria autocritica per un'altra lettera.
Cordiali saluti
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

VD, 21.2.2022
“Abbandonate il provincialismo di usare solo termini inglesi e tutelate la lingua italiana”
L’importanza della nostra lingua secondo Andrea Camilleri.
Cliccare per il video
Fonte: Michele Butiniello
Ravenna Web Tv

 
 

Comunicato stampa, 21.2.2022
Sulle orme del Maestro Camilleri

Andrea Camilleri poteva essere chiamato ‘maestro’ per diversi motivi: perché questo titolo è attribuito agli artisti; perché ha esercitato l’attività di insegnante; perché aveva la capacità di comunicare concetti profondi con parole che, nonostante un’iniziale difficoltà, tutti riescono a capire.
Da questa consapevolezza è nato il progetto di proporre alcuni tra i molteplici aspetti presenti nella sua opera a un pubblico di studenti composto dai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, dagli alunni della scuola secondaria di primo e secondo grado, dagli studenti giunti alla soglia dell’esame di diploma nella scuola secondaria di secondo grado.
Promotori dell’iniziativa – coordinata dalla professoressa Simona Pilia – sono l’Istituto Statale “Randaccio-Tuveri-Don Milani” e l’Istituto di Istruzione Superiore “De Sanctis-Deledda”, mentre la voce narrante sarà quella di Giuseppe Marci, che ha insegnato Filologia italiana all’Università di Cagliari e attualmente compila il CamillerINDEX (https://www.camillerindex.it/) e dirige i Quaderni camilleriani (https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/): suo compito sarà quello di accompagnare gli studenti alla scoperta del fiabesco e del fantastico, della natura e della Storia nel Gran Teatro di Andrea Camilleri.
Gli incontri si terranno secondo il seguente calendario:
Lunedì 7 marzo 2022 ore 11:30-12:30: Incontro sulla narrazione destinato ai bimbi dell’infanzia e dei primi 2 anni della scuola primaria; testo di riferimento “Topiopì”.
Lunedì 14 marzo 2022 ore 11:30-12:30: Incontro sulla fiaba destinato agli alunni delle quinte di scuola primaria e delle prime e seconde di scuola secondaria; testi di riferimento “Piccola enciclopedia dei giochi per l’infanzia”, “Magarìa”, “La storia del naso”, “I tacchini non ringraziano”.
Giovedì 24 marzo 2022 ore 9:30-10:30: Incontro sul fantastico destinato alle classi terze di scuola secondaria di primo grado e prime di scuola secondaria di secondo grado dell’I.I.S. “De Sanctis-Deledda”; testi di riferimento “Maruzza Musumeci”, “Il casellante”, “Il sonaglio”.
Giovedì 21 aprile 2022 ore 9:30-10:30: Incontro destinato agli alunni della quinta di scuola secondaria di secondo grado I.I.S. “De Sanctis-Deledda” e dedicato al rapporto di Camilleri con Pirandello e, in particolare, al tema autore/personaggio; testo di riferimento “Riccardino”.
 
 

Parmense, 21.2.2022
“Esercizi di memoria” di Andrea Camilleri – Rubrica “Un libro per amico”
Nell’episodio di oggi della rubrica “Un libro per amico”, Paola Mazza presenta “Esercizi di memoria” di Andrea Camilleri. Camilleri, più conosciuto per il suo fortunato personaggio del Commissario Montalbano, in questo libro ci presenta 23 storie pensate in 23 giorni, che raccontano la sua vita sullo sfondo del nostro Paese.


 
 

La Sicilia (ed. di Catania), 22.2.2022
Viagrande
I ragazzi del liceo “Emilio Greco” colorano il Centro disabili

C’è anche un omaggio alla Santa Patrona, Sant’Agata, tra le opere realizzate dagli studenti del liceo artistico "Emilio Greco”, che da sabato scorso rendono più allegro e colorato il Centro di riabilitazione per disabili del Csr a Viagrande, dove è stata inaugurata la galleria d’arte, frutto di un progetto di alternanza scuola-lavoro voluto dal Consorzio siciliano di riabilitazione e dal liceo artistico, intitolato "L’arte nella diversità. Porte aperte alla bellezza”.
Circa 30 studenti si sono alternati, da novembre 2021, per dipingere un’ala del Centro di riabilitazione, abbellendo le pareti con murales di scorci tipicamente siciliani e con 20 tele, in omaggio alle opere di grandi artisti siciliani: da Emilio Greco a Renato Guttuso e Piero Guccione. In bella vista anche un omaggio al grande scrittore Andrea Camilleri: una porzione di parete riporta una sua famosa frase "Non bisogna mai avere paura dell'altro perché tu, rispetto all'altro, sei l’altro", scritta anche con i simboli della Comunicazione aumentativa alternativa, utilizzata in tutti i 19 Centri del consorzio siciliano di riabilitazione per i ragazzi e le ragazze con bisogni comunicativi complessi.
[…]
 
 

Agrigento Notizie, 23.2.2022
“Camilleri, Montalbano & co.”: torna il teatro da camera al Circolo Empedocleo con l’omaggio allo scrittore empedoclino

“Camilleri, Montalbano & co.” è il titolo del nuovo appuntamento della stagione di "Teatro da camera 2021-2022" che riprende al Circolo Empedocleo dopo lo stop imposto dalla pandemia. Si tratta della quinta edizione della rassegna con la direzione artistica di Giuseppe Adamo e Mario Gaziano in collaborazione con il Pirandello Stable Festival.
Il pubblico è atteso venerdì 25 febbraio alle 18,15 in piazza San Giuseppe.
Si tratta di uno spettacolo ideato per entrare nel mondo di Andrea Camilleri tra recitazioni, video e canti camilleriani, ideato e diretto da Mario Gaziano con la regia televisiva di Diego Romeo.
Gli interpreti e i personaggi in ordine di apparizione sono Giuseppe Crapanzano, Alfonso Marchica, Massimo Agozzino, Maria Fantauzzo, Maria Grazia Castellana, Alfio Russo, Lillo D'Aleo, Antonio Zarcone con la sezione "Gruppo città di Agrigento" di Riccardo Cacicia, Vittorio Lauricella e Luca Cacicia.
Collaborazione artistica di Andrea Cassaro e Rosa La Franca, collaboirazione scenografica di Alfonso Mossuto e collaborazione tecnica di Lillo Rizzuto. Audioservice Salvatore Cucchiara.
Necessari mascherina e green pass.
 
 

Nulla dies sine linea, 23.2.2022
Montalbano, l’ulivo saraceno e il degrado della Sicilia

Molto caro al commissario Montalbano è un ulivo saraceno dai rami contorti, che assume un carattere fortemente simbolico.
Questo albero costituisce infatti un esplicito elemento pirandelliano: Camilleri affermava di essersi ricollegato alle ultime parole che Pirandello rivolse a suo figlio Stefano, a proposito dell’opera incompiuta I giganti della montagna: “C’è in mezzo al palcoscenico un ulivo saraceno col quale ho risolto tutto” (cfr. G. Bonina, Il carico da undici, Le carte di Andrea Camilleri, Barbera editore, Siena 2007, p. 293).
L’ulivo rispecchia quasi mimeticamente ciò che avviene nella testa del commissario, l’intreccio delle ipotesi e l’accavallarsi dei ragionamenti.
Questa curiosa simbiosi è evidenziata in un magistrale passo del romanzo La gita a Tindari:
“Pareva un àrbolo finto, di teatro, nisciùto dalla fantasia di un Gustavo Doré, una possibile illustrazione per l’Inferno dantesco. I rami più bassi strisciavano e si contorcevano terra terra, rami che, per quanto tentassero, non ce la facevano ad isarsi verso il cielo e che a un certo punto del loro avanzare se la ripinsavano e decidevano di tornare narrè verso il tronco facendo una specie di curva a gomito o, in certi casi, un vero e proprio nodo. Poco doppo però cangiavano idea e tornavano indietro, come scantati alla vista del tronco potente, ma spirtusato, abbrusciato, arrugato dagli anni. E, nel tornare narrè, i rami seguivano una direzione diversa dalla precedente. Erano in tutto simili a scorsoni, pitoni, boa, anaconda di colpo metamorfosizzati in rami d’ulivo… Montalbano, quando non aveva gana d’aria di mare, sostituiva la passiata lungo il braccio del molo di levante con la visita all’àrbolo d’ulivo. Assittato a cavasè sopra uno dei rami bassi, s’addrumava una sigaretta e principiava a ragionare sulle facenne da risolvere. Aveva scoperto che, in qualche misterioso modo, l’intricarsi, l’avvilupparsi, il contorcersi, il sovrapporsi, il labirinto insomma della ramatura, rispecchiava quasi mimeticamente quello che succedeva dintra alla sua testa, l’intreccio delle ipotesi, l’accavallarsi dei ragionamenti. E se qualche supposizione poteva a prima botta sembrargli troppo avventata, troppo azzardosa, la vista di un ramo che disegnava un percorso ancora più avventuroso del suo pinsèro lo rassicurava, lo faceva andare avanti” (pp. 97- 98).
Nel romanzo L’odore della notte (Sellerio, Palermo 2001, pp. 53-56) l’ulivo saraceno esce drammaticamente dalla vita di Montalbano. Il commissario capita per caso nel luogo a lui caro, a tarda sera, dopo una cena luculliana da “Giugiù ‘u carritteri”; è quasi ubriaco e decide di farsi passare la sbornia “tra i rami dell’àrbolo” a lui caro. Ma qualcosa lo spiazza, non riconosce il paesaggio abituale; scende allora dalla macchina e avanza nello scenario stravolto ed irriconoscibile, finché fa una terribile scoperta: l’ulivo è stato sradicato nel corso dei lavori di costruzione di un orrendo villino: «Puntò la pila, taliò meglio e fece un urlo. Aveva visto un morto. O meglio, un moribondo. Il grande aulivo saraceno era davanti a lui, agonizzante, dopo essere stato sradicato e gettato ‘n terra. Agonizzava, gli avevano staccato i rami dal tronco con la sega elettrica, il tronco stesso era stato già profondamente ferito dalla scure. Le foglie si erano accartocciate e stavano seccando».
Montalbano scoppia in lacrime, palpeggia la pianta agonizzante come se fosse un essere umano moribondo; poi passa dalla disperazione “a una specie di raggia lucida, controllata”, a una rabbia sconfinata che lo induce a devastare l’empio scenario che si sta sostituendo all’antico e mitico ulivo.
Il commissario penetra all’interno del villino, impugna una mazza da spaccapietre e frantuma sistematicamente i vetri delle finestre del piano terra; quando vede poi otto grandi statue kitsch, le distrugge a mazzate: «Erano otto grandi statue momentaneamente raggruppate in attesa che il proprietario della villetta le dislocasse a suo piacimento. Biancaneve e i sette nani. “Aspettatemi che torno” disse Montalbano. Scassò coscienziosamente le rimanenti due finestre e poi, facendo roteare alta sopra la sua testa la mazza come Orlando faceva roteare la sua spada quand’era furioso, s’avventò sul gruppo dando mazzate all’urbigna. Tempo una decina di minuti e di Biancaneve, Mammolo, Eolo, Pisolo, Brontolo, Cucciolo, Ventolo, Mignolo, o come m*** si chiamavano, non rimasero altro che minuscoli frammenti colorati. Ma Montalbano ancora non si sentiva soddisfatto. Scoprì che sempre vicino al gazebo in costruzione c’erano delle bombole spray di colore. Ne pigliò una verde e scrisse, a caratteri cubitali, quattro volte la parola STRONZO, una per lato della villetta. Quindi riscalò il cancello, si rimise in macchina e partì per Marinella, sentendo che la ‘mbriacatura gli era completamente passata».
In questa rabbiosa e irrazionale reazione non emerge tanto la sensibilità ecologista di Montalbano, quanto la rabbia per l’empia violazione di un affetto per lui sacro, per la cancellazione violenta di una consuetudine radicata.
In tutti i romanzi della serie, Montalbano si rivela ostile al degrado ambientale, ma l’impressione è che in lui convivano ambientalismo e passatismo, che egli cioè ami l’ambiente soltanto se è incontaminato dal presente, quando resta immobile nel tempo e nello spazio.
Egli ama, ad esempio, la Sicilia “arcaica”, rurale, aspra e incontaminata, mentre detesta le autostrade e le strade a scorrimento veloce: “Per arrivare a Calapiano scelse di fare la strata più lunga e meno agevole, quella aveva sempre pigliato le poche volte che c’era andato perché gli permetteva di rivedere quella Sicilia che di giorno in giorno scompariva, fatta di terra avara di verde e d’òmini avari di parole” (L’odore della notte, Sellerio 2012, p. 111). A questa Sicilia “ideale” (prioritaria nella fiction televisiva) si co
ntrappongono la sporcizia, l’abbandono, il cattivo gusto in cui sprofonda l’isola “reale”, potentemente descritto in alcuni passi dei romanzi su Montalbano:
• “Conosceva Vigàta 2. Un incubo generato da un palazzinaro in preda ai peggiori allucinogeni. Lui non ci avrebbe abitato manco sotto forma di catafero” (La luna di carta, Sellerio 2005, p. 22).
• “Sorpassò il camposanto e continuò ad acchianare tra dù ali di cimento, grigi falansteri a mità tra un càrzaro messicano d’alta sorveglianza e un manicomio-bunker per pazzi furiosi e assassini visto come l’incubo di un pazzo furioso e assassino. Quella viniva chiamata, va a sapiri pirchì, edilizia popolare” (La caccia al tesoro, Sellerio 2010, p. 75).
• “Stava passanno in quella zona di Piano Lanterna indove erano stati flabbicati quattro orrendi grattaceli nani, o meglio aborti di grattaceli, per ospitari la popolazioni che dal centro del paìsi si era squasi tutta spostata sull’altopiano… Ora era un mari di cimento, ‘na speci di kasbah dominata dai finti grattaceli” (Una voce di notte, Sellerio 2012, pp. 32-33).
• “Ogni vota che s’attrovava a passari dalle parti di Borgonovo, un quartiere a ponente di Vigàta, il commissario, macari se stava guidanno, chiuiva l’occhi. ‘Na decina di palazzetti repellenti, costruiti su progetto di un architetto chiaramenti dedito agli alcolici e soprattutto ‘ndiciso tra Gaudì e Le Corbusier. Per non fari torto a nisciuno dei dù, aviva pigliato tanticchia dell’uno e tanticchia dell’altro. Inspiegabilmente i palazzetti, tutti di cinco piani, erano come ‘mpiccicati tra di loro, collegati da stratuzze tanto stritte che ci poteva passari ‘na sula machina alla vota. Torno torno, ‘nveci, aperta campagna. O meglio: ‘n’enormi discarrica di ogni cosa possibili e ‘mmaginabili: frigorifira, atomobili, cessi, vasche da bagno, carogne di cani e gatti, fusti che colavano, stracci, liquami ‘ndefinibili e forsi forsi reattori atomici ormai inutilizzabili. E, a circari bono, sicuramenti si sarebbi attrovato suttirrato macari qualichi catafero. Il tutto feteva accussì forti che l’aceddri, appena per sbaglio ci volavano supra, cadivano ‘n terra stecchiti” (Riccardino – Seguito alla prima stesura del 2005, Sellerio 2020, pp. 49-50).
Nel complesso, questa Sicilia camilleriana costituisce una sorta di mix: “appare depurata della fissità verghiana, del profondismo pirandelliano, dell’immobilità lampedusiana, dell’isolitudine bufaliniana e dell’irredimibilità sciasciana” (G. Bonina, Il carico da undici, cit., p. 132).
Mario Pintacuda
 
 

Giornale della libreria, 24.2.2022
Non solo Camilleri, Zerocalcare, Auci e Morante: tutte le opere selezionate dal bando traduzioni Cepell

Saggi e romanzi di nuova pubblicazione, ma anche classici e fumetti. Grandi gruppi editoriali e piccoli editori, ma anche agenzie letterarie. E, dall’altro versante, lingue di traduzione tradizionali per il mercato italiano, ma anche altre meno scontate.
È una mappa attendibile – per quanto ovviamente parziale – della varietà con cui si presenta all’estero l’editoria italiana quella restituita dall’elenco delle 217 opere che beneficeranno dei contributi del bando per la traduzione 2020, per un finanziamento totale di 650 mila euro (che saranno assegnati al termine delle procedure di assegnazione).
L’elenco è stato pubblicato dal Centro per il libro e la lettura, che ha curato il bando. L’Associazione Italiana Editori, attraverso la sua società di servizi Ediser, è stata parte attiva nella promozione dell’iniziativa e nella raccolta delle domande presentate dagli editori e dagli agenti letterari italiani propedeutica all’assegnazione dei fondi alle case editrici straniere. Adesso gli editori stranieri hanno 24 mesi di tempo per pubblicare il testo.
È la prima volta che, attraverso una struttura che fa capo al Ministero della Cultura, la promozione del libro italiano passa attraverso un bando che premia gli editori stranieri per il tramite delle case editrice e degli agenti letterati italiani che detengono i diritti delle opere tradotte.
«Il bando è il primo passo verso il nuovo ruolo che la legge 15 del 2020 assegna al Cepell, non più solo a sostegno della lettura, ma per la promozione del libro italiano in un contesto internazionale. Siamo al primo anno di una iniziativa che si ripeterà ogni 12 mesi, faremo tesoro delle piccole difficoltà di quest’anno per fare ancora meglio nei prossimi. È un segnale importante che quasi tutte le domande presentate siano state accolte, a dimostrazione della congruità del sostegno» ha spiegato il direttore del Centro Angelo Piero Cappello.
Vedremo, così, ben cinque opere di Camilleri edite in turco.
[…]
Samuele Cafasso
 
 

Optimagazine, 24.2.2022
Tutte le fiction Rai in primavera: da Sopravvissuti e Don Matteo 13 al ritorno di Montalbano
Il piano fiction Rai in primavera: cosa vedremo dalla novità Sopravvissuti alla nuova stagione di Don Matteo e le repliche di Montalbano

Quali sono le fiction Rai che vedremo in primavera? La rete ammiraglia ha reso noto i suoi programmi per i prossimi mesi, che saranno carichi tra novità e grandi ritorni.
[…]
Torna in tv l’intramontabile Montalbano con le repliche. Secondo i palinsesti, il Commissario occuperà la fascia oraria del lunedì [domenica, NdCFC] sera dal 1° al 22 maggio con i primi episodi restaurati.
[…].
Verdiana Paolucci
 
 

TvBlog, 24.2.2022
Guerra in Ucraina: su Rai1 niente Cantante mascherato, salta anche Storie italiane, Unomattina inizia alle 9.05
Anche domani venerdì 25 febbraio 2022 importanti variazioni nel palinsesto di Rai1 sin dal mattino, a causa della guerra in Ucraina

Anche domani, venerdì 25 febbraio 2022, la programmazione di Rai1 sarà fortemente condizionata dalla guerra in Ucraina. Tra le principali variazioni di palinsesto va segnalata la cancellazione de Il Cantante mascherato, che in prima serata sarà sostituito dalla replica de Il Commissario Montalbano (andrà in onda l’episodio dal titolo Un covo di vipere).
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Massimo Galanto
 
 

Circolo Cuturale Empedocleo, Agrigento, 25.2.2022
Camilleri Montalbano & Co


 
 

Il Settimanale di Bagheria, 26.2.2022
Altavilla Milicia: In fase di allestimento “Il muro degli eroi” al Belvedere

Il raggruppamento di artisti “Officina pittorika” è all’opera per abbellire il paese con una serie di murales che assemblano i colori della Sicilia con i personaggi rappresentati, dal cantautore Franco Battiato, allo scrittore Andrea Camilleri a Felicia Impastato, rappresentata da cuore ferito di una mamma.
L’opera in corso di allestimento nei pressi del Belvedere di Altavilla Milicia è denominata “Il muro degli eroi”.
L’iniziativa vede la collaborazione del Comune di Altavilla Milicia, del Cesvop, della Coop. Sociale Novi Familia, dell’Associazione Arcobaleno e del Centro di animazione Jobel.
Il Pungolo di Bagheria
 
 

Teleblog, 26.2.2022
Ascolti tv 25 febbraio, vince Fosca Innocenti flop Montalbano ennesima replica

Stavolta l’ennesima replica de Il commissario Montalbano programmata tra l’altro anche all’improvviso non ha portato fortuna a Rai Uno lasciando vincere ma senza particolare boom Fosca Innocenti su Canale 5. In risalita Quarto grado e pressoché stabile Propaganda Live su La7.
Ascolti tv prima serata
• Rai1 la replica dell’episodio “Un covo di vipere” de Il Commissario Montalbano registra 2.813.000 spettatori pari al 13.8% di share.
[…]
Giuseppe Ino
 
 

Il Resto del Carlino (ed. di Pesaro), 26.2.2022
Il Sigillo d’Ateneo al procuratore Gratteri
L’alto riconoscimento dell’Università ad uno degli uomini simbolo della lotta alla ’Ndrangheta. Cerimonia fissata a fine maggio

Il Procuratore della Repubblica nel Tribunale di Catanzaro, figura di grande spicco nella lotta alla criminalità organizzata, in particolare alla ‘Ndrangheta, saggista e ora prossimo a ricevere il Sigillo di Ateneo dell’Università di Urbino. A fine maggio, il calabrese Nicola Gratteri sarà insignito dell’onorificenza dalla Carlo Bo, aggiungendosi alla lista di personaggi illustri che l’hanno ricevuta, tra cui lo scrittore Andrea Camilleri […].
[In realtà Camilleri ha ricevuto la Laurea Honoris Causa, che è un'onorificenza di livello superiore, NdCFC]
 
 

Touchpoint, 28.2.2022
Con Storytel e MullenLowe, “Montalbano ti senti”

Da Montalbano sono a Montalbano ti senti. MullenLowe comunica l’arrivo del commissario più amato d’Italia che sbarca su Storytel, la prima piattaforma europea di audiolibri, grazie a una collaborazione in esclusiva con Sellerio, lo storico editore delle opere di Andrea Camilleri.
La campagna integrata (video, social, search, display e influencer) valorizza il potere evocativo e immersivo del racconto audio, capace di restituire alle parole del romanzo un nuovo immaginario, alternativo a quella tradizionale dalla celebre serie Tv. La campagna racconta infatti l’effetto magico delle parole di Camilleri quando irrompono nella quotidianità degli ascoltatori, che si ritrovano improvvisamente trasportati nel mondo narrativo di Montalbano come promesso dal claim “Se ascolti Montalbano… Montalbano ti senti”.



L’attività di influencer marketing realizzata in collaborazione con “Ammu Cannoli” ha portato le atmosfere di Vigata nelle case di influencer e giornalisti, grazie a una box speciale che conteneva un originale kit per la preparazione dei cannoli e una chicca editoriale: l’Alfabeto di Montalbano, un piccolo viaggio in venti parole ideato da MullenLowe per raccontare tutto il fascino e la straordinaria inventiva della lingua creata da Andrea Camilleri.



«La collaborazione in esclusiva con Sellerio e l’arrivo di Camilleri in audio rappresentano un grande successo per Storytel. Siamo felici di aver collaborato con Mullenlowe per un lancio così atteso e di averlo fatto con una campagna che ha messo in luce le storie e la lingua di Camilleri attraverso l’esperienza unica del racconto orale, primo passo di un progetto che porterà nella forma audio le opere degli autori Sellerio più amati», commenta Marco Ferrario, Country Manager di Storytel Italia.
«Poter lavorare con un marchio come Storytel, così innovativo e contemporaneo, è un grande onore. Cimentarsi, come primo progetto, sul lancio di un prodotto icona come Montalbano di Camilleri un’opportunità fantastica» prosegue Diego Ricchiuti, CEO di MullenLowe Group Italy.
«La sfida creativa è stata raccontare un prodotto editoriale d’eccellenza, trasmettendo allo stesso tempo il messaggio di marca per posizionare Storytel come attore di eccellenza nel crescente mercato degli audiolibri. Abbiamo optato per l’evocazione, generata da una lettura d’eccellenza del testo originale da parte di Massimo Venturiello, attore e doppiatore scelto dallo stesso Camilleri, che posiziona Storytel come portale di accesso unico all’esperienza “monosensoriale” verticale di questo prezioso contenuto», conclude Nicola Rovetta, CCO di MullenLowe Group Italy.



Credits
Agency Team
Account & Project Manager: Carlotta Bozzetti
Direzione Creativa: Nicola Rovetta, Massimo Gnocchi, Massimo Dalprà
Art Director: Nicola Rovetta, Nadia Sesti, Giulia Valentini
Copywriter: Massimo Gnocchi, Massimo Dalprà
Cost Control & Production: Sara Galmozzi
Production:
Production and Post Production Company: SPOOK SRL
Executive Producer: Alessandro Clerici
Line Producer: Fabrizio Dubino
Regia: AB_Normal
DOP: Max Gatti
Stylist: Silvia Capra
Scenografo: Max Zucca
Montaggio: “Calle” Spook srl
Post Production audio:
Project manager: Marco Longieri
Audio Service coordinator: Sandra Caccia
Voce: Francesca Jemma
Music: PremiumBeat
 
 

La biblioteca del libraio, 28.2.2022
Rubriche: Ci provo con... #25
Oggi nella rubrica, Ci provo con... vi parlo del libro I tacchini non ringraziano di Andrea Camilleri.
Ci provo con... è una rubrica che dà spazio alle letture di autori che non abbiamo ancora letto, ideata da Chiara, del blog, La lettrice sulle nuvole, con la collaborazione di Dolci, del blog, Le mie ossessioni librose.
Titolo: I tacchini non ringraziano
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Salani
Pag.: 180
Data di pubblicazione: 19 novembre 2018

Ho praticamente guardato tutta la serie Montalbano e tante volte mi sono detta che avrei voluto leggere un libro scritto da Camilleri.
Un paio di anni fa, in un mercatino di provincia, che io adoro, ho trovato questo libro, diciamo che come al solito non ho letto la trama, l'ho acquistato e basta, riponendolo in quella libreria che chiede pietà tutte le volte che appoggio un libro con la convinzione che lo leggerò a breve.
Comunque alla fine il tempo per I tacchini non ringraziano è arrivato, solo che invece che leggere una storia poliziesca, avvincente, seriale, ho letto una storia che parlava di animali, dal punto di vista dell'autore.
I tacchini non ringraziano è un insieme di storie, molte delle quali narrate dalla stesso Camilleri che si racconta, parlando di esperienze giovanili a contatto con la natura, andando a caccia, scoprendo aspetti e storie che ha poi raccontato.
I protagonisti sono gli animali e ce ne sono davvero tanti, e ogni storia viene presentata e illustrata (perché ci sono delle illustrazioni) come se fosse una favola, ma non è una favola perchè non sempre c'è il lieto fine.
Ho scoperto un libro insolito, adatto ai più piccoli, però la penna dello scrittore è stata capace comunque di catturarmi, certo mi sono mancate le sue chiacchiere che un po' annunciano gli eventi, un po' come ci ha abituati tutte le volte che stiamo per guardare uno dei suoi film, come mi è mancato magari un po' di investigazione che tanto mi sarebbe piaciuto leggere.
Pazienza mi rifarò sicuramente in un altro dei suoi libri, solo che la prossima volta leggerò prima la trama e poi magari lo acquisterò.
Floriana
 
 

Perizona, 28.2.2022
Maurizio Costanzo: “E’ impossibile essere il capo di Maria De Filippi”
I due coniugi si punzecchiano a “C’è tempo che fa”
• Fabio Fazio celebra i 40 anni del “Maurizio Costanzo Show”: “Io facevo le imitazioni”
• Accanto al conduttore c’è la consorte che quest’anno festeggia i 30 anni di “Amici”
• L’intervista va avanti tra scaramucce reciproche: “Prima di conoscerlo, non lo guardavo in tv”

A “Che tempo che fa”, Fabio Fazio ha celebrato i 40 anni del “Maurizio Costanzo Show”. Un traguardo importante per Maurizio Costanzo che, nonostante un fastidioso abbassamento di voce, è intervenuto in collegamento con il programma di Rai3.
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Dal palco del Parioli sono passati 45mila ospiti
Sul palco dello show che va in onda da 40 anni dal Teatro Parioli di Roma sono transitati 45mila ospiti. “Una grande emozione rivedere Falcone, Camilleri, Gassmann, Gino Strada. Emergency nacque da me – ha detto Costanzo commosso dopo un filmato – In questi giorni ci manca tanto, pensa come poteva aiutare il popolo dell’Ucraina. Tra le puntate di cui vado più fiero c’è quella con Camilleri. Lui aveva scritto un libretto per Sellerio e io dissi: ‘Leggetelo, se non vi piace vi ridò i soldi’. E questo lanciò Camilleri perché nessuno mi chiese i soldi indietro”.
[…]
Daniela Vitello
 
 

 


 
Last modified Thursday, November, 03, 2022