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RASSEGNA STAMPA

MARZO 2022

 
Rai 5, 1.3.2022
La solitudine di un portiere
31 min Disponibile per 8 giorni

Mariano Rigillo interpreta il monologo di Didier Kaminka, diretto da Andrea Camilleri, in cui viene esplorata la professione del portiere descrivendone sia i lati positivi che quelli negativi e le frustrazioni derivanti dall'attesa che qualche giocatore tiri nella sua porta
 
 

Actualidad literatura, 1.3.2022
Tlhakubele. Khetho ea lintho tse ncha

Re fihlile ho tsamaea mme kgwedi ya selemo e re tlisetsa tse ngata litaba likhatiso tse khahlisang. Ena ke khetho ea Litlotla tse 6 ea bangoli ba naha le ba machaba.
[…]
lequloana la mangeloi - Andrea Camilleri
E ETSOA KE: Andrea Camilleri, ea re siileng lilemo tse tharo tse fetileng, o ne a ipapisitse le 'nete ea nalane bakeng sa morero ona oa buka ea botlokotsebe, moo ho ts'oana ha hae ho tloaelehileng ho sa haellang.
Re Sicily ka 1901 'me lefu la seoa la k'holera le hlasela toropo ea Palizolo, eo baahi ba eona ba tšohileng ba e behang molato ka liketsahalo tse bonahalang li sa hlalosehe. E tla ba 'muelli oa molao ea ikokobelitseng ea bitsoang Matteo Teresi ea nyatsang maqepheng a koranta ea hae litlōlo tsa molao tsa sehlopha sa banna ba matla, ba ipitsang "lequloana la mangeloi."
[…]
Mariola Diaz-Cano Arevalo

Marzo. Selezione di novità
Abbiamo fatto molta strada e il mese dell'anno ci porta molte pubblicazioni interessanti. Questa è una selezione di 6 titoli di autori nazionali e internazionali.
La setta degli angeli - Andrea Camilleri
Di: Andrea Camilleri, che ci ha lasciati tre anni fa, si è basato su fatti storici per questo progetto di libro giallo, dove le sue solite somiglianze non mancano.
Eravamo in Sicilia nel 1901 quando un'epidemia di colera colpì il paese di Palizzolo, che i terrificanti abitanti attribuirono ad eventi apparentemente inspiegabili. Sarà un umile avvocato di nome Matteo Teresi a denunciare sulle pagine del suo giornale i delitti di un gruppo di uomini potenti, che si definiscono "angelici".
 
 

Liguria Notizie, 1.3.2022
All’Auditorium Montale a Genova Maruzza Musumeci
All’Auditorium Montale a Genova “Maruzza Musumeci”. In scena al Carlo Felice sabato 5 marzo alle ore 21:00.

All’Auditorium Montale a Genova “Maruzza Musumeci”, dal romanzo di Andrea Camilleri.
“Maruzza Musumeci” dal romanzo di Andrea Camilleri, con Pietro Montandon, costumi Maria Angela Cerruti scene Giorgio Panni e Giacomo Rigalza, regia Daniela Ardini.
Il mito è una fonte inesauribile di possibilità di interpretazioni del presente, delle relazioni tra le cose, i pensieri e il mondo.
Anche in una “favola” strana, inquietante come quella raccontata da Andrea Camilleri nel suo romanzo Maruzza Musumeci, ritornano i motivi classici della sirena – del suo canto che uccide – e di una vendetta covata per millenni contro un Ulisse dedicato ai campi.
Il protagonista Gnazio ritorna dall’America senza mai guardare il mare per dedicarsi a coltivare la terra, l’acquisto di un campo che è come un’ isola sull’acqua…
Il lavoro sul testo si è svolto nell’assoluto rispetto della parola di Camilleri, lasciando la fascinazione del racconto, di una lingua misteriosa (terragna e materica, velata e oscura).
Attraverso il susseguirsi incessante degli eventi si vuole prendere idealmente il pubblico per mano e condurlo in un viaggio attraverso una mitologia rude, selvaggia, sensuale, popolata da Aulissi Dimare, Sirene Catananne, cani feroci ma anche attraverso la poesia, l’ironia e la levità della storia d’amore di Gnazio e Maruzza, fino al messaggio finale dell’immortalità del canto delle sirene racchiuso in una conchiglia che dona l’ultimo conforto a un soldato morente.
L’attore Pietro Montandon
Nato artisticamente al Teatro Stabile di Catania, ha lavorato con Lamberto Puggelli, Armando Pugliese, Giuseppe Patroni Griffi, Cesare Lievi, Antonio Calenda.
Per lunghi anni ha collaborato con la compagnia Mummenshanz in spettacoli che hanno girato tutto il mondo.
Con Lunaria Teatro è straordinario interprete di Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello e di Lunaria di Vincenzo Consolo.
Maggiori Info
Tel. +39 010 2477045 Tel. +39 373 7894978 www.lunariateatro.it info@lunariateatro.it
 
 

GenovaToday, 2.3.2022
"Lunaria a Levante": all'Auditorium Montale "Maruzza Musumeci" di Camilleri, con Pietro Montandon

La prima fase di “Lunaria a Levante” 2022 si conclude, sabato 5 marzo alle 21 all'Auditorium Montale del Teatro Carlo Felice, con “Maruzza Musumeci”; trasposizione scenica dell'ominimo romanzo di Andrea Camilleri interpretata da Pietro Montandon, per la regia di Daniela Ardini.
Quello di “Maruzza Musumeci” è un importante ritorno nella produzione di Lunaria Teatro, alla quale la famiglia Camilleri, che ha assistito allo spettacolo in occasione della tappa romana della lunga tournée nazionale degli anni scorsi, ha da poco rinnovato i diritti di rappresentazione per un nuovo ciclo di spettacoli lungo lo Stivale.
Ad interpretare tutti i personaggi di questa insolita favola, in cui Camilleri rielabora a modo suo il mito di Ulissi e le sirene, è Pietro Montandon, attore teatrale e televisivo di grande esperienza e versatilità che ha lavorato con Lamberto Puggelli, Armando Pugliese, Giuseppe Patroni Griffi, Cesare Lievi, Antonio Calenda. Per lunghi anni, inoltre, Montandon ha collaborato con la compagnia svizzera Mummenshanz in spettacoli che hanno girato tutto il mondo. Proficua anche la sua più recente frequentazione con Lunaria Teatro, per la quale ha portato sulla scena alcuni grandi classici del teatro siciliano, dalla "Lunaria" di Vincenzo Consolo al "Fu Mattia Pascal" di Luigi Pirandello fino, appunto, alla "Maruzza Musumeci" di Camilleri.
 
 

Diario de Sevilla, 2.3.2022
Cristina Cassar. Escritora
"Es un honor que me comparen con Camilleri"

Oftalmóloga de profesión, Cristina Cassar Scalia (Noto, 1977) vive y trabaja en Catania. Después de publicar dos novelas históricas, la autora consiguió el éxito en Italia con la novela Sabbia Nera, ahora publicada en España por Duomo ediciones como Arena negra, la primera de una saga protagonizada por la subcomisaria Vanina Garrasi, que la ha situado como la nueva voz de la novela policíaca italiana. De hecho, su popularidad ha impulsado el proyecto para una serie de televisión basada en las historias de Garrasi.
[…]
-Hablan de usted como la nueva voz del giallo, el género policial italiano, que tiene a grandes maestros como Andrea Camilleri. ¿Qué piensa de estas comparaciones?
-Es un honor porque para mí Camilleri es un sumo maestro. Pero Vanina y Montalbano son personajes distintos, como también lo es la ambientación: la Sicilia de Montalbano es muy diferente a la de Vanina. Ésta es más metropolitana. Catania es una ciudad que va veloz; sus habitantes dicen que este frenesí es porque está el Etna debajo, que te da toda esta energía especial. Qué bueno que me comparen con Camilleri, es una honra, pero hay muchas diferencias con él.
[…]
Fátima Sigüenza

"E' un onore essere paragonato a Camilleri"
Oftalmologa di professione, Cristina Cassar Scalia (Noto, 1977) vive e lavora a Catania. Dopo la pubblicazione di due romanzi storici, l'autrice ha avuto successo in Italia con il romanzo Sabbia Nera, ora edito in Spagna da Duomo edizioni come Arena Nera, il primo di una saga con protagonista il vicecommissario Vanina Garrasi, che l'ha posizionata come la nuova voce del Romanzo giallo italiano. La sua popolarità, infatti, ha spinto al progetto di una serie televisiva basata sui racconti di Garrasi.
-Parlano di lei come la nuova voce del giallo, il genere poliziesco italiano, che ha grandi maestri come Andrea Camilleri. Cosa ne pensa di questi confronti?
-È un onore perché per me Camilleri è un maestro supremo. Ma Vanina e Montalbano sono personaggi diversi, così come l'ambientazione: la Sicilia di Montalbano è molto diversa da quella di Vanina. Questo è più metropolitano. Catania è una città che va veloce; i suoi abitanti dicono che questa frenesia è dovuta al fatto che è l'Etna sotto, che ti dà tutta questa energia speciale. È un bene che mi confrontino con Camilleri, è un onore, ma con lui ci sono molte differenze.
 
 

Wonderlust, 3.3.2022
Books we recommend
Nighstand
RICCARDINO By Andrea Camilleri
Penguin, $17

Arthur Conan Doyle famously killed off his great creation, Sherlock Holmes, prematurely it turned out, because unrelenting reader demand brought him back. But Italian mystery author Andrea Camilleri rather brilliantly sealed the fate of his great creation, Inspector Montalbano, by having the last word on his detective from the grave! And, sadly, no amount of reader demand can change that outcome.
Riccardino, the 28th and obviously last book in the internationally bestselling detective series, was written in 2005, about fourteen years before Camilleri died. He said it came to him how Montalbano should end — no spoilers from me! — and he wrote the book and gave it to his publisher with the strictest instruction for it to remain in the drawer until Camilleri passed, and only then could it be released.
And it’s a masterpiece! Which some of his last books, although still deliciously entertaining, were not. Montalbano is, we learn, tired of his job and is put back on a murder case that he had delighted at his good fortune to have been yanked off of. That’s not the Montalbano his fans know! Our hero stuck to a case like a terrier to a bone and let no-one take it from him! But, after the suspicious intervention of a bishop, back on the case he is, and caught up in the swirling wind of the usual and unusual Sicilian characters that populate his imaginary Vigata.
Oddly, but so interestingly, Camileri breaks the fourth wall, and maybe a fifth, by being a character in the book, who has popularized our hero in books that have become a hit TV show, all of which happened in the real world. Camilleri phones his great detective at various points to admonish or advise him, and to plead for more information as he writes the book we’re reading, and we are treated to a fascinating dialogue between the two as they uncoil and somewhat despair at their long, inextricable relationship. Both are simultaneously convinced and unsure they have created the other. Confused? Excellent! Let go and enjoy!
I suppose everything ends, but that doesn’t make this joyous last ride any less bittersweet.
Bob Guccione, Jr.
[...]
 
 

Caras y Caretas, 4.3.2022
Libros
La red de protección / Andrea Camilleri
Salamandra $ 2.999

Este es el trigésimo volumen de la saga protagonizada por el comisario Salvo Montalbano. Como siempre, los hechos ocurren en Vigàta. La paz del pueblo se ve alterada por la presencia de un equipo televisivo, que llega a filmar una coproducción ítalo-sueca ambientada en los años 50.
“Todo había empezado cuatro o cinco meses antes, cuando Televigàta había invitado a sus espectadores a buscar en su casa películas antiguas, filmadas con esas cámaras que habían estado de moda en la segunda mitad del siglo pasado, y a enviarlas al estudio. La idea era hacer con ellas un programa, una especie de Tal como éramos en el que se viera cómo había sido el pueblo. A saber por qué y a saber cómo, la iniciativa se había convertido en un motivo de diversión para los vigateses.” El éxito desembocó en una posibilidad de filmar una serie, y en eso estaban.
Pero más allá del impacto en la vida cotidiana (actrices por aquí y por allá, en busca de información que permita recrear la época), el rodaje de la serie se ve interrumpido por un asalto y tiroteo ocurrido en un colegio. Todo apunta a un atentado terrorista, pero indagando un poco, Montalbano descubre que los propios estudiantes están involucrados.
 
 

AgrigentoNotizie, 4.3.2022
Campobello di Licata
Strage di Ravanusa, dedicata alle vittime una villetta comunale a Campobello
Era il paese di nascita di Selene Pagliarello, rimasta uccisa sotto le macerie al nono mese di gravidanza insieme al marito e al piccolo che portava in grembo

[...]
Non solo: ma la giunta ha anche deciso di intitolare al giovane attivista Giuseppe Gatì l'anfiteatro di piazza Tien An Men. Il ragazzo, che di professione faceva l'allevatore, morì a 22 anni a causa di un incidente sul lavoro. Alla sua figura è stata dedicata "La mia terra la difendo", una graphic novel a fumetti con i contributi di Don Luigi Ciotti e Andrea Camilleri.
 
 

Lunaria Teatro, 5.3.2022
Sabato 5 marzo
ore 21
Auditorium Montale (Teatro Carlo Felice) – Genova
Maruzza Musumeci
di Andrea Camilleri
con Pietro Montandon
scene Giorgio Panni Giacomo Rigalza
regia Daniela Ardini
Lunaria Teatro Genova

Camilleri rielabora con humor grottesco la vendetta delle sirene... una storia “affatata” d’amore tra due persone ompletamente diverse... il canto delle sirene ci ammalia ancora.
 
 

Amici della Musica - Perugia, 5.3.2022
MICHELE MARCO ROSSI, PAOLO ARALLA E ANDREA CAMILLERI
Data / Ora Date(s) - 5 Marzo 2022
Luogo Perugia, Sala dei Notari
STAGIONE AMICI DELLA MUSICA
MICHELE MARCO ROSSI, violoncello
PAOLO ARALLA, elettronica e regia del suono
ANDREA CAMILLERI, voce
Intelletto d’amore (e altre bugie)

Musiche di: Paolo Aralla, Hildegard von Bingen, Marin Marais, Vittorio Montalti, Pasquale Corrado, Anonimo Medievale, Noriko Baba, Matteo Franceschini, Fabrizio De André
Coproduzione dell’Accademia Filarmonica Romana, Associazione Barattelli, Associazione Appassionata, Fondazione Perugia Musica Classica Onlus, Unione Musicale Onlus di Torino
 
 

La Nacion, 5.3.2022
Reseña: La red de protección, de Andrea Camilleri
Fallecido en 2019, el autor italiano vuelve con su personaje Montalbano a desplegar su especial sensibilidad


Una imagen posible del detective Montalbano

Todos los ingredientes con los que Andrea Camilleri cocía sus novelas, o al menos el prolífico ciclo que protagonizara el comisario Salvo Montalbano, nos resultan harto conocidos. Pero es la misma sensación engañosa que con frecuencia despiertan –por tomar un ejemplo– determinadas expresiones musicales, como si la suma de cuatro o cinco acordes más algún condimento meramente decorativo pudiesen dar como resultado el inevitable alumbramiento de un Bob Dylan. Camilleri prueba una y otra vez que la literatura –el arte– es irreductible: podremos echar con fe o cálculo todo a la olla, pero nunca terminaremos de dar con el plato.
Nacido en septiembre de 1925 en Porto Empedocle (al oeste de la península siciliana), Camilleri fue, por cierto, un ejemplo de lo que suele denominarse “escritor tardío”, aunque dicho mote habría que aplicárselo solo a su faceta de novelista. En rigor, mientras desarrollaba su carrera de guionista y director de teatro y televisión (para la que entre otras cosas adaptó al inspector Maigret de Georges Simenon, detalle nada menor), publicó un par de novelas, entre ellas Un hilo de humo, cuya importancia reside en esencia en que inaugura la pequeña ciudad de Vigata como el espacio en el que ambientará la mayor parte de su obra. Recién a comienzos de los años 90 –es decir, cuando se acercaba a los setenta años– Camilleri de dedica de lleno a la narrativa, y es más que probable que en aquella decisión haya tenido bastante que ver el inesperado suceso de La temporada de caza, uno de los libros en los que pone el foco en la Sicilia rural y en la que acaso fuera su víctima predilecta: la aristocracia. Dos años más tarde, en 1994, da vida al comisario Montalbano, un éxito rotundo al que dedicará nada menos que una treintena de libros y al que ni siquiera la pérdida de la vista obligará a abandonar. Camilleri murió en julio de 2019, apenas unos meses antes que su colega el brasileño Rubem Fonseca, nacido el mismo año que él y enorme renovador del género policial, con quien las notorias diferencias estilísticas que los separaban podrían hacernos olvidar de ciertas profundas conexiones éticas y hasta filosóficas.
El comisario Montalbano es uno de esos policías de pueblo que se asemejan a los viejos médicos de familia. Aunque parezca siempre apurado, aunque pierda la paciencia a cada rato, nada le es ajeno, ningún recoveco del alma humana, ni siquiera sus manifestaciones más equívocas o contradictorias.
La red de protección –publicado en Italia en 2017– es el penúltimo eslabón de su larguísima cadena; ostenta la particularidad de que al menos en apariencia no contiene crimen alguno, y si irrumpe un arma lo hace recién en mitad de la novela. Esta transcurre, en todo caso, sobre dos ejes, se diría que bastante poco policíacos: unas filmaciones antiguas que solo muestran un trozo de pared y el pueblo entero reconvertido en una escenografía de los años 50 para una serie de televisión. El punto de contacto entre ambos es el pasado, al que Camilleri observa –desde los ojos de su protagonista– con una suerte de ambivalencia, en la que el contraste con el presente ofrece diversas capas de sentido. El medio tono de comedia, tan característico de su autor, le permite una vez más abordar con sutileza lo sombrío, e incluso lo siniestro, y asimismo los límites de la compasión.
El primer parentesco obligado de Camilleri es con Manuel Vázquez Montalbán –y su detective Pepe Carvalho–, a quien como es sabido decidiera homenajear desde el apellido de su comisario-emblema. Montalbano se asimila a Carvalho tanto en el modo escéptico de transitar el mundo como en la agudeza con que, antes que resolver enigmas, se sumergen en las profundidades o abismos de los hombres. El mismo inconstante árbol genealógico debería incluir en carácter de primo de Camillieri al cubano Leonardo Padura, o más bien a su detective, Mario Conde. Y desde luego a Sciascia, todavía dentro del género; y fuera de él, a Pirandello. Con todo, la línea del policial negro no tan negra, menos efectista y más humana, parece remitir siempre a ese otro policial blanco no tan blanco que fue Chesterton con su Padre Brown, tío primero o segundo o tercero de todos ellos, incluido ese inusual hallazgo que fue, en la pantalla chica y en la piel de Peter Falk, el inolvidable detective Columbo.
Camilleri resulta, en su engañosa sencillez, imperceptiblemente único; uno de esos escritores que alcanzan para despejar la confusión que suele darse en literatura entre originalidad y singularidad cuando se convierte ambos términos en sinónimos. La originalidad es un valor, sí, pero relativo y en ocasiones meramente superficial; la singularidad es, como señalaran los rusos un siglo atrás, un procedimiento, un recorrido. Camilleri fue un escritor notable porque supo, con un puñado de notas familiares, construir sus modestas y singulares –pero nada originales– sinfonías.
La red de protección
Andrea Camilleri
Salamandra
Trad. Carlos Mayor
Páginas 269 /
$ 2999
José María Brindisi

Tutti gli ingredienti con cui Andrea Camilleri ha cucinato i suoi romanzi, o almeno il prolifico ciclo con protagonista il curatore Salvo Montalbano, ci sono molto familiari. Ma è la stessa sensazione fuorviante che suscita spesso – per fare un esempio – alcune espressioni musicali, come se la somma di quattro o cinque accordi più qualche condimento meramente decorativo potesse portare alla nascita inevitabile di un Bob Dylan. Camilleri dimostra più e più volte che la letteratura –l'arte– è irriducibile: possiamo buttare tutto nel piatto con fede o calcolo, ma non finiremo mai con il piatto.
Nato nel settembre del 1925 a Porto Empedocle (a ovest della penisola siciliana), Camilleri è stato, tra l'altro, un esempio di quello che di solito viene chiamato "scrittore tardo", anche se questo soprannome dovrebbe essere applicato solo alla sua sfaccettatura di romanziere. A rigor di termini, mentre sviluppava la sua carriera di sceneggiatore e regista per il teatro e la televisione (per il quale, tra l'altro, ha adattato L'ispettore Maigret di Georges Simenon, un dettaglio niente di secondario), ha pubblicato un paio di romanzi, tra cui Un filo di fumo, la cui importanza risiede essenzialmente nel fatto che inaugura il piccolo paese di Vigata come lo spazio in cui ambienterà gran parte del suo lavoro. Solo all'inizio degli anni '90 – cioè quando si avvicinava ai settant'anni – Camilleri si dedicò completamente alla narrativa, ed è più che probabile che l'evento inatteso de La stagione della caccia abbia molto a che fare con quella decisione. uno dei libri in cui si sofferma sulla Sicilia rurale e su quella che forse era la sua vittima preferita: l'aristocrazia. Due anni dopo, nel 1994, dà vita al Commissario Montalbano, un successo strepitoso a cui dedicherà ben trenta libri e che nemmeno la perdita della vista lo costringerà ad abbandonare. Camilleri è scomparso nel luglio 2019, pochi mesi prima del suo collega, il brasiliano Rubem Fonseca, nato il suo stesso anno ed enorme innovatore del genere poliziesco, con il quale le famigerate differenze stilistiche che li separavano potrebbero farci dimenticare certi profondi connessioni etiche e anche filosofiche.
Il commissario Montalbano è uno di quei vigili urbani che somigliano ai vecchi medici di famiglia. Sebbene sembri sempre di fretta, anche se di tanto in tanto perde la pazienza, nulla gli è estraneo, nessun anfratto dell'anima umana, nemmeno le sue manifestazioni più equivoche o contraddittorie.
La rete di protezione –pubblicata in Italia nel 2017– è il penultimo anello della sua lunghissima catena; ha la particolarità che almeno in apparenza non contiene alcun delitto, e se un'arma irrompe lo fa solo a metà del romanzo. Questo avviene, in ogni caso, su due assi, si direbbe che sono abbastanza poco professionali: dei vecchi filmati che mostrano solo un pezzo del muro e l'intera città trasformata in un set degli anni '50 per una serie televisiva. Il punto di contatto tra i due è il passato, che Camilleri osserva – attraverso gli occhi del suo protagonista – con una sorta di ambivalenza, in cui il contrasto con il presente offre vari strati di significato. I mezzitoni della commedia, così caratteristici del suo autore, gli permettono ancora una volta di affrontare sottilmente l'oscuro, e anche il sinistro, e anche i limiti della compassione.
La prima parentela obbligatoria di Camilleri è con Manuel Vázquez Montalbán –e il suo detective Pepe Carvalho–, al quale, come è noto, decise di rendere omaggio dal cognome del suo emblema-commissario. Montalbano è assimilato a Carvalho sia nel modo scettico di attraversare il mondo sia nell'acutezza con cui, prima di risolvere enigmi, si immergono negli abissi o negli abissi degli uomini. Lo stesso albero genealogico volubile dovrebbe includere il cubano Leonardo Padura, o meglio il suo detective, Mario Conde, come cugino di Camillieri. E naturalmente Sciascia, sempre nel genere; e fuori, a Pirandello. Tutto sommato, la linea dell'ufficiale di polizia nero non così nero, meno drammatica e più umana, sembra sempre riferirsi a quell'altro ufficiale di polizia bianco non così bianco che era Chesterton con suo padre Brown, primo o secondo o terzo zio di tutti loro, compresa quella scoperta insolita che fu, sul piccolo schermo e nella pelle di Peter Falk, l'indimenticabile detective Colombo.
Camilleri è, nella sua semplicità ingannevole, impercettibilmente unico; uno di quegli scrittori che bastano a chiarire la confusione che di solito si verifica in letteratura tra originalità e singolarità quando entrambi i termini diventano sinonimi. L'originalità è un valore, sì, ma relativo ea volte meramente superficiale; la singolarità è, come sottolineavano i russi un secolo fa, una procedura, un viaggio. Camilleri fu uno scrittore notevole perché seppe, con una manciata di note familiari, costruire le sue sinfonie modeste e singolari, ma per nulla originali.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Rai 3, 6.3.2022
Learning
Le parole per dirlo
Un appassionante viaggio nella lingua italiana per raccontare il nostro modo di parlare nei suoi aspetti più vitali e concreti.
Conduce: Noemi Gherrero, Valeria Della Valle, Giuseppe Patota

Nella puntata odierna l’ospite Carlotta Proietti, parlando della sua esperienza teatrale ne “La concessione del telefono”, ha parlato del “camillerese”. Da lì è venuta ai due linguisti ospiti fissi del programma, Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, l’idea di proporre la “registrazione” del termine. Probabilmente se ne riparlerà in una prossima puntata. (NdCFC)
 
 

Sellerio Editore, 8.3.2022
Nuovi audiolibri Sellerio su Storytel

Cari amici, arrivano su Storytel tre nuovi audiolibri Sellerio.
In occasione dell'8 marzo, Giornata internazionale della donna, potete ascoltare “La rivoluzione della luna” di Andrea Camilleri letto da Manuela Mandracchia e “Alfonsina e la strada” di Simona Baldelli letto dalla stessa autrice. Un'occasione per conoscere due donne speciali, un vicerè donna in Sicilia nel 1677 nel racconto del padre di Montalbano e un'eroina dello sport che per prima sfidò il maschilismo sportivo partecipando, unica donna, al Giro d’Italia del 1924.
Dall'11 marzo sarà poi disponibile all'ascolto su Storytel la prima avventura di Rocco Schiavone, il burbero vice questore dal cuore tenero che ha conquistato moltissimi lettori. Antonio Manzini legge il suo romanzo “Pista nera”.
Approfittate ancora dell'offerta speciale per la community di Sellerio. Registrandovi dalla pagina https://www.storytel.com/it/it/c/sellerio potrete avere a disposizione 30 giorni di ascolto gratis anziché 14
Buon ascolto e buona lettura!
 
 

TV Sorrisi e Canzoni, 8.3.2022 (online il 15.3.2022)
“Il re”, Luca Zingaretti: «Nel mio carcere la legge sono io, non sfidatemi»
L’attore arriva su Sky Atlantic e Now con la serie in cui è il direttore di una prigione

Luca Zingaretti debutta su Sky nei panni di un re, ma senza corona né mantello. “Il re”, dal 18 marzo su Sky Atlantic e in streaming su Now, non è un fantasy o un dramma storico, bensì il primo “prison drama” prodotto in Italia. Questo re di Zingaretti è Bruno Testori, controverso direttore del San Michele, un carcere di frontiera. Sovrano assoluto di una struttura in cui le leggi dello Stato non valgono, perché il bene e il male dipendono unicamente dal suo giudizio.
[…]
Montalbano ha avuto grande visibilità nel mondo. Non ha mai pensato di fare il grande salto?
«Vede, gli attori di Almodóvar sono tutti andati a Hollywood perché in quel mercato c’era bisogno di attori latini. Per noi italiani è sempre stato diverso. In fondo, prima di “Gomorra” s’era visto solo Montalbano. Le occasioni ci sono state, e la tentazione pure. Anch’io da giovane, come tutti gli attori, ho scritto il discorso per la vittoria agli Oscar. Poi, però, ho capito che volevo fare le cose bene qui, nel mio Paese: fare cose importanti e di qualità, piuttosto che accettare un piccolo ruolo di là solo per andare a scoprire che hanno la gru gigantesca o grandi tecnologie. La verità è che poi quando gli americani vengono a girare da noi si accorgono che quelle stesse cose qui le facciamo ugualmente, magari con il lavoro di artigiani e maestranze che s’ingegnano per ottenere gli stessi risultati».
L'approdo a Sky è l’inizio della vita dopo Montalbano?
«Per quanto mi riguarda la vita dopo Montalbano è già cominciata durante Montalbano, nel senso che ho sempre fatto tutta una serie di progetti miei e ho cominciato questa avventura della produzione teatrale con mia moglie che ci sta dando grandissime soddisfazioni. Con Montalbano ho avuto la fortuna di interpretare un personaggio che il suo autore reinventava continuamente costringendoti ad adeguarti a lui, a cambiare, a non ripeterti. Però oggi Andrea (Camilleri, ndr) non c’è più e Alberto Sironi (il regista della serie, ndr) neppure: penso che sia un discorso inevitabilmente chiuso. Se devo dire che cosa mi stuzzica adesso, risponderei la regia: curare un progetto mio da dietro la macchina da presa. L’ho fatto in alcune situazioni e confesso che mi sono sentito molto a mio agio».
Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, ha detto che “Il commissario Montalbano” potrebbe proseguire senza Montalbano.
«Non è che ha una domanda di riserva?».
[…]
Andrea Di Quarto
 
 

Unione Musicale, 8.3.2022
Intelletto d'amore (e altre bugie)
Martedì 8 marzo 2022
Torino, Teatro Vittoria
ore 20:00
Biglietti: 10-5 €

“In amore la ragione o si dimette o è in aspettativa” diceva Andrea Camilleri.
Ideato in occasione dell’anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante, Intelletto d’amore (e altre bugie) è un progetto del violoncellista Michele Marco Rossi nato a seguito dell’incontro con Andrea Camilleri avvenuto nel maggio 2019, un mese prima della scomparsa dello scrittore siciliano: una conversazione che, a partire dalla poetica dantesca, si sviluppa in molteplici direzioni e indaga il tema dell’amore nelle sue sfumature e contraddizioni.
Durante il concerto è la voce di Camilleri a fare da guida, intrecciandosi alla voce del violoncello e alle varie voci sonore che compongono lo spettacolo: musica antica, musica vocale e la musica elettronica di Paolo Aralla oltre a quattro brani appositamente commissionati a quattro compositori di oggi.
Esiste un “Intelletto d’amore”? Si parte da Dante, per arrivare a parlare di ciascuno di noi. L’amore diviene specchio e sonda della complessità della nostra natura, di quella umanità che Camilleri conosceva così bene.
Interpreti
Michele Marco Rossi / violoncello
Paolo Aralla / live electronics
Andrea Camilleri / voce fuori campo
coproduzione Accademia Filarmonica Romana, Associazione Barattelli, Associazione Appassionata Macerata, Fondazione Perugia Musica Classica, Unione Musicale onlus
Programma
Musiche di Aralla/von Bingen, Marais, Montalti, Corrado, Anonimo medievale, Baba, Franceschini, De Andrè
 
 

Ruetir, 9.3.2022
Montalbano? Here is the truth from Luca Zingaretti

Montalbano? Here is the truth from Luca Zingaretti: the actor returns to talk about the beloved Rai 1 fiction, giving precise indications to the fans.
Treats from the famosthe detective novels written by the great Andrea Camilleri, the Rai 1 fiction made its debut in ’99 and, after many years, continues to thrill fans.
Great protagonist of the TV series Luca Zingaretti who plays the role of the protagonist Except Montalbano; in a recent interview, the actor broke the silence and went back to talking about the character that he has given so much to his career.
Montalbano, here is the truth from Luca Zingaretti: the words of the actor
In a recent interview with the weekly Tv Sorrisi e Canzoni, Zingaretti spoke again of such a beloved characteror, not leaving fans much hope for the future.
“With Montalbano I was lucky enough to play a character that his author continually reinvented by forcing you to adapt to him, to change, not to repeat yourself. However Andrea is no longer here and Alberto Sironi is no longer there either: I think it is inevitably closed“ were his words, with the commissioner cycle that therefore seems finished.
[...]
 
 

La Sicilia (ed. di Catania), 9.3.2022
Paternò
«La mafia, fatto umano che può essere sconfitto»
Simonetta Agnello Hornby ha presentato il suo “Punto pieno” parlando di donne Omero e Camilleri

Siciliana d’origine, londinese d’adozione, la scrittrice Simonetta Agnello Hornby è stata la protagonista di un evento da tutto esaurito, tenutosi in biblioteca comunale.
[…]
Diversi i temi toccati dalla Hornby: […] l’amicizia con Andrea Camilleri […].
M. S.
 
 

La Repubblica, 10.3.2022
Pubblicità
Uno spazio su misura grazie ai professionisti

C'è anche il Fondo Andrea Camilleri tra i clienti dello Studio SDB Architettura di Roma, che partecipa all'evento fieristico Casa Idea nei giorni dal 12 al 20 marzo. Lo Studio Di Benedetto avrà i suoi stand nel padiglione 1 e sarà presente anche come impresa di realizzazione. […]
 
 

Primocanale, 10.3.2022
Prende il via il progetto 'Casa del pensiero'
Tre weekend di incontri organizzati da Pino Petruzzelli per crescere nella consapevolezza del proprio essere in questa società

L'ispirazione – dice – gli è venuta ricordando Andrea Camilleri, suo insegnante all'Accademia nazionale d'arte drammatica a Roma, quando nelle pause delle lezioni studenti e docenti si ritrovavano insieme a pranzo e si parlava di tutto, da pari a pari. [...]
d.vass.
 
 

Rai 5, 11.3.2022
15:46
Una mangiata impossibile (Teatro)
52 min Disponibile per 8 giorni

Tre squattrinati tentano di mangiare a sbafo nell'osteria di don Ercole: le cose non andranno secondo i piani. Di Antonio Petito, regia teatrale Aldo e Carlo Giuffrè, regia televisiva Andrea Camilleri con Clara Bindi, Bruno Colella, Bruno Sorrentino (1979)
 
 

Economist & Jurist, 11.3.2022
Estilo de vida
Cinco novelas negras para leer esta primavera
Estos libros ofrecen entretenimiento seguro y escritura de calidad

La buena novela negra no solo nos plantea misterios y crímenes que resolver. En muchas ocasiones se convierten en tratados de sociología que nos ponen ante el espejo de lo más sórdido de la realidad que nos rodea, que está ahí y que casi nunca vemos. A continuación ofrecemos los títulos de cinco novelas negras de lo más recomendables que les pueden acompañar en las vacaciones de Semana Santa, en un fin de semana cualquiera o el próximo verano, porque nunca es mal momento para leer una buena novela de misterio.
[…]
3 La secta de los ángeles (Andrea Camilleri)
Ediciones Destino
240 páginas
17,00 €
Andrea Camilleri, que falleció en 2019, ha sido el escritor más popular de Italia y uno de los más leídos de Europa, traducido a treinta y seis idiomas y con más de 30 millones de ejemplares vendidos. Además, es el padre de uno de los personajes más interesantes de la novela policiaca europea: el comisario Montalbano, el entrañable policía siciliano protagonista de una serie que en la actualidad consta de veintiocho novelas.
Sinopsis:
La trama de La secta de los ángeles se desarrolla en Sicilia, en 1901. Una plaga de cólera acecha el pequeño pueblo de Palizolo, cuya población, aterrada, le achaca su llegada a una serie de sucesos aparentemente inexplicables. Sin embargo, no será hasta que el humilde abogado de los más desfavorecidos, Matteo Teresi, denuncie desde las páginas de su periódico las prácticas delictivas de un grupo de hombres poderosos, que se hacen llamar a sí mismos la secta de los ángeles, cuando sus ciudadanos podrán dormir de nuevo tranquilos.
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Andrés Lara

Cinque gialli da leggere questa primavera
Questi libri offrono intrattenimento sicuro e scrittura di qualità

Il buon romanzo nero non ci presenta solo misteri e crimini da risolvere. In molte occasioni diventano trattati di sociologia che ci mettono di fronte allo specchio della realtà più sordida che ci circonda, che c'è e che non vediamo quasi mai. Di seguito vi proponiamo i titoli di cinque dei romanzi neri più consigliati che possono accompagnarvi durante le vacanze di Pasqua, in un determinato fine settimana o la prossima estate, perché non c'è mai un brutto momento per leggere un buon romanzo giallo.
Andrea Camilleri, scomparso nel 2019, è stato lo scrittore più popolare in Italia e uno dei più letti in Europa, tradotto in trentasei lingue e con oltre 30 milioni di copie vendute. Inoltre è padre di uno dei personaggi più interessanti dei gialli europei: il commissario Montalbano, il simpatico poliziotto siciliano protagonista di una serie che attualmente si compone di ventotto romanzi.
Sinossi:
La trama de La setta degli angeli si svolge in Sicilia nel 1901. Una piaga di colera infesta il piccolo paese di Palizolo, la cui popolazione terrorizzata attribuisce il suo arrivo a una serie di eventi apparentemente inspiegabili. Tuttavia, non sarà finché l'umile avvocato per i più disagiati, Matteo Teresi, non denuncerà dalle pagine del suo giornale le pratiche criminali di un gruppo di uomini potenti, che si definiscono la setta degli angeli, quando i suoi cittadini potranno dormi di nuovo serenamente.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Il Venerdì, 11.3.2022
Luca Zingaretti: "Sono il Re nel bene e nel male"
In una nuova serie tv Luca Zingaretti è l’inquietante direttore di un carcere: "Non ne posso più del politicamente corretto, sono i personaggi storti quelli più interessanti". E il buon Montalbano? "Non credo lo rivedremo". Intervista

Roma. Un giorno bisognerebbe poterli aprire tutti, quei taccuini, aprirli e sfogliarli uno per uno. Luca Zingaretti li tiene allineati sull'ultimo scaffale della libreria, nel suo studio, in cima a mensole che portano etichette in nastro adesivo per l'ordine dei volumi. Qui c'è la storia contemporanea, di fianco la filosofia, in alto le pagine private della sua personale frantumaglia, i pensieri raccolti durante la preparazione dei tanti personaggi interpretati. "Ne porto sempre uno con me. Me lo ha insegnato durante l'accademia Sergio Graziani, un attore doppiatore. Scrivo in continuazione. Impressioni, pensieri, epifanie che arrivano. Se non appunti, perdi tutto. Quando fissi qualcosa su carta, la porti alla coscienza e non se ne va più. Aggiungi soluzioni a una specie di computer interiore e quando meno te lo aspetti, sbuca una risposta a una domanda".
Dentro quelle pagine, sono raccolte le molte maschere diverse portate al cinema e a teatro da un attore che ha molto sperimentato lontano dalle attenzioni della folla, passato da Cechov e Shakespeare, ma nella nostra testa scolpito con la faccia del commissario italiano più famoso. Quando tra una settimana arriverà su Sky con la prima stagione della serie Il Re, sarà fatale misurare la distanza che esiste tra l'eroe Montalbano e questo nuovo ruolo, Bruno Testori, direttore di un carcere di sicurezza con una sua inquietudine morale, un taglio obliquo negli occhi, un accento che non è quello di Vigata. Un malvagio, si direbbe nel linguaggio schematico del drama, con una interpretazione sua della giustizia. Un cambiamento di segno per Zingaretti, una sfida.
[…]
Un anti-Montalbano. Quanto è stato difficile liberarsi di quella maschera?
"Sarò stato incosciente, ma non è una questione che mi sono mai posto. Non credo che Montalbano si ripeterà più, ma lo sono stato per due mesi all'anno, al massimo tre, e non tutti gli anni. Ho sempre fatto anche altro, sebbene da un punto di vista mediatico fosse più potente la carriera tv. Dissi basta nel 2008 perché anche Camilleri sosteneva la necessità di uscire tra gli applausi, andarsene prima di aver stufato. Tornai perché mi mancava il personaggio e volevo vederlo evolvere. Non penso di aver ripetuto per vent'anni lo stesso Montalbano. Ora c'è altro".
[…]
Angelo Carotenuto
 
 

Confidencial Andaluz, 12.3.2022
La secta de los Ángeles de Andrea Camilleri.
Editado por Destino y traducido por Juan Carlos Gentile Vitale

¡Me ofendes! ¡Si tú me dices que no hable de una cosa, yo no se lo digo ni a Dios! Andrea Camilleri
Reluce de nuevo Andrea Camilleri con una Novela histórica, social y humana sobre un solitario e independiente periodista que se enfrentó a los poderosos en la Sicilia de 1901, donde nuestro perenne maestro, escritor de una original trama de maestría policiaca que ha creado escuela en la actual género literario denominado “Novela negra”. Claro que lo correcto es señalar que Camillero ha vuelto. Él ya estaba aquí de largo entusiasmando a millones de lectores y lectoras fruto y ágil estilo de plantear los casos atrevidos, misteriosos y divertidos. Se nos presenta en esta tragicomedia poseída de una crítica, La sector de los privilegiados basada en la historia de Mateo Teresi abogado y periodista valiente que denuncia a curas, nobles y mafioso para dar voz a los más débiles.
Un pueblo con sus “nobles” caciques y una iglesia, que el lector puede imaginar y comparar con el presente dado que toda carne es débil y estén toda por el diablo que se introduce en los cuerpos para hacer daño. Y aquí, la supervisión y el miedo se apoderan de los vecinos del pueblo, señores de los poderes y ricos y analfabetos sirvientes para obedecer y servir a su clase por el fervor a la Iglesia en la que hasta el repicar de campanas es falso a la vez que oculta la pobreza y eleva a los señores a la solemnidad de los sermones.
Y será, como ya señaló, el abogado y periodista independiente Matteo Tereci quien arriesga la segura existencia social, pero por su manera de pensar y conocer a los privilegiados de la fortuna poderosa Secta de los ángeles de exclusiva categoría mafiosa. Que se siente alarmada de pensar que ella votación que por derecho se convocan, donde de las treinta bolas blancas para la votación del Si o No, se cuele una negra que por derecho le permite el ingreso. Misterio, bronca e insultos entre los nobles, pues nadie sabe quién ha sido el endemoniado que ha metido la bola negra.
Así comienza esta historia real que se vivió en el año de gracia de 2001 en un pueblo de la isla de Sicilia, entre los muchos suceso que las propias circunstancias producen, se encuentra, magistralmente narrado con estilo que por la importancia del asunto y discurrir dentro de la muy respetada Iglesia de Roma, son los protagonistas de ella sacerdotes puritanos y moralistas y sus respectivas sacristía donde por el natural hecho de ser almas inquietas, caen en tentaciones corporales que les dicta sangre palpitante que por sus venas corren al ser sobornados por el diablo.
Y así nos la cuenta este admirable maestro de la palabra escrita y medida, de buen humor y picardía cuando el transcurrir de la historia lo exige, de tal forma tan sobresaliente episodio, suya, tan semejante parece ser como el que vivimos en la actualidad se encuentra en candelero y que siempre han ocultado los abusos sexuales de algunos, muchos, sacerdotes con los inocentes cuerpos de los niños inocentes asustados por el miedo a las represalias, propias de demonios y no de aquellos que representan a Dios en la tierra, ahora ante los tribunales de la justicia, en un país (que me disculpen los buenos jueces), eso de que la justicia es igual para todos, que se lo pregunten al emérito. Marinelli señala que eso es más difícil que hace un agujero en el aire. Solo me queda felicitar a Ediciones Destino por el retorno de nuestro Camilleri.
Fco. Vélez Nieto

Mi offendi! Se mi dici di non parlare di qualcosa, non lo dico nemmeno a Dio! Andrea Camilleri
Andrea Camilleri risplende con un romanzo storico, sociale e umano su un giornalista solitario e indipendente che affrontò i potenti in Sicilia nel 1901, dove il nostro perenne maestro, scrittore di un originale complotto di maestria poliziesca che ha creato una scuola nell'attuale genere letterario chiamato "romanzo nero". Certo, la cosa giusta è sottolineare che Camillero è tornato. Era qui già da molto tempo, entusiasmando milioni di lettori grazie al suo stile agile nel presentare casi audaci, misteriosi e divertenti. Ci presenta questa tragicommedia posseduta da un critico, La sector de los privilegios basato sulla storia di Mateo Teresi, coraggioso avvocato e giornalista che denuncia preti, nobili e gangster per dare voce ai più deboli.
Una città con i suoi "nobili" cacicchi e una chiesa, che il lettore può immaginare e confrontare con il presente dato che ogni carne è debole ed è tutta per il diavolo che entra nel corpo per farne del male. E qui la vigilanza e la paura prendono il sopravvento sugli abitanti del paese, signori del potere e servitori ricchi e analfabeti per obbedire e servire la loro classe per il fervore della Chiesa in cui anche il suono delle campane è falso al tempo che nasconde povertà e eleva i signori alla solennità dei sermoni.
E sarà, come ha già sottolineato, l'avvocato e giornalista indipendente Matteo Tereci a rischiare la sua sicura esistenza sociale, ma per il suo modo di pensare e di conoscere i privilegiati della potente Setta degli Angeli fortuna di esclusiva categoria mafiosa. Che si allarma al pensiero di votare che di diritto vengono convocati, dove delle trenta palline bianche per il sì o per il no, ne infila una nera che di diritto le consente l'ingresso. Mistero, rabbia e insulti tra i nobili, perché nessuno sa chi fosse il diavolo che ha messo la palla nera.
Inizia così questa storia vera vissuta nell'anno di grazia del 2001 in un paese dell'isola di Sicilia, tra i tanti eventi che le circostanze stesse producono, si ritrova, magistralmente narrata con uno stile che per l'importanza della materia e per correre all'interno della rispettatissima Chiesa di Roma, i suoi protagonisti sono sacerdoti puritani e moralisti e le rispettive sacrestie dove, per il fatto naturale di essere anime inquiete, cadono nelle tentazioni corporee dettate dal sangue palpitante che scorre nelle loro vene quando corrotto dal diavolo.
Ed è così che ci racconta questo mirabile maestro della parola scritta e misurata, con buon umore e giocosità quando il passare della storia lo richiede, in modo così straordinario, il suo episodio, così simile sembra essere quello in cui viviamo oggi è alla ribalta e che hanno sempre nascosto gli abusi sessuali di alcuni, tanti, sacerdoti con i corpi innocenti di bambini innocenti spaventati dalla paura delle rappresaglie, tipica dei demoni e non di coloro che rappresentano Dio in terra, ora prima della tribunali, in un paese (i buoni giudici mi scusino), che la giustizia sia la stessa per tutti, chiede l'emerito. Marinelli fa notare che è più difficile che fare un buco in aria. Non posso che congratularmi con Ediciones Destino per il ritorno del nostro Camilleri.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Teatro Fellini Pontinia, 13.3.2022
Vigata tour
Tra le pagine di Andrea Camilleri


 
 

La Opinión de Málaga, 13.3.2022
Ensayo
Vázquez Montalbán y Camilleri, dos amigos hablan
‘Conversaciones sobre la escritura’ (Altamarea, 2022) recoge las charlas que mantuvieron los dos grandes maestros del policiaco europeo, padres de Pepe Carvalho y Montalbano, en cuatro encuentros sucedidos entre 1998 y 2000

«No tenía ninguna necesidad de conocer a Vázquez Montalbán. Sé perfectamente que, en el noventa y nueve por ciento de los casos, cuando se conoce al escritor amado, se sufren terribles desilusiones». Es Andrea Camilleri quien pronuncia esas palabras en el arranque de la última de las cuatro conversaciones que recoge este pequeño y delicioso libro, que sirve de testimonio de la breve amistad que compartieron estos dos grandes escritores. En estos encuentros, sucedidos entre 1998 y 2000, Camilleri y Vázquez Montalbán desarrollan esa amistad y la trenzan de literatura, comunismo e ironía. Y además, el lector tiene la suerte de poder curiosear en estos diálogos espontáneos y socarrones sobre el oficio de escribir.
En menos de 100 páginas, Altamarea ha reunido muchas confesiones, secretos y manías de dos autores fundamentales para el policiaco europeo. Si Camilleri (1925-2019) se acercó con temor a la primera de sus citas, ninguno de sus lectores ignora la admiración que profesaba por Vázquez Montalbán (1939-2003), ya en la última, apenas dos años después de la primera, somos testigos del reencuentro de dos buenos amigos. Entre esos dos momentos, lo que sucede en un amor a primera vista. Es obvio recomendar estas ‘Conversaciones sobre la escritura’ a cualquier aficionado a las novelas de Pepe Carvalho y el Comisario Montalbano, de hecho estas páginas están repletas de curiosas claves íntimas sobre los dos detectives, tan parecidos y tan distintos. Pero su interés es mucho mayor. Con sencillez, sin apenas pretensiones, lo que Camilleri y Vázquez Montalbán construyen juntos es una desencantada reflexión sobre la vida, la sociedad y la literatura. Tampoco pasaba el comunismo por sus mejores años mientras ellos conversaban - ¿acaso ha existido una buena época para esa ideología? -, y esa deriva nostálgica también planea en sus palabras. Porque para ambos ese compromiso es comparable al que profesan por la escritura. «En cierto sentido, la novela policiaca presupone una metafísica, la existencia de Dios, de la gracia, de un mundo más allá del mundo físico».
Es Camilleri quien introduce a Leonardo Sciascia en sus charlas con Vázquez Montalbán, refiriéndose al maestro siciliano como «un amigo común». Esa metafísica no es del gusto del padre de Carvalho, pero pese a negarlo también deja esta reflexión: «El detective es un punto de vista. Es la búsqueda de la verdad final, la posibilidad del viaje filosófico de la investigación, que quiere decir prescindir de los personajes para llegar finalmente al núcleo de la verdad». «Para acabar quisiera decir algo acerca de la inmensa generosidad de mi anfitrión. Todos escribimos con la esperanza de encontrar un lector como mi anfitrión. Yo también he leído los libros de Camilleri y espero poder llegar a ser para él un lector igual de válido». Es Manuel Vázquez Montalbán quien cerró así su primera conversación con Camilleri, en la que el siciliano entrevistó al catalán. Lo que pudo haber quedado en otro compromiso más, quizá en una manera elegante de ganar lectores y algo de publicidad, terminó siendo el comienzo de una hermosa amistad. Este libro es la prueba.
José Luis G. Gómez

Vázquez Montalbán e Camilleri, due amici parlano
‘Conversazioni sulla scrittura’ (Altamarea, 2022) raccoglie i discorsi tenuti dai due grandi maestri della criminalità europea, genitori di Pepe Carvalho e Montalbano, in quattro incontri avvenuti tra il 1998 e il 2000

«Non avevo bisogno di incontrare Vázquez Montalbán. So perfettamente che il novantanove per cento delle volte, quando incontri il tuo amato scrittore, sei terribilmente deluso". È Andrea Camilleri che pronuncia quelle parole all'inizio dell'ultimo dei quattro dialoghi contenuti in questo delizioso libricino, che fa da testimonianza della breve amicizia tra questi due grandi scrittori. In questi incontri, che si sono svolti tra il 1998 e il 2000, Camilleri e Vázquez Montalbán sviluppano quell'amicizia e la intrecciano con la letteratura, il comunismo e l'ironia. E inoltre, il lettore ha la fortuna di poter sfogliare questi dialoghi spontanei e sarcastici sull'arte della scrittura.
In meno di 100 pagine, Altamarea ha raccolto tante confessioni, segreti e hobby di due autori fondamentali per la narrativa poliziesca europea. Se Camilleri (1925-2019) si è avvicinato con timore al primo dei suoi appuntamenti, nessuno dei suoi lettori ignora l'ammirazione che professava per Vázquez Montalbán (1939-2003), già nell'ultimo, a due anni dal primo, ne siamo testimoni della riunione di due buoni amici. Tra quei due momenti, cosa succede in un amore a prima vista. È ovvio consigliare queste 'Conversazioni sulla scrittura' a qualsiasi fan dei romanzi di Pepe Carvalho e del commissario Montalbano, infatti queste pagine sono piene di curiosi indizi intimi sui due detective, così simili e così diversi. Ma il suo interesse è molto più grande. Con semplicità, senza pretese, ciò che Camilleri e Vázquez Montalbán costruiscono insieme è una riflessione disincantata sulla vita, la società e la letteratura. Né il comunismo stava attraversando i suoi anni migliori mentre parlavano: c'è mai stato un buon momento per quell'ideologia? -, e quella deriva nostalgica pianifica anche nelle sue parole. Perché per entrambi quell'impegno è paragonabile a quello che professano attraverso la scrittura. «Il giallo in un certo senso presuppone una metafisica, l'esistenza di Dio, della grazia, di un mondo al di là del mondo fisico».
È Camilleri che introduce Leonardo Sciascia nei suoi colloqui con Vázquez Montalbán, riferendosi al maestro siciliano come «un amico comune». Questa metafisica non è di gusto del padre di Carvalho, ma pur negandola, lascia anche questa riflessione: «Il detective è un punto di vista. È la ricerca della verità finale, la possibilità del viaggio filosofico di indagine, che significa rinunciare ai personaggi per arrivare finalmente al nocciolo della verità. In chiusura vorrei dire qualcosa sull'immensa generosità del mio ospite. Scriviamo tutti nella speranza di trovare un lettore come il mio ospite. Ho letto anche i libri di Camilleri e spero di diventare per lui un lettore altrettanto valido». È Manuel Vázquez Montalbán a chiudere così il suo primo colloquio con Camilleri, in cui il siciliano ha intervistato il catalano. Quello che avrebbe potuto essere solo un altro fidanzamento, forse un modo elegante per ottenere lettori e pubblicità, si è rivelato l'inizio di una bellissima amicizia. Questo libro ne è la prova.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

La Sicilia (ed. Sicilia Centrale), 14.3.2022
Il commissario Montalbano torna “libero”
Porto Empedocle. L’impresa che sta realizzando il rifacimento della facciata dello storico palazzo dinanzi al quale sorge la statua ha ultimato l’intervento più urgente


Ritorna “libera” la statua in bronzo del commissario Montalbano

Porto Empedocle. Il commissario Montalbano è tornato "libero”. L’impresa edile che sta realizzando i lavori di rifacimento della facciata dello storico palazzo di via Roma dinanzi al quale sorge la statua in bronzo ha infatti ultimato l’intervento più ‘'urgente". Conclusa l’opera è stata rimossa l'impalcatura che per questi ultimi tre mesi ha coperto e protetto l'immagine in bronzo realizzata anni fa dallo scultore racalmutese Giuseppe Agnello, raffigurante il personaggio letterario nato dalla fantasia di Andrea Camilleri. Non il Montalbano televisivo, nella mente di tutti rappresentato da Luca Zingaretti, ma quello prettamente letterario. Una "visione" davvero particolare per tutti coloro i quali sono transitati dal cosiddetto "salotto cittadino" negli ultimi mesi. La statua in quella sorta di "garitta”. Scartata l’altra opzione di spostare la statua dal sito, lasciando il palo della luce "solo" com'è stato da sempre, prima di ritrovarsi con accanto l'illustre statua, la stessa è stata tutelata con l'impalcatura ad hoc. Per "fortuna'' in questo periodo non si vede un turista nemmeno a pagarlo, quindi il commissario non è stato immortalato in gabbia, in una veste decisamente inusuale, ma altrettanto curiosa. Una veste che ha tenuto Montalbano al riparo, consentendo alla scultura di essere comunque visibile. I lavori nella palazzina, tra l’altro svolti con pregio, donando alla facciata su via Roma un'immagine davvero elegante, proseguono sul versante opposto. Tutto in tempo in vista della prossima stagione primavera-estate, quando la via Roma si spera che possa tornare a essere stracolma di turisti in visita nei luoghi camilleriani, apprezzando soprattutto la cucina dei locali della zona, visto che altre attività commerciali non ne esistono. Facendosi ovviamente immortalare al fianco del Commissario Montalbano, tornato in libertà dopo tre mesi ai "domiciliari”.
Francesco Di Mare
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 15.3.2022
Savatteri: “Che romanzi sui casi irrisolti”
L’autore di “Makari” parla del fascino del delitto imperfetto. Giovedì gratis col giornale “Dodici passi nel mistero” di Costa e Leone

La cronaca per un giallista? È un piatto ghiotto. "Uno spunto per trama e contesto, che poi libera lo scrittore da ogni vincolo reale". E ancor di più lo sono i casi irrisolti, come quelli raccolti nell'antologia in edicola giovedì con Repubblica, "Dodici passi nel mistero" di Costa e Leone: storie senza un finale, "che danno estro a infinite possibilità per la fantasia". Perché, se "i colpevoli sono matti" - come recita il titolo della sua ultima raccolta di avventure investigative edita da Sellerio - per Gaetano Savatteri, giornalista e padre del detective Saverio Lamanna, non c'è giallo contemporaneo che non sia uno scacco matto "all'ordine sovvertito di un crimine".
È il fascino del delitto perfetto che arrovella i giallisti?
"Più quello del delitto imperfetto che diventa perfetto, perché irrisolto. Come quello dell'agopuntore coreano ucciso in via Ariosto senza un motivo, uno dei dodici "cold case" del libro. Quale è il movente? Passionale o di altro genere? I dettagli del ritrovamento non possono che dare adito a trame da romanzo".
Spesso sono le vittime che sono personaggi noti a stuzzicare gli scrittori.
"Sì, si prestano a una maggiore contestualizzazione. Penso agli omicidi di Pedro e Roberto, i due ristoratori palermitani, uccisi in via Emerico Amari. Ricordo bene quei fatti. Anche qui, si tratta di delitti senza colpevole che si prestano non solo a nuove ricostruzioni, ipotesi immaginarie ma anche a essere riaperti da nuove piste della scientifica".
Come un esame del Dna per la cicca di sigaretta ritrovata nel plico del caso irrisolto del costruttore Giuseppe Schiera?
"Sì. È una vicenda dall'estremo fascino, quella. Una cicca di Kent, corpo del reato, che se analizzata potrebbe far scaturire nuove verità. In questo senso ci troviamo davanti a una memoria di informazioni che proprio perché si fermano a un certo punto, portano lo scrittore a spiegare il prosieguo verso una verità possibile".
Così insegna Camilleri, d'altronde.
"Sì. Camilleri è stato il primo a trattare il cosiddetto "delitto normale" in Sicilia, ovvero quello non di stampo mafioso. Quello dove l'investigatore diventa l'uomo che mette a posto le cose e finisce per diventare un sociologo in campo, non potendo prescindere dal contesto in cui si consuma il giallo stesso. Così fu il giallo Mediterraneo anni Settanta, da Manuel Vázquez Montalbán in poi, che ci ha fatto piombare dentro il crimine di contesto e non per forza dal movente mafioso".
Eppure il giallo in Sicilia parte da Cosa nostra, dall'omicidio di Accursio Miraglia ne "Il giorno della civetta". Che ruolo ha la mafia nel genere giallo in Sicilia?
"Fino agli anni prima delle stragi non c'è giallo in Sicilia. C'è, come scriveva Calvino a Sciascia, un romanzo sull'impossibilità di fare indagini nell'Isola. La componente mafiosa è stata una coltre invisibile ma costante nella narrativa siciliana: la nostra Spectre di James Bond. Prima ancora del delitto Miraglia, c'è il caso del commissario Cataldo Tandoy, la cui inchiesta prese prima la deriva passionale, ma poi fu archiviata come omicidio di mafia. La cronaca siciliana prima degli anni Novanta ispira solo gialli politici, dove i commissari vengono spediti al Nord, perché danno fastidio, e i colpevoli non finiscono in galera. C'è poco spazio per i serial killer e gli omicidi in contesti familiari. Quasi fosse un'autocensura etica degli scrittori: se non parli di mafia, vuoi nascondere la polvere sotto il tappeto".
Erano anche anni in cui i gialli, quelli reali, forse, si scrivevano sulle pagine dei giornali?
"Sì. I più grandi scrittori erano le procure e i giornalisti, che con le loro cronache di fatti veri superavano ogni fantasia possibile".
Ci sono però anche "misteri mafiosi" che non hanno ispirato alcuna narrativa di genere. La scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, ad esempio.
"Quelle sono tragedie collettive che hanno formato la politica e la coscienza nazionale. Non si può fantasticare dentro questi casi, restano tali perché sono irrisolti. La narrativa non ne avrebbe giovamento".
Il giallo di mafia è destinato alla rassegnazione?
"Sì. Ma è il superamento di questa rassegnazione che segna anche una svolta. Le stragi del '92 modificano le posizioni mentali del conflitto tra società civile e cosche mafiose. Si crea come uno spazio per cominciare a parlare di delitti personali dove la caccia ai colpevoli è possibile. È tutto più razionale e semplice. Non c'è il giallo mentale, né quello alla Poirot, dove l'assassino viene scoperto dall'impronta di un polpastrello. La Sicilia ha imparato che le indagini sono possibili e anche se la mafia resta sullo sfondo c'è un contesto preciso, fatto di vittime e carnefici, dove ognuno alla fine ha il suo destino".
Diversamente dal noir che inquieta il lettore, la Sicilia sforna gialli che appagano un senso di giustizia collettivo. Non senza personaggi stereotipati. Esigenza di aggrapparsi a una verità a tutti i costi?
"Forse la mafia ha insegnato questo. Dinanzi al mistero mafioso, tutti gli altri restano sullo sfondo. Adesso gli scrittori rispolverano le carte e si fanno essi stessi detective. Collaborano con le forze di polizia. E, cosa più importante, indagano in Sicilia senza paura né censure".
Marta Occhipinti
 
 

La Repubblica, 16.3.2022
'Il re', la serie con Luca Zingaretti: "Il mio direttore del carcere, oltre le regole e la giustizia"
L'attore protagonista su Sky e in streaming su Now dal 18 marzo: "Nessun desiderio di riscatto o di dimenticare Montalbano: semplicemente è un'esperienza chiusa"

[…]
Zingaretti racconta di aver parlato “con magistrati, detenuti e ex detenuti, agenti penitenziari è parte del lavoro di documentazione”, spiega, “trovo impossibile un paragone con Montalbano, quello è un mondo delle favole, è una maschera creata da Andrea Camilleri, è commedia dell’arte che abbiamo lavorato per rendere reale”. Il cambio totale di registro spiazzerà il pubblico? “Non c’è alcun desiderio di riscatto, di volerlo dimenticare, mi sono sentito semplicemente di voler chiudere quell’esperienza perché sono venuti a mancare alcuni compagni”, dice l’attore. “Questo progetto nasce prima, ancora prima della chiusura di Montalbano, volevo raccontare un personaggio che all’improvviso perde la bussola. Non c’è alcun legame tra la fine di Montalbano e Il re perché da tempo stavo lavorando per portare storie che mi piaceva raccontare”.
[…]
Silvia Fumarola
 
 

Ciak Magazine, 16.3.2022
Luca Zingaretti: «Con Il Re mi rimetto in discussione»
L'attore racconta a Ciak il suo nuovo, controverso protagonista della serie Sky
Luca Zingaretti racconta a Ciak il controverso personaggio di Bruno Testori che interpreta ne Il Re, la nuova serie Sky che riscrive il prison drama, così diverso da quello di Salvo Montalbano in cui si è calato per vent’anni. “Una storia senza eroi e senza retorica”, come la definisce il regista Giuseppe Gagliardi, che vedremo a partire dal 18 marzo, anche su Now.

“Non so come sia venuto. Sul set ho finito col perdere un po’ il polso di ciò che abbiamo fatto. Ma sono tanto felice di averlo fatto”. Occuparsi de Il Re e parlarne con il protagonista, Luca Zingaretti, significa innanzi tutto vivere due sorprese: La prima è vederlo (e finire presto con l’ammirarlo) in una prova d’attore in cui mette in gioco tutto sé stesso, calandosi con efficacia, sobrietà, e (ciò che alla fine conta di più) credibilità, nel ruolo di un funzionario dello Stato controverso e pieno di ombre, che stavolta non è facile da adottare e perdonare. La seconda è l’umiltà con la quale racconta questa esperienza, lui che è un “senatore” del cinema (ha all’attivo oltre 40 film) e davvero il re della serialità italiana, dall’alto dei vent’anni di successi ininterrotti nei panni del Commissario Montalbano, di gran lunga lo show più popolare, condiviso, duraturo dello nostro spettacolo. Parlarci, significa anche capire perché la conclusione di quell’esperienza gli ha dato la forza di rimettersi in gioco. E scoprire (altra sorpresa) quale è il prossimo passo del suo percorso artistico.
[…]
Se Testori si è perso, l’impressione è che ne Il re tu invece ti sia ritrovato al meglio come attore, in un ruolo pieno di chiaroscuri. Li stessi visti anni fa in film come Vite strozzate o Il branco o più di recente in Perez. Dopo la fine del lungo viaggio di Montalbano hai voluto rimettere tutto in discussione?
Nei vent’anni del Commissario il mio impegno è stato di cambiare all’interno del recinto in cui si muoveva il personaggio. Avevo la fortuna pazzesca di potermi confrontare con Andrea Camilleri, che continuava a scrivere nuove storie. La sfida era riuscire a rendere il suo evolversi. Credo di aver fatto un buon percorso anche all’interno dello stesso ambito.
[…]
L’ultima domanda si lega all’esperienza di regia che hai fatto per concludere il ciclo di Montalbano dopo la scomparsa di Alberto Sironi. Ti ci vedi a dirigere un film o una serie?
La verità? Erano dieci anni che avevo questa idea. Non mi decidevo mai. Il mio solito understatement. Poi, di botto, quando il grande Alberto è scomparso, mi sono trovato a dover dirigere in pratica tre film uno dietro l’altro! Mi hanno tirato un calcio nel sedere e detto “nuota“. Ma ne ho ricavato una sensazione di scoperta e di pienezza, come se non avessi fatto altro negli ultimi vent’anni. Non credo che questa esperienza mi sfuggirà. Mentre a teatro è l’attore che va in scena e decide come raccontare la storia, al cinema è il regista che mette gli accenti che fanno la differenza. Sto scrivendo progetti come regista. Voglio provare a raccontare le storie che mi hanno colpito.
Flavio Natalia
 
 

El Español, 17.3.2022
Letras
Las confesiones de cuatro artistas acerca de la creación
Los diálogos entre Andrea Camilleri y Manuel Vázquez Montalbán, una conversación imaginada con G. K. Chesterton y los secretos de Julio Romero de Torres en tres libros

“No tenía ninguna necesidad de conocer a Manuel Vázquez Montalbán”, bromeó Andrea Camilleri en 2000, durante un ciclo de encuentros celebrado en Brescia, delante del escritor y periodista español. Pero sus caminos estaban destinados a cruzarse. Conversaciones sobre la escritura (Altamarea) recoge cuatro diálogos entre dos de los novelistas europeos de trama policiaca más exitosos del siglo XX. De Sicilia a Barcelona, elaboraron extraordinarios retratos de sus ciudades a partir del suspense. Además de la militancia en los partidos comunistas de sus respectivos países, Montalbano es el nombre que une a los dos escritores. El comisario del italiano, aparecido en 1994, es un homenaje a Vázquez Montalbán, creador del detective Carvalho dos décadas antes. Este libro desvela, de sus propias declaraciones, cómo se forjó “una amistad verdadera, condicionada por las lecturas”, según reconoce el español.
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Jaime Cedillo

Le confessioni di quattro artisti sulla creazione
I dialoghi tra Andrea Camilleri e Manuel Vázquez Montalbán, una conversazione immaginaria con G.K. Chesterton e i segreti di Julio Romero de Torres in tre libri

«Non avevo bisogno di conoscere Manuel Vázquez Montalbán», scherzò Andrea Camilleri nel 2000, durante una serie di incontri tenuti a Brescia, davanti allo scrittore e giornalista spagnolo. Ma le loro strade erano destinate a incrociarsi. Conversations on Writing (Altamarea) raccoglie quattro dialoghi tra due dei romanzieri gialli europei di maggior successo del XX secolo. Dalla Sicilia a Barcellona, hanno realizzato ritratti straordinari delle loro città dalla suspense. Oltre alla militanza nei partiti comunisti dei rispettivi paesi, Montalbano è il nome che unisce i due scrittori. Il curatore italiano, pubblicato nel 1994, è un omaggio a Vázquez Montalbán, creatore del Detective Carvalho due decenni prima. Questo libro rivela, dalle sue stesse dichiarazioni, come "si sia forgiata una vera amicizia, condizionata dalle letture", secondo lo spagnolo.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Il Giornale, 17.3.2022
Un carcere fuori controllo dove "il Re" è Zingaretti
L'attore su Sky Atlantic: "Nel mio ruolo perdo la testa come il famoso generale Kurtz in Apocalypse Now"

Dimenticate Montalbano. Non perché lui lo rinneghi o ne prenda le distanze o non lo voglia mai più interpretare («Chissà, magari, tra dieci anni...»). Ma perché Luca Zingaretti in questa nuova serie di Sky concentra tutto il suo desiderio di fare altro, di togliersi quella maschera e mettere un punto al ventennio del Commissario più famoso d'Italia per dare respiro a nuovi ruoli. E gli riesce proprio bene. Zingaretti non ha nulla da dimostrare a nessuno, ma bisogna dire che ne Il re offre una prova di grande efficacia e potenza. Ancora più matura di quella a cui ci ha abituato negli episodi tratti dai libri di Camilleri.
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Ora che l'attore si è tolto la maschera del Commissario, vuole continuare con altri progetti, anche da regista, ritagliandosi piccole parti in film da lui diretti. Però non esclude totalmente di rimettersi i panni di Montalbano. Anche perché la Rai sta pensando a come concludere la saga nonostante il suo rifiuto. «Se dicessi che non lo rifarei mai più direi una bugia. Ma in questo momento non rientra nel mio orizzonte. Poi se fra dieci anni mi tornasse la voglia e ci fossero le condizioni magari... E poi bisogna vedere cosa fare: Riccardino, l'ultimo volume di Camilleri, è molto difficile da rendere in una fiction. Comunque gli anni passati con Montalbano sono stati meravigliosi, non ho il desiderio di farlo dimenticare. Non cerco un riscatto. Ho chiuso l'esperienza perché era arrivato il momento, perché degli amici, delle colonne (lo scrittore e il regista Sironi), erano venuti a mancare».
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Laura Rio
 
 

Il Fatto Quotidiano, 17.3.2022
Da domani. Una serie in otto episodi ambientata in un asfittico penitenziario: protagonista è il direttore Testori, “che si crede Dio e si sostituisce al giudice”
Zingaretti: “Il Re” del carcere, dei delitti e delle pene (feroci)
“Montalbano era una maschera da commedia dell’arte; Bruno invece è un uomo vero e violento” Luca Zingaretti

Hanno ucciso il commissario Montalbano, chi sia stato lo si sa: Bruno Testori. Il nome, del direttore del carcere più pericoloso d’Italia, vi dirà qualcosa solo domani, allorché su Sky Atlantic e in streaming su Now debutta Il Re, la serie in otto episodi con protagonista Luca Zingaretti.
È lo stesso attore a certificare la transizione da “un’esperienza volontariamente lunga, meravigliosa e trionfale, ma non devo né far dimenticare Salvo né cercare un riscatto”. Insomma, Il Re corre con le sue gambe e, sopra tutto, corre un’altra specialità. Del resto, è “difficile compararli: Montalbano è stato costruito nella commedia dell’arte, è una maschera, il trucco con cui Andrea Camilleri ci ha trasmesso la sua visione della vita. Rispetto a Bruno, che è un uomo vero con problemi reali, Salvo sembra il lupo cattivo di Cappuccetto rosso”. Già, Testori non è fatto della materia dei sogni né delle fiabe, “ha perso la strada e la bussola nel mezzo del cammin di nostra vita”, sicché il paragone non va cercato a Vigata, bensì sul Mekong: “Il colonnello Kurtz di Apocalypse Now, partito per una missione chiara che, dopo tanti errori visti e commessi, trascolora in ossessione. Questa è la sua parabola, ma può essere di tutti”.
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Federico Pontiggia
 
 

Corriere della Sera, 17.3.2022
L’intervista. Ragonese coprotagonista della serie Sky «Il Re» con uno spietato Zingaretti
Il dilemma di Isabella
«In carcere divisa tra il bene e il male. Interpreto un’agente tormentata a volte costretta ad essere violenta»

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Con Zingaretti avevate già lavorato in «Montalbano».
«Uno scenario completamente diverso, in effetti. Però, anche se lui arrossisce quando glielo dico, è sempre bello passare del tempo con lui, è una persona che arricchisce».
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Chiara Maffioletti
 
 

Edición Original, 18.3.2022
El cocinero del Alcyon Andrea Camilleri

Hace unos días os hablamos de La secta de los ángeles como uno de los tres libros inéditos que se publicarían este año del maestro Andrea Camilleri. Pues bien, El cocinero del Alcyon es el segundo de ellos.
La novela además forma parte de la brillante y mítica serie de libros protagonizados por el comisario Montalbano. Concretamente, se trata de la penúltima entrega.
Desde el primer momento que Camilleri se puso a escribir esta historia tenía muy claro que quería algo muy visual, muy cinematográfico. De hecho, confesó que la inspiración llegó gracias a una película italoamericana. Así pues, no de extrañar que sus novelas hayan tenido siempre una buena acogida televisiva. Quién sabe si Camilleri siempre las imaginó como guiones cinematográficos.
A la venta el 17 de marzo de 2022.
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Pochi giorni fa vi avevamo parlato de La setta degli angeli come uno dei tre libri inediti che quest'anno sarebbero stati pubblicati dal maestro Andrea Camilleri. Bene, The Alcyon Cook è il secondo di loro.
Il romanzo fa anche parte della geniale e mitica collana di libri con protagonista il commissario Montalbano. Nello specifico, si tratta della penultima puntata.
Dal primo momento in cui Camilleri ha iniziato a scrivere questa storia, è stato molto chiaro che voleva qualcosa di molto visivo, molto cinematografico. Ha infatti confessato che l'ispirazione è venuta da un film italo-americano. Quindi, non sorprende che i suoi romanzi abbiano sempre avuto una buona accoglienza in televisione. Chissà se Camilleri li ha sempre immaginati come sceneggiature di film.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

La Repubblica, 18.3.2022
Multischermo / La nuova serie con Luca Zingaretti su Sky
'Il re', in carcere il nemico è la normalità

Il Re si diverte pochissimo. Ha un carcere da gestire e lì passa di tutto, microcosmo del peggio socio-umano, un deposito di rifiuti vitali di cui lui, appunto, è diventato sovrano. Con metodi iper-pratici e scendendo a tutti i compromessi possibili. Sbalordisce o quasi l'irruzione di un prison-drama nelle serie italiane: ed è appunto Il Re, da venerdì 18 su Sky Atlantic, Luca Zingaretti mattatore chiamato a dare spessore a un personaggio che può avere mille addentellati con la realtà, ma che rimane letterario.
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Resta poi il superamento per Zingaretti del ruolo ecumenico di Montalbano: diciamo che su Sky e con queste ambizioni è più facile, ma ogni tanto pare di intravedere nello spietato Testori un post-Montalbano per come potrebbe essere se un giorno, per qualche motivo, il Commissario di Vigata si prendesse tutte le libertà che in segreto vorrebbe.
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Antonio Dipollina
 
 

Kaos en la red, 19.3.2022
Un abogado frente a la mafia, el clero y la aristocracia
Nadie que se acerque a las novelas de Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925- Roma, 2019) se aburrirá, ya sea a las que tienen como protagonista al comisario Montalbano como las que están protagonizadas por otros investigadores, o todavía a aquellas que se incrustan en algunas situaciones históricas, que tomadas como inspiración le sirven para dejar volar su fantasía cargándolas de un afilado espíritu crítico, en los que el corrosivo humor no se ausenta. No es, desde luego, la primera vez que me refiero a ellos.

Ahora acaba de ver la luz «La secta de los ángeles», publicada por Destino, y la cosa tiene su guasa desde las primeras páginas, guasa que no decae, a la vez que contiene una carga de altura contra los poderes fácticos que imperan en el pueblo que esta vez no es el mítico Vigàta sino, otro que tal baila, Palizzolo. La narración se sitúa en 1901, y la historia presenta a un valiente abogado, Matteo Teresi, que ama por encima de todas las cosas la verdad; abogado humilde, que vive de la defensa de los pobres lo cual denota su honda humanidad y su profundo sentido de la justicia, pero que a la vez supone que sus ingresos no sean pingües que digamos. Si este comportamiento no es del gusto de los poderosos que cuidan de sus privilegios y se enfrentan con todos los medios a su alcance contra quienes pueden poner en peligro su situación, menos les satisface todavía el que este señor publique artículos en su periódico, denunciando las prácticas delictivas del clero, de los aristócratas, que no hacen asco a recurrir a la mafia para achantar al personal e imponer su orden. Así, el abogado y periodista es considerado la mismísima encarnación de diablo al no dejar pasar ni una, eso hace que en el club de los selectos de la localidad, el círculo Honor y Familia, que reúne a la crème de la crème, sus solicitudes del abogado para ingresar en él sea rechazadas una y otra vez.
La escena se sitúa en la Sicilia en la que las sotanas, las togas de los jueces y los ricos del lugar, con sus fastuosas mansiones y con sus sumisos fieles, hacen frente común, unidas por sus intereses de clase. Las chapuzas de los unos son ocultadas por los demás, y viceversa, manteniendo un férreo bloque que convierta las flagrantes injusticias en inexistentes, en cosa de las lenguas envidiosas y viperinas, siempre guiadas por el abogado de marras que no respeta a Dios ni al país, sino que quiere destruir el orden social existente. Aquí no hay distinción entre lo que es del César y lo que es de Dios, ya que todo está hermanado en un solo poder que funciona con la precisión de una máquina bien engrasada.
Cierta ola de misteriosas enfermedades comienzan a afectar a los ciudadanos del pueblito, dándose un atmósfera creciente de pánico y de habladurías que hacen que la gente se encierre en sus casas o huya a otras zonas de la isla; los rumores se extienden, en medio de diversas confusiones y malentendidos, de que se trata de una plaga de cólera. Al pueblo llega un capitán Montagnet, piamontés él, que trata de poner fin al revuelo en que se ve sumido el pueblo; el recién llegado no se priva de detener a quien considere menester sin reparar en la categoría ni en elevado estatus social, tomando sin temblarle el pulso medidas realmente radicales, lo que hace que los que dominan el cotarro se quejen con furia y traten de recurrir a instancias superiores con el fin de frenar la actividad depuradora de Montaignet que investiga acerca de quién hizo correr el rumor de la plaga de cólera y el consiguiente desconcierto y tumulto populares, con el fin de acusarle de sedición.
Si el pánico ante la supuesta llegada del cólera, lo que sí que es más tangible es que afloran varias jóvenes embarazadas, se barajan entre cinco o seis, alcanzando la versión de algunos a la cifra de siete, que coincidencias de la vida, y de otra cosa, han quedado preñadas hace dos meses, por lo que parece en la misma fecha y el mismo lugar. La labor del honesto capitán y el combativo abogado, se une en las averiguaciones para resolver el misterio del embarazo múltiple y el responsable o los responsables de tal ola; que alguna de las afectadas en la mudez que le ha invadido solamente balbucea una y otra vez que el responsable es el Espíritu Santo. No entraré en mayores detalles para no desvelar el desarrollo de la trama y las vicisitudes que se van sucediendo; solamente diré que en el pueblo hay ocho iglesias con sus correspondientes párrocos, que son respetados por los feligreses que siguen al pie de la letra todas las indicaciones y penitencias que imponen a quienes acuden a sus confesonarios. Los poderosos no se detienen ante las acusaciones e intentan cargar el sambenito en los seres infelices ya sea por medio de amedrentarles a golpes o bien comprándoles con dinero, o las dos cosas a la vez.
Al final se descubre a los responsables del plural desaguisado, la secta de los ángeles, y cuando parece que el abogado y el capitán, que en cuanto finalizó su labor se marchó a otro destino, habiendo tenido razón en sus hipótesis, deberían ser homenajeados, tras alguna procesión de reparación que celebra la salud del pueblo con su vuelta a la normalidad, el cabeza de turco recae como ya es hábito en el malvado abogado, que se queda más sólo que la una, en aquel lugar en que la hostilidad y las amenazas contra su persona abundan, convirtiéndose en moneda al uso, más todavía que la ya habitual.
Como ya ha quedado señalado líneas más arriba, Camilleri se inspiró para escribir este libro en un personaje real, del que conserva el nombre en la novela, del mismo modo que conserva el nombre del periódico que publicaba y desde el que arrojaba los dardos contra las esferas del poder, La Battaglia.
Iñaki Urdanibia

Un avvocato contro la mafia, il clero e l'aristocrazia
Nessuno che si avvicini ai romanzi di Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925- Roma, 2019) si annoierà, né quelli che hanno come protagonista il commissario Montalbano né quelli realizzati da altri ricercatori, o ancora quelli che sono incastonati in qualche situazioni storiche, che, prese come ispirazione, servono a far volare la sua fantasia, caricandole di uno spirito critico acuto, in cui l'umorismo corrosivo non è assente. Non è, ovviamente, la prima volta che mi riferisco a loro.

Ora ha appena visto la luce “La setta degli angeli”, edito da Destino, e la cosa ha il suo scherzo fin dalle prime pagine, scherzo che non declina, pur contenendo un'alta accusa contro i poteri che prevalgono in città che questa volta non è il mitico Vigàta ma, un altro che balla, Palizzolo. La narrazione è ambientata nel 1901 e la storia presenta un coraggioso avvocato, Matteo Teresi, che ama la verità sopra ogni altra cosa; Avvocato umile, che vive difendendo i poveri, che denota la sua profonda umanità e profondo senso di giustizia, ma allo stesso tempo significa che il suo reddito non è grasso. Se questo comportamento non piace ai potenti che si prendono cura dei loro privilegi e affrontano con tutti i mezzi a loro disposizione coloro che potrebbero mettere in pericolo la loro situazione, sono ancor meno soddisfatti che questo signore pubblichi articoli sul loro giornale, denunciando il criminale pratiche del clero, degli aristocratici, che non sono contrari a ricorrere alla mafia per adescare il personale e imporre il proprio ordine. Pertanto, l'avvocato e giornalista è considerato l'incarnazione stessa del diavolo non lasciando passare nemmeno uno, il che significa che nel club d'élite locale, il circolo Honor and Family, che riunisce la crème de la crème, le loro richieste del avvocato per entrarvi viene rifiutato ancora e ancora.
La scena è ambientata in Sicilia dove le tonache, le vesti dei magistrati e dei ricchi del luogo, con le loro sontuose dimore ei loro fedeli sottomessi, fanno fronte comune, uniti dai loro interessi di classe. Le caramelle di alcuni sono nascoste da altri, e viceversa, mantenendo un blocco di ferro che rende inesistenti le flagranti ingiustizie, in una cosa dalle lingue invidiose e viperine, sempre guidate dall'avvocato di un tempo che non rispetta Dio né il paese, ma vuole distruggere l'ordine sociale esistente. Qui non c'è distinzione tra ciò che appartiene a Cesare e ciò che appartiene a Dio, poiché tutto è unito in un'unica potenza che opera con la precisione di una macchina ben oliata.
Una certa ondata di misteriosi malesseri comincia a colpire i cittadini del paese, dando vita a un clima crescente di panico e pettegolezzi che spinge le persone a chiudersi nelle proprie case oa fuggire in altre zone dell'isola; Si sparse la voce, tra varie confusioni e incomprensioni, che si trattasse di una piaga del colera. Giunge al paese un capitano Montagnet, piemontese egli stesso, che cerca di porre fine al trambusto in cui è piombato il paese; il nuovo venuto non è dissuaso dall'arrestare chiunque ritenga necessario indipendentemente dalla categoria o dall'alto ceto sociale, adottando misure davvero radicali senza tremare, il che fa lamentare furiosamente chi domina il posatoio e cercare di ricorrere a istanze superiori per fermare l'attività epurante di Montaignet che indaga su chi ha diffuso la voce della peste del colera e della conseguente confusione e tumulto popolare, per accusarlo di sedizione.
Se il panico prima del presunto arrivo del colera, ciò che è più tangibile è che emergono diverse giovani donne incinte, tra cinque o sei vengono mescolate, arrivando alla versione di alcune alla cifra di sette, che coincidenze della vita, e di un'altra cosa, sono rimaste incinte due mesi fa, quindi sembra nella stessa data e nello stesso posto. L'opera dell'onesto capitano e del combattivo avvocato si unisce alle indagini per risolvere il mistero della gravidanza multipla e della persona o dei responsabili di tale ondata; che alcuni di quelli colpiti dal mutismo che l'ha invasa si limitano a balbettare più e più volte che il responsabile è lo Spirito Santo. Non entrerò nei dettagli per non svelare lo sviluppo della trama e le vicissitudini che stanno accadendo; Dirò solo che nel paese ci sono otto chiese con i relativi parroci, che sono rispettati dai parrocchiani che seguono alla lettera tutte le indicazioni e le penitenze che impongono a chi si reca ai loro confessionali. I potenti non si fermano davanti alle accuse e cercano di caricare il sanbenito sugli esseri infelici o intimidendoli con colpi o comprandoli con denaro, o entrambe contemporaneamente.
Alla fine si scoprono i responsabili del pasticcio plurale, la setta degli angeli, e quando sembra che l'avvocato e il capitano, che appena finito il suo lavoro siano andati ad altra destinazione, avendo avuto ragione nelle sue ipotesi, vanno onorati, dopo qualche corteo riparatore che celebra la salute del paese con il suo ritorno alla normalità, il capro espiatorio cade, come al solito, sul malvagio avvocato, che resta più solo di uno, in quel luogo dove ostilità e minacce contro la sua persona abbonda, diventando valuta da usare, anche più del solito.
Camilleri, come si è già detto sopra, si è ispirato a scrivere questo libro da un personaggio reale, di cui conserva il nome nel romanzo, così come conserva il nome del giornale che ha pubblicato e dal quale ha lanciato dardi contro il sfere del potere, La Battaglia.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

AlphaNewsCall, 19.3.2022
6 Addictive Italian Drama Series That’ll Get You Hooked

Italy is well known for its history of making some of the most appealing drama series of all time, starting with crime series that seems to have taken root from their culture. Their stuff is incomparable; no wonder the Italian dramas are so popular. Unfortunately, you cannot find their stuff in every streaming app.
If you love Italy, we have 6 addictive TV series to keep you hooked. But if you want to watch Rai TV in the USA, you will have to use a trusted VPN to connect to the Italian server. With this, you will be good to go. Other streaming apps with a reasonable amount of Italian series include Netflix, Amazon Prime, and YouTube.
Having a clue where to find the Italian drama series, lets get our eyes hooked on the best Italian drama series considered good for a perfect re-watch by fans.
1. Il commissario Montalbano
If you love crime series, this is a nugget for you. It’s among the best Italian police drama series. The series based on the Andrea Camilleri novel revolves around Italian police procedures. It stars Salvo Montalbano, a detective in Sicily with murder, politics, and a load of temptations.
Salvo has to ensure all goes well at the Vigata state police station. He is an intelligent man, good at managing criminal acts with the help of his team of Galluzzo, Agatino Cantarella, Giuseppe Fazio, and Domenico, who all help reflect the Sicilian attitude.
Anyone who loves Italy should have this antidote that immensely helped fans escape distractions during the pandemics. Indeed, a series worth every penny.
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6 avvincenti serie drammatiche italiane che ti cattureranno

L'Italia è ben nota per la sua storia di realizzare alcune delle serie drammatiche più accattivanti di tutti i tempi, a cominciare da serie poliziesche che sembrano aver radicato la loro cultura. La loro roba è incomparabile; non c'è da stupirsi che i drammi italiani siano così popolari. Sfortunatamente, non puoi trovare le loro cose in ogni app di streaming.
Se ami l'Italia, abbiamo 6 serie TV avvincenti per tenerti agganciato. Ma se vuoi vedere Rai TV negli USA, dovrai utilizzare una VPN fidata per connetterti al server italiano. Con questo, sarai a posto. Altre app di streaming con una quantità ragionevole di serie italiane includono Netflix, Amazon Prime e YouTube.
Avere un'idea di dove trovare la serie drammatica italiana, lascia che i nostri occhi si fissino sulla migliore serie drammatica italiana considerata buona per una perfetta rivisitazione da parte dei fan.
1. Il commissario Montalbano
Se ami le serie poliziesche, questa è una pepita per te. È tra le migliori serie poliziesche italiane. La serie tratta dal romanzo di Andrea Camilleri ruota attorno alle procedure della polizia italiana. Il protagonista Salvo Montalbano, un detective in Sicilia con omicidi, politica e un carico di tentazioni.
Salvo deve assicurarsi che tutto vada per il meglio alla Questura di Vigata. È un uomo intelligente, bravo a gestire atti criminali con l'aiuto della sua squadra di Galluzzo, Agatino Cantarella, Giuseppe Fazio e Domenico, che contribuiscono tutti a riflettere l'atteggiamento siciliano.
Chiunque ami l'Italia dovrebbe avere questo antidoto che ha aiutato immensamente i fan a sfuggire alle distrazioni durante le pandemie. In effetti, una serie che vale ogni centesimo.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

la Lettura – Corriere della Sera, 20.3.2022
Chandler, Proulx, Camilleri e gli altri: un club di successo
Esordienti tardivi

Stephen King ha rivelato nel romanzo Misery un requisito indi¬spensabile per uno scrittore: «La capacità di ricordare la storia di ciascuna cicatrice». Forse è questa la formula dell'esordio letterario tardivo: più si è «in là con gli anni», più si è maturata espe¬rienza di vita (e/o di cicatrici). Comunque, molti autori hanno debuttato tardi nella narrativa: fino a cinquanta o sessant’anni erano manager, giornalisti, ban¬cari, professori, postini, produttori tv; poi sono diventati scrittori. E, spesso, subito capiscuola.
[…]
Il record però è di Andrea Camilleri (1925-2019): già notissimo produttore in Rai, esordì da narratore a 53 anni, nel 1978, con Il corso delle cose (Lalli Editore). Seguono nel 1980 Un filo di fumo (Garzanti) e, nel 1984, La strage dimenticata (Sellerio). Poi i successi de La stagione della cac¬cia (Sellerio, 1992) e, nel 1994, de La forma dell'acqua (primo Mon¬talbano).
[…]
Ida Bozzi
 
 

Il Fatto Quotidiano, 21.3.2022
Il chierico vagante
Pietà popolare. Sotto il cappuccio, la mascherina: ritornano le processioni della Settimana Santa

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Un problema da vari anni posto in questa rubrica: la mancata valorizzazione dell’enorme giacimento antropologico di religiosità popolare dell’Italia, al contrario di altri Paesi come la Spagna che lo hanno trasformato in un tesoro turistico-culturale.
[…]
Nel 2016 anche Pietrangelo Buttafuoco e Andrea Camilleri scrissero una lettera al ministro per i riti siciliani della Settimana Santa.
[…]
Fabrizio D’Esposito
 
 

La Vanguardia, 26.3.2022
Cultura/s
En su último artículo para ‘Cultura/s’ de La Vanguardia', "y cualquier otro diario", el columnista glosa a su admirado Simenon y a su famoso detective, el más popular de Francia
Joan de Sagarra se despide, con Maigret y Depardieu
Conozco a personas para quien Maigret es sinónimo de Gabin y Pierre Renoir sinónimo de Maigret

No suelo ver la tele. A veces, los amigos me hablan de series que desconozco. La última serie que vi fue Twin Peaks , que me encantó. Tampoco veo películas, mejor dicho, veo las mías, mis deuvedés, algunas de las cuales, de tanto verlas, acabo sabiéndomelas de memoria, incluidos los diálogos y monólogos que repito con los actores. Pero sigo fiel a Hércules Poirot, por el actor, David Suchet, que lo interpreta (intenté leerlo, pero no funcionó).
Y otro tanto me ocurre con El comisario Montalbano, de Camilleri, con la diferencia de que si bien el actor que interpreta al personaje de Hércules Poirot me da lo que no pillo, no veo en el libro, Luca Zingaretti, el intérprete del personaje Montalbano me da lo que pillo en el libro… y algo más. Tuve la suerte de conocer a Camilleri. Almorcé con él en un par de ocasiones, una en Barcelona, junto a Manolo Vázquez Montalbán, y otra en Catania, pero me olvidé de preguntarle si estaba de acuerdo conmigo en que el intérprete del comisario Montalbano le daba ese algo más al personaje. Para bien, que no para mal. Porque hay intérpretes que se pasan, hasta el punto de cargarse el personaje.
Otro personaje que me tiene el cor robat , como decimos los catalanes, es el inspector Maigret. Solo que si de Poirot y de Montalbano solo conozco uno, de Maigrets conozco unos cuantos… Como todo el mundo sabe, Maigret, El comisario Maigret , es la criatura de Simenon. Gracias a él, Simenon se hizo con una inmensa popularidad, ganó muchísimo dinero y muchísimos lectores, pero esa paternidad, ser “el padre de Maigret”, le supuso también no hacerse con el Goncourt, con un sillón en la Academia francesa y quién sabe si con el mismo Nobel –que yo le hubiese concedido sin pensármelo dos veces–. ¿Por qué? Pues porque un autor de novelas policiacas no puede compararse con gentes como Joyce, Céline, Proust o Kafka.
No, no le dieron el Goncourt, ni el Nobel, pero los Maigrets de Simenon van mucho más allá de lo que conocemos como una novela policiaca, mucho más allá de Hércules Poirot y de El comisario Montalbano de Andrea Camilleri. Eso se aprecia con la sola lectura de las novelas, novelas de gare , de estación, de tren, como le llaman los franceses. Pero luego están los Maigrets del cine, de la televisión, que a diferencia de las criaturas de Agatha Christie y Camilleri, son interpretadas por un buen puñado de actorazos, de Pierre Renoir, el hermano de Jean, a Jean Gabin, pasando por Raimu…
[…]
Joan de Sagarra

Joan de Sagarra ci saluta, con Maigret e Depardieu

Di solito non guardo la TV. A volte gli amici mi parlano di serie che non conosco. L'ultima serie che ho visto è stata Twin Peaks, che ho adorato. Non guardo nemmeno i film, anzi, guardo i miei, i miei dvd, alcuni dei quali, guardandoli così tanto, finisco per conoscerli a memoria, compresi i dialoghi ei monologhi che ripeto con gli attori. Ma rimango fedele a Hercule Poirot, per via dell'attore, David Suchet, che lo interpreta (ho provato a leggerlo, ma non ha funzionato).
E la stessa cosa mi succede con il commissario Montalbano, di Camilleri, con la differenza che sebbene l'attore che interpreta il personaggio di Hercule Poirot mi dia ciò che non ricevo, non vedo nel libro, Luca Zingaretti, l’interprete del personaggio Montalbano, mi dà quello che ottengo nel libro… e qualcos'altro. Ho avuto la fortuna di incontrare Camilleri. Ho pranzato con lui in un paio di occasioni, una a Barcellona, insieme a Manolo Vázquez Montalbán, e un'altra a Catania, ma mi sono dimenticato di chiedergli se era d'accordo con me che l'interprete del commissario Montalbano desse quel qualcosa in più al personaggio . Nel bene, non nel male. Perché ci sono interpreti che si spingono troppo oltre, al punto da distruggere il personaggio.
Un altro personaggio che mi ha nel cor robat, come diciamo noi catalani, è l'ispettore Maigret. Solo che se conosco solo uno di Poirot e Montalbano, conosco alcuni di Maigret... Come tutti sanno, Maigret, il Commissario Maigret, è una creatura di Simenon. Grazie a lui Simenon ottenne un'immensa popolarità, guadagnò molti soldi e molti lettori, ma quella paternità, essendo "il padre di Maigret", significava anche che non vinceva il Goncourt, con una cattedra all'Accademia di Francia e chissà se con lo stesso premio Nobel –che gli avrei assegnato senza pensarci due volte–. Come mai? Ebbene, perché un autore di romanzi gialli non può essere paragonato a persone come Joyce, Céline, Proust o Kafka.
No, non gli hanno dato il Goncourt, né il Nobel, ma Maigrets di Simenon va ben oltre quello che conosciamo come un giallo, ben oltre Hercule Poirot e il commissario Montalbano di Andrea Camilleri. Lo si vede solo leggendo i romanzi, romanzi delle gare, della stazione, del treno, come lo chiamano i francesi. Ma poi ci sono i Maigret del cinema, della televisione, che, a differenza delle creature di Agatha Christie e Camilleri, sono interpretati da un buon manipolo di grandi attori, da Pierre Renoir, fratello di Jean, a Jean Gabin, passando per Raimu...
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

El Imparcial, 27.3.2022
Novela
Andrea Camilleri: La secta de los ángeles
Traducción de Juan Carlos Gentile Vitale Destino. Barcelona, 2022. 240 páginas. 17 €. Libro electrónico: 8,99 €.

A la muerte de Andrea Camilleri (Porto Empedocle, Sicilia, 1925-Roma, 2019) hace pocos años, quedaban algunas de sus novelas aún por publicar en nuestro país. Una de ellas, La secta de los ángeles, ve ahora la luz de la mano de Destino, donde han aparecido buena parte de los títulos del prolífico escritor italiano, junto a otros publicados por Salamandra. De esta forma contamos en español con su producción más significativa.
Camilleri fue especialmente célebre por crear al comisario Salvo Montalbano, cuyo nombre es un homenaje a nuestro Manuel Vázquez Montalbán -creador del singular y mítico detective Pepe Carvalho-, y de quien Camilleri fue un gran amigo hasta la muerte del escritor barcelonés. Salvo Montalbano protagoniza una de las series de mayor éxito de la novela policiaca, en su vertiente del noir mediterráneo, que, aunque manteniendo las características sine qua non del género, encierra numerosas peculiaridades, sobre todo en cuanto a la figura del policía/investigador, bastante alejada tanto de la línea de Sherlock Holmes o Hercules Poirot como de los modelos norteamericanos ideados por Dashiell Hammett y Raymond Chandler o del policiaco que viene del frío con Stig Larsson. No olvidemos tampoco que Montalbano no fue el único detective al que dio vida Camilleri. Así, una de sus últimas novelas, Km. 123, la protagoniza el inspector de la policía criminal Attilio Bongioanni.
Por otro lado, a diferencia de otros autores de novela policiaca volcados prácticamente solo en ella, Andrea Camilleri transitó por otros derroteros, sobre todo la novela histórica, que, según propia confesión, disfrutaba mucho escribiéndola.
En la novela histórica se inscribe precisamente La secta de los ángeles, basada, como nos explica Camilleri, en una nota final, en hechos acaecidos realmente -algo habitual en el género- aunque aderezados con ficción y con un puntito de intriga policiaca.
Estamos en la Sicilia de 1901, en el pueblecito de Palizolo. Sus habitantes viven con miedo, pues una plaga de cólera, que la población relaciona con extraños sucesos, quiere hacerse fuerte. En este contexto, se inscribe la actuación del exfarmacéutico y luego abogado Matteo Teresi -personaje real-, que desde las páginas de su periódico, La Battaglia, descubre y pone en la picota comportamientos que rozan lo delictivo, o caen directamente en ello, de las fuerzas vivas del lugar: clero, caciques, acristocracia... todo un grupo de personajes poderosos aliados no pocas veces por turbios intereses.
Novela de denuncia de los abusos del poder, provenga de donde sea, que Camilleri nos sirve con una afilada y muchas veces desternillante ironía, como ya vemos en el arranque de La secta de los ángeles, con esa escena desarrollada en el círculo Honor y Famili
Federico Aguilar

Alla morte di Andrea Camilleri (Porto Empedocle, Sicilia, 1925-Roma, 2019) qualche anno fa, c'erano alcuni suoi romanzi ancora da pubblicare nel nostro Paese. Uno di questi, La setta degli angeli, vede ora la luce nella mano del Destino, dove sono apparsi molti dei titoli del prolifico scrittore italiano, insieme ad altri pubblicati da Salamandra. In questo modo abbiamo in spagnolo la sua produzione più significativa.
Camilleri fu particolarmente famoso per aver creato il commissario Salvo Montalbano, il cui nome è un omaggio al nostro Manuel Vázquez Montalbán -creatore dell'unico e mitico detective Pepe Carvalho-, e di cui Camilleri fu grande amico fino alla morte dello scrittore di Barcellona. Fatta eccezione per Montalbano, è protagonista di una delle serie di gialli di maggior successo, nel suo aspetto noir mediterraneo, che, pur mantenendo le caratteristiche sine qua non del genere, contiene numerose peculiarità, soprattutto per quanto riguarda la figura del poliziotto/ investigatore, abbastanza lontano dalla linea di Sherlock Holmes o Hercules Poirot così come dai modelli nordamericani ideati da Dashiell Hammett e Raymond Chandler o dal poliziotto che viene dal freddo con Stig Larsson. Non dimentichiamo nemmeno che Montalbano non è stato l'unico detective a portare in vita Camilleri. Così, uno dei suoi ultimi romanzi, Km. 123, ha come protagonista l'ispettore di polizia giudiziaria Attilio Bongioanni.
D'altra parte, a differenza di altri autori di gialli che vi si sono dedicati quasi esclusivamente, Andrea Camilleri ha seguito altre strade, in particolare il romanzo storico, che, secondo la sua stessa confessione, gli è piaciuto molto scrivere.
La setta degli angeli è iscritta proprio nel romanzo storico, basato, come spiega Camilleri, in una nota finale, su fatti realmente accaduti -cosa comune nel genere- seppur conditi con finzione e con un po' di intrighi polizieschi.
Siamo nella Sicilia del 1901, nel piccolo comune di Palizolo. I suoi abitanti vivono nella paura, perché una piaga del colera, che la popolazione mette in relazione con strani eventi, vuole diventare forte. In questo contesto si iscrive la prestazione dell'ex farmacista e poi avvocato Matteo Teresi -personaggio reale-, che dalle pagine del suo quotidiano, La Battaglia, scopre e mette alla gogna comportamenti che rasentano la criminalità, o vi cadono direttamente, della forze vive del luogo: clero, cacicchi, aristocrazia... tutto un gruppo di potenti personaggi alleati non di rado per loschi interessi.
Un romanzo di denuncia degli abusi di potere, ovunque provenga, che Camilleri ci serve con un'ironia tagliente e spesso esilarante, come già vediamo all'inizio de La secta de los Angeles, con quella scena sviluppata nel circolo Onore e Famiglia.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

La Repubblica, 27.3.2022
Via Poma, nella stanza dove fu uccisa Simonetta Cesaroni ora c'è un B&B con un grande cuore rosso
Un grande cuore di cartone rosso nella stanza (in affitto a 250 euro a notte) dove la diciannovenne fu uccisa con 29 coltellate in un palazzo ora simbolo dei misteri d'Italia. La procura ha riaperto le indagini e una commissione parlamentare acquisirà gli atti

Nel B&B di lusso, 250 euro a notte con il brivido, c'è il macabro kitsch di un grande cuore di cartone rosso, e proprio nella stanza delle orrende 29 coltellate di via Poma e del fallimento della Giustizia italiana che, dopo trentadue anni, ha riaperto il caso, come del resto li riapre quasi tutti. E dunque "chi davvero ha ucciso Simonetta?" ora suona come "chi davvero ha ucciso Pasolini?", "chi ha tradito il bandito Giuliano?", "chi è il mostro di Firenze?", "nuove indagini sul caso De Mauro", "l'ultima verità su piazza Fontana".
[…]
E peccato che non si possa affidare via Poma all'unico investigatore che in Italia acchiappa i veri colpevoli e libera gli innocenti, il commissario di Camilleri che, fra l'altro, di cuori rossi se ne intende: Montalbano sono.
[…]
Francesco Merlo
 
 

El Mostrador, 28.3.2022
Opinion
¿Cuál es el rol de la educación frente al cambio climático?
Lo más importante es que los estudiantes comprendan por qué y cómo se produce el calentamiento global del planeta y, a nivel molecular, qué ocurre en las moléculas de dióxido de carbono (CO2), metano (CH4) y otros gases presentes en la atmósfera. Asimismo, los estudiantes pondrán todo su empeño en comprender las relaciones que se establecen entre las diversas especies que conforman un ecosistema. Es en estos aspectos donde deberán integrarse los conocimientos básicos de la química, la física y la biología. Los profesores no escatimarán esfuerzos para que sus alumnos incorporen en su lenguaje cotidiano conceptos tales como: “cultura verde”, ecosistema, economía circular, huella de carbono, carbono neutralidad, efecto invernadero, electromovilidad, sostenibilidad ambiental, etc. El cambio climático exige el diseño de estrategias integradoras en donde concurren aspectos de la química, la física y la biología.

Antes de referirme al tema central señalado en el título de este artículo, quiero compartir con estudiantes y profesores de la educación primaria, secundaria y universitaria una fábula inspiradora escrita por el notable novelista italiano Andrea Camilleri: “En una selva se produce un terrible incendio y todos los animales huyen de las llamas para ponerse a salvo, entre ellos también corre el león, rey de la selva. Y mientras se aleja velozmente ve un colibrí que en sentido contrario al resto de los animales se dirige hacia la selva en llamas. ¿Qué haces, loco, no ves que se está quemando todo?, le grita el león. El colibrí le responde: Claro, tengo una gota de rocío en el pecho y la llevo para intentar apagar el fuego”.
[…]
David Carrillo Contreras

Qual è il ruolo dell'istruzione di fronte al cambiamento climatico?
La cosa più importante è che gli studenti comprendano perché e come avviene il riscaldamento globale del pianeta e, a livello molecolare, cosa succede alle molecole di anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e altri gas presenti nell'atmosfera. Allo stesso modo, gli studenti faranno ogni sforzo per comprendere le relazioni che si instaurano tra le varie specie che compongono un ecosistema. È in questi aspetti che dovrebbero essere integrate le conoscenze di base di chimica, fisica e biologia. Gli insegnanti non risparmieranno sforzi affinché i loro studenti incorporino concetti come: "cultura verde", ecosistema, economia circolare, impronta di carbonio, neutralità del carbonio, effetto serra, elettromobilità, sostenibilità ambientale, ecc. nel loro linguaggio quotidiano. Il cambiamento climatico richiede la progettazione di strategie integrative in cui gli aspetti della chimica, della fisica e della biologia si uniscano.

Prima di fare riferimento al tema centrale indicato nel titolo di questo articolo, vorrei condividere con studenti e insegnanti di istruzione primaria, secondaria e universitaria una favola ispiratrice scritta dal noto romanziere italiano Andrea Camilleri: “In una giungla c'è un terribile fuoco e tutti gli animali fuggono dalle fiamme per stare al sicuro, tra loro corre anche il leone, re della giungla. E mentre si allontana vede un colibrì che, nella direzione opposta al resto degli animali, si sta dirigendo verso la giungla in fiamme. Che fai, pazzo, non vedi che sta bruciando tutto?, gli urla il leone. Il colibrì risponde: Certo, ho una goccia di rugiada sul petto e la porto per cercare di spegnere il fuoco.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Il Giardino della Cultura, 30.3.2022
Fondo Camilleri: lettere e documenti per conoscere meglio l’autore siciliano

Il 17 luglio 2019 una voce alla radio annunciò che Andrea Camilleri, dopo una lotta per la vita durata alcuni giorni, era morto: il papà del Commissario Montalbano ci aveva lasciato, ma aveva ancora molto da dirci.
In primo luogo, doveva congedare il suo personaggio più famoso. Salvo Montalbano, ovviamente. L’ultimo libro dedicato al commissario di Vigata, Riccardino, è stato pubblicato postumo nel 2020.
Il Fondo Camilleri
Oltre all’ultima comparsa del Commissario Montalbano, Camilleri aveva in serbo per i suoi affezionati lettori ed estimatori un’altra grande sorpresa: lettere, foto, agende e documenti inediti che le figlie Andreina e Mariolina hanno fatto confluire nel Fondo Camilleri.
Nella cantina e in garage, Camilleri ha conservato molta documentazione il cui recupero, iniziato quando lo scrittore era ancora in vita, è tuttora in corso e sin dalle prime battute si è presentato di massima importanza storico letteraria.
Da una parte, leggendo la documentazione del Fondo è possibile conoscere il “dietro le quinte” di una produzione letteraria che ha scritto la storia della letteratura italiana del Novecento e dei primi anni del XXI secolo.
E dall’altra, la presenza di fonti personali è significativa per conoscere meglio l’uomo Camilleri. Capita così di imbattersi nelle agende fitte di impegni fra i quali Camilleri riusciva sempre a dedicarsi alla lettura di libri tanto da completarne uno ogni due giorni.
E come non menzionare il ritrovamento in ben cinque copie di “Giudizio a mezzanotte” testo che Camilleri ha sempre sostenuto di aver gettato dal finestrino di un treno in corsa e che, invece, ora riemerge a svelarci altre storie firmate Camilleri.
Le lettere di Andrea Camilleri ai genitori
Particolarmente meritevoli di nota sono le lettere che Andrea scriveva da Roma ai genitori, a Porto Empedocle: siamo negli anni Cinquanta e il giovane Camilleri inviava un paio di lettere alla settimana a casa.
Da queste pagine apprendiamo notizie della vita quotidiana di un giovane fuori sede, diremmo oggi, ma non solo: già qui si intravede il talento letterario che negli anni si paleserà.
Fra le righe di quotidianità emergono idee, spunti e progetti che anticipano i tempi. E c’è lo spazio per condividere i sentimenti e l’impegno civile, due aspetti che caratterizzano la produzione di Camilleri.
La ricca documentazione del Fondo Camilleri ci permette, in sostanza, di conoscere gli aspetti meno noti dello scrittore siciliano contemporaneo più noto al grande pubblico. Sembra un gioco di parole, un caso del destino, un escamotage, insomma, tipico di Camilleri.
Paolo Belloni
 
 

 


 
Last modified Sunday, April, 03, 2022