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RASSEGNA STAMPA

GENNAIO 2023

 
il Sussidiario, 1.1.2023
Luca Zingaretti/ “Non penso di aver ripetuto per vent’anni lo stesso Montalbano”

Luca Zingaretti dopo Montalbano torna su Rai1 in Danza in con me
Luca Zingaretti è tra gli ospiti di Danza con me, lo show di Capodanno con Roberto Bolle trasmesso il 1 gennaio 2023 su Rai1. L’attore, noto e amato da tutto il pubblico per il personaggio del Commissario Montalbano, è recentemente tornato protagonista in una serie televisivo dal titolo “Il re” in cui interpreta il ruolo di Bruno Testori, direttore del carcere di San Michele.
Un personaggio che la critica ha definito una sorta di anti-Montalbano, un personaggio da cui ancora oggi non riesce a liberarsi.
Intervistato da Il Corriere ha rivelato: “non credo che Montalbano si ripeterà più, ma lo sono stato per due mesi all’anno, al massimo tre, e non tutti gli anni. Ho sempre fatto anche altro, sebbene da un punto di vista mediatico fosse più potente la carriera tv. Dissi basta nel 2008 perché anche Camilleri sosteneva la necessità di uscire tra gli applausi, andarsene prima di aver stufato. Tornai perché mi mancava il personaggio e volevo vederlo evolvere. Non penso di aver ripetuto per vent’anni lo stesso Montalbano. Ora c’è altro”.
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Luca Zingaretti e la popolarità
Il ruolo di Montalbano ha sicuramente regalato a Luca Zingaretti la fama e la popolarità che ha sempre vissuto con naturalezza. “Dal droghiere non mi riconoscevano prima dei 37 anni, in tarda età, quando tanti la carriera l’hanno già fatta”.
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Emanuele Ambrosio
 
 

Il Reggino, 2.1.2023
ReggioFest, Venturiello porta in scena “La prima indagine di Montalbano”
Lo spettacolo ha concluso “Altri Luoghi”: bilancio positivo per il progetto promosso dalla Compagnia “Scena Nuda”

Un viaggio tra le parole, il linguaggio creato da Andrea Camilleri che, negli anni, è riuscito a trasportare i suoi lettori nel mondo di quel commissario Montalbano divenuto il personaggio – sia letterario che televisivo – più iconico degli ultimi 20 anni: un viaggio in cui venerdì scorso, al Teatro San Bruno, uno straordinario Massimo Venturiello ha condotto il pubblico, nel corso dell’ultimo appuntamento (realizzato in collaborazione con “Calabria dietro le quinte”) di “Altri luoghi – ReggioFest”, il progetto promosso dalla Compagnia teatrale “Scena Nuda”, diretta da Teresa Timpano.
Un reading, ma non solo: un’interpretazione intensa, quella che il notissimo attore, con la sua voce, profonda e densa di sfaccettature, ha regalato agli spettatori, facendo rivivere sul palco “La prima indagine di Montalbano”. La prima storia, quella del giovane commissario, con cui il personaggio nasce, per poi continuare ad essere protagonista in decine di romanzi e in tantissimi episodi della fortunata serie televisiva: una storia in cui si tratteggiano i particolari della sua personalità, il suo differente modo di rapportarsi ai prepotenti e alle persone umili, la sua umanità solo apparentemente celata dai modi bruschi. E questi tratti, che il pubblico ha imparato a conoscere, emergono con forza, e nello stesso tempo con delicatezza, dalle parole di Camilleri: Venturiello, sul palco, fa vivere quelle parole, le trasferisce nella loro musicalità, le interpreta con l’emozione, la cura, la profondità che meritano. Un approccio rispettoso e nello stesso tempo vitale, intenso: da grande attore, quale Venturiello è, riesce a esaltare quel linguaggio particolarissimo creato dal genio artistico di Camilleri, così come ogni singolo personaggio nato dalla penna dell’autore, con voci, inflessioni e intenzioni che ne evidenziano le caratteristiche, creando un unicum con questo spettacolo che, per la prima volta, porta sul palco l’opera letteraria che ha al centro le storie del commissario Montalbano.
Non poteva, dunque, esserci migliore conclusione per il progetto “Altri luoghi” promosso dalla Compagnia “Scena Nuda” nell’ambito di ReggioFest, l’iniziativa del Comune, realizzata su fondi Mic, diretta alle aree periferiche: un percorso, iniziato lo scorso luglio, che ha visto il succedersi di una serie di appuntamenti, tra talk, laboratori, spettacoli, che hanno coinvolto giovani e adulti, in luoghi anche inediti, in cui il teatro ha creato incontri, contaminazioni culturali, momenti di riflessione e di approfondimento. Un’esperienza positiva, quella che si è conclusa lo scorso 30 dicembre, con l’auspicio che questo percorso possa proseguire nel tempo.
 
 

La Repubblica - Robinson, 2.1.2023
Vincenzo Mollica: “Camilleri mi ha insegnato a vedere i colori anche da cieco"
L’infanzia tra il Canada e la Calabria, gli studi in legge, l’approdo in Rai. Ha raccontato con passione il cinema, il fumetto, la musica. E oggi replica a chi lo accusa di buonismo. Seguendo i consigli del papà di Montalbano: “Anche al buio si può sognare”

E’ una parte della storia televisiva italiana di questi anni. Aggiungerei di quella meno becera. Vincenzo Mollica compirà settant’anni il prossimo anno.
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«Uno dei miei accidenti, ossia la cecità, gli altri sono il diabete e il Parkinson. Quando queste presenze si sono affacciate nella mia vita non mi sono messo di traverso, le ho accolte senza viverle come una maledizione o una benedizione. Ho cercato di andare d’accordo con queste tre avide signore».
Senza rassegnazione?
«Senza rassegnazione. Capisco un certo stupore. Soprattutto la cecità, per me che ho vissuto di immagini tutta la vita, poteva essere un handicap tremendo. Eppure, mi sento non dico fortunato, ma grato alla mia memoria di poterle ripensare nella nebbia in cui oggi vivo. Mi è stato di grande aiuto Andrea Camilleri che aveva la mia stessa patologia. Ero all’inizio del mio malanno e mi disse: Vincenzo, ti consiglio un esercizio notturno. Quando perderai la vista è probabile che farai dei sogni limpidi. Ecco, ripassa con la memoria i fumetti, i quadri, i volti che ti compariranno e che ricorderai. Riempi le loro forme, non perdere la tavolozza dei colori. È un consiglio che ancora seguo. Camilleri è stato umanamente prezioso. Per me e per tanti altri una bussola con tutti i punti cardinali dentro di sé».
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Antonio Gnoli
 
 

Il Giornale, 4.1.2023
La carta vincente di Camilleri è il "vigatese" con cui ha parlato alla fantasia dei lettori
I romanzi e i racconti degli anni 2003-2019 con protagonista il commissario

Nel 1946 il poeta Umberto Saba pubblicò su Almanacco dello Specchio (Mondadori) una raccolta di testi brevi e aforismi intitolata Scorciatoie e raccontini. Le voci dalla 55 alla 58 sono dedicate ai «Libri Gialli» e alla 57 viene asserito: «sono la sola letteratura contemporanea che sia stata veramente una letteratura popolare. Pieni di cose, di fatti, di episodi, esternamente divertenti (ma non dovrebbe essere sempre così un romanzo?)». Ma quale forma va data a queste storie, quali personaggi, quali ambienti, quali psicologie? Quale lingua va usata nei gialli? Già Carlo Emilio Gadda aveva compreso, costruendo il suo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, che lo stile era fondamentale.
Quando Andrea Camilleri nel 1994 decise di dare alle stampe la prima indagine del suo Montalbano, La forma dell'acqua, aveva già maturato molte idee su come e perché si potesse scrivere un giallo italiano. Aveva letto Gadda ma anche Sciascia, Scerbanenco, De Angelis, Enna e Veraldi ed era consapevole che una via originale per scrivere storie di indagine era possibile. A mostrarci come Camilleri sia riuscito, lungo il suo percorso, a non smarrire la strada e la sua originale identità letteraria fino alla fine è il recente volume dei «Meridiani» Mondadori Altre storie di Montalbano (pagg. 1856, euro 80) che contiene tutte [In realtà si tratta di una selezione, NdCFC] le indagini, in forma di racconto e romanzo, pubblicate dallo scrittore siciliano fra il 2003 e il 2019. Storie in cui reinventa il suo personale teatrino di personaggi, grazie non soltanto all'impianto teatrale quasi pirandelliano delle vicende (dove i protagonisti indossano più di una maschera), ma soprattutto a un uso preciso e oculato di una lingua inventata su misura. Stiamo parlando del vigatese che si è fatto apprezzare dai lettori e che ha reso uniche le indagini del commissario Salvo Montalbano. Perché probabilmente non sono stati i furti, le truffe, i traffici illegali, le menzogne e gli omicidi, a rendere singolari quelle storie, bensì la lingua con cui sono state raccontate e che spesso ha portato il pubblico a leggere le vicende narrate ad alta voce per renderle comprensibili, trasformando suoni in immagini che accendono l'immaginario.
Con arguzia, lo studioso Mauro Novelli che ha curato l'apparato critico di questo secondo «Meridiano» Mondadori dedicato a Montalbano (pubblicato vent'anni dopo il precedente, Storie di Montalbano, del 2002), sottolinea che «prima di trasformarsi in un potente elemento di richiamo l'impasto dialettale a lungo rappresentò un intralcio alla pubblicazione delle opere di Camilleri. Pareva un azzardo eccessivo agli editori, convinti al pari dei teorici del poliziesco che lo stile, in questo tipo di letteratura, deve essere perfettamente trasparente; la sua unica esigenza è di essere quasi inesistente, chiaro, semplice e diretto».
Eppure, infrangendo proprio quest'ultima regola fissata dal filosofo e saggista Tzvetan Todorov in Tipologia del romanzo poliziesco, Camilleri ha costruito «un mondo esotico e casereccio al tempo stesso, in cui niente è come sembra e ogni taliata contiene un messaggio in codice. Arrivare a comprendere il vigatese, padroneggiarlo, prevederne le uscite idiomatiche, ha offerto a milioni di lettori un'impagabile sensazione di complicità».
Luca Crovi
 
 

El País, 4.1.2023
Anatomía de Twitter
Camilleri, la Mafia y el Vaticano
Aunque sea de soslayo, con descreimiento o animosidad, las miradas en Twitter se han dirigido a la Santa Sede

Andrea Camilleri, no sé si lo saben, nunca escribió de la Mafia. No fue por miedo, sino más bien por todo lo contrario. Se lo pregunté una tarde en su casa de Roma. Era la segunda vez que nos veíamos en dos años. Durante la primera entrevista —a principios de 2014— apenas tocamos el asunto. Me dijo: “A la Mafia la he tenido siempre en un segundo plano, aunque siempre presente, porque negarla hubiese sido negar la existencia del aire”. En nuestro segundo encuentro —a finales de 2015—, Camilleri, quien ya estaba “al borde del abismo de la ceguera” y, en vez de escribir, dictaba, me confió la razón de por qué no había escrito de la Cosa Nostra en sus novelas, a pesar de que, cuando era joven, llegó a entrevistar al mafioso Nicola Gentile.
—Tuve la oportunidad —explicó— de conocer a dos o tres mafiosos y tenían la fascinación de la simpatía. No eran ni mucho menos personas siniestras. Había que estar atento para no sentir simpatía.
—O sea, que tenía miedo a…
Cuando un tema da mucho que hablar, lee todo lo que haya que decir.
—Sí, tenía miedo de hacer aparecer a los mafiosos como héroes simpáticos. Si usted mira El padrino y ve la gigantesca interpretación de Marlon Brando, se olvida de que es un asesino. Lo olvida. Es un asesino que ordena homicidios, pero se le mira con fascinación. Ese es el riesgo. Yo temía caer en el mismo error involuntario en el que cayó Leonardo Sciascia cuando escribió Il giorno della civetta [El día de la lechuza] y retrató al personaje simpático de don Mariano. Yo no quería eso.
Camilleri, además de un escritor fantástico, un fumador compulsivo y el mejor conversador, fue hasta su muerte un comunista irredento, a pesar de que en los últimos tiempos admitía, no sin pesar, que para encontrar a la auténtica izquierda había que recurrir a la linterna del filósofo Diógenes. Y, aun así, por encima de sus ideas y de su convencimiento de que “el Vaticano es peor que una cúpula mafiosa”, le había empezado a caer bien el papa Francisco por su voluntad de cambiar algunas cosas dentro de la Iglesia: “Deseo que lo consiga”.
Unos años antes, durante un paseo por Medellín junto al escritor colombiano Fernando Vallejo, pude comprobar que el autor de La puta de Babilonia —un descarnado ajuste de cuentas con la Iglesia católica en forma de ensayo— gustaba de entrar en la catedral para escuchar a los canónigos cantar las vísperas, disfrutar del frescor y la penumbra bajo las altas bóvedas y escribir a modo de conjuro contra una tentación improbable: “Dios no está ahí, pero sí su vacío”.
La fascinación por el misterio sí que siempre ha estado ahí, y estos días, aunque solo sea de soslayo, con descreimiento o directamente con animosidad, las miradas de Twitter —esas que nunca dudan— se han vuelto a lo que sucede en el Vaticano, donde miles de personas siguen haciendo cola para despedir a Benedicto XVI, el papa que renunció a serlo y que el día de su despedida también se permitió compartir con su grey el atisbo de una duda: “Las aguas bajaban agitadas, el viento soplaba en contra y Dios parecía dormido”.
Justo en estos días de fechas señaladas y de ausencias irreparables, quien más y quien menos se ve reflejado en el autorretrato de Antonio Machado —”converso con el hombre que siempre va conmigo / quien habla solo espera hablar a Dios un día”—, y al menos espera, en medio de tantas verdades absolutas en peligrosa ruta de colisión, encontrar sosiego en aquella frase última de Andrea Camilleri: “Mi herencia es la incertidumbre”.
Pablo Ordaz

Camilleri, la Mafia e il Vaticano
Anche se di traverso, con incredulità o animosità, gli occhi su Twitter sono stati puntati sulla Santa Sede

Andrea Camilleri, non so se lo sapete, non ha mai scritto di mafia. Non era per paura, ma piuttosto il contrario. gli chiesi un pomeriggio a casa sua a Roma. Era la seconda volta che ci vedevamo in due anni. Durante la prima intervista, all'inizio del 2014, abbiamo appena sfiorato l'argomento. Mi disse: "Ho sempre tenuto la mafia sullo sfondo, anche se sempre presente, perché negarla sarebbe stato negare l'esistenza dell'aria". Nel nostro secondo incontro —a fine 2015— Camilleri, che era già “sull'orlo dell'abisso della cecità” e invece di scrivere, dettava, mi disse il motivo per cui non aveva scritto di Cosa Nostra nei suoi romanzi, nonostante il fatto che, da giovane, abbia avuto modo di intervistare il mafioso Nicola Gentile.
"Ho avuto l'opportunità", ha spiegato, "di incontrare due o tre mafiosi e avevano il fascino della simpatia. Non erano affatto persone sinistre. Bisognava stare attenti a non provare simpatia."
"Voglio dire, avevo paura di..."
Quando un argomento dà molto di cui parlare, leggi tutto quello che c'è da dire.
"Sì, avevo paura di far apparire i gangster come simpatici eroi. Se guardi Il Padrino e vedi la performance gigantesca di Marlon Brando, dimentichi che è un assassino. Lasci perdere. È un killer che ordina omicidi, ma è guardato con fascino. Questo è il rischio. Temevo di cadere nello stesso errore involontario in cui cadde Leonardo Sciascia quando scrisse Il giorno della civetta e interpretò il simpatico personaggio di Don Mariano. Non lo volevo."
Camilleri, oltre a essere uno scrittore fantastico, un fumatore compulsivo e un ottimo conversatore, è stato fino alla morte un comunista irredimibile, nonostante negli ultimi tempi abbia ammesso, non senza rammarico, che per trovare la vera sinistra bisognava ricorrere alla lanterna del filosofo Diogene. E, nonostante ciò, al di sopra delle sue idee e della sua convinzione che «il Vaticano è peggio di una dirigenza mafiosa», aveva cominciato a piacere a papa Francesco per la sua disponibilità a cambiare alcune cose all'interno della Chiesa: «Voglio capirlo».
Qualche anno prima, durante una passeggiata per Medellín con lo scrittore colombiano Fernando Vallejo, ho potuto constatare che l'autore de La puta de Babilonia — una dura resa dei conti con la Chiesa cattolica in forma di saggio — amava entrare nella cattedrale ascoltare i canonici cantare i vespri, godersi il fresco e il buio sotto le alte volte e scrivere come un incantesimo contro un'improbabile tentazione: “Dio non c'è, ma c'è il suo vuoto”.
Il fascino del mistero c'è sempre stato e in questi giorni, anche se solo di traverso, con incredulità o aperta animosità, gli occhi di Twitter —quelli che non dubitano mai— si sono rivolti a quanto accade in Vaticano, dove migliaia di persone continuano a fare la fila per salutare Benedetto XVI, il papa che si è dimesso da papa e che nel giorno dell'addio si è lasciato anche condividere con il suo gregge l'ombra di un dubbio: «Le acque scendevano agitate, il vento soffiava contro e Dio sembrava addormentato».
Proprio in questi giorni di date segnate e assenze irreparabili, chi più e chi meno si vede riflesso nell'autoritratto di Antonio Machado — “Mi converto con l'uomo che sempre viene con me / chi parla spera solo di parlare un giorno con Dio”— , e almeno spera, in mezzo a tante verità assolute in pericolosa rotta di collisione, di ritrovare la calma in quell'ultima frase di Andrea Camilleri: "La mia eredità è l'incertezza".

[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Gente, 7.1.2023
Le letture della settimana
La guerra privata di Samuele
Andrea Camilleri

Sei racconti, di cui due inediti, del grande romanziere siciliano, che compongono quasi un romanzo. Alcuni si intrecciano anche alla sua vita e alla sua produzione (Sellerio - 272 pagine - 15 euro).
 
 

il Libraio, 7.1.2023
Libri per capire il Veganuary, che esplorano il rapporto tra alimentazione e animali
Uno dei dibattiti che stanno caratterizzando quest’epoca storica è quello sul rapporto tra alimentazione umana e animali: è più facile che il tema emerga a inizio anno, da un lato perché è il periodo in cui si tende a formulare buoni propositi, dall’altro perché a gennaio ha luogo il Veganuary, il mese in cui chi sceglie una dieta a base vegetale invita anche gli onnivori a provare a limitare i derivati animali, nel piatto e non solo. Per chi vorrebbe approfittare dell’occasione per approfondire l’argomento, ecco alcuni libri di ieri e di oggi (saggi, romanzi, ma anche ricettari) che affrontano con prospettive diverse il dibattito sul ruolo degli animali nell’alimentazione umana…

[...]
Passiamo invece a dei racconti con I tacchini non ringraziano (Salani, illustrazioni di Paolo Canevari), in cui Andrea Camilleri, con delicatezza e affetto, ritrae gli animali della sua vita; non solo cani e gatti, ma anche volpi, tacchini, cardellini e altri ancora.
[...]
Nadia Corvino
 
 

Slate, 8.1.2023
Comprendre l'Italie d'aujourd'hui en sept films emblématiques
Mieux connaître ce pays de culture, et notamment saisir pourquoi l'arrivée au pouvoir de Giorgia Meloni n'est pas un accident, passe par une plongée dans son prolifique cinéma.

[…]
Et une série: «Commissaire Montalbano»
Au contraire des séries policières françaises, dont le scénario désormais quasi unique est transposé aux quatre coins de l'Hexagone dans des paysages dont la diversité semble avoir pour fonction de faire oublier la vacuité du genre, Commissaire Montalbano est une série aux arêtes ciselées et aux intrigues renouvelées.
Il faut dire que les nouvelles et romans d'Andrea Camilleri fournissent des scénarios aussi bien construits qu'intéressants, tant pour l'intrigue policière que pour les peintures des milieux dans lesquels les enquêtes se déroulent. Basé en Sicile, Salvo Montalbano enquête dans des milieux différents, souvent parties prenantes d'un morceau d'histoire de l'île, de la mafia au fascisme. Montalbano renvoie à la littérature policière italienne, qui se marie bien avec l'usage de l'objectif.
[…]
Gaël Brustier — Édité par Sophie Gindensperger

Comprendere l'Italia di oggi in sette film emblematici
Conoscere meglio questo paese di cultura, e in particolare capire perché l'ascesa al potere di Giorgia Meloni non è stata un caso, richiede un tuffo nel suo prolifico cinema.

E una serie: “Il commissario Montalbano”
A differenza delle serie poliziesche francesi, la cui sceneggiatura ormai quasi unica viene trasposta ai quattro angoli della Francia in paesaggi la cui diversità sembra avere la funzione di far dimenticare il vuoto del genere, Il commissario Montalbano è una serie dagli spigoli cesellati e dagli intrighi rinnovati.
Va detto che i racconti e i romanzi di Andrea Camilleri forniscono sceneggiature ben costruite e interessanti, sia per gli intrighi polizieschi che per i dipinti degli ambienti in cui si svolgono le indagini. Di base in Sicilia, Salvo Montalbano indaga in diversi ambienti, spesso coinvolti in un pezzo di storia dell'isola, dalla mafia al fascismo. Montalbano fa riferimento alla letteratura poliziesca italiana, che ben si sposa con l'uso dell'obiettivo.
 
 

Corriere della Sera, 8.1.2023
Teresa Mannino: «Per un amante ho rischiato di perdere la parte in un film. Clooney? Meglio Camilleri»

[...]
Chi è il personaggio che l’ha emozionata di più?
«Ho incontrato George Clooney, Michael Bublé... Ma l’unico che mi ha emozionato davvero è stato Andrea Camilleri: la cultura e il sapere mi mettono sempre un po’ di emozione e soggezione».
Oggi sta con Paolo, produttore cinematografico conosciuto sul set del docufilm su Camilleri, «Il maestro senza regole».
«Quando mi sono innamorata di Paolo mi sono confidata con lui. Si era creato un rapporto molto forte, così gliel’ho detto, facendogli capire che sarebbe stato un casino. E lui mi rispose (e qui Teresa Mannino imita la parlata di Camilleri, ndr): “Non problematizzare”. Da allora è diventato il nostro mantra».
Elvira Serra
 
 

La Repubblica - Il Venerdì, 8.1.2023
A Roma c'è un museo da Guinness dove si trova tutto: dalla culla di Totò ai capelli di Garibaldi
Ma anche l'auto di Al Capone, quintali di bottoni e tonnellate di francobolli. Domenico Agostinelli raccoglie ed espone tutto. "È la collezione più vasta al mondo". Ma di che?

Dragona (Roma). "Ma lei ha idea di quanto vale la polvere? Mica la puoi comprare! Ci ha messo anni a diventare così. Però tocchi pure, tocchi tutto. Si prenda un po' di energia da questi oggetti e da chi li possedeva". Domenico Agostinelli, abruzzese di Campli, è un personaggio letterario, dall'entusiasmo travolgente. Si muove come un bambino nella fabbrica di cioccolato, ma ha 82 anni e siamo nel suo museo.
[…]
"Da Fellini a Tornatore, il cinema si è sempre rifornito da me, Monicelli era fisso. Per ringraziarmi mi portò dalla Tunisia una rosa del deserto da 50 chili. Camilleri e Zingaretti girarono qui un episodio del Commissario Montalbano".
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Simona Orlando
 
 

Fanpage, 9.1.2023
Cesare Bocci, il Mimì Augello della tv: “Mi manca Montalbano”
L’attore, diventato famoso grazie al suo ruolo nella trasposizione seriale dei romanzi di Andrea Camilleri, si racconta a Libero: “Mi manca molto il gruppo che avevamo creato”.

La storia di Cesare Bocci è fatta di grandi momenti di passione. Una vita divisa tra teatro, cinema e televisione, sfide che l'attore ha sempre affrontato alla gagliarda e con grande stile. In una intervista rilasciata a Libero, per presentare "Il figlio", in scena al Teatro Parioli di Roma dal 25 gennaio, l'attore rivela: "In Italia c'è una tradizione teatrale che purtroppo stiamo perdendo perché i giovani non lo frequentano più". 
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Nel 1999, arriva il ruolo che gli regala una popolarità assoluta: Mimì Augello ne Il commissario Montalbano. Una cavalcata lunga quasi venticinque anni. Su questo, Bocci riflette:
"Mi manca molto il gruppo che avevamo creato. Mi mancano Alberto Sironi, Roberto Nobile, Marcellino Perracchio perché non ci sono più realmente. Con Luca Zingaretti ci vediamo, ma mi manca il periodo che passavamo giù perché era come una seconda casa. Vent’anni ci abbiamo passato lì…Ci sono stati pranzi meravigliosi e incontri in occasioni ufficiali con la Polizia di Stato, con la quale avevamo rapporto stretto. Saremmo stati ore a sentire Andrea con le sue pause teatrali, la sua voce calda con la quale ti portava nel suo mondo. Però va detto che le strade vuote della Sicilia che si vedono nella serie le ha inventate Alberto Sironi, il regista nato a Varese che ha saputo tradurre al meglio l’atmosfera camilleriana con scelte artistiche straordinarie che l’hanno reso uno dei migliori interpreti della sicilianità."
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Gennaro Marco Duello
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 10.1.2023
"I leoni" parlano arabo e viaggiano in 38 Paesi
Il boom all'estero del best seller di Stefania Auci: più diffuso de "La forma dell'acqua" di Camilleri

Ebraico, estone, bulgaro e ora anche arabo. "I leoni di Sicilia" parlano 27 lingue e raggiungono il trentottesimo paese in giro per il mondo, soffiando il record del libro siciliano più esportato all'estero a La forma dell'acqua di Camilleri, pubblicato in 32 paesi.
[…]
Un indizio, forse, ce lo può dare un numero. Ventisette: tante sono le lingue in cui sono stati tradotti I leoni. Esattamente quanto Il Gattopardo, di cui esiste anche un'edizione cinese. Fino a vent'anni fa il capolavoro di Tomasi di Lampedusa deteneva il primato dei libri siciliani più tradotti, seguito da Sciascia, tradotto in 22 lingue, tra cui il turco e il giapponese, mentre il Nobel agrigentino Luigi Pirandello, già nel 1968 era stato tradotto in swahili, la lingua parlata in Kenya e in Tanzania, grazie al professore palermitano Giovanni Battaglia, all'epoca direttore dell'Istituto italiano di cultura di Addis Abeba, che aveva commissionato la traduzione del volume di 265 pagine contenente La giara, Lumie di Sicilia e Così è se vi pare. Camilleri ha rimescolato le carte. Il successo televisivo della fiction di Rai1 Il commissario Montalbano ha attirato lettori di mezzo mondo e sottratto lo scettro dei libri più venduti a Il Gattopardo.
"La forma dell'acqua", pubblicato in 32 paesi, è stato tradotto in 29 lingue, tante quante le edizioni de Il cane di terracotta, diffuso in 31 Paesi.
Se Camilleri resta l'autore siciliano tradotto in più lingue, Auci sorpassa lo scrittore di Porto Empedocle se si guarda al numero di edizioni straniere per singolo romanzo.
[…]
Ad ogni paese il suo autore preferito. Se i tedeschi prediligono Camilleri, Auci spopola soprattutto in Francia, dove il primo capitolo della saga è stato il miglior libro di esordio del 2022.
[…]
Irene Carmina
 
 

AgrigentoNotizie, 10.1.2023
Circolo Empedocleo, Giugiu Gramaglia protagonista di “Tambasiannu dintra casa” dalle pagine di Camilleri

Per la sesta edizione della stagione del teatro da camera al Circolo Empedocleo di Agrigento, venerdì 20 gennaio alle 18,15 andrà in scena lo spettacolo intitolato “Tambasiannu dintra casa” dalle pagine di Andrea Camilleri.
Protagonista Giugiu Gramaglia, visto in tv in diverse fiction Rai, che sarà sul palco insieme a Lea Vella (voce e pianoforte), Lillo Marino (mandolino e “friscalettu”) e Giuseppe Marino (chitarra).
Lo stesso Gramaglia firma anche la direzione e l’adattamento. La direzione artistica è di Giuseppe Adamo e Mario Gaziano. Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti. Informazioni e prenotazioni al 328 2156066.
 
 

Eventi Valsesia e dintorni, 11.1.2023
Varallo, domenica 15 Gennaio: “La mossa del Cavallo” terzo appuntamento con la rassegna Un incantevole XXV Aprile
Rassegna biblio-cinematografica

Terzo appuntamento della rassegna dedicata alla mafia in letteratura proposta dall‘associazione culturale Fiorile e Messidoro: lettura interpretata di brani del libro (leggono: Anna Tosi, Elena Orsolano, Laura Cairo, Sara Montanari) e spezzoni del film, con la regia di Costanza Daffara e il supporto tecnico di Luigi Gabriele Smiraglia.
DOMENICA 15 GENNAIO ALLE ORE 17,30 presso il Salone XXV Aprile in via D’Adda, andrà in scena: “LA MOSSA DEL CAVALLO” di ANDREA CAMILLERI.
E’ uno dei più intelligenti, spassosi, esemplari romanzi di Camilleri, pubblicato per la prima volta nel 1999 e oggi considerato un «classico». Ispirato da un fatto di cronaca realmente accaduto a Barrafranca (Enna) nel XIX secolo. Una peculiarità di alcuni romanzi di Camilleri è l’uso di un particolare linguaggio commisto di italiano e siciliano. Per poter essere compreso da tutti non poteva esprimersi completamente in siciliano, pertanto occorreva adottare un linguaggio equilibrato dove i termini dialettali avessero la stessa qualità e significanza, la stessa risonanza di quelli italiani.
Siamo nel 1877. Il quarantenne Giovanni Bovara è il nuovo ispettore capo ai mulini, incaricato di far rispettare l’invisa tassa sul macinato. Siciliano di nascita, è ormai ligure di adozione poiché da bambino si è trasferito con la sua famiglia a Genova. Ragiona e parla come un uomo del nord-Italia e non comprende le dinamiche mafiose e omertose che regolano la terra siciliana. La sua intransigenza gli procura subito diversi nemici. Le sue indagini lo portano a scoprire prima un ingegnoso sistema con il quale i mugnai vengono lasciati liberi di evadere la tassa sul macinato e poi l’esistenza di un mulino clandestino nel terreno dell’uomo più potente della città. A poco a poco le spire del “sistema” gli si stringono intorno e quando sopraggiunge per caso sul luogo dell’omicidio del parroco della città, Bovara si ritrova suo malgrado invischiato in qualcosa molto più grande di lui. In un complicato sistema di depistaggi e giochi di potere, i suoi avversari cercheranno di eliminarlo e sarà solo entrando nella mentalità dei suoi aguzzini e ricorrendo alle loro stesse strategie che Bovara riuscirà a salvare la propria vita.
La sceneggiatura del film, che riprende la trama dell’omonimo libro di Camilleri, è scritta dallo stesso Camilleri insieme a Francesco Bruni e Leonardo Marini. È la prima trasposizione televisiva di un romanzo storico dello scrittore.
Ingresso libero.
INFO: fiorilemessidoro@gmail.com
 
 

LaNostraTv, 11.1.2023
Oggi è un altro giorno: Sonia Bergamasco glissa sul ritorno di Montalbano
Il commissario Montalbano avrà il gran finale? L’attrice di Livia glissa sulle nuove puntate

Nella puntata di Oggi è un altro giorno di questo pomeriggio, mercoledì 11 gennaio, è stato ospite Sonia Bergamasco. L’attrice è nota per aver recitato in grandi fiction di successo come Tutti pazzi per amore e Una grande famiglia ma soprattutto per il ruolo di Livia Burlando ne Il commissario Montalbano, ruolo che riveste da cinque stagioni. In questi mesi circolano rumor contrastanti circa la continuazione della fiction ed al momento non è noto se ci sarà o meno il tanto atteso gran finale. Ospite da Serena Bortone l’attrice ha detto la sua sulla fiction, sul suo ruolo e sullo straordinario successo della serie nata dai romanzi di Andrea Camilleri ma ha glissato sul ritorno delle nuove puntate. Dunque la domanda resta: ci sarà una nuova stagione di Montalbano?
Oggi è un altro giorno, Sonia Bergamasco ammette: “Livia è un pezzo del mio cuore”
La fiction di successo di Rai1 nata dai romanzi dello scrittore siciliano Andrea Camilleri va in onda da più di vent’anni, per l’esattezza dal 1999. Sin dalla prima stagione il volto del commissario è quello di Luca Zingaretti mentre la sua fidanzata per le prime otto stagioni è stata interpretata dall’attrice austriaca Katharina Böhm, poi sostituita da Lina Perned ed infine nel 2016 il ruolo è stato affidato a Sonia Bergamasco. E l’attrice lombarda, ospite da Serena Bortone ha rivelato cosa ha significato per lei impersonare Livia de Il commissario Montalbano:
“Posso dire che per me è un pezzo di cuore, anche perché l’ho ricoperto per cinque anni e sono entrata in corsa nella fiction”.
[…]
Liliana Morreale
 
 

Quaderni camilleriani, 13.1.2023
Comunicato

La collana Quaderni camilleriani (fondata nel 2016, reperibile all’indirizzo https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/) ha pubblicato il suo diciannovesimo volume, curato da Morena Deriu: è intitolato Fìmmine (… ci vogliono occhi per taliarle) (https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/quaderni-camilleriani-19/) e propone i contributi di Simona Demontis, Morena Deriu, Marianna Castiglione, Marina Castiglione, Maria Lavinia Porceddu, Martina Treu, Karin Vikström.
Le Autrici prendono in considerazione alcune tra le tante figure femminili che popolano l’opera narrativa di Andrea Camilleri, dalle eroine dell’antichità, di cui tramandano notizia i poeti e gli scrittori greci e latini, alle donne vissute in secoli a noi più vicini.
Ma l’eco del mondo classico non si spegne neppure nella contemporaneità e indagare in quella tradizione ci aiuta a capire temi e procedure stilistiche che rappresentano elementi fondanti dell’opera elaborata da un Autore del quale Morena Deriu può dire: “Forza, intelligenza e una imprevedibilità quasi felina assurgono a tratti femminili nell’universo Camilleri, pur nel rifiuto dichiarato, e a tratti paradossale, di aderire ad alcuna teoria generale al riguardo”.
 
 

La Repubblica - Il Venerdì, 13.1.2023
Giménez-Bartlett. Piccole Petra crescono
Nell’ultimo libro della giallista spagnola, la sua celebre eroina lascia il posto a due giovani sorelle poliziotte. "Le nuove generazioni sono sottovalutate", dice in questa intervista

In futuro a indagare sul male ci saranno sempre più donne. Piccole ispettrici crescono. Ma non cercate Petra Delicado, ci sono le due figlie (non biologiche). Al loro primo caso importante. Due giovani ragazze, appena uscite dall'Accademia di polizia, anzi due sorelle. Berta e Marta Miralles. Una più musona, dopo una delusione amorosa, attenta al mangiare.
[…]
Chandler,Montalbán,ma anche Highsmith,P.D.James,Cornwell,come si pone la signora tra maestri e maestre?
«Mi piacciono tutti,li ho letti e studiati, e ci metto dentro anche la francese Vargas,l'italiano Camilleri e il greco Markaris».
[…]
Emanuela Audisio
 
 

AgrigentoOggi, 13.1.2023
L’istituto Fermi di Arona organizza la prima edizione del premio Modello Camilleri

L’istituto “Fermi” di Arona, diretto da Giuseppe Amato, organizza la prima edizione del Premio Letterario Nazionale “Modello Camilleri”, da assegnare a racconti inediti di narrativa italiana con contaminazioni dialettali. Il concorso è rivolto alle studentesse e agli studenti degli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado di ogni regione italiana. Il bando di partecipazione è reperibile sul sito http://www.iisenricofermiarona.it/
 
 

La Tecnica della Scuola, 14.1.2023
Al via la prima edizione di “Modello Camilleri”, un premio letterario nazionale rivolto agli studenti delle superiori

Per iniziativa dell’Istituto d’Istruzione Superiore Statale “E. Fermi” di Arona è bandita la prima edizione del Premio Letterario Nazionale “Modello Camilleri”, da assegnare a racconti inediti di narrativa italiana con contaminazioni dialettali.
Il concorso è rivolto alle studentesse e agli studenti degli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado di ogni regione italiana.
Quali finalità?
La finalità del Premio Letterario Nazionale “Modello Camilleri” è quella di stimolare la capacità di scrittura nei giovani per valorizzare il patrimonio linguistico dialettale e sviluppare il talento creativo.
Gli organi
Il “Comitato Organizzativo”, composto dal Dirigente scolastico e da rappresentanti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Statale “E. Fermi” nomina la “Giuria di Qualità” e il “Presidente della Giuria di Qualità”.
La “Giuria di Qualità” è composta da membri scelti fra scrittori, critici e cultori di lettere, più il Presidente, individuato tra personalità del mondo della cultura, tutti con potere di voto. Le dieci opere finaliste saranno sottoposte al giudizio insindacabile della “Giuria di Qualità”.
Come iscriversi
Possono concorrere al Premio le opere di narrativa italiana inedite composte da ragazzi e ragazze iscritti/e alle Scuole secondarie di secondo grado. I candidati potranno iscriversi e mandare i loro elaborati a partire dal 1 gennaio 2023 e fino alla mezzanotte del 28 febbraio 2023 (farà fede l’orario della posta elettronica).
Si può partecipare con un solo elaborato a persona; si possono inviare non più di tre elaborati per Istituto. Non sono ammessi lavori collettivi. La partecipazione è gratuita.
Che opere?
Tipologia e genere di testi ammessi al concorso: racconti brevi, di generi vari a tema libero, in prosa e in lingua italiana con contaminazioni dialettali.
Tutte le parole in dialetto dovranno riportare la traduzione in lingua italiana in nota.
I testi presentati dovranno essere inediti e non coperti da diritto d’autore. Per “opere inedite” si intendono racconti mai pubblicati in raccolta cartacea da un editore nazionale e che non siano mai stati presentati ad altri concorsi.
I testi narrativi dovranno avere le seguenti caratteristiche editoriali:
• Cartelle minime: 2 • Cartelle massime: 5
Per “cartella editoriale” si intende un foglio Word di 30 righe per 60 battute spazi inclusi; 1800 battute per cartella, spazi inclusi. Il racconto dovrà essere scritto in carattere Times New Roman, corpo 12. Le pagine dovranno essere numerate.
Modalità di invio dei manoscritti
L’invio dei manoscritti avverrà con la seguente modalità:
I dati completi della scuola (denominazione, codice meccanografico, indirizzo completo, telefono, email), devono essere indicati nel modulo di accompagnamento.
Il testo di ogni studente dovrà essere chiuso in una cartella insieme al modulo precedentemente compilato con i seguenti dati: nome e cognome dello studente titolo del brano classe frequentata, dati della scuola partecipante, codice meccanografico della scuola nome e indirizzo email del docente referente.
Tutte le cartelle contenenti i testi e i dati, andranno poi racchiuse in un’unica cartella zippata con il nome della scuola.
I testi, in formato Word e PDF, dovranno essere inviati all’indirizzo modellocamilleri@fermiarona.edu.it
L’email di accompagnamento degli elaborati dovrà contenere in oggetto: Premio Letterario Nazionale “Modello Camilleri” IISS “E. Fermi” – Arona
Una volta ricevuti i manoscritti, il Comitato Organizzativo del Concorso provvederà immediatamente a confermarne la ricezione tramite una mail di risposta automatica.
I testi pervenuti dopo la data indicata nel bando non potranno essere ammessi al concorso.
Valutazione
“La Giuria di Qualità” esaminerà gli elaborati ed entro il mese di maggio 2023 stabilirà la classifica finale, individuando la terzina vincitrice del concorso. Ciascuna opera avrà una valutazione in centesimi che terrà conto dei seguenti parametri:
FORMA: capacità linguistico-espressive, anche dialettali CONTENUTO: originalità complessiva del contenuto COMUNICAZIONE: interesse del tema affrontato, ricchezza e valore del messaggio (capacità di trasmettere emozioni ed originalità espressiva)
I premi
I Premio e II Premio: Targa, libri di Andrea Camilleri e antologia di brani scelti tra quelli indicati dalla giuria. III Premio: Targa, libri di Andrea Camilleri e antologia di brani scelti tra quelli indicati dalla giuria.
La Giuria ha inoltre facoltà di attribuire Menzioni d’onore ad opere che, pur avendo una valutazione eccellente, non rientrano fra gli elaborati premiati. Il premio, in questo caso, consisterà in un attestato e un’antologia.
Entro e non oltre la fine di maggio 2023 sul sito dell’Istituto d’Istruzione Superiore Statale “E. Fermi” saranno pubblicati i nomi dei finalisti. Gli autori delle opere scelte saranno informati in merito alle modalità di partecipazione alla manifestazione pubblica di premiazione organizzata anche online, che si svolgerà alla fine di maggio 2023.
LEGGI IL BANDO
 
 

La Sicilia, 18.1.2023
Luca Crovi ricorda il papà di Montalbano in un libriccino che vuole essere un'incursione nel laboratorio segreto alla ricerca delle formule adoperate per i suoi racconti su Vigata
Camilleri, il re dei falsari d'autore
Lo si potrebbe definire una sorta di Re Mida. Ha riscritto e reinventato con la propria voce stili narrativi di Pirandello, Sciascia, Boccaccio

Il ricordo di Luca Crovi a più di tre anni dalla morte del papà del commissario Montalbano. Un'incursione nel retrobottega del Maestro del racconto. Un'analisi divertita del procedimento di riscrittura di opere altrui spacciate per originali.
A distanza di tre anni dalla morte di Andrea Camilleri è uscito un simpatico libriccino di appena 76 pagine di Luca Crovi per le edizioni Oligo di Mantova dal titolo fortemente allettante “Copiare/Reinventare. Andrea Camilleri falsario" (euro 12). È un saggio ricordo, un ritratto formato tessera che il conduttore della fortunata trasmissione radiofonica “Tutti i colori del giallo” ha voluto dedicare al papà del commissario Montalbano.
Il libro nasce da un’idea di Salvatore Silvano Nigro. Fu lui a dargli la patente di falsario. In un suo corsivo del 6 marzo 2011 su “Il Sole 24 ore” scrisse che Camilleri è nato nelle pagine del “Consiglio d’Egitto” di Leonardo Sciascia due secoli prima di rivelarsi a Vigata. Il suo antenato si chiamava Giuseppe ed era l’aiutante del falsario Giuseppe Vella. Insieme avevano inventato una lingua falsamente vera, mai esistita, come quella di Vigata.
Tra le attività del falsario Camilleri non c'è tuttavia soltanto lo spaccio d'una lingua sconosciuta al Mortillaro, con la quale egli si è divertito a coglionare e scandalizzare lettori e critici, dando nel contempo luogo a una proliferazione di apprendisti imitatori e di piccoli falsari di provincia. No, Camilleri ha riscritto, reinventato e falsificato con la propria voce stili e schemi narrativi di Pirandello, Sciascia, Boccaccio, Caravaggio e Stesicoro. Molti dei suoi romanzi sono infatti falsi d'autore. Lo si direbbe una sorta di re Mida. Tutto ciò che tocca diventa altro; tutto ciò che dice diventa racconto. Gli basta un niente, un pretesto, una notizia per costruirvi sopra un "cunto" o un romanzo, aggiungendovi situazioni, particolari e sviluppi tali da far sparire la "prova" della copia. Da due mezze paginette delle "Memorie agrigentine" di Giuseppe Picone, dove si dà sommaria notizia di un certo Zosimo, un contadino girgentano trovatosi a capo di una rivolta popolare contro i nobili, ecco nascere “Il re di Girgenti". Un altro romanzo ebbe origine invece da una lettera adulatoria della badessa del monastero di Palma di Montechiaro all’arcivescovo di Agrigento mons. Peruzzo che nel 1945 fu colpito a morte dai due fucilate sparate da un monaco cacciato dalla comunità. Ebbene in quella lettera la badessa rivelava che per salvare la vita al loro pastore dieci monache si erano offerte per lui a Dio lasciandosi morire d'inedia. Di qui la storia di "Le pecore e il pastore".
Per l'autore del libretto il punto di forza di tutta la produzione camilleriana sta in una sconfinata capacità di fantasia che gioca nel confondere finzione con documentazione storica. Questo vale sia per il racconto scritto che per il racconto orale.
Non ne siamo affatto convinti. Pensiamo piuttosto che questa "contaminatio" di finzione e documentazione storica non regge nel racconto orale, dove notoriamente il Maestro, nella foga del raccontare, allenta la sorveglianza e si lascia andare al suo proverbiale eloquio. Si può dire anzi che è proprio qui che si scopre più apertamente la sua identità di falsario, preso com'è dall'inguaribile vizietto di inventarsi una notizia.
Lui è fatto così. È nato per raccontare. Non a caso ama definirsi un contastorie e non un letterato. Soprattutto se gli chiedete di Pirandello, col quale vanta una presunta parentela. «L'ho scoperto a settantadue anni», dice. Gliene si deve dare atto se il suo Pirandello, così falsamente vero, è diventato una pietra miliare per critici e biografi. Un falso elevato a documento storico. Purtroppo. Ma questo è un altro discorso. Lui lo sa, ma se la ride.
Piero Meli
 
 

La Repubblica, 18.1.2023
Sono storie create per i nipotini ma adatte anche ai grandi.
Con pochi personaggi e splendide descrizioni, come quella del “baglio” della sua infanzia
C’era una volta il piccolo Nené Camilleri
Tornano in libreria, in unico volume, le due fiabe scritte dal maestro siciliano: sono storie create per i suoi nipotini ma adatte anche ai grandi. Come racconta una scrittrice bestseller che lo conosceva bene


Andrea Camilleri (1925-2019) in una foto da bambino

Un grande scrittore, così come un grande architetto o un grande avvocato, non dovrebbe avere limiti all’interno della propria professione. Dunque un architetto di grattacieli può progettare alla perfezione una casetta a un solo piano. Un avvocato che al tribunale dei minori rappresenta e tutela i diritti dei bambini abbandonati o maltrattati, come facevo io da Children Solicitor a Londra, può perfino avere clienti adulti che sono stati cattivi con i propri figli. E deve farlo. E Andrea Camilleri, chiamato dalla propria famiglia Nené, padre di Montalbano oltre che di numerosi racconti e romanzi, si rivela anche un grande scrittore di storie per bambini nei due racconti Magarìa e Topiopì, scritti originariamente per i suoi nipotini, ma adatti anche ai grandi. Come sempre, nelle storie di valore i personaggi sono pochi, e in Magarìa i protagonisti sono un nonno e la nipote di sei anni che passeggiano «campagna campagna», come si dice da noi, nell’agrigentino. Non è difficile capire che questo nonno può avere un solo nome: è il regista, lo scrittore, il poeta e grande intellettuale, Andrea Camilleri.
Camminando camminando nei campi di piante di mandorlo e di ulivo separati da una fila di fichi d’India, Nonno Nené inventa favole per Lullina, come quella del grillo canterino che, dopo aver studiato musica, diventa un concertista acclamato in tutto il mondo. Nonno e nipote decidono di provare la magarìa. Camilleri ci descrive la scena con l’ironia che tutti noi, suoi lettori, conosciamo e adoriamo: «Fiririri, borerò, parupazio, stonibò, qua non sto!». E Lullina scompare. Il nonno, disperato, non riesce a ricordare le parole magiche per riportare sulla terra la nipote e si getta al suolo piangendo.
Non vuole tornare a casa senza di lei. Spera che sia uno scherzo e che Lullina riappaia a sorpresa. Ma non è così. Nené si rialza e denuncia la scomparsa al maresciallo dei Carabinieri. Ma dopo tre giorni di ricerche finisce proprio lui per essere incolpato, arrestato e condannato all’ergastolo. Il racconto, per fortuna, non termina con questo episodio che fa pensare.
Questa storia garbata, infatti, è stata scritta da Andrea per i bambini ma è rivolta anche ai grandi. Quante volte io, come avvocato dei minori, sono stata dinanzi al giudice per difendere genitori e nonni, accusati di maltrattamento e abusi sui propri figli o nipoti, che erano totalmente innocenti! Ma una fiaba è una fiaba e Camilleri è Camilleri. E lui a conclusione del racconto scrive: «Qui finisce la favola; non ci resta che intonare il De profundis per l’anima innocente del nonno», e poi continua rivolgendosi direttamente ai suoi lettori scontenti: «Va bene, va bene, calmatevi!». Nota che tutte le storie per bambini finiscono con «E vissero felici e contenti». Per accontentare i piccoli lettori promette di inventare un secondo e persino un terzo finale, che non sveliamo per non rovinare il piacere della scoperta.
In Topiopì l’incipit è chiaro: questa non è una favola, ma una storia vera, anzi autobiografica, tanto che Camilleri la racconta in prima persona. Parla della sua infanzia e delle vacanze estive trascorse nella campagna dei nonni dove c’era una casa con un ampio cortile circondato da alte mura. Questo tipo di edificio di campagna si chiama baglio ed è tipico della Sicilia del Sud. Se ne costruiscono tuttora, anche a Porto Empedocle dov’è nato Andrea Camilleri. Le nostre campagne sono ricche di storia e, scavando scavando, si trova di tutto a cominciare da un muro nascosto sotto il terreno che si scopre essere stato costruito dai Greci duemila anni fa, o armi e proiettili lasciati dai tedeschi e dagli americani nella valle di Agrigento durante la Seconda guerra mondiale. La descrizione della casa di campagna e del baglio dell’infanzia di Camilleri è perfettamente autentica, con le sue stalle e la carrozzeria (l’antenata dei garage per le automobili e i trattori). Segue la descrizione degli animali che vivono nel baglio, dove sono rigidamente separati: conigli, capre e, nel pollaio, il gallo circondato dalle devote galline, dai capponi e dai pulcini. La contadina Rosalia, moglie del campiere che si occupa del baglio e del pollaio, ogni mattina va a dare loro da mangiare ed è accolta con nitriti, ragli, coccodè, chicchirichì e belati degli abitanti del baglio. Qui si individuano i suoni diversi degli animali che lo abitano: il rumore delle mascelle, il lento ruminare degli animali da stalla (asini, cavalli e muli) e da mandria (il gregge di pecore), il veloce pigolare degli animali da cortile e il tubare dei piccioni dalle alte piccionaie costruite lungo le mura del baglio. «Una mattina mi colpì un suono nuovo e diverso» spiega Andrea. E poi dice che in fondo al pollaio ci sono una dozzina di pulcini appena nati, ammassati l’uno all’altro e pigolanti… Una magnifica descrizione. Ma Andrea si accorge che c’è un altro pulcino, in un angolo, spelacchiato e diverso: è debole e non riesce a raggiungere gli altri. In quel momento il pulcino solitario si volta, lo vede, lo riconosce e zampetta verso di lui. Quando gli è vicino, lo guarda e fa: piopì!
Così Piopì entra a far parte della vita di Nené, suo padroncino oltre che migliore amico. E per questo amico in difficoltà Nené apporterà molti cambiamenti nel pollaio perché Piopì possa comunque trascorrere una vita agiata come se non fosse invalido. Gli costruisce, per esempio, una scaletta con la quale il pulcino può svettare sempre più in alto. E anche tutti gli altri abitanti del pollaio, sempre pronti ad aiutarlo, sembrano fieri di averlo tra loro.
Che dire? Andrea Camilleri è bravissimo a sorprendere i suoi lettori, il mondo degli intellettuali e della scrittura, con due storie per bambini e per grandi. Opere di alta poesia, che dimostrano ancora una volta che il padre dei gialli di Montalbano ha creato anche altri personaggi sia nei romanzi sia nelle novelle. Questi racconti confermano — anche se non ce ne sarebbe bisogno — che Andrea Camilleri è il più grande scrittore siciliano del dopoguerra.
Simonetta Agnello Hornby
 
Il libro
Fiabe per picciriddi
di Andrea Camilleri (Mondadori, illustrazioni di Giulia Orecchia, pagg. 160, euro 17). Questo testo è un estratto della prefazione.
 
 

Le Devoir, 21.1.2023
Cinq polars pour agrémenter vos nuits blanches

Le cuisinier de l’Alcyon
Andrea Camilleri, Fleuve « Noir» (en librairie)
Publié en italien quelques mois avant la mort de son auteur, en 2019, ce roman a tout du scénario de film de gangsters. En fait, Andrea Camilleri l’avait d’abord écrit pour un projet de film puis a décidé de le reprendre en musclant un peu son personnage du commissaire Salvo Montalbano. Tout s’amorce d’ailleurs fort mal pour le commissaire quand le questeur veut le forcer à prendre ses congés accumulés et à disparaître tout simplement du commissariat pour un minimum de dix jours. Le tout sur fond de grève et de conflit social alors que, dans une usine de Vigata, un ouvrier désabusé s’immole sur son lieu de travail. Montalbano rechigne puis accepte et décide de passer du temps sur le continent avec Livia, sa fiancée. Jusqu’à ce que tous ses assistants soient eux aussi « sortis » du commissariat… Que se passe-t-il ? Un indice : le FBI est impliqué dans l’affaire. Un peu tirée par les cheveux, cette enquête est néanmoins une des plus drôles et des plus dangereuses de Montalbano.
[...]
Michel Bélair

Cinque polizieschi per migliorare le tue notti insonni

Pubblicato in italiano pochi mesi prima della morte del suo autore, nel 2019, questo romanzo sembra il copione di un gangster movie. Andrea Camilleri, infatti, l'aveva prima scritto per un progetto cinematografico e poi aveva deciso di prenderne le redini, rimpolpando un po' il personaggio del suo curatore Salvo Montalbano. Tutto inizia malissimo per il commissario quando il questore vuole costringerlo a prendere le ferie accumulate e sparire semplicemente dal commissariato per un minimo di dieci giorni. Il tutto in un contesto di sciopero e conflitto sociale mentre, in una fabbrica di Vigata, un operaio disilluso si è ucciso sul posto di lavoro. Montalbano esita quindi accetta e decide di trascorrere del tempo nel continente con Livia, la sua fidanzata. Finché anche tutti i suoi assistenti non saranno “fuori” dal commissariato… Cosa sta succedendo? Un indizio: l'FBI è coinvolta nel caso. Un po' inverosimile, questa indagine è tuttavia una delle più divertenti e pericolose di Montalbano.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Mal Warwick On Books, 21.1.2023
Andrea Camilleri writes about murder in Sicily. What esle is new?
The shape of water (Inspector Montalbano #1) by Andrea Camilleri 3/5

There’s little of that celebrated Italian charm in The Shape of Water, the first novel by Andrea Camilleri in his widely-read series of crime stories featuring Inspector Salvo Montalbano. The book is set in the town of Vigata in Sicily, where corruption reigns supreme and murder is nothing out of the ordinary. In this quaint but unpleasant setting, the incorruptible Inspector Montalbano routinely finds his work to be rough going. He’s frequently described as charming. But the story isn’t.
The body of the region’s political boss is discovered in blatantly compromising circumstances, setting off a chain of puzzling political juggling acts. There is pressure from all sides on Montalbano to close the case quickly. It seems that everyone insists the old man died a natural death. Montalbano doesn’t believe it. He doggedly sets out to understand what happened and finds himself caught up in a web of intrigue and betrayal that tax him to the limit. Corrupt judges, a political hatchet-man, the Mafia, and a gorgeous six-foot Swedish blonde (as well as a gorgeous young gay man, also blond) all figure in the story.
Given the stereotypes of Sicily so popular in literature as well as the news media, it’s tempting to think that Camilleri’s picture of the place is fitting. To my mind, though, this stretches the imagination.
I thought Donna Leon’s latest Commissario Brunetti mystery was awful. Perhaps I just can’t wrap my mind around anything Italian. I certainly didn’t enjoy this novel by Andrea Camilleri. My one visit to the country was unpleasant, too. So it goes.

Andrea Camilleri scrive di omicidio in Sicilia. Cosa c'è di nuovo?

C'è poco di quel celebre fascino italiano in La forma dell'acqua, il primo romanzo di Andrea Camilleri nella sua serie di gialli con protagonista il commissario Salvo Montalbano. Il libro è ambientato nella cittadina di Vigata in Sicilia, dove la corruzione regna sovrana e l'omicidio non è niente di straordinario. In questo ambiente pittoresco ma sgradevole, l'incorruttibile commissario Montalbano trova abitualmente il suo lavoro duro. Viene spesso descritto come affascinante. Ma la storia no.
Il corpo del capo politico della regione viene scoperto in circostanze palesemente compromettenti, dando il via a una catena di sconcertanti atti di giocoleria politica. Ci sono pressioni da tutte le parti su Montalbano perché chiuda in fretta il caso. Sembra che tutti insistano sul fatto che il vecchio sia morto di morte naturale. Montalbano non ci crede. Si propone ostinatamente di capire cosa sia successo e si ritrova invischiato in una rete di intrighi e tradimenti che lo mettono a dura prova. Giudici corrotti, un uomo politico con l'ascia di guerra, la mafia e una splendida bionda svedese di un metro e ottanta (così come un bellissimo giovane gay, anche lui biondo) figurano tutti nella storia.
Dati gli stereotipi della Sicilia così popolari nella letteratura e nei media, si è tentati di pensare che l'immagine di Camilleri del luogo sia appropriata. A mio avviso, però, questo stimola l'immaginazione.
Ho pensato che l'ultimo mistero del Commissario Brunetti di Donna Leon fosse terribile. Forse non riesco proprio a pensare a qualcosa di italiano. Di certo non mi è piaciuto questo romanzo di Andrea Camilleri. Anche la mia unica visita nel paese è stata spiacevole. Così è andata.
 
 

La Repubblica (ed. di Genova), 21.1.2023
Nervi Cappuccetto Rosso I burattini alla Gam

[…]
Appuntamento all'Auditorium Montale sabato 18 marzo con "Tridicino", racconto di mare uscito dalla penna del maestro Andrea Camilleri ed interpretato da Pietro Montandon.
 
 

Grandangolo Agrigento, 23.1.2023
Lo zio poliziotto di Camilleri

Carmelo Camilleri, commissario di Polizia a Milano negli anni Venti, era cugino del papà di Andrea.
E lo scrittore empedoclino ha rivelato qualche anno prima di morire (intervista al Venerdì) di essere stato zio Carmelo il “modello inconscio” del suo Montalbano. Precedentemente paragonato da molti lettori e conoscitori dei romanzi polizieschi di Andrea Camilleri, ad alcuni detective suoi antenati. Come il commissario Maigret di Simenon, il commissario Santamaria di Fruttero e Lucentini e il detective privato Pepe Carvalho dello scrittore spagnolo Vázquez Montalbán. Con i quali in effetti il commissario di Camilleri ha molte somiglianze.
Maigret può essere considerato lo zio di Montalbano. Uno zio da cui ha ereditato la semplicità e l’umanità. Santamaria e Carvalho i suoi fratelli maggiori. Il primo ha fatto la Resistenza; il secondo ha avuto una giovinezza marxista. E per non essere da meno, il “fratello minore” Salvo Montalbano ha fatto il Sessantotto: innamorato della poesia di Pasolini in difesa dei poliziotti a Valle Giulia. Poesia in cui forse ha intravisto il proprio futuro professionale.
Carmelo Camilleri ha una storia che è già un racconto. Da approfondire e scrivere. È stato capo della polizia politica e fascista brutale fino al 12 aprile del 1928. Dopodiché la sua vita cambia. Da ligio funzionario a condannato a morte dal regime. Quel giorno, durante la visita di Vittorio Emanuele III a Milano, lo scoppio di una bomba provoca venti morti. Le indagini privilegiano subito la pista anarchica e comunista. Ma Carmelo Camilleri dà alle indagini un altro indirizzo: e scopre – con il fiuto e la perizia del personaggio letterario molti anni dopo inventato dal nipote Andrea – che all’origine della strage c’è una faida tra fascisti. Redige il suo rapporto e lo invia ai superiori. Che, a loro volta, lo trasmettono a Mussolini. Non passa tempo e il rapporto torna indietro con l’ordine in margine di “liquidare Camilleri”. Ordine siglato dal duce con la famosa M.
Zio Carmelo è costretto a dimettersi dalla polizia, ma invia la sua relazione con tanto di prove al giornale francese L’Humanité, di orientamento comunista. Le autorità fasciste accertano che è stato lui il whistleblower, l’artefice della fuga di notizie riservate. Per cui il destino di Carmelo Camilleri sembra segnato. Ma la campagna d’opinione a suo favore, promossa dal giornale d’Oltralpe, gli salva la vita: e così quella che doveva essere una condanna a morte o all’ergastolo viene commutata in spedizione al confino. Scontata la pena, l’ex commissario della questura di Milano torna a casa: non trova lavoro: e si riduce a vendere sputacchiere. Sarà riabilitato soltanto dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra.
Di questa sanguinosa vicenda – quattordici delle persone presenti per salutare l’arrivo del Re a Milano morirono subito; le altre sei, per le ferite riportate, nei giorni seguenti – si conosce poco storicamente.
E resta il rimpianto che un narratore bravo come Andrea Camilleri non l’abbia approfondita.
Gaetano Cellura
 
 

Aristegui Noticias, 25.1.2023
Llega a México ‘Riccardino’, el último caso del inspector Montalbano
El personaje creado por el escritor Andrea Camilleri es considerado el segundo más famoso en Italia, solo detrás de Pinocho.

Con Riccardino (Salamandra), el narrador italiano Andrea Camilleri (1925-2019) dio por terminada la saga de 33 libros protagonizados por el inspector Salvo Montalbano.
Publicado de manera póstuma, la novela parte con el asesinato de un joven director de una sucursal bancaria de Vigàta cometido por un misterioso motociclista. Salvo Montalbano, cansado ya de crímenes y homicidios, se encarga de resolver el caso en el menor tiempo posible. Pero el destino nunca depara soluciones fáciles: lo que inicialmente parecía un ajuste de cuentas por cuestiones de honor, resulta ser una madeja mucho más difícil de desentrañar.
Esbozado entre 2004 y 2005, retomado en 2016 y publicado póstumamente en 2020, Riccardino ha adquirido el valor de testamento literario, un broche magnífico a una historia de casi treinta años en el que el narrador italiano demuestra su genialidad al mezclar realidad y ficción, en un sorprendente guiño del escritor siciliano para despedirse de Montalbano, su inseparable compañero de aventuras.

Arriva in Messico 'Riccardino', l'ultimo caso del commissario Montalbano
Il personaggio creato dallo scrittore Andrea Camilleri è considerato il secondo più famoso in Italia, solo dietro a Pinocchio.

Con Riccardino (Salamandra), il narratore italiano Andrea Camilleri (1925-2019) ha concluso la saga di 33 libri con protagonista il commissario Salvo Montalbano.
Pubblicato postumo, il romanzo inizia con l'omicidio di un giovane direttore di una filiale di banca a Vigàta commesso da un misterioso motociclista. Solo che Montalbano, già stanco di delitti e omicidi, è incaricato di risolvere il caso nel più breve tempo possibile. Ma il destino non offre mai soluzioni facili: quella che inizialmente sembrava una resa dei conti per motivi d'onore si rivela una matassa ben più difficile da dipanare.
Abbozzato tra il 2004 e il 2005, ripreso nel 2016 e pubblicato postumo nel 2020, Riccardino ha acquisito il valore di un testamento letterario, magnifico finale di una storia di quasi trent'anni in cui il narratore italiano dimostra il suo genio mescolando realtà e finzione, in un sorprendente occhiolino dello scrittore siciliano per salutare Montalbano, suo inseparabile compagno di avventure.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Rock'n'Read, 25.1.2023
Copiare/Reinventare. Andrea Camilleri Falsario di Luca Crovi – Recensione

Copiare/Reinventare. Andrea Camilleri Falsario è il libro che ci regala una prospettiva inedita di Andrea Camilleri, almeno per me. Lo scrittore, lo sceneggiatore, il regista teatrale, il drammaturgo, il maestro, l’accademico… e falsario.
“Totò sosteneva che “inventare è semplice, difficile è copiare“.
Come scrittore Andrea Camilleri ha spesso giocato sulla sua capacità di reinventare i modelli di altri, sulla sua capacità di imitazione e falsificazione che gli ha spesso permesso in maniera invisibile di riscrivere con la sua voce opere non sue.
Fra gli scrittori che ha falsificato e reinventato ci sono Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Boccaccio, Caravaggio…“
In Copiare/Reinventare. Andrea Camilleri Falsario Luca Crovi ci racconta di come Camilleri si sia più che ispirato ad altri autori per le sue storie, le sue narrazioni.
Lui si divertiva, era proprio un diletto per il maestro “prendere spunto” dalle altrui opere per farle proprie, come in un possibile infinito gioco letterario.
Ma non si rifaceva solo alle storie, lui ha imitato anche gli stili di quelli scelti cui attingere, ha destrutturato e poi ricostruito dando sempre vita a opere di alta qualità.
Nulla che sia mai sembrato di seconda mano o plagio, sotto alcun aspetto.
Andrea Camilleri attinse da opere di altri grandi scrittori partendo dalle date, fatti storici da rivisitare, avvenimenti salienti da rielaborare e incastonare in nuove opere. Questa è arte!
L’autore, che tra le altre belle cose è redattore alla Sergio Bonelli Editore, mentre ci svela quali sono le opere che Camilleri ha “usato” e per cosa esattamente, ci porta per mano nella sua storia personale, che vede protagonisti proprio Andrea Camilleri e suo padre.
Si tratta dell’incontro con George Simenon .
“Mio padre e Camilleri hanno lavorato entrambi in Rai nello stesso periodo, eppure non si sono mai incontrati. …
Eppure c’è un racconto che Andrea e mio padre mi hanno sempre fatto, nello stesso modo, quasi con le stesse parole. Ed è quell’incontro a Milano con George Simenon. MI svelarono che l’autore era venuto per rinnovare il contratto con Arnoldo Mondadori e per parlare successivamente degli adattamenti televisivi del commissario Maigret.
Entrambi mi avevano raccontato del desiderio di Simenon di imbruttire Andreina Pagnani per renderla più simile alla signora Maigret letteraria.
… mi hanno narrato lungamente di George Simenon che con la pipa camminava sui Navigli in mezzo alla nebbia, lui che giocava a carte in un’osteria con i portuali della darsena, lui che aveva chiesto di essere accompagnato poi in un bordello in maniera riservata nella zona del vicolo dei lavandai.
Era incredibile: mio padre e Camilleri raccontavano gli stessi dettagli, eppure non si erano mai incontrati di persona. Erano davvero stati presenti all’evento? La risposta era lì a portata di mano.“
Copiare/Reinventare. Andrea Camilleri Falsario la contiene esattamente a metà libro, puoi scoprirla tra sole 24 ore cliccando QUI per ordinarlo e riceverlo comodamente a casa.
Questo libro è perfetto per i curiosi, gli amanti della letteratura, dei retroscena, delle belle storie di vita vissuta e di carta e gli estimatori di Andrea Camilleri.
Buona lettura!
Martina Attanasio
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 26.1.2023
"Il birraio" di Camilleri grande classico

Quel birraio è già un classico. La scuola che riforma i classici: una rivoluzione che «s'ha da fare» . È un unicum già noto, ma ancora a distanza di oltre vent'anni senza imitatori, la scelta di un docente di Lettere del liceo classico di Ispica, a Ragusa, che ha deciso di adottare come testo letterario per i suoi studenti delle prime classi, al posto dei " Promessi Sposi", il romanzo "Il birraio di Preston" di Andrea Camilleri. E contro una scuola vestale di una lingua all'apparenza invecchiata e superata, ecco che l'iniziativa del professore Lauretta – questo il nome del docente dell'istituto di Ispica – svecchia un rapporto monumentale con un classico per reinventarne un altro. Sarà lo stesso Camilleri a mettere l'ultima pietra alla questione nel sito web a lui dedicato, in una lettera immaginaria a Manzoni, il collega licenziato verso la cui opera lo stesso Camilleri confessa di avere provato «fatica e noia durante la lettura scolastica». Al contrario, rivalutata in età adulta.
E poco importa se Renzo e Lucia siano stati licenziati in favore dell'inchiesta di Camilleri che trae ispirazione dalla contestata rappresentazione dell'omonima opera in tre atti di Luigi Ricci. Perché, in fondo, sempre di matrimoni difficili si tratta: nella sua birreria di Preston, Daniele annuncia agli operai la celebrazione del matrimonio con la fidanzata Effy. Ma al posto di Don Abbondio, entra in scena il tenente Tobia, che interrompe le nozze mettendo in moto il racconto.
Impossibile sostituire la "Storia della colonna infame", la peste e le lotte sociali descritte dal Manzoni con la vicenda farsesca ispirata a un fatto realmente accaduto a Caltanissetta e raccontato nel libro "Inchiesta sulle condizioni della Sicilia" (Cappelli), cui Camilleri si ispirò per il romanzo. Eppure nonostante le sue scolastiche riserve, Camilleri ricorda l'opera manzoniana nel suo romanzo. Una citazione è proprio ne "Il birraio di Preston" dove, con riferimento a una relazione adulterina della moglie del questore, si allude al legame fra Gertrude, la monaca di Monza, ed Egidio.
Il birraio si presta, a detta del docente, a una rilassante lettura in classe per la leggerezza dell'impianto narrativo e il carattere del tessuto linguistico, impastato di sintassi ed espressioni dialettali, già allora care a Camilleri, simpaticamente intarsiate con l'italiano. E la testardaggine dell'impuntatura del prefetto toscano di Montelusa, sua eccellenza Eugenio Bortuzzi, sembra la stessa del professore Lauretta: il birraio di Preston diventa un escamotage di svecchiamento, se non l'effettivo tentativo di uscire da una impasse. La scuola che sa di essere portatrice di un compito formativo che ormai si serve di strumenti sorpassati (Manzoni) ma non ne ha ancora elaborati di nuovi. E allora, nell'attesa, ecco il birraio di Preston.
Marta Occhipinti
 
 

LeccePrima Blog, 26.1.2023
Luca Crovi e il racconto di un inedito Andrea Camilleri “falsario”
Nel suo libro "Copiare/Reinventare. Andrea Camilleri falsario", l'autore racconta la capacità dello scrittore siciliano di ricreare modelli linguistici e stilistici di altri autori innestando la sua personale voce originale

Copiare/Reinventare. Andrea Camilleri falsario (Oligo Editore – Collana Piccola Biblioteca) è un libro di Luca Crovi con la prefazione di Giovanni Capecchi dell’Università per Stranieri di Perugia e la postfazione di Giuseppe Marci dell’Università degli Studi di Palermo, entrambi allievi e amici di Andrea Camilleri.
Copiare/Reinventare. Andrea Camilleri falsario è una pubblicazione densa di informazioni capace di regalarci aspetti inediti della penna del grande cantastorie Andrea Camilleri.
Camilleri era un uomo molto legato alla sua infanzia fatta di racconti orali e gli bastava un appiglio per dare vita alla costruzione fantastica di una storia perché da lettore forte qual era sapeva leggere la geografia delle pagine dei libri altrui e dagli spazi bianchi far emergere la sua grande immaginazione.
La scelta terminologica di chiamare Camilleri “falsario” viene dal convegno Le magie del cantastorie tenutosi all’Università per Stranieri di Perugia nel settembre del 2019. Una giornata per rendere omaggio “a un grande personaggio del secolo, a uno scrittore che ha sempre riflettuto sulle tematiche dell’accoglienza e dell’incontro tra culture diverse, sia attraverso i racconti che hanno come protagonista il commissario Salvo Montalbano, sia con i romanzi storici e civili o con i suoi saggi narrativi” secondo il professor Daniele Piccini, studioso dell’opera di Camilleri e direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’ateneo perugino. In quell’occasione Crovi, invitato a intervenire, usa la parola “falsario” per descrivere la capacità di Camilleri di reinventare modelli linguistici e stilistici di altri autori innestando la sua personale voce originale.
Intervista a Luca Crovi
Come ha conosciuto Andrea Camilleri e come nasce questo delizioso libro a lui dedicato?
“Ho conosciuto Camilleri grazie a una serie di interviste che gli ho fatto per la mia trasmissione “Tutti i colori del giallo” che andava in onda su Radio2. A mettermi in contatto con lui furono i ragazzi del suo fanclub vigata.org. E con Andrea ho realizzato vari speciali radiofonici. In molte occasioni gli ho portato in onda scrittori che erano a lui legati: Piergiorgio Di Cara, Carlo Lucarelli, Valerio Massimo Manfredi, Andrea Vitali. Ogni volta è stata una festa per gli ascoltatori seguire i suoi racconti. Di persona ci siamo incontrati una sola volta nel 2010 a Luino quando gli venne assegnato il Premio Chiara alla carriera, a condurre la serata della premiazione e intervistarlo fummo io e Mauro Novelli. Il mio piccolo libro nasce dalla richiesta del professor Giovanni Capecchi di ricordare Andrea a un convegno che si tenne all’Università di Perugia nel 2019. L’entusiasmo della famiglia Camilleri presente all’evento mi ha convinto che valeva la pena mettere il mio intervento (che avevo tenuto a braccio dal vivo) su carta in un piccolo volumetto che è stato arricchito dai contributi di Capecchi, Giuseppe Marci e da una bellissima copertina di Gianmauro Cozzi”.
Nel suo libro Copiare/Reinventare lei definisce Andrea Camilleri un affabulatore, un cantastorie e un creatore di immaginari, un uomo capace di reinterpretare la realtà, di confondere finzione e documentazione storica, di reinventare modelli linguistici e stilistici di altri autori innestando la sua personale voce originale. Per brevità lo chiama “falsario”. In che maniera il Camilleri falsario giocava a reinventare modelli altrui?
“Camilleri amava le citazioni, ama riprendere gli stili degli altri e farli suoi, amava portare i lettori a riprendere in mano opere che lui aveva amato citandole. Ogni volta che i suoi personaggi leggono un libro o lo ricordano è un modo per arricchire la biblioteca dei lettori. Camilleri poteva prendere spunto da una frase, da un racconto, da un romanzo e proseguire poi autonomamente la narrazione. Poteva inventarsi persino delle fonti storiche o bibliografiche se questo era funzionale alla narrazione. Imitare gli stili degli altri senza farsi riconoscere lo ha sempre divertito fin dalle interviste impossibili che curò per la Rai. Fra i modelli da lui più citati c’era Totò con la sua abilità di imbonitore e falsario”.
Di quali autori “falsificati” si parla in particolare?
“Nel libro cito le falsificazioni da Sciascia, da Stesicoro, da Pirandello, da Boccaccio, da Caravaggio”.
Due “incontri” accomunano suo padre, direttore editoriale di Mondadori e poi responsabile dei programmi culturali della Rai, ad Andrea Camilleri: il primo riguarda Elio Vittorini e il secondo Georges Simenon. Cosa può raccontarci a tal proposito?
“Vittorini e Simenon sono due personaggi che hanno cambiato la vita di mio padre e di Camilleri, due punti di riferimento imprescindibili per le loro scelte politiche e letterarie. Se non li avessero incontrati probabilmente mio papà e Andrea avrebbero cambiato i loro percorsi. Ed è divertente pensare che entrambi ricordassero Simenon, fingendo di averlo incontrato sui Navigli a Milano, bello stesso periodo. Il racconto era lo stesso e con gli stessi dettagli, peccato che entrambi non fossero mai stati lì ma di divertissero a citare un bellissimo servizio che avevano letto su Epoca che ricordava quell’evento. L’intensità di quella narrazione è stata sempre talmente forte che nessuno ha mai sospettato che mio papà e Andrea mentissero. E devo dirvi che quando una storia è bella e dettagliata, non importa se sia vera o no, l’importante è che ci si possa credere. Nessuno mentiva per mentire, lo facevano per raccontare”.
Ha mai avuto modo di parlare con Andrea Camilleri del panorama letterario italiano contemporaneo? Se sì, qual era la sua opinione in merito?
“Andrea era un lettore onnivoro. So che arrivò a progettare Montalbano seguendo le suggestioni di Sciascia, Pirandello, De Angelis, Scerbanenco, Enna. Si divertiva a leggere Lucarelli, Pinketts, Di Cara, Vitali, Agnello Hornby, Piazzese, Vichi, De Cataldo, Von Borries ed era in contatto personale con questi scrittori. Era un uomo molto curioso. E quando ha cominciato a perdere la vista si faceva leggere le storie e aveva inventato un modo speciale per mantenere la sua memoria attiva facendone continuo esercizio quotidiano”.
L'autore
Luca Crovi è redattore alla Sergio Bonelli Editore. Collabora con quotidiani e periodici, ed è autore della monografia Tutti i colori del giallo (Marsilio, 2002) trasformata nell’omonima trasmissione di Rai Radiodue. Per Rizzoli ha pubblicato L’ombra del campione (2018), L’ultima canzone del naviglio (2020) e Il gigante e la Madonnina (2022). Per Oligo ha curato i testi del volume illustrato da Paolo Barbieri Draghi, dirigibili e mongolfiere. C’era una volta a Milano (2019), ha tradotto L’Isola del tesoro. Il mio primo libro di Robert Louis Stevenson (2020, a cura di Claudio Gallo) e ha curato il saggio di Giustino Ferri, Dietro le quinte del cinema (con Claudio Gallo, 2021).
Emanuela Chiriacò
 
 

El Placer de la Lectura, 27.1.2023
Llega El precio del honor, de Andrea Camilleri, un fresco realista y audaz de la sociedad siciliana
Una novela inteligente e hilarante que toma como punto de partida el primer encontronazo de Camilleri con la mafia y retrata el carácter de todo un país a partir del trasfondo político y social

Política, mafia y religión en una de las obras más especiales del inolvidable mastro de la novela negra.
Andrea Camilleri tiene veinte años y debe presentarse a un examen en Palermo. Un amigo de la familia lo lleva en su camioneta cuando, de repente, tres hombres armados detienen el vehículo: «¿Qué queréis hoy?», les pregunta el conductor. «Dos cajas de salmonetes, dos de lenguado, dos de merluzas y dos de pulpitos.» Es el precio que pagarán para tener un viaje seguro, un curioso trato entre caballeros y, también, la primera experiencia de Camilleri con la mafia. Con el ingenio irresistible que lo hiciera célebre en todo el mundo, Andrea Camilleri nos regala unas páginas inteligentes e hilarantes que nos ayudan a comprender unas costumbres que han forjado el carácter de todo un país.
El precio del honor es una obra sobre los sicilianos y sus poco ortodoxos métodos de intercambio: entre jueces y ladrones, políticos y mafiosos, pecadores y sacerdotes. Y es que, solo en Sicilia, puedes negociar incluso con Dios.

Arriva Il prezzo dell'onore, di Andrea Camilleri, un affresco realistico e audace della società siciliana
Un romanzo intelligente ed esilarante che prende spunto dal primo scontro di Camilleri con la mafia e ritrae il carattere di un intero paese dal retroterra politico e sociale

Politica, mafia e religione in una delle opere più speciali dell'indimenticato maestro del giallo.
Andrea Camilleri ha vent'anni e deve sostenere un esame a Palermo. Un amico di famiglia lo sta portando con il suo camion quando, all'improvviso, tre uomini armati fermano il mezzo: “Cosa volete oggi?” chiede loro l'autista. "Due scatole di triglia, due di sogliola, due di nasello e due di moscardini." È il prezzo che pagheranno per fare buon viaggio, un curioso accordo tra gentiluomini e, anche, la prima esperienza di Camilleri con la mafia. Con l'irresistibile ingegno che lo ha reso famoso in tutto il mondo, Andrea Camilleri ci regala delle pagine intelligenti ed esilaranti che ci aiutano a capire usanze che hanno forgiato il carattere di un intero Paese.
El precio del honor è un'opera teatrale sui siciliani e sui loro metodi di scambio non ortodossi: tra giudici e ladri, politici e gangster, peccatori e preti. Ed è che, solo in Sicilia, puoi persino negoziare con Dio.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Rai Teche, 27.1.2023
Molliche: le interviste di Vincenzo
Buon compleanno Vincenzo! Per i 70 anni di Vincenzo Mollica Rai Teche pubblica su RaiPlay l’antologia “Molliche: le interviste di Vincenzo” (https://www.raiplay.it/programmi/mollicheleintervistedivincenzo).

Vincenzo Mollica (Formigine, 27 gennaio 1953) popolare scrittore, disegnatore, autore, conduttore televisivo e radiofonico è soprattutto il volto conosciuto ed amato dal pubblico per aver raccontato il mondo dello spettacolo ed i suoi protagonisti in qualità di giornalista specializzato nei campi della musica, con una particolare attenzione rivolta alla canzone d’autore, del cinema, del fumetto, del teatro e della televisione.
Mollica a partire dal 1980, anno in cui ha iniziato la collaborazione con la Rai entrando a far parte della redazione del TG1, è stato infatti il giornalista, l’inviato ed il cronista che ha incontrato e intervistato i più importanti protagonisti del mondo dello spettacolo italiano raccontandone l’opera e svolgendo un costante ed encomiabile lavoro d’informazione e divulgazione culturale.
L’antologia curata da Rai Teche (https://www.teche.rai.it/) raccoglie alcune delle sue interviste a personaggi del calibro di Sergio Leone, Fabrizio De Andrè, Massimo Troisi, Lucio Dalla, Franco Battiato, Raffaella Carrà, Francesco Guccini, Andrea Camilleri, Gianna Nannini, Federico Fellini, Vasco Rossi, Renato Zero, Pupi Avati, Laura Pausini, Paolo Conte.
[…]
Andrea Camilleri – 27/04/2021 – Camilleri racconta Montalbano – Un’intervista di Vincenzo Mollica
Cliccare qui per il video
Vincenzo Mollica intervista Andrea Camilleri con il format “Camilleri racconta Montalbano” indagando il rapporto di amore ed odio tra lo scrittore ed il suo personaggio di maggior successo, dal quale spesso Camilleri si sentiva condizionato anche quando scriveva romanzi completamente diversi.
[…]
 
 

La Repubblica, 27.1.2023
Vincenzo Mollica, la festa dei 70 anni fra l'omaggio di Topolino e l'amico Fiorello
Il giornalista spegne le candeline oggi. Per l'occasione la Disney pubblica su Topolino una nuova del suo alter ego Paperica. E lo showman annuncia una puntata per celebrarlo

[…]
La malattia
Negli ultimi anni, il giornalista è stato alle prese con diversi problemi di salute che lo hanno allontanato dalla tv. I suoi "accidenti", come li ha definiti lo stesso giornalista nella sua intervista a Gnoli, ossia la cecità, il diabete e il Parkinson. "Quando queste presenze si sono affacciate nella mia vita non mi sono messo di traverso, le ho accolte senza viverle come una maledizione o una benedizione. Ho cercato di andare d'accordo con queste tre avide signore", ha raccontato.
Mollica ha spiegato di sentirsi grato ad Andrea Camilleri, che aveva la sua stessa patologia: "Ero all'inizio del mio malanno e mi disse: Vincenzo, ti consiglio un esercizio notturno. Quando perderai la vista è probabile che farai dei sogni limpidi. Ecco, ripassa con la memoria i fumetti, i quadri, i volti che ti compariranno e che ricorderai. Riempi le loro forme, non perdere la tavolozza dei colori. È un consiglio che ancora seguo - ha confidato Mollica - Camilleri è stato umanamente prezioso. Per me e per tanti altri, una bussola con tutti i punti cardinali dentro di sé".
Giovanni Gagliardi
 
 

La Vanguardia, 28.1.2023
Detectives cocineros, piratas y chocolate mágico: ocho novelas para devorar páginas y platos
Propuestas de libros de ficción con historias familiares y fantasía que transcurren junto a la cazuela
La literatura ha tenido desde siempre una gran influencia en las tendencias y hábitos gastronómicos de la sociedad

La literatura ha tenido desde siempre una gran influencia en las tendencias y hábitos gastronómicos de la sociedad, creando un universo propio donde la comida deja de ser un elemento de atrezzo para convertirse en protagonista. Si bien, a menudo, la gran y pequeña pantalla han eclipsado el poder de la letra para hacernos salivar, desde Charles Chaplin sacando brillo a un plato mientras espera a que la cocción que prepara esté en su punto hasta Tony Soprano dejando claro que las armas son compatibles con los dulces cannoli sicilianos, no hay duda de que muchos libros tienen un poder gastronómico sin parangón.
Os presentamos nuestro menú literario, una carta llena de contrastes donde la comida tiene un papel protagonista, como en las películas, que, rindiendo homenaje a la palabra escrita, han querido también inmortalizar bocados.
[...]
'El comisario Montalbano'
Cocina siciliana por antonomasia
De un detective privado en Barcelona a un comisario en Sicilia. Dos personajes creados por dos escritores, Camilleri y Vázquez Montalbán, unidos por una buena amistad. Tanto es así que el apellido del comisario es una “italianización” del apellido del autor catalán. El personaje de Andrea Camilleri no cocina, de eso se encarga su asistenta Adelina, pero es un asiduo de restaurantes y trattorie. Los platos que describe en sus libros son un compendio de la buena cocina siciliana y, según el autor, muchos los rescató de una libreta de su abuela. Pasta n'casciatta, arancini al ragú, caponatina de berenjenas, cannoli, cassata... En Italia, las recetas de la serie se editaron en el libro I segreti della tavola di Montalbano: Le ricette di Andrea Camilleri.
[...]
Anna Tomàs
 
 

98zero, 30.1.2023
Rometta – Piazza Garibaldi diventerà Piazza Camilleri
Per il Sindaco Nicola Merlino la decisione nasce da una rilettura della storia risorgimentale.

Rometta – Cambio di nome per una piazza sita nel Comune di Rometta. Piazza Garibaldi diventerà infatti Piazza Andrea Camilleri
Che il comune di Rometta sia molto attento alla toponomastica non è una cosa nuova. Difatti negli anni l’Amministrazione targata Merlino ha intitolato uno slargo ad “Angelina Romano” ed ha sostituito via Nino Bixio con “via Vittime dell’eccidio di Bronte”. Adesso arriva piazza Andrea Camilleri che prenderà il posto di piazza Garibaldi. Il Sindaco Merlino annuncia il cambiamento con gioia e ringrazia anche la Commissione Toponomastica: “Un grande ringraziamento, anche a nome di tutta l’Amministrazione comunale, alla nostra Commissione per la toponomastica cittadina.” A sancire il cambio di titolo la Prefettura di Messina. Già nello scorso mese di maggio 2022 la Giunta Comunale di Rometta aveva deliberato il cambio di titolo da Garibaldi a Camilleri. Adesso la conferma.
Il Sindaco Nicola Merlino: “Riguardare la toponomastica romettese tenendo conto di una rilettura della storia risorgimentale priva di ideologismi. Uno sguardo anche alla toponomastica femminile.”
“Da quando sono arrivato nel 2014 -ha dichiarato il Sindaco Nicola Merlino a 98zero- ho immediatamente costituito la Commissione di Toponomastica fatta da donne. A loro ho dato due input. Innanzitutto ho detto di riguardare la toponomastica romettese dal punto di vista delle donne. Questo perché le strade di solito sono intestate al 95% a uomini e quelle che sono intestate a donne sono prevalentemente a sfera religiosa. In questo senso la commissione ha preso tante iniziative e quindi alcune vie sono state intitolare ad alcune donne. Penso a via Rosa Balistreri e via Angelina Romano.
Il secondo input è stato quello di rileggere la storia risorgimentale senza ideologismi. La storia come la conosciamo la scrivono i vinti, ma oggi possiamo dire che a volte è diversa. Da qui la scelta di intestare uno slargo a Angelina Romano di 9 anni. Inoltre abbiamo anche cambiato via Nino Bixio in via “martiri dell’eccidio di Bronte”. Adesso ci siamo interrogati sulla figura di Garibaldi. Quando Garibaldi è arrivato in Sicilia, tra le varie cose dette per conquistare il popolo, ha detto di distribuire le terre feudali al popolo per vincere la fame. I garibaldini hanno quindi accolto il tricolore. Ma poi è successo che quelle terre sono rimaste ai potenti. I potenti sono rimasti potenti e non è stato mantenuto l’impegno.
In questo contesto di rilettura della storia risorgimentale, –ha dichiarato ancora Merlino- senza voler strumentalizzare e creare crociate, abbiamo ritenuto che era più conducente per i siciliani entrare in piazza Camilleri invece che in piazza Garibaldi.
Abbiamo pensato oggi di fare questo non perché vogliamo mancare di rispetto a Garibaldi, ma perché preferiamo che si parli di Piazza Camilleri. Per il futuro credo che strade dei Savoia saranno sostituire con personaggi che hanno fatto bella Sicilia, ma non solo la Sicilia. Penso a Battiato, a Gino Strada.
Insomma tutto nasce da questa esigenza di rileggere la storia e dare ai Siciliani e alle Siciliane il giusto merito. Onoriamo la verità della storia e degli avvenimenti e così onoriamo chi non c’è più e ha fatto cose importanti. La scelta di intestare la Piazza a Camilleri -conclude il primo cittadino- nasce quindi da una rilettura storica.”
Per la Presidente Commissione toponomastica di Rometta Maria Grazia Drago, si tratta di “restituire dignità storica ai dati oggettivi”
Una scelta maturata all’interno della Commissione toponomastica di Rometta, la cui Presidente è Maria Grazia Drago. La commissione è composta da 11 donne.
“Quest’ultima sostituzione -dichiara la Presidente Maria Grazia Drago- nasce dalla volontà di effettuare una rilettura storica. Oggi infatti possiamo leggere la storia con dati più certi e quindi per esempio possiamo constatare che alcuni personaggi hanno avuto erroneamente assegnato il titolo di eroe. Garibaldi è stata una figura complicata, ma non era un eroe. Chi ha studiato la storia ricorderà che il Regno delle due Sicilie era molto ricco. Dall’Unità d’Italia abbiamo invece subìto in materia di vittime, di morti.
Adesso abbiamo voluto dare onore storico ai fatti, -continua la Presidente- sostituendo le vie dedicate ad alcuni personaggi, con personalità dell’epoca contemporanea che danno lustro alla Sicilia. In questo contesto abbiamo scelto Camilleri perché è un illustre conterraneo, erudito, autore eccellente. In passato abbiamo intitolato piazze a tante donne, da Graziella Campagna a Rosa Balistreri, tutte donne meritevoli. Con questo gesto inoltre abbiamo voluto dare uno spessore femminile alle nostre vie.”
Maria Grazia Drago ha sottolineato quindi l’importanza di restituire dignità storica ai dati oggettivi.
Valentina Cangemi
 
 

Il Foglio, 30.1.2023
Le figlie di Montalbano
Lolita Lobosco e le altre consolano il palinsesto orfano di Camilleri. Indagini fra un aperitivo e una ripresa col drone

Finite le puntate di Montalbano, finiti i libri, le repliche, i restauri in 4k, le anteprime al cinema, risalito l’albero genealogico, dal giovane Montalbano agli zii e le cognate, non restava che un’ultima mossa: la transizione di genere. Montalbano si moltiplica in un diluvio di ispettrici, poliziotte, commissarie, investigatrici private, procuratrici della Repubblica. Personaggi metà letterari, metà televisivi, creature scaturite dall’esplosione della galassia Camilleri, un po’ per gender balance, un po’ per colmare quel vuoto incolmabile lasciato in prima serata. Le chiameremo “le montalbane”. Le più montalbane di tutte sono naturalmente il vicequestore di Bari, Lolita Lobosco, un Montalbano con le Louboutin e il toyboy, e il sostituto procuratore Imma Tataranni, un Montalbano madre di famiglia che s’aggira tra i sassi di Matera. Le montalbane servono a elaborare il lutto. A mantenere viva la montalbanomania. Come quando morì il Commissario Cattani, ma “La piovra” continuò, andò avanti altre sei stagioni senza di lui, anche se le fan erano disperate, scrivevano ai giornali lettere di protesta, potevate salvarlo, poteva farsi frate, poteva fuggire in Venezuela, invece che morire ammazzato da Cosa nostra come un cane. Con alle spalle quindici stagioni spalmate in venticinque anni e tantissime repliche andate comunque in prime time, la fine di Montalbano è stata tutto sommato meno traumatica. […]
Andrea Minuz
 
 

Sicilia ON Press, 30.1.2023
Salvatore Ferlita incontra gli studenti del Liceo Classico Internazionale Umberto Primo di Palermo

E’ stata una mattinata di grandi emozioni per gli studenti del Liceo Classico Umberto che hanno posto domande particolarmente stimolanti allo scrittore Salvatore Ferlita che ha risposto con acume e competenza. All’incontro organizzato dal Preside Vito Lo Scrudato che ha presentato il suo ultimo libro L’editto della diaspora scritto con Roberta Lo Scrudato Edizioni Navarra è intervenuto il Professore Bernardo Puleio che ha soffermato la sua attenzione sulla scrittura di Andrea Camilleri. Maurizio Piscopo ha presentato Raccontare Sciascia scritto con Angelo Campanella Navarra Editore. Salvatore Ferlita ha parlato del suo ultimo libro Se non diventerete come bambini Edizioni Palindromo suscitando interesse e fascino incantando il pubblico. Non bisogna mai abbandonare l’infanzia, occorre continuare a sognare il più a lungo possibile ha detto lo scrittore e critico letterario, rispondendo ad una domanda di uno studente. E’ intervenuto il Professore Bernardo Puleio che ha soffermato la sua attenzione sulla scrittura di Andrea Camilleri.
[...]
 
 

Domani, 31.1.2023
Commenti
Se trattativa c’è stata, l’hanno fatta dentro la mafia e non con lo stato

- Il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia: ««Questa cattura è un successo dello stato, basta con le speculazioni che gettano ombre su un'attività investigativa impeccabile e trasparente». Probabilmente il procuratore ha ragione, ma restano tante le anomalie sul comportamento del latitante.
- La preveggenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Sapeva o non sapeva dell’imminente cattura?
- Dai libri si può sempre imparare qualcosa. In un romanzo di Andrea Camilleri del 1996 una scena molto siciliana, il dialogo fra un boss e il commissario Montalbano. Il boss vuole consegnarsi, il commissario lo invita a presentarsi e lui risponde: «Io mi faccio arrestare, io non mi costituisco».
[...]
Attilio Bolzoni
 
 

 


 
Last modified Thursday, February, 02, 2023