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RASSEGNA STAMPA

LUGLIO 2023

 
La Sicilia, 1.7.2023
I cartelloni del Teatro della Città di Catania al Brancati, al Piccolo e a Siracusa. Tuccio Musumeci apre con “Liolà”, poi “Pipino” e “Piccolo grande varietà”. Debutto per “Marx esiste?” di Lina Prosa
Classici e innovazione si fanno in tre

“Coraggio e passione… si ricomincia da tre”. Come una sorta di mantra, è questo il fil rouge che guida l’intera attività 2023-2024 del Teatro della Città di Catania – presentata ieri mattina – che, con un chiaro riferimento al film di Massimo Troisi (“Ricomincio da tre”, 1981) si accinge ad avviare un’intensa stagione di spettacoli, progetti, iniziative sul territorio, a partire dalle tre sale teatrali in gestione: i due palcoscenici catanesi il Teatro Vitaliano Brancati e il Piccolo Teatro della Città e, da questa stagione, anche al Teatro Comunale di Siracusa (la cui stagione sarà presentata il 14 luglio nel teatro aretuseo).
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Al Teatro Vitaliano Brancati Giuseppe Dipasquale dirige il testo scritto da Andrea Camilleri “Troppu trafficu ppi nenti” (pronto a partire ora in tournée estiva), interpretato da Angelo Tosto.
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Giornale di Sicilia, 1.7.2023
Da Capossela a Bollani, da Crepet ad Alice: ecco il cartellone del BarbablùFest di Morgantina
Spettacoli anche alla Villa Romana del Casale di Piazza Armerina. Il cantautore aprirà il festival il 22 luglio, il pianista lo chiuderà il 5 agosto

Otto appuntamenti che spaziano dalla musica al teatro al Parco Archeologico di Morgantina, a pochi chilometri da Aidone, e alla Villa Romana del Casale, a Piazza Armerina. La terza edizione di BarbablùFest, la rassegna nata nel 2021 da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco, che vede anche quest’anno la direzione artistica di Giuseppe Dipasquale e l’organizzazione e la produzione di Terzo Millennio, andrà in scena dal 22 luglio al 5 agosto.
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Venerdì 4 agosto Troppu trafficu ppi nenti, a Morgantina, alle 19.30. È uno spettacolo di Giuseppe Dipasquale sul testo che ha scritto a quattro mani con Andrea Camilleri. Se davvero Shakespeare fosse siciliano? «Immaginiamo – commenta Dipasquale - una Messina in mezzo al Mediterraneo, così come Shakespeare se la poteva immaginare: esotica, viva, crocevia di magheggi, che avrebbero fatto di una festa nuziale il complicato intreccio per una giostra degli intrichi. Immaginiamola seguendo con le orecchie la parlata di quei personaggi che nel vivo di un dialetto carico di umori e ambiguità, dipana le trame di una vicenda originariamente semplice, ma dai risvolti complicatissimi. Ecco, questo Troppu trafficu ppi nenti è il modello eterno di un carattere terribilmente semplice, come quello siciliano, che ama complicarsi l’esistenza in un continuo arrovugliarsi su se stesso».
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La Repubblica, 3.7.2023
Il giovane Montalbano sbarca a Vigata: così cominciò la storia del commissario di Camilleri
In replica da questa sera su Rai 1 la serie con Michele Riondino: gli inizi del personaggio reso celebre da Luca Zingaretti

L’estate è da tempo di ferie, mare e repliche tv. Ed è così che, a partire da questa sera, lunedì 3 luglio, la prima serata di Rai 1 d’inizio settimana riproporrà Il giovane Montalbano: prodotta dal 2012 al 2015 la serie narra dell’arrivo di Salvo Montalbano (interpretato da Michele Riondino) a Vigata, l’immaginario comune siciliano creato dalla fantasia di Andrea Camilleri, dove assume il ruolo di commissario capo e, caso dopo caso, diventa il Montalbano a tutti noto e da tutti apprezzato.
Ambientato nei primi anni 90, per due stagioni e un totale di dodici episodi, il prequel della serie interpretata da Luca Zingaretti rivela aspetti inediti e racconta nuove avventure del famoso commissario. “È una grossa possibilità che ho, se non addirittura un privilegio” aveva dichiarato qualche tempo fa Riondino parlando del ruolo, “che è quello di approfondire un personaggio che offre, all’attore che lo deve interpretare, una notevole gamma di aspetti e sfumature. All’interno di Montalbano ci sono delle contraddizioni che per un attore sono pane, e quindi la possibilità di poter approfondire un personaggio del genere in un film che dura praticamente sette ore è un privilegio che pochi hanno. Se poi aggiungiamo che si ha la possibilità di parlare con il proprio autore allora diventa davvero un’esperienza straordinaria”.
Proprio Camilleri, scomparso nel 2019, aveva partecipato in prima persona al progetto, firmando la serie insieme a Francesco Bruni: “Quando ho visto l’inizio mi sono quasi commosso” aveva confessato lo scrittore, “completare la figura del commissario Montalbano diventava sempre più una sorta di esigenza mia personale e così è nato La prima indagine di Montalbano. Mi è venuta l’idea di farlo cominciare da vice commissario, diciamo uno che ha appena vinto il concorso. L’impulsività che Montalbano ha, il tendenziale non rispetto per le regole, tutto questo è assai più evidente in Montalbano giovane. Però l’essenziale è che il carattere è sempre quello, un cervello speculativo”.
Un prodotto che, alla sua uscita, aveva riscontrato un discreto successo proprio come la serie madre, regina delle fiction Rai, e che anche con le repliche ha continuato a ricevere consensi. “Su Il giovane Montalbano c’era dello scetticismo, un sacrosanto scetticismo iniziale che dovevamo vincere” le parole di Riondino a TV Sorrisi e Canzoni, “e tutti noi, cast, troupe e il resto del gruppo di lavoro ci siamo imbarcati in questa avventura in maniera appassionata ma equilibrata, ognuno consapevole delle proprie responsabilità. Questo ha fatto nascere tra noi rapporti di vera amicizia. Mi fa piacere che la serie sia così amata. E non solo in Italia”.
L’omicidio di un mezzo delinquente con alcuni precedenti per furto di bestiame è al centro della trama del primo episodio che, accanto a Riondino, vede anche Alessio Vassallo nel ruolo di Mimì Augello, Fabrizio Pizzuto nel ruolo di Agatino Catarella, Adriano Chiaramida nel ruolo di Montalbano senior, Andrea Tidona e Beniamino Marcone rispettivamente nei ruoli di Carmine e Giuseppe Fazio. “Picciotti - l’invito in pieno stile Montalbano dell’attore – me raccomando, taliàte queste puntate de Il giovane Montalbano e godetevela finché è giovane”.
 
 

Adnkronos, 4.7.2023
Ascolti tv, vince 'Temptation Island' su Canale 5
Al secondo posto, 'Il Giovane Montalbano' su Rai1

'Temptation Island', trasmesso ieri da Canale 5, è stato il programma più seguito della prima serata di lunedì, con 3.476.000 spettatori e il 26.3% di share. Al secondo posto, 'Il Giovane Montalbano' su Rai1, con 2.435.000 spettatori e il 14.8% di share.
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Corriere Adriatico, 4.7.2023
Enrico Rava giovedì in concerto ad Ancona: «Continuo a suonare per vivere attimi di magia»

«Continuo a suonare per vivere attimi di magia». Alla soglia degli 84 anni, Enrico Rava è ancora un grande protagonista della scena jazzistica italiana.
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Le passioni
«Un disco per i neofiti del jazz? Porgy and Bess di Miles Davis» replica lo stesso artista, grande appassionato di letteratura. E allora replichiamo il gioco e gli chiediamo un libro per appassionarsi alla lettura. Il jazzista cita, per gli italiani, “Un giorno di fuoco” di Beppe Fenoglio e uno dei libri di Andrea Camilleri su Salvo Montalbano. Per gli stranieri sceglie Michael Connelly.
[…]
Massimiliano Viti
 
 

Corriere della Sera, 4.7.2023
Televisioni
Critiche, proteste, segnalazioni, chiarimenti, dispute: i protagonisti della televisione e i lettori possono ora tessere un filo diretto con Aldo Grasso, critico televisivo del «Corriere»
La non carriera di Montalbano

Buongiorno,
tempo fa, scrissi una lettera molto simile ma se la Rai che è la Rai rimanda le stesse cose, ben altrettanto io posso riscrivere la stessa lettera!
Guardando il giovane Montalbano, io penso subito ad una cosa: chissà se il vero/vecchio Montalbano è contento della sua carriera e della sua vita.
Leggo la trama da wikipedia della prima puntata: diventato commissario a Vigata, deve risolvere un omicidio con l'aiuto di Fazio (padre, ma è introdotto anche il figlio) e un giovane Catarella. Subito capisce che il maggiore indiziato non è il colpevole e, lottando contro i pregiudizi e le scorciatoie, risolverà il caso. Contemporaneamente, una fidanzata un po' assillante, vorrebbe "quagliare" ma lui quando si parla di matrimonio è come il toro con il drappo rosso.
Dopo 30 anni, nulla è cambiato nella vita di Montalbano. La fidanzata si vuole sposare, i superiori non gli credono, la squadra è sempre Fazio e Catarella e lui risolve qualsiasi mistero gli capiti a tiro.
E allora mi chiedo: chissà se Montalbano è contento della sua vita. Chissà "dove si vedeva tra 10 anni", chissà se quando gli hanno offerto il posto di commissario a Vigata si aspettava che lì sarebbe rimasto tutta la vita, chissà se non si vedeva, dopo un breve rodaggio in Sicilia, in un importante commissariato di Roma o nell'antimafia. Sarà in definitiva contento della sua carriera? E di non aver trovato la donna giusta?
La sua vita è stata una specie di giorno della marmotta e senza nemmeno rendersene conto. Forse per quello è così bravo.
di Pietro
LA RISPOSTA
Una vita atemporale.
Aldo Grasso
[Per avere la risposta sarebbe bastato leggersi almeno un romanzo di Montalbano, NdCFC]
 
 

La Repubblica (ed. di Genova), 5.7.2023
Teatro, danza e musica con il magico sfondo della piazza. E i Giardini Baltimora si animano per “La bocca del lupo”, il capolavoro di Remigio Zena
Da Calvino a Ernaux il festival di Lunaria è un libro da sfogliare

[...] Torna il Festival in una notte d’estate di Lunaria Teatro e sarà come un libro da sfogliare, una passeggiata nella letteratura e nella meraviglia di mondi di carta che prendono forma sullo sfondo di piazza San Matteo e nel centro storico. E infatti si intitola L’architettura della parola tra città e cielo questa edizione numero ventisei della rassegna di prosa, musica e danza che ha per epicentro la piazza e il chiostro della chiesa di San Matteo, nel cuore del centro storico di Genova. [...] Il 19 settembre, chiostro di San Matteo, Lunaria presenterà il reading di Tridicino, “cunto di mare” di Andrea Camilleri, con Pietro Montandon al leggìo e le musiche dal vivo di Roberto Catalano, che reinterpreta la tradizione popolare musicale siciliana. [...]
Erica Manna
 
 

Libreria Lovat, 6.7.2023
18:00 - 19:00
Trieste
Arianna Mortelliti
presenta Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni – Mondadori editore. Ne parla con Francesco De Filippo

Arianna Mortelliti scrive un romanzo decisamente intrigante, calibrando suspense e informazioni all'interno di una struttura a dialoghi che, progressivamente, scioglie nodi e ambiguità.
 
 

ANSA, 6.7.2023
Da Euripide a Camilleri, a Salerno Il gioco serio del teatro
Dal 14 al 22 luglio la rassegna di Scena Teatro Management

Roma
[…]
'Il gioco serio del teatro, respira il teatro', la rassegna messa a punto da Scena Teatro Management, in programma dal 14 al 22 luglio a Salerno, nel chiostro monumentale del Museo diocesano San Matteo.
[…]
Pino Strabioli il 21 luglio porta in scena ancora un inedito firmato Antonello De Rosa, Ciao Andrea, omaggio ad Andrea Camilleri. È una sorta di puzzle della vita di Camilleri, tra aneddoti, scritti, stralci di vita.
[…]
 
 

I Love Scicli, 6.7.2023
Un'estate al museo. Cinque appuntamenti da non perdere a Scicli

L’estate a Scicli si arricchisce con un altro interessantissimo ciclo di eventi in grado di incuriosire e impegnare persone di tutte le età e gusti!
Da luglio a settembre 2023 i bassi del Convento delle agostiniane di via Francesco Mormina Penna diventeranno fucina di cinque eventi da non perdere!
“Un’estate al museo” è un’iniziativa che nasce dalla collaborazione tra la cooperativa Agire e il museo del Costume e della Cucina di Scicli.
Il programma è composto da 5 eventi che permetteranno ai visitatori di essere coinvolti a 360 gradi, come in una macchina del tempo, nel nostro passato!
Non solo abiti, sfarzo e folclore, ma anche cultura, giochi di abilità e tanto divertimento.
Insomma appuntamenti da non perdere!
[…]
“CHI HA UCCISO MONTALBANO?” Il 6 settembre (h. 19:00), in occasione del compleanno di Andrea Camilleri, si celebrerà l’indimenticabile scrittore siciliano con un nuova e intrigante escape room. Il museo di via F.Mormina Penna si trasformerà nuovamente in un luogo enigmatico ispirandosi ai grandi gialli dell’autore agrigentino.
[…]
 
 

Libreria Lovat, 7.7.2023
18:30 - 19:30
Villorba
Arianna Mortelliti
presenta Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni – Mondadori editore. Ne parla con Francesco De Filippo

Arianna Mortelliti, alla sua prima prova narrativa ma cresciuta alla scuola del nonno Andrea Camilleri, scrive un romanzo decisamente intrigante, calibrando suspense e informazioni all'interno di una struttura a dialoghi che, progressivamente, scioglie nodi e ambiguità.
 
 

La Città di Salerno, 7.7.2023
la rassegna
Dal “classico greco” a Camilleri A Salerno il gioco serio del teatro

[...] Gran finale con Pino Strabioli che con “Ciao Andrea” omaggia Andrea Camilleri in un testo di De Rosa e Petrosino con musiche di Simone Sciacca, una trama della memoria del Maestro, dalla sua Sicilia alla gioventù in cui lo spettatore diviene parte attiva del testo. [...]
Stefano Pignataro
 
 

Festival delle Ville Vesuviane - Progetto '700, 8-9.7.2023
Troppu trafficu ppi nenti


Uno spettacolo di Giuseppe Dipasquale
Testo attribuito a Messer Angelo Florio Crollalanza, archetipo, pare, dell'illustre testo Molto rumore per nulla dietro la cui figura dell'autore si cela William Shakespeare
Di Andrea Camilleri - Giuseppe Dipasquale
Costumi Dora Argento, Angela Gallaro
Con Mimmo Mignemi, Ruben Rigillo, Angelo Tosto, Filippo Brazzaventre
Produzione Teatro della città - Centro di produzione teatrale
In prima per il Festival delle Ville Vesuviane


 
 

Libreriamo, 9.7.2023
Estate 2023, i 10 libri consigliati da leggere in totale relax
Vi abbiamo chiesto quali libri consigliereste di leggere in estate. Ecco i 10 titoli più citati.

Quali libri amate leggere in estate? Più leggeri del solito o più impegnativi? Magari preferite i gialli e le letture che coinvolgono di più, oppure i saggi e i racconti, più facili da cadenzare durante il giorno? In un post sulla nostra pagina Facebook vi abbiamo chiesto quali sono i titoli che suggerireste per una lettura perfetta per quest’estate. Ecco 10 dei titoli più consigliati!
I 10 libri che consigliereste di leggere in estate
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6. “Riccardino” di Andrea Camilleri
I libri di Andrea Camilleri sanno d’estate. Ecco perché in tanti li avete consigliati, facendo riferimento a diversi titoli fra cui spicca “Riccardino”.
Anno 2005: Camilleri ha appena pubblicato La luna di carta. Sta lavorando alla successiva avventura della serie, ma in estate consegna a Elvira Sellerio un altro romanzo con protagonista il commissario Montalbano. Si intitola Riccardino. L’accordo è che verrà pubblicato poi, un domani indefinito, si sa solo che sarà l’ultimo romanzo della saga Montalbano.
Anno 2016. Sono passati 11 anni durante i quali sono usciti 15 libri di Montalbano. Andrea Camilleri sente l’urgenza di riprendere quel romanzo, che è venuta l’ora di «sistemarlo». Nulla cambia nella trama ma solo nella lingua che nel frattempo si è evoluta. Né muta il titolo che allora considerava provvisorio ma al quale ormai si è affezionato e che nel 2016 decide essere definitivo.
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Diário do Porto, 10.7.2023
Para ler na rede
Crimes interessantes. Ou não.
Olga de Mello fala sobre um dos gêneros literários mais populares: o romance policial

Quem já não leu uma história que entusiasma até um determinado ponto e depois cria a chamada barriga, resvalando para o mais profundo desinteresse e previsibilidade da trama? Esse pecado venial dos autores é cada vez mais comum, ainda que alguns queiram obedecer a regras consagradas pelos clássicos de um dos gêneros mais populares de leitura: a trama policial. Policial é o nome que ficou popular no Brasil. Em espanhol são as “novelas negras”, em inglês, o “thriller”, o suspense, o mistério, nem sempre desvendado pelas forças da lei. Pincelar pitadas de crítica social e, principalmente, humor nesses enredos não é para todos. Os admiradores do italiano Andrea Camilleri – e ele próprio – reconheceram sua continuidade na obra do compatriota Antonio Manzini.
[…]
A sofisticação dos autores da Era de Ouro da ficção policial refletia a educação primorosa que eles haviam recebido antes da Primeira Guerra Mundial. Quem cresceu na Segunda Guerra, como Andrea Camilleri, desenvolveu um olhar inquieto para a estrutura social, apresentada com simplicidade em O sorriso de Angelica (Record, R$ 50,35), que chega ao Brasil 13 anos depois de lançado. O comissário Montalbano e sua atrapalhada equipe de investigadores têm que descobrir o chefe de uma quadrilha especializada em roubos a residências. À diferença de outros casos, o cérebro dos ladrões envia mensagens com desafios a Montalbano, zombando de sua capacidade profissional. É completamente dissociado da realidade? Nem tanto, se pensarmos que a vaidade insufla alguns psicopatas. Incita o leitor a raciocinar? Sim, e até a se antecipar para identificar o criminoso. E em apenas 221 páginas.

Da leggere in rete
Crimini interessanti. O no.
Olga de Mello parla di uno dei generi letterari più apprezzati: il giallo

Chi non ha letto una storia che emoziona fino a un certo punto e poi crea la cosiddetta pancia, scivolando nel più profondo disinteresse e prevedibilità della trama? Questo peccato veniale degli autori è sempre più comune, anche se alcuni vogliono obbedire alle regole stabilite dai classici di uno dei generi di lettura più popolari: il giallo.
Policial è il nome che è diventato popolare in Brasile. In spagnolo sono le “soap opera nere”, in inglese il “thriller”, la suspense, il mistero, non sempre svelato dalle forze dell'ordine. Spazzolare pizzichi di critica sociale e, soprattutto, umorismo in queste trame non è per tutti. Gli ammiratori dell'italiano Andrea Camilleri – e lui stesso – hanno riconosciuto la sua continuità nell'opera del connazionale Antonio Manzini.
La raffinatezza degli autori dell'età d'oro della narrativa poliziesca rifletteva la squisita educazione che avevano ricevuto prima della prima guerra mondiale. Chi è cresciuto durante la seconda guerra mondiale, come Andrea Camilleri, ha sviluppato uno sguardo inquieto sulla struttura sociale, presentata con semplicità nel Sorriso di Angelica (Record, R$ 50,35), che arriva in Brasile 13 anni dopo la sua uscita. Il commissario Montalbano e la sua maldestra squadra di investigatori devono scoprire il capo di una banda specializzata in furti in abitazioni. A differenza di altri casi, il cervello dei ladri invia messaggi di sfida a Montalbano, beffandosi della sua capacità professionale. È completamente dissociato dalla realtà? Non tanto, se pensiamo che la vanità ispira alcuni psicopatici. Incita il lettore a ragionare? Sì, e anche anticipare l'identificazione del criminale. E in sole 221 pagine.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Rai Radio 2, 10.7.2023
Non è un Paese per Giovani

Ospite del giorno: Arianna Mortelliti Con Massimo Cervelli e Tommaso Labate Regia di Savino Bonito In redazione Angelica De Rossi A cura di Daria Ragazzini
 
 

La Repubblica, 10.7.2023
Stasera in TV: film, programmi e serie di oggi domenica 10 luglio
Le serie e i film in tv in prima e seconda serata. La guida tv completa di Rai, Mediaset

Scelti per voi da Silvia Fumarola
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Guida tv stasera 10 luglio 2023: prima e seconda serata
Rai 1
21.25 IL GIOVANE MONTALBANO Regia Gianluca Maria Tavarelli con Michele Riondino, Sarah Felberbaum. Montalbano si è trasferito già da un paio di mesi e nella notte di Capodanno del 1991, nell`albergo dove alloggia provvisoriamente, viene commesso un omicidio. Comincia così il nuovo anno per il giovane commissario…
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Fanpage, 11.7.2023
Ascolti tv lunedì 10 luglio: chi ha vinto tra Temptation Island e Il giovane Montalbano
Chi ha vinto la gara agli ascolti tv tra l’appuntamento con Temptation Island su Canale 5 e le repliche de Il Giovane Montalbano su Rai1. Tutti i dati Auditel della serata di lunedì 10 luglio 2023.

Il palinsesto televisivo di lunedì 10 luglio ha offerto al pubblico un ventaglio di opportunità, tra programmi di intrattenimento, fiction e trasmissioni di approfondimento. Su Rai1, infatti, sono andate in onda le repliche de "Il Giovane Montalbano", mentre su Canale 5 continuano gli appuntamenti con Temptation Island, con la conduzione di Filippo Bisciglia. Insieme ai vari programmi tv, ecco chi ha vinto la sfida degli ascolti.
La sfida tra Temptation Island e Il giovane Montalbano
Tra le fiction prodotte dalla Rai più amate di sempre c'è, senza dubbio, il filone dedicato al Commissario Montalbano, anche nelle puntate che raccontano i primi anni a Vigata. Come di consueto su Rai1 non mancano le repliche di quello che può definirsi uno dei grandi successi della tv pubblica, con protagonisti Michele Riondino e Alessio Vassallo. La fiction, quindi, seppur in replica ha appassionato 2.258.000 spettatori pari al 14% di share, non numeri altissimi che, infatti, la posizionano al secondo posto sul podio dei programmi più visti.
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Ilaria Costabile
 
 

il Quotidiano di Salerno, 12.7.2023
A quattro anni dalla morte di Andrea Camilleri, l’autore della fortunata serie TV il Commissario Montalbano.

Il nome di Andrea Camilleri è legato al personaggio immaginario di Salvo Montalbano, commissario di polizia della città di Vigata. Il personaggio fa il suo esordio nel romanzo La forma dell’acqua, in cui emerge fin da subito il carattere burbero e generoso dell’uomo, pieno di manie, e quello acuto e ingegnoso del poliziotto, in grado di risolvere anche i casi più difficili. Camilleri descrive un personaggio che incontra un enorme successo di pubblico e che gli permette di dare vita a una serie di storie che, per oltre vent’anni, vedono protagonista il commissario di Vigata e che trovano una facile trasposizione sul piccolo schermo. Andrea Camilleri ,un carattere turbolento, era nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, nel 1925, fu espulso dal collegio dove era stato mandato a studiare, gli studi superiori si conclusero nel 1943 a causa della guerra e dello sbarco americano .Nel 1944, si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia a Palermo.Nel 1945, s’iscrisse al Partito Comunista,fu l’inizio di un impegno politico e civile che segnò tutto il resto della sua vita.
Nel 1949 venne ammesso all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica a Roma, come allievo regista teatrale, e nel frattempo continuò a scrivere poesie che vennero apprezzate da Ungaretti.E’ nel campo del teatro che Camilleri esprime le sue idee originali.Negli anni cinquanta dirige diversi drammi di Pirandello e porta in scena autori ancora sconosciuti al pubblico italiano come Ionesco, Samuel Beckett, ed Eliot.Alla fine degli anni cinquanta venne assunto alla Rai dove si occupò della produzione di sceneggiati. Nello stesso periodo insegnò al Centro sperimentale di cinematografia e all’Accademia nazionale di Arte drammatica. Nel 1978 pubblicò il suo primo romanzo, Il corso delle cose, che diede l’avvio alla prolifica carriera letteraria. Negli anni novanta il nome di Camilleri si affermò tra il migliore dei romanzieri italiani di successo,con i romanzi polizieschi, e con la creazione del personaggio di Montalbano, che arriva il grandissimo successo. Andrea Camilleri morì a Roma il 17 luglio 2019. La Sicilia,Andrea Camilleri,la descrive nella sua interezza e fa emergere gli aspetti più autentici come l’uso del linguaggio siciliano,parole dialettali dotate di significato ambiguo e ambivalente, La cura per il linguaggio e per la frase, fa parte della profonda attenzione che egli dedica alla scrittura, intesa come un esercizio formale di equilibrio , secondo Camilleri ogni romanzo può tranquillamente essere contenuto nel limite delle 180 pagine distribuite equamente in un numero definito di capitoli. Caratteristica fondamentale dei romanzi di Camilleri è il mix lingua italiana e frasi o parole prese dal dialetto siciliano, incastrate in modo da creare soluzioni comprensibili per l’equilibrio schematico del racconto, che emerge anche nel numero e nella lunghezza dei capitoli.Il nome di Camilleri è però legato indissolubilmente alla figura del commissario di polizia Salvo Montalbano, dal carattere burbero e spigoloso ma dotato di grande acume e capacità deduttive.
Pietro Cusati
 
 

Ragusa News, 14.7.2023
Chiara e Antonio Sellerio sposi nel Commissariato di Montalbano
Chiara e Antonio Sellerio, un incanto a Scicli


Chiara e Antonio Sellerio sposi nel Commissariato di Montalbano

Scicli - Hanno scelto il commissariato di Montalbano, set televisivo al piano terra del Comune di Scicli, Chiara e Antonio Sellerio, per celebrare il loro matrimonio stamani.
Una cerimonia intima, alla presenza delle loro due bellissime bambine [In realtà una bambina e due bambini, NdCFC], in un luogo simbolo per l'editore dei romanzi di Andrea Camilleri. C'era anche Olivia Sellerio, sorella di Antonio, e cantautrice che con la sua struggente voce interpreta la colonna sonora dello sceneggiato.
Gli sposi? Un incanto.
 
 

L’Ape musicale, 14.7.2023
Rai Storia, i programmi da domenica 16 a sabato 22 luglio
Masaniello e Camilleri

DOMENICA 16/07/2023
[...]
Andrea Camilleri. Vigàta nel cuore (ANNIVERSARIO SCOMPARSA CAMILLERI)
Dai ricordi di Gino Cervi in “Le inchieste del commissario Maigret” alla corrispondenza con Thomas Beckett, per strappargli il sì alla versione televisiva di “Finale di partita”; dal suo paragonarsi a una trapezista al successo di Montalbano e della sua Sicilia, reale e immaginata insieme. Ci sono le sue parole di regista, di curatore di sceneggiati storici, di “scopritore” di Eduardo De Filippo per la tv, di scrittore de “Il commissario Montalbano” nello Speciale “Andrea Camilleri. Vigàta nel cuore” per la regia di Flavia Ruggeri, che Rai Cultura propone domenica 16 luglio alle 12.15 e in replica lunedì 17 luglio alle 19.45 su Rai Storia in occasione dell’anniversario della morte di Camilleri (17 luglio 2019).
Un viaggio nella produzione teatrale, televisiva e letteraria del maestro con interviste anche inedite e brani tratti dalle Teche Rai. Nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925, Camilleri già negli anni Cinquanta è regista teatrale e inizia a lavorare anche per la Rai, in radiofonia, e nel decennio successivo è il primo a mettere in scena in Italia il “teatro dell’assurdo” di Beckett, Ionesco, Adamov che porta poi in tv. Cura anche sceneggiati di successo come “Le avventure di Laura Storm” con Lauretta Masiero, la serie del Tenente Sheridan con Ubaldo Lay, ma soprattutto “Le inchieste del commissario Maigret” con Gino Cervi e ha il merito di far conoscere al grande pubblico televisivo la drammaturgia di Edoardo De Filippo.
Dagli anni Ottanta, Camilleri affianca all’attività di regista quella di scrittore con romanzi di ambientazione siciliana. E unica rimarrà la Sicilia che inventa e indaga, terra di misteri e ricchezze, popolata da una moltitudine di caratteri, di facce, una Sicilia diventata ormai luogo mitico di esplorazione per i suoi lettori. Come l'immaginaria cittadina di Vigàta.
Nel 1992 pubblica “La stagione della caccia” e inizia a diventare un autore cult: scrivere, d’ora in poi, diventa la sua unica attività. Nel 1994, “La forma dell'acqua” è il suo primo poliziesco dove compare il commissario Salvo Montalbano, ma solo con “Il Cane di terracotta” del 1995 definisce meglio i caratteri del protagonista che gli procura un successo strepitoso. Il “fenomeno Camilleri” si espande: se nel 1996 sono state vendute 18 mila copie, l'anno successivo si arriva a 170 mila. E nel 1998 a 900 mila copie, fino ai 15 milioni di oggi e alle traduzioni in ventidue lingue. Il successo dei libri con protagonista Montalbano è tale da convincere la Rai a produrre un vero e proprio serial con lo scorbutico e ironico commissario interpretato da Luca Zingaretti.
[...]
 
 

Calimera (LE), 14.7.2023


 
 

RAI Ufficio Stampa, 15.7.2023
RAI STORIA
16 LUG 2023, 12:15
Andrea Camilleri. Vigàta nel cuore
L'omaggio nell'anniversario della scomparsa
Replica lunedì 17 luglio alle 19:45

Dai ricordi di Gino Cervi in “Le inchieste del commissario Maigret” alla corrispondenza con Thomas Beckett, per strappargli il sì alla versione televisiva di “Finale di partita”; dal suo paragonarsi a una trapezista al successo di Montalbano e della sua Sicilia, reale e immaginata insieme. Ci sono le sue parole di regista, di curatore di sceneggiati storici, di “scopritore” di Eduardo De Filippo per la tv, di scrittore de “Il commissario Montalbano” nello Speciale “Andrea Camilleri. Vigàta nel cuore” per la regia di Flavia Ruggeri, che Rai Cultura propone domenica 16 luglio alle 12.15 e in replica lunedì 17 luglio alle 19.45 su Rai Storia in occasione dell’anniversario della morte di Camilleri (17 luglio 2019).
Un viaggio nella produzione teatrale, televisiva e letteraria del maestro con interviste anche inedite e brani tratti dalle Teche Rai. Nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925, Camilleri già negli anni Cinquanta è regista teatrale e inizia a lavorare anche per la Rai, in radiofonia, e nel decennio successivo è il primo a mettere in scena in Italia il “teatro dell’assurdo” di Beckett, Ionesco, Adamov che porta poi in tv. Cura anche sceneggiati di successo come “Le avventure di Laura Storm” con Lauretta Masiero, la serie del Tenente Sheridan con Ubaldo Lay, ma soprattutto “Le inchieste del commissario Maigret” con Gino Cervi e ha il merito di far conoscere al grande pubblico televisivo la drammaturgia di Edoardo De Filippo.
Dagli anni Ottanta, Camilleri affianca all’attività di regista quella di scrittore con romanzi di ambientazione siciliana. E unica rimarrà la Sicilia che inventa e indaga, terra di misteri e ricchezze, popolata da una moltitudine di caratteri, di facce, una Sicilia diventata ormai luogo mitico di esplorazione per i suoi lettori. Come l'immaginaria cittadina di Vigàta.
Nel 1992 pubblica “La stagione della caccia” e inizia a diventare un autore cult: scrivere, d’ora in poi, diventa la sua unica attività. Nel 1994, “La forma dell'acqua” è il suo primo poliziesco dove compare il commissario Salvo Montalbano, ma solo con “Il Cane di terracotta” del 1995 definisce meglio i caratteri del protagonista che gli procura un successo strepitoso. Il “fenomeno Camilleri” si espande: se nel 1996 sono state vendute 18 mila copie, l'anno successivo si arriva a 170 mila. E nel 1998 a 900 mila copie, fino ai 15 milioni di oggi e alle traduzioni in ventidue lingue. Il successo dei libri con protagonista Montalbano è tale da convincere la Rai a produrre un vero e proprio serial con lo scorbutico e ironico commissario interpretato da Luca Zingaretti.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 15.7.2023
Fiori d’arancio per Antonio e Chiara Sellerio: un matrimonio sulle orme di Camilleri e Montalbano
L’editore palermitano ha scelto il municipio di Scicli, set della serie televisiva del commissario interpretato da Luca Zingaretti


Chiara e Antonio Sellerio (Foto di Luigi Nifosì)

Non avrebbero potuto scegliere posto più adatto per convolare a nozze. Antonio e Chiara Sellerio si sono sposati ieri mattina nel leggendario Commissariato di Vigata, all’interno del municipio di Scicli, set della serie televisiva del commissario Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri. Vestiti di bianco, gli sposi, in compagnia delle figlie [in realtà una figlia e due figli, NdCFC], sono stati i protagonisti di una cerimonia intima per pochi amici e parenti stretti, ventotto in tutto.
"Un evento decisamente straordinario – fanno sapere dal Comune di Scicli – perché se è vero che in municipio si celebrano numerosi matrimoni, nel set del commissariato di Montalbano che si trova al piano inferiore, non è mai successo prima”. Gli organizzatori hanno dovuto aggiungere soltanto le sedie per gli invitati, per il resto il commissariato era identico a quello visto e rivisto nella serie televisiva: stessa scrivania con i documenti e i fascicoli, stesse sedie in pelle, i calendari con le immagini delle forze dell’ordine, le scartoffie, gli appunti, il telefono, il fax e gli schedari del commissario Montalbano, che nella fiction televisiva è interpretato da Luca Zingaretti.
Un luogo simbolo che l’editore dei romanzi di Camilleri ha scelto per celebrare il proprio matrimonio immortalato dagli scatti di Giuseppe Leone, il fotografo ragusano, legato alla casa editrice che nel suo sconfinato archivio fotografico ha raccontato per immagini i luoghi del commissario più famoso d’Italia e conserva un ritratto inedito dello scrittore di Porto Empedocle.
Al termine della cerimonia, semplice e dal profilo volutamente basso, gli sposi insieme ai loro amici e agli affetti più cari sono andati al ristorante Buki buki, a due passi dal municipio. "Mi è sembrata un’idea molto bella” dice lo scrittore e giornalista Gaetano Savatteri che stasera parteciperà a una riunione per pochi amici a Marina di Ragusa nella casa appartenuta a Elvira Sellerio, fondatrice nel 1969 insieme al marito Enzo della casa editrice. “L’idea di festeggiare il matrimonio nella sede del set di Montalbano – continua Savatteri, che per Sellerio ha scritto numerosi romanzi – rappresenta una circolarità tra editore, scrittore e personaggio. Sono contento per gli sposi che hanno voluto condividere questo momento con gli amici e con chi lavora per la casa editrice”.
Paola Pottino
 
 

Oggi, 15.7.2023
Parla lo scrittore Antonio Manzini: “Io, Rocco Schiavone e l’eredità di Andrea Camilleri”
In 10 anni ha scritto 14 libri con protagonista il vicequestore: “Abbiamo in comune la malinconia”. E anche con l’ultimo, Elp, è in cima alla classifica. Qui ci racconta la sua anima green, della moglie Toni e di cosa pensa delle “canne”. Su cui potrebbe infrangersi la nuova fiction Rai

[...]
Manzini, anche regista e sceneggiatore, all’Accademia d’Arte drammatica è stato allievo di Andrea Camilleri, l’inventore del commissario Montalbano, morto nel 2019.
[...]
Si sente l’erede di Camilleri?
«Camilleri non ha eredi. Ha aperto una strada che io e tanti altri stiamo percorrendo. Il suo Montalbano è un personaggio più popolare, ecumenico. Abbraccia tutti, grazie anche alla sua umanità, caratteristica che Rocco non ha. Schiavone è spigoloso».
[...]
Maria Giuseppina Buonanno
 
 

Libreriamo, 16.7.2023
“Non c’è più un tempo per nascere” di Andrea Camilleri, una poesia sulla rinascita
"È l’ora che dalla morte nasca la vita". Il 17 luglio del 2019 ci lasciava Andrea Camilleri. Lo ricordiamo leggendo "Non c'è più un tempo per nascere", una poesia giovanile che parla di vita, di morte e di umanità.

Andrea Camilleri è stato un grande scrittore, sceneggiatore, regista teatrale e drammaturgo siciliano. Oltre alla serie per cui è conosciuto in tutto il mondo – quella che vede protagonista l’arguto, affascinante, sempre affamato di buon cibo e di verità, Commissario Montalbano -, Camilleri ha scritto opere di grande spessore, che appassionano per l’incredibile uso della lingua, un simil siciliano che ha il merito di avvicinare il lettore al luogo dove le storie sono ambientate, e per le trame, intrecciate con sopraffina maestria, indissolubilmente legate al territorio siciliano.
Basti pensare al capolavoro “Il re di Girgenti“, un romanzo pubblicato nel 2001 da Sellerio, ambientato nel Seicento e scritto in una lingua, un siciliano misto allo spagnolo, concepita ad hoc per ricostruire l’atmosfera dell’epoca. Ma Andrea Camilleri, nel corso della sua brillante carriera, è stato anche poeta.
Le poesie giovanili
Ciò che è successo poco dopo la morte di Andrea Camilleri ha quasi dell’incredibile. Lo racconta un articolo uscito il 13 settembre del 2019 su Balarm. Un libriccino di poesie giovanili del papà di Montalbano è stato ritrovato, per puro caso, in un vecchio magazzino situato a Palermo. Si tratta del deposito messo a disposizione dei cittadini palermitani da Pietro Tramonte, che dopo essere andato in pensione ha pensato di ricavare uno spazio per raccogliere libri antichi, e ridare loro una nuova vita. Fra le migliaia di tomi, libri e libbriccini accatastati nello spazio ubicato in piazza Monte Santa Rosalia, c’era un volumetto impolverato che raccoglieva le poesie di un giovane Camilleri trentatreenne. “Non c’è più tempo per nascere”, la bellissima poesia che vi proponiamo oggi in occasione dell’anniversario della nascita dell’autore siciliano è tratta proprio da questo libretto per anni dimenticato, e ci parla di vita, di morte, di umanità.
Non c’è più un tempo per nascere di Andrea Camilleri
Non c’è più un tempo per nascere un tempo per morire
si nasce e si muore nello stesso momento infinite morti
ci assediano è l’ora che ognuno raccolga
in sé la morte degli altri il frumento assiderato

dal gelo il topo che si dibatte nella gabbia
il marito che piange la moglie infedele. E l’ora
di cogliere il dolore degli altri in una mano
e portarsela in fronte a stamparvi croci e croci in rosso

udire il nostro grido nella bocca dell’uomo
che ci passa accanto per caso è l’ora di aprire
tutte le finestre tutte le porte abbattere i muri se occorre
per poterci guardare negli occhi trovare una parola

nuova che non sia preghiera ma urlo.
È l’ora che dalla morte nasca la vita.

Chi era Andrea Camilleri
Papà del Commissario Montalbano, Andrea Camilleri è stato fra gli scrittori più amati del nostro tempo. Con il suo stile colto e la sua arguzia ha saputo farci innamorare della sua scrittura, del suo linguaggio e delle storie che raccontava. Nato il 6 settembre del nel 1925 a Porto Empedocle, Andrea Camilleri non è stato soltanto uno scrittore, ma anche un drammaturgo, un autore teatrale e televisivo, un regista radiofonico, ed infine un apprezzato accademico.
Ma lo ricordiamo anche per essere stato un militante antifascista armato da sempre del potere salvifico della parola. Malgrado fosse afflitto da cecità e da gravi condizioni fisiche negli ultimi anni, Camilleri non si abbandonò mai al dolore. Dove non riuscivano ad arrivare i suoi occhi, c’erano le sue parole, sempre giuste, calibrate, perfette lì dove si trovavano. Ci ha lasciati il 17 luglio del 2019, a Roma.
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 17.7.2023
Per ricordare Andrea Camilleri
Cliccare qui o sull'immagine per il video

"Quello di Andrea è un testamento culturale che agisce da pungolo. Ricordarlo significa essere cittadini attivi e responsabili, cittadini che rifiutano l’indifferenza, la neutralità, l’inerzia complice del male e dell’ingiustizia. Significa essere quella comunità in cammino a cui si rivolge la nostra Costituzione animata da quell’ideale democratico che Andrea ha amato, vissuto e difeso sino all’ultimo"
Don Luigi Ciotti in occasione dell'incontro "Camilleri e la parola come impegno sociale" organizzato da Libera Spoleto con la collaborazione di Lorenzo Salveti il 18 ottobre 2020.
#andreacamilleri #fondoandreacamilleri #Libera #anniversario
 
 

Sellerio editore, 17.7.2023
Quattro anni fa ci lasciava Andrea #Camilleri. Lo ricordiamo e lo ricorderemo sempre, con grandissimo affetto e profonda gratitudine. #AndreaCamilleri


 
 

Rai Radio3 - Wikiradio, 17.7.2023
Andrea Camilleri

Il 17 luglio 2019 muore a Roma Andra Camilleri, con Nadia Terranova. Repertorio: La bellezza contro le mafie, Rai Uno, 7/9/2012; L'ora di Palermo, storia di un giornale antimafia, Archivio Rai; Intervista da Uno Mattina Estate, 20/10/2013; Camilleri: Speciale racconto italiano, Archivio Rai; Tg1 Edizione straordinaria 17/7/2019; La lingua batte, Rai Radio3, 22/5/2013; Conversazioni con Tiresia, Archivio Rai. Nadia Terranova è nata a Messina nel 1978 e vive a Roma. Per Einaudi ha scritto i romanzi "Gli anni al contrario" (2015, vincitore di numerosi premi tra cui il Bagutta Opera Prima, il Brancati e l'americano The Bridge Book Award) e "Addio fantasmi" (2018, finalista al Premio Strega, vincitore del premio Subiaco Città del libro, del premio Alassio Centolibri, del premio Nino Martoglio e del premio Mario La Cava). Ha scritto anche diversi libri per ragazzi, tra cui "Bruno il bambino che imparò a volare" (Orecchio Acerbo 2012), "Casca il mondo" (Mondadori 2016) e "Omero è stato qui" (Bompiani 2019, selezionato nella dozzina del Premio Strega Ragazzi), e un saggio sulla letteratura per ragazzi, "Un'idea di infanzia" (ItaloSvevo 2019). Ha una rubrica su Vanity Fair, "Sirene", in cui racconta storie di donne contemporanee.
 
 

Radio RCS Sicilia, la Radio Oltre Confine, 17.7.2023
Quattro anni fa moriva il grande Andrea Camilleri: il ricordo di Michele Bruccheri
Quasi venti anni fa ricevette la cittadinanza emerita di Serradifalco. La Cultura, con la sua morte, ha perso un grande protagonista. Brevi riflessioni del nostro direttore per non dimenticare

Quattro anni fa come oggi, moriva il grande Andrea Camilleri. Avrebbe compiuto 94 anni agli inizi di settembre. Fu cittadino emerito di Serradifalco per ben tre lustri.
Il mese prima, a giugno, era stato ricoverato in un nosocomio romano per arresto cardiaco. Purtroppo, poi, il 17 luglio 2019 lo scrittore siciliano (empedoclino) ci lasciò.
Autore di rilievo internazionale, regista, autore teatrale e televisivo, spesso ha fatto riferimento a Serradifalco, descrivendone luoghi e ambienti. Il sindaco di allora, Bernardo Alaimo, nell’agosto di circa venti anni fa gli conferì la prestigiosa cittadinanza emerita. Alla notizia della sua morte (e prima ancora in occasione del ricovero urgente in ospedale), il vasto mondo social e della cultura ha fatto sentire la sua “voce”. Tutto l’affetto per l’inventore del commissario Montalbano. Ha scritto migliaia di pagine, ha venduto milioni di copie. Un clamoroso successo, editoriale e televisivo, arrivato negli ultimi anni. Si stava preparando, prima del malore, per la sua prima volta alle antiche Terme di Caracalla. Proporre lo spettacolo che narra la sua Autodifesa di Caino. “Se potessi – dichiarò -, mi piacerebbe finire la mia carriera seduto in piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto, passare tra il pubblico con la coppola in mano”.
“Un grave lutto ha colpito la nostra Nazione e culturalmente il Mondo intero, ma la Comunità di Serradifalco ha perduto uno dei suoi Concittadini più Illustri a cui era stata concessa la Cittadinanza Emerita nel 2004”, ha scritto il sindaco Leonardo Burgio appena si seppe la triste e dolorosa notizia. “L’Amministrazione comunale dichiara il Lutto Cittadino”. Un piccolo-grande segnale per lo straordinario regista, sceneggiatore, produttore televisivo e scrittore di “alto spessore culturale che ha posto la Sicilia al centro della sua attività letteraria”.


Giovanni Costa, Andrea Camilleri e Bernardo Alaimo

Andrea Camilleri, fecondo scrittore, autore di cento libri, pubblicati in età matura era un saggio acuto e lungimirante. Chiaro il suo impegno politico e civile. Aveva perso la vista, ma non la sua singolare capacità di raccontare. Con ironia e sapienza. Non amava la solitudine. Si abbandonava – spiegano in tanti – a una disponibilità senza condizioni.
Lui, raffinato padrone dell’italiano e abile inventore del dialetto, con la sua aria bonaria e coraggiosa, all’inizio incuteva un lieve timore. Il suo avvolgente vocione, roco e carezzevole, era un piacere ascoltarlo. Camilleri ha dato lustro e prestigio ad una identità siciliana che rappresenta il forziere e il tesoro della nostra lingua italiana. Una persona veramente attenta, sensibile, curiosa, sagace. Dalla memoria prodigiosa. Ci ha fatto conoscere suoni e profumi, la sua sterminata produzione narrativa ci ha insegnato la libertà. E ad essere persone libere.
Era nato per raccontare storie, Camilleri. “Le parole che dicono la verità hanno una vibrazione diversa da tutte le altre”, affermava frequentemente. Ha lasciato una traccia importante nella Cultura. Ci ha insegnato il potere, più o meno nascosto, che hanno le storie e le parole. Gli saremo sempre grati. Cieco come Tiresia, eppure capace di fare luce con le proprie parole. Lo ricorderemo seduto nella sua poltrona, tra i suoi libri, con la sigaretta perennemente in mano questo grande scrittore, acuto regista e bravo drammaturgo. Ha vinto numerosi premi e ottenuto parecchie lauree honorus causa.
In uno scritto intitolato «Una corsa verso la libertà» cita il mio paese: Serradifalco. “Ripresi, da solo, il mio viaggio. E ogni tanto le parlavo, alla bicicletta, carezzandole la canna come se fosse la criniera di un cavallo”.
Ci sentiamo un po’ smarriti senza la sua voce, senza la sua saggezza. Conserveremo la sua tenacia e la sua forza. Ci mancherà lui, ma le sue opere lo hanno reso immortale. Come ha detto qualcuno: “Mai si stancherà di raccontare a tutti. La sua sterminata fantasia non temerà di certo l’eternità”.
Michele Bruccheri
 
 

Balarm, 17.7.2023
"Ora poi lo facciamo": la Sicilia, i siciliani e il nostro dialetto "spiegati" da Andrea Camilleri
Nel giorno del quarto anniversario dalla scomparsa di Andrea Camilleri - avvenuta il 17 luglio 2019 - ricordiamo il Maestro siciliano con una bella riflessione, nata direttamente dalla sua penna, in cui ci racconta della Sicilia, dei siciliani e di quel modo un po' particolare di parlare che solo noi abbiamo.
Buona lettura!

«In Sicilia quando non sei proprio convinto dici "ora poi lo facciamo..." oppure ad una domanda rispondi contemporaneamente "sì, no...".
Noi siciliani abbiamo una percezione del tempo molto particolare, ad esempio quello che hai fatto il giorno prima diventa passato remoto, come fossero trascorsi secoli... oppure quando stai uscendo di casa, rassicuri tutti affermando "sto tornando", anche se il tuo rientro sarà dopo un paio d'ore.
Per noi il condizionale è quasi inutile, infatti lo sostituiamo direttamente con il congiuntivo, tipo "se putissi, u facissi". Abbiamo anche il "potere" di far diventare transitivi i verbi intransitivi, infatti noi usciamo la macchina, saliamo la spesa, usciamo i soldi... Poi a noi piace molto utilizzare gli spostamenti "salire e scendere" in modi molto fantasiosi, infatti noi "scendiamo giù a Natale" e "saliamo dopo le feste", anche il caffè "è salito" e la pasta si cala.
Qui, in Sicilia, le macchine camminano come avessero gambe, e non vengono guidate ma "portate". Spesso utilizziamo una sola parola per indicare più oggetti, ad esempio non c'è differenza tra tovaglia, asciugamano, tovaglietta, strofinaccio, per noi è solo tovaglia, e basta.
Se vogliamo dire ad un amico di venire a trovarci, gli diciamo di "avvicinare", che è meno formale e più amichevole. Riusciamo anche a trasformare un luogo in un modo di fare, ad esempio il cortile diventa curtigghiu, ovvero spettegolare, anche se quest'ultimo non rende molto l'idea.
Se parliamo in questo modo non vuol dire che siamo ignoranti e arretrati, dietro ogni parola o espressione che utilizziamo si nascondono le nostre origini, la nostra storia.
Ad esempio "tumazzu, carusu, cammisa", sono parole greche (vedi tumassu, kouros, poucamiso); "carrubo" deriva dall'arabo "harrub", così come le parole "cassata e giuggiulena". "Accattari", deriva dal normanno "acater" (da cui il francese "acheter"), oppure "arrieri" (da darriere).
Dal catalano abbiamo preso in prestito le parole "abbuccari" (da abocar),"accupari" (da acubar), "cascia" (da caixa) ecc... Questi sono solo alcuni esempi, in realtà sono migliaia i vocaboli presi in prestito dalle altre lingue.
Essere orgogliosi delle proprie radici però non significa chiudersi e rifiutarsi di conoscere la grammatica italiana, ritenendo snob "quelli del nord" quando ci correggono. Anzi, utilizzare il proprio dialetto (più che dialetto è una lingua a tutti gli effetti) con consapevolezza, può soltanto arricchire».
 
 

Strada degli Scrittori, 17.7.2023
Andrea Camilleri, quattro anni dopo

Ce ne ricorderemo, ce ne stiamo ricordando di uno degli autori contemporanei più amati dal grande pubblico di lettori. Un siciliano di “tenace concetto” che ci ha svelato con i suoi romanzi e racconti ambientati a Vigàta, una Sicilia diversa.
E il 3 settembre, al foyer del teatro “Pirandello” di Agrigento, “Serata Camilleri” organizzata dalla Strada degli Scrittori nell’ambito delle iniziative del Master di Scrittura 2023.


 
 

Sicilia ON Press, 17.7.2023
Nel quarto anniversario della morte di Andrea Camilleri

Quattro anni fa come oggi 17 luglio, moriva Andrea Camilleri, scrittore siciliano tra i più amati dai lettori di tutta Italia.
La sua vena narrativa è stata davvero notevole, straordinaria, affascinante per milioni di italiani che, di lui, hanno letto almeno un libro.
Negli ultimi mesi della sua vita, dopo la rottura del femore e la sua quasi cecità, è stato aiutato dalla nipote Arianna Mortelliti (figlia di una delle sue figlie) a scrivere il monologo L’autodifesa di Caino, che sperava di potere portare al teatro.
La nipote Arianna è stata i suoi occhi e le sue mani: negli ultimi mesi, Andrea Camilleri dettava e lei batteva sui tasti della videoscrittura a computer, poi leggeva a voce alta, correggevano insieme, diventando sempre più complici (letterariamente parlando) e affiatati.
Arianna Mortelliti ha scritto adesso un romanzo dal titolo Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni che sta riscuotendo un discreto successo.
E’ bello immaginare, nel quarto anniversario della morte di Andrea Camilleri, che la nipote Arianna Mortelliti possa calcare le orme del famoso nonno. Ma oggi va onorato il ricordo dello scrittore empedoclino di nascita e romano d’adozione e ci piace farlo riportando questa sua frase: la vera differenza tra un uomo e un altro uomo risiede nelle loro teste, nei loro pensieri, e non nelle insegne, nelle bandiere, nelle divise, nelle rotelle di panno.
Vincenzo Cavaleri
 
 

Il Torinese, 17.7.2023
Ricordando Andrea Camilleri scomparso il 17 Luglio 2019

A Torino l’edizione 2019 di Portici di Carta fu dedicata al grande scrittore siciliano
Tra le tante, questa foto di Camilleri è emblematica della sua esistenza di scrittore e di ricercatore della vita, nel suo studio stracolmo di libri, volumi, quaderni di annotazioni, penne e calamai da collezione, con quel disordine ordinato che fa parte di chi è abituato a districarsi nel suo mondo fatto di tanti oggetti, ricordi, pezzi di storia vissuta da sé e da altri. Alla sua scrivania, con i suoi occhiali, fedeli alleati di giorni e di notti, il suo sorriso ospitale, quel suo sguardo ironico che anche oltre le lenti sapeva giungere all’anima della gente e delle cose.
Ci sono persone che non si ha modo di conoscere nella vita ma che sono entrate pienamente nei giorni di tutti e Camilleri è stata una di queste per molti che hanno scelto i suoi libri e per quanti hanno scelto invece di conoscerlo attraverso il piccolo schermo, con il suo Commissario Montalbano e le tante vicende che lo hanno reso popolarissimo e familiare. Ha traghettato il suo mare siciliano oltre i confini italiani, lui così presente con i suoi libri nelle case del mondo! Oltre cento libri, tradotti in più di trenta lingue, per trentun milioni di copie vendute soltanto in Italia, con Mondadori e Sellerio editore. Ha fatto parte di quelle persone che non si vorrebbe mai dover lasciare, mai dover dire non ascolteremo più la sua voce ormai familiare che ci narra, dal piccolo schermo, di mondi tutti suoi facendoci partecipare in prima persona come solo lui sapeva fare. Camilleri che sapeva di sapere e per questo si faceva umile senza stancarsi mai di porgere quel suo mondo di conoscenza, di una lunga vita vissuta pienamente!
Il 17 Luglio del 2019 questo prolifico scrittore ha lasciato questo mondo ed in molti lo ringraziarono quel giorno per averli accompagnati per mano per tanti anni nei suoi percorsi, sempre illuminanti, vivi, intelligenti con quella sua capacità di entrare nei mondi delle sue narrazioni e di quanti sapeva dipingere attorno a sé, tratteggiandoli con la sua penna prolifica ed infaticabile! Non si può che pensare a lui con un sorriso di simpatia come al ricordo di chi è stato caro a tanti per tanto tempo, scandendo giorni, stagioni ed anni e ricordare quando Torino, nell’anno della sua dipartita, gli dedicò Portici di carta 2019! Due chilometri di libri nella libreria più lunga del mondo, sotto quegli antichi portici torinesi che videro la nascita dell’Italia e che ci raccontano l’autentica storia sabauda in ogni loro pietra. Quell’anno i librai che ancora sono presenti nel capoluogo piemontese e nella sua provincia, gli editori pedemontani, e sono tanti, i giornalisti, gli scrittori, tutti gli amanti della carta stampata e della lettura si trovarono a rendere omaggio ad un grande siciliano, nato a Porto Empedocle nel 1925, legato indissolubilmente alla sua terra d’origine che contribuì a far conoscere nel mondo.
Patrizia Foresto
 
 

Movieplayer, 17.7.2023
Il giovane Montalbano: trama e cast di Ritorno alle origini, stasera su Rai1 in replica
Ecco trama e cast di Ritorno alle origini, la terza puntata de Il giovane Montalbano, in replica stasera su Rai1 alle 21:25.

Il giovane Montalbano si prepara a tenere compagnia al suo pubblco per un altro lunedì. Stasera su Rai1 alle 21:25 verrà trasmesso in replica l'episodio Ritorno alle origini, il terzo della prima stagione. Andato originariamente in onda nel marzo 2012, l'episodio è tratto dai racconti Ritorno alle origini (nella raccolta La prima indagine di Montalbano) e Pezzetti di spago assolutamente inutilizzabili (nella raccolta Gli arancini di Montalbano).
Il giovane Montalbano: la trama di Ritorno alle origini
La puntata riavvolge il nastro per portare lo spettatore ai primi anni di Montalbano al Commissariato di Vigata e agli inizi della sua carriera nelle forze dell'ordine in Sicilia. Sono i tempi in cui si costruiscono e si stringono i legami tra colleghi e in cui Salvo, ancora un po' spaesato, prende le prime importanti decisioni che riguardano la sua vita privata. Per il suo carattere difficile, per il suo innato bisogno di autonomia e solitudine, Salvo tronca la relazione con Mery, la sua fidanzata fin dai giorni di Mascalippa. E proprio mentre sta metabolizzando la fine di quest'amore arriva Mimì Augello, il nuovo vicecommissario, donnaiolo incallito e impenitente. All'inizio tra i due i rapporti sono difficili avendo due caratteri molto diversi. La situazione si fa ancora più tesa quando Augello mette gli occhi su Livia, una ragazza entrata nella vita di Montalbano per via di un caso difficile su cui si trova a indagare.
Il giovane Montalbano: il cast
Nel cast oltre a Michele Riondino nei panni del giovane Salvo Montalbano, anche Sarah Felberbaum in quelli di Livia, Alessio Vassallo, Andrea Tidona, Fabrizio Pizzuto, Beniamino Marcone, Adriano Chiaramida, Alessio Piazza, Maurilio Leto, Giuseppe Santostefano, Carmelo Galati e Massimo De Rossi.
Il giovane Montalbano in streaming
Il giovane Montalbano è visibile anche in streaming, gratuitamente previa iscrizione, sulla piattaforma RaiPlay. Tutte le puntate della prima stagione sono disponibili on demand nella sezione dedicata alla serie.
Marica Lancellotti
 
 

ANSA, 18.7.2023
Camilleri un faro, dopo 4 anni la luce non si spegne
Non solo il ricordo delle nipoti, manca l'intellettuale

Trieste. Sono trascorsi quattro anni e un giorno, come puntualmente ricorda il sito vigata.org, da quando, il 17 luglio 2019, è morto uno degli scrittori e intellettuali più amati, Andrea Camilleri.
"Un faro" nel ricordo delle nipoti, la cui luce ancora non si è spenta a giudicare non soltanto dal ricordo affettuoso dei parenti e degli amici, ma anche dal successo che continuano ad avere la serie di Montalbano in televisione e i libri.
E poi c'è il vuoto non colmato che questo intellettuale saggio, autorevole e impegnato ha lasciato.
"Non è stato un nonno qualsiasi, di quelli che si incontrano una volta al mese, è stato un quotidiano riferimento maschile forte con una visione della vita lungimirante e saggia, un anziano con una mentalità da giovane: un faro, manca un faro", dice Alessandra Mortelliti, la nipote attrice e regista.
E' il parere condiviso anche dalla sorella, Arianna, autrice di un libro scritto in segreto e pubblicato pochi mesi, "Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni" (Mondadori), che sta avendo un inaspettato quanto meritato successo. Un'opera prima ma molto matura.
"Gli chiedevamo consigli personali, sentimentali, lavorativo, quindi era una figura maschile estremamente forte in una famiglia di donne - prosegue Alessandra Mortelliti -. Le sue riflessioni non erano mai scontate e ci ha insegnato a non dare nulla mai per scontato e, prima di giudicare, a vedere le cose da ogni angolazione possibile. E' la cosa che mi manca di più ed è irripetibile. E' stata una figura talmente presente che, ieri eravamo a cena fuori con nonna Rosetta per fare un brindisi dedicato a lui, ed era come se ci fosse stato anche lui".
Il 17 luglio 2019 Andrea Camilleri spirava all'ospedale Santo Spirito di Roma, dopo uno stato di coma durato vari giorni.
Scorre il tempo ma non si dimentica il profilo e la statura di quell'uomo dalla cultura enciclopedica, integerrimo, dal forte impegno civile e sociale; e non si dimentica il regista televisivo e teatrale, il poeta. Nonostante il fracasso del mondo, una tecnologia sempre più invasiva, la lama della spada del climate change che si avvicina alla nuca del genere umano e le insidie dell'intelligenza artificiale, il ricordo di quella voce resa roca da milioni di sigarette, è ancora una voce di conforto, di gioia, forse per alcuni un fiato di sollievo tra migliaia di stimoli distraenti, consolatori, che ottundono. A testimoniare quanto vivo siano il suo ricordo e la sua opera sono il successo del Montalbano televisivo andato più volte in onda in Rai negli ultimi dodici mesi, e dei libri usciti postumi. Ma mancano le bacchettate ai politici (di destra e di sinistra) e ai faccendieri, ai disonesti, sempre in un ambito di critica e all'interno di una visione convintamente europeista e pacifica. Indicazioni di orientamento per una società sempre più complessa, da parte di una voce unanimemente rispettata e non solo per il consenso condensato dai milioni di copie vendute.
Perché non diventi più flebile quella voce, in quest'ultimo anno è stata allestita una mostra d'archivio al Fondo, e il sito ha "acquisito" la sua voce (registrata): attraverso le storie narrate, passa la Storia del '900. Infine si fanno avanti le nuove generazioni della famiglia: se "buon sangue non mente", Alessandra e Arianna Mortelliti rinnovano del nonno lo spirito volitivo, tenace, creativo.
 
 

La Città di Salerno, 18.7.2023
«Vi racconto il mio Camilleri Fu un “cantastorie” popolare»
Al Museo Diocesano “Ciao Andrea”, l’omaggio del regista allo scrittore siciliano «Montalbano è cultura, ma è anche il modo per parlare di corruzione e di mafia»

Il regista e conduttore televisivo Pino Strabioli torna alla rassegna “Il Gioco serio del Teatro” con un omaggio ad Andrea Camilleri dal titolo “Ciao Andrea” in programma il 21 luglio alle ore 21 presso il Museo Diocesano. Il regista marchigiano sarà accompagnato da Simona Sciacca, giovane musicista impegnata nella riscoperta della tradizione della canzone popolare siciliana che fungerà da interprete di quella sicilianità molto cara a Camilleri.
Strabioli, per anni alcune critiche hanno additato la Sicilia raccontata da Camilleri come eccessivamente “arcaica” e “stereotipata”. Come si può rispondere a queste considerazioni?
Non sono siciliano, ma la sua scrittura ha influito sul mio modo di interpretare la Sicilia. E comunque i giudizi di cui parla sono superati e banali. Lui ci ha raccontato la sua Sicilia e la sua matrice teatrale ce la fa maggiormente apprezzare ed il suo lavoro è un lavoro preziosissimo di divulgazione della lingua e del dialetto siciliano.
“Ciao Andrea” , di Antonello De Rosa e Pasquale Petrosino, è un puzzle che racconta l’uomo, lo scrittore ed il contesto storico. Con quale metodo critico si omaggia Camilleri?
Mi sono messo al servizio del lavoro degli autori. Mi pongo come lettore di questo loro affresco su Camilleri, dagli appunti biografici alla musica, all’amore con sua moglie ai nostri ricordi. Ne esce fuori il Camilleri uomo, un uomo di grande coerenza, rigore, cultura, di grandi visioni. De Rosa ha trovato una narrazione immediata che giunge subito al pubblico, mai retorico e senza filosofie spicciole.
Camilleri si definiva un “cantastorie”... ["cuntastorie", NdCFC]
Esatto. Non ha mai perso la sua parte giocosa. Lui le storie le ha ascoltate, raccontate e condivise, anche quando era produttore esecutivo per la Rai era a servizio delle storie che la tv di Stato ci raccontava dalla grande Letteratura. Si sarà appassionato ai gialli raccontando magari Maigret. Non ha mai perso l’amore per il Teatro insegnando all’Accademia. Quando lo intervistavo, davvero ricordo di essere di fronte ad un cantastorie. Ricordo la sua voce roca, la sua stanza piena di libri, la sua umiltà, il suo sguardo opaco che avrebbe purtroppo perso ed anche nella cecità è stato “cantastorie”, raccontandoci i suoi sogni in un Mondo che non riconosceva più causa lo sfacelo culturale ed umano.
Un intellettuale civile...
Non si è mai distaccato dalla realtà ne ha mai rinnegato la sua storia in un’epoca in cui sembra uno sport rinnegare il passato. Lui era popolare ed essere popolare è bellissimo, vuol dire veicolare dei contenuti e portarli a milioni di spettatori come è successo con il suo Montalbano con Luca Zingaretti. Montalbano è cultura, è la Sicilia, è la storia ma è anche raccontare la corruzione, la mafia. Lui non ha mai voluto non raccontare tutto questo.
La parola ed il linguaggio, centrale nella Rassegna di De Rosa, è parte pregnante della scrittura di Camilleri e con il suo dialetto lui esprimeva i sentimenti, come Pirandello...
Per lui la parola, il dialetto, i suoni erano importantissimi. Si pensi la sua opera per gli sceneggiati di Eduardo. Leggeva Beckett e in Beckett la parola è fondamentale (si pensi a “Finale di partita”) una parola che diventa narrazione. Camilleri era un Ulisse della parola. Raccontando Vigata, ad esempio, lui ci consegna le facce ma ci restituisce anche i suoni di Vigata ed il suono è fondamentale per una civiltà, per un dialetto. Quando Antonello mi ha proposto il suo testo ho subito accettato perché sono un appassionato della memoria ed in un paese come il nostro, propenso alla rimozione, uno spettacolo dedicato a quel gigante buono della cultura del nostro paese, del Teatro e della Tv, che tra l’altro sono le due facce della mia professione, è un dovere.
Stefano Pignataro
 
 

TV Sorrisi e Canzoni, 18.7.2023
Ascolti del 17 luglio: “Temptation island” e “Il giovane Montalbano”
3,3 milioni di spettatori per il reality di Canale 5 e 2,5 milioni per la fiction di Rai1

[…]
Rai1, Il giovane Montalbano: 2.477.000 spettatori (share 16,49%)
[…]
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 19.7.2023
Andrea Camilleri e il suo jazz


 
 

ANSA, 19.7.2023
A commemorare Camilleri sono il jazz e il suo interprete Rava
Per il 4/o anniversario dalla morte un inedito incontro al Fondo

Roma. Forse soltanto un altro "grande vecchio" poteva ricordare e commemorare il "grande vecchio" Andrea Camilleri: Enrico Rava, uno dei più grandi jazzisti italiani.
A distanza di due giorni dal quarto anniversario della morte dello scrittore, al Fondo Camilleri, si è fatta una scelta di gusto e di passione, ricordarlo attraverso un lato meno conosciuto, l'amore per il jazz (testimoniato da una ricca collezione di dischi dell'epoca).
Titolo dell'incontro è stato, non a caso, "Pensieri in musica. Camilleri e il suo jazz", coordinato dal giornalista Roberto Mastroianni conduttore anni fa di una seguita rubrica di jazz in Rai. A seguire, le letture di Alberto Melone e della nipote di Camilleri, Alessandra Mortelliti.


foto Fondo Andrea Camilleri

Rava, classe 1939, triestino per sbaglio, di famiglia piemontese, ha raccontato il primo incontro con Camilleri che amava come scrittore e poi gli altri che seguirono, segnati dalla comune passione per la musica, e non solo. Nel 2003 circa Camilleri lesse un suo testo sul tempo a Rava e a un giovane Stefano Bollani. Intorno al 2007 Rava con l'attore Marco Baliani mise in scena Requiem per Chris, soggetto inedito di Camilleri (per un film che non sarebbe mai stato realizzato): una storia siciliana che si conclude in una New Orleans segnata dalla catastrofe dell'uragano Katrina. Nella città che mantiene, nonostante la tragedia, il fascino della tradizione musicale, Chris Lamartine (Rava stesso?), incarna le origini e la storia del jazz afro-americano. "L'abbiamo inaugurato questo lavoro a Parma con Bagliani - ha specificato il trombettista - l'ultima volta è stata invece messa in scena al Festival di Ravello".
L'appuntamento è stato l'occasione per Rava di ricordare alcune tappe fondamentali nell'evoluzione del jazz degli ultimi decenni. Tra Ornette Coleman, Miles Davis e altri grandi del jazz, a lungo si è parlato (e si è ascoltato) Sweet Georgia Brown di Django Reinhardt.
"Ho cominciato a sette anni a interessarmi al jazz, ed ero un disastro perché non facevo altro che ascoltare jazz tutto il giorno", ha ricordato Rava e, parlando di Camilleri: "Quando l'ho incontrato per la prima volta, sapevo che anche lui era appassionato di jazz", ed è stata subito sintonia.
Francesco De Filippo
 
 

La Sicilia, 19.7.2023
Teatri di pietra
"Novecento" di Baricco inaugura un intenso weekend

Dopo lo straordinario successo degli spettacoli che hanno inaugurato i Teatri di Pietra in Sicilia, oggi si apre la seconda settimana .
[...]
Tante le novità di questa nuova edizione: [...] "Il Filo d'Oro" ispirato ai romanzi di Andrea Camilleri e alle "Metamorfosi" di Ovidio, scritto e diretto da Gaia Vitanza, [...]
 
 

Il Mattino, 20.7.2023
«Ciao Andrea», al Museo Diocesano di Salerno l'omaggio di De Rosa e Petrosino a Camilleri
Aneddoti e stralci di vita con Strabioli nelle vesti di narratore

Il “cuntista” Andrea Camilleri raccontato da un autore-attore, Antonello De Rosa, che mette al centro del suo lavoro la parola, e narrato dal cantastorie Pino Strabioli che più volte ha dialogato con «questo intellettuale visionario che sapeva arrivare al cuore delle persone». É un appuntamento da non perdere quello che il 21 luglio, ore 21, ScenaTeatro dedica allo scrittore siciliano, divenuto popolarissimo con la saga del Commissario Montalbano. Al Museo Diocesano di Salerno debutta, infatti, in prima nazionale, lo spettacolo «Ciao, Andrea. Omaggio ad Andrea Camilleri» di Antonello De Rosa (firma anche la regia) e Pasquale Petrosino: un assolo di Pino Strabioli accompagnato dalla voce unica di Simona Sciacca, cantante catanese ammirata a Propaganda Live, e dalla musica formidabile di Alessandro Chimienti e Mauro Menegazzi. «È stato un lavoro lungo, cominciato durante il lockdown – confida De Rosa, Premio Camilleri 2011 per la “sua” Jennifer - L’idea era di non disperdere la memoria delle tante, preziose conversazioni che ho avuto l’onore di avere con questo immenso maestro di arte e di vita, spesso proprio in quel bar di Porto Empedocle dove scampò per puro caso ad un attentato di mafia. Il risultato è una trama della memoria, ispirata da "Conversazioni su Tiresia", il monologo che portò in scena al Teatro greco di Siracusa poco prima di morire nel 2018, quel “ricongiungimento tra persona e personaggio”, come lui amava dire. Ciao Andrea è una sorta di puzzle della vita di Camilleri, dove i tasselli sono i suoi aneddoti, gli scritti. C’è un narratore, una sorta di deus ex machina che tesse la trama di stralci di esistenza: la madre, la fidanzata, un amico, la sua Sicilia, arcaica e misteriosa, e la gioventù, durante il fascismo, con il suo desiderio di fare l’attore e partire per Roma, l’esperienza alla “Silvio D’Amico”, l'incontro con Eduardo De Filippo, e poi la televisione. È una sequenza in continuo movimento, in cui si alternano personaggi e storie e in cui lo spettatore entra, come a sfondare la quarta parete, partecipando emotivamente all’azione».
Il pensiero è andato subito a Strabioli, che ha detto sì malgrado un’estate densa di impegni, con Patty Pravo in «La minaccia bionda» e «Sempre fiori mai un fioraio», l’omaggio al suo maestro Paolo Poli. «Quando Antonello mi ha proposto il suo testo – confida il regista, attore e conduttore marchigiano - ho detto subito si perché sono un appassionato della memoria.
In un Paese come il nostro propenso alla rimozione, uno spettacolo dedicato a quel gigante buono della nostra storia culturale, del teatro e della televisione, che tra l’altro sono le due facce della mia professione, è un dovere. "Ciao Andrea" restituisce le molteplici attività di Andrea Camilleri, oltre Montalbano, la sua umanità, Il suo sguardo, il suo modo di guardare la vita, che non si è spento anche quando è diventato cieco»
Erminia Pellecchia
 
 

L'Agenda News, 21.7.2023
Giaveno è in Sicilia! Piero Leonardi che racconta Camilleri e il suo Montalbano

GIAVENO – Giaveno è in Sicilia! Piero Leonardi che racconta Camilleri e il suo Montalbano.
A GIAVENO SERATA DI LETTERATURA ITALIANA
Appuntamento nel Parco Comunale Marchini di Giaveno con il professor Piero Leonardi che illustra notissimi autori italiani e le loro opere.
Venerdì 21 luglio Andrea Camilleri e la sua affascinante Sicilia.
 
 

Punta Secca (RG), 21.7.2023 Rinviato a data da destinarsi per problemi organizzativi


 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.7.2023
Libri, siti, monografie: boom Camilleri quattro anni dopo
Due volumi in pubblicazione con Sellerio e un altro Meridiano in uscita per Mondadori confermano l’interesse per il papà di Montalbano


Lo scrittore Andrea Camilleri

A diffondere la voce era stato lo stesso Andrea Camilleri, qualche anno prima di passare a miglior vita: gli scommettitori l’avevano messo in lista, assieme a Umberto Eco, come papabile in vista dell’attribuzione del Nobel. «Non l’hanno dato a Luzi, nemmeno a Roth» aveva chiosato secco. Per poi aggiungere, sornione: «Figuratevi se possono pensare a me. Anzi, mettiamola così: visto che gli accademici di Svezia commettono errori grossolani, forse ho ancora qualche possibilità». Riguardo in generale al successo, davvero planetario negli ultimi anni di vita, si manteneva sempre cauto e guardingo: «Il tempo, si dice, è galantuomo. Vedremo».
A quattro anni di distanza dalla morte del padre del commissario Montalbano, di certo l’attenzione nei suoi confronti non è scemata. Lo confermano i dati: quelli, ad esempio, relativi al sito internet a lui dedicato, vigata.org, che si deve alla passione debordante e alla competenza filologica di Filippo Lupo, presidente del Camilleri Fans Club, meglio “u presidenti” come si firma quando dirama i suoi comunicati sempre minuziosi e pertinenti. «Stiamo arrivando a cinque milioni di contatti da quando il sito è attivo. Si tratta di un numero veramente considerevole di accessi: parecchi internauti sono ricercatori, addetti ai lavori, intenti ad approfondire un aspetto della produzione di Andrea Camilleri, a verificare una voce della vastissima rassegna stampa. Va poi detto che molti lettori sono in fibrillazione, direi quasi in crisi di astinenza: l’attesa spasmodica si scatena quando viene annunciata l’uscita di un nuovo volume. Come nel caso di “Il teatro certamente”, che andrà prossimamente in libreria per i tipi di Sellerio». Titolo che è il frutto di una conversazione tra l’autore di “La forma dell’acqua” e Giuseppe Di Pasquale, suo allievo all’Accademia Silvio d’Amico, diventato poi regista e autore teatrale.
Dal dialogo emergono le esperienze vissute sul palcoscenico da Camilleri in qualità di regista. Gli episodi del passato si alternano a vivaci discussioni teoriche, facendo emergere un aspetto poco approfondito del suo talento: il ruolo di Camilleri come “maestro”. Ne è venuto fuori un libro che è soprattutto un racconto sul teatro e un omaggio appassionato a un artista ormai universalmente riconosciuto per la sua sorprendente abilità nel narrare e far rivivere le storie.
A questo volume seguirà un altro, sempre Sellerio, con gli scritti di Camilleri su Pirandello, l’autore che più ha amato, sul quale non ha mai smesso di interrogarsi. E mentre la Rai ripropone gli episodi del giovane Montalbano, interpretato da un sorprendente Michele Riondino, facendo ancora incetta di share, i “Quaderni camilleriani” propongono il ventesimo fascicolo (a cura di Giuseppe Marci, uno dei massimi esperti assieme a Salvatore Silvano Nigro del pianeta Camilleri, e di Giovanni Capecchi), dedicato a “Il re di Girgenti” indagato al confine tra vero e “similvero”, fascicolo tra l’altro arricchito dagli interventi dei traduttori, nella fattispecie Dominique Vittoz e Monika Wozniak.
Non va trascurato un dato di assoluto rilievo: qualche mese fa ha visto la luce un nuovo Meridiano Mondadori dedicato ad Andrea Camilleri col titolo “Altre storie di Montalbano” 2003-2019, a cura di Mauro Novelli, che fa il paio col volume precedente, “Storie di Montalbano”, uscito nel 2002, sempre sotto l’egida di Novelli e l’introduzione di Nino Borsellino. In tutto dodici romanzi della saga del commissario di Vigàta, assieme a una scelta di racconti più o meno lunghi. Insomma, l’ennesimo, agognatissimo riconoscimento per uno scrittore che è entrato nel canone a furor di popolo.
Andrea Camilleri è ormai un classico per acclamazione, con buona pace di chi ancora si strappa le vesti e grida allo scandalo dinnanzi alle attestazioni di stima, agli slanci idolatrici di quanti non rinunciano all’ennesima ristampa dei suoi titoli. Se a questi due Meridiani si somma quello pubblicato nel 2004 col titolo “Romanzi storici e civili”, per le cure amorevoli di Salvatore Silvano Nigro, si ottiene un vero e proprio monumento cartaceo ricco di apparati interessantissimi, che consentono di dischiudere le porte del laboratorio dello scrittore, della sua stanza di alchimia.
Determinante risulta lo studio linguistico firmato da Novelli, nel quale lo studioso indaga nel dettaglio il profilo culturale del più straordinario caso letterario degli ultimi decenni e le peculiarità dell’amalgama di italiano regionale siciliano e di italiano nazionale, che rappresenta uno degli elementi di maggior richiamo di questo autore presso un grandissimo numero di lettori. Ma non solo: Novelli ha approfondito pure un aspetto tipico dell’indole di Montalbano, ossia la solitudine, spinta sino ai limiti del paradosso. Il commissario è singolo inquilino di un’isolata villetta che si affaccia sul mare, figlio unico, senza genitori, per non dire della fidanzata lontana migliaia di chilometri, o della squadra tenuta a debita distanza nelle indagini. Una specie di misantropo, ma non di certo un mistico: Montalbano si concede diversi piaceri, tutti rigorosamente solitari. Come la lettura, ma pure la cucina. I pasti deliziosi sono da consumarsi rigorosamente senza seccatori, in religioso raccoglimento. Continua poi l’attività promossa dal Fondo Andrea Camilleri, finalizzata alla catalogazione del materiale documentario edito e inedito: l’obiettivo è quello di completare il quadro informativo sull’opera e sull’attività dello scrittore nei vari ambiti in cui ha operato, da quello letterario a quello teatrale e della comunicazione.
Salvatore Ferlita
 
 

Gela (CL), 22.7.2023 Rinviato a data da destinarsi per problemi organizzativi


 
 

PalermoToday, 23.7.2023
Da Falcone a Dalla Chiesa passando per Camilleri: a Misilmeri s'inaugura il murale della legalità
Il progetto grafico è dell'artista misilmerese Francesco Corso. Il contributo realizzativo di "Idrisi cultura e sviluppo", ente del terzo settore di Palermo. A curare la progettazione e l’ideazione l'assessore alla Cultura, Sabrina Amodeo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday
Il Comune di Misilmeri, giovedì 27 luglio, alle ore 18, inaugura il murale della legalità in viale Europa, piazzale Vittime di Nassiriya. Il murale, di circa 50 metri, è stato realizzato su iniziativa del sindaco Rosario Rizzolo e della sua Amministrazione. Il contributo realizzativo è di "Idrisi cultura e sviluppo", ente del terzo settore di Palermo. La progettazione e l’ideazione sono stati curati dell'assessore alla Cultura, Sabrina Amodeo. Progetto grafico dell'artista misilmerese Francesco Corso. Il murale della legalità vede rappresentati il magistrato Rocco Chinnici (misilmerese), il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro, il sacerdote Don Pino Puglisi, i magistrati Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, lo scrittore Andrea Camilleri e poi ancora artisti, donne, uomini e bambini di Misilmeri.
"Si tratta della prima opera - dichiara il sindaco Rosario Rizzolo - di riqualificazione urbana dell'area interessata e adiacente a piazzale Nassirya, nell'asse viario più importante della città. E' la prima importante opera di street art a Misilmeri in un tratto di strada frequentato anche da tantissimi giovani. L'opera pittorica allegra, vivace e ricca di suggestioni intende, a pochi giorni dagli anniversari delle stragi di Paolo Borsellino e Rocco Chinnici, rendere onore agli uomini onesti che hanno combattuto il malaffare con il proprio servizio, con il proprio lavoro, con la propria testimonianza ma anche scrivendo e raccontando di una Sicilia bella e controversa, come lo scrittore Andrea Camilleri soleva descriverla. Ci prefiggiamo a riqualificare altre aree coinvolgendo numerosi altri artisti". La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.
Giuseppe
 
 

Davide Maggio, 24.7.2023
Programmi TV di stasera, lunedì 24 luglio 2023. Su Rai2 continua ‘Che Todd Ci Aiuti’

Rai1, ore 21.25: Il Giovane Montalbano
Fiction. 1×04 – Ferito a Morte: Montalbano insieme alla sua squadra è alle prese con l’omicidio di un usuraio che sembra nascondere moventi passionali. Intanto Livia fa amicizia con il padre di Salvo, con cui il commissario non vuole avere niente a che fare.
[…]
Roberto Mallò
 
 

SuperGuidaTv, 25.7.2023
Ascolti tv, lunedì 24 luglio 2023: Il giovane Montalbano (17.1%), Temptation Island (26%) | Dati Auditel

Ascolti tv di lunedì 24 luglio 2023: nuova sfida tra Rai1 e Canale 5. “Il giovane Montalbano,” contro “Temptation Island“. Chi ha vinto la sfida relativa agli ascolti tv di ieri sera, lunedì 24 luglio 2023?
Ecco per voi tutti i dati Auditel della prima serata. Nella raccolta degli ascolti prestiamo attenzione ai dati relativi ai maggiori canali del digitale terrestre (e non solo). Scopriamo insieme tutte le preferenze del pubblico televisivo in termini di share.
Ascolti tv, ieri sera: Il giovane Montalbano vs Temptation Island. Auditel ieri sera, 24 luglio 2023
Sfida Rai1 e Canale 5: Il giovane Montalbano contro Temptation Island. Chi ha vinto?
Rai 1: Il giovane Montalbano, la replica della serie tv, prequel de Il commissario Montalbano, con Michele Riondino ha appassionato 2.548.000 spettatori pari al 17.1% di share.
[...]
Emanuele Ambrosio
 
 

Termini Imerese (PA), 26.7.2023


 
 

AgrigentoNotizie, 26.7.2023
Premio Vigata Andrea Camilleri, un mese di spettacoli teatrali: il programma completo
DOVE Piazza Kennedy Porto Empedocle
QUANDO Dal 29/07/2023 al 20/08/2023 21:30
PREZZO GRATIS

E’ giunto alla quinta edizione il premio “Vigata Andrea Camilleri” che si svolgerà a Porto Empedocle da sabato 29 luglio fino a domenica 20 agosto. La città marinara celebra così uno dei figli più illustri e si riappropria del proprio ruolo di capitale del teatro. Il direttore artistico, l’autore e regista Giovanni Volpe con Mario Silvano, direttore organizzativo, sono stati capaci di rivitalizzare il premio con il patrocinio del Comune di Porto Empedocle ed Enel. Tutti gli spettacoli andranno in scena alle 21,30 in piazza Kennedy.
[…]
 
 

TGR Sicilia, 27.7.2023
Servizi di Carla Falzone

Strada degli Scrittori: nella Porto Empedocle di Andrea Camilleri
Quarta tappa del Tg itinerante nei luoghi dell'autore che ha inventato il personaggio del commissario Montalbano



Porto Empedocle
A tavola con Camilleri
Attraverso i personaggi dei suoi libri, l'inventore del commissario Montalbano ha raccontato anche le ricette della tradizione. Piatti a cui era molto legato.


 
 

Prima Pagina Trapani, 27.7.2023
Favignana, secondo appuntamento del Festival del noir mediterraneo
Gabriella Genisi e la Sicilia che ispira storie e personaggi.

Giallista per caso, scrittrice per vocazione. Gabriella Genisi, autrice di Lolita Lobosco, personaggio diventato in breve tempo un cult della televisione italiana, non pensava di scrivere noir. Una parte del suo successo, ha raccontato ieri sera nel corso del festival del noir mediterraneo “Come è profondo il mare”, organizzato dal Comune di Favignana, in corso in questi giorni allo Stabilimento Florio, lo deve ad Andrea Camilleri e alla Sicilia.
Una terra che ispira storie e personaggi. “Nell’estate del 1999 – ha ricordato Gabriella Genisi – ho iniziato a leggere per caso un libro di Andrea Camilleri. Non era un giallo, questo genere non rientrava tra le mie letture. Era la Concessione del telefono, un romanzo storico, epistolare, bellissimo e anche molto divertente. Come fanno molti lettori, dopo ho cercato altre pubblicazioni di Camilleri e ho scoperto il commissario Montalbano.
Ho letto una decina di libri. Una sera ho visto alla televisione una fiction tratta da uno dei libri che avevo letto e ne sono rimasta profondamente colpita. Zingaretti incarnava dal mio punto di vista il commissario Montalbano, anzi gli dava ancora più fascino. In quel momento stavo lavorando a un saggio sulle scritture femminili. Mi sono chiesta se esistessero nella letteratura poliziesca italiana le commissarie. Ho fatto una ricerca e ho scoperto che non ce n’era nessuna, c’erano solo ispettrici, subalterne, sottoposte agli uomini.
Ciò mi ha irritato moltissimo, così ho creato Lolita Lobosco. La cosa incredibile – ha aggiunto Gabriella Genisi sorridendo – è che undici anni dopo quella sera sul divano ho ricevuto una telefonata da Zingaretti. Mi ha detto che con la moglie Luisa avevano letto i miei libri, erano rimasti folgorati dal personaggio e volevano provare a portarlo in televisione. Non ci credevo. Dopo avere ripreso fiato, ho risposto sì”. Un dialogo leggero e coinvolgente quello tra Gabriella Genisi e Giancarlo De Cataldo, curatore della rassegna, che ha interessato il numeroso pubblico presente confermando il valore culturale della manifestazione.
“Un festival – ha ribadito ieri il sindaco Francesco Forgione – che deve diventare un appuntamento fisso. Tutta l’Italia ogni anno dovrà guardare a Favignana e a questo evento”. Questa sera, alle 21.30, il terzo appuntamento. Dopo Gaetano Savatteri e Gabriella Genisi, sarà la volta di Donato Carrisi. Un altro appuntamento da non perdere.
 
 

L'Opinionista, 31.7.2023
I programmi in tv oggi, 31 luglio 2023: film e intrattenimento
Su Rai Uno Il Commissario Montalbano, su Sky Cinema Romantiche. Guida ai programmi Tv della serata del 31 luglio 2023

[...]
TELEFILM/SERIE TV Su Rai Uno dalle 21.25 Il Commissario Montalbano. Montalbano si trova ad indagare sull’omicidio di un giovane muratore albanese che nasconde il coinvolgimento della mafia e il furto misterioso della bacheca delle pubblicazioni matrimoniali del comune.
[...]
Marina Denegri
 
 

La notizia, 31.7.2023
Anticipazioni per il Grande Teatro di Aldo Nicolaj in TV del 31 luglio alle 17.15 su Rai 5: “L’incidente” con Elsa Merlini

Per il Grande Teatro in TV andrà in onda oggi lunedì 31 luglio alle 17.15 “L’incidente” di Aldo Nicolaj nella versione Rai andata in onda nel settembre 1980 con la regia di Andrea Camilleri e la interpretazione di Elsa Merlini.
La stanzetta di una clinica di lusso. Una finestra che dà sui tetti di una grande città. Linda, sui 65 anni, distesa sul lettino, tutta ingessata, fasciata anche la testa e le braccia. Tutto il corpo è tirato e tenuto da pesi.
Elsa Merlini recita nei panni di una vedova che, costretta in un letto d’ospedale, ripensa con affetto al marito scomparso.
[...]
 
 

Associazione Culturale “Oltre Vigàta”, 31.7.2023
Percorsi d'inchiostro - Sulle tracce del Commissario Montalbano

Nel frattempo si continua a lavorare e dopo le soddisfazioni raccolte in questi ultimi giorni, presto tornerà #PERCORSIDINCHIOSTRO sulle tracce del Commissario Montalbano (vedi locandina).
Lasciatemi ringraziare chi, come noi, tra mille difficoltà, porta avanti i propri progetti e promuove il nostro paese. A loro va il mio pensiero e il mio più sincero augurio.
Ad majora!
#cittanatalediandreacamilleri
#OLTREVIGATA
#portoempedocle
 
 

Jot Down, 7.2023
Valentina Alferj: «Camilleri quería demostrar que Sicilia no era solo la mafia»
La vida de Valentina Alferj (Pescara, 1971) cambió para siempre el día en que su camino se cruzó con el de Andrea Camilleri. El escritor siciliano, uno de los mayores superventas de las letras italianas, era el invitado de un evento celebrado en 2002 en Roma, en el que Alferj trabajaba como colaboradora. De inmediato la fichó como su mujer de confianza, y esta desempeñó esa tarea con absoluta pulcritud durante diecisiete años. Se convirtió en su sombra, su agente y su confidente. Y cuando el padre del comisario Montalbano, un gigantesco éxito literario y televisivo, perdió la vista, ella fue también sus ojos. Incluso llegó a ayudarle a escribir algunas de sus últimas novelas. 
Aprovechando la invitación del festival BCNegra para rendir homenaje al maestro, Jot Down conversó con Alferj, quien actualmente ejerce como agente literaria de diversos autores italianos. Tan expresiva al hablar como discreta en su vida pública —carece de perfil en redes sociales—, esta testigo excepcional de los últimos años de Camilleri recuerda algunos de los aspectos que hacían de este un escritor único, que dejó en ella una huella indeleble.

¿Cuántas veces se acuerda de Andrea Camilleri en su vida normal?
Unas siete [sonríe]. Y todas tienen que ver con la parte más íntima de mí. Cuando me digo, ¿qué quiero hacer, realmente? ¿Qué me apetecería hacer hoy?, pienso en él. Andrea me ha enseñado —aunque sigo tratando de aprenderl— a estar más cerca de mí misma. A tratar de estar siempre en contacto con lo que me gusta. Siempre me recordaba algo que él llamaba «lo superfluo esencial»: tenía que haber una ligereza en lo que hacía, en lo que decía. Había que ser ligero para moverse por la vida. Y no tomar nunca nada demasiado en serio, especialmente a sí mismo. 
Su primer encuentro se produjo en 2002, y fue como un flechazo. ¿Qué cree que vio Camilleri en usted, a primera vista?
Él me habló precisamente de mi mirada. Creo que lo que le llamó la atención de mí fue una curiosidad que no era en absoluto dictada, digamos, por su imagen literaria, por su calibre de escritor, sino por su humanidad. Y ha reconocido en mí muchas cosas que yo no veía, me ha permitido hacer muchísimas cosas que yo nunca imaginado que podía hacer. Ha sido, por todo ello, un espléndido maestro. Porque los verdaderos maestros no te enseñan el camino que debes seguir, sino que te ponen en condiciones de elegir por ti misma. Él, que tantas veces en su vida tuvo que inventarse un nuevo personaje, me ha ayudado a reinventarme también a mí, haciendo cosas muy distintas. 
¿Cuáles eran esas cosas que usted no imaginaba que podía hacer?
Escribir, por ejemplo. Me decía, «Bien, esto es lo que vamos a escribir hoy. Venga, escríbelo tú». Y yo: «Eso no sé hacerlo, estás loco». Y él: «No me toques los huevos, hazlo». Y lo hice. O cuando hicimos Tiresias en el Teatro Griego de Siracusa, yo ayudé a escribir el texto con él y nos metimos en ese lugar increíble, que es como una máquina del tiempo, donde han recitado los más grandes de la historia. Allí estaba yo con los auriculares para guiarlo y hacerle sugerencias a él, noventa y tres años, ciego, completamente solo, con cinco mil personas en las gradas… Pues bien, en cuanto entré en aquella nave espacial donde me metieron, al primer contacto con él ya estaba tranquila, perfecta, sabía todo lo que tenía que hacer, adónde había que ir. Aquello me dio una gran confianza en mí misma. 
Un amigo de la isla me dijo una vez que los sicilianos del exterior se dividen en dos clases: los de Milán, que son independientes y cosmopolitas, y los de Roma, que aunque vivan allí siguen juntándose con sicilianos, como si no hubieran salido nunca. Camilleri vivía en Roma, pero, ¿era así?
No, pero tenía un gran respeto y una enorme relación con los sicilianos. Si tenía que darle alguna prioridad a alguien, era a sus amigos sicilianos o a Sicilia. Él decía siempre: «Soy un hombre europeo, tengo un elegante traje europeo, una camisa italiana, pero mi ropa interior, la camiseta de mangas sisas, es siempre siciliana. Estaba muy ligado a su tierra, pero tampoco era un hombre que frecuentara solo a sus paisanos. Si llegaba un siciliano a pedirle cualquier cosa, eso sí, se paraba a escucharlo. 
¿Y qué era el cigarrillo para él? Como sucede con otro siciliano, Leonardo Sciascia, o hay una foto o un vídeo donde no se lo vea fumando…
Era una pausa, y él era el maestro de las pausas. Y también una forma de escanear los tiempos, pero a menudo encendía un cigarrillo, lo apoyaba allí, en el cenicero, y se iba. Encendía otro, lo apoyaba en el mismo sitio, y lo mismo. Una sola vez, cuando yo todavía no lo conocía, intentó dejar de fumar. Dos días después se cayó en medio de la calle, llamó al médico y le dijo que se había puesto malísimo. «¡Vuelve a fumar inmediatamente!» fue el consejo que le dio el doctor. Al final, tenía una respiración perfecta, cuando se operó le hicieron pruebas para el oxígeno y estaba en perfectas condiciones… Realmente pienso que era de las personas de esa generación, que tal vez existe también en España, que tiene una capacidad física de locos. Costaba trabajo creer que él, con veinte años, hubiera visto el desembarco de los americanos en Sicilia. Era un modo de estar en el mundo distinto, que se manifestaba en el cerebro, pero también en el cuerpo. Andrea, hasta el final, se mantuvo fuerte. Murió porque la cabeza cedió a una especie de infarto, no le llegaba sangre al cerebro y éste murió, pero su cuerpo, en el hospital, reaccionaba absolutamente a todo. 
¿Y la comida? Porque para los sicilianos es muy importante, y en sus novelas siempre está presente.
No, él no comía tan bien como Montalbano. De hecho, lo envidiaba mucho, a su personaje. Él solo comía realmente bien cuando volvía Sicilia, allí se desfondaba. Se metía en aquel restaurante, el del famoso Enzo, y comía hasta hartarse. Era un lugar increíble, donde llegaban estos salmonetes maravillosos y le limpiaban uno por uno. Andrea tenía una relación con la vida fuerte, directa, intensa. Con el amor, con la comida, con los niños, con todo. Mantuvo esa hambre de vida hasta el último aliento. 
Las mujeres, decía él, habían sido su vida. ¿Cómo influyeron en su forma de ser?
Vivía en un matriarcado total, porque también estaba la esposa, la madre, la suegra y las tres hijas, la nieta… Su vida estaba constelada de mujeres. El verdadero matriarcado es siciliano, son lugares donde las mujeres estaban dentro de casa, pero decidían mucho. También a nivel estratégico financiero, eran estas mujeres las que le decían siempre qué dirección tomar. Pero fuera de la casa era el hombre el que hablaba.
El Abruzzo, de donde usted viene, ¿es una sociedad muy distinta?
Sí, sí. Es una sociedad menos sofisticada que la siciliana, bastante menos. 
Pero siempre han estado cerca de los sicilianos, ¿no? Más o menos como primos…
Sí, quizá está más ligado a Nápoles, digamos, a los borbones. Yo soy de Pescara, es otra Italia… Y el mar Adriático es otro mar, calmo, tranquilo.
¿Tenía Camilleri un método de trabajo, algo así como horarios fijos, costumbres consolidadas?
Por supuesto. Los primeros años yo iba a verlo por la tarde. Por la mañana escribía él tranquilamente, y luego acudía yo a revisar con él los textos. Y si no, organizábamos sus compromisos, porque Andrea tenía una agenda de locos: citas, encuentros, presentaciones. Y, poco a poco, sin pretender yo nunca convertirme en nada, sin ambición por escribir, me ha venido esta posibilidad por la humanidad de Andrea, por su generosidad. Y luego, en los últimos años, iba también por las mañanas, porque debía escribir también con él. De las diez hasta la una, trabajábamos hasta el mediodía escribíamos un par de horas, siempre, siempre, pasara lo que pasara, y luego conversábamos. Por la tarde, me dedicaba únicamente a responder el email. Fueron años muy importantes para mí, porque tuve dos hijos, iba a verlo con la barriga hasta el último momento: el trabajo con Andrea era prioritario casi a todo. He intentado meter mi vida entera en este encuentro, en esta magia.
Vázquez Montalbán murió un año después de que usted empezara a trabajar con Camilleri. ¿Llegó a ver cómo era la amistad entre ambos escritores?
No llegué a verlos juntos, pero sí recuerdo cómo se puso Andrea cuando supo de la muerte de Manolo: malísimo. Habían hablado un poco antes, ¿en qué aeropuerto murió…?
Bangkok…
Eso es. Escuchó la noticia por la radio y se puso fatal. Tú conoces la historia del encuentro entre los tres, lo de los personajes… ¿No?
Sí, pero si puede recordarlo para los lectores, se lo agradezco. 
Estaban Izzo, Montalbán y Camilleri, creo que en una feria del libro en París, y se ponen a hablar: «A tu personaje, ¿cómo lo harías morir?», se dicen. Porque estaban ya hartos de la serialidad, cada año tenían que entregar una nueva novela. Izzo dijo su manera de matar al personaje, Montalbán dijo la suya, «¿Y tú, Andrea, cómo lo harías?». Justo en ese momento, un camarero aparece y le indica que alguien lo llama al teléfono. Se levanta, responde, y cuando regresa, ya había terminado la conversación y estaban en otra cosa. Entonces, cuando Andrea supo que Izzo había muerto sin cerrar a su personaje, cuando supo que Montalbán había muerto sin cerrar a su personaje, dijo: «Espera un momento, Montalbano no puede sobrevivirme». Y a los ochenta años, en un verano sofocante, en Santa Fiora, en la Toscana, escribe la novela sobre Riccardino, bellísima, y dijo: «Ya sé cómo acaba. En efecto, no va a sobrevivirme». Y después de todos aquellos años en los que los lectores le habían dado confianza para atreverse a hacer todo con la lengua, me encuentro una obra en la que vuelve a cambiar la lengua, cambia las palabras, los apóstrofes, los tiempos. Para él fue un trabajo enorme, ¡empuja, empuja, empuja! Y lo hizo. 
Algunos maledicentes sugerían que no era posible escribir tanto, que debía tener un ejército de negros literarios trabajando para él.
Ah, no, no, no es verdad. Todo lo hizo él. Era un cerebro portentoso, un obrero de la escritura increíble. La verdad es que, lo cuento siempre, yo podía decirle: «¿Sabes qué me ha pasado hoy? Me he encontrado con Alejandro Luque en el Hotel Cataluña, hemos hablado de esto y lo otro», pero si él hacía lo mismo, era capaz de sacar un provecho extraordinario, veía mucho más, imaginaba mucho más, y sabía contarlo. En toda su vida había extraído tesoros de todo lo que había visto, de la televisión, de la radio, imagínate lo que supuso para él… Cuando ya no gozaba de la vista, podía verlo todo, contar cada diálogo, cada palabra, cada personaje, a través del modo en que hablaba. Con todo, espero que no sea posible encontrar diferencias entre los Montalbano que escribió él solo y los que escribimos juntos. Extraordinario si se piensa, ¿no? 
De hecho, él solía decir algo así como: «Valentina es la única que puede escribir en el dialecto de Montalbano». 
Sí, era un instrumento que yo utilizaba muy fácilmente. 
Me interesa también su sentido de la medida al escribir, ¿verdad?
Tenía la medida de la página. «¿En qué línea estás?». ¡En qué línea! Cada página debía tener tantas líneas, cada capítulo tantas páginas, cada novela tantos capítulos… Se movía dentro de sus historias con esa precisión, y dentro de las novelas históricas —que yo no habría podido escribir con él, porque no podría acumular la información que él manejaba— se movía como un adivino, era bellísimo verlo trabajar. 
Sí, como Leonardo Sciascia, los dos buceaban en la historia, sabían reconocer qué episodios les interesaban y extraían lo que necesitaban para sus novelas.
Yo no conocí a Sciascia, pero ver a Andrea moverse en su biblioteca, incluso cuando no veía, tenía algo de sobrenatural: «Este libro debería estar ahí… ok… Tercero, no, cuarto… Dime qué viene antes, qué hay después… Ahí está, dime el índice… ok, debe estar ahí lo que busca». Creo que Camilleri poseía la cultura en la forma más ligera que puedes imaginar, precisamente porque la poseía. La llevaba a los demás sin ninguna pesadez. La potencia de Andrea, más allá de su capacidad literaria, residía en la relación física con sus lectores. De cuerpo, de voz, de mirada. Cuando tenía noventa años, debajo de su casa, había miles y miles de personas para cantarle cumpleaños feliz. Porque durante veinte años habíamos respondido a todas las cartas que nos habían llegado, a todas, todas. Con el e-mail era más fácil, pero respondimos a todos. Tenía una relación humana con la gente, exactamente lo contrario de lo que ocurre hoy. Y cuando ya no podía ir a dar charlas en la escuela, decía, «tráeme a los chavales, que pueda hablar con ellos». Era como un vampiro: «La piel, el mal olor incluso, la sangre, todo eso me da la vida».
El momento de no poder leer más, ¿fue para él el más dramático?
Oh, estaba muy deprimido. Fue entonces cuando, de un modo completamente descarado, desinhibido, yo le dije: ¿por qué no probamos a escribir juntos? «Sí, sí, escribe». Ok, ¿qué historia quieres escribir? En aquel tiempo yo tenía a los niños recién empezando la escuela, empezamos a trabajar y la primera novela que salió fue La red de protección, que tenía precisamente un escenario escolar. Yo aportaba materiales de una forma totalmente libre, y él lo tomaba todo y lo procesaba como hacía con todo: robaba, robaba, robaba de aquí y de allá. Aunque hubiera perdido la vista, su experiencia radiofónica o como director de teatro le hacía ver muy claramente a los personajes. Tenía el cuadro en la cabeza, se imaginaba el escenario, cómo se movían los personajes, qué hacían. Si te fijas, en las primeras novelas de Montalbano no hay tanta descripción de acciones. En las que escribió después de perder la visión, se cuenta más cómo Montalbano agarra el pomo de la puerta, la abre…. Veía cómo se movía y lo explicaba. 
La televisión, ¿le gustaba? ¿Disfrutaba con la serie de Montalbano?
Mucho. Entendía que Montalbano, tras convertirse en serie, había cambiado para siempre la televisión italiana. Y él, ante cualquier éxito, se ponía contentísimo. 
Pero siempre los escritores, cuando su personaje toma forma en la televisión o el cine, se quejan de que no se parece a lo que ellos habían pensado, lo habían imaginado de otro modo… ¿A él nunca le pasó?
No, no, él era un director, sabía perfectamente que hacía falta traicionar el libro para poder hacerlo. Cuando alguien le decía al respecto «¿Pero has visto lo que han hecho con tu libro?», él respondía, «¿qué han hecho? Es perfecto, no han hecho nada. Es otro lenguaje, me parece genial que quien coja mi libro haga otra cosa con él». Y tenía una buenísima relación con los directores, y un gran afecto hacia el productor, Carlo degli Esposti. Todas estas relaciones se basaban en la confianza: ¿Tú esto sabes hacerlo bien? Ok, dale. Se rodeaba de gente de la que se fiaba. Y si Camilleri te daba confianza, era un bien precioso, había que conservarlo con mucho cuidado. No podías decepcionarlo. 
La gente, como ha dicho, amaba a Camilleri. Pero esto, me parece, no es solo una cuestión de admiración literaria, había algo más. ¿Qué era?
Bueno, a nivel civil, social, era también un personaje importantísimo para Italia. Si piensas que él ha conferido una dignidad al dialecto siciliano… Encontraba a gente que trabajaba en el norte del país, había pasado toda su vida avergonzada de su acento siciliano, y ahora llegaba la profesora de sus hijos, que había leído las novelas de Montalbano, y le decía: «Ah, tú que eres siciliana, dime, ¿qué quiere decir esta palabra?». Era bonito. Andrea ha recordado a la gente la importancia de vivir en una sociedad civil, tener una conducta moral, política en la propia vida. Y lo ha hecho con una sencillez extrema. Era alguien, también, que cuando tenía que enfadarse, se enfadaba. Si había que decirle a la izquierda que por ahí no se iba a ninguna parte, lo decía. Era alguien que a nivel literario no se creía nada: a pesar de su éxito abrumador, siempre veía sus limitaciones. «Nunca seré Dostoievski», decía, «una página así no podré escribirla jamás». Y toda la vida se ha comparado con la historia de la literatura, nunca se ha parado en su éxito, no se engañaba nada. Sabía que lo que hacía tenía su valor, pero su carrera la hacía contra la historia de la Literatura, como un pintor que no solo ve si sus cuadros funcionan en el mercado de hoy, sino en el arco de toda la historia del arte. Y también por eso, nunca se ha tomado nada demasiado en serio. Y era generoso: todo el que llegaba y le mostraba un texto, trataba de leerlo, quería tener un consejo para todos. Tenía una relación con la gente verdadera, simple, normal. Y así llegaba fácilmente a todos. 
Me han interesado mucho siempre sus libros sobre la mafia, como Vosotros no sabéis, donde analiza los mensajes que se mandaba el capo Provenzano. Y, sin embargo, en la saga de Montalbano la mafia no está nunca en primera línea. ¿Recuerda por qué?
Ahora ha salido un bellísimo libro en la editorial Sellerio [L’isola nuova. Trent’anni di scritture di Sicilia, bajo el cuidado de Gaetano Savatteri] sobre los últimos treinta años de la escritura en Sicilia. Andrea aparece como alguien que metió la mafia en sus libros, pero como ruido de fondo. Hasta el 92 o el 93, Sicilia era solo mafia: este que era mafioso, este que no lo era, este que combatía el crimen organizado, este que forma parte de Cosa Nostra… Andrea, como ruptura fundamental en la escritura siciliana, dijo: he aquí un comisario que también combate la mafia, que busca la defensa de la justicia, pero esto no significa que la vida siciliana sea solo mafia. Y de ahí empieza un mundo, porque hasta entonces Sicilia solo se explicaba desde la mafia, y él quería demostrar que había otras muchas cosas. Esto ha sido muy importante. 
Por otro lado, cuando habla de mafia fuera de esas novelas, lo hace de un modo muy claro y muy valiente. ¿Nunca tuvo miedo?
Claro que ha tenido miedo alguna vez, ha sido amenazado, pero siempre ha logrado estar por encima de eso. Conocía muy bien la mentalidad mafiosa, en todo caso en su pueblo, el campesino, el patrón, eran mafiosos. Ha nacido y crecido viendo esa mentalidad, en esos lugares en los que el Estado estaba ausente y el poder estaba en manos de esta gente. 
Incluso, tengo entendido, un amigo de la infancia se volvió mafioso, ¿no?
Sí, pero yo no debería decir eso…
¡Lo contó él!
¡Sí, digo que estas cosas creo que las contaba mejor él! [risas] Pero hay más: fíjate, la mayor parte de las novelas históricas de Andrea se fundan sobre la unidad de Italia. ¿Por qué? Porque él sostenía que era ahí donde habíamos fallado. Es ahí donde está la factura que todavía hoy no somos capaces de reparar. Ahí se decide que el sur será abandonado y que todas las fábricas irán al norte. Las cosas que daban riqueza al sur se las llevan fuera, meten a la gente cinco años de servicio militar… Había más fusiles que panes. Había hambre. Y, en ese punto, a aquel que te garantiza un trozo de pan, tú lo sigues. Es ahí, en 1860, con la unidad, cuando se forma a los italianos y cuando nacen tantos problemas. Todavía hoy, vas a Parma —acabo de volver de un festival— y no das crédito, ¿cómo es posible que siga la misma cosa? Porque pagamos los mismos impuestos. 
Y todavía hoy hay momentos en que el agua no llega a Agrigento…
Exacto. Hay un pensamiento detrás de eso, «no hay agua porque no hay infraestructuras, no hay infraestructuras porque no hay autopistas, y no hay trabajo…». Pero los profesores del norte ganan más que los del sur, que trabajan el doble para paliar los niveles de abandono escolar altísimo, que es altísimo. Y los del sur no tienen metro, no tienen autobús, es alucinante. Es una situación dramática en Italia. 
¿Cree que Camilleri habría sido una persona muy distinta si el éxito le hubiera llegado mucho más temprano, de joven?
Sí, lo decía siempre él. El dinero, la fama… Seguramente no habría llegado a hacer su mundo cultural. Pero Andrea, de joven, mucho antes de ser un escritor famoso, sí ha reconstruido un país con la radio, una serie de personas que entonces tenían veinticinco años se inventaron programas radiofónicos, RAI1, RAI2, RAI3, me contaba que había estudiado cómo hacían la radio en Inglaterra y en Francia, eran todos experimentadores, «y después hacíamos palimpsestos, nos comíamos la cabeza pensando cómo podíamos aplicar todo eso aquí», decía. Era otro mundo.
De los escritores jóvenes, ¿había alguno que le interesara especialmente?
Le gustaban muchos autores sicilianos, quería mucho a Giosuè Calaciura…
Sí, el autor de Los niños del Borgo Vecchio
Eso es, ¿lo conoces? Trataba de leer a sus contemporáneos. Pero, a decir verdad, en los últimos años leía solo a los clásicos. Ah, y seguía todo lo que publicaba Sellerio, solo con eso ya tenía suficiente. 
Para terminar, ¿cómo es su vida hoy, sin el maestro? ¿Qué echa de menos?
Echo muchísimo de menos al amigo. De otro lado, ha sido muy importante para mí vivir junto a una persona como él, también cuando tenía noventa años y la muerte estaba sentada ahí, junto a él, y Andrea la sentía. Ha sido una experiencia fortísima, también por eso, por saber que el tiempo se nos acababa. Pero es una de esas personas por las que no he llorado, porque es alguien por quien he hecho todo lo que tenía que hacer, que estuviera bien, hacerlo sentir bien. Ahora trabajo como agente, no sé si seguiré haciendo lo mismo, pero de momento me ocupo de escritores con los que tengo una buena relación humana, como me enseñó él. Antonio Manzini, Fabio Stassi, Paolo Nori, Leonardo Colombati, son algunos de mis autores. 
¿Ninguna mujer?
Por supuesto, está Viola Ardone, que escribió un libro titulado El tren de los niños, que ha tenido cierto éxito también en España. Elisa Casseri, una estupenda escritora cuya nueva novela está a punto de aparecer… La agencia va muy bien, me sigo ocupando de los derechos de Andrea Camilleri para el exterior. E intento aplicar sus enseñanzas cada día: no tomarme las cosas ni a mí misma demasiado en serio, y si te equivocas hoy, ya sabes lo que tienes que hacer mañana. 
Equivocarte mejor…
Sí, en eso era un maestro. Y repetía siempre, «¡Valentina, ligereza, ligereza! ¡Lo superfluo es esencial, dale, dale! Lo que parece que no vale, te sirve para otra cosa en cualquier momento». Ahora siento no poder contarle las cosas de mis hijos, pero cuando las personas importantes se van dejan algo en ti, forman parte de ti, y te siguen hablando. «¡Paaaasa, si no funciona paaasa! ¿Qué más te da? ¡No te preocupes!» Dificilísimo de poner en práctica, pero tenía razón. Era así de leve, superficial en el sentido más pesado de la palabra superficial.
Alejandro Luque
 
 

 

 


 
Last modified Saturday, September, 14, 2024