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RASSEGNA STAMPA

MARZO 2024

 

Associazione Culturale “Oltre Vigata”, 3.3.2024

Siamo lieti di comunicarvi il calendario dei nostri primi percorsi del 2024, tratti dalle pagine del Maestro Camilleri così come da locandine in allegato. Qualora foste interessati vi ricordiamo che l’a.c. Oltre Vigata organizza percorsi per gruppi organizzati e gite scolastiche. Per ulteriori specifiche ed eventuali collaborazioni potete sempre contattarci al cell. 3297263181 oppure all’e-mail oltrevigata@gmail.com.
 
 

Rai Ufficio Stampa, 4.3.2024
RAI STORIA 05 MAR 2024, 22:30
"Viaggio in Sicilia" Simonetta Agnello Hornby
Agrigento, ritratto di famiglia

La Sicilia attraverso le parole della scrittrice Simonetta Agnello Hornby e le inquadrature del fumettista e illustratore Massimo Fenati, autore del graphic novel de "La Mennulara". La racconta in quattro puntate il programma di Rai Cultura, realizzato da Pesci Combattenti "Viaggio in Sicilia", in onda da martedì 5 marzo alle 22.30 su Rai Storia. Simonetta, nata a Palermo nel 1945 è cresciuta ad Agrigento fino ai dodici anni; poi è ritornata alla sua città natale dove ha frequentato Liceo e l’Università. Dopo avere conseguito la laurea in Giurisprudenza si è sposata con l’inglese Martin Hornby e da allora ha vissuto negli USA, in Zambia e poi dal 1969 a Londra, dove ha lavorato come avvocato dei minori e giudice part-time, e dove risiede tuttora. Negli ultimi vent'anni si è dedicata alla scrittura di romanzi in italiano e stavolta è tornata in Sicilia per far scoprire a Massimo Fenati e ai telespettatori la sua isola con uno sguardo privilegiato. 
Nella prima puntata si parte da Mosè, la tenuta storica della famiglia di Simonetta in provincia di Agrigento, dove la scrittrice attende un ospite e caro amico: Massimo Fenati, genovese e anche lui trapiantato in Inghilterra. Il viaggio ha inizio da una delle miniere di zolfo più importanti della Sicilia, appartenuta agli antenati di Simonetta. Il tour prosegue poi verso la maestosa Valle dei Templi di Agrigento e i vicini Giardini di Kolymbethra, un luogo magico, una ex piscina naturale di oltre 2.000 anni fa dove venivano allevati pesci d'acqua dolce per i banchetti. 
A guidare Simonetta e Massimo nella visita c'è l'amico agronomo Giuseppe Lo Pilato. Le emozioni sono il filo conduttore della prima tappa: a Porto Empedocle, paese di Andrea Camilleri, Simonetta e Massimo incontrano Arianna Mortelliti, scrittrice e nipote del creatore del commissario Montalbano, scomparso nel 2019. La memoria contraddistingue anche l'ultima visita sulla strada verso Palermo: Portella della Ginestra, teatro nel 1947 di un’orrenda strage di contadini per mano della banda di Salvatore Giuliano.

 
 

El Placer de la Lectura, 4.3.2024
La guerra privada de Samuele y otras historias de Vigàta, de Andrea Camilleri

La guerra privada de Samuele y otras historias de Vigàta, de Andrea Camilleri, una declaración de amor del autor a su tierra natal, que combina lo trágico y lo cómico con momentos de absoluto encantamiento emocional.
Concebidas a partir de evocaciones literarias y vestigios del pasado del autor, estas historias perfectas y muy logradas suponen una magnífica oportunidad para saborear la estrambótica realidad de la Italia de ayer y de hoy a través del pequeño mundo de Vigàta.
«Aquí están todos los elementos que hicieron del escritor uno de los más amados de la literatura italiana: la capacidad de hablar de tragedias y traiciones con humor y ligereza, con la sabiduría dolorosa de los personajes que la vida ha puesto a prueba.» 
Corriere della Sera

Inteligentes, amenos y llenos de ironía, estos seis relatos —dos de ellos inéditos— son una nueva muestra de la capacidad inagotable de Andrea Camilleri para ahondar, con su genuino ingenio y su imaginación desbordante, en los recovecos del alma humana. Concebidos a partir de evocaciones literarias y retazos del pasado del autor, suponen una magníca oportunidad para saborear el mundo de ayer y hoy a través de ese lugar imaginario llamado Vigàta.
«La guerra privada de Samuele, conocido como Leli», que da título a la recopilación y es uno de los relatos inéditos junto con «La prueba», aborda la discriminación racial en un instituto de secundaria en el que un estudiante judío, con la ayuda de su amigo y colega Andrea Camilleri, sabe cómo plantar cara a los profesores embrutecidos por el régimen fascista. Una deliciosa comedia de malentendidos, enredos y traiciones, con destellos socarronamente traviesos, es la base de «La prueba», donde un joven reservado deberá someterse a un ejercicio de virilidad que choca con sus principios religiosos y morales. En «El homenaje», una discusión acalorada en el casino del pueblo deriva en tragedia y sirve de base para vertebrar una crítica feroz al fanatismo político y quienes lo practican. Mientras que en «La triple vida de Michele Sparacino» un pobre hombre se convierte en la víctima de una pantomima basada en la suplantación individual. Y así, entre equívocos, ocultaciones y medias verdades, discurren las vidas de este mosaico de personajes, que componen una realidad colorida que aúna lo trágico y lo cómico con momentos de absoluto encantamiento emocional.

 

 

Sellerio Editore su Instagram, 5.3.2024
Tre parole per descrivere Andrea Camilleri

Con “La forma dell’acqua” Andrea Camilleri ci regalava la prima delle tante e indimenticabili storie del commissario più amato d’Italia.
Abbiamo chiesto a tanti lettori e lettrici di raccontarci la loro storia d’amore con i libri di Camilleri, a partire da qualche domanda.

 
 

Valdinievole Oggi, 5.3.2024
Con Camilleri non solo un romanzo, ma una vera opera teatrale

Cari lettori, buon inizio marzo! Questa settimana vi propongo un piccolo giallo, "km 123" di Andrea Camilleri. Avete letto questo libro? Non lo avete letto? Allora fatelo! Non è solo un romanzo ma una vera e propria opera teatrale dal taglio originale.
Non troverete descrizioni di ambienti o dettagli sui personaggi (che riuscirete però a immaginare benissimo), ma un susseguirsi di articoli di giornale, stralci di conversazioni telefoniche, dialoghi veloci senza che, quando i personaggi cambiano, vengano date troppe indicazioni. Eppure il filo non si perde mai: la sensazione è quella di essere lì, come una comparsa, in un palco essenziale, ben strutturato, dove gli attori accendono e spengono le luci a proprio piacimento. Ne resterete compiaciuti e soddisfatti e non riuscirete a lasciare il libro finché non lo avrete terminato. E quando arriverete in fondo, convinti di aver districato la matassa, vi renderete conto che non è così! Arrivati all'ultima pagina, vi verrà una gran voglia di fargli un applauso.
A fine romanzo, in alcuni appunti per i lettori, questo autore magistrale ha ricordato che nella società capitalistica a regime dittatoriale il giallo non esiste semplicemente perché non lo si vuole fare esistere. Nella Germania di Hitler, in Urss con Stalin, in Cina con Mao e anche con Franco in Spagna, non c'è un romanzo giallo publicato. Perché il giallo nasce, fiorisce e si sviluppa nelle società libere. E ha anche rammentato che una legge del governo fascista imponeva che in ogni catalogo annuo delle case editrici almeno un quinto degli autori fossero italiani (per questo molti editori cercavano scrittori di storie poliziesche; da notare però che tutti quelli pubblicati in quegli anni sono ambientati fuori dai confini nazionali). Poi nel 1941 il Ministero della cultura popolare dispose il sequestro di tutti i romanzi gialli in qualunque tempo stampati e ovunque esistenti in vendita: fortunatamente – non solo per i gialli – non vincerà il regime.
"Per fortuna ci sono i libri di Camilleri a illuminare le strade, spesso senza uscita, di una nazione ferita e offesa", ho letto da qualche parte. Ed è vero, la sua è una voce forte che si esprime sui problemi della società, che ci ricorda l'importanza del raccontare e del conservare nella nostra memoria. E' la sintesi della genialità.
Vi auguro una bella settimana e vi aspetto nei commenti e... nel prossimo appuntamento con Ilaria Cecchi.

Maria Valentina Luccioli
 
 

Sellerio Editore su Instagram, 5.3.2024
Tre parole per descrivere Montalbano

Tre parole per descrivere Salvo Montalbano?
Trent’anni fa usciva “La forma dell’acqua” e Andrea Camilleri ci regalava la prima delle tante e indimenticabili storie del commissario più amato d’Italia.
Abbiamo chiesto a tanti lettori e lettrici di raccontarci la loro storia d’amore con i libri di Camilleri, a partire dalla domanda: come descrivi Montalbano in tre parole?

 
 

Nulla dies sine linea, 7.3.2024
Montalbano compie trent’anni

Trent’anni fa, il 10 marzo del 1994, fu pubblicato da Sellerio “La forma dell’acqua”, il primo romanzo che aveva per protagonista il commissario Montalbano. Per festeggiare la ricorrenza, Sellerio ripropone in libreria il romanzo con l’aggiunta di una “Nota” in cui Andrea Camilleri racconta la nascita del personaggio.
Nel primo romanzo, la prima apparizione del commissario si ha quando due “operatori ecologici” scoprono il cadavere dell’ingegnere Luparello e si dirigono a fare la denuncia: «Si avviarono verso il paese, diretti al commissariato. Di andare dai carabinieri manco gli era passato per l’anticamera del cervello, li comandava un tenente milanese. Il commissario invece era di Catania, di nome faceva Salvo Montalbano, e quando voleva capire una cosa, la capiva» (La forma dell’acqua, p. 17).
Fin dal primo romanzo emergono molte delle caratteristiche essenziali del commissario: l’intuito investigativo straordinario, la sua passione per il cibo, lo stretto rapporto con Livia Burlando (la fidanzata che vive lontano, nel quartiere di Boccadasse a Genova), l’onestà cristallina e l’indisponibilità a compromessi di ogni tipo.
Tuttavia va detto che, almeno nelle intenzioni di Camilleri, La forma dell’acqua, primo romanzo con Montalbano, “doveva anche essere l’ultimo” (Camilleri sono, in “MicroMega – Tutto Camilleri”, 2019, p. 302). Tuttavia l’autore riteneva di non essere ancora riuscito a fare di Montalbano un vero personaggio, per cui decise di scrivere il secondo romanzo, Il cane di terracotta, per definirne meglio i dettagli.
A questo punto avrebbe dovuto concludersi il ciclo e Camilleri comunicò ad Elvira Sellerio di non voler scrivere un altro libro su Montalbano: ma la risposta dell’editrice fu sorprendente: «A proposito del tuo non voler più scrivere Montalbano, ti mando il rendiconto delle vendite» (ibid., p. 303).
I dati erano straordinari: la casa editrice aveva venduto 130.000 copie delle altre opere di Camilleri, ma con i romanzi di Montalbano arrivò a 980.000 in 8 mesi; per di più, i due libri su Montalbano avevano un effetto di “traino” sulle vendite degli altri libri precedenti di Camilleri.
Iniziò così, come diceva l’autore, il “ricatto di Montalbano”: «Da quel momento è iniziato quello che io chiamo il ricatto di Montalbano, che consiste nel fatto che non solo Montalbano vende quello che vende, ma mi fa vendere anche gli altri romanzi a cui tengo di più» (ibid., p. 303).
La particolarissima scrittura di Camilleri colpì immediatamente pubblico e critica, ottenendo il favore del primo nonostante le perplessità della seconda.
Va detto però che nel romanzo La forma dell’acqua, fin dall’incipit, le espressioni “non italiane” risultavano piuttosto isolate (cummigliava, si cataminava, arrisbigliarsi, piombigno, scangiare) e morfologicamente adattate all’italiano (si avrebbero altrimenti le forme arrisbigliarisi, piombignu, scangiari): «Lume d’alba non filtrava nel cortiglio della «Splendor», la società che aveva in appalto la nettezza urbana di Vigàta, una nuvolaglia bassa e densa cummigliava completamente il cielo come se fosse stato tirato un telone grigio da cornicione a cornicione, foglia non si cataminava, il vento di scirocco tardava ad arrisbigliarsi dal suo sonno piombigno, già si faticava a scangiare parole. Il caposquadra, prima di assegnare i posti, comunicò che per quel giorno, e altri a venire, Peppe Schèmmari e Caluzzo Brucculeri sarebbero stati assenti giustificati. Più che giustificata infatti l’assenza…» (La forma dell’acqua, Palermo, Sellerio, 1994, p. 9; i corsivi qui sono miei).
Insomma, l’operazione linguistica di Camilleri era ancora molto “soft”, limitandosi all’inserimento (facilmente decodificabile dal contesto) di alcuni vocaboli di origine siciliana, disseminati però in un contesto fortemente “italiano”.
Dunque, lo stile “ibrido” camilleriano non si spingeva ancora alle estreme conseguenze delle sue premesse; eppure tanto bastò, alla luce anche dello straordinario successo editoriale, per scatenare un intenso dibattito critico, accompagnato anche dall’esternazione di alcune forti perplessità. Tuttavia, a distanza di trent’anni, non c’è dubbio che la sfida “linguistica” sia stata pienamente vinta dall’autore empedoclino, come testimoniano essenzialmente due cose: 1) gli ottimi riscontri ottenuti da tutti i suoi libri; 2) un fenomeno senza uguali nella letteratura italiana contemporanea, cioè la penetrazione nel parlato comune di parecchie parole provenienti da una scrittura romanzesca (grazie anche al tramite decisivo della televisione, che ha fatto conoscere certi elementi del lessico vigatese anche ad un gran numero di non lettori).
Oggi i “camillerismi” sono notissimi in tutta Italia; e una prima consacrazione di tale impatto sulla lingua italiana si trovò nel GRADIT (Grande dizionario italiano dell’uso) diretto da Tullio De Mauro, soprattutto nell’aggiornamento del 2007, centrato sullo studio de La stagione della caccia.
Qui però vorrei notare quanto sia gradualmente mutata la scrittura nei romanzi di Montalbano: si ha infatti l’impressione di scorgervi una progressiva immersione nel siciliano. Di questo processo Camilleri diede conferma in un’intervista rilasciata il 31 marzo 2016: «Cominciai da lì, da questo shakeraggio tra italiano e parlate diverse. Dopodiché decisi di fare un passo ulteriormente in avanti, cominciare ad esempio a crearmi un linguaggio tutto mio, per esempio con l’alterazione della coniugazione dei verbi o con le allitterazioni frequenti. Insomma, questa ricerca dura ancora, tant’è vero che quando io riprendo tra le mani un romanzo di tre, quattr’anni fa, e lo devo pubblicare ora, io sono costretto a riscriverlo di sana pianta perché intanto questa ricerca mia è andata avanti. È un work in progress. […] Io ho cercato di creare un idioletto, una lingua che nessuno parla che poi finiscono col parlare tutti, una lingua mia e che è possibile forse imitare ma che è sostanzialmente mia» (cfr. https://grammalogos.com/meeting-camilleri/).
Il risultato dell’operazione emerge con assoluta chiarezza se si confronta il già citato incipit de La forma dell’acqua con le prime righe dell’ultimo romanzo pubblicato in vita da Camilleri, Il cuoco dell’Alcyon (2019, quindi 25 anni dopo): «Stava abballanno un valzaro supra al bordo di ’na piscina, tutto alliffato e profumato, e sapiva che la fìmmina che tiniva tra le vrazza era Livia, da qualichi orata addivintata sò mogliere. Non potiva vidirle la facci per via del fitto velo bianco che la cummigliava. Tutto ’nzemmula arrivò ’na folata di vento forti e il velo si scostò quel tanto che gli abbastò per scopriri che non s’attrattava di Livia, ma della maestra Costantino, quella della terza limintari, coi baffi e l’occhi torti. Si sintì mancari le forzi per lo scanto e chiuì l’occhi» (Il cuoco dell’Alcyon, Sellerio, Palermo 2019, p. 9).
Come è evidente, nel libro più recente si nota un forte incremento dei dialettismi, che addirittura ormai sono predominanti sulle forme italiane; inoltre è cambiata radicalmente la strategia linguistica complessiva: il siciliano infatti “contamina” l’italiano, non si limita a singole parole ma si fonde con la lingua nazionale e la va sostituendo; infatti, ad un certo numero di voci schiettamente dialettali (alliffato, cummigliava, scanto) si uniscono numerosissime forme che si allontanano dall’italiano solo dal punto di vista fonetico o morfologico. Questa tecnica ha consentito all’autore di aumentare i dialettismi senza rendere incomprensibile il testo ai lettori non siciliani: infatti nessuno potrà trovare difficili termini come abballanno, valzaro, supra, ecc.
Di fatto, i due brani appaiono redatti in due lingue diverse: nel primo caso si ha un italiano punteggiato da elementi dialettali; nel secondo un vero e proprio ibrido siculo-italiano.
Per capire ancora meglio l’evoluzione della lingua camilleriana, è illuminante Riccardino (2020), che presenta (in una delle due versioni editoriali) due diverse redazioni del romanzo: la prima risale al 2004-2005, mentre la seconda rispecchia la revisione del 2016. Il libro fu rivisto dall’autore, ormai cieco, con l’aiuto della preziosa e discreta Valentina Alferj; Camilleri ha ripreso la storia, non cambiandone la trama ma la lingua: è passato infatti dalla “lingua bastarda” della prima stesura alla “lingua ‘nvintata” di Vigàta, da lui perfezionata negli ultimi romanzi.
Una curiosità: nella fortunatissima serie televisiva su Montalbano, “La forma dell’acqua” andò in onda nel 2000 e fu soltanto il terzo degli sceneggiati diretti da Alberto Sironi e interpretati da Luca Zingaretti; l’anno prima, infatti, erano stati trasmessi “Il ladro di merendine” e La voce del violino”.
P.S.: Per tutta la questione, e per un’analisi minuziosa del commissario Montalbano, rimando al mio saggio “Camilleriade – I luoghi, il commissario, i romanzi storici”, scritto insieme con Vito Lo Scrudato e Bernardo Puleio e pubblicato l’anno scorso da Diogene Multimedia.
Mario Pintacuda
 
 

Alessandria today, 8.3.2024
“L’Arte del Racconto nelle Mani di un Maestro: ‘I racconti di Nené’ di Andrea Camilleri”. Recensione a cura di Alessandria today
“I racconti di Nené” di Andrea Camilleri è una raccolta che si insinua nell’animo del lettore con la stessa sottile intensità e calore che hanno contraddistinto l’intera opera dell’autore siciliano. Attraverso questi racconti, Camilleri ci invita a esplorare un universo narrativo ricco di colori, sapori e odori della sua amata Sicilia, offrendoci al contempo uno sguardo penetrante sulla complessità dell’esistenza umana.
I racconti di Nené – Andrea Camilleri – Libro – Melampo

La figura di Nené, intorno alla quale si snodano le diverse storie, funge da filo conduttore in un viaggio attraverso le emozioni, i ricordi e le riflessioni sulla vita. Camilleri, con la sua inconfondibile abilità narrativa, crea un personaggio che è allo stesso tempo testimone e protagonista, capace di offrire ai lettori una prospettiva unica e profondamente personale su temi universali come l’amore, la perdita, l’amicizia e la giustizia.
La magia di “I racconti di Nené” risiede nella capacità dell’autore di condensare in brevi narrazioni una vasta gamma di sentimenti e situazioni, dimostrando ancora una volta il suo talento di grande narratore. La prosa di Camilleri, vivace e coinvolgente, trascina il lettore in un vortice di storie che si rivelano tanto intime quanto emblematiche delle contraddizioni e delle bellezze della vita.
Ogni racconto è un pezzo di un mosaico più ampio che riflette la visione del mondo dell’autore, una visione caratterizzata da umorismo, saggezza e una profonda empatia per la condizione umana. Camilleri non si limita a raccontare: attraverso le sue parole, dipinge scenari vividi che rimangono impressi nella memoria del lettore, facendogli assaporare la vera essenza della Sicilia e dell’animo umano.
“I racconti di Nené” rappresenta un’opera significativa all’interno del panorama letterario di Andrea Camilleri, confermando il suo inestimabile contributo alla letteratura italiana. Con questa raccolta, l’autore non solo arricchisce il suo lascito narrativo ma offre anche un prezioso regalo ai suoi lettori, un invito a riflettere sulle piccole e grandi questioni che animano la nostra esistenza.
In conclusione, questa raccolta è un tesoro di narrazione che si rivela essenziale non solo per gli ammiratori di Camilleri ma per chiunque apprezzi la letteratura capace di toccare con leggerezza e profondità i temi eterni della vita. “I racconti di Nené” è una testimonianza del potere della parola scritta di evocare, commuovere e ispirare, rendendo Andrea Camilleri un autore il cui lavoro continua a risuonare oltre il tempo e lo spazio.
 
 

Corriere della Sera – Style, 9.3.2024
Libri
Le vite degli altri, il libro e la mostra di Claudio Moschin: Accorsi, Faletti, Testino, Bertolucci e…
E Greg Gorman, John Turturro, Alda Merini, Mario Monicelli, Paolo Conte, Ron Galella... Cineasti, Premi Nobel, artisti e colleghi che hanno detto sì al giornalista-fotografo, regalandogli sguardo e parole
Le vite degli altri di Claudio Moschin (Nuages, pagine 120). La mostra omonima è alla Galleria Nuages di Milano, via del Lauro 10, fino al 30 marzo.

Stefano Accorsi che guarda altrove. Gli occhi retro-illuminati di Giorgio Faletti. L'aplomb siculo di Andrea Camilleri. Il look cinematografico di John Turturro... E via elencando artisti e personaggi, donne e uomini, che in bianco e nero ti guardano dalle pagine e dalle pareti di Le vite degli altriLibro e mostra personale di Claudio Moschin alla Galleria Nuages di Milano (aperta fino al 30 marzo).
Le vite degli altri come il titolo del meraviglioso film tedesco di Florian Henckel von Donnersmarck (Oscar 2007 come Miglior film straniero). Il giornalista e fotografo Claudio Moschin lo riprende. Perché davvero negli scatti pubblicati nel volume ed esposti alle pareti della galleria milanese si leggono le storie dei soggetti fotografati. Fotografati con "intimità”.
Nella scheda di presentazione si legge: “Se per lavoro si raccolgono centinaia e centinaia di interviste, ad attori e attrici, registi, scrittori, fotografi di moda e di guerra. Illustratori, designer, poeti, e pure premi Oscar e premi Nobel... Prima o poi viene la voglia di raccontare qualche curiosità, qualche aneddoto proprio di quelle interviste. Magari di non tutte, ma di parecchie sicuramente sì”.
Più che interviste, ascoltando l'autore, si dovrebbe dire confessioni. A un certo punto, i soggetti si raccontano. E lui ascolta. Senza domande e senza risposte... Il libro è una collezione di stralci di una sessantina di quelle interviste, a cui l'autore ha aggiunto uno o più ritratti fotografici. Tutti rigorosamente in bianconero, da lui scattati proprio alla fine di quelle interviste (televisive e realizzate nel corso degli anni per diversi programmi della RSI Televisione Svizzera di lingua italiana).
Il cinema domina su tutte le altre arti. Bernardo Bertolucci e Bruno Bozzetto, Maurizio Nichetti e John Turturro, Christian De Sica e Mario Monicelli. Carlo Verdone e Jerry Calà, Franca Valeri e Arnoldo Foà, Werner Herzog e Giuliano Gemma.
"Segue" la letteratura con Dario Fo, Alda Merini, Andrea CamilleriLuis Sepulveda. Giorgio Faletti, Amelie Nothomb, Marco Buticchi. E poi teatro e tv (Margherita Palli, Luca Ronconi, Enrico Bertolino, Ferruccio Soleri, Andre Ruth Shammah. Gianfranco Jannuzzo, Alberto Patrucco, Enrico Beruschi, Piero Chiambretti, Davide Mengacci).


Andrea Camilleri

Arte e design (Italo Rota, Emiliano Ponzi, Nicola Magrin, Massimo Fenati, Staino. Silver, Claudio Villa, Gipi, QuentinBlake, Altan, Franco Brambilla, Lorenzo Mattotti). Un pizzico di musica (Iva Zanicchi e Paolo Conte). Per concludere con i grandi fotografi: i “mitici“ nomi della moda (Greg Gorman, Michel Comte, Mario Testino, Gian Paolo Barbieri, Rankin), il “re dei paparazzi” Ron Galella, e i maestri del reportage Gianni Berengo Gardin, Mauro Galligani, Ferdinando Scianna, Mario Dondero.
Spiega lo stesso autore, in una nota che fa da fil rouge a libro e mostra: “Era da anni che continuavo a sentire “devi scrivere un libro”. Oppure “devi fare una mostra di ritratti”. Premetto: vengo dalla fotografia, ho iniziato quel mestiere perché era più facile (in passato) vendere un articolo se già corredato dalle immagini.
In passato alcune foto mie erano anche state già esposte (a Milano, Lugano, Imperia, Londra), ma sempre in quantità ridotta e senza tanta pubblicità. Come semplice testimonianza di un lavoro (il nostro, quello giornalistico, che ci permette di incontrare spesso persone in grado di raccontarci qualcosa di bello, di interessante, di originale, di indimenticabile).
Col tempo però l’archivio dei ritratti ha assunto proporzioni notevoli, i ricordi degli incontri hanno preso il sopravvento. E così quando Cristina Taverna, gallerista ed editore di Milano, ha insistito per l’ennesima volta, ho ceduto. Una parte di queste interviste (che erano tutte state realizzate in video) le ho messe nero su bianco, recuperando le immagini giuste scattate poi da me. Il risultato è questo libro. Restano ancora nelle scatole alcune centinaia di altri ritratti, per un possibile volume/capitolo due o tre. Chissà… Ai posteri l’ardua sentenza…”.
Antonella Catena
 
 

Sellerio Editore su Instagram, 10.3.2024

Esattamente trent'anni fa usciva "La forma dell'acqua". «Quali dovevano essere i segni caratteristici di Montalbano? Doveva essere un uomo intelligente, fedele alla parola data, restio agli inutili eroismi, colto, buon lettore, pacato ragionatore, privo di pregiudizi - scrive Andrea Camilleri - Un uomo che si poteva tranquillamente invitare a cena in famiglia. Un uomo che “quando voleva capire, capiva”».
Per i 30 anni di Montalbano riproponiamo il primo romanzo della serie con un testo di Andrea Camilleri che racconta come nasce il commissario più amato d'Italia.
Ciao Andrea, ci manca la tua voce, il tuo sguardo.

 
 

Sellerio Editore, 10.3.2024
Cosa ti ha fatto innamorare dei romanzi di Camilleri?

E voi? Cosa continuate ad amare nei romanzi di Camilleri? Trent'anni fa usciva "La forma dell'acqua", la prima indagine di Montalbano!
 
 

Oggi, 10.3.2024
Festa di compleanno per un poliziotto disincantato nella Sicilia più bella e sofferta. La forma dell’acqua, primo libro di Andrea Camilleri con il commissario protagonista, è del 1994. Antonio Sellerio, erede in capo della casa editrice, racconta lo scrittore. «Lavorare con lui era bellissimo, il successo non lo aveva cambiato»
Dove è nato Montalbano

All’inizio, per Andrea Camilleri ogni cosa fu di qualcun altro. Successe così che la voce era del violino, il ladro di merendine, il filo era del fumo. La stessa Concessione del telefono, il titolo che sancì il successo come romanziere, era del Birraio di Preston. Cioè, per sua ammissione, in quel precedente trovava ispirazione. Persino le 84 pagine che lo condussero a conoscere Elvira Sellerio, anni prima di diventare l’osannato padre del Commissario Montalbano, avrebbero dovuto essere altrui. «Aveva trovato dei documenti su una strage dell’800 e li portò a Leonardo Sciascia con l’intento di offrirglieli come spunto», ricorda Antonio Sellerio, il figlio cinquantino (avrebbe detto Camilleri) che ha raccolto l’eredità dell’editrice palermitana, accompagnando lo scrittore nell’ultimo tratto. Uno che per sposarsi ha scelto il municipio di Scicli, immaginario commissariato di Vigata. Sciascia, invece, lo spinse a farne lui un libro e presentò Camilleri all’amica. «Il risultato fu davvero originale, una sorta di saggio storico già scritto in quella sua lingua. Uno scarto geniale. Mia madre lo pubblicò nel 1984, entusiasta ma senza grandi ambizioni». Solo in quel meta-siciliano, così, fu sempre e tutto suo dal principio. Poi, un lento percorso fino a La forma dell’acqua, il primo Montalbano di cui in questi giorni si celebra senza clamore il trentennale della prima edizione.
Montalbano di pirsona pirsonalmente. Un monolite della cultura popolare: fu subito chiaro o una pubblicazione casuale?
«Non posso dire che mia madre avesse immaginato un successo simile, ma si intuì che la cosa piaceva. Un crescendo, neppure lentissimo. Il boom arrivò nell’estate del 1998, con Camilleri a occupare tutti i primi posti nelle classifiche della narrativa italiana. Aveva scritto il secondo Montalbano, Il cane di terracotta, senza pensare alla serialità: sentiva che il personaggio era incompleto. A quel punto per lui era finita lì, fu mia madre a insistere. Parliamo di 5-6mila copie per volta, ma ci accorgemmo che dove c’era modo di incontrare i lettori − nelle presentazioni, nelle fiere − chi comprava un Camilleri, tornava e portava via di tutto. Un fenomeno unico, con i lettori straordinariamente felici».
Un caso di scuola del passaparola.
«Siamo a 20milioni di copie vendute, ma la prima tiratura de La forma dell’acqua non superava le 4 mila. La svolta, appunto, nel ’98.Uscì La concessione del telefono, con recensioni entusiaste. Mondadori mise gli occhi su Camilleri e pubblicò una raccolta di racconti, Un mese con Montalbano: copertina blu, scritte gialle e al centro un’immagine di pupi siciliani. Una replica della grafica Sellerio».
Cose da “imparpagliarsi”, avrebbe detto lui. Ci rimaneste male?
«Era un’imitazione sfacciata. Ambivano a quei 10-15 mila nostri lettori di allora, ma sono convinto che fu una fortuna. Il fatto che avessero scelto una copertina così simile finì per dare a noi parte del loro pubblico che, prima, mai avrebbe comprato un libro Sellerio. E ho anche un aneddoto…».
Dica.
«L’immagine in copertina era presa da un libro sui pupi pubblicato da mio padre Enzo. Comprarono i diritti per una edizione, ma la raccolta andava benissimo, una ristampa dietro l’altra e ogni volta papà chiedeva inesorabile il doppio: “Una parte per la foto, il resto è per il blu”».
Che cosa ricorda del rapporto tra Camilleri e sua madre? Nel 1994 lei aveva vent’anni.
«Ventidue. Si volevano bene. La fortuna della loro amicizia è che nacque in tempi non sospetti, tra un signore con uno spiccato talento per la scrittura e un’editrice di provincia. Il successo avrebbe potuto diventare un filtro alla spontaneità dei loro rapporti, invece li consolidò. Lui era rispettato allo stesso modo quando vendeva 500 copie e quando divennero milioni. Per dire: odiava l’aereo, veniva in treno da Roma e arrivava prestissimo. Il portiere aveva il mandato di dargli le chiavi dell’ufficio: entrava da solo, si rinfrescava e rimaneva in attesa. Questo il rapporto fin dall’inizio. Uno dei miei ricordi più belli: lui e la moglie Rosetta alla stazione di Palermo di prima mattina, accompagnarli a prendere un caffè».
Poi nel 1989 arrivò la tv. Un altro merito di Elvira?
«Sì e no. Mamma persuase Carlo Degli Esposti di Palomar a produrlo quando Montalbano vendeva non più di 10mila copie a titolo: una scommessa. Ma fu bravo Degli Esposti a convincere la Rai e Sergio Silva, che anni prima aveva voluto La Piovra. Anche quello fu un successo crescente».
Con i gialli, Camilleri finiva per parlare di mafia, migranti, femminicidi.
«Uno scrittore civile alla massima potenza. Uno che si è esposto a sostegno delle proprie idee, anche a rischio di perdere lettori. Arrivavano mail con dosi di involontaria ironia: “Lei non può far dire queste cose al nostro Montalbano”. Nei suoi libri c’è un’anticipazione di temi diventati centrali. Parlava di immigrazione nel 1995 con Il ladro di merendine, ne Il giro di boa c’è una denuncia fortissima dei fatti di Genova. Evitò l’effetto Padrino, convinto che fare di un boss un suo personaggio lo avrebbe reso simpatico: la mafia rimane di sfondo, non è mai il centro della narrazione. Una rappresentazione delle condizioni in cui vivono gran parte dei siciliani».
L’ultima fase. Il Camilleri invecchiato, un Tiresia disincantato.
«Il mio debito personale è enorme. Quando mia madre andò via, ormai 85enne volle venire a Palermo per sancire il suo legame. Si pose il problema della sopravvivenza di una realtà incentrata su una singola persona, non solo continuando a pubblicare con noi, ma proteggendoci. È come se avesse voluto mettermi una mano sulla testa. Lavorare con lui era bellissimo, il successo non lo aveva cambiato. Era anche un oratore unico, un affabulatore. A volte, iniziato un discorso, divagava, poi infilava una serie di aneddoti così distanti dall’argomento principale da sembrare messi lì a caso, dopodiché riusciva a chiudere il cerchio e ogni cosa che era parsa una divagazione non era altro che un tassello utile a confermare ciò che voleva dire. Credo sia stata davvero una delle persone più amate del Paese: a un certo punto la Rai gli chiese di introdurre gli episodi. Ascolti pazzeschi, ma quelli dei suoi cinque minuti in molti casi superiori allo stesso Montalbano».
Il segreto del commissario?
«Un personaggio in cui è facile identificarsi, nonostante viva avventure favolose. Ci sono i criminali ma anche le relazioni personali, Catarella, il questore. Valgono per Montalbano ma puoi trovarle in un ufficio postale o del Comune. Poi la capacità letteraria di inventare sempre, senza stancare: elementi di continuità in cui ritrovarsi e uno spaccato della società che, anche se visto da un angolino immaginario di Sicilia, riguarda tutto il Paese».
Massimo Arcidiacono
 
 

La Repubblica (ed. di Torino), 10.3.2024
Un talk in collaborazione con la Mediateca Rai di Torino, un lungo viaggio in radiofrequenza da Marconi a oggi
“I podcast sono nati in radio con i documentari negli anni 50”

Da Marconi, l’inventore del sistema radiotelegrafico, al digitale. È un lungo viaggio in radiofrequenza che parte dal primo segnale radiotelegrafico attraverso l’Atlantico per arrivare alle radio online e alle dirette in streaming. Trasformazioni che hanno generato nuove modalità di trasmissione e fruizione, anche se il nucleo centrale, ovvero il racconto, resta fondamentale sia nei radio documentari che nei podcast. Per ripercorrere l’evoluzione del documentario alla radio, martedì 12 al Palazzo della Radio in via Verdi si tiene il talk di Andrea Borgnino, responsabile di RaiPlaySound, torinese trasferitosi a Roma dove ha ricoperto incarichi in Rai come autore di programmi radiofonici, per esempio Golem su Radio 1, e come coordinatore del canale Rai Techetè. Attualmente cura lo spazio Interferenze a Radio 3 Mondo, parlando di radio alla radio. Per l’occasione, a Torino, presenta alcuni frammenti di radio documentari Rai, dagli anni ’50 al 2019, da Roberto Costa ad Alice Gussoni.
[…]
Tra i documentari che avete selezionato per il ciclo “Rai, Frammenti per un discorso amoroso” c’è “Outis Topos”, del ‘74, di Andrea Camilleri e Sergio Liberovici. Torino, in qualche modo, venne considerata dagli autori come un laboratorio per il documentario radiofonico?
«Questo è un documento unico in quanto sono stati i cittadini stessi e non solo gli autori a costruire il programma, sulle basi dei loro problemi personali, quotidiani e di quartiere. Dopo oltre 200 ore di registrazione tutte effettuate nel quartiere di Barriera di Milano è nata una narrazione unica e libera, diretta, dove il mezzo radiofonico viene autonomamente gestito e privato dei vincoli classici della radio pubblica degli anni ‘70. Un esperimento dove si usano voci e suoni per raccontare storie in maniera più approfondita».
[…]
Guido Andruetto
 
 

A spasso con lo scrittore, 10.3.2024
30 anni del commissario Montalbano


 
 

La Repubblica, 10.3.2024
I suoi lavori vanno al di là del cinema puro: scandagliano l’inconscio del Paese
Marco Bellocchio, il fascino di un regista che voleva fare l’attore
Al Bif&st dal 16 marzo la retrospettiva con incontri e proiezioni

Marco Bellocchio sarà il protagonista del prossimo Bif&st che si svolgerà a Bari dal 16 al 23 marzo: verranno proiettati quasi tutti i suoi film e ci saranno numerosi incontri, con lui e con i suoi collaboratori. Sarà l’occasione per ripercorrere una carriera pazzesca, se pensiamo che il regista di Bobbio ha 84 anni (85 il prossimo 9 novembre) ma lavora con l’energia e la creatività di un ragazzino. […] Ma vorremmo raccontare un altro aspetto di Bellocchio. Tutti sanno che si è diplomato al Centro sperimentale. Ma forse pochi sanno che, giovanissimo, si era iscritto al corso di recitazione. Sognava di fare l’attore, il suo mito era Marlon Brando. Fu un insegnante intelligente, Andrea Camilleri, a notare che Marco tendeva a essere “regista di se stesso”. Gli consigliò di passare al corso di regia, ed è un’altra cosa di cui siamo debitori a Camilleri, oltre a Montalbano e a tutto il resto. […]
Alberto Crespi
 
 

Orchestra Sinfonica Siciliana, 11-12.3.2024
“Magarìa”
Fiaba musicale per voce recitante e orchestra di Andrea Camilleri
Musica di Marco Betta
 
Politeama Garibaldi
Lunedì 11 Marzo 2024 09,30 60min. 5 - €
Lunedì 11 Marzo 2024 11,30 60min. 5 - €
Martedì 12 Marzo 2024 09,30 60min. 5 - €
Martedì 12 Marzo 2024 11,30 60min. 5 - €

INTERPRETI
Silvia Ajelli narratrice / Federica Aloisio danzatrice e mimo
Immagini di Massimiliano Scuderi
Orchestra Sinfonica Siciliana
Riccardo Scilipoti direttore
Regia di Alfio Scuderi
Nuovo allestimento
 
PROGRAMMA
 
Leopold Mozart - Augusta 1719 – Salisburgo 1787
Sinfonia dei giocattoli (Kindersymphonie) in sol maggiore
La Sinfonia dei Giocattoli (Kindersymphonie) attribuita a Leopold Mozart, padre di Wolfgang Amadeus, è una composizione semplice e di carattere allegro, riconducibile al classicismo viennese e si distingue in particolare per l'organico in quanto alla classica orchestra sinfonica si affiancano in questo lavoro alcuni strumenti tipici dell'infanzia: tra questi, una forma speciale di rullante ed una raganella mentre altri imitano il canto di uccelli come il cuculo e la quaglia per divertire gli ascoltatori.
 
Andrea Camilleri - Porto Empedocle 1925 - Roma 2019
Marco Betta - Enna 1964
MAGARÌA. Fiaba musicale per voce recitante e orchestra di Andrea Camilleri - Musica di Marco Betta

Nel 2001 Andrea Camilleri scrive una fiaba e chiede al compositore Marco Betta, docente di composizione presso il Conservatorio di Palermo ed Accademico effettivo dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, di comporre le musiche “dichiarandosi disponibile ad apportare dei cambiamenti al testo se la musica, che comanda, lo richiede”.
Nasce così “MAGARÌA”, “una piccola opera di teatro letterario della mente nella quale i personaggi sono evocati dagli strumenti dell’orchestra”. E così, se l’arguto romanziere immagina parole magiche che fanno scomparire e riapparire chi le pronuncia, Marco Betta crea una partitura in cui gli strumenti musicali corrispondono ai vari personaggi: Lullina è il violino, il nonno il violoncello, il nano è il fagotto, il grillo è la viola, la balena la tuba, l’usignolo è il flauto, il Maresciallo dei Carabinieri la tromba e così via. Se la parte narrativa si può sintetizzare come apparizione, incantesimo e magia, la dimensione musicale disegna linee immaginarie, di orizzonte, di cielo, di nuvole, plasmando tracce melodiche ad unire l'immaginazione della parola ed il suo divenire suono.
Ecco in breve la trama della fiaba.
A Lullina piace moltissimo passeggiare con il nonno e ascoltarlo mentre racconta storie incredibili inventate apposta per lei. Ma un giorno il nonno si accorge che la sua picciliddra è distratta e pensierosa e quando le chiede cosa non va lei confessa: tutto dipende da un sogno, il più bizzarro e stravagante che abbia mai fatto. Un omino minuscolo, tutto vestito di giallo, le ha rivelato la formula magica per far scomparire le persone, e Lullina muore dalla voglia di fare una prova! Fi ri ri ri, borerò, parupazio, stonibò, qua non sto: appena le sette parole misteriose escono dalla sua bocca la bambina scompare. Prima incredulo e poi disperato, il nonno si mette a cercarla dappertutto, invano. Possibile che quelle sette parole mammalucchigne abbiano sprigionato una magia tanto potente?  Ma, spiega Camilleri, “per dei bambini non potevo lasciare un finale così drammatico e ingiusto, e l’ho modificato, anche perché dalle fiabe ci si aspetta che finiscano col solito e vissero felici e contenti”. Come poi avviene.
 
Immagine di Massimiliano Scuderi
Durata: 60'
 
 

Massa Marittima, 12.3.2024


 

Associazione Culturale “Oltre Vigata”, 12.3.2024
Arianna Mortelliti è con Giuseppe Fabiano a Ragusa.

I Peperoni tornano in Sicilia
Vi aspetto per una nuova presentazione di “Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni” @librimondadori
Domenica 24 marzo
17:00
Auditorium San Vincenzo Ferreri, via Giardino 1, Ragusa
 
 

La Repubblica – Robinson, 17.3.2024
Una madre infermiera che girava in bici per curare i pazienti, il sogno di recitare e la borsa per l’accademia Silvio d’Amico. Poi la vita sul palcoscenico e gli incontri, da Pasolini a Strehler
Ritratto di un attore posseduto dal “potere della metamorfosi”
Io, schiavo felice del dio bizzarro della recitazione

In un vecchio attore sedimentano numerose facce, non so quante esattamente ma abbastanza da riempire un libro di ricordi. Che è quello che Glauco Mauri ha fatto con Le lacrime della Duse (il libro, edito da Falsopiano e curato da Mauro Paladini, lo presenta ad Asolo il 21 marzo).
[…]
«Quando lasciai Pesaro per andare a Roma fu uno strappo ma anche un’occasione».
Andò a fare cosa?
«Vinsi una borsa di studio per l’Accademia Silvio d’Amico. Ebbi eccellenti maestri. La prima lezione fu con Sergio Tofano. Al mio corso di recitazione c’erano Franco Graziosi, Giulio Bosetti, Edmonda Aldini e Alessandro Sperlì. Al primo anno di regia si era iscritto Andrea Camilleri».
Com’era il giovane Camilleri?
«Aveva qualche anno più di noi. Ricordo una persona coltissima, fumatore incallito. Determinato a diventare scrittore. Malgrado vestisse spesso di nero, quasi in maniera luttuosa, era spiritoso e brillante. E si intuiva che c’era la stoffa di chi sa osservare il mondo per raccontarlo».
Il teatro non gli bastava.
«È uno dei rari casi in cui il tardivo successo come scrittore ha fatto ombra sul suo impegno teatrale. Sarebbe interessante capire se tra il Camilleri di prima e quello del Commissario Montalbano ci sia più continuità che rottura».
Lei che dice?
«Non saprei. Certo la sua scrittura e le sue storie hanno creato un mondo universale in un piccolo angolo della Sicilia».
[…]
Antonio Gnoli
 
 

Il Napolista, 18.3.2024
Trent’anni fa il primo Montalbano di Camilleri
“La forma dell’acqua” torna in libreria con una fascetta celebrativa. Camilleri aveva già in testa la caratterizzazione dell’Italia

Mi manca molto Andrea Camilleri… Oggi ho riletto “La forma dell’acqua” (pagg. 184, euro 12; Sellerio) che compie 30 anni – e la casa editrice palermitana lo rimanda in libreria con una fascetta celebrativa -, perché è il primo Montalbano narrativo. Vi consiglio di rileggerlo per vedere la grandezza di questo scrittore che inventa un personaggio, una lingua ed un’atmosfera unici. Ma anche per capire come già trent’anni fa l’uomo di Porto Empedocle avesse già in testa la caratterizzazione di un Paese che in questo lasso temporale è peggiorato ancora di più.
Non c’era Catarella nel primo Montalbano – il suo vice Mimì Augello comparisce di soppiatto all’ultimo – ; Fazio era ancora brigadiere. Ma c’era già Livia, la sua zita genovese che abita a Boccadasse ed anche la sua “amica svidisa” Ingrid che nella prima storia viene ad essere il capro espiatorio di un concertato “sfunnapedi” politico a cui Montalbano non abbocca. La lingua ancora indugiava tra l’italiano ed il suo dialetto, un po’ impaurito – l’autore – che il lettore non potesse seguirlo si attardava nella spiegazione dei termini vernacolari: dopo un po’ diverranno familiari a tutti.
C’era già Jacomuzzi, lo “sproloquiatore” della Scientifica, e il dottore Pasquano – il coroner – era già perfettamente strutturato. Salvo Montalbano era già quella “capa fina” che ordina “sfunnapedi”, ed il paesaggio della fantasia Vigata-Montelusa era un’area territoriale convincente. Nella parte finale c’è anche una nota dell’autore – del 2008 – che funge da interpretazione autentica della nascita del personaggio, dei modelli narrativi che gli diedero l’input ed anche del perché della scelta del genere giallo. L’invenzione di Montalbano è un’elaborazione culturale di un fine lettore e di un uomo di televisione.
Vincenzo Aiello
 
 

La Repubblica Tv, 19.3.2024
A cielo aperto / Marco Bellocchio: "Dopo Tortora, sogno Maria José, la donna che si ribellò a Vittorio Emanuele e a Mussolini"

Marco Bellocchio e il cielo di Bari, nei giorni del festival che gli ha regalato un grande tributo. Il regista ripercorre la sua carriera, gli inizi da attore, l'incontro con Camilleri, lo scandalo di 'I pugni in tasca', il senso di ingiustizia e l'amore per la storia. E mentre sta preparando la serie sul caso Tortora, è già con il pensiero a un'altra pagina e figura storica: Maria Josè.
L'intervista di Arianna Finos, riprese e montaggio di Rocco Giurato
 
 

Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, 20.3.2024
Presentazione del libro “Camilleriade. I Luoghi, Il Commissario, I Romanzi Storici”

Mercoledì 20 marzo 2024 alle ore 16.30 presso la Sala delle Missioni della Biblioteca centrale della Regione siciliana avrà luogo la presentazione del libro “Camilleriade. I Luoghi, Il Commissario, I Romanzi Storici” di Vito Lo Scrudato, Mario Pintacuda e Bernardo Puleio (casa editrice Diogene Multimedia).
Saluti istituzionali Margherita Perez, Direttrice della Biblioteca
Intervengono gli autori Vito Lo Scrudato, Mario Pintacuda, Bernardo Puleio

“La prima considerazione che affiora alla coscienza è che noi tre autori [...] con questo volume offriamo al lettore, curioso di capire meglio il senso ed il valore dell’opera dello scrittore siciliano, un’opportunità di studio e di libera analisi, che ha il pregio della completezza, dell’offrirsi cioè come un ventaglio ampio e assortito, per porre premesse bastevoli per ulteriori studi.
Com’è ovvio ciascuno dei tre sodali in scrittura ha colto l’occasione per esprimere direttamente e indirettamente, consapevolmente o del tutto ignaro, nel serrato confronto con lo scrittore vigatese, il proprio mondo culturale e interiore, il proprio rapporto, ora tormentato, ora gioioso, con l’Isola del Sole, la sua storia, la sua condizione di oggi.
Mario Pintacuda nel saggio "Identikit di un commissario: i romanzi di Montalbano nella produzione di Andrea Camilleri", usa del rigore che gli è proprio, per professione docente e pratica di ricerca e scrittura, per fare intravvedere il cantastorie divertito che è in lui. Così mentre ricostruisce impeccabilmente la vita del Commissario Salvo Montalbano in tutti i suoi momenti noti e meno noti, con completezza e rigore, usa del suo inimitabile modo di narrare per introdurci in un mondo espressivo affabulante, in grado di fermare il tempo e la lettura. [...]
Bernardo Puleio da parte sua nel saggio "I romanzi storici di Camilleri: il rapporto con Sciascia", utilizzando dei suoi raffinati strumenti di analisi letteraria e storica (gli intellettuali siciliani non hanno mai veramente tenute separate la letteratura dalla storia), realizza un illuminante quadro di rapporti e relazioni, non solo, come annunciato nel titolo, tra Camilleri e Sciascia (ne costituiscono comunque la parte più approfondita), ma in uno scenario ampio, dove a parlarsi e a confrontarsi sono gli autori maggiori della letteratura siciliana degli ultimi due secoli [...]
Il redattore di questa introduzione nel suo "Camilleri, i luoghi, l’arte, i pinsèri", deve chiarire che il suo divagare per luoghi camilleriani è dato in primisi dall’essere agrigentino come l’empedoclino, e perciò titolare della stessa conoscenza e dello stesso amore per gli stessi luoghi; in secundisi dalla condivisione dellastessa parlata che implica la percezione profonda, atavica, del detto e del non detto. La stessa gestualità dei personaggi di Camilleri viene suggerita, esplicitata, nell’atto stesso del parlare la comune lingua, compresa appieno dallo scrivente, nonostante le lievi differenze che ci sono tra il dialetto empedoclino e quello cammaratese [...]
Dai tre saggi proposti nel presente volume viene fuori la rappresentazione di un Camilleri quale autore pregnante, densissimo, consapevole e colto, che di fronte alla pesantezza della condizione esistenziale, scelse di percorrere la stessa ironia che fu di Pirandello e, in misura diversa, di Sciascia, segnando tuttavia il limite di una personalità che ha risentito del mutato (deteriorato?) clima culturale, si direbbe della diversa qualità del suo pubblico, col quale ha avuto in fondo il merito di sapersi mettere in sintonia [...]”
Vito Lo Scrudato


 
Sicilia ON Press, 22.3.2024
Al via la II edizione del Concorso letterario Andrea Camilleri 2023-24 “Nel segno del giallo siciliano”

L’Istituto Comprensivo “Andrea Camilleri” -diretto da Rosetta Morreale- in collaborazione con l’Associazione Strada degli Scrittori BANDISCE la II edizione del Concorso letterario Andrea Camilleri 2023-24: “Nel segno del giallo siciliano”
Su iniziativa dell’Istituto comprensivo “A. Camilleri”- diretto da Rosetta Morreale – in collaborazione con l’Associazione Strada degli Scrittori, è bandita la seconda edizione del Concorso Letterario Andrea Camilleri “Nel segno del giallo siciliano” in memoria di  Andrea Camilleri.
Il Concorso è rivolto agli studenti delle classi quinte di scuola primaria e agli studenti di scuola secondaria di primo grado delle istituzioni scolastiche della regione Sicilia. I concorrenti potranno partecipare con opere inedite essendo finalità del Concorso letterario quella di stimolare e potenziare negli studenti la capacità di scrittura creativa, dando rilevanza al proprio patrimonio linguistico dialettale.
I candidati potranno iscriversi e mandare i loro elaborati a partire dal 25-03-2024 e fino e non oltre il 06-05-2024 (faranno fede gli orari di posta elettronica o timbro postale). Si può partecipare con un solo elaborato a persona; si possono inviare non più di tre elaborati per IstitutoLa partecipazione è gratuita.
I testi ammessi al concorso: racconti brevi, genere del racconto giallo ambientato nei luoghi siciliani, in prosa e in lingua italiana impregnate di forme tipicamente dialettali. Tutte le parole in dialetto dovranno riportare la traduzione in lingua italiana in nota. I testi presentati oltre che inediti non devono essere coperti da diritto d’autore e dovranno avere le seguenti caratteristiche editoriali: Cartelle minime: 2 Cartelle massime: 5 Per “cartella editoriale” si intende un foglio Word di 30 righe. L’opera dovrà essere scritta in: – carattere Times New Roman, corpo 12 , allineamento a sinistra,  interlinea singola, pagine numerate
Le opere finaliste saranno sottoposte al giudizio insindacabile della “GIURIA di QUALITÀ” composta da membri scelti fra scrittori, critici e cultori di lettere e dal presidente, individuato tra personalità del mondo della cultura, tutti con potere di voto. La Giuria ed il  suo presidente dono nominati dal “comitato organizzativo che è composto dal Dirigente Scolastico- Rosetta Morreale- e da un gruppo di docenti dell’I.C “A. Camilleri e ha sede presso l’Istituto comprensivo “A. Camilleri”, sito in via Compagna n.18, 92026 Favara (AG).
“La Giuria di Qualità” esaminerà gli elaborati entro il 10-05-2024 e stabilirà la graduatoria finale, individuando il podio vincitore del concorso. Ciascuna opera avrà una valutazione in centesimi che terrà conto dei seguenti parametri:
FORMA: capacità linguistico-espressive, anche dialettali CONTENUTO: originalità complessiva del contenuto COMUNICAZIONE: interesse del tema affrontato, ricchezza e valore del messaggio (capacità di trasmettere emozioni ed originalità espressiva) A parità di punteggio tra due o più opere, sarà premiata l’opera la cui candidatura sarà pervenuta per prima.
Verranno premiate le prime TRE opere della graduatoria finale redatta dalla giuria di qualità.
Premio I classificato: partecipazione gratuita al Master di Scrittura 2024 organizzato dalla Strada degli Scrittori e da Treccani; II classificato: collana di libri dedicati al Commissario Montalbano e partecipazione gratuita al tour “La vera Vigata” nei luoghi di A. Camilleri organizzato dall’Associazione Strada degli Scrittori; III classificato: collana di libri dedicati al Commissario Montalbano La Giuria ha inoltre facoltà di attribuire Menzioni d’onore ad opere che, pur avendo una valutazione eccellente, non rientrano fra gli elaborati premiati. Il premio, in questo caso, consisterà in una targa. Tutti i partecipanti, riceveranno un attestato di partecipazione.
Nel modulo di partecipazione (All. A), allegato al bando, dovranno essere indicati: 1) i dati completi della scuola (denominazione, codice meccanografico, indirizzo completo, telefono, email, docente referente), degli alunni partecipanti in forma singola (nome e cognome dello studente, titolo dell’opera, classe frequentata, indirizzo, email) e dei genitori/tutori.
 2) Il testo di ogni studente, in formato PDF dovrà essere allegato in forma anonima riportante soltanto il titolo dell’opera.
Sono previste due modalità di partecipazione:
1) Invio in modalità telematica. Ogni partecipante potrà inviare al seguente indirizzo di posta elettronica concorsoletterariocamilleri@gmail.com la seguente documentazione: – domanda di partecipazione al concorso, compilata in ogni sua parte e firmata – file dell’opera elaborata (anonima, riportante soltanto il titolo dell’opera). L’email di accompagnamento degli elaborati dovrà contenere in oggetto: II edizione del Concorso Letterario Andrea Camilleri: “Nel segno del giallo siciliano”.Una volta ricevuti gli elaborati, il Comitato Organizzativo del Concorso provvederà immediatamente a confermarne la ricezione tramite una mail di risposta automatica.
2) Invio modalità cartacea Ogni partecipante potrà inviare in busta chiusa all’indirizzo sotto indicato: Istituto Comprensivo “Andrea Camilleri” Via F. Compagna, 18 – 92026 Favara Sulla busta deve essere riportata la dicitura: II edizione Concorso Letterario Andrea Camilleri “Nel segno del giallo siciliano”. La busta deve contenere: – domanda di partecipazione al concorso, compilata in ogni sua parte e firmata – nr. 2 copie cartacee dell’opera (anonime, riportante soltanto il titolo dell’opera). Indipendentemente dalla modalità di partecipazione scelta da ogni partecipante, i lavori dovranno pervenire entro e non oltre il 06-05-2024, farà fede il timbro postale (si consiglia caldamente di utilizzare la posta prioritaria) o la data di invio on-line.
Al termine della manifestazione i lavori pervenuti non verranno restituiti ed entreranno a far parte dell’archivio dell’Istituto Comprensivo “Andrea Camilleri” di Favara. Le opere pervenute dopo la data indicata nel bando non potranno essere ammesse al concorso.
Entro giorno 11-05-2024 sul sito dell’Istituto Comprensivo “Andrea Camilleri” saranno pubblicati i nomi dei finalisti. In data 21-05-2024 verrà organizzata presso la sede della Scuola in Favara una pubblica cerimonia di premiazione del concorso. Gli autori finalisti, saranno invitati alla cerimonia.
Ogni informazione utile al Concorso ed, altresì, tutte le immagini della cerimonia di premiazione, nonché le opere insignite di riconoscimento. saranno pubblicate sul sito della Scuola:
Per comunicazioni e INFO contattare direttamente la prof.ssa Calogera Miceli, la prof.ssa Anna Maria Nobile, la prof.ssa Sgarito Laura all’indirizzo mail dedicato del concorso: concorsoletterariocamilleri@gmail.com
Contatti:
Telefono: 0922-415965/070123; Email: agic85800g@istruzione.it ; PEC: agic85800g@pec.istruzione.it ;Sito web della scuola: https://www.icandreacamilleri.edu.it/
Lilia Alba
 

  

Cinecittà News, 23.3.2024
Bif&st, Laudadio esce di scena per dedicarsi al centenario di Camilleri
Dopo 15 edizioni Felice Laudadio lascia la direzione del Festival da lui ideato e fondato nel 2009

Dopo 15 edizioni Felice Laudadio lascia la direzione del Bif&st, il Bari International Film&Tv Festival da lui ideato e fondato nel 2009 e svoltosi anno dopo anno con crescente successo. Lo ha annunciato lo stesso fondatore nella giornata finale del Bif&st 2024: “Sono stato chiamato a dirigere un altro prestigioso evento internazionale da me ideato e ho inoltre accolto l’affettuoso e amichevole invito delle figlie di Andrea Camilleri – che ringrazio per l’onore – a far parte del Comitato scientifico già al lavoro per organizzare le celebrazioni del centenario del grande scrittore che si svolgeranno in Italia e nel mondo nel 2025 e proseguiranno anche nel 2026. Un lavoro che mi impegnerà per anni.
[…]
“Al mio successore vorrei dare solo due consigli, ma anche altri se me li richiederà. Il primo: festeggiare a Bari nel marzo 2025 con una grande retrospettiva il centenario di Andrea Camilleri. Il secondo: prima di accettare l’incarico ottenere dal committente garanzie scritte sui tempi – e certezze sul budget disponibile – almeno 11 mesi prima che il Bif&st cominci, cosa che a me, a noi, non è stato mai possibile ottenere negli ultimi 5 anni. Dunque grazie a tutti: io ho dato molto a questa città, a questa regione, ma in cambio ho ricevuto moltissimo: in stimoli, in stima, affetto e fiducia. Esco anch’io di scena, come in questa foto insieme a Andrea Camilleri”.
 
 

Quaderni camilleriani, 25.3.2024
Comunicato
Quaderno speciale 2024/1

La collana Quaderni camilleriani (fondata nel 2016, reperibile all’indirizzo https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/) ha pubblicato il “Volume speciale 2024/1” (https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/3/).
Si tratta dell’edizione ampliata, riveduta e corretta dell’Indice degli autori, opere e personaggi citati da Andrea Camilleri in saggi e interviste (apparso nel 2023) ed è opera di Simona Demontis, pioniera degli studi camilleriani con il volume I colori della letteratura. Un’indagine sul caso Camilleri (Rizzoli, 2001).
L’Autrice – che nel corso degli anni ha coltivato una costante attenzione nei confronti dello scrittore di Porto Empedocle e ha pubblicato numerosi contributi – ha inteso estendere lo spoglio a opere che non erano incluse nella precedente edizione. Si tratta di Il laboratorio del contastorieVoi non sapeteUn onorevole sicilianoUn inverno italianoDi testa nostraIl teatro certamente: titoli che vanno ad aggiungersi a quelli già oggetto di analisi nella precedente edizione.
Lo scopo di questo lavoro è quello di realizzare uno strumento in continuo aggiornamento, destinato alla condivisione in Rete e inteso come aiuto alla comunità degli studiosi, nonché ai tanti lettori che Camilleri ha saputo raccogliere intorno a sé.

Simona Demontis rinnova così l’impegno assunto nel 2021, con la Bibliografia tematica sull’opera di Andrea Camilleri, e, con questo rinnovato Indice degli autori, opere e personaggi, offre uno strumento arricchito di ulteriori dati che saranno sicuramente utili a quanti intendono percorrere la vasta opera camilleriana.
 
 

Fantasy Magazine, 25.3.2024
Il canto del mare
Maurizio De Giovanni reinterpreta Andrea Camilleri ne Il canto del mare.

In un luogo senza tempo, quando iniziavano le vacanze estive, gli scolari passavano il loro tempo a casa di Nonnamà.
Un'anziana che ormai sembra senza età, cristallizzata nei suoi gesti antichi, che abitava in una casa strana.
E i bambini, rinnovando un rituale che oggi forse è perduto, sostituito da schermi di ogni sorta, ascoltavano le sue storie.
Tra queste, quella di Gnazio, un bracciante che emigrò in America, vivendo varie vicissitudini, per tornare poi in Sicilia e prendere moglie, una donna bellissima di nome Maruzza Musumeci.
Maruzza era bellissima, con una voce melodiosa, ma forse non tutto in sé, convinta di essere una sirena. Se fosse o meno una fissazione lo scopriremo nel corso del "cunto", nel quale a una storia familiare ad ampio respiro s'intrecciano l'evocazione di tempi perduti e le leggende del Mediterraneo.
Ne Il canto del mareMaurizio De Giovanni, celebre autore di gialli, alcuni dei quali contaminati da elementi fantastici, ripropone, in una versione per ragazzi e in lingua italiana, la storia che Andrea Camilleri pubblicò nel 2007, nella novella Maruzza Musumeci, formando con altre due novelle – Il casellante e Il sonaglio – di anni successivi, la sua "trilogia fantastica", scritta nel suo siciliano "camillerese" che lo ha reso famoso. Una trilogia della quale Camilleri ebbe a dire che risiedeva il meglio di sé.
Il racconto di De Giovanni non è la traduzione pedissequa in lingua italiana della novella, ma il racconto di come la stessa storia venga raccontata oralmente, con dettagli diversi da quelli trascritti. Un'operazione che è sia letteraria che meta-letteraria, perché mostra all'opera la narratrice, lasciandoci il dubbio che forse adatti la storia all'età dei suoi piccoli ascoltatori.
Il volume è completato dalle belle illustrazioni di Mariolina Camilleri, figlia di Andrea, che mi rammarico non essere considerata coautrice del volume, perché i suoi disegni puntellano l'atmosfera da fiaba del volume, costituendo parte integrante della narrazione.
La vicenda che ci porterà a conoscere l'amore e la devozione di Gnazio per Maruzza, ma porterà i più piccoli a immedesimarsi nelle storie dei lori figli: Cola, Resina – che sembra avere la stessa voce ammaliante della madre – Calorio e Ciccina. Ci saranno sia eventi lieti che tragici, come è nella vita, in una storia che racconta anche crescita e trasformazione.
La potenza delle fiabe è amplificata dal fatto che le stesse storie, con i loro concetti fondamentali intatti, possono e devono essere narrate con il linguaggio del momento in cui il racconto viene riportato, senza ancorarsi in modo ottuso alle forme precedenti. Nuove versioni sono sempre possibili.
Maurizio De Giovanni si rivela abile a smorzare senza eliminare le componenti adulte della storia, in una versione comprensibile e contestualizzabile per i fruitori odierni del volume, come era nelle fiabe riportate al loro tempo dai fratelli Grimm o da Giambattista Basile.
Emanuele Manco
 

  

AgrigentoNotizie, 26.3.2024
Televisione / Porto Empedocle
La troupe Rai sbarca a Porto Empedocle, Alberto Angela in città per girare uno “speciale”
I furgoni con uomini e attrezzature si sono posizionati in via Roma davanti al palazzo del Comune. Da alcune prime indiscrezioni potrebbe trattarsi di un programma televisivo dedicato ad Andrea Camilleri

Il 17 luglio saranno 5 anni dalla morte di Andrea Camilleri. Non è ancora chiaro il motivo per cui la troupe della Rai, questa mattina, martedì 26 marzo, sia arrivata a Porto Empedocle. I furgoni con il logo della tv di Stato sono entrati in via Roma posizionandosi davanti al palazzo comunale, poco distante dal murale che celebra lo scrittore empedoclino.
Nel frattempo, ieri sera, il conduttore televisivo Alberto Angela è stato visto ad Agrigento mentre era a cena in un ristorante a San Leone. Sono tutti elementi che lascerebbero pensare ad uno “speciale” dedicato proprio ad Andrea Camilleri di cui quest’anno, appunto, ricorrono i 5 anni dalla scomparsa. Un altro “indizio” che avvalora ulteriormente la tesi di un progetto televisivo dedicato a Camilleri, con immagini girate a Porto Empedocle, è la presenza in città della nipote dello scrittore Arianna Mortelliti che proprio l’anno scorso ha debuttato in libreria con il suo primo romanzo. La troupe è già al lavoro e, sempre in base a quanto trapelato, dovrebbe concludere nella giornata di mercoledì 27 marzo.
Alberto Angela non è nuovo a programmi televisivi in cui Andrea Camilleri figura tra i protagonisti. Alcuni anni fa, poco prima della scomparsa dello scrittore, aveva infatti condotto una puntata speciale di “Meraviglie” dedicandola alla Valle dei templi. In quell’occasione Camilleri raccontava in prima persona alcuni aneddoti della sua gioventù, su come in passato gli agrigentini “vivevano” e si godevano il sito archeologico patrimonio Unesco. Si trattò di un’imponente produzione che univa le “Meraviglie” di Agrigento a quelle di Siena e Milano, girata interamente in 4K Hdr con la Rai che sperimentava la diffusione del formato ad altissima risoluzione (programma che è stato più volte riproposto sul canale tematico Rai 4K visibile via satellite).
In tarda mattina Alberto Angelo si è poi visto in città nei pressi del murale. E' stato poi confermato che sarà un programma dedicato ai luoghi di Andrea Camilleri. Le riprese saranno effettuate tra la Valle dei templi e Porto Empedocle. Alberto Angela si vedrà davanti al murale di Andrea Camilleri. Ci sarà una intervista ad Arianna Mortelliti. La troupe ha pranzato a Porto Empedocle per poi spostarsi nel Ragusano.
Andrea Cassaro
 
 

Teleacras, 27.3.2024
Andrea Camilleri “torna” al Palacongressi con la rappresentazione di uno dei suoi romanzi storici “La concessione del telefono”

Il Palacongressi Festival si prepara allo spettacolo conclusivo: “La Concessione del Telefono” in programma il 12 aprile prossiomo. Il Palacongressi si prepara a concludere la sua stagione culturale con uno spettacolo che promette di essere memorabile: “La Concessione del Telefono”, di Andrea Camilleri, per la regia di Giuseppe Dipasquale, con un protagonista d’eccezione: Alessio Vassallo, attore amatissimo dallo scrittore empedoclino, il celebre Mimì Augello del “Giovane Montalbano”.
Questo evento, molto atteso segna il culmine di una serie di rappresentazioni che hanno animato le sale del Palacongressi con strepitosi successi, con la direzione artistica di Gaetano Aronica.
“La Concessione del Telefono”, un classico della drammaturgia contemporanea, è una commedia brillante che racconta un esilarante gioco degli equivoci e le tragicomiche avventure per l’attivazione di una linea telefonica nella Sicilia di fine Ottocento. La pièce promette di intrattenere il pubblico con la sua trama avvincente e i suoi personaggi indimenticabili.
Mentre ci prepariamo a salutare la fine di questa stagione teatrale indimenticabile, è con grande eccitazione e gratitudine che attendiamo l’apertura delle porte del Palacongressi per accogliere il pubblico e dare inizio a uno spettacolo che rimarrà nei cuori e nelle menti di tutti coloro che avranno la fortuna di assistervi.

Gaetano Ravanà
 
 

Ragusa News, 28.3.2024
Alberto Angela: la puntata di Ulisse sulle tracce di Montalbano
Alberto Angela sta girando una puntata di Ulisse, prossimamente in onda su Rai Uno, in Sicilia. Sulle tracce di Camilleri e Montalbano

Santa Croce Camerina - Dopo la Valle dei Templi, Punta Secca. Dopo Andrea Camilleri, Salvo Montalbano. Alberto Angela sta girando una puntata di Ulisse, prossimamente in onda su Rai Uno, in Sicilia. 
Ad accoglierlo a Punta Secca, frazione di mare dove vengono girate le scene casa del commissario Montalbano, il sindaco Peppe Dimartino: "Abbiamo avuto il piacere di ricevere la visita di un ospite d'eccezione: il grande divulgatore Alberto Angela. Lo abbiamo incontrato e scambiato quattro chiacchiere in una pausa delle riprese della nuova stagione di "Ulisse” in cui si parlera’ anche della Sicilia. La bellezza di Punta Secca ha fatto da set naturale e potremo vedere, prossimamente, la nostra città sulla Rai. Un ritorno di immagine importantissimo per il nostro territorio. Grazie ancora ad Alberto Angela per la sua cortesia e per i complimenti ricevuti in merito all'accoglienza riservata, per lui e la troupe, da parte della nostra comunità".

 
 

La Sicilia, 30.3.2024
La tradizione. Dal doppio Capodanno prima del calendario gregoriano ai… marziani di Orson Welles. La burla di Andrea Camilleri alla Rai
Arriva il “pesce d’aprile” attenti a non abboccare

[…]
Meno noto, ma altrettanto riuscito, quello messo a segno da Andrea Camilleri, il popolare scrittore siciliano spinse la produzione Rai, il regista Sironi e l’attore Zingaretti a lavorare per settimane su un finto romanzo del commissario Montalbano in cui il vice Mimì Augello, noto sciupafemmine, si innamorava dell’agente Galluzzo, dalla pistola facile, e che fuggiva con lui a Lipari, nelle Eolie. Titolo del romanzo: “Il guizzo del cefalo”. Soltanto la grande popolarità di Camilleri e una buona dose di senso dell’umorismo, spinse i dirigenti Rai a non presentare una denuncia per danni contro il romanziere siciliano. In fondo era “solo” un pesce d’aprile…
[A quanto ci risulta questo aneddoto è totalmente falso, NdCFC]
Carmelo Di Mauro
 
 

Kaos en la red, 31.3.2024
Andrea Camilleri, historiador

«He explicado que no tengo mente de historiador[…]no he consultado más que unos pocos libros de historia y no he puesto un pie en un archivo para buscar papeles y documentos[…] A mí me interesa que la segunda masacre, la de la memoria, sea de algún modo rescatada. Y perdóneseme acaso el lenguaje, el color, sus intemperancias, que ciertamente no son de historiador»
El escritor siciliano (Porto Empedocle, Sicilia, 1925 – Roma, 2019) es conocido por sus obras narrativas, y de manera muy especial por su serie cuyo protagonismo recae en el comisario Salvo Montalbano. Varias son las obras que, no obstante, han derivado por otros lares como puede verse en los enlaces que añado al final del artículo*. No es la primera vez de todos modos en que el escritor echa la vista atrás como hizo, por ejemplo, al rescatar al Rey Campesino, personaje del siglo XVIII.
Ahora en su «La masacre olvidada», editada por Destino, se zambulle, y nos arrastra consigo, al siglo XIX. Camilleri se comporta como un avezado arqueólogo y, a pesar de sus disculpas, como un historiador dispuesto a rascar para sacar a la luz unos hechos brutales que han sido mantenidos en el secreto, tanto por las autoridades, y su prensa, como por los historiadores. Fue en la noche entre el 25 y 26 de enero de 1848, cuando el mayor Sarzana se llevó por delante a ciento catorce personas, sin despeinarse; de los asesinados se ofrece en el Apéndice, la lista completa y su edad y lugar de procedencia.
En medio de las luchas de las diferentes banderías monárquicas, se desarrollan, además de los cambios de chaqueta, que hace que unos se pasen de los borbones a otras líneas dinásticas, los comienzos de la rebelión y los pasos hacia la unificación de Italia. No me detendré en detalles, pero sí quisiera destacar que lo narrado tiene ciertos aires de familia con comportamientos del presente: la represión fue salvaje, las versiones sobre lo sucedido fueron silenciadas siempre que no respondiesen a la versión oficial que es igual que decir la mentira oficial que exculpaba a los culpables de la msacre, y muy en especial del mayor protagonista de la chacinería. El coronel Emanuele Sarzana fue el comandante de la guarnición de Licata en el mismo momento en que los Borbones se adueñaban de lugar. El nombrado fue juzgado, es un decir, en diferentes lugares napolitanos y otros, yéndose de rositas, al difuminarse su responsabilidad o justificarla. También vemos a algún empleado, que respondía al nombre de Gaetano Attard, que se encargaba del Registro Civil, mostraba una capacidad de manipular propia de un hábil trilero: ocultación de datos, de las causas de las muertes, etc., etc., etc..pero que, al fin y a la postre, fue el que escribió los nombres de los asesinados; fiel escribiente pues. «Los fenicios, que a menudo veían largo y claro, llamaban a la Pantelaria, ´Yrnm, que significa “islas de los avestruces”»…en esta ocasión hicieron verdad el dicho de los fenicios.
Las fuentes a las que recurre Andre Camilleri quedan desveladas y muy en concreto las historias que sobre el asunto le contase su bisabuela Carolina Camilleri, coetánea de los hechos, al igual que los testimonios de parte de quienes colaboraron en la masacre, no privándose de recurrir al terreno hipotético, el escritor recompone la verdad de los hechos, la esclavitud a que eran sometidos los prisioneros, o la obligación a lucir uniformes enemigos, siendo así aprovechados antes de dárseles la muerte…y el espanto de los testigos que veían a seres que generalmente daban cuenta de unos sentimientos realmente buenos se dedicaban, enloquecidos, a arrastrar por las ensangrentadas calles los cadáveres de los asesinados. Robos, incendios y destrucción acompañaron la matanza en la que el cabecilla no tuvo tiempo de sudar…frente a los grandes sudores que confesó Adolf Eichmann padecidos para llevar adelante su producción de cadáveres al por mayor…
En fin, una historia narrada con la habilidad propia de Andrea Camilleri que combina la presentación de la sangría cometida con ciertos toques de humor que son una verdadera arma para ver el desbarajuste con que se llevaron a cabo las inexistentes investigaciones, y la absoluta ocultación de los hechos.
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* ) Aquí van algunos enlaces que llevan, o deberían hacerlo, a varios artículos sobre libros del escritor. En el primero de ellos, se envía a cuatro, además del propio artículo; advierto que se pueden dar repeticiones, pero bueno…:
https://carteldelasartesylasletras.wordpress.com/2022/03/28/un-abogado-frente-a-la-mafia-el-clero-y-la-aristocracia/
https://carteldelasartesylasletras.wordpress.com/?s=++Andrea+Camilleri
https://archivo.kaosenlared.net/archivo/lo-ultimo-de-andrea-camilleri/
htttps://archivo.kaosenlared.net/alla-en-vigata/
https://kaosenlared.net/camilleri-cronista-siciliano/
Iñaki Urdanibia
 
 

 

 

 


 
Last modified Friday, April, 19, 2024