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RASSEGNA STAMPA

NOVEMBRE 2024

 

Cagliaripad, 1.11.2024
Domenico Iannacone: “Mi piacciono le storie minime, quelle non eclatanti”

Domenico Iannacone si definisce un cantastorie. Quando lo fa, gli si illuminano gli occhi e il sorriso si apre. Come se rivedesse davanti a sé tutte le narrazioni di questi anni, anche quelle più drammatiche. La soddisfazione è quella di renderle note, di renderle “sentite”, di tutti. Senza distinzioni.
Ecco perché definirlo giornalista appare quasi riduttivo. Anche se la sua grandezza non è solo fisica, ma anche umana. Domenico Iannacone parla con tutti, ascolta le storie, empatizza, si concede a foto e autografi. Sta portando per lo stivale “Che ci faccio qui”, il programma televisivo Rai che nei teatri sta assumendo uno sviluppo e una maturazione differente, mantenendone intatto il valore.
In Sardegna, Domenico Iannacone ha avuto modo di dialogare con Maria Fois Maglione, anima de Il Giardino di Lu. Una nuova storia, altri vagoni da aggiungere ad un treno che da oltre dieci anni corre attraverso i territori di tutta l’Italia.
“Che ci faccio qui” prosegue a teatro. Com’è portare le storie altrove rispetto alla tv?
S
to continuando la mia attività di giornalista ma soprattutto di cantastorie. Un mio amico, Andrea Camilleri, mi diceva sempre: c’è una capacità orale di tenere le storie vive, sempre accese. E questo mi è rimasto dentro come messaggio. Le mie storie sono vive perché ho attraversato luoghi, incontrato persone, ho avuto quasi la possibilità di entrare nelle vite degli altri. Questo è un privilegio. Mantiene accese le storie nella loro verità. E quindi sono sempre bellissime da raccontare.
[…]
Simone Spada
 
 

La Confessione, 2.11.2024
Peter Gomez fa "confessare" personaggi di spicco del mondo della politica, del giornalismo e dello spettacolo.
Sergio Rubini ricorda Andrea Camilleri

L'attore e regista racconta a Peter Gomez l'esperienza all'Accademia d'arte drammatica, dove ebbe come insegnante Andrea Camilleri, e svela quanto lui detestasse la recitazione e il teatro e che in realtà voleva fare il musicista rock.
 
 

Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico, 4.11.2024
Bando Premio di scrittura e di produzione “Andrea Camilleri” 2025

Premessa

L’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, in accordo con la famiglia, ha istituito nel 2020 il premio “Andrea Camilleri”, un riconoscimento intitolato allo scrittore, regista e sceneggiatore, già allievo e poi docente dell’Accademia, che ha dedicato grande parte della sua vita all’insegnamento alle future generazioni di attori e registi. 

I – PREMIO DI SCRITTURA

In occasione del centenario della nascita del maestro, il Premio di scrittura e di produzione “Andrea Camilleri 2025” prevede la selezione di un testo drammatico e la segnalazione di 2 ulteriori testi.

La drammaturgia vincitrice sarà realizzata grazie al premio di produzione di € 40.000,00 (quarantamila/00) (di cui € 3.000,00 destinati al contratto di scrittura ed elaborazione da parte dell’autore), a copertura dei costi di allestimento, prove, debutto e repliche, di cui al successivo Art. 2.

I due testi segnalati verranno parimenti pubblicati sul sito dell’Istituzione e alcuni brani saranno presentati in lettura nella cerimonia di premiazione finale prevista il 6 settembre 2025 al Teatro Studio “Eleonora Duse”.

II – PREMIO DI PRODUZIONE

La pubblicazione sul sito dell’Accademia della sinossi e del testo vincitore è volta a permettere anche la presentazione e la selezione di un progetto di realizzazione.

L’opera sarà messa in scena con il supporto della SIAE, grazie ad uno specifico contributo di sponsorizzazione erogato attraverso il bando Per Chi Crea 2024, e verrà presentata come spettacolo della Compagnia dell’Accademia in cartellone al Festival dei 2 Mondi di Spoleto il 11, 12 e 13 luglio 2025 (date da confermare) all’Auditorium della Stella.

Cliccare qui per il bando integrale
 
 

Aise, 4.11.2024
“Parliamo Italiano!”: L’italiano tra le righe di Camilleri all’IIC di Mosca

Mosca - Nuovo appuntamento con “Parliamo italiano” all’Istituto Italiano di Cultura di Mosca che mercoledì 6 novembre ospiterà il club di conversazione tenuto da Barbara Iabichella, coordinatrice e insegnante dei corsi di lingua italiana dell’IIC.
Gli incontri si tengono una volta al mese di mercoledì presso l’Istituto.
“L’italiano tra le righe di Camilleri” il tema dell’incontro di mercoledì, in programma dalle 19.00.
Barbara Iabichella si è laureata presso la facoltà di Lingue e Letterature Straniere Moderne di Catania. Vive e lavora a Mosca dal 2006. Ha lavorato per 5 anni presso la Scuola Italiana “Italo Calvino”. Nello stesso periodo ha collaborato con l’università RUDN. Attualmente conduce corsi di vario livello, compresa la preparazione degli esami CILS, presso l’università RGGU e si occupa del coordinamento didattico dei corsi di lingua presso l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca.
Gli incontri si tengono in lingua italiana.

 
 

Quefaire, 4.11.2024
Les Chaussures Neuves d'Andrea Camilleri

Après son passage la saison dernière avec le spectacle haut en couleurs "Italie-Brésil 3 à 2", la Compagnie Odissea est de retour sur la scène de A la Courte Echelle avec "Les Chaussures Neuves" d'Andrea Camilleri, un conte truculent inscrit dans les traditions siciliennes.
Ce récit nous plonge dans la Sicile rurale et fasciste des années 1940. Comme dans la plupart de ses récits, l'histoire se passe à Vigatà, ville imaginaire du sud de l'île. On y suit les tribulations de la famille Sgargiato, pauvres paysans de pères en fils et de mères en filles, qui acquiert un âne fort utile baptisé... Mussolini !
L'aîné de la famille, grâce à son âne, réussit à s'acheter une paire de chaussures neuves qu'il n'a pas le temps d'étrenner car la guerre qui approche l'appelle et vient redistribuer les cartes.
Qui portera ces chaussures ? L'histoire avec un grand H en décidera...
À l'image des Conta et Cantastorie, pour renouer avec la simplicité des origines du théâtre et pour embarquer les spectateurs dans une autre époque, Fabien Di Liberatore et Fabrice Piazza s'emparent de cette nouvelle qu'ils entremêlent de chants traditionnels siciliens, qu'ils interprètent eux-mêmes en s'accompagnant à la guitare et à l'harmonium indien.

Texte : Andrea Camilleri
Traduction : Dominique Vittoz
Conception, adaptation, jeu et chants : Fabrice Piazza et Fabien Di Liberatore
Collaboration artistique sur les chants : Brigida Romano
Regard costumes et scènographie : Pascale Fichers

Une production de la Compagnie Odissea, avec le soutien de la Fédération Wallonie-Bruxelles et du Centre Culturel de Chênée.
Organisateur :
A LA COURTE ECHELLE SEAC
Où : A la Courte Echelle, rue de Rotterdam 29, 4000 Liège
Public : Tous publics
Internet : https://shop.utick.net?pos=ALACOURTEECHELLE&m...
Catégorie : Théâtre
Vendredi: de 20:00 à 22:00
Samedi: de 20:00 à 22:00

Du 17 au 18 janvier 2025
 
 

Alessandria Today, 4.11.2024
La coscienza di Montalbano: Sei Racconti di Intelligenza e Umorismo del Commissario più Amato d’Italia. Recensione di Alessandria today
Un viaggio breve ma intenso nel mondo di Montalbano, tra crimini, ironia e riflessioni umane

Andrea Camilleri, autore amato e conosciuto in tutto il mondo, torna con La coscienza di Montalbano, una raccolta di sei racconti che portano il lettore a esplorare il lato più intimo e riflessivo del celebre commissario siciliano. Pubblicato postumo da Sellerio il 26 maggio 2022, il libro presenta storie brevi, cariche di tensione narrativa e di un’ironia sottile che solo Camilleri sapeva creare. Ogni racconto, sebbene breve, è un concentrato di umanità, acutezza investigativa e un pizzico di malinconia, tipici del personaggio di Montalbano.
Un Camilleri più Intimo e Raffinato
Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle nel 1925 e scomparso nel 2019, è stato uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Creatore del commissario Montalbano, Camilleri ha dato vita a una serie di romanzi e racconti che hanno saputo raccontare la Sicilia e l’Italia intera, con uno stile unico e inconfondibile. La sua scrittura mescola dialetto siciliano e italiano, conferendo ai suoi testi una musicalità che avvicina il lettore alle atmosfere e alle tradizioni siciliane. Con oltre trenta romanzi dedicati a Montalbano, Camilleri ha saputo creare un personaggio amato da lettori e telespettatori, diventato un’icona della letteratura italiana.
I Sei Racconti della Raccolta: Piccoli Gialli di Quotidianità e Umanità
Nei racconti de La coscienza di Montalbano, Camilleri si concentra su piccoli episodi che permettono al lettore di vivere un’esperienza più diretta con il commissario. Le storie, scritte in periodi diversi della vita dell’autore, non sono mai state incluse nelle antologie pubblicate in vita. In queste vicende, Montalbano non si limita a risolvere crimini, ma entra in contatto con una varietà di personaggi che lo mettono di fronte a dilemmi morali e umani, offrendogli uno spaccato della complessità della natura umana.
Uno dei racconti più emblematici è “La finestra sul cortile”, titolo che richiama il celebre film di Hitchcock, ma che racconta tutt’altra storia. Montalbano, in trasferta a Roma, si ritrova a indagare su un misterioso uomo che osserva sospettosamente un cortile con binocolo e corda alla mano. Con ironia e sagacia, il commissario riesce a risolvere il caso in maniera brillante e inaspettata.
Il Mondo di Montalbano: Ironia, Morale e Giustizia
I racconti raccolti in La coscienza di Montalbano rappresentano un mosaico di vita quotidiana e problemi etici. Camilleri ci presenta un Montalbano che non si limita a essere un poliziotto, ma un uomo attento e riflessivo, in grado di cogliere la complessità dei rapporti umani. Nei racconti, il commissario si muove in un microcosmo fatto di piccoli dettagli e intuizioni, dove ogni caso è un’occasione per riflettere sulla giustizia, sull’amore e sul destino. Le storie, veloci e coinvolgenti, fanno emergere il talento di Camilleri per l’umorismo e la sua abilità di descrivere l’animo umano con una semplicità disarmante.
 
 

Videoinformazioni, 4.11.2024
Tra sacro e profano De Giovanni racconta la sua Napoli
Al via la rassegna promossa e sostenuta dall’Assessorato al Turismo del Comune di Napoli "Vedi Napoli sacra e misteriosa e poi torni"

Dodici spettacoli, undici concerti, sette incontri e trentasei itinerari guidati tra le strade della città. La rassegna “Vedi Napoli Sacra e Misteriosa e poi torni”, promossa e sostenuta dall’Assessorato al Turismo e alle Attività produttive del Comune di Napoli, presieduto da Teresa Armato, è partita con la sua terza edizione dal titolo “Viaggio nella Napoli segreta verso il Natale”, a cura della Fondazione Il Canto di Virgilio.
Il primo appuntamento al Teatro di Corte di Palazzo Reale con “I misteri di Napoli”, incontro al quale hanno preso parte lo scrittore Maurizio de Giovanni, Martin Rua e il giornalista Enzo Perone.
Dopo l’incontro, il pubblico ha assistito allo spettacolo “Il canto del mare”, scritto e interpretato del papà commissario Ricciardi, che ha rielaborato un celebre testo di Andrea Camilleri. Con Maurizio de Giovanni, in scena Marco Zurzolo, Rosaria De Cicco, Paolo Cresta, Marianita Carfora e Rocco Zaccagnino. (Intervista in video allegato).
[…]
Matteo De Crescenzo
 
 

Quotidiano di Sicilia, 5.11.2024
Verso il centenario di Andrea Camilleri. All’Ars un ddl per celebrare lo scrittore
Il Pd ha depositato un disegno di legge per impegnare la Regione a stanziare risorse adeguate. Il sindaco di Porto Empedocle al QdS: “Noi già al lavoro nella programmazione degli eventi”

PALERMO – A dieci mesi dal centenario della nascita di Andrea Camilleri, come si stanno organizzando le istituzioni siciliane per omaggiare la memoria dello scrittore che più di tutti, negli ultimi decenni, ha dato lustro all’isola? A porsi il quesito non sono soltanto i tanti che hanno amato le opere dello scrittore e quanti lo hanno scoperto anche grazie ai successi connessi alla trasposizione televisiva delle vicende del commissario Montalbano, ma anche l’opposizione all’Assemblea regionale siciliana.
Il Partito democratico, infatti, ha di recente depositato un disegno di legge per impegnare il governo Schifani a stanziare risorse per organizzare in maniera adeguata un omaggio degno della fama e dell'importanza che Camilleri, nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925 e morto a Roma il 17 luglio 2019, ha avuto per la letteratura e la cultura non solo siciliana. “Attraverso il presente disegno di legge, composto da quattro articoli, si intende degnamente ricordare, anche a livello regionale, la figura dello scrittore siciliano”, si legge nella relazione che accompagna i quattro articoli del disegno di legge. La proposta prevede lo stanziamento di centomila euro per allestire un programma di iniziative per dare lustro all'ampissima produzione di Camilleri, autore di oltre un centinaio di opere e che nel corso della propria vita è stato anche sceneggiatore, regista e drammaturgo. Secondo i dem, il compito di coordinare le attività dovrebbe essere affidato a un comitato promotore composto dall'assessore ai beni culturali, da due deputati, dal sindaco di Porto Empedocle, da quattro docenti universitari in rappresentanza degli atenei isolani, da un rappresentante del Fondo Andrea Camilleri e da rappresentanti di altri soggetti – pubblici o privati – che potrebbero aderire alla celebrazione dello scrittore. Al comitato spetterebbe l'elaborazione del programma culturale e la gestione delle manifestazioni e degli eventi a livello regionale, mentre la Regione più in generale dovrebbe porsi come obiettivi quelli di farsi capofila anche per la promozione di iniziative che puntino a sostenere la raccolta e la pubblicazione di opere inedite di Camilleri. Più in generale, l'invito del gruppo parlamentare dem è quello di evitare di presentarsi impreparati a un appuntamento che arriverà nello stesso anno in cui Agrigento sarà la capitale della cultura. “Nell’occasione del centenario della nascita, il Fondo Andrea Camilleri ha già promosso una serie di iniziative culturali in diverse città italiane e straniere. Le origini siciliane del rinomato scrittore impongono che anche a livello regionale lo stesso venga degnamente ricordato”, si legge nella relazione preparata da Fabio Venezia, deputato primo firmatario del disegno di legge. Il Fondo, che ha sede a Roma nei quartieri Prati, dove lo scrittore ha vissuto a partire dagli anni Cinquanta, è nato per iniziativa dei familiari con l'obiettivo di tutelarne l'archivio e la biblioteca, ma anche promuovere ricerche originali e pubblicazioni sulla vita e le opere di Camilleri e favorire l'attività di formazione per giovani scrittori con l'istituzione di borse di studio e premi per le tesi di laurea dedicate all'ideatore del commissario Montalbano. Il ruolo di Camilleri nel panorama letterario e culturale è riconosciuto dentro e fuori l'Italia, così come testimoniato dalle iniziative che il Fondo ha già in programma “per festeggiare, nell’intero anno 2025 e per gran parte del 2026, il centenario della nascita”. Tra gli appuntamenti che già hanno avuto luogo c'è stato anche un omaggio speciale organizzato da Sellerio – l'editore di Camilleri – che si è tenuto il mese scorso durante la Fiera del libro di Francoforte. Proprio Sellerio ha sposato il progetto di pubblicare, in un volume di 400 pagine, centinaia di lettere scritte da Camilleri tra il 1949 e il 1961 ai familiari, in cui parla anche degli incontri con personaggi di primissimo piano della scena culturale del tempo. “La nostra città e l’amministrazione comunale da me diretta è da tempo al lavoro nella programmazione degli eventi per il centenario dalla nascita del nostro Andrea Camilleri – dichiara al Quotidiano di Sicilia il sindaco di Porto Empedocle, Calogero Martello –. Abbiamo interlocuzioni costanti non solo con la famiglia dello scrittore, ma anche con la Fondazione istituita per l’appuntamento di ‘Agrigento Capitale italiana della cultura 2025’. Coinvolgeremo associazioni culturali del territorio, come quella denominata ‘Oltre Vigata’, terremo mostre permanenti, valorizzeremo i luoghi che hanno ispirato le opere e i personaggi di Camilleri”. Per Martello il ddl depositato all'Ars “rappresenta certamente un tassello molto importante, fondamentale per avere il sostegno della Regione Siciliana in vista di questi importanti appuntamenti. Già nei prossimi giorni stileremo un programma ben delineato delle iniziative che il nostro Comune organizzerà per un 2025 che dal punto di vista culturale – conclude il primo cittadino – rappresenta uno snodo strategico per la nostra comunità e un volano di attrazione turistica”.
Simone Olivelli
 
 

La Sicilia (ed. di Ragusa), 5.11.2024
Ragusa e il centenario della nascita di Andrea Camilleri, Buscema: “Avviare dibattito anche sul nostro territorio”
La coordinatrice provinciale di Italia Viva si collega all'iter normativo in fase di adozione all'Ars

“Vogliamo fare un plauso, come componenti di Italia Viva, al disegno di legge che vede come primo firmatario l’onorevole Fabio Venezia che cerca di strutturare, da un punto di vista legislativo, un momento storico e una eredità culturale che certamente la nostra isola deve celebrare. Parliamo del centenario della nascita di Andrea Camilleri”. E’ quanto sottolinea la coordinatrice provinciale di Italia Viva Ragusa, Marianna Buscema, che evidenzia come “il nostro conterraneo Andrea Camilleri è stato uno degli intellettuali italiani più importanti dell’ultimo secolo. E nel contesto di questa storica ricorrenza troviamo l’intuizione dell’on. Venezia, degna di essere veicolata e resa dibattito nell’ambito delle realtà culturali dell’isola”.
“Per quanto ci riguarda – afferma Buscema – intendiamo farci promotori di questo dibattito all’interno della provincia di Ragusa per far sì che questo disegno non rimanga relegato al semplice centenario o a una piccola porzione della nostra isola, ma possa diventare una promozione culturale permanente con interventi strutturali anche come motivo di viaggio per le nuove generazioni, capace di attrarre interesse. Grazie a Camilleri, la nostra terra, e in modo particolare la provincia iblea, ha tratto un beneficio non indifferente in termini di immagine e di presenza turistica e molto gli dobbiamo riconoscere. Leggendo il disegno di legge, infatti, riteniamo che tale proposta sia meritevole di essere diffusa alla collettività e strutturata in maniera tale che questa norma possa dare l’imprinting per non fermarsi soltanto al centenario ma avere una certa continuità per creare intorno alla figura di Andrea Camilleri un senso della fruizione regionale dei “Luoghi di Camilleri” di sicuro interesse culturale oltre che del viaggio attraverso varie iniziative. Ecco perché, partendo da questo presupposto, ci faremo promotori di un momento di dibattito all’interno della nostra provincia per fare conoscere e iniziare a lavorare insieme intorno a quello che speriamo sia un percorso normativo che sarà presto fatto proprio dall’Assemblea regionale”.
 
 

Calabria straordinaria, 5.11.2024
Teatro Gentile - Stagione Teatrale

La stagione teatrale del Teatro Gentile di Cittanova è organizzata dall'Associazione Kalomena. Questa rassegna, che si rinnova annualmente, si distingue per la sua ampia varietà, offrendo al pubblico spettacoli di diverso genere, interpretati da compagnie teatrali di primaria importanza a livello nazionale e internazionale con migliaia di attori, musicisti e ballerini coinvolti, la programmazione si configura come un viaggio attraverso le molteplici sfaccettature dell'arte scenica. Oltre a plasmare la stagione teatrale, la rassegna si distingue anche per il suo bagaglio di esperienze e successi nell'ambito di grandi eventi musicali.
Il cartellone 2024/2025 […] brilla per la presenza di artisti di fama nazionale come […] Edoardo Siravo [il 3 marzo 2025, con “Il birraio di Preston”, NdCFC] […].
Gli spettacoli, che si terranno presso il Teatro Gentile con inizio alle 20:30, sono accessibili tramite abbonamento o biglietti singoli.
 
 

Una giornata particolare, 6.11.2024
L’incontro tra Robert Capa e il giovane Camilleri: "Sopra le loro teste duellano due aerei..."
L’incontro tra il celebre fotografo di guerra Robert Capa e il giovane Andrea Camilleri: "Sopra le loro teste duellano due aerei, i due si gettano a terra…".


 
 

La Notizia, 9.11.2024
Anticipazioni per il Grande Teatro di Giraudoux in TV del 9 novembre alle 16.20 su Rai 5: “La guerra di Troia non si farà”

Per il Grande Teatro di Jean Giraudoux in TV andrà in onda oggi sabato 9 novembre alle 16.20 su Rai 5 l’opera “La guerra di Troia non si farà” dramma in due atti proposto nella versione trasmessa dalla Rai nel gennaio 1968 con la regia di Andrea Camilleri.
Interpretazione di Franco Graziosi ed Elena Sedlak.
La guerra di Troia viene riletta da Jean Giraudoux in chiave pacifista, evidenziando gli sforzi di Ettore per evitarla, ricercando una soluzione diplomatica che scongiuri lo scontro e preservi la pace. Un’alternativa utopica quanto, purtroppo, irrealizzabile ai valori dell’epos che hanno fondato la civiltà occidentale.
La guerra di Troia non si farà (La guerre de Troie n’aura pas lieu) è un dramma di Jean Giraudoux, composto nel 1935 e messo in scena il 21 novembre dello stesso anno al Théâtre de l’Athénée di Parigi da Louis Jouvet.
In esso si cerca di decifrare le motivazioni fratricide della prima guerra mondiale e vi vengono sottolineati il cinismo e le manipolazioni dei politici. Il dramma mette in luce il pacifismo di Giraudoux che aveva combattuto durante la prima guerra mondiale in Francia e sui Dardanelli, così come la sua lucidità di fronte alle «due sciocchezze, quella degli uomini e quella degli elementi» (I,1).
Un riferimento all’opera compare nel romanzo La rete di protezione di Andrea Camilleri.
[…]
 
 

Alessandria Today, 10.11.2024
La coscienza di Montalbano: Sei Racconti di Intelligenza e Umorismo del Commissario più Amato d’Italia. Recensione di Alessandria today (Grazie Google news)
Un viaggio breve ma intenso nel mondo di Montalbano, tra crimini, ironia e riflessioni umane

Andrea Camilleri, autore amato e conosciuto in tutto il mondo, torna con La coscienza di Montalbano, una raccolta di sei racconti che portano il lettore a esplorare il lato più intimo e riflessivo del celebre commissario siciliano. Pubblicato postumo da Sellerio il 26 maggio 2022, il libro presenta storie brevi, cariche di tensione narrativa e di un’ironia sottile che solo Camilleri sapeva creare. Ogni racconto, sebbene breve, è un concentrato di umanità, acutezza investigativa e un pizzico di malinconia, tipici del personaggio di Montalbano.
Un Camilleri più Intimo e Raffinato
Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle nel 1925 e scomparso nel 2019, è stato uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Creatore del commissario Montalbano, Camilleri ha dato vita a una serie di romanzi e racconti che hanno saputo raccontare la Sicilia e l’Italia intera, con uno stile unico e inconfondibile. La sua scrittura mescola dialetto siciliano e italiano, conferendo ai suoi testi una musicalità che avvicina il lettore alle atmosfere e alle tradizioni siciliane. Con oltre trenta romanzi dedicati a Montalbano, Camilleri ha saputo creare un personaggio amato da lettori e telespettatori, diventato un’icona della letteratura italiana.
I Sei Racconti della Raccolta: Piccoli Gialli di Quotidianità e Umanità
Nei racconti de La coscienza di Montalbano, Camilleri si concentra su piccoli episodi che permettono al lettore di vivere un’esperienza più diretta con il commissario. Le storie, scritte in periodi diversi della vita dell’autore, non sono mai state incluse nelle antologie pubblicate in vita. In queste vicende, Montalbano non si limita a risolvere crimini, ma entra in contatto con una varietà di personaggi che lo mettono di fronte a dilemmi morali e umani, offrendogli uno spaccato della complessità della natura umana.
Uno dei racconti più emblematici è “La finestra sul cortile”, titolo che richiama il celebre film di Hitchcock, ma che racconta tutt’altra storia. Montalbano, in trasferta a Roma, si ritrova a indagare su un misterioso uomo che osserva sospettosamente un cortile con binocolo e corda alla mano. Con ironia e sagacia, il commissario riesce a risolvere il caso in maniera brillante e inaspettata.
Il Mondo di Montalbano: Ironia, Morale e Giustizia
I racconti raccolti in La coscienza di Montalbano rappresentano un mosaico di vita quotidiana e problemi etici. Camilleri ci presenta un Montalbano che non si limita a essere un poliziotto, ma un uomo attento e riflessivo, in grado di cogliere la complessità dei rapporti umani. Nei racconti, il commissario si muove in un microcosmo fatto di piccoli dettagli e intuizioni, dove ogni caso è un’occasione per riflettere sulla giustizia, sull’amore e sul destino. Le storie, veloci e coinvolgenti, fanno emergere il talento di Camilleri per l’umorismo e la sua abilità di descrivere l’animo umano con una semplicità disarmante.
 
 

98zero, 11.11.2024
Dal 21 al 24 novembre il Taormina Food Expo
La manifestazione che celebra e mette al centro il comparto dell’agroalimentare d’eccellenza siciliano assume connotati internazionali

[…]
E poi altri aspetti di straordinario interesse: [...] iniziativa per il centenario della nascita del Maestro Andrea Camilleri (Presentazione del progetto “La cucina di Andrea Camilleri nei romanzi del commissario Montalbano” promosso da CNA Sicilia e da Camera di Commercio del Sud Est Sicilia in collaborazione con Associazione Fondo Andrea Camilleri Ets, CNA Editoria e Messina Film Festival); […].
[…]
Benedetto Orti Tullo
 
 

Centro Nazionale Studi Pirandelliani, 12.11.2024

Camilleri e Pirandello a confronto nel Convegno che La Fondazione Teatro "Luigi Pirandello", in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi Pirandelliani ha organizzato per il prossimo 27 Novembre.
Ingresso libero.
 
 

Valdinievole Oggi, 12.11.2024
Il malessere di Montalbano dopo i fatti del G8 di Genova

Bentornati nella nostra appassionante rubrica. Questa settimana vi propongo il settimo romanzo della serie Montalbano: "Il giro di boa" di Andrea Camilleri, uscito oltre vent'anni fa a seguito di alcuni fatti che lo indignarono: il G8 di Genova e i fatti della scuola Diaz.
L'obiettivo dichiarato del summit degli otto leader era "sconfiggere la povertà", trovare le giuste misure per sostenere l'economia dei paesi più fragili seguendo una strategia integrata. Mentre all'interno di Palazzo Ducale si discutevano questi obiettivi, fuori il livello di violenza era altissimo. Chi doveva vigilare non lo fece, le forze dell'ordine agirono senza regole facendo uso della forza quando non era necessario. Amnesty International sostenne in seguito che quella che ebbe luogo a Genova fu la "più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale".
"Mi sono amminchiato" dichiarò il commissario quando la realtà lo sorprese: di fronte al tg apprese i fatti accaduti nel capoluogo ligure. Si espanse in lui il disagio, quel malessere profondo difficile da gestire. Perchè erano proprio queste le cose che lo facevano imbestialire: Montalbano era uomo di legalità e trasparenza e tutto questo gli provocava una devastante crisi di coscienza, tanto da esprimere la necessità di dare le dimissioni.
L'indignazione, intrisa di un profondo senso di solitudine, fu estrema per i fatti che "allordano" il nome della polizia: non si capacitava di come altri colleghi avessero utilizzato inaccettabili metodi violenti nei confronti dei giovani e di come avessero potuto falsificare prove a loro vantaggio. Si sentì tradito nei suoi valori e totalmente sfiduciato di fronte a quello in cui credeva fermamente: le istituzioni.
Andrea Camilleri scrisse il suo pensiero in occasione dell'uscita del libro "L'eclisse della democrazia. Le verità nascoste sul G8 2001 a Genova" edito da Feltrinelli: una testimonianza lucida e coraggiosa che ci ricorda non solo la sua potenza nella scrittura, ma anche il suo impegno culturale e politico. Vi invito a cercare la prefazione del libro indicato, anche su internet, troverete un pensiero pulito e illuminante come quello che di solito trovate nel suo commissario.
Abbiate cura di voi e non dimenticate il nostro appuntamento del martedì, il prossimo curato da Ilaria Cecchi. Buona settimana cari lettori!

Maria Valentina Luccioli
 
 

Giornale di Sicilia (ed. di Agrigento), 12.11.2024
La Sicilia con gli occhi di Montalbano
Camilleri ha saputo raccontare la sua terra con un linguaggio unico, intriso di humor e critica sociale

Il commissario Montalbano rappresenta molto più di un semplice investigatore, è simbolo di una Sicilia che si presenta con la sua storia e il suo passato recente. Andrea Camilleri attraverso le avventure del Commissario Montalbano esplora temi legati all’identità, alla giustizia e al cambiamento sociale. Montalbano è un uomo di principio, un amante della giustizia e un custode di valori autentici, sincero con se stesso, la sua partecipazione con la realtà siciliana, va oltre l’indagine criminale. Camilleri rende Montalbano un personaggio importante, sparge voce a personaggi, come il suo vice, Fazio, che manifestano le sfide quotidiane di una società siciliana in evoluzione, rappresentano una nuova generazione. Il commissario Montalbano ama la sua Sicilia ricca di cultura, tradizioni e di una cucina, per lui, divina. Grazie al racconto del commissario, i lettori riescono a capire che nonostante le cose successe in passato, la Sicilia costruirà un futuro migliore, per lui diventano essenziali la storia e la memoria, che sono strumenti utili per risolvere i suoi crimini; combatte ogni giorno la sua lotta contro la mafia, il razzismo e la corruzione, cercando di rendere migliore la sua Sicilia. Se pensiamo alle testimonianze lasciate dai personaggi dei libri di Leonardo Sciascia, come ad esempio Salvatore Giuliano in «Il giorno della civetta», il commissario Montalbano rappresenta un uomo che fa della giustizia una realtà e non un’illusione. In Sciascia, i personaggi sono contagiati dal pessimismo, di una Sicilia coperta dalla criminalità. Montalbano, invece, è un uomo che cerca la verità, le sue indagini servono per garantire giustizia agli indifesi. L’ambientazione nei luoghi siciliani, la scrittura dialettale di Camilleri rendono la serie televisiva, dedicata ai suoi romanzi, un inno alla terra siciliana. Per Andrea Camilleri, la Sicilia non è solo un luogo geografico, ma un vero e proprio universo narrativo, un microcosmo ricco di storia, tradizioni e contraddizioni. La sua terra natale è protagonista indiscussa dei suoi romanzi, dove emerge come simbolo di un'identità complessa, radicata e vibrante. Camilleri ha saputo raccontare la Sicilia con un linguaggio unico, intriso di humor e critica sociale, catturando l’essenza di una regione che, pur nei suoi difetti, è intrinsecamente bella e misteriosa.
A. Costanza
D. Stagno
III C
Camilleri Favara

 
 

Giornale di Sicilia, 12.11.2024
«Così è stata sdoganata l’immagine della mafia»

Noi ragazzi delle classi III A e III C, abbiamo svolto un’attività di «indagine» sul personaggio di Montalbano, sulla sua importanza nel campo della letteratura moderna. Dobbiamo dire grazie ad Andrea Camilleri e al suo noto personaggio, appunto, Montalbano se oggi nel mondo l’idea dei siciliani e del loro uso del dialetto, non è più legata all’immagine della mafia.
La letteratura e il cinema del 1900, solitamente consideravano i siciliani solo se dovevano rappresentare la criminalità in America, ad esempio Al Capone, o l’uomo omertoso o mafioso, ad esempio i personaggi descritti da Leonardo Sciascia, nel «Il Giorno della Civetta», i siciliani sono molto di più che un’immagine classificata, siamo persone oneste.
Noi ragazzi delle classi III C e III A, abbiamo deciso di analizzare gli indizi, che ci hanno portato a fare un viaggio tra i luoghi descritti da Camilleri, che sono una finestra sulla Sicilia ricca di cultura e tradizione, sono i segni di un passato che ha costruito la nostra identità. Uno straordinario viaggio attraverso i luoghi, i personaggi ma anche i modi di dire. Un pezzo di storia che ha reso straordinaria l’opera di Camilleri.

Abbiamo analizzato i personaggi del racconto di Montalbano, «Il Patto» e un brano tratto da «Il giorno della civetta», nel primo caso i personaggi sono positivi, si muovono senza paura, nel territorio siciliano per cercare la verità, nel secondo caso sembrano rassegnati a subire le ingiustizie.
Inoltre, abbiamo ricercato e disegnato i luoghi descritti nei romanzi di Montalbano, ed è stato come fare una passeggiata tra posti a noi noti, il nostro mare, i nostri monumenti, il nostro sole, la nostra storia.
Abbiamo scoperto che attraverso il suo personaggio, Montalbano, Camilleri può considerarsi come un promotore per far conoscere una nuova Sicilia, una terra che merita di essere tra le mete turistiche di tutto il mondo, perchè le indagini di Montalbano, sono ambientate in un posto paradisiaco, dove il mare racconta la storia di un popolo, quello siciliano.
 
 

Palermo e Palermitani, 12.11.2024.2024
Camilleri e Montalbano: Eroi di Carta su un Muro di Pietra

Allora, amici, benvenuti a Palermo! Ora, so che avete sentito parlare di questa città in tanti modi, ma oggi voglio raccontarvela a modo mio. Siamo in Piazza degli Aragonesi, e vi presento uno dei simboli della legalità e della giustizia di Palermo: il Muro della Legalità. Guardate questo muro, lungo ben 65 metri! Non è solo cemento colorato, no… questo è un vero e proprio romanzo per immagini, dove ogni volto che vedete rappresenta una storia, un sacrificio, una battaglia vinta o, in certi casi, persa. È un tributo a tutti quegli uomini e quelle donne che hanno dato qualcosa di sé per cambiare questa terra.
E sapete chi è il primo personaggio che troviamo, appena ci avviciniamo? Andrea Camilleri. Eccolo lì, con quella sua faccia un po’ burbera e la sua macchina da scrivere. Lui ha dato vita al Commissario Salvo Montalbano. E quando parliamo di Montalbano, qua non parliamo di un commissario qualsiasi, no! Montalbano rappresenta ‘a Sicilia, la nostra terra, con la “S” maiuscola, capisti?
Camilleri, lui non racconta solo storie di indagini e misteri, nossignore. Lui racconta questa Sicilia, con tutte le sue bellezze, ma pure con i suoi guai e qualche trucco, perché non ci giriamo attorno, qua a Palermo si è imparato a vivere in mezzo a certe cose. Ma Montalbano, amici miei, non è il tipo che si fa corrompere o che si gira dall’altra parte. Lui è un “omu d’onore” – non nel senso sbagliato, quello della mafia – ma un uomo che ha giustizia e onestà nel cuore, che combatte per il bene di questa terra, senza mai arrendersi.
E intorno a lui, nelle storie di Camilleri, ci sono tutti: Fazio, il vice di Montalbano, un picciotto serio e testardo che rappresenta quei giovani siciliani che vogliono cambiare, ma senza mai dimenticare le proprie radici. Sono personaggi che parlano di una Sicilia che si trasforma, di un popolo che non si arrende, e che continua a godersi le cose belle, come il buon cibo – perché Montalbano, non so se lo sapete, è un amante della buona cucina! Per lui il cibo è sacro, è come un rito.
Ecco, amici, questo murales è proprio questo: è una narrazione della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni. Le parole di Camilleri ci portano dentro la Sicilia, dentro i suoi misteri, le sue passioni, e ci fanno capire che quest’isola è tanto di più di sole e mare. È una terra piena di bellezza, ma anche di sfide. E Montalbano è il cuore pulsante, quell’umanità e quel calore che non ti aspetti, ma che una volta conosciuto, non lo dimentichi.
L’artista Antonio Sancarlo ha voluto rendere omaggio a Camilleri proprio qui, su questo muro che si affaccia di fronte alla caserma dei Carabinieri Carini. Con i colori e i tratti, ha portato la penna di Camilleri a diventare parte di questo luogo, come se ogni volta che passiamo davanti, ci ricordassimo che questa è la Sicilia, quella vera, che lotta per la legalità, che cambia, ma che resta sempre la nostra terra.
Salvino Arena
 
 

Hall of series, 12.11.2024
La Classifica delle 10 Migliori Serie Tv italiane di sempre secondo Hall of Series – Comunità di Recupero

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6) Il Commissario Montalbano
Ad anticipare la Top 5 secondo Hall of Series – Comunità di Recupero è la longeva e amatissima Fiction Il Commissario Montalbano. Anche in questo caso la Fiction nasce grazie a una penna straordinaria, una delle più importanti nella lettura italiana. Stiamo parlando dell’eterno Camilleri, un nome che già da sé dice tutto quello che c’è da dire. A prendere il volto del suo personaggio fittizio il grande Luca Zingaretti, da sempre simbolo dell’iconica Fiction. Annata 1999: Il Commissario Montalbano faceva per la prima volta il suo ingresso all’interno della prima serata di Rai Uno, scrivendo una storia che è ancora vivida nella nostra realtà. Radunando di fronte allo schermo qualsiasi tipo di telespettatore, Il Commissario Montalbano si è fin da subito rivelata come una Serie Tv trasversale, capace di riscrivere le leggi del genere diventando un simbolo del crime italiano.
Registrando record su record di ascolti, Il Commissario Montalbano non ha mai cambiato la struttura dei suoi episodi fin dal 1999, consacrandosi come una garanzia. Ogni episodio presenta infatti un caso da risolvere che troverà una risoluzione nella stessa puntata, personaggi principali e secondari impegnati nei soliti ruoli. Attraverso questa struttura ciclica, la Fiction riesce infatti a giocare su più fronti, anche su quell’effetto nostalgia e fedeltà da parte del pubblico, consapevole che – nonostante gli anni passati – troverà tutto come lo aveva lasciato. Le Fiction o le Serie Tv più longeve spesso sono vittime di un graduale cambiamento. Personaggi che abbandonano la scena, ambientazioni che cambiano, prospettive che si evolvono a tal punto da cambiare completamente la visione della storia.
Tutto questo ne Il Commissario Montalbano non succede. I personaggi principali restano gli stessi, presentando un’evoluzione che però non cambia mai la loro natura, restituendo così una forte coerenza alla serie. E poi c’è lui: l’eterno e grandissimo commissario Montalbano, un uomo che apprezza il buon vino, la compagnia di una partner da cui però scappa sempre per risolvere il prossimo caso. Un simbolo di comicità e concretezza accompagnato dalla leggerezza e dal calore di una Sicilia che qui diventa protagonista onnisciente. Il menù di questa sesta posizione prevede tutti gli ingredienti che fin dal 1999 hanno reso grande questa fiction: stessi personaggi, colleghi, dilemmi sentimentali trattati con il giusto equilibrio, una ciclicità fedele alla storia e una nostalgia leggera, felice. Un sentimento che accomuna anche la prossima Serie Tv presente in classifica.
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Annalisa Gabriele
 
 

El Placer de la Lectura, 13.11.2024
El comisario Montalbano: Tres nuevos casos, del gran Andrea Camilleri

Salamandra publicará El comisario Montalbano: Tres nuevos casos, del gran Andrea Camilleri, con la que seguimos recopilando, en una edición de lujo, con tapa dura y nuevas ilustraciones de cubierta, los casos más destacados de la famosa saga protagonizada por el entrañable comisario de Vigàta.
Un homenaje a Sicilia y sus habitantes.

Los seguidores de la serie negra europea más aclamada encontrarán en esta edición tres casos en los que el comisario se supera a sí mismo:
La voz del violín
La excursión a Tindari
El olor de la noche

EL LIBRO
Melancólico y algo fatalista, soltero y con una novia en Génova a quien ve muy de vez en cuando, y amante de la buena mesa, Salvo Montalbano es comisario de policía en Vigàta, un pequeño pueblo siciliano que, pese a no figurar en ningún mapa, encarna la esencia de la cultura mediterránea.
Los seguidores de la serie negra europea más aclamada encontrarán en esta edición tres casos en los que el entrañable comisario, sabio intérprete del arte de vivir, se supera a sí mismo y vuelve a emocionar a los lectores con su infalible perspicacia y su implacable sentido de la justicia. En La voz del violín, Montalbano no se da por vencido ni por convencido cuando muere el principal sospechoso del asesinato de una hermosa joven, esposa de un médico boloñés, cuyo cadáver aparece desnudo en el chalet de ambos. En La excursión a Tindari , el santuario de la localidad se convierte en el escenario clave para resolver el triple crimen de un joven y el de un matrimonio de ancianos que no parecen tener ningún tipo de relación. Y finalmente, en El olor de la noche, la curiosidad irrefrenable de nuestro héroe y su innato sentido de la sospecha lo inducen a investigar la desaparición de un financiero y su ayudante, que han desvalijado a los habitantes de medio pueblo y alrededores.
 
 

Noir in Festival, 14.11.2024
Noir in Festival celebra Andrea Camilleri a BookCity Milano
Allo scrittore siciliano e creatore del Commissario Montalbano, Raymond Chandler Award 2011, è dedicato un incontro giovedì 14 novembre alle ore 19, presso la Sala Viscontea del Castello Sforzesco

Nel 2011 Noir in Festival aveva conferito ad Andrea Camilleri, il Premio Raymond Chandler alla carriera. Ora, alla vigilia del centenario della sua nascita, il festival, in collaborazione con l’editore Sellerio e l’Associazione Fondo Andrea Camilleri ETS, rende omaggio a uno dei massimi scrittori italiani, che ha raggiunto la popolarità grazie alla sua particolarissima reinterpretazione del romanzo poliziesco, dando vita a uno dei personaggi più amati dai lettori e dai telespettatori del nostro paese, e non solo, il Commissario Montalbano.
A BookCity, giovedì 14 novembre alle ore 19, presso la Sala Viscontea del Castello Sforzesco, Noir in Festival promuove un incontro-omaggio ad Andrea Camilleri moderato da Mauro Novelli, curatore dei due Meridiani Mondadori dedicati alle Storie di Montalbano, nel quale intervengono lo scrittore Carlo Lucarelli, che con Camilleri ha firmato il romanzo Acqua in bocca (Minimum Fax), il critico letterario Salvatore Silvano Nigro, curatore del Meridiano riservato ai Romanzi storici e civili di Camilleri e autore dei risvolti delle sue opere edite da Sellerio, e Paolo Verri, direttore di Fondazione Mondadori. Infine, sarà presente l’attrice Elena Cotta (Coppa Volpi a Venezia nel 2013), che nella sua lunga e fortunata carriera di interprete teatrale e cinematografica, con Camilleri regista teatrale collaborò tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
 
 

Quaderni camilleriani, 14.11.2024
Comunicato
Quaderno speciale 2024/2

La collana Quaderni camilleriani (fondata nel 2016, reperibile all’indirizzo https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/) ha pubblicato il Volume speciale 2024/2 (https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/quaderni-camilleriani-volume-speciale-2024-2).
Si intitola Indice degli autori, opere e personaggi citati da Andrea Camilleri nell’opera narrativa ed è l’ideale completamento dell’Indice degli autori, opere e personaggi citati da Andrea Camilleri in saggi e interviste (apparso nel 2023). Entrambi sono stati compilati da Simona Demontis, pioniera degli studi camilleriani con il volume I colori della letteratura. Un’indagine sul caso Camilleri (Rizzoli, 2001).
L’Autrice, che nel corso degli anni ha coltivato una costante attenzione nei confronti dello scrittore di Porto Empedocle, oggi propone una nuova indagine con cui intende ricostruire la sua Biblioteca: non quella tangibile, disposta nelle ordinate librerie presenti in casa dello Scrittore, ma l’altra, incomparabilmente più ricca, popolata da tutti i libri letti fin dall’infanzia, conservati dalla memoria fedele e poi disseminati, ora in maniera esplicita, ora in modalità implicita, negli oltre cento titoli che compongono l’opera letteraria di Andrea Camilleri.
 

 

Lazio Eventi, 14.11.2024
La prima indagine di Montalbano

Sabato 4 gennaio alle ore 18, La prima indagine di Montalbano, di Andrea Camilleri, con Massimo Venturiello, mandolino-chitarra Emanuele Buzi, mandolino-mandola-chitarra Valdimiro Buzi. “L’idea di portare per la prima volta in teatro il commissario più famoso della narrativa contemporanea italiana è nata in seguito allo straordinario successo che hanno ottenuto gli audiolibri, recentemente pubblicati in Rete dalla Storytel, che io stesso ho avuto il privilegio di interpretare. La lingua inventata dal Maestro, carica di musicalità, arriva nella sua interezza a chiunque, la parola diventa immagine ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna. Ho pertanto sentito la naturale esigenza di proseguire il percorso iniziato allestendo un Reading teatrale su “La prima indagine di Montalbano”. Qui prendono vita i personaggi dei successivi numerosi romanzi che hanno conquistato l’interesse di milioni di lettori. Nasce soprattutto il commissario Montalbano, certamente ancora ignaro del luminoso destino che il genio del grande Camilleri gli stava riservando.” (Massimo Venturiello).
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BIGLIETTI:
Platea: intero € 20,00 + € 2,00 prev. – ridotto € 18,00  + € 2,00 prev.
Gradinata: intero € 18,00 + € 2,00 prev. – ridotto € 16,00 + € 2,00 prev.

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Acquisto biglietti dal 9 dicembre
PREVENDITA:
Infopoint
Barriera San Giusto, Sala Capitolare degli Agostiniani.
Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18.

BOTTEGHINO:
Il botteghino sarà aperto un’ora prima degli spettacoli.
Teatro Comunale Rossella Falk
Piazza Cavour, 16, 01016 Tarquinia VT

I biglietti saranno anche acquistabili sul sito di Archeoares al seguente link https://shorturl.at/A4re8
INFO:
0766.849282 – turismotarquinia@gmail.com
Il botteghino del teatro sarà aperto 1 ora prima dello spettacolo

 
 

Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, 16.11.2024
Proyección de Gli Arancini di Montalbano – IX Semana de la Cocina Italiana en el Mundo
Fecha del evento: Los noviembre 16 2024, 18:00 (Hora local)
Donde: Auditorio Amigos de Bellas Artes (Av. Pres. Figueroa Alcorta 2270, CABA)
Por una cuota: No
En italiano con subtítulos en español.

En el marco de la IX Semana de la Cocina Italiana en el Mundo, el Instituto Italiano de Cultura de Buenos Aires invita a la proyección de Gli Arancini di Montalbano, episodio de la serie “El Comisario Montalbano”, inspirada en la homónima novela de Andrea Camilleri y producida por Rai Fiction.
SABADO, 16 DE NOVIEMBRE 18 H – Auditorio Amigos de Bellas Artes (Av. Pres. Figueroa Alcorta 2270, CABA)
Este año, la Semana de la Cocina Italiana en el Mundo (SCIM) se desarrollará desde el 16 hasta el 22 de noviembre. La edición se titula “Dieta Mediterránea y Cocina de las Raíces: Salud y Tradición”, y qué mejor manera de explorarlo que disfrutando de una película que celebra la comida italiana.
L’entrata é gratuita previa registrazione sul sito https://amigosdelbellasartes.org.ar/cine/ a partire da una settimana prima della proiezione.
Es importante tener en cuenta que los cupos son limitados a la capacidad de la sala, y para asegurarte un lugar en este evento, debes inscribirte exclusivamente a través de nuestro sitio web. Las inscripciones estarán disponibles hasta agotar la capacidad máxima.
Podes descargar el programa de la IX SCIM al final de la página.
Organizado por: Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires
En colaboración con: Amigos de Bellas Artes
 

 

Un libro al día, 16.11.2024
Andrea Camilleri: La ópera de Vigàta
Idioma original: italiano
Título original: Il birraio di Preston
Año de publicación: 1995
Traducción: Juan Carlos Gentile Vitale
Valoración: recomendable, como poco

Ya lo dice el adagio popular: "Un Camilleri al año no hace daño". Dos, en verdad, porque hace poco reseñé en este sacrosanto blog las conversaciones del escritor siciliano con su colega y amigo Manuel Vázquez Montalbán. Que, de hecho, es el libro que me ha llevado a la relectura de este otro, pues en el primero Camilleri reconocía la influencia que había tenido sobre él la novela El pianista, de MVM, o, mejor dicho, su estructura, ya que le había dado la solución para componer esta La ópera de Vigàta y evitar la planitud que le hubiera otorgado un tipo de narración más convencional. En concreto, la historia no sigue el orden cronológico y los diferentes episodios están alternados en el tiempo (como la película Pulp Fiction, para entendernos). No es la primera novela en y utilizar esa técnica ni será la última, pero, en cualquier caso, Camilleri tuvo un acierto al adoptarla, pues, ciertamente, es lo que le aporta un mayor interés a una historia ya de por sí sugestiva. cada capítulo, además, se inicia con una frase sacadad de una obra literaria o incluso una ópera célebre, o que acentúa el tono de sorna que le ha pretendido dar el autor a esta novela.
Pero, a todo esto ¿de qué trata concretqamernte La ópera de Vigàta? Pues de una ópera, claro está; en concreto, Il birraio di Preston (La cervecería de Preston) de Luigi Rizzi, cuya representación el prefecto de Montelusa, el un tanto obtuso caballero doctor Bortuzzi, impone en 1874 a los habitantes de la vecina Vigàta -que, como todo lector de Camilleri sabrá, vendría a ser el Macondo de este escritor; una traslación de su Porto Empedocle natal-, en contra de la voluntad general, para la inauguración de su teatro. Como cabe suponer, debido a esa resistencia por parte de los vigatenses, acaba todo como el rosario de la aurora (ya digo que el orden cronológico de la historia está trastocado, así que develarel final no puede considerarse aquí como un spoiler). El argumento, aunque nos pueda parecer exagerado, está inspirado en hechos reales ocurridos en la también siciliana localidad de Caltanissetta, debido a la imposición de esa misma ópera.
Como también cabe suponer por cualquiera que haya leído antes a este escritor, Camilleri aprovecha para, además de hacernos pasar un rate divertidísimo, gracias a su dominio de los recursos humorísticos y sobre todo, a esa característica capacidad suya de alternar el trazo fino con el grueso, con hilarantes resultados, ofrecernos toda una panoplia de personajes de lo más variopinto, que cabe suponer como característicos tanto de la Sicilia decimonónica como, incluso (y quizás sobre todo), de la de fines del siglo XX; encontramos tanto a gente del pueblo llano como aristócratas, profesionales liberales, sacerdotes, mafiosos -no podían faltar-, autoridades de diferente rango... de hecho, Camilleri aprovecha para hacer una disección -muy entretenida, eso siempre- del poder y cómo se ejerce, en la que el poder político, representante, por aquel entonces de un aún jovencísimo estado italiano, no sale demasiado bien parado (tampoco sé si saldría mejor hoy en día y no únicamente en Italia, porque la incompetencia e incluso negligencia de las autoridades responsables es algo demasiado frecuente en todas partes, me temo, como se puede comprobar en la gestión de los desastres naturales, por ejemplo).
De esta forma, conocemos al médico Gammacurta, a la señora Concetta, viuda de Lo Russo y su amante, el joven Gaspàno, el estibador Turiddru Macca, el ingeniero Hoffer, el delegado Puglisi, el temible comendador Restuccia, el canónigo Bonmartino... y muchos otros personajes que harán las delicias del lector o lectora que se decida a leer este libro. Que, ya digo, puede tener una ligera dificultad inicial debido al desorden cronológico (orden alternativo, sería más correcto decir), pero que al cabo de pocas páginas es algo que le da un plus a la novela y lo convierte, aún más, en memorable.
Muchos más libros de Andrea Camilleri reseñados aquí 

 

Più libri più liberi, 20.11.2024
Comunicato stampa
La misura del mondo – Più libri più liberi 2024

Dal 4 all’8 dicembre torna a Roma Più libri più liberi, la fiera Nazionale interamente dedicata alla Piccola e Media Editoria. La manifestazione, promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE), come ogni anno si terrà nello scenografico edificio de La Nuvola dell’Eur.
[…]
LA MISURA DEL MONDO: AUTORI ITALIANI 
Nei cinque giorni della fiera sarà possibile ascoltare e incontrare molti importanti autori italiani e assistere alla presentazione di speciali novità dai cataloghi dei piccoli e medi editori nazionali, a conferma della straordinaria vivacità della categoria. Camilleri 100 tra letteratura, radio, tv, cinema e teatro sarà l’incontro dedicato ad Andrea Camilleri uno degli scrittori più amati, letti e conosciuti in Italia.
[…]
 
 

Agenzia CULT, 22.11.2024
Il finanziamento
Cultura, dalla Serao a Camilleri: ecco le risorse (un mln) per celebrare gli anniversari
Quarantamila euro per omaggiare don Oreste Benzi, 25mila per gli scritti di Paolo VI, 15mila per la digitalizzazione dei documenti di Ugo La Malfa. Il MiC ha inviato al Parlamento il testo sull’allocazione delle somme, quasi dimezzate rispetto allo scorso anno, destinate a Comitati ed Edizioni nazionali per il 2024

Il Ministero della Cultura ha trasmesso a Camera e Senato lo “Schema di decreto ministeriale recante l’elenco delle proposte di istituzione e finanziamento di Comitati nazionali e di Edizioni nazionali per l’anno 2024”. Il documento dovrà ora ricevere, entro il prossimo 21 dicembre, il parere delle commissioni Cultura di Montecitorio e Pal...
 
 

Grandangolo Agrigento, 22.11.2024
“Letteratura e Territorio: Luigi Pirandello e Andrea Camilleri, Voci di Agrigento”, al via il convegno
L’evento, che si terrà il 27 novembre alle ore 09:30 presso il Teatro Pirandello, sarà un’occasione per esplorare le profonde connessioni tra i due grandi autori agrigentini

La città di Agrigento, in collaborazione con la Regione Siciliana, la Fondazione Teatro Luigi Pirandello e il Parco Archeologico della Valle dei Templi, ospiterà un importante convegno dal titolo “Letteratura e Territorio: Luigi Pirandello e Andrea Camilleri, Voci di Agrigento”. L’evento, che si terrà il 27 novembre alle ore 09:30 presso il Teatro Pirandello, sarà un’occasione per esplorare le profonde connessioni tra i due grandi autori agrigentini e il territorio che li ha ispirati, con interventi di autorevoli studiosi e momenti artistici di grande intensità. Il convegno è aperto al pubblico e non prevede alcun costo per la partecipazione.
Programma
A relazionare saranno: Prof. Rino Caputo (Università Tor Vergata Roma): “Pirandello e Camilleri tra le argille azzurre e Roma”; Prof. Fabrizio Scrivano (Università di Perugia): “Organare e scomporre: Pirandello, Camilleri e la regia”; Prof. Riccardo Castellana (Università di Siena): “Cronache di Montelusa: da Pirandello a Camilleri”; Prof.ssa Teresa Agovino (Università Mercatorum Roma): “La trascrizione di un racconto orale”. A moderare il convegno sarà Prof. Stefano Milioto, Presidente Emerito del Centro Nazionale Studi Pirandelliani.
Interventi artistici
Guia Jelo, interprete del ruolo madre nella rappresentazione dei sei personaggi nel film “Eterno Visionario”; Michelangelo Placido, interprete di Fausto Pirandello nello stesso film; Giancarlo Commare, interprete di Stefano Pirandello.
Questo convegno rappresenta un momento unico per celebrare due delle figure più illustri della letteratura siciliana, unendo approfondimenti culturali a esibizioni artistiche.
 
 

ANSA, 24.11.2024
Un violoncello e le ultime parole di Camilleri sull'amore
L'omaggio del musicista Michele Marco Rossi allo scrittore

ROMA
"Chi lo dice che l'uomo è un essere razionale? Se l'uomo fosse un essere razionale avremmo finito di fare la guerra duemila anni fa…''.
Le parole di Andrea Camilleri suonano attualissime in un momento storico che vede ripetersi conflitti sanguinosi.
Nel 2019, pochi mesi prima di morire a 93 anni, il 'padre' di Montalbano descriveva la sua visione amaramente profetica al giovane violoncellista romano Michele Marco Rossi che gli si era presentato per proporgli un progetto discografico - in uscita in questi giorni per l'etichetta Stradivarius solo in vinile e dal 7 febbraio sulle piattaforme digitali - come omaggio per i cento anni della nascita, nel 2025, del grande autore. Un disco senza titolo e con la copertina bianca in cui le improvvisazioni musicali fanno da tappeto sonoro alle ''ultime parole sull'amore'' dello scrittore. Rossi spiega che l'idea era nata per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante. ''Mi era venuto in mente di fare un progetto sull'amore da Dante e Petrarca a oggi, cercando di vederne i lati più oscuri, attraverso una contrapposizione di temi: l'Amore Sacro e l'Amore Sesso, l'Amore Potere e l'Amore Colpa. Quattro visioni diverse di ambiti contrapposti e complementari''. Così il musicista passò un pomeriggio di maggio a parlare con Camilleri, seduto alla sua scrivania. ''Non l'avevo mai incontrato prima, non l'avrei più incontrato dopo - racconta -. Per lui non ero nessuno, mai mi sarei potuto aspettare che avrebbe detto di sì, e che avrei potuto passare del tempo con lui a fare domande, immaginare nuovi orizzonti, registrare''. Le sue prime parole sono state "come posso esserle utile?". ''Mettersi al servizio di chi si ha davanti con fiducia e generosità, mi è subito sembrata una cosa assolutamente naturale per lui - osserva Rossi - Anche con la sua cecità era in grado di vedere molto in profondità dentro a chi aveva davanti''. Dai temi del progetto il discorso nell'incontro - e quindi nel disco - è passato al femminicidio e alla guerra. 'La Storia, detta Magistra Vitae, non riesce a insegnare niente alla vita degli uomini - rimarca Camilleri -. Tutti gli errori umani vengono ripetuti a distanza di tempo, magari sotto forma diversa. I corsi e ricorsi storici esistono. E in amore la ragione o si dimette o va in aspettativa".
Un capitolo a parte riguarda la voce dello scrittore e la musica. ''Di Camilleri mi ha sempre affascinato proprio la sua voce - spiega il musicista - dalle qualità sonore e musicali incredibili. Così profonda, ruvida, ti sembrava quasi di poterla toccare e si può riconoscere fra mille. Camilleri era felice di sapere che la sua voce si sarebbe alternata e unita alla musica elettronica. A 93 anni non era affatto spaventato dalla contemporaneità più estrema e sperimentale, anzi. Era curioso, disponibile e... colto anche in questo'' . Il percorso musicale del disco vuole scavare quindi tra le pieghe delle parole di Camilleri, facendosi ispirare dalle tematiche dei testi e seguendo analogie sonore astratte. ''Ci sono tracce fibrillanti e accese, momenti di suoni sordi, quasi tribali, corali di voci lontane, ritmi percussivi, una canzone con un accompagnamento di puri timbri sonori, influenze jazz nei pizzicati. Si parte da una citazione dantesca, e allo stesso modo con la musica abbiamo provato a fare un viaggio 'infernale', da una complessità sonora fino a una ritrovata semplicità''.
Violoncellista solista richiesto dai compositori di oggi, vincitore del IV Premio Abbiati del Disco, Michele Marco Rossi, 35 anni, sottolinea che la riflessione sull'amore e sull'essere umano è il tema che lega le tredici tracce dell'album (edizioni musicali SZ Sugar), anche a livello di ricerca sonora ed espressiva: le improvvisazioni al violoncello e l'elettronica live, curata da Paolo Aralla, si alternano con la voce dello scrittore. ''Ogni brano cerca in maniera astratta di entrare nei meandri dei temi, tanto forti quanto attuali, di cui parla Camilleri, in un piccolo viaggio sonoro pieno di affetto e gratitudine. Per questo motivo, il disco non ha un titolo in copertina. Sarebbe come dare un titolo a un ricordo, a un pensiero o a una memoria. I ricordi non si intitolano''.

Luciano Fioramonti
 
 

Arabonormannaunesco, 24.11.2024
Il violoncello svela le ultime riflessioni d’amore di Camilleri

La figura di Andrea Camilleri, celebre autore di Montalbano, continua a ispirare e affascinare anche dopo la sua scomparsa. Le sue parole, dense di saggezza e di una visione profonda della vita, risuonano ancora oggi, specialmente in un contesto storico segnato da conflitti e tensioni. Nel 2019, in un incontro con il giovane violoncellista Michele Marco Rossi, Camilleri ha condiviso le sue riflessioni sull’amore, tema che diventa il fulcro di un progetto discografico che celebra la sua eredità.
Un omaggio musicale all’amore
Rossi ha concepito l’album come un omaggio per il centenario della nascita dell’autore, previsto per il 2025. Questo disco, privo di titolo e con una copertina bianca, si propone di intrecciare improvvisazioni musicali con le “ultime parole sull’amore” di Camilleri, offrendo un’esperienza sensoriale unica. L’idea iniziale di Rossi era di realizzare un progetto incentrato sull’amore, esplorando le sue molteplici sfaccettature:
Amore Sacro
Amore Sesso
Amore Potere
Amore Colpa
Un viaggio che abbraccia sette secoli di poesia e letteratura, da Dante a oggi.
Un incontro indimenticabile
Il pomeriggio trascorso a parlare con Camilleri è stato per Rossi un momento indimenticabile. “Non l’avevo mai incontrato prima e non avrei mai pensato di avere l’opportunità di passare del tempo con lui”, racconta il violoncellista. La disponibilità e la generosità del grande scrittore sono state subito evidenti; Camilleri, nonostante la sua cecità, riusciva a percepire profondamente le emozioni e le intenzioni di chi aveva di fronte. Le sue prime parole, “come posso esserle utile?”, rappresentano bene il suo approccio umano e aperto.
Durante l’incontro, il dialogo ha inevitabilmente spaziato oltre l’amore, toccando temi scottanti come il femminicidio e la guerra. Camilleri ha sottolineato che la storia, pur essendo “Magistra Vitae”, non riesce a insegnare nulla agli uomini, i quali ripetono gli stessi errori, magari sotto forme diverse. “In amore la ragione o si dimette o va in aspettativa”, ha affermato, lasciando trasparire un’amarezza profonda nei confronti della condizione umana.
Un progetto sonoro unico
La voce di Camilleri, con le sue qualità sonore e musicali uniche, ha rappresentato per Rossi un elemento fondamentale del progetto. “La sua voce era così profonda e ruvida, ti sembrava quasi di poterla toccare”, racconta il violoncellista. L’idea di alternare la voce di Camilleri a sonorità elettroniche contemporanee ha affascinato lo scrittore, che si è dimostrato curioso e aperto alle sperimentazioni musicali. A 93 anni, non mostrava alcun timore nei confronti della contemporaneità, ma anzi, si mostrava entusiasta di esplorare nuove frontiere artistiche.
Il disco è una fusione di parole e suoni, un viaggio sonoro che cerca di esprimere le complesse emozioni legate all’amore, così come descritte da Camilleri. Le tracce oscillano tra momenti di intensa energia e suoni più sordi e tribali, creando un paesaggio sonoro ricco di sfumature. Si parte da una citazione dantesca e, attraverso le improvvisazioni al violoncello, si esplora un percorso che porta l’ascoltatore da una complessità sonora a una ritrovata semplicità.
Rossi, un violoncellista di talento già affermato nel panorama musicale contemporaneo, ha voluto che questo progetto non fosse solo un tributo, ma anche una riflessione profonda su temi attuali e universali. Le tredici tracce dell’album, pubblicato dall’etichetta Stradivarius, sono un tentativo di entrare nei meandri dei pensieri di Camilleri, creando un piccolo viaggio sonoro che trasmette affetto e gratitudine.
La scelta di non dare un titolo al disco è simbolica; per Rossi, intitolare il lavoro sarebbe come cercare di etichettare un ricordo o un pensiero. L’amore, nella sua complessità, non può essere racchiuso in un nome. Questo progetto discografico si presenta quindi come un omaggio intimo e profondo alla figura di Camilleri, non solo come scrittore, ma come pensatore che ha saputo indagare le profondità dell’animo umano.
Con l’uscita di questo album, il dialogo tra letteratura e musica si arricchisce di nuove sfide e significati, continuando a mantenere viva la memoria di un grande autore e la sua visione dell’amore, che resta, nonostante tutto, un tema centrale della nostra esistenza.
Stefania Palenca
 
 

La Sicilia, 24.11.2024
Sicilia secondo me
Le librerie Cavallotto festeggiano 70 anni di storia: «Da Ionesco a Siascia e Guttuso, “casa” di artisti e scrittori»
Oggi la grande festa nella sede di Corso Sicilia. Un libro con i ricordi di autori e studiosi

«C’anu a fare sti fimmineddi suli?». Nessuno scommetteva sulla resistenza di queste quattro donne la cui vita ha il profumo delle pagine. Rimaste sole dopo che Vito Cavallotto, editore e libraio illuminato, morì tragicamente in un incidente stradale nel 1983, hanno continuato a guidare le librerie, punto di riferimento di artisti immensi, e festeggiano oggi 70 anni di una storia che è orgoglio, grinta e amore per la Sicilia.
[…]
«Ospitammo Andrea Camilleri per la sua prima presentazione in Sicilia».
[…]
Ombretta Grasso
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 25.11.2024
Vi scriverò ancora

Le lettere di Andrea Camilleri alla famiglia, da domani in libreria.
Si torna ai suoi primi anni romani, alla formazione teatrale, agli albori della carriera, nelle missive alla famiglia inviate dal 1949 al 1960 da “un infervorato studente fuorisede” (Salvatore Silvano Nigro).
Sellerio annuncia la pubblicazione di un libro blu per gli scritti ritrovati in cantina, trascritti dalle figlie, e da domani in libreria.
Cercate tra gli scaffali “Vi scriverò ancora”, la narrazione epistolare di Andrea Camilleri, curata da Salvatore Silvano Nigro con la collaborazione di Andreina, Elisabetta e Mariolina Camilleri.
Si avvicina il centenario della nascita #centomenouno #CentenarioCamilleri #lettereinedite
Segui anche su Facebook gli appuntamenti e le iniziative del fondo Camilleri.

 
 

La Repubblica, 25.11.2024
L’inedito
Andrea Camilleri: papà, ti prego non fumare
Il grande autore lo dice nella lettera giovanile che qui pubblichiamo. In cui racconta anche il blocco dello scrittore, la voglia di emergere, l’amore per la poesia. Fa parte dell’epistolario in uscita domani
Testo tratto da Vi scriverò ancora di Andrea Camilleri, lettere alla famiglia 1949-1960 (Sellerio, pagg. 528, euro 17) A cura di Salvatore Silvano Nigro in collaborazione con Andreina, Elisabetta e Mariolina Camilleri
Da domani in libreria
La trascrizione delle lettere, ritrovate dalla famiglia, è stata curata dal Fondo Andrea Camilleri di Roma

Roma, 23 febbraio 1952
Carissimo papà, ho ricevuto ieri sera il tuo espresso e mi affretto a scriverti. Scusami se uso la macchina, non riesco a trovare il calamaio, chissà dove l'avranno cacciato. Anzitutto desidero dirti come sia rimasto contento della notizia, datami da mamma tempo addietro, che hai smesso di fumare. Mi pare di avertelo già scritto in precedenza: era una cosa che mi faceva stare in pensiero. Certo che per te sarà stato duro e molto, ma pazienza: spero che quando ci rivedremo possa trovarti ringiovanito. Il fumo è una cosa veramente dannata, me ne accorgo io, quando in giornate di nervi fumo più del normale e ne risento quasi immediatamente. Dunque, ti prego di tener duro anche a costo dell'inevitabile malumore che ne segue.
Ora cercherò di rispondere punto per punto alle tue domande. 1) Pubblicazione delle poesie. Mi credi se ti dico che non ho avuto il tempo di parlarne con Fabbri? (Diego Fabbri, drammaturgo e animatore della rivista La fiera Letteraria, ndr) Anzi, è più giusto dire il contrario: Fabbri non ha avuto ecc. Quando ci vediamo, stiamo assieme sì e no cinque minuti e parliamo soltanto del film, che è la cosa che più mi interessa, in quanto è da lì che dovrà venirmi il pane in seguito. E bada che c'è da discuterne per le poesie e te ne spiego il motivo. La Fiera Letteraria è atrocemente cattolica e le mie poesie non lo sono, anzi sono al polo opposto. Questa è una prima difficoltà.
Fabbri inoltre ha le mie poesie di un certo periodo, nel quale credevo ad alcune cose alle quali, non so se sia un bene od un male, ora non credo più. Mi riferisco alle poesie di "sinistra", scritte dal '47 al '48. (Tempo, Cinque figure, Da un diario, ecc. fino a Morte di García Lorca). Purtroppo sono le uniche che ritengo compiute e valide poeticamente. Poi ad eccezione del Viaggio nella casa senza speranza che è del 1950, non ho scritto più un rigo per tanto tempo. Insomma nel periodo che va dal gennaio 1949 al settembre 1951, ho scritto solo due (2) poesie. E triste ma è così.
Nel '49 sono stato distratto dall'Accademia (l'Accademia nazionale d'arte drammatica, ndr), in tutto il '50 e almeno per buona parte di esso, ho lavorato duro con il teatro e in un secondo tempo mi sono successe tutte quelle cose che tu sai, m'è parso che il mondo mi fosse crollato addosso come un'ala di muro e per tutto il periodo che sono stato a Porto sono stato nell'impossibilità di comporre un verso. Ho ripreso a scrivere qualcosa da quando mi trovo a Roma ma che non ritengo ancora opportuno mandare in giro.
Comunque, scrivere per ora mi riesce molto ma molto difficile. I cazzotti sul muso e nel ventre che ho ricevuto, m'hanno tolto tutte le illusioni e la fiducia nel mondo degli uomini. Non è una dichiarazione letteraria, è una constatazione: io non credo più a nulla, di puro e di nobile. Per cui le mie ultime poesie non sono più nemmeno tristi o malinconiche, sono atrocemente satiriche, nel senso di una satira intesa all'inglese, non all'italiana. (...) Dunque, per concludere, bisognerà discuterne con Fabbri, per pubblicare quelle che restano inedite di quel periodo e le meno violente, e qualcuna, rarissima, del secondo periodo.
2) Il documentario. La "Minerva Film", non riuscendo ad avere più i capitali per la produzione di films, aveva deciso di ripiegare sul documentario. Perciò aveva incaricato me ed altri di preparare del materiale in tal senso. «Senza impegno» come usa dirsi. E mai precauzione si è rivelata tanto utile: difatti la Minerva non è riuscita a trovare i quattrini per i documentari ed ha accantonato tutto in attesa di tempi migliori. Tutti, in Italia, attendono i tempi migliori. Che risate, quando si accorgeranno che questi non verranno mai ma anzi verranno quelli peggiori! Però io ho deciso d'agire diversamente, da un paio di giorni sono in caccia di un paio tra i migliori registi di documentari per far leggere loro il treatment e vedere di concludere qualcosa con altre case di produzione dove loro sono ben introdotti.
3) Fiammetta (un teatro, ndr). Ancora in trattative. Mi pareva di avervelo già accennato in una precedente lettera, la situazione è la seguente: loro sono disposti a darci il teatro, il pubblico (cosa molto improbabile) e il capitale necessario per ogni singola messinscena, comprensivo delle spese di scenario, décor, costumi, apparecchi elettrici e luci. Questo è ciò che loro anticiperebbero. Non un soldo di paga però per regista, aiuto, attori e macchinisti. Gli utili eventuali di spettacolo in spettacolo verrebbero ripartiti in maniera proporzionale dell'attività e del «peso» di ognuno. Io accetterei ad occhi chiusi, ma gli altri? Zennaro (Alfredo Zennaro, commediografo e regista, ndr) cerca di ottenere qualcosa di più, altrimenti non resta che una soluzione, la seguente: Zennaro dovrebbe cominciare a dirigere a giorni, per conto dell'ambasciata rumena, uno spettacolo in occasione del centenario di Jon Luca Caragiale, per il quale percepirebbe due milioni e questi versarli interamente per gli spettacoli al Fiammetta e cominciare a lavorare su questa base.
Come vedi, nulla ancora di ben preciso. Il lavoro di apertura dovrebbe essere "Am stram gram" di Roussin, da me segnalato e per il quale nutro una profonda simpatia, trattandosi di una cosa assolutamente pazza divertentissima e molto intellettuale. Con Zennaro potrei farne un'ottima cosa.
4) Costa e d'Amico. Con d'Amico abbiamo fatto il passo avanti del saluto. Ho incontrato Costa cinque giorni fa, di sera e abbiamo parlato a lungo. Per cui mi ha invitato ad andare a trovarlo in Accademia e a portargli le mie poesie. Ci sono andato l'altro ieri, faceva lezione nel pomeriggio a tutte le classi riunite, dalle cinque alle sette. Alcuni dei miei compagni che non mi vedevano da tempo, si sono precipitati ad abbracciarmi veramente commossi.
Al momento di salutarlo, Costa non ha voluto che andassi via e m'ha invitato a cena a casa sua. Così abbiamo passato una serata e buona parte della notte come ai vecchi tempi. Ha voluto che gli lasciassi le mie poesie per leggerle con comodo. Poi mi ha letto le sue ultime cose. È diventato un poeta sul serio, non è più un dilettante della poesia. Questo spiega la sua crisi attuale d'uomo di teatro. Perché è veramente demoralizzato, anche se continua a lavorare come se nulla accadesse dentro di lui. Ha dato ragione a me: il poeta è l'uomo più chiuso in sé che ci sia, mentre l'uomo di teatro e di cinema è la puttana più pubblica che ci sia. Ciò genera uno stato di disagio e di sofferenza enorme, io l'avvertii appena misi piede in Accademia, lui comincia ad avvertirlo ora che diventa un poeta. Per me è meno grave, perché sono giovane e con poche illusioni, mentre lui ha quaranta anni ma è rimasto un bambino. Ma ognuno veramente la propria rogna deve sapersela grattare da solo, se non altro è l'unica esperienza positiva che ho avuto da tutto quello che ho visto dal '49 in poi. Lunedì tornerò a rivederlo ancora, ora che il ghiaccio si è spezzato definitivamente e la vecchia amicizia è ritornata a galla.
Abbiamo anche parlato delle mie dimissioni dall'Accademia ed egli mi ha fatto presente come un trenta per cento della responsabilità ricadesse anche sulle mie spalle. Ora, a mente assolutamente fredda, non so dargli torto del tutto. Ma questo sarebbe un discorso troppo lungo. Non so nulla di Marta Abba. [...]. In quanto alla notizia se farà o meno del teatro, non so dirti. Pensa che questa storia la tirano fuori nell'ambiente in media due volte all'anno.
I miei proponimenti?? Voglio arrivare, a qualunque costo, anche a vendermi l'anima. Va bene, non ci ricaverò molto, ma è sempre qualcosa. Sto scherzando, naturalmente: attendo solo l'occasione propizia per farmi benvolere da tutti nell'ambiente del cinema, anche se ci saranno centinaia di persone antipatiche. Il resto verrà da sé. L'unica cosa che mi preoccupa è il tempo che ho perduto e i quattrini spesi a vuoto. Se sapessi di avere dietro le spalle una situazione più rassicurante, sarei felice. Pazienza. Per una volta tanto voglio sperare anch'io in... «tempi migliori».
Scrivimi spesso, caro papà, apro le tue lettere con lo stesso batticuore di un innamorato. Ti abbraccio con immenso affetto e ti bacio con tanto amore.
Tuo ANDREA
 
 

Il Fatto Quotidiano, 25.11.2024
Il Camilleri giovane: fame, freddo, schiaffoni e Roma
Il libro. Per Sellerio esce l’epistolario tra lo scrittore e i suoi genitori, ai tempi del suo arrivo nella Capitale per frequentare l’Accademia. A loro racconta tutto...

Più di cento libri pubblicati in vita ma Andrea Camilleri, scomparso nell’estate del 2019, non rallenta il ritmo della sua prolificità. Esce domani per Sellerio un’altra opera postuma: un epistolario che raccoglie circa duecento lettere destinate ai genitori e scritte nell’arco di un decennio. Vi scriverò ancora. Lettere alla famiglia 1949-1960 è, come scrive Silvano Nigro, “un’involontaria autobiografia da giovane.” È un Camilleri non ancora venticinquenne quello che da Porto Empedocle approda a Roma ammesso all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. La distanza con padre e madre è colmata da una corrispondenza che non risparmia nemmeno il dettaglio più marginale. Scrive sempre Silvano Nigro: “Le lettere sono un bollettino feriale, il giornale di trincea scritto da uno studente che combatte ogni giorno contro mille difficoltà.” In effetti il giovane Camilleri reclama continuamente soldi perché “è tremendo girare per Roma senza una lira in tasca.” Si accomoda in stanze ammobiliate, consuma pasti di fortuna, indossa mocassini che gli “tengono i piedi freddi.” Ecco perché sembra risollevarsi quando gli viene recapitata “una giacca che desideravo da tempo.” Il rapporto filiale non è limitato a compassionevoli necessità pratiche. Ciò che sorprende è la consonanza intellettuale che lo lega ai genitori. Sono interlocutori morbosi sulle sue ambizioni e il figlio si attarda a illustrargli le tappe del suo apprendistato. Dopo che Camilleri è costretto a lasciare l’Accademia a causa di un provvedimento disciplinare sono innumerevoli i suoi tentativi di sbarcare il lunario e di farsi largo nel mondo del teatro e del cinema: “Non faccio altro che gettare reti e speriamo un giorno o l’altro qualche pesce abbocchi.” Diventa amico di Patroni-Griffi e di Francesco Rosi. Bussa alle porte di Rossellini e Soldati, si procaccia un appuntamento con Scarpelli, “il soggettista di Totò.” Prova a frequentare Zavattini e Lizzani. Riesce infine a fare l’aiuto regista in un film diretto da Zampa. In compagnia di Orazio Costa una sera va a cena con Anna Magnani, “più simpatica che mai.” Prima di affermarsi sui palcoscenici campa collaborando la mattina all’Enciclopedia dello spettacolo, il pomeriggio alla rivista Scenario e la sera a teatro per le prove. I suoi primi lavori hanno anche un tocco di genialità: non riuscendo a trovare un attore all’altezza del ruolo impiega in uno spettacolo un manichino. È il primo a scoprire in Italia Jean Genet. Scrive nel 1952: “È venuto a trovarmi a Roma da Parigi… È rimasto soddisfatto della mia traduzione, sono stato a pranzo con lui e mi ha fatto conoscere Sartre.” Firma anche l’allestimento prima teatrale e poi radiofonico di Finale di partita di Beckett. Realizza regie per il produttore teatrale Carcano che lo obbliga a provare in tempi stretti e che dispoticamente cambia gli attori. Finisce a male parole e a schiaffi. “Il nostro ambiente, quello del teatro, è lurido ed io riesco a starci solo perché mi sono fatto tutta una mia vita al di fuori di esso.” Si riferisce all’amore per Rosetta, che infine sposa e dalla quale ha “pisquetta”, ovverossia Andreina, la prima delle tre figlie. In vista del centenario della nascita - settembre 2025 - rintocca come una approssimata profezia questo passaggio da una lettera del 4 settembre 1951: “Dopodomani compirò ventisei anni. Dicono che noi, nati sotto il segno della vergine, abbiamo la fortuna ritardata, attorno ai 30 anni.” Chissà se avrebbe mai immaginato che la fortuna gli sarebbe piovuta attorno ai 70 anni grazie al successo dei gialli col commissario Montalbano.
Crocifisso Dentello
 
 
Le lettere
“E allora oltre alle scatole le rompo anche la faccia!”

Roma, 7 gennaio 1952
(…) Ho bisogno di sapere calmi voi per poterlo essere anch’io e vi assicuro che non si tratta di una frase che scrivo così tanto per riempire spazio. Qui mi trovo ogni giorno a lottare contro tante cose, forse e soprattutto contro me stesso e se a tutto ciò si deve aggiungere l’inquietudine per che provo per voi, sinceramente comincerebbe a diventare una situazione insostenibile. Io sono già abbastanza preoccupato per la nostra situazione finanziaria, ogni qual volta ricevo i vostri quattrini bestemmio da pazzo perché so quanti sacrifici: a me servono per vivere, non li spenderei per divertirmi neanche se mi sparassero… Il fatto che io sia solo, molto solo da quattro mesi, non deve farvi pensare che io sia triste. È una strada che mi sono scelta da me volontariamente.”

Roma, 10 gennaio 1954
(…) Ma alle 11 del mattino, andato a teatro, non trovo nessuno degli attori: Carcano li aveva mandati a provarsi i costumi e aveva spostato la prova alle 9 di sera! Il rischio che stavo correndo era immenso, era quello di rovinarmi artisticamente e lui non se ne rendeva conto! Allora tutta l’ira repressa è scoppiata, e come un pazzo mi sono messo a cercarlo. Lo trovo con Calendoli, all’una che prendeva l’aperitivo da Canova, e lo affronto dicendogli che l’unico competente a stabilire le prove ero io e che lui era un pazzo se credeva che in quelle condizioni io potessi andare in scena. Risposta: “Di che cosa si preoccupa?”. Io: “Non voglio fare una cattiva figura.” Lui: “Mi stia a sentire. Prima di tutto il direttore della compagnia sono io e quindi dispongo io. In secondo luogo, lei lo sa che io sono un critico?”. Io: “Lo so, è stato l’unico a dir male del mio spettacolo precedente.” Lui: “Bene, e allora io le dico che se si preoccupa della critica che avrà le assicuro che la critica non vale niente.” Io (fuori di me): “Non vale niente lei, non d’Amico o Prosperi.” Lui (seccato): “Lei mi sta rompendo le scatole con questo suo isterismo!”. Io (pazzo completo): “E allora oltre alle scatole le rompo anche la faccia!”. E gli mollo due schiaffoni.
 
 

ANSA, 25.11.2024
Il giovane Camilleri nelle lettere inedite ai genitori
Esce Vi scriverò ancora per Sellerio
ANDREA CAMILLERI, VI SCRIVERÒ ANCORA.
LETTERE ALLA FAMIGLIA 1949-1960, A CURA DI SALVATORE SILVANO NIGRO CON LA COLLABORAZIONE DI ANDREINA, ELISABETTA E MARIOLINA CAMILLERI (SELLERIO, PP 528, EURO 17).

ROMA
Il teatro, l'Accademia, Roma, i grandi autori e incontri, primo fra tutti quello con Orazio Costa, che formano una galleria del mondo culturale del dopoguerra. Dal 1949, quando si trasferisce nella Capitale, al 1960, lungo più di un decennio, le Lettere di Andrea Camilleri alla famiglia, finora inedite, ci restituiscono un ritratto dello scrittore da giovane.
"Dopodomani compirò ventisei anni. Dicono che noi, nati sotto il segno della vergine, abbiamo la fortuna un poco ritardata, attorno ai 30 anni. Speriamo che ci siano delle eccezioni alla regola" scrive Camilleri il 4 settembre 1951. Ritrovate dalla famiglia e raccolte nel libro 'Vi scriverò ancora', a cura di Salvatore Silvano Nigro con la collaborazione delle figlie dello scrittore, Andreina, Elisabetta, Mariolina, le lettere escono il 26 novembre per Sellerio, in vista, nel 2025, del centenario della nascita, il 6 settembre 1925, del grande scrittore e drammaturgo, morto il 17 luglio 2019.
È stato "un importante e inaspettato 'ritrovamento' fra le carte di nostro padre. Quando già era iniziato il lavoro di censimento della documentazione sono state rinvenute in un luogo che non immaginavamo potesse conservarle intatte per anni e anni. Una cantina" spiegano nella nota al libro le figlie dello scrittore.
"Circa duecento lettere scritte da nostro padre ai genitori dal 1949 agli anni '60, quindi dal suo primo anno romano come studente 'fuori sede' dell'Accademia d'Arte Drammatica, fino al trasferimento da Porto Empedocle a Roma dei genitori". La corrispondenza si chiude "come un romanzo d'altri tempi", "con un matrimonio. Camilleri sposa Rosetta Dello Siesto. E viene 'alla luce una bella creatura', direbbe Manzoni. Si chiama Andreina" racconta Nigro.
Sedite ai genitori da Roma, come studente fuorisede, le lettere sono rivolte soprattutto alla madre alla quale Camilleri racconta quasi tutto in una specie di rendiconto della vita quotidiana. Il futuro grande scrittore, creatore del Commissario Montalbano, deve destreggiarsi fra i problemi economici della sua vita a Roma, le frustrazioni ma anche i grandi incontri fra i quali spicca il rapporto straordinario con Orazio Costa e quello più difficile con il critico Silvio d'Amico che è però la persona che lo spinge a presentarsi alla selezioni dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica della capitale.
"Il giovane Camilleri è un maratoneta del lavoro. Mantiene un ritmo infernale, vertiginoso. Corre da un posto all'altro con affanno e frenesia. E con autoironica comicità. Ai genitori chiede: 'Che ve ne pare di questa specie di carosello?'" spiega Nigro.
Per la maggior parte manoscritte, le lettere sono state trascritte a cura del Fondo Andrea Camilleri di Roma. "Abbiamo operato pochi tagli rispetto agli originali per tutelare alcuni aspetti personali e privati di quanti purtroppo non ci sono più.
Tagli indicati nel testo da tre puntini tra parentesi quadre" avvertono le figlie.
Figlio molto affettuoso, lo scrittore non vuole deludere la sua famiglia, ma sa cosa vuole e si muove con tenacia e determinazione. La sua formazione teatrale condizionerà anche la sua scrittura come Camilleri riconoscerà tanti anni dopo: "Quando nel racconto devo inserire un personaggio, il più delle volte scrivo prima il dialogo. Solo in seguito lo descrivo, ma tutto è conseguenza del modo in cui lo faccio parlare ed esprimere: non c'è alcun dubbio che questo sia un tipo di scrittura teatrale".
Camilleri non lascerà più Roma, da quando nel 1949 ottiene una borsa di studio per il corso di regia di Orazio Costa.
"Tutte insieme, le lettere sono quanto di più vicino ci sia a un diario: con la loro concretezza, la diligente registrazione giornaliera fatta di occasionali non sensi, di ripetizioni, di monotonia (sempre riscattata dalla disinvolta leggerezza del dettato), e anche dell'andare a vuoto talvolta; senza reticenze comunque, e senza falsi pudori" scrive Nigro. L'epistolario può essere letto come una sorta di autobiografia dei primi 35 anni dello scrittore che raccontano molto del suo grande successo futuro.

Mauretta Capuano
 
 

ANSA / La Sicilia, 25.11.2024
L'anteprima
Andrea Camilleri e la lettera mai pubblicata che spedì alla madre il 15 agosto del 1953: «Non vorrei che ti facessi soverchie illusioni, non c’è lavoro»
Per gentile concessione di Sellerio editore pubblichiamo in anteprima la lettera di Andrea Camilleri alla madre del 15 agosto 1953 tratta dal libro “Vi scriverò ancora” che esce il 26 novembre.

«Roma, 15 agosto 1953. Mamma carissima, due parole in fretta. Ho ricevuto proprio questa mattina la tua lettera. Capisco benissimo la tua gioia, ma non vorrei che ti facessi soverchie illusioni, non c’è lavoro, da nessuna parte. E poi ancora non è giunto il momento che mi vengono a cercare e mi offrono del lavoro, questo avverrà fra due o tre anni se la fortuna mi assisterà. Fino ad ora sono io che dovrò andare intorno a cercare lavoro. Sono stato domenica scorsa tutto il giorno con Orazio, anzi siamo andati assieme in macchina sino ad Anzio ed abbiamo fatto ritorno a Roma a sera tarda in macchina. Io non posso chiedergli una lira come speravo perché è assolutamente al verde ha dovuto persino licenziare la domestica. Così l’unica possibilità che ho di tirare avanti sono le 2.000 lire tue che tu di tanto in tanto mi mandi. Ora mi è necessario restare a Roma al massimo altri 15 giorni e ti spiego perché. Non sappiamo se riusciamo a fare la compagnia per l’anno prossimo, perché non sappiamo quanto ci darà il ministero come sovvenzione e lo sapremo solo al momento che questo benedetto governo si formerà, anzi dopo un po’ di giorni che si sarà formato. Ora io voglio essere presente al momento della firma dei contratti, sai com’è, Zennaro e Calendoli sono veramente degli ottimi amici, ma gli assenti hanno sempre e comunque torto ed io invece ho il massimo interesse ad avere ragione, sempre. Cosicché, firmati questi contratti, io mi sarò assicurato non meno di due regie per l’anno prossimo. Inoltre devo ancora vedere Ennio De Concini e non è facile rintracciarlo, impelagato com’è nella lavorazione dell’Odissea. A questo proposito oggi ho telefonato a Costa, domani dopopranzo andrò a prendere il caffè da lui così vedremo di andarci assieme. Sono andato all’Enciclopedia e ho visto d’Amico che è stato di una gentilezza estrema nei miei riguardi, comunque prima di partire per venire giù a trovarvi come spero ardentemente, voglio parlare con Chicco Pavolini per quanto concerne il mio prossimo lavoro all’Enciclopedia, quello cioè a partire dal mese di ottobre in poi. Vorrei insomma avere una assicurazione scritta. Questa è la mia situazione attuale, aggravata dal fatto che Orazio non farà nessun spettacolo teatrale durante l’estate, perché se lo avesse fatto io avrei con certezza lavorato con lui. Comunque pazienza, è già un bene che io abbia fatto la mia regia quasi inaspettatamente e sia riuscito a farmi conoscere in un certo ambiente. Cosicché bisogna vedere di farmi avere qualcosa per tirare avanti in questi giorni, poi non appena avrò concluso qualcosa in merito alla formazione della compagnia vi telegraferò e vi scriverò perché mi possiate inviare la somma necessaria per il ritorno. Conto, se tutto va bene, di trattenermi giù da voi tutto agosto e metà di settembre a riposarmi e a prepararmi alle fatiche dell’anno prossimo. M’interessa che mi facciate sapere al più presto l’indirizzo della Società Amici della Musica di Agrigento e che mi diate anche il nominativo del Presidente e del Segretario responsabile. Non dimenticatelo perché è una cosa che mi interessa. Vi abbraccio con immenso affetto. Andrea».
 
 

Corriere della Sera, 25.11.2024
Anteprima. Ritrovate in cantina, le carte (1949-60) escono da Sellerio curate da Salvatore Silvano Nigro con le figlie del maestro
Lettere dal giovane Camilleri
Le corrispondenze con i genitori: Roma, gli incontri, il teatro. E lo scrittore che sarà
Il volume
Esce martedì 26 novembre da Sellerio Vi scriverò ancora. Lettere alla famiglia 1949 -1960 di Andrea Camilleri, a cura di Salvatore Silvano Nigro con Andreina, Elisabetta e Mariolina Camilleri (pp. 528, euro 17) Allo scrittore (1925-2019), di cui l’anno prossimo si celebra il centenario della nascita, è dedicato l’omaggio dell’8 dicembre a Più libri più liberi (Roma, Nuvola dell’Eur, ore 13.30)

C’era uno studente fuorisede, tenero e volitivo, ironico e stakanovista, nella cantina di casa Camilleri a Roma. Era racchiuso nelle lettere inviate, per un decennio, dal giovane Andrea ai suoi genitori. La prima è datata novembre 1949: ventiquattrenne, era arrivato nella capitale trovando provvisoria ospitalità in un albergo (a 700 lire a notte), per sostenere gli esami all’Accademia nazionale d’Arte drammatica dove avrebbe studiato sotto la guida del direttore Silvio d’Amico e di Orazio Costa, insegnante di Regia. L’ultima è del 31 agosto 1960: Camilleri è già sposato con Rosetta Dello Siesto («una brunetta deliziosa» la definisce la prima volta che ne parla alla famiglia) ed è nata la figlia Andreina. Quelle lettere, finite in cantina insieme ad altre carte, si interrompono quando i genitori dello scrittore si trasferiscono a Roma da Porto Empedocle; conservate nell’archivio del Fondo Camilleri, sono state trascritte e raccolte in un ricco, gustoso volume (Vi scriverò ancora) in libreria da martedì 26 novembre per Sellerio, a cura del critico Salvatore Silvano Nigro con la collaborazione delle figlie dello scrittore, Andreina, Elisabetta e Mariolina Camilleri.
La documentazione, che l’illuminante prefazione di Nigro contestualizza in una prospettiva critica, anche rispetto ai romanzi che verranno e alle scelte linguistiche che li caratterizzano, rivela un Andrea Camilleri fino ad allora sconosciuto anche a figlie e nipoti. Quei dieci anni di lettere in cui dentro c’è tutto — gli abiti, i soldi, i materassi, il caldo, il freddo, le amicizie, lo studio, i molti lavori — appaiono quasi un diario, nota Nigro, «con la loro concretezza, la diligente registrazione giornaliera fatta di occasionali non sensi, di ripetizioni, di monotonia (sempre riscattata dalla disinvolta leggerezza del dettato), e anche dell’andare a vuoto talvolta; senza reticenze comunque, e senza falsi pudori».
Camilleri è un figlio affettuosissimo: «Io mi sento di triplicare il mio affetto per voi e di darvene sempre e comunque tangibile dimostrazione» scrive ancora in una delle ultime lettere. La madre è la prima destinataria: le racconta di aver lavato le calze («sono venute abbastanza pulite! Come vedi, faccio progressi»); dei rapporti affettuosi con Costa («ogni mattina, dopo la lezione di regia, andiamo assieme a fare colazione, paghiamo uno anche per l’altro un giorno sì e un giorno no: ci sono riuscito dopo grande fatica perché voleva pagare sempre lui»); ma anche di essere andato «con una compagna assai bella e molto elegante» dal sarto Schubert che ha schizzato a lei un modellino per un cappotto e ha scambiato lui per «l’ufficiale pagatore». Con il padre c’è più ritrosia, al punto da riceverne qualche recriminazione se si sente costretto a ribattere: «È raro il caso che io abbia iniziato una mia lettera rivolgendomi solo ed esclusivamente alla mamma. Quando vi ho scritto, ambedue siete sempre stati presenti nel mio pensiero».
«Maratoneta del lavoro» (così lo definisce Nigro), Camilleri fa qualunque cosa per guadagnare e lo rivendica con orgoglio: «Quando vi chiederanno notizie di me, sbattete sul muso alla gente questa risposta — scrive ai genitori —. Ho raggiunto cioè la massima borsa, quella che viene data solo raramente agli ottimi. Me la sono guadagnata, stringendo i denti e lavorando come un cane. E dunque quando ho qualche ora libera e me la spasso con qualche ragazza mi pare che questo me lo sia ben meritato». Le difficoltà finanziarie, per altro comuni a molti compagni dell’Accademia, giustificano le richieste di denaro, avanzate con la consapevolezza che la famiglia si impone sacrifici per aiutarlo, e fanno da filo conduttore alla corrispondenza («Ho ricevuto ieri un vaglia di lire tremila che mi aiuterà a tirare avanti per non più di cinque giorni. Sono stato due giorni a mangiare a spese di Leo, mattina e sera. Capisco che voi non vi trovate in condizioni di potermene inviare, ma per me è tremendo girare per Roma senza una lira in tasca»), così come le osservazioni quasi ossessive sui ritardi della posta che impedisce il fluire della comunicazione con la famiglia.
Dall’assiduo, a volte picaresco «notiziario» inviato ai genitori, emerge una vis comica che anticipa quella del Camilleri maturo, soprattutto della serie del commissario Montalbano. Come quando, tra cerniere lampo e ganci, rimane imprigionato nella magnifica giacca che i genitori gli hanno inviato e che non riesce più a levarsi di dosso: «Tento e ritento ma tutto è inutile: decido allora di dormire con la giacca e di chiedere, al mattino, l’aiuto della padrona di casa. Ma dopo un po’ mi accorgo che la giacca mi dà fastidio e così, lentamente, con molta pazienza, riesco a liberarmene». Incidente simile a quello che gli capita con la brutta tuta imposta agli allievi dell’Accademia — fatta così male che se deve alzare il braccio destro è costretto ad alzare anche la gamba — in cui Nigro nota acutamente una maliziosa parodia del saluto fascista.
Camilleri scrive poesie, racconti, articoli, soggetti per il cinema e per la radio, ma il teatro è il faro che guida le sue giornate. Di tutto rendiconta la famiglia: «Devi dire a zia Elisa che non si preoccupi per le parole di Costa sul teatro — scrive alla madre —. “Morte del teatro” significa questo: nel 1950 tutti vanno in automobile (=cinema) e pochi a cavallo (=teatro), ma questo non significa che domani i cavalli diventeranno inservibili e come tali saranno ammazzati». Nonostante il consiglio di mettersi i tamponi nelle orecchie per non sentire il dialetto ogni volta che scendeva in Sicilia, il lessico famigliare gli suggerisce spesso termini dialettali il cui uso Nigro rintraccia nei romanzi, ricostruendo anche in parte la genesi della peculiare lingua di Camilleri.
Assieme al nutrito parentado che a Roma lo aiuta come può e a cui Camilleri è molto affezionato, l’epistolario proietta sullo sfondo le silhouette, a volte sfocate, altre più nitide, del mondo culturale, non solo italiano, negli anni Cinquanta. Da Anna Proclemer a Vittorio Gassman, da Jean Cocteau a Jean Genet, da Giacomo Debenedetti (che a una conferenza lo presenta come «il giovane poeta siciliano) ad Alberto Moravia, da Amedeo Nazzari a Silvana Pampanini: attori, scrittori, registi, salgono, anche se solo per poche righe, alla ribalta di questo teatro che Camilleri riesce a rendere vivo con piccoli, semplici tocchi. Da grande, ancora inconsapevole e sconosciuto maestro.
Cristina Taglietti
 
Gli estratti. Ai parenti in Sicilia racconta le giornate da studente fuorisede e i primi lavori
«Il letto è soffice e ceno in trattoria. Jean Genet? Cinico e gentilissimo»

Ostia, 3 novembre 1949
Carissimi,
questa lettera vi servirà da «rendiconto» di tutto quanto ho fatto dalla mia venuta a Roma sino ad oggi. (...)
L’esame (all’Accademia di Arte drammatica (ndr) è stato il seguente: appena entrato nel teatro, d’Amico mi ha chiesto di recitare qualcosa. Al che io ho risposto che mi mancavano gli altri attori per sostenermi nella parte e che non conoscevo nessuno al quale poter chiedere questo favore. Allora d’Amico ha chiamato due tra i più valenti attori giovani del teatro di prosa e che io conoscevo solo di fama: Gassmann e Santuccio. Con quest’ultimo, avendo avuto un’ora di tempo per prepararmi, ho imparato una parte dalla commedia «La torre sul pollaio» (che avevo dato quest’anno a Porto) e una parte dalla commedia «Arsenico e vecchi merletti» (che era solo la seconda volta che la leggevo) e così sono salito sul palcoscenico. Potete immaginare la mia emozione e il mio orgasmo.

Dopo aver recitato (davanti a 10 membri di commissione, tra attori, attrici e registi) è cominciato l’esame vero e proprio, sul perché avevo deciso di fare la regia della commedia di Pirandello in una determinata maniera e non in un’altra. Mi sono trovato d’accordo con Costa (il maestro di regia) sul II e sul III atto, ma non sul primo. Io ho difeso la mia idea fino in fondo, anche a costo di mandare tutto all’aria. E forse questa mia decisione mi ha giovato, anche perché ero stato preavvisato da Zennaro (l’aiuto regista di Costa) che quest’ultimo faceva spesso delle domande ambigue, a trappola. Dopo un’ora e un quarto, annegato in un bagno di sudore (e dire che qui a Roma fa freddo!) sono stato licenziato. (...)
Pensa che da due anni non prendevano nessun regista e che quest’anno, su 9 concorrenti sono stato ammesso io solo, (unico in tutta Italia). D’Amico ha detto a Maia che anche quest’anno la commissione non voleva prendere nessuno, ma che lui allora si è alzato e ha detto che secondo lui si sbagliava a non voler ammettere nessuno in quanto c’era un nome che spiccava sugli altri. «Qual è?» è stato chiesto dalla Commissione.
«Camilleri» ha risposto d’Amico. E all’osservazione che io difettavo di una completa cultura teatrale (cosa verissima del resto), ha detto che lui «vedeva» in me e che senz’altro ero una carta da giocarsi con buone probabilità e che comunque, per lasciare ad ogni membro della commissione libertà assoluta di giudizio, si sarebbe passato ad una regolare votazione. E così è stato fatto, senonché all’atto dello spoglio, si è visto che le parole di d’Amico, quale Presidente dell’Accademia e intenditore di teatro, hanno avuto un buon effetto perché la votazione è stata assolutamente favorevole a me e così sono stato l’unico ammesso (...).

Roma, 11 gennaio 1950
Carissimi,
spero che avrete ricevuto le due parole che vi scrissi ier l’altro per dirvi ch’ero arrivato bene. Mi sono finalmente sistemato a Roma in una maniera come meglio forse non avrei potuto sperare.
Ho una grande stanza a mia disposizione con un letto soffice, comodo e ben munito di coperte ma posso in verità dire che ho tutta la casa a mia disposizione. La padrona di casa è gentilissima con me e mi usa molti riguardi, l’altra sera che volevo farmi la barba ha preteso a tutti i costi che lei mi riscaldasse l’acqua necessaria. Il posto è un poco in periferia, c’è un grande silenzio ed un senso di pace che mi aiuta molto nel mio lavoro. Disto esattamente 25 minuti di tram dall’Accademia, per cui mi alzo ogni mattina alle 7 con un vantaggio di 1 ora e mezzo di quando abitavo ad Ostia e in più c’è da considerare il vantaggio veramente notevole che io mi posso talvolta riposare nel pomeriggio. (...)

Per la biancheria la padrona ha parlato con la sua lavandaia, dato che non lava lei stessa neppure le sue cose perché è impiegata e non ha tempo. A mezzogiorno e la sera ceno in trattoria e al solito mangio bene. Ho ripreso la vita di prima, solo che il ritmo del lavoro ora lo sento di meno, dato che ho più tempo a mia disposizione.
In Accademia la solita vita, ieri ci hanno dato le tute che fanno schifo, la mia è la meno peggio di tutte ma figuratevi che se devo alzare il braccio destro sono costretto ad alzare anche la gamba! A qualcun altro tirava tanto di cavallo che a momenti rischiava di restare sospeso a mezz’aria. Abbiamo energicamente protestato e domani ho un appuntamento col sarto perché me la rifaccia, a sue spese, si intende. (...)

Roma, 30 maggio 1952
Papà carissimo,
(...) È venuto a trovarmi a Roma da Parigi Jean Genet di cui vi ho già parlato. È quel celebre autore francese noto anche per le sue condanne per furti, minaccia a mano armata, scassi e assalto alla Banca di Lione. È rimasto soddisfatto della mia traduzione, sono stato a pranzo con lui e mi ha fatto conoscere Jean-Paul Sartre. Genet è un uomo straordinario che lascia un’impressione profonda in chi lo conosce per il suo spaventoso cinismo. Mi ha dato tutti i diritti per il lavoro che ho tradotto, mi ha detto che ne posso fare tutto quello che voglio e che devo trattenere tutti i quattrini, come se l’autore fossi io, senza dare nulla a lui. «Lei è giovane» mi ha detto «e ha bisogno di quattrini. Io sono ricco e non ne ho bisogno». «E che posso fare per ringraziarla?» ho chiesto. E lui: «Fra qualche anno mi manderà dei pacchi». «Dove?» chiedo io. E lui: «Al carcere, naturalmente». (...)

 
 

La Stampa, 25.11.2024
Camilleri, le lettere inedite alla famiglia: “Vi scriverò per sempre”
Il futuro grande scrittore siciliano arriva a Roma con una borsa di studio. Studia regia, scopre la città e il suo mondo culturale: e racconta tutto alla famiglia

L'autobiografia inconsapevole dell'artista da giovane. Questo sono le meravigliose lettere che Andrea Camilleri scrisse alla famiglia dal 1949 al 1960 e raccolte per la prima volta in questo volume di Sellerio, profeticamente (a posteriori) titolato Vi scriverò ancora. Camilleri arriva a Roma dalla Sicilia su invito del critico Silvio d'Amico per presentarsi alle selezioni dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica: è l'unico candidato ammesso alla frequenza del corso di regia di Orazio Costa e ottiene una borsa di studio. Così nel 1949 si trasferisce nella capitale. Non la lascerà più: nonostante nel 1950 a causa di un episodio di carattere disciplinare venga espulso dall'Accademia, il suo talento e la sua determinazione gli consentirono di continuare a lavorare all'interno del mondo culturale romano, e del teatro in particolare. Camilleri ai genitori, alla madre soprattutto, racconta tutto - o quasi tutto: la vita quotidiana, i problemi economici assillanti, gli abiti, il cibo, gli incontri, le attese, le frustrazioni, le letture, il caldo e la pioggia, ma più di tutto le scelte di regia e degli attori, l'ambiente teatrale, i critici. E al padre raccomanda, di continuo, di smettere di fumare (da che pulpito!).
 

Roma, 28 gennaio 1950
Carissima mamma, ho ricevuto le tue due lettere, io non ti ho scritto prima perché ho avuto e continuo ad avere molto da fare e la sera quando torno a casa non ho altro pensiero che quello di andarmene a letto. Io cerco di scriverti nei pochi momenti liberi che ho, comunque non ti devi mai preoccupare per la mia salute, sto bene, mangio (anzi ti dico in proposito che non credo di essere molto dimagrito da quando sono tornato dalle vacanze) i dolori sono quasi del tutto spariti e si fanno risentire solo quando prendo un poco di freddo o mi bagno per la pioggia. Io naturalmente cerco di riguardarmi come posso ma certe volte è inevitabile che prenda un poco di freddo o mi bagni: il fatto però di abitare qui a Roma mi consente di potermi cambiare con facilità. D'altra parte da tre giorni vado in giro con la tuta che mi è stata finalmente aggiustata in una maniera se non altro passabile.
Con zio Turiddu e Paolo sono stato assieme parecchie sere, poi andarono in casa di cura e mi telefonarono l'indirizzo una domenica mattina ed io promisi loro che sarei andato a trovarli nel pomeriggio e ritornai a letto a dormire. Senonché quando mi sono svegliato non sono più riuscito a trovare il foglietto sul quale avevo trascritto l'indirizzo. Dispiaciuto, ho atteso una loro telefonata che però non mi fu più fatta. Quindi non ho più saputo nulla di loro. Desidererei che papà telefonasse loro ad Agrigento e mi sapesse dire qualcosa, spiegando loro il motivo della mia mancata visita e dicendomi se ritorneranno qui a Roma.
Devi dire a zia Elisa che non si preoccupi per le parole di Costa sul teatro, "morte del teatro" significa questo: nel 1950 tutti vanno in automobile (= cinema) e pochi a cavallo (= teatro), ma questo non significa che domani i cavalli diventeranno in servibili e come tali saranno ammazzati. Chiaro? Noi comprendiamo che l'avvenire è delle automobili ma preferiamo andare a cavallo. Ecco tutto. A proposito di Costa: mi aveva chiesto che gli facessi vedere le ultime mie ooesie pubblicate su Pesci Rossi e Inventario. Io ho comprato le due riviste (£ 600, maledizione!) e gliele ho regalate, lui le ha lette e poi, non so se per distrazione o a bella posta, le ha lasciate in vista sul tavolo nella sala di consiglio dei professori. Bene, l'altro giorno, c'era seduta plenaria di tutti gli allievi per una lezione di Silvio d'Amico e questi a un certo punto chiede: «Chi di voi è andato a vedere Ruggeri nel "Tutto per bene" di Pirandello?». Parecchi alziamo le mani. Allora lui dice: «Si alzi Camilleri» e poi: «Che cosa te ne è parso dell'interpretazione di Ruggeri?». Io la giudico secondo un punto di vista che lui condivide, e poi mi chiede ancora: «E del lavoro che te ne pare?». Io rispondo così: «Non lo stimo come uno dei migliori di Pirandello». E lui: «È detto un po' crudamente ma anch'io sono dello stesso parere». Poi rivolto agli altri fa: «Ed ora Camilleri, che ho avuto il piacere ieri di conoscerlo come un poeta tutt'altro che disprezzabile, anzi veramente apprezzabile, ci esporrà le sue idee su questo lavoro».
Che le mie poesie gli siano piaciute mi fa molto piacere e so anche che sono piaciute alla Setaccioli. Non so se ti ho scritto che giorni fa sono andato con Costa e alcuni ragazzi e ragazze a Villa Borghese (era una giornata stupenda) e ci siamo messi a giocare a «pugno incantato» e ai «ladri e sbirri». Io capeggiavo la squadra dei ladri e Costa quella degli sbirri. La sera mi facevano male le gambe per il troppo correre! E la fame! Ho preso doppia razione di pasta al ristorante! L'altro giorno Costa, durante la lezione di mimica, s'è dovuto assentare per un'ora e m'ha fatto continuare la lezione agli altri ragazzi, che, per sfottermi, mi chiamavano: signor dottore, come chiamano Costa.
Il maestro Pelosini mi continua a dimostrare il suo affetto e lo stesso tutti ad esclusione della Capodaglio. Ma io non posso volergliene male, malgrado tutto mi è simpaticissima e non riesco affatto ad arrabbiarmi con lei. Per il giorno 2 febbraio avremo le medie: speriamo bene! Mi sembra di essere ritornato ai tempi del liceo! Scherzo, naturalmente: sono molto tranquillo al riguardo: solo un'ostilità personale nei miei riguardi potrebbe giustificare qualche attacco alla mia borsa di studio.
Sono stato spessissimo a teatro, a vedere i De Filippo e Ruggero Ruggeri. Ieri sera c'è stata la prima di Invito al castello» per la regia di Orazio Costa. E stato un trionfo! Tu mi dici di andare a trovare zio Totò, solo che io non ne ho il tempo. Appena avrò un minuto di tempo andrò a trovarli. Domenica scorsa sono andato a trovare zio Tano e zia Michelina ad Ostia e mi sono trattenuto a pranzo da loro, al solito cordialissimi con me. Zio Vincenzo l'ho visto solo una volta, sta male perché gli hanno trovato il diabete e per ora fa una cura strettissima. Scrivigli, mi farai un piacere.
Tu mi scrivi che mi hai spedito il pacco con i libri, io non l'ho ancora ricevuto, sicuramente mi perverrà fra giorni. Per il certificato provvederò io stesso. Scrivetemi sempre e datemi vostre notizie, spero che papà abbia smesso di fumare: lo saluta un ufficiale di marina di cui mi sfugge il nome che io ho incontrato in tram (Perdio, come si chiamava? Era stato a Porto da sottotenente poi tornò a Porto mentre noi eravamo a Enna, anzi voleva affittata la nostra casa... Beh, non mi ricordo) e mi ha anche detto che Licari si trova a Roma al ministero. Lo andrò a trovare.  Scrivetemi spesso. Carissima assieme a papà e a tutti di casa ti abbraccio di tutto cuore e ti bacio.
ANDREA
 
 

Il Messaggero, 25.11.2024
Un tesoro di 200 lettere dal test con Gassman all’incontro con Sartre
La recensione

Quando le figlie di Andrea Camilleri - Andreina, Elisabetta e Mariolina - hanno trovato in un garage circa duecento lettere scritte tra il 1949 e il 1960 dal futuro "papà" di Montalbano alla madre Carmelina Fragapane e al padre Giuseppe, hanno subito capito di avere fatto una scoperta importante. Dopo tanti altri reperti d'archivio, che oggi costituiscono il Fondo Camilleri. Si trattava di un tesoro messo al sicuro dai loro nonni, quando si erano trasferiti a Roma da Porto Empedocle, per stare vicino al loro figlio.
FUORISEDE
«La prima cosa che abbiamo fatto è stato trascriverle», raccontano le sorelle nella prefazione, «vista la fragilità dei fogli». «Con la paura che anche una minima parola andasse persa». Le lettere raccolte in Vi scriverò ancora rappresentano, come nota il curatore Salvatore Silvano Nigro, un diario minuto, scritto nel lessico familiare dello studente fuorisede che nel 1949 si trasferisce a Roma, per frequentare il corso di regia all'Accademia di Arte Drammatica. Camilleri è puntiglioso, non tace nulla di sé e spesso si lamenta delle risposte che tardano ad arrivare. Ci sono le preoccupazioni, le condizioni economiche «disastrose», per il cibo, la stanza in affitto, i vestiti. Molti gli aneddoti gustosi. A partire dall'esame d'ammissione con Silvio D'Amico: il presidente dell'Accademia gli chiede di recitare qualcosa, e Camilleri risponde che gli mancano gli attori per sostenerlo nella parte. «Allora D'Amico chiama due tra i più valenti attori giovani del teatro di prosa e che io conoscevo solo di fama»: Vittorio Gassman e Gianni Santuccio. «Potete immaginare la mia emozione», confessa ai genitori. Poi c'è il confronto con il maestro di regia Orazio Costa: Camilleri difende la propria visione su una commedia di Pirandello, diversa da quella dell'insegnante. E proprio per questo la spunta.
IL PACCO
I genitori gli spediscono un pacco pieno di dolci, liquori, saponi. E anche una giacca. Che Camilleri vuole subito provare. E qui scatta una gag spassosa che fa pensare all'autore maturo, con la lampo che resta bloccata e il giovane costretto a dormire con la giacca, e quindi a chiedere l'indomani aiuto alla padrona di casa.
Solo in un caso Camilleri è reticente. Quando si trova costretto ad ammettere di doversi dimettere dall'Accademia. «Voglio che abbiate presente questo: non una delle cose contrarie accadutemi, è stata per colpa mia». Solo nel 2002 l'autore siciliano rivela la verità, senza più sconvolgere i genitori. Così emerge il racconto boccaccesco di una rappresentazione a San Miniato, diretta da Costa. Chiuso il sipario, gli attori vengono ospitati nel convento dei francescani, e le attrici dalle Clarisse. Intervistato da Saverio Lodato (La linea della palma, Rizzoli 2010), Camilleri racconta le incursioni notturne dalle ragazze, assieme a Enrico Maria Salerno e Gigi Vannucchi. «La mattina all'alba scavalcavamo la finestra che era a quasi mezzo metro dal suolo, e raggiungevamo il convento dei francescani. Ma una disgraziata mattina io mi ero addormentato non mi svegliai. La madre superiora aprì la porta della cella, ci vide nudi sul letto, urlò, svenne».
JEAN GENET
Due anni dopo, nel 1952, conosce Jean Genet a Roma. «È quel celebre autore francese noto anche per le sue condanne per furti, minaccia a mano armata, scassi e assalto alla Banca di Lione», spiega al padre. «È rimasto soddisfatto della mia traduzione, sono stato a pranzo con lui e mi ha fatto conoscere Jean-Paul Sartre». Camilleri è il primo a rappresentare le sue opere in Italia, e il drammaturgo non chiede nulla per i diritti. «Io sono ricco e non ho bisogno di quattrini», spiega Genet. Cosa può fare il giovane Camilleri per ringraziarlo? «Fra qualche anno mi manderà dei pacchi». «Dove?», chiede. E lui: «Al carcere, naturalmente».
Riccardo De Palo


Le avventure romane del giovane Camilleri, dall'incontro con Sartre al test di recitazione con Gassman
Pubblichiamo una lettera scritta da Andrea Camilleri alla madre il 25 febbraio 1950, tratta dal libro edito da Sellerio "Vi scriverò ancora - Lettere alla famiglia 1949-1960" a cura di Salvatore Silvano Nigro, con la collaborazione di Andreina, Elisabetta e Mariolina Camilleri, da domani nelle librerie.

Carissima mamma,
questa sera, sabato, tornando da casa, speravo di trovare qualche tua lettera e invece non c'era niente. Spero che lunedì mi arrivi qualcosa. Io sto bene in salute, febbraio è passato senza che mi desse il minimo fastidio per il freddo, è stata una cosa stupenda, sole e caldo ogni giorno. Mi accorgo che il tempo passa solo attraverso il giornale «La Fiera Letteraria» che compro ogni sabato: ogni volta mi stupisco a vedere il nuovo numero nelle edicole. «Guarda!» mi dico «ma se l'altro numero l'ho comprato ieri!». E invece no, sono passati sette giorni. Evidentemente è un effetto del lavoro che mi prende tutta la giornata e non mi lascia mai un attimo di tempo libero, non ho neppure il tempo di pensare ad altre cose, solo il teatro, teatro, teatro.
IL SAGGIO
Mario Ferrero, il regista che prepara il saggio, non mi lascia un attimo libero: figurati che è andato da d'Amico a dire: «Se Camilleri ha da sentire delle lezioni quando io provo, vi prego di esentarlo perché io di lui non ne posso fare a meno». (...)
Oggi ho tenuto una conferenza. Proprio così. Sono stato invitato a farla dal segretario nazionale delle Olimpiadi Culturali, Franco Di Tondo, un ragazzo che conobbi a Firenze nel 1947. L'ho tenuto nel più elegante locale di riunioni di Roma, alla «Conchiglia», dinnanzi ad un pubblico di intellettuali e di belle donne. Non solo, ma all'inizio sono stato chiamato al tavolo della presidenza a presiedere la riunione con altri! Con me c'erano al tavolo: Giacomo De Benedetti (il critico), Luigi Chiarini (il regista), Palma Bucarelli, Renato Guttuso. Nel pubblico ho riconosciuto: Moravia, Brancati, Levi, Gatto, la Bellonci, e altri nomi notissimi. Prima di me ha parlato De Benedetti che m'ha presentato come «il giovane poeta siciliano» (figurati!) poi ho parlato io e infine Chiarini ha concluso. Io ho parlato a nome dei giovani intellettuali che partecipano alle Olimpiadi e ho parlato anche del problema della cultura nel sud.
S'è verificato lo stesso che a Firenze nel 1947, applausi fervorosi e convinti, congratulazioni finali. Se ne parleranno i giornali, te ne invierò copia come spero pure di procurarmi le fotografie che sono state fatte durante il discorso. Ho parlato seccamente e brevemente, idee chiare e precise. Ma se sapessi che conforto era per me, tra tutto quel pubblico sconosciuto, posare lo sguardo sul volto amico e sorridente di Leo Guida seduto in terza fila! Non solo, ma (sorridi pure!) mi sono accorto di avere delle ammiratrici! Pensa! E io che non lo sapevo! Due ragazze alla fine sono venute a presentarsi e a dirmi quanto fossero piaciute loro le mie poesie che avevano letto sul «Saint-Vincent» e sulle riviste e a dirmi anche che erano felici di conoscermi.
SPERANZE
Per me, sarebbe stato un'altra cosa se avessi avuto voi due, miei carissimi, in prima fila. Peccato, ma spero che questo possa avverarsi un giorno o l'altro. Ora che ho terminato di darvi mie notizie, devo cominciare a lavorare ad un saggio critico che Achille Fiocco (il maestro di Storia del teatro) mi ha incaricato di fare.
Datemi sempre notizie di voi. Desidero che la prossima lettera porti almeno la firma di nonna Elvira, di zia Elisa e di zio Massimo. Dite alla famiglia ducale che mi inviino almeno una cartolina. Ho molto bisogno di sentirvi vicino a me anche attraverso queste forme esteriori. E papà mi scriva anche lui una sua lettera, come altra volta ha fatto, e mi dica di sé e del suo lavoro.
Vi abbraccio forte, forte, forte
ANDREA
Salutatemi gli amici, in particolare Fiorentino, che lui mi scriva, lui che ne ha il tempo! Io gli scriverò fra giorni.
 
 

Giornale di Sicilia / Gazzetta del Sud, 25.11.2024
In libreria con Sellerio “Vi scriverò ancora”, le lettere ai genitori dal 1949 al 1960
Camilleri figlio... emigrato
Raccolta di epistole dell’età giovanile a cura di Salvatore Silvano Nigro con la collaborazione delle tre figlie del creatore di Montalbano

C'è un giovane di belle speranze che s'aggira per la Capitale con una fame di vita e di successo non comuni. Ha vinto una borsa di studio che gli consente di frequentare l'Accademia nazionale di arte drammatica di Silvio d'Amico, nel settore regia. Arriva dal profondo sud, dopo un lungo viaggio in treno e l'affannata accoglienza dei parenti che a Roma e nei dintorni già dimorano. Ha gli occhi che luccicano di curiosità e di speranza della vita nuova che gli s'affaccia. Anche se le sue attenzioni saranno costantemente rivolte oltre lo Stretto, alla sua terra, alla sua famiglia di vecchi: in questo senso si può dire che la sua “crosta” di provinciale (senza l'accezione negativa di cui la parola s'è caricata) non gli cadrà mai di dosso.
Il ragazzo che sogna di fare il regista si chiama Andrea Camilleri e arriva da Porto Empedocle, provincia di Girgenti, dove ha già fatto i suoi latinucci e come messaggi in bottiglia ha già inviato le sue prime poesie alle riviste più rinomate della Penisola. Sono anni eroici, anni di Dopoguerra. Quello che sarebbe diventato il celeberrimo inventore del Commissario Montalbano, parte con una valigia carica di sogni e di qualche vestito. Pochi i soldi che una famiglia accudente e apprensiva non gli farà mancare, benché non navighi nell'oro.
Questi e moltissimi altri dettagli sono contenuti in un libro che la casa editrice Sellerio manda domani nelle librerie e che si intitola Vi scriverò ancora, un ricchissimo epistolario “domestico” che va dal 1949 al 1960. Camilleri scriveva al padre Giuseppe, ma soprattutto alla madre, Carmelina Fragapane, circostanza che crea qualche fraintendimento col genitore che si sente trascurato. Infatti, in una nota del 26 maggio del 1950 Andrea è costretto a rimbrottarlo affettuosamente: «Caro papà, la tua lettera mi ha fatto dispiacere per gli indiretti rimproveri che contiene. È raro che abbia iniziato una lettera rivolgendomi solo ed esclusivamente alla mamma. Quando vi ho scritto, siete stati ambedue presenti nel mio pensiero. Ed è ingiusto, lascia che te lo dica, l'appunto che hai voluto muovermi».
Insomma, ci sono le ansie, i turbamenti, i resoconti, i fallimenti, i successi, le sconfitte, le malinconie e le apprensioni di un figlio che ha, si capisce, i nervi a fior di pelle, un po' per la lontananza, un po' perché teme per la salute dei suoi, un po’ perché, come un giovane animale nel bosco, cerca di sopravvivere in un contesto naturalmente difficile quando si è soli.
Le missive che si susseguono sono il diario familiare che diventa «giornale», cioè informazione in presa diretta e in continuo di tutto ciò che gli accade, anche il banale acquisto di un paio di pantaloni, un'arrabbiatura, un'amarezza, un cambio di casa, un incontro inaspettato. Oppure la cronaca di un viaggio scomodo: «Sulla littorina fino a Messina sono stati in compagnia di tre bambini che rivelavano piccoli istinti di delinquenti…».
Questa raccolta di lettere (a cura di Salvatore Silvano Nigro, con la collaborazione delle figlie di Camilleri: Andreina, Elisabetta e Mariolina) offre uno spaccato autentico, genuino, a volte commosso della sua vita; svela un lato più intimo e personale di un narratore non ancora formato pienamente, ma già pieno di talento. Scorrono coi giorni le difficoltà economiche, i bivi professionali, l’ambiente teatrale, il rapporto speciale con Orazio Costa e quello più complesso con Silvio d’Amico. Camilleri ci accompagna nel suo percorso di formazione, dai primi passi nel mondo del teatro alle prime esperienze letterarie e ci racconta, con un linguaggio semplice e diretto, delle sue passioni, delle sue amicizie, delle sue delusioni. E poi, come gemme disseminate qua e là, incontri e amicizie straordinari: Gassmann, Rossellini, Sartre, Genet.
Giancarlo Macaluso
 
 

IMG press, 25.11.2024
Cultura: Cna Editoria, una sinergia per celebrare il centenario della nascita di Camilleri
Una sinergia per celebrare il grande maestro della letteratura siciliana Andrea Camilleri in vista del centenario della sua nascita, che ricorrerà nel 2025. È questo l’impegno emerso, durante l’iniziativa “Il gusto dei libri”, che si è tenuta il 23 e il 24 novembre scorsi, nell’ambito del Taormina Food Expo 2024, organizzato dalla Cna Sicilia e Cna Editoria, presso il Palazzo dei Congressi della città ionica.
Didascalia

Ad assumersi tale responsabilità il curatore del progetto per il centenario della nascita di Camilleri, Felice Laudadio, il presidente nazionale di Cna Editoria, Costantino Di Nicolò, il presidente di Cna Sicilia Cinema e Audiovisivo, Ninni Panzera, il vice presidente regionale di Cna Sicilia, Francesco Di Natale, il segretario della Cna di Ragusa, Rosanna Magnano, il commissario straordinario della Camera di Commercio Sud Est Sicilia, Antonio Belcuore, il vice presidente della V Commissione Cultura dell’Assemblea Regionale Siciliana, Valentina Chinnici.
“Nella prossima edizione del Taormina Food Expo – hanno dichiarato Di Nicolò e il segretario regionale della Cna Sicilia, Piero Giglione – ci sarà un’intera giornata dedicata alla cucina di Camilleri e tutta la Cna sarà protagonista delle celebrazioni per il centenario”.
“Entro gennaio prossimo – ha annunciato Laudadio, presidente del nascente Comitato nazionale Andrea Camilleri 100 – terremo una conferenza stampa a Roma per presentare le iniziative che confluiranno in un importante evento che si terrà a giugno”.
[…]
 
 

Sky Arte, 26.11.2024
Un disco inedito omaggia lo scrittore Andrea Camilleri a cento anni dalla nascita
Frutto dell'incontro tra il giovane musicista Michele Marco Rossi e il celebre scrittore siciliano, un nuovo album accompagna le parole di Camilleri con musiche originali per violoncello e strumenti elettronici: un disco dedicato ai temi dell'amore, della ragione e della natura umana.

Nel maggio del 2019, appena tre mesi prima della sua morte, Andrea Camilleri accolse nella sua casa di Roma un giovane violoncellista, Michele Marco Rossi. Un unico, intenso incontro tra due personalità immediatamente affini, dal quale è scaturito un ambizioso progetto musicale che vede la luce in questi giorni: il disco intitolato Intelletto d'amore (e altre bugie) sarà infatti pubblicato dall’etichetta Stradivarius il 28 novembre in vinile, per poi approdare sulle piattaforme digitali nel 2025, quando ricorrerà il centenario della nascita del grande intellettuale.
L’album raccoglie le preziose incisioni della voce dello scrittore, le performance al violoncello di Rossi e le sue improvvisazioni di musica elettronica dal vivo, curate da Paolo Aralla. L’insieme di questi elementi dà vita a un percorso sonoro suggestivo in tredici tracce, che offre una preziosa testimonianza del pensiero di Camilleri su temi universali come l’amore e la complessità dell’animo umano.
LE RIFLESSIONI DI CAMILLERI SULL’AMORE E SULLA NATURA UMANA
Il dialogo tra i due artisti, accuratamente riportato anche nel booklet presente nell’edizione fisica, prende le mosse da uno dei più celebri sonetti di Dante Alighieri, Tanto gentile e tanto onesta pare, che spinge Camilleri a riflettere sulla natura dell’amore, che supera la ragione per riportare l’uomo più vicino alla propria dimensione istintiva. Questo sentimento, nelle parole dello scrittore, può essere vissuto solo come un’esperienza che unisce due soggetti trasformandoli profondamente, come dimostra la cosiddetta “formula dell'amore”, ideata dal grande fisico britannico Paul Dirac: tale equazione descrive l'interazione tra due sistemi fisici, ma viene riletta dal romanziere siciliano come una metafora del “sistema” in cui si uniscono due persone che si amano.
MUSICA E LETTERATURA PER UN OMAGGIO AD ANDREA CAMILLERI
A conferma della sua duplice natura, personale e universale, il vinile si presenta con una copertina bianca e priva di titolo su precisa scelta di Michele Marco Rossi. Le sonorità del violoncellista, abile nel mescolare in modo evocativo musica classica ed elettronica, creano un’atmosfera sospesa su cui si appoggiano alcune tra le ultime e più importanti riflessioni che il celebre scrittore ci abbia voluto lasciare. Il risultato è un omaggio alla memoria di Camilleri: un progetto inedito e originale che esplora temi di grande profondità attraverso le parole di un autore che sa ancora arrivare al cuore degli ascoltatori.
 
 

Rai Ufficio Stampa, 26.11.2024
Rai Radio Techetè e RaiplaySound - 02 dic 2024, 07:00
Torna il Commissario Montalbano, a "Rai Radio Techetè"
Dieci episodi con le anteprime dell'autore Andrea Camilleri

In vista delle feste natalizie, da lunedì 2 dicembre 2024 tornano le storie de "Il commissario Montalbano" per il ciclo “Techetè in giallo”. Dieci episodi del famoso poliziotto, nato dalla penna di Andrea Camilleri, ognuno suddiviso in due parti e in onda ogni lunedì e martedì alle ore 07.00, 15.00 e 23.00 su Rai Radio Techetè. Riprende, in questo modo, il percorso che porta sul canale digitale di Rai Radio Techetè, in collaborazione con Rai Fiction, i racconti gialli che hanno più appassionato e dai quali sono state tratte serie di successo.
In questo secondo ciclo, curato da Giacinto De Caro e che riparte con l’episodio “Il giro di boa”, è Camilleri stesso a spiegare, nell’anteprima di ogni episodio, la genesi di ogni libro trasferito poi nella fiction dal regista Alberto Sironi. Gli episodi saranno poi disponibili nel sito di Radio Techetè e nell’app RaiPlay Sound all’indirizzo https://www.raiplaysound.it/programmi/techeteingiallo-ilcommissariomontalbano
Ecco nel dettaglio i titoli di questa seconda serie:
Il giro di boa (2 e 3 dicembre 2024)
Par condicio (9 e 10 dicembre 2024)
La pazienza del ragno (16 e 17 dicembre 2024)
Il gioco delle tre carte (23 e 24 dicembre 2024)
La vampa d’agosto (30 e 31 dicembre 2024)
Le ali della sfinge (6 e 7 gennaio 2025)
La pista di sabbia (13 e 14 gennaio 2025)
La luna di carta (20 e 21 gennaio 2025)
Il campo del vasaio (27 e 28 gennaio 2025)
La danza del gabbiano (3 e 4 febbraio 2025)

  

Frankfurter Allgemeine, 27.11.2024
Andrea Camilleri
Camilleris Post
Mit seinem Kommissar Montalbano wurde Andrea Camilleri erst im Pensionsalter weltberühmt. Wie die jetzt veröffentlichten Briefe aus jungen Jahren zeigen, liebte er aber schon mit Mitte 20 Verbrecherjagden.

Briefe von Schriftstellern aus jungen Jahren zu lesen ist oft, als schaue man sich von Bekannten Kinderfotos an. Man sieht schon vorteilhafte oder weniger vorteilhafte Anlagen, die später deutlich hervorgetreten sind, ahnt in den Zeilen schon das Talent, das sich später entfaltet hat; oder findet die Andeutung von etwas, das später zur unverwechselbaren Handschrift des Autors wurde – im Fall Andrea Camilleris den Hang zur Ironie oder der liebevolle Blick auf skurrile Persönlichkeiten. In Italien sind gerade im Sellerio Verlag seine Briefe aus den Jahren 1949 bis 1960 an seine Familie in Sizilien erschienen. Der Band trägt den Titel „Vi scriverò ancora“ („Ich werde Euch wieder schreiben“), was gut zu Camilleri passt, der erst spät seine Berufung zum Schriftsteller entdeckte. Die meiste Zeit seines Lebens arbeitete er als Theater-, Hörfunk- und Fernsehregisseur, 2019 starb er im Alter von 93 Jahren.
Als er den ersten der im Band versammelten Briefe schreibt, ist er Mitte zwanzig und gerade mit einem Stipendium nach Rom gezogen: Er hat es als einziger Kandidat in den begehrten Regiekurs von Orazio Costa an der Nationalen Akademie für Schauspielkunst geschafft, genießt die neue Freiheit, entdeckt die Stadt und deren Kultur. Ein Jahr später fliegt er von der Akademie, weil er auf einer Exkursion, bei einer Übernachtung im Kloster, von der Oberin mit seiner Freundin im Bett erwischt wird. Camilleri erzählt seiner Mutter in den Briefen ansonsten (fast) alles – von ­finanziellen Engpässen, vom Essen, von Begegnungen, Erwartungen, Enttäuschungen, von Hitze, Regen, von Vorlesungen, den Entscheidungen der Regisseure und Schauspieler, den Kritikern. Seinem Vater empfiehlt er immer wieder, mit dem Rauchen aufzuhören, was Camilleri selbst bis zum Tod nicht tat.
Zum Bestsellerautor wurde er über Nacht, als er im Pensionsalter mit Salvo Montalbano einen Kommissar erfand, der ihm in seiner Hartnäckigkeit, dem abgründigen Humor und der Vorliebe für gutes Essen nicht unähnlich war. 27 Bücher gibt es mit dem Commissario, zu­­dem mehrere „Montalbano“-Kurzgeschichten. Dass Camilleri schon immer einen Heidenspaß an Verbrecherjagden hatte, versteht man, wenn man den Brief vom 28. Januar 1950 liest. Darin erzählt er von einem Nachmittag mit Kommilitonen und dem Dozenten in der Villa Borghese: Sie spielten stundenlang Räuber und Gendarm: „Ich leitete das Team der Räuber und Costa das Team der Polizisten. Abends taten mir die Beine weh, weil ich zu viel gelaufen bin! Und der Hunger! Ich hatte die doppelte Ration Pasta im Lokal!“
Karen Krüger
 
 

AgrigentoNotizie, 27.11.2024
Il vizio di leggere
"La rivoluzione della luna": Eleonora de Moura in 28 giorni prova a risollevare una Palermo vessata da malaffare e corruzione

Oggi, provo a dare uno scossone suggerendovi la lettura di un mostro sacro della nostra letteratura, il maestro: Andrea Camilleri. 
Un Camilleri insolito, che non siamo abituati a leggere e che è anche quello che preferisco, non vi nego però che sono una grande fan del commissario Montalbano che ha portato Vigata e il vigatese in giro per i 5 continenti, perché lo scrittore empedoclino è stato tradotto praticamente ovunque.
Il primo incontro con Camilleri nel lontano 1998 con “La forma dell’acqua” il primo libro della fortunata saga poliziesca e da allora ho letto praticamente tutto quello che il maestro pubblicava. Il suo primo romanzo storico con il quale approccio è “la strage dimenticata” che mi ha stregata, rapita e fatta definitivamente innamorare della sua scrittura; è in questa cifra stilistica che preferisco leggerlo, in cui non perde di originalità nella scelta delle storie che racconta e “la rivoluzione della luna” non fa eccezione, e lo ammetto è il mio preferito.
Riavvolgiamo il nastro e andiamo indietro nel tempo siamo in Sicilia, per essere più precisi a Palermo ed è il 1677. A governare la Sicilia c’è il vicerè di Carlo III di Spagna, Aniello de Guzmán y Carafa Marchese di Castel Rodrigo, che sul letto di morte nomina come suo successore la moglie Eleonora de Moura che assunse il ruolo di vicerè di Sicilia dal 16 aprile al 13 maggio del 1677, appena 28 giorni quelli appunto di un ciclo lunare. “Era stato un bravo Viciré, don Angel,… Di subito si era addimostrato persona onesta, rispettosa delle leggi e dell’òmini, pronto a cunnari la ‘ngiustizia e l’approfitto, la prepotenza e l’arbitrio”.
Eleonora de Moura “‘na vinticinchina d’una biddrizza da fari spavento” è una donna intelligente e capace che proverà a risollevare le sorti una Palermo messa in ginocchio dalla carestia e dalla povertà, vessata da malaffare e corruzione. Ho amato questo libro, e la storia rivoluzionaria, ho amato donna Eleonora e la sua intelligenza, la sua capacità di tenere testa a un manipolo di delinquenti, l’essere tenace, politicamente capace, illuminata. Ho amato vedere come si possa affrontare la questione di genere con l’espediente del romanzo storico, perché questa rivoluzione della luna non è solo legata al governo dei 28 giorni ma al legame della luna con il ciclo femminile e con molte fasi della vita delle donne che si pensavano legate ai cicli lunari.
"chistu lu sanno i fìmmini e lu mari / che cu ‘a luna sunno sempri appattati".
“…Premesso che io considero a donna Eleonora ‘na fìmmina perigliosa, che avi ‘n testa l’idea precisa di quello che voli fari, è quello che voli fari lei non crio che è lo stisso di quello che volemo fari nuautri,…”. La Vicerè nei 28 giorni di governo si confronterà con nobili corrotti, con un governo dominato da intrighi e complotti, riuscirà a sostituirne tutti i membri e a tenervi testa, calmiererà il prezzo del pane, abbasserà le tasse e metterà in atto una serie di riforme a tutela delle donne, infatti, costituì il “conservatorio delle vergini pericolanti”, per garantire alle ragazze orfane un sussidio e impedire loro di cadere nelle maglie della prostituzione, e in seguito quello delle “ripentite” con l’intento di salvaguardare le ex-prostitute che volevano cambiare vita; infine istituì una dote regia per le ragazze povere che desideravano sposarsi. Si farà rimpiangere da chi ne ha apprezzato le dotti di governo e odiare dai nemici che furono molti e che le costeranno l’essere richiamata in Spagna dopo appena 28 giorni, con una lettera pontificia che dichiarava l’incompatibilità di una donna a ricoprire il ruolo di legato papale.
Tra le pagine non c’è spazio per l’amore anche se lo scorgerete tra le parole di Don Serafino medico del vicerè: “E chiuì ancora l’occhi. E don Serafino vitti a ‘na lagrima, una sola, ‘ na perla, niscirle dall’occhio mancino, sciddricare lenta lenta lungo la guancia, firmarisi un attimo prima di staccarsi e… E la mano dritta di don Serafino la raccoglì suora al palmo aperto. Po’ lui la stringì forti nel pugno chiuiuto, volenno che quella lagrima pinitrasse di tra alla sò carni fino ad addivintari sangue del sò sangue.”; un amore solo platonico come tutte le storie d’amore dei romanzi di Camilleri.
Ho trovato incantevole, magica persino l’atmosfera laida di una Palermo sporca e povera. In questi romanzi storici Camilleri fa vedere la sua grandezza, e la sua penna affilata, precisa ed in grado di inventarsi una nuova lingua il “vigatese”. In questo romanzo parte da una vicenda storia realmente accaduta e chi ricama sopra una quotidianità e delle manovre fantasiose che ti tengono incollata alle pagine. Camilleri ha pagato il conto presentato da una certa compagine di “intellettuali” del nostro Paese che hanno troppo spesso storto il naso davanti a un nuovo modo di scrivere, ha fatto i conti con lo snobbismo della lobby della cultura.
Chi sia Andrea Camilleri, non è necessario raccontarlo.
Anche questo romanzo è stato pubblicato dalla casa editrice Sellerio, casa editrice palermitana nata nel 1969 da Elvira Giorgianni e suo marito Enzo Sellerio. Le collane della famosissima casa editrice sono molte tra i nomi in catalogo oltre Camilleri vi ricordo: Gianrico Carofigli, Roberto Alajmo, Antonio Manzini, Marco Malvaldi (uno dei miei giallisti preferiti), Santo Piazzese, Gaetano Savatteri, Chiara Valerio, Alessandro Barbero.

“E già all’ura di mangiari tutta la cità vinni a sapiri che donna Eleonora non era cchiù Vicirè per ordini di So Maistà e che sinni doviva ripartiri duminica sira per la Spagna. A picca a picca, nello spiazzo davanti al Palazzo, accominzaro ad arrivari a taci maci mindicanti, genti coi vistiti pirtusa pirtusa che cadivano a pezzi, genti struppiata alla quali ammancava un vrazzo o ‘na gamma, ciechi, stroppi, malatizzi, sbinturati di nascita, curti di menti… ognuno aviva ‘n mano un pezzo di pani che s’era potuto accattari pirchì ora il pani costava picca e loro ci potivano arrivari. E se l’erano vinuto a mangiari ‘n silenzio, per ringrazio, davanti a donna Eleonora”.
Monica Brancato
 
 

SoloLibri, 26.11.2024
Recensioni di libri
Senza eredi. Ritratti di maestri veri, presunti e controversi in un’epoca che li cancella di Marcello Veneziani
Marsilio, 2024 - Una carrellata di figure di alto livello che hanno onorato la letteratura, la filosofia, il giornalismo e la politica; vita e pensiero, virtù e difetti di grandi protagonisti che, come lamenta l’autore, rimangono oggi senza epigoni.

Chi può leggere, nell’era dell’Intelligenza Artificiale, libri raffinati come questo proposto da Marcello Veneziani, autore di saggi di filosofia e politica e non solo? Chi, tra le nuove generazioni, sarebbe in grado di dire, per esempio, due parole su maestri del passato come Edmund Burke, Vincenzo Cuoco, Benedetto Croce, Giovanni Gentile, Emil Cioran, Eugène Ionesco, Sibilla Aleramo, Giorgio Manganelli, Pierre Hadot o Roberto Calasso?
Esagerazione? Pessimismo tracimante? Forse. Fatto sta che Senza eredi. Ritratti di maestri veri, presunti e controversi in un’epoca che li cancella, edito da Marsilio nel 2024, è senza dubbio una carrellata riservata a una nicchia di lettori, magari anche attempati.

Veneziani colloca in un immaginario Pantheon una settantina di figure di alto livello che hanno onorato la letteratura, la filosofia, il giornalismo e la politica. Il tratteggio, essenziale e asciutto, si rivela profondo e mai retorico, talvolta inedito e, perché no, polemico, ricco di spunti di riflessione.
Blaise Pascal, Giacomo Leopardi, Charles Baudelaire, Giovanni Verga, Franz Kafka e Trilussa (ovvero all’anagrafe Carlo Alberto Salustri) sfilano su un’immaginaria passerella mostrando il proprio lascito di opere incommensurabili e senza tempo, pregne di sensibilità e valori di cui purtroppo oggi sembra interessare a pochi.

E ancora, Alberto Moravia, in verità quasi dimenticato dopo la sua morte; Marcello Marchesi, “anello di congiunzione tra la letteratura e lo spettacolo televisivo”; Andrea Camilleri e Luciano De Crescenzo, scrittori popolari di intrattenimento; così come Eugenio Scalfari, che Veneziani peraltro pare ascrivere ai maestri presunti: impietoso infatti il raffronto proposto con Indro Montanelli.
E si prosegue con Alain de Benoist, Giovanni Reale, Joseph Ratzinger, Giuseppe De Rita, Gianfranco Miglio, Gianni Vattimo, Toni Negri - il professore scappato a Parigi cattivo maestro? - e Giovanni Sartori fino ad arrivare a Massimo Cacciari, filosofo e già sindaco di Venezia, che in tv appare sempre fra lo scocciato e il malmostoso, ma pur sempre lucido e acuto nelle proprie analisi.

Pagine succose e stimolanti, ora apologetiche ed esaltanti, ora sferzanti e venate di quella vis polemica che dà poi sapore alla lettura, ma pur sempre marcate da una giusta dose di onestà intellettuale.
Vita e pensiero, virtù e difetti di grandi protagonisti che, come lamenta il nostro, rimangono oggi senza epigoni. A noi invece, comuni mortali, non resta che sperare che invece non tutto vada perduto.

Giovanni Basile
 
 

TeleVideo Agrigento, 27.11.2024
Convegno di letteratura da Camilleri a Pirandello Voci di AG

 

ANSA, 27.11.2024
L'amore che ho, ecco la canzone popolare di Rosa Balistreri
A Tff il film con Donatella Finocchiaro e le musiche di Consoli

ROMA - Nella sezione Zibaldone del 42/o Torino Film Festival passa 'L'amore che ho', film che racconta la vita complicata di una leggenda della canzone popolare siciliana: Rosa Balistreri. Liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Luca Torregrossa, nipote dell'artista, il film diretto da Paolo Licata, che ne firma anche la sceneggiatura con Maurizio Quagliana, Heidrun Schleef e Antonio Guadalupi, ha nel cast ben quattro attrici, Lucia Sardo, Donatella Finocchiaro, Anita Pomario e Martina Ziami, che prestano il volto a Balistreri nelle diverse fasi della sua vita. Il tutto per raccontare questa incredibile artista che è stata non solo simbolo del Mezzogiorno e della sua cultura, ma anche una cantautrice che ha lottato in prima linea per i diritti dei lavoratori, contro la mafia e a favore dell'emancipazione femminile. E questo in un periodo storico molto difficile. Nel 1990 Rosa Balistreri, soprannominata "la voce della Sicilia" o "la cantautrice del sud", è all'apice della sua carriera. Mentre cerca in tutti i modi di recuperare il rapporto interrotto con la figlia, i ricordi del passato la tormentano e la riportano ai momenti più difficili della sua vita e del suo lavoro. Sempre in prima linea per la difesa dei più deboli, dei lavoratori e delle donne abusate e nella lotta contro qualsiasi prevaricazione e al tempo stesso dentro la realtà culturale dell'epoca vicina come era al mondo della musica, del teatro e dell'arte italiani, grazie ai suoi incontri con Dario Fo, Andrea Camilleri, Franca Rame, Renato Guttuso.
 
 

Fahrenheit, 28.11.2024
Andrea Camilleri e Philippe Forest
Alle 17.20 Con Patrizia Severi, curatrice dell'Archivio Andrea Camilleri: "Vi scriverò ancora": l'epistolario dello scrittore siciliano con la famiglia appena pubblicato da Sellerio
Per ascoltare la puntata cliccare qui oppure qui
 
 

Fondazione di Sardegna, 28.11.2024
Premio Letterario Nazionale “Grazia Deledda”, appuntamento a Nuoro il 30 novembre per la XVI edizione

Sabato 30 novembre 2024, alle ore 17:30, l’Auditorium dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico di Nuoro ospiterà la XVI edizione del Premio Letterario Nazionale “Grazia Deledda”, un appuntamento che celebra l’eredità culturale della scrittrice Premio Nobel per la letteratura e promuove la letteratura italiana contemporanea.
L’evento si aprirà con i saluti istituzionali di Luca Saba, presidente della Fondazione Premio Grazia Deledda, Giuseppe Ciccolini, commissario straordinario della Provincia di Nuoro e Stefano Lavra, presidente dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico.
Presieduto da Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte Costituzionale, la manifestazione vedrà la partecipazione del Premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi e della scrittrice Chiara Gamberale. A contribuire al dibattito interverranno accademici e scrittori, tra cui Rocco Mario Morano, Aldo Maria Morace, Attilio Mastino, Dino Manca, Silvano Tagliagambe, Piergiorgio Pulixi e Matteo Porru.
Durante la serata, condotta dal giornalista Antonio Rojch e dall’attrice Enrica Mura, saranno assegnati i premi speciali dedicati ad Andrea Camilleri (narrativa), Giuseppe Dessì (saggistica) e Marino Moretti (studi deleddiani). La parte musicale sarà affidata al Coro Bobore Nuvoli, diretto dal maestro Giampaolo Caldino.
 
 

Comune di Agrigento, 28.11.2024
Teatro Pirandello, 29 novembre 2024
Recital “un re, ‘na sirena e l’ultima magarìa di Vigata”
Tratto dai romanzi di Andrea Camilleri

Il Recital “Un re, ‘na sirena e l’ultima magarìa di Vigata”, tratto dai romanzi di Andrea Camilleri, si terrà il 29 novembre. L’evento propone una selezione di letture tratte dalle opere più celebri dello scrittore, con un focus su temi come la magia, la tradizione siciliana e i personaggi iconici di Montalbano. Attraverso un mix di teatro, poesia e musica, il recital offrirà un’esperienza coinvolgente per rivivere la potenza narrativa di Camilleri, celebrando la sua eredità culturale.
 
 

Eventi Siciliani, 28.11.2024
Gran Circo Taddei a Marsala: spettacolo teatrale omaggio a Camilleri
Il 29 dicembre al Teatro Impero di Marsala, alle 18:00, il Gran Circo Taddei omaggia Camilleri con un reading teatrale emozionante e dal sapore siciliano.
29 Dicembre 2024, Marsala (Tp), Teatro Impero, alle 18:00

C’è uno spettacolo che non si limita a intrattenere, ma che ha l’audacia di affondare le radici nella Sicilia più autentica, quella raccontata da Andrea Camilleri, fatta di storie che sanno di mare, vento e terra arsa dal sole. Il 29 dicembre alle 18:00, il Teatro Impero di Marsala ospiterà il Gran Circo Taddei, un reading teatrale che è molto più di una semplice performance: è un omaggio vibrante e appassionato alla parola scritta e parlata, alla memoria e all’immaginario collettivo.
Un circo di parole e emozioni
Il Gran Circo Taddei non è un circo di pagliacci e trapezisti, ma di storie e personaggi che si agitano come funamboli sulle corde dell’anima. Camilleri, con la sua prosa magistrale, diventa la voce guida di uno spettacolo che fa ridere, commuovere e riflettere. E come in ogni circo che si rispetti, c’è la sorpresa dietro ogni angolo: i testi prendono vita grazie all’interpretazione di attori del calibro di Marcella Favilla, Alessio Piazza, Francesco Vittorio Pellegrino e Matteo Pipitone, diretti con sapienza dalla regia dello stesso Alessio Piazza.

  

Teatrionline, 29.11.2024
Officina Pasolini, la programmazione di dicembre

Officina Pasolini, il Laboratorio di Alta formazione artistica e HUB culturale della Regione Lazio diretto da Tosca, chiude il 2024 con nuove proposte culturali e format consolidati. Il mese di dicembre offre un calendario che spazia tra musica, teatro, incontri, eventi speciali, con la presenza di numerosi ospiti.
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Una novità, domenica 15 e martedì 17 alle 21, è lo spettacolo di e con Massimo Venturiello, LA PRIMA INDAGINE DI MONTALBANO di Andrea Camilleri, realizzato in collaborazione con Officina Teatrale. Un reading teatrale nel quale prendono vita i personaggi dei romanzi e che ha per protagonista uno tra i più iconici poliziotti della letteratura, che ha conquistato l’interesse di milioni di lettori. L’idea di portare per la prima volta in teatro il commissario più famoso della narrativa contemporanea italiana è nata in seguito allo straordinario successo che hanno ottenuto gli audiolibri (pubblicati in Rete dalla Storytel) che Massimo Venturiello ha avuto il privilegio di interpretare. L’attore e doppiatore, infatti, fu scelto proprio dallo scrittore siciliano per leggere “La rete di protezione” e quell’interpretazione è diventata un audiolibro, accompagnata da altri sette titoli. In questa vicenda nasce il commissario Montalbano, guidato dalla lingua inventata dal Maestro, carica di musicalità, impegnato in una trama che inchioda e non consente distrazioni. Sul palco, con Massimo Venturiello, ci saranno il 15 Emanuele Buzi (mandolino e chitarra) e Valdimiro Buzi (mandolino, mandola e chitarra) e il 17 dicembre Valerio Mileto (mandolino e chitarra) e Valdimiro Buzi (mandolino, mandola e chitarra).
[…]
 
 

Rai 5 - Apprendisti stregoni, 30.11.2024
22:58
Camilleri racconta Eduardo
St 2024 Ep 6 50 min

Una rassegna di 3 appuntamenti, da un'ora circa ciascuno, dedicati a scoprire il mondo della musica, della parola e della danza nel nostro paese e all'estero. Una produzione che si alimenta di interviste, repertorio e backstage, accanto alla riproposizione parziale degli eventi stessi.
 
 

Corriere Nazionale, 30.11.2024
Stasera su Rai 5 doppio appuntamento con Eduardo De Filippo
In prima serata su Rai 5 doppio appuntamento con Eduardo. De Filippo secondo un inedito Camilleri e “Filomena Marturano”

Nel 1961 Eduardo de Filippo registra negli studi Rai di Via Teulada a Roma un ciclo di otto commedie tra le più significative del suo repertorio e Andrea Camilleri, all’epoca giovane regista Rai, viene designato dai vertici del secondo canale, la futura Rai 2, come produttore esecutivo del progetto. Un’avventura durata sei mesi in cui si sono concentrate tutte le problematiche pratiche e teoriche del portare in televisione il teatro e che è al centro di un’inedita intervista del 1999 “Camilleri racconta Eduardo” – in onda sabato 30 novembre alle 22.55 – in cui si ripercorrono le vicissitudini produttive e realizzative in prima persona, attraverso la voce del grande scrittore siciliano.
Dalla volontà di divismo ai divertenti incidenti sul set, dalla censura alle limitazioni tecniche della tv, il documentario ripercorre con ironia e nostalgia questo progetto così ambizioso: momento fondamentale non solo della cultura popolare italiana, ma anche della formazione di Andrea Camilleri, che resterà per sempre influenzato dallo stretto rapporto con il maestro Eduardo de Filippo.
[…]
 
 

  

  


 
 


 
Last modified Sunday, February, 16, 2025