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RASSEGNA STAMPA

OTTOBRE 2024

 

La Nazione (ed. di Pistoia), 1.10.2024
Così i "Santi Bevitori" raccontano il 2025
L’Agenda Effigrammi inizia con Margherita Hack e si conclude con Pasolini. La copertina è dedicata ad Andrea Camilleri


Filippo Giaconi, Compagnia dei Santi Bevitori; Claudia Toci, Glica Studio

L’anno inizia a parlar di Dio e scienza, accoppiata certamente stramba che, però, nelle parole di una stella acquisisce attendibilità e irresistibile fascino. Gennaio è nel pensiero che diventa sembianza e quindi volto dell’astrofisica Margherita Hack nella nuova Agenda effigrammi venti25, realizzata dalla Compagnia dei Santi Bevitori da un’idea di Filippo Giaconi (che dei Santi Bevitori è la mente) con la mano creativa di Claudia Toci di Glica Studio, che si arricchisce, com’è ovvio, dei restanti undici mesi dell’anno che verranno rappresentati da un uomo o da una donna di lettere, scienza, cinema, musica, arte e cultura in genere. Elemento distintivo che caratterizza l’uscita (che si accompagna anche di un calendario e di una shopper in cotone in coordinato) sta tutto in un neologismo coniato da Giaconi, gli ‘effigrammi’ appunto. "Lo spunto sono i noti calligrammi di Apollinaire, quei componimenti poetici da guardare oltre che leggere – spiega – cui ho aggiunto l’effigie, l’immagine che ritrae un certo personaggio. È un gioco che mi diverte e che faccio da anni. Poi, non tanto tempo fa, Claudia Toci sposò questa mia idea e nacque così lo spunto per l’agenda. È il terzo anno che la proponiamo: un personaggio per ciascun mese dell’anno, per ognuno dei quali ho scelto una citazione che mi ha colpito o ho ritenuto per diverse ragioni significativa. Poi le parole del singolo personaggio vengono piegate sul suo volto e ne nasce un effetto strano ma d’impatto. C’è un filo rosso che lega questa esperienza grafica e passa dagli antichi carmi greci fino ad arrivare alla poesia visiva degli anni Settanta. Un percorso di ricerca complicato, che racchiude un mondo nascosto di arte, con tracce di mail art, movimento dadaista, poesia visiva". Nella lista dei personaggi ‘effigrammati’ troviamo Virginia Woolf (febbraio), Umberto Eco (marzo), Gianni Rodari (aprile), Sandro Pertini (giugno), Frida Kahlo (luglio), Marilyn Monroe (agosto), Georges Simenon (settembre), Franco Battiato (ottobre), Rita Levi Montalcini (novembre) e Pier Paolo Pasolini (dicembre). A guadagnarsi la copertina lo scrittore Andrea Camilleri (cui è dedicato all’interno il mese di maggio) e il suo Montalbano, a omaggiare la ricorrenza del centenario dalla nascita dello scrittore siciliano che cadrà proprio nel 2025.
"I personaggi – conclude Giaconi – sono frutto di una mia scelta, alcuni comparivano anche nell’agenda 2024, altri sono stati selezionati ad hoc. Le scelte delle citazioni sono in base ad affinità elettive. Alcune vogliono restituire una summa dell’opera dell’artista, del suo modo di vedere il mondo, altre sono invece frutto di una mia personale sensibilità". L’agenda che esce col marchio Santi Bevitori è disponibile on line, sia sui maggiori circuiti di ecommerce, che sul sito dell’editore (santibevitori.it) al prezzo di 15 euro; disponibili anche calendario (12 euro) e shopper (7 euro).
Linda Meoni
 
 

Sicilia Report, 2.10.2024
Nuova stagione del Palacongressi tanti bei nomi del teatro italiano
“Finalmente ad Agrigento stanno arrivano i più bei nomi del teatro italiano; c’è una grande attenzione per il teatro al femminile e per la commedia elegante, che fa sorridere e pensare", commenta il direttore artistico Aronica

[…]
Il 29 marzo, uno dei romanzi più amati di Andrea Camilleri, Il birraio di Preston, ritorna in scena in un nuovo allestimento firmato sempre da Giuseppe Dipasquale (che già aveva firmato anni fa il primo adattamento con lo stesso Camilleri): Edoardo Siravo, Federica De Benedittis e Mimmo Mignemi faranno rivivere l’atroce battaglia tra il prefetto “Forestiero” Bortuzzi e i vigatesi per l’inaugurazione del nuovo teatro.
[…]
 
 

La Nazione (ed. di Siena), 4.10.2024
Addio all’uomo che scoprì Camilleri. Lalli pubblicò la sua prima opera
Questa mattina a Poggibonsi il saluto all’insegnante-editore che nel 1978 dette alle stampe il romanzo. Storia di un grande appassionato che pubblicò anche Alda Merini e molti giovani poeti della zona.

Nel suo lungo cammino di editore, affiancato al ruolo di docente di materie letterarie, aveva offerto ad Andrea Camilleri l’opportunità di pubblicare nel 1978 il romanzo d’esordio, ’Il corso delle cose’. Un’operazione di indubbia lungimiranza da parte di Antonio Lalli, scomparso in questi giorni a Poggibonsi all’età di novanta anni.
Il futuro padre del commissario Montalbano lavorava all’epoca in Rai in qualità di autore e produttore di programmi e iniziava a dedicarsi alla narrativa, senza però trovare un editore deciso a scommettere sulle sue potenzialità di romanziere. Antonio Lalli invece scelse di inserire in catalogo l’opera prima dello scrittore e drammaturgo di Porto Empedocle. Stampando il libro gratis, privo di spese a carico dell’autore. Ma a una precisa condizione: menzionare il marchio Lalli Editore nei titoli di testa o di coda dello sceneggiato televisivo, ’La mano sugli occhi’, tratto proprio dal volume di Camilleri. Un piccolo editore capace insomma di aprire le porte, negli allora uffici di via Fiume a Poggibonsi, anche ai grandi non ancora noti al pubblico dei lettori - oltre a Camilleri, si ricorda per i tipi di Lalli, una raccolta di Alda Merini nel 1980 - per non parlare delle occasioni di ingresso nel panorama letterario fornite per esempio nella seconda metà degli anni Ottanta a giovani poeti della zona. Come Fabio Ciofi, tra le voci più apprezzate nel campo della scrittura in versi.
Nato a Castelverrino (Isernia) nel 1934, Lalli diede il via, meno che trentenne, all’attività di insegnante sull’Amiata, ad Abbadia San Salvatore e ad Arcidosso. Quindi la Valdelsa, in cattedra al liceo Alessandro Volta di Colle. Gli allievi della prima B del 1972-73 al Volta, hanno ancora in mente con enorme affetto i suoi metodi di insegnamento innovativi per il periodo, come le ’interrogazioni di gruppo’. A seguire il passaggio all’Istituto tecnico Roncalli a Poggibonsi, fino alla pensione per dedicarsi in toto alla casa editrice attiva dal 1968 a compimento di un sogno cullato insieme con la moglie Fioranna.
Questa mattina l’ultimo saluto, alle 10, nella chiesa dello Spirito Santo a Poggibonsi. Amici e conoscenti si uniranno al dolore della moglie e dei due figli. Antonio Lalli riposerà a Seggiano: una sorta di ritorno in luoghi particolarmente amati negli anni giovanili trascorsi sull’Amiata tra i libri e le aule di scuola.
Paolo Bartalini
 
 

La Repubblica (ed. di Parma), 4.10.2024
La prima indagine di Montalbano apre la stagione teatrale del Moruzzi di Noceto

Sabato 5 ottobre alle ore 21 prende il via la nuova stagione 2024/2025 del Teatro Moruzzi di Noceto, organizzata da E20inscena e sostenuta dal Comune di Noceto. Sei gli spettacoli in programma, che spaziano dalla commedia brillante ai grandi classici (anche rivisitati), dal giallo comico alle indagini del Montalbano di Camilleri.
[…]
Apre la stagione, con la vis teatrale che lo contraddistingue, Massimo Venturiello che porta sul palcoscenico del Teatro Moruzzi La prima indagine di Montalbano di Andrea Camilleri. Lo accompagnano sulla scena i musicisti Vladimiro Buzi (mandolino e mandola) ed Emanuele Buzi (mandolino). Un monologo in cui Massimo Venturiello giganteggia sulla scena e si districa tra i vari personaggi.
[…]
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 7.10.2024
L'archivio di Camilleri diventa digitale
Articoli, racconti e immagini a disposizione di tutti.
La Direzione Generale Archivi dà notizia della pubblicazione online dell’archivio, navigabile dal nostro sito e da un indirizzo dedicato archivio.fondoandreacamilleri.it.
Di seguito il testo del comunicato.
Tarasco (DGA): “Esaudito il suo desiderio di condivisione e fruizione del patrimonio culturale

Roma, 7 ottobre – In attesa di celebrare nel 2025 il centenario dalla nascita, l’Associazione Fondo Andrea Camilleri – grazie al lavoro della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio – sta completando la digitalizzazione dell’archivio dello scrittore che da oggi diventa consultabile attraverso una piattaforma online organizzata in diverse sezioni: gli scritti editi e inediti (poesie e racconti, ma anche saggi, articoli, presentazioni, relazioni e interventi pubblici di varia natura); le regie teatrali a partire dai primi anni ’50 e i saggi delle sue classi di regia all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico negli anni ’70-’80; il lavoro in Rai come regista di prosa radiofonica e come delegato alla produzione; la corrispondenza e una cospicua mole di rassegna stampa sulla sua opera e attività pubblicistica. Sono presenti inoltre fotografie e audiovisivi.


Dai racconti manoscritti conservati nell’archivio di Andrea Camilleri, L’uomo che andava appresso ai funerali

L’archivio e la biblioteca, curati personalmente da Andrea Camilleri conservano l’eredità culturale dell’autore e ricostruiscono il suo percorso umano e intellettuale che attraversa buona parte del Novecento. La condivisione, la fruibilità e l’accessibilità di tale patrimonio sono finalità perseguite dallo stesso Camilleri e intrinseche alla concezione del lavoro culturale e artistico come bene comune. L’archivio digitale, consultabile all’indirizzo https://archivio.fondoandreacamilleri.it/, consente l’accesso alla banca dati con ricerca libera per il recupero delle informazioni, con ricerca per serie, che documentano le attività svolte dallo scrittore nel corso della sua vita professionale, e selezione tramite filtri, per l’esplorazione mirata e contestuale della documentazione.
L’archivio di Andrea Camilleri è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio nel giugno del 2021. Da allora, la Soprintendenza ha effettuato una serie di interventi di schedatura, riordinamento e inventariazione degli archivi grazie un finanziamento complessivo di 45mila euro da parte della Direzione Generale Archivi. Inoltre la DGA ha assegnato 4.500 euro all’archivio per la realizzazione del progetto “Andrea Camilleri e la Rai. Fonti per una storia di regie e produzioni” con Convenzioni di ricerca scientifica.
L’archivio di Andrea Camilleri è un vero e proprio scrigno di tesori sulla vita e sull’attività artistica dello scrittore. Lui stesso in vita aveva più volte celebrato gli spazi archivistici definendoli “eternamente vivi perché sono la memoria del nostro passato”. Da oggi, grazie al magnifico lavoro del Fondo Camilleri e della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio, esaudiamo il suo desiderio di condivisione e di fruizione del patrimonio culturale”, dichiara Antonio Tarasco, Direttore generale Archivi.
 
 

ANSA, 7.10.2024
Camilleri, l'archivio è online, inediti alla Buchmesse
Opere fruibili da 7 ottobre, a Francoforte anteprima epistolario

Poesie e racconti, saggi, articoli, interventi pubblici di varia natura.
Regie teatrali a partire dai primi anni '50.
I lavori in Rai come regista di prosa radiofonica e come delegato alla produzione, fotografie e audiovisivi. Le preziose carte edite e inedite di Andrea Camilleri, custodite nell'archivio dello scrittore, sono da oggi, 7 ottobre, consultabili attraverso una piattaforma online organizzata in diverse sezioni: https://archivio.fondoandreacamilleri.it/.
L'archivio e la biblioteca dal 1939 al 2000 sono conservati al Fondo Camilleri, aperto per la prima volta al pubblico a luglio 2022, che si trova nel quartiere Prati di Roma, vicino alla casa dove ha vissuto lo scrittore. "Mio padre ha conservato le sue carte fin da ragazzo. Nel 2018 ci ha chiesto di conservarle. La scelta dell'archivio è stata sua. Sia archivio che biblioteca sono fruibili. Il Fondo è un luogo aperto a tutti" ha raccontato Andreina Camilleri. Grazie al lavoro della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio, l'Associazione Fondo Andrea Camilleri sta completando la digitalizzazione dell'archivio dello scrittore, da oggi consultabile, in cui ci sono anche i saggi delle sue classi di regia all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio d'Amico negli anni '70 e '80, la corrispondenza e una cospicua mole di rassegna stampa sulla sua opera e attività pubblicistica.
"L'archivio di Andrea Camilleri è un vero e proprio scrigno di tesori sulla vita e sull'attività artistica dello scrittore. Lui stesso in vita aveva più volte celebrato gli spazi archivistici definendoli 'eternamente vivi perché sono la memoria del nostro passato'. Da oggi, grazie al magnifico lavoro del Fondo Camilleri e della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio, esaudiamo il suo desiderio di condivisione e di fruizione del patrimonio culturale" afferma Antonio Tarasco, direttore generale Archivi.
L'iniziativa è uno dei grandi passi di avvicinamento alle celebrazioni nel 2025 del centenario della nascita, il 6 settembre, del creatore del Commissario Montalbano, morto il 17 luglio 2019. A cinque anni dalla sua scomparsa è nato anche il 'Premio Andrea Camilleri - Nuovi Narratori' rivolto ad autori e autrici di racconti brevi, radiodrammi, favole per bambini e poesie, indetto dal Fondo Camilleri. C'è tempo fino al 6 gennaio 2025 per inviare le proprie opere e partecipare alla prima edizione del premio dedicato a Oltre la ragione. Aperto a tutte le età, il riconoscimento vuole promuovere non solo i giovani aspiranti scrittori, ma anche gli over sessanta, proprio per omaggiare il successo sui generis e tardivo che ha contraddistinto la carriera di Camilleri. La premiazione avverrà nell'anno del centenario, tra settembre e ottobre 2025. C'è grande attesa anche per l'arrivo in libreria, all'inizio di novembre, dell'epistolario inedito 'Mamma carissima, papà caro', curato da Silvano Nigro in collaborazione con la famiglia e il Fondo Camilleri, con lettere scritte tra il 1949 e il 1961 da un giovane Camilleri, all'inizio della carriera.
Raccontano gli incontri dello scrittore con Jean Genet, Jean-Paul Sartre, Anna Magnani, Vittorio De Sica e tanti altri e sono state raccolte in un poderoso volume di quasi 400 pagine da Sellerio. Alcune missive saranno lette in anteprima il 19 ottobre alla Buchmesse di Francoforte 2024 dove l'Italia è Paese Ospite d'Onore, in uno speciale omaggio dedicato al grande scrittore.
L'archivio digitale consente l'accesso alla banca dati con ricerca libera per il recupero delle informazioni, con ricerca per serie, che documentano le attività svolte dallo scrittore nel corso della sua vita professionale, e selezione tramite filtri, per l'esplorazione mirata e contestuale della documentazione. Dichiarato di interesse storico particolarmente importante dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio nel giugno del 2021, l'archivio ha visto un finanziamento complessivo di 45mila euro da parte della Direzione Generale Archivi che ha inoltre assegnato 4.500 euro all'archivio per la realizzazione del progetto 'Andrea Camilleri e la Rai. Fonti per una storia di regie e produzioni' con Convenzioni di ricerca scientifica.

Mauretta Capuano
 
 

La Repubblica, 7.10.2024
L’archivio di Andrea Camilleri diventa digitale
Una prima parte è già consultabile: opere edite e inedite, lettere, regie teatrali, foto e video. Nel 2025 saranno cento anni dalla nascita dello scrittore siciliano scomparso nel 2019

Nel 2025 saranno 100 anni dalla nascita di Andrea Camilleri, lo scrittore siciliano, papà del commissario Montalbano, scomparso nel 2019. Ma intanto il suo archivio diventa digitale e dal 7 ottobre in parte già consultabile da studiosi e appassionati. Un'iniziativa dell'Associazione Fondo Andrea Camilleri con la Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio. Ma cosa sarà possibile visionare nella piattaforma online (https://archivio.fondoandreacamilleri.it/) organizzata in diverse sezioni? Gli scritti editi e inediti: poesie e racconti, ma anche saggi, articoli, presentazioni, relazioni e interventi pubblici.

Le regie teatrali a partire dai primi anni '50 e i saggi delle sue classi di regia all'Accademia d'arte drammatica Silvio d'Amico negli anni '70 e '80. ll lavoro in Rai come regista di prosa radiofonica e come delegato alla produzione; la corrispondenza e una rassegna stampa sulla sua opera

Ci sono anche fotografie e materiali audiovisivi. L'archivio e la biblioteca, curati personalmente da Andrea Camilleri, conservano l'eredità culturale dell'autore e ricostruiscono il suo percorso umano e intellettuale che attraversa buona parte del Novecento.
L'archivio digitale consente l'accesso alla banca dati con ricerca libera per il recupero delle informazioni, con ricerca per serie, che documentano le attività svolte dallo scrittore nel corso della sua vita professionale, e selezione tramite filtri, per l'esplorazione mirata e contestuale della documentazione. L'archivio di Andrea Camilleri è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio nel giugno del 2021.
Da allora la Soprintendenza, grazie a un finanziamento di 45mila euro, ha fatto un lavoro di inventario, schedatura e riordino. "L'archivio di Andrea Camilleri è un vero e proprio scrigno di tesori sulla vita e sull'attività artistica dello scrittore - dice Antonio Tarasco, direttore generale Archivi - Lui stesso in vita aveva più volte celebrato gli spazi archivistici definendoli eternamente vivi perché sono la memoria del nostro passato. Da oggi esaudiamo il suo desiderio di condivisione e di fruizione del patrimonio culturale".
 
 

Vivere Senigallia, 7.10.2024
Comunicato stampa
La Fondazione Rosellini ad Assisi per l’evento dedicato ad Andrea Camilleri

Sabato 28 settembre 2024 ad Assisi, presso la Cittadella Laudato Sì della Pro Civitate Christiana, si è svolto un evento in onore dello scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo italiano Andrea Camilleri.Camilleri era molto legato ad Assisi in quanto, grazie alla guida di Orazio Costa, vi ha svolto un’intensa attività sia come scrittore teatrale che regista, allacciando importanti relazioni professionali, sia con influenti personalità del mondo culturale sia con attori famosi come Enrico Maria Salerno, Mariano Rigillo, Ugo Pagliai, Turi Ferro, Roberto Herlitzka ed Elena Cotta. Inoltre negli anni ’50 e ’60 curò personalmente la regia degli spettacoli come “Odore di terra”, “L’assedio”, “La porta aperta”, “La lauda della Scavigliazione”, “L’uomo e la sua morte”.
Di quelle importanti esperienze rimangono testimonianze inedite, documentazioni fotografiche e scambi epistolari, normalmente custoditi nell’Archivio della Pro Civitate Christiana di Assisi e nel Fondo Andrea Camilleri di Roma, ma che per questa particolare occasione sono stati raccolti, ordinati ed esposti al pubblico nel Foyer del Teatro della Pro Civitate, fino alla scorsa domenica 6 ottobre.
L’evento di sabato 28 settembre “Andrea Camilleri ad Assisi”, per il quale la Fondazione Rosellini per la Letteratura Popolare di Senigallia ha svolto il ruolo di partner, rientra nell’ambito delle iniziative a lui dedicate che si intensificheranno nel corso dell’anno prossimo in occasione del centenario dalla nascita avvenuta il 6 settembre 1925.
Per le prossime manifestazioni la Fondazione garantisce fin d’ora, in caso di richiesta di partenariato da parte degli enti promotori, la piena disponibilità a valorizzare il rapporto ormai consolidato con il Fondo Camilleri e con la famiglia dello scrittore.

Nella Biblioteca della Fondazione, fondata nel 1997 da Adriano Rosellini e da altri appassionati collezionisti, spicca la più importante e completa collezione di libri Gialli pubblicati in lingua italiana dai primi decenni del ‘900 fino ai nostri giorni e, ovviamente, negli scaffali della biblioteca compaiono anche tutte le opere dello scrittore Andrea Camilleri, tra cui i romanzi editi da Sellerio che vedono come protagonista il Commissario Montalbano, amato tanto dai lettori quanto dal pubblico televisivo.
Fondazione Rosellini per la letteratura popolare
 
 

ANSA, 8.10.2024
Tornano storie a fumetti di Topalbano, ispirate al commissario
Nel prossimo numero il giallo Topolino e il ferro di Orlando

Sul prossimo numero della raccolta di fumetti Topolino - in edicola e su Panini.it a partire da mercoledì 9 ottobre - tornano le storie di Salvo Topalbano, ispirate al commissario Montalbano, iconico personaggio letterario nato dalla penna di Andrea Camilleri.
A distanza di sette anni dall'ultima avventura, il famoso investigatore di polizia siciliano riappare sulle pagine del settimanale con il giallo Topolino e il ferro di Orlando, scritto da Francesco Artibani e disegnato da Giampaolo Soldati.
"Le indagini, questa volta, partono da Topolinia. Topalbano, infatti, non sarà solo: per risolvere il mistero del ferro di Orlando, potrà contare sia sul prezioso aiuto di Topolino e della polizia topolinese, sia sulla collaborazione a distanza della sua squadra. Al centro della storia, il teatro", affermano gli autori. "Ci saranno l'opera lirica e il teatro dei pupi ma per dirla come il grande Andrea Camilleri ci sarà anche chi farà teatro nel senso della messinscena per ingannare qualcuno. E a proposito di inganni, enigmi e indizi nascosti ci saranno un po' di citazioni disseminate che i più affezionati lettori del personaggio di Camilleri potranno divertirsi a trovare", racconta Artibani.
Un racconto ricco di colpi di scena, dunque, impreziosito dalle tavole di Giampaolo Soldati, che in questo nuovo capitolo ha dato vita a nuovi personaggi ispirati al mondo di Montalbano: "anche in questa nuova avventura ho dovuto confrontarmi graficamente con nuovi personaggi dal profilo assai interessante, che mi hanno portato a esplorare un antico e nobile mestiere siciliano come quello del puparo dei suoi teatrini".
A impreziosire il numero, le prime quattro litografie da collezione che, insieme alle successive otto (rispettivamente in uscita con Topolino 3595 e 3596), compongono una raccolta: 12 stampe in tiratura limitata che riprendono gli artwork di altrettante variant cover. Ogni litografia, infatti, è un omaggio a una storica e iconica copertina Marvel, reinterpretata in chiave Disney da grandi autori italiani: Alessandro e Lorenzo Pastrovicchio, Giada Perissinotto, Francesco D'Ippolito, Nico Picone, Claudio Sciarrone, Donald Soffritti, Vitale Mangiatordi, Paolo Mottura e Ivan Bigarella.

 
 

TVL, 12.10.2024
Amapola : (Ri)vedremo Andrea Camilleri, Piero Gheddo e..."La macchina del tempo".
Condotto da Mario Rafanelli, ogni puntata è un viaggio indietro nel tempo con i personaggi, gli avvenimenti e la musica che hanno fatto la storia di TVL.
Vengono riproposti alcuni brani da un’intervista di Giovanni Capecchi del 2004


 
 

Malgrado Tutto, 13.10.2024
Anche in Sicilia c’è qualche possibilità di vittoria
L’eredita morale di Andrea Camilleri. Ricordi e riflessioni di Gaetano Savatteri


2003. Andrea Camilleri a Racalmuto con Gaetano Savatteri e Salvatore Picone

C’è un mistero irrisolto. Mi sono sempre chiesto come fosse possibile che nella provincia di Agrigento, la più povera di Sicilia, ultima nelle classifiche del reddito pro capite e della vivibilità, prima in quelle della disoccupazione e della carenza di servizi, siano nati tre grandi scrittori: Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri.
Una volta l’ho chiesto a Camilleri, per sciogliere l’enigma. Andrea tirò una boccata di fumo dalla sigaretta, socchiuse gli occhi e disse: “Perché scrivere non costa niente”.
In realtà, quella provincia era un luogo di osservazione privilegiato per uno scrittore, un contenitore di storie estreme, perché estrema era la condizione di vita nei paesi del lembo meridionale di Sicilia. Ma Andrea, con la sua solita ironia, aveva tagliato con un colpo di cesoia il cuore della questione. Il capitale iniziale di uno scrittore della provincia di Agrigento non potevano essere i soldi, la posizione, le relazioni sociali, ma un talento da tirar fuori da se stesso. Scrivere non costa niente, è vero, ma ha di bisogno di attenzione, di letture solitarie, di ricerca e di tensione.
Forse per questo la scrittura dei tre agrigentini – soprattutto di Andrea Camilleri – è stata tardiva, è sbocciata con la piena maturità. È come se quelle storie respirate, trasfigurate nel ricordo, ascoltate per bocca di qualcuno, cercassero il tempo per essere raccontate. Andrea Camilleri lo ha fatto con la sua potente macchina di fabbricatore di narrazioni, una fucina di fantasia e immaginazione che riusciva a partire da un documento, da una notizia, da una suggestione e diventava opera letteraria, ambientata nel passato o nel presente di una Vigàta che racchiudeva l’intera Sicilia anche se aveva il suo nucleo pulsante nella Porto Empedocle della giovinezza di Andrea.
Da quando Andrea non c’è più, è scattata l’ora dei ricordi personali e affettuosi, degli aneddoti, degli episodi. Ma quello che resta di Camilleri, al di là dell’uomo generoso e magnanimo che è sempre stato, è l’opera di Andrea. Un affresco potente che ha cambiato per sempre la raffigurazione della Sicilia, inventando una lingua irripetibile. Un dialetto non-dialetto, una lingua artistica e letteraria che ricade sotto la dizione di “camillerese”. Una lingua che ha conquistato i lettori, ma ha fatto alzare il sopracciglio – almeno nella fase iniziale – a molti accademici e scrittori autorevoli. Perfino Leonardo Sciascia accettava di malavoglia quel linguaggio così infarcito e arricchito di termini dialettali, convinto invece che gli scrittori siciliani dovessero sfoggiare un italiano pulitissimo per poter parlare a tutti, per uscire dal provincialismo, per avere “polmoni larghi”. Anche a costo di scrivere per traduzione: pensare in siciliano e scrivere in italiano.
Andrea Camilleri ha saltato il passaggio della traduzione, affidandola al lettore, siciliano o non siciliano, al quale è stata restituita la lingua originaria del pensiero dell’autore. Perché Andrea Camilleri pensava nella lingua in cui scriveva, quel “camillerese” che è sempre stata una delle caratteristiche più accentuate e visibili dei suoi marchingegni narrativi. Andrea ci lascia una grande eredità, ma non lascia eredi. Perché è inimitabile. Ci lascia più di cento libri, una miniera di storie e saggi e romanzi da esplorare, da leggere e da rileggere. Ci ha insegnato che la Sicilia si può raccontare anche con l’ironia e l’umorismo, strappando le vesti neri del lutto che per molti decenni hanno ammantato la letteratura disegnando una Sicilia destinata a soccombere, a essere sconfitta. Camilleri è passato dalla Sicilia dei vinti, alla Sicilia di qualche possibilità di vittoria.
Cosa sono in fondo le avventure del commissario Montalbano? Un riscatto del bisogno di giustizia della Sicilia. La possibilità che in Sicilia, da parte dei siciliani stessi, si possa ottenere giustizia. Nel 1961, nel romanzo di Sciascia “Il giorno della civetta”, il capitano Bellodi – un settentrionale mandato in Sicilia – non riesce a tenere in galera il boss mafioso e i suoi complici che verranno, infatti, rilasciati. Bellodi, sconfitto, verrà trasferito al nord. Trent’anni dopo, Montalbano – che è siciliano – fa il poliziotto in Sicilia, arresta i colpevoli, resta nel commissariato di Vigàta. Ecco cosa ci ha lasciato Andrea: la speranza e la certezza che questa non è la terra dell’impunità. Ma ci manca la sua voce. Quella voce arrochita e profonda, affascinante e potente che avevamo imparato ad ascoltare. Ci mancano le sue parole di veggente, di saggio, di uomo che aveva attraversato un secolo insieme a questa nostra Italia. Ci manca Andrea.
Gaetano Savatteri
 
 

La Sicilia, 13.10.2024
Scrittori
Salvo Toscano, il papà letterario de “I fratelli Corsaro” si racconta: «E’ come se si fosse chiuso un cerchio»
Palermitano e giornalista del Tgr Sicilia, dice della sua terra: «L’Isola è una madre matrigna che suscita sofferenza e rabbia, intrecciate a quel sentimento che ci lega alla nostra terra»

Li ha pensati per la prima volta da militare, aveva ventitré anni. Cominciò a buttare giù una storia scrivendo a penna su un quadernone. Poi li mise in un angolo. Ma loro, “I fratelli Corsaro”, un bel giorno si sono ripresentati: “Ora vogliamo vivere”. Già volto del Tgr Sicilia, Salvo Toscano esordisce con i gialli nel 2005 portando avanti la fortunata serie che, dal passaparola dei lettori, è arrivata all’adattamento televisivo.
[...]
Il Venerdì di Repubblica nel 2017, stilando la mappa del giallo italiano, lo ha affiancato ad Andrea Camilleri. In genere, questi paragoni mettono a disagio.
«Ritrovarmi in quella mappa, mi stupì e mi fece enormemente piacere. Per il resto, non farei paragoni, perché Andrea Camilleri è stato una figura unica nel panorama della cultura popolare di questo Paese».
Ha avuto un impatto che lo rende un fenomeno irripetibile. Cosa le ha lasciato?
«Sono un lettore di Andrea Camilleri della prima ora. Ricordo che andai a vedere una sua presentazione a Palermo: eravamo le persone che, più o meno, potrebbero esserci oggi a una mia presentazione. Un buon numero, certo, ma niente di lontanamente paragonabile a quelli che saremmo stati tre anni dopo, quando poi ci fu l’esplosione della fiction “Il commissario Montalbano”. Lì non ci si sarebbe potuti avvicinare. Invece, in quell’occasione, mi avvicinai per parlare con lui – avrò avuto ventidue, ventitré anni – e lui si fermò a chiacchierare con me dei suoi libri. Lo fece con una umiltà, una naturalezza, una generosità che mi colpirono profondamente. Ogni tanto ci penso, quando si avvicinano i miei lettori, oppure mi scrivono… e mi dico: “È stato bellissimo essere trattato in quel modo da un autore che amavo. Anch’io devo fare lo stesso”».
[...]
Gino Morabito
 
 

La Repubblica, 14.10.2024
Paula Hawkins: “Le donne hanno l’anima noir”
L’autrice inglese che con “La ragazza del treno” ha cambiato per sempre il genere torna con un nuovo thriller. E si racconta

[...]
C’è qualche scrittore italiano sui suoi scaffali?
«Da giallista, cito Andrea Camilleri: ho divorato i libri su Montalbano».
[...]
Enrico Franceschini
 
 

Italia poza szlakiem, 15.10x.2024
Pierwsze śledztwo Montalbana – początek legendy sycylijskiego detektywa

Nakładem Oficyny Wydawniczej Noir Sur Blanc ukazała się książka „Pierwsze śledztwo Montalbana”. Są to trzy opowiadania, które do tej pory nie ukazały się drukiem, a które powstały w różnych okresach twórczości Andrei Camilleriego. 
Postać komisarza Salvo Montalbano spodobała się przez lata czytelnikom tak bardzo, że Andrea Camilleri napisał 28 książek o jego przygodach. Seria ta, uwielbiana przez czytelników na całym świecie, zaczyna się od powieści „Kształt wody” i kończy na „Riccardino”, którą autor napisał wiele lat przed swoją śmiercią i specjalnie przeznaczył na finał serii.
Teraz możemy się dowiedzieć, jakie były początki pracy policyjnej legendarnego sycylijskiego detektywa. 
Zapraszam cię do opowieści o młodym Salvo Montalbano, oto „Pierwsze śledztwo Montalbana”.
Jak się zaczyna Pierwsze śledztwo Montalbana. Uwaga, spojler!
Salvo Montalbano, zanim trafił do Vigàty, zdobywał doświadczenie w Mazara del Vallo, gdzie poznał surową rzeczywistość pracy w policji. Tam zdobył niezbędne umiejętności, które pozwoliły mu skutecznie prowadzić śledztwa i wyrobić sobie opinię człowieka o wyjątkowej intuicji. Jednak nie było to jego miejsce na ziemi, bo Salvo kocha morze i nie wyobraża sobie życia z dala od niego.
Montalbano dostaje awans i zostaje przeniesiony do Vigàty, gdzie jego umiejętności zaczęły rozkwitać, a on sam zdobył renomę jednego z najlepszych komisarzy na Sycylii.
W Vigàcie Montalbano odnalazł idealne miejsce, które nie tylko oferowało liczne zagadki kryminalne, ale także pełne było lokalnego kolorytu – skomplikowane relacje społeczne czy uroki sycylijskiej kuchni, którą Salvo uwielbia. Jego przeprowadzka do Vigàty okazała się kluczowa w rozwoju jego kariery i postaci, jaką znają czytelnicy. 
Nawet udaje mu się znaleźć idealny dom! 
Pierwsze śledztwo Montalbana
W książce „Pierwsze śledztwo Montalbana” świeżo upieczony komisarz rzuca się w wir kryminalnych zagadek w swoim ukochanym, ale pełnym tajemnic miasteczku Vigàta.
Od razu pragnę zaznaczyć, że ciężko oderwać się od lektury. Książkę czytam głównie w samolocie, na trasie Amsterdam – Cagliari, a kończyłam w drodze powrotnej. Nie pamiętam już, aby jakaś podróż tak szybko mi minęła. To typowe dla książek Camilleriego, nawet nie wiesz, kiedy czytasz ostatnią stronę. 
Ale wróćmy do książki. 
Salvo Montalbano jawi się jako młody, ambitny i nieco buntowniczy komisarz, który często działa wbrew utartym schematom. Jest nie tylko błyskotliwy i spostrzegawczy, ale i empatyczny. Ma zdolności analityczne i intuicję, co pozwala mu rozwiązywać skomplikowane sprawy kryminalne. 
„Pierwsze śledztwo Montalbana” to zbiór trzech opowiadań.
W pierwszej opowieści mamy zabójstwa zwierząt i dziwną wiadomość na karteczce. Każdy na posterunku się spodziewa fatalnego zakończenia tej serii mordów, ponieważ za każdym razem zabijane jest coraz większe zwierzę. Salvo, zamiast działać według książkowych zasad, polega na swojej niezawodnej intuicji. Fazio, pomocnik Montalbano, bywa nieco zaskoczony nietuzinkowymi metodami swojego nowego szefa.
W kolejnym opowiadaniu mamy młodą, niepiśmienną kobietę, którą Montalbano zauważa w sądzie. Jego instynkt wiedzie go za nią, jak się okazuje, otwierając przy tym coś na kształt Puszki Pandory. Montalbano szybko odkrywa, że wszystko tu nie jest takie, jak się wydaje. 
Z kolei ostatnia opowieść to mistrzostwo, gdzie Salvo, zmuszony do zmierzenia się z politycznym przestępstwem, balansuje między biurokracją a moralnymi dylematami.
Cała książka to prawdziwy rollercoaster emocji – kryminał, humor, a do tego niezrównany urok sycylijskiego słońca i jedzenia, bo o tym nie da się zapomnieć. 
Początki komisarza z Vigàty i rozwój postaci
„Pierwsze śledztwo Montalbana” jest wyjątkowe, ponieważ ukazuje początki kariery komisarza Salvo Montalbano i jego pierwsze kroki w policji.
W porównaniu do późniejszych książek z serii, w tej powieści Montalbano jest mniej doświadczony i jeszcze nie w pełni ukształtowany jako postać. Jego metody są bardziej instynktowne, a on sam wydaje się nieco bardziej impulsywny, choć już wykazuje swoją charakterystyczną błyskotliwość i zdolność do rozwiązywania złożonych zagadek.
W miarę jak seria się rozwija, widzimy ewolucję Montalbano jako postaci – staje się bardziej znużony sycylijską rzeczywistością, ale jednocześnie głębszy w swoich refleksjach nad moralnością i sprawiedliwością.
„Pierwsze śledztwo Montalbana” ukazuje młodego, energicznego detektywa, ale późniejsze książki przedstawiają postać, która zmaga się z wyzwaniami zawodowymi i życiowymi w bardziej dojrzały i przemyślany sposób.
Z czasem Montalbano staje się introspektywny, zastanawiając się nad skutkami swoich działań i miejscem sprawiedliwości w świecie pełnym korupcji i niejasnych reguł. Cóż, w tym względzie, Sycylia nadal się nie zmieniła.
Montalbano często zmaga się także z osobistymi dylematami dotyczącymi swojego życia prywatnego i zawodowego. 
Dlaczego Camilleriego czyta się tak dobrze?
Sukces książek Andrei Camilleriego wiąże się z jego charakterystycznym stylem pisania, który wyróżnia się prostotą i niezwykłą lekkością. Opowieści są także autentyczne, ponieważ zachowują realia sycylijskiej rzeczywistości.
Camilleri doskonale balansuje między humorem a powagą, umiejętnie łącząc elementy kryminału z refleksjami na temat codziennego, sycylijskiego życia, a zatem korupcji, nepotyzmu, biurokracji i relacji międzyludzkich.
Choć jego opisy są często zwięzłe, to na tyle pełne szczegółów, że każdy, kto bierze w ręce jego książki, łatwo może sobie wyobrazić ów obraz Sycylii. Plusem są niezapomniane dialogi, które z jednej strony napędzają akcję, z drugiej ukazują charakter postaci.
Nie można jednak zapomnieć o tłumaczach, to im zawdzięczamy ostateczny odbiór książek o Montalbano w języku polskim. W tym przypadku jest to pani Lucyna Rodziewicz-Doktór. 
Sprawnie udaje się oddać esencję humoru i ironii Camilleriego, a nie jest to wcale łatwe, bo w grę wchodzą także subtelności związane z dialektem sycylijskim! Tym bardziej, gratulacje!
Dla kogo jest książka Pierwsze śledztwo Montalbana?
Zarówno dla tych, którzy chcą dopiero wkroczyć w świat kryminałów Andrei Camilleriego, jak i tych, którzy znają jego twórczość doskonale, a teraz mogą domknąć historię komisarza Montalbano. Będzie też idealna dla osób lubiących wciągające intrygi z dozą humoru i głębszej refleksji, a także dla fanów długich serii kryminalnych, które oferują rozwój postaci na przestrzeni lat.
Nie zapomnijmy o miłośnikach Włoch, a szczególnie Sycylii. 
Jestem pewna, że jeśli ktoś wpadnie na ten kryminał, będzie szukał kolejnych książek Camilleriego. A nawet jeśli nie, ma do dyspozycji serial, który powstał na podstawie serii książek, obecnie dostępny na platformie Netfix. Jednak pośród odcinków, nie znajdziesz tej opowieści, o początkach legendy sycylijskiego detektywa.
Oficyna Wydawnicza Noir Sur Blanc, październik 2024. Ilość stron 312, okładka miękka.
Kim był Andrea Camilleri
Urodzony w 1925 roku we Włoszech, był jednym z najważniejszych włoskich autorów kryminałów, który zdobył międzynarodową popularność dzięki serii o komisarzu Salvo Montalbano. Jego twórczość obejmuje ponad dwadzieścia książek, w których rozwija świat fikcyjnego miasta Vigàta na Sycylii, pełen nie tylko przestępstw, ale i głęboko osadzonych społecznych i politycznych realiów.
Camilleri wyróżnia się unikalnym stylem, w którym łączy elementy klasycznego kryminału z humorem, satyrą i krytyką społeczną. Jego książki odzwierciedlają nie tylko fascynujące zagadki kryminalne, ale również życie codzienne we Włoszech, w tym politykę, biurokrację oraz korupcję.
Autor często odnosił się do sycylijskiej kultury, jedzenia (tego nigdy nie brakuje w jego książkach), a także języka, co dodaje jego powieściom jeszcze większej autentyczności.
Komisarz Montalbano, bohater jego najpopularniejszych dzieł, stał się ikoną literatury kryminalnej. Montalbano zyskał rzesze fanów na całym świecie, nie tylko dzięki intrygującym śledztwom, ale również swojemu ironicznemu poczuciu humoru i niechęci do władzy oraz biurokratycznej machiny. W Polsce Montalbano jest uwielbiany, a co za tym idzie, uwielbieniem cieszy się także sam Camilleri. 
Andrea Camilleri rodził się 6 września 1925 roku w Porto Empedocle na Sycylii, a zmarł w wieku 94 lat, 17 lipca 2019 roku w Rzymie, gdzie mieszkał od lat 40. XX wieku.
Magda
 
 

IlSussidiario.net, 16.10.2024
Cesare Bocci, confessione toccante: “Ho fatto piangere Andrea Camilleri”/ “Ho fatto il manichino vivente”
Cesare Bocci e la confessione toccante su Andrea Camilleri: "Si è commosso per una puntata de Il commissario Montalbano perché..."

[…]
La sua carriera vera e propria è iniziata con la fiction Commesse in cui recitava al fianco di Veronica Pivetti ma il successo è arrivato con Il Commissario Montalbano e durante la chiacchierata Cesare Bocci ha confessato di aver fatto piangere Andrea Camilleri: “Si emozionò, perché una sera era andata in onda una puntata dove si indagava su un traffico di organi ed erano coinvolti anche dei bambini. Il giorno dopo facemmo questo pranzo e lui si avvicinò e mi disse ‘ieri sera tu mi ha fatto piangere’. E questo è una della cosa che mi porto e ci ripenso quando mi sento giù.”
[…]
Liliana Morreale
 
 

Scrivo Libero, 17.10.2024
Favara, due Giornate di Studio in onore di Andrea Camilleri

L’Istituto Comprensivo “Andrea Camilleri” di Favara organizza, per il 24 e 25 ottobre prossimi, due giornate di studio sul pensiero e sulle opere dello scrittore agrigentino a cui è intitolata la Scuola.
La “due giorni” – che sarà introdotta dagli interventi di saluto della Dirigente scolastica Rosetta Morreale, del Sindaco di Favara Antonio Palumbo, e delle Autorità provinciali – si articolerà ciascuna, in due sessioni di approfondimento – una mattutina, l’altra pomeridiana – e si terrà nell’Aula magna della plesso centrale dell’ Istituto in via Compagna, 18. A presiedere le quattro sessioni di studio sarà la scrittrice Arianna Mortelliti, intrigante autrice di fortunati testi narrativi formatasi alla scuola del nonno Andrea Camilleri.

Nel corso di ciascuna sessione sarà affrontato un tema diverso dell’impegno civile e letterario di Andrea Camilleri, sul quale sarà aperto il successivo confronto con i partecipanti.
Ad alternarsi al banco dei relatori saranno accademici, scrittori e studiosi delle opere dello Scrittore.
Ad aprire i lavori (la mattina di giovedì 24 ottobre, ore 9,00) è stato chiamato il Prof. Salvatore Ferlita, Professore Ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università degli studi di Enna “Kore”, critico letterario e saggista, responsabile di diverse collane editoriali, che da anni collabora con numerose testate nazionali, il quale parlerà su “La lingua ‘salvata’ ed il dialetto re–inventato nella narrativa di Andrea Camilleri”.
Nel pomeriggio dello stesso giorno (ore 16,00) il Prof. Alessandro Cutrona, Dottore di ricerca in italianistica e Docente a contratto di letteratura italiana all’Università “Kore” di Enna, relazionerà su “La narrazione del patrimonio culturale di Andrea Camilleri tra realtà e fiction”.
I lavori proseguiranno l’indomani, venerdì 25 ottobre (ore 9,00), con la relazione della Prof.ssa Alessandra La Marca, Professore ordinario di scienze psicologiche, pedagogiche e della formazione all’Università degli Studi di Palermo, autrice di innumerevoli pubblicazioni didattiche e scientifiche su “Valore della tradizione e dell’educazione”.
Concluderanno il ciclo di incontri – sessione pomeridiana, ore 16.00 – le relazioni del giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, autore di numerosi romanzi (alcuni dei quali divenute fortunate fiction televisive) e saggi letterari su “Il genere poliziesco nei romanzi di Andrea Camilleri”; di Felice Cavallaro, giornalista, scrittore, saggista e drammaturgo, ideatore e fondatore de “La strada degli scrittori” su “La vera Vigata ed i luoghi di Andrea Camilleri”; di Beniamino Biondi, Critico cinematografico (SNCCI) su “Dalla pagina scritta allo schermo. La traduzione cinematografica dell’opera di Camilleri”.
“Le due giornate di studio cadono ad un anno dalla cerimonia di intitolazione dell’Istituto comprensivo di Favara alla memoria dello scrittore empedoclino – dice Rosetta Morreale, Dirigente dell’Istituto scolastico ed ideatrice dell’evento – e vuole essere una sorta di prosecuzione nel percorso di approfondimento e di riflessione sul pensiero e sulle opere dello scrittore empedoclino, il cui impegno civile e culturale rappresenta un fermo riferimento per le nuove generazioni”.
Nel corso delle sessioni saranno anche presentate le attività laboratoriali realizzate dagli studenti delle diverse scuole dell’Isola, che hanno aderito all’evento culturale.
I diversi momenti di studio saranno intermezzati da interventi musicali eseguiti dai docenti della Scuola e da letture di brani di opere di Camilleri da parte di studenti dell’Istituto comprensivo.
L’evento ha già ottenuto diversi prestigiosi patrocini Istituzionali: tra cui quello del Presidente del Senato, il quale per l’occasione ha anche concesso una “medaglia d’onore”; della Presidenza della Regione Siciliana; dell’Assessorato regionale all’istruzione e della formazione professionale; dell’Assessorato regionale ai Beni Culturali e dell’identità siciliana; dell’Assessorato regionale alla famiglia, del Comune di Favara, del Comune di  Agrigento e de “la strada degli scrittori”.

 
 

Frankfurter Buchmesse (Fiera internazionale del Libro di Francoforte), 19.10.2024
Omaggio a Camilleri
Ore 17 – 17.50
Arena | Padiglione Italiano (Forum 1)
Programma Letterario

In vista del centenario dalla nascita di Andrea Camilleri (1925-2019), prendono il via alla Buchmesse le celebrazioni in onore del grande scrittore italiano. L’attore Massimo Venturiello, che di Camilleri fu allievo e che ha prestato la voce agli audiolibri della serie del Commissario Montalbano, leggerà in anteprima una selezione delle lettere inedite che dal 1949 al 1960 colui che diventerà uno degli scrittori italiani più letti, amati, tradotti, scrisse intrattenendo con la sua famiglia, con se stesso, una ininterrotta conversazione, e componendo una sorta di autobiografia dei suoi primi anni di formazione. Le lettere saranno poi pubblicate in volume, e proprio ad Antonio Sellerio, editore di Andrea Camilleri, è affidato il prologo a questa lettura in anteprima.

Prologo di Antonio Sellerio. Letture di: Massimo Venturiello

 

La Repubblica, 19.10.2024
Nicola Lagioia alla Buchmesse di Francoforte: “Sull’editoria la politica è ignorante”
Lo scrittore ha invitato il ministro Giuli a fare uno stage in una casa editrice. Mentre Roberto Saviano è stato protagonista di numerosi incontri organizzati dai media tedeschi

Non si potrebbe dire meglio: «I politici italiani spesso non conoscono l’editoria, sono incompetenti, ignoranti, nel senso che non sanno. Le istituzioni, anche quando vorrebbero sostenere il settore, non conoscono la materia». Nicola Lagioia parla senza peli sulla lingua alla Fiera del libro di Francoforte nello stand del Pen Berlin di fronte a un pubblico internazionale.
[...]
La
passione civile di Andrea Camilleri è stata infine al centro di un omaggio al padiglione italiano, introdotto da Antonio Sellerio: «Era divertentissimo e aveva il coraggio di esprimersi su questioni politiche e sociali». Chissà come avrebbe commentato questo caos.
Raffaella De Santis
 
 

Sicilian Post, 20.10.2024
Sicilitudine
Una lettera scomparsa, una collana e un viaggio che (non) c’è: l’indagine di Camilleri sulle avventure di Renoir ad Agrigento
Ufficialmente, il pittore impressionista risulta essere stato in Sicilia una sola volta, per incontrare Wagner. Ma il figlio Jean, nella biografia dedicata al padre, aggiunge una seconda tappa e un aneddoto davvero peculiare, per cui fonti e documenti scarseggiano. Nasce così “Il cielo rubato. Dossier Renoir”, nel quale lo scrittore siciliano sembra quasi vestire i panni del suo Montalbano. Il risultato, affiancato dalla vicenda romanzesca del notaio Riotta e della giovane Alma, è una splendida immersione nel passato e nella vita di un grande uomo a cui la Sicilia ha lasciato un dono indelebile

La avranno cercata con grande fervore, nell’ultimo secolo e mezzo. Critici, studiosi, semplici appassionati: saranno stati lì, assorti nell’implacabile magnetismo di una pennellata. Avranno scandagliato i volti aggraziati in Gli ombrelli; si saranno appostati in religioso silenzio dietro alle coppie impegnate a volteggiare in Ballo in campagna Ballo in città; avranno persino tentato di dare un nome alla giovane che amabilmente trascorre del tempo In riva al mare. Tutto per scorgerne la misteriosa presenza. Di una traccia. Una prova che il grande Pierre-Auguste Renoir avesse trascorso del tempo nella fu Girgenti. Fu il figlio Jean – celeberrimo e riconosciuto regista che si occupò di redigere la biografia del padre – a svelare questo aneddoto risalente all’anno 1882. Nessun altro documento, nessun’altra attestazione o fonte, neppure alcuna delle sue opere ebbe mai l’ardire di confermare che uno dei maestri dell’Impressionismo fosse incappato in una curiosa avventura nell’entroterra siciliano. Solo della trasferta a Palermo e del suo incontro con il non amatissimo Wagner si conoscevano i dettagli. Serviva allora, per ricostruire le tessere di un puzzle tanto affascinante quanto frammentato, un’indagine certosina. L’intuito acuminato e pervicace di un commissario. Magari di Montalbano, o di chi delle sue peripezie è stato artefice. E un immenso pizzico di fantasia. È così nel 2009, dalla penna di Andrea Camilleri, nacque quella singolare esperienza letteraria che è Il cielo rubato. Dossier Renoir, un insieme di convincenti argomentazioni a favore di un secondo soggiorno isolano del pittore. Reso ancor più suggestivo ed enigmatico dal fatto che, a differenza di quanto era solito fare per i luoghi visitati nel Belpaese, il francese della Sicilia non riprodusse sostanzialmente nulla. Eppure, attenendoci a quanto Jean ha tenuto a riportare, quello di Renoir nella città dei templi non fu appena un fugace transito. Ma un frangente che gli consentì, ben più di quanto lo sfarzo dell’Hotel des Palmes aveva potuto fare, di conoscere e saggiare l’anima più pura della nostra terra.
E dire che l’esperienza dell’artista di Limoges non era iniziata sotto il migliore degli auspici. Accompagnato dalla futura moglie Aline Charigot, a Renoir era stato infatti sottratto il portafogli. Impossibilitato a muoversi oltre, e in attesa che le sue richieste epistolari di soccorso giungessero in patria all’amico e mercante Durand-Ruel, fu costretto a chiedere riparo ad un contadino che molto cordialmente si era prestato al ruolo di guida della coppia. Per sdebitarsi, una volta ottenuto il conguaglio richiesto, il pittore propose una sorta di risarcimento in denaro alla famiglia ospitante. Risarcimento che, tuttavia, venne fermamente respinto. Il racconto di Jean Renoir si conclude dunque con una scena piuttosto emozionante. Aline, onorata da quella dimostrazione di autentica ospitalità, si tolse una catenina dal collo per lasciarla in dono ai suoi benefattori, prima che lei e il suo geniale accompagnatore si congedassero da loro in lacrime.
Certo non mancano le suggestioni in una simile ricostruzione. Ma altrettante, a giudizio dello stesso Camilleri – che ricostruisce la vicenda attraverso gli espedienti fittizi del carteggio e della relazione tra il notaio Riotta e la bizzarra Alma Corradi – sono le questioni rimaste del tutto aperte. Perché, ad esempio, non c’è traccia negli epistolari sempre puntuali di Durand-Ruel della richiesta di denaro fattagli pervenire da Renoir? E, soprattutto, quale circostanza aveva spinto l’artista ad approdare in un luogo, Girgenti, che fino a quel momento non aveva mai considerato come un possibile itinerario? Nella nota al testo, il papà di Montalbano ci illustra le sue plausibili conclusioni: «Dalle biografie risulta che Renoir venne in Sicilia una sola volta. Lasciata la compagna a Napoli, arrivò a Palermo, andò a visitare Monreale e il giorno seguente incontrò Wagner all’Hotel des Palmes. Gli fece il ritratto in trentacinque minuti e quindi se ne tornò’ di corsa dalla sua Aline. Impossibile ipotizzare che avesse voglia di prolungare il viaggio in Sicilia con un soggiorno a Girgenti. Ma un giorno mi capitò di scoprire una maglia larga nella rete». Qualche scartabellata a vecchi documenti, una ricerca d’archivio sui movimenti di alcuni battelli, un episodio specifico della vita personale di Renoir: ed ecco che l’immagine del pittore su un carretto siciliano, sotto la canicola di interminabili distese di campagna, assume una nuova, inedita concretezza. «Nel 1882, per curarsi i postumi di una polmonite, Renoir va ad Algeri. Non sappiamo se Aline sia partita con lui o l’abbia raggiunto in seguito. Il proposito di Renoir è quello di restarci quindici giorni, invece si trattiene ben sei settimane. Mi sono allora domandato: chi ci dice che il pittore sia sempre rimasto ad Algeri tutto questo tempo? Nell’ultima (si badi bene, ultima) lettera da Algeri a Durand-Ruel, datata 4 aprile, egli fissa il giorno della partenza per il rientro in Francia: il 14 dello stesso mese. Cioè ben oltre i quindici giorni previsti. Allora feci una supposizione: e se Renoir e Aline da Algeri si fossero imbarcati per Girgenti? Era possibile? Mi documentai. Era possibile. Nel 1882 il transito portuale di Porto Empedocle, distante meno di 6 chilometri da Girgenti, e a quindici ore circa di navigazione da Algeri, era stato di oltre 700 velieri, di cui non meno di 300 da e verso i porti di Algeri e Tunisi. Molti di questi velieri erano anche in grado d’imbarcare qualche passeggero.
Quindi era abbastanza plausibile che il pittore e Aline fossero partiti lo stesso giorno 4, fermandosi a Girgenti fino al 14 per ritornarsene poi in Francia.
Ma come mai nell’epistolario di Durand-Ruel non esisteva nessuna lettera da Girgenti con richiesta di denaro? Trovai la risposta. Nella lettera del 4 aprile appena citata, Renoir prega il suo mercante di mandare 2000 franchi al fratello al quale egli li richiederà non appena ne avrà bisogno. Quindi Renoir, rimasto a Girgenti senza soldi, non scrive a Durand-Ruel, bensì a suo fratello che sa essere già in possesso della somma».

Il mistero a lungo tramandato da Jean Renoir, quel mistero che nemmeno i numerosi altri biografi del padre avevano saputo sciogliere, sembrava risolto. Ma nemmeno Camilleri si avventurò oltre dei pareri puramente personali per spiegare come mai di Girgenti non esista alcun rimando pittorico. Ma forse, in fondo, il bello dei misteri sta proprio qui: nell’essere mai del tutto afferrabili. Forse, inciso nel cuore come la benevolenza dei contadini che gli risparmiarono la strada, il ricordo di Girgenti appartenne per Renoir a quelle cose che continuano a viverti dentro senza mai provare la tentazione di abbandonarti. Forse, quella volta, più che un paesaggio o lo scorcio di una festa, avrebbe dovuto riprodurre la morsa con cui gli addii si aggrappano al cuore. Un’impresa che nemmeno l’immenso Renoir poteva portare pienamente a compimento.
Joshua Nicolosi
 
 

Rai News, 21.10.2024
Pisa
Ritrovato un testo inedito del giovane Camilleri: è un copione di quando era studente all'Accademia
La scoperta nell'archivio Dramma popolare S. Miniato. Sarà presentato il 25 ottobre al Palazzo Grifoni, nell'ambito di un evento dedicato agli archivi teatrali e ai cento anni dalla nascita del padre del Commissario Montalbano

Ritrovato un copione inedito del giovane Andrea Camilleri, a quel tempo studente dell'Accademia d'arte drammatica D'Amico di Roma e frequentatore della scena samminiatese al seguito di Orazio Costa. La scoperta è stata fatta nel corso della sistemazione dell'archivio storico della Fondazione Istituto Dramma popolare di San Miniato (Pisa), conclusasi nel 2022.
Lo rende noto la stessa Fondazione spiegando che il testo sarà presentato il 25 ottobre a San Miniato, a Palazzo Grifoni, nell'ambito di un evento dedicato agli archivi teatrali e ai cento anni dalla nascita del padre del Commissario Montalbano: "Durante la conferenza - si spiega - verrà presentato lo scritto inedito, il contesto di ritrovamento e verranno illustrate le ragioni della sua presenza nell'archivio".
"Andrea Camilleri - Dalle carte al palcoscenico' il titolo dell'iniziativa che si presenta come "un viaggio dentro l'archivio per riscoprire Andrea Camilleri che, a San Miniato, è stato unito da un legame importante e profondo". A partire dalle fonti per il teatro, perché, si spiega, “come un filo ininterrotto, il teatro attraversa tutta la vita dello scrittore e così l'archivio. Dall'ammissione dell'Accademia d'arte drammatica nel 1949, nell'apprendistato con Orazio Costa, dalle prime regie teatrali, al lavoro di autore e regista dei programmi di prosa radiofonica e televisiva”.
"Ma si parlerà - continua la Fondazione - anche di Camilleri e la Cittadella di Assisi. Nel cuore della città di San Francesco, la comunità di laici cristiani guidati da don Giovanni Rossi ha riservato un'attenzione particolare ai linguaggi dell'arte incentivando il legame e lo scambio con scrittori, registi cinematografici e teatrali, poeti, artisti visivi. Al vaglio anche alcuni aspetti che hanno caratterizzato Camilleri: a partire da quel metodo del racconto, della memoria che vive sempre in un instabile equilibrio tra materiale e immaginario. Centrale, nell'iniziativa, l'incontro con San Miniato ripercorrendo alcune delle tappe che prepararono il suo primo arrivo, nel 1950, alla stazione della città della Rocca. Dovettero passare quarantaquattro anni perché ci tornasse. Poi, però, venne più volte per partecipare a Prima del teatro: scuola europea per l'arte dell'attore. Lo fece con i compiti più diversi: docente, drammaturgo, organizzatore di convegni, conferenziere, e altro ancora".
 
 

La Sicilia, 23.10.2024
La scoperta
Inedito di Camilleri scovato da un archivista gelese: «Così mi sono imbattuto in quel dattiloscritto»
Alexander Di Bartolo della Fondazione Dramma Popolare di San Miniato, stupito e ammirato: «Un mix di fortuna e perseveranza»

Un inedito testo teatrale di Andrea Camilleri conservato per 70 anni nell’Archivio del Dramma popolare di San Miniato sarà presentato in anteprima venerdì nella cittadina pisana nel corso di un convegno dedicato al centenario della nascita del padre del commissario Montalbano. E’ un copione che risale al 1950, anno in cui Camilleri era uno studente all’Accademia dell’Arte drammatica “D’Amico” di Roma. L’archivista che ha ritrovato il testo, Alexander Di Bartolo, risiede in Toscana ma è di origini siciliane, gelese per l’esattezza. Con lui ripercorriamo i momenti e le curiosità dell’importante scoperta di un testo che aggiunge un tassello fondamentale per ricostruire gli esordi letterari del giovane Camilleri.
Dott. Di Bartolo, come è riuscito a trovare questo testo di Camilleri?
«E’ stato un mix di fortuna e perseveranza nella ricerca. Alla fine del 2021, durante la sistemazione complessiva dell’archivio della Fondazione Dramma Popolare di San Miniato, stavo catalogando la ricchissima sezione dei copioni e mi sono imbattuto in un dattiloscritto di carta leggerissima, e dal titolo molto curioso “Il Santo Nero”. Dovendo descrivere quel copione, oltre al titolo e al numero di pagine complessive, mi serviva anche l’autore e l’anno, ma il fascicolo non era siglato o firmato. Ho iniziato quindi delle ricerche più approfondite, quelle che noi chiamiamo “scavi archivistici” per tentare di dare una paternità a quel testo».
Il Santo Nero è un testo inedito da Camilleri. Chi è il protagonista?
«E’ una drammaturgia, il cui titolo completo è in realtà “Il Santo Nero. Ex voto in tre atti”. Oltre al titolo, che poi ho scoperto essere uno degli appellativi usati per definire il patrono di Porto Empedocle e di molti altri comuni della Sicilia, il sottotitolo “ex-voto”, mi ha fatto pensare a una forte devozione popolare, ai miracoli, che solitamente inducono i fedeli a donare oggetti a memoria di una grazia ricevuta. Il protagonista è quindi il santo eremita Calogero la cui vita è presentata da Camilleri con dei quadretti popolari dal profondo messaggio morale per l’uomo di oggi».
Perché quel copione si trovava nell’archivio del Dramma Popolare?
«Ho scoperto che Il Dramma popolare aveva indetto un concorso drammaturgico per l’Anno Santo 1950. Il concorso chiedeva a giovani scrittori di teatro di inviare testi inediti a soggetto libero, ma pur sempre nel solco delle finalità di un istituto di ispirazione cristiana come quello sanminiatese. Doveva quindi essere un “dramma sacro”, con soggetto religioso. Giunsero decine e decine di copioni, da autori provenienti da tutta Italia, e anche da Porto Empedocle era partito un plico con una proposta drammaturgica, il nostro Santo Nero, da parte del giovane studente dell’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico, Andrea Camilleri».
Come è riuscito a dare un nome a questo dattiloscritto?
«La ricerca è stata piuttosto complessa. Ho sfogliato centinaia di lettere relative al carteggio degli anni 1950, 1951 e 1952. Tra i documenti rinvenuti anche gli atti notarili che registravano l’arrivo di tutti i plichi, e i verbali delle riunioni dell’allora commissione scientifica che doveva valutare i testi. Tra i “finalisti” del concorso anche il testo su San Calogero del giovane studente Camilleri. Il nome non era scritto sul copione, perché si richiedeva ai concorrenti l’anonimato, ma era indicato, insieme a un motto di riconoscimento, all’interno di un’altra busta sigillata, inviata nel medesimo plico insieme al copione. Tutti i concorrenti, al termine della selezione, erano stati poi ricontattati per verificare se fossero interessati alla restituzione. E uno dei destinatari di queste lettere era proprio Andrea Camilleri».
Quale è stata, per lei che peraltro è siciliano, l’emozione di questa scoperta?
«A dire il vero ero quasi elettrizzato. Per ragioni di lavoro ho avuto tra le mani lettere di Manzoni, di Foscolo, di Cavour, ma mai di un autore così famoso agli occhi dei contemporanei. L’emozione della scoperta si è unita con una serie di legami affettivi. Le mie origini sono per metà siciliane, di Gela in particolare; sin da piccolo mi hanno quasi “tuffato” nel mondo degli archivi e delle biblioteche grazie alla mia zia paterna Alessandra Maria, per anni bibliotecaria archivista a Gela; e poi Camilleri è un autore frequentato spesso, attraverso la lettura dei suoi romanzi e racconti. Quindi solo il pensare di avere tra le mani un copione di un autore tra i più apprezzati e seguiti a casa, mi emozionava. Le sensazioni di unicità del ritrovamento sono poi andate “alle stelle” quando ho scoperto che il testo non solo era inedito nei volumi a stampa, ma anche mai rappresentato su un palcoscenico. E per avere queste conferme di fondamentale importanza ho preso contatti con il Fondo Andrea Camilleri a Roma, l’archivio che raccoglie tutti i documenti dell’autore siciliano, voluto fortemente dalla famiglia e curato dalla collega archivista Patrizia Severi. A loro sono infinitamente grato per la disponibilità e per aver assecondato le ricerche che hanno condotto alla conferma di questo inedito assoluto».
Cosa ne pensa, infine, di questo testo teatrale giovanile sulla vita di San Calogero?
«Premesso che non sono uno specialista di letteratura drammaturgica, posso dire soltanto che si tratta chiaramente di un testo giovanile, quasi di una esercitazione accademica. Camilleri si stava confrontando con gli esami di scrittura teatrale e di regia, avendo come maestro il grande Orazio Costa nell’Accademia di Roma, quindi non è certo un testo maturo, di uno scrittore affermato, è un testo giovanile che si confronta su argomento a lui tanto caro, la devozione a San Calogero, “il Santo nero” di cui spesso parla poi nei suoi libri e anche nelle interviste sul suo paese natale. Leggendo il copione ho percepito un profondo legame con la sua terra e una rivisitazione non banale della vita del “santu de li grazi”, come direbbe in siciliano lo stesso Camilleri».
Maria Concetta Goldini
 
 

Istituto Comprensivo “Andrea Camilleri”, 24-25.10.2024
Giornate di studio in onore di Andrea Camilleri

A presiedere le sessioni sarà Arianna Mortelliti; dopo i saluti della Dirigente Scolastica Rosetta Morreale e dei rappresentanti delle Istituzioni, i diversi momenti di studio saranno intermezzati da interventi musicali eseguiti dai docenti e da letture di brani di opere di Camilleri da parte di studenti dell’Istituto.
Giovedì 24 ottobre, ore 9:00:
Salvatore Ferlita, Università “Kore” di Enna - La lingua “salvata” e il dialetto re-inventato nella narrativa di Andrea Camilleri.
Giovedì 24 ottobre, ore 16:00: Alessandro Cutrona, Università “Kore” di Enna - La narrazione del patrimonio culturale di Andrea Camilleri tra realtà e fiction.
Venerdì 25 ottobre, ore 9:00: Alessandra La Marca, Università degli Studi di Palermo - Andrea Camilleri: valore della tradizione e dell’educazione.

Venerdì 25 ottobre, ore 16:00: Gaetano Savatteri, giornalista e scrittore - Il genere poliziesco nei romanzi di Andrea Camilleri; Felice Cavallaro, giornalista - La vera Vigata ed i luoghi di Andrea Camilleri; Beniamino Biondi, Critico cinematografico (SNCCI) - Dalla pagina scritta allo schermo. La traduzione cinematografica dell’opera di Camilleri.
 
 

Teleacras, 24.10.2024
Iniziata la due giorni su Andrea Camilleri dell’Ic di Favara a lui dedicato (servizio al Vg)

L’istituto comprensivo Andrea Camilleri di Favara, diretto dalla dirigente scolastica, Rosetta Morreale, oggi e domani rende omaggio proprio allo scrittore empedoclino a cui la struttura è stata dedicata. Due giornate di studio con importanti relatori. Oggi, i dettagli, al Vg.
Gaetano Ravanà
 
 

Teleacras, 24.10.2024
Una due giorni "Camilleri" all’Istituto "Camilleri" a Favara

L’istituto comprensivo Andrea Camilleri di Favara, diretto da Rosetta Morreale, oggi e domani rende omaggio allo scrittore empedoclino.
Gaetano Ravanà
 
 

in3minuti, 24.10.2024
Giornate di studio in onore di Andrea Camilleri

Sono iniziate stamani presso l’istituto comprensivo Andrea Camilleri di Favara le giornate di studio in onore dello scrittore.
Ascoltiamo la dirigente scolastica Rosetta Morreale, i professori Salvatore Ferlita e Alessandro Cutrone e la scrittrice Arianna Mortelliti.
 
 

Noir in Festival, 24.102024
Noir in Festival celebra Andrea Camilleri a BookCity Milano
Allo scrittore siciliano e creatore del Commissario Montalbano, Raymond Chandler Award 2011, è dedicato un incontro giovedì 14 novembre alle ore 19, presso la Sala Viscontea del Castello Sforzesco

Nel 2011 Noir in Festival aveva conferito ad Andrea Camilleri, il Premio Raymond Chandler alla carriera. Ora, alla vigilia del centenario della sua nascita, il festival, in collaborazione con l’editore Sellerio e l’Associazione Fondo Andrea Camilleri ETS, rende omaggio a uno dei massimi scrittori italiani, che ha raggiunto la popolarità grazie alla sua particolarissima reinterpretazione del romanzo poliziesco, dando vita a uno dei personaggi più amati dai lettori e dai telespettatori del nostro paese, e non solo, il Commissario Montalbano.
A BookCity, giovedì 14 novembre alle ore 19, presso la Sala Viscontea del Castello Sforzesco, Noir in Festival promuove un incontro-omaggio ad Andrea Camilleri moderato da Mauro Novelli, curatore dei due Meridiani Mondadori dedicati alle Storie di Montalbano, nel quale intervengono lo scrittore Carlo Lucarelli, che con Camilleri ha firmato il romanzo Acqua in bocca (Minimum Fax), il critico letterario Salvatore Silvano Nigro, curatore del Meridiano riservato ai Romanzi storici e civili di Camilleri e autore dei risvolti delle sue opere edite da Sellerio, e Paolo Verri, direttore di Fondazione Mondadori. Infine, sarà presente l’attrice Elena Cotta (Coppa Volpi a Venezia nel 2013), che nella sua lunga e fortunata carriera di interprete teatrale e cinematografica, con Camilleri regista teatrale collaborò tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
[…]
 
 

Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato, 25.10.2024
Archivi in dialogo
Andrea Camilleri. Dalle carte al palcoscenico
Palazzo Grifoni - San Miniato

PARTE I – ORE 15:00
Patrizia Severi – Fondo Andrea Camilleri – Roma
Elisabetta Proietti – Dipartimento di Scienze della Formazione – Università degli Studi Roma Tre
Andrea Giuliano – Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico – Roma

PARTE II – ORE 17:00
Saluti Istituzionali
Roberto Scarpa – Attore e scrittore teatrale
Alfonso Maurizio Iacono – Già Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia – Università di Pisa
Alexander di Bartolo – Archivio Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato


Il seminario è stato trasmesso dal vivo e ne è disponibile la registrazione sul canale Youtube dell'Istituto Dramma Popolare

 
 

Fondo Andrea Camilleri, 25.10.2024
DA NON PERDERE! OGGI A PARTIRE DALLE ORE 15
ARCHIVI IN DIALOGO
ANDREA CAMILLERI
Dalle carte al palcoscenico

Amici toscani e non, appassionati di teatro, di letteratura e lettori di Camilleri, questo evento è per voi!
Il 25 ottobre, San Miniato (Pisa) ospiterà un evento speciale dedicato al celebre scrittore Andrea Camilleri. La Fondazione per il Dramma Popolare organizza un seminario di studi incentrato sugli archivi che custodiscono il suo lavoro teatrale. L'evento vedrà la partecipazione di accademici e studiosi, tra cui membri dell'Accademia d'Arte Drammatica Silvio d'Amico, che analizzeranno la produzione teatrale di Camilleri.
Questo evento si inserisce nelle celebrazioni per il centenario della sua nascita, che si estenderanno dal 2024 a tutto il 2025.
Vi aspettiamo!
#centomenouno #AndreaCamilleri #CentenarioCamilleri #LetteraturaItaliana #Teatro #SanMiniato #CulturaItaliana
 
 

Rai Ufficio Stampa, 25.10.2024
Rai5 - 28 ott 2024, 15:50
"Eduardo 40"
A quarant'anni dalla morte un lungo omaggio a De Filippo

Tre mesi con Eduardo e il suo impareggiabile teatro, e non solo: a quarant’anni dalla morte di Eduardo De Filippo (il 31 ottobre) Rai Cultura lo ricorda e gli rende omaggio con “Eduardo 40”, una programmazione straordinaria che – in collaborazione con la Fondazione De Filippo e la Direzione Cinema e Serie Tv Rai - ripropone su Rai 5 tutto il suo repertorio. Il cartellone della lunga rassegna parte dall’arte scenica e prevede la trasmissione, in ordine cronologico di composizione, di tutti i testi di De Filippo.
[…]
Alla riproposizione delle opere di De Filippo verranno affiancate altre due produzione inedite, due documentari originali che offrono altrettanti approfondimenti sul maestro.
[…]
Il secondo documentario, “Camilleri racconta Eduardo”, previsto il 30 novembre, sempre intorno alle 23, offre una testimonianza del felicissimo rapporto di De Filippo con la Rai. Lo scrittore siciliano, in una lunga intervista a cura di Ferruccio Marotti, il decano degli storici del teatro italiani, ricorda gli incontri, le dinamiche e la vita quotidiana sul set della prima serie di registrazioni del 1962, da “Ditegli sempre di sì” a “Napoli milionaria”, da “Questi fantasmi!” a “Filumena Marturano”. Un’avventura creativa condivisa da uomini e donne di teatro e tecnici e artisti della tv che ha fatto scuola ed è rimasta come canone dell’adattamento e della riscrittura della prosa per il piccolo schermo.
Il progetto editoriale è firmato da Felice Cappa, e la regia dei documentari è di Marco Odetto, produttrice esecutiva Serena Semprini, a cura di Giulia Morelli, programmista multimediale Matilde Pieraccini.
 
 

La Repubblica (ed, di Firenze), 26.10.2024
Il copione ritrovato del giovane Camilleri: “Meritevole di segnalazione” al concorso, ma poi rimasto in archivio dal 1950
La scoperta nella Fondazione Istituto Dramma popolare di San Miniato (Pisa). Il testo per il teatro


Il testo ritrovato

Pagine di carta sottile, dattiloscritte e ingiallite dal tempo. Titolo: Il santo nero – Ex voto in tre tempi. Un’opera teatrale, datata 1950, ma non firmata. Ci sono volute un po’ di ricerche e la passione che contraddistingue gli archivisti per arrivare alla sorprendente scoperta: a scrivere la pièce, rimasta per decenni in un cassetto della Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato, in provincia di Pisa, era stato Andrea Camilleri. Il testo dello scrittore siciliano, scomparso cinque anni fa e di cui stanno per partire le celebrazioni del centenario della nascita, è riemerso per caso nel 2022, durante alcuni lavori di risistemazione del ricco patrimonio di copioni e foto di scena dello storico istituto pisano, promotore della “Festa del teatro”, il più antico festival italiano di produzione teatrale. «Si tratta di un copione inedito e mai rappresentato con cui Camilleri partecipò al concorso indetto nell’anno del Giubileo, il 1950 appunto, dall’Istituto Dramma Popolare e rivolto ai giovani drammaturghi. Ovviamente il testo doveva avere carattere sacro, in linea con la volontà dell’istituto di mettere in scena lavori a sfondo religioso, spirituale ed educativo» racconta Alexander Di Bartolo, archivista della Fondazione e autore del ritrovamento. All’epoca, Camilleri aveva 25 anni, frequentava l’Accademia di arte drammatica Silvio D’Amico a Roma. Era lontano dal diventare il padre del commissario Montalbano, ma aveva già preso a raccontare la sua Sicilia con tracce evidenti, seppure acerbe, di quella vivacità e abilità narrativa che negli anni Novanta lo avrebbero portato al successo. Ne Il santo nero lo scrittore racconta infatti alcuni episodi della vita di San Calogero, monaco eremita arrivato nel V secolo dal Nord Africa, patrono di Porto Empedocle, città natale di Camilleri. «Mi sono dovuto trasformare anche io in detective», prosegue Di Bartolo. «Il dattiloscritto non era firmato perché così voleva il regolamento del concorso. Il nome dell’autore doveva essere su un foglio a parte, conservato in una busta chiusa e contrassegnata dallo stesso motto che appariva anche nel copione: “Lo santu de li grazi”, il santo che concede le grazie in siciliano». Una volta trovata la busta, le indagini dell’archivista sono proseguite fino ad arrivare a Roma. «Presso il Fondo Andrea Camilleri abbiamo ritrovato una copia de Il santo nero, di cui nemmeno le tre figlie dello scrittore conoscevano l’esistenza. Camilleri ne aveva fatto una copia, ecco perché non aveva mai preteso la restituzione dell’originale. In più, San Calogero era oggetto di una forte devozione popolare. Lo stesso scrittore, notoriamente laico, ne aveva parlato spesso in diverse interviste e in alcuni scritti».
L’elaborato del giovane Camilleri all’epoca non ottenne una grande riscontro. Finì in una triade di copioni considerati «meritevoli di segnalazione», ma non di rappresentazione. «La scena sanminiatese aveva già ospitato grandi nomi. Basti pensare che il festival, nato nel 1947, era stato inaugurato con La Maschera e la Grazia di Henri Ghéon. I testi proposti, compreso quello di Camilleri, furono considerati ancora troppo acerbi» spiega Di Bartolo. «Tra l’altro, proprio in quello stesso anno, andava in scena Il Poverello di Jacques Coupeau, sulla vita di San Francesco D’Assisi, in cui lo stesso Camilleri partecipava come comparsa». Il ritrovamento de Il santo nero consente infatti di rispolverare un capitolo meno noto della carriera di Camilleri, che fu anche attore, regista e autore di testi teatrali. Un legame profondo lo univa a San Miniato, anche se dopo, quella prima volta nel 1950, quando vi arrivò al seguito del suo maestro Orazio Costa, ci vollero quarantaquattro anni perché ci tornasse per partecipare alla scuola per attori “Prima del teatro”, come docente, drammaturgo, organizzatore di convegni e conferenziere. Ieri, l’inedito del grande scrittore siciliano è stato presentato ufficialmente nel corso del convegno «Dalle carte al palcoscenico», che si è svolto a San Miniato. Nell’occasione è stato annunciato anche l’ingresso della Fondazione sanminiatese, guidata da Marzio Gabbanini, nel comitato per le celebrazioni del centenario. A luglio, inoltre, la nuova edizione di “Festa del Teatro” metterà in scena proprio un testo di Camilleri, mentre per Il santo nero si sta già pensando a una rappresentazione speciale.
Barbara Gabbrielli
 
 

il Sicilia, 26.10.2024
Centenario di Andrea Camilleri, Pd presenta un disegno di legge per celebrare lo scrittore siciliano

“Andrea Camilleri è stato uno degli intellettuali italiani più importanti dell’ultimo secolo: scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo, era nato il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle, la ‘marina’ di Agrigento. Riteniamo doveroso ricordare una delle figure più illustri nel nostro panorama culturale attraverso una serie di iniziative da promuovere nel 2025, anno del centenario della sua nascita”. Lo dicono Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico all’Ars e Fabio Venezia, parlamentare regionale del Pd e primo firmatario del disegno di legge “Celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Camilleri”.
“La sua fama è legata soprattutto al ‘commissario Montalbano’ – aggiungono Venezia e Catanzaro – ma l’attività e la produzione culturale di Camilleri spazia attraverso decenni durante i quali ha realizzato lavori di alto livello, alcuni dei quali poco conosciuti. Per questo abbiamo presentato un disegno di legge regionale che intende promuovere nel corso del 2025 una serie di incontri, eventi e convegni sulla personalità e le opere dello scrittore siciliano”.
Il disegno di legge, firmato da tutti componenti del gruppo Pd all’Ars, prevede anche l’istituzione di un Comitato (composto da personalità chiamate a titolo gratuito) con il compito di promuovere le iniziative su Andrea Camilleri, scomparso nel 2019 all’età di 93 anni.
 
 

Quotidiano Nazionale, 26.10.2024
Guida TV - Rai 5 - 26/10
Rubrica
Sciarada - Il circolo delle parole

Un nuovo viaggio alla scoperta di documenti, luoghi, voci e presenze per capire i passaggi salienti che punteggiano la storia della nostra lingua, analizzando questa volta il rapporto tra dialetti e lingua ufficiale e l’avvento della comunicazione digitale quale naturale evoluzione della corrispondenza tradizionale. Sono, infatti, dedicate rispettivamente alla conquista dell’italiano e al passaggio dall’epistola tradizionale alla comunicazione telematica e digitale le due nuove puntate della serie “Etimo, per il museo della lingua italiana”, per il ciclo “Sciarada”. Al timone c’è sempre lo storico della lingua italiana e divulgatore Giuseppe Antonelli, docente presso l’Università degli Studi di Pavia e presidente del comitato tecnico scientifico del prestigioso Centro Manoscritti di Pavia fondato da Maria Corti, e responsabile del Multi e del Mundi, i musei dedicati alla lingua italiana, il primo digitale e il secondo con documenti materiali. TRAMA EPISODIO “È stato un grosso aiuto il dialetto siciliano nel lavoro sulle varie serie dedicate al Commissario Montalbano.” Parole di Luca Zingaretti, ospite della prima puntata, che rende omaggio al mondo e alla lingua di Andrea Camilleri, e che dice: “Il dialetto dà ritmo a quello che devi dire. Il dialetto, venendo dalla lingua parlata è una lingua molto più musicale dello scritto. Abbiamo attinto a piene mani dalla lingua camilleriana, che era un siciliano anomalo, perché un po’ era antico e quindi non più in uso ed era il linguaggio che Camilleri aveva imparato da giovane un po’ era proprio un dialetto inventato dallo scrittore. Ci sono delle parole che non esistono nel siciliano reale, e che invece Camilleri anche onomatopeicamente ha costruito”. Insomma “dialetto per diletto” quello di Camilleri, come osserva Giuseppe Antonelli che, presso il Fondo dedicato allo scrittore siciliano, si sofferma sull’opera, i manoscritti, le prove di un intellettuale eclettico che abbiamo imparato ad amare. La bella notizia è che, a differenza di quanto temuto e profetizzato da molti, la conquista dell’italiano non ha portato alla scomparsa dei dialetti. Anzi, dialetto e italiano oggi convivono di fatto in armonia, perché, come diceva proprio Camilleri, “L’albero è la lingua, i dialetti sono la linfa”. Un albero e una linfa che diventano portatori di una storia davvero singolare, quella del contadino siciliano analfabeta Vincenzo Rabìto, che volle consegnare alla carta la sua autobiografia "Terra matta" [...]
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 27.10.2024
I cent’anni di Andrea Camilleri. Una legge dell’Ars per celebrarli
Lo scrittore empedoclino riserva ancora sorprese: un copione inedito ritrovato a San Miniato

«Le origini siciliane del rinomato scrittore impongono che anche a livello regionale lo stesso venga degnamente ricordato»: è un passaggio del disegno di legge presentato il 17 ottobre all’Assemblea Regionale Siciliana dal capogruppo del Pd Michele Catanzaro, saccense di nascita, e dal deputato Fabio Venezia, per le celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Camilleri. Celebrazioni in realtà già avviate dal Fondo Andrea Camilleri (creato dalla famiglia per custodire l’eredità culturale dello scrittore empedoclino e per promuovere la conoscenza della sua vasta produzione), che ha promosso una serie di iniziative culturali in città italiane e straniere.
«Se è vero che ad Assisi, a Milano ma anche a Francoforte si sono svolti incontri ed eventi alla vigilia del centenario del nostro grande conterraneo – spiega Fabio Venezia, laureato in Lettere moderne e in filologia – occorre muoversi in tempo perché anche in Sicilia si possa ricordare adeguatamente uno degli ultimi grandi scrittori isolani la cui opera ha contribuito a far conoscere meglio la Sicilia e la sicilitudine, a svelare pezzi di Storia della nostra regione al grande pubblico. Vorremmo che, tra le altre cose, si realizzasse un documentario sulla vita dello scrittore per promuoverlo nelle scuole e che vedesse pure la luce l’epistolario di Camilleri, un vero e proprio giacimento di notizie preziose, assieme magari a qualche suo scritto inedito».
Come, ad esempio, il copione ritrovato poco tempo fa nell’archivio Dramma popolare di San Miniato (Pisa), scritto quando Camilleri era studente all’Accademia d’arte drammatica D’Amico di Roma. Una specie di Ur-Camilleri, insomma, quando ancora Vigàta e Montelusa erano ipotesi innecessarie, che farà ovviamente gola agli studiosi. Il disegno di legge che mette l’accento sull’anniversario tondo per antonomasia, appunto, il centenario, legato alla data di nascita dell’autore del “Re di Girgenti”. È vero che ormai si è placato il clamore che accompagnava l’uscita di un nuovo romanzo di Camilleri, specie se legato alla saga del commissario Montalbano, ma di certo non è scemato per niente l’affetto che milioni di lettori continuano a tributargli, anche lasciando sulla sua tomba, nel cimitero acattolico di Roma, un bigliettino, un messaggio d’amore, una richiesta d’aiuto. L’emozione degli italiani, quando si è saputo della morte dello scrittore all’ospedale Santo Spirito di Roma il 17 luglio del 2019, la forte commozione registrata in patria ma anche fuori son state qualcosa di unico, verrebbe da dire di eccezionale: non sembrava che fosse passato a miglior vita uno scrittore ma una popstar. Per non dire delle sigarette, che a decine vengono lasciate nel contenitore che sta vicino alla lapide col suo nome. Se proprio vogliamo pensare a un saluto altrettanto commosso tributato a un uomo di cultura in Italia, allora dobbiamo riavvolgere il nastro del tempo di quasi un secolo per incrociare un altro siciliano, guarda caso, cioè Luigi Pirandello. Un’affezione del genere non nasce per caso, non è il frutto di un gigantesco equivoco: vuol dire che davvero la saga del commissario più amato d’Italia e i romanzi storici di Andrea Camilleri insieme formano il romanzo civile dell’Italia degli ultimi due decenni, una specie di monumentale diario pubblico nazionale.
Il ddl consta di quattro articoli. Il primo definisce la finalità della legge, che si inserisce nell’ambito delle attività di promozione della conoscenza di personalità illustri di primo piano nella storia culturale della Sicilia. «È doveroso – aggiunge Venezia – che i valori trasmessi da Camilleri attraverso la sua attività di scrittore e di intellettuale vengano messi in evidenza e condivisi». L’articolo due spiega in che modo verrà celebrato il centenario. L’articolo tre disciplina il comitato che si occuperà di attuare gli interventi previsti predisponendo e coordinando percorsi culturali, attività ed iniziative di valorizzazione grazie al coinvolgimento di enti ed istituzioni pubblici e privati. Infine l’articolo quattro, che stanzia le somme necessarie (100mila euro).
Salvatore Ferlita
 
 

ANSA, 28.10.2024
Monologo di Camilleri sarà rappresentato per la prima volta
'Autodifesa di Caino' a San Miniato nel 2025

Per la prima volta il testo Autodifesa di Caino di Andrea Camilleri (1925-2019) sarà rappresentato in teatro, come avrebbe voluto fare il suo autore alle Terme di Caracalla nel 2019 che però morì due giorni dopo.
L'Istituto del Dramma Popolare di San Miniato (Pisa) ha annunciato che nel luglio 2025 questo lavoro dello scrittore siciliano - testo mai rappresentato - sarà il Dramma scelto per la prossima edizione della manifestazione toscana.
Il 15 luglio 2019, alle Terme di Caracalla, Andrea Camilleri avrebbe dovuto interpretare il suo monologo Autodifesa di Caino.
Un ritorno sul palcoscenico, atteso dal pubblico e fortemente voluto dallo scrittore.
Ma Camilleri si spense il 17 luglio.
L'autore ha lasciato il suo scritto su Caino che aveva completato e per il quale aveva immaginato tutto: la scena e gli intermezzi musicali, i filmati da proiettare sullo schermo, i testi da interpretare di persona e quelli da far recitare.
L'Autodifesa di Caino, sottolinea l'Istituto per il Dramma popolare, "è un testo potente, profondo e risponde alle incessanti domande sul bene e il male: un testo che si inserisce perfettamente nel solco della 'scena sacra' di San Miniato".
L'operazione è frutto della sinergia con il Fondo Andrea Camilleri, ed è stata voluta dal presidente dell'Idp di San Miniato, Marzio Gabbanini, inserendo il Dramma nel cartellone ufficiale delle celebrazioni del centenario della nascita di Camilleri.

Gabbanini ha dato l'annuncio durante l'iniziativa 'Dalle carte al palcoscenico', un viaggio dentro l'archivio per riscoprire Camilleri che, a San Miniato, è stato unito da un legame importante e profondo, che precede la notorietà datagli dai suoi romanzi col commissario Montalbano. Inoltre, nell'iniziativa a Palazzo Grifoni, sede della Fondazione Crsm, è stato presentato anche un inedito testo teatrale di Andrea Camilleri conservato per 70 anni nell'archivio del Dramma Popolare: è un copione che risale al 1950, anno in cui Camilleri era uno studente. Si intitola 'Il Santo Nero. Ex voto in tre atti'. Protagonista è il santo eremita Calogero la cui vita è presentata da Camilleri "con quadretti popolari dal profondo messaggio morale per l'uomo di oggi". All'epoca il Dramma popolare di San Miniato aveva indetto un concorso drammaturgico per l'Anno Santo 1950, chiedendo a giovani scrittori di teatro di inviare testi inediti a soggetto libero. Giunsero decine e decine di copioni. Uno, appunto, anche da un giovanissimo Andrea Camilleri ed è stato ritrovato ora nell'archivio toscano.
 
 

Università degli Studi di Napoli Federico II, 28.10.2024
In Ateneo
Il Pozzo e il Pendolo Teatro Napoli, stagione 2024/2025

Sono venticinque gli anni appesi al filo di un sogno, che sembrava impossibile e invece, ancora oggi, ha la forza magica di tenere insieme una folla di folli e un esercito di persone, linfa concreta e metaforica di un luogo dove far vivere storie, persone ed emozioni condivise. Un luogo per "sognare" che non esisteva venticinque anni fa e che non ha mai, tenacemente, smesso di farlo.
Sulla scorta di queste suggestioni Il Pozzo e il Pendolo Teatro alza il sipario sulla sua venticinquesima stagione, dal prossimo mese di novembre fino a marzo 2025, con dodici spettacoli in scena, ai quali si affiancheranno le inimitabili Cene con delitto e La tombola dei fantasmi, che hanno reso originale l'attività dello spazio eventi di Palazzo Petrucci, e altri eventi in via di programmazione.
[…]
La programmazione del nuovo anno prenderà il via, venerdì 17 gennaio (repliche fino a domenica 19), con La scomparsa di Patò di Andrea Camilleri, con Andrea De Rosa, Renato De Simone, Fabio Rossi, per la regia di Paolo Cresta. Uno dei testi più geniali dello scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo, da uno spunto di Leonardo Sciascia un giallo perfetto, esilarante e sorprendente.
[…]
Inizio rappresentazioni ore 21.00 (venerdì), ore 19.30 (sabato) e ore 18.00 (domenica)
Contatti 0815422088, 3473607913, info@ilpozzoeilpendolo.it
Info e prenotazioni www.ilpozzoeilpendolo.it
 

 

Informatore, 31.10.2024
Testimonianze
A tu per tu con Maurizio de Giovanni
Lo scrittore racconta i suoi protagonisti noir alla napoletana, ma non troppo. Il 7 novembre tra gli ospiti della "Piazza delle lingue" organizzata alla Villa medicea di castello dall'Accademia della Crusca

[…]
Chi sono gli autori che l’hanno più ispirata nella sua scrittura?
I miei modelli di riferimento, che nessuno ha la presunzione di voler scimmiottare, ma che rappresentano dei riferimenti letterari per le diverse serie che ho scritto, sono Stephen King per Ricciardi, Ed McBain per i Bastardi di Pizzofalcone, John Le Carré per Sara e Donald E. Westlake per Mina Settembre.
Fra gli italiani viene in mente Andrea Camilleri…
Camilleri è stato il più grande narratore italiano degli ultimi cinquant’anni e non è imitabile. È stato geniale da tutti i punti di vista e quello dell’uso del dialetto è solo uno degli aspetti fondamentali, un dialetto che è ispirato a quello della Sicilia meridionale, ma per certi versi è innovativo.
[…]
Cecilia Morandi
 
 

 

 

 

 


 
Last modified Thursday, October, 31, 2024