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RASSEGNA STAMPA

SETTEMBRE 2024

 

Agrigento Ieri e Oggi, 2.9.2024
Andrea Camilleri: quell’indissolubile legame con la Sicilia e il mare
L’eredità di Andrea Camilleri, la sua terra natia e il mare attraverso il commissario Montalbano

Andrea Camilleri, attraverso le sue opere e in particolare attraverso il personaggio di Salvo Montalbano, è riuscito a creare un forte legame tra la Sicilia, il Mediterraneo e la sua narrativa poliziesca, sviluppando una prospettiva unica che collega l’indagine del commissario a una visione storica, sociale e culturale che affonda le radici nella tradizione mediterranea.
Il Commissario Montalbano e l’evoluzione del personaggio
Il commissario Montalbano, nato quasi per caso secondo le dichiarazioni del suo autore, si evolve progressivamente fino a diventare una figura distintiva rispetto ai modelli iniziali che l’avevano ispirata. Camilleri stesso afferma di aver cominciato a scrivere libri gialli per trovare un ordine narrativo, un modo per incanalare la storia all’interno di una struttura solida.
Tuttavia, col tempo, Montalbano diventa un personaggio in continuo progresso, che cambia e si sviluppa da un libro all’altro.
Questa evoluzione differenzia Montalbano da altre figure seriali, come Sherlock Holmes o Maigret, perché egli invecchia, partecipa attivamente alla vita quotidiana, cresce e si modifica, rendendo sempre più difficile per l’autore seguirlo nella sua complessità.
Il rapporto di Montalbano con l’ambiente circostante diventa un elemento chiave che lo distingue da Maigret, personaggio con cui inizialmente Camilleri aveva stabilito un forte debito creativo.
Maigret ha descritto la Francia e Camilleri la Sicilia
Mentre Maigret è descritto come un personaggio atemporale, che attraversa periodi storici della Francia senza essere influenzato dal contesto politico e sociale, Montalbano, al contrario, vive pienamente la realtà che lo circonda, affrontandola con una consapevolezza civica e politica che lo rende profondamente radicato nel tempo e nello spazio in cui agisce.
Il Mediterraneo e la Sicilia come contesti narrativi
Il mondo in cui vive e opera Montalbano è intrinsecamente legato al Mediterraneo e alla Sicilia.
Camilleri descrive l’isola come lo “spazio più aperto che esista”, poiché, sebbene circondata dal mare, questo non chiude ma apre a una comunicazione costante con il resto del mondo.
La Sicilia, quindi, non può essere separata dal Mediterraneo, e diventa il teatro naturale delle storie del commissario.
La narrazione di Montalbano si inserisce perfettamente nel contesto del cosiddetto “giallo mediterraneo”, un genere che si distingue per il suo forte radicamento nel territorio e per l’attenzione alla cultura, alla società e alla politica locale.
Il “giallo mediterraneo” si caratterizza, infatti, per una stretta relazione con il territorio, che non solo influenza la psicologia dell’investigatore ma determina anche lo stile di vita e le modalità di indagine.
Gli investigatori mediterranei sono profondamente legati alle loro terre d’origine, e questo legame è evidente anche nella rappresentazione delle condizioni sociali e delle trasformazioni in atto, elementi che spesso emergono in modo esplicito o implicito nella narrazione.
Uno degli aspetti fondamentali di questo genere è la coincidenza tra tempo narrativo e tempo storico, che permette di esplorare il passato come una componente viva e attiva nella storia presente.
Camilleri integra questo elemento nella sua narrativa, facendo emergere una memoria collettiva che è strettamente connessa alla storia della Sicilia e del Mediterraneo.
Questa memoria si riflette non solo nei personaggi, ma anche nei luoghi e nelle atmosfere che Camilleri descrive, creando un legame indissolubile tra passato e presente, tra realtà e finzione.
La storia e la memoria nel “giallo mediterraneo”
L’importanza della storia nel “giallo mediterraneo” è espressa nella concezione braudeliana di “longue durée”, un approccio storico che estende l’analisi temporale per comprendere meglio le evoluzioni culturali e politiche nel Mediterraneo.
Camilleri adotta questa visione, costruendo le sue storie su una base storica che si estende nel tempo, legando i personaggi e gli eventi alla lunga durata della storia mediterranea. Questo approccio permette di vedere il Mediterraneo non solo come uno spazio geografico condiviso, ma come un luogo di influenze reciproche e di patrimoni comuni.
La centralità del legame tra storia e memoria è particolarmente evidente nel personaggio di Montalbano, che agisce come un ponte tra il passato e il presente, utilizzando la memoria personale e collettiva per risolvere i casi che affronta.
La Sicilia, con la sua ricca storia e la sua complessa identità culturale, fornisce un contesto ideale per questa narrazione, in cui il passato non è mai veramente passato, ma continua a influenzare il presente in modi sottili ma significativi.
Camilleri intreccia memoria individuale e collettiva in una narrazione che sospende il tempo tra passato, presente e futuro, facendo emergere una continuità che attraversa le diverse epoche storiche.
Questo approccio è evidente nei primi romanzi del ciclo di Montalbano, dove una “memoria antica” vibra nei paesaggi e nei personaggi, evocando un passato che è ancora vivo e presente nella realtà contemporanea.
La Sicilia come luogo di conflittualità identitaria
La Sicilia, con la sua storia millenaria e le sue contraddizioni interne, diventa il luogo perfetto per esplorare temi complessi come l’identità, la memoria e la verità.
Camilleri, attraverso il personaggio di Montalbano, esplora queste tematiche in profondità, mostrando come la Sicilia sia un luogo di conflittualità identitaria, in cui antico e moderno coesistono in una tensione costante.
Questa tensione si riflette nei paesaggi, nei personaggi e nelle storie che Camilleri racconta, creando un ritratto della Sicilia che è al contempo struggente e drammatico.
La lingua stessa diventa un veicolo per esprimere questa conflittualità, con Camilleri che crea una “koinè” linguistica, un dialetto della memoria che mescola antico e contemporaneo, creando una lingua che è unica e irripetibile.
Questa lingua riflette la complessità della Sicilia, un luogo in cui il passato non è mai veramente passato, ma continua a influenzare il presente in modi sottili ma profondi.
Il rapporto tra visibile e invisibile, tra realtà e apparenza, diventa così un tema centrale nella narrazione di Camilleri, che utilizza la Sicilia come metafora per esplorare queste questioni filosofiche e esistenziali.
La ricerca della verità, che è al centro dell’attività investigativa di Montalbano, diventa così un viaggio attraverso i molteplici strati della realtà siciliana, dove ogni verità è relativa e ogni apparenza nasconde un significato più profondo.
Il contributo siciliano al pensiero greco e alla cultura mediterranea
Un altro aspetto fondamentale del rapporto tra Camilleri, il Mediterraneo e la Sicilia è il richiamo alla tradizione filosofica e culturale greca, che ha influenzato profondamente la storia dell’isola.
Camilleri si inserisce in questa tradizione, richiamando figure come Empedocle e Gorgia, che hanno contribuito in modo significativo al pensiero filosofico greco e, di conseguenza, alla cultura occidentale. La Sicilia diventa così un ponte tra l’antichità e il presente, un luogo in cui la filosofia greca e la cultura mediterranea si incontrano e si fondono.
Empedocle, in particolare, con la sua teoria dei colori, viene citato come un esempio di come la Sicilia abbia contribuito alla costruzione del pensiero filosofico e culturale del Mediterraneo.
Questa teoria, che postula che la realtà sia costituita da un gioco di colori e illusioni, diventa una metafora per esplorare il tema dell’apparenza e della realtà, che è centrale nella narrativa di Camilleri.
Gorgia, con la sua teoria dell’arte come inganno, offre un ulteriore spunto per esplorare la relazione tra realtà e rappresentazione, un tema che Camilleri sviluppa attraverso i suoi romanzi.
La Sicilia, quindi, non è solo un luogo geografico, ma diventa un simbolo della complessità della realtà, un luogo in cui l’apparenza e l’illusione giocano un ruolo fondamentale nella costruzione della verità.
L’importanza della percezione e dell’illusione nella narrativa camilleriana
Camilleri esplora la relazione tra percezione e illusione in modo approfondito, utilizzando la Sicilia come contesto ideale per questa riflessione.
La percezione visiva, nella narrazione camilleriana, non è mai neutra, ma è sempre mediata dall’immaginazione, dalla memoria e dalla sensibilità estetica. Questo processo di mediazione crea una realtà che è allo stesso tempo concreta e immaginaria, un luogo in cui la verità non è mai assoluta, ma sempre relativa e soggettiva.
Questo tema è centrale nella narrativa di Camilleri, che utilizza il personaggio di Montalbano per esplorare come la verità possa essere manipolata, distorta o nascosta attraverso l’uso del linguaggio e della rappresentazione.
La Sicilia, con la sua storia complessa e il suo paesaggio suggestivo, diventa il luogo ideale per questa esplorazione, offrendo a Camilleri un contesto ricco di simboli e significati.
Conclusione: Camilleri, la Sicilia e il Mediterraneo
Andrea Camilleri, attraverso le sue opere e in particolare attraverso il personaggio di Salvo Montalbano, è riuscito a creare un ritratto unico della Sicilia e del Mediterraneo, che va oltre la semplice narrazione poliziesca. La sua narrativa è intrisa di storia, memoria e cultura, che si intrecciano in una trama complessa e affascinante.
La Sicilia, con le sue contraddizioni e la sua ricca eredità culturale, diventa il luogo ideale per esplorare temi universali come la verità, l’identità e la memoria, offrendo ai lettori una prospettiva unica sul Mediterraneo e sul mondo.
Camilleri non si limita a descrivere la Sicilia, ma la utilizza come simbolo per esplorare questioni più ampie, che riguardano la natura della realtà e il rapporto tra passato e presente.
La sua capacità di intrecciare storia, memoria e narrativa lo rende uno dei più importanti scrittori del nostro tempo, capace di raccontare non solo la Sicilia, ma l’intero Mediterraneo, in tutta la sua complessità e bellezza.
Elio Di Bella
 
 

Nove TV, 3.9.2024
E’ Giovanni Caccamo il presidente di giuria della sezione Poesia del “Premio Andrea Camilleri – Nuovi Narratori”

E’ il cantante modicano Giovanni Caccamo, il presidente di giuria della sezione Poesia del “Premio Andrea Camilleri – Nuovi Narratori”. A comunicarlo è stato lo stesso cantante, stamattina, sui suoi canali social.
Il premio è diviso in quattro categorie: racconti brevi, radiodrammi, poesie e fiabe per bambini. Ogni categoria è a sua volta suddivisa in due sezioni: chiù picca di sissanta e chiù assà di sissanta, quindi under e over 60. In ogni categoria ci sarà un vincitore under 60 e uno over 60. Il tema di questa prima edizione è “oltre la ragione”, che può essere interpretato dai partecipanti come meglio ritengono.
Sarà possibile inviare le opere entro la mezzanotte del 6 gennaio 2025. Queste saranno vagliate prima dai Circoli di lettura delle Biblioteche di Roma e poi dalle giurie delle varie sezioni. La premiazione avverrà nell’autunno del 2025. Data e luogo sono ancora da fissare. Le opere vincitrici saranno pubblicate in un’antologia dalla casa editrice Gemma Edizioni.
La giuria delle poesie sarà composta, oltre che da Giovanni Caccamo, anche da Davide Avolio, Michele Caccamo, Edoardo De Angelis, Giuliano Logos, Poeta della Serra e Mary Barbara Tolusso.
“Ringrazio di cuore la famiglia Camilleri e il Fondo Andrea Camilleri per avermi coinvolto in questa preziosa missione. La Poesia e le arti tutte, da sempre, sono madri di ogni cambiamento e orizzonte futuro. Un abbraccio forte”, ha scritto l’Artista siciliano.
 
 

ANSA, 3.9.2024
Tamaro e Zecchi aprono il programma letterario alla Buchmesse
Gli assoli di Magris, Baricco e Maraini, omaggio a Camilleri

ROMA. […]
Omaggio ad Andrea Camilleri a cinque anni dalla scomparsa che anticipa le celebrazioni per il centenario dalla nascita nel 2025. Il tributo al padre del commissario Montalbano sarà preceduto dagli incontri con due amatissimi esponenti del giallo e poliziesco, Maurizio de Giovanni e Antonio Manzini.
 
 

La Gazzetta dello Spettacolo, 4.9.2024
Domenico Iannacone insignito del Premio Internazionale Donnafugata

Un giornalista al servizio degli altri, così potrebbe essere definito Domenico Iannacone, che il 7 settembre verrà insignito del Premio Internazionale Donnafugata, in quel di Palma di Montechiaro.
Un uomo di cultura che con i suoi programmi, “I dieci comandamenti” e “Cosa ci faccio qui”, tra i tanti, ha inventato qualcosa di nuovo, di personale, mettendo sempre ‘gli altri’ in primo piano.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Domenico Iannacone. Il 7 settembre parteciperai al Premio Internazionale Donnafugata, in provincia di Agrigento. Quali emozioni provi per questo riconoscimento e cosa ti lega a una terra unica come la Sicilia?
La Sicilia per me non è solo un luogo, è un intreccio di ricordi, sensazioni e bellezza che vive dentro di me grazie agli scritti di Andrea Camilleri. Lui è stato molto più di un autore: è stato una figura paterna, una guida che ha influenzato profondamente il mio percorso, anche professionale. Frequentandolo, ho avuto la fortuna di conoscere questa terra in maniera autentica, oltre gli stereotipi, scoprendone le sfumature più intime. La Sicilia è una terra dalle mille contraddizioni, dove convivono modernità e antichi retaggi, ma è anche uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi che abbia mai incontrato. Sono onorato di ricevere questo premio, e ringrazio il direttore artistico Peppe Zarbo per avermi considerato. È una conferma che il mio lavoro ha toccato il cuore di chi ha seguito i miei racconti.
[…]
Alessia Giallonardo
 
 

ANSA, 5.9.2024
Camilleri, al via gli eventi in vista del centenario
Dalla Buchmesse a lettere inedite. Programma generale a gennaio

A cinque anni dalla morte di Andrea Camilleri, avvenuta il 17 luglio 2019, e in vista del centenario dalla nascita, il 6 settembre 1925, nel giorno del compleanno del creatore del Commissario Montalbano vengono annunciate le prime iniziative per celebrare il grande scrittore e drammaturgo.
Tanti gli eventi anche in questi ultimi mesi del 2024.
Il programma generale verrà annunciato a gennaio dal Fondo Andrea Camilleri, promotore di tutte le iniziative.
Il calendario è ricchissimo e si svilupperà per tutto il 2025 e per gran parte del 2026. Intanto per l'anniversario dei 99 anni parte Cento meno Uno con primo evento fra tutti 'Immagini, riflessioni, letture', ad Assisi il prossimo 28 settembre, dedicato al lavoro teatrale dello scrittore che tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 curò proprio ad Assisi la regia di alcuni spettacoli andati in scena nel teatro della Pro Civitate Christiana, ora organizzatrice dell'evento con il Comune di Assisi. Nella sezione regie teatrali del vasto archivio dello scrittore, custodito nella sede romana del Fondo Andrea Camilleri, dichiarato di interesse storico dal ministero della Cultura, è riservata una rilevante attenzione a questa esperienza artistica umbra del maestro siciliano, regista di alcuni testi teatrali - che avevano vinto il concorso di drammaturgia annualmente bandito dalla Pro Civitate - interpretati da giovani attori destinati a diventare famosi, fra i quali Elena Cotta, Enrico Maria Salerno, Mariano Rigillo, Ugo Pagliai, Turi Ferro, Roberto Herlitzka.
Il 25 ottobre, su iniziativa della Fondazione per il dramma popolare di San Miniato in collaborazione con Fondo Camilleri, ci sarà un seminario di studi dedicato agli archivi che conservano la documentazione relativa al lavoro teatrale di Camilleri e alle ricerche di alcuni studiosi. Tra gli altri parteciperà l'Accademia d'arte drammatica Silvio d'Amico.
In occasione della Buchmesse, di cui l'Italia sarà quest'anno Ospite d'onore dal 16 al 20 ottobre a Francoforte, verrà dedicato uno speciale omaggio al grande scrittore per iniziativa del suo editore Sellerio, con in programma il 19 ottobre la lettura in pubblico di alcune pagine delle sue opere.
Tra gli eventi letterari più attesi dell'anno, la pubblicazione delle lettere alla madre e alla sua famiglia, scritte tra il 1949 e il 1961 da un giovane Camilleri, all'inizio della carriera. Finora inedite, raccontano gli incontri dello scrittore con Jean Genet, Jean-Paul Sartre, Anna Magnani, Vittorio De Sica e tanti altri e sono state raccolte in un poderoso volume di quasi 400 pagine da Sellerio che le pubblicherà il prossimo autunno.
Altre iniziative che anticiperanno le celebrazioni del centenario sono previste in novembre a Milano nell'ambito del Noir in Festival, che nel 2012 conferì ad Andrea Camilleri il 'Raymond Chandler Award', e in Sicilia in occasione del Messina Film Festival. Il prossimo 6 gennaio scade il termine per l'invio delle opere inedite per concorrere al nuovo Premio Andrea Camilleri Nuovi Narratori, curato da Arianna Mortelliti, scrittrice e nipote del grande narratore, il cui bando è stato lanciato lo scorso luglio.

 
 

ANSA, 5.9.2024
Camilleri avrebbe 99 anni, un cult anche per millennial
A 5 anni dalla morte manca la sua voce nel dibattito sociale

Novantanove e non dimostrarli.
Sono gli anni che avrebbe compiuto domani lo scrittore siciliano Andrea Camilleri, classe 1925, Porto Empedocle (Agrigento).
Non dimostrarli i novantanove anni: perché gli amanti del suo genere letterario, a distanza di cinque anni dalla scomparsa, avvenuta il 17 luglio 2019, non fanno mancare il proprio affetto, una testimonianza di riguardo, che si manifesta praticamente nella vendita dei libri e nella mai interrotta attenzione che ricevono gli eventi a lui dedicati, le iniziative del Fondo a lui intitolato, coordinato dalle tre figlie, e i vari sceneggiati di Montalbano trasmessi in televisione.
Ciò che invece manca dell'intellettuale Camilleri e della intera sua generazione, è la voce nel dibattito sociale, perfino politico, fluidificatosi nel silenzio con la scomparsa fisica.
Un modello di pensatore engagé per secoli distintosi nel panorama artistico e letterario internazionale.
Novantanove e non dimostrarli: un millennial che dovesse leggere per la prima volta un suo libro, tralasciando in alcuni casi il contesto in cui si dipana il plot, per la freschezza dello spirito che anima i personaggi, penserebbe a uno scrittore boomer se non addirittura più giovane.

Non a un quasi centenario.
Deve essere per questa sorta di non distanza anagrafica che fino a poco tempo fa sulla sua tomba a Roma molti depositavano piccole attestazioni di affetto: quelle più simpatiche, le sigarette; quelle più confidenziali, sassolini da parte dei lettori di confessione ebraica; e anche quelle tradizionali, sobri bouquet di fiori e, ovviamente, messaggi scritti a mano.
Soprattutto la domenica e i giorni festivi la semplice lapide con sopra inciso nient'altro che il suo nome e le date e i luoghi di nascita e di morte, sono stati e ancora sono meta di amici, conoscenti, turisti, lettori.
Perché Camilleri è stato come un parente, un buon padre, un maestro, entrato nei cuori delle persone prima che negli scaffali delle loro librerie. Auguri Maestro.

Francesco De Filippo
 
 

Agrigento Notizie, 5.9.2024
L'evento
“Strada degli scrittori”, serata finale con Alessio Vassallo e altri artisti che omaggiano Camilleri
L'attore palermitano interpreta Mimì Augello nella serie televisiva "Il giovane Montalbano". Parteciperanno anche il regista Rocco Mortelliti e la figlia e scrittrice Arianna, rispettivamente genero e nipote dello scrittore empedoclino

Il master di scrittura della “Strada degli scrittori” si chiude con l’omaggio ad Andrea Camilleri. La serata conclusiva, in programma venerdì 6 settembre alle 21 allo Spazio Temenos in via Pirandello, vedrà la partecipazione dell’attore palermitano Alessio Vassallo che interpreta il personaggio di Mimì Augello ne “Il giovane Montalbano”. Ci saranno anche il regista Rocco Mortelliti e la figlia e scrittrice Arianna, rispettivamente genero e nipote dello scrittore empedoclino. Al capolinea anche il festival collaterale "Lo schermo a tre punte" che nella stessa location ha visto lo svolgimento di talk moderati dal giornalista e direttore dell'associazione “Strada degli scrittori” Felice Cavallaro con attori, registi e artisti, molti dei quali docenti del master.
Mercoledì sono stati ospitati Beppe Cino, la sceneggiatrice Paola Mammini (suo il film cult "Perfetti sconosciuti") e l'attore e scrittore Totò Cascio, il bambino del film "Nuovo Cinema Paradiso" e ora autore del libro "La gloria e la prova".
Alla serata di venerdì parteciperà anche il giornalista Domenico Iannacone ("I dieci comandamenti"). Letture a cura dell'attore Giuggiù Gramaglia. Sarà inoltre ricordato l'attore teatrale Sebastiano Lo Monaco scomparso lo scorso 16 dicembre. L’attrice agrigentina Barbara Capucci leggerà alcuni brani dell’ultima opera che Lo Monaco ha recitato ad Agrigento: “L’uomo dal fiore in bocca”.
Andrea Cassaro
 
 

il Gazzettino di Gela, 5.9.2024
Il lessico di Camilleri. Dal dialetto di Vigata al dialetto di Niscemi

Niscemi – È tutto pronto per la presentazione del glossario dal titolo “Il lessico di Camilleri. Dal dialetto di Vigata al dialetto di Niscemi” di Gaetano Vincenzo Vicari, autore di numerosi testi di linguistica. L’evento si terrà il 12 settembre alle ore 18.30 presso la Biblioteca Comunale “Mario Gori”, in via IV Novembre a Niscemi a cura della ProLoco.
Il glossario, edito da Edizioni Lussografica, rappresenta un prezioso strumento linguistico, composto da circa duemila lemmi, che offre al lettore la possibilità di apprezzare le sfumature lessicali dell’opera di Andrea Camilleri, il celebre scrittore empedoclino. Questo lavoro si concentra in particolare sul “vigatese”, il linguaggio sicilianizzato inventato da Camilleri, che ha saputo conquistare un posto nel linguaggio comune attraverso il successo letterario e televisivo del commissario Montalbano.
Come lo stesso Camilleri affermava: “Lo scirocco è uno dei momenti più belli che possano essere concessi all’uomo, in quanto l’incapacità di movimento in quei giorni ti porta a stare immobile a contemplare una pietra per tre ore, prima che arrivi un venticello. Lo scirocco ti dà questa possibilità di contemplazione, di ragionare sopra alle cose, anche se è un po’ difficile, in quelle circostanze, sviluppare il pensiero che è un po’ “ammataffato”, collosa, come la pasta quando scuoce…”. Questa citazione racchiude l’essenza della sua impronta linguistica e culturale, un legame profondo con la sua terra che traspare in ogni pagina delle sue opere, dove il dialetto diventa il filo conduttore di un racconto universale e, al contempo, intrinsecamente siciliano.
La presentazione sarà affidata al professore Maurizio Vicari. Sono previsti gli interventi del Sindaco di Niscemi, avvocato Massimiliano Valentino Conti, dell’Assessore alla Cultura, dottoressa Marianna Avila, del Presidente del Consiglio Comunale di Niscemi, Angelo Chessari e del Presidente della Proloco, Maria Cristina Disca. Sarà inoltre presente l’editore della casa editrice Lussografica di Caltanissetta, dottor Salvatore Granata.
Durante la serata, il pubblico avrà l’opportunità di assistere a una coinvolgente “intervista con l’autore”, dove Gaetano Vincenzo Vicari illustrerà l’importanza del suo glossario per comprendere e apprezzare le opere di Camilleri, evidenziando come il “sicitalianese” abbia fatto breccia nella quotidianità della lingua parlata.
L’incontro rappresenta un’occasione imperdibile per chiunque desideri approfondire la conoscenza della linguistica siciliana e dell’eredità culturale lasciata dal celebre autore siciliano.

 
 

Alessandria today, 5.9.2024
“Km 123” di Andrea Camilleri: Un Giallo che Va Oltre il Tamponamento. Intrighi, sospetti e un tentato omicidio sulla via Aurelia: la maestria narrativa di Camilleri torna con Km 123, un thriller pieno di colpi di scena.
Recensione di Alessandria today

Km 123 di Andrea Camilleri inizia come una storia d’amore, con una telefonata non risposta che innesca una sequenza di eventi molto più oscura di quanto ci si aspetti. Ester cerca di contattare Giulio, ma è Giuditta, la moglie di Giulio, a rispondere al telefono. Quello che potrebbe sembrare l’inizio di una commedia rosa si trasforma velocemente in un giallo avvincente quando emerge che l’incidente di Giulio potrebbe non essere stato casuale. Un testimone, infatti, suggerisce che non si tratti di un semplice tamponamento sulla via Aurelia, ma di un tentato omicidio.
Il libro esplora temi di inganno, gelosia e mistero, costruendo un racconto che ruota attorno alle vite di personaggi complessi, ciascuno con segreti da nascondere. Camilleri riesce a tenere alta la tensione lungo tutto il romanzo, con dialoghi taglienti e una narrazione coinvolgente. La sua scrittura, come sempre, è elegante e precisa, e fa emergere chiaramente la sua capacità di mescolare il giallo tradizionale con elementi di critica sociale e ironia.
I personaggi sono delineati in modo vivace e realistico, ognuno con una propria profondità emotiva. Ester, la donna misteriosa, Giuditta, la moglie ignara, e Giulio, l’uomo al centro dell’intrigo, sono figure che prendono vita attraverso le pagine. Il lettore si trova a mettere in discussione le motivazioni di ognuno di loro, seguendo i fili della trama fino all’inaspettato colpo di scena finale.
Il ritmo della narrazione è serrato e coinvolgente, caratteristico di Camilleri, che non perde mai l’occasione di far riflettere il lettore sulla condizione umana, sull’amore, sulla morte e su quel sottile confine che divide l’apparenza dalla realtà. Km 123 non è solo un giallo, ma un viaggio nelle dinamiche delle relazioni umane, un’opera che lascia il lettore con più domande che risposte.

 

Alessandria today, 5.9.2024
Certi momenti di Andrea Camilleri: Un Viaggio nel Tempo tra Memoria e Incontri Indimenticabili. Un’autobiografia emozionante e unica che racconta, attraverso episodi e incontri significativi, i momenti cruciali che hanno formato lo scrittore Andrea Camilleri.
Recensione di Alessandria today

Certi momenti, pubblicato nel 2023 [2015, NdCFC], rappresenta uno dei lavori più intimi e autobiografici di Andrea Camilleri. Il libro raccoglie una serie di racconti che trasportano il lettore nella vita dello scrittore, passando attraverso ricordi, incontri e momenti che hanno segnato indelebilmente la sua formazione. Il fascino di questo libro sta nella capacità di Camilleri di mescolare il personale con il collettivo, trasformando episodi della sua vita in frammenti di storia che abbracciano un’epoca intera, dall’adolescenza durante il fascismo fino agli incontri con figure di rilievo della cultura italiana e internazionale.
Ogni racconto ha una propria atmosfera e uno specifico tono emotivo. L’autore ci porta in tempi di guerra, quando la paura e il coraggio si alternavano, e descrive personaggi come Antonio, l’anarchico indifferente alla chiamata militare, o Sarduzza, una giovane donna che sfida con coraggio un tenente tedesco per difendere la sua dignità. Questi momenti, narrati con la magistrale semplicità di Camilleri, acquisiscono un valore quasi epico, grazie alla potenza dei ricordi che sembrano rivivere con ancora più forza col passare del tempo.
In Certi momenti, Camilleri non si limita a descrivere figure sconosciute. Ci sono anche ritratti di personaggi noti, come Primo Levi, Gadda e Pasolini, e l’intensità delle sue interazioni con loro rivela aspetti inediti delle loro personalità. La stravaganza di Gadda, il silenzio di Levi e lo scontro franco con Pasolini rimangono impressi, come momenti che riflettono la complessità delle relazioni intellettuali e umane.
Camilleri ci regala così non solo uno spaccato della sua vita privata e professionale, ma anche una finestra su un mondo in cui le vicende individuali si intrecciano con la grande Storia. L’ironia e l’umanità con cui tratta anche i momenti più drammatici fanno di Certi momenti un libro che coinvolge e commuove, lasciando al lettore un senso di gratitudine per aver potuto partecipare a questo straordinario viaggio nella memoria.
 
 

Corriere della Sera, 5.9.2024
Massimo Turchetta: «Dan Brown adora Lucio Dalla, Camilleri non parlava mai di soldi. Portai in Italia il Trono di Spade ma non se lo filò nessuno»
Il direttore generale di Rizzoli: Grisham ha soggezione della cultura italiana. L’editoria è ancora in piedi per merito delle donne

[…]
Finisce che i grandi personaggi storici italiani, da Cesare a Garibaldi, vengono narrati nei romanzi dagli stranieri, è così? 
«Pensi ai best seller come Clancy o Deaver: non c’è nessuna remora a definire l’eroismo o concetti come l’onore. Però, d’altra parte, questa reticenza italiana ha partorito scritture originali come Camilleri, che mescola giallo, commedia, operetta». 
Eravate molto amici. 
«Gli volevo bene e sa perché? Perché ogni volta che mi telefonava annunciando che aveva un nuovo libro, io correvo da lui con un contratto da firmare. Quando però arrivavo a casa sua, ecco che lui, una sigaretta dietro l’altra, cominciava a parlare di tutto tranne che di soldi. Di soldati rimasti in Sicilia dopo la guerra, di intrighi paesani, di pescatori e di storie degli Anni 70. Alla fine, io sommessamente gli ricordavo il contratto e lui si metteva a ridere: “Ma scrivici cù minchia ti pare!”». 

[…]
Roberta Scorranese
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 6.9.2024

Oggi, 6 settembre, celebriamo il 99° compleanno di Andrea Camilleri con l'annuncio delle prime iniziative promosse dal Fondo Andrea Camilleri per il Centenario che si terrà nel 2025-2026.
Sarà un programma ricchissimo di eventi, nell’intero arco del 2025 e per gran parte del 2026, partendo da un evento organizzato dal Comune di Assisi il 28 settembre.
Tra i vari eventi già comunicati segnaliamo il seminario di studi il 25 ottobre a San Miniato, l'omaggio alla Buchmesse di Francoforte, e le anticipazioni al Noir in Festival di Milano e al Messina Film Festival.
Inoltre, in autunno è atteso uno degli eventi letterari dell’anno – la pubblicazione delle lettere a sua madre e alla sua famiglia, scritte tra il 1949 e il 1961, da un giovane Camilleri all’inizio della carriera.
Infine, il 6 gennaio 2025 scade il termine per l’invio delle opere inedite che concorrono al neonato Premio Andrea Camilleri - Nuovi Narratori, curato da Arianna Mortelliti (scrittrice e nipote del grande narratore).
Il cammino verso il Centenario è iniziato!
Seguiteci per ulteriori aggiornamenti sul programma!
#AndreaCamilleri #CentenarioCamilleri #LetteraturaItaliana
 
 

Sellerio Editore, 6.9.2024

Il 6 settembre 1925 nasceva Andrea Camilleri, lo ricordiamo con grande affetto e profonda gratitudine. Ci piace immaginare che al nostro pensiero si uniscano tutti i lettori che da tanto tempo ne seguono l'opera.
 

 

TG2, 6.9.2024
Letteratura
Arianna: "Vi racconto mio nonno, Andrea Camilleri"
Arianna Mortelliti, nipote di Camilleri, nell'ultimo periodo della vita dello scrittore ne è stata anche occhi e penna, dato che lui aveva perso la vista

Arianna Mortelliti, figlia di Andreina Camilleri, ricostruisce alcuni momenti intimi di uno degli scrittori più amati, in Italia e all’estero, degli ultimi decenni: suo nonno Andrea Camilleri.
Arianna, negli ultimi anni della vita del nonno, ne fu occhi e mani, dato che lui aveva perso la vista, e condivise con lui l'amore per la scrittura.
Adriana Pannitteri
 
 

La Stampa, 6.9.2024
L’importanza di Camilleri (anche) per il cinema
Oggi il papà del Commissario Montalbano compirebbe 99 anni, iniziano le celebrazioni per il centenario

Come è noto, un festival importante come la Mostra del cinema di Venezia è spesso utilizzato come cassa di risonanza per altre iniziative sul cinema e più in generale sul terreno della cultura. Ma l'annuncio che viene reso noto oggi 6 settembre sulla laguna è un annuncio davvero particolare. Intanto, è il giorno del compleanno di Andrea Camilleri che oggi avrebbe 99 anni. Era già stato annunciato che al grande uomo di cultura e di spettacolo sarebbero state dedicate molte manifestazioni nel 2025, quando avrebbe compiuto 100 anni. Ma il Fondo Andrea Camilleri, che coordinerà tutte le molte iniziative, ha voluto annunciare che già in quest'anno ci saranno alcune importanti anticipazioni.
La prima avrà luogo il 28 settembre prossimo, e la sede sarà la città di Assisi. Fu lì, infatti, che un Camilleri molto giovane partecipò con successo a un concorso per opere teatrali promosso dalla Pro Civitate Christiana. Il fatto curioso è che quei testi che il giovane Camilleri scrisse a cavallo tra gli anni Cinquanta e i Sessanta sono stati fondamentali per il futuro di giovani attori che hanno poi avuto fortuna nel cinema: Elena Cotta (coppa Volpi a Venezia per Via Castellana Bandiera), Enrico Maria Salerno (David di Donatello per Anonimo veneziano), Turi Ferro (David alla carriera per i suoi molti ruoli soprattutto con Lina Wertmuller) e molti altri ancora. Una conferma del fatto che Camilleri è sempre stato uno scopritore di talenti.
Molto interessante sarà anche il carteggio che ha legato Camilleri con importanti persone di cinema come Vittorio De Sica e Anna Magnani e intellettuali come Jean-Paul Sartre. Ne emerge come il cinema, prima ancora della tv, sia stato importante per la sua formazione, e come facesse capolino anche in lettere in cui si parlava di tutt’altro. E la sua passione per il noir cinematografico, in particolare per i film hollywoodiani di Fritz Lang e di Howard Hawks, furono al centro di un memorabile incontro che Camilleri propose nel 2012 al festival noir di Courmayeur che, nel frattempo spostatosi a Milano, ha già annunciato un omaggio ai suoi gusti di cinema.
Stefano Della Casa
 
 

La Nazione, 6.9.2024
Camilleri, centenario della nascita. Nel cartellone anche San Miniato
Tante iniziative per ricordare il grande scrittore che collaborò anche con il Dramma Popolare. A ottobre un seminario di studi dedicato agli archivi sui lavori teatrali del padre del commissario Montalbano.

C’è anche San Miniato in questo cartellone speciale. Si annuncia ricchissimo di iniziative il programma delle attività per celebrare, nell’intero anno 2025 e per gran parte del 2026, il centenario della nascita del grande scrittore e drammaturgo Andrea Camilleri. Il programma generale verrà annunciato a gennaio dal Fondo Andrea Camilleri promotore di tutte le iniziative, ma già in questo scorcio d’anno si svolgeranno alcune iniziative in occasione dell’anniversario dei 99 anni (il creatore del commissario Salvo Montalbano era nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925). San Miniato c’è con il suo Teatro del Cielo. Il 25 ottobre, su iniziativa della Fondazione per il dramma popolare di San Miniato in collaborazione con Fondo Camilleri è previsto un seminario di studi dedicato agli archivi che conservano la documentazione relativa al lavoro teatrale di Camilleri e alle ricerche di alcuni studiosi. Tra gli altri parteciperà l’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico. Da ricordare poi che Camilleri ha frequentato in più occasioni San Miniato. Nel 1950 collaborò col “Dramma popolare” in occasione della rappresentazione de Il Poverello di Jacques Copeau con la regia di Orazio Costa: quella fu la messa in scena di uno spettacolo che è rimasto una pietra miliare del teatro italiano e che vide in scena un giovane e talentuoso Antonio Pierfederici. Andrea Camilleri, poi, è tornato poi sotto la Rocca altre volte come docente a Prima del teatro, la scuola dell’arte e dell’attore che il Teatro di Pisa e l’amministrazione comunale hanno organizzato per anni per giovani provenienti da ogni parte d’Europa. Ecco perchè anche San Miniato partecipa a queste celebrazioni.
 
 

Rai News 24, 6.9.2024
Il notiziario ha ricordato il compleanno di Andrea Camilleri, annunciando le iniziative previste per il centenario del 2025 e riproponendo l’intervista di Loretta Cavaricci andata in onda al TG2 l’8 novembre 2014


 
 

Malgrado Tutto, 6.9.2024
ARIANNA MORTELLITI “Dopo i peperoni le melanzane”

“QUEL FAZZOLETTO COLOR MELANZANA” In autunno esce per Mondadori il secondo romanzo di Arianna Mortelliti, nipote di Andrea Camilleri, ospite ad Agrigento alla serata finale del festival della “Strada degli Scrittori” dedicata all’autore di Vigàta. Le iniziative del centenario, il concorso per nuovi narratori, i ritorni a Porto Empedocle: “Mio nonno fece di tutto per rendere felici i miei soggiorni al suo paese. Al via le iniziative per ricordare i cent’anni della sua nascita“.

Torna in Sicilia quando può. Ed è tornata anche quest’anno nella vera Vigàta dei racconti del nonno, a Porto Empedocle dove Andrea Camilleri nacque il 6 settembre di novantanove anni fa. Quasi cento. Arianna Mortelliti, nipote di un autore tanto amato per le sue storie e non solo quelle di Montalbano – ospite di Felice Cavallaro, con il regista Rocco Mortelliti, il giornalista Domenico Iannacone e l’attore Alessio Vassallo – ricorda il nonno ad Agrigento, nel corso della manifestazione finale del master di scrittura della “Strada degli Scrittori” che quest’anno è stato dedicato alle “Parole del Cinema”.
Arianna è una scrittrice. Il suo romanzo Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni in un anno ha fatto tanta strada. Una storia che ci ha riportato all’ultima estate di Andrea Camilleri sospeso tra questo mondo e l’altro.
I primi di ottobre, sempre con Mondadori, arriverà il suo secondo romanzo Quel fazzoletto color melanzana: “ – ci dice Arianna – un’altra storia sempre di comunicazione familiare. Un piccolo gialletto, un’indagine che fa la protagonista, Lara, su un incidente che riguarda i genitori“.
Ma Arianna Mortelliti pensa anche ai tanti scrittori e poeti che non hanno la possibilità di emergere. Ed ecco che si è messa subito in moto per un premio dedicato ai nuovi narratori e istituito dal Fondo Andrea Camilleri. Un premio rivolto a chi scrive racconti, poesie, radiodrammi, favole. “Ogni categoria – spiega – è suddivisa in due sezioni, cchiù picca di sissanta e cchù assa di sissanta, proprio perché il successo tardivo ha contraddistinto la carriera di mio nonno“. Tema di questa prima edizione del premio “Oltre la ragione” che un po’ richiama le storie dei protagonisti della Trilogia delle Metamorfosi di Andrea Camilleri.
Lui era legatissimo ai giovani – dice Arianna – si definiva un vampiro, gli succhiava il sangue della giovinezza, l’energia, l’entusiasmo. Vogliamo dare sfogo ai giovani che scrivono e anche agli over sessanta. Ci ha scritto una signora di 88 anni, parteciperà con un suo scritto. E questo per me, per tutti noi, è meraviglioso“.
Il premio è una delle iniziative del centenario della nascita di Andrea Camilleri. Il Fondo che porta il suo nome, guidato dalle figlie dello scrittore, sta già lavorando al programma degli eventi. Un programma ricchissimo che si estenderà un tutt’Italia e anche all’estero. Intanto, proprio dai cassetti del papà del commissario Montalbano, sono emerse carte, agende di lavoro, poesie e testi giovanili, lettere, fotografie, appunti di regia.
E proprio in autunno uscirà con Sellerio la raccolta delle lettere inviate da Camilleri ai genitori e alla famiglia tra il 1949 e il 1960, negli anni in cui Camilleri iniziava la sua carriera artistica.
È straordinario come già a vent’anni mio nonno aveva un modo di raccontare le cose, una espressione inconfondibile. Raccontava ai genitori, quando lasciò Porto Empedocle e si trasferì a Roma, tutto quello che faceva: gli incontri, i mezzi che prendeva, la casa a Cipro. Ed è bello pensare all’amore della mamma che conservò tutto e portò con lei queste lettere quando anziana raggiunse il figlio“.
Arianna Mortelliti ama passeggiare a Porto Empedocle. In questi giorni ha anche seguito da vicino i riti di San Calogero e non si fa mancare mai un bagno nella spiaggia della Scala dei Turchi.
Qui vive sempre e ritrovo il sorriso di mio nonno – dice – e mi piace pensare che quando venivamo con lui e la famiglia, fece di tutto per rendere quei giorni felici. Voleva che restassero dei nostri soggiorni a Porto Empedocle ricordi di momenti positivi. Ci accontentava e ci viziava con piccoli gesti. Mi sono emozionata quando è passata da questa casa dove è nato e dove tornava sempre la processione della statua di San Calogero. È impossibile non pensare a quel 6 settembre quando nacque il nonno proprio nel momento in cui passava il santo“.
Era il 6 settembre del 1925, una domenica. Veniva al mondo, “cadendo come una lucciola” alla marina di Girgenti, a Porto Empedocle, Andrea Calogero Camilleri. A quel santo nero lo scrittore rimase sempre legato. In ogni casa dove ha vissuto doveva esserci una piccola statuetta. “È l’unico santo nel mio paradiso deserto”, diceva sempre lo scrittore.
Anch’io quest’anno ho comprato una statuetta di San Calogero. La porterò con me a Roma“, dice Arianna.
Salvatore Picone
 
 

Cinematographe, 6.9.2024
Andrea Camilleri e quella strana coincidenza legata al suo compleanno

Figlio unico di un ispettore delle compagnie portuali di Porto Empedocle, alle porte della Girgenti pirandelliana, il piccolo Andrea Camilleri, nato il 6 settembre del 1925, era solito ascoltare avidamente i discorsi degli ufficiali di marina, di navi da guerra o mercantili che il padre invitava spesso a pranzo a casa loro. Quegli uomini parlavano di avventure in mare, di isole esotiche, di burrasche e di tempeste. Il bambino alimentava la sua fantasia, già ben nutrita dalle numerose letture, e costruiva così, racconto dopo racconto, il sogno di diventare a sua volta ufficiale di marina.
Le cose per lui sarebbero andate diversamente: dispensato dall’esame di maturità a causa della guerra, nel 1944, diciannovenne, s’iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, senza tuttavia conseguire la laurea poiché preferì la politica agli studi filologici: nel 1945 aderì al partito comunista, proprio lui che, allevato dal padre perché si conformasse all’ideologia fascista, ancora bambino aveva scritto a Mussolini una lettera pregandolo di permettergli di partire per il fronte. Trasferitosi a Roma alla fine degli anni Quaranta, studiò regia all’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico” e, nei primi Cinquanta, iniziò a curare regie di testi pirandelliani – sua nonna paterna, Carolina Morello, era tra l’altro cugina del romanziere e drammaturgo girgentino – e di altri autori capitali del Novecento. Venne assunto in Rai, dopo un primo rigetto a causa della sua fede comunista, alla fine degli anni Cinquanta, e, per la rete televisiva nazionale, curò la produzione di numerosi sceneggiati di successo, tra i quali il Maigret di Gino Cervi. 
Camilleri: l’arte del racconto tra oralità, senso del dramma e ritmo televisivo
L’esperienza televisiva gli consentì di consolidare la padronanza dei meccanismi narrativi, meccanismi che già dominava con maestria in virtù di un cristallino talento per l’affabulazione: impregnato di cultura orale, a cui si aggiunse poi la preparazione drammaturgica raggiunta nel suo percorso accademico, Camilleri veniva spesso spronato dal padre a inventare storie per intrattenerlo. La sua lingua narrativa, un impasto di dialetto e italiano nazionale, asseconda un andamento musicale, il flusso trascinante delle sonorità siciliane. Scrivere in quel linguaggio meticcio, anziché essere forma di contaminazione, significò, per lo scrittore, liberare la lingua della sua terra dall’imposizione dell’italiano standard, affrancarla dall’idioma coloniale, normato e normante, conservandola però tersa e comprensibile a qualsiasi lettore. 
Il suo debutto nella narrativa arrivò nel 1978, ma la popolarità come scrittore la raggiunse grazie al personaggio di Salvatore Montalbano, comparso per la prima volta nella scena editoriale nel romanzo La forma dell’acqua (1994), in seguito reso popolarissimo dal suo alter ego televisivo Luca Zingaretti. Il cognome, Montalbano, è un omaggio a Manuel Vázquez Montalbán, scrittore natio di Barcelona di cui Camilleri divenne amico e con cui ebbe molto a che spartire: entrambi figli unici; entrambi uomini di sinistra determinati alla militanza; entrambi appassionati di enogastronomia; entrambi ‘padri’ di commissari – Montalbano e Pepe Carvalho – senz’altro vitalissimi e gaudenti, ma anche inclini a incupirsi, schiacciati da una personalità ritorta che li orienta a relazioni sentimentali difficili con donne sì intelligenti e stimolanti, ma anche (fisicamente o emotivamente) distanti. 
Montalbano di Andrea Camilleri: l’arte dell’investigazione, tra intuitività e mutevolezza del sentire
Salvo Montalbano è, come ogni detective romanzesco che si rispetti, dotato di finissimo intuito, della capacità di “cogliere, a pelle, a vento, a naso, l’anomalia, il dettaglio macari impercettibile che non quatrava con l’insieme, lo sfaglio minimo rispetto all’ordine consueto e prevedibile”: di lui, legato alla genovese Livia Burlando, coccolato in sua assenza dalla governante Adelina Cirinciò, scopriamo che è orfano prematuro di madre, affettivamente vicino a un padre con cui pure non riesce a comunicare, ritroso e volubile di impressioni, in fondo vulnerabile a immalinconirsi, soprattutto quando cambia il tempo. In Acqua in bocca, romanzo del 2010, ci viene rivelato il suo giorno di nascita: il 6 settembre del 1950. Lo stesso, a eccezione dell’anno, del suo autore.
Sole in Vergine entrambi e, a voler dare credito all’oroscopo, i tratti del segno solare vengono confermati dal comune ingegno e dall’abilità a creare collegamenti tra intuizioni e deduzioni, energia sensitiva e raziocinio nonché da una scrupolosa, irrinunciabile deferenza nei confronti delle proprie manie: per Montalbano, pranzare in assoluto silenzio; per Camilleri, scrivere romanzi con lo stesso numero di pagine – 180 – e di capitoli – 18 – per un totale di 10 pagine a capitolo. Se il racconto finiva per occupare una pagina in più, Camilleri riscriveva tutto daccapo perché ciò significava inequivocabilmente che qualcosa, all’interno del testo, non funzionava.
Seguendo questa regola, di romanzi con Montalbano protagonista ne ha scritti ventotto, a cui vanno sommate le autoantologie dai titoli Un mese con MontalbanoGli arancini di Montalbano La paura di Montalbano. Ma l’opera dello scrittore siciliano è certamente ben più vasta del ciclo dedicato al suo commissario e sopravanza in profondità e diramazioni la notorietà che ne ha ricavato. Eppure oggi, nel giorno che condivide con il suo antieroico investigatore, ci piace celebrarlo soprattutto per quella paternità creativa tanto felice e per la fratellanza morale con il suo personaggio, l’ex sessantottino idealista che non ha fiducia nei politici, non si occupa mai di burocrazia e che s’ingarbuglia quando deve parlare in pubblico, un uomo che accetta i fastidi della solitudine e dell’incomprensione altrui pur di fare ciò che è giusto. Di questo suo incorruttibile desiderio di giustizia ha infuso noi che lo abbiamo seguito nei libri e in tv e il suo autore che, mettendolo al mondo, ha scelto per lui – e non deve essere un caso – il suo stesso compleanno.
Carolina Iacucci
 
 

Libreriamo, 6.9.2024
I libri da leggere più belli di Andrea Camilleri
Andrea Camilleri è stato uno dei maggiori esponenti del panorama letterario italiano. Ecco una selezione dei suoi libri più belli

Andrea Camilleri è uno degli autori più amati non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Nato il 6 settembre 1925 e il 17 luglio 2019, non basterebbe un articolo per riepilogare la sua vasta produzione letteraria; la maggior parte dei suoi libri è legata a una casa editrice, Sellerio, e al personaggio più iconico da lui creato: il Commissario Montalbano.
I libri da leggere più belli di Andrea Camilleri
Ci siamo cimentati in un’impresa non facile: nell’ambito della vastissima produzione del maestro siciliano, abbiamo raccolto i suoi libri più belli e famosi in tutto il mondo. Scopriamoli di seguito.
Il giro di boa
L’inchiesta più dura del commissario Montalbano comincia con un cadavere pescato per caso in alto mare, un corpo con i polsi e le caviglie profondamente incisi e mezzo decomposto.
Il cadavere anonimo è destinato a restare senza pace di giustizia, archiviato da banale caso di clandestino annegato. Ma per il commissario è una sfida, che lo scuote dal proposito di dimettersi, e lo spinge per la rischiosa strada di un’inchiesta doppia, su delitti apparentemente indipendenti e accomunati solo dall’infame ferocia che lasciano immaginare.
Il ladro di merendine
C’è un legame tra due cadaveri: quello di un tunisino annegato e quello di un commerciante di vino di Vigàta accoltellato dentro l’ascensore. Il legame è rappresentato dal piccolo François, per Montalbano: e l’orrore che scopre gli afferra l’anima più di un fatto personale.
La luna di carta
«L’idea di ‘La luna di carta’ mi venne in mente dopo un incontro fortuito con un amico che non vedevo da trent’anni il quale mi raccontò d’avere scoperto un giorno che tanto Anna, sua moglie, quanto Giulia, la giovane amante, non solo avevano fatto conoscenza ed erano diventate amiche, non solo lo tradivano sistematicamente con altri, ma l’ingannavano quotidianamente mentendo su tutto, anche sulle cose più ovvie, così, per il puro piacere di ridere poi alle sue spalle. Allora mi chiesi: e se mettessi il commissario Montalbano nella condizione di trovarsi in mezzo a due donne egualmente astute e dalle quali si sente fortemente attratto? » (Andrea Camilleri).
La forma dell’acqua
Il primo caso del commissario Montalbano è un omicidio letterario in terra di mafia della seconda repubblica.
Un omicidio eccellente seguito da un altro, che – secondo il decorso cui hanno abituato le cronache della criminalità organizzata, ha la forma dell’acqua. Prende la forma del recipiente che lo contiene. E la morte dell’ingegnere Luparello si spande tra gli alambicchi ritorti e i vasi inopinatamente comunicanti del comitato affaristico politico-mafioso che domina la cittadina di Vigàta, anche dopo il crollo apparente del vecchio ceto dirigente.
La concessione del telefono
«Nell’estate del 1995 trovai, tra vecchie carte di casa, un decreto ministeriale per la concessione di una linea telefonica privata. Il documento presupponeva una così fitta rete di più o meno deliranti adempimenti burocratico-amministrativi da farmi venir subito voglia di scriverci sopra una storia di fantasia» (Andrea Camilleri).
Il birraio di Preston
In questo libro il fatto vero, conosciuto dalla celebre Inchiesta sulle condizioni della Sicilia del 1875-76, è il susseguirsi di intrighi, delitti e tumulti seguiti alla incomprensibile determinazione del prefetto di Caltanissetta, il toscano Bortuzzi, di inaugurare il teatro di Caltanissetta con una sconosciuta opera lirica, Il birraio di Preston.
La voce del violino
“La voce del violino” è la storia di una giovane donna assassinata, di un grande artista che vive da eremita e d’altro ancora.
Soprattutto, è una storia di scambi: e Montalbano – delle cui vicende private rimaste in sospeso ne Il ladro di merendine seguiamo lo svolgersi – dovrà decidere se scambiare la propria esistenza per una nuova.
La danza del gabbiano
Una misteriosa scomparsa turba il commissario Montalbano, e proprio mentre sta per andare in vacanza con Livia: Fazio, il più fedele e puntuale dei suoi uomini, non è tornato a casa e il suo cellulare è muto.
La caccia al tesoro
Enigmi, sciarade e aneddoti cifrati per il commissario di Vigàta. Strane lettere anonime con istruzioni per una caccia al tesoro stuzzicano la curiosità di Montalbano. Il gioco però si fa tenebroso e «sprofonda in abissi cupi e sordidi». Una storia inquietante, cruenta, con un commissario più incline alla riflessione e che questa volta rischia davvero grosso.
La mossa del cavallo
Uno dei più intelligenti, spassosi, esemplari romanzi di Andrea Camilleri, pubblicato per la prima volta nel 1999 e oggi considerato un «classico». Sellerio lo ripropone con una Nota dell’autore appositamente scritta per questa edizione.
Salvatore Galeone
 
 

GrandangoloAgrigento, 6.9.2024
Cala il sipario sul Master di scrittura e festival “Lo schermo a tre punte”
La serata, moderata come le altre da Felice Cavallaro, direttore della Strada degli Scrittori, è stato un lungo viaggio nel ricordo di Andrea Camilleri

Si è conclusa ieri sera allo Spazio Temenos di via Pirandello con la “Serata Andrea Camilleri”, la rassegna di talk “Lo Schermo a tre punte”, voluta dalla Strada degli Scrittori a margine del Master di scrittura dedicato quest’anno alle “Parole del cinema”.
La serata, moderata come le altre da Felice Cavallaro, direttore della Strada degli Scrittori, è stato un lungo viaggio nel ricordo di Andrea Camilleri. Tanti gli aneddoti e le storie condivise con il pubblico dal genero dello scrittore, il regista Rocco Mortelliti, la nipote, la scrittrice Arianna Mortelliti e il giornalista Domenico Iannacone, che con il “papà” del Commissario Montalbano realizzò un documentario sul fenomeno migratorio nel Canale di Sicilia, “Lontano dagli occhi”, e a cui era legato da una profonda amicizia. Sul palco, con due monologhi tratti da “La concessione del telefono” e “Maruzza Musumeci”, anche l’attore empedoclino Giugiù Gramaglia, volto di tanti film tratti dai romanzi di Camilleri.
Una serata che ha tributato un saluto commosso all’attore Sebastiano Lo Monaco, nato a Siracusa ma adottato da Agrigento, con il contributo artistico di Salvatore Nocera Bracco e Barbara Capucci, che ha letto un brano dal “L’uomo dal fiore in bocca”, l’ultima opera portata in scena in città da Lo Monaco.
Si è concluso ieri mattina anche il Master di scrittura, che quest’anno ha portato in città sceneggiatori, registi, attori, giornalisti e scrittori per parlare di cinema e cultura.
Tra i nomi: Manuela Ventura, Isabella Leoni, Gaetano Aronica, Ester Pantano, Gaetano Savatteri, Fioretta Mari, Giusy Buscemi, Alessio Vassallo, Domenico Iannacone, Claudio Fava, Beppe Cino, Pasquale Scimeca, Vincenzo Pirrotta, Costanza Quatriglio, Ninni Bruschetta, Marina Castiglione, Beniamino Biondi, Cristiano Giamporcaro, Leandro Picarella, Ivan Scinardo.
 
 

Malgrado Tutto, 6.9.2024
“Màkari? Esiste, ed è Racalmuto”
Gaetano Savatteri rivela i retroscena dietro la sua opera

“Makari? Esiste, ed è Racalmuto”. A dirlo è stato il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, tra i docenti del Master di Scrittura della Strada degli scrittori che si concluderà oggi allo Spazio Temenos di Agrigento e che è dedicato quest’anno alle “Parole del Cinema”.
Prima di lui aveva svolto la propria lezione con i corsisti l’attrice Ester Pantano, Suleima nei film tratti dai romanzi di Savatteri.
“Makari, dove ho ambientato tante mie storie esiste – aggiunge -. Alcune vicende che ho raccontate sono avvenute nei luoghi in cui sono nato. Diciamo che Makari è dentro Racalmuto e forse dentro Racalmuto c’è Makari”.
Savatteri ribadisce poi che la coincidenza tra i luoghi fisici e quelli letterali è geografica ma anche sentimentale.
“Makari è un piccolo borgo vicino San Vito Lo Capo – continua Savatteri – ma è un posto che si allarga a molte cose siciliane e molte esperienze mie, del mio vissuto, dei posti in cui ho vissuto, ho studiato e mi sono formato in provincia di Agrigento”.
In un interessante scambio con la scrittrice Costanza Di Quattro, finalista al premio “Racalmare” è stata approfondita la questione dei luoghi televisivi delle opere di Andrea Camilleri, di cui ricorre oggi il 99esimo anniversario dalla nascita.
“Mi risulta personalmente che Andrea Camilleri voleva che la serie si girasse a Porto Empedocle – spiega Di Quattro – e di questo ho parlato con il regista Roberto Sironi il quale mi parlò delle difficoltà legate alla presenza dell’abusivismo edilizio che avrebbe comportato un aumento enorme dei costi in fase di realizzazione del girato. Così si decise che era meglio un luogo ‘vergine’”.
A rafforzare il concetto è intervenuto lo stesso Savatteri: “Se la serie non si è girata a Porto Empedocle non è certamente colpa di Camilleri, ma piuttosto di chi ha ridotto così quella città”.
 
 

Tele Monte Kronio, 7.9.2024
Il genio di Andrea Camilleri: nel 2025 i cento anni dalla nascita

Da ieri, venerdì 6 settembre, sono iniziate le celebrazioni per il centenario della nascita di Andrea Camilleri, lo scrittore empedoclino, “il papà del Commissario Montalbano”, opera di straordinario successo con l’omonima fiction in onda sulla Rai. Camilleri avrebbe spento ieri 99 candeline. I 100 anni ricorrono l’anno prossimo, nel 2025, e nella prospettiva sono state organizzate numerose iniziative, soprattutto dalla “Fondazione Andrea Camilleri”.
Ieri sera, ad Agrigento, lo Spazio Temenos è stato cornice di una partecipata anteprima. A ricordare lo scrittore, nel giorno del suo compleanno, è stata l’associazione “Strada degli Scrittori”a conclusione dell’ottava edizione del master di Scrittura, sul tema de “Le parole del cinema”. La serata, moderata da Felice Cavallaro, è stata caratterizzata anche dagli interventi del genero di Camilleri, il regista Rocco Mortelliti, la nipote, la scrittrice Arianna Mortelliti, e poi il giornalista Domenico Iannacone, e i monologhi di Giugiù Gramaglia.
Massimo D'Antoni
 
 

Alessandria today, 8.9.2024
“La setta degli angeli” di Andrea Camilleri: Un romanzo di denuncia e ingiustizia nella Sicilia del 1901
Recensione di Alessandria today

“La setta degli angeli”, pubblicato da Andrea Camilleri nel 2011, è un romanzo che intreccia abilmente il giallo e la denuncia sociale, costruito su una traccia storica reale ambientata nella Sicilia del 1901. Protagonista della storia è l’avvocato Matteo Teresi, una figura morale e integerrima, che si trova al centro di uno scandalo di proporzioni nazionali.
Nel piccolo paese siciliano in cui Teresi vive, viene a conoscenza dell’esistenza di una segretissima setta composta da preti e notabili locali. Questa setta, nota come “la setta degli angeli”, organizza incontri mistici e sedicenti “esercizi spirituali” destinati a giovani donne vergini o in procinto di sposarsi. Tuttavia, dietro questa facciata religiosa, si nasconde un orrore indicibile: le donne vengono manipolate e costrette a subire “atti ignominiosi” da parte dei membri incappucciati della setta, celati dietro il manto del sacro.
Quando Teresi porta alla luce questi fatti, l’intero paese, e poi il resto dell’Italia, viene travolto dallo scandalo. Tuttavia, come spesso accade, il denunciante si trasforma in accusato, e Teresi deve affrontare non solo l’ira della chiesa e dei potenti locali, ma anche l’ostracismo di coloro che avrebbero dovuto proteggerlo.
La narrazione di Camilleri è vivace e impregnata della sua consueta ironia, mescolata con sarcasmo e irriverenza. I personaggi che popolano il romanzo, tra preti, dame di carità e nobili, rappresentano una vera e propria commedia umana, una critica sottile e pungente alla prepotenza e all’ipocrisia delle istituzioni. “La setta degli angeli” non è solo un giallo, ma anche un profondo affresco sociale che riflette il “vecchio vizio italiano” di trasformare l’innocente in colpevole e il giudice in reo.
Con questo romanzo, Camilleri si conferma non solo maestro del giallo, ma anche scrittore capace di offrire riflessioni taglienti sulla società e sulla giustizia, temi sempre attuali nella sua scrittura.
 
 

AgrigentoOggi, 8.9.2024
Cartolina commemorativa alla Sagra della Salsiccia: omaggio a Butera e grandi scrittori agrigentini
Ritorna la cartolina commemorativa alla 37esima Sagra della Salsiccia di Aragona, omaggio a Franz Butera e alle eccellenze letterarie agrigentine

In occasione della 37esima edizione della Sagra della Salsiccia di Aragona, è stata riproposta la tradizionale cartolina commemorativa, disegnata quest’anno da Luciano Graceffa. L’iniziativa, rilanciata da Stefano Terrasi, è un omaggio all’opera di Franz Butera, storico organizzatore della Festa di San Vincenzo, che introdusse l’idea della cartolina negli anni Ottanta, arricchendola con vignette capaci di catturare lo spirito della comunità aragonese.
La cartolina di quest’anno ritrae quattro grandi menti agrigentine che hanno lasciato un segno indelebile nel territorio: Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. I quattro scrittori sono raffigurati seduti intorno a una tavola, con Pirandello in primo piano, intento a offrire panini con la famosa salsiccia aragonese e una bottiglia di vino.
[…]
 
 

Nulla dies sine linea, 10.9.2024
Montalbano e il “circo equestre”

Il primo romanzo di Andrea Camilleri in cui compare il commissario Montalbano è “La forma dell’acqua” (Sellerio, 1994). In questo libro il diretto superiore di Montalbano è il questore Burlando, che ha (casualmente?) lo stesso cognome della sua “zita” genovese, Livia. Con Burlando i rapporti sono improntati a stima reciproca e cordialità; ben presto però Burlando viene collocato in pensione: lo scopo di Camilleri era probabilmente quello di accentuare l’isolamento di Montalbano, contrapponendolo ad autorità sempre più “negative”.
Uno scontro “istituzionale” evidente fra Montalbano e le autorità “deviate” si ha già ne “Il ladro di merendine” (Sellerio, 1996): indagando su un traffico di droga internazionale, Montalbano scopre il ruolo svolto dai servizi segreti, che si sono resi complici dell’uccisione della giovane Karima, madre del piccolo François.
Un potente esponente dei servizi, il colonnello Lohengrin Pera, cerca in un colloquio privato di convincere Montalbano a mantenere la massima riservatezza sui fatti; la risposta del commissario è però perentoria: “Io e lei abbiamo concezioni diametralmente opposte su che cosa significhi essere servitori dello Stato, praticamente serviamo due stati diversi. Quindi lei è pregato di non accomunare il suo lavoro al mio” (“Il ladro di merendine”, p. 217).
Come scrive Gianni Bonina, «Camilleri dipinge il colonnello in maniera antifrastica: da un lato gli intesta un nome opimo e pretenzioso, Lohengrin Pera, e da un altro lo fa di minuscolo aspetto fisico, ‘con piedi così piccoli che le scarpe probabilmente doveva farsele foggiare su misura’. Ma l’antiteticità è giocata anche su un altro piano; forse in ricordo di un retaggio instillato nella coscienza italiana dallo stimolo a identificare – con esito da pirandelliano ‘sentimento del contrario’ – il massimo potere del re nella figura miserrima di Vittorio Emanuele III, Camilleri teorizza la proporzione omeopatica di un potere tento più alto quanto più minimo sia il suo detentore ma per questa ragione altrettanto pericoloso perché insospettabile» (Il carico da undici, ed. Barbera 2007, p. 70).
A partire da “La voce del violino” (Sellerio, 1997), il nuovo questore, Luca Bonetti-Alderighi dei Marchesi di Mirabella, diventa il diretto superiore di Montalbano, instaurando con lui un rapporto teso e difficile, alle soglie del “mobbing”; come si legge ne “La gita a Tindari” (2000), «Bonetti-Alderighi era notoriamente un imbecille e che lo fosse l’aveva brillantemente confermato definendo il suo commissariato “una cricca di camorristi”» (p. 59).
Per l’analisi di questo arrogante personaggio, rinvio a un altro mio articolo su questo blog: https://pintacuda.it/2022/07/16/montalbano-e-il-signori-e-questori/.
Qui si può aggiungere che il rapporto di Bonetti-Alderighi con Montalbano è costruito spesso sul modello letterario del senex iratus della commedia latina, che minaccia aspri castighi al suo servus callidus. Bonetti-Alderighi stima poco e gratifica pochissimo Montalbano e i suoi uomini; deve però fare i conti con l’abilità del suo sottoposto, che spesso riesce a beffarlo e a eluderne i diktat.
Nella sua attività lavorativa, il commissario viene spesso a contatto con altri personaggi; questo “circo equestre” (come suole chiamarlo) è composto da vari magistrati, dal medico legale Pasquano, dagli uomini della Scientifica. Anche questi personaggi hanno connotati ben delineati.
Il medico legale Pasquano (che nella serie televisiva fu interpretato dal compianto attore modicano Marcello Perracchio) è perennemente “’nsitato sull’agro”; accanito giocatore di poker, tressette e briscola, ghiottissimo di cannoli, non smette mai di brontolare e fa pesare a Montalbano le notizie ricavate dalle sue autopsie; tuttavia fra i due uomini, burberi entrambi, c’è un certo feeling e in fondo ricavano un piacere reciproco nello stuzzicarsi pesantemente a vicenda: “il dottore era anziano, lunatico e sgarbato, ma con Montalbano si facevano sangue” (“Par condicio”, in “Un mese con Montalbano”, Mondadori 1998, ried. Sellerio 2018, p. 66). Tuttavia, se Montalbano lo disturba telefonandogli a casa, Pasquano gli risponde tirando fuori il peggio di sé: “Ma macari mentri uno sinni sta a la sò casa a mangiare lei deve viniri a polverizzargli i cabasisi? Ma lo sa che lei non è un essere umano ma un robot tritacoglioni? […] Lo sa qual è la mia più alta aspirazione? Farle l’autopsia!” (“Un covo di vipere”, Sellerio 2013, p. 121).
Il capo della Scientifica Jacomuzzi è un esibizionista incurabile, sempre pronto a mettersi in posa davanti a fotografi e giornalisti; viene poi sostituito, per ordine del nuovo questore, dal giovane dottor Arquà, che è “una stampa e una figura con Harold Lloyd” e che “a Montalbano non faceva sangue” (cfr. “La voce del violino”, p. 29).
Il capo di Gabinetto Lattes è viscido e mellifluo (tanto da essere soprannominato “Lattes e Mieles”), con una “ariata di sagristia” e la “pelli rosso-maialisca per mancanza di varba” (“La luna di carta”, Sellerio 2005, p. 15); dimentica perennemente che Montalbano vive da solo e gli chiede sempre della sua “famiglia”.
Infine, il pubblico ministero Niccolò Tommaseo guida “come un drogato ‘mbriaco” (“Una voce di notte”, p. 113) e presenta esplicite connotazioni da maniaco sessuale: “quanno si trattava di beddre picciotte ammazzate, di omicidi passionali, di ‘mbrogli amorosi, Tommaseo ci sguazzava, s’arricriava” (“Una voce di notte”, p. 118). In particolare, nel romanzo “Un covo di vipere” (Sellerio 2013), quando Montalbano invia al pm una serie di fotografie che ritraggono ragazze in pose oscene, trovate a casa di un uomo assassinato, Tommaseo va in estasi: «Montalbano se l’immaginò mentri che tanticchia di sputazza bianchizza gli si coagulava ai lati delle labbra» (p. 79).
Quando il commissario va a trovarlo, lo trova intento ad affiggere le foto ingrandite a una parete, con le puntine da disegno: «’Na pareti era già tutta cummigliata. Supra alla scrivania, cinni stavano ancora ‘na cinquantina. Pariva la redazioni di ‘na rivista pornografica» (pp. 209-210). Tommaseo è sull’orlo di un collasso: «notò che la facci del pm era addiventata che pariva di cira, senza sangue, e che le mano gli trimavano leggermenti» (p. 210). In questo pubblico ministero penosamente maniacale, Camilleri denuncia l’arroganza, la volgarità e l’incompetenza di certi funzionari preposti a incarichi importanti e di grande responsabilità.
Nel complesso, Montalbano nei confronti di questo “circo equestre” mostra un ironico disdegno (fatta eccezione per il dott. Pasquano, per il quale nutre una sincera stima nonostante il “malo carattere”). Ciò dipende anche dal fatto che il commissario è assolutamente privo di ambizioni: non vuole essere promosso a vicequestore, ha terrore di un trasferimento (che sconvolgerebbe la sua vita abitudinaria), preferisce continuare a vivere tranquillo senza allontanarsi da Vigàta. È quindi del tutto alieno da servilismo e adulazioni, dimostrando un fiero disprezzo per coloro che, detentori di un qualunque potere, ne fanno un uso arrogante e spregiudicato.
P.S.: Di questi e altri argomenti parleremo venerdì prossimo, 13 settembre 2024, alle ore 19, all’Hotel San Paolo Palace di Palermo in occasione di un incontro-dibattito organizzato dal Rotary Club di Palermo, diretto dal dott. Filippo Castelli. In quell’occasione io, Vito Lo Scrudato e Bernardo Puleio avremo modo di riproporre riflessioni e analisi tratte dal nostro volume “Camilleriade – I luoghi, il commissario, i romanzi storici”, edito da Diogene Multimedia (Bologna 2023). L’incontro sarà coordinato dal prof. Franco Lo Piparo, docente emerito dell’Università degli Studi di Palermo ed esperto di Filosofia del linguaggio.

Mario Pintacuda
 
 

TV Sorrisi e Canzoni, 10.9.2024
“Kostas”, Stefano Fresi è un commissario in Grecia
Dal 12 settembre è in onda in una nuova serie su Rai1 dove interpreta il burbero poliziotto della sezione Omicidi di Atene

[…]
Kostas è uscito dalla penna dello scrittore Petros Markaris, che lo descrive così: «Ha un brutto carattere».
«Sì, ma con delle riserve. Kostas agisce d’istinto e può risultare antipatico, è burbero, non sopporta l’inadempienza delle persone con cui lavora, starci accanto non è facile. Ma a sua discolpa c’è che è senza filtri: parla al delinquentello e al ministro con la stessa foga».
È stato definito un “Montalbano ateniese” o il “fratello greco del commissario Maigret”.
«Mi piace pensare che dalla penna di ogni scrittore nasca un personaggio originale. Qui, come per Montalbano, la serie è prodotta da Palomar e il protagonista è un commissario: a questo punto ci auguriamo lo stesso successo! Del resto fu proprio Andrea Camilleri a presentare lo scrittore Markaris al produttore Carlo Degli Esposti».
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Barbara Mosconi
 
 

Le Soir, 11.9.2024
« La méthode sicilienne » : le petit théâtre cruel d’Andrea Camilleri
À travers une nouvelle enquête, Montalbano redécouvre l’amour et permet à son auteur de partager sa passion du théâtre et de la poésie.
La méthode sicilienne, Andrea Camilleri, traduit de l’italien par Serge Quadruppani, Fleuve Noir, 288 p., 20,90 €, ebook 13,99 €

Disparu en 2019 à l’âge de 93 ans, Andrea Camilleri a poursuivi une longue carrière d’auteur, de scénariste, de réalisateur de télévision et de metteur en scène de théâtre avant de connaître un succès aussi tardif qu’inattendu avec sa série de polars siciliens mettant en vedette le commissaire Montalbano.
Au fil des ans, ce personnage ressemblant par bien des points à son auteur a permis à ses innombrables lecteurs de mieux connaître la réalité quotidienne de la Sicile profonde tout en distillant de multiples réflexions sur l’évolution du monde et particulièrement sur une Italie de plus en plus soumise à ses vieux démons. C’est à nouveau le cas dans La méthode sicilienne où, au détour d’une phrase, il stigmatise la politique irresponsable du Mouvement 5 étoiles, le taux de chômage ahurissant en Sicile, les difficultés insurmontables que rencontre une jeune génération désireuse de se sortir de ce marasme, etc.
Avec ce nouvel opus écrit en 2016, Camilleri revient à un univers qui a longtemps été le sien : le théâtre. Au départ de l’intrigue, on retrouve Mimi Augello, adjoint de Montalbano et séducteur impénitent. Voulant s'échapper de l'appartement d'une dame avant que son mari débarque à l’improviste, Mimi pénètre dans un appartement voisin et tombe sur un cadavre allongé sur le lit. Son devoir de policier lui commande de signaler la chose au plus vite, mais les circonstances de sa découverte l'en empêchent. Il appelle donc le commissaire à la rescousse. Le temps de trouver une solution à ce problème, le cadavre a purement et simplement disparu. Par contre, on en découvre un autre dans un autre quartier de la ville.
Montalbano et son équipe (le toujours efficace Fazio, l’impayable Catarella, etc.) se lancent dans une enquête qui va les emmener dans un univers qu'ils connaissent bien peu. Catalanotti, la victime, menait une vie étrange. En explorant ses papiers, Montalbano découvre que l’homme était un usurier mais pratiquait des taux d'intérêt particulièrement bas. Il découvre aussi d'innombrables fiches sur des dizaines d'hommes et de femmes, rencontrés et interrogés par Catalanotti. Il apprend enfin que l’homme avait une passion : le théâtre, où il mettait en scène des spectacles amateurs mais en faisant montre d'une exigence digne des plus grands professionnels.
Le commissaire redécouvre la passion
À travers la passion de ce mystérieux personnage, Camilleri évoque avec brio un univers très éloigné des habituels clichés sur les spectacles de province. Au fil des pages, on découvre comment ce metteur en scène amateur a su assimiler les enseignements de Stanislavski et Grotowski tout en les croisant peut-être avec les pratiques de troupes aussi singulières que La Fura Dels Baus. Issue de toutes ces expériences, la méthode Catalanotti (devenue dans la version française la méthode sicilienne) s'avère d'une incroyable exigence vis-à-vis des comédiens et comédiennes, soumis à d'innombrables épreuves avant d'avoir accès au rôle de leurs rêves. À travers l'enquête de Montalbano, Camilleri dresse ainsi un portrait très pertinent de certaines pratiques théâtrales d'une redoutable efficacité mais mettant en péril la santé mentale des interprètes.
Il ajoute à cela une histoire de violence intrafamiliale se dévoilant peu à peu et, surtout, la liaison torride que Montalbano va entretenir avec la belle Antonia, responsable temporaire de la police scientifique. Oubliant Livia, son amoureuse lointaine, le commissaire redécouvre la passion et ne sait plus comment s'en dépêtrer. Mais il la vivra jusqu'au bout, nous laissant sur un ultime point d'interrogation et permettant à son auteur de nous faire partager au fil des chapitres son amour immodéré pour la poésie.
Jean-Marie Wynants
 
 

Corriere della Sera, 11.9.2024
Il romanzo della nipote di Andrea Camilleri: «Mi ha ispirato un Montalbano inedito»
Arianna Mortelliti, nipote dello scrittore siciliano, presenta il suo romanzo «Quel fazzoletto color melanzana» (Mondadori): «Il nonno ha arricchito la mia fantasia»

«Andrea Camilleri continua ad essere una fonte di ispirazione. Anche nel mio secondo romanzo — che sarà pubblicato da Mondadori — nonno Andrea, seppur in maniera involontaria, ha giocato un ruolo. Alcune sue pagine inedite sono diventate uno spunto da cui ho elaborato una storia totalmente diversa».
Arianna Mortelliti svela in anteprima al «Corriere della Sera» il suo nuovo romanzo Quel fazzoletto color melanzana, che uscirà il 1° ottobre per Mondadori. Il dialogo spazia su temi diversi intersecando letteratura e vita, memoria e impegno culturale. La scrittrice trentaduenne insegna «gioiosamente» Scienze naturali in un liceo e vede le nuove generazioni come la dimensione della speranza e nel contempo il «tessuto cicatriziale» della società.
Qual è la genesi del nuovo romanzo?
«Il libro si intitola Quel fazzoletto color melanzana ed è il secondo romanzo della trilogia degli ortaggi. Il primo era Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni. Le storie non sono legate tra di loro, però ci sono dei punti in comune. Sono scritte dal punto di vista del protagonista, si tratta di storie famigliari, di segreti famigliari. In generale il macrotema che affronto è la comunicazione nell’ambito degli affetti, la difficoltà nelle relazioni che ha una dimensione psicologica, sociologica e filosofica. Vengo da una famiglia dove la comunicazione è intensa e continua, dunque sono ancor più interessata a comprendere i meccanismi opposti, di carenza o profonda difficoltà di interazione. Argomenti di stringente attualità».
Come è strutturata la storia del nuovo romanzo?
«La protagonista è Lara, una ragazza di 35 anni a cui muoiono improvvisamente i genitori in un incidente d’auto. Lei non è persuasa della dinamica che emerge sull’incidente, perché i genitori vivevano in un paesino vicino Roma e conoscevano quelle strade perfettamente. Lara si era trasferita a Roma per lavoro. Torna in questo paesino immaginario, che ho chiamato Castelcielo, per il funerale e anche perché ha l’intenzione di svuotare e vendere la casa dei genitori, supportata dalla nonna paterna. Mentre svuota casa, scopre documenti dei genitori, fotografie, messaggi. Molto interessante si rivela il dialogo con gli abitanti di Castelcielo. Lara inizia a percepire che oltre al dato dell’incidente stradale vi è altro. E indagando vien fuori qualcosa che ha a che fare anche con il suo passato, che lei aveva deciso di rimuovere».
È dunque un giallo sui generis. Ancora una volta si palesa il Dna camilleriano?
«Si può considerare un piccolo giallo perché c’è un’indagine, anche se non c’è la polizia di mezzo come canonicamente avviene».
Come l’ha ispirata suo nonno nella scrittura di questo nuovo libro?
«Mi ha ispirata in maniera involontaria e molto vaga, perché ho riletto le primissime pagine che nonno aveva scritto di un romanzo inedito su Montalbano che non è riuscito né a sviluppare né a terminare a causa della sua morte. In quelle poche pagine vi è una piccola situazione, appena abbozzata, che mi ha fatto riflettere e ha stimolato la mia fantasia. Si parla del ritorno nei luoghi d’infanzia e delle emozioni che suscitano quando vi si torna. Ho elaborato una storia completamente diversa da quella che avrebbe realizzato mio nonno e ho creato il romanzo con protagonista Lara e la vicenda della sua famiglia. Mio nonno mi ha educata sin da piccola all’utilizzo della fantasia con tecniche narrative e teatrali. Ha influito sulla mia formazione culturale. Ho ricordi bellissimi».
Nel romanzo in realtà ci sono i luoghi d’infanzia di suo papà, il regista Rocco Mortelliti, l’unico ad aver trasposto un romanzo di Andrea Camilleri in un’opera cinematografica «La scomparsa di Patò».
«Questo romanzo è ambientato nel paesino immaginario di Castelcielo, che è in realtà il paesino in cui è nato e ha vissuto fino a 17 anni — prima di trasferirsi a Roma — mio padre Rocco. Il paese è Ceprano, in provincia di Frosinone. Rocco è stato fondamentale nella chiusura del primo romanzo, lì i personaggi sono farina del mio sacco, lui mi ha aiutato nella struttura del romanzo che era il mio debutto narrativo. Nel secondo romanzo mi ha prestato i luoghi e anche le persone della sua infanzia, perché molti personaggi che vivono a Castelcielo sono davvero vissuti a Ceprano quando lui era piccolino».
L’inventore di Salvo Montalbano non risparmiò critiche alla politica, in particolar modo ai governi del centrodestra, con coraggio e spirito libero. Lei che idea si è fatta dell’Italia di oggi?
«Ho la fortuna di insegnare in un liceo e vedere le nuove generazioni all’opera. In questo mi sento molto vicina al pensiero politico di mio nonno e alla sua idea politica sui giovani, ossia al fatto che bisogna dare estrema fiducia a coloro che ci portano nuove idee. Dobbiamo assolutamente ascoltarli, loro possono essere in qualche modo il nostro tessuto cicatriziale. Credo che loro abbiano il potenziale di fornire cellule nuove, fresche, all’Italia ferita».
Uscirà in libreria il 1° ottobre Quel fazzoletto color melanzana, il nuovo romanzo di Arianna Mortelliti. Nata a Roma nel 1987, l’autrice è laureata in Scienze biologiche; Mortelliti ha esordito con il romanzo Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni (Mondadori 2023). Andrea Camilleri (Porto Empedocle, Agrigento, 6 settembre 1925 - Roma, 17 luglio 2019) è stato uno scrittore di eccezionale popolarità soprattutto grazie ai romanzi che vedono protagonista il commissario Salvo Montalbano, dai quali è stata tratta una serie televisiva di grande successo della Rai, con protagonista Luca Zingaretti
Salvo Fallica

 

Scicli Video Notizie, 11.9.2024
Scicli non dimentica Camilleri: “Sua eredità culturale ci ispira”
La cooperativa Agire ha omaggiato la memoria del grande scrittore agrigentino con un'inedita iniziativa

Scicli – Spartiacque della storia recente della città, l’inizio del fenomeno del cineturismo. I romanzi di Montalbano, che ispirarono la celebre fiction di Rai Uno, hanno dato lustro a Scicli, dove Andrea Camilleri rimane indimenticato. Nel giorno del suo compleanno, gli è stata tributata un’iniziativa in sua memoria. La cooperativa Agire, attuale gruppo gestore dei siti culturali del comunale, ha voluto, originalmente, ricordare il grande scrittore agrigentino, scomparso cinque anni fa.
L’evento, intitolato, “Un cannolo con Camilleri”, si è snodato tra i bellissimi palazzi del centro storico. Qui sono risuonate le parole più celebri del Maestro, in un’atmosfera di commossa partecipazione.
Letture appassionate e note musicali che hanno evocato – commentano gli organizzatori –la Sicilia più autentica e un’accurata descrizione dei luoghi d’arte e cinematografici, diventati famosi grazie al commissario Montalbano. Abbiamo ripercorsole tracce di Camilleri, rivivendo le sue storie e i suoi personaggi“.
Grazie al tour “alternativo” di Agire, le numerose persone hanno avuto l’opportunità di immergersi ancor di più nel mondo di Montalbano. Poi il momento dei celebri cannoli. Una variegata degustazione del dolce tipico siciliano ha conquistato tutti, ricreando per certi aspetti il famoso “tributo a Pasquano“.
È stato un modo bellissimo per rendere omaggio a Camilleri e per condividere questa passione con altre persone. Il successo dell’evento e la grande partecipazione dimostra quanto sia ancora vivo e sentito l’amore per lo scrittore e la sua opera. Grazie all’interesse di tutti i partecipanti, il messaggio di Camilleri – termina Agire – è arrivato forte e chiaro: la sua eredità culturale continua a vivere e a ispirare nuove generazioni”.
 
 

Radio Deejay, 11.9.2024
Il Volo del Mattino
La felicità secondo Camilleri


 
 

ConfineLive, 11.9.2024
A Colle di Tora è incontro-spettacolo sui racconti di Andrea Camilleri
Colle di Tora – Grande attesa per sabato 14 settembre 2024 alle ore 18:30. A Colle l’appuntamento è  presso la Casa del Direttore a Colle di Tora in via Salvo Parodi 104, dove si svolgerà  un incontro spettacolo con il prof.Piero Leonardi che ci condurra’ nei favolosi racconti di Andrea  Camilleri.


 
 

il Gazzettino di Gela, 13.9.2024
La linguistica applicata al lessico di Camilleri ed al dialetto niscemese – video

Niscemi – Cosa lega il lessico di Camilleri al dialetto di Niscemi? Si tratta di due piani differenti in quanto il linguaggio di Camilleri è costruito su un siciliano inventato per essere comunicato su larga scala e il siciliano si frammenta in una miriade di diletti locali, se ne contano circa 50. Questo quanto emerso nel corso della presentazione del libro dello studioso linguista prof. Gaetano Vincenzo Vicari ‘La lessico di Camilleri – dal dialetto di Vigata al dialetto di Niscemi”.  Ieri sera in una gremita sala della Biblioteca comunale si è parlato di linguistica applicata al siciliano. “Una lingua duttile che si differenzia da comune a comune per fonemi e sintagmi – ha spiegato lo studioso Vicari”.  C’era il sindaco Massimiliano Conti, l’assessore alla cultura Marianna Avila, la presidente della Pro Loco Maria Cristina Disca che con l’associazione ed il Comune hanno sponsorizzato l’evento, l’editore Salvatore Granata che ha avuto l’intuizione di sostenere il lavoro di Vicari oggi come 40 anni or sono, l’arch.  Maria Grazia Spinello che ha incentivato il lavoro per il quale Vicari ha letto 54 libri di Camilleri dedicando una intera estate.  Il tutto condito dalla frizzante conduzione dell’ing. Maurizio Vicari.
Il glossario, edito da Edizioni Lussografica, rappresenta un prezioso strumento linguistico, composto da circa duemila lemmi, che offre al lettore la possibilità di apprezzare le sfumature lessicali dell’opera di Andrea Camilleri, il celebre scrittore empedoclino. Questo lavoro si concentra in particolare sul “vigatese”, il linguaggio sicilianizzato inventato da Camilleri, che ha saputo conquistare un posto nel linguaggio comune attraverso il successo letterario e televisivo del commissario Montalbano.
 “Il connubio narrativo lingua-dialetto – scrive Vicari nella presentazione del libro di oltre 300 pagine – ha permesso a Camilleri di sbloccare il rumore della frase sprangato nella sua memoria. Lo scrittore ha trovato la declinazione del concetto di bellezza attingendolo dalla frammentazione del codice del tempo, senza perdersi nel silenzio delle proprie paure espressive. Così la sua frase ha trovato i sorrisi e i giusti rintocchi lessicali, senza privare dell’armonia la catena sonora. Ogni ramo frastico mescidato è stato piantato con successo nel cuore della foresta narrativa. La sua competenza glottologica proiettiva ha creato un’affascinante impronta linguistica, che lo scrittore empedoclino ha fatto arrivare nell’oceano della letteratura, con la descrizione di trame libresche sperimentate che alzano nell’atmosfera della cultura il profumo di un canto di lemmi nazionalpopolari, omaggio incantevole alla terra di Sicilia.
La comprensione dei contenuti investigativi dei romanzi riguardanti il commissario più famoso d’Italia, dunque, è caratterizzata da una mescidazione della lingua italiana con il dialetto. La prima si infiltra, come una nebbia che avvolge un intero paesaggio impedendo all’osservatore la corretta focalizzazione, nei morfemi del dialetto siciliano e, in egual modo e in senso inverso, i suoni e le voci dialettali penetrano nella struttura blasonata e titolata del corpo linguistico italiano, ostacolando l’immediata comprensione soprattutto a chi disconosce il modo di parlare dei dialetti siciliani.
Una rivoluzione lessicologica nella narrativa italiana.
Si tratterebbe di una fausta e vicendevole contaminazione, di una felice sineciosi, di un propizio contagio glottologico che prende il nome di sicitalianese: una sorta di interscambio linguistico che si trasferisce in chi abbraccia il libro camilleriano, una forma di univerbazione in cui gli elementi lessicali valoriali di ciascun codice linguistico si agglutinano, attraverso fenomeni di aggiunta, in forme che risultano sovrabbondanti rispetto a quelli di caduta. Il neologismo nasce dalla fusione di sicilianese e italianese, cioè da due concetti linguistici originali, che àncorano la loro genesi nella singolarità della scrittura di Andrea Camilleri, trinacrista e sostenitore convinto della dialettalità.
Uno scrittore non può spersonalizzarsi a causa dell’uso non convinto del sistema linguistico che è chiamato a veicolare i messaggi narrativi. L’italiano standard, di cui Camilleri è un eccellente conoscitore, non può impedire la libera espressione dell’animo letterario di uno scrittore. Ed ecco che Camilleri, non potendo usufruire allo scritto del dialetto trinacrino normato, decussa i due codici glottologici creando istintivamente il suo sicitalianese.
Tollerare un Glossario potrebbe volere dire conoscere altre realtà linguistiche, che sono il veicolo precipuo di tradizioni, di usi, di modi di pensare e di agire.
Il Glossario rappresenta un compendio lessicale essenziale, dal punto di vista linguistico, formato da circa duemila lemmi, che costituiscono una cifra minima, ma quanto basta per consentire a chi legge di potere gustare le sfumature delle frasi dello scrittore empedoclino, pendenti verso il dialetto e tendenti a una resa più aderente al senso di un concetto, in particolare, e delle cose, in generale”.
In conclusione un intrattenimento musicale a cura del pianista Rosario Spina.
Gaetano Vincenzo Vicari già docente di Lingua e Letteratura francese nei Licei è stato lettore di Lingua Italiana presso i licei “H. Poincaré” e “F. Chopin” di Nancy. Ha frequentato l’Università di Nancy II. È stato collaboratore del Centre Culturel Français di Palermo e dell’Alliance Française di Caltanissetta. Redattore della rivista LUNARIONUOVO (direttore M. Grasso – Catania), fa parte del gruppo CIAI (Convergenze Intellettuali e Artistiche d’Italia). Nel 2000 è stato chiamato dalla Casa Editrice Prova d’Autore a far parte del Comitato scientifico per la redazione delle schede bio-bibliografiche degli scrittori siciliani dell’Ottocento e del Novecento. Ha collaborato con la Casa Editrice Petrini di Torino e con la rivista Kalòs. Già docente a contratto di Dialettologia Italiana presso l’Università degli Studi di Catania, nel 2012 gli è stato conferito il “Marranzano d’argento” per la saggistica. È autore di testi di glottologia. Vive a Niscemi.
Liliana Blanco
 
 

L’Ape musicale, 14.9.2024
Rai Storia, i programmi da domenica 15 a sabato 21 settembre
Miti ed eroi

[…]
LUNEDI’ 16/09/2024
[…]
Diario civile
L'Ora, storia di un giornale antimafia
La storia del giornale L'Ora è intrecciata con quella della città di Palermo e con la carriera di tantissimi giornalisti diventati famosi. Nato all'epoca dei Florio, nel 1900, il giornale vive il suo periodo d'oro negli anni della direzione di Vittorio Nisticò, dal 1954 al 1975. E' in quest'epoca che nasce il giornalismo antimafia, con tre generazioni di cronisti, destinati grandi carriere, che si formano nella redazione di Piazzetta Napoli. Lo racconta lo speciale “L’Ora. Storia di un giornale antimafia”, in onda lunedì 16 settembre alle 16.45 su Rai Storia in occasione dell’anniversario della scomparsa. Il racconto delle battaglie del giornale si intreccia con i casi di cronaca più significativi e con i drammi che hanno portato alla morte di tre cronisti de L'Ora, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro e Giovanni Spampinato. Un percorso che attraversa la storia della Sicilia, dalla prima inchiesta antimafia nel 1958 fino al terremoto del Belice, dal governo regionale di Silvio Milazzo alla guerra di mafia degli anni 80, impreziosito dalla collaborazione di intellettuali come Leonardo Sciascia. Fino alla chiusura del giornale, nel 1992, a pochi giorni dalla strage di Capaci. Tra i testimoni, Andrea Camilleri che ricordava i suoi primi passi da scrittore, parlando per la prima volta in televisione dei racconti inviati nel 1949 al giornale e che L’Ora pubblicò.
[…]

   

Vivere Assisi, 17.9.2024
La Pro Civitate Christiana – Laboratorio di fede e di futuro introduce “Andrea Camilleri Cento meno Uno”

Sabato 28 settembre, alle ore 21.00, presso il Teatro della Pro Civitate Christiana in via degli Ancaiani 3.
Il 6 settembre 2024 Andrea Camilleri avrebbe compiuto 99 anni, e in quest’occasione sono state presentate le iniziative che il Fondo Andrea Camilleri realizzerà per il suo centenario. La prima avrà luogo, appunto, sabato 28 settembre ad Assisi nel Teatro della Pro Civitate Christiana. Pochi sanno che il giovane Andrea Camilleri, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, mosse i suoi primi passi nella cura della regia teatrale proprio nel teatro della Pro Civitate Christiana. Nel corso della giornata, organizzata in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri e il Comune di Assisi, sarà presentato quel che accadde in quegli anni attraverso “Immagini, riflessioni, letture”.
Per informazioni: 075 8138680/681.
da Pro Civitate Christiana, Comune di Assisi, Fondo Andrea Camilleri
 
 

Ragusa Oggi, 19.9.2024
Lingua italiana dei segni. A Scicli lezioni sullo sfondo delle opere di Andrea Camilleri

L’iniziativa è della cooperativa Agire e l’aula per le lezioni saranno l’ingresso al Commissariato di Montalbano, nell’androne del Municipio di Scicli e di palazzo Spadaro. Con questo appuntamento la cooperativa sociale di tipo B “Agire” in occasione della Giornata Internazionale delle Lingue dei Segni, intende sensibilizzare le persone su un tema molto importante quale la disabilità uditiva a partire dal patrimonio culturale. Due le giornate dedicate alle lezioni della lingua dei segni. Lunedì 23 settembre dalle 16 alle 20 all’interno del Municipio verrà proiettato, ogni ora e gratuitamente, un video realizzato dalla cooperativa Agire in collaborazione con l’Università di Catania che permetterà di assistere ad una visita guidata dei siti culturali di Scicli in italiano ed in LIS. Il video include letture tratte dai romanzi e dalle interviste di Camilleri per riscoprire con occhi diversi alcune delle bellezze artistiche della città.
[…]
Pinella Drago
 
 

Libertà Sicilia, 21.9.2024
Siracusa. CamCom del Sud Est, bandi a fondo perduto per le imprese: annunciati collegamenti Catania-New York
Obiettivo è lo sviluppo economico dell’intera area: la governance della Sac ha appena annunciato il collegamento diretto giornaliero tra Catania e New York

[…]
La camera di commercio del sud est ha poi annunciato la sua partecipazione alle celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Camilleri con un progetto specifico sull’enogastronomia e cine turismo che vedrà protagonista la Provincia di Ragusa.
[…]
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.9.2024
Il commosso addio alle scene di Eduardo a Taormina
Il 15 settembre 1984 il drammaturgo pronunciò l’ultimo discorso pubblico. Morirà poco dopo

[…]
Una volta arrivato al San Domenico Palace, in compagnia del figlio Luca e della fotografa Paola Ermenegildo, Eduardo aveva manifestato bruscamente l’intenzione di voler tornare a Roma. La sua improvvisa agitazione dipendeva dal fatto che la foto di Luisella, della sua Luisella, non si trovava più in valigia. Proprio non se lo perdonava, di aver dimenticato a casa il ritratto prezioso dell’amatissima figlia, morta a 10 anni nel gennaio 1960 per un banale incidente sulla neve, a Terminillo.
[…]
Raccontò Andrea Camilleri di avere accennato davanti a lui, a quel tempo, la preoccupazione per la febbre alta della propria figlia, dimenticando la disgrazia di qualche mese prima. «Io l’ho persa, una figlia», fu la risposta prima del pianto. Un pianto a cui lo scrittore siciliano dovette assistere mortificato.
[…]
Umberto Cantone
 
 

Roma, 22.9.2024



 
 

Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, 23.9.2024
Giornate di studio in onore di Andrea Camilleri – temi per la partecipazione delle Scuole – Favara, 24 e 25 Ottobre 2024
Cliccare qui per la comunicazione dell’Istituto comprensivo Andrea Camilleri di Favara (AG)

Con l’approssimarsi del centenario della nascita di Andrea Camilleri, che verrà celebrato il prossimo anno, l’Istituto comprensivo Andrea Camilleri di Favara (AG), promuove due giornate di studio, dedicate allo Scrittore siciliano che si terranno GIOVEDÌ 24 e VENERDÌ 25 OTTOBRE.
Il termine ultimo per la partecipazione è fissato al giorno 11 ottobre 2024 e le adesioni dovranno essere indirizzate agic85800g@istruzione.it
 
 

S2P Mag, 23.9.2024
« La méthode sicilienne » : le nouveau roman policier d’Andrea Camilleri

Disparu en 2019 à l’âge de 93 ans, Andrea Camilleri a incontestablement marqué l’histoire du roman policier avec sa série du commissaire Montalbano, un flic débonnaire et amateur de bonne chère surnommé le « Maigret sicilien ». Son avant-dernière enquête intitulée « La méthode sicilienne » vient de paraître chez Fleuve éditions.
Dans cet opus, Mimi Augello, fidèle bras droit du commissaire Montalbano doit se sauver par la fenêtre de la chambre de sa maîtresse pour échapper à l’ire du mari cocu. Mais voilà qu’en atterrissant à l’étage du dessous, il tombe sur le voisin qui est allongé mort sur son lit. Quelle n’est pas sa surprise le lendemain lorsqu’un appel au commissariat signale qu’un homme a été retrouvé dans les mêmes circonstances à une adresse différente. Comment est-ce possible ? Est-ce que les cadavres se déplacent ? Autant de tableaux macabres qui ont un étrange goût de mise en scène théâtrale.
A travers sa nouvelle enquête, un chef d’œuvre de comédie noire, on retrouve la langue savoureuse si caractéristique de Camilleri. On retrouve également avec délectation toute une galerie de personnages hauts en couleur comme Catarella, Fazio, la cuisinière Adelina et Livia, l’éternelle fiancée de Montalbano qui aura à faire face à une dangereuse concurrente.
La toute dernière enquête du commissaire Montalbano sera publiée en 2025 pour la célébration du centenaire de sa naissance.
Alexia Cerutti
 
 

ANSA, 24.9.2024
Ad Assisi un evento speciale dedicato ad Andrea Camilleri
Una serata dedicata all'autore siciliano

Perugia. Evento speciale sabato 28 settembre ad Assisi, dalle 18, presso la Cittadella Laudato Sì della Pro Civitate Christiana nel nome di Andrea Camilleri, il noto scrittore siciliano molto legato alla città, con letture, riflessioni e ricordi.
La presenza dell'autore nel centro umbro - si legge in una nota del Comune - è ritenuta fondamentale per la sua attività di scrittore teatrale e regista; presso la Pro Civitate Christiana lavorò al fianco di Orazio Costa come aiuto regista, intessendo rapporti professionali e di amicizia con personalità del mondo culturale dell'epoca e con dei giovanissimi attori destinati a diventare famosi come Enrico Maria Salerno, Mariano Rigillo, Ugo Pagliai, Turi Ferro, Roberto Herlitzka ed Elena Cotta.

Tra gli anni '50 e '60 curò personalmente la regia degli spettacoli mettendo in scena i testi teatrali vincitori del concorso di drammaturgia annuale bandito dalla Pro civitate christiana in occasione del Corso di Studi Cristiani. Tra gli spettacoli vengono ricordati "Odore di terra", "L'assedio", "La porta aperta", "La lauda della Scavigliazione", "L'uomo e la sua morte", tutti rappresentati nel teatro della Cittadella.
Dell'esperienza assisana di Andrea Camilleri rimangono testimonianze inedite, documentazioni fotografiche e scambi epistolari custoditi nell'Archivio della Pro Civitate Christiana di Assisi e nel Fondo Andrea Camilleri di Roma quale spazio identitario e qualificato per la conoscenza della sua opera di scrittore, autore teatrale e radiofonico, regista, intellettuale e figura pubblica.
L'evento "Camilleri in Assisi" rientra nell'ambito delle iniziative a lui dedicate che si intensificheranno nel corso dell'anno prossimo in occasione del centenario dalla nascita avvenuta il 6 settembre 1925.
 In questa prospettiva e in comune accordo con le figlie dell'autore Andreina e Mariolina Camilleri, è stata accolta la proposta di una manifestazione in collaborazione con il Fondo Camilleri insieme a Sellerio Editore che attualmente cura l'edizione delle opere dell'autore. Dalle ore 18 il Foyer del Teatro accoglierà l'esposizione di alcuni materiali d'archivio utili alla comprensione più profonda dell'esperienza di Camilleri nella Cittadella.
Un'esposizione temporanea site specific (in arte: pensato per un determinato ambiente e/o contesto) che sarà fruibile fino a domenica 6 ottobre, frutto di una collaborazione tra il team della Galleria d'Arte Contemporanea, con la curatela di Chiara Diegoli collaboratrice della Pro Civitate Christiana, e quello del già citato Fondo Camilleri.
Alle ore 21 la sala del Teatro della Pro Civitate Christiana, nella quale tanto operò Camilleri, ospiterà la serata ricca di interventi a opera di alcuni testimoni di diretta conoscenza come Elena Cotta, Ugo Pagliai, Mariano Rigillo a ricordo di una delle figure italiane più importanti nel panorama della letteratura e del teatro italiano; seguirà un evento esclusivo in cui saranno letti alcuni estratti di scambi epistolari inediti raccolti in un volume che sarà successivamente edito da Sellerio e curato dal filologo e critico letterario Salvatore Silvano Nigro, presenti anch'essi a rendere omaggio.
"Attraverso questa iniziativa l'amministrazione comunale - spiega l'assessore comunale Paolo Mirti - ha voluto accendere i riflettori su una pagina bella e poco nota della storia recente di Assisi: le regie teatrali che Andrea Camilleri, una delle figure più importanti della cultura italiana del Novecento, ha curato per la Pro Civitate tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60. Un'iniziativa impreziosita dalla presenza dell'editore Antonio Sellerio, del critico letterario professor Salvatore Silvano Nigro e dalla partecipazione di alcuni tra i più importanti attori teatrali italiani come Elena Cotta, Ugo Pagliai, Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini".
Per la sindaca Stefania Proietti "l'attività artistica ad Assisi di un personaggio del calibro di Andrea Camilleri racconta bene la grande vocazione culturale della nostra città che abbiamo sempre cercato di valorizzare in questi anni di amministrazione". "Un'esperienza preziosa e poco nota - aggiunge - che testimonia la vitalità della Pro Civitate Christiana e la storica capacità di Assisi di essere al centro di riflessioni e proposte artistiche di grande qualità. Proprio la straordinaria figura di Andrea Camilleri sarà il collegamento ideale tra la Città Serafica e la Regione Sicilia, quest'anno protagonista delle celebrazioni per la Festa di San Francesco".
"L'attività teatrale di Andrea Camilleri presso la Cittadella - afferma il direttore della Pro Civitate Tonio Dell'Olio - si iscrive nella molteplice e feconda proposta che la Pro Civitate intese offrire nell'ambito artistico-culturale per dire Dio attraverso il pensiero e la bellezza. Oggi la riproponiamo non quale semplice operazione di memoria ma per dare seguito a quel cammino che oggi appare estremamente attuale e di cui si avverte una drammatica necessità. È la modalità che abbiamo scelto per contribuire ad alimentare la luce di Francesco di Assisi".

 
 

Nyctalopes, 24.9.2024
LA METHODE SICILIENNE d’Andrea Camilleri / Fleuve Noir.
Il Methodo Catalanotti [Sic!, NdCFC]
Traduction: Serge Quadruppani.

« Pour le fidèle bras droit du commissaire Montalbano, l’infatigable coureur de jupons Mimí Augello, c’est une nuit comme les autres lorsqu’il doit se sauver par la fenêtre de la chambre de sa maîtresse pour échapper au mari cocu. Ce qui l’est moins en revanche, c’est de tomber à l’étage du dessous sur le voisin allongé sur son lit, élégamment vêtu… et mort.
Le lendemain matin, un appel au commissariat signale qu’un homme a été retrouvé dans les mêmes circonstances, à une adresse différente. Comment est-ce possible ? Qu’en est-il du premier corps ? Ces tableaux macabres ont un bien étrange goût de mise en scène théâtrale…
Montalbano parviendra-t-il à résoudre cette affaire, dans laquelle drame et réalité se confondent et où les cadavres disparaissent comme dans une pantomime ? »
La Sicile, ses odeurs, ses senteurs, ses saveurs, ses ombres et ses lumières, ses chants et ses silences, un petit coin perdu tout au sud de l’île où le pittoresque et le charmant côtoient hélas aussi le sordide. Et pour résoudre des crimes depuis 1994 à Vigata, nom donné dans la série à la ville natale d’Andrea Camilleri de Porto Empedocle, on fait appel à une équipe de bras cassés aux moyens financiers, mécaniques et humains trop limités pour lutter réellement contre la criminalité insulaire mais qui compensent leurs manques par une malice, une volonté sans faille et un peu de chance. L’inénarrable Catarella, le dragueur fou Mimi Aurello et le taiseux Fazio forment la garde rapprochée de Salvo Montalbano, chef de la police. Sorte de Bacri rital, compensant son irritation devant les excentricités de ses subordonnés par des abandons coupables dans les mets les plus riches de la cuisine locale, Salvo Montalbano joue parfois les gros durs, rampe devant son éternelle fiancée génoise gênante et qu’il aime beaucoup plus quand elle est sur le continent, loin de lui. A ce propos, pour les habitués, la relation entre Livia et Montalbano va connaître un rebondissement aussi imprévu que surprenant.
Alors, reconnaissons qu’au départ, l’enquête est mise de côté, le ton est assez léger et on se régale des pitreries de cette belle bande d’éclopés où Mimi et… Montalbano ne pensent qu’à baisouiller. On sent que Camilleri a eu envie de rester dans cette ambiance, célébrer encore les belles choses, les amis, le bon vin et les assiettes fumantes.  Mais si l’humour est si souvent présent au début des romans de Camilleri, c’est pour mieux vous saisir quand la chasse est lancée. Chaque enquête de Montalbano révèle des aspects bien sombres de la Sicile où le malheur n’est pas toujours imputable à l’insaisissable Mafia. Cet épisode se déroule dans le milieu théâtral, on aime beaucoup y jouer la comédie et créer l’illusion.
Andrea Camilleri, décédé en 2019, était un immense conteur qui avait aussi un grand respect pour ses lecteurs qu’il a voulu satisfaire jusqu’à la toute fin. Malade et devenu aveugle, il a dû se résoudre à dicter ses derniers écrits et notamment La méthode sicilienne.
Clete 
 

 

Radio Taormina, 25.9.2024
Presentata la Stagione Teatrale del teatro Vittorio Emanuele di Messina

Prende il via la Stagione Teatrale 2024/2025 del teatro Vittorio Emanuele di Messina, che si prospetta come ricca di contenuti e partecipazione. Ben 28 i titoli in programma, compreso l’immancabile Concerto di Capodanno.
[…]
Nel 2025, poi, spazio all’opera lirica: […] un’interessante novità, “Il colore del sole”, un monodramma su Caravaggio (da un romanzo di Andrea Camilleri, di cui nel 2025 ricorrerà il centenario della nascita), andato in scena per la prima volta a Jesi nel 2019, con musiche di Lucio Gregoretti e regia di Cristian Taraborrelli.
[…]
Simona Prestipino
 
 

La Nazione (ed. di Pisa), 26.9.2024
Pisa vista da 36 ‘vip’. Nuovo libro di Castelli
Storica firma de La Nazione e affermato scrittore presenta "A Pisa. Così 36 personaggi scoprirono la città".

Già la copertina parla chiaro: 36 volti di personaggi che, nel tempo, hanno scoperto Pisa giudicandola in vario modo, peraltro non sempre positivo. Pronto per essere presentato alla prossima edizione del “Pisa book Festival”, il nuovo libro di Renzo Castelli propone qualcosa di molto particolare, potremmo dire unico nel suo genere, un tema che però merita di essere spiegato con ordine. Nel 2010 le Edizioni ETS pubblicarono, di questo stesso autore, il libro “A Pisa. Così 36 personaggi scoprirono la città”.
Edizione ben presto esaurita anche perché rappresentava un utile vademecum sull’esperienza pisana di protagonisti della letteratura, dell’arte, della storia, della scienza e anche dello sport così com’era stata vissuta negli ultimi 400 anni. Le brevi biografie sotto la torre pendente vissute dai vari Byron, Shelley, Leopardi, Mazzini, Garibaldi, Fermi, Marconi rivivevano su quelle pagine nelle quali non si trascurava neppure grandi protagonisti del mondo dello sport quali furono, ad esempio, Jozeph Ging e Romeo Anconetani. Una collocazione che forse fece storcere il naso a tanti puristi ma che voleva sottolineare anche il ruolo sociale svolto oggi dallo sport. Tanta premessa per dire che, trascorsi 14 anni da quella positiva esperienza, le Edizioni ETS hanno sollecitato Renzo Castelli a replicare con altri 36 “personaggi che scoprirono Pisa”.
Impresa non facile alla quale questo prolifico autore ha fatto fronte sia passando in rassegna ancora nomi “classici” della letteratura, dell’arte della storia, della politica, sia ricorrendo a un gustoso stratagemma per completare il cast e renderlo più attuale: inserire anche alcuni nomi di protagonisti del nostro tempo, personaggi della cronaca che l’autore ha potuto conoscere e incontrare in tanti anni di professione giornalistica. Così, accanto ai vari Montesquieu, Stendhal, Nietsche, Melville, Borchardt, Hesse possiamo troviamo Sophia Loren, Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Oriana Fallaci, Gianni Rodari, Andrea Camilleri, Bruno Vespa, Tony Blair e tanti altri. Fino al numero complessivo di 36. Il risultato? Una lettura senza dubbio istruttiva ma soprattutto ricca di gustosi aneddoti.
 
 

AgrigentoOggi, 27.9.2024
Concorso per i giovani: “Agrigento 2025-2045 – Visioni Letterarie e Infrastrutturali” con un premio di 4.000 euro

L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Agrigento ha annunciato il concorso “Agrigento 2025-2045 – Visioni Letterarie e Infrastrutturali”, un’iniziativa rivolta ai giovani per esplorare il futuro della città attraverso l’immaginazione letteraria e l’innovazione tecnologica. Questa competizione si inserisce nel contesto di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 e ha l’obiettivo di stimolare un dibattito culturale e infrastrutturale sul futuro della comunità.
Il concorso richiede ai partecipanti di realizzare un video utilizzando l’Intelligenza Artificiale (IA) per combinare tecnologia e creatività. I video dovranno presentare idee per un nuovo sviluppo infrastrutturale ad Agrigento, impattando positivamente sull’urbanistica, la cultura, il turismo e l’economia locale. Ambientati nella storica città, i video dovranno far rivivere almeno uno dei tre celebri scrittori agrigentini: Luigi Pirandello, Andrea Camilleri o Leonardo Sciascia. Attraverso le loro opere, i partecipanti potranno affrontare il tema delle infrastrutture future, considerando progetti come il porto, l’aeroporto, il Ponte sullo Stretto e le ferrovie ad alta velocità.
Il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Agrigento, Achille Furioso, ha commentato: “Il concorso rappresenta una straordinaria opportunità per i giovani di confrontarsi con il futuro della nostra città. Attraverso l’intelligenza artificiale e l’incontro con i nostri grandi autori del passato, i partecipanti potranno dar vita a proposte innovative che contribuiranno a stimolare il dibattito culturale e tecnico sulla nostra comunità. È il nostro modo di investire nelle nuove generazioni e nel futuro del nostro territorio.”
Il concorso è aperto a studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado e universitari italiani, con un’età massima di 22 anni alla data di scadenza del bando. Il premio per il miglior video è di 4.000 euro, assegnato in base ai criteri stabiliti nel bando.
La scadenza per la presentazione dei video è fissata per l’11 gennaio 2025. Per maggiori dettagli, è possibile consultare il bando completo sul sito dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Agrigento.
Marilena Patti
 
 

Teatro Pro Civitate Christiana, 28.9.2024
Andrea Camilleri ad Assisi
Immagini, Riflessioni, Letture

PROGRAMMA:
ORE 18,30 FOYER DEL TEATRO
inaugurazione mostra materiale d'archivio sugli spettacoli teatrali rappresentati ad Assisi dal 1957 al 1961 con la regia di Andrea Camilleri

ORE 21,00 TEATRO PRO CIVITATE CHRISTIANA
SERATA CAMILLERI
saluti del Sindaco di Assisi Stefania Proietti,
del Presidente della Pro Civitate Christiana Don Tonio Dell'Olio
e di Antonio Sellerio - Editore

Intervento del Prof. Salvatore Silvano Nigro sul tema:
Le lettere di Andrea Camilleri alla famiglia
scritte tra il 1949 ed il 1960

Letture di Elena Cotta, Ugo Pagliai, Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini.

L'evento è stato organizzato in collaborazione
con il fondo Andrea Camilleri ETS

 
 

Nulla dies sine linea, 28.9.2024
Altri cinque vocaboli siculo-italiani

Continuiamo la rassegna di vocaboli ed espressioni del dialetto siciliano che vengono compresi e utilizzati anche nell’italiano regionale dell’isola e quindi nella conversazione quotidiana.
Eccone altri cinque.
1) “Alluciato” – Non c’entra niente l’alluce del piede; c’entra invece la “luce”. “In siciliano “alluciari” indica “l’effetto che fa il sole quando ferisce negli occhi; e per metafora dicesi di qualunque cosa a cui non resiste la vista” (Mortillaro).
Alluciata” era, una volta, una foto sovraesposta; “alluciato” è chi, recandosi dall’oculista per il controllo, si vede sparare nell’occhio luci accecanti che lo rendono poi orbo per diverse ore.
Nel romanzo “L’altro capo del filo” di Andrea Camilleri (ed. Sellerio, 2016), il commissario Montalbano si trova al porto di Vigàta per garantire la sicurezza nelle operazioni di sbarco dei migranti; l’autista del pullman accende improvvisamente i fari, accecando il povero agente Catarella: «Dalla machina scinnì Catarella che era completamenti alluciato e riparannosi l’occhi con le mano faciva voci».
Ad “alluciato” corrisponde in italiano, più o meno, “accecato”, “abbagliato” o “abbacinato”; questo ultimo termine deriva da “bacino” e indicava un oggetto concavo (di metallo, ceramica o altro), che veniva arroventato e avvicinato agli occhi di una persona durante un supplizio (alla Michele Strogoff, per chi conosce questo libro di Verne…); decisamente, dunque, meglio essere “alluciato” che “abbacinato”…
2) “Ammàtula” – È un avverbio e significa “invano, inutilmente”; deriva dal greco “màtēn” (μάτην), che vuol dire la stessa cosa. Questo valore emerge chiaramente nel seguente passo di Camilleri, che descrive i vani tentativi di Montalbano di sfuggire alla calura di agosto: «Ammàtula, appena susuto, era annato a farisi ‘na natata, ammàtula si era mittuto sutta alla doccia che avrebbe dovuto essiri fridda invece era càvuda pirchì l’acqua nei cassoni supra al tetto era talmente bollente che uno ci potiva calare la pasta, ammàtula si era vistuto cchiù leggio possibile. Appena messo pedi fora di casa, si era dovuto pirsuadiri che tutto sarebbe stato inutile, la calura era una vampa di foco» (“La vampa d’agosto”, Sellerio 2006, p. 165).
Nella conversazione comune, “longo ammàtula” è un ragazzo cresciuto solo nel fisico ma non nel comprendonio; “parlare ammàtula” indica invece uno sproloquiare vano e insensato (anzi, secondo Traina, un “parlar grasso, sboccatamente”).
3) “Cozzo” – Questo termine in italiano indica un urto, uno scontro (ad es. “c’è stato un cozzo fra due auto”) e si collega al verbo “cozzare”. In Sicilia il “cozzo” è invece la nuca, “la parte di dietro del capo” (Mortillaro).
Durante il mio servizio militare negli ultimi mesi ero a Palermo, ove conobbi un maresciallo molto attento al rispetto delle norme; una regola inderogabile, in particolare, prevedeva che i soldati avessero i capelli corti e, in particolare, che avessero la “sfumatura alta” sulla nuca, lasciandola del tutto scoperta. Quando qualche trasgressore gli compariva davanti, il maresciallo gli scriveva un severo biglietto di punizione con la seguente motivazione: “deteneva il cozzo sporco” (e vi lascio immaginare quali fioriti e sarcastici commenti essa potesse suscitare…).
Va detto che “cozzo” indica anche l’estremità di un filoncino di pane; anzi il “cuzziteddu” per alcuni è la parte più buona, perché più croccante.
4) “Della bella” – Non è un complemento di specificazione riferito a una donna attraente; si usa, invece, in unione con i verbi “dormire, addormentarsi” per indicare un sonno profondo. “Della bella”, quindi, assume il valore avverbiale di “bene”, se non “benissimo”.
Sempre nel romanzo “L’altro capo del filo” Camilleri descrive così il sonno profondo di Livia, l’eterna fidanzata di Montalbano, che dorme accanto a lui: «Livia durmiva della bella allato a lui. Dalla finestra trasiva la luci splàpita del primo matino» (pp. 11-12).
Quando qualcuno dorme “della bella” è difficile e inopportuno svegliarlo; potrebbe ridestarsi bruscamente e dimostrarsi (per dirla sempre in “camillerese”) “insitato sull’agro”, cioè brusco e scortese.
5) “Magari Dio” – L’interiezione “magari” deriva dal greco, ove “makàrios” (μακάριος) significa “beato, felice”; ma il semplice “magari” in siciliano sembra insufficiente ad esprimere pienamente un fervido auspicio. Allora, dalle nostre parti, quando si desidera fortemente qualcosa, a “magari” si aggiunge l’invocazione-citazione di Dio: “magari Dio potessi vincere all’enalotto!”, “magari Dio mio figlio trovasse subito lavoro!”. Insomma “magari Dio” corrisponde a un “Dio lo voglia”, a un “inch’Allah” islamico.
Nel romanzo “Le ali della sfinge” (Sellerio, 2006) Camilleri mette l’espressione in bocca a Montalbano, che si augura ardentemente di potersi liberare di un’indagine fastidiosa: «E macari Dio si scoprisse che l’omicidio è avvenuto a Borgina! […] Te lo sei scordato che Borgina dipende dal commissariato di Licata? In questo caso l’indagine passerebbe a loro» (p. 76).
La curiosità dell’interiezione “magari” è che essa, almeno nella Sicilia orientale, diventa una congiunzione con il valore di “anche”: “ci vegnu macari iu” vuol dire “vengo anch’io” (se poi gli si risponde “no, tu no” è un altro paio di maniche…).
Mario Pintacuda
 

 

Dernières Nouvelles d’Alsace, 30.9.2024
Andrea Camilleri
Énigme à la sicilienne

Le commissaire Montalbano n’a jamais été aussi proche de la retraite depuis que son créateur, l’estimé romancier Andrea Camilleri, s’en est allé en 2019, à l’âge de 93 ans.
Dans cette pénultième affaire, Mimi Augello, le fidèle adjoint du flic sicilien, découvre un cadavre dans de rocambolesques circonstances. Puis une seconde victime apparaît en la personne d’un usurier amateur de théâtre. Et lorsqu’Antonia, sublime enquêtrice de la police scientifique, se matérialise sur les lieux, le dottore Montalbano sent sa «coucourde tournevirer»…
En lisant Camilleri, on trouve toujours de quoi enrichir son vocabulaire, tant son traducteur Serge Quadruppani met un point d’honneur à respecter le style « camillerese » qui mixe faconde colorée, gastronomie sicilienne et humour débonnaire. Avec toutefois, ici, une pointe de nostalgie qui précède forcément la future ultime sortie de Montalbano. Raison de plus pour savourer ce polar italo-intemporel.
Thierry Boillot
 
 

 

 

   

 


 
Last modified Monday, October, 21, 2024