“Non
c’è rigo che io abbia pubblicato che non sia stato prima letto da lei”.
Così Andrea Camilleri diceva, con affetto e massima complicità, della
moglie Rosetta Dello Siesto, sposata nel dopoguerra (1957) e che gli era stata
accanto prima negli anni della carriera in Rai e poi nell’avventura, tardiva ma
incredibilmente fortunata, di autore di romanzi. Sessantadue anni di matrimonio,
fino alla scomparsa di Camilleri, il 17 luglio 2019, tre figlie, quattro nipoti
e due pronipoti, Matilda (cui lo scrittore ha dedicato un libro autobiografico
intitolato Ora dimmi di te. Lettera a Matilda) e il piccolo Andrea sono
solo il bilancio pubblico di una vita che Rosetta e Camilleri avevano
attraversato insieme. Milanese,
Rosetta aveva incontrato Camilleri a Roma, a teatro, dove lui dirigeva uno
spettacolo e lei, neolaureata, era stata chiamata ad affiancarlo: si trattava
infatti di una pièce su Pico della Mirandola, che era stato al centro della sua
tesi di laurea. Nel libro
dedicato alla pronipote, Andrea Camilleri ricordava con tenerezza e una sottile
auto ironia i prodromi della loro relazione: "Dopo che lo spettacolo andò in
scena partii per restare un mese in Sicilia dai miei. Trascorsa una settimana,
mi resi conto con mia grande sorpresa che non c’era stato giorno che non avessi
pensato a quella ragazza. Non riuscivo sinceramente a spiegarmene le ragioni ma
un fatto era sicuro: ogni sera, prima di addormentarmi, davanti ai miei occhi
compariva la sua immagine sorridente. Avevo due compagni di infanzia, veri e
autentici amici, e raccontai a loro lo strano fenomeno che mi stava capitando.
Devo confessarti che fino a quel momento io ero passato da una ragazza all’altra
con grande facilità. La risposta dei miei due amici fu di una semplicità
elementare: «Te ne sei innamorato». Nei restanti giorni di vacanza siciliana
ebbi modo di constatare come quella risposta fosse stata giusta. Così, appena
tornai a Roma le telefonai e la invitai a cena, lei accettò. Da quella sera
ceniamo assieme da oltre sessant’anni". E ancora: “Sono stato un uomo fortunato
e se il mio matrimonio è durato tanto ciò è dovuto principalmente
all’intelligenza, alla comprensione e alla pazienza di Rosetta. Il nostro
rapporto non è mai stato alterato da nessun evento esterno”, disse parlando di
lei.
Ora i loro destini si sono riuniti.
Lara Crinò
È morta Rosetta Dello Siesto, la moglie di Andrea Camilleri. Aveva 97 anni ed è
morta in ospedale a Roma dove era ricoverata da qualche giorno. Rosetta è stata
la compagna di una vita dell'autore siciliano, scomparso nel 2019. Si sono
sposati nel 1957: 62 anni di matrimonio da cui hanno avuto tre figlie, quattro
nipoti e due pronipoti. «Non c’è rigo che io abbia pubblicato che non sia stato
prima letto da lei», diceva Camilleri.
Cosa diceva di lei Camilleri
Nata a Milano, il primo incontro con Camilleri è avvenuto a Roma. «Fu durante le
prove di questa mia prima commedia che feci un incontro che avrebbe segnato per
sempre la mia vita», scrisse Camilleri in uno dei suoi ultimi libri, "Ora dimmi
di te. Lettera a Matilde". «Rosetta cominciò a seguire le prove, ma dopo qualche
giorno mi accorsi che il mondo del teatro e le sue regole erano mille miglia
distanti da lei. Una o due volte che le chiesi di aiutarmi concretamente per gli
effetti sonori e rumoristici mi combinò dei disastri. Se non persi le staffe fu
perché mi riusciva stranamente simpatica e la sua presenza mi metteva allegria.
Dopo che lo spettacolo andò in scena partii per restare un mese in Sicilia dai
miei. Trascorsa una settimana, mi resi conto con mia grande sorpresa che non
c’era stato giorno che non avessi pensato a quella ragazza. Non riuscivo
sinceramente a spiegarmene le ragioni ma un fatto era sicuro: ogni sera, prima
di addormentarmi, davanti ai miei occhi compariva la sua immagine sorridente.
Avevo due compagni di infanzia, veri e autentici amici, e raccontai a loro lo
strano fenomeno che mi stava capitando. Devo confessarti che fino a quel momento
io ero passato da una ragazza all’altra con grande facilità. La risposta dei
miei due amici fu di una semplicità elementare: «Te ne sei innamorato». Nei
restanti giorni di vacanza siciliana ebbi modo di constatare come quella
risposta fosse stata giusta. Così, appena tornai a Roma le telefonai e la
invitai a cena, lei accettò. Da quella sera ceniamo assieme da oltre
sessant’anni.
Oltre sessant’anni di matrimonio a unirli: nella notte tra il 30 aprile e il 1°
maggio a Roma è scomparsa Rosetta Dello Siesto; aveva 97 anni. È stata la moglie
e compagna di una vita di Andrea Camilleri (morto il 17 luglio del 2019). Una
presenza essenziale nell’esistenza dello scrittore, che di lei ha sempre detto:
«Non c’è rigo che io abbia pubblicato che non sia stato prima letto da lei». Nata a
Milano, Dello Siesto si era laureata a La Sapienza di Roma con una tesi su Pico
della Mirandola — come ha raccontato il marito nei suoi scritti — e ha
conosciuto Camilleri nella capitale, il giorno del suo debutto a teatro con la
messa in scena di Abbiamo fatto un viaggio di Raoul Maria De Angelis, al
Teatro Pirandello. Dello Siesto in quel momento era la sua aiuto regista. Di
quell’incontro, Camilleri scrisse in Ora dimmi di te. Lettera a Matilda (Bompiani,
2018), il volume-testamento dedicato alla pronipotina Matilda: «Rosetta cominciò
a seguire le prove, ma dopo qualche giorno mi accorsi che il mondo del teatro e
le sue regole erano mille miglia distanti da lei. Una o due volte che le chiesi
di aiutarmi concretamente per gli effetti sonori e rumoristici mi combinò dei
disastri. Se non persi le staffe fu perché mi riusciva stranamente simpatica
e la sua presenza mi metteva allegria. Dopo che lo spettacolo andò in scena
partii per restare un mese in Sicilia dai miei. Trascorsa una settimana, mi resi
conto con mia grande sorpresa che non c’era stato giorno che non avessi pensato
a quella ragazza». Quando Camilleri rientrò a Roma, telefonò poi a Rosetta per
invitarla a cena; «da quella sera ceniamo assieme da oltre sessant’anni»,
scrisse l’autore di Porto Empedocle. Tracce del
primo incontro con la sua futura moglie si trovano anche in una lettera che
l’allora ventottenne Camilleri inviò (era il 1953) ai genitori in Sicilia, in
cui raccontava, oltre che dell’emozione per il suo primo spettacolo, di aver
incontrato «una brunetta deliziosa» (la lettera è diventata poi un volume, Abbiamo
fatto un viaggio, edito da Henry Bayle nel 2022). La maggior
parte delle informazioni su Rosetta Dello Siesto ci giungono quasi tutte da
stralci di ricordi, memorie e pensieri che Camilleri negli anni ha lasciato nei
suoi testi. Sempre in Ora dimmi di te, il padre di Montalbano ricorda:
«Rosetta è stata la spina dorsale della mia esistenza e continua ad
esserlo (...). So di essere un uomo fortunato, e non solo perché sono riuscito a
vivere facendo esattamente quello che sognavo ma anche perché ho avuto Rosetta». Dal
matrimonio, avvenuto nel 1957, sono nate le figlie Andreina, Mariolina ed
Elisabetta. E poi nipoti e pronipoti. Ma anche tutta l’eredità letteraria del
grande scrittore, condivisa fino all’ultima pagina e all’ultima parola con la
moglie Rosetta.
In un’intervista rilasciata a Radio Capital poco prima di morire, Camilleri
disse: «Non ho rimpianti. Ho avuto una vita fortunata. Il ricordo più bello? Il
giorno in cui mi sono sposato. Fu il giorno più allegro della mia vita, con
incidenti incredibili».
Jessica Chia
“Se ne è andata la prima lettrice dei romanzi di Andrea Camilleri, Donna
Rosetta, conforto e spalla del grande narratore, mamma e nonna di una famiglia
che in lei aveva il proprio perno. Compagna di una vita vissuta con l’autore del
commissario Montalbano soprattutto a Roma, ma con incursioni continue nella
‘vera Vigata’ di Porto Empedocle e nel buen retiro toscano di Bagnolo, la
frazione di Santa Fiora in provincia di Grosseto dove gli amici più cari
andavano a trovarli.
La Strada degli Scrittori, con i suoi componenti, ricorda con affetto questa
protagonista di una straordinaria avventura letteraria, tutti vicini alle figlie
e ai nipoti”.
Così, in una nota, il direttore dell’associazione Strada degli scrittori Felice
Cavallaro commenta la scomparsa di Rosetta Dello Siesto.
Tutta l'Amiata piange la scomparsa di Rosetta Dello Siesto, morta a Roma. Aveva
97 anni ed era la vedova di Andrea Camilleri: l'autore siciliano – scomparso nel
2019 – e la famiglia erano legatissimi all'Amiata, dove possedevano una casa e
trascorrevano tutti gli anni le vacanze estive. Bagnolo era il loro buen retiro
e Santa Fiora ha intitolato a Camilleri il teatro comunale. La
ricorda così il sindaco del Comune di Santa Fiora, Federico Balocchi:
"Partecipo, personalmente e a nome dell'Amministrazione e della comunità di
Santa Fiora – scrive Balocchi sulla sua pagina Facebook – al dolore della
famiglia Camilleri per la perdita di Rosetta Dello Siesto, la vedova di Andrea
Camilleri. Rosetta, come Andrea nostro concittadino onorario, era innamorata
dell'Amiata, di Santa Fiora e di Bagnolo, dove veniva per le vacanze sin dal
1962. Da quest'anno non sarà con noi, ma è stato un grande dono poter attingere
dalla sua intelligenza, sagacia ed enorme cultura. Una persona simpatica,
intelligente, riservata, elegante, che mi mancherà molto. Un abbraccio a tutta
la famiglia Camilleri".
Andrea Camilleri e Rosetta Dello Siesto si erano sposati nel 1957 e dal loro
matrimonio sono nate tre figlie: Andreina, Elisabetta e Mariolina. Avevano
quattro nipoti e due pronipoti, Matilda (alla quale lo scrittore ha dedicato il
libro autobiografico “Ora dimmi di te. Lettera a Matilda”) e Andrea. Camilleri
parlava così della moglie: “Non c’è rigo che io abbia pubblicato che non è stato
letto da lei. Sono stato un uomo fortunato e se il mio matrimonio è durato tanto
ciò è dovuto principalmente all’intelligenza, alla comprensione e alla pazienza
di Rosetta".
Roberto Bata
Με αφορμή τη συμπλήρωση ενός αιώνα από τη γέννηση του Αντρέα Καμιλλέρι, το
Ιταλικό Μορφωτικό Ινστιτούτο Αθηνών και το Τμήμα Ιταλικής Γλώσσας και Φιλολογίας
του Εθνικού και Καποδιστριακού Πανεπιστημίου Αθηνών διοργάνωσαν τη Δευτέρα 28
και την Τρίτη 29 Απριλίου στο Αμφιθέατρο του Ιταλικού Μορφωτικού Ινστιτούτου
Αθηνών συνέδριο, αφιερωμένο στο έργο και στη λογοτεχνική κληρονομιά του με
τίτλο «Συζητώντας για τον Αντρέα Καμιλλέρι». Το διήμερο
συνέδριο προς τιμήν του Αντρέα Καμιλλέρι άνοιξε με τη συζήτηση του καθηγητή του
Τμήματος Ιταλικής Γλώσσας και Φιλολογίας Ιωάννη Τσόλκα με τον Πέτρο Μάρκαρη, τον
κορυφαίο εκπρόσωπο της ελληνικής αστυνομικής λογοτεχνίας. Ο λογοτεχνικός πατέρας
του αστυνόμου Χαρίτου μίλησε για τη συγγραφική αλλά και την προσωπική του
σχέση με τον Αντρέα Καμιλλέρι, αναφερόμενος στην εξαιρετική παιδεία και στη
φιλοσοφική κατάρτιση του μετρ του μεσογειακού νουάρ, καθώς στις απολαυστικές,
γεμάτες χιούμορ, συζητήσεις τους στη Ρώμη όπως και στα κοινά χαρακτηριστικά των
εμβληματικών πρωταγωνιστών τους.
Στη συνέχεια, ο καθηγητής Ιταλικής Λογοτεχνίας στο Πανεπιστήμιο της
Περούτζια Giovanni Capecchi έκανε μια επισκόπηση στο έργο του τιμώμενου
συγγραφέα, αναφερόμενος στα δύο αφηγηματικά είδη με τα οποία ασχολήθηκε ο
Καμιλλέρι: το αστυνομικό και το ιστορικό μυθιστόρημα. Έκανε επίσης μνεία
στην ιδιόλεκτο του Καμιλλέρι και στο πώς η δεξιοτεχνική χρήση της συνέβαλε
στην καθιέρωση της σικελικής διαλέκτου στην ιταλική λογοτεχνική παραγωγή.
Για
το «φαινόμενο Καμιλλέρι» στην Ελλάδα συνομίλησαν ακολούθως η εκδότρια Άννα
Πατάκη και η Φωτεινή Ζερβού, η κύρια μεταφράστρια του έργου του Καμιλλέρι στα
ελληνικά. Η Άννα Πατάκη αναφέρθηκε στα ορόσημα της εκδοτικής πορείας του
Καμιλλέρι στη χώρα μας, αρχής γενομένης από «Το σχήμα του νερού» που κυκλοφόρησε
στα ελληνικά το 1999 μέχρι το «Ρικκαρντίνο», το τελευταίο μυθιστόρημα με
πρωταγωνιστή τον Μονταλμπάνο, που εκδόθηκε στην Ιταλία έναν χρόνο μετά τον
θάνατο του συγγραφέα. Η Άννα Πατάκη έκανε λόγο για μια ιδιαίτερη συγγραφική
περίπτωση που απέκτησε σταδιακά ένα πιστό αναγνωστικό κοινό, το οποίο εκτίμησε
τη μεστή γραφή του, την έλλειψη φανατισμού και την πολιτική του ευαισθησία.
Η Φωτεινή Ζερβού επικεντρώθηκε από πλευράς της στην πρόκληση που αντιμετωπίζουν
οι μεταφραστές του Καμιλλέρι, ιδιαίτερα σε ό,τι αφορά τη χρήση της διαλέκτου.
Παράλληλα, μοιράστηκε την προσωπική της εμπειρία όχι μόνο ως μεταφράστρια, αλλά
και ως αναγνώστρια του Καμιλλέρι, στον οποίο εκτίμησε βαθιά τη διεισδυτική του
ματιά απέναντι σε ευαίσθητα κοινωνικά θέματα όπως το μεταναστευτικό και τον
ειλικρινή του σεβασμό απέναντι στις γυναίκες. Η πρώτη μέρα
του συνεδρίου ολοκληρώθηκε με τη συζήτηση της μεταφράστριας Δήμητρας Δότση και
του δημοφιλούς συγγραφέα αστυνομικής λογοτεχνίας Κάρλο Λουκαρέλλι, ο οποίος
εστίασε στο επιτυχημένο λογοτεχνικό πείραμα συν-συγγραφής με τον Αντρέα
Καμιλλέρι, που οδήγησε στην έκδοση των μυθιστορημάτων «Σιωπή» και «Δικαστές». Ο
Λουκαρέλλι έμαθε από τον Σικελό μετρ τη σημασία της υπομονής για έναν καλό
συγγραφέα και της ενδελεχούς επανεξέτασης όλων των δεδομένων μιας
ιστορίας προτού πάρει την τελική της μορφή. Στη δεύτερη
μέρα του συνεδρίου παρακολουθήσαμε διαλέξεις που διέτρεξαν όλες τις πτυχές του
έργου του Ιταλού μυθιστοριογράφου, από την ιδιόλεκτό του μέχρι τις αναλυτικές
γαστρονομικές αναφορές που συναντά κανείς στα βιβλία του.
Πιο συγκεκριμένα, η Gabriella Macri κατέθεσε μερικές σημειώσεις για
την «Τριλογία της Μεταμόρφωσης». Η Βικτώρια Ιωαννίδου, στην ομιλία της με
θέμα «Μεταξύ νόμων και σκιών», παρουσίασε τα εγκλήματα των βιβλίων του Καμιλλέρι
ως πορτρέτο της Σικελίας. Η Κατερίνα Φλώρου στην εισήγησή της με θέμα «Ανάλυση
του σικελικού λεξιλογίου του Καμιλλέρι» μίλησε για την προέλευσή του και τις
εκπαιδευτικές του εφαρμογές. Στη συνέχεια, η Ιωάννα Τύρου στην εισήγησή της με
θέμα «Τρώγοντας αλά Μονταλμπάνο» μίλησε για τις γαστρονομικές πηγές και για τη
γλωσσική έμπνευση στην τάξη. Η μεταφράστρια Δήμητρα Δότση παρουσίασε
τον «Καμιλλέρι χωρίς τον Μονταλμπάνο», εστιάζοντας στη Σικελία και το σικελικό
στοιχείο μέσα από τις ελληνικές μεταφράσεις των ιστορικών μυθιστορημάτων του,
η Κωνσταντίνα Γερ. Ευαγγέλου κατέθεσε σκέψεις με αφορμή τον μονόλογο του
Τειρεσία, τον οποίο αντιλαμβάνεται ως alter ego του συγγραφέα, η Μαρία
Σγουρίδου και ο Διονύσης Αλεβίζος επιχείρησαν αποτυπώσεις τέχνης και λογοτεχνίας
στα αστυνομικά μυθιστορήματα του Καμιλλέρι, η Maria Angela Patrizia Ielo μίλησε
για τον Καμιλλέρι και την αρχαιότητα, ενώ το συνέδριο έκλεισε με τις εισηγήσεις
του Ιωάννη Τσόλκα και της Μαρίας Χατζηκυριακίδου για το φαινόμενο της
μετανάστευσης στον Μονταλμπάνο.
On. Ida Carmina M5S : “ Con Rosetta Dello Siesto se ne va la compagna di vita
del maestro Andrea Camilleri, la donna riferimento esistenziale dello scrittore
empedoclino”
Apprendo con viva tristezza la scomparsa di Rosetta Dello Siesto, amatissima
moglie per oltre 60 anni del maestro Andrea Camilleri, scomparso quasi 5 anni
fa, lo dichiara Ida Carmina, deputata nazionale e già Sindaco di Porto
Empedocle, che esprime un sentito cordoglio alle figlie, ai nipoti ed alla
famiglia tutta.
Una donna, Rosetta, che è stata un faro per lo scrittore empedoclino, musa
ispiratrice e prima “lettrice “degli scritti del marito, Andrea Camilleri.
Il maestro ricordava spesso il ruolo fondamentale della moglie in ogni sua
scelta di vita e professionale, una donna Rosetta, che si ricongiunge al marito
dopo una storia d’amore, familiare e lavorativa incomparabile, un esempio, che
va narrato ai giovani siciliani, conclude, Ida Carmina.
"Preparare un parcheggio per il
Maggiolone Volkswagen, che solo lei è in grado di guidare, vari negozietti dove
potrà fare la spesa ogni mattina e perdere come sempre il portafogli, la borsa,
il telefono" per poi ritrovarli, come sempre.
E soprattutto, preparate "un letto matrimoniale per lei e Andrea, per la sera,
dove si racconteranno la giornata e si faranno una grande risata prima di
addormentarsi".
È il ricordo-auspicio espresso ai funerali di Rosetta Dello Siesto, moglie di
Andrea Camilleri, dalle nipoti e dai pronipoti nel corso della cerimonia nella
chiesa del Cristo Re a Roma.
Le nipoti, Alessandra e Arianna, hanno anche immaginato spiritosamente e
affettuosamente che lunedì 5 maggio con la nonna faranno il giro del quartiere
Prati, dove abitava.
Durante l'omelia, il sacerdote ha invece ricordato di Rosetta "la generosità, la
voglia di fare sempre del bene e in maniera discreta", senza farsi notare,
rimarcando il "grande amore" che ha legato per tutta la vita "lei e Andrea".
Il feretro è stato poi portato al cimitero Acattolico di Roma, dove Rosetta
Dello Siesto sarà sepolta vicino ad Andrea Camilleri.
Sellerio manda in libreria due volumi contenenti opere di Andrea Camilleri, il
molto amato scrittore di gialli che fu buon amico di Sciascia (e ancora ricordo
il senso di rivalità nei suoi confronti di due altri amici del grande
agrigentino, Consolo e Bufalino...) e che ho avuto la fortuna di incontrare due
volte, la prima in qualche ufficio della Rai quando vi lavorava occupandosi di
teatro, e la seconda quando era ormai più che celebre, nella redazione di
qualche giornale: un uomo di grande civiltà e di grande simpatia... Nella mia
adolescenza mi sono nutrito di fantascienza e di gialli, e continuo a
considerare certi scrittori «di genere» come mai secondi a quelli che
praticavano la letteratura che si dice e si vuole maggiore. I due libri mandati
in libreria da Sellerio nella serie «Cento anni di Andrea Camilleri»
appartengono il primo (La relazione, presentato da Antonio Franchini)
alla letteratura considerata maggiore o quantomeno più seria, ma neanche gli
altri due, riuniti in un solo volume (La strage dimenticata e La bolla
di componenda, con la cura di Luciano Canfora e Vanessa Roghi), sono
polizieschi, bensì piuttosto, sulla scia del maestro Sciascia, l'evocazione di
precisi episodi storici, d'epoca risorgimentale. Vi è evidente la lezione di
Sciascia, ma non sono inferiori a tanti risultati del Maestro (che era stato
peraltro un vero maestro elementare per diversi anni e il suo primo lavoro
furono, pubblicate in rivista, le Cronache scolastiche) neanche queste
due perlustrazioni storiche, che possono persino ricordare la Colonna infame
del Manzoni. Lo stesso Sciascia ricostruì magistralmente il massacro di Bronte,
altro pessimo episodio del nostro Risorgimento. Ne costò di lacrime, al Sud,
l'Unità d'Italia, prima e dopo il 1860...
Il secondo degli scritti di Camilleri qui raccolti, riguarda piuttosto una
oscena tradizione cattolica: l'assoluzione che si vendeva nelle chiese per
delitti ancora da commettere. Sì, l'ottimo Camilleri autore di «gialli» tanto
amati dai lettori italiani, aveva alle spalle una vocazione simile a quella di
Sciascia di indagatore di fatti storici poco analizzati dagli storici di
professione, ed è certamente l'attenzione alla storia (al «contesto») ad aver
reso così convincenti le indagini dei suoi investigatori. Come Sciascia e
nonostante fosse ben cosciente della superiorità del Maestro, anche Camilleri
era mosso da profonde convinzioni sociali e storiche, e dunque politiche.
Goffredo Fofi
Teatro Sala Umberto,
6-11.5.2025
Il Birraio di Preston Pubblicato da
Sellerio editore | Riduzione teatrale di A.
Camilleri – G. Dipasquale
Con Edoardo Siravo, Federica De Benedittis, Mimmo Mignemi
e con altri 8 attori
Produzione Teatro Al Massimo di
Palermo
Il primo rapporto con il teatro data, nella mia vita, all’incirca dal 1949. Da
questo momento in poi, si può dire, non ci siamo mai lasciati. Il movente fu un
sentimento tipico di certa gioventù inquieta, tra la noia e la curiosità.
Del teatro già da subito mi attraeva lo sperimentalismo linguistico, più che
quello teatrale. Per primo, posso dire, ho sperimentato nei teatri cosiddetti
minori autori come Beckett e Adamov. Le altre mie regie teatrali, circa un
centinaio, hanno spaziato su repertori diversi per prospettiva e storia. Non ho scritto di teatro, come sarebbe sembrato normale, ma
nel ‘67, volendo aprire un capitolo nuovo della mia creatività, scrissi
II corso delle cose, che venne puntualmente rifiutato da dieci editori.
Oggi posso assistere a come il pubblico reagisce di fronte ad un drammaturgo di
se stesso che ha già conosciuto come scrittore.
Prima di accettare l’ipotesi di una riduzione per il teatro di questa mia opera
letteraria ho resistito un bel po’. Non capivo come fosse possibile (e
ragionavo, è ovvio, da autore) trovare un contenitore spaziale, una griglia che
supportasse, senza tradirlo, il racconto. Il colloquio avuto con Giuseppe
Dipasquale ci ha fatto trovare la soluzione: una struttura drammaturgica che
salvaguardasse la scomposizione temporale del romanzo, ma condotta in modo da
localizzare scenicamente il tutto in un luogo che fosse ad un tempo un teatro
(quello, per esempio, dove poteva essere avvenuto l’incendio) e il luogo
dell’azione del racconto.
Sono stato per lungo tempo un regista per non capire quante insidie si
nascondono nella trasposizione scenica di un’opera letteraria. Ci sembra, questa
volta, di avere fatto il possibile affinché l’opera, lo spirito, l’ironia del
romanzo siano state conservate. Per il resto non posso che essere d’accordo con
quell’altro mio illustre conterraneo, quando diceva che l’opera dello scrittore
finisce quando comincia quella del regista. Andrea Camilleri
“Il birraio di
Preston” tratto dal romanzo di Andrea Camilleri è uno spettacolo messo in scena
con la regia di Giuseppe Dipasquale, che firma insieme all’autore la riduzione
teatrale. Lo spettacolo è andato in scena per la prima volta nella stagione
1998/1999 ed è stato ripreso nelle stagioni 2008/2009 e 2009/2010 con una
tournée nazionale che ha toccato le maggiori città italiane, tra cui Milano,
Roma, Torino, Genova, Padova, Bologna, Bolzano, Verona, Palermo.
«Il lavoro in Accademia, soprattutto quello che faccio con Costa, è veramente
appassionante,
io
gli ho regalato il libro con le mie poesie e gli sono piaciute: è stata una
buona cosa per me la pubblicazione di queste poesie. Questa sera vi scrivo
rubando un poco di tempo allo studio: Cosa che mi fa sgobbare maledettamente.
Quando tornerò avrò un sacco di cose da raccontarvi». Così l'1 dicembre 1949 un
giovane Andrea Camilleri pieno di ambiziose speranze, scrive da Roma ai genitori
promettendo: Vi scriverò ancora, come da titolo del corposo volume
stampato da Sellerio (pagine 521, euro 17) che raccoglie il suo epistolario. Le
lettere, lunghe e dettagliate, vanno dal 1949 agli anni '60, come precisano le
figlie Andreina, Elisabetta e Mariolina, e raccontano un tempo che va «dal suo
primo anno romano come studente fuori sede dell'accademia d'Arte drammatica,
fino al trasferimento da Porto Empedocle a Roma dei genitori». Camilleri si era trasferito a
Roma grazie a una borsa di studio con la quale era stato ammesso all'Accademia
nazionale d'arte drammatica per studiare sotto la guida di Silvio d'Amico e,
soprattutto, di Orazio Costa. Furono anni entusiasmanti ma anche problematici.
Il giovane Camilleri, come riferisce il prof. Salvatore Silvano Nigro nella
prefazione, «era povero, come spesso era solito confessare. Era anche
angustiato, affannato e ansante. Ma non gli mancarono prestigiosi
riconoscimenti, come poeta, come aiuto regista, come regista in proprio, e come
esperto del teatro internazionale incaricato di redigere voci importanti per l'Enciclopedia
dello spettacolo. Come poeta venne incluso, per volontà di Ungaretti,
nell'antologia I poeti di Saint-Vincent apparsa nella importante collana
«Lo Specchio» di Mondadori». A cent'anni dalla nascita
(Porto Empedocle, 06/09/1925)
le lettere, ritrovate per caso dopo la sua scomparsa (Roma,17/07/2019) sono
«quasi un diario quotidiano in cui, accanto ad una certa irruenza giovanile, è
presente una grande ironia, tratto che ha sempre caratterizzato la sua vita e la
sua futura produzione letteraria». Le lettere documentano il suo
impegno negli studi e la sua passione artistica, le gioie e le delusioni, le
ristrettezze anche economiche, i primi successi, le speranze mai rimosse, la
perspicacia di un uomo che aveva intuito il potere dell'arte animato da un
sentimento creativo sempre vigile; gli spostamenti per lavoro quando la
compagnia teatrale era in movimento, la forte emotività di un lavoro che doveva
aprirgli altri orizzonti, la spazialità di un richiamo in cui già si muovevano
le sagome di un futuro
letterario intenso e geniale. «Quello delle lettere»,
scrivono le figlie in una nota, «è stato un importante e inaspettato
ritrovamento fra le carte di nostro padre. Quando era già iniziato il lavoro di
censimento della documentazione sono state rinvenute in un luogo che non
immaginavamo potesse conservarle intatte per anni e anni. Una cantina». Si
tratta di circa duecento epistole che testimoniano un profondo legame con la
famiglia e una costanza nello studio e nei confronti del mondo che hanno
accompagnato l'autore per tutta la vita e «gli hanno permesso di diventare lo
scrittore, l'uomo di cultura e di impegno civile che tutti conoscono». Le tre figlie dello
scrittore, avevano iniziato nel 2018 il recupero della documentazione cartacea
raccolta nel corso degli anni in circa 200 faldoni. Il traguardo di questo
lavoro consiste nella creazione nel 2022 del Fondo Andrea Camilleri, dove oltre
all'archivio è conservata la biblioteca dello scrittore. In questo laborioso
lavoro le figlie rintracciarono anche il suo primo racconto e il suo primo testo
teatrale Giudizio a mezzanotte che lui ricordava di aver gettato, nel
1947 dal finestrino di un treno in corsa. E invece l'aveva conservato. Le lettere, «per definizione
dello stesso Camilleri, sono rendiconti di tutto quanto gli accadesse a Roma.
Hanno una frequenza fitta. Camilleri si era infatti ripromesso di scrivere ai
genitori ampiamente, cioè, dettagliatamente, almeno ogni tre giorni, dicendo
tutto di sé senza nulla tacere. Era puntiglioso». Per Nigro l'epistolario «è un
ricco zibaldone di svariati racconti brevi e minimi, piacevoli sempre,
umoristici e disinvolti senza reticenze e senza falsi pudori. Camilleri voleva
"notiziare" la famiglia. Il verbo è suo. Lo usa molto spesso nelle lettere. Ed è
un verbo che può sembrare bassamente burocratico. Non lo è». Camilleri scrive soprattutto
alla madre, «nella lingua domestica; nel lessico familiare, ma a volte inciampa
in qualcosa di sconveniente, di irriguardoso». Avviene nella lettera del 22
marzo 1950. Deve preparare una antologia di testi religiosi da far leggere ad
attrici e attori per conto della Radio Vaticana: «Nell'occasione conosce Anna
Proclemer, la bella moglie di Brancati... e definisce lo scrittore "un povero
cornuto!!"» Il 23 maggio 1955 scrive alla mamma di un successo registico
«travolgente, come dicono i critici stessi, trionfale, gli applausi si sono
mutati in vere e proprie ovazioni».
La strada era aperta. Nel 1957 sposò Rosetta dello Siesto (morta appena cinque
giorni fa, a 97 anni), vennero le tre figlie, Andreina, Elisabetta e Mariolina,
i nipoti e i bisnipoti, i primi lavori, le regie teatrali, grazie
all'apprezzamento di Silvio D'Amico, il lavoro in Rai, l'insegnamento
universitario. Durante le rivolte studentesche del '68, fu uno dei pochi docenti
ad essere scelto assieme a Dario Fo per far lezione anche in quei giorni di
burrasca. Quando scrisse il primo romanzo non trovava un editore. I suoi inediti
per dieci anni ebbero solo rifiuti prima che la Sellerio
nella persona di Elvira, factotum della casa editrice e straordinaria donna di
cultura, pubblicasse un suo libro: e da allora non si è più fermato.
Francesco Mannoni
Con più di 50
relatori, 16 editori, tre mostre e un ricco programma culturale l’Italia si
presenta come Ospite d’Onore alla ventunesima Fiera internazionale del libro di
Salonicco che si svolge presso il centro espositivo TIF-Helexpo dall’8 all’11
maggio. E lo fa riscoprendo la propria vicinanza alla Grecia sotto il segno del
tema prescelto, Orizzonti vicini: proprio quegli orizzonti che da sempre
i due Paesi condividono, indagati attraverso quel formidabile strumento di
dialogo, riflessione, reciproca comprensione e incessante stimolo di idee che
sono i libri. Alla cerimonia di inaugurazione della Fiera l’Italia sarà
rappresentata dall’ambasciatore d’Italia ad Atene Paolo Cuculi e dal presidente
AIE Innocenzo Cipolletta.
[…] Tema e
programma […] Avventure di terra e di mare è il tributo a due autori che al superamento
delle colonne d’Ercole hanno praticamente dedicato la carriera, tracciando nuove
rotte creative e conquistando milioni di lettori in tutto il mondo: Andrea
Camilleri e Hugo Pratt. Lo scrittore siciliano, di cui quest’anno ricorre il
centesimo anniversario dalla nascita, sarà il protagonista di 100 di questi
Montalbano. Omaggio ad Andrea Camilleri, una tavola rotonda che vedrà la
partecipazione del grande scrittore greco Petros Markaris (padre del commissario
Kostas Charitos, l’ideale gemello ellenico di Montalbano), di Anna Pataki della
casa editrice Patakis (che pubblica in Grecia i romanzi di Camilleri) e
di Valentina Alferj (che ne è stata storica assistente e agente letteraria).
[…] Le mostre
All’interno del Padiglione italiano i visitatori potranno ammirare la mostra
[…] Camilleri 1925-2025, che nell’ambito di Camilleri 100 –
promosso dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita
di Andrea Camilleri, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione
Internazionale e il Fondo Andrea Camilleri – valorizzerà vita, opere ed eredità
del gigante letterario siciliano attraverso un percorso didattico fatto di
testi, immagini e citazioni curato dal professor Giovanni Capecchi.
[…]
Letture, maratone d’ascolto, racconti per i ragazzi: al Salone Internazionale
del Libro di Torino, l’evento culturale clou dell’anno dedicato alla lettura, ai
lettori, all’editoria, sono tre gli appuntamenti in calendario per ricordare
Andrea Camilleri nel centenario della nascita.
Si comincia sabato 17 maggio con Guardie e ladri. Dieci avventure del
commissario Montalbano, un evento pensato per il pubblico più giovane,
realizzato in collaborazione con Sellerio (il 17 maggio alle 14.15); si prosegue
in collaborazione con Audible con una Maratona d’ascolto Camilleriana e
un racconto intimo e inedito di Alessandra Mortelliti sul nonno Andrea (il 17
maggio alle 18.30). Domenica 18 maggio scrittori e scrittrici italiani si
confrontano con le storie di Camilleri raccolte in una nuova collana pubblicata
da Sellerio in occasione del centenario.
Tutte le informazioni nel nostro Calendario e
nel programma dettagliato
del “Salone del Libro”.
Il 6 settembre 1925, esattamente cento anni fa, nasceva a Porto Empedocle Andrea
Camilleri. Al grande scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo siciliano
scomparso nel 2019, creatore del commissario Montalbano e alfiere del
rinascimento del giallo italiano nel mondo (i suoi libri sono stati tradotti in
oltre trenta lingue), è dedicato un omaggio a 360 gradi, con lo scrittore Petros
Markaris (padre di un altro celebre commissario della letteratura mediterranea,
Kostas Charitos), l'editore Anna Pataki (di Patakis, la casa che pubblica in
Grecia i romanzi di Camilleri) e Valentina Alferj (storica assistente e agente
dell'autore siciliano).
All’interno del Padiglione italiano i visitatori potranno ammirare la mostra Camilleri 1925-2025, che nell’ambito di Camilleri 100 –
promosso dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita
di Andrea Camilleri, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione
Internazionale e il Fondo Andrea Camilleri – valorizzerà vita, opere ed eredità
del gigante letterario siciliano attraverso un percorso didattico fatto di
testi, immagini e citazioni curato dal professor Giovanni Capecchi.
Ninni Bruschetta,
Donatella Finocchiaro e Massimo Venturiello danno voce agli indimenticabili
personaggi camilleriani: da Salvo Montalbano al Giudice Surra, passando per i
rocamboleschi protagonisti dei romanzi storici Audible
celebrerà i 100 anni dalla nascita di Andrea Camilleri al Salone del Libro.
Attraverso il prezioso ricordo della nipote e attrice Alessandra Mortelliti, il
18 maggio alle 18:30 presenterà la Maratona d’ascolto Camilleriana , con
le letture in cuffia di Finocchiaro, Bruschetta e Venturiello
I nuovi titoli a firma Camilleri si inseriscono nel più ampio progetto di
Audible da portare in audio una nutrita selezione del meglio della narrativa
gialla della casa editrice Sellerio, mettendo a disposizione di tutti gli
appassionati di storie in cuffia oltre 70 titoli Morte in
mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano letto
da Massimo Venturiello, La relazione letto da Donatella Finocchiaro, La
strage dimenticata letto da Ninni Bruschetta sono disponibili da oggi, 8
maggio, su Audible.it. Per i 100
anni dalla nascita di Andrea Camilleri, Audible – società Amazon tra i maggiori
player nella produzione e distribuzione di audio entertainment di qualità
(audiolibri, podcast e serie audio) – ha scelto di celebrare l’amato scrittore
siciliano mettendo a disposizione nel suo catalogo 30 audiolibri in
esclusiva, grazie all’accordo con la casa editrice Sellerio: dalle interazioni
del più celebre commissario italiano, Salvo Montalbano, ai romanzi storici; dai
suoi scritti di denuncia ai titoli meno conosciuti al grande pubblico. Il
nuovo progetto in esclusiva di Audible si apre con tre audiolibri che incarnano
le diverse anime della poliedrica produzione camilleriana. L’attore Ninni
Bruschetta darà voce a La strage dimenticata del 1984, insieme a La
bolla di componenda del 1993, in arrivo su Audible dal 15 maggio. Si tratta
delle indagini di due stragi avvenute nel 1848 in Sicilia, che furono
volutamente oscurate dalle autorità e dimenticate dagli storici. Attraverso il
racconto di quelle stragi, Camilleri intende come il brigantaggio prima, e la
mafia poi, si fecero spazio a danno dello stato nell’Italia postunitaria. Così ha
commentato Ninni Bruschetta: ”Camilleri è stato uno scrupoloso cantastorie,
che ha sottratto all’oblio vicende che rischiavano di essere dimenticate.
Poterle raccontare è stato per me come immergermi in un tempo sospeso, in un
altrove dove la voce può risuonare con forza grazie all’eco del passato e
arrivare al presente.“
L’attrice Donatella Finocchiaro legge invece La relazione, romanzo
del 2014 lontanissimo dalla Sicilia e dal siciliano camilleriano, e ancora più
lontano dall’ironia che attraversa tutta la produzione del Maestro . Un
thriller che vede un integerrimo funzionario che, complice la stesura di una
relazione bancaria da completare in una rovente estate romana, precipita in un
intrigo di potere. Dal 15 maggio sarà disponibile, letto dalla stessa
Finocchiaro, anche Il Giudice Surra: e altre indagini in Sicilia, una
raccolta di tre brevi gialli ambientati in Sicilia, scritti nel 2005 e 2011. La
leggerezza e l’ironia che caratterizzano anche i romanzi del più famoso
commissario si ritrovano in questa sequela di delitti e intrighi di rara
bellezza. ”Camilleri
è stato molte cose e molti generi insieme. E nel mare magnum della sua
produzione, La relazione è indubbiamente un unicum. Dare voce alla tensione e
all’inquietudine del protagonista ha rappresentato per me un viaggio emotivo
inaspettato in cui è stato facile precipitare insieme.” ha
aggiunto Donatella Finocchiaro. All’attore e
doppiatore Massimo Venturiello l’importante compito di dare una nuova voce a
Salvo Montalbano, tra i personaggi più amati e conosciuti al pubblico italiano.
Il siciliano inventato del Maestro, l’allegro vociare del commissariato di
Vigàta, l’italiano di Livia, tutto questo verrà riplasmato e consegnato agli
ascoltatori in un nuovo vestito sonoro. L’avventura scelta tra la mastodontica
produzione dedicata al commissario è Morte in mare aperto e altre indagini
del giovane Montalbano, a cui si aggiungerà Gita a Tindari dal 15
maggio. “Dare voce
a Salvo Montalbano è stata una grande responsabilità: per me ha significato
misurarsi con un personaggio incluso nell’immaginario collettivo, che appartiene
ormai alla memoria affettiva del nostro Paese. Reinterpretare la lingua pensata
per lui da Camilleri, ricreare il ritmo inconfondibile tra ironia e malinconia è
stato un compito delicato e, al tempo stesso, un privilegio raro.”
Ha aggiunto Massimo Venturiello. I tre attori
saranno le voci d’eccezione della Maratona d’ascolto Camilleriana, organizzata
da Audible nell’ambito del Salone del Libro di Torino. Sabato 18 maggio, alle
ore 18:30, presso La Pista 500 della Pinacoteca Agnelli, gli spettatori potranno
festeggiare i 100 anni dalla nascita di Andrea Camilleri attraverso il prezioso
ricordo della nipote e attrice Alessandra Mortelliti.
I primi tre audiolibri di Andrea Camilleri, Morte in mare aperto, La
relazione, La strage dimenticata sono disponibili in esclusiva a partire
dall’8 maggio su Audible.it.
Giò
Per il Dramma Popolare di San Miniato, l’immagine che accompagna ogni edizione,
è molto di più di un semplice manifesto per pubblicizzare la Festa del Teatro.
E’ arte che racconta, con il linguaggio del colore e con le riflessioni del suo
autore, i significati più profondi della messa in scena del Teatro del Cielo. Quest’anno è
Luca Macchi, una delle voci più autorevoli del territorio e della Toscana -
attuale presidente dell’Accademia degli Euteleti -, ad interpretare "Autodifesa
di Caino" di Andrea Camilleri, lo spettacolo principale che andrà in scena sulla
storica piazza del Duomo. L’opera sarà
svelata e presentata, domani alle 18 nella Biblioteca del Seminario Vescovile
dal presidente della Fondazione Idp, Marzio Gabbanini, e dall’autore. E andrà ad
aggiungersi alla lunga serie di opere preziose, incisioni, per lo più su legno e
poi riprodotte al torchio per anni nella storica tipografia Palagini che da
tempo non c’è più e che ha stampato gran parte della storia del Teatro del
cielo.
Quest’anno ci sarà Luca Zingaretti a portare in scena un testo mai rappresentato
di Camilleri. Lo spettacolo andrà in scena 24, 25 e 26 luglio. Intanto l’artista
Macchi mostrerà una prima interpretazione del grande evento.
Carlo Baroni
Pesto trapanese, pasta alla Norma, pasta ‘ncasciata, Sicilian cannoli, arancini:
for fans of Andrea Camilleri, this is all a day in the life of his gourmand
detective Salvo Montalbano – when he’s not hunting down mobsters and murderers
at least. The quirky
sleuth’s love of his native Sicilian cuisine is one of the highlights of the
21st Thessaloniki International Book Fair, which opens on Thursday, with Italy
as its guest of honor and a special tribute to Camilleri. Alongside his books,
visitors will also get to taste some of the dishes featured in his stories,
specially prepared by two Italian restaurants in Thessaloniki. “We’ll be
serving pasta alla Norma, Montalbano’s favorite dish from Catania, made with
eggplant, tomatoes, and basil,” says Pasquale Lembo, chef and owner of Mare e
Monti in the northern port city’s Panorama district. The dish is named after
Bellini’s opera “Norma,” another Sicilian masterpiece. “We’ll also
serve pasta trapanese, a dish from Trapani with tomatoes, basil and almonds,
which the inspector also enjoys. And maybe we’ll offer pasta ‘ncasciata –
oven-baked and typically served on Sundays in Sicily, made with provolone and
ricotta. It’s like Montalbano’s version of pastitsio,” adds the chef. The idea for a
Montalbano-themed fair was developed by the Hellenic-Italian Chamber of Commerce
in Thessaloniki and the Book Fair, as part of the centenary celebration of
Andrea Camilleri’s birth (1925–2019). In Camilleri’s Mediterranean noir
universe, food plays a central role, and Montalbano often solves crimes over a
good meal. “Camilleri
himself ate very little in his later years for health reasons, but he wrote
about food often, just like his inspiration, Spanish author Manuel Vazquez
Montalban,” explains Francesco Neri, director of the Italian Cultural Institute
in Athens and curator of Italy’s program at the fair. “We wanted to
create a tribute not only to Camilleri’s books, but also to his cuisine,” says
Neri. “This way, the exhibition reaches beyond its venue and connects with the
city.”
“We Italians talk about everything at the table – with food and wine. So we
thought, why not present Camilleri’s books in a way that lets us also taste
them?” adds Lembo, who is also vice president of the Hellenic-Italian Chamber.
Nikolas Zois
TAORMINA. Una settimana “letteraria” per omaggiare e ricordare uno degli
scrittori siciliani più amati e più conosciuti nel Mondo, a cent’anni dalla sua
nascita. Sette giorni che la Fondazione Taormina Arte dedicherà all’inventore
del Commissario Montalbano e di personaggi che hanno lambito le sponde di luoghi
lontanissimi dalla Sicilia ma vicini in termini filiali. Dal 31 agosto al 6
settembre 2025, anche la Città di Taormina omaggerà il genio di Andrea
Camilleri, con eventi che culmineranno proprio il 6 settembre, giorno in cui lo
scrittore e drammaturgo nacque a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, nel
1925. Ovviamente, nel centenario di Camilleri, la Sicilia e anche Taormina non
potevano esimersi dal celebrare un evento di tale portata, visto che il maestro
ha rappresentato per tutto il Mondo della Letteratura un punto di riferimento. E
lo è ancora oggi, dato che i suoi romanzi sia storici che polizieschi sono letti
e riletti da generazioni di appassionati e da addetti ai lavori, che trovano in
Camilleri il baluardo della sicilianità e dell’estro isolano. Camilleri ha
rappresentato, nel corso della sua carriera, un coacervo di grandi valori e di
alta competenza linguistica, avendo inventato un registro che molti gli
invidiano e che viene considerato la cifra stilistica maggiore della sua
creatività. Ma, oltre a questo, è stato anche un innovatore, un uomo fuori dagli
schemi e che ha fortemente voluto bene alla sua terra. Un intellettuale scomodo,
a volte, e che tuttora fa discutere i critici letterari sull’Universo narrativo
che ha inventato di sana pianta, attingendo dal serbatoio della sua Isola. Per
questo motivo e per altro, dunque, “Camilleri 100” sarà una grande festa,
organizzata da Taormina Arte e promossa dall’Assessorato regionale ai Beni
culturali e all’Identità siciliana, retta da Elvira Amata che è stata presente
alla cerimonia di presentazione dell’evento, a Roma. Nelle prossime settimane si
saprà molto sul programma delle sette serate taorminesi. Mentre anche in altre
parti d’Italia si stanno scaldando i motori per celebrare l’evento. Una
ricorrenza che sarà sostenuta pure dall’Associazione Fondo Andrea Camilleri, dal
Comitato nazionale Camilleri 100, da Palomar, da Rai Fiction e da Siae.
Significativa anche la partnership con il “Comitato nazionale per le
celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Camilleri”, costituito dal
Ministero della Cultura, che parteciperà alle numerose iniziative in programma.
Enrico Scandurra
Sarà l’analisi psicologica delle trame e dei personaggi narrati nei libri di
Andrea Camilleri e Maurizio de Giovanni il tema dell’incontro del 14 marzo alle
ore 18.00 presso la biblioteca di Vigevano. A proporre questo interessante e
originale argomento sarà il Prof. Giuseppe Fabiano, psicoterapeuta e docente
universitario, che analizzerà i risvolti e le caratteristiche psicologiche della
narrazione in generale e in particolare di quella dei personaggi dei due grandi
giallisti italiani. Sarà quindi possibile anche confrontare tra loro il
Commissario Montalbano e il Commissario Ricciardi e i personaggi raccontati nei
Bastardi di Pizzofalcone sottolineandone similitudini e differenze e
rapportandole a quel patto particolare sottinteso
dal rapporto tra lo scrittore e il lettore.
È un evento per “IL MAGGIO DEI LIBRI 2025”.
Giuseppe FABIANO
Psicologo psicoterapeuta, già Direttore Centro Salute Mentale ASL Roma 6,
docente universitario, autore del Libro “Nel segno di Andrea Camilleri. Dalla
narrazione psicologica alla psicoterapia” (Premio Casentino 2022 sezione
Saggistica) e con Stefano Sinelli di “Del silenzio non si può tacere” (Premio La
Ginestra Fiorenze 2024 e Premio Eccellenza Internazionale Milano 2024).
Componente del Comitato per le celebrazioni del centenario della nascita di
Andrea Camilleri. Con Maurizio de Giovanni a Villa Floridiana a Napoli ha
condotto l’incontro “Il Commissario Ricciardi: il labirinto dell’anima tra
regime, dovere e amore”.
Andro, 9.5.2025
Πέτρος Μάρκαρης: «Όταν συνάντησα τον Andrea Camilleri…»
Όπως αποκάλυψε ο κορυφαίος έλληνας συγγραφέας αστυνομικής λογοτεχνίας, οι δύο
μετρ συναντήθηκαν όταν ήταν ήδη σε μεγάλη ηλικία και διαπίστωσαν πως οι ζωές
τους είχαν πάρα πολλά κοινά. Ο Δημήτρης Κιουσόπουλος παρακολούθησε το
αφιερωματικό διήμερο, με αφορμή τα 100 χρόνια από τη γεννήση του ιταλού
συγγραφέα, στο Ιταλικό Μορφωτικό Ινστιτούτο Αθήνων και γράφει τις εντυπώσεις
του.
H Ιταλία είναι η τιμώμενη χώρα στη φετινή Διεθνή Έκθεση Βιβλίου Θεσσαλονίκης που
μόλις άνοιξε τις πύλες της στη συμπρωτεύουσα, και η λογοτεχνία και ο πολιτισμός
της γείτονος έχουν φυσικά την τιμητική τους. Ανάμεσα στις πολλές εκδηλώσεις που
θα γίνουν στο ιταλικό περίπτερο της ΔΕΒΘ ξεχωρίζει το αφιέρωμα για τα 100 χρόνια
από την γέννηση του Andrea Camilleri (1925-2025), το Σάββατο 10 Μαΐου στις
17.00, με τον φίλο και συνάδελφο του τιμώμενου, τον συγγραφέα Πέτρο Μάρκαρη, την
εκδότρια Άννα Πατάκη (εκδότρια των έργων του για την Ελλάδα) και την βοηθό και
ατζέντη του Camilleri, την Valentina Alferj.
Μια πρώτη γεύση όμως από τη γνωριμία του Πέτρου Μάρκαρη (δημιουργό του διάσημου
επιθεωρητή της μεσογειακής λογοτεχνίας Κώστα Χαρίτου) με τον δημιουργό του
Επιθεωρητή Μονταλμπάνο και γενικά για το έργο του και την αστυνομική λογοτεχνία
είχαμε την ευκαιρία να πάρουμε λίγες μέρες νωρίτερα, στο συνέδριο “Συζητώντας
για τον Andrea Camilleri” (28 και 29 Απριλίου 2025). Το αφιερωματικό
διήμερο πραγματοποιήθηκε με αφορμή τα 100 χρόνια από τη γεννήση του συγγραφέα
στο Ιταλικό Μορφωτικό Ινστιτούτο Αθήνων στην Οδό Πατησίων, σε συνδιοργάνωση με
το Τμήμα Ιταλικής Γλώσσας και Φιλολογίας του Εθνικού και Καποδιστριακού
Πανεπιστημίου Αθηνών. Η καθιερωμενη αυτή θεσμική συνεργασία για τα επόμενα
χρόνια έχει ήδη προγραμματίσει ανάλογες εκδηλώσεις για την Έξοδο του Μεσολογγίου
(2026) και την επέτειο του Ούγκο Φόσκολο (2027). Με συμμετοχή
πολλών διακεκριμένων Ελλήνων και Ιταλών εισηγητών, το διήμερο ανέδειξε
διαφορετικές όψεις από τη ζωή και το έργο του μεγάλου αφηγητή, που το κοινό
γνώρισε κυρίως μέσα από τα βιβλία και τις τηλεοπτικές μεταφορές του επιθεωρητή
Μονταλμπάνο. Οι εισηγήσεις αφορούσαν θέματα όπως η γλώσσα του Camilleri, η
Σικελία και η σπουδαιότητά της, η γαστρονομία ως εργαλείο διδασκαλίας, η σχέση
με την ελληνική αρχαιότητα και το φαινόμενο της μετανάστευσης. Εξαιρετικά
προβεβλημένη ανάμεσα στις εκδηλώσεις του προγράμματος, ήταν η συζήτηση του
Πέτρου Μάρκαρη με τον καθηγητή Ιωάννη Τσόλκα (ΕΚΠΑ). Οι δύο
συγγραφείς γνωρίστηκαν στην Ιταλια το 2004, όταν ο Μαρκαρης ήταν 68 ετών και ο
Καμιλλέρι 78, και ανακάλυψαν ότι είχαν βίους παράλληλους. Και οι δύο ξεκίνησαν
από το θέατρο, μετά πέρασαν στον κινηματογράφο ως σεναριογράφοι, έγραψαν και οι
δύο το πρώτο τους αστυνομικό μυθιστόρημα μετά τα 55! Και οι δύο τους είχαν
προβλήματα όρασης, συγκεκριμένα γλαύκωμα. Ο Καμιλλέρι και στα δύο μάτια, ο
Μάρκαρης μόνο στο ένα. Και η εταιρεία πού έκανε τηλεοπτική σειρά τα
μυθιστορηματα του Μονταλμπάνο πρόεκιται να κάνει το ίδιο με τον αστυνόμο Χαρίτο. Η συζήτηση
αφορούσε τόσο την ανθρώπινη διάσταση της γνωριμίας τους, όσο και τα γενικά
χαρακτηριστικά του λογοτεχνικού είδους που τους ανέδειξε. Όπως συγκεκριμένα και
άμεσα εξήγησε ο Πέτρος Μάρκαρης, το αστυνομικό μυθιστόρημα μπορεί να
κατηγοριιοπιηθεί τουλάχιστον σε τρεις μεγάλες ομάδες. Το αγγλοσαξωνικό, που
είναι πιο στενά αστυνομικό, το σκανδιναυικό, που είναι και κοινωνικό
μυθιστόρημα, και το μεσογειακό, που έχει κοινωνικό αλλά και βαθιά πολιτικό
χαρακτήρα. Τα μυθιστορήματα αυτά έχουν μία συνεχή ματιά στα πολιτικά γεγονότα
και τεκταινόμενα της κοινωνίας στην οποία εξελίσσονται. Σε αντίθεση
με το αγγλοσαξωνικό μυθιστόρημα, στο μεσογειακό το αστυνομικό μυστήριο δεν είναι
αυτοσκοπός, αλλά μέσο πολιτικής κριτικής. “Όλοι πωλούνται, όλοι αγοράζονται,
κάνεις δεν θυμάται τι είναι η αξιοπρέπεια” είναι μια χαρακτηριστική φράση από
ήρωα του Καμιλλέρι. Η διασύνδεση με την κοινωνία αλλά και την πολιτική δίνει
αυτή την ιδιαιτερότητα στη γραφή του. Ακόμα πιο συνοπτικά: στο
αγγλοσαξωνικό μυθιστόρημα το ερώτημα είναι “ποιός”. Στο μεσογειακό,“γιατί”. Η
συνοπτικότητα, σύμφωνα με τον Μάρκαρη, είναι ένα ακόμα ένα χαρακτηριστικό
του Καμιλλέρι, ο οποίος ήταν περιεκτικός και συνεκτικός στη γραφή του –
σύντομος. Τον χαρακτήριζε επίσης η μαεστρία στο σχόλιο και στη συμπυκνωμένη
άποψη. Δεν τα έβαζε όλα έτοιμα στο πιάτο, άφηνε περιθώρια στον αναγνώστη να
κάνει τη δική του παράλληλη ιστορία. Σήμερα είναι όλα εξηγημένα μέχρι την
τελευταία λεπτομέρεια – αυτό με εκνευρίζει, προσθέτει ο Μάρκαρης. Τον Μάρκαρη
εκνευρίζουν επίσης οι περίεργοι ήρωες, όπως ο Ηρακλή Πουαρώ. Ο Μονταλμπάνο ή ο
δικός του Κώστας Χαρίτος, είναι αντιήρωες. Κοινό χαρακτηριστικό τους, δεν είναι
και δεν παριστάνουν τις ιδιοφυίες. Δεν είναι Σέρλοκ Χολμς, να λένε κάθε τόσο
υποτιμητικά στον εκάστοτε συνομιλητή: Elementary, Watson. Αυτό που είναι
σημαντικό αντίθετα στον Καμιλλέρι είναι το χιούμορ. Στον Καμιλλέρι το χιούμορ
δεν είναι απλό σχόλιο, είναι δομικο στοιχείο. Κατά τον
Μάρκαρη το χιούμορ λείπει από τη νέα λογοτεχνία. Σήμερα η μαυρίλα θεωρείται
τεκμήριο βαθυστόχαστης σκέψης. Την εποχή του Καμιλλέρι, το ανατρεπτικό χιούμορ
λειτουργούσε ως είδος επιχειρήματος. Η γενιά του τα αντιμετώπιζε όλα με
χιούμορ, ακόμα και την απελπισία. Οι απαντήσεις του ήταν συχνά ξεκαρδιστικές.
Στις συναντήσεις τους ο νεαρός διερμηνέας πριν μεταφράσει από τα ιταλικά στα
αγγλικά έπρπε πρώτα να συνέρχεται από τα γέλια. Όταν ο Μάρκαρης ρώτησε τη γνώμη
του για την κυβέρνηση Πέντε Αστέρων, η απάντηση ήταν απλή: Νοσταλγώ τον
Μπερλουσκόνι. – Όταν ήλθε, είπαμε δεν έχει χειρότερο. Τελικά είχε. Ένα
χαρακτηριστικό του Μονταλμπάνο (που μοιράζεται με τον Χαρίτο) είναι το φαγητό. Η
κουζίνα σε αυτά τα μυθιστορήματα είναι μία ιεροτελεστία: οι συζητήσεις τι θα
μαγειρέψει. Στις συζητήσεις τους πάντως, Καμιλλέρι και Μάρκαρης δεν μιλούσαν για
φαγητό, αλλά κυρίως για τα πολιτικά και κοινωνικά θεματα, κυρίως για την Ελλάδα
και την Ιταλία, και μία ευρύτερη άποψη για την αριστερά. Θεωρούσε
μάλλον ότι είναι καλύτερα στην αντιπολίτευση, ακολουθώντας την πολιτική του
Τολιάτι, ότι “δεν είμαστε κόμμα κυβερνητικό, αλλά κόμμα που πολεμά το σύστημα,
ώστε ο κόσμος να ζήσει καλύτερα”. Η ξεκάθαρη πολιτική τοποθέτηση του συγγραφέα
από τα νεανικά και φοιτητικά του χρόνια, που μεταφέρεται και στα έργα του, είναι
η μάτια ενός κομμουνιστή του πρώτου μεταπολέμου. Ένα χαρακτηριστικό που
προϋπήρχε και σε παλαιότερους συγγραφείς, όπως για παράδειγμα ο επίσης Σικελός
Leonardo Sciascia (Σάσα).
Για τον Καμιλέρι ένα κριτήριο για να περιγράψει μια κοινωνία ήταν η ηθική του
μοτορίνο (το σκούτερ). Διαπίστωνε την καθημερινή παράβαση κανόνων. Για να
καταλάβετε τις αξίες της κοινωνίας, παρατηρείστε το πώς οδηγούν οι οδηγοί σε μία
πόλη, έλεγε. Βγαίνοντας κατόπιν στην Πατησίων, μπορούσα να βγάλω προφανή
συμπεράσματα.
Non c’è rigo che io abbia pubblicato che non sia stato letto da lei. Lo
scrittore è Andrea Camilleri, lei è Rosetta Dello Siesto. Sposati dal 1957,
hanno avuto tre figlie. Andrea è morto nel 2019 e Rosetta lo ha raggiunto in
questi giorni, proprio quando iniziano le celebrazioni per il centenario dalla
nascita dello scrittore, nato il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle, nella
Sicilia tanto amata e narrata. Lo scorso 3 marzo la moglie Rosetta aveva
partecipato con emozione alla conferenza stampa di presentazione del Comitato
nazionale per il Centenario di Camilleri. La sede Rai
di Via Asiago, dove Camilleri ha lavorato, ha ospitato la presentazione di un
ricco programma celebrativo che si articolerà nel biennio 2025-2026 per
diffondere la conoscenza della sua esperienza intellettuale e artistica. Un
lascito culturale fatto di libri, testi teatrali, copioni, soggetti radiofonici
e televisivi, racconti, poesie, manoscritti e corrispondenza conservati
nel Fondo Andrea Camilleri. Ed è dal suo Archivio e dalla Biblioteca, entrambi
dichiarati di interesse storico, custoditi in Prati, il quartiere romano dove lo
scrittore ha vissuto, che Camilleri continuerà a parlare. Gli studiosi
che si avvicineranno alla documentazione cartacea raccolta dallo scrittore in
duecento faldoni conservati nel garage di casa prima della costituzione del
Fondo Andrea Camilleri, avranno materiale per raccontarlo e raccontare. Un
biennio di eventi, tanti e vari, renderanno omaggio ad Andrea Camilleri che sarà
ricordato nella molteplicità delle sue attività di autore teatrale e
radiofonico, regista e scrittore. Il 19 maggio 2025 al Teatro Argentina di Roma,
saranno ripercorsi i primi anni romani del giovane Camilleri, la sua formazione
teatrale come allievo all’Accademia d’Arte Drammatica e la successiva docenza al
Centro Sperimentale di Cinematografia. I talenti da
lui formati come docente, leggeranno lettere e testi dello scrittore. Dall’archivio
allo scrittore, dallo scrittore all’archivio: tra le carte di Andrea Camilleri è
un seminario di studi che si svolgerà il 26 e 27 maggio 2025 all’Università Roma
Tre. Premi letterari, readings, convegni internazionali, tavole rotonde,
spettacoli e manifestazioni contribuiranno a diffondere l’universo Camilleri,
autore letto in tutto il mondo e tradotto in quaranta lingue. Osservatorio
Roma il Giornale degli Italiani all’estero ha incontrato Antonio Sellerio, Maria
Pia Ammirati, Felice Laudadio e Massimiliano Smeriglio. Antonio
Sellerio, Editore Quando
comincia quella che poi si rivelerà una lunga relazione tra Camilleri e Sellerio? La strage
dimenticata è
stata la prima opera che Andrea Camilleri fece arrivare a Sellerio attraverso
Leonardo Sciascia. Era il 1984. Camilleri aveva trovato alcuni documenti su una
strage avvenuta a Porto Empedocle nell’Ottocento, di cui si era parlato
pochissimo. Portò i documenti a Leonardo Sciascia e gli chiese di scrivere un
libro. Fu invece Sciascia che lo convinse a scrivere un’opera, promettendogli
che l’avrebbe portato a Elvira Sellerio. Da allora nacque una relazione di
profonda amicizia prima di tutto tra Andrea Camilleri e mia madre e poi tra lui
e la casa editrice Sellerio. Come si
può definire la lingua di Camilleri? È una lingua
sua che utilizzava a modo suo. Aveva adottato un sistema di scrittura che aveva
un impianto profondo di siciliano, ma non rispettava le regole e
l’ortografia del siciliano. È una lingua che aveva inventato
considerandola il modo migliore per dire le cose che voleva dire. Certamente è
una lingua intensa e fantasiosa che non è coerente neanche con se stessa.
Camilleri era nato poeta e quello che a lui interessava era la musicalità della
frase e della pagina. La stessa parola si può trovare nei suoi libri scritta in
modi diversi, non per distrazione ma perché ogni volta lui la scriveva per come
gli serviva in quella determinata frase. La parola
secondo Camilleri? La parola di
Camilleri aveva una forza eccezionale. Il suo talento naturale e la sua
esperienza teatrale lo hanno reso non solo un grandissimo scrittore, ma anche
un parlatore straordinario,sia in privato che in pubblico. Era il
parlatore più straordinario che io abbia mai incontrato. 72 titoli
Sellerio, più 16 da ripubblicare. Camilleri traccia la letteratura
contemporanea… Aveva
facilità e felicità nello scrivere, una capacità unica. Ha scritto la maggior
parte dei suoi libri a partire dai 70 anni. Lascia un patrimonio meraviglioso
alla sua famiglia, a noi editori e a tutti i lettori. Maria Pia
Ammirati, Direttrice Rai Fiction Cosa
rappresenta Andrea Camilleri per la serialità RAI? Andrea
Camilleri è un punto fermo per la serialità e la fiction RAI ma rappresenta
anche un punto di innovazione e differenza tra la vecchia serialità e la novità
di un personaggio a tutto tondo come è il Commissario Montalbano. Come ha
caratterizzato la nuova serialità? Con una nuova
drammaturgia, un personaggio nuovo, un linguaggio nuovo e scenografie nuove,
tutto giocato con un minimalismo su un barocco siciliano dove Salvo Montalbano è
rappresentato per sottrazione. Camilleri rappresenta per la RAI il successo più
grande e più duraturo, il programma più importante della televisione italiana,
con un successo che si è confermato nel tempo e mai scalfito. Come
ricordare l’intellettuale Andrea Camilleri, entrato in RAI nel 1954 nel gruppo
degli intellettuali che hanno reso grande la RAI? Camilleri non
è solo l’autore di Montalbano. È un intellettuale vero che entra nella RAI
pionieristica degli Anni Cinquanta, insieme a grandi intellettuali come Eco,
Colombo e Vattimo con cui dette lustro alla RAI che stava nascendo. Camilleri
resta a lavorare in RAI, a differenza degli altri autori che escono per prendere
altre strade nelle accademie e nei giornali. Partecipa alla grande stagione
degli sceneggiati tv, con grandissimi titoli e rimane a lavorare in RAI fino
agli anni Ottanta, quando esordisce con la narrativa. Che
scrittore è stato? Uno scrittore
a tutto tondo che ha scritto commedie, racconti, poesie. L’esordio tardivo di
cui spesso si parla, non corrisponde esattamente alla realtà perché Camilleri ha
sempre scritto, fin da giovane. Scriveva per le riviste ed era un ottimo poeta.
Esordisce a settant’anni ma è uno scrittore che nasce da lontano. Felice
Laudadio, Presidente Comitato Nazionale Centenario Andrea Camilleri Quanto è
stato sfidante organizzare un programma celebrativo per un nome che comprende in
sé tanti significati? Camilleri è
una specie di diamante in cui ogni sfaccettatura è un brillante che rivela
aspetti sempre nuovi. È stato un lavoro enorme mettere insieme un programma con
tutto quello espresso dalla sua personalità, tanto molteplice e complessa per
interessi. Se avessimo avuto più mezzi, avremmo sicuramente aggiunto tante
iniziative. La
mancanza di fondi adeguati si deve al fatto che vi siete mossi tardi o non c’è
stata sensibilità? Abbiamo
rifiutato ipotesi e proposte di carattere commerciale. Sfruttare il nome e
l’immagine di Camilleri ci è sembrato non adeguato all’uomo. La realizzazione è
sostenuta da quelli che sono i protagonisti del programma. La RAI è main
media partner, il Ministero della Cultura lo sostiene, la SIAE è main
sponsor, la Regione Sicilia offre una significativa collaborazione. Due anni
di eventi nazionali e internazionali, un focus celebrativo e divulgativo. Ci
sarà un effetto Centenario Camilleri e cosa produrrà? Convegni,
eventi, edizioni e manifestazioni. Si svolgeranno tante iniziative e ciascun
evento porterà con sé focalizzazioni locali e nazionali. Segnalo il convegno
internazionale intitolato Andrea Camilleri narratore, organizzato in
collaborazione con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani che si
svolgerà a Roma l’8 e il 9 ottobre 2025. Ciò significa vendere libri e farlo
leggere sempre di più. L’effetto Centenario Camilleri sarà una diffusione
ulteriore della lettura delle opere di Camilleri che ha già venduto 26 milioni
di libri nel mondo. Il
Centenario Camilleri ha un logo bellissimo… È stato
disegnato dal Maestro Lorenzo Mattotti per l’editore Sellerio che lo ha messo a
disposizione del Centenario di Camilleri.
Massimiliano Smeriglio, Assessore alla Cultura di Roma Capitale L’omaggio
di Roma ad Andrea Camilleri cosa prevederà? Il Centenario
Camilleri è un anniversario importante e Roma ci sarà. È la città d’adozione di
questo grandissimo scrittore, un personaggio straordinario della nostra
contemporaneità che ha cercato di mettere insieme l’alto e il basso ed è
stato un intellettuale che ha dato molto all’impegno civile e a un impegno
politico esplicito. Roma lo celebrerà con una serie di iniziative. Il 13 luglio
al Palatino sarà dedicata una giornata ad Andrea Camilleri nell’ambito del
Festival Internazionale delle Letterature. Ci saranno artisti, autori e attori
che accompagneranno le letture. A settembre è prevista una serata all’Auditorium
Parco della Musica. Leggere
Camilleri nelle Biblioteche di Roma…
Dall’estate fino a ottobre sono previste letture nel circuito delle Biblioteche
di Roma. Porteremo Camilleri in giro per la città, perché l’istituzione delle
Biblioteche è diffusa e presente in ogni quartiere.
Maria Teresa Rossi
Con Salvatore Silvano Nigro, filologo, critico letterario e storico della
letteratura italiana ripercorriamo attraverso le lettere alla famiglia, i primi
anni romani di Andrea Camilleri, studente fuori sede e borsista dell'Accademia
Nazionale di Arte drammatica, la sua formazione teatrale, i suoi incontri e
l'inizio della carriera con i primi lavoretti per il cinema e la radio.
Γεννήθηκε στη Σικελία της Ιταλίας στον Ακράγαντα, σε μία περιοχή που φιλοξενεί
έξι από τους σημαντικότερους και πιο όμορφους ναούς της κλασικής αρχαιότητας, με
την οποία ήταν βαθιά εμποτισμένος.
Στο κατώφλι του θανάτου του αποφάσισε να αποχαιρετήσει το κοινό του στο αρχαίο
ελληνικό θέατρο των Συρακουσών στις 11 Ιουνίου του 2018, παρουσιάζοντας για
πρώτη φορά σε θεατρική σκηνή τον μόνολογο που έγραψε και μελέτησε «Συνομιλία με
τον Τειρεσία». Η βαθιά σχέση
του Ιταλού μεγάλου αφηγητή, συγγραφέα, σκηνοθέτη και σεναριογράφου, Αντρέα
Καμιλέρι με την Ελλάδα αναδείχθηκε στην εκδήλωση «Να τα εκατοστήσεις Montalbano.
Αφιέρωμα στον Andrea Camilleri» στην 21η Διεθνή Έκθεση Βιβλίου Θεσσαλονίκης, με
τιμώμενη χώρα την Ιταλία. «Φανταστείτε
έναν άνθρωπο 93 ετών, που πλέον δεν βλέπει και έχει δυσκολίες στην κίνηση, να
γράφει και να παρουσιάζει τον μονόλογο για τον Τειρεσία, μέσα από τον οποίο
αφηγείται τη δική του ζωή. Βρήκε το κουράγιο, επειδή αντλούσε δύναμη από τους
αρχαίους Έλληνες κλασικούς» τόνισε η Βαλεντίνα Αλφέρι, βοηθός και ατζέντης του
Αντρέα Καμιλέρι, η οποία εργάστηκε για 18 χρόνια με τον συγγραφέα, στην αρχή
παρέχοντας γραμματειακή υποστήριξη και στη συνέχεια αναλαμβάνοντας τις
τηλεοπτικές μεταφορές των μυθιστορημάτων του και παρέχοντας βοήθεια στο
δραματουργικό του έργο. Έζησε δύο
Παγκόσμιους Πολέμους, έφθασε στην εποχή του διαδικτύου, αλλά στάθηκε πάντα
πιστός στη δική του κουλτούρα, την οποία αποκαλούσε κουλτούρα της «σαμπίρ» (κοινή
γλώσσα που μιλούσαν στις πόλεις λιμάνια της Μεσογείου) την κουλτούρα της
μεσογειακής γνώσης, τη νοοτροπία που έχουμε όλοι εμείς που ζούμε στον νότο της
Ευρώπης, στον νότο του κόσμου, τη χαρά να καθόμαστε στο ίδιο τραπέζι, την
καλλιέργεια της φιλίας, την άμεση σχέση με την οικογένεια και τη σχέση με τον
πολιτισμό, επισήμανε η κ. Αλφέρι. «Για μένα ο
θάνατός του Αντρέα Καμιλέρι είναι απώλεια φωτός» τόνισε ο συγγραφέας Πέτρος
Μάρκαρης, ο οποίος μίλησε για τη φιλική σχέση του με τον Αντρέα Καμιλέρι και
τους παράλληλους βίους των δημιουργών των πιο γνωστών αστυνόμων στη Μεσόγειο,
του επιθεωρητή Σάλβο Μονταλμπάνο και του αστυνόμου Κώστα Χαρίτου. «Γνωριστήκαμε
σε ένα Φεστιβάλ Βιβλίου του Παλέρμο και μου είπε όταν ταξιδέψω στη Ρώμη να τον
επισκεφθώ στο σπίτι του και να συνεχίσουμε τη συζήτηση» είπε ο Πέτρος Μάρκαρης. «Γνώριζα τα
έργα του πολλά χρόνια, είχα διαβάσει πολλά μυθιστορήματά του, όμως στις
συζητήσεις μας ανακάλυψα ότι δύο άνθρωποι που γνωρίστηκαν σε τόση προχωρημένη
ηλικία είχαν όλο τον καιρό που δεν γνωριζόντουσαν, παράλληλους βίους» σημείωσε. «Και οι δύο
ξεκινήσαμε από το θέατρο, ο Καμιλέρι ως σκηνοθέτης, εγώ ως συγγραφέας και
μεταφραστής. Και οι δύο από το θέατρο περάσαμε στο σενάριο και καταλήξαμε στο
αστυνομικό μυθιστόρημα σε προχωρημένη ηλικία. Ο Καμιλέρι είχε χάσει από γλαύκωμα
και τα δύο του μάτια, εχώ έχω χάσει το δεξί από εννέα ετών παιδί. Η εταιρεία
που έκανε σειρά τηλεοπτική τα μυθιστορήματά του με πρωταγωνιστή τον αστυνομικό
επιθεωρητή Σάλβο Μονταλμπάνο στη RAI, κάνει τώρα τα δικά μου» εξήγησε» ο
συγγραφέας έργων με κεντρικό ήρωα τον αστυνόμο Κώστα Χαρίτο. Η
Μεσόγειος, η μοναδική θάλασσα μεταφοράς πολιτισμού παγκοσμίως στην ιστορία «Όταν
ανακαλύψαμε τον κοινό βίο μας, αυτό φανέρωσε τις κοινές μας ρίζες και τις κοινές
μας προελεύσεις. Αυτό το οποίο ήταν για μας εξαιρετικά σημαντικό, ήταν η
Μεσόγειος ως θάλασσα πολιτισμού» υπογράμμισε. Η Μεσόγειος
υπήρξε στην ιστορία η μοναδική θάλασσα μεταφοράς πολιτισμού παγκοσμίως, τόνισε ο
Πέτρος Μάρκαρης. «Σκεφτείτε τη
σχέση των Ιονίων Νησιών με την Ιταλία, σκεφτείτε τους δύο βασικούς Έλληνες
ποιητές, τον Διονύσιο Σολωμό και τον Ανδρέα Κάλβο που ξεκίνησαν ως Ιταλοί
ποιητές. Σκεφτείτε τον πρώτο κυβερνήτη της Ελλάδας, ο οποίος ήταν Ιταλός κόμης.
Σκεφτείτε αν θα μπορούσε να υπάρχει Έφεσος στην ακτή κοντά στη Σμύρνη χωρίς τη
Μεσόγειο και αν θα υπήρχε λόγος να εδρεύει στη Σεβίλλη το Ίδρυμα τριών
πολιτισμών που είναι ο αραβικός, ο εβραϊκός και ο ισπανικός, χωρίς τη Μεσόγειο»
επισήμανε. Όλα αυτά σε
έναν άνθρωπο με τη βαθιά κουλτούρα που είχε ο Αντρέα Καμιλέρι, σύμφωνα με τον
Πέτρο Μάρκαρη, ήταν όχι απλώς σημαντικά, όχι απλώς καθοριστικά, ήταν
διαμορφωτικά. Αναφέρθηκε
ακόμη στο χιούμορ του Αντέα Καμιλέρι, το οποίο χαρακτήρισε στοιχείο πολιτισμού
που πέρασε από την αρχαιότητα από τον Αριστοφάνη και τους κωμικούς της ιταλικής
αρχαιότητας και διατηρήθηκε μέχρι σήμερα. «Η σχέση μας
δημιούργησε ρίζες συνύπαρξης και συνενόησης των οποίων η βάση δεν ήταν μόνον η
γνωριμία ήταν κυρίως ο κοινός πολιτισμός και η κοινή κουλτούρα από την οποία και
οι δυο ξεκινούσαμε για να δούμε το παρόν, το πολιτικό και κοινωνικό, το σημερινό»
είπε ο Πέτρος Μάρκαρης. «Είχαμε
μεγάλη τύχη να γνωρίσουμε το έργο του Καμιλέρι πολύ νωρίς χάρη στη Βαλεντίνα
Αλφέρι. Το “Σχήμα του Νερού” με ήρωα τον Μονταλμπάνο εκδόθηκε στην Ιταλία το
1996 και στην Ελλάδα από τον δικό μας εκδοτικό οίκο το 1999», ανέφερε η εκδότρια
Άννα Πατάκη και προσέθεσε: «Μέσα σε 26 χρόνια εκδώσαμε πάνω από 45 βιβλία του
Αντρέα Καμιλέρι, τα περισσότερα αστυνομικά, αλλά και ιστορικά και το πολύ
σημαντικό, τελευταίο του έργο, “Ασκήσεις της Μνήμης”». Τόνισε δε ότι ο Καμιλέρι
έχει κοινό πάρα πολύ πιστό στην Ελλάδα. Τα έργα του
διακρίνονται για τον πολύ βαθιά ριζωμένο ανθρωπισμό, το πολύ μεγάλο ταλέντο, το
χιούμορ και την αγάπη για τη ζωή. Η δική μας δουλειά είναι περάσουμε στις
επόμενες γενιές το έργο του Αντρέα Καμιλέρι, υπογράμμισε. Στην 21η
Διεθνή Έκθεση Βιβλίου παρουσιάζεται η έκθεση «Camilleri 1925-2025», στο πλαίσιο
του Camilleri 100, το οποίο στηρίζεται από την Εθνική Επιτροπή για τον εορτασμό
της εκατονταετηρίδας από τη γέννησή του, το υπουργείο Εξωτερικών και Διεθνούς
Συνεργασίας της Ιταλίας και το Ίδρυμα Αντρέα Καμιλέρι.
Η έκθεση προβάλλει τη ζωή, το έργο και την κληρονομιά του λογοτέχνη της Σικελίας
μέσα από μια εκπαιδευτική διαδρομή κειμένων, εικόνων και αποσπασμάτων σε
επιμέλεια του καθηγητή Τζιοβάνι Καπέκι.
Se non siete siciliani o appassionati di canzone popolare, probabilmente non
conoscete Rosa Balistreri. Un peccato. Una mancanza
alla quale pone rimedio Paolo Licata (suo, il bel Picciridda) con il
film L'amore che ho. Il biopic sulla Janis Joplin siciliana seguita in
tutte le fasi della sua vita. E interpretata, a secondo dell'età, da Martina
Ziami, Anita Pomario, Donatella Finocchiaro e Lucia Sardo. Dal libro
del nipote alla canzone che dà il titolo al film: le musiche di Carmen Consoli Il film è
liberamente ispirato al romanzo biografico di Luca Torregrossa, nipote
dell'artista. Il titolo (del libro e del film) è tratto da una canzone di Rosa,
in originale L’amuri ca v’haiu. Letteralmente l’amore che ho per voi.
Carmen Consoli, che interpreta la musicista Alice, firma la colonna sonora, con
canzoni originali. L'amore
che ho: trama e cast del film che racconta la storia vera di Rosa Balistreri Negli anni
'90, il momento d'oro di Rosa Balistreri (Lucia Sardo) sembra ormai passato. Ma
"La voce della Sicilia", "La cantatrice del sud", la "Janis Joplin italiana"
continua a essere una figura nota. Anziana, non si rassegna a restare lontana
dal palco e dal microfono. Anche se a osteggiarla oggi c'è proprio la figlia
Angela (Tania Bambaci). Tra le due il rapporto non è mai stato buono. Rosa vive
nella cantina della figlia, pagandole l'affitto. Tutto pur di recuperare il
tempo passato lontano. Proprio quello di recuperare il tempo perduto e rimediare
agli errori fatti è il desiderio più grande della cantante. Che ci racconta
quella vita di cui si sente "prigioniera". L'odissea
di Rosa Balistreri Dagli anni in
cui doveva sottostare alla volontà paterna nel paesino di Campobello di Licata,
il più povero della Sicilia. Quando si ritrovò sposata a un marito non amato,
violento e ubriacone, padre di Angela. L'amore per la musica popolare e
l'incontro con Dario Fo. I successi internazionali, che la portarono a rifiutare
Il Padrino di Coppola. E a diventare simbolo del Mezzogiorno, sempre in prima
linea per i diritti dei lavoratori, contro la mafia e a favore
dell’emancipazione femminile. I rapporti con Andrea Camilleri, Franca Rame,
Renato Guttuso. Fino alle nuove tragedie famigliari che ne sconvolgono di nuovo
la vita.
[…]
Mattia Pasquini
PALERMO - Sarà Andrea Camilleri, nel centenario della nascita, il nume tutelare
di Una marina di libri, il festival dell'editoria indipendente che si terrà da
giovedì 5 a domenica 8 giugno, ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.
Scrittore simbolo di casa Sellerio, che anche quest'anno è in prima fila tra gli
organizzatori (con Centro Commerciale Naturale Piazza Marina e Dintorni, Navarra
editore e libreria Dudi).
Tanto spazio sarà dato alle più belle realtà editoriali d'Italia e della
Sicilia, ma non mancheranno anche ospiti di grido, pure internazionali. Su tutti
spicca la presenza di Roy Chen, scrittore israeliano fra i maggiori della scena
contemporanea, che dopo l'esordio con "Anime" è tornato da poco in libreria,
sempre per la casa editrice Giuntina, con un secondo romanzo "Il grande
frastuono". E poi ci saranno anche Daniele Mencarelli, Antonio Franchini, Teresa
Ciabatti, Silvana La Spina, Cristina Cassar Scalia, Roberto Alajmo e Chiara
Valerio, ovvero alcuni dei protagonisti dell'attuale narrativa italiana. Chiara
Valerio, ormai al secondo romanzo pubblicato per i tipi di Sellerio, presenterà
in anteprima nazionale il suo nuovo libro "La fila alle poste".
Sul palco di una Marina di Libri, sono attesi anche attori, registi, giornalisti
e musicisti, come Elio Germano, Peppe Servillo, Daniele Mencarelli, Roberto
Andò, Mario Calabresi, Nello Scavo, Daniele Ciprì e Teresa Mannino. Quest'ultima
giovedì 5 giugno alle ore 19, al cinema De Seta sarà protagonista di un reading
dedicato a Camilleri. Verrà inoltre proiettata una pillola del film-documentario
dedicato all'autore empedoclino, "Il maestro senza regole", regia di Claudio
Canepari e Paolo Santolini. Attraverso una mostra dedicata alle copertine
nazionali e internazionali delle opere dello scrittore sarà possibile seguire il
viaggio di Camilleri nel mondo, grazie anche alle letture, affidate a Salvo
Piparo e a un parterre di ospiti, dedicate a brani tratti dai romanzi e recitati
nelle varie lingue straniere.
Il tema di quest'anno è "Il giro di boa", un omaggio al papà del commissario
Montalbano. "L'approdo ai Cantieri Culturali alla Zisa - spiega Gaetano
Savatteri, direttore artistico del festival per il quinto anno consecutivo -
rappresenta il giro di boa di questa manifestazione, che è una fiera di editori
e un momento di incontro fondamentale per la vita culturale della città. Un
appuntamento che cresce. La fabbrica delle storie, la fabbrica delle idee".
Il programma prevede la partecipazione di 80 editori indipendenti provenienti da
tutta Italia e oltre 400 eventi tra presentazioni, reading, concerti,
performance, laboratori, spettacoli e incontri. Più di 20 le postazioni
distribuite nell'area dei Cantieri.
Da Elio Germano a Beppe Servillo, da Teresa Mannino a Roberto Andò. Sono alcuni
degli ospiti di quest'anno della sedicesima edizione di 'Una marina di libri',
il festival dell’editoria indipendente che si terrà da giovedì 5 a domenica 8
giugno, ai Cantieri Culturali alla Zisa (via Paolo Gili, 4). La manifestazione,
organizzata dall’Associazione Una marina di libri E.T.S. in collaborazione con
il Centro Commerciale Naturale Piazza Marina & Dintorni, Navarra Editore,
Sellerio Editore e Libreria Dudi e con il patrocinio del Comune di Palermo,
Città metropolitana, Regione Siciliana, Fondazione Sicilia, Università degli
Studi di Palermo, AIE – Associazione Italiana Editori e SIAE, "si conferma come
uno degli appuntamenti culturali che coniuga letteratura, spettacolo e impegno
civile". Il tema di quest’anno è “Il giro di boa”, un omaggio al maestro Andrea
Camilleri nel centenario della nascita che, con la sua scrittura e il suo
pensiero lucido e immediato, ha catturato l’attenzione di lettori e lettrici di
tutto il mondo. A curare la direzione artistica del festival sarà, per il quinto
anno consecutivo, il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri.
“L’approdo ai Cantieri Culturali alla Zisa – spiega Savatteri – rappresenta il
giro di boa di questa manifestazione, che è una fiera di editori e un momento di
incontro fondamentale per la vita culturale della città. Nel centenario di
Andrea Camilleri, un potente fabbricatore di storie, “Una marina di libri”
diventa sempre più (più spazi, più incontri, più editori, più eventi, più
spettacoli, più collaborazioni) la fabbrica ideale di Palermo e della Sicilia.
La fabbrica delle storie, la fabbrica delle idee”.
[…]
Organizzata da “Associazione per l’Arte”, da oltre 20 anni attiva per la
promozione e la diffusione della cultura, con eventi relativi all’arte, alla
letteratura e allo spettacolo, nonché al patrimonio audiovisivo cinematografico,
prenderà il via giovedì 15 maggio l’edizione 2025 della Rassegna “Intrecci
Narrativi” – Libri, Musica e Degustazioni, che si svolgerà, come sempre tra
Alcamo e Palermo. Quattro gli incontri letterari della prima fase primaverile
(la rassegna continuerà anche in autunno) quest’anno programmati al Castello dei
Conti di Modica ad Alcamo, e alla Libreria La Feltrinelli a Palermo, che si
concluderanno a fine giugno, secondo il seguente calendario:
– Giovedì 15 maggio alle ore 18:00 a Palermo e venerdì 16 maggio alle ore 18:30
ad Alcamo con Arianna Mortelliti che presenterà “Quel fazzoletto color
melanzana”, Edizioni Mondadori – Giovedì 29
maggio alle ore 18:00 a Palermo e venerdì 30 maggio alle ore 18:30 ad Alcamo
con Enrico Deaglio che presenterà “C’era una volta in Italia”, Edizioni
Feltrinelli – Giovedì 12
giugno alle ore 18:00 a Palermo e venerdì 13 giugno alle ore 18:30 ad Alcamo
con Alberto Grillo che presenterà “Un’estate da Dick Fulmine”, Edizioni Laurana – Sabato 28
giugno alle ore 18:00 a Palermo e venerdì 27 giugno alle ore 18:30 ad Alcamo
con Giuseppe Lupo che presenterà “Storia d’amore e macchine da scrivere”,
Edizioni Marsilio. La prima
autrice in Rassegna, Arianna Mortelliti, nipote del celebre Andrea Camilleri, si
è laureata in Scienze biologiche e lavora tuttora come insegnante nella scuola.
Nel 2023 ha pubblicato per Mondadori il suo primo romanzo: “Quella volta che mia
moglie ha cucinato i peperoni”. La sua presenza all’evento consentirà di
celebrare il centenario della nascita di Camilleri, uno dei maggiori scrittori
italiani a cavallo del millennio e sicuramente il più amato. Per l’occasione a
Palermo sarà presente Filippo Lupo, presidente del Camilleri Fan Club. “Quel
fazzoletto color melanzana” è un giallo ad incastro dove, come scatole cinesi,
si scopre lentamente una realtà ben diversa da quella manifesta. E’ il lato
oscuro collettivo di una piccola comunità quello che scopre l’autrice in questo
suo secondo romanzo e ciò che intriga il lettore è, appunto, il lato oscuro
delle persone e in questo contesto di una piccola società, Castel Cielo dove
Lara si sente soffocata ma dove è costretta a ritornare. Come nel caso del
nonno, Camilleri, anche questo libro vanta il coraggio di affrontare la vita,
accettare la sfida degli ostacoli e degli errori, la forza per scavalcarli
risolvendoli, continuando poi più consapevoli, con un sorriso. L’iniziativa
dell’Associazione per l’Arte – www.associazioneperlarte.it – con la direzione
artistica di Vito Lanzarone e la direzione organizzativa di Giuseppe Messana, si
realizza con il contributo della Regione Siciliana – Assessorato Regionale dei
Beni Culturali e dell’Identità Siciliana in collaborazione con la Libreria
Feltrinelli di Palermo. “Anche
quest’anno la programmazione dell’Associazione per l’Arte spazia fra vari generi
di proposta culturale mantenendo un ottimo livello qualitativo con un’offerta
culturale attenta anche alle nuove proposte che si stanno affermando nel
panorama nazionale. Riuscire a dare continuità alla nostra attività – dice il
direttore artistico, Vito Lanzarone – è motivo di soddisfazione e ci ripaga
degli sforzi che con piacere facciamo per la diffusione culturale sul nostro
territorio”. Previste per
l’intera Rassegna degustazioni di vino dei ‘giovani vignaioli’ del territorio.
Per il primo appuntamento saranno a cura dell’azienda Maniscà.
Dall’11 al 13 luglio l’Associazione ha già in programma l’evento ‘Intrecci
Narrativi Festival di Letteratura’, rassegna di musica e letteratura che si
svolgerà al Tempio di Segesta. Sempre al Tempio di Segesta l’Associazione a fine
agosto (dal 28 al 30) organizza la terza edizione del Festival Jazz
denominato “TalkinJazz”.
Si è tenuta presso il Municipio di Bisacquino la conferenza stampa di
presentazione della seconda edizione del Borgo Film Fest – Premio Frank Capra,
alla presenza del sindaco Tommaso Francesco Di Giorgio e dell’ideatrice e
direttrice artistica Elena Costa. Il festival, in programma dal 15 al 18 maggio
2025, si conferma come un appuntamento culturale di rilievo per il territorio,
capace di unire il linguaggio cinematografico alla valorizzazione dei borghi e
dell’identità siciliana. […] Il programma si snoda tra proiezioni, incontri con
autori, talk tematici e iniziative esperienziali: Venerdì 16 maggio, ampio
spazio alla letteratura con la presentazione del libro “Quel fazzoletto color
melanzana” di Arianna Mortelliti, seguita dal talk “La Sicilia narrata da
Camilleri e Pietro Germi” e dalla proiezione del film fuori concorso “La
scomparsa di Patò” di Rocco Mortelliti. […]
Alessandra
Da giallista contemporanea, divenuta tale grazie alle mie letture camilleriane e
a una musa di nome Salvo Montalbano, credo di non sbagliare affermando che tutti
i gialli pubblicati dal 2000 in poi hanno in qualche modo un debito di
riconoscenza nei confronti di Andrea Camilleri. È infatti grazie a questo autore
geniale che il giallo italiano risorge dalle sue stesse ceneri alla fine del
Novecento e assume una dignità letteraria della quale non aveva mai goduto,
essendo stato un genere stigmatizzato in ambito accademico, bollato con
definizioni quali paraletteratura e sottogenere, messo al bando
dalle libreriee relegato alla vendita nelle edicole, accanto a
rotocalchi e quotidiani. Il poliziesco
è sempre stato un genere molto apprezzato dai lettori, e in Italia cambia nome
negli anni Trenta del Novecento quando la casa editrice Mondadori crea una
collana dedicata e la rilega con una copertina in brossura di colore giallo. Da
quel momento in poi, il giallo diventa ancora più popolare ma continua ad essere
inviso agli intellettuali. I romanzi sono caratterizzati dal solito schema fisso
messo a punto nei libri dei più celebri scrittori di crime, da Edgar
Allan Poe a Conan Doyle: un delitto, un investigatore, un’indagine. Il punto di
svolta nel panorama editoriale italiano (e ben presto internazionale) avviene
quando nel 1994 si materializza un fenomeno letterario destinato a far parlare
di sé per decenni. Quel fenomeno ha due nomi e due cognomi, Andrea Camilleri e
Salvo Montalbano, e porta un vento di grandi novità. Influenze,
omaggi e sicilianità Nella genesi
del commissario più amato d’Italia ha certamente influito il ruolo avuto da
Camilleri come produttore Rai della serie televisiva Le inchieste del
commissario Maigret, andata in onda dal 1964 al 1972 e ispirata ai romanzi
gialli di George Simenon, dei quali lo sceneggiatore è stato grande lettore ed
estimatore. «È l’inventore del romanzo poliziesco all’europea» dice in una
intervista rilasciata a Michele Calvano. Simenon è infatti capace di andare
oltre certi schemi imposti dal genere poliziesco americano chiamato hard-boiled,
che ha come massima espressione Raymond Chandler e il suo Philip Marlowe. La serie
poliziesca Il commissario Montalbano sembra ricalcare in certe atmosfere
e nei caratteri dei personaggi gli sfondi di provincia, gli ambienti dei
commissariati, i vezzi degli investigatori. È come se, nelle storie che vedono
protagonista Montalbano, l’ambientazione francese del commissario Maigret si
colorasse di toni accesi e di sicilianità. D’altra parte, le letture amate da
Camilleri, da Manuel Vázquez Montalbán a Giorgio Scerbanenco, sono omaggiate da
una doppia citazione all’interno della serie: il cognome dello stesso
commissario è ispirato al celebre autore di Pepe Carvalho, mentre il nome
dell’eterna fidanzata, Livia, è senza dubbio un omaggio alla fidanzata di Duca
Lamberti. Sono però le
influenze dei romanzi di Leonardo Sciascia a connotare la narrazione con un
impegno civile che imprimerà la prima grande novità nel corso della nuova epopea
del giallo: grazie a Camilleri, il nuovo poliziesco italiano, che ha come sfondo
una provincia siciliana descritta magistralmente perfino in certe angolature
grottesche, diviene romanzo sociale. L’ambientazione, narrata con toni da
commedia mescolati a pungente ironia, dà origine nel giro di pochi anni a una
vera e propria geografia del giallo italiano che scende dalla Valle d’Aosta del
vicequestore Schiavone, tocca la Liguria di Bacci Pagano e di Ardelia Spinori,
la Bologna di Coliandro, Grazia Negro e Giorgia Cantini, la Basilicata di Imma
Tataranni e Viola Guarini, la Campania del commissario Ricciardi e dei Bastardi
di Pizzofalcone. Scende fino alla Puglia dell’avvocato Guerrieri e di Lolita
Lobosco. Da Montalbano
in poi sarà tutto un fiorire di investigatori radicati e somiglianti al
territorio nei quali si muovono: un fenomeno amato dai lettori che non accenna a
diminuire. Uno degli
elementi fondamentali della scrittura di Camilleri è l’uso della lingua, scevro
dalla ricerca ossessiva dell’effetto stilistico ma fondato sulla scelta accurata
della parola e sulla musicalità ottenuta attraverso la composizione di un pastiche fatto
di lingua parlata, dialetto siciliano e una koinè immaginaria. Ricette in
giallo La presenza
della cucina all’interno dei romanzi polizieschi è un elemento costante da quasi
un secolo. Fu lo scrittore statunitense Rex Strout, dal 1934 in poi, a unire
alle indagini di Nero Wolfe, investigatore di origini montenegrine di stanza a
New York, le ricette di Fritz, il cuoco personale di Wolfe, che si intrecciano
alla narrazione e alle vite dei protagonisti. Anche nella serie del commissario
Maigret la cucina, stavolta francese, è molto presente attraverso le
preparazioni di Louise Léonard, moglie del commissario. Stessa cosa avviene per
mano di Vázquez Montalbán nella serie di Pepe Carvalho. Nella serie
dedicata al commissario Montalbano, Camilleri riesce a rendere i piatti della
cucina siciliana un elemento fondante della narrazione e a mescolarli con la
vita privata del poliziotto attraverso la figura di Adelina, cuoca e tuttofare,
che riempie il frigo del suo datore di lavoro con ogni ben di Dio. Grazie alle
sapienti descrizioni, man mano che la storia si dipana, il lettore è rapito
dagli odori e dai sapori che si sprigionano dalle pagine. Dalla pasta ’ncasciata,
agli arancini, dalle triglie fritte con le zucchine fino ai cannuoli [Sic!,
NdCFC] con la ricotta, dolce ossessione del dottor Pasquano, è tutto un
trionfo di preparazioni succulente dense di tradizioni locali che raccontano il
territorio in ogni piega. L’effetto collaterale di una coloritura stilistica,
che delinea un tratto della provincia siciliana raccontata dallo scrittore, è un
turismo letterario legato ai luoghi citati nei libri e, di conseguenza,
allargati alle locations scelte dalla Film Commission. Tutti i libri
di Camilleri sono pieni di una luce abbagliante che si riflette sul biancore
della pietra, sulla sabbia, sull’acqua. Un’atmosfera solare che cancella e va
oltre le ambientazioni cupe dei polizieschi pubblicati in Italia fino a quel
momento. Uno dei tanti
elementi innovativi che compongono i gialli scritti da Camilleri è la vita
privata del commissario Montalbano. Che nulla ha di certi poliziotti americani
ubriaconi, violenti e spesso misogini. Al contrario, il nostro commissario è un
uomo perbene, affidabile, fidanzato, anche se a distanza, con la bella Livia,
una bionda genovese di casa a Boccadasse.
Il primo libro della serie dal titolo La forma dell’acqua venne
pubblicato da Sellerio nel 1994. Da quel momento in poi, quasi tutta la
produzione del giallo italiano porta l’imprinting della rivoluzione
camilleriana: una vera scuola per i giallisti del nuovo millennio. Me compresa.
Gabriella Genisi
Descrizione Seconda
edizione
Concorso Letterario
“La Scrittura è nell’Aria” Concorso
letterario per racconti brevi “La scrittura è nell’aria”. Per celebrare i 100
anni dalla nascita di Andrea Camilleri, il tema di questa prima edizione è “I
100 anni dalla nascita di Andrea Camilleri”.
[…]
La Società Dante Alighieri di Malaga organizza, con il patrocinio
dell’Ambasciata d’Italia a Madrid, l’ottava edizione del Festival del cinema
italiano. Con la stessa filosofia già espressa negli anni precedenti, l’edizione
del FCIMALAGA 2025 presenterà film attualissimi che hanno riscosso un notevole
successo nelle anteprime in Italia, così come anche a livello internazionale. La
proposta di questa ottava edizione riunisce l’esperienza di registi affermati,
come Ferzan Özpetek, Rocco Mortelliti e Francesco Costabile, a nuovi talenti che
si stanno avvicinando alla regia come Neri Marcorè, Violetta Rovetto e
Margherita Vicario. Nel complesso, si tratta di una straordinaria
rappresentazione della pluralità e della diversità del cinema italiano
contemporaneo attraverso otto pellicole.
In occasione del centenario della nascita di Andrea Camilleri, il Festival del
cinema italiano di Malaga renderà omaggio all’opera di uno dei più influenti
autori italiani del XX secolo, molto conosciuto ed apprezzato anche in Spagna,
dove è stato tradotto e studiato. Autore letterario, padre del commissario
Montalbano, ma anche apprezzato regista teatrale e autore televisivo, la figura
di Camilleri sarà analizzata da alcuni ricercatori provenienti da Italia,
Spagna, Messico e Brasile che parteciperanno al primo omaggio dedicato a
Camilleri in Spagna. Nel corso delle giornate del 15 e 16 maggio saranno
proiettati tre film, tratti da opere di Camilleri: “La mossa del cavallo” di
Gianluca Maria Tavarelli, “La scomparsa di Pató” di Rocco Mortelliti e “La
concessione del telefono” di Roan Johnson. Sarà inoltre possibile ascoltare le
parole di Camilleri grazie ad un’intervista prodotta dalla RAI nel 2019, pochi
mesi prima della scomparsa dello scrittore, messa a disposizione dalla Società
Dante Alighieri di Roma, in esclusiva per la Spagna. I tre film tratti dalle
opere di Camilleri saranno ad ingresso gratuito, fino a esaurimento posti. Si
tratta anche di un’attività accademica, rivolta soprattutto ai giovani lettori e
studenti di italiano: la traduzione e realizzazione dei sottotitoli di questi
film sono stati realizzati da un gruppo di ricercatori dell’Università di Málaga
e della Società Dante Alighieri, diretti dal prof. Giovanni Caprara. Un altro
momento particolarmente significativo sarà il concorso cortometraggi, in
collaborazione con la Cineteca di Bologna e Anna Di Martino, Direttrice del
Festival Visioni Italiane e sostenuto dalla Regione Sardegna. Una giuria
popolare voterà il migliore cortometraggio dell’edizione 2025 tra nove proposte
selezionate dalla Cineteca di Bologna. L’ottava edizione del FCIMalaga si
svolgerà in quattro sedi diverse della città: il ciclo dedicato a Camilleri si
terrà presso il Centro Andaluso delle Lettere e presso la Sala Isabel Oyarzábal
della provincia di Malaga. Il concorso cortometraggi si svolgerà presso
l’Auditorium del Rettorato dell’Università di Malaga. I restanti film saranno
proiettati presso il cinema Albéniz. Per maggiori
informazioni:
Programma
https://www.ladante.es/festival-de-cine-italiano/
https://www.facebook.com/dante.da.52
https://www.instagram.com/dante_malaga/?igshid=OGQ5ZDc2ODk2ZA==
Contatto: fcimalaga@ladante.es
In scena al teatro Vittorio Emanuele, venerdì 16 maggio ore 21 e domenica 18
maggio ore 17,30, "Il colore del sole" un’opera lirica in un atto tratta
dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, ispirata a un presunto diario di
Michelangelo Merisi da Caravaggio.
In questo racconto immaginario, lo scrittore siciliano dà voce a un Caravaggio
lacerato da tormenti interiori, visioni allucinatorie e paure ancestrali,
restituendone un ritratto umano e vulnerabile. Prodotta
dall’E.A.R. Teatro di Messina, in collaborazione con l’Associazione Fondo Andrea
Camilleri e con il sostegno di Errebian S.p.a., questa nuova messa in scena
trasforma la parola scritta in esperienza sensoriale, portando in scena la
fragilità e il genio di un artista perseguitato dal proprio destino. L’opera è
ambientata tra il 1606 e il 1608, periodo in cui Caravaggio si trova in fuga da
una condanna a morte per l’omicidio di Ranuccio Tommasoni. Vincenzo De Vivo
firma la drammaturgia, immaginando un diario che si fa teatro, un’intima
confessione dove si intrecciano memoria e allucinazione. In scena, un
attore, un quartetto vocale, un coro polifonico e un ensemble strumentale
accompagnano lo spettatore nel viaggio interiore del pittore: un’esplorazione
profonda tra la tensione creativa, il rimorso e la paura della morte. Afflitto
da una rara fotofobia, Caravaggio vede il mondo filtrato da un "sole nero",
metafora della sua disperazione e chiave visiva del suo linguaggio pittorico. Tra le città
evocate emerge anche Messina, dove l’artista soggiornò lasciando tracce
indelebili del suo passaggio. Una risonanza simbolica che dona allo spettacolo
un legame speciale con il pubblico del Teatro Vittorio Emanuele, in un ideale
ritorno del maestro nella città che lo accolse. Un’opera
intensa e visionaria, dove la voce di Caravaggio diventa materia viva, tra ombre
che avvolgono e verità che feriscono. L’opera si
apre con una videointervista di Ugo Gregoretti ad Andrea Camilleri, realizzata
da Gianlorenzo Gregoretti, figlio del celebre regista e autore della partitura
musicale dello spettacolo. Un’introduzione preziosa che arricchisce l’esperienza
dello spettatore e offre uno sguardo diretto sull’ispirazione che ha guidato la
scrittura dell’opera. Questa prende
forma attraverso le intense musiche originali di Lucio Gregoretti, che dialogano
con la parola, la voce e l’immaginazione visiva. Il suono si fa corpo
drammaturgico e accompagna lo spettatore nei chiaroscuri dell’animo di
Caravaggio. L’Ensemble
dell’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, diretta dal M° Gabriele Bonolis, dà
vita a una partitura raffinata e avvolgente, impreziosita dalla partecipazione
del Coro Polifonico “Luca Marenzio”, guidato dal M° Carmine Daniele Lisanti, che
arricchisce lo spettacolo di una componente corale densa e profonda. Regia, scene
e drammaturgia video portano la firma di Cristian Taraborrelli, che trasforma il
palcoscenico in un ambiente sospeso tra sogno e memoria, dove parola, musica e
immagine si fondono in un’esperienza intensa ed evocativa.
L’allestimento firmato da Cristian Taraborrelli, che cura regia, scene e video,
intreccia parola, musica e immagine in una composizione raffinata e immersiva. Le
videoproiezioni di Fabio Massimo Iaquone, i costumi di Angela Buscemi e il light
design di Giacomo Menichini creano una dimensione sospesa tra il visibile e
l’interiore, dove ogni elemento contribuisce a evocare la febbrile visione di
Caravaggio. A completare
questo universo scenico, le coreografie di Mariangela Bonanno e la presenza
fisica ed espressiva dei danzatori della Compagnia Marvan Danza, che traducono
in gesto la tensione drammatica del protagonista, amplificandone la forza visiva
ed emotiva.
Massimo Odierna porta in scena un Caravaggio intimo e lacerato, prestando voce e
corpo a un’anima in fuga. Il suo racconto è una confessione viscerale, che
attraversa i chiaroscuri di un’esistenza consumata dalla passione, dalla colpa e
dalla bellezza.
Cent’anni e non sentirli. Ma soprattutto: cent’anni e continuare a parlare al
pubblico, stavolta attraverso gli audiolibri. Andrea Camilleri rivive nella
maratona d’ascolto che sabato alle 18,30 animerà il Salone del libro di Torino.
Tre letture affidate a tre attori da Audible, la piattaforma online di romanzi
in cuffia che celebra il centenario della nascita del padre di Montalbano con
trenta audiolibri prodotti in esclusiva con Sellerio. Ninni Bruschetta leggerà
“La strage dimenticata”, Donatella Finocchiaro “La Relazione” e Massimo
Venturiello “Morte in mare aperto”. «Camilleri è stato uno scrupoloso
cantastorie, che ha sottratto all’oblio vicende che rischiavano di essere
dimenticate — dice Bruschetta — Poterle raccontare è stato per me come
immergermi in un tempo sospeso». Un tempo in cui la realtà incontra la fantasia,
il dialetto si fa scrittura, e la Sicilia diventa racconto. «Quel siciliano
tutto suo all’inizio mi irritava, mi sembrava una forzatura. Poi,
reinterpretando “La stagione della caccia” in tv, ho capito: Camilleri metteva
per iscritto le sonorità del dialetto e, quando doveva farti capire veramente
una cosa, lo faceva in siciliano», confida l’attore messinese che tra qualche
giorno sarà a Palermo per le riprese de “L’invisibile”, la nuova serie Rai sulla
caccia al boss Matteo Messina Denaro con Lino Guanciale e Leo Gassman. Per
Bruschetta, Camilleri non è stato un semplice scrittore: «Era capace di portarti
nella fantasia attingendo alla realtà e restituendo al lettore l’anima della
Sicilia, con sguardo indagatore. Lo considero uno dei romanzieri contemporanei
più importanti d’Italia. Ma anche se non lo fosse mai diventato, sarebbe stato
una persona dalla vita straordinaria. È quello che ho sempre pensato si dovesse
fare nello spettacolo: un percorso indipendente e poliedrico. Se hai una
qualità, alla fine paga». L’attore che ha dato il volto a Duccio Patanè in
“Boris” si rivede un po’ nello scrittore agrigentino. «Ci uniscono molte
affinità. Come me, ha iniziato con la regia teatrale e ha fatto mille altre
cose». Quando lo ha incontrato, Camilleri era già famosissimo. «L’ho conosciuto
alla presentazione di un libro di un suo allievo, Giovanni Greco. È stato
affettuosissimo, come se lo conoscessi da sempre. Poi, sono arrivate “La
stagione della caccia” e “La concessione del telefono” e, pur di farmi
interpretare il prete, acconsentì a una modifica del testo». “La strage
dimenticata”, pubblicato per la prima volta nell’84, non è il solo audiolibro di
Camilleri affidato alla voce di Bruschetta. C’è anche “La bolla di componenda”.
«Il teatro si impara sul palcoscenico. A leggere, invece, te lo insegna il
maestro delle scuole elementari - dice - Puoi essere il più grande attore del
mondo, ma se non hai avuto un buon maestro non saprai mai leggere».
Irene Carmina
Audible celebra il centenario della nascita di Andrea Camilleri con l’arrivo dei
primi tre audiolibri tratti dalla sua vasta produzione. Da Salvo
Montalbano al Giudice Surra, passando per storie meno conosciute ma di grande
intensità storica e narrativa, le opere vengono reinterpretate in esclusiva
da Massimo Venturiello, Donatella Finocchiaro e Ninni Bruschetta. Tre titoli
per raccontare tutte le anime di Andrea Camilleri: ora su Audible Gli
audiolibri disponibili dall’8 maggio 2025, inaugurano una collaborazione tra
Audible e Sellerio Editore, con l’obiettivo di trasformare in formato
audio oltre 70 titoli del catalogo camilleriano. I primi titoli selezionati – Morte
in mare aperto, La relazione, La strage dimenticata –
coprono tre filoni fondamentali dell’autore: il giallo popolare, il thriller
politico e la ricostruzione storica. Venturiello
presta la voce a Salvo Montalbano, dando nuova forma sonora all’universo
di Vigàta. Nella raccolta Morte in mare aperto e altre indagini del giovane
Montalbano, il commissario affronta le sue prime inchieste, tra dialetto
siciliano e malinconie letterarie. Finocchiaro
interpreta La relazione, un thriller urbano e claustrofobico ambientato
in una Roma estiva, lontano dalla Sicilia ma non dal tormento interiore dei
personaggi di Camilleri. Bruschetta, invece,
guida l’ascoltatore attraverso La strage dimenticata, romanzo storico
ambientato nel 1848, tra rivolte popolari e censure istituzionali. La voce
come chiave di rilettura Ogni
audiolibro è pensato per valorizzare l’oralità della scrittura di Camilleri, da
sempre caratterizzata da ritmo, musicalità e mescolanza linguistica. La scelta
dei tre interpreti riflette questa volontà di riattualizzare i testi attraverso
la voce, conferendo nuova profondità alle opere. La produzione
include anche un sistema di rilascio progressivo: dal 15 maggio arriveranno La
bolla di componenda, Il giudice Surra e Gita a Tindari,
completando l’avvio del progetto in tempo per il Salone del Libro di Torino. Una
maratona d’ascolto per i 100 anni del Maestro Il momento
culminante delle celebrazioni sarà la Maratona d’ascolto Camilleriana, in
programma il 18 maggio alle ore 18:30 presso La Pista 500 della Pinacoteca
Agnelli, all’interno del Salone del Libro. A condurre l’evento sarà Alessandra
Mortelliti, nipote dello scrittore, che condividerà ricordi familiari e aneddoti
creativi. Le letture in cuffia dei tre attori accompagneranno il pubblico in un
viaggio nella parola camilleriana. Camilleri
in cuffia: un nuovo inizio per la narrativa d’autore
Il progetto di Audible punta a rinnovare
l’esperienza del lettore, portando i testi di Camilleri a un pubblico sempre più
vasto, attraverso l’audio come strumento immersivo. L’intenzione è offrire non
solo un’alternativa alla lettura tradizionale, ma una forma autonoma di
narrazione, in cui la voce guida l’immaginazione.
Manuel De Pandis
[…]
Ai Musei Capitolini l’omaggio ad Andrea Camilleri e un inno all’amore […] Nel Salone di
Palazzo Nuovo, spazio alla letteratura con Pino Strabioli, che renderà omaggio
al centenario di Andrea Camilleri leggendo brani da Lettera a Matilda –
un testo toccante sulla memoria e la trasmissione dei valori. L’accompagnamento
musicale sarà a cura del fisarmonicista Marcello Fiorini, per una serata tra
parola e melodia (a cura di Alt Academy Produzioni).
[…]
In questo nuovo caso – “la più marina delle indagini di Montalbano” l’ha
definita Camilleri, perché le vicissitudini si srotolano con una narrazione
quasi sfrontata tutte nel porto di Vigàta, tra yacht di lusso, il “Vanna” e il
cruiser “L’asso di Cuori”. Leggendo L’età del dubbio si scopriranno,
soprattutto per gli uomini di così detta mezza età, i cambiamenti nel
commissario.
Camilleri vuole farci conoscere più da vicino i sentimenti di Salvo Montalbano. Quando viene
rinvenuto nel porto di Vigàta un canotto, con all’interno il cadavere sfigurato
di un uomo, azioni e sentimenti paralleli si mettono in moto snocciolandosi come
l’effetto domino su un ripiano acido e liscio per tutti i protagonisti. Il cadavere viene
recuperato da un’imbarcazione di lusso, il Vanna, di proprietà di una
cinquantenne disinibita e da un equipaggio con qualche ombra. Proprietaria e
marinai devono trattenersi a Vigàta fino alla fine dell’inchiesta sul morto
(ucciso da una dose di veleno, così stabilisce l’autopsia), ma intanto è proprio
su di loro che Montalbano vuole indagare. L’istinto alle volte soprannaturale
del commissario; è accaduto in altri romanzi dove l’intuito extrasensoriale lo
conduce a riflessioni fuori da ogni tipo di razionalità (vedi L’odore della
notte, Sellerio editore). Così accade che una
notte Montalbano fa un sogno tragico e ridicolo che rivela come i due pensieri
fissi degli ultimi anni lo accompagnino nel sonno: la consapevolezza di
invecchiare, l’idea della morte e la relazione con Livia. Sogna il suo
funerale; glielo annuncia Catarella, a cui di solito è affidata questa
comunicazione funebre dei morti ammazzati. Alla cerimonia
assistono il dottor Pasquano che al solito si rifiuta scontrosamente di dare
particolari sul morto prima di aver eseguito l’autopsia, il questore
Bonetti-Alderighi che non autorizza Montalbano a indagare sulla sua stessa
morte, e l’amico e collega Mimì Augello. Nel sogno manca solo
colei la cui presenza al funerale Montalbano darebbe per scontato: la fidanzata
Livia che, raggiunta per telefono dall’irritato defunto, gli annuncia che forse
non farà in tempo a intervenire e che, per dirla tutta, approfitterà della sua
morte per sentirsi libera da una relazione che si trascina stancamente. Quando le relazioni
stagnano poi cambiano colore, accade anche alle indagini di cui si è sempre
occupato il commissario di Vigata. La domanda se sia
amore a fargli mantenere la relazione con Livia, o l’egoismo e la paura di
restare solo sorgerà prepotentemente. Sarà proprio il
parallelo delle meditazioni personali e le intuizioni di Montalbano a risolvere
un caso spinoso, e fargli comprendere di quante sfaccettature possiede l’amore. Non pensarci,
voltare pagina quando Camilleri propone i dubbi di vita di Montalbano, simile a
molte altre nostre vite, è decisione del lettore. Concentrarsi solo sulle
indagini distoglie da cosa sia il significato di amare e amarsi e il commissario
lo ha compreso bene. Buona lettura!
Enzo Calandra
15 de mayo 2025
16:00 h. Centro
Andaluz de Las Letras
Calle Álamos, 24
Giuseppe
Marci (Università degli Studi di Cagliari)
Simona Demontis (Ensayista)
Pablo Rodríguez Checa (Traductor)
La mossa del cavallo
(vos) Duilio
Caocci (Università degli Studi di Cagliari)
¿Cómo nace un
proyecto?
Intervenciones relaccionadas con el proyecto de traducción y subtitulación de
las películas, proyecto
realizado en colaboración con las universidades abajo citadas. Giovanni
Caprara (Universidad de Málaga) Sabina
Longhitano (Universidad Nacional Autónoma de Ciudad de México)
Leer a Camilleri…
Chiara Colaianni ( Universidad de Málaga)
16 de mayo 2025
16:00 h. Sala
Isabel Oyarzábal – Diputación Povincial de Málaga
Plaza de la Marina, 4
Video – Entrevista a
Andrea Camilleri (Società Dante Alighieri) Simona
Demontis (Ensayista)
Andrea Bigliardi (Traductor)
La concessione del
telefono (vos) Giuseppe
Fabiano (Università Marconi)
¿Cómo nace un
proyecto?
Intervenciones relaccionadas con el proyecto de traducción y subtitulación de
las películas, proyecto
realizado en colaboración con las universidades abajo citadas. Clara
Ferri (Universidad Nacional Autónoma de Ciudad de México) Rafael
Ferreira (Universidade Federal do Ceará)
Leer a
Camilleri…
Chiara Colaianni ( Universidad de Málaga)
Evento organizado en colaboración con:
Società Dante Alighieri, Universidad de Málaga, Ambasciata d’Italia Madrid,
Fondo Andrea Camilleri, Direzione Generale Cinematografia e Audiovisivi, Palomar
Intrecci
narrativi, 15-16.5.2025
Arianna Mortelliti
Quel fazzoletto color melanzana
Edizioni Mondadori
Libri, Musica e Degustazioni.
PALERMO Libreria La Feltrinelli, Via Cavour - Giovedì 15 Maggio ore 18:00
Con la partecipazione di Filippo Lupo - Presidente del
Camilleri Fans Club
ALCAMO Castello dei Conti di Modica, Piazza della Repubblica - Venerdì 16 Maggio
ore 18:30
Da mercoledì 9 a sabato 14 giugno 2024 in piazza S. Frediano a Pisa torna
il Piccolo Festival della Fiducia, giunto alla sua quarta edizione.
L'evento è stato ideato e promosso dalla Libreria Pellegrini - Centro Culturale
"I cercatori di tracce", in collaborazione con la Chiesa Universitaria di San
Frediano. Direzione scientifica di Tommaso Greco e ideazione di Massimo Trocchi. L'edizione
2025, nel centenario dalla nascita del grande artista siciliano Andrea Camilleri,
a cui sarà dedicata l'apertura del festival, sarà dedicata alle parole, ai loro
usi, abusi e ai pluriformi universi di significato che queste racchiudono. Il desiderio
di questo festival è di contribuire a ristabilire "un'amicizia" con l'universo
delle parole. PROGRAMMA -
tutti gli eventi sono ad INGRESSO GRATUITO LUNEDI' 9
GIUGNO […] ore 18:15 - "Il
mio Camilleri", incontro inaugurale d'apertura del festival con Marco
Malvaldi, in occasione dei 100 anni della nascita di Andrea Camilleri.
Intervista Marco Geri (Università di Pisa);
[…]
Dazebaonews, 15.5.2025
Intervista a Riccardo Alberto Mangiacapra, vincitore del Premio “Di Pari Passo”
Riccardo Alberto Mangiacapra, reduce dalla vittoria del premio letterario “Di
pari passo” incentrato su tematiche sociali, ritorna al romanzo con “La tela di
Archimede” edito da “Spirito libero” dopo l’ esordio favorevole del suo primo
romanzo – “La linea gialla” – che ha svettato nelle classifiche Amazon.
[…]
C’è un autore in particolare al quale si è ispirato? Sì, ad Andrea
Camilleri. “La tela di Archimede” contiene molte frasi in siciliano, ma che sono
comprensibili anche a chi non è nativo di quelle terre e ricorda, per certi
versi, il Camilleri degli inizi: quello che raccontava la sua terra anche solo
in dialetto. Mi riferisco, in particolare, ai libri scritti interamente in
dialetto, come “Il casellante” edito da Sellerio nel 2008, ambientato durante la
Seconda Guerra Mondiale e che rappresenta uno spaccato della Sicilia di quegli
anni. Attraverso
una storia, l’autore racconta, quelle che sono le contraddizioni di quella
terra, sempre in bilico tra bellezza e dolore. Anch’io ho cercato di riprodurre
con il mio romanzo, la stessa ambientazione in un’epoca più attuale.
[…]
Rita Ricci
Teatro Vittorio
Emanuele - Teatro di Messina, 16/18.5.2025
Il
colore del sole
Opera in un atto liberamente tratta dal Romanzo omonimo di Andrea Camilleri musica
di Lucio Gregoretti
videointervista di Ugo Gregoretti ad Andrea Camilleri realizzata da Gianlorenzo
Gregoretti
Ensemble
dell’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele direttore Gabriele
Bonolis
Coro Polifonico “Luca Marenzio”
Maestro del coro Daniele
Lisanti regia,
scene, drammaturgia video Cristian Taraborrelli
Personaggi e interpreti
Caravaggio Massimo
Odierna Lena, Celestina Cristiana Arcari La bardassa Giuseppa Costa Il giovane di piacere, Aloysio Riccardo Angelo Strano Padre superiore Alessandro Vargetto
produzione E.A.R.
Teatro di Messina con la collaborazione di Associazione Fondo Andrea Camilleri
sponsor ERREBIAN
S.P.A.
“Un percorso di
suggestioni che trae ispirazione da molteplici universi: quello musicale evocato
dal compositore Lucio Gregoretti; quello letterario suggerito dalle pagine di
Andrea Camilleri, diario di un Caravaggio perso in un mondo drammaticamente
illuminato dove i falsi accadimenti diventano poeticamente autentici; quello
pittorico di Caravaggio che anima, illumina, oscura momenti di vita e passioni.
Ho cercato nel buio degli sfondi scuri delle tele del Caravaggio, tutto quello
che è celato, nascosto dietro le figure; il mondo fuori dall’inquadratura del
dipinto che è presenza non riflessa, ma emotivamente percepibile. La fuga di
Caravaggio dalla morte diventa nella mia visione un avvicinamento graduale alla
contemporaneità; gli incubi, le sue ossessioni, le sue paure sono momenti in cui
il presente prende forza e irrompe nel racconto. Ecco che nel video Caravaggio
si agita in spazi mentali, dove le proporzioni sono alterate e dove è facile
perdersi oltre la linea dell’orizzonte”. Cristian
Taraborrelli
Orario spettacoli e
turni abbonati Data
- 16-05-2025 Orario - 21:00 Data
- 18-05-2025
Orario - 17:30
In onore di Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025 Akragas:
Pirandello, Sciascia e Camilleri raccontano la loro terra. Quest’anno
Agrigento è Capitale Italiana della Cultura, un motivo in più per seguire le sue
orme storiche, archeologiche e letterarie. Luigi Pirandello (1867-1936),
Leonardo Sciascia (1921-1989) e Andrea Camilleri (1925-2019) sono nati a poca
distanza l’uno dall’altro nella città che il poeta Pindaro cantava come “la più
splendida e bella delle città mortali”. Sullo sfondo pittoresco dell’antica
Akragas, poi di Kerkent, Girgenti e Agrigento, scopriremo il complesso rapporto
dei tre autori con la loro patria in particolare e i motivi comuni delle loro
opere.
Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda
In collaborazione con: Freunde des Italienischen Kulturinstituts Stuttgart e.V.
Salvo Montalbano è tornato ma stavolta non ha la voce di Luca Zingaretti. Al
Salone del Libro di Torino, in occasione dei cento anni dalla nascita di Andrea
Camilleri, domenica alle 18.30 è in programma una Maratona d’ascolto
Camilleriana nel corso della quale tre attori (Ninni Bruschetta, Donatella
Finocchiaro e Massimo Venturiello) leggeranno alcuni racconti del grande
scrittore siciliano. L’iniziativa rientra nel progetto di Audible, la società
Amazon di produzione e distribuzione di audio entertainment, che ha scelto di
celebrare Camilleri mettendo a disposizione nel suo catalogo 30 audiolibri in
esclusiva. A Venturiello, attore di lungo corso e dalle origini salernitane, è
toccato proprio dare la voce al più celebre commissario italiano.
Venturiello, quindi ora i Montalbano diventano due? «Solo nella
voce però. Sono molto contento di far parte di questo progetto che si articola
in diversi mesi di lavoro. Ora abbiamo realizzato il sesto audiolibro, tempo un
anno-un anno e mezzo li completeremo tutti. Ci ho preso gusto, il linguaggio
inventato per Montalbano ha una musicalità unica che solo un uomo di teatro
poteva restituire». È vero che
fu proprio Camilleri ad indicare lei per interpretare gli audiolibri con
protagonista Montalbano? «Sono stato
suo allievo all’Accademia d’Arte Drammatica, all’inizio degli anni ‘80,
insegnava regia ma veniva anche da noi attori. Lo consideravo un amico, molto
comunicativo, ho lavorato in tv in alcuni gialli diretti da lui come regista.
Per quasi trent’anni ci siamo persi di vista». E poi cosa
è successo? «Un bel
giorno ero in tournée e mi chiama la sua assistente, mi chiede se voglio fare un
audiolibro su Montalbano. Andrea era già cieco, negli ultimi anni di vita. Ma
era sua intenzione farli tutti con me. Quando lo incontrai gli obiettai: non
sono siciliano e lui mi rispose: proprio per questo». Da qui
nasce anche l’idea del reading su «La prima indagine di Montalbano»? «Non solo, il
14 giugno al Nuovo di Napoli nell’ambito del Napoli Teatro Festival debutto con
«La creatura del desiderio», dal libro di Camilleri, un viaggio nelle pieghe più
oscure dell’animo umano, dove il desiderio si trasforma in ossessione e l’amore
in possessione. Lo riprenderemo in autunno in tournée».
[…]
Gabriele Bojano
iO Donna, 16.5.2025
Ricordando Andrea Camilleri, i racconti di chi l’ha conosciuto
Andrea Camilleri continua a vivere nella memoria di chi lo ha conosciuto da
vicino: la nipote Arianna Mortelliti, lo sceneggiatore Francesco Bruni e l'ex
allievo Marco Presta, che insieme ad altri suoi ex allievi lo ricordano in una
serata evento al Teatro Argentina di Roma
Un nonno aperto e fuori dagli schemi, un autorevole insegnante d’arte
drammatica, un collega affettuoso e riconoscente. Sono tanti i lati inediti
della lunga vita di Andrea Camilleri, il cui ricordo continua a ispirare chi ha
avuto il privilegio di conoscerlo, come uomo e artista. Figura poliedrica della
cultura italiana dalla simpatia prorompente, intellettuale lucido fino
all’ultimo giorno, Camilleri non è stato solo l’autore del Commissario
Montalbano o uno scrittore di successo. E’ stato
soprattutto un uomo curioso, profondamente amorevole e immerso nella
contemporaneità che saccheggiava avidamente, con l’unico scopo di creare storie
in grado di affabulare e parlare al cuore di lettori e ascoltatori.
Oggi, nel ricordo di chi lo ha conosciuto, continua a vivere come un amico, un
maestro, un nonno complice che scriveva per dar concretezza a un immenso
desiderio di capire il mondo e le persone che lo abitano. Arianna
Mortelliti: un nonno complice che capiva le donne Un nonno
moderno, curioso, dotato di una spiccata mentalità femminile. Il ricordo del
grande scrittore si riempie di affetto e gratitudine nelle parole di Arianna
Mortelliti, sua nipote, che con lui ha condiviso l’ultima fase della vita e del
lavoro. Classe 1987, Arianna è laureata in biologia, insegna scienze nelle
scuole ed è l’unica della femminilissima famiglia Camilleri ad aver ereditato la
passione per la scrittura. «Conversare
con lui era estremamente piacevole, come parlare con un’amica dotata di grande
intuito. Era un uomo al passo con i tempi, profondamente immerso nel tempo che
viveva. Capiva in profondità la psicologia femminile, forse perché ha avuto tre
figlie ed è cresciuto in mezzo alle donne.», dice Arianna. La
collaborazione degli ultimi tempi Negli ultimi
mesi della sua vita, quando Camilleri era ormai non vedente, Arianna gli è stata
accanto ogni giorno mentre scriveva “Autodifesa
di Caino” (Sellerio), il monologo che avrebbe dovuto recitare il 15
luglio 2019 alle Terme di Caracalla: «Scriveva con una gioia grandissima, anche
nei weekend e a Pasqua. Si alzava presto, si faceva la barba e si metteva alla
scrivania. Tra noi è nata una complicità che andava oltre il legame di sangue.»
rivela Arianna.
Nonostante la perdita della vista, Andrea Camilleri non rinunciò mai alla sua
autonomia. «Sapeva dove si trovavano le cose, non voleva chiedere aiuto a
nessuno. Lavorava con una lucidità impressionante, ascoltava gli appunti letti
da me e dettava con precisione.» Francesco
Bruni: è sempre stato affettuoso e riconoscente Francesco
Bruni, regista e tra gli storici sceneggiatori del Commissario Montalbano,
ricorda con emozione il senso di rispetto e soggezione che provava nei confronti
di Camilleri: «Era affettuoso, gentile, ma anche distaccato nel modo giusto dal
prodotto televisivo. Diceva sempre che i libri sono una cosa, le fiction
un’altra e che noi sceneggiatori dovevamo sentirci liberi di esprimerci. Aveva
un formidabile senso della narrazione che metteva a frutto in ogni campo.»
L’autore sottolinea anche come Camilleri non abbia mai smesso di ringraziare gli
sceneggiatori, figure a volte scomode, perché tutti vorrebbero scrivere per
conto loro e prendersi i meriti di ciò che fanno: «Ha sempre riconosciuto con
gratitudine il nostro ruolo. Il giorno del suo novantesimo compleanno
allestirono un palco sotto casa sua. Quando riconobbe la mia voce mi tirò per la
manica e mi baciò sulla guancia. Un gesto semplice ma per me indimenticabile.» Marco
Presta: un insegnante che parlava da pari a pari Marco Presta,
attore, scrittore e conduttore del Ruggito del Coniglio insieme a Antonello
Dose, è stato suo allievo. Lo conobbe all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio
D’Amico, dove Camilleri insegnava regia e recitazione. «Non era mai
paternalistico, si rivolgeva a noi come un amico appena più grande. Sopra ogni
cosa voleva che fossimo credibili, non accademici, e che ci divertissimo mentre
lavoravamo. Fu lui a darmi la prima occasione in radio, un Pinocchio radiofonico
dove interpretavo il Gatto e Daniela Giordano la Volpe. Ero spaesato, ma lui mi
accompagnò con ironia e leggerezza.» Lo
ricorda come un uomo spiritoso, dalla voce inconfondibile e una sigaretta spesso
in mano, accompagnata da un bicchiere di buon whisky: «Era un narratore elegante
L’ho sempre ammirato per il suo modo tutto siciliano di raccontare, che faceva
venire voglia di ascoltarlo per ore.» Il giovane
Camilleri in scena all’Argentina, con il tributo degli ex alunni
Marco Presta è tra i suoi dodici ex allievi che lo ricorderanno attraverso le
lettere, raccolte nel volume “Vi scriverò ancora” edito da Sellerio, che
un giovane Camilleri studente all’Accademia, molto tempo prima di diventare uno
scrittore famoso in tutto il mondo, scriveva alla sua famiglia. Il tributo fa
parte delle celebrazioni del centenario della nascita del grande scrittore
(1925-2025) ed è in collaborazione col Fondo Andrea Camilleri e il Comitato
nazionale Camilleri 100. Nata da un progetto di Felice Laudadio con la regia di
Ennio Coltorti, la serata evento si svolgerà il 19 maggio al Teatro Argentina di
Roma e vedrà la partecipazione di un nutrito gruppo di attori tra cui Margherita
Buy, Sergio Rubini, Donatella Finocchiaro, Lorenza Indovina e Giuseppe
Dipasquale.
Patrizia Ruscio
Pour la célébration du centenaire de la naissance d’Andrea Camilleri, paraît
« Riccardino » la toute dernière enquête du commissaire Montalbano. Alors que le
commissaire sicilien est en proie à une insomnie, voici que son téléphone sonne
au petit matin. Un dénommé Riccardino lui rappelle d’une voix allègre qu’il est
attendu devant le bar Aurora. Il s’agit d’une erreur car Montalbano ne connait
personne de ce nom. Ce qui ne l’empêche pas de déclarer accepter le rendez-vous.
Moins d’une heure plus tard, Riccardino est abattu de deux balles dans la tête.
Les témoins de l’exécution de cet employé à la Banque régionale sont trois amis
proches du défunt. Trop proches peut-être. L’affaire semble évidente. Mais les
apparences sont trompeuses… Cet ultime
opus réserve une surprise de taille : on assiste à une mise en abîme
spectaculaire où Andrea Camilleri apostrophe son personnage pour discuter de
l’intrigue. Un duel qui interroge la fin possible du duo composé de l’Auteur et
de sa créature, chacun ayant du mal à supporter l’autre.
Ecrit en 2005, puis révisé en 2016, ce roman crépusculaire ne devait sortir
qu’une fois la série des Montalbano conclue. Avec la publication de
« Riccardino », le rideau est tiré et une page de la littérature italienne
se referme!
Alexia Cerutti
S’intitola “Un re, ‘na sirena e l’ultima magarìa di Vigata” lo spettacolo in
programma venerdì 16 maggio alle 20,30 al teatro Re Grillo di Licata. Tratto dai
romanzi di Andrea Camilleri, vede protagonista, come attore e regista, Francesco
Maria Naccari. Con l’introduzione di Marcella Lattuca, sul palco ci sarà il
“Quartet Project” con Angelo Sanfilippo, Domenico Pontillo, Salvatore Sciacca e
Mario Vasile.
Ingresso 10 euro. Biglietti disponibili presso la gioielleria Galli in piazza
Elena, 20.
Andrea Cassaro
Si è tenuta questa mattina, venerdì 16 maggio 2025, presso il Bar DOP di
Barcellona Pozzo di Gotto, la conferenza stampa di presentazione del Castroreale
Mystery Festival – VI Edizione, in programma il 22, 23 e 24 maggio 2025 presso
l’Auditorium SS. Salvatore di Castroreale, con inizio alle ore 17:30. […] “Un
festival che celebra l’arte in tutte le sue forme”, parola di Assessore alla
Cultura di Castroreale L’Assessore
Chiara Giuttari ha evidenziato il valore formativo e culturale della
rassegna: “Il Festival si apre a una pluralità di linguaggi: letteratura,
musica, arti visive, memoria collettiva. Al centro di questa edizione, il
coinvolgimento degli studenti: incontreranno scrittori, artisti e parteciperanno
alla mostra dedicata al centenario della nascita di Andrea Camilleri, che sarà
inaugurata il 24 maggio alla presenza di Arianna Mortelliti, sua nipote, e
dell’attore Angelo Russo. Un progetto che dimostra come arte e cultura siano
oggi beni primari, da sostenere in sinergia con scuole, cittadini e partner
locali.”
[…]
Aurora Puliafito
Dal 30 maggio al 2 giugno 2025, Castelbuono si trasformerà in un’esplosione di
colori, profumi e cultura con la XVII edizione dell’Infiorata Castelbuonese, uno
degli appuntamenti più attesi e apprezzati della Regione Siciliana. Quest’anno
l’evento sarà interamente dedicato al centenario della nascita di Andrea
Camilleri, maestro indiscusso della narrativa italiana e voce inconfondibile
della Sicilia contemporanea. Un omaggio sentito a un autore capace di varcare i
confini nazionali con il suo celebre Commissario Montalbano, nato tra le pagine
dei romanzi ambientati nella mitica Vigàta e diventato icona della fiction
televisiva.
“Nel centenario della nascita di Camilleri – spiega Jhonny Lagrua, presidente
dell’Associazione Culturale PromoMadonie – abbiamo voluto rendere omaggio a uno
dei più grandi narratori siciliani, capace di raccontare la nostra terra con
ironia, profondità e amore. Attraverso l’arte dell’infiorata, riprodurremo
personaggi, scene e copertine di alcune tra le sue opere più celebri, come La
forma dell’acqua, La rivoluzione della luna, La concessione del telefono e La
bolla di componenda”. La
scenografica via Sant’Anna ospiterà come sempre i tappeti floreali, realizzati
da maestri infioratori e studenti locali, con un meticoloso lavoro che prenderà
il via venerdì 30 maggio dalle ore 15.30 e proseguirà per tutta la notte. I
bozzetti verranno composti utilizzando garofani, rose, margherite, gerbere,
finocchietto, fiori di cardo, semi e materiali naturali raccolti nel Parco delle
Madonie, tra cui carrube, grano, orzo e polvere di caffè.
[…]
Domani, 16.5.2025
Spaghetti & Moretti
Gli sms illustri su Camilleri (e i fumetti più o meno porno)
Una rilettura del grande autore siciliano mi ha riportato alla mente uno scambio
con Pietrangelo Buttafuoco. Oltre a suscitare una certa nostalgia, mi ha anche
fatto andare a ricercare le edizioni Lo Squalo
[...]
Martedì
Per il centenario della nascita, Sellerio ha ripubblicato La relazione di
Andrea Camilleri. È un romanzo di quelli detti “italiani” per distinguerli dai
romanzi storici e dai montalbaniani. Nella prefazione alla nuova edizione
Antonio Franchini dice molte cose vere e giuste.
Che per questo romanzo Camilleri si ispirò alla storia di Giorgio Ambrosoli,
l’avvocato ammazzato nell’affaire Sindona a cui Corrado Stajano dedicò il grande
libro Un eroe borghese. Che in questa serie di romanzi (moraviani,
teatrali, li definisce Franchini) Camilleri usa un italiano castigato, standard,
in abito di grisaglia, lontanissimo dalle estrosità del vigàtese, per narrare
«una specie di Italian decadence senza speranza, forse anche perché qui non c’è
un eroe come Salvo Montalbano».
Che «nei romanzi italiani di Camilleri la donna non ha l’erotismo solare, anche
se talvolta pericoloso, che caratterizza le numerose figure femminili della
serie di Montalbano o dei romanzi storici, ed è invece, sempre, una presenza
tanto seducente quanto distruttiva. Creatura, all’apparenza, pronta a offrirsi,
è in realtà strumento di morte». So che suona paradossale, ma più passa il
tempo, più penso che Camilleri, nonostante il successo planetario, sia stato uno
scrittore enormemente sottovalutato.
P.S. Ma che ne pensava Camilleri di Elena Ferrante? Non ne abbiamo mai parlato.
Indagherò.
È passato José, il maestro peruviano dei computer. Appena entrato nel mio studio
per sincerarsi delle condizioni della stampante, ha visto la gigantografia di
Vargas Llosa nella mia libreria e ha esclamato: «Mario! Ma qui era
giovanissimo!». Forse
questo è un sentimento peruviano senza nome. E sarebbe stato bello se, sentendo
José, la stampante avesse ripreso a stampare in onore di don Mario. Ma non è
accaduto. Mercoledì Ho
cercato in archivio cosa scrivevo dei romanzi italiani di Camilleri e ho trovato
una piccola corrispondenza via sms relativa a un pezzo che scrissi su Un
sabato, con gli amici. Primo sms: «Oggi
dissento, don Antonio, l’ultimo di Camilleri è scritto con la lingua delle
impiegate comunali del municipio di Carrapipi quando si sforzano di parlare in
italiano. Con rispetto parlando. Vossabenedica, Pietrangelo Buttafuoco». Secondo
sms: «Eccellenza Buttafuoco, posso avere l’onore di ospitare il vostro parere
nella mia rubrica? In generale, non ho mai capito bene quale è la vostra esatta
posizione sul Maestro di Porto Empedocle. Sbaglio o, a riguardo, voi oscillate?
Con i sensi della mia stima ecc. ecc., Antonio D’Orrico». Terzo
sms: «Del Maestro ho grande venerazione, specie per Birraio e per tutto
l’umano raccolto dei libri non montalbaniani eccetto Macallé, degno
degli Squali, ricordate?, i famosi fumetti porno da caserma. Il Montalbano mi
piace solo in tivù. Ancora sabbenedica». Quarto
sms: «Vi seguo e non vi seguo. Ma, a proposito di fumetti più o meno porno,
concetto che varia molto a seconda dei tempi, voi eravate per Kriminal o
Satanik?». Quinto
sms: «Per Lando in verità. Molto terrone. E non per il Tromba. Tipico del
Nord». Sesto e
ultimo sms: «Vi intendo appieno».
La conversazione risale al 2009. Posso dire che uno scambio di opinioni così
entusiasmante, variegato e spregiudicato, non è nemmeno lontanamente
immaginabile tra gli intellettuali di oggi?
Incuriosito, sono andato a cercare i fumetti proibiti delle edizioni Lo Squalo.
Ho trovato le copertine di Sotto il costume tette, di Trappola bionda
e di Il divano maledetto. In quest’ultima si vede una bionda
dall’espressione terrorizzata, distesa sul sofà, il reggiseno slacciato e
abbassato. Un uomo in piedi, vestito di tutto punto, con i capelli impomatati
(acconciatura stile vecchio Warner Bentivegna), è chino sulla donna e tiene in
mano un filo a cui è legata una tarantola che penzola pericolosamente sopra i
capezzoli della malcapitata.
Fossi Buttafuoco, inaugurerei immediatamente una sezione Off-Biennale di Venezia
(una specie di Off-Off-Broadway) dove farei esporre le tavole ingrandite dei
gloriosi fumetti Squalo alla stregua dei teleri veneziani più prestigiosi. [...]
Antonio D'Orrico
100 anni dalla nascita di Andrea Camilleri. Montalbano nel mondo: italofonia e
italofilia. Partecipano all’incontro: Filippo La Rosa (Maeci) e Francesco
Bongarrà (IIC di Londra).
Nel centenario della nascita di Andrea Camilleri una raccolta di dieci racconti
fatti di arresti casuali e di ladri senza refurtiva. Dieci storie per vedere
come il commissario Montalbano riesca, sempre, a essere “picciliddro” tra gli
adulti e adulto tra i “picciliddri”.
con Ninni
Bruschetta, Donatella Finocchiaro, Alessandra Mortelliti, Massimo
Venturiello
In collaborazione con
Audible
A cento anni dalla nascita, l’attrice Alessandra Mortelliti regala un racconto
intimo e inedito sul nonno Andrea Camilleri, impreziosito dalle letture dei tre
straordinari narratori degli audiolibri Audible. Per l’evento è previsto l’uso
di cuffie.
In questa puntata ascoltiamo un brano da "Outis Topos ovvero un'ipotesi di Radio
futura", la trasmissione sperimentale che nel giugno 1974 Camilleri realizza
insieme all'etnomusicologo Sergio Liberovici e che vede protagonisti gli
abitanti di un quartiere alle porte di Torino.
con Alessandro
Barbero, Luciano Canfora, Antonio Franchini, Antonio
Manzini, Vanessa Roghi, Chiara Valerio
modera Stefano
Salis
Main partner
Intesa SanPaolo
Nel centenario della nascita di Andrea Camilleri, per onorare e rinsaldare il
meraviglioso rapporto che il grande scrittore aveva con i suoi lettori, Sellerio
ripropone, in una nuova collana dedicata, una selezione della sua straordinaria
opera in cui ogni volume è introdotto dalle voci di alcuni tra i più lucidi
scrittori e scrittrici italiani, che per l’occasione si uniscono nel rendere
omaggio all’indimenticabile Maestro di Vigata.
"Mi manca come un padre" dice Antonio Manzini. "È un caso
unico in cui a un grande scrittore corrisponde un grande uomo" sottolinea
Antonio Franchini.
Andrea Camilleri viene ricordato nel centenario della nascita, fra i numerosi
eventi, da un toccante omaggio al Salone del Libro di Torino 2025 attraverso la
voce di alcuni scrittori e intellettuali che lo hanno conosciuto, che sono
appassionati della sua opera o che ne sono rimasti folgorati di recente.
Autori che la casa editrice Sellerio ha chiamato a scrivere le prefazioni delle
nuove edizioni di dodici libri, dai più amati ai meno conosciuti, riproposti in
una nuova collana celebrativa con le copertine di Lorenzo Mattotti, non più nel
classico sfondo blu della casa editrice, che ha disegnato per Sellerio anche il
logo per il centenario condiviso dal Fondo e dal Comitato.
In un Auditorium pieno all'inverosimile, il 18 maggio alla vigilia della
chiusura del Salone, Antonio Sellerio, editore anche delle lettere inedite alla
famiglia del giovane Camilleri, ha sottolineato che "aver pubblicato Camilleri è
la cosa più bella che un editore possa sognare. Nel riproporre dodici delle sue
opere abbiamo chiesto di raccontare a chi ha scritto le prefazioni la loro
esperienza di lettori, di raccontare il confronto con Camilleri".
"Una lettera, un saggio di storia, le prefazioni sono tutte diverse e c'è anche
chi ammette di aver scoperto un titolo ora" ha spiegato il giornalista Stefano
Salis che ha moderato l'incontro.
Antonio Manzini è autore di una nota in forma di lettera che accompagna 'La
forma dell'acqua' e racconta un po' commosso: "con Andrea ci sono stati 35 anni
di amicizia come allievo e poi amico. Ho avuto la fortuna di assistere alla
nascita del Commissario Montalbano. La cosa che ricordo perfettamente è che
quando me lo fece leggere gli chiesi: 'ma perchè a me che ho 24 anni?' 'I miei
amici sono tutti morti' mi rispose Camilleri. Mi colpì che il manoscritto era
privo di correzioni. 'Ma hai copiato? gli chiesi". "Camilleri era più di una
persona" aggiunge e ricorda quella volta in cui un suo libro era davanti a
quello di Camilleri in classifica e non sapeva che fare, lo ha chiamato e il
Maestro gli ha risposto: ' Antonio non ti preoccupare, l'importante è la
durata".
Alessandro Barbero che si è occupato de 'La concessione del telefono' parla di
questo libro come di "un vero capolavoro formale in cui la trama emerge solo da
documenti e dialoghi".
La sua prefazione è in chiave autobiografica. "Non lo ho mai incontrato di
persona Camilleri, ma mi ricordo quando nel '95 a Pinerolo, dove abitavo, in una
libreria mi suggerirono Camilleri. Sono uscito con 'La forma dell'acqua' e ho
pensato lo voglio leggere tutto. Quando lo ho aperto ho scoperto che non c'era
Montalbano. I romanzi ambientati nell'800 sono molto più belli di quelli
dedicati al Commissario. Ne 'La concessione del telefono' dice cose dell'Italia
di ieri e di oggi". In realtà Barbero, Camilleri lo avevo sentito tantissime
volte da ragazzino, "ma non avevo memorizzato il suo nome. È stato il regista
delle interviste impossibili alla radio, avevo 15 anni era il '74-75. Hanno
influenzato la mia formazione intellettuale in modo enorme. I più grandi
scrittori intervistavano i loro personaggi, c'era Ceronetti su Attila".
'La strage dimenticata' e 'La bolla di componenda' sono stati riuniti in un
unico volume con la doppia prefazione di Luciano Canfora e Vanessa Roghi, anche
loro sul palco dell'Auditorium pieno di giovani che applaudono. La ricostruzione
storica parte sempre da una piccola nota. "L'attività di Camilleri si basa su un
modello manzoniano. Un documento, anche d'invenzione, da cui si costruisce la
storia" sottolinea Canfora in una nota breve e fulminante. "Camilleri prendeva
un documento e cercava qualcosa che non era stato visto. Spesso la letteratura
patisce la storia. Camilleri sfidava la storiografia e portava fuori l'umano"
afferma Roghi. Mentre Chiara Valerio ammette: "Non avevo mai letto 'La
rivoluzione della luna', quando lo ho fatto mi ha fatta impazzire
immediatamente" dice. Franchini a cui è toccato raccontare il meno camilleriano
dei libri di Camilleri, 'La relazione' si sofferma sull'humor nero, fortissimo
in "romanzi senza speranza, spietati, di ambiente borghese" che aveva anche
Camilleri.
Mauretta Capuano
Un gioco di nostalgia, un viaggio fra umanità e scoperta "attraverso la bellezza
di lettere che anche dal punto di vista letterario erano già fortemente
anticipatrici di tanti aspetti dei suoi romanzi".
Così con l'ANSA Felice Laudadio, presidente del Comitato Nazionale Camilleri
100, per le celebrazioni legate al centenario dalla nascita dello scrittore,
descrive 'Il giovane Camilleri' serata evento il 19 maggio con la regia di Ennio
Coltorti, al Teatro Argentina di Roma, nella quale prenderà forma un
autoritratto inedito, diretto, tenero, autoironico e profondo dell'autore
siciliano attraverso alcune delle sue missive scritte da Roma alla famiglia, tra
il 1949 e il 1960.
Un periodo nel quale Camilleri era stato prima studente (con poche risorse
economiche ma grande entusiasmo) nel corso di regia all'Accademia d'arte
drammatica, sotto la guida di Orazio Costa, e poi anche regista (capace di
portare in Italia testi come quelli di Genet e Beckett), drammaturgo, e
insegnante di regia e recitazione all'Accademia e al Centro Sperimentale di
Cinematografia. A leggere parte delle lettere (ritrovate dalle figlie di
Camilleri nel garage di famiglia e raccolte postume nel volume di Sellerio, 'Vi
scriverò ancora' del 2024) saranno 12 ex allievi dello scrittore, fra i quali
Maria Luisa Bigai, Benedetta Buccellato, Margherita Buy, Giuseppe Dipasquale,
Donatella Finocchiaro, Lorenza Indovina, Marco Presta, Enrico Protti, Sergio
Rubini, Francesco Siciliano, Massimo Venturiello.
"In una delle sue classi - racconta Laudadio - quella che si è diplomata nel
1992 c'erano nomi come Pierfrancesco Favino, Fabrizio Gifuni, Alessio Boni,
Luigi Lo Cascio e tutti hanno un ricordo affettuosissimo del loro maestro. E'
stato per loro un punto di riferimento, perché era molto aperto, molto
disponibile, molto alla mano. Quest'affetto è riflesso anche dal sì immediato
che ci hanno dato per questi eventi: ce ne sarà un secondo con gli ex allievi il
14 settembre, all'Auditorium Parco della Musica di Roma".
Per festeggiare il centenario di Camilleri, è stata creata, una rete amplissima
fra Italia e altri Paesi, di incontri, rassegne, eventi, promosse dal Fondo
Andrea Camilleri, che si articolano nel 2025 e nel 2026. "La quantità di cose
che ha fatto Andrea ci ha consentito di aprire una sorta di ventaglio sempre più
ampio sul suo lavoro".
La Repubblica (ed. di
Napoli), 18.5.2025
Antonio Franchini
“Il dialetto, lingua perfetta per veicolare i sentimenti”
«Eccome se stanno bene, i dialetti. Sono le lingue che veicolano per antonomasia
i sentimenti, traducono la rabbia nei brani di rapper e trapper, ma ispirano
anche – sempre più - le coloriture dei romanzi della letteratura contemporanea
italiana. Stanno bene, i dialetti, perché mettono in discussione la rigidità
della lingua standard e anche per una ragione un po’ deteriore: assecondano
l’insorgere dei localismi, la rinascita delle piccole patrie». Antonio Franchini
è tra gli scrittori contemporanei più affermati: domani, con Antonella Cilento,
sarà protagonista de “Il dialetto nelle mani degli scrittori: la narrativa”,
ultimo appuntamento degli “Incontri sul dialetto”, progetto curato dal Comitato
scientifico per la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio linguistico
napoletano, istituito dalla Regione Campania, e organizzato dalla Fondazione
Campania dei Festival, diretta da Ruggero Cappuccio. L’appuntamento è alle 16 a
Palazzo Zapata, in piazza Trieste e Trento, nel Museo Artistico Politecnico. Franchini,
sembra cambiata la percezione nell’immaginario collettivo: non più codici di
serie B. «Sì, anche se
l’idea che i dialetti fossero da bandire si è diffusa soprattutto al Nord, con
l’unità d’Italia: in Piemonte e in Lombardia si è fatto argine contro la loro
diffusione, mentre a Napoli, ma anche in Sicilia, il dialetto è sempre stato un
passepartout in grado di avvicinare popolo e aristocrazia. Da noi non ha
mai avuto grandi flessioni». Ha scritto
che da giovane non amava la tradizione letteraria napoletana, che giudicava
“fastidiosa, affetta da retorica”. Poi? «Da figlio
degli anni ’70, aspiravo a conoscere il mondo e le letterature del mondo. Per
cui leggevo inglesi, francesi, russi, americani. Erano anni differenti: oggi i
giovani scrittori sanno che le realtà locali, insieme con i loro dialetti, sono
una ricchezza. Allora, i dialetti vivevano una fase critica da un punto di vista
letterario. Poi è accaduto qualcosa, o meglio è arrivato qualcuno: Andrea
Camilleri. Ha sdoganato il dialetto a uso letterario per il grande pubblico: se
il più grande bestseller della storia editoriale italiana ha rinunciato
all’utilizzo di una lingua standard, preferendo il siciliano – o meglio un
siciliano artificiale, una sorta di dialetto d’autore nato dalla mescolanza di
diverse varietà – vuol dire che lo si può fare, e che questo non vuol dire
precludersi una potenziale fetta di lettori. Anzi».
[…]
Pasquale Raicaldo
Fondazione Teatro di
Roma, 19.5.2025
Serata evento per celebrare il centenario della nascita di Andrea Camilleri
Il giovane Camilleri Teatro
Argentina, 19 maggio 2025
Spettacolo ore 20:00
un progetto di Felice Laudadio
regia Ennio Coltorti
con la partecipazione di (in o.a.) Maria Luisa Bigai, Benedetta Buccellato,
Margherita Buy, Giuseppe Dipasquale, Donatella Finocchiaro, Lorenza Indovina,
Marco Presta, Enrico Protti, Sergio Rubini, Francesco Siciliano, Massimo
Venturiello
musiche di e con Roberto Fabbriciani
Lo spettacolo
Molto tempo prima di
diventare il popolare scrittore tradotto in oltre 40 lingue in tutto il mondo
Andrea Camilleri fu allievo di regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica.
Le sue prime esperienze di studente fuorisede sono puntualmente narrate nelle
lettere che, fin dal 1949, inviava alla sua famiglia, ora raccolte nel volume
edito da Sellerio Vi scriverò ancora curato da Salvatore Silvano Nigro
che lo ritrae come «un moderno Robinson Crusoe che di continuo deve inventarsi
un alloggio sempre provvisorio, le suppellettili necessarie, tutti i gesti della
giornata tra il lavaggio della biancheria e la ricerca di un ristorantino alla
portata delle sue tasche semivuote. C’è qualcosa di picaresco nella narrazione
epistolare, spesso autoironica e spettacolare: anche nel caso di quel convulso
correre, qua e là, senza sosta, alla ricerca di un lavoretto. E intanto
Camilleri studia, studia, studia». Fino a diventare egli stesso docente di regia
e recitazione in Accademia ove ebbe innumerevoli allievi alcuni dei quali, al
Teatro Argentina, lo racconteranno tramite quelle lettere che narrano le stesse
picaresche avventure da loro vissute.
Info e orari
ore 20.00
biglietti intero 10,00€ – ridotto 5,00€
durata 1 ora e 30’
Crediti
foto di Nicola Amato
a cura del Comitato Camilleri 100, del Fondo Andrea Camilleri e del Teatro di
Roma – Teatro Nazionale
La Stampa, 19.5.2025
Impossibile resistere ad Andrea Camilleri
Per i cent’anni dalla nascita, Sellerio ripubblica i capolavori dell’autore di
Montalbano. Ecco come lo hanno festeggiato tre storici, una scrittrice e un
editore al Salone del Libro di Torino
Quando porti a casa un libro di Andrea Camilleri, succede quello che succede
quando porti una torta: ne vogliono tutti, anche chi ha già mangiato, anche chi
non mangia mai. È uno scrittore che crea comunità perché crea godimento. «Non
aveva idea di avere fatto Enola Gay», ha detto lo scrittore Antonio
Manzini, durante l’incontro organizzato dalla casa editrice Sellerio, ieri al
Salone del Libro di Torino, e moderato da Stefano Salis del Sole24Ore, primo in
Italia a laurearsi con una tesi su Camilleri, per presentare le prime riedizioni
dei suoi libri, che compongono una collana pensata per i cent’anni dalla nascita
(il 6 settembre prossimo) dell’inventore del Commissario Montalbano. Ogni libro
sarà arricchito da una prefazione d’autore (di: Alessandro Barbero, Luciano
Canfora, Antonio Franchini, Antonio Manzini, Vanessa Roghi, Chiara Valerio) e da
una copertina illustrata da Lorenzo Mattotti. Quando gli fece leggere La
forma dell’acqua (in un manoscritto senza neanche un errore, ed era una
prima stesura), il romanzo in cui Montalbano compare per la prima volta, Manzini
aveva 24 anni e Camilleri 69. Gli piacque. Moltissimo. Gli chiese perché lo
avesse scritto nello stesso modo in cui parlava, con tutto quel dialetto, e lui
rispose: «Tanto lo leggeranno solo in Sicilia». Nessuno dei due immaginava che
quel libro avrebbe inaugurato la carriera del più venduto scrittore italiano di
sempre: 10 milioni di libri in tutto il Paese ma scritti in dialetto siciliano.
«Lui non sapeva di essere un genio, io sospettavo che lo fosse e ora lo posso
dire con certezza, anche se questo è un tempo in cui si dà del genio a chi sa
fare un uovo sodo», ha detto Manzini, anche lui bestsellerista, che una sola
volta arrivò primo in classifica, battendo Camilleri. Condividevano l’editore,
Sellerio, che chiese a Manzini di chiamare Camilleri e dirglielo. Lo fece, con
comprensibile terrore. Camilleri rispose: «Non ti preoccupare, Antò, ciò che
conta è la durata». Certo che era un genio, Andrea Camilleri, e di geniale aveva
tutto, specie i tratti che attribuiamo, sbagliando, alla saggezza, credendo che
la genialità sia sempre sregolata, vorace, veloce, e invece lui era paziente,
placido, metodico. Tutti i romanzi di Montalbano erano di 180 pagine, divisi in
18 capitoli di 10 pagine l’uno: quando sforava, per lui significava che c’era
qualcosa che non andava, e allora ricominciava, e riscriveva tutto. Aveva una
qualità umana rara, e questo è stato chiaro sia a chi lo ha conosciuto che a chi
lo ha soltanto letto, ascoltato, visto in tv, amandolo per l’esempio che offriva
e l’evasione che regalava: come si amano i nonni. Antonio Franchini, scrittore
ed editore, che ha scritto la prefazione della nuova edizione di La Relazione
(il primo libro in cui Camilleri abbandonò il dialetto, uscito la prima
volta nel 2014) anche lui ieri al Salone, lo ha sottolineato subito: «Era un
grande scrittore e un grande uomo, una combinazione molto rara». Era curioso, lo
affascinava il talento degli altri: amò La solitudine dei numeri primi di
Paolo Giordano, un esordiente, prima che diventasse un caso editoriale, e disse
pubblicamente non solo di averlo stato influenzato (notina: a Franchini si deve
il titolo di quel romanzo). Da buon editor, Franchini ha tenuto a rimarcare che
Camilleri era un «covo di paradossi», e che se pure lo conosciamo come autore
leggibilissimo, lieve, divertente, ha scritto anche storie nere, senza luce,
senza speranza, e non ha omesso mai l’ombra neanche in quelle seriali, di
consumo, semplici. Gli piaceva da matti la Storia, e la usava per scavare a
fondo e per inventare. Non è un caso che a parlare di lui, ieri, c’erano tre
storici: Alessandro Barbero, Luciano Canfora e Vanessa Roghi, tutti concordi nel
trovare in Camilleri un raro esempio di autore letterario che non pativa la
Storia, e che anzi, per Roghi, lavorava come secondo Braudel doveva lavorare lo
storico: «Cercando l’odore di umano, come fanno gli orchi nelle favole». Canfora
ha ricordato La strage dimenticata, romanzo storico che Camilleri
pubblicò nel 1984, e che raccontava che l’anno della primavera dei popoli, dei
moti indipendentisti europei, il 1848, non iniziò in Francia, come comunemente
si crede, bensì a Palermo, «dimostrando bene come la ferocia repressiva sia
sempre foriera di un futuro drammatico». A Barbero, invece, piace il Camilleri
di tutti, quello di Montalbano: gli piace tanto che per due volte si confonde e
anziché Camilleri dice Montalbano. Ricorda dov’era quando, nel 1995, ha comprato
e letto un suo romanzo la prima volta: era andato in libreria, aveva chiesto
qualcosa di divertente, e gli avevano consigliato lui, «un nuovo giallista
piuttosto bravo». Chiara Valerio ha scritto la prefazione di La rivoluzione
della luna, la storia dell’unico viceré femmina (era il 1677, e il Viceré di
Carlo III di Sicilia, marchese di Castel Roderigo, sul punto di morire, nominò a
succedergli sua moglie Eleonora de Moura), che durò solo 28 giorni, quanto il
ciclo lunare, ma fece in tempo a dimostrare che «le donne, quando arrivano a
coprire posizioni apicali, fanno rete. Non sempre, ma molto spesso». All’uscita,
in una calca immaginabile ma ugualmente stupefacente, non si sentiva nient’altro
che «Ma quel libro a casa lo abbiamo? Dobbiamo rileggerlo». Sempre al plurale.
Simonetta Sciandivasci
[…]
Sarà una festa per tutti e per tutte, ragusani, visitatori e turisti questa
sedicesima edizione di A Tutto Volume. Ragusa, dal mare al centro
storico, torna ad essere un palcoscenico a cielo aperto che ospita le scrittrici
e gli scrittori più amati dal pubblico. Il
programma di quest’anno, che spazia dalla letteratura alla scienza, dall’arte al
teatro, alla musica, ai nuovi linguaggi avrà come evento eccezionale
l’inaugurazione della mostra dedicata a tutta la produzione scritta, italiana e
straniera, del maestro Andrea Camilleri.
L’inaugurazione della mostra aprirà la nuova edizione del Festival. […] Si parte
la sera di giovedì 12 giugno con l’inaugurazione ufficiale alla Rotonda sul
Lungomare Andrea Doria di Marina di Ragusa. Subito dopo, un evento speciale
dedicato ad Andrea Camilleri, nel centenario della nascita, con la
partecipazione delle figlie Andreina e Mariolina Camilleri, e degli
scrittori Nicola Lagioia e Antonio Manzini. A condurre l’incontro sarà Paolo
Verri, con accompagnamento musicale dal vivo a cura del Vigata Quintet.
[…]
Maratona d’ascolto Camilleriana al Salone del Libro di Torino A cento
anni dalla nascita di Andrea Camilleri, il Salone Internazionale del Libro di
Torino ha ospitato un evento straordinario dedicato all’autore siciliano: una
maratona d’ascolto svoltasi sabato 17 maggio, presso la Pista 500 del Lingotto.
Il pubblico ha potuto vivere un’esperienza immersiva grazie alle letture dei più
celebri brani camilleriani, affidate alla magistrale interpretazione dell’attore
campano Massimo Venturiello, voce storica di Salvo Montalbano.
Accanto a lui, altri narratori dei migliori audiolibri di Camilleri, come Ninni
Bruschetta, Donatella Finocchiaro e la nipote dell'autore, Alessandra Mortelliti,
hanno contribuito a rendere ancora più speciale l’evento. Il racconto intimo e
inedito di Alessandra Mortelliti, che ha omaggiato il nonno Andrea Camilleri, ha
arricchito l'evento regalando una testimonianza personale che ha toccato il
cuore degli ascoltatori. Grazie alla collaborazione con Audible, il pubblico ha
potuto vivere la maratona tramite cuffie, creando un’atmosfera unica di ascolto.
Alessandra Ortolani
L’eco del suo successo risuona ancora vivido nella memoria di chi ha avuto la
fortuna di assistervi: “Il colore del sole”, l’opera lirica ispirata al genio
tormentato di Caravaggio, è stata una di quelle rare esperienze teatrali che
lasciano un segno indelebile. Un evento che ha dimostrato con forza come diverse
discipline artistiche – dal teatro alla musica, dalla parola alla potenza della
corale – possano convergere per illuminare con intensità l’animo umano, e che il
pubblico attende con trepidazione di rivedere presto sulle scene.
In quell’occasione, abbiamo assistito alla magistrale metamorfosi della parola
scritta, tratta dal romanzo di Andrea Camilleri, in pura esperienza sensoriale.
Il teatro, in quella messa in scena, non è stata semplice rappresentazione, ma
incarnazione viva: l’attore Massimo Odierna ha prestato corpo e voce a un
Caravaggio lacerato, permettendo al pubblico di entrare in una comunione
empatica con la fragilità e il genio di un’anima in fuga. Fondamentale
è stato il ruolo della musica di Lucio Gregoretti, divenuta linguaggio
dell’anima, e della straordinaria potenza della corale. Il Coro Polifonico “Luca
Marenzio” non è stato un mero sottofondo, ma l’eco amplificato del tormento e
della grandezza interiore, la voce collettiva che ha vibrato con le paure
ancestrali e le aspirazioni più recondite del protagonista, e del pubblico
stesso. La polifonia si è fatta specchio della complessità umana, di quel “sole
nero” che filtrava la visione rivoluzionaria del pittore. La regia
visionaria di Cristian Taraborrelli, insieme a scene, luci e danza, si è fusa in
un’unica, memorabile composizione. Ogni elemento ha contribuito a evocare la
febbrile interiorità di Caravaggio, dimostrando come l’unione sinergica delle
arti possa creare un’esperienza che trascende l’estetica, toccando le corde più
profonde dell’esistenza. “Il colore
del sole” ci ha ricordato, con la sua acclamata rappresentazione, la forza
insostituibile dell’arte: non mero intrattenimento, ma strumento di conoscenza e
catarsi. Un’esperienza che ha permesso di confrontarsi con le ombre, proprie e
altrui, per celebrare la capacità umana di trasformare il tormento in bellezza,
l’oscurità in una nuova, sfolgorante luce. Il clamoroso successo e l’entusiasmo
del pubblico lasciano ben sperare in un suo prossimo ritorno, per offrire
nuovamente la chiave d’accesso a questo straordinario viaggio nel genio e
nell’essenza umana.
Prodotta dall’E.A.R. Teatro di Messina, in collaborazione con l’Associazione
Fondo Andrea Camilleri e con il sostegno di Errebian S.p.a., questa nuova messa
in scena trasforma la parola scritta in esperienza sensoriale, portando in scena
la fragilità e il genio di un artista perseguitato dal proprio destino.
Al Salone del Libro di Torino è successo qualcosa si immenso. Al Centro
Congressi Lingotto il pubblico ha accolto con un’ovazione gli intellettuali che
hanno scelto di rendere omaggio a uno dei maestri della letteratura
contemporanea italiana: Andrea Camilleri. L’autore è stato ricordato nel
centenario della nascita con numerosi eventi organizzati dalla casa editrice
Sellerio. E tra questi va segnalato l’incontro che si è svolto domenica 18
maggio alla presenza di grandi intellettuali come Alessandro Barbero, Luciano
Canfora, Antonio Franchini, Antonio Manzini e Vanessa Roghi. Presenti all’evento
anche due volti noti del Premio Costa Smeralda: la giudice Chiara Valerio – che
è stata direttamente coinvolta nel progetto scrivendo la prefazione de La
rivoluzione della luna -; e il direttore artistico Stefano Salis che ha
moderato l’incontro. Sellerio ha
pensato bene di onorare la memoria del Maestro riproponendo, in una nuova
collana dedicata lontana dallo sfondo blu tipico della casa editrice, una
selezione della sua straordinaria opera. Sono dodici libri, scelti alternando i
più amati e i testi meno conosciuti che allo stesso tempo mostrano la caratura
di Camilleri. Ogni volume – La forma dell’acqua, La rivoluzione della
luna, La concessione del telefono e La strage dimenticata e
La bolla di componenda (questi ultimi due riuniti in un solo volume) – è
introdotto dalle parole di alcuni scrittori del panorama nazionale e
internazionale. «Prefazioni – una lettera, un saggio di storia – tutte diverse
tra loro e c’è anche chi ammette di aver scoperto un titolo ora», ha commentato
il giornalista Stefano Salis nel corso dell’incontro.
Ognuno di loro (Antonio Manzini, Chiara Valerio, Alessandro Barbero e Luciano
Canfora) ha raccontato la loro esperienza di lettori di Camilleri. «Non avevo
mai letto La rivoluzione della luna, quando lo ho fatto mi ha fatta
impazzire immediatamente» ha dichiarato Chiara Valerio che in una nota,
riportata da Sellerio, scrive così del libro che ha avuto il piacere di
introdurre: «È la storia di una donna bellissima che si trova ad avere in mano
un enorme potere e, nonostante sia avversata da uomini che si sentono scalzati
sia dalla sua bellezza che dalle sue capacità, riesce a portare a termine la sua
missione, a compiere la sua vendetta e a non sacrificare alcun innocente. Donna
Eleonora è più decisa del Conte di Montecristo, più comprensiva di Fra’
Cristoforo, più conturbante di Esmeralda, più abile di Ulisse e, soprattutto,
parla ancora meno del Conte Mosca. La rivoluzione della luna sintetizza tutta la
letteratura di Camilleri e dunque tutta la letteratura».
Riccardo Lo Re
Un solstizio d’estate sotto il segno della grande letteratura: da venerdì
20 a domenica 22 giugno torna a Cagliari il Marina Cafè Noir, il primo e più
longevo tra i festival letterari della Sardegna.
[…] Gli
omaggi. La dimensione
performativa del festival si completa poi con una serie di omaggi, brevi tributi
ai grandi della letteratura in occasione di anniversari speciali. […]
Infine Andrea Camilleri, che in questo 2025 avrebbe compiuto 100 anni: il
ricordo di un grande romanziere e intellettuale è in programma domenica 22.
Un viaggio tra parole, arte e musica per esplorare la ricchezza della cultura
siciliana: è questo lo spirito dell’evento “Il pensiero poliedrico – Parole,
Arte e Musica della Cultura Siciliana”, promosso dalla Parrocchia San Biagio di
Caltanissetta. L’appuntamento è fissato per venerdì 23 maggio 2025 alle ore
19:00 presso il salone parrocchiale di Via Leone XIII.
Il cuore della serata sarà il tema “Pagine di storia – Andrea Camilleri:
Racconti e vicende nissene”, un omaggio al celebre scrittore siciliano, che ha
saputo raccontare come pochi altri la realtà e l’anima della sua terra. A guidare il
pubblico in questo viaggio culturale sarà Fiorella Falci, con l’accompagnamento
visivo delle immagini di Lillo Miccichè. La dimensione musicale dell’evento sarà
affidata al Coro della scuola secondaria di I grado “F. Cordova”, diretto
dalla maestra Laura Failla, e al duo Giovanna Caruana e Mario Ferrara, che
arricchiranno l’incontro con esibizioni ispirate alle sonorità siciliane.
L’iniziativa si svolge in collaborazione con la Diocesi di Caltanissetta –
Ufficio Cultura, il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale e Spazio Culturale
Collettivo.
GBOPERA, 21.5.2025
Roma, Teatro Argentina: “Il Giovane Camilleri”
Roma, Teatro Argentina
Serata evento per celebrare il centenario della nascita di Andrea Camilleri
IL GIOVANE CAMILLERI
un progetto di Felice Laudadio
regia Ennio Coltorti
con la partecipazione di (in o.a.) Maria Luisa Bigai, Benedetta Buccellato,
Margherita Buy, Giuseppe Dipasquale, Donatella Finocchiaro, Lorenza Indovina,
Marco Presta, Enrico Protti, Sergio Rubini, Francesco Siciliano, Massimo
Venturiello
musiche di e con Roberto Fabbriciani
a cura del Comitato Camilleri 100, del Fondo Andrea Camilleri e del Teatro di
Roma – Teatro Nazionale
Roma, 19 maggio 2025
Un palco nudo. Dodici voci. E le parole di un ragazzo che scrive da una stanza
fredda di Roma, con l’acqua che cola dalle pareti e l’ambizione che pulsa sotto
la pelle. Così si è aperta, senza proclami, la serata dedicata al centenario
della nascita di Andrea Camilleri: Il giovane Camilleri – titolo
semplice, affilato – ha mostrato ciò che spesso si dimentica di celebrare. Non
il successo, ma la fatica di diventare. In quella scrittura piena di fame e di
teatro, di debiti e audizioni, di rabbia e amore per le parole, si nascondeva la
materia viva della scena. Le lettere scelte – tratte dal volume Vi scriverò
ancora – non erano corrispondenza privata, ma drammaturgia inconsapevole.
Più che raccontare, scolpivano. I giorni passati a contendersi una minestra, i
pomeriggi di prova a guardare da dietro le quinte, le censure della scuola, gli
innamoramenti per il teatro come fatto irriducibile e totalizzante. A chiunque
abbia fatto teatro almeno una volta, quelle lettere dicevano qualcosa di molto
personale. Parlavano di come si inizia, di quando non si è nessuno e si vuole
tutto. Il giovane Camilleri non sapeva ancora dove sarebbe arrivato. Ma aveva
già deciso di andare. Sul palco, dodici interpreti – tutti passati per le aule
dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, come lo stesso
Camilleri – si alternano con misura e precisione. Sono Maria Luisa Bigai,
Benedetta Buccellato, Margherita Buy, Giuseppe Dipasquale, Donatella Finocchiaro,
Lorenza Indovina, Marco Presta, Enrico Protti, Sergio Rubini, Francesco
Siciliano, Massimo Venturiello. Non recitano. Prestano la voce, il corpo,
l’ascolto. Leggono con pudore, quasi in punta di piedi, lasciando che le parole
trovino da sole il proprio peso, la propria verità. La regia di Ennio Coltorti è
tutta costruita sull’assenza di orpelli. Nessuna scenografia, nessun effetto.
Solo luci sapientemente calibrate, ingressi cesellati, e le musiche dal vivo di
Roberto Fabbriciani, che accompagnano senza interferire. È una regia di fiducia:
fiducia nella parola, nei tempi, nella gravità che può nascere da un frammento
di carta. Quel che accade, lentamente, è che lo spettatore smette di “ascoltare”
per cominciare a ricordare. Ricorda qualcosa che forse non ha mai vissuto, ma
che riconosce comunque. Il disagio della formazione. La solitudine. La fame. Il
desiderio. E quel gesto così umano e così tragicamente teatrale: scrivere per
non scomparire. In scena non c’è l’autore celebre. C’è l’allievo che sbaglia,
che insiste, che si ostina a voler capire cos’è il teatro. Ed è proprio questa
dimensione – non mitizzata, non compiuta – a fare dello spettacolo un gesto
politico, oltre che poetico. Perché dice, con dolcezza e con fermezza, che il
teatro non è un luogo dove si arriva, ma uno spazio dove si attraversa. E che
ogni vocazione ha il suo prezzo, la sua fame, la sua paura. La sala del Teatro
Argentina era piena, e non solo di corpi. Era piena di memoria condivisa, di
attenzione sospesa. Qualcosa, lì dentro, accadeva davvero. Forse perché chi era
sul palco non parlava di un passato, ma di un presente che ci riguarda ancora:
quello di chi sceglie di vivere di arte senza sapere se sarà ascoltato, se
basterà, se reggerà. Il giovane Camilleri è stato un atto di teatro
necessario. Un piccolo miracolo di parola restituita. Un dispositivo sobrio e
coraggioso che ha saputo restituire, senza retorica, il battito incerto
dell’inizio. Perché è lì, nell’inizio, che tutto accade. Anche il teatro.
Il centenario di Andrea Camilleri celebrato da dodici suoi ex allievi (quando il
celebre autore insegnava regia e recitazione all'Accademia Silvio D'Amico) nel
frattempo divenuti famosi. Singolare la serata - svoltasi lunedì al teatro
Argentina di Roma- ma ancor più singolare il risultato. La scelta di far sfilare
nomi come quelli, fra gli altri, di Sergio Rubini, Margherita Buy, Benedetta
Buccellato e Massimo Venturiello, per ricordare non il Camilleri più noto, e
cioè quello ormai anziano che raggiunse la tardiva popolarità grazie a
Montalbano, ma il giovane sconosciuto che sbarcava il lunario a Roma assieme
alla moglie Rosetta, attraverso la lettura di dodici lettere comprese fra il
1951 e il 1960, porta a risultati imprevisti. Da una parte, infatti,
incuriosisce scoprire l'ancora intimidito novellino alle prese con celebrità
affermate e future (da Gassman alla Falk a Squarzina) e insieme è piacevole
attraversare uno spaccato del teatro dell'epoca, travagliato ma glorioso, così
diverso ahinoi - dall'attuale. Dall'altra
risulta invece meno interessante l'elenco minuzioso e fatalmente monotono delle
lamentazioni che, nelle sue lettere, il giovane Andrea redige a favore dei
parenti, e che si ripete sempre uguale a sé stesso: la cronica mancanza di
soldi, il caldo di Roma, i prezzi che salgono, la mancanza dei famigliari, il
desiderio di loro notizie. A impaginare la serata provvedono, alternandosi alle
letture, le foto in bianco e nero dell'allampanato giovanotto, alcuni brani
musicali composti dal fidato flautista Roberto Fabriciani, e due soli video in
cui finalmente il Camilleri che conoscono tutti, anziano e quasi cieco, racconta
di quando la badessa del convento lo sorprese a letto con l'innamorata, e
riflette su cosa significhi per lui la parola «felicità», simile alla «polvere
d'oro», che una farfalla lascia sulle dita dopo che la si è afferrata. Saporite
e malinconiche considerazioni.
A riprova di quanto, forse, più interessanti delle lettere giovanili d'un
Camilleri ancora acerbo avrebbero potuto essere gli scritti del Camilleri
anziano. E cioè veramente nel pieno delle sue riconosciute qualità di narratore.
Paolo Scotti
Nel centenario della nascita di Andrea Camilleri, il Comune di San Miniato vuole
rendergli omaggio con l'intitolazione di una piazza del centro storico. Dopo
l'annuncio del Dramma Popolare di San Miniato di dedicare ad un suo testo lo
spettacolo di punta della 79^ Festa del teatro, portando in scena "Autodifesa di
Caino", interpretato a luglio da Luca Zingaretti, il Comune ha deciso di
stringere ancora di più i rapporti di San Miniato con lo scrittore,
sceneggiatore, regista e drammaturgo siciliano. Negli anni '50, il giovane
Camilleri era infatti stato a San Miniato per collaborare con il maestro Orazio
Costa ad alcune messe in scena di spettacoli del Dramma, poi successivamente era
tornato in veste di docente di Prima del teatro, la scuola di teatro organizzata
dalla Fondazione Teatro di Pisa e dall'Accademia nazionale d'arte drammatica di
Roma. I fili del suo legame con la Città si sono poi riannodati nel 2024, quando
nell’archivio del Dramma Popolare è spuntato un testo inedito del giovane
Camilleri, “Il santo nero”, inviato nella città della Rocca dallo stesso
scrittore siciliano, per un concorso bandito dall’Istituto nel 1951, un
ritrovamento che ha portato alla decisione di mettere in scena “Autodifesa di
Caino”, il testo che avrebbe dovuto presentare lui stesso nel 2019, se la
morte non lo avesse colto prima.
"Il legame di Camilleri con la nostra Città è ben evidente e, come
amministrazione, vogliamo sottolinearlo ancora di più dedicandogli uno spazio
pubblico -
spiegano il sindaco Simone Giglioli e l'assessore Matteo Squicciarini -. La
giunta ha deliberato di intitolargli l'attuale piazzetta del Bastione, lo spazio
antistante l'ascensore che conduce a Fonti alle Fate, che dovrebbe così
diventare 'piazza Andrea Camilleri'; grazie al nostro atto adesso l'iter è
avviato e sarà la Prefettura di Pisa a dover rilasciare il nulla osta per poter
procedere all'intitolazione. Ci piacerebbe riuscire a fare la cerimonia nei
giorni in cui Luca Zingaretti sarà a San Miniato proprio con lo spettacolo di
Camilleri, un'occasione unica ed irripetibile di cui la nostra Città è
orgogliosa, e anche un riconoscimento ad una figura fondamentale del panorama
culturale italiano".
AgrigentoOggi, 21.5.2025
Agrigento Capitale: progetto da 110 mila euro
Sicilia in scena: parte Le Piazze della Capitale, da 110 mila euro, con la Festa
del Viaggio
Ad Agrigento la “Festa del Viaggio”: tre serate per raccontare il mondo e la
Sicilia tra parole, immagini e cultura
Prenderà ufficialmente il via il 26 maggio ad Agrigento la Festa del Viaggio,
evento culturale che coniuga intrattenimento, riflessione e valorizzazione del
territorio, all’interno del programma di Agrigento Capitale Italiana della
Cultura 2025.
Organizzata in collaborazione con l’associazione “Strada degli Scrittori”, la
manifestazione rappresenta una delle tappe centrali del progetto “Le Piazze
della Capitale”, pensato per trasformare luoghi simbolici in spazi di incontro
culturale. Per tre sere consecutive, la corte del Palazzo della Provincia e
della Prefettura si trasformerà in un teatro a cielo aperto, accogliendo
scrittori, giornalisti, artisti, chef, fotografi e divulgatori. Un invito a
viaggiare con la mente e con il cuore, attraversando i luoghi letterari e
simbolici della Sicilia. Tutti gli
appuntamenti sono gratuiti, con inizio alle ore 21, e realizzati con il sostegno
delle istituzioni locali. Il prefetto Salvatore Caccamo e il presidente della
Provincia Giuseppe Pendolino hanno aperto le porte della sede di piazzale
Vittorio Emanuele, che ospiterà gli incontri. Il progetto è finanziato da
Agrigento 2025 con un contributo di poco meno di 110 mila euro da parte della
Fondazione Agrigento Capitale della Cultura che si avvale dell’Ente Parco
Archeologico della Valle dei Templi come soggetto appaltante. La parola chiave
dell’intero format è contaminazione: tra linguaggi, culture, tradizioni e idee,
per coinvolgere i cittadini e valorizzare la memoria dei grandi autori legati
alla Sicilia, da Pirandello a Camilleri. […] Il 18
luglio è in programma un evento speciale dedicato ad Andrea Camilleri, nel
centenario della sua nascita. […]
Prenotazioni (max 2 posti): eventi@stradadegliscrittori.com.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Elio Di Bella
Mercoledì 11 giugno, alle ore 21, il Circolo ARCI Burchio (Via del Paretaio,
18/A - Incisa) ospita la prima serata de "Il Giardino di Alceste 2025" dal
titolo "Gli arancini di Montalbano".
Il racconto dà il nome ad una raccolta pubblicata per la prima volta nel 1999 e
parla del commissario che è alle prese con numerosi inviti in vista del cenone
di capodanno...
A cura del Comune di Figline e Incisa Valdarno. Con Simone Martini e Alessio
Martinoli. Improvvisazioni musicali di Piero Bindi. In collaborazione con
Kanterstrasse.
100 anni fa nasceva una delle figure più incredibili della letteratura italiana
contemporanea che ha appassionato lettori di tutte le età grazie anche alla
serie televisiva di grande successo Il commissario Montalbano trasmessa
sulla Rai.
L’Ospedaletto venerdì 13 giugno alle 21:30 celebra Andrea Camilleri affidando la
lettura dei suoi racconti all'attore Salvatore Laghezza.
L’evento fa parte della rassegna Dolce Notte realizzata grazie alla
collaborazione con La Nuova Partenopea, che ci delizierà con un dolce a tema
realizzato dal maestro pasticcere Fabio Mellone.
Il reading teatrale, con inizio alle ore 21:30, è riservato a un massimo di
quaranta persone, ed è gratuito, pertanto è necessaria la prenotazione al numero
telefonico: 327 753 3375
“Dolce notte” è un ciclo di incontri pensati e realizzati dal progetto
“Galattica – Rete giovani Puglia- nodo di Martina Franca"
Martina Franca (Taranto)
Casa Cappellari
Via Orfanelli, 19
ore 21:30
ingresso libero con prenotazione obbligatoria
Info. 327 753 3375
Ninni Bruschetta presta la sua voce al maestro Andrea
Camilleri. All’attore messinese è stato affidato il compito di
interpretare due importanti opere dello scrittore siciliano recentemente
pubblicate in formato audiolibro: “La strage dimenticata” e “La bolla di
componenda”. Il primo è un romanzo storico ambientato nel 1848, tra rivolte
popolari, repressioni e censure; il secondo affonda nel passato per riportare
alla luce antiche ingiustizie e raccontando una Sicilia antica in cui
istituzioni e malavita si intrecciano. In entrambi i casi si tratta di testi che
uniscono rigore documentaristico e invenzione narrativa, facendo emergere
un’Isola tormentata e mai del tutto pacificata, ma sempre raccontata con ironia
e lucidità. Ninni
Bruschetta racconta i libri di Andrea Camilleri A BE
Sicily Mag, Ninni Bruschetta ha parlato di questa esperienza e del rapporto
profondo che lo lega alla scrittura di Andrea Camilleri, a cui ha dato voce
attraverso i due audiolibri. “Sono stato molto contento di poter leggere per il
pubblico questi due docu-racconti. Nella narrazione, Camilleri sposta il punto
di vista: invece di far indagare i suoi personaggi, come accade nei suoi gialli,
è egli stesso a diventare l’indagatore della storia. È un cambio di registro
interessante. Non essendo uno storico, si affida comunque a un rigore
documentaristico ma con la libertà del narratore. C’è un aspetto nuovo nel suo
modo di raccontare, più diretto e coinvolgente”. Entrambi i
libri affrontano il tema della rivolta, un tema che riguarda nel profondo la
storia della Sicilia. “In un certo senso ciò viene fatto con una vena amara. Si
parla di rivolte, ma anche della nostra incapacità di essere realmente
rivoluzionari. È esattamente ciò che noi siciliani non siamo: non siamo mai
stati un popolo rivoluzionario, anzi forse dovremmo chiederci se esista davvero
un popolo. Camilleri affonda il racconto dentro questo interrogativo, esplora i
rivoli nascosti di una tragedia collettiva e, sempre con quella sua tipica
leggerezza e comicità, ci racconta quanto noi siciliani possiamo essere str*nzi”. Il
rapporto con l’autore Ninni
Bruschetta nella lettura dei due libri ha dovuto confrontarsi con il dialetto
di Andrea Camilleri, uno strano linguaggio che ha riscosso ampio successo. “Lo
scrittore a volte ignora le regole sintattiche del nostro dialetto, ma lo fa
volutamente, per dare tono e ritmo al suo racconto. Ammetto di essermi trovato
in difficoltà di fronte ai suoi libri, quasi irritava che utilizzasse quel
siciliano inventato. Poi ho avuto la fortuna di interpretare La Stagione
della Caccia e ho potuto recitarlo: tutta un’altra cosa. Quando pronunci
quelle parole ad alta voce, tutto cambia, alcune espressioni vocali
favoriscono il modo di farsi capire, acquisiscono una nuova sonorità e ridiventano siciliane. La
scelta di Camilleri era quindi sonora. I suoi lettori più affezionati all’estero
sono proprio i siciliani che hanno lasciato l’Isola da tempo, che nella lingua
di Camilleri ritrovano qualcosa di perduto: le sonorità dell’infanzia, un modo
di parlare che non sentono più”.
C’è un’opera, in particolare, che è rimasta nel cuore dell’attore. “È un libro
che conoscono in pochissimi e che giudico un vero capolavoro: Certi Momenti. Camilleri racconta
degli incontri che ha avuto con persone celebri come Beckett o Pinter, ma anche
con figure umili, come il portiere del suo palazzo che aveva salvato un ragazzo
durante la guerra o un autista suo amico. C’è dentro tutto: ironia, umanità,
meraviglia. È un libro profondamente toccante. Dal punto di vista letterario può
sembrare lontano dal suo stile, ma ha una potenza emotiva incredibile.
Leggendolo mi sono commosso, è quel tipo di scrittura che ti resta addosso, che
ti accompagna. Mi ha ricordato molto Incontri con uomini straordinari di Gurdjieff,
autore amatissimo da Franco Battiato”, ha concluso.
Davide La Cara
Palermo. "LA MIA VIGATA: CON ANDREA CAMILLERI NELLA CITTÀ DEL COMMISSARIO
MONTALBANO" DI LORENZO ROSSO, VGS LIBRI, PP. 150, 15 EURO - Un critico definì
Vigàta il paese più inventato della Sicilia più vera.
"Se dipendesse da me - sosteneva Andrea Camilleri - correggerei la definizione
con un paese, in parte vero, della Sicilia più inventata!". In occasione dei
cento anni dalla nascita (Porto Empedocle 1925 - 2025) esce per i tipi di Vgs
Libri "La mia Vigata: con Andrea Camilleri nella città del commissario
Montalbano". Tra luoghi reali e immaginari il giornalista scrittore Lorenzo
Rosso compie un "viaggio" alla scoperta della Vigàta letteraria di Andrea
Camilleri. Tra ricordi e parole del Maestro sul suo paese natio, affiora nel
libro l'anima vera di Porto Empedocle che Camilleri ha trasformato in una delle
costruzioni narrative più originali della letteratura italiana contemporanea.
"Nel volume La mia Vigàta - scrive nella prefazione Gennaro Schembri docente del
Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Palermo - Lorenzo Rosso
riprende alcune tematiche particolarmente care ad Andrea Camilleri, tra cui il
rapporto tra città reale e città immaginaria, la memoria, il ricordo, i sapori e
gli odori. Sebbene questi elementi siano stati già affrontati da Rosso, in
passato, in particolare nel libro-intervista Una birra al caffè Vigàta,
essi trovano in questa sede un rinnovato respiro interpretativo e un ulteriore
livello di approfondimento. Il libro non si limita a essere un tributo allo
scrittore siciliano, ma si configura come una riflessione sulla costruzione di
un immaginario: su come Camilleri abbia elaborato la sua Vigàta a partire da
elementi biografici e percettivi legati alla sua Porto Empedocle, città reale
trasfigurata in chiave letteraria".
Il volume contiene tra l'altro una suggestiva appendice fotografica su Vigàta
curata da Angelo Pitrone e un testo-ricordo di Bruno Gambarotta che rievoca i
suoi trascorsi lavorativi in Rai quando divideva l'ufficio in viale Mazzini,
proprio con il collega Camilleri.
Marche Teatro, il direttore Dipasquale a Roma per i 100 anni della nascita di
Andrea Camilleri
ANCONA – Il
direttore di Marche Teatro Giuseppe Dipasquale ha partecipato al Teatro
Argentina di Roma alla serata evento per celebrare il centenario della nascita
di Andrea Camilleri. In occasione
delle celebrazioni del centenario di Andrea Camilleri (1925-2025) il Teatro
Argentina ha ospitato un tributo realizzato in collaborazione col Fondo Andrea
Camilleri e il Comitato nazionale Camilleri 100 con la partecipazione di un
nutrito gruppo di attori formatisi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica
“Silvio D’Amico”. Progettata da Felice Laudadio, con la regia di Ennio Coltorti e
le musiche di Roberto Fabbriciani, hanno partecipato alla serata gli ex allievi
dell’Accademia Maria Luisa Bigai, Benedetta Buccellato, Margherita Buy, Giuseppe
Dipasquale, Donatella Finocchiaro, Lorenza Indovina, Marco Presta, Enrico Protti, Sergio
Rubini, Francesco Siciliano e Massimo Venturiello.
La serata evento si è aperta con le parole di Camilleri, lette dalle dodici
voci, parole scritte nelle lettere scelte tratte dal volume Vi scriverò
ancora..
Un Teatro Argentina gremito di pubblico per una serata emozionante e molto
partecipata
Molto tempo prima di diventare il popolare scrittore tradotto in oltre 40 lingue
Andrea Camilleri fu allievo di regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica.
Le sue prime esperienze di studente fuorisede sono puntualmente narrate nelle
lettere che, fin dal 1949, inviava alla sua famiglia, ora raccolte nel volume
edito da Sellerio ‘Vi scriverò ancora’ curato da Salvatore Silvano Nigro, che lo
ritrae come «un moderno Robinson Crusoe che di continuo deve inventarsi un
alloggio sempre provvisorio, le suppellettili necessarie, tutti i gesti della
giornata tra il lavaggio della biancheria e la ricerca di un ristorantino alla
portata delle sue tasche semivuote. C’è qualcosa di picaresco nella narrazione
epistolare, spesso autoironica e spettacolare: anche nel caso di quel convulso
correre, qua e là, senza sosta, alla ricerca di un lavoretto. E intanto
Camilleri studia, studia, studia». Fino a diventare egli stesso docente di regia
e recitazione in Accademia, prima di divenire celebre in tutto il mondo con i
suoi romanzi e le loro trasposizioni per la televisione.
ROMA – In primo piano a Casa Italia – in onda oggi 22 maggio su Rai Italia,
RaiPlay e Rai 2 in terza serata – […] l’approfondimento è dedicato ad una figura
importante del panorama culturale italiano, lo scrittore Andrea Camilleri. Nel
centenario della sua nascita lo si celebra con un racconto a più voci, tra
affetti, passioni, teatro e memoria. I conduttori di “Casa Italia”, Roberta
Ammendola e Giampiero Marrazzo, ne parlano con le nipoti Alessandra e Arianna
Mortelliti. […]
Nell’ambito della manifestazione “Le cucine di Camilleri” sotto l’egida della
Camera di Commercio del Sud Est oltre ad alcune manifestazioni enogastronomiche
a Ragusa Ibla è stata organizzata, presso l’auditorium della Cam Com in Piazza
Libertà, una giornata di studi sul tema “La realtà a strati: letture critiche,
impatti socioeconomici e sfide dell’universo di Montalbano” E’ stato scelto come
coordinatore Scientifico il Prof. Marco Platania. Modera l’incontro Lorenzo
Briani – Capo servizio di RAI News 24.
Ecco il programma dettagliato del
Ore 10.00 saluti istituzionali
Antonino Belcuore – Commissario Straordinario Camera di Commercio del Sud Est
Sicilia
Giuseppe Cassì – Sindaco del Comune di Ragusa
Felice Laudadio – Rappresentante del Fondo Andrea Camilleri
Ore 10.30 prima sessione: profili letterari, spazi geografici e impatti
socio-economici del fenomeno
Montalbano
Salvatore Silvano Nigro – Critico letterario e storico della letteratura
Salvo Torre – Università degli studi di Catania
Marco Platania – Università degli studi di Catania
Stefania Rimini – Università degli studi di Catania
Ore 11.45 seconda sessione – Tavola rotonda: In attesa del prossimo ciak!
Camilleri e i luoghi di
Montalbano.
Modera Paolo Verri – Direttore Fondazione Mondadori
Cesare Bocci – Attore
Stefania Campo: Strada degli scrittori
Carlo Degli Esposti – Produttore cinematografico
Paolo Patanè – Direttore dell’ente gestore “Le città tardo barocche del Val di
Noto” (in attesa di conferma)
Costanza Di Quattro – Scrittrice
Ore 13.15 – Conclusioni
13.30 flash mob
Roma. Gli ormai iconici arancini, ma anche la pasta 'ncasciata, le sarde a
beccafico, la pappanozza, i purpi a strascinasali, la caponatina, i cannoli:
sono solo alcuni dei piatti della cucina siciliana, diventati, con uno sguardo
personale, parte integrante della letteratura di Andrea Camilleri.
Un'immersione nei sapori, che tra cibo, vino, teatro, musica, racconto,
tradizione e invenzione sarà protagonista in Le cucine di Camilleri, una tre
giorni di eventi, incontri, performance e degustazioni a Ragusa Ibla dal 6 all'8
giugno nell'ambito delle celebrazioni legate al centenario dalla nascita dello
scrittore.
"Anche attraverso le sue ricette, Camilleri trascende la Sicilia e così sa
arrivare a un pubblico molto più ampio.
C'è anche nella sua cucina quella sottilissima differenza fra la realtà e il
mondo che evoca. È come il suo siciliano. Le sue ricette non sono esattamente
siciliane, sono anche quelle letterarie, sono anche quelle riviste, sono anche
quelle inventate. Per lui il cibo è principalmente una condivisione che va oltre
la tavola, e da qui nasce tutto il progetto" spiega Guglielmo Ferro, direttore
del Teatro Quirino - Vittorio Gassman, che cura l'iniziativa promossa dalla
Camera di Commercio del Sud Est Sicilia in collaborazione con Fondo Andrea
Camilleri e Comitato Nazionale Camilleri 100 in collaborazione con il Comune di
Ragusa e Mirabilia Network.
Fra gli appuntamenti, oltre alle degustazioni, realizzate anche con Slow Food,
ci saranno il recital con Moni Ovadia e Mario Incudine su testi di Camilleri; la
giornata di studi "La realtà a strati: letture critiche, impatti socioeconomici
e sfide dell'universo di Montalbano"; Cesare Bocci che accompagnato da musicisti
leggerà racconti del commissario nel Circolo di Conversazione; il concerto
evento dei Fratelli Mancuso, con brani tratti dall'album Manzamà, vincitore del
Premio Tenco. Le ricette "che papà metteva nei suoi romanzi - spiega Andreina
Camilleri, la figlia maggiore dello scrittore, presidente del Fondo Andrea
Camilleri - erano quelle della sua famiglia. Sua mamma era una grande cuoca e
anche i suoi zii erano molto bravi. Sapeva cucinare anche lui; faceva, ad
esempio, gli arancini o la 'munnizza', un piatto povero che si prepara con le
verdure cotte e le gallette".
La cucina come senso di appartenenza e di identità. Non solo ingredienti a
comporre un piatto ma crogiolo di modi, tempi, storia, luoghi e mani che
partecipano alla riuscita di una ricetta. Questo e molto più, la cucina per
Andrea Camilleri è stata un modo per indagare, esplorare e raccontare la cultura
siciliana. “La cucina per lui rappresentava tutto – sintetizzano le figlie
Andreina e Mariolina – l’insieme composto dalla sua famiglia, le sue tradizione
e il legame con la terra”. Non c’è libro scritto da Camilleri in cui un sapore,
un piatto o un momento a tavola non componga il quadro narrativo, tanto che in
occasione del centenario dalla sua nascita dal 6 all’8 giugno si svolgerà a
Ragusa Ibla “Le Cucine di Camilleri”. Un progetto di tre giorni promosso dalla
Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, in collaborazione con il Fondo Andrea
Camilleri e il Comitato Nazionale Camilleri 100, in collaborazione con il Comune
di Ragusa e Mirabilia Network, organizzato da teatro Quirino- Vittorio Gassman,
con il patrocinio dell’Università di Catania.
“La manifestazione prende spunto da tutto quello che il Maestro ha raccontato
nei suoi libri – ha spiegato Guglielmo Ferro, direttore artistico del Teatro –
Una Sicilia non reale ma quanto mai realistica, non folcloristica. C’è nei suoi
scritti la follia dei grandi autori siciliani, animati da una terra che unisce
realtà e irrealtà”. Grande appassionato di cucina siciliana, il famoso scrittore
e padre autoriale del Commissario Montalbano ha raccontato nelle sue opere
quanto e come la cucina, pur non parlando di ricette, sia anche un elemento di
resistenza contro l’omologazione e la perdita di identità culturale. “Il Quirino
partecipa alla manifestazione e per quei tre giorni si trasferisce in Sicilia –
anticipa il direttore Ferro – Saranno tre giornate di ‘schiticchio’ (come soleva
dire e scrivere lui, ndr), di stare insieme. Perché il cibo non è solo
sostentamento, ma un modo per condividere, di partecipare alla tavola, discutere
intorno ai piatti”. Eccezionale
scrittore, Andrea Camilleri con le sue opere è stato anche un ambasciatore della
cucina siciliana, nonché in privato estimatore e capace cuoco. Ma qual era il
piatto preferito dallo scrittore? “Non uno solo, erano vari – hanno raccontato
le figlie – Sicuramente le sarde a beccafico, gli arancini e la pasta con le
sarde”. Tutti sapori che, non solo portano la mente in Sicilia, ma si ritrovano
nei suoi libri. Nulla era lasciato al caso nelle sue pagine, i dettagli
gastronomici e culinario sono un tributo al cibo come simbolo di cultura e
identità, e l’arte della cucina diventa un elemento narrativo denso di
significati, ben oltre le mere descrizioni dei piatti. Non solo pretesto, ma
occasioni di confronto e introspezione, come era il Commissario Montalbano. Nel ciclo di
romanzi il cibo non è contorno, sicuramente un piacere molto apprezzato dal
commissario ma rappresentava anche un contesto per inquadrare la terra, e la sua
identità, oltre a regalare un momento di leggerezza dalla durezza delle
indagini. Così durante i tre giorni a Ragusa Ibla diventerà occasione di scambio
e confronto, gustoso ma anche intellettuale. Si partirà il primo giorno, venerdì
6 giugno, con un pranzo degustazione di pietanze dedicate al maestro Camilleri,
organizzato in collaborazione con Slow Food, nei giardini del Circolo di
Conversazione di Ragusa Ibla.
Recital sui testi dello scrittore siciliano, ma anche una giornata di
riflessione sul tema “La realtà a strati: letture critiche, impatti
socioeconomici e sfide dell’universo di Montalbano”. L’attore Cesare Bocci,
accompagnato dalle musiche de I Lautari, leggerà racconti che vedono
protagonista il commissario Montalbano e a chiudere l’ultima giornata una
degustazione dei prodotti e ricette che compaiono romanzi di Camilleri prima del
concerto finale, sulla scalinata del Duomo di Ragusa Ibla, dei Fratelli Mancuso,
due degli ultimi cantori di Ribera.
Nei romanzi di Montalbano, la descrizione della bellezza femminile contrasta con
descrizioni grottesche di altre donne ben poco avvenenti. Nel primo
caso, si alternano ritratti seducenti a dettagli sottilmente ironici o piuttosto
sguaiati. Tale è, ad esempio, il caso della colombiana Dolores Gutierrez ne “Il
campo del vasaio” (2008): «Pariva finta. Era una trentina stripitusa, bruna,
molto àvuta, capilli longhi supra le spalli, occhi enormi e funnuti, vucca
larga, labbra siliconate non da un chirurgo ma dalla natura stissa, denti boni
per mangiari carni viva, granni orecchini a cerchietto da zingara. E zingaresche
erano macari la gonna e la cammisetta gonfiata da dù bocce da torneo
‘nternazionali» (pp. 128-129). Non a caso questo personaggio, nella fiction
televisiva, fu affidato a Belen Rodriguez; e non a caso il commissario sta a
sentirla “affatato” (p. 130). Un’altra
bellezza seducente viene descritta ne “Il sorriso di Angelica” (2010). Durante
un’indagine, il commissario suona alla porta di casa Cosulich e, quando l’uscio
si apre, appare una splendida ragazza che ha su di lui un effetto straordinario,
perché all’annebbiamento della vista, all’“ammollimento” delle gambe e
alla mancanza di fiato, si aggiunge nella mente di Montalbano l’evocazione di un
antico ricordo letterario: «La signora Cosulich era precisa ‘ntifica, ‘na
stampa e ‘na figura, con l’Angelica dell’Orlando furioso, accussì come lui se
l’era immaginata e spasimata viva, di carni, a sedici anni, talianno ammucciuni
le illustrazioni di Gustavo Doré che sò zia gli aviva proibito. ‘Na cosa
‘nconcepibili, un vero e propio miracolo. […] Angelica, oh Angelica! Sinni era
‘nnamurato completamenti perso a prima vista e perdeva bona parti delle nottati
immaginannosi di fari con lei cosi accussì vantase che non avrebbe mai avuto il
coraggio di confidare manco all’amico cchiù stretto. Ah, quante volte aviva
pensato d’esseri lui Medoro, il pastori del quali Angelica si era ‘nnamurata
facenno nesciri pazzo furiuso al povero Orlando!» (pp. 75-76). Per niente
letteraria, ma caratterizzata da una procace e pacchiana bellezza, è una ragazza
descritta nel romanzo “Il cuoco dell’Alcyon” (2019); qui, mentre Montalbano
mangia nella trattoria di Enzo, arriva il suo vice Mimì Augello con una vistosa
ragazzona americana: «In quel preciso momento trasero nella trattoria Mimi
Augello e ‘na picciotta ventina, àvuta supra il metro e ottanta ma con gamme
longhe tri metri e ventotto, ‘na pelli ‘ntifica alla porcellana, capelli tanto
biunni da pariri bianchi, occhi cilestri, ‘na facci che al commissario parse
canosciuta. Aviva un paro di jeans accussì aderenti d’assimigliari a scorcia di
frutto chiuttosto che a tessuto. Cchiù che beddra, era ‘mpressionanti,
stupefacenti. Di sicuro era miricana, sulo nelle praterie degli Stati Uniti
s’allevavano picciotte accussì, probabili che le criscivano con un mangimi a
base di popcorn, Coca-Cola e bistecche texane. Po’ l’allustravano con una
passata di colori a smalto e le mettevano sul mercato» (p. 25). Poco dopo il
commissario, che si è sforzato di ricordarsi dove avesse già visto la ragazza,
ha un’illuminazione: «E tutto ‘nzemmula, Montalbano l’arraccanoscì: era
Barbie! Era Barbie, la pupa, precisa ‘ntifica. Barbie cavallerizza, per
l’esattezza quella che la signura Ersilia Rocca esponiva nella vetrina del sò
negozio di giocattoli sul corso» (p. 26). Contento dell’identificazione così
ottenuta, il commissario ricomincia a mangiare le sue melanzane alla parmigiana:
la vistosa Barbie non ha certo il potere di intrigarlo più di tanto. Di bellezza
notevole ma “rassicurante” per la sua aria “di brava picciotta di casa”,
è Beatrice Dileo detta Beba, destinata a diventare la moglie di Mimì Augello,
che viene così presentata ne “La gita a Tindari” (2000): «Gli otto òmini e le
quattro fìmmine che in quel momento stavano mangiando nella trattoria, si
fermarono, chi prima e chi dopo, con la forchetta a mezz’aria e taliarono la
picciotta appena trasùta. Una vera billizza, alta, bionda, snella, capelli
lunghi, occhi cilestri. Una di quelle che si vedono sulle copertine delle
riviste, solo che questa aveva un’ariata di brava picciotta di casa» p. 87).
Qui il commento poco ortodosso, per cui una donna per essere “brava” debba
essere “di casa”, va più riportato a una “communis opinio” dura a morire che a
una reale convinzione dell’autore. Ne “Il metodo
Catalanotti” (2018) la prima immagine di Antonia Nicoletti, la collega della
polizia scientifica che farà perdere la testa al commissario, è decisamente
ammaliante: «Era ‘na trintina àvuta, sicca, capiddri ricci ricci ricci e
tagliati curti. L’occhi parivano dù fissure longhe che partivano da un naso
pirfetto. Appena che la vitti il commissario provò ‘na speci di strizzunata alla
vucca dello stommaco” (p. 37). In questo caso l’effetto della bellezza di
Antonia è tale da modificare le abitudini di Montalbano, che inizia a
preoccuparsi, come mai ha fatto prima, del suo abbigliamento e del suo aspetto
fisico: acquista un costoso dopobarba in profumeria, va nel “cchiù liganti
negozio mascolino di Vigàta” (id., p. 174) ove compra tre nuove
camicie, fa una sosta dal barbiere, compra un nuovo abito spezzato e un paio di
scarpe inglesi. Quando arriva in commissariato, è irriconoscibile: “Tutti
stavano per rapriri la vucca per parlari ma ristaro ‘ngiarmati a taliarlo. Mai
avivano viduto al commissario accussì alliccato” (Il metodo Catalanotti,
p. 178). A queste e
tante altre descrizioni di donne bellissime e ammalianti, corrisponde lo scherzo
ricorrente (e talora un po’ pesante) su altre donne ben poco avvenenti; qui
emerge un certo Camilleri “politicamente scorretto”, che per questo aspetto non
appare lontano da Cecco Angiolieri («S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, /
torrei le donne giovani e leggiadre: / le vecchie e laide lasserei altrui»).
Vero è peraltro che la rappresentazione della bruttezza si inserisce spesso in
un contesto di attenzione alla dimensione umana dei personaggi, dove l’aspetto
esteriore riflette tensioni interiori e conflitti esistenziali; in questi casi
la bruttezza fisica diventa metafora di un destino personale e sociale, spesso
doloroso e solitario, che invita a una riflessione più profonda sulla natura
umana e sulle sue fragilità. Un esempio
grottesco di descrizione di una donna poco attraente si trova nel romanzo “Il
campo del vasaio” (2008); qui Montalbano, che si trova in Calabria per
un’indagine, entra in un condominio e incontra una portinaia obesa: «Era ‘na
cinquantina che stazzava un centocinquanta chili, con le gamme cchiù corte che
Montalbano aviva mai viduto in esseri umano. ‘Na palla» (p. 207). Nel romanzo
“La danza del gabbiano” (2009), Montalbano si reca negli ospedali e nelle
cliniche private di Montelusa, con la speranza di trovarvi Fazio,
misteriosamente scomparso. Nella seconda clinica il commissario incontra una
caposala gigantesca e ben poco disponibile: «C’era ‘na capo ‘nfirmera
sissantina, àvuta minimo un metro e novantanovi, sicca come la morti e laida
come la medesima, ‘na stampa e ‘na figura con Olivia, la zita di Bracciodiferro»
(p. 40). Montalbano erroneamente la chiama “signora” anziché “signorina”, ma
tenta di recuperare con una battuta: «Beh, non disperi, vedrà che anche per
lei, un giorno o l’altro, arriverà il principe azzurro» (ibid.); la
gigantessa la prende malissimo e lo caccia fuori dalla clinica. Il tentativo
di correggere le carenze naturali con espedienti estetici di vario tipo viene
rimarcato con vistosa ironia dall’autore. Ne “Il metodo Catalanotti” (2018) si
presenta in commissariato la signora Ortolani (che per Catarella è “’na
signura ortolana”), che si fa notare per il suo vistoso aspetto esteriore: «La
porta si raprì e Fazio si fici da parti cidenno il passo a ‘na cinquantina
biunna chiuttosto ‘n carni, tutta alliffata e pittata, vistuta con un cappotto
maculato che forse le aviva ‘mpristato Crudelia Demon. […] La signura caminava
con un passo molleggiato come se s’attrovasse supra a ‘na varca. S’assettò in
pizzo, s’aggiustò la gonna, taliò il commissario e gli sorridi. Tutto sommato,
se le si scancillava il mascheroni che aviva supra alla facci doveva averi ‘na
spressioni simpatica» (pp. 136-137). Un altro
esempio grottesco si trova in “Riccardino” (pubblicato postumo nel 2020): in
commissariato si presenta una signora di cui Catarella si vergogna di riferire
il nome (si scoprirà poi che di cognome fa Macca e che l’agente ha capito male
la lettera iniziale…). Il commissario invita l’agente a “far passare” la donna,
ma qui cominciano i problemi, perché la “stazza” della signora è decisamente
fuori dal comune: «Passare? ‘Na parola! La cinquantina che s’apprisintò
stazzava supra i centotrenta chila, era tutta carricata d’oro, orecchini,
braccialetta, spille, collane, aneddri (ecco pirchì Catarella, ‘mpressionato
dallo sparuccichio, l’acchiamava “fìmmina signura”) e aveva ‘na circonferenza
tali che non ce la fici a oltrepassari la porta rapruta a mezzo. Rischiava di
ristati ‘ncastrata. Montalbano si susì, currì a spalancare l’autra anta e, a
scanso di scatafasci e sdirrupamenti, fici assittari la fìmmina supra al
divanetto che, sopraffatto, si lamintiò scricchiolanno perigliosamenti». Il
comicissimo dettaglio del divanetto personificato, che “si lamenta
scricchiolando pericolosamente”, è seguito da un ulteriore buffo ritratto della
donna seduta: «‘Na vota che la massa dei sò glutei si fu espansa tanto
d’arrischiare di tracimare oltre ai braccioli, la signura si tirò pudicamente la
gonna fino a sutta alle ginocchia, s’assistimò con le dù mano i capelli
pettinati in un modo che arricordava vagamente la torre di Pisa, si desi ‘na
toccatina ràpita all’orecchini, ai braccialetti, alle collane, alle spille, all’aneddri,
suspirò e taliò il commissario che sulo allura si sentì ‘n doveri di parlari» (da
“Riccardino”, pp. 48-49). Più in
generale, Camilleri descrive le donne come figure intriganti, decise, dotate di
iniziativa; si tratta spesso di donne intelligenti e determinate, capaci anche
di assumere ruoli di potere e di ribellarsi alle ingiustizie sociali, come nel
romanzo “La rivoluzione della luna” (2013), ove viene prospettata una concezione
alternativa e femminile del potere, basata sulla giustizia e la solidarietà. Qui
infatti Donna Eleonora Mora è descritta come una donna bellissima, con capelli e
occhi neri intensi, ma la sua bellezza è solo una delle sue grandi doti, che
includono determinazione, fermezza, intelligenza e coraggio; in soli 28 giorni,
cioè un ciclo lunare (“la rivoluzione della luna”), Eleonora riesce a governare
una Sicilia afflitta da epidemie, carestia e povertà, attuando riforme
rivoluzionarie soprattutto a favore delle donne e delle classi più deboli. Il libro
“Donne”, pubblicato da Camilleri nel 2014, è una raccolta di 39 racconti brevi,
ciascuno dedicato a una donna diversa; questi racconti rappresentano una sorta
di autobiografia alternativa, in cui Camilleri ripercorre la sua giovinezza
attraverso le donne che hanno segnato il suo percorso personale e creativo. Le
protagoniste presentano tratti molto diversi: misteriose, fragili, seducenti,
complicate; notevole è quindi la capacità dell’autore di raccontare la donna in
tutte le sue sfumature, pervenendo anche ad una riflessione di tipo
socioculturale, come si evince dalla Nota finale in cui Camilleri riflette sul
femminicidio e sulla necessità di riconoscere e rispettare la figura femminile
nella società contemporanea. Non manca
mai, peraltro, l’umorismo dell’autore, che si manifesta nella capacità di
raccontare con leggerezza episodi di vita reale o immaginata, senza mai cadere
nella banalizzazione, ma mantenendo sempre un tono intimo e giocoso, che
permette di esplorare l’enigma femminile con un sorriso arguto che accompagna la
riflessione.
Quando perse la vista, Camilleri dichiarò che la cosa che più gli mancava era
l’ammirazione della bellezza femminile, definendo le donne «la meraviglia del
mondo» e mostrando una profonda ammirazione per il fascino femminile, sia
pure da una certa prospettiva maschile-meridionale-novecentesca. Nel complesso
però, se certe descrizioni camilleriane appaiono un po’ “caricate” e
caratterizzate da alcuni cliché duri a morire, emerge un grande rispetto e una
sincera ammirazione per tutte le donne. In proposito, Camilleri ebbe modo di
dichiarare: «Le donne dei miei romanzi sono donne molto sensuali, molto
carnali ma non per questo possono essere tacciate di non essere femministe»
(“Camilleri sono”, in “MicroMega – Tutto Camilleri”, 2019, pp. 318-319). Mario Pintacuda
Treccani, 23.5.2025
Casa
Piccolo lemmario del secondo Novecento
Casa è
una parola prima tra le più utilizzate nella nostra quotidianità ed è
strettamente connessa con la nostra sfera affettiva. Si riferisce infatti non
solo alla dimora fisica in cui abitiamo, ma anche all’insieme dei nostri
famigliari, delle persone con le quali ci relazioniamo, degli amici. Deriva dal
latino casa che originariamente indicava una baracca, mentre con domus,
che sopravvive nel nostro duomo, la casa del Signore, si intendeva
l’abitazione vera e propria. Con il tempo, e soprattutto dopo la crisi economica
nel tardo Impero, quell’antica baracca ha preso il posto di domus,
indicando la nostra abituale casa. […] E che dire
della casa di Marinella del commissario Salvo Montalbano? Il commissario ci
appare a mezzanotte, mentre «guida verso la sua casa di Marinella pregustando
un’ora di fresca solitudine sulla verandina in riva al mare» (Gli arancini di
Montalbano, 1999). Immortalata dalla penna generosa di Andrea Camilleri e
resa ancor più iconica dalla televisione, l’abitazione di Montalbanoè al
crocevia di ogni storia e di ogni indagine dell’infaticabile commissario
siciliano. Collocata nella realtà sulla spiaggia di Punta Secca, nel Ragusano, è
oggi meta di veri e propri pellegrinaggi culturali. Camilleri,
nativo di Porto Empedocle, abitava a Roma, a due passi dalla sede RAI per la
quale ha lavorato per molti anni, nel quartiere Prati. Oggi le sue carte, la sua
biblioteca, gli appunti, le prime edizioni e le molte traduzioni dei suoi
fortunati libri, le fotografie, gli audiovisivi, i ricordi di una vita sono
raccolti nelle stanze del Fondo Andrea Camilleri, una associazione costituita
dalla famiglia dello scrittore, che ha sede non lontano dalla sua casa. Ed è
quello il luogo naturale di una memoria intensa e viva, una “casa” intellettuale
nella quale l’opera di Camilleri continua a parlare ai suoi lettori e a
conquistare le nuove generazioni.
[…]
Isabella Donfrancesco
Gli ormai iconici arancini, ma anche la pasta ‘ncasciata, le sarde a beccafico,
la pappanozza, i purpi a strascinasali, la caponatina, i cannoli: sono solo
alcuni dei piatti della cucina siciliana, diventati, con uno sguardo personale,
parte integrante della letteratura di Andrea Camilleri. Un’immersione nei
sapori, che tra cibo, vino, teatro, musica, racconto, tradizione e invenzione
sarà protagonista in “Le cucine di Camilleri”, una tre giorni di eventi,
incontri, performance e degustazioni a Ragusa Ibla dal 6 all’8
giugno nell’ambito delle celebrazioni legate al centenario dalla nascita dello
scrittore.
Guglielmo Ferro: “Camilleri trascende la Sicilia” «Anche
attraverso le sue ricette, Camilleri trascende la Sicilia e così sa arrivare a
un pubblico molto più ampio. C’è anche nella sua cucina quella sottilissima
differenza fra la realtà e il mondo che evoca. È come il suo siciliano. Le sue
ricette non sono esattamente siciliane, sono anche quelle letterarie, sono anche
quelle riviste, sono anche quelle inventate. Per lui il cibo è principalmente
una condivisione che va oltre la tavola, e da qui nasce tutto il progetto»
spiega Guglielmo Ferro, direttore del Teatro Quirino – Vittorio Gassman, che
cura l’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio del Sud Est Sicilia in
collaborazione con Fondo Andrea Camilleri e Comitato Nazionale Camilleri 100 in
collaborazione con il Comune di Ragusa e Mirabilia Network.
Degustazioni, concerti, ospiti Cesare Bocci e i Fratelli Mancuso Fra gli
appuntamenti, oltre alle degustazioni, realizzate anche insieme a Slow Food, di
prodotti, vini e preparati tipici ispirati ai piatti nei romanzi dello scrittore
e non solo, ci saranno il recital con Moni Ovadia e Mario Incudine su testi di
Camilleri; la giornata di studi “La realtà a strati: letture critiche, impatti
socioeconomici e sfide dell’universo di Montalbano”; Cesare Bocci, che
accompagnato da musicisti leggerà racconti del commissario nel Circolo di
Conversazione (che il pubblico televisivo conosce perché era il luogo, nella
fiction, dove Montalbano incontrava spesso il dottor Pasquano, nella foto
sopra); il concerto evento dei Fratelli Mancuso, nomi di riferimento nella
musica popolare, che presenteranno brani tratti dall’album “Manzamà”, vincitore
nel 2021 del Premio Tenco per il miglior album in dialetto. «L’obiettivo
di questa tre giorni è anche restituire a Camilleri quello che lui ha dato a
quest’area della Sicilia – spiega Antonio Belcuore, commissario Straordinario
della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia -, se ha una notorietà
internazionale lo deve ai suoi libri». È un evento «che penso avrà una grande
risonanza – spiega Felice Laudadio, presidente del Comitato Nazionale Camilleri
100 – Il programma di eventi per il centenario è partito a marzo e colpisce
quanto il pubblico sia di tutte le fasce d’età, compresi moltissimi giovani». A
Laudadio, amico dello scrittore, è capitato varie volte di mangiare a casa sua i
famosi arancini: «Era una festa di partecipazione. Il pranzo, con i cibi che
racconta, era l’occasione di stare insieme, di vivere il concetto di gruppo». La figlia:
“Papà sapeva cucinare, faceva gli arancini e la “munizza”
Le ricette «che papà metteva nei suoi romanzi – spiega Andreina Camilleri, la
figlia maggiore dello scrittore, presidente del Fondo Andrea Camilleri – erano
quelle della sua famiglia. Sua mamma era una grande cuoca e anche i suoi zii
erano molto bravi. Sapeva cucinare anche lui; faceva, ad esempio, gli arancini o
la “munnizza”, un piatto povero che si prepara con le verdure cotte e le
gallette».
Laura è giovane, bella e molto amata. Ha sposato un famoso scrittore che la
venera, lei stessa scrive, va a teatro, è un'esperta storica dell'arte. È capace
di concedersi emozioni intense con altri uomini, quando lo desidera, senza farsi
travolgere dal senso di colpa. È generosa di sé e delle proprie ricchezze. Ma,
in certi momenti, su di lei cala un cono d'ombra. «Ho il ghibli» dice, secondo
l'immagine evocata da uno dei suoi amanti: perché davvero è come se si alzasse
nel suo cuore il temibile vento del deserto, che la prostra e la costringe a
giorni di reclusione durante i quali nessuno deve azzardarsi a toccarla. Poi
torna la bonaccia, e Laura è di nuovo la donna volubile ma anche luminosa che
tutti ammirano. Fino a che, una notte, Laura scompare.
Da questa scomparsa prende le mosse una ricerca che è inizialmente la ricerca di
un cadavere, ma poi pian piano diventa un'indagine per dipanare la matassa di
una personalità apparentemente inafferrabile, l'esplorazione di un'intera vita
con il suo passato inesplicabile, il suo presente inesplorabile e un futuro
forse inconoscibile. La soluzione del mistero giunge inaspettata, frutto di una
investigazione tenace e piena di curiosità fatta da un uomo sensibile che non
cerca solo di risolvere un caso ma vuole trovare la dimensione profonda della
persona di cui si sta occupando.
Lo scioglimento della vicenda ha soddisfatto ampiamente sia il mio senso
estetico che il mio lato etico.
Camilleri come sempre grande maestro nel coinvolgere ed avvincere il lettore.
Pathurnia
Il legame tra la letteratura e il territorio è un tema ricorrente in molte
opere, ma poche riescono a incarnare questa connessione come la Vigàta di Andrea
Camilleri. In occasione del centenario della nascita del grande scrittore
siciliano, Lorenzo Rosso ha pubblicato il libro “La mia Vigata: con Andrea
Camilleri nella città del commissario Montalbano” per Vgs Libri. Queste pagine
rappresentano un viaggio affascinante tra realtà e finzione, tra ricordi
personali e il mondo immaginario creato dal Maestro. Camilleri
stesso una volta affermò che seppur Vigàta fosse un luogo inventato, essa
racchiudeva in sé una parte della Sicilia più vera. “Se dipendesse da me –
affermava – correggerei la definizione con un paese, in parte vero, della
Sicilia più inventata!” Questa riflessione mette in luce l’ambivalenza della sua
opera: da un lato, i luoghi descritti sono permeati da una forte autenticità,
dall’altro, sono trasfigurati attraverso il filtro della narrativa. La Vigàta di
Camilleri diventa così un palcoscenico dove si intrecciano storie, personaggi e
tradizioni siciliane, resi unici dalla penna dell’autore.
L’esplorazione di Lorenzo Rosso Nel suo
libro, Lorenzo Rosso esplora questi temi con grande sensibilità. La prefazione
di Gennaro Schembri, docente presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche
dell’Università di Palermo, sottolinea alcuni dei punti salienti dell’opera.
Rosso affronta il rapporto tra città reale e immaginaria, un elemento centrale
nel lavoro di Camilleri. Egli non si limita a rendere omaggio all’autore, ma
offre una riflessione profonda su come la memoria e il ricordo siano essenziali
nel processo creativo. La Vigàta di Camilleri non è solo un luogo fisico; è un
simbolo di un mondo che vive nei ricordi e nei sapori della Sicilia. L’analisi
di Porto Empedocle Il volume si
caratterizza per un’analisi meticolosa di come Camilleri abbia tratto
ispirazione dalla sua Porto Empedocle. Ogni angolo di questa città, con i suoi
profumi, i suoi colori e le sue tradizioni, si riflette nei racconti del
commissario Montalbano e nei suoi casi, che spesso vanno oltre il semplice
giallo per diventare una vera e propria finestra sulla cultura siciliana. Rosso
riesce a rendere tangibile l’eredità di Camilleri, mettendo in evidenza come la
sua scrittura sia un atto d’amore verso la Sicilia e i suoi abitanti. Un viaggio
visivo e narrativo Oltre
all’analisi testuale, il libro di Rosso include una suggestiva appendice
fotografica curata da Angelo Pitrone, che offre uno sguardo visivo su Vigàta. Le
immagini raccontano storie che le parole non riescono sempre a esprimere,
mostrando luoghi reali che hanno ispirato la narrazione camilleriana. Questa
combinazione di testo e immagine arricchisce ulteriormente l’opera, rendendola
un affascinante viaggio attraverso la Sicilia di ieri e di oggi. Un altro
elemento di valore del libro è il testo-ricordo di Bruno Gambarotta, che narra i
suoi trascorsi professionali in Rai, dove ha condiviso l’ufficio con Camilleri.
Questo aneddoto personale non solo arricchisce il racconto, ma offre anche uno
spaccato della vita di Camilleri al di fuori della sua produzione letteraria.
Gambarotta riesce a far emergere il lato umano dello scrittore, i suoi sogni e
le sue ambizioni, rendendo il lettore partecipe di un’epoca e di un ambiente che
hanno forgiato una delle penne più significative della letteratura italiana. Il libro di
Rosso si pone quindi come un duplice omaggio: a Camilleri e alla sua Vigàta, ma
anche alla Sicilia, terra di contrasti e bellezze, che ha saputo ispirare e
plasmare una delle figure più iconiche della narrativa contemporanea. La
scrittura di Camilleri, intrisa di dialetti, tradizioni e una profonda
conoscenza della società siciliana, ha contribuito a creare un’immagine di Vigàta che
vive nel cuore dei lettori, ben oltre le pagine dei suoi romanzi. “La mia
Vigata” non è solo un viaggio nella vita e nelle opere di Camilleri, ma
rappresenta anche un invito a riscoprire la bellezza della Sicilia. Attraverso i
racconti, i ricordi e le immagini, Lorenzo Rosso riesce a restituire un’idea di Vigàta che
è al contempo reale e fantastica, un luogo dove il passato si fonde con il
presente e dove la letteratura diventa un mezzo per comprendere meglio
l’identità culturale di un popolo.
In questo modo, la figura di Camilleri, grande narratore e maestro della parola,
continua a vivere, non solo nei suoi libri, ma anche nelle strade, nei volti e
nei sapori di una Sicilia che, grazie a lui, ha trovato una nuova voce.
Sara Lucchetta
Pantheon, 25.5.2025
3. Tentazione
Chiamatemi Tiresia. Andrea Camilleri alla radio. Con Lorenzo Pavolini
L'esperienza di Andrea Camilleri come regista radiofonico, con Rodolfo
Sacchettini che insegna Letteratura italiana contemporanea all'Università di
Firenze.
Il 2 aprile 2025 a Caltanissetta, il Teatro Regina Margherita, in occasione del
suo 150esimo anniversario, ha aperto le sue porte per un evento culturale di
grande rilievo: il seminario dal titolo “Il Birraio di Preston e la Sicilia di
Camilleri”. L’incontro ha celebrato la figura dello scrittore siciliano Andrea
Camilleri e il suo legame profondo con la sua terra, attraverso un dialogo tra
esperti, studenti e appassionati di letteratura.
Dopo i saluti iniziali, ha avuto luogo l’intervento del professore Angelo
Campanella, dottore di ricerca in Studi Umanistici presso l’Università di
Palermo. Il professore Campanella ha offerto una chiave di lettura dell’opera di
Camilleri, sottolineando il ruolo della Sicilia come protagonista delle sue
storie, ma soprattutto la capacità straordinaria dell’autore di utilizzare vari
registri linguistici e stilistici in base alle varie situazioni descritte e
all’estrazione sociale e culturale di ciascun personaggio.
A rendere ancora più interessante l’incontro è stato l’intervento degli studenti
della IV CC del Liceo Classico “Ruggero Settimo”, che hanno avuto l’opportunità
di leggere vari passi tratti dal “Birraio di Preston”, per mostrare al meglio la
varietà di linguaggio utilizzata da Camilleri: si passa, infatti, dalla
comunicazione muta, fatta di soli gesti, ad un linguaggio più formale adottato
da uomini politici, fino ad arrivare ad un tono più colloquiale e dialettale,
tipico dei cittadini siciliani.
A seguire, il giornalista Felice Cavallaro, fondatore e presidente
dell’associazione “Strada degli Scrittori”, ha raccontato aneddoti e curiosità
sulla vita dello scrittore empedoclino, evidenziando il suo legame con il
territorio siciliano e l’importanza della letteratura come strumento di memoria
e identità culturale. Inoltre ha menzionato anche altri brillanti scrittori
siciliani, tra cui Pirandello, Sciascia e Rosso di San Secondo, figure
fondamentali della letteratura italiana.
L’architetto Giuseppe Giugno, in veste di padrone di casa, ha ringraziato i due
ospiti e i presenti, che hanno risposto con un applauso sentito, simbolo di
gratitudine verso coloro che hanno contribuito a mantenere viva la memoria di
uno degli scrittori più amati del nostro tempo e della nostra Regione. La
giornata si è rivelata un’occasione preziosa per riscoprire la grandezza di
Camilleri e il valore della sua narrativa, dimostrando quanto il suo lascito
letterario continui a essere vivo e attuale.
A conclusione della giornata, un inaspettato e graditissimo riconoscimento per
gli studenti del liceo “R. Settimo”: il presidente della “Strada degli
Scrittori” Felice Cavallaro ha loro assegnato dieci borse di studio relative al
IX master di scrittura organizzato dall’associazione. Gli studenti che
parteciperanno alle attività del master (che si terrà ad Agrigento dal 26 al 31
maggio 2025) saranno: Elena d’Orto, Marco Di Francesco, Salvatore Di Francisca,
Marta Gioè, Giulia Giordano, Giada Grizzanti, Martina Lo Piccolo, Roberta Maga,
Laura Ricotta e Aurora Tumminelli. Fra i docenti del master sono previste, fra
le altre, le prestigiose presenze di Dacia Maraini e Licia Colò.
Roberta Maga
Marta Gioè
Che cosa c’entra Topolino, celeberrimo personaggio disneyano, con la Divina
Commedia, una delle più grandi opere della letteratura mondiale e pilastro
della nostra lingua e cultura nazionale? C’entra perché nel 1949-1950 è stata
pubblicata in sei puntate nel mensile edito da Mondadori una parodia dal titolo
L’inferno di Topolino, ideata e disegnata da due autori italiani (Martina
e Bioletto), primo esempio di un filone di grande successo, quello delle “Grandi
Parodie”. Un modo per “tradurre” in modo divertente, ma non senza una valenza
educativa, un grande capolavoro letterario in un genere “minore”, il fumetto per
bambini, tipico della cultura popolare.
L’inferno di Topolino
può essere assunto come caso esemplare per chiarire che cos’è e come è possibile
comprendere la cultura popolare italiana. Una cultura a cui appartengono anche
Le avventure di Pinocchio di Collodi, Mistero Buffo di Dario Fo,
le canzoni di Battiato, Jannacci e Gaber, ma anche di Raffaella Carrà, il
personaggio/maschera di Fantozzi di Paolo Villaggio, programmi televisivi
diversi tra loro come Non è mai troppo tardi, Quelli della notte e
Il Commissario Montalbano, generi cinematografici come gli spaghetti
western e i cinepanettoni e personaggi come Franca Valeri, Renato Pozzetto,
Diego Abatantuono e Checco Zalone. Tutti
questi autori, personaggi e prodotti culturali sono stati “convocati”
nell’ultima partecipatissima lezione che Fausto Colombo, uno dei più noti
sociologi della comunicazione italiani, ha svolto davanti a colleghi e allievi
di più generazioni il 13 novembre 2024 nell’Aula Magna dell’Università Cattolica
di Milano in occasione del suo pensionamento, e ora pubblicata con il titolo di
Lezione sulla cultura popolare da Vita e Pensiero (pagine 128, euro
12,00; il libro sarà presentato alla Casa della Cultura a Milano martedì 27
maggio alle ore 18.00 con Roberto Diodato, Ruggero Eugeni, docenti
dell’Università Cattolica, e Lorenzo Luporini che con Colombo ha scritto il
volume Una storia in comune. Perché la cultura pop racconta chi siamo,
Mondadori). […] Il terzo
elemento è costituito dai “generi” produttivi, cioè un insieme di caratteri e di
codici relativi ai contenuti e alla forma dei testi, condivisi dagli autori e
dai destinatari e che consentono al pubblico di riconoscere tali testi (comico,
drama, giallo), ma anche tendenze e “torsioni” che consentono di interpretare in
chiave nazionale generi e prodotti consolidati, come nel caso del sotto-genere
degli spaghetti western o del genere poliziesco espresso in storie
caratterizzate da un particolare contesto regionale e dal rapporto umano tra il
protagonista e la sua squadra, come il Maresciallo Rocca, Montalbano o Schiavone.
Infine, l’ultimo elemento che fa da cerniera di tutti i precedenti è costituito
dalle specifiche soggettività di coloro che agiscono all’interno delle strutture
produttive con la loro professionalità e capacità creativa unica: imprenditori
(come Ricordi o Mondadori), autori e scrittori (come Camilleri o Manzini),
registi e sceneggiatori (come Fellini o Leone), conduttori radio-televisivi
(come Arbore o Fiorello), compositori (come Morricone o Rota), attori capaci di
dare una loro specifica impronta ai personaggi (come Sordi, Tognazzi, Villaggio
o Proietti).
[…]
Guido Gili
Il Seminario intende centrare l’attenzione sul materiale archivistico prodotto
da Andrea Camilleri nel corso della sua formazione giovanile e nel successivo
svolgimento della sua produzione artistica, in quanto fonte privilegiata per
un’interpretazione critica della sua attività di intellettuale e del ruolo
centrale che lo scrittore ha conquistato nello sviluppo della cultura del
Novecento e del nuovo Millennio. La partecipazione di studiosi e studiose di
diversi ambiti di ricerca conferisce al seminario un taglio interdisciplinare,
tanto più considerando la natura degli archivi come luoghi in cui convergono più
interessi scientifici. L’iniziativa prevede una tavola rotonda introduttiva, dal
titolo Camilleri tra scena, pagina e schermo, che vedrà dialogare figure
che hanno collaborato direttamente con lo scrittore sia in ambito teatrale,
radiofonico e televisivo, che in ambito editoriale. Seguiranno le relazioni di
diverse voci critiche del campo archivistico e letterario, che indagheranno le
peculiarità del Fondo Andrea Camilleri anche da una prospettiva comparativa e ne
evidenzieranno le potenzialità di ricerca in ambito critico-letterario.
[…] Seguiamo le
orme dello scrittore in questa Italia Bella e perduta (è il titolo del
libro che esce ora per Feltrinelli). […] Le pagine che
il triestino Rumiz dedica al Sud sono un magnifico esempio di scrittura
appassionata e a tratti furibonda. Come nella rievocazione dell’eccidio di
Pontelandolfo, rappresaglia perpetrata in danno dei civili - con annessi stupri
– da un ufficiale sabaudo antesignano del Priebke delle Fosse Ardeatine. O come
nell’incontro con Camilleri, «tartarugone dalla voce profonda e radiofonica»,
difensore scettico e ironico di Garibaldi, e fautore di una nuova spedizione dei
Mille, «ma alla rovescia, che parta da Marsala e sbarchi a Quarto, per rifare
l’Italia del Nord».
[…]
Giancarlo De Cataldo
In occasione dei 100 anni dalla nascita del maestro Andrea Camilleri, Cesare
Bocci è ospite della diretta “Radio Techetè racconta…”, in onda mercoledì 28
maggio alle 13.00 e condotta da Giacinto De Caro e Gianluca Polverari. Bocci è
stato, nel Montalbano televisivo, il vicecommissario Mimì Augello, sempre al
fianco di Montalbano/Zingaretti per coadiuvarlo nelle indagini dei 37 episodi
della saga.
Alla ricorrenza per Andrea Camilleri, Radio Techetè e la Rai dedicano una
particolare attenzione perché le avventure di Montalbano e le storie di tanti
altri libri del Camilleri scrittore, tradotte in 30 lingue, continuano ad
appassionare i lettori (e telespettatori) di tutto il mondo. In totale 121
racconti, tra i quali “Conversazioni su Tiresia”, rimasto memorabile anche per
lo speciale su Rai 1. Radio Techetè da sempre ha reso omaggio ad Andrea
Camilleri e alla sua fantastica opera letteraria, al punto da ritrasmettere
radiofonicamente gli episodi del Commissario Montalbano, sempre molto apprezzati
dagli ascoltatori. Nel tempo il canale digitale ha più volte trattato, con
programmi e speciali, la variegata opera di Camilleri: da “Le regie radiofoniche
di Camilleri” (compresa “Monica o come tu mi vuoi”) condotto da Silvana
Matarazzo a “Cento. Prima durante dopo” di Elisabetta Malantrucco e Giacinto De
Caro, ed ancora con una diretta di “100, da Marconi al digitale” con Silvana
Matarazzo e Ugo Coccia.
Grandi studiosi sotto la Rocca. "Camilleri e la Lingua: dalle carte d’archivio
alle opere letterarie". Archivi di carta e archivi digitali per lo studio
dell’evoluzione linguistica nel grande scrittore di cui ricorrono quest’anno i
cento anni dalla nascita. E’ il tema del convegno che si terrà venerdì 30 maggio
alle 17,30 a Palazzo Grifoni nell’ambito dlla rassegna «Archivi in dialogo» a
cui aderisce la Fondazione Istituto del Dramma Popolare di San Miniato. Fra i
partenr dell’evento a San Miniato sono il Comitato Nazionale Celebrazioni Andrea
Camilleri, l’Accademia della Crusca, il Fondo Camilleri in Roma. Fra i relatori:
dal Fondo Camilleri, la dottoressa Patrizia Severi (archivista); dall’Università
di Cagliari, il professor Giuseppe Marci curatore del portale web «Camilleri
Index», dall’Università di Palermo, la dottoressa Chiara Pasanisi
(ricercatrice), dall’archivio del Dramma Popolare, Alexander di Bartolo
(archivista). Prevista la presenza del professor Rosario Coluccia dell’Accademia
della Crusca. Nell’anno delle celebrazioni nazionali su Camilleri, la Fondazione
Idp – guidata da Marzio Gabbanini – intende rimettere al centro dell’attenzione
del pubblico e degli studiosi, un “tema camilleriano” molto sentito, ovvero il
tema della lingua e del suo uso nelle sue diverse sfaccettature. I romanzi di
Camilleri hanno evidenziato quanto l’uso letterario dei dialetti (e dei
neologismi derivanti da un dialetto) possa essere di attualità. In un mondo nel
quale si va sempre più verso l’internazionalizzazione e si propende per l’uso
della lingua inglese come unico veicolo di comunicazione nel mondo globalizzato,
l’uso dei dialetti appare quasi una forma di resistenza culturale.
Una tre giorni ricca di eventi dedicati alla cultura e all’enogastronomia
ispirata all’universo di Andrea Camilleri, nell'ambito dei festeggiamenti per il
centenario della nascita dello scrittore siciliano. A Ragusa Ibla, l'evento Le
Cucine di Camilleri - dal 6 all'8 giugno - segnerà un percorso culturale ed
esperienziale che unirà letteratura, arte e sapori del territorio, con il
coinvolgimento dell’Antico Circolo di Conversazione, del Teatro di Donnafugata,
della centrale Piazza Duomo e della Chiesa San Vincenzo Ferreri all’interno dei
Giardini Iblei.
Andrea Camilleri ha un legame profondo con la cucina e la tradizione
gastronomica della sua terra. La passione per il cibo, il modo in cui la cucina
siciliana permea i suoi scritti rimangono indimenticati. La cucina, per
Camilleri, non è solo un aspetto del vivere quotidiano, ma un modo per esplorare
e raccontare la cultura siciliana, fatta di storia, tradizioni, ma anche di
contraddizioni e cambiamenti. Camilleri,
grande appassionato di cucina siciliana, faceva spesso riferimento nei suoi
romanzi a piatti tipici, ingredienti locali e pratiche culinarie che
arricchiscono il contesto narrativo e la caratterizzazione dei personaggi. Un
esempio per tutti, il Commissario Salvo Montalbano, viene spesso descritto
mentre assapora piatti abbondanti e gustosi, come la pasta con le sarde, gli
arancini, la caponata, e naturalmente il pesce fresco. Nel
ciclo di Montalbano, il cibo non è solo un contorno, ma spesso un momento di
riflessione e di piacere, che offre un respiro alla durezza delle indagini. I
pasti sono momenti di socialità, di confronto, ma anche di introspezione.
Esempio classico, la scena in cui Montalbano si gusta una “pasta con le sarde”
(uno dei piatti più tipici della cucina siciliana), con le sue sardine
freschissime, finocchietto selvatico, uvetta e pinoli. Questo piatto non è solo
una prelibatezza gastronomica, ma è carico di memorie e tradizioni che evocano
il legame con la terra e la sua storia Camilleri
aveva anche un suo rapporto personale con la cucina: amava cucinare ed era un
grande estimatore del cibo preparato con ingredienti freschi e genuini. Ne Il
ladro di merendine, ad esempio, descrive il piacere che Montalbano prova nel
mangiare un piatto semplice ma perfetto come il “cucchiaio”, una sorta di zuppa
di pesce. La
cucina per Camilleri è anche un elemento di resistenza contro l’omologazione e
la perdita di identità culturale: le ricette tradizionali siciliane, con i loro
sapori forti e decisi, sono simbolo di un modo di vivere che resiste alla
modernità e alla globalizzazione
Andrea Camilleri dunque non è stato solo un narratore eccezionale, ma anche uno
straordinario e originale ambasciatore della cucina tipica della sua terra. La
sua attenzione ai dettagli gastronomici nei suoi libri è un tributo al cibo come
simbolo di cultura, identità e resistenza.
PROGRAMMA
Venerdì 6 giugno: Apertura ufficiale e omaggio ad Andrea Camilleri
Circolo di Conversazione, giardini: Pranzo-degustazione di pietanze dedicate al
maestro Camilleri nei giardini del Circolo di Conversazione. Pranzo ad inviti
per circa 80 persone
Teatro Donnafugata: recital con Moni Ovadia e Mario Incudine su testi di Andrea
di Camilleri. Previste due repliche, ore 17 e ore 20. L'ingresso del pubblico
sarà gratuito (previa prenotazione).
Sabato 7 giugno: Appuntamento scientifico e laboratori culturali
Camera di commercio Ragusa, Giornata di studi dal titolo: La realtà a strati:
letture critiche, impatti socioeconomici e sfide dell’universo di Montalbano (ore
10.00 Ragusa, Auditorium G. B. Cartia – Camera di Commercio del Sud Est Sicilia)
Circolo di Conversazione: nella sala principale l'attore Cesare Bocci,
accompagnato dalle musiche di Puccio Castrogiovanni ed Eleonora Bordonaro, legge
racconti che vedono protagonista il commissario Montalbano. Previste due
repliche, ore 17 e ore 20. L'ingresso del pubblico sarà gratuito (previa
prenotazione).
Domenica 8 giugno: itinerari gastronomici e spettacoli
Chiesa di San Vincenzo Ferreri: Degustazione di prodotti e preparati tipici
ispirati ai piatti che compaiono nei romanzi di Andrea Camilleri. Dalle ore
19.00 alle ore 20:30 sarà consentito l'ingresso del pubblico che in questo caso,
per accedere, dovrà acquistare un ticket.
Piazza Duomo/ scalinata Duomo: Concerto dei Fratelli Mancuso che presenteranno
brani tratti dall’album “Manzanà”. Ingresso al concerto libero e gratuito.
L'evento è promosso dalla Camera di Commercio del Sud Est Sicilia in
collaborazione con Fondo Andrea Camilleri e Comitato Nazionale Camilleri 100, in
collaborazione con il Comune di Ragusa e Mirabilia Network. Organizzato
da Teatro Quirino-Vittorio Gassman con il Patrocinio dell’Università di
Catania a cura di Guglielmo Ferro
Tutto pronto per la diciassettesima edizione dell’Infiorata Città di Castelbuono
in programma dal 30 maggio al 2 giugno 2025 dedicata ai “100 anni di Camilleri”.
Ricco, come sempre, l’elenco degli appuntamenti a corredo del filo conduttore
principale. Momenti artistici, culturali e musicali accompagneranno le quattro
giornate dell’atteso evento floreale castelbuonese, promosso e organizzato
dall’Associazione Culturale Promo Madonie, che quest’anno rende omaggio a Andrea
Camilleri, con l’intento di celebrare uno dei personaggi più importanti della
letteratura italiana che è riuscito a raccontare la nostra Sicilia con i suoi
romanzi che hanno ispirato una delle più fortunate serie tv seguita in tutto il
mondo. […] “L’Infiorata
di Castelbuono, dice il direttore artistico dott.ssa Cettina Perricone, quest’anno,
come da mio suggerimento, sarà dedicata al centenario della nascita del grande
scrittore siciliano Andrea Camilleri che, attraverso i suoi romanzi, ha reso
famose la Sicilia e la ”sicilianità” in tutto il mondo. Camilleri
ritrae la sua terra natale come un’isola dalla bellezza ammaliante e dalle mille
contraddizioni, dalla luce accecante e dagli inquietanti chiaroscuri. I bozzetti
della XVII edizione dell’Infiorata di Castelbuono rappresenteranno le copertine
dei romanzi più famosi di Camilleri, editi dalla Sellerio, il commissario Salvo
Montalbano, l’agente Catarella e lo stesso Camilleri.
Per la realizzazione dei tappeti infiorati verranno usati petali di garofani,
gerbere e crisantemi oltre a varie infiorescenze e fogliame raccolti dagli
infioratori castelbuonesi al fine di dare un tocco di originalità alle loro
opere. I bozzetti infiorati saranno intercalati da altri bozzetti realizzati con
il sale colorato, sempre ispirati allo stesso tema.”
[…] A 100 anni dalla nascita di Andrea Camilleri il Ministero della Cultura ha
istituito il Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario. La redazione
di “Movie Mag” ha seguito le iniziative proposte e poi con Donatella Finocchiaro
e Felice Laudadio il racconto di qualcosa di più su questo straordinario autore.
[…]
Roma. Torna A Tutto Volume - Libri in Festa, dal 12 al 15 giugno a Ragusa
e nella sedicesima edizione celebra il centenario della nascita di Andrea
Camilleri con un evento speciale con cui si inaugurerà il festival: una grande
mostra che raccoglie tutte le edizioni, italiane e straniere, dell'immensa
produzione del maestro.
All'incontro inaugurale parteciperanno le figlie Andreina e Mariolina Camilleri.
A condurre sarà Paolo Verri, con accompagnamento musicale dal vivo a cura del
Vigata Quintet.
[…]
Palermo - Gibellina è stata nominata Capitale dell'arte contemporanea 2026 e per
onorare la nomina il direttore artistico delle Orestiadi, Alfio Scuderi, vuole
far dialogare arti visive e teatro, musica e letteratura. La 44/a stagione del
Festival, che nel suo Dna porta il segno dell'arte contemporanea, si apre il 4
luglio per concludersi il 3 agosto.
[…]
La chiusura è affidata a Luca Zingaretti che leggerà "Autodifesa di Caino" di
Andrea Camilleri al Cretto di Burri, il 31 luglio. E per restare a Camilleri,
Olivia Sellerio presenta "Zara Zabara", canzoni da lei composte ed eseguite che
chiudono gli episodi della fortunata serie tv del Commissario Montalbano.
[…]
Risuonerà tra le pietre del Cretto di Burri, i cortili del Baglio di Stefano e
le piazze di Franco Purini la 44ª edizione del Festival delle Orestiadi, in
programma a Gibellina dal 27 giugno al 3 agosto.
Un’edizione speciale, curata dalla direzione artistica di Alfio Scuderi, che
segna l’ingresso in una nuova fase del progetto culturale nato dalle macerie del
terremoto del 1968 e rilanciato oggi con uno sguardo rivolto al 2026, quando
Gibellina sarà ufficialmente la prima Capitale italiana dell’arte contemporanea. […] Il 25 luglio
spazio al centenario di Andrea Camilleri, con l’omaggio teatrale “Gran circo
Taddei” e il concerto “Zara Zabara” di Olivia Sellerio. […]
Il Festival si concluderà come da tradizione al tramonto, tra il 31 luglio e il
3 agosto, sul Cretto di Burri. Si parte con Luca Zingaretti e “Autodifesa di
Caino” di Camilleri.
[…]
FIRENZE – Satira, teatro civile, nuova drammaturgia: sono gli ingredienti della
stagione 2025/2026 del Teatro Puccini, che si inaugura il 30 ottobre e si chiude
l’11 aprile con un cartellone di 12 in abbonamento e 8 ulteriori proposte
fruibili attraverso formule di abbonamento ridotte. […]
Segue “Il birraio di Preston” tratto dal romanzo di Andrea Camilleri, una farsa
irresistibile che mescola equivoci e comicità fisica in un crescendo di
situazioni assurde e spassose (30 e 31 gennaio)..
[…]
RAGUSA – È stato presentato alla Maison Godot, il cartellone della 15° edizione
di “Palchi Diversi – Estate al Castello di Donnafugata”, la rassegna teatrale
estiva firmata dalla Compagnia G.o.D.o.T. di Ragusa. […]
Ad aprire la stagione, il 12, 13, 17, 18 e 20 luglio, sarà la nuova produzione
di “A birritta cu ‘i ciancianeddi” di Luigi Pirandello, proposta in
dialetto agrigentino. Una scelta artistica che, nel centenario della nascita di
Andrea Camilleri, diventa anche un omaggio allo scrittore conterraneo del
drammaturgo. L’opera, meglio conosciuta come “Il berretto a sonagli”, affronta
con impareggiabile finezza i temi della maschera sociale e del conflitto tra
verità e apparenza, cuore pulsante della poetica pirandelliana.
[…]
Rai Radio Techetè, 28.5.2025
Radio Techetè racconta...
Andrea, 100 anni di Camilleri
Il genio camilleriano, in occasione dei 100 anni dalla nascita del maestro
Andrea Camilleri, è protagonista di questa puntata di "Radio Techetè
racconta...", condotta da Giacinto De Caro e Gianluca Polverari. E per
festeggiare questo importante anniversario un ospite d'eccezione: Cesare Bocci,
che, nel Montalbano televisivo, è il vice commissario Mimì Augello, sempre a
fianco di Montalbano/Zingaretti per coadiuvarlo nelle indagini, nei 37 episodi
della saga. Alla ricorrenza per Andrea Camilleri, Radio Techetè e la Rai tutta
dedicano, con grande affetto, una particolare attenzione.
ANCONA – Marche Teatro, al via i nuovi abbonamenti per la stagione di prosa e
danza 2025-26.
Il cartellone di PROSA si apre dal 5 al 9 novembre con una produzione di Marche
Teatro Il birraio di Preston di Andrea Camilleri, di cui ricorre quest’anno
il centenario dalla nascita. Con la riduzione teatrale dello stesso Camilleri e
di Giuseppe Dipasquale che ne cura anche la regia vede in scena una compagnia di
eccellenti attori, tutti impegnati in più ruoli, in un turbillon di personaggi
pieni di ironia che ci faranno ridere e riflettere tra i quali spiccano: Edoardo
Siravo, Federica De Benedittis, Mimmo Mignemi. A Vigata, nel 1874, il prefetto
impone per la riapertura del teatro della città l’opera Il birraio di Preston di
Luigi Ricci, scatenando la rivolta dei cittadini. La serata inaugurale del
teatro si trasforma in caos tra scontri, incendi e tensioni crescenti. Lo
spettacolo è prodotto da Marche Teatro, Teatro Al Massimo di Palermo, Teatro di
Roma.
[…]
Quando le piazze si trasformano in librerie a cielo aperto. Dal 12 al 15 giugno,
la città di Ragusa torna ad accendersi con “A Tutto Volume– Libri in Festa”,
giunto alla sedicesima edizione. E mai come quest’anno, il Festival si apre con
un omaggio importante: il centenario della nascita di Andrea Camilleri,
narratore della Sicilia profonda e padre dell’indimenticabile commissario
Montalbano.
Ad inaugurare il festival sarà infatti una mostra-evento unica, che raccoglie
tutte le edizioni – italiane e straniere – dei suoi romanzi. A partecipare
all’evento d’apertura, condotto da Paolo Verri, saranno le figlie Andreina e
Mariolina Camilleri, accompagnate dalle note del Vigata Quintet, in un tributo
intimo e collettivo al genio letterario siciliano più amato al mondo. “Un
approfondimento doveroso per uno scrittore carissimo alla nostra terra, che ha
saputo raccontarne la bellezza e le contraddizioni”, spiega Alessandro Di Salvo,
direttore artistico del festival.
[…]
LIRATV, 28.5.2025
Accanto agli autori di romanzi gialli e neri, i cronisti di nera che hanno
seguito e raccontato fatti e casi clamorosi
Salernoir Festival intreccia i romanzi crime con la realtà
Undicesima edizione della rassegna, tra gli ospiti della prima serata Fabrizio
Feo
Per l’XI edizione del SalerNoir Festival le notti di Barliario intitolata
“L’ospite d’onore” […] un talk su Camilleri per i 100 anni […].
Francesca Salemme
La mia Vigàta si propone come un atto d’amore e un’indagine culturale sul
territorio mentale e linguistico che lo scrittore empedoclino Andrea Camilleri
ha trasformato in una delle costruzioni più originali della letteratura italiana
contemporanea. Lorenzo Rosso, con rigore documentario e afflato narrativo, ci
accompagna in un itinerario tra realtà e finzione, tra Porto Empedocle e la sua
metamorfosi in Vigàta: un luogo letterario che, come la Macondo di García
Márquez o la Yoknapatawpha di Faulkner, trascende la geografia per farsi mito.
Attraverso memorie inedite, testimonianze, percorsi urbani e intertestualità
ricercate, il volume decifra l’alfabeto poetico di Camilleri: la lingua come
atto identitario, la cucina come genealogia dell’appartenenza, la topografia
emotiva come teatro della memoria. Ne emerge un ritratto intimo e insieme
corale, dove il “paese, in parte vero, della Sicilia più inventata”, si rivela
essere, in realtà, un paradigma di quell’isola interiore che è la Sicilia
letteraria.
Una guida che si legge come un saggio critico ma pulsa come un romanzo della
nostalgia; un invito a ripensare il rapporto tra scrittura, territorio e
immaginario, nel segno di uno dei più grandi autori del nostro tempo.
Cari Amici del
Circolo, vi
aspettiamo giovedì 29 maggio, alle ore 18:30, nel bellissimo cortile di Casa
Manzoni, per il nostro incontro Musiche per Andrea Camilleri, una serata
speciale per ricordare il grande scrittore, e il suo spettacolo Conversazione
su Tiresia, andato in scena l'11 giugno 2018 al Teatro Greco di Siracusa. Il Maestro
Roberto Fabbriciani, celebre flautista e compositore, dialogherà con Alberto
Riva, scrittore dai vasti interessi musicali, raccontando il suo lungo sodalizio
con Camilleri ed eseguendo alcuni brani scelti per l’occasione. Interverrà anche
il professor Mauro Novelli, presidente del Centro Nazionale di Studi Manzoniani
e curatore della mostra Inseguendo un libro. Camilleri lettor giovane, visitabile
a Casa Manzoni fino al 31 maggio. Maggiori dettagli nella locandina
allegata.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Per chi
non potesse partecipare, può seguire la diretta sul nostro canale YouTube. Non mancate! L’iniziativa
si inserisce nel programma del Centenario Camilleri promosso dal Fondo Andrea
Camilleri
con il Comitato Nazionale Camilleri 100
L’incontro è incentrato su alcuni contenuti del libro Nel segno di Andrea
Camilleri. Dalla narrazione psicologica alla psicopatologia di Giuseppe
Fabiano (Franco Angeli, 2023) e su aneddoti e riflessioni che il Prof. Fabiano
ha avuto negli incontri con Andrea Camilleri.
Giuseppe Fabiano è Psicologo Psicoterapeuta, inoltre fa parte del Comitato
tecnico scientifico per le celebrazioni del centenario della nascita di Andrea
Camilleri e della giuria del Premio Letterario Andrea Camilleri.
Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato
Con il patrocinio di: Regione
Toscana
Città di San Miniato
Accademia della Crusca AICI -
Associazione delle istituzioni di cultura italiane Archivi in
dialogo
Camilleri e la lingua. Dalle carte d'archivio
alle opere letterarie
30 maggio 2025, ore 17.30 Palazzo Grifoni piazza Grifoni, San
Miniato
Programma Saluti
Istituzionali Intervengono:
Rosario Coluccia (Accademia della Crusca di Firenze)
Chiara Pasanisi (Università di Palermo)
Giuseppe Marci (Università di Cagliari)
Patrizia Severi (Fondo Andrea Camilleri)
Modera Alexander Di Bartolo (Archivio Fondazione IDP)
Giugno apre le porte a un nuovo mese di incontri e narrazioni a Officina
Pasolini, Laboratorio di Alta formazione artistica e HUB culturale della Regione
Lazio diretto da Tosca.
[…] Lunedì 9, a
cento anni dalla nascita di Andrea Camilleri, Officina Pasolini ospita un
omaggio dedicato all’autore siciliano: l’anteprima dello spettacolo tratto dal
suo libro La creatura del desiderio, nell’adattamento e regia di MASSIMO
VENTURIELLO, già voce storica di Salvo Montalbano. Un viaggio nelle pieghe più
oscure dell’animo umano, dove il desiderio si trasforma in ossessione e l’amore
in possessione. Vienna, 1912. Dopo la morte di Gustav Mahler, Alma – vedova
trentenne e icona di bellezza – intreccia una relazione intensa e tormentata con
il pittore Oskar Kokoschka. Un amore fatto di passione, gelosia e tensione
creativa, che si consuma in due anni febbrili e si conclude con l’abbandono da
parte di Alma. Devastato, Kokoschka parte per la guerra e, al ritorno,
ossessionato dalla perdita, commissiona una bambola con le sembianze dell’amata.
In un tempo in cui le relazioni si riflettono sempre più spesso nella
superficialità del virtuale, il testo esplora dinamiche antiche eppure,
attualissime: il bisogno d’amore che si confonde con il dominio, il confine
sottile tra passione e ossessione, e il tragico destino di chi non riesce ad
accettare il rifiuto. La creatura del desidero è una ballata noir in cui
voce e musica costruiscono una partitura unica che rende possibile l’evocazione
di un racconto in cui espressionismo e dramma costruiscono un avvincente vortice
emotivo e narrativo. In scena con Venturiello,
il Quartetto Klezmer (4 elementi e una voce femminile). La direzione
musicale è di Pasquale Laino, l’impianto scenico di Alessandro Chiti, i costumi
e gli elementi scenici di Camilla Grappelli, il disegno luci di Marco Laudando. Il
debutto dello spettacolo è previsto al Teatro Nuovo di Napoli il prossimo 14
giugno, nell’ambito del Campania Teatro Festival.
[…]
Ripartono le indagini del Commissario Montalbano. Ogni venerdì in prima serata
su LA 1 andrà in onda una puntata della serie dedicata al celebre personaggio
di Andrea Camilleri. Si comincia proprio dagli esordi, con il primo episodio
della prima stagione “Il ladro di merendine”.
A Vigata, piccolo paese sulle soleggiate coste siciliane, il Commissario
Montalbano indaga su omicidi e misteri legati a mafia, politica e ingiustizie
sociali. Forte della sua umanità, intelligenza e senso di giustizia, Montalbano
affronta casi complessi, combattendo corruzione e criminalità. Queste sei
stagioni seguono il Commissario anche nella sua vita privata approfondendo i
legami con la sua squadra così come gli alti e bassi della relazione con la
fidanzata Livia, in una storia che rivela un personaggio profondo e umano,
simbolo di integrità e resilienza.
Ogni venerdì a partire dal 6 giugno, 20:40, LA 1
La parola Vigàta ci fa subito pensare a un’immagine carica di significati:
libri, fiction televisive, una Sicilia che mescola la realtà con la fantasia,
eppure c’è qualcosa di più profondo dietro a quella definizione. Vigàta,
per Andrea Camilleri, non è solo un luogo di finzione, ma un mondo che affonda
le radici nella sua terra natale, Porto Empedocle. Un paesaggio che Camilleri ha
trasformato in letteratura, ma che è nato dalla realtà di un paese vero, ricco
di storia, di odori, di sapori, di tradizioni.
In occasione del centenario della nascita di Camilleri (Porto Empedocle 1925 –
2025), il giornalista e scrittore Lorenzo Rosso pubblica il libro “La mia Vigàta:
con Andrea Camilleri nella città del commissario Montalbano”, edito da Vgs
Libri. Un’opera che va oltre la fiction televisiva e i luoghi immaginari della Vigàta
televisiva. Rosso compie un viaggio nei veri luoghi di Camilleri, quelli vissuti
dallo scrittore nella sua Porto Empedocle, che hanno ispirato la creazione di un
paesaggio narrativo che è diventato uno dei simboli più conosciuti della
letteratura italiana. Il libro,
infatti, non si limita a raccontare la Vigàta letteraria, ma
restituisce giustizia ai luoghi reali di Camilleri, quelli che ha vissuto
personalmente. Porto Empedocle, con il suo mare, i suoi vicoli, la sua gente, le
sue tradizioni, è il cuore pulsante di un’immaginazione che ha saputo
trasformare la realtà in un racconto senza tempo. Come sottolinea lo
stesso Gennaro Schembri, docente di Scienze Umanistiche all’Università di
Palermo, nella prefazione: “Lorenzo Rosso non si limita a fare un tributo alla
fiction di Camilleri, ma ci guida alla riscoperta dei luoghi veri, quelli che
hanno dato vita a Vigàta. È un’opera che esplora il rapporto tra città reale e
immaginaria, partendo dalla biografia e dalle percezioni sensoriali di Porto
Empedocle, città che Camilleri ha trasfigurato nella sua narrazione.” Rosso,
infatti, in questo volume, restituisce l’anima di Porto Empedocle, la città che
Camilleri ha raccontato in ogni dettaglio, dalle strade ai profumi, dalle
tradizioni alle memorie che hanno forgiato la sua scrittura. Con questo libro, i
lettori hanno finalmente l’opportunità di vedere, attraverso gli occhi di
Camilleri, un paese che è molto più di un’ambientazione per una fiction: è
il luogo che ha formato lo scrittore, che ne ha plasmato la visione del mondo e
che oggi continua a vivere nelle sue pagine. Il volume,
inoltre, è arricchito da una appendice fotografica curata da Angelo Pitrone, che
ci regala immagini evocative di Porto Empedocle e delle sue bellezze, e
un testo-ricordo di Bruno Gambarotta, che racconta il suo incontro con Camilleri,
quando i due condividevano l’ufficio in viale Mazzini a Roma. Un contributo che
aggiunge un tocco personale e affettuoso alla figura del grande scrittore.
“La mia Vigàta” non è solo una riflessione sul mondo letterario di Camilleri, ma
una passeggiata nei suoi veri luoghi. Un’opera che ci fa scoprire la Porto
Empedocle autentica, quella che ha ispirato Camilleri, e che continua a vivere
attraverso i suoi libri. Con questo libro, Lorenzo Rosso rende giustizia ai
luoghi veri di Camilleri, quelli che, pur essendo radicati nella realtà, sono
diventati eterni grazie alla magia della sua penna.
Libreriamo, 31.5.2025
I 10 libri da leggere tutto d’un fiato
Ci sono libri che a partire già dalle prime pagine catturano l'attenzione del
lettore, portandolo a leggere senza pause. Scopri quali sono i 10 libri da
leggere tutto d'un fiato
Ci sono libri da cui non riusciamo più a staccarci, che si leggono in un
soffio. Classici, gialli, thriller, romanzi rosa o d’avventura… Vi abbiamo
chiesto in un post su Facebook quali siano i libri che avete letto tutto d’un
fiato. Ci avete risposto in tanti. Ecco i 10
titoli più frequenti, dal best seller di Valérie Perrin al maestro del thriller
Donato Carrisi. […] “La forma
dell’acqua” di Andrea Camilleri Ne abbiamo
scelto uno, “La forma dell’acqua”, in rappresentanza di tutti i libri di
Camilleri che avete citato in risposta al nostro post. Il primo
omicidio letterario in terra di mafia della seconda repubblica – un omicidio
eccellente seguito da un altro, secondo il decorso cui hanno abituato le
cronache della criminalità organizzata – ha la forma dell’acqua (“”Che fai?” gli
domandai. E lui, a sua volta, mi fece una domanda. “Qual è la forma
dell’acqua?”. “Ma l’acqua
non ha forma!” dissi ridendo: “Piglia la forma che le viene data”). Prende la
forma del recipiente che lo contiene. E la morte dell’ingegnere Luparello si
spande tra gli alambicchi ritorti e i vasi inopinatamente comunicanti del
comitato affaristico politico-mafioso che domina la cittadina di Vigàta, anche
dopo il crollo apparente del vecchio ceto dirigente. Questa è la sua forma. Ma la sua
sostanza (il colpevole, il movente, le circostanze dell’assassinio) è più
antica, più resistente, forse di maggior pessimismo.
[…]
Nicoletta Migliore