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RASSEGNA STAMPA

MARZO 2025

 

Testo [Come si diventa un libro], 1.3.2025
17:00-17:45
Gabinetto Vieusseux, Sala Ferri (Palazzo Strozzi)
Camilleri fa testo - Cento anni di Andrea Camilleri
Chiara Valerio, Lorenzo Mattotti
Sellerio Editore

Chiara Valerio e Lorenzo Mattotti in compagnia di Laura Montanari raccontano il Maestro di Vigáta nel centenario della sua nascita
 
 

La Confessione, 1.3.2025
Moni Ovadia ricorda Dario Fo, Camilleri e Jannacci
Peter Gomez fa "confessare" personaggi di spicco del mondo della politica, del giornalismo e dello spettacolo.

Moni Ovadia, con la sua profonda ammirazione e rispetto, celebra tre grandi protagonisti della cultura italiana: Dario Fo, Andrea Camilleri ed Enzo Jannacci. Con parole piene di emozione e riconoscenza, Ovadia ricorda l'impegno, la genialità e l'unicità di questi maestri che hanno lasciato un segno indelebile nel panorama artistico e culturale del nostro Paese.
 
 

SoloLibri.net, 2.3.2025
News Libri
Virtuosismo linguistico e dialetto in Andrea Camilleri
Andrea Camilleri ha saputo creare un'opera insieme narrativa e politica, storica e sociale; dal ciclo di Montalbano ai romanzi storici, tutti i suoi volumi hanno fatto della Sicilia un paradigma dell'Italia. Parte del suo successo e dell'importanza delle sue analisi si deve al dialetto, una scelta linguistica strettamente connessa alla sua visione del mondo e alla realtà vissuta dai suoi personaggi.

Andrea Camilleri parla del suo bisogno di scrivere e, allo stesso modo di Beckett, dichiara di non saper fare cose diverse dalla scrittura:
scrivo perché non so fare altro.
Egli la sente come:
tramite generazionale (“Scrivo perché posso dedicare i libri ai miei nipoti”);
memoria legata alla microstoria d’affetti (“Scrivo perché così mi ricordo di tutte le persone che ho amato”);
gusto di raccontare (“Scrivo perché mi piace raccontare storie”);
testimonianza delle letture fatte (“Scrivo per restituire qualcosa di tutto quello che ho letto”).
Su queste esigenze sviluppa un discorso in cui considera inganni ripetuti e contraddizioni di uno spaccato sociale, nonché dolcissimi, essenziali momenti autobiografici collegati con la sua comunità.
Andrea Camilleri, un raccontastorie siciliano
Andrea Camilleri è raccontastorie che privilegia la modalità orale del conversare affabile, facendo tesoro delle ricchissime esperienze teatrali, le quali gli hanno indubbiamente agevolato non solo la capacità affabulatoria, ma anche la mobilità delle scene espressa nella scrittura spesso non priva di squarci poetici. Porta la Sicilia nel mondo e la racconta in un ampio periodo storico che va dal Settecento a oggi, passando attraverso la dominazione spagnola, il piemontesismo camaleontico e gli anni della Seconda Guerra mondiale, dove trovano spazio un Calò Vizzini e un Lucky Luciano che collaborano per la liberazione dell’Isola, favoriscono lo sbarco degli americani e gestiscono poi le prime istituzioni democratiche.
Non è difficile rintracciare il filo che lega Camilleri al conterraneo Luigi Pirandello, al quale ha dedicato diversi scritti. I motivi dell’essere e dell’apparire, della finzione, del doppio e dello scambio sono abbastanza tangibili nelle sue opere.
Anche il realismo di Verga, almeno in certi romanzi, è facilmente avvertibile per il gusto del contesto rurale aperto alla tradizione popolare, alla saggezza contadina, nonché al senso del tragico.
La sua scrittura passa da Verga a Brancati, da Pirandello a Sciascia, dando spazio al linguaggio del luogo e dei personaggi che lo abitano, sapendone cogliere il risentimento sociale, il piacere del sesso e della ilarità.

Stili, stati sociali e generi: la complessità di Camilleri
Camilleri è così abile da far parlare ogni personaggio secondo il proprio stato sociale.
L’esempio più evidente è dato dal romanzo Il re di Girgenti, dove i nobili parlano uno spagnolo sicilianizzato. Nel libro La mossa del cavallo il protagonista parla in genovese.
Camilleri sa gestire i tempi dell’attesa e della sorpresa; ama raccontare senza legarsi a un solo genere, variando ambienti, epoche, personaggi e mantenendo la pronuncia e l’intonazione siciliana che non si risparmia la battuta salace, la parlata da cortile e il motto di spirito d’ascendenza plautiana. Accanto al ciclo di Montalbano figurano almeno dieci generi: storico, fantastico, favolistico, civile, saggistico, documentaristico, testimoniale, apologale, apocrifario, pamphlettisico. Libri come La presa di MacalléIl colore del soleLe pecore e il pastoreMaruzza Musumeci segnano una pluricomposizione che lo distingue per energia inventiva, versatilità e tenuta di rendimento.

Egli stesso in più occasioni ha lamentato come il famoso commissario abbia oscurato altri suoi lavori, molto più sentiti e voluti. La sua Sicilia è quella dei latifondi: aspra, di scarso verde. sulla quale pare impossibile campare, grigie le rocce e poche le case di pietra messe di sgembo.
Vigàta è invece paesino siciliano di mare dal nome inventato, ma facilmente identificabile con Porto Empedocle: preciso contesto antropologico generalizzabile nella provincia italiana o nel “gran teatro del mondo”. Con un taglio di verismo sociale, rappresenta specificamente l’Isola di poteri feudali ed ecclesiastici, di subalternità e rivolte contadine che convivono con la magia e con i prodigi, con il comico, con il tragico e con il desiderio tipicamente manzoniano della giustizia.

Andrea Camilleri: lingua, potere e dialetto
Indubbiamente Camilleri è scrittore sociale per la coscienza civile e per l’accentuata capacità di ragionamento che si manifesta nella metodologia della ricerca applicata all’indagine poliziesca. La sua scrittura, che muove spesso da un episodio realmente accaduto per svilupparlo e farne un romanzo o un saggio, squarcia i veli dell’impostura e pone al centro un tempo e un ambiente dove il potere, mostrando il volto autoritario, impedisce il miglioramento delle condizioni di vita.
Nel “ciclo di Montalbano”, fatta eccezione della ripetitività dello schema generale della narrazione, gli argomenti di ciascun libro e il modo in cui sono trattati sorprendentemente si rinnovano in un’architettura “giallistica” che coniuga il poliziesco con le denuncia di squallide operazioni dov’è succube anche la realtà dura degli extracomunitari.

Oltre alle tematiche, Camilleri ha compiuto un’operazione linguistica insolita e coraggiosa.
Nella post-fazione a Il corso delle cose ha chiarito il rapporto di familiarità con la lingua della sua terra natale:
Mi feci persuaso, dopo qualche tentativo di scrittura, che le parole che adoperavo non mi appartenevano interamente. Me ne servivo, questo sì, ma erano le stesse che trovavo pronte per redigere una domanda in carta bollata o in un biglietto d’auguri. Quando cercavo una frase o una parola che più si avvicinava a quello che avevo in mente di scrivere immediatamente invece la trovavo nel mio dialetto o meglio ‘nel parlato di casa mia’.
Preziosa testimonianza, questa, in merito alla scelta della modalità espressiva e comunicativa che scaturiva anche dal fatto che gli veniva difficile scrivere in italiano: così aveva detto al proprio padre che lo esortava a scrivere Il corso delle cose in dialetto (“E perché la devi scrivere in italiano? Scrivila come l’hai raccontata a me”):
Cominciai a riflettere sulle sue parole. Non ritenevo praticabile seguire la strada del dialetto totale, così come era stato con mio padre, perché io volevo farmi capire anche dagli altri. Allora cominciai ad analizzare come parlavamo noi in famiglia. E da quella prima riflessione ho fatto tantissimi tentativi per trovare l’equilibrio nel mio modo di raccontare. Equilibrio che poteva essere rotto dalla scelta delle parole in lingua, perché dovevano essere parole con la stessa valenza, la stessa massa della parola in dialetto. È stato un lungo esercizio [...]. Io ho scritto anche dei libri in italiano, voglio dire completamente in lingua italiana. E continuo a scriverli. Mi sono guadagnato l’italiano, una conquista tardiva ma per me importante. Del resto, anche nei romanzi scritti in vigatese parto sempre da una struttura molto solida in lingua italiana. Il lavoro dialettale è successivo, ma non si tratta di incastonare parole in dialetto all’interno di frasi strutturalmente italiane, quanto piuttosto di seguire il flusso di un suono, componendo una sorta di partitura che invece delle note adopera il suono delle parole per arrivare ad un impasto unico, dove non si riconosce più il lavoro strutturale che c’è dietro. Il risultato deve avere la consistenza della farina lievitata e pronta a diventare pane.
Scrive Camilleri in La lingua batte dove il dente duole.
Avrebbe voluto essere incoraggiato da Sciascia a pubblicare in dialetto, ed è noto il diniego dello scrittore di Racalmuto. Alla richiesta avanzatagli, costui rispondeva che Pirandello non aveva mai scritto in siciliano. Ad attirarlo è dunque la sonorità della parola orale.
Il dialetto, annota Simona Demontis, gli si presenta vivo, pulsante, ricco di sottintesi, di potenziale incisività, di intensa vivacità, la vera “lingua madre” nella quale si pensa e si parla nel modo più autentico, più sentito. L’oralità si fa ritmo e il suono che esercita una sì grande suggestione e possiede una tale pregnanza da fargli dimenticare perfino il significato.

Il comico e il tragico, il pensato e il parlato: il dialetto di Camilleri
Bisogna percepire l’andamento musicale della parola per esprimerla nel testo scritto che respira grazie all’alternanza di ritmi. Il suo dialetto, intessuto di termini intraducibili, di espressioni o di modi di dire, di similitudini e di metafore, intrecciandosi con il lessico familiare, è prevalentemente agrigentino ed è integrato dalla lingua italiana in modo da evitare la prevalenza di un codice rispetto all’altro.
Di straordinario “siciliano ibrido” si può parlare dove la sostanza espressiva rimane quella della lingua italiana standardizzata e semplice.

Il nostro scrittore crea lessemi nuovi e traduce spesso in italiano i termini siciliani, ponendo il lettore nella condizione di comprenderne il senso. Il dialetto viene anche utilizzato per accentuare la funzione comico-popolare. La piacevolezza sonora e visiva è innegabile. Le parole si fanno immagini e suoni e si respira un’aria di beffa, di risate spietate e allegre, di irrisione e di gusto piccante nelle scene in cui è dominante la componente sessuale al limite dell’oscenità. È in particolare nei romanzi storici che il comico e il tragico, nonché il pensato e il parlato si fondono armoniosamente.
L’umiltà della parlata locale si fa anche dissacrante e raggiunge effetti esilaranti nel delineare una identità dei siciliani fortemente composta da una molteplicità di contesti in cui, a metà tra l’enfasi e la retorica, spiccano potenti e prepotenti, ragionatori sofistici e cervellotici. Si profila in tal modo l’immagine d’una Sicilia paradigma d’Italia, che, fitta di “bolle di componende”, è insofferente nel periodo post-unitario alla presenza di amministratori provenienti dal Continente che impongono un modo di fare assolutamente distante dal vissuto dei siciliani.

In tutto questo, entro una dinamica di aspra conflittualità tra classi sociali, la magia e la superstizione convivono con le qualità negative dei preti – dagli appetiti sessuali agli scandali affaristici - che caratterizzano la Vigàta dell’Ottocento, mentre i fatti descritti, sorprendentemente prodigiosi, esprimono differenti visioni sociali. Emblematico resta Il re di Girgenti in cui l’affascinante tematica della sovranità contadina, ricondotta nella Sicilia spagnola sei-settecentesca, attesta l’avventura di Zosimo e dei suoi compagni di viaggio in un grande affresco sociale. Per Gioacchino Lanza Tomasi, le fonti colte discendono dal Don Quijote, da Las novelas ejemplares, dal Buscòn e da altra letteratura picaresca; per Giuseppe Marci, che si richiama allo scritto di Salvatore Silvano Nigro nella fascetta di copertina, l’humus proviene dal basso.
È il “cuntu” a racchiudere la variegata ricchezza della tradizione:
celebra l’epopea di un popolo secondo i modi della realtà meravigliosa, attinge alla fiaba e ai racconti popolari, ai canti e ai contos, alla memoria di un passato reale e fantastico attraverso la quale è possibile costruire un’identità moderna, non ignara della storia e proiettata nel mondo.
Il successo di Camilleri
In conclusione, non può non rilevarsi che la critica favorevole a Camilleri concorda sul fatto che il pregio dei suoi scritti scaturisce in primo luogo dall’uso del suo personalissimo, coinvolgente e appropriato linguaggio, idoneo a ricreare, secondo una logica interna al materiale popolare utilizzato, ambienti, situazioni, personaggi. L’impasto dialettale non è un dato esteriormente folclorico dall’atmosfera locale; non è nemmeno una sperimentazione come era stato per Gadda, ma si costituisce come strumento interpretativo del mondo di Vigàta, visto come briosa, vigorosa e aggregante energia senza la quale i testi del nostro (gialli e romanzi storici) non godrebbero di quella piacevolezza e di quel gusto sentiti dai lettori.
Federico Guastella
 
 

Rai Ufficio Stampa, 3.3.2025
Centenario Andrea Camilleri 1925-2025
Lunedì 3 marzo
ore 11:00 – Sala A
Rai - via Asiago 10, Roma

Conferenza stampa di annuncio del programma del
Centenario Andrea Camilleri

1925-2025
 
Mi piacerebbe che ci rincontrassimo, tutti quanti qui, in una sera come questa, tra cento anni”. Andrea Camilleri, 2018


 

Intervengono:
Maria Pia Ammirati - Direttrice Rai Fiction
Andreina Camilleri - Associazione Fondo Andrea Camilleri
Carlo Degli Esposti – Produttore Palomar spa
Andrea De Pasquale – Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali Ministero della Cultura
Massimiliano Smeriglio – Assessore alla Cultura Roma Capitale
Felice Laudadio - Comitato Nazionale Camilleri 100
Antonio Sellerio – Editore
 
Presentazione del programma di attività previste per celebrare il Centenario della nascita del grande scrittore siciliano Andrea Camilleri (6 settembre 2025) e del Comitato Nazionale Camilleri 100. Le iniziative - promosse dal Fondo Andrea Camilleri che conserva il lascito culturale e diffonde la conoscenza dell'esperienza intellettuale e artistica dello scrittore - si svolgeranno a partire da marzo 2025 e per tutto il 2026 in Italia e all’estero.
 
alla conferenza stampa potranno accedere solo i giornalisti in possesso di regolare accredito


 
 

Fondo Andrea Camilleri, 3.3.2025
Dal teatro al cinema, dalla letteratura alla TV: Camilleri 100 è un evento globale

Per il centenario della nascita di Andrea Camilleri (6 settembre 1925) l’Associazione
Fondo Andrea Camilleri ETS – presieduta da Andreina Camilleri che l’ha creata insieme alle due sorelle Elisabetta e Mariolina e alla moglie del grande scrittore, Rosetta Dello Siesto – ha predisposto, con il Comitato Nazionale istituito dal Ministero della Cultura, un articolato programma di attività che si svolgeranno in varie città italiane ed estere nel 2025 e nel 2026.
l progetto, al quale hanno aderito numerose personalità della cultura, del giornalismo,
del teatro, della televisione e della radio si avvale della collaborazione di Rai (main media partner) e del sostegno del Ministero della Cultura, della Siae (main sponsor), dell’Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana e dell’Assessorato del turismo e dello spettacolo della Regione Siciliana.

Al progetto hanno aderito inoltre i principali enti e istituzioni di livello nazionale:
Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Cinecittà, Comune di Porto Empedocle (AG), Comune di Santa Fiora (GR), Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Fondazione Cinema per Roma, Fondazione Teatro di Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Roma Capitale.
Il LOGO del Centenario camilleriano – disegnato dal Maestro Lorenzo Mattotti per l’editore Sellerio in occasione della ripubblicazione di dodici opere dello scrittore – viene condiviso dal Fondo Andrea Camilleri e dal Comitato nazionale per le celebrazioni.

Si tratta di un vero tributo corale alla memoria dell’intellettuale siciliano.
Passiamo in rassegna parte delle iniziative in programma.

Convegni e studi dedicati alla sua eredità letteraria
Diversi incontri accademici e seminari si susseguiranno nel corso dell’anno per analizzare l’opera di Camilleri. Il 23 aprile Milano ospiterà il convegno “Andrea Camilleri, da bestseller a longseller“, focalizzato sulle tante ragioni di un successo nazionale e internazionale.
Le “carte” di Camilleri, cuore delle attività di conservazione e valorizzazione del Fondo Andrea Camilleri, saranno le protagoniste del seminario promosso dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre il 26 e il 27 maggio, intitolato “Dall’archivio allo scrittore, dallo scrittore all’archivio: tra le carte di Andrea Camilleri“; su “Andrea Camilleri narratore” si soffermeranno ad ottobre (8 e 9) gli studiosi di un convegno internazionale organizzato in collaborazione con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani.
Ci spostiamo in Sicilia al Teatro Pirandello di Agrigento: qui dal 23 al 26 ottobre si svolgerà la
tavola rotonda organizzata dal Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università degli studi di Palermo “Tra Camilleri e Pirandello: raccontare la Sicilia”.

Spettacoli teatrali e manifestazioni in tutta Italia
Il centenario prenderà il via il 15 e 16 marzo con la messa in scena di “Un sabato, con gli amici” al Teatro Piccinni di Bari. Seguiranno eventi teatrali in tutta Italia, tra cui “Il colore del sole” a Messina, “Vi scriverò ancora“, un reading letterario di attori e registi allievi di Camilleri al Teatro Argentina di Roma e, presentata dalla Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato, una rappresentazione inedita di “Autodifesa di Caino” con Luca Zingaretti.
Nel corso dell’anno si terranno inoltre rassegne cinematografiche, laboratori e spettacoli a Porto Empedocle, Taormina e Siracusa, con una retrospettiva dedicata al “Commissario Montalbano” e, a Roma, alla Casa del Cinema, nella serata del 6 settembre, giorno della nascita dello scrittore, una proiezione speciale di “Conversazione su Tiresia“.
Il 14 settembre l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone ospiterà un altro appuntamento molto atteso: un ciclo di readings delle opere di Camilleri – con il titolo Le parole, i volti, le voci – lette da altri suoi prestigiosi ex allievi dell’Accademia.

Incontri e attività editoriali
Le biblioteche comunali romane organizzeranno un ciclo di letture intitolato “Leggere Camilleri” da settembre a dicembre. La casa editrice Sellerio Editore pubblicherà una collana speciale di dodici volumi dell’autore, con prefazioni di scrittori, storici, intellettuali (i primi due titoli, La forma dell’acqua e La rivoluzione della luna, sono appena usciti in libreria). Sarà anche assegnato (a settembre) il “Premio Andrea Camilleri Nuovi Narratori” istituito dal Fondo Andrea Camilleri e curato da Arianna Mortelliti, scrittrice e nipote dello scrittore, per valorizzare nuovi talenti letterari.
Tu, cara mamma, hai riso perché c’era una ragazza che non voleva fare il pino? Ebbene allora ti dirò che l’altro giorno ho mimato, meritandomi l’approvazione di Costa questi versi di Carducci: I cipressi che da Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar […] La cosa più difficile fu, da solo, fare il duplice filar ma sforzandomi sono riuscito a farlo”… Il passaggio sul teatro mimico del regista e pedagogista teatrale Orazio Costa è tratto dalle lettere inviate da un giovane Camilleri alla famiglia, recentemente pubblicate da Sellerio con il titolo “Vi scriverò ancora” e ci introduce ad una delle iniziative più “coinvolgenti” promosse per il centenario: il ciclo di incontri “Andrea Camilleri e il metodo mimico di Orazio Costa” curato dal Dipartimento di Scienze della Formazione e del MimesisLab dell’Università degli Studi Roma. I partecipanti potranno praticare il metodo di avviamento all’espressione di Costa.
Ad agosto vedrà la luce la prima biografia di Andrea Camilleri: è scritta da Luca Crovi in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri.

Un tributo internazionale
La dimensione globale dell’opera di Camilleri – tradotta in quaranta lingue diverse – sarà sottolineata da eventi curati dagli Istituti Italiani di Cultura e dalle ambasciate in città come Addis Abeba, Algeri, Amburgo, Atene, Berlino, Bruxelles, Colonia, Cracovia, Friburgo, Lione, Madrid, Miami, New York, Pechino, Praga, Rio de Janeiro, Singapore, Oslo, Sofia, Varsavia.
Rai
Sono molte le iniziative in collaborazione con la Rai, main media partner del progetto Camilleri 100. Rai Documentari produrrà un documentario su Andrea Camilleri di Francesco Zippel. Su Rai Teche e Rai Cultura sono presenti alcune delle numerose interviste video rilasciate nel corso degli anni dallo scrittore siciliano.
Le celebrazioni proseguiranno nel 2026
Il programma non si fermerà nel 2025: l’anno successivo saranno pubblicati gli atti dei convegni, assegnate borse di studio e verrà completato il progetto di pubblicazione dell’archivio digitale di Andrea Camilleri in vista della fruizione integrata dell’intero patrimonio documentale conservato dal Fondo.
Per approfondire in dettaglio tutte le iniziative promosse si legga il comunicato stampa allegato, da cui queste notizie sono tratte.
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 3.3.2025
Comunicato stampa
Camilleri Cento 1925 - 2025
«Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto passare tra il pubblico con la coppola in mano» Andrea Camilleri, 2018

Per il centenario della nascita di Andrea Camilleri (6 settembre 1925) l’Associazione Fondo Andrea Camilleri ETS - presieduta da Andreina Camilleri che l’ha creata insieme alle due sorelle Elisabetta e Mariolina e alla moglie del grande scrittore, Rosetta Dello Siesto - ha predisposto, con il Comitato Nazionale istituito dal Ministero della Cultura, un articolato programma di attività che si svolgeranno in varie città italiane ed estere nel 2025 e nel 2026.
Il progetto, al quale hanno aderito numerose personalità della cultura, del giornalismo, del teatro, della televisione e della radio si avvale della collaborazione di Rai (main media partner) e del sostegno del Ministero della Cultura, della Siae (main sponsor), dell’Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana e dell’Assessorato del turismo e dello spettacolo della Regione Siciliana.
Al progetto hanno aderito inoltre i principali enti e istituzioni di livello nazionale:
Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Cinecittà, Comune di Porto Empedocle (AG), Comune di Santa Fiora (GR), Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Fondazione Cinema per Roma, Fondazione Teatro di Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Roma Capitale.
Il LOGO del Centenario camilleriano - disegnato dal Maestro Lorenzo Mattotti per l’editore Sellerio in occasione della ripubblicazione di dodici opere dello scrittore – viene condiviso dal Fondo Andrea Camilleri e dal Comitato nazionale per le celebrazioni.

CONVEGNI E SEMINARI
La Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, in collaborazione con Casa Manzoni, ospiterà a Milano il 23 aprile un incontro di studi – intitolato Andrea Camilleri, da bestseller a longseller - dedicato ai molteplici talenti e alle grandi fortune dell’autore italiano più letto al mondo. Si ragionerà in particolare sul successo e la circolazione delle sue opere in Italia e all’estero; sulla loro collocazione editoriale; sul coinvolgimento dei lettori; sugli interventi di Camilleri in campo politico, civile, sociale; sull’immagine della Sicilia da lui promossa; sulla sua eredità nella narrativa contemporanea, in Italia e all’estero, con il coinvolgimento di scrittori e scrittrici di primo piano.
Il 26 e 27 maggio si svolgerà un seminario di studi, promosso dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre e coordinato da Raffaele Pittella e Monica Venturini, dal titolo Dall’archivio allo scrittore, dallo scrittore all'archivio: tra le carte di Andrea Camilleri, che intende centrare l’attenzione sulla documentazione prodotta e conservata da Andrea Camilleri a partire dalla sua formazione giovanile e nel successivo svolgimento della sua produzione artistica, in quanto fonte privilegiata per un’interpretazione critica della sua attività di intellettuale e del ruolo centrale che lo scrittore ha conquistato nello sviluppo della cultura del Novecento e del nuovo Millennio.
L’8 e il 9 ottobre, in collaborazione con l’Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani si svolgerà un importante convegno internazionale di studi – curato da Giovanni Capecchi, Salvatore Silvano Nigro, Mauro Novelli, Antonio Sellerio e altri studiosi, intitolato Andrea Camilleri narratore - con interventi sulla produzione narrativa dello scrittore, con particolare attenzione alla formazione e all’apprendistato, alla qualità, caratteristiche e aspetti della sua scrittura, alla varietà e originalità delle tecniche narrative, al suo ruolo nella cultura letteraria contemporanea, in Italia e all’estero, al suo lascito in termini creativi, letterari e civili.
Sempre in ottobre, dal 23 al 26, al Teatro Pirandello di Agrigento, è in programma la tavola rotonda Tra Camilleri e Pirandello: raccontare la Sicilia organizzata dal Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università degli studi di Palermo.
Tra ottobre e dicembre, presso l’Università di Cagliari si svolgeranno due incontri seminariali dedicati al centenario dello scrittore, curati da Duilio Caocci e Giuseppe Marci.

SPETTACOLI E MANIFESTAZIONI
Le prime attività prenderanno le mosse il 15-16 marzo con l’anteprima al Teatro Piccinni di Bari - del quale Andrea Camilleri è stato regista stabile nei primi anni Sessanta - dello spettacolo Un sabato, con gli amici, tratto dall'omonimo romanzo, una produzione Malalingua in collaborazione con Alt Academy, Associazione Fondo Andrea Camilleri ETS, Puglia Culture, con la regia di Marco Grossi.
Il 16 maggio, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, andrà in scena Il colore del sole, opera in un atto liberamente tratta dal romanzo omonimo con musica di Lucio Gregoretti, accompagnata da una videointervista di Ugo Gregoretti allo scrittore. Direttore Gabriele Bonolis, Ensemble dell’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, regia, scene, drammaturgia video Cristian Taraborrelli.
Toccherà al Teatro Argentina di Roma, il 19 maggio, ospitare un importante evento che vedrà un nutrito gruppo di attori e registi formatisi alla scuola di recitazione e regia di Andrea Camilleri presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, leggere le lettere inviate alla famiglia dal giovane Camilleri dal 1949 al 1960, recentemente pubblicate dall’editore Sellerio col titolo Vi scriverò ancora. È prevista la partecipazione, fra gli altri, di Maria Luisa Bigai, Benedetta Buccellato, Giuseppe Dipasquale, Donatella Finocchiaro, Lorenza Indovina, Marco Presta, Enrico Protti, Sergio Rubini, Francesco Siciliano, con le musiche di Roberto Fabbriciani.
Tra il 15 e il 24 maggio è previsto un tributo a Camilleri in occasione del Festival del cinema di Malaga, a cura di Giovanni Caprara del Comitato Dante Alighieri di Malaga.
Per iniziativa della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, in collaborazione con il Teatro Quirino di Roma, sono previste tre giornate – il 6, 7 e 8 giugno a Ragusa Ibla – di cultura e tradizioni culinarie, ispirate all’universo di Andrea Camilleri.
Un evento particolarmente significativo si svolgerà dal 24 al 26 luglio a San Miniato. In occasione della Festa del Teatro 2025, la Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato presenterà in prima assoluta, nella Piazza Duomo della città, un’opera di Andrea Camilleri mai prima rappresentata, Autodifesa di Caino – nella lettura di Luca Zingaretti – che l’autore avrebbe voluto personalmente interpretare poco prima della sua scomparsa. Autodifesa di Caino è una coproduzione di Zocotoco Produzioni con Fondazione teatro della Toscana.
Sempre a luglio, a Porto Empedocle (AG), città natale di Andrea Camilleri, a cura dell’Associazione culturale “Oltre Vigata”, sono previsti una serie di eventi e iniziative tra cui laboratori per studenti di scuola primaria e secondaria, incontri, presentazioni di libri, spettacoli teatrali.
Dal 31 agosto al 6 settembre la Fondazione Taormina Arte ospiterà una serie di attività promosse dalla Regione Siciliana per ricordare Andrea Camilleri nel corso di due eventi serali che verranno realizzati nel Teatro Greco di Taormina. Negli stessi giorni, inoltre, verrà presentata nelle sale di Taormina una vasta retrospettiva delle serie televisive tratte dalle opere letterarie di Andrea Camilleri: Il commissario Montalbano e Il giovane Montalbano.
Al Teatro Greco di Siracusa Camilleri interpretò in prima persona, l’11 giugno 2018, lo spettacolo teatrale da lui scritto, Conversazione su Tiresia, diretto da Roberto Andò, curato da Valentina Alferj e prodotto dalla Fondazione INDA. Lo spettacolo – registrato dalla Palomar di Carlo Degli Esposti con riprese in alta definizione e regia cinematografica di Stefano Vicario – verrà presentato nel Teatro Ettore Scola della Casa del Cinema di Roma nella serata del 6 settembre, giorno della nascita dello scrittore. Sarà introdotto da Roberto Andò prima della proiezione con presentazione del backstage realizzato dallo stesso regista in occasione delle prove dello spettacolo.
Domenica 14 settembre la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone ospiterà un altro appuntamento molto atteso: un ciclo di readings delle opere di Camilleri – con il titolo Le parole, i volti, le voci – lette da altri suoi prestigiosi ex allievi dell’Accademia (che ricorderanno i loro rapporti personali col Maestro) ampiamente affermatisi nel teatro, nel cinema, in televisione, i cui nomi saranno comunicati in prossimità dell’evento.
Il 22 ottobre andrà in scena al Teatro delle Muse di Ancona lo spettacolo Il birraio di Preston, tratto dall’omonimo romanzo, con la riduzione teatrale di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale.

CICLI DI INCONTRI
Da settembre a dicembre l’Istituzione Sistema Biblioteche Centri Culturali di Roma Capitale darà vita a un ciclo di incontri intitolati Leggere Camilleri, attività che coinvolgerà la rete delle biblioteche comunali romane (quarantadue sedi, dislocate in tutti i Municipi della Città; settantuno punti di servizio nelle scuole; sedici biblioteche nelle carceri; sessantatré circoli di lettura) con una serie di dieci appuntamenti in diverse sedi allo scopo di valorizzare e far conoscere in ambienti diversi la multiforme attività di Andrea Camilleri.
Tra ottobre 2025 e maggio 2026 si svolgerà il ciclo di incontri Andrea Camilleri e il metodo mimico di Orazio Costa a cura del Dipartimento di Scienze della Formazione e del MimesisLab dell’Università degli Studi Roma Tre, nei quali si svilupperà e si praticherà il metodo di avviamento all’espressione del regista e pedagogista teatrale Orazio Costa. I partecipanti avranno la preziosa opportunità di sperimentare nella pratica i dinamismi espressivi che il metodo intende favorire, con il coinvolgimento della corporeità e della voce, attraverso brani scelti della produzione letteraria e registica di Camilleri.

ATTIVITÀ INTERNAZIONALI
Camilleri nel mondo
La dimensione internazionale di Andrea Camilleri, tradotto in quaranta lingue diverse, studiato e letto a tutte le latitudini e in tutti i continenti, rappresenta un valore che il Comitato nazionale intende sottolineare, anche nella prospettiva di promuovere la cultura e la letteratura italiana nel mondo. In collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, sono stati coinvolti gli Istituti italiani di Cultura e le Ambasciate che presso le loro sedi realizzeranno incontri dedicati ad Andrea Camilleri (mostre, proiezioni, seminari).
Hanno aderito gli Istituti di Cultura di Addis Abeba, Algeri, Amburgo, Atene, Berlino, Bruxelles, Colonia, Cracovia, Friburgo, Lione, Madrid, Miami, New York, Pechino, Praga, Rio de Janeiro, Singapore, Oslo, Sofia, Varsavia.

ATTIVITÀ E INIZIATIVE EDITORIALI DI SELLERIO EDITORE
La casa editrice Sellerio ha in programma numerose iniziative ed eventi che attraverseranno l’intero territorio nazionale durante l'anno.
In particolare per onorare e rinsaldare il meraviglioso rapporto che il grande scrittore aveva con i lettori italiani Sellerio propone, in una nuova collana dedicata, una selezione della sua straordinaria opera. Dodici libri, scelti affiancando i più amati ad altri meno conosciuti, ma altrettanto sorprendenti. Ogni volume sarà introdotto dall’autorevole lettura di alcuni dei più lucidi scrittori del panorama nazionale e internazionale.
I primi due titoli, La forma dell’acqua e La rivoluzione della luna, sono appena usciti in libreria con l’introduzione, rispettivamente, di Antonio Manzini e Chiara Valerio, ai quali seguiranno gli altri volumi della collana con le introduzioni, tra gli altri, di Alessandro Barbero, Luciano Canfora, Antonio Franchini, Zerocalcare, Alberto Manguel, Viola Ardone, Pietrangelo Buttafuoco, Giulia Caminito, che verranno proposti ai lettori durante il corso dell’anno.
I dodici volumi si presentano in una nuova veste grafica e le illustrazioni della copertina sono realizzate appositamente per questa collana celebrativa dal Maestro Lorenzo Mattotti.
Inoltre la casa editrice, in accordo e in collaborazione con le principali fiere e i maggiori festival letterari italiani, proporrà un ricco calendario di eventi e incontri per omaggiare la memoria di Andrea Camillleri coinvolgendo scrittrici e scrittori, attrici e attori, protagonisti del mondo culturale che hanno già assicurato la loro generosa disponibilità in vista di questa celebrazione lunga tutto il corso dell’anno e che avrà come teatro l’intero Paese nella sue tante, prestigiose e consolidate, manifestazioni culturali.

ALTRE INIZIATIVE E ATTIVITÀ EDITORIALI
In settembre verranno conferiti i Premi Andrea Camilleri Nuovi Narratori agli autori che avranno partecipato al concorso letterario istituito dal Fondo Andrea Camilleri e curato da Arianna Mortelliti, scrittrice e nipote dello scrittore.
E ancora: il Premio Camilleri indetto dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, istituito nel 2020. Il bando prevede la selezione di un testo drammatico e la selezione di due ulteriori testi. La drammaturgia vincitrice sarà messa in scena a Spoleto in prima Nazionale al Festival Internazionale dei Due Mondi, il 12 luglio 2025 all’Auditorium della Stella.
Nel mese di agosto uscirà con l’editore Salani la prima biografia di Andrea Camilleri scritta da Luca Crovi, che più volte ha avuto l’occasione di intervistare lo scrittore e di condividere con lui la passione per le storie e per la radio. Il libro, inedito e nato in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri, ripercorre la vita avventurosa dello scrittore, la sua arte narrativa, gli incontri straordinari con alcuni dei protagonisti del Novecento.
In coincidenza con il centenario della nascita di Andrea Camilleri, si compie il decennale della fondazione della collana di volumi Quaderni camilleriani. Destinata alla pubblicazione on line, la collana è nata nel 2016, diretta da Giuseppe Marci e Maria Elena Ruggerini (Università di Cagliari) e da un ristretto nucleo redazionale formato da studiosi di diverse discipline. Per l’occasione del centenario è prevista la realizzazione di un volume (dal titolo provvisorio: Alle radici del pensiero e della narrativa di Andrea Camilleri) che, attraverso i diversi saggi previsti, costituisca una messa a fuoco delle principali tematiche caratterizzanti l’opera dell’Autore.

LA RAI PER IL CENTENARIO DI ANDREA CAMILLERI
Rai Documentari per Camilleri. Rai Documentari, diretta da Fabrizio Zappi, ha in programma la realizzazione di un documentario su Andrea Camilleri di Francesco Zippel (autore del recente Gian Maria Volonté. L’uomo dai mille volti presentato con grande successo alla Mostra del cinema di Venezia 2024).
Su Rai Teche e Rai Cultura sono presenti alcune delle numerose interviste video rilasciate nel corso degli anni dallo scrittore siciliano che in Rai (televisione e radio) lavorò molto a lungo in veste di programmista, autore, regista.
Su Rai Due è stato trasmesso domenica 5 gennaio 2025 il TG Dossier, a cura di Francesco Vitale, firmato da Adriana Pannitteri intitolato Camilleri sono.… Il programma – che può essere richiesto per altri eventi dedicati al Centenario – è disponibile anche su https://www.raiplay.it/video/2025/01/TG2-Dossier---Camilleri-sono---Puntata-del-05012025-f1debda0-6964-463c-b8e3-1696f9093f5b.html
Su Rai Uno è stato trasmesso lunedì 17 febbraio alle 21.30 La Sicilia di Montalbano, lo speciale di Rai Cultura Ulisse, il piacere della scoperta. Alberto Angela, in occasione del centenario dalla nascita di Andrea Camilleri, ha dedicato la puntata alla scoperta dei luoghi in cui sono state ambientate le avventure del commissario – fra gli altri Scicli, Ragusa, Modica, la Scala dei Turchi, la Fornace Penna di Sampieri, Marzamemi, Donnafugata, la Valle dei Templi di Agrigento e Tindari - in compagnia dei protagonisti delle serie televisive quali Luca Zingaretti, Angelo Russo, Peppino Mazzotta e Cesare Bocci.

ATTIVITÀ PREVISTE PER IL 2026
Le attività per il 2026, che verranno annunciate ufficialmente in una seconda conferenza stampa entro la fine dell'anno, prevedono il proseguimento di alcune iniziative avviate nel 2025, la pubblicazione degli atti dei convegni, l'assegnazione di borse di studio per progetti di ricerca e il completamento della piattaforma digitale, che consentirà l’accesso alle collezioni multimediali realizzate nell’ambito della digitalizzazione dell’archivio.

Ufficio stampa PUNTOeVIRGOLA Social Media Manager
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IL COMITATO NAZIONALE PER LE CELEBRAZIONI DEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI ANDREA CAMILLERI
Felice Laudadio, presidente (designato)
Roberto Minutillo, tesoriere (designato)
Componenti
Simonetta Agnello Hornby, Enrico Alleva, Roberto Andò, Andreina Camilleri, Elisa Camilleri, Mariolina Camilleri, Vincenzo Campo, Giovanni Caprara, Gian Carlo Caselli, Marina Castiglione, Luigi Ciotti, Renata Colorni, Emma Dante , Giancarlo De Cataldo, Maurizio De Giovanni, Carlo Degli Esposti, Giovanni De Luna, Simona Demontis, Simone Di Benedetto, Giuseppe Dipasquale, Antonio D’Orrico, Roberto Fabbriciani, Giuseppe Fabiano, Chiara Faggiolani, Idalberto Fei, Paolo Flores d’Arcais, Antonio Franchini, Marzio Gabbanini, Giovanna Giubbini, Domenico Iannacone, Filippo Lupo, Giuseppe Marci, Luigi Matt, Maria Grazia Mazzitelli, Melania Mazzucco, Tomaso Montanari, Salvatore Silvano Nigro, Mauro Novelli, Raffaele Antonio Pittella, Carlo Romeo, Maria Elena Ruggerini, Stefano Salis, Gaetano Savatteri, Gilberto Scaramuzzo, Antonio Sellerio, Patrizia Severi, Marino Sinibaldi, Giovanni Solimine, Mariella Troccoli, Monica Venturini, Luca Zingaretti.

Enti partner
Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio d’Amico”
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
Centro sperimentale di cinematografia Cinecittà
Comune di Porto Empedocle (AG)
Comune di Santa Fiora (GR)
Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
Fondazione Teatro di Roma
Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Roma Capitale
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 3.3.2025
Centenario Andrea Camilleri (1925-2025) | Annunciati gli eventi in programma!

Il 6 settembre 2025 ricorrono i 100 anni dalla nascita di Andrea Camilleri, scrittore, autore teatrale, televisivo e padre del Commissario Montalbano.
È stato oggi ufficialmente presentato il Comitato Nazionale per il Centenario di Andrea Camilleri, che guiderà un ricco programma di eventi dedicati allo scrittore nel centenario della sua nascita.
Da marzo a dicembre 2026, teatro, cinema, convegni, mostre e incontri animeranno tutta l’Italia e anche l’estero per celebrare il genio creativo di Camilleri.
• Spettacoli teatrali a Bari, Messina, Ancona e Agrigento
• Omaggi cinematografici a Roma e Málaga
• Convegni e seminari a Milano, Roma e oltre
• Musica e letture nei festival estivi
In arrivo ad agosto anche una nuova biografia dell’autore!

Eventi in programma per il 2025:

15-16 marzo – Bari: Un sabato, con gli amici (Teatro Piccinni)
23 aprile – Milano: Camilleri 100, convegno su editoria e narrativa
15-24 maggio – Málaga: Omaggio al cinema di Camilleri al 8ª Edizione Festival del Cinema Italiano di Málaga
16-18 maggio – Messina: Il colore del sole (Teatro Vittorio Emanuele)
19 maggio – Roma: Il giovane Camilleri (Teatro Argentina)
26-27 maggio – Roma: Seminario sull’archivio Camilleri (Università Roma Tre)
6-8 giugno - Ragusa Ibla: Le cucine di Camilleri
14 giugno, - Anagni: Barchette di Carta. La Festa del Libro Itinerante
24-25-26 luglio – San Miniato: Luca Zingaretti legge Autodifesa di Caino di Andrea Camilleri (Piazza Duomo)
Luglio 2025 - Gela: Premio Nazionale Letterario Andrea Camilleri (Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano)
Luglio 2025 - Porto Empedocle: X Fiera delle Associazioni, un libro alla volta
1° agosto – Castelbuono: Jazz Festival. La Sicilia di Andrea Camilleri (Chiostro San Francesco)
1-3 agosto - Santa Fiora: Rassegna Notizie dall’Amiata
Agosto – Uscita della nuova biografia di Camilleri scritta da Luca Crovi (Salani)
Settembre - Roma: Premiazione vincitori del Premio Andrea Camilleri Nuovi Narratori
5-6 settembre - Taormina: Camilleri allo specchio (Teatro Greco e altre sedi)
6 settembre – Roma: Conversazione su Tiresia (Casa del Cinema)
6 settembre - Cagliari: A cent’anni. Letture e proiezioni per l’anniversario di Andrea Camilleri (Università degli Studi)
14 settembre – Roma: Andrea Camilleri. Le parole, i volti, le voci (Auditorium Parco della Musica)
8-9 ottobre – Roma: Convegno Andrea Camilleri narratore (Istituto Treccani)
22 ottobre – Ancona: Il birraio di Preston (Teatro delle Muse)
23-26 ottobre – Agrigento: Convegno di Onomastica & Letteratura (Teatro Pirandello)
9 dicembre - Cagliari: Seminario di studio “Giovani studiosi si confrontano con Andrea Camilleri” (Università degli Studi, Aula Magna del Rettorato)
Da marzo a dicembre - pubblicazione dei nuovi numeri dei Quaderni camilleriani

Da luglio a dicembre - Premio di scrittura e di produzione Andrea Camilleri 2025 della Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico
Da settembre a dicembre – Roma: Leggere Camilleri, ciclo di incontri letterari
Da ottobre a maggio 2026 – Roma, Udine, Perugia, Frascati, Servigliano: Andrea Camilleri e il metodo mimico di Orazio Costa, ciclo di incontri.
Un anno intero per riscoprire Andrea Camilleri, la sua arte e il suo straordinario lascito culturale. Seguiteci per tutti gli aggiornamenti e per scoprire i nuovi eventi in calendario!

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Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
Teatro Vittorio Emanuele
Teatro Argentina - Teatro di Roma
Dipartimento di Studi Umanistici - RomaTre
Barchette di Carta
Dramma Popolare
Oltre Vigata
Castelbuono Jazz Festival
Adriano Salani Editore
Sellerio
Fondazione Taormina Arte Sicilia
Carlo Degli Esposti
Casa del Cinema
UniCa - Università degli Studi di Cagliari
Duilio Caocci
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
Treccani
Teatro delle Muse
Teatro Pirandello Agrigento
Università degli Studi di Palermo
Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico
Elisabetta Proietti
Mimesislab - Laboratorio di Pedagogia dell'Espressione
 
 

TG2, 3.3.2025
Cliccare qui o sull'immagine per il video / Cliccare qui per la puntata integrale

Servizio di Adriana Pannitteri
 
 

Famiglia Cristiana, 3.3.2025
Centenario Andrea Camilleri 1925-2025: Intervista alla figlia Andreina

Andreina Camilleri è intervistata a margine della conferenza stampa di annuncio del programma del Centenario Andrea Camilleri 1925-2025. L'amato scrittore viene ricordato con una sua citazione: «Mi piacerebbe che ci rincontrassimo, tutti quanti qui, in una sera come questa, tra cento anni».
Chiara Pelizzoni
 
 

ANSA, 3.3.2025
Camilleri 100, al via eventi da collane dedicate a Montalbano
Nel 2025-2026 convegno Treccani, collana Sellerio e premio

Convegni di studi come quello internazionale con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani dedicato ad Andrea Camilleri narratore.
Reading, manifestazioni, eventi in tutti i principali festival letterari italiani e al Salone del Libro di Torino 2025, spettacoli teatrali come Conversazione su Tiresia di Roberto Andò con il backstage inedito realizzato dal regista in occasione delle prove.
Parte il programma di iniziative e grandi eventi che si svolgeranno in Italia e all'estero nel 2025 e nel 2026, per il centenario della nascita di Andrea Camilleri, il 6 settembre 1925, organizzate dall'Associazione Fondo Andrea Camilleri, presieduta dalla figlia Andreina che l'ha creata con le sorelle Elisabetta e Mariolina e la moglie del grande scrittore, Rosetta Dello Siesto, con il Comitato nazionale per le celebrazioni, presieduto da Felice Laudadio, presentate oggi a Roma. "Montalbano è la serie più importante dell'azienda. Un titolo mai superato con una media di ascolto di 12 milioni di persone. Sconcertante per la fiction e la serialità" ha detto Maria Pia Ammirati, direttrice Fiction della Rai. Tra le iniziative editoriali la nuova collana Sellerio dedicata a Camilleri con una selezione di dodici titoli tra i più amati e meno conosciuti con le copertine, non più con il classico sfondo blu, realizzate dal maestro Lorenzo Mattotti che ha disegnato anche il logo per il centenario. "A breve faremo anche una collana di libri per ragazzi tra i 10-13 anni. Il primo è un'antologia di racconti di Montalbano" ha spiegato Antonio Sellerio. Ad agosto uscirà per Salani anche la prima biografia di Andrea Camilleri scritta da Luca Crovi.
Rai Documentari ha in programma un documentario su Camilleri di Francesco Zippel e "la Rai sta preparando anche la messa in onda di tutte le repliche di Montalbano" dice all'ANSA il produttore Carlo Degli Esposti della Palomar che ha portato le pagine di Camilleri in tv. Degli Esposti lancia anche una proposta: "Mi piacerebbe rifare, come è stato per i 90 anni di Andrea, quando organizzammo da un giorno all'altro una festa a sorpresa, usando per la prima volta Via Asiago a Roma come un palco, una cosa simile per il centenario, con Fiorello che è stato un grande amico di Camilleri".
Nel sistemare l'archivio e la biblioteca di Camilleri, dove sarà disponibile a breve anche l'intera sezione teatrale, confluite nel Fondo, le figlie dello scrittore hanno fatto continue scoperte. Tra queste il ritrovamento del primo pezzo teatrale scritto da Camilleri, 'Giudizio a mezzanotte' che "mio padre ricordava di aver gettato dal finestrino del treno" racconta Andreina. In settembre anche il conferimento dei Premi Andrea Camilleri Nuovi Narratori, istituiti dal Fondo Andrea Camilleri e curato dalla scrittrice Arianna Mortelliti, nipote dello scrittore.

 
 

Cinecittà News, 3.3.2025
Camilleri Cento, un anno di eventi per celebrare lo scrittore
Incontri, spettacoli teatrali e grandi eventi per i 100 anni di Camilleri, nato il 6 settembre 1925. Annunciata anche la volontà di dedicare all'autore un polo bibliotecario a Roma

Presentato l’ambizioso programma di eventi in vista del centenario della nascita di Andrea Camilleri (6 settembre 1925). L’Associazione Fondo Andrea Camilleri ETS – presieduta da Andreina Camilleri, insieme alle sorelle Elisabetta e Mariolina e dalla moglie del grande scrittore, Rosetta Dello Siesto, ha predisposto, in collaborazione con il Ministero della Cultura e con il sostegno di Rai e della SIAE, una serie di attività che avranno luogo tra il 2025 e il 2026 in Italia e all’estero. Camilleri è venuto a mancare il 17 luglio 2019.
Il progetto, sviluppato in sinergia con il Comitato Nazionale istituito dal Ministero della Cultura, vede la partecipazione di istituzioni di rilievo quali l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Cinecittà, i Comuni di Porto Empedocle e Santa Fiora, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la Fondazione Teatro di Roma e altri partner di primo piano. L’iniziativa si caratterizza per la sua multidisciplinarietà, abbracciando convegni, seminari, manifestazioni teatrali, proiezioni cinematografiche e iniziative editoriali.
Durante l’incontro di presentazione, nel corso del quale è stato illustrato anche il logo ufficiale del centenario di Camilleri, la direttrice di RAI Fiction, Maria Pia Ammirati, ha dichiarato: “Montalbano ha cambiato il destino della serialità, cambiando il linguaggio e la drammaturgia”. “Quella di Camilleri con la Rai è una lunga storia d’amore. Montalbano è la serie più importante nella storia Rai, anche in termini di numeri. Imbattuto, se non da Sanremo, con una media di 12 milioni di spettatori”.
Andrea De Pasquale, della Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali, ha illustrato il percorso istituzionale che ha portato all’istituzione del Comitato Nazionale Andrea Camilleri: per “sottolineare l’importanza straordinaria della sua figura e l’alto valore scientifico di tutte le iniziative culturali che sono state proposte per essere realizzate in occasione degli anni quest’anno e l’anno prossimo”.
Anche Roma sarà al centro della celebrazione dei 100 anni dalla nascita dello scrittore. Massimiliano Smeriglio, Assessore alla Cultura del Comune di Roma Capitale, ha dichiarato: “Ci stiamo immaginando una giornata dedicata a Camilleri, il 13 luglio nell’ambito del Festival Internazionale delle Letterature, in un posto straordinario che è il Palatino. Con la presenza anche di artisti, autori, attori che possono accompagnarci in questa serata speciale”.
“Se la famiglia è d’accordo, in un anno particolare tra il Giubileo e i cantieri del Pnrr di Caput Mundi, stiamo rifacendo gran parte delle strutture delle biblioteche, in particolare dieci poli civici, anche questi pubblici e gratuiti disseminati nella parte più distante dal centro. Ci piacerebbe dedicare uno di questi poli insieme ad Andrea Camilleri”
Il produttore e fondatore di Palomar Carlo Degli Esposti ha sottolineato il profondo legame personale e professionale con l’autore: “Io devo tutto ad Andrea, ma prima di Andrea devo tutto a Elvira Sellerio, che me lo ha fatto conoscere. Mi manca la sua profondità e la capacità di essere maestro. Ricordo con grande gioia il flashmob organizzato qualche anno fa sotto casa sua, per il suo novantesimo compleanno. Mi ricordo che scese e salutò tutti i fan. Mi piacerebbe ripetere un evento del genere e farlo con Fiorello per festeggiare i 100 anni di Camilleri”..
Sellerio Editore lancerà una nuova collana celebrativa composta da dodici titoli, arricchiti dalle illustrazioni di Lorenzo Mattotti, e introdotti da dodici intellettuali e scrittori, tra cui Chiara Valerio, Alessandro Barbero, Luciano Canfora, Antonio Franchini, Viola Ardone, Zerocalcare, Alberto Manguel, Pietrangelo Buttafuoco, Giulia Caminito. “Come casa editrice lavoreremo affinché in questo centenario sia centrale il rapporto di Andrea Camilleri con i suoi lettori, che era un rapporto specialissimo”, ha dichiarato Antonio Sellerio. “Faremo in modo che in tutti i festival, in tutte le manifestazioni, editoriali e letterarie nel corso dell’anno, ci sarà sempre un momento di ricordo a Andrea Camilleri”.
Tra le iniziative in programma: A Milano, il 23 aprile, si terrà l’incontro “Andrea Camilleri, da bestseller a long seller”, che analizzerà il successo editoriale dell’autore, la circolazione delle sue opere e il coinvolgimento del pubblico. Il seminario “Dall’archivio allo scrittore: tra le carte di Andrea Camilleri”, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre, approfondirà il ruolo fondamentale della documentazione conservata nel Fondo, offrendo spunti per una riflessione critica sull’operato di Camilleri come intellettuale e narratore.
Sul fronte degli spettacoli, il calendario include l’anteprima al Teatro Piccinni di Bari, la rappresentazione de “Il colore del sole” al Teatro Vittorio Emanuele di Messina e una lettura delle lettere inviate dal giovane Camilleri al Teatro Argentina di Roma.  Il progetto prevede inoltre una forte valenza internazionale, con attività promosse dagli Istituti italiani di Cultura e dalle Ambasciate in numerose città del mondo.
Alessandro Cavaggioni
 
 

Italpress, 3.3.2025
Andrea Camilleri, presentate iniziative per il centenario di nascita dello scrittore


foto ufficio stampa Rai

Roma – “Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto passare tra il pubblico con la coppola in mano”: la frase, che risale al 2018, è di Andrea Camilleri ed è scritta in testa al comunicato stampa preparato per la presentazione delle (tante) iniziative messe in piedi per il centenario della sua nascita che si è svolta questa mattina nella sede di Radio Rai in via Asiago.
Camilleri, che è scomparso il 17 luglio 2019, era nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925. Artefice dell’operazione è l’Associazione Fondo Andrea Camilleri ETS con il Comitato Nazionale istituito dal Ministero della Cultura e con la collaborazione della Rai, del Ministero della Cultura, della Siae, dell’Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana e dell’Assessorato del turismo e dello spettacolo della Regione Siciliana. Le attività previste – convegni, seminari, spettacoli, manifestazioni e incontri – si svolgeranno nel 2025 e nel 2026 in diverse città italiane ed estere. Le prime attività partiranno il 15-16 marzo con l’anteprima al Teatro Piccinni di Bari dello spettacolo “Un sabato, con gli amici”, tratto dall’omonimo romanzo, con la regia di Marco Grossi. Il 16 maggio, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, andrà in scena “Il colore del sole”, opera liberamente tratto dall’omonimo romanzo e accompagnata da un’intervista di Ugo Gregoretti a Camilleri.
Tre giorni dopo al Teatro Argentina numerosi attori e registi formatisi alla scuola di recitazione e regia di Andrea Camilleri presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico (tra i tanti, Donatella Finocchiaro, Lorenza Indovina, Marco Presta e Sergio Rubini) leggeranno le lettere inviate alla famiglia dal giovane Camilleri tra il 1949 e il 1960 (appena pubblicate da Sellerio con il titolo “Vi scriverò ancora“). Il 6, 7 e 8 giugno a Ragusa Ibla, per iniziativa della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, in collaborazione con il Teatro Quirino di Roma, sono previste tre giornate di cultura e tradizioni culinarie, ispirate all’universo di Andrea Camilleri.
Un evento particolarmente significativo si svolgerà, poi, dal 24 al 26 luglio a San Miniato. In occasione della Festa del Teatro 2025, la Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato presenterà in prima assoluta, nella Piazza Duomo della città, “Autodifesa di Caino”, opera di Andrea Camilleri mai prima rappresentata, letta da Luca Zingaretti. Sempre a luglio, a Porto Empedocle sono previsti una serie di eventi e iniziative tra cui laboratori per studenti di scuola primaria e secondaria, incontri, presentazioni di libri, spettacoli teatrali.
Dal 31 agosto al 6 settembre la Fondazione Taormina Arte ospiterà una serie di attività promosse dalla Regione Siciliana per ricordare Camilleri nel corso di due eventi serali che verranno realizzati nel Teatro Greco di Taormina. Negli stessi giorni, inoltre, verrà presentata nelle sale di Taormina una vasta retrospettiva delle serie televisive tratte dalle sue opere letterarie, “Il commissario Montalbano” e “Il giovane Montalbano”.
A proposito delle serie tv, la direttrice Maria Pia Ammirati ha anticipato che Rai Fiction sta lavorando ad alcune iniziative in collaborazione con Carlo Degli Esposti, produttore di Montalbano con la sua Palomar. Proprio la Palomar il 6 settembre presenterà alla Casa del Cinema di Roma lo spettacolo “Conversazione su Tiresia” di Camilleri che lui stesso interpretò in prima persona l’11 giugno 2018 al Teatro Greco di Siracusa con la direzione di Roberto Andò. Sempre a Roma, ma all’Auditorium Parco della Musica, il 14 settembre si terrà un ciclo di letture delle opere di Camilleri a cura di alcuni suoi ex allievi dell’Accademia. Il 22 ottobre, al Teatro delle Muse di Ancona, andrà in scena “Il birraio di Preston”, tratto dall’omonimo romanzo con la riduzione teatrale dello stesso scrittore e di Giuseppe Dipasquale.
Tra i convegni c’è da segnalare la tavola rotonda che si svolgerà dal 23 al 26 ottobre al Teatro Pirandello di Agrigento “Tra Camilleri e Pirandello: raccontare la Sicilia”, organizzata dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli studi di Palermo. Importanti anche le iniziative internazionali, in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale: sono stati coinvolti gli Istituti italiani di Cultura e le Ambasciate che presso le loro sedi realizzeranno incontri dedicati ad Andrea Camilleri. Hanno aderito gli Istituti di Cultura di Addis Abeba, Algeri, Amburgo, Atene, Berlino, Bruxelles, Colonia, Cracovia, Friburgo, Lione, Madrid, Miami, New York, Pechino, Praga, Rio de Janeiro, Singapore, Oslo, Sofia e Varsavia. Numerose, naturalmente, anche le iniziative previste dalla casa editrice Sellerio: “Lavorare con Andrea Camilleri è stato un privilegio – dice Antonio Sellerio – Gli chiedevo consigli non solo sui suoi libri e lui me li ha dati senza mai mettersi in cattedra. Le lezioni che mi ha dato sono state tantissime, anche quella del coraggio che ha dimostrato nel suo lavoro di scrittore che non ha mai strizzato l’occhio ai lettori. Anzi, con la sua lingua, che non era il dialetto siciliano ma una lingua inventata da lui, ai lettori chiedeva uno sforzo sempre maggiore”. Inoltre, “era di una puntualità incredibile. Conosco scrittori che si fanno un vanto di non rispettare le consegne. Lui le anticipava perfino e non è mai arrivato tardi a un appuntamento”.
Per onorare e rinsaldare il meraviglioso rapporto che il grande scrittore aveva con i lettori italiani Sellerio propone, in una nuova collana dedicata, una selezione di dodici libri. I primi due, “La forma dell’acqua” e “La rivoluzione della luna”, sono appena usciti in libreria con l’introduzione, rispettivamente, di Antonio Manzini e Chiara Valerio; seguiranno gli altri con le introduzioni, tra gli altri, di Alessandro Barbero, Luciano Canfora e Zerocalcare, Sellerio, inoltre, in accordo e in collaborazione con le principali fiere e i maggiori festival letterari italiani, proporrà un ricco calendario di eventi e incontri per omaggiare la memoria di Andrea Camillleri coinvolgendo scrittrici e scrittori, attrici e attori e protagonisti del mondo culturale. L’importante anniversario non può, infine, non coinvolgere la Rai. In particolare, Rai Documentari proporrà un documentario su Camilleri di Francesco Zippel; su Rai Teche e Rai Cultura sono presenti alcune delle numerose interviste video rilasciate nel corso degli anni dallo scrittore siciliano che in Rai lavorò molto a lungo in veste di programmista, autore, regista; e, come dicevamo, è previsto un omaggio di Rai Fiction e Palomar.
 
 

Il Tirreno (ed. di Pontedera), 3.3.2025
La rassegna
San Miniato, Luca Zingaretti attore per il Dramma Popolare
Interpreterà "Autodifesa di Caino" di Camilleri il prossimo luglio in piazza Duomo

Roma. A Roma è stato presentato il Comitato nazionale istituito dal Ministero della Cultura per le celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Camilleri e del programma, in Italia e all'estero, delle iniziative previste nel corso dell’anno.
Una di queste sarà a San Miniato (Pisa), a luglio, in occasione della Festa del Teatro del Dramma Popolare che rappresenta la più prestigiosa esperienza teatrale italiana nella drammaturgia dello spirito. Quest’anno lo spettacolo principale della Festa del Teatro vedrà l’attore Luca Zingaretti – peraltro, famoso commissario Montalbano – leggere «Autodifesa di Caino» di Andrea Camilleri (24, 25 e 26 luglio). Un lavoro a cura della Fondazione Istituto Dramma Popolare San Miniato in collaborazione con Zocotoco Produzioni. La collaborazione di Camilleri, infatti, con il Dramma Popolare è stata già evidenziata dagli studiosi che ne hanno rintracciato la partecipazione in qualità di aiuto regia di Orazio Costa in memorabili messe in scena degli anni Cinquanta a San Miniato. Da qui la scelta di un testo importante e carico di significati. Il 15 luglio 2019, alle Terme di Caracalla, Andrea Camilleri avrebbe dovuto interpretare il suo monologo «Autodifesa di Caino». Un ritorno sul palcoscenico, atteso dal pubblico e fortemente voluto dallo scrittore. Camilleri si spense il 17 luglio, ma ci ha lasciato il suo scritto su Caino che aveva completato e per il quale aveva immaginato tutto: la scena e gli intermezzi musicali, i filmati da proiettare sullo schermo, i testi da interpretare di persona e quelli da far recitare.
L’autodifesa di Caino è un testo potente, profondo e risponde alle incessanti domande sul bene e il male: un testo che si inserisce perfettamente nel solco della «scena sacra» di San Miniato. «L’1 giugno del 2018 Andrea Camilleri in prima mondiale recitò al teatro greco di Siracusa il suo testo “Conversazioni su Tiresia” – scrive Luca Zingaretti –. Fu una serata magnifica. Alla fine della quale Andrea interruppe gli applausi, che sembravano non avere mai fine, e nel silenzio che ne segui pronunciò le seguenti parole: “Scusate, vorrei dirvi ancora una cosa. Mi piacerebbe che ci rincontrassimo. Tutti quanti, qui. In una serata come questa. Tra 100 anni! Me lo auguro, ve lo auguro, veramente. Ciao“ Lui non c’è più e questa è una mancanza dolorosa e inconsolabile. Ma sono felice di essere, ancora una volta, strumento del suo talento. Considero questa messa in scena di “Caino”, e spero che vorrete considerarlo anche voi con me, una affettuosa anticipazione dell’appuntamento che ci aveva dato».
La presentazione del cartellone di iniziative è stata fatta alla sede Rai di via Asiago. La Fondazione Istituto del Dramma Popolare di San Miniato era rappresentata dal suo presidente Marzio Gabbanini: «Abbiamo inseguito con determinazione l’opportunità di mettere in scena questo testo e l’interpretazione di Zingaretti – dice -. Tutto è stato possibile grazie alla collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri. Crediamo, che per San Miniato e per il nostro teatro dello spirito, questa messa in scena rappresenti una delle operazioni più grandi ed importanti della lunga storia del Dramma».
Alla presentazione sono intervenuti Felice Laudadio che ha illustrato tutto il cartellone di eventi, presidente del Comitato nazionale, l’editore Antonio Sellerio, il produttore Carlo degli Esposti, i rappresentanti della Rai (media partner del progetto delle celebrazioni) e del Ministero della Cultura.
 
 

Regione Siciliana, 3.3.2025
Cento anni di Camilleri, celebrazioni a Taormina. Amata: «Festa dell'arte e del pensiero»

«La Sicilia non poteva esimersi dal profondere il massimo impegno per celebrare, in occasione del centenario della nascita, uno dei suoi intellettuali più profondi, uno degli scrittori più amati e conosciuti del nostro Paese e non solo. 'Camilleri 100' sarà una grande festa dell'arte e del pensiero che culminerà con le iniziative per il centesimo anno del Maestro, proprio il 6 settembre, giorno del suo compleanno, in uno dei luoghi più suggestivi dell'Isola». Lo dice l'assessore regionale al Turismo, sport e spettacolo, Elvira Amata, commentando la manifestazione organizzata dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia e promossa dall'assessorato, che si svolgerà al Teatro antico di Taormina dal 31 agosto al 6 settembre e presentata stamattina a Roma insieme con le altre iniziative previste in tutta Italia e all'estero in memoria dell'autore di Porto Empedocle. Per l'occasione, è stata creata una rete di collaborazioni che include l'Associazione Fondo Andrea Camilleri, il Comitato nazionale Camilleri 100, Palomar, Rai Fiction e Siae. Significativa la partnership con il "Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Camilleri", costituito dal ministero della Cultura, che parteciperà a numerose iniziative in programma. I dettagli del programma, a cura di Gianna Fratta con il supporto del commissario della Fondazione, Sergio Bonomo, saranno resi noti nelle prossime settimane.
 
 

Una Marina di Libri, 3.3.2025
Ai Cantieri Culturali alla Zisa la 16esima edizione con tema “Il giro di boa”

Saranno i Cantieri Culturali alla Zisa (via Paolo Gili, 4) a ospitare la sedicesima edizione di Una marina di libri in programma da giovedì 5 a domenica 8 giugno, a Palermo.
Il tema di quest’anno è “Il giro di boa”, un chiaro richiamo all’omonimo romanzo (pubblicato da Sellerio) di Andrea Camilleri, nato cento anni fa, lo scrittore empedoclino che per scrittura, cultura, lucidità di pensiero, empatia e ironia ha conquistato lettori e lettrici di tutto il mondo.
Alla guida della rassegna per il quinto anno consecutivo il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, che spiega: “Il giro di boa perché si cambia mare, tornando alla tradizione itinerante e vagabonda di “Una marina di libri” che, in passato, è stata in alcune piazze del centro storico, poi all’Orto Botanico, quindi a Villa Filippina. Ora il giro di boa ai Cantieri Culturali della Zisa. Ma il titolo di questa edizione è anche un omaggio ad Andrea Camilleri, per il centenario della sua nascita, ricordando che è stato uno degli autori che, alla GAM (Galleria d’Arte Moderna), ha tenuto a battesimo le primissime edizioni della manifestazione di Palermo. Un giro di boa per nuovi mari e una nuova marina di libri”.
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Associazione KalomenaTeatro Gentile, 3.3.2025
Edoardo Siravo, Federica De Benedittis, Mimmo Mignemi
Il birraio di Preston


 
 

il Fatto Nisseno, 3.3.2025
Serradifalco. La Giunta ha intitolato una via allo scrittore e cittadino emerito Andrea Camilleri

Serradifalco. Il Comune di Serradifalco avrà una via dedicata allo scrittore agrigentino Andrea Camilleri. Lo ha stabilito la Giunta comunale guidata dal sindaco Leonardo Burgio. Tale decisione è stata assunta in quanto, di recente, a seguito dei lavori di realizzazione delle opere di urbanizzazione di un piano di lottizzazione di iniziativa privata lungo la via Martiri del Lavoro, si è venuta a creare una nuova area di circolazione priva di toponomastica.
Si tratta di una traversa della via Martiri del Lavoro che va denominata. L’amministrazione comunale pertanto, s’è attivata decidendo di intitolarla allo scrittore Andrea Cammilleri. Lo scrittore agrigentino, in diverse pagine dei suoi romanzi, ha citato il Comune di Serradifalco, descrivendone luoghi ed ambienti frequentati in età giovanile nel corso della seconda guerra mondiale quando, assieme alla sua famiglia, fu ospite nell’estate del 1943 del dott. Gaetano Piazza nella sua villa appena fuori il centro abitato serradifalchese.
Nel luglio del 2003, a distanza di 80 anni, sotto la sindacatura di Bernardo Alaimo, gli fu conferita la cittadinanza emerita. E ora anche una via che, per sempre, andrà ulteriormente a cementare il legame tra Camilleri e Serradifalco. C’è da dire che la legge 1188 del 1927 prevede che “nessuna strada o piazza pubblica può essere denominata a persone che non siano decedute da meno di 10 anni”.
Tuttavia, è stato fatto rilevare che <È possibile derogare al predetto limite temporale “in casi eccezionali, quando si tratti di persone che abbiano benemeritato della Nazione” come, per altro, precisato dal Ministero dell’Interno con Circolare n. 82/2023>. Il decesso di Andrea Cammilleri è avvenuto da meno di 10 anni, nel luglio del 2019. La Giunta, tuttavia, ha deciso di inoltrare alla Prefettura di Caltanissetta istanza di autorizzazione alla predetta denominazione anche in deroga tenuto conto dello spessore culturale delle opere letterarie di Andrea Camilleri che tanto lustro hanno dato alla Sicilia ed alla Nazione.
 
 

Mangialibri, 3.3.2025
La forma dell’acqua
Autore Andrea Camilleri
Genere Romanzo Noir
Editore Sellerio 2025

C’è subbuglio alla «Splendor», la società che ha in appalto la nettezza urbana della cittadina siciliana di Vigàta: due operatori ecologici - Peppe Schèmmari e Caluzzo Brucculeri - sono stati arrestati per rapina a mano armata e quindi vanno sostituiti. A Pino Catalano e Saro Montaperto, giovani geometri assunti però in qualità di operatori ecologici in seguito al generoso intervento dell’onorevole Cusumano, la poco ambita incombenza. Il settore che devono coprire è quella detto della Mànnara, “un largo tratto di macchia mediterranea alla periferia del paese che si spinge quasi fin sulla pilaia, con alle spalle i resti di un grande stabilimento chimico, inaugurato dall’onnipresente onorevole Cusumano”. Non è un lavoro facile, perché quella zona è una sorta di supermercato all’aperto di droghe più o meno leggere e sesso. Tra i cespugli e l’arenile della Mànnara, nottetempo, pullulano ragazze dell’est Europa, “femmine del terzo mondo, travestiti, transessuali, femminelli napoletani e viados brasiliani: ce ne sono per tutti i gusti, uno scialo, una festa”. Quindi la zona fatalmente è piena di immondizia e preservativi usati, un incubo per i poco zelanti operatori ecologici di Vigàta. Giunti sul posto, Pino e Saro notano una automobile stranamente presente nonostante sia mattina presto: dentro “la sagoma confusa di un uomo, immobile allato al posto di guida, la testa appoggiata all’indietro”. L’uomo è morto. L’uomo è l’ingegnere Luparello. Poco dopo, il telefono squilla a casa del Commissario Salvo Montalbano, che sta ancora dormendo e sta sognando di fare l’amore con Livia, con una certa violenza peraltro. Montalbano si sveglia e di malumore risponde. «Commissario, abbiamo un cliente». Riconosce la voce del brigadiere Fazio; l’altro pari grado, Tortorella, è ancora ricoverato all’ospedale per una brutta pallottola alla pancia sparatagli “da uno che voleva passare per mafioso ed era invece un miserabile cornuto da mezza lira”. Nel gergo dei poliziotti, cliente significa un morto di cui devono occuparsi. Montalbano respira a fondo, si alza e si ficca sotto la doccia. Prima di uscire di casa - abita da solo in una villetta proprio sulla spiaggia dalla parte opposta alla Mànnara - gli viene la voglia di telefonare a Livia a Genova. Lei risponde subito, assonnata. «Scusami, ma avevo voglia di sentirti». «Stavo sognandoti», fa lei. «Eri con me». Montalbano sta per dirle che anche lui l’ha sognata, ma lo trattiene un assurdo pudore. «E che facevamo?». «Quello che non facciamo da troppo tempo» risponde lei...
La forma dell’acqua nel 1994 segna la prima apparizione del commissario Salvo Montalbano, figura cardine nella narrativa di Andrea Camilleri, pietra miliare nel panorama del giallo italiano contemporaneo e personaggio letterario ormai parte dell’immaginario collettivo anche grazie alla fortunatissima serie televisiva in cui è interpretato da Luca Zingaretti. Questo romanzo inaugura un ciclo narrativo che nei successivi anni ha trasceso il mero racconto poliziesco per divenire affresco sociale e antropologico della Sicilia di fine millennio. La peculiarità più evidente dell’opera è l’impiego di un linguaggio ibrido, un italiano regionale fortemente influenzato dal dialetto siciliano. Questa scelta non è mero vezzo stilistico ma sostanza narrativa, poiché consente all’autore di radicare profondamente la narrazione nel tessuto culturale isolano. Come osserva il critico Salvatore Silvano Nigro: “Il siciliano di Camilleri non è una trascrizione mimetica del dialetto, ma una reinvenzione letteraria che risponde a esigenze espressive precise. È un codice che trasporta il lettore in una dimensione linguistica altra, dove la parlata diventa chiave d’accesso al mondo rappresentato”. La struttura del romanzo segue l’impianto classico del poliziesco, ma con significative deviazioni dal canone. La scoperta del cadavere dell’ingegnere Luparello in una zona molto degradata innesca l’indagine, ma l’interesse dell’autore non è tanto nella risoluzione del caso quanto nella disamina delle dinamiche sociali e dei rapporti di potere che la morte dell’uomo - una delle personalità più in vista dell’immaginaria cittadina di Vigàta (fortemente ispirata a Porto Empedocle) porta alla luce. Maria Corti sottolinea: “Nel Montalbano di Camilleri c’è un’investigazione che va oltre il crimine, indaga la natura umana e la società siciliana con uno sguardo che unisce acutezza analitica e compassione. La forma dell’acqua stabilisce le coordinate di un universo narrativo dove l’indagine poliziesca è pretesto per un’esplorazione antropologica”. Il titolo stesso costituisce una chiave di lettura fondamentale. L’acqua, elemento privo di forma propria che assume quella del recipiente che la contiene, diviene metafora della verità, malleabile e sfuggente. Lo fa dire lo stesso Camilleri a Montalbano nel romanzo: “La verità è come l’acqua, prende la forma del recipiente che la contiene”. Anche il commissario Montalbano emerge come figura complessa, lontana dagli stereotipi del detective e soprattutto per nulla manichea. La sua caratterizzazione è sfaccettata: gourmet appassionato, lettore vorace, uomo di principi ma capace di compromessi quando necessario. La sua moralità non è rigida ma contestuale, come l’acqua del titolo. La sua relazione con il potere è ambivalente: lo contrasta ma ne comprende i meccanismi, talvolta piegandoli ai propri fini. Stefano Tani ha rilevato: “Montalbano incarna una peculiare forma di eroismo civile mediterraneo, dove l’integrità morale deve fare i conti con la complessità del reale. Non è un cavaliere senza macchia, ma un uomo che cerca di mantenere un equilibrio in un mondo dominato da interessi contrapposti”. In questo primo romanzo della serie Camilleri dipinge un affresco sociale ricco e sfumato, dove la mafia è presenza costante ma non esplicita, dove politica e criminalità si intersecano in un groviglio di interessi. La descrizione dei luoghi va oltre il colore locale per divenire topografia morale, mappa delle relazioni di potere. Giuseppe Bonura ha saggiamente scritto: “La Sicilia di Camilleri non è quella dei cliché turistici né quella monolitica della letteratura antimafiosa. È una terra di contraddizioni, dove arcaismo e modernità convivono, dove il senso dell’onore si intreccia con la corruzione, dove la bellezza del paesaggio fa da sfondo a una quotidianità spesso brutale”.
Adamo Infelisi
 
 

La Repubblica, 4.3.2025
Centenario Camilleri, l’appello di Carlo Degli Esposti: “Fiorello, festeggia con noi il maestro”
Convegni, spettacoli teatrali, eventi ai festival letterari e al Salone del libro per ricordare l’autore nato il 6 settembre 1925. Si comincia a metà marzo da Bari


(ansa)

ROMA – “Quanti ragazzi siete? Tanti. Credetemi, il bene che mi volete è ricambiato” urla Andrea Camilleri alla folla che si è radunata sotto la sua casa a Via Asiago, a Roma. Compiva 90 anni, e il produttore del Commissario Montalbano Carlo Degli Esposti aveva organizzato la sorpresa per lo scrittore siciliano. Questo 2025 sarà un anno nel segno di Camilleri: parte il programma di iniziative e eventi che si svolgeranno in Italia e all'estero anche nel 2026, per il centenario della sua nascita, il 6 settembre 1925. Sono organizzati dall'Associazione Fondo Andrea Camilleri, presieduta dalla figlia Andreina che l'ha creata con le sorelle Elisabetta e Mariolina e la moglie dell’autore, Rosetta Dello Siesto, con il Comitato nazionale per le celebrazioni, con il Comitato Nazionale per le celebrazioni, istituito dal ministero della Cultura e presieduto da Felice Laudadio. Un calendario fitto di iniziative presentate a Roma, con Degli Esposti che rilancia: “Mi piacerebbe rifare un evento, come è stato per i 90 anni di Andrea, quando organizzammo una festa a sorpresa, usando per la prima volta Via Asiago come un palco. Sogno di fare una cosa simile per il centenario, con Fiorello che è stato un grande amico di Camilleri: gli faccio un appello". Nel sistemare l'archivio e la biblioteca di Camilleri (scomparso il 17 luglio 2019), dove sarà disponibile a breve anche l'intera sezione teatrale, le figlie dello scrittore hanno fatto continue scoperte. Tra queste il ritrovamento della prima pièce teatrale scritta dal padre, Giudizio a mezzanotte “che” racconta Andreina papà ricordava di aver gettato dal finestrino del treno. Il progetto del Fondo, che comprende archivio e biblioteca, è stato avviato da nostro padre. Nel garage di casa c'erano circa 200 faldoni. E’ bello il rapporto con i giovani, uno studente spagnolo, che aveva letto tutti i libri, è venuto nella sede ed era emozionato di trovare le figlie di Camilleri e anche la nipote”.
Si terrà il convegno di studi “Camilleri narratore” con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani. E poi reading, eventi nei principali festival letterari e al Salone del Libro di Torino, spettacoli teatrali. I primi appuntamenti il 15 e il 16 marzo sono l'anteprima al Teatro Piccinni di Bari di Un sabato con gli amici per la regia di Marco Grossi. Conversazione su Tiresia di Roberto Andò messo in scena al Teatro Greco di Siracusa: le immagini inedite del backstage con le prove saranno presentate l'11 giugno alla Casa del Cinema di Roma. Mentre a San Miniato (Pisa), dal 24 al 26 luglio, andrà in scena in prima assoluta Autodifesa di Caino, con Luca Zingaretti. In autunno all’Auditorium Parco della Musica i suoi ex allievi famosi leggeranno i suoi scritti.
Il Commissario Montalbano è stato un successo incredibile: "E’ il prodotto più importante dell'azienda, un titolo mai superato con una media di ascolto di 12 milioni di spettatori, ha cambiato la serialità” spiega la direttrice di RaiFiction Maria Pia Ammirati. Saranno riproposte le repliche A Taormina a settembre si terrà una retrospettiva della serie e del Giovane Montalbano. L’intuizione di portare sullo schermo i racconti fu di Elvira Sellerio. “Elvira” racconta Degli Esposti “mi obbligò a leggere in un weekend i primi due romanzi, mi disse di andare a trovare Camilleri e di fare subito un’offerta. Mi ero appena dimesso da amministratore di Cinecittà, e non è che avessi tanti soldi. Chiesi un’opzione di tre mesi. Sergio Silva, in un battibaleno, nonostante i pareri dei lettori non fossero entusiasti, mi disse di andare da lui la mattina alle 8.30. Era una Rai un filino più veloce, uscii alle 11 con un impegno a produrre. I film partirono benissimo. Il primo Montalbano è andato in onda sedici volte”.
“Anche io devo tutto a mia madre”, racconta Antonio Sellerio “il primo romanzo, La strage dimenticata è del 1984 e fino alla scomparsa di mamma, nel 2010, c’è stata tra lei e Camilleri un’amicizia e una solidarietà che andava oltre il puro rapporto professionale. Si facevano telefonate lunghissime, si raccontavano vicende private familiari e, alla fine, in un minuto, risolvevano le questioni sui libri che poi, usciti, avrebbero venduto centinaia di migliaia di copie. Quando mia madre se ne andò nacque il mio debito con Camilleri. Mamma era una persona dotata di un carisma fortissimo, e alla sua scomparsa si facevano scommesse sul proseguimento dell’attività della casa editrice. Andrea Camilleri fece una serie di dichiarazioni che rafforzò il suo legame con noi, mi mise una sorta di mano in testa: ‘Qua ci sono io, questa cosa non si tocca’. Non gli sarò mai abbastanza grato”.
Sellerio racconta quanto abbia imparato dallo scrittore: “Lavorare con lui è stato un privilegio e una fortuna, aveva tante qualità, era velocissimo nell’affrontare i problemi. Non è mai arrivato in ritardo, gli chiedevo consigli su tutto, mai in condizione di professore, anche se io lo chiamavo così. Le lezioni che ho ricevuto da lui sono tantissime, anche quella del coraggio. Adottò questa lingua che era sua, il modo migliore per dire le cose che voleva dire; in ogni libro che scriveva il lessico era sempre più intenso. Sperimentava”. Tra le iniziative editoriali ci sarà la nuova collana Sellerio con una selezione di dodici titoli tra i più amati e meno conosciuti con le copertine, non più con il classico sfondo blu, realizzate dal maestro Lorenzo Mattotti che ha disegnato il logo per il centenario. "A breve faremo anche una collana di libri per ragazzi tra i 10 e i13 anni. Il primo è un'antologia di racconti di Montalbano" spiega l’editore. Ad agosto uscirà per Salani anche la prima biografia di Camilleri scritta da Luca Crovi.

Silvia Fumarola
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 4.3.2025
Camilleri l’immortale, il centenario dello scrittore diventa una festa
Tutti gli appuntamenti fino a ottobre dedicati all’autore di Porto Empedocle

Un anno prima che se ne andasse, nell’estate del 2018, il maestro Andrea Camilleri regalò ai suoi lettori una definizione della vita tanto semplice quanto efficace: «Il tempo – disse lo scrittore siciliano – è una giostra sempre in funzione. Tu sali su un cavalluccio o un’automobilina, fai un bel po’ di giri, poi con le buone o con le cattive ti fanno scendere». Lui, testardo come un mulo, di giri di giostra se ne fece tantissimi, malgrado la salute non lo accompagnasse più da tempo e avesse perso del tutto l’uso della vista. Continuò a scrivere, grazie alla fedelissima Valentina capace di tradurre una lingua ostica come il vigatese antico, consegnò al suo editore Sellerio l’ultima storia del suo amatissimo commissario e chiese alle figlie di non disperdere l’enorme patrimonio di carte che aveva accumulato in 94 anni di vita. Andreina, Mariolina ed Elisabetta qualche tempo fa hanno messo in piedi un Fondo dedicato al padre raccogliendo testi inediti e “pizzini”, studi sul cinema e il teatro, lettere ai genitori di quel giovane studente dell’Accademia che sognava di conquistare la capitale, copioni e sceneggiature per la Rai, quando la radio e la tv di Stato dedicavano alla Cultura gran parte dei loro palinsesti. Nel centenario di Andrea Camilleri, nato “per sbaglio” a Porto Empedocle il 6 settembre del 1925, il Fondo Camilleri, la stessa Rai, il ministero della Cultura, la Siae e la Regione siciliana hanno messo in piedi un fitto calendario di eventi presentato ieri a Roma proprio dalle figlie dello scrittore: «L’obiettivo è quello di mantenere viva la memoria di nostro padre – spiega Andreina Camilleri – e di condividere il suo impegno civile che non è mai mancato in ogni suo scritto». Ed eccolo dunque uno stralcio del programma infinito di appuntamenti che toccheranno tutta l’Italia (e non solo) con un occhio di riguardo per la terra del maestro, la Sicilia e ancor di più Vigàta, nell’anno in cui Agrigento è anche capitale italiana della cultura. Si comincia tra qualche giorno a Bari, il 15 e 16 marzo, con l’anteprima al Teatro Piccinni – del quale Camilleri è stato regista stabile nei primi anni Sessanta – dello spettacolo Un sabato, con gli amici con la regia di Marco Grossi. Il 16 maggio, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, andrà in scena Il colore del sole accompagnato da una video-intervista di Ugo Gregoretti allo scrittore. Tre giorni dopo il reading al Teatro Argentina di Roma durante il quale un nutrito gruppo di attori e registi che si sono formati alla scuola di recitazione e regia di Andrea Camilleri, leggeranno le lettere inviate alla famiglia dal giovane “Nenè” dal 1949 al 1960, recentemente pubblicate dall’editore Sellerio col titolo Vi scriverò ancora. In scena, tra gli altri, Giuseppe Dipasquale, Donatella Finocchiaro, Lorenza Indovina e Sergio Rubini. Negli stessi giorni – dal 15 al 24 maggio – il ricordo del maestro si sposterà anche in Spagna, a Malaga, in occasione del Festival del cinema. A giugno si torna in Sicilia, a Ragusa Ibla, in uno dei set più conosciuti del Montalbano televisivo: la Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, in collaborazione con il Teatro Quirino di Roma, ha indetto tre giornate di cultura e tradizioni culinarie, ispirate proprio all’universo di Andrea Camilleri. Un mese dopo sarà proprio Porto Empedocle a salutare il suo figlio più illustre con una serie di laboratori per studenti, incontri, presentazioni di libri e spettacoli teatrali. Dal 31 agosto al 6 settembre la Fondazione Taormina Arte ospiterà due eventi serali nel Teatro Greco. Senza dimenticare che uno dei festival letterari più importanti dell’Isola, Una marina di libri, a Palermo, sarà intitolato Il giro di boa proprio per ricordare uno dei libri più famosi di “Nenè”. A settembre verranno conferiti i Premi Andrea Camilleri Nuovi Narratori e poi ancora seminari, tavole rotonde – dal 23 al 26 ottobre ad Agrigento il “confronto” tra Camilleri e Pirandello – e convegni come quello internazionale organizzato da Treccani a Roma con Salvatore Silvano Nigro, Antonio Sellerio e altri studiosi. E, a proposito di Sellerio, sono già in libreria i primi due volumi di una serie di dodici titoli, tra i più conosciuti del maestro, introdotti dall’autorevole lettura di alcuni dei più famosi scrittori del panorama nazionale e internazionale. La dimensione internazionale di Andrea Camilleri, tradotto in quaranta lingue, studiato e letto a tutte le latitudini e in tutti i continenti, è dimostrata infine dai tanti eventi organizzati dagli Istituti italiani di Cultura e dalle ambasciate italiane nel mondo: Addis Abeba, Algeri, Amburgo, Atene, Berlino, Bruxelles, Colonia, Cracovia, Friburgo, Lione, Madrid, Miami, New York, Pechino, Praga, Rio de Janeiro, Singapore, Oslo, Sofia, Varsavia. Buon compleanno maestro!
Lucio Luca
 
 

La Repubblica (ed. di Bari), 4.3.2025
Camilleri 100. Il ricordo dello scrittore inizia dal “suo” Piccinni

Camilleri che lascia a passo lento il palco del Petruzzelli al braccio di Felice Laudadio. Bari ha avuto il privilegio di entrare in relazione con questo gigante della scrittura e del pensiero libero in più di una occasione. Quella appena evocata risale all’edizione 2014 del Bif&st. Al mattino è prevista una lezione di cinema di Camilleri, che ha al fianco un esilarante Pif e al centro un «palleggiatore» appositamente richiesto dal maestro, ovvero Enrico Magrelli. Il risultato è memorabile, immediatamente chi c’è e lo ascolta destreggiarsi mirabilmente tra aneddoti, personaggi e storie, sente il privilegio addosso. Moltissimi non godono della stessa fortuna. «Fuori erano rimaste svariate centinaia di persone, chi disse 500, chi 700. Pur di farne entrare il più possibile, aprimmo tutti i palchi laterali, il teatro era pienissimo e di più non si poteva», ricorda Laudadio. Ieri, da presidente del Comitato nazionale istituito dal Ministero della Cultura per celebrare cento anni dalla nascita di Camilleri (è nato il 6 settembre del 1925), ha presentato alla nazione, e non solo, l’articolatissimo programma di attività che attraverseranno diverse città italiane, da Nord a Sud, la Sicilia specialmente, e 16 città estere, per festeggiare il fuoco d’artificio di scrittura, invenzione, umanità che Camilleri è stato: convegni, pubblicazioni, documentari, incontri, spettacoli, concerti, lungo tutto il 2025 e il 2026. E anche qui Bari ritorna, perché è proprio dal Piccinni di Bari che partiranno ufficialmente le attività. Il 15 e 16 marzo va in scena Un sabato, con gli amici, tratto dall’omonimo romanzo, una produzione Malalingua in collaborazione con Alt Academy, Associazione Fondo Andrea Camilleri ETS, Puglia Culture, con la regia di Marco Grossi. Recitano le note: «In scena sette personaggi - borghesi quarantenni, amici fra loro - e va a scandagliarne gli animi e le vite attraverso brevi flashback dell’infanzia, dell’adolescenza e della gioventù, fino ad arrivare ad un triste presente: un sabato in cui tre coppie di amici si ritrovano a passare la serata insieme, come d’abitudine, ma che finirà per far riemergere antichi e pericolosi fantasmi». Una black comedy noir, ironica e irriverente, un gioco scenico nel suo più puro stile. Ci affidiamo, ancora una volta, alla memoria fertile di Laudadio: «Negli anni ’60 Camilleri è stato regista stabile del Piccinni. Una volta, a cena, mi raccontò della messa in scena di Assassinio nella cattedrale, in particolare e in maniera divertita, del contrasto con l’interprete, quel geniaccio di Salvo Randone. A quei tempi lo scrittore scopriva le orecchiette nelle trattorie di Bari vecchia, meravigliandosi non poco della nostra cultura della cucina, fino ad allora aveva infatti pensato che quella siciliana fosse il massimo, e lui amava tanto mangiare, come dimostrano le ricette presenti nei suoi romanzi. Del resto, uno degli eventi più divertenti del Centenario riguarderà l’enogastronomia camilleriana, a Ragusa Ibla». E, sempre in Sicilia finiranno le retrospettive delle serie televisive, le maratone Montalbano, che Laudadio aveva pensato per il Bif&st 2025, prima di dimettersi. «In realtà non ci sono stati più i tempi, Oscar Iarussi mi ha chiesto di farle, ma era troppo tardi, la sua nomina a direttore è avvenuta parecchi mesi dopo il mio addio e il programma delle iniziative era stato avviato già un anno fa». Ma presenzierà al Bif&st? Laudadio sorride. E questa è già una risposta.
Antonella W. Gaeta
 
 

ANSA, 4.3.2025
Andrea Camilleri, centenario di eventi da Montalbano agli inediti

Andrea Camilleri, autore teatrale e radiofonico, regista, intellettuale, poeta, scrittore, creatore del Commissario Montalbano e fino alla fine testimone del tempo che ha vissuto, prendendo sempre posizione. Raccontare il suo percorso creativo e umano, restituire la sua voce unica è il grande progetto per il centenario della nascita, avvenuta a Porto Empedocle il 6 settembre 1925. Un viaggio che si svilupperà per tutto il 2025 e gran parte del 2026, prendendo il via ora con il lungo e ricco calendario di attività ed eventi predisposti dall’Associazione Fondo Andrea Camilleri con il Comitato Nazionale per le celebrazioni, istituito dal ministero della Cultura e presieduto da Felice Laudadio.
«Il progetto del Fondo, che comprende archivio e biblioteca, è stato avviato da nostro padre. Nel garage di casa c'erano circa 200 faldoni. Ogni volta facevamo delle scoperte nuove, come quella di Giudizio a mezzanotte, il primo pezzo teatrale scritto da mio padre che lui ricordava di aver gettato dal finestrino del treno» ha detto alla presentazione delle celebrazioni Andreina Camilleri, che presiede e ha creato il Fondo con le sorelle Elisabetta e Mariolina e la madre Rosetta Dello Siesto. «Il sapere chi ce l’ha deve seminarlo come si semina il grano» diceva nostro padre» ricorda Andreina dello scrittore morto nel 2019 a Roma.
"Andrea Camilleri, da bestseller a longseller" sarà esplorato il 23 aprile in un convegno alla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, in collaborazione con Casa Manzoni, a Milano. Tra i numerosi convegni di studi avrà un ruolo centrale quello internazionale con Treccani dedicato ad Andrea Camilleri narratore. Tra reading, manifestazioni ed eventi in tutti i principali festival letterari italiani e al Salone del Libro di Torino 2025, le prime attività prenderanno il via il 15 e 16 marzo con l’anteprima al Teatro Piccinni di Bari di Un sabato, con gli amici per la regia di Marco Grossi.
Tra gli spettacoli teatrali spicca Conversazione su Tiresia di Roberto Andò, con il backstage inedito realizzato dal regista in occasione delle prove, che sarà presentato l’11 giugno alla Casa del Cinema di Roma. Tra le letture, la prima assoluta a San Miniato (Pisa), dal 24 al 26 luglio, di Autodifesa di Caino di Camilleri con Luca Zingaretti. Montalbano, bestseller sulla pagina e sullo schermo con 37 film, «è la serie più importante dell’azienda. Un titolo mai superato con una media di ascolto di 12 milioni di persone. Camilleri ha fatto della serialità qualcosa di nuovo» ha detto Maria Pia Ammirati, direttrice Fiction della Rai.
«L'esordio tardivo di cui si parla è una piccola bugia. Stiamo studiando una serie di eventi per restituire a Camilleri quello che ha dato a noi: tantissimo» aggiunge Ammirati.
Tra le iniziative editoriali, la nuova collana Sellerio dedicata a Camilleri con una selezione di dodici titoli tra i più amati o meno conosciuti, con le copertine, non più con il classico sfondo blu, realizzate dal maestro Lorenzo Mattotti, che ha disegnato per Sellerio anche il logo per il centenario condiviso dal Fondo e dal Comitato. «A breve faremo anche una collana di libri per ragazzi tra i 10-13 anni. Il primo è un’antologia di racconti di Montalbano» ha spiegato Antonio Sellerio, che ha 72 titoli dello scrittore in catalogo. Ad agosto uscirà per Salani anche la prima biografia di Andrea Camilleri scritta da Luca Crovi.
Rai Documentari ha in programma un documentario su Camilleri di Francesco Zippel e «la Rai sta preparando anche la messa in onda di tutte le repliche di Montalbano» dice il produttore Carlo Degli Esposti della Palomar, che ha portato le pagine di Camilleri in tv. Degli Esposti lancia anche una proposta: «Mi piacerebbe rifare, come è stato per i 90 anni di Andrea, quando organizzammo da un giorno all’altro una festa a sorpresa, usando per la prima volta Via Asiago a Roma come un palco, una cosa simile per il centenario, con Fiorello che è stato un grande amico di Camilleri».
«Quello del centenario è un progetto complesso, come lo era Camilleri, una personalità straordinariamente vulcanica. Questa è una piccola parte di quello che poteva essere il programma se avessimo avuto budget più significativi. Ci siamo con i pochi mezzi di cui dispone il Fondo Camilleri appoggiati a chi organizza gli eventi e si assume il peso economico» ha sottolineato Laudadio.
In settembre ci sarà anche il conferimento del Premio Andrea Camilleri Nuovi Narratori, istituito dal Fondo Andrea Camilleri e curato dalla scrittrice Arianna Mortelliti, nipote dello scrittore.
Mauretta Capuano
 
 

PalermoToday, 4.3.2025
"Ha fatto grande la nostra isola"
La Sicilia celebra il centenario di Andrea Camilleri, Scarpinato: "Simbolo della nostra identità"
Sono già numerose le iniziative previste dal Fondo dedicato allo scrittore, col sostegno della Rai, di Sellerio e della Regione

A cento anni dalla nascita di Andrea Camilleri, la Sicilia celebra uno dei suoi scrittori più illustri, figura di spicco della cultura nazionale e protagonista indiscusso della letteratura contemporanea. Autore, regista, drammaturgo e intellettuale, conosciuto al grande pubblico soprattutto per la serie di romanzi gialli del Commissario Montalbano, Camilleri ha saputo raccontare la sua terra attraverso strumenti narrativi diversi, mantenendo sempre uno stile inconfondibile che intrecciava tradizione e modernità.
"Andrea Camilleri - ha detto l’assessore ai Beni culturali e all'identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - rappresenta il simbolo dell’identità siciliana. Uomo eclettico e poliedrico, ha fatto grande la Sicilia, portandola oltre i confini nazionali grazie al potere della parola e alla forza delle sue storie. L’eredità di questa figura straordinaria continua a vivere nell’immaginario di tutti noi, regalando un lascito importante alle future generazioni. Oggi celebriamo il suo genio, il suo impegno e la sua creatività, consapevoli che resteranno per sempre un faro nella cultura italiana e internazionale".
Sono già numerose le iniziative previste dal Fondo dedicato a Camilleri, col sostegno della Rai, di Sellerio e della Regione Siciliana, che saranno organizzate nei prossimi mesi in Sicilia e nel resto d'Italia per ricordare al meglio l'autore di Porto Empedocle.
 
 

Approdo Calabria, 4.3.2025
Grande successo per Il Birraio di Preston al Teatro Gentile di Cittanova

Giunta al settimo degli appuntamenti della XXI Stagione Teatrale, l’Associazione Kalomena ha dato vita all’iniziativa “A CITTANOVA E’ PRIMAVERA A TEATRO”, che ha in programma quattro spettacoli di prosa e cabaret.
Il primo di questi eventi è andato in scena lunedì sera registrando un grande successo e suscitando un pieno e convinto apprezzamento da parte del pubblico che ha affollato il teatro.
Il capolavoro di Andrea Camilleri, “Il Birraio di Preston”, il suo romanzo più ironico e affilato, è stato rappresentato al Teatro Gentile, a 100 anni dalla nascita dello scrittore e a 30 anni dalla pubblicazione del romanzo.
La vicenda che ha preso vita sul palco è una vicenda esemplare per raccontare oggi la Sicilia. L’eterna vacuità dell’azione siciliana, che spesso si traduce in un esasperato dispendio di energie per la futilità di un movente, è la metafora più evidente del testo. In un esempio sublime e divertito di narrazione dei caratteri, la Sicilia, il suo mondo, i suoi personaggi sono stati ammantati, attraverso la lingua camilleriana e la sua voce accompagnatrice fuori campo, da una luce solare, vivida di colori e ricca di sfumature.
Rappresentato per la prima volta al Teatro Stabile di Catania nella stagione nel 1998, ha ritrovato vita oggi con una compagnia di fuoriclasse, con ben 11 attori in scena, che hanno riportato in vita una gemma perduta.
Nella storia raccontata, cronologicamente lontana dai casi memorabili del commissario Montalbano, sono rimaste intatte la lingua, impasto italo-siculo ormai inconfondibile, la stessa ambientazione e la stessa rivalità campanilistica (accentuata dal contesto storico) tra le dirimpettaie città di Vigata e Montelusa, quest’ultima odiatissima dai vigatesi, in quanto capoluogo amministrativo della zona ed espressione di uno Stato che impone prima ancora di chiedere.
Espedienti metateatrali, dinamismo dell’azione, attori dalla vocazione trasformista e una trama ramificata non hanno concesso tregua al pubblico trasportato in un altro tempo, tra piani temporali diversi e convergenti, scatole cinesi narrative e cambi emotivi improvvisi, quasi surreali.
I personaggi principali come a quelli secondari sono stati tutti protagonisti con pari dignità. Dall’ambiguo Don Memè Ferraguto (Mimmo Mignemi) alla giovane vedova (Federica De Benedittis) intenta a raccontare le sue avventure licenziose a suon di metafore marinaresche. Dal testardo prefetto fiorentino Bortuzzi (Paolo La Bruna) al genio incompreso dell’ingegnere minerario (Edoardo Siravo, anche nelle ottime vesti di narratore onniscente).
Il Birraio di Preston è stato tutto ciò: due ore e venti minuti di commedia dell’arte, farsa metateatrale, dramma neoverista, brillante racconto di costume, parodia sarcastica. In poche parole, è stato Andrea Camilleri al 100%.
Il prossimo evento sarà il 13 marzo. “I due Papi”, la storia che racconta le dimissioni di Papa Benedetto XVI, un evento epocale che ha sorpreso il mondo intero, interpretato da due grandi attori italiani, Mariano Rigillo e Giorgio Colangeli ed elogiato come un lavoro strepitoso, con la scenografia imponente di Alessandro Chiti, che riproduce luoghi come i giardini di Castel Gandolfo, la terrazza di San Pietro e l’iconica Cappella Sistina.
 
 

Toscanalibri, 5.3.2025
I Venerdì di Siena. Sala delle lupe si tinge di giallo, omaggio ad Andrea Camilleri nel centenario della nascita
Venerdì 7 marzo alle 17.30

La Sala delle Lupe di Palazzo Pubblico a Siena si tinge di giallo, il 7 marzo alle 17.30, grazie ad un nuovo appuntamento con I Venerdì di Siena, dedicato questa settimana ad Andrea Camilleri nel centenario della nascita.
Nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925 e morto a Roma il 17 luglio 2019, Andrea Camilleri è stato uno degli scrittori più letti e amati dal grande pubblico. Nel centenario della nascita verranno messi in luce alcuni aspetti della sua personalità, il rapporto che intrattiene con un altro grandissimo autore agrigentino, Luigi Pirandello, la fortuna del genere giallo.
Intervengono Massimiliano Bellavista (giornalista e scrittore), Riccardo Castellana (Università di Siena), Andrea De Luca (Università di Anversa)
I Venerdì di Siena è un’iniziativa del Comune di Siena a cura di Toscanalibri.it per la direzione artistica di Francesco Ricci.
Come ormai consuetudine, per l’occasione, a partire dalle 17.15, il Comune di Siena in via straordinaria apre le porte dei suoi uffici del piano terra ai cittadini per una breve visita. Al termine dell’evento aperitivo con brindisi a cura di Fisar Siena (sponsor tecnico). Vini forniti dall’Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti.
Ingresso gratuito senza prenotazioni fino ad esaurimento posti
Info redazione@toscanalibri.it – whatsapp 3791789747
 
 

Tele8 tv, 5.3.2025
Donata all’assessorato Regionale alla Formazione, l’opera d’arte “Riflessioni di Andrea Camilleri”, dell’artista Mazarese Piero Barbera

Donata ieri all’Assessorato Regionale alla Formazione e Pubblica Istruzione, nelle mani dell’Assessore on. Mimmo Turano, l’opera d’arte “Riflessioni di Andrea Camilleri”, il quadro realizzato dall’artista mazarese Piero Barbera che raffigura il famoso scrittore siciliano.
Ad accompagnare l’artista, il Consigliere Comunale Francesco Foggia, ideatore dell’iniziativa, e l’imprenditore Nicola Giacalone.
 
 

AGI, 6.3.2025
Camilleri Cento, la festa del secolo
Incontro con Felice Laudadio, Presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Camilleri

Il giornalista, scrittore, produttore ed ex Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia e di Cinecittà Holding (solo per citare alcune delle innumerevoli attività svolte) Felice Laudadio è stato designato a presiedere il Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Camilleri. Un ricco e articolato programma di attività - convegni, seminari, spettacoli, manifestazioni, libri, trasmissioni Rai - che nel 2025 e 2026 renderanno omaggio al ricorrere dei cento anni da quel 6 settembre in cui vide la luce il padre di Montalbano.
Per sapere di più di questa eccezionale operazione commemorativa - predisposta dall’Associazione Fondo Andrea Camilleri ETS delle figlie Andreina, Elisabetta e Mariolina Camilleri e della moglie dello scrittore Rosetta Dello Siesto, e approvata dal Ministero della Cultura - l’Agi ha incontrato Felice Laudadio.

Qual è lo spirito di questa grande celebrazione?
Si vuole ricordare uno dei più popolari scrittori italiani di sempre e farlo conoscere alle nuove generazioni. Sebbene sia difficile non sapere di lui, anche considerando lo straordinario successo d’ascolti delle 37 puntate de ‘Il commissario Montalbano’ e delle 12 de ‘Il giovane Montalbano’ andate in onda sulla Rai. E’ stato un talento eccezionale, una fucina vivente di idee anche in campo drammaturgico, registico e attoriale e le manifestazioni potevano essere più numerose, ma abbiamo scelto un format che spingesse soprattutto a riflettere sull’autore.
Quali saranno gli appuntamenti principali?
Tra tanti, cito il convegno ‘Andrea Camilleri da bestseller a longseller’ del 23 aprile alla Fondazione Mondadori di Milano e quello dedicato alla sua figura di narratore, in programma l’8 e 9 ottobre a Roma, realizzato in collaborazione con l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani. Mi vengono poi in mente l’anteprima del 15 marzo al Teatro Piccinni di Bari dello spettacolo ‘Un sabato con gli amici’, tratto dal suo romanzo omonimo, e l’appuntamento del 19 maggio al Teatro Argentina di Roma, dove alcuni suoi allievi all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, oggi celebri, leggeranno le sue lettere giovanili alla famiglia da poco pubblicate da Sellerio col titolo di ‘Vi scriverò ancora’. Un’iniziativa che sarà ripetuta, con la partecipazione di altri grandi nomi, il 14 settembre all’Auditorium Parco della Musica. Tra le iniziative siciliane, il 6, 7 e 8 giugno Ragusa Ibla dedicherà tre giornate al rapporto tra Camilleri e tradizione enogastronomica locale, mentre dal 31 agosto al 6 settembre Taormina ricorderà Andrea con due eventi al Teatro Greco e una retrospettiva delle serie tv tratte dalle sue opere. Da non perdere, dal 24 al 26 luglio, l’anteprima assoluta della rappresentazione del suo testo ‘Autodifesa di Caino’, che sarà letto nella Piazza del Duomo di San Miniato da Luca Zingaretti.
Ma la festa supererà i confini: da Addis Abeba a New York, da Pechino a Oslo, 20 città del mondo ospiteranno incontri su Camilleri presso gli Istituti di Cultura italiani. Mentre Sellerio riproporrà in una collana dedicata una selezione dei suoi libri con copertine di Lorenzo Mattotti - autore anche del logo del centenario - e la Rai gli dedicherà un documentario firmato da Francesco Zippel. Infine i premi a lui intitolati: i ‘Nuovi Narratori’, curato dalla nipote Arianna Mortelliti, ed il ‘Camilleri’ indetto dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.

Cosa penserebbe Camilleri dell’impegno per queste celebrazioni?
Da una parte, con il suo straordinario umorismo, ci riderebbe dietro. Dall’altra gli farebbe piacere veder rappresentato ‘Autodifesa di Caino’, che voleva portare in scena a Caracalla. Tutto sommato, credo che alla fine ci incoraggerebbe: amava avere la possibilità di raggiungere nuovi lettori, nonostante sia stato tradotto in 40 lingue e abbia venduto 26 milioni di copie dei suoi libri.
Quando dirigeva la rivista ‘Bianco e Nero’, lei gli dedicò una monografia e lo ritrasse in due video interviste: qual era il vostro rapporto personale?
Lo definirei un legame cresciuto nel tempo, che infine ci ha visto diventare amici. Ricordo i suoi compleanni: da fumatori ci isolavamo in un angolo a scherzare e scambiarci opinioni politiche. Per ‘Bianco e Nero’, gli proposi appunto una lunga video intervista, costringendolo ad impegnarsi per un’ora e mezza a non toccare sigaretta in casa sua. Appena finito, l’abbiamo accesa insieme. Andrea sapeva coltivare l’amicizia e conquistare tutti con la sua semplicità. Quando al BiFest di Bari gli assegnammo il Premio Fellini tenne una masterclass al Teatro Petruzzelli, radunando fin dall’alba un’incredibile coda fuori dagli ingressi. C’era talmente tanta gente che almeno 500 persone non trovarono poi posto, ma attesero per ore che uscisse, solo per salutarlo. Con la sua umanità, ha rappresentato un fenomeno di popolarità personale non comune.
Qual è l’eredità di Camilleri?
La creazione di una nuova lingua sarà un tema importante nelle celebrazioni. Ma non per un banale discorso legato alla conservazione dei dialetti: Camilleri ha inventato un idioma che non esisteva, il vigatese, applicandolo a un territorio. La ricaduta che il suo lavoro ha avuto sulla Sicilia è enorme, anche per ciò che riguarda la valorizzazione dei luoghi. Un aspetto di identità cultuale. Ma forse la vera eredità ha a che fare con la fantasia e la capacità di inventare: lo straordinario talento creativo di Andrea rappresenta un riferimento per chiunque decida di fare il narratore.
Marco Piscitello
 
   
 

Il Reggino, 7.3.2025
Reggio, al Cilea spettacolo in omaggio al centenario di Camilleri
Lo spettacolo è inserito nel cartellone 2025 della Polis Cultura e andrà in scena stasera

«Prima di accettare l’ipotesi di una riduzione per il teatro di questa mia opera letteraria ho resistito un bel po’. Non capivo come fosse possibile (e ragionavo, è ovvio, da autore) trovare un contenitore spaziale, una griglia che supportasse, senza tradirlo, il racconto. Il colloquio avuto con Giuseppe Dipasquale ci ha fatto trovare la soluzione. Sono stato per lungo tempo un regista per non capire quante insidie si nascondono nella trasposizione scenica di un’opera letteraria. Ci sembra, questa volta, di avere fatto il possibile affinché l’opera, lo spirito, l’ironia del romanzo siano state conservate. Per il resto non posso che essere d’accordo con quell’altro mio illustre conterraneo, quando diceva che l’opera dello scrittore finisce quando comincia quella del regista».
Con queste parole il maestro Andrea Camilleri presenta “Il Birraio di Preston” tratto dal suo romanzo omonimo, uno spettacolo messo in scena con la regia di Giuseppe Dipasquale, che firma insieme all’autore la riduzione teatrale. Lo spettacolo è inserito nel cartellone 2025 della Polis Cultura e andrà in scena Venerdì 7 Marzo in un Teatro Cilea già tutto esaurito in ogni ordine di posto, un bellissimo risultato che rende omaggio appieno alla prestigiosa ricorrenza del centenario del grande scrittore siciliano (1925-2025).
Ci troviamo in un piccolo paese siciliano, che nella topografia camilleriana è il solito Vigàta, durante la seconda metà dell’Ottocento. L’occasione è data dal fatto che è necessario inaugurare il nuovo teatro civico “Re d’Italia”. Il prefetto di Montelusa, paese distante qualche chilometro odiato dagli abitanti di Vigàta perché più importante e perché sede della Prefettura, si intestardisce di inaugurare la stagione lirica del suddetto teatro con un’opera di Ricci.
Nessuno vuole la rappresentazione di quel lavoro, tra l’altro realmente scadente. Da qui si diparte una storia divertentissima e al tempo stesso tragica, che culmina nell’incendio del teatro.
La vicenda narrata è una vicenda esemplare per raccontare oggi la Sicilia. L’eterna vacuità dell’azione siciliana, che spesso si traduce in un esasperato dispendio di energie per la futilità di un movente, è la metafora più evidente del testo. In un esempio sublime e divertito di narrazione dei caratteri, la Sicilia, il suo mondo, i suoi personaggi vengono ammantati, attraverso la lingua camilleriana, da una luce solare, vivida di colori e ricca di sfumature.
Prossimo appuntamento con gli spettacoli della Polis Cultura al Cilea il 14 e 15 Marzo con le 3 repliche del meraviglioso Musical Cats di Andrew Lloyd Webber per la regia del grande Massimo Romeo Piparo direttore del Teatro Sistina di Roma (da dove parte il progetto) e un cast di artisti eccezionali accompagnati dall’orchestra dal vivo.
 
 

Nulla dies sine linea, 7.3.2025
Camilleri e le donne

In vista della festa della Donna, che ricorre domani, sembra opportuno ricordare il ruolo che i personaggi femminili rivestono nella produzione letteraria di Andrea Camilleri.
Va detto anzitutto che le presenze femminili sono state sempre importanti nella sua lunga esistenza: dalla moglie (Rosetta Dello Siesto, sposata nel 1957) alle tre figlie (Andreina, Elisabetta e Mariolina), alla madre e alla suocera (che hanno vissuto a lungo nell’appartamento comunicante col suo), dalla nonna materna Elvira Capizzi Fragapane (che in estate portava il piccolo Andrea nella casa di campagna e gli leggeva “Alice nel paese delle meraviglie”) alla piccola pronipote Matilda (cui il vecchio scrittore ha dedicato “Ora dimmi di te”, edito da Bompiani nel 2018, una lettera aperta che ripercorre la sua vita e i suoi ricordi).
Né si possono dimenticare altre due donne fondamentali per Camilleri: Elvira Sellerio, editrice e amica, descritta da Camilleri come “l’esempio assoluto del meglio della donna siciliana; riservata, tenace, determinata, convinta delle proprie idee e pronta a battagliare per esse, e nello stesso tempo, dolcissima, generosa, comprensiva, sensibilissima”; e Valentina Alferj, la preziosa assistente che ha contribuito in modo fondamentale alla pubblicazione degli ultimi libri, diventando la vista e la mano dello scrittore ormai anziano e cieco (finora l’unico tentativo di dare qualche notizia su di lei è mio, su questo blog: https://pintacuda.it/2023/11/15/il-mistero-di-valentina-alferj/).
Sulle donne descritte da Camilleri nei suoi romanzi va anzitutto riferita un’esternazione dell’autore: “Le donne che descrivo nei romanzi sono, sì, donne che ho incontrato nella mia vita, ma non sono le donne che ho amato. Non ho mai scritto delle donne che ho amato perché credo che l’amore sia una straordinaria lente deformante. E poi in generale non parlo mai di me, è inutile cercare qualcosa di autobiografico nei miei libri, a meno che non sia espressamente dichiarato… Le donne dei miei romanzi sono donne molto sensuali, molto carnali ma non per questo possono essere tacciate di non essere femministe” (“Camilleri sono”, in “MicroMega / Tutto Camilleri”, 2019, pp. 318-319).
In effetti le donne descritte da Camilleri nei romanzi storici appaiono dotate di un’autonomia straordinaria, allontanandosi dallo stereotipo della donna vista come angelo del focolare; sono donne intraprendenti, intelligenti, determinate e consapevoli. 
L’esempio più eclatante è Eleonora di Mora, protagonista del romanzo storico “La rivoluzione della luna” (2013); questa donna spagnola si trova a rivestire la carica di vicerè di Sicilia nel 1677, per soli ventisette giorni, e lo fa in modo coraggioso e innovativo, tanto da risollevare in tempi brevissimi le sorti di Palermo. Sua iniziativa furono leggi quali la riduzione del prezzo del pane, la creazione del Magistrato del Commercio che riuniva le 72 maestranze palermitane, la riforma del Conservatorio per le vergini pericolanti e di quello delle vecchie prostitute (prima chiusi per mancanza di fondi), la riduzione del numero dei figli per ottenere i benefici concessi ai “padri onusti”. Dopo appena 28 giorni Eleonora fu richiamata in Spagna, nonostante i notevoli risultati, a causa della richiesta, inviata al Papa da un vescovo, di dichiarare incompatibile il sesso femminile con la carica di Legato Pontificio.
Tra le donne presenti nei romanzi storici, vanno ricordate poi le protagoniste di “Maruzza Musumeci”, “Il casellante” e “Il sonaglio”, opere ambientate alla fine dell’800, che avevano le connotazioni di donne “metamorfiche” (la donna-pesce, la donna-albero, la donna-capra) e apparivano forti, amorevoli e seduttrici.
Non mancano, in altri romanzi, brani in cui la donna viene vista come creatura estremamente sensuale; si hanno in tal senso anche descrizioni “esagerate” che hanno addirittura fatto parlare di personaggi da “pochade”, di un “camisutra” (così ribattezza passi del genere il sito camilleriano https://www.vigata.org).
Ma a fare giustizia delle accuse di maschilismo che sono state rivolte all’autore, va notato il distacco ironico con cui il tema è costantemente trattato, presentando spesso gli uomini e non le donne come oggetto di derisione: basti rimandare al brano de “Il birraio di Preston” (1995) che descrive con esilaranti metafore marinare l’amplesso tra la signora Concetta Riguccio vedova Lo Russo e Gaspàno Inclima (pp. 28-29).
Camilleri affermò testualmente che le principali figure femminili da lui descritte andavano ricercate nei romanzi editi da Mondadori e scritti in italiano (ad es. “Il tuttomio” e “Il tailleur grigio”), più che nei romanzi scritti “in vigatese”; questi personaggi, inoltre, erano ispirati a persone realmente conosciute dall’autore.
Ad esempio Arianna (protagonista de “Il tuttomio” del 2013) ricordava all’autore una detenuta da lui conosciuta in una casa circondariale, colpevole di duplice omicidio premeditato, che lo colpì per la “totale assenza non solo di qualsiasi rimorso ma anche di qualsiasi emozione” (art. cit., p. 317), mentre Laura (in “Noli me tangere” del 2016) riprendeva la figura di un’attrice brasiliana incontrata a Roma da Camilleri una sessantina di anni prima e che si era poi fatta suora.
In un volume pubblicato da Rizzoli, “Donne” (2017), Camilleri presentò in un catalogo alfabetico (dalla A di Angelica alla Z di Zina) le donne (reali o letterarie o di epoche passate) che avevano segnato la sua vita. Questa la presentazione del volume: “Donne fiere che non cedono a minacce né a lusinghe, pronte ad affrontare il loro destino. Donne misteriose che compaiono e scompaiono nel volgere di un viaggio in nave. Donne soavi e inebrianti, come la Sicilia. Donne scandalose, perché non hanno paura di prendere ciò che è loro, compresa la libertà. Semplicemente, donne. Sono loro le protagoniste di questo libro, viste da un Andrea Camilleri in carne e ossa, prima di diventare lo scrittore più amato d’Italia. […] Un intimo, giocoso catalogo delle donne che nel corso dei secoli gli uomini hanno di volta in volta amato e odiato. Un viaggio di scoperta della seduzione, del sesso e di quel formidabile, irrisolvibile enigma che è l’universo femminile”. Questi racconti erano già andati in onda dal 30 agosto 2016, su Rai 1, in dieci cortometraggi di 10 minuti ciascuno, dal titolo “Donne”.
Alle opere letterarie e ai progetti televisivi, si unì sempre, da parte di Camilleri, una milizia assidua e appassionata a sostegno delle donne: “Io penso sinceramente che sia arrivato il momento di cedere le armi alle donne. Io da parte mia come ex uomo mi sento già esausto. Penso che sia l’ora che il mondo venga dominato dal modo di pensare femminile. Loro hanno una cosa che noi non abbiamo: fanno i figli, sono la grande matrice del nostro universo. E questo qualcosa significa. Significa che prima di farci del male loro, donne, ci penseranno assai più di quanto siamo abituati a pensarci noi. Credo che siano più disposte al compromesso” (dalla presentazione del monologo “Conversazione su Tiresia”, 2018).
Nel novembre del 2017, inoltre, Camilleri prese fortemente posizione contro i femminicidi e le violenze sulle donne: “In Italia una gran quantità di maschi, di qualsiasi classe sociale, considera la donna oggetto di sua proprietà in eterno, come se non dovesse avere mai più la libertà… Questa concezione è il modo più degradante e più abietto di considerare la persona umana. Il rifiuto alla sottomissione non ha che un verdetto possibile: la morte, l’annullamento totale dell’esistenza di una donna che osato opporsi. Potremo vantarci della ripresa economica, della disoccupazione diminuita, di tanti passi avanti ma fino a quando non raggiungeremo questo concetto di parità assoluta tra uomo e donna noi faremo dei falsi passi in avanti” (da un’intervista, 8/11/2017).
Nei romanzi dedicati al commissario Montalbano si assiste alla presentazione del modello femminile secondo alcuni evidenti tipologie:
1) dark-lady seduttive e disinibite (ad es. Adriana ne “La vampa di agosto” o Rachele ne “La pista di sabbia”, Angelica ne “Il sorriso di Angelica”, Dolores ne “Il campo del vasaio”, ecc.); è questa la tipologia della donna bellissima e conturbante, immagine stessa del fascino e della sensualità; in genere sono personaggi negativi (assassine, complici o movente di un omicidio), che irretiscono gli uomini (Montalbano compreso) e possono condurlo alla rovina; la loro bellezza è un’arma micidiale ed inesorabile; ecco ad esempio come è descritta Dolores Gutierrez maritata Alfano ne “Il campo del vasaio” (2008): «Pariva finta Era una trentina stripitusa, bruna, molto àvuta, capilli longhi supra le spalli, occhi enormi e funnuti, vucca larga, labbra siliconate non da un chiruro ma dalla natura stissa, denti boni per mangiari carni viva, granni orecchini a cerchietto da zingara. E zingaresche erano macari la gonna e la cammisetta gonfiata da dù bocce da torneo ‘nternazionali» (pp. 128-129).
2) fidanzate (Livia, la storica “zita” genovese di Montalbano) e mogli (Beatrice Dileo detta Beba, consorte di Augello); sono l’opposto delle precedenti e costituiscono la negazione (o la riduzione all’osso) della sensualità; così ad esempio viene descritta Beba alla sua prima apparizione, ne “La gita a Tindari”: “Una vera billizza, alta, bionda, snella, capelli lunghi, occhi cilestri. Una di quelle che si vedono sulle copertine delle riviste, solo che questa aveva un’ariata di brava picciotta di casa” (p. 87); si tratta di donne sensibili e perspicaci, ma piuttosto petulanti, gelose ed umorali;
3) donne attraenti, intelligenti, affascinanti e anche un po’ scostanti (come è Antonia ne “Il metodo Catalanotti” e come era Laura ne “L’età del dubbio”);
4) donne naturalmente e innocentemente sensuali, immediate e dirette (come l’amica svedese Ingrid); a differenza della prima tipologia, si tratta però di una sensualità “positiva” e sostanzialmente innocua, anche perché idealizzata e basata su stereotipi;
5) normalissime donne della realtà di ogni giorno (casalinghe, impiegate, pensionate, studentesse), descritte sempre con icastici dettagli; a volte diventano macchiette (come la cameriera Adelina), altre volte sono scorbutiche e petulanti, altre ancora sono presentate come discrete, riservate, preziose compagne di vita.
Camilleri ebbe modo di dichiarare provocatoriamente che, se fosse dipeso da lui, avrebbe abolito le quote rosa, la festa dell’8 marzo e tutto quello che sottolineava la “diversità” delle donne; fino all’ultimo, poi, ribadì la sua incondizionata ammirazione per la bellezza femminile: “La cosa che rimpiango più di tutte da quando sono diventato cieco è che non posso più ammirare la bellezza femminile. Le donne sono la meraviglia del mondo” (art. cit., p. 320).
Il dettaglio non è sfuggito a Nadia Terranova, in occasione della scomparsa del Maestro: “Aveva lo sguardo del maschio meridionale novecentesco. Uno sguardo profondamente ammirato, rispettoso e incuriosito dal genere femminile. Quindi continui omaggi e una continua ammissione di soggezione rispetto al potere delle donne. Adesso antropologicamente quel tipo di uomo è in via di estinzione, purtroppo” (SIR – agenzia d’informazione, 17.07.19).
In definitiva, sembra evidente che il rapporto dello scrittore con il mondo femminile sia onnicomprensivo, oscillando dal turbamento sensuale all’ammirazione intellettuale, dalla denuncia delle violenze e ingiustizie subìte dalle donne al timore del loro fascino inquietante.
Mario Pintacuda
 
 

Clessidra 2021, 7.3.2025
Acireale, incontro pubblico sul tema “Potenti e vittime nei romanzi di Andrea Camilleri”

All’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale, venerdì 7 Marzo ore 18.00, si svolge un incontro pubblico sul tema “Potenti e vittime nei romanzi di Andrea Camilleri “in occasione del centenario della nascita dello scrittore. Relatore è il prof. Alfredo Sgroi, saggista e scrittore. Sono previste le letture di Terenzio Falcotti e Davide Giuseppe Spoto dell’Officina d’Arte, di Alfio Vecchio. E’ presente anche con una testimonianza Arianna Mortelliti, nipote e collaboratrice dello scrittore, che presenta tra l’altro il suo secondo romanzo “Quel fazzoletto color melanzana”.
 
 

Reggio 10 forever, 8.3.2025
Un affresco vivido della Sicilia che piace al pubblico reggino

Un affresco vivido della Sicilia ottocentesca, tra giochi di potere, ribellioni popolari e contraddizioni politiche. “Il birraio di Preston” di Andrea Camilleri, riadattamento teatrale messo in scena ieri sera al “Francesco Cilea” per la regia di Giuseppe Dipasquale, evento inserito nella stagione teatrale della Polis Cultura di Lillo Chilà, si conferma un’opera attuale, capace di raccontare la Sicilia con ironia e profondità.
La forza comica dell’arte di Camilleri, il piacere del linguaggio, il paradosso della battuta, l’amara coscienza e il dolore sono i temi che l’autore riesce a incasellare nella sua opera magistralmente realizzata dalla compagnia di attori capitanati da Edoardo Siravo e con Federica De Benedittis e Mimmo Mignemi.
Il palco, luogo dell’azione dove si snoda la storia, diventa quel ponte tra teatro e letteratura ed è lì che ogni spettatore si ritrova avvolto da una luce solare, vivida di colori e ricca di sfumature che ammanta i personaggi.

In un piccolo paese siciliano, nella topografia camilleriana è il solito Vigàta, si dipana durante la seconda metà dell’Ottocento, una storia divertentissima e al tempo stesso tragica, che culmina nell’incendio di un teatro. Il terribile incendio diventa l’inizio e la conclusione di un racconto che vede tutti gli attori (Gabriella Casali, Pietro Casano, Luciano Fioretto, Federica Gurrieri, Paolo La Bruna, Giorgia Migliore, Valerio Santi, Vincenzo Volo, ognuno dei quali interpreta agilmente due, tre personaggi diversi, anche in scene consecutive) in quell’orchestrazione ritmica di dialoghi e in un perfetto gioco linguistico.
Il pubblico è attento e partecipe a quel racconto letterario che continua a far riflettere sul rapporto tra potere e popolo, sull’identità siciliana e sulle sue contraddizioni, il tutto condito con quella sottile ironia che ha reso Camilleri uno degli autori più amati del panorama letterario italiano.
In platea, si ha quasi timore ad applaudire il talento e la bravura di attori dalla vocazione trasformista e con un livello interpretativo altissimo, abili a catalizzare l’attenzione di ogni spettatore che premia una messinscena fedele, intrigata ma sempre brillante. E non sbagliamo a dire che anche questa volta, la Polis Cultura ha fatto centro regalando a Reggio Calabria una serata piacevole e stuzzicante, difficile da dimenticare.
Grazia Candido
 
 

Reggio 10 forever, 8.3.2025
Siravo: “Oltre al corpo, curiamo anche l’anima con la cultura”

“E’ un Camilleri al 100%. Il lavoro teatrale che mettiamo in scena è sicuramente molto complesso, faticoso, ma lascia soddisfatto chi lo guarda”.
Così Edoardo Siravo, attore di punta ne “Il birraio di Preston”, commedia andata in scena al teatro “Francesco Cilea”, definisce la riduzione teatrale tratta dal romanzo di Andrea Camilleri la cui regia la firma Giuseppe Dipasquale.
“Raccontiamo la Sicilia con i suoi pregi e difetti e il maestro Camilleri ce l’ha resa così com’è – spiega prima di andare in scena Siravo -. Sembra di vedere un po’ tutta l’Italia che si è sicilianizzata: tante cose negative di questa terra del Sud sono esposte da Camilleri con grande senso critico e onestà. Ma non mancano, risvolti positivi ed episodi che rispecchiano la nostra quotidianità”.
Per il grande artista del panorama teatrale nazionale il tempo scorre e mostra i segni sul corpo, ma non nell’anima dove arde l’amore per il teatro, la voglia di calcare quel palco che è sempre fortissima. E se poi “lo fai con amici cari come Mimmo Mignemi e con giovani professionisti come quelli che abbiamo scelto per questa commedia, allora tutto diventa un bellissimo esempio da portare avanti per le nuove generazioni”.
“Il teatro non è un’arte, ma un artigianato e questi ragazzi devono apprendere certe cose da maestri artigiani – aggiunge l’attore -. Sono certo che Camilleri apprezzerebbe questa terza versione perché non l’abbiamo tradito, la sua storia è stata riproposta fedelmente. E’ sempre bello tornare a Reggio Calabria e poi, avete la fortuna di avere la Polis Cultura che mantiene forte il legame con l’arte. Credo che dobbiamo fare più teatro e cultura. La gente va in palestra per curarsi il corpo, curiamo anche l’anima”.
Grazia Candido
 
 

Reggio 10 forever, 8.3.2025
A tu per tu con Mimmo Mignemi e Federica De Benedittis

Nei panni di Don Memè Ferraguto e don Pippino Mazzaglia, l’attore catanese Mimmo Mignemi ci racconta qualche sfaccettatura de “Il birraio di Preston” insieme alla bravissima collega Federica De Benedittis (nei panni delle sorelle Riguccio e di Gerd Hoeffer).
“La forza di questa opera è che condensa tante sfumature umane in un piccolo spazio – afferma Mignemi -. Per una cosa da niente succedono sette omicidi: quello che fa Camilleri è di scrivere una storia che non è altro che lo specchio della nostra natura, del nostro modo di essere. Sono al quarto lavoro di Camilleri e sembrerà strano, ma per un siciliano, a differenza di un milanese o un romano, è più difficile portare in scena un suo testo perché Andrea è la lingua della Sicilia. Per noi è familiare tutto ciò che scrive e non puoi interpretarlo, ma eseguirlo come vorrebbe lui mantenendo la sua originalità”.
Mignemi, personificazione dell’antidivo nonostante la sua brillante carriera tempestata di successi cinematografici e televisivi, con i suoi due personaggi si “diverte come un calamaro gigante” e poi, “è bellissimo trasferire a questi giovani attori quello che noi abbiamo acquisito dai grandi del teatro”.
“E’ una bella palestra di allenamento per chi vuole fare questo mestiere ed è difficile trovare chi può insegnarti qualcosa – aggiunge l’attore -. Io cerco ancora oggi qualcuno dove mi posso abbeverare, perché il teatro disseta l’anima e sfama il corpo”.
Pienamente concorde la bellissima Federica De Benedittis, una donna con i piedi ben saldi a terra ma eterna sognatrice, che dei suoi personaggi dice: “Se Gerd Hoeffer ha un ruolo marginale, è il primo da cui lo spettatore apprende l’annuncio dell’incendio, le due sorelle invece, Concetta vedova Lo Russo e Agatina sono due personaggi importanti, completamente diversi, figure femminili difficili da dimenticare, ma con la voglia di emanciparsi. Camilleri con le sue opere è riuscito a sedimentare la bellezza e i contrasti di una Sicilia descrivendo con la sua lingua, la complessità delle contraddizioni di un popolo. Lavorare con grandi come Mignemi e Siravo, due colonne del teatro italiano, è per me una grande gioia. Questo tipo di commedie sono un continuo mettersi alla prova ed è sicuramente, una bella occasione di crescita per tutti noi”.
Ma la Sicilia è ancora come la descrive Camilleri?
“E’ una terra affascinante, complessa e antica per potere avere cambiamenti istantanei, ma sta cambiando – conclude l’attrice romana -. E i lavori di Andrea Camilleri sono serviti per rendere più forte la coscienza di essere siciliani”.
Grazia Candido
 

 

L'informatore vigevanese, 8.3.2025
Gialli in biblioteca: un viaggio nella psicologia di Camilleri e De Giovanni
Il professor Giuseppe Fabiano metterà a confronto due figure iconiche della letteratura noir italiana: il Commissario Montalbano, e il Commissario Ricciardi
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L'incontro è stato annullato per sopraggiunti problemi personali del relatore, NdCFC]

Un appuntamento imperdibile per gli amanti del giallo e della letteratura: venerdì 14 marzo, alle ore 18.00, la Biblioteca di Vigevano ospiterà un incontro dedicato all'analisi psicologica delle trame e dei personaggi di Andrea Camilleri e Maurizio De Giovanni. Un evento che si inserisce nell'iniziativa "Gialli in biblioteca", quest'anno pensata come un omaggio alla scrittrice e critica letteraria Bianca Garavelli.
A guidare il pubblico in questo affascinante viaggio nella mente dei protagonisti dei romanzi gialli sarà il professor Giuseppe Fabiano, psicoterapeuta e docente universitario. Nel corso della serata, Fabiano analizzerà i risvolti psicologici della narrazione, mettendo a confronto due figure iconiche della letteratura noir italiana: il Commissario Montalbano, creato da Camilleri, e il Commissario Ricciardi, protagonista delle opere di De Giovanni.
Non mancherà un approfondimento sui "Bastardi di Pizzofalcone", la serie che ha conquistato lettori e spettatori grazie alla sua capacità di raccontare il lato umano e tormentato dei suoi personaggi. Il confronto tra le diverse figure investigative permetterà di esplorare similitudini e differenze, con un'attenzione particolare al patto narrativo che lega scrittore e lettore.
Chi è Giuseppe Fabiano? Psicologo e psicoterapeuta, Fabiano è stato Direttore del Centro Salute Mentale dell'ASL Roma 6 e attualmente è docente universitario. Autore di numerosi saggi, ha scritto "Nel segno di Andrea Camilleri. Dalla narrazione psicologica alla psicoterapia", opera che gli è valsa il Premio Casentino 2022 per la Saggistica. Con Stefano Sinelli ha pubblicato "Del silenzio non si può tacere", libro che ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti come il Premio La Ginestra Firenze 2024 e il Premio Eccellenza Internazionale Milano 2024.
Fabiano fa parte del Comitato per le celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Camilleri e ha già affrontato il tema della psicologia nei romanzi di De Giovanni in occasione dell'incontro "Il Commissario Ricciardi: il labirinto dell’anima tra regime, dovere e amore" tenutosi a Villa Floridiana a Napoli insieme allo stesso autore.
Un incontro da non perdere per chi ama il giallo e desidera approfondire i meccanismi psicologici che muovono le storie e i personaggi di due dei più grandi scrittori italiani contemporanei.
Annalisa Vella
 
 

BubinoBlog, 9.3.2025
Montalbano su Rai1 dalla prima all’ultima puntata: il regalo per i 100 anni di Camilleri

Rai1 omaggia Andrea Camilleri nel 100° anniversario della sua nascita. Torna il grande scrittore e padre del commissario Montalbano, una delle serie più amate e seguite di sempre.
A partire da domenica 27 aprile rivedremo in ordine cronologico, in prima serata su Rai1 come anticipa il blog di Antonio Genna, tutti i 37 episodi finora girati con Luca Zingaretti protagonista.
Rai, la casa editrice Sellerio e la casa di produzione Palomar sperano di convincerlo a tornare nei panni di Salvo Montalbano ma per ora il pubblico si può gustare tutti i gialli dal 1999 al 2021.
 
 

ANSA, 10.3.2025
La voce di Camilleri e un violoncello, riflessioni sull'amore
L'11 marzo a Roma Michele Marco Rossi presenta il suo disco

Roma. La voce di Andrea Camilleri e le improvvisazioni di un violoncello per una riflessione sull'amore e sull'uomo, da Dante e Petrarca a oggi.
Il disco con cui Michele Marco Rossi rende omaggio allo scrittore siciliano viene presentato l'11 marzo alle 18:30 nella sede del Fondo Andrea Camilleri, a Roma, promotore con il Comitato Nazionale Camilleri 100 delle celebrazioni del Centenario della nascita del grande maestro.
L'appuntamento è a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Il musicista romano aveva 29 anni nel maggio 2019 quando incontrò per la prima e unica volta il maestro della letteratura italiana, che morì pochi mesi dopo, a 93 anni. ''In amore la ragione o si dimette o va in aspettativa'' è uno dei passaggi chiave di quelle ''ultime parole sull'amore'' di Camilleri che fanno da filo conduttore delle 13 tracce dell'album, pubblicato nei mesi scorsi dall'etichetta Stradivarius in vinile e dal 7 febbraio sulle piattaforme digitali. ''Si parte da Dante per arrivare a parlare di ciascuno di noi. L'amore diviene specchio e sonda della nostra natura, di quella umanità che Camilleri conosceva così bene'' spiega Rossi. Un lavoro sviluppato anche sul piano della ricerca sonora ed espressiva del violoncello e dell'elettronica live, curata da Paolo Aralla, che si intrecciano con la voce registrata del maestro.
''Granulazione del suono, moltiplicazione, lavorazione sugli spettri armonici, distorsioni - osserva il violoncellista -. Ogni brano cerca in maniera astratta di entrare nei meandri dei temi, tanto forti quanto tremendamente attuali, di cui parla Camilleri, in un piccolo viaggio sonoro pieno di affetto e gratitudine. Per questo motivo il disco non ha un titolo in copertina: sarebbe come dare un titolo a un ricordo, a un pensiero o a una memoria. I ricordi non si intitolano''. Il progetto è sostenuto da Siae nell'ambito di "Per Chi Crea" 2023. Le edizioni musicali sono proprietà di SZ Sugar. Michele Marco Rossi, vincitore nel 2022 del Premio Abbiati del Disco per la registrazione dell'integrale della musica per Violoncello di Ivan Fedele, ha all'attivo oltre cento prime esecuzioni assolute ed ha ampliato il suo repertorio passando dalla musica strumentale al teatro d'avanguardia, musica elettronica e installazioni video.

 
 

MOW, 10.3.2025
Il regista Maresco smonta Il Gattopardo Netflix: “Senz’anima, oggi tutto viene banalizzato”. Il cinema è morto? “Che senso ha fare un film? Sono tutti autori”. E su Andrea Camilleri e il camillerismo…
Il regista Franco Maresco non ha dubbi: il cinema è morto, intrappolato nel ricordo di sé stesso. L’industria replica a vuoto, e operazioni come Il Gattopardo di Netflix ne sono la prova. Che fare? Ma soprattutto, come possiamo tornare indietro e recuperare il potere di un'arte scomoda, potente, feroce? E su Camilleri: “Ottimo affabulatore, ma non è stato un grande scrittore perché...”

[…]
Ma oggi rispetto a ieri cosa è davvero cambiato?
 A differenza di cinquant’anni fa in un mondo sicuramente diverso c’era più paura, più pudore a fare cose brutte, c’erano grandi critici, con giudizi discutibili, opinabili certo, ma in generale esisteva un senso di pudore, ci si vergognava a fare certe cose. La verità è che c’è quello che io chiamo “Camillerismo”.
Cioè?
Quest’anno è il centenario di Andrea Camilleri, un uomo che mi ha sempre fatto simpatia. È stato un ottimo conversatore, affabulatore straordinario nel raccontare la letteratura siciliana, ma non è stato un grande scrittore e non è stato un innovatore della lingua. Se io le faccio il nome di Franco Scaldati non sa chi è, uno dei grandi poeti della seconda metà del Novecento, un drammaturgo che conosciamo in diecimila in Italia. Lui è un innovatore della lingua ma non può esserlo, perché è ostico. Camilleri invece va a cogliere la medietà di questo Paese, gli insegnanti del liceo. È rassicurante.
Ma che cos’è quindi il “Camillerismo”?
Non è Camilleri, ma ciò che deriva da Camilleri, le fiction, questa visione cartolinesca, che deriva dal folklore Montalbano. Questo si chiama “Camillerismo”, per quanto appunto lui fosse una persona colta e simpatica.
[…]
Ilaria Ferretti
 
 

Clarín, 10.3.2025
Celebrarán el centenario de Andrea Camilleri, el creador del inolvidable inspector Montalbano
En 2025 se cumplen 100 años del nacimiento del creador del icónico comisario.
Su legado como escritor, poeta, dramaturgo y narrador será celebrado con un extenso calendario de eventos.
Hay desde estrenos teatrales hasta exposiciones y conferencias.

Relatar el camino creativo y humano de Andrea Camilleri, escritor y creador del ya mítico comisario Montalbano, que saltó de la literatura a la televisión, es el gran proyecto con motivo del centenario de su nacimiento, que tendrá lugar en Porto Empedocle, Sicilia, el 6 de septiembre de 2025.
Camilleri fue también autor de teatro y radio, director, intelectual y poeta, dueño de una voz única y hasta el final de su vida testigo de la época que vivió, tomando siempre posición.
Para recordarlo, se recorrerá un camino que se desarrollará a lo largo de 2025 y gran parte de 2026, que comienza ahora con el largo y rico calendario de actividades y eventos preparado por la Asociación Fondo Andrea Camilleri con el Comité Nacional para las celebraciones, instituido por el ministerio de Cultura y presidido por Felice Laudadio.
"El proyecto del Fondo, que incluye un archivo y una biblioteca, fue iniciado por nuestro padre. En el garaje de casa había alrededor de 200 carpetas. Cada vez hacíamos nuevos descubrimientos, como el de El juicio a medianoche, la primera obra de teatro escrita por mi padre que recordaba haber tirado por la ventanilla del tren", dijo Andreina Camilleri, que preside y creó el Fondo con sus hermanas Elisabetta y Mariolina y su madre Rosetta Dello Siesto, durante la presentación de las celebraciones.
Sembrar conocimiento
"'Quien tiene conocimiento, debe sembrar conocimiento como se siembra trigo', decía nuestro padre", recuerda Andreina sobre el escritor fallecido en 2019 en Roma.
Andrea Camilleri, del bestseller al longseller se explorará el 23 de abril en una conferencia en la Fundación Arnoldo y Alberto Mondadori, en colaboración con la Casa Manzoni, en Milán.
Entre las numerosas conferencias de estudio, tendrá un papel central la internacional con Treccani dedicada a "Andrea Camilleri narrador". Entre lecturas, manifestaciones, eventos en los principales festivales literarios italianos y en la Feria del Libro de Turín 2025, las primeras actividades comenzarán los días 15 y 16 de marzo con el estreno en el Teatro Piccinni de Bari de Un Sabato, con amici, dirigida por Marco Grossi.
Entre las representaciones teatrales, destaca Conversación sobre Tiresias, de Roberto Andó, con imágenes inéditas entre bastidores creadas por el director durante los ensayos, que se presentarán el 11 de junio en la Casa del Cinema de Roma y, entre las lecturas, el estreno mundial en San Miniato (Pisa), del 24 al 26 de julio, de Autodefensa de Caín, de Camilleri, con Luca Zingaretti.
Montalbano, bestseller en papel y en la pantalla con 37 capítulos, es la serie más importante de la compañía. Un título nunca superado con una audiencia promedio de 12 millones de personas.
"Camilleri ha hecho algo nuevo con la serialidad", afirmó Maria Pia Ammirati, directora de Ficción de Rai.
Una pequeña mentira
"Estamos estudiando una serie de acontecimientos para devolverle a Camilleri lo que él nos dio: mucho", agregó. Entre las iniciativas editoriales, está la nueva colección "Sellerio", dedicada a Camilleri, con una selección de doce títulos entre los más queridos o menos conocidos con portadas que ya no tienen el clásico fondo azul, creada por el maestro Lorenzo Mattotti, que también diseñó para "Sellerio" el logo del centenario compartido por el Fondo y el Comité.
"Pronto realizaremos también una serie de libros para niños de 10 a 13 años. La primera es una antología de cuentos de Montalbano", explicó Antonio Sellerio, que cuenta con 72 títulos del escritor en su catálogo.
Salani también publicará en agosto la primera biografía de Andrea Camilleri escrita por Luca Crovi. Rai Documentari está preparando un documental sobre Camilleri de Francesco Zippel y "Rai también está preparando la retransmisión de todas las reposiciones de Montalbano", explica el productor Carlo Degli Esposti de Palomar, que llevó las páginas de Camilleri a la televisión.
Degli Esposti también lanza una propuesta: "Me gustaría volver a hacer, como fue para el 90 cumpleaños de Andrea, cuando organizamos una fiesta sorpresa de un día para otro, utilizando por primera vez la Via Asiago de Roma como escenario, algo similar para el centenario, con Fiorello, que era un gran amigo de Camilleri".
"El proyecto del centenario es complejo, como lo fue Camilleri, una personalidad extraordinariamente volcánica. Esto es una pequeña parte de lo que podría haber sido el programa si hubiéramos tenido presupuestos más importantes. Con los pocos medios de que dispone el Fondo Camilleri, contamos con el apoyo de quienes organizan los eventos y asumen la carga económica", subrayó Laudadio.
En septiembre también se entregará el Premio Andrea Camilleri Nuovi Narratori, instituido por el Fondo Andrea Camilleri y curado por la escritora Arianna Mortelliti, nieta del escritor.
Con información de ANSA
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 11.3.2025
“Intelletto d’amore (e altre bugie)
Nuovo progetto discografico di Michele Marco Rossi
con la voce di Andrea Camilleri

Michele Marco Rossi, violoncellista

Martedì 11 marzo 2025
ore 18:30

Per prenotazioni (fino ad esaurimento posti)
segreteria@fondoandreacamilleri.it

Fondo Andrea Camilleri
via Filippo Corridoni 21, Roma
 
 

Puglia Culture, 11.3.2025
Prima Nazionale “Un sabato, con gli amici”: 15 e 16 marzo a Bari, in replica il 17 marzo ad Acquaviva delle Fonti e il 18 marzo a Lecce

Il Teatro Piccinni il 15 e 16 marzo di Bari ospiterà la Prima Nazionale dello spettacolo teatrale “Un sabato, con gli amici”, nell’ambito della stagione teatrale “Altri Mondi” del Comune, organizzata in collaborazione con Puglia Culture, un libero adattamento a cura di Marco Grossi dal romanzo omonimo di Andrea Camilleri.
“Un sabato, con gli amici” è frutto della collaborazione tra Produzione Malalingua, Alt Academy e Associazione Fondo Andrea Camilleri, si inserisce tra le iniziative per il Centenario della nascita del grande scrittore siciliano, promosso dal Fondo Andrea Camilleri e dal Comitato Nazionale Camilleri 100.
Si tratta della prima trasposizione teatrale di una delle opere meno note di Camilleri, pubblicata per la prima volta nel 2009 da Mondadori, che si distacca dall’immaginario siciliano con cui l’autore è maggiormente associato. Ambientato in un quartiere alto borghese di una grande città italiana, il romanzo narra di tre coppie di amici che si ritrovano per trascorrere una serata insieme. Il contesto iniziale richiama l’immaginario della commedia classica anglosassone, alla Neil Simon, con personaggi che si presentano attraverso il filtro della leggerezza e dell’umorismo. Tuttavia, un evento imprevisto cambierà il corso della serata, facendo riaffiorare antichi e pericolosi fantasmi.
In scena ci sarà Alessandra Mortelliti, attrice e nipote dello stesso Andrea Camilleri, assieme ad un cast di grande talento: Pierluigi Corallo, Fabrizio Lombardo, Silvia Degrandi, Luca Avagliano, Marcella Favilla e Alberto Melone. La regia di Marco Grossi è accompagnata dalle scenografie di Filippo Sarcinelli, dalle luci di Claudio De Robertis, dai costumi di Monica De Giuseppe e dalle musiche di Oliviero Forni. L’assistenza alla regia è curata da Monica De Giuseppe, mentre l’organizzazione è a cura di Marianna de Pinto.
Dichiara Paola Romano, Assessora alle Culture del Comune di Bari: «Siamo onorati di ospitare, nel teatro comunale “Niccolò Piccinni”, il debutto nazionale di questo spettacolo nel centenario della nascita di Andrea Camilleri, uno degli scrittori più amati del Novecento, che ha reinventato il romanzo storico e di genere e che con il personaggio di Montalbano ha saputo entrare nel cuore di milioni di lettori, in Italia e nel mondo. Camilleri è stato un innovatore e uno sperimentatore, oltre che un uomo di straordinaria cultura e intelligenza, un osservatore acuto, un maestro di vita: “Un sabato tra amici” della compagnia Malalingua vuole essere un omaggio al suo universo creativo e alla sua arte, reso sulla scena di un teatro per cui, qualcuno lo ricorderà, proprio Camilleri è stato regista stabile nei primi anni Sessanta».
Lo spettacolo, programmato nel circuito di Puglia Culture, sarà in replica il 17 marzo al Teatro Luciani di Acquaviva delle Fonti (ore 20.30) e il 18 marzo al Teatro Paisiello di Lecce, per le stagioni teatrali dei Comuni.
 
 

Rai Cultura, 11.3.2025
"Un sabato, con gli amici", dal romanzo di Camilleri al palcoscenico
Al Teatro Piccinni di Bari
5 Mar 2025 > 16 Mar 2025
“L’età matura è il momento giusto perché i nodi vengano al pettine, gli elementi psichici si combinino apposta per precipitare, per esplodere come una miscela assai temibile con la quale un alchimista improvvido abbia giocato troppo a lungo e con troppa fortuna”
Andrea Camilleri

Al Teatro Piccinni di Bari, il 15 e 16 marzo 2025 la prima nazionale dello spettacolo Un sabato, con gli amici, libero adattamento a cura di Marco Grossi dal romanzo omonimo di Andrea Camilleri. La produzione, frutto della collaborazione tra Produzione Malalingua, Alt Academy e Associazione Fondo Andrea Camilleri, si inserisce tra le iniziative per il Centenario della nascita del grande scrittore siciliano, promosso dal Fondo Andrea Camilleri e dal Comitato Nazionale Camilleri 100. 
Si tratta della prima trasposizione teatrale di una delle opere meno note di Camilleri, pubblicata per la prima volta nel 2009 da Mondadori, che si distacca dall’immaginario siciliano con cui l’autore è maggiormente associato.

Ambientato in un quartiere alto borghese di una grande città italiana, il romanzo narra di tre coppie di amici che si ritrovano per trascorrere una serata insieme. Il contesto iniziale richiama l’immaginario della commedia classica anglosassone, alla Neil Simon, con personaggi che si presentano attraverso il filtro della leggerezza e dell’umorismo. Tuttavia, un evento imprevisto cambierà il corso della serata, facendo riaffiorare antichi e pericolosi fantasmi.

Alessandra Mortelliti, attrice e nipote dello stesso Andrea Camilleri, guida il cast composto da: Pierluigi Corallo, Fabrizio Lombardo, Silvia Degrandi, Luca Avagliano, Marcella Favilla e Alberto Melone. La regia di Marco Grossi è accompagnata dalle scenografie di Filippo Sarcinelli, dalle luci di Claudio De Robertis, dai costumi di Monica De Giuseppe e dalle musiche di Oliviero Forni. L’assistenza alla regia è curata da Monica De Giuseppe, mentre l’organizzazione è a cura di Marianna de Pinto.
Lo spettacolo, programmato nel circuito di Puglia Culture, sarà in replica il 17 marzo al Teatro Luciani di Acquaviva delle Fonti (ore 20.30) e il 18 marzo al Teatro Paisiello di Lecce, per le stagioni teatrali dei Comuni.
 
 

ANSA, 11.3.2025
Camilleri a teatro con 'Un sabato tra amici'
Lo spettacolo debutta al Piccinni di Bari, la nipote nel cast

Tre coppie di amici, l'età matura, la voglia di passare delle ore assieme che diventano occasione di confronto su problemi mai affrontati a causa di un imprevisto.
 Si intitola 'Un sabato, con gli amici' lo spettacolo che debutterà sul palco del Piccinni di Bari il 15 e il 16 marzo prossimi.

La prima fa parte della stagione teatrale Altri Mondi del Comune ed è organizzata in collaborazione con Puglia Culture.
Si tratta di un libero adattamento, a cura di Marco Grossi, dal romanzo omonimo di Andrea Camilleri. Ambientato in un quartiere alto borghese di una grande città italiana, il romanzo e lo spettacolo raccontano di tre coppie di amici che si ritrovano per trascorrere una serata insieme. Il contesto iniziale richiama l'immaginario della commedia classica anglosassone, con personaggi che si presentano attraverso il filtro della leggerezza e dell'umorismo ma un imprevisto cambierà il corso della serata, facendo riaffiorare antichi e pericolosi fantasmi. Tra i protagonisti ci sono Alessandra Mortelliti, attrice e nipote di Camilleri, Pierluigi Corallo, Fabrizio Lombardo e Alberto Melone. La regia di Marco Grossi è accompagnata dalle scenografie di Filippo Sarcinelli, dalle luci di Claudio De Robertis, dai costumi di Monica De Giuseppe e dalle musiche di Oliviero Forni. L'assistenza alla regia è curata da Monica De Giuseppe, mentre l'organizzazione è a cura di Marianna de Pinto. Un sabato tra amici della compagnia Malalingua "è un omaggio al suo universo creativo e alla sua arte, reso sulla scena di un teatro per cui, qualcuno lo ricorderà, proprio Camilleri è stato regista stabile nei primi anni Sessanta", spiega Paola Romano, assessora alle Culture del Comune di Bari. Lo spettacolo, programmato nel circuito di Puglia Culture, sarà in replica il 17 marzo al teatro Luciani di Acquaviva delle Fonti (Bari) e il 18 marzo al teatro Paisiello di Lecce, per le stagioni teatrali dei Comuni.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 11.3.2025
La voce degli autori, 79 romanzi di Sellerio diventano audiolibri
A maggio i primi sei titoli di Camilleri interpretati da Massimo Venturiello

Amanti dei gialli di tutt’Italia, dotatevi di cuffie e mettevi comodi: questa volta il mistero e il delitto si celeranno dietro alle parole da ascoltare e la verità potrebbe manifestarsi, alla fine, con un gelido sussurro. La casa editrice Sellerio, per celebrare il centenario della nascita di Andrea Camilleri, ha firmato un accordo con Audible, società Amazon tra i maggiori player nella produzione e distribuzione di podcast e serie audio, per la realizzazione di più di trenta audiolibri in esclusiva firmati dallo scrittore empedoclino, tra cui spiccano alcune delle sue indagini più note come “La gita a Tindari”, “La danza del gabbiano”, “Il campo del vasaio”. «Vogliamo onorare anche in questo modo il centenario di Camilleri che cade quest’anno: un evento che continuerà a dispiegarsi nel corso dei prossimi mesi», spiega Antonio Sellerio. Il pensiero va subito alle due parole magiche, diventate il modo inequivocabile di presentarsi del commissario, “Montalbano sono!”, che riecheggeranno imperiose nelle orecchie dei potenziali ascoltatori. «Per i romanzi con al centro il commissario di Vigàta – aggiunge l’editore – la voce recitante sarà ancora quella di Massimo Venturiello». Del resto, il successo ottenuto con gli audiolibri che ha interpretato ha convinto Venturiello a portare per la prima volta in teatro il commissario più famoso della narrativa contemporanea italiana. Ne è nato, tempo fa, un vero e proprio reading teatrale su “La prima indagine di Montalbano”. Ma oltre ai polizieschi, Audible proporrà anche una scelta dei romanzi storici di Camilleri: ci sono i suoi capolavori assoluti, “Il birraio di Preston” ad esempio, ma pure “La concessione del telefono”, “Il re di Girgenti” e “La strage dimenticata”. Titoli, questi, che consentiranno a un pubblico più vasto di scoprire e gustare anche i romanzi meno noti dello scrittore empedoclino, come “Un sabato con gli amici”, ad esempio, oppure il ricchissimo epistolario uscito di recente, “Vi scriverò ancora”. «Per questi titoli – aggiunge Sellerio – cercheremo altre voci, di attori che hanno avuto esperienza nel cinema e in teatro, ma pure di doppiatori o di lettori specializzati nella realizzazione di audiolibri. Il tema del casting rappresenta un aspetto decisivo del settore. Confesso che a me piace molto questo diverso tipo di fruizione del libro, che negli ultimi tempi è fortemente in espansione». E va detto che sulla base dei dati diffusi dall’Associazione italiana editori, il mercato si è ulteriormente espanso, passando dai quasi cinque milioni di ascoltatori annui prima del 2020 a più di sei milioni dell’anno scorso. Viene fuori che l’audiolibro è diventato uno strumento molto utile, soprattutto in un frangente in cui sempre più persone hanno una vita condizionata da ritmi intensi e il tempo per leggere si riduce sino quasi a evaporare del tutto. «La cosa che mi colpisce – spiega l’editore palermitano – è che questo dispositivo si rivela trasversale, interessando tutte le fasce di età, coinvolgendo dunque diverse fette di pubblico». Oltretutto, il nome di Camilleri (i cui primi sei audiolibri saranno disponibili su Audible.it a partire dall’8 maggio, in prossimità del Salone del libro di Torino) è già una garanzia di fidelizzazione: «Noi speriamo che questa iniziativa, che parte nell’anno dei grandi festeggiamenti dedicati a Camilleri, permetterà di incrociare nuovi lettori del padre del commissario Montalbano. Mentre, per chi l’ha già letto, sarà un’occasione propizia per riassaporarlo e goderselo in modo diverso». È da un po’ infatti che si parla sempre meno dell’audiolibro come di un mezzo che prenderà il posto del volume cartaceo: si è capito, ormai, che di fronte a una bella storia occorre provare a declinarla in tutte le forme possibili, per ampliare ulteriormente il pubblico. E questo costituisce un ottimo modo per rivitalizzare libri di successo di qualche anno fa che, nel nuovo canale, possono tornare a nuova vita.
È il caso dei romanzi di un altro scrittore siciliano, che sarà presente nel catalogo di Audible: Santo Piazzese, di certo meno prolifico di Andrea Camilleri, attento com’è a centellinare le avventure del suo detective per caso, il biologo Lorenzo La Marca, protagonista dei romanzi “I delitti di via Medina-Sidonia” e “La doppia vita di M. Laurent”, cui subentra poi il commissario Spotorno, amico di Montalbano tra l’altro, al centro de “Il soffio della valanga”. Ma non è finita qui: per l’occasione, Sellerio metterà in campo le teste di serie della sua scuderia “crime”. Manco a dirlo, a tallonare Andrea Camilleri troviamo il bravissimo Antonio Manzini, forte di ben sedici audiolibri: il vicequestore Rocco Schiavone, che in questi giorni si affaccia dalla serie televisiva col volto di Marco Giallini, si muoverà tra Roma e Aosta per risolvere casi sempre spinosi e tormentati. Ma Audible proporrà pure la serie del “BarLume” di Marco Malvaldi (“La battaglia navale”, “La morra cinese”, “Il gioco delle tre carte”) e i casi dell’ispettore Morse, creato dallo scrittore britannico Colin Dexter.
Salvatore Ferlita
 
 

Cosenza Channel, 11.3.2025
Premio Camilleri, presentata la prima edizione della gara letteraria
Arianna Mortelliti, la nipote del grande scrittore, ha presentato la sua ultima opera "Quel fazzoletto color melanzana"

L’8 marzo, in occasione della festa della Donna, il Comune di Parenti e il Comune di Rogliano hanno ospitato due appuntamenti importanti: la Scuola Secondaria di primo grado Parenti e il Liceo Scientifico Rogliano hanno accolto Arianna Mortelliti, scrittrice e autrice del libro “Quel fazzoletto color melanzana”, secondo della sua trilogia.
[…]
Durante gli incontri con l’autrice Arianna Mortelliti, è stato presentato anche il Premio Nuovi Narratori indetto dal Fondo Andrea Camilleri, di cui Arianna Mortelliti è la direttrice artistica. Il Premio intende valorizzare la scrittura in differenti forme, seguendo un percorso che ricalchi le orme del lavoro di Andrea Camilleri.
«Il 2025 è un anno importante perché se mio nonno fosse ancora qui avrebbe compiuto 100 anni. Il Premio è, dunque, un’iniziativa della famiglia per festeggiare il suo compleanno. Mio nonno ha raggiunto il successo a 70 anni, ma ha iniziato a scrivere da quando ne aveva 14. Il mio desiderio è quello di portare alla luce chi era mio nonno prima che diventasse famoso con Montalbano. Il Premio è rivolto ad autori ed autrici di radiogrammi, racconti brevi, fiabe per bambini e poesie. Le opere devono essere inedite e le categorie sono divise in “chiù picca di sissanta” e “chiù assà di sissanta”, proprio perché nonno raggiunse il suo successo molto tardi, ma comunque con l’intento di coinvolgere anche le giovani generazioni»  spiega l’autrice.
Questa è la prima edizione del premio e i partecipanti devono sconfinare nell’ ”oltre la ragione”, come accade ai tre protagonisti della trilogia delle Metamorfosi di Andrea Camilleri. «Qualsiasi categoria deve calcare questo tema, ma ho scelto “oltre la ragione” per questa prima edizione proprio per il periodo storico che stiamo vivendo, in cui “oltre la ragione” in questo senso descrive il  peggio di come si va oltre la ragione per amore. E far venir fuori, invece, che andare oltre la ragione per amore significa qualcosa di più elevato e bello».
Le opere inedite sono già state inviate entro il 6 febbraio e a tutt’oggi sono vagliate dal Fondo Andrea Camilleri e visionate dai circoli di lettura delle biblioteche di Roma. E a quanto pare, sembra che qualche opera abbia già rapito l’attenzione. Le opere vincitrici saranno pubblicate in un’antologia edita dalla Casa Editrice Gamma Edizioni; mentre il radiodramma vincitore sarà prodotto dal Teatro Metastasio di Prato e trasmesso su Rai Radio Tre.
Alessandra Bruno
 
 

Treccani, 11.3.2025
Voi non sapete (di cosa è capace la non fiction) di Andrea Camilleri
Mappe del pianeta Camilleri, tra lingua, stile, arti, cultura e società

«Il racconto della realtà ha un cuore antichissimo. […] Il metodo è la cronaca, il fine è la letteratura». Con queste parole Roberto Saviano illumina la narrativa non fiction: «un genere letterario che non ha come obiettivo la notizia, ma ha come fine il racconto della verità. Lo scrittore di narrativa non fiction si appresta a lavorare su una verità documentabile ma la affronta con la libertà della poesia». Nonostante il Nobel assegnato a Svetlana Aleksievič e la produzione di importanti contributi nel genere, la non fiction viene ancora declassata a letteratura minore. Questa sembrerebbe la sorte toccata a Voi non sapeteGli amici, i nemici, la mafia, il mondo nei pizzini di Bernardo Provenzano di Andrea Camilleri. Eppure, questo libro, oggi fuori produzione, è un alto esempio di letteratura non fiction in quanto, a partire dai pizzini del boss, esplora la trasmissione culturale della mafia per indurre una riflessione letteraria sugli aspetti psicologici e umani del potere. Ma è anche e soprattutto un’indagine sul potere della scrittura attraverso cui l’autore siciliano, analizzando le forme, gli esiti e il linguaggio di un Provenzano scrivente, la sua κοινή διάλεκτος (una lingua comune), mostra gli strumenti del mestiere di scrittore e la sua visione letteraria.
Di antropologia mafiosa
Voi non sapete si presenta come un dizionario di parole con cui il boss ha parlato per più di quarant’anni alla sua organizzazione. Quasi mai lo scrittore di Porto Empedocle ha toccato il tema della mafia in maniera diretta nelle sue opere. Quando i pizzini di Provenzano sono stati resi pubblici, per Camilleri è stata l’occasione imperdibile per una originale riflessione narrativa. Con i loro codici, il tono ermetico o sentenzioso e le enigmatiche sgrammaticature, i pizzini sono simboli rivelatori di un’antropologia mafiosa. Ma è nel loro linguaggio anomalo che Camilleri deve aver visto un varco per far esplodere il suo immaginario letterario. In questa opera conosciamo un Camilleri inedito che riesce a costruire un’architettura narrativa credibile di finzione e realtà: un racconto che parte dalla cronaca per superarla e restare nel tempo.
In Voi non sapete è l’alfabeto a diventare la linea del tempo. È acronica e frammentaria la storia: lo scrittore la scompone rimontando gli episodi per immergersi a fondo nella mente del boss. Camilleri da scrittore fa nella storia di Provenzano quello che quest’ultimo fa nella mafia: un’immersione. «Tutto si deve svolgere in immersione, sott’acqua, quell’enorme sommergibile che è la mafia deve d’ora in avanti navigare a quota periscopio». La stessa immagine viene fornita da Emmanuel Carrère, l’autore che forse si è spinto in maniera più visionaria nei territori della non fiction, a proposito di Philip Dick: «Gli sembrava di essere sprofondato sott’acqua e di vedere il mondo attraverso il periscopio di un sottomarino». Se lo scrittore francese ripercorre le tappe dell’esistenza di Dick come un’indagine deragliante sulla realtà, lo scrittore siciliano, utilizzando lo stesso simbolo ipnotico del sommergibile, trasforma la latitanza di Provenzano in una ricerca interrogativa sulla realtà, non solo mafiosa.
Nella visione di ogni autore di non fiction le acque più profonde entro cui addentrarsi sono quelle che contaminano il confine tra finzione e realtà. Alla voce visione Camilleri scrive:
A un certo momento Provenzano non dovette più distinguere la sottile linea che segnava il confine tra la finzione e la realtà. Quanto c’era di vero e quanto di falso nei pizzini così impregnanti di religiosità che mandava ai mafiosi? Non è poi tanto assurdo ipotizzare che egli, sia pure a tratti, abbia veramente creduto che le sue azioni fossero guidate da un qualcosa di soprannaturale.
Parlando dei pizzini del boss, in realtà Camilleri sta indagando l’essenza della scrittura: scrivendo si scelgono parole, si tracciano percorsi che attingono alla veridicità dei fatti per trasformare la realtà in racconto. E ancora sul piano dell’immaginazione Camilleri incarna nel tessuto del suo dizionario quel meccanismo incalcolabile, una sorta di refuso sentimentale della creazione letteraria: anticipare inconsapevolmente nella scrittura ciò che accadrà nella realtà:
Il curatore del presente Dizionario chiese al dottor Renato Cortese, l’uomo che dopo otto anni di caccia era riuscito ad arrestare Provenzano […], cosa avesse provato in quel momento. […] La risposta fu sorprendente: “Una sensazione di già visto”. Se l’era talmente sognata, immaginata, quella scena, da averla addirittura vissuta prima ancora che avvenisse.
La preparazione estrema e accurata dell’investigatore lo ha portato a scrivere nella sua mente quella scena esattamente come si sarebbe compiuta. Investigatore e scrittore sembrano far uso di regole simili. Indagine letteraria e indagine giudiziaria si nutrono delle stesse ossessioni.
Senza la patina del potere
Alla voce Maria, Ave leggiamo che il consigliere del boss chiede dal carcere una trascrizione fedele dei pizzini con tutte le Ave Maria. Mentre il giornalista si fermerebbe al codice religioso, lo scrittore di non fiction indossa un paio di occhiali che fendono la coltre dell’inspiegabile. Quello che Lipari vuole capire dalle Ave Maria è lo stato d’animo del personaggio: «Un codice psicologico che magari colui che scriveva non sapeva di star mettendo in atto, mentre colui che leggeva l’interpretava benissimo». Camilleri da scrittore indaga il Provenzano scrivente rendendolo un personaggio letterario senza mai rinunciare a una postura morale: abitare i pensieri del capomafia non per giustificarne le azioni ma per svelarne i meccanismi criminali e disinnescarli. Non c’è mai fascinazione per il boss ma solo per il registro ironico camilleriano che qui diventa strumento di denuncia attraverso cui demitizzare la mafia per privarla della patina di potere.
L’io del Camilleri che scrive diventa l’io narrante di uno scrittore siciliano che si pone con il personaggio di Provenzano in un rapporto dialettico di osservazione, conoscenza e allarme. Lo scrittore diventa parte dell’indagine che sta portando avanti mettendo in scena la sua sicilianità, interrogandola, non sottraendosi all’eredità culturale del territorio in cui è avvenuta la loro inculturazione:
I siciliani sono maestri nel parlarsi con lo sguardo. […] Il curatore di questo dizionario ricorda di aver visto in TV un lungo discorso muto, durato qualche decimo di secondo, tra Riina e Bagarella. Nell’aula del tribunale Riina stava già seduto al suo posto d’imputato quando arrivò Bagarella il quale, per raggiungere il posto che gli era stato assegnato, gli passò alle spalle. Riina si voltò e lo taliò e anche Bagarella lo taliò continuando sempre a camminare. L’incontro dei loro sguardi durò solo un attimo, ma chi scrive, essendo siciliano, capì che si erano detti tutto quello che c’era da dire.
Se per Annie Ernaux, la scrittura è come un coltello «capace di tagliare a fette pezzi di reale», per Andrea Camilleri potremmo dire che la scrittura è come una sciabola che colpisce sia di taglio sia di punta: non è solo nel punto indicato dall’arma della scrittura che viene inciso il reale ma viene colpito di taglio anche il mondo circostante, come se roteasse tutto il polso dello scrittore nell’atto stesso dello scrivere a inseguire il suo sguardo a tutto tondo intorno alla complessità della cultura mafiosa. In Voi non sapete per la prima volta il lettore non giunge alla catarsi dell’invenzione camilleriana ma resta agganciato tra le maglie di significati di un male spietato e vischioso, scoprendo il piacere unico della riflessione letteraria intessuta nella trama del reale.
«Voi non sapete cosa state facendo» è la frase con cui Provenzano accoglie le forze dell’ordine quando viene catturato. Voi non sapete di cosa è capace la non fiction, invece, sembra dire in ultimo Andrea Camilleri ai suoi lettori, tirandoli dentro a una narrazione dove il paradosso fa sorridere amaramente di fronte alla ferocia del mondo.
Bibliografia
Camilleri, A., Un onorevole siciliano. Le interpellanze parlamentari di Leonardo Sciascia, Milano, Bompiani, 2021.
Camilleri, A., Voi non sapete. Gli amici, i nemici, la mafia, il mondo nei pizzini di Bernardo Provenzano, Milano, Mondadori, 2007.
Carrère, E., Io sono vivo, voi siete morti, Milano, Adelphi, 2016.
Ernaux, A., La scrittura come un coltello, Roma, L’orma editore, 2024.
Ligorio, D., Occhi di lupo, cuore di cane. La vita invisibile di un agente della DIA, Milano, Bompiani, 2023.
Milanesi, C., Rappresentazioni della mafia nella non-fiction di Andrea Camilleri in Faverzani, C., Lanfranca, D. (ed.), La storia, le storie Camilleri, la mafia e la questione siciliana, «Quaderni Camilleriani 2», Università degli Studi di Cagliari, 2016.
Saviano, R., Così il Nobel della realtà rivoluziona la letteratura, «la Repubblica», 12 ottobre 2015.
Saviano, R., Fiction o no, è sempre letteratura, «la Repubblica», 12 marzo 2017.
Diana Ligorio
 
 

ABC Blogs, 11.3.2025
Fahrenheit 451
‘il dottore Montalbano’
Las novelas protagonizadas por el comisario Montalbano son una narrativa que equilibra la trama policial con una mirada crítica y tierna hacia la condición humana.

En la literatura, encontramos aquellas historias en las que un determinado personaje mediante la observación, el análisis y la deducción intenta resolver un enigma; normalmente es un crimen, para encontrar al autor y su razón. En ellas puede haber acción, suspense, amor, viajes… pero sobre todo, lograr que el lector mantenga en todo momento la atención. Pocos escritores logran esto sin caer en lo obvio y en lo prevesible. Uno de ellos es el maestro Andrea Camilleri (1925, Sicilia-2019, Roma). El autor italiano, fue un maestro en la creación de novelas de corte policiaco. Autor prolífico que nos dejo un gran número de novelas, pero sobre todo, al carismático comisario Montalbano.
Callimeri contó que era un entusiasta de Vázquez Montalbán y su detective Pepe Carvalho, de hecho en algunas de sus novelas hace que Montalbano lea algunos de los casos de Carvalho, así como, le rinde homenaje con la similitud del nombre del comisario y el apellido del escritor catalán.
Si a día de hoy estas leyendo esto y todavía no te has metido en el universo Montalbano, no dejes pasar un día más, acude a tu librería y hazte con las ediciones que está realizando Salamandra en las que reúne en un solo volumen varios casos del comisario Montalbano.
Estos son los títulos de los primeros dos volúmenes, tres casos por cada libro:
La forma del agua: El hallazgo del cadáver de un ingeniero en un lugar frecuentado por criminales parece un caso cerrado, pero Montalbano, con su instinto agudo, descubre que nada es lo que parece. Esta novela inaugural marca el tono de la serie: una mezcla de crítica social, mordacidad y una mirada incisiva a las estructuras de poder locales.
El perro de terracota: Un robo en un supermercado lleva al comisario a descubrir una cueva con dos esqueletos abrazados, enredándose en un caso con raíces en la Segunda Guerra Mundial. Es una de las novelas más poéticas de la serie, donde Camilleri explora la memoria histórica y la dimensión simbólica del amor y la muerte.
El ladrón de meriendas: Mientras investiga el asesinato de un comerciante tunecino, Montalbano debe resolver el misterio de un niño abandonado, en un relato que explora las tensiones migratorias. Esta obra destaca por la ternura con la que trata la infancia y por cómo Camilleri denuncia, sin perder la ligereza narrativa, la indiferencia hacia los más vulnerables.
La voz del violín: El comisario encuentra el cuerpo de una mujer asesinada y se enfrenta a la incompetencia de sus superiores, mostrando su tenacidad para buscar justicia sin importar las consecuencias. Es una historia vibrante, que pone de manifiesto la lucha de Montalbano contra la burocracia y su rechazo a las concesiones morales.
La excursión a Tindari: Dos ancianos desaparecen tras un viaje, y su desaparición parece ligada a un asesinato mafioso, en un caso que entrelaza lo cotidiano con la violencia organizada. Camilleri aquí logra un equilibrio magistral entre la comedia y el drama, revelando las capas más oscuras de la realidad siciliana.
El olor de la noche: Montalbano investiga a un financiero que ha estafado a medio pueblo, en una historia que combina la crítica social con la vida cotidiana siciliana. Esta novela es un retrato amargo pero lírico de la desilusión, con un final melancólico que refleja la fatiga moral del protagonista ante la corrupción persistente.
Todo un disfrute para leer sin parar en el que el lector apreciará al comisario Salvo Montalbano, uno de los personajes más icónicos de la novela negra contemporánea. Con su aguda inteligencia, un profundo sentido de la justicia y un temperamento irascible pero entrañable, llega al final de cada problema acudiendo muchas veces a su intuición.
Montalbano se mueve con destreza por las complejidades del crimen y las contradicciones humanas en la ficticia Vigáta, un microcosmos que refleja la Sicilia real. Camilleri dota a su protagonista de una humanidad palpable: Montalbano disfruta de la buena comida (como su alter ego Pepe Carvalho), de largos baños en el mar y mantiene una relación a menudo conflictiva con su pareja, Livia. Esta mezcla de virtudes y debilidades lo convierte en un personaje cercano, capaz de alternar momentos de gran lucidez con accesos de mal humor o sarcástica ironía.
El estilo narrativo de Camilleri es único, ya que consigue combinar con grandes giros narrativos en los que la prosa fluye con naturalidad, entrelazando descripciones costumbristas con diálogos afilados y llenos de humor. Los casos que investiga Montalbano no solo exploran el crimen, sino también las problemáticas sociales de Sicilia: la corrupción, la mafia, la inmigración y las injusticias cotidianas.
Una narrativa que equilibra la trama policial con una mirada crítica y tierna hacia la condición humana. Los personajes secundarios, como el entrañable Catarella que siempre está al teléfono de la comisaria o el leal Fazio, junto con el subcomisario Mimì Augello, enriquecen el universo de Montalbano, aportando matices de comedia y complicidad que suavizan la dureza de las investigaciones criminales.
En definitiva, la serie Montalbano es de lo más sensacional que hay en el género policiaco europeo, es mucho más que un conjunto de novelas negras: es un retrato vibrante, palpitante, valiente, amable y cruel que lleva al lector por varios caminos, de los cuales terminará llegando a su destino de forma sorprendente. Una exploración de las pasiones humanas y un homenaje al placer de vivir y el hacer justicia, todo ello envuelto en el ingenio narrativo de Andrea Camilleri, del que nunca se debe quedar en el olvido junto a nuestro querido Vázquez Montalbán.
Pablo Delgado
 
 

il Fatto Quotidiano, 12.3.2025
Non solo per Montalbano... - Il professor Barbero racconta
Cent’anni di Camilleri: il maestro si diverte
Pubblichiamo la nota inedita del professor Alessandro Barbero a “La concessione del telefono” (edito da Sellerio) di Andrea Camilleri. La ripubblicazione del libro è nella collana “Cento anni di Andrea Camilleri” che si inserisce nel programma del Centenario Camilleri promosso dal Fondo Andrea Camilleri con il Comitato Nazionale Camilleri 100

Vigàta, Montelusa, Fela, Fiacca… Sentendo questi nomi chiunque pensa subito una cosa, e una cosa soltanto: siamo nel territorio del commissario Montalbano. Che nella produzione di Andrea Camilleri siano numerosi anche i romanzi ambientati negli stessi luoghi, ma alla fine dell’Ottocento anziché ai giorni nostri, molti lettori ovviamente lo sanno; ma che quella toponomastica immaginaria e quella lingua d’invenzione non siano affatto nate come lo scenario e il mezzo espressivo delle avventure del commissario, anzi predatino la sua nascita (appaiono in Un filo di fumo, del 1980; il primo romanzo con Montalbano è La forma dell’acqua, del 1994), non molti lo immaginano. Anzi, quando lo scopri può sembrarti straniante. Per dirla tutta, a me tanti anni fa, quando m’ero appena innamorato della serie di Montalbano, parve innaturale e addirittura urtante già il solo fatto che l’autore si permettesse di scrivere anche (anche!) dei romanzi storici, invece di concentrarsi sull’unica cosa che interessava ai suoi lettori.
BISOGNA capire il contesto per scusarmi. Erano gli anni Novanta, e abitavo in una piccola città in cui c’erano delle ottime librerie (e ci sono tuttora; non più, però, quella dove ho scoperto Camilleri). I librai erano giovani e competenti, fratello e sorella; e quando non sapevo più cosa leggere mi capitava di entrare da loro e chiedere, a lei, un suggerimento. E una volta mi disse: guarda, c’è questo nuovo autore di gialli che escono da Sellerio, io li ho letti e mi sono piaciuti molto. Uscii con La voce del violino e Il cane di terracotta, e non molto dopo tornai a chiedere tutti gli altri; e siccome ero ingenuo e superficiale, la prima volta che tornato a casa aprii il preziosissimo libriccino blu e scoprii che non c’era Montalbano e si trattava invece di un romanzo storico, ambientato nell’Italietta provinciale dopo l’Unità (poteva essere Il birraio di Preston come La stagione della caccia), ci rimasi malissimo, mi pareva d’essere stato truffato. Camilleri, m’immagino, lo sapeva che certi lettori reagivano così, e uno dei motivi per cui alla fine Montalbano gli faceva girare i cabasisi è proprio la totale identificazione della sua produzione letteraria con quell’unica, ancorché benedetta, creatura.
Adesso non starò a dire che le opere più felici del Maestro sono proprio quelle ambientate nella Vigàta ottocentesca, anziché quelle troppo fortunate ambientate ai tempi nostri, perché sospetto che sia quello che pensano e dicono tutti i bas-bleu, gli stessi secondo i quali Simenon passerà alla storia della letteratura per i libri in cui non c’è Maigret; però la tesi non sarebbe difficile da sostenere. E basterebbe questo piccolo capolavoro che avete in mano, La concessione del telefono, per argomentarlo. Il libro è del 1998, e già intorno a questa data vale la pena di fare qualche considerazione: nato nel 1925, Camilleri aveva già alle spalle una carriera di regista teatrale e di regista e produttore RAI quando pubblicò, nel 1978, il suo primo libro, Il corso delle cose; per il secondo bisogna aspettare il 1980; per il terzo, il 1984. E poi arrivano i miracolosi (per lui, dico) anni Novanta, in cui escono nove romanzi, quattro con Montalbano e cinque senza, e tutti belli o bellissimi (qui volevo aggiungere “almeno a parere di chi scrive”, ma poi ci ho ripensato: voglio vedere chi direbbe il contrario). La concessione del telefono arriva dopo quattro Montalbano consecutivi, più i racconti di Un mese con Montalbano – e in quest’ultimo caso c’è già una spia rivelatrice: per la prima volta Montalbano è nel titolo, spia sicura dell’enorme successo della serie. E proprio questo è il bello: un autore commerciale a questo punto si sarebbe attaccato a Montalbano, e tanti saluti al romanzo storico e all’Ottocento. Ma Camilleri scriveva perché si divertiva: ed è evidente che scrivendo La concessione del telefono si è divertito molto.
Avanzerei l’ipotesi che all’inizio volesse scrivere un romanzo epistolare, tutto fatto di Cose scritte. Poi, a un certo punto, si è accorto che in questo caso il limite espressivo era troppo forte, e ha deciso di alternare le sezioni di Cose dette, cioè di dialoghi. Che non significa certo aver ceduto di fronte a una difficoltà tecnica scegliendo la strada più facile, perché la sfida a questo punto diventava ancora più appassionante: il romanzo si trasformava in una suite musicale in cui al ritmo delle lettere, dei rapporti e dei telegrammi si alternava quello più serrato dei dialoghi, in entrambi i casi senza alcun intervento del narratore onnisciente, senza nessuna descrizione se non quelle fornite dagli stessi protagonisti. I dialoghi acquistano a questo punto – diciamolo, giacché di telefoni stiamo pur sempre parlando – il ruolo che nel dossier di un’inchiesta hanno oggi le intercettazioni telefoniche, e la loro inserzione non riduce affatto la sensazione complessiva di avere di fronte, per l’appunto, un miracoloso scartafaccio, in cui un investigatore venuto dopo abbia riunito tutti i materiali di cui gli investigatori dell’epoca potevano avere, tragicamente per loro, solo un’immagine parziale.
S’È DIVERTITO, dicevamo: nell’immaginare, all’occasione, la toponomastica di quella Vigàta umbertina – via dell’Unità d’Italia, manco a dirlo –, gli strafalcioni dei parlanti semicolti (“amicus Pilato, sed magis amica veritas”), i nomi dei comprimari (l’ex questore Bàrberi - Squarotti). Quando si avventura in territori più esotici, è anche possibile rintracciare le sue fonti di ispirazione. Il pesantissimo accento piemontese del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, pardon, de Saint-Pierre, Comandante Generale dell’Arma dei Reali Carabinieri in Sicilia, viene dritto dall’intervista impossibile di Vittorio Sermonti al re Vittorio Emanuele II, realizzata nel 1974 nel quadro di quel memorabile programma radiofonico, a cui un Camilleri allora quasi cinquantenne collaborava regolarmente come regista; e l’esclamazione in dialetto che sfugge al generale (“non sia pilông che n’dì sensa pan!”) è presa di peso dall’intervista impossibile di Umberto Eco a Pietro Micca, di cui proprio Camilleri fece la regia. Mentre “la carta d’indintirintà” che Mariano Giacalone chiede a Pippo Genuardi rifiutandosi di riconoscerlo è un esito appena sicilianizzato della “carta d’indindirindà” di Peppino De Filippo nei panni di Pappagone, che impazzò in televisione fra il 1966 e il 1970 e che rimane tuttora indimenticato in quella generazione, come dimostra un rapido sondaggio in Internet (oltre alla memoria di chi scrive).
Il Maestro, dunque, si diverte; e con lui si diverte il lettore, continuamente accompagnato dall’ironia dell’autore e dagli snodi via via più esilaranti di una classica commedia degli equivoci (e come si vede che Camilleri è stato a lungo innanzitutto uomo di teatro).
MA IL DIVERTISSEMENT non fa solo ridere, anzi, a un certo punto rischia di non far più ridere per nulla. Perché se all’inizio il precipitare dell’intreccio verso l’assurdo sembrava solo il frutto della dabbenaggine o, al contrario, della troppo contorta e sospettosa astuzia dei protagonisti, via via che si procede diventa fin troppo evidente che dietro c’è di più, e di peggio; c’è l’eterno dramma della burocrazia italiana, ma soprattutto un pessimismo millenario che dà per scontato che le cose cominciate male finiranno peggio, che chi prova a portare tra i pazzi un minimo di razionalità e di buon senso finirà stritolato, che ogni sistema premia i peggiori. Non diciamo di più, per non spoilerare, come orrendamente diciamo oggi; d’altra parte, quando una parola la capiscono tutti ed esprime esattamente e con la massima economia un concetto preciso e complesso, sarebbe sbagliato non usarla, anche se scommetterei che al Maestro avrebbe fatto venire il nirbuso. Perché questo, come quasi tutti i libri di Camilleri, è anche un giallo, e così intricato che forse nemmeno Montalbano sarebbe riuscito a risolverlo, anche se qui al lettore il giallo è presentato a rovescio rispetto a quel che succede di solito: è l’intreccio delle cause che si aggroviglia sotto i nostri occhi, il delitto non c’è ancora stato.
Alessandro Barbero
 
 

Sellerio Editore, 13.3.2025
‘L'arte del risvolto’. Incontro con Salvatore Silvano Nigro

Giovedì 13 marzo alle 18.00, presso la libreria CataniaLibri di Catania in via Etnea 325, Salvatore Silvano Nigro nell'incontro L'Arte del Risvolto. Interverrà Andrea Giuseppe Cerra.
Verrà proiettato un video inedito di Andrea Camilleri.

L'iniziativa si inserisce nel programma del Centenario Camilleri promosso dal Fondo Andrea Camilleri con il Comitato Nazionale Camilleri 100.
 
 

Cavallotto librerie, 13.3.2025
Omaggio a Andrea Camilleri per i 100 anni dalla nascita

In collaborazione con Viagrande Studios
 
 

Corriere della Sera, 13.3.2025
Alessandra Mortelliti e il nonno Camilleri: «S'infuriò perché volevo fare l'attrice. Quando era in coma, prima di morire, gli facevo ascoltare Ella Fitzgerald»
La nipote recita a teatro in «Un sabato con gli amici», adattamento scenico liberamente tratto dall'omonimo romanzo

«Nonno mi ripeteva: non giudicare gli altri in maniera avventata, ma cerca di metterti sempre nei panni altrui e, magari, anche di cambiare opinione. Un insegnamento che mi è servito tanto». Il nonno in questione è Andrea Camilleri dell’attrice e regista Alessandra Mortelliti, che il 15 e 16 marzo al Teatro Piccinni di Bari porta in scena l’adattamento scenico liberamente tratto dal romanzo del grande scrittore, «Un sabato, con gli amici», con la regia di Marco Grossi. Lo spettacolo si inserisce tra le iniziative per il centenario della nascita del famoso nonno.
«A proposito dei 100 anni dalla nascita — riprende la nipote — lui rabbrividiva all’idea di arrivare a compiere questa età. Diceva che si può arrivare a questo traguardo solo come un lombrico superstite, anche se nonno è arrivato all’età di 94 anni. Ma la sua testa era quella di un ragazzino. Il romanzo che portiamo in scena sembra scritto da un giovane autore».

Cosa narra il testo?
«È stato pubblicato nel 2009. È un’opera controcorrente, rispetto al resto, è una storia dark che non ha nulla a che vedere con la Sicilia di Montalbano. I personaggi in azione sono dannati, senza possibilità di redenzione».
Chi sono gli amici del titolo?
«La vicenda è ambientata in un quartiere altoborghese di una grande città italiana. Tre coppie di amici, che si conoscono sin dal liceo, trascorrono un sabato al mese per stare insieme con leggerezza, ma ognuno nasconde segreti inconfessabili. Nel sabato sera che raccontiamo, però, entra in scena un altro compagno di liceo, che farà riaffiorare una verità oscura del passato: destabilizzerà il gruppo».
Quali le caratteristiche del suo personaggio?
«È tipicamente camilleriano. Una donna ermetica, che non si riesce a decifrare: vive un tormento interiore con cui combatte».
Lei è figlia di Andreina, primogenita di Camilleri: un nonno ingombrante?
«Assolutamente non ingombrante, ma fortemente presente soprattutto per me, che fino all’adolescenza vivevo con i miei genitori in un appartamento a Roma che comunicava col suo. Tra noi un rapporto quotidiano. Si alzava presto la mattina, si lavava, si vestiva di tutto punto e iniziava a lavorare. Ricordo che, per trovare l’ispirazione, camminava su e giù ossessivamente in salotto, con la sigaretta accesa, il bicchiere di birra in mano e la musica jazz di sottofondo. Lo osservavo in queste sue passeggiate infinite e, quando gli balenava l’idea giusta in mente, si sedeva alla macchina da scrivere».
In famiglia tutti zitti per non disturbarlo?
«Macché! Tutto ciò avveniva nel frastuono degli schiamazzi di figlie e nipotine, anzi... dichiarò che, forse, non sarebbe stato in grado di scrivere nel silenzio, in riva al mare...».
Il successo di Montalbano lo fece cambiare?
«Fu un ciclone che sconvolse tutta la famiglia, ma la cosa divertente è che lui rimase identico con la sua capacità affabulatoria».
Camilleri si diplomò all’Accademia Silvio d’Amico, dove poi ha insegnato recitazione e regia. Fu contento quando anche lei decise di fare lo stesso percorso di studi artistici?
«Per niente: tra noi ci fu una lite furibonda quando seppe che mi stavo preparando per l’esame di ammissione. Non era d’accordo e non ho mai capito perché, forse temeva che la complessità del mestiere attoriale potesse danneggiarmi e... non aveva tutti i torti. Poi, però, quando venne a vedere il saggio di fine corso, è diventato il mio maggiore sostenitore».
Consigli? Suggerimenti?
«Mi disse: i compromessi si possono trovare per le piccole cose, ma quando sei convinta di una tua idea, anche se non accettata dagli altri, devi portarla avanti senza fermarti».
Ha mai avuto ansia da prestazione, essendo la nipote di...?
«Certo. Ma nonno, un gigante, mi ha anche insegnato a non prendermi troppo sul serio, con la dovuta ironia».
L’ultimo ricordo?
«È stato un mese in coma e, quando con mia sorella Arianna andammo nel reparto di terapia intensiva, trovammo il modo di fargli sentire il brano, che amava molto, “Dream a little dream” di Ella Fitzgerald. Avemmo la sensazione che lui lo riconoscesse e che accennasse un sorriso ascoltandolo».
Emilia Costantini
 
 

La Repubblica (ed. di Bari), 13.3.2025
Il regista Marco Grossi rilegge l’altro Camilleri in versione noir in “Un sabato, tra amici”
La prima nazionale andrà in scena sabato 15 marzo alle 20 e domenica 16 alle 18 al teatro Piccinni di Bari. L’opera apre ufficialmente le iniziative per il centenario della nascita del grande scrittore siciliano

Un Camilleri noir, poco sole, molte brume, soprattutto quelle che risalgono fitte dal passato. Tutt’un altro Camilleri, insomma, lontanissimo dall’immaginario che a lui solitamente s’associa, Sicilia, Montalbano, ammazzatine, e dunque la curiosità di esplorarlo deve essere il sentimento guida di chi, sabato e domenica, si siederà nel teatro Piccinni e assisterà alla prima nazionale di “Un sabato, tra amici” (occhio al titolo e, soprattutto, alla virgola, così come ci spiegherà tra poco il regista Marco Grossi). L’opera, proposta dal cartellone della stagione teatrale “Altri Mondi” del Comune di Bari, organizzata in collaborazione con Puglia Culture, apre ufficialmente le iniziative per il Centenario della nascita del grande scrittore siciliano, promosso dal Fondo Andrea Camilleri e dal Comitato Nazionale Camilleri 100, presieduto, tra l’altro, dal nostro Felice Laudadio. Fu proprio lui a portare lo scrittore a Bari nel 2014, ospite del Bif&st, in una memorabile mattinata al Petruzzelli, proprio a due passi dal Piccinni, di cui Camilleri era stato, negli anni Sessanta regista stabile.
“Un sabato, con gli amici” è il risultato della collaborazione tra la pugliese Produzione Malalingua, Alt Academy e lo stesso Fondo Camilleri. Il regista Grossi ha curato anche l’adattamento del romanzo omonimo di Camilleri, una delle sue opere di certo meno note, pubblicata per la prima volta nel 2009 da Mondadori. In scena ci sarà Alessandra Mortelliti, attrice e nipote dello stesso Camilleri, con lei Pierluigi Corallo, Fabrizio Lombardo, Silvia Degrandi, Luca Avagliano, Marcella Favilla e Alberto Melone, compagnia per la più parte romana e, quindi, si prova a Roma.
Il romanzo, dicevamo. «Appartiene a un filone un po’ diverso rispetto alla produzione alla quale siamo più affezionati, più noir, più vicino alle sue passioni letterarie, a Giorgio Scerbanenco, ad autori italiani anni Sessanta, Settanta e Ottanta, comunque molto cupi anche violenti, se vogliamo – racconta Grossi – In queste pagine non c’è nulla delle ambientazioni siciliane, dell’invenzione linguistica o dell’ironia nel porgere i personaggi, la narrazione è molto fredda e distaccata, ma te ne accorgi già dal titolo (io l’ho notato solo in un secondo momento), perché non è “Un sabato con gli amici”, ma “Un sabato, con gli amici”, quella virgola di mezzo lo trasforma in una didascalia, spiega quando ci troviamo e qual è la situazione in cui ci troviamo. Quindi, è rappresentativo dello stile del romanzo».
Dal racconto a una versione teatrale, col desiderio di far conoscere un altro tipo di produzione, che va in una direzione opposta all’arcinota, «non riconosci Camilleri», ribadisce Grossi. L’ambientazione è altoborghese, siamo in una grande città, probabilmente Roma, e il sabato a cui fa riferimento il titolo è quello in cui da diverso tempo ormai si incontrano d’abitudine tre coppie di ultraquarantenni, sono amici, di liceo, di università, di lunga data insomma.
«Dal passato viene invitato da uno di loro un amico dell’Università, il nuovo arrivo va a scombinare gli equilibri faticosamente raggiunti delle coppie nel loro percorso di vita. Questi sono, tra l’altro, una serie di romanzi in cui Camilleri ha indagato il rapporto tra trauma infantile e carattere dell’uomo adulto, di come l’infanzia condizioni l’età matura e per questo tutti questi personaggi, in modo parossistico e simbolico, hanno tutti vissuto traumi più o meno gravi: violenza sessuale, l’aver assistito a un omicidio, o al suicidio di una madre, temi molto forti che hanno portato questi personaggi da adulti a sviluppare una serie di comportamenti che vanno dalla necrofilia alla pedofilia. C’è una coppia, ad esempio che praticava sesso violento, si eccitavano con la morte, attitudine affine a quella dei protagonisti del Crash di Cronenberg, per intendersi; si sono lasciati per non precipitare nel baratro, e poi sono risaliti insieme. Ma l’amico inatteso risveglia queste pulsioni e l’obiettivo di tutti sarà ristabilire l’equilibrio antecedente». Interessante l’approccio.
Nella messa in scena Grossi ha scelto all’inizio di tranquillizzare il pubblico, concedendo, quello che si aspetterebbe da un testo camilleriano. «Al principio si va incontro a questa prevedibile aspettativa, cioè presentare la storia sottoforma quasi di commedia, faccio allora riferimento a commedie di stampo classico, tipo Rumors di Neil Simon, che ha un impianto uguale: coppie di amici che si ritrovano, succede qualcosa e si arriva all’esasperazione. Quindi ho provato a partire da qui, certo con qualche stortura neanche troppo rassicurante, per arrivare pian piano alla discesa agli inferi, come se prendessimo i personaggi di Simon e li vedessimo dall’altra parte, dal lato oscuro». “Un sabato, con gli amici” nel circuito di Puglia Culture, sarà in replica il 17 marzo. Info pugliaculture.it
Antonella W. Gaeta
 
 

Diocesi di San Miniato, 13.3.2025
Dramma Popolare, 79ª Festa del Teatro
Camilleri portato in scena da Luca Zingaretti

La 79esima edizione della Festa del Teatro di San Miniato in programma la prossima estate si annuncia particolare e straordinaria, per la celebrazione del centenario della nascita di Andrea Camilleri (1925 2019) con un testo inedito sulle scene e una serie di spettacoli che promettono di lasciare il segno. La conferenza stampa di presentazione, tenutasi lunedì 10 marzo nella Biblioteca antica del Palazzo del Seminario, ha svelato un cartellone ricco e articolato, con nove spettacoli in programma tra giugno e luglio, tra cui tre prime assolute. Al centro della scena, l’opera “Autodifesa di Caino”, testo mai rappresentato di Andrea Camilleri, che vedrà Luca Zingaretti impegnato come interprete e regista.
Il legame tra Andrea Camilleri e San Miniato affonda le radici negli anni ‘50, quando il giovane scrittore siciliano collaborò con Orazio Costa a varie messe in scena di spettacoli del Dramma. I fili del legame tra Camilleri e San Miniato si sono poi riannodati nel 2024, quando nell’archivio del Dramma Popolare è stato ritrovato un testo inedito del giovane Camilleri – “Il santo nero” -, inviato nella città della Rocca dallo scrittore siciliano per un concorso bandito dall’Istituto nel 1951. Un ritrovamento che ha portato alla decisione di mettere in scena “Autodifesa di Caino”, opera che Camilleri avrebbe dovuto presentare nel 2019, se la morte non lo avesse colto prima. «Abbiamo avuto la grande fortuna di possedere un suo manoscritto inedito», ha dichiarato Marzio Gabbanini, presidente della Fondazione Istituto Dramma Popolare, durante la conferenza stampa. «Camilleri aveva presentato questo testo da giovane autore, e l’archivista Alexander di Bartolo lo ha ritrovato durante una riorganizzazione sistematica dell’Archivio. Da quel momento sono nati rapporti sempre più stretti con la famiglia Camilleri, favoriti anche dalla presenza del nostro direttore artistico, Masolino d’Amico».
Luca Zingaretti, volto noto della serie televisiva “Il Commissario Montalbano”, interpreterà e dirigerà “Autodifesa di Caino” in tre serate consecutive, il 24, 25 e 26 luglio in Piazza Duomo. «Zingaretti ha accettato con entusiasmo, considerandolo un debito verso il suo maestro», ha spiegato Masolino d’Amico, direttore artistico del Dramma Popolare. «Camilleri aveva scritto questo testo per sé, per essere recitato da lui stesso. Zingaretti ha voluto fare la regia per vestirselo addosso, per sentirlo suo. Sarà una testimonianza teatrale unica, perché Camilleri era uomo di teatro e ha vissuto nel teatro tutta la vita».
[…]
 
 

Il Mattino, 13.3.2025
Lolita Lobosco nuova stagione, intervista a Gabriella Genisi: «Alla ricerca della verità sempre su tacco dodici»
Gabriella Genisi immagina la sua Lolita Lobosco nel suo ultimo libro alle prese con un doppio enigma

Torna, sempre più affascinante, ancheggiando su un paio di Louboutin tacco dodici Lolita Lobosco, la commissaria della Omicidi di Bari: ormai, anche leggendone le avventure è difficile non vederla con le fattezze di Luisa Ranieri, che la impersona nella serie di Raiuno attesa presto al ritorno. Nell’undicesima indagine, sempre più solare e sempre alla ricerca del vero amore dopo le delusioni per i tradimenti dell’amato collega Caruso finito a Manfredonia, Gabriella Genisi in Una questione di soldi (Sonzogno, pagine 192, euro 16), impegna la commissaria in un doppio enigma: il presunto suicidio di una donna direttrice di una banca esperta in insider trading che le assomiglia assai: stessi lineamenti, quasi una copia perfetta e anche lei indossava le stesse costose scarpe con la suola rossa.[…]
La telefonata a Salvo Montalbano, un omaggio e un ricordo di Andrea Camilleri nel centenario della morte dello scrittore siciliano?
«Devo tanto a Camilleri. Se non avessi letto i suoi libri, forse non avrei mai inventato il mio personaggio. In ogni libro c’è un contatto con il commissario Montalbano, e a maggior ragione quest’anno in cui ricorre il centenario della nascita di Camilleri che ha dato la giusta dignità al giallo italiano. La commistione di tanti ingredienti, come il racconto del territorio, del sociale, del protagonista è opera sua: ha mescolato egregiamente ogni cosa e ci ha fatto innamorare tutti di un bellissimo personaggio».
Francesco Mannoni
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 14.3.2025.2025
Un sabato, con gli amici

Libero adattamento di Marco Grossi dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, pubblicato nel 2009, lo spettacolo si inserisce tra le iniziative per il Centenario della nascita del grande scrittore siciliano.
Il romanzo appartiene a quel filone di produzione letteraria meno nota dell’autore, in quanto non legata alle ambientazioni siciliane cui e associata la sua fama e che, a torto, hanno finito per essere considerate, nell’immaginario collettivo, l’unico luogo narrativo della sua produzione letteraria.
ll risultato dell’adattamento teatrale di Marco Grossi è una black comedy noir dall’impianto squisitamente corale. In scena ci sarà Alessandra Mortelliti, attrice e nipote dello stesso Andrea Camilleri, assieme ad un cast di grande talento: Pierluigi Corallo, Fabrizio Lombardo, Silvia Degrandi, Luca Avagliano, Marcella Favilla e Alberto Melone.

La trama
Ambientato in un quartiere alto borghese di una grande città italiana, il romanzo narra di tre coppie di amici che si ritrovano per trascorrere una serata insieme. Il contesto iniziale richiama l’immaginario della commedia classica anglosassone, alla Neil Simon, con personaggi che si presentano attraverso il filtro della leggerezza e dell’umorismo. Tuttavia, un evento imprevisto cambierà il corso della serata, facendo riaffiorare antichi e pericolosi fantasmi.
Lo spettacolo, programmato nel circuito di Puglia Culture, sarà in replica il 17 marzo al Teatro Luciani di Acquaviva delle Fonti (ore 20.30) e il 18 marzo al Teatro Paisiello di Lecce, per le stagioni teatrali dei Comuni.
Tutte le informazioni in dettaglio nel Comunicato stampa e nella scheda dello spettacolo qui allegati.

 
 

Cinecittà News, 14.3.2025
Italian Global Series Festival. Presentata la prima edizione
Intervista a Chiara Sbarigia, Lucia Borgonzoni e Marco Spagnoli

[…]
In conferenza stampa è stato inoltre annunciato un appuntamento per celebrare il grande scrittore e sceneggiatore siciliano Andrea Camilleri in occasione del Centenario della nascita. E molto altro…
 
 

Il Cittadino di Recanati, 14.3.2025
Giornata Mondiale della Poesia e del Teatro 2025 a cura dell’Associazione Culturale “San Ginesio” di San Ginesio

SAN GINESIO - L’Associazione Culturale “San Ginesio” e il Centro di Lettura “Arturo Piatti” di San Ginesio, nelle persone degli organizzatori Rita Bompadre e Matteo Marangoni, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia e del Teatro 2025, presentano all’interno della pagina social https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti - un contributo audio-video per celebrare il centenario della nascita dello scrittore, regista teatrale, televisivo e radiofonico Andrea Camilleri (on line a partire dal 21 Marzo 2025).
 
 

Teatro Pubblico Pugliese, 15-16.3.2025
TEATRO A SCELTA
Un sabato con gli amici
riadattamento e allestimento scenico di MARCO GROSSI
DETTAGLI
PREZZO a partire da € 10
CATEGORIA Rosa
CITTÀ Bari
RASSEGNA Altri mondi 2024/25
LUOGO Teatro Piccinni

CAST
Compagnia Malalingua
UN SABATO CON GLI AMICI
di Andrea Camilleri
riadattamento e allestimento scenico di MARCO GROSSI

Evento in occasione del centenario della nascita di Andrea Camilleri

DESCRIZIONE
Un sabato con gli amici è un romanzo di Andrea Camilleri, pubblicato da Mondadori nel 2009.
Assieme ad altri scritti e romanzi, come “Il tailleur grigio” e “Km 123”, appartiene a quel filone di produzione letteraria meno nota dell’autore, perché non legata alle ambientazioni siciliane cui è associata la sua fama e che hanno finito per essere considerate, nell’immaginario collettivo, il luogo narrativo della sua produzione letteraria. Camilleri, per formazione e percorso artistico, è a ragione considerato un importante maestro del teatro italiano e anche in ambito narrativo, egli ha spesso attinto all’universo del teatro per delineare e costruire le sue storie e i suoi personaggi.
Alcune opere, più di altre, denunciano chiaramente questa propensione, Un sabato con gli amici è sicuramente tra queste. Tutto, dalla costruzione spazio temporale della vicenda, alla caratterizzazione dei personaggi, fino allo stile essenziale e tagliente dei dialoghi, rimanda all’universo teatrale, tanto che in passato fu lo stesso Camilleri a dichiararne la teatralità e ad esprimere il desiderio di vederne, prima o poi, compiuta la sua riduzione per il palcoscenico.
Un sabato con gli amici narra una vicenda ambientata in un quartiere alto borghese della Capitale.
Camilleri mette in scena sette personaggi - borghesi di mezza età, amici fra loro - e va a scandagliarne gli animi e le vite attraverso brevi flash-back dell’infanzia, adolescenza e gioventù, fino ad arrivare ad un triste presente: un sabato in cui tre coppie di amici si ritrovano a passare la serata insieme, come d'abitudine, ma che finirà per far riemergere antichi e pericolosi fantasmi. L’occasione è data dalla presenza imprevista di una vecchia conoscenza, riaffiorata da un lontano passato per chiedere aiuto e sostegno elettorale per la sua recente candidatura politica. Il nuovo arrivato andrà a rompere gli equilibri faticosamente raggiunti dalle coppie. Ognuno dei protagonisti ha qualche scheletro, più o meno ingombrante, nell'armadio o si trova a fare i conti con un trauma irrisolto: chi conduce una relazione clandestina con un altro all’interno del gruppo, chi ha assistito a omicidi o suicidi, chi è stato violato nell'anima o nel corpo, chi anziché vittima è stato carnefice, ma ha avuto ugualmente una vita segnata.
 
 

Teatro Ciro Pinsuti, 15.3.2025
Massimo Venturiello in
La prima indagine di Montalbano
produzione Officina Teatrale

La prima indagine di Montalbano di Andrea Camilleri è quella da cui tutto ebbe inizio, quella in cui prendono vita i personaggi dei successivi numerosi romanzi che hanno conquistato l’interesse di milioni di lettori. Massimo Venturiello porta sul palcoscenico, con la vis teatrale che lo contraddistingue, il testo di Andrea Camilleri in un progetto tutto nuovo da lui ideato.
L’idea di portare per la prima volta in teatro il commissario più famoso della narrativa contemporanea italiana è nata in seguito allo straordinario successo che hanno ottenuto gli audiolibri, recentemente pubblicati dalla Storytel, che Venturiello stesso ha avuto il privilegio di interpretare. Il racconto diventa immagine ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna. È qui che nasce il leggendario commissario Montalbano. Musiche di antiche ballate e serenate siciliane accompagneranno la parola, si intrecceranno a essa fino a confondersi, a fondersi in un’unica sonorità. La stessa che probabilmente Andrea Camilleri doveva aver sentito, ancora ragazzo, nelle antiche barberie siciliane.
Autore
 
 

Quasimezzogiorno, 15.3.2025
Ricordo di Andrea Camilleri nel centenario della nascita. Agrigento 2025, capitale della Cultura.
Una formidabile macchina della scrittura | Il metodo, i riti, i retroscena di uno straordinario autore di best-seller

Si svegliava alle sei, sbarbato e vestito di tutto punto si metteva a scrivere: dalle sette alle dieci, minuto più minuto meno. Dopo se ne andava in giro per il quartiere, al bar, a comprare le sigarette, a raccogliere le frasi perdute della gente, che poi finivano in qualche suo romanzo. Nel primo pomeriggio si rimetteva al lavoro per rivedere le pagine, correggere, riscrivere, per altre tre ore. Talvolta, la sera, andava a teatro con la moglie Rosetta.
Questa era, più o meno, la sua giornata tipo. Tra queste giornate uguali, scandite dagli stessi riti sono passati oltre trent’anni, una quarantina di romanzi tradotti in tutto il mondo e venduti in circa trenta milioni di copie, record assoluto per uno scrittore italiano. I suoi titoli figuravano (e figurano) nella classifica dei primi dieci romanzi più venduti.
Camilleri era una bottega da best-seller, una formidabile macchina di scrittura. Aveva una sorta di ossessione, quella nei confronti della più grande macchina per scrivere della storia della letteratura: Georges Simenon. L’aveva letto, studiato, conosciuto, ammirato e naturalmente imitato per tutta la vita. Gli aveva offerto un omaggio straordinario e molto gradito da Simenon, curandola più bella traduzione in immagini delle inchieste del commissario Maigret mai girata: quella con l’indimenticabile Gino Cervi. Simenon, autore di centinaia di romanzi, ricorreva ad una serie infinita di trucchi, più un monumentale archivio, una biblioteca di babele fatta di appunti, mappe, documenti.
Camilleri, invece, non aveva un archivio, non prendeva appunti, niente. Aveva però un’ottima memoria, ordinato, metodico, ma non aveva testa per un archivio. Un’altra cosa: Simenon era andato a scuola da un commissario del Quai des Orfevres per imparare le tecniche di indagine. Lui no. Aveva conosciuto commissari di polizia solo dopo aver creato Montalbano. Forse ciò era dovuto al fatto che, a differenza di Simenon, Camilleri aveva l’anima dello “sbirro”.
In comune con Simenon aveva la lettura dei fatti di cronaca, pagine e pagine da una decina di giornali, anche locali, e poi l’immersione nella realtà quotidiana del quartiere, la strada. Gli piaceva inzupparsi di realtà, convinto che i fatti reali fossero sempre più imprevedibili delle trame degli scrittori.
Come nascevano i suoi romanzi? Camilleri ha sempre, candidamente ammesso di non saperlo, di non averlo mai capito. Leggeva tanti piccoli fatti di cronaca, ascoltava frasi per strada. Due o tre rimanevano in mente, crescevano fino a diventare una storia. Non aveva molta fiducia nelle tecniche, nelle scuole di scrittura. Per lui la migliore scuola per imparare a scrivere, raccontava ai giovani aspiranti scrittori, era ascoltare e naturalmente leggere gli scrittori che piacciono e provare a capire come hanno fatto.
La sua biblioteca, immensa, era tutta sistemata in ordine alfabetico, tranne lo scaffale dietro la scrivania. Lì c’erano gli autori prediletti: Cechov, Gogol, Beckett, Faulkner, Pirandello, Sciascia e, naturalmente, Simenon. Aveva cominciato a pubblicare prima dei vent’anni sulla rivista Mercurio. Nel ’47 Ungaretti lo inserì in un’antologia di nuovi poeti.
L’anno dopo Carlo Bo e Gianfranco Contini lo inserirono in un’altra, accanto a Pasolini, Zanzotto e altri. Poi sparisce per mezzo secolo: il lavoro alla RAI come autore. Quando gli torna la voglia di scrivere, si trova di fronte ad un problema: non trova la lingua per raccontare. Così finisce per ascoltare sé stesso. Gli viene in mente la storia de “Il corso delle cose” e vuole scriverla. Ma non ci riesce.
In quel periodo suo padre era malato, passava le notti con lui a raccontare il romanzo, alla sua maniera, in quel misto di dialetto e italiano della piccola borghesia siciliana. Finché non gli viene l’idea: perché non scrivere come raccontava a suo padre? Lo scrisse in poco tempo e lo consegnò a Niccolò Gallo, grande critico, che gli promise di pubblicarlo entro l’anno. Gallo sparì. E il romanzo attese altri dieci anni. Non era facile far passare quella lingua al vaglio degli editori. Tutti gli consigliavano di lasciar perdere quella lingua bastarda. Perfino Sciascia cercava di persuaderlo: i lettori, soprattutto siciliani, non l’avrebbero capito.
Ma lui era convinto che quella lingua bastarda andava benissimo: l’italiano serviva ad esprimere il concetto, il dialetto descriveva il sentimento. I suoi romanzi storici, bellissimi, cominciano a vendere con Sellerio. E poi arriva la “bomba” Montalbano, nato quasi per gioco. Nella primavera del 1998 gli scrisse dall’Università di Cagliari il prof. Giuseppe Marci: lo invitava ad un incontro con gli studenti che avevano seguito un corso dedicato al suo “Birraio di Preston”. Camilleri accettò. E fu così che all’aeroporto di Cagliari incontrò Salvo Montalbano. Era impressionante la sua somiglianza con il personaggio che lo scrittore aveva in mente: si materializzava l’immagine del commissario che fino a quel momento era ancora come un puzzle mancante di alcuni pezzi di sfondo.
Qualche tempo dopo, il produttore Carlo Degli Esposti cominciò a pensare alla serie televisiva, e chiese a Camilleri delucidazioni sull’aspetto fisico di Montalbano. Lo scrittore se la cavò pregando il prof. Marci di mandargli alcune sue foto. Ma non si trovò un attore che gli somigliasse; e allora decisero di prescindere. Infatti il bravissimo Luca Zingaretti non ha nulla a che fare col Montalbano dei romanzi; basti pensare che il commissario ha capelli e baffi. Camilleri ha più volte sottolineato di essersi ispirato alla figura di Ciccio Ingravallo (il commissario di “Quel pasticciaccio brutto di via Merulana” di C.E. Gadda) interpretato sullo schermo da Pietro Germi; solo che Montalbano non è così alto e ha la faccia un po’ larga, da contadino.
Porto Empedocle, paese di Camilleri, ha dedicato una statua al suo commissario. L’autore è lo stesso scultore che ha fatto il monumento a Sciascia, a Racalmuto. E, come quello di Sciascia, anche il monumento a Montalbano ha trovato la sua collocazione in mezzo alla strada. Sciascia passeggia fumando una sigaretta, Montalbano se ne sta appoggiato ad un lampione. Molti dicono che non somiglia a Montalbano, altrettanti dicono invece che gli somiglia. E’ inevitabile: ogni lettore si crea il suo Montalbano. E come ogni personaggio romanzesco Montalbano è, pirandellianamente, uno nessuno e centomila.
Domenico Della Monica
 
 

La Gazzetta del Mezzogiorno, 16.3.2025
Icaro e quel Camilleri... barese nel segno di Pirandello
In edicola ogni domenica e sulla nostra digital edition

Il nuovo numero di «Icaro», il settimanale culturale della Gazzetta del Mezzogiorno, si apre con un omaggio barese al maestro Andrea Camilleri, nel segno di Luigi Pirandello. A ricordarlo, la nipote del papà di Montalbano, Alessandra Mortelliti. […]
 
 

Teatro Pubblico Pugliese, 17.3.2025
Un sabato con gli amici
riadattamento e allestimento scenico di MARCO GROSSI
H: 20:30
Teatro: Teatro Luciani - Acquaviva delle Fonti
Rassegna: Stagione Teatrale 2025
PREZZO a partire da € 12
INFO E CONTATTI
INFO Biglietteria del Teatro Luciani tel. 329/6499552 328/2549669
PUGLIA CULTURE Via Cardassi, 26 080/5580195

CAST
Compagnia Malalingua
UN SABATO CON GLI AMICI
di Andrea Camilleri
riadattamento e allestimento scenico di MARCO GROSSI

Evento in occasione del centenario della nascita di Andrea Camilleri

DESCRIZIONE
Un sabato con gli amici è un romanzo di Andrea Camilleri, pubblicato da Mondadori nel 2009.
Assieme ad altri scritti e romanzi, come “Il tailleur grigio” e “Km 123”, appartiene a quel filone di produzione letteraria meno nota dell’autore, perché non legata alle ambientazioni siciliane cui è associata la sua fama e che hanno finito per essere considerate, nell’immaginario collettivo, il luogo narrativo della sua produzione letteraria. Camilleri, per formazione e percorso artistico, è a ragione considerato un importante maestro del teatro italiano e anche in ambito narrativo, egli ha spesso attinto all’universo del teatro per delineare e costruire le sue storie e i suoi personaggi.
Alcune opere, più di altre, denunciano chiaramente questa propensione, Un sabato con gli amici è sicuramente tra queste. Tutto, dalla costruzione spazio temporale della vicenda, alla caratterizzazione dei personaggi, fino allo stile essenziale e tagliente dei dialoghi, rimanda all’universo teatrale, tanto che in passato fu lo stesso Camilleri a dichiararne la teatralità e ad esprimere il desiderio di vederne, prima o poi, compiuta la sua riduzione per il palcoscenico.
Un sabato con gli amici narra una vicenda ambientata in un quartiere alto borghese della Capitale.
Camilleri mette in scena sette personaggi - borghesi di mezza età, amici fra loro - e va a scandagliarne gli animi e le vite attraverso brevi flash-back dell’infanzia, adolescenza e gioventù, fino ad arrivare ad un triste presente: un sabato in cui tre coppie di amici si ritrovano a passare la serata insieme, come d'abitudine, ma che finirà per far riemergere antichi e pericolosi fantasmi. L’occasione è data dalla presenza imprevista di una vecchia conoscenza, riaffiorata da un lontano passato per chiedere aiuto e sostegno elettorale per la sua recente candidatura politica. Il nuovo arrivato andrà a rompere gli equilibri faticosamente raggiunti dalle coppie. Ognuno dei protagonisti ha qualche scheletro, più o meno ingombrante, nell'armadio o si trova a fare i conti con un trauma irrisolto: chi conduce una relazione clandestina con un altro all’interno del gruppo, chi ha assistito a omicidi o suicidi, chi è stato violato nell'anima o nel corpo, chi anziché vittima è stato carnefice, ma ha avuto ugualmente una vita segnata.
 
 

La Repubblica, 17.3.2025
Ombre e bugie il lato oscuro di Camilleri

Impresa audace: un thriller, ma senza Montalbano. Prova che Andrea Camilleri-scrittore ne ha fatte davvero tante. Come questo Un sabato, con gli amici, del 2009, giallo impietoso che affonda nel dark side dell’animo umano. Adattato e diretto da Marco Grossi, ora ha debuttato a teatro - stasera a Acquaviva delle Fonti, domani a Lecce, poi a Roma - grazie anche alla determinazione di una delle interpreti, Alessandra Mortelliti, nipote di Camilleri, per il centenario della nascita del nonno morto nel 2019. La vicenda: tre coppie di amici, aspettano, non tutte felici, un amico di gioventù, ma già il prologo, coi personaggi che rivivono, immobili, terribili traumi infantili (violenze, molestie, abbandoni...), ci avverte di un dramma duro e sgradevole, e infatti l’apparente convivialità è segnata da ossessioni nascoste, ipocrisie, violenze, bugie e morte. A riprova che l’infanzia infernale non induce tenerezza, ma solo rabbia e disagio, le suggestioni del romanzo, nella regia di Grossi coprodotta da Malalingua, Alt Academy e Fondo Camilleri, sono suggerite dalla scena di Filippo Sarcinelli con giganteschi giochi per bambini, e memorie oscure negli isolati flash back dei personaggi. Gli attori, Alessandra Mortelliti, Pierluigi Corallo, Fabrizio Lombardo, Silvia Degrandi, Luca Avagliano, Marcella Favilla, Alberto Melone percorrono con verosimiglianza e amari registri emotivi il complesso labirinto narrativo. Gioverebbe semmai qualche taglio e un ritmo più vertiginoso.
Anna Bandettini
 
 

La Gazzetta del Mezzogiorno - Icaro, 17.3.2025
Il Camilleri barese ispirato da Pirandello
In scena al Piccinni il testo dal romanzo "Un sabato, con gli amici", qui ridotto da Marco Grossi, che esce del tutto dalla dimensione tutta siciliana e cordiale di altre sue opere

Pirandello apparve a Camilleri. Fu fatale quella visione, negli anni ‘30 sulla porta di casa a Porto Empedocle, quando il piccolo Andrea si trovò davanti un signore anziano col pizzetto bianco, che indossava uno strano abito con le code tutto ricamato d’argento e che si faceva vento da un cappello-feluca con piume bianche: era Luigi Pirandello, venuto a salutare l’amica famiglia Camilleri, nell’alta uniforme di Accademico d’Italia, indossata per una cerimonia a Porto Empedocle.
Anni dopo finì, per Andrea, dopo furbeschi tentativi di studi in lettere e dopo qualche partecipazione ben riuscita (46/47) a Premi letterari vari, che il Nostro lo troviamo iscritto nel 49 all’Accademia d’Arte drammatica di Roma, allievo del grande regista e maestro Orazio Costa. Fu questi che lo convinse a iscriversi al corso di regia, non a quello di recitazione. Eccolo, Camilleri
regista diplomato nel ‘53, che di regie in effetti ne realizzò tante, dagli anni ‘50 in poi. Non si parla qui delle regie televisive (nel ‘57 Camilleri fu assunto in Rai, dopo essere stato escluso nel ‘54 perché “comunista”) che son forse centinaia fra teleromanzi, fiction e sceneggiati: Camilleri è stato anche regista tout court nei teatri. Colpa, anzi merito, anche qui di Orazio Costa, che se lo trascinò a Bari (ebbene sì!) nel 1956 a fargli da “aiuto” nella regia di Assassinio nella Cattedrale di Eliot, spettacolo che debuttò nel Teatro Piccinni il 25 dicembre di quell’anno. Messinscena, con Salvo Randone protagonista, curata da una Stabile di Prosa Città di Bari, diretta da Giuseppe Giacovazzo.

Accoglienza tiepida del pubblico barese (Eliot il giorno di Natale!) come lamentò il critico di allora, Gustavo D’Arpe, schiaffeggiando i baresi. Un anno dopo (dicembre 57) toccò a Camilleri curare la regia di un testo di Carlo Maria Pensa, Il topo, con debutto sempre al Piccinni, scene di Francesco Spizzico, sempre sotto l’egida della Stabile di Giacovazzo. Dopo Bari, lavorando ormai in Rai, solo regie romane per Camilleri. Nel 1958 al Teatro dei Satiri portò per primo in scena Finale di partita di Beckett, con Adolfo Celi e Renato Rascel, mise su negli anni anche un paio di Jonesco, Il nuovo inquilino (1959), Le sedie (1976), ancora degli Strindberg, numerosi Pirandello.
Certo è che quella “visione” di Pirandello in pompa magna segnò il destino di Camilleri, ben prima dell’incontro, altrettanto fatale, con il personaggio di Montalbano! Tutto Camilleri in fondo, e pure Montalbano, nascono e vivono nella “forma rappresentativa”, piuttosto che in quella “narrativa”: sono situazioni che pretendono la scena, come i famosi Sei Personaggi che bussavano alla fantasia dell’autore Pirandello (quello della marsina argentata e della feluca!) per poter vivere, per vedersi rappresentati. Così vive anche Tiresia, il cieco Tiresia, cui Camilleri ha fatto “vedere” la realtà, nel 2018 al Teatro Greco di Siracusa, sotto le stelle antiche dei Classici, classico a sua volta.

Ad Alessandra Mortelliti, nipote di Andrea Camilleri (da Andreina la primogenita, sposata al regista Rocco Mortelliti) nonché attrice, nonché fra i protagonisti di Un sabato, con gli amici, la commedia da Camilleri in scena ieri e oggi al Piccinni, chiedo senza preamboli:
Ma il nonno Andrea fu contento o no della sua scelta di fare l’attrice?
«Per niente proprio! Anzi l’unica volta in cui litigammo di brutto fu quando seppe che volevo fare il provino per l’iscrizione all’Accademia d’Arte drammatica, che poi era quella che aveva frequentato lui. Non volle saperne, anzi nei primi due anni si rifiutò di assistere ai saggi che facevamo a fine d’anno. Dopo si affacciò, timidamente, infine accettò la cosa, anzi poi mi ha seguito e consigliato con affetto».
A parte questo suo aver dovuto “uccidere il nonno”, parafrasando Freud, i rapporti generali tra nonno e nipote quali furono, lungo gli anni di infanzia-adolescenza?
«Splendidi, continui e quasi frenetici. Anche perché abitando a Roma in appartamenti pressoché comunicanti erano quotidiani e affettuosissimi. A mia figlia Matilda poi, nonno Andrea ha dedicato un suo meraviglioso testo Ora dimmi di te. Lettera a Matilda nel 2018».
A proposito di testi, che mi dice di questo ora in scena al Piccinni?
«È un testo, il romanzo di partenza Un sabato, con gli amici qui ridotto da Marco Grossi, che esce del tutto dalla dimensione tutta siciliana e cordiale di altre opere di Camilleri. È testo duro, con tinte nere quasi dark: questi amici che si ritrovano ogni mese e ritrovano, amaramente, verità nascoste e prospettive inaspettate. Un ennesimo capolavoro Camilleri, e da attrice-nipote sono orgogliosa di averci parte».
Pasquale Bellini
 
 

La Gazzetta del Mezzogiorno - Icaro, 17.3.2025
Tutti i lacci della sicilitudine
Pensate possa trascurare, nella modesta digressione proposta a voi lettori di “Icaro”, la scrittura di Andrea Camilleri? Il cenno è breve ma desidera esser solido.

Mentre scrivo di Andrea Camilleri, tornano alla memoria le parole spese dall’autore siciliano all’Università La Sapienza di Roma, nel dicembre del 2000. Presentando la Biografia del figlio cambiato, libro nel quale racconta la vita di Luigi Pirandello come un’Odissea di pura tradizione orale tramandata a un amico, senza l’assillo di fonti critiche, il «papà» del commissario Montalbano esordisce pescando un ricordo: «Ho pensato a lungo prima di scrivere. Mi veniva in testa una frase di mia madre che ripeteva spesso quando mi lanciavo in imprese di dubbio risultato: ma perché ti metti in questi lacci, perché ti vuoi infilare in una situazione difficile?».
La risposta non deve sorprendere. Va oltre le parole di Camilleri all’Università, a proposito del bisogno di scrivere di Pirandello, dell’urgenza ravvivata dall’accostamento alla famosa espressione crociana sul Cristianesimo: scrivere di Pirandello «perché non possiamo non dirci pirandelliani». Camilleri è stato e rimane l’emblema – come Pirandello, come Leonardo Sciascia - di quella «sicilitudine» vissuta anche in ambito letterario, soprattutto in ambito letterario, «con difficoltà» (l’espressione venne coniata dallo stesso Sciascia nel 1989). Ma, come in una Odissea artistica, Camilleri trasforma la difficoltà in talento, riuscendo così a sciogliere i lacci che tanto angustiavano la madre.
Qui entra in gioco il teatro. Meglio, la definizione di teatro che Leonardo Sciascia offre nell’Alfabeto pirandelliano. L’autore del Giorno della civetta riprende il poeta argentino Jorge Luis Borges. Questi immagina il raffinato pensatore di lingua araba Averroè, vissuto nel XII secolo, smarrito di fronte alle parole «tragedia» e «commedia» rinvenute durante la traduzione della Poetica di Aristotele. Non comprende il loro significato perché, ricorda Borges, l’Islam «non aveva nozione del teatro». Pirandello, invece, chiosa Sciascia, citando il grande regista teatrale russo di origini armene Georges Pitoëff, «era il teatro» perché «il teatro era in lui». Camilleri non era il teatro come Pirandello, ma certamente il teatro era in lui: lo ricorda Pasquale Bellini, citando la gloriosa stagione barese al sole fecondo di Orazio Costa. Di più: in Camilleri il pensiero teatrale, persino il gesto teatrale, diventano sublimi gesti di vita, sciogliendo i lacci di ogni sicula difficoltà del vivere.
Pensate possa trascurare, nella modesta digressione proposta a voi lettori di “Icaro”, la scrittura di Andrea Camilleri? Il cenno è breve ma desidera esser solido. Maestro del racconto? Certo. Erede di una sperimentazione linguistica di nobile lignaggio pensando al Pasticciaccio di Carlo Emilio Gadda? Indubbio. Camilleri scrive di illustri – Caravaggio (e nel libro Il colore del sole si legge tutto il suo inqueto rapporto con l’arte) – e di anonimi: Ambrogio Sparacino, con la sua tripla vita tra agitazioni bracciantili e soldati riluttanti: il perfetto antieroe. Quanta vita letteraria fuori dal pianeta Montalbano. Serve uno scarto finale anche drammatico. Un colpo di teatro. Risfogliamo le pagine de I tacchini non ringraziano, raccolta di brevi racconti dedicati agli animali. Il bestiario di Camilleri produce un pensiero: «Se veramente un giorno riusciremo a sapere quale opinione hanno di noi gli animali, sono certo che non ci resterà da fare altro che sparire dalla faccia del pianeta, sconvolti dalla vergogna». Apocalisse Camilleri.
Fulvio Colucci
 
 

Comune di Caltanissetta, 17.3.2025
150° anniversario del Teatro Regina Margherita di Caltanissetta – Il programma degli eventi
1875- 2025 Storia, cultura, musica e teatro. Ecco come si celebrerà il 150esimo anniversario

Caltanissetta celebra i 150 anni dall’inaugurazione del Teatro Regina Margherita di Caltanissetta.
Il teatro comunale, dedicato alla prima Regina consorte d'Italia, è un piccolo gioiello nel cuore della Sicilia e tra i più antichi d’Italia.
Per celebrarlo sono state organizzate delle iniziative di carattere culturale e ricreativo che coinvolgeranno persone di tutte le età.
Hanno patrocinato la rassegna, oltre che il Comune di Caltanissetta, la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta, il Conservatorio statale di musica “Vincenzo Bellini”, l’associazione Alchimia, il Fondo Andrea Camilleri e la Strada degli Scrittori.

Siamo veramente onorati di poter celebrare il nostro teatro con iniziative che rievocano gli albori della sua inaugurazione e, al contempo, lo rendono immortale nel tempo” ha dichiarato il sindaco di Caltanissetta Walter Tesauro. 
Siamo veramente onorati di poter celebrare i 150 anni del nostro teatro - ha dichiarato l’assessore alla cultura Giovanna Candura -. Dall’annullo filatelico all’opera teatrale fino agli incontro con gli studenti. Il programma abbraccia gli interessi di un pubblico variegato”.

Le iniziative, volutamente, sono state distribuite nell’arco di più giorni e a differenti orari della giornata per permettere a tutti gli interessati di poter seguire gli incontri programmati.
Verranno realizzati, dal 30 marzo al 13 aprile 2025, incontro con e per gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, spettacoli teatrali, conferenze e, fiore all’occhiello, un annullo filatelico con ben due francobolli celebrativi e un timbro che resterà unico.

Tutto inizierà con l’annullo filatelico di Poste Italiane con un bozzetto realizzato dall’artista Michelangelo Lacagnina. Appassionati, collezionisti e curiosi potranno chiedere e ricevere una cartolina che celebrerà lo storico momento. Per l’occasione sono state scelte due immagini che ritraggono alcuni particolari artistici del “Regina Margherita”.
La sera andrà in scena “Il Birraio di Preston” tratto dal romanzo di Andrea Camilleri, pubblicato da Sellerio editore, con la riduzione teatrale di Andrea Camilleri –Giuseppe Dipasquale, regia di Giuseppe Dipasquale. “Non è un caso che sia stato messo in scena il Birraio di Preston per aprire il calendario degli eventi del 150° anniversario – ha spiegato l’assessore Candura -. Lo spettacolo, infatti, è stato tra i primi a essere messo in scena nel teatro comunale nisseno e consentirà di rivivere le emozioni percepite dal pubblico in sala”.
Lo spettacolo sarà a ingresso gratuito ma con prenotazione obbligatoria dal 21 Marzo 2025 accedendo al sito https://www.liveticket.it/  

[…]
Mercoledì 2 aprile
9.30 Andrea Camilleri racconta la Strada degli Scrittori con Felice Cavallaro (Giornalista e saggista)
Saluti delle autorità

11.00 Seminario sul tema Il Birrario di Preston e la Sicilia di Camilleri
Interviene
Dott. Angelo Campanella (PhD in Studi Umanistici, Università di Palermo)
con l’intervento degli studenti del Liceo “Ruggero Settimo”

[…]
 
 

Biblioteche di Roma, 17.3.2025
Premio Andrea Camilleri Nuovi Narratori

Nell’ambito delle celebrazioni per il centenario di Andrea Camilleri nasce il Premio a lui intitolato, rivolto ad autori e autrici di radiodrammi, racconti brevi, fiabe per bambini e poesie. Il Premio, indetto dal Fondo Andrea Camilleri e curato da Arianna Mortelliti, scrittrice e nipote di Camilleri, ha l’obiettivo di valorizzare la scrittura in differenti forme, seguendo un percorso che ricalchi le orme dell’autore. Un omaggio allo scrittore e al suo poliedrico e prolifico percorso professionale.
Biblioteche di Roma collabora al Premio attraverso i suoi circoli di lettura chiamati a valutare Racconti brevi e Poesie prima che siano sottoposti alla giuria composta da personalità ed esperti del mondo letterario, teatrale e radiofonico.
Numerosi i circoli partecipanti che sono stati distribuiti in “commissioni” di valutazione: 10 per la sezione Racconti brevi con 23 circoli votanti e 2 per la sezione Poesie con 10 circoli votanti.
Al termine della lettura dei testi, i membri dei circoli esprimeranno i propri voti entro il 30 aprile.
 
 

supraUponti, 17.3.2025
La 28esima edizione di Castelbuono Jazz Festival dedicata ad Andrea Camilleri e Pino Daniele
Dal 30 luglio al 7 settembre, tra Castelbuono e altri 7 comuni siciliani. A breve la presentazione del calendario dei concerti e degli eventi

Castelbuono Jazz Festival, che quest’anno giunge alla sua 28esima edizione, si prepara a brevissimo a svelare il suo calendario con tutti gli ospiti nazionali ed internazionali, del mondo del jazz e non solo. E sarà un’edizione particolare perché, dal 30 luglio al 7 settembre, Castelbuono Jazz Festival coinvolgerà non soltanto il borgo madonita, ma anche Taormina, Campofelice di Roccella, Marineo, Salaparuta, Terrasini e Giuliana tutti comuni, ricchi di storia e tradizione. Il comune di Castelbuono, infatti, diventerà capofila del più ampio progetto Sicilia isola del jazz, promosso dagli stessi comuni coinvolti e dalla Regione Siciliana.
Quest’anno il festival sarà dedicato a due giganti della cultura italiana: Andrea Camilleri, del quale quest’anno ricorrono i cento anni dalla nascita e Pino Daniele, del quale ricorrono i dieci anni dalla prematura scomparsa. Castelbuono Jazz Festival rientra tra le manifestazioni ufficiali che il Fondo Camilleri ha scelto e selezionato in occasione delle celebrazioni dei cento anni dello scrittore, nato nel 1925, che si svolgeranno in varie città italiane ed estere sino al 2026.
“Camilleri amava il jazz  – spiega il direttore artistico del festival, Angelo Butera – io e Lollo Franco a fine anni Ottanta abbiamo avuto l’onore ed il privilegio di scrivere lo spettacolo teatrale ‘Quarantena’ assieme al maestro Camilleri e sovente, in alcuni momenti di pausa,  parlavamo di musica ed in particolare di jazz di cui era un grande appassionato e raffinato esperto e, a dieci anni dalla scomparsa di Pino Daniele, non posso non ricordare in seno al festival questo pilastro della musica blues che ha saputo coniugare come pochi il blues americano alla poesia dei suoi testi”.
Sia il ricordo di Pino Daniele che di Andrea Camilleri troveranno spazio in tutte le sette programmazioni.
 
 

Castello Incantato, 17.3.2025
Villalba ricorda lo scrittore Andrea Camilleri con le “Giornate Camilleriane”

VILLALBA Il Comune di Villalba, in collaborazione con lo scrittore e giornalista Jim Tatano e la partecipazione dei ragazzi Alessandra Amico, Alice Guarino e Giuseppe Mendola, organizza le “Giornate Camilleriane”, tre giorni di appuntamenti culturali per ricordare e celebrare lo scrittore siciliano Andrea Camilleri in occasione del centenario della sua nascita che si svolgeranno dal 21 al 23 marzo presso la Biblioteca Comunale. Venerdì 21 marzo sarà proiettato il documentario “Camilleri sono”, un reportage che racchiude documenti inediti e testimonianze esclusive sulla vita, sulle opere e sui luoghi del cuore dello scrittore. Sabato 22 marzo sarà proiettato “La scomparsa di Patò”, film diretto da Rocco Mortelliti tratto dall’omonimo romanzo di Camilleri e girato nei luoghi di origine dello scrittore siciliano.
Domenica 23 marzo sarà presentato il libro “Quel fazzoletto color melanzana”, secondo romanzo di Arianna Mortelliti, nipote di Andrea Camilleri. “Per rendere omaggio allo scrittore che ha dato vita alla celebre saga del Commissario Montalbano abbiamo voluto organizzare questi tre imperdibili eventi. Sarà un modo per ricordare non solo la sua straordinaria carriera letteraria, ma anche la sua attività di sceneggiatore, regista e drammaturgo” dichiara l’Assessore alla Cultura Silvana Calà “Avremo il grande piacere di presentare l’ultimo libro della nipote, Arianna Mortelliti, anch’essa scrittrice di grande talento, che ci potrà fornire una testimonianza più intima e familiare”. 
 

 

Cronaca diretta, 17.3.2025
Camilleri, cento anni dalla nascita: un racconto inedito lo ricorda

ROMA – Al giorno d’oggi sono pochi gli scrittori il cui nome è in grado di evocare un vero e proprio immaginario, fatto di personaggi riconoscibili, di scenari definiti, di un linguaggio caratteristico e concreto.
Andrea Camilleri rientra a pieno titolo nel novero di questi autori. Con più di oltre cento libri pubblicati, venticinque milioni di copie vendute in Italia e traduzioni in almeno trenta lingue, la fama di Camilleri non ha confini e affascina culture e generazioni diverse. Complice, probabilmente, anche l’enorme successo televisivo che in Italia ha investito il suo personaggio più celebre, il Commissario Montalbano.
A 100 anni dalla nascita dell’autore, dunque, renderne omaggio risulta un atto doveroso.
Moltissime sono le iniziative su tutto il territorio nazionale promosse dal Fondo Andrea Camilleri di Roma, gestito dalle figlie dello scrittore, che da anni tutelano e promuovono il lavoro – magmatico – del padre. Accanto alle più classiche conferenze intorno ai temi più conosciuti e cari al pubblico (la lingua, i personaggi, le trame e persino la cucina tanto amata dal Commissario Montalbano), gli eventi si ripromettono di presentare anche un’immagine meno nota dell’autore, quella che precede l’enorme successo da romanziere e che, sorprendentemente, interessa la maggior parte della parabola esistenziale di Camilleri. Perché l’autore non è stato solo il “papà” del Commissario, ma un vero e proprio intellettuale del Novecento, che ha spaziato in vari campi, dalla poesia, al teatro, alla radio, alla critica letteraria, al cinema e che si è inserito come voce determinante nel dibattito letterario e sociale del secolo precedente. L’obiettivo del fitto programma del Fondo Camilleri, dunque, è quello di veicolare un ritratto a tutto tondo dell’autore, stimolando anche nuove riflessioni su tematiche ancora poche esplorate. Nell’archivio Camilleri, infatti, sono conservati anche molti scritti inediti, consultabili sotto l’attenta visione dell’archivista Patrizia Severi. Un materiale prezioso e insostituibile, che guida il visitatore lungo un percorso eterogeneo e sorprendente.
Tra gli scaffali, particolarmente cospicua la produzione legata al teatro, terreno esplorato da Camilleri nel corso di tutta la sua esistenza e di cui si percepisce l’influenza anche nei romanzi della maturità. L’autore, infatti, nasce e si forma all’interno del mondo teatrale. Giovanissimo approda a Roma e studia con Orazio Costa all’Accademia D’arte Drammatica Silvio D’Amico, realizza numerosissime regie teatrali di autori italiani e stranieri e intrattiene rapporti con personalità del calibro di Eduardo De Filippo. Il suo legame con il teatro è tutt’altro che passeggero e finisce per essere il punto di partenza – e di arrivo – di tutto il suo lavoro (resta nella memoria collettiva lo spettacolo Conversazioni con Tiresia, interpretato da Camilleri stesso, andato in scena nel Teatro Greco di Siracusa nel giugno del 2018 e riproposto in Rai il 17 luglio 2019).
Passando in rassegna le carte dell’archivio ci si imbatte in sceneggiature e riscritture teatrali di opere di vari autori (Pirandello, Giocosa, Betti, Fabbri, Bracco, Ionesco, Beckett, Adamov, Campanile, Strindberg, Cocteau), mentre l’unico copione di pugno di Camilleri è Giudizio a Mezzanotte del 1947, scritto giovanile risultato vincitore al concorso teatrale di Firenze e che gli consentirà l’accesso all’ Accademia D’arte Drammatica Silvio D’Amico (la giuria del concorso era presieduta proprio da Silvio d’Amico). Ma, nonostante la produzione teatrale di Camilleri non sia cospicua, lo sono gli interventi, le riscritture, il lavorio che l’autore dedica al teatro, un legame che imprimerà alla sua arte un modus operandi personale e riconoscibilissimo, rintracciabile anche nei romanzi, in cui ripropone “l’uso dei colpi di scena, dei nodi drammatici, che sono all’interno di ogni struttura drammaturgica, il disseminare una serie di piccoli segni che poi confluiscono in un evento rivelatore, il procedere, molto precisamente, per dati di conoscenza trasmessi al pubblico”, come ricorda Camilleri stesso in un’intervista a Roberto Scarpa.
Perdersi nelle carte dell’archivio, dunque, permette di conoscere un Camilleri più autentico, poliedrico, anche più vicino ai suoi tanti ammiratori.
E allora, durante questo anno camilleriano, l’impegno non è solo quello di partecipare ai tanti incontri in programma, ma anche quello di avvicinarsi al mondo meno conosciuto dell’autore, scoprendo i suoi scritti inediti, i suoi versi, le sue riflessioni, i suoi carteggi. E magari riprendere in mano quelle storie del Commissario Montalbano (di cui Sellerio, in occasione del centenario, ha pensato una nuova collana dedicata) con una consapevolezza nuova, che permetta di taliari il mondo di Vigata con occhi nuovi.
Maria Elena Ienaro
 
 

Teatro Pubblico Pugliese, 18.3.2025
Un sabato con gli amici
riadattamento e allestimento scenico di MARCO GROSSI
H: 21:00
Teatro: Teatro Paisiello - Lecce
Stagione Teatrale 2024/25
PREZZO a partire da € 8
INFO E CONTATTI
INFO Teatro Paisiello Via G. Palmieri 83 tel 0832.242389
Teatro Apollo Via Salvatore Trinchese 13-14 0832/304575
www.comune.lecce.it

CAST
Compagnia Malalingua
UN SABATO CON GLI AMICI
di Andrea Camilleri
riadattamento e allestimento scenico di MARCO GROSSI

Evento in occasione del centenario della nascita di Andrea Camilleri

DESCRIZIONE
Un sabato con gli amici è un romanzo di Andrea Camilleri, pubblicato da Mondadori nel 2009.
Assieme ad altri scritti e romanzi, come “Il tailleur grigio” e “Km 123”, appartiene a quel filone di produzione letteraria meno nota dell’autore, perché non legata alle ambientazioni siciliane cui è associata la sua fama e che hanno finito per essere considerate, nell’immaginario collettivo, il luogo narrativo della sua produzione letteraria. Camilleri, per formazione e percorso artistico, è a ragione considerato un importante maestro del teatro italiano e anche in ambito narrativo, egli ha spesso attinto all’universo del teatro per delineare e costruire le sue storie e i suoi personaggi.
Alcune opere, più di altre, denunciano chiaramente questa propensione, Un sabato con gli amici è sicuramente tra queste. Tutto, dalla costruzione spazio temporale della vicenda, alla caratterizzazione dei personaggi, fino allo stile essenziale e tagliente dei dialoghi, rimanda all’universo teatrale, tanto che in passato fu lo stesso Camilleri a dichiararne la teatralità e ad esprimere il desiderio di vederne, prima o poi, compiuta la sua riduzione per il palcoscenico.
Un sabato con gli amici narra una vicenda ambientata in un quartiere alto borghese della Capitale.
Camilleri mette in scena sette personaggi - borghesi di mezza età, amici fra loro - e va a scandagliarne gli animi e le vite attraverso brevi flash-back dell’infanzia, adolescenza e gioventù, fino ad arrivare ad un triste presente: un sabato in cui tre coppie di amici si ritrovano a passare la serata insieme, come d'abitudine, ma che finirà per far riemergere antichi e pericolosi fantasmi. L’occasione è data dalla presenza imprevista di una vecchia conoscenza, riaffiorata da un lontano passato per chiedere aiuto e sostegno elettorale per la sua recente candidatura politica. Il nuovo arrivato andrà a rompere gli equilibri faticosamente raggiunti dalle coppie. Ognuno dei protagonisti ha qualche scheletro, più o meno ingombrante, nell'armadio o si trova a fare i conti con un trauma irrisolto: chi conduce una relazione clandestina con un altro all’interno del gruppo, chi ha assistito a omicidi o suicidi, chi è stato violato nell'anima o nel corpo, chi anziché vittima è stato carnefice, ma ha avuto ugualmente una vita segnata.
 
 

ANSA, 18.3.2025
A cena con Montalbano, Parigi omaggia Andrea Camilleri
Domani la serata promossa dall'Accademia italiana della cucina

A cento anni dalla nascita di Andrea Camilleri, anche Parigi celebra una figura di spicco della cultura nazionale e della letteratura contemporanea.
Domani mercoledì 19 marzo la School Public Guillaume Tirel ospiterà A cena con Montalbano, la serata promossa dall'Accademia Italiana della Cucina, associazione attiva nel mondo per tutelare la cultura della civiltà della tavola, nelle sue espressioni più vive e pregiate.

Un'iniziativa all'insegna della sicilianità che ha visto il supporto di due realtà vitivinicole che da sempre incarnano l'anima dell'isola: Duca di Salaparuta e Florio.
"Celebriamo un autore geniale, un simbolo dell'identità siciliana, e senza la visione e il sostegno di Laura Giovenco Garrone, delegata dell'AIC, delegazione Parigi Montparnasse, tutto questo non sarebbe stato possibile - ha sottolineato Roberto Magnisi, Direttore delle cantine Florio e Duca di Salaparuta -. L'appuntamento di domani non è una semplice cena, è un'opportunità di racconto che diamo a noi stessi fuori dai nostri confini, guardandoci negli occhi, restando in ascolto, e dove il buon cibo e il buon vino diventano il linguaggio più autentico".
Eccellenze agroalimentari della Sicilia, Regione Europea della Gastronomia 2025, e i vini Doc delle storiche cantine Florio e Duca di Salaparuta arricchiranno il ristorante Asterie del più importante liceo alberghiero di Francia, dove a partire dalle ore 19.30, prenderà il via un banchetto di prim'ordine sulle tracce di uno scrittore, che con il carisma delle sue storie ha portato l'isola oltre confine; tra le più iconiche quelle legate al Commissario Montalbano, protagonista di un menù pensato appositamente per l'evento.

 
 

Salone del Libro, 18.3.2025
Sellerio announces celebrations for the Andrea Camilleri (1925-2019) centenary
Events include a tribute at the Salone Internazionale del Libro

With over 31 million copies of his books sold in Italy, translations in more than 40 languages, and a TV adaptation of his Montalbano series that captivated over 1.2 billion viewers, Andrea Camilleri's career is a unique and extraordinary phenomenon in the Italian publishing scene.
His success as a writer at the age of 70 is a testament to his talent and dedication. To honor this iconic Sicilian writer, a sensational program of events has been designed, starting with the republication by Sellerio of La forma dell’acqua and La rivoluzione della luna, the first two volumes of a new collection of twelve, with cover designs by Lorenzo Mattotti.
The Fondo Andrea Camilleri Ets, in significant collaboration with private and public institutions, have organized countless initiatives, including events in Italy and abroad.
A tribute to Andrea Camilleri will also occur at the Salone Internazionale del Libro di Torino (May 15-19). To honour the author’s international success – his works are translated into over 40 languages - the Camilleri nel Mondo project has designed a series of round tables and symposiums worldwide, in the Italian Cultural Institutes of Addis Ababa, Algiers, Athens, Beijing, Berlin, Cologne, Freiburg, Hamburg, Krakow, Lyon, Madrid, Miami, New York, Oslo, Prague, Rio de Janeiro, Singapore, Sofia and Warsaw.
 
 

Primocanale, 18.3.2025
ESCLUSIVA - Luca Zingaretti a Genova: "Montalbano mi manca tanto"
Il celebre attore protagonista della serie dedicata al commissario creato da Andrea Camilleri ha presentato il suo primo film da regista: 'La casa degli sguardi'

[…]
Marco ha vent'anni, una grande capacità di sentire e avvertire la sofferenza ed empatizzare con il dolore del mondo. Scrive poesie e cerca nell’alcool e nelle droghe uno stato di incoscienza impenetrabile anche all’angoscia di esistere e di vivere. È il protagonista del libro 'La casa degli sguardi' di Daniele Mencarelli, scrittore romano che ha sublimato nella letteratura una giovinezza complicata, che Luca Zingaretti ha scelto di trasporre sullo schermo per il suo esordio da regista che ha presentato qui a Genova.
L'idea di fare il regista le è venuta quando ha dovuto sostituire Alberto Sironi che aveva problemi di salute nelle ultime puntate di Montalbano oppure era qualcosa che già voleva fare?
“No no, era una cosa che volevo fare da almeno dieci anni, un desiderio crescente che poi è diventato urgenza. L'esperienza che ho fatto sul set di Montalbano è un qualcosa che ha mi ha fatto pensare che forse anche da un punto di vista tecnico avevo le carte in regola ma era una voglia che cresceva da anni.
[…]
Per chiudere, adesso che sono passati alcuni anni, quanto le manca quel 'Montalbano sono'?
“È stata un'esperienza meravigliosa. Certo che mi manca, come tutte le cose che hai amato, che non fai più o non hai più. Mi manca tanto. Però è anche vero che ogni esperienza umana ha un suo inizio e una fine. Il fatto però che ormai sia alle mie spalle non mi impedisce di provare una grande, struggente nostalgia quando penso soprattutto a quei momenti e ai compagni di viaggio, anzi più che compagni di viaggio direi complici di quel viaggio”.

Dario Vassallo
 
 

Farevela, 19.3.2025
Premio Letterario Carlo Marincovich: i finalisti, il 10 aprile la premiazione a Roma

Roma– Il Premio Letterario Carlo Marincovich è pronto a celebrare i suoi vincitori. I giurati hanno votato i libri e gli articoli selezionati per la XVI edizione del Premio letterario Carlo Marincovich – cultura del mare e finalmente abbiamo le terzine della SAGGISTICA e della NARRATIVA in concorso nonché i vincitori della sezione JUNIOR della nuova sezione NAVIGAZIONE.
Il 10 aprile nel prestigioso Circolo Ufficiali della Marina Caio Duilio a Roma verranno proclamati i vincitori. Queste le terzine dei finalisti:
[…]
JUNIOR, un unico vincitore
Il canto del mare di Andrea Camilleri e Maurizio de Giovanni illustrato da Mariolina Camilleri – Salani Editore
[…]
 
 

GBOPERA, 19.3.2025
Bari, Teatro Piccinni: ”Un Sabato con gli Amici”
Bari, 15 marzo 2025, Prima Nazionale

Siamo nell’incantevole Teatro Piccinni di Bari. È un sabato di metà marzo. In scena, tutto il genio adombrato, meno conosciuto di Andrea Camilleri, ad aprire con un dramma, anticipo, magistralmente concertato e interpretato, la rassegna culturale nazionale “Camilleri 100” (per i cent’anni dalla nascita dello scrittore di Porto Empedocle). “Un sabato, con gli amici” (Mondadori, 2009), romanzo eponimo della pièce che si dipana sul palco, è una creatura particolare, lontana e di parecchio dalle assolate, bluastre, barocche ambientazioni «montalbaniane» che hanno reso famoso, in tutto il mondo, il prosatore siciliano. Diciamo pure che si tratta, concepita da quel filtro scintillante che è la mente stessa di Camilleri, di un’opera i cui antenati sono riscontrabili tanto nelle penne e nelle «visioni» di Pirandello e Moravia, quanto negli insegnamenti registici di Orazio Costa. Sì, perché è un romanzo «teatralissimo», una scrittura con una spiccata capacità di carotaggio, scavo, rinvenimento di quella cisterna sensibilissima agli stimoli ch’è l’animo umano, di tutto quel che di sordido questa può contenere e, una volta raggiunto il «carico di rottura», di tutto ciò che non riesce più a trattenere. Cala il silenzio, le luci impattano, nell’oscurità, il sipario ancora serrato, il cast si dispone a schiera e comincia a raccontare. Donne e uomini che parlano con tono bambino, impostazione e parole infantili; che raccontano, uno per uno, un evento che, da piccoli, li ha inequivocabilmente sfregiati, traumatizzati, segnati. Poi, il drappo vellutato si spalanca. Davanti agli occhi, in un vortice di luci (sapientemente gestite tanto nei predefiniti momenti di confusione, quanto negli assoli recitativi) e musiche mesmerizzanti (buona campionatura e riscrittura musicale dei motivetti dei videogiochi di fine millennio), tutti gli attori in causa che scorrazzano, in uno slalom fra grandi riproduzioni di giocattoli tardonovecenteschi, su macchinine elettriche, quasi fossero all’autoscontro o su go-kart. Una scelta, stando al parere di chi scrive, azzeccata che riesce a evidenziare – avrebbe detto il poeta campano Luigi Compagnone – «la giovinezza reale e l’irreale maturità» dei personaggi. Poi, di colpo, il buio e il silenzio nuovamente avvolgono tutto. Ed ecco, definitivo, l’atto unico, intervallato solo da sporadiche, torbide, solitarie confessioni dei personaggi (a «bocce ferme» e faro cianotico puntato, per l’appunto), utili a ricostruire la trama (colpo di regia Off Broadway quello di frastagliare, in questo modo, la narrazione). Siamo in una grande città italiana, contesto spudoratamente non proletario, a casa di una delle tre coppie di amici che, sin dai tempi dell’università, hanno eluso l’ipocritissimo «non facciamo che ci perdiamo», effettivamente restando «legati». Si incontrano, acchè la messinscena che smangia le loro esistenze riesca a tenersi senza troppa difficoltà, appena una volta al mese, organizzando cene a tema. La dimora in cui tutto il tragico di questa vicenda si svolge, sapientemente imbellettato di comico dal sempre impeccabile Marco Grossi alla regia, è quella di Andrea (Melone funziona bene nelle sue mansioni di «macchietta smorzante» – mentre si strugge per il risultato di una partita di calcio – e di mente dominata da un kink scellerato) e Renata (assieme a Mortelliti e Lombardo, la migliore: folgorante Degrandi al punto da ricordare la Nanà di Zolà) che, sin dalle prime battute, lasciano trapelare la vicendevole matrimoniale mal sopportazione. La cena è a tema thailandese, l’esotico noioso borghese. L’inciampo all’inizio, a cortina di finzione intoccata, è quello, al più, ridanciano, di non aver cucinato la portata più originale. Arriva, dunque, la seconda coppia, la più naif e «sana» della serata, composta da Fabio e Giulia (una recitazione curata, quella di Favilla e Avagliano, unici due personaggi con cui si riesca effettivamente a «empatizzare» prima del finale) e, nel dialogo odioso, viene svelato il composto chimico, un «povero diavolo ex-machina», che farà detonare la bauta che adorna la vita di questi sei individui. Costui è Gianni (interpretato da Lombardo, ineccepibile nel suo agire in scena e nella sua ormai proverbiale mimica parossistica), omossessuale, «compagno» e collega universitario del gruppo, da qualche tempo lanciatosi in politica; lì con loro, apparentemente, per racimolare voti. L’intreccio avanza, lo strappo rattoppato negli anni alla bell’e meglio si sdruce (e già che siamo in tema di stoffe, un plauso va alla costumista per aver cucito indosso ai cuori di questi personaggi, giacché forma e colore del vestiario sono dirette proiezioni dell’inner dei protagonisti). Emergono inganni, rapporti clandestini, violenze subite, osservate o perpetrate, feticismi spettrali, accadimenti conturbanti che ci costringono a tenere gli occhi incollati sui recitanti, che quasi obbligano ad una partecipazione emotiva allo spettacolo indubbiamente fuor di consuetudine. L’ultima coppia è quella formata da Anna (Mortelliti, nipote di Camilleri: disinibita, puntuale nelle nevrosi, travolgente… in una parola: perfetta) e Matteo (il contributo di Corallo è, al solito, di gran pregio), fra le figure più abiette della narrazione scenica. Nel momento in cui Gianni compare sul palco (come già detto arredato – un rischio corso, data la distanza dalla realtà, ma che paga – con grandi balocchi, valido contraltare alle tinte grottesche della storia), in un valzer di imbarazzi e moti animali, tentativi di resistenza e non più contenibili, profondissimi, mal camuffati raptus, comincia l’escalation delle contingenze, fino alla morte del corpo o dell’anima, senza sapere quale sia peggio. Dunque, il cerchio si chiude e in modo tremendamente doloroso (durevole, però, è lo scrosciare di applausi in conclusione), ma con una presa di coscienza epocale: in noi coesiste, senza soluzione di continuità, tutto ciò che abbiamo vissuto, tutto ciò che esperiamo e, forse, persino quello che non abbiamo ancora provato. Pertanto, anche solo una goccia di arsenico, soprattutto se assunta in tenera età, può contorcere una vita per l’intera sua durata.
Claudio Mezzina
 
 

ACAS - Ginevra, 19.3.2025


 
 

Il Messaggero, 20.3.2025
Il Nobel Jon Fosse apre le anteprime di “Letterature”
L’incontro con l’autore norvegese martedì all’Auditorium inaugura una serie di appuntamenti da non perdere, da Javier Cercas a David Grossman.

Gioca d’anticipo il Festival Letterature, con una serie di anteprime che, già dal 25 marzo, ci faranno pregustare il clou della rassegna, in programma in luglio allo Stadio Palatino. «Si parte da martedì prossimo con uno straordinario appuntamento - ha annunciato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri durante la presentazione ai Musei Capitolini - il premio Nobel norvegese Jon Fosse, lo scrittore dell’indicibile», che alle ore 21 sarà in dialogo con l’autrice Claudia Durastanti e il docente di letterature scandinave Andrea Romanzi.
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IL COMITATO
«Fosse ci è sembrato importante averlo per il legame che crea tra visibile e invisibile», ha detto Simona Cives, curatrice del festival con un comitato scientifico composto da Paolo di Paolo, Melania Mazzucco, Davide Orecchio, Igiaba Scego e Nadia Terranova. Concluse le anteprime, le serate di Letterature si svolgeranno come di consueto allo Stadio Palatino, l’8-9-11-13-15 e 16 luglio, con un programma ancora in corso di definizione. Il festival, ha anticipato Cives, «mantiene la collaborazione con il Premio Strega: il vincitore dell’edizione 2025 di narrativa sarà ospite il 9 luglio al Palatino». Ci sarà inoltre una serata dedicata al centenario dalla nascita di Andrea Camilleri, il 13 luglio, «con letture e testimonianze, organizzata in collaborazione con il Fondo Camilleri e con l'editore Sellerio».

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Festival Letterature. Dal 25 marzo, ore 21. Info: www.culture.roma.it/festivaldelleletterature

Riccardo De Palo
 
 

Libri come – Festa del libro e della letteratura, 22.3.2025
Camilleri 100
Festival
Sabato 22 Marzo 2025
h. 21:00
Teatro Studio Borgna


Foto Marco Medaglia - Camilleri Fans Club

Omaggio a Andrea Camilleri nel centenario della nascita
Con Giancarlo De Cataldo, Antonio Franchini, Gaetano Savatteri, Chiara Valerio
conduce Marino Sinibaldi

a cura di Sellerio
 
 

ANSA, 22.3.2025
Camilleri, quando lo scrittore parlava di felicità
Libri Come, omaggio e frammento video del 2018 per il centenario

"Non ho mai avuto aspirazioni alla felicità, ho avuto aspirazioni alla marmellata, cioè volevo la marmellata e me la prendevo e me la godevo.
Ma non ho mai considerato le varie marmellate della vita come felicità".
Andrea Camilleri parlava così della Felicità, nell'edizione 2018 di Libri Come dedicata a questo tema.

Il video con lo scrittore ormai cieco, registrato in quell'occasione, è stato mostrato il 22 marzo nella serata omaggio per il centenario della nascita dello scrittore che si celebra quest'anno, a Libri come all'Auditorium Parco della Musica di Roma.
"Penso che la felicità sia una folgorazione, cioè ti arriva mentre meno te l'aspetti e forse mentre meno te la meriti. È fatta di un nulla. È come quelle farfalle che prendete per le ali, poi le lasciate andare. Rivolano e sulle dita vi è rimasta un po' di polvere color d'oro. C'è stato qualcuno che ha detto: attenzione perché la felicità a volte vi è passata accanto e non ve ne siete accorti. Io sono stato felice, ma per pochi attimi e per cose inspiegabili" raccontava lo scrittore nato il 6 settembre 1925, morto nel 2019.
A ricordare Camilleri al Teatro Studio Borgna, in una serata speciale a cura di Sellerio, condotta da Marino Sinibaldi, sono stati Giancarlo De Cataldo, Antonio Franchini, Gaetano Savatteri e Chiara Valerio. "Anche in questo frammento Camilleri mostrava la sua straordinaria umanità. Quella che ha creato tra lui e i suoi lettori un rapporto che non ha eguali e che si è manifestato in tutte le sue apparizioni qui e in altri Festival.
Era qualcosa che superava i limiti consueti della comunicazione culturale e per questo ha raggiunto lettori altrimenti irraggiungibili" dice all'ANSA Marino Sinibaldi, curatore di Libri Come con Rosa Polacco e Michele de Mieri, dedicato in questa edizione alla Pace, che si chiude il 23 marzo.

 
 

La Notizia di Ginevra, 22.3.2025
ACAS: San Giuseppe, Camilleri e i sapori di Sicilia
Un intreccio di tradizione, letteratura e cucina nel cuore di Ginevra

Un viaggio tra tradizioni, letteratura e sapori autentici: così si può riassumere l’evento organizzato lo scorso 19 marzo dall’ACAS (Associazione Cultura e Arte Siciliana) per celebrare tre ricorrenze significative: la festa di San Giuseppe, la Festa del Papà e il centenario della nascita di Andrea Camilleri, padre letterario del celebre commissario Montalbano.
L’evento si è svolto presso la sede della SAIG (Società delle Associazioni Italiane di Ginevra), in un clima di grande partecipazione e calore. La sala era gremita da un pubblico attento, composto non solo da membri della comunità siciliana, ma anche da numerosi appassionati della cultura isolana e della letteratura italiana. Tutti erano pronti a immergersi in un’esperienza che ha saputo coniugare spiritualità, arte e convivialità.
La serata si è aperta con una toccante introduzione dedicata alla figura di San Giuseppe, patrono dei falegnami e protettore della famiglia, figura cardine della tradizione cristiana. È stata ricordata l’importanza della Festa del Papà, che in molti Paesi viene celebrata proprio il 19 marzo, e si è riflettuto sul valore della paternità nella società contemporanea. Non sono mancati riferimenti ai riti popolari siciliani legati al culto di San Giuseppe, come le tradizionali tavolate imbandite, espressione di devozione, accoglienza e solidarietà.
La parte centrale dell’evento è stata dedicata a un omaggio appassionato ad Andrea Camilleri, nel centenario della sua nascita. La Prof.ssa Jessica Barbagallo ha tenuto una conferenza coinvolgente, arricchita da immagini, aneddoti e letture tratte dalle opere dell’autore. Il pubblico ha potuto esplorare i mondi narrativi creati da Camilleri, in particolare la celebre Vigàta, città immaginaria che rappresenta la quintessenza della Sicilia, e ha scoperto le location reali – come Scicli, Ragusa, Modica – che hanno fatto da sfondo alle fortunatissime trasposizioni televisive del commissario Montalbano.
La conferenza ha offerto spunti per riflettere non solo sulla grandezza stilistica dell’autore, ma anche sul suo legame profondo con la Sicilia, terra che Camilleri ha saputo raccontare con ironia, passione e realismo, portando alla ribalta le contraddizioni e le bellezze di un’isola unica al mondo.
Al centro della serata, un momento conviviale particolarmente apprezzato: l’omaggio alla cucina siciliana, vera protagonista della cultura popolare dell’isola. Il Vicepresidente Giuseppe Pelleriti e la Segretaria Angela Pelleriti hanno proposto un itinerario gastronomico attraverso i piatti più iconici, accompagnando le pietanze con letture tratte dai romanzi di Camilleri, in cui il cibo ricopre spesso un ruolo centrale.
I presenti hanno potuto gustare – o per meglio dire, “assaporare con gli occhi e con la mente” – piatti come la pasta ‘ncaciata, resa celebre proprio dal commissario Montalbano, la pasta con le sarde, la caponata, le sarde a beccafico e i tradizionali arancini. Ogni piatto è stato illustrato nei suoi ingredienti, nelle varianti territoriali e nei legami con la cultura siciliana, suscitando viva curiosità e interesse tra i partecipanti.
La serata si è conclusa con un ricco aperitivo e la degustazione di dolci tradizionali preparati in occasione della festa di San Giuseppe: sfince, zeppole e altre delizie tipiche, tutte realizzate con maestria e passione da Rachele Decicco, con il prezioso aiuto di Jannet Cunto. I sapori autentici della Sicilia hanno riscaldato il cuore dei presenti, rendendo l’esperienza ancora più memorabile.
L’evento ha riscosso un grande successo, testimoniando la vitalità della comunità siciliana a Ginevra e la capacità dell’ACAS di proporre eventi culturali di alto livello, in grado di coinvolgere e appassionare. L’iniziativa ha saputo creare un ponte tra generazioni e culture, valorizzando il patrimonio immateriale siciliano e rafforzando i legami tra i partecipanti.
 
 

ANSA, 22.3.2025
Al Petruzzelli apre il Bif&st, 'festa di cinema e cultura'
All'esterno operatori audiovisivo, 'salvate piccole produzioni'

BARI - Con la consegna del premio 'Bif&st arte del cinema a Felice Laudadio', si è aperta la 16esima edizione del Bari international film festival che stasera presenta, nel teatro Petruzzelli, la prima de Le assaggiatrici di Silvio Soldini.
Laudadio, direttore artistico fino all'anno scorso, ha detto di non essere "particolarmente emozionato" e ha sottolineato che il premio, "immeritato", è da condividere con quanti negli anni hanno dovuto organizzare la manifestazione anche in "poche settimane", citando "Nichi Vendola e Antonio Decaro". Poi, dato che ora si occupa del festival per il "centenario di Camilleri", ha annunciato che una tappa "si svolgerà anche in Puglia".

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in3minuti, 22.3.2025
Alessio Vassallo racconta un aneddoto su Andrea Camilleri #ChièdiScena

“Il giovane Montalbano”, ospite ieri dell’ordine degli ingegneri al Teatro Pirandello, ha emozionato il pubblico recitando la poesia “Valigie”. [Il giovane Augello, NdCFC]
In questa chiacchierata, Alessio Vassallo ci racconta un aneddoto su Andrea Camilleri e ci svela i suoi prossimi impegni artistici.

Barbara Capucci
 
 

in3minuti, 22.3.2025
Andrea Camilleri torna in vita e ci racconta il futuro della nostra terra, ecco il video di Chiara Peruga

Andrea Camilleri torna in vita e ci racconta il futuro della nostra terra.
È questo il cuore del video realizzato con l’intelligenza artificiale dalla giovanissima studentessa Chiara Peruga, proiettato ieri sera al Teatro Pirandello durante il convegno “LA SICILIA PORTA D’EUROPA NEL MEDITERRANEO” organizzato dall’ordine degli ingegneri.
Con questo suggestivo lavoro, Chiara ha vinto il concorso di idee “AGRIGENTO 2025-2045 – Visioni letterarie e infrastrutturali” ed è stata premiata sul palco del Pirandello per la sua visione creativa, originale e profondamente legata all’identità del territorio.
Ascoltiamola subito dopo la premiazione.

Camillo Bosio
 
 

La Nación, 22.3.2025
Detectives célebres. La novela policial, radiografía de sociedades en crisis
Simenon, Mankell o Camilleri hicieron algo mas que entretener a sus lectores; en esa linea, Padura, Màrkaris y Cercas retratan La Habana, Atenas y Barcelona

Parece un gènero liviano, de factura sencilla, y sin embargo grandes autores incursionaron en él. Me refiero a las novelas policiales, las seriadas, donde un mismo personaje central investiga en cada libro. Muchas son joyas literarias que a la intriga le suman fieles retratos de la sociedad en que ocurren, la forma en que se vive, sus problemas políticos, sociales y económicos.
La lista de este genero es larga y su origen remoto. Del escritor belga Georges Simenon se hizo famoso el comisario Maigret, con su pipa y su bombin. O Sherlock Holmes, peculiar personaje desarrollado por Arthur Conan Doyle, que retrata la era posvictoriana británica.
[
…]
Está la entretenida serie creada por el exquisito Andrea Camilleri, con el comisario Salvo Montalbano y su leal equipo de oficiales. Al afrontar cada caso sus libros revelan los modos de vida, el habla, el estilo y hasta los gustos gastronómicos de la sociedad siciliana.
[…]
Tomás Linn
 
 

Balarm, 23.3.2025
Le 10 suore morte in un monastero: quando Camilleri scoprì un segreto dei Gattopardi
Un terribile fatto scoperto dallo scrittore siciliano e che sarebbe accaduto in un monastero voluto dal "Duca Santo", antenato di Tomasi di Lampedusa

Il 6 settembre 2025 Andrea Camilleri avrebbe compiuto cento anni. Sono tante, tantissime le attività che si svolgeranno sia quest'anno che nel 2026 per ricordare il maestro: un premio letterario, mostre, convegni, seminari, letture, concerti, spettacoli teatrali.
Sceneggiatore, regista, drammaturgo, Camilleri è venuto alla ribalta come scrittore, conquistando la notorietà, a partire dagli anni ’90, quando era quasi “sittantino” con i romanzi del Commissario Montalbano.
Un rapporto complicato quello tra il maestro e la sua creatura letteraria: «Montalbano per me, dopo vent’anni è un parente al quale voglio bene - aveva confessato in un’intervista su Rai Cultura - ma nello stesso tempo è un personaggio scomodo. Perché il suo successo trascinava al successo gli altri romanzi, i miei romanzi storici, i miei romanzi civili. Quindi lo odio e lo amo».
Mentre Salvo Montalbano era quasi "un’amante noiosa", lo scrittore si diceva “sposato con i romanzi storici”, la sua vera passione: le storie ignorate dagli storiografi, ma riscoperte su antichi registri, in polverosi archivi, lì dove a nessuno sarebbe mai venuta “gana” (voglia) di andarle a cercare, diventavano per il maestro spunti interessantissimi, materia per i suoi romanzi.
Proprio a partire da una storia vera, in cui si era imbattuto quasi per caso, lo scrittore ha costruito uno dei suoi saggi più belli, un vero thriller storico: "Le pecore e il pastore". Camilleri si è messo a indagare tra le mura della clausura e i segreti della spiritualità mistica, dipanando un misterioso intreccio come fosse un’inchiesta, con serrato ritmo narrativo e fluidità di scrittura.
Che accadessero cose strane nel Seicento nel monastero del Rosario a Palma di Montechiaro, antico feudo della famiglia Tomasi, terra di santi austeri in provincia di Agrigento, lo scrittore di Porto Empedocle lo sapeva bene e da molto tempo.
Si dice che il monastero del Santissimo Rosario fosse stato costruito da Giulio, duca di Palma di Montechiaro, antenato dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, per riscattare i peccati del capostipite Mario Tomasi, cacciatore di teste nel XVI secolo.
Tutti i figli di Giulio (tranne Ferdinando a cui spettò il compito di generare un erede) vennero indirizzati alla vita ecclesiastica: il primogenito Giuseppe Maria si dedicò alla vita religiosa, diventando cardinale (beatificato nel 1803, è stato proclamato santo nel 1986) mentre le quattro figlie femmine si fecero monache con i nomi rispettivamente di suor Maria Serafica, Suor Maria Crocifissa, Suor Maria Maddalena, Suor Maria Lanceolata.
Il Duca Santo – come venne presto chiamato Giulio – si ritirò in eremitaggio nel nuovo palazzo Ducale e si dedicò con fervore alla preghiera e ad opere di elevazione spirituale. A sua volta la moglie Rosalia Traina, all’età di 36 anni, col consenso di Giulio (e la dispensa del Papa) entrava col nome di Suor Maria Sepolta nel monastero di Palma dove si erano già monacate le sue figliole.
Suor Maria Crocifissa della Concezione, ritenuta da molti per via dei suoi scritti una mistica di grande spiritualità, dichiarata venerabile nel 1787, avrebbe ispirato a Giuseppe Tomasi di Lampedusa la figura della Beata Corbera del romanzo il Gattopardo.
Trascorreva le giornate tra digiuni, preghiere e fustigazioni, si diceva che avesse capacità profetiche e che intorno a lei accadessero miracoli e prodigi. Le biografie della suora narrano di lotte quotidiane con Demonio, che “innervosito dalla di lei austerità” la percuoteva, le procurava ecchimosi, abrasioni, contusioni, una volta le scagliò contro un enorme sasso e un’altra volta le strappò di mano la penna e scrisse persino una lettera, ordinandole di firmarla, ma la suora vi appose solo la parola Ohimè: almeno così rivelò Suor Maria Crocifissa al confessore.
La famosa lettera del Diavolo, che è stata scritta con caratteri incomprensibili, ma disposti in righe ordinate, è stata decifrata nel 2017 da un gruppo di fisici e di informatici catanesi, utilizzando un programma di decriptazione: si tratterebbe di un testo delirante, privo di vero significato.
Alla fine dell’Ottocento Gustavo Chiesi su "La Sicilia illustrata", ironizzò sul fatto che forse per spirito di rivalità con Messina, città che vantava di possedere una lettera della Madonna, i prelati di Girgenti (Agrigento) si erano inventati una lettera del Diavolo: «Credendo che quella trovata fruttasse bene, hanno voluto tirar fuori qualche cosa di sbalorditivo, che non mettesse Girgenti, per questo rapporto, al di sotto di Messina».
Andrea Camilleri stesso si era divertito a bandire un concorso su La Domenica del Corriere negli anni’ 60 del secolo scorso, promettendo un soggiorno di un mese ad Agrigento per chi riuscisse a tradurre la lettera. Il maestro non immaginava certo che molti anni sarebbe tornato a scrivere sul monastero di Palma di Montechiaro e su un terribile fatto segreto, accaduto nel 1945.
Nel romanzo storico “Le pecore e il pastore” lo scrittore racconta di aver scoperto nel 2004 un fatto molto più inquietante della fantasiosa “lettera del Diavolo”. Aveva letto in una nota a piè di pagina del libro “L’attentato contro il Vescovo dei contadini” di Enzo Di Natali, una notizia che lo aveva fatto letteralmente sobbalzare sulla sedia.
In una lettera scritta il 16 agosto del 1956 al Vescovo Peruzzo, dall'abadessa del Monastero del Rosario, Enrichetta Fanara, la suora avrebbe confessato che dieci giovani monache si erano lasciate morire (probabilmente di fame e di sete) per ottenere, in cambio della loro vita, la salvezza del vescovo Peruzzo, ferito a morte per vendetta di qualche feudatario locale: «Non sarebbe il caso di dirglielo ma glielo diciamo per fargli ubbidienza» scriveva la Fanara.
«Quando V.E. ricevette quella fucilata e stava in fin di vita, questa comunità offrì la vita di dieci monache per salvare la vita del pastore. Il Signore accettò l'offerta e il cambio: dieci monache, le più giovani, lasciarono la vita per prolungare quella del loro beneamato pastore».
Mons. Giovanni Battista Peruzzo, piemontese d’origine (1878 – 1963), fu Vescovo di Agrigento, dal 1932 al 1963. Leonardo Sciascia lo definì “un prete diverso”. Venne ai ferri corti con i latifondisti siciliani in nome del diritto dei contadini ad una vita dignitosa; impiantò cucine economiche allo scopo di permettere ai poveri di mangiare almeno un piatto di minestra al giorno.
Quando la Sicilia si trovò sotto i bombardamenti Peruzzo mise a disposizione della Croce Rossa il Seminario e lo stesso Palazzo Vescovile divenne per sua volontà un ospedale con cinquantacinque posti letto.
Il 9 luglio 1945, alle 9.45 della sera, subì un attentato nel bosco di Santo Stefano Quisquina: colpito da due spari d'arma da fuoco, il prelato guarì infatti dalle gravi ferite riportate nell'attentato, dopo essere stato soccorso e operato al polmone dal chirurgo Raimondo Borsellino.
Andrea Camilleri sfiora dunque una vicenda inquietante: all'insaputa del vescovo, dieci giovanissime monache benedettine offrirono in sacrificio la loro vita, in cambio della salvezza del Monsignore. Dieci pecore per un Pastore. Il Signore evidentemente accettò l’offerta, conclude l’Abadessa Fanara, dato che il Vescovo si salvò (si sarebbe spento 8 anni dopo, il 20 luglio 1963. nel paese natale, Molare, dove si trovava in ferie ed è sepolto ad Agrigento).
Un anziano Teatino, confessore delle benedettine di Palma nel 1945, avvalorò la lettera di Suor Enrichetta, «ma non volle aggiungere altro, disse che poteva parlare della cosa solo con persone di grandissima fede» precisa Camilleri.
Enrichetta Fanara fu anche colei che accolse il principe Tomasi di Lampedusa in visita al monastero di Palma di Montechiaro, ne guidò le due visite nell’Autunno del 1955 e con i suoi racconti lo commosse fino alle lacrime.
Si chiedeva Camilleri: perché la Fanara aspettò 11 anni, un mese e sette giorni, per scrivere al Vescovo e rivelargli quello che era successo nella clausura?
«Ho una mia idea - ipotizzava il maestro - non sorretta da prove: Giuseppe Tomasi di Lampedusa si edificava a sentir raccontare dalla Abadessa i miracoli della Venerabile Suor Maria Crocifissa, spesso si commosse. Ecco io credo che partito il principe di Lampedusa, l’Abadessa si sia domandata: perché non aggiungere alla lista dei titoli di merito anche il sacrificio delle dieci suore? (…) Le visite di Tommasi di Lampedusa nel settembre e nell’ottobre del 1955 furono, a mio avviso, la causa scatenante perché l’Abadessa si persuadesse ddoppo averci pensato tanticchia a pigliare carta e penna».
Camilleri era certo che della morte delle monache nessuno, al di fuori della comunità monastica, del vescovo e del confessore, venne mai conoscenza.
I nomi di quelle che si sono sacrificate sono rimasti segreti e allo stesso tempo tante altre domande sono destinate a rimanere senza risposta:
Nessuna delle suore ebbe un ripensamento?
Nessuna suora implorò, in extremis, di essere salvata?
E in questo caso, come si comportarono le consorelle?
Si tapparono le orecchie per non sentire quel flebile implorare?
Uscirono dalle celle chiudendosi la porta alle spalle o tentarono un salvataggio oramai impossibile?
Tristemente concludeva Camilleri: «Non lo sapremo mai».

Maria Oliveri
 
 

AgrigentoNotizie, 23.3.2025
L'omaggio
Agrigento capitale italiana della cultura, "taccuini d'autore" per Sciascia e Camilleri
La Ianieri Edizioni ha incaricato lo scrittore agrigentino Beniamino Biondi di realizzare un florilegio delle loro opere

La Ianieri Edizioni, casa editrice abruzzese che nasce nel 2001 con oltre 200 titoli in catalogo, oltre alla classica produzione editoriale che si presenta con diverse collane che spaziano nei generi della saggistica, della narrativa, dei classici e della poesia, è conosciuta per la collana dei "Taccuini d'autore" e quest'anno omaggerà Agrigento in quanto capitale italiana della cultura. A darne notizia è lo scrittore agrigentino Beniamino Biondi.
"Il Taccuino d’autore - dice - è un florilegio di citazioni di grandi scrittori e, al tempo stesso, un taccuino per il lettore che voglia conversare con l’autore attraverso fogli appositamente lasciati bianchi tra una frase e l’altra. Il Taccuino d’autore, dedicato ai grandi scrittori italiani e internazionali, nel 2023 ha prodotto il Taccuino Luigi Pirandello, in omaggio al premio Nobel siciliano".
La Ianieri Edizioni ha annunciato l’uscita entro il 2025, anno di Agrigento capitale italiana della cultura, di due nuovi taccuini dedicati a Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri. La cura di queste due opere è stata affidata proprio a Biondi che avrà il compito di realizzare un florilegio delle opere dei due grandi scrittori agrigentini creando un percorso sulle pagine del taccuino attraverso citazioni e riferimenti.
 
 

Nulla dies sine linea, 23.3.2025
I nomi delle strade secondo Camilleri e nella toponomastica bagherese

Nel romanzo di Andrea Camilleri “La caccia al tesoro” (pubblicato da Sellerio nel 2010), il commissario Montalbano, accompagnato dall’ispettore Fazio e dall’agente Gallo (nella sua consueta veste di frenetico autista), deve rintracciare nella periferia di Vigàta la via Vitaliano Brancati, ove è stato trovato un cadavere in un cassonetto.
La ricerca non è facile: «Gallo proprio non arrinisciva a trovarla, ‘sta mallitta via Brancati. Era da ‘na mezzorata che firriavano a vacante e nisciuno di tutti quelli ai quali spiavano pariva averla mai sintuta nominari» (p. 42). Mentre il razionale Fazio propone di andare a chiedere in municipio, Gallo si intestardisce a trovare la strada da solo e si infila in una viuzza stretta, andando a sbattere contro la bancarella di un fruttivendolo. Subito dopo, i poliziotti «ripigliarono a firriare a vacante» (p. 43), cioè giravano a vuoto nel vano tentativo di trovare la loro fantomatica destinazione.
A questo punto, a Montalbano viene in mente una considerazione sui criteri con cui in Italia si scelgono i nomi delle strade: «Tutto ‘nzemmula al commissario tornò a mente il criterio col quale tutti gli uffici toponomastici, tutti, senza cizzione, tanto quelli dei paìsi quanto quelli delle granni cità, davano i nomi alle strate. Le strate cchiù centrali vinivano immancabilmente intitolate a cose astratte come libertà, repubblica, indipendenza; quelle tanticchia meno centrali, a òmini politici del passato, Cavour, Zanardelli, Crispi; quelle immediatamente appresso ad altri politici ma cchiù recenti, De Gasperi, Einaudi, Togliatti. E via via, sempri cchiù distanti dal centro, vinivano gli eroi, i militari, i matematici, gli scienziati, gli industriali, fino ad arrivari a qualichi dentista. Ultimi, nelle strate d’estrema periferia, quelle cchiù miserabili, quelle che confinavano con l’aperta campagna, i nomi degli artisti, scrittori, scultori, poeti, pittori, musicisti. E infatti via Vitaliano Brancati consistiva in quattro casuzze indove le gaddrine giravano in libertà» (p. 43).
La riflessione del commissario, anzi del suo autore, non è priva di una sua logica e di una certa validità (anche se qualche “cizzione” in realtà non manca).
Io, ad esempio, mi sono sempre chiesto perché a Bagheria la strada dedicata al suo più insigne visitatore, Goethe, sia una stradina interna che scende dal corso Umberto I (lo “stratuneddu”) alla via Quattrociocchi; se si aggiunge che, per gli abitanti locali, la strada in dialetto diventava “’a via Quieta” (forse perché un tempo poco trafficata) o la “via Gòete” (così come era scritta), c’è da ritenere che l’insigne poeta e drammaturgo avrebbe avuto modo di recriminare.
Vero è poi che la toponomastica “baariota” era una volta competenza di Castrenze Civello, dipendente comunale più acculturato di altri e quindi molto estroso (a volte fin troppo) nella scelta dei nomi delle strade. Grazie a lui esistono a Bagheria vie intitolate al poeta latino Tibullo, al suo languido collega veronese Aleardo Aleardi, all’ardito navigatore Amerigo Vespucci, al geniale artista fiorentino Benvenuto Cellini, allo sfortunato presidente Kennedy, ad Antonio Gramsci (una piccola stradina), a musicisti come Ponchielli, Scarlatti e Paisiello, a molte città e paesi della Sicilia e del resto d’Italia, ecc.
Altre volte, i nomi venivano assegnati alle vie dalla fantasia di qualche intraprendente cittadino: ad esempio la nuova “circonvallazione” di Bagheria nel 1966 fu chiamata poi “via Papa Giovanni XXIII” perché mio cugino Pietro Maggiore un giorno appese una targa con questo nome (che aveva deciso lui): io ricordo di avere assistito in diretta al “golpe” di Pietro, che fu coronato da successo perché in seguito l’amministrazione comunale sostituì la sua targa scritta col pennarello con una “ufficiale”.
Spesso esistevano vie o vicoli senza nome, soprattutto nelle ampie zone costruite in modo selvaggio e abusivo; queste strade ricevevano il nome da qualcuno che vi abitava e che apponeva con pennello il proprio nome e cognome all’angolo della via; così avvenne, come mi segnala Mimmo Sciortino, per un vicolo Santoro (traversa di via Consolare) o per il vicolo Riccobono ad Aspra.
Insomma, i “fai da te” creativi non mancavano e, nella loro “deregulation” assoluta, finivano per far venire meno il “teorema” di Camilleri precedentemente esposto.
In definitiva, auspichiamo che presto sorgano, non solo nel suo paese natale ma in tutta Italia, tante “vie Camilleri” dedicate al Maestro. Se lo merita davvero.
Mario Pintacuda
 
 

Sellerio Editore, 24.3.2025
La memoria dei ragazzi
Volumi formato 12 x 17 stampati su carta Holmen Book Cream della Cartiera Holmen Paper AB. Copertina a colori in cartoncino con disegni appositamente realizzati per questa collana.

Un editore è un po’ un genitore, ogni libro è un po’ un figlio, ogni pubblicazione una gravidanza. E dopo il parto le preoccupazioni non sono finite, l’editore si impegnerà ad accudire il libro per la sua infanzia e adolescenza.
A differenza del buon genitore consapevole che il bene del figlio passa attraverso percorsi che lui non è in grado di prevedere, e che di certo non potrà controllare, l’editore migliore è quello più ansioso, quello che cerca di preparare tutto al meglio, che si occupa dei dettagli, ma che quando il libro non mantiene le attese, quando il figlio non percorre la strada auspicata, non si rassegna, insiste e ricerca nuove vie, nuove opportunità per consentire a quel libro la più felice e longeva delle vite. E se quindi la trepidazione è lo stato d’animo che caratterizza l’editore al momento dell’uscita di un libro, l’attenzione che accompagna un nuovo progetto, una nuova collana, è doppia e tripla.
È con questo stato d’animo che ci accingiamo a entrare nel mondo della letteratura per ragazzi, un’idea che come un fiume carsico di tanto in tanto è emersa in casa editrice, salvo poi essere sommersa da altre urgenze, altre priorità. Entriamo sì in punta di piedi e con la piena consapevolezza che si tratta di un contesto del tutto autonomo, ma lo facciamo con l’orgoglio di essere accompagnati da una rappresentanza che non potevamo auspicare migliore: Andrea Camilleri, lo straordinario autore di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita e del cui catalogo siamo i felici e fortunati editori, e Antonio Manzini, il nostro scrittore di maggior successo in questi ultimi anni. Di Camilleri pubblicheremo una selezione dei racconti con il commissario Montalbano, che ci sembra particolarmente adatta a un pubblico di 10-13 anni; Antonio Manzini ha invece scritto un romanzo con due nuovi giovani protagonisti, Max e Nigel, che si trovano coinvolti in una serie di indagini e misteri da risolvere.
Iniziamo la pubblicazione di libri per ragazzi con il medesimo spirito con cui nei primi anni Ottanta pubblicavamo i gialli nella stessa collana dei romanzi più letterari, con cui negli anni Novanta abbiamo creduto (tra i primi) che anche nella serialità si potesse trovare la profondità, e che potesse essere un modo per sperimentare nuove strutture narrative e nuove lingue, e che gli scrittori italiani la potessero affrontare altrettanto bene se non meglio dei loro colleghi francesi e spagnoli, e persino di quelli inglesi e americani.
Oggi nessuno considera la letteratura per ragazzi una letteratura subordinata a quella con la L maiuscola, anche questo steccato per fortuna è stato da tempo abbattuto. Ma il nostro desiderio è lo stesso degli inizi, quello di esplorare un campo per noi nuovo, di farlo con la stessa cura e attenzione con cui fino ad ora abbiamo vissuto questo mestiere, con lo stesso rispetto di lettori e librai che ci ha sempre contraddistinto, seguendo alcune delle linee che ci hanno più caratterizzato, il genere e la serialità seria, e poi la continua ricerca di nuove voci.
Dopo questi due libri ne pubblicheremo altri di autori presenti nel nostro catalogo, ma anche di autori che con i ragazzi si sono già confrontati, e ben presto arriveranno gli stranieri e gli esordi. Come i genitori migliori, ci auguriamo di imparare da questi libri, dal loro percorso, qualcosa del mondo librario in cui viviamo e, perché no, del mondo che sta arrivando. E come i genitori più fortunati ci auguriamo che siano gli stessi figli a richiamare in casa i compagni più divertenti e stimolanti.
È con questo stato d’animo che ci avviciniamo ai più attenti tra i librai, ai più esigenti tra i lettori, nella speranza di consolidare il rapporto con i primi e di conoscere e coinvolgere i secondi. Ma questa speranza passa prima di tutto dall’attenzione che i librai ci vorranno dare, senza la quale, ancora una volta, il nostro impegno editoriale sarebbe inutile.

 
 

Corriere della Sera, 24.3.2025
Nuove avventure. Sellerio inaugura con l'inventore di Rocco Schiavone e con Andrea Camilleri una collana dedicata ai più giovani
«I miei piccoli investigatori un po' ammaccati»
Lo scrittore Antonio Manzini debutta nella narrativa per ragazzi: oggi c'è più vita virtuale che reale, la rete è un luogo terrificante

Si chiama «La memoria dei ragazzi», ma Antonio Manzini lo definisce semplicemente «un tuffo nel buio». È l'esordio, il primo aprile, della casa editrice Sellerio nella narrativa per bambini con due punte di diamante del catalogo: il maestro Andrea Camilleri e il suo ex allievo, creatore del commissario [Sic!, NdCFC] Schiavone. Presentazione ufficiale alla Bologna Children's Book Fair.
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L'esordio in questa collana è con Andrea Camilleri, suo maestro all'Accademia nazionale d'Arte drammatica di Roma.
«E lui non lo sa... Mannaggia la miseria, quanto ci saremmo divertiti».
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Cristina Taglietti
 
 

Qualitytravel, 24.3.2025
Ponte sullo Stretto, Salvini: lavori al via in estate. Novità anche sull’aeroporto di Agrigento

Ad Agrigento, nel corso del convegno “Le Infrastrutture della Provincia di Agrigento e il Ponte sullo Stretto di Messina: la Sicilia Porta d’Europa nel Mediterraneo”.
[…]
In chiusura dei lavori, ampio spazio è stato dato alla cultura. La cerimonia di premiazione del bando nazionale “Agrigento 2025 – 2045: Visioni letterarie e infrastrutturali” ha visto la partecipazione degli studenti delle scuole superiori e delle università italiane. Vincitrice, Chiara Peruga, che si è aggiudicata una borsa di studio. Commovente il momento dedicato al centenario dalla nascita di Andrea Camilleri, celebrato con una performance artistica di Barbara Capucci e Alessio Vassallo. Un simbolico ponte tra visione culturale e progettualità infrastrutturale.
[…]
 
 

AgrigentoNotizie, 25.3.2025
Palacongressi, in scena "Il birraio di Preston" dall'omonimo romanzo di Andrea Camilleri

Il 29 marzo alle 20,30, al Palacongressi, nuovo appuntamento con la rassegna "Riflessi d'autore" che si avvale della direzione artistica di Gaetano Aronica. In scena "Il birraio di Preston", tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, con la regia di Giuseppe Dipasquale. Sul palco Edoardo Siravo, Federica De Benedittis e Mimmo Mignemi per una produzione del Teatro Al Massimo di Palermo.
“Il Birraio di Preston” è ambientato nella Sicilia dell’Ottocento a Vigàta, il paese immaginario creato da Camilleri. La storia prende spunto dal conflitto nato attorno all’inaugurazione del teatro Civico Re d’Italia. Bortuzzi, il prefetto del vicino paese di Montelusa, decide di aprire la stagione lirica con un’opera di Ricci provocando la ribellione dei vigatesi che la giudicano scadente ed un affronto alla loro identità. Spinti da un’innata insofferenza verso tutto ciò che sa di “forestiero”, boicottano l’iniziativa. Bortuzzi considera l’opera un mezzo per educare i vigatesi al gusto sublime dell’arte e, per imporre la sua decisione, costringe due consigli di amministrazione del teatro a dimettersi. A complicare le cose intervengono Don Memè Ferraguto, uomo d’onore locale che si allea con il prefetto per tornaconto personale, ed alcuni dinamitardi che pianificano un attentato politico durante l’evento.
I biglietti costano 18 o 25 euro in base al posto prescelto. Prevendita su www.agrigentoticket.it. Ulteriori informazioni allo 0922 25019.
Andrea Cassaro
 
 

Actualitté, 25.3.2025
Riccardino : quand le héros d'un polar échappe à son auteur
BONNES FEUILLES — Il y a bien eu un crime, et Montalbano l’a résolu. Du moins… en apparence. (Traduit par Serge Quadruppani)

Dans cette dernière enquête du commissaire, infatigable même si la fatigue le gagne, les certitudes vacillent. Quatre amis liés par une fraternité indéfectible se retrouvent au cœur du drame, après la mort – justement – de l’un d’entre eux.
Mais lorsque l’on découvre que ce Riccardino partageait avec ses compagnons bien plus que ce que l’on partage habituellement, les conclusions semblent s’imposer d’elles-mêmes. C’est du moins ce que souhaiterait l’Auteur, qui s’invite dans l’intrigue à la manière d’un personnage pirandellien, au grand désarroi de son héros. Mais Montalbano ne se laisse dicter ni la marche de son enquête ni celle de son destin – pas même par son créateur. Alors, à Montalbano de jouer.
Les éditions Fleuve nous en partage les premières pages en avant-première.
Né en 1925, d’origine sicilienne, Andrea Camilleri a d’abord mené une brillante carrière de metteur en scène, œuvrant pour le théâtre, la radio et la télévision. Il s’est ensuite tourné vers l’écriture, publiant d’abord poèmes et nouvelles, avant d’adopter tardivement la langue de sa Sicile natale pour se consacrer pleinement à la littérature. Le succès est venu avec la série des enquêtes du commissaire Montalbano, qui l’a imposé comme l’une des grandes voix du polar méditerranéen.
Ugo Loumé
 
 

Strada degli Scrittori, 26.3.2025
Caltanissetta e l’omaggio a Camilleri
Il 2 aprile l’omaggio della città al papà del commissario Montalbano

Tra le tante iniziative dedicate al centenario della nascita di Andrea Camilleri, il 2 aprile a Caltanissetta si terrà l’incontro dal titolo “Il birraio di Preston e la Sicilia di Andrea Camilleri”.
Lo studioso Angelo Campanella dialogherà con gli studenti del liceo “Ruggero Settimo” della città.
Nel corso della manifestazione, che avrà inizio alle ore 9:30 presso lo storico teatro “Regina Margherita” (il luogo dove è ambientato il racconto Il birraio di Preston) interverrà Felice Cavallaro, direttore della Strada degli Scrittori, che parlerà agli studenti dello scrittore empedoclino e del rapporto con la “Strada degli Scrittori” attraverso video e testimonianze.
 
 

The Milk Bar, 26.3.2025
Consigli utili
L’accento e le inflessioni dialettali nella recitazione: il caso di Montalbano e la sfida di Luca Zingaretti

Nella recitazione, oltre alla capacità interpretativa dell’attore, contano molto la sua dizione e il suo modo di esprimersi vocalmente. Sebbene un attore debba imparare la dizione per liberarsi dalla sua inflessione dialettale e poter essere così in grado di interpretare in modo credibile qualsiasi personaggio, ci sono casi in cui egli deve procedere al contrario, imparando un’inflessione dialettale per rendere più credibile un personaggio.
Nella recitazione, l’uso dell’accento e delle inflessioni regionali può trasformare completamente un personaggio, rendendolo autentico e credibile agli occhi del pubblico. Questo è particolarmente vero nel caso di interpretazioni in cui il dialetto e le sfumature linguistiche giocano un ruolo centrale nella caratterizzazione. Uno degli esempi più emblematici nella televisione italiana è quello di Luca Zingaretti, l’attore che ha dato volto e voce al celebre Commissario Montalbano, protagonista dei romanzi di Andrea Camilleri.
La sfida più grande per Zingaretti? Imparare l’accento siciliano, padroneggiare le inflessioni della parlata regionale e, non ultimo, entrare in sintonia con la lingua “camilleriana”, un mix di italiano e siciliano che ha reso unici i dialoghi della serie.  Scopriamo il modo in cui lavorare per acquisire la giusta inflessione dialettale proprio sul modello Zingaretti-Montalbano.
Luca Zingaretti e la trasformazione in Montalbano
Quando Luca Zingaretti è stato scelto per interpretare il Commissario Montalbano, non aveva alcuna familiarità con il dialetto siciliano. Nato a Roma, si è trovato di fronte a una sfida impegnativa: non solo imparare l’accento siciliano, ma anche riuscire a recitare in un italiano fortemente influenzato dalla lingua dell’isola, senza che il risultato apparisse artificioso o caricaturale. A differenza di altri attori che interpretano ruoli direttamente in dialetto, la sua difficoltà principale è stata quella di adattarsi a un linguaggio ibrido, un italiano che riecheggia la musicalità e le strutture del siciliano senza mai abbandonare completamente la lingua standard.
Per riuscire in questa impresa, ha seguito un percorso di immersione linguistica che gli ha permesso di affinare la pronuncia e il ritmo della parlata. Ha studiato a fondo la fonetica siciliana, avvalendosi dell’aiuto di esperti del settore per comprendere le particolarità sonore di questa lingua. Si è esercitato intensamente sulla dizione, lavorando per acquisire la giusta musicalità e intonazione, affinché il suo parlato risultasse naturale e credibile. Per avvicinarsi ancora di più alla cadenza autentica, ha trascorso del tempo ad ascoltare parlanti madrelingua siciliani, cogliendo le sfumature e le espressioni più caratteristiche. Infine, ha letto attentamente i romanzi di Andrea Camilleri, immergendosi nel linguaggio unico creato dallo scrittore, per poterlo riprodurre con fedeltà e senza sbavature nella sua interpretazione televisiva.
Il “linguaggio camilleriano”: un mix unico di italiano e siciliano
Una delle peculiarità della serie di Montalbano è l’uso di una lingua particolare, frutto della creatività di Andrea Camilleri. Lo scrittore siciliano non utilizzava un dialetto puro, ma un italiano arricchito da termini, espressioni e costruzioni tipiche del siciliano, dando vita a un linguaggio che evocava la parlata dell’isola senza però renderla incomprensibile al pubblico nazionale. In questo modo chiunque nel pubblico della serie si ritrova nella condizione di comprendere pienamente i dialoghi e il corso delle vicende pur non avendo familiarità con il siciliano.
Zingaretti ha dovuto imparare a usare i termini di questa lingua con naturalezza, trovando il giusto equilibrio tra italiano e siciliano. Un errore di accento o di intonazione avrebbe potuto rompere la magia del personaggio e rendere meno credibile la sua interpretazione.
La recitazione e l’importanza delle inflessioni dialettali
Il caso di Luca Zingaretti e della sua interpretazione di Montalbano dimostra chiaramente come la recitazione non si limiti alla semplice memorizzazione delle battute, ma richieda un lavoro approfondito sulla voce e sulla lingua. Per un attore, la capacità di padroneggiare un accento o un’inflessione regionale è un elemento fondamentale che può fare la differenza nella costruzione di un personaggio. Un accento convincente contribuisce infatti a rendere il ruolo più autentico e coinvolgente, permettendo al pubblico di percepirlo come realistico e credibile. Inoltre, la coerenza linguistica è essenziale quando un personaggio appartiene a una determinata area geografica, poiché il modo in cui parla aiuta a costruire il contesto e a rafforzare la sua identità.
Oltre all’aspetto della fedeltà alla realtà, l’uso delle inflessioni dialettali arricchisce anche l’espressività dell’attore, donando maggiore intensità ai dialoghi e permettendo di trasmettere sfumature emotive più profonde. Infine, la capacità di modulare la propria voce e di adattarsi a diversi accenti rappresenta un vantaggio competitivo per un attore che aspira a lavorare in produzioni internazionali. Un professionista in grado di controllare la propria pronuncia e di acquisire differenti registri linguistici ha molte più possibilità di essere scelto per ruoli in contesti cinematografici e teatrali che vanno oltre i confini nazionali.
Il dialetto come strumento per la recitazione
L’interpretazione di Luca Zingaretti nel ruolo del Commissario Montalbano dimostra come l’apprendimento di un accento e di un’inflessione regionale possa essere una sfida, ma anche un’opportunità di crescita per un attore. La sua capacità di padroneggiare il linguaggio di Camilleri ha contribuito al successo della serie e alla credibilità del personaggio, rendendolo un’icona della televisione italiana.
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la Lettura - Corriere della Sera, 27.3.2025
Il tema del giorno
Guardie e ladri
Il racconto di Andrea Camilleri che proponiamo qui sotto fa parte del volume «Guardie e ladri. Dieci avventure del commissario Montalbano» (euro 15, pagine 296), a cura di Giordano Meacci e Marta Vesco, illustrazioni di Luigi Ricca. Sarà in libreria dal 8 aprile nella nuova collana di Sellerio «La memoria dei ragazzi» (per lettori dai 9 anni).

Ma cosa c’è di più bello, per un bambino, che giocare a «guardie e ladri» con un adulto che fa veramente il poliziotto? Il commissario Montalbano Qui, seguendo il suo destino, si trova a giocare anche quando fa il suo dovere. E viceversa.

Taninè, la mogliere del giornalista televisivo Nicolò Zito, uno dei pochi amici del commissario Montalbano, era una fìmmina che cucinava a vento, vale a dire che i piatti che approntava davanti ai fornelli non obbedivano a precise regole di cucina, ma erano il risultato più improvvisato del suo mutevole carattere.
«Oggi t’avrei volentieri invitato a casa a mangiare da noi» aveva qualche volta detto Nicolò a Montalbano «ma purtroppo mi pare che non è cosa». Stava a significare che un filo di paglia era andato di traverso a Taninè, per cui pasta scotta (o cruda), carne dissapita (o salata sino all’amaro), sugo al quale erano preferibili tre anni di cui uno in isolamento. Ma invece quando le spirciàva, quando tutto era andato per il suo verso, che lume di paradiso!
Era una bella fìmmina trentina, di carni sode e piene che ispiravano agli òmini pensieri volgarmente terrestri: ebbene, un giorno che Taninè l’aveva invitato a tenerle compagnia in cucina, dove mai ammetteva strànei, Montalbano aveva visto, strammato, la donna che preparava il condimento per la pasta ’ncasciata perdere peso, cangiarsi in una specie di ballerina che assorta si librava con gesti aerei da un fornello all’altro. Per la prima e ultima volta, taliàndola, aveva pinsato agli angeli. «Speriamo che Taninè non mi guasti questa giornata» si augurò il commissario mentre guidava verso Cannatello. Perché in quanto a salti d’umore manco lui scherzava. La prima cosa che la matina faceva, appena susùto, era di andare alla finestra a taliàre il cielo e il mare che aveva a due passi da casa: se i colori erano vividi e chiari, tale e quale il suo comportamento di quel giorno; in caso contrario le cose si sarebbero messe male per lui e per tutti quelli che gli fossero venuti a tiro.
Ogni seconda domenica d’aprile Nicolò, Taninè e il loro figlio màscolo Francesco, che aveva sette anni, raprivano ufficialmente la casa di campagna a Cannatello ereditata dal patre di Nicolò. Ed era diventata tradizione che il primo ospite fosse Salvo Montalbano.
Per andarci, il commissario affrontava trazzere, mulattiere, polverosi viottoli che gli imbiancavano la macchina invece di pigliare la comoda scorrimento veloce che l’avrebbe lasciato a due chilometri da Cannatello. Approfittava dell’occasione per ricrearsi una Sicilia sparita, dura e aspra, una riarsa distesa giallo paglia interrotta di tanto in tanto dai dadi bianchi delle casuzze dei contadini. Cannatello era terra mallìtta, qualsiasi cosa le si seminasse o le si piantasse non attecchiva, davano breve respiro di verde solo macchie di saggina, di cocomerelli servatici e di capperi. Era terreno di caccia, questo sì, e ogni tanto da darrè un cespuglio di saggina schizzava velocissima qualche lepre. Arrivò che era quasi l’ora di mangiare, il profumo dei dodici cannoli giganti che aveva accattato inondava l’abitacolo e gli faceva smorcare l’appetito.
Ad aspettarlo sulla porta erano al completo: Nicolò sorridente, Francesco impaziente e Taninè con gli occhi sparluccicanti di contentezza. Montalbano si rasserenò, forse la giornata sarebbe stata cosa degna d’essere vissuta, così come era principiata. Francesco manco gli diede tempo di scendere dalla macchina, gli si mise a saltellare torno torno: «Giochiamo a guardie e ladri?».
Suo patre lo rimproverò. «Non l’assillare! Giocherai doppo mangiato!». Quel giorno Taninè aveva deciso d’esibirsi in un piatto strepitoso che, chissà perché, si chiamava «malalìa d’amuri». Chissà perché: infatti non c’era possibilità che quella zuppa di maiale (polmone, fegato, milza e carne magra), da mangiarsi con fette di pan tostato, avesse attinenza col mal d’amore, semmai col mal di panza.

Se la scialarono in assoluto silenzio; persino Francesco, ch’era tanticchia squieto di natura, questa volta non si cataminò, perso nel paradiso dei sapori che sua matre aveva strumentiato.
«Giochiamo a guardie e ladri?». La domanda arrivò, inevitabile e pressante, appena che i tre grandi ebbero terminato di bere il caffè.
Montalbano taliò l’amico Nicolò e con gli occhi gli spiò soccorso, ora come ora non ce l’avrebbe fatta a mettersi a correre appresso al picciliddro.
«Zio Salvo va a farsi una dormitina. Doppo giocate».
«Guarda» fece Montalbano vedendo che il piccolo si era ammussato «facciamo così: tra un’ora precisa mi vieni a svegliare tu stesso e ci resta tutto il tempo per giocare».

Nicolò Zito ricevette una telefonata che lo costringeva a ritornare a Montelusa per un servizio televisivo urgente, Montalbano, prima di ritirarsi nella càmmara degli ospiti, assicurò all’amico che avrebbe riportato lui in paese Taninè e il figlio.
Fece appena in tempo a spogliarsi, gli occhi a pampineddra, e a distendersi che crollò in un sonno piombigno.
Gli parse che aveva allùra allùra chiuso gli occhi quando venne arrisbigliàto da Francesco che gli scuoteva un braccio dicendogli:
«Zio Salvo, un’ora precisa passò. Il cafè ti portai».
Nicolò era partito, Taninè aveva rimesso la casa in ordine e ora stava a leggere una rivista assittata su una seggia a dondolo. Francesco era sparito, corso già a nascondersi campagna campagna.

Montalbano raprì la macchina, pigliò un vecchio impermeabile che teneva per ogni evenienza nel vano posteriore, l’indossò, strinse la cintura, alzò il bavero nel tentativo d’assomigliare a un investigatore dei film americani, e si avviò alla ricerca del picciliddro. Francesco, abilissimo nel nascondersi, se la godeva a fingere d’essere un ladro ricercato da un «vero» commissario.
La casa di Nicolò sorgeva in mezzo a due ettari di terreno incolto che a Montalbano faceva malinconia anche perché, al limite della proprietà, c’era una casuzza sdirrupata, con mezzo tetto sfondato, che sottolineava lo stato d’abbandono della terra. Si vede che le lontane origini contadine del commissario si ribellavano a quella trascuratezza.
Montalbano cercò Francesco per mezz’ora, poi cominciò a sentirsi stanco, la zuppa di maiale e due cannoli giganti lasciavano ancora il segno, era sicuro che il piccolo stava disteso a pancia in giù darrè una troffa di saggina e lo spiava, emozionato e attento. La diabolica capacità di nascondersi del ragazzino gli avrebbe fatto fare notte.
Decise di dichiararsi vinto, gridandolo a voce alta. Francesco sarebbe sbucato da qualche parte e avrebbe preteso l’immediato pagamento del pegno, consistente nel racconto, debitamente infiocchettato, di una delle sue indagini. Il commissario aveva notato che quelle che s’inventava di sana pianta con morti,feriti e sparatorie erano quelle che più piacevano al picciliddro.
Mentre stava per dichiararsi sconfitto, gli venne un pinsèro improvviso: vuoi vedere che il piccolo era andato ad ammucciarsi dentro la casuzza sdirrupata malgrado i severissimi ordini che aveva avuto da Taninè e da Nicolò di non entrarci mai da solo?
Si mise a correre, arrivò col fiatone davanti alla casuzza, la porticina sgangherata era solo accostata. Il commissario la spalancò con un calcio, fece un balzo indietro e, infilata la mano destra in tasca con l’indice minacciosamente puntato, disse con voce bassa e rauca, terribilmente minacciosa (quella voce faceva nitrire di gioia Francesco):
«Il commissario Montalbano sono. Conto sino a tre. Se non vieni fuori, sparo. Uno...».
Un’ombra si mosse all’interno della casuzza e, sotto gli occhi sbarracati del commissario, spuntò un omo, le mani in alto.
«Non sparare, sbirro».
«Sei armato?» spiò Montalbano dominando la sorpresa.
«Sì» rispose l’omo e fece per abbassare una mano per pigliare l’arma che teneva nella sacchetta destra della giacca. Il commissario s’addunò ch’era pericolosamente sformata.
«Non ti muovere o ti brucio» intimò Montalbano tendendo minacciosamente l’indice.
L’omo rialzò il braccio.

Aveva occhi di cane arraggiato, un’ariata di disperazione pronta a tutto, la barba lunga, il vestito stazzonato e lordo. Un omo pericoloso, certo, ma chi cavolo era?
«Vai avanti, verso quella casa».
L’omo si mosse con Montalbano darrè. Arrivato allo spiazzo dove c’era posteggiata la sua macchina,il commissario vide sbucare da dietro l’auto Francesco che taliò la scena eccitatissimo.
«Mamà! Mamà!» si mise a chiamare.
Taninè, affacciatasi alla porta spaventata dalla voce stracangiata del figlio, con una sola taliàta s’intese col commissario. Rientrò e subito riapparve puntando un fucile da caccia sullo sconosciuto. Era una doppietta appartenuta al patre di Nicolò che il giornalista teneva appesa, scarica, vicino all’ingresso; mai Nicolò aveva coscientemente ammazzato un essere vivente, la mogliere diceva che non si curava l’influenza per non uccidere i bacilli.
Tutto sudato, il commissario raprì l’auto e dal cruscotto tirò fora pistola e manette. Respirò profondamente e taliò la scena. L’omo stava immobile sotto la ferma punterìa di Taninè che, bruna, bella, capelli al vento, pareva precisa precisa un’eroina da film western.
Andrea Camilleri
 
 

Quaderni camilleriani, 28.3.2025
Comunicato

La collana Quaderni camilleriani (fondata nel 2016, reperibile all’indirizzo https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/) ha pubblicato il suo ventiquattresimo volume, curato da Veronka Szőke: è intitolato Filosofia, Ermeneutica, Filologia camilleriana (https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/quaderni-camilleriani-24/) e propone i contributi di Vinicio Busacchi, Luca Danti, Giuseppe Marci, Veronka Szőke e Silvano Tagliagambe.
Il 2025 è l’anno in cui si compie il centenario della nascita di Andrea Camilleri (1925-2025) e i Quaderni camilleriani hanno inteso celebrare l’evento con una programmazione che si occuperà di aspetti dell’opera ancora poco studiati, quale è quello filosofico, o meritevoli di ulteriori approfondimenti, come è il caso della lingua vigatese, la cui latitudine è ampia e meritevole di ulteriori approfondimenti.
Il volume Filosofia, Ermeneutica, Filologia camilleriana chiede allo sguardo filosofico di aiutarci a comprendere come Camilleri, attento alle antiche tradizioni culturali e letterarie, giunga con la sua opera alla conoscenza e alla messa in scena di moderne concezioni. Forse proprio lì sta il segreto che gli consente di giungere a proporre visioni riguardanti il mondo che verrà partendo dal racconto di vicende riguardanti personaggi di alta, bassa o umilissima condizione sociale.
 
 

Rai Premium, 28.3.2025
21:20
La stagione della caccia - C'era una volta Vigata

Poco tempo dopo il ritorno in paese di Fofò La Matina, farmacista e geloso custode dei segreti di piante miracolose che da sempre curano la famiglia del marchese Peluso, una serie di morti che sembrano dovute a cause naturali o a disgrazie accidentali cominciano a falciare la famiglia. Cosa ci sarà dietro?
 
 

Malgrado tutto, 28.3.2025
“Il birraio di Preston”
Agrigento, per la Rassegna Riflessi Culturali in scena al Palacongressi lo spettacolo tratto dal romanzo di Andrea Camilleri

Per la rassegna “Riflessi Culturali” il 29 marzo al Palacongressi di Agrigento va in scena  “Il birraio di Preston”.
L’adattamento teatrale, tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri è di Giuseppe Dipasquale, che cura anche la regia. In scena, tra gli altri, Edoardo Siravo, Federica De Benedittis e Mimmo Mignemi.
Come in altri libri a contenuto storico, Camilleri prende ispirazione anche in questo romanzo da un avvenimento reale descritto nella Inchiesta sulle condizioni della Sicilia (1875-1876), pubblicata nel 1969 dall’editore Cappelli di Bologna.
“Invitiamo tutti a venire a godere di questo spettacolo che è ancora capace di raccontare i mali della sicilianità e che sa divertire e far pensare allo stesso tempo – commenta il direttore artistico della rassegna, Gaetano Aronica – Nell’anno del centenario dalla nascita del maestro Andrea Camilleri aver inserito quest’opera nella nostra rassegna è un modo per rendere omaggio ad una delle penne più straordinarie della nostra terra”.
 
 

Il nuovo baracchino, 28.3.2025
Al Palacongressi “Il birraio di Preston'” di Andrea Camilleri

Agrigento si prepara ad ospitare un evento teatrale di grande rilievo: “Il birraio di Preston”, una delle opere più significative di Andrea Camilleri, andrà in scena al Palacongressi della città sabato 29 marzo.
Protagonista dello spettacolo sarà l’attore Edoardo Siravo, noto per le sue interpretazioni di grande intensità e versatilità, che darà vita a uno dei personaggi più iconici creati dallo scrittore siciliano.
La trama dell’opera
“Il birraio di Preston” è una commedia teatrale che racconta la storia di un piccolo paesino della Sicilia, dove l’arrivo di un birraio proveniente dal Nord Italia scatena una serie di eventi che mettono in luce le contraddizioni sociali e politiche della regione. Il birraio, personaggio di forte carisma e determinazione, non è solo un imprenditore ma un simbolo di cambiamento, che entra in conflitto con una comunità legata a tradizioni radicate e ormai in declino.
La trama esplora temi di integrazione, cambiamento, e la lotta tra il progresso e la conservazione delle tradizioni. Camilleri, con il suo stile unico e il linguaggio ricco di sfumature, riesce a mescolare la comicità con il dramma, offrendo uno spunto di riflessione sulle dinamiche sociali e culturali della Sicilia, ma anche sull’universale conflitto tra vecchio e nuovo.
L’interpretazione di Edoardo Siravo
Nel ruolo del protagonista, Edoardo Siravo, attore di grande esperienza e fama, darà voce a un personaggio che è al contempo protagonista e catalizzatore dei cambiamenti che scuotono la piccola comunità siciliana. Siravo, che ha lavorato con numerosi registi e in diversi contesti teatrali, è noto per la sua capacità di rendere ogni ruolo profondo e significativo, riuscendo a trasmettere sia la complessità interiore dei personaggi che le loro lotte esterne.
L’interpretazione di Siravo promette di essere una delle più apprezzate della stagione teatrale, regalando al pubblico una performance coinvolgente che si spinge oltre la semplice narrazione. La sua presenza sul palco, unita alla forza della scrittura di Camilleri, farà sì che Il birraio di Preston sia un evento da non perdere.
Il contesto dell’evento al Palacongressi di Agrigento
Il Palacongressi di Agrigento, una delle principali sedi culturali della città, si prepara ad ospitare questa importante produzione teatrale, confermando il suo ruolo come punto di riferimento per la cultura e l’arte in Sicilia. La scelta di questo luogo per una rappresentazione del genere è simbolica: Agrigento, con la sua storia ricca e la sua tradizione culturale, è il palcoscenico ideale per una riflessione sulle dinamiche siciliane, raccontate in modo tanto autentico e provocatorio da Camilleri.
L’opera sarà un’occasione unica per il pubblico di Agrigento di immergersi nell’universo teatrale di uno degli autori più amati in Italia e nel mondo, nonché di assistere ad una performance che saprà coniugare la tradizione con l’innovazione.
Un invito alla riflessione e alla partecipazione
L’appuntamento con “Il birraio di Preston” è un’occasione imperdibile per gli amanti del teatro e per chi vuole scoprire la grandezza di Andrea Camilleri anche sul palcoscenico. La rappresentazione non solo offrirà una performance di alta qualità, ma inviterà il pubblico a riflettere su temi universali che toccano la vita quotidiana e le dinamiche sociali.
Con l’incredibile talento di Edoardo Siravo e la magia del teatro, il Palacongressi di Agrigento diventerà il centro di un’esperienza unica, dove il passato e il presente della Sicilia si incontrano in un intreccio di emozioni e riflessioni. Una straordinaria occasione di vivere l’opera di Camilleri in un formato completamente nuovo.
Dettagli dell’evento:
Titolo: Il birraio di Preston
Autore: Andrea Camilleri
Interprete principale: Edoardo Siravo
Data: sabato 29 marzo 2025 ore 20:30
Luogo: Palacongressi di Agrigento
Un’occasione per celebrare il teatro, la cultura siciliana, e l’eredità di uno dei più grandi autori contemporanei italiani.
Denise Inguanta
 
 

La Nazione (ed. di Pontedera), 28.3.2025
Il Dramma: "annunciato" da Fazio

La lunga corsa verso la Festa del Teatro è iniziata. Luca Zingaretti, ospite a Che Tempo Che Fa, ha annunciato la sua partecipazione a San Miniato, dove interpreterà Autodifesa di Caino, un testo inedito di Andrea Camilleri. Lo spettacolo rientra tra le iniziative per il centenario dalla nascita del grande maestro siciliano. "Spero di esserne all’altezza, ho questo privilegio", ha detto intervistato da Fabio Fazio, parlando del prossimo luglio in piazza Duomo. L’opera – che andrà in scena in prima assoluta per il Dramma Popolare – è un testo potente, profondo e risponde alle incessanti domande sul bene e il male. Un lavoro presentato dalla Fondazione Istituto Dramma Popolare San Miniato, prodotto da Zocotoco srl in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana. Il 15 luglio 2019, alle Terme di Caracalla, Andrea Camilleri avrebbe dovuto interpretare il suo monologo "Autodifesa di Caino". Un ritorno sul palcoscenico, atteso dal pubblico e fortemente voluto dallo scrittore. Camilleri si spense il 17 luglio, ma ci ha lasciato il suo scritto su Caino che aveva completato e per il quale aveva immaginato tutto: la scena e gli intermezzi musicali, i filmati da proiettare sullo schermo, i testi da interpretare di persona e quelli da far recitare.
Tutto questo diventerà Dramma interpretato da uno degli attori che Camilleri ha amato di più. Lo spettacolo andrà in scena 24, 25 e 26 luglio. La Festa del Teatro inizierà il 26 e 27 giugno con il primo di una serie di spettacoli nel giardino della Cisterna della Misericordia, La Festa del Teatro di San Miniato - in piedi dal 1947 - è sostenuta in modo determinante dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e Crédit Agricole Italia.
Carlo Baroni
 
 

Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, 29.3.2025
Spettacolo “Il birraio di Preston” di Andrea Camilleri con Edoardo Siravo (inizio ore 20:30)
A cura del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi

info: www.parcovalledeitempli.it
Palacongressi, Agrigento
 
 

AgrigentoNotizie, 30.3.2025
L’inconfondibile voce di Andrea Camilleri incanta il Palacongressi: applausi a scena aperta per “Il birraio di Preston”
Soddisfatti della stagione teatrale che volge al termine si sono detti i responsabili del Parco che ad AgrigentoNotizie hanno anticipato quali saranno i futuri passi da compiere nella struttura del Villaggio Mosè

Dopo Luigi Pirandello anche Andrea Camilleri è andato in scena al Palacongressi del Villaggio Mosè di Agrigento con la commedia “Il birraio di Preston”, tratta dall’omonimo romanzo, diretta da Giuseppe Dipasquale e interpretata da Edoardo Siravo, Federica De Benedittis e Mimmo Mignemi, in cui il compianto scrittore empedoclino è anche voce fuori campo dello spettacolo. Una trama divertente e marcatamente siciliana che ha entusiasmato il numeroso pubblico presente. Così come per “Il commissario Montalbano” anche “Il birraio di Preston” è ambientato a Vigàta ovvero la Porto Empedocle letteraria. Nella città immaginata da Camilleri, nella seconda metà dell’Ottocento, ci sarebbe da inaugurare un nuovo teatro che però non avrà vita facile anche a causa dei dissidi tra il prefetto di Montelusa e gli stessi vigatesi che non vedono di buon occhio i forestieri. Una dinamica contorta quasi come lo sono i vicoli arabi di Vigàta e che culmina con l’incendio del teatro.
[…]
Giuseppe Caruana
 
 

Suddovest, 31.3.2025
Andrea Camilleri avra' un parco letterario nella vera Vigàta

La nascita di un parco letterario dedicato ad Andrea Camilleri nel paese natale, Porto Empedocle, è un progetto che sembra scaturire dalle sue stesse storie, immerse in tratti di mare, strade e trattorie che a quel posto appartengono, come la cultura e il parlato che le animano.
Il parco letterario - la cui istituzione è annunciata da una delibera comunale di qualche giorno fa - proprio questo compito si prefigge: ritrovare, nelle pagine dello scrittore, il paesaggio che delle storie non è soltanto lo sfondo, ma il sale.
Il sale di Porto Empedocle non sono soltanto i cumuli di salgemma che, ai lati della ferrovia, separavano il paese dal porto e dai suoi clamori di navi e banchina, frontiera notturna invalicabile da moralisti e bambini, ma anche i sentieri di campagna che portavano alla casa avita di Camilleri; i tuffi e le passeggiate sulla larga spiaggia fino alla Scala dei Turchi; i Templi che, da secoli, ci osservano dall’alto (anche questa differenza tra Porto Empedocle e Agrigento credo ispiri qualche riflessione).
Poi, le storie: quella, soprattutto, di una comunità prima ubriacata e poi tradita da una travolgente avventura industriale. 
Di tutto, sembra di sentire ancora suoni ed esalazioni che il parco letterario evocherà per chiunque voglia accompagnare - sulla traccia delle pagine di Camilleri - il credito di identità di chi ha vissuto e vive in questo luogo.
Lo scrittore e il poeta hanno le parole giuste per aiutarci a percepire un paesaggio (culturale, naturale, sociale) e la loro forza descrittiva vale a conservarlo, a volte a trasformarlo, se non addirittura a costruirlo come quello dell’uomo di Borges che “si propone il compito di trasformare il mondo” e, dopo aver disegnato pesci, dimore e persone, osserva il disegno finale, riconoscendovi il proprio volto.
Il volto di Andrea Camilleri - poi arricchito da tante e straordinarie esperienze teatrali, televisive, radiofoniche, editoriali - è Porto Empedocle, ed era tempo che il proprio paese glielo restituisse, con un parco letterario a lui dedicato, nel centenario della nascita.

Vittorio Alessandro
 
 

Comune di Chiavari, 31.3.2025
Giornate di Chiavari
Un viaggio tra storia, arte, filosofia e spettacolo
Descrizione
L’edizione 2025 raddoppia. Un’anticipazione dal 19 al 21 aprile e la rassegna dal 30 maggio al 2 giugno.

Torna anche quest’anno l’appuntamento con le Giornate di Chiavari, il festival organizzato dall’assessorato al Turismo di Chiavari, ideato e diretto da Massimiliano Finazzer Flory. Un viaggio alla scoperta del territorio, tra esperienze culturali, artistiche e spirituali. Due i momenti principali della rassegna: il primo si terrà dal 19 al 21 aprile, il secondo dal 30 maggio al 2 giugno 2025. Verso è il filo conduttore di questa seconda edizione, un tema che attraversa la poesia, la storia, l’arte, la musica, lo spettacolo.
[…]
DAL 30 MAGGIO AL 2 GIUGNO. DA LEONARDO A CAMILLERI, DAL MARE ALLA LIBERTÀ.
Il secondo capitolo delle Giornate di Chiavari si aprirà venerdì 30 maggio con l’inaugurazione della mostra interattiva “Leonardo da Vinci e l’acqua”, rivolta alle scuole e al grande pubblico, seguita da un incontro con la storica dell’arte Sara Taglialagamba.
In serata l’omaggio ad Andrea Camilleri, a cent’anni dalla nascita, e lo spettacolo comico di Dario Vergassola.
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Tutti gli eventi sono gratuiti, con prenotazione obbligatoria per le attività con posti limitati scrivendo a giornatedichiavari@gmail.com
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PROGRAMMA DAL 30 MAGGIO AL 2 GIUGNO
VENERDÌ 30 MAGGIO
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Ore 19.30
VERSO IL RACCONTO
Auditorium San Francesco
Andrea Camilleri, si racconta
in collaborazione con il Comitato Nazionale, a cent’anni dalla nascita, dialogo con Mauro Novelli dell’Associazione Fondo Andrea Camilleri e letture teatrali a tema

[…]

 
 

Qui Licata, 31.3.2025
“Oltre Vigata” di Porto Empedocle: si è dimesso il presidente Danilo Verruso

Danilo Verruso ha lasciato la presidenza dell’associazione “Oltre Vigata”.
Ecco la sua lettera di dimissioni:
“Quando ho fondato questa associazione ero poco più che trentenne. Carico di aspettative, di energia e voglia di mettermi in gioco. Abbiamo trascorso dei momenti irripetibili e insieme abbiamo fatto, di questa nostra creatura, un fiore all’occhiello della nostra realtà empedoclina. Purtroppo i sogni non sempre si trasformano in realtà e molto spesso capita, per questioni che stanno al di sopra delle proprie volontà, di dover lasciar andare e far si che tutto si compia.
Per quasi 15 anni ho lottato per una idea e per dei valori che mi sono stati insegnati da mio padre e dalla mia famiglia che amo. Ma la realtà sa essere spietata e con il passare del tempo ti presenta il conto. Purtroppo i miei impegni di lavoro non mi consentono di sostenere l’associazione per come vorrei e pertanto mi vedo costretto a dimettermi da presidente dell’associazione culturale Oltre Vigata che lascio in ottima salute e con un curriculum da spavento.
Oggi, con rammarico, Porto Empedocle perde il suo Montalbano ma probabilmente troverà altri narratori più bravi che sapranno raccontare la nostra bellissima città e comunque, resta la gran bella realtà di Maschere di Vigata, composta da persone e attori splendide.
Faccio i miei migliori auguri al nascente Parco Letterario Andrea Camilleri. Porto Empedocle ha bisogno di queste iniziative. La mia associazione nasceva proprio per questo. Il nostro lavoro svolto fin qui, certamente gli darà linfa e mi auguro con convinzione, possa essere l’idea giusta per defibrillare il cuore del nostro paese. Così mi fermo lì dove altri potranno continuare e nel tirarmi indietro non posso che essere grato ai miei compagni di viaggio, tutti, indistintamente. Anche a coloro i quali hanno scelto di lasciare il nostro gruppo. A voi il mio ringraziamento più affettuoso.
Rimarrò eternamente grato al Maestro Andrea Camilleri per l’opportunità che mi ha dato. Quando guardo indietro e penso alle lettere che ci scambiavamo, mi accorgo di aver vissuto un sogno incredibile. Ma al giro di boa dei cinquant’anni è arrivato il momento che mi concentri sul lavoro e mi dedichi a chi è stata al mio fianco, sempre e comunque, alla mia famiglia. Grazie di tutto amici miei e ad majora semper!”.
 
 

 

 

 

 

 


 
Last modified Saturday, May, 24, 2025