VOCE FUORI CAMPO
Dal Teatro Donizetti di Bergamo “PRIMA DELLA PRIMA” presenta oggi “Il fantasma nella cabina” di Andrea Camilleri.
Il collaboratore del Commissario Montalbano, Cecè Collura, reduce da una pallottola nella pancia, va a farsi una bella convalescenza su una nave da crociera come commissario di bordo. Cecè pensa infatti di doversi preoccupare solo di tenere lontane le camurrìe dei passeggeri, ma qui si sbaglia, il Nostro, perché, durante la notte, mentre è intento a sorseggiare un drink con la cantante Giorgia un avvenimento turba la quiete generale: una vecchia donna in vestaglia - la signorina Candida Meneghetti - si precipita fuori dalla sua cabina urlando di aver visto un fantasma. Così comincia una notte di tregenda: mentre Cecé Collura cerca di risolvere il misterioso caso, i passeggeri, presi da panico, vedono fantasmi dappertutto. Il comandante è preoccupato per il buon nome della nave e Stefania Biroli, una giornalista pedante e ficcanaso, profetizza immani sventure.
ROCCO MORTELLITI (Regista)
Da bambino mio padre voleva comprarsi una nave da crociera e andammo a visitare questa nave a Gaeta. Mi ricordo che io la visitai, entrai nelle cabine e aveva un’aria rarefatta, quasi abbandonata… diciamo, in qualche modo si è riacceso questo ricordo.
La musica viene direttamente “dalla” nave. Questo è un tipo di teatro che mi piace, far nascere le situazioni dal teatro stesso.
ANDREA CAMILLERI
Cecè Collura è uno dei due nomi che mi vennero in mente quando dovevo chiamare in qualche modo l’investigatore del primo romanzo giallo che scrissi: La forma dell’acqua. L’altro nome era Salvo Montalbano. All’inizio c’era questa sorta di incertezza ma, una volta che Salvo Montalbano venne definito, diciamo, perfino nei suoi tic, nelle sue manie, è chiaro che Cecè Collura non poteva che essere un’altra cosa. Infatti nella mia finzione Cecè Collura è un amico di Montalbano ma, in un certo senso, è assai più “dritto”, più sbrigativo nelle sue indagini, si perde meno.
Ogni personaggio nasce come una “funzione”. Io preferisco iniziare dal dialogo, cioè lo metto davanti a un personaggio che già c’è e lo faccio parlare. Da come parla, dalle frasi che dice, ne deduco il personaggio, com’è fatto come si muove quanti anni ha: le sue parole me lo formano.
ROCCO MORTELLITI
Mi fa tanto ridere l’acuto che Vincenzo La Scola fa con “camurrìa”. Mi emoziona sentire una canzone in siciliano con questo linguaggio. Il siciliano veramente parlato come oggi si sente parlare per esempio a Palermo, perché lui dà questi colori che solo un Siciliano può dare, aggiunge delle cose, delle sfumature e solo un Siciliano lo può fare.
LUCIANA SERRA (Stefania Biroli, giornalista)
Una giornalista che inventa qualsiasi cosa pur di non stare zitta, infatti arriva in scena con una cinepresa, registratore, telefonino, blocco per scrivere tutto… sono proprio fornita di tutto, anche perché sono stata ingaggiata da questa compagnia di navigazione per fare articoli di costume su questo viaggio che secondo me è un viaggio “immobiliare” e fatto di parassiti… cosa può esserci di diverso su di una nave di crociera? Si viaggia, così, si chiacchiera, ci si diverte e poi ci sono anche i fantasmi, perché no?
KATIA RICCIARELLI (Candida Meneghetti)
Sto bene come Candida Meneghetti, mi piace moltissimo, questo personaggio, per altro è un personaggio che deve avere la mia età. E’ sicuramente perdente, però diciamo che sicuramente c’è un fondo di patetico perché lei rappresenta un po’ tutti quegli attori, insomma, considerati secondari, caratteristi che poi in fondo, spesso e volentieri sono più bravi dei protagonisti.
Per noi cantanti è una cosa un po’ insolita quella di parlare. Qualche volta ci succede in qualche opera di avere dei recitativi parlati ma è rarissimo, invece qui c’è piuttosto… parecchio da fare.
La molla che mi ha fatto accettare è stata prima di tutto il testo di Andrea Camilleri, poi la presenza di Marco Betta come musicista e poi tutto il resto. La Scola, la Serra, una compagnia straordinaria, il teatro che amo moltissimo. Poi, quando ho sentito la musica mi sono detta: be’, tutto sommato avevo ragione, perché non è una musica contemporanea che per ascoltarla ci vuole molta pazienza e per impararla ce ne vuole veramente altrettanta.
ROCCO MORTELLITI
Quando scrivo qualcosa mi faccio accompagnare da un suono che ho in testa e che comunque mi aiuta a trovare anche il ritmo della storia. Quando, appunto, ho scritto questo libretto mi sono fatto la mia colonna sonora del libretto che poi ho comunicato al compositore Marco Betta che lo ha sviluppato, me lo ha rimandato e ho ritrovato un’altra cosa, giustamente. Adesso io, mentre faccio il regista non mi rendo conto che quest’opera è partita da un racconto di Camilleri, poi l’ho trasformata in libretto poi è stata musicata. Mi è tornata una cosa che ha una sua, come dire, una sua fattura e io dirigo questa cosa che forse non conosco… paradossalmente è così, anzi, mi sono distaccato moltissimo dall’autore, adesso sono il regista che mette in piedi un’opera che ha una sua forza, una sua vitalità, la sua musica.
VINCENZO LA SCOLA (Cecè)
Il rapporto che si crea, diciamo, tra la Candida Meneghetti e Cecè Collura è un rapporto sicuramente di sfida, anche se la Candida Meneghetti cerca di creare una situazione facile da risolvere perché pensa che il commissario di bordo sia un personaggio qualunque della nave. In realtà ha la sfortuna di imbattersi in un vero Commissario di Polizia che sin dalle prime battute non le crede assolutamente, se non altro per la panzana così grande del fatto di poter vedere un fantasma, una cosa che realmente nessuno vuole credere.
La cosa più importante è che io personalmente, Vincenzo La Scola, mi sto divertendo da morire, sto facendo una cosa totalmente nuova che è legata alla recitazione, alla gestualità non abituale che si può avere all’interno di un’opera e sto lavorando col regista che mi sta dando dei grandissimi suggerimenti anche per il resto della mia carriera e sto facendo una specie di stacco da quella che è l’opera tradizionale che, per un cantante come me che oramai canta da parecchi anni, può significare anche una ricarica delle batterie.
MARCO BETTA (musicista)
Credo che l’opera che abbiamo scritto sia un ‘opera che in qualche modo ha una malinconia leggera e una leggera ironia e questo secondo me era in qualche modo il clima emozionale che volevo organizzare all’interno di quest’opera. Questo clima poi, in realtà, per una coincidenza straordinaria, come sempre avviene nelle cose dell’arte, è stato un clima che poi alla fine abbiamo scoperto volevamo tutti.
Oggi l’opera, comunque, ha la necessità di avere un ritmo teatrale che in qualche modo corrisponde al ritmo della nostra vita. Io penso che qualsiasi opera d’arte è il risultato anche della sensazione del tipo di vita che un popolo conduce o tutti conduciamo oggi.
ANDREA CAMILLERI
Una pagina scritta è come il bilancino di un farmacista dei vecchi tempi, quando facevano le polverine, quindi è tutto un problema, per me, di lettura e rilettura della pagina scritta alla scoperta dell’equilibrio del personaggio, della sua valenza in funzione di altre valenze. Diciamo che è un fatto musicale, è un fatto di proporzione, di tempi all’interno di altri tempi più generali. Nel ritmo di una pagina c’è un rapporto diretto con la musica, io mi accorgo immediatamente quando sono fuori ritmo. Quando ho bisogno, come un direttore d’orchestra, di dire ai mie personaggi “Fermi, c’è qualche cosa che non funziona… voi state rallentando, voi state andando un po’ troppo avanti.” E’ una cosa di sensibilità molto difficile a spiegarsi a parole.
KATIA RICCIARELLI
Vive con pochi soldi di pensione al mese e quindi ha accettato di fare questa cosa, questa messinscena per prendere dei soldi, per danneggiare la compagnia diciamo armatrice, e la concorrenza ha pagato per danneggiare l’immagine di questa compagnia. Quindi lei ha preso tanti soldi, si è comperata tutto… camicie da notte… io non ne ho mai avuto una così nella mia vita, comunque… Però poi alla fine, insomma, da questo commissario Cecè Collura viene smascherata e allora lì c’è questa specie di morale, di cosa che lei dice, che quando si parla degli attori, subito in generale si pensa a Hollywood alle stars, ma invece poi c’è tutta un’altra faccia della moneta che poi è quella che sappiamo, che non sempre è così…
VINCENZO LA SCOLA
Cecè è tutt’e due. All’inizio è spietato, soprattutto quando si cerca di fregarlo in maniera così stupida e plateale, però subito dopo è molto paterno perché consente alla signora Meneghetti di continuare la crociera, consente anche di mettere a tacere, diciamo, tutto il polverone che si è creato nella compagnia armatrice.
Io dico che con quest’esperienza francamente l’idea di fare l’attore non mi dispiace, o almeno di trovare orizzonti nuovi e in quest’opera dove la recitazione è praticamente privilegiata rispetto al canto stesso ho scoperto una nuova faccia di me stesso grazie all’intervento, ovviamente, di Rocco Mortelliti che è un fantastico regista di cinema e di teatro e… francamente, è un’idea che sto accarezzando.
ROCCO MORTELLITI
Io non conosco i critici, quindi non saprei proprio, deve funzionare un meccanismo, uno spettacolo, una macchina, non una musica singola. Se la musica si sposa bene con l’azione, con quello che si sta raccontando e come si sta raccontando io credo che questa sia la cosa migliore.
ANDREA CAMILLERI
Che cosa spera uno, che cosa pensa quando vede un suo personaggio diventare un’altra cosa? Eh, questo è importante, perché fin quando il personaggio è sulla pagina si affida alla lettura del singolo. Diciamo che io l’ho scritto sul mio computer, la casa editrice l’ha stampato, il libraio ha comprato il libro ma questi mediatori non alterano minimamente il rapporto tra me e il mio lettore. Diverso è il caso nel momento nel quale il mio lavoro viene trasferito in televisione o viene adattato come opera lirica. Io mi trovo in una posizione privilegiata cioè a dire la posizione di chi avendo fatto per lunghi –troppi- anni il regista sa che il “tradimento” dell’opera scritta è indispensabile perché funzioni il trasferimento, tanto in televisione quanto in cd-rom, come ho già visto, quanto in fumetto, perché è già accaduto tutto, mi manca solo che Cecè Collura canti… Va benissimo, lo attendo con una curiosità immensa.
Trascrizione a cura di Paola
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