Vlak na elkaar worden twee moorden gepleegd: een Tunesiër wordt doodgeschoten op een schip en een degelijke, getrouwde man ligt dood in de lift van zijn huis. Als een hoertje verdwijnt en haar kind wordt bedreigd, komt commissaris Montalbano in actie.
Dal nostro inviato in Olanda
Ciao caro Presidente e ciao a tutti i camilleriani telematici,
ieri si č tenuto nella Amstelkerk (chiesa calvinista utilzzata
per lo
piú come centro culturale) un incontro su Camilleri promosso
dalla
Serena Libri, editore delle opere del sommo in questa terra di
cacio e
zoccoli, in occasione dell'uscita della versione olandese de "Il
Ladro
di Merendine".
Il titolo del libro in olandese suona "De gestolen
twaalfuurtjes", che
vuol dire "Le merendine rubate" (letteralmente: "le
rubate", dove č l'astruso modo olandese per
dire
merendina. Bih, e che una parola meglio non la potevano trovare?
Chi
sacciu... Mottijntjes - Mottini - tanto per dirne una, vah!).
All'inizio dell'incontro ci č stato promesso dal relatore (si fa
per
dire), esimio prof. Lo Cascio Vincenzo (su di lui torno dopo)
che le
traduttrici dell'opera, presenti all'incontro, ci avrebbero
svelato il
motivo della scelta stilistica fatta nell'elaborazione del
titolo, vale
a dire il porre come il soggetto del titolo le
merendine e non il ladro.
Ma l'attesa č stata vana, in quanto la rivelazione non ci č
stata fatta.
Io personalmente ci rimasi troppo male, in quanto giá mi aveva
dato sui
nervi che il titolo del libro mettesse in risalto le merendine e
non il
picciliddro attorno a cui si svolge un dramma enorme narrato
da
Camilleri con maestria e delicatezza rarissime. Ma tant'č...
Ma facciamo un passo indietro: il sottoscritto Al Pacchione si
trovava
in sala sfruttando l'invito recapitato alla socia Pilly, la
quale peró,
non masticando molto olandese, lasciavami l'incombenza
(graditissima,
tra l'altro, almeno all'inizio...) di recarmi sul luogo,
seguire,
osservare, adocchiare e macari puru sonnecchiare, onde poi
potere
relazionare (anzi anzi: ragguagliare... minchia, mi sento
Jacomuzzi mi
sento!) i soci del fan club su quanto accaduto.
L'incontro, programmato alle ore 17:45, č iniziato alle ore
17:55, tra
lo sconforto dei molti olandesi presenti in sala, giá alle prese
con
bofonchii vari sull'inguaribile natura laissez-faire degli
italiani...
bih! per dieci minuti! comunque l'ultimo ad arrivare č stato
il
professore belga di cui vi scriveró tra breve, per cui il
biasimo
collettivo si č riversato sul compatriota di Don Peppone.
All'ingresso della chiesa, banchetto spartito a mezzi tra la
Libreria
Bonardi, l'unica (si badi bene, l'unica!) libreria italiana in
Olanda,
che faceva bella mostra di numerosi volumi del sommo (tutti i
Montalbano, inclusi i racconti, qualche copia de "il birraio",
"il gioco
della mosca", "il corso delle cose" e "la mossa del cavallo") e
la
Serena Libri, presente con i 3 Montalbani sinora tradotti ("la
voce del
violino - de stem van de viool", "la forma dell'acqua - de vorm
van
water" e il giá citato ladro di merendine fresco di stampa).
Non ho visto nessuno accattarisi libri, ma sono arrivato pochi
minuti
prima dell'inizio e sono ripartito appena terminata la cosa...
magari
hanno fatto affari d'oro, chissá...
L'incontro č stato ideato per promuovere la conoscenza di
Camilleri
presso il pubblico olandese che ha affinitá culturali con
l'Italia.
Presenti un centinaio di persone, io nun canuscievu a nuddu! Si
vede che
non frequento gli ambienti tipo "Istituto Italiano di Cultura" e
menate
varie. Peccato, non posso ragguagliarvi sulle celebritá presenti
in
sala; che celebritá ve ne fossero, comunque, non c'č dubbio,
dato il
comportamento divesco tenuto da alcuni dei presenti e le facce
pendo-dalle-tue-labbra viste in giro...
L'incontro prevedeva 3 relatori:
1) Marc Leijendekker, corrispondente in Italia del Sole 24 Ore
olandese
(NRC Handelsblad);
2) Dr. Prof. Vincenzo Lo Cascio, titolare della cattedra di
Lingua e
Letteratura Italiana all'Universitá di Amsterdam, nonchč siculo
di
nascita (ma non č dato di sapere quale luogo della sacra
Trinacria gli
abbia dato i natali);
3) Prof. Costantino Mader, dell'Universitá Cattolica di
Lovanio-La-Nuova
(Belgio)
Inoltre le due traduttrici dei romanzi camilleriani (Patty Krone
e Yond
Boeke) erano presenti per rispondere a domande del pubblico.
Dopo una breve introduzione del Prof. Lo Cascio, Marc
Leijendekker ha
raccontato ai presenti il fenomeno Camilleri, facendone una
breve ma
precisa biografia, narrando l'espolosione improvvisa del
fenomeno
editoriale, il ruolo dei lettori nello sviluppo di tale fenomeno
(un
trionfo letterario democratico, una consacrazione dal basso,
ecco come
lo ha definito), le perplessitá schifiltose di parte della
critica e del
mondo culturale italiano... insomma, per chi non avesse mai
sentito
parlare del sommo si trattava di una buona introduzione.
Leijendekker ha
poi posto l'accento sulla apparente difficoltá del lessico
camilleriano,
che se puó risultare ostico (e anche agnostico, cit.) a un
lettore
italiano non siculo (o siculizzato), diventa impossibile per un
lettore
straniero, e altrettanto impossibile per chi volesse tradurlo
in
un'altra lingua.
Le traduttrici, sentitesi interpellate, avrebbero voluto
intervenire, ma
sono state interrotte dal prof. Lo Cascio che ha rimandato a
dopo il
loro intervento. A dopo di che cosa? Leggete avanti e lo
saprete.
Il prof. Lo Cascio, lasciata da parte la lingua olandese (che
destreggia
benino, considerato che vive qui da una ...tina d'anni) ci ha
poi
introdotto il suo pezzo forte: "Camilleri e la sicilianitá o
sicilitudine".
Fatte distribuire delle fotocopie all'uopo preparate (da esso
chiamate,
con termine nostalgico, ciclostilati": miiii, la lacrimuzza di
commozione mi fici scinniri!), Lo Cascio ha poi esposto il
tema
dell'essere sicilano, in generale, nella storia della
letteratura e in
Camilleri.
Operazione meritoria, dato che molti degli olandesi presenti in
sala,
per quanto affini all'Italia, avevano l'aria di credere che la
Sicilia
fosse ancora solo quello che... babbé, u sapite vuavutri puru!
Sintetizzo la relazione del prof., saccheggiando dalla fotocopia
che ho
avidamente conservato:
Definizione della sicilitudine: "il salire e scendere della
scala a
chiocciola della tradizione dei siciliani". Richiami ai grandi
letterati
siculi, da Verga a Bufalino, passando per De Roberto,
Pirandello,
Brancati, Sciascia, Consolo e Bonaviri.
Elementi base della sicilitudine: ambiente, lingua, mentalitá,
comicitá/umorismo/ironia/sarcasmo, detto e non detto; e ancora,
dialogo
e ragionamento, rapporto con le istituzioni, ricerca della
veritá e
dubbio sull'esistenza di essa, letteratura e veritá.
Differenze d'uso del siculo tra i citati autori e Camilleri:
lingua come
caratterizzazione di personaggi (Verga, Consolo) o come
strumento
poetico (Consolo, Sciascia). In Camilleri la lingua sicula č
lessico, č
caratterizzazione di ambiente, č la vita dei personaggi
stessi.
Camilleri come umorista e comico (una chiave del successo tra
un
pubblico vastissimo ed eterogeneo), affiancato / contrapposto
all'ironia
e al sarcasmo di Sciascia.
Sicilianitá e moralismo: la morale anche (se necessario) al di
sopra
della legge, cosa incomprensibile per un olandese. Valore
dell'amicizia
("la vera amicizia siciliana, la vera, che si basa sul non
detto,
sull'intuito").
Il ragionamento come chiave per scoprire la veritá; il giallo
come
genere che si basa sul ragionamento e come tale č esso stesso
una chiave
di ricerca (cfr. anche intervista con Sorgi riportata sul
Corriere di
oggi).
Impegno e critica delle istituzioni. Differenze tra i
polizieschi di
Sciascia (in cui il "buono" che scopre la veritá muore sempre e
trionfa
invece la veritá artefatta voluta dalla mafia e dallo stato suo
occulto
alleato), e i gialli di Camilleri, nei quali
Camilleri/Montalbano č
depositario unico della veritá finale.
La relazione del prof. č stata interessante: secondo me quasi
impossibile da seguire per chi non ha una comprensione
eccellente
dell'italiano, ma comunque applaudita calorosamente.
Chiedo perdono, a questo punto, per non essere in grado di
ragguagliarvi
esaurientemente sulla lunghissima relazione del Prof. Mader:
esso, belga
francofono di origini italiane, ha letto (letto!) la sua
relazione in
fiammingo, lingua quasi identica all'olandese, ma da esso
pronunciata
appunto alla maniera francofona: immaginate Messner che legge
in
italiano, a ritmo da sciolilingua, una rlazione ricca di
riferimenti
storico-letterari in una terza lingua. Reso l'idea?
Mader ha letto per 45 minuti (!!!) in olandese/fiammingo, con
accento
francese e mettendo qua e lá frasi in italiano (le uniche
comprensibili
per me), rendendo la vita impossibile non solo al povero Al
Pacchione,
ma anche a molti olandesi presenti (ci sono state fughe verso
l'uscita,
cori di sbadigli e simili). Peccato perchč la cosa sembrava
interessante.
Al termine della relazione di Mader era finalmente l'ora del
colloquio
con le traduttrici: ma, con mio enorme disappunto, questo durava
lo
spazio di 2 domande banali ("vi siete divertite a tradurre
Camilleri?"
"vi č piaciuto Catarella?") fatte dal prof. Lo Cascio e da un
breve
accenno al metodo di
traduzione (puntare sulla narrazione, usare forme olandesi
improprie per
riprendere almeno in parte le forme lessicali sicule - tipo:
tradurre il
telefonico "Montalbano sono" con "Montalbano spreekt", cioč
"Montalbano
parla", che in olandese non esiste; in olandese si dovrebbe
tradurre
"met Montalbano", che č il modo di rispondere olandese al
telefono).
Infatti Lo Cascio ha poi posto fine all'incontro, terminato con
un
vassoio di tartine pseudo-italiane sulle quali campeggiava un
tricolore
con la scritta "Le Merendine Ritrovate" e una bandiera olandese
con la
traduzione letterale della boiata. Bicchieri di vino, i VIPs
(relatori e
traduttrici) che si appartano con le celebritá e al mischino di
Al
Pacchione nemmeno la possibilitá di andare a recapitare i saluti
del
presidente Wolf alla traduttrice Yond Boeke.
Come avrete capito, ci sono rimasto tanticchia male: la
serata,
promettente, ha avuto uno svolgimento decrescente. Soprattutto
mi ha
dato un po' fastidio la fretta nel terminare: ma io la mia idea
me la
sono fatta. Secondo me l'affitto del locale era fino alle 19.30,
e dato
che alle 18.55 Mader aveva appena finito di parlare, le
possibilitá
erano due: o si creava un dibattito con le traduttrici fino al
termine
dell'orario di affitto della sala, e quindi si sacrificava il
rinfresco,
o si tagliava il dibattito e si dava vita al rinfresco.
Dato che:
1) un dibattito culturale (o un evento di qualsivoglia genere)
č
inconcepibile per un olandese senza il rinfresco finale;
2) vettovaglie e bevande erano giá pagate ed era peccato
lasciarle
inutilizzate;
3) di allungare l'orario di affitto del locale non se ne parlava
proprio
(provateci voi a dire a un calvinista olandese che la sala che
avrebbe
dovuto essere vuota alle 19:30 viene lasciata alle 20... Ci
viene un
moto come minimo!) la scelta si č rivelata pressochč
obbligata.
Chiudo questa relazioncina tenendo a precisare che:
- se vi capitasse di chiedere a chiunque altro dei presenti di
fare una
relazione sull'incontro otterrete sicuramente una versione
totalmente
diversa dalla mia;
- sono sufficientemente armato di pregiudizi nei confronti
delle
cosidette istituzioni culturali italiane in Olanda e degli
olandesi
radical-chic che le frequentano da rendere il mio racconto
probabilmente
distorto e fazioso.
Spero comunque di avere reso servigio agli iscritti del
Camilleri Fan
Club e della relativa mailing list, delle quali non faccio parte
ma che
sostengo con tutto il quore e il ficato.
Con umiltá faziosa,
Vostro,
Al Pacchione. 15.6.2000
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