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Itinerari siciliani
Alla scoperta della Sicilia e delle sue tradizioni




Itinerari


Siracusa e dintorni ...

A cura di Giuseppe Corrao

 

1,2,3 via ...

Ciao simpaticissimi viaggiatori,oggi vi porterò in giro nella provincia di Siracusa. Per arrivarci(come se non lo sapete)percorrete la solita autostrada PA_CT sino al bivio per la tangenziale di Catania,qui girate a destra x Siracusa e sempre dritto(modestamente)arriverete al bivio Ponte Primosole,girate a destra per Ragusa e proseguite per circa 15 Km sino a Lentini.


Lentini ...

L'antica Lentinoi(in questa zona il mito di Omero situa i Lestrigoni)fu fondata nel 729 a C.dai greci provenienti da Naxos,nel territorio già abitato dai Siculi. Nel secolo V a C.fu conquistata da Gela e poco dopo da Siracusa che la tenne tra i propri domini sino alla morte di Gerone II.I romani guidati dal console Marcello la devastarono nel 214 a C.Dopo essere stata sede Arcivescovile,e dopo l'occupazione bizantina venne distrutta da due terremoti nel 1140 e nel 1169.Ricostruita dagli Svevi divenne città demaniale.Colpita nuovamente nel 1542 e nel 1693 dal terremoto ebbe un lento declino.Tra i monumenti da vedere spicca la chiesa Madre in piazza Duomoedificata alla fine del 600,bello il fercolo in argento di Sant'Alfio,notevole anche un'icona bizantina della Vergine Odigitria,merita una visita anche l'antica Lentini con resti di fortificazioniche vanno dal VII al III secolo a C.Fuori le mura una grande necropoli del IV-III secolo a C.Lentini, come già detto, è una città relativamente nuova,ciò è dovuto a i vari sismi che ne hanno distrutto le antiche architetture.Uscendo da Lentini,salendo si raggiunge Carlentini.

Carlentini

La città venne fondata dal vicerè Giovanni Vega nel 1551,per ospitarvi le genti di Lentini dopo che il terremoto del 1542 aveva raso al suolo quest'ultima,ma la popolazione non vi si trasferì mai,così la città venne colonizzata dalle genti delle contrade vicine,sopratutto dopo il sisma del 1693 .Il nome le deriva da Carlo V sotto il cui regno fu edificata e Lentini.Bella la chiesa Madre,ricostruita dopo il 1693,notevoli gli stucchi che la decorano,vicino il paese c'è una bella basilica iniziata nel 1224 e mai ultimata. Nel 1630 il vicerè Francesco Fernandez De La Cueva,durante il regno di Filippo III,vende la città di Carlentini per 12000 onze circa,a Don Nicolò Branciforte e Lanza,conte di Raccuia e Principe di Leonforte.Dopo qualche anno la città verrà riscattata e ritornerà al regno di Spagna. Proseguendo sulla s.s.per Ragusa incontriamo Francofonte.

Francofonte

Probabilmente deriva dalla città siceliota di Hydra,l'attuale cittadina si è sviluppata dopo la metà del 300 attorno al castello. Francofonte sorse nel feudo di Borgesia,nella contrada Vaijasinni. La sua fondazione viene attribuita ad Artale Alagona,Gran Giustiziere del Regno(il periodo è quello che vede la fazione catalana contrapposta a quella latina)Infatti i Chiaramonte (li ricordate?)conti di Modica,appartenenti alla fazione latina,dominavano Lentini,mentre gli Alagona;conti di Mistretta,appartenenti alla fazione catalana,per contrastare la potente presenza dei Chiaramonte(che avevano fortificato Lentini e dominavano il territorio e la strada per Vizzini)costruirono il castello e fortificarono il casale,da cui prese vita Francofonte. Nel 1349 re Martino tolse i feudi di Chadra e Francofonte agli Alagona e de Lamia,e li assegnò ,entrambi,a Berengario Cruyllas.Seguirono poi i Moncada,e i Gravina principi di Palagonia. Quest'ultimi edificarono il palazzo,sede ora del comune,situato nel centro del paese insieme alla chiesa Madre. Nel 1500 vennero costruiti la chiesa dell'Ospedale(con vicino il Monte di Pietà)la chiesa di Sant'Agata nel castello,il convento dell'Annunziata,il monastero delle Benedettine e il convento del Carmine Vecchio. L'opera di costruzione seguì per tutto il XVII e XVIII secolo con chiese e palazzi(tra i quali:la chiesa Dell'Angelo Custode;Santa Maria del Gesù o il palazzo Gravina edificato da Ferdinando Francesco Gravina su un'ala del castello medievale,distrutto(e te pareva)dal terremoto del 1693. La zona di Francofonte è caratterizzata dagli agrumeti che si estendono a perdita d'occhio,e producono meravigliose arance. Famoso è il tarocco di Francofonte,rosso,succoso,secondo il mio modesto parere è il migliore tra le arance da tavola di Sicilia. Usciti da Francofonte dirigiamoci verso il bivio di Vizzini(che abbiamo già visitato in un precedente itinerario)e ci dirigiamo alla volta di Buccheri(30 Km circa)

Buccheri

Buccheri è un paese di origine araba,si trova a circa 800 Mt.sul livello del mare. La mitologia vuole che in queste contrade,il pastore Dafni,pascolasse gli armenti degli dei suonando il flauto. La storia del paese inizia con la costruzione di un castello su di una precedente costruzione fortificata araba,in epoca normanno-sveva. Il piccolo borgo si strinse intorno alle sue mura nell'area corrispondente all'attuale piazza Fratti e le propagini del colle Tereo. Il primo ad abitare il castello fu Alaimo da Lentini e la moglie Macalda,poi Gerardo Montalto, primo barone di Buccheri e suo primo feudatario.Ai Montalto seguirono i Marra,e infine gli Alliata di Villafranca sino al 1812,anno della abolizione dei privileggi feudali in Sicilia. Dopo il disastroso sisma del 1693,si ricostruirono chiese e palazzi,rimase il centro medievale, ma il nuovo borgo si spostò nella sottostante valle.Vicino la Matrice vi sono i resti di un monumentale abbeveratoio di cui è rimasta solo la fontana detta "dei quattro canali". Continuando si arriva alla bellissima Chiesa della Maddalena. Fuori Buccheri,continuando per la statale 124,dopo circa 16 Km.,si raggiunge Palazzolo Acreide.

Palazzolo Acreide

Il paese si erge a circa 670 Mt. sul mare,nel 664 a C.i corinzi siracusani qui vi costruirono la loro prima colonia,chiamandola Akrai.Questa città-fortezza,edificata 70 anni dopo Siracusa,era un punto strateggico,insieme a Kasmenai e poi a Kamarina,difendeva i confini meridionali del territorio di Siracusa.Da visitare la necropoli di Pinta-Torre Iudica risalente alla metà del secolo VII a C. Nel 413 a C.(secondo Tucidide)nelle vicinanze di Akrai i siracusani sconfissero definitivamente l'esercito ateniese guidato da Nicia. Durante il regno di Gerone II la città raggiunse il suo massimo splendore,il piccolo ma ben conservato teatro,i Santoni,i templi ferali,il decumano(via principale)il bassorilievo dell'Intagliata vedono la luce tutti in questo periodo. Divenne tra le più importanti "civitates stipendiariae"della Sicilia sotto l'impero Romano. Akrai cessa di esistere quando,nel 827 d.C.le forze bizantine ,che qui si erano concentrate per fermare l'avanzata araba,vengono annientate.I mussulmani radono al suolo l'antica citta. Durante il medioevo,accanto alle rovine di un antico Palatiolum(da qui si pensa possa risalire il nome di Palazzolo Acreide)incominciò a sorgere un piccolo borgo.I normanni lo amplieranno e vi costruiranno un castello.E' probabile che la città,nel secolo XI appartenesse a Guilfrido, figlio del conte Ruggero,dopo alterne fortune,passò nel 1282,per volere di re Pietro D'Aragona, ad Alaimo da Lentini,si succedettero nel corso dei secoli vari signori,tra i quali:i Centelles,i Parisio de Castellar,gli Alagona,i Campolo,i Santopau ed infine i Ruffo di Calabria. Di monumenti da ammirare c'è nè un sacco e una sporta,fate un pò voi,dal centro con palazzi e chiese che vanno dal 1600 ai primi anni del 900,dai due interessanti borghi medievali (quartiere di Castelvecchio,e quartiere dello Spirito Santo)alle rovine greche,sulla sommità del paese.Ma quello che non dovete farvi sfuggire è la visita alla Casa Museo di Antonino Uccello.Qui,nei locali del settecentesco Palazzo Ferla-Bonelli(comprato dall'Uccello)potrete ammirare oggetti di uso corrente nei secoli XVII e XVIII,piatti,ceramiche,utensili,statuine e tutto quello che serviva nei tempi che furono,per lavorare e campare.BELLISSIMO.

Il rientro ...

Ora penso proprio che sia il caso di ritornare a casa,potete continuare seguendo la segnaletica x Noto,e di qua passando per Avola imboccare l'autostrada SR-CT tornare a Palermo,oppure rifare il percorso al contrario.Ma voi ormai,veterani incalliti delle strade nostrane,vi sapete districare bene in questi percorsi,vero????
l'inviato



Ingredienti: 1,200 kg. di sarde a linguata, 200 gr. di pangrattato, 4 acciughe sott'olio, 100 gr. di passoline e pinoli, foglie di alloro, 1 limone, un'arancia, un cucchiaino di zucchero, olio di oliva, sale e pepe. Abbrustolite il pangrattato in una padella, senza olio a fiamma bassissima, rimescolando sempre in modo che non si attacchi al fondo. Appena sara' dorata condite con olio e aggiungete le acciughe sciolte a vapore, le passoline, i pinoli ed un pizzico di sale. Pulite le sarde a linguata, togliete cioe`la testa e le lische, ma non le code.Apritele a libro sul tavolo di marmo e riempitele con un cucchiaio della mollica condita. Arrotolate ogni sarda su se stessa in modo che la coda resti in alto ed impostatele, l'una accanto all'altra in una teglia unta di olio, alternandole con le foglie di alloro. Riempite la teglia, condite con sale e pepe, una spolverata di zucchero, un filino d'olio e versate sulle sarde il succo dell'arancia e del limone spemuti. Passate a forno caldo per circa 10 minuti. Servite fredde.



Sarde a beccafico

da: Il ladro di merendine

 





Indovinello


 

Haju du' palummi:
Una janca e una niura.
Cu 'a bianca cci spassiu,
Cu 'a niura m'arricriu




Last modified Saturday, July, 16, 2011