Dopo il Repertorio
dei pazzi della città di Palermo ancora
una volta Roberto Alajmo gioca con ironia e arguzia a raccontare la sua Isola e
con questo glossario di voci dialettali siciliane prova a definire il carattere
identitario di un’intera regione, o forse dell’Italia tutta.
Acchianàre
Portare a livello, sollevare, salire. Ma in senso figurato: approdare a una
dimensione nuova e maggiore. Acchianata è la prima visita del fidanzato che va a
conoscere i parenti della futura sposa. Delle persone che hanno fatto il salto
verso una diversa qualità della vita si dice:
Se ne acchianò.
Massimo grado dell’acchianata è quello elettorale, di chi viene eletto e può
considerarsi fuori dagli affanni per il resto dell’esistenza. In questo caso,
però, prima di acchianare bisogna portarsi, voce del verbo candidarsi alle
elezioni.
Abbecedario perché
forse il segreto sta tutto nella semplificazione, nel ridurre le presunte
complessità all’eresia del buon senso. Smetterla di intorbidare le acque facendo
credere che in ogni cosa o ragionamento esista sempre un piano recondito. In
quest’Isola – e in questa Penisola, anche – i problemi nascono non tanto
dall’essere complicati, quanto dal credersi complicati. E questo in effetti
complica le cose, anche le più semplici. Semplificare, invece, partire dalle
piccole cose. Guardare il mondo con occhi da bambino, lasciarsi sbigottire da
come ogni cosa sia illuminata. Sillabare le parole come fossero creature,
rigirarsele fra lingua, denti e palato, assaporarle. Ricondurre tutto al minimo
senso indispensabile. Scandire ogni parola. Scandire e semplificare,
semplificare e scandire.
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