home page




RASSEGNA STAMPA

GIUGNO 2008

 
Il Sole 24 Ore, 1.6.2008
Gli scrittori e la storia
Se l'Italia è un episodio

“I momenti che hanno segnato la nascita e lo sviluppo dell’Italia moderna sono stati raramente rappresentati nelle pagine di romanzi e racconti”. Così recita, con una certa disinvoltura, il risvolto del volume “La storia siamo noi”, raccolta, curata da Mattia Caratello, di 14 racconti di altrettanti scrittori italiani di oggi, appartenenti a generazioni diverse. Dedicati, ognuno, a un tema o un motivo o un personaggio della storia d’Italia, “dall’Ottocento fino ai nostri giorni”.
[…]
Non è nelle nostre corde il narcisismo linguistico degli inserti dialettali che solcano la cronaca di “Antonio Canepa, il separatista”, di Andrea Camilleri.
[…]
Giovanni Pacchiano
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 3.6.2008
Patti sì, Camilleri no. Scelte ed esclusioni della biblioteca di base
Una biblioteca di base sui siciliani del Novecento

Per loro natura i repertori, siano essi antologici o bibliografici, prestano il fianco alle critiche di chi recrimina per certe eccellenti esclusioni. Di conseguenza, quasi mai si prende atto delle presenze per concentrarsi sugli assenti, passando in rassegna le estromissioni quasi sempre ritenute scandalose. Diverso il caso di "Novecento italiano. I libri per comporre una biblioteca di base" di Guido Davico Bonino. Il volume, da poco uscito per Einaudi, è infatti una sorta di schedario-prontuario pensato con lo scopo di fornire ai lettori qualche suggerimento per completare uno scaffale, e che mette nelle condizioni di concentrarsi quasi esclusivamente sulle inclusioni, di lodare l'ampiezza dello sguardo del curatore, di apprezzarne i criteri di selezione e lo scavo nella memoria letteraria. Soprattutto, se si guarda agli autori siciliani inseriti in questo canone largo, coinquilini di un affollato condominio a forma di stivale. Infatti, accanto ai soliti nomi di quegli autori oramai consacrati dai manuali e dalle antologie, inopinatamente troviamo scrittori additati come minori, relegati nel solito cono d'ombra rispetto ai mostri sacri.
[...]
Ma manca Andrea Camilleri (soprattutto quello dei romanzi civili e storici, da "Il birraio di Preston" a "La concessione del telefono"): l'autore siciliano più noto, il più tradotto, il più venduto. E come spesso accade, il meno rubricato.
Salvatore Ferlita
 
 

La Stampa, 3.6.2008
La fiction italiana? Non si sente!

Una cosa che sarebbe tanto bella della fiction italiana è capirla. Nel senso di sentirla. Invece è un trionfo del «sento la voce ma non capisco le parole». E non è colpa del pubblico. Sapete gli attori, quelli che scandiscono bene le sillabe, pronunciano con il corretto accento tonico, aprono e chiudono vocali, porgono battute: ebbene, dove sono andati a finire? Prendiamo «Medicina generale», serie lunga che sta andando in onda su Raiuno, registi Renato De Maria e Luca Ribuoli. Sarà la presa diretta che non sanno o non hanno mezzi per fare come si deve: il problema del sonoro è enorme. Non poteva lamentarsi, per stare nel recente, neppure «Ho sposato uno sbirro» con Insinna (Montalbano invece è sempre perfetto).
[..]
Alessandra Comazzi
 
 

Ente Filarmonico Italiano, 4.6.2008
Presentazione: Il Giardino Profondo 2008
IL GIARDINO PROFONDO
11 luglio – 10 agosto 2008
Bellocchio, Rava, Rubini, Camilleri, Einaudi, Esther Kretzinger...
Le stelle del Giardino di Arezzo

Contaminazione e multidisciplinarietà. Sono questi due sostantivi più volte ripetuti, questa mattina, nel corso della presentazione della nuova edizione de "Il Giardino Profondo" (11 luglio – 10 agosto ‘08), che anche quest’anno si svolgerà nella suggestiva cornice dell’Anfiteatro Romano di Arezzo.
Il Festival organizzato dall’Ente Filarmonico Italiano (entrato da poco a far parte di Italiafestival e dell’European Festivals Association, un'organizzazione che rappresenta più di 100 festival di qualità in 38 paesi europei e non), trova confermato il supporto del Comune di Arezzo.
[...]
Il Giardino Profondo si snoda con una parata di stelle impegnate in progetti particolari e sofisticati a cominciare dal "Requiem per Chris" dove l’attore e regista Sergio Rubini e il jazzista Enrico Rava - una delle trombe più famose della musica internazionale - portano in scena un soggetto inedito di Andrea Camilleri (per un film che non sarà mai realizzato). Una storia siciliana che si conclude nella New Orleans segnata dalla catastrofe dell'uragano Katrina e vogliosa di mantenere, nonostante la tragedia, il fascino della sua tradizione musicale.
Rubini e Rava raccontano la storia di Chris Lambertine, personaggio fantastico che incarna le origini e la storia del jazz afro-americano, assieme a Mauro Negri (sax contralto e clarinetto) e alla Enrico Rava New Generation, ovvero Giovanni Guidi (pianoforte), Francesco Ponticelli (contrabbasso), Joao Lobo (batteria).
[...]
Sabato 12 Luglio ore 21,30
Anfiteatro romano
Enrico Rava New Generation feat. Mauro Negri
Sergio Rubini, voce recitante
“Requiem per Chris”, da un soggetto inedito di Andrea Camilleri
 
 

Adnkronos, 5.6.2008
TV: ascolti RAI, 'Montalbano' vince anche all'ennesima replica

Imbattibile Montalbano. Raiuno si e' aggiudicata ieri la fascia del prime time, realizzando un ascolto di 5 milioni 407 telespettatori e il 21.69 di share, riproponendo la fiction ''Il Commissario Montalbano'', con l'episodio 'La voce del violino' tratto dal romanzo di Camilleri che e' stato il programma piu' seguito in prima serata con 5 milioni 173mila telespettatori pari al 22.02 di share.
[...]
 
 

TV blog.it, 5.6.2008
Ascolti Tv di mercoledì 4 giugno 2008: vince Montalbano

Ancora una volta Il Commissario Montalbano, riproposto a casaccio quando non si sa che mettere, vince la serata. Anche ieri oltre cinque milioni di telespettatori non hanno tradito il personaggio interpretato da Luca Zingaretti lasciando a Carabinieri 7 nei due episodi rispettivamente quattro milioni e mezzo e quattro di affezionati.
[...]
 
 

RTM, 5.6.2008
Verso le elezioni a Scicli. Confronto tra i 6 candidati a sindaco

Doppio appuntamento dato dagli ambienti culturali della città.
[...]
Sabato, alle 19 a palazzo Spadaro, il movimento culturale Vitaliano Brancati ospita il regista della fortunata serie televisiva “Il Commissario Montalbano”, Alberto Sironi, e il direttore della fotografia Franco Lecca. Non sarà presente Luca Zingaretti, per motivi di lavoro.
 
 

LiberoReporter, 6.6.2008
Montalbano preferisce “il paradiso”
L’intrigante commissario diventa il business della Sicilia sud orientale

Viene presa d’assalto dai turisti la Val di Noto l'unica zona al mondo ad avere 10 siti dichiarati dall'Unesco patrimonio dell'umanità, uno straordinario spicchio di Sicilia quasi sconosciuto fino al momento in cui l’intrigante e coinvolgente commissario Salvo Montalbano compare in tv. I telespettatori conquistati dalle nuotate di Luca Zingaretti, interprete del commissario, in quel mare così invitante, e dalle ambientazioni sapientemente scelte dal regista Ettore Scola [Sic!, NdCFC] e dallo scenografo Luciano Riccieri, sono spinti a recarsi sul posto, per ritrovare quella magia, già in parte assaporata in tv, che solo quei luoghi sanno offrire. Alla ricerca di Vigata creata dalla fantasia di Camilleri, i turisti approdano in quel territorio talmente fantastico che nemmeno reale pare, della provincia di Ragusa, incrementando vertiginosamente l’economia locale, basti dire che dal 2001 i visitatori sono aumentati circa del 14% ogni anno ed in particolare nel 2006 vi è stata una vera e propria invasione. Da sempre la zona di Ragusa è stata poco turistica, un po’ lasciata in disparte, difficoltosa da raggiungere visto che non è collegata con autostrade e l’aeroporto più vicino è quello di Catania che dista circa 110 chilometri, pertanto non ha molte strutture ricettive e gli abitanti si sono organizzati solo ultimamente, costituendo presso le proprie abitazioni dei piccoli bed&breakfast. Proprio per i motivi suddetti,in questa zona tutto è diverso, la gente è straordinaria, tranquilla, semplice, gentile e sempre disponibile; i cibi sani e saporiti dati dall’agricoltura locale si rendono complici nella preparazioni di piatti gustosissimi; le campagne assolate disseminate di alberi di carrubbo sono segnate da tradizionali muretti costruiti “a secco”, i paesaggi naturali sono di grande valenza ambientale e paesaggistica; molte case della marina hanno giardini che evocano i gusti di un tempo, quando le ore scorrevano lentamente all’ombra di profumatissimi glicini e gelsomini, con l’immancabile colonna sonora data dalle cicale; le spiagge di sabbia dorata, sono facilmente accessibili ed intervallate con zone scogliose, sul mare invece non ci sono parole sufficienti per descriverne la bellezza, le colorazioni, la trasparenza e come se avesse una voce occulta, trasmette un continuo susseguirsi di emozioni in combutta con il vento.
Carlo Degli Esposti, produttore della fiction televisiva,sostiene che questa terra è un paradiso, l’esempio di come tutta la Sicilia avrebbe dovuto essere! Grazie al famoso scrittore Andrea Camilleri, ”padre” di Montalbano, se tanta gente, affascinata dai suoi romanzi di ambientazione siciliana, ha avuto il piacere travolgente di conoscere dei patrimoni culturali ed artistici straordinari, nell’entroterra, sui monti Iblei, troviamo le perle del barocco siciliano: Ragusa Ibla, Scicli,Noto e Modica.
 
 

Il Venerdì, 6.6.2008
Questioni di cuore
Cercasi Livia (di Montalbano) disperatamente
O donne così esistono solo per fiction?

Ho 45 anni, ho avuto alcune compagne e diverse fidanzate. Tutte nei primi tempi sono appar­se dolci, romantiche, amiche, per poi, dopo qualche mese, lasciare emergere la loro vera natura. Aggressive, ansiose, aspre e con forte scadimento di bon ton. Ne hanno risentito i miei sentimenti che si sono progressivamente sfaldati. Mi sono più volte chiesto se non fossi io a generare questo modo di agire, ma le diverse persone con cui ne ho parlato lo hanno escluso, anche perché ho la spiccata tendenza a sdrammatizzare e a essere ironico, oltre che molto coinvolto nei sentimenti.
I medesimi comportamenti li ho riscontrati nelle mie amiche, mentre gli amici ammettono di vivere situazioni simili alla mia e di accettarle. Non voglio cadere nei luoghi comuni secondo i quali le donne sono caratterialmente meno «pacifiche», ma vorrei comprenderne le ragioni.
AI momento l'unica donna da me conosciuta che sfugge del tutto a questo stereotipo e che anzi per me rappresenta !'ideale è Livia. È bionda e con splendidi occhi azzurri ma soprattutto intelligentemente ironica e ha la rara capacità di sdrammatizzare qualsiasi situazione. Vorrei incontrarla nella realtà invece di limitarmi a vederla quando appare nella fiction del commissario Montalbano.
Diversi mi dicono di accettare quello che passa il convento. Solo pochi condividono la mia tenacia di non demordere infilandomi ancora una volta in un rapporto diverso da quello da me desiderato. Mi chiedo quale sia il senso con cui ci si impone di trascorrere la propria esistenza in un legame insoddisfacente precludendosi l'opportunità di realizzarsi sentimentalmente e spiritualmente con incontri più appaganti.
federgen@yahoo.it

Anche le donne, se an­cora ingenue, cercano il principe azzurro e non lo trovano. Oppure credono di averi o trovato e dopo qualche mese si accorgono che il bel giovanotto che le riempiva di messaggini teneri dopo tre birre è capace di pestarle. Almeno così raccontano le statistiche, per le. quali almeno una volta nella vita quasi tre milioni di italiane hanno subito angherie fisiche da parte del partner, tipo tentativo di strangolamento o minaccia con le armi.
Mi auguro che le fidanzate che la deludono non arrivino alla violenza fisica, e che lei a sua volta, in preda a massima scon­certo per i repentini cambiamenti delle sue signore, non le bistratti troppo.
La donna dei suoi sogni, guarda caso, è la protagonista di una fiction tratta da storie di un celebre scrittore. Anche lui probabilmente vorrebbe incontrarla nella vita questa sua invenzione, o forse è uno dei rari fortunati che l'ha davvero già vicino. Nessuno però può assicurarle che questa Livia che tanto le piace, una volta uscita dalla fiction e diventata reale, conoscendo la, dopo un po' non diventerebbe aggressiva e villana.
Sono certa, come i suoi conoscenti, che non è colpa sua se tutte le ragazze che incontra le diventano insopportabili, però tenga conto che non tutte reggono l'ironia e neppure l'eccesso di sentimenti.
Natalia Aspesi
 
 

Il Messaggero, 7.6.2008
Per i 50 anni, lo Stabile si regala tanta Sicilia

Lo Stabile di Catania, diretto da Giuseppe Dipasquale, compie mezzo secolo e annuncia un cartellone ricco di Sicilia, come negli intenti programmatici dello stesso Dipasquale e del presidente, Pietrangelo Buttafuoco.
[…]
"Un bellissimo novembre", dal romanzo di Ercole Patti, riduzione e adattamento di Gaetano Savatteri e Luigi Galluzzo, per la regia di Mario Missiroli, inaugura la stagione il 4 novembre.
[…]
”Il birraio di Preston” di Andrea Camilleri, riduzione a quattro mani Camilleri-Dipasquale (che cura anche la regia), impegna Giulio Brogi, Mariella Lo Giudice, Pino Micol, Pippo Pattavina.
[…]
Nel settore “sperimentazione”: "Terra matta", dall’omonima autobiografia di Vincenzo Rabito, con Vincenzo Pirrotta; "Sicilian tragedi", black comedy di Ottavio Cappellani, regia di Guglielmo Ferro.
[…]
 
 

La Repubblica, 8.6.2008
Raccontare l'Italia senza avere paura di sporcarsi le mani

L'altra sera, in campagna, era pieno di lucciole. Sono tornate, allora? Il famoso articolo di Pasolini sulla scomparsa dell'amabile insetto che nella stagione degli amori mette su famiglia lampeggiando per boschi e forre è dunque obsoleto? Dicono i naturalisti che sì, grazie a quel poco di sensibilità ambientalista maturata negli ultimi anni, alla riduzione dell'inquinamento luminoso e all'introduzione delle colture biologiche, un certo ripopolamento è stato osservato. Chissà che ne penserebbe Pasolini. Chissà se rintraccerebbe un legame fra il ritorno delle lucciole e un fenomeno del quale si parla molto in questi giorni, e che viene definito, di volta in volta, rinascita, ritorno all'impegno civile, esplosione del neo-neorealismo italiano, e via dicendo.
[...]
Ma da dove nasce il successo di due opere così ardite come "Gomorra" e "Il Divo"? Si tratta solo di un caso, o davvero sta succedendo qualcosa, in Italia, e allora non di caso dobbiamo parlare, ma di necessità? E soprattutto: che Italia è questa che raccontano Garrone e Sorrentino (e non solo loro), che italiani ne emergono? Qui la sensazione è di una profonda, acuta frattura fra gli artisti (ho pudore a usare una parola come "intellettuali", tenuto conto dell'elevato numero di Bouvard&Pécuchet che frequentano le case della gente per bene) e il resto del mondo. O, meglio, fra gli artisti e quella parte di pubblico che, oltre a seguirli, ne condivide le linee di fondo e il resto degli italiani. Non si tratta di vedere due realtà diverse e antitetiche: l'Italia è sotto gli occhi di tutti, e tutti assistiamo, quotidianamente, allo stesso spettacolo. Molti, poi, nell'uno e nell'altro campo, condividono lo stesso giudizio critico sul "malpaese". Ma La Casta e i "vaffa" grilliani, ad esempio, non hanno niente in comune con "Gomorra" (libro&film), "I fantasmi di Portopalo" di Bellu, la saga di Montalbano e quella dell'Alligatore di Carlotto, "Come Dio comanda" di Ammaniti.
[...]
In letteratura si parla da anni del "noir italiano": definizione quanto mai approssimativa che è però servita a connotare, e poi a imporre, una scrittura autonoma e originale. I vari Camilleri, Ammaniti, Lucarelli, Carlotto, Wu Ming (per limitarsi solo a qualche nome eccellente), hanno, in realtà, poco a che spartire con il noir (genere morto e sepolto da quasi cinquant'anni) e men che meno con il giallo tradizionale. E sono, fra loro, diversissimi, per lingua e struttura. Tuttavia, alcuni elementi comuni sono evidenti. La ricerca di un codice di comunicazione con un numero sempre crescente di lettori. La preferenza per storie di ampio respiro, con correlata insofferenza per l'angusto recinto dell'introspezione e del solipsismo. La repulsione verso il gaio gioco letterario di impronta postmoderna che ogni contraddizione scioglie in un'ironia leggiadra e leggera, sorta di monito al lettore perché diffidi dell'autore, come di se stesso, in quanto, in definitiva, tutto al mondo è burla e nulla merita d'essere preso sul serio. Infine, il fuoco costantemente puntato sull'Italia. L'Italia del mutamento, quella che è sotto gli occhi di tutti, e l'Italia immutabile che si è costruita, attraverso i secoli, grazie alle innumerevoli stratificazioni che si sono sedimentate dentro il carattere nazionale. Da qui romanzi sull'oggi e romanzi storici, racconti sulle periferie e sulle campagne ma anche grandi epopee sulla guerra, sui momenti di snodo della vita nazionale, rievocazioni del Fascismo e della Resistenza, della campagna d'Africa e via dicendo. E, come Sorrentino e Garrone, anche questi scrittori non nascono dal nulla. E conservano nel bagaglio della tradizione Moravia, il Pirandello de "I vecchi e i giovani", il grande romanzo ottocentesco, e, naturalmente, Sciascia, Gadda e Pasolini. Proprio perché il "genere", per questi autori, non s'è mai esaurito in se stesso, ne è derivata una proficua disseminazione.
[...]
Giancarlo De Cataldo
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 8.6.2008
Dietro Tomasi, niente. Gli USA scelgono Melissa

Alla sala Cipriani di Manhattan affollata da un migliaio di persone, dove di casa è il console italiano Francesco Talò, all'Istituto italiano di cultura; dalla Casa italiana Zerilli-Marinò, una specie di succursale della New York University, all'Enit, ossia la sede dell'Ente nazionale italiano del turismo, il "Gattopardo" in questi giorni ha fatto incetta di trionfi: pare che qui a New York, da una settimana, non si parli d'altro.
[...]
A fronte, dunque, di chi vanta la gloria mondiale di romanzieri e poeti della nostra modernità contemporanea, va preso atto che la situazione oltre oceano di certo non è poi rosea. Gran parte dei lettori americani - aggiunge la Donadio - non sa chi siano Gesualdo Bufalino, Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo. E Camilleri, viene da chiedere, l'autore isolano oggi più esportato? Il suo nome circola, alcuni suoi romanzi sono stati tradotti, anche se la sua pagina, così ricca di inserti dialettali, così policroma, non è di facile resa per i nostri traduttori.
[...]
Salvatore Ferlita
 
 

La Sicilia, 8.6.2008
Giustizia. E’ stato chiamato a far parte del suo gabinetto dal ministro Angelino Alfano
Birritteri va al ministero

Il giudice agrigentino Luigi Birritteri è stato nominato vice capo di gabinetto vicario del ministero della Giustizia.
[…]
Il ministro Alfano nella sua scelta non ha voluto tenere conto delle posizioni politico-ideologiche di Birritteri che non sono certamente quelle di Forza Italia.
Nel 2003 infatti, si è candidato per la presidenza della Provincia regionale di Agrigento ed era sostenuto da Ds, Udeur, Sdi, Rifondazione comunista, Verdi, Margherita e Comunisti italiani. Nel corso della campagna elettorale ha avuto l'aperto sostegno dello scrittore Andrea Camilleri.
[…]
Stelio Zaccaria
 
 

Guidaviaggi.it, 9.6.2008
'Vinci una settimana di soggiorno nella terra di Vigàta'
E' l'iniziativa promozionale lanciata congiuntamente dall’agenzia Trimondo Viaggi e dal Teatro Stabile di Catania

Una promozione di qualità, legata alle radici letterarie e teatrali siciliane. Questo l’obiettivo del concorso-premio “Vinci una settimana di soggiorno nella terra di Vigàta”, lanciato congiuntamente in ambito nazionale dall’agenzia Trimondo Viaggi e dal Teatro Stabile di Catania nel corso della stagione di prosa 2006-2007. L’estrazione avrà luogo mercoledì 11 giugno, alle ore 11, al Teatro Verga. Il premio consiste in un soggiorno per due persone, viaggio incluso, presso l’Hotel Santa Tecla, usufruibile in un periodo a scelta dei vincitori. Il sorteggio avverrà alla presenza del titolare della Trimondo, Mario Bevacqua, vice presidente vicario della Uftaa e consigliere d'onore della Fiavet, e del direttore del Teatro Stabile Giuseppe Dipasquale, che hanno già annunciato di volere ripetere l’iniziativa nella prossima stagione. Grande successo ha riscosso il concorso, promosso in tutte le tappe toccate dalla tournée dello spettacolo 'La concessione del telefono', tratto dal romanzo di Andrea Camilleri. All’estrazione interverranno anche un funzionario della Camera di Commercio di Catania e gli interpreti principali della messinscena. Anche la seconda edizione del concorso garantirà una promozione ad ampio raggio, dal Nord al Sud della penisola. Nelle hall dei teatri visitati (un giro che ha raggiunto oltre venti città) è stato allestito un punto di esposizione del materiale turistico fornito dalla Trimondo, prevedendo altresì - per la partecipazione al concorso - la distribuzione capillare a tutti gli spettatori di un coupon.
 
 

Eco di Sicilia, 10.6.2008
Roma: cerimonia di consegna del premio Ibla 2008 a siciliani

Ci sono anche dei siciliani ad aver ricevuto il premio internazionale Ibla 2008 e il premio di rappresentanza del presidente della repubblica. I premi sono stati conferiti al procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso per il suo impegno contro la mafia, al giornalista Michele Santoro e allo scrittore siciliano Andrea Camilleri per la letteratura. Il papà del famosissimo Salvo Montalbano non è potuto essere presente alla cerimonia per motivi di salute. Il premio dell’Ibla è stato portato direttamente nella casa dello scrittore siciliano dal presidente dell’Ibla Giorgio Sortino, dal sindaco di Ragusa Nello Di pasquale e dal presidente della Provincia Franco Antoni. Quest’ultimo ha consegnato allo scrittore anche una pergamena e un dipinto raffiguranti San Giorgio insieme con la targa del premio di rappresentanza del presidente della repubblica italiana a Pietro Grasso.
Tra i premiati del 2008 anche il vescovo di Piazza Armerina, Michele Pennisi, lo scienziato e fisico nucleare catanese Fulvio Frisone, il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo; l’attore Luca Zingaretti; il filosofo Massimo Cacciari; Bruno Ficili, i giornalisti Domenico Tempio e Tony Zermo.
 
 

Corriere della Sera, 10.6.2008
Il Piccolo Fratello
Il business del neo-neorealismo
Per appartenere a questa nuova corrente bisogna prima entrare in classifica

Italo Calvino si arrovellò per diciassette anni prima di provare a definire quel che era stata l'esperienza da cui era uscito il suo primo libro, «Il sentiero dei nidi di ragno». Dopo la prima edizione, del '47, dovette aspettare il '64 per anteporre a quel libro una Prefazione di bilancio sul neorealismo. Eppure Calvino, oltre ad essere uno dei maggiori scrittori del dopoguerra, è stato anche una mente critica e teorica di notevole intelligenza. Sorprende perciò constatare come oggi si sprechino le autodefinizioni critiche degli scrittori, come per un'ansia di entrare subito dentro le storie della letteratura o dentro la Storia tout court. Archiviata da poco meno di un mese l'etichetta «New Epic» con cui i Wu Ming riassumevano il successo della narrativa italiana della loro generazione (ma non solo), ecco che il neoepico Giancarlo De Cataldo, dopo aver visto al cinema «Gomorra» e «Il Divo», avanza la sua proposta. E così a distanza di poche settimane dal manifesto «New Italian Epic», sempre «la Repubblica» (domenica 8 giugno) ha ospitato due intere pagine dedicate al Neo-neorealismo. In letteratura i nomi sono, curiosamente, più o meno quelli dei «New Epic»: e vanno da Camilleri a Lucarelli, da Carlotto a Ammaniti, dai Wu Ming allo stesso De Cataldo, da Saviano a Genna. Agli scrittori si aggiungono ora i registi di cinema e gli uomini di teatro, Paolini, Celestini, Emma Dante eccetera. La cui ambizione è, secondo De Cataldo, non la critica né la denuncia, ma «definire una complessità oltre la superficie dei luoghi comuni». Tratti tipici del nuovo comune sentire sono: «la ricerca di un codice di comunicazione con un numero sempre crescente di lettori» (come dire: il valore si misura sul mercato), «la preferenza per storie di ampio respiro, con correlata insofferenza per l' angusto recinto dell'introspezione e del solipsismo», «la repulsione verso il gaio gioco letterario di impronta postmoderna». Infine la «tenace volontà di sporcarsi le mani». Anche stavolta, come è accaduto qualche settimana fa per il proclama neoepico urbi et orbi, il Piccolo Fratello avanza qualche dubbio sul senso di queste autodefinizioni che rapidamente si succedono le une alle altre. Intanto: siamo sicuri che il pregio di Garrone e di Sorrentino sia quello di essersi sporcati le mani? E non semplicemente quello di aver fatto dei bei film anche se non hanno niente a che fare con il neorealismo. Allo stesso modo: che cosa c'è di neorealista (o neoepico: a questo punto fa lo stesso) in Camilleri e Carlotto? E che cos'erano negli anni Novanta i reportage di Bettin, di Deaglio, di Pivetta, le cronache di Veronesi se non ciò di cui parla oggi De Cataldo, e cioè «una letteratura "non identificata" che si danna l'anima per afferrare i contorni troppo spesso indecifrabili dell'Italia»? E che cosa fanno Antonio Moresco (per esempio nel nuovo reportage "Zingari di merda"), Eraldo Affinati (da sempre, ma specialmente nel recente "La città dei ragazzi2), Gabriele Romagnoli (nelle sue cronache italiane, comprese le ultime raccolte in "Solo i treni hanno la strada segnata")? Perché non avrebbero diritto di cittadinanza tra i Neo-neorealisti o tra i New epic? Forse non appartengono alla solita compagnia di giro. O forse, mentre per Calvino il neorealismo era fatto soprattutto da voci periferiche, per essere New Epic e/o Neo-neorealisti del Duemila bisogna prima entrare in classifica.
Paolo Di Stefano
 
 

La Sicilia, 10.6.2008
ETNAFEST. Folla all’ingresso e applausi ripetuti del pubblico per lo spettacolo di Guglielmo Ferro e Angelo Scandurra ispirato alle carte da gioco
«Scupa!», bellissimo omaggio alla cultura siciliana
Pippo Pattavina, Mariella Lo Giudice e Carmen Consoli tra i bravissimi interpreti

Catania. Non poteva che essere così: una creazione tra storia, letteratura, invenzione poetica, tradizioni popolari, che impone allo spettatore di seguire un itinerario inizialmente fisico, da un corridoio all'altro, per trovarsi coinvolto in un labirinto siciliano dal quale è difficile uscire. Difficile perché nessuno ha voglia di farlo. Ecco le impressioni a caldo sulla serata ideata con rapsodica variazione (dal giocoso al tragico, dall'ironia all'epica) da Guglielmo Ferro e Angelo Scandurra (il primo firma anche la regia, il secondo ha creato un altro dei suoi testi esemplari) nei chiostri dei Benedettini per i grandi eventi di EtnaFest sotto l'egida della facoltà di lettere e filosofia.
Il titolo, «Scupa!» è indicativo di tante cose: la parlata siciliana assaporata nelle sue risonanze culturali (e i brani di Camilleri, Bonaviri, e Buttafuoco hanno il plastico rilievo di epoche e temperamenti, stati d'animo e suggestioni contrapposte); il continuo passaggio, tipico della nostra isola tra sapienza antica e modi gaglioffi (che tuttavia servono per demolire qualsiasi altezzosa superbia), tra arte stupenda, come quella reale dell'architettura barocca circostante, e tradizione popolare povera (ritrovata nei costumi, negli arredi, nei piccoli oggetti della vita quotidiana che ormai abbiamo dimenticato) e soprattutto nell'inventiva della parola evocatrice di intelligenze e fantasie, di sonore musicalità e compiaciute calligrafie. In sintesi: è l'arte della Sicilia, è l'arte di Catania.
[...]
Per rendere conto di uno scrigno con tante gemme bisognerebbe ritrovarle una per una: dalla forza melodica, dalle robuste rigature di Carmen Consoli, autrice di talento e cantante di istinto, alla interpretazione magnifica di affetti e temperamento di Mariella Lo Giudice, dal regale racconto di Pippo Pattavina che sulle ali della fantasia ha fatto volare la favola fino ai ritratti cesellati con cura del mafioso di quartiere (Angelo Tosto), del neghittoso amante del quieto vivere (Bruno Torrisi), alle iperboli surreali di Francesco Attardi, Rosario Minardi e Agostino Zumbo, alle raffinate ironie di Aldo Toscano, Giovanni Rizzuti e Lino De Motta. Ed è preziosa di corale screziatura il Settebello di Marta Blandini, Davide Giuffrida, Liliana Lo Furno, Maddalena Longo, Valeria Panepinto, Annamaria Raccuia ed Elena Scivolone che aggiungono fulgore seducente al loro aureo ruolo. Studiata eleganza degli abiti che Marella Ferrera innamorata di barocche bellezze ha disegnato per Mariella Lo Giudice e Carmen Consoli, risoluto e accattivante lo stile musicale dei Lautari: Giovanni Allegra, Puccio Castrogiovanni, Roberto Fuzio e Giorgio Maltese. Fragranti di sicula schiettezza e poetica maestria descrittiva le pagine degli autori (a quelli già menzionati vanno aggiunti Ottavio Cappellani, Emilio Isgrò, Gabriella Vergari e Stefano Vilardo). Lo spunto delle carte siciliane giustamente recupera una delle tradizioni più radicate tra la nostra gente che ne ha fatto proverbi e si potrebbe utilmente continuare con altri aspetti profondamente nostri di una cultura che raramente approda nei libri.
[...]
Sergio Sciacca
 
 

NonSoloCinema, 11.6.2008
"Racconti Quotidiani" di Andrea Camilleri
Infantili ricordi?
“C’è molta incertezza tra i bambini sul numero delle cosce che ogni pollo possiede, c’è chi dice che ne abbiano sei e chi giura e spergiura che ne possiedano otto”.

Siamo di fronte alla raccolta di 21 brevi narrazioni apparse sui tre giornali a cui, quotidianamente, Andrea Camilleri collabora. Dal dato di cronaca, lo scrittore costruisce il racconto attingendo alla fantasia, ma anche ai ricordi dell’infanzia, alle tradizioni della sua Sicilia che con rammarico vede sparire e alle esperienze di una vita, la sua, vissuta con intensità e profondità.
Sempre coerente a uno stile scorrevole, punteggiato di ironia, colto ma fruibile da tutti, sa cogliere sia gli aspetti legati al costume della nostra società dei consumi, sia confessare la sua passione letteraria per Simenon, sia renderci consapevoli di come nasce un episodio della saga di Montalbano e di come il suo presente sia ancora fortemente radicato nella storia della sua famiglia e nel ricordo dei suoi anni di bambino e di giovane. La narrazione della “festa” del 2 novembre, legata alla commemorazione dei defunti che portano doni ai più piccoli, il terribile racconto del 1 maggio del 1947 con la rivisitazione personale della strage di Portella della Ginestra, la vicenda del catanonno contrabbandiere si trasformano in vividi ritratti di fronte alla fantasia del lettore.
Il suo linguaggio, ormai famosissimo, è sempre un saporito middley di italiano e siciliano con l’uso di espressioni che, grazie anche alle numerose realizzazioni televisive, sono entrate nella terminologia corrente degli italiani. E’ un piccolo libro di piacevole e rapida lettura che ben si adatta alla “valigia” ideale e materiale che ciascuno sta predisponendo in vista delle sospirate vacanze estive.
Maria Chiara Alfieri
 
 

La Nuova Ecologia, 11.6.2008
Prove da ecoliberal
Nucleare, termovalorizzatori, ponte sullo Stretto. La ricetta del primo ministro dell'ambiente donna del nostro paese. Intervista con Stefania Prestigiacomo

BARRA A DRITTA. Non era mai capitato nella storia della Repubblica che un governo appena insediato si lanciasse con tanta determinazione su tre questioni – il rilancio del nucleare, l’emergenza rifiuti e la costruzione del ponte sullo Stretto – così importanti sotto il profilo ambientale. Segno dei tempi? Forse. Sta di fatto che con il primo Consiglio dei ministri convocato da Berlusconi a Napoli la legislatura si è inaugurata nel segno del decisionismo sulle politiche “verdi”. Un motivo in più per ritenere importante il colloquio con la ministra Stefania Prestigiacomo, la prima donna a ricoprire il ruolo appartenuto negli ultimi sette anni ad Altero Matteoli e Alfonso Pecoraro Scanio.
[...]
Il rilancio del nucleare rischia di assorbire larga parte delle risorse da destinare allo sviluppo delle rinnovabili. Un po’ come il ponte sullo Stretto, che inaridirebbe opere più importanti per la Sicilia come l’ammodernamento delle linee ferroviarie interne.
"Io non ritengo affatto che non sia necessario un ammodernamento della rete ferroviaria siciliana. Come della rete stradale interna, del sistema della portualità, della rete del trasporto aereo. La Sicilia è una terra straordinaria che ha diritto a infrastrutture di comunicazione moderne ed efficienti, essenziali perché possa dispiegare tutte le sue potenzialità di sviluppo. Il Ponte è qualcosa di più e di diverso. Non è antitetico a nulla. È la realizzazione di un sogno di cinque milioni di abitanti di questo paese, una formidabile leva di collegamento non solo materiale ma anche psicologico e culturale. Vi siete chiesti perché molti siciliani, anche distantissimi dalle posizioni di questo governo, penso a intellettuali come il maestro Andrea Camilleri o a un grande giornalista come Francesco Merlo, siano favorevoli al Ponte?"
[...]
Marco Fratoddi
 
 

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, 12.6.2008
Comunicato stampa
Giornata Mondiale del Rifugiato 2008, ‘Proteggere i rifugiati è un dovere. Essere protetti è un diritto’
Conferenza UNHCR, lancio della campagna di sensibilizzazione e seconda edizione del Premio ‘Per Mare’

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il prossimo 20 giugno, organizza una conferenza a Roma alle ore 11,00 presso la Sala dei Piceni, Musei di San Salvatore in Lauro, Piazza San Salvatore in Lauro, 15 ed alla quale parteciperanno esponenti delle istituzioni, del mondo della cultura e della società civile, rifugiati e richiedenti asilo. Tra i relatori, Walter Irvine, Rappresentante regionale dell’UNHCR in Italia, Roberto Maroni, Ministro dell’Interno, Thomas Hammarberg, Commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Andrea Camilleri, l’ammiraglio Raimondo Pollastrini, Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e Fabio Sturani, Vice Presidente dell’ANCI con delega all’immigrazione.
Quest’anno, nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti umani e, in Italia, della Costituzione repubblicana, l’UNHCR ha deciso di dedicare la Giornata Mondiale del Rifugiato al tema della protezione, intesa sia come difesa del diritto d’asilo che come riparo ed aiuto umanitario. A costringere i rifugiati ad abbandonare la propria casa, la propria terra ed i propri cari può essere una persecuzione individuale di natura politica, culturale, sociale o religiosa, una guerra o massicce violazioni dei diritti umani. Quale che sia la causa primaria che li spinge alla fuga, tutti i rifugiati hanno diritto a ricevere protezione, sia dalle entità statali o non statali che li minacciano che dalla mancanza di cibo, alloggi, cure mediche e scuole per i più piccoli.
Nel corso dell’evento organizzato dall’UNHCR, si svolgerà anche la cerimonia di assegnazione della seconda edizione del Premio ‘Per mare – al coraggio di chi salva vite in mare’, nato dalla collaborazione tra l’UNHCR ed il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera ed assegnato a chi, spesso a rischio della propria vita, sceglie di soccorrere i migranti vittime di naufragi. Il Premio, che conta su un contributo dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani ed è sponsorizzato da Banca Nuova, è composto da tre riconoscimenti in denaro che, nel corso della cerimonia, verranno consegnati dal Presidente della Giuria, Andrea Camilleri.
Nella mattinata del 20 giugno verrà inoltre lanciata la campagna di sensibilizzazione, ‘Proteggere i rifugiati è un dovere. Essere protetti è un diritto’, che comprende uno spot televisivo ed uno radiofonico. Entrambi sono trasmessi a titolo gratuito dalle principali reti televisive ed emittenti radiofoniche nazionali.
Per la realizzazione dello spot si ringraziano Stefano Pozzovivo, Francesco Cerasi, Videosystem Italia-RietiEditing e le giornaliste Silvia Santalmassi e Valentina Loiero. Si ringrazia inoltre Il Cigno G.G. Edizioni per la disponibilità della sala.
Per l’accredito contattare l’ufficio stampa dell’UNHCR: lagana@unhcr.org Indirizzo e-mail protetto dal bots spam, deve abilitare Javascript per vederlo – 06 80212318
 
 

La Sicilia, 12.6.2008
La storia della bici di Camilleri
Da Serradifalco a Porto Empedocle alla ricerca del padre, durante lo sbarco degli alleati nel 1943: in anteprima assoluta, il regista Rocco Mortelliti racconta al nostro sito come trasformerà in un film l'incredibile vicenda dell'inventore del commissario Montalbano

Catania - La storia della bici di Andrea Camilleri diventerà un film. Non stiamo parlando di una bicicletta qualsiasi, ma quella con la quale l’inventore del commissario Salvo Montalbano, durante la seconda Guerra mondiale, attraversò un pezzo di Sicilia per raggiungere e riabbracciare il padre a Porto Empedocle, sopravvissuto ai bombardamenti.
Quel percorso di più di 50 km da Serradifalco, paesino della provincia di Caltanissetta, sino a Porto Empedocle nell’Agrigentino, fu la strada sulla quale Camilleri pedalò non solo alla ricerca del padre, ma alla ricerca della libertà. Eh sì, perché il suo viaggio su quella strada di campagna dell’interno della Sicilia, coincise con lo sbarco degli Alleati, con la liberazione dai nazi-fascisti.
Il regista teatrale e cinematografico Rocco Mortelliti, racconta che quel viaggio diventerà un film, “un itinerario nella storia e nella memoria, fatto di flashback, di continui rimandi fra presente e passato”. Ma a che punto stanno le cose? “Guardi- dice Mortelliti- l’idea di fare il film c’è, anzi direi che il lavoro di preparazione è in fieri. Sul piano della regia, ho già in mente di raccontare la storia della bicicletta attraverso lo sguardo di una giovane di oggi. Ho pensato ad una attrice che conosce bene la psicologia di Camilleri, Alessandra Mortelliti, che è sua nipote e mia figlia (Mortelliti ha sposato Andreina, la figlia del grande scrittore siculo-romano)".
“In un lavoro biografico, come questo, la conoscenza del protagonista della storia, permette di cogliere in maniera più profonda gli accadimenti ed il senso di essi”. Ma chi impersonerà il giovane Camilleri nel film? “L’attore molto probabilmente lo sceglieremo in Sicilia”. L’idea è quella di partire dal presente e collegarsi al passato.
Da Roma in Sicilia, a Serradifalco, dove l’avventura camilleriana in bici ebbe inizio. Aggiunge Mortelliti: “Dal paese dove Andrea e sua madre, da ‘sfollati’ si rifugiarono durante la guerra, con una bicicletta che gli fu data in prestito, il giovane Camilleri iniziò il suo viaggio di tre giorni alla ricerca del padre”.
Con “la mitica bici” costruita da quell’intraprendente e dinamico imprenditore siciliano, Calogero Montante, che dal profondo Sud dell’Italia e dell’Europa, ebbe l’intuizione e la volontà di costruire nella seconda metà degli anni ‘20 del Novecento la fabbrica di biciclette che lo portò ad affermarsi a livello nazionale. Ponendo le basi per una dinastia industriale, che ai giorni nostri guidata dal quarantacinquenne e neocavaliere del lavoro Antonello Montante (il nipote di Calogero), è divenuta leader a livello internazionale nel settore degli ammortizzatori, ed ha sedi e fabbriche anche nel Nord d’Italia.
Simbolo di meridionali che portano le loro industrie al Nord, rimanendo ancorati alla loro terra. Sembra un paradosso, ma è una realtà. Ed adesso quella storia della bici, è destinata a diventare un film. Ci dice Mortelliti: “Guardi, c’è l’impegno di Antonello Montante per la produzione del film”.
“Questo progetto cinematografico”, afferma il regista: “ha una valenza culturale e storica, di conservazione della memoria e di trasmissione di valori, di sentimenti, di nostalgie di un mondo passato che ha tanto da insegnare alle nuove generazioni”.
E’ il pieno della storia, la ricchezza della memoria contro il vuoto dell’effimero, è il filo rosso di una esistenza intensa contro la labilità dell’apparenza. E la bici nel film del regista Mortelliti, come nella vita del diciassettenne Camilleri, sarà il simbolo della corsa verso la libertà.
Ed anche della legalità, emblema degli imprenditori che guidati dal presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello e dal suo vicepresidente vicario Antonello Montante, hanno lanciato da Caltanissetta la loro battaglia contro la mafia ed il racket delle estorsioni.
Salvo Fallica
 
 

MicroMega, 12.6.2008
Berlusconi contro giudici e giornalisti
“Una giornata per la giustizia”. Lettera aperta a Veltroni e Di Pietro
Margherita Hack, Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Gianni Vattimo, Sergio Staino, Telmo Pievani, Lidia Ravera, Gianni Barbacetto, Salvatore Bragantini e oltre 1500 cittadini hanno già sottoscritto l'appello
Aderisci anche tu! Scrivi a Veltroni e Di Pietro
Furio Colombo, Giuseppe Giulietti, Pancho Pardi
 
 

Il Venerdì, 13.6.2008
In carriera. Dopo avere recitato per Wenders, ha scritto una cantata per il Ravenna Festival (22 giugno). Ritratto di un musicista (molto) particolare
Sollima, un violoncello tra Riccardo Muti e Patti Smith

Andrea Camilleri, siciliano come lui, ha detto: “Giovanni Sollima è uno trai compositori più importanti di oggi”.
[…]
Emiliano Coraretti
 
 

La Sicilia, 14.6.2008
«Malgrado tutto» venticinque anni di resistenza morale

Il maestro di Racalmuto, Leonardo Sciascia, ha sempre scritto e pubblicato molto sui giornali, anche se non si può dire che amasse svisceratamente il mondo della stampa. Anzi. Aveva, ad esempio, orrore per i refusi tipografici che spesso costellavano, a causa dell'immediatezza e della velocità con la quale vengono purtroppo confezionati "pezzi" e notizie, anche alcuni importanti articoli della "Terza pagina", compresi i suoi. Nonostante questo, Leonardo Sciascia fece qualche rara eccezione concedendo "aperture di credito" nei confronti dei giornali locali, a patto che questi ultimi sapessero svolgere quel ruolo di opposizione concreta verso il sistema, che lui considerava una funzione fondamentale del vivere civile.
Come ad esempio il "foglio" del suo paese, dal curioso titolo di "Malgrado tutto", nato ad opera di tre giovani compaesani, Carmelo Arrostuto, Giancarlo Macaluso e Gaetano Savatteri. E proprio questi ultimi, hanno deciso di dare alle stampe, per i tipi dell'editore Sciascia di Caltanissetta, un'antologia di brani estrapolati dalla raccolta generale degli articoli pubblicati sul periodico per festeggiare così i venticinque anni di ininterrotta pubblicazione.
"Malgrado tutto", per la cronaca, nasce agli inizi degli anni Ottanta come foglio cittadino attento ai problemi della politica locale, della cultura e del mondo giovanile.
Apparve nel suo primo numero, ciclostilato in proprio, nel luglio del 1980 con un articolo di Leonardo Sciascia dal titolo "L'uomo del Sud", "pezzo" che di fatto aprì la collaborazione dello scrittore con il giornale racalmutese; collaborazione che proseguirà ininterrottamente fino alla fine dei suoi giorni.
Tra l'altro sarà lo stesso Sciascia a definire "Malgrado tutto", " il più bel titolo che sia mai stato trovato per un giornale". "Perché - diceva - contiene una visione delle cose illuministica, diderotiana".
Sciascia però continuava ad avere riserve nei confronti dei giornali locali perché sosteneva che spesso "prestano tanta attenzione ad episodi di sottocultura, trascurando i veri problemi della comunità".
Molti furono gli intellettuali che pubblicarono su questo periodico, da Gesualdo Bufalino a Vincenzo Consolo, da Giuseppe Bonaviri a Matteo Collura fino ad Antonio Di Grado a Felice Cavallaro e a molti altri ancora. Un lungo elenco di collaboratori che per decenni si trovò a scrivere per questo mensile, uniti tutti per l'affetto alla Sicilia e a Leonardo Sciascia.
In totale Sciascia sul periodico pubblicò tredici articoli, dal luglio 1980 all'ottobre 1987, che ora sono stati raccolti, assieme a quelli degli altri collaboratori, in un volume ("Malgrado tutto" Ed. Sciascia Caltanissetta. pp. 320 E.18,00) di cui il maestro di Racalmuto, se fosse ancora in vita, si sarebbe sicuramente compiaciuto. Lui infatti amava questo giornale come del resto amava tutto ciò che apparteneva al suo paese e si raccomandava che i collaboratori rimanessero sempre fedeli alla matrice del periodico, osservando criticamente e onestamente la realtà locale.
E in sostanza questa è la strada che hanno continuato a percorrere i vari redattori, sforzandosi di seguire con assoluta umiltà, ma anche con grande entusiasmo, la strada maestra. Perché "Malgrado tutto" per Sciascia ha segnato il ritorno, dopo le collaborazioni con i grandi quotidiani italiani, alla dimensione paesana, quella di Racalmuto che lo stava sempre aspettando e che ne voleva raccogliere l'eredità attraverso quel piccolo periodico; un'umile pubblicazione di provincia di cui lui si serviva spesso, in polemica con le testate nazionali di cui denunciava l'uniformità.
Quello che l'autore del "Giorno della civetta" e di "Todo Modo" si aspettava dalla stampa locale tra l'altro è condensato in un suo articolo - intervento, apparso nell'aprile del 1985, dal titolo "Il ruolo dei giornali locali: opposizione concreta".
Sciascia, almeno idealmente, non si spostò mai da quel piccolo paese di zolfatari e contadini sperduto nella Sicilia più profonda, perché fu il luogo dove più di ogni altro è stato al centro della sua esperienza narrativa. E in questo microcosmo con "Malgrado tutto" ha svolto in un certo senso anche il ruolo di "inviato speciale" osservando e raccontando di quel mondo.
Adesso, libro a parte, ad anni di distanza da quel primo numero, "Malgrado tutto" continua la sua storia (oggi è presente anche on line) e come ieri continuano a scrivere molte delle più autorevoli firme siciliane, primo fra tutti lo scrittore Andrea Camilleri.
"Poche volte - ebbe a ricordare, in passato, Gesualdo Bufalino - ho visto Sciascia contento come il giorno che gli lessi un mio articolo dove, parlando di 'Malgrado tutto', avevo scritto che mi sembrava il più bel giornale al mondo. Era contento, Leonardo - continua Bufalino - perché quel titolo, seppure non suggerito da lui, dalla sua opera tutta era in ogni caso ispirato. Nel senso che, contro le insufficienze degli uomini e la cecità della storia, riproponeva un imperativo di resistenza e di lotta rifiutando il disinteresse e la resa!".
Lorenzo Rosso
 
 

Adnkronos, 14.6.2008
Musica: Frosinone, Ughi e Piovani per il ‘Festival delle città medievali’

Frosinone - Dalla musica da camera romantica, all'opera da camera del primo novecento, fino alla musica etnica e alla celebrazione dei giovani musicisti. Tutto questo e molto altro nella 28° edizione del Festival Internazionale delle Citta' Medievali, manifestazione che, dal 19 giugno all'8 luglio proporra', sotto la direzione artistica di Roberto Baldinelli, concerti di alto livello nelle suggestive cornici di Anagni, Monte San Giovanni Campano e Frosinone.
[…]
Piazza Marconi a Monte San Giovanni Campano il 6 luglio si riempira' dell'eco delle parole dello scrittore siciliano Andrea Camilleri, in una serata letteraria tutta dedicata ai suoi romanzi.
 
 

Il Giornale, 14.6.2008
Zingaretti ci ripensa: non lascia Montalbano

Siena - È volato qui a Siena da Modica, dove sta girando la nuova serie di Montalbano. Altri quattro episodi, per la gioia dei fan, che si vedranno su Raiuno nel 2009. I titoli sono tutto un programma: La luna di carta, Le ali della sfinge, La vampa d'agosto, La pista di sabbia.
Luca Zingaretti, classe 1961, romano de Roma ma siciliano "honoris causa", non vorrebbe dir niente sul mitico commissario. In veste di direttore artistico, presenta la terza edizione di "Hai visto mai?", la vitale festa del documentario che pilota dal 2006. Sottotitolo: "Inediti italiani su temi sociali e di costume". Poi, però, non si sottrae alla domanda del Giornale. "Vero, nel 2006 avevo detto addio a Montalbano, dichiarandomi geloso, un po' per scherzo, di chi l'avrebbe interpretato in futuro".
Se è per questo diceva che "fare Montalbano è pericoloso: perché devi sfuggire al doppio rischio di sederti sugli allori e di annoiarti...".
"Siccome la vita dura una mezz'oretta e ti viene la voglia di divertirti, be', ci ho ripensato. Avevo detto una stupidaggine. Sentivo che il personaggio mi mancava, le storie sono belle, con Sironi ci si intende. E quindi... Andremo avanti fino ad agosto con le riprese, poi mi prendo un anno sabbatico. Meno, diciamo sei-sette mesi".
[…]
Michele Anselmi
 
 

Il Messaggero, 15.6.2008
Ughi e Piovani nelle Città medievali
Dal 19 concerti ad Anagni, Monte S.Giovanni e Frosinone

Partirà giovedì prossimo la ventottesima edizione del "Festival delle città medievali". La manifestazione musicale - che si svolgerà nei comuni di Anagni, Monte San Giovani Campano e Frosinone - presenta in cartellone nomi di spicco. Ci saranno il maestro Uto Ughi, il compositore Nicola Piovani, lo scrittore Andrea Camilleri e l'attore Lello Arena.
[…]
La ventottesima edizione del "Festival delle città Medievali" si chiuderà a Monte San Giovanni Campano il 6 luglio con l'opera "Tra musica e letteratura", scritta dal famoso scrittore siciliano Andrea Camilleri.
Martina Velocci
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 15.6.2008
La città dei caffè perduti celebra gli alberghi dei re

[...]
Un prezioso elenco di luoghi a cinque stelle alla memoria offre una piccola guida, "Locali storici d'Italia 2008", edita dall'omonima associazione presieduta da Giuseppe Nardini e giunta alla 32esima edizione. La Guida presenta «gli oltre duecentoventi alberghi ristoranti o trattorie, pasticcerie, caffetterie, grapperie e caffè letterari che sono stati protagonisti della storia d'Italia per i personaggi che li hanno frequentati e per gli eventi di cui sono stati promotori o sede».
[...]
Dai luoghi popolari nobilitati dalla memoria, la Guida ci porta al Charleston Le Terrazze a Mondello, datato 1910. La Guida gli accredita le soste del bel mondo internazionale e dei presidenti della Repubblica Saragat, Leone, Scalfaro ma anche di Pietro Nenni. Luogo incantevole soprattutto a colazione, è preferito oggi da grandi comitive politiche regional-nazionali; ma a volte, tempo addietro, in estate, ci si poteva imbattere in Elvira Sellerio con Camilleri.
[...]
Piero Violante
 
 

MicroMega, 16.6.2008
In esclusiva per MicroMega
Camilleri legge Camilleri: dieci poesie "incivili" (VIDEO)
Una feroce satira contro il fascismo strisciante di Berlusconi, Fini e Bossi e la non opposizione di Veltroni
Dieci poesie incivili
 
 

Apcom, 16.6.2008
Giustizia/ MicroMega promuove giornata contro 'leggi vergogna'
Appello Colombo, Giulietti, Pardi.Sì da Hack, Tabucchi,Camilleri

Roma - 'Una giornata per la giustizia': cresce la mobilitazione contro le nuove leggi-vergogna: è quanto si sostiene in una nota di Micromega, che riferisce delle nuove adesioni all'appello lanciato da Furio Colombo, Giuseppe Giulietti e Pancho Pardi all'indirizzo di Walter Veltroni e Antonio Di Pietro perchè si facciano promotori di una manifestazione di massa con la società civile contro l'attacco di Berlusconi a magistrati e giornalisti.
Margherita Hack, Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Gianni Vattimo, Sergio Staino, Telmo Pievani, Lidia Ravera, Gianni Barbacetto, Salvatore Bragantini e oltre 1500 cittadini hanno già sottoscritto l'appello pubblicato su www.micromega.net. Ad oggi - puntualizza la nota - nè Veltroni nè Di Pietro hanno dato alcun cenno di risposta.
"Se dovesse passare una simile proposta - ha dichiarato oggi Margherita Hack a MicroMega - vorrebbe dire che siamo già in regime dittatoriale. Dobbiamo reagire contro queste aberrazioni, altro che parlare di rinnovato clima di cooperazione! Partito democratico, sinistre purtroppo escluse dal parlamento alzate la testa e combattete contro questa regressione, basta con l'acquiescenza a questa destra che lavora solo per calpestare la giustizia a favore del grande imbonitore".
"Abbiamo di fronte - ammoniscono fra le altre cose i promotori dell'appello - un governo prepotente e deciso a tutelare gli interessi particolari che incarna e rappresenta, e a gestire il Parlamento come un parco a tema a cui, di volta in volta, si impongono immagini e rituali di Berlusconi e di Bossi, in un alternarsi di protezionismi, interessi speciali e paure ingigantite fino alla caccia all'uomo. In questa situazione preoccupante e grave, noi pensiamo che il silenzio sia il vero pericolo che dobbiamo respingere con la massima energia".
 
 

Le Guide di Dada.net, 16.6.2008
Nìvuro di sìccia
Le ricette ispirate alle avventure del più astuto commissario siciliano
Prezzo: 14,00, Pagine: 172

Un tuffo nella buona tavola siciliana, quella raccontata nelle storie di Andrea Camilleri, fatta di pasta 'ncasciata, di taralli, sfincioni e...
Oltre 150 ricette ispirate alla avventure del più noto dei Commissari italiani: Montalbano.
Il personaggio di Andrea Camilleri racconta spesso dei suoi pranzi e delle sue cene, dei piatti preparati per lui da Adelina, da Livia, da Mimì Augello o dagli altri amici più cari.
Trenta Editore si è lasciata guidare da termini come Nìvuro di Sìccia (spaghetti al nero di seppia), arancini, caponatina, involtini di tonno e pappanozza per realizzare un ricettario delle migliori specialità siciliane, accompagnate ogni volta dalle celebri frasi del Commissario.
Quasi un nuovo romanzo dove i casi del commissario sono ripercorsi attraverso il suo rapporto con il cibo e in particolare con chi realizza i piatti. Non a caso ad ogni “categoria” è stato dedicato un capitolo, perché chi conosce e ama le storie di Montalbano troverà certamente più semplice (e divertente) orientarsi nei sapori non seguendo un classico ordine alfabetico o di portata, ma inoltrandosi “nell’origine” del piatto.
Loredana Limone
 
 

Il Foglio, 17.6.2008
Si sentiva la mancanza dell’allarme democratico
Gira e rigira il fascismo è tornato e soli non ci ha lasciati

Beh, certo, poi c’è il fascismo… Sta qui dietro, praticamente a dieci metri, appena girato l’angolo… E allora, riecco l’allarme democratico, l’appello alla vigilanza, i versi antifascisti, l’esortazione costituzionale. Si fa un gran chiacchierare, intorno a questo fascismo.
[...]
Su Micromega, Andrea Camilleri legge “dieci poesie incivili” – una dietro l’altra. “Una feroce satira – viene spiegato – contro il fascismo strisciante di Berlusconi, Fini e Bossi e la non opposizione di Veltroni” (e due!).
[...]
 
 

Apcom, 17.6.2008
Governo/ Di Pietro dice si' alla 'Giornata per la giustizia'
Manifestazione di massa contro l'attacco di Berlusconi

Roma - Antonio Di Pietro dice sì alla "Giornata per la giustizia" promossa dall'appello pubblicato da 'Micromega' sul proprio sito.
"Con convinzione sosterremo - la 'Giornata per la giustizia' contro le nuove leggi-vergogna volute da Silvio Berlusconi", risponde oggi Di Pietro risponde alla lettera di Furio Colombo, Giuseppe Giulietti e Pancho Pardi, già firmata da Margherita Hack, Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Gianni Vattimo, Sergio Staino, Telmo Pievani, Lidia Ravera, Gianni Barbacetto, Salvatore Bragantini e oltre 2500 cittadini per chiedere a Veltroni e Di Pietro di "indire una manifestazione di massa con la società civile contro l'attacco di Berlusconi a magistrati e giornalisti".
 
 

La Sicilia, 17.6.2008
Ritorna il premio «Pirandello»Teatro
Il prestigioso riconoscimento sarà assegnato entro il 2008

Risorge dopo dieci anni di silenzio il prestigioso premio nazionale di teatro «Luigi Pirandello». Lo ripropone la Fondazione Banco di Sicilia e «mira - sottolinea il presidente della giuria, Gianni Puglisi - a stimolare una qualificata e moderna produzione teatrale italiana oltre che a rendere omaggio ad uno dei più importanti personaggi della nostra cultura».
Tutti gli autori interessati a partecipare all'edizione 2008 possono inviare le opere entro il 3 settembre, in nove copie, alla segreteria del premio.
Oltre a Puglisi, valuteranno i lavori in concorso valutare le opere in concorso Giorgio Albertazzi, Andrea Camilleri, Claudio Magris, Paolo Mauri, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro ed Elisabetta Sgarbi.
[...]
Leone Zingales
 
 

Il Giornale, 17.6.2008
Prima degli esami

Quando arriva è sempre in anticipo sui tempi. Il conto alla rovescia sfugge dal controllo, i giorni sul calendario scivolavano uno dietro l'altro, senza tregua, senza pausa. E domani è già maturità. Notte insonne quella prima degli esami per molti, anche se quelli impassibili li trovi sempre.
[...]
Uno che invece andava male a scuola era Camilleri. «Mi hanno cacciato dall’Accademia d’arte drammatica per motivi disciplinari, dice». Il suo primo maestro era un mezzadro, niente prof dall’aria rigorosa. Era lui che gli raccontava storie, aneddoti di paese. Storie contadine poi riutilizzate nei libri.
Manila Alfano
 
 

Pubblicità Italia, 18.6.2008
Il Corriere della Sera riporta in edicola "I corti di carta"
Dopo la prima collana, ogni giovedì e sabato, dal 26 giugno, tornano in edicola i racconti inediti dei grandi autori italiani scritti appositamente per il Corriere della Sera. Saranno abbinati rispettivamente al Magazine e Io donna.

La collana "I corti di carta" propone 20 romanzi brevi di grandi autori italiani. All’interno di ogni libretto un’aletta riepilogativa descrive il contenuto del racconto e una breve biografia presenta l’autore. Per questa edizione hanno scritto maestri del calibro di Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli, Dacia Maraini, il collettivo Wu Ming, Sandro Veronesi e autori molto amati dai giovani come Fabio Volo e Federico Moccia.
Il formato di ogni volumetto è di 10,5 x 17,5 cm con una copertina cartonata alternativamente bianca o nera con disegni astratti e una foliazione tra le 64 e le 96 pagine. La quarta di copertina riporta un ritratto dell’autore realizzato ad hoc per la collana dall’artista modenese Daniela Alfarano.
La prima uscita ("Il ventre della macchina" di Sandro Veronesi) è in edicola giovedì 26 giugno a 2,99 euro in abbinamento con il Corriere della Sera Magazine. Con Io Donna la seconda uscita ("Ferengi" di Carlo Lucarelli) sabato 28 giugno.
[...]
 
 

Corriere della Sera, 19.6.2008
Percorsi. In un volume la storia della rivista fondata nell'80 da tre ragazzi. Nel nome del grande scrittore
«Malgrado tutto», figli di Sciascia
Le «anime vive» che da Racalmuto raccontarono la Sicilia e l' Italia

La politica locale, la cultura, i giovani. Intorno a questi tre filoni, nel luglio 1980, due sedicenni, Giancarlo Macaluso e Gaetano Savatteri, e un diciottenne, Carmelo Arrostuto, fondarono a Racalmuto un giornale (per i primi due anni uscito in ciclostile) e lo chiamarono «Malgrado tutto». «Voleva essere una sorta di spavaldo e irridente suffragio alle anime morte che ingombravano il Paese: noi no, volevamo dire, siamo anime vive, malgrado tutto»: così spiega il titolo Gaetano Savatteri nell'introduzione al volume curato con Giancarlo Macaluso («Malgrado tutto», Salvatore Sciascia Editore, pp. 336, 18) che raccoglie i momenti fondamentali del periodico e gli scritti di collaboratori d'eccezione (in questa pagina ne pubblichiamo alcuni brani), a cominciare dal più illustre dei racalmutesi, Leonardo Sciascia, che tenne a battesimo il primo numero con l'articolo «L'uomo del Sud». Sciascia rimase un po' il nume tutelare («padre di parole» lo definisce Savatteri) di questa rivista che, dopo la morte dello scrittore, attraverso la Fondazione Sciascia, promosse il recupero e la valorizzazione della sua opera. «Sciascia boys» vennero definiti, a volte in modo sarcastico, i redattori della rivista a cui, nel corso di oltre 25 anni, collaborarono firme come Gesualdo Bufalino, Giuseppe Bonaviri, Vincenzo Consolo, Luisa Adorno, Matteo Collura. Nel tempo il giornale è cambiato, perdendo i furori giovanili, rimanendo luogo di confronto culturale, di dibattito anche nei momenti più feroci della violenza mafiosa. Il baricentro è rimasto sempre Racalmuto, anche quando la cronaca o la politica imponevano temi di interesse nazionale. Il nume tutelare, sempre Sciascia.
Cristina Taglietti
 
 
Incontri
L'eloquenza di uno sguardo

Leonardo Sciascia è nato quattro anni prima di me, a Racalmuto, nel 1921; io invece, sono nato a Porto Empedocle, a una trentina di chilometri di distanza. Io ho frequentato la scuola di Agrigento, lui, invece, ha studiato a Caltanissetta. E per questo, da giovani, nonostante avessimo interessi comuni, non ci siamo mai incontrati. Nel 1949 me ne andai a Roma e anche lui era lì. Molti anni dopo, il Teatro Stabile di Catania mi chiese di mettere in scena, come direttore, la versione teatrale de “Il giorno della civetta”, il romanzo che aveva reso famoso Sciascia. Accettai con entusiasmo e cominciai a dirigere il lavoro di adattamento che era stato affidato a un attore intelligente e colto, Giancarlo Sbragia. E fu proprio a casa di Sbragia che conobbi per la prima volta Sciascia. Fummo subito come due vecchi amici, troppe erano le cose che avevamo diviso durante l'infanzia e la giovinezza in Sicilia. Cominciai le prove a Catania e lui, di tanto in tanto, veniva lì ad assistere. Un giorno mi domandò: «Non credi che la mafia potrebbe reagire male davanti a questo spettacolo?». Mostrò uno dei suoi sorrisi tra il timido e lo scherzoso. «I mafiosi sono analfabeti - risposi - quelli che sanno leggere e scrivere, se vengono a teatro, si siederanno in prima fila e applaudiranno. Perché sono anche estremamente vanitosi». Durante quegli incontri mi impressionò soprattutto il fatto che Sciascia allora parlasse pochissimo. Certamente non per mancanza di parole, ma per una naturale riservatezza o, forse, per un eccesso di timidezza. Si esprimeva molto bene attraverso interiezioni, mezze frasi e un grande uso della mimica facciale. Con me, siciliano, parlava attraverso degli sguardi eloquenti (...).
Andrea Camilleri
(Febbraio 2000. Pubblicato su «Abc Cultural» e su «La Nación». Tradotto per «Malgrado tutto» da Carolina Italiano)
 
 

Barilive.it, 19.6.2008
La presentazione del calendario della manifestazione jazz della Valle d'Itria oggi a Bari
Cammariere, Rava, Fresu, Caine e Conte: torna il Locus Festival
Novità della quarta edizione il connubio con la letteratura: previste le esibizioni di Sergio Rubini e Gianrico Carofiglio

Sergio Cammariere, Enrico Rava, Paolo Fresu e Nicola Conte. I grandi nomi del jazz italiano e ‘nostrano’ sono alcuni dei protagonisti della quarta edizione del Locus Festival, manifestazione musicale dedicata, in particolar modo, agli accordi resi celebri da artisti del calibro di Dizzie Gillespie, Duke Ellington e Glenn Miller. Locorotondo si immergerà totalmente nella musica, dal 5 luglio al 17 agosto, grazie ad otto appuntamenti da non perdere.
[...]
Ospite gradita la letteratura: sabato 26 luglio (Cantina sociale alle ore 21.30 – 10 €) l’attore pugliese Sergio Rubini leggerà dei testi di Andrea Camilleri sulle note di Enrico Rava New Generation e Mauro Negri. Il giorno dopo, invece, toccherà allo scrittore Gianrico Carofiglio, il quale racconterà le vicende del ‘suo’ avvocato Guerrieri in compagnia della tromba di Paolo Fresu e del pianoforte magico di Uri Caine (Piazzale chiesa Madonna della Greca alle ore 21.30 – ingresso libero).
[...]
Danilo Calabrese
 
 

ComuniC@lo, 20.6.2008
Camilleri nella Giornata del Rifugiato: "Dare asilo agli immigrati è un dovere dell'Europa"
Giornata mondiale del rifugiato. Premio "Per mare -- Al coraggio di chi salva vite in mare", nato dalla collaborazione tra l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ed il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto -- Guardia Costiera.
VIDEO. Andrea Camilleri premia gli eroi del mare"
Andrea Camilleri legge le motivazioni dei premi
 
 

Apcom, 20.6.2008
Immigrati
Camilleri premia il coraggio di chi salva vite in mare
Dai pescatori appello per porre fine a mattanza nel Mediterraneo

Roma - "Quando si salvano uomini in mare si salva anche la nostra possibilità di dirci ancora uomini, senza dovercene vergognare". Così lo scrittore Andrea Camilleri ha presentato il premio 'Per mare, al coraggio di chi salva vite in mare', consegnato oggi in occasione della giornata mondiale del rifugiato.
Nato dalla collaborazione tra l'Alto Commissario dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) e il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, il premio che viene assegnato a chi, spesso a rischio della propria vita, soccorre migranti e richiedenti asilo vittime di naufragi. Come l'equipaggio del motopeschereccio 'Ariete' di Mazara del Vallo, che il 28 novembre 2007 salvò 54 migranti, tra cui una bambina di pochi mesi e nove donne, su un barcone che imbarcava acqua a circa 30 miglia da Lampedusa. Lo stesso motospechereccio ha salvato altre 27 persone in acque libiche solo due settimane fa. "I pescatori sono tutti recidivi", ha ironizzato Camilleri, presidente della Giuria del premio.
Lo scrittore ha poi consegnato il secondo premio ex aequo all'equipaggio dei motopesca 'Monastir' e 'Ofelia I': il primo, per aver salvato 14 persone a 187 miglia da Lampedusa nel luglio 2007; il secondo, per aver effettuato due salvataggi, di 47 persone nel settembre 2007, e di un migrante mauritano il mese prima, rimasto aggrappato a una tavola di legno per 12 ore, unico sopravvissuto a un naufragio.
[…]
 
 

Agrigentonotizie.it, 20.6.2008
Camilleri: "Accogliere chi chiede asilo è un dovere"

E' visibilmente commosso Andrea Camilleri quando durante la Giornata mondiale del rifugiato a Roma ascolta le testimonianze di alcuni immigrati salvati nel Canale di Sicilia e protetti in Italia dove hanno trovato asilo politico. Lo scrittore empedoclino, dopo aver letto le motivazioni, ha consegnato i riconoscimenti dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati agli "eroi del mare”, pescatori siciliani che hanno rischiato la vita per salvare immigrati clandestini durante alcuni soccorsi in mare a largo di Lampedusa.
"Il premio Per mare, dedicato al coraggio di chi salva vite in mare, cresce d'importanza, perché purtroppo crescono le persone che annegano per mare – dice Andrea Camilleri -. Il fatto è che l'aumento dell'immigrazione via mare comporta un tragico aumento dei morti in mare. Poveracci… Gli equipaggi dei pescherecci siciliani, la Guardia costiera, la Guardia di finanza e tutti gli altri soccorritori – prosegue lo scrittore - fanno tutto quello che possono per salvare vite umane, ma evidentemente non basta. E quindi queste manifestazioni dedicate a loro sono importanti per tenere alta l'attenzione su questo drammatico problema. L'85 per cento dei migranti non riesce a salvarsi, e poi – racconta Camilleri - ritroviamo i loro resti umani nelle reti dei pescatori. Questo è terribile”.
Sono tanti in Italia i richiedenti asilo le cui domande vengono respinte, Camilleri non condivide le politiche sull'immigrazione dell'Italia e dell'Europa.
"Il problema non è solo dello Stato italiano – sostiene Camilleri - perché tutta l'Europa è su questa linea. Sono gli stati europei che non capiscono, o fanno finta di non capire, un cambio di considerazione dell'immigrato. Fino a qualche anno fa l'immigrato, clandestino o meno, era colui che veniva da noi in cerca di lavoro – spiega - oggi non è più così. L'immigrato che viene qui da noi è, certo in cerca di lavoro, ma soprattutto è in cerca di asilo. Sono immigrati in cerca di protezione che scappano da guerre, carestie, persecuzioni. E allora questa è la nuova visione degli immigrati, non si può per questa gente adoperare il criterio delle quote, perché è senza dubbio un criterio egoistico”.
Calogero Giuffrida
 
 

Serge Quadruppani, 20.6.2008
Une interview inédite d’Andrea Camilleri sur 68 et les "années de plomb"
Cette interview a été recueillie en mars 2008, elle était destinée à paraître, dans une version abrégée, en accompagnement de l’article "Le fantôme des années de plomb dans le roman noir italien", qui devrait paraître dans le numéro de juillet 2008 du Monde Diplomatique. Par défaut de place, elle ne l’a pas été. La voici ici, in extenso.

Q.: Le commissaire Montalbano serait-il un soixante-huitard?
C: Il est né en 50, donc en 68, il était entre le lycée et l’université. Il a eu des camarades soixante-huitards… de temps en temps, il lui revient à l’esprit d’avoir participé à 68… Dans un des romans de la série, il y a un épisode où il lit dans le journal qu’un de ses amis soixante-huitard est devenu président d’une banque importante et ça lui reste en travers de la gorge. Et là, je parle de Sofri, je dis que c’est le seul qui est resté en taule alors qu’il est innocent. Je crois qu’il y a une évaluation bourgeoise erronée de 68, présentée comme un moment d’anarchie. Moi, je l’ai toujours interprété différemment. Vu que les ex-soixante-huitards sont devenus d’honnêtes et excellents fonctionnaires de l’Etat, je pense que de 68 est née une génération très attentive aux règles, c’est-à-dire que cet ordre, nouveau, différent, qu’ils voulaient instaurer en 68, à partir du moment où ils ont commencé à faire carrière, comme Montalbano, aussi, qui est policier, ils ont amené avec eux des principes qui, en un certain sens, ont gouverné leur vie. Quand Fazio, son subordonné, dit à Montalbano: «Vous êtes un communiste enragé!», en réalité, il ne l’est pas. Eventuellement, Montalbano a pris à 68 certaines idées qui sont maintenant dans son ADN mais il n’est pas communiste.
Q: D’après toi, cette confiance dans la légalité, cette envie d’avoir des règles, c’est une chose acquise en 68?
C: Pas seulement le respect des règles mais le désir de les modifier constamment de l’intérieur. Mon personnage de Montalbano, c’est vrai que c’est un soixante-huitard qui, avec le temps, a évolué mais on ne peut pas dire qu’il les respecte beaucoup, les règles…
Q: J’avais l’impression que c’était plutôt une attitude très sicilienne, cette souplesse à l’égard des règles…
C: Oui, c’est aussi très sicilien. Mais de cette affaire, il y a quelqu’un qui a très bien parlé, c’est l’historien Giovanni De Luna pour qui de cette génération de soixante-huitards sont venus d’excellents fonctionnaires, excellents non pas dans le sens de l’obéissance aveugle et passive à ce qui est dicté par la loi ou par les normes, tout au contraire, mais par rapport au fait de modifier ces normes à travers l’expérience de 68. C’est-à-dire une attitude de vrais démocrates… Selon moi, ils ne le savaient pas, mais les soixante-huitards représentaient une poussée démocratique.
Q: Comment as-tu vécu, toi, 68, tu peux me le raconter?
C: J’ai participé à ma façon au mouvement de 68. Né en 25, j’avais donc 43 ans… J’étais à la RAI, mais surtout j’ai été professeur au Centre expérimental de cinématographie. Auparavant, j’y avais enseigné cinq ans puis j’étais parti en 66 parce que j’étais surchargé de travail, entre la RAI, la mise en scène de théâtre, j’avais arrêté. Mais en 68, les étudiants du Centre expérimental ont occupé l’institution et ont chassé tous les professeurs. Après quoi se présenta chez moi une délégation emmenée par Gian Maria Volontè, (lequel n’était pas étudiant, bien sûr, c’était pour eux un point de référence et lui aussi allait tenir des cours) qui vint me demander de revenir enseigner. Je fus évidemment très content de le faire mais je reçus des coups de fils menaçants des autres enseignants, j’étais un traître à leur classe. Donc les étudiants étaient barricadés à l’intérieur et ils n’ouvraient que pour me laisser entrer et sortir. (Camilleri raconte ensuite que la première chose qu’il vit en entrant, dans le hall du Centre, ce fut une horloge arrachée au mur et jeté à terre. Comme les étudiants ne se présentaient pas à l’heure prévue pour ses cours, 9 h, à la troisième fois, il demanda une assemblée et déclara: «la différence entre le révolutionnaire et le butor, c’est que le butor arrache l’horloge et la jette et quand on lui annonce le cours à 9 h, il se présente à onze heures. Le révolutionnaire, lui, il arrache l’horloge et quand on lui dit que le cours a lieu à 9 h, il se présente à 9 h moins dix. Au revoir et merci.» Et le lendemain, les étudiants furent à l’heure.)
Q: Vos cours, votre activité était en relation avec ce qui se passait ailleurs, dans la société?
C: C’était uniquement ça. C’était surtout sur ce qui se passait, les leçons de mise en scène n’étaient faites qu’en marge… C’étaient surtout des leçons politiques, sur ce qui se passait dehors et qu’on ramenait à l’intérieur. Et ça a duré comme cela, durant toute la période de l’occupation. Il s’agissait, par exemple, de comprendre pourquoi certains gestes étaient stupides et pourquoi d’autres utiles. Par exemple, quand un étudiant a proposé d’incendier la cinémathèque nationale qui se trouvait dans l’édifice et où était conservée une bonne part de la cinématographie mondiale, et lui: «brûlons-la!» et moi: «les gars, je vous avertis, si vous m’ouvrez et que vous me laissez sortir, moi je vais directement chez les carabiniers», heureusement, ils n’étaient pas tous d’accord avec lui, bien au contraire, la majorité, 90% disons, était opposée. Il y avait un metteur en scène, pour l’instant je ne me rappelle pas son nom, qui filmait tout ce qui se passait, dans les luttes en cours. Grâce à 68, le Centre a connu une ouverture vraiment notable. Par exemple, le peu d’argent qui servait à faire les petits films de fin d’étude, un des élèves les a utilisés pour aller filmer les palestiniens dans leurs camps et a fait un très beau documentaire. Alors qu’avant le Centre ne produisait que des fictions, à partir de ce moment, le documentaire y est entré, alors qu’il n’y était même pas entré quand c’était Rosselini qui en était le président.
Q: Mais toi, tu étais plutôt proche du PC, non?
C: J’ai toujours été proche du PC.
Q: Parce que dans cette période, il y avait déjà des affrontements entre le PC et le mouvement des étudiants.
C: C’est vrai, et de fait, beaucoup me traitaient de fasciste (il rit) mais ça ne me touchait pas… Si je dois te dire sincèrement comment je me sentais, je me sentais parfaitement à mon aise, parce que j’aimais ce type de rapport, non mandarinal, on se tutoyait, une fois, un gars m’a lancé un sabot, bien lourd, je l’ai évité habilement et moi j’ai dit: «tu vois, c’est un geste crétin, si j’avais eu un pistolet en ce moment, je t’aurais tiré dessus, et alors explique-moi quelle est notre dialectique en ce moment.» J’aimais beaucoup discuter. Une des choses les plus belles de 68, c’était la discussion, la discussion continue, et l’emportait celui qui avait le plus de résistance et moi, mes 43 ans, ils pesaient, je disais, «bon, ça va, les gars, laissons tomber». Je dois dire j’aime la contestation, conclut Camilleri d’un air gourmand.
Q: Mais ensuite quand sont arrivés les faits dits de terrorisme, j’imagine que l’affrontement est devenu différent.
C: Là, la discussion a fini, du moment qu’on a laissé la parole aux armes, a fini toute possibilité de discours…
Q: Tu t’es senti du côté de l’Etat?
C: Non. Je dois dire, en toute honnêteté que je me suis retrouvé, peut-être pour la seule fois, dans la position exprimée par Leonardo Sciascia: «ni avec les Brigades rouges ni avec cet Etat»… c’est-à-dire, le portrait de famille… les camarades qui se trompent, c’était toujours des camarades qui se trompaient et l’Etat était ce qu’il était alors…
Q: Mais ça, c’était difficile à dire, à l’époque…
C: Leonardo a eu le courage de le dire sur le journal le plus diffusé en Italie à l’époque, provoquant de sérieuses polémiques. Leonardo n’avait pas du tout peur de commettre des erreurs, il voulait que sur sa tombe on écrive, après il a changé d’avis, il voulait qu’on écrive «il s’est contredit», ce qui me semble très beau. Mais là, d’après moi, sa position était juste. (Elle n’était pas juste plus tard, quand il a parlé des «professionnels de l’antimafia», parce que des professionnels de l’antimafia, il en fallait mais c’est une autre discussion.) En moi, il y de la manière la plus absolue l’impossibilité de condamner, c’est peut-être une limite. Je n’arrive pas à condamner…
Q: Mais les fascistes, tu peux les condamner…
C: Les fascistes, oui, et pas à contrecœur. Mais je parle de ceux qui se croyaient l’avant-garde ouvrière. Alors, il était difficile de condamner ce qui aujourd’hui est seulement considéré comme des actes de terrorisme.
Q: Il est difficile aussi de mettre sur le même plan les attentats massacres comme celui de la piazza Fontana et les meurtres ciblés des BR.
C: Là, on entre dans un discours vraiment difficile, où il faut distinguer entre les attentats. Et moi, je suis disposé à faire ce discours, parce que je n’ai jamais dit que tous les morts sont égaux et je ne me sens pas non plus de le dire. …le discours à la porte de la Paix, «il est mort celui qui fuyait et celui qui montait», le héros et l’homme vil, ils ne sont pas égaux, tous les morts. Au niveau proprement physique, du fait d’être étendu à terre, oui, mais il n’est pas vrai que la mort transforme tout le monde en bons pères de famille, de la même manière, je fais des distinctions. Tu me diras, tu te contredis, eh oui. Certaines choses, je les condamne, d’autres au contraire, je ne peux pas les condamner, je ne peux pas. Parce que sinon, nous devrions revoir toute la leçon de ce qu’a été, par exemple, notre Risorgimento.
Q: Au moins, on peut parler d’erreur tragique. Le meurtre de Moro a été, sur le plan humain, une tragédie et sur le plan politique une erreur terrible, qui a mis fin à tous les espoirs de changement vrai… Ce n’est pas une condamnation pénale. Mais au moins, une condamnation politique, on peut la faire, non?
C: Certes, celle-là, je la fais. Mais ce n’est pas qu’on devine toujours ce qu’on est en train de faire. Sur le cas Moro, peut-être que le plus lucide de tous, ça a été Berlinguer qui, après a démenti, quand Sciascia et Toto Gottuso sont venus le voir, défaits, alors que Moro était entre les mains des BR, et Berlinguer a dit cette phrase textuelle: «Ici, nous sommes devant un bel accord entre les services secrets de l’Est et la CIA».
 
 

Il Venerdì, 20.6.2008
Mito e metamorfosi nel nuovo romanzo dello scrittore siciliano. Che rivela di lavorare a una trilogia: prossima protagonista, una donna capra
Camilleri: con la donna albero ho messo radici nel fantasy
Non solo Montalbano. “Il casellante” (Sellerio, pp. 140, euro 10, in uscita il 26 giugno)

”Voglio realizzare una trilogia dedicata al fantastico”. Parola di Andrea Camilleri che, fra un commissario Montalbano e un romanzo storico, ha trovato il guizzo di cambiare del tutto genere. “Dopo il primo romanzo sulla metamorfosi, dedicato alla donna sirena “Maruzza Musumeci” (Sellerio, pp. 140, euro 12, ndr), ecco “Il casellante”, storia di una donna che vuole trasformarsi in albero”. L’ambientazione è siciliana, tra l’immaginaria Vigàta e Castelvetrano. “Riprendo il filo narrativo dagli anni Quaranta del Novecento, dove il romanzo precedente, “Maruzza Musumeci”, si era fermato”.
Pur trattandosi di un genere fantastico, Camilleri contestualizza il romanzo. “La struttura storica e importante, è una base sulla quale sviluppo le invenzioni letterarie”. “Il casellante” è ambientato nella zona a Sud della Sicilia alla vigilia dello sbarco alleato.
Nino Zarcuto lavora in un casello tra la spiaggia e la linea ferrata. È spostato con Minica, che aspetta il primo figlio ed è la figura centrale della storia. Una notte il dramma: Minica viene violentata, perde il bambino, la memoria, la ragione. Nino riuscirà a scoprire la verità, giungerà alla vendetta, “ma non riacquisterà la pace perché Minica ha perduto il senno” spiega Camilleri, “vuole trasformarsi in un albero, essere piantata come un albero, e generare come un albero. Il suo copro si trasforma: i capelli in fronde leggere, le braccia verso il cielo come rami; il corpo si ricopre di corteccia; i piedi diventano radici”.
La storia procede, sbarcano gli americani. Ed è proprio nella fase più drammatica “che Minica, novella Dafne, troverà la forza e le risorse per ricominciare a vivere” racconta Camilleri. Ma non si parlava di una trilogia? “Ho già in mente la storia del terzo libro” sorride lo scrittore. Titolo provvisorio: “La donna capra”.
Salvo Fallica
 
 

Il Venerdì, 20.6.2008
Con “Repubblica” e “L’espresso” c’è l’Italia in noir. D’autore
Da Lucarelli a Carofiglio, passando per Fruttero, Camilleri, De Cataldo e Scerbanenco: una collana in edicola con il quotidiano e il settimanale propone il meglio di un genere che nel nostro Paese è vera letteratura

Il romanzo italiano contem­poraneo ha festeggiato la sua consacrazione internaziona­le vestito di nero. Hanno brindato ladri e assassini, confidenti e spie, prostitute d'alto bordo e loschi faccendieri. Ma anche commissa­ri di polizia con la bottiglia di whi­sky sul cruscotto, avvocati spian­tati e non, investigatori privati con un passato dall'altra parte della barricata. E la festa non è ancora finita: prosegue da anni, al ritmo di decine di titoli e centinaia di mi­gliaia di copie vendute ogni anno. Se infatti c'è un genere letterario nel quale gli autori di casa nostra non hanno nulla da invidiare ai colleghi stranieri, quello è proprio il noir. Non soltanto per il succes­so commerciale, ma anche per quello di critica, italiana e interna­zionale: i romanzi di Andrea Ca­milleri sono tradotti in nove lin­gue, dall'inglese al giapponese; quelli di Gianrico Carofiglio esco­no in decine di ristampe, come fossero episodi della saga di Harry Potter; i titoli di Giorgio Scerba­nenco, l'antesignano e il maestro più apprezzato da un allievo doc come Carlo Lucarelli, vengono riscoperti a distan­za di anni, sul1'on­da del successo dei «discepoli». L'espressione noir italiano, in­somma, è diventa­ta un marchio di fabbrica, propo­sto ora da Repubblica e L'espresso come titolo di una nuova col1ana, in edicola dal prossimo martedì.
Lo scorso gennaio Giancarlo De Cataldo, l'autore di “Romanzo cri­minale”, il bestseller ispirato alla banda della Magliana, presentan­do a Londra “Crimini” (Einaudi), un'antologia di racconti scritti da molti degli autori che ritroveremo in «Noir italiano», spiegava a una platea entusiasta di inglesi che il no­stro noir «è nato sul1e orme di quel­lo angloamericano, ma è più concreto e immediato». E poi, gode an­che di buona fama letteraria: An­drea Camilleri, il padre del1'ispet­tore Salvo Montalbano, racconta­va che Raymond Chancller per riu­scire a scrivere la frase: «Attraver­sò la strada, arrivò al marciapiede opposto e l'ombra del telone sul bar gli tagliò la faccia in due» ci mise cinque anni. Fino ad al1ora gliela avevano censurata. considerandola troppo letteraria. Nel 1999, invece, Carlo Lucarelli non ebbe problemi a iniziare un capitolo di “L'isola del­l'angelo caduto” con queste parole: ­«C'era qualcosa nel vento. Se gira­va il volto su una spalla l'aria del mattino gli scivolava silenziosa sul­la fronte, appena riscaldata da un sole liquido e giallo come il tuorlo di un uovo vecchio ... ».
Proprio “L'isola dell'angelo caduto” di Lucarelli aprirà martedì prossi­mo, 24 giugno, «Noir italiano». La collana composta di alcuni roman­zi tra i più apprezzati degli autori di punta del genere, che accompa­gnerà i lettori il martedì.
Considerato da molti come una delle opere meglio riuscite dell'auto­re emiliano, “L'isola dell'angelo caduto” è ambientato negli anni dell'asce­sa di Mussolini. Mentre il Duce si appresta ad andare alla Camera per rivendicare la responsabilità del de­litto Matteotti, allargo di un'isola sperduta viene trovato il cadavere di una camicia nera, un miliziano in forza alla colonia penale dell'isola dove sono rinchiusi delinquenti co­muni e prigionieri politici. A inda­gare su questa e altre morti è un giovane commissario disilluso, né fascista né antifascista, destinato a diventare eroe involontario.
Storia, cronaca e introspezione psicologica sono gli ingredienti del romanzo di Lucarelli come de­gli altri titoli in programma, da “Donne informate sui fatti” di Carlo Fruttero a “Velocemente da nessu­na parte” di Grazia Verasani. Ma anche dei noir di altri grandi mae­stri del genere, da Camilleri a Scerbanenco fino a Caro figlio, Lo­riano Macchiavelli, Margherita Oggero e Gianni Biondillo.
Arturo Camilli
 
 

Il Giornale, 20.6.2008
Piovani suona la settima arte
Il compositore tra le star del Festival delle Città Medievali

Nicola Piovani, Lello Arena e Andrea Camilleri: sono i nomi di spicco del Festival internazionale delle città medievali, in programma fino all’8 luglio tra Anagni, Monte San Giovanni Campano e Frosinone.
[…]
Il 6 settembre [luglio, NdCFC] a Monte San Giovanni Campano le letture dei romanzi di Andrea Camilleri saranno accompagnate dalle musiche di Marco Betta.
[…]
Spettacoli ore 21,15. Biglietti 8 euro, abbonamento 40 euro (a Frosinone ingresso riservato agli abbonati). Info 0775289172-9928.
Francesca Scapinelli
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.6.2008
Mangione, il figlio dell'esodo che raccontò i siciliani in Usa
Orgoglio e disincanto di un oriundo

Fino a una ventina d' anni fa era uno degli scrittori più noti in America, sino quasi a oscurare i grandi talenti del luogo. Oggi, invece, solo pochi conservano memoria del suo nome e soprattutto della sua produzione. Se si prova a chiedere in giro a New York, nelle librerie o negli ambienti universitari, chi conosce Jerre Mangione, solo in pochi sanno rispondere.
[...]
Dopo sette anni, lo scrittore pubblicò un altro libro siciliano, dal titolo "Reunion in Sicily", edito in Italia da Sellerio nel 1992 con la dedica a Andrea Camilleri e Dante Bernini. Camilleri, oltre ad essere presente nella dedica, fa la sua comparsa nel racconto, con lo pseudonimo di Andrea Bellini, colui che farà da guida all'autore tra Agrigento e Porto Empedocle nella sua discesa agli inferi isolani. "Reunion in Sicily" piacque parecchio a Giuseppe Prezzolini, che così ne parlò: «Questo libro resterà come un buon documento, che sarà esplorato un giorno da chi vorrà conoscere, non attraverso le rapide e spesso compiacenti e spessissimo incompetenti relazioni dei reporter americani, lo stato d'animo della media e piccola borghesia dell'isola nell'immediato dopoguerra». Al centro della narrazione, c'è la famiglia siciliana, con la sua forza mitologica, insieme fiabesca e patetica. Con la sua mostruosa fascinazione. Libro "parlante" lo definì Prezzolini, cogliendo la sua natura imprendibile, il suo essere resoconto e narrazione insieme.
[...]
Salvatore Ferlita
 
 

La Repubblica (ed. di Bari), 22.6.2008
Sette giorni fa l'omicidio Basile
Se Ugento fosse Vigata
Una storia per il commissario Montalbano

Ugento — Peppino Basile è morto a Ugento, accoltellato 17 volte fuori da casa sua esattamente sette giorni fa. Ma potrebbe essere stato ammazzato a Vigata, perchè qui nel profondo Salento c'è il mare come nella Sicilia immaginaria di Camilleri. E perché la storia del piccolo muratore di provincia che con la vita scopre la politica, le donne e infine trova la morte, piacerebbe tanto al papà di Montalbano.. Per tinte e trame, per facce, sapori, colori, odori, quella di Peppino Basile sembra una storia del commissario che in tv ha la faccia di Luca Zingaretti.
[...]
"Non se ne può avere idea di come rompeva le scatole con le rotatorie che dovevamo fare a Ugento, era sempre fuori dalla mia porta a chiedere cose per il suo paese, a me stava simpatico, Peppino Basile" racconta Giovanni Pellegrino, il suo presidente della Provincia, altro uomo del Sud che piacerebbe a Camilleri, per il suo passato da presidente della commissione stragi, il suo presente e la sua storia da avvocato amministravista, il suo eloquio colto e aneddotico.
[...]
A proposito chi ha ucciso Peppino? La politica, forse. O l'amore? La solitudine o l'irruenza? Se Camilleri, per caso, sentisse Montalbano...
Giuliano Foschini
 
 

La Repubblica (ed. di Napoli), 22.6.2008
Sette giorni fa l'omicidio Basile
Jazz al San Carlo per piano e tromba

[...]
Il cinema continua a invadere l'immaginario di Rava. «Beh, a fine anno uscirà un nuovo cd con Bollani, Larry Grenadier e Paul Motian», prosegue il trombettista. «Sto pensando di intitolarlo "Interiors", come il film di Woody Allen, mentre in estate girerò con uno spettacolo nato da un racconto di Andrea Camilleri che ha per protagonista Enrico Rava. Non temete, la voce recitante sarà quella di Sergio Rubini, io mi limiterò a stare sul palco con il mio quintetto».
[...]
Nino Marchesano
 
 

ImmigrazioneOggi, 23.6.2008
Le interviste di ImmigrazioneOggi. Istituzioni, Politica e Società.
Intervista ad Andrea Camilleri

ImmigrazioneOggi incontra Andrea Camilleri, il papà del commissario Montalbano, l’autore cult che fino ad oggi ha venduto 10.000.000 di copie. Cornice dell’incontro la giornata mondiale del rifugiato 2008, celebrata a Roma il 20 giugno, e l’assegnazione del premio “Per mare - al coraggio di chi salva vite umane”. Un’occasione per parlare con Andrea Camilleri di immigrazione e sicurezza, di solidarietà, e della sua “vasca da bagno”, il Mediterraneo, che unisce popoli e culture. (durata: 7'58")
Intervista: Alberto Colaiacomo
Produzione: Studio Immigrazione sas
Riprese e montaggio: Provideo
Cameramen: Marco Curione
Segreteria di redazione: Maria Rita Porceddu
Direzione: Raffaele Miele

 
 

Giornale di Sicilia, 24.6.2008
"Il casellante" è il titolo del nuovo romanzo in libreria da dopodomani
È ambientato nella Vigàta degli anni '40, poco prima dello sbarco alleato
Violenza, follia, rinascita
Ecco l'ultimo Camilleri

"I caselli parivano fatti con lo stampino. Pittati di giallo, erano a un piano"

Si chiama "Il casellante" il nuovo romanzo di Andrea Camilleri (Sellerio editore, pp. 143, 11 euro) che sarà in libreria da dopodomani. Ambientato nella Vigàta degli anni '40, nell'imminenza dello sbarco degli Alleati, ha per protagonista un casellante, Nino Zarcuto, e la moglie, Minica. I due stentano ad avere un figlio. Minica resta "prena" dopo che lui si è spalmato una miracolosa pomata nei "cabbasisi". La felicità è grande. Ma il naufragio, della mente e della vita dei due, incombe sotto forma di violenza. Mentre il marito è incarcerato dai fascisti per un'accusa ingiusta, la donna viene stuprata. Perde il bambino e scivola nella follia. Nell'oscurità della ragione chiede di essere piantata in terra come un albero. Vuole crescere, fortificarsi, fare frutti. Lui medita la vendetta. Poi giunge la rinascita.
Pubblichiamo le prime pagine del libro per gentile concessione dell'editore.
Gi. Ma.
 
 

La Repubblica, 24.6.2008
I maestri nostrani del brivido

Da oggi con Repubblica e L'espresso la nuova serie "Noir Italiano". Il primo volume della collana "L'isola dell'Angelo caduto" di Carlo Lucarelli è in edicola da oggi a richiesta con Repubblica o L'espresso a 7,90 euro in più. Nel romanzo, ambientato nel 1925, un commissario si trova a indagare sulla morte sospetta di una camicia nera, intrappolato tra domande che non trovano risposte. I volumi successivi potranno essere acquistati sempre a partire da ogni martedì a richiesta con Repubblica o L'espresso a 7,90 euro oltre al prezzo di una delle due testate. Gli appuntamenti seguenti saranno con: Carlo Fruttero e il suo "Donne informate sui fatti", sarà poi la volta di Andrea Camilleri e de "La pista di sabbia" con protagonista il commissario Montalbano, quindi Giancarlo De Cataldo, autore di 2Nelle mani giuste" e Gianrico Carofiglio, il cui successo è stato consacrato proprio da "Ragionevoli dubbi". Seguiranno altri grandi maestri del noir italiano.
 
 

Adnkronos, 25.6.2008
Scrittori: Andrea Camilleri racconta donna che si trasforma in albero

Roma - Esce il nuovo libro di Andrea Camilleri, il romanzo storico ''Il casellante'' che l'editore Sellerio (pagine 160, euro 11) pubblica domani, giovedi' 26 giugno. Messe da parte momentaneamente le storie legate al commissario di Vigata, Salvo Montalbano, lo scrittore siciliano, dopo la storia della donna sirena raccontata in "Maruzza Musumeci", ha pensato ad una donna che tenta di trasformarsi in albero. La storia di ''Il casellante'' parte dagli anni '40 del Novecento, proprio do­ve si concludeva la storia precedente di Maruzza. In questo caso, i protagonisti dovrebbero essere un casellante dei treni ed una donna che tenta di trasformarsi in albero. ''Parlo di tentativo di metamorfosi, perche' queste possono anche fallire o riuscire a meta'. Con questo secondo romanzo ed un terzo del quale pero' e' prematuro fare anticipazioni, voglio realizzare una trilogia delle metamorfosi'', ha spiegato Andrea Camilleri. L'ambientazione de ''Il casellante '' e' sempre in Sicilia, negli ultimi anni del fascismo. Lungo la linea ferroviaria che collega i paesi della costa fare il casellante era all'epoca un privilegio non da poco. A Nino Zarcuto, rimasto privo di due dita per un incidente sul lavoro, e' toccato un casello stretto tra la spiaggia e la linea ferrata. Si e' sposato con Minica e aspettano, finalmente, un figlio. Un giorno dei soldati iniziano dei lavori vicino al casello per approntare una linea di difesa dal mare. E mentre scavano a ridosso del pozzo provocano una frana.
 
 

Agrigentonotizie.it, 26.6.2008
Comunicato stampa
Il commissario Montalbano debutta sul web in un racconto di Andrea Camilleri per Agrigentonotizie.it

Andrea Camilleri sbarca su internet con un inedito commissario Montalbano impegnato in una insolita vicenda, stranamente non ambientata a Vigàta, ma comunque carica di quella tensione che ha decretato un grande successo tra gli affezionati lettori del maestro empedoclino.
A pubblicare il racconto sarà il quotidiano online Agrigentonotizie.it, diretto dal giornalista Michele Scimè. A partire da sabato prossimo 28 giugno, per dodici settimane il giornale agrigentino metterà online il racconto a puntate intitolato “La finestra sul cortile”.
“E' la prima volta che Camilleri pubblica un suo lavoro su internet – spiega Michele Scimè - e siamo davvero onorati del fatto che il debutto sul web avvenga con il nostro giornale, un quotidiano della sua terra. E' stata un emozione forte quando proprio lo scrittore ci ha confermato personalmente che molto volentieri ci concedeva di pubblicare questo suo racconto. E Andrea Camilleri si è dimostrato ancora una volta persona di rara affettuosità e generosità regalandoci senza esitare un attimo una delle sue perle”.
“E' per noi tutti di Agrigentonotizie.it – aggiunge l'editore Marco Alessi - motivo di grande orgoglio ospitare una firma tanto prestigiosa di uno scrittore amatissimo ovunque e al quale siamo tanto affezionati. La pubblicazione del racconto di Camilleri costituirà certamente un momento di ulteriore crescita del giornale. Negli ultimi sei mesi il nostro quotidiano online si è affermato tra gli agrigentini che adesso seguono con grande attenzione e partecipazione l'ottimo lavoro fatto dalla redazione. Sono certo che grazie a Camilleri, e di questo gli siamo davvero molto grati, saremo in grado di fare un ulteriore salto di qualità”.
“La finestra sul cortile”, che sarà contenuto tra l'altro in una raccolta in uscita a settembre per Mondadori, lo dice già il titolo stesso, è anche una citazione ed un doppio omaggio di Andrea Camilleri allo scrittore americano Cornell Woolrich, autore del racconto dal quale il maestro del brivido, il grande regista Alfred Hitchcock, trasse il celebre capolavoro cinematografico.
 
 

Tele Video Agrigento, 26.6.2008
Le ultime notizie

"Il casellante", l’ultima fatica letteraria di Andrea Camilleri, da oggi in tutte le librerie. Una storia che si dipana in Sicilia, tra Vigàta e Castelvetrano negli ultimi anni del fascismo. Protagonista un casellante, Nino Zarcuto, trentino, rimasto privo di due dita per un incidente sul lavoro. Lavoro privilegiato, il casellante, per quei tempi: ha una casa, il pozzo, uno stipendio sicuro. Siamo alla vigilia dello sbarco alleato e la zona si va animando di un via vai di militari e i fascisti, quasi presagendo la fine imminente, si fanno più sfrontati. A Nino Zarcuto, è toccato un casello stretto tra la spiaggia e la linea ferrata. Si è sposato con Minica e aspettano, finalmente, un figlio. Il lavoro è poco e c'è tempo per l'orto, per andare ogni tanto in paese e Nino, appassionato di mandolino, può anche dilettarsi con l'amico Totò in qualche serenata improvvisata. Un giorno dei soldati iniziano dei lavori vicino al casello per approntare una linea di difesa dal mare. E mentre scavano a ridosso del pozzo provocano una frana. Nino, rimasto senz'acqua, deve correre ai ripari, ma scendendo nelle profondità della terra si imbatte in una grotta. Solida, asciutta, un rifugio perfetto. Un segreto da custodire gelosamente. Poi una notte, mentre Nino è in carcere, colpevole di avere ridotto le canzoni fasciste a marce e mazurche con chitarra e mandolino, Minica viene aggredita e violentata. Da lì si intrecciano una serie di situazioni ed intrecci. Una storia, l’ennesima, quella di Camilleri, da gustare sotto l’ombrellone.
 
 

Il Secolo XIX, 26.6.2008
Mach2libri scrittori di fama al Kulm

Libri al supermercato: il gotha dell’editoria e ospiti eccellenti approdano al Kulm di Portofino Vetta. L’occasione è l’annuale convention di Mach2Libri, società di distribuzione e vendita di libri, materiali audiovisivi e produzioni editoriali nelle maggiori realtà della grande distribuzione e negli aeroporti (compreso lo scalo genoese “Cristoforo Colombo”).
L’evento, organizzato con il supporto logistico locale di Portofino Coast, prevede tre giornate di incontri, mini conferenze e tavole rotonde, articolate da oggi a domenica.
[…]
Tra gli ospiti d’onore che parteciperanno alla convention hanno già dato la loro adesione gli scrittori Federico Moccia e Andrea Camilleri [Non risulta, NdCFC].
R. GAL.
 
 

MicroMega n.4/2008 (in edicola 27.6.2008)
Quindici poesie incivili
Una feroce satira contro il fascismo strisciante di Berlusconi, Fini e Bossi e la non opposizione di Veltroni
Andrea Camilleri
 
 

Agrigentonotizie.it, 28.6.2008
Camilleri, da Agrigento un omaggio a tutti i lettori
Un Montalbano doc sul web, l'omaggio di Andrea Camilleri ai nostri lettori
Da oggi online un racconto a puntate dello scrittore empedoclino. "E' un grande riconoscimento", dice l'editore Marco Alessi. "Orgogliosi che Montalbano sbarchi con noi sul web", commenta il direttore Michele Scimè
Guarda il video della presentazione
 
 
La finestra sul cortile - Prefazione
Ho scritto questo racconto, che oggi Agrigentonotizie.it comincia a pubblicare, il cui titolo, "La Finestra sul cortile", vuole essere un esplicito omaggio a Hitchcock, per aiutare la diffusione di un giornaletto di quartiere, "Il Nasone di Prati", fatto da un gruppo di giovani miei amici.
Tra parentesi, con "nasone" si intende la fontanella stradale che dispensa acqua fresca ai passanti e che è detta così per la particolare forma del rubinetto.
Ritenni dunque indispensabile ambientare la vicenda proprio nel quartiere Prati, dove abito da oltre cinquant'anni, fingendo una trasferta romana di Montalbano al quale un amico che deve assentarsi da Roma cede il suo appartamento da scapolo. Appartamento la cui cucina ha una finestra che si apre su un grandissimo cortile.
Il cortile che ho descritto è quello che per anni ho visto da una finestra di casa mia. Naturalmente, gli abitanti degli appartamenti che danno nel cortile del mio racconto sono assolutamente di fantasia, non hanno nessun rapporto con coloro che vi abitano nella realtà.
Mi divertiva l'idea di mettere il mio commissario di fronte a un paesaggio per lui inconsueto. Egli infatti è abituato a vivere a Marinella, in una villetta singola, avendo difronte a sé la spiaggia e il mare. Un cortile popoloso è per lui una novità assoluta e una fonte di continuo interesse.
Come nel film di Hitchcock egli si trova a spiare, anche involontariamente, la vita degli altri. Quale occasione migliore con un uomo che ha l'istinto della caccia, come diceva Hammett?
Il respiro narrativo di questo racconto è per me alquanto nuovo: infatti c'era la necessità di una scansione per capitoletti ognuno dei quali non doveva superare le due-tre cartelle. Ho fatto una certa fatica perché, narrativamente, ho il respiro più lungo, ma spero di esserci riuscito lo stesso.
Comunque sia, buona lettura.
Andrea Camilleri
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 28.6.2008
Andrea Camilleri
Il noir visionario del maestro di Vigàta
Sesso, violenza e politica al centro del libro che si può considerare una parabola sul dolore cieco e sul vero amore coniugale

A ottant'anni suonati Andrea Camilleri non ha perso la voglia di stupire il lettore e forse anche se stesso. Inventandosi delle storie che stanno a cavallo tra la realtà e la visione, tutte volutamente giocate sull'esitazione (quella additata da Todorov come spia del fantastico), che si allunga sino all' ultima pagina. Si tratta, in base alle indicazioni date dallo stesso Camilleri nel corso di un'intervista, di una trilogia, avviata con "Maruzza Musumeci" (Sellerio), un bellissimo apologo, per certi versi struggente, sospeso tra Tomasi di Lampedusa e Mario Soldati, al centro del quale c'era una donna che si credeva sirena. E ancora attorno a una donna ruota la vicenda raccontata in questo nuovo romanzo, "Il casellante" (Sellerio, 144 pagine, 11 euro), da domani in libreria [In effetti il romanzo è in libreria dal 26 giugno, NdCFC].
L'abbrivo è dato dall'avvicendarsi di alcuni casellanti a un passaggio a livello: prima il fascistissimo Concetto Licalzi, poi Pippino Muscarà, e finalmente Nino Zarcuto, trentenne, «beddro picciotto, àvuto, capilli e occhi nìvuri come l'inca». Quando prende possesso del casello, Nino è già sposato con Minica Oliveri: una donna né bella né brutta, e però una sorta di nume tutelare domestico. Grande lavoratrice, ottima cuoca, perfetta orticultrice. Una sola cosa manca, a casa Zarcuto: i figli.
La storia che si snocciola a tutta prima non ha nulla di straordinario: è la vita di una Vigàta seppiata quella che Camilleri racconta, tra i concertini nel salone del barbiere, i primi cinematografi, i vagoni che si susseguono. Gli assilli e le dicerie di sempre. Ma è il mestiere dell'autore a far sì che tutto questo diventi racconto puro. Messo in moto dalla solita miscela linguistica, forse un po' più sbilanciata dalle parti del dialetto rispetto ai romanzi polizieschi. L'impossibilità di mettere al mondo dei figli, diventa nelle pagine di questo romanzo un balletto di situazioni: e basta che si allunga l'ombra del sesso, che Camilleri ha un sussulto, e la sua penna registra una sorta di propulsione atomica. Dapprincipio i due coniugi si rivolgono a una mammana, che prende atto del perfetto stato di salute di Minica, e che invita Nino a consultare un medico. Ma questi va oltre: si affida all'esperienza di una donna che conosce le proprietà delle erbe, e che pare non fallisca un colpo.
La pomata miracolosa da questa prescritta non tarda a fare effetto: Minica è incinta, e il marito è finalmente felice. Continua il tran tran quotidiano, incrinato di tanto in tanto da un bombardamento, dall'arrivo di alcuni soldati che devono costruire dei bunker. Per farla breve, accade che Nino, assieme al caro amico Totò, musicista anch'egli, venga arrestato per vilipendio al regime: i due, infatti, nel salone del barbiere, un giorno eseguono l'inno fascista al ritmo di mazurca. Approfittando dell'assenza, un collega di Nino, Michele Barrafato, violenta la moglie e poi cerca di ammazzarla. Si tratta di una violenza cieca, bestiale. Il marito di Minica, informato del misfatto, una volta messo in libertà, assiste la moglie in ospedale: ne segue la degenza con rabbia contenuta, col dolore che implode.
Le conseguenze sono gravi: la donna è stata operata alla testa per una emorragia cerebrale, e per le inenarrabili violenze subite ha perso il bambino. Nino vuole vendicarsi, e trova la collaborazione del capomafia del paese: il quale subito offre le sue forze per far fuori il casellante. Portata a temine la vendetta, con una perfetta messa in scena per creare il giusto alibi a Nino, Minica viene dimessa: marito e moglie tornano a casa, nella speranza di trovare un pizzico di serenità. Ma la loro vita non può più essere quella di una volta: Minica è come se avesse cancellato parte della sua vita. Ha rimosso la violenza, e con essa buona parte dei suoi ricordi. Si comporta come una sorta di automa: e soprattutto, non dimostra segni di cedimento, di sofferenza, di commozione. Il dolore estremo l'ha segnata per sempre, rendendola impermeabile a qualsiasi situazione. Non solo: a un certo punto, si convince che la sua vera natura è arborea. Proprio così: Minica è una donna albero. Ha bisogno dunque di infilare i piedi nella nuda terra, di innaffiarsi, di concimarsi, di potarsi, di innestarsi: solo così può portare frutti. Nino dapprincipio vuole porre un argine, ma ben presto si accorge che è solo tempo perso. E allora, come ha dimostrato Luigi Pirandello nel suo "Enrico IV", non resta che assecondare la moglie. Le scava un fosso più largo, la pone al riparo dalle intemperie, le porta l'acqua necessaria per mettere radici. E nel frattempo le porta un sorso di latte caldo. Cominciano a piovere le bombe, Vigàta registra danni su danni: e la storia alla fine registra un epilogo sorprendente e insieme struggente.
Come già in "Maruzza Musumeci", in questo "Casellante" Camilleri è bravissimo nel dosare gli ingredienti, nel lasciare sospesi gli avvenimenti narrati. Nino a un certo punto trapianta la moglie, per esaudire i suoi desideri. E si accorge che la metamorfosi è in corso. Ma forse si tratta di suggestione. Minica, novella Dafne, ha il destino segnato: è magrissima, quasi non si nutre più, vuole a tutti i costi assecondare la sua natura arborea. E però, quando le cose sembrano oramai irreversibili, accade qualcosa di veramente inatteso. Più che un romanzo fantastico, "Il casellante" si mostra quale appassionata parabola sul dolore cieco e sul vero amore coniugale. Una storia che fa di Camilleri l'autore italiano oggi più imprevedibile.
Salvatore Ferlita
 
 

Le Guide di Dada.net, 28.6.2008
Letto dal 27 al 28 giugno 2008 Voto:8
Il casellante
Andrea Camilleri dà alle stampe il secondo libro mitologizzante della progettata trilogia

Abstract: Siamo in Sicilia, tra Vigàta e Castelvetrano negli ultimi anni del fascismo. Lungo la linea ferroviaria che collega i paesi della costa fare il casellante è un privilegio non da poco: una casa, il pozzo, uno stipendio sicuro, ma la zona, alla vigilia dello sbarco alleato, si va animando di un via vai di militari e i fascisti, quasi presagendo la fine imminente, si fanno più sfrontati. A Nino Zarcuto, "trentino, beddro picciotto" rimasto privo di due dita per un incidente sul lavoro, è toccato un casello stretto tra la spiaggia e la linea ferrata. Si è sposato con Minica e aspettano, finalmente, un figlio. Il lavoro è poco e c'è tempo per l'orto, per andare ogni tanto in paese e Nino, appassionato di mandolino, può anche dilettarsi con l'amico Totò in qualche serenata improvvisata. Un giorno dei soldati iniziano dei lavori vicino al casello per approntare una linea di difesa dal mare. E mentre scavano a ridosso del pozzo provocano una frana. Nino, rimasto senz'acqua, deve correre ai ripari, ma scendendo nelle profondità della terra si imbatte in una grotta. Solida, asciutta, un rifugio perfetto. Un segreto da custodire gelosamente. Poi una notte, mentre Nino è in carcere, colpevole di avere ridotto le canzoni fasciste a marce e mazurche con chitarra e mandolino, Minica viene aggredita e violentata...
Breve commento: Uscire dalla natura umana, così perfettibile, così disperata, e rifugiarsi nel mondo vegetale o fra la fauna: ambizione, condanna o follia? Camilleri riesce nell’incredibile: Nina, una donna che vuol diventare albero per far frutti, per non accettare una sterilità rovente e una maternità mancata, diventa credibile. Quasi dispiace che la sua storia sia mimetizzata tra mille altri spunti non colti ma solo suggeriti: il fascismo becero, la guerra, il mercato nero, la libertà di parola, la mafia, che non dice mai il suo nome, ma traspira nel romanzo e impone quasi un arbitrario concetto di dignità violenta.
Frase estrapolata dal testo: (dopo una brutta notizia) "I sò occhi, prima ‘ntenti e ‘nterrogativi, addivintaro di colpo dù lachi profonnissimi, anzi senza funno, di muto, dispirato, denso duluri."
Curiosità: Durante il periodo fascista, c’era l’obbligo di alzarsi in piedi quando era intonato l’inno reale.
Benedetta Colella
 
 

Le Guide di Dada.net, 28.6.2008
Maruzza Musumeci
Andrea Camilleri e le sirene
Letto il 3 novembre 2007 Voto: 3

Abstract: La storia comincia a Vigàta nel gennaio del 1890. Gnazio ritorna dall'America dopo 25 anni di assenza. Ci era andato a lavorare giovane perché in paese era rimasto solo. Sapeva solo "arrimunnari "gli alberi, ma alla perfezione tanto da essere assunto a New York come giardiniere. Poi, una brutta caduta da un pino, i soldi dell'assicurazione e il ritorno a Vigàta con un piccolo gruzzolo, sufficiente a comprare un pezzo di terra. Se ne era innamorato subito Gnazio, perché al centro di quella terra, stretta tra ciclo e mare, troneggiava un ulivo secolare, la gente diceva che aveva più di mille anni. La terra era rinata con le sue amorevoli cure, rivoltata e bagnata, popolata di animali, abbellita da una costruzione tirata su pietra su pietra e ora a 45 anni Gnazio era desideroso di farsi una famiglia. È l'esperta di erbe e guarigioni, la vecchia Fina, a trovargli una moglie, Maruzza Musumeci, bella come il sole. Chi sa perché quella ragazza non aveva mai trovato marito. Forse per certe sue stramberie? Le nozze, poi i figli. La famiglia di Gnazio e Maruzza cresce, prima nasce Cola, poi Resina, dalla voce ammaliante, poi Calorio e Ciccina, e cresce anche la casa... Una favola in cui si intrecciano mito e storia, ma anche arte, architettura, astrologia. Una fantasia sconfinata imbrigliata nel racconto di una vita vissuta intensamente.
Breve commento: Camilleri rielabora l'episodio odissiaco delle sirene, collocandolo in un passato prossimo e ponendolo al confine fra mito e follia. Il dialetto è più aspro del solito e solo a tratti mi pare di riconoscere la verve e l'ironia che consegnarono al Parnaso questo scrittore.
Benedetta Colella
 
 

Festival Teatro dei due Mari, 28.6.2008
Teatro Antico di Tindari (ME), ore 21:00
Troppu traficu ppi nenti
Nell'ambito del Festival Teatro dei due Mari, andrà in scena "Troppu traficu ppi nenti" di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, prodotto dal Teatro Stabile di Catania.
 
 

Ischia Film Festival, 28.6.2008
Camilleri alla siciliana
Ore 20:45, Saletta Convento, sezione Scenari: opere "fuori concorso"
 
 

La Sicilia, 29.6.2008
Creiamo il paese che non c'è

Punta Secca.  Casa Montalbano si prepara finalmente a ricevere nel "salotto buono". Piazzetta della Torre è diventata da oggi isola pedonale impreziosita da un insieme di arredo urbano.
[…]
Il paesino di mare, reso famoso dal suo mitico residente, quel celebre Commissario Montalbano, uscito dalla penna dello scrittore Camilleri, da oltre cinque anni, è stato preso letteralmente d'assalto da migliaia di estimatori delle vicende letterarie e televisive inventate dall'autore siciliano. E sino alla scorsa settimana i "pellegrinaggi" a Casa Montalbano si erano triplicati con la presenza in loco del set cinematografico allestito per i nuovi e, si presume ultimi, episodi del mitico commissario. Il 20 giugno "Salvo" alias l'attore Luca Zingaretti ha girato la sua ultima sequenza in accappatoio azzurro a tarda sera per poi dare il suo commiato alla tanta gente venuta a salutarlo di persona. Strette di mano, rito di autografi e di scatti con famiglie, bambini e soprattutto le fan femminili che lo hanno "tampinato" a lungo. Adesso che il set è smontato rimangono inevitabilmente e fortunatamente le scie del fascino del cinema e di un "divismo" che ha permesso al turismo locale di decollare ancora di più. Ma adesso se mai "Salvo" dovesse tornare con il suo fidato Tatarella [Sic!, NdCFC] a gustare un bel gelato alla nocciola e pistacchio potrà farlo senza sentire rombi di macchine ed auto e godendo ancora di più della piacevole brezza marina. Tuttavia fa un certo effetto, e ci perdoni il proprietario della celebre casa, vedere, seppure nella facciata interna, ma è poi quella che si affaccia sulla piazzetta della Torre, la lunga sequenza di condizionatori d'aria.
Non è un bel guardare e fa un po' a pugni con quell'idea di bellezza turistica che la città sta facendo di tutto per guadagnarsi. Siamo certi che spariranno e solo questione di trovare il giusto compromesso tra le legittime esigenze del proprietario dell'immobile con quelle del piccolo borgo. Intanto anche il lungomare è diventato oggetto dell'attenzione del regista Sironi che ha deciso di allargare le riprese dei prossimi episodi della fiction del commissario Montalbano, anche all'altra zona della frazione, diventata nota ai più proprio grazie alla televisione. Che però, come avviene in tutti i set cinematografici e televisivi, prende gli scorci migliori rendendo l'immagine di un paesaggio irreale che spesso fa a pugni con la realtà. Adesso non resta che adeguare Punta Secca all'immagine proiettata dalle location.
Daniela Citino
 
 
I commenti
C'è un cantuccio, al primo piano della Torre di Michelangelo, in cui all'improvviso ti sembra di catapultarti negli scenari più noti del Ragusano. Sbucano quinte che richiamano il serial più gettonato girato nell'area iblea. Manco a dirlo, i visitatori, per la maggior parte filmaker, cineasti, produttori, si fermano quasi a voler respirare l'aria del mare, come se, da un momento all'altro, dalla spiaggia dovesse spuntare il commissario più famoso d'Italia, quello stesso Salvo Montalbano creato dalla penna di Camilleri che la regia di Sironi e le scelte produttive della Palomar hanno reso famoso in mezza Europa, incorniciando le sue gesta ma anche le location in cui le stesse si svolgono. Da un'altra parte fa capolino anche la vittoriese piazza del Popolo, set del film "Perduto amor" di Franco Battiato. All'Ischia film festival, giunto alla sesta edizione, le gesta di Montalbano, e non solo, non passano inosservati. I fondali della serie sono stati installati in uno scenario che celebra i percorsi cinematografici della regione Sicilia. "Una scelta voluta - afferma Michelangelo Messina, il patron della manifestazione che, ieri sera, tra l'altro, ha visto la presenza di Maria Grazia Cucinotta - che ci ha consentito di far conoscere gli aspetti pregnanti di una realtà in continua evoluzione". La missione nell'isola campana è stata effettuata dai componenti dell'associazione culturale Glocal, presidente Francesco Cannì e vice Simone Tumino, che già lo scorso anno avevano respirato l'aria da festival. Abbiamo voluto esserci di nuovo - affermano all'unisono - perché ci siamo resi conto che il ritorno d'immagine è davvero eccezionale. Con il sostegno dell'assessorato al Turismo del Comune di Ragusa, della Provincia regionale e della Film commission Ragusa, la nostra partecipazione è mirata a mettere un piccolo tassello nel mosaico che, anche sul nostro territorio, si sta cominciando a creare affinché possano esistere tutti i presupposti per ospitare le grandi produzioni. Insomma, il caso Montalbano può e deve rappresentare l'inizio di un percorso in grado di sviluppare aspetti come il cineturismo o il sostegno ad altri produttori che intendono girare nell'area iblea. Negli ultimi anni, da questo punto di vista, abbiamo conosciuto uno sviluppo senza precedenti. Ma non dobbiamo guardare indietro. Perché solo se ci sarà il coagulo di certe sinergie, quanto stiamo facendo avrà un senso e consentirà di capitalizzare le scelte fatte". Il cinema degli iblei può rappresentare un valore aggiunto per l'intero territorio. A patto, però, che vengano prese direzioni precise. Lo afferma anche Juse Scala, consulente per l'Amministrazione provinciale, anche lei presente a Ischia. "Ci siamo accorti - spiega - anche attraverso l'esperienza della Film commission, che occorre mettere in atto tutta una serie di contatti affinché il mondo di celluloide possa continuare ad accorgersi che ci siamo anche noi. Ecco perché, ad esempio, dopo il seminario tenuto a dicembre, nel corso del quale, a Ibla, sono state illustrate le caratteristiche di questo panorama, abbiamo ospitato, per alcuni giorni, il patron di Ischia Film Festival, Messina, assieme ad altri produttori che hanno apprezzato le peculiarità di Ragusa, Modica e di altri centri della provincia. E' stato proprio Messina a volere, con forza, la presenza di fondali che richiamassero i luoghi di Montalbano durante la kermesse ischitana in cui le figure tecniche hanno avuto modo di confrontarsi sul futuro del cinema. Un futuro di cui, anche noi, come territorio, dobbiamo necessariamente far parte. Altrimenti, tutti i successi che, in questi ultimi anni, grazie al serial di Sironi, e non solo, direi, sono arrivati, rischiano di rimanere in un angolo, assolutamente isolati, sino a denotare la nostra incapacità di saper cogliere le ghiotte opportunità. Ci sono, è vero, in provincia di Ragusa, tutta una serie di iniziative che riguardano il cinema. Però, nella maggior parte dei casi, si tratta di eventi assolutamente slegati l'uno dall'altro. Ecco, il nostro intento deve essere quello di creare una regia unica, di sviluppare un percorso comune che ci garantisca la possibilità di continuare a ritagliarci il nostro pezzo di gloria".
Giorgio Liuzzo
 
 

Il mio vino, 6.2008
Tesori nascosti
Un liquoroso di grande intensità
Il Taniné, nato da un vigneto di merlot in una condizione molto particolare, è un vino che si caratterizza per gli aromi intensi e caldi

In una delle pagine più famose e sornionamente maliziose del romanzo "La concessione del telefono" di Andrea Camilleri, l'impertinente Taniné scandalizza Don Pirrotta. Saputo che i doveri coniugali vengono assolti con frequenza plurigiornaliera, il malcapitato confessore le manifesta tutta la sua accorata comprensione per la pena di dover sopportare un marito tanto insistente. "Pirchì povira? A mia mi piace", ribatte però la giovane dando il via a un divertente duetto su ciò che sia più o meno lecito fra marito e moglie.
Ovviamente Filippo Alagna, il titolare della Cantine Vinci di Marsala, non si è scandalizzato quando gli abbiamo riferito dell'entusiasmo col quale i nostri esperti hanno accolto il suo Taniné, il vino liquoroso che ha battezzato così proprio in omaggio a Camilleri, del quale si definisce un accanito lettore.
[...]
 
 

 


 
Last modified Saturday, July, 16, 2011