home page




RASSEGNA STAMPA

DICEMBRE 2022

 
Corriere della Sera, 1.12.2022
Libri da leggere a dicembre: le nuove uscite
Dalle raccolte dei racconti di Camilleri e Vonnegut al ritorno di Kate Atkinson e Nicola Pesce, dalle storie di un gruppo di ragazzi a Sydney a una riflessione sull'Africa urbana: i nostri consigli di lettura del mese

Dicembre vuol dire anche Natale e Natale vuol dire anche libri. Aspettando le prossime uscite di qui al 25 – anche in vista di cosa regalare ad amici e parenti – abbiamo selezionato alcuni tra i titoli più interessanti arrivati in libreria a dicembre. Ci sono raccolte di racconti per tutti. Quelle italianissime, di Andrea Camilleri; quelle dall’estero per chi ama la narrativa horror, messe insieme da Neri Pozza in “Natale con i fantasmi”, e quelle di Kurt Vonnegut curate da Bompiani per celebrare il centenario dalla nascita dell’autore.
[…]
La guerra privata di Samuele e altre storie di Vigàta – Andrea Camilleri
Sellerio regala ai lettori una raccolta di racconti. La penna è quella di Andrea Camilleri, il libro è “La guerra privata di Samuele e altre storie di Vigàta”. Dentro si trovano tutti gli elementi che hanno reso lo scrittore uno dei più amati della letteratura italiana: la capacità di parlare di tragedie e tradimenti con comicità e leggerezza, con la saggezza dolorosa di personaggi che la vita ha messo a dura prova. Due episodi sono dedicati al fascismo e ai suoi fantasmi, a partire dalla discriminazione razziale nei confronti di un ragazzo ebreo e la memoria infangata di chi ha combattuto al fronte.
[…]
Giacomo Cadeddu
 
 

Ventimilarighesottoimari in giallo, 2.12.2022
Ore 21:00
Teatro La Fenice
Ingresso Gratuito
Serata Camilleri
Evento Speciale
Omaggio ad Andrea Camilleri



con Luca Crovi, Carlo Degli Esposti, Mariano Rigillo, Carlo Romeo e Antonio Sellerio

Il 2 dicembre 2022 alle ore 21.15, presso il Teatro la Fenice di Senigallia, si terrà una serata dedicata al grande scrittore siciliano Andrea Camilleri, ad oltre tre anni dalla sua scomparsa.



L’evento, un omaggio al grande scrittore siciliano Andrea Camilleri ad oltre tre anni dalla scomparsa, che idealmente concluderà l’edizione di quest’anno del festival, vedrà la partecipazione di Luca Crovi, Carlo Degli Esposti, Mariano Rigillo, Carlo Romeo e Antonio Sellerio.
Nel corso della serata, alcuni suoi amici e uomini di cultura racconteranno i vari aspetti della personalità di Andrea Camilleri a cominciare dalle sue grandi passioni per la letteratura, il teatro e la televisione.
Lo scrittore, giornalista e conduttore radiofonico Luca Crovi presenterà in anteprima nel corso della serata il suo ultimo libro: Copiare/reinventare. Andrea Camilleri falsario, dedicato agli aspetti dell’arte affabulatoria del narratore e drammaturgo siciliano. Dal pamphlet di Crovi emerge il ritratto di un Camilleri nobilmente falsario, di un autore cioè che ha spesso giocato sulla sua capacità di reiventare modelli di altri, facendoli diventare suoi, sul suo talento nell’attribuire a personaggi veri, scritti del tutto falsi imitando alla perfezione i loro stili.
L’attore Mariano Rigillo parlerà invece del Camilleri regista teatrale.
Allievo di Orazio Costa, negli anni Cinquanta presso l’Accademia d’Arte Drammatica, ha diretto in quegli anni opere teatrali con giovani attori dell’Accademia destinati a futuri successi come Mariano Rigillo, Ugo Pagliai, Enrico Maria Salerno, Roberto Herlitzka e molti altri.
Al produttore Carlo Degli Esposti, fondatore della Palomar, società di produzioni televisive e cinematografiche di maggior successo nel panorama nazionale ed internazionale, verrà affidato il compito di raccontare i segreti della fiction televisiva dedicata al Commissario Montalbano interpretata da Luca Zingaretti che dal 1999, anno della messa in onda del primo episodio il ladro di merendine, è diventata la più acclamata e fortunata serie della storia della televisione italiana.
Una fiction diffusa in oltre 60 paesi che continua ancora oggi a registrare ascolti record. In questa serata omaggio non poteva mancare Antonio Sellerio, erede della casa editrice fondata a Palermo nel 1969 da Elvira ed Enzo Sellerio che ha pubblicato tutti i libri di Andrea Camilleri.
La serata Camilleri sarà condotta da Carlo Romeo, giornalista ed amico personale dell’autore al quale ha dedicato alcune interessanti interviste.
L’evento è organizzato in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri, uno spazio dedicato alla conservazione dei documenti dell’archivio del grande scrittore scomparso: copioni teatrali, sceneggiature, adattamenti radiofonici e televisivi, scritti inediti come poesie e racconti, fotografie di scena, corrispondenza con esponenti della cultura.
Questo patrimonio dimostra, come ha detto Antonio Sellerio, “che Andrea Camilleri prima che arrivasse al successo era già un personaggio centrale della cultura italiana”.
Questa serata, organizzata in collaborazione il Fondo Andrea Camilleri, è un omaggio ad un grande scrittore e uomo di cultura raccontato da personalità del mondo della letteratura, del teatro e della televisione.
 
 

Il resto del Carlino, 2.12.2022
Una "serata Camilleri" alla Fenice
Senigallia, il festival "Ventimilarighesottoimari in giallo" dedica questa sera un omaggio al grande scrittore

La rassegna "Ventimilarighesottoimari in giallo" omaggia Andrea Camilleri: l’appuntamento stasera alle 21 al teatro La Fenice. L’evento, che idealmente concluderà l’edizione di quest’anno del festival, vedrà la partecipazione di Luca Crovi, Carlo Degli Esposti, Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Carlo Romeo e Antonio Sellerio.
"Scrittore famoso, autore di teatro e televisione, ho avuto il piacere di poter partecipare a spettacoli con la sua regia e a performance televisive – spiega Mariano Rigillo – Cicci Rossini ed io leggeremo insieme un racconto quasi inedito, edito da poco da Sellerio di Andrea che è anch’egli autobiografico parla dei primi passi scolastici e dei suoi compagni d’infanzia molto veritiero e rivelatore".
‘Il falsario’ è il titolo del nuovo libro dedicato agli aspetti dell’arte affabulatoria del narratore e drammaturgo siciliano. Alla serata saranno presenti anche la signora Camilleri Rosetta dello Siesto e le figlie Andreina e Mariolina. L’evento è organizzato in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri, aperto recentemente a Roma, che conserva la documentazione prodotta dallo scrittore nel corso della sua lunga e multiforme attività di regista teatrale, radiofonico e televisivo, autore, sceneggiatore, intellettuale e figura pubblica di grande impegno civile.
Nel corso della serata, alcuni suoi amici e uomini di cultura racconteranno i vari aspetti della personalità di Andrea Camilleri a cominciare dalle sue grandi passioni per la letteratura, il teatro e la televisione. Durante la serata al produttore Carlo Degli Esposti, fondatore della Palomar, società di produzioni televisive e cinematografiche di maggior successo nel panorama nazionale ed internazionale, verrà affidato il compito di raccontare i segreti della fiction televisiva dedicata al Commissario Montalbano interpretata da Luca Zingaretti che dal 1999, anno della messa in onda del primo episodio il ladro di merendine, è diventata la più acclamata e fortunata serie della storia della televisione italiana.
Una fiction diffusa in oltre 60 paesi che continua ancora oggi a registrare ascolti record. La serata Camilleri sarà condotta da Carlo Romeo, giornalista ed amico personale dell’autore al quale ha dedicato alcune interessanti interviste. In questa serata omaggio non poteva mancare Antonio Sellerio, erede della casa editrice fondata a Palermo nel 1969 da Elvira ed Enzo Sellerio che ha pubblicato tutti i libri di Andrea Camilleri.
 
 

il Cittadino di Recanati, 2.12.2022
Sabato l'accensione dell'albero apre la programmazione natalizia a Porto Recanati

Porto Recanati - Con l’accensione dell’albero di Natale davanti al Municipio e delle luminarie allestite lungo le vie del Centro città, domani, sabato 3 dicembre, alle ore 17.30, prenderanno il via gli eventi di “Insieme è Natale 2022” a Porto Recanati.
[..]
Domenica 4 [...] Alla Pinacoteca comunale, invece, si terrà l’ultimo appuntamento della rassegna letteraria “Libri nel mare d’autunno” con la presentazione del volume scritto da Giuseppe Fabiano “Nel segno di Andrea Camilleri”. Attraverso l’analisi dei personaggi, delle storie narrate e dei vari aneddoti legati agli incontri con Andrea Camilleri, Fabiano ci conduce alla conoscenza degli elementi che hanno decretato il successo mondiale delle vicende del Commissario Montalbano. L’evento è, come di consueto, a ingresso libero.
[...]
 
 

L'Aquila Blog, 2.12.2022
La voce di Andrea Camilleri in un concerto inedito
Da un'idea del violoncellista Michele Marco Rossi, approda il 4 dicembre all’Aquila 'Intelletto d’amore (e altre bugie)', progetto coprodotto dalla Barattelli con altre prestigiose istituzioni italiane

L’Aquila. Approda all’Aquila, nel cartellone della Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”, domenica 4 dicembre all’Auditorium del Parco con inizio alle ore 18, lo spettacolo “Intelletto d’amore (e altre bugie)”, un progetto del violoncellista Michele Marco Rossi nato dall’incontro con il celebre scrittore Andrea Camilleri.
Costruito in occasione dell’anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante (1721-2021), il progetto si basa sull’incontro avvenuto fra Andrea Camilleri, appena un mese prima della sua scomparsa, e Michele Marco Rossi per una conversazione e un confronto sui temi dell’Amore, indagato a partire dalla poetica dantesca per poi essere sviluppato in molteplici direzioni.
La registrazione della conversazione, parte integrante del concerto, è a tutti gli effetti l’ultima testimonianza artistica e vocale esistente di Andrea Camilleri. La famiglia dello scrittore segue e sostiene attivamente il progetto. La guida del concerto è la stessa voce di Camilleri che si intreccia e si alterna alla voce del violoncello di Michele Marco Rossi e alle varie voci sonore che compongono lo spettacolo.
Infatti l’evento è articolato in quattro fasi, quattro manifestazioni estreme del sentimento amoroso, che sottolineano l’irrazionalità e il carattere indecifrabile dell’amore: Amore-Sacro, Amore-Sesso, Amore-Potere, Amore-Colpa. Per ogni fase è stato commissionato un pezzo a compositori contemporanei della scena internazionale: Matteo Franceschini, Noriko Baba, Vittorio Montalti, Pasquale Corrado. Completano il programma brani di musica antica e rinascimentale, ma anche “Sidun” di Fabrizio De André e la musica elettronica di Paolo Aralla che approfondisce il tema dell’amore nelle sue sfumature e contraddizioni.
Il progetto è una coproduzione della stessa Società Aquilana dei Concerti “Barattelli” unitamente a: Accademia Filarmonica Romana, Associazione Appassionata Macerata, Fondazione Perugia Musica Classica, Unione Musicale Torino Onlus e la prima esecuzione assoluta avvenne a Borgia (CZ) il 18 agosto 2021 con repliche nelle principali istituzioni italiane a Roma, Lucca, Torino, Firenze ed altre.
Un ritorno a L’Aquila, ospite della Barattelli, dove in altre coinvolgenti occasioni ha presentato suoi lavori, il poliedrico violoncellista Michele Marco Rossi (classe 1989) ma già affermato come uno degli interpreti italiani di maggior riferimento per la musica di oggi.
 
 

Piccolo Teatro della Città, 3-4.12.2022
La prima indagine di Montalbano

Sabato 3 e domenica 4 dicembre arriva, per la prima volta in Sicilia, il progetto di Massimo Venturiello sul romanzo di Andrea Camilleri che lanciò il famoso commissario di Vigàta
“La prima indagine di Montalbano“ di Andrea Camilleri è quella da cui tutto ebbe inizio. Quella in cui prendono vita i personaggi dei successivi numerosi romanzi che hanno conquistato l’interesse di milioni di lettori. Massimo Venturiello porta sul palcoscenico, con la vis teatrale che lo contraddistingue, il testo di Andrea Camilleri in un progetto tutto nuovo da lui ideato. Lo spettacolo che ha debuttato in estate a Salerno approda ora – per la prima assoluta siciliana – al Piccolo Teatro della Città, sabato 3 (ore 21) e domenica 4 dicembre (ore 18) nell’ambito della Stagione Teatrale proposta nella storica sala catanese dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale.
Prodotta da Officina Teatrale, là piéce – con la consulenza musicale e tecnica di Alessandro Greggia – nasce dal progetto di successo degli audiolibri di Sellerio e Storytel in cui Venturiello regala agli ascoltatori e alle ascoltatrici un’esperienza immersiva e coinvolgente, che spazia in tutti i registri della penna del grande scrittore siciliano. “L’idea di portare per la prima volta in teatro il commissario più famoso della narrativa contemporanea italiana – spiega Venturiello – è nata in seguito allo straordinario successo che hanno ottenuto gli audiolibri, recentemente pubblicati in Rete, che ho avuto il privilegio di interpretare”.
“Ho dovuto ridurre – continua –, per ovvie esigenze teatrali, il testo, ma i libri di Camilleri contengono già una forte struttura teatrale con personaggi vivi, caratterizzati, secondo le regole del teatro che il Maestro, uomo di teatro, conosceva benissimo. Io lavorai con lui tanti anni fa, quando mi volle per il progetto della lettura dei suoi testi. Testi da cui la lingua da lui inventata, carica di musicalità, arriva nella sua interezza a chiunque, la parola diventa immagine ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna. Ho sentito la naturale esigenza di proseguire il percorso iniziato allestendo un monologo teatrale su La prima indagine di Montalbano: testo dove nasce il commissario Montalbano, certamente ancora ignaro del luminoso destino che il genio del grande Camilleri gli stava riservando”.
Piccolo Teatro della Città – Info allo 095530153 – Biglietto 15 euro (10 ridotto – 7 universitari)
 
 

Società Aquilana dei Concerti B. Barattelli, 4.12.2022
Intelletto d'amore (e altre bugie) da Andrea Camilleri. Un progetto di e con Michele Marco Rossi
Stagione 2022/2023

Data: 04/12/2022
Ora: 18:00
Luogo: L'Aquila - Auditorium del Parco
Tipologia: Stagione ordinaria

Programma
INTELLETTO D'AMORE
(E ALTRE BUGIE)
da ANDREA CAMILLERI
Musiche di Matteo Franceschini, Noriko Baba, Vittorio Montalti, Pasquale Corrado
e di S. Prokof'ev, G. Sollima, F. De André, M. Marais, Anonimo Medievale, H. von Bingen, P. Aralla

MICHELE MARCO ROSSI violoncello
PAOLO ARALLA elettronica
ANDREA CAMILLERI voce registrata
Coproduzione: Accademia Filarmonica Romana, Società Aquilana dei Concerti "B. Barattelli", Associazione Appassionata Macerata, Fondazione Perugia Musica Classica, Unione Musicale Torino.
 
 

La Sicilia (ed. Sicilia Centrale), 5.12.2022
Freschi di stampa i libri di Giovanni Taglialavoro, Enzo Alessi, Salvatore Indelicato e Federico Li Calzi. Ma le sorprese non finiscono qui
Medinova annuncia un autunno ricco di novità letterarie per gli scrittori agrigentini

L'autunno è la stagione ideale per leggere: la pioggia, le basse temperature e le giornate che si accorciano sono dei veri e propri alleati della lettura. Ecco allora che viene in aiuto l'editore Antonio Liotta con una serie di segnalazioni di nuove uscite editoriali di autori rigorosamente agrigentini. A segnalare le nuove pubblicazioni tra romanzi e saggi della sua casa editrice "Medinova", è colui che da molto tempo segue l'editoria locale ed è il punto di riferimento per le opere degli scrittori di casa nostra.
«Intanto da pochi giorni è uscito il volume di Giovanni Taglialavoro, "Famiglie parallele", sottotitolo "I La Loggia e i Pancamo raccontati da loro medesimi", con introduzione di Andrea Camilleri e con in appendice un saggio dello storico Settimio Biondi – annuncia Liotta – un lavoro che verrà presentato il prossimo 12 dicembre al Museo Archeologico da “Medinova” in collaborazione con il Centro Pasolini».
[...]
Lorenzo Rosso
 
 

il Quotidiano del Sud, 6.12.2022
Importante esposizione bibliografica e documentale realizzata in collaborazione con il Fondo gestito dalla famiglia dell’indimenticato scrittore. Si terrà dal 12 al 23 dicembre al Sistema bibliotecario vibonese
A Vibo la mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi”
La vita e le opere di Andrea Camilleri in mostra al Sistema bibliotecario di Vibo dal 12 al 23 dicembre con tre eventi di approfondimento

Vibo Valentia – “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi”. È il titolo della mostra bibliografica e documentaria che si terrà a Vibo Valentia, a Palazzo Santa Chiara, dal 12 al 23 dicembre prossimi.
L’evento, curato da Brunello Montagnese con la collaborazione artistica di Gilberto Floriani, Carlo Romeo e Katia Rosi, è patrocinato dal Fondo Psmsad dell’Inps. Vede poi la partecipazione attiva del Fondo Andrea Camilleri e del Sistema bibliotecario vibonese (che ospiterà la mostra e gli eventi ad essa collegati). Previsto inoltre il patrocinio gratuito del Comune di Vibo Valentia.
La mostra proporrà uno spazio espositivo dedicato esclusivamente a riproduzioni di testi di grandissimo interesse provenienti dal “Fondo Camilleri”, gestito dalla famiglia dell’indimenticato scrittore siciliano. Un altro filone espositivo verrà dedicato alla collezione dei libri del maestro, forniti dalla casa editrice Sellerio. A testimonianza della sterminata produzione che Camilleri ha portato avanti nella sua lunga carriera di narratore.
L’esposizione verrà accompagnata da una pubblicazione che conterrà il ricordo di personalità che hanno conosciuto da vicino il grande scrittore, un approfondimento sul materiale esposto e la trascrizione di una delle ultime interviste rilasciate da Camilleri. L’ingresso alla mostra, visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 19, è gratuito.
Camilleri in mostra a Vibo, gli eventi di approfondimento
Nell’ambito dell’evento espositivo, sono inoltre previsti tre appuntamenti utili ad approfondire l’opera del grande autore empedoclino. All’evento inaugurale, in programma lunedì 12 dicembre alle ore 18 – al quale prenderanno parte il presidente del Sbv, Corrado L’Andolina, il direttore artistico del Festival Leggere&Scrivere, Gilberto Floriani, il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo e l’assessore comunale alla Cultura Antonella Tripodi -, seguirà l’intervento di Carlo Romeo, giornalista e manager Rai, che dialogherà con il curatore della mostra Brunello Montagnese su “La scrittura di Andrea”.
Martedì 13 dicembre, alle ore 18, Carlo Romeo dialogherà con il questore di Vibo Valentia Cristiano Tatarelli sul tema “Indagini. La realtà e i romanzi”. Successivamente verrà proiettata una delle ultime interviste rilasciate da Andrea Camilleri proprio a Carlo Romeo, dall’emblematico titolo “Il conto torna”.
Infine, mercoledì 14 dicembre alle 18, sarà la volta del noto attore e regista Maurizio Marchetti che leggerà i racconti “Capodanno” e “Il vecchio ladro”. A seguire, alle 19, Marchetti parlerà del suo lungo e proficuo sodalizio artistico con lo scrittore dialogando con il giornalista Stefano Mandarano sul tema “Camilleri ed io, il teatro e la Tv”.
 
 

Arte Tv, 7.12.2022
Le commissaire Montalbano, un Maigret sicilien -
Commissario Montalbano: Der sizilianische Maigret
Invitation au voyage - Stadt Land Kunst

La Sicile est l’île d’un personnage hors du commun : le commissaire Montalbano, héros d’une série de romans policiers imaginée par l’écrivain Andrea Camilleri. Cette île était surtout dépeinte jusque-là comme une terre dominée par la mafia, elle devient avec Camilleri, la terre des bonheurs simples et des plaisirs de la chair.
Réalisation : Renaud Cohen
Pays : France
Année : 2022
Durée : 15 min
Genre : Documentaires et reportages
Prochaine diffusion le : mercredi 7 décembre à 05:00
 
 

La Repubblica, 7.12.2022
Mio marito e il suo amore per l'Italia

Una mattina, José Saramago annunciò di voler tornare in Italia e accettò l'invito a visitare la sede del festival Sete Sóis Sete Luas, come se avesse bisogno di un permesso per viaggiare. Passò anche a presentare Il Quaderno, i testi del blog che stava scrivendo, pubblicati in Italia da Bollati Boringhieri con una bella prefazione di Umberto Eco.
[…]
Molti di questi viaggi in Italia, impegni editoriali a parte, avevano a che fare con la vita accademica. A Torino, José Saramago fu investito per la prima volta nella sua vita di una laurea honoris causa. In seguito, fu l'Università di Siena a riconoscergliela e poi l'Università di Roma Tre, insieme ad Andrea Camilleri e Manuel Vázquez Montalbán, in una cerimonia brillante e picaresca come raramente l'ateneo avrà vissuto, perché le capacità affabulatorie dei tre autori resero l'evento un momento letterario, verosimile come solo la letteratura sa essere, e troppo irreale per una cronaca giornalistica.
[…]
Pilar Del Río Saramago
Traduzione di Rita Desti. A cura de La Nuova Frontiera
 
 

la voce di Genova, 7.12.2022
"A Levante con la Luna", prosegue la rassegna di Lunaria Teatro al Castello di Nervi
Pietro Montandon leggerà "Un racconto di mare: Tridicino", uscito dalla penna del grande Andrea Camilleri

Prosegue, al Castello di Nervi, la nuova rassegna di Lunaria Teatro "A Levante con la Luna": sabato 10 dicembre alle ore 16 Pietro Montandon leggerà "Un racconto di mare: Tridicino", uscito dalla penna del grande Andrea Camilleri e consistente in un viaggio in barca nel mare di Sicilia tra alghe, correnti, polpi giganti, veloci paranze, dragunare e conchiglie che "sonano" la musica del vento. Ma soprattutto, un viaggio sulle onde e nelle profondità del mare camilleriano, un racconto di ispirazione mitologica denso di emozioni, di spunti ora ironici, ora malinconici, e di rimandi ad un mondo ormai quasi scomparso, che però ancora vive nella tradizione del “Cunto”.
[...]
Programma:
CASTELLO DI NERVI, passeggiata Anita Garibaldi 22
Sabato 10 dicembre ore 16
UN RACCONTO DI MARE: TRIDICINO
di Andrea Camilleri
con Pietro Montandon
introduce Daniela Ardini
ingresso libero
Un racconto di mare col linguaggio evocativo di Camilleri, come regalo di Natale al pubblico di Lunaria
[...]
 
 

ABC Cultural, 7.12.2022
La dolce vita
Cervantes en Montelusa
'Riccardino' es la última aventura del personaje creado por Andrea Camilleri, quien decidió que se publicara póstumamente. Larga vida a Salvo Montalbano

Se acabó. Ya no habrá más historias de Salvo Montalbano. ‘Riccardino’ (Salamandra) es la última y Andrea Camilleri (1925-2019) la dejó escrita en 2016 con la condición de que se publicara póstumamente. Hasta el final la retranca mediterránea que ha llenado cada capítulo. «Queda lo escrito» (James Salter). Quedan los libros en papel, ese invento que no necesita de aparatos reproductores, sino un anaquel en la biblioteca personal. Queda en la memoria de todos sus millones de lectores las aventuras de Montalbano, la sencillez conmovedora de Cataré, la implacable labor documental de Fazio, las esporádicas visitas de Livia, el palmito irresistible de Mimí Augello, las cantadas de Galluzzo, el paseo por la escollera hasta el faro después del banquete en la Trattoria de Enzo...
Un maravilloso universo de personajes que han calado en distintos y distantes idiomas para confirmar que cuando alguien escribe una obra maestra, y las novelas de Camilleri, en su discreta ambición lo son, logra que lo local alcance la categoría de universal. Tipos sencillos, tan normales como cualquiera, con sus problemas diarios, sus añoranzas, sus deseos y sus fracasos.
La lucha por la vida
En ‘Riccardino’ regresan los asuntos que han ocupado las páginas de relatos anteriores: la corrupción, los conchabeos de la política, aquí la presencia de altas dignidades eclesiásticas, la envidia, el rencor, la lucha por la vida, la traición, los personajes fellinianos... Con un maravilloso ‘private jokes’, la aparición del Autor y sus conversaciones con Montalbano. Delicioso juego de inteligencia literaria. Un entramado quijotesco y pirandelliano, por los dos Montalbanos, el supuestamente real, es decir, el de las novelas; y el supuestamente de ficción, el de la serie de televisión.
Digamos que el real está mosqueado con el de ficción. Éste es más joven, reconocido por la calle, admirado mundialmente; sin embargo, el real, se siente viejo, cansado, huye de las cámaras y del famoseo, y así se lo reprocha al Autor, pero éste le exige que no baje la guardia para resolver el enigma de la muerte de Riccardino. La cercanía de los personajes, los formidables diálogos, la laberíntica trama urdida con precisión matemática, la melancólica ironía que trazan las andanzas del caballero Montalbano y sus escuderos por los campos y calles de la isla conforman una obra en la que la realidad de la ficción se confunde, maravillosamente, con la realidad de verdad. Larga vida a Salvo Montalbano.
Premiata Forneria Ballaro
No, no hace falta irse a la Trattoria de Enzo para compartir los platos que fascinan al comisario. Está aquí, en la madrileña calle de Santa Engracia, en el 90. Premiata Forneria Ballaro ofrece la carta que devora cada día Montalbano: Arancini di Ragú, Sardina Beccafico, la Pasta allá Norma, Linguini Alle Vongole, la Pasta Ncasciata, para qué seguir, es un manjar, con buen vino siciliano y que la fiesta no termine nunca.
Fernando R. Lafuente

Cervantes a Montelusa
'Riccardino' è l'ultima avventura del personaggio creato da Andrea Camilleri, che ha deciso di pubblicarlo postumo. Viva Salvo Montalbano

È finita. Non ci saranno più storie di Salvo Montalbano. 'Riccardino' (Salamandra) è l'ultimo e Andrea Camilleri (1925-2019) lo ha lasciato scritto nel 2016 a condizione che fosse pubblicato postumo. Fino alla fine la retranca mediterranea che ha riempito ogni capitolo. "Ciò che è scritto rimane" (James Salter). Restano i libri di carta, quell'invenzione che non ha bisogno di dispositivi riproduttivi, ma piuttosto di uno scaffale nella biblioteca personale. Le avventure di Montalbano, la commovente semplicità di Cataré, l'incessante lavoro documentaristico di Fazio, le sporadiche visite di Livia, l'irresistibile palming di Mimì Augello, le canzoni di Galluzzo, la passeggiata attraverso il molo al faro dopo il banchetto alla Trattoria di Enzo ...
Un meraviglioso universo di personaggi che hanno permeato linguaggi diversi e lontani a confermare che quando qualcuno scrive un capolavoro, e i romanzi di Camilleri, nella loro discreta ambizione che sono, riesce che il locale raggiunga la categoria dell'universale. Ragazzi semplici, normali come tutti, con i loro problemi quotidiani, le loro nostalgie, i loro desideri e i loro fallimenti.
La lotta per la vita
In 'Riccardino' tornano i temi che hanno occupato le pagine dei racconti precedenti: la corruzione, le congiure della politica, qui la presenza di alte dignità ecclesiastiche, l'invidia, il rancore, la lotta per la vita, il tradimento, i personaggi felliniani... Con un meraviglioso 'private jokes', l'apparizione dell'Autore e le sue conversazioni con Montalbano. Delizioso gioco di intelligenza letteraria. Un quadro donchisciottesco e pirandelliano, dei due Montalbano, quello supposto vero, cioè quello dei romanzi; e quello presumibilmente immaginario, quello della serie televisiva.
Diciamo che quello vero è arrabbiato con quello fittizio. Questo è più giovane, riconosciuto dalla strada, ammirato in tutto il mondo; Quello vero però si sente vecchio, stanco, fugge dalle telecamere e dai famosi, e così rimprovera l'Autore, ma pretende che non abbassi la guardia per risolvere l'enigma della morte di Riccardino. La vicinanza dei personaggi, i dialoghi formidabili, la trama labirintica intessuta con matematica precisione, la malinconica ironia che ripercorre le avventure del cavaliere Montalbano e dei suoi scudieri per i campi e le strade dell'isola compongono un'opera in cui la realtà dalla finzione è confusa, meravigliosamente, con la vera realtà. Viva Salvo Montalbano.
Premio Ballarò Forneria
No, non devi andare alla Trattoria di Enzo per condividere i piatti che affascinano il commissario. È qui, in calle de Santa Engracia a Madrid, al 90. Premiata Forneria Ballarò propone il menu che Montalbano divora ogni giorno: Arancini di Ragù, Sarde a Beccafico, Pasta alla Norma, Linguine Alle Vongole, Pasta Ncasciata, perché avanti, è una prelibatezza, con del buon vino siciliano e che la festa non finisca mai.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Più libri più liberi, 8.12.2022
In memoria
Data: 8 dicembre
Orario: 18.00
Sala: Sala Vega
Omaggio a Mircea Cǎrtǎrescu e ad Andrea Camilleri
Intervengono Nicola Lagioia e Giordano Meacci
A cura di Più libri più liberi


 
 

La Sicilia (ed. Siracusa/Ragusa), 9.12.2022
Mostra collettiva di pittori a Palazzo Beneventano

Lentini. Vernissage ieri a Lentini nella sede di Palazzo Beneventano di una pregevole mostra collettiva di pittori del territorio, allestita per iniziativa dell'assessorato comunale alla Cultura nell'ambito di un ciclo di eventi che, per oltre un mese, contribuiranno a creare l'attesa atmosfera natalizia e occasioni per ritrovarsi in città, fare acquisti e divertirsi. [...] Stasera alle 18.30 Palazzo Beneventano ospiterà la presentazione del romanzo "Don Chisciotte in Sicilia" di Roberto Mandracchia. Dialogherà con l'autore Giuseppe Gingolph Costa. Le letture affidate a Francesca Pacca e Simone Giallongo. Nato ad Agrigento, Mandracchia ha scritto per il cinema, la pubblicità e l'editoria scolastica. E' autore di altri due romanzi, "Guida pratica al sabotaggio dell'esistenza" e "Vita, morte e miracoli". Il protagonista del libro, Lillo Vasile, è un professore in pensione di 76 anni, gli ultimi dei quali trascorsi a leggere romanzi gialli, in particolare quelli di Andrea Camilleri. Quando viene aggiunto il nome Vigata alla targa del suo paese, qualcosa gli scatta nella testa e lo porta a convincersi di essere il protagonista delle sue amatissime storie: il commissario Salvo Montalbano.
Silvio Breci
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 10.12.2022
Alessio Vassallo. Il Premio Pirandello lo dedico a Camilleri

Se la carriera di un attore non si giudica dai riconoscimenti ricevuti, è pure vero che i premi rappresentano comunque momenti di orgoglio e soddisfazione. Ne è consapevole l'attore palermitano Alessio Vassallo, che martedì alle 18,15, sul palco del teatro Biondo, riceverà il premio speciale della giuria nell'ambito della XXII edizione del Premio Nazionale di Teatro Luigi Pirandello: l'anno scorso, è stato il protagonista dello spettacolo teatrale del Biondo "La concessione del telefono" di Andrea Camilleri, diretto da Giuseppe Dipasquale.
Adesso torna in città e nuovamente al Biondo, ma questa volta per ricevere un premio. Che effetto le fa?
«Sono davvero molto felice non solo perché questo è un premio importante, ma anche perché è legato alla mia città e al teatro Biondo dove sono andato in scena con il testo di Camilleri che già avevo rappresentato per la televisione. Ritornare a Palermo per ricevere un riconoscimento così importante è un regalo inaspettato, anche se c'è sempre un risvolto della medaglia».
[…]
Se lei dovesse ricordare un momento particolare della sua carriera, quale sarebbe?
«Sicuramente il mio incontro con Camilleri durante la prima stagione di Montalbano, circa dieci anni fa, dove interpretavo il giovane Mimì Augello, nella fiction vice commissario di polizia e grande amico di Montalbano. Incontrare Camilleri dal vivo, avere avuto l'opportunità di parlargli, sono stati momenti che hanno avuto un significato intenso, che vanno al di là dell'aspetto lavorativo e che un giorno racconterò ai miei figli».
C'è un momento particolare che conserva nel cuore?
«Quando fu conferita a Camilleri la cittadinanza onoraria di Agrigento, io ero presente e lessi la motivazione. Già allora Camilleri non vedeva bene e avvicinandomi a lui gli sussurrai: "Maestro, sono Mimì", lui prese il mio volto tra le sue mani e mi disse "Mimì stai diventando grande". Quello fu un grande momento di commozione che mi porterò sempre nel cuore».
Le manca molto?
«Moltissimo, ma manca a tutti. Oltre alle sue opere, ai suoi scritti, mi manca tanto il suo pensiero sulla realtà di oggi perché i suoi giudizi erano davvero molto pungenti. Personalmente mi ha insegnato l'amore e la cura per questo mestiere, proprio come un artigiano, un falegname che per realizzare qualcosa ha bisogno di tempo, che sente e percepisce l'odore del legno. Ecco, quando io metto in scena l'opera di Camilleri è come se sentissi l'odore del legno».
[…]
Paola Pottino
 
 

Comunicato stampa, 11.12.2022
“Andrea Camilleri, l’inventore di mondi”: la partecipazione di Romeo e Marchetti alla mostra al Sistema bibliotecario vibonese

Sono Carlo Romeo e Maurizio Marchetti – il primo giornalista e scrittore, il secondo apprezzato attore e regista – i due testimonial d’eccezione della mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi” in programma dal 12 al 23 dicembre a Palazzo Santa Chiara, a Vibo Valentia, nella sede del Sistema bibliotecario vibonese. Entrambe le importanti figure hanno alle spalle un profondo rapporto professionale e umano con il grande scrittore, il più amato e popolare autore italiano contemporaneo.
Carlo Romeo, tra i curatori artistici della mostra bibliografica e documentale vibonese, è stato amico personale di Camilleri e l’ha seguito nel suo percorso editoriale, diventando uno dei consiglieri dell’autore nella cruciale scelta di proseguire la carriera di scrittore. Romeo, importante personalità del mondo della comunicazione, già direttore di due sedi regionali Rai nonché direttore di San Marino Rtv, è stato inoltre tra gli ultimi ad avere l’opportunità di intervistare il maestro empedoclino, in una conversazione, pubblicata con il titolo “Il conto torna”, a rappresentare la summa del pensiero artistico e umano di Camilleri, che verrà proiettata nel corso delle giornate inaugurali della mostra.
«Siamo in tanti ad aver avuto momenti di lettura legati ad Andrea Camilleri – ha detto Romeo anticipando in un videomessaggio la sua presenza -. La mostra dedicata ad uno degli autori italiani più amati al mondo, che ognuno di noi ha sentito vicino attraverso i suoi libri ma anche, nel mio caso, attraverso la sua amicizia, è un’occasione per raccontare e ascoltare testimonianze a lui legate e per vedere da vicino documenti veramente straordinari».
Maurizio Marchetti, attore dall’intensa carriera teatrale e televisiva oltre che cinematografica, sul piccolo schermo ha partecipato a produzioni di grande successo, tra le quali Il commissario Montalbano. E proprio sulle esperienze televisive e teatrali legate alla figura di Camilleri si incentrerà la partecipazione* di Marchetti alla mostra vibonese dove l’apprezzato attore messinese, tra le altre cose, leggerà due racconti del maestro: Capodanno e Il vecchio ladro.
«È un’iniziativa molto importante – ha detto Marchetti nel suo videomessaggio -, quella intrapresa dal Sistema bibliotecario vibonese con la mostra dedicata ad Andrea Camilleri e con gli incontri a corollario della stessa. Confronti, chiacchere su Camilleri, che spero vedano un pubblico numeroso a partecipare a questa bella iniziativa. Spero di poter parlare con voi – ha detto rivolgendosi direttamente ai vibonesi – e che siate numerosi e partecipi perché è una bellissima cosa. Ci vediamo a Vibo».
*La partecipazione di Marchetti, inizialmente prevista per mercoledì 14 dicembre, è stata posticipata a data da destinarsi causa positività al Covid-19
Il programma degli eventi correlati alla mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi”
Lunedi 12 dicembre
Ore 18 – Inaugurazione mostra
Saluti istituzionali con la partecipazione di Corrado l’Andolina, presidente del Sistema bibliotecario vibonese; Tiziana Scarcella, direttore del Sistema bibliotecario vibonese; Gilberto Floriani, direttore artistico del Festival Leggere&Scrivere; Maria Limardo, sindaco di Vibo Valentia; Antonella Tripodi, assessore comunale alla Cultura.
Ore 18.30 – “La scrittura di Andrea”
Carlo Romeo dialoga con Brunello Montagnese, curatore della mostra.
Martedì 13 dicembre
Ore 18 – “Indagini. La realtà e i romanzi”
Cristiano Tatarelli, questore di Vibo Valentia, dialoga con Carlo Romeo.
Ore 19 – “Il conto torna”
Proiezione dell’ultima intervista rilasciata da Andrea Camilleri a Carlo Romeo.
Data da definire
“Capodanno” e “Il vecchio ladro”
Maurizio Marchetti legge i racconti di Andrea Camilleri.
“Camilleri ed io, il teatro e la Tv”
Maurizio Marchetti dialoga con Stefano Mandarano.
La mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi” è un evento patrocinato dal Fondo pittori, scultori, musicisti, scrittori e autori drammatici (Psmsad) dell’Inps e vede la partecipazione attiva del Fondo Andrea Camilleri e del Sistema bibliotecario vibonese oltre che il patrocinio gratuito del Comune di Vibo Valentia. Si terrà a Palazzo Santa Chiara, sede del Sistema bibliotecario vibonese, dal 12 al 23 dicembre. L’ingresso (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19) è gratuito.
 
 

La Repubblica, 11.12.2022
Le indagini di Neil Dudgeon: “Il mio ispettore Barnaby somiglia a Montalbano”
L'anteprima del primo episodio della serie numero 23 andrà in prima assoluta su Giallo, canale crime in chiaro del gruppo Warner Bros. Discovery, domenica 18 dicembre alle 21.10

È ironico e compassato, non perde mai la calma: L’ispettore Barnaby festeggia 25 anni di onorata carriera. Tratta dai romanzi di Caroline Graham, è la serie la più longeva della tv inglese. Nell’immaginaria contea di Midsomer, succede qualunque cosa: Neil Dudgeon, che interpreta da dieci anni il detective — e ha sostituito John Nettles — è perfetto nel ruolo.
[...]
C’è una serie italiana che le piace?
«Mi piace molto il commissario Montalbano. Penso che lui e Barnaby abbiano molto in comune».
[...]
Silvia Fumarola
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 12-18.12.2022
Da lunedì 12 a domenica 18 dicembre sarà possibile visitare il Fondo Andrea Camilleri e la mostra documentaria "Il corso delle cose. Andrea Camilleri e il suo archivio".
A tre anni dalla scomparsa di Andrea Camilleri, riapre al pubblico lo spazio dedicato alla conservazione e valorizzazione della sua eredità culturale.
Per prenotare il proprio ingresso scrivere a segreteria@fondoandreacamilleri.it


 
 

Italy 24 Press News, 12.12.2022
n Calabria the exhibition dedicated to “Andrea Camilleri, the inventor of worlds”

Vibo Valentia | They are Carlo Romeo and Maurizio Marchetti– the first journalist and writer, the second appreciated actor and director – the two exceptional testimonials of the exhibition “Andrea Camilleri, the inventor of worlds” scheduled from 12 to 23 December at Palazzo Santa Chiara, in Vibo Valentia, at the headquarters of the Vibonese Library System. Both important figures have a deep professional and human relationship behind them with the great writer, the most loved and popular contemporary Italian author.
Carlo Romeo, among the artistic curators of the bibliographic exhibition and documentary writer from Vibo, he was a personal friend of Camilleri and followed him in his editorial career, becoming one of the author’s advisors in the crucial decision to continue his career as a writer. Romeo, an important personality in the world of communication, former director of two regional Rai offices as well as director of San Marino Rtv, was also among the last to have the opportunity to interview the Empedocline master, in a conversation published under the title “The conto torna”, to represent the summa of Camilleri’s artistic and human thought, which will be screened during the opening days of the exhibition.
«There are many of us who have had moments of reading related to Andrea Camilleri – said Romeo, anticipating his presence in a video message -. The exhibition dedicated to one of the most loved Italian authors in the world, whom each of us has felt close to through his books but also, in my case, through his friendship, is an opportunity to tell and listen to testimonies related to him and to see truly extraordinary documents up close».
Maurizio Marchetti, an actor with an intense theater and television career as well as cinema, has participated in highly successful productions on the small screen, including Il commissario Montalbano. And Marchetti’s participation* in the Vibonese exhibition will focus precisely on the television and theatrical experiences linked to the figure of Camilleri where the esteemed Messina actor, among other things, will read two stories by the master: New Year’s Eve and The Old Thief.
«It is a very important initiative – Marchetti said in his video message -, the one undertaken by the Vibonese library system with the exhibition dedicated to Andrea Camilleri and with the meetings as a corollary of the same. Comparisons, chats about Camilleri, which I hope will see a large audience participate in this beautiful initiative. I hope I can talk to you – he said addressing the Vibonese directly – and that you are numerous and participate because it is a beautiful thing. See you in Vibo».
*Marchetti’s participation, initially scheduled for Wednesday 14 December, has been postponed to a date to be set due to positivity to Covid-19
The program of events related to the exhibition “Andrea Camilleri, the inventor of worlds”
Monday 12th December
6 pm – Inauguration of the exhibition
Institutional greetings with the participation of Corrado l’Andolina, president of the Vibonese library system; Tiziana Scarcella, director of the Vibonese library system; Gilberto Floriani, artistic director of the Reading&Writing Festival; Maria Limardo, mayor of Vibo Valentia; Antonella Tripodi, city councilor for culture.
18.30 – “Andrea’s writing”
Carlo Romeo dialogues with Brunello Montagnese, curator of the exhibition.
6 pm – “Investigations. Reality and novels
Cristiano Tatarelli, quaestor of Vibo Valentia, converses with Carlo Romeo.
7 pm – “The bill comes back”
Screening of the latest interview given by Andrea Camilleri to Carlo Romeo.
Date to be defined
“New Year’s Eve” and “The Old Thief”
Maurizio Marchetti reads the stories of Andrea Camilleri.
“Camilleri and I, theater and TV”
Maurizio Marchetti talks with Stefano Mandarano.
The exhibition “Andrea Camilleri, the inventor of worlds” is an event sponsored by the Fund for painters, sculptors, musicians, writers and dramatic authors (Psmsad) of the INPS and sees the active participation of the Fund Andrea Camilleri and the Vibonese library system as well as the free patronage of the Municipality of Vibo Valentia. It will be held in Palazzo Santa Chiara, headquarters of the Vibonese library system, from 12 to 23 December. Admission (Monday to Friday, 9am to 7pm) is free.
CrotoneOk.it
 
 

L'Arena, 12.12.2022
Il libro. "La guerra privata di Samuele"
Torna Camilleri con sei affreschi della sua Vigata
Due inediti e quattro già pubblicati
Ma stavolta non c'è Montalbano

«È difficili assà che un omo che ha fatto le scoli fino al liceo si possa scordari dei nomi dei sò compagni di classe pirchì ogni matina il profissori, arripitenno la litania dell'appello, quei nomi te li stampava a forza nel ciriveddro». Un breve incipit, e già Andrea Camilleri ti porta nella magia della sua narrazione, che solo un «ciriveddro» straordinario come il suo poteva concepire. Il fedele lettore cerca ancora novità in libreria, anche se il maestro siciliano si è congedato dalla vita nel 2019: non importa se vengano presi dai cassetti di casa sua testi inconclusi, oggi le sue opere sono appassionanti reliquie. Il volume di 268 pagine che Sellerio ha appena pubblicato, «La guerra privata di Samuele e altre storie di Vigàta», è una raccolta di sei racconti tra 1'800 e il `900 nel consueto paese del commissario Montalbano, ma senza di lui: la storia che dà il titolo e «La prova» sono inedite, «La tripla vita di Michele Sparacino» e «La targa» sono uscite per Rizzoli, «L'uomo è forte» e «I quattro Natali di Tridicino» per due antologie di Sellerio.
Tuttavia, più che cercare un trait d'union in temi o personaggi, merita valorizzare la «reliquia» detta poc'anzi nel solco della tradizione letteraria isolana. Camilleri si innesta nella sacralità di un classico come Verga, suo conterraneo, autore di molte novelle sul mondo degli umili: ne prosegue la strada ravvivandone i messaggi e facendoli dialogare con la nostra attualità. Nel più verghiano dei racconti, «I quattro Natali di Tridicino», il tredicesimo figlio di Tano Sghembari (gli altri dodici sono morti) sa che lo scopo della sua vita è sfidare il mare: «Tridicino era `na speci di pisci, capace di stari sott'acqua chiossà di cinco minuti filati senza ripigliare sciato e d'arrivari `n grannissima profunnità in un vidiri e svidiri». Nel fondale raccoglie una conchiglia che emette suoni meravigliosi, incontra un polpo gigante e vive altre avventure, apprendendo dall'acqua in quattro miracolosi Natali che «la vita è come la risacca: un jorno porta a riva un filo d'alga e il jorno appresso se lo ripiglia», offre qualcosa in dono ma si riprende qualcos'altro. Cerchiamo di riconoscere un eroismo pure in quegli uomini che chiamiamo con pregiudizio "antieroi", è ciò che Camilleri ci suggerisce, perciò l'azione dettata dal coraggio è sempre catartica, rivela la volontà di un'esistenza significativa. Nel racconto principale il protagonista Samuele Di Porto detto Leli, tra i banchi di scuola con Andrea "Nenè", all'epoca delle leggi razziali è deriso come ebreo e umiliato più volte di fronte alla classe, perfino dal professore di religione don Ramazzo: «Sono stati gli ebrei ad ammazzare Gesù! Questa razza maledetta ha le mani sporche del suo sangue! E ora, non contenti, tramano contro il nostro Duce!». Parole durissime, ma Leli non s'arrende e organizza ai danni di chi lo odia due clamorose beffe per rivincita, che fanno sbellicare dalle risa gli alunni.
Camilleri ascolta a casa il consiglio dei propri genitori: «La facenna è complessa e difficili da spiegari. A tia `sto compagno ti sta simpatico? È un bravo picciotto? E allura stracatafottitinni di quello che dicono don Ramazzo e la Zarcuto! [...] Sto grannissimo testa di minchia di Mussolini s'è lassato persuadiri dal so amiciuzzo Hitler! Ne aviva detto parolazze `u papà, eppuro quella volta la mamà non lo rimproverò». L'arguzia della novella alla Boccaccio, rinfrescata dall'autore siciliano col suo caratteristico dialetto, non ne fa mai perdere l'amarissimo senso, eppure nell'epilogo c'è spazio per la poesia del cuore. Camilleri "sente" che il suo ex compagno non lo ha mai abbandonato: così dona al lettore un'ultima pagina di elevazione morale, che rende eterna l'amicizia.
Stefano Vicentini
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 13.12.2022
Vi aspettiamo da oggi fino a domenica al Fondo Andrea Camilleri, per prenotare il Vostro ingresso scrivete a:
segreteria@fondoandreacamilleri.it
#fondoandreacamilleri #ilcorsodellecose #archivio #archiviocamilleri #aperturadicembre2022 #mostradocumentaria


Andrea Camilleri per le vie di Agrigento, 1946.
 
 

ANSA, 13.12.2022
Andrea Camilleri e il suo archivio in mostra
Al Fondo Camilleri, fino a domenica 18 dicembre inclusa

Trieste - Una prima rappresentazione del lavoro dello scrittore attraverso le potenzialità evocative dei documenti originali e in parte inediti, conservati tra le sue carte.
E' questo l'intendimento della mostra documentaria "Il corso delle cose. Andrea Camilleri e il suo archivio", allestita al Fondo Camilleri a Roma, fino a domenica 18 dicembre inclusa (dalle 10 alle 18).
L'archivio interessa un periodo lungo e denso di grandi trasformazioni in molteplici ambiti e soprattutto mostra le radici remote, i passaggi e le connessioni meno note del suo percorso artistico e professionale; un percorso segnato dallo spartiacque della grande notorietà e popolarità che ne ha definito il profilo pubblico di scrittore dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso. L'archivio integra questa rappresentazione e attraverso manoscritti, testi, articoli e documentazione iconografica (fotografie e locandine teatrali) dà l'opportunità di entrare nella storia umana e intellettuale di Andrea Camilleri nei contesti letterari, teatrali, televisivi e radiofonici, nel costante esercizio della scrittura.
L'esposizione è articolata in quattro sezioni: 'Ho fatto un viaggio. Da Porto Empedocle a Roma'; 'Un filo ininterrotto. Il teatro'; 'L'intervista possibile. La radio e la televisione'; 'Ho imparato a scrivere leggendo'.
 
 

Time.News, 13.12.2022
Andrea Camilleri and his archive on display
At Fondo Camilleri, up to and including Sunday 18 December

A first representation of the writer’s work through the evocative potential of the original and partly unpublished documents preserved among his papers. this is the intention of the documentary exhibition The course of things. Andrea Camilleri and his archive, set up at the Fondo Camilleri in Rome, until Sunday 18 December included (from 10 to 18).
The archive covers a long and dense period of great transformations in many areas and above all shows the remote roots, the lesser-known passages and connections of his artistic and professional career; a path marked by the watershed of the great notoriety and popularity that defined his public profile as a writer since the late 1990s. The archive integrates this representation and through manuscripts, texts, articles and iconographic documentation (photographs and theatrical posters) gives the opportunity to enter the human and intellectual history of Andrea Camilleri in literary, theatrical, television and radio contexts, in the constant exercise of writing.
The exhibition is divided into four sections: `I went on a journey. From Porto Empedocle to Rome; `An unbroken thread. Theater; `The interview possible. Radio and television; `I learned to write by reading.
 
 

AgrigentoNotizie, 13.12.2022
Televisione / Porto Empedocle
Camilleri e il commissario Montalbano sulla televisione francese: prestigioso documentario firmato Arte.tv
Ci sono anche immagini della Scala dei Turchi e di numerosi scorci del paesaggio agrigentino per una promozione internazionale. Immagini trasmesse via satellite in tutto il mondo


Un fotogramma tratto dal documentario con il commissario Montalbano che ammira il porto di Porto Empedocle

Sul satellite, in Italia, è visibile sul canale 48 della piattaforma TivùSat. Si chiama “Arte.tv” ed è una prestigiosa emittente francese che realizza patinati servizi e documentari sulle più belle location del mondo. Una puntata del programma “Invito al viaggio” è stata dedicata al territorio agrigentino, a Porto Empedocle e al personaggio del commissario Montalbano con il suo “papà” Andrea Camilleri. Ma non solo i luoghi di Porto Empedocle: anche la Scala dei Turchi, l’entroterra, Caltabellotta e scorci più o meno conosciuti che raccontano la provincia agrigentina a 360 gradi.
Grazie alla ricezione attraverso la parabola si supera il limite del digitale terrestre relegato ad un singolo paese. Per cui il documentario di “Arte.tv” sarà praticamente visto in ogni angolo del pianeta.
Per conoscere da vicino questa produzione franco-tedesca è possibile anche il sito di “Arte.tv”. Per l’occasione gli autori del documentario hanno definito il commissario Montalbano il “Maigret siciliano”. Suggestiva l’immagine del personaggio creato da Camilleri quando, inquadrato di spalle, si affaccia sul porto di Porto Empedocle con sguardo pensieroso e ammaliato di fronte al paesaggio.
Andrea Cassaro
 
 

Teatro Donnafugata, 13.12.2022
Il “Natale in scena” al Teatro Donnafugata con musica, prosa e musical
Tra i protagonisti anche Pietro Montandon e Marco Savatteri.

Ragusa – La magia del natale pervade luoghi e ispira gli animi, ogni cosa si illumina di bellezza e l’atmosfera luccicante conquista grandi e piccini. Anche il Teatro Donnafugata, piccolo gioiello barocco incastonato nello scenario suggestivo di Ragusa Ibla, vuole accogliere questo gioioso periodo di feste con una programmazione dedicata alla fantasia e al fascino che suscitano le arti. Grazie al supporto della Regione Siciliana – Assessorato Turismo, Sport e Spettacoli, nasce la mini rassegna “Natale in scena” con cui il Teatro Donnafugata abbraccia il suo pubblico proponendo tre incantevoli appuntamenti, un concerto, uno spettacolo di prosa e un musical per adulti e bambini.
[...]
Il secondo affascinante appuntamento è in programma mercoledì 28 dicembre alle ore 19.30 con “I quattro Natali di Tridicino” di Andrea Camilleri con Pietro Montandon e Roberto Catalano. È un racconto di ispirazione mitologica che parla di Sicilia e di mare, una narrazione densa di emozioni, di spunti ora ironici, ora malinconici e di rimandi ad un mondo ormai quasi scomparso, ma che riprenderà vita grazie alla formidabile interpretazione di Pietro Montandon e allo straordinario talento di Roberto Catalano che, da solo, suonerà più di dieci strumenti richiamando sonorità della tradizione popolare.
[...]
Per informazioni e prenotazioni è possibile chiamare al numero telefonico 334.2208186. Info su www.teatrodonnafugata.it
ufficio stampa
Carmelo Saccone per MediaLive

 
 

Fondo Andrea Camilleri, 14.12.2022
Le poesie del giovane Camilleri segnalate al premio Libera Stampa di Lugano nel 1949.
segreteria@fondoandreacamilleri.it
#fondoandreacamilleri #archivio #archiviodipersone #liberastampa #premiolugano


Un ritaglio di stampa dall’archivio esposto nella mostra “Il corso delle cose”.
 
 

primonumero, 14.12.2022
Massimo Venturiello al Loto e al Fulvio ne ‘La prima indagine di Montalbano’

Un grande interprete della scena teatrale italiana in Molise, al Teatro Fulvio di Guglionesi e (per due date) al Teatro del Loto di Ferrazzano. Parliamo di Massimo Venturiello che porterà in scena ‘La prima indagine di Montalbano’.
Gli appuntamenti sono dunque tre: sabato 17 dicembre (ore 20.30) al Fulvio e domenica 18 (alle 18.30) e lunedì 19 (alle 20.30) al Loto.
Così annunciano l’evento – di rilievo – da TeatriMolisani: “Uno dei Grandi interpreti del nostro Teatro porta per la prima volta in scena il Commissario più famoso della narrativa italiana, dopo esser stato lui stesso, con grande successo, interprete degli audiolibri tratti dall’opera di Andrea Camilleri (Maestro di Massimo Venturiello in Accademia).
La lingua inventata del Maestro, carica di musicalità, arriva nella sua interezza, la parola diventa immagine ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna. Ne La prima indagine di Montalbano prendono vita i personaggi dei successivi romanzi, amati da milioni di lettori. Nasce soprattutto il Commissario Montalbano, ancora ignaro del luminoso destino che il genio del grande Camilleri gli stava riservando”.
Prevendite: MONDADORI “La Scolastica” via Pietrunti CB
tel 0874 413757
online: https://www.diyticket.it/events/Teatro/9795/la-prima-indagine-di-montalbano
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 15.12.2022
La prima regia ufficiale di Andrea Camilleri.
“Abbiamo fatto un viaggio” di Raoul Maria De Angelis, Compagnia di Teatro Italiano, Teatro Pirandello.
Roma, 25 giugno 1953
Per prenotare le visite:
segreteria@fondoandreacamilleri.it
#fondoandreacamilleri #mostra #ilcorsodellecose #archivio #regieteatrali


Copione con appunti autografi.
 
 

Comunicato stampa, 15.12.2022
“Andrea Camilleri, l’inventore di mondi”: in archivio la due giorni inaugurale della mostra. Protagonisti Romeo e il questore Tatarelli


L'allestimento della mostra su Andrea Camilleri

È andata in archivio la due giorni inaugurale della mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi”, in corso fino al 23 dicembre prossimo a Palazzo Santa Chiara, sede del Sistema bibliotecario vibonese, a Vibo Valentia. La figura dell’indimenticato scrittore siciliano è emersa con forza, sia dal punto di vista umano che da quello letterario, nel corso dei due differenti eventi che hanno dato il via all’esposizione vibonese. Mostra che propone, tra le altre cose, riproduzioni in alta definizione di documenti inediti di proprietà del Fondo Andrea Camilleri, creato dalla famiglia.
Nella prima serata, grazie al prezioso contributo di Carlo Romeo, manager Rai e amico personale di Camilleri, nel corso della conversazione con il curatore della mostra Brunello Montagnese, è emerso in tutta la sua importanza il racconto del “fenomeno letterario” Camilleri, unito ad aspetti della sua vita privata e della sua personalità che lo stesso Romeo ha saputo condensare in un racconto appassionato e partecipe. Lo stesso pathos che emerge dall’ultima intervista rilasciata da Camilleri a Romeo dal significativo titolo “Il conto torna”.
«Andrea lavorava molto sulla memoria, sul ricordo, e aveva la capacità di farla diventare patrimonio comune – ha detto il giornalista e scrittore -. Era una persona che non riusciva a non pensare, a non raccontare. E ha avuto la capacità di inventarsi un linguaggio, una lingua a sé ma comprensibile a tutti, tanto che è diventato uno degli autori più tradotti al mondo. È impressionante l’affetto che c’è verso Camilleri e i suoi libri, verso il Commissario Montalbano venduto oggi anche negli autogrill. Poi è arrivato il boom della televisione, con Luca Zingaretti (tra l’altro allievo di Camilleri in accademia), ormai identificato con il personaggio che ha interpretato».
Quindi il rapporto con il mondo dell’editoria: «Andrea non apparteneva a circoli elitari e questo glielo fecero pagare in un ambiente come quello letterario in cui l’invidia gioca una componente importante. Ma il successo non è arrivato per caso: è nato dal passaparola, dall’affetto dei suoi lettori che lui ha sempre ricambiato. Camilleri ha rappresentato un vero e proprio caso letterario in un settore in cui raramente emergono fenomeni di questa portata».
Protagonista della seconda serata è stato, poi, il confronto tra la realtà investigativa e quella rappresentata nei romanzi del ciclo del commissario Montalbano. Il dialogo tra lo stesso Romeo e il neo questore di Vibo Valentia, Cristiano Tatarelli, ha offerto, su tale tematica, interessanti spunti di riflessione. Il capo dell’ufficio di Pubblica sicurezza vibonese ha individuato anzitutto una differenza di natura organizzativa: «Se il commissario Montalbano agisce prevalentemente da solo, portando avanti le indagini in prima persona o con l’aiuto di pochi fedelissimi – ha detto -, il lavoro d’indagine nella realtà è molto più corale, eseguito com’è da veri e propri team che lavorano ad ogni singolo caso. Inoltre – ha spiegato il questore – le indagini di Montalbano sono spesso condotte con metodi tradizionali, senza far ricorso quasi per nulla alla tecnologia. Cosa che oggi, al contrario, è impensabile».
La gerarchia interna al Corpo di polizia; il caso Gomorra e la rappresentazione cinematografica della criminalità organizzata; le differenze tra le organizzazioni criminali; il rapporto con gli organi d’informazione; la tutela della presunzione d’innocenza nella divulgazione delle notizie: questi gli argomenti che hanno tenuto desta l’attenzione del pubblico. Su tutto la figura di Camilleri, «grande amico della Polizia – ha ricordato Tatarelli – spesso gradito ospite della Scuola superiore di formazione», ad incorniciare un confronto godibile che ha offerto un significativo spaccato del lavoro delle forze dell’ordine tra finzione e realtà.
Il prossimo evento a corollario della mostra è in programma mercoledì 21 dicembre, alle ore 18, quando, sempre nella Sala delle colonne di Palazzo Santa Chiara, interverrà l’attore e regista Maurizio Marchetti che leggerà i racconti “Capodanno” e “Il vecchio ladro” per poi descrivere, in compagnia del giornalista Stefano Mandarano, il suo rapporto personale con il maestro in “Camilleri ed io, il teatro e la Tv”.
La mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi” è un evento patrocinato dal Fondo pittori, scultori, musicisti, scrittori e autori drammatici (Psmsad) dell’Inps e vede la partecipazione attiva del Fondo Andrea Camilleri e del Sistema bibliotecario vibonese oltre che il patrocinio gratuito del Comune di Vibo Valentia. Si tiene a Palazzo Santa Chiara, sede del Sistema bibliotecario vibonese, fino al 23 dicembre. L’ingresso (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 19; martedì e giovedì dalle 9 alle 13) è gratuito.
 
 

Il Vibonese, 15.12.2022
Inaugurata a Vibo la mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi” – Video
Le opere dell’indimenticato scrittore siciliano esposte fino al 23 dicembre al Sistema bibliotecario vibonese. Alla serata inaugurale Carlo Romeo


Carlo Romeo, manager Rai, e il curatore della mostra Brunello Montagnese


 
 

Amici del libro al Salinas, 15.12.2022
Presentazione dell'antologia ‘L'isola nuova. Trent'anni di scritture di Sicilia’

Giovedì 15 dicembre alle 18.00, nell'ambito della rassegna Amici del libro al Salinas di Palermo, presso il Museo Archeologico Salinas in piazza Olivella, presentazione dell'antologia L'isola nuova. Trent'anni di scritture di Sicilia con Stefania Auci, Davide Camarrone, Salvatore Silvano Nigro, Santo Piazzese, Giorgio Vasta.
Modera Gaetano Savatteri.
 
 

Associazione Culturale Oltre Vigàta, 15.12.2022

Invitati da Enzo Alessi, Giorno 28 presso l’aula consiliare di Raffadali, discuteremo insieme agli altri ospiti dell’impegno civile del Maestro Andrea Camilleri. Oltre Vigata c’è
#cittanatalediandreacamilleri
#VIGATALETTERARIA
#oltrevigatace
Fondo Andrea Camilleri
#PERCORSIDINCHIOSTRO
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 16.12.2022
Fin de partie - Finale di partita di S. Beckett
Teatro dei Satiri
Roma, settembre 1958
Camilleri curerà questa opera di Beckett con una regia radiofonica nel 1962 e con una regia televisiva nel 1977 con Renato Rascel e Adolfo Celi.
segreteria@fondoandreacamilleri.it
#fondoandreacamilleri #mostra #ilcorsodellecose #archivio #regieteatrali


Foglio di sala
 
 

EUR S.p.A., 16.12.2022
Al via la seconda edizione di EUR Culture per Roma
Si apre il 18 dicembre il programma di eventi, cultura e spettacoli ideato e promosso da EUR S.p.A., con la direzione artistica di Oscar Pizzo, che si terrà presso La Nuvola, il Palazzo dei Congressi, il Museo delle Civiltà, il Giardino delle Cascate, e altri spazi dell’EUR

Saranno le preziose collaborazioni con alcune delle maggiori Istituzioni culturali della città, a dare la cifra della seconda edizione di EUR Culture per Roma, il programma di eventi, cultura e spettacoli ideato e promosso da EUR S.p.A., con la direzione artistica di Oscar Pizzo, che dal 18 dicembre 2022 fino al 23 maggio 2023 trasformerà l’iconica Nuvola, il Palazzo dei Congressi, i Parchi e i giardini dell’Eur e l’intero complesso urbanistico in una centralità della cultura capitolina. L’offerta comprende eventi artistico-culturali rivolti a tutte le fasce d’età e punta a dar vita nei cinque mesi di programmazione ad un nuovo ecosistema culturale: il Polo Sud di Roma.
[…]
E ancora il Festival internazionale del Teatro di Figura e delle Marionette che porterà al monumentale Giardino delle Cascate, al Museo delle Civiltà, al Teatro del Lido di Ostia, al Teatro Verde, al Teatro Biblioteca Quarticciolo e al Teatro di Tor Bella Monaca un festival diffuso con un ricco calendario di spettacoli, mostre, laboratori, incontri, tra cui spicca la realizzazione per teatro di marionette di Pinocchio Mal Visto dal Gatto e la Volpe un progetto di Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti, durante il quale i due scrittori, amici di vecchia data, si divertono a travestirsi e recitare le parti del Gatto (Gregoretti) e la Volpe (Camilleri) in un video in apertura di questo sorprendente Pinocchio.
[…]
Dal 9 al 14 Maggio il Festival di Figura e delle Marionette “Immagina festival internazionale del Teatro di figura” porterà all’Eur spettacoli, workshop e mostre dedicate.
Marionette, burattini, ombre e ogni tipo di creatura magica creata dalla fantasia e dal talento di artisti da tutta Europa sono i protagonisti di Immagina in programma negli spazi del Giardino delle Cascate, del Museo delle Civiltà, del Teatro Biblioteca Quarticciolo, del Teatro Villa Pamphilj, del Teatro Tor Bella Monaca e del Teatro del Lido di Ostia. Sarà quindi un festival diffuso in tutta Roma, con un calendario di spettacoli, mostre, laboratori, incontri. Progetto principale del Festival è la nuova produzione di Teatro di Figura, in rima baciata e cantata insieme ai burattini, per il teatro di marionette di “Pinocchio mal visto dal gatto e la volpe” un progetto di Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti. Il Gatto e la Volpe sono stanchi della cattiva fama che li circonda. Collodi non gli ha reso giustizia: non era assolutamente loro intenzione turlupinare il Burattino. Anzi, volevano educarlo, insegnargli a non fidarsi del primo che passa. E invece. Guardate un po' quanto fango è stato gettato su "due educatori di rango" come loro! Così chiedono un nuovo processo, con tanto di testimoni e di avvocati dell'accusa e della difesa. Presiede, come sempre, l'Orango. Riusciranno a farsi riabilitare? I due scrittori, amici di vecchia data, si divertono a travestirsi e recitare le parti del Gatto (Gregoretti) e la Volpe (Camilleri) in video in apertura di questo sorprendente Pinocchio.
[…]
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 17.12.2022
Recensione del saggio di recitazione “Pena di vivere così” di Luigi Pirandello
Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”.
Roma, giugno 1986
segreteria@fondoandreacamilleri.it
#fondoandreacamilleri #archivio #mostra #ilcorsodellecose #pirandello #accademiasilviodamico


 
 

La Stampa - Tuttolibri, 17.12.2022
I racconti postumi (non di Montalbano)
Quanto sangue faciva Gina al cumpagno Nené Scozzari
In sei storie vigatesi (due inedite) ci sono amici e ricordi di Camilleri
Uno è dedicato a due ragazzi vessati da insegnanti fascisti
L'ironia è sovrana, mette alla berlina gli eroi di guerra e i cambi di «casacca»

Le parole recitate ad alta voce accendono la magia. Assumono significato, prendono sapore e colore. L'attore magro e longilineo è in piedi sul palco del Teatro La Fenice di Senigallia e si sta sistemando i fogli sul leggio. Il pubblico in sala l'ha riconosciuto, si ricorda di averlo visto negli sceneggiati Rai Dov'è Anna? e Saturnino Farandola. La voce e il volto di Mariano Rigillo sono inconfondibili ma pochi in sala sanno che è stato allievo di Andrea Camilleri. Le parole gli vengono fuori naturali, con un timbro e un suono che rimanda ad altri tempi e ad altri luoghi: «E' difficili assà che un omo che ha fatto le scoli fino al liceo si possa scordari dei nomi dei sò compagni di classe pirchì ogni matina il profissori, arripitenno la litania dell'appello, quei nomi te li stampava a forza nel ciriveddro».
Rigillo sta leggendo l'incipit de La guerra privata di Samuele, detto Leli e sta trasportando il pubblico nel passato ma anche nella memoria di Andrea Camilleri, perché in quella disse di prima ginnasio di cui sta parlando sono presenti i cognomi sul registro di alunni che si chiamano Ajaimo, Burgio, Butticè, Camilleri, Carmina, Costanza, Crispino, D’Amico, Di Porto. Siamo nel 1937 e tutti si chiamavano genericamente per cognome, il nome «viniva adoperato tra amici stritti». E fra coloro che hanno confidenza e vivono davvero una forte amicizia ci sono Nenè e Leli che subiranno angherie e infamie da parte di due tronfi insegnanti fascisti come il professore di religione don Angilo Ramazzo e la professoressa di scienze Ersilia Zarcuto. Le cattiverie di regime degli insegnanti, legate alle nuove leggi razziali, andranno a lezione dalla furbizia e dal coraggio dei due giovani studenti in una storia drammatica e allo stesso tempo picaresca. Ascoltando per la prima volta quel racconto, che è uno dei due inediti inseriti nella raccolta La guerra privata di Samuele e altre storie, mi sono chiesto ancora una volta che cosa direbbero le storie di Andrea Camilleri senza il vigatese? Che impatto avrebbero avuto sul pubblico senza quella lingua dal suono unico che richiama il siciliano ma diventa qualcos'altro quando raggiunge i lettori. Mi è sorto spontaneo pensarlo vedendo l'effetto sortito dalla incredibile performance teatrale di Rigillo accompagnato per l'occasione da Anna Teresa Rossini. Camilleri scriveva le sue storie sicuro che ad alta voce (o nella loro testa) le avrebbero fatte risuonare i lettori. L’effetto del vigatese è in questo dirompente anche in un altro inedito come La prova che ci svela le avventure boccaccesche di Nenè Scozzari alle prese con la prima cotta per «’na cumpagna», Gina, che gli faciva sangue. L'ironia è sovrana anche in storie come La tripla vita di Michele Sparacino che mette alla berlina il mito degli eroi di guerra raccontandoci le vicissitudini di un uomo di cui nessuno sa comprendere l’identità. Lo sberleffo emerge anche nelle vicissitudini di una fabbrica che sta per chiudere raccontate ne L'uomo è forte e nell’analisi del mutamento dei costumi a Vigata dopo l’annuncio dell’alleanza fra Italia e Germania evidenziato ne La targa. Le sei storie composte da Andrea Camilleri per il volume Sellerio pur essendo state scritte in periodi diversi sembrano davvero appartenere allo stesso universo narrativo e scatenano nei lettori piacevoli emozioni. Ed è proprio quella lingua speciale usata da Camilleri ad accenderle, parola dopo parola, metafora dopo metafora. Ha profondamente ragione lo studioso Mauro Novelli quando nell’apparato critico (che precede il recente Meridiano Mondadori Altre storie di Montalbano che raccoglie romanzi e racconti dedicati al commissario pubblicati fra il 2003 e il 2019) quando sostiene che «prima di trasformarsi in un potente elemento di richiamo l'impasto dialettale a lungo rappresentò un intralcio alla pubblicazione delle opere di Camilleri. Pareva un azzardo eccessivo agli editori, convinti al pari dei teorici del poliziesco che «lo stile, in questo tipo di letteratura, deve essere perfettamente trasparente; la sua unica esigenza è di essere quasi inesistente, chiaro, semplice e diretto».
Ma Andrea Camilleri con le sue opere storiche e con le inchieste gialle del commissario Salvo Montalbano nello specifico ha ribaltato il paradigma, dimostrando che la lingua può diventare per lo scrittore non solo un buon luogo dove sperimentare ma anche quello dove costruire un dialogo singolare con i lettori, un posto speciale e unico di comunicazione diretta: «un mondo esotico e casereccio al tempo stesso, in cui niente è come sembra e ogni taliata contiene un messaggio in codice. Arrivare a comprendere il vigatese, padroneggiarlo, prevederne le uscite idiomatiche, ha offerto a milioni di lettori un'impagabile sensazione di complicità». E così non c'è bisogno di alcun dizionario per tradurre le parole di Camilleri perché hanno il potere di accendere le emozioni dei lettori solo leggendole e pronunciandole. A ognuna di loro l'autore ha affidato un’emozione, un viaggio, una storia speciale.
Luca Crovi
 
 

diarioromano, 17.12.2022
“Il corso delle cose”. L’archivio di Andrea Camilleri in mostra
Fino a domenica 18 dicembre, documenti originali, manoscritti, articoli e fotografie danno la possibilità di entrare nella storia umana e intellettuale del grande scrittore

Esistono tanti corsi di scrittura ma non c’è studio che faccia diventare come Andrea Camilleri. Occorre fatica e capacità. “Il talento è nulla senza lavoro“, diceva Emile Zola. E proprio il lavoro di Camilleri, il suo teatro, la regia, la radio, la televisione sono raccontati nella mostra documentaria allestita al Fondo Camilleri fino a domani, domenica 18 dicembre. Il talento, quello no. Non si può raccontare.
Durante gli incontri col pubblico, spesso gli veniva posta la domanda sul come si diventa scrittori e lui rispondeva sempre: “Andate a bottega! In una scuola di scrittura creativa? No, a bottega di uno scrittore. Quale? Quello che ti piace di più. Ma è morto! Non ha importanza, puoi andarci a bottega lo stesso. E come? Pigli un libro qualsiasi del tuo scrittore preferito, leggi la prima frase che ti capita sotto gli occhi. Ricopiala. Cerca di capire perché ha usato una data parola e non un suo sinonimo, perché ha messo un aggettivo prima o dopo un sostantivo. Insomma fagli l’autopsia, a quella frase. Poi cerca di ricomporla come l’avresti scritta tu. Ti funziona? No? Riprova da capo“. Questa citazione, che ho preso dalla prefazione che pubblicò per una delle sue gialliste preferite, Patricia Highsmith (Come si scrive un giallo – Minimum Fax editore), ci riporta un Camilleri già celebre. Ma la sua lunga carriera, fatta di esperienze più varie nel campo dell’arte e della letteratura, viene da lontano. Da qui l’esigenza di raccogliere documenti originali e in parte inediti che possano narrare le radici più remote e i passaggi meno noti.
L’esposizione è stata divisa in quattro sezioni. La prima “Ho fatto un viaggio, da Porto Empedocle a Roma” racconta le prime collaborazioni con le riviste letterarie degli anni ’40, la corrispondenza con Valentino Bompiani, Elio Vittorini, Pasquale Prunas. Le prime poesie e la prima commedia teatrale, Giudizio a Mezzanotte, che vinse un concorso la cui giuria era presieduta da Silvio D’Amico.



La seconda, “Un filo ininterrotto. Il teatro”, vede un Camilleri ancora giovanissimo che si è trasferito a Roma per frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica dove conoscerà Glauco Mauri, Vittorio Gassman, Tino Buazzelli e molti altri. Le lettere inedite inviate ai genitori e i primi articoli per l’Enciclopedia dello Spettacolo, sono esposti nella mostra così come le prime regie ufficiali di teatro, lavoro che lo accompagnerà per oltre trent’anni.



La terza sezione “L’intervista possibile. La radio e la televisione“, ci riporta a centinaia di regie, radiodrammi, sceneggiati, programmi culturali che lo hanno visto come uno dei più prolifici collaboratori della Rai. Le fotografie e i copioni di “La figlia del Capitano“, “Il tenente Sheridan“, “Western di cose nostre” e poi il recupero delle sue carte che aveva iniziato assieme ad una delle figlie. Proprio a lei aveva concesso una “intervista”, se così la possiamo definire, su quella mole di documenti e manoscritti che ricostruisce un pezzo di storia d’Italia.



Infine, la sezione “Ho imparato a scrivere leggendo“, spazia dagli anni della formazione ai grandi romanzi di successo, primo tra tutti Montalbano, sui quali però non si sofferma perché scritti al computer e dunque non raccolti nell’archivio delle cose antiche.
L’esposizione è allestita nella sede del Fondo Camilleri, inaugurato a giugno alla presenza tra gli altri del Sindaco Gualtieri, un luogo da visitare non solo dagli amanti del grande scrittore ma da tutti gli appassionati di teatro, cinema e letteratura. Per me che ho avuto il privilegio di trascorrere con lui parte della mia infanzia e adolescenza è fonte di grande emozione. E sono certo lo sarà anche per i lettori di diarioromano.
Per la visita prenotarsi inviando una mail a segreteria@fondoandreacamilleri.it
Via Filippo Corridoni, 21 – fino a domenica 18 dicembre
(la mostra permanente resta visitabile su prenotazione)
Filippo Guardascione
 
 

io Donna, 17.12.2022
Storie per Natale

[...]
24 - La guerra privata di Samuele e altre storie di Vigàta
di Andrea Camilleri
Sellerio
Come fare per verificare se a Lollo"funziona tutto bene"? Magari un giro al casino, tra le grazie della Nives,può togliere la preoccupazione all'ingegnere che lo deve dare in sposo a sua figlia. E se la Nives prende i soldi e scappa? Problemi esilaranti di esilarante soluzione o piccole tragedie umane di sapore quasi biblico: come quella di Tano e Lina, in fuga disperata dalla povertà,a costo di finire tra i cani. Sei racconti "perfetti e compiuti" (due inediti) del maestro di Porto Empedocle che nelle vicende di Vigàta intreccia suggestioni letterarie, cronache del passato, episodi autobiografici. Una musica di belle parole.
[...]
Maria Grazia Ligato e Luisa Brambilla
 
 

El Periódico, 17.12.2022
Propuestas de regalo y lectura
Novela negra: 10 libros recomendados para esta Navidad 2022

[...]
‘Riccardino’
Andrea Camilleri (Salamandra / Edicions 62. 18 €)
Brillante colofón a la longeva serie del comisario Montalbano, que cierra su último caso en esta novela póstuma donde Camilleri firma el final del personaje. El propio escritor siciliano la entregó a su editor en 2005 con instrucciones expresas de guardarla en un cajón hasta después de su muerte. En ella incluso se permite un juego metaliterario con su mítico protagonista.
[...]
Anna Abella
 
 

Teatro Fulvio - Guglionesi, 17.12.2022
La prima indagine di Montalbano
di Andrea Camilleri
con Massimo Venturiello
tastiere Alessandro Greggia
produzione Officina Teatrale

L’idea di portare per la prima volta in teatro il commissario più famoso della narrativa contemporanea italiana è nata in seguito allo straordinario successo che hanno ottenuto gli audiolibri, recentemente pubblicati in Rete dalla Storytel, che io stesso ho avuto il privilegio di interpretare. La lingua inventata dal Maestro, carica di musicalità, arriva nella sua interezza a chiunque, la parola diventa immagine ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna. Ho avvertito pertanto la naturale esigenza di proseguire il percorso iniziato allestendo un Reading teatrale su “La prima indagine di Montalbano”. Qui nascono tutti i personaggi dei successivi numerosi romanzi che hanno conquistato l’interesse di milioni di lettori. Nasce soprattutto il commissario Montalbano, certamente ancora ignaro del luminoso destino che il genio del grande Camilleri gli stava riservando.


 
 

Fondo Andrea Camilleri, 18.12.2022
segreteria@fondoandreacamilleri.it


I visitatori di oggi alla mostra “Il corso delle cose”
 
 

Fondo Andrea Camilleri, 18.12.2022
Si conclude oggi la mostra “Il corso delle cose”.
Ringraziamo tutti i visitatori che hanno fatto un viaggio nell’archivio di Andrea Camilleri.
Un augurio di Buone Feste e un Arrivederci alle iniziative del 2023
#fondoandreacamilleri #ilcorsodellecose #mostra #archivio


 
 

primonumero, 18.12.2022
Teatro a Guglionesi
La Sicilia corale di Vigata entra al Fulvio con uno strepitoso Venturiello-Montalbano
Brillante interpretazione del noto attore teatrale che si è calato nei panni - ieri a Guglionesi - del commissario più famoso d'Italia facendo riecheggiare in teatro, grazie alla sua sola voce, le atmosfere suggestive create dalla penna di Camilleri. Stasera e domani si replica al Loto

Sul palco c’era solo lui, un leggìo e a tratti una musica del Sud di accompagnamento, ma non c’è stato bisogno di altro. Massimo Venturiello, attore di punta della scena teatrale italiana da diversi anni, col suo reading de ‘La prima indagine di Montalbano’ ha fatto risuonare ieri al Teatro di Guglionesi, a mo’ di sinfonia, tutte le voci create dalla penna dell’indimenticato e indimenticabile Camilleri.



Il poliedrico attore salernitano – che di recente ha dato voce, volto e corpo ad Agamennone – ha ricreato l’atmosfera di Vigata, o meglio del primo incontro del Commissario più famoso d’Italia con Vigata. La prima indagine parte proprio dall’arrivo nell’immaginario comune siciliano, dalla prima ‘scorpacciata’ nella trattoria poi tanto amata, dal colpo di fulmine con le case al mare di Marinelle e col successivo colpo di fortuna che ha portato il Commissario ad affittarne una, nonchè coi primi incontri coi personaggi che poi si ritroveranno nella serie di Sellerio e della Rai.
Venturiello porta in scena questo inedito cui la famiglia Camilleri ha dato il nulla osta. Anche perchè Venturiello non è un attore qualunque ed è stato anche discepolo in accademia del Maestro siciliano. Così da Officina Teatrale, artefice di questo spettacolo: “La lingua inventata dal Maestro, carica di musicalità, arriva nella sua interezza a chiunque, la parola diventa immagine ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna. Ho avvertito pertanto la naturale esigenza di proseguire il percorso iniziato allestendo un reading teatrale su ‘La prima indagine di Montalbano’. Qui nascono tutti i personaggi dei successivi numerosi romanzi che hanno conquistato l’interesse di milioni di lettori. Nasce soprattutto il commissario Montalbano, certamente ancora ignaro del luminoso destino che il genio del grande Camilleri gli stava riservando”.
Ed è stato proprio così: pochi (invero e purtroppo per chi non c’era) spettatori ma inchiodati alla sedia, ognuno (scommettiamo) fantasticando grazie alla sola voce dell’attore che da solo ha fatto rivivere le suggestive ambientazioni e le intricate storie ‘sicule’. Ora Montalbano, ora Fazio, ora il delinquente nipote di Cuffaro, ora il giornalista Zito, ora la ‘picciredda’ vittima degli abusi e protagonista – appunto – di quella che fu la prima indagine sul campo: è stato un Venturiello one man show, come sanno fare solo i grandi artisti.
Altra protagonista indiscussa è stata la musicalità della lingua – perfettamente interpretata, con una naturalezza incredibile, da Venturiello – che ha portato al Teatro Fulvio una ventata di Sicilia.
Un appuntamento davvero di rilievo. Per chi se lo fosse perso stasera (alle 18.30) e domani lunedì (alle 20.30) si replica al Teatro del Loto di Ferrazzano. “Un grande attore e un grande autore s’incontrano sul palco per dar vita a un match tra fuoriclasse. Davvero un grande incontro”.
Roberta Morrone
 
 

Teatro del Loto - Ferrazzano, 18-19.12.2022
La prima indagine di Montalbano
di Andrea Camilleri
con Massimo Venturiello
tastiere Alessandro Greggia
produzione Officina Teatrale

L’idea di portare per la prima volta in teatro il commissario più famoso della narrativa contemporanea italiana è nata in seguito allo straordinario successo che hanno ottenuto gli audiolibri, recentemente pubblicati in Rete dalla Storytel, che io stesso ho avuto il privilegio di interpretare. La lingua inventata dal Maestro, carica di musicalità, arriva nella sua interezza a chiunque, la parola diventa immagine ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna. Ho avvertito pertanto la naturale esigenza di proseguire il percorso iniziato allestendo un Reading teatrale su “La prima indagine di Montalbano”. Qui nascono tutti i personaggi dei successivi numerosi romanzi che hanno conquistato l’interesse di milioni di lettori. Nasce soprattutto il commissario Montalbano, certamente ancora ignaro del luminoso destino che il genio del grande Camilleri gli stava riservando.


 
 

Iuncturae, 20.12.2022
Andrea Camilleri e Vittorio Bodini tra il busto di Giosue Carducci e il tabacco Xanti-Yaca

Nel 2017, in qualità di presidente del Comitato scientifico del Centro studi “Vittorio Bodini”, che ogni anno organizza il Premio letterario internazionale, giunto nel 2021 alla settima edizione, proposi di assegnare la Targa “La luna dei Borboni” ad Andrea Camilleri (Porto Empedocle 1925 – Roma 2019) con la seguente motivazione: “Per la sua lunga e prestigiosa attività svolta in campo letterario, teatrale, televisivo e radiofonico e per il suo rapporto di amicizia con Vittorio Bodini che ha avuto modo di ricordare in varie occasioni”. Camilleri accettò con piacere il riconoscimento, ma a causa delle sue condizioni di salute non potette venire a ritirarlo personalmente. In compenso rilasciò una lunga intervista che venne proiettata durante la serata di premiazione che si svolse nel Teatro Apollo di Lecce il 14 ottobre di quell’anno. In essa rievocava il suo rapporto con lo scrittore salentino, ma faceva anche delle lucide osservazioni sulla società e sulla letteratura dei nostri giorni.
Camilleri dichiarò di avere conosciuto personalmente Bodini in una serata del 1957, quando venne a Lecce come regista stabile della Compagnia regionale del Teatro pugliese che doveva rappresentare il dramma Assassinio nella cattedrale di Th. S. Eliot, diretto da Orazio Costa e interpretato dal grande attore Salvo Randone. Prima dello spettacolo, in un albergo cittadino, Giuseppe Giacovazzo, direttore della Compagnia, gli presentò Bodini, del quale Camilleri conosceva già La luna dei Borboni. Nel ’56 era uscito il suo secondo libro di versi, Dopo la luna, che aveva vinto il Premio Carducci e a questo proposito lo scrittore leccese gli raccontò una storia.
Bodini, nel 1932, era uno studente del Regio Ginnasio-Liceo “Palmieri” di Lecce e un giorno venne interrogato su una poesia di Carducci che non aveva minimamente studiato anche perché lo sentiva lontano dalla sua sensibilità, al contrario di un poeta molto più “moderno” come Pascoli, come lo stesso Bodini appena diciottenne scrisse in un articolo proprio nel 1932. Per questo ebbe un voto bassissimo, cosicché, una volta uscito fuori dalla scuola, arrabbiatissimo, prese un calamaio e lo scagliò contro il busto di Carducci, opera dello scultore leccese Luigi Guacci, che è collocato nella piazzetta antistante, sporcandogli la parte inferiore della faccia e la barba. Intervennero i bidelli che cercarono di ripulirlo ma senza successo perché si trattava di inchiostro di china.
Quando nel ’56 ebbe il Premio Carducci, Bodini, pentito del suo gesto, munito di pietra pomice cercò, nottetempo, di cancellare la macchia ma, anche stavolta, senza riuscirci, anzi facendo ancora più danni. Questa vicenda viene narrata da Camilleri anche nel libro Il gioco della mosca, del 1995, in cui l’autore, rifacendosi ai ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza, riporta il significato e le storie da cui sono nati proverbi locali, espressioni dialettali e aneddoti del suo paese che gli venivano raccontati dai suoi parenti paterni e materni. Ecco il brano che è ispirato al seguente modo di dire: “U rimorsu di Vincenzo Inclima ca fici danni peiu di prima” (Il rimorso di Vincenzo Inclima che fece danni peggio di prima):
Mia nonna voleva significarmi che certi rimorsi devono restare solo nella coscienza individuale e non tradursi in atti di vana riparazione. Molti anni dopo ne ebbi conferma da Vittorio Bodini, poeta e traduttore egregio del Don Chisciotte e di García Lorca drammaturgo. Studente discolo, Bodini scagliò non visto una boccetta d’inchiostro contro il busto di Giosue Carducci che era al centro del cortile della scuola. Pioggia e intemperie non riuscirono mai a cancellare quella macchia. Divenuto poeta di notorietà nazionale, a un suo libro di versi venne assegnato il Premio che a Carducci tutt’ora s’intitola. Attanagliato dal rimorso per il suo gesto giovanile, armato di raschietto, scalpello e martello, Bodini si recò nottetempo nel cortile della scuola e tentò di far sparire la macchia. Maldestro e nervoso (sarebbe stato assai difficile spiegare la sua presenza a quell’ora a un guardiano), Bodini a Carducci gli asportò addirittura il naso
Ma nel corso dell’intervista Camilleri ebbe modo anche di manifestare apertamente la sua ammirazione per la poesia di Bodini che giudicava di una “chiarezza esemplare”, ben lontana da quella degli ermetici fiorentini, presso i quali pure si era formato, e di una “forza rara”. Inoltre dimostrava di conoscere bene anche le traduzioni del Don Chisciotte di Cervantes e del Teatro di Lorca che giudicava “meravigliose” e anzi riteneva “insuperabili”.
Ma particolarmente significativa è un’altra occasione di incontro, sia pure virtuale, tra i due scrittori. In un gustoso articolo, dal titolo L’ultima sigaretta [in realtà il titolo è "Nazionali, Milit e Camel perché preferisco le bionde", NdCFC], apparso su “la Repubblica – Domenica” il 19 dicembre 2010, Camilleri ricorda Bodini, citando anche alcuni versi di una sua poesia. Lo scritto venne pubblicato in occasione della chiusura della fabbrica di Manifatture Tabacchi a Lecce avvenuta il 31 dicembre 2010, insieme a un articolo di Paolo Russo. Dal primo gennaio 2011, con la chiusura dello stabilimento di Lecce, venne infatti dismessa l’ultima manifattura italiana del tabacco. «Nel dopoguerra un pezzo della società italiana era interamente costruito attorno alla cultura del tabacco - osserva il sociologo Franco Chiarello nell’articolo -. In particolare in alcune aree del Mezzogiorno, come il Salento, le manifatture tabacchi rappresentavano quello che la Fiat rappresentava per Torino».
Nello scritto Camilleri rievoca il suo rapporto col fumo, a partire dagli anni Quaranta in cui frequentava il liceo:
Quando frequentavo il liceo, nei lontani anni Quaranta del secolo scorso, molti dei miei compagni usavano andare a fumare di nascosto nei gabinetti durante le pause tra una lezione e l’ altra. Io, malgrado ne avessi gran voglia, non lo facevo. Non perché avessi paura dei bidelli spioni, ma perché pensavo che il nervosismo della clandestinità avrebbe dimezzato il mio piacere. Così, mi ripromisi di fumare alla luce del sole, compiuti i diciotto anni. I miei compagni fumatori arrivavano in genere muniti di una sola sigaretta tenuta dentro le pagine di un libro.
Poi si sofferma con la consueta ironia sulle varie marche di sigarette:
Le sigarette di maggior consumo erano le Popolari e le Nazionali, soprattutto perché costavano di meno, fatte di tabacco nero non trattato. Poi, durante la guerra, vennero fuori le Milit, un sottoprodotto delle Popolari, che venivano distribuite quasi gratuitamente alle forze armate. Si trattava di sigarette micidiali dalle quali emanava un fumo denso e spesso, fratello minore di quello delle locomotive a carbone, capace di far cadere stecchite le mosche […]. Molto diffuse erano le Macedonia, più leggere delle prime due, con un tabacco qua e là ingentilito da qualche colpo di sole. Erano le sigarette della media borghesia, quelle che fumava mio padre. I più raffinati compravano le Serraglio che erano leggermente più cortee più piatte delle altre ed erano contenute in eleganti pacchetti di cartone, mentre tutti gli altri pacchetti erano di carta spessa. Per i super raffinati c’ erano le Xanthia, molto costose e rare […].
Le donne fumatrici - chiarisce Camilleri – erano poche perché “a quei tempi era impensabile che una donna fumasse per esempio per strada, per loro venne creata una confezione molto elegante, bianca, con la marca, Eva, scritta a caratteri dorati. Tutte questa sigarette erano prodotte dalle nostre manifatture che lavoravano il tabacco coltivato nel nostro territorio”.
Successivamente rivelava i suoi gusti in materia:
E qui devo confessare che io non ho mai fumato nessuna delle sigarette delle quali ho parlato. Perché quando compii diciotto anni e misi tra le labbra la prima sigaretta essa era una biondissima Senior Service inglese. Già, perché da un mese gli alleati erano sbarcati in Sicilia e le sigarette straniere si sprecavano. Per completezza d’ informazione, dirò che ben presto sono passato alle Camele da queste alle Philip Morris che tuttora fumo.
Alla fine ricordava che il tipo di tabacco più comune coltivato a Lecce era lo Xanti-Yaca. A questo punto faceva notare che Vittorio Bodini, «poeta salentino e gran traduttore di García Lorca», aveva dedicato ad esso una bella poesia, intitolata proprio Xanti-Yaca, compresa nella raccolta Dopo la luna (1956). Di essa, «a titolo d’elegia per quelle coltivazioni di tabacco ormai per sempre perdute», citava alcuni versi che, nelle intenzioni dell’autore, vogliono dare il senso della storia del Mezzogiorno e della lunga vicenda di emarginazione e di separatezza dal resto della nazione. Ecco i versi:
Al tempo dell’altra guerra contadini e contrabbandieri
si mettevano foglie di Xanti-Yaca
sotto le ascelle
per cadere ammalati.
Le febbri artificiali, la malaria presunta
di cui tremavano e battevano i denti,
erano il loro giudizio
sui governi e la storia.
Così semplice,
che noi non lo avremmo fatto.

Per la loro pregnanza e icasticità, questi versi sono stati citati anche nel best seller di Roberto Saviano, Gomorra (Milano, Feltrinelli, 2006), facendo conoscere a un pubblico molto ampio il nome del poeta e ispanista leccese.
Antonio Lucio Giannone
 
 

Comunicato stampa, 20.12.2022
L’attore Maurizio Marchetti sbarca a Vibo Valentia per la mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi”

Nuovo attesissimo appuntamento nell’ambito della mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi”, in programma a Palazzo Santa Chiara di Vibo Valentia, sede del Sistema bibliotecario vibonese, fino al 23 dicembre. Domani, mercoledì 21 dicembre, alle ore 18, arriverà infatti il noto attore e regista Maurizio Marchetti che, nell’ambito della sua lunga e fervida carriera teatrale e televisiva, ha incrociato più volte il suo cammino con quello dell’indimenticato scrittore siciliano.
Marchetti, nell’ambito della sua partecipazione alla mostra vibonese, leggerà proprio due racconti di Camilleri: Capodanno e Il vecchio ladro, per poi raccontare il suo legame con il maestro in una conversazione con il giornalista Stefano Mandarano dal titolo “Camilleri ed io, il teatro e la Tv”.
Chi è Maurizio Marchetti?
Dopo la laurea, inizia un’intensa attività come dj, autore e conduttore radiofonico e televisivo per poi debuttare nel 1977 come attore teatrale. Particolarmente intensa, la sua carriera teatrale lo porta a collaborare con Franco Enriquez, Walter Manfrè, Riccardo Cucciolla, Antonio Latella, Gianfranco De Bosio, Guido De Monticelli, Ennio Coltorti, Carlo Quartucci, Giorgio Albertazzi, Antonio Calenda, Flavio Bucci, Arnoldo Foà, Andrea Camilleri, Alvaro Piccardi, Ninni Bruschetta, Walter Pagliaro, Gigi Proietti, Dario Fo e tanti altri.
Nella sua attività di operatore teatrale spiccano le sei stagioni di direzione artistica dell’Ente Teatro di Messina e le due, sempre in Sicilia, del “Circuito dei Castelli” (38 piazze con 11 siti archeologici) oltre agli svariati laboratori teatrali da lui diretti, sempre con la collaborazione di Donato (Pupetto) Castellaneta.
Intensa la sua attività di attore sul piccolo schermo dove partecipa a produzioni di grande successo come Il Commissario Montalbano o Il Capo dei Capi, collaborando spesso con Maurizio Zaccaro (con cui gira ben sei film) e con Carlo Carlei (con cui gira da coprotagonista Il Giudice Meschino e La Fuggitiva). Ultime sue partecipazioni televisive in una serie dell’americana Cbs, “Blood & Treasure” per la regia di Stephen Scaia, e in una serie Netflix, “Incastrati” di Ficarra&Picone.
Nel cinema, esordisce nel 1989 con Visioni private per la regia di Ninni Bruschetta. Lo ricordiamo ne Il gioiellino di Andrea Molaioli, protagonista in Il Premio di Ermanno Olmi e nei tre film di Pierfrancesco Diliberto (Pif) La mafia uccide solo d’estate, In guerra per amore e E noi come stronzi rimanemmo a guardare.
La mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi” è un evento patrocinato dal Fondo pittori, scultori, musicisti, scrittori e autori drammatici (Psmsad) dell’Inps e vede la partecipazione attiva del Fondo Andrea Camilleri e del Sistema bibliotecario vibonese oltre che il patrocinio gratuito del Comune di Vibo Valentia. Si tiene a Palazzo Santa Chiara, sede del Sistema bibliotecario vibonese, fino al 23 dicembre. L’ingresso (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 19; martedì e giovedì dalle 9 alle 13) è gratuito.
 
 

Calabria News 24, 22.12.2022
Vibo Valentia: mostra bibliografica e documentaria dedicata a Camilleri

A Vibo Valentia una mostra bibliografica e documentaria dedicata ad Andrea Camilleri
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.12.2022
Letizia Battaglia, Coppola e le bambine dello Zen: le foto di Lia Pasqualino a Villa Zito
La mostra della fotografa palermitana: i grandi artisti visti da vicino


Lia Pasqualino tra le foto della sua mostra (palazzotto)

Come ci insegna Maurice Merleau-Ponty nel suo celebre saggio L'occhio e lo spirito, "il fantasma dello specchio trascina fuori la mia carne, e contemporaneamente tutto l'invisibile del mio corpo può investire gli altri corpi che vedo". Questa affermazione è particolarmente vera quando si osservano le fotografie di Lia Pasqualino Andò, adesso raccolte nella grande antologica "Il tempo dell'attesa", a cura di Giovanna Calvenzi, allestita a Villa Zito, sede della Fondazione Sicilia, in cui la fotografa palermitana espone una selezione di immagini realizzate in oltre quarant'anni di attività.
[...]
Paola Nicita
 
 

Comunicato stampa, 23.12.2022
Andrea Camilleri visto dall’attore Maurizio Marchetti: «Un grande uomo di teatro». A Vibo si chiude la mostra sull’“inventore di mondi”

Si avvia alla chiusura la mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi”, ospitata fin dal 12 dicembre scorso a Palazzo Santa Chiara, a Vibo Valentia, nella sede del Sistema bibliotecario vibonese. L’esposizione bibliografica e documentaria, curata da Brunello Montagnese, con la collaborazione artistica di Carlo Romeo, Gilberto Floriani e Katia Rosi, ha proposto riproduzioni originali di documenti inediti provenienti direttamente dal Fondo Andrea Camilleri ed esposti per la prima volta al di fuori di esso, oltre che la vasta produzione letteraria di Camillieri con le prime edizioni dei suoi libri forniti dalla casa editrice Sellerio.
A corollario della mostra, che ha suscitato grande interesse registrando una buona presenza di visitatori, tre eventi hanno approfondito l’opera e la figura del maestro, esplorando i suoi mondi letterari, il suo contributo artistico al teatro e alla televisione, la sua personalità e il suo rapporto con il mondo della cultura e dell’editoria italiana.
Argomenti ampiamente sviscerati da Carlo Romeo, giornalista, scrittore e già manager Rai, protagonista delle due serate inaugurali, che ha approfondito la figura del Camilleri autore Rai, scrittore e uomo di cultura a tutto tondo, per poi avviare un interessante confronto tra la realtà investigativa e la fiction letteraria del Commissario Montalbano insieme al questore di Vibo Cristiano Tatarelli.
A chiudere gli eventi collegati alla mostra la partecipazione dell’attore e regista Maurizio Marchetti che, il 21 dicembre, ha interpretato con grande coinvolgimento del pubblico due racconti di Camilleri: Il vecchio ladro e Capodanno. L’apprezzato attore messinese ha poi descritto il suo rapporto con l’indimenticato scrittore in una conversazione con il giornalista Stefano Mandarano.
«Camilleri è un grande autore, molto amato dal pubblico, ma è stato anche un grande uomo di teatro e un grande dialoghista, con una facilità di dialogo anche dal punto di vista interpretativo. Anni fa, quando c’era il teatro pubblico in Italia, sarebbe stato possibile fare degli adattamenti teatrali che avrebbero certamente esaltato la bellezza di un dialogo facile da rendere sul palcoscenico, proprio per il “passo della battuta” che hanno le opere di Camilleri».
Marchetti ha poi aggiunto: «Sono legatissimo alle mie radici ed è per me un grande vanto avere Andrea Camilleri tra gli autori italiani più amati all’estero. Mi piace ricordare a questo nostro Paese che il prodotto italiano più venduto all’estero è la serie televisiva del Commissario Montalbano. E questo è soprattutto merito della scrittura di Camilleri».
Riferendosi ai ragazzi dell’Istituto tecnico industriale di Vibo Valentia presenti in sala in occasione dell’evento, Marchetti ha proseguito: «Penso che i ragazzi siano molto attratti anche come lettori, perché la serie televisiva ha capovolto la prospettiva e portato molti di loro a scoprire la lettura di Camilleri dopo aver visto il film. E non viceversa come avviene di solito. E fa piacere vedere tanti ragazzi appassionarsi ad uno scrittore scoperto attraverso un telefilm».
L’omaggio di Vibo Valentia al maestro siciliano, infine, è stato molto apprezzato da Marchetti: «Devo ammettere che, essendo già stato ospite con grande gioia del Festival Leggere e scrivere a Vibo, se c’era un posto dove avrei potuto immaginare questa mostra era proprio Vibo Valentia».
La mostra “Andrea Camilleri, l’inventore di mondi” è un evento patrocinato dal Fondo pittori, scultori, musicisti, scrittori e autori drammatici (Psmsad) dell’Inps e vede la partecipazione attiva del Fondo Andrea Camilleri e del Sistema bibliotecario vibonese oltre che il patrocinio gratuito del Comune di Vibo Valentia. Si tiene a Palazzo Santa Chiara, sede del Sistema bibliotecario vibonese, fino al 23 dicembre. L’ingresso (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 19; martedì e giovedì dalle 9 alle 13) è gratuito.
 
 

La Provincia di Sondrio, 24.12.2022
Il libro della settimana
Lo humour di Camilleri sa creare incantesimi

A Natale regala Camilleri, che non sbagli mai. Le sue storie di Vigata immergono in un mondo affascinante e scomparso, come scomparso è, purtroppo, l'autore che ci ha deliziato con i suoi racconti di Montalbano, poliziotto integerrimo dal fiuto per i casi complicati. Insieme a due inediti tolti dai cassetti dello scrittore, "La prova" e "La guerra privata di Samuele, detto Leli", il volume comprende altri racconti già pubblicati che intrecciano una rete di storie narrate con quel linguaggio espressivo ed immaginifico, un grammelot quasi musicale che crea un incantesimo in cui è bellissimo perdersi. Gente e paesaggi di una Sicilia nascosta, emozioni e passioni che Camilleri sa rendere universali
p.red.
 
 

Mardin Life, 24.12.2022
BİYOGRAFİ
Andrea Camilleri kimdir? Andrea Camilleri kitapları ve sözleri
Yazar Andrea Camilleri hayatı araştırılıyor. Peki Andrea Camilleri kimdir? Andrea Camilleri aslen nerelidir? Andrea Camilleri ne zaman, nerede doğdu? Andrea Camilleri hayatta mı? İşte Andrea Camilleri hayatı...

Yazar Andrea Camilleri edebi kişiliği, hayat hikayesi ve eserleri merak ediliyor. Kitap severler arama motorlarında Andrea Camilleri hakkında bilgi edinmeye çalışıyor. Andrea Camilleri hayatını, kitaplarını, sözlerini ve alıntılarını sizler için hazırladık. İşte Andrea Camilleri hayatı, eserleri, sözleri ve alıntıları...

Doğum Tarihi: 1925
Doğum Yeri: Porto Empedocle, Agrigento

Andrea Camilleri kimdir?

1925 yılında Porto Empedocle, Agrigento'da doğdu. Senaryo yazarlığı, tiyatro ve televizyonda rejisörlük yaptı. Halen Roma'da yaşıyor. 1978'den başlayıp 1998'e kadar yarattığı "Komiser Montalbano" tipinin başkahraman olduğu seri polisiye romanıyla tanındı.

Andrea Camilleri Kitapları - Eserleri

Kırmızı Balık Cinayeti
Suyun Şekli
Unvansız Maktul
Terrakotta Köpek
Burun
At Hamlesi
Tindari Gezisi
Montalbano İle Bir Ay
Tıktıkcik
Yemek Hırsızı - Komiser Montalbano Serisi 3

Andrea Camilleri Alıntıları - Sözleri

Dünya üzerinde tüm gerçeği söyleyebileceği bir kişi varsa o da Livia'ydı (Suyun Şekli)
Her iyi aşçı gibi, yemeklerini yiyenlerin yemeklerinden birini tadarken yüzlerinde oluşan o güzel ifadenin tadını çıkarıyordu. Montalbano yüzünün ifadesinden ötürü en sevdiği misafirlerinden biriydi. (Suyun Şekli)
Evine hiçbir yabancının girmesine izin verme çünkü sana zarar verebilir. Tevrat, 11/31/33 (Kırmızı Balık Cinayeti)
Eninde sonunda herkes için lambayı söndürme, yatağa uzanma, gözlerini yumma, uykuya dalma ve düş görmeye başlama zamanı gelir. (At Hamlesi)
Sayın bayım,burada mesele son derece açık.Siz;siz benim burnumsunuz (Burun)
Sen belayı arayıp bulan birine benziyorsun ve bela bulaşıcıdır. (Kırmızı Balık Cinayeti)
-Sabıkanız var mı? - Hayır efendim. - Herhangi bir partiye kaydınız ya da yakınlığınız var mı? -Benim yalnız karıma yakınlığım vardır! (Unvansız Maktul)
Bazen en çocukça yöntemler en sağlıklıları olabiliyor. (Kırmızı Balık Cinayeti)
Bir şeyi öğrenmek istediğinde öğrenirdi (Suyun Şekli)
Her iyi aşçı gibi, yemeklerini yiyenlerin yemeklerinde birini tadarken yüzlerinde oluşan o güzel ifadenin tadını çıkarıyordu. Montalbano yüzünün ifadesinden ötürü en sevdiği misafirlerinden biriydi. (Suyun Şekli)
Çalmak ve oynamak, ancak verimli topraklardan alınacak nadir bir kaynaktır. (Kırmızı Balık Cinayeti)
Doğal olarak, okuduktan sonra bu mektubu yakacaksın. Ya da aksine Marx'ın dediği gibi (Kapital'in Marx'ı değil diğerinden bahsediyorum.) okumadan önce yakmak daha iyi olabilir. (Kırmızı Balık Cinayeti)
"You've been thinking about the game plan all night. And I understand that for me, now, the best move to make is the horse's move." (At Hamlesi)
''Kayıt defteri'' ''Kayıt defteride ne?'' ''Teftişlerin kaydedildikleri defter. Orada bugünün tarihi ve müfettişin imzası var.'' ''Ortadan yok et.'' ''Yapamam. Eğer böyle bir şey yaparsam hapse girerim.'' ''Yandığını söylersin'' ''Ama bu aynı şey!'' ''Eğer defter kendiliğinden yanmışsa, hayır. Anlatabildim mi?'' ''Peki nasıl kendiliğinden yanacak?'' ''Şöyle olacak. Sen yarın değirmeni açmaya geldiğinde, lambayı yakacaksın, değil mi?'' ''Evet, ya sonra?'' ''Sonra lamba elinden düşecek ve tam lambanın düştüğü yerde duran kayıt defteride yanacak. Belki sadece iki-üç sayfası yanacak ama bunlardan biri mutlaka bu sabahki kayıt sayfası olacak. Anlaştık mı?'' ''Evet ama yangın büyürde herşey kül olursa?''... (At Hamlesi)

Biografia
Chi è Andrea Camilleri? Libri e detti di Andrea Camilleri
Viene esplorata la vita dello scrittore Andrea Camilleri. Allora chi è Andrea Camilleri? Di dove è originario Andrea Camilleri? Quando e dove è nato Andrea Camilleri? Andrea Camilleri è vivo? Ecco la vita di Andrea Camilleri...

Curiosi la personalità letteraria, la biografia e le opere dello scrittore Andrea Camilleri. Gli amanti dei libri stanno cercando di scoprire Andrea Camilleri nei motori di ricerca. Abbiamo preparato per voi la vita, i libri, le parole e le citazioni di Andrea Camilleri. Ecco la vita, le opere, i detti e le citazioni di Andrea Camilleri...
Data di nascita: 1925
Luogo di nascita: Porto Empedocle, Agrigento
Chi è Andrea Camilleri?
Nasce nel 1925 a Porto Empedocle, Agrigento. Ha lavorato come sceneggiatore, regista in teatro e in televisione. Attualmente vive a Roma. È noto per il suo romanzo poliziesco seriale, in cui è protagonista il tipo "Commissario Montalbano", da lui creato dal 1978 al 1998.
Andrea Camilleri Libri - Opere
Acqua in bocca
La forma dell'acqua
Privo di titolo
Il cane di terracotta
Il naso
La mossa del cavallo
La gita a Tindari
Un mese con Montalbano
Topiopì
Il ladro di merendine
Citazioni di Andrea Camilleri - Testi
Se c'era una persona al mondo a cui poteva dire tutta la verità era Livia (La forma dell'acqua)
Come ogni buon cuoco, si godeva la bella espressione sui volti di chi li mangiava mentre assaggiavano uno dei loro piatti. Montalbano era uno dei suoi ospiti preferiti per l'espressione del suo viso. (La forma dell'acqua)
Non far entrare estranei in casa perché potrebbero farti del male. Torah, 31/11/33 (Acqua in bocca)
Alla fine, è tempo per tutti di spegnere la lampada, sdraiarsi a letto, chiudere gli occhi, addormentarsi e iniziare a sognare. (La mossa del cavallo)
Caro signore, qui la questione è molto chiara, tu sei il mio naso (Il naso)
Sembri qualcuno che cerca e trova guai, e i guai sono contagiosi. (Acqua in bocca)
-Ha precedenti penali? - No signore. - Sei registrato o affiliato a qualche partito? -Sono vicino solo a mia moglie! (Privo di titolo)
A volte i metodi più infantili possono essere i più salutari. (Acqua in bocca)
Quando voleva imparare qualcosa imparava (La forma dell'acqua)
Come ogni buon cuoco, apprezzava la bella espressione sui volti di coloro che consumavano i loro pasti mentre assaggiavano uno dei loro pasti. Montalbano era uno dei suoi ospiti preferiti per l'espressione del suo viso. (La forma dell'acqua)
Rubare e giocare è solo una risorsa rara da prendere da terre fertili. (Acqua in bocca)
Naturalmente brucerai questa lettera dopo averla letta. O al contrario, come diceva Marx (parlo dell'altro, non del Marx del Capitale) sarebbe forse meglio bruciarlo prima di leggerlo. (Acqua in bocca)
"Hai pensato tutta la notte al piano di gioco. E capisco che per me, ora, la mossa migliore da fare è quella del cavallo." (La mossa del cavallo)
''Registro'' ''Cosa c'è nel registro?'' ''Il libro mastro in cui vengono registrate le ispezioni. Ha la data di oggi e la firma dell'ispettore." "Eliminalo." "Non posso. Se faccio una cosa del genere, vado in galera." "Dici che è bruciato." "Ma è la stessa cosa!" "Se il quaderno si è bruciato spontaneamente, no. Te l'ho spiegato?" "E come brucerà da solo?" "Sarà così. Quando verrai ad aprire il mulino domani, accenderai la lampada, vero?" "Sì, e poi?" caduto. Forse bruceranno solo due o tre pagine, ma una di queste sarà sicuramente la pagina di registrazione di questa mattina. Siamo d'accordo?" "Sì, ma se il fuoco cresce e tutto diventa cenere?"... (La mossa del cavallo)
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

La Repubblica - Robinson, 24.12.2022
Libri da leggere (e da regalare) a Natale. I grandi pranzi nella letteratura raccontati da Oretta Bongarzoni
Cucina e scrittura si assomigliano nel profondo. Perché entrambe combinano ingredienti disparati per amalgamarli e dare loro un sapore nuovo

Il cibo è il grande nutrimento della letteratura. Sempre e dovunque. Dalle saghe omeriche, dove gli eroi impugnano il cucchiaio ancor più della spada, fino alle avventure del commissario Montalbano, costantemente indeciso tra l'amore per Livia e quello per gli arancini. Ed è proprio la passione per il cibo a disegnare il carattere del personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri.
[…]
Marino Niola
 
 

LaNostraTv, 24.12.2022
Cesare Bocci, nuovi episodi per Montalbano? “Se non è minestra riscaldata”

Il commissario Montalbano avrà una nuova stagione? L’attore che interpreta Mimì Augello dice la sua
Lo abbiamo visto domenica scorsa in prima serata su Canale5 alla guida di un nuovo appuntamento del suo programma Viaggio nella grande bellezza: stiamo parlando di Cesare Bocci, che sulle pagine del penultimo numero di DiPiùTV, intervistato dal giornalista Valentino Maimone, ha rotto il silenzio su una possibile nuova stagione della fiction con protagonista Luca Zingaretti, da decenni leader d’ascolti su Rai1, anche con le repliche: “Un’eventuale nuova stagione dovrebbe essere costruita per non sembrare una ‘minestra riscaldata’. Se fosse qualcosa di bello, non avrei problemi a dire di si” ha dichiarato, facendo anche una battuta sull’ipotetico titolo dell’episodio che chiuderebbe la serie, dicendo “si dovrebbe intitolare Montalbano va in pensione?”.
“Interpretare Mimì Augello è stata un’esperienza splendida”, la rivelazione dell’attore
“A me non sono arrivate voci relative ad un possibile ritorno de Il commissario Montalbano“ ha chiarito Cesare Bocci nell’intervista, sottolineando però che lavorare nella serie tv tratta dai romanzi di Andrea Camilleri accanto al collega Luca Zingaretti è stata per lui una bellissima esperienza.
[…]
Emanuele Fiocca
 
 

Sicilian Post, 25.12.2022
Sicilitudine
Camilleri, Tridicino e lo spirito del Natale futuro
In uno dei suoi racconti a tema natalizio, lo scrittore empedoclino racconta la storia di un giovane pescatore e del suo complicato rapporto col mare. Nei giorni di festa, tuttavia, mentre lo scoramento quasi lo spinge ad abbandonare questa vita, qualcosa di inaspettato lo convince a riprendere in mano la sua vita. A vivere il Natale non come una festa vuota, fatta di addobbi e slogan che in realtà celano egoismo e indifferenza, ma come un’occasione per lavorare sulla propria vita. Per comprendere che il mondo non si cambia sbandierando le colpe degli altri, ma partendo da noi stessi

Natale fa rima con magia. Con tutti quei simboli che l’hanno resa la festività per antonomasia, il momento dell’anno in cui persino le luminarie appaiono come qualcosa di toccante, a tratti persino di mistico. Natale, però, fa rima anche con retorica. Con le frasi d’inventario puntualmente sfoderate da questo o da quell’altro per riferirsi a dinamiche che non lo spirito delle festività hanno poco a che spartire. Perché il Natale, si dice, dovrebbe essere il momento deputato al trionfo della pace e della solidarietà. E invece, questo 25 dicembre, per molti sarà un giorno senza addobbi. Un giorno al buio, in cui l’unico bagliore di luce che squarcerà un cielo senza stelle sarà quello provocato dalla scia di un razzo. Per altri sarà un giorno come un altro, passato al di qua della cortina di solitudine che li cinge da ormai chissà da quanto. Un giorno senza senza sogni, senza scopo, con la sola aspirazione di non sentirsi più umiliati di quanto la quotidianità già non faccia. Si dice anche che il Natale sia la festa delle famiglie, delle riunificazioni. Ma chi lo dice a quelli che una famiglia non ce l’hanno più a causa della sete di potere di qualcuno? A quelli che non possono permettersi di esprimere dissenso per salvaguardare l’incolumità dei propri affetti. È Natale, sì, ma solo per qualcuno. Ma, allora, tolto il velo a questi giorni troppo spesso di plastica, all’inautenticità di un ecumenismo esposto giusto a favore di camera e poi immediatamente riposto nel cassetto più polveroso, cosa resta di buono da custodire? Quale regalo dovremmo preoccuparci di scartare sotto l’albero? Il tempo per noi stessi. La cura per le cose che ci stanno sfuggendo di mano. Mentre il mondo si costringe a rallentare la sua corsa, mentre la frenesia del moderno lascia il posto all’eco delle tradizioni, mentre il rumore delle distrazioni scema per qualche istante, dovremmo cogliere l’occasione di intuire la nostra prossima direzione. Raccogliere le riflessioni che avevamo accantonato. Prima ancora che una festa, Natale dovrebbe essere una risposta. Un’occasione. Ne era convinto anche il maestro Camilleri, che più volte dedicò i suoi sforzi creativi al tema natalizio. Sia, naturalmente, attraverso le peripezie del Commissario, sia, in verità, anche con una parte della sua produzione sicuramente meno nota.
Di questo insieme fa parte I quattro Natali di Tridicino, racconto incluso nella raccolta Storie di Natale, pubblicata dalla Sellerio nel 2016. Una vicenda generazionale, quella del protagonista eponimo, giovane pescatore alle prese con le giornaliere difficoltà di chi, con mezzi di fortuna, è costretto a guadagnarsi da vivere sfidando le intemperie e le insidie del mare. Già, quel mare che a volte, sconfinato e inospitale come un deserto, genera in lui il dubbio di aver imboccato il percorso sbagliato. Di non essere legato a quell’elemento dal destino di famiglia, ma da un caso che può essere spezzato, aggirato, ingannato. Ogni volta, però, che il desiderio di fuga si fa pressante, ogni volta che Tridicino sembra sul punto di gettare la spugna, si verifica un evento che lo convince a non farlo. Ogni Natale il dipanarsi dei fatti e delle parole lo riavvicina a quel mare tanto amato ma tanto temuto, alla certezza di essere libero e non di muoversi semplicemente come l’ombra di qualcun altro. Persino dopo la traumatica morte della moglie, il protagonista non rinuncia a seguire il suo istinto. Emblematico, e particolarmente pregno di risvolti, è l’episodio in cui il vecchio maestro pescatore esorta Tridicino a compiere una scelta coraggiosa. Durante una delle loro consuete navigazioni, i due si imbattono nella temibile “dragunara”, ovvero una tromba d’aria marina che rischia di spazzare via tutte le imbarcazioni nei pressi della suo furioso roteare. Un antico trucco marinaro, tuttavia, permette ai pescatori di colpirla nel suo punto debole e smorzarne l’inerzia. In quello che si rivelerà essere un rito di passaggio, Tridicino troverà finalmente il senso a lungo ricercato: «Era un’arti antica e sigreta che non stava scrivuta in nisciun libro di mari, passava di vucca ’n vucca, di generazioni in generazioni». Nonostante il cuore in gola per quella «mala vestia potenti e scantusa» gli consiglierà in un primo momento di invertire la rotta, il richiamo verso quella responsabilità risulterà essere ancora più forte: «Iddu, ca pariva essiri tornato picciotto, ammainò, si misi ai remi e principiò a vogari alla dispirata verso il becco-pompa dell’armàlo ’nfilato nell’acqua. Si nni partì e a forza di rimi, doppo quattro ure di voca che ti rivoca, arrivò allo scoglio di Mannarà. Tornò nella varca e principiò a vociari verso il porto. E mentri rimava, pinsava a quante cose aviva ancora da fari. La prima di tutte, ’mparari a Stefano come si faciva a tagliari la dragunara».
Nella vicenda di Tridicino, nello sprezzo del pericolo con cui sceglie di confrontarsi con la dragunara, nella cura del pensiero rivolto al nipote Stefano, a cui quella conoscenza verrà prima o poi trasmessa, una nuova natura del Natale si svela agli occhi del lettore. Non più festa dei lustrini, dell’illusione, delle iniquità da nascondere sotto un bel tappeto rosso. Ma capitolo nuovo da aprire con la forza di volontà. Con la forza di rimproverarsi e migliorare. Con la forza di pensare e fare ciò che a lungo abbiamo ritardato. Con la forza di cambiare prima noi e poi le cose che ci stanno intorno. Non per slogan, o non perché così, teoricamente, dovrebbe essere. Ma perché abbiamo imparato a non rassegnarci alla prima onda. A prendere il percorso più difficile. A pensare che prima di sbandierare quanto vorremmo che il mondo cambiasse, dobbiamo cambiare noi stessi. A considerare che le cose che non affrontiamo saranno l’eredità funesta di chi verrà dopo di noi. A dire Natale anche nella tempesta. Purché la si affronti.
Joshua Nicolosi
 
 

Live Sicilia, 25.12.2022
Catania e Camilleri, attrice e mamma: ecco Valeria VIDEO
L'incontro con Valeria Contadino: "Se si vogliono raggiungere determinati obiettivi, è importante comunque sperimentare il sacrificio. Io cerco di insegnare questo ai miei figli".

Catania. Un’attrice poliedrica cresciuta nel teatro ed affacciatasi al cinema. L’intervista a cuore aperto con Valeria Contadino.
[…]
Il tuo mestiere ti ha portato a girare per le tournée teatrali tutta l’Italia, calcando le tavole del palcoscenico di tutti i più importanti teatri della nostra amata penisola. Che idea ti sei fatta negli anni del nostro paese e di che salute gode oggi il mondo del teatro italiano secondo te?
Credo che per un attore sia una palestra fondamentale potersi confrontare con un pubblico diverso, perché il pubblico non solo non è mai lo stesso, chiaramente, ogni sera, ma in base al territorio ovviamente cambia, perché ogni luogo si porta un background culturale diverso, quindi lo stesso spettacolo ha una reazione da un pubblico, per esempio catanese, rispetto a quello romano, oppure milanese.
E devo dire che, per esempio, sugli spettacoli con dei testi che hanno un’influenza siciliana, una cadenza siciliana, e ne ho fatti parecchi, penso a Camilleri, paradossalmente al nord comunque il pubblico risponde di più.
Questo mi ha sempre fatto pensare proprio a come la magia del teatro possa arrivare ugualmente, perché quello che passa, paradossalmente, non è tanto il linguaggio verbale quanto proprio quello dell’azione. Ciò che racconti attraverso l’azione poi, in realtà, colpisce lo spettatore. Credo che l’Italia sia un Paese con molta sete di teatro. E’ un Paese che risponde benissimo all’offerta teatrale e che si nutre davvero di tutte le proposte di teatro, delle offerte anche diverse, dalla prosa intesa proprio in senso classico, al teatro più leggero, anche ai musical. In genere comunque il pubblico teatrale italiano è un pubblico meraviglioso.
Sei stata definita un’attrice “camilleriana”, ma sappiamo anche che tu hai avuto l’onore ed il piacere di conoscere e frequentare il Maestro anche fuori dall’ambito lavorativo. Ci dici qualcosa su questa amicizia speciale?
Andrea Camilleri per me è stato un punto di riferimento, non solo da un punto di vista artistico, ma anche umano. È un uomo che mi ha dato tanti insegnamenti, mi ha insegnato il valore dell’umiltà ad esempio, perché è un uomo che ha mantenuto sempre la sua identità umile ed umana nonostante il successo e nonostante sia diventato il riferimento letterario più importante italiano nel mondo, e potere avere l’onore di poter mettere in scena, come interprete, i suoi testi per me è stata un’esperienza fondamentale, importantissima.
Penso a “Il Casellante”, al successo che ha avuto quello spettacolo, ed a lui sono molto grata, perché proprio quello spettacolo è stato una mia richiesta e lui, con grande generosità, mi ha dato la possibilità di mettere in scena il personaggio femminile, Minica, e di raccontare quindi la violenza di genere proprio vista dagli occhi meravigliosi, e pieni di amore nei confronti della donna, di Andrea Camilleri.
[…]
Daniele Gangemi
 
 

LaNostraTv, 26.12.2022
Il commissario Montalbano, finale con Luca Zingaretti? Forse entro 2-3 anni

Luca Zingaretti pronto a ritornare nei panni di Montalbano entro 2-3 anni? Il retroscena
Il commissario Montalbano è tra le serie Rai più amate e di successo degli ultimi decenni. Da più di vent’anni, infatti, tiene compagnia ed appassiona i telespettatori di Rai1. Salvo Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri ha sempre avuto il volto di Luca Zingaretti ma proprio l’attore romano negli ultimi mesi ha più volte confessato di non voler ritornare ad interpretare il suo personaggio più longevo per una serie di motivi. Insomma, Il commissario Montalbano rischia di non avere un degno finale, nonostante lo scrittore abbia già scritto i due romanzi conclusivi e su questa vicenda si è espresso anche Maurizio Costanzo sulle pagine di Nuovo rivelando un retroscena:
“Penso che entro i prossimi 2-3 anni rivedremo Montalbano.”
Il commissario Montalbano, la rivelazione di Costanzo: “Tutti aspettano il finale”
Nel dettaglio un telespettatore, Pino da Lecce, ha scritto alla rubrica che Costanzo tiene sulle pagine di Nuovo sul perché la Rai non si decida una volta per tutte a dare il degno finale a Montalbano per evitare che una delle serie più amate ed apprezzate della tv resti senza una conclusione. E Maurizio Costanzo ha condiviso il suo pensiero, rivelando che forse entro un paio d’anni verranno trasmesse le ultime puntate:
“Se non sbaglio la Rai ha già deciso di produrre le ultime puntate della serie che -ha ragione lei- è tra le più belle e amate di sempre.”
e poi ha anche aggiunto: “Come lei e me sono milioni gli italiani che aspettano questo momento.” Insomma, il marito di Maria De Filippi né è sicuro: Luca Zingaretti, Peppino Mazzotta e tutti gli altri attori della fiction torneranno sul set per girare le ultime puntate del commissario più famoso del piccolo schermo.
Spoiler sul finale di Montalbano, “Luca Zingaretti contento di tornare” parla la direttrice di Rai fiction
Il retroscena di Maurizio Costanzo sulle ultime puntate de Il commissario Montalbano trova conferma anche nelle parole che la direttrice di Rai fiction, Maria Pia Ammirati aveva dichiarato alcune settimane fa: “Vogliamo chiudere idealmente il progetto Montalbano con l’ultimo romanzo di Camilleri” E soprattutto sull’attore romano aveva aggiunto: “Zingaretti nonostante dubbi ed altri impegni, nel cuore ha il commissario di Vigata, quel set che per vent’anni è stato la sua casa, la sua vita. Anche lui alla fine sarà contento di girare il gran finale.” E di recente, invece, Luisa Ranieri ha detto la sua su un possibile crossover con Lolita Lobosco.
Liliana Morreale
 
 

Catorze, 27.12.2022
Pau Vidal: «El cànon literari ha ignorat Camilleri de manera quasi unànime»
El traductor diu que «el lector d’una traducció té dret a sentir les mateixes emocions que el de l’original»

El 2019 ens deixava als 94 anys un dels autors més prolífics en llengua italiana: Andrea Camilleri, conegut per ser el creador d’una de les figures més representatives del gènere negre, Salvo Montalbano. L’autor sicilià s’ha convertit en l’escriptor italià més traduït al món i també el més estudiat per la seva peculiar manera d’alternar i jugar amb l’italià i el sicilià. Amb la seva pèrdua quedava un buit en l’imaginari de generacions de lectors que han crescut amb les proeses del comissari sicilià. Però la seva munió de fidels seguidors estan de sort perquè els ha arribat una obra pòstuma, Riccardino (Edicions 62), el colofó de les investigacions de Montalbano.
Arran de la publicació, ens trobem amb Pau Vidal, filòleg i traductor de prop d’una trentena de títols de la sèrie de Montalbano, per parlar d’aquest comiat a Camilleri. Vidal ve amb una sorpresa sota el braç: l’edició italiana de Riccardino, força més gruixuda que la que ens ha arribat a nosaltres. Així que comencem l’entrevista amb aquesta pregunta:
Què s’ha perdut pel camí entre l’edició italiana i la traducció catalana?
Camilleri va escriure Riccardino el 2005 per donar un final al seu personatge més emblemàtic i no deixar-lo a mitges. El que passa és que ell, quan va tenir aquesta pensada, ja era gran i no comptava amb viure gaire més. El manuscrit va quedar tants anys guardat en un calaix que quan el va treure per revisar-lo, el 2016, es va adonar que havia quedat antiquat en relació amb els títols successius (en què la llengua siciliana cada cop tenia més presència i la italiana menys), i el va actualitzar. Després, a l’hora de publicar-lo, Sellerio va pensar que valia la pena publicar-les totes dues, però aquí no hauria tingut sentit. Per a mi, aquest volum és com un petit tresor.
El clan de “camilleristes” trobaran una obra a l’altura de les expectatives?
Ja ho crec que sí, de sobres. És cert que era un repte majúscul perquè les expectatives eren molt altes. Però Camilleri ha sabut fer desaparèixer Montalbano d’una manera molt literària. Com que és un autor que escrivia molt i molt de pressa, diguem que l’estil no era una de les seves prioritats i, a més, a mesura que es feia gran i s’anava quedant cec, semblava que les trames se’n ressentien. Hi havia qui deia que es repetia, però la veritat és que Riccardino és un molt bon tancament de la sèrie. És dels millors montalbanos.
Havent traduït tanta obra de Camilleri, deus haver vist una evolució del personatge. Com ha envellit? Li ha canviat el caràcter?
Per a mi ha envellit bé i s’ha mantingut fidel a ell mateix. També és veritat que els personatges camillerians són molt arquetípics, són així des del primer dia. No es pot dir que sigui un escriptor que atrapa per la profunditat psicològica dels seus personatges.
Per què ha funcionat, doncs?
Per la seva habilitat enorme de fabular i d’inventar-se històries. I també per la manera com tracta el fet lingüístic. En els seus llibres hi ha un personatge més, amb entitat pròpia, que és el llenguatge. Per a la majoria d’autors el llenguatge és tan sols una eina de treball. Que no dic que no estigui bé, eh? Però a mi com a traductor m’estimula molt més quan hi ha repte lingüístic. Bé, i com a lector, també.
I ell sabia fer-ho de diverses maneres.
El gran valor de Camilleri és que mostra al món el contacte entre llengües a Sicília, un fet que la pràctica totalitat d’autors amaguen (de fet la gent es pensa que a Sicília s’hi parla italià i prou, i res més lluny de la realitat). Ho fa de tal manera que el lector no pot no fixar-s’hi i amb diverses estratègies: la primera és la distribució de codis segons la classe social dels personatges i les diferents situacions comunicatives, que depenen de les relacions de poder. També amb jocs de paraules, com el personatge de Catarella, que és l’encarnació de la passió verbal de l’autor: un individu amb tots els trastorns verbals possibles. Un tip de riure. I, finalment, els nombrosos moments en què l’acció narrativa avança gràcies a algun element lingüístic: una carta mal traduïda, una cançó estrafeta, una paròdia del llenguatge administratiu… És constant.
I, això, com es fa per traduir-ho?
Des d’un punt de vista tècnic, no cal dir que porta més feina que un autor, diguem, convencional. I a més amb el risc de no fer-ho prou bé, perquè com més transgredeixes la norma, més perill hi ha que no t’ho acceptin. Els camins fressats són fàcils i segurs, els forapista són més arriscats. Però això forma part del joc, és clar, i a mi em compensa.
Parlem de les dificultats. Quins han estat els reptes?
El principal és obvi: com reproduir l’alternança entre italià i sicilià. És una situació de diglòssia (com a tot Itàlia, d’altra banda): hi ha personatges que només parlen italià (els més pròxims al poder, generalment), n’hi ha que només sicilià (les classes baixes) i n’hi ha que totes dues. Força semblant al que passa aquí, vaja, però amb una pega: que els traductors no podem fer servir dos codis, perquè només traduïm a un idioma.
És per això que se’n fan congressos, trobades i fins i tot tesis doctorals, oi? Perquè no és una opció literària freqüent.
Gens ni mica. És que si jo ara agafés i ho girés a la convivència català/castellà, no seria versemblant. Si la Lívia renyés en Montalbano dient-li, per exemple, “T’he dit que no em parlis en català!” (a l’original el renya quan se li escapa el sicilià), la cosa no s’aguantaria. Calen altres estratègies. El que he acabat fent jo (amb el temps, perquè a les primeres novel·les encara vacil·lava), i que he vist que també aplicaven alguns companys traductors, ha estat aprofitar la nostra variació, per una banda, geolectal (localismes) i per l’altra, sociolectal (col·loquialismes, parla informal) per construir una mena de supravariant extranormativa que generi en el lector català la mateixa estranyesa que sent el lector italià davant el llenguatge de Camilleri. I alerta que això va molt més enllà del lèxic: la sintaxi i la morfologia són tan importants com el vocabulari. Perquè el lector de l’obra traduïda té dret a sentir les mateixes emocions que el de l’obra original, i tu com a traductor tens l’obligació d’esforçar-te al màxim per aconseguir-ho. Si no t’escarrasses a trobar solucions equivalents a les de l’original (i això inclou els jocs de paraules, que molt sovint t’has d’inventar), estaries escatimant l’essència d’aquest autor, enredant el lector, vaja.
La pregunta és… Com es feia abans, si no es feia així?
Abans, fins passada la segona meitat del segle XX, en traducció literària (o artística, perquè en cinema també passava), es tirava molt pel dret; però sovint l’obra traduïda té ben poc a veure amb l’original. Però en català hem tingut una escola de primera categoria (pensem que Riba i Carner ja foren traductors) i la cosa és molt diferent. A Catalunya tenim uns traductors de primeríssima categoria i l’autor és tractat amb el respecte que es mereix. Si a l’original hi ha conflicte lingüístic, doncs el traductor fa el que calgui per traslladar-ho a la seva versió.
Ja per acabar, se li ha fet prou justícia a Camilleri al llarg de la seva vida? O es convertirà en un autor de culte ara que ens ha deixat?
A mi em sobta una mica la rebuda que ha tingut aquí. Se l’ha considerat un autor d’entreteniment, poc més que una lectura d’estiu. La crítica acadèmica, els prescriptors i les institucions que dicten el cànon literari l’han ignorat de manera quasi unànime. Un paio que ha venut desenes de milers d’exemplars, que ha mantingut un públic fidel durant vint-i-cinc anys i ha greixat la indústria editorial, que ha donat vida a les llibreries i, en canvi, no se li ha fet mai cap homenatge. Amb l’única excepció de la BCNegra del 2014, que va ser esplèndida, però per la tenacitat i l’empenta d’en Paco Camarasa, que era un llibreter.
Per què creus que cal reivindicar-lo?
És veritat que és literatura lleugera, comercial, si vols. Però en aquest àmbit és de qualitat, perquè tracta el lector com una persona intel·ligent. És entreteniment exigent. A anys llum de tanta narrativa ideològica i soporífera que ens encolomen ara, sovint amb l’aval de grans guardons.
Dàlia Rajmil Bonet
Riccardino
© 2020 Sellerio Editore, Palerm
© de la traducció: Pau Vidal Gavilan, 2022
© d’aquesta edició: Edicions 62, S. A.
Pots comprar Riccardino a través de Bookshop, una plataforma que dona suport a les llibreries independents.

Pau Vidal: "Il canone letterario ha quasi unanimemente ignorato Camilleri"
Il traduttore afferma che "il lettore di una traduzione ha il diritto di provare le stesse emozioni dell'originale"

Nel 2019 ci ha lasciato all'età di 94 anni uno degli autori più prolifici in lingua italiana: Andrea Camilleri, noto per essere il creatore di una delle figure più rappresentative del genere noir, Salvo Montalbano. L'autore siciliano è diventato lo scrittore italiano più tradotto al mondo e anche il più studiato per il suo peculiare modo di alternare e giocare con l'italiano e il siciliano. Con la sua scomparsa si è creato un vuoto nell'immaginario di generazioni di lettori cresciuti con le gesta del commissario siciliano. Ma la sua legione di fedelissimi è fortunata perché è arrivata loro un'opera postuma, Riccardino (Edizioni 62), colophon delle investigazioni di Montalbano.
Dopo la pubblicazione, abbiamo incontrato Pau Vidal, filologo e traduttore di una trentina di titoli della collana Montalbano, per parlare di questo addio a Camilleri. Vidal arriva con una sorpresa sotto il braccio: l'edizione italiana di Riccardino, molto più fitta di quella che ci è pervenuta. Quindi iniziamo l'intervista con questa domanda:
Cosa si è perso per strada tra l'edizione italiana e la traduzione catalana?
Camilleri ha scritto Riccardino nel 2005 per porre fine al suo personaggio più emblematico e non lasciarlo a metà. Il fatto è che, quando ebbe questo pensiero, era già vecchio e non si aspettava di vivere ancora a lungo. Il manoscritto è rimasto in un cassetto per così tanti anni che quando lo ha tirato fuori per rivederlo, nel 2016, si è accorto che era diventato obsoleto rispetto ai titoli successivi (in cui la lingua siciliana era sempre più presente e l'italiano meno) e lo ha aggiornato. Poi, pubblicandolo, Sellerio ha pensato che valesse la pena pubblicarli entrambi, ma qui non avrebbe avuto senso. Per me questo volume è come un piccolo tesoro.
Riuscirà il clan dei "Camilleristi" a trovare un'opera all'altezza delle aspettative?
Io penso di sì. È vero che è stata una grande sfida perché le aspettative erano molto alte. Ma Camilleri è riuscito a far sparire Montalbano in maniera molto letteraria. Come autore che ha scritto molto, molto velocemente, diciamo solo che lo stile non era una delle sue priorità, e inoltre, man mano che invecchiava e diventava cieco, le trame sembravano risentirbe. C'è stato chi ha detto che si è ripetuto, ma la verità è che Riccardino è un'ottima chiusura della serie. È uno dei migliori Montalbano.
Avendo tradotto così tanto del lavoro di Camilleri, devi aver visto un'evoluzione del personaggio. Come è invecchiato? Il suo carattere è cambiato?
Per me è invecchiato bene ed è rimasto fedele a se stesso. È anche vero che i personaggi camilliani sono molto archetipici, lo sono stati fin dal primo giorno. Non si può dire che sia uno scrittore che coglie la profondità psicologica dei suoi personaggi.
Allora perché ha funzionato?
Per la sua enorme capacità di raccontare storie e di inventare storie. E anche per come tratta il fatto linguistico. Nei suoi libri c'è un personaggio in più, con una sua entità, che è il linguaggio. Per la maggior parte degli autori, la lingua è solo uno strumento di lavoro. Non sto dicendo che non va bene, eh? Ma come traduttore, sono molto più stimolato quando c'è una sfida linguistica. Be’, anche come lettore.
E sapeva come farlo in diversi modi.
Il grande pregio di Camilleri è che mostra al mondo il contatto tra le lingue in Sicilia, un fatto che quasi tutti gli autori nascondono (si pensa infatti che in Sicilia si parla italiano e basta, e niente di più lontano dalla realtà). Lo fa in modo tale che il lettore non possa fare a meno di notarlo e con diverse strategie: la prima è la distribuzione dei codici in base al ceto sociale dei personaggi e alle diverse situazioni comunicative, che dipendono dai rapporti di forza. Anche con i giochi di parole, come il personaggio di Catarella, che incarna la passione verbale dell'autore: un individuo con tutti i possibili disturbi verbali. Una specie di risata. E, infine, i numerosi momenti in cui l'azione narrativa avanza grazie a qualche elemento linguistico: una lettera mal tradotta, una canzone stravagante, una parodia del linguaggio amministrativo... È costante.
E come lo traduci?
Da un punto di vista tecnico, va da sé che ci vuole più lavoro di un autore, diciamo, convenzionale. E anche con il rischio di non farlo abbastanza bene, perché più trasgredisci la regola, più c'è il pericolo di non essere accettato. I sentieri asfaltati sono facili e sicuri, quelli fuori pista sono più rischiosi. Ma questo fa parte del gioco, ovviamente, e mi ripaga.
Parliamo delle difficoltà. Quali sono state le sfide?
La cosa principale è ovvia: come riprodurre l'alternanza tra italiano e siciliano. È una situazione di diglossia (come in tutta Italia, d'altronde): ci sono personaggi che parlano solo italiano (quelli più vicini al potere, in genere), ci sono quelli che parlano solo siciliano (i ceti bassi) e ci devono essere entrambi. Abbastanza simile a quello che succede qui, ops, ma con un problema: noi traduttori non possiamo usare due codici, perché traduciamo solo in una lingua.
Per questo si tengono congressi, meeting e anche tesi di dottorato, no? Perché non è una scelta letteraria frequente.
Affatto. Trasformarlo in una convivenza catalano/castigliano, non sarebbe credibile. Se Livia rimproverasse Montalbano dicendo, per esempio: "Ti avevo detto di non parlarmi in catalano!" (nell'originale lo rimprovera quando il siciliano gli sfugge), la cosa non durerebbe. Sono necessarie altre strategie. Quello che ho finito per fare (nel tempo, perché nei primi romanzi ero ancora titubante), e che ho visto applicato anche da alcuni colleghi traduttori, è stato sfruttare la nostra variazione, da un lato, geolettica (localismi ) e dall'altra sociolettica (colloquialismi, discorso informale) per costruire una sorta di sopravariante extranormativa che genera nel lettore catalano la stessa stranezza che prova il lettore italiano di fronte alla lingua di Camilleri. E avverte che questo va ben oltre il lessico: sintassi e morfologia sono importanti quanto il vocabolario. Perché il lettore dell'opera tradotta ha il diritto di provare le stesse emozioni dell'opera originale, e tu come traduttore hai l'obbligo di fare del tuo meglio per raggiungere questo obiettivo. Se non ti preoccupi di trovare soluzioni equivalenti a quelle dell'originale (e questo include giochi di parole, che molto spesso devi inventare), risparmieresti l'essenza di questo autore, confondendo il lettore, vabbè.
La domanda è... Come si faceva prima, se non si faceva così?
Prima, fino a dopo la seconda metà del Novecento, nella traduzione letteraria (o artistica, perché succedeva anche al cinema), si tirava molto dritto; ma spesso il lavoro tradotto ha ben poco a che fare con l'originale. Ma in catalano avevamo una scuola di prima classe (pensiamo che Riba e Carner erano già traduttori) e la situazione è molto diversa. In Catalogna abbiamo traduttori di prim'ordine e l'autore è trattato con il rispetto che merita. Se c'è un conflitto linguistico nell'originale, il traduttore fa quanto necessario per trasferirlo nella sua versione.
Infine, a Camilleri è stata data abbastanza giustizia per tutta la vita? O diventerà un autore di culto ora che ci ha lasciato?
Sono un po' sorpreso dall'accoglienza che ha avuto qui. È stato considerato un autore di intrattenimento, poco più di una lettura estiva. La critica accademica, i prescrittori e le istituzioni che dettano il canone letterario l'hanno quasi unanimemente ignorato. Un tipo che ha venduto decine di migliaia di copie, che ha mantenuto un seguito fedele per venticinque anni e alimentato l'industria editoriale, che ha dato vita alle librerie, eppure non ha mai avuto un tributo. Con la sola eccezione del BCNegra del 2014, splendido, ma dovuto alla tenacia e alla grinta di Paco Camarasa, che era un libraio.
Perché pensi sia necessario rivendicarlo?
È vero che è letteratura leggera, commerciale, se vogliamo. Ma in quest'area è di qualità, perché tratta il lettore come una persona intelligente. È un intrattenimento impegnativo. Lontano anni luce dalle tante narrazioni ideologiche e soporifere che ci affliggono ormai, spesso con l'avallo di importanti riconoscimenti.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 28.12.2022
"Tridicinu" e il Natale marinaro: il testo di Camilleri va in teatro
L'attore Pietro Montandon, accompagnato dal musicista Roberto Catalano, metterà in scena oggi alle 19.30 al teatro Donnafugata di Ragusa

Le suggestioni del mare e del vento, l'amore per la pesca e la Sicilia del mito, raccontano "I quattro natali di Tridicinu" l'abile pescatore nato in una barca, l'unico a essere sopravvissuto tra i tredici figli di pescatori originari di Vigata, protagonista del racconto di Andrea Camilleri che Pietro Montandon, accompagnato dal musicista Roberto Catalano metterà in scena oggi alle 19.30 al teatro Donnafugata di Ragusa. "Non sono stato io - dice Montandon - a scegliere Tridicinu, ma è stato lui a trovare me e quando lessi per la prima volta il racconto nella raccolta pubblicata da Sellerio, me ne innamorai immediatamente. Come quasi sempre accade nella scrittura di Camilleri, anche in questo caso aleggia il mito e i personaggi della cultura siciliana prendono magicamente forma".
Il mare nella sua essenza violenta, ma al contempo morbida, custode di storie misteriose e leggendarie viene così raccontato anche attraverso le antiche melodie proposte da Roberto Catalano. La voce di Pietro Montandon sarà accompagnata dal suono dei diciotto strumenti provenienti dai paesi di tutto il mondo, collezionati negli anni dal musicista, tra i quali il bouzouki, la mandola, la chitarra e persino un flauto di cristallo. "L'intenzione era proprio quella di creare insieme a Roberto Catalano - continua l'attore - quelle suggestioni che alludessero alle atmosfere evocate dal mare e dal vento dove la narrazione orale si tramuta in musica".
Un racconto in bilico tra fiaba e realtà, animato da personaggi forti e ricchi di passione, in cui la lettura è scandita da suoni a tratti forti e impetuosi che caratterizzano scene di vita, reali o immaginarie, non ha importanza. È il caso dell'anziano pescatore che insegna a Tridicinu a "tagliari la dragunara", a colpire cioè la tromba marina nel suo punto debole. Un mondo lontano rappresentato senza alcun apparato scenico, dove la sola narrazione di Montandon scandisce le varie fasi della vita di Tridicinu, capace di regalare emozioni forti, un pizzico di malinconia e molto coraggio. Lo stesso che il giovane imparò dall'anziano pescatore "che pariva essiri tornato picciotto - scrive Camilleri - ammainò, si misi ai remi e principiò a vogari alla dispirata verso il becco-pompa dell'armàlo 'nfilato nell'acqua". "Era un'arti antica e sigreta - continua lo scrittore - che non stava scrivuta in nisciun libro di mari, passava di vucca 'n vucca, di generazioni in generazioni".
Un racconto di miti e di mare dove Pietro Montandon, al pari di un condottiero, trascinerà il pubblico in un viaggio fiabesco abitato da polpi giganti, alghe e conchiglie che suonano la melodia del vento. "Tridicinu - spiega Pietro Montandon - è un Colapesce un po' più ruspante le cui vicissitudini affabulano il pubblico e l'idea di incantare gli spettatori con racconti poetici è ciò che io ricerco". Il Natale, in contrasto con lo spirito fiabesco e invernale, raccontato in un paesino marinaro, abitato da gente umile e semplice, con buoni principi è ricco di ingredienti popolari "che arrivano - aggiunge Montandon - alla pancia e al cuore, la cui narrazione è tempo stesso piena di rimandi alla mitologia greca"
Paola Pottino
 
 

ReggioTV, 28.12.2022
"La prima indagine di Montalbano", con Massimo Venturiello, chiude il progetto "Altri luoghi - ReggioFest"
In scena venerdì 30 dicembre, alle ore 19, al Teatro San Bruno

Un grande nome del teatro e dello spettacolo e l’opera di uno dei più amati scrittori italiani per la conclusione del progetto “Altri Luoghi - ReggioFest”, promosso dalla Compagnia teatrale “Scena Nuda”, diretta da Teresa Timpano: a chiudere questa lunga serie di appuntamenti culturali, iniziata lo scorso luglio, sarà Massimo Venturiello che, venerdì 30 dicembre, alle ore 19, al Teatro San Bruno (ingresso gratuito con prenotazione), proporrà al pubblico reggino “La prima indagine di Montalbano”, di Andrea Camilleri. Notissimo interprete teatrale, ma anche impegnato al cinema e in tv, voce intensa, possente e inconfondibile, che ha “prestato” ad attori internazionali come Gary Oldman e Colin Firth, Venturiello proporrà a Reggio Calabria uno dei personaggi letterari e televisivi più iconici degli ultimi 20 anni. L’idea di portare per la prima volta in teatro il commissario Montalbano è nata dopo il grande successo ottenuto degli audiolibri pubblicati in rete dalla Storytel e interpretati proprio dallo stesso attore. “Carica di musicalità, arriva nella sua interezza a chiunque, la parola diventa immagine ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna”. Da qui, “la naturale esigenza di proseguire il percorso iniziato, allestendo un reading teatrale su “La prima indagine di Montalbano””, che segna la nascita letteraria del commissario più famoso d’Italia, ma anche dei personaggi dei successivi romanzi. Massimo Venturiello, dunque, sottolineerà le parole, il linguaggio, il racconto costruito da Camilleri, attraverso lo spettacolo, prodotto da Officina Teatrale e realizzato con la consulenza musicale e tecnica di Alessandro Greggia.
 
 

El Periódico de España, 28.12.2022
Novela negra y villancicos
Agatha Christie, Camilleri o Benjamin Black: algunos de sus mejores crímenes transcurren en Navidad
Una guía a través de relatos y novelas, clásicos y actuales, en los que el asesinato se combina con el espumillón y los regalos. Lecturas teñidas de rojo (y verde) para disfrutar y sentir el escalofrío del mal en unas fechas en las que, quizá, se nos va la mano con tanta supuesta bondad

[...]
En esta fugaz selección de textos cortos en época de villancicos, debemos recordar a Andrea Camilleri y La Nochevieja de Montalbano (1999), el relato que da título a los cuentos que constituyen la sexta entrega de las peripecias del famoso comisario de Vigata y en el que todo comienza —no podía ser de otra manera— con Montalbano preparándose para terminar el año enfadado con su eterna novia, Livia, e intuyendo la aparición del delito a la vuelta de la esquina.
Marina Sanmartín

Agatha Christie, Camilleri o Benjamin Black: alcuni dei loro migliori crimini si svolgono a Natale
Una guida attraverso storie e romanzi, classici e attuali, in cui l'omicidio si unisce a orpelli e regali. Letture tinte di rosso (e di verde) per godere e sentire il gelo del male negli appuntamenti in cui, forse, ci si spinge troppo oltre con tanta presunta bontà

In questa fugace selezione di brevi testi al tempo dei canti natalizi, va ricordato Andrea Camilleri e Gli arancini di Montalbano (1999), il racconto che dà titolo ai racconti che costituiscono il sesto capitolo delle avventure del celebre commissario di Vigata e nel quale tutto ha inizio —non potrebbe essere altrimenti— con Montalbano che si prepara a chiudere l'anno arrabbiato con la sua eterna fidanzata, Livia, e fiuta la comparsa del delitto dietro l'angolo.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Italiani, 28.12.2022
L’isola nuova. Trent’anni di scritture di Sicilia
AAVV
A cura di Gaetano Savatteri
Con una nota di Salvatore Silvano Nigro
Saggi, articoli, racconti
Sellerio Palermo
2022
Pag. 642 euro 18

Sicilia. 1991-2022. Nell’isola più grande del Mediterraneo e nella regione più estesa d’Italia qualcosa di profondo è cambiato più o meno trenta anni fa. Tragicamente con le stragi di mafia, le reazioni emotive e sociali, il maxiprocesso, comincia a modificarsi la percezione che in Sicilia sia impossibile farsi giustizia con metodi legali di diritto, avviene un riposizionamento ideale e culturale. Andrea Camilleri è il primo ad accorgersene e a scriverne, trovando enorme ascolto nazionale e internazionale per una nuova narrazione siciliana, a partire dal suo commissario che racchiude e sintetizza il cambiamento epocale, evolutivo. L’antologia “L’isola nuova” rappresenta la fotografia esaustiva della stagione che si è aperta nella scrittura, nel cinema, nella televisione, nel teatro, nell’arte. Nove significativi capitoli per oltre un centinaio di indizi letterari, accortamente selezionati e presentati, trovandone tracce in tanti altri e altre che se ne sono occupati da non siciliani.
Valerio Calzolaio
 
 

BiblioNETka, 29.12.2022
Książka: Głos skrzypiec
Camilleri Andrea
Catarella się kształci, Montalbano nie odpuszcza

Z jakąż przyjemnością wróciłam na słoneczną Sycylię, gdzie nawet w zimie ludzie mają zupełnie inne problemy, niż odgarnianie kwintali śniegu i balansowanie w śniegowcach po oblodzonych schodach, żeby po dojściu do śmietnika okazało się, że nie da się do niego wcisnąć przyniesionego wora, bo firma śmieciarska nie opróżniła w terminie kontenerów… Zresztą tam chyba w ogóle trudno powiedzieć, kiedy jest zima, bo ile razy odwiedzam komisarza Montalbano i jego podwładnych z Vigaty, tyle razy czytam o pięknym, błękitnym niebie, o świeżo złowionych rybach, o posiłkach jedzonych na tarasie i tak dalej; co najwyżej czasem się zrobi chłodniej, pochmurniej, czasem morze zafaluje jakby bardziej agresywnie, a zimna, mgły, mżawki praktycznie nie ma. Nigdy nie dotarłam tam drogą inną niż literacka, ale co z tego, skoro Camilleri w paru słowach tak potrafi nakreślić klimat, że aż się czuje ten żar słońca, słyszy szum fal, widzi miejscowych rozprawiających z żywą gestykulacją o czymś, co pozostaje dla nas tajemnicą, o ile nie zrozumiemy ich dialektu…
A sami z siebie byśmy pewnie nie zrozumieli, bo to mniej więcej tak, jakby Włoch znający parę podstawowych słów po polsku próbował zrozumieć „godających” Ślązaków. Tłumacz, Jarosław Mikołajewski, tak genialnie sobie z tym radzi, że czytając wypowiedzi niezrównanego (przynajmniej w pewnym sensie) Catarelli, od razu mam przed oczami kilku moich dawnych kolegów, którzy nawet usiłując mówić literacką polszczyzną, i tak „godali”, co zdecydowanie nie było w guście instytucji edukacyjnych.
Montalbano też dostaje białej gorączki od gadania Catarelli, bo ten nie dość, że nie potrafi się poprawnie wysłowić po włosku, to jeszcze nie ma nazwy własnej, której by nie przekręcił. Powiedzmy sobie szczerze, inteligencją i wyczuciem nie grzeszy – a jednak dziwnym kaprysem losu okazuje się, że to on jako pierwszy z komendy w Vigacie dostanie dyplom kursu informatycznego… Montalbano zaś rozwiązuje zagadkę śmierci młodej kobiety, którą brutalnie zabito w dopiero co wybudowanym domu. Angażuje się w tę sprawę wyjątkowo – nie tylko dlatego, że jego życiowym powołaniem jest wyłapywanie ludzi, którym należy się kara, ale też i z powodu, że przyjaciółka zamordowanej jest wyraźnie zainteresowana flirtem z przedstawicielem prawa. Tymczasem Livia wciąż ma nadzieję, że ich związek doczeka się prawnego zalegalizowania, co umożliwi im adopcję małego François; jednak w kwestii chłopca czeka ich duże rozczarowanie. A śledztwo idzie jak po grudzie, zwłaszcza, że w pewnym momencie szanowne władze policyjne robią poważny błąd, odbierając je Montalbanowi, a powierzając jednostce „ostrego pogotowia” z Montelusy. Ofiarą pada niewinny człowiek, zaś zabójca o mało nie uchodzi sprawiedliwości (a gdyby Montalbano jednak nie wmieszał się do akcji, zniknąłby i winny, i przyczyna zabójstwa…)
Jak zwykle, frajdy z lektury miałam co niemiara, bo intryga intrygą, ale ten klimat, te dialogi obnażające wszystkie emocje i przywary bohaterów (Mimi Augello musi naprawdę darzyć Salva szczerą przyjaźnią, bo czy inaczej wytrzymałby te wredne komentarze pod swoim adresem, rzucane przez kumpla i szefa w jednym?), te opisy dań spożywanych przez komisarza (króciutkie, ale tak nasycone smakowitością, że człowiek od razu by się rzucił na wszystkie po kolei… no, może z wyjątkiem rybiej ikry i ośmiorniczek…), te postacie z drugiego i trzeciego planu, czasem dosłownie epizodyczne, ale tak wyraziste, jakby sfilmowane ukrytą kamerą, i ta nieustająca delikatna ironia, której autor nie szczędzi ani protagoniście, ani nikomu innemu! A że powieści są stosunkowo krótkie, zaraz ma się chęć sięgać po następną. Ale nie, następna będzie za miesiąc, nie wcześniej, żeby mi spotkań z Montalbanem starczyło na dłużej!
dot59

Libro: La voce del violino
Camilleri Andrea
Catarella impara, Montalbano non molla

Con quale piacere sono tornato nella soleggiata Sicilia, dove anche d'inverno la gente ha problemi completamente diversi che spalare un quintale di neve e stare in equilibrio con gli scarponi da neve su scale ghiacciate, solo per scoprire quando arrivi al cassonetto che non puoi far entrare il sacco che hai portato dentro, perché la ditta della nettezza urbana non ha provveduto a svuotare i contenitori in tempo... Comunque, è difficile dire quando lì è inverno, perché ogni volta che vado a trovare il commissario Montalbano e i suoi sottoposti di Vigata, tante volte leggo del bel cielo azzurro, del pesce appena pescato, dei pasti consumati in terrazza e così via; al massimo a volte farà più fresco, più nuvoloso, a volte il mare oscillerà in modo più aggressivo, e praticamente non c'è freddo, nebbia o pioviggine. Non ci sono mai arrivato se non attraverso mezzi letterari, ma che importa se Camilleri è in grado di descrivere l'atmosfera in poche parole in modo da poter sentire il calore del sole, sentire il rumore delle onde, vedere la gente del posto che parla con gesti vivaci di qualcosa che rimane un mistero per noi se non capiamo il loro dialetto...
E da soli probabilmente non capiremmo, perché è più o meno come un italiano che conosce poche parole di base in polacco che cerca di capire gli slesiani "riconciliatori". Il traduttore, Jarosław Mikołajewski, se ne occupa così brillantemente che leggendo le esternazioni dell'impareggiabile (almeno in un certo senso) Catarella, vedo subito alcuni miei ex colleghi che, pur provando a parlare polacco letterario, ancora "davano", che sicuramente non era nel gusto delle istituzioni educative.
Montalbano prende anche la febbre bianca parlando con Catarella, perché non solo non riesce a pronunciarlo correttamente in italiano, ma non ha nemmeno un nome proprio che non scriverebbe male. Diciamoci la verità, non pecca di intelligenza e intuito - eppure, per uno strano capriccio del destino, si scopre che sarà il primo del comando di Vigata a ricevere il diploma di un corso di informatica... Montalbano , invece, risolve il mistero della morte di una giovane donna brutalmente uccisa in una casa in ristrutturazione. È estremamente coinvolto in questo caso, non solo perché la vocazione della sua vita è catturare persone che meritano una punizione, ma anche perché l'amico della donna assassinata è chiaramente interessato a flirtare con un rappresentante della legge. Intanto Livia spera ancora che la loro relazione venga legalizzata, il che permetterà loro di adottare il piccolo François; tuttavia, sono molto delusi quando si tratta del ragazzo. E l'inchiesta va a gonfie vele, tanto più che a un certo punto le rispettabili autorità di polizia commettono un grave errore togliendola a Montalbano e affidandola al reparto "ambulanze per acuti" di Montelusa. La vittima è un innocente, e l'assassino quasi sfugge alla giustizia (e se Montalbano non fosse intervenuto sarebbero scomparsi sia il colpevole che la causa dell'omicidio...)
Come al solito mi sono divertito molto a leggerlo, perché l'intrigo è intrigo, ma questa atmosfera, questi dialoghi svelano tutte le emozioni e i vizi dei personaggi (Mimì Augello deve avere davvero un'amicizia sincera per Salvo, altrimenti resisterebbe a quei commenti sgradevoli su di sé fatti dall'amico e dal capo in uno?), queste descrizioni dei piatti mangiati dal commissario (brevissimi, ma così pieni di bontà che verresti subito a mangiarli tutti a turno... beh, tranne forse uova di pesce e polpo...), questi personaggi di secondo e terzo piano, a volte letteralmente episodici, ma così espressivi, come se fossero ripresi con una telecamera nascosta, e questa costante delicata ironia, che l'autore non risparmia né al protagonista né a chiunque altro! E poiché i romanzi sono relativamente brevi, ti consigliamo di leggere subito il prossimo. Ma no, il prossimo sarà tra un mese, non prima, così i miei incontri con Montalbano mi dureranno di più!
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Diário do Porto, 29.12.2022
Para ler na rede
Leituras do ano em que saímos de casa
Na última coluna do ano, Olga de Mello seleciona as leituras mais surpreendentes de 2022. Confira a listagem!

[...]
Os leitores de thrillers jamais se cansam de mistérios intrigantes e pavorosos tão desprezados pelos especialistas em literatura, mas amados pelo público em geral. Lançado em 2015, finalmente chegou ao Brasil Sequestros na noite (LP&M, R$ 54,90), outra investigação do comissário Salvo Montalbano e sua atrapalhada equipe da delegacia de Vigáta, cidade fictícia criada pelo escritor Andrea Camilleri à imagem e semelhança de sua Porto Empedocle natal, na Sicília. Surge um Montalbano mais maduro – o romance é de 2015 –, um tanto menos irônico e sem as habituais brigas telefônicas com a eterna noiva Lívia. Dez anos antes, Camilleri elogiava Antonio Manzini pela série iniciada por Pista Negra (LP&M, R$ 50), em que o subchefe Rocco Schiavone, de integridade elástica, não tem pudor em se apoderar de dinheiro sujo de traficantes e mafiosos, bem de acordo com uma Itália onde refugiados de outros países entram ilegalmente.
[...]
Olga de Mello

Da leggere in rete
Letture dell'anno in cui siamo partiti di casa
Nell'ultima rubrica dell'anno, Olga de Mello seleziona le letture più sorprendenti del 2022. Dai un'occhiata alla lista!

I lettori di thriller non si stancano mai dei misteri intriganti e raccapriccianti tanto disprezzati dagli esperti letterari ma amati dal grande pubblico. Lanciata nel 2015, è finalmente arrivata in Brasile La giorstra degli scambi (LP&M, R$54.90), un'altra inchiesta del commissario Salvo Montalbano e della sua maldestra squadra del commissariato di Vigáta, città fittizia creata dallo scrittore Andrea Camilleri a immagine e somiglianza della sua natìa Porto Empedocle, Sicilia. Appare un Montalbano più maturo – il romanzo è del 2015 –, un po' meno ironico e senza le solite liti telefoniche con l'eterna fidanzata Livia. Dieci anni prima, Camilleri aveva elogiato Antonio Manzini per la serie iniziata da Pista nera (LP&M, R$50), in cui il vicequestore Rocco Schiavone, di elastica integrità, non si faceva scrupoli a carpire soldi sporchi da spacciatori e mafiosi, in linea con con un'Italia dove entrano clandestinamente profughi da altri Paesi.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

La Stampa, 29.12.2022
Viaggi
Pirandello torna nel film interpretato da Servillo e a Porto Empedocle incontra Camilleri

[…]
Porto Empedocle, lo scalo marittimo affacciato sul «mare africano» da dove partono i traghetti per Lampedusa, ha dedicato a Pirandello una grande statua nella pedonale via Roma, il centro storico della città portuale.
A sorvegliare il monumento del famoso drammaturgo c'è un murale con il faccione di Andrea Camilleri, l'altro scrittore di Porto Empedocle (Vigata nei suoi romanzi) famoso in tutto il mondo per il personaggio del commissario Montalbano, anche lui immortalato nel bronzo in una più modesta scultura in via Roma. Il murale di Camilleri conduce a una scalinata con i gradini che recitano i nomi dei romanzi dello scrittore. E lo scorso settembre, al piano terra del Palazzo di Città è stato inaugurato il Centro Culturale di Informazioni Andrea Camilleri.
Marco Moretti
 
 

La Nueva España, 30.12.2022
"Riccardino", el adiós de Montalbano y Camilleri
El escritor siciliano se despidió de su personaje con una novela que preparó para ser publicada solo tras su muerte

Los escritores de sagas policiales de éxito siempre han tenido una relación extraña con sus criaturas y se han enfrentado a tres dilemas. El primero, que llega un momento que quieren matar a su protagonista, pues consideran que les impide escribir sobre cuestiones más enriquecedoras. Arthur Conan Doyle fue el primero y despeñó a Sherlock Holmes en "El problema final", aunque luego tuvo que resucitarlo por aclamación popular. A Paco Ignacio Taibo II le ocurrió algo parecido con su detective Belascoarán Shayne. Luego tenemos finales sórdidos, como el del inspector Kurt Wallander, criatura de Henning Mankell, o redentores, como el que Adrián McKinty aplicó a su detective Sean Duffy.
El segundo dilema se plantea al trasladar la saga a la pantalla. La mayoría de los escritores se desentienden, cobran los derechos y prefieren que sean especialistas quienes elaboren los guiones. Es el caso de Donna Leon y la saga del comisario Guido Brunetti o el de James Ellroy con las entregas del sargento Hopkins o las obras "L. A. Confidencial" y "La dalia negra". Otros como Allan Moore participan en el guion, aunque renieguen del resultado, como en "V de Vendetta".
El tercer dilema es cómo sobrevivir al personaje y cerrar la saga. Sue Grafton, Jean-Claude Izzo y Manuel Vázquez Montalbán fallecieron antes de concluir las series. Agatha Christie lo solucionó dejando una novela póstuma de Hércules Poirot, "Telón", casi treinta años antes de su fallecimiento. Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925-Roma, 2019) era consciente de esos dilemas y "Riccardino" fue la respuesta. La escribió en 2005 y la revisó en 2016, para ser publicada a su muerte como colofón a la serie que comenzó en 1994 con "La forma del agua". Luego sería llevada a la televisión y protagonizada por Luca Zingaretti. Sin embargo, el éxito de las aventuras del comisario Montalbano iría más allá, pues el pleno del Ayuntamiento de Porto Empedocle rebautizó la ciudad como Porto Empedocle-Vigata, en honor al escenario de las tramas. Hasta colocaron en la via Roma una estatua del comisario al lado de la de Luigi Pirandello. Camilleri ha sido considerado un héroe en Italia y, en 2017, el asteroide 204816, situado entre las órbitas de Marte y Júpiter, descubierto desde el observatorio astronómico de Vallemare di Borbone, pasó a denominarse "Andreacamilleri".
La novela "Riccardino" comienza de forma clásica: con un asesinato. Un grupo de amigos se reúne para practicar senderismo y un desconocido desde una motocicleta dispara sobre Riccardo Lopestri, director de una sucursal bancaria de Vigata. Lo que seguirá es el despliegue de los ya conocidos compañeros del comisario en la investigación: Fazio, Galluzzo y Catarella. Tampoco faltarán el jefe superior Bonetti-Alderighi, el fiscal Tommaseo, Pippo Raginnese, el locutor de Tele-Vigata que tiene cara de culo de gallina, y Enzo, el dueño de la trattoria. También aparecerán las dos mujeres en la vida de Salvo: Livia, la novia genovesa, y Adelina, asistenta y cocinera.
Además, Camilleri nos presenta tres cuestiones constantes en sus novelas. La primera la gastronomía como parte de la cultura mediterránea. Así, en la mesa del comisario, sea en su casa o en la trattoria de Enzo, aparecerán los salmonetes fritos o encebollados en vinagre, una caponata siciliana, pulpo hervido o un pedazo sustancioso de caciocavallo ragusano.
La segunda es la referencia constante a escritores y a sus obras: el "primer canto de la "Ilíada"; Cicerón en "Catilinarias", Thomas de Quincey y "Del asesinato considerado como una de las bellas artes", Roberto Bolaño, Philip Roth y la sentencia de Jean Baudrillard: "Hay que olvidarse definitivamente de Foucault". Y la tercera, el triángulo siempre presente: política, iglesia y mafia. La familia Sinagra como representante de esta última; el obispo de Montelusa, monseñor Patanna, argamasa que une a los otros dos; y, por fin, los políticos que le sacan de quicio por "la pomposidad, la arrogancia, la prepotencia, la falsa cordialidad y la retórica […] de esa calaña que solo pensaba en sus intereses y fingía preocuparse por los de todo el mundo" (p. 216).
Las novedades en esta novela son dos. La primera es que nos presenta un comisario Montalbano con los síntomas del funcionario quemado. Un ejemplo: en sus anteriores entregas siempre era celoso con los casos, no consentía que nadie le arrebatase la investigación. Ahora, cualquier excusa es buena para librarse de esa carga. La segunda es el trío protagonista: el Montalbano de las novelas, el de la serie televisiva y el Autor, que no es otro que Camilleri interviniendo en la trama mediante llamadas telefónicas o faxes.
Alejandro M. Gallo

"Riccardino", l'addio di Montalbano e Camilleri
Lo scrittore siciliano ha salutato il suo personaggio con un romanzo che ha preparato per essere pubblicato solo dopo la sua morte

Gli scrittori di successo di saghe poliziesche hanno sempre avuto un rapporto inquietante con le loro creature e hanno dovuto affrontare tre dilemmi. Il primo, che arriva un momento in cui vogliono uccidere il loro protagonista, perché ritengono che ciò impedisca loro di scrivere di questioni più arricchenti. Arthur Conan Doyle è stato il primo a gettare Sherlock Holmes da un dirupo in "The Final Problem", anche se in seguito ha dovuto resuscitarlo a furor di popolo. Qualcosa di simile è successo a Paco Ignacio Taibo II con il suo detective Belascoarán Shayne. Poi abbiamo finali sordidi, come quello dell'ispettore Kurt Wallander, la creatura di Henning Mankell, o redentori, come quello che Adrián McKinty ha applicato al suo detective Sean Duffy.
Il secondo dilemma si pone quando si trasferisce la saga sullo schermo. La maggior parte degli scrittori è disincantata, fa pagare i diritti e preferisce che le sceneggiature siano redatte da specialisti. È il caso di Donna Leon e della saga del commissario Guido Brunetti o quella di James Ellroy con le consegne del sergente Hopkins o le opere "L.A. Confidential" e "Dalia nera". Altri come Allan Moore partecipano alla sceneggiatura, pur rinnegando il risultato, come in "V come Vendetta".
Il terzo dilemma è come sopravvivere al personaggio e chiudere la saga. Sue Grafton, Jean-Claude Izzo e Manuel Vázquez Montalbán sono morti prima di completare la serie. Agatha Christie lo ha risolto lasciando un romanzo postumo di Hercules Poirot, "Sipario", quasi tre anni prima della sua morte. Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925 - Roma, 2019) era consapevole di questi dilemmi e "Riccardino" è stata la risposta. È stato scritto nel 2005 e rivisto nel 2016, per essere pubblicato alla sua morte come colophon alla serie iniziata nel 1994 con "La forma dell'acqua". Poi sarebbe stato portato in televisione e interpretato da Luca Zingaretti. Lì però il successo delle avventure del commissario Montalbano andrà oltre, tanto che il Comune di Porto Empedocle ribattezzerà la città come Porto Empedocle-Vigata, in onore dello luogo in cui si svolgono le trame. Addirittura collocarono una statua del commissario accanto a Luigi Pirandello in via Roma. Camilleri è stato considerato un eroe in Italia e, nel 2017, l'asteroide 204816, situato tra le orbite di Marte e Giove, scoperto dall'osservatorio astronomico di Vallemare di Borbone, è stato battezzato "Andrea Camilleri".
Il romanzo "Riccardino" inizia in modo classico: con un assassinio. Un gruppo di amici si riunisce per praticare trekking e uno sconosciuto da una motocicletta spara a Riccardo Lopresti, direttore di una filiale bancaria a Vigata. Quello che seguirà è lo schieramento dei già noti compagni del commissario nell'inchiesta: Fazio, Galluzzo e Catarella. Né mancheranno il questore Bonetti-Alderighi, il giudice Tommaseo, Pippo Ragonese, l'annunciatore di Tele-Vigata che ha la faccia da culo di gallina, ed Enzo, il gestore della trattoria. Nella vita di Salvo appariranno anche due donne: Livia, la sposa genovese, e Adelina, assistente e cuoca.
Inoltre, Camilleri ci pone tre questioni costanti nei suoi romanzi. Innanzitutto, la gastronomia come parte della cultura mediterranea. Così, alla tavola del commissario, che sia a casa sua o alla trattoria di Enzo, compariranno triglie fritte o cipolle sott'aceto, una caponata siciliana, un polpo bollito o un sostanzioso pezzo di caciocavallo ragusano.
La seconds è il costante riferimento agli scrittori e alle loro opere: il primo canto dell'"Iliade"; Cicerone nelle "Catilinarie", Thomas de Quincey e "Sull'assassinio considerato una delle belle arti", Roberto Bolaño, Philip Roth e La frase di Jean Baudrillard: "Foucault va definitivamente dimenticato". E la terza, l'immancabile triangolo: politica, chiesa e mafia. La famiglia Sinagra come rappresentante di quest'ultima; il vescovo di Montelusa, monsignor Patanna, il mortaio che unisce gli altri due; e, infine, i politici che lo infastidiscono con "la pomposità, l'arroganza, l'arroganza, la falsa cordialità e la retorica [...] di quelli che pensano solo ai loro interessi e fingono di interessarsi a quelli di il mondo intero" (p. 216).
Le novità di questo romanzo sono due. La prima è che ci presenta un commissario Montalbano con i sintomi di un funzionario ustionato. Un esempio: nelle puntate precedenti era sempre zelante con i casi, non permetteva a nessuno di togliergli le indagini. Ora, ogni scusa è buona per liberarsi di quel fardello. Il secondo è il trio di punta: il Montalbano dei romanzi, quello della serie televisiva e l'Autore, che altri non è che Camilleri che interviene nella trama tramite telefonate o fax.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

Pronto Barilli, 30.12.2022
Letteratura
Il fascino del Camilleri dialettale
Andrea Camilleri, la guerra privata di Samuele, Sellerio, pp. 265, euro 15.

I lettori di Camilleri si dividono in due categorie, quelli che non resistono al fascino di “Montalbano sono”, e alla bravura di Luca Zingaretti, con l’aiuto di Boccia e degli altri di una squadra ben lubrificata, e quelli che invece preferiscono quando l’autore siciliano si libera della grave soma del giallo, qualche volta sopra o sotto le righe, e invece procede a forza di invenzione autonoma. Io propendo per questa seconda categoria, che segna il massimo quando Camilleri oltretutto si vale dal principio alla fine del dialetto della sua terra, in cui raggiunge la grandezza di un Porta o di un Belli. Siamo tutti ben lieti che la televisione abbia finalemente unificato gli Italiani in una lingua unica, ma nello stesso tempo ci sentiamo in rivolta contro la sua stereotipia e il suo anonimato. Dichiaro quindi di aver letto con pieno consenso i racconti dell’ultima uscita postuma dell’autore, La guerra privata di Samuele. Naturalmente, accanto al fascino del dialetto, c’è pure la trama di questi racconti, che ho scorso in periodo natalizio, dopo aver rivisto il capolavoro di Visconti, Il Gattopardo, con la recitazione maiuscola di Burt Lancaster. Ebbene, c’è una continuità tra le dichiarazioni che Tomasi mette in bocca al suo personaggio, e quanto emerge dai racconti di Camilleri, forse con la sola differenza che nella pur comune difesa dei valori atavici della loro terra, nel discorso del Gattopardo c’è accettazione rassegnata, invece Camilleri non manca di manifestare la sua anima sinistrorsa di disapprovazione, ma tanto, non c’è nulla da fare, la Sicilia è destinata nei secoli ad apparire terra di imbrogli, di opportunisti, dai ceti bassi a quelli altolocati, di persone dedite ai doppi, ai triplici giochi, come appunto risulta da queste novelle. Mi limito a citarne due, ma sarebbero tute ugualmente degne di menzione, Ne La targa è il caso di un popolano che ha indossato tutte le vesti, di fascista profittatore dei privilegi derivanti dalla fede in Mussolini, poi invece partigiano, resistente, pronubo dei valori della sinistra. Al suo decesso, i concittadini decidono di dedicargli una targa, ma poi vengono scoprendo i suoi trascorsi multicolori e pertanto sono costretti a correggere di volta in volta le parole di celebrazione, fino a rinunciare affatto alla menzione d’onore. Questo in fondo il destino di una Regione, ma forse di un intero Paese, dove si finge di cambiare a ogni passo, purché nulla di fatto cambi veramente, Straordinaria La tripla vita di Michele Sparacino, vittima di una omonimia, per cui una sua incarnazione viene confusa con un’esistenza precedente. E’ personaggio che ne fa di ogni colore, soprattutto quando viene richiamato alla Grande Guerra, dove diserta, e rischia la fucilazione, cavandosela per il rotto della cuffia, ma infine di lui resta solo una misera spoglia, che per i giochi del destino viene scelta a rappresentare il Milite Ignoto, quindi viene scortato con ogni onore fino al Vittoriale, e là celebrato dal Presidente di turno con tanto di corona d’alloro. Devo ammettere che se questi racconti si presentassero “in chiaro”, ovvero esposti con una lingua corretta, forse perderebbero molto del loro fascino, proprio come quelle conchiglie che un altro protagonista, Tredicino, si affanna a pescare. Il suono che viene da questi racconti funziona proprio come i sommessi rumori che vengono alle nostre orecchie da qualche conchiglia, magari usata come soprammobile.
Renato Barilli
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 30.12.2022
Una galleria di scrittori esposta nella casa di Sciascia

Una riunione di scrittori in Sicilia. Anzi, un'ideale conversazione a più voci degli autori, non solo italiani, attraverso i loro volti e i loro sguardi nati dalla mano del pittore italo- argentino Silvio Benedetto: «C'è bisogno di tornare alla conversazione in questo tempo di protagonismo assoluto sui social. Non si ascolta più chi scrive, chi fa arte, chi cerca di fare un ragionamento».
Silvio Benedetto, da cinquant'anni stabile in Sicilia, terra che lo ha stregato, ha richiamato a sé, come in un sogno, gli scrittori che ha amato e conosciuto, finendo per attrarre (e ritrarre) anche i volti di altri autori del Novecento. Tutti intorno a Pier Paolo Pasolini, nel centenario della sua nascita.
«Avevo bisogno di rivedere i loro occhi, i loro sguardi – dice l'artista nato a Buenos Aires 85 anni fa – e così nasce questa mostra che ho voluto si facesse a Racalmuto, a casa di Leonardo Sciascia, scrittore che si affidò alla ragione per leggere e capire il mondo, uomo che parlava poco e ascoltava tanto. Oggi è tutto al contrario». Oltre cinquanta opere, una galleria di ritratti di scrittori in mostra da oggi nel paese dell'autore del "Giorno della civetta", esposte nella "Stanza dello scirocco" accanto alle opere di Silvia Lotti, in mostra nella casa dove visse gli anni dell'infanzia e della giovinezza Sciascia, da diversi anni diventata meta dei viaggiatori attratti dalla " Strada degli scrittori" e quindi museo aperto e vivo. «Si doveva partire da qui – tiene a precisare Silvio Benedetto – se pensiamo che lo stesso Sciascia ha voluto in questo piccolo paese una importante raccolta di ritratti di scrittori che lui nel tempo aveva raccolto».
[…]
Ed eccoli Pablo Neruda, Eduardo De Filippo, Vincenzo Consolo, Lucio Mastronardi, Alberto Moravia, Pierre Klossowski, Michele Perriera, Andrea Camilleri, Samuel Beckett, Carmelo Bene, Julio Cortàzar, Franco Cordelli, Dacia Maraini. E ancora: Federico Garcìa Lorca, Vladimir Majakovskij, Giuseppe Ungaretti, Samuel Beckett, Grazia Deledda e tanti altri. E poi i prediletti, Jorge Luis Borges, Kafka, Pirandello e Leonardo Sciascia. E, naturalmente, Pier Paolo Pasolini.
[…]
Salvatore Picone
 
 

La Repubblica, 30.12.2022
Valentina Lodovini: "Si parla ancora poco di sesso. Il segreto è non essere volgari"
L'attrice in sala a Capodanno ne I migliori giorni di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno. "Come lo festeggio io? Maschera al cetriolo sul viso e maratona de Il Padrino"

[…]
Gli italiani parlano poco di sesso?
«Sì. Mi sembra che si viva o come peccato, qualcosa di contorto, o in modo pornografico, come se ci fosse solo youporn. Il sesso è natura e linguaggio, sarebbe bello fosse più semplice sfiorarsi. Non conosco le reazioni al film, agli amici è piaciuto, nessuno infastidito. Aspetto le reazioni del mio quartiere: vicini, mercato, tintoria. Dopo l'episodio di Montalbano in cui andavo a letto con il babbo e l'uccidevo ho avuto molte critiche: tre signore mi hanno processato al supermercato. È stato fantastico».
[…]
Arianna Finos
 
 

Conquiste del lavoro, 31.12.2022
Un territorio narrativo a sé stante
Andrea Camilleri, La guerra privata di Samuele e altre storie di Vigata, Sellerio 2022, pp. 272, Euro 15,00

La Vigata di CamilIeri, a prescindere da Montalbano, è un territorio narrativo a sé stante, sovrapposizione letteraria a una località reale, in questo caso Porto Empedocle. Come il Wessex di Thomas Hardy, la contea dí Yoknapatawpha di William Faulkner, il Macondo di Gabriel Garçia Marquez e altre reinvenzioni sovrapposte dagli autori sovrappongono alle proprie zone di origine. Ben vengano dunque romanzi e racconti dove il commissario più atipico del giallo italiano lascia il campo ad altra umanità vigatese, anche del passato remoto. I n La guerra privata di Samuele e altre storie di Vigata si ritrovano piccoli capolavori che da vivo Andrea Camilleri pubblicò allegati al Corriere della Sera o quali contributi ad antologie collettive. Ciascuno di essi evoca un aspetto della vena di un autore che meritoriamente resterà a segnare il trapasso di millennio nella storia della letteratura italiana. Si comincia con la sessualità più torrida de La prora. Qui gli adolescenti liceali Nenè e Gina dànno prima libero sfogo alle rispettive tempeste ormonali, poi sono coinvolti in un gioco di coppie ben più complesso, con l'entrata in scena di Lollo, fratello della suddetta, e di Susina, cugina del protagonista. La posta è una dimostrazione di virilità che se mancasse getterebbe discredito su chi deve dimostrarla, tra la farsa alla Feydeau e le intermittenze della memoria. Quindi un salto al presente della crisi economica con L' uomo è forte, per seguire la discesa agli inferi di Tano, licenziato da una fabbrica di mattonelle ad alte prestazioni tecnologiche, e la moglie Lina, che vorrebbe sopperire alla perdita del salario da parte del marito. È una vicenda di riscatto umano che nulla concede al folklore e al ritratto d'ambiente. La Vigata del racconto potrebbe situarsi a una qualsiasi latitudine segnata dai disastri della civiltà post-industriale.
La targa è una commedia satirica che si svolge ai tempi del fascismo e denuda la tracotanza del regime, pronto ad accettare le menzogne sulla vita di un suo autorevole esponente del post pur di tenere alta la tronfia retorica dell'orbace.
Anche La guerra privata di Samuele, detto Leli è uno scorcio del ventennio nero. Ma Camilleri vi compare di persona in qualità di amico del personaggio che dà il titolo al racconto e al libro, un liceale ebreo tartassato dai professori razzisti e abilissimo nel contrattaccarli, fino alla promulgazione delle ignobili leggi antisemite che ingoiano il malcapitato e la sua famiglia. Si tratta di uno splendido frammento autobiografico dell'autore.
Segue La tripla vita di Michele Sparacino, apologo tragicamente sarcastico sulle direzioni impreviste che prende il fato di un innocente vigatese dalla sua nascita in poi. Scambio d'identità o scherzo del caso? Sparacino incarna l'uomo comune travolto dalle correnti furiose e incontrollabili dell'esistenza. Chiude il volume una sorta di fiaba che si addice alle festività fin dal titolo, I quattro Natali di Tridicino. Sono pagine che scorrono con un fluire struggente di situazioni legate al mare, perché non si deve dimenticare che Porto Empedocle-Vigata è una cittadina costiera. Nella parabola di un pescatore si consuma la dinamica straordinario dell'impossibile oggetto chiamato vita.
Enzo Verrengia
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 31.12.2022
Vasco, Michielin, Servillo e le donne della letteratura: così il 2023 andrà in scena in Sicilia
Guida agli eventi del nuovo anno fra musica, teatro, cinema e letteratura
[…]
Sellerio acquisirà le opere dei suoi autori di punta cominciando da "La paura di Montalbano", sei racconti di Andrea Camilleri pubblicati nel 2002 da Mondadori [In realtà Sellerio ha già acquisito i diritti di tutti i libri pubblicati con Mondadori e Rizzoli, NdCFC].
[…]
a cura di Isabella Di Bartolo, Mario Di Caro, Giusy La Piana, Eleonora Lombardo, Marta Occhipinti, Paola Nicita, Gigi Razete
 
 

Gattopardo, 12.2022
Libri al gusto di Sicilia
Intrecci da maestro
Andrea Camilleri
La guerra privata di Samuele e altre storie di Vigata
Sellerio

Racconti inediti e altri pubblicati negli ultimi 15 anni. Come sempre uniti dal talento affabulatorio del maestro agrigentino. La raccolta si apre con una «commedia» di equivoci e tradimenti, dai guizzi maliziosi e si chiude con un racconto di mare in cui sono presenti echi verghiani. E in mezzo c'è tutto il mondo di Camilleri fra intrecci sorprendenti, giochi in cui il tragico e il comico convivono. Fra uomini anziani che abbaiano alla luna e giorni di Natale da vivere profondamente. Due i racconti, poi ambientati in epoca fascista. Uno è sull'impostura di un falso eroe patriottico, al quale non si sa come dedicare una targa commemorativa; e uno stilla discriminazione razziale, in un ginnasio, nei confronti di uno studente ebreo che sa però come sbeffeggiare la persecuzione quotidiana di professori istupiditi dal regime.
Marcello Barbaro
 
 

Langosta literaria, 12.2022
Salvo Montalbano, una radiografía express

Conocí a Salvo Montalbano en la segunda novela que leí de Andrea Camilleri (la primera, La temporada de caza, la había leído varios años atrás y era ajena al personaje): La forma del agua (Salamandra, 2020), y desde entonces no he vuelto a pensar de la misma forma en Sicilia, esa que venía a mi mente cargada de escenas románticas de película antigua, en blanco y negro. Nada como la novela negra para quebrar el espejismo idealista que se teje frente a uno antes de visitar un lugar, sobre todo cuando dicho espacio está tan bien esculpido como la región de Vigata que Camilleri se inventa en sus novelas, y que es donde prácticamente toda la saga Montalbano tiene lugar.
¿Quién es Salvo Montalbano y por qué Andrea Camilleri lo eligió como el protagonista de su opus magnus? Para responder a esta pregunta podemos elegir entre dos respuestas que, a su vez, son complementarias entre sí: que el autor quería homenajear a un colega —el escritor español Manuel Vázquez Montalbán— al elegir el apellido Montalbano para su protagonista, pero que además de ello deseaba homenajear al propio personaje creado por Montalbán: el detective Pepe Carvalho, con quien Salvo Montalbano comparte profesión y alguna que otra afición; de hecho, no es descabellado pensar que, en el mundo actual, lleno de multiversos de toda índole, las creaciones de Camilleri y Montalbán podrían haber protagonizado un crossover de épicas proporciones; algo que nos quedaremos con ganas de leer pues, como ya se sabe, los padres de ambos detectives han dejado de existir años atrás, aunque esto no sea un motivo que detenga a propios y extraños de conocer las aventuras de Salvo y Pepe.
Volviendo de lleno a Montalbano, nos encontramos ante una serie compuesta por más de una veintena de libros —entre los que también se encuentra un puñado de relatos— con elementos clásicos de la novela negra, que van del descubrimiento de un crimen a la resolución del mismo, pasando por una serie de peripecias, descubrimientos e indagaciones que conducirán —al protagonista y al lector— al hallazgo del verdadero culpable del asesinato o misterio por resolver, y en las que la figura de Salvo Montalbano brilla por sus cualidades y defectos humanos. Camilleri hizo un espléndido trabajo de dimensión con su personaje, dotándolo de una complejidad y humanidad creíbles: desde la tortuosa relación amorosa con Genoise Livia, hasta la forma en la que se entrega al enfado con sus subordinados y superiores, pasando por clichés de carácter que empatan con los de otros grandes detectives de la novela negra, y en el que inclusive puede atisbarse la deuda que Camilleri tiene con Montalbán, pues tanto en las novelas de Montalbano como el las de Carvalho se le da, de pronto, una inhóspita importancia al tema gastronómico (tanto a Andrea como a Manuel les gustaba hacer una detallada descripción de los menús degustados por sus personajes dentro de sus propias novelas); así mismo, el trabajo con los entornos, la ambientación y los personajes secundarios no desmerece ni un gramo bajo la gran calidad de la pluma del escritor italiano.
Es importante destacar que Camilleri hacía hincapié en el hecho de que el Montalbano de La forma del agua era apenas un bosquejo del personaje que quería construir; bosquejo en el que trabajó arduamente para definir la silueta íntegra del comisario en su segunda novela, El perro de Terracota (Salamandra, 2020), y al que consecutivamente fue dándole mayor profundidad conforme la historia avanzaba en posteriores entregas. Siendo el escritor de fama tardía que fue —se inició en la escritura de novelas después de los sesenta años. Eso sí, anteriormente se había dedicado en cuerpo y alma al mundo de las artes, donde ejerció como guionista, profesor de arte dramático y director de teatro—, Camilleri nunca pareció tener prisa en conseguir hacerse de un espacio dentro de la literatura italiana, pudiendo dedicar la última mitad de su vida con cierta tranquilidad a la actividad que le apasionaba: escribir literatura.
A pesar de que la saga del comisario Montalbano cuenta con un orden de lectura que es indispensable seguir si se pretende llevar un hilo cronológico de los acontecimientos ocurridos en las novelas, la maestría de Camilleri permite el disfrute de cada obra por separado. A título personal, considero altamente recomendable iniciar con La forma del agua, primer título de la serie; paladear el entorno de la región de Vigata creada por Camilleri, saborear sus personajes y masticar sus múltiples tramas, y continuar así, una a una, con las distintas novelas que componen el grueso de las aventuras de Montalbano, un personaje indispensable de las letras italianas que fue creciendo conforme se alimentaba el mito de su creador, el inigualable Andrea Camilleri.
David Rubio

Salvo Montalbano, una radiografia express

Ho conosciuto Salvo Montalbano nel secondo romanzo che ho letto di Andrea Camilleri (il primo, La stagione della caccia, l'avevo letto diversi anni fa ed era estraneo al personaggio): La forma dell'acqua (Salamandra, 2020), e da allora ho non ho ripensato allo stesso modo alla Sicilia, quella che mi è venuta in mente carica di scene romantiche di vecchi film, in bianco e nero. Niente come il giallo per spezzare il miraggio idealistico che si intesse davanti a uno prima di visitare un luogo, soprattutto quando tale spazio è ben scolpito come la regione di Vigata che Camilleri inventa nei suoi romanzi, ed è lì che si svolge praticamente tutta la saga di Montalbano posto.
Chi è Salvo Montalbano e perché Andrea Camilleri lo ha scelto come protagonista del suo opus magnus? Per rispondere a questa domanda, possiamo scegliere tra due risposte che, a loro volta, si completano a vicenda: che l'autore ha voluto onorare un collega —lo scrittore spagnolo Manuel Vázquez Montalbán— scegliendo il cognome Montalbano per il suo protagonista, ma che oltre a ha voluto rendere omaggio al personaggio creato dallo stesso Montalbán: il detective Pepe Carvalho, con il quale Salvo Montalbano condivide un mestiere e qualche altro hobby; non è infatti irragionevole pensare che, nel mondo di oggi, ricco di multiversi di ogni genere, le creazioni di Camilleri e Montalbán avrebbero potuto essere protagoniste di un crossover di proporzioni epiche; qualcosa che vorremo leggere perché, come è già noto, i genitori di entrambi i detective hanno cessato di esistere da anni, anche se questo non è un motivo che impedisce a locali e sconosciuti di conoscere le avventure di Salvo e Pepe.
Tornando compiutamente a Montalbano, ci troviamo di fronte a una serie composta da più di venti libri —tra i quali vi sono anche una manciata di racconti— con elementi classici del romanzo poliziesco, che vanno dalla scoperta di un delitto alla risoluzione di se stesso, attraversando una serie di vicende, scoperte e inchieste che porteranno -al protagonista e al lettore- a trovare il vero colpevole dell'omicidio o del mistero da risolvere, e in cui la figura di Salvo Montalbano brilla per i suoi pregi e difetti umani . Camilleri ha fatto uno splendido lavoro nel dimensionare il suo personaggio, dotandolo di credibile complessità e umanità: dalla sua tortuosa storia d'amore con la genovese Livia, al modo in cui si abbandona alla rabbia con i suoi subordinati e superiori, attraverso i cliché del personaggio che si legano a quelli di altri grandi detective del poliziesco, e in cui si intravede persino il debito che Camilleri ha con Montalbán, poiché sia nei romanzi di Montalbano che in quelli di Carvalho, improvvisamente, viene data un'importanza inospitale al tema gastronomico (sia ad Andrea che a Manuel piaceva fare un descrizione dettagliata dei menu degustati dai loro personaggi nei propri romanzi); Allo stesso modo, il lavoro con gli ambienti, l'ambientazione e i personaggi secondari non toglie nulla alla grande qualità della penna dello scrittore italiano.
È importante notare che Camilleri ha sottolineato il fatto che Montalbano in La forma dell'acqua fosse solo un abbozzo del personaggio che voleva costruire; uno schizzo in cui ha lavorato duramente per definire l'intera sagoma del commissario nel suo secondo romanzo, Il cane di Terracotta (Salamandra, 2020), e al quale ha consecutivamente dato maggiore profondità man mano che la storia procedeva nelle puntate successive. Essendo lo scrittore di ultima generazione che era, ha iniziato a scrivere romanzi dopo i sessant'anni. Certo, prima si era dedicato anima e corpo al mondo delle arti, dove ha lavorato come sceneggiatore, insegnante di recitazione e regista teatrale, Camilleri non sembrava avere mai fretta di guadagnarsi uno spazio all'interno della letteratura italiana, potendo dedicare con una certa tranquillità l'ultima metà della sua vita all'attività che lo appassionava: scrivere letteratura.
Nonostante la saga del Commissario Montalbano abbia un ordine di lettura che è indispensabile seguire se si vuole mantenere un filo cronologico degli eventi che si succedono nei romanzi, la maestria di Camilleri permette la fruizione di ogni opera separatamente. Personalmente, ritengo altamente consigliabile iniziare con La forma dell'acqua, il primo titolo della serie; assaporando l'ambiente della regione di Vigata creato da Camilleri, assaporandone i personaggi e masticandone le molteplici trame, e proseguendo così, uno per uno, con i diversi romanzi che costituiscono il grosso delle avventure di Montalbano, personaggio irrinunciabile della cultura italiana lettere che crescevano man mano che si alimentava il mito del suo creatore, l'impareggiabile Andrea Camilleri.
[Traduzione con Google Translator, NdCFC]
 
 

 


 
Last modified Friday, February, 03, 2023