SICILIA, LUGLIO 1943
Su una spiaggia sette ragazzini sono impegnati come ogni estate in un gioco da loro ideato. È una scommessa,
si puntano soldi, chi vince prende tutto. Un’avventura che rapisce per intere giornate i bambini nella magia di una
misteriosa attesa. Cosa aspettano? Cosa cercano? Perché quell’inusuale rito preparatorio? I giorni si susseguono
ma nulla accade… Escluso dal gioco, Gennarino, il più piccolo del gruppo, osserva in disparte. È proprio lui però
che sembra custodire la soluzione. Tra lo stupore e la rabbia dei giocatori sembra chiarirsi il mistero dell’attesa…
“L’interesse per la Sicilia mi ha portato al libro di Andrea Camilleri,
ricco di aneddoti e storie della sua terra. In particolare Il gioco della
mosca ha suscitato il desiderio di renderlo per immagini – racconta Adriano Giannini -.
Nella fase di scrittura ho ampliato gli elementi drammaturgici, calando competizione e conflitto individuale in una
atmosfera di mistero e magia. Colori, ritmi, odori, sapori e silenzi avvolgono i pensieri ed i corpi dei ragazzi. Mi
appassiona raccontare i giochi che orientano la crescita di un bambino. Anzi credo che oggi i ragazzi siano quasi
derubati dello spazio e del tempo del pensiero fantastico”.
Il cortometraggio è stato realizzato tra Porto Empedocle e Villaseta, nei luoghi in cui è cresciuto Andrea Camilleri,
e nella riserva marina di Torre Salsa (Agrigento), oasi del WWF,
ed è stato girato interamente con luce naturale, mentre la scena finale è stata realizzata utilizzando 3D e compositing.
Il film è stato presentato alla
66ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia
e ha vinto il Nastro d'argento come miglior cortometraggio.
Un estratto del film, pubblicato su
Repubblica Tv
Notevole esordio nella regia di Adriano Giannini, che con “Il gioco” prende spunto da un racconto
di Andrea Camilleri infondendo ad una storia d’infanzia pervasa di magia una raffinata dimensione
visiva messa a punto negli anni dell’apprendistato come operatore di macchina, ancora precedente
il suo debutto come attore.
(Il Velino, 21.8.2009)
Adriano Giannini regista in Sicilia "Così porto al cinema Camilleri"
L'incontro è stato casuale, quello tra Adriano Giannini e il racconto di Andrea Camilleri, "Il gioco della mosca".
Da qui l'idea di trasformarlo in un cortometraggio, il suo primo, ambientandolo in Sicilia. Ne è venuto fuori "Il gioco", un
racconto recitato in dialetto siciliano che Adriano Giannini presenta oggi al Festival del Cinema di Venezia, realizzato in
collaborazione con Cinesicilia.
Racconta Giannini junior: «Quando ho letto il racconto di Camilleri mi è sembrato subito
perfetto per restituirlo visualmente. Ho telefonato allo scrittore, subito gentile e disponibile a cedermi il suo testo. E così
sono arrivato in Sicilia per scegliere i ragazzi e i luoghi».
Quando è ambientato il racconto?
«Indietro nel tempo, nel luglio
del 1943. Sette ragazzini giocano su una spiaggia. L'atmosfera è sospesa, i ragazzi più grandi si guardano e scommettono.
Un'avventura che rapisce per intere giornate i nostri protagonisti nella magia di una misteriosa attesa. Resta escluso solo
Gennarino, quello più piccolo, che ha quattro anni e che sembra possedere le chiavi del gioco».
Come ha scelto il luogo in Sicilia?
«Ho viaggiato molto in Sicilia, e poi ho scelto Torre Salsa, ad Agrigento, un'oasi del Wwf di grandissima
bellezza. E tra l'altro lontana da costruzioni e scempi, perfettamente conservata, visto che dovevo ambientare la storia
negli anni Quaranta. I ragazzi sono stati scelti nelle scuole, tutti siciliani e straordinari».
E il dialetto è stato un problema?
«No, conosco bene la Sicilia, suoni e colori mi sono familiari».
Paola Nicita (La Repubblica (ed. di Palermo), 9.9.2009)