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Camilleri in musica



La storia del Pimpigallo di Rocco Mortelliti

Intermezzo - La canzone di Patò (dalla colonna sonora del film La scomparsa di Patò)

Maruzza Musumeci - dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri

Prima esecuzione: Noto (SR), Cortile Collegio dei Gesuiti, 10 agosto 2013, nell'ambito di Noto Musica

Voci recitanti: Nino Frassica, Alessandra Mortelliti
Musiche e direzione: Paola Ghigo
Messa in scena: Rocco Mortelliti
Ensemble Patò: Giusi Ledda (flauto), Francesco Scozzaro (clarinetto), Alberto Galletti (pianoforte), Marco Quaranta (violino), Ettore Belli (viola), Dante Cianferra (violoncello
Canto: Eleonora Bordonaro


Il cast al completo e Nino Frassica con Alessandra Mortelliti (foto Laura Madau)


Alessandra Mortelliti


Rassegna stampa

Il pappagallo che imitava Andrea Camilleri

La storia del pappagallo che imitava Andrea Camilleri diventerà opera teatrale. Il confine fra la realtà e la fantasia quando si parla dello scrittore di Porto Empedocle è sempre sottile, ma questa «storia vera è», spiega a l’Unità il regista Rocco Mortelliti. «La storia dell’imitazione da parte del pappagallo è talmente vera, che più volte in assenza di Andrea siam stati colti di sorpresa», racconta Mortelliti.
Qui occorre aggiungere una nota non irrilevante, il regista de La scomparsa di Patò (la prima volta di un romanzo camilleriano trasposto sul grande schermo), per molti anni è stato sposato con Andreina, figlia dello scrittore. Camilleri ogni mattina passava a trovarli da casa, prima di andare a lavorare, e si metteva a dialogare con il pappagallo.
Mortelliti chiosa: «Era davvero divertente assistere ad una scena che si ripeteva con regolarità e precisione. Andrea rivolto al pappagallo diceva: “Ciao bello Pimpigallo, come stai? Mannaggia, mannaggia”. La cosa curiosa è che il Pimpigallo lo stava ad ascoltare con decisa attenzione». Ma come si erano conosciuti il Pimpigallo e lo scrittore? «Incontro fortuito fù, verso la fine degli anni Settanta, nella terrazza di casa Camilleri, e lo scrittore lo accolse subito».
Mortelliti sorride, fa una pausa, poi spiega: «Guardi che non è una fiaba, quel pappagallo esisteva e imitava la voce di Camilleri con quel tipico influsso siculo, la profondità cavernosa, persino le sfumature del tono. Neanche Rosario Fiorello ha raggiunto tale perfezione». Quando e come vi siete accorti della imitazione perfetta?
«Eravamo in Toscana, dove Andrea si trasferisce per un periodo, durante l’estate. In quei giorni, però, Andrea si trovava in Sicilia per motivi di lavoro. Sorpresi, sentendo la sua voce, iniziammo a cercarlo nella casa in campagna. Niente da fare, eppure eravamo certi, avevamo sentito la sua voce.
Il giallo lo svelammo da lì a poco, perché vedemmo ed ascoltammo il piccolo pappagallo dire e ridire: “Ciao bello Pimpigallo, come stai? Mannaggia, mannaggia”. Da quel momento il Pimpigallo non ha smesso di fare le sue imitazioni, anzi quotidianamente dialogava con Andrea. Così è stato fino alla sua dipartita, per motivi di vecchiaia». In buona sostanza, il piccolo pappagallo è diventato uno di casa? «Proprio così, l’ho omaggiato tempo fa con una citazione in una sceneggiatura tv. Ma merita di più...»
E dunque? «La storia diventerà una opera teatrale, con protagonista Nino Frassica, nel ruolo di Camilleri. Ho già scritto il testo e penso che il debutto sarà in terra sicula, a Noto. Le musiche per orchestra saranno di Paola Ghigo. Non mi faccia dire di più, ho già svelato quasi tutto». Chi interpreterà la voce del Pimpigallo? «Guardi, ho pensato di proporlo a Rosario Fiorello. Ma non l’ho ancora sondato. Non ci ho parlato proprio. Mi creda neanche con un cinguettio via twitter. Lo saprà attraverso questo articolo su l’Unità...»
Salvo Fallica - l’Unità, 21.12.2012


Piece teatrale sul pappagallo di Camilleri
Intervista a Rocco Mortelliti e Salvo Fallica



Letizia Vella - TGR Sicilia, 18.7.2013


Stasera a NotoMusica la prima di "Camilleri in musica"
«Mi manda nonno Andrea e racconto il Pimpigallo»
Alessandra Mortelliti e Nino Frassica sono gli interpreti delle letture teatrali dello spettacolo

Noto. Il nonno non ha ancora avuto modo di apprezzare la sua lettura teatrale de “La storia del Pimpigallo”. «Non c'è stata l'occasione. Si rifarà in futuro», dice Alessandra Mortelliti che, stasera, alle 21 nel cortile del Collegio dei Gesuiti di Noto, sarà in scena insieme con Nino Frassica, nell'ambito di Notomusica, nella prima di “Camilleri in musica”, spettacolo ideato da papà Rocco Mortelliti, che ne cura anche la regia, su musiche di Paola Ghigo.
Il nonno in questione è Andrea Camilleri che è ispiratore de “La storia del Pimpigallo” e autore di “Maruzza Musumeci”, favola letta a due voci da Alessandra Mortelliti e Nino Frassica, nella seconda parte dello spettacolo. A separare le due letture “La canzone di Patò”, interpretata da Eleonora Bordonaro, anch'essa scritta da Rocco Mortelliti su musica di Paola Ghigo, per la pellicola camilleriana “La scomparsa di Patò”.
Il Pimpigallo del racconto altro non è che il "fu pappagallo" di casa Mortelliti che aveva imparato alla perfezione a imitare la voce di nonno Andrea. «Su questa storia mio padre padre ha scritto il racconto che un po' mi riguarda perché mi restituisce l'atmosfera fiabesco-animalesca della mia infanzia. In casa c'era anche un gatto che avrebbe dovuto essere soppresso per essersi rotto la schiena e che, invece, campò vent'anni», racconta Alessandra.
L'atmosfera fiabesco-animalesca è rievocata anche in “Maruzza Musumeci”, «la donna sirena raccontata in una delle fiabe della trilogia dark del nonno sulla metamorfosi femminile. In questa lettura duetto con Nino Frassica, attore di cui sono, prima di tutto, una fan e con il quale ho già avuto la fortuna di lavorare ne “La scomparsa di Patò”».
Per Alessandra non è, quindi, difficile calarsi nel mondo camilleriano e nella regia di papà Rocco. «Diciamo che vado in automatico - sorride l'attrice diplomata all'Accademia d'arte drammatica di Roma -. Che consigli mi danno? Sono entrambi amanti della tecnica attoriale. Con quella, mi hanno sempre detto, sarai capace di interpretare qualsiasi ruolo».
In attesa di sapere dove andranno in scena le altre repliche di “Camilleri in musica” («Ce lo chiedono da più parti», dice il papà regista), Alessandra Mortelliti tornerà in teatro con Michele Riondino (“Il giovane Montalbano”) ne “La vertigine del drago”, piece diretta da Riondino e scritta dalla stessa Alessandra. Perché buon sangue non mente.
Mariella Caruso - La Sicilia, 10.8.2013


Festival Notomusica. “La storia del Pimpigallo” e “Maruzza Musumeci”
Frassica e la Mortelliti incantano
voce e anima per due favole in musica

Grecità e ironia nel racconto di Camilleri affidato all'attore
L’attrice restituisce la liricità della fiaba, di Rocco Mortelliti, dedicata al pennuto “nico giallo”

Noto. Lu pimpigallu di sangu gentili, verrebbe da dire al posto di "Vernagallo" della canzone sulla sventurata Baronessa di Carini.
E davvero gentile doveva essere il sangue che scorreva nelle venuzze microscopiche di quell'"affare nico giallo", un pennuto inusuale tra pappagallo e cardellino, ospite inatteso in casa Camilleri, capace di una umanità che con i legittimi titolari, gli umani, sembra avere sempre meno a che fare.
”La storia del Pimpigallo” è la prima delle due favole-fiabe (di Rocco Mortelliti, curatore della messa in scena; la seconda è di Andrea Camilleri, dal romanzo “Maruzza Musumeci”) che hanno animato ieri l'altro la serata "Camilleri in musica" per Notomusica, il festival inventato quasi quarant'anni fa da Corrado Galzio e diretto da lui con il maestro clarinettista Ugo Gennarini.
Sul palco del Cortile del Collegio dei Gesuiti, Nino Frassica e Alessandra Mortelliti "voci recitanti" autentiche perché non voci semplicemente sovrapposte su un tessuto sonoro ma strumenti in accordo con altri strumenti. In questa sede, l'Ensemble Patò (al consueto trio d'archi si aggiungono flauto, clarinetto, pianoforte) diretto da Paola Ghigo, autrice della partitura caleidoscopio di generi e stili, dal beguine al klezmer con lunghe tirate melodiche, "commenti" da soundtrack e un song, “La canzone di Patò” interpretata da Eleonora Bordonaro che faceva da "sipario" tra il primo e il secondo "cunto".
Il Pimpigallo. Il visitatore alato è realmente arrivato in quella casa romana di Prati e facilissimo è riconoscerne, nel padrone di casa, il papà di Montalbano, non foss'altro che per la ciminiera di sigarette e la prima colazione con whisky al posto del cappuccino. Del clan camilleriano, l'affare nico giallo assume amori e umori, al punto da riprodurre, da prodigioso istrione, la voce del patriarca Andrea.
La Mortelliti restituisce la liricità del racconto (che ci fa venire in mente “Storie di animali e altri viventi” di Asor Rosa) con comunicativa e stupore bambino che non consentono distrazioni né cedimenti di ritmo. L'incedere è chiaro, convincente e avvincente.
E si fa preludio alla drammaturgia più elaborata, eterea e mitica in cui Nino Frassica (a tratti in dialogo con lei) dà volto, voce, anima e incanto surreale - una dote che è la sua cifra e lo vede vincente in qualunque tipo di performance - a Gnazio Manisco di “Maruzza Musumeci”.
Terragno e terrorizzato dal mare, Gnazio se ne infischia del viaggio della speranza a Ellis Island (siamo nel 1890) e se ne torna in Sicilia dove costruisce una casuzza senza neanche una finestra che possa dare sul mare. Ma in mare tutto comincia e finisce. Sa di mare l'amore tra lui e Maruzza (dopo che la sensale, ‘gna Pina, ha controllato "comu funzionìa u manicu masculinu"), donna bellissima che crede d'essere una sirena. Il mare ("thàlassa, thàlassa") balbetta la figlioletta Resina (anagramma di sirena). E giusto Gnazio, capace solo di "arimunnare" gli alberi, sarà il tramite prescelto perché le sirene, offese con Ulisse, si riconcilino con l'uomo quando Resina raggiungerà in fondo al mare il fratello soldato rifugiatosi in una grotta marina.
Grecità e ironia, odore di sirene alla Tomasi di Lampedusa (impossibile non pensare al grecista Rosario La Ciura) e quell'ecumenismo linguistico per cui il messinese Frassica parla il vigatese di Camilleri. E' la koinè del Mare Nostrum, è la culla ideale in cui raccontarsi ancora un'ultima favola.
Carmelita Celi - La Sicilia, 12.8.2013


Galleria fotografica



Un momento delle prove (foto Laura Madau)


Uno scorcio dalla platea (foto Antonio Palma)


Paola Ghigo (di spalle), Nino Frassica e Alessandra Mortelliti (foto Antonio Palma)


I ringraziamenti finali di Rocco Mortelliti e dell'Ensemble Patò (foto Laura Madau)


Paola Ghigo e Nino Frassica (foto Laura Madau)




Last modified Friday, September, 13, 2013