Il volume raccoglie scritti pubblicati su
l'Unità nella rubrica
"Lo chef consiglia".
“Il problema nasce quando i nani rappresentano il loro Dio … e il problema è ancora più grave quando un nano si crede addirittura Dio. Lei pensa che io stia alludendo? Non si sbaglia.”
Andrea Camilleri
Andrea Camilleri, Saverio Lodato e Marco Travaglio presentano il volume al Circolo degli Artisti di Roma (17 settembre 2010)
Eravamo partiti dall’ars amatoria di Berlusconi e siamo arrivati ai condomini «facilitati» dei politici e la crisi economica che mette in pericolo l’euro e minaccia i portafogli degli italiani, soprattutto quelli che nel portafogli non hanno granché. In mezzo,
tra commedia e tragedia, con accenti talvolta comici, sono molti gli appuntamenti da raccontare: il divorzio di B. con Veronica, il nuovo giornalismo alla Minzolini, le amazzoni di Gheddafi, il G8 a L’Aquila e poi gli scandali che hanno investito la protezione civile, l’attacco a "Gomorra", le elezioni regionali, Garibaldi, la crisi del Pd, il ddl sulle intercettazioni, fino a Cannes e il film Draquila che tanto ha fatto indispettire il nostro ministro Bondi. Compreso Scajola e l’appartamento comprato «a sua insaputa». Commenta Camilleri: «Pirandello ai suoi tempi sembrò cervellotico, oggi sarebbe cronista di scarsa fantasia». La realtà italiana infatti supera di gran lunga l’immaginazione, tante sono le domande rimaste senza risposta. Camilleri si diverte a farle a se stesso e a noi lettori. E conclude, riferendosi alla classe politica: «Per confrontarsi sulle idee, bisogna innanzitutto averle». Il viaggio nel «Paese senza verità» (Sciascia) non smette di stupire.
Ci abbiamo preso gusto. Ci diverte, nei limiti del possibile, dire la nostra; di testa nostra. Qualcosa di simile allo yoga, con posizioni a volte scomode, a volte ardite, ma utili a migliorare la respirazione, l’afflusso di sangue al cervello, in un’Italia asfittica, incattivita, di un rigore spaventosamente cadaverico. Sono tempi durissimi per le idee. Sono i tempi di un’arroganza esasperata del potere. Sono i tempi delle maschere che non si vergognano di ghignare alla luce del sole. Sono tempi in cui negare l’evidenza, capovolgere la verità, nascondere le responsabilità, beatificare i colpevoli, sono diventati altrettanti espedienti per esercitare il comando su una popolazione smarrita, piegata, svuotata.
Si vota. Si vota, certo. Ma è quasi un accasciarsi nel seggio elettorale, con la matita in mano, nel disperato tentativo di turarsi il naso, chiudere gli occhi, e così riuscire a infilzare i fantasmi. Molti, ormai, non votano più essendosi stancati di questa eterna corsa al «meno peggio». Ma né gli uni né gli altri possono riuscire a mettere in fuga i fantasmi che, inesorabilmente, si daranno il cambio fra un’elezione e l’altra. Nessuno mette in evidenza che se anche ad andare a votare fossero dodici persone in tutto, questa dozzina di elettori rinnoverebbe, da sola, la Camera e il Senato.
Scriveva Antonio Gramsci: «In realtà ogni generazione educa la nuova generazione, cioè la forma, e l’educazione è una lotta contro gli istinti legati alle funzioni biologiche elementari, una lotta contro la natura, per dominarla e creare l’uomo “attuale” alla sua epoca».
Domandiamoci allora: qual è l’uomo «attuale » in questa nostra epoca? Quale sarà l’italiano «attuale» fra dieci, vent’anni? In che modo questa generazione sta educando la generazione del domani? Ma non si fa prima a dire che, mai comedi questi tempi, stiamo assistendo al trionfo di «istinti legati alle funzioni biologiche elementari»?
(Brano dal prologo pubblicato su l'Unità, 10.7.2010)
PRETESTI
...a pagina 17-18
“Demonizzando Berlusconi si fa il suo gioco? Credo al contrario che sia il tacere a fare il suo gioco.”
...a pagina 6
“È un Italia che si è magnificamente adattata a vivere a sua insaputa. Si beve perfino la favoletta che vogliono mettere il bavaglio alle intercettazioni telefoniche per la difesa della sua vita privata.”