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Un inverno italiano

Cronache con rabbia 2008-2009



Autore Andrea Camilleri, Saverio Lodato
Prezzo E 14,60
Pagine 352
Data di pubblicazione 9 luglio 2009
Editore Chiarelettere
Collana Reverse


Il volume raccoglie gli scritti pubblicati su l'Unità nella rubrica "Lo chef consiglia".

Andrea Camilleri presenta il volume in un'intervista a Corradino Mineo andata in onda su Rainews24 il 30.6.2009.

Andrea Camilleri e Saverio Lodato hanno presentato il volume a Roma l'8.3.2010, insieme a Giovanni Maria Bellu, Silvia Resta e Andrea Vianello.
Cliccare sui link seguenti per i video.
Presentazione Un inverno italiano, Roma (8 marzo 2010) - (1/9)
Presentazione Un inverno italiano, Roma (8 marzo 2010) - (2/9)
Presentazione Un inverno italiano, Roma (8 marzo 2010) - (3/9)
Presentazione Un inverno italiano, Roma (8 marzo 2010) - (4/9)
Presentazione Un inverno italiano, Roma (8 marzo 2010) - (5/9)
Presentazione Un inverno italiano, Roma (8 marzo 2010) - (6/9)
Presentazione Un inverno italiano, Roma (8 marzo 2010) - (7/9)
Presentazione Un inverno italiano, Roma (8 marzo 2010) - (8/9)
Presentazione Un inverno italiano, Roma (8 marzo 2010) - (9/9)

Questi politici sempre più si considerano intoccabili. Il loro motto è: "Io pozzu fari e disfari e cuntu non aiu da dari"
Andrea Camilleri

Chi meglio di Andrea Camilleri può raccontare la tragicommedia che stiamo vivendo? Saverio Lodato ha dato voce al più popolare scrittore italiano, che commenta giorno per giorno, dal novembre 2008 al maggio 2009, fatti, misfatti, personaggi e figurine che hanno invaso le cronache di giornali e tv.
Ecco in scena le bravate di “Piccolo Cesare” insieme con il terremoto e la passerella elettorale, l’infinita emergenza extracomunitaria e i provvedimenti disumani del governo, la pena e lo sciacallaggio sul dramma di Eluana, la Chiesa di Tettamanzi (ma anche quella del papa), l’incivile polemica sul biotestamento, la ridicola censura a Vauro, il lodo Alfano che grazia Berlusconi…
Un Camilleri controcorrente, tra storia e cronaca, tradizione e racconto. Con il gusto di trovare le parole giuste per ribaltare la grammatica di quello che siamo diventati.


PRETESTI

a pagina 302
“La berlusconite è un’infezione mortale incurabile, che porterà alla rovina l’Italia tutta. Come già accaduto con un altro capo di governo, Benito Mussolini.”

a pagina 230
“Piuttosto poi che prima, la Chiesa i suoi errorisa riconoscerli. Ci mette un po’ di tempo, prendiamo Galileo, ma alla fine ci arriva. Scommettiamo che nel 4018 il preservativo sarà consentito?”

a pagina 220
“Quando la rete viene tirata in superficie i tonni si contendono il poco spazio fino a uccidersi fra loro. Solo in quel momento il rais, nel caso specifico Berlusconi, ordina di arpionare.”

a pagina 171
“‘Scancellamu e accominciamu da capu’. Me l’ha fatto tornare in mente tutto il gran scusarsi degli ultimi tempi. Dalle scuse di Tremonti per la bidonata della social card a quelle del papa al popolo ebreo. Da noi le scuse non significano il proposito di non ripetere l’errore o l’offesa, ma tutt’altro.”

a pagina 99
“Velata verità
Segreto stupore
Sguardo leggero
Insondabili orizzonti.”
Sandro Bondi, "Fra le tue braccia",
poesia dedicata a Marcello Dell’Utri

a pagina 308
“Un deputato che porta a letto due ragazze e sniffa con loro fa danno a se stesso, alla sua famiglia, al suo partito. Ma un presidente del Consiglio è un’altra cosa: se dà scandalo, esso non solo investe lui, la famiglia e il partito, ma soprattutto la nazione che rappresenta.”


L'Italia nel mare del grandguignol. Ecco il kit di sopravvivenza
di Saverio Lodato

Un’Italia ormai prossima al collasso. Un’Italia insensata, dissennata. Che gli osservatori stranieri capiscono sempre meno. Che le istituzioni internazionali guardano con un misto di sospetto, diffidenza, sconcerto. Un’Italia che non perde occasione di bistrattare i suoi stessi premi Nobel. Un’Italia dove il troglodita di turno può permettersi di dileggiare il Capo dello Stato. Un’Italia dove il potere abita in una casa privata. Un’Italia in cui i politici al governo hanno dato vita a un’immensa corte di famuli e manutengoli. Un’Italia con uno dei più colossali conflitti di interesse del pianeta. Un’Italia dove il premier invita i terremotati a «scendere in albergo». Un’Italia dove il premier è conosciuto con il vezzeggiativo di «papi». Un’Italia dove il ministro degli interni spiega di volere essere «cattivo» con gli extracomunitari. Un’Italia in cui elzeviristi di regime fanno le pulci alla Storia ma chiudono occhi, orecchie e bocca di fronte al presente.
LA SCOMMESSA
Un giorno dietro l’altro, frase dopo frase, pagina dopo pagina, con tanta rabbia per come ci siamo ridotti; con un occhio rivolto alle speranze dei padri fondatori della nostra Repubblica, e l’altro allo scempio, che in ogni campo, viene ormai fatto di valori sino a ieri riconosciuti, condivisi, indiscutibili: "Un inverno italiano" è stato scritto così. Libro singolare: quasi un grandguignol della politica e della cronaca italiane, ma senza alcun bisogno di introdurre effetti speciali. Questo libro è nato da una constatazione e da una scommessa.
La constatazione era che, ogni giorno, la cronaca politica, quella nera, quella rosa, quella economica, quella del mondo dei media - per fare solo qualche esempio -, si portano dietro un’infinità di domande destinate a restare prive di risposta, in un affastellarsi di «casi» sempre più sensazionali, «notizie» sempre più eclatanti, «misteri» sempre più indecifrabili. Con il risultato che - alla fine - lettori o spettatori che siano, ne sanno quanto prima, e si ritrovano in uno stato a dir poco confusionale. Leonardo Sciascia aveva fatto in tempo ad accorgersi che l’ Italia era diventata «un paese senza verità». Non poteva prevedere che sarebbe diventato il paese dalle mille verità.
Siamo diventati il paese dei convertiti, dei folgorati, su questa o quella via di Damasco, degli smemorati di Collegno, degli sbianchettatori, dei crociati medievali sulla vita, dei dispregiatori della vita di chi ha la pelle di un colore diverso dal nostro. Il paese dalle mille caste. Il paese delle leggi bricolage. Il paese, insomma, che sta perdendo tutto il suo passato. Ma alla constatazione, faceva seguito la scommessa. E la scommessa era quella di trovare, giorno dopo giorno, almeno un piccolo bandolo della matassa, per provare a ragionarci su. (...)
VIA DAL MARE DI CHIACCHIERE
A metà novembre 2008, andai a trovare Andrea Camilleri, che conosco dai tempi della "Linea della palma" (Rizzoli), il libro in cui mi aveva raccontato la sua vita. Che potevamo fare ancora una volta insieme? Che potevamo inventarci per offrire a qualche volenteroso lettore una quotidiana «pillola» di sdegno civile? Un piccolo kit di sopravvivenza, in un mare sterminato di luoghi comuni, verità addomesticate, versioni di regime?
Gli antichi scrittori di storie del mare raccontano che nelle stive degli antichi vascelli ci fosse sempre una scorta di numerosi barili di olio che, in caso di burrasca, servivano a far placare le onde almeno nello spazio più vicino alla nave, dando così all’equipaggio il tempo di decidere il da farsi. Verità o leggenda che sia, l’esigenza era esattamente quella: evitare di essere giornalmente sommersi dal mare delle chiacchiere, dal mare del grandguignol, tirare su una piccola barriera frangiflutti che durasse almeno per ventiquattr’ore. È nata così la rubrica "Lo Chef consiglia". Che la direzione de l’Unità abbia entusiasticamente accettato di ospitare nella sua piccola stiva questo insolito carico di barili d’olio, è merito che le va riconosciuto.

(Pubblicato su l'Unità il 9/7/2009)


Immagine da l'Unità



Last modified Wednesday, July, 13, 2011