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RASSEGNA STAMPA

FEBBRAIO 2004

 
3.2.2004
Montalbano torna in libreria
Andrea Camilleri annuncia l'uscita di due libri con storie del Commissario: "La prima indagine" e "La pazienza del ragno"

Entro la prossima estate sarà in libreria "La prima indagine" (Mondadori), una raccolta di tre nuovi racconti lunghi in cui sono narrate indagini "giovanili" del commissario Montalbano (in nessuna di queste indagini Montalbano è alle prese con omicidi).
È inoltre prevista per l'autunno 2004 la pubblicazione del nuovo romanzo, "La pazienza del ragno" (Sellerio).
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 4.2.2004
Quando la tv trasmetteva la Sicilia in bianco e nero
I ricordi dei primi servizi dei pionieri siciliani come la ricezione scadente e l´assalto di una scimmia
Venerdì a Villa Zito si inaugura una mostra di fotografie Alinari sui cinquant´anni della Rai con Pippo Baudo testimonial
La prima vera sede fu il condominio di via Terrasanta dato che i servizi li spediva il portiere
La memoria dell´Isola è Zavoli tra le macerie del Belice e Gregoretti alla ricerca degli ultimi Gattopardi

Si inaugura venerdì alle 17 a Villa Zito, sede della Fondazione Banco di Sicilia, la mostra "ImmagineRai", 158 fotografie sull´epopea dei 50 anni della televisione. L´esposizione a Palermo resterà aperta fino al 26 febbraio, poi comincerà il tour nelle altre città. Mattatore dell´inaugurazione sarà Pippo Baudo. Parteciperanno: Salvatore Butera, presidente della Fondazione, Claudio Ferretti e Barbara Scaramucci, che presenteranno il volume "RicordeRai" da loro curato, Giuseppe Cereda, Claudio de Polo dell´associazione "Fratelli Alinari" che ha curato la mostra, Giuseppe Marchetti e l´assessore Fabio Granata. Nel quadro delle manifestazioni anche due tavole rotonde: il 13 febbraio sulla Rai in Sicilia e il 27 sul progetto del canale Mediterraneo.
[...]
La mostra è divisa in sette sezioni; nella prima c´è l´impatto del televisore nella società. Eccoli gli avventori di un bar ipnotizzati dal Musichiere, ecco le famiglie riunite per il sabato sera delle gemelle Kessler. Ed ecco un giovane immortalato da Enzo Sellerio che sul berretto di carta dei muratori ha montato un´antenna fatta con legnetti. La tv entra nelle case e nei cervelli. Fa compagnia e detta ordini, blandisce e ammonisce. La sera di Lascia o raddoppia? era un trasmigrare di sedie dalle case ai bar o alle sezioni dove c´era la visione a pagamento. Dieci lire, il costo del «biglietto».
«Ognuna delle altre sei sezioni abbraccia un decennio - dice Monica Maffioli, dell´associazione "Fratelli Alinari" - Gli anni Cinquanta caratterizzati dalla tivù pedagogica e dei buoni sentimenti, dal mago Zurlì al maestro Manzi, da padre Mariano ai primi quiz. I Sessanta con il varietà del sabato sera e i grandi teleromanzi. I Settanta con la Domenica sportiva e lo sbarco sulla luna che apre la strada a tanti programmi scientifici. Gli Ottanta con la Piovra, Quelli della notte e Indietro tutta. I Novanta con la tivù verità, lacrime e sangue, processi e sport. Il Duemila con Montalbano, i comici, Fiorello e tanto revival. E sempre, ovviamente il Festival di Sanremo».
[...]
«I servizi più rappresentativi saranno trasmessi di continuo in una saletta di Villa Zito attigua alla mostra. Tra i filmati anche un´edizione del Berretto a sonagli di Pirandello con la regia di Andrea Camilleri e l´interpretazione di Turi Ferro [In effetti Camilleri non ha mai diretto nè prodotto "Il berretto a sonagli", NdCFC]. Il passato deve servirci per costruire il futuro». Di tutto di più.
Tano Gullo
 
 

Musica (supplemento di Repubblica), 5.2.2004
Giallo Wave, ultimi giorni
Così si diventa scrittori

[...]
Carissimi amici, questo mio incipit non è francamente difficile, può essere continuato in direzioni diverse, è aperto a tutti gli sviluppi. C'è, semmai, un problema: premesso che oggi la realtà, così complessa e tortuosa, riesce a battere di diverse lunghezze la fantasia, come può la fantasia vincere la partita? È questo l'augurio che, sinceramente, formulo per tutti i partecipanti al nostro gioco: che l'invenzione letteraria superi le ultime di cronaca.
Cordiali saluti
Andrea Camilleri
 
 

Sette (supplemento del Corriere della Sera), 5.2.2004
Rai, quando lavorare stanca
Franco Cordelli, vicedirettore della radio di Stato: potrei anche non andare in ufficio...

[…]
Camilleri?
«Mi è simpatico, però non ha stile. Non sono mai riuscito a leggere più di tre pagine di un suo libro».
[…]
Claudio Sabelli Fioretti
 
 

La Provincia di Sondrio, 5.2.2004
Tv
Annullata «Attenti a quei tre» con De Sica. Torna Montalbano in replica
Elisa fa paura. Sospesa fiction Rai
Nelle sue mani Zingaretti-Montalbano

Elisa di Rivombrosa, la fiction di Canale 5 che appassiona la domenica sera il 30% del pubblico, oltre otto milioni di spettatori, e ha capovolto le sorti della fiction festiva, da sempre (tranne rare eccezioni) appalto delle produzioni Rai, continua a mietere vittime. La Rai ha deciso di annullare Attenti a quei tre, la miniserie in due parti con i De Sica, padre (Christian) e figlio (Brando). La messa in onda, in programma su Raiuno domenica 8 e lunedì 9 febbraio, è stata bloccata: al suo posto andrà domenica la replica del 'Commissario Montalbano: Il senso del tatto, il poliziesco con Luca Zingaretti dai libri di Andrea Camilleri già protagonista negli ascolti e di felici imprese di controprogrammazione anche in replica. Lunedì invece, un film: Chocolat di Lasse Hallstrom, con Juliette Binoche e Johnny Depp.
[...]
Alessandra Magliaro
[La notizia non è esatta. In effetti le repliche dei telefilm inizieranno domenica 15 febbraio, con "La gita a Tindari", NdCFC]
 
 

La Sicilia, 6.2.2004
Editoria
Salvo Montalbano e le indagini giovanili

Una buona notizia per gli amanti del Commissario di Polizia più amato dagli italiani, Salvo Montalbano, nato dalla penna dello scrittore empedoclino, Andrea Camilleri. Infatti, è stato ufficiliazzato per il prossimo mese di giugno la pubblicazione de «La prima indagine», edita da Mondadori, una raccolta di tre nuovi racconti lunghi in cui sono narrate indagini «giovanili» del commissario Montalbano (in nessuna di queste indagini Montalbano è alle prese con omidici). E' prevista invece per l'autunno del 2004 la pubblicazione de «La pazienza del ragno», stavolta edito dalla casa palermitana Sellerio, che è proprio il romanzo che segue «L'odore della notte» nel quale Montalbano si è trovato ad indagare sull'immigrazione clandestina. C'è da dire che lo scrittore di Vigata-Porto Empedocle sta vivendo un periodo di grande successo anche per le vendite che hanno raggiunto livelli straordinari malgrado qualcuno sia rimasto deluso dal romanzo storico «La presa di Macallè». Martedì prossimo 10 febbraio direttamente al Quirinale, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, conferirà a Camilleri il premio «De Sica», altro grande riconoscimento per un personaggio che è diventato famosissimo in età avanzata. Proprio sull'assegnazione del premio c'è da dire che il sindaco di Porto Empedocle ha inviato un telegramma a Camilleri esprimendo grande gioia per questo ennesimo premio. Intanto lo scrittore empedoclino da qualche settimana ha avviato una collaborazione con un giornale polacco dove pare che il Commissario Montalbano sia proprio famosissimo.
Gaetano Ravanà
 
 

Capital, 6.2.2004
"Che spasso fare lo scrittore de paura!"
Carlo Lucarelli ospite di Capital Tribune

[...]
Camilleri dice che nemici della lettura sono la televisione e i progressi medici. Spieghi tu?
"Quando ci ammalavamo stavamo a casa da scuola. Io mi ricordo gli orecchioni, il morbillo. Voleva dire 15 giorni a casa, a letto. E a letto non sapevi cosa fare. Ti regalavano una pila di libri e a letto scoprivi i pirati, i cowboy... Adesso c'è la televisione, la accendi, ci sonnecchi davanti. Quindi sono perfettamente d'accordo con Camilleri.
[...]
Giochiamo con un po' di miti del giallo e dell'horror, facciamo un po' di pastone.
[...]
Camilleri o Faletti? 
"Camilleri è Camilleri, è l'inventore di una lingua oltre che di un personaggio e di una storia".
Montalbano o Montalbàn?
"Montalbàn sicuramente, come scrittore, come tutto. Montalbano poteva anche finire nel libro. I personaggi a un certo punto muoiono.
Il fatto che mi avessero detto: non c'è più Montalbàn mi è dispiaciuto molto".
[…]
Cosa devono fare gli ascoltatori di Radio Capital per entrare nel grande club degli appassionati di giallo e cosa si perdono se non ti seguono?
"E’ importante cominciare perché non è che uno si perda delle grandi cose, si perde delle bellissime storie che insegnano qualcosa. Se dovessi consigliare un libro con cui cominciare, senza dover consigliare per forza i classici, da Simenon a Camilleri, direi Benjamin Tammuz, e il libro si chiama il Minotauro. E’ un bell’esempio di come cominciando quella storia, uno non si stacca più. Leggi una storia noir e però quella storia col noir ha pochissimo a che vedere. E’ un grande esempio di thriller."
Giulia Santerini
 
 

La Stampa, 7.2.2004
Andrea Camilleri: anche per certe cose ci vuole la faccia giusta
La mia rivincita è la coppola
Andrea Camilleri
 
 

La Sicilia, 7.2.2004
Ha invitato il sindaco Ferrara per la consegna di un premio da Ciampi
Andrea Camilleri si ricorda della sua Vigata

Porto Empedocle. Andrea Camilleri e il sindaco Paolo Ferrara a «braccetto» dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
L'imperdibile appuntamento è fissato per martedì prossimo quando il «papà» del commissario Montalbano andrà a ritirare direttamente dalle mani del Capo dello Stato il prestigioso premio letterario-teatrale «De Sica», in memoria del grande attore romano.
Camilleri però ha deciso di sfruttare l'occasione per dare lustro e visibilità al paese che gli ha dato i natali e così, un paio di giorni fa ha chiesto a Ferrara di fare un salto a Roma per mettersi daccordo sull'evento in programma all'inizio della prossima settimana al Quirinale.
Tra un dolcino e un caffè gustati nel salotto di casa Camilleri, lo scrittore ha chiesto al «suo» sindaco» di accompagnarlo alla cerimonia di consegna del premio. Ferrara si è subito reso conto del valore intrinseco di una proposta alla quale era impossibile dir di no. Il primo cittadino di Vigata ha quindi accettato e si è dato appuntamento con lo scrittore per martedì nella Capitale. Prima di tornare in Sicilia, Ferrara ha però ricevuto un altro regalo.
Camilleri ha tirato fuori da un cassetto 110 fotografie scattate da un ingegnere milanese di passaggio a Porto Empedocle quando la città marinara venne messa in ginocchio da un'alluvione nel lontano 1952. Scatti che l'ingegnere lombardo concesse allo scrittore in segno di stima e amicizia.
Immagini sconvolgenti e allo stesso tempo affascinanti, certamente meritevoli di essere messe in mostra. E così sarà, visto che il papà di Montalbano ha deciso di donare le preziose fotografie al sindaco chiedendogli di organizzare un'esposizione in Municipio nelle prossime settimana. Insomma Andrea Camilleri non perde occasione per cercare d'importare la faccia migliore del suo paese, coinvolgendo il sindaco negli appuntamenti che lo vedono grande protagonista, perfino al cospetto del Presidente della Repubblica.
Francesco Di Mare
 
 

La Repubblica (ed. di Genova), 7.2.2004
L´INIZIATIVA
Un momento di incontro lungo un anno con grandi autori di prestigio internazionale
Sepulveda, Allende & C scrittori sulla rotta di Genova
Il gran finale annuncia nomi del calibro di Abraham Yehoshua, Eco e Camilleri
"Provincia d´autore" l´idea di Anna Maria Panarello realizzata da Sergio Buonadonna

«Dire Genova significa dire viaggio, mari, destini sconosciuti, avventura, ritorno ad un tempo in cui il valore degli uomini si misura con l´importanza dei sogni. Questa è la rotta di Genova...». Le parole di Luis Sepúlveda ci accompagnano sulla rotta ideale tracciata da "Provincia d´autore: dieci scrittori sulla rotta di Genova" l´iniziativa voluta dall´assessore Anna Maria Panarello e realizzata da Sergio Buonadonna, quale momento d´incontro, lungo un anno, con scrittori di prestigio internazionale, legati a Genova da un dialogo multiculturale, proteso non solo al Mediterraneo ma a tutte le migrazioni che hanno contrassegnato la storia della città. Primo evento dell´iniziativa, presentata ieri, è la partecipazione di Luis Sepúlveda - lo scrittore cileno, autore di "Storia di una gabbianella..." - che ha accettato di firmare l´ideale "Manifesto" di "Provincia d´autore" scrivendone lo slogan e accompagnandolo con un brano, che diventerà anche depliant illustrativo della manifestazione. Lo scrittore, assediato dai lettori nella sua recente visita di gennaio, tornerà a giugno a presentare il suo nuovo libro "Ultime notizie dal sud", frutto di una collaborazione con il fotografo argentino Daniel Mordzinski, insieme al quale l´autore cileno ha intrapreso un lungo viaggio attraverso la Patagonia. Il 26 febbraio arriverà il croato-bosniaco Pedran Matvejevic-l´autore di Epistolario dell´altra Europa in difesa dei diritti dell´uomo e degli intellettuali dissidenti dell´Est - a testimoniare l´impegno di una vita a favore della pace e della cooperazione nel Mediterraneo. A marzo ci sarà lo scrittore somalo Nuruddin Farah - che nel 2002 ha mancato di poco il Nobel, come ricorda Buonadonna - uno dei più grandi scrittori d´Africa, che ci spiegherà la società somala e la complicata architettura di relazioni di potere su cui si regge. Ad aprile sarà la volta di Laura Pariani, autrice del profondo e malinconico ritratto della migrazione italo-argentina: "Quando Dio ballava il tango". Paco Ignacio Taibo II arriverà a maggio, per raccontarci le violente contraddizioni del Messico d´oggi, la corruzione morale e politica, lo sfruttamento degli ultimi e delle donne. E due donne latine d´eccellenza arriveranno in estate: per luglio proseguono gli accordi tramite la Feltrinelli per portare in città Isabel Allende, l´amatissima scrittrice cilena, autrice del best seller "La casa degli spiriti". A Genova dovrebbe presentare "Il mio paese inventato", memorie nate sulla spinta emotiva dell´11 settembre 2001, la Allende ne ha tratto motivo per riannodare i fili della propria esistenza e della storia del Cile tragicamente interrotta in un altro 11 settembre, quello del 1973: l´omicidio di suo zio Salvador Allende, l´avvento di Pinochet. A settembre arriverà la spagnola Almudena Grandes, la celebre autrice de "Le età di Lulù". A novembre arriverà l´istrionico artista islandese Hallgrimur Helgassn. Il gran finale preannuncia nomi come Abraham Yehoshua, Andrea Camilleri e Umberto Eco.
Maura Macciò
 
 

Il Secolo XIX, 7.2.2004
Dieci scrittori sulle rotte della Superba

[...]
Due i nomi chiamati, in alternativa, a chiudere anno e rassegna. Due autori italiani, entrambi grandissimi anche se
su sponde letterarie distinte: Umberto Eco e Andrea Camilleri.
[...]
 
 

La Repubblica, 7.2.2004
Dopo Holmes: la mappa di un genere letterario
I nipotini di Sherlock
Un lungo romanzo noir
Archetipi. Insieme a Sherlock Holmes c´è anche Auguste Dupin creato da E. A. Poe

A vedere la cosa con scrupolo Sherlock non è stato l´iniziatore. La sua prima avventura è del 1886. Ma nel 1841 a Filadelfia (Usa) era stato pubblicato il racconto I delitti della rue Morgue il cui autore, E.A. Poe, aveva genialmente concentrato nel personaggio di Auguste Dupin, di quasi astratta perfezione, i canoni dell´analisi investigativa. Filologia a parte, Holmes resta però il più grande e il più noto: archetipo di uomini capaci di ricavare la soluzione di un crimine dalla pura concatenazione logica di elementi disparati in forza della formula, semplice da enunciare, che dice: scartato tutto ciò che è impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, dev´essere la verità. Il filone del giallo deduttivo si è sviluppato prevalentemente in Gran Bretagna, infatti dopo Holmes arriva, ovviamente Miss Marple, creatura prediletta di Agatha Christie. Miss Marple fa ancora meno di Holmes, non agisce e sembra non vedere. Prepara dei tè, scambia battute apparentemente futili con il vicario o con la lattaia, di tanto in tanto spia da dietro le tendine del soggiorno ciò che accade nella via. La trama del delitto si ricompone all´interno della sua testa come la proiezione di una lastra in una camera oscura. Allo stesso modo si comporta Hercule Poirot, l´implacabile omino belga dalla diabolica intelligenza, grande amante di dettagli significativi che solo lui sa vedere. Il filone degli investigatori dediti più all´esercizio del pensiero che a quello delle armi, è in prevalenza europeo. Appartiene per esempio alla stessa famiglia di Holmes il commissario Maigret di Simenon. Del resto questo tipo di approccio all´omicidio e ai suoi esecutori arriva, fatte salve circostanze ambientali e di carattere, fino ai nostri giorni. Pepe Carvalho, una delle più riuscite figure di investigatori nell´Europa contemporanea, creato da Manuel Vázquez Montalbán, è nato in un quartiere povero e antifranchista di Barcellona, un mondo di perdenti della Guerra Civile e della vita, di vagabondi mutilati le cui leggende hanno alimentato le sua infanzia, nonché quella dello scrittore. Il che porta a una caratteristica del personaggio inedita rispetto ai predecessori: con Carvalho entra nel genere poliziesco il detective politicizzato. Alla stessa filiazione da Holmes ascriverei il Commissario Salvo Montalbano, protagonista di Andrea Camilleri. A parte la gradevole invenzione linguistica troviamo nelle sue avventure gusto per l´azione, risvolti improvvisi, humour, e anche divertimento, vorrei dire la ginnastica del ragionamento sottile.
Quando il poliziesco si trasferisce negli Stati Uniti muta genere, la narrazione diventa violenta, volano i pugni, la soluzione è affidata spesso alle armi, il "giallo" tende a trasformarsi in "thriller". Eppure anche negli Stati Uniti, e precisamente a New York, compare la figura di un grande deduttore; è il detective che non muove un dito, che anzi non esce mai di casa limitandosi a spostarsi dal rialzato, dove ha lo studio, all´attico dove si trova la serra delle orchidee. E´ l´immenso (in ogni senso) Nero Wolfe. È probabilmente colui che meglio incarna l´astrazione di indagini condotte unicamente per via intellettuale. Seguire il filo di un ragionamento di Wolfe fa parte delle grandi esperienze del poliziesco. Ma Nero è l´eccezione. La regola, al di là dell´Atlantico, resta il giallo d´azione quasi sempre violento che ha per protagonisti tipi duri come Mike Hammer, Sam Spade, Nick Charles. Solo sulla costa occidentale, in California, troviamo un personaggio che unisce in certo senso le due qualità: intelletto e azione, Europa e America. Il suo nome è Philip Marlowe, il suo creatore è Raymond Chandler. Anche le sue avventure sono connotate politicamente. La California con la quale ha a che fare è quella ricca e violenta di un capitalismo spesso corrotto, comunque sempre prevaricatore. 
C´è un altro personaggio che è obbligatorio citare. E´ il protagonista di un serial Tv, viene quindi non dalla carta ma per così dire dalla celluloide. L´impermeabile gualcito, la camicia non immacolata, l´eterno mezzo toscano all´angolo della bocca, lo stesso volto scarno dell´attore Peter Falk, quell´occhio sbilenco, un´ombra di barba mal rasata sulle guance, insomma tutto nella caratterizzazione visiva del "Tenente Colombo" denota la sua estraneità ai circoli Wasp (white, anglo-saxon, protestant). Risolvendo i suoi casi, Colombo consuma una specie di vendetta di classe e così facendo si colloca all´estremo opposto dell´avvocato-poliziotto Perry Mason, fissato per l´eternità nei lineamenti del suo massimo interprete, Raymond Burr. Mason va citato non solo perché è un classico ma anche perché comincia con lui il filone del giallo ambientato in tribunale (legal thriller) che avrà dalla sua l´avvenire con autori come John Grisham e Scott Turow. Colombo è figlio di un povero immigrato italiano, Burr-Mason è l´America vincente, elegante, potente. Sono le due facce che l´America ha dato alla grande saga degli investigatori che resta in ogni caso la più brillante, sicuramente la più vitale invenzione narrativa dalla metà del XIX secolo in qua.
Corrado Augias
 
 

Adnkronos, 10.2.2004
Sono stati consegnati oggi al Quirinale da Ciampi
Premi 'De Sica' a Michalkov, Ferilli e De Oliveira
Riconoscimenti anche a Camilleri, Levi Montalcini e Casini. Giancarlo Giannini e Marco Tullio Giordana nominati Grandi Ufficiali

Roma - Il regista russo Nikita Michalkov, Sabrina Ferilli e Manoel De Oliveira hanno ricevuto oggi al Quirinale i premi 'Vittorio De Sica', consegnati dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. I riconoscimenti alla carriera, attribuiti a personalita' non solo del cinema ma anche delle altre arti, sono andati anche agli sceneggiatori Vincenzo Cerami, Sandro Petraglia, Ugo Pirro, Stefano Rulli, all'attrice Ida Di Benedetto, al regista Enzo Monteleone.
[...]
I premi 'De Sica' per la cultura sono andati ad Andrea Camilleri [per la letteratura, NdCFC], Salvatore Accardo, Maria Luisa Spaziani, allo scultore Sinisca, allo storico Giovanni Pugliese Carratelli e all'attrice Franca Valeri. Per le scienze sono stati premiati Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia e Antonino Zichichi. Il premio 'De Sica' per la societa' e' andato al presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini.
[...]
Marcello Giannotti
 
 

La Sicilia, 11.2.2004
Riconoscimento per Andrea Camilleri
Ha ricevuto il premio De Sica

Andrea Camilleri ha vinto il premio speciale De Sica per il cinema.
Lo scrittore empedoclino ha ricevuto il prestigioso riconoscimento ieri mattina direttamente dalle mani del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi nel corso di una sobra cerimonia svoltasi al Quirinale. Ad assistere all'evento c'era uno spettatore "speciale", ovvero il sindaco di Vigata, Paolo Ferrara, invitato dallo stesso "papà" del commissario Montalbano a presenziare in rappresentanza del suo paese d'origine alla consegna del prestigioso premio internazionale.
Premiato Camilleri dunque per la sua planetaria notorietà applicata in questo caso al cinema, ma premiata è stata anche la città marinara che per una volta balza agli onori della cronaca per un momento di alto valore in termini d'immagine.
Da sottolineare come il primo cittadino empedoclino abbia sfruttato la trasferta romana per stimolare le alte sfere del ministero dei Trasporti e delle Infrastruttura affinchè snelliscano al massimo le procedure burocratiche necessarie a far cominciare i lavori di dragaggio del porto empedoclino. E dipende proprio da un ultimo certificato romano che dipende l'apertura immediata del cantiere all'interno dello scalo marittimo che aspira a diventare punto di riferimento nel Mediterraneo.
F.D.M.
 
 

Italia Oggi, 11.2.2004
Risvolti
Il dialetto non è solo per poeti

Come è stato sottolineato da molti illustri critici, i poeti italiani che scrivono in dialetto sono forse i più bravi poeti in assoluto, e basterebbe ricordare i nomi di Raffaello Baldini, Franco Loi e Franco Scatagnini. Ma ci sono anche prosatori che coltivano la lingua materna (l'italiano è quella paterna), anche se ancora non osano pubblicare racconti o romanzi completamente in dialetto.
Devono dosarlo, se vogliono raggiungere anche i lettori delle altre regioni. Andrea Camilleri si spinge fino al limite, ma per fortuna lui è bravo ed eccoci tutti a frequentare corsi serali di siciliano.
[...]
 
 

Corriere della Sera (cronaca di Roma), 12.2.2004
Ta Attika

Incontro per la presentazione della mostra "Ta Attika. Vedere Greco a Gela. Ceramiche attiche figurate dall'antica colonia". Partecipano Rosario Crocetta, Andrea Camilleri, Puccio Corona e Klaus Davi.
Stampa Estera, via dell'Umiltà 83/c, alle 11. Infoline: 06.3207276.
 
 

La Sicilia, 13.2.2004
«Il ritorno del figliol prodigo»
Mostre. Camilleri presenta a Roma «Ta Attika», da domenica a Gela

Roma.  «E' un ritorno del figliol prodigo». Così lo scrittore Andrea Camilleri commenta «TA ATTIKA», la mostra che riporta a casa le ceramiche attiche di Gela - a Palazzo Pignatelli Roviano dal 15 febbraio al 7 aprile -, occasione in cui viene presentato un libro che censisce i reperti provenienti dalla zona archeologica della colonia greca.
Sono trecento le ceramiche in mostra - a figure nere e a figure rosse, tutte databili fra il V e il VI sec. a.C. - selezionate e arrivate sotto scorta dei Carabinieri dal Metropolitan di New York, dall'Università di Harvard e dai musei di Tampa, New Haven, Copenhagen, Monaco, Berlino, Amburgo, Lipsia, Vienna, Kassel e Oxford; ma sono molti di più, circa ottocento, i reperti provenienti dalla zona archeologica di Gela, in gran parte trafugati e successivamente giunti nelle collezioni di tutto il mondo attraverso il mercato internazionale.
La soprintendente ai Beni Culturali di Caltanissetta Rosalba Panvini, curatrice della mostra, ne ha tentato il censimento nel libro pubblicato da «L'Erma di Breitschneider» (un'edizione scientifica con i contributi degli specialisti del settore), «nel grande sforzo - ha detto il direttore dell'Istituto Archeologico Germanico Dieter Mertens - di recuperare l'intera eredità archeologica di Gela, riaprendo il problema del tesoro partito da lì».
Presentata ieri a Roma, la mostra apre l'anno dell'archeologia in Sicilia e farà tappa a Siracusa e Rodi, città collegate a Gela dagli antichi rapporti culturali.
«Sono venuto sentendolo quasi un dovere - ha detto Andrea Camilleri, chiamato dal sindaco di Gela Rosario Crocetta - come testimone della Sicilia che non si rassegna, che non rinuncia».
«Per accogliere il figliol prodigo si fa pulizia - ha continuato lo scrittore agrigentino riferendosi al recente restauro del Palazzo Pignatelli Roviano -, una pulizia che diventa metafora di ben altre cose, cioè mettiamo da parte lo sporco».
L'assessore regionale ai Beni Culturali Fabio Granata ha ribadito l'impegno delle istituzioni «anche se in Sicilia - ha detto l'assessore Granata - la strada della tutela del paesaggio e del patrimonio è lunga, difficile e crea discussioni».
Giancarlo Cologgi
 
 

l'Unità, 13.2.2004
Ringiovanita

L'Unità compie ottanta anni ma non li dimostra. Anzi sembra, ed è, ringiovanita.
Auguri vivissimi da un quasi coetaneo.
Andrea Camilleri
 
 

La Repubblica, 14.2.2004
La sfida
Viale Mazzini rinuncia a battersi e Mediaset annuncia il seguito

Roma. E' stata, e sarà, una sfida irripetibile quella con l'eroina che fa strage di ascolti, contro cui nessuno vuole battersi. Lunedì 23 Canale 5 trasmetterà l'ultima puntata di "Elisa di Rivombrosa". La Rai non proverà a combattere [...]. Canale 5 ha deciso di programmare gli ultimi due appuntamenti di "Elisa" due giorni di seguito: così dopo la puntata di domani (avversario su RaiUno la replica di Montalbano), le ultime due andranno domenica 22 e lunedì 23. Alle repliche dei gialli di Camilleri si era opposto il produttore Carlo Degli Esposti, che non voleva inflazionare la serie (già al terzo passaggio), ma alla Rai, per non bruciare le nuove fiction, non hanno trovato altra soluzione.
[...]
Silvia Fumarola
 
 

l'Unità, 15.2.2004
Giallo elementare

[...]
Il caso di Giuttari, commissario e giallista non è affatto atipico. Scrivere gialli è ormai una passione diffusa, soprattutto tra poliziotti e magistrati. Basta prendere due casi (ma sono molti di più) di magistrati romanzieri di successo: Gianrico Carofiglio, sostituto procuratore a Bari, e Giancarlo De Cataldo, magistrato a Roma. Dove si mescolano inchieste vere, e opere di fantasia. Ma dove tutti i casi vengono risolti. Solo che ci sono due categorie di giallisti: quelli che ti disegnano un mondo rassicurante, dove alla fine tutti i nodi vengono al pettine; e quelli che invece ti tolgono ogni certezza, e quando hai finito di leggerli, il mondo non ti sembra per niente in ordine. In questa ultima categoria metto sicuramente Leonardo Sciascia e il Carlo Emilio Gadda del Pasticciaccio, e tra i più giovani i romanzi di Carlo Lucarelli e del siciliano Gaetano Savatteri. Nella categoria di quelli che scrivono gialli rassicuranti ci sono le milioni di copie di Camilleri, e poi tutti i magistrati e poliziotti diventati giallisti, Giuttari incluso.
[...]
Negli ultimi anni i giallisti non fanno che scrivere romanzi che procedono attraverso una vera e propria "scienza investigativa" ineccepibile. I serial killer e gli assassini di Giuttari, ma anche quelli di Giorgio Faletti, e di Camilleri, e di tanti altri, sono infinitamente più intelligenti di quanto avviene nella realtà, e anche gli investigatori sono fin troppo intelligenti.
[...]
Roberto Cotroneo
 
 

Asca, 16.2.2004
Ascolti TV: quasi 6 milioni per Montalbano, RAI vince intera giornata

Ottimo risultato ieri in prima serata su Raiuno per la replica de ''Il commissario Montalbano'': la puntata tratta dal romanzo di Camilleri 'La gita a Tindari' e' stata seguita in media da 5 milioni 652mila telespettatori con il 20.37 di share, registrando numerose punte d'ascolto superiori ai 6 milioni 700mila telespettatori.
[...]
 
 

Corriere della Sera (cronaca di Roma), 16.2.2004
La «Giornata mondiale dei felini»: un bus con politici e animalisti visiterà domani le colonie cittadine
Un «Gattotour» per aiutare i mici più soli e sfortunati

Li avevano abbandonati lo scorso ottobre vicino alla Piramide in una scatola di cartone: avevano solo 40 giorni ed erano stati mutilati della stessa zampa, la destra. Ma Ramsete e Atomrà, micetti fratelli dal mantello tigrato, sono stati adottati, insieme, pochi giorni dopo il ritrovamento. La loro padrona sarà domani fra i premiati del «Gattotour», evento romano legato alla Giornata mondiale del gatto e curato dall’Ufficio comunale per i diritti degli animali e da varie associazioni animaliste. Il «tour» vero e proprio si svolgerà a partire dalle 15, quando un coloratissimo autobus messo a disposizione da Trambus partirà dal parcheggio del Campidoglio di via dei Fori Imperiali, per visitare le tre colonie feline più antiche e popolate della Capitale: quella di Torre Argentina, che ospita oltre 300 gatti di tutte le età, quella della Piramide, che ne accudisce 200 e quella, più piccola (non più di 50-60 animali) che si trova nei pressi della città militare della Cecchignola.
[...]
Fra i premiati «per meriti animalisti» dovrebbero esserci anche lo scrittore siciliano Andrea Camilleri e i conduttori tv Licia Colò e Jocelyn. Chi vuole assicurarsi uno degli ultimi posti rimasti fra gli 80 disponibili a bordo dovrà prenotarsi chiamando entro oggi lo 06.6710.9252. 
Ester Palma
 
 

Il Messaggero, 16.2.2004
Il caso/ A Faleria uno spazio dedicato alla storia passata sotto silenzio
Metti in un museo la “transtoria”

L’idea è davvero bizzarra: fare un museo che vada al di là della storia, prescindendo addirittura da essa. Ed ecco la parolina magica: transtoria. Che vuol dire «occuparsi di nomi, fatti, circostanze, azioni, comportamenti e opere che si manifestano nel comportamento creativo della società non in modo plateale, bensì in dignitoso silenzio, pur contribuendo in modo determinante alla lenta evoluzione della storia e della cultura», come spiega colui che ne è l’ideatore, Michele Greco, che alla Transtoria ha dedicato anche un libro (1997, “La Transtoria” Istituto Italiano di studi filosofici, Napoli, Edizione Centro Studi 70).
Detto fatto. Il primo museo al mondo della Transtoria, è nato in questo pittoresco paesino di duemila anime all’estremo Sud della Tuscia, l’antica Stabia, tra rupi pittoresche, antiche caverne di tufo, coltivazioni di nocciole, ulivi, piccole greggi di pecore sparse per il territorio. Lo ospita, al centro del vecchio borgo, il magnifico e appena restaurato Castello degli Anguillara, con la annessa sala della Misericordia, ricca di affreschi cinquecenteschi. E per tenere a battesimo questo singolare museo si sono scomodati personaggi come il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Valentino, lo scrittore Andrea Camilleri, l’ambasciatore Salvatore Zotta, il chirurgo Felice Virno, l’avvocato Luciano Revel, Giovanni Malagò, Aldo Masullo, Claudio Strinati, Massimo Canevacci, solo per citarne alcuni.
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Il museo resterà aperto al pubblico il sabato e la domenica dalle 16 alle 18,30 e per appuntamento telefonando al Comune di Faleria allo 0761/5898.
Dany Aperio Bella
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 17.2.2004
Oggi, giro in autobus per le tradizionali colonie feline, da largo Argentina a Piramide
Gatto day con tour e premi

A spasso tra i gatti di Roma. Oggi, in occasione della Giornata mondiale del gatto, un autobus farà il giro delle più antiche colonie feline. Da largo Argentina alla Piramide, fino alla casetta di via dei Rocciatori, nel XII Municipio. L´appuntamento con l´autobus del "Gatto tour" è alle 15 nel parcheggio del Campidoglio in via dei Fori Imperiali, vicino all´ingresso del Vittoriano. L´iniziativa è organizzata dalla delegata capitolina per i diritti degli animali, Monica Cirinnà, con l´Associazione Arca e l´assessore alla Mobilità, Mario Di Carlo.
Verranno anche premiate tre persone sensibili ai problemi dei gatti: lo scrittore Andrea Camilleri, per il suo racconto, pubblicato su Repubblica il 28 settembre scorso, I gatti di Angela, il giornalista Gianni Elsner che cura la rubrica radiofonica più felina di Roma, e Simona Verracchia che ha adottato i due micini seviziati, abbandonati, trovati con le zampette posteriori destre amputate.
 

L´iniziativa
Nella giornata mondiale dedicata al felino "cittadino di Roma"
Gatto day, premio a Camilleri per il racconto su Repubblica

Soddisfatto lo scrittore siciliano Andrea Camilleri che da anni vive e lavora a Roma e che proprio su queste pagine nell´estate scorsa ha pubblicato il suo racconto.
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Clarida Salvatori
 
 

la Feltrinelli 17.2.2004, ore 18:30
Libri / Giallo d'autore
la Feltrinelli Libri e Musica, Roma (largo Torre Argentina)

"Dai sensi di colpa di un vecchio magistrato in pensione riemerge una morte sepolta negli archivi del tempo..." È questo lo spunto da cui parte l'avvincente storia del nuovo giallo di Gaetano Savatteri La ferita di Vishninskij - Sellerio. Andrea Camilleri e Roberto Cotroneo ne parlano con l'Autore.
 

Arrivai alle 18 e 20, ieri, alla Feltrinelli di l.go Argentina (mi sto ancora chiedendo come ci sono riuscita), le porte elettriche si sono aperte e sono entrata. Ho trovato due posticini liberi (per me e per la mia collega/amica da me coinvolta per avere un po’ di compagnia) e mi ci sono lasciata andare cercando di riprendere fiato aspettando l’arrivo degli ospiti e della mia amica.
Mentre aspettavo, non annunciato, ti vedo arrivare un nostro caro vecchio amico, nientepopodimenoche.... Roberto Alajmo, il quale mi ha salutato calorosamente (veramente se non lo placcavo facendolo quasi cadere non credo proprio mi avrebbe riconosciuta) dicendomi che noi del Fan Club siamo tutti molto simpatici e carini. Da parte mia gli ho fatto i complimenti per i suoi libri e gli ho chiesto se potevo fargli qualche scatto fotografico visto che trovarlo lì era veramente uno scoop. “Allora, è la serata degli scoop!”, mi fa: “guarda chi c’è..”. Mi giro e vedo un tizio altissimo, magrissimo e 
bruttissimo… lo conosco! ma non riesco a dargli un nome… “è Vincent Schiavelli attore americano....” sìììì, lo ricordo benissimo in “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e in “Ghost” (era l’anima persa che abitava i vagoni della metropolitana). Roberto mi ha raccontato questo “nanetto”: Vincent Schiavelli è di origini sicule, per la precisione di Polizzi Generosa (PA). Ha sempre vissuto nella comunità polizzana di New York dove hanno sempre e solo parlato il polizzano, sì ma di 100 anni fa. Sentirlo parlare in “italiano” è un vero spasso. Alterna parole dialettali sicule a parole strascicate newyorkesi.... mooooooooolto simpatico!!!!!
Arrivano gli ospiti, ed anche la mia amica.
Ci sediamo, Alajmo vicino a me (state rosicando? Bravi!).
Prende la parola Cotroneo catalogando il libro di Savatteri come uno dei migliori gialli letti, anche se ha confessato che ha iniziato a leggere gialli da poco. Ha dato la colpa all’età che avanza per questo suo nuovo gusto letterario… (mah! Mi sembra tanto giovane!). Ha aggiunto che non poteva raccontare troppo la trama del libro per non rivelarne il finale, anche se per me ne ha parlato e pure troppo. Ma deve essere un vizio di molti, tant’è che con Alajmo abbiamo ricordato come alla presentazione del suo libro, già nei primi minuti di dibattito, ci avevano svelato la fine del bambino protagonista di "Cuore di madre".
Il Sommo, con la sua flemma e la sua voce roca inconfondibile, ha elogiato Savatteri includendolo tra i bravissimi riusciti a scrivere un romanzo, godibilissimo, evitando volutamente di  etichettarlo sia come giallo che come trhiller. Ha continuato leggendo i suoi appunti scusandosi con i presenti di non proseguire a braccio perché, ha dichiarato, se apre un inciso potrebbero passare ore prima di riuscire a richiuderlo. Ha detto che si perde nei pertugi dei congiuntivi. E’ superfluo dire che è stato applaudito più volte. (volevo chiedergli le cartelle con gli appunti del suo intervento… ma non ho avuto abbastanza faccia tosta…e poi ho pensato che il nostro Presidente in qualche modo riuscirà a procurarsene copia….).
Savatteri sembrava un po’ emozionato, ha ringraziato i presenti dell’accoglienza calorosa. Poi, riguardo al libro, ha accennato di aver preso spunto da un fatto di cronaca accaduto veramente a Palermo. Qualche anno fa una ragazza poco più che ventenne fu uccisa brutalmente, apparentemente senza nessun movente. Nei giorni a seguire venne fuori che il padre, il nonno, il bisnonno e gli avi tutti facevano parte di una delle più temute famiglie mafiose. La stampa non parlò d’altro dimenticando il fatto di fondo e cioè che una giovane vita era venuta a mancare, questo per dire che portare certi cognomi ha il suo peso! E mi sembra di aver capito che il libro ruoti proprio su questo.
Applausi… saluti… ma Camilleri riprende il microfono e scusandosi… : “E’ da quando ho sentito l’affermazione di Cotroneo che ci sto pensando, e volevo rassicurarlo. Anche i gialli sono cambiati nel tempo, diciamo che c’è un punto di incontro tra il giallista e il lettore ed è proprio per questo che quest’ultimo non deve pensare che se legge un giallo è perché sta invecchiando!”. Che rassicurazione avrà voluto dargli? Che non è, poi, così rincoglionito? ;-)
All’uscita, da sfondo lo scenario meraviglioso dell’area sacra di largo Argentina, abbiamo nuovamente salutato il Sommo, questa volta in compagnia della sua signora.
Tornata a casa, Filippo mi chiede: “Mamma! Ti sei incontrata con quello che scrive le favole di Montalbano?” Favole??… Ma che concezione c’ha ‘sta creatura delle favole?! Mi preoccupa!!! Magari da grande mi fonda un fans 
club, chissà… visto il nome che porta…
Linda (Dilagata pe’ l’Urbe)
 
 

Il Mucchio Selvaggio, n° 566, 17-23.2.2004
Antonino Caponnetto - Eroe contromano in difesa della legalità
(a cura di Salvatore Calleri, presentazione di Andrea Camilleri)
Diple Edizioni, pp.110, Euro 10,00

Che la vita del giudice Caponnetto dovesse intrecciarsi (appena in tempo) con quella del Mucchio Selvaggio, giornale rock, è uno di quegli stravaganti, misteriosi prodigi che nessuno sceneggiatore potrebbe mai inventarsi. Ma è successo, e l'ultima intervista del giudice, rilasciata proprio al Mucchio il 23 dicembre 2001, un anno quasi esatto prima della sua morte, è finita, sorta di testamento spirituale, nel libro "Antonino Caponnetto, eroe contromano in difesa della legalità", definizione che chi scrive aveva coniato per l'appello con cui veniva sollecitata a Ciampi una firma una volta tanto sacrosanta: quella per fare di Caponnetto un senatore a vita.
[...]
Gli obiettivi proposti da Caponnetto sono tremendi ma, proprio per questo, inevitabili: la lotta a tutte le mafie (altro che conviverci, altro che "fare le lotte dall'interno"), all'indifferenza che è il preludio del sopruso, all'ingiustizia, agli squilibri del mondo. La profonda convinzione che nessun sacrificio è inutile, se serve a gettare il seme di un esempio, ad accendere una fiaccola da passare. E la cosa stupefacente è che i ragazzi assorbivano, capivano. Io lo vidi il vecchio giudice una mattina del '96 entrare in un teatro dove gli studenti neppure lo notavano intenti com'erano a menarsi, insultarsi, ridere, tirarsi addosso cartacce, patatine, penne, parole. E il vecchio giudice sereno, quasi serafico prendeva posto e attaccava a parlare e arrivato in fondo aveva domato quel branco di bestiole, nel teatro non si sentiva volare la classica mosca.
E' quello che succede anche col libro: puoi attaccarlo distratto, facendo altro, con sotto la musica ma sta sicuro che alla fine il giudice ti avrà inesorabilmente catturato, così come aveva catturato Andrea Camilleri: che Caponnetto non l'aveva mai conosciuto di persona, senza che questo gli abbia impedito di scrivere una emozionante presentazione.
[...]
Massimo Del Papa

Giudizio: *****
(Legenda: *****imperdibile, ****formidabile, ***adorabile, **apprezzabile, *leggibile, °prescindibile, °°illeggibile)
 
 

L'opinione, 17.2.2004
La Rai di destra

Lerner e Santoro, nel corso delle convention del nuovo ulivo, ci hanno preannunciato che quando sarà la sinistra a vincere le elezioni ribalterà i palinsesti Rai. Speriamo sia davvero così, perché è praticamente l’ultima speranza che ci rimane. Facciamo un esempio: la Rai “di destra” ci annuncia per i prossimi giorni le repliche di tutti gli sceneggiati tratti da Camilleri (autore di sinistra), pubblicati da Sellerio (di sinistra), e recitati da Zingaretti, noto per utilizzare la così acquisita celebrità per fare campagna elettorale ai Ds. Ci informa inoltre, la Rai “di destra”, che “stiamo iniziando a girare i film tratti dai romanzi storici di Andrea Camilleri”. Aggiungere poi che “30 ore per la vita”, 30 ore di diretta televisiva tra il 9 e il 16 febbraio, quest’anno è stata tutta dedicata a raccogliere fondi per la Comunità di Sant’Egidio, grande e molto meritoria associazione di volontariato, dove però non ce n’è uno che voti a destra nemmeno a cercarlo col microscopio. Riuscirà la Rai di sinistra a buttarsi più a sinistra?
Valerio Fioravanti
 
 

La Sicilia, 17.2.2004
Turismo più cultura, falsa partenza

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Quanto alla “cultura” di cui si fa vanto, si tratta di consumo culturale - per lo più di modesto livello, e spesso esterno ad esigenze e bisogni della comunità, propinato da agenzie che organizzano mostre di passaggio o assicurano spettacoli di giro. La Sicilia non produce cultura! Gli editori siciliani pagano forse più di altri lo scotto della concentrazione editoriale a Roma e Milano, mentre si è disseccato il terreno già fertile di Firenze, Torino o Napoli: e l'assenza di ricerca avanzata e l'impoverimento del giornalismo schiacciano a fatto provinciale anche iniziative meritevoli, che sopravvivono grazie al sostegno degli enti locali. L'unico caso è quello di Andrea Camilleri, che vive a Roma e pubblica a Palermo: ma si tratta di una tipica scrittura da consumo! Bonaviri e Consolo vivono rispettivamente a Frosinone e a Milano: e sono i sopravvissuti di una generazione, quella stessa di Sciascia e di Bufalino, che ha contribuito a riesplorare segmenti carsici di una tradizione siciliana rivisitata. Nulla del genere ci hanno dato le generazioni successive.
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Giuseppe Giarrizzo
 
 

Corriere di Gela, 18.2.2004
Camilleri: "A Gela ho ricevuto il mio primo premio letterario’"

Confesso di aver provato un senso di soggezione quando nell’androne di via dell’Umiltà, a Roma, sede della Stampa Estera, mi sono trovato davanti Andrea Camilleri, che di persona é fisicamente meno imponente di quanto appaia in foto e in televisione. Era lì per rispondere all’invito del sindaco Crocetta, che a Roma aveva convocato la conferenza stampa per presentare la Mostra che si apre domenica al Pignatelli sulle ceramiche attiche. Nessun altro miglior testimonial di cotanto evento.
Mi chiede notizie del suo amico di gioventù Federico Hoefer e mi prega di portargli i suoi saluti. Sono nati e cresciuti insieme a Porto Empedocle. Non si vedono più da tanto tempo, ma il ricordo e l’affetto per l’amico lontano sono integri.
Ne viene fuori un’intervista.
– Camilleri, allora conosce Gela?
"C’é una cosa che mi lega a questa città. Ricordo che il primo premio letterario che ho ricevuto in assoluto l’ho avuto proprio a Gela, con “Un filo di fumo”. Ad assegnarmelo nei primissimi anni ottanta fu l’Accademia Eschilea, presieduta appunto dall’amico Federico Hoefer e con giuria presieduta da Giacinto Spagnoleti. Per questo conservo una perenne gratitudine verso questa città. In quell’occasione mi donarono anche due pubblicazioni sulle ricerche archeologiche di Gela, che io ho letto trovandole di estremo interesse".
– Ha comunque avuto modo di farsi un’idea di questa città, magari attraverso la lettura dei giornali e la televisione?
"E’ un’idea distorta e l’immagine va cancellata. Perché i fatti negativi, che ci sono dovunque, sono quelli che vengono immediatamente segnalati dalla stampa; ai fatti positivi vengono invece dedicate due righe. Un fatto come quello per cui siamo qui, per esempio, merita e mi auguro abbia una risonanza tale da, se non altro, bilanciare quello viene detto più o meno ingiustamente".
– Il sindaco Crocetta sta portando avanti una sua personale battaglia combattendola a suon di cultura. Lei ritiene che la cultura può contribuire a rilanciare l’immagine di una città?
"Io credo proprio di si. Ho visto per esempio che la visita a Gela di un mio amico, Paco Ignacio Taibo ha avuto un certo rilievo e una certa risonanza in campo nazionale e internazionale. Vuol dire che servono queste cose, perché vanno nella direzione di quella realtà vera, nostra, che non può essere annebbiata solo dalle altre cose negative".
– Certi giornalisti del nord ed anche scrittori cercano sempre di descrivere Gela come un mostro, senza neppure averci messo piede. Come giudica questo modo di fare?
"Oggi la superficialità di certi giudizi é assolutamente spaventosa e questa superficialità di giudizio finisce con l’essere oggettivamente una sorta di fiancheggiamento del disordine. Perché quando le cose vengono dette con serietà, con precisione, sono sempre un contributo positivo, critico; quando le cose sono solo annusate per dopo costruirci sopra tutto quello che si vuole, questo é solo maldicenza di bassissima lega".
– E’ possibile secondo lei coniugare salubrità dell’ambiente con l’industria?
"Io ne sono convinto. Dipende naturalmente dal fatto che all’industria, alla quale é stato dato un potere invasivo, straordinario, vengano fatte rispettare le regole. Io per esempio sono un fumatore accanito. Non mi arrabbio quando trovo scritto ‘proibito fumare". Non fumo! Voglio dire me ne vado fuori. Non posso. Vado dove si può fumare, e fumo. Cosa voglio dire? L’industria che fuma dovrebbe essere messa dove il fumo é vietato".
– Sta lavorando a qualche cosa di particolare? Può farci qualche anticipazione?
"Si. Quest’anno pubblicherò due nuovi libri, tutti e due di Montalbano, e quindi i lettori di Montalbano saranno contenti. Uno con Mondadori, e sono i soliti racconti, e un romanzo, l’ultimo, con la Sellerio".
– Tornando alla sua presenza qui. Da chi é stato invitato?
"Ho ricevuto una chiamata dal vostro sindaco. Ho trovato un messaggio alla segreteria telefonica. Non ho esitato a rispondere si".
– Per chiudere, volendo fare un augurio a questa città, da uomo di cultura e da siciliano, quali parole userebbe?
"Che torni a vivere in questo nuovo secolo con quella gloria che aveva ai tempi di Eschilo".
Rocco Cerro
 
 

Corriere della Sera (cronaca di Roma), 18.2.2004
Il «Gattotour»
Scrittori, politici e volontari. Viaggio nelle colonie feline

È un curioso equipaggio quello che si muove dal parcheggio del Campidoglio di via dei Fori Imperiali alle 15 di ieri. Il convoglio è formato da due autobus, uno solo decorato da mici sulle fiancate ma entrambi con l’itinerario esposto e ben visibile: Gattotour.
[...]
A Largo Argentina si scende tutti; una scala conduce poi a un mezzanino sospeso sulle rovine e sui festeggiati indigeni, indifferenti al fermento. Qui attendono un rinfresco, un mercatino con distribuzione di materiale attinente alla tutela dei mici, e l’ammiratore dei gatti più ammirato della giornata: Andrea Camilleri. Lo scrittore, autore di un racconto in tema, riceve un grande piatto disegnato dall’artista Massimiliano Riso. Ad applaudirlo sopraggiungono Jocelyn e il giovanissimo Manfredi Alemanno, figlio del Ministro alle Politiche Agricole, il quale professa devozione perenne alla causa e sfoggia uno zaino colmo di scatolette. 
[...]
Margherita D’Amico 
 
 

Avanti!, 19.2.2004
Montalbano: se l'audience va d'accordo con la qualità
Un bravo commissario nella fiction della Rai

La serie televisiva "Il commissario Montalbano" è l'esempio di un felice accostamento di qualità e successo nella programmazione della Rai. I dieci film andati in onda hanno avuto un enorme successo di pubblico. Tale fortuna non si deve a una ricerca di audience a tutti i costi, con i compromessi e gli espedienti cui troppo spesso si ricorre a tale scopo. La serie è, a giudizio dei critici, un prodotto di alto livello, sia nell'articolazione dei contenuti tematici, sia dal punto di vista delle tecniche espressive e rappresentative. Milly Buonanno, attenta osservatrice della fiction italiana, afferma: "Il commissario Montalbano è una fiction che veicola un forte 'senso del luogo' restituendo il lavoro sulla lingua che caratterizza i libri, in parte attraverso il dialogo e in parte attraverso il lavoro sui volti, i set, le solari e bellissime riprese in esterni. Ciò contribuisce a dare alla serie un'aura da programma d'élite e ne fa uno dei pochi prodotti di fiction capaci di ottenere il plauso della critica". Gianfranco Marrone, professore di Semiotica all'Università di Palermo, ha studiato a fondo la figura del commissario nato dalla penna di Andrea Camilleri. L'ampia ricerca di Marrone, "Montalbano. Affermazioni e trasformazioni di un eroe mediatico", appare nella pregevole collana Verifica Qualitativa Programmi Trasmessi, diretta con passione e intelligenza da Loredana Cornero (Rai/Eri, 330 pagine, 17 euro). Marrone parte da una domanda: fino a che punto il commissario Montalbano può essere considerato un personaggio televisivo circoscritto in una fiction seriale? Questo personaggio proviene dalla letteratura, ha una versione radiofonica, circola nei fumetti e nel Web, usufruisce di quella "intermedialità" che è ormai caratteristica costitutiva dell'attuale sistema dei mezzi di comunicazione di massa. In modo forse meno evidente di fenomeni macroscopici come "Il grande fratello", "Harry Potter" o "Matrix", la serie tratta dai libri di Camilleri acquista tutto il suo spessore e significato solo se è inserita nella rete interdiscorsiva e intermediatica in cui il personaggio circola. Da qui il valore di "culto" che il personaggio ha da tempo acquisito, dando luogo a fenomeni che fuoriescono dall'immaginario per diffondersi nel mondo dell'esperienza vissuta. La figura del commissario di Vigàta eccede la narrazione stessa, abita in universi immaginari più ampi, in ambiti di discorso molto diversi, come quello giornalistico, politico e promozionale. La prima parte della ricerca presenta la figura del commissario nei contesti mediatici in cui ricorre, modificandosi costantemente. Ridefinisce poi la nozione di personaggio alla luce del problema specifico posto da tali continui processi di "traduzione" intermediale. La televisione si rivela medium dominante, poiché strumento produttore di modelli immaginari comuni a media diversi. La seconda parte del libro illustra i rapporti della serie televisiva con i testi letterari da cui proviene e le strutture narrative comuni ai dieci episodi andati in onda. Secondo Marrone, l'identificazione fra il protagonista e lo spettatore non avviene sul piano pragmatico delle azioni, e nemmeno su quello cognitivo delle idee, quanto su quello passionale degli affetti. Per il pubblico non si tratta soltanto di totale partecipazione emotiva alle passioni del personaggio, ma di un'adesione ai valori che questi, non solo persegue, ma propone. "È come se il personaggio di Montalbano - afferma Marrone - stipulasse con il suo spettatore un patto iniziale d'adesione emotiva, gli fornisse un pacchetto di valori per cui agire e di sentimenti da provare; e sulla base di questo patto, poi, lo conducesse per mano lungo tutti i meandri narrativi della storia". Si saldano così le tre dimensioni basilari presenti nelle strutture narrative: azioni, ragioni, passioni. Nessuna di esse, nelle storie di Montalbano, può funzionare senza le altre due. Ed è questo intreccio che genera lo straordinario successo della serie. 
Pasquale Rotunno
 
 

Corriere della Sera (cronaca di Roma), 20.2.2004
Incontro
La «cittanòva» di Guccini

Incontro con Francesco Guccini che presenta il suo ultimo libro «Cittanòva blues» (Mondadori). Interviene Andrea Camilleri. Il libro racconta episodi di vita giovanile e studentesca tra Modena e Bologna dalla fine degli anni ’50 all’inizio degli anni ’70 con effetti ora lirici ora comici.
TEATRO VALLE, via del Teatro Valle 21, ore 18.30
 
 

Venerdì, 20.2.2004
Se cade il muro della tv

Nella società dello spettacolo quello che non appare, non esiste. La finzione televisiva ha ucciso la realtà, come dice Baudrillard, ed è stato il più perfetto degli assassini. Eppure basta guardarsi intorno per vedere che esiste e resiste un'Italia che non va mai in televisione.
[...]
E' all'indice anche uno scrittore popolare come Andrea Camilleri, che continua però serenamente a dominare le classifiche dei libri più venduti.
[...]
Curzio Maltese
 
 

Venerdì, 20.2.2004
Questo l'ho già visto. Sì, in almeno 37 film
L'ultimo: "L'amore è eterno finché dura" di Verdone. Ma Antonio Catania ha lavorato con Aldo, Giovanni e Giacomo, salvatores, Soldini. Eppure... "Mi lamento"

[...]
Lei ha fatto tutti i ruoli possibili. Quale le manca?
«Un bel ruolo da poliziotto, o da avvocato o da commissario».
Insomma tipo Distretto di polizia.
«Lasci stare ... Lo sa che io dovevo essere Giovanni Scalise».
Scusi ma il primo commissario della serie era Giovanna Scalise, una donna non un uomo.
«Sì, ma all'inizio doveva essere un uomo. E io avevo già firmato con Pietro Valsecchi, il produttore. Poi, invece, per esigenze di rete, hanno cambiato tutto. Sapesse quanto ci sono rimasto male. Anche perché è andato benissimo. Come Montalbano».
Adesso non dica che aveva già firmato pure per la serie della Rai?
«No firmato no. Però... Prima di scegliere Luca Zingaretti giravano dei nomi e c'eravamo io e Ennio Fantaschini. Per carità Zingaretti è bravissimo. É riuscito a trasmettere la sua fisicità al personaggio e ormai per tutti Montalbano è lui. Però quando io leggevo Camilleri il commissario siciliano me lo immaginavo completamente diverso».
E come?
«Tale e quale a me».
Già perché lei è siciliano.
[...]
Federica Lamberti Zanardi
 
 

La Nazione, 23.2.2004
Il crudo precedente di Camilleri
 
 

Avvenire, 24.2.2004
Il fatto
Soltanto a Milano si diffondono tanti volumi (il 15% del totale) quanti in tutto il Meridione, Lazio escluso. Sotto accusa la mancanza di punti vendita, soprattutto nei piccoli centri. In controtendenza c'è la crescita di case editrici: boom in Molise, Campania e Basilicata
Libri, l'Italia divisa: al Sud grande gelo
Giuliano Vigini: «Non manca vivacità. Pesano però le debolezze del Sistema-Paese: dai trasporti, che frenano la distribuzione, al rapporto tra città e periferia»

[...]
«Sui piccoli numeri le statistiche danno risultati sorprendenti - sottolinea Vigini -, ma sarebbe ingiusto non riconoscere che una vivacità culturale esiste. Favorita dal moltiplicarsi delle sedi universitarie, oltre che dal rafforzarsi di una tradizione di editoria locale che, negli ultimi anni, ha conosciuto nuovo impulso. Ma è ancora difficile che un best seller sia pubblicato da un editore del Sud. Eccezioni a parte, si capisce». Anzi, Camilleri a parte. 
Alessandro Zaccuri
 
 

Il Mattino, 25.2.2004
«L’ubbidienza», oggi in libreria
La Napoli di Cacciapuoti parodia inconsapevole

La recente narrativa su Napoli e da Napoli si sta attorcigliando su se stessa. È che quando si scoprono dei cliché sia pure negativi, oleografici per ribaltamento, si ammanniscono con una abbondanza e una negligenza da rendere inappetente anche il palato meglio disposto. Ne è una prova il secondo romanzo di Massimo Cacciapuoti, che, dopo l’esordio del cupo Pater familias (dal quale è stato tratto il film omonimo di Francesco Patierno), pubblica L’ubbidienza (Rizzoli, pagg. 149, euro 12,50), da oggi in libreria.
[...]
Purtroppo è improbabile anche il linguaggio con il quale Cacciapuoti porta avanti la storia. Camilleri ci ha abituati a quella cassata siciliana, in cui nella ricotta dell’italiano vengono mescolate, a mo’ di canditi, abbondanti dosi di lessico siciliano. Il sopravvalutato Giuseppe Ferrandino e i suoi epigoni producono una sfogliatella indigesta dove lo zucchero della napoletanità sterilizzata uccide ogni sapore.
[...]
Pietro Treccagnoli
 
 

The Nation, 26.2.2004
The Pleasures of Crime

Despite their indifference to genre fiction, American publishers of literary novels have consistently made exceptions for homegrown crime writers. Raymond Chandler, Dashiell Hammett and James Cain have long been celebrated in collections from the prestigious Library of America as well as reissues from Vintage, arguably the most stylish paperback house in New York; Patricia Highsmith, that once-forgotten mistress of the noir, is finally getting her due, with a steady stream of handsome reissues from Norton and a full-length treatment of her life out now in hardcover. Meanwhile James Ellroy, our living master of the hard-boiled detective story, continues to crank out his novels for Knopf to critical acclaim. So in this globalized culture, it makes perfect sense that publishers big and small would look to crime writers from farther-flung places to diversify their lists. Detective fictions tend to follow a pleasantly familiar form, no matter their country of provenance; suspense, intrigue and murder are universally addictive plot devices.
The right sleuth, killer or thief can also be the perfect guide through an unfamiliar land. As he--and it's always a he--dodges bullets, searches for clues, hides from the cops (or his wife) and puts the pieces of the crime--as inspector or mastermind--together, we're treated to foreign delights: narrow, curvy roads that hug the Mediterranean; bustling city streets bearing the names of great leaders instead of numbers; dusty paths that snake between rundown bungalows. Of course, from beneath the seductive exotica, dark underbellies of distant locales show through. Corrupt local officials and sleazy night spots are ubiquitous; backstabbing, lying and cheating, among both friends and lovers, de rigueur.
A new quartet of detective novels from Italian crime writer Andrea Camilleri, published here by Viking and Penguin, takes us to the fictional waterfront town of Vigàta, in Sicily. Camilleri's protagonist is the overworked, straight-talking, politically radical Inspector Salvo Montalbano, whose passion for solving crimes is equaled only by his love of the perfect pasta al dente and the novels of his namesake, the contemporary Spanish detective writer Manuel Vazquez Montalbán. (Although Montalbán's works have not found a home in the United States, British publisher Serpent's Tail has been translating him into English for years.) When Montalbano hits a wall in his sleuthing, he's known to turn himself around by asking himself what Pepe Carvalho, Montalbán's famous sleuth, would do.
Like Mike Hammer or Sam Spade, Montalbano is the kind of guy who can't stay out of trouble. He's in a long-term, long-distance relationship with the smart and independent Livia, but every time they arrange to see each other, a corpse or two--usually bearing the marks of a deviant tryst--comes between them. (Over the course of the four books, this puts a considerable strain on Salvo and Livia's relationship.) Montalbano is competitive and narcissistic; he exploits personal relationships to turn up clues, and often gets friends and witnesses killed during his investigations. Still, deftly and lovingly translated into English by Stephen Sartarelli, Camilleri makes it abundantly clear that under the gruff, sardonic exterior our inspector has a heart of gold, and that any outbursts, fumbles or threats are made only in the name of pursuing truth (and, often, thwarting Italy's egocentric and dishonest politicians in the process--but that's another story).
Camilleri surrounds Montalbano with a motley cast of recurring characters, among them: Free Channel newscaster Nicolò Zito, whose leftist politics are simpatico with the inspector's; lughead Catarella, who mangles every crucial communication meant for Montalbano; and informer Gegè, who manages The Pasture, a sort of open-air bordello where tricks are turned and drugs are dealt under cover of night. So while it makes sense to move through the books from first to last, it's far from necessary. If you're in the mood for an archeological romp, start with The Terra-Cotta Dog. Something with a complicated, contemporary clash-of-cultures angle, complete with a Tunisian terrorist? The Snack Thief. For sheer, slim elegance, the thriller Voice of the Violin wins; and for a dark, sexy tale of political corruption--The Shape of Water.
In his essay "The Guilty Vicarage," W.H. Auden described the reading of detective novels as "an addiction, like tobacco or alcohol." "If I have any work to do," he wrote, "I must be careful not to get hold of [one] for, once I begin one, I cannot work or sleep till I have finished it." Although he preferred his detective stories to take place in the English countryside, I can't help but think that Camilleri's novels would have caused Auden to procrastinate for at least a day or two.
continua 1
continua 2
Hillary Frey
 
 

Sette (supplemento del Corriere della Sera), 26.2.2004
Caro Faletti, mi presti il tuo killer?

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Il racconto di Orengo, come tutti gli altri suoi libri, è ambientato in quella striscia di Liguria tra Ventimiglia, Bordighera e Mentone che è la sua terra d'elezione, ricca di profumi e di sapori. E racconta la storia di Pietro Scullino, critico letterario di provincia.
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Nemmeno Andrea Camilleri, che dopo le prime resistenze ha conquistato il cuore dei critici, convince Scullino. L'ex professore prova a tradurre in dialetto ligure un brano dell'ideatore di Montalbano, lo sottopone all'attenzione della tosta Lucrezia e poi si arrende.
Concorda con lei che questa scrittura non ha né corpo né identità ("non c'è niente dentro, non c'è mafia, non c'è teatro e non c'è letteratura") e che si tratta della rivincita del Sud nei confronti del Nord, concludendo filosoficamente che ogni "peto siciliano vale più di una scoreggia nostrana".
Mirella Serri
 
 

Gazzetta del Mezzogiorno, 26.2.2004
Intervista.
Il giornalista di La7, di origini lucane, conduce la rassegna stampa in onda fino a domani dalla Gazzetta
Franco Rina, il cinema nel cuore

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Ci parli della sua passione per il cinema.
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«Animo "CentroLab" insieme al gruppo docenti tra i quali Giuseppe Tornatore, Giuliano Montaldo, Andrea Camilleri, Vincenzo Cerami, Domenico Starnone, Cinzia Tani, Laura Ippoliti, Dacia Maraini e tanti altri».
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Nicola Morisco
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 28.2.2004
Un libro studia il personaggio di Camilleri come fece Eco con Bongiorno
Fenomenologia di Montalbano
Il caso Montalbano. Fenomenologia del commissario. L´eroe indagato da un semiologo

Il commissario creato da Camilleri è uscito dalle pagine dei romanzi per assumere vita propria. E, alla stessa stregua dei personaggi reali, gli studiosi gli dedicano grande attenzione. Si intitola "Montalbano, affermazioni e trasformazioni di un eroe mediatico" il libro che Gianfranco Marrone, docente di semiotica all´Università, ha dedicato al poliziotto di Vigata, sulle orme dell´opera che Umberto Eco dedicò a Mike Bongiorno. Lo studioso analizza la personalità di Salvo, il contesto in cui si snoda la sua azione, i suoi metodi investigativi, lo spessore di antagonisti e amici, la sua teatralità.

È un ossimoro vivente: scontroso e simpatico, irascibile e tenero, distaccato e appassionato, imbranato e atletico, difensore della giustizia e nemico di ogni formalismo burocratico della legge. Come dire la contraddizione fatta uomo. Salvo Montalbano, il commissario di Vigàta partorito dalla mente di Andrea Camilleri è evaso presto dalla pagine dei romanzi in cui giganteggia da protagonista per assurgere a vita propria, invadendo televisione, Internet, giochi interattivi. In questo percorso nel tempo, nello spazio e nei media, ha perfino cambiato i connotati (nei libri ha i baffi e il ciuffo, in televisione diventa rasato e pelato) e alcuni aspetti della sua personalità (nei libri è goffo, nei telefilm è un abile uomo d´azione). Ha incollato milioni di persone davanti al piccolo schermo, ha dettato modi di esprimersi («Montalbano sono»), ha propinato ricette dei suoi piatti di pesce preferiti, ha attirato migliaia di turisti nei luoghi siciliani che fanno da sfondo alle sue gesta, ha reso popolari i tic, imitatissimi, di Catarella e degli altri suoi collaboratori, ha ribaltato la teoria dell´uomo a una dimensione ipotizzata dal filosofo Marcuse, diventando un contenitore di tantissimi caratteri. Insomma Montalbano-Zingaretti, si è trasformato in un eroe in carne e ossa, come è accaduto in passato ad Alberto Lupo-dottor Mason, a Gino Cervi-Maigret, a Tino Buazzelli-Nero Wolfe e a Ubaldo Lay-tenente Sheridan. I lettori e i telespettatori trovano in lui qualche qualità eroica, solo sua, e tantissime tensioni e limiti che sono anche loro, rendendo possibile una identificazione a costo bassissimo, senza mortificazioni.
Così come capita a tanti uomini di successo, il commissario di Camilleri è diventato oggetto di studio. Si intitola "Montalbano, affermazione e trasformazione di un eroe mediatico" (Edizioni Vqpt della Rai Eri, 340 pagine, 17 euro), il libro che Gianfranco Marrone, docente di Semiotica all´Università di Palermo, ha scritto per analizzare, con gli strumenti della scienza, i motivi di questa affermazione e per sviscerare la personalità del commissario, anche negli aspetti più reconditi. A "Salvo sono" è capitato quello che era accaduto negli anni Sessanta a Mike Bongiorno, al quale Umberto Eco aveva dedicato un libro per analizzare la fenomenologia della sua popolarità. La cultura ufficiale allora era rimasta sconcertata di fronte all´interesse di un semiologo di grido per un divo televisivo, ma Eco aveva visto più lontano di tutti nell´intuire l´importanza che aveva assunto il piccolo schermo, diventato di colpo il primo motore delle trasformazioni del Paese.
Vediamo quali sono per Marrone i fattori che hanno decretato il successo del poliziotto. Primo, i tratti caratteriali di Luca Zingaretti, tipici dell´eroe solitario che però quando si mischia con gli altri esprime una grande carica di umanità. Secondo, la squadra. I comprimari, ovviamente, sono uno diverso dall´altro, ma tutti adoranti del capo, a dispetto del suo «malo carattere». Terzo, la teatralità. Il commissario agisce come se mettesse continuamente in scena se stesso. È il gioco della finzione, ma è anche un modo per rimarcare quegli aspetti sopra le righe che fanno presa sul grande pubblico. Evidentemente ha letto - sicuramente lo ha fatto Camilleri - "La vita quotidiana come rappresentazione" di Erving Goffman e ne ha fatto il suo vademecum. Quarto, il metodo investigativo. Montalbano non procede per deduzioni ma per intuizioni. In tutte le trame ci sono due piani narrativi: una serie di indizi, infatti portano in una direzione inscenati per depistare, ma il commissario spazza via tutti i paraventi per arrivare al nocciolo della soluzione. Spesso la messa in scena tira in ballo mafia e politica per nascondere in realtà vendette private e affari di corna. «Le storie - scrive Marrone - hanno tutte una doppia struttura. Montalbano segue una prima ipotesi, che i suoi antagonisti vogliono fargli credere vera, ma verso la metà della vicenda si capisce che è tutta una messinscena. A quel punto è lui che costruisce una nuova messinscena per fare cadere i rivali nella trappola. Laddove in molti romanzi di Sciascia (come "Il giorno della civetta" o "A ciascuno il suo") il piano dell´apparire è legato a una questione di corna e quello dell´essere a una questione di mafia, Camilleri fa spesso il contrario: le vicende sembrano legate a intrighi mafiosi mentre in effetti sono dipendenti da problemi sentimentali». O affari privati. Quinto, la marginalità della mafia. Montalbano e gli altri protagonisti manifestano spesso i loro sentimenti antimafiosi, ma i boss non entrano quasi mai direttamente nelle storie. E questo, in tempi di inflazione di Piovre, diventa un altro punto di forza.
Sesto, il privato. Ci sono anche qui due piani narrativi. Il protagonista nel commissariato o nei luoghi degli eventi criminosi e nella sua casa di Marinella in riva al mare. L´eroe mangia, beve, piange, si annoia, fa l´amore con Livia - ve l´immaginate il tenete Sheridan tra le lenzuola? - e ascolta musica, come i lettori e come i telespettatori. Questo livello privato da un lato ci mostra l´eroe nella sua dimensione umana, dall´altro fornisce continuità alla narrazione, agganciando una puntata all´altra. Settimo, la magia dei luoghi. Mare, notte stellate, barocco e Sicilia arida, che sono come calamita per gli occhi. Il libro, infine, è corredato da curiosità, trame di film, nomi di personaggi, divisi in buoni e cattivi, e da una ricca utile bibliografia.
C´è un altro personaggio, per molti versi progenitore di Montalbano, che viene in mente dopo aver letto il libro di Marrone: Tex Willer, che ha nutrito l´immaginario di Camilleri. Del "ranger navajo", il commissario ha preso pure le scarpe, come recita un modo di dire siciliano. Stessa scontrosità; stessa allergia per la burocrazia; stessa idiosincrasia per ogni promozione che potrebbe inchiodarlo a una scrivania; stessa lealtà; stesso rapporto simbiotico con i collaboratori; stesso senso della giustizia, che fa chiudere gli occhi per aiutare un povero diavolo e fa predisporre sporchi trucchi per inchiodare un mascalzone che altrimenti la farebbe franca; stessa allergia per il matrimonio; stesso rispetto per gli avversari che non barano. Ed entrambi sono stimati dai nemici. A chi si consegna il mafioso e il feroce bandito? A Montalbano-Tex perché sanno che non tradiranno mai i patti. Qualsivoglia essi siano.
Tano Gullo
 
 

La Sicilia, 28.2.2004
Porto Empedocle, menù di Montalbano per turisti

Alici marinate, pasta con le sarde, «purpiteddri», riso o spaghetti al nero di seppia, sarde a beccafico, triglia in agrodolce, cannolicchio con ricotta. Il tutto in nome del commissario Montalbano e Andrea Camilleri, entrambi simboli di quella Vigata dove i titolari di ristoranti di Porto Empedocle sono stati urgentemente convocati in Municipio dal vulcanico assessore comunale al Turismo, Tonino Guido.
«A chi giunge in paese dovete offrire un menù unico a 18 euro, in cui figurino esclusivamente le pietanze ispirate alle storie di Camilleri». Così parlò l'assessore un paio di giorni fa rivolgendosi ai ristoratori empedoclini rimasti in un primo tempo spiazzati dinanzi all'input dell'amministratore comunale. L'intento è evidente: prendere per la gola i turisti cercando di farli restare più di quanto facciano attualmente. E quale «esca» migliore delle specialità culinarie «made in Vigata» può risultare più accattivante?
Incassato il consenso dei cuochi vigatesi, l'assessore Guido ha chiamato decine di tour operator chiedendo loro di attivarsi affinché l'iniziativa turistico-gastronomico-culturale venga pubblicizzata almeno in tutta la Sicilia. E le arancine di Montalbano? Per ora, tocca proprio alle palle di riso amate dal commissario rimanere clamorosamente fuori dal menù. La loro aggiunta alla lista delle pietanze secondo i ristoratori farebbe lievitare il prezzo del pranzo, che supererebbe i 18 euro. Trattative sono però in corso anche perché chi lo dice a Camilleri che nel «suo» menù non ci sono le arancine?
 
 

La Repubblica, 29.2.2004
Molti personaggi dello spettacolo riscoprono il mezzo radiofonico
Il gran fascino della radio per Zingaretti, Fiorello, Elio
Su RadioDue ogni lunedì mattina, la sveglia con "Fiorello revolution"

Il richiamo c´è sempre ed è fortissimo. Non c´è teatro, cinema, musical o tour in concerto che tengano: prima o poi, chi ama la Radio e sente di saperla fare, finisce davanti a un microfono, come per una specie di richiamo ancestrale, al quale pochi sanno resistere. A dimostrare questa legge non scritta dello spettacolo sono (e sono stati) in tanti. Da lunedì la confermerà anche Luca Zingaretti, che alle 8.45 su RadioDue Rai torna con la prima delle dieci puntate de "L´odore della notte", dal romanzo di Andrea Camilleri.
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Carlo Ciavoni
 

 


 
Last modified Saturday, July, 16, 2011