RASSEGNA STAMPA
FEBBRAIO 2004
3.2.2004
Montalbano torna in libreria
Andrea Camilleri annuncia l'uscita di due libri con storie del Commissario:
"La prima indagine" e "La pazienza del ragno"
Entro la prossima estate sarà in libreria "La prima indagine"
(Mondadori), una raccolta di tre nuovi racconti lunghi in cui sono narrate
indagini "giovanili" del commissario Montalbano (in nessuna di queste indagini
Montalbano è alle prese con omicidi).
È inoltre prevista per l'autunno 2004 la pubblicazione del nuovo
romanzo, "La pazienza del ragno" (Sellerio).
La Repubblica
(ed. di Palermo), 4.2.2004
Quando la tv trasmetteva la Sicilia in bianco e nero
I ricordi dei primi servizi dei pionieri siciliani come la ricezione
scadente e l´assalto di una scimmia
Venerdì a Villa Zito si inaugura una mostra di fotografie Alinari
sui cinquant´anni della Rai con Pippo Baudo testimonial
La prima vera sede fu il condominio di via Terrasanta dato che i servizi
li spediva il portiere
La memoria dell´Isola è Zavoli tra le macerie del Belice
e Gregoretti alla ricerca degli ultimi Gattopardi
Si inaugura venerdì alle 17 a Villa Zito, sede della Fondazione
Banco di Sicilia, la mostra "ImmagineRai", 158 fotografie sull´epopea
dei 50 anni della televisione. L´esposizione a Palermo resterà
aperta fino al 26 febbraio, poi comincerà il tour nelle altre città.
Mattatore dell´inaugurazione sarà Pippo Baudo. Parteciperanno:
Salvatore Butera, presidente della Fondazione, Claudio Ferretti e Barbara
Scaramucci, che presenteranno il volume "RicordeRai" da loro curato, Giuseppe
Cereda, Claudio de Polo dell´associazione "Fratelli Alinari" che
ha curato la mostra, Giuseppe Marchetti e l´assessore Fabio Granata.
Nel quadro delle manifestazioni anche due tavole rotonde: il 13 febbraio
sulla Rai in Sicilia e il 27 sul progetto del canale Mediterraneo.
[...]
La mostra è divisa in sette sezioni; nella prima c´è
l´impatto del televisore nella società. Eccoli gli avventori
di un bar ipnotizzati dal Musichiere, ecco le famiglie riunite per il sabato
sera delle gemelle Kessler. Ed ecco un giovane immortalato da Enzo Sellerio
che sul berretto di carta dei muratori ha montato un´antenna fatta
con legnetti. La tv entra nelle case e nei cervelli. Fa compagnia e detta
ordini, blandisce e ammonisce. La sera di Lascia o raddoppia? era un trasmigrare
di sedie dalle case ai bar o alle sezioni dove c´era la visione a
pagamento. Dieci lire, il costo del «biglietto».
«Ognuna delle altre sei sezioni abbraccia un decennio - dice
Monica Maffioli, dell´associazione "Fratelli Alinari" - Gli anni
Cinquanta caratterizzati dalla tivù pedagogica e dei buoni sentimenti,
dal mago Zurlì al maestro Manzi, da padre Mariano ai primi quiz.
I Sessanta con il varietà del sabato sera e i grandi teleromanzi.
I Settanta con la Domenica sportiva e lo sbarco sulla luna che apre la
strada a tanti programmi scientifici. Gli Ottanta con la Piovra, Quelli
della notte e Indietro tutta. I Novanta con la tivù verità,
lacrime e sangue, processi e sport. Il Duemila con Montalbano, i comici,
Fiorello e tanto revival. E sempre, ovviamente il Festival di Sanremo».
[...]
«I servizi più rappresentativi saranno trasmessi di continuo
in una saletta di Villa Zito attigua alla mostra. Tra i filmati anche un´edizione
del Berretto a sonagli di Pirandello con la regia di Andrea Camilleri e
l´interpretazione di Turi Ferro [In effetti Camilleri non ha mai
diretto nè prodotto "Il berretto a sonagli", NdCFC]. Il passato
deve servirci per costruire il futuro». Di tutto di più.
Tano Gullo
Musica (supplemento
di Repubblica), 5.2.2004
Giallo Wave, ultimi giorni
Così si diventa scrittori
[...]
Carissimi amici, questo mio incipit non è francamente difficile,
può essere continuato in direzioni diverse, è aperto a tutti
gli sviluppi. C'è, semmai, un problema: premesso che oggi la realtà,
così complessa e tortuosa, riesce a battere di diverse lunghezze
la fantasia, come può la fantasia vincere la partita? È questo
l'augurio che, sinceramente, formulo per tutti i partecipanti al nostro
gioco: che l'invenzione letteraria superi le ultime di cronaca.
Cordiali saluti
Andrea Camilleri
Sette (supplemento del
Corriere della Sera), 5.2.2004
Rai, quando lavorare stanca
Franco Cordelli, vicedirettore della radio di Stato: potrei anche non
andare in ufficio...
[…]
Camilleri?
«Mi è simpatico, però non ha stile. Non sono mai
riuscito a leggere più di tre pagine di un suo libro».
[…]
Claudio Sabelli Fioretti
La Provincia
di Sondrio, 5.2.2004
Tv
Annullata «Attenti a quei tre» con De Sica. Torna Montalbano
in replica
Elisa fa paura. Sospesa fiction Rai
Nelle sue mani Zingaretti-Montalbano
Elisa di Rivombrosa, la fiction di Canale 5 che appassiona la domenica
sera il 30% del pubblico, oltre otto milioni di spettatori, e ha capovolto
le sorti della fiction festiva, da sempre (tranne rare eccezioni) appalto
delle produzioni Rai, continua a mietere vittime. La Rai ha deciso di annullare
Attenti a quei tre, la miniserie in due parti con i De Sica, padre (Christian)
e figlio (Brando). La messa in onda, in programma su Raiuno domenica 8
e lunedì 9 febbraio, è stata bloccata: al suo posto andrà
domenica la replica del 'Commissario Montalbano: Il senso del tatto, il
poliziesco con Luca Zingaretti dai libri di Andrea Camilleri già
protagonista negli ascolti e di felici imprese di controprogrammazione
anche in replica. Lunedì invece, un film: Chocolat di Lasse Hallstrom,
con Juliette Binoche e Johnny Depp.
[...]
Alessandra Magliaro
[La notizia non è esatta. In effetti le repliche dei telefilm
inizieranno domenica 15 febbraio, con "La gita a Tindari", NdCFC]
La Sicilia, 6.2.2004
Editoria
Salvo Montalbano e le indagini giovanili
Una buona notizia per gli amanti del Commissario di Polizia più
amato dagli italiani, Salvo Montalbano, nato dalla penna dello scrittore
empedoclino, Andrea Camilleri. Infatti, è stato ufficiliazzato per
il prossimo mese di giugno la pubblicazione de «La prima indagine»,
edita da Mondadori, una raccolta di tre nuovi racconti lunghi in cui sono
narrate indagini «giovanili» del commissario Montalbano (in
nessuna di queste indagini Montalbano è alle prese con omidici).
E' prevista invece per l'autunno del 2004 la pubblicazione de «La
pazienza del ragno», stavolta edito dalla casa palermitana Sellerio,
che è proprio il romanzo che segue «L'odore della notte»
nel quale Montalbano si è trovato ad indagare sull'immigrazione
clandestina. C'è da dire che lo scrittore di Vigata-Porto Empedocle
sta vivendo un periodo di grande successo anche per le vendite che hanno
raggiunto livelli straordinari malgrado qualcuno sia rimasto deluso dal
romanzo storico «La presa di Macallè». Martedì
prossimo 10 febbraio direttamente al Quirinale, il Presidente della Repubblica,
Carlo Azeglio Ciampi, conferirà a Camilleri il premio «De
Sica», altro grande riconoscimento per un personaggio che è
diventato famosissimo in età avanzata. Proprio sull'assegnazione
del premio c'è da dire che il sindaco di Porto Empedocle ha inviato
un telegramma a Camilleri esprimendo grande gioia per questo ennesimo premio.
Intanto lo scrittore empedoclino da qualche settimana ha avviato una collaborazione
con un giornale polacco dove pare che il Commissario Montalbano sia proprio
famosissimo.
Gaetano Ravanà
Capital,
6.2.2004
"Che spasso fare lo scrittore de paura!"
Carlo Lucarelli ospite di Capital Tribune
[...]
Camilleri dice che nemici della lettura sono la televisione e i progressi
medici. Spieghi tu?
"Quando ci ammalavamo stavamo a casa da scuola. Io mi ricordo gli orecchioni,
il morbillo. Voleva dire 15 giorni a casa, a letto. E a letto non sapevi
cosa fare. Ti regalavano una pila di libri e a letto scoprivi i pirati,
i cowboy... Adesso c'è la televisione, la accendi, ci sonnecchi
davanti. Quindi sono perfettamente d'accordo con Camilleri.
[...]
Giochiamo con un po' di miti del giallo e dell'horror, facciamo un
po' di pastone.
[...]
Camilleri o Faletti?
"Camilleri è Camilleri, è l'inventore di una lingua oltre
che di un personaggio e di una storia".
Montalbano o Montalbàn?
"Montalbàn sicuramente, come scrittore, come tutto. Montalbano
poteva anche finire nel libro. I personaggi a un certo punto muoiono.
Il fatto che mi avessero detto: non c'è più Montalbàn
mi è dispiaciuto molto".
[…]
Cosa devono fare gli ascoltatori di Radio Capital per entrare nel grande club degli appassionati di giallo e cosa
si perdono se non ti seguono?
"E’ importante cominciare perché non è che uno si perda delle grandi cose, si perde delle bellissime storie che insegnano
qualcosa. Se dovessi consigliare un libro con cui cominciare, senza dover consigliare per forza i classici, da Simenon a Camilleri,
direi Benjamin Tammuz, e il libro si chiama il Minotauro. E’ un bell’esempio di come cominciando quella storia, uno non si stacca
più. Leggi una storia noir e però quella storia col noir ha pochissimo a che vedere. E’ un grande esempio di thriller."
Giulia Santerini
La Stampa, 7.2.2004
Andrea Camilleri: anche per certe cose ci vuole la faccia giusta
La
mia rivincita è la coppola
Andrea Camilleri
La Sicilia, 7.2.2004
Ha invitato il sindaco Ferrara per la consegna di un premio da Ciampi
Andrea Camilleri si ricorda della sua Vigata
Porto Empedocle. Andrea Camilleri e il sindaco Paolo Ferrara a «braccetto»
dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
L'imperdibile appuntamento è fissato per martedì prossimo
quando il «papà» del commissario Montalbano andrà
a ritirare direttamente dalle mani del Capo dello Stato il prestigioso
premio letterario-teatrale «De Sica», in memoria del grande
attore romano.
Camilleri però ha deciso di sfruttare l'occasione per dare lustro
e visibilità al paese che gli ha dato i natali e così, un
paio di giorni fa ha chiesto a Ferrara di fare un salto a Roma per mettersi
daccordo sull'evento in programma all'inizio della prossima settimana al
Quirinale.
Tra un dolcino e un caffè gustati nel salotto di casa Camilleri,
lo scrittore ha chiesto al «suo» sindaco» di accompagnarlo
alla cerimonia di consegna del premio. Ferrara si è subito reso
conto del valore intrinseco di una proposta alla quale era impossibile
dir di no. Il primo cittadino di Vigata ha quindi accettato e si è
dato appuntamento con lo scrittore per martedì nella Capitale. Prima
di tornare in Sicilia, Ferrara ha però ricevuto un altro regalo.
Camilleri ha tirato fuori da un cassetto 110 fotografie scattate da
un ingegnere milanese di passaggio a Porto Empedocle quando la città
marinara venne messa in ginocchio da un'alluvione nel lontano 1952. Scatti
che l'ingegnere lombardo concesse allo scrittore in segno di stima e amicizia.
Immagini sconvolgenti e allo stesso tempo affascinanti, certamente
meritevoli di essere messe in mostra. E così sarà, visto
che il papà di Montalbano ha deciso di donare le preziose fotografie
al sindaco chiedendogli di organizzare un'esposizione in Municipio nelle
prossime settimana. Insomma Andrea Camilleri non perde occasione per cercare
d'importare la faccia migliore del suo paese, coinvolgendo il sindaco negli
appuntamenti che lo vedono grande protagonista, perfino al cospetto del
Presidente della Repubblica.
Francesco Di Mare
La Repubblica
(ed. di Genova), 7.2.2004
L´INIZIATIVA
Un momento di incontro lungo un anno con grandi autori di prestigio
internazionale
Sepulveda, Allende & C scrittori sulla rotta di Genova
Il gran finale annuncia nomi del calibro di Abraham Yehoshua, Eco e
Camilleri
"Provincia d´autore" l´idea di Anna Maria Panarello realizzata
da Sergio Buonadonna
«Dire Genova significa dire viaggio, mari, destini sconosciuti,
avventura, ritorno ad un tempo in cui il valore degli uomini si misura
con l´importanza dei sogni. Questa è la rotta di Genova...».
Le parole di Luis Sepúlveda ci accompagnano sulla rotta ideale tracciata
da "Provincia d´autore: dieci scrittori sulla rotta di Genova" l´iniziativa
voluta dall´assessore Anna Maria Panarello e realizzata da Sergio
Buonadonna, quale momento d´incontro, lungo un anno, con scrittori
di prestigio internazionale, legati a Genova da un dialogo multiculturale,
proteso non solo al Mediterraneo ma a tutte le migrazioni che hanno contrassegnato
la storia della città. Primo evento dell´iniziativa, presentata
ieri, è la partecipazione di Luis Sepúlveda - lo scrittore
cileno, autore di "Storia di una gabbianella..." - che ha accettato di
firmare l´ideale "Manifesto" di "Provincia d´autore" scrivendone
lo slogan e accompagnandolo con un brano, che diventerà anche depliant
illustrativo della manifestazione. Lo scrittore, assediato dai lettori
nella sua recente visita di gennaio, tornerà a giugno a presentare
il suo nuovo libro "Ultime notizie dal sud", frutto di una collaborazione
con il fotografo argentino Daniel Mordzinski, insieme al quale l´autore
cileno ha intrapreso un lungo viaggio attraverso la Patagonia. Il 26 febbraio
arriverà il croato-bosniaco Pedran Matvejevic-l´autore di
Epistolario dell´altra Europa in difesa dei diritti dell´uomo
e degli intellettuali dissidenti dell´Est - a testimoniare l´impegno
di una vita a favore della pace e della cooperazione nel Mediterraneo.
A marzo ci sarà lo scrittore somalo Nuruddin Farah - che nel 2002
ha mancato di poco il Nobel, come ricorda Buonadonna - uno dei più
grandi scrittori d´Africa, che ci spiegherà la società
somala e la complicata architettura di relazioni di potere su cui si regge.
Ad aprile sarà la volta di Laura Pariani, autrice del profondo e
malinconico ritratto della migrazione italo-argentina: "Quando Dio ballava
il tango". Paco Ignacio Taibo II arriverà a maggio, per raccontarci
le violente contraddizioni del Messico d´oggi, la corruzione morale
e politica, lo sfruttamento degli ultimi e delle donne. E due donne latine
d´eccellenza arriveranno in estate: per luglio proseguono gli accordi
tramite la Feltrinelli per portare in città Isabel Allende, l´amatissima
scrittrice cilena, autrice del best seller "La casa degli spiriti". A Genova
dovrebbe presentare "Il mio paese inventato", memorie nate sulla spinta
emotiva dell´11 settembre 2001, la Allende ne ha tratto motivo per
riannodare i fili della propria esistenza e della storia del Cile tragicamente
interrotta in un altro 11 settembre, quello del 1973: l´omicidio
di suo zio Salvador Allende, l´avvento di Pinochet. A settembre arriverà
la spagnola Almudena Grandes, la celebre autrice de "Le età di Lulù".
A novembre arriverà l´istrionico artista islandese Hallgrimur
Helgassn. Il gran finale preannuncia nomi come Abraham Yehoshua, Andrea
Camilleri e Umberto Eco.
Maura Macciò
Il Secolo XIX,
7.2.2004
Dieci scrittori sulle rotte della Superba
[...]
Due i nomi chiamati, in alternativa, a chiudere anno e rassegna. Due
autori italiani, entrambi grandissimi anche se
su sponde letterarie distinte: Umberto Eco e Andrea Camilleri.
[...]
La Repubblica, 7.2.2004
Dopo Holmes: la mappa di un genere letterario
I nipotini di Sherlock
Un lungo romanzo noir
Archetipi. Insieme a Sherlock Holmes c´è anche Auguste
Dupin creato da E. A. Poe
A vedere la cosa con scrupolo Sherlock non è stato l´iniziatore.
La sua prima avventura è del 1886. Ma nel 1841 a Filadelfia (Usa)
era stato pubblicato il racconto I delitti della rue Morgue il cui autore,
E.A. Poe, aveva genialmente concentrato nel personaggio di Auguste Dupin,
di quasi astratta perfezione, i canoni dell´analisi investigativa.
Filologia a parte, Holmes resta però il più grande e il più
noto: archetipo di uomini capaci di ricavare la soluzione di un crimine
dalla pura concatenazione logica di elementi disparati in forza della formula,
semplice da enunciare, che dice: scartato tutto ciò che è
impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, dev´essere
la verità. Il filone del giallo deduttivo si è sviluppato
prevalentemente in Gran Bretagna, infatti dopo Holmes arriva, ovviamente
Miss Marple, creatura prediletta di Agatha Christie. Miss Marple fa ancora
meno di Holmes, non agisce e sembra non vedere. Prepara dei tè,
scambia battute apparentemente futili con il vicario o con la lattaia,
di tanto in tanto spia da dietro le tendine del soggiorno ciò che
accade nella via. La trama del delitto si ricompone all´interno della
sua testa come la proiezione di una lastra in una camera oscura. Allo stesso
modo si comporta Hercule Poirot, l´implacabile omino belga dalla
diabolica intelligenza, grande amante di dettagli significativi che solo
lui sa vedere. Il filone degli investigatori dediti più all´esercizio
del pensiero che a quello delle armi, è in prevalenza europeo. Appartiene
per esempio alla stessa famiglia di Holmes il commissario Maigret di Simenon.
Del resto questo tipo di approccio all´omicidio e ai suoi esecutori
arriva, fatte salve circostanze ambientali e di carattere, fino ai nostri
giorni. Pepe Carvalho, una delle più riuscite figure di investigatori
nell´Europa contemporanea, creato da Manuel Vázquez Montalbán,
è nato in un quartiere povero e antifranchista di Barcellona, un
mondo di perdenti della Guerra Civile e della vita, di vagabondi mutilati
le cui leggende hanno alimentato le sua infanzia, nonché quella
dello scrittore. Il che porta a una caratteristica del personaggio inedita
rispetto ai predecessori: con Carvalho entra nel genere poliziesco il detective
politicizzato. Alla stessa filiazione da Holmes ascriverei il Commissario
Salvo Montalbano, protagonista di Andrea Camilleri. A parte la gradevole
invenzione linguistica troviamo nelle sue avventure gusto per l´azione,
risvolti improvvisi, humour, e anche divertimento, vorrei dire la ginnastica
del ragionamento sottile.
Quando il poliziesco si trasferisce negli Stati Uniti muta genere,
la narrazione diventa violenta, volano i pugni, la soluzione è affidata
spesso alle armi, il "giallo" tende a trasformarsi in "thriller". Eppure
anche negli Stati Uniti, e precisamente a New York, compare la figura di
un grande deduttore; è il detective che non muove un dito, che anzi
non esce mai di casa limitandosi a spostarsi dal rialzato, dove ha lo studio,
all´attico dove si trova la serra delle orchidee. E´ l´immenso
(in ogni senso) Nero Wolfe. È probabilmente colui che meglio incarna
l´astrazione di indagini condotte unicamente per via intellettuale.
Seguire il filo di un ragionamento di Wolfe fa parte delle grandi esperienze
del poliziesco. Ma Nero è l´eccezione. La regola, al di là
dell´Atlantico, resta il giallo d´azione quasi sempre violento
che ha per protagonisti tipi duri come Mike Hammer, Sam Spade, Nick Charles.
Solo sulla costa occidentale, in California, troviamo un personaggio che
unisce in certo senso le due qualità: intelletto e azione, Europa
e America. Il suo nome è Philip Marlowe, il suo creatore è
Raymond Chandler. Anche le sue avventure sono connotate politicamente.
La California con la quale ha a che fare è quella ricca e violenta
di un capitalismo spesso corrotto, comunque sempre prevaricatore.
C´è un altro personaggio che è obbligatorio citare.
E´ il protagonista di un serial Tv, viene quindi non dalla carta
ma per così dire dalla celluloide. L´impermeabile gualcito,
la camicia non immacolata, l´eterno mezzo toscano all´angolo
della bocca, lo stesso volto scarno dell´attore Peter Falk, quell´occhio
sbilenco, un´ombra di barba mal rasata sulle guance, insomma tutto
nella caratterizzazione visiva del "Tenente Colombo" denota la sua estraneità
ai circoli Wasp (white, anglo-saxon, protestant). Risolvendo i suoi casi,
Colombo consuma una specie di vendetta di classe e così facendo
si colloca all´estremo opposto dell´avvocato-poliziotto Perry
Mason, fissato per l´eternità nei lineamenti del suo massimo
interprete, Raymond Burr. Mason va citato non solo perché è
un classico ma anche perché comincia con lui il filone del giallo
ambientato in tribunale (legal thriller) che avrà dalla sua l´avvenire
con autori come John Grisham e Scott Turow. Colombo è figlio di
un povero immigrato italiano, Burr-Mason è l´America vincente,
elegante, potente. Sono le due facce che l´America ha dato alla grande
saga degli investigatori che resta in ogni caso la più brillante,
sicuramente la più vitale invenzione narrativa dalla metà
del XIX secolo in qua.
Corrado Augias
Adnkronos, 10.2.2004
Sono stati consegnati oggi al Quirinale da Ciampi
Premi 'De Sica' a Michalkov, Ferilli e De Oliveira
Riconoscimenti anche a Camilleri, Levi Montalcini e Casini. Giancarlo
Giannini e Marco Tullio Giordana nominati Grandi Ufficiali
Roma - Il regista russo Nikita Michalkov, Sabrina Ferilli e Manoel De
Oliveira hanno ricevuto oggi al Quirinale i premi 'Vittorio De Sica', consegnati
dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. I riconoscimenti
alla carriera, attribuiti a personalita' non solo del cinema ma anche delle
altre arti, sono andati anche agli sceneggiatori Vincenzo Cerami, Sandro
Petraglia, Ugo Pirro, Stefano Rulli, all'attrice Ida Di Benedetto, al regista
Enzo Monteleone.
[...]
I premi 'De Sica' per la cultura sono andati ad Andrea Camilleri [per
la letteratura, NdCFC], Salvatore Accardo, Maria Luisa Spaziani, allo
scultore Sinisca, allo storico Giovanni Pugliese Carratelli e all'attrice
Franca Valeri. Per le scienze sono stati premiati Rita Levi Montalcini,
Carlo Rubbia e Antonino Zichichi. Il premio 'De Sica' per la societa' e'
andato al presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini.
[...]
Marcello Giannotti
La Sicilia, 11.2.2004
Riconoscimento per Andrea Camilleri
Ha ricevuto il premio De Sica
Andrea Camilleri ha vinto il premio speciale De Sica per il cinema.
Lo scrittore empedoclino ha ricevuto il prestigioso riconoscimento
ieri mattina direttamente dalle mani del Presidente della Repubblica, Carlo
Azeglio Ciampi nel corso di una sobra cerimonia svoltasi al Quirinale.
Ad assistere all'evento c'era uno spettatore "speciale", ovvero il sindaco
di Vigata, Paolo Ferrara, invitato dallo stesso "papà" del commissario
Montalbano a presenziare in rappresentanza del suo paese d'origine alla
consegna del prestigioso premio internazionale.
Premiato Camilleri dunque per la sua planetaria notorietà applicata
in questo caso al cinema, ma premiata è stata anche la città
marinara che per una volta balza agli onori della cronaca per un momento
di alto valore in termini d'immagine.
Da sottolineare come il primo cittadino empedoclino abbia sfruttato
la trasferta romana per stimolare le alte sfere del ministero dei Trasporti
e delle Infrastruttura affinchè snelliscano al massimo le procedure
burocratiche necessarie a far cominciare i lavori di dragaggio del porto
empedoclino. E dipende proprio da un ultimo certificato romano che dipende
l'apertura immediata del cantiere all'interno dello scalo marittimo che
aspira a diventare punto di riferimento nel Mediterraneo.
F.D.M.
Italia Oggi, 11.2.2004
Risvolti
Il dialetto non è solo per poeti
Come è stato sottolineato da molti illustri critici, i poeti
italiani che scrivono in dialetto sono forse i più bravi poeti in
assoluto, e basterebbe ricordare i nomi di Raffaello Baldini, Franco Loi
e Franco Scatagnini. Ma ci sono anche prosatori che coltivano la lingua
materna (l'italiano è quella paterna), anche se ancora non osano
pubblicare racconti o romanzi completamente in dialetto.
Devono dosarlo, se vogliono raggiungere anche i lettori delle altre
regioni. Andrea Camilleri si spinge fino al limite, ma per fortuna lui
è bravo ed eccoci tutti a frequentare corsi serali di siciliano.
[...]
Corriere
della Sera (cronaca di Roma), 12.2.2004
Ta Attika
Incontro per la presentazione della mostra "Ta Attika. Vedere Greco
a Gela. Ceramiche attiche figurate dall'antica colonia". Partecipano Rosario
Crocetta, Andrea Camilleri, Puccio Corona e Klaus Davi.
Stampa Estera, via dell'Umiltà 83/c, alle 11. Infoline: 06.3207276.
La Sicilia, 13.2.2004
«Il ritorno del figliol prodigo»
Mostre. Camilleri presenta a Roma «Ta Attika», da domenica
a Gela
Roma. «E' un ritorno del figliol prodigo». Così
lo scrittore Andrea Camilleri commenta «TA ATTIKA», la mostra
che riporta a casa le ceramiche attiche di Gela - a Palazzo Pignatelli
Roviano dal 15 febbraio al 7 aprile -, occasione in cui viene presentato
un libro che censisce i reperti provenienti dalla zona archeologica della
colonia greca.
Sono trecento le ceramiche in mostra - a figure nere e a figure rosse,
tutte databili fra il V e il VI sec. a.C. - selezionate e arrivate sotto
scorta dei Carabinieri dal Metropolitan di New York, dall'Università
di Harvard e dai musei di Tampa, New Haven, Copenhagen, Monaco, Berlino,
Amburgo, Lipsia, Vienna, Kassel e Oxford; ma sono molti di più,
circa ottocento, i reperti provenienti dalla zona archeologica di Gela,
in gran parte trafugati e successivamente giunti nelle collezioni di tutto
il mondo attraverso il mercato internazionale.
La soprintendente ai Beni Culturali di Caltanissetta Rosalba Panvini,
curatrice della mostra, ne ha tentato il censimento nel libro pubblicato
da «L'Erma di Breitschneider» (un'edizione scientifica con
i contributi degli specialisti del settore), «nel grande sforzo -
ha detto il direttore dell'Istituto Archeologico Germanico Dieter Mertens
- di recuperare l'intera eredità archeologica di Gela, riaprendo
il problema del tesoro partito da lì».
Presentata ieri a Roma, la mostra apre l'anno dell'archeologia in Sicilia
e farà tappa a Siracusa e Rodi, città collegate a Gela dagli
antichi rapporti culturali.
«Sono venuto sentendolo quasi un dovere - ha detto Andrea Camilleri,
chiamato dal sindaco di Gela Rosario Crocetta - come testimone della Sicilia
che non si rassegna, che non rinuncia».
«Per accogliere il figliol prodigo si fa pulizia - ha continuato
lo scrittore agrigentino riferendosi al recente restauro del Palazzo Pignatelli
Roviano -, una pulizia che diventa metafora di ben altre cose, cioè
mettiamo da parte lo sporco».
L'assessore regionale ai Beni Culturali Fabio Granata ha ribadito l'impegno
delle istituzioni «anche se in Sicilia - ha detto l'assessore Granata
- la strada della tutela del paesaggio e del patrimonio è lunga,
difficile e crea discussioni».
Giancarlo Cologgi
l'Unità, 13.2.2004
Ringiovanita
L'Unità compie ottanta anni ma non li dimostra. Anzi sembra,
ed è, ringiovanita.
Auguri vivissimi da un quasi coetaneo.
Andrea Camilleri
La Repubblica, 14.2.2004
La sfida
Viale Mazzini rinuncia a battersi e Mediaset annuncia il seguito
Roma. E' stata, e sarà, una sfida irripetibile quella con l'eroina
che fa strage di ascolti, contro cui nessuno vuole battersi. Lunedì
23 Canale 5 trasmetterà l'ultima puntata di "Elisa di Rivombrosa".
La Rai non proverà a combattere [...]. Canale 5 ha deciso di programmare
gli ultimi due appuntamenti di "Elisa" due giorni di seguito: così
dopo la puntata di domani (avversario su RaiUno la replica di Montalbano),
le ultime due andranno domenica 22 e lunedì 23. Alle repliche dei
gialli di Camilleri si era opposto il produttore Carlo Degli Esposti, che
non voleva inflazionare la serie (già al terzo passaggio), ma alla
Rai, per non bruciare le nuove fiction, non hanno trovato altra soluzione.
[...]
Silvia Fumarola
l'Unità, 15.2.2004
Giallo elementare
[...]
Il caso di Giuttari, commissario e giallista non è affatto atipico.
Scrivere gialli è ormai una passione diffusa, soprattutto tra poliziotti
e magistrati. Basta prendere due casi (ma sono molti di più) di
magistrati romanzieri di successo: Gianrico Carofiglio, sostituto procuratore
a Bari, e Giancarlo De Cataldo, magistrato a Roma. Dove si mescolano inchieste
vere, e opere di fantasia. Ma dove tutti i casi vengono risolti. Solo che
ci sono due categorie di giallisti: quelli che ti disegnano un mondo rassicurante,
dove alla fine tutti i nodi vengono al pettine; e quelli che invece ti
tolgono ogni certezza, e quando hai finito di leggerli, il mondo non ti
sembra per niente in ordine. In questa ultima categoria metto sicuramente
Leonardo Sciascia e il Carlo Emilio Gadda del Pasticciaccio, e tra i più
giovani i romanzi di Carlo Lucarelli e del siciliano Gaetano Savatteri.
Nella categoria di quelli che scrivono gialli rassicuranti ci sono le milioni
di copie di Camilleri, e poi tutti i magistrati e poliziotti diventati
giallisti, Giuttari incluso.
[...]
Negli ultimi anni i giallisti non fanno che scrivere romanzi che procedono
attraverso una vera e propria "scienza investigativa" ineccepibile. I serial
killer e gli assassini di Giuttari, ma anche quelli di Giorgio Faletti,
e di Camilleri, e di tanti altri, sono infinitamente più intelligenti
di quanto avviene nella realtà, e anche gli investigatori sono fin
troppo intelligenti.
[...]
Roberto Cotroneo
Asca, 16.2.2004
Ascolti TV: quasi 6 milioni per Montalbano, RAI vince intera giornata
Ottimo risultato ieri in prima serata su Raiuno per la replica de ''Il
commissario Montalbano'': la puntata tratta dal romanzo di Camilleri 'La
gita a Tindari' e' stata seguita in media da 5 milioni 652mila telespettatori
con il 20.37 di share, registrando numerose punte d'ascolto superiori ai
6 milioni 700mila telespettatori.
[...]
Corriere
della Sera (cronaca di Roma), 16.2.2004
La «Giornata mondiale dei felini»: un bus con politici
e animalisti visiterà domani le colonie cittadine
Un «Gattotour» per aiutare i mici più soli e
sfortunati
Li avevano abbandonati lo scorso ottobre vicino alla Piramide in una
scatola di cartone: avevano solo 40 giorni ed erano stati mutilati della
stessa zampa, la destra. Ma Ramsete e Atomrà, micetti fratelli dal
mantello tigrato, sono stati adottati, insieme, pochi giorni dopo il ritrovamento.
La loro padrona sarà domani fra i premiati del «Gattotour»,
evento romano legato alla Giornata mondiale del gatto e curato dall’Ufficio
comunale per i diritti degli animali e da varie associazioni animaliste.
Il «tour» vero e proprio si svolgerà a partire dalle
15, quando un coloratissimo autobus messo a disposizione da Trambus partirà
dal parcheggio del Campidoglio di via dei Fori Imperiali, per visitare
le tre colonie feline più antiche e popolate della Capitale: quella
di Torre Argentina, che ospita oltre 300 gatti di tutte le età,
quella della Piramide, che ne accudisce 200 e quella, più piccola
(non più di 50-60 animali) che si trova nei pressi della città
militare della Cecchignola.
[...]
Fra i premiati «per meriti animalisti» dovrebbero esserci
anche lo scrittore siciliano Andrea Camilleri e i conduttori tv Licia Colò
e Jocelyn. Chi vuole assicurarsi uno degli ultimi posti rimasti fra gli
80 disponibili a bordo dovrà prenotarsi chiamando entro oggi lo
06.6710.9252.
Ester Palma
Il Messaggero,
16.2.2004
Il caso/ A Faleria uno spazio dedicato alla storia passata sotto silenzio
Metti in un museo la “transtoria”
L’idea è davvero bizzarra: fare un museo che vada al di là
della storia, prescindendo addirittura da essa. Ed ecco la parolina magica:
transtoria. Che vuol dire «occuparsi di nomi, fatti, circostanze,
azioni, comportamenti e opere che si manifestano nel comportamento creativo
della società non in modo plateale, bensì in dignitoso silenzio,
pur contribuendo in modo determinante alla lenta evoluzione della storia
e della cultura», come spiega colui che ne è l’ideatore, Michele
Greco, che alla Transtoria ha dedicato anche un libro (1997, “La Transtoria”
Istituto Italiano di studi filosofici, Napoli, Edizione Centro Studi 70).
Detto fatto. Il primo museo al mondo della Transtoria, è nato
in questo pittoresco paesino di duemila anime all’estremo Sud della Tuscia,
l’antica Stabia, tra rupi pittoresche, antiche caverne di tufo, coltivazioni
di nocciole, ulivi, piccole greggi di pecore sparse per il territorio.
Lo ospita, al centro del vecchio borgo, il magnifico e appena restaurato
Castello degli Anguillara, con la annessa sala della Misericordia, ricca
di affreschi cinquecenteschi. E per tenere a battesimo questo singolare
museo si sono scomodati personaggi come il sottosegretario alla Giustizia
Giuseppe Valentino, lo scrittore Andrea Camilleri, l’ambasciatore Salvatore
Zotta, il chirurgo Felice Virno, l’avvocato Luciano Revel, Giovanni Malagò,
Aldo Masullo, Claudio Strinati, Massimo Canevacci, solo per citarne alcuni.
[...]
Il museo resterà aperto al pubblico il sabato e la domenica
dalle 16 alle 18,30 e per appuntamento telefonando al Comune di Faleria
allo 0761/5898.
Dany Aperio Bella
La Repubblica (ed.
di Roma), 17.2.2004
Oggi, giro in autobus per le tradizionali colonie feline, da largo
Argentina a Piramide
Gatto day con tour e premi
A spasso tra i gatti di Roma. Oggi, in occasione della Giornata mondiale
del gatto, un autobus farà il giro delle più antiche colonie
feline. Da largo Argentina alla Piramide, fino alla casetta di via dei
Rocciatori, nel XII Municipio. L´appuntamento con l´autobus
del "Gatto tour" è alle 15 nel parcheggio del Campidoglio in via
dei Fori Imperiali, vicino all´ingresso del Vittoriano. L´iniziativa
è organizzata dalla delegata capitolina per i diritti degli animali,
Monica Cirinnà, con l´Associazione Arca e l´assessore
alla Mobilità, Mario Di Carlo.
Verranno anche premiate tre persone sensibili ai problemi dei gatti:
lo scrittore Andrea Camilleri, per il suo racconto, pubblicato su Repubblica
il 28 settembre scorso, I gatti di Angela, il giornalista Gianni Elsner
che cura la rubrica radiofonica più felina di Roma, e Simona Verracchia
che ha adottato i due micini seviziati, abbandonati, trovati con le zampette
posteriori destre amputate.
L´iniziativa
Nella giornata mondiale dedicata al felino "cittadino di Roma"
Gatto day, premio a Camilleri per il racconto su Repubblica
Soddisfatto lo scrittore siciliano Andrea Camilleri che da anni vive
e lavora a Roma e che proprio su queste pagine nell´estate scorsa
ha pubblicato il suo racconto.
[...]
Clarida Salvatori
la Feltrinelli
17.2.2004, ore 18:30
Libri / Giallo d'autore
la Feltrinelli Libri e Musica, Roma (largo Torre Argentina)
"Dai sensi di colpa di un vecchio magistrato in pensione riemerge una
morte sepolta negli archivi del tempo..." È questo lo spunto da
cui parte l'avvincente storia del nuovo giallo di Gaetano Savatteri La
ferita di Vishninskij - Sellerio. Andrea
Camilleri e Roberto Cotroneo ne parlano con l'Autore.
Arrivai alle 18 e 20, ieri, alla Feltrinelli di l.go Argentina (mi sto
ancora chiedendo come ci sono riuscita), le porte elettriche si sono aperte
e sono entrata. Ho trovato due posticini liberi (per me e per la mia collega/amica
da me coinvolta per avere un po’ di compagnia) e mi ci sono lasciata andare
cercando di riprendere fiato aspettando l’arrivo degli ospiti e della mia
amica.
Mentre aspettavo, non annunciato, ti vedo arrivare un nostro caro vecchio
amico, nientepopodimenoche.... Roberto Alajmo, il quale mi ha salutato
calorosamente (veramente se non lo placcavo facendolo quasi cadere non
credo proprio mi avrebbe riconosciuta) dicendomi che noi del Fan Club siamo
tutti molto simpatici e carini. Da parte mia gli ho fatto i complimenti
per i suoi libri e gli ho chiesto se potevo fargli qualche scatto fotografico
visto che trovarlo lì era veramente uno scoop. “Allora, è
la serata degli scoop!”, mi fa: “guarda chi c’è..”. Mi giro e vedo
un tizio altissimo, magrissimo e
bruttissimo… lo conosco! ma non riesco a dargli un nome… “è
Vincent Schiavelli attore americano....” sìììì,
lo ricordo benissimo in “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e in
“Ghost” (era l’anima persa che abitava i vagoni della metropolitana). Roberto
mi ha raccontato questo “nanetto”: Vincent Schiavelli è di origini
sicule, per la precisione di Polizzi Generosa (PA). Ha sempre vissuto nella
comunità polizzana di New York dove hanno sempre e solo parlato
il polizzano, sì ma di 100 anni fa. Sentirlo parlare in “italiano”
è un vero spasso. Alterna parole dialettali sicule a parole strascicate
newyorkesi.... mooooooooolto simpatico!!!!!
Arrivano gli ospiti, ed anche la mia amica.
Ci sediamo, Alajmo vicino a me (state rosicando? Bravi!).
Prende la parola Cotroneo catalogando il libro di Savatteri come uno
dei migliori gialli letti, anche se ha confessato che ha iniziato a leggere
gialli da poco. Ha dato la colpa all’età che avanza per questo suo
nuovo gusto letterario… (mah! Mi sembra tanto giovane!). Ha aggiunto che
non poteva raccontare troppo la trama del libro per non rivelarne il finale,
anche se per me ne ha parlato e pure troppo. Ma deve essere un vizio di
molti, tant’è che con Alajmo abbiamo ricordato come alla presentazione
del suo libro, già nei primi minuti di dibattito, ci avevano svelato
la fine del bambino protagonista di "Cuore di madre".
Il Sommo, con la sua flemma e la sua voce roca inconfondibile, ha elogiato
Savatteri includendolo tra i bravissimi riusciti a scrivere un romanzo,
godibilissimo, evitando volutamente di etichettarlo sia come giallo
che come trhiller. Ha continuato leggendo
i suoi appunti scusandosi con i presenti di non proseguire a braccio
perché, ha dichiarato, se apre un inciso potrebbero passare ore
prima di riuscire a richiuderlo. Ha detto che si perde nei pertugi dei
congiuntivi. E’ superfluo dire che è stato applaudito più
volte. (volevo chiedergli le cartelle con gli appunti del suo intervento…
ma non ho avuto abbastanza faccia tosta…e poi ho pensato che il nostro
Presidente in qualche modo riuscirà a procurarsene copia….).
Savatteri sembrava un po’ emozionato, ha ringraziato i presenti dell’accoglienza
calorosa. Poi, riguardo al libro, ha accennato di aver preso spunto da
un fatto di cronaca accaduto veramente a Palermo. Qualche anno fa una ragazza
poco più che ventenne fu uccisa brutalmente, apparentemente senza
nessun movente. Nei giorni a seguire venne fuori che il padre, il nonno,
il bisnonno e gli avi tutti facevano parte di una delle più temute
famiglie mafiose. La stampa non parlò d’altro dimenticando il fatto
di fondo e cioè che una giovane vita era venuta a mancare, questo
per dire che portare certi cognomi ha il suo peso! E mi sembra di aver
capito che il libro ruoti proprio su questo.
Applausi… saluti… ma Camilleri riprende il microfono e scusandosi…
: “E’ da quando ho sentito l’affermazione di Cotroneo che ci sto pensando,
e volevo rassicurarlo. Anche i gialli sono cambiati nel tempo, diciamo
che c’è un punto di incontro tra il giallista e il lettore ed è
proprio per questo che quest’ultimo non deve pensare che se legge un giallo
è perché sta invecchiando!”. Che rassicurazione avrà
voluto dargli? Che non è, poi, così rincoglionito? ;-)
All’uscita, da sfondo lo scenario meraviglioso dell’area sacra di largo
Argentina, abbiamo nuovamente salutato il Sommo, questa volta in compagnia
della sua signora.
Tornata a casa, Filippo mi chiede: “Mamma! Ti sei incontrata con quello
che scrive le favole di Montalbano?” Favole??… Ma che concezione c’ha ‘sta
creatura delle favole?! Mi preoccupa!!! Magari da grande mi fonda un fans
club, chissà… visto il nome che porta…
Linda (Dilagata pe’ l’Urbe)
Il Mucchio Selvaggio,
n° 566, 17-23.2.2004
Antonino Caponnetto - Eroe contromano in difesa della legalità
(a cura di Salvatore Calleri, presentazione di Andrea Camilleri)
Diple Edizioni, pp.110, Euro 10,00
Che la vita del giudice Caponnetto dovesse intrecciarsi (appena in tempo)
con quella del Mucchio Selvaggio, giornale rock, è uno di quegli
stravaganti, misteriosi prodigi che nessuno sceneggiatore potrebbe mai
inventarsi. Ma è successo, e l'ultima intervista del giudice, rilasciata
proprio al Mucchio il 23 dicembre 2001, un anno quasi esatto prima della
sua morte, è finita, sorta di testamento spirituale, nel libro "Antonino
Caponnetto, eroe contromano in difesa della legalità", definizione
che chi scrive aveva coniato per l'appello con cui veniva sollecitata a
Ciampi una firma una volta tanto sacrosanta: quella per fare di Caponnetto
un senatore a vita.
[...]
Gli obiettivi proposti da Caponnetto sono tremendi ma, proprio per
questo, inevitabili: la lotta a tutte le mafie (altro che conviverci, altro
che "fare le lotte dall'interno"), all'indifferenza che è il preludio
del sopruso, all'ingiustizia, agli squilibri del mondo. La profonda convinzione
che nessun sacrificio è inutile, se serve a gettare il seme di un
esempio, ad accendere una fiaccola da passare. E la cosa stupefacente è
che i ragazzi assorbivano, capivano. Io lo vidi il vecchio giudice una
mattina del '96 entrare in un teatro dove gli studenti neppure lo notavano
intenti com'erano a menarsi, insultarsi, ridere, tirarsi addosso cartacce,
patatine, penne, parole. E il vecchio giudice sereno, quasi serafico prendeva
posto e attaccava a parlare e arrivato in fondo aveva domato quel branco
di bestiole, nel teatro non si sentiva volare la classica mosca.
E' quello che succede anche col libro: puoi attaccarlo distratto, facendo
altro, con sotto la musica ma sta sicuro che alla fine il giudice ti avrà
inesorabilmente catturato, così come aveva catturato Andrea Camilleri:
che Caponnetto non l'aveva mai conosciuto di persona, senza che questo
gli abbia impedito di scrivere una emozionante presentazione.
[...]
Massimo Del Papa
Giudizio: *****
(Legenda: *****imperdibile, ****formidabile, ***adorabile, **apprezzabile,
*leggibile, °prescindibile, °°illeggibile)
L'opinione, 17.2.2004
La Rai di destra
Lerner e Santoro, nel corso delle convention del nuovo ulivo, ci hanno
preannunciato che quando sarà la sinistra a vincere le elezioni
ribalterà i palinsesti Rai. Speriamo sia davvero così, perché
è praticamente l’ultima speranza che ci rimane. Facciamo un esempio:
la Rai “di destra” ci annuncia per i prossimi giorni le repliche di tutti
gli sceneggiati tratti da Camilleri (autore di sinistra), pubblicati da
Sellerio (di sinistra), e recitati da Zingaretti, noto per utilizzare la
così acquisita celebrità per fare campagna elettorale ai
Ds. Ci informa inoltre, la Rai “di destra”, che “stiamo iniziando a girare
i film tratti dai romanzi storici di Andrea Camilleri”. Aggiungere poi
che “30 ore per la vita”, 30 ore di diretta televisiva tra il 9 e il 16
febbraio, quest’anno è stata tutta dedicata a raccogliere fondi
per la Comunità di Sant’Egidio, grande e molto meritoria associazione
di volontariato, dove però non ce n’è uno che voti a destra
nemmeno a cercarlo col microscopio. Riuscirà la Rai di sinistra
a buttarsi più a sinistra?
Valerio Fioravanti
La Sicilia, 17.2.2004
Turismo più cultura, falsa partenza
[...]
Quanto alla “cultura” di cui si fa vanto, si tratta di consumo culturale
- per lo più di modesto livello, e spesso esterno ad esigenze e
bisogni della comunità, propinato da agenzie che organizzano mostre
di passaggio o assicurano spettacoli di giro. La Sicilia non produce cultura!
Gli editori siciliani pagano forse più di altri lo scotto della
concentrazione editoriale a Roma e Milano, mentre si è disseccato
il terreno già fertile di Firenze, Torino o Napoli: e l'assenza
di ricerca avanzata e l'impoverimento del giornalismo schiacciano a fatto
provinciale anche iniziative meritevoli, che sopravvivono grazie al sostegno
degli enti locali. L'unico caso è quello di Andrea Camilleri, che
vive a Roma e pubblica a Palermo: ma si tratta di una tipica scrittura
da consumo! Bonaviri e Consolo vivono rispettivamente a Frosinone e a Milano:
e sono i sopravvissuti di una generazione, quella stessa di Sciascia e
di Bufalino, che ha contribuito a riesplorare segmenti carsici di una tradizione
siciliana rivisitata. Nulla del genere ci hanno dato le generazioni successive.
[...]
Giuseppe Giarrizzo
Corriere di Gela, 18.2.2004
Camilleri: "A Gela ho ricevuto il mio primo premio letterario’"
Confesso di aver provato un senso di soggezione quando nell’androne di via dell’Umiltà, a Roma, sede della Stampa Estera, mi sono trovato davanti Andrea Camilleri, che di persona é fisicamente meno imponente di quanto appaia in foto e in televisione. Era lì per rispondere all’invito del sindaco Crocetta, che a Roma aveva convocato la conferenza stampa per presentare la Mostra che si apre domenica al Pignatelli sulle ceramiche attiche. Nessun altro miglior testimonial di cotanto evento.
Mi chiede notizie del suo amico di gioventù Federico Hoefer e mi prega di portargli i suoi saluti. Sono nati e cresciuti insieme a Porto Empedocle. Non si vedono più da tanto tempo, ma il ricordo e l’affetto per l’amico lontano sono integri.
Ne viene fuori un’intervista.
– Camilleri, allora conosce Gela?
"C’é una cosa che mi lega a questa città. Ricordo che il primo premio letterario che ho ricevuto in assoluto l’ho avuto proprio a Gela, con “Un filo di fumo”. Ad assegnarmelo nei primissimi anni ottanta fu l’Accademia Eschilea, presieduta appunto dall’amico Federico Hoefer e con giuria presieduta da Giacinto Spagnoleti. Per questo conservo una perenne gratitudine verso questa città. In quell’occasione mi donarono anche due pubblicazioni sulle ricerche archeologiche di Gela, che io ho letto trovandole di estremo interesse".
– Ha comunque avuto modo di farsi un’idea di questa città, magari attraverso la lettura dei giornali e la televisione?
"E’ un’idea distorta e l’immagine va cancellata. Perché i fatti negativi, che ci sono dovunque, sono quelli che vengono immediatamente segnalati dalla stampa; ai fatti positivi vengono invece dedicate due righe. Un fatto come quello per cui siamo qui, per esempio, merita e mi auguro abbia una risonanza tale da, se non altro, bilanciare quello viene detto più o meno ingiustamente".
– Il sindaco Crocetta sta portando avanti una sua personale battaglia combattendola a suon di cultura. Lei ritiene che la cultura può contribuire a rilanciare l’immagine di una città?
"Io credo proprio di si. Ho visto per esempio che la visita a Gela di un mio amico, Paco Ignacio Taibo ha avuto un certo rilievo e una certa risonanza in campo nazionale e internazionale. Vuol dire che servono queste cose, perché vanno nella direzione di quella realtà vera, nostra, che non può essere annebbiata solo dalle altre cose negative".
– Certi giornalisti del nord ed anche scrittori cercano sempre di descrivere Gela come un mostro, senza neppure averci messo piede. Come giudica questo modo di fare?
"Oggi la superficialità di certi giudizi é assolutamente spaventosa e questa superficialità di giudizio finisce con l’essere oggettivamente una sorta di fiancheggiamento del disordine. Perché quando le cose vengono dette con serietà, con precisione, sono sempre un contributo positivo, critico; quando le cose sono solo annusate per dopo costruirci sopra tutto quello che si vuole, questo é solo maldicenza di bassissima lega".
– E’ possibile secondo lei coniugare salubrità dell’ambiente con l’industria?
"Io ne sono convinto. Dipende naturalmente dal fatto che all’industria, alla quale é stato dato un potere invasivo, straordinario, vengano fatte rispettare le regole. Io per esempio sono un fumatore accanito. Non mi arrabbio quando trovo scritto ‘proibito fumare". Non fumo! Voglio dire me ne vado fuori. Non posso. Vado dove si può fumare, e fumo. Cosa voglio dire? L’industria che fuma dovrebbe essere messa dove il fumo é vietato".
– Sta lavorando a qualche cosa di particolare? Può farci qualche anticipazione?
"Si. Quest’anno pubblicherò due nuovi libri, tutti e due di Montalbano, e quindi i lettori di Montalbano saranno contenti. Uno con Mondadori, e sono i soliti racconti, e un romanzo, l’ultimo, con la Sellerio".
– Tornando alla sua presenza qui. Da chi é stato invitato?
"Ho ricevuto una chiamata dal vostro sindaco. Ho trovato un messaggio alla segreteria telefonica. Non ho esitato a rispondere si".
– Per chiudere, volendo fare un augurio a questa città, da uomo di cultura e da siciliano, quali parole userebbe?
"Che torni a vivere in questo nuovo secolo con quella gloria che aveva ai tempi di Eschilo".
Rocco Cerro
Corriere
della Sera (cronaca di Roma), 18.2.2004
Il «Gattotour»
Scrittori, politici e volontari. Viaggio nelle colonie feline
È un curioso equipaggio quello che si muove dal parcheggio del
Campidoglio di via dei Fori Imperiali alle 15 di ieri. Il convoglio è
formato da due autobus, uno solo decorato da mici sulle fiancate ma entrambi
con l’itinerario esposto e ben visibile: Gattotour.
[...]
A Largo Argentina si scende tutti; una scala conduce poi a un mezzanino
sospeso sulle rovine e sui festeggiati indigeni, indifferenti al fermento.
Qui attendono un rinfresco, un mercatino con distribuzione di materiale
attinente alla tutela dei mici, e l’ammiratore dei gatti più ammirato
della giornata: Andrea Camilleri. Lo scrittore, autore di un racconto in
tema, riceve un grande piatto disegnato dall’artista Massimiliano Riso.
Ad applaudirlo sopraggiungono Jocelyn e il giovanissimo Manfredi Alemanno,
figlio del Ministro alle Politiche Agricole, il quale professa devozione
perenne alla causa e sfoggia uno zaino colmo di scatolette.
[...]
Margherita D’Amico
Avanti!, 19.2.2004
Montalbano: se l'audience va d'accordo con la qualità
Un bravo commissario nella fiction della Rai
La serie televisiva "Il commissario Montalbano" è l'esempio di
un felice accostamento di qualità e successo nella programmazione
della Rai. I dieci film andati in onda hanno avuto un enorme successo di
pubblico. Tale fortuna non si deve a una ricerca di audience a tutti i
costi, con i compromessi e gli espedienti cui troppo spesso si ricorre
a tale scopo. La serie è, a giudizio dei critici, un prodotto di
alto livello, sia nell'articolazione dei contenuti tematici, sia dal punto
di vista delle tecniche espressive e rappresentative. Milly Buonanno, attenta
osservatrice della fiction italiana, afferma: "Il commissario Montalbano
è una fiction che veicola un forte 'senso del luogo' restituendo
il lavoro sulla lingua che caratterizza i libri, in parte attraverso il
dialogo e in parte attraverso il lavoro sui volti, i set, le solari e bellissime
riprese in esterni. Ciò contribuisce a dare alla serie un'aura da
programma d'élite e ne fa uno dei pochi prodotti di fiction capaci
di ottenere il plauso della critica". Gianfranco Marrone, professore di
Semiotica all'Università di Palermo, ha studiato a fondo la figura
del commissario nato dalla penna di Andrea Camilleri. L'ampia ricerca di
Marrone, "Montalbano. Affermazioni e trasformazioni di un eroe mediatico",
appare nella pregevole collana Verifica Qualitativa Programmi Trasmessi,
diretta con passione e intelligenza da Loredana Cornero (Rai/Eri, 330 pagine,
17 euro). Marrone parte da una domanda: fino a che punto il commissario
Montalbano può essere considerato un personaggio televisivo circoscritto
in una fiction seriale? Questo personaggio proviene dalla letteratura,
ha una versione radiofonica, circola nei fumetti e nel Web, usufruisce
di quella "intermedialità" che è ormai caratteristica costitutiva
dell'attuale sistema dei mezzi di comunicazione di massa. In modo forse
meno evidente di fenomeni macroscopici come "Il grande fratello", "Harry
Potter" o "Matrix", la serie tratta dai libri di Camilleri acquista tutto
il suo spessore e significato solo se è inserita nella rete interdiscorsiva
e intermediatica in cui il personaggio circola. Da qui il valore di "culto"
che il personaggio ha da tempo acquisito, dando luogo a fenomeni che fuoriescono
dall'immaginario per diffondersi nel mondo dell'esperienza vissuta. La
figura del commissario di Vigàta eccede la narrazione stessa, abita
in universi immaginari più ampi, in ambiti di discorso molto diversi,
come quello giornalistico, politico e promozionale. La prima parte della
ricerca presenta la figura del commissario nei contesti mediatici in cui
ricorre, modificandosi costantemente. Ridefinisce poi la nozione di personaggio
alla luce del problema specifico posto da tali continui processi di "traduzione"
intermediale. La televisione si rivela medium dominante, poiché
strumento produttore di modelli immaginari comuni a media diversi. La seconda
parte del libro illustra i rapporti della serie televisiva con i testi
letterari da cui proviene e le strutture narrative comuni ai dieci episodi
andati in onda. Secondo Marrone, l'identificazione fra il protagonista
e lo spettatore non avviene sul piano pragmatico delle azioni, e nemmeno
su quello cognitivo delle idee, quanto su quello passionale degli affetti.
Per il pubblico non si tratta soltanto di totale partecipazione emotiva
alle passioni del personaggio, ma di un'adesione ai valori che questi,
non solo persegue, ma propone. "È come se il personaggio di Montalbano
- afferma Marrone - stipulasse con il suo spettatore un patto iniziale
d'adesione emotiva, gli fornisse un pacchetto di valori per cui agire e
di sentimenti da provare; e sulla base di questo patto, poi, lo conducesse
per mano lungo tutti i meandri narrativi della storia". Si saldano così
le tre dimensioni basilari presenti nelle strutture narrative: azioni,
ragioni, passioni. Nessuna di esse, nelle storie di Montalbano, può
funzionare senza le altre due. Ed è questo intreccio che genera
lo straordinario successo della serie.
Pasquale Rotunno
Corriere
della Sera (cronaca di Roma), 20.2.2004
Incontro
La «cittanòva» di Guccini
Incontro con Francesco Guccini che presenta il suo ultimo libro «Cittanòva
blues» (Mondadori). Interviene Andrea Camilleri. Il libro racconta
episodi di vita giovanile e studentesca tra Modena e Bologna dalla fine
degli anni ’50 all’inizio degli anni ’70 con effetti ora lirici ora comici.
TEATRO VALLE, via del Teatro Valle 21, ore 18.30
Venerdì,
20.2.2004
Se cade il muro della tv
Nella società dello spettacolo quello che non appare, non esiste.
La finzione televisiva ha ucciso la realtà, come dice Baudrillard,
ed è stato il più perfetto degli assassini. Eppure basta
guardarsi intorno per vedere che esiste e resiste un'Italia che non va
mai in televisione.
[...]
E' all'indice anche uno scrittore popolare come Andrea Camilleri, che
continua però serenamente a dominare le classifiche dei libri più
venduti.
[...]
Curzio Maltese
Venerdì,
20.2.2004
Questo l'ho già visto. Sì, in almeno 37 film
L'ultimo: "L'amore è eterno finché dura" di Verdone.
Ma Antonio Catania ha lavorato con Aldo, Giovanni e Giacomo, salvatores,
Soldini. Eppure... "Mi lamento"
[...]
Lei ha fatto tutti i ruoli possibili. Quale le manca?
«Un bel ruolo da poliziotto, o da avvocato o da commissario».
Insomma tipo Distretto di polizia.
«Lasci stare ... Lo sa che io dovevo essere Giovanni Scalise».
Scusi ma il primo commissario della serie era Giovanna Scalise, una
donna non un uomo.
«Sì, ma all'inizio doveva essere un uomo. E io avevo già
firmato con Pietro Valsecchi, il produttore. Poi, invece, per esigenze
di rete, hanno cambiato tutto. Sapesse quanto ci sono rimasto male. Anche
perché è andato benissimo. Come Montalbano».
Adesso non dica che aveva già firmato pure per la serie della
Rai?
«No firmato no. Però... Prima di scegliere Luca Zingaretti
giravano dei nomi e c'eravamo io e Ennio Fantaschini. Per carità
Zingaretti è bravissimo. É riuscito a trasmettere la sua
fisicità al personaggio e ormai per tutti Montalbano è lui.
Però quando io leggevo Camilleri il commissario siciliano me lo
immaginavo completamente diverso».
E come?
«Tale e quale a me».
Già perché lei è siciliano.
[...]
Federica Lamberti Zanardi
La Nazione, 23.2.2004
Il crudo precedente di Camilleri
Avvenire, 24.2.2004
Il fatto
Soltanto a Milano si diffondono tanti volumi (il 15% del totale) quanti
in tutto il Meridione, Lazio escluso. Sotto accusa la mancanza di punti
vendita, soprattutto nei piccoli centri. In controtendenza c'è la
crescita di case editrici: boom in Molise, Campania e Basilicata
Libri, l'Italia divisa: al Sud grande gelo
Giuliano Vigini: «Non manca vivacità. Pesano però
le debolezze del Sistema-Paese: dai trasporti, che frenano la distribuzione,
al rapporto tra città e periferia»
[...]
«Sui piccoli numeri le statistiche danno risultati sorprendenti
- sottolinea Vigini -, ma sarebbe ingiusto non riconoscere che una vivacità
culturale esiste. Favorita dal moltiplicarsi delle sedi universitarie,
oltre che dal rafforzarsi di una tradizione di editoria locale che, negli
ultimi anni, ha conosciuto nuovo impulso. Ma è ancora difficile
che un best seller sia pubblicato da un editore del Sud. Eccezioni a parte,
si capisce». Anzi, Camilleri a parte.
Alessandro Zaccuri
Il Mattino,
25.2.2004
«L’ubbidienza», oggi in libreria
La Napoli di Cacciapuoti parodia inconsapevole
La recente narrativa su Napoli e da Napoli si sta attorcigliando su
se stessa. È che quando si scoprono dei cliché sia pure negativi,
oleografici per ribaltamento, si ammanniscono con una abbondanza e una
negligenza da rendere inappetente anche il palato meglio disposto. Ne è
una prova il secondo romanzo di Massimo Cacciapuoti, che, dopo l’esordio
del cupo Pater familias (dal quale è stato tratto il film omonimo
di Francesco Patierno), pubblica L’ubbidienza (Rizzoli, pagg. 149, euro
12,50), da oggi in libreria.
[...]
Purtroppo è improbabile anche il linguaggio con il quale Cacciapuoti
porta avanti la storia. Camilleri ci ha abituati a quella cassata siciliana,
in cui nella ricotta dell’italiano vengono mescolate, a mo’ di canditi,
abbondanti dosi di lessico siciliano. Il sopravvalutato Giuseppe Ferrandino
e i suoi epigoni producono una sfogliatella indigesta dove lo zucchero
della napoletanità sterilizzata uccide ogni sapore.
[...]
Pietro Treccagnoli
The Nation, 26.2.2004
The Pleasures of Crime
Despite their indifference to genre fiction, American publishers of
literary novels have consistently made exceptions for homegrown crime writers.
Raymond Chandler, Dashiell Hammett and James Cain have long been celebrated
in collections from the prestigious Library of America as well as reissues
from Vintage, arguably the most stylish paperback house in New York; Patricia
Highsmith, that once-forgotten mistress of the noir, is finally getting
her due, with a steady stream of handsome reissues from Norton and a full-length
treatment of her life out now in hardcover. Meanwhile James Ellroy, our
living master of the hard-boiled detective story, continues to crank out
his novels for Knopf to critical acclaim. So in this globalized culture,
it makes perfect sense that publishers big and small would look to crime
writers from farther-flung places to diversify their lists. Detective fictions
tend to follow a pleasantly familiar form, no matter their country of provenance;
suspense, intrigue and murder are universally addictive plot devices.
The right sleuth, killer or thief can also be the perfect guide through
an unfamiliar land. As he--and it's always a he--dodges bullets, searches
for clues, hides from the cops (or his wife) and puts the pieces of the
crime--as inspector or mastermind--together, we're treated to foreign delights:
narrow, curvy roads that hug the Mediterranean; bustling city streets bearing
the names of great leaders instead of numbers; dusty paths that snake between
rundown bungalows. Of course, from beneath the seductive exotica, dark
underbellies of distant locales show through. Corrupt local officials and
sleazy night spots are ubiquitous; backstabbing, lying and cheating, among
both friends and lovers, de rigueur.
A new quartet of detective novels from Italian crime writer Andrea
Camilleri, published here by Viking and Penguin, takes us to the fictional
waterfront town of Vigàta, in Sicily. Camilleri's protagonist is
the overworked, straight-talking, politically radical Inspector Salvo Montalbano,
whose passion for solving crimes is equaled only by his love of the perfect
pasta al dente and the novels of his namesake, the contemporary Spanish
detective writer Manuel Vazquez Montalbán. (Although Montalbán's
works have not found a home in the United States, British publisher Serpent's
Tail has been translating him into English for years.) When Montalbano
hits a wall in his sleuthing, he's known to turn himself around by asking
himself what Pepe Carvalho, Montalbán's famous sleuth, would do.
Like Mike Hammer or Sam Spade, Montalbano is the kind of guy who can't
stay out of trouble. He's in a long-term, long-distance relationship with
the smart and independent Livia, but every time they arrange to see each
other, a corpse or two--usually bearing the marks of a deviant tryst--comes
between them. (Over the course of the four books, this puts a considerable
strain on Salvo and Livia's relationship.) Montalbano is competitive and
narcissistic; he exploits personal relationships to turn up clues, and
often gets friends and witnesses killed during his investigations. Still,
deftly and lovingly translated into English by Stephen Sartarelli, Camilleri
makes it abundantly clear that under the gruff, sardonic exterior our inspector
has a heart of gold, and that any outbursts, fumbles or threats are made
only in the name of pursuing truth (and, often, thwarting Italy's egocentric
and dishonest politicians in the process--but that's another story).
Camilleri surrounds Montalbano with a motley cast of recurring characters,
among them: Free Channel newscaster Nicolò Zito, whose leftist politics
are simpatico with the inspector's; lughead Catarella, who mangles every
crucial communication meant for Montalbano; and informer Gegè, who
manages The Pasture, a sort of open-air bordello where tricks are turned
and drugs are dealt under cover of night. So while it makes sense to move
through the books from first to last, it's far from necessary. If you're
in the mood for an archeological romp, start with The Terra-Cotta Dog.
Something with a complicated, contemporary clash-of-cultures angle, complete
with a Tunisian terrorist? The Snack Thief. For sheer, slim elegance, the
thriller Voice of the Violin wins; and for a dark, sexy tale of political
corruption--The Shape of Water.
In his essay "The Guilty Vicarage," W.H. Auden described the reading
of detective novels as "an addiction, like tobacco or alcohol." "If I have
any work to do," he wrote, "I must be careful not to get hold of [one]
for, once I begin one, I cannot work or sleep till I have finished it."
Although he preferred his detective stories to take place in the English
countryside, I can't help but think that Camilleri's novels would have
caused Auden to procrastinate for at least a day or two.
continua
1
continua
2
Hillary Frey
Sette (supplemento del
Corriere della Sera), 26.2.2004
Caro Faletti, mi presti il tuo killer?
[...]
Il racconto di Orengo, come tutti gli altri suoi libri, è ambientato
in quella striscia di Liguria tra Ventimiglia, Bordighera e Mentone che
è la sua terra d'elezione, ricca di profumi e di sapori. E racconta
la storia di Pietro Scullino, critico letterario di provincia.
[...]
Nemmeno Andrea Camilleri, che dopo le prime resistenze ha conquistato
il cuore dei critici, convince Scullino. L'ex professore prova a tradurre
in dialetto ligure un brano dell'ideatore di Montalbano, lo sottopone all'attenzione
della tosta Lucrezia e poi si arrende.
Concorda con lei che questa scrittura non ha né corpo né
identità ("non c'è niente dentro, non c'è mafia, non
c'è teatro e non c'è letteratura") e che si tratta della
rivincita del Sud nei confronti del Nord, concludendo filosoficamente che
ogni "peto siciliano vale più di una scoreggia nostrana".
Mirella Serri
Gazzetta del Mezzogiorno,
26.2.2004
Intervista.
Il giornalista di La7, di origini lucane, conduce la rassegna stampa
in onda fino a domani dalla Gazzetta
Franco Rina, il cinema nel cuore
[...]
Ci parli della sua passione per il cinema.
[...]
«Animo "CentroLab" insieme al gruppo docenti tra i quali Giuseppe
Tornatore, Giuliano Montaldo, Andrea Camilleri, Vincenzo Cerami, Domenico
Starnone, Cinzia Tani, Laura Ippoliti, Dacia Maraini e tanti altri».
[...]
Nicola Morisco
La Repubblica
(ed. di Palermo), 28.2.2004
Un libro studia il personaggio di Camilleri come fece Eco con Bongiorno
Fenomenologia di Montalbano
Il caso Montalbano. Fenomenologia del commissario. L´eroe indagato
da un semiologo
Il commissario creato da Camilleri è uscito dalle pagine dei
romanzi per assumere vita propria. E, alla stessa stregua dei personaggi
reali, gli studiosi gli dedicano grande attenzione. Si intitola "Montalbano,
affermazioni e trasformazioni di un eroe mediatico" il libro che Gianfranco
Marrone, docente di semiotica all´Università, ha dedicato
al poliziotto di Vigata, sulle orme dell´opera che Umberto Eco dedicò
a Mike Bongiorno. Lo studioso analizza la personalità di Salvo,
il contesto in cui si snoda la sua azione, i suoi metodi investigativi,
lo spessore di antagonisti e amici, la sua teatralità.
È un ossimoro vivente: scontroso e simpatico, irascibile e tenero,
distaccato e appassionato, imbranato e atletico, difensore della giustizia
e nemico di ogni formalismo burocratico della legge. Come dire la contraddizione
fatta uomo. Salvo Montalbano, il commissario di Vigàta partorito
dalla mente di Andrea Camilleri è evaso presto dalla pagine dei
romanzi in cui giganteggia da protagonista per assurgere a vita propria,
invadendo televisione, Internet, giochi interattivi. In questo percorso
nel tempo, nello spazio e nei media, ha perfino cambiato i connotati (nei
libri ha i baffi e il ciuffo, in televisione diventa rasato e pelato) e
alcuni aspetti della sua personalità (nei libri è goffo,
nei telefilm è un abile uomo d´azione). Ha incollato milioni
di persone davanti al piccolo schermo, ha dettato modi di esprimersi («Montalbano
sono»), ha propinato ricette dei suoi piatti di pesce preferiti,
ha attirato migliaia di turisti nei luoghi siciliani che fanno da sfondo
alle sue gesta, ha reso popolari i tic, imitatissimi, di Catarella e degli
altri suoi collaboratori, ha ribaltato la teoria dell´uomo a una
dimensione ipotizzata dal filosofo Marcuse, diventando un contenitore di
tantissimi caratteri. Insomma Montalbano-Zingaretti, si è trasformato
in un eroe in carne e ossa, come è accaduto in passato ad Alberto
Lupo-dottor Mason, a Gino Cervi-Maigret, a Tino Buazzelli-Nero Wolfe e
a Ubaldo Lay-tenente Sheridan. I lettori e i telespettatori trovano in
lui qualche qualità eroica, solo sua, e tantissime tensioni e limiti
che sono anche loro, rendendo possibile una identificazione a costo bassissimo,
senza mortificazioni.
Così come capita a tanti uomini di successo, il commissario
di Camilleri è diventato oggetto di studio. Si intitola "Montalbano,
affermazione e trasformazione di un eroe mediatico" (Edizioni Vqpt della
Rai Eri, 340 pagine, 17 euro), il libro che Gianfranco Marrone, docente
di Semiotica all´Università di Palermo, ha scritto per analizzare,
con gli strumenti della scienza, i motivi di questa affermazione e per
sviscerare la personalità del commissario, anche negli aspetti più
reconditi. A "Salvo sono" è capitato quello che era accaduto negli
anni Sessanta a Mike Bongiorno, al quale Umberto Eco aveva dedicato un
libro per analizzare la fenomenologia della sua popolarità. La cultura
ufficiale allora era rimasta sconcertata di fronte all´interesse
di un semiologo di grido per un divo televisivo, ma Eco aveva visto più
lontano di tutti nell´intuire l´importanza che aveva assunto
il piccolo schermo, diventato di colpo il primo motore delle trasformazioni
del Paese.
Vediamo quali sono per Marrone i fattori che hanno decretato il successo
del poliziotto. Primo, i tratti caratteriali di Luca Zingaretti, tipici
dell´eroe solitario che però quando si mischia con gli altri
esprime una grande carica di umanità. Secondo, la squadra. I comprimari,
ovviamente, sono uno diverso dall´altro, ma tutti adoranti del capo,
a dispetto del suo «malo carattere». Terzo, la teatralità.
Il commissario agisce come se mettesse continuamente in scena se stesso.
È il gioco della finzione, ma è anche un modo per rimarcare
quegli aspetti sopra le righe che fanno presa sul grande pubblico. Evidentemente
ha letto - sicuramente lo ha fatto Camilleri - "La vita quotidiana come
rappresentazione" di Erving Goffman e ne ha fatto il suo vademecum. Quarto,
il metodo investigativo. Montalbano non procede per deduzioni ma per intuizioni.
In tutte le trame ci sono due piani narrativi: una serie di indizi, infatti
portano in una direzione inscenati per depistare, ma il commissario spazza
via tutti i paraventi per arrivare al nocciolo della soluzione. Spesso
la messa in scena tira in ballo mafia e politica per nascondere in realtà
vendette private e affari di corna. «Le storie - scrive Marrone -
hanno tutte una doppia struttura. Montalbano segue una prima ipotesi, che
i suoi antagonisti vogliono fargli credere vera, ma verso la metà
della vicenda si capisce che è tutta una messinscena. A quel punto
è lui che costruisce una nuova messinscena per fare cadere i rivali
nella trappola. Laddove in molti romanzi di Sciascia (come "Il giorno della
civetta" o "A ciascuno il suo") il piano dell´apparire è legato
a una questione di corna e quello dell´essere a una questione di
mafia, Camilleri fa spesso il contrario: le vicende sembrano legate a intrighi
mafiosi mentre in effetti sono dipendenti da problemi sentimentali».
O affari privati. Quinto, la marginalità della mafia. Montalbano
e gli altri protagonisti manifestano spesso i loro sentimenti antimafiosi,
ma i boss non entrano quasi mai direttamente nelle storie. E questo, in
tempi di inflazione di Piovre, diventa un altro punto di forza.
Sesto, il privato. Ci sono anche qui due piani narrativi. Il protagonista
nel commissariato o nei luoghi degli eventi criminosi e nella sua casa
di Marinella in riva al mare. L´eroe mangia, beve, piange, si annoia,
fa l´amore con Livia - ve l´immaginate il tenete Sheridan tra
le lenzuola? - e ascolta musica, come i lettori e come i telespettatori.
Questo livello privato da un lato ci mostra l´eroe nella sua dimensione
umana, dall´altro fornisce continuità alla narrazione, agganciando
una puntata all´altra. Settimo, la magia dei luoghi. Mare, notte
stellate, barocco e Sicilia arida, che sono come calamita per gli occhi.
Il libro, infine, è corredato da curiosità, trame di film,
nomi di personaggi, divisi in buoni e cattivi, e da una ricca utile bibliografia.
C´è un altro personaggio, per molti versi progenitore
di Montalbano, che viene in mente dopo aver letto il libro di Marrone:
Tex Willer, che ha nutrito l´immaginario di Camilleri. Del "ranger
navajo", il commissario ha preso pure le scarpe, come recita un modo di
dire siciliano. Stessa scontrosità; stessa allergia per la burocrazia;
stessa idiosincrasia per ogni promozione che potrebbe inchiodarlo a una
scrivania; stessa lealtà; stesso rapporto simbiotico con i collaboratori;
stesso senso della giustizia, che fa chiudere gli occhi per aiutare un
povero diavolo e fa predisporre sporchi trucchi per inchiodare un mascalzone
che altrimenti la farebbe franca; stessa allergia per il matrimonio; stesso
rispetto per gli avversari che non barano. Ed entrambi sono stimati dai
nemici. A chi si consegna il mafioso e il feroce bandito? A Montalbano-Tex
perché sanno che non tradiranno mai i patti. Qualsivoglia essi siano.
Tano Gullo
La Sicilia, 28.2.2004
Porto Empedocle, menù di Montalbano per turisti
Alici marinate, pasta con le sarde, «purpiteddri», riso
o spaghetti al nero di seppia, sarde a beccafico, triglia in agrodolce,
cannolicchio con ricotta. Il tutto in nome del commissario Montalbano e
Andrea Camilleri, entrambi simboli di quella Vigata dove i titolari di
ristoranti di Porto Empedocle sono stati urgentemente convocati in Municipio
dal vulcanico assessore comunale al Turismo, Tonino Guido.
«A chi giunge in paese dovete offrire un menù unico a
18 euro, in cui figurino esclusivamente le pietanze ispirate alle storie
di Camilleri». Così parlò l'assessore un paio di giorni
fa rivolgendosi ai ristoratori empedoclini rimasti in un primo tempo spiazzati
dinanzi all'input dell'amministratore comunale. L'intento è evidente:
prendere per la gola i turisti cercando di farli restare più di
quanto facciano attualmente. E quale «esca» migliore delle
specialità culinarie «made in Vigata» può risultare
più accattivante?
Incassato il consenso dei cuochi vigatesi, l'assessore Guido ha chiamato
decine di tour operator chiedendo loro di attivarsi affinché l'iniziativa
turistico-gastronomico-culturale venga pubblicizzata almeno in tutta la
Sicilia. E le arancine di Montalbano? Per ora, tocca proprio alle palle
di riso amate dal commissario rimanere clamorosamente fuori dal menù.
La loro aggiunta alla lista delle pietanze secondo i ristoratori farebbe
lievitare il prezzo del pranzo, che supererebbe i 18 euro. Trattative sono
però in corso anche perché chi lo dice a Camilleri che nel
«suo» menù non ci sono le arancine?
La Repubblica, 29.2.2004
Molti personaggi dello spettacolo riscoprono il mezzo radiofonico
Il gran fascino della radio per Zingaretti, Fiorello, Elio
Su RadioDue ogni lunedì mattina, la sveglia con "Fiorello revolution"
Il richiamo c´è sempre ed è fortissimo. Non c´è
teatro, cinema, musical o tour in concerto che tengano: prima o poi, chi
ama la Radio e sente di saperla fare, finisce davanti a un microfono, come
per una specie di richiamo ancestrale, al quale pochi sanno resistere.
A dimostrare questa legge non scritta dello spettacolo sono (e sono stati)
in tanti. Da lunedì la confermerà anche Luca Zingaretti,
che alle 8.45 su RadioDue Rai torna con la prima delle dieci puntate de
"L´odore della notte", dal romanzo di Andrea Camilleri.
[...]
Carlo Ciavoni
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