home page




RASSEGNA STAMPA

FEBBRAIO 2008

 
Cinecittà News, 1.2.2008
Camilleri e i ragazzi che si rifugiano nel circo

"E' una riflessione profonda sul rapporto tra arte e pubblico, sugli artisti che devono confrontarsi con una realtà sempre mutevole". Nessuno meglio di Andrea Camilleri può definire "Soltanto un naso rosso", il film che Rocco Mortelliti ha tratto dall'omonima pièce teatrale che nel 1986 partecipò al Premio Idi e che ora è arrivata sul grande schermo grazie all'impegno di un gruppo di studenti dell'Accademia Nazionale di Arte Drammatica "Silvio D'Amico". Il padre del Commissario Montalbano è infatti in qualche modo "padrino" anche del film, visto che all'epoca scrisse la prefazione della piéce (quando fu pubblicata su 'Teatro Scenario') e che oggi ha supervisionato la sua trasformazione in sceneggiatura per il cinema, dando dei preziosi consigli al regista.
Il protagonista della storia è Ettore (Rocco Mortelliti), operaio frustrato e stanco degli anni passati alla catena di montaggio, che un giorno decide di cambiare vita e tornare alla sua vecchia passione: il circo. Quindi si licenzia, affrontando il suo capo Antonello Fassari, e poi fa l'autostop per raggiungere il "Magic Circus" segnalato da un annuncio. Lì troverà un casale abbandonato popolato di clown, nani e ballerine che si sono isolati dal mondo da tanto tempo, e ora non trovano il coraggio per confrontarsi con il pubblico e con la realtà. Con la sua pragmaticità, il suo realismo e il suo linguaggio sboccato, Ettore romperà il delicato equilibrio della compagnia, e instillerà in loro un dubbio: è possibile vivere in un "limbo per artisti", senza immergersi nella società?
"Di fronte all'imbarbarimento della nostra società, del nostro linguaggio e anche della nostra televisione - ha spiegato uno degli attori principali, Maurizio Castè - Noi artisti abbiamo avuto la tentazione di chiuderci in un microcosmo. E con questo film ci chiediamo se sia possibile una comunicazione tra gli artisti e il mondo civile, se nel nostro paese, e nel nostro mondo, c'è ancora posto per l'arte e la poesia. La risposta non sarà nel film, ma nel destino che esso avrà". Girato in digitale in una cartiera in disuso a Monte San Giovanni Campano - dove la scenografia è stata allestita con materiali raccattati in giro - e autoprodotto dagli attori, "Soltanto un naso rosso" è stato mostrato a una platea di addetti ai lavori alla Casa del Cinema di Roma, e ora spera di trovare una distribuzione che dia una risposta positiva alla possibilità che esista - e venga visto - un cinema diverso da quello commerciale.
Michela Greco
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 1.2.2008
Tra Herlitzka e Sermonti i protagonisti del passato
Con Bonacelli e la regia di Gabriele Vacis che dice: "Torna la radio d´avanguardia di Eco, Calvino e Sciascia"

Vero trionfo dell´intelligenza moderna e della parola immaginaria di sempre, galleria dell´arte fonica applicata a ritratti leggendari, e anche omaggio alla radio, nasce un nuovo ciclo che da lunedì 4 all´Auditorium Parco della Musica ripristinerà dal vivo un format di RadioTre degli anni ´70, Interviste impossibili "live". La prima sera, onorando alcuni pezzi clamorosi d´allora (quando uno scrittore bersagliava di domande un grande personaggio del passato interpretato da un quotato attore), c´è alla Sala Sinopoli, con regia di Gabriele Vacis e "scenofonie" di Roberto Tarasco, Marco Aurelio di Sermonti (Roberto Herlitzka sarà l´autore, lo stesso Sermonti sarà Marco Aurelio), Nostradamus di Manganelli (Paolo Bonacelli farà l´autore, Herlitzka farà l´intervistato), e a L´uomo di Neanderthal di Calvino (Sermonti darà voce a Calvino, Bonacelli sarà l´uomo primitivo). E sono già in programma, il 10 marzo, il 14 aprile e il 26 maggio, appuntamenti con interviste create però oggi, rivolte a figure mitiche impersonate da diversi interpreti.
Gabriele Vacis, lei tanto artefice di un teatro della memoria, è adesso alle prese con un tuffo nella memoria radiofonica...
«Direi di sì. Dal 1974 in poi questa fu una proposta letterario-teatrale d´avanguardia, con autori come Eco, Calvino, Sciascia, e con attori come Carmelo Bene, Valli, Poli, e lo stesso Bonacelli di adesso».
Come sono strutturati, ora, gli eventi prodotti qui all´Auditorium da Musica per Roma e da Gush?
«Per ogni intervista metteremo a confronto due voci dal vivo e riprodurremo comunicazioni da studio con interventi miei e di Lorenzo Pavolini che condurrà una diretta per RadioTre, e ci sarà pure una diretta su RaiSat extra».
Che differenze di taglio e di scrittura creativa c´è fra i tre scrittori evocati nelle interviste della prima sera?
«Il dato comune è l´ironia. Manganelli scherza coi meccanismi narrativi e il suo Nostradamus comincia trovandosi in difficoltà di sintonia temporale per il semplice appuntamento con l´intervistatore. Sermonti rende leggeri gli argomenti importanti di un Marco Aurelio decano e stoico. Calvino, si capisce, si è divertito un mondo, e ci diverte».
La regola d´oro per chi dà voce a scrittori e personaggi?
«Raccontare, più che interpretare».
E chi saranno poi gli autori odierni, e quali figure interrogheranno?
«Piergiorgio Odifreddi se la vedrà con Galileo fatto da Silvio Orlando. Antonio Scurati affronterà Garibaldi reso da Fabrizio Bentivoglio, Walter Siti interrogherà Ercole nei cui panni sarà Valerio Mastandrea. Poi Andrea Camilleri incontrerà Venerdì di Robinson Crusoe, Carlo Lucarelli farà domande a Edgar Allan Poe, Emma Dante punterà l´indice su Polifemo. In ultimo Alessandro Baricco evocherà Rossini, Gianrico Carofiglio fronteggerà Tex Willer, e Vinicio Capossela interrogherà Bach».
Auditorium, via Pietro de Coubertin, tel. 06/80241281
Rodolfo Di Giammarco
 
 

Il Venerdì, 1.2.2008
Tradimenti. Quando lo scrittore famoso volta le spalle all'editore
Da Tom Wolfe, che dopo 40 anni ha lasciato la sua Farrar, Straus & Giroux, ai nostri Veronesi e Pansa, in transito in questi giorni. Nella storia dell'editoria c'è un capitolo poco pubblicizzato, ma molto doloroso (per chi viene abbandonato). Che mette in gioco i sentimenti. E i soldi

[...]
C'è, infine, la categoria dei mezzi adulteri come Andrea Camilleri e Gianrico Carofiglio che "tradiscono" con l'assenso dell'editore. Il primo si divide salomonicamente tra la Sellerio e la Mondadori, il secondo, fedele alla casa siciliana, si permette di tanto in tanto qualche scappatella con Rizzoli.
[...]
Brunella Schisa
 
 

ZDF, 2.2.2008
Crime time
Sizilianische Ermittlungen
Ein Besuch bei Andrea Camilleri in Rom und Sizilien
Andrea Camilleri ist neben Umberto Eco der bekannteste und einflussreichste Schriftsteller Italiens. Seine Kriminalromane mit Commissario Montalbano haben ihn in ganz Europa bekannt und beliebt gemacht. Andrea Camilleri ist 1925 in Sizilien geboren. Besuchen Sie ihn mit uns in seiner Arbeitswohnung in Rom, und folgen Sie uns an die Schauplätze seines Lebens und seiner Romane in Sizilien.

Es gibt viele berühmte Kommissare im Mittelmeerraum: Pepe Carvalho in Barcelona (Manuel Vázquez Montalbán), Kostas Charitos in Athen (Petros Markaris), Fabio Montale in Marseille (Jean-Claude Izzo) und Brahim Llob in Algier (Yasmina Khadra). Doch keiner von ihnen ist so sehr ein Mann des Meeres wie Andrea Camilleris Salvo Montalbano.
Ein Mann des Mittelmeers
Seine Liebe zum Meer beginnt im Magen: Ohne ein paar Meeräschen in der Trattoria von Enzo kann er einfach nicht denken. In Krisensituationen hilft nur ein Spaziergang auf der Mole des Hafens von Vigàta. Dort hockt er sich auf den Felsen unterhalb des Leuchtturms und lässt das Meer für sich rauschen. Und seine Freizeit verbringt der Junggeselle ebenfalls am Meer. Von der Terrasse seines Hauses, das am Strand des benachbarten Badeorts Marinella steht, sieht er den Pferden zu, die über den Sand laufen. Und wenn er nicht mehr weiter weiß, stellt er sich in die Brandung, bis die Kälte des Wassers seinen Verstand und seine Seele gereinigt hat.
Commissario Montalbano ermittelt in einer künstlichen Welt, genauestens beschrieben in nunmehr zwölf Romanen und zahlreichen Erzählungen. Unten, am Meer, liegt die Hafenstadt Vigàta mit dem Kommissariat, dem Hafen und seinen Restaurants. Oben, im Hinterland liegt das ungeliebte Montelusa mit seinen Institutionen. Dort präsidiert in der Quästur der Polizeipräsident, Montalbanos eitler Vorgesetzter, dort tagt das Gericht, und dort intrigieren die Politiker.
Fiktion und Wirklichkeit
"Montalbano ist ein Polizist alten Stils. Warum lässt er sich nie versetzen? Weil er glaubt, er kenne die Verhaltensregeln seiner Mitbürger. Das ist ihm wichtig. Er kennt das Territorium - wie die Mafiosi", sagt Andrea Camilleri. Dieser erfundenen Welt korrespondiert eine reale: Porto Empedocle ist eine kleine Hafenstadt im Süden Siziliens. Seit der Antike ist es der Hafen von Agrigent, das weiter im Hinterland liegt. Selbst wer noch nie in Sizilien war, kennt Bilder der wunderbaren griechischen Tempel, die hier stehen.
In Porto Empedocle wurde Andrea Camilleri 1925 in eine reiche Familie von Schwefelindustriellen geboren. Sein Vater war später ziviler Hafenkommandant und leitete nach dem Zweiten Weltkrieg ein Transportunternehmen. Camilleris Onkel besaß ein großes Landgut und eine Bibliothek. So hatte der Junge von klein auf Zugang zur Welt der Bücher. Bei den Landarbeitern und am Hafen schnappte er die Geschichten auf, die bis heute seine Bücher so einzigartig lebendig machen.
Das Vigàta seiner Bücher ist ein Raum aus Erinnerung, Sehnsucht und Zorn: Seit Camilleri 1949 von dort nach Rom ging, wurde die Stadt modernisiert und ruiniert. Im Film schimpft Camilleri über die Hochhäuser, die wie "Spargel" über der alten Stadt aufragen. Auch die offizielle Umbenennung seiner Geburtsstadt in "Porto Empedocle (Vigàta)" kann den Zorn des alten Herrn nicht mildern.
Ein "Klippen-Sizilianer"
Im Film trifft Camilleri die Unterscheidung zwischen "Sizilianern des offenen Meeres" und "Klippen-Sizilianern". Erstere verlassen die Insel und kommen nie wieder. Camilleri: "Die 'Klippen-Sizilianer' haben eine Nabelschnur. Die reicht bis zur nächsten Klippe. Und dann kehren sie um. Nun, ich bin ein 'Klippen-Sizilianer'." Zwar lebt Camilleri seit den 1950er Jahren in Rom, innerlich hat er sich jedoch nie von Sizilien losgerissen. Camilleri machte zunächst eine große, erfolgreiche Karriere als Theater-, Hörfunk- und Fernsehregisseur. Als er selbst zu schreiben begann, war und blieb Sizilien das zentrale Thema.
Einen Tatort des jüngsten Montalbano-Krimis "Die dunkle Wahrheit des Mondes" inspizieren im Film zwei Camilleri-Fans. Davide und Giuseppe sind Architekten aus Palermo. Sie haben aus der Beschreibung einer Villa und ihrer Lage in der Nähe eines Neubaugebietes im Roman Schlussfolgerungen auf die Wirklichkeit gezogen. Sie zeigen eine Ruine. Auf deren Dachterrasse könnte sich der Mord abgespielt haben. Der Pharmareferent Angelo Pardo wird erschossen aufgefunden - mit heruntergelassener Hose. Auch mit diesen derben Details ist Camilleri in der bäuerlichen Welt Siziliens verwurzelt.
Camilleris Ideal - und das zeigt er im Film - sind die sizilianischen Straßenerzähler, die es noch in den fünfziger Jahren gab. Camilleri demonstriert an einem Bildertuch in seinem Besitz, wie sie sangen und erzählten, um ihr Publikum mit guten Geschichten zu unterhalten. Eine anrührende Szene.
Und die Mafia?
Camilleri räumt der Mafia in seinem Werk nur am Rande Raum ein. Er will "diesen Tumor" nicht glorifizieren. "Die Mafia ist eine Art Hintergrundgeräusch in meinem Werk", sagt er. Im Film erzählt er jedoch eine Geschichte, in der er selbst beinahe Opfer einer Mafia-Schießerei wurde. Natürlich in Porto Empedocle, in der Bar "Café Vigàta". Dort wird er selbst fast schon so inbrünstig wie der schwarze Ortsheilige San Calogero verehrt.
Tobias Gohlis
 
 

Avvenire, 3.2.2008
Tagliarcorto
Un Camilleri Arlecchino con il nuovo carnevale

A sinistra, aria frizzante anti-Pd nella vecchia guardia. Testimonial di spicco, Pancho Pardi e Andrea Camilleri . Il leader girotondino rimpiange le mobilitazioni unitarie. Scrive a Walter Veltroni in impeto machiavellico: se l’importante non è vincere ma governare, guai dimenticare che bisogna vincere per governare. Nostalgico Camilleri. «Hanno fatto diventare il mio abito da comunista un vestito da Arlecchino...». Lo scrittore non è disposto a perdere «gli ultimi dieci centimetri di colore rosso del costume indossato per settant’anni». Dal tempo delle festicciole scolastiche per carnevale.
Dino Basili
 
 

Il Velino, 4.2.2008
Ascolti tv: il fascino di Montalbano resiste ad “Amici”

Roma - “Il commissario Montalbano”, su RaiUno, continua a vincere: ieri è stato il programma più visto della giornata con 5 milioni 643 mila telespettatori, riportando il 23,65 per cento di share. Un ottimo risultato visto che si trattava della replica della puntata “Il senso del tatto” e che in prime time si è scontrato con l’esordio in prima serata del fortunato talent show “Amici di Maria De Filippi”.
[...]
Diego Brunella
 
 

Sorrisi e canzoni TV, 4.2.2008
La pagella di Mirella
Mirella Poggialini, critico del quotidiano «Avvenire», dà i voti alla televisione

CINQUE alla ripetitività della serie Montalbano che comunque ottiene un impensato e inalterabile successo su Raiuno: le repliche come attrattiva sono un fenomeno nuovo, si corre il rischio che diventi, senza opportune collocazioni, un comodo rifugio per chi cura i palinsesti.
[...]
 
 

Rai Due, 5.2.2008
Su al Sud
Breve apparizione di Andrea Camilleri, che ha parlato del "Gattopardo" e della fine letteraria di Montalbano.
 
 

AostaSera.it, 6.2.2008
Libri
"Cattivo sangue" di Sandra Scopettone
Titolo: Cattivo sangue, Autore: Sandra Scopettone, Editore: E/O, Anno: 2007, Prezzo: 9,50 euro

[...]
La nuova protagonista della Scopettone, uno sceriffo di contea donna dal nome di battesimo italiano, Lucia Dove, ha un punto di vista sulla realtà con cui è facile mettersi in sintonia per tutto il lungo racconto del romanzo. Fino quasi a condividere le sue scelte finali.
Con il nostrano commissario Montalbano siamo abituati a porci quanto meno il problema di coscienza, pur appoggiandolo senza esitazioni quando si fa da solo le piccole giustizie nei confronti delle persone oneste coinvolte nei suoi casi. In fondo lo sappiamo tutti che la giustizia non è sempre giusta e almeno i narratori lo possono raccontare. In maniera più complessa, se sono europei, in maniera più lineare se sono americani.
A cura di Filotea libreria cattolica editrice - Aosta (filotealibreriaeditrice@tin.it)
 
 

SiciliaInformazioni, 7.2.2008
Politica
Camilleri firma l'appello per Rita Borsellino

Andrea Camilleri si schiera a sostegno di Rita Borsellino.
L'autore del celebre commissario Montalbano ha aderito all'appello lanciato una settimana fa dallo scrittore Vincenzo Consolo e sottoscritto da numerosi artisti e intellettuali, siciliani e non.
"La Sicilia - recita l'appello - ha bisogno di una svolta radicale", di "un candidato che sappia rivoluzionare i meccanismi e le logiche della politica, in sintonia con il meraviglioso percorso di cambiamento culturale in corso tra pezzi della società siciliana. Rita Borsellino ha queste caratteristiche".
E conclude: "Se i partiti vogliono davvero voltare pagina, se il centrosinistra lo vuole, allora sappia guardare con occhi attenti a cosa accade fuori dai palazzi e alla storia di questa terra".
Ieri avevano firmato tra gli altri, l'attore Luigi Lo Cascio, il disegnatore Altan, l'attrice Serena Dandini, lo scrittore Carlo Lucarelli, Dario Fo e Franca Rame, le scrittrici Lidia Ravera e Clara Sereni e il regista Aurelio Grimaldi.
Fonte: ANSA
 
 

Teatro Le Salette , 7-17.2.2008
Indagine alla Montalbano

Dal 7 al 17 febbraio 2008 la Compagnia "Dietro le quinte" metterà in scena al teatro Le Salette (Vicolo del Campanile 14, Roma) "Indagine alla Montalbano". Regia di Raimondo Morelli. Prenotazioni biglietti 0668809478 (Cooperativa: 0685301758).
 
 

La Stampa, 8.2.2008
L'inizio della fine
Andrea Camilleri
 
 

Il Venerdì, 8.2.2008
Ritorni. L'attore girerà altri quattro episodi della serie sul personaggio creato da Andrea Camilleri
Così Luca Zingaretti fa pace con Montalbano

Luca Zingaretti aveva detto «addio» al commissario Montalbano.
Quando il personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri per tutti ormai aveva il viso e gli occhi ironici dell'attore romano, lui aveva detto «basta».
Un vero peccato visto l'audience e la qualità della serie televisiva. Ma proprio quando i telespettatori stavano cominciando a farsene una ragione, ecco l'annuncio del ritorno. Del resto alla Rai non erano proprio d'accordo: fiction che tira, non si cambia. Dirsi addio sarebbe stato un delitto ancora più grave, vista la disponibilità di materiale narrativo: gli ultimi quattro romanzi di Andrea Camilleri (“La vampa d'agosto”, “Le ali della sfinge”, “La pista di sabbia” e “La luna di carta”) sono già pronti per essere girati. Le riprese inizieranno a fine marzo, in Sicilia, e la messa in onda dei nuovi quattro film prodotti, come al solito, da Rai Fiction e Palomar, potrebbe avvenire entro la fine di quest'anno.
Nel frattempo accontentiamoci delle repliche.
(elena martelli)
 
 

Il Venerdì, 8.2.2008
I dvd di Repubblica e L’Espresso. Da venerdì prossimo arriva in edicola con il quotidiano e il settimanale la serie ispirata al personaggio di Camilleri
E adesso il commissario Montalbano indaga con «Repubblica» e «L'Espresso»

«Montalbano sono... ». Nove anni dopo, è facile dire che non poteva non essere un successo. Eppure, quando nel 1998 iniziò a girare voce che il commissario di Vigata sarebbe diventato un personaggio della tv, non mancarono gli scettici. I primi a dividersi furono proprio i fan di Andrea Camilleri. Da una parte, quelli entusiasti dell'idea che qualcuno desse finalmente un volto alloro eroe. Dall'altra, quelli che gridarono alla profanazione del mito. Ma il 6 maggio del 1999, la messa in onda, in prima serata su RaiUno [in effetti su RaiDue, NdCFC] di “Il ladro di merendine” mise d'accordo tutti. Il Montalbano della tv aveva la testa rasata e il volto rotondo, con un filo di barba grigia, dell'attore romano Luca Zingaretti. Che superò l'esame, entrando nel cuore dei cultori più integralisti del poliziotto di Vigata, anche grazie a un corso di dizione «al rovescio», dall'italiano al siciliano. Ma tra gli ingredienti del successo della serie - di cui a partire da marzo saranno girati nuovi episodi, sempre con Zingaretti protagonista - ci sono stati anche l'abile regia di Alberto Sironi, i consigli dello stesso Camilleri («sono intervenuto solamente sulla lingua per "camillerizzarla" un po'»), una serie di coprotagonisti e comparse, attori siciliani doc, e le location mediterranee (piccoli comuni del Ragusano, dove dal 2000 sulla scia del successo della fiction, c'è stato un boom di presenze turistiche). Proprio “Il ladro di merendine”, episodio che porta Montalbano-Zingaretti sulle tracce di una misteriosa tunisina, interpretata da Afef Jnifen, inaugura, venerdì prossimo, 15 febbraio, la serie dei quattordici episodi del commissario Montalbano, in edicola con Repubblica e L'Espresso ogni settimana, in dvd, a 7,10 euro in più ciascuno. Le settimane successive arriveranno, nell'ordine, “La voce del violino”, “La forma dell'acqua”, “Il cane di terracotta”, “La gita a Tindari”, “Tocco d'artista”, “Il senso del tatto”, “Gli arancini di Montalbano”, “L'odore della notte”, “Il gatto e il cardellino”, “Il giro di boa”, ”Par condicio”, “La pazienza del ragno” e “Il gioco delle tre carte”.
(paolo casicci)
 
 

Corriere della Sera, 8.2.2008
Il voto nella Regione Per la sorella del giudice ucciso un appello di scrittori e intellettuali
Sicilia, Veltroni gioca la carta Finocchiaro
La capogruppo dell'Ulivo: ci penso seriamente. Fuori la Borsellino

Milano - È un po' come se il «yes we can» di Obama sbarcasse in Sicilia, ma passando per Roma. Perché il Pd ha deciso di giocarsi «il carico da undici», direbbe Andrea Camilleri: e candidare alla presidenza della Regione Anna Finocchiaro.
[...]
Va bene il «carico da undici» alla Camilleri ma proprio il papà di Montalbano, per dire, ha sottoscritto l'appello lanciato dallo scrittore Vincenzo Consolo a sostegno della Borsellino, «la Sicilia ha bisogno di una svolta radicale (...) scegliendo come candidato alla presidenza dell'isola chi per storia e identità personale possa raccogliere e attrarre attorno a sé le energie migliori della Sicilia al di là delle logiche di schieramento e di partito». Hanno firmato tanti artisti e intellettuali, dallo scrittore Carlo Lucarelli a Dario Fo, dal regista Marco Tullio Giordana al disegnatore Altan. Tuttavia, spiega lo stesso Consolo, non è il caso di contrapporsi: «Sono due donne straordinarie, se insieme riuscissero finalmente a liberare la Sicilia da quell'ipoteca che ci portiamo dal secondo dopoguerra, il sequestro dell'elettorato, il clientelismo, comincerebbe davvero un'altra storia». L' autore de "Il sorriso dell'ignoto marinaio" non si fa illusioni, però non si sa mai: «In Sicilia ci sono momenti di apertura, poi tutto passa e s'involve. Speriamo che stavolta tocchi all'apertura...».
[...]
Gian Guido Vecchi
 
 

Le Monde, 9.2.2008
La corruption croissante ronge l'Italie malgré une lutte intensifiée contre la Mafia

Rome. "Les forces de l'ordre et la magistrature sont en train de démonter les principales organisations criminelles pièce par pièce, et ils ne s'arrêteront pas là." Le ministre italien de l'intérieur, Giuliano Amato, s'est réjoui, jeudi 7 février, de l'arrestation d'un responsable de la mafia napolitaine, la Camorra. Ce caïd, qui faisait partie des trente fugitifs les plus recherchés d'Italie, était l'un des protagonistes de la guerre des clans qui a fait 130 morts à Naples en 2004-2005.
Au cours de la même journée, Rome a annoncé un vaste coup de filet contre l'organisation sicilienne Cosa Nostra, qui a conduit à 77 arrestations de mafieux présumés: 23 à Palerme et 54 à New York. Le démantèlement de ce réseau italo-américain, qui régnait sur un important trafic de drogue, fait suite aux arrestations du parrain des parrains, Bernardo Provenzano, en avril 2006, et de son successeur présumé, Salvatore Lo Piccolo, en novembre 2007.
Ce nouveau coup porté à la criminalité organisée marquera-t-il "le début de la fin de la mafia", comme l'affirme l'écrivain Andrea Camilleri, vendredi 8 février, dans une tribune au quotidien La Stampa? Le célèbre auteur de romans policiers ayant pour cadre sa Sicile natale "espère que le processus est désormais irréversible".
[…]
Jean-Jacques Bozonnet
 
 

Libération, 9.2.2008
Monde
A Palerme et à New York, la Pieuvre décapitée par la police

Rome. A Palerme, depuis la très sanglante guerre de mafia du début des années 80, on les appelait «les fugitifs». Pourchassés par les sicaires des Corleonais, traqués par les hommes de main de Toto Riina, nombre de parrains palermitains avaient ainsi préféré abandonner la Sicile pour chercher refuge chez leurs cousins d’outre-Atlantique. Les polices italiennes et américaines viennent de rouvrir l’album de famille.
Jeudi, au cours d’une vaste opération baptisée «Old Bridge», 90 mandats d’arrêt ont été émis en Sicile et à New York mettant en lumière le retour des «perdants» dans le jeu de la criminalité organisée et la reprise des affaires transatlantiques comme au bon vieux temps de la famille Gambino et de la Pizza connection, le grand trafic d’héroïne des années 70.
[…]
Au sein de la mafia, cette stratégie visant à autoriser le retour des «Américains» n’était pas unanimement partagée, ce qui faisait craindre aux enquêteurs une reprise des règlements de compte. L’opération «Old Bridge» a permis de décapiter cette nouvelle alliance. «C’est le début de la fin» de la mafia se réjouit l’écrivain Andrea Camilleri.
[…]
Éric Jozsef
 
 

Le Temps, 9.2.2008
Samedi culturel
Andrea Camilleri
Andrea Camilleri. La Lune de papier. La Luna di carta. Trad. de Serge Quadruppani. Fleuve noir. 226 p.

Mais qu'arrive-t-il au célèbre commissaire Montalbano (dont les italophones peuvent suivre les aventures chaque dimanche soir sur RAI 1)? Depuis quelque temps, il se réveille en pensant à la mort et ressent la nécessité de prendre des notes – quitte dans "La Lune de papier" ("La Luna di carta", Sellerio 2005) à ruser avec le gâtisme en s'écrivant une lettre! Il faut dire que le meurtre plutôt sordide du représentant médical Angelo Pardo met à rude épreuve ses nerfs de policier sensible à l'odor di femmina, car la sœur et la maîtresse de ce dernier rivalisent pour brouiller les pistes. A quoi s'ajoute la mort subite de politiciens en vue, consommateurs de drogue frelatée. Octogénaire, Camilleri continue de s'amuser et de divertir ses lecteurs par son mélange détonnant de dialecte sicilien et de citations littéraires, de recettes gourmandes et de coups de griffe à la politique ou à l'économie italiennes.
Isabelle Martin
 
 

ItaliaGeomagazine, 10.2.2008
In viaggio con Andrea Camilleri

- Camilleri, incominciamo dalla Sicilia. C’è qualcosa che accomuna gli uomini che vengono da questa terra, ed è un sentimento di appartenenza molto speciale, che non si trova altrove. Perché? Che cosa significa?
”È un sentimento che ha un’origine antica: qualcosa che circola nel sangue e che può sollevare imbarazzo. Leonardo Sciascia non amava parlarne. Sosteneva che le radici mantengono gli uomini immobili, perciò bisogna liberarsene. Ma è pur vero che attraverso le radici entra nell’organismo quella linfa vitale che rende i rami robusti. Poi andiamo a cercarci la nostra patria ideale altrove. Perché, come ha detto una volta Bertolt Brecht, nessuno ha l’obbligo di sentirsi affettivamente legato al davanzale da cui è cascato da bambino. Ma le radici sono importanti, sono come l’imbracatura di un elettricista, che può arrampicarsi sino alla cima di un palo, perché prima ha provveduto ad ancorarsi saldamente al suolo.”
- Lei è uno di quelli che sono andati via. Quanto costa tagliare il cordone ombelicale con la propria terra?
”Molto. In definitiva per un triestino come Italo Svevo era facile dirsi mitteleuropeo. E la stessa cosa vale, oggi, per uno come Claudio Magris. Per “entrare” in Europa noi dobbiamo al contrario compiere un viaggio lungo, che come tutti i viaggi è pure un percorso di mutazione. Per noi andare via vuol dire abbandonare i confini di un’isola. E un’isola è qualcosa di particolare, una specie di vasta famiglia. Poi si può pure aggiungere che le tredici dominazioni che ci sono state in Sicilia non sono passate invano, per cui anche nei luoghi più distanti ritroviamo brandelli della nostra cultura.”
- Gli intellettuali siciliani, però, sono tradizionalmente critici, persino inclementi nei giudizi verso la propria terra. Perché?
”A me sembra che, in realtà, non lo siamo stati e non lo siamo abbastanza. Da sessant’anni godiamo di un’autonomia che Bossi per la sua Lombardia se la sogna. La Sicilia è governata dai siciliani. Ma è tutt’altro che un esempio di buona amministrazione. Purtroppo non sbaglia il principe di Salina nel “Gattopardo” a dire che le cose non sono cambiate molto con l’Unità d’Italia.”
- L’unificazione nazionale è stata fatta dunque invano per la Sicilia?
”No, era nel corso delle cose e sarebbe stato patetico illudersi di tornare indietro. È stata però un’occasione mancata. Gli anni seguenti all’Unità hanno amplificato, non ridotto la forbice che separa il Nord e il Sud. Certo, in Sicilia non c’erano industrie. Ma c’erano molte aziende familiari, come oggi nel Nord-Est. Prima del 1860 in Sicilia si contavano 4.000 telai, quattro anni dopo non ne restava nemmeno uno. Perché il Piemonte instaurò una politica economica e fiscale castrante per il Sud. Non solo. Con i Savoia fu introdotto il servizio di leva obbligatorio che durava quattro anni e che non avevamo sotto i Borboni. Sulle già modeste finanze delle famiglie veniva a gravare un’imposta in più, ossia quella dei mancati guadagni dovuti all’allontanamento dei figli dal lavoro dei campi. Poi c’era la corruzione dei funzionari, che venivano inviati qui spesso per punizione. Lo Stato, insomma, si è presentato in Sicilia nel peggiore dei modi. Come un predatore. È naturale che abbia incontrato molte resistenze quando in seguito ha cercato di ripristinare la sua legittima regalità.”
- In questo contesto come si è introdotta la mafia?
”Quando si crea un vuoto istituzionale, c’è sempre qualcuno che lo va a occupare. Lo vediamo anche oggi: nel momento in cui la classe politica ha rinunciato a governare, la magistratura ne ha preso il posto. Ed è una distorsione, perché il compito della magistratura è un altro. In Sicilia è avvenuto qualcosa di simile e di più grave allo stesso tempo. La mafia si è imposta come intermediaria tra il potere e i cittadini. Si fingeva che non esistesse, ufficialmente non se ne parlava. Però, per i più svariati bisogni, anziché agli organi dello Stato, inefficienti e assenti, ci si rivolgeva ai capi della mafia, certi che essi sarebbero intervenuti, sia pure alle loro condizioni.”
- Come si è trasformata la mafia con il tempo?
”Radicalmente. La mafia ha un’origine contadina. Agli inizi i suoi uomini li reclutava tra i “campieri”, ossia fra le guardie private che i latifondisti assoldavano per controllare i loro territori. Certo, anche i boss di allora erano dei delinquenti, ma avevano una diversa morale: ricorrevano alla violenza soltanto come “extrema ratio”. La consideravano una sconfitta personale, perché per loro la vera autorità consisteva nell’ottenere l’obbedienza usando la sola forza di convinzione. Poi la mafia si è spostata nelle città, ha acquistato altri volti, si è avventurata in quella guerra per bande che tutti conosciamo. È diventata una vera multinazionale, con i suoi laboratori, i suoi centri di ricerca e di sperimentazione.”
- Che cosa rappresenta invece Roma per lei?
”Una seconda patria: quella che mi ha dato la possibilità di fare, di divenire ciò che volevo essere. Appena arrivato a Roma, ho avuto i miei problemi di adattamento. Ma ho capito subito che qui avrei potuto restare. Le capacità di assorbimento che ha Roma non si trovano altrove. In seguito ho lavorato nelle sedi Rai di Torino e Milano, ma lì avvertivo un senso di transitorietà, di provvisorio. Poi Roma è diventata la città dei miei figli e dei miei nipoti. Ne ho quattro. E a questo punto è difficile distinguere quale sia la vera patria.”
- Che cos’è il dialetto per lei?
”La possibilità di una comunicazione completa. Il dialetto mi dà la sicurezza di poter esprimere ogni cosa, in tutte le possibili sfumature. L’italiano non ha per me la stessa forza espressiva. In Sicilia si dice che l’italiano si impara “co’ u culo”, nel senso che non lo si apprende dalle labbra materne, ma a scuola, con le botte sul sedere.”
- Nella biografia che ha dedicato a Pirandello lei scrive che il siciliano ha il senso della rappresentazione della morte, non del suo mistero. Che cosa vuol dire?
”Quando ero ragazzo, avevo un amico della mia stessa età. Si chiamava Giovannino. Avevamo 17 anni e gli fu ucciso il fratello maggiore. Lui volle assistere all’autopsia. Quando lo incontrai, gli domandai: «Ma non hai avuto paura? Non ti ha fatto impressione?» Lui mi guardò sbalordito e mi rispose: «Nené, ma cosa dici? Perché doveva farmi paura? Non gridava. Morto era». Ecco, per un siciliano il corpo morto è un involucro, che non merita importanza. Poi c’è la memoria. E quella, sì, è importante, e ha i suoi momenti rituali. I cortei funebri da noi sono degli eventi spettacolari, quasi delle sacre rappresentazioni. Fino a poco tempo fa’, poi, c’era la festa del 2 novembre. I bambini in Sicilia per ricevere i regali non scrivevano a Babbo Natale, scrivevano ai nonni o agli zii morti.”
- Veniamo al successo dei suoi libri. è un successo strepitoso, eccezionale, del tutto fuori del comune. Che cosa ritiene di essere riuscito a far scattare nel pubblico?
”Non è una cosa facile da capire. Io posso dire che nello scrivere un romanzo bado anzitutto alla storia, agli elementi narrativi. Mi sono occupato per tantissimi anni di teatro, e questa esperienza mi ha insegnato a tenere conto del pubblico, il che non vuol dire fare concessioni al gusto più grossolano. Quando scrivo, ho in mente un ascoltatore più che un lettore. Io stesso, dopo avere concluso un capitolo, lo leggo a voce alta e ciò mi permette di avvertire a orecchio quando la pagina ha un calo di ritmo.”
- Che cosa l’affascina del teatro?
”Il teatro è un mondo particolare. Per farlo bisogna passare attraverso una molteplicità di mediazioni. Un testo teatrale prende vita solo se ci sono un regista e degli attori che lo interpretano, che cioè lo fanno proprio, lo trasformano in qualcosa di personale e di attuale. La stessa cosa non accade con la letteratura. Quando riceve un testo, un editore si limita a giudicarlo, non lo interpreta. Se gli piace lo pubblica, altrimenti no. Il suo compito finisce lì.”
- E il rapporto col pubblico? Come cambia dalla narrativa al teatro?
”Chi scrive un romanzo si rivolge non a un “pubblico”, ma a un “lettore”, ossia a un singolo, un uomo che è solo con se stesso nel momento in cui legge. C’è un rapporto “ad personam”, fra un “io” e un “tu”. Il lettore, in qualche modo, sa che lo scrittore si rivolge proprio a lui. E, infatti, i lettori ti inviano poi le loro lettere e ti raccontano le vicende simili che hanno vissuto. Questo col teatro non accade. Accade, invece, un’altra cosa: le singole personalità si trasformano. Nella frazione di secondo in cui in sala si fa buio, diventano quell’unica cosa chiamata pubblico. Il teatro offre allo spettatore la possibilità di fare un viaggio esclusivo, nello spazio e nel tempo. Per cui, entrati alle 20,30 al Teatro Strehler a Milano, ci ritroviamo tutti assieme, a sipario alzato, nella Mosca di Cechov nel mezzo del mattino. Questo viaggio strepitoso, a teatro lo si può fare solo insieme agli altri. Se uno spettatore si trova da solo in sala non regge, prende e se ne va.”
- E la televisione? Che cosa ha rappresentato per lei?
”La televisione ha una natura bastarda, è un crogiolo di cose diverse. Ho fatto tanto teatro in televisione e so la sofferenza di un attore come Eduardo De Filippo. Ho lavorato a lungo con lui. Ogni volta si ripeteva: «Ma come faccio senza pubblico?» Era terribile per lui non sentire il fiato degli spettatori, non avvertire le loro reazioni. Credo che la grande conquista della televisione stia nell’istantaneità, nella possibilità, quindi, di raccontare il reale in diretta, di mostrare i fatti mentre accadono. Abbiamo parlato tutti male del Grande Fratello, me compreso, ma questo programma, con i suoi molti limiti, ha rappresentato un po’ un ritorno alle origini, ha mostrato le potenzialità dimenticate della televisione, che non è nata per fare fiction.”
Giuseppe Gallo
 
 

Panorama, 14.2.2008 (in edicola 8.2.2008)
Divi da esportazione

Montalbano superstar a Miami. Due film televisivi interpretati da Luca Zingaretti (di cui la comunità siciliana della Florida è grande fan) saranno presentati all'American cinemateque di Miami beach in occasione del Sicilian film festival, in calendario dal 9 al 13 aprile.
[...]
(L.D.C.)
 
 

Adnkronos, 11.2.2008
Tv: Ascolti Rai, reti vincono prime time e 24 ore

Roma - [...]
In prima serata Raiuno ha riproposto la fiction ''Il commissario Montalbano'', con l'episodio "Gli arancini di Montalbano" che e' stato seguito da 5 milioni 099mila telespettatori e ha registrato il 21.47 di share.
[...]
 
 

Clandestinoweb, 11.2.2008
Ascolti TV 10/02: "Amici" travolge il "Commissario Montalbano" con uno share del 27,78%

La seconda puntata del serale di "Amici" ottiene un altro record e cresce rispetto alla prima puntata arrivando a sfiorare il 28% di share. Cala la replica de "Il Commissario Montalbano".
[...]
"Amici", una vera macchina da guerra. Chi si sarebbe aspettato che dopo la prima puntata già record potesse crescere ancora negli ascolti? E’ vero, dall’altra parte aveva contro "Il Commissario Montalbano" con l’episodio "Gli arancini di Montalbano" al quinto passaggio ma è altrettanto vero di coome la serie con il celebre personaggio interpretato da Luca Zingaretti sia un brand fortissimo, forse superiore a fiction nuove e più acclamate.
[...]
 
 

Radio Suisse Romande, 12-14.2.2008
Entre les lignes
Du lundi au vendredi de 11h03 à 11h30 - rediffusion le soir à 19h03
Des rencontres d’écrivains suisses et étrangers, des reportages dans l’univers du livre (éditeurs, imprimeurs, diffuseurs, libraires, bibliothécaires, etc.), des entretiens sur l’écriture, le théâtre, l’histoire et la recherche littéraires. Avec la collaboration régulière de Jean-Marie Félix, Sylvie Tanette et David Collin.
Cette semaine
Voyage en Italie

Ce sont deux figures majeures des lettres italiennes qu’Entre les lignes vous invite à suivre cette semaine: Andrea Camilleri et Rosetta Loy. Deux écrivains nés en pleine période fasciste qui ont su mettre à distance dans leurs récits les mensonges et les farces de l’histoire italienne. S’ils se distinguent très nettement par leurs origines - lui provient de le Sicile, elle du Piémont – , leur ville d’élection est la même: Rome. Rome, où tout commence et où tout finit.
Une série d’entretiens exclusifs réalisés par Louis-Philippe Ruffy aux domiciles de ces deux grands auteurs.
Mardi 12 fevrier 2008 - Andrea Camilleri (I) [cliccare per ascoltare la registrazione]
Dire des choses sans parler, c’est tout l’art de la conversation en Sicile.
Une culture du sous-entendu et de l’allusion à laquelle Andrea Camilleri, très jeune, a été initié.
Il l’admet volontiers, cet art du discours derrière les mots lui a été précieux pour l’écriture romanesque.
Mercredi 13 fevrier 2008 - Andrea Camilleri (II) [cliccare per ascoltare la registrazione]
L’œuvre d’Andrea Camilleri connaît une double orientation, à la fois suite de romans historiques et suite de polars.
Ce second aspect mérite qu’on s’y arrête tant l’inspecteur Montalbano, imaginé par l’écrivain, prend de l’épaisseur et de l’aura en Europe.
Jeudi 14 fevrier 2008 - Andrea Camilleri (III) [cliccare per ascoltare la registrazione]
Andrea Camilleri est marqué par cette terre de Sicile qui imprègne toute son oeuvre.
Pour ce troisième et dernier volet, l'entretien se prolonge dans l'exploration d'une littérature dont les origines de la terre natale rythme le récit.
Andrea Camilleri est au micro de Louis-Philippe Ruffy.
Extraits lus par Rita Gay.
Traduction de Vincenzo Di Marco.

 
 

La Gazzetta dello Sport, 13.2.2008
Cefalù-Agrigento: il Giro celebra Camilleri e Montante
La 2ª tappa della kermesse rosa dedicata all'autore di Montalbano e al glorioso industriale siciliano: due vite che s'incrociarono nel 1943 quando il giovane scrittore imbracciò una bici della nota marca per sfuggire al bombardamento alleato

Milano - Montalbano al Giro d'Italia su una bici speciale, d'altri tempi. Potrebbe essere la cartolina che unisce Andrea Camilleri e Calogero Montante, due siciliani di spicco ai quali la Gazzetta dello Sport e Rcs Sport, promotori e organizzatori della kermesse rosa 2008, hanno deciso di dedicare la seconda tappa, la Cefalù-Agrigento di domenica 11 maggio.
BICI SU MISURA - Se Camilleri è conosciuto come uno dei maggiori scrittori del nostro tempo, proprio per il commissario portato al successo televisivo da Luca Zingaretti, Montante è un'autentica gloria sportiva e industriale dell'isola, di cui è stato nel ciclismo il primo ambasciatore. Era il 1926 quando Calogero, spinto da un viscerale amore per le due ruote, costruiva la sua prima bicicletta da corsa, naturalmente su misura. E verificandone la bontà ideativa e la solidità, la replicava a favore di altri per assecondare la loro passione. Cresce così in fretta la fama dei cicli Montante e Calogero dà vita, poco dopo, alla prima squadra di ciclismo agonistico di tutto il Sud Italia.
FUGA DALLE BOMBE - Il giovane Andrea Camilleri, dal canto suo, proprio nel 1943 in sella a una bici Montante riesce a percorrere, senza alcun intoppo, i 55 km che lo dividono da Porto Empedocle. Era sfollato con la madre a Serradifalco per sfuggire ai bombardamenti alleati antecedenti lo sbarco sull'isola e aveva mille ansietà per il padre, di cui non avevano notizie: "Intrapresi un viaggio irto di difficoltà perché procedevo in senso inverso a un flusso ininterrotto di camion, jeep e carri armati alleati che spesso mi buttavano fuori strada - ricorda Camilleri -. Fin da subito quella bicicletta mi diede un'impressione di solidità, dava sicuro affidamento. Per i più lunghi 55 km della mia vita la bicicletta non mi tradì mai!".
UN OMAGGIO ROSA - L'omaggio, oltre alla titolazione speciale – la Cefalù-Agrigento viene ribattezzata "tappa dedicata ad Andrea Camilleri e Calogero Montante" – asseconda un'altra vocazione del prossimo Giro che celebra gli ottant'anni trascorsi dalla fine della Grande Guerra, "nell’augurio – come ha sottolineato il direttore Angelo Zomegnan - che le tragedie causate dall'uomo abbiano fine".
 
 

Datasport, 13.2.2008
Giro 2008: la 2.a tappa per Montante e Camilleri

(AGM-DS) - Milano, 13 febbraio - La seconda tappa del Giro d`Italia, la Cefalu`-Agrigento, sara` dedicata a Calogero Montante e Andrea Camilleri. Si tratta di due siciliani di spicco.
[...]
Un traguardo volante speciale, intitolato ad Andrea Camilleri e Calogero Montante, sara` cosi` stato istituito per celebrare l’abbraccio del Giro a due figure emblematiche della letteratura e dell’industria.
(M. Bordignon, DTS)
 
 

Cinecorriere.it, 13.2.2008
L'entrevista
A Miami la fiction italiana

‘Il cane di terracotta’ e ‘Il gatto e il cardellino’ sono i due film tv prodotti da RaiFiction – Palomar che verranno presentati alla terza edizione del Sicilian film Festival, che si terra’ a Miami e Miami Beach (Florida) dal 9 al 13 Aprile 2008, nell’ambito dell’evento speciale (realizzato con Rai Trade) ‘La Sicilia di Montalbano’ che farà conoscere al grande pubblico americano la serie televisiva dal titolo ‘Il Commissario Montalbano’ interpretata da Luca Zingaretti e tratta dai romanzi di Andrea Camilleri.
L’evento ben si inserisce all’interno del Sicilian Film Festival che vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema che tratti temi salienti legati alla Sicilia o alle pellicole che vedano la partecipazione di un regista o di uno sceneggiatore, di un direttore della fotografia, di uno scenografo, di autore delle musiche o di attori siciliani o di origine siciliana oppure a film prevalentemente girati in Sicilia o film stranieri che abbiano come protagonisti importanti figure di riferimento di origine siciliana.
[...]
Anna Falasca
 
 

Avui, 13.2.2008
L'entrevista
"El tràfic d'éssers humans serà el negoci més rendible"
Gianrico Carofiglio Jutge anti-Màfia i escriptor de novel·la negra

[...]
La crítica l'ha designat hereu d'Andrea Camilleri, el pare del cèlebre comissari Montalbano...
Si això serveix per vendre tants llibres com ell, ja em va bé [riu]. Però som molt diferents, començant per la llengua: ell escriu en una barreja d'italià i dialecte sicilià i jo, en canvi, escric rigorosament en italià. Ell és típicament un autor del gènere negre mediterrani; el que escric jo té una dimensió mediterrània però també anglo-americana pel que fa a referències culturals i a tipus d'escriptura.
[...]
Anna Balcells
 
 

La Gazzetta dello Sport, 14.2.2008
Ciclismo. La corsa rosa, che scatterà da Palermo, ricorda due grandi personaggi dell’isola
Il Giro onora in Sicilia Camilleri ciclista
La 2ª tappa, con arrivo ad Agrigento, è dedicata al papà del commissario Montalbano, che nel 1943 in sella alla bici Montante scappò dalle bombe

Pare che Andrea Camilleri dal letto di casa ne abbia esultato come si fa per un romanzo ben riuscito. Lo scrittore siciliano in questi giorni è alle prese con una fastidiosa influenza, ma è stato felice di sapere che la 2ª tappa del Giro d’Italia 2008, da Cefalù ad Agrigento, sarà dedicata a lui, il papà del commissario Montalbano, e a un conterraneo meno noto, ma legato a una storia altrettanto ricca di fascino: Calogero Montante.
Le loro vite in un certo senso si intrecciano. Nel 1926 Montante costruì la sua prima bici da corsa, creando in seguito una squadra, l’unica del Meridione, che partecipò al Giro d’Italia con alcuni corridori iscritti come “indipendenti”. Attorno agli Anni 30 allargò la sua attività industriale della Cicli Montante, diventando il principale fornitore dei corpi armati dello Stato, La fabbrica si trovava a Serradifalco. E proprio a Serradifalco partì molti anni dopo, precisamente nel 1943, l’avventura del giovane Camilleri.
CHE AVVENTURA. La guerra si avviava a finire, e lo scrittore era fuggito con la madre per scampare ai bombardamenti alleati. Erano in pena per la sorte del padre, rimasto a Porto Empedocle: così Camilleri si fece prestare una bici Montante e percorse la strada che collegava i due paesini, in compagnia di un’altra persona.
Un viaggio irto di difficoltà, procedendo in senso contrario rispetto alla colonna di carri armati che con in loro cingoli avevano ridotto la strada a una mulattiera cosparsa di frammenti metallici. Tanto che il compagno rimase fermo lungo il cammino. “Pensai che avrei forato almeno un centinaio di volte prima di arrivare – raccontò poi Camilleri -. Per i più lunghi 50 chilometri della mia vita invece non forai mai, la bicicletta non subì nessun guasto meccanico. Un miracolo che si ripeté quattro giorni dopo quando rifeci la stessa strada per andare a dire a mia madre che papà era vivo”.
DA NAPOLITANO. Lo scrittore ha ricordato quell’episodio anche lo scorso 20 aprile, durante la consegna di un esemplare della Montante al presidente Giorgio Napoletano, che l’ha subito ribattezzata “la bicicletta della Libertà”. Ne è nata una serie contagiosa di iniziative. A cominciare dall’esposizione delle bici del costruttore siciliano negli aeroporti d’Italia.
La riedizione della storica bici Kalos, celebrata in molte pagine di Camilleri, è oggi affidata ad Antonello Montante, nipote del fondatore Calogero e presidente della Confindustria siciliana, che la produce in pochissimi esemplari, a scopo collezionistico. “Non abbiamo interessi commerciali – spiega – perché oggi rappresentiamo un gruppo che opera in un altro settore. Mio nonno fu un pioniere, costruendo bici all’avanguardia in una terra lontana dal ciclismo. La dedica diuna tappa del Giro è un’onorificenza emozionante per la mia famiglia”.
NUOVO LIBRO. Non è l’unica iniziativa prevista in occasione delle prime tappe in Sicilia. Nella Cefalù-Agrigento ci sarà uno speciale traguardo volante piazzato proprio a Serradifalco, E le bici Montante faranno da cornice alla cronosquadre di Palermo. Ad aprile, inoltre, sarà pubblicato (per Sellerio) un libretto di Camilleri dedicato proprio a Calogero Montante, dal titolo evocativo: “La volata di Calò”. Un modo per riportare le vicende del Giro nel solco dei grandi scrittori che l’hanno celebrato, da Buzzati a Vergani, Montanelli e Raschi.
Luigi Perna
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 14.2.2008
Ciclismo

Strade polverose e assolate, piene di buche e sassi. Su quelle vie sconnesse nel ´43 pedalò con foga Andrea Camilleri percorrendo 55 chilometri, da Serradifalco a Porto Empedocle, in sella ad una bicicletta Montante, alla ricerca di notizie del padre.
Sessantacinque anni dopo il Giro d´Italia dedica la seconda tappa proprio all´autore del commissario Montalbano e a Calogero Montante, ciclista prima, fondatore poi di una squadra agonistica e della fabbrica Montante Bici, la prima del Meridione. La seconda tappa del Giro, organizzato da Rcs Sport, da Cefalù ad Agrigento, con traguardo volante a Serradifalco, si disputerà l´11 maggio e sarà un tributo a due grandi personaggi dello sport e della letteratura.
Certo l´atmosfera non sarà quella degli anni Trenta, quando lo speaker radiofonico esaltava masse di italiani gridando «un uomo solo al comando», mentre i ciclisti arrancavano su per i tornanti, ma ci sarà lo stesso da emozionarsi. Sarà un tuffo nel passato e nei ricordi. Un modo per ricordare la sana e genuina passione di Calogero Montante, che diffuse il ciclismo, ma anche il suo fiuto imprenditoriale. La sua fabbrica divenne presto un marchio e una garanzia, Montante diventò fornitore di Esercito, carabinieri e polizia. Diventò insomma quello che era la Guzzi per le moto.
«Erano bici davvero eccezionali - ricorda oggi Antonello Montante, nipote di Calogero - Fatte su misura, indistruttibili. E non foravano mai perchè senza camera d´aria».
I modelli di sessanta-settant´anni fa si vedono ancora girare per strada e suscitano ammirazione. I pezzi migliori però sono custoditi nel museo di famiglia dell´azienda che adesso però produce ammortizzatori. Lo stesso Camilleri, a cui recentemente è stata regalata una bici fatta su misura, recuperando i vecchi stampi dell´azienda, esaltava la robustezza delle due ruote Montante.
«Intrapresi un viaggio - ricorda lo scrittore - che si prospettò subito irto di difficoltà perché procedevo in senso inverso ad un flusso ininterrotto di camion, jeep e carri armati alleati che spesso mi buttavano fuori strada. Fin da subito quella bicicletta mi diede un´impressione di solidità, dava sicuro affidamento. Per i più lunghi 50 chilometri della mia vita la bicicletta non mi tradì mai! Non forai mai! Non si storse un raggio, non saltò la catena, non si ruppe mai nulla! Arrivai a Porto Empedocle, trovai mio padre sano e salvo, e ripercorsi quella strada ancora più dissestata. E di nuovo la bicicletta Montante non mi abbandonò. Era una bicicletta Montante, una meravigliosa bicicletta fabbricata proprio dalla ditta di Serradifalco fondata da Calogero Montante. Che splendida bicicletta! Una meravigliosa Bicicletta Montante!».
L´epopea delle bici Montante fu favorita anche dal primo giro d´Italia organizzato in Sicilia. Correva l´anno 1930 quando Armando Cougnet, fondatore della più affascinante corsa ciclistica italiana, scelse la Sicilia come base di partenza. E a Calogero Montante, che aveva da poco messo su la sua azienda, non parve vero.
Mario Pintagro
 
 

Giornale di Sicilia, 14.2.2008
Ciclismo. La seconda tappa della corsa della Rcs, la Cefalù-Agrigento dell’11 maggio, sarà dedicata al romanziere e all’industriale che divulgò la passione per la bici al Sud
Camilleri e Montante in maglia rosa
Il Giro d’Italia celebra due siciliani doc

Palermo. «Oh, quanta strada nei miei sandali/ quanta ne avrà fatta Bartali/ quel naso triste come una salita/ quegli occhi allegri da italiano in gita...». Die­tro una bicicletta c'è quasi sempre una passione che merita di essere racconta­ta. Una passione che spesso ti prende come nel caso di «Ginettaccio» Bartali raccontato in musica da Paolo Conte. Una passione che può anche essere originata da vicende personali, straordina­rie, e che ha indotto La Gazzetta dello Sport e Rcs Sport, promotori e organizzatori del 91° Giro d'Italia, a dedicare la seconda tappa, la Cefalù-Agrigento di domenica 11 maggio, a due siciliani dli ­spicco: Calogero Montante e Andrea Ca­milleri. Se il secondo è uno dei maggiori scrittori del nostro tempo, il primo è un' autentica gloria sportiva e industria­le dell'isola, di cui è stato nel ciclismo il primo ambasciatore.
Era il l926 quando Calogero Montan­te, spinto da un grande amore per il ci­clismo, costruiva la sua prima bicicletta da corsa. E verificandone la bontà ideativi e la solidità,la replicava a favore di altri per assecondare la loro passione, molto simile alla sua. Cresce così in fretta la fama dei cicli Montante e Calogero dà vita, poco dopo, alla prima squadra di ciclismo agonistico di tutto il Sud Italia. Naturalmente porta il suo nome. Montante contribuisce in prima persona alla divulgazio­ne della cultura ciclistica nel Meridione d'Italia e getta le basi per le attività im­prenditoriali che sono patrimonio an­cor oggi del Gruppo Montante, affidato agli eredi, che con la MSA produce ammortizzatori in tutto il mondo.
Il giovane Andrea Camilleri, dal can­to suo, proprio nel 1943 (aveva 17 anni) in sella a una bici Montante riesce a per­correre, senza alcun intoppo, i 55 km che lo dividono da Porto Empedocle. Era sfollato con la madre a Serradifalco per sfuggire ai bombardamenti alleati antecedenti lo sbarco sull'isola e aveva mille ansietà per il padre, di cui non ave­vano notizie. «Intrapresi un viaggio irto di difficoltà - racconta Andrea Camilleri - perché procedevo in senso inverso a un flusso ininterrotto di camion, jeep e carri armati che spesso mi buttavano fuori strada. Fin da subito quella bici­cletta mi diede un'impressione di solidi­tà. Per i più lunghi 55 km della mia vita la bicicletta non mi tradì mai. Non forai mai, non si storse un raggio, non saltò la catena, non si ruppe mai. Arrivai a Porto Empedocle, trovai mio padre sa­no e salvo, e ripercorsi quella strada ancora più dissestata. E di nuovo la bicicletta Montante non mi abbandonò; Era una meravigliosa bicicletta».
Ne ha fatta di strada quella bici, una Kalos che Camilleri ha celebrato nei suoi scritti e che og­gi Antonello Montante, nipote di Calogero e vice presidente vicario di Confin­dustria Sicilia, ha ricostruito perfettamente con gli stampi dell'epoca, tutta lavorata artigianalmente, con manopole e sellino Frau cucito a mano. Un modello esclusivo, 50 esemplari in tutto. Una è stata regalata a Camilleri, altre so­no andate al presidente Giorgio Napoli­tano, Luca di Montezemolo, Romano Prodi, Paolo Bettini e Fiorello.
«La decisione degli organizzatori del 91° Giro d'Italia di dedicare la tappa Cefalù-Agrigento a due figure siciliane emblematiche del­la letteratura e dell'industria, ci riempie di gioia e di soddisfazione», hanno ieri dichiarato l'assessore regionale del Turismo, Dore Misuraca, e Ivan Lo Bel­lo, presidente di Confindustria», L'omaggio della Rcs, oltre alla titolazio­ne speciale - la Cefalù~Agrigento viene ribattezzata «tappa dedicata ad Andrea CamiIleri e Calogero Montante» e assegnerà un traguardo volante a Serradifal­co - asseconda un'altra vocazione del prossimo Giro che partirà da Palermo il 10 maggio e celebrerà gli ottant’anni tra­scorsi dalla fine della Grande Guerra «nell'augurio - come ha sottolineato il direttore Angelo Zomegnan - che le tra­gedie causate dall'uomo abbiano fine».
Filippo Mulè
 
 

La Repubblica, 14.2.2008
Tutto Montalbano in dvd. Zingaretti: un italiano che piace
Da domani con "Repubblica" e "L´Espresso" i 14 film col commissario di Andrea Camilleri

Roma. Ognuno, leggendo i libri di Andrea Camilleri, lo aveva immaginato a modo suo. Poi, dieci anni fa, il commissario Montalbano (che lo scrittore descrive così: «Occhi chiari, baffi, non alto, ha un viso da contadino») è arrivato in tv con lo sguardo ironico di Luca Zingaretti, molto più giovane dell´eroe dei racconti pubblicati da Sellerio. Perfetto nel ruolo. Un fenomeno televisivo con un pubblico fedelissimo (alla terza, quarta replica, i film di Alberto Sironi sfiorano il 25% di share su RaiUno). Adesso la serie completa con i 14 episodi arriva in dvd da domani con Repubblica e L´Espresso al prezzo di 7.10 euro (con il cofanetto raccoglitore in regalo); gli altri usciranno ogni venerdì. «Per chi crede nel destino» racconta Zingaretti «l´incontro con Montalbano era scritto da qualche parte. Camilleri è stato il mio professore di regia televisiva, un signore affascinante, grande affabulatore, che si sedeva davanti a noi studenti e parlava per tre ore. Suonava la campanella e sembrava fossero passati dieci minuti. È uno degli intellettuali che ha fatto grande la Rai quando era un´industria culturale». Confessa che, all´inizio, temeva di tradire i lettori. «Ognuno ha immaginato il suo protagonista. Io ho cercato di cogliere l´essenza di quest´uomo complesso, che ha un rapporto problematico col padre, con la morte, con le donne. Ha affascinato gli italiani perché è profondamente perbene, un servitore dello Stato allergico al potere. Da buon siciliano sa godersi la bellezza e i sapori della vita, ma nasconde la sua fragilità: basta pensare a come affronta la morte del padre».
Un successo da milioni di lettori (e spettatori): Andrea Camilleri che pensa? «Le riduzioni televisive sono arrivate dopo che Montalbano aveva già un successo autonomo, e certo hanno fatto aumentare le vendite» spiega lo scrittore «Ma il merito è tutto di Zingaretti che, a ben considerare, è lontanissimo dal Montalbano dei libri, capelluto e baffuto. Il pubblico si è affezionato anche a Catarella, Fazio e Augello; lo dico da regista di teatro e tv, i film sono davvero ben diretti. Nelle fiction c´è sempre qualche attore sotto livello, qui sono tutti al loro meglio. Nei miei gialli non c´è l´attesa spasmodica di sapere il colpevole, col poliziesco racconto uomini e donne. La serie, poi, mi ha rivelato una Sicilia che non conoscevo, sono andato anche a visitare la casa di Montalbano». Parliamo del rapporto un po´ nevrotico del nostro eroe con le donne. «Ha due coscienze: una è rappresentata da Catarella - non pare ma Catarella ha un peso affettivo e effettivo su Montalbano - e la coscienza vera è Livia. Come si fa a sposarsi con la propria coscienza? Meglio svegliarla a tratti, per telefono». Dalla fine di marzo Zingaretti, che riempie i teatri con "La sirena", dal racconto "Lighea" di Tomasi di Lampedusa (oggi è a Macerata, da domani a domenica sarà a Pesaro) tornerà sul set per quattro nuovi episodi: "La luna di carta", "La vampa d´agosto", "Le ali della sfinge", "La pista di sabbia". Aveva detto che lasciava la serie. «È vero», sorride l´attore «ogni tanto si dicono grandi stupidaggini. Il personaggio mi mancava». Montalbano darà una svolta alla vita privata. «Il legame con Livia si è consumato e Montalbano scoprirà il sesso: era ora» scherza il regista Alberto Sironi «nella "Vampa d´agosto" una ragazza di 22 anni gli farà perdere la testa, crollerà come una pera».
Silvia Fumarola
 
 

BibliObs, 14.2.2008
Du polar à la nouvelle
Camilleri récidive
«Les Enquêtes du commissaire Collura», par Andréa Camilleri, traduit de l'italien par Dominique Vittoz, Fayard, 130 p., 12 euros.

Cela se passe, cette fois, en pleine mer. Le commissaire Vincenzo Collura (Cecè pour les intimes), qui a été blessé par balle au cours de l'arrestation d'un malfrat, joue en effet les commissaires de bord, le temps d'une croisière. Ce nom de Collura trottait depuis un moment dans la tête d'Andrea Camilleri.
Il avait songé à en faire le héros de ses premiers romans policiers, avant qu'il n'adoptât celui du commissaire Montalbano, en hommage à l'écrivain espagnol Montalbano. Eh bien, à l'occasion d'une série de petits récits que lui commanda le quotidien «la Stampa» durant l'été 1998, voilà que le brave Cecè Collura est enfin sorti des limbes. On est heureux de le saluer.
D'autant plus heureux à vrai dire qu'elles commençaient par nous fatiguer un peu, les aventures de Montalbano, avec leur pittoresque sicilien appuyé, l'abus des expressions idiomatiques aux traductions françaises calamiteuses et cette forme de naturalisme goguenard dont Camilleri usait sans modération. Cette fois, avec ses huit nouvelles, aucune prétention, aucune pâte épaisse. De simples esquisses, des dessins au trait, des épures de roman. Quel est ce faux chanteur de charme que Collura démasque dès son premier concert à bord ? Pourquoi cette demoiselle si aguicheuse un jour désespère-t-elle le lendemain son soupirant? Est-ce la même personne? Le vieux magnat du pétrole qui quitte chaque nuit sa cabine trompe-t-il sa femme ou est-il la dupe d'un joueur de poker douteux? Tout va très vite ici, tout s'opacifie et s'éclaire, le crime, la raison et la déraison. Il suffit de quelques lignes. D'une apparence. D'un jeu littéraire délicat et subtil.
Frédéric Vitoux
 
 

Agrigentonotizie, 14.2.2008
Mimmo Ferraro: il rigassificatore e le prossime campagne elettorali

"Quanto affermato in una nota del comitato “No al rigassificatore “ di Porto Empedocle, merita qualche riflessione. Non mi pare, come si suole dire, politicamente corretto sfidare la deputazione, eletta nel nostro territorio, della Regione e del parlamento Nazionale, a prendere posizione sulla faccenda del rigassificatore di Porto Empedocle.
[...]
Mi pare questa una maniera manichea di affrontare la cosa. E con la stessa disinvoltura si incalza Andrea Camilleri a dire un chiaro no al rigassificatore, quasi fosse obbligato, dati i suoi natali. Senza invocare Voltaire, mi piace affermare che ognuno è libero di dire e non dire… sopratutto gli intellettuali che sono intellettuali appunto perchè liberi, anche se sicuramente hanno le loro convinzioni.
[...]
Mimmo Ferraro (Costituente Regionale del Partito Democratico)
 
 

Piacenza Night Piacenza Day, 14.2.2008
Incontri gratuiti e aperti a tutti per mettere a fuoco i segni del linguaggio teatrale

“Effetto zoom. Incontri intorno alla visione di spettacoli della Stagione di Prosa per mettere a fuoco i segni del linguaggio teatrale”. E’ un percorso di formazione sul teatro rivolto agli insegnanti di tutte le scuole, agli studenti delle scuole superiori e aperto anche a tutto il pubblico. Curato da Roberta Zanoli del Piccolo Teatro di Milano, è organizzato da Teatro Gioco Vita nell’ambito dell’edizione 2008 del programma “InFormazione Teatrale” proposto dallo Stabile di Innovazione diretto da Diego Maj con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
[...]
Venerdì 4 aprile 2008 si parlerà di “La concessione del telefono” di Andrea Camilleri.
 
 

Messaggero Veneto, 14.2.2008
La narrativa di Camilleri oggi in via Manin

Udine. La narrativa di Andrea Camilleri - autore tra l’altro della serie del commissario Montalbano, portata al successo in tv da Luca Zingaretti, ma non solo - sarà il tema della prossima conferenza dell’Università popolare. Ne parlerà questo pomeriggio alle 18.15 nella sala di via Manin 15, il professor Salvatore Silvano Nigro.
 
 

L’opinione, 15.2.2008
Come e Dove
“Effetto Morgana”
Inaugurazione 25 febbraio

Roma. Nato dall’incontro tra l’associazione culturale Effetto e la Morgana communication “Effetto Morgana” nuova associazione culturale ospiterà rassegne teatrali e cinematografiche, mostre di pittura e concerti di musica classica, jazz, blues, contemporanea e sperimentale, dibattiti, tavole rotonde, presentazioni di libri e ogni forma di espressione artistica. Il locale, situato in Largo dei Fiorentini 3 (accanto alla centrale via Giulia), è strutturato su due livelli ed è stato sede storica del jazz italiano e internazionale (un tempo il suo nome era Music Inn). Molte le iniziative già in programma dopo l’inaugurazione di lunedì 25.
[…]
Mercoledì 27 febbraio dalle 19,30 alle 23,00 la proiezione dei cortometraggi finalisti de “Lo sguardo bifronte”, il primo festival internazionale dedicato ai “Tempi della vita”. Le proiezioni, ad ingresso gratuito, proseguono sino a domenica 2 marzo. Gli spettatori potranno dibattere ogni sera insieme a un diverso componente la giuria del concorso, dallo scrittore Andrea Camilleri all’attore Emilio Solfrizzi.
[…]
[Camilleri non sarà presente, NdCFC]
 
 

Liberazione, 15.2.2008
Nel convegno letterario Roma Noir 2008, alla sua quinta edizione, si sono confrontati Filippo La Porta ed Elisabetta Mondello, organizzatrice della manifestazione. E tre video-interviste di Carlotto, De Cataldo e Camilleri sul rapporto tra realismo e finzione
I giallisti sono ancora in grado di raccontare la realtà?

È un interrogativo solo apparentemente paradossale quello che ha dato il titolo alla quinta edizione di Roma Noir, l'annuale convegno letterario che si è tenuto l’altro ieri presso l’Università La Sapienza di Roma: “Hannibal the cannibal c’est moi?”. La scherzosa rilettura della nota affermazione di Flaubert, nasconde infatti una domanda tutt’altro che priva di fondamento: il grande successo che la narrativa gialla e noir ha avuto negli ultimi anni – successo di pubblico e, in buona parte, di critica - è dipeso dalla sua capacità d’interpretare le inquietudini contemporanee meglio di altre forme di letteratura e di arte? Oppure da ragioni esattamente opposte, ragioni di allontanamento e mistificazione della realtà?
Per Elisabetta Mondello – docente di Letteratura moderna e contemporanea ed organizzatrice dell’evento – la questione non è solo quella di capire «se esistano dei modelli di rappresentazione del mondo che compartecipano al successo del genere», ma anche «quali trasformazioni abbia prodotto il boom del noir nell’immaginario del lettore/spettatore»; dunque quanto la letteratura abbia interferito nella costruzione di ciò che noi percepiamo come realtà.
Un obiettivo non facile, certo, soprattutto se si considera che il rapporto tra finzione e realtà non è affatto scontato – specie in un’epoca massmediale in cui sempre più spesso emergono concetti come “post-realtà” o “pseudo realtà” - né può essere osservato attraverso la finestra ristretta di un unico genere letterario. Il fatto è però che quel genere, il noir appunto, viene spesso celebrato dai suoi sostenitori come l’unico in grado di riuscire, oggi, ad esplorare significativamente le contraddizioni della società contemporanea. Ma è davvero così?
Secondo Filippo La Porta, uno degli ospiti del convegno, è proprio dalle storie di crimine che può ripartire un “realismo radicale” capace di proporre nuove prospettive alla narrativa tradizionale. Un realismo, cioè, che tenti, proprio attraverso l’utilizzo di un immaginario abusato, costruito attraverso cliché, pose standardizzate, linguaggi ormai logori, un’interrogazione sul concetto di male tout court. La vera sfida, dice La Porta, è quella di far lievitare le storie secondo una retrospettiva filosofica, ovvero di una ragione che le scolli da qualsiasi forma di compiacimento e di autoreferenzialità.
Fenomenologia del male, dunque. Un punto di vista interessante non solo perché proviene da chi, come La Porta, è stato autore di un ferocissimo pamphlet contro il nuovo giallo italiano, ma perché ricontestualizza il noir, almeno nelle sue potenzialità, all’interno di urgenze d’altro tipo, che mettono in gioco i bisogni primari di qualsiasi vera operazione letteraria.
La sensazione, però, è che a volte sia proprio la scrittura di genere, il cinema, la tv, la produzione di finzione nella sua totalità, a determinare un processo esattamente contrario, e cioè quello di scollamento dalla realtà. Giancarlo De Cataldo, nel video intervista realizzato dal programma la Compagnia del libro di Sat2000 e proiettato durante il convegno (“A viso scoperto. I giallisti si raccontano”), ritiene che figure di serial killer quali Hannibal the cannibal - figure della finzione, ma anche figure della cronaca - svolgano spesso un ruolo mistificatorio, dal momento che «spiegando il male come una distorsione genetica o psichica», distolgono «opportunamente da altri tipi di male più insidiosi, più diffusi, più frequenti, ma forse per questo meno visibili». È una considerazione che rovescia i termini della questione, ma che parallelamente propone ulteriori chiavi di lettura. Del resto, sempre nel video intervista di Sat2000, Massimo Carlotto sa bene che ormai anche il noir non possiede «più delle categorie molto definite, molto precise: raccontare una storia criminale che si svolge in un determinato luogo, in determinato momento, è oggi una scusa per raccontare altro, cioè raccontare la società che circonda gli avvenimenti raccontati nel romanzo». E non si tratta di una nuova forma di engagement: piuttosto di una volontà di utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione da una determinata tradizione narrativa per tentare di andare oltre, ovvero, nello specifico, attraversare la letteratura di genere per cercare di scardinarla o rifunzionalizzarla.
Andrea Camilleri, sempre nell’intervista realizzata dalla Compagnia del libro, in fondo dice: «ciascun autore ha in sé un’idea di società ideale» che tenta in qualsiasi modo di ritrasmettere; nel suo raccontare egli «non fa altro che succhiare linfa» dal mondo che lo circonda per «restituirla attraverso le sue opere».
Giorgio Nisini
 
 

Adnkronos, 15.2.2008
Ciclismo: Unioncamere, apprezzamento per dedica tappa a Montante

Palermo - ''La scelta di dedicare una tappa del Giro d'Italia a Calogero Montante e' segno di grande sensibilita' nei confronti delle eccellenze dell'imprenditoria siciliana, che merita di essere gratificata, soprattutto in questo particolare momento storico''. Lo afferma il Presidente di Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace, nel rivolgere "un sincero apprezzamento" all'assessore regionale al Turismo, Dore Misuraca, promotore dell'importante iniziativa, con gli organizzatori del 91esimo Giro d'Italia, che partira' il 10 maggio da Palermo.
Per il Presidente di Unioncamere, vincente e' anche l'intuizione di unire il valore imprenditoriale a quello letterario di Camilleri: ''e' l'occasione - afferma Pace - per valorizzare l' importante connubio di qualita' tra sport e impresa, ed anche per unire il nome di uno dei romanzieri piu' apprezzati a livello internazionale ad uno dei simboli dell'impresa siciliana: l'immagine del creatore del commissario Montalbano, che incarna la parte migliore della nostra isola, potra' unirsi a quella della gloriosa dell'impresa Montante, e portare nel mondo la magnifica sintesi di cultura e impresa siciliana, di tradizione e storia, di capacita', di vigore e anche di fiducia nelle risorse di questa terra''.
 
 

meloukhia.net, 16.2.2008
Book Thirty-Two: Excursion to Tindari

I love the Inspector Montalbano novels. For those of you who aren’t familiar with them, they are mysteries set in Sicily, with an insouciant inspector, a rag-tag staff, and delicious food in almost every chapter. The food alone would make me a fan of the novels, since Inspector Montalbano takes food almost as seriously as I do, and the foods he eats seem to jump off the page and wrap themselves around my tongue.
These books fascinate me because I feel like the capture the spirit of the place they are set in, and I can see why they became a big hit in the States after they started being translated into English. The characters have intelligent, snappy dialogue, and they are complex, developed individuals whom you really get to know as you travel through the series, although one can read the books alone as well, of course. There’s also interesting procedural detective work, for people into that kind of thing, along with dark nights of the soul and intense brooding on the part of the Inspector. I like that. It humanizes him.
The mysteries themselves are usually fascinatingly complex and not at all like one would expect them to be, as was the case with this book, which featured two seemingly unconnected events and a myriad of careful steps which led the Inspector to realize how they were linked. I don’t really want to get into too much detail, as that would kind of spoil the book for people who haven’t read it, but I will note that the book deals with serious contemporary issues, like many of his other books, and I like that. Instead of occurring in an abstract vacuum, the book forces readers to think about things going on in the world.
Vigata, the fictional town in which these books are set, seems like the kind of place I would like to live someday. It seems like a friendly, pleasant sort of place with interesting people and good corner cafes at which one can get decent pastry and a well crafted hot chocolate, and I like that in a town.
Demographics:
Excursion to Tindari, by Andrea Camilleri. Translated by Steven Sartarelli. Published 2005, 295 pages. Fiction.

 
 

16.2.2008
Barge (Cuneo). Ore 17,30, salone Geymonat (ingresso in via Monviso 1), letture di brani tratti da "Il birraio di Preston" di Andrea Camilleri. La voce recitante sarà quella di Federico Raviolo. Il maestro Carlo Lamberti si esibirà al pianoforte. Ingresso libero.
 
 

La Repubblica (ed. di Bologna), 16.2.2008
La statuetta sul davanzale di via Oberdan non c´è più. Ma nessuno sa dove sia finita
Il giallo del cane di terracotta

Per risolvere il mistero di via Oberdan 24 bisognerà forse scomodare Montalbano o chiedere aiuto a Camilleri, che intitolò «Il cane di terracotta» una delle prime indagini del commissario. Perché del cane di terracotta alla finestra nel cortile dell´assessorato alla Cultura, uno dei simboli più fotografati di Bologna, si è persa traccia da tempo. La scultura settecentesca voleva ricordare la storia del fido Tago, che si buttò da lassù per salutare il padrone, appena tornato da lunghi anni di guerra.
[…]
Micol Lavinia Lundari
 
 

AGI, 17.2.2008
Lo rivela il produttore Degli Esposti ad un settimanale
TV: Nei nuovi episodi Montalbano perde la testa per una giovane ragazza

Roma. Tra poche settimane in Sicilia cominceranno le riprese di quattro nuovi episodi del Commissario Montalbano, fiction tratta dai romanzi di Andrea Camilleri che fino a oggi ha generato 14 episodi, replicati piu' volte per un totale di 56 prime serate Rai. "Le riprese dureranno fino ad agosto e i quattro episodi verranno girati tutti insieme, con lo stesso cast di sempre, Luca Zingaretti in testa, e con la sola aggiunta di alcune guest star che stiamo ancora trattando", spiega il produttore Carlo Degli Esposti a 'Tv Sorrisi e Canzoni' in edicola lunedi' 18 febbraio. In tv l'appuntamento e' per la primavera 2009. Tra le anticipazioni piu' gustose, un cambiamento nella vita sentimentale di Montalbano. "Perdera' la testa per una ragazza giovane: un aspetto inedito del commissario", rivela Degli Esposti, che poi spiega cosi' l'intenzione manifestata in passato da parte del protagonista Luca Zingaretti di non interpretare piu' il celebre commissario: "La sua fu una reazione comprensibilissima. E' un grande attore e giustamente non voleva rimanere intrappolato nel ruolo di questo personaggio che gli ha si' dato tanto successo, ma che rischiava di ingabbiarlo. Alla fine e' tornato sui suoi passi, ma non sono stato io a convincerlo: e' stato Montalbano".
 
 

Sorrisi e canzoni TV, 18.2.2008
Adesso mi innamoro!
In tv lo rivedremo nella primavera del 2009, ma le riprese per i nuovi 4 capitoli della serie inizieranno tra poche settimane in Sicilia. A vestire i panni dell'amato commissario ancora una volta Luca Zingaretti. Ma quali avventure lo aspettano? Il nostro eroe morirà? «Di sicuro» rivela il produttore Carlo Degli Esposti «c'è solo che perderà la testa per una ragazza

Era il 1993 quando Andrea Camilleri, dopo quarant’anni trascorsi alla Rai portando in tv le commedie di De Filippo e i gialli di Simenon, si mise a fare quello che veramente gli piaceva: scrivere libri. Era il 1994 quando Camilleri pubblica per Sellerio «La forma dell’acqua», il primo romanzo che ha per protagonista il commissario Montalbano. Ed era il 1998 quando l’allora giovane produttore Carlo Degli Esposti scoprì Camilleri e Montalbano. Seguirono anni di successi televisivi planetari. E tra poche settimane la saga ricomincia. In Sicilia infatti inizieranno le riprese di altri quattro nuovi episodi. Ma sentiamo da chi ha lavorato dietro le quinte qual è la vera storia di questo fenomeno.
«Durante un mio viaggio in Sicilia», racconta il produttore, «incontrai Elvira Sellerio, editrice storica di Palermo. Me la fece conoscere l’amico Adriano Sofri. Elvira mi passò quattro libri di Camilleri e mi suggerì di leggerli. Mi conquistarono subito. Ne parlai con l’allora capo delle fiction Rai Sergio Silva, che mi diede fiducia e l’avventura Montalbano partì».
Cosa la spinse a scritturare Luca Zingaretti?
«Era un giovane attore promettente. Ci lasciava un po' perplessi la sua calvizie. Spendemmo un patrimonio per comprare 25 diverse parrucche. Alla fine si decise di lasciarlo nature. In Rai i maligni dissero che era stato scelto perché pelato come il produttore, cioè io».
A questo punto il progetto Montalbano iniziò a prendere forma. Nel 2000 ci furono i primi ciak. Dietro la macchina da presa Alberto Sironi, regista capace di coniugare la letteratura, la Sicilia e il genere poliziesco. A oggi gli episodi prodotti dalla Palomar sono 14, replicati e replicati per un totale di 56 prime serate Rai. «Tutte vincenti», incalza Degli Esposti, «anche nelle repliche (quella di domenica 3 febbraio ha raccolto oltre 5 milioni di telespettatori, contro i 5 milioni e 400 mila che hanno seguito “Amici” di Maria De Filippi). Alla Rai ogni episodio è venuto così a costare 297 mila euro. Per me invece l’investimento per una nuova serata è pari a 2 milioni e settecentomila euro. Se poi consideriamo che la Rai ha venduto “Montalbano” in tutto il mondo...».
Chissà cosa ha provato quando tre anni fa Zingaretti le disse che non lo avrebbe più fatto.
«La sua fu una reazione comprensibilissima. È un grande attore e giustamente non voleva rimanere intrappolato nel ruolo di questo personaggio che gli ha sì dato tanto successo, ma che rischiava di ingabbiarlo».
Come lo ha convinto a tornare?
«È stato Montalbano a convincere Zingaretti. A marzo torneremo in Sicilia, nei nostri soliti luoghi, ovvero Ragusa, Noto, Scicli, Modica, e gireremo quattro nuovi titoli. Le riprese dureranno fino ad agosto e i quattro episodi verranno girati tutti insieme, con lo stesso cast di sempre. Con la sola aggiunta di alcune guest star di puntata che stiamo ancora trattando».
Anticipazioni?
«Sono contenute nei romanzi. Di stuzzicante c’è che in uno Montalbano perde la testa per una ragazza giovane: un aspetto inedito del commissario».
Si è aggiudicato anche l’ultimo capitolo della saga? Quello della scomparsa di Montalbano?
«La leggenda dice che Camilleri ha già scritto il finale. Il testo pare sia custodito nella cassaforte della Sellerio. C’è da credere alle leggende?».
In tv l’appuntamento è per la primavera 2009.
Nicoletta Brambilla
 
 

Wuz, 19.2.2008
Paolo Damiani
Al tempo che farà

Frutto di collaborazioni importanti con musicisti e scrittori è nato questo album, subito notato dalla critica musicale e ora scoperto anche dal pubblico più attento.
Vincitore - per la parte italiana - del referendum prestigioso della rivista specializzata M&D Musica e Dischi, l’ultimo album del contrabbassista, violoncellista e compositore romano Paolo Damiani è un compendio, una sorta di riassunto della musica mediterranea di questi anni. Una breve ma importante sintesi del percorso tracciato da molti altri artisti e di un dialogo che va al di là della sola musica ma ingloba l'intera vita culturale dell'area mediterranea.
Non a caso alcuni testi sono tratti da opere di autori come Andrea Camilleri (suo il testo del brano a ritmo di tango "Occhi - musicale" [in effetti si tratta di un brano strumentale, NdCFC], tratto da “Un filo di fumo”) e il sorprendente Ivano Marescotti.
[...]
 
 

La Sicilia, 19.2.2008
Un libro ricorda Gianbecchina
Il volume di Giuseppe Puma è un omaggio anche alla tradizionale civiltà contadina

Ribera.  Le più belle tele del pittore Gianbecchina di Sambuca di Sicilia, scomparso da qualche anno, sono state di buon corredo al libro che, di prossima presentazione, a Ribera, riporta in primo piano la cultura della tradizionale civiltà contadina, in buona parte scomparsa per l'avvento delle nuove varietà colturali e della meccanizzazione agricola.
Le magnifiche tele dell'artista sambucese, che fanno parte del «Ciclo del pane» e che racchiudono la storia del prezioso alimento dalla semina del grano fino alla sfornata, sono state inserite nel volume «Dalla semina al pane - Il museo etnoantropologico di Ribera» che è stato già pubblicato dalla sezione operativa 102 di Sciacca dell'assessorato regionale all'Agricoltura e Foreste.
Si tratta delle tele che portano il titolo de «Le dejeuner sur l'erbe», l'«Età della falce», il «Vaglio», «La 'mpastata» e la «Stravuliata» e «La sfornata», opere artistiche e storiche che faranno rivivere ai giovani di oggi e anche di ieri le peculiarità della civiltà contadina e i tanti attrezzi usati un tempo dagli agricoltori e in buona parte oggi conservati con cura e meticolosità presso il museo etnoantropologico situato all'interno della villa comunale e affidato alle cure di Giuseppe Puma che in trent'anni ha raccolto migliaia di reperti che altrimenti sarebbero andati perduti.
Il libro, con la prefazione dello scrittore Andrea Camilleri, del docente universitario Giovanni Ruffino, dell'assessore regionale all'Agricoltura Giovanni La Via, nel progetto editoriale curato da Giuseppe Marciante, Michele Lentini, con l'elaborazione fotografica di Giuseppe Cardella per le immagini d'epoca, con le significative immagini a colori di Pietro Giacomazzo, sarà prossimamente presentato presso il palazzo comunale e distribuito gratuitamente per la fruizione pubblica. «L'assessorato regionale all'Agricoltura e Foreste - ci dice Giuseppe Pasciuta, dirigente responsabile dell'Unità Operativa 102 di Sciacca e artefice dell'iniziativa editoriale - ha voluto sostenere la pubblicazione del libro nella consapevolezza del ruolo che tale importante pubblicazione riveste nel consegnare ai posteri il ricordo di una civiltà contadina, putroppo destinata completamente a scomparire. La conoscenza e il rispetto per il passato, le tradizioni, gli usi, le regole di vita quotidiana costituiscono un aspetto fondamentale per la crescita culturale delle giovani generazioni e rappresentano le fondamenta della civiltà su cui si basa la nostra esistenza».
Giuseppe Puma, riberese, docente di lettere in pensione, è stato per circa trent'anni il manuense raccoglitore di migliaia di reporti della civiltà contadina custoditi nelle pagliere e nei magazzini urbani e di campagna. Grazie alla sua certosina opera di raccolta, oggi il museo, che va sistemato meglio in locali più idoneo e ampi, rappresenta il «trait d'union» tra il passato e il futuro.
Il libro, per il quale Alessandro Becchina, figlio architetto del pittore di Sambuca di Sicilia, ha voluto concedere l'autorizzazione ad utilizzare le belle tele artistiche del padre, si compone di 90 pagine, con la storia del mondo contadino, con i vari momenti delle stagioni colturali, con centinaia di immagini a colori dei reperti oggi conservati presso il museo della villa comunale con un glossario finale che specifica l'uso degli attrezzi.
Enzo Minio
 
 

Messaggero Veneto, 19.2.2008
Un grand-guignol della post-modernità

La vibrissa è un pelo situato nel vestibolo delle fosse nasali. Dunque è un sensore della sensibilità. Annuncia lo starnuto, gli odori buoni e cattivi, precede l'espressione di un'emozione: rossore, lacrima, labbra serrate, sorriso. Di vibrisse si nutre la prosa mai enfatica di Serge Quadruppani, anzi è «come se attraverso di esse – scrive nella prefazione Andrea Camilleri di cui lo scrittore è l'eccellente traduttore francese – avesse una maggiore capacità di captare un mondo che noi riusciamo a percepire. Davvero eccezionale». Esagera il papà di Montalbano? Per niente. Provare per credere leggendo In fondo agli occhi del gatto, il giallo di Quadruppani pubblicato in Francia da Metailié e ora proposto in Italia nelle Farfalle di Marsilio.
[...]
Sergio Buonadonna
 
 

La Sicilia, 20.2.2008
Falla: «Dobbiamo puntare a valorizzare il litorale»

Bartolomeo Falla, sindaco di Scicli, è direttamente interessato dalle proposte lanciate dall'on. Roberto Ammatuna a proposito di turismo.
[…]
"Sotto l'aspetto più propriamente promozionale, inoltre, penso che debba avere la giusta rilevanza un modo nuovo ed intelligente di far conoscere il territorio che è quello di fare da location per le produzioni cinematografiche e televisive. Mi riferisco naturalmente, ma non solo, alle immagini de "Il Commissario Montalbano". Se non è promozione del territorio questa… Ma vado ancora oltre pensando ad un collegamento delle immagini della fiction tratta dai libri di Camilleri con l'enogastronomia ragusana, magari usando come testimonial della campagna pubblicitaria proprio quel Luca Zingaretti che ha fama di essere un ottimo buongustaio nella veste del Commissario Montalbano. Tutto questo per dire che occorre puntare sulla creatività per promuovere un prodotto che racchiuda in se tutte le peculiarità del territorio".
[…]
 
 

AostaSera, 20.2.2008
Libri
“Sotto i venti di Nettuno” di Fred Vargas
Se i gialli di Fred Vargas eccellono per la costruzione scientifica della trama e per il gusto del dettaglio, “Sotto i venti di Nettuno” è forse l’avventura del commissario Adamsberg meno scontata.

Parigi come Vigata. Libri che si riversano in serie televise, con i loro protagonisti che non sfigurano per niente nel passaggio dalla pagina scritta al video.
A Parigi, è il commissario Adamsberg il protagonista di una serie di gialli usciti dalla penna di Fred Vargas, pseudonimo di una archeozoologa che si diletta nella scrittura di gialli di grande successo in Francia, tradotti in tutta Europa, in Italia pubblicati da Einaudi. Gialli che sono diventati una serie televisiva che non ha nulla da invidiare alla narrazione dell’autrice.
A Vigata è il commissario Montalbano: chi non ha letto i gialli di Camilleri, pubblicati da Sellerio, ha potuto gustare almeno una storia nella serie televisiva, che ora è pure finita in dvd, venduti in edicola.
[…]
A cura di Filotea libreria cattolica editrice - Aosta (filotealibreriaeditrice@tin.it)
 
 

21.2.2008
Il campo del vasaio
Sarà in libreria il 20 marzo il nuovo romanzo del commissario Montalbano, edito da Sellerio.
 
 

21.2.2008
La volata di Calò
Sarà pubblicato a fine aprile da Sellerio un libro di Gaetano Savatteri che, con divagazioni varie, racconta la vita di Calogero Montante; con una testimonianza di Andrea Camilleri.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 21.2.2008
Per la Sicilia è meglio una sfida senza l'ex DC

La campagna elettorale appena cominciata ha offerto alcune inattese novità capaci, da sole, di conferire un finora insospettabile significato di cambiamento al doppio appuntamento elettorale - il voto per le politiche e quello per il rinnovo del parlamento regionale - che noi siciliani ci apprestiamo ad affrontare. Si tratta di novità capaci, se mi si passa un cedimento sentimentale, di scaldare il cuore e l´interesse anche di chi come me ha parecchie primavere alle spalle e sufficiente esperienza delle cose per non emozionarsi tanto facilmente davanti agli accadimenti della politica. Eppure, come tacere che la decisione di Walter Veltroni di far correre da solo il Partito democratico abbia di colpo impresso il senso della novità?
E come nascondersi che la scelta abbia propagato anche nel campo avverso il positivo germe della semplificazione del quadro politico? Si avverte, nel dibattito iniziale della campagna elettorale, l´annuncio di energie nuove pronte a essere liberate. Adesso questo vento ristoratore ha la possibilità di cominciare a spirare anche in Sicilia, dove del resto le cose nuove trovano in questo periodo un fertile terreno sul quale potrebbero attecchire. Non va dimenticato, infatti, quanto successo nell´Isola nei mesi antecedenti e nei giorni successivi alla sentenza del tribunale di Palermo che ha condannato in primo grado Salvatore Cuffaro. C´è stata una ripresa dei movimenti d´opinione organizzati, come quello dei ragazzi di "Addiopizzo", e c´è stata soprattutto la coraggiosa battaglia avviata dal presidente degli industriali siciliani Ivan Lo Bello contro il racket. Una battaglia che mi riempie d´orgoglio, che fa giustizia anche di periodi in cui, tra noi industriali e nei nostri organismi di rappresentanza, prevaleva il senso di rassegnazione quando non di acquiescenza rispetto alla mafia e alle sue sopraffazioni.
Ecco, questo fiorire di sentimenti civili non può e non deve essere trascurato dalla politica in questa campagna elettorale che ci porterà al voto per il rinnovo dell´Assemblea regionale e l´elezione del nuovo presidente della Regione. L´occasione per non perdere il contatto con quanto sta avvenendo nella società siciliana è, a mio parere, rappresentata da due nomi in campo in questo avvio di campagna elettorale: Anna Finocchiaro e Gianfranco Miccichè. Sì, proprio loro. La candidata che potrebbe essere votata dai siciliani il cui cuore batte per il centrosinistra e quello che potrebbe essere offerto alla scelta di chi preferisce il centrodestra. Dopo l´esperienza Cuffaro, e soprattutto guardando al modo in cui essa si è conclusa, la Sicilia ha bisogno innanzitutto di una nuova immagine con la quale presentarsi al mondo. Servono, dunque, facce nuove. Entrambi, Anna Finocchiaro e Gianfranco Miccichè, posseggono a mio parere questo requisito. La prima ha fatto la scelta di staccarsi dalla politica nazionale per impegnarsi in una battaglia ardua quanto affascinante per la sua terra, il secondo, invece, ha avuto l´indubbio merito di rompere lo schema all´interno del suo schieramento e di prendere le distanze da un modello di politica che ha contribuito a confinare la Sicilia in un limbo di sottosviluppo e di pessima immagine.
Se davvero la sfida tra destra e sinistra per Palazzo d´Orleans assumesse i volti di Anna Finocchiaro e Gianfranco Miccichè e se, oltre a questo, i partiti impegnati nella competizione elettorale assumessero l´impegno di non candidare chi ha su di sé l´ombra della vicinanza alla mafia, in Sicilia si potrebbe davvero cominciare a parlare di legalità. Cioè di quella che io considero una delle pre condizioni dello sviluppo. Uno dei possibili candidati alla presidenza della Regione, in questi giorni, è tornato a parlare del ponte sullo Stretto come opera necessaria e irrinunciabile. Dissento anche su questo punto: la prima infrastruttura, quella che davvero serve alla Sicilia, è la legalità. E due facce nuove che rompano con gli schemi possono aiutare noi siciliani, di destra e di sinistra, a costruire le condizioni perché la nostra terra riconquisti una immagine positiva nel mondo. Il mio è un auspicio. Ma mi conforta il fatto che, nel corso delle nostre conversazioni telefoniche, anche Andrea Camilleri mi abbia dato ragione. Un motivo in più per coltivare la speranza.
Domenico La Cavera
 
 

Corriere della Sera, 21.2.2008
Dentro Forza Italia L'ex ministra: non lasciamo alla Finocchiaro la lotta a quel modello. Il senatore: sì all'Mpa se molla l'ex governatore
L'asse Prestigiacomo-Dell'Utri sfida «Totò dei cannoli»

Palermo - Trema l'isola del tesoro dove Gianfranco Micciché, il pupillo di Berlusconi, il trionfatore del «61 a 0» e di maggioranze bulgare non s'arrende davanti a Raffaele Lombardo, l'altro quotato candidato del blocco di centrodestra alla successione di Cuffaro nella guida della Regione Siciliana.
[...]
Picchia duro Stefania l'azzurra: «Se la Finocchiaro ha cominciato con i comizi contro "la Sicilia dei cannoli" ci sarà una ragione. Non è che foto e festeggiamenti post-condanna di Cuffaro li abbiamo inventati noi... Dovevamo prendere le distanze». Uno sfogo che trova una sponda in due grandi vecchi dell'economia e della cultura, il presidente onorario di Confindustria Sicilia Mimì La Cavera e Andrea Camilleri, lo scrittore. Novantenne il primo, ottantenne il secondo, ieri mattina hanno deciso di lanciare un singolare appello, come racconta La Cavera: «Ai siciliani onesti e puliti col cuore a sinistra chiediamo di votare per la Finocchiaro e a quelli col cuore a destra Micciché. Perché chiunque vincesse dei due farebbe fare un salto di qualità all'isola». La Cavera è sanguigno come sempre: «Io e Camilleri ci siamo alleati per dire al mondo che la Sicilia è meglio di com'è stata rappresentata finora, senza mafiosi, cannoli e minchie».
Felice Cavallaro
 
 

La Stampa, 22.2.2008
Il libro. In anteprima il nuovo romanzo “Il tailleur grigio”: il dramma d’un uomo tradito
Il bacio della donna-deserto
Sarà in libreria la prossima settimana da Mondadori il nuovo romanzo di Andrea Camilleri, Il tailleur grigio (pp. 141, e16,50). Anticipiamo alcune pagine dalla parte finale.
Andrea Camilleri
 
 

La Stampa, 22.2.2008
Una cupa storia borghese, tra Pirandello e Totò (con gaffe dell'editore sul nome del protagonista)

Ma come si chiama il protagonista del “Tailleur grigio”? La narrazione è tutta in soggettiva, il suo nome non compare mai. Invece il risvolto della copertina mondadoriana è più esplicito. Peccato che il nome esplicitato (Febo Germosino) sia quello di un personaggio che si affaccia nelle prime pagine e subito scompare. Un infortunio editoriale. Qualche cosa di cui sorridere, non fosse che questo autore si tira in numeri a sei cifre. Comunque. C’è da dire che Camilleri ci ha preso gusto. Stanco di essere identificato come il papà del commissario Montalbano (ruolo a cui lo costringe l’inesausta sete dei lettori, nonostante abbia consegnato da tempo a Sellerio quello che sarà il titolo conclusivo della serie), e volendo evadere anche dal proprio lato B (o forse, per lui, il vero lato A), quello dei «romanzi storici e civili», da qualche anno si concede (per Mondadori) libere variazioni a tutto campo: prima “La pensione Eva”, romanzo di formazione erotica in un casino di Vigàta, poi “Il colore del sole”, una full immersion nell’anima maledetta di Caravaggio. Con “Il tailleur grigio” l’opera di depistaggio si allarga. Siamo sempre nella Sicilia immaginaria-reale dell’autore, ma in un inconsueto milieu alto-borghese di cui anche il linguaggio risente: le contaminazioni dialettali sono più sorvegliate, a tratti - si direbbe - puramente esornative. La situazione drammatica ha qualche forse inconscio debito con “Il giuoco delle parti” pirandelliano, e anche con un vecchio film di Totò, “Il comandante”, del 1963. Ma la storia è tutta camilleriana: di un Camilleri inedito, e sorprendente. Protagonista è un direttore di banca da pochi giorni in pensione, risposato con una donna bellissima che ha 25 anni meno di lui e lo tradisce. Ma non è come si può pensare. Lei lo ha amato, e forse lo ama ancora. Però non le basta. Una «fimmina» tutta (splendida) corporeità, «una macchina perfetta che si metteva in moto appena si premeva il pulsante giusto». Ma nel fondo sterile, arida: un deserto che è inutile innaffiare. O forse no. L’uomo sprofonda nei dubbi, nei ripensamenti, e nei ripensamenti dei ripensamenti, in parallelo all’inesorabile decorso del male che l’ha ghermito a tradimento. Una storia abilmente orchestrata, che incrocia molteplici piani temporali nei ricordi del protagonista, e che diventa sempre più cupa: acuendo nei lettori l’attesa del più andante Montalbano. Niente paura, sta arrivando: uscirà a fine aprile, da Sellerio, “Il campo del vasaio”.
Maurizio Assalto
 
 

Panorama n.9/2008 (in edicola 22.2.2008)
Quanto eros sotto il tailleur
Scrittori. Andrea Camilleri alle prese con una dark lady nel nuovo romanzo in uscita dalla Mondadori. E il Giro d’Italia gli dedicherà una tappa.

Provate a immaginarvi Andrea Camilleri nello studio della sua casa romana, in piedi dalle 6 del mattino e già davanti al computer alle 7 meno un quarto, nel pacato e metodico fulgore d’una creatività tanto più rigogliosa quanto più ottuagenaria. Pronto a sfornare pagine su pagine di quella sua scrittura inconfondibile come un tic nervoso o una voglia sulla pelle, mentre nell’aria l’odore olciastro d’una candela mangiafumo al mentolo non riesce a contrastare quello delle amate sigarette. Anche la scrittura, per Camilleri, dev’essere una specie di tabagismo. Ben temperato, però, dalla disciplina che un carattere ordinato sa imporre a se stesso e alle circostanze: «Che vuole, sono un pensionato che scrive» sorride con una punta di civetteria. «Vado avanti fino alle 10 e mezzo, poi riprendo un paio d’ore al pomeriggio. Tutti i santi giorni, in mezzo alle telefonate o con i nipoti che strepitano per casa: neppure le cannonate riuscirebbero a disturbarmi. Mia moglie dice che sembro un corrispondente di guerra».
L’esito più recente di questa fatica bellica è “Il tailleur grigio”, un romanzo che la Mondadori manda in libreria il 26 febbraio. Con un certo understatement Camilleri lo definisce «una storia coniugale». E chiosa: «Passati gli 80, mi diverto a sparigliare andando fuori dai miei temi abituali, come ho fatto con “Il colore del sole” raccontando la vita di Caravaggio. “Il tailleur grigio” invece è una storia d’amore e di morte nell’ambito d’una coppia».
Si tratta di una vicenda dura e senza redenzione, che ha al centro un’enigmatica figura femminile: Adele, la donna con il tailleur grigio del titolo. Un’autentica dark lady, che non ha bisogno di ricorrere al delitto per essere tale. Un’icona erotica tanto più potente quanto più ama vestirsi in modo castigato o addirittura mascolino. «Ma le dark lady» precisa Camilleri «sono abituate a reggere il gioco, sanno bene quello che fanno, mentre Adele non è così. Io stesso non riesco a capire quanta intenzionalità ci sia in lei».
Che sia un poco invaghito del suo personaggio? Chissà quanto dell’immaginario erotico di Camilleri s’è travasato nel marito di Adele. La narrazione, anche se in terza persona, è filtrata dal punto di vista di quest’uomo maturo, ex dirigente di banca al primo giorno di pensione, sposato con una donna di trent’anni più giovane, forse sentimentalmente arida e di certo infedele, ma dalla sessualità straordinariamente provocante. Al punto che il marito ne accetta i tradimenti, pur di poter continuare a godere della sua complicità erotica. «Quando, in un motel, ha la prova dell’infedeltà di Adele» racconta l’autore «si consola al pensiero che la moglie non faccia partecipare l’amante al rapporto coniugale più intimo: la cura del corpo di lei, un rito lustrale che è il legame erotico più profondo riservato al marito».
Spregiudicata nell’offrire le sue forme, ma alle forme esteriori attentissima: che la donna con il tailleur grigio sia soprattutto un’ipocrita? Camilleri nega recisamente: «Non è ipocrisia. Il suo apparire è la sua divisa, proprio come il tailleur grigio che indossa nelle circostanze luttuose».
In un certo senso, le sue esigenze sono speculari a quelle del marito, il quale preferisce fingere di non vedere tutto ciò che lo disturba: le corna della moglie come lo zampino della mafia in un’operazione finanziaria alla quale, grazie al suo passato in banca, dovrebbe dare copertura. Finché la malattia, crudele deus ex machina, scompiglierà le carte.
Intanto già incalza il futuro: mentre incombono quattro inediti episodi televisivi del suo eroe seriale, tratti da altrettanti romanzi, Camilleri sta per pubblicare una nuova avventura del commissario Montalbano. Uscirà dalla Sellerio a primavera e s’intitolerà “Il campo del vasaio”.
«Quello che i sacerdoti comprarono con i 30 denari di Giuda » inziga lo scrittore siciliano. E poi, con l’aria quasi di scusarsi: «Alla Sellerio hanno sette miei romanzi nel cassetto. Sa com’è, sono un pensionato come il marito del “Tailleur grigio”, ho in comune con lui il problema di come impiegare il tempo libero».
Chiaro che poi gli viene voglia di sparigliare. Si è detto addirittura che, non potendone più di Montalbano, Camilleri l’avrebbe fatto morire, come Arthur Conan Doyle provò a fare con l’ineffabile Sherlock, poi resuscitato a furor di popolo. Ma lui rassicura: «Montalbano uscirà di scena vivo. Tre anni fa, temendo la saturazione o l’Alzheimer, o tutt’e due, ho scritto l’episodio finale, che la Sellerio custodisce in cassaforte. Per ogni evenienza».
Per ora, tuttavia, l’addio di Montalbano appare lontano: Vigata dà vigore alla fantasia e Camilleri lavora instancabile al computer, simile a un ciclista che pedala per ardue carraie. Come gli capitò da ragazzo diciassettenne, nel luglio del ’43, appena sbarcati gli americani: 55 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno, sulla bicicletta della zia. Da Serradifalco, dov’era sfollato con la famiglia, alla natia Porto Empedocle, per avere notizie del padre: «Il fondo stradale era tremendo e la carreggiata era ostruita dai carri armati americani che viaggiavano in senso contrario. Ma la bicicletta non mi tradì. All’arrivo seppi che mio padre era stato nominato comandante civile del porto».
Quest’anno, in onore di Camilleri, la seconda tappa del Giro d’Italia rifarà quel percorso. Chissà se all’arrivo, a baciare il vincitore, ci sarà una dark lady in tailleur grigio.
Roberto Barbolini
 
 

Adnkronos, 22.2.2008
Tv: Raidue, a "Dribbling" Andrea Camilleri

Roma - Una lunga intervista al grande scrittore siciliano Andrea Camilleri aprira' la puntata di ''Dribbling'' in onda domani alle 13.30 su Raidue. ''Seguivo con grande passione le sfide ciclistiche tra Coppi e Bartali - ha confidato lo scrittore -, ma non sono mai stato un grande sportivo. In un mondo in cui le persone tendono sempre di piu' a chiudersi, la socializzazione che lo sport riesce a creare e' qualcosa di molto importante''. Queste alcune delle parole rilasciate dal regista in esclusiva ai microfoni Rai.
[…]
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.2.2008
Da “Horcynus” di D’Arrigo all’esordio di Consolo: ritratto del letterato agrigentino che diresse una collana di Mondadori
Niccolò Gallo. Il fiuto da best seller
La sua passione per i nuovi autori lo portò a scoprire Cassola e Bassani
Cesare Garboli lo definì “un siciliano sciacquato in Senna e in Arno”

[…]
Mancò poco che grazie a lui, nella stessa collana in cui era uscito il romanzo di Consolo, esordisse un altro siciliano: Andrea Camilleri. A Gallo infatti lo scrittore empedoclino inviò il dattiloscritto del "Corso delle co­se". Piacque a Gallo quel roman­zo tanto da volerlo pubblicare nella collana che dirigeva con Se­reni. Ma Camilleri avrebbe do­vuto attendere almeno due anni. Nel frattempo, gli consigliava, poteva metterci mano: «Con più coraggio», dirà, spingendo più a fondo il linguaggio. In alcuni fo­glietti aveva preso appunti, tra­scrivendo alcuni suggerimenti, di cui Camilleri terrà conto ma solo in seguito, per la seconda edizione dell'opera, quella usci­ta con Sellerio (anche nel caso di Camilleri, dunque, Gallo fu una sorta di persuasore occulto). Po­co dopo infatti Niccolò Gallo morì di infarto, il 4 settembre 1971, nella sua casa di Santa Li­berata, vicino Porto Santo Stefa­no. Il lunedì sarebbe dovuto par­tire con Fulvio Tomizza per visi­tare Trieste e l'Istria.
[…]
Salvatore Ferlita
 
 

Viagginrete, 22.2.2008
Il gusto della letteratura: tre appuntamenti all'Herakles di Ercolano

Cosa c’è di meglio di una gustosa cena? Una gustosa cena accompagnata da ottime letture! È quello che propone l’Herakles Taberna Vinaria di Ercolano: tre appuntamenti con il gusto…di leggere e di assaporare la grande cucina; un viaggio per scoprire il legame tra cibi e libri, tra pagine d’autore ed enogastronomia.
[…]
Primo appuntamento Venerdì 14 marzo 2008 (dalle ore 21.00) con A CENA CON IL COMMISSARIO MONTALBANO e con i sapori della Sicilia raccontati nei best-seller di Andrea Camilleri.
Per una sera l’Herakles si trasformerà nella celebre Osteria Don Calogero dell’immaginaria cittadina di Vigàta. Le ricette della tradizione siciliana, i piatti del Sud e i sapori mediterranei dei cibi raccontati da Camilleri e assaporati dal Commissario di Polizia Salvo Montalbano nella sua verandina di casa o nell’Osteria di Don Calogero rivivranno in una serata che vedrà protagoniste le pagine dei libri Il Cane di Terracotta, Gli Arancini di Montalbano, Il ladro di merendine, Un mese con Montalbano…
[…]
 
 

La Gazzetta dello Sport, 23.2.2008
Camilleri: "La bici non morirà mai"
Intervista al romanziere siciliano: il Giro d'Italia gli renderà omaggio nella 2ª tappa. "Il ciclismo è uno straordinario momento di socialità. Mi piaceva ascoltare il Giro alla radio. Ho seguito Binda, Coppi e Bartali. Ma mi sono fermato a Pantani”

Roma - Serradifalco-Porto Empedocle, 55 chilometri. A leggerla così potrebbe essere pure una cronometro del Giro, di quelle belle toste. Ma Andrea Camilleri era l’unico corridore, lo sforzo merita questa parola, della storia in quella fetta di Sicilia che percorse all’indomani dello sbarco degli americani, da sfollato, nel luglio del 1943, per raggiungere il padre, a casa. Ora quel ricordo è un tenero risalire le strade della memoria, fino a quella bici, marca Montante, a cui è rimasto legato fino al punto di scriverci un libro, in uscita in primavera con Sellerio. “La volata di Calò” sarà un itinerario familiare che dal signor Calogero porta fino a suo nipote Antonello, industriale pieno di ottimismo e di amore della sua Sicilia, nonché amico fedele dello scrittore che guida da anni le classifiche in libreria.
Si fermò mai in quei 55 chilometri?
"Ero troppo ansioso, uscivo in continuazione fuori strada, strada riempita dai mezzi degli americani che procedevano in direzione contraria alla mia, e poi tornavo a pedalare. Mi fermai solo una volta”.
Perché?
"Vidi due carri armati sventrati e bruciati da cui si vedeva il corpo di un soldato morto che dalla giacca stava perdendo un mazzo di lettere. Lo raccolsi con il proposito di consegnare le lettere alla famiglia”.
E lo fece?
"No. Parlavano di un tradimento coniugale. Non era il caso. Le conservo tuttora”.
Per il presidente Napolitano, la sua è la "bici della libertà”. Oggi la Montante ne ha voluto riprodurre alcuni esemplari. Lei se l’aspettava che la bici, data mille volte per spacciata nella civiltà dei motori e della rivoluzione tecnologica, riuscisse a resistere?
"Ma la bici non morirà mai. Anzi, in tempi di crisi petrolifera diventerà sempre più importante. La bici è un prolungamento dell’uomo, è molto più di una macchina. A Roma l’ho ritrovata anch’io”.
Abita in Prati, vicino alla pista ciclabile. Però arrivarci...
"Sono poco coraggioso e ho smesso, ma mia moglie continua ad andarci, piena di pacchi...”.
Intanto grazie al Giro d’Italia, torna nella sua Sicilia, quella della "bici della libertà”, e la seconda tappa sarà dedicata proprio al suo viaggio. Ritornerà su quelle strade per il Giro?
"Spero proprio di sì. E poi maggio è un mese bellissimo”.
Segue il ciclismo?
"Il ciclismo è uno straordinario momento di socialità. Mi piaceva ascoltare il Giro alla radio. Ho seguito Binda, Coppi e Bartali. Ma mi sono fermato a Pantani”.
C’era pure lui l’ultima volta che il Giro prese il via dalla Sicilia, era l’anno di Madonna di Campiglio.
"Se tu sei dopato e infrangi le regole devi essere punito. Ma se tu non sei dopato e qualcuno dimostra che sei dopato il discorso cambia”.
Non crede a un Pantani dopato?
"No. Parlo da romanziere dopo aver visto la sua disperazione. Poi la sua storia diventa quella di un uomo alla deriva. Ma quella è già un’altra storia”.
Perché nei suoi libri lo sport non c’è? Montalbano nuota, ma di pallone non ne vuole sapere. Non ci scrive un romanzo, però dia un consiglio al calcio.
"Deve far tornare la gente allo stadio. La violenza casalinga dei tempi di mio padre, dirigente dell’Empedoclina degli anni ’30, è diventata una violenza armata. Mio nipote è un grande appassionato. L’accompagnerei volentieri alla partita, però andare allo stadio mi fa paura”.
Ha un suo giocatore preferito?
"Mi fa una grande simpatia Totti. Un uomo estremamente generoso anche nella sua vita privata. Mi piace questa maschera che gli hanno costruito di "mezzo stupido" e il suo modo di stare al gioco”.
A proposito di partite, in quella elettorale arriva il fair play.
"Speriamo che duri così, che non ritornino gli insulti”.
Già scelto?
"Sì, le mie preferenze sono a sinistra”.
Sinistra o centrosinistra?
"Voterò Partito Democratico anche se non ho aderito come mi aveva chiesto Veltroni”.
E in America Clinton o Obama?
"Il nome di Clinton ha rappresentato per l’America un buon presidente, ma penso che la novità è troppo importante: Obama”.
Torniamo a casa e a quel Giro che sarà anche un po’ suo. Esprima un desiderio.
"Vorrei che tornasse la maglia nera per l’ultimo in classifica”.
La maglia no, il numero sì. Almeno per metà è stato accontentato.
Valerio Piccioni
 
 

Daily Telegraph, 23.2.2008
50 crime writers to read before you die
From G K Chesterton to Elmore Leonard, The Daily Telegraph presents a list of of its favourite crime writers of all time

After a debate that left senior members of the Telegraph's literary staff with pulled hair, black eyes and, in one case, an infected bite, we this week present our list of the 50 great crime writers of all time.
We present them in no particular order, and make no apology for our omissions. But we would like to know what you think. Should Ellery Queen have been two of the names on the list? Hate Highsmith? Log on, or write in, and say so.
We wanted to compile a list of writers we had, jointly and severally, loved. We wanted to include writers like Dash Hammett, who brought something new and exciting to the genre; like Elmore Leonard, who turns an old trick in it with incomparable style; and like Poe, who invented it. We did not, except incidentally, take into account popularity.
Who, we asked ourselves finally, are the crime writers who can actually write? We believe any serious reader will profit from acquaintance with any of the writers on this list.
[…]
Andrea Camilleri 1925-
Camilleri's writing suits his hero Inspector Montalbano, a Sicilian with a broad sense of humour. Camilleri's real subject is the state of Sicily, but his characters are vivid and their dilemmas eternal.
Read: “The Patience of the Spider” (2007)
TC
[…]
 
 

La Repubblica, 23.2.2008
I personaggi
Stefania e Anna contro il resto del mondo

Non è Stefania contro Anna, ma sono Stefania e Anna contro il resto del mondo. È insieme che la Prestigiacomo e la Finocchiaro formano la faccia elegante della Sicilia politica. Insieme armano la bellezza antimafia, ultimo e forse definitivo antidoto che si abbatterebbe come un cataclisma rivoluzionario su Palermo: un´arma vincente impensabile anche per Sciascia.
E sarebbe un maremoto chiunque delle due alla fine vincesse questa corsa al governo della Regione, una corsa di farfalle che – vedrete! – gli uomini di panza e di cannoli, di rispetto e di clientele, i vari Lombardo e Miccichè, Cuffaro e Alfano, non permetteranno. E proprio perché sarebbe più spettacolare e intrigante persino della inedita sfida tra Hillary e Obama. Lì ci sono un nero e una bianca che si contendono la leadership della nazione più potente del mondo, ma qui ci sarebbero due donne a disputarsi il potere nell´isola più maschile e dunque più presuntuosa del mondo: la frase che, in inglese, racchiude Il gattopardo è «We are gods» (noi siciliani siamo Dei) e non «We are goddesses».
[…]
L´universo mafioso è maschile. Lo dimostra l´impossibilità di volgere al femminile i dialoghi della mafia politica pensati da Sciascia, da Puzo, da Camilleri e anche dagli storici che, tutti, da Napoleone Colajanni a Salvatore Lupo, documentano discorsi e transazioni e omicidi solo di maschi contro maschi. E basta richiamare alla mente le famose cinque articolazioni del potere in Sicilia: uomini e non donne, mezzi uomini e non mezze donne, ominicchi e non donnicchie.... In Sicilia ci sono molti modi di degradare le donne, ma a nessuno verrebbe in mente di chiamarle pigliainculo o quaquaraquà.
[…]
La Sicilia di cui la Prestigiacomo e la Finocchiaro sono la destra e la sinistra, vale a dire la ricchezza politica, è fatta dagli imprenditori di Ivan Lo Bello che non pagano più il pizzo e non reggono più il moccolo al potente di turno. È fatta dal tuffo delle facoltà universitarie nella società: non più intellettuali incartapecoriti ma docenti che dialogano, qualche volta in colluttazione, con il territorio. È fatta dai ragazzi di Tano Grasso, organizzati in "Addio Pizzo" a Palermo, e da quelli di Antonio Presti a Catania. È fatta dai giovani che parlano le lingue e invece di emigrare vanno e vengono per il mondo importando opportunità. è fatta dalla musica: non solo Franco Battiato e Carmen Consoli ma anche Mario Biondi e Mario Venuti; da Eleonora Abbagnato, dagli attori come Claudio Gioè e Vincenzo Pirrotta, dai nuovi scrittori: in fila dietro Camilleri e Consolo oggi ci sono anche Maria Attanasio, Buttafuoco, Cappellani e Savatteri. E non c´è solo Pippo Baudo, ma anche Ficarra e Picone e i fratelli Fiorelllo (Rosario e Giuseppe). E poi le signore del vino, da Firriato a Planeta, e le imprese agricole e serricole di Ibla, il marmo di Comiso... La nuova Sicilia ha una bellezza che non è più soltanto la Sellerio, la signora del libro, ma è fascino diffuso, è orgoglio, è cura di sé, senza le ombre della corrività e della sguaiataggine.
[…]
Francesco Merlo
 
 

La Sicilia, 24.2.2008
Agrigento e lo sport
Il Giro d'Italia secondo Camilleri

«Lo sport oggi è una delle pochissime cose che può insegnare valori veri». Ad ammetterlo è Andrea Camilleri, lo scrittore siciliano di Porto Empedocle «padre» del famoso commissario Montalbano, che in questi giorni è al centro dell'attenzione del mondo dello sport perchè la seconda tappa del Giro d'Italia di quest'anno, da Cefalù ad Agrigento in programma l'11 maggio, sarà dedicata proprio a lui ed a Calogero Montante. «L'istinto della competitività -ha detto Camilleri intrervistato da Raidue per Dribbling- può essere positiva e se si tiene controllata dentro certe regole è straordinaria».
 
 

Il Quotidiano.it (della provincia di Ascoli Piceno), 24.2.2008
Michele Giuttari all'Auditorium del Comune presenta il suo ultimo romanzo “Il basilisco"

San Benedetto del Tronto. Michele Giuttari ha presentato il suo ultimo romanzo “Il basilisco” con una affascinante conversazione a metà tra vita e scrittura che ha coinvolto un pubblico attento e partecipe.
[…]
Le comuni origini siciliane hanno richiamato subito il paragone con l'altro scrittore siciliano di polizieschi, Camilleri, ma i due autori e i due personaggi, Montalbano e Ferrara, non potrebbero essere più lontani tra loro, come afferma lo stesso Giuttari, in quanto nei suoi romanzi un fattore determinante è rappresentato dal legame con la realtà sociale e l'attualità dell'Italia degli ultimi decenni, seppure rielaborate nella finzione del romanzo; elemento questo non rinvenibile in modo così evidente nelle vicende di Montalbano.
[…]
Maria Teresa Rosini
 
 

Quo Media, 25.2.2008
Amici, ma non di Montalbano

Alla quarta puntata il talent show condotto da Maria de Filippi (Canale 5), che a partire dalla prossima settimana andrà in onda il mercoledì sera, è riuscito nell’intento di superare nettamente la programmazione di Raiuno.
"Amici" (Canale 5) ha conquistato 6.007.000 spettatori, 29,97% di share, e si è imposto su "Il Commissario Montalbano" (Raiuno) [replica de "Il gioco delle tre carte", NdCFC], 5.008.000 spettatori per il 21,32% di share.
[…]
 
 

Corriere della sera, 26.2.2008
Elzeviro. Camilleri e le regole del romanzo
Come invento un personaggio
Pubblichiamo il brano scritto da Andrea Camilleri per il libro «Manuale di scrittura creativa» di Roberto Cotroneo (Castelvecchi editore, pagine 224, 18). Il volume, che sarà in libreria da domani, contiene interventi anche di Stas' Gawronski, Roberto Gilodi e Piergiorgio Nicolazzini. Roberto Cotroneo dirige la Scuola Superiore di Giornalismo della Luiss di Roma e ha tenuto corsi di scrittura creativa. Attualmente è editorialista de «l' Unità».

Come si costruisce il personaggio di un romanzo? Non so come facciano gli altri scrittori, dato che non ho nessuna frequentazione con loro, quindi la mia risposta sarà necessariamente circoscritta al mio personale modo di scrivere. Se ho bisogno, a un certo momento della narrazione, di far incontrare, per esempio, il protagonista con una ragazza giovane, questo nuovo personaggio comincio a costruirmelo a parte. Prima di tutto, sentendolo parlare, vale a dire scrivendo su di un foglio le parole che secondo me usa di più, alcune sue frasi che possono anche non avere alcuna attinenza col romanzo, gli intercalari, le pause. Non mi rifaccio mai a persone realmente esistenti e conosciute. Naturalmente, faccio diversi tentativi e finisco con lo scegliere quello che ritengo il più adatto, anche in base all'importanza maggiore o minore che questa giovane donna avrà nello sviluppo della vicenda. Solo a questo punto, quando so come parla, riesco a vederla, se è bionda o bruna, come veste, se è esile oppure bene in carne, come ride, come piange, come cammina. Insomma, desumo tutto dalle sue parole. Credo che questo modo d'inventare un personaggio derivi dalla mia lunga frequentazione con testi teatrali. Quando ritengo che il personaggio sia pronto, vale a dire che posso vederlo gironzolare nel mio studio, lo introduco nel romanzo, lo metto a contatto col protagonista. Spesso però mi capita che quel primo incontro tra i due mi costringa a delle modifiche non sostanziali, a delle piccole correzioni del linguaggio del personaggio nuovo. Nel confronto col linguaggio del protagonista, già sperimentato e collaudato in pagine e pagine, quello nuovo finisce col risultare o non bene messo a fuoco o troppo schematico, o scopertamente funzionale. Allora faccio un'accorta operazione di definizione, di ulteriore personalizzazione, riscrivendo più e più volte quel dialogo fino a quando non sento, se non di avere ottenuto ciò che avevo in mente, almeno di essermici avvicinato abbastanza.
Andrea Camilleri
 
 

L’Opinione, 26.2.2008
Il regno dell’Auditel
Le donne preferiscono il commissario Montalbano

[…]
Testa a testa tra le due ammiraglie, con Rai Uno capofila al 22,49% di share media e Canale 5 che la tallona da vicino con il 22,11%. La rete diretta da Massimo Donelli, però, si aggiudica il prime time di domenica 24 febbraio grazie ad “Amici di Maria De Filippi” che vola al 29,98% di share e mette un milione tondo tondo di telespettatori tra sé e “Il commissario Montalbano”, messo in campo da Rai Uno nel ruolo di “salva ascolti”. E in effetti, pur perdendo il confronto con il talent show Mediaset, il commissario interpretato da Luca Zingaretti si mostra sempre vitale: l’episodio “Il gioco delle tre carte”, alla terza uscita sul piccolo schermo, guadagna un ascolto medio di poco superiore ai 5 milioni di telespettatori, pari al 21,32% di share.
A seguire le indagini del commissario siciliano nato dalla penna di Andrea Camilleri è soprattutto un pubblico di donne (22,37% di share), di età superiore ai 45 anni e dal profilo culturale elevato (i laureati arrivano al 31,17% di share).
[…]
Alessandra Palma
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 26.2.2008
La rabbia dei bloggers che lo avevano sostenuto. “Ma potrei ripensarci”
Miccichè, autogol sul web "Ci ha tradito per la poltrona"
E i suoi fedelissimi sono a rischio candidatura

A Gianfranco Micciché hanno sempre perdonato tutto. Non lo hanno abbandonato quando nel 2002 costrinse il regista Luca Ronconi a mettere in scena a Siracusa “Le Rane” di Aristofane senza le gigantografie di Bossi, Fini e Berlusconi. Gli hanno voluto bene anche dopo la sua lite con lo scrittore Andrea Camilleri accusato di essere un”assassino del Polo”.
[…]
Antonio Fraschilla
 
 

Giornale Radio Rai, 27.2.2008
La nuova 'fatica' di Camilleri

Roma. Nasconde una natura intensamente erotica la donna al centro del nuovo romanzo di Andrea Camilleri, "Il tailleur grigio" edito da Mondadori, che anticipa l'uscita, il prossimo mese , di un nuovo capitolo della saga del commissario Montalbano, "Il campo del vasaio". L'intervista con il popolare scrittore siciliano.
Antonella Chini
 
 

Giornale di Sicilia, 27.2.2008
Libri. Esce per Mondadori “Il tailleur grigio” di Camilleri: “È il più francese dei miei romanzi”
Il funzionario e la dark lady, un amore tormentato

Roma. «Il più francese dei miei romanzi». Così Andrea Camilleri definisce, e celebra, il suo cinquantesimo libro, appena uscito, «Il tailleur grigio» (Mondadori). Il più francese pèrchè in esso alcuni critici, e lo scrittore stes­so, individuano echi di Maupassant e altri scrittori d'Oltralpe. «Il tailleur grigio» è una storia coniugale tra un ex alto funzionario di banca, appena in pensione, e una giovane e attraente donna che ha le caratteristiche di essere algida, estremamente formale, ma con uno spirito estremamente libero per quanto riguarda la sua natura sessuale. La coppia si amalgama perfettamente, nonostante i frequenti tradimenti di lei - che è la vera protagoni­sta del libro - perchè fonda la propria essenza sul rispetto reciproco, sull'affetto e, dal punto di vista fisico, su un rito che si svolge la domenica mattina e che è la cura dettagliata che la donna dedica al proprio corpo men­tre il marito con vago accenno voyeuristico, la osserva.
«È un libro sul matrimonio - lo definisce Camilleri - con una particolare attenzione al­la donna, è lei, infatti, la vera protagonista del libro seppure la storia è vista, e dunque narra­ta, con gli occhi di lui». Lo scrittore siciliano sottolinea che la sua ultima eroina è una don­na «che ha bisogno di sesso, questo e il suo es­sere animale. È la figura di una donna forte, manager, autonoma. Libera interiormente ma molto condizionata dall'ambiente».
C'è, in altre parole, «un amore per il corpo femminile», in sintesi per Camilleri il suo ultimo lavoro è «un buon romanzo borghese scritto in un buon linguag­gio borghese». La lingua, infatti, è un'altra delle novità de «Il tailleur grigio»: sebbene ambientato nella Palermo di oggi «gli interventi nella mia lingua - dice Camilleri - sono del narratore e nel pensiero del marito, il resto è tutto in ita­liano».
«Il tailleur grigio» rientra nella serie che il padre di Mon­talbano chiama «fuori pista», quello «spariglio delle carte che era cominciato con la “Pensione Eva” e poi è continuato con “Caravaggio” e infine “Maruzza Musumeci”». Fuori pista equivale «a quelle altre tematiche narrative che non sono il poliziesco nè il romanzo storico». Se queste ultime due sono «una grossa strada asfaltata» questi fuoripista sono viottoli, sebbene sempre più numerosi perchè «sono inte­ressato a scoprire nuovi paesaggi narrativi». Un fenome­no che per Camilleri è «inversamente proporzionale all'età: una persona dopo 80 anni sta in panchina, a me, inve­ce, piace muovermi e scoprire nuovi paesaggi. E questo del rapporto coniugale lo è da tutti i punti di vista: «è un tema che non ho mai trattato prima, un po' anomalo per me». Insomma, un'eroina negativa? «Direi una dark lady».
 
 

La Sicilia, 27.2.2008
Andrea Camilleri e quel bel «tailleur grigio»

Non si può certo dire che lo scrittore empedoclino Andrea Camilleri resti in panciolle a godersi la meritata fama.
Nonostante la veneranda età l'attività letteraria non sortisce colpi e produce del nuovo.
L'ultima fatica è un intenso romanzo di passione e morte dal titolo «Il tailleur grigio» edito dalla Mondadori.
Come detto, il celebre scrittore fatica a stare lontano dagli scaffali delle librerie.
Infatti, dopo l'uscita con Sellerio di “Maruzza Masumeci” nel mese di ottobre, favola a cavallo tra mito e storia, è arrivata l'ultima fatica. Nelle librerie agrigentine è già iniziata la corsa al volume di Camilleri.
Alla vigilia dell'uscita, il solito gruppetto di fan agrigentini si sono premurati di prenotare dal proprio libraio una delle copie, ieri mattina finalmente consegnate.
[…]
La letteratura di Camilleri è ricchissima di figure femminili. Pochi scrittori come Camilleri hanno saputo seguire il ritmo del corpo e il battito dell'anima femminile.
Da anni ormai le indagini del sarcastico Commissario, nonchè le atmosfere, il divertente linguaggio italo-siculo degli altri numerosi personaggi, affascinano migliaia di lettori.
Ad ogni libro, per Camilleri c'è subito un grande successo di vendite. Ieri mattina, alcuni agrigentini stazionavano dinanzi le librerie agrigentine, per accaparrarsi la prima copia del nuovo volume.
Ma c'è di più. Entro qualche settimana, la casa editrice palermitana Sellerio, porterà in libreria un altro libro di Camilleri, stavolta sulla saga del Commissario più amato d'Italia, Salvo Montalbano.
Deborah Annolino
 
 

Le Guide di Dada.Net, 27.2.2008
Pillole (rapidi flash sulle mie letture)
Il tailleur grigio
Amarezza e lirismo nel nuovo romanzo di Andrea Camilleri
Letto il 26 febbraio 2007. Voto:8

Breve commento: Un libro onesto e commovente, in cui l’erotismo delle prime pagine (che parrebbe preludere ad un divertissement goliardico sulla scia di Pensione Eva) si stempera nel grigiore e nella malattia, analizzata con la dolente pacatezza di una riflessione matura.
Frase estrapolata dal testo: “La sua vita di omo maritato camminava su binari che non solo non potevano riservare sorprese, ma davano anzi la sensazione di un viaggio tranquillo e sereno verso la stazione finale.”
Benedetta Colella
 
 

ANSA, 27.2.2008
GB, Camilleri tra i 50 mostri sacri del giallo

 "Montalbano sono" potrebbe presto diventare una delle frasi celebri della letteratura mondiale del crimine, un po' come "Elementare, Watson". Andrea Camilleri e il suo commissario dell'immaginaria Vigata sono infatti tra i 50 autori di gialli che "bisogna leggere prima di morire", una lista stilata dal Daily Telegraph britannico, che pone lo scrittore siciliano accanto a mostri sacri del genere come Arthur Conan Doyle, padre di Sherlock Holmes, Edgar Allan Poe, l'inventore del genere, e Agatha Christie, con i suoi Hercule Poirot e Miss Marple. Secondo i critici letterari del Telegraph "la scrittura di Camilleri si adatta al suo eroe, il commissario Montalbano (che nelle traduzioni in inglese diventa 'inspector', ispettore), un siciliano con un grande senso dell'umorismo. Il vero soggetto dei libri di Camilleri è lo stato della Sicilia, ma i suoi personaggi sono vividi, e i loro dilemmi eterni". Il romanzo che secondo il Telegraph è essenziale leggere è 'La pazienza del ragno', uscito in Gran Bretagna nel 2007.
La popolarità di Camilleri oltremanica è letteralmente esplosa negli ultimi due anni: non è inusuale vedere vetrine di librerie con molti dei suoi libri in bella mostra, accanto a quelli dei sempre più popolari autori noir italiani, da Lucarelli a Carofiglio. In un paese che legge pochissimo libri tradotti, la sua presenza in un elenco del genere è un fatto a diro poco straordinario (il 90% degli autori inclusi sono infatti di lingua inglese). La lista del Telegraph non è una classifica, ma un insieme di 'pari' che meritano di essere letti. Si va da Charles Dickens ("era ossessionato dal crimine. L'ispettore Buckett di Bleak House è uno dei primi detective apparsi nei romanzi") a Patricia Highsmith; da Georges Simenon a Dashiell Hammett( di cui si raccomanda 'Il falcone maltese'), da Friedrich Durrenmatt (per il suo 'La promessa') a Raymond Chandler, a Ed McBain, l'inventore del romanzo giallo che segue passo passo la procedura della polizia. Presentando la lista, gli autori dicono che il compito è stato assai arduo, che ovviamente l'elenco è soggettivo e che in nessun caso "la popolarità non è stata presa in considerazione per includere un nome, salvo incidentalmente". Più che altro, scrivono, si è cercato di includere "scrittori di gialli che sanno davvero scrivere. Qualsiasi lettore serio trarrà grande beneficio dalla lettura di questi autori".
Patrizio Nissirio
 
 

ANSA, 27.2.2008
Made in Italy: Camilleri dona a Bersani mitica bici Montante

Roma - Linee eleganti, sapore retrò, color crema: Camilleri l'ha inforcata e ci ha pedalato su a lungo, in tempo di guerra, e poi ha scritto la sua storia in racconto intitolato "La pensione Eva". E' la mitica bicicletta 'Montante', un gioiellino degli anni Venti tornato in produzione in edizione limitata. Lo scrittore siciliano ha voluto regalarne un esemplare a Pierluigi Bersani, ministro dello Sviluppo economico. La storia di questa bicicletta e della ditta fondata a Serradifalco, un paese in provincia di Caltanissetta da Calogero Montante, inizia negli anni Venti. Calogero era un ciclista e da questa sua passione nacque un progetto imprenditoriale: produrre bici da corsa. Negli anni Trenta la ditta Montante iniziò a costruire due ruote per carabinieri e pubblica sicurezza. Gli anni Sessanta segnarono una fase di passaggio e una diversificazione dell'attività, che venne indirizzata verso la produzione di ammortizzatori. Una scelta che portò la società ad investire al Nord, nella zona di Asti, rilevando alcune aziende già attive nel settore. Tuttora Montante è uno dei leader mondiale in questo ramo. L'idea di tornare alle biciclette è scattata quanto Andrea Camilleri, l'ideatore del commissario Montalbano, ha raccontato la sua storia. Durante la seconda guerra mondiale, Camilleri insieme alla madre, da Porto Empedocle, che quotidianamente era soggetta a bombardamenti notturni, si rifugiava a Serradifalco. Dopo l'arrivo degli americani, su una bici costruita da Calogero Montante raggiunse da Serradifalco Porto Empedocle alla ricerca di notizie del padre, senza mai forare e senza dover mai effettuare una sosta per guasti meccanici. Camilleri non ha potuto partecipare all'incontro odierno con Bersani. A consegnare la bicicletta è stato Antonello Montante, nipote di Calogero, che oggi guida l'azienda. "Il gruppo Montante - ha detto il ministro - è riuscito a fare industria al Nord partendo dal Sud. Spesso andare a vedere le radici dei nostri gruppi industriali ci riserva delle sorprese".
 
 

AgrigentoWeb.it, 27.2.2008
“La concessione del telefono” al Pirandello

Prosegue la stagione ufficiale al teatro “Pirandello” di Agrigento con il quinto spettacolo programmato dall’Amministrazione comunale: “La concessione del telefono” uno dei più divertenti romanzi dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri con protagonisti Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina.
Si tratta infatti di una specie di commedia degli equivoci e degli imbrogli che trova la sua ambientazione naturale in un’isola, come la Sicilia, che è terra di contraddizioni, ma questa Sicilia è la Vigàta di Camilleri metafora di un modo di essere e ragionare le cose della Sicilia.
E’ l’equivoco il motore della storia: lo scambio tra due lettere dell’alfabeto, la M e la P; il protagonista Filippo Genuardi, per ottenere la concessione di una linea telefonica per suo privato, fa domanda formale al prefetto di Montelusa denominandolo Vittorio Parascianno anziché Marascianno come in realtà si chiama. Da qui nasce una storia complessa, in cui equivoci ed imbrogli non si contano più coinvolgendo il Genuardi, la sua famiglia, i vari apparati dello Stato, la Chiesa, il mafioso del paese e quei compaesani, siciliani qualsiasi, che involontariamente capitano sulla strada di Filippo Genuardi.
Gli spettacoli si svolgono giovedì 28 febbraio e sabato 1 marzo alle ore 20.30, mentre venerdì 29 febbraio e domenica 2 marzo lo spettacolo avrà inizio alle ore 17.
I biglietti sono in vendita al costo di 20 euro, per uno dei posti di platea o di palco in prima fila, o di 15 euro per i posti di palco nella seconda fila.
 
 

Corriere della Sera, 28.2.2008
Londra. Eletto tra i 50 giallisti più bravi. E lo scrittore regala la «sua» bici al ministro Bersani
Il Paese di Conan Doyle incorona Camilleri

Pochi giorni fa aveva definito il suo cinquantesimo romanzo (Il tailleur grigio, Mondadori) come «il più francese». Ma ad incoronarlo sono stati ieri gli inglesi, il «Daily Telegraph» per la precisione, che hanno collocato Andrea Camilleri tra i cinquanta autori di gialli «che bisogna leggere prima di morire». Fianco a fianco con Arthur Conan Doyle, Edgar Allan Poe, Agatha Christie, Charles Dickens, Patricia Highsmith, Georges Simenon, Dashiell Hammett, Friedrich Dürrenmatt, Raymond Chandler, Ed McBain. Secondo i critici letterari del «Telegraph» (che hanno incluso nell'elenco soltanto «gli autori di gialli che sanno davvero scrivere») l'opera di Camilleri «si adatta perfettamente al suo eroe, il commissario Montalbano, un siciliano con un grande senso dell'umorismo» mentre «i suoi personaggi sono vividi e i loro dilemmi eterni». Il romanzo che, sempre secondo il «Telegraph», è essenziale leggere è La pazienza del ragno, uscito in Gran Bretagna nel 2007. La popolarità di Camilleri oltremanica è letteralmente esplosa negli ultimi due anni. Anche se nel Regno Unito gran seguito hanno già altri autori noir made in Italy come Carlo Lucarelli e Gianrico Carofiglio (fatto in qualche modo straordinario in un Paese che legge pochissimo libri tradotti: nell'elenco il 90% degli autori sono di lingua inglese). Dunque Camilleri testimonial dell' Italia: ieri la conferma indiretta quando Antonello Montante, vicepresidente vicario di Confindustria siciliana ha consegnato (in rappresentanza dello scrittore assente) a Pierluigi Bersani, ministro dello Sviluppo Economico, un modello esclusivo della bicicletta Montante Kalos, prodotta negli anni Venti e riproposta ora in una edizione limitata di 50 esemplari. All'origine di questo «gesto» c'è proprio Camilleri (ieri però lo scrittore non era presente alla cerimonia): che aveva a suo tempo raccontato la storia di quella bicicletta Montante che ai tempi della seconda guerra mondiale aveva riportato lui da Serradifalco (sede della fabbrica) dove era rifugiato, fino Porto Empedocle alla ricerca di notizie del padre. E questo senza doversi mai fermare per guasti o altro.
Stefano Bucci
 
 

29.2.2008
La volata di Calò
Rinviata a giugno la pubblicazione del libro.
 
 

29.2.2008
“Il tailleur grigio”
di Andrea Camilleri, ed. Mondadori

Quest’ultimo libro di Camilleri sorprende e prende una strana inquietudine in una atmosfera da noir di tutto rispetto. Io, camilleriana della prima ora, m’inchino al maestro e gli porgo i più vividi ossequi, mai sua opera mi aveva colta in contropiede, pur nella continuità del suo speciale e inimitabile linguaggio, la trama è originale e nel contempo echeggiano echi di passaggi letterari classici. La storia ruota intorno ad una enigmatica figura di donna, Adele, a cui rimanda il tipo di abbigliamento del titolo, che soleva indossare in determinate circostanze, come una sorta di divisa e di conformismo esteriore. Il motore che dà l’avvio alla vicenda è il marito, un alto dirigente di banca in pensione, anzi colto nel suo primo giorno di congedo produttivo; strano personaggio il suo, una vita scandita da automatismi, unico scarto fatale aver sposato in seconde nozze una donna, molto più giovane, di stravolgente bellezza e di insaziabile ardore erotico. Potrebbe essere un topos peculiare della letteratura e della vita, l’anziano uomo che sposa la giovane e avvenente femmina! Ma, il modo, la forma come è trattata la materia narrativa è la cifra, il marchio d’eccezione di Camilleri. Non è la femme fatale, la dark lady, stereotipata di tanti gialli o film del genere, ma un’atipica donna, sì passionale e misteriosa quanto lucida, fredda e calcolatrice nel suo tailleur grigio, come la sua zona d’ombra sentimentale che sfoggia per un prelutto o lutto avvenuto. Quasi come se questo abito, in date circostanze sostituisse e rappresentasse quello che lei era incapace di sentire. Adele è descritta in tutta la sua voluttà e sensualità femminile, vogliosa e al tempo stesso rispettosa nel salvare la forma esteriore davanti agli occhi degli altri. Pur in questa conclamata ipocrisia, Camilleri è indulgente con le donne in generale, e con Adele, in particolare, la sua è un’adesione da “masculo”davanti alla bellezza muliebre, sia pure con un malcelato accento beffardo e sornione, ma senza accampare giudizi morali. Questo “ Inquietante” romanzo, nella chiusa, lascia un senso di sperdizione nel lettore, ma Lui, Camilleri arricchisce pregevolmente la sua, già, ricchissima produzione letteraria.
Arcangela Cammalleri
 
 

BibliObs, 29.2.2008
Notizie italiane
Camilleri le bienheureux

Cet écrivain de romans noirs a commencé sa carrière sur le tard: il avait 72 ans pour son premier ouvrage. Maintenant qu’Andrea Camilleri en a 82 et un nombre impressionnant de textes publiés, maintenant qu’il a été consacré par la télé pour son adaptation des aventures du commissaire Montalbano, célèbre Sicilien du sud de l’île, Andrea Camilleri goûte avec béatitude la consécration suprême: les Britanniques du «Daily Telegraph» le classent parmi les 50 plus grands auteurs de polars dans le monde. Aux côtés de Conan Doyle, Agatha Christie, Dashiell Hammett et Georges Simenon. Avec un commentaire qui frôle l’enthousiasme: «Un auteur de polars qui sait vraiment écrire.» Les écrivains italiens qui aspirent à la succession de Camilleri ne se plaindront pas de cette publicité: Carlo Lucarelli et Gianrico Carofiglio, pour ne nommer qu’eux.
Marcelle Padovani
 
 

La Sicilia, 29.2.2008
Al Pirandello, Pattavina e Musumeci
I due sono i protagonisti della commedia “La concessione del telefono”, scritta da Andrea Camilleri

Agrigento. Secondo e ultimo appuntamento della rassegna teatrale per questo mese di febbraio. Al teatro Pirandello Francesco Paolantoni, Pippo Pattavina e Tuccio Musumeci sono i protagonisti de «La concessione del telefono», tratto dall'omonimo romanzo di Camilleri.
E' una commedia del paradosso, di equivoci e di imbrogli, che trova la sua ambientazione ideale in Sicilia, terra di contraddizioni. L'equivoco che fa da motore all'intera vicenda, è lo scambio tra due lettere dell'alfabeto: Pippo Genuardi, per ottenere la concessione di una linea telefonica, fa domanda al prefetto Marascianno, denominandolo erroneamente Parascianno. Ne scaturisce una vicenda articolata, che coinvolge la famiglia di Pippo, ma anche la Chiesa, i vari apparati dello Stato, e non di meno don Calogero Longhitano, il mafioso del paese. Il linguaggio siciliano, i personaggi dipinti con la pienezza dei colori, complice la maestria del testo di Camilleri, non danno modo di potersi annoiare. Il pubblico ha dimostrato di apprezzare l'opera del loro scrittore preferito oltre che conterraneo.
La questione del telefono riproduce il mondo della burocrazia ottusa, della mafia onnipresente. E ancora il mondo della gente che ama ma tradisce e che ha sete di vendetta. Situazioni che ricorrono nella società attuale, e che poi consiste nel vero messaggio di questa opera teatrale: la gente non cambia, così come non cambiano i sistemi di azione degli enti pubblici e privati. Pippo Pattavina, interpreta sette personaggi, imprimendo a ognuno un carattere molto individuale. La regia è di Giuseppe Di Pasquale. Siamo nella Sicilia post unitaria di fine Ottocento, a Porto Empedocle (la Vigata di Camilleri), città in cui lo scrittore agrigentino ambienta molti dei suoi romanzi. La lingua personale e originalissima di Camilleri ricalca, in una sinfonia di parlate, una linguistica particolare. Il linguaggio è un medley, comprensibile, tra un italiano demodé ed un siciliano madre lingua infarcito di termini onomatopeici. Un caleidoscopio di colori appaiono i costumi di scena. Gli abiti coloratissimi sembrano sipari tappezzati di scritte, lettere mai spedite, pizzini alla Provenzano. Giacche vagamente militari e mimetiche, patchwork di tessuti. Il carattere affascinante del progetto, posto essenzialmente sulle novità apportate rispetto al testo originale, consiste proprio nella possibilità di ricercare strade sempre nuove e diverse per la drammaturgia contemporanea. Lo spettacolo sarà in scena al teatro Pirandello fino a domenica. Soddisfatti, più di tutti gli appassionati delle storie camilleriane, quelli che non esitano a comperare l'ultima novità letteraria dell'infaticabile Camilleri.
Deborah Annolino
 
 

Teatro.org, 29.2.2008
Giovani promesse
Manuele Morgese è "Federico II"

[…]
Ci risulta che lei sia stato allievo del regista Andrea Camilleri. Che cosa ha appreso dai suoi insegnamenti?
Con Camilleri è stata una breve ma piacevolissima esperienza....
Diciamo che il mio è stato un breve incontro con il maestro...prima dei grandi successi di Montalbano....
Camilleri all’epoca, parliamo del 1996 era insegnante alla Silvio D’Amico, l’Accademia nazionale e fui indirizzato a Roma da lui da Turi Ferro, il grande Turi Ferro che lei sicuramente conoscerà.
Camilleri mi seguì nella fase finale della mia preparazione per il provino in Accademia... lavorammo su testi di Pirandello...
[…]
Maria Cuono
 
 

Il Gazzettino, 29.2.2008

Un nuovo Montalbano indaga nell'assolata Sicilia: meno intellettuale ma più concreto dell'eroe di Camilleri, questo Saverio Bonanno è un maresciallo dei Carabinieri tosto e determinato, che fuma troppo e tossisce ancora di più, legge l'oroscopo e non capisce un'acca di computer, sfoggia modi sbrigativi che celano ferite interiori (la moglie lo ha piantato lasciandogli la figlia) ma anche sguardo attento sul mondo. L'indagine parte dal brutale pestaggio di un protettore, al quale si lega poi l'omicidio di un ricattatore. Nel mezzo, un giro di pedofilia che turba i sonni già inquieti di Bonanno, un padrino spietato che detesta le parolacce ma non si fa scrupoli nel firmare le condanne a morte, e troppe foto compromettenti che mettono in luce l'ipocrisia dei soliti vip. Con ritmo e ironia, il giornalista Mistretta costruisce una bella figura di maresciallo che si staglia autonoma nel grande panorama dei detective letterari di oggi.
(Ch.P.)
 
 

 


 
Last modified Saturday, July, 16, 2011