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RASSEGNA STAMPA

GENNAIO 2008

 
Gazzetta di Parma, 2.1.2008
«Voi non sapete» Il titolo si riferisce alle parole del boss al momento dell'arresto: «Non sapete cosa state facendo»
Quel mammasantissima tutto Cosa nostra e chiesa
Rileggendo i famosi pizzini Andrea Camilleri ricostruisce la personalità del temuto capomafia

Paradossalmente biblici. L'inizio e la fine (come dire l'alfa e l'omega) della carriera mafiosa di un boss come Bernardo Provenzano sono talmente vicini ad alcuni passi biblici da segnare un paradosso profondo e singolarmente straniante. In effetti il primo ammazzamento di Provenzano si fa risalire a quando, giovanissimo, dopo una violenta discussione con un amico corleonese, lo invitò ad andare con lui in aperta campagna e qui lo ammazzò con una pietra. Per Caino e Abele la cosa fu davvero molto simile («Disse Caino al fratello Abele: andiamo ai campi»).
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Elissa Piccinini
 
 

Apcom, 4.1.2008
Musica/ A Catania laurea honoris causa per Franco Battiato
In Lettere e Filologia moderna. Sarà “dottore” anche Camilleri

Palermo - Il musicista-cantante catanese, Franco Battiato, riceverà la laurea' honoris causa' in Lettere ('Filologia moderna'). Lo ha deciso il senato accademico dell'università di Catania, ponendo fine ad una polemica avviata nel 2005 quando a Battiato la laurea venne 'congelata' dopo il no di un rappresentante degli studenti perché il cantante era candidato alle elezioni comunali.
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La laurea honoris causa sarà consegnata anche allo scrittore Andrea Camilleri.
 
 

Corriere della sera, 4.1.2008
A fil di rete
Impossibile ripetere il caso Montalbano

La seconda parte è meglio della prima - più complessa, più verticale - ma ci sono troppe cose che non funzionano in «L'avvocato Guerrieri», la miniserie tratta dai romanzi di Gianrico Carofiglio, «Testimone inconsapevole» e «Ad occhi chiusi» (Canale 5, venerdì e mercoledì, ore 21.13). Intanto la dichiarata operazione di ripetere il fenomeno Montalbano (nata forse dalla suggestione che sia Carofiglio che Camilleri sono pubblicati da Sellerio) è fallita: lo stesso regista (Alberto Sironi) e lo stesso produttore (la Palomar di Carlo degli Esposti) non bastano per creare l'atmosfera di Montalbano e soprattutto la serialità d'autore. Nonostante la sceneggiatura sia scritta da tre ottimi professionisti (Carofiglio, Domenico Starnone, Francesco Piccolo) la storia non riesce mai a prendere quota, rischia di essere sempre troppo prevedibile, ogni volta deve ricordarci che l'avvocato è uno come noi, con le sue paure, i suoi problemi esistenziali, i suoi tormenti infantili irrisolti (ma che colpa abbiamo noi?). Le avventure di questo legal thriller made in Trani ci mostrano le tortuosità procedurali del processo italiano (a volte ne sono prigioniere) e insieme i tormenti del giovane Guerrieri: abbandonato dalla moglie, diventa eroe suo malgrado, testimonial del «grigio della quotidianità» e di una giustizia infine giusta. Francamente sarebbe troppo facile prendersela con gli interpreti, anche se Emilio Solfrizzi non ha la presenza scenica di Luca Zingaretti, anche se è un delitto a costringere Flavio Bucci a recitare in quel modo caricato e grottesco, anche se Chiara Muti, Alex Van Damne, Margot Sikabonyi, Bianca Maria D'Amato, Stefano Dionisi fanno il loro lavoro e niente più. No, le carenze sono di struttura, di regia. Non a caso, Mediaset ha piazzato la miniserie fuori dal periodo di garanzia.
Aldo Grasso
 
 

Corriere della sera, 6.1.2008
La Pagella. bilancio di un anno della narrativa italiana. 2007
Saviano, Moccia, Camilleri. Ma i conti sono in rosso

Non si può dire che sia stato un anno felice per la nostra letteratura quello dei libri più venduti di narrativa. Il voto, quindi, va per una volta tanto ai lettori.
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In mezzo ci sono Camilleri (con cinque libri), Carofiglio (con tre) e Manfredi: scrittori di genere (e di buon artigianato) che raccolgono sempre un fedele (e folto) pubblico, come è giusto.
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Giorgio De Rienzo
 
 

La Sicilia, 6.1.2008
Una serie di film sono in programma quest’anno nel territorio
Agrigento e la provincia diventano set cinematografici

Il Cinema scopre il fascino e le bellezze del territorio agrigentino. Nel corso del 2008 infatti, la nostra provincia sarà come un grande set naturale nel quale dovrebbero venire realizzate alcune importanti produzioni cinematografiche e televisive con notevoli ricadute in termini di promozione turistica.
Intanto la prossima settimana arriva a Porto Empedocle la troupe della ZDF, la televisione tedesca per effettuare una serie di riprese sulla «Vigata» del commissario Montalbano nato dalla fervida fantasia del popolarissimo scrittore Andrea Camilleri; riprese necessarie a completare la serie televisiva di Tobias Gohlis dal titolo «Crime time» in onda nei prossimi mesi su Zdf-Infokanal.
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Lorenzo Rosso
 
 

Corriere della sera, 8.1.2008
Il piccolo fratello
L'editoria tradita dalle imitazioni

L'editoria è anche un fenomeno imitativo. Negli anni Novanta, dopo il successo delle «Formiche», pochi editori hanno saputo rinunciare a una propria collana comica. In realtà anche la letteratura si avvale dell'imitazione. Ma l'editoria la asseconda trasformandola in moda. Il successo planetario del «Nome della rosa» ha prodotto centinaia di mediocri romanzi d'intrigo storico. Dopo «Jack Frusciante» di Brizzi si è cavalcata per anni l'onda giovanilista. Poi è esploso il caso Camilleri e ha trionfato il poliziesco fatto in casa. Idem con il noir, eccetera. Raramente gli epigoni raggiungono i livelli di qualità e di successo dei capostipiti, ma succede. Per esempio, Carofiglio ha imposto la novità del legal thriller italiano e supera spesso il «maestro» Camilleri anche in classifica. E' naturale e confortante che sia così.
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Paolo Di Stefano
 
 

Corriere della sera, 9.1.2008
Il caso. La donna: falso che volevo divorziare
Moglie di un latitante denuncia Camilleri

Trento - Denuncia la mafia e viene denunciato. È accaduto ad Andrea Camilleri, l'inventore del commissario Montalbano. La Procura di Trento ha aperto un fascicolo per diffamazione sul romanziere. Le parole incriminate sono quelle contenute a pagina 27 del suo libro "Voi non sapete", dove Camilleri narra, tra le altre storie, la vicenda di una donna, «moglie di un boss mafioso latitante». Il libro fa nomi e cognomi. La donna è Caterina Pecora. Il «mafioso latitante» è Giovanni Motisi, vicino a Provenzano. La moglie, si legge, vive in una condizione di sostanziale vedovanza perché il marito è latitante. Invano cerca di ottenere il divorzio. Ma a nulla possono le sue richieste perché «nelle nostre famiglie queste cose non si fanno», le risponde il boss Nino Rotolo. Anche dopo l'intervento di suo padre, un costruttore siciliano «in odore di mafia», Caterina Pecora pare così costretta a rimanere col marito. O almeno così ricostruisce Camilleri, che per il suo libro ha consultato le intercettazioni delle telefonate di mafiosi e alcuni famosi pizzini. Caterina Pecora, però, sostiene di non essere figlia di un noto «costruttore in odore di mafia» e di avere un «matrimonio felice» con il marito. E nella denuncia Pecora parla di affermazioni fatte da un «sedicente esperto di mafia».
Alessandro de Bertolini
 
 

Il Giornale, 9.1.2008
A chi rivolgersi per abbattere gli eco-mostri dell’anima

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È per l’appunto Kant l’eroe del saggio con cui Massimo Onofri, docente universitario e attivissimo critico militante, dà il suo contributo alla fioritura teorica che ha caratterizzato il panorama culturale italiano negli ultimi anni. Il sottotitolo del volume, in particolare, è di quelli che mirano in alto: "La ragione in contumacia. La critica militante ai tempi del fondamentalismo" (Donzelli, 121 pagg., 15 euro).
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Scetticismo, si badi, non vuol dire rinuncia ad una selezione: come mostrano i dardi scagliati contro alcuni fra gli autori più amati dal pubblico, da Milena Agus ai «neo-macheronici» Camilleri e Niffoi, fino alle frecce che bucano e sgonfiano una star planetaria come Tahar Ben Jelloun.
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Fabrizio Ottaviani
 
 

10.1.2008
Il nuovo romanzo di Montalbano
La prossima uscita montalbaniana della Sellerio sarà Il campo del vasaio.
È stata quindi rinviata l'uscita de La danza del gabbiano.
 
 

L’Arena, 11.1.2008
Guide. Nel libretto di “Tutto trasporti” entrano otto locali della provincia veronese: il segreto, tanto gusto e poco prezzo
Trattorie per camionisti, il mito
Promosse per specialità cortesia e parcheggi ma anche buon bere e porzioni generose

Anche Montalbano, l’astuto commissario della saga creata da Andrea Camilleri, è d’accordo: «...ho visto una trattoria davanti alla quale c’erano fermi tri camion, signo sicuro che lì si mangiava bono...». Non è solo un luogo comune, è verità: se davanti ad un ristorante ci sono parcheggiati dei tir, quello è segno che il menù merita. Pure il prezzo.
[…]
Camilla Ferro
 
 

Il Mattino, 12.1.2008
Pirandello e De Filippo a Palazzo Cavalcanti

Luigi Pirandello ed Eduardo De Filippo: chiuso l’ultimo Meridiano Mondadori dedicato al grande drammaturgo siciliano, a cura di Alberto Vàrvaro, dopo quelli dedicati ad Eduardo, un confronto sui due autori è in programma lunedì 14 gennaio alle ore 16 a Palazzo Cavalcanti (Via Toledo 348), nell’àmbito delle Lezioni di Palazzo Cavalcanti promosse dall’Istituto Italiano di Scienze Umane e dalla Federico II. La lezione sarà tenuta da Nino Borsellino, Andrea Camilleri e Matteo Palumbo. Saranno presenti i curatori dei Meridiani Alessandro D’Amico, Nicola De Blasi, Paola Quarenghi, Alberto Vàrvaro. Interverranno Roberta Carlotto, Renata Colorni, Luca De Filippo.
 
 

La Repubblica (ed. di Napoli), 13.1.2008
Il seminario
Eduardo e Pirandello raccontati da Camilleri

La Sicilia dei primi del Novecento e la crisi dell´uomo contemporaneo narrate da Luigi Pirandello. La Napoli del dopoguerra vista con il sorriso amaro di Eduardo De Filippo. Ai due drammaturghi, protagonisti assoluti del teatro del ‘900, domani alle 16, l´Istituto delle Scienze umane (Palazzo Cavalcanti, Via Toledo, 348) dedica un seminario aperto al pubblico. Un pomeriggio per entrare nell´universo di due eccezionali interpreti delle inquietudini del secolo scorso. Al tavolo dei relatori, i professori Matteo Palumbo e Nino Borsellino a cui si unirà Andrea Camilleri. Allo scrittore siciliano va il merito di aver seguito da vicino la produzione televisiva delle commedie di Eduardo andate in onda per Raidue negli anni ‘60. All´epoca, infatti, il "papà" del commissario Montalbano lavorava per l´azienda di Viale Mazzini e si trovò a stretto contatto con Eduardo nei mesi della registrazione. L´incontro vedrà anche l´intervento di Luca De Filippo, Roberta Carlotto e Renata Colorni. Info www.sumitalia.it.
Tiziana Cozzi
 
 

TvBlog, 13.1.2008
TvBlog consiglia: Parla con me, aspettando la Cortellesi

Se il pubblico di prima serata della generalista si dividerà fra due fiction di sicuro successo - "Il commissario Montalbano", in replica su RaiUno la prima puntata della miniserie, "L’ultimo padrino" su Canale 5 - il consiglio di TvBlog di oggi cerca di diversificare in qualche modo l’offerta.
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Malaparte
 
 

La Repubblica (ed. di Genova), 13.1.2008
Letteratura
Domani a Savona Enzo Motta parlerà su Pirandello, Sciascia e Camilleri, le radici popolari di una letteratura colta. Ore 17 al Caffè Ligure, via Astengo. Ingresso libero.
 
 

Adnkronos, 14.1.2008
Tv: Ascolti Rai, oltre 5 mln per replica di 'Montalbano'

Roma - Ottimo risultato su Raiuno per la replica del ''Commissario Montalbano'' trasmessa ieri, che ha ottenuto 5 milioni 313 mila spettatori e uno share del 21.36.
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Reality & Show, 14.1.2008
Ascolti tv, "L'ultimo padrino" vince ma non sfonda: 2 punti di share in più rispetto ad una replica de "Il commissario Montalbano"

Non sempre le ciambelle riescono con il buco: Canale 5, nel primo giorno del nuovo periodo di garanzia (quello nel quale si promette agli investitori pubblicitari una certa quota di ascolto: se non la si raggiunge, ci si rimette in termini economici), aveva deciso di schierare la fiction "L'ultimo padrino" (voto: 6), convinta di fare il "botto"... nell'auditel.
E, invece, la storia di Bernardo Provenzano, interpretata da Michele Placido (8), ha sì vinto la prima serata ma con ascolti tutt'altro che memorabili: 5.721.000 spettatori per uno share del 23,25% contro 5.313.000 (e il 21,36%) di una replica de "Il Commissario Montalbano" (7).
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Fabio Traversa
 
 

InchiostrOnline, 15.1.2008
Letteratura e teatro
Parla Camilleri: "Ecco il mio Eduardo"

"Il nostro è un mestiere di ladri e io da Eduardo ho rubato tanto". Ha esordito così Andrea Camilleri durante la presentazione a Palazzo Cavalcanti dei due tomi usciti in contemporanea che completano le opere di Eduardo De Filippo e di Luigi Pirandello a cura dei Meridiani. All'Istituto di Scienze umane erano in tanti a ricordare i due illustri interpreti del Novecento. Tra loro, oltre ai curatori della collana, anche Luca De Filippo, visibilmente emozionato durante la testimonianza di Camilleri.
Il padre putativo di Salvo Montalbano e del ritorno all'uso del dialetto siciliano, ha arricchito di aneddoti la sua esperienza come aiuto regista nell'adattamento televisivo delle commedie di Eduardo.
Come quando, durante le riprese di "Le voci di dentro", gli assistenti di studio sbagliarono a creare i botti di Capodanno di zio Nicola generando fumo e caos. "Tra la nebbia - racconta Camilleri - si distingueva solo la figura di Eduardo, che con le mani giunte dietro la schiena mi disse: "Caro Camilleri, la televisione sta in mano ai piemontesi e ai preti. Non distinguono un bengala da un fuje fuje".
Ma è soprattutto il legame tra Pirandello e il maestro di Napoli a essere stato al centro del dibattito moderato dal filologo Alberto Varvaro che ha ricordato come Camilleri sia l'unica persona vivente ad averli conosciuti entrambi.
"Era un caldo pomeriggio del 1935, avevo dieci anni e stavo giocando al piccolo chimico - ricorda -. Suonano alla porta, apro e mi trovo davanti un ammiraglio che chiede di mia nonna presentandosi come Luigino Pirandello. Tutta la mia famiglia entrò in agitazione, io mi scantai così tanto che fino ai quarant'anni di Pirandello non ne ho voluto sapere più nulla. Lo scrittore indossava la divisa di accademico d'Italia per evitare la camicia nera. E ancora oggi mi chiedo cosa volesse da mia nonna".
Camilleri ha spiegato che è l'uso del dialetto ad accomunare i due autori nelle loro opere teatrali. Ma Pirandello, a differenza di Eduardo, non è mai stato un attore, semmai il regista/creatore di maschere e tipi che incarnano gli stereotipi della società. Eduardo, invece, ha riconosciuto nel teatro il luogo della "suprema finzione". Chi assisteva alle sue commedie aveva l'impressione che non stesse recitando, ma che si apprestasse a farlo.
Alla domanda, se il teatro in tv è altra cosa, Andrea Camilleri ha risposto che "qualsiasi trasposizione televisiva di un'opera teatrale non può rispecchiarla fedelmente. In televisione l'occhio del regista sceglie le immagini da offrire allo spettatore. In teatro, invece, si ha una visione totale della scena. Di questo Eduardo se ne rendeva conto, pur girando tutto di seguito e senza tagli".
Brunella Rispoli - Claudia Scognamiglio
 
 

Video Comunicazioni, 15.1.2008
La ricetta di Montalbano per l'allarme rifiuti in Campania
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Il commissario Montalbano avrebbe fatto carte false per non occuparsi dell’emergenza rifiuti in Campania” parola del suo creatore Andrea Camilleri, ieri a Napoli per partecipare ad un dibattito su Pirandello e De Filippo. Il motivo? “S’è visto durante il G8: in queste situazioni non è possibile distinguere tra chi protesta perchè ha la casa a pochi metri dalla discarica e chi è un provocatore”. E’ certo per Camilleri che, protestare per gli abitanti di Pianura è lecito, sono persone che avevano uno sversatoio a pochi passi dalle proprie abitazioni, hanno lottato e ottenuto la chiusura del sito, e a distanza di pochi anni vedono tutti i loro sforzi andare in fumo per un’ emergenza che tanto emergenza non è. Nel senso che un’ emergenza è qualcosa che accade d’improvviso, una circostanza imprevista, e il problema dei rifiuti in Campania è qualcosa di risaputo, che va avanti da anni. “Gli amministratori locali hanno le loro responsabilità. Eppure -avverte lo scrittore - la questione non andrebbe politicizzata. Anzi questo è un errore gravissimo perché il problema da risolvere è locale e non politico.”. Non perde occasione per dare una stoccata alle regioni del nord Andrea Camilleri, “se c’è la devolution ci dev’essere anche per la munnezza” dice. Dà ragione anche a Prodi quando parla di “situazione vergognosa”, ma la vera vergogna, a detta dello scrittore sta nel fatto che non ci sia solidarietà tra le regioni, motivo a suo vedere del divario sempre maggiore tra Nord e Sud. E’ orgoglioso invece, della “sua terra”, e tiene a sottolineare il fatto che i rifiuti campani sbarcati a Porto Empedocle hanno avuto la giusta accoglienza. “Solo piccole proteste, manifestazioni pro-forma, niente di serio”. Adesso speriamo soltanto che il commissario De Gennaro non alzi bandiera bianca come avrebbe fatto il suo collega Montalbano.
Francesca Ravel
 
 

Il Mattino, 15.1.2008
L'intervista
«Felice per la mia Porto Empedocle, è stata generosa»
Camilleri: ha saputo soccorrere Napoli in difficoltà
Montalbano non avrebbe usato la forza con in cortei

«Come avrebbe risolto Montalbano l’emergenza rifiuti in Campania? Semplice: avrebbe fatto carte false per non occuparsene».
Andrea Camilleri - a Napoli, ieri, per un convegno all’Istituto italiano di scienze umane su «Luigi Pirandello ed Eduardo De Filippo» - proprio non riesce a immaginarselo il suo commissario ad affrontare la questione della «munnezza». E tanto meno a fronteggiare problemi di ordine pubblico per sedare le rivolte dei manifestanti, anche perché, dice «quando si usano i manganelli non si sa mai chi si colpisce, l’innocente o il colpevole, come si è visto al G8 di Genova». Un riferimento alla nomina dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro a supercommissario? Il popolare scrittore svicola, non vuole fare polemica ideologica perché, sostiene, la questione non è politica.
Ma allora, Camilleri, che idea si è fatta dell'emergenza rifiuti?
«Era un evento da prevedere. Si sapeva che questo bubbone prima o poi sarebbe scoppiato. Certo, non fa piacere a nessuno che l’esplosione del problema stia danneggiando l’immagine dell’Italia a livello internazionale, ma non è una sorpresa».
Che effetto le fa sapere che parte dei rifiuti sono approdati nella sua Porto Empedocle?
«Sono contento che in Sicilia ci sia stata una resistenza debolissima. Niente di paragonabile a quello che è successo in Sardegna. Sperando che in futuro, se ce ne sarà bisogno, la Campania saprà ricambiare. Se ci sentiamo italiani, la solidarietà nazionale è un obbligo».
E come giudica il rifiuto di alcune regioni del Nord ad accogliere i rifiuti?
«È la vera vergogna di questa emergenza. Se al Nord vogliono la devolution la dovrebbero accettare anche per la munnezza. E invece c’è ancora chi continua a pensare che il Sud è un’appendice passiva dell’Italia. Si provino a mettere sulla bilancia i cervelli meridionali e quelli settentrionali per valutare chi ha contribuito di più allo sviluppo del Paese. La verità è che tutta l’unità d’Italia è stata un deprezzamento e un depredamento del Regno delle Due Sicilie e per questo noi dovremmo avere un risarcimento».
Chi rifiuta accusa gli amministratori campani di essere i responsabili dell'emergenza.
«Impossibile negare certe responsabilità, ma la questione non va politicizzata. Sfido qualunque amministratore di una diversa parte politica a risolvere il problema, che è strutturale e riguarda tutto il Sud: è una forbice che si va allargando sempre più. In fondo, è la vecchia questione meridionale che torna sotto forma di munnezza. Magari domani avrà altri nomi e riguarderà la Sicilia o la Calabria».
Fabrizio Coscia
 
 

La Repubblica, 15.1.2008
Lo scrittore
Camilleri: "Siamo tutti italiani la devolution vale anche per i rifiuti"

Napoli - «Mi fa molto piacere che in Sicilia ci sia stata pochissima resistenza per l´arrivo dei rifiuti dalla Campania». Lo ha detto ieri lo scrittore Andrea Camilleri, che ha definito «doverosa» la solidarietà tra regioni. «Siamo italiani, oppure no?: se c´è la devolution, ci deve essere anche per la monnezza». L´inventore di Montalbano dà una stoccata al Nord «che polemizza perché i rifiuti sono della Campania, invece non li avrebbero rifiutati se fossero stati lombardo-veneti». Il nocciolo del problema è «la questione meridionale non risolta che torna sotto la forma della monnezza, mentre la forbice Nord-Sud si allarga». «Prodi ha ragione ad affermare che questo caso è una vergogna». E infine: «L´emergenza rifiuti era un evento da prevedere. Un bubbone che prima o poi sarebbe scoppiato».
 
 

La Repubblica (ed. di Napoli), 15.1.2008
Il personaggio
Camilleri su Montalbano "Lui non ama i manganelli"

«Il commissario Montalbano avrebbe fatto carte false per non occuparsi dell´emergenza rifiuti in Campania», parola del suo creatore, Andrea Camilleri, ieri a Napoli per partecipare a un seminario su Luigi Pirandello ed Eduardo De Filippo.
«Di certo - ha sottolineato lo scrittore - Montalbano non si sarebbe occupato di questo caso», in particolare della guerriglia dei giorni scorsi a Pianura. Il motivo? «S´è visto durante il G8: in queste situazioni non e´ possibile distinguere tra chi protesta perchè ha la casa a pochi metri dalla discarica e chi e´ un provocatore».
«Quando impugni dei manganelli - ha aggiunto lo scrittore Andrea Camilleri - non puoi distinguere. L´unico al mondo che crede che le bombe siano intelligenti è il presidente degli Stati Uniti d´America George W. Bush: tutti gli altri sanno che fanno sempre un danno».
Conclude così Camilleri: «Ecco, dunque la stessa idea il commissario Montalbano ce l´ha dei manganelli: a suo parere questi fanno sempre un danno».
 
 

Il Tempo, 15.1.2008
Grandi novità per la fiction Rai
Grandi novità per la fiction Rai. Stanno per partire le riprese di quattro nuove puntate de "Il Commissario Montalbano" con Luca Zingaretti. A marzo, dopo il Festival di Sanremo, la prima rete gioca il suo asso nella manica: la messa in onda di "Capri 2", 13 nuove puntate con protagonista Bianca Guaccero.

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La singolarità dei quattro nuovi "Montalbano" sono le sbandate amorose del protagonista che addirittura ne "La vampa di agosto", perderà la testa per una procace ventenne e ne sarà umiliato nella dignità. Per amore Montalbano trasgredirà persino l'etica professionale ma in maniera molto più soft rispetto ai testi di Andrea Camilleri. Gli altri titoli sono: "La luna di carta", "Le ali della sfinge" e "La pista di sabbia".
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Marida Caterini
 
 

il manifesto, 15.1.2008
L'intrigo del gas nella Valle dei Templi
Il rigassificatore di Porto Empedocle Un mostro da 320 mila metri cubi d'acciaio e otto miliardi di metri cubi di gas all'anno. In arrivo dalla Nigeria e destinato al nord Italia. Un business da tre miliardi annui. Voluto dall'Enel in una delle aree archeologiche più belle del pianeta. Ma stranamente tutti dicono sì: il sindaco, la soprintendente e il capo in Italia dell'Unesco. Tutti «vicini» a Totò Cuffaro, sponsor dell'impianto
Il sindaco Firetto è dell'Udc, lo stesso partito del governatore, nonché un dipendente Enel in aspettativa. La soprintendente Costantino «adora» Cuffaro. E Puglisi dell'Unesco è anche presidente della Fondazione Banco di Sicilia. La rivolta di comitati e ambientalisti

Porto Empedocle (Agrigento). Il commissario Montalbano dovrebbe fare il diavolo a quattro per tentare di fermare il delitto che si sta consumando proprio nella sua Vigàta, alias Porto Empedocle. Ma Montalbano, o meglio il suo inventore Andrea Camilleri, sebbene più volte sollecitato, non risponde, non parla, segno che non vuole immischiarsi in questa brutta faccenda del rigassificatore che l'Enel Nuove energie, per una pura e semplice convenienza economica, vorrebbe costruire a due passi dalla Valle dei Templi. Ma è un silenzio davvero sprecato, quello di Camilleri, perché in questa vicenda, sulla quale la magistratura agrigentina ha aperto un'indagine, ci sono sufficienti indizi per ritenere che dietro ad essa si nasconda un torbido intrigo di palazzo, un intrigo in cui proprio il suo celebre investigatore Montalbano, se solo potesse, farebbe carte false pur di ficcarci seriamente il naso.
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Massimo Giannetti
 
 

Marketpress, 16.1.2008
Torna il Corso di Cultura Italiana del Novecento. Otto gli incontri organizzati dalla Società “Dante Alighieri” dedicati a grandi narratori italiani.

Genova - Torna anche nel 2008, per la sesta edizione, il Corso di Cultura Italiana del Novecento, una tra le iniziative culturali di maggior successo e richiamo per il pubblico genovese, organizzato dal Comitato di Genova della “Dante Alighieri”, presieduto dal professore Francesco De Nicola, con il patrocinio della Provincia di Genova e la collaborazione dell’Agenzia Scuola e del Liceo “D’oria”. Riprendendo la ormai ben collaudata struttura, che prevede una serie di otto incontri al giovedì, a cadenza quasi sempre quindicinale dalla metà di gennaio alla metà di aprile, il Corso, presentato oggi in Provincia, propone due novità. La prima riguarda la sede, che sarà la prestigiosa Sala dei Chierici della Civica Biblioteca Berio, mettendo così a disposizione del folto pubblico un locale di notevole capienza, ma anche stabilendo un proficuo rapporto di collaborazione con il Comune di Genova e la sua storica Biblioteca. La seconda novità riguarda l’argomento del Corso che, dopo aver presentato nel 2007 l’opera dei maggiori poeti del nostro Novecento, propone quest’anno un percorso nell’opera dei più significativi narratori italiani. “Si è voluto presentare un programma assortito e inconsueto- spiega Francesco De Nicola-. E’ un invito alla lettura che spazia da due classici come Pirandello (17 gennaio) e Svevo (31 gennaio), a narratori non meno importanti, ma non altrettanto profondamente conosciuti come Buzzati (21 febbraio) e Fenoglio (28 febbraio). Saranno poi presentati scrittori attivi nella seconda metà del Novecento, Dacia Maraini (13 marzo) e Antonio Tabucchi (27 marzo), per concludere con uno tra i più amati dai giovani, Stefano Benni (10 aprile), e con il più letto oggi in assoluto in Italia, Andrea Camilleri (17 aprile)”. Di questi otto scrittori riferiranno studiosi italiani di grande prestigio e notorietà: Angelo Pupino, Ermanno Paccagnini, Mirella Serri e Giovanni Capecchi, docenti rispettivamente nelle università Orientale di Napoli, Cattolica di Milano, La Sapienza di Roma e per Stranieri di Perugia, Milva Cappellini del Liceo classico “Forteguerri” di Pistoia e Elio Gioanola, Francesco De Nicola e Luigi Surdich dell’Ateneo genovese. Ogni conversazione sarà accompagnata dalla lettura di brani significativi degli scrittori presentati ad opera degli attori Enrico Campanati e Carla Peirolero. “Sosteniamo questa importante iniziativa- spiega Francesco Verzillo, direttore del nucleo Regionale Liguria dell’Agenzia Scuola- perché d’aiuto nel diffondere anche tra i giovani la passione per le buone letture e per la letteratura italiana del ‘900”. Parere condiviso anche dal Preside del Liceo Classico “D’oria” Salvatore Di Meglio. “E’ nell’interesse della scuola appoggiare e incentivare iniziative culturali come questa, che apprezziamo da anni, e siamo ben felici di poterla proporre ai nostri ragazzi”. Il Corso è aperto a tutti, con ingresso libero fino al raggiungimento della capienza massima della sala (100 posti). Gli insegnanti e gli studenti possono iscriversi gratuitamente al Corso, ricevendo materiale didattico sugli autori trattati e ottenendo alla fine un attestato di partecipazione. Per informazioni: tel. 0185-782225 o 010-8466311, mail dalighieri.Ge@libero.It o info@irre.Liguria.It.
 
 

Teatro Stabile di Catania, 17.1.2008
Lunedì 21 gennaio 2008, ore 21 - Teatro Verga
Festa del cinquantenario
Teatro Stabile di Catania: inizia il conto alla rovescia verso il traguardo del cinquantenario

Inizia il conto alla rovescia che il direttore artistico Giuseppe Dipasquale ha immaginato per scandire la marcia del Teatro Stabile di Catania verso il traguardo del suo primo mezzo secolo di vita e di storia. Lunedì 21 gennaio l’ente darà ufficialmente il via al countdown, prevedendo per l’occasione un articolato evento, “La festa del cinquantenario”, eloquente già nel titolo.
[...]
Ed ecco alcune anticipazioni sugli spettacoli e le iniziative che verranno programmate da aprile a novembre 2008, con la partecipazione di protagonisti del panorama teatrale nazionale.
[...]
E veniamo ad una novità assoluta, la riduzione scenica di un testo sardonico come "Le inchieste del commissario Collura" di Andrea Camilleri; protagonista il carismatico Massimo Ghini, che debutta nel ruolo prima di affrontare la versione cinematografica. Aiutato da un fedele collaboratore triestino, Cecè si trova a indagare su una serie di piccoli, divertenti gialli, e conduce le inchieste seguendo il fiuto dello sbirro che ha in comune con il famoso personaggio di Camilleri, Salvo Montalbano.
[...]
Comunicato stampa
 
 

TG1 Benjamin, 20.1.2008
Dove nascono i libri di Andrea Camilleri
Intervista di Angelo Angelastro
 
 

Sicilia Informazioni, 20.1.2008
La Top Ten dei siciliani che contano. In testa Camilleri e Fiorello

1. Andrea Camilleri. C’è chi dice che per affermarsi, un siciliano deve far le valigie e scappare al più presto dall’Isola. E se vuol veramente rimanere qualcuno non deve farsi assalire dalla nostalgia. Dimenticavamo di aggiungere che siccome l’Italia è un paese di vegliardi, il qualcuno per diventare veramente un vip deve avere superato almeno i 60 anni. E’ così per Andrea Camilleri. Provate a schiodarlo dalla top ten che abbiamo preparato. Il modello Camilleri è stato esportato anche sul Moncenisio, checchè ne dica Bossi. La sua lingua, caro onorevole, ma sì, quella “lumbard”, non può contare autorevoli esponenti. I siciliani, invece ti sbaragliano dai tempi del “De vulgari eloquentia”. E dovrai pure fartene una ragione se perfino Dante elogia l’idioma siculo.
[...]
 
 

Articolo 21 Liberi di, 20.1.2008
Dopo la sentenza su Cuffaro
I cannoli di Toto’ e gli arancini di Montalbano

Un tempo la sobrietà era un valore in politica. Peccato che Totò vasa vasa - il viceré di Sicilia, Salvatore Cuffaro - non optando tra quelli alla ricotta e quelli al cioccolato continui a festeggiare la sua condanna a cinque anni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici trangugiando entrambi. Quel ch’è peggio pretenderebbe che a ingurgitarli in silenzio fossero anche i cronisti. Prima – parlando con  una troupe di Annozero - afferma "Se qualcuno ha festeggiato, ha motivo di farlo, perché dopo cinque anni lunghissimi, essere stato liberato dall'accusa di mafia e' un po' meno sconfortante di quanto lo era prima".
Poi dice offeso “Non ho mai pensato di festeggiare e non l'ho fatto. Non lo hanno fatto le persone che mi vogliono veramente bene e nemmeno i miei amici politici. Ho soltanto detto che mi sento un po' più confortato nel sapere che anche la corte che mi ha giudicato abbia certificato che non ho mai favorito la mafia né singoli mafiosi. Mi dispiace che qualcuno tenti di strumentalizzare i sentimenti più veri".
Ma sabato mattina, dopo una notte insonne per le scariche di adrenalina prodotte dall’esclusione del favoreggiamento mafioso, i cannoli con i suoi amici li ha mangiati proprio Totò Vasa Vasa. Mica io, che d’altra parte, com’è noto preferisco gli arancini alla Montalbano. Sarà perché Montalbano è un poliziotto e lotta per la legalità. Una legalità, umile, alla portata di tutti, senza caccia ai codicilli. Mentre i cannoli mi fanno pensare alle libagioni con assassinio del “Padrino” di Francis Ford Coppola.
[…]
Mentre Totò gigioneggia con i cannoli, nel cuore di Palermo, a piazza Castelnuovo, un migliaio di siciliani tiene una manifestazione contro la decisione del governatore di rimanere alla guida della giunta, nonostante la condanna. Alcune centinaia di militanti di Rifondazione comunista, Pdci e alcuni consiglieri comunali di Altra Palermo e Idv hanno inscenato una protesta. Tra i manifesti e i cartelloni si legge la scritta "Dimissioni subito".  Il pasticcere di Totò freme. Montalbano gusta un arancino, ne butta via metà e borbotta “Questa minchia di dieta”. Sobrietà commissario. Sobrietà. E’ l’arma vincente.
Pino Finocchiaro
 
 

l'Unità, 21.1.2008
Andrea Camilleri: «Il Sud muore tra rifiuti e Cuffaro»
Dall’immondizia in Campania al caso Mastella, passando per la condanna del governatore della Sicilia. Ne discutiamo con Andrea Camilleri, siciliano appunto, uno degli scrittori più famosi del mondo. «È la questione meridionale, e che di volta in volta può assumere la forma di spazzatura, di Mastella, di Cuffaro, di camorra, di mafia, e tutto quello che vogliamo. Ma sempre una maniera di arrampicarsi per sopravvivere in un’Italia nettamente divisa in due».

L’immondizia in Campania, il ministro Clemente Mastella indagato e la moglie agli arresti domiciliari. Antonio Bassolino travolto dalle accuse. Totò Cuffaro, governatore della Sicilia condannato a cinque anni con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. E nonostante questo decide di non dimettersi. La politica, di centro destra come di centro sinistra, travolta da una vecchia storia che ci portiamo dietro da 150 anni, e forse di più. Fatta di due paroline semplici semplici: questione meridionale. Anzi, di più: la nuova questione meridionale, che ormai non è più soltanto emergenza criminalità, ma emergenza totale. Siamo andati a bussare alla porta di Andrea Camilleri, siciliano, uno degli scrittori più famosi del mondo. Per capire assieme a lui i termini di questa emergenza, che rischia innanzi tutto di travolgere il centro sinistra, e l’intero paese.
Camilleri, cominciamo da Cuffaro?
«Per ciò che riguarda Cuffaro, io esprimo la mia solidarietà assoluta a Cuffaro».
Prego?
«Siamo in un periodo in cui va di moda esprimere la solidarietà, e quindi io non vorrei essere da meno. Per un fatto molto semplice: non si capisce perché venga condannato a cinque anni e alla interdizione perpetua dai pubblici uffici, un signore che ha passato un’informazione a un altro signore, non sapendo che quest’altro signore era legato alla mafia. Quindi o lo si assolve riconoscendogli la buonafede, o lo si condanna a quindici anni, con tutte le aggravanti del caso».
Con questo ragionamento cosa vuole intendere?
«Che ancora una volta la magistratura ci mette il carico da undici, nella direzione dell’ambiguità. Noi viviamo in un paese assolutamente ambiguo dove non c’è più un’istituzione che non sia toccata dall’ambiguità dei comportamenti. Trovo questo il punto di decadenza massima di un paese».
Cerchiamo di mettere a fuoco il concetto di ambiguità. Ambiguo perché non si capisce? O ambiguo perché si dice una cosa per l’altra?
«No, si capisce benissimo, purtroppo. Senonché questa cosa che si capisce benissimo viene proposta in un modo tale che diventa un’altra cosa. Noi abbiamo avuto, per esempio, una sentenza esemplare, per richiamarci a un titolo di Leonardo Sciascia, che è quella di Giulio Andreotti. Andreotti è stato riconosciuto, da una sentenza definitiva, colluso con la mafia fino al 1980. Ma questi reati sono stati prescritti. Come è stata presentata all’opinione pubblica? Come un’assoluzione per Andreotti. Ecco un caso di ambiguità».
D’accordo. La sentenza Cuffaro sarà pure ambigua, ma lui dovrebbe comunque dimettersi.
«Non lo fa perché lui dice: vedete, non sono stato condannato per concorso esterno con la mafia. Dunque posso restare al mio posto. Nonostante avesse dichiarato che in qualunque caso e con qualunque sentenza lui si sarebbe dimesso. Questi qui non si scrostano dal loro potere. Perché scrostarsi dal potere per Cuffaro vuol dire far cadere l’Udc in Sicilia».
Un altro che non si dimette è Bassolino. Per motivi assai diversi. Ma certo gravi.
«Bassolino? Senta, i miti invecchiano. Non dovrebbero, ma purtroppo invecchiano. Il compito di un mito è anche quello di avere la percezione dell’appannamento del mito. Se non c’è questa percezione si finisce travolti dalla monnezza».
E invece?
«E invece io penso che se non fosse stato per il papa, se non fosse stato per Mastella, i politici italiani avrebbero trovato il miglior argomento al loro livello della discussione: la monnezza. Quello è un livello dove si muovono bene».
Vuol dire che la monnezza è una metafora dei mali italiani?
«La monnezza è la punta evidente di quello che per anni si continua a ignorare volutamente, e che è la questione meridionale, e che di volta in volta può assumere la forma di spazzatura, di Mastella, di Cuffaro, di camorra, di mafia, e tutto quello che vogliamo. Ma sempre una maniera di arrampicarsi per sopravvivere in un’Italia nettamente divisa in due».
Ma sono anni che la forbice si allarga sempre più.
«Vede, nell’Ottocento, quando cominciò a sorgere la cosiddetta questione meridionale, c’erano parecchi deputati meridionali che si battevano per la questione meridionale. Oggi si battono per altro, non per la questione meridionale».
Parliamo della sinistra. Dal luglio scorso, con il discorso di Veltroni al Lingotto di Torino a oggi sembra passato un secolo. L’immagine del Pd fatica a uscire fuori. I rimbrotti del papa, il problema della Campania, con Bassolino, con Mastella, regione amministrata dal centro sinistra, il trasferimento di magistrati come De Magistris...
«Senta, io verso il partito democratico ho avuto un atteggiamento chiaro fin dal primo momento. Ho pensato che era un qualcosa che non mi riguardava. L’estate scorsa Veltroni mi chiese di fare da garante per ciò che riguardava il Pd in Sicilia».
E lei cosa ha risposto?
«Rinunciai, perché istintivamente ho pensato che non volevo avere nulla a che fare con il Partito Democratico. Prima ancora che un fatto politico era un fatto sentimentale. Per me a 81 anni, era la perdita totale della mia identità di comunista. Mi hanno fatto diventare il mio abito da comunista un vestito da Arlecchino, pieno di vari colori, e non ero disposto a perdere gli ultimi dieci centimetri, di colore rosso che mi erano rimasti, di quel vecchio costume che avevo indossato per settant’anni. Però... ».
Però?
«Tutto quello che è successo dopo nel partito democratico non ha fatto altro che confermare le mie riserve. Comprese le inutili trattative con Berlusconi sulla legge elettorale, dove Veltroni ha fallito».
Ma ne è sicuro? La partita non è ancora per niente chiusa.
«Senta, il cavaliere è abituato come un danzatore a fare delle giravolte, e l’altro ieri ha fatto un’altra giravolta, e ha detto: meglio il referendum. Un’affermazione che pone fine a qualsiasi trattativa possibile sulla legge elettorale. Il problema non è mettere la signora Lario all’interno del Pd, ma è l’identità del Pd. Dove trovi la senatrice Binetti, ma trovi anche persone lontanissime dalle posizioni della Binetti».
Questo è pluralismo, posizioni diverse, è un arricchimento. O no?
«Certo. Io ogni domenica a casa mia ospito degli amici. Uno dei quali è fascista. L’altro giorno si è ammalato e io ho visto il mio salotto diventare grigio perché mancava la sua voce. A casa mia. Non in un partito politico. Un partito politico non può avere che dei timoniere in una direzione. E non può avere dei timonieri che mettono la rotta su diversi percorsi».
Lei pensa che la nuova questione meridionale sarà l’elemento che rischia di mandarci tutti a fondo?
«Ma vede. Io penso che nel 2008 l’operazione colonialista, iniziata subito dopo l’unità d’Italia nei riguardi del sud, sia arrivata al punto finale: questa colonia del sud rendendo sempre di meno, sempre di più viene abbandonata a se stessa. E la colonia del sud è come se non facesse parte dell’Italia, come qualche cosa di aggiunto all’Italia. Però se poi vado a vedere chi costituisce la mente direttiva delle industrie del nord, dell’informazione del nord, mi accorgo che sono dei meridionali. E allora mi sento in dovere di chiedere una quantificazione in denaro delle menti meridionali che promuovono il nord».
Vuole fare il conto?
«Voglio metterlo sul piatto della bilancia. Voglio vedere quanto può valere il cervello di un industriale meridionale che lavora e produce ricchezza al nord».
Ci sono cervelli del nord che producono ricchezza al sud?
«No, non esistono, quel poco di ricchezza del sud è prodotta da gente del sud».
Lei ha una spiegazione?
«La spiegazione risale al 1860. Quando una rivoluzione contadina venne chiamata brigantaggio. Per cui uccisero 17 mila briganti che non esistono da nessuna parte del mondo. Ed erano invece contadini in rivolta, o ex militari borbonici. Tutto già da allora ha preso una piega diversa. Quando fu fatta l’unità d’Italia noi in Sicilia avevamo 8000 telai, producevamo stoffa. Nel giro di due anni non avevamo più un telaio. Funzionavano solo quelli di Biella. E noi importavamo la stoffa. E ancora oggi è così».
Appunto, torniamo a oggi. Tutti questi danni sembrano arrivare sulle spalle della sinistra. Ma ancora non abbiamo toccato il caso Mastella.
«Mastella è un errore politico di Prodi. Che ora sta scontando amaramente. Fino al giorno prima della formazione del governo, io avevo appreso che Mastella era in ballottaggio con Emma Bonino per andare al ministero della difesa. Ci siamo svegliati il giorno dopo e abbiamo saputo che Mastella era diventato ministro della Giustizia. Non abbiamo avuto spiegazioni su cosa sia avvenuto quella notte. Ma è certo che fin dal primo momento, io personalmente, dissi: questo è un errore madornale».
In che senso?
«Mastella era il meno indicato a ricoprire l’incarico di ministro della Giustizia. Intendiamoci: non è detto che doveva andarci un giacobino. Sarebbe stato un errore di pari importanza. Ma al ministero della Giustizia bastano persone di buon senso. Non dico di mettere Francesco Saverio Borrelli. Ma una persona meno coinvolta di Mastella in quella che è la concezione della politica come merce e come potere. Noi ci aspettavamo un governo specchiato e adamantino. Mastella non è quella persona. Noi sappiamo che Mastella è un uomo che ama trattare».
E adesso che cosa si fa?
«Adesso assistiamo alle conseguenze. Ieri Berlusconi, cupamente, con il foularino al collo, ha detto: dobbiamo tornare subito a votare per una sostanziale riforma della giustizia. E tutti sappiamo cosa significa, per lui, la riforma della giustizia».
Un’ultima domanda: lei pensa questo paese sia profondamente corrotto dal punto di vista filosofico e culturale?
«Sì. Io sarò un pazzo però c’è una cosa che mi gira per la testa da un sacco di tempo: gli italiani sono un popolo incolto. Basta vedere quello che leggono e quanto leggono rispetto agli altri popoli. Sono convinto che Berlusconi il suo potere lo ha preparato già da 30 anni a questa parte, e dal momento in cui ha indirizzato in un certo modo le sue tv commerciali. Da quel momento il livello culturale degli italiani si è abbassato in maniera esponenziale. E lo vediamo dai deputati che produciamo. La nostra è una nazione destinata a un misero decadimento se non avviene uno scossone».
E lei crede sia ancora possibile questo scossone?
«Noi siamo capaci di scossoni, ma solo quando arriviamo alle porte coi sassi, come dicono i fiorentini. Non riusciranno più a fare la legge elettorale. Arriveremo al referendum. Va bene così. Sarà devastante? Che lo sia. Vedremo se poi riusciranno a rendersi conto che si devono veramente cambiare le cose».
Roberto Cotroneo
 
 

ANSA, 21.1.2008
Montalbano:set per 4 nuovi film Rai
Le riprese finiranno in agosto, messa in onda nel 2009

Roma - A fine marzo Luca Zingaretti sul set del Commissario Montalbano per quattro nuovi film del ciclo dai gialli di Andrea Camilleri. Nei luoghi della Sicilia sud occidentale ormai da anni sfondo e protagonista della fiction, il commissario Montalbano, che l'eta' non piu' giovane ha reso disilluso e piu' saggio (ma pronto a perdere la testa per una ragazzina) sara' protagonista dei quattro ultimi romanzi. Le riprese finiranno in agosto per una messa in onda su Raiuno prevista per il 2009.
 
 

Apcom, 21.1.2008
RAI/ 'Il commissario Montalbano' vince la prima serata di ieri
Su Raiuno, la replica 'Giro di Boa' vista da più di 5 milioni

Roma - La replica de 'Il Commissario Montalbano' con l'episodio 'Giro di Boa' vince la prima serata di ieri in tv. Trasmessa su Raiuno, la puntata è stata vista - si legge in un comunicato Rai - da 5 milioni 719mila telespettatori con il 23,55 di share risultando il programma più visto della serata.
[...]
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.1.2008
Il traduttore Jean Paul Manganaro, parigino di Avola
Il francese dei siciliani
Dal "Gattopardo" al teatro di Scaldati "Vorrei cimentarmi con D´Arrigo"

Lui si definisce definito con orgoglio "siculo-francese", e non a caso ha vinto il Premio Mondello per la traduzione francese del romanzo siciliano per antonomasia, "Il Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa. Ma il legame con la Sicilia di Jean Paul Manganaro va oltre l´origine di sangue e si traduce, è il caso di dirlo, nella carnalità della lingua e dei ricordi che per lui sono «sostanze mentali ed affettive». Ritenuto uno dei traduttori più apprezzati di opere italiane contemporanee in Francia - molte delle quali di autori siciliani - Manganaro è nato a Parigi da madre francese e ha vissuto fino all´età di vent´anni ad Avola, città natale del padre. Oggi insegna storia della letteratura italiana contemporanea all´Università di Lille in Francia.
[...]
Gli autori siciliani sono ancora molto letti in Francia?
«Sicuramente il primato rimane a Leonardo Sciascia, uno degli autori più letti e studiati. Insieme a Calvino è uno degli scrittori di stampo post-illuministico che i francesi amano molto. Non è un caso che circolino in francese le loro opere complete. E il successo che ha avuto in Francia questa ultima traduzione del "Gattopardo" è molto significativo, vuol dire che l´interesse per gli autori siciliani è intramontabile. Invece i libri di Andrea Camilleri non hanno avuto il successo sperato: non c´è stato il boom italiano. Forse perché nei suoi testi c´è un gioco di parole così intricato e un tono così scherzoso che la traduzione non riesce a cogliere».
Claudia Brunetto
 
 

Il Giornale di Vicenza / L'Arena, 23.1.2008
Libri. Gli autori che dovrebbero occupare le classifiche di questi mesi iniziali
Camilleri, De Cataldo e Ravera i primi big
Altro personaggio femminile per lo scrittore siciliano. Valeria Parrella racconta della napoletana Maria

[...]
Altro personaggio femminile per Andrea Camilleri che ne «Il tailleur grigio» narra la storia di Adele, donna fatale che sa come proporsi e punta sugli effetti di un normale e elegante vestito dai molti significati, compreso uno che forse dovrebbe restare segreto ed è la molla di tutto il racconto, questa volta edito da Mondadori.
[...]
Paolo Petroni
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 24.1.2008
I colori di Roma, in edicola con Repubblica

Roma, i colori di una città. Intorno a questo tema hanno scritto e creato nel corso di un anno gli artisti e gli scrittori sulle pagine romane di Repubblica. Iniziativa che va avanti dal 1999, da quando con "Roma in Giallo" si provò a mettere insieme parole e segni, creando un format culturale di successo. Questa volta il progetto ha riguardato 40 scrittori (da Marco Lodoli a Vincenzo Cerami, da Elena Stancanelli a Melania Mazzucco, da Erri De Luca a Edoardo Sanguineti, da Raffaele La Capria ad Andrea Camilleri, da Emanuele Trevi a Nanni Balestrini, da Federico Moccia a Lidia Ravera, da Patrizia Cavalli a Ugo Riccarelli, solo per citarne alcuni) e 40 artisti, protagonisti della scena pittorica contemporanea. Quelle storie e quei lavori sono diventati ancora una volta un libro, "I colori di Roma": quasi 350 pagine di parole e immagini. Un volume che arriva in edicola insieme a Repubblica a partire dal prossimo giovedì 31 gennaio al costo di 6,90 euro oltre al prezzo del quotidiano.
 
 

Il Resto del Carlino (Pesaro), 25.1.2008
La mostra
Mattiacci ‘spara’ nel cosmo Torino
Nella città-culla dell’arte povera, un vero successo per lo scultore dei tempi moderni. Esposte cinque opere al museo comunale, la più geniale quella realizzata con un quintale di alluminio e di titanio appesa a una parete

[…]
Torna felice da Torino Eliseo Mattiacci e ironizza anche sui sussulti ironici della vita: ''Ho dovuto fare venti flebo di ferro, se l’avessi saputo mi sarei fatto tutti i giorni, nello studio, delle pappine...''. Non male per uno che ha fatto del ferro la sua argilla. Prossima avventura a Roma: in programma un duetto tra scultura e scrittura, Mattiacci-Camilleri.
Maurizio Gennari
 
 

Arte.Go
I colori di Roma

Si inaugura martedì 5 febbraio la mostra "I colori di Roma". Allestita nel Foyer Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, l’esposizione è promossa dall’Assessorato alle Politiche culturali del Comune di Roma e dalla Fondazione Musica per Roma.
”Colori di Roma” nasce da un’iniziativa del quotidiano La Repubblica che ha invitato autori che si esprimono secondo diversi linguaggi a creare un’opera, e a contaminare gli stili, per le pagine culturali della cronaca di Roma.
Una ideale tavolozza romana in cui le tinte forti o i passaggi delicati del racconto ispirato alla città, si incrociano, e spesso si fondono, con i toni decisi e le sfumature più delicate della pittura, ma anche del disegno e della fotografia.
Giunta al nono anno, la rassegna è iniziata nel 1999 con la serie "Roma in giallo", per passare l’anno successivo alle “Storie d’amore” e poi a "Roma in blu", a "Notti romane" e alle "Vacanze romane", ai "Misteri di Roma", quindi a "Strade di Roma" per finire l’anno passato con gli "Interni romani". L’iniziativa editoriale è stata sempre conclusa da un libro che ha raccolto i testi e le immagini pubblicate. Ma anche da una mostra in cui gli artisti hanno proposto anche un esempio del proprio lavoro; e dopo la Casa delle Letterature, i saloni della Gnam, villa Poniatowsky, l’anno passato l’esposizione s’è tenuta nel foyer dell’Auditorium Parco della musica di Roma, che torna quest’anno ad ospitare la collettiva.
La prima edizione di questo lungo percorso ha visto insieme dieci scrittori e dieci artisti, l’anno scorso erano 30 e 30. Quest’anno si è arrivati al numero più alto, 80 in tutto.
Esponenti delle più importanti tendenze dell’arte contemporanea, legati al mondo della cultura romana e appartenenti a differenti generazioni, da quella dei maestri del dopoguerra alle nuove leve, gli autori delle immagini sono: Carla Accardi, Giovanni Albanese, Andrea Aquilanti, Matteo Basilè, Elisabetta Benassi, Paolo Canevari, Bruno Ceccobelli, Sandro Chia, Francesco Clemente, Marco Colazzo, Nicola De Maria, Gianni Dessì, Mauro Di Silvestre, Stefano Di Stasio, Lino Frongia, Rossella Fumasoni, Giuseppe Gallo, Paola Gandolfi, Alessandra Giovannoni, Jannis Kounellis, Felice Levini, H. H. Lim, Carlo Maria Mariani, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Elisa Montessori, Nunzio, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Alfredo Pirri Vettor Pisani, Piero Pizzi Cannella, Oliviero Rainaldi, Giuseppe Salvatori, Andrea Salvino, Bernardo Siciliano, Donatella Spaziani, Marco Tirelli, Cy Twombly, Luciano Ventrone.
Tra le più belle penne della letteratura italiana, la lista degli scrittori comprende romanzieri ma anche poeti, autori di best seller e giovani da poco presenti sulla scena editoriale italiana: Fulvio Abbate, Edoardo Albinati, Nanni Balestrini, Andrea Camilleri, Rocco Carbone, Giulia Carcasi, Patrizia Cavalli, Ascanio Celestini, Vincenzo Cerami, Mauro Covacich, Erri De Luca, Chiara Gamberale, Luigi Guarnieri, Raffaele La Capria, Nicola Lagioia, Marco Lodoli, Melania Mazzucco, Federico Moccia, Antonio Pascale, Lorenzo Pavolini, Aurelio Picca, Francesco Piccolo, Tommaso Pincio, Christian Raimo, Lidia Ravera, Ugo Riccarelli, Elena Stancanelli, Carola Susani, Emanuele Trevi, Valeria Viganò, Edoardo Sanguineti, Domenico Starnone, Igiaba Scego, Beppe Sebaste, Walter Siti, Amara Lakhous, Letizia Muratori, Giancarlo De Cataldo, Cristina Ali Farah, Valentino Zeichen.
I colori di Roma - Periodo: 5 febbraio - 6 marzo 2008
Auditorium Parco della Musica - Foyer Sino poli - Roma
Ingresso gratuito - Orari: dal lunedì al sabato dalle ore 11 alle ore 20; domenica dalle ore 10 alle ore 20
www.auditorium.com - Tel. 06-80241281
 
 

RagusaNews.com, 26.1.2008
Scicli set della Vigata del 600

Nel centro di Scicli arriverà il mare e si trasformera' in un vecchio borgo marinaro. Non e' una previsione catastrofica di Nostradamus, ma gli sciclitani potrebbero presto vedere con i loro occhi il mare nella zona del Carmine. Per una finzione scenica, infatti, Scicli diventera' la Vigata del ‘600 per due film per il cinema che saranno realizzati nei prossimi mesi nella citta' barocca patrimonio dell'Umanita'. Le pellicole cinematografiche saranno ispirate ai libri di Andrea Camilleri dedicati alla citta' immaginaria, ispirata alla reale Palma di Montechiaro. Ma in questo caso non c'entra Montalbano. Si tratterebbe di sceneggiature che andrebbero a ricostruire la vita dei vecchi borghi marinari, raccontando storie di pescatori, storie di mari. E per realizzare le riprese sara' modificato temporaneamente il sito del Carmine. Verra' creato una sorta di riempimento per consentire di portare in centro il mare. Saranno realizzate delle piccolissime dighe a tenuta stagna per trasformare la zona in un vecchio borgo marinaro. Effetti scenici di grande impatto che si annunciano particolarmente interessanti anche agli occhi degli addetti ai lavori.
Ma la citta' barocca tornera' presto ad ospitare anche Montalbano, cosi' come altri siti della provincia di Ragusa. Accadra' tra marzo ed agosto per la realizzazione delle fiction televisive. Quattro nuove puntate per il commissario di Polizia piu' amato dall'Italia, come dimostrano anche le recenti puntante andate in replica su Raiuno con ottimi dati di ascolto rilevati dall'Auditel. Torna infatti la Palomar per la produzione dei film tv dedicati alle imprese di Montalbano, che torna dunque in tv per raccontare il bene, a differenza delle ultime storie prodotte con i film dedicati agli atti criminali dei mafiosi di turno. E sara', nonostante le voci che si sono rincorse nell'ultimo periodo, ancora una volta l'attore Luca Zingaretti ad impersonare il commissario Salvo Montalbano, cosi' come ancora una volta sara' Alberto Sironi il regista che dirigera' le nuove avventure che finiranno in onda sul primo canale della Rai.
La provincia iblea torna dunque ad essere set cinematografico. La conferma e' arrivata ieri pomeriggio a Scicli dove si sono svolte alcune riunioni preliminari a cui faranno seguito dei sopralluoghi e ulteriori nuovi incontri per definire i particolari di una presenza, quella del cinema di qualita', che ha gia' fruttato tanta gratuita pubblicita' alla citta' sciclitana e all'intera provincia iblea. Lo conferma anche l'assessore comunale Mario La Rocca di Scicli: “Ritornano le troupe della Palomar e, in prospettiva, anche quelle cinematografiche di altri produttori pronti a girare ancora una volta a Scicli le proprie pellicole. Un fatto decisamente positivo per tutto il territorio perche' portera' grande promozione ma anche buone risorse economiche. Insomma il nostro barocco, i nostri monumenti, i nostri ambienti saranno protagonisti centrali di set cinematografici importanti, a partire da quello di Montalbano che tanto successo ha riscosso in Italia e all'estero”.
 
 

Tutti i colori del giallo, 27.1.2008
Bernardo Provenzano raccontato da Andrea Camilleri
Cliccare qui per scaricare il podcast della puntata

"Voi non sapete quello che state facendo". È così che Bernardo Provenzano ha accolto le forze dell'ordine al momento dell'arresto. Il segno di un ordine costruito con sotterranea implacabilità. E i "pizzini", con i loro codici e sottocodici, con il tono ora criptico, ora oracolare, ora dimesso, sono l'arcaico sistema che regola una modernissima ragnatela. Nel rigoglio della sua produzione narrativa quasi mai, per esplicita scelta, Andrea Camilleri ha toccato il tema della mafia. Ma quando i pizzini di Provenzano sono stati resi pubblici è stato subito chiaro che costituivano per lui un'opportunità di riflessione imperdibile: linguisticamente anomali, antropologicamente emblematici per la concezione della religione, della famiglia, delle gerarchie dei rapporti tra le persone, sembravano fatti apposta per entrare nell'universo letterario dello scrittore. E nato così il volume "Voi non sapete" (Mondadori) che è al centro di una lunga chiacchierata radiofonica di Andrea Camilleri a "Tutti i colori del giallo".
 
 

Il Mattino, 27.1.2008
«Sarò Urbani medico ed eroe dimenticato»

«Il soggetto è bellissimo. L’ho scelto con Carlo Degli Esposti, che con la sua Palomar è il produttore delle fiction su Montalbano. La storia è quella di un eroe dei nostri tempi, vero e dimenticato, Carlo Urbani, il medico italiano che per primo individuò il virus della Sars. [...]». Luca Zingaretti, il volto televisivo del commissario Montalbano di Camilleri, è sempre alla ricerca di personaggi «capaci di affascinarmi».
[...]
«[...] Camilleri, già ai tempi in cui era mio professore all’Accademia, aveva una straordinaria capacità di affabulare, sapeva trovare lo straordinario nel quotidiano. Ecco, forse il segreto della vita è cercare epifanie ogni giorno».
[...]
E Montalbano. Cosa ha messo di suo in lui?
«No, io non porto i personaggi verso di me, vado io verso di loro. E poi Montalbano è descritto così bene dall’autore che avrebbe fatto la felicità di qualunque attore. Con lui non era importante la fisicità dell’interprete, quanto la sintonia con la sua anima, per non scontentare innanzitutto i lettori».
Ora l’aspettano altri quattro episodi per Raiuno.
«Sì, ”La luna di carta”, ”La vampa d'agosto”, ”Le ali della sfinge” e ”La pista di sabbia”. Cominceremo le riprese a fine marzo per terminare a fine estate».
Si sente costretto dal personaggio come Sean Connery in Bond?
«I personaggi che costringono sono quelli che non permettono a un attore di fare altro. Non è il mio caso. Sono felice che per una parte del pubblico io rappresento Montalbano, ma sono ancora più contento che egli non mi abbia schiacciato».
[...]
Luciano Giannini
 
 

Apcom, 28.1.2008
RAI/ Raiuno, Il commissario Montalbano visto da piu' di 5 milioni
La replica della serie vince prima time con il 24.32 di share

Roma - La replica del 'Commissario Montalbano' con l'episodio 'Tocco d'artista', trasmesso ieri su Raiuno, ha ottenuto - si legge in un comunicato Rai - 5 milioni 744mila spettatori con il 24,32 di share, risultando il programma piu' visto nel prime time.
[...]
 
 

Rai Radiouno - Nudo e crudo, 29.1.2008
Quotidiano di passioni, mode, debolezze. Conduce Giulia Fossa'
La cultura della legalità
Ospiti dell'appuntamento odierno con Giulia Fossà: lo scrittore Andrea Camilleri; Nino Amadore, giornalista de 'Il Sole 24 ore'; Marcella Alletti, docente palermitana; Giuseppe Mammoliti, sindaco di San Luca e Alessandro studente palermitano. Nello spazio dedicato agli appuntamenti, in studio Mario Biondi.
Cliccare qui per ascoltare la registrazione della puntata

Fra le altre cose Camilleri ha detto: «La battaglia di Confindustria nei confronti del pizzo è il primo atto vero, concreto e organizzato di guerra alla mafia. È la prima volta che la società civile prende posizione, e vorrei non pensare a un caso il fatto che, dopo la presa di posizione della Confindustria siciliana, il numero due della mafia, Lo Piccolo, sia stato arrestato. Io credo che, appoggiandoci l'uno all'altro uomini di legge e società civile, si possa veramente avverare il sogno di Falcone».
 
 

L'Opinione, 29.1.2008
Il Commissario più famoso della Tv ha sbancato gli ascolti travolgendo la concorrenza con il 24,32% di share
Il tocco d’artista di Montalbano

La creatura nata dalla penna di Andrea Camilleri – a cui Luca Zingaretti ha prestato il volto sul piccolo schermo – continua a mietere successi tra il pubblico italiano. Da domenica 13 gennaio, Rai Uno propone “I grandi classici di Montalbano”, raccolta di cinque tra i più avvincenti film con protagonista il Commissario di Vigata. L’episodio “Il tocco d’artista”, ispirato all’omonimo racconto contenuto nella raccolta “Un mese con Montalbano”, giunto al suo quarto passaggio televisivo sbanca l’Auditel e travolge la concorrenza totalizzando una media di 5.744.000 telespettatori e il 24,32% di share. Nella serata del 27 gennaio, a seguire le accurate indagini del commissario siciliano più famoso della tv è prevalentemente un pubblico femminile (26,29% di share), di età superiore ai 45 anni che raggiunge il picco del 32,76% di share tra gli over 65enni, variegato dal punto di vista socioeconomico, ma in possesso principalmente di istruzione elementare (28,11% di share) e di diploma di laurea (29,49% di share). Il successo televisivo di Montalbano risale all’ormai lontano 1999, quando la Rai trasmette “Il ladro di merendine” e “La voce del violino” seguiti, l’anno successivo, da “La forma dell’acqua” e “Il cane di terracotta”.
Nel 2001, Montalbano torna su Rai Due con gli inediti “La gita a Tindari” (7.357.000 telespettatori e 29,65% di share) e “Il tocco d’artista” (6.311.000 telespettatori e 23,75% di share) seguiti dalle repliche dei cicli precedenti che hanno continuato ad attrarre cospicue fette di audience sfiorando complessivamente i 5 milioni e mezzo di telespettatori e il 22,30%di share. Dopo circa un anno e mezzo di pausa, Montalbano torna – questa volta promosso sulle frequenze di Rai Uno – con quattro nuove avventure. Tra ottobre e novembre 2002 più di 9 milioni di telespettatori si lasciano affascinare dalle sottili indagini di Montalbano-Zingaretti, toccando il record di 9.892.000 telespettatori e 34,45% di share con “Gli arancini di Montalbano”. Malgrado una fitta messa in onda di sempre più seguite repliche, il pubblico televisivo è costretto ad aspettare quasi tre anni per godere nuovamente di episodi inediti. Nelle serate del 22 e 29 settembre 2005 vengono trasmessi “Il giro di boa” e “Par condicio” e gli ascolti di Rai Uno si impennano: 8.800.000 telespettatori (33,24% di share) seguono il primo dei due eventi, assestandosi a quota 8.464.000 e 31,77% la settimana successiva.
Nel frattempo si rincorrono le voci – e, sfortunatamente per i fan, le dichiarazioni ufficiali – che quelli del 2006 saranno gli episodi conclusivi della saga: nelle serate del 7 e del 13 marzo debuttano così su Rai Uno “La pazienza del ragno” e “Il gioco delle tre carte”, che conquistano complessivamente una media di 8.536.000 telespettatori e il 31,10% di share. Come annunciato nei giorni scorsi, però, nei prossimi mesi si inizieranno a girare altri quattro film (“La Luna di Carta”, “Vampa d’Agosto”, “Le Ali della Sfinge” e “La Pista di Sabbia”) presumibilmente in onda nel 2009. Ai telespettatori, fino ad allora, non resta che consolarsi con le repliche.
Federica Strangolagalli
 
 

La Sicilia, 29.1.2008
Fabrizio Catalano direttore del teatro

Racalmuto. Fabrizio Catalano, giovane regista e nipote dello scrittore racalmutese Leonardo Sciascia, è stato nominato dal sindaco Salvatore Petrotto, direttore artistico del teatro Regina Margherita. Catalano succede allo scrittore empedoclino Andrea Camilleri.
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Nicolo' Giangreco
 
 

Wuz, 30.1.2008
Se ne parla
Inarrestabile, imprevedibile Camilleri
A più di ottant’anni, lo scrittore siciliano non perde la voglia di scrivere e di tentare nuove strade narrative, come provano i successi più recenti: “Voi non sapete” e “Maruzza Musumeci”. Montalbano permettendo...

Fino a qualche anno fa, la produzione narrativa di Andrea Camilleri si lasciava facilmente suddividere in due filoni: da una parte le “Storie di Montalbano”, dall’altra i “Romanzi storici e civili”, per riprendere i titoli dei due Meridiani usciti nel 2002 e nel 2004. Oggi invece il panorama appare mutato, e sempre più difficile da abbracciare con un unico sguardo: il che rende prezioso “Il carico da undici” (Barbera, 2007, pagg. 618, euro 15,90), volume recentemente approntato da Gianni Bonina, dove trovano posto un saggio, un’esauriente intervista e le trame delle 47 opere firmate da Camilleri.
Non che lo scrittore siciliano abbia deciso di cambiare il mazzo, beninteso: tant’è che presto Sellerio pubblicherà “La danza del gabbiano”, un’altra avventura del commissario di Vigata (gli ultimi due episodi della saga, già completati, usciranno postumi per volontà dell’autore). Ultimamente, però, Camilleri appare sempre più incline a giocare nuove carte. In “Voi non sapete” (Mondadori, 2007, pagg. 212, euro 17,00), ad esempio, affronta di petto la mentalità e i codici della mafia, che nei romanzi relega sullo sfondo, nella convinzione che si debba evitare ogni nobilitazione anche involontaria di un fenomeno da lasciare ai verbali delle forze dell’ordine e ai saggi degli studiosi.
”Voi non sapete” (i cui proventi sono devoluti a fini benefici) appartiene a quest’ultima categoria, poiché consiste in un’illuminante analisi dei “pizzini” di Bernardo Provenzano, strutturata sul modello di un dizionario, con una sessantina di voci alfabeticamente disposte, concluse dalla sconcertante uscita evangelica che dà il titolo al volume, mormorata dal boss corleonese al momento dell’arresto: «Voi non sapete quello che state facendo».
La corrispondenza scoperta nel covo di Provenzano dopo la cattura colpisce sotto molti aspetti: non solo per l’impassibile condotta da ragioniere del crimine, ma anche per l’ossessivo ricorrere di lodi al Signore e per lo stile, tanto efficace quanto sgrammaticato.
A ben guardare, in “Voi non sapete” Camilleri non fa altro che applicare alla realtà la passione per il documento che in narrativa alimenta la sua vena di strepitoso falsario, che scorre inarrestabile da “La scomparsa di Patò” sino a “Il tailleur grigio”, un nuovo romanzo (in uscita a febbraio presso Mondadori) giocato attorno ad alcune lettere anonime e ai maneggi di una donna irresistibile.
Tale è pure “Maruzza Musumeci”, la sirena che presta il suo nome a un racconto fiabesco (Sellerio, 2007, pagg. 151, euro 10,00), nel quale ritorna l’atmosfera di meraviglioso rurale che pervade alcune delle prove più alte di Camilleri (come “La stagione della caccia” e “Il re di Girgenti”), ben condensata nel ruolo conferito a un olivo saraceno, l’albero della memoria a cui pure Montalbano si abbarbica nei momenti di difficoltà.
Le vicende di Maruzza e di suo marito Gnazio, inquieti e felici nella loro geometrica casetta costruita sugli scogli, attraversano tutto il primo Novecento per terminare nel 1943.
Là dove inizia un’altra storia siciliana di sirene, flutti e malìe: “Horcynus Horca”.
Mauro Novelli
 
 

ANSA, 31.1.2008
Cinema: 'Soltanto un naso rosso'
Film di Mortelliti e ragazzi diplomati alla Silvio D'Amico

Roma - La grande metafora del rapporto introspettivo dell'uomo a confronto con i propri simili. E' il tema di 'Soltanto un naso rosso'. Il film di Rocco Mortelliti, realizzato da diplomati dell'Accademia di arte drammatica 'Silvio D'Amico'. Un gruppo di circensi cacciato da un circo si ritira in una fabbrica dismessa per preparare uno spettacolo. Che non vede la luce perche' si e' perduto il coraggio di affrontare la realta'. Contributo di Andrea Camilleri.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 31.1.2008
Palermo e i suoi giallisti due documentari alla Rai
Le testimonianze degli scrittori e un film su Piergiorgio Di Cara

Sarà per i suoi vicoli e per il mistero che sempre si respira, sarà per la naturale propensione al pensiero contorto, ma Palermo resta uno scenario ideale per l´ambientazione di libri gialli e noir. Ed è ispirandosi a questo contesto che il giovane regista palermitano Floriano Franzetti ha realizzato i film "A proposito di Palermo: gli scrittori" e "Piergiorgio Di Cara - Un commissario in nero", che vengono proiettati domani alle 17 all´auditorium della Rai di viale Strasburgo. I documentari sono ideati e prodotti dalla società Tulipe noire, e al termine della presentazione interverranno alcuni scrittori, tra cui Piergiorgio Di Cara e Gery Palazzotto.
I film hanno un taglio differente l´uno dall´altro, come racconta Franzetti: «Il primo, quello dedicato alla città e agli scrittori, ha una impostazione più classica, propone la storia di un anonimo scrittore che inizia la stesura di un libro giallo. Il tema della scrittura e il luogo scelto, cioè Palermo, sono narrati attraverso le interviste a nove scrittori palermitani». Si raccontano Daniele Billitteri, Giacomo Cacciatore, Davide Camarrone, Gian Mauro Costa, Piergiorgio Di Cara, Valentina Gebbia, Gery Palazzotto, Santo Piazzese e Salvo Toscano. Le musiche originali del film sono di Giuseppe Cangemi.
Incentrato su un unico protagonista è invece "Piergiorgio Di Cara, Un commissario in nero", tra fiction e documentario, che racconta del commissario - giallista con una ambientazione teatrale e le interviste-testimonianze a Andrea Camilleri, Valerio Evangelisti e Luigi Bernardi.
Paola Nicita
 
 

 


 
Last modified Wednesday, August, 03, 2011