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RASSEGNA STAMPA

FEBBRAIO 2013

 
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 1.2.2013
Andrea Camilleri Un'amicizia. Angelo Canevari

Martedì 12 febbraio, alle ore 17,30, nella Sala Dante di Palazzo Poli (Fontana di Trevi), Andrea Camilleri presenta il suo ultimo libro dedicato all'artista Angelo Canevari. Introduce l'incontro Maria Antonella Fusco, Dirigente dell'istituto nazionale per la grafica. Intervengono lo storico dell'arte Elena Pontiggia, Vitaliano Tiberia, Presidente dell'Accademia dei Virtuosi al Pantheon. Sarà presente Angelo Canevari.
Il libro è una storia di un'amicizia, un omaggio ad un grande artista attraverso le parole di un grande narratore.
"Quella di Angelo Canevari è l'unico prezioso esempio di una scultura che adoperi non solo lo spazio ma soprattutto il tempo come elemento essenziale della composizione. Certo la cera, certo il bronzo, ma in quella cera, in quel bronzo, a farne materia nobile Canevari ha il dono rarissimo di immettervi un coagulante di tempo. Il suo tempo, la sua concezione della storia". Così Camilleri in uno dei numerosi scritti dedicato, negli anni, ad Angelo Canevari.
Angelo Canevari è nato a Roma nel 1930. Figlio d'arte, più che alla scuola deve la sua formazione artistica alla frequentazione di artisti quali Corrado Cagli, Mirko, Ettore Colla, Mannucci e Burri. Invitato nel 1965 alla Biennale dei Giovani di Parigi, vince nel 1967 il Primo Premio assoluto di Scultura della VII Biennale d'Arte Sacra dell'Antoniano di Bologna. Da quest'epoca collabora con il Vaticano ed è autore di numerose opere tra cui il cofano di bronzo per la Porta Sacra di San Pietro e diverse monetazioni vaticane. Dagli anni ottanta in poi si dedica quasi esclusivamente ad opere monumentali, tra le quali le tre Porte bronzee per il Duomo romanico di Belluno ed il monumento commemorativo del Traforo autostradale del Fréjus.
Angelina Travaglini

Informazioni Evento:
Costo del biglietto: libero
Prenotazione: Nessuna
Luogo: Roma, Istituto Nazionale per la Grafica
Orario: 17,30
Telefono: 06.69980230
E-mail: in-g.ufficiostampa@beniculturali.it
Sito web: http://www.grafica.beniculturali.it
Dove:
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica
Città: Roma
Indirizzo: Via Poli 57
Provincia: (RM)
Regione: Lazio
 
 

BCNegra, 1.2.2013
Taula rodona

A les 19 h, a la mateixa biblioteca Jaume Fuster tindrà lloc la taula rodona Testimonis d'Andrea Camilleri, amb la participació de Jordi Canal (director de la Biblioteca La Bòbila de l'Hospitalet de Llobregat), Lilian Neuman (periodista) i Pau Vidal (traductor).
Moderador: Joaquim Noguero
 
 

l'Unità, 4.2.2013
Il caso
“Non lasciamo soli Sibari e la Calabria”
Iniziative e appelli per il sito archeologico invaso dal fango dopo la piena del fiume Crati. E per il 16 febbraio il Pd organizza una manifestazione con artisti e intellettuali

Andare a Sibari può essere un'avventura alla Indiana Jones, provate a studiare il percorso attraverso internet: in treno naturalmente non c'è alta velocità, l'unico intercity parte da Roma alle 7 e 39 del mattino, cambio a Paola fino a Castiglione Cosentino e, poi, il regionale fino a Sibari. Solo 6 ore e 11 minuti, se tutto va bene, ma la ferrovia è a un solo binario quindi non sono da escludere attese e ritardi. In alternativa il viaggio si aggira intorno alle otto ore. In aereo non è molto meglio: arrivo a Lamezia oppure a Reggio e, poi, auguri! In auto o bus sulla dorsale Jonica 106, detta la strada della morte.
Un contesto che spiega molto sul perché la notizia dell'esondazione del Crati che ha coperto di fango il più straordinario sito della Calabria greca, abbia impiegato alcuni giorni a scavallare la Sila e raggiungere l'opinione pubblica nazionale. Il sito archeologico è ancora sotto il fango, le idrovore hanno smesso di aspirare acqua perché si teme che il rimedio possa peggiorare il male, il fango essiccato rischia di «tirare» e far saltare le decorazioni musive del sito, le soluzioni sono allo studio.
Questo insieme di ragioni ha spinto il Pd calabrese a non mollare il tema e ad organizzare, per il 16 febbraio, una manifestazione a Sibari con la collaborazione di gente dello spettacolo e intellettuali, Andrea Camilleri - di cui pubblichiamo a fianco la lettera, ha già dato la sua adesione. E di arrivare a quella data promuovendo altre iniziative (il 12 ci sarà una conferenza stampa a Roma) in modo da non lasciar cadere nel dimenticatoio un dramma che «deve trasformarsi in una opportunità».
[…]
Jolanda Bufalini


Il commento
Distruzioni «silenziose»: un delitto contro noi stessi

La distruzione di buona parte dell'importantissimo parco archeologico di Sibari e il fatto stesso che di un evento così tragico se ne sia parlato tanto poco è il segno evidente del degrado ambientale in cui verte tutto il territorio italiano.
Finiamo con l'essere sollecitati ogni volta che i disastri geologici, dovuti all'incuria, colpiscono case, centri abitati, popolazioni ma tendiamo a trascurare il danno irreversibile che viene procurato al nostro patrimonio artistico. Come è stato per il caso di Pompei e adesso quello di Sibari.
Disperdere definitivamente il nostro patrimonio artistico non solo è un lusso che non ci possiamo permettere; si tratta di un delitto contro la nostra cultura, contro la ragione stessa dell'essere italiani, abitanti di una nazione nota in tutto il mondo per la sua storia artistica.
Oltre alla distruzione del parco e alla perdita irrevocabile di una ricchezza si deve considerare il doppio danno costituito dalla conseguente minore affluenza di turismo.
Ci troviamo difronte ad una situazione in cui è necessario fare un passo avanti: non basta più correre ai ripari nei casi di emergenza.
Occorre pensare seriamente ad un'opera di prevenzione poiché emerge, con evidente drammaticità, che la nostra situazione geologica è a forte rischio.
Qualsiasi iniziativa dunque che tenda a questo scopo non solo è lodevole ma doverosa.
Andrea Camilleri
 
 

Libri e Parole, 4.2.2013
il tuttomio di Andrea Camilleri. Recensione, che delusione

Su queste pagine virtuali ho più volte decantato le lodi a Andrea Camilleri, perché lo ritengo uno dei migliori scrittori italiani. Amo i suoi scritti, oltre ad affrontare il giallo in chiave nostrana riesce sempre e comunque, nonostante l’oggetto macabro del giallo, a farmi sorridere. Comportamenti, atteggiamenti e ragionamenti dei suoi personaggi, dal classico Montalbano, fino ai meno noti racconti, si impossessano delle simpatie del lettore, accompagnandolo a districare complicati intrighi, o, semplicemente, a osservare la natura umana con maggiore comprensione.
Questo, purtroppo, non è accaduto con il tuttomio , nonostante il suo primo posto incontrastato in classifica, probabilmente dovuto al talento di Camilleri. Ammetto il mio limite: non ho capito. Non ho compreso il torbido Io di Arianna, la protagonista, non ho respirato mistero, chiaro fin dalle prime righe; infine, non ho capito perché questo romanzo è stato definito dalla critica: imbarazzante. Perché parla di sesso? Sesso non convenzionale?
Il vecchietto, ricco, incontra la bella Arianna, giovane psicopatica, lui non può soddisfare i giovani desideri carnali, per non perderla sceglie, per lei, due o tre giovani capaci, si spera, di soddisfare ogni ardore della bella. Ad Arianna spetta la scelta finale.
Certo, tutte le donne sognano di incontrare un lui ricco e pronto a soddisfare i desideri, anche mettendosi da parte. Tutte? Non ne sono così sicura. Ma non è stata la trama a lasciarmi perplessa, bensì lo stile narrativo scelto, onirico e, volutamente, poco realistico. Un omaggio alla psicoterapia, letteraria e non.
Da un lato Camilleri abbandona il romanzo giallo siciliano, scostandosi non solo da un preciso genere, ma, anche, da quella lingua tanto amata: il siciliano italianizzato. Questo gli fa onore, un rischio abbandonare il certo per proporre uno stile diverso. Un rischio affrontato dalla Mondadori ora per cavalcare l’onda del romanzo erotico o una precisa provocazione di Camilleri per dimostrare ai più che il genio proprio dello scrittore sa andare molto oltre, e può osare proponendo il diverso?
Dall’altro lato però è bene sottolineare che l’influenza siciliana appare comunque evidente, l’omaggio a Sciascia è limpido, trasparente.
Eppure il tuttomio mi ha lasciata insoddisfatta, come donna, come lettrice. Mi piacerebbe scambiare due parole con Camilleri per capire il perché del mio distacco, mi piacerebbe, ma poiché immagino abbia ben altro da fare, vado oltre aspettando altre sue opere, classiche o meno.
Arianna chiude la porta ma senza girare la chiave, si spoglia rapidamente. resta nuda. Mette l’orecchio contro la parete di cartongesso che separa la sua cabina da quella accanto, ascolta. Nessun rumore. Ma che sta facendo il ragazzino? Le viene da sorridere. Si china un po’ di più, guarda dall’immancabile buco.
Anna
 
 

Ravennanotizie.it, 4.2.2013
La fantascienza protagonista di Sogni on demand con Another Earth

[...]
Contest letterario. Domenica 3 febbraio si sono chiuse le votazioni per il contest letterario. Il pubblico era chiamato a scegliere tra due film: "La misteriosa scomparsa di Patò" [Sic!; NdCFC] ispirato al romanzo di Andrea Camilleri e "Cadaveri eccellenti" tratto da un libro di Leonardo Sciascia. Con il 55% delle preferenze si è imposto "La misteriosa scomparsa di Patò", che verrà proiettato martedì 12 febbraio alle 21, sempre al Cinemacity.
 
 

l'Unità, 5.2.2013
Camilleri, ecco la Fondazione
Al via il restauro della casa donata dallo scrittore
La sede sarà ristrutturata dall'università Kore di Enna. Ce ne parla il presidente Cataldo Salerno
Il rettore Puglisi: "Lo scrittore siciliano è molto amato e attirerà parecchi lettori, studiosi e turisti"
Cliccare qui per l'articolo integrale in pdf

Cultura, architettura, letteratura, è la triade di questa storia. Nell'Agrigentino la Fondazione Camilleri avrà come sede la casa donata dall'inventore di Salvo Montalbano e sarà ristrutturata dall'università Kore di Enna, guidata dal presidente Cataldo Salerno.
[...]
Salvo Fallica
 
 

Il Messaggero, 5.2.2013
Laterza, cinque proposte per un movimento formato dai lettori
L’appello

Un movimento dei lettori. Questo vorremmo provare a creare insieme a tanti insegnanti, bibliotecari, librai, editori e... altri lettori appassionati. Un movimento che l'Associazione Forum del libro prefigura da qualche anno, nella sua composizione interna e nelle diverse iniziative che promuove.
La proposta che lanceremo sabato mattina nella sala di Fandango Incontro di Roma è molto concreta ma anche ambiziosa. Cinque cose semplici che si possono fare subito per promuovere la lettura nel nostro paese.
Istituire la figura del bibliotecario scolastico, come esiste negli altri paesi europei, perché è da bambini che si acquisisce il gusto e la capacità di leggere.
Includere le biblioteche civiche nelle funzioni fondamentali dei Comuni, perché la lettura può essere un fattore importante di coesione sociale.
Riconoscere il marchio Libreria di qualità (come avviene in Francia) a quelle librerie - che siano indipendenti o di catena - che hanno assortimento e catalogo e che promuovono attivamente il libro sul territorio, consentendo sgravi fiscali e priorità nelle forniture alle biblioteche. Digitalizzare e rendere disponibili in rete i testi fuori commercio e fuori diritti, perché non c'è contraddizione tra buoni libri su carta e buoni libri elettronici.
PROMOZIONE
Razionalizzare l'investimento nella promozione della lettura attualmente disperso in mille rivoli e varare un organico piano della lettura. Abbiamo inserito le 5 proposte in una lettera ai candidati alle prossime elezioni e già 50 tra loro hanno aderito.
La lettera è stata firmata dalle più diverse personalità della vita pubblica, da Andrea Camilleri a Pietro Mennea, da Oscar Farinetti a Paolo Fresu, da Toni Servillo a Luigi Ciotti. Ma anche da un tassista romano - Giampaolo Pini - che legge 4 libri al mese, come tante altre persone che fanno ogni possibile mestiere.
Più ce ne saranno e più saremo ricchi. Ricchi in ogni senso, come dimostrano i dati sulla correlazione tra sviluppo economico e lettura, non solo in Europa. Ecco perché serve un movimento dei lettori. Perché la cultura non è tanto o solo un patrimonio, ma soprattutto una relazione. E perché in democrazia è importante che i nostri rappresentanti nelle istituzioni si sentano osservati...
OSSERVATORIO
Ed è proprio un osservatorio - pubblico e trasparente - ciò che l'Associazione Forum del libro proporrà sabato a Roma. Per chiamare i parlamentari eletti a dar conto della loro attività e proporre loro uno scambio continuo di idee e di esperienze. Convinti che si possa fare politica impiegando le proprie competenze per crescere insieme come individui e come collettività. Anche attraverso i libri.
Giuseppe Laterza
 
 

ArticoloTre, 5.2.2013
“Il Tuttomio”. Il nuovo romanzo di Camilleri tra eros, segreti e perdizione
Edito da Mondadori, l'ultimo lavoro dello scrittore siciliano si discosta dal genere poliziesco per esplorare l'amore attraverso gli oscuri labirinti dell'eros.

Abbandonato, almeno per ora, il commissario Montalbano e le sue vicende a Vigata, Andrea Camilleri torna in libreria con un romanzo erotico che esplora i labirinti dell’amore e dell’eros.
“Il Tuttomio”, edito da Mondadori, è passione, mistero, sensualità, segreti e perdizione. È esplorazione dell'animo umano, con le sue contraddizioni e mille sfaccettature.
In un mix di realtà e finzione, dove il fatto di cronaca dei marchesi Casati Stampa, il duplice omicidio di Via Puccini, si mescola a richiami di letteratura, quali “Santuario” di William Faulkner e “L'amante di Lady Chatterley” di David Herbert Lawrence, la storia si snoda tra desideri oscuri ed inquietudini interiori.
Arianna è una giovane donna, sensuale ed affascinante, dal temperamento infantile; Giulio è un uomo benestante, di molto più grande di lei. Fin dal primo incontro, il sessantenne borghese rimane conquistato da quella “bambina abbandonata, sconsolata, spaventata”, tanto da decidere di sposarla e prendersi cura di lei, una creatura smarrita tra seduzione ed innocenza. Giulio cerca così di esaudire ogni suo desiderio, restituendo ciò che la vita le ha tolto e dandole anche quello che lui, a causa di un grave incidente, non può più darle. In un pied-à-terre o in una cabina sulla spiaggia, Arianna si incontra con altri uomini. Gli appuntamenti del giovedì organizzati dal marito, ormai una routine per la coppia, diventano ben presto un gioco pericoloso. Le regole dettate da Giulio rischiano di essere infrante da Mario, un ragazzino intraprendente che si innamora della donna.
Dietro Arianna si celano però altri misteri: un dramma, un'infanzia rubata, manie devianti. Ma il segreto che nasconde più gelosamente è un altro: il “Tuttomio”, un piccolo posto ricavato in un angolo del solaio, “una specie di buca” dall'entrata “invisibile perché completamente coperta da una macchia d’erbaspada”. Qui incontra la sua unica amica, Stefania, una bambola di ceramica, e a lei racconta il suo vissuto, perché quello è il solo luogo sicuro in cui possa essere davvero se stessa.
Anita Aurigemma
 
 

5.2.2013
Giovedì 7 febbraio alle 17:00 a Frascati (Roma), presso le Scuderie Aldobrandini, sarà proiettato il film La scomparsa di Patò; prevista la presenza di componenti del cast.
 
 

SIPRA, 6.2.2013
Rai Fiction e Rai 1 presentano
Il commissario Montalbano
aprile-maggio 2013
Cliccare qui per il comunicato integrale in pdf

Da lunedì 15 Aprile in prima serata su Rai 1 andranno in onda 4 nuove avventure per il commissario di Vigata e la sua squadra, tratti dai romanzi “La lama di luce”, “Una voce di notte”, “Il sorriso di Angelica” e “Il gioco degli specchi”… nuovi casi, nuovi incontri, e nuove sfide per Salvo Montalbano, che tra un omicidio e l’altro trova il tempo per i suoi amori di sempre: Livia, la Sicilia, la buona cucina.
Saliranno così a ventisei i film tv realizzati nell’ambito di questa serie “acchiappa-ascolti” e che ha lanciato nell’olimpo della recitazione italiana l’attore romano.
A seguire dal 13 Maggio quattro repliche tratte dai migliori successi della serie (“Il campo del vasaio”, “La danza del gabbiano”, “Caccia al tesoro “ e “L’età del dubbio”).
 
 

Forum del Libro, 6.2.2013
E/leggiamo. Un voto per promuovere la lettura
Sabato 9 febbraio ore 11
Fandango Incontro
Roma, via dei Prefetti, 22

Sabato 9 febbraio, l'Associazione Forum del libro renderà noti i nomi dei primi firmatari della lettera aperta indirizzata a tutti i candidati e alle candidate al nuovo Parlamento ma anche ai lettori, agli insegnanti, ai librai, ai bibliotecari e alle associazioni, persone singoli o gruppi che vorranno sottoscriverla. Una lettera e un documento in cinque punti: cinque cose da fare nell'ambito del libro e della lettura.
Perché il 24-25 febbraio votiamo per eleggere in Parlamento deputati e senatori consapevoli dell’importanza del libro e della lettura per lo sviluppo culturale ma anche civile, sociale ed economico del nostro paese.
Inoltre, sempre il 9, l’Associazione Forum proporrà a tutti gli operatori del libro di costituire un’inedita alleanza: un coordinamento tra soggetti e esperienze diversi, per raccogliere le migliori idee e proposte di promozione della lettura e per chiedere conto del modo in cui il parlamento e il governo si occuperanno di promuovere il libro e la lettura.
Da questo momento in poi per la politica sarà più difficile ignorare questi temi.
Il documento può essere firmato online sul sito dell'associazione: www.forumdellibro.org
Andrea Camilleri è il primo firmatario dell'appello.
 
 

l'Unità, 6.2.2013
La Bartlett contro le mafie
«Il crimine non conosce confini»

«La letteratura è la dimensione della narrazione di storie ed anche un mezzo per raccontare il mondo. In quest’ottica, il genere giallo ha sempre più spazio perché consente di interpretare sul piano sociale, psicologico, antropologico, filosofico, aspetti della realtà che ci circonda». Una delle più grandi scrittrici europei, Alicia Giménez-Bartlett spiega così a l’Unità la sua concezione della letteratura ed entra nel vivo del dibattito sul genere giallo. E non risparmia una frecciata a coloro che sottovalutano questo genere: «Vi è chi non comprende la potenzialità del giallo che da la possibilità di raccontare storie ed aprirsi al mondo». Giménez-Bartlett è tornata nelle librerie con un nuovo romanzo giallo incentrato sulla figura di Petra Delicado, Gli onori di casa, edito da Sellerio.
[...]
Nel romanzo fa riferimento alla presenza in Spagna, in particolare a Barcellona, della criminalità italiana. Anche su questo ha fatto riferimento a dati reali?
«Purtroppo sono dati reali. La polizia della Catalogna mi ha fornito analisi piene di dati, dalle quali emerge che tutte le mafie internazionali si sono installate in Spagna, in particolare a Barcellona. Una città ricca, accanto al mare, aperta al mondo, fa gola ai gruppi criminali. Questo non è solo un problema della Catalogna e della Spagna, è un problema internazionale che credo sia sottovalutato. La questione delle mafie va affrontata a livello europeo, internazionale. Il crimine nel mondo globalizzato non conosce confini. È una battaglia di legalità e di etica che va fatta. E gli scrittori debbono fare la loro parte nel sensibilizzare l’opinione pubblica, come fa Andrea Camilleri in Italia. Vede, i media sono molto importanti, ma la pluralità e la velocità delle notizie rischia a volte di non far cogliere sempre tutte le sfumature delle vicende. La letteratura ha tempi diversi, può approfondire in maniera maggiore e con la forza evocativa delle storie, delle immagini, delle invenzioni narrative, catturare maggiormente l’attenzione di chi legge.».
[...]
Salvo Fallica
 
 

Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam, 7.2.2013
Le frontiere del Sud - Studi e prospettive di ricerca
20.00-21.00: Isole e continenti, letterature e identità; attraversando le frontiere del Sud, prof. Giuseppe Marci (Università di Cagliari)
La conferenza del Prof. Marci avrà riferimenti ad Andrea Camilleri e citazioni dell’intervista Siamo tutti sulla sponda dello stesso lago.
 
 

Corriere della Sera, 7.2.2013
A Porto Empedocle. «20 km di cultura»: il progetto degli assessori Zichichi e Battiato
Sicilia, una Fondazione per Camilleri Farà rivivere la casa d'estate di «Vigàta»
Via ai restauri della dimora donata dallo scrittore. Il progetto: «Valorizzare i luoghi di Sciascia, Pirandello e Camilleri»
 
 
La casa di campagna di Camilleri in una foto d'epoca e come si presenta oggi

Il rendering della ristrutturazione

Porto Empedocle (Agrigento) – Sarà il Comune di Porto Empedocle a salvare la casa in cui visse da bambino Andrea Camilleri, una vasta dimora del Settecento, oggi ridotta a un rudere. Diventerà sede di una fondazione intitolata allo scrittore di «Vigàta», come Camilleri chiama Porto Empedocle nei suoi libri. La malandata residenza a cinque minuti dalla Valle dei Templi, frequentata da Pirandello, amico del nonno di Camilleri, sarà rimessa su dal Comune, come il sindaco Lillo Firetto ha detto mostrando il rendering della casa-fondazione allo scrittore, commosso: «Era il mio paradiso terrestre...».
TEATRO E BIBLIOTECA - Toccante per Camilleri il confronto tra le foto della dimora com’è ridotta adesso, fra crepe e mura scrostate, e la ricostruzione grafica dei progettisti, il rendering illustrato da Firetto: «Si ricava un piccolo teatro a piano terra con cinque camerini. Una biblioteca, una sala audiovisivi, due aree espositive. Tornerà il pianoforte del nonno, lo stesso che lì ascoltava Pirandello. E rimetteremo a posto un maestoso lampadario centrale salvato dal vandalismo...».
LE VIE DEGLI SCRITTORI - Una buona notizia che si inserisce in un progetto del nuovo assessore alla Cultura in Sicilia, lo scienziato Antonino Zichichi: «Valorizzare le case natali e i luoghi di Sciascia, Pirandello e Camilleri. Venti chilometri di cultura. E, quindi, di turismo, economia, attività private da incoraggiare». Si comincia con la dimora di Camilleri, ma a Racalmuto, il paese di Sciascia, si è già costituita una cooperativa di giovani decisi a fare da ciceroni, com’è successo nei primi di febbraio con il presidente dell’Assemblea regionale Giovanni Ardizzone, «scortato» da Salvatore Picone e altri undici giovanissimi ragazzi per visitare la Fondazione Sciascia, il teatro che fu presieduto dallo stesso Camilleri, il Castello chiaramontano, la statua e la poltrona di Sciascia al Circolo Unione, le miniere di sale, fino alla casa natale di contrada Noce, pronta a rinascere come la dimora settecentesca di Porto Empedocle.
IL CAOS E LA NOCE DI SCIASCIA – Sulla «via degli scrittori» proposta al governatore Rosario Crocetta le altre due tappe sono il Caos con la casa natale di Luigi Pirandello e Villa Noce. La contrada a sei chilometri da Racalmuto dove Sciascia scriveva i suoi libri. Contemplando i pini e i vigneti rimasti impressi nelle serigrafie e nelle tele di Guttuso, Caruso, Cazzaniga, Tranchino, Guccione e tanti altri artisti ospitati in quella casa come scrittori, registi, intellettuali, da Consolo a Bufalino, da Tornatore alla Wertmuller. Adesso vanno le figlie, Laura e Annamaria, i figli di quest’ultima, Fabrizio e Vito Catalano, regista il primo, scrittore l’altro. Sempre accolti da Nico Patito, il «contadino filosofo» di Sciascia come lo definì sul Corriere della Sera Enzo Biagi, anch’egli approdato in contrada Noce.
IL PARADISO TERRESTRE – La ristrutturazione di casa Camilleri è invece un’idea coltivata da quindici anni, quando il sindaco Firetto era un impiegato dell’Enel, colpito dai ricordi di Camilleri durante una trasmissione di Catherine Spaak. Fu la prima volta in cui lo scrittore rivelò la nostalgia per il suo eden: «Ai tempi, più che per villeggiare, ci si andava per travagliare, per badare alle necessità dei raccolti...». Descrivendo poi la casa ormai tutta crepe come «l’ammiraglia di altre otto case sparse su cento ettari di terreno coltivato ad àrboli di mandorle, a frumento e a fave». Vivido il ricordo che ripropose anche su «AD» con pennellate di memoria, come in una pagina senza il commissario Montalbano: «C’erano pure olivi saraceni, attortàti... Torno torno la casa c’era ‘u jardinu’, un ettaro d’àrboli da frutta: aranci, mandarini, limomi, limongelli, pistacchi, peri, piridda, piriazzòla, melograni, fichi, gelsi, azzalòri, pomi, nèspoli, pesche, arbicocche. Me li ricordo uno a uno. C’era anche qualche filare di racìna, uva da tavola. Si, il paradiso terrestre...».
LE POESIE PERDUTE – La figura che domina nei ricordi è quella del nonno che la memoria di Camilleri ripropone come un uomo superbo. Sempre con l’aria di comando, in quella casa: «Occhi cilestri chiarissimi, freddo di carattere». Ricorda l’emozione di una sua richiesta: «Saccio che scrivi poesii. Dimmene una». E lui, evoca ancora: «Era vero, le poesie le ammucchiavo, le nascondevo nel doppio fondo di un baule che stava nel magazzino». Deluso il giovane Andrea, un giorno: «Me le mangiarono i sorci, le mie poesie».
CUORE E DEVASTAZIONE – La casa per Camilleri aveva un cuore: «Si, un cuore grande, come dimostrò durante i bombardamenti del ’42. Diede ricetto a decine di famiglie sfollate che si allocarono pure nel palmento». Poi, abbandono e devastazione: «Morti i nonni, invecchiati gli zii, spersi i nipoti, la casa principiò a sentirsi trascurata, il "jardinu" s’inselvaggì, caddero gli archi. In tre passate successive ladri esperti, prima, caricarono su un camion mobili e cose del Settecento, dopo quelli dell’Ottocento e, infine, quelli del Novecento. Forzarono il magazzino e si portarono via le seggie di Vienna, le Singer preistoriche, le alte campane di vetro con gli uccelli tropicali impagliati...».
RACALMUTO A MILANO – Il piano di Zichichi, da armonizzare con l’assessore star al Turismo Franco Battiato, concentra anche l’interesse dell’assessore alle Attività produttive Linda Vancheri, provenienza Confindustria: «Ecco un’occasione per offrire lavoro senza assistenza». E plaude, come Ardizzone, a questo gruppo di giovani che s’è già dato una tabella di marcia, come dice Picone: «Primo passo, la Bit di Milano, il 14 febbraio. Partiamo a nostre spese. Per dire che esistiamo, che ci chiamiamo "GuidiAmo in Sicily" e che vogliamo guidare turisti e scolaresche facendo vivere quei venti chilometri di cultura».
Felice Cavallaro
 
 

Il Tirreno, 7.2.2013
Camilleri racconta amore eros e voyerismo
ANDREA CAMILLERI. “Il Tuttomio”, Mondadori, pp. 147, euro 16.

Chiunque sia a digiuno del lavoro dell'ottantasettenne Andrea Camilleri, chiunque non conosca nessuno dei suoi libri e gialli e si ritrovasse a leggere questo “Il Tuttomio” non riuscirebbe a capire come abbia fatto a diventare uno scrittore di tanto successo. Perché vi troverete davanti un libro che non è altro che uno spaccato di vita piccolo-borghese sessualmente confusa. Arianna è una bellissima 33enne decisamente infantile, “splendente di una luce nerissima”. Giulio, un uomo più grande di lei, incapace di soddisfarla sessualmente a causa di un incidente, ne rimane affascinato e la sposa attirato dalla sua sensualità lolitesca. Giulio non vuole che manchi niente alla sua sposa “bambina”, allora le offre ogni giovedì un incontro con giovani uomini che possano darle ciò che a lui manca. Ma il matrimonio barcolla solo quando lei esce dalla confezione erotica nel quale il marito l'ha riposta. Giulio sente che Arianna gli cela qualcosa del suo passato: la donna infatti nasconde molti segreti e quello più oscuro è quello del "tuttomio", un angolo di soffitta dove si confidava con la sua unica amica Stefania. Un libro dal carattere tipicamente piccolo-borghese con pregi e difetti. Ha il pregio di essere agevole. È scritto in un italiano molto lineare, senza particolari cromatismi, liscio ma poco ruvido: non all'altezza di Camilleri. L'affresco erotico che l'autore dipinge, ispirandosi alla vicenda reale dei Marchesi Casati Stampa, è leggermente banale soprattutto per la figura di Arianna.
Cesare Bonifazi
 
 

Corriere della Calabria, 7.2.2013
Il 16 Ghini a Cassano con la pièce su Sibari
L'adesione di Camilleri: «È come Pompei»

L'iniziativa del Pd sui temi della difesa del suolo, della cultura e della legalità dopo l'allagamento del parco archeologico

Idee, immagini e una performance teatrale per salvare il parco archeologico di Sibari. È quanto propone il Pd calabrese per lanciare la campagna mirata al recupero del sito di una delle più ricche e importanti città della Magna Grecia, devastato nelle settimane scorse dall'esondazione del fiume Crati. La conferenza stampa di presentazione dell'appuntamento che avrà al centro i temi della difesa del suolo, della legalità e del rilancio della cultura - riporta una nota del Pd - si terrà a Roma martedì 12 febbraio alle 11, nella sede dell'associazione “Spazio informale”, in via Dei Cerchi 75, di fronte al Circo Massimo, alla presenza dei capolista del Pd alla Camera e al Senato nella circoscrizione calabrese, Rosy Bindi e Marco Minniti.
Il momento centrale della mobilitazione per Sibari - prosegue la nota - si terrà il sabato seguente, 16 febbraio a partire dalle 18, al Teatro Italia di Cassano Jonio, con un evento-spettacolo alla presenza di Massimo Ghini, attore e regista di una performance teatrale realizzata per l'occasione. Alla rappresentazione hanno aderito anche i capolista Bindi e Minniti. Promotore dell'iniziativa è Angelo Argento, candidato del Pd al Senato nella circoscrizione della Calabria. «Investire nella cultura e nella cura del suolo - afferma Argento - è un modo concreto per difendere la legalità e offrire alla Calabria un'opportunità di rilancio economico e sociale».
Intanto anche lo scrittore Andrea Camilleri ha aderito all'evento-spettacolo con Ghini: «Finiamo con l'essere sollecitati – spiega lo scrittore – ogni volta che i disastri geologici, dovuti all'incuria, colpiscono case, centri abitati, popolazioni ma tendiamo a trascurare il danno irreversibile che viene procurato al nostro patrimonio artistico. Come è stato per il caso di Pompei e adesso quello di Sibari».
 
 

La Stampa, 8.2.2013
Lettera aperta
Candidati sostenete la lettura

Ho aderito alla lettera aperta del Forum del Libro ai candidati alle elezioni perché, malgrado tutto, credo che si debba dare una chance al ceto politico: queste occasioni è necessario darle, perché senza politica una nazione non esiste, la politica è la ragion d’essere di ogni nazione. Si tratta di dare chances naturalmente alla buona politica, cioè alla politica intesa nel senso del lavorare per il bene comune.
Certo, lanciare una proposta al momento della campagna elettorale è un’arma a doppio taglio. Durante la campagna elettorale i politici si distinguono per fare promesse. Si diceva una volta, da marinaio. Ma qui vedo fare promesse da ammiraglio, che poi puntualmente non si mantengono, neppure in minima parte. Questo è il coté negativo, il lato positivo è invece chiedere ai candidati di occuparsi della lettura… vuoi vedere che qualcuno poi mantiene l’impegno preso?
Bisognerebbe far capire ai politici che la lettura non è né un passatempo né un fenomeno di nicchia. Una volta, prima dell’ultima guerra, il teatro era veramente per pochi, per una élite, ma nel dopoguerra grazie all’opera di uno come Paolo Grassi o di Giorgio Strehler, il teatro riuscì a diventare un servizio pubblico, un po’ come sono le biblioteche. Bisognerebbe far capire che andare a teatro o leggere un libro non è un passatempo: in realtà è anche un passatempo se vogliamo, ma è anche qualche cosa di più, cioè a dire un crescere da uomini, da cittadini, un capire il mondo, un conoscere l’infinita quantità di cose che ignoriamo, cioè un continuo arricchimento. Le nazioni dove più si legge sono le nazioni più civili.
Se dovessi aggiungere una mia proposta, consiglierei di regalare a ogni famiglia italiana dei libri: si potrebbe organizzare una sorta di mini-biblioteca domestica. Per esempio, io ho una gran quantità di libri e mi succede di avere dei doppioni: allora li mando alle biblioteche del carcere per esempio o a piccole biblioteche di paese che so che sono sfornite o si trovano in difficoltà. Se si potesse organizzare una specie di collettore e inviare in dono alle famiglie italiane un po’ di libri, credo che faremmo una cosa molto utile. In una casa dove sono presenti libri si crea un incentivo alla lettura, naturalmente, perché in un bambino o un ragazzo può nascere la curiosità e basta che cominci a leggerne uno perché venga, come un pesce, preso all’amo della lettura. Una casa senza libri è una casa che non ha sviluppo, che non ha futuro. Mio padre non era un intellettuale, era impiegato alla capitaneria di porto, ma era un uomo di buonissime letture e avevamo tantissimi libri in casa: da bambino, io ho imparato a leggere da solo, per poter leggere i libri di mio padre e al primo libro che ho domandato il permesso a papà di leggere, chiedendogli “papà, quali libri posso leggere?”, papà mi rispose “i libri si possono leggere tutti” e questa già fu una grande lezione. Lessi libri per adulti e solo dopo, verso i 16 anni, dovetti leggere libri per ragazzi, per colmare un vuoto, perché altrimenti sarebbe venuto a mancare un tassello di crescita.
Oggi è diverso anche il rapporto con la lingua. Mentre io, da ragazzino siciliano, e i miei coetanei abbiamo imparato la lingua italiana con una certa difficoltà, perché in casa parlavamo solo il dialetto, oggi i bambini, come dicono a Roma, “nascono imparati”, perché guardano la televisione e imparano l’italiano in questo modo. Parlano un italiano che Pasolini direbbe omologato, ma comunque è un buon italiano. Nei primi tempi della televisione c’era il leggendario maestro Manzi, che insegnava a leggere e a scrivere, che fece prendere la licenza elementare a tanti analfabeti… bene, io non capisco perché oggi la tv deve trattare la lettura o parlare dei libri come se fosse una cosa di nicchia, parlarne solo in trasmissioni specialistiche, alle tre di notte e in una sorta di ghetto per malati, per quei poveracci che alle tre di notte sono ancora svegli e soffrono d’insonnia. E invece il libro va trattato come un oggetto di consumo, perché lo è, solo che è un oggetto di consumo che costa poco ed è di un valore immenso. La televisione avrebbe possibilità infinite per la diffusione della lettura, ma solo se si adottasse una formula po-po-la-re, perché fin quando si considera il libro una cosa a parte, riservata a pochi, si sbaglia. La televisione rappresenta la quotidianità e il libro può entrare nella quotidianità. Perfino nelle trasmissioni di cucina, oggi che c’è la mania della cucina, perché non si parla mai dell’Artusi e del suo italiano meraviglioso? Si può abbinare il libro al divertimento e all’informazione: quando si parla di un problema o di un qualsiasi episodio, perché non dire c’è un libro che parla di quelle cose? Così faremmo entrare il libro nell’uso comune, quotidiano, e non solo in una trasmissione sontuosa o pretenziosa...
Il libro è, o almeno può essere un oggetto popolare. Dicono che i libri in Italia costano molto, ma non è vero, io me ne accorgo dalle mie traduzioni, che in altri paesi costano enormemente di più. Bisognerebbe fare qualcosa per rendere il libro e la letteratura più popolare, ma senza pretendere troppo. Qualche anno fa andai a parlare in una scuola elementare frequentata da una mia nipotina, e mi invitarono perché avevo successo come scrittore. Dopo, la nipotina mi disse “nonno, però il papà di un bambino che faceva il pompiere ha avuto più successo di te”. “Si capisce” le ho detto, “e meno male…”. Altre volte va meglio. Ricordo che qualche anno fa ho vinto un premio che mi ha francamente emozionato, era il premio per il libro straniero più letto nelle biblioteche pubbliche di Parigi.
Il ruolo delle biblioteche è fondamentale. Nel ‘46 la mia famiglia si trasferì ad Enna, nel centro della Sicilia, a 800 metri d’altezza, dove faceva un freddo terribile, non avevamo il riscaldamento. Un giorno dovetti andare al municipio per qualche cosa, una pratica, ora non ricordo. Nel grande atrio, dopo il portone, fui raggiunto da una dolcissima ondata di calore che veniva da una porta aperta sulla sinistra, guardai e c’era scritto Biblioteca comunale: entrai, era una bellissima biblioteca, tenuta perfettamente in ordine, c’era un signore in maniche di camicia che alimentava due grosse stufe, mi guardò e disse “desidera?”. “Vorrei parlare col direttore”, si mise la giacca e rispose “sono io”. Era l’avvocato Giorgio Fontanazza, il suo nome non l’ho dimenticato più. La biblioteca aveva i lasciti di due scrittori siciliani, Nino Savarese e Francesco Lanza, le riviste letterarie dell’inizio del ’900, e tanti bei libri. Mi feci una cultura in quei tre anni, sono stato dalla mattina alla sera buttato in biblioteca… Fu la mia salvezza.
Andrea Camilleri
(Testo raccolto da Giovanni Solimine, Presidente dell’Associazione Forum del libro)
 
 

Università di Amsterdam, 8.2.2013
Ore 11:00
Lezione del Prof. Giuseppe Marci (Università di Cagliari)
Presentazione dell’opera di Andrea Camilleri in generale e, in particolare, del racconto Gli arancini di Montalbano.
 
 

Il Piccolo, 8.2.2013
Alla Fondazione Carigo
Il mondo dell'handicap raccontato da grandi autori

Il libro “Parole d’autore” è la prima tappa di un progetto più ampio denominato “Il coraggio delle parole” che nasce dalla volontà delle sezioni pordenonesi dell’Anmil e dell’Uic, per offrire all’opinione pubblica un’occasione di approfondimento e di conoscenza dell’handicap, sia esso correlato all’infortunistica, che ad altre ragioni. Il libro “Parole d’autore” propone brani di diversi autori alcuni dei quali molto conosciuti: da Dacia Maraini ad Andrea Camilleri, da Tiziano Scarpa a Valerio Varesi (il papà del commissario Soneri), da Dario Fo a Claudio Magris e Andrea Molesini. A cura dell’Anmil provinciale e del circolo Camillo Medeot il libro verrà presentato oggi alle 18 nella sala Della Torre della Fondazione Carigo in via Carducci 2. Sono previsti gli interventi del presidente Anmil di Gorizia, Emilio Jelen, dell’Anmil di Pordenone, Amedeo Bozzer, del presidente regionale dell’Anmil Romeo Mattioli, della direttrice dell’Inail di Gorizia, Carmen La Bella, degli autori Lu Ragos e Fabio Franzin e del curatore del volume Claudio Quattrin.
 
 

Il Giornale, 8.2.2013
La casa di Camilleri diventa un museo

Prima hanno trasformato la casa del commissario Montalbano, la sua creatura, in un Bed and Breakfast. Adesso trasformeranno la sua in una casa museo dedicato proprio a lui, ad Andrea Camilleri.
«Era il mio paradiso terrestre...» si è commosso lo scrittore quando il sindaco di Porto Empedocle Lillo Firetto gli ha mostrato il rendering della casa-fondazione dedicata a lui. La casa, costruita nel Settecento ed oggi ridotta a un rudere, è quella dove visse bambino Andrea Camilleri. Si trova in quella Porto Empedocle che lo scrittore nei suoi libri chiama Vigata diventata famosa in tutto il mondo. La casa si trova a cinque minuti dalla Valle dei Templi, frequentata anche da Pirandello, amico del nonno di Camilleri e sarà ristrutturata dal Comune per diventare Fondazione. Il sindaco, nel presentare il rendering ha spiegato: «Si ricava un piccolo teatro a piano terra con cinque camerini. Una biblioteca, una sala audiovisivi, due aree espositive. Tornerà il pianoforte del nonno, lo stesso che lì ascoltava Pirandello. E rimetteremo a posto un maestoso lampadario centrale salvato dal vandalismo». L'iniziativa si inserisce nel progetto del nuovo assessore alla Cultura in Sicilia, lo scienziato Antonino Zichichi per valorizzare la casa natale dei grandi scrittori.
 
 

ASCA, 8.2.2013
Sicilia/Cultura: Regione, ok a tre progetti valorizzazione territorio

Palermo - La giunta di governo, riunitasi ieri sera ha approvato tre progetti proposti dall'assessore ai Beni Culturali e dell'identita' siciliana Antonino Zichichi, finalizzati a valorizzare l'immagine della Sicilia e la sua identita' culturale, storica e la sua contemporaneita'. Lo comunica una nota della Regione Sicilia.
[…]
Il secondo progetto riguarda i nuovi itinerari della cultura siciliana moderna e contemporanea che consiste nel definire percorsi che includano monumenti, opere d'arte, scrittori, artisti siciliani tra i piu' famosi del mondo degli ultimi due secoli per tracciare nuovi itinerari turistici. Con la deliberazione e' stato dato mandato all'assessorato di creare questi nuovi itinerari che andranno da Verga a Lucio Piccolo, da Camilleri a Bufalino, fino alle esperienze della fiumara d'arte e Gibellina, per effettuare delle pubblicazioni che verranno messe a disposizione dei turisti negli aeroporti, nelle stazioni, nei centri turistici ma anche distribuiti nelle scuole al fine di incrementare gli itinerari per i visitatori e per diffondere una nuova immagine della Sicilia.
[…]
 
 

I Love Sicilia, 2.2013 (in edicola dall'11.2.2013)
Un weekend con Montalbano
In primavera tornerà in tv il commissario più famoso d’Italia. Così abbiamo deciso di ripercorrerne i luoghi, proponendovi un weekend tra le più importanti location usate per le riprese cinematografiche: Scicli, Punta Secca, Ragusa e Donnalucata

Nella foto di Silvio Rizzo, la Casa di Montalbano a Punta Secca durante le riprese

C’è una Vigàta romanzesca e ce n'è una televisiva a fare da sfondo alle avventure del Commissario Montalbano, il celebre personaggio che prende vita dalla penna di Andrea Camilleri e che, in primavera, tornerà in tv con la nona serie. Quattro le nuove puntate, delle quali vi proponiamo alcune foto del set, tratte da altrettanti romanzi dello scrittore siciliano: "La lama di luce", "Una voce di notte", "Il sorriso di Angelica", "Il gioco degli specchi". Il vigoroso commissario interpretato da Luca Zingaretti si troverà, così, ancora una volta, a tu per tu con gialli appassionanti su cui far luce, alla ricerca di una chiave che risolva nuovi misteri in un'ambientazione ormai amatissima dal pubblico italiano e non solo. Ambientazione che prende forma, in tv, tra le zone della Sicilia orientale già riconosciute come "patrimonio dell'umanità" dall'Unesco. Così Vigàta, Marinella, Montelusa, Marina di Vigàta corrispondono a Scicli, Punta Secca, Ragusa e Donnalucata. Territorio che ha ispirato una guida edita da Sellerio, proprio sui luoghi di Montalbano, e che è stato scelto dallo scenografo Luciano Ricceri per ricreare le storie di Camilleri, preferendo, così, la suggestione visiva alla coerenza spazio-temporale dei romanzi, riscontrata nell'Agrigentino. Lo scrittore, infatti, colloca il suo commissario tra le città immaginarie di Vigàta e Montelusa, che prendono forma tra la Città dei Templi e Porto Empedocle. Ma è a Ragusa, in particolare ad Ibla, che sono stati girati diversi episodi: il prospetto barocco di San Giorgio a piazza Duomo è presente, ad esempio, in diverse puntate. Il commissariato di Vigàta prende invece forma all'interno del rinascimentale palazzo del Municipio di Scicli, realizzato nei primi del Novecento: l'edificio si affaccia sulla via Francesco Mormino Penna, esempio dell'atmosfera barocca che, negli ultimi anni, ha "incollato" milioni di telespettatori alla tv, affascinati anche da quella casa sulla spiaggia che, agli occhi dei turisti, è ormai diventata l'abitazione di Montalbano. Si trova a Punta Secca, frazione della splendida Santa Croce Camerina, e segna l'inizio di una piccola spiaggia. La terrazza al primo piano della palazzina offre una vista sul mare mozzafiato, al punto da rendere l'edificio una vera e propria meta per i fans del commissario e per tutti coloro che si sono innamorati di quella zona attraverso quanto visto in tv.
Una location da sogno insomma, entrata insieme alle altre nell'immaginario dei telespettatori e diventata luogo simbolo del personaggio e tappa d'obbligo per chi desidera concedersi una vacanza nel Ragusano. Gli itinerari che I love Sicilia propone ai propri lettori-amanti del famoso commissario, comprendono la zona tra Punta Secca e Ragusa, location della maggior parte degli episodi. Il tour, che può svolgersi in tre giorni, ha così inizio proprio dalla bellissima casa di Montalbano a Marinella.

ITINERARIO 1 - SANTA CROCE CAMERINA
DA CASA MONTALBANO AL RIFUGIO DEL BOSS BALDUCCIO SINAGRA
Il nostro tour parte dal mare, dalla "Casa di Montalbano" a Punta Secca. E dopo un giro che non può non comprendere lo stupendo Castello di Donnafugata, divenuto nella fiction 1’abitazione del boss Balduccio Sinagra, la giornata può concludersi con una cena al "Frontemare Cafè"
La giornata potrebbe iniziare al mare. L'abitazione immortalata dalle inquadrature del regista Alberto Sironi si trova in via Aldo Moro, nella piccola frazione di Santa Croce Camerina a sud dell'isola, nel cuore del Mediterraneo. Il nome di "Punta Secca" deriva dal fatto che le spiagge dorate della zona sono a tratti caratterizzate da piccole formazioni di scogli (le secche, appunto). Sono due quelle da vedere: quella che affiora dal mare, di fronte alla "spiaggia del faro" (a est) e quella che protegge la spiaggia della "Casa di Montalbano" (a ovest). La casa è di proprietà di un nobile siciliano che, nel 1930, ebbe un permesso speciale dal demanio per costruire direttamente sulla spiaggia. Oggi, la casa di Montalbano è anche un bed&breakfast, dove è possibile trascorrere la notte con prezzi che variano dai 70 ai 140 euro a persona, a seconda della stagione.
Caratteristico del borgo è il faro alto 34 metri, costruito nel 1853 dalla Marina. Ma si possono anche visitare gli antichi locali dove è possibile acquistare del freschissimo pesce; la chiesetta e la torre di Scalambri, risalente al XVI secolo, e lo scaro scavato artificialmente nella roccia all'inizio del XIX secolo. Alla Madonna di Portosalvo sono dedicati il porticciolo e la chiesetta.
Poco distante, a nord del territorio di Santa Croce Camerina, in posizione dominante tra i carrubeti, si alza lo stupendo e rinomato Castello di Donnafugata, antica rocca ricostruita e abbellita nel XIX secolo dal barone Corrado Arezzo de Spuches. Il palazzo, già set cinematografico de “Il Gattopardo" di Visconti, nella serie di Montalbano è utilizzato come abitazione del boss Balduccio Sinagra. Il nome Donnafugata deriva dall'arabo "Ain-jafat", ovvero "Fonte di salute". La leggenda racconta della fuga di una donna, tenuta prigioniera nel castello. Si tratterebbe della regina Bianca di Navarra, rinchiusa dal conte Bernardo Cabrera, signore della Contea di Modica, in una stanza dalla quale riuscì a fuggire attraverso le gallerie che conducevano nella campagna che circondava il palazzo. Da qui, il nome dialettale "Ronnafugata", cioè "donna fuggita". La dimora nobiliare merita sicuramente una visita: è possibile vedere sia le centoventidue stanze interne disposte su tre piani, sia gli splendidi otto ettari di giardini circostanti, con tempietti, grotte e labirinti, tra ficus e piante esotiche. La visita guidata, a pagamento, comprende il piano nobile, il parco o tutto il complesso.
Nella stessa zona è possibile visitare anche la casa di Saro Montaperto, apparsa in tv nell'episodio "La forma dell'acqua". Gli interni dell'abitazione dello spazzino di Mànnara si trovano su una parallela di corso Giuseppe Verdi, sempre a Punta Secca. La giornata si può concludere con una cena al "Frontemare Cafè", noto come "Da Enzo", il ristorante che si trova sul Lungomare Amerigo Vespucci, a Punta Secca. Il commissario Montalbano in tv ha come punto di riferimento culinario proprio questo locale, in cui va a mangiare dopo la chiusura della trattoria "San Calogero". Pesce, spaghetti coi ricci e prelibatezze dal tipico gusto marinaro potranno essere gustate a due passi dal mare cristallino.



ITINERARIO 2 - SCICLI
NEL CUORE DI VIGATA
Il secondo giorno sulle tracce del commissario, si apre nel cuore di Vigàta, a Scicli. Qui, preparatevi ad essere letteralmente catapultati nella fiction, tra odori e colori tipicamente siciliani
Il nostro secondo giorno sulle tracce del commissario, si apre nell'affascinante e antichissima cittadina barocca, patrimonio dell'Unesco. Passeggiare tra le viuzze o per piazza Italia, gustando una granita o un gelato artigianale al pistacchio o alla mandorla, è l'ideale per essere letteralmente catapultati sul set. Prima tappa: il Municipio. È il Commissariato di Vigàta. È tutto come nel film, manca solo la "Tipo" del commissario posteggiata fuori. A pochi metri, lungo via Mormino Penna, una delle strade più spettacolari della Sicilia, c'è Palazzo Iacono, alias la questura di Montelusa.
La stanza del questore è, invece, quella del sindaco di Scicli, sempre all'interno del Municipio.
A soli otto chilometri e mezzo da Scicli, ecco un'altra location da sogno utilizzata per la serie televisiva: Donnalucata, frazione marinara dagli odori e dai colori tipicamente siciliani. La zona è apparsa più volte nella fiction, negli episodi "La voce del violino" e " La forma dell'acqua". Nel primo, il borgo di pescatori diventa l'ideale prolungamento di Marinella, l'area agrigentina in cui viene invece ambientato il romanzo. In una delle abitazioni di fine Ottocento di via Marina è, infatti, stata ricostruita televisivamente la casa di Anna Tropeano, la donna che nell'episodio trova il cadavere della sua migliore amica, vicenda sulla quale indagherà poi il commissario. Lo stesso lungomare di Donnalucata è stato utilizzato dal regista Sironi nella puntata dal titolo "La forma dell'acqua", quando entra per la prima volta in scena la svedese Ingrid Sjostrom, interpretata da Isabell Sollman.
A conclusione della giornata, potrete scegliere tra i tanti ristoranti di Scicli dove è possibile gustare del pesce fresco, proprio come quello che il commissario si concede quando ha un po' di tempo da dedicare a se stesso. Un esempio? "Quore matto", che offre una tipica cucina mediterranea. Si trova in via Francesco Mormino Penna, a due passi dal commissariato della fiction, e, a fine pasto, vi proporrà "La mousse di Montalbano".



ITINERARIO 3 - RAGUSA E RAGUSA IBLA
NEL CUORE DELLA FICTION
A Ragusa Ibla, si parte con un’energetica colazione a piazza Duomo, come piace fare al commissario e ai suoi colleghi. Quindi, dopo una giornata in giro trai luoghi simbolo della serie, godetevi una cena alla trattoria "La Rusticana", alias l'Osteria di Don Calogero, ritrovo abituale di Salvo Montalbano e Mimi Augello
A Ragusa Ibla, cuore pulsante della città, una giornata alla scoperta dei luoghi di Montalbano può partire con un'energetica colazione a piazza Duomo, come piace fare al commissario e ai suoi colleghi. Proseguire la gita sulle tracce del commissario vuol dire anche ammirare il salotto di Ibla, piazza Pola, dove sorge l'edificio comunale, di fianco alla chiesa di San Giuseppe. In numerosi episodi, la location di Scicli utilizzata per il commissariato, è stata infatti sostituita con quella del Municipio di Ragusa Ibla. Set servito anche ad ospitare gli uffici della Questura di Fela (in realtà Gela).
Il circolo di conversazione è un'altra tappa che non può mancare: a Palazzo Cos, costruito in stile neoclassico dall'aristocrazia cittadina, Montalbano va a trovare il medico legale Pasquano, interrompendo le sue partite a carte. Si trova in piazza del Duomo e fu realizzato proprio per avere un luogo dove poter conversare e trascorrere il tempo, lontani dalla gente comune. Nel Palazzo sono state girate numerose scene interne, ma è anche stato utilizzato il suo prospetto per alcune riprese esterne, come nell'episodio "L'odore della notte", in cui il Palazzo rappresenta l'agenzia "Re Mida". La passeggiata ad Ibla può fare individuare altri luoghi affascinanti che appaiono nella fiction: Palazzo La Rocca e la Chiesa di Santa Maria delle Scale, inquadrati negli episodi "Gli arancini di Montalbano" e "L'odore della notte". Il ponte dei cappuccini è ripreso ne "Il ladro di merendine", piazza del Popolo e piazza Poste ne "La voce del violino".
Da non perdere la visita alle "Grotte delle Trabacche", a Ragusa: si tratta di una significativa testimonianza di architettura funebre a carattere monumentale, caratterizzata da due sepolture a baldacchino. In questo luogo il commissario Montalbano, nell'episodio "Il cane di terracotta" trova due sarcofagi che custodiscono i due amanti e il cane di terracotta, al centro della storia misteriosa della puntata.
A pranzo o a cena, ecco invece uno dei luoghi simbolo della serie: la trattoria "La Rusticana", alias l'Osteria di Don Calogero, ritrovo abituale di Salvo Montalbano e Mimi Augello. Si trova in corso XXV Aprile, nel quartiere di Ibla, dove a farla da padrone sarà la cucina tipica accompagnata da un ottimo vino. La giornata è volata, non ci resta tempo per vedere anche Villa Criscione (la masseria fortificata set dell'abitazione dell'ingegnere Luparello) e 1' abitazione dove viene rinvenuta la bellissima Michela Li Calzi, ossia l'Eremo della Giubiliana, un convento del '500, oggi trasformato in elegante albergo, dove comunque possiamo sempre scegliere di dormire.
Monica Panzica


 
 

Micmag, 9.2.2013
L'âge du doute, Andréa Camillieri, Traduction Serge Quadruppani, Editions Fleuve Noir, 256 p., 20,20 €, 10 Janvier 2013
Interview Camilleri: "Le policier, une forme d’écriture fidèle à la société d’aujourd’hui"
Alors qu'une nouvelle aventure du Commissaire Montalbano, "L'âge du doute", vient de paraître en France, Andréa Camilleri, son auteur, et Serge Quadruppani, son traducteur, ont bien voulu répondre aux questions de Micmag.
Rencontre.

Dans «L’âge du doute», Montalbano va se trouver confronté à un trafic international de diamants; on peut dire que chacune de ses aventures l’amène à enquêter sur un fait social: drogue, réfugiés, mafia… Est-ce une manière de rappeler les problèmes actuels qu’ils soient siciliens, italiens ou français?
Andrea Camilleri: Tous les romans de Montalbano naissent d’un fait divers réel qui a éveillé ma curiosité et qui représente le point de départ de l’histoire. Je considère en effet que le roman policier est la forme d’écriture qui peut le mieux raconter la société d’aujourd’hui, ce n’est pas par hasard si ce qu’on appelle les «polars méditerranéens» (je pense à Montalban, à Markaris, à Izzo) sont presque toujours situés dans l’époque contemporaine et réussissent mieux que les autres à raconter la situation politique et civique dans laquelle nous vivons.
Votre héros se nomme Montalbano, est-ce en hommage à Manuel Vaquez Montalban, père du célèbre détective barcelonais Pepe Carvalho, avec il a quelques points communs: les femmes, la bonne cuisine?
A.C.: Montalbano est beaucoup moins jouisseur que Carvalho et en vérité, je le suis aussi par rapport à l’ami Montalban. J’ai eu la chance de rencontrer Manuel Vasquez Montalban et de le voir à l’œuvre dans la «boqueria» de Barcelone… expérience que je n’oublierai jamais!
En tout cas, Montalbano, à la différence de Carvalho et d’autres de ses collègues, vieillit et donc peu à peu, la cuisine commence à lui faire mal et les rencontres avec les femmes lui font venir un grand sentiment de culpabilité.
Au début du roman, Montalbano fait un étrange rêve: il se rend au commissariat où il apprend qu’il est mort; au cours de l’histoire, on lui rappelle sa «vieillesse». Le commissaire va-t-il prendre sa retraite?
A.C.: Non, il ne prend pas sa retraite mais il commence à se rendre compte de ne plus avoir les ressources physiques d’autre fois. Montalbano a plus de 50 ans et comme beaucoup d’hommes de cet âge, il se retrouve à faire le bilan de sa vie et il voit tant de choses qu’il n’a pas faites, par rapport à celles qu’il a faites. Il se laisse prendre par cet esprit mélancolique typique de la «sicilianité»ou du sud en général. En tout cas, pas de retraite, il y a encore des histoires de Montalbano à raconter.
Serge Quadruppani: «Ma méthode consiste à essayer de faire percevoir au lecteur français comment un lecteur italien non sicilien lit Camilleri»
«L’âge du doute», paru en janvier dernier, a tous les ingrédients pour ravir les fidèles amoureux du commissaire sicilien. Un cadavre défiguré abandonné au fond d’un canot, un lieutenant de police, belle comme une madone… et un Montalbano qui sent le temps lui filer entre les doigts… Sans oublier la saveur de la «langue camillierienne», mélange de sicilien, d’italien et d’expressions bien personnelles. Une «langue» qui fait tout le charme des aventures de Montalbano. Un casse-tête pour son traducteur? Serge Quadruppani, jonglant avec idiomes et dialectes, s’en tire parfaitement bien.
«Ma méthode consiste à essayer de faire percevoir au lecteur français comment un lecteur italien non sicilien lit Camilleri: avec des sentiments d'étrangeté et de familiarité mêlés, en utilisant des régionalismes du sud, des traductions littérales, des distorsions des mots, etc., bref en recréant une langue comme Camilleri en a inventée une.»
Marie Torres
 
 

AgrigentoFlash.it, 11.2.2013
Con Bruno Gambarotta al “caffe’ Vigata”

Sarà Bruno Gambarotta, autore e regista di programmi per la radio e la televisione, oltre che noto scrittore, attore e personaggio del mondo dello spettacolo, ad intervenire, sabato prossimo, 16 febbraio, a Sciacca, per presentare “Una birra al Caffè Vigàta” il libro – intervista che il giornalista Lorenzo Rosso ha realizzato con Andrea Camilleri.
Il volume (Imprimatur Rcs Libri) già tradotto e pubblicato con successo anche in Germania, altro non è che il racconto lungo una vita, dello scrittore più amato dagli italiani.
All’evento, inserito a chiusura della rassegna letteraria “4/4 di Sicilia” quattro libri, quattro autori, promossa da Aulino Editore in collaborazione con il Comune di Sciacca, “Letterandoinfest” e Verba Volant Book Shop, sarà presente l’autore del libro-intervista, Lorenzo Rosso. L’incontro è previsto per le ore 18 e 30 presso il Circolo di Cultura, in corso Vittorio Emanuele 1, ad ingresso libero.
 
 

Skira editore
Roma, martedì 12 febbraio 2013 ore 17.30
Andrea Camilleri Un’amicizia. Angelo Canevari
Introduce Maria Antonella Fusco, dirigente dell’Istituto Nazionale per la Grafica
Intervengono Elena Pontiggia, storico dell’arte, Vitaliano Tiberia, presidente Accademia dei Virtuosi al Pantheon
Saranno presenti Andrea Camilleri e Angelo Canevari
Istituto Nazionale per la Grafica
Sala Dante, Palazzo Poli, Via Poli 54 (Fontana di Trevi)

 
 

La Stampa, 12.2.2013
Elzeviro
Camilleri e il fantasma di Bernini

A un certo punto della loro lunga amicizia Andrea Camilleri visita una mostra di Angelo Canevari, e si trova di fronte a un personaggio piuttosto significativo, in doppiopetto grigio ma senza cravatta, «in quanto l'ampio e inusuale colletto della camicia si arrovesciava, aperto, sulla giacca». Un misterioso ammiratore dell'artista. Un signore colto ed esperto, che cita l’esoterista Cornelio Agrippa, i quadrati magici, certe amicizie importanti «lassù», come Urbano VIII o Innocenzo X, pontefici del Cinquecento.
Camilleri lo riconosce al volo, anche prima che gli vengano citate alcune opere (come ad esempio la Fontana del Tritone a Roma) e non può trattenersi dall'apostrofarlo con un sonante: «Cavaliere!». Viene zittito, non certo per evitare equivoci, ma perché Gian Lorenzo Bernini, il grande scultore e architetto dei Papi, tiene alla discrezione. In fondo, è da secoli che non si mostra in giro. Se si è materializzato accanto allo scrittore, ciò è dovuto all'occasione molto speciale: un omaggio a Canevari che considera un fratello lontano nel tempo ma non nell'ispirazione, tesi pienamente condivisa dal padre di Montalbano.
Il raccontino fa parte di un libro che racconta un legame e un ricco scambio di esperienze lungo quasi quanto una vita; si intitola semplicemente Un'amicizia, Angelo Canevari (Skira, 142 pagine, 24 euro) e sarà presentato oggi alle 17,30 a Palazzo Poli a Roma: con Camilleri e Canevari ci saranno, tra gli altri, la storica dell'arte Elena Pontiggia e Maria Antonella Fusco. I testi, scritti a partire dal 1975, si alternano alle immagini (le foto sono di Giacomo Cannata) di sculture e disegni - soprattutto quelle di dimensioni contenute - realizzati nel tempo dall'artista romano che ha firmato fra l'altro opere di grandissimo impegno come il cofano di bronzo per la Porta Santa di San Pietro o le tre Porte bronzee per il Duomo romanico di Belluno. Amici da sempre (superati come scopriamo dalla lettura i dubbi delle rispettive mogli, che temevano in origine una certa incompatibilità fra caratteri decisamente non facili), lo scrittore e l'artista si confrontano a fine libro in una deliziosa conversazione: non senza qualche considerazione ficcante sull'avanguardia come «ruminazione» alla moda, «sostenuta da una critica dogmatico-cabalistica».
Mario Baudino
 
 

Le Monde Diplomatique, 12.2.2013
Letture
Altri dovrebbero avere paura (a cura di) Andrea Comincini Nova Delphi, 2012, 12 euro

L’ultima fatica editoriale della Nova Delphi è un altro, interessante tassello aggiunto alla collana Ithaca; Altri dovrebbero avere paura è una raccolta di testimonianze e carteggi inediti di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, curata dalla sapiente regia di Andrea Comincini e impreziosita dalla presentazione di Valerio Evangelisti e da un’appendice finale scritta dal pugno di Andrea Camilleri. Rimane facile raccomandare la lettura di questo testo, partendo dal fatto che dopo aver pubblicato Non piangete la mia morte di Bartolomeo Vanzetti (2010) e Red America. La lotta di classe negli Stati Uniti di John Reed (dicembre 2012), la sfinge alata di Germano Panettieri (direttore editoriale di Nova Delphi) tiene per mano i lettori e li porta nuovamente negli Stati uniti d’America, in una miscellanea di confessioni private e testamenti politici, analisi introspettive e flussi di coscienze tradite, ferite, ma non per queste dome e rassegnate. Il pregio di questo volume (come del resto dell'intera collana) consta nell’offrire un angolo di osservazione privilegiato al lettore; l’America, quella vera – scevra della suggestione europea e orfana del mito della «libertà» –, si consegna al lettore per quel che è, per le sue contraddizioni e per l’indifferente autismo cui siamo abituati a vederla dipinta quando si ricorda la vicenda dei due anarchici italiani. Ma la novità che emerge non risiede nella pur intuibile critica al sistema a stelle e strisce, quanto nella puntuale definizione dei due anarchici, troppo spesso ridotti a mere vittime sacrificate alla repressione americana, abbozzati nel proprio profilo politico solo come oppressi e mai nella loro attiva militanza contro l’oppressore; due personalità, quindi, cancellate dall’alveo della lotta politica e immortalate – anche per responsabilità della successiva storiografia operaista – nell’olimpo dei martiri, dei morti collaterali, dell’ingiustizia della morte e della morte ingiusta. È lo stesso Evangelisti, d’altronde, ad aprire il suo contributo ricordando come la vicenda di Sacco e Vanzetti sia nota al grande pubblico «grazie a un film di Giuliano Montaldo, alla canzone di Joan Baez che ne costituiva la colonna sonora e, in minor misura, ad alcuni articoli», sostenendo al contempo il ritratto mutilato dei due italiani, cui ogni ricostruzione storica e politica sottrae inspiegabilmente «la dimensione ideologica, la loro militanza, il loro anarchismo». Una lettura miope, forse anche sdoganata dalla commovente tesi di fondo del film di Montaldo (recitato dal fantastico duo Volonté-Cucciolla): morte ingiusta di due italiani vittime del razzismo imperante e di un sistema discriminatorio. Una lettura forse deducibile dalla scelta dei due condannati a morte, che alla strenua difesa politica dell’avvocato socialista Fred Moore preferirono una strategia di difesa tecnica, che mettesse in risalto l’errore giurisprudenziale piuttosto che la persecuzione politica; ma pur sempre un’interpretazione parziale, tesa a sminuire la scossa politica che muoveva le loro azioni, che costantemente rischia di derubricare la vicenda politica di «due anarchici» ad ingiustizia umana commessa ai danni di «due italiani». È in questo torrente carsico di mezze verità che Comincini ci regala un altro Sacco e un altro Vanzetti; ecco infatti emergere in superfice un’immagine diversa, consapevole, umana sì ma non arrendevole a un destino beffardo, desiderosa di farsi testimonianza, di farsi denuncia, di farsi politica. L’intera ricerca prodotta da Comincini è frutto della raccolta e della traduzione delle lettere dei due italiani custodite nella Lilly Library di Bloomington, Università dell’Indiana; gran parte dell’epistolario raccolto, tuttavia, è dedicato al carteggio di Vanzetti con Alice Stone Blackwells e Mary Donovan. Una selezione fine, scelta con cura e legata dal doppio filo dell’amore politico e della politica dell’amore familiare in cui i due anarchici, con particolare menzione per Vanzetti, sono tratteggiati nella cruda realtà dell’America di inizio XX secolo; la stessa America che Nova Delphi, con i precedenti della collana Ithaca, ha inteso indagare a fondo coniugando la passione per la verità a quella per la ricerca e l’analisi politica.
Samir Hassan
 
 

Italia Oggi, 13.2.2013
Indiscrezionario

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Sala affollatissima, nel palazzo Poli, sede dell'Istituto nazionale per la grafica, per ascoltare Andrea Camilleri impegnato a presentare il suo nuovo libro edito da Skira e dedicato ad Angelo Canevari. La cultura attira, più della politica.
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Puccio d'Aniello
 
 

Corriere della Sera, 13.2.2013
Vietata da Bruxelles una ghiottoneria del commissario di Camilleri
Sicilia, Crocetta sfida la Ue sulla ricetta di Montalbano
Il presidente della Regione autorizza la pesca del «novellame», il pesce azzurro appena nato. La rabbia degli ambientalisti

«La morti del nunnatu è fritto a purpetta». Il consiglio del ristoratore al commissario Montalbano non lascia dubbi: il modo migliore per mangiare il «novellame», il pesce azzurro appena nato, è farne polpette fritte. Per questo Andrea Camilleri un anno fa si era visto recapitare una lettera da Bruxelles che lo invitava a togliere subito dai libri le «barbare» ricette con incitavano all’uso dei piccole sardine o acciughe. Quelli che in Liguria chiamano «gianchetti», in Campania «cecinielli» e in Sicilia, appunto, «nunnatu». Un anno dopo è la giunta di Rosario Crocetta a sfidare Bruxelles. L’assessore siciliano alle Risorse agricole e alimentari Dario Cartabellotta ha infatti autorizzato per un anno «la pesca professionale del novellame di sardina e del rossetto». Esattamente come era avvenuto in passato, violando le raccomandazioni dell’Unione europea che vedono in questa pratica una delle cause dello spopolamento del Mediterraneo. E della crisi di tutto il comparto.
«SCELTA SCELLERATA» - Gli ambientalisti, ovviamente, si sono indignati. «La deroga è una scelta scellerata ed arbitraria e rappresenta una minaccia per il mare, le sue risorse e il futuro della pesca e dei pescatori» sostengono assieme Legambiente, GreenLife, Marevivo, Wwf e Greenpeace. «Per ogni chilo di novellame si perdono fino a 2 quintali di pesce adulto: un vero e proprio scempio di risorse che non solo danneggia il mare, ma che minaccia la sopravvivenza della pesca stessa». A nulla sono valse le precisazioni contenute nello stesso decreto dell’assessore: si potrà uscire in mare solo dall’alba al tramonto, e non più di 40 giorni in totale (l’anno scorso erano sessanta); viene bandito un ampio tratto di mare (praticamente tutta la costa sud da Mazara a Capo Passero) e in più saranno fatti prelievi per avviare una seria ricerca scientifica sulle risorse disponibili.
«INGOIARE UNO STERMINIO» - L’assessore ha chiarito: tutto ciò viene fatto per aiutare i piccoli pescatori «alla luce del conclamato stato di crisi del settore» e per salvaguardare «la tradizionalità, la storicità e la specificità territoriale della pesca speciale del novellame da consumo». Nessuno, d’altra parte, si nasconde che quelle «purpette», per quanto buonissime, non siano proprio eco-compatibili. Nemmeno lo scrittore Camilleri: «Le polpettine, schiacciate, croccanti, erano costellate di centinaia di puntini neri: gli occhietti dei minuscoli pesciolini appena nati. Montalbano se li mangiò sacralmente, pur sapendo che stava ingoiando qualcosa di simile a una strage, uno sterminio. Per autopunirsi, non volle mangiare nient’altro».
Riccardo Bruno
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 13.2.2013
Il romanzo dei baci

Probabilmente, se fossero nati in Sicilia anziché a Valence, i due fidanzatini di Peynet si sarebbero baciati le mani anziché tenersele strette.
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Baciare in Sicilia o non è niente oppure è tutto: al punto che in un racconto del '38, Il bacio, Brancati ne fa un grottesco per irridere il fascismo immaginando la polizia impegnata a impedire che un fanatico baci il sovrintendente in visita a Milletarì. La linea del paradosso è la stessa che vedrà attestato Camilleri quando nel racconto Parabola vorrà che Cristo abbracci e baci Lucifero in televisione per mantenere la fama di misericordioso, o quando in La Vucciria lascerà che l'eretica Anna baci un uomo nel mercato palermitano per volatilizzarsi con lui. Ma il bacio più bello del repertorio siciliano, il più sanvalentiniano senza San Valentino, è quello che Laura di L'età del dubbio, sempre di Camilleri, dà a Montalbano: una prova d'amore fine a se stessa, di puro ed etereo sentimento, appunto à la Peynet, la più compiuta dimostrazione, nello spirito del 14 febbraio, che «amor ch'a nullo amato amar perdona» e quindi se si ama davvero non si può non essere riamati.
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Alla retorica di un San Valentino tutto sospiri e batter di ciglia la morale siciliana oppone uno spirito desemantizzato, come in contraggenio: quello della gnà Pina, detta "la Lupa". Che diventa la "donna-lupo" di Aurelio Grimaldi, le tante erinni di Silvana Grasso, l'Angelica di Camilleri, la Annetta di Lara Cardella, il licantropo di Consolo, il Paolo Castorini di Brancati, la cugina Agata di Patti, la Malèna di Tornatore, i transfert di Melissa P., la Modesta di Goliarda Sapienza, la Costanza di Agnello Hornby e che pavesa la lunga galleria di personaggi freudiani che attraversano, già da Micio Tempio, l'intera tradizione culturale siciliana fino ai comici e agli attori del momento, per perpetuare un'idea di amore che non si può ritrovare nel bacio canonico del San Valentino.
Gianni Bonina
 
 

Malgrado tutto, 14.2.2013
La stanza dello scirocco
Regina Margherita. Quando Andrea Camilleri rischiò di essere arrestato
Speciale teatro 2003-2013 / Dieci anni dopo
La sofferta inaugurazione del teatro di Racalmuto, dopo 40 anni di chiusura. Una storia folle che merita di essere raccontata

Andrea Camilleri al teatro di Racalmuto

Se è vero, com'è vero, che il teatro Regina Margherita è stato riaperto più e più volte – segnando ogni nuova riapertura con la parola inaugurazione – a seconda dell'avvicendarsi di sindaci, assessori, direttori artistici, commissari e delle varie stagioni che si sono succedute negli anni, non c'è dubbio che la prima e più solenne inaugurazione è stata quella del febbraio 2003. "Ouverture" fu la parola d'ordine di quella festa che rompeva un incantesimo durato quarant'anni (vent'anni di abbandono e altrettanti di lavori). Da allora, nel bene e nel male, tra alti e bassi, tra stagioni belle e meno belle, con tanto o con poco pubblico, con molti o scarsi soldi, con polemiche sempre accese, il teatro è stato una presenza costante nella vita di Racalmuto. Perché quel teatro così bello e così chiuso, vietato alla gente, era stato troppo a lungo il simbolo di un bene sottratto alla comunità. Nel febbraio del 2003 – tra l'11, giorno della visita dell'allora capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, e il 14, data dell'inaugurazione – quel teatro veniva restituito alla sua città.
Da allora non sono mancati i problemi, soprattutto quelli legati alla completa agibilità, operazione complessa e laboriosissima, peraltro ancora in via di definizione, ma in ogni caso il teatro adesso c'è. Esiste nella consapevolezza di tutti e viaggia verso i prossimi decenni. A dieci anni di distanza, vale la pena di riaprire il taccuino di quei giorni e rileggere gli appunti, i ricordi e i retroscena di un'inaugurazione che segna un prima e un dopo nella storia non solo del Regina Margherita, ma della stessa città di Leonardo Sciascia che per primo si impegnò per il recupero e la riapertura del luogo dove aveva imparato ad amare il teatro e il cinema. E, a distanza di tempo, si può svelare qualche piccolo e gustoso retroscena.

Teatro Regina Margherita
Il vento in testa
Nelle lunghe serate chiassose della festa del Monte del 2012, mentre si susseguono gli appuntamenti della rassegna estiva "Aspettando il teatro Regina Margherita" (spettacoli, incontri letterari, musica), ai tavoli della trattoria "La Taberna" con Giuseppe Dipasquale e la costumista Angela Gallaro, che hanno curato la messa in scena alla Fontana della "Recitazione della controversia liparitana", si progetta la prossima riapertura del teatro. Qualcuno lancia lì un'idea: "Perché non invitiamo il ministro dei Beni culturali?". Un altro incalza: "E perché non il presidente del Consiglio?". Il gioco è ormai a chi la spara più grossa: "Perché accontentarsi? Invitiamo il capo dello Stato".
Certo, questa è una bella idea. Ma come fare? Su quel tavolo, in fretta e furia, vengono messe su carta poche righe di un invito ufficiale, la bozza di una lettera ufficiale. Bene, ma come fare? Si potrà far recapitare a Ciampi attraverso il suo capo ufficio stampa, Arrigo Levi, grande giornalista di lungo corso. Quella che sembrava una boutade estiva diventa presto realtà e nel giro di alcune settimane dal Quirinale arriva la risposta positiva. Ancora stupefatta, un'amica presente a quella serata alla Taberna, dirà da allora in poi: "Voi racalmutesi avete il vento in testa". Che mi pare un complimento ironico alla fantasia di tutti quei racalmutesi che non si fermano davanti alle difficoltà delle cose che sembrano apparentemente più lontane e irraggiungibili.
Arrestate Camilleri
Manca pochissimo alla cerimonia di apertura. Nel paese c'è attesa, ma anche un certo mormorio: chi sarà invitato alla cerimonia? Chi avrà diritto a mettere piede per la prima volta nel teatro per la serata con Serena Dandini, Gigi Burruano, Andrea Camilleri (direttore artistico del teatro) e tanti altri? Il teatro è piccolo, non c'è spazio per tutti.
In quelle stesse ore, in una prefettura di Agrigento buia e semideserta, il sindaco Gigi Restivo e alcuni consiglieri di amministrazione della Fondazione Regina Margherita (il CdA era composto da Felice Cavallaro, Antonio Foscari, Francesco Giambrone e da chi sta mettendo insieme questi brevi ricordi) se la passano brutta. Alcuni funzionari della prefettura, codici alla mano, spiegano che il teatro non può riaprire: manca questo, manca quello, manca quell'altro. Non serve spiegare che l'occasione è irripetibile, che il capo dello Stato ha già visitato il teatro, che faticosamente si stanno mettendo assieme tutti i collaudi e le disposizioni richieste dalle norme.
I funzionari sono irremovibili. E concludono con una frase che suona come un ultimatum: "Se domani il pubblico entrerà in teatro, manderemo i carabinieri ad arrestare tutti, perfino lo stesso Andrea Camilleri". Un disastro. Fin quando qualcuno, facendo di necessità virtù, trova una soluzione da teatro dell'assurdo: l'inaugurazione si farà, ma senza pubblico. Gli attori in scena, il pubblico fuori a seguire lo spettacolo attraverso i megaschermi forniti generosamente da Teleacras. Una follia, ma che di colpo taglia il fiato alle polemiche su chi entra e su chi resta fuori. Una follia che finisce per dare una nuova nota di teatralità all'inaugurazione più folle che mai ci sia stata per un teatro. Cose che possono succedere solo a Racalmuto.

Inaugurazione teatro Regina Margherita
Un paio di forbici? Trecento euro.
Ed ecco i trampolieri, i fuochi d'artificio, i palloni sospesi in aria. E' la sera dell'inaugurazione. Sera di festa. Sera di freddo. Freddo terribile, ma tanta gente è davanti al teatro per partecipare alla festa, anche se sa che resterà fuori. Il pubblico potrà mettervi piede dentro da domani in poi, quando il teatro aprirà i suoi battenti per le visite e, da lì a poche settimane, per l'inizio della stagione. La coreografia prevede che la grande forbice per il taglio del nastro sarà consegnata al sindaco da una delle ragazze alte sui trampoli. Restivo e i consiglieri sono vicini al portone d'ingresso, mischiati tra la folla.

Camilleri visita il teatro prima dell’apertura
La ragazza scende dai trampoli, leggera si avvicina al sindaco, porge le forbici, ma quando Gigi Restivo va per prenderle, la ragazza le trattiene. Sono attimi strani, che la gran parte della gente presente non riesce a cogliere. "Sindaco, ti ricordi di me?", chiede la ragazza.
Restivo è smarrito, poi mette a fuoco: la ragazza dei trampoli è una delle attrici che nell'estate precedente hanno partecipato agli spettacoli della rassegna "Aspettando il teatro Regina Margherita". E adesso chiede quello che le spetta: trecento euro per il suo lavoro di attrice che il Comune di Racalmuto, come al solito, non le ha ancora saldato. E' chiaro che non ha alcuna intenzione di mollare le forbici fin quando non avrà visto i soldi che le toccano.
Cede solo quando qualcuno dei consiglieri d'amministrazione mette mano al portafoglio e tira fuori il blocchetto di assegni per liquidare subito, di tasca propria. Ora sì che le forbici possono scintillare nella mani del sindaco Restivo. Zac. Il nastro è tagliato. Ouverture! In un angolo, il malcapitato sta firmando l'assegno da trecento euro.
Molte altre cose, belle e faticose, hanno preceduto e accompagnato quell'inaugurazione, da farne un libro e chissà che un giorno non ne venga fuori un racconto tragicomico.
Per me, al piacere di rivedere un teatro che avevo sempre visto chiuso, si sommava un piccolo puntiglio personale, quasi una sfida con me stesso: non mi andava che quel teatro fosse stato aperto per la prima volta, nel 1880, da un sindaco che portava il mio stesso cognome, mentre centoventi anni dopo, nel 2003, la sua riapertura sembrava diventare ogni giorno un'impresa sempre più titanica. Bisognava dare una lezione a questi "galantuomini" dell'Ottocento, far vedere che perfino nell'Italia del presente la buona volontà poteva riuscire a smuovere pigrizie, ritardi, leggi impossibili, norme assurde, ostilità, sciatterie, rivalità, gelosie, burocrazie.
Concludo con una inelegante autocitazione, dal mio libro "I ragazzi di Regalpetra" nel quale, forse esagerando, sottolineavo "la fatica e l'amarezza" che mi aveva lasciato l'esperienza di riaprire il teatro e guidarlo nei suoi primi cinque anni: "Un paesano, furbo a modo suo, congedò Andrea Camilleri e gli altri che si erano adoperati per rimettere in vita il teatro con un esposto alla procura della Repubblica, sollevando chissà quali sospetti: i giudici dopo lunga e minuziosa indagine archiviarono con formula piena; anzi, con tanto di complimenti per l'impegno e lo zelo. Giurai a me stesso di mai più mettere un dito all'acqua calda nelle cose concrete di Regalpetra.
Il teatro però è aperto. L'altro giorno sono passato davanti al portone socchiuso, luci calde provenivano dal foyer, mi sono affacciato dentro, ho sentito musica, gli applausi del pubblico: me ne sono andato fischiettando, riconciliato con me stesso e col mio paese".
Gaetano Savatteri
 
 

Il Fatto Quotidiano, 14.2.2013
Messina, la fine del teatro di Camilleri

Messina, per poco più di un mese, ha avuto un teatro. E’ il vecchio Teatro alla Fiera – nei ’60 vi fece il suo debutto Andrea Camilleri – che le istituzioni cittadine, fra incuria e speculazioni, avevano letteralmente lasciato andare in rovina. A dicembre una cinquantina di ragazzi l’hanno occupato. L’hanno ripulito, hanno restaurato il palcoscenico, hanno tenuto tutto nel massimo ordine e pulizia e hanno cominciato a usarlo per quello che era: un teatro. Una ventina di gruppi si sono alternati a recitare, cantare, fare performance. Il vecchio Camilleri, commosso, ha mandato una lettera entusiasta.
Messina ha avuto un’anima, per poco più di un mese. Giocolerie per i bambini, dibattiti, teatro, musica, libertà. La vecchissima classe dirigente di Messina – da sempre una delle città più massoni d’Italia – non l’ha presa bene. Arte, teatro, musica, giuochi per i bambini? Questa è area edificabile, accidenti! Venti giorni fa un furibondo editoriale sulla “Gazzetta del Sud” invitava il prefetto a sgomberare con la forza l’orrendo spettacolo. Il prefetto, brav’uomo, ha resistito. Il presidente Crocetta, o per propaganda elettorale o per sincera convinzione (quale delle due lo vedremo nelle prossime) è andato a complimentarsi con i ragazzi. Passare la serata a teatro, con i bambini dappresso, per le famiglie messinesi cominciava ad essere un’abitudine. E’ da prima del terremoto che a Messina non si vedeva tanta libertà.
Adesso, nel momento in cui scriviamo, la Celere in tenuta antisommossa è schierata davanti al teatro. “Rauss!”. I vecchi teatri servono per costruirci cemento, mica per farci arte e cultura. Telefonate drammatiche, concitate. Chissà cosa ne pensa il vecchio Camilleri.
Riccardo Orioles
 
 

l’Unità, 16.2.2013
«Far vincere il centrosinistra» | FIRMA APPELLO
Per evitare l’ingovernabilità o il ritorno della destra bisogna votare centrosinistra. È l’appello lanciato da Asor Rosa, Eco, Zagrebelsky e altri intellettuali.

L'APPELLO
Siamo alle ultime battute di una campagna elettorale confusa, rissosa, e da parte di taluni estremamente menzognera. Due scenari inquietanti si profilano come possibili dall’esito del voto: o un caos ingovernabile; o il ritorno al potere di uomini e di forze, che negli anni passati hanno già portato il Paese verso la catastrofe.
Per evitare tutto questo, l’unica strada è votare per la coalizione di centro-sinistra, assicurandole l’autosufficienza, che le consentirebbe di mettere in piedi un governo stabile, autorevole, rispettabile a livello europeo, in grado di gestire al meglio politiche e alleanze.
L’Italia ha un disperato bisogno di trasparenza politica e di giustizia sociale: se nei prossimi cinque anni non saremo in grado di restituire dignità alle istituzioni, rispetto per la politica, fiducia nei partiti, strategie di sviluppo e insieme un colossale mutamento di rotta nei confronti delle classi lavoratrici e dei ceti disagiati, ci ritroveremo, come altre nazioni europee, nel baratro.
Questo è vero per l’intero territorio nazionale. Ancor più vero in quelle regioni a rischio (dalla Lombardia alla Sicilia), dove poche decine di migliaia di voti possono fare la differenza tra un nuovo inizio e una pessima fine. Ogni voto è perciò prezioso a questo scopo: chiediamo all’opinione pubblica e agli elettori di scegliere come una ragione responsabile spinge inequivocabilmente a fare. E chiediamo ai cittadini che lo condividano di sottoscrivere e promuovere questo appello.
Umberto Eco, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Claudio Magris, Barbara Spinelli, Andrea Camilleri, Nadia Urbinati, Guido Rossi, Tullio De Mauro, Natalia Aspesi, Giorgio Parisi, Vittorio Gregotti, Alberto Melloni, Sandra Bonsanti, Luigi Ferrajoli, Filippo Gentiloni, Piero Bevilacqua, Alberto Asor Rosa.
FIRMA L'APPELLO ANCHE TU
 
 

La Provincia, 16.2.2013
Fondi. Padrino d’eccezione Vincenzo Manna. In collegamento anche lo scrittore Andrea Camilleri
”Presente Indicativo”, conferenza domani a Palazzo Castani

Inizia con il saluto di un “padrino” d’eccezione il convegno “Presente Indicativo”, Vincenzo Manna si racconta, in programma per domani alle ore 18:15 a Palazzo Castani di Fondi. Sarà infatti Andrea Camilleri, “padre” del Commissario MOntalbano, che attraverso un video, appositamente realizzato per l’occasione, dopo i convenevoli saluti, sottolineerà l’originalità e i pregi dell’iniziativa. […]
 
 

Tele Radio Sciacca, 16.2.2013
Bruno Gambarotta al Liceo Classico di Sciacca
Per gli incontri con l'autore, al Liceo Classico Fazello di Sciacca, stamani è arrivato Bruno Gambarotta a presentare il libro di Lorenzo Rosso,”Una birra al Caffè Vigata”.

Il suo modo di raccontare piace in maniera straordinaria. Sentire i suoi racconti e ascoltare le sue opinioni sugli argomenti più disparati è occasione per arricchirsi culturalmente.
Lo sa bene il giornalista torinese, Lorenzo Rosso, che dei suoi incontri e lunghe conversazioni con uno dei più celebri scrittori siciliani, Andrea Camilleri, ha voluto farne un libro: “Una birra al Caffè Vigàta”.
A presentare l'opera alla platea di studenti del Liceo Classico di Sciacca, stamani, il giornalista e scrittore Bruno Gambarotta.
Libri e autori che raccontano la Sicilia, una terra che vanta due nobel per la letteratura, Pirandello e Quasimodo, ed un terzo candidato potrebbe essere Andrea Camilleri, un uomo, un siciliano, che per tutta la vita si è dedicato alla scrittura esaltando il suo radicamento alla terra d'origine. Quella sicilianità che diventa tema filo conduttore dei quattro incontri con gli autori proposti dalla Aulino Editore, nell'ambito della rassegna letteraria, 4/4 di Sicilia.
Francesca Gallo
 
 

il manifesto, 16.2.2013
Toghe in punta di penna
Una tendenza editoriale di successo quello dei romanzi scritti da magistrati. Un percorso di lettura a partire della ristampa del «Diario di un giudice» a firma dell'irpino Dante Troisi

Il contributo che i magistrati hanno dato e continuano a dare alla letteratura è in Italia, come forse altrove, di importanza certa. Tanto che non si è mai sorpresi di trovare le loro opere in libreria e anzi se può gioire. Una misurazione precisa della percentuale dei magistrati che scendono o salgono in letteratura forse non è stata mai fatta: sarebbe inutile per misurare la loro capacità di incidere sulla lingua e sull'immaginazione, che dipende da fattori non solo quantitativi, ma utile per avere un'idea sulla presenza in quegli ambienti della propensione a scrivere . Sebbene possa inquietare, è ragionevole il sospetto che l'enorme mole dei fascicoli che i magistrati devono contribuire a scrivere, e la specificità stringente di certo linguaggio tecnico, li aiuti in una straordinaria facilità e fluidità di scrittura, lì dove lo scrittore è esposto, salvo rare eccezioni, a tremenda fatica (di scrivere e riscrivere). Non solo questioni legali Oggi, la scrittura del magistrato sembra intrigare per la sua capacità di elaborare il fatto criminale o la questione legale, di sapere fornire di esso una narrazione aderente, informata e tuttavia romanzata; il ruolo professionale da cui proviene - il soggetto è sempre la scrittura - è anche una giusta garanzia. I libri di Gianrico Carofiglio, Giancarlo de Cataldo e Gianni Simoni, per esempio, rispondono da ultimo, in modo originale e convincente, a questo scenario «poliziesco», che indubbiamente gode anche di grandi attese di pubblico. Ma non è stato sempre così, e non è solo così, neppure per gli autori appena citati. Anzi, l'impegno letterario dei magistrati riguarda modi letterari e generi assai più vasti e indistinti rispetto agli ambiti tematici di quella professione. […] Tra questi nomi va di certo inserito anche quello di Dante Troisi, che tra il 1951 e il 1989 scrisse una dozzina di romanzi. La recente ristampa del suo titolo più famoso, Diario di un giudice (Palermo, Sellerio, 2012) favorisce un riesame del caso. Il Diario è percorso da una forza narrativa straordinaria, pieno com'è di casi e di situazioni che si muovono su registri ora comici ora tragici. Sembrano istantanee sulle scene del foro, scattate senza indossare la toga bensì usando un terzo occhio, non sempre compatibile con quello del giudice. Tanto che, lo ricorda Andrea Camilleri nella nota che accompagna il testo, l'apparente e temporanea dismissione pubblica del suo ruolo, procurò all'autore qualche guaio serio e compromettente per la carriera di giudice (funzione che esercitò con grande passione critica e mentalità innovativa), poiché vi fu vista un'occasione di discredito della magistratura. Troisi di sé disse: «Scrittore? Magistrato? Non so; mi dibatto, mi assillo e non sono completamente né l'uno né l'altro». Anche il Diario oscilla tra queste due nature. Un magistrato che non nasconde la propria fragilità umana, anzi indaga su passioni, umori e dubbi che gli appartengono e che deve avere il coraggio di affrontare. Che la mitezza di una condanna possa dipendere dal buon funzionamento gastrico; o che la pietà influenzi l'interpretazione del codice; o che l'esame dei testimoni sia tanto accurato quanto più lontana è l'ora di chiusura del tribunale; o che al collega del grado di giudizio successivo si affidi l'onere di sbrogliare una situazione controversa, son tutte cose ad alto potenziale ironico, e non vanno sempre presa alla lettera. L'umanesimo del giudizio va ben oltre l'applicazione del codice, media l'astrazione della legge con i casi che la realtà offre concretamente e costringe il giudice a non escludersi ex cathedra dal brulichio dell'umanità, nel quale va trovata e fatta giustizia. Certo questa tempra etica, del giudice che si espone al giudizio, non dovrebbe essere ritenuta di alcun discredito per la magistratura. Il tema è tanto letterariamente importante, che in Giudici (Einaudi, 2011) Camilleri, De Cataldo e Lucarelli l'hanno orchestrato come soggetto. […]
Fabrizio Scrivano
 
 

L'Huffington Post, 18.2.2013
Libri: Camilleri si fa in quattro

Andrea Camilleri, il 'papà' di Montalbano, si fa in quattro, o forse più. E' un punto di riferimento ed un'icona della cultura italiana nel Mondo, oltre ad essere uno scrittore tra i più letti ed amati del nostro tempo tanto che i suoi libri hanno venduto più di dieci milioni di copie e sono stati tradotti in trentacinque lingue.
Prima di diventare così famoso, forse non tutti sanno che è stato soprattutto un regista teatrale rappresentando più di cento opere (tra cui testi di Pirandello, Jonesco, Eliot, Strindberg, Majakovskiy ed è stato il primo a portare Beckett in Italia), oltre che autore e sceneggiatore di programmi culturali e di sceneggiati televisivi (come Il Commissario Maigret e Il Tenente Sheridan). Ha scritto il suo primo romanzo nel 1978 ed è diventato uno degli scrittori di punta della casa editrice Sellerio da quando ha pubblicato (nel 1994) il primo romanzo in cui parla di Montalbano, intitolato La forma dell'acqua. Non sono poi mancate sue collaborazioni importanti con altre case editrici come la Mondadori che oltre a pubblicare alcuni suoi romanzi (La pensione Eva, Voi non sapete, Il tailleur grigio, L'intermittenza ed altri), gli ha anche dedicato ben due volumi dei Meridiani.
A gennaio è uscito il suo ultimo romanzo Il tuttomio (Mondadori, pagg. 150, euro 16) che incuriosisce sin dal titolo. E' la storia, difficile e sofferta, di una trentenne (Arianna) dal passato doloroso e segreto, che vive con una persona più grande di lei (Giulio) con cui non riesce ad avere rapporti sessuali per via di un grave incidente da lui subito anni prima. Dal modo e dal posto in cui vive, una sorta di ibseniana casa di bambola, capiamo che c'è qualcosa che non va. Il suo rifugio speciale è il 'tuttomio', una specie di tana ricavata in un angolo del solaio molto simile alla piccola caverna in cui era solita rifugiarsi in campagna quando era piccola. Un luogo magico di cui solo lei conosce l'esistenza e che le permette di estraniarsi dal presente e di ricordare - a suo modo - un passato non sempre chiaro. Tra i 'giochi' quotidiani, poi, c'è l'appuntamento del giovedì con ragazzi sconosciuti con cui fare sesso, il tutto alla presenza del marito.
"Non è che sono un voyeur, ma non mi fido a lasciarti sola con uno sconosciuto", le dirà con un tono sospeso tra l'ironico e il tragico. Giochi, i loro, che hanno regole precise ("non è previsto nessun sentimento tra gli amanti") e che non vanno trasgredite, ma la cosa diventa molto difficile quando Arianna incontra e si invaghisce di un ragazzino ingenuo e focoso che la porterà a stravolgere quelle regole e a perdersi in un gioco più grande di lei.
Con questo romanzo - ispirato alla scandalosa vicenda dei marchesi Casati Stampa che scandalizzò l'Italia negli anni '70 e pieno di rimandi al Santuario di Faulkner e a L'amante di Lady Chatterley di Laurence (come ricorda l'autore nelle ultime pagine) - Camilleri abbandona il giallo siciliano e quella lingua a lui molto cara. Ci regala un noir feroce, crudo e che sorprende, fino alla fine.
La scorsa settimana è stato, inoltre, presentato a Roma, a Palazzo Poli, sede dell'Istituto Nazionale per la Grafica, Un'amicizia: Angelo Canevari (Skira, pagg.144, euro 24), un libro che raccoglie gli scritti pubblicati da Camilleri sullo scultore romano, autore di importanti opere monumentali come le tre Porte bronzee per il Duomo romanico di Belluno e il monumento commemorativo del Traforo autostradale del Fréjus. Un libro con scritti profondi e fotografie suggestive (di Giacomo Cannata) che è la storia di un'amicizia, un omaggio a un artista attraverso le parole di un grande narratore.
Se li avete persi, andate a recuperare gli ultimi due libri pubblicati da Sellerio che hanno come protagonista Montalbano. Sto parlando di Capodanno in giallo (Sellerio, pagg.288, euro 14) che in realtà è una raccolta di racconti scritti dagli investigatori più popolari dei «gialli» della nota casa editrice palermitana. Oltre a Camilleri, infatti, ci sono racconti di Esmahan Aykol, Gian Mauro Costa, Marco Malvaldi, Antonio Manzini e Francesco Recami.
Non dimenticate poi di leggere Una voce di notte (Sellerio, pagg. 288, euro 14) che uscito pochi mesi fa, è alla sua undicesima edizione. Una storia quest'ultima che, come tutte quelle di Camilleri, nasce da reali fatti di cronaca e che ci porta nella Sicilia da lui tanto amata che ci ha fatto e che ci continua a far conoscere sotto vari aspetti, a cominciare proprio da quel dialetto che fa parlare ai suoi personaggi, un siciliano tutto speciale che ci fa 'digerire' proprio grazie alla sua vena comica.
In Una voce di notte Montalbano è imbronciato ed è innervosito da diverse cose che lo indispongono e non ne fa mistero sin dalle prime pagine, tanto da affermare: "Perché ci sunno certe jornate che t'impongono fino dal primo lumi d'alba la loro forti personalità, e tu non puoi fari antro che calari la schina, sottomittiri e sopportari?".
Questa volta dovrà vedersela con uno strano furto in un supermercato e con il suicidio del suo direttore, oltre che con l'omicidio di una ragazza che viene ritrovata accoltellata. Contro di lui, ci saranno anche un questore ed un cronista di Televigàta che cerca di influenzare malamente l'opinione pubblica. Un nuovo caso per il Commissario, che proprio in questo romanzo compie cinquantotto anni, una storia imperdibile ed intrigante che ci mostra quella zona d'ombra nella quale il potere politico convive e si confonde con quello del malaffare e della mafia.
Infine, vi segnalo una vera chicca dedicata a tutti i collezionisti e a tutti gli appassionati della serie televisiva più famosa e di maggior successo della storia della televisione italiana.
E' stato, infatti, pubblicato dalle edizioni RAI Eri. Il Commissario Montalbano, un cofanetto con libro e ventidue dvd rimasterizzati nel formato 16/9 nato su iniziativa della Direzione Commerciale della Rai e realizzato in collaborazione con la Palomar di Carlo Degli Esposti.
Un'edizione speciale ed unica anche per la qualità e la quantità del corredo fotografico, con immagini inedite degli scorci più spettacolari della Sicilia di Andrea Camilleri e dei volti degli attori più amati, a cominciare proprio dal suo protagonista, Luca Zingaretti, "che non ha né capelli né baffi, ma non per questo non possiamo dire che sia il miglior Montalbano possibile", come ha dichiarato più volte lo stesso autore.
Giuseppe Fantasia
 
 

Balarm, 20.2.2013
Tra parole date e promesse fatte in campagna elettorale, Andrea Camilleri e Franco Battiato parlano della cultura come trampolino di (ri)lancio del paese
Camilleri e Battiato: "Adesso ripartiamo dalla Cultura"

Se provassimo ad andare indietro nel tempo e cercassimo di capire l’origine dei fenomeni, molte delle nostre risposte risiederebbero nell’antica Grecia. L'uomo è per natura un animale politico diceva Aristotele e così, ad oggi, continuiamo a credere. Perché in fondo, la politica è la ragion d’essere d’ogni nazione. Non una politica qualsiasi, ma la politica nel senso atavico del termine, quella legata alla parola “polis” che in greco significa città, comunità dei cittadini. Una politica, dunque, che sia forza motrice per l’amministrazione del bene comune, in ogni sua declinazione.
E in piena bagarre elettorale, tra parole date e promesse infuse di grande speranza, c’è chi prova ad accennare una timida proposta. Si tratta dello scrittore siciliano Andrea Camilleri che, in una lettera aperta scritta per La Stampa, vuole azzardare una richiesta. In questo oceano di promesse che da lì a pochi istanti dalla vittoria del nuovo governo sono destinate a naufragare, perché non ritagliare uno spazio per la cultura? Perché qualcuno, non prende - e mantiene, lontano dall’istinto tipico del “marinaio” - l’impegno di occuparsi della lettura?
Sembra quasi naturale che uno dei più alti esponenti della letteratura italiana, orgoglio siciliano che sconfina oltre lo stretto, si erga a portavoce di un messaggio di cultura. Che il suo sia un invito - magari una speranza - a generare conoscenza? Conoscenza come cultura, cultura come unità di misura per la civiltà di un popolo. In fondo, il maestro Camilleri con i suoi racconti è stato condottiero delle migliori navi, quelle che viaggiano nei mari dell’immaginazione. E, al pari di un viaggio, solo chi legge può conoscere mondi nuovi. Leggere è semplicemente meno costoso e se la fantasia lo consente, il risultato e l’accrescimento personale non cambiano.
Bisognerebbe far capire ai politici che la lettura non è né un passatempo né un fenomeno di nicchia - scrive Camilleri -. Bisognerebbe far capire che andare a teatro o leggere un libro non è un passatempo: in realtà è anche un passatempo se vogliamo, ma è anche qualche cosa di più, cioè a dire un crescere da uomini, da cittadini, un capire il mondo, un conoscere l’infinita quantità di cose che ignoriamo, cioè un continuo arricchimento. Le nazioni dove più si legge sono le nazioni più civili. Se dovessi aggiungere una mia proposta, consiglierei di regalare a ogni famiglia italiana dei libri.
Lo scrittore originario di Porto Empedocle immagina un mondo solleticato da una continua curiosità, quella che non ghettizza il libro ai soli fruitori colti. Tutt’altro. Il suo auspicio è che un libro, e poi un altro, e un altro, e un altro ancora, sia presente nelle case di ognuno. E se questo non fosse possibile, magari aprendo più biblioteche, così da non far nascondere tutti dietro la scusa dei prezzi troppo esosi. Il libro va trattato come un oggetto di consumo, perché lo è, solo che è un oggetto di consumo che costa poco ed è di un valore immenso. Prosegue Camilleri, credendo fermamente che solo attraverso la sublimazione al rango del quotidiano, il libro possa diventare strumento per soddisfare, accrescere, tramandare, alimentare la tua curiosità.
E a proposito di cultura si è espresso anche il neo assessore al Turismo del Governo Crocetta. Ma Franco Battiato non ha parlato di una cultura qualunque, ma della cultura che possa essere intesa in tutta la sua essenza, a trecentosessanta gradi. «Sono un artista e per questo godo di maggiore credibilità - ha detto il cantautore catanese -. Intendo fare in Sicilia cultura con la “C” maiuscola perché quando la gente l'assaggerà non potrà più farne a meno». E anche il suo sembra un monito per il nuovo governo. «La politica ha fatto altro. Adesso serve buona volontà per ricominciare». E noi ce lo auguriamo.
Federica Virga
 
 

La Sicilia (Agrigento), 22.2.2013
Speciale Agrigento
Il centro marinaro continua a lavorare sodo per il settore culturale. Solo così nel centro marinaro si potrà tornare a far sorridere l’economia con l’afflusso dei turisti
Oltre al recupero dell’abitazione dello scrittore, papà del commissario di polizia più amato d’Italia, Montalbano, si pensa anche allo splendido cine teatro «Empedocle»
I lavori vanno avanti speditamente ed entro l’anno potrebbe essere ospitata la prima opera. Ma la città gongola già con il recupero della splendida Torre Carlo V
Porto Empedocle recupera la casa di Andrea Camilleri

Quando ha saputo dell'iniziativa del Comune di Porto Empedocle di salvare la casa in cui visse da bambino, lo scrittore Andrea Camilleri, è scoppiato a piangere.
La sua «Vigata» si è ricordata del suo cittadino più illustre, il papà del commissario di Polizia più amato d'Italia, Salvo Montalbano.
Si tratta di una vasta dimora del Settecento, oggi ridotta a un rudere. Diventerà sede di una fondazione intitolata allo scrittore di «Vigàta».
La malandata residenza a cinque minuti dalla Valle dei Templi, frequentata dal Premio Nobel Luigi Pirandello, amico del nonno di Camilleri, sarà sistemata in tutto e per tutto dal Comune, come il sindaco Lillo Firetto ha detto mostrando il rendering della casa-fondazione allo scrittore.
Camilleri ha definito quella abitazione il suo paradiso terrestre.
Toccante per Camilleri il confronto tra le foto della dimora com'è ridotta adesso, fra crepe e mura scrostate, e la ricostruzione grafica dei progettisti, il rendering illustrato da Firetto: «Si ricava un piccolo teatro a piano terra con cinque camerini. Una biblioteca, una sala audiovisivi, due aree espositive. Tornerà il pianoforte del nonno, lo stesso che lì ascoltava Pirandello. E rimetteremo a posto un maestoso lampadario centrale salvato dal vandalismo».
Una buona notizia che si inserisce in un progetto del nuovo assessore alla Cultura in Sicilia, lo scienziato Antonino Zichichi: «Valorizzare le case natali e i luoghi di Sciascia, Pirandello e Camilleri. Venti chilometri di cultura. E, quindi, di turismo, economia, attività private da incoraggiare».
Si comincia con la dimora di Camilleri, ma a Racalmuto, il paese di Sciascia, si è già costituita una cooperativa di giovani decisi a fare da ciceroni, com'è successo nei primi di febbraio con il presidente dell'Assemblea regionale Giovanni Ardizzone, «scortato» da Salvatore Picone e altri undici giovanissimi ragazzi per visitare la Fondazione Sciascia, il teatro che fu presieduto dallo stesso Camilleri, il Castello chiaramontano, la statua e la poltrona di Sciascia al Circolo Unione, le miniere di sale, fino alla casa natale di contrada Noce, pronta a rinascere come la dimora settecentesca di Porto Empedocle.
Andrea Camilleri, inoltre, in questi giorni di campagna elettorale, si è schierato a favore dell'iniziativa denominata «E/leggiamo. Un voto per promuovere la lettura».
Lo scrittore empedoclino è il primo firmatario dell'appello dell'Associazione Forum del libro indirizzato a tutti i candidati e alle candidate al nuovo Parlamento ma anche ai lettori, agli insegnanti, ai librai, ai bibliotecari e alle associazioni, persone singoli o gruppi che vorranno sottoscriverlo. Una lettera e un documento in cinque punti: cinque cose da fare nell'ambito del libro e della lettura.
Porto Empedocle, dal punto di vista culturale, continua a correre. Con la Torre «Carlo V» ormai recuperata, quanto prima vedrà la luce anche lo storico teatro «Empedocle». L'associazione temporanea di imprese - composta da Edil Group Licata srl (in qualità di capogruppo), Co. Ge. Ca. Costruzioni e Sala Giuseppe srl (come associate) - che si è aggiudicata l'appalto per il recupero e riuso del cine teatro ha chiesto e ottenuto novanta giorni di proroga rispetto all'ultimo termine contrattuale fissato. Dunque i lavori, secondo i nuovi termini stabiliti, dovranno essere ultimati entro il 26 maggio 2013. Il progetto è giunto quindi al secondo stralcio ed è in fase di ultimazione. «Nessun indennizzo spetterà all'impresa per qualsiasi titolo dipendente dalla tardiva ultimazione», è stato sottolineato nella determina del Rup (responsabile unico procedimento) Luigi Gaglio. Il recupero del cine teatro «Empedocle» è stato finanziato con oltre un milione e mezzo di euro nell'ambito del progetto per la legalità denominato «Hera» nato dalla collaborazione tra la Questura di Agrigento, il Comune di Porto Empedocle, la Provincia regionale di Agrigento e la Regione Sicilia.
a cura della PK
 
 

WR6, 24.2.2013
Newsletter di WR6
Dal 25 febbraio al 1 marzo

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Giovedì 28
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Per il teatro di WR6, ultima settimana dedicata a Diego Fabbri. Ascolterete "Veglia d'armi", in onda nel 1975 con la regia di Andrea Camilleri.
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Corriere della Sera (Ed. Roma), 25.2.2013
Eliseo. Luca Zingaretti regista e interprete del testo di Harwood
Il maggiore antieroe nella Torre d'avorio nazista
L'autore Harwood ha vinto l'Oscar per la sceneggiatura del film «Il pianista» di Roman Polanski. Nel cast Massimo de Francovich veste i panni del direttore d'orchestra Wilhelm Furtwängler

[...]
Ronald Harwood è con lui. In conferenza stampa ecco anche l'autore, meravigliato della meraviglia che suscita la sua fedeltà al Montalbano tv: «Ma lo seguo sempre sul quarto canale della Bbc! Amo molto anche i libri di Camilleri».
[...]
Laura Martellini
 
 

Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico", 26.2.2013
Comunicato stampa
Andrea Camilleri apre il Master in Drammaturgia e Sceneggiatura  dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico"

Andrea Camilleri terrà la lezione inaugurale del Master in Drammaturgia e Sceneggiatura dell´Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" il 28 febbraio 2013 alle ore 17:00 nella sede di via Vincenzo Bellini 16.
Lo scrittore, sceneggiatore e regista siciliano, ex allievo e docente dell´Accademia, aprirà ufficialmente la didattica del Master con una lectio magistralis sulla narratologia.
All´inaugurazione, insieme agli allievi del Master, saranno presenti gli allievi dei corsi di Recitazione e Regia e i docenti dell´Accademia.
Per informazioni: www.mastersceneggiatura.it
Scarica il Comunicato Stampa in pdf
 
 

ABC, 26.2.2013
Internacional / Andrea Camilleri, Novelista
«Las elecciones no bastan para salir de una situación crítica»
El escritor de mayor éxito en Italia habló con ABC antes de conocerse el sorprendente resultado electoral. «Mientras no se elimine el espectro de Berlusconi, la democracia estará manchada», opinó
 

Camilleri, durante la entrevista en su casa de Roma

A sus 87 años, Andrea Camilleri (Porto Empedocle, Sicilia, 1925) el escritor de mayor éxito y más amado por los italianos, creador del ya universal comisario Montalbano, acaba de publicar su nueva novela, «Il Tuttomio» (El todo mío), situada de inmediato a la cabeza de la lista de los libros más vendidos. Se trata de una historia de amor en la que Camilleri hace un viaje en el mundo femenino y en el laberinto del eros. Jovial e irónico, y con gran lucidez y experiencia, habla de literatura y de la dramática crisis que padece Italia mientras fuma sin parar. Mantuvo una larga conversación con ABC en su casa estudio de Roma antes de conocerse los sorprendentes resultados de las elecciones celebradas el domingo y el lunes, que dejan un complicado escenario político.
-¿Cómo está viendo la campaña electoral?
-Hasta que no se elimine el espectro de Silvio Berlusconi, la democracia en Italia estará manchada, porque Berlusconi es una anomalía que se perpetúa y contamina toda la vida democrática. Sin él, todo sería más tranquilo, normal. No habríamos tenido tantas falsas promesas. El mal no es tanto o solamente él, el mal son los italianos que continúan creyendo en él.
-¿Y cómo juzga estos 20 años de «berlusconismo»?
-Berlusconi representa lo peor de Italia. Lo peor no ha sido el «bunga bunga» o sus cenas escandalosas. Lo peor son las leyes que ha hecho, por ejemplo, el despenalizar la falsedad en balance, lo cual corrompe el libre mercado que él tanto pregona. Esto es gravísimo. Ha hecho un enorme daño al Estado por medio de una serie de leyes «ad personam» que habrá que eliminar. Berlusconi ha hecho permanentemente un guiño a los evasores y ha pisoteado todos los valores éticos. El resultado es una Italia enferma.
-Qué gobierno puede formarse tras estas elecciones?
-Espero que se establezca una colaboración entre Pier Luigi Bersani (líder del Partido Democrático) y Mario Monti. Aunque sea una alianza contra natura, tendrá que ser necesaria. Pero con unas elecciones no se puede salir de una situación crítica.
-Los jóvenes se sienten marginados. Muchos votarán al cómico Grillo ¿Cuándo llegará la hora de renovar la clase política italiana y de dar paso a los jóvenes?
-Muchos políticos italianos deberían tomar ejemplo del Papa y marcharse. Los jóvenes están viviendo una mala época y tienen razón para estar cabreados. En Italia hemos arruinado el porvenir de tres generaciones. Los jóvenes tendrán que afrontar el futuro con una incertidumbre monstruosa. Entiendo su voto de protesta.
-¿Cómo ve la crisis europea? ¿Formaremos algún día los estados unidos de Europa?
-Necesitamos una Europa basada en ideales comunes, y no solo en una moneda. No me gusta esta Europa que parece fundada solo en el euro y en el dinero. Esta Europa no hace la guerra como antes con los cañones, pero hace otro tipo de guerra con el dinero y la prima de riesgo. Será largo y difícil, pero en un futuro, por necesidad veremos los estados unidos de Europa.
-Usted ha dicho que, al igual que su maestro Leonardo Sciascia, se ve como un escritor que siente el peso de la sociedad que lo circunda. ¿Cómo es hoy esta sociedad?
-Es una sociedad enferma, donde cada vez se hace más grande la diferencia entre el rico y el pobre. Fíjese cuántos millones de personas han pasado ya la raya de la pobreza en Italia, cuántos trabajadores sin empleo. El trabajo es lo que da dignidad al hombre y te permite comer. Sin trabajo, se pierde la dignidad y la posibilidad de dar de comer a la familia. A mí me impresiona que en una sociedad enferma como la nuestra no haya estallado ya la violencia. Es un milagro. Esperemos que dure.
-Siendo siciliano ¿por qué no ha escrito nunca sobre la mafia?
-Porque sería hacer héroes a personajes que no se lo merecen. Ha habido un escritor, Roberto Saviano, que en «Gomorra» ha encontrado la fórmula perfecta. El riesgo es hacer de los mafiosos personajes simpáticos y héroes. «El Padrino» de Marlon Brando cae simpático, pero no podemos olvidar que es un asesino.
-¿Cuándo se les podrá derrotar?
-No lo veremos mientras exista colusión entre mafias y política. La mafia está cada vez más aislada de la sociedad civil, pero no de la política. Es un camino largo. Hace falta tiempo, paciencia y una buena inyección de honestidad.
Amor, mujeres y Montalbano
-¿Porqué ha hecho con su nueva novela un viaje al corazón del amor, y también de la perdición? Por hablar de eros a su edad, se dice que ha tenido coraje.
-El eros es una componente absoluta del hombre. Decir que «la paz de los sentidos se logra con la vejez» es una equivocación. Los sentidos están siempre vivos en un hombre. La paz de los sentidos se logra solo con la muerte. Cuando un hombre está vivo, todo lo que se refiere a sus sentidos, también está vivo. Escribir sobre el eros no es una cuestión de coraje. Existe la hipocresía de no hablar de eros a una cierta edad. Pero se puede hacer tranquilamente.
-Usted es un declarado feminista. Ha estado siempre rodeado de un universo femenino, con su mujer y sus tres hijas. ¿Cómo ve hoy el mundo femenino, al que ha viajado en «Il Tuttomio»?
-Si por mí fuera, las mujeres comandarían en el mundo. Estoy convencido de ello, no lo digo por propaganda. Creo que las mujeres tienen una capacidad de comprensión, de amor y de organización superior al hombre. El llamado «sexo débil» en realidad es más fuerte. Creo que esta ola pavorosa de asesinatos de mujeres por parte de sus maridos, amantes o novios se produce porque los hombres comienzan a tener verdaderamente miedo y reaccionan como animales asustados.
-Solo en Italia ha vendido más de 22 millones de ejemplares de sus novelas —una veintena— sobre el comisario Montalbano, personaje que ya ha sido llevado a la televisión. ¿Cómo explica ese éxito arrollador?
-Es muy difícil explicarlo. Ni yo me lo explico. Creé un personaje que no fuera inquietante, al que pudieras invitar a comer o cenar y estar tranquilo charlando con él; un personaje leal que respeta la palabra dada y que se rebela a las órdenes cuando son absurdas. El modelo inmediato es el inspector Jules Maigret, de Simenon.
-Es usted el escritor más vendido y amado de Italia. Es frecuente ver que tiene incluso hasta tres libros en las listas de libros más vendidos. ¿Cómo lleva este éxito?
-Yo prefiero decir el más comprado y no el más vendido, porque hay ya demasiadas personas vendidas en Italia. El ser el escritor más comprado en Italia me ha dado una cierta tranquilidad económica, pero no ha cambiado ni un milímetro mi estilo de vida ni el de mi mujer. El dinero nos ha servido para ayudar a mis hijas y nietos. En cuanto a ser el escritor más amado, me da un enorme placer. Por la mañana salgo a dar un paseo y son decenas las personas que se paran y me hablan, y lo hacen con afecto. Sentirse amados a mi edad, es muy bello. Estoy muy agradecido a mis lectores, no porque me lean, sino porque me quieran.
-¿No ha tenido nunca la tentación de mandar a Montalbano a investigar más allá de los muros del Vaticano?
-No, porque hay una cierta actitud vaticana que hace que las verdades no salgan nunca fuera de sus muros. Por otro lado, yo hablo de las cosas que conozco. El 99% de mi prosa es interpretación de la realidad, el otro 1% es creatividad o imaginación.
-¿Qué piensa de la renuncia del Papa Benedicto XVI?
-El Papa es un símbolo, pero sustancialmente es un hombre. Benedicto XVI ha tomado conciencia de su edad, de la crisis en el Vaticano, con sus luchas de poder, y a su edad ha preferido renunciar, con la esperanza de que llegue otro más joven. Ha sido un acto de sabiduría.
-Sigue trabajando intensamente desde la primera hora del día. ¿En qué consiste para usted una jornada normal?
-Soy muy metódico, como un empleado de la escritura. Me levanto muy temprano, me lavo y me afeito. Si no estoy perfectamente en orden, no logro escribir. Trabajo tres horas y media o cuatro seguidas. Siempre con el cigarrillo a la vista. En el curso de la jornada releo lo que escribo y reflexiono.
-¿Y cuál es la clave de su buena forma?
-El tener una enorme confianza en uno mismo y en las personas que te rodean y que amas. Es necesario tener siempre confianza. Un mínimo de sabiduría te hace también estar mejor. Ayuda también la ironía y estar siempre abierto a la curiosidad.
Esa curiosidad le empuja también a estar en contacto con sus lectores. Recibe al menos treinta cartas diarias. «Respondo a todas, por cortesía y educación», nos dice. Nos cuenta además algunos casos entrañables que reflejan su humanidad, como el de una madre que le escribió para que le enviara un autógrafo a su hija antes de que sufriera una grave intervención quirúrgica, pero olvidándose de poner su dirección. Camilleri movilizó a su familia y su mujer, tras 15 días de búsqueda, logró encontrar a la señora para enviarle una novela del comisario Montalbano con la firma de su creador. Por algo es el autor más amado de los italianos.
Á. G. Fuentes
 
 

26.2.2013
La scomparsa di Patò
Il film diretto da Rocco Mortelliti tratto dal romanzo di Andrea Camilleri sarà trasmesso martedì 5 marzo 2013 alle 21:00 su Sky 1 Cinema, e in seguito su Rai Uno.
 
 

27.2.2013
La rivoluzione della luna
Il nuovo romanzo storico di Andrea Camilleri, edito da Sellerio, sarà in libreria il 7 marzo.
 
 

ABC, 27.2.2013
Córdoba / Ad libitum
Italia-España
El problema italiano, de la deuda al déficit pasando por el paro, es muy parecido al nuestro. Cambia el nivel interpretativo de sus protagonistas

Andrea Camilleri es uno de los más populares escritores italianos en ejercicio. Es siciliano de nacimiento y suele hablar de Sicilia en sus novelas. Las protagonizadas por el comisario Montalbano -un homenaje a nuestro Manuel Vázquez Montalbán- son un gozo que, además de leerse de un tirón, nos descubre una realidad que ayuda a entender algunas de las cosas que pasan en Italia. A mis viejas lecturas de Indro Montanelli, maestro de maestros, y las más recientes de Camilleri les debo, junto a los clásicos, estar en condiciones de entender el resultado de los últimos comicios italianos que, con notable diferencia actoral, se asemeja en demasía a la situación partitocratica española presente.
Los italianos son gente de provecho. Ante un vino ramplón cosechado en sus tierras, lejos de convertirlo en alcohol para el refuerzo de otros caldos, lo maceran con todo tipo de hierbas, lo azucaran debidamente y, embotellado de diseño lo sacan al mercado llamándole vermú. Nosotros lo incluimos en la pensión completa del turismo barato. Su problema actual, de la deuda al déficit pasando por el paro, el desanimo nacional y el recorte de prestaciones sociales del Estado son muy parecidas a los nuestros. Cambia el nivel interpretativo de sus protagonistas. Pierluigi Bersane, el líder del Partido Democrático, una rara mezcolanza más apta para servir en copa con hielo y unas hojitas de hierbabuena que para sentarse en el Parlamento, dice con buenos modales y tacto cuasi vaticano las machadas que aquí le corresponden a Cayo Lara y algún desesperado del PSOE hambriento de protagonismo.
Silvio Berlusconi, lindo tipo de varón y viejo conocido en estos pagos nuestros que son colonia informativa suya, es como Mariano Rajoy. Habla y liga más que el gallego, pero su oquedad dialéctica equivale a los silencios de Rajoy, que no liga nada, un mucho por su fé en el matrimonio y un poco porque la actividad resulta extenuadota. Beppe Grillo, populismo en vena, es un autentico made in Italy. Aquí, aunque el italiano se expresa de modo parecido al de Carlos Floriano y con voces y gestos propios de las verduleras de los mercados anteriores a la supresión de la Cartilla de Racionamiento, su equivalente funcional es de difícil señalamiento. Un payaso sin gracia no cabe en cualquier circo. Mario Monti, el gran perdedor, es uno de esos fraudes tan frecuentes en la política europea. Explica lo que no sabe hacer, trascendentaliza el café con leche y conoce más bibliotecas que tabernas, algo peligrosísimo para enfrentarse a la realidad. Una vez cayó en paracaídas made in Germany y se creyó Superman, pero apenas llega a Pulgarcito.
Esto es un empate y si se le quiere buscar virtud sirve para que los unos nos consolemos a los otros. Es el mal de muchos…
Manuel Martín Ferrand
 
 

Panorama, 28.2.2013
Tendenza e cig: ecco i vip che la fumano
Da Emanuele Filiberto a Lapo Elkann, da Leonardo DiCaprio a Lindsay Lohan. La mania delle 'e cig' è trasversale e conquista anche le celebrities

Attori, politici e manager. La sigaretta elettronica continua a conquistare molti dei fumatori più incalliti, che lasciano la classica “bionda” per passare alle e cig. Dalle celebrities hollywoodiane alle star di casa nostra, sono sempre di più i vip che le scelgono di “svapare”. Mania trasversale, insomma. Per qualcuno è solo un vezzo, per altri uno strumento per smettere di fumare o un’alternativa (magari aromatizzata) alla sigaretta tradizionale.
DAL PRINCIPE IN GIU’. In Italia sono molti i personaggi famosi che si sono lasciati tentare dalla e cig. Dall’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne a Lapo Elkann, sempre attento alle tendenze del momento, dallo scrittore Andrea Camilleri [La notizia è assolutamente priva di fondamento, NdCFC] a Morgan, che l’ha fumata anche dietro le quinte di X Factor.
[...]
Francesco Canino
 
 

TvBlog.it, 28.2.2013
Il Commissario Montalbano spostato ad aprile per "colpa" del Papa? Zingaretti in autunno sarà anche Olivetti

Luca Zingaretti è pronto per tornare in tv: per il noto attore è tempo di vestire ancora i panni del personaggio che lo ha reso famoso, il Commissario Montalbano, con quattro nuove storie tratte sempre dai romanzi di Andrea Camilleri. Ma, sulla data di messa in onda, è ancora mistero.
Se inizialmente l’idea era quella di trasmettere i nuovi film-tv da metà marzo, pare che Raiuno abbia preferito far slittare le prime tv ad aprile. Tra le motivazioni dello slittamento ci sarebbe niente meno che le dimissioni di Papa Benedetto XVI, che porterebbe Raiuno a dover tenere libere, proprio nel periodo in cui la fiction sarebbe dovuta partire, delle serate per permettere la messa in onda di eventuali speciali sul Conclave.
Da qui, la decisione di spostare “Montalbano” ad aprile. La data dovrebbe essere quella dell’8 o del 15, ed a TvBlog risulta che non ci siano ulteriori spostamenti. Anche se la Rai potrebbe cambiare idea e preferisce tenersi i nuovi episodi per la prossima stagione tv, evitando di bruciarli in un periodo nel quale il bacino di telespettatori inizia a calare.
Paolino
[In effetti la data del 15 aprile è stata resa nota tramite un comunicato della Sipra in data 6.2.2013, quindi prima che si sapesse delle dimissioni del Papa, NdCFC]
 
 

28.2.2013
Laurea honoris causa ad Andrea Camilleri dall'Università di Cagliari

La Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari conferirà ad Andrea Camilleri la Laurea magistrale honoris causa in Lingue e Letterature Moderne Europee e Americane, nel corso di una cerimonia che si terrà venerdì 10 maggio 2013, alle 11:00, nell’Aula Magna del Rettorato.
In preparazione dell’evento, una équipe di docenti, coordinata dal Prof. Giuseppe Marci, ha organizzato un seminario sull'opera di Camilleri, con particolare riferimento ai romanzi del commissario Montalbano (e al relativo sceneggiato televisivo) e ai romanzi storici e civili. Gli studenti che frequenteranno il seminario elaboreranno una breve relazione conclusiva. Le relazioni saranno sottoposte a una giuria internazionale composta da docenti sardi che insegnano nelle università del mondo, dal giornalista Stefano Salis de Il Sole 24 Ore e da Filippo Lupo, Presidente del Camilleri Fans Club. Il vincitore riceverà un premio in libri.
Camilleri, invitato a tenere un incontro con gli studenti e i lettori cagliaritani a conclusione del seminario, si è riservato di confermare la sua disponibilità.
 
 

 


 
Last modified Thursday, December, 19, 2013