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RASSEGNA STAMPA

SETTEMBRE 2014

 
La Repubblica, 1.9.2014
Il caso
Falso Camilleri su Facebook il vero scrittore lo denuncia

Roma. Prende posizione su argomenti politici, sociali, letterari; dialoga con i fan; posta foto con l'immancabile sigaretta. Peccato che non sia chi dice di essere: l'Andrea Camilleri di Facebook, il gestore di quello che è in realtà è un falso profilo, non è lo scrittore siciliano. E così il vero Camilleri, stufo di ricevere telefonate e messaggi da parte di conoscenti a proposito delle "uscite" social del suo finto alter ego, fa sapere di aver presentato, due mesi fa, denuncia alla polizia postale. «Questa vicenda è cominciata almeno otto mesi fa — racconta — e questa persona continua a imperversare. Non so chi sia, posso solo dire che io non sono in Internet». L'unico spazio legittimo nel Web legato a Camilleri, ma che comunque non è autorizzato a intervenire a nome dello scrittore, è il sito Vigata. org: «Esiste da anni, è organizzato da terze persone, so chi sono e si tratta di gente seria». Ben diverso, invece, il caso che lo ha portato a sporgere denuncia: «Andrea Camilleri. Autore. Pagina sociale su Andrea Camilleri», presente su Facebook con quasi tredicimila "mi piace". «È un fenomeno curioso, singolare — ironizza l'autore più letto d'Italia — mi capita di dire a tante persone che quella pagina è di qualcuno che si spaccia per me. Bene, la risposta è questa: non mi credono». Quanto alla denuncia, «dicono che bisogna ottenere la liberatoria dagli Stati Uniti per agire». Vedremo come andrà a finire.
 
 

RaiNews, 1.9.2014
"Sono stupito, io non sono su Internet"
Il "falso" Camilleri conquista il web. Il "vero" Camilleri lo denuncia alla polizia postale
Lo scrittore siciliano da mesi era sostituito in rete da un falso account Facebook che disquisiva su qualsiasi argomento. Alla fine, la pagina è stata rimossa

Prende posizione su argomenti politici, sociali, letterari; dialoga con i fan, posta foto con l'immancabile sigaretta, peccato che non sia lui: l'Andrea Camilleri di Facebook non è lo scrittore siciliano. Il quale, stufo di ricevere telefonate e messaggi da parte di persone che, conoscendolo, si sorprendono di certe sue posizioni, due mesi fa ha presentato denuncia alla Polizia Postale. "Questa vicenda è cominciata almeno otto mesi fa e questa persona continua a imperversare. Non so chi sia, posso solo dire che io non sono in internet, non ho un profilo, non ho un sito". L'unica realtà legittima nel web legata a Camilleri, ma che comunque non è autorizzato a intervenire nelle veci dello scrittore, è il sito Vigata.org: "Esiste da anni, è organizzato da terze persone, so chi sono e si tratta di persone serie".
La rimozione della pagina
Ben diverso, invece, dalla pagina "Andrea Camilleri. Autore. Pagina sociale su Andrea Camilleri" di Facebook che ben facilmente ha raccolto 12.570 "mi piace". La pagina è stata infine rimossa. Navigando nel social network, lì dove c'era "Andrea Camilleri. Auto. Pagina sociale su Andrea Camilleri", compare la scritta "questa pagina è stata rimossa". Ma su Facebook c'è anche un'altra pagina a suo nome, che conta oltre 85mila "mi piace".
Lo stupore di Camilleri
"E' un fenomeno curioso, singolare - ironizza l'autore di Porto Empedocle - mi capita di dire a tante persone che quella pagina è di qualcuno che si spaccia per me, che dà giudizi, consigli, mi addossa responsabilità e che io invece non sono in internet. Bene, la risposta è questa: non mi credono. Una volta - racconta - ho spiegato tutto ciò con estrema chiarezza e dovizia di particolari a una persona. Questa mi ha richiamato dopo un paio di mesi per la stessa ragione e quando io le ho ricordato che ne avevamo già parlato, ha ribattuto: 'Che ne so che non ha cambiato idea?'. Mi terrorizza questo comportamento".
Il caso di Philip Roth
Molte persone note hanno un mitomane, ma alcuni casi possono essere molto fastidiosi se non pericolosi. Camilleri cita la vicenda di un altro scrittore, Philip Roth: "A momenti impazziva. D'altronde, se uno ad esempio parla al posto mio e dice, che so, 'tutti i calvi sono criminali', io che faccio? Come mi difendo?". La denuncia? "Dicono che bisogna ottenere la liberatoria dagli Stati Uniti per agire. Intanto, mi arrivano segnalazioni di continuo. Un amico fotografo mi ha fatto sapere di essere dispiaciuto perché la foto che mi ha scattato, pubblicata sempre su questo profilo Facebook non è firmata, ma io, giuro, non ne so niente...". Anche se poi, una volta saputo della rimozione definitiva, lo scrittore esprime la sua soddisfazione: "Sono contento, ringrazio chi ha rimosso la pagina, mi auguro soltanto che non ricompaia il mitomane. E ribadisco, io non sono in internet".
 
 

ANSA, 1.9.2014
Camilleri, rimossa pagina Fb incriminata
Nel social network c'è un'altra pagina con 85 mila 'like'

E' stata rimossa la pagina Facebook del finto Andrea Camilleri. Nel social network, lì dove c'era "Andrea Camilleri. Pagina sociale su Andrea Camilleri", c'è la scritta "questa pagina è stata rimossa". Ma nel social network c'è un'altra pagina a suo nome, "Andrea Camilleri. Author" con 85 mila "mi piace", in gran parte in inglese ma anche in italiano. Soddisfatto il vero Camilleri: "Ringrazio chi ha rimosso la pagina, spero non ricompaia il mitomane. Ricordo: non sono su internet".
 
 

TMNews, 1.9.2014
Fazio jr. racconta: nella nuova serie più umanità nei personaggi
Cliccare qui per il video

Roma - Beniamino Marcone torna nei panni dell'ispettore Fazio nella nuova serie del "Giovane Montalbano", che inizierà presto a girare tra Roma e la Sicilia. In questa intervista, l'attore racconta le novità della seconda serie firmata da Andrea Camilleri."Questa è una serie in cui cadere nei clichè è molto difficile ed è uno dei punti di valore di questa serie. Sono degli episodi che vanno ancora di più nell'umanità dei vari personaggi. Si parte da intrecci di una ricchezza letteraria che ha pochi e uguali in Italia, e anche all'estero". "Sono molto colpito da quando in profondità vada nei personaggi in questa seconda serie". Una Sicilia in profonda trasformazione, proprio grazie alla fortunata serie televisiva. "E' un successo del territorio. La Sicilia si è trasformata prendendo da Montalbano e dando a Montalbano".E nel futuro di Beniamino Marcone, oltre al Giovane Montalbano, ci sono molti progetti."Vorrei girare nel 2015 girare due documentari e ampliare la parte registica per girare qualcosa di mio".
 
 

Etna in giallo, 1.9.2014
Il presidente dell'Unesco Puglisi ed il connubio cultura-vita
Presti: "Oltre all'Uovo d'oro sull'Etna, realizzerò anche un' Arca su una sorgente"
Salerno: "Lettera ad una professoressa ha ispirato ed ispira la mia vita"

Centinaia di persone per più di due ore hanno seguito il dibattito conclusivo della IV edizione di "Etna in giallo" a Nicolosi, con protagonisti il presidente dell'Unesco Italia e rettore della Kore di Enna Giovanni Puglisi, il mecenate-artista Antonio Presti, il presidente della Kore di Enna, Cataldo Salerno.
Il rettore Puglisi con analisi acuta e maestria dialettica è riuscito a legare la sezione speciale del "Personaggio si racconta" con "il giallo", analizzando il fenomeno letterario e multimediale Andrea Camilleri.
[…]
 
 

Yahoo! Tv, 2.9.2014
Stasera in TV, 2 settembre 2014: Il commissario Montalbano, Millennium e Chicago Fire
Gli appuntamenti da non perdere di martedì 2 settembre

Rai 1 - L'episodio de Il commissario Montalbano (21.10) in onda stasera si chiama L'età del dubbio: Vanna, una giovane ragazza, scompare dopo l'arrivo della barca che stava aspettando, giunta in ritardo in seguito al ritrovamento da parte dell'equipaggio di un cadavere. Con Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Davide Lo Verde.
[…]
 
 

Articolo 21, 2.9.2014
“Il nostro oro aspetta di essere estratto”. Intervista a Duilio Giammaria

Lunedì scorso è andata in onda su Rai1, in seconda serata, la prima tappa (e stasera la seconda) della nuova serie di “Petrolio”, il programma di approfondimento che per undici puntate, dopo la miniserie dello scorso anno, torna ad accendere i riflettori sulle ricchezze che l’Italia possiede, le più note e quelle inesplorate, i suoi tesori artistici e culturali, molti dei quali scarsamente valorizzati, altri in condizioni di degrado; e poi quei talenti ancora inespressi che attendono di essere “estratti”, come se si trattasse appunto del petrolio, l’oro nero del paese.
Il programma è ideato e condotto da Duilio Giammaria, giornalista Rai da oltre trent’anni.
[…]
La prima puntata ha avuto un ottimo successo di ascolti, anche grazie al traino del sempreverde “Commissario Montalbano”.
Un ottimo risultato e ovviamente è servito il trascinamento della fiction interpretata da Zingaretti. Non a caso abbiamo intitolato la prima “Caccia al tesoro” esattamente il titolo della puntata della fiction. Pertanto siamo felici di lavorare “insieme” al commissario Montalbano, certi che anche nelle prossime puntate il pubblico apprezzerà questo passaggio di testimone.
[…]
Stefano Corradino
 
 

Topolino n.3067, 3.9.2014
Topolino e lo zio d'America
Il commissario Topalbano è tornato, con una nuova indagine che lo obbligherà a lasciare Vigatta per spingersi fino a Topolinia!



Editoriale del Direttore
Cari amici di Topolino...

in questi giorni cade il mio compleanno, ma ammetto di non amare troppo i festeggiamenti. Preferisco di gran lunga dedicarmi a quelli per gli amici. Quindi è con grande gioia che io e la redazione tutta ci apprestiamo a celebrare un “happy birthday” veramente importante: quello del grande autore italiano Andrea Camilleri.
Ricordate la prima storia di Topalbano, la parodia a fumetti del commissario Montalbano, uscita sul Topo 2994 del 10 aprile 2013? Ecco, da quel momento la nostra vita non è stata più la stessa. Perché aver potuto incontrare il Maestro Camilleri per i Toporeporter Elena e Leonardo, per Francesco Artibani, Barbara e Stefano, è stata un’esperienza unica, indimenticabile.
Ancora oggi quando raccontano di quell’incontro speciale con un uomo speciale hanno gli occhi che brillano. E ci passano una specie di scossa positiva, fatta di orgoglio ed entusiasmo. Così quando mi hanno proposto di realizzare una nuova storia con Topalbano da “regalare” ad Andrea Camilleri per il suo 89° compleanno, mi è sembrata un’idea bellissima.
Anche perché, come scoprirete, si tratta di un giallo avvincente, che lievita vignetta dopo vignetta come una perfetta torta di pasticceria. Al sapore di cannolo siciliano, naturalmente.
Tanti auguri, Maestro!
Valentina


Romanzo dopo romanzo, Andrea Camilleri ci ha fatto venire l'acquolina in bocca raccontando le prelibatezze della cucina siciliana. Per la sua festa proviamo a ricambiarlo con la complicità di Nonna Papera!
Buon compleanno, Camilleri!

Caponatina, pasta 'ncasciata, melanzane alla parmi­giana, purpi alla carrettera, cannoli giganti... sono solo alcuni dei piatti preferiti dal commissario Montalbano, che è un vero buon­gustaio! Grazie ai manicaretti della cameriera Adelina i cibi tradizionali della cucina siciliana acquistano un ruolo rilevante nelle sue storie: ma qual è il segreto di tanta bontà? In più di un'occasione Andrea Camilleri ha svelato che le pietanze che si trovano sulla tavola del commissario rievocano la sua infanzia, i giorni tra­scorsi nella casa di campagna a Por­to Empedocle e il ricettario di sua nonna Elvira. "Assaporate" un ri­cordo di Camilleri e cimentatevi con due ricette davvero super!
TOPALBANO... AI FORNELLI!
Che buffa coinciden­za, neanche a farlo apposta Nonna Papera si chiama Elvira (il suo nome completo è Elvira Coot) proprio come la nonna di Camilleri e come lei è una cuoca sopraffina! A lei lasciamo l'onore di preparare una delle (sue famose torte con l'aiuto prezioso di Evelina e... per­fino di Topalbano, che, come sapete, è una buona forchetta, ma in cucina è un vero disastro!
Nonna Papera ed Evelina questo lo sanno, ma gli hanno chiesto ugual­mente di abbandonare pistola e di­stintivo per dedicarsi a un dolce davvero speciale, fatto con le loro mani... per il mitico Camilleri, che festeggia il suo compleanno il 6 settembre!



SAPORI DELL'IN­FANZIA
In un'inter­vista a La Domenica di Repubblica Camilleri ha raccontato un ricordo di quando era bambino e la nonna Elvira cucina­va per lui:
«A mia nonna piaceva fare il pane. Cominciava a famiare il forno, per portarlo a temperatura, e intanto lavorava l'impasto con lo scanaturi. Alla fine, perché venissero ben schiacciate, lei faceva un salto e si sedeva sopra lo scanaturi, spianando bene tutte le forme prima di infornarle. A me toccava la scanatedda, un panino meraviglioso, croccante e profumato. Lo aprivo col coltello, ci mettevo olio, pepe nero, pecorino e lo mettevo nella pressa del nonno. Così questo panino, sciaff, diventava sottile sottile, lo mi andavo a se­dere sotto un albero di carrubo con la mia scanatedda spia­nata e questo, a dieci anni, mi bastava e avanzava per essere felice.»
Testo di Barbara Garufi - Disegni di Giampaolo Soldati
 
 

Il Velino, 3.9.2014
Ascolti tv, “Il commissario Montalbano” si conferma vincente in prima serata
A Rai1 lo share più alto nelle 24 ore

“Il commissario Montalbano”, interpretato da Luca Zingaretti, conferma il suo fascino: in onda su Rai1, l’episodio “L’età del dubbio” ha vinto in prima serata con 5 milioni 588 mila telespettatori ed il 24,06 per cento di share.
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Corriere Tv, 4.9.2014
Cultura
Inseguendo Camilleri, siciliano da 30 milioni di copie
L’anteprima del docu-film con Teresa Mannino dedicato all’inventore del commissario Montalbano - Corriere Tv

L’anteprima del docu-film su Andrea Camilleri che andrà in onda lunedì 6 settembre su Raiuno prodotto da Gloria Giorgianni per Anele e Sellerio
 
 

RaiNews, 4.9.2014
Compleanni
Da Pirandello a Montalbano: ecco il docufilm Rai su Andrea Camilleri, Il maestro senza regole
La storia, le sfaccettature e i tanti volti di uno degli scrittori contemporanei più amato dagli italiani saranno raccontati in un docufilm su RaiUno

La sua scrittura è inconfondibile, come i suoi romanzi che raccontano una terra unica: la sua Sicilia. Il grande pubblico lo ha conosciuto tardi Andrea Camilleri, lo scrittore, padre di penna del commissario di Vigata Salvo Montalbano, l'insegnante, il regista. Un uomo dai mille volti capace di incantare tutti, coetanei e giovani.
Il primo docufilm su RaiUno
Il 6 settembre compirà 89 anni e per l'occasione ha deciso di raccontarsi nel primo docufilm sulla sua vita "Il Maestro Senza Regole", che andrà in onda in prima serata su Rai1 proprio il giorno del suo compleanno.
Prodotto da Anele e Sellerio Editore e diretto da Claudio Canepari e Paolo Santolini, "Il Maestro Senza Regole" è la sintesi di un viaggio lungo due mesi compiuto la scorsa primavera tra Roma, dove Camilleri vive, e la Sicilia, in cerca di personaggi e luoghi che hanno segnato la vita dello scrittore. Il viaggio è narrato dalla siciliana Teresa Mannino, classe ‘70, attrice comica.
Il racconto della sua vita
E' lo stesso Camilleri a raccontare la sua vita, con la sua voce roca e come se fosse la sceneggiatura di un film, anche quello strano incontro di tanti anni fa: "Interno giorno - comincia - tre del pomeriggio, bussano alla porta e mi trovo davanti un ammiraglio in grande uniforme che mi fa: cu sì tu? C'è tua nonna Carolina? Dicci una cosa, che c'è Luigino Pirandello che la vuole salutare".

Anteprime video

Andrea Camilleri, il maestro senza regole. "Come la devo chiamare?", "Maestro mi irrita..." (video)
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Il docufilm con Teresa Mannino dedicato a Camilleri, "Il maestro senza regole", scrittore da 30 milioni di copie, andrà in onda sabato 6 settembre su RaiUno: prodotto da Gloria Giorgianni per Anele e Sellerio.

"Cu sì tu? Io sugnu Nene Camilleri". Lo scrittore racconta l'incontro con Luigi Pirandello (video)
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Camilleri racconta quello strano incontro di tanti anni fa: "Alle tre del pomeriggio, bussano alla porta e mi trovo davanti un ammiraglio in grande uniforme che mi fa: cu sì tu? C’è tua nonna Carolina? Dicci una cosa, che c'è Luigino Pirandello che la vuole salutare".

Zingaretti racconta come diventò Montalbano. Camilleri: "Non mettere in scena il personaggio, fallo" (video)
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Luca Zingaretti si confida: "Di Andrea Camilleri mi piace moltissimo l'uso del paradosso".
 
 

Il Sud on line, 4.9.2014
Montalbano non è solo Ragusa. Buon compleanno, Foto Ragusa. Anche dalla Liguria…


Foto RagusaNews, 4.9.2014

Boccadasse è il lungomare di Genova, un antico borgo marinaro reso noto da Gino Paoli, che vi ha abitato per molti anni e dedicato anche una canzone, Boccadasse, cantata in coppia con Ornella Vanoni, e da Andrea Camilleri, che qui fa vivere Livia, l’eterna fidanzata del commissario Salvo Montalbano.
La raccolta delle indagini del commissario più amato d’Italia, e non solo, è arrivata al ventesimo anno di vita con la pubblicazione di ventidue romanzi, sempre in vetta alle classifiche dei libri più venduti, ed è stata resa ancor più popolare con la fortunata serie televisiva con ben nove stagioni che si susseguono dal 1999.
Boccadasse viene però solo menzionata, protagonisti indiscussi rimangono i luoghi della natia Sicilia, primi fra tutti la veranda di Marinella e le spiagge e mare del ragusano. Ed è forse proprio la presenza del mare che fa scegliere Boccadasse a Camilleri, che si sa essere ‘’uomo d’acqua’’.
Anche Livia, seppur sempre presente, rimane una figura secondaria. Come per gli altri personaggi della serie, incluso il protagonista, non ne abbiamo una descrizione fisica, sappiamo solo che è più giovane di dodici anni di Salvo, che la cucina non è il suo forte (almeno secondo Salvo, che dice intossicarsi ogni volta che mangia un piatto da lei preparato) e che abita al terzo piano di una casa di Boccadasse.
Livia e Salvo sono una coppia a distanza di eterni fidanzati. Come si spiega nel Ladro di merendine, ogni tanto parlano di sposarsi, ma poi lasciano cadere il discorso. Tutti e due, di comune ma tacito accordo, non prendono una decisione, stanno bene cosi come stanno e la loro pigrizia, o forse egoismo, ha sempre la meglio.
Non mancano le sciarratine e le lunghe telefonate che si concludono spesso a schifio, ma forti sono i sentimenti ed il legame che li unisce. Sin dal primo racconto, La forma dell’acqua, di fronte ad un’altra donna di lui invaghita, Salvo si dichiara essere innamorato e sul serio di un’altra donna, Livia, che non c’è, ma è come se ci fosse. Per arrivare all’ultimo episodio, La piramide di fango, dove il loro rapporto si fa ancora più intimo e sofferto.
Salvo ha ormai quasi raggiunto l’età della pensione: chissà se lascerà la sua Sicilia per raggiungere Livia a Boccadasse! Ma questo lo sapremo forse solo nei prossimi romanzi, intanto grazie e tanti auguri Andrea Camilleri!
Roberta Gregori
 
 

SoloLibri.net, 4.9.2014
Donne – Andrea Camilleri

“Donne” (Rizzoli, 2014) è il romanzo in cui Andrea Camilleri racconta l’incontro con l’universo femminile. In appendice succintamente ne espone il senso, scrivendo che l’opera può considerarsi “un parziale catalogo” di figure femminili: alcune realmente esistite o inventate dalla letteratura; altre conosciute personalmente; altre ancora, rimastegli nella memoria, a seguito di racconti ascoltati.
La sua non è un’analisi antropologica ed esula da uno scopo saggistico in cui l’argomento è sviscerato nelle varie dimensioni sociologiche, storiche e psicologiche. Camilleri è un valentissimo narratore anche in questo scritto, dove dalla memoria trasferisce alla pagina “un fatto, un incontro, una storia, l’impressione di una lettura”. Icasticamente precisa:
“Cercarvi altri intenti sarebbe vano esercizio”.
La memoria, si sa, non registra gli episodi come sono realmente accaduti, perciò egli, riferendosi agli incontri personali, precisa che il piano dell’immaginazione si mescola con la realtà e questa con il sogno:
“Comunque non potrei giurare che siano realmente accaduti, può darsi che me li sia inventati o sognati e poi, col trascorrere del tempo, li abbia creduti veri”.
Nella narrazione l’intreccio della realtà con l’immaginazione è dunque strettissimo e vi opera anche la connessione tra donne della letteratura e i vissuti personali. Va detto che, nel delineare determinati profili, la passione investigativa non l’abbandona: indaga, raccoglie dati, scorge zone d’ombra e vuole saperne di più, formulando ipotesi accattivanti e intriganti.
Ricerca, creatività, memoria biografica e collettiva sono, pertanto, gli ingredienti di questo libro che si legge d’un fiato: l’interesse si mantiene desto, il lettore resta contagiato dalle indagini e dalle testimonianze dell’uomo e dello scrittore, nonché dal contesto in cui si delinea la fisionomia del Paese dal fascismo ai nostri giorni con la costante offesa della femminilità.
Scorrono, così, in un’atmosfera spesso di mistero (sorprendente l’effetto della presenza-assenza), profili di donne primitive e gelose, ammalianti e generose, raffinate amanti e capaci d’accoglienza, di dolcezza e tenacia. Non manca l’attenzione al mestiere che al tempo della gioventù di Camilleri si svolgeva nelle case di tolleranza, nonché al mondo popolare e a quello aristocratico. Le fatture fisiche e caratteriali sono elegantemente tratteggiate e incastonate in dati esistenziali di speranze e di paure, di sogni e delusioni. L’atteggiamento dello scrittore è di ironia e totale comprensione, a volte intriso di velata nostalgia. Del resto, non a caso nel rivolto di copertina, si accenna al ragazzino timido “che scopre il piacere di riaccompagnare a casa una compagna di classe”, al diciassettenne che al cinema scopre il volto della bellezza femminile o al marinaio che, durante un bombardamento, s’abbraccia a una ragazza in preda al panico e con una bambola al petto mentre le canta una ninna nanna. Quei versi li aveva cantati a Camilleri sua madre. L’effetto catartico ora si estende dal piano individuale a quello dell’amore fra i popoli:
“Per qualche minuto Ofelia compì il miracolo. Niente più guerra, niente più morte e distruzione, un gran silenzio, una gran pace dentro la quale lentamente si scioglievano affanni, orrori e angosce… M’accorsi di stare piangendo un pianto liberatorio”.
Federico Guastella
 
 

ANSA, 4.9.2014
Cultura: al via 'Strada degli scrittori'
Dedicata a Sciascia, Pirandello e Camilleri

Palermo - Dal 5 al 12 settembre la Sicilia ospita il progetto "la Strada degli scrittori", itinerario culturale e artistico in cui si rivivono i luoghi dove sono nati e cresciuti o che hanno ispirato le opere di alcuni tra i più importanti scrittori siciliani come Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Antonio Russello, Pier Maria Rosso di San Secondo e Andrea Camilleri. Un itinerario di circa trenta chilometri, da Racalmuto a Porto Empedocle, passando per Favara e Agrigento, fino a Caltanissetta, in cui si potranno rivivere palazzi, castelli, teatri, musei, paesaggi.
Tanti i luoghi, tra questi: il Caos, che fu la casa natale di Pirandello, la Scalata dei Turchi e la miniera di sale di Realmonte, la marina di Vigata descritta da Camilleri, le miniere di Racalmuto, città natale di Sciascia, i templi dell'area archeologica di Agrigento col giardino di Kolymbetra immerso nell'antica Akragas, descritto da Pirandello ne "I vecchi e i giovani". Il percorso, ideato dal giornalista Felice Cavallaro e condiviso dalla Regione Sicilia, è anche una occasione per ricordare l'anniversario della nascita della televisione che quest'anno compie 60 anni. "Le origini del telegiornale palermitano - commenta Cavallaro - nascono proprio da questi luoghi: nel 1954, infatti, due amici di Leonardo Sciascia, Aldo Scimè e Emanuele Cavallaro, mio padre, si trasferirono da Racalmuto a Palermo per dare vita al primo embrione del telegiornale nel capoluogo siciliano".
"La Regione Siciliana - commenta l'assessore al Turismo della Regione siciliana, Michela Stancheris - ha sottoscritto nel novembre 2013 un protocollo d'intesa finalizzato a creare un modello di sviluppo fondato sul turismo, legato al territorio e alle sue risorse produttive, che si fonda soprattutto su questi 30 chilometri. L'iniziativa vuole, tra le altre cose, dare spazio alle comunità locali, ai siti archeologici, alle cantine sociali e ai percorsi enogastronomici anche per, sottolineano gli organizzatori, istituire "corsi per giovani e potenziare il turismo anche dei luoghi culturali meno visitati". L'evento si svolgerà in concomitanza con lo "Sciacca Film Fest 2014".
 
 

AgrigentoWeb.it, 4.9.2014
Nella Vigata di Camilleri nasce la “piazza del casellante”

“I caselli parevano fatti con lo stampino; pittati di giallo erano a un piano!”. Così Andrea Camilleri nel suo romanzo “Il casellante” raccontava dei caselli ferroviari lungo la vecchia ferrovia a scartamento ridotto che dalla stazione “nica nica” di “Vigàta” si snodava fino a “Castellovitrano”. In onore di quest’opera letteraria per iniziativa dell’Amministrazione Comunale nasce a Porto Empedocle “Piazza del casellante” lo spiazzo adiacente il casello ferroviario di via Platone ex via dell’Industria che, riqualificato e ri-sistemato, prenderà il nome di “Piazza del casellante”. Si tratta di una nuova piazza nata dalle suggestioni letterarie di Andrea Camilleri che vedrà la messa a dimora di ulivi, panchine e decorazioni con traversine e incannucciato bianco per la riqualificazione dell’area prospiciente il porto. Stamane il sindaco Lillo Firetto ha presentato il progetto alla Stampa mostrando gli elaborati come cambierà urbanisticamente l’area. Il costo dell’opera, inferiore ai cinquanta milioni, verrà sostenuto direttamente con fondi comunali. L’iter per la realizzazione dell’opera è già partito e l’Amministrazione conta di poter ultimare il tutto entro i primi giorni del mese di dicembre 2014.
“Le pagine dell’opera letteraria di Andrea Camilleri “Il casellante” – spiega il sindaco Lillo Firetto – hanno guidato le scelte dei materiali per ricostruire la suggestione letteraria. E’ un’opera di riqualificazione urbana che esalta il valore del ripristino di una linea ferroviaria che attraversa la Valle dei Templi”.


 
 

RagusaNews, 4.9.2014
Hanno rubato gli occhiali al commissario Montalbano
Gente sciroccata

Santa Croce Camerina - Quellla statua di ferro battuto non l'hanno proprio digerita i vandali.
E ora al commissario Montalbano hanno rubato gli occhiali.
Da qualche giorno il manufatto è scomparso dalla circolazione. L'artigiano che l'ha realizzata sta provvedendo a rifornire di nuovo paio di lenti la sua creatura.
Accade anche questo a Punta Secca, dove lo scirocco gioca brutti scherzi.
 
 

Corriere della Sera, 5.9.2014
L’intervista. Lo scrittore domani nello speciale con Teresa Mannino. L’anteprima su «Corriere.it»
«In tv il docufilm sulla mia vita
A 89 anni ho l’ansia per gli ascolti»

Raiuno, serata dedicata a Camilleri nel giorno del compleanno

Roma — Quella volta che Luigi Pirandello bussò alla sua porta: «Mi sembrava vestito da ammiraglio — racconta Andrea Camilleri — in realtà era addobbato da Accademico d’Italia. Io ero un ragazzino e rimasi molto impressionato da quel signore che cercava mia nonna Carolina, di cui era cugino. Nessuno in famiglia si aspettava quella visita e in casa scoppiò il caos... Ne fui talmente traumatizzato che molti anni dopo, quando iniziai a fare il regista, se mi proponevano di mettere in scena opere di Pirandello rispondevo di no». Domani lo scrittore festeggia i suoi 89 anni in modo speciale: su Raiuno andrà in onda il docufilm «Il maestro senza regole» (sul Corriere on line è già presente l’anteprima) che racconta la sua vita attraverso gli occhi di Teresa Mannino e le testimonianze di alcuni suoi ex allievi, da Luca Zingaretti ad Emma Dante, da Luigi Lo Cascio a Fabrizio Gifuni.
«È un riconoscimento che mi fa piacere — ammette — ma non so cosa ne penserà il pubblico di Raiuno in prima serata! Sarà la prima volta che chiederò con ansia: che ascolti abbiamo fatto?». Sì, perché il creatore del commissario Montalbano, di problemi con l’auditel non ne ha mai avuti: «Non parliamo di Montalbano, mi nesci dalle nasche! Mi esce dal naso con tutte ‘ste repliche».
La produttrice del documentario Gloria Giorgianni, che ha creduto fortemente nel progetto, rivendica la scelta: «Credo sia importante che la rete ammiraglia del servizio pubblico dedichi questi prodotti a personaggi come lui. In prima serata si possono confezionare opere di qualità e low budget. E poi su Camilleri c’è tanto da raccontare».
A cominciare da quando fu espulso dal collegio perché aveva lanciato uova contro un crocifisso: «Ero uno scolaro cattivo e i miei mi chiusero in un collegio correzionale, dove mi infliggevano punizioni orrende. Cominciai a studiare tutti i modi possibili per essere cacciato e così mi venne in mente quel gesto sacrilego, di cui mi spaventai io per primo!».
Un cattivo scolaro di successo: «La gavetta è stata lunga ma proficua perché ho lavorato con i più grandi». Per esempio Eduardo De Filippo: «Curai la regia della prima serie di sue commedie in tv e con lui ho avuto un rapporto di straordinaria amicizia. Mi divertivano le sue battute micidiali, a volte feroci contro il fratello Peppino».
Scrittore di successo e molto fecondo. E il suo rapporto con la critica? «Non esiste un rapporto. Ci sono due o tre critici che mi stimano e recensiscono i miei libri, gli altri mi ignorano. In Italia, uno scrittore che vende non è un buono scrittore, ma solo uno scribacchino da passatempo». Non ha mai aspirato al premio Strega? «Una volta ho concorso con Il birraio di Preston: ebbi 4 voti, non ho più partecipato. Ma ho avuto il Campiello alla carriera, e tanto basta».
Archiviato, per ora, Montalbano, pubblica un nuovo romanzo. «La relazione, la storia di un ispettore finanziario che deve fare i conti con una banca molto corrotta». È l’Italia di oggi? «Mi sono impegnato politicamente per tentare di cambiarla, ma la vedo molto male. Si parla di lotta alla corruzione e, nel momento in cui si avvia la riforma della giustizia, ha ancora voce in capitolo un signore condannato in via definitiva, ma ricevuto nelle stanze del potere. La foto dell’Italia di oggi? Quella di quel paese calabro dove si fa inchinare la Madonna in processione davanti alla casa di un boss della ‘ndrangheta».
Emilia Costantini
 
 

tiscali: spettacoli&cultura, 5.9.2014
"Il maestro senza regole": alla scoperta del Camilleri più intimo

Per descrivere Andrea Camilleri il documentario è forse un mezzo riduttivo. Per questo motivo la produttrice Gloria Giorgianni ha deciso di raccontare il grande scrittore siciliano e papà del celebre Commissario Montalbano attraverso gli occhi dell’attrice Teresa Mannino affidando la regia a Claudio Canepari e Paolo Santolini. Questo "progetto nuovo che intreccia il linguaggio del documentario a quello più strettamente televisivo", per usare la definizione di Giorgianni, s'intitola Il maestro senza regole e andrà in onda il 6 settembre in prima serata su Raiuno. Andrea Camilleri viene vivisezionato e poi ricomposto attraverso tanti aneddoti privati raccontati da alcuni degli artisti che gli sono più vicini: da partendo da Luca Zingaretti per proseguire con Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni, Emma Dante ed arrivare a Pif e Antonio Manzini. Il racconto "più familiare" del maestro Camilleri viene affidato alla nipote attrice Alessandra Mortelliti.
Giorgianni, Andrea Camilleri è stato intervistato e raccontato in molti modi diversi, che cosa c'è di nuovo nel suo documentario?
"La grande novità de Il maestro senza regole è rappresentata dal prodotto televisivo stesso. Si tratta di un docufilm di novanta minuti molto frizzante che ruota attorno all'incontro tra Teresa Mannino e Andrea Camilleri. Questo modo di raccontare il grande scrittore nasce da un'idea degli autori Michele Astori e Claudio Canepari e dello stesso Andrea Camilleri. E' un racconto a 360 gradi che non si limita al maestro, ma coinvolge tanti personaggi che lo conoscono bene. Il risultato finale è una sorta di detection che si distacca dal documentario tradizionale".
Nel film il Camilleri pubblico lascia il posto a quello più intimo. E' così?
"Emerge con forza la parte più privata di Andrea Camilleri. Lo scrittore si apre totalmente con le sue considerazioni sulla vita. C'è un passaggio su suo padre che è molto forte. Lui racconta che ha iniziato a scrivere perché stimolato dal padre. Poi si commuove quando ricorda la morte del genitore e si dilunga per oltre dieci minuti a descrivere il loro rapporto. Non è solo un racconto bello e commovente ma da un momento di grande dolore Camilleri è riuscito a tirare fuori un vero e proprio insegnamento di vita. Molto bella anche la parte in cui parla della moglie Rosetta e del loro matrimonio che va avanti da tanti anni".
Nel docufilm compare anche Luca Zingaretti. Qual è il contributo del "commissario Montalbano"?
"Zingaretti parla del senso del paradosso di Camilleri e ricorda un episodio molto divertente legato proprio a Montalbano. Chiesero allo scrittore se gli piacesse Luca Zingaretti come attore e lui rispose seccamente: 'No'. Poi, dopo una pausa infinita, aggiunse: 'A me piace moltissimo l'attore Luca Zingaretti'. In quella pausa, che lasciò tutti impietriti, c'è tutto Camilleri con il suo modo di scherzare molto sofisticato".
Quando si parla di Camilleri entra sempre in gioco la Sicilia. Quanto è presente la sua terra natia in Il maestro senza regole?
"E' molto presente anche perché Teresa Mannino va a Porto Empedocle dove Camilleri è nato esattamente 89 anni fa. Qui incontra Enzo Sacco l'uomo che ha ispirato il ristoratore che offre da mangiare al commissario Montalbano. Alla fine del filmato Camilleri abbandona il suo celebre studio e torna insieme all'attrice nei luoghi della sua infanzia".
Andrea Curreli
 
 

Il Venerdì, 5.9.2014
La morte del padre, la visita di Pirandello... Lo scrittore siciliano in un documentario domani su Rai1
Camilleri segreto si racconta in Tv senza luoghi comuni

«Mio padre mosse le mani. Capii che voleva farsi il segno della croce. Io lo aiutai. Ma a quel punto mi disse: “Vai via”. Io gli risposi “io di qui non me ne vado, papà”. “Via!”, mi ripetè lui, “fumati una sigaretta, stai fuori”. Non voleva che lo vedessi morire». Andrea Camilleri ha gli occhi lucidi. L’attrice Teresa Mannino, che lo sta intervistando, piange.
Questa è la storia di un documentario particolare. Il titolo è Il Maestro senza regole, ed andrà in onda su Rai1 domani 6 settembre, sorprendentemente in prima serata. Non solo perché è un ritratto di quello che forse è lo scrittore più letto d’Italia, ma perché è diverso da tutti gli altri ritratti televisivi che capita d’incrociare sui piccoli schermi. Certo, ci sono le rivelazioni grandi e piccole di uno straordinario raccontatore qual è Camilleri, come lo sconquasso causato a casa sua quando, lui bambino, venne in visita nientemeno che Luigi Pirandello, o la narrazione del commovente rapporto d’amicizia con Elvira Sellerio, sua editrice. E, certo, ci sono momenti di pura commedia italiana come l’episodio vagamente surreale dell’amico ristoratore, «finito dietro le sbarre a causa di un topo», così come c’è la descrizione delle prime pagine di quello che sarà l’ultimo Montalbano delle nostre vite. Ovvio, ci sono anche gli allievi che raccontano, da Luigi Lo Cascio a Emma Dante a Luca Zingaretti e Fabrizio Gifuni, e c’è l’immaginario di quella Sicilia dolente ma anche magica marchiato a fuoco da Camilleri.
Ma il fatto è che Il Maestro senza regole – scritto da Michele Astori, Claudio Canepari e diretto dal medesimo Canepari con Paolo Santolini – è una specie di miracolo produttivo. Le immagini sono calde, il racconto evita tutte le trappole dello stereotipo e Teresa Mannino – che ricordiamo essere una comica – sembra quasi che sia «cucita addosso» il rapporto con Camilleri. In qualche modo, questo film è una sfida: quella di una donna di nome Gloria Giorgianni, che poco più di un anno fa ha fondato la Anele Produzioni, mettendosi in testa di tentare una piccola rivoluzione nelle produzioni audiovisive italiane. Lei, Gloria, sorprendentemente giovane per il lavoro che fa, con garbo le chiama «scelte editoriali non comuni»: film a basso costo ma di qualità sopraffina, come il documentario sul Gay Pride a Palermo firmato Manetti Bros o come Under, una serie web di Ivan Silvestrini con Gianmarco Tognazzi che in rete è una specie di cult, mentre tra i prossimi progetti figura Limone, una commedia di Roberta Torre stranamente ambientata in una pensione per soli uomini.
«Non possiamo sempre partire dal presupposto che lo spettatore italiano sia fermo alle elementari», dice lei sorridendo, mentre dallo schermo il racconto di Camilleri torna al capezzale del padre, che in una allucinazione causata dalla malattia vive una sorta di transfert sul figlio, gettandogli addosso un episodio uscito come un vortice dal proprio passato: «Tenente Camilleri, vuole forse insegnarci cos’è il coraggio?».
Roberto Brunelli
 
 

KataWeb - TvZap, 5.9.2014
Andrea Camilleri Il Maestro Senza Regole: l’ideatore del Comissario Montalbano si racconta
In onda su Rai1 sabato 6 settembre alle 21.10 il docu-film sull’autore siciliano con Teresa Mannino a cui è affidata la narrazione

L’uomo dietro il comissario Montalbano, lo scrittore e sceneggiatore si racconta: Andrea Camilleri Il Maestro Senza Regole, in onda su Rai1 sabato 6 settembre alle 21.10 è il primo e originale docu-film prodotto da Anele e Sellerio e distribuito nel mondo da Rai Com, che racconta la vita di Andrea Camilleri.
A condurre il telespettatore in questo viaggio sarà l’attrice siciliana Teresa Mannino, che pur non essendo stata allieva di Andrea Camilleri si metterà sulle sue tracce in un viaggio, anche geografico, che la porterà a scoprire accadimenti, personaggi, avvenimenti della vita del Maestro, in una sorta di originale investigazione narrativa.
Un racconto in cui l’interazione tra i due protagonisti portera’ a improvvisazioni brillanti, a momenti di grande emozione, ad uno scambio ricco e coinvolgente. Saranno presenti volti d’eccezione per testimoniare il loro legame con Andrea Camilleri e raccontare aneddoti e ricordi personali. Tra questi: Luca Zingaretti, Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni, Emma Dante, suoi ex allievi all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, Pif, Antonio Manzini, e molti altri tra cui anche la nipote attrice Alessandra Mortelliti che ci racconterà il mondo familiare di Andrea Camilleri.
All’interno del docu-film, molta importanza avrà la grafica in animazione, realizzata da B5 Productions, che sottolineerà passaggi chiave delle narrazione e confezionera’ il prodotto in modo originale e moderno.Rai1 sabato 6 settembre alle 21.10 il docu-film sull’autore siciliano con Teresa Mannino a cui è affidata la narrazione
Massimiliano Carbonaro
 
 

Il Venerdì, 5.9.2014
Salvo sono. Grazie ai turisti
Il Tour di Montalbano, nella Sicilia sudorientale, è diventato una calamita per visitatori, non solo italiani, che scoprono luoghi tra i più belli del paese solo grazie a un commissario di fantasia. Diventato un brand. Autista compreso

Punta Secca (Ragusa). Il camion merci serve solo per campare, nell’inverno mite che raffredda appena questo spigolo di Sicilia più a sud di Tunisi. Serve per attraversare la campagna ragusana e trasportare pomodorini e frutta su per il Continente, come gli ha insegnato suo padre da quando aveva otto anni. Ma col fiorire dei campi e poi con la calura africana, dalla primavera all’autunno, ecco che Nunzio inforca i suoi occhiali a specchio, indossa la camicia bianca sotto la giacca blu, sale sul minivan e si trasforma. Diventa il suo mito: «Montalbano sono». E con i Tour di Montalbano porta in giro per la provincia turisti a frotte. Mezza giornata: 145 euro; una intera a 220, per gruppo. Da queste parti il commissario è ormai un brand. Che ha fatto boom.
Come autista per i montalbanomani, Nunzio Lauretta, 46 anni, lavora da aprile a ottobre. Ma il business qui non conosce sosta. Lui è solo uno dei tanti che si è ritrovato con un’altra vita tra le mani, grazie ai romanzi di Camilleri, al commissario di Vigata e alla fiction tv. Un exploit turistico che ha pochi eguali in altre province d’Italia. A giugno, nel confronto con l’anno precedente, sono aumentate di due volte e mezzo le presenze di inglesi, irlandesi, tedeschi e scandinavi. Merito soprattutto dell’apertura dell’aeroporto di Comiso che da settembre continua a scaricare viaggiatori low cost da Londra e altre città di mezza Europa: 200 mila i turisti catapultati quaggiù da quando è entrato in funzione lo scalo intitolato a Pio La Torre. «Numeri che hanno sorpreso anche noi» dice il presidente Rosario Dibennardo. «Le compagnie si attendevano aerei pieni per tre quarti, siamo invece a una media del 90 per cento. E da questo mese arriveranno i Boeing 767 da Tel Aviv».
Approdano soprattutto, ma non solo, fan dello Zingaretti tv, provenienti da quei Paesi (sessantacinque!), dove la serie ha spopolato facendo scoprire una Sicilia da cartolina, tutta mare, masserie, tramonti, pesce fresco e formaggi doc, lontano dalle faide e dalle cosche. E così c’è lavoro per tutti, per i ristoranti e soprattutto per i B&B sorti come funghi, per tour operator che assieme al Barocco adesso vendono anche l’isola della fiction.
È la Sicilia del Sudest. Per i britannici già Ragusashire, ora Montalbanoshire. La scorsa estate Maria Antoci, capo dell’ufficio turistico di Ragusa, ha ricevuto una telefonata inaspettata. Era un dirigente di Sunville, un colosso fra i tour operator britannici. «Ci ha chiesto un supporto perché, di lì a poco» racconta «la società avrebbe inviato nove agenti di viaggio per studiare il percorso che quest’anno, a cadenza settimanale, viene offerto ai visitatori d’Oltremanica». Lo stesso percorso, manco a dirsi, che Zingaretti-Montalbano compie nella serie televisiva con la sua Fiat Punto d’antan.
La provincia più operosa, la più emiliana, la più valorizzata. Quella, da sempre, autogestita da siciliani lontani dai luoghi comuni, che hanno deciso di darsi da fare da soli, con cooperative, associazioni, migliaia di micro aziende, ignorando le promesse della politica, degli amministratori locali, dei ladroni regionali. Facilitati, chissà, anche dal fatto che da Palermo e dai suoi palazzi sono distanti centinaia di chilometri e oltre tre ore d’auto per le impervie strade dell’isola.
Nunzio, in più, ci ha messo la faccia e le pose da attore consumato. Fino a farsi sosia del Commissario. Non si è accontentato di portare in giro i turisti. «Mi vogliono così, piaccio così e sto a mio agio, che male c’è?», racconta seduto a un tavolino di Marina di Ragusa sorseggiando una birra a fine giornata, dopo aver accompagnato i turisti-fan per Modica e Scicli, il castello di Donnafugata e Ragusa Ibla.
«All’inizio, la serie tv neanche mi appassionava. Ora con Montalbano ci campo. Mi sono scaricato le ventidue puntate in video e d’inverno, quando vado su e giù per l’Italia col mio camion, quando mi fermo, nelle soste, le rivedo, le ripasso, le imparo a memoria. I turisti sono esigenti» racconta, «vogliono rivedere le ambientazioni delle varie puntate. E a volte mimo io qualche scena».
Inglesi e tedeschi, con gli italiani, in pellegrinaggio davanti alla casa di Punta Secca. La villa sul mare della frazione di Santa Croce Camerina dove tutto è cominciato. La residenza del Montalbano televisivo la riconosci a cento metri di distanza per le centinaia di turisti tutt’intorno, lì a fotografarla giorno e notte. E pensi all’intuito di Ivana Micciché, l’operatrice turistica che nel 2004 bussò alla porta del proprietario della casa location – l’avvocato Giovanni Di Quattro – e senza troppa convinzione gli propose di trasformarla in un B&B: «Lui non aveva idea del tesoro che si trovava a gestire. Effettivamente, in quel momento pochi potevano immaginare la portata che avrebbe avuto il fenomeno Montalbano. In questi dieci anni, con le sue quattro camere da letto e i quattro bagni, la casa ha avuto un numero crescente di richieste, con l’eccezione dei mesi in cui è occupata dalla produzione». L’avvocato ottantenne è morto a maggio e adesso si trasformeranno in B&B anche le stanze al piano terra, quelle col mare sotto la finestra. Da qui, per fortuna, non si riescono a scorgere le palazzine che, in omaggio a una selvaggia speculazione edilizia, sono sorte a ridosso del paese. Una cinquantina di appartamenti, per lo più alloggi da due o tre vani dal costo fino a 230 mila euro, sono stati costruiti in fretta, ma sono rimasti invenduti sotto i colpi della crisi.
C’erano borghi di pescatori e perfino querce secolari, ora il cemento dell’Immobiliare che, neanche a dirlo, si chiama Vigata. E delle altre che nei dintorni hanno pensato di cavalcare a modo loro il boom, tra bar, trattorie e gastronomie coi nomi dei protagonisti della fiction. A stento qualche amministratore locale ha avuto lo scrupolo di negare la costruzione di un albergone sul mare là dove sorgeva la vecchia caserma dismessa (e finalmente demolita) della Finanza. È il brutto dell’effetto Montalbano, il lato B di Punta Secca.
Ma è il brand televisivo che conta. Più del riconoscimento del Val di Noto come «patrimonio dell’umanità» giunto dall’Unesco nel 2002. «Questa terra era bella anche prima» dice Ivana Micciché. «Con Montalbano è diventata conosciuta: gli inglesi ci dicono che erano convinti fino a poco tempo fa che da queste parti si sparasse la sera. Con la fiction hanno capito che non è così».
Scicli è una bomboniera barocca ripulita e rinata. Qui, nella centralissima via Penna, fino a una decina d’anni fa c’era una stazione di rifornimento e passavano i mezzi pesanti. Ora Franco Carrubba, il ristoratore che nello stesso punto ogni sera fa il sold out dei tavolini all’aperto, non si nasconde: «Può sembrare paradossale che un posto così bello debba ringraziare una fiction per il suo successo. Ma tant’è: questo è arrivato e siamo stati bravi a coglierlo». Ogni cento metri una chiesa e una basilica aperte fino a mezzanotte. Ragazzi organizzati in cooperative curano le visite e la custodia. Certo, paghi un euro per visitare la «farmacia di Montalbano», quella secolare in cui si è girata una scena di pochi secondi che ha visto fra le comparse anche il vero titolare. Ne paghi due, di euro, per la stanza del sindaco al Comune, che nella serie tv è l’ufficio del questore Bonetti-Alderighi, e poco importa che il primo cittadino che vi lavora nella realtà adesso sia finito sotto indagine per mafia.
Ibla è un presepe in cui ogni notte si riversano turisti da tutta la provincia. Modica è la capitale barocca e la casa del cioccolato. Sono i capisaldi di una rete che in realtà rete non è, perché molto è lasciato alla libera concorrenza. Senza una vera regìa. Ma la ricetta funziona. «Tanti giovani emigrati sono tornati e hanno ritrovato lavoro a casa loro» continua Micciché, «purtroppo facciamo da soli. Tutto è affidato al privato. Nessun coordinamento, nessun aiuto dagli amministratori». Ma chissà che non funzioni anche per questo.
Questa terra deve tanto a Luca Zingaretti, che la ama e che nel vicino castello di Donnafugata è venuto a sposarsi nel 2012. Già, il castello con merli e torri in mezzo alla campagna. Per raggiungerlo c’è un delizioso trenino turistico che parte da Ragusa e attraversa le campagne e i muretti a secco e i carrubbi per raggiungere lento la meta a mezzogiorno, giusto l’ora in cui il castello chiude per un’araba pausa pranzo dei custodi. Riaprono alle 15, l’ora di ripartenza del trenino per Ragusa. Perché siamo pur sempre Meridione, pur sempre a sud di Tunisi. E se non fosse per l’unica autolinea di bus data in concessione dalla Regione e per i mezzi privati dei tour operator, le migliaia di turisti che stanno invadendo il Ragusano resterebbero per strada. I trasporti sono ancora della Sicilia del Novecento. Ma questo è un caso che neanche Salvo Montalbano riuscirebbe a risolvere.
Emanuele Lauria e Carmelo Lopapa
 
 

La Sicilia (ed. di Agrigento), 5.9.2014
Cultura. Ieri la presentazione dell'evento itinerante che si terrà dal 5 al 12 settembre
Parte «La strada degli Scrittori»

Letteratura e cinema insieme dal 5 al 12 settembre in un itinerario turistico e culturale con il progetto «La Strada degli Scrittori» e «Sciacca FilmFest» per il rilancio soprattutto dell'economia del territorio agrigentino. E' un percorso lungo trenta chilometri tra Racalmuto, Agrigento, Porto Empedocle, Favara, Caltanissetta, in un road show tra paesaggi, colori, profumi, tradizione artistica e agroalimentare. Un circuito tra le località in cui sono nati e cresciuti Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Andrea Camilleri. Il Grand Tour dei Saperi e dei Sapori accorpa anche altri autori come Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Pier Maria Rosso di San Secondo e Antonio Russello, i quali hanno raccontato di luoghi e di personaggi di questa terra. Il progetto, che si avvale di fondi dell'Apq, è stato presentato ieri mattina presso la Sala Borsellino dell'assessorato regionale al Turismo.
«La Strada degli Scrittori e Sciacca FilmFest - afferma l'assessore Michela Stancheris - insieme per fare conoscere ed amare le tappe fondamentali di un itinerario turistico e culturale che unisce cinema e letteratura. La Strada degli Scrittori è un progetto ideato dal giornalista Felice Cavallaro e condiviso dalla Regione siciliana, che ha sottoscritto nel novembre 2013 a Racalmuto, alla presenza del ministro Bray, un protocollo d'intesa finalizzato a creare un modello di sviluppo socio-economico fondato sul turismo. Un'ulteriore iniziativa promossa dall'assessorato al Turismo attraverso la Sicilia Filmcommission, finalizzata a fare conoscere l'itinerario turistico e culturale che unisce il cinema e la letteratura, riguarda la realizzazione di 4 cortometraggi, diretti da altrettanti ex allievi del corso di documentario del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, su Pirandello, Sciascia, Tomasi di Lampedusa e Camilleri».
I cortometraggi «Racalmuto, Isola nell'isola» di Dario Guarneri, «La Donnafugata del Gattopardo» di Davide Gambino, «Il santo e lo scrittore» di Federico Savonitto e «I luoghi dell'anima» di Ruben Monterosso verranno proiettati in anteprima l'11 settembre a Sciacca, con replica a Racalmuto il giorno seguente.
L'anteprima con «La Strada degli Scrittori» questa sera (19,30) nell'atrio del palazzo comunale di Racalmuto con «Dedicato a… Leonardo Sciascia», talk show coordinato da Felice Cavallaro. Interverranno il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, e il traduttore delle opere di Sciascia.
Vincenzo Prestigiacomo
 
 

Rai Uno, 6.9.2014
Andrea Camilleri - Il maestro senza regole
Ore 21:15

Docu-film che racconta la vita di Andrea Camilleri. Oltre all'interazione tra i due protagonisti, Teresa Mannino e Andrea Camilleri, che porta ad improvvisazioni brillanti e nuove, l'attrice siciliana incontra Luca Zingaretti, Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni, Emma Dante, ex allievi all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico di Andrea Camilleri e ancora Pif, Antonio Manzini e molti altri... con Andrea Camilleri e Teresa Mannino
 
 

TG1, 6.9.2014
Il maestro senza regole

Su Rai Uno "Andrea Camilleri, il maestro senza regole" uno speciale dedicato ad uno degli scrittori italiani più amati, nel giorno del suo compleanno.
Virginia Volpe
 
 

La Sicilia (ed. di Agrigento), 6.9.2014
Eventi. Stasera, su Rai1, un docufilm che ripercorre la storia dello scrittore empedoclino
Camilleri tra passato e presente

Va in onda questa sera su Rai1, nel giorno del suo 89esimo compleanno, «Il Maestro Senza Regole», il docufilm in buona parte girato tra Porto Empedocle e Agrigento la scorsa primavera, che racconta un Andrea Camilleri dai mille volti, più intimo. Prodotto da Anele e Sellerio Editore e diretto da Claudio Canepari e Paolo Santolini, è la sintesi di un viaggio compiuto in cerca di aneddoti, personaggi e luoghi che hanno segnato la sua vita, a cominciare dalle origini, l'agrigentina Porto Empedocle dov'è nato, senza tralasciare quella fase che l'ha visto tra i banchi di scuola. Un viaggio di un paio di mesi tra Roma, dove vive, e la Sicilia, condotto e narrato dall'attrice comica palermitana Teresa Mannino che, proprio con il padre di penna del commissario di Vigata, ha visitato i luoghi della sua infanzia. La Mannino ha «indagato» anche tra le mura del liceo classico Empedocle, dove Camilleri ricevette il diploma senza conseguire gli esami per via della guerra in corso. La troupe ha effettuato riprese nell'archivio storico dell'istituto e nella biblioteca, realizzato immagini sulle foto conservate e raccolto informazioni sul periodo di frequentazione scolastica del giovane Camilleri. Una giornata da vero e proprio set televisivo per il liceo diretto da Anna Maria Sermenghi (alcune immagini già in onda nel promo del programma la vedono protagonista insieme alla poliedrica artista palermiatana). Oggetto di riprese sono stati anche i momenti sorti spontaneamente tra la Mannino e alcuni studenti, in cui si è parlato dello scrittore, del commissario Montalbano e dell'importanza del dialetto della nostra regione.
Oltre alla Mannino, compaiono gli «alunni» dello scrittore, i suoi affetti e amici di un tempo. Tra questi, anche il compagno di sempre Alfonso Gaglio, a cui l'ex conduttrice di Zelig ha fatto visita nella casa empedoclina. Coetaneo dello scrittore, ha raccontato una serie di episodi di gioventù. Naturalmente, tappa principale della città marinana non poteva che essere la casa di campagna di Andrea Camilleri, sede dell'omonima fondazione, sulle alture del paese, dove sono state girate diverse scene. [In realtà nel montaggio finale del docufilm non sono stati inseriti né l'incontro con Alfonso Gaglio né le scene girate nella casa di campagna, NdCFC]
Anche lo stesso Camilleri, una sigaretta dopo l'altra, tra ricordi e citazioni, compare e si racconta nel docufilm. Un Andrea Camilleri, maestro, letterato, regista, funzionario Rai, ma ancora di più, marito, padre, amico, collega e insegnante: un Andrea Camilleri uomo, come ha raccontato la stessa Mannino, dicendosi colpita dall'incontro con lo scrittore, con il quale il rapporto le è apparso mutato dopo il viaggio a Porto Empedocle e tra le zone agrigentine.
Chiara Mangione
 
 

Corriere della Sera, 6.9.2014
Tele raccomando
Per conoscere
Teresa Mannino incontra Camilleri
Andrea Camilleri, il maestro senza regole; Rai1, ore 21.20

Un docu film che racconta il vero Andrea Camilleri, il grande scrittore siciliano, autore del più grande successo editoriale degli ultimi anni, Il commissario Montalbano . Un viaggio interessante ed emozionante: la guida è Teresa Mannino attrice pure lei siciliana che - oltre ad aver chiacchierato lungamente con il Maestro - è andata nei suoi luoghi e ha incontrato le persone a lui care. Vedremo i suoi allievi: Luca Zingaretti, Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni. E i suoi amici storici. E sua moglie. E Porto Empedocle...
Maria Volpe
 
 

TvFanPage, 6.9.2014
Camilleri compie 89 anni, la rete si emoziona con “Il Maestro senza regole”
Il docufilm "Il Maestro senza regole", andato in onda per celebrare gli 89 anni di Andrea Camilleri, ha ricevuto l'apprezzamento del pubblico di Rai1. Tantissimi spettatori si sono riversati in rete per condividere emozioni e sensazioni provate ascoltando il racconto del vissuto dell'autore siciliano.

Andrea Camilleri compie 89 anni. Lo scrittore che ha creato il commissario Montalbano è stato celebrato da Rai1 con la messa in onda del docufilm “Il Maestro senza regole”. 30 milioni di libri venduti, tradotto in 35 lingue: sono questi i numeri da record dell’autore che è riuscito ad imprimere sulle pagine uno stile tutto suo, scandito da un linguaggio che unisce l’italiano al siciliano.
È stata Teresa Mannino a guidare lo spettatore in un viaggio alla scoperta dell’uomo e del professionista. La sua missione? Confessargli di essere stata salvata da lui in un momento delicato della sua vita. La comica ha svelato:
“Il mio amore per te non è perché sei siciliano, ma perché una volta arrivata a Milano, nessuno mi parlava. Poi Camilleri ha iniziato a vendere libri e siccome faceva figo leggerli, i milanesi hanno iniziato a rivolgermi la parola e mi chiedevano le traduzioni.”
Parlando della sua scrittura, Andrea Camilleri ha affermato:
“Sono scrupoloso. Ad esempio, ho fatto preparare a mia moglie un documento in latino. Mi preparo una serie di documenti falsi per arrivare da quei documenti falsi ad una falsità plausibile. [...] I primi anni scrivevo la notte. Poi non ce l’ho più fatta. La mattina mi alzo, vado in bagno e mi preparo come se dovessi uscire. Poi mi siedo e scrivo. Se non sono sbarbato e in perfetto ordine non so scrivere. [...] Scrivere per me non è un lavoro. È sempre meglio che scaricare casse al mercato generale. Io voglio essere come la trapezista. Fa un triplo salto mortale e poi mostra un sorriso. Ha fatto grande fatica ma non si vede. Io sono così, nulla deve trapelare della fatica dello scrivere.”
Andrea Camilleri e il commissario Montalbano – Era d’obbligo la domanda sul commissario che ha stregato tantissimi lettori – e con la serie tv anche milioni di spettatori. Del suo personaggio, Camilleri ha detto:
“Montalbano mi sta antipatico. Quando conosci bene tutti i personaggi e trovi un bel delitto da inserire, in due, tre mesi il romanzo riesci a scriverlo. Quando lavori su un romanzo storico, invece, è più difficile, allora arriva Montalbano e dice: “Perché non scrivi di me che ti viene facile?” [...] Il finale di Montalbano l’ho scritto a 80 anni. Mi venne l’idea e per paura che potesse venirmi l’Alzheimer l’ho scritta.”
Tra i tanti volti noti che sono intervenuti nel documentario non poteva mancare Luca Zingaretti che a proposito del ruolo di Montalbano da lui recitato ha dichiarato:
“Mi sono candidato ad essere Montalbano. Dopo mesi di provini, che da dieci si passava a otto e da otto a sette, un giorno andai in crisi. Dissi a Camilleri: “So come lo vorrei ma non ci riesco”. Lui mi disse: “Non cercare di mettere in scena il personaggio, fallo”. Io mi sbloccai. In accademia tutte le ragazze erano irretite dal fascino di Andrea, l’insegnante di recitazione. Mi ha lasciato il suo gusto del paradosso.”
Camilleri, l’insegnante di recitazione: parlano gli ex allievi - Nel corso de “Il Maestro senza regole” sono intervenuti anche alcuni attori che sono stati allievi di Camilleri. Tra loro Luigi Lo Cascio che di lui ha detto:
“Lui è una macchina del racconto. Costruisce un racconto dall’esperienza che ha, e le cose diventano bellissime. Magari la stessa esperienza accade a noi e non ce ne accorgiamo. È lì l’occhio dello scrittore che nota lo straordinario.”
L’autore ha rivelato chi è stato ad insegnargli l’arte del racconto:
“È stata nonna Elvira a insegnarmi a raccontare le storie. Lei inventava le parole e dovevi capire il significato di un discorso dove c’erano tre o quattro parole inventate da lei. Alla fine ti abituavi e riuscivi a capire. Nonna Elvira mi apriva la fantasia.”
Anche l’attore Fabrizio Gifuni ha detto la sua sul suo maestro:
“Andrea è fondamentalmente un formidabile uomo di teatro. Tutto ciò che è avvenuto dopo nella scrittura ha avuto origine dagli anni in teatro, anche come gli balzano i suoi personaggi.”
Emma Dante, invece, lo ha definito “uno scopritore di mondi”:
“Lui non era un insegnante, lui era uno scopritore di mondi. [...] La sua opera è un progetto. Ha costruito un universo. Ascoltarlo è come leggere i suoi libri, perché i suoi libri sono vivi.”
Andrea Camilleri e l’incontro con Pirandello
Uno degli aneddoti che Andrea Camilleri ha raccontato nel corso del documentario è stato il suo incontro con Luigi Pirandello. Le sue parole sono state:
“Alle tre del pomeriggio, bussano alla porta e mi trovo davanti un ammiraglio in grande uniforme che mi fa: cu sì tu? C’è tua nonna Carolina? Dicci una cosa, che c’è Luigino Pirandello che la vuole salutare.”
Molti utenti sono rimasti affascinati dal suo racconto:
[...]
Camilleri racconta la morte del padre
Un altro momento molto emozionante è stato il ricordo del padre. L’uomo era molto malato e nel momento in cui si rese conto di essere agli sgoccioli della sua vita, incitò Andrea Camilleri ad uscire dalla stanza, esortandolo ad andare a fumare una sigaretta, pur di evitargli di vederlo morire.
La sua teoria sulla vita - L’autore siciliano ha le idee ben chiare circa la giusta maniera di vedere la vita:
“Di una sola cosa ho paura, di perdere gli affetti. Del resto non m’importa. [...] Alla nascita ti danno il ticket in cui è compreso tutto, la malattia, la giovinezza, la maturità e anche la vecchiaia e la morte. Non puoi rifiutarti di morire perché è compreso nel biglietto. O l’accetti serenamente e te ne fai una ragione o sei un povero cogli***.”
Gli spettatori hanno accolto con entusiasmo il racconto della vita di Camilleri - La messa in onda del documentario sembra essersi rivelata una bellissima sorpresa per gli spettatori. In tanti, infatti, si sono riversati in rete per esprimere le emozioni provate durante la visione dello speciale.
Daniela Seclì
 
 

Quotidiano.net, 6.9.2014
Notizie di poesia
Buon compleanno, Camilleri!

Firenze – Auguri ad Andrea Camilleri per il suo 89° compleanno, essendo nato a Porto Empedocle il 5 settembre 1925!
«Non pensavo mai di diventare uno scrittore. Pensavo di avere buone chances in poesia...». Lo avreste mai detto che agli inizi della sua carriera letteraria Andrea Camilleri fosse stato tentato più dalla poesia che dalla narrativa di cui sarebbe poi diventato esponente di spicco, ultracclamato  e ultratradotto, dei nostri giorni?
Sì, proprio così: il futuro padre di Montalbano, giovanissimo, trovava in Ungaretti, Montale e Saba e semmai nel Cecchi prosatore d'arte di Pesci rossi i suoi punti di riferimento privilegiati, i suoi autori elettivi, i suoi modelli. Un'attrazione primigenia e continuata, quella della poesia, da un'infanzia incuriosita e turbata dall'approccio all'Orlando Furioso di Ariosto in una edizione illustrata posseduta dal padre alle prime tappe dell'esordio letterario ufficiale.
Camilleri pubblica infatti su «Mercurio» – rivista romana di politica, arte e scienze diretta da Alba de Céspedes – due poesie: Solo per noi (maggio 1945) e Mito (marzo-maggio 1947), mentre poco dopo, nel 1948, altre sue liriche appaiono nella prestigiosa antologia dei Poeti scelti curata da Giuseppe Ungaretti e Davide Lajolo nella collana mondadoriana «Lo Specchio».
«Non pensavo mai di diventare uno scrittore. Pensavo di avere buone chances in poesia...». Ascoltate l'intervista (incomincia proprio così) nella quale Andrea Camilleri rievoca le tappe salienti del suo percorso umano e artistico e apprenderete questo ed altro dalla sua viva voce: dal suo intrigante fascino affabulatorio di narratore di storie: storie non solo scritte, storie non solo inventate.
Auguri, Camilleri!
Marco Marchi
 
 

mentelocale.it, 6.9.2014
Auguri ad Andrea Camilleri: lo scrittore compie 89 anni
Sabato 6 settembre lo scrittore siciliano Andrea Camilleri compie 89 anni. Noi gli facciamo gli auguri con questo intervento di Roberta Gregori, della nostra community, che riporta un aneddoto raccontato da Camilleri pochi mesi fa a Palermo, durante uno dei suoi rari incontri pubblici.

Oggi, sabato 6 settembre, è l’ottantanovesimo compleanno di Andrea Camilleri, insegnante, sceneggiatore, regista, padre di penna del famoso commissario Montalbano e fra gli scrittori italiani contemporanei più amati, letti e tradotti. Ed anche un eccezionale oratore.
Vorrei riportare un divertente aneddoto che Camilleri ha raccontato recentemente, lo scorso giugno, durante il festival Una Marina di Libri a Palermo. Certo, bisogna leggerlo immaginandone l’intonazione della voce e la gestualità che ne rafforzavano il brio.
In occasione di un convegno, alla lettura di un racconto di Camilleri e di un altro scrittore francese, i due scoprono con reciproco stupore di aver immaginato il loro protagonista nella stessa situazione, anche se poi Montalbano e il commissario francese portano a termine l’indagine in modo diverso.
A questo punto, interviene un famoso scrittore americano, Ed Mc Bain, principale pseudonimo di Evan Hunter, uno dei maestri del poliziesco, il quale in uno strettissimo americano esclama: «Questo è il guaio di voi scrittori europei! Siete per la psicologia mentre noi siamo per l’azione, noi americani!».
Camilleri paziente pensa: «Vabbene, ci dà sta lezione, l’americano». E continua a raccontare: «La sera me lo trovo accanto a cena. Io non parlo inglese, lui non parlava italiano quindi una cosa triste. Arrivati a un certo punto lui si volta verso di me e mi fa Rice ca si siciliano, ri unni si? [mi dicono che sei siciliano, di dove sei?] Papà e mamma di Cinisi erano, io mi chiamo Totò Lombino».
Roberta Gregori
 
 

Il trucco e l'anima, 6.9.2014

In questa puntata: [...] Poi un pensiero di Andrea Camilleri, nel giorno del suo 89esimo compleanno, dedicato ancora alla scuola, anche alla luce delle indicazioni di riforma annunciate dal governo. [...]

Cliccare qui per ascoltare la puntata
 
 

Altraeta, 6.9.2014
Andrea Camilleri, 89 anni di un mito italiano

Scrittore, regista, sceneggiatore e molto di più. Sono tante le parole che servono per descrivere Andrea Camilleri, che oggi, 6 Settembre, compie 89 anni. Il “padre” di Montalbano è un pezzo di storia vivente che racconta quasi un secolo di quell’Italia piena di estro, di tradizioni e di cultura ma anche di problemi e difficoltà.
Nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, ha fatto della sua terra un capolavoro, partendo dalle più radicate tradizioni, quali il dialetto e le abitudini, e ricreandole in modo da presentarle al pubblico in una modo del tutto nuovo, senza perderne però i valori.
Come per Dante o Manzoni, anche per Camilleri è la lingua a contraddistinguerne lo stile ed a determinarne l’unicità. Egli ha reinventato il dialetto, riprendendo parole del linguaggio contadino che si sono perse nel tempo ed inserendole in un contesto nuovo. La sua grande ispirazione, come lui stesso sottolinea, fu Luigi Pirandello ed in particolare la sua traduzione del Ciclope di Euripide dove utilizzò due livelli di dialetto: quello contadino e quello di chi iniziava a scoprire “l’altra Italia”, lontana dalla Sicilia, che dava vita ad un nuovo modo di esprimersi.
Camilleri non hai mai voluto intraprendere percorsi tortuosi fatti di analisi antropologiche e sociologiche, egli racconta la quotidianità che è altrettanto ricca di dettagli, misteri, luoghi e situazioni. Lo scrittore siciliano narra le vicende in un modo del tutto unico ed il primo che si accorse di questo innato talento fu suo padre.
E Andrea Camilleri la voglia di “raccontare” non l’ha mai persa. Ad Agosto, infatti, ha pubblicato il suo ultimo libro dal titolo “Donne”.
Nel romanzo lo scrittore narra l’incontro con il mondo femminile, fatto di tantissime donne, alcune realmente esistite, altre conosciute solo nella fantasia o tramite storie di amici e conoscenti. Scorrendo le pagine queste donne iniziano a prendere vita anche nella mente del lettore, che può immaginarne ogni caratteristica fisica e caratteriale, spaziando in contesti temporali che passano da quello fascista a quello odierno.
Il fascino del mistero e la voglia di investigare non mancano mai ed in maniera altrettanto chiara si possono delineare ricordi d’infanzia dello scrittore che, come in ogni sua opera, inserisce le sue esperienze di vita che non possono non incantare il lettore.
 
 

La Stampa, 6.9.2014
Ai punti. La classifica di TuttoLibri
Si affacciano le donne di Camilleri

Un’estate uggiosa, anche per la classifica. [...] La prima e unica novità della ripresa, al 10° posto, è Camilleri. Il che è tutto meno che una novità.
Luciano Genta
 
 

TvZap, 6.9.2014
Il commissario Montalbano e “Il sorriso di Angelica”
Luca Zingaretti e la bellissima Margharet Madè i protagonisti di questa storia di furti

Lunedì 8 settembre alle 21.15 su Rai 1 per la gioia dei telespettatori italiani c’è una replica della fiction campione d’ascolti che vede protagonista Luca Zingaretti: il commissario Montalbano questa volta accompagnato dalla splendida Margareth Madè (definita la nuova Sophia Loren) va in onda con la puntata “Il sorriso di Angelica”.
[...]
Zelia Pastore
 
 

RagusaNews.com, 6.9.2014
Noto frega il commissario Montalbano a Punta Secca e Scicli
Una casa museo a Noto, con la benedizione della Palomar

Noto - Esiste una trattativa, a uno stadio avanzato, tra l'ex deputato di An Fabio Granata, già assessore regionale ai beni culturali e poi al turismo, e la Palomar di Carlo degli Esposti.
Granata farebbe da mediatore per conto del Comune di Noto.
L'obiettivo?
Fare ciò che Santa Croce Camerina e Scicli non sono riuscite a fare in quindici anni.
Ovvero?
La casa museo del Commissario Montalbano!
Mentre Punta Secca ospita il villino in cui vengono girate le scene casalinghe del commissario più amato, il commissariato è da sempre a Scicli, identificata ormai con la Vigata televisiva.
L'operazione di marketing territoriale di Granata (che già una volta da assessore spacciò agli svedesi che venerano Santa Lucia Siracusa come location del film), è di identificare Noto come sede della casa museo e in prospettiva come set della fiction.
Fantasie? A Noto si parla già di "un ampio spazio espositivo con fotografie, gadget, merchandising ma anche sede di eventi".
Insomma, il benservito per i baccalà della provincia di Ragusa.
Giuseppe Savà
 
 

RagusaNews.com, 7.9.2014
Lettere in redazione | Noto
Fabio Granata: Su Montalbano coinvolgerò Scicli e Punta Secca
C'è il rischio che la fiction vada in Puglia

Noto - Caro Savà,
ho letto incredulo l'interpretazione che ha dato del progetto "Casa di Montalbano".
Premettendo che la produzione della Palomar sul territorio ibleo rappresentò il coronamento di una mia iniziativa:convinsi la Palomar a spostare nel SudEst l'ambientazione di Vigata e a valorizzare luoghi come Punta Secca e Scicli.
Premettendo che in Svezia non "spacciai" nulla ma realizzai una promozione straordinaria dell'intero SudEst, Scicli e Punta Secca in testa.
Premettendo che la produzione fu possibile grazie a fondi comunitari che riuscii a far programmare dai miei ottimi dirigenti e che da li nacque il fenomeno Montalbano e anche quello del SudEst, che avevo portato al riconoscimento Unesco in quegli anni, attraverso centinaia di milioni di restauro...
Tutto questo premettendo, oggi e' questo inetto Governo della Regione ad avere la responsabilità gravissima dell'abbandono quasi completo della Sicilia da parte di una così importante produzione che, per mancanza di qualsiasi sostegno, si e' spostata sulla Puglia e su Cinecittà per la parte principale delle riprese.
In questo quadro il mio progetto, nato esclusivamente da amore per il SudEst, ha avuto la disponibilità del Comune di Noto per la realizzazione di uno spazio espositivo prestigioso e di un sostegno per riportare l'intera produzione in Sicilia.
Farò di tutto per convincere le altre amministrazioni a dare altrettanto sostegno al progetto che comunque continuerà a valorizzare l'intero SudEst, a iniziare da Scicli e Punta Secca, luoghi a me particolarmente cari".
Fabio Granata
 
 

La Sicilia, 7.9.2014
Programmazioni di ottobre da chiarire
Lampedusa, ingorgo di due eventi culturali omonimi: Sabir
«Stupore». Gli organizzatori chiedono conto al sindaco. Sconcertato Camilleri

Lampedusa. Nasce un problema che potrebbe essere di non poco conto per Sabir, il primo festival diffuso delle culture mediterranee, che si terrà dall'1 al 5 ottobre sulla più grande delle Pelagie. Nessuno degli organizzatori sembra abbia considerato, infatti, che l'evento promosso da Arci, dal Comitato tre ottobre e dal comune di Lampedusa in realtà, è un qualcosa che era già stato fatto da altri e con organizzatori e fautori di eccezione come Andrea Camilleri.
«Sono veramente costernato - ha detto Marco Mottolese, organizzatore ed co-ideatore di Sabir che nasce nel giugno 2005 nel Val di Noto - qualche settimana fa ho anche scritto tramite posta certificata al sindaco di Lampedusa per informarla della situazione ma ad oggi, non ho ottenuto nessuna risposta. Non credo sia giusto usare le idee, i progetti e gli slogan creati da altri. Nella lettera ho spiegato che il nostro Sabir godette sin dall'inizio di rilevanti partenariati tra i quali la Commissione europea, il ministero degli Esteri, la Regione siciliana».
Inequivocabile il tenore della lettera. «Ho sostenuto con modalità diverse - si legge - la nascita di un festival importante a partire dal 2005 in Sicilia, Sabir. Sappiamo che a Lampedusa dovrebbe svolgersi un festival che riprende il medesimo nome e che si avvale degli stessi contenuti. Non le nascondiamo di essere rimasti molto stupiti in quanto nessuno della organizzazione è mai entrato in contatto con noi, quantomeno per prendere informazioni. A questo punto è chiaro, che dovremmo individuare insieme una soluzione che salvi il nostro lavoro e il nome Sabir, peraltro a suo tempo da noi registrato sia come nome di festival che come produzione di merchandising intorno al medesimo».
Andrea Camilleri, con la diplomazia che lo contraddistingue, ha fatto pervenire una breve nota. «Apprendo con stupore - si legge - di questo nuovo festival Sabir. Con stupore, perché sono stato in qualche modo "padrino" di Sabir, circolo di conversazione, il primo festival di letteratura araba contemporanea, nato dalla volontà del ministero Affari esteri insieme a molte istituzioni e comuni della Sicilia. Trovavo e trovo importantissimo l'intento di collaborazione e conversazione, appunto, tra i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, e mi auguro che si possa sempre collaborare e non creare discontinuità o peggio avversità, su un terreno così prezioso e oggi oltremodo minacciato».
Elio Desiderio
 
 

La Repubblica, 7.9.2014
Cult
Il diritto di disertare i social network senza finire alla gogna
L’ultimo è stato Andrea Camilleri che ha denunciato il furto della sua identità in Rete
Ma chi reagisce ai “fake” e alle pagine non ufficiali spesso viene accusato di essere “reazionario”

Denunciando alla polizia postale un impostore che appare sui social network a suo nome, Andrea Camilleri si aggiunge a un elenco ormai piuttosto lungo di scrittori e intellettuali “reazionari”. Uso questo termine con voluta autoironia, facendo parte anche io di quel novero. Ma ha una sua liceità tecnica: è precisamente di una reazione che si tratta, conseguente a una rivoluzione travolgente che, insieme ai suoi ovvi meriti (così ovvi che ripeterli è stucchevole) ha portato con sé anche effetti collaterali molto negativi. Principalmente due: una enorme e contagiosa amplificazione della rozzezza e della violenza verbale, nel quadro di una incalcolabile facilità/velocità di diffusione di parole e pensieri di qualunque calibro, compreso quello infimo, e comprese le menzogne intenzionali o le fole rilanciate; e l’abuso di identità, che nella vasta gamma di violazioni della sfera personale rappresenta, almeno dal punto di vista psicologico, l’apice della gravità. Il primo fenomeno (rozzezza e violenza verbale) non dà luogo, in genere, a interpretazioni radicalmente dissonanti. Ci si divide, al massimo, sull’attribuzione delle responsabilità legali, sull’omesso o insufficiente controllo, sul grado di automoderazione (e di distinzione del “vero” dal “falso”) che l’assemblea digitante è in grado di raggiungere; ma come si dice in politica “la condanna è unanime”, se si eccettuano poche frange di energumeni e di frustrati che rivendicano la libertà di sfregio e di calunnia come parte integrante di una raggiunta parità espressiva.
Più controversa, e per questo forse più interessante, è la discussione sul furto o sull’abuso di identità. Camilleri avrà modo di accorgersene, così come è capitato a me qualche mese fa. Di fronte a chi protesta per l’esproprio del “sé” nelle sue varie forme, scatta in primo luogo un’obiezione “politica”: se sei un personaggio pubblico devi rassegnarti a un’esposizione mediatica decisamente superiore alla media; e se non lo fai, è per una altezzosa indisponibilità al confronto con gli altri, al libero dibattito, all’uso pubblico del tuo lavoro e delle tue parole. In sostanza, non vuoi pagare il prezzo della popolarità. Che questo prezzo non debba e non possa comprendere anche le dichiarazioni apocrife su Facebook (è il caso di Camilleri) o l’uso del tuo nome e della tua faccia per pagine “non ufficiali” che ti vengono comunque attribuite (è il mio caso) o i falsi account su Twitter (è il caso di entrambi) è una considerazione che forse può allentare il sospetto di “non sapere stare al gioco”; ma non riesce a dissolverlo del tutto, anche perché uno dei miti fondanti del web è una specie di totalitarismo democratico che genera una inevitabile diffidenza, più che per il diritto d’autore, per l’autore in sé. È la paternità della parola a sembrare arrogante e “superata” alla moltitudine di parlanti in marcia sul web: perché dunque rivendicarla con tanto puntiglio? Chi ci assicura che il “falso Camilleri” sia più stupido o incapace di quello “vero”, e addirittura che sia “meno vero”? Lo scrittore americano Jonathan Franzen, intervistato da Antonio Monda per questo giornale, disse: «La gente tende a non leggere più i testi ma solo quello che è stato scritto sui testi». Il web, in questo senso, è uno sterminato contesto, una chat planetaria di potenza così impari che la fagocitazione del testo e dell’autore è uno dei suoi effetti inevitabili.
Ti fanno, poi, se ti lamenti troppo di ritrovarti laddove non sapevi di essere e dove non vuoi essere, una seconda obiezione. Meno politica e più “tecnologica”, e dunque molto insidiosa in un ambito così tecnologico. Quando ebbi a lamentarmi sulla prima pagina di Repubblica dei miei indesiderati “avatar”, giovani lettori e internauti e blogger mi hanno scritto lettere anche severe ma senz’altro utili. Li ringrazio in blocco per avermi insegnato più di una cosa su come funziona il “loro” mondo. Ma già definendolo “loro”, quel mondo, comincio a impostare la mia replica. L’imputazione a mio carico, infatti, è “non conoscere abbastanza i social network”, non capire come funzionano, non saperli usare. Come riprova, mi spiegano che la pagina Facebook “Michele Serra” da me contestata non era, in realtà, un vero e proprio fake, o meglio era un fake veniale: una pagina di discussione aperta a mio nome da un amministratore (che poi non la amministrava affatto, ma questo è un altro argomento), come poteva capire chiunque leggendo la dicitura “pagina non ufficiale”.
In replica ho da dire due cose. La prima: il mio grado di conoscenza del web (come, suppongo, quello di Camilleri e di altri non nativi digitali per ragioni anagrafiche) discende dall’uso che decido di farne. Cerco informazioni e notizie, navigo, consulto, scrivo, leggo. Ma non uso i social network. Perché dovrei estendere la mia conoscenza anche al funzionamento e al linguaggio dei social network, dal momento che NON è un mondo nel quale abito? Non è forse leggermente totalitario (è la seconda volta che uso questo termine) supporre che tutti debbano non solo usare il web, ma abitarci, impararne la lingua, perché il solo modo per difendersi dai pericoli del web è entrarci dentro mani e piedi e presidiare la propria posizione pre-assegnata? (da chi? da Dio? dal destino?). Allo stesso modo, non è agghiacciante che il suggerimento univoco che amici espertissimi mi diedero, mesi fa, è «apri la tua pagina Facebook, apri il tuo account su Twitter, è l’unico modo che hai per difenderti»? Ripeto quanto scrissi allora: sono, i social network, l’unico e il primo club nella storia dell’umanità al quale iscriversi è obbligatorio?
Secondo. L’esempio della mia “pagina non ufficiale”, ora chiusa, dimostra in modo lampante che l’equivoco non riguarda me (che abito altrove), ma gli abitanti stessi del web: molti dei quali scrivevano inviti, complimenti, insulti a me diretti rimanendo molto sorpresi o molto offesi dalla mia mancata risposta, e dunque loro, non io, incapaci di decifrare quel sotto-cartello (pagina non ufficiale) appeso sotto l’insegna principale, che portava scritto in grosso il mio nome. Se il problema è di comprensione di quella lingua, vale per chi quella lingua vuole parlare, o pretende di farlo. Non è a me o a Camilleri o a qualunque altro renitente o disertore che i professori di web devono spiegare dove sta l’errore, ma alla moltitudine che ne fa uso quotidiano. Controprova (che devo a uno dei miei giovani corrispondenti): esiste un account Twitter “Renzo Mattei”. È subissato di insulti contro Matteo Renzi. Accecato dalla fretta, dalla foga, dall’irriflessività, il toro carica senza neanche darsi il tempo di capire che non ha di fronte Matteo Renzi, ma un ilare fantoccio che ne imita il nome. Il tempo per riflettere, quello, è un benefit che il web non prevede: o uno se lo prende da sé, o è destinato a soccombere ai propri istinti e ai propri errori.
Bisognerebbe che gli abitanti dei social network, piuttosto che perdere il loro tempo a sottolineare l’inettitudine, l’estraneità, l’anacronismo di noi assenti o fuggiaschi, facessero meglio i conti con un problema che è decisamente più loro, degli utenti, che nostro. Noi non utenti possiamo, al massimo, far presente che non c’entriamo e non vogliamo entrarci: almeno fino a che ne avremo la facoltà, meglio ancora la libertà. Ma a loro sarebbe utile cogliere, nella nostra stravagante assenza, qualche segnale utile a rendere più piacevole e veritiera la loro presenza.
Ps – Per non mettere troppa carne al fuoco accenno appena alla questione, gigantesca, dell’altrettanto gigantesco lucro che i falsi profili e i falsi account portano nelle tasche degli oligopolisti padroni dei social network. Secondo il New YorkTimes, i falsi account su Twitter producono, da soli, utili per trecento milioni di euro all’anno.
Michele Serra
 
 

DavideMaggio.it, 7.9.2014
Ascolti Tv di sabato 6 settembre 2014: vince il concerto dei Moda’ (14.47%), lo speciale su Camilleri all’11.58%. Bene Castle (10.59%)

Ascolti Prime Time
Su Rai1 lo speciale Andrea Camilleri – Il Maestro Senza Regole ha conquistato 2.159.000 spettatori pari all’11.58%.
[...]
Mattia Buonocore
 
 

Quotidiano di Ragusa, 7.9.2014
Casting per le selezioni delle comparse della fiction "Il giovane Montalbano"

Nuovo casting in provincia di Ragusa. Stavolta la selezione si terrà a Modica e riguarda la scelta delle comparse della fiction televisiva “Il giovane Montalbano” che si girerà nelle prossime settimane nel territorio ibleo. La selezione si terrà giovedì 11 settembre presso il teatro Garibaldi in via corso Umberto dalle ore10,30 alle 13,30 e dalle 15,30 alle 18,30. Vi potranno partecipare persone dai 18 ai 70 anni. 
 
 

La Strada degli scrittori, 8.9.2014
Dedicato a... Andrea Camilleri
Porto Empedocle, Piazza Kennedy, ore 17:00


 
 

AgrigentoNotizie, 8.9.2014
"Strada degli scrittori", prosegue il grand tour per la Provincia di Agrigento

[...]
Oggi il Grand Tour si sposterà nella città natale di Andrea Camilleri, Porto Empedocle, in piazza Kennedy. Oltre al Villaggio dei Saperi e dei Sapori, saranno proposte dall'associazione OltreVigata delle visite guidate alla Torre di Carlo V e nei luoghi di Camilleri. Al termine dell'incontro con la Rete delle Associazioni, seguirà il talk show coordinato da Felice Cavallaro, con ospiti gli scrittori Giuseppe Rizzo, Giuseppe Zambito e Anna Burgio. L'attore Sebastiano Lo Monaco leggerà alcuni brani dei grandi autori.
 
 

Cinemaitaliano.info, 8.9.2014
Grande successo su Rai1 per "Andrea Camilleri, il Maestro senza Regole"

“E’ una grande soddisfazione ottenere,  per il docufilm su Andrea Camilleri, il consenso di oltre due milioni di  telespettatori”, spiega Giancarlo Leone, direttore di Rai1. “Questo ci incoraggia a perseguire la strada della qualità in prima serata su tematiche di alta cultura”.
Il docufilm "Andrea Camilleri, il Maestro senza Regole", prodotto da Anele e Sellerio e distribuito nel mondo da Rai Com,  andato in onda su Rai1 alle 21:15 sabato 6 settembre 2014, è stato scelto da 2 milioni 159 mila spettatori facendo registrare uno share dell'11.58 %.
"Siamo molto contenti del risultato ottenuto dal nostro docufilm" – spiega la produttrice,  Gloria Giorgianni - "e, per questo bisogna dar merito a Rai1 che ha creduto nel progetto dandogli la visibilità della prima serata. Credo sia importante per la tv pubblica dare spazio e voce a progetti capaci di coniugare qualità a budget ridotti che portino diversità all’interno dei consueti contenuti editoriali di fiction e intrattenimento".
 
 

Corriere della Sera, 8.9.2014
A fil di rete
L’omaggio a Camilleri è un’autocelebrazione

Non è cosa da tutti i giorni che la tv diventi maestra di cerimonie per un compleanno: ma l’occasione era importante e, per festeggiare gli 89 anni di Andrea Camilleri, su Rai1 è andato in onda il docufilm «Camilleri. Il maestro senza regole» (sabato, 21.20).
La celebrazione aveva però anche il sapore di un’autocelebrazione: l’operazione è stata messa in piedi da Sellerio, la casa editrice che pubblica i romanzi del maestro, e lo stesso Camilleri (cosa ben strana) compariva tra gli autori. Regalando una prima serata al docufilm letterario, di certo non un genere da sabato sera, Rai1 ha pagato una sorta di debito ideale con l’autore che ha dato vita a una delle poche fiction del servizio pubblico capaci di trovare una distribuzione di successo anche all’estero. Di Montalbano, in realtà, si è parlato poco: giusto una visita a Porto Empedocle per riconoscere alcuni dei luoghi che hanno ispirato la cittadina immaginaria di Vigata, una sosta al ristorante di specialità sicule preferito dal commissario, due battute con Luca Zingaretti e via.
Il cuore del racconto sono stati gli anni scolastici, dove ha preso vita una sorta di romanzo di formazione di Camilleri, tra ricordi privati adolescenziali e familiari, fino ad arrivare al periodo passato all’Accademia Silvio D’Amico, di cui lo scrittore è stato prima allievo come regista e poi insegnante. Sono sfilate le testimonianze dei molti che si definiscono suoi allievi: Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni, molti scrittori e registi.
Curiosamente, sono passati quasi sotto silenzio i molti anni di lavoro in Rai precedenti al grande successo di Montalbano, a cui sono stati preferiti ricordi di un Camilleri privato, che hanno dato al documentario un tono melò, alimentato anche da Teresa Mannino che, in quota sicula, ha fatto da filo conduttore e voce narrante. Come una studentessa liceale.
Aldo Grasso
 
 

Europa, 8.9.2014
Teledipendente
Camilleri e Pechino Express, la tv che sa innovare
Il documentario dedicato al grande scrittore e il reality condotto da Costantino della Gherardesca dimostrano che anche la Rai può andare oltre, e con successo, gli anni ’90

Cosa significa innovare? Nella tv generalista, e soprattutto nella nostra tv, pare impossibile. Perché mentre le altre reti internazionali portano avanti un rinnovamento da almeno due decenni, noi siamo per certi versi fermi agli anni ’90. Per fortuna che sono arrivati format come Il grande fratello e XFactor a darci un po’ di brio.
Dunque, è possibile innovare? Più che altro, è possibile cercare di dare qualche scossa al palinsesto e cercare di incanalare il nazionalpopolare in nuove forme. Sabato in prima serata su Raiuno è andato in onda un documentario su uno scrittore. Si potrebbe gridare al miracolo, o no? Non solo per il tema, ma perché appunto era un documentario, genere così emarginato dalle nostre prime serate.
Certo, non ha vinto la gara d’ascolti, ma si è piazzato secondo mentre di là, su Canale 5, si allargavano fino a notte fonda gli idoli pop Modà. Certo, il documentario era su Camilleri, scrittore ormai nazionalpopolare per eccellenza, grazie anche al successo continuo di Montalbano in replica (a proposito: visto che la qualità, soprattutto se seriale, vale di più sul lungo termine di due scialbe puntate biografico-storiche?).
Quel che bisogna rilevare però è che Il maestro senza regole era una commemorazione così diversa dal solito: invece di una classica serata in studio condotta per esempio da un Giletti, ecco appunto un documentario compiuto, un prodotto linguisticamente più difficile per il pubblico di Raiuno, e però ben più delicato, approfondito, riuscito.
[...]
Stefania Carini
 
 

La Sicilia (ed. di Ragusa), 8.9.2014
Casting domani e mercoledì
Montalbano cerca comparse

Domani e mercoledì a Ragusa casting per le comparse della nuova serie de "Il giovane Montalbano" che le cui riprese inizieranno a breve. Il casting è rivolto a uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 70 anni. Gli interessati possono presentarsi a Ragusa in via Asia 1, presso la sala teatrale dell'Accademia della Bellezza dalle 10 alle 13,30 e dalle 15 alle 18. Intanto di Montalbano e dell'area iblea si è tornati a parlare a livello nazionale grazie al bellissimo documentario sull'inventore del personaggio Montalbano, cioè lo scrittore Andrea Camilleri. Sabato sera è andato in onda su Raiuno, con un buon ascolto Auditel, il documentario che ha visto come intervistatrice speciale l'attrice palermitana Teresa Mannino. Un lungo racconto per scoprire il "maestro senza regole", ormai famoso in tutto il mondo per Montalbano, ma con una grande carriera di regista teatrale e docente all'Accademia Silvio D'Amico. Un documentario in cui c'era con orgoglio anche un po' di Ragusa visto che accanto al progetto televisivo su Raiuno c'erano la Banca Agricola Popolare di Ragusa, Allianz di Ragusa, il gruppo Scar e come produttore associato l'imprenditrice ragusana Carlotta Schininà.
M. B.
 
 

Il Sussidiario.net, 8.9.2014
Il caso
Ad Agrigento si sono stufati di Camilleri e rivogliono Pirandello…

Sabato scorso Andrea Camilleri ha compiuto 89 anni e Raiuno gli ha dedicato una trasmissione che ha avuto grande successo: a 24 ore di distanza i social ne sono ancora pieni. Io mi sono ricordato di quando l'estate scorsa ero stato a Porto Empedocle (Agrigento), la sua città di nascita, e la gente del posto mi diceva che loro, veramente, sarebbero piuttosto la patria di un certo Pirandello. E indicavano una statua del drammaturgo così alta da obbligare al torcicollo. Era successo che, con loro disappunto, la mia attenzione fosse attratta da un uomo in bronzo - e per questo meravigliava, perché sembrava vero - che è sul marciapiede, in piedi come uno qualsiasi, e si poggia al lampione. Avevo scambiato quell'uomo per Andrea Camilleri, e invece no, era il personaggio che lo ha reso famoso, il commissario Montalbano. In versione letteraria, però: quello con la chioma folta e i baffi, non quello senza capelli e rotondetto interpretato da Luca Zingaretti.
I signori siculi a cui avevo chiesto erano, insomma, scocciati. Facevano buon viso perché Camilleri crea turismo, ma erano stufi dell'immagine che il loro concittadino trasmetteva della loro terra e della loro gente. Stanchi di come il poliziotto più famoso d'Italia vede le donne, il lavoro, il mondo. E quel siciliese poi, che nulla ha a che vedere col loro modo di parlare ma che, misteriosamente, aveva successo anche in Giappone. Mentre discorrevano, a me venivano in mente gli abitanti di Secondigliano che vedono la loro vita caricaturata in Gomorra: in quel "padrino" che saluta mettendo la mano sulla nuca in un certo modo e che però non esiste. O agli amici napoletani che devono spiegare in Europa di essere un po' diversi dall'immagine che danno di loro i "cantanti neomelodici".
Camilleri è bravo, ma credo sia soprattutto straordinario nell'offrire alla gente di tutto il mondo quello che la gente vuole quando si parla di Sicilia e di Italia. E li capisco: un po' tutti vogliamo sentirci dire quello che già sappiamo. Ciascuno di noi ha bisogno di conferme. È una delle principali regole degli sceneggiatori: dai al pubblico il finale che vuole, ma non come vuole lui. Dagli quello che si aspetta ma prima che si renda conto che è il suo desiderio. Quando si parla di Camilleri, si tende a dimenticare che il successo - quello di Montalbano - arriva quando ha 69 anni. E cos'ha fatto fino a quel momento? Il regista (soprattutto) in Rai, lo sceneggiatore, il teatro. È lì dove impara il grande segreto degli snodi narrativi, dei tempi, dei colpi di scena, e può mettere a frutto quella sopraffina tecnica della parola che lo aveva portato a scrivere poesie giudicate di gran qualità da Ungaretti e Quasimodo, e che gli ha permesso di mettere a punto quella neolingua che dava fastidio ai miei interlocutori. 
Il successo narrativo di Camilleri è da dieci milioni di copie. Ma complessive. Quelli a cui Camilleri non piace dicono: non è che non sia vero, è che non è tutto. Io invece dico: ho rispetto e faccio tanto di cappello. Quel giochetto del dare il desiderato ma sorprendendo, rivela, per lo meno, grande abilità. Se questo significhi passare alla storia o no, non lo so. Ma non lo so per davvero. A me, a scuola, hanno fatto studiare Luigi Pirandello e non Andrea Camilleri. Ma non so se fra cento anni faranno ancora studiare Luigi Pirandello e non, invece, Andrea Camilleri. 
Intanto in via Roma, a Porto Empedocle, la statua del premio Nobel è stata abbassata di almeno un paio di metri. E così, le due sculture potranno quasi guardarsi negli occhi. Anche se, devo ammettere, l’immagine di Montalbano mantiene gli occhi puntati verso la filiale della banca sul marciapiede opposto. Se non ci credete andate a vedere.
Mauro Leonardi
 
 

La Sicilia (ed. di Catania), 8.9.2014
Città flash
Castello Ursino

Oggi 8 settembre, alle 11 la fondazione Federico II Hohenstaufen Jesi -onlus sarà in visita breve al federiciano Castello Ursino. Per l'occasione l'attore-regista Orazio Aricò reciterà poesie di Cielo d'Alcamo e di Federico II. Il dialogo tra Andrea Camilleri e Federico II sarà recitato dal poeta Antonino Magrì, presidente del Centro d'arte, poesia e cultura siciliana "Marranzatomo", dalla prof.ssa Agata T. Motta.
 
 

Libero, 8.9.2014
L'intervista
Gianni Boncompagni al veleno: "Fucilerei Don Matteo, a Montalbano darei l’ergastolo"

[...]
Sulla tv pubblica poi ci ritorna e alla domanda "Boncompagni presidente assoluto della Rai per un giorno. Che farebbe?" ci va giù pesante: "Licenzierei l’ottanta percento delle persone assegnando un vitalizio. Ne bastano venti per mandare avanti la baracca. Poi fucilerei Don Matteo a piazza Mazzini davanti al cavallo, con tutti gli autori. E a Montalbano darei l’ergastolo" si lascia andare, tra il serio e il faceto.
 
 

KataWeb - TvZap, 9.9.2014
Ascolti tv, Montalbano in replica batte l’esordio di Squadra Antimafia
Anche sui social la fiction di Mediaset conosce la sconfitta superata dalla seconda puntata di Pechino Express. Delude l’esordio della striscia quotidiana condotta da Giovanni Floris, DiciannoveEquaranta

C’è da rimanere increduli, ma il Commissario Montalbano con la replica del bellissimo Il sorriso di Angelica su Rai 1 riesce ad avere la meglio di Squadra Antimafia all’esordio della sesta stagione su Canale 5. [...]
Prime time Con 5 milioni 295 mila spettatori ed uno share del 22.29%, è l’inossidabile Commissario Montalbano, in replica su Rai1, a vincere la sfida degli ascolti tv di prima serata. [...]
Lara Gusatto
 
 

RagusaNews.com, 10.9.2014
Lettere in redazione | Ragusa
Museo Montalbano, Molé: occasione da non perdere
Parla il presidente della Film Commission

Ragusa - La notizia della nascita di un museo dedicato al commissario Montalbano nella città di Noto non può passare sotto silenzio e non consente alla Fondazione Film Commission Ragusa di assistere impassibile ad una scelta che finirebbe per penalizzare la provincia di Ragusa che con le sue molteplici location ha fatto da set privilegiato alla fiction televisiva.
Oltre a rivendicare la ‘territorialità’ televisiva della fiction di Montalbano che appartiene, sin dal 1998, alla provincia di Ragusa ovvero da quando il produttore Piero degli Esposti decise, insieme al regista Sironi, di ambientare in terra iblea le riprese della prima serie del commissario televisivo, c’è l’affermazione di un’identità culturale e antropologica che non può essere disconosciuta.
Chi vede Montalbano in tv, ‘vede’ la provincia di Ragusa; ecco che l’idea di un museo a Noto appare fuori luogo ed inopportuna, senza con questo voler favorire logiche localistiche ed esasperare gli animi campanilistici, ma sembra ai più una incomprensibile forzatura perché sono diversi i Comuni della provincia di Ragusa in grado di ospitare il museo su Montalbano, disponendo di bei Palazzi che sarebbero sede ideale di questo nuovo insediamento museale. Da presidente della Film Commission mi farò carico di favorire un raccordo con i sindaci dei comuni iblei interessati al fenomeno Montalbano che potranno indirizzare al produttore Degli Esposti e allo scrittore Andrea Camilleri una proposta concreta di ospitare in uno dei tanti Palazzi il costituendo museo. Già la Provincia di Ragusa ha una sede nel centro storico di Ragusa Ibla, Palazzo La Rocca, già sede dell’ex Aapit dove tra l’altro sono state girate alcune scene della fortunata fiction, che potrebbe essere una delle sedi naturali del costituendo Museo. Ma altri Palazzi di Ragusa e di altri comuni iblei potrebbero essere sede del Museo, basta solo avviare una sinergia istituzionale per pervenire ad una scelta condivisa. Per questo ho convocato per lunedì prossimo 15 settembre alle ore 12 l’assemblea dei soci della Film Commission composta dai sindaci che hanno aderito alla Fondazione per discutere della vicenda e avviare le interlocuzioni necessarie affinché Montalbano ‘resti a casa’.
Gianni Molè
 
 

La Sicilia, 10.9.2014
Il caso
Montalbano va a Noto e Ragusa sta a guardare

Montalbano, piaccia o no, è uno di noi. Se un giorno bussasse mentre siamo seduti a pranzo lo faremmo accomodare e senza starci tanto a pensare gli offriremmo arancini e/o pasta con le sarde, come si fa con uno di famiglia. Perché da noi si scelgono gli amici, i parenti no: se ci sono, ci sono e basta. Perciò al commissario abbiamo sempre perdonato qualunque sciocchezza, qualunque banalità. Pure le gambe storte, la parlata neosicula e lo sguardo da sciupafemmine. Diciamolo: non è esattamente un capolavoro il commissario di Camilleri, e non è da Oscar nemmeno la fiction. Però piacciono, l'uno e l'altra, al punto da aver creato un fenomeno di dimensioni planetarie. Con un vorticoso giro di denaro indirettamente piovuto anche in terra iblea. Oggi Montalbano è un fenomeno internazional-popolare, ed è così importante che niente possiamo dire, neanche noi che facciamo gli schizzinosi pensando a Maigret, per non dire di Poirot, e alla Signora in Giallo: muti dobbiamo stare. Certo ne abbiamo approfittato eccome, tutti quei meravigliosi scenari esistono davvero ed è roba nostra. E la gente che viene a cercare la casa di Punta Secca, o gli arancini di Montalbano, tutto grasso che cola è. Il colpo di mano di Fabio Granata - che sta progettando una casa-museo a Noto, anzi la «casa ufficiale» del commissario, e pure il trasloco delle riprese nel Siracusano - non è così grave. Lo dimostra il silenzio di tomba che qui a Ragusa, ma anche a Modica, Scicli e Punta Secca, ha accolto la notizia. Montalbano è uno di noi, punto. Se vuole andare a Noto pazienza, padrone è. Siamo tutti Catarella, comandi signor commissario. Basta che c'è, che si viene a fare una nuotatina ogni tanto, e che poi però se si trova male non viene a rompere i cabbasisi.
Michele Nania
 
 

La Sicilia (Ragusa), 10.9.2014
Il caso. Fabio Granata lancia il progetto per una casa museo e spostare la produzione nel Netino
Montalbano a Noto «Ma anche gli Iblei ci diano sostegno»
«Nessun sostegno da questa Regione inetta meglio lì che far traslocare la fiction in Puglia»
E' mio. «Convinsi io la Palomar a girare nel Sud Est ibleo e fu così che nacque il fenomeno»

Potrebbe nascere la "Casa Montalbano", una struttura che potrebbe diventare un punto di riferimento per turisti e appassionati della famosissima fiction tv. Il problema è che a lavorare per la nascita della "Casa Montalbano" è il Comune di Noto, pronto a sfruttare un po' meglio i benefici che, in termini di promozione turistica, Montalbano ha regalato per oltre un decennio all'area iblea. La "Casa Montalbano" a Noto potrebbe funzionare: è un Comune visitatissimo per il suo barocco e per i suoi eventi, facilmente collegato dall'autostrada, e potrebbe ottenere una risonanza mediatica a livello internazionale. E questo a tutto discapito dei Comuni iblei location della fiction, come Santa Croce Camerina, Scicli, Modica, Ragusa.
L'idea del Comune di Noto è quella di realizzare un ampio spazio espositivo permanente con fotografie, video, gadget, merchandising ma anche sede "ufficiale" per eventi sul celebre personaggio di Andrea Camilleri. A Noto ritengono che il progetto potrebbe dar vita ad una sorta di piccola "industria" legata alla fiction. E a sostenere il progetto c'è anche l'ex deputato ed ex assessore Fabio Granata che ha già avuto nei giorni scorsi un lungo colloquio con Carlo Degli Esposti, produttore della Palomar. E non è escluso che oltre alla "Casa Montalbano" si possa spostare proprio a Noto la location per le nuove puntate della fiction tv. L'obiettivo finale, almeno secondo quanto spiegano nel Comune netino, sarebbe quello di mantenere la produzione del commissario Montalbano ancora una volta nel Sud Est siciliano piuttosto che farla spostare altrove, forse in Puglia, dove la Film Commission Regionale ha messo a disposizione finanziamenti e ospitalità, così come ha fatto già per tante altre produzioni cinematografiche di successo.
A Noto dicono, piuttosto che lasciarlo alla Puglia, manteniamo in Sicilia e cerchiamo di portarlo nel nostro Comune. L'on. Granata stesso conferma che si sta lavorando per portare Montalbano a Noto, casa compresa. "Va detto che la produzione della Palomar sul territorio ibleo rappresentò il coronamento di una mia iniziativa. Convinsi la Palomar a spostare nel Sud Est l'ambientazione di Vigata e a valorizzare luoghi come Punta Secca e Scicli. La produzione fu possibile grazie a fondi comunitari che riuscii a recuperare e da lì nacquero il fenomeno Montalbano e anche quello del Sud Est che avevo portato al riconoscimento Unesco in quegli anni, attraverso centinaia di milioni di restauro".
Granata se la prende con la Regione Sicilia per il rischio di veder strappata dalla Puglia le prossime puntate della fiction: "Oggi è questo inetto governo della Regione ad avere la responsabilità gravissima dell'abbandono quasi completo della Sicilia da parte di una così importante produzione che, per mancanza di qualsiasi sostegno, si è spostata sulla Puglia e su Cinecittà per la parte principale delle riprese. In questo quadro il mio progetto, nato esclusivamente dall'amore per il Sud Est, ha avuto la disponibilità di Noto per uno spazio espositivo e di un sostegno per riportare la produzione in Sicilia". Granata dice anche che non saranno sfavoriti i Comuni iblei: "Farò di tutto per convincere le altre amministrazioni a dare sostegno al progetto che comunque continuerà a valorizzare l'intero Sud Est, a iniziare da Scicli e Punta Secca, luoghi a me particolarmente cari".
Michele Barbagallo
 
 

La Sicilia (Ragusa), 10.9.2014
Il casting. Provini ieri a Ragusa per «Il giovane Montalbano». Si continua anche oggi, domani a Modica
Un piccolo esercito di aspiranti comparse sperando in un’inquadratura (e nella paga)

Sono attori, poeti, artisti, modelli, professionisti, dilettanti, studenti, disoccupati. Impossibile definire con un’etichetta il “popolo dei figuranti” che ieri mattina si è presentato puntuale alla chiamata del gruppo “Cori casting” di Catania, la società incaricata per la nuova serie del “Giovane Montalbano” della Palomar.
Dopo aver presentato il documento di riconoscimento, viene fatta una foto e si viene inseriti in lista, in attesa per il breve colloquio. In pochi minuti si è arrivati ad oltre duecento candidati. È stato facile quindi, nella lunga attesa, carpire alcuni dettagli delle diverse storie.
«Sono alla quinta esperienza come comparsa – dichiara Orazio Sapuppo – ho iniziato tanti anni fa in “Giovannino” con Christian De Sica, poi sono stato scelto per “Gente di rispetto” di Luigi Zampa ed ho fatto tre apparizioni in “Kaos” dei fratelli Taviani. Poi ho lasciato perdere per tanti anni ed adesso ho ripreso questa mia passione. In pochi mesi ho già partecipato alle riprese de “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone, al castello di Donnafugata, e de “L’attesa” di Piero Messina a Chiaramonte».
Accanto a lui Marco Licitra, alla primissima volta: «In realtà oggi dovevo andare a lavorare – dice ridendo – poi Orazio mi ha convinto a provare».
In una terra ad altissima vocazione cinematografica, come quella iblea, non è raro incontrare attori o aspiranti tali che vantano presenze in tanti film e fiction. «Io accompagnavo sempre mia figlia Gessica – spiega Giancarlo Meli di Comiso – ed alla fine sono entrato anch’io in questo mondo». «Ho iniziato con “Sara May” di Marianna Sciveres – continua Gessica – poi ho partecipato a molte serie di Montalbano, quello classico, ho fatto un’apparizione ne “I Vicerè” di Roberto Faenza. Per un periodo avevo smesso, adesso sia io che mio papà speriamo di essere scelti».
Di storie simili ce ne sono tante. «Mia mamma accompagna me e poi viene scelta lei – dichiara Giuseppina Vivera di Vittoria – probabilmente ha un viso cinematografico! ». «In realtà non mi guardo mai in foto – aggiunge la mamma Vincenza – non mi piace. Però è vero. È capitato anche per il film in costume di Garrone, qualche mese fa. Un’esperienza bellissima anche se molto stancante. Oltre 12 ore per una scena girata nel giardino del castello di Donnafugata».
Ma quanto guadagnano in genere le comparse? A rispondere è Silvestro Iacono, di Comiso. «In genere il compenso per un giorno si aggira sui 100 euro lordi, 250 se si tratta di una figurazione speciale che comprende alcune battute da recitare». Il signor Iacono, con l’inseparabile cappello divenuto ormai un portafortuna, vanta esperienze ventennali tra i set iblei e che è stato impegnato pochi giorni fa, anche lui, con le riprese del regista Piero Messina. «Ho avuto la fortuna di essere impiegato per le scene finali – spiega – si tratta di un film drammatico, bellissimo e con attori di grande talento».
Giovani e meno giovani, con aspirazioni e motivazioni diverse. «Veniamo da Francofonte – spiega Ludovica Sanzaro – siamo con mio zio. Io ho partecipato a qualche casting come modella oltre che per una fiction. Studiavo fuori quindi non mi veniva sempre facile. Adesso spero sia la volta buona». Come modello, anche per Dolce&Gabbana, ha lavorato anche Stefano Fappiano, ieri ai casting insieme alla mamma Clara Calì e ad un amico, Vincenzo Sambito.
E se molti guardano alla possibilità di sfondare nel mondo dello spettacolo, c’è anche chi ammette di farlo solo per rimediare qualcosa, perché disoccupato. Per tutti una risposta arriverà entro le prossime settimane. I casting continueranno oggi a Ragusa e domani a Modica. Le riprese cominceranno il 15 settembre.
Laura Curella
 
 

La Sicilia (Ragusa), 10.9.2014
Su «Topolino». Un’altra apparizione del personaggio, nato l’anno scorso, in omaggio agli 89 anni di Andrea Camilleri
E sui fumetti è tornato in azione il Commissario Topalbano

«Topolino e lo zio d'America». Un nuovo omaggio Disney allo scrittore Andrea camilleri, in occasione del suo 89esimo compleanno, è arrivato con l'uscita 3067 di Topolino, in questi giorni in edicola. Protagonisti della storia il celebre topo e il commissario Salvo Topalbano, personaggio già comparso l'anno scorso nel fumetto.
La simpatica versione con le orecchie e il naso "a tartufo" del commissario fa luce tra le colorate pagine su un nuovo caso che lo porta ad investigare oltre oceano. I rimandi alla location iblea, in questo caso, sono pochi, ma a pagina 18 non manca un abbozzo della famosa casa che il pubblico può ammirare in tre dimensioni nella frazione marinara di Punta Secca.
La storia ha rapito lo stesso i lettori dell'area ragusana che hanno comunque, fatto la fila per mettere sullo scaffale la loro copia. "Parlando di Topalbano l'idea di partenza era quella di provare a mettere in difficoltà il commissario facendolo giocare fuori casa. Così come era accaduto a Topolino nel corso della sua trasferta siciliana (in Topolino e la Promessa del Gatto), poteva essere interessante vedere Topalbano alle prese con un ambiente tanto diverso dal suo" ha dichiarato in una intervista rilasciata al sito "Badcomics" l'autore Francesco Artibani.
I disegni, questa volta, sono di Gianpaolo Soldati, mentre lo scorso anno erano stati affidati a Giorgio Cavazzano, che ha tratteggiato la sua storia sull'impronta degli scatti fotografici fattigli pervenire dai curatori del Museo del Fumetto Xnadu di Santa Croce Camerina Lina Canto e Giuseppe Miccichè. C'era il Faro, c'era, ancora, la Marinella della tivù.
In quell'occasione si verificò una frenetica ricerca per chi ha fatto squillare, a caccia di Topolino 2994, telefoni in ogni angolo dello Stivale per recuperare una delle uscite e vivere la grande emozione di scorgere dietro agli occhi vispi di Mickey Mouse il riflesso del simbolo storico della terra del Sole. Magari succederà anche in questo caso.
Alessia Cataudella 
 

La Sicilia, 10.9.2014
Ascolti
La favola di Montalbano batte le urla della "Squadra"

Uno scontro sleale! Diciamolo. Sparare con un cannone a una mosca. Così la Rai ha piazzato l'ennesima replica montalbaniana (5.295.000 spettatori, share 22.29%) contro la nuovissima serie di "Squadra antimafia 6" (4 milioni, share 17.29%). Il barocco del Val di Noto contro una Catania grigia, in tutti i sensi. Nulla può resistere alla corazzata Montalbano, alla macchina da guerra Camilleri & C, al commissario dal verbo in coda. A qualcuno piace calvo. E' favola quella del commissario, e il pubblico, forse necessariamente un po' bambino per sopravvivere nell'odierno mondo, vuol sentirla così sempre, la stessa. Rassicurante. Sì, è come la favola bella che ti accompagna dentro un buon sonno. Tutto è semplice, il buono vince, qualche buono muore, i cattivi perdono.
Vittoria della narrazione lineare, di una fotografia pulita e solare, con l'umorismo di Martoglio che si mescola allo sguardo di Maigret. Miscela strana in una terra, in un'Isola, che tante cose, ancora, riesce a dare nonostante tutto… Tutto! E' la Sicilia barocca che piace per la sua lentezza, per la morbidezza che mostrano facciate di chiese, donne belle e mediterranee dagli sguardi antichi. Viene da lontano il contorno Montalbano. Una realtà che regista e ottimi attori si sono ritrovati naturalmente e da questa si sono lasciati cullare e trasportare. Trame semplici e agitate dentro, come il barocco che si mostra, insondabile, in un taglio di sole sulla pietra bianca.
Una vittoria soprattutto su telefilm che sono la brutta copia degli americani, prodotti in cui si urla, si spara, si corre e si recita, male, un linguaggio che è irreale e nell'iperbole smarrisce veridicità e valore della denuncia di un mondo mafioso e corrotto. Attori, in "Squadra antimafia", impegnati a fare "facce", gridare, con una sola missione: guarda quanto sono fico! Con lentezza Montalbano fa capire dove si nasconda il male: oltre i balconi, dietro le tende, dentro la politica. E questo male il commissario, come Maigret, guarda con pietà, compassione. E' un segreto che sta tutto nelle pietre di Sicilia.
f. a.
 
 

Sciacca FilmFest, 11.9.2014
Primo Festival della Strada/Terra degli scrittori
Arena Giardino, ore 21:00



Andrea Calogero Camilleri
di Ruben Monterosso, Federico Savonitto
Italia 2014 – 5’

Il breve racconto audiovisivo narra la vicenda della nascita di Andrea Camilleri, avvenuta a Porto Empedocle il giorno del patrono San Calogero, a cui la madre lo aveva votato dopo la morte dei primi due figli. Camilleri narra la sua miracolosa nascita e legge dal suo primo romanzo Il corso delle cose un brano sulla processione di San Calò. Le immagini ne mostrano l’ultima edizione.
[La proiezione sarà replicata venerdì 12 settembre a Racalmuto, nell'ambito della serata conclusiva del festival "La Strada degli scrittori, NdCFC]
 
 

Quotidiano di Ragusa, 11.9.2014
Ragusa, oggi con il consiglio comunale si parlerà di Randello (e di Montalbano?)

Fissata per le 17 di oggi la terza seduta del civico consesso di Ragusa, nell’ambito del calendario stabilito fin dal 1° settembre dalla conferenza dei capigruppo. All’esame del consiglio una serie di ordini del giorno e di atti di indirizzo presentati sia dalla maggioranza che dalla minoranza. Di carne al fuoco ce n’è parecchia […] E non è nemmeno da escludere che la notizia della istituzione di una “Casa Montalbano” a Noto, e di un possibile ‘scippo’ delle location iblee della fortunatissima serie televisiva a favore della città netina possano avere anch’essi un’eco nell’aula di Palazzo di Città. […]
Daniele Distefano
 
 

Il Venerdì, 12.9.2014
Copertina. Diario intimo
Non è la storia di un matrimonio. anzi, per pudore, della moglie non dice. Andrea Camilleri nel suo libro racconta solo «storie prescritte», che non sono più reato. Incontro con uomo che scrive anche quando parla
L’uomo che amava le donne

Roma. Quale delle paparazzatissime ministre di Renzi, gli chiedo, meriterebbe di entrare in questo suo catalogo di donne-simbolo? «Nessuna» mi risponde Camilleri che si sente «preso prigioniero» più da Montalbano, che «ormai mi nesci de naschi», che dalle tante donne che da sempre ispirano la sua musa e intanto lo accudiscono. «Moglie, tre figlie, e per tanto tempo, nell’appartamento comunicante, mia mamma e mia suocera che erano rimaste vedove, e con loro c’era Italia, la cameriera. Dunque, la mattina, prima arrivava il caffè di mia madre: grazie mamma; poi quello di mia suocera che tua mamma non lo sa fare; e infine quello di Italia che era napoletana, e che ne sanno, loro, del caffè!».
Camilleri compie 89 anni il 16 settembre, martedì prossimo [Sic!, NdCFC], ed è in buona salute «anche se mi sorveglio» dice, lanciando per aria boccate di fumo e risate di cordialissima gioia. Non si sorveglia infatti con i penitenziali purè di verdura e i brodini di pollo con cui in genere si nutrono i pochi che raggiungono la sua età. «No, voglio dire che, per esempio, non mi scolo più una bottiglia di whisky ogni mattina, ma mi limito alla birra delle 11; e mangio tutto, ma senza eccedere. E se proprio ho ancora fame, faccio mangiare Montalbano». E gli fa anche bere, al suo posto, «tre caffè di fila, non a letto, ma guardando il mare». Le donne preparano un caffè speciale? «Forse con il caffè se la cavano meglio perché hanno più esperienza». Ma temo che non sia vero che si può vivere seguiti e accarezzati da così tanti occhi di donne senza restarne prigionieri. «È il mio destino. Anche adesso, tra nipoti e pronipoti, c’è un solo maschio» dice scambiando cenni ed occhiate alla sua assistente, Valentina Alferj, un’affascinante e giovane signora che «da dodici anni mi impedisce di perdermi». Anche Matteo Renzi, gli dico, governa in mezzo alle donne: «Sì, ma non è per questo che promette di più di quello che mantiene».
Eppure Camilleri ci offre solo le donne della sua adolescenza: «perché sono prescritte» spiega, e vuol dire che non sono più reato, che non sono più peccato. Ed è delicato questo libro di racconti che a sorpresa «non è brancatiano». Anzi, qui il sesso è «smarrimento e solitudine» del maschio, «ma sempre consapevolezza della donna». Oriana, per esempio, è la puttana antifascista che uccide di sesso i federali perché «lo usa come il pugno di Carnera: uno o due cazzotti li puoi anche reggere, ma cinque ti ammazzano». E poi c’è Beatrice, che fu «il vizio solitario di Dante», la donna mia del maschio onanista, un eros astratto e intellettuale che «cambiò il modo di fare poesia», mentre lui, Camilleri dico, ha amato Beatrice «furiosamente per due ore», ma «senza neppure una parola». E un momento prima che la donna d’altri si sposasse. «Con Filippo».
Gli riferisco che Umberto Veronesi mi ha detto che «invecchiare è bellissimo e non è vero che i vecchi non sono creativi. Il mio coetaneo Camilleri, per esempio, inventa le meravigliose storie di Montalbano». Camilleri domanda malizioso: «È mio coetaneo?». E aggiunge: «Mi piace quel che dice Veronesi, ma non è vero. Per esempio si assottiglia il vocabolario come si assottigliano le ossa». E «non ricordo più i nomi, io che ho sempre ricordato tutto. E poi, io non so se sono creativo, ma di sicuro non ho fantasia». Prego? «Sì. È venuto a trovarmi il figlio di Simenon, incuriosito perché anche suo padre, non in pubblico, ma in privato, diceva di non avere fantasia. Il fatto è che io, come lui, parto sempre da un fatto di cronaca, da una cosa che ho letto. E da lì sviluppo, aggiungo, costruisco».
Anche certi giornalisti lo fanno e qualche volta, quando qualcuno se ne accorge, vengono espulsi dall’Ordine o licenziati dai direttori. E se invece nessuno se ne accorge, vengono premiati. La sente davvero la somiglianza con Simenon? Lui diceva di avere avuto diecimila donne. «Io non parlo delle donne che non sono cadute in prescrizione». Per paura delle reazioni? «Per paura di offendere me stesso e la verità». Sua moglie per esempio non c’è nel suo catalogo. «No, non c’è. È un mio pudore. Non è facile raccontare 58 anni di matrimonio. Pensi che ad un compleanno mia moglie mi ha regalato una nuova traduzione di Ritratto dell’artista da cucciolo di Dylan Thomas . Ebbene, le feci vedere che cinquant’anni prima mi aveva regalato lo stesso libro. Ecco, io ci trovo una coerenza, un filo rosso nella nostra storia, ma…». Il significato potrebbe essere equivocato? «Facilmente immiserito». Litigate? «Abbiamo formazioni diverse. Lei è milanese e io siciliano. Io le do da leggere i miei romanzi e aspetto la sua reazione perché so che è sempre impietosa. Dapprima mi arrabbio. Poi riscrivo quelle pagine». Simenon invece con le mogli pasticciava. «Ma il commissario Maigret ne aveva una sola. Faticammo molto a convincerlo ad accettare Andreina Pagnani nel ruolo televisivo della signora Maigret. Non voleva. Elle est trop belle diceva. E così l’abbiamo imbruttita in sala trucco. Ma con Simenon ho soprattutto in comune la certezza che di me non resterà niente». Beh, lui è ancora (di nuovo?) l’autore più venduto.
Camilleri ci ha messo cinque anni a scrivere questo libro sulle donne: «Avevo fatto un contratto aperto con la Rcs e dunque ogni tanto aggiungevo un nome, seguivo un ricordo, elaboravo una suggestione». E però non ci sono concessioni alla moda detestabile del maschio femminista e neppure i compiacimenti generazionali per la malafemmina, che fu l’avanguardia di tutte le sovversioni nelle quali l’ometto che c’è in ogni italiano sognava di perdersi, l’amore vigliacco ma onesto di Buzzati, le eroine di De André, il bal tabarin e la Doran Gray di Totò, la vipera gentile, la maggiorata che fumava mille sigarette mentre Fred faceva il grano col tressette. E neppure le veline senza sapore, la maledetta di Baudelaire, la misteriosa Zobeida di Vittorini, la gigantessa di Fellini. In Donne di Camilleri, mentre gli uomini non riescono a decidere se amarsi come nemici o odiarsi come fratelli, c’è invece il due corpi e un’anima della sorella brutta, Lulla, e della sorella bella, Mirella, che sembrano immaginate da Salinger, con la sorella bella che chiede, e dolcemente impone, a uno dei suoi tanti spasimanti di accoppiarsi con la sorella brutta che di lui ha fatto richiesta. E dunque «lei si distese sulle ginocchia a pancia sotto: contami le papuluzze disse. Che sono? fece Gianni che non aveva mai sentito quella parola. Queste rispose indicandogli le lentiggini». E perciò «fu violentato e seviziato a lungo». Ma poi la sorella bella gli disse: «Domani puoi tranquillamente tornare da me».
Camilleri si compiace dell’idea di avere aggiunto il decimo ai famosi Nove racconti di Salinger, ma nel suo cervello, come da un archivio di paese, risalgono senza malizia anche i cognomi e dunque adesso i suoi occhi ridono più di nostalgia che di ironia, si gonfiano d’affetto più che di sarcasmo: «Quella è una storia vera». E ricomincia a raccontare perché il racconto è la sua natura: «La devo a una donna, la nonna Elvira, perché lei di un grillo faceva un romanzo. A lei devo anche la serenità davanti agli anni che passano». Dunque, se ora fosse solo, Camilleri ricomincerebbe a scrivere davanti a quel computer che le sue figlie gli hanno regalato perché ingrandisce le parole: «Scrivo di più anche perché riesco a leggere di meno». In fondo la sola cosa che veramente lo affligge è un glaucoma «rallentato dai farmaci, ma inesorabile». Paure? «Nessuna. Anche se mi faccio delle domande».
D’altronde come potrebbe non star bene Camilleri quando Montalbano è in pieno fiore? «Adesso lo hanno tradotto anche i cinesi che però non hanno voluto comprare lo sceneggiato perché, hanno detto, è un funzionario disobbediente. Ma io non posso certo permettermi di cinesizzare Montalbano. Un signore mi ha scritto: Si ricordi che Montalbano non le appartiene. E un altro, che è di destra: Non si arrischi a passargli le sue idee di sinistra. Al contrario un comunista di Udine mi ha raccontato di un suo compagno che ha voluto con sé nella tomba un ritratto di Che Guevara e l’ultimo libro di Montalbano». A Porto Empedocle c’è un monumento a Montalbano, un altro l’hanno inaugurato a Santa Croce Camerina. Camilleri ammette che il caso è strano perché non ci sono monumenti a Madame Bovary. «Ma a Pinocchio sì. E Montalbano è un Pinocchio in sedicesima». In tv sono arrivati alla quarta replica: «Significa che c’è gente che lo vede e poi lo rivede. Non li capisco, io che vivo ricattato da Montalbano».
Ho chiesto ad Antonio Sellerio come mai nel Paese dove le sentenze non sono mai definitive tutti scrivono gialli infallibili. E lui mi ha risposto: «Forse per reazione: l’atto mancato diventa letteratura». Montalbano è l’atto mancato dell’Italia? «Sì. È il solo investigatore che in Italia prende i veri colpevoli». Persino nelle carte postume del capo della polizia, il compianto Manganelli, il poliziotto buono, non trovarono la soluzione di uno dei tanti misteri d’Italia, ma un romanzo giallo. Potenza dell’atto mancato: ad altri hanno messo in mano il Crocifisso. Successe pure a Sciascia. Mi raccontò la figlia che fu la madre a metterglielo in mano. «Sì, ma bisogna vedere che cosa si erano detti prima. Mio padre, nel suo letto di ospedale, si fece il segno della croce, ma aiutato dalle mie mani». Lei non è credente. «No. Mai stato. Invidio chi crede». E sua moglie crede? «No». Siete una famiglia tutta di sinistra? «Sì. E non abbiamo cambiato stile di vita. I soldi che ci ha portato Montalbano sono arrivati tardi. Ma non hanno modificato nulla del nostro modo di vivere. Anche se io volessi, mia moglie non accetterebbe un gioiello, un abito di gala…». E questo è di sinistra? «Sì. Se perdiamo tutto non perdiamo nulla. La sola cosa a cui teniamo sono gli affetti». E quelli, con l’età, crescono? «Crescono e aiutano: qualunque cosa, anche il glaucoma, resiste male alla felicità. Il resto…». Il resto? «Al resto bisogna arrivare preparati e io mi sono preparato e mi sto preparando. Per esempio non capisco i miei coetanei che cadono in depressione perché la potenza sessuale non li assiste più». La potenza cala e il desiderio cresce? «Se non sei preparato il desiderio può diventare ossessione». Ci sono scrittori che delle pene della vecchiaia hanno fatto un’epica, penso ai giapponesi. «No, io no. Ma sono consapevole. Per questo mi è dispiaciuto quando Napolitano ha accettato di farsi rieleggere capo dello Stato. Anche lui è mio coetaneo: ho temuto che l’età potesse portarlo a fare delle sciocchezze». Le ha fatte? «No, sinora non ne ha fatte. E spero che il Signore lo aiuti a continuare così». E mi racconta la morte della nonna che era venuta a Roma per partecipare a un’udienza ristretta di Papa Giovanni e «volle vedere la villa di Adriano a Tivoli, quella dell’animula vagula blandula, e lì, mentre passeggiava con mia madre e con mia moglie, cercò un sostegno, poi disse questa bellezza è insopportabile e morì».
Le donne hanno un modo speciale di morire? «Considero le donne esattamente come gli uomini. Se dipendesse da me abolirei, insieme alla retorica, anche le quote rosa, la festa dell’8 marzo e tutto quello che sottolinea la diversità». E però Camilleri crede, con Sciascia, che «in Sicilia, almeno in passato, vigeva il cripto-matriarcato». E di nuovo ricorre ai nonni: «Vincenzo, che faceva l’industriale, un industriale di tutto rispetto, la sera in camera da letto alla nonna raccontava quel che doveva fare l’indomani. E l’indomani puntualmente faceva, di testa sua, quel che lei gli aveva consigliato». Sicuro, gli chiedo, che avvenga solo in Sicilia? Non crede che gli uomini italiani, raggiunta una certa età, si consegnino completamente alla propria moglie? «Sì, è probabile che non sia una specialità siciliana». Forse accade quando l’uomo esce dal mercato del sesso, e mi scuso per la brutta espressione. «Non si esce mai dal mercato del sesso. Ma sicuramente ci vuole un’età». Per esempio, forse, se Carlo Azeglio Ciampi è stato un grande presidente lo dobbiamo un po’ alla moglie che controllava tutto, e gli metteva addosso, con il cappotto, il dolce peso della sua protezione. «È vero» si accende. E finalmente capisco perché Camilleri spesso dice «io scrivo sempre». Lo capisco perché vedo il racconto che gli arriva come un’urgenza che lo ingolfa: «Devo raccontarle il dialogo metafisico tra me e la signora Ciampi. Una volta mi convocarono a Porto Empedocle perché Ciampi voleva insignirmi di un’onorificenza, ma quel giorno Porto Empedocle era così fredda che sembrava un fiordo norvegese. Ovviamente non potevo presentarmi tutto imbacuccato al presidente. Ero, insomma, senza cappotto, senza cappello e senza sciarpa. Ma all’uscita mi fermò il vescovo che mi disse: Signor Camilleri, noi vescovi vorremmo proporla al capo dello Stato per la carica di senatore a vita. Rimasi lì, al ghiaccio, per venti muniti a convincerlo di non portare avanti quel progetto. Mi sbracciavo, mi arrabbiavo, lo pregavo. E intano morivo di freddo». Non so quanti minuti siano trascorsi da quando Camilleri mi aveva preannunziato il suo dialogo con Franca Ciampi. Ma con lo sguardo luminoso, questo placido signore indulgente, scrive anche quando parla. E non ricorda, compone. Insomma, sempre tiene le briglie sul collo del discorso e qua e là trapela persino la punteggiatura: «Avevo preso tanto di quel freddo che cominciai a perdere sangue dal naso e finii in ospedale. Ma dovevo andare a Racalmuto per l’inaugurazione, sempre con il presidente, del teatro che allora dirigevo per amore di Sciascia. Il medico mi diede delle pasticche sottolinguali e mi assicurò che sarebbe rimasto davanti alla porta per intervenire se mi fossi di nuovo sentito male: avevo la pressione a duecento…».
Avevo ormai dimenticato la signora Ciampi e seguivo Camilleri che entrava con il medico nel teatro di Racalmuto, e anzi mi pareva quasi di vederlo avanzare così come lo vedo ora nel chiuso della sua stanzetta, vestito più di decoro e di distinzione che di eleganza. «Chi mi viene incontro?». La signora Ciampi! Ma lei viene vestito così? Pensa di essere abbastanza coperto? mi rimprovera. E io, che mi sentivo in colpa verso me stesso: ma non posso certo presentarmi tutto imbacuccato davanti al presidente? E lei: mi auguro che abbia messo almeno la maglia di lana. E io con le dita quasi sbottono la camicia: sì, l’ho messa. E lei, con due dita quasi sbottonando la sua: è come la mia, spero. E io: signora non saprei dire com’è la sua». Era materna? «Era muliebre».
Forse, gli dico, quei monumenti a Montalbano li erigono in attesa di fare il monumento a lei. «No, no. È lui che vogliono». Ma quelli di www.vigata.org, che è un sito che lei ha approvato, la proclamano eroe santo e navigatore, pronti a ritrarla nel marmo e nel bronzo, la chiamano il maestro e addirittura il sommo. «E mi piace perché – lo ammetta – è una bella presa in giro». Anche la Rai le ha fatto il monumento in prima serata: Il Maestro senza regole. In molti ora si aspettano l’autobiografia. La sta scrivendo? «No, e non la scriverò. Sarebbe un atto di estrema superbia. E non ho neppure carte segrete. Distruggo le variazioni. Non si potranno fare tesi di laurea sulle diverse versioni di questo o di quel romanzo».
Alessandro Manzoni vecchio ottantottenne bruciava nel fuoco del suo famoso camino lettere e testimonianze di una vita… Camilleri mi interrompe, con forza, non imbronciato ma solenne: «La vita e io ci amiamo molto. Ci siamo dati sempre tutto senza risparmio e io sono un uomo fortunato, e non certo perché i medici dicono che chi ha fumato tanto come me, già da tempo dovrebbe non esserci più. Mi diverto persino a fare progetti su Montalbano dai novanta in poi. Ma io so bene quello che valgo e quello che non valgo. Ho troppe letture alle spalle. Ecco, so che quel professore… come si chiama?». Quale? «Quello che ha preso la cattedra di Asor Rosa». Giulio Ferroni? «Sì. Dice che di me, tra una decina di anni, non resterà nulla. Ecco, può sembrare una risposta stizzita e invece è molto serena: io me ne fotto, mi creda. Non sono speciale».
Alla specialità della Sicilia però ci crede. «No, non mi piace la sicilitudine, credo nello spirito siciliano, preferisco la parola sicilianità». E arriva sino a giustificare lo statuto speciale? «La sinistra lo volle perché chiudeva la vicenda drammatica del separatismo. Ma ha servito solo pessimi interessi politici ed economici e non faccio distinzioni di partito…». Già, la casta con le sarde: la Sicilia va liberata dallo Statuto speciale? «Sì. Va liberata».
Francesco Merlo
 
 

Corriere della Sera, 12.9.2014
La mostra fotografica
Il romanziere lontano dalla scrivania

«Nel selvaggio mondo degli scrittori. Fotografie di Roberto Nistri» è una delle 15 mostre che accompagnano il Festival [Pordenonelegge, NdCFC]. Allestita negli spazi della Provincia di Pordenone di corso Garibaldi, la mostra del fotografo romano Roberto Nistri ritrae gli scrittori in ambienti inusuali, lontani dal Pc. Fra i 99 autori ritratti anche Walter Siti, Faletti, Ammaniti, Brizzi, Giordano, Picca, Troisi e Camilleri.
 
 

Musica e Tv 2.0, 12.9.2014
Il Commissario Montalbano: 15 settembre 2014, anticipazioni episodio Il gioco degli specchi

Tornano su Rai 1, in prima serata, le repliche de Il Commissario Montalbano, una produzione Rai Fiction realizzata da Palomar Endemol, per la regia di Alberto Sironi. Con Luca Zingaretti nei panni di Montalbano tornano anche i personaggi chiave della serie tra le più amate dal pubblico italiano e non solo. L’episodio in onda lunedì 15 settembre 2014 alle ore 21.10 sarà Il gioco degli specchi, con guest star l’attrice slovacca Barbora Bobulova. [...]
Graziano Cozzi
 
 

Il Fatto Quotidiano, 13.9.2014
Avventure
L’anima delle donne vista da Camilleri
Donne, Andrea Camilleri, Rizzoli, pagg. 210, € 17,50

La sensazione forte e gradevole è quella di diventare per un po’ amici intimi di Camilleri. Con il ritmo lento e imprevedibile delle onde del mare, la sua voce racconta frammenti di discorsi amorosi e di donne della realtà, della storia e della letteratura. Di complicità, rifiuti o corteggiamenti, insidiosi o appassionanti, durati anche molto più di un attimo e destini che si sfiorano. In trentanove capitoli, con ironia e naturalezza, svela ogni aspetto possibile della femminilità estrema. Di chi, con uno sguardo, lo persuade a far furiosamente e ininterrottamente l’amore per due ore, senza dirsi una parola. O di chi lo attende, per l’amore, con le braccia spalancate come in attesa della crocifissione. Si avvicendano, impreviste tra le pagine, figure dal fascino indicibile, oppure generoso e delicato, ma rude, o della stessa razza di Antigone. Con quella pacata ma sovrumana determinazione di cui solo certe donne sono a volte capaci. La morale è che non si finisce mai di scoprire la versatilità (preziosa e sempre originale) dell’animo delle donne. Nemmeno, però, la salvifica e allegra (o dannata) curiosità dell’uomo rispetto alle sue sfaccettature. Il segreto sarebbe non glorificarle più solo per le loro grazie, o soltanto per i loro pericolosi cervelli. Ma riconsiderarle nella loro inscindibile unità di anima e corpo. Come fece Petrarca in poesia. E come, in prosa ,fa qui Camilleri.
Alessandra Benvenuto
 
 

Lettera43.it, 13.9.2014
Libri novità 2014, da «Donne» di Camilleri al ritorno di Poirot
In libreria la dedica dello scrittore al genere femminile. Il nuovo romanzo di Sveva Casati Modignani. E la vita secondo Messner. I consigli di Lettera43.it per il fine settimana.
Il ritorno di Poirot e il ricordo di Enzo Ferrari. Le donne di Camilleri e l'infanzia di Sveva Casati Modignani. Voci dal passato tornano a farsi sentire e leggere nelle librerie d'Italia, tra fiction e biografie.
Ecco i libri segnalati da Lettera43.it per il weekend del 13 e 14 settembre.

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L'altra metà del cielo di Camilleri
Se dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna, dietro a un uomo grandissimo devono essercene per forza tante. Andrea Camilleri, una delle penne più raffinate d'Italia, racconta le sue. Quelle che ha incontrato sulla sua strada e, ognuna a modo suo, ha amato, prima ancora di diventare uno scrittore da best seller.
Donne coraggiose e piene di fascino, dalla compagna di classe riportata a casa mano nella mano da bambino a una bellissima tedesca per cui essere pronti a scappare da Agrigento, in bicicletta, sotto la pioggia battente, fino a una bambina, salvata da un bombardamento nel '43, nel cui abbraccio dimenticare gli orrori e le paure di una guerra.
Donne è una raccolta piena di poesia e delicatezza, una dedica al genere femminile intero e alle sue mille sfaccettature. Al coraggio, alla dolcezza, all'intelligenza dell'altra metà del cielo. Attraversando le epoche e i secoli.
Andrea Camilleri, Donne, Rizzoli, 210 pagine, 17,50 euro.
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Francesca Bussi
 
 

La Sicilia (Ragusa), 13.9.2014
La proposta
Nicosia: «Uniamoci per tenere Montalbano»

Vittoria. "Sono disponibile a concordare, insieme con i sindaci degli altri Comuni interessati ed al presidente della Film Commission Ragusa, specifiche e concrete iniziative finalizzate ad evitare che la Palomar decida di spostare in altre location, fuori dall'area iblea, le riprese della serie televisiva Il commissario Montalbano". A dichiararlo il sindaco Giuseppe Nicosia, in relazione al paventato abbandono degli abituali set che finora hanno caratterizzato, e localizzato, le vicende del commissario creato da Andrea Camilleri". Dal primo cittadino, quindi, un chiaro invito a mobilitarsi per far sì che tale abbandono non avvenga.
n. d. a.)
 
 

Domenica 24 - Il Sole 24 Ore, 14.9.2014
Piccola galleria Camilleri
Una mostra affianca all'iconografia scelta da Sellerio le "traduzioni visive" dei suoi romanzi in tutto il mondo.

Ci vuole impegno per scalare un libro di oltre quattrocento pagine che, per raccontare una storia, pretende di simulare un luogo dotato di ingresso e di esiti, una sterminata Galleria d'arte fatta di corridoi, saloni e salette, con piani sovrapposti e scalinate di collegamento.
Tanto più se l'invito perentorio è ad affacciarsi e a entrarci dentro; e a percorrerlo tutto, quello spazio illusorio, che passo dopo passo s'allarga e s'allunga senza sosta.
Unico nel suo genere, il libro esiste come opera provvisoria. Finge spartiti architettonici segnati da date progressive, e incorniciature di finestre aperte sul mondo: sui suoi paesaggi che si squadernano a capriccio di geografia e di lingua, come fossero codici miniati scritti nelle lingue toccate dalle quattro punte della rosa dei venti.
E' un libro d'occasione, fuori commercio, e già rarità bibliografica, datato 2005. Celebra, con evidente paradosso, gli ottant'anni di un giovane scrittore: onusto d'anni, senz'altro, secondo l'anagrafe; e tuttavia poco più che adolescente, per essere stato riconosciuto tardi come cittadino a pieno titolo di quel luogo dell'immaginario che si chiama letteratura. Il volume è intitolato 'I libri di Andrea Camilleri'. Raccoglie e censisce, libro per libro, nelle prime edizioni e nelle ristampe, e nei tanti passaggi da una collana all'altra, le copertine che hanno reso ecumenico lo scrittore tradotto in trentacinque Paesi del mondo. E' un libro-pinacoteca, una Galleria d'arte quasi universale, la "Visual History" di un successo senza pari distesa e ordinata negli spazi espositivi di una Mostra ideale che declina la gaiezza di colori di un esperanto figurativo. La Galleria vive ormai nel tempo, fuori del libro, ora che dal 2005 sono passati quasi dieci anni e il numero delle opere di Camilleri è cresciuto vertiginosamente. Si aggiorna, il Palazzo dell'Esposizione, si allunga, si arricchisce. Cammina e inventa sé stesso, le sue aeree strutture, procedendo sui piedi di un esercito di lettori e impiantandosi nei loro occhi, espandendosi nei cataloghi plurilingue degli editori, occupando i banchi e le vetrine dei librai. Scriveva Goffredo Parise che le copertine appartengono a "un'arte dell'indicazione". Sono dei "manifesti", nel linguaggio di Bruno Munari. Le immagini che selezionano accostano "lo scrittore a un gusto figurativo preesistente", e questo apparentamento, diceva Cesare Pavese, "vale un intero saggio critico".
Il primo e il più grande critico di Camilleri è stato, in tal senso, il suo stesso editore: Elvira Sellerio, che ha scritto un saggio lungo quanto una bella e duratura stagione letteraria.
La "signora dell'editoria" ha sfruttato al meglio la griglia grafica predisposta per la collana 'La memoria' dal marito Enzo, e ha destinato ai libri di Camilleri le immagini che più adeguatamente "interpretassero" e "illuminassero" (i verbi sono ancora di Cesare Pavese) la vocazione narrativa e le scelte di lingua e di stile dell'autore, all'interno di una congeniale tradizione letteraria e figurativa. Per evidenziare la continuità tipologica tra i siciliani "romanzieri della voce" e la propensione dello scrittore a essere un cantastorie, la Sellerio aprì nella Galleria delle copertine una sala riservata alle marionette del teatro dei pupi (che conservano la memoria del poema dell'Ariosto, abbastanza attiva dentro la scrittura dell'inventore di Vigàta e del commissario Montalbano); e arredò le pareti con pitture su vetro e ex-voto, che contribuirono ad alimentare l'aura antropologica.
In un'altra sezione della Galleria appese i quadri di Pippo Rizzo e di Lia Pasqualino Noto, che dal futurismo erano passati in Sicilia al movimento dei novecentisti. Non dimenticò (dovendo vestire di copertina 'La concessione del telefono') il caricaturismo ironico di Vincenzo Florio, fratello di Ignazio, nè la classicità del siracusano Francesco Trombadori che prestò una natura morta al romanzo 'La stagione della caccia'. Per i saltimbanchi e le ballerine del romano Antonio Donghi ha sempre avuto simpatia  Camilleri; e a Donghi riservò, la Sellerio, un intero salone.
Il mondo di Vigàta è quello di un villaggio siciliano, talmente inventato, e quindi talmente vero, da essere universale; e da meritare una quadreria non ristretta. Ecco allora sfilare pitture di Fernando Botero, di Dirk Jacobsz disceso dal Rinascimento olandese, del russo Jurij Pavlovi, del francese Raoul Dufy, dello svizzero Renato Paresce; e di un italiano ancora, di Lucca,  Fabio Failla, che servì 'Il ladro di merendine'. Il romanzo "fascista" 'La presa di Macallè' fece acquisire alla Galleria un manifesto della propaganda di regime, firmato da Carlo Vittorio Testi.
Continua l'opera di Elvira Sellerio il figlio Antonio, che riprende la tradizione di famiglia e apre nuovi padiglioni. Di recente ha disposto due poltroncine per delle soste davanti all''Antea' del Parmigianino (evocata dal romanzo 'La rivoluzione della luna') e per un suggestivo quadro del palermitano Giovanni Varvaro riportato alla luce dal romanzo 'La piramide di fango'.
La nota introduttiva a 'I libri di Andrea Camilleri' si chiudeva con una conclusione latitudinale: "In questo libro ci sono tutte le copertine di tutte le edizioni in tutti i Paesi in cui i suoi libri sono stati tradotti e pubblicati. Ci sono quanti chilometri si possono fare partendo da Vigàta. E in quante lingue può arrivare a dirsi 'Montalbano sono'".
A dieci anni di distanza ci viene da aggiungere: in quanti linguaggi grafici, secondo quale grammatica, si può arrivare a tradurre una copertina Sellerio perché parli tutte le lingue straniere senza tradire le sue originarie "indicazioni"?
Una cosa è certa: la grafica della collana 'La memoria' ha fatto scuola in tutto il mondo.
Salvatore Silvano Nigro


Parla l'editore
Quadreria editoriale

Per scegliere le copertine del nuovo libro di Camilleri, di solito la redazione seleziona una serie di immagini e me le presenta. Se ce n'è una, o più di una, che mi soddisfa pienamente la montiamo in una bozza di copertina, e, se funziona, la sottoponiamo a Camilleri. In genere c'è grande sintonia fra le nostre proposte e i suoi gusti.
I libri di Andrea Camilleri hanno un senso di unità e identità, ma non abbiamo mai pensato di serializzare le copertine di Montalbano.
Solo quest'anno, per la prima volta, per i vent'anni del commissario, abbiamo realizzato una collana  economica in cui ristampiamo a poco a poco tutti i romanzi montalbaniani. Abbiamo per una volta abbandonato il nostro blu. Ma è una edizione celebrativa, "one shot", esaurita la prima tiratura, il libro continuerà ad essere disponibile solo nella "Memoria". Quella è la collana con la quale i lettori amano ritrovare i titoli di Camilleri.
Mia madre era molto legata alla copertina de 'La forma dell'acqua', ma in genere per i libri di Camilleri, le piacevano i quadri di Donghi.
Anche a me piace, sono immagini molto pulite, che comunicano un'impressione di apparente serenità, ma, a uno sguardo più accurato, emerge una ambiguità profonda.
Utilizziamo spesso anche i futuristi siciliani, in particolare Pippo Rizzo o Giulio D'Anna, i quadri che dipingono sono molto vivaci, e rappresentano la Sicilia in modo diverso da come uno ci si attenda.
Cerchiamo delle figure che non siano troppo confuse, essendo iscritte in un riquadro piuttosto piccolo: 7,5 x 7,5, devono poter essere viste e riconoscibili anche a una certa distanza. Poi l'immagine non deve essere didascalica. Mi spiego meglio: nei vecchi gialli, se la vittima veniva uccisa con un coltello si riproduceva un coltello in copertina, noi invece raramente citiamo elementi del romanzo, ma puntiamo a descrivere l'atmosfera. Mi sembra una soluzione più efficace.
Antonio Sellerio
 
 

Pontediferro.org, 14.9.2014
"Donne": nel libro di Camilleri la lunga marcia di un femminile inedito (osservata con amore profondo)

Donne. Conosciute intimamente o appena sfiorate, balzate fuori dalla biblioteca di famiglia, dagli studi di liceo o dalle prime esperienze di teatro. Donne note alle cronache o dimenticate dalla storia. Giovani e meno giovani.
Un universo sorprendente osservato senza remore. Tutte hanno un posto di rispetto, d'amore e di complicità nella emozione di Andrea Camilleri autore per la Editrice Rizzoli del libro "Donne".
Una folla femminile per un incontro laico, privo di moralismi. Spesso l'occhio dell'autore è libertino in modo divertito e divertente.
Un libro che si legge tutto d'un fiato alla ricerca del calore diffuso su ciascuna di queste esistenze femminili. Nelle pagine senza schermo, il mentale e l'esperienza concreta si mescolano nel vissuto senza differenza. L'intensità del coinvolgimento è sempre la stessa ed è parte indifferenziata della vita. Ecco il primo amore del ragazzo che si apre ai libri della biblioteca paterna. Ecco la casuale scoperta di un tesoro scovato tra i volumi del nonno. E' l'Orlando Furioso di messer Lodovico Ariosto. Da quelle pagine lucide, affrescate dalle illustrazioni di Gustavo Dorè, nasce la prima Angelica di Camilleri: la bellissima fanciulla corteggiata da cavalieri e da eroi che si innamora del povero pastore Medoro e va a vivere con lui. E' la prima esperienza letteraria e carnale del giovane. La mano percorre il corpo di carta e di sangue della stupenda Angelica.
In seguito, il primo amore tangibile e indimenticabile è Maria l'adolescente dalle labbra sensuali e dai capelli neri, amata con la forza della virilità nascente. La gelosia della ragazza arriva al parossismo: è il sintomo delle incertezze femminili e del senso di inadeguatezza che perseguita donne anche bellissime e desiderate. E poi la fine repentina di questo amore per un banalissimo cambio di residenza familiare. Qualche timida cartolina, poi il silenzio per tanti anni rotto dalla notizia tramite un'amica, che la fanciulla di un tempo è ora moglie e madre. L'età dell'adolescenza è terminata definitivamente, nessun senso di perdita ma permane fortissimo il sapore degli abbracci appassionati di allora.
La seconda Angelica di Camilleri, incontrata per caso seduta al tavolino di una caffetteria, esce dalle pagine di una grande Storia ormai dimenticata. E' Angelica Balabanoff, la rivoluzionaria russa amica di Lenin, "maestra politica" di Mussolini con il quale non avrebbe mai avuto una storia sentimentale secondo le querele date puntualmente dalla signora alle affermazioni di quel genere. Il giovane Camilleri, allievo regista dell'Accademia d'Arte drammatica Silvio D'Amico, non riconosce certamente questa signora che è visibilmente molto anziana. La conoscenza fra i due avviene per lo sguardo intelligente e ricco di fascino che la Balabanoff rivolge al giovanotto sentendosi guardata da lui. Inizia fra i due un dialogo fra le tazze del cappuccino. Lei non vuole parlare della politica di Lenin, "un angelo feroce". Le interessa invece il teatro. E quello sarà l'argomento delle loro conversazioni fino alla sparizione della signora dopo un coraggioso e forse imprudente invito a pranzo da parte dell'aspirante regista. Una forte delusione durata nel tempo per l'intenso amore intellettuale vissuto e troncato inaspettatamente.
Ed ecco una piccola Antigone dei tempi e dei giorni nostri nella Sicilia dello "sconcio" per lupara. Una giovinetta, sfiorata per caso prima di una trasmissione televisiva per il primo lancio del commissario Montalbano, alla quale sono stati uccisi padre e fratello. Gli assassini, per motivi di ordine procedurale, sono in libertà e lei se li vede passare accanto giorno dopo giorno. E dichiara davanti alle telecamere, con una voce piana,! senza alcuna rottura emozionale, che un giorno o l'altro li ucciderà.
Tante sono le donne che affollano la vita dell'autore del libro. Alcune assurde come Helga, ventiquattrenne passionale, ossessionata dalla puntualità e dalla pulizia. Ossessione che fa naufragare ogni sensualità. L'incontro di "folle passione" infatti si concluderà fatalmente nel gelo. E ancora donne che si concedono, donne che promettono ma che sono baluardi inespugnabili di castità. Donne dagli intrighi impensati, donne furiose e dolci. Ma sempre magnifiche nel ricordo di un uomo che ha voluto vederle profondamente nella loro ricchezza e nel loro panorama interiore. Un giardino umano dai fiori complessi.
Rosanna Pilolli
 
 

La Sicilia, 14.9.2014
L’annuncio dell’assessore Reale per valorizzare la cultura letteraria siciliana nella vetrina espositiva della Regione
Anche "La strada degli scrittori" in mostra all'Expo

Racalmuto. Pochi chilometri di strada, da Racalmuto a Porto Empedocle, uniscono la vita e la storia di alcuni fra i più grandi scrittori siciliani. In meno di 30 chilometri hanno vissuto uomini «immortali» come Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello e Andrea Camilleri. In questa ristretta area si sono formati, hanno riso, pianto, si sono innamorati e hanno abbracciato quel lavoro che li ha resi celebri.
Quelle strade, quei paesaggi, a volte anche quei locali, sono diventati protagonisti dei loro racconti.
E loro stessi sono rimasti in questa terra. Sciascia è sepolto a Racalmuto. Pirandello ha voluto che le sue ceneri venissero sparse nel mare africano. Ma la sua urna cineraria è ancora nella casa dov'è nato, in quella contrada Caos tra Agrigento e Porto Empedocle, che fu oggetto di alcuni suoi scritti.
Camilleri vive a Roma, ma torna quando può nella sua Porto Empedocle, e al mattino va ancora a prendersi la sua «birretta» nel corso principale del paese.
E se tutto ciò non bastasse, va ricordato che al centro di questi trenta chilometri di nastro d'asfalto, c'è la valle dei templi e che ci sono tanti altri uomini illustri. Una vera miniera d'oro. Troppo, per non essere adeguatamente valorizzato a fini turistico-promozionali del territorio e degli stessi scrittori.
L'idea della strada degli scrittori parte dal giornalista Felice Cavallaro, originario di Racalmuto e amico di Sciascia, e viene subito sposata dalla Fondazione intitolata a Leonardo Sciascia.
Un'escalation di consensi unanimi che hanno fatto nascere un protocollo tra il ministero dei Beni Culturali, la Regione Sicilia e la Fondazione Sciascia. Progetti, incontri e proprio in questi giorni le manifestazioni per ufficializzare l'iniziativa che ha avuto venerdì il primo riscontro ufficiale:
«La Strada degli Scrittori» sarà per sei mesi nella vetrina della Regione Siciliana all'Expo 2015. Lo ha detto venerdì a Racalmuto, nella serata conclusiva del Grand Tour dei Saperi e dei Sapori, l'assessore regionale dell'Agricoltura e alla Pesca Mediterranea, Ezechiele Paolo Reale, il quale ha aggiunto che il progetto sarà presentato nel padiglione unico che vedrà la Sicilia in prima linea nel coordinamento del cluster bio mediterraneo.
Tra la tradizione e la qualità dei prodotti agricoli e agroalimentari e della Pesca mediterranea ci saranno anche storia e cultura dei nostri luoghi, attraverso il forte legame tra scrittori famosi nel mondo e il territorio in cui sono nati e a cui si sono ispirati. Questa notizia è stata il giusto coronamento della settimana di iniziative svoltesi dal 5 al 12 settembre in provincia di Agrigento per far conoscere il percorso, ideato da Felice Cavallaro e condiviso dalla Regione Sicilia, e per ricordare l'anniversario della nascita della televisione che quest'anno compie 60 anni.
Stelio Zaccaria
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 15.9.2014
Delitto a Scicli, indaga "Il giovane Montalbano"

Nella cava di San Bartolomeo, a Scicli, a due passi dalla chiesa più bella della città e dalle grotte di Chiafura, è stato ritrovato un cadavere. Un finto cadavere, perché si tratta di una delle scene della seconda serie de "Il giovane Montalbano", che andrà in onda su RaiUno nel 2015, molto probabilmente ad autunno, e le cui riprese sono iniziate oggi.
E' inverno, fa freddo a Vigata, e Montalbano, interpretato da Michele Riondino, viene avvertito come sempre dal suo fedelissimo Catarella (Fabrizio Pizzuto) del ritrovamento di un cadavere, così il commissario si precipita nel luogo del delitto: c'è una scia di sangue su una gradinata e ai piedi il corpo di un uomo. Montalbano comincia ad indagare aiutato dai suoi inseparabili uomini: l'amico e collega Mimì Augello interpretato dal palermitano Alessio Vassallo, e Giuseppe Fazio, cioè Beniamino Marcone. Il cast è quello della prima serie, confermato dal primo all'ultimo attore: ci sarà anche Andrea Tidona, cioè Carmine Fazio, padre di Giuseppe che nella prima serie  aveva collaborato con il giovane commissario, prima di andare in pensione ed essere sostituito  dal figlio. Non manca nemmeno Sarah Felberbaum nei panni di Livia Burlando, la bella fidanzata genovese del commissario che per un po' di tempo si sono contesi in due: lui, Montalbano, e l'amico Augello che ad un certo punto si è fatto da parte.
Sei gli episodi in tutto della seconda serie che vedrà impegnata, nel Ragusano, l'intera troupe fino al mese di gennaio.
Federica Mole'
 
 

RagusaNews, 15.9.2014
Bentornato Montalbano!
Gira nelle due cave

Scicli - Sono iniziate, oggi a Scicli, le riprese della nuova serie de "Il giovane Montalbano".
Il set si sposterà da via San Bartolomeo a via Dolomiti e al Carmine.
Il protagonista sarà sempre Michele Riondino. Confermato anche il resto del cast, Alessio Vassallo, Andrea Tidona, Beniamino Marcone e Sarah Felberbaum. Cosa ci dovremmo aspettare? Questo ancora non si sa, ma sicuramente la sceneggiatura non deluderà le aspettative, nonostante ci siano due episodi in meno [In meno rispetto a cosa?, NdCFC].
Meglio pochi, ma buoni.
 
 

Movieplayer.it, 15.9.2014
RFF 2014 - Gianni Amelio vuole dirigere il Piccolo Montalbano
Il regista, insieme ad un gruppo di esperti tra cui Francesca Comencini, Tinny Andreatta, Ivan Cotroneo, Angelo Barbagallo e Carlo degli Esposti, si interroga sull'eterno rapporto tra piccolo e grande schermo

Eravamo negli anni ottanta quando Paolo Valmarano poneva un interrogativo sul linguaggio e gli spazi del racconto visivo. Esisterà davvero quella parte di cinema chiamata televisione o quella parte di televisione che possiamo chiamare cinema? Da quel momento registi, sceneggiatori e produttori non hanno mai smesso di interrogarsi sul rapporto tra i due dispositivi che, nonostante una storica divisione di spazi e stili, oggi sembrano destinati a dialogare in modo sempre più costante e definitivo attraverso autori e interpreti capaci di attraversare in modo trasversale il luogo televisivo e cinematografico. Esempio eccellente é il mercato americano che, soprattutto attraverso la nascita di network specifici, sta colmando la distanza produttiva e qualitativa.
Ma a che punto si trova la realtà italiana caratterizzata soprattutto da una televisione generalista? A questo interrogativo provano a dare una risposta al Roma Fiction Fest con un team d'eccezione formato da Gianni Amelio, Francesca Comencini, Tinny Andreatta, responsabile di Rai Fiction, Ivan Cotroneo, il produttore Angelo Barbagallo e Carlo Degli Esposti.
Da I ragazzi di via Panisperna a Montalbano
Gianni Amelio non frequenta attivamente la televisione da molti anni ma, per oltre un ventennio, ha fatto parte del meccanismo di produzione narrativa che ha condotto alla creazione della fiction moderna. "La mia esperienza nella tv risale ad un periodo storico in cui il temine e il concetto stesso di fiction non era nemmeno nel mondo degli dei - ricorda il regista - Era morto lo sceneggiato e si tentava di dare un nome a quel pezzo di tv che a volte si poteva chiamare cinema. Quello che volevamo, però, era creare un prodotto autonomo e non una scimmiottatura. Da questa intenzione é nato l'originario televisivo. Ed io ne ho fatto a pioggia e in ogni dove con le troupe Rai. Con I ragazzi di via Panisperna, poi, abbiamo cercato di fare un salto qualitativo ma ancora non eravamo sulla strada giusta." Questo é il passato ma dove sta andando, secondo Amelio, la televisione di oggi? "In questo momento non si realizza un prodotto televisivo per poi poi tagliarlo e portarlo sul grande schermo. Sarebbe un errore terribile perché sono due mondi diversi e vivono di linguaggi personali. L'importante é non creare delle barriere e degli steccati qualitativi tra i due. Bisogna fare bene le cose e la passione é l'unico modo per riuscire. Per quanto mi riguarda, sento di aver molto da imparare sulla tv ma ho un grande desiderio. Dopo Il piccolo Archimede vorrei realizzare Il piccolo Montalbano."
[...]
Tiziana Morganti
 
 

AGI, 16.9.2014
Tv: Montalbano verso la Puglia? Ragusa pronta a ‘tassarsi’

Ragusa - I Comuni del Ragusano pronti a 'tassarsi' per non fare scappare Montalbano. Il commissario straordinario della provincia di Ragusa Carmela Floreno ha presieduto l'assemblea dei soci della Film Commission Ragusa per discutere delle iniziative da mettere in campo a favore della fiction che ha fatto le fortune turistiche del territorio e che ora potrebbe traslocare in Puglia. Per evitare il peggio, i sindaci della provincia di Ragusa si riuniranno per definire una proposta unitaria da sottoporre alla casa produttrice, non trascurando l'ipotesi proposta del Comune di Ragusa di destinare parte della tassa di soggiorno alla realizzazione della fiction. Nel corso dell'incontro, cosi' si e' discusso del 'rischio' che una casa museo dedicata a Montalbano possa nascere a Noto e soprattutto sull'opportunita' di trattenere la produzione della fiction in provincia di Ragusa, "nonostante il possibile trasloco in Puglia". Il commissario Floreno ha esortato gli amministratori locali a "mettere in campo azioni incisive per bloccare il trasferimento". E' stato deciso di avviare un dialogo con la Regione "affinche' si possa avere un confronto franco con il produttore Piero [Carlo, NdCFC] degli Esposti, partendo da basi solide e convincenti".
 
 

La Repubblica, 16.9.2014
Montalbano minaccia di trasferirsi a Otranto? Ragusa pronta a tassarsi per trattenerlo
Spiega il produttore della serie, Carlo Degli Esposti: "La Regione Sicilia non ha mai dato un centesimo, la Puglia mi fa ponti d'oro. Mi spiacerebbe lasciare l'isola, ma non si può continuare così...". I comuni del Ragusano si mobilitano per non fare scappare il commissario di Camilleri, e si pensa di fare anche un museo della fiction. Ma l'ipotesi trasferimento resta concreta

Montalbano pronto a trasferirsi in Puglia? Pare proprio di sì, e la casa del commissario da Marinella potrebbe traslocare a Otranto. La notizia sarebbe clamorosa. Il braccio di ferro del produttore della serie Carlo Degli Esposti con la regione Sicilia potrebbe portare allo spostamento del settembre 2014.
"Non mi hanno dato un euro per la produzione di Montalbano", spiega Degli Esposti, "qualche anno fa un ente del turismo promise di pagare gli alberghi. Beh: saldò solo la prima tranche e non mi dissero di non aver pagato la seconda. È stato l'unico decreto ingiuntivo ricevuto nella mia vita. Basta. L'assessore Tranchida venne sul set del Giovane Montalbano, con giornalisti a seguito, promettendo un contributo di 800mila euro e non si è più fatto trovare. La Puglia mi fa ponti d'oro. Certo che mi dispiacerebbe lasciare la Sicilia, ma non si può continuare così. Il sindaco di Noto insieme a Fabio Granata, grande amico di Camilleri, mi chiede di non andare, pensano di fare anche un museo della fiction di Montalbano, ma in questi anni nessuno ha collaborato. Il successo inglese di Montalbano ha portato Ryan Air a comprare tutti gli slot di Comiso per portare i turisti a Ragusa. La serie ha portato la bellezza della Sicilia nel mondo, possibile che la Regione non abbia mai contribuito in tutti questi anni?".
Vista la minaccia concreta, i comuni del Ragusano sono pronti a tassarsi per non fare scappare Montalbano. Il commissario straordinario della provincia di Ragusa Carmela Floreno ha presieduto l'assemblea dei soci della Film Commission Ragusa per discutere delle iniziative da mettere in campo a favore della fiction che ha fatto le fortune turistiche del territorio. Per evitare il peggio, i sindaci della provincia di Ragusa si riuniranno per definire una proposta unitaria da sottoporre alla casa produttrice, non trascurando l'ipotesi proposta del Comune di Ragusa di destinare parte della tassa di soggiorno alla produzione della fiction. Il commissario Floreno ha esortato gli amministratori locali a "mettere in campo azioni incisive per bloccare il trasferimento in Puglia". È stato deciso di avviare un dialogo con la Regione "affinché si possa avere un confronto franco con il produttore Piero Degli Esposti, partendo da basi solide e convincenti". Un lapsus, il produttore si chiama Carlo "ma anche il fatto che dopo vent'anni sbaglino il mio nome", ironizza Degli Esposti, "fa capire bene quale sia l'attenzione nei miei confronti".
Intanto proprio nel ragusano sono iniziate le riprese della seconda serie del "Giovane Montalbano" con Michele Riondino. Il primo ciak a Scicli, ai piedi delle grotte di Chiafura, con la chiesa di San Bartolomeo sullo sfondo. La troupe della Palomar resterà in provincia di Ragusa fino a gennaio per girare i sei episodi.
Ma le nuove avventure di Montalbano con Luca Zingaretti (campione d'ascolto in questi giorni anche con l'ennesima replica) potrebbero avere panorami diversi, il commissario - fa capire Degli Esposti - potrebbe farsi le sue nuotate mattutine in acque pugliesi.
Silvia Fumarola
 
 

Restate scomodi, 16.9.2014
Piccole e grandi storie italiane, testimonianze dei protagonisti, lontano dai facili sensazionalismi. Con Francesco Graziani e Noemi Giunta
Montalbano trasloca in Salento
SALENTO SET DI MONTALBANO? IL COMMISSARIO POTREBBE FARE LE SUE NUOTATE MATTUTINE A OTRANTO. Lo chiediamo a Filippo Lupo presidente del Camilleri Fans Club

Cliccare qui per ascoltare la puntata
 
 

Il Velino, 16.9.2014
Rai, Anzaldi (Pd): No a Montalbano taroccato, resti in Sicilia

“Sarebbe veramente singolare se una produzione di eccellenza del servizio pubblico italiano come il Commissario Montalbano, esportata in tutto il mondo, venisse taroccata con l’ambientazione in un territorio diverso dalla Sicilia. E’ opportuno che la Rai chiarisca e intervenga”. E’ quanto dichiara il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. “Forse la Rai e la Palomar – spiega Anzaldi – dovrebbero chiedere ad Andrea Camilleri, inventore delle avventure del commissario, e alla casa editrice Sellerio, cosa ne pensino del possibile spostamento della produzione televisiva in Puglia. Dopo i casi di italian sounding, con i prodotti enogastronomici di eccellenza del nostro Paese taroccati all’estero, siamo ora a una sorta di sicilian sounding? Sembra che la casa di produzione abbia chiesto sovvenzioni economiche agli enti locali e si parla addirittura della possibile richieste di ulteriori tasse ai cittadini, per far rimanere le riprese a Ragusa. Sarebbe grave se una cattiva gestione di questa vicenda finisse per danneggiare, anche economicamente, uno dei prodotti di punta del servizio pubblico, fiore all’occhiello anche nella distribuzione a livello internazionale”. “Sembra una guerra tra ricchi – aggiunge Anzaldi – da una parte un territorio come la regione autonoma siciliana, famosa per gli sprechi come quello dello scandalo Giacchetto, dall’altra una società di produzione televisiva che ha la fortuna e la capacità di essere presente negli appalti del servizio pubblico e gestisce il suo prodotto di punta, come ha dichiarato il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta in audizione in Vigilanza. Nel mezzo c’è la correttezza dovuta agli spettatori”.
 
 

Agenparl, 16.9.2014
Rai: senatrici Pd, produzione Montalbano resti in Sicilia

“E’ impossibile trasferire il set del Commissario Montalbano in un’altra regione. La famosa serie televisiva, il suo autore, i libri da cui ha avuto origine, rappresentano inconfondibilmente la Sicilia. Ci auguriamo che la Regione, come ha garantito il presidente Crocetta, e la Rai, intervengano sulla società Palomar, come chiede il collega Michele Anzaldi”. Lo affermano le senatrice del Pd Venera Padua e Pamela Giacoma Orrù. “Una fiction come quella interpretata da Luca Zingaretti-sottolineano le parlamentari- non può essere falsificata. Uno dei principali ingredienti del suo successo è ancora dopo tanti anni la sua ambientazione. Trasferire la produzione in Puglia è un danno da evitare”, concludono Padua e Orru
Diego Amicucci
 
 

ANSA, 16.9.2014
Rai: sindaco Porto Empedocle, fiction resti in Sicilia
'Utilizzare bando Regione e girare anche in zone agrigentino'

Porto Empedocle (Agrigento) - "Comprendo le logiche economiche della casa di produzione della serie Tv del Commissario Montalbano, ma nella sostanza si tratterebbe di un falso nel falso!". Così il deputato regionale Lillo Firetto sindaco di Porto Empedocle, la "Vigata" del commissario Montalbano, e componente della "Fondazione Andrea Camilleri" commenta le dichiarazioni del produttore televisivo Carlo Degli Esposti che minaccia di spostare il set della fiction televisiva dalla Sicilia in Puglia.
"Perché - spiega Firetto - i luoghi da promuovere nell'espressione cinematografica addirittura cambierebbero regione. E questo cambiamento si farebbe giusto ora che la Regione Siciliana ha emesso un bando che incoraggia l'allestimento dei set nella nostra regione a cui la Palomar di Carlo Degli Esposti potrebbe partecipare. Anzi, mi auguro che lo faccia e consideri, nell'ambito della sua programmazione, l'opportunità di venire a girare anche ad Agrigento, dove non mancano spiagge meravigliose e cornici barocche. Con ciò si onorerebbe del resto anche le immaginarie Vigata e Montelusa così come sono state pensate dallo scrittore Andrea Camilleri".
 
 

Quotidiano di Ragusa, 16.9.2014
Montalbano sono! di Vigata, anzi di Ragusa! Anzi, no, di Noto!

Chissà se presto non saremo costretti ad ascoltare, dal commissario più famoso d’Italia, queste parole, vera e propria coltellata al cuore per gli abitanti iblei, che dell’immaginario personaggio televisivo si sono ormai assunti paternità, maternità e parentele varie. E sì, perché se l’originario Montalbano letterario camilleriano nasce a Vigata (alias Porto Empedocle) e le sue peregrinazioni e riflessioni esistenzial-digestive notturne lo conducono in pochi passi alla Scala dei Turchi, quello del piccolo schermo (una volta avremmo detto catodico) è stato naturalizzato, a furor di popolo, come ragusano, e le identiche passeggiate lo portano tra la spiaggia di ponente di Punta Secca e il lungomare di Donnalucata passando per lo Scalo Trapanese e per i luoghi del barocco ibleo in genere. Naturale quindi che la proposta “indecente” di Noto, e di Fabio Granata in particolare, di costituire una “casa Montalbano” nell’altra capitale barocca del sud-est, suscitasse lo sdegno di abitanti ed istituzioni ragusane. A dare loro voce la Film Commission Ragusa che, dopo una prima levata di scudi a caldo, torna oggi sull’argomento in maniera forse più meditata ma sicuramente altrettanto decisa e irremovibile. Insomma Montalbano deve restare a Ragusa. Apprendiamo infatti che “Carmela Floreno, commissario straordinario della provincia di Ragusa ha presieduto l'assemblea dei soci della Film Commission Ragusa per discutere delle iniziative e delle interlocuzioni da mettere in campo pro la fiction del commissario Montalbano”. Alla presenza dei sindaci di Santa Croce e Scicli Franca Iurato e Franco Susino, degli assessori Stefania Campo del comune di Ragusa, Sandra Sanfilippo del comune di Comiso, Alessandro Cascone del comune di Chiaramonte Gulfi e dell’esperto del comune di Vittoria, Angelo Fraschilla, nonché del presidente e del direttore della Film Commission Gianni Molè e Pasquale Spadola, si è discusso sul 'rischio’ che una casa museo dedicata a Montalbano possa nascere a Noto e soprattutto sull'opportunità di trattenere la produzione della fiction in provincia di Ragusa nonostante i rischi di un 'trasloco' in Puglia. “Il commissario Floreno – prosegue la nota della Provincia - ha esortato gli amministratori locali a mettere in campo azioni incisive per bloccare il trasferimento della produzione della fiction che ha dato tanto in termini di presenze turistiche e di visibilità al territorio ibleo. E' stato deciso dopo approfondito e articolato dibattito di avviare un'interlocuzione con la Regione Siciliana affinché si possa avere un confronto franco con il produttore Carlo degli Esposti ma partendo da basi solide e convincenti e preliminarmente tutti i sindaci della provincia di Ragusa si riuniranno per definire una proposta unitaria da sottoporre alla casa produttrice, non trascurando l’ipotesi proposta dall’assessore Stefania Campo del comune di Ragusa di destinare parte della tassa di soggiorno alla realizzazione della fiction. Mentre per quanto concerne il museo della casa di Montalbano si è deciso di predisporre una proposta concreta di fattibilità per realizzarlo tenendo conto della volontà dei comuni di non 'delocalizzare' questo strumento ulteriore di promozione turistica e di fare in modo così che si rafforzi l'identificazione di Montalbano con la provincia di Ragusa”.
Daniele Distefano
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 16.9.2014
"Montalbano" verso il trasferimento in Puglia. Crocetta: "Pronti a sostenere la fiction"
Camilleri: "E' giusto così". Il produttore contro la Regione Sicilia che non avrebbe garantito i supporti richiesti. "In Sicilia l'attesa più lunga della mia vita, in Puglia, invece, mi fanno i ponti d'oro"

La produzione della fiction de "Il commissario Montalbano" vuole trasferire il set della serie tv in Puglia, e si scatenano le polemiche. "Lì mi fanno i ponti d'oro - dice il produttore della fiction Carlo degli Esposti - mentre dalla Regione Sicilia non ricevo un euro. Certo mi dispiacerebbe lasciare l'Isola, ma non si può continuare così".
Parole che trovano d'accordo il padre del commissario di Vigata, lo scrittore Andrea Camilleri. E a cui in serata rispondono dicendosi "disponibili al confronto" sia l'assessore al Turismo Michela Stancheris che il governatore Crocetta, accusato da Degli Esposti di avergli fatto fare " la sala d'attesa più lunga della mia vita. Dalle 11 mi ha ricevuto alle 19".
La polemica è andata montando per tutto il giorno. Rafforzata anche da Andrea Camilleri. "Sono completamente d'accordo con quanto ha dichiarato Carlo degli Esposti - dice per primo Camilleri ai microfoni di "Restate scomodi" di Radio 1 - La Regione siciliana e i suoi governi in questi anni non hanno fatto niente per aiutare o coadiuvare la produzione del 'Commissario Montalbano'. Malgrado l'indotto creato per il turismo dalle riprese cinematografiche, soprattutto nella parte sud orientale dell'Isola".
Secondo Camilleri "i turisti arrivati in Sicilia dal resto dell'Italia e dall'estero si sono moltiplicati quando gli episodi di Montalbano sono andati in onda su Raiuno e negli altri Paesi come di recente in Gran Bretagna". Dunque: "Quello che è giusto è giusto. È corretto che il produttore lanci un appello indicando un'altra regione del nostro meridione che si è detta disponibile a ospitare le riprese. Sia chiaro io non ho alcun interesse con la produzione. Naturalmente mi dispiace solo per la Sicilia, nel senso del suo governo, che potrebbe perdere un appuntamento importante".
Un caso che diventa subito una nuova grana politica per il governo regionale guidato da Rosario Crocetta. "All'inizio con l'assessore alla cultura Fabio Granata - dice Degli Esposti - ci intendevamo, siamo andati insieme in Svezia a coinvolgere produttori di lì nella produzione e il turismo da quel paese verso la provincia di Ragusa si è più che centuplicato. Poi più niente. E pensare che la procedura per l'Unesco per la tutela della zona è stata provocata proprio dal Montalbano tv. Insomma - prosegue Degli Esposti - l'attenzione internazionale per quell'area è stata indotta dal successo non solo italiano della fiction". E aggiunge: "Abbiamo appena cominciato le riprese ma se le cose non si smuovono, a metà lavorazione trasferisco tutto in Puglia". E poi punta il dito contro il governatore: "Con lui ho fatto l'attesa più lunga della mia vita".
Così nel pomeriggio Crocetta prova a smorzare i toni. "Mi spiace - dice - sentire queste parole. Riguardo la fiction Montalbano, non mi ha mai contattato nessuno. Se hanno parlato con qualche burocrate non del mio gabinetto non so, ma il presidente della Regione sono io e sono disponibile". Parole che si aggiungono alle rassicurazioni dell'assessore al ramo, Michela Stancheris. "Come si può ben comprendere - dice Stancheris - questa dichiarazione ha creato molta preoccupazione nei territori iblei, sede delle riprese della fiction. Abbiamo sempre avuto la possibilità di accedere a finanziamenti tramite bando e ci tengo a mettere al corrente il produttore - dice - che presso l'Assessorato al turismo è aperto dal mese di agosto un bando per le produzioni di fiction che chiuderà ad ottobre. Sono certa che una fiction di tale importanza potrà avere chance molto alte di accedere al finanziamento. Anzi, auspico che la produzione faccia richiesta e contribuisca a promuovere anche la parte di Sicilia in cui è nato Camilleri, nell'agrigentino. Sono ovviamente disponibile all'interlocuzione per trovare una soluzione, anche perché sono fermamente convinta che questo sia uno strumento fondamentale nella promozione delle bellissime terre siciliane".
Stancheris risponde anche alle dichiarazioni fatte in mattinata dal produttore rispetto ad una promessa di finanziamento da 800 mila euro arrivata dall'ex assessore al ramo Daniele Tranchida nel precedente governo Lombardo. "Mi dissocio ovviamente della promosse ad personam fatte dai miei predecessori - dice Stancheris - e confermo che è difficile per un amministrazione pubblica destinare cifre simili direttamente ad un produttore, soprattutto viste le condizioni economiche in cui è stato lasciato questo assessorato".
Ad essere in fibrillazione e a chiedere conto al governo regionale sono anche i sindaci del ragusano. Il commissario straordinario della provincia di Ragusa Carmela Floreno ha presieduto infatti l'assemblea dei soci della Film Commission a Ragusa per discutere delle iniziative da mettere in campo a favore della fiction. Per evitare il peggio, i sindaci della provincia di Ragusa si riuniranno per definire una proposta unitaria da sottoporre alla casa produttrice, non trascurando l'ipotesi proposta del Comune di Ragusa di destinare parte della tassa di soggiorno alla realizzazione della fiction. Il commissario straordinario Floreno ha esortato gli amministratori locali a "mettere in campo azioni incisive per bloccare il trasferimento".
Il segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi attacca: "Sarebbe veramente singolare se una produzione di eccellenza del servizio pubblico italiano come il Commissario Montalbano, esportata in tutto il mondo, venisse taroccata con l'ambientazione in un territorio diverso dalla Sicilia. È opportuno che la Rai chiarisca e intervenga".
Gioia Sgarlata
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 16.9.2014
La rivolta degli albergatori: "Pronti a creare un consorzio"
A Ragusa scatta l'allarme dopo la "minaccia" della Palomar: "Più del venti per cento dei nostri turisti vengono per i luoghi di Montalbano"

Il rischio che la fiction de "Il commissario Montalbano" venga trasferita in Puglia abbandonando così il set ragusano che l'ha caratterizzata sinora, così come minaccia il produttore Carlo Degli Esposti, ha fatto sobbalzare albergatori, ristoratori e sindaci del territorio ibleo che perderebbero cosi il loro collaudato e fortunato testimonial. Il turismo ne risentirebbe ad ampio titolo.
“Montalbano è stata la nostra ricchezza – dice Paolo Failla, vicepresidente della Federalberghi Ragusa – e se ci dovessero togliere questo spot del territorio nel nostro migliore momento turistico, per noi sarebbe una perdita enorme”. E aggiunge: “Più del 20 per cento dei turisti che arrivano ogni anno in provincia di Ragusa vengono per visitare i luoghi della fiction. Sono più interessati ai luoghi di Montalbano che ai bellissimi palazzi e monumenti barocchi che abbiamo e che tra l’altro sono stati insigniti dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità”. Nelle idee di Failla c’è quello di costituire un consorzio di tutela della serie tv: “Se sarà necessario, perché no, e sono sicuro che tanti aderirebbero”.
Dopo la rivelazione da parte della Palomar di un possibile trasloco della fiction tv verso la Puglia, il commissario straordinario della provincia di Ragusa, Carmela Floreno, ha invitato i sindaci dei comuni ragusani che hanno accresciuto il numero delle presenze turistiche grazie a Montalbano a mettere in campo proposte concrete per convincere la produzione a restare in Sicilia. Una prima proposta è arrivata dall’assessore alla Cultura di Ragusa, Stefania Campo, che in sede di assemblea dei soci della Film Commission provinciale ha proposto di destinare parte della tassa di soggiorno del suo Comune alla salvaguardia della fiction. E il sindaco di Vittoria Giuseppe Nicosia non si tira indietro: “Disponibile a sostenere tutte le iniziative purché Montalbano resti qui da noi. E’ un patrimonio che non possiamo disperdere perché insieme all’apertura dell’aeroporto di Comiso ha consentito un incremento notevole delle presenze turistiche”.
Le prime avvisaglie di un abbandono di Montalbano dalla provincia di Ragusa si sono avute la scorsa settimana con la proposta dell’ex assessore regionale ai Beni culturali Fabio Granata di realizzare una Casa museo di Montalbano a Noto. Qualcuno ha subito gridato allo scippo. I sindaci dei comuni iblei si sono ribellati: "Operazione inopportuna e illogica perché Montalbano si identifica con Ragusa", hanno sentenziato. E il sindaco di Scicli, Franco Susino, dove il suo ufficio è quello del questore della fiction è rimasto basito: “Non sono stato chiamato e avvisato da Granata, se lo avessi saputo mi sarei mosso per non perdere un’occasione del genere, ed è quello che farò”.
Ma ora il rischio che si corre è decisamente più alto. Ragusa non solo rischia di perdere il costituendo museo Montalbano, un motivo di attrazione in più per i turisti innamorati del commissario, ma addirittura lo stesso protagonista. “Sarebbe un peccato mortale – chiosa amareggiato Paolo Failla –perché questi posti, per quanto meravigliosi, hanno sempre avuto pochissima visibilità che invece hanno acquisito solo grazie alla fiction tv”.
Federica Mole'
 
 

Il Velino, 16.9.2014
Ascolti tv, nessuno ferma “Il commissario Montalbano”
Braccio di ferro tra Rai1 e Canale5 per lo share più alto nelle 24 ore

In 5 milioni 702 mila telespettatori, con il 23,60 per cento di share, hanno visto ieri, lunedì 15 settembre, su Rai1 “Il commissario Montalbano” che si conferma sempre vincente ed inarrestabile in prima serata.
[...]
onp
 
 

Artelibro - Festival del libro e della storia dell'arte, 17.9-19.10.2014
Camilleri a prima vista



a cura di Stefano Salis
17 SETTEMBRE – 19 OTTOBRE 2014
inaugurazione giovedì 17 settembre, ore 18.00
Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna
Strada Maggiore 34

Artelibro 2014 vuole onorare Andrea Camilleri, uno degli scrittori più amati dal pubblico italiano e autore della fortunata serie poliziesca del commissario Montalbano, prendendo spunto da un aspetto forse meno indagato ma non meno sorprendente della sua produzione letteraria: l’immagine e la grafica delle copertine dei suoi libri.
Dal 17 settembre al 19 ottobre il Museo della Musica di Bologna ospiterà una mostra curata da Stefano Salis, con i contributi critici di Salvatore Silvano Nigro (autore di tutti i risvolti di copertina dei libri di Camilleri editi da Sellerio) e di Antonio Sellerio (erede e continuatore della casa editrice fondata dai suoi genitori Elvira ed Enzo Sellerio) dedicata a oltre cento copertine dei libri che lo hanno reso famoso in tutto il mondo.
Verranno esposte oltre 40 copertine pubblicate dall’editore Sellerio, suo primo e storico editore, a partire da La strage dimenticata del 1984, dove ad ogni cover è associata graficamente l’immagine di un’opera d’arte – felice esempio di come l’editoria può elevare un’immagine d’arte a espressione simbolica di un contenuto letterario – più una buona selezione di quelle estere, provenienti dall’archivio della casa editrice palermitana.
Andrea Camilleri non ha bisogno di presentazioni. Di gran lunga l’autore italiano dal più vasto e popolare successo, costituisce una di quelle rare occasioni in cui la critica va d’accordo con il giudizio dei lettori. Le avventure del commissario Montalbano, le molte rappresentazioni della Storia (quella con la maiuscola), spesso vista dal punto di osservazione di chi è protagonista di storie (con la minuscola) e le indagini sullo spirito della sicilianità sono state le principali direttive lungo le quali si è mossa la fertile e inconfondibile scrittura del maestro di Porto Empedocle.
In un colpo d’occhio prolungato il visitatore potrà guardare all’intera produzione di Camilleri per Sellerio e avrà l’occasione di verificare come le immagini selezionate per le copertine – vero biglietto da visita per autore ed editore nel complesso terreno dello scaffale del libraio – siano talora coerenti con il contenuto del libro, talora semplicemente evocative, o, come capita in alcune traduzioni, piuttosto stereotipe. Si tratta di una galleria personale di dipinti e immagini che sono funzionali a disegnare un ritratto mosaico dello scrittore siciliano e della forza comunicativa dei suoi libri.
L’evento sarà accompagnato da un incontro intitolato Una nuova arte del risvolto, in programma per sabato 20 settembre alle 19.00 presso la Sala di Re Enzo del Palazzo Re Enzo e del Podestà a cui parteciperanno Salvatore Nigro, Stefano Salis e l’editore Vincenzo Campo, per parlare del recentissimo libro di Nigro: La Sirena e il suoi libri. Ritratto di Elvira Sellerio pubblicato dalle Edizioni Henry Beyle.
Scheda tecnica
Mostra promossa da:
Artelibro Festival del Libro e della Storia dell’Arte
durata: 17 settembre-19 ottobre 2014
inaugurazione: 17 settembre, ore 18.00
orari:
martedì-venerdì ore 9.30-16.00
sabato, domenica e festivi ore 10.00-18.30
lunedì chiuso
L’ingresso alla mostra è incluso nel biglietto del Museo:
intero: € 5.00, ridotto: € 3.00
info su: www.museibologna.it/musica
Ufficio stampa:
Irene Guzman: irene.guzman@artelibro.it – +39 349 1250956
Sara Zolla: sara.zolla@artelibro.it – + 39 346 8457982
sito internet: www.artelibro.it
 
 

AgrigentoNotizie, 17.9.2014
Montelusa e Vigata lontani dalla Sicilia, Pendolino risponde al produttore della fiction
Il commissario Montalbano potrebbe trasferirsi a Otranto. La Sicilia insorge contro il produttore Carlo Degli Esposti, che vorrebbe emigrare in Puglia

"Montelusa e Vigata del commissario Montalbano, sono ispirate alle città di Agrigento e Porto Empedocle, ovvero ai luoghi dove  è nato e vissuto  lo scrittore Andrea Camilleri, autore dei romanzi da cui la serie televisiva è tratta. Un conto, è stravolgere la verità, ambientando la fiction nel ragusano, un altro, è snaturarne del tutto il contesto ambientale. Gli autori dovranno riadattare luoghi e sensazioni e conoscenze di Camilleri ad una realtà diversa da quella siciliana.  La Strada degli Scrittori, iniziativa del giornalista del Corriere della Sera Felice Cavallaro, punta a rilanciare quella sintesi naturale tra i luoghi, gli autori e le loro opere, che in un piccolo lembo di terra siciliana ha consentito a Luigi Pirandello - che per primo denominò Montelusa la città di Agrigento -  a Leonardo Sciascia e ad Andrea Camilleri di trarre ispirazione per storie e personaggi. Ma, soprattutto, la strada mira a offrire il territorio di questi grandi scrittori alle produzioni cinematografiche, grazie all'intesa con Sicilia Film Commission. La Sicilia, dunque, rischia di essere defraudata di un'identità che faticosamente sta cercando di riconquistare e di tutelare. Ancora una volta motivi di natura economica vanno in conflitto con la cultura e l'identità del nostro territorio. Auspichiamo che la Regione apra un tavolo di lavoro immediato per affrontare e risolvere i problemi posti dalla produzione".
Così Gaetano Pendolino, amministratore del Distretto turistico regionale Valle dei templi, in replica alle esternazioni del produttore televisivo  Carlo degli Esposti circa la volontà di trasferire il set del commissario Montalbano in Puglia.
 
 

La Repubblica, 17.9.2014
Il produttore Degli Esposti: “La Regione non ci aiuta, vado in Puglia”. Camilleri: “Mi dispiace, ma ha ragione”. I sindaci insorgono, Crocetta pronto al dialogo
Che tesoro di fiction
Montalbano via dalla Sicilia? È bufera

Roma. È la fiction che ha fatto innamorare gli italiani della Sicilia orientale, con la sua luce, le chiese barocche e le masserie intorno a Ragusa. Eppure ora Il commissario Montalbano potrebbe trasferirsi in Puglia. Il braccio di ferro del produttore della serie Carlo Degli Esposti con la regione Sicilia potrebbe portare allo spostamento del set. «In quindici anni non mi hanno dato un euro», spiega Degli Esposti, «eppure il ritorno in termini economici è stato notevole. Col governatore Crocetta ho fatto la sala d’attesa più lunga della mia vita, dalle 11 alle sette di sera. Sto pensando a nuove location, il paesaggio di Torre Canne o Otranto» dice provocatoriamente «non è così diverso da Marina di Ragusa».
Persino lo scrittore Andrea Camilleri, siciliano doc, è al fianco del produttore. «La Regione Siciliana e i suoi governi non hanno fatto niente per coadiuvare la produzione malgrado l’indotto per il turismo. Non c’entro niente con la produzione ma quello che è giusto è giusto. È corretto che Degli Esposti lanci un appello indicando un’altra regione del nostro meridione disponibile a ospitare le riprese. A me dispiace solo per la Sicilia, nel senso del suo governo, che potrebbe perdere un appuntamento importante». Decuplicata la presenza dei turisti stranieri, tour organizzati per ripercorrere i passi di Montalbano- Zingaretti il successo della serie in Inghilterra ha portato Ryan Air a comprare gli slot di Comiso. I comuni del Ragusano sono pronti a tassarsi per non perdere Montalbano (mentre nella zona di Scicli sono iniziate le riprese del Giovane Montalbano con Michele Riondino). «Faremo di tutto ma Montalbano deve restare qui» dice il primo cittadino di Ragusa Federico Piccitto «è legato alle nostre radici».
La minaccia del trasloco della casa del commissario da Punta Secca a Otranto scatena reazioni su Twitter, i fan di Montalbano (campione di ascolti su RaiUno all’ennesima replica) si mobilitano, e il presidente della regione Rosario Crocetta corre ai ripari: «Mi spiace per la polemica, non mi ha mai contattato nessuno. Sono pronto al dialogo e al sostegno. Se hanno parlato con qualche burocrate non del mio gabinetto non so, ma il presidente della Regione sono io e sono disponibile».
Montalbano porta nel mondo la grande bellezza della Sicilia e la difesa della legalità: il sindaco di Noto Corrado Bonfanti con l’aiuto dell’ex assessore regionale ai Beni culturali Fabio Granata, ha individuato il palazzo per la Fabbrica di Montalbano, il museo della fiction. «Lo storico Cesare Brandi ha definito “un unico paesaggio culturale” la Val di Noto. Per la prima volta» spiega Granata «grazie al Montalbano televisivo otto città hanno avuto il riconoscimento dell’Unesco per il recupero monumentale-paesaggistico».
Le fiction svelano i tesori dell’Italia, le Film Commission e le regioni sanno quanto sia importante, oltre a promuovere il territorio, creare posti di lavoro. La Puglia eccelle, quest’anno oltre alla serie Braccialetti rossi, ha ospitato i set di Garrone, Marra e della Comencini: «Il nostro modello è semplice», spiega Daniele Basilio direttore dell’Apulia Film Commission «siamo presenti agli eventi internazionali — ai festival di Berlino. Toronto, Cannes, Londra — la relazione con l’industria italiana si è consolidata in sette anni. Più del 50% degli autori hanno realizzato un progetto in Puglia. Non forniamo solo i servizi gratuiti, abbiamo un database di professionisti che cercano le location, analizziamo i budget per contenere i costi e eroghiamo i fondi direttamente. Nel 2013 abbiamo avuto un aumento delle produzioni del 50% l’impatto economico è stato del 160%. Abbiamo quattro fondi. Bisogna entrare nell’ottica industriale: fiction e film non servono solo a fare la pubblicità alla Regione ma a creare posti di lavoro. Quest’anno» dice con orgoglio «due dei sette film scelti per l’Oscar In grazia di Dio e Allacciate le cinture sono stati girati in Puglia».
Silvia Fumarola
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 17.9.2014
Polemica tra il produttore e Palazzo d'Orleans
E ora la grana Montalbano "Aiuti per la fiction tv? Chiedete e qualcosa avrete"
In Puglia ci fanno ponti d'oro, in Sicilia non arriva un euro da anni
Con il governatore ho fatto la sala d'attesa più lunga della mia vita sono arrivato alle 11 e mi ha ricevuto alle 19
Le persone senza grilli per la testa in genere comprendono gli impegni istituzionali
La Palomar si presenti e ci confronteremo ma 700 mila euro non è una cifra indifferente

Alla fine di una lunga giornata alle prese col difficile puzzle della giunta, il governatore Rosario Crocetta è costretto a disinnescare una nuova grana: l'intenzione del produttore della fiction del "Commissario Montalbano", Carlo Degli Esposti — annunciata in mattinata a Repubblica. it — di trasferire in Puglia set e riprese della serie. «Lì mi fanno ponti d'oro, mentre dalla Regione Sicilia — dice Degli Esposti — non arriva un euro da anni ». Una polemica dai risvolti nazionali — vista la notorietà della serie tv — e che finisce per tirare in causa assessori al Turismo dell'ex governo Lombardo come Daniele Tranchida («Aveva promesso un finanziamento di 800 mila euro che non è mai arrivato», dice il produttore) ma anche lo stesso Crocetta. «Con lui — dice Degli Esposti — ho fatto la sala d'attesa più lunga della mia vita. Dalle 11 mi ha ricevuto alle 19». Parole che spingono il capo dell'esecutivo a rispondere con una nota: «Riguardo alla fiction Montalbano c'era un appuntamento lo scorso 3 aprile, ma quel giorno all'Ars c'era la seduta straordinaria sulla revoca dell'incarico all'ex assessore Battiato e sulla legge per la doppia preferenza di genere. Da allora non abbiamo avuto più notizie dalla società. Sono disponibile a discutere immediatamente, se poi la Palomar ha avuto contratti più vantaggiosi dalla Regione Puglia abbia il coraggio di dirlo». E l'assessore al Turismo, Michela Stancheris, aggiunge: «Non posso garantire promesse fatte da qualcuno dei miei predecessori. Ma ad agosto l'assessorato ha pubblicato un bando destinato alle produzioni che vogliono realizzare lungometraggi in Sicilia».
Un invito esplicito a presentare richiesta prima della scadenza del 20 ottobre. Voltando pagina e promuovendo, semmai, anche nuove zone dell'Isola come «la provincia di Agrigento dove è nato Andrea Camilleri», il padre letterario di Montalbano. Ma è proprio lui, lo scrittore che ha inventato il commissario di Vigàta, a rafforzare le parole di Degli Esposti dicendo ai microfoni di "Restate Scomodi" su RadioUno di essere «completamente d'accordo» con lui e ribadendo: «I governi siciliani non hanno fatto niente per aiutare la produzione ». Sul caso interviene anche il segretario della commissione di vigilanza, Michele Anzaldi, del Pd, che chiede l'intervento della Rai: «No a un Montalbano taroccato, resti in Sicilia». L'idea di uno Zingaretti lontano dai paesaggi ragusani, tra mare, ulivi, muretti a secco e barocco, preoccupa tutti: dalle senatrici dem Padua e Orrù ai sindaci e albergatori ragusani, pronti a tassarsi pur di non far emigrare la fiction, fino al sindaco di Porto Empedocle. A questo punto viene da chiedersi: cosa ha offerto la Apulia Film Commission? «Con la Palomar — dice la presidente Antonella Gaeta — abbiamo realizzato diverse produzioni, tra cui "Braccialetti rossi" che ha avuto grande successo, ma su Montalbano non c'è stata nessuna interlocuzione. Quella di Degli Esposti mi sembra soprattutto una provocazione».
Una cosa è certa. In Sicilia la Film Commission è un ufficio dell'assessorato con pochi fondi e senza finanziamenti diretti. In Puglia è una fondazione autonoma (seppure partecipata da Regione e Comuni): le case di produzione presentano i progetti e chiedono contributi fino a 250 mila euro. Tempi di risposta: 60 giorni dalla richiesta. Lo sa bene Daniele Ciprì che due anni fa, non avendo ottenuto risposta dalla Film Commission siciliana, scelse proprio la Puglia per girare il suo film "È stato il figlio".
Gioia Sgarlata
 
 

La Sicilia, 17.9.2014
Niente aiuti dalla Regione, la fiction minaccia l’addio
«Montalbano va in Puglia» Ragusa in rivolta
Non è uno scippo ma l'ennesimo tesoro bruciato

Montalbano sono. Anzi, Montalbano fui. Possiamo subito modificarla così l'etichetta che per anni ha presentato il Commissario Montalbano di Camilleri in tv, protagonista di una fiction che ha fatto il giro del mondo, lo ha fatto fare alle bellezze di mezza Sicilia, Ragusa e dintorni soprattutto ed ha portato, miracolo dell'effetto tv, migliaia di turisti da queste parti. Attratti dai luoghi, dal mare e dal Barocco di Montalbano, a dispetto delle strade-trazzere, dell'organizzazione precaria, dei problemi del profondissimo Sud. Ora il produttore del Commissario Montalbano che fa? Annuncia che trasferirà in Puglia parte del set della fiction, facendo tuffare Montalbano nel mare di Otranto, magari facendolo passeggiare tra gli ulivi del Salento. E la Sicilia insorge. Al solito.
Ma il Commissario Montalbano è un prodotto che va bene, benissimo, che piace, che conquista il mercato. E che, dunque, pretende che si rispettino le regole del mercato. Così è e così va. Certo, fa rabbia pensare che ci stanno scippando anche questo. Ci stanno scippando? Ma quando mai, abbandoniamo il consueto vittimismo che non commuove ormai più nessuno e a cui nemmeno noi riusciamo a far finta di credere. Vero è, invece, che non sappiamo coltivare nulla, nulla conservare, nulla sviluppare. E più vero è che quando abbiamo un tesoro siamo bravissimi a devastarlo.
Montalbano che emigra non è uno scippo, ma somiglia, piuttosto, alle Isole Eolie irraggiungibili in maniera civile, alle strade che portano all'Etna che sono autentiche discariche, ai musei chiusi, alle spiagge dove si parcheggia sul bagnasciuga. E quante altre vergogne ancora potremmo elencare.
Poi c'è che quel produttore, che deve fare i conti con il mercato, con la Puglia che si sa vendere assai bene ed ha anche i quattrini per investire sulla promozione, prova ad incontrare il governatore Crocetta per spiegare qual è la situazione. Appuntamento alle 11, ma Crocetta lo riceve soltanto alle 19. E, appresa la notizia (con ritardo...), Saro cade dalla nuvole: «Io niente so, forse avete parlato con qualcuno del mio gabinetto. Vedremo che fare».
Ecco, così non funziona la Sicilia. E se poi è vero che la produzione se ne andrebbe in Puglia perché la Sicilia non ha 800 mila euro per contribuire alle spese, beh che dire. Tre manager pubblici in meno e un Montalbano in più non si potevano pensare prima per evitare questa figuraccia?
Andrea Lodato
 
 

La Sicilia, 17.9.2014
Il caso
Da Puntasecca a Torre Canna. «Nessun aiuto dalla Regione. Cambia la location, non la storia, per colpa loro. Da Vendola ponti d’oro».
Andrea Camilleri: «Completamente d’accordo».
Il ruolo del commissario nel boom turistico del Ragusano
Tradito dalla Sicilia Montalbano fugge verso la Puglia
Il produttore della fiction «Per otto ore davanti alla porta di Crocetta»

Roma. Era già accaduto per Don Matteo, trasferito a Spoleto dopo otto anni di location a Gubbio per le più convenienti facilitazioni offerte alla produzione. Potrebbe adesso ripetersi per il commissario Montalbano. La produzione della celebre fiction tv vista in quasi tutto il mondo potrebbe decidere di spostare la casa del personaggio creato dallo scrittore Andrea Camilleri dalla spiaggia di Marinella a Puntasecca, nel Ragusano, sulla costa di Otranto o sulla spiaggia di Torre Canne, entrambe in Puglia. E, come si verificò nel caso del prete interpretato da Terence Hill, anche questo trasferimento - per il momento paventato - solleva un polverone di polemiche.
I fan insorgono, le amministrazioni si appellano per evitarlo, i politici scendono in campo. Montalbano in Puglia, "taroccato" (come lo ha definito il deputato Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi), proprio no. È così l'annuncio, chiaramente provocatorio, del produttore Carlo Degli Esposti, di girare il Commissario Montalbano non più in Sicilia ma in Puglia per mancato appoggio della Regione Sicilia in tutti questi anni diventa un caso. E al produttore della Palomar anche lo scrittore Andrea Camilleri ha dato una mano: «Sono completamente d'accordo. La Regione siciliana ed i suoi governi in questi anni non hanno fatto niente per aiutare o coadiuvare la produzione del Commissario Montalbano. Malgrado l'indotto creato per il turismo dalle riprese cinematografiche, soprattutto nella parte sud orientale dell'Isola». Così al termine della giornata, quasi a furor di popolo tv, il governatore della Sicilia Rosario Crocetta è dovuto intervenire, tendendo una mano. «Mi spiace sentire queste parole, non mi ha mai contattato nessuno. Sono pronto al dialogo e al sostegno. Se hanno parlato con qualche burocrate non del mio gabinetto non so, ma il presidente della Regione sono io e sono disponibile».
Degli Esposti, però, parla di una lunga sala d'attesa, «la più lunga della mia vita. Dalle 11 mi ha ricevuto alle 19. Ma voglio chiarire una cosa: non sono io che sposto Montalbano, eventualmente la sposteranno loro».
I nuovi episodi della fiction Rai, tra le più viste di sempre (anche lunedì l'ennesima replica ha vinto la serata), si realizzeranno tra un anno, «ma le location sono importanti anche per scrivere la sceneggiatura».
Intanto in questi giorni sono cominciate quelle della nuova serie del Giovane Montalbano interpretato da Michele Riondino: «Se le cose non si smuovono, a metà lavorazione trasferisco tutto in Puglia». Degli Esposti spiega che «non la storia ma solo le location» sarebbero trasferite, «Torre Canne o Otranto non sono così paesaggisticamente diversi da Marina di Ragusa».
Il produttore della Palomar lamenta un'assenza vistosa della regione Sicilia, «da 15 anni. Non hanno mai contribuito. All'inizio con l'assessore alla cultura Fabio Granata ci intendevamo, siamo andati insieme in Svezia a coinvolgere produttori di lì nella produzione e il turismo da quel Paese verso la provincia di Ragusa si è più che centuplicato. Poi più niente. E pensare che la procedura per l'Unesco per la tutela della zona è stata provocata proprio dal Montalbano tv. Insomma - prosegue Degli Esposti - l'attenzione internazionale per quell'area è stata indotta dal successo non solo italiano della fiction». E proprio con Il commissario Montalbano si è cominciato a parlare di turismo televisivo. La Regione Puglia di Nichi Vendola spalancherebbe le braccia a Luca Zingaretti, ottenendo in cambio anche di far lavorare maestranze locali.
Alessandra Magliaro
 
 

La Sicilia, 17.9.2014
La Regione
Crocetta: «Parliamo» Stancheris: «Possono accedere al bando»
«Ma non darò gli 800mila euro promessi»

Palermo. Carlo Degli Esposti, produttore de Il commissario Montalbano, sarebbe pronto a trasferire il set della nota serie televisiva in Puglia. Il commissario più famoso d'Italia, interpretato da Luca Zingaretti e nato dalla penna dello scrittore agrigentino Andrea camilleri, potrebbe così lasciare la Sicilia. Niente più riprese nel Ragusano: la casa di Marinella verrebbe trasferita ad Otranto e con essa tutto un indotto che si "muove" attorno alla fiction. Turismo soprattutto. Il motivo? Regione Siciliana ed enti territoriali, ha denunciato Degli Esposti, non hanno mai sostenuto la produzione.
«Non mi hanno dato un euro - ha spiegato il rappresentante della Palomar -. Qualche anno fa un ente del turismo promise di pagare gli alberghi. Saldò solo la prima tranche e non mi dissero di non aver pagato la seconda. È stato l'unico decreto ingiuntivo ricevuto nella mia vita. Basta. L'assessore Tranchida mi aveva promesso un contributo di 800 mila euro e non si è più fatto trovare. La Puglia mi fa ponti d'oro. Con Crocetta ho fatto la sala d'attesa più lunga della mia vita, dalle 11 mi ha ricevuto alle 19. Ma voglio chiarire una cosa: non sono io che sposto Montalbano, eventualmente saranno loro».
Parole che hanno scatenato un vero e proprio caso. Da Palazzo d'Orleans il primo a parlare è il governatore Rosario Crocetta in persona: «Non mi ha mai contattato nessuno - ha detto - sono pronto al dialogo e al sostegno. Se hanno parlato con qualche burocrate non del mio gabinetto non so, ma il presidente della Regione sono io e sono disponibile».
A stretto giro di posta è intervenuta pure l'assessore al Turismo Michela Stancheris: «Mi dissocio ovviamente della promesse ad personam fatte da miei predecessori: di sicuro la Regione non potrà dare 800 mila euro sull'unghia ad un produttore, soprattutto viste le condizioni economiche in cui versa questo assessorato. Esiste però la possibilità di accedere a finanziamenti tramite bando. Ad agosto è stato pubblicato un avviso, bandito dalla Sicilia filmcommission, proprio per le fiction tv che ha una dotazione di 1,5 milioni di euro. Le istanze vanno presentate entro il 20 ottobre. Auspico che la Palomar presenti domanda, sono certa che una fiction di tale importanza potrà avere chance molto alte di accedere al finanziamento. Montalbano deve restare in Sicilia, anche perché sono convinta che la fiction sia uno strumento fondamentale per la promozione del territorio».
In commissione Vigilanza Rai, il segretario Michele Anzaldi (Pd) si è detto contrario a "taroccare" l'ambientazione della fiction ed ha chiesto «un chiarimento della Rai». Presto verranno girati i nuovi episodi della fiction (al momento sono in corso le riprese de Il giovane Montalbano) e le location sono importanti per scrivere la sceneggiatura.
Degli Esposti, pur consapevole del fatto che in Puglia la fiction verrebbe "snaturata", pretende garanzie. «Certo che mi dispiacerebbe lasciare la Sicilia - ha affermato - ma non si può continuare così. Il sindaco di Noto insieme a Fabio Granata, grande amico di camilleri, mi chiede di non andare: pensano di fare anche un museo della fiction di Montalbano. In questi anni però nessuno ha collaborato». Anche Andrea camilleri, "papà" del commissario di Vigata, è critico: «Non posso non essere d'accordo con Degli Esposti. La Regione Siciliana e i suoi governi in questi anni non hanno fatto niente per aiutare o coadiuvare la produzione di Montalbano. È corretto che il produttore lanci un appello indicando un'altra regione del Sud disponibile ad ospitare le riprese».
Intanto il commissario straordinario della provincia di Ragusa, Carmela Floreno, ha esortato gli amministratori locali a «mettere in campo azioni incisive per bloccare il trasferimento in Puglia e ad avviare un dialogo con la Regione affinché si possa avere un confronto franco col produttore Piero Degli Esposti (in realtà si chiama Carlo, ndr) ». Lapsus che il produttore ha commentato con sarcasmo: «Se dopo 20 anni sbagliano il mio nome, fa capire quale sia stata l'attenzione nei miei confronti».
Daniele Ditta
 
 

La Sicilia, 17.9.2014
Autogol della Sisicilia
Pietrangelo Buttafuoco: «È la ciliegina sulla torta marcia di un sistema ottuso»

«Il trasferimento di Montalbano dalla Sicilia alla Puglia è la ciliegina sulla torta marcia di un sistema cieco e ottuso» commenta il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco. «La Regione Sicilia - ha aggiunto - va a rotoli, è evidente. La questione Montalbano mi ricorda tanto quanto accaduto con “È stato il figlio”, il film di Daniele Ciprì ambientato a Palermo ma girato in Puglia... Ecco penso questo sia un esempio perfetto per spiegare il disinteresse totale che l’amministrazione ha verso la cultura, la memoria, la storia e il turismo della Sicilia», ha aggiunto Buttafuoco. «Il governatore Rosario Crocetta - ha proseguito - un po’ di tempo fa ha nominato a capo del consiglio di amministrazione dell’Orchestra sinfonica siciliana una signora esperta nell’amministrazione delle palestre. Perché?
 
 

La Sicilia, 17.9.2014
La provincia iblea contesta il progetto dell’ex assessore Granata
Ed è guerra sulla casa-museo dedicata al commissario. «Non va fatta a Noto»

Siracusa. Una casa-museo per suggellare l'amore (ricambiato) di Montalbano per le città simbolo del barocco. Poco cambia se siano quelle di Siracusa o di Ragusa. L'idea è dell'ex assessore regionale ai Beni culturali della Regione, Fabio Granata, amico di Andrea Camilleri e del produttore della fiction, Carlo Degli Esposti. E riguarda l'opportunità di dedicare alla saga camilleriana e ai suoi personaggi un museo nel cuore di una città Unesco legata a Montalbano: Noto, appunto. D'altronde, il Giardino di pietra è stato set di alcune puntate della serie di Rai1 insieme con Siracusa. La questura di Vigata, infatti, era il Municipio di piazza Duomo in Ortigia. E allora perché non allestire un museo in un luogo simbolo del Sudest qual è Noto? Granata non ha dubbi. Forte anche del fil rouge che lega i paesi-gioiello del Ragusano a quelli ad essi confinanti del comprensorio aretuseo: il barocco Unesco, appunto. E l'atmosfera rarefatta che solo l'oro dorato dei dedali, delle piazze, dei luoghi siciliani possiedono insieme con il fascino della gente, degli scorci, del mare e della tavola. «Il Sudest è casa di Montalbano - dichiara Fabio Granata - e qui la fiction di Camilleri deve rimanere, non scherziamo. La mia proposta mira a dissuadere la produzione a lasciare la Sicilia per la Puglia. Montalbano è la Sicilia. E dedicare alla sua saga una casa-museo all'interno di una città come Noto potrebbe essere il segno tangibile della passione smodata e del legame indissolubile tra il commissario e la sua terra». I Comuni del Ragusano, però, non sono d'accordo e contestano la "delocalizzazione" del museo.
Isabella di Bartolo
 
 

La Sicilia, 17.9.2014
«Non ci scippate il commissario»
Provincia di Ragusa in rivolta: «La fiction porta migliaia di turisti». Intanto si gira "Montalbano da giovane"

Ragusa. Fronte comune per evitare che le riprese della fiction de Il commissario Montalbano lascino la terra iblea a beneficio della Puglia. I sindaci del ragusano, soprattutto dei Comuni dove si gira Montalbano, cioè Santa Croce Camerina, Scicli, Ragusa, Modica, sono preoccupati perché non solo verrebbe meno l'indotto che inevitabilmente si crea dalla presenza della corposa troupe della Palomar durante i vari mesi delle riprese, ma soprattutto verrebbe meno l'effetto promozionale di cui, gratuitamente, per oltre dieci anni la provincia di Ragusa ha beneficiato. Proprio con Il commissario Montalbano si è cominciato a parlare di turismo televisivo.
Alcuni sindaci hanno già partecipato alla riunione della Film Commission Ragusa, ma sono pronti alle barricate. Non va giù l'ipotesi di spostare le riprese in Puglia. «Un'iniziativa fuori contesto - ha commentato Franca Iurato, sindaco di Santa Croce Camerina, nel cui territorio ricade Punta Secca con l'ormai celebre casa di Montalbano - Contatterò la Palomar per capire meglio e mi adopererò per evitare questa possibile fuga». E nel ricordare che il Comune è stato sempre disponibile con i permessi per i camion della troupe, la Iurato chiede massima chiarezza.
Preoccupazione anche a Scicli dove Montalbano ha davvero rivoluzionato l'appetito dei turisti. In migliaia, durante l'anno, fanno la fila solo per visitare e scattare qualche foto nella "stanza del commissario", che altro non è che la stanza del sindaco trasformata in luogo di visita, a pagamento, proprio perché lì si girano alcune scene dalla popolare fiction tv. Un afflusso così ingente che ha portato il Comune ad affidare all'esterno la gestione ottenendo semestralmente dei buoni introiti. Moltabano tira e se andasse via da Scicli sarebbe un colpo decisamente grave per il turismo. Il sindaco Franco Susino ha già iniziato a prendere contatti con la Palomar e non si preoccupa di parlare di possibile scippo in riferimento sia all'ipotesi di trasferire tutto in Puglia. «Sentiremo la Palomar - ha spiegato Susino - Mi sembra che ci sia un tentativo di scippare Scicli e l'area iblea, danneggiando anche la nostra immagine». «Non crediamo che la Palomar abbia così tanta voglia di andare via dalla Sicilia. Probabilmente se riusciremo a comprendere le loro condizioni, potremo verificare se sarà possibile dare una risposta», ha commentato Federico Piccitto, sindaco di Ragusa. Critico l'esponente dell'opposizione di centrodestra all'Ars, Nello Musumeci: «Le durissime parole del produttore di Montalbano, Carlo Degli Esposti, sono l'ennesima dimostrazione di un governo regionale incapace di difendere e promuovere i punti forti della Sicilia. Il paventato trasferimento in Puglia del Commissario più famoso d'Italia recherebbe un enorme danno economico, oltre che d'immagine, all'intera Regione e ai tanti operatori turistici che dalla diffusione mediatica della serie ne hanno tratto benefici». «Che sapore avranno gli arancini di Montalbano in salsa pugliese? - si chiede Gaetano Pendolino, amministratore del Distretto turistico regionale Valle dei templi - La Strada degli Scrittori punta a rilanciare quella sintesi naturale tra i luoghi, gli autori e le loro opere, che in un piccolo lembo di terra siciliana ha consentito a Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia e Andrea camilleri di trarre ispirazione per storie e personaggi. Ma, soprattutto, la Strada mira a offrire il territorio di questi grandi scrittori alle produzioni cinematografiche, grazie all'intesa con Sicilia Film Commission. Auspichiamo che la Regione apra un tavolo di lavoro immediato per affrontare e risolvere i problemi posti dalla produzione». «Montalbano non può abbandonare la provincia iblea - ribatte il presidente del Consorzio degli operatori turistici di Modica, Renato Nuccio - e proporrò di dare un contributo per i costi dell'ospitalità della troupe nei nostri alberghi, purché la location rimanga nella provincia Iblea».
Montalbano è un vero brand che richiama i turisti dei 65 Paesi dove la serie ha spopolato in cerca di quella Sicilia assolata dalle spiagge infinite, belle masserie, centri storici barocchi e cibo da buongustai immortalata nella fiction tv. Una terra felice sempre più facile da raggiungere da quando è stato aperto l'aeroporto di Comiso che con i voli low cost ha fatto raddoppiare le presenze di inglesi, irlandesi, scandinavi. Così c'è chi si è inventato i Tour di Montalbano, e porta in giro i gruppi in tutti i luoghi del commissario, e chi accoglie gli agenti di viaggio stranieri arrivati a studiare percorsi ad hoc, come avrebbe fatto Sunville, importante tour operator britannico. Alberghi e B&B prosperano e pure la casa di Punta Secca - fotografata da centinaia di turisti e segnalata con cartelli - già dal 2004 è stata trasformata in B&B. Il pellegrinaggio prosegue nella stanza del sindaco di Scicli (che si visita a pagamento), a Sampieri o nel castello di Donnafugata dove si è sposato Luca Zingaretti. Migliaia di turisti che frequentano ristoranti e negozi tipici, visitano chiese e musei, acquistano formaggi e cioccolata.
Le nuove scene del "vecchio" Montalbano si gireranno nel 2015, mentre lunedì scorso sono cominciate a Scicli le riprese de "Il giovane Montalbano", con Michele Riondino.
La troupe cinematografica che ha "invaso" Scicli dove resterà fino a gennaio per girare i sei episodi di questa seconda serie che la Rai manderà in onda nell'autunno 2015. Il primo episodio si apre con un sanguinoso delitto da risolvere: un cadavere abbandonato su una scala in una via del centro storico. Il cast è riconfermato in toto. Ritornano Andrea Tidona, Alessio Vassallo, Beniamino Marcone, Fabrizio Pizzuto e Sarah Felberbaum nei panni di Livia, la bella fidanzata genovese del commissario. Nei prossimi giorni la troupe lascerà Scicli per spostarsi a Punta Secca, nel territorio di Santa Croce Camerina, dove c'è la celebre casa di Montalbano. La presenza della troupe ha causato la curiosità di molti passanti e di tanti turisti, alcuni dei quali sono venuti da questa parte proprio perché ammaliati dai "luoghi di Montalbano" e non avrebbero di certo immaginato di trovarsi catapultati proprio all'interno del set.
Michele Barbagallo
 
 

Il Messaggero, 17.9.2014
La minaccia di Carlo Degli Esposti, produttore della serie sul poliziotto di Vigata, di lasciare la Sicilia per la Puglia scatena la polemica. Interviene Camilleri. Il governatore Crocetta: sosterremo la fiction
«Giù le mani da Montalbano»
Il caso
«In 15 anni mai un contributo»
Lo scrittore: «Il mio commissario ha portato turismo e ricchezza»

Ha dichiarato di voler spostare il commissario Montalbano in Puglia. In pochi minuti ha coinvolto Andrea Camilleri e Michele Anzaldi, deputato Pd e segretario della commissione Vigilanza Rai. E nel giro di qualche ora ha vinto. Abilissimo, Carlo Degli Esposti, produttore della serie spacca Auditel tratta dai romanzi editi Sellerio: ha ottenuto ciò che voleva dopo le primissime mosse ufficiali di rappresaglia. Nel giro di poche ore, la Regione Sicilia, che tanto ha ricavato in turismo grazie al poliziotto più amato dagli italiani, si è decisa a sostenere la serie.
Tutto comincia ieri mattina. Degli Esposti annuncia il trasloco. È perentorio: porterà il paesino immaginario di Vigata, ricostruito fra Scicli, Ragusa Ibla, Donnalucata, Punta Secca e il Pisciotto, a «Torre Canne, probabilmente anche a Otranto, non poi così paesaggisticamente diversi da Marina di Ragusa». Immediatamente interviene Anzaldi: «Sarebbe veramente singolare se una produzione di eccellenza del servizio pubblico, esportata in tutto il mondo, venisse taroccata, con una ambientazione diversa dalla Sicilia. È opportuno che la Rai chiarisca e intervenga».
Giunge poi il commento dello scrittore “padre” di Montalbano: «Sono d’accordo con Degli Esposti. La Regione siciliana ed i suoi governi in questi anni non hanno fatto niente per aiutare o coadiuvare la produzione. Malgrado l’indotto creato per il turismo dalle riprese cinematografiche, soprattutto nella parte sud orientale dell’Isola. I turisti arrivati dal resto d’Italia e dall’estero sulla Costa orientale si sono moltiplicati quando gli episodi di Montalbano sono andati in onda sulla Rai e negli altri Paesi come di recente in Gran Bretagna». Ci tiene a sottolineare: «Sia chiaro tutto questo non mi riguarda direttamente. Io non ho alcun interesse con la produzione di Degli Esposti ma quello che è giusto è giusto. E non nascondo che mi dispiaccia per la Sicilia che potrebbe perdere un appuntamento importante».
CONTRIBUTI
«Mai un contributo», insiste Degli Esposti, produttore di una delle serie più costose della Rai. Anche una delle più redditizie, per carità, un lavoro che riesce a fare ascolti vertiginosi anche alla X replica. Comunque costosa. Le riprese del giovane Montalbano con Michele Riondino sono già cominciate, «ma se le cose non cambiano ci trasferiamo tutti in Puglia» ribadisce il produttore. Ovvio che la Sicilia, assieme a Luca Zingaretti, sia protagonista dei film, come è ovvio che indispensabile sia il regista Alberto Sironi. Ma altrettanto ovvio è che la minaccia è risultata efficace. Tanto che, dopo anni di richieste, la vittoria è giunta in poche ore. «Sono pronto al dialogo e al sostegno. Se qualcuno ha parlato con qualche burocrate non del mio gabinetto non so, ma il presidente della Regione sono io e sono disponibile»ha detto il Governatore della Sicilia Rosario Crocetta. A stretto giro lo segue presidente della Film Commission Ragusa, Gianni Molè. Quindi interviene l’assessore regionale al Turismo sport e spettacolo Michela Stancheris. E tutti i sindaci del ragusano. Difficile che Montalbano traslochi.
Mi.U.

Il regista
Sironi: dopo 4 episodi ci cacciarono da Scicli

«Più di una decina di anni fa, a Scicli», racconta Alberto Sironi, il sensibile, sapiente metteur en scène regista della serie Alberto Sironi. «Avevamo ricostruito il commissariato in due locali che il Comune ci aveva offerto. E per la troupe, gli attori, quelle stanze erano diventate un punto di riferimento. Una location in cui ogni tutto aveva inizio. Ma dopo quattro episodi, l’allora sindaco ce li tolse e dovemmo ricostruire quegli interni a Roma. Noi sloggiammo. Però quel sindaco non venne rieletto...».
 
 

Corriere della Sera, 17.9.2014
Il caso. Lo sfogo di Degli Esposti incassa la solidarietà dei politici. Il governatore Crocetta corre ai ripari: pronto a sostenerlo
Montalbano può fuggire in Puglia
«La Sicilia è avara, sposto il set»

Minaccia del produttore. Camilleri: Palermo non ci aiuta
Lo scrittore. Gli amministratori della Regione non hanno fatto nulla per andare incontro alla fiction

Montalbano commissario di Otranto anziché di Vigata? Possibile che Luca Zingaretti venga trasferito dalla oculata Sicilia alla più disponibile Puglia, pronta a dargli un trattamento economico migliore?
L’ipotesi è in atto. Se accadrà davvero è solo questione di tempo per capirlo. Il suo creatore, lo scrittore Andrea Camilleri, è netto: «La Regione siciliana e i suoi governi in questi anni non hanno fatto niente per aiutare o coadiuvare la produzione del Commissario Montalbano. Malgrado l’indotto creato per il turismo dalle riprese cinematografiche, soprattutto nella parte sud orientale dell’isola».
Una presa di posizione — quella dello scrittore — che segue al forte disappunto espresso da Carlo Degli Esposti, che con la sua Palomar produce la fiction di Rai1. Il problema è la rumorosa assenza della Regione Sicilia, una latitanza lunga 15 anni: «Non hanno mai contribuito — spiega Degli Esposti —. All’inizio con l’assessore alla cultura Fabio Granata ci intendevamo, siamo andati insieme in Svezia a coinvolgere produttori di lì nella produzione e il turismo da quel Paese verso la provincia di Ragusa si è più che centuplicato. Poi più niente. E pensare che la procedura per l’Unesco per la tutela della zona è stata provocata proprio dal Montalbano tv. Insomma l’attenzione internazionale per quell’area è stata indotta dal successo non solo italiano della fiction».
Se l’ipotesi diventasse realtà, la storia rimarrebbe siciliana, ma non le location: «Torre Canne o Otranto non sono così paesaggisticamente diverse da Marina di Ragusa», aggiunge ancora il produttore.
Le cartoline televisive di Montalbano sono da anni — il primo episodio è del 1999 — uno spot fenomenale per la Sicilia. Gli ultimi episodi viaggiano a 10 milioni di spettatori a puntata. Pure in replica non sono da meno. Lunedì sera «Il gioco degli specchi» ha ottenuto più di 5 milioni e 700 mila spettatori e uno share del 23,6%. Numeri su cui le nuove produzioni di qualunque fiction metterebbero la firma. Una cartolina, ma anche una cassaforte di ascolti per la Rai: infatti al 2013, i primi 22 episodi della serie hanno avuto 103 passaggi televisivi. Un dépliant per immagini per il turismo italiano, ma anche per quello estero, perché oltre che la più vista in Italia, Montalbano è la serie più venduta fuori dalle Alpi con quel «Montalbano sono» che è la risposta sicula a «Il mio nome è Bond, James Bond».
E così se Luca Zingaretti potrebbe presto nuotare nel mar Ionio, Il giovane Montalbano (interpretato da Michele Riondino) potrebbe finire ancor prima in quelle acque. «Abbiamo appena cominciato le riprese — dice ancora Degli Esposti —, ma se le cose non si smuovono, a metà lavorazione trasferisco tutto in Puglia». Il produttore naviga a vista, non si aspetta niente, però puntualizza: «So che ho fatto con il governatore Crocetta la sala d’attesa più lunga della mia vita. Dalle 11 mi ha ricevuto alle 19. Ma voglio chiarire una cosa: non sono io che sposto Montalbano, eventualmente la sposteranno loro». Perché non si sono mostrati reattivi fino ad oggi? «Non so, non faccio queste diagnosi».
Però appena la miccia mediatica si accende, la politica si mostra più reattiva e così, glissando sulla lunga sala d’attesa, il governatore sollecitato, risponde: «Mi spiace sentire queste parole sulla fiction Montalbano, non mi ha mai contattato nessuno — fa sapere Rosario Crocetta —. Sono pronto al dialogo e al sostegno. Se hanno parlato con qualche burocrate non del mio gabinetto non so, ma il presidente della Regione sono io e sono disponibile». La stessa disponibilità ora offerta anche dall’assessore regionale al Turismo Sport e Spettacolo Michela Stancheris. L’arco parlamentare si smuove: deputati e senatrici pd, ma anche il sindaco di Porto Empedocle (Udc) sono uniti nell’esprimere stupore e disappunto. Il giornalista e scrittore (siciliano) Buttafuoco trova la metafora giusta: «È la ciliegina sulla torta marcia di un sistema cieco e ottuso».
Camilleri intanto è perplesso e dispiaciuto: «Sappiamo tutti che i turisti arrivati in Sicilia dal resto dell’Italia e dall’estero si sono moltiplicati quando gli episodi di Montalbano sono andati in onda sulla Rai e negli altri Paesi come di recente in Gran Bretagna. Tutto questo non mi riguarda direttamente, io non ho nessun interesse con la produzione di Carlo Degli Esposti ma quello che è giusto è giusto. A me dispiace solo per la Sicilia, nel senso del suo governo, che potrebbe perdere un appuntamento importante».
Renato Franco
 
 

Corriere della Sera, 17.9.2014
I nostri Sud
Se il commissario diventa uno straniero

Le storie di Salvo Montalbano in Puglia? Dal punto di vista paesaggistico potrebbe anche starci, penso a paesi come Otranto o Trani, ma sarebbe come far parlare il commissario letterariamente creato da Andrea Camilleri in tedesco, tale è la differenza dal punto di vista propriamente antropologico tra la Sicilia e la Puglia. Così come in Italia convivono vari Nord (cosa ha a che vedere il Vicentino con il Cuneese o il Rodigiano con il Savonese?), esiste una molteplicità di Sud, con la Sicilia, appunto, che mostra di essere tutt’altra cosa dalla Puglia. Certo, Federico II Hohenstaufen legò le due regioni in una medesima grandiosa storia, ma le differenze, manifestatesi specialmente all’indomani della seconda guerra mondiale, quando l’Italia cominciò a prendere il suo vero volto e a mostrare il suo vero carattere, sono davvero enormi. C’è il barocco che unisce la Sicilia alla Puglia, ma quello siciliano ha una specificità che lo fa assomigliare ai cannoli e alle cassate, smodati dolci che solo in Sicilia sanno fare. Il barocco, come scrisse il messicano Carlos Fuentes, convive con la miseria più evidente, al contrario del neoclassico, che vuole pulizia e strade ordinate. E, appunto, in Sicilia il barocco serve a buttare fumo negli occhi, a nascondere la realtà, camuffarla. Il barocco pugliese ha qualcosa di più «razionale», di più contenuto. No, Montalbano vi si muoverebbe da estraneo. Il mare Adriatico, dove continuerebbe a fare il bagno nei momenti di tregua, è un’altra cosa a confronto dell’africano Mediterraneo, oggi pescoso di cadaveri, quelli degli extracomunitari in cerca di pace e lavoro.
Matteo Collura
 
 

LiveSicilia, 17.9.2014
La polemica sulla fiction
Telefonata tra Crocetta e il produttore "Montalbano può restare in Sicilia"
Il governatore: "La Rai ci deve 25 milioni. E' strano che questa vicenda di Montalbano esploda proprio quando la Rai chiede un incontro alla Regione siciliana sul contenzioso per la fiction Agrodolce", dice il presidente. Poi la produzione si dice possibilista.

Palermo - La Sicilia rischia di perdere uno dei più clamorosi ed efficaci spot promozionali di portata internazionale, ossia la fiction del Commissario Montalbano. Che rischia di spostarsi a Otranto, in Puglia. Ma Rosario Crocetta respinge al mittente le critiche. E come di consueto passa al contrattacco, preannunciando denunce alla magistratura. "La Rai ci deve dare 25 milioni di euro e fa saltare la fiction Montalbano? Non facciano i furbi, non accetto contro-partite - dichiara il presidente della Regione all'Ansa -. E' strano che questa vicenda di Montalbano esploda proprio quando la Rai chiede un incontro alla Regione siciliana sul contenzioso per la fiction Agrodolce, su cui indaga la magistratura. Sono pronto a denunciare tutto in Parlamento e alla Procura". Così all'ANSA il governatore Rosario Crocetta sull'ipotesi di trasferimento della location della fiction Montalbano dalla Sicilia alla Puglia.
Il produttore della fiction, Carlo Degli Esposti, aveva manifestato il suo disagio, intervistato da Repubblica: "La serie ha portato la bellezza della Sicilia nel mondo, possibile che la Regione non abbia mai contribuito in tutti questi anni?”.
"Ancora una volta anziché affrontare le questioni e proporre metodicamente fruttuose soluzioni, va in scena il "format Crocetta". C'è il malaffare, vado in Procura! E così continuiamo ad imbalsamare. Crocetta confonde la Rai con la casa di produzione Palomar. In procura ci vada se serve ma risolva anche le questioni se ne è capace!". Così il deputato regionale Lillo Firetto, sindaco di Porto Empedocle, componente della Fondazione Andrea Camilleri e presidente del Distretto Turistico di Agrigento sull'ultima esternazione del Presidente Crocetta sulla vicenda Montalbano-Rai.
"Non basta dire di amare la Sicilia, di voler lavorare per il rilancio e per la rivoluzione, non basta neppure pavoneggiarsi con tour tra le città natali degli scrittori italiani. Tutto questo non basta". Lo dicono i deputati di Articolo 4 Alice Anselmo e Luca Sammartino che proseguono "Non basta se poi si lascia che una produzione come “ Il commissario Montalbano” venga sradicata dalla sua cornice naturale, per essere spostata ad Otranto, luogo delizioso ma che nulla c’entra con le storie di Camilleri, che negli anni hanno costituito il motore del turismo ragusano". Non convince la risposta di Crocetta: "Non basta uscirsene con una battuta su altre produzioni contestate - concludono Anselmo e Sammartino - occorre evitare questo continuo 'esodo' dalla Sicilia dei suoi figli migliori, anche quando questi figli sono frutto della fantasia di un illustre siciliano".
Aggiornamento. Montalbano potrebbe restare in Sicilia. Il produttore Palomar Carlo Degli Esposti dice all'ANSA di essere ''possibilista'', dopo aver sentito al telefono il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta. ''Mi ha assicurato di voler essere al fianco della Palomar per i prossimi Montalbano. Oggi si apre una fase nuova''.
 
 

Avanti!, 17.9.2014
Dove andrà il Commissario Montalbano? Solidarietà alla provincia “babba”

Pietrangelo Buttafuoco, giornalista destrorso ma anticonformista, ha recentemente dato alle stampe un’interessante pamphlet, “Buttanissima Sicilia”, in cui “cuce” una serie di vestitini ai protagonisti della vita politica isolana affatto lontani dalla realtà.
Sarà una dannazione, ma una terra magica, di incomparabile bellezza, ricca di storia e di cultura, che ha, tra l’altro, espresso il fior fiore della letteratura italiana, pare destinata a dover subire le devastanti conseguenze che derivano da un ceto politico (salvo poche eccezioni) che definire inadeguato significa usare un garbato eufemismo.
Tra le poche eccezioni non c’è sicuramente l’attuale squadra di governo, guidata da un personaggio che giorno dopo giorno offre ad un’attonita opinione pubblica prove di un mix di infingardaggine e faccia tosta più uniche che rare.
La provincia di Ragusa, i cui abitanti, da sempre, sono ben noti per la laboriosità e per lo spirito d’intrapresa, al punto che è stata definita “babba” (stupida), e, in particolare, l’area che interessa le città di Modica, Scicli, Ibla, Noto e Donna Lucata e il loro splendido barocco, da tempo è salita giustamente e meritatamente alla notorietà perché è divenuta la location storica della fiction dedicata alle gesta del Commissario Montalbano, forse il miglior prodotto realizzato negli ultimi decenni dalla Rai e premiato con picchi d’ascolto impressionanti, in Italia e all’estero, anche quando le puntate vengono replicate. Un po’, mutatis mutandi, come avvenne negli anni ’50 allorché Feltrinelli diede alle stampe un romanzo di uno sconosciuto aristocratico siciliano, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo”, che in breve divenne un best seller di livello mondiale.
Bene: il produttore Carlo Degli Esposti, gettando nel panico il comprensorio ibleo e l’intera Sicilia, ha annunciato che sta pensando seriamente di trasferire la location in Puglia, a causa delle inadempienze della Regione Siciliana.
Denuncia Degli Esposti. “Non mi hanno dato un euro per la produzione di Montalbano. La Puglia mi fa ponti d’oro. Certo, mi dispiacerebbe lasciare la Sicilia, ma non si può continuare così. Il successo inglese di Montalbano ha portato Ryan Air a comprare tutti gli slot di Comiso per portare i turisti a Ragusa. La serie ha portato la bellezza della Sicilia nel mondo, possibile che la Regione non abbia mai contribuito in tutti questi anni?”. Già, possibile? Certo che sì. Rosario Crocetta, che certamente non è l’unico responsabile di questo stato delle cose, per tutta risposta non ha trovato nulla di meglio da fare che recitare il solito canovaccio di accuse (è il turno della Rai, neanche a dirlo), minacciando di recarsi alla Procura e bla bla bla…
Ma, buttanissima Sicilia, è mai possibile che anche di fronte ad un colpo di fortuna piovuto dalla lontana Roma, prevalgano in costoro l’imbelle inettitudine e la cialtronesca abitudine di ricorrere allo scaricabarile, per sottrarsi alle proprie responsabilità, evitando di assicurare almeno di voler porre rimedio ad una situazione grottesca?
Auguri e solidarietà ai ragusani. Ne hanno bisogno.
Emanuele Pecheux
 
 

Giornale di Ragusa, 17.9.2014
Un "trasloco" che ai siciliani fa gonfiare più i cabbasisi che il cuore
"Montalbèno sono"! Siciliano o pugliese?
Nella famosa e popolare fiction non ci saranno muri a secco e masserie ma trulli e oliveti secolari

Salvo Montalbano cambierà menu, e non solo. Dagli arancini siciliani al ragù passerà alle orecchiette pugliesi alle cime di rapa accompagnate non più dal Nero d´Avola o dal Cerasuolo ma da un bel bicchiere di Negroamaro. E poco importa se il probabile «trasloco» gonfierà più i cabbasisi che il cuore dei siciliani e degli abitanti della terra iblea in particolare. Il dado sembra tratto e il commissario più famoso d´Italia è pronto a trasferirsi armi e bagagli, con tutta la sua «Vigata», dal Ragusano al Leccese, tra Otranto e Torre Canne. Nella famosa e popolare fiction non ci saranno muri a secco e masserie ma trulli e oliveti secolari, il barocco è pur sempre lo stesso, anche se un docente di storia dell´arte appena bene informato avrebbe qualcosa d´eccepire. Carlo Degli Esposti, produttore della Palomar, ha fatto outing, stanco di fare la fila nell´anticamera del governatore della Sicilia Rosario Crocetta e di non vedersi riconosciuto in modo tangibile il ruolo di promozione che indubbiamente la fiction Rai ha avuto, totalizzando record da brividi in tutti i paesi europei.
Tutto iniziò con Fabio Granata che da siracusano promosse il territorio ibleo per ambientarvi la Vigata, la Montelusa e la Marinella di Camilleri. Oltre dieci anni di lavoro e decine puntate, tutte girate con grande rispetto ed amore per i luoghi che sono stati esaltati, nascondendo qua e là abusivismi e discariche varie che purtroppo punteggiano, ieri come oggi, paesaggi unici. Se anche Andrea Camilleri, padre empedoclino del commissario, concorda con il produttore della Palomar, verrebbe da dire che il destino del commissario è segnato, nonostante negli Iblei Luca Zingaretti si sia sposato (questa è realtà, non fiction) e degli Iblei sia diventato cittadino onorario. Carlo Degli Esposti è stato drastico: "Abbiamo appena cominciato le riprese della fiction del giovane Montalbano, ma se le cose non si smuovono e non ottengo finanziamenti, a metà lavorazione trasferisco tutto in Puglia".
La Sicilia, intesa come istituzioni, enti locali e chi ne ha più ne metta, è sobbalzata all´unisono, dopo avere dato per scontato per 15 anni, a torto, che Montalbano fosse «cosa sua», un fatto "ragusano" a vita. La Sicilia ha ora la colpa d’essere rimasta "dormiente" come nelle (peggiori) tradizioni. Ora, dopo ora si susseguono dichiarazioni e prese di posizione, talvolta anche stucchevoli, nonché appelli e inviti affinchè Montalbano continui a bagnarsi nelle acque di Punta Secca, sembra già troppo tardi. Crocetta dice di non sapere nulla delle richieste della Palomar, la bergamasca Michela Stancheris, assessore regionale al turismo arrivata l´altro ieri, metaforicamente parlando, non si sente di prendere impegni, mentre a Ragusa c´è la corsa a chi offre di più, solidarizzando (solo e rigorosamente a parole) con la Palomar contro l´ingrata Palermo.
Insomma, ieri tutti «distratti» dalle inchieste del commissario e dall´avvenenza della sua Livia, oggi tutti consapevoli che Montalbano, come ogni bene materiale ed immateriale (si pensi ai monumenti Unesco) deve essere preservato con azione diuturna e scelte convincenti. Non è mai troppo tardi, ma quanti danni fa la «distrazione», a cominciare dal rischio di sentire il commissario presentarsi «Montalbèno sono»!, nella classica inflessione pugliese resa celebre da Lino Banfi, per intenderci. E poi, in fondo, diciamocelo: il commissario sarà pure libero di «trasferirsi» dove gli pare, senza rendere conto a nessuno. Forse, magari, tornerà negli Iblei anche solo per portare un saluto, di persona personalmente.
Duccio Gennaro
 
 

Siciliainformazioni, 17.9.2014
“Montalbano e piscina: tutte le spine del presidente”

“Apprendiamo dalla stampa che anche la fiction Montalbano rischia di lasciare la Sicilia, con intuibili contraccolpi per il turismo e per l’immagine dell’isola, che della conosciutissima serie tv hanno inequivocabilmente giovato. Che il turismo non fosse tra le priorità della Regione è un fatto notorio e la dimostrazione si è avuta già tempo fa, quando Crocetta ha pensato di mettere ai vertici dell’assessorato la sua segretaria, che peraltro non conosce nemmeno la Sicilia”.
[...]
 
 

RagusaNews, 17.9.2014
Montalbano, Stancheris: Crocetta non mi fa parlare
Il Tg di VideoUno

Palermo - Il governatore Crocetta ha dato la consegna del silenzio al suo assessore al turismo Michela Stancheris sul caso Montalbano.
Ed è disposto a denunciare la Rai in procura. 
 
 

La Repubblica, 17.9.2014
Montalbano, il produttore: "Potrebbe rimanere in Sicilia". Ma Crocetta attacca: "La Rai ci deve 25 milioni per una soap"
Il presidente della Regione ha assicurato alla casa di produzione Palomar una collaborazione purché il Commissario interpretato da Zingaretti non cambi location, ma poi rinfocola la polemica con la Rai: "Ci devono 25 milioni per la soap 'Agrodolce'". E interviene anche Michele Anzaldi, deputato PD e segretario della commissione di Vigilanza Rai

La serie di Montalbano potrebbe restare in Sicilia. Carlo Degli Esposti, il produttore della casa di produzione cinematografica Palomar, ha dichiarato di essere "possibilista" dopo aver sentito al telefono il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta. "Mi ha assicurato di voler essere al fianco della Palomar per i prossimi Montalbano. Oggi si apre una fase nuova".
Di ieri la notizia invece che la produzione della fiction tratta dai bestseller di Andrea Camilleri avrebbe potuto trasferirsi in Puglia dove Degli Esposti aveva già preso contatto con gli amministratori locali. Anche lo scrittore Andrea Camilleri, dalle cui opere è tratta la fortunata serie tv, si era detto critico nei confronti della sua terra: "Io non c'entro niente con la produzione del Montalbano televisivo ma non posso non essere d'accordo con il produttore Carlo Degli Esposti perché la Sicilia non ha mosso un dito malgrado il ritorno economico e turistico che la serie ha portato".
Nel frattempo però la polemica politica si allarga. "La Rai ci deve dare 25 milioni di euro e fa saltare la fiction Montalbano?", ha detto Crocetta. "Non facciano i furbi, non accetto contro-partite. È strano che questa vicenda di Montalbano esploda proprio quando la Rai chiede un incontro alla Regione siciliana sul contenzioso per la fiction Agrodolce, su cui indaga la magistratura. Sono pronto a denunciare tutto in Parlamento e alla Procura". Ritenendo "importante che la fiction rimanga a Ragusa", Crocetta sottolinea che "i finanziamenti in ogni caso sono regolati dalle leggi e non sono ad personam, la Rai, che svolge un servizio pubblico, non può scaricare sulla Regione siciliana i propri costi anche perché la stessa Rai ci deve dire con chiarezza quanto ci guadagna dalla messa in onda della fiction, sicuramente molto più di quanto spende". Poi però il Presidente di Regione ha chiarito: "Le critiche che ho fatto alla Rai per la vicenda Agrodolce ovviamente non riguardano la Palomar, Degli Esposti non c'entra nulla con quella storia".
Nelle "trattative" è intervenuto anche Giuseppe Nicosia, sindaco della cittadina Vittoria, che è pronto "a offrire alla produzione un contributo di 70.000 euro per incentivare le riprese televisive della fiction nella mia città (già set in alcuni episodi della fiction, ndr)". Il comune di Vittoria ha poi deciso di conferire la cittadinanza onoraria al regista storico di Montalbano, Alberto Sironi. "Ho avuto modo di conoscerlo personalmente", ha aggiunto Nicosia, "e so che è profondamente innamorato della Sicilia". Il sindaco di Vittoria ha poi invitato il governatore Crocetta a dialogare con Degli Esposti, stigmatizzando l'atteggiamento dell'assessore al Turismo Michela Stancheris: "Trovo sconcertante la risposta burocratica e fuori dalla realtà dell'assessore che anziché approfittare della indiretta e gratuita promozione turistica offerta dalle riprese della serie televisiva, afferma che 'la produzione può partecipare al bando con scadenza 20 ottobre'".
In breve tempo il "caso" Montalbano è diventato anche un caso politico: "Proporrò all'ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza di convocare al più presto in audizione il presidente della Regione Sicilia, Crocetta, oltre alla Rai, per fare chiarezza sulla vicenda dei 25 milioni di euro di contenzioso su Agrodolce. È gravissimo sentir utilizzare, da parte di un governatore, il termine vendetta in riferimento al comportamento del servizio pubblico": così è intervento Michele Anzaldi, deputato del partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai. "Sono in ballo cifre ingenti di denaro", ha spiegato Anzaldi, "e centinaia di posti di lavoro connessi alla produzione di un'eccellenza del servizio pubblico come Il commissario Montalbano. Il tutto coinvolge un territorio dove la crisi economica è più acuta che altrove, come la Sicilia. È opportuno che si faccia chiarezza, sia per non danneggiare la fiction su Montalbano che i produttori avvertono di voler portare in un'altra regione, sia per tutelare i posti di lavoro. Dal governatore Crocetta sono partite accuse pesanti ed è bene che i vertici Rai spieghino come stanno le cose: la gravità della questione non può rimanere senza chiarimenti ufficiali inequivocabili. Sarebbe inaccettabile se ci fosse un atteggiamento vessatorio della Rai".
Nell'attesa di capire come finirà questo tira e molla proprio nel ragusano sono iniziate le riprese della seconda serie de Il giovane Montalbano con Michele Riondino. Il primo ciak a Scicli, ai piedi delle grotte di Chiafura, con la chiesa di San Bartolomeo sullo sfondo. La troupe della Palomar resterà in provincia di Ragusa fino a gennaio per girare i sei episodi.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 17.9.2014
In ricordo di Vanni Pucci l’artista scomparso per eccesso di talento

Guglielmo Lo Curzio, scrittore e saggista che meriterebbe un analogo repechage, lo definì artista "imprevedibile" e "a sorpresa", capace di passare con stupefacente agilità e tenuta qualitativa da un genere all'altro: Narratore e favolista, poeta e drammaturgo, illustratore e pittore. E ancora: pedagogo, per vocazione; musicista, per diletto; raffinato umorista e caricaturista, ironico e autoironico, che collaborò a tutte le più importanti testate satiriche (dal "Babbio" al "Piff Paff" e al "Po' tu cuntu"). Autore di sonetti vernacolari, che fu definito "il Trilussa siciliano", e creatore (perfino!) di deliziose silhouette con le forbici. Insomma, un uomo di multiforme ingegno e di versatile creatività, che forse ha pagato lo scotto di questa sua prolifica e magnifica dispersione su tanti e così diversi fronti.
Cinquant'anni fa, il 9 settembre del 1964, Giovanni (in arte Vanni) Pucci si spegneva a Palermo, dov'era nato nel 1877.
[...]
Come novelliere e romanziere fu pubblicato da editori prestigiosi (Paravia, Bemporad, Salani). I suoi lavori teatrali furono messi in scena da importanti compagnie (Marcellini, Durante, Abruzzo-Anselmi) e recitati da grandi attori come Angelo Musco, Edoardo Scarpetta, Edoardo De Filippo, Rosina Anselmi, Turi Ferro in tanti palcoscenici italiani e anche esteri (Malta, Tunisia, Libia, Egitto, Argentina, Brasile). Ebbe il riconoscimento della critica e dell'intellighenzia: da Giuseppe Pipitone Federico a Giovanni Verga, da Luigi Natoli a Giovanni Papini, da Ignazio Buttitta ad Andrea Camilleri (che nel ‘69 firmò una regia de "I Navarra").
[...]
Marcello Benfante
 
 

La Sicilia, 18.9.2014
Il caso
L'intervista. Parla il produttore della fiction tv: «Progettiamo di estendere il raggio d'azione del commissario da Noto a Porto Empedocle»
«Montalbano vuole restare in Sicilia e raddoppiare»
Telefonata chiarificatrice tra Degli Esposti e Crocetta
Il governatore: ricatto Rai per la vicenda “Agrodolce”

Roma. Per il lieto fine bisogna aspettare ancora, ma le premesse perché ci sia, sono nell'aria. Il commissario Montalbano, probabilmente, non lascerà la Sicilia per la vicina Puglia. Spiega Carlo Degli Esposti, che con la sua Palomar produce la serie creata dalla penna di Andrea Camilleri: «Ho sentito al telefono il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e l'assessore regionale al Turismo sport e spettacolo Michela Stancheris: Crocetta ha assicurato di voler essere al fianco della Palomar per i prossimi Montalbano. E abbiamo già fissato un incontro con lui e con i sindaci dei Comuni coinvolti, tra cui Noto e Porto Empedocle».
Nessuna parola definitiva, ma almeno un buon segnale di apertura di Crocetta verso il produttore che due giorni fa, sostenuto dallo stesso Camilleri, aveva minacciato di spostare le riprese della fiction dalla Sicilia alla Puglia, vista la totale assenza di collaborazione da parte della Regione. «La sintesi - chiarisce al telefono Degli Esposti - è che in quindici anni i rapporti tra Palomar e Regione Sicilia non sono mai esistiti e non per colpa nostra. Dalla telefonata con il presidente Crocetta si può intravedere l'apertura di una nuova stagione, che coinvolga i Comuni e i cittadini di tutto il Sud Est della Sicilia, compresa Porto Empedocle, città natale di Camilleri. Se passiamo dagli orali agli scritti in breve tempo, con tutti loro e con la Regione potremo ipotizzare una creazione di ricchezza per tutti. L'alternativa, ovvero vivere come in questi quindici anni, non è percorribile».
Tutto chiarito? Non proprio, per il presidente Crocetta in questa vicenda c'è qualcosa che non quadra. Sospetti, intrighi e una storia di 25 milioni spariti nel nulla: sembra un capitolo di Montalbano, ma invece si chiama Agrodolce. «La Rai ci deve dare 25 milioni di euro e fa saltare la fiction Montalbano? Non facciano i furbi, non accetto contro-partite - tuona il politico - È strano che questa vicenda di Montalbano esploda proprio quando la Rai chiede un incontro alla Regione siciliana sul contenzioso per la fiction Agrodolce, su cui indaga la magistratura. Sono pronto a denunciare tutto in Parlamento e alla Procura».
Se Degli Esposti dovesse decidere di lasciare la terra natia per emigrare nel continente, secondo Crocetta, la colpa sarebbe della Rai e della vecchia storia di Agrodolce, la serie prodotta da Rai Fiction in collaborazione con Rai Educational e con la Regione siciliana ai tempi dei governi di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo e realizzata da Einstein Fiction. La soap fu girata interamente in Sicilia, nell'immaginaria cittadina Lumera, per essere poi sospesa nel 2011 dalla Rai. «Con quei 25 milioni dovevano realizzare un centro di produzione a Termini Imerese - afferma il presidente della Regione - di quella struttura non abbiamo visto nemmeno l'ombra. Nessuno tenti di ribaltare la frittata perché la Rai dovrebbe restituire 25 milioni spariti nel nulla».
Ma non si stava parlando di Montalbano? Crocetta tira in campo Agrodolce, la Rai preferisce tacere, «sono beghe vecchie» si sussurra nei corridoi di Viale Mazzini, Degli Esposti non vuole finire in vicende che non gli competono. «Montalbano è moralità, senso della giustizia, della legalità e del dovere, - chiarisce il produttore - Non ha niente a che vedere con tante altre cose che può citare il Presidente Crocetta». E infatti, passa poco e Crocetta torna sull'argomento: «Le critiche che ho fatto alla Rai per la vicenda Agrodolce ovviamente non riguardano la Palomar, Degli Esposti non c'entra nulla con quella storia».
Torniamo a Montalbano. «Sono fiducioso che si apra un nuovo proficuo rapporto con le amministrazioni e la produzione - insiste Degli Esposti - Conto anche di fare in Sicilia un raduno live di Braccialetti Rossi, come già successo nel Lazio e nelle Marche».
Tiziana Leone
 
 

La Sicilia, 18.9.2014
Film Commission
Il flop in Sicilia della filiera dell’audiovisivo
Fondi limitati

Il contributo massimo è di 200mila euro. «Degli Esposti non ci ha mai chiesto nulla»
Anche successi. Rais: «Alcuni film e documentari hanno ottenuto premi importanti»

Palermo. L’attività della Regione Siciliana a supporto della cosiddetta filiera dell’audiovisivo – film, fiction, serie televisive, documentari – è fatta di molte ombre e poche luci. Ad esempio, il fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo, istituito nel 2007, è stato finanziato solo nei due anni successivi. Dopodiché è rimasto a secco.
E ancora. Cinesicilia srl, società in house creata da Palazzo d’Orleans, è stata posta in liquidazione: nata nel 2006 per finanziare o co-produrre film girati in Sicilia, per qualche anno ha funzionato bene; poi si è trasformata in uno stipendificio per politici “trombati”. Il che l’ha relegata ad una sostanziale improduttività, anche per via di una struttura che frattanto è diventata “pesante”. Il lento declino della società (che nel 2011 è stata rinominata Sicilia Turismo e Cinema spa) ha indotto l’amministrazione regionale ad abbassare saracinesca.
Adesso alla Regione sono rimasti soltanto i fondi ex Fas per sostenere l’industria del cinema. Soldi che, trattandosi di residui, nel 2015 finiranno. Insomma, l’intervento a gamba tesa della politica prima e l’assenza di risorse strutturali ora penalizza un settore che nell’Isola trova ispirazione e location di rara bellezza per realizzare prodotti di qualità, come dimostra il successo de Il commissario Montalbano.
Le minacce da parte della produzione di trasferire il set in Puglia hanno acceso numerose polemiche. I dirigenti regionali che si occupano della materia non ci stanno a salire sul banco degli imputati. E con le risorse a disposizione, sostengono, hanno fatto il possibile.
Partiamo dai dati. Sicilia film commission - braccio operativo dell’assessorato regionale al Turismo, che si occupa di sostenere l’industria dell’audiovisivo - nel triennio 2011-2013 ha erogato tramite bandi ad evidenza pubblica contributi pari a 9,8 milioni di euro. Attraverso appositi bandi ha cofinanziato lungometraggi (3,9 milioni), fiction e cortometraggi (322mila euro), documentari (2 milioni); mentre ha destinato 2,8 milioni per la digitalizzazione di 69 schermi cinematografici ed ha assegnato 575mila euro ai vari festival del cinema organizzati in Sicilia. Al momento è “aperto” un bando con una dotazione di circa 1,5 milioni di euro. Scadenza: 20 ottobre prossimo.
Il contributo massimo che la Regione può stanziare ad ogni singolo soggetto ammonta a 200mila euro. «La norma – spiega Pietro Di Miceli, dirigente del servizio 7 “Sicilia filmcommission” – prevede questa soglia. E soprattutto l’assegnazione attraverso un bando pubblico».
Tornando alla polemica innescata da Carlo Degli Esposti, produttore de Il commissario Montalbano, vero è che la Regione finora non ha finanziato la fiction; ma è altrettanto vero «che la Palomar non ha mai partecipato a nessun bando della Regione». A mettere i puntini sulle “i” è sempre Di Miceli, secondo cui «Degli Esposti sta giocando, in maniera un po’ maldestra, al rialzo cercando interlocuzioni politiche. Noi però ci dobbiamo attenere alle regole. Almeno fino a quando la politica non le cambia, cosa che noi auspichiamo».
Già, la politica. Degli Esposti ha tirato in ballo i presunti 800mila euro che gli avrebbe promesso l’ex assessore Tranchida. Questa però non sarebbe l’unica “promessa da marinaio”. Anni fa, la Giunta regionale aveva approvato una delibera che stanziava la bellezza di 2 milioni di euro per il film C’è sempre un perché: produzione italo-cinese con Maria Grazia Cucinotta guest star. «Il film non è ancora uscito nelle sale – dice ancora Di Miceli – ma nel frattempo la Corte dei conti ha ricusato il contratto a suo tempo stipulato da Cinesicilia».
Altri tempi. Oggi che di soldi ne girano pochini, si apparecchia la tavola con quello che passa il convento. Eppure qualcosa di buono si è fatto. A sottolinearlo è Alessandro Rais, dirigente generale del dipartimento Turismo, che rivendica i successi ottenuti: da Via Castellana Bandiera, film di Emma Dante, a Salvo scritto e diretto Fabio Grassadonia ed Antonio Piazza, passando per Più buio di mezzanotte del regista Sebastiano Riso. A cui si può aggiungere I fantasmi di San Berillo, documentario girato a Catania dal regista Edoardo Morabito. «Si tratta di opere – dice Rais – finanziate coi nostri bandi, che hanno ricevuto importanti riconoscimenti in vari festival come Venezia, Cannes, Torino. La nostra Regione, inoltre, è tra le poche a sostenere il mercato dei documentari, portando a Palermo un festival dedicato al genere. Finanziamo pure una ventina di festival che si tengono nell’Isola, escluso quello di Taormina che ha un capitolo di bilancio a parte».
Infine, a proposito della fiction Il commissario Montalbano, Rais conclude: «Il nostro intento è di trattenere la produzione in Sicilia, in un rapporto di correttezza e rispetto reciproco. Degli Esposti è un professionista serio, che conosco e stimo. Ma non è un mecenate. Se la Sicilia non fosse stata redditizia, se ne sarebbe già andato. Qui invece ha trovato location splendide, maestranze di alto livello e costi concorrenziali. Credo che la sua sia stata una provocazione: mi risulta che la Puglia non gli abbia fatto nessuna proposta economica».
Daniele Ditta
 
 

La Sicilia, 18.9.2014
Il focus
«Da noi nessun tentativo di "scippo"»
Il "miracolo" cinematografico pugliese

La Regione di Vendola per ogni euro investito ne incassa più di cinque

Palermo. La Puglia eldorado del cinema. Rispetto alla Sicilia, la Regione guidata da Nichi Vendola ha pianificato una strategia a vasto raggio per attirare produzioni da ogni parte del mondo e per sostenere artisti e imprese locali. Apulia Film Commission (Afc), fondazione di diritto privato con capitale pubblico (partecipata all'80% dalla Regione e per il resto da enti locali) in sette anni di attività ha raggiunto notevoli risultati.
A parlare sono i numeri: dal 2007 ad oggi Afc ha dato supporto a 229 progetti filmici, di cui 56 realizzati soltanto nel 2013. La ricaduta sul territorio è stata quantificata in 39 milioni di euro. Frutto di un'attività che spazia dal classico supporto dell'industria dell'audiovisivo (film, fiction, ma anche sale cinematografiche) alla realizzazione di una rete di festival, dall'attività di audience development alla gestione di una mediateca regionale e di ben tre cineporti (Bari, Lecce e Foggia). Ma non è tutto. La Afc fornisce servizi gratuiti alle produzioni (studi di fattibilità, disbrigo pratiche e permessi, reclutamento di professionisti e fornitori) ma soprattutto eroga finanziamenti a sportello entro due mesi. Una struttura snella, che non pesa sulle casse della Regione Puglia. A fronte di contributi stanziati complessivamente per circa 8 milioni di euro, la Puglia ha ospitato produzioni che hanno realizzato opere audiovisive per un budget complessivo di poco meno di 200 milioni di euro, di cui circa un quinto è stato speso nel territorio regionale, ovvero circa 40 milioni di euro. Il "moltiplicatore" è di 5,2: in sostanza, per ogni euro investito ne entrano nel tessuto economico regionale più di cinque. E sono numeri destinati a crescere: rispetto al 2012 le giornate di lavorazione sono raddoppiate, salendo da 376 a 747 (+99%).
Per questi motivi, la Regione nel 2014 ha aumentato a 3 milioni il fondo a disposizione dell'Apulia Film Commission. È però negli strumenti utilizzati dall'Afc la chiave di volta del successo. Esistono infatti quattro tipologie di fondi: Apulia developement film fund (10 mila euro a forfait); Apulia hospitality fund (60% di rimborso fino a un massimo di 200 mila euro); Apulia regional film fund (riservato solo a produzioni ed autori pugliesi, 50% di contributo fino ad un massimo di 50 mila euro); Apulia national e international film fund (25% di rimborso fino a massimo di 250 mila euro). Niente contributi a pioggia dunque, ma rimborsi per le spese sostenute. Un sistema che funziona e che soprattutto "ritorna" nel territorio.
Nel confronto con la Sicilia, che dispone di fondi limitati, e negli ultimi tre anni ha bandito solo tre avvisi (di cui uno ancora "aperto"), ecco probabilmente i motivi che avrebbero spinto Carlo Degli Esposti, produttore de Il commissario Montalbano, a minacciare un trasferimento in Puglia. Anche se «da parte nostra - dichiara Antonella Gaeta, presidente Afc - non c'è stata nessuna proposta. Degli Esposti è innamorato della Puglia, dove sta girando la seconda serie di Braccialetti rossi, e con noi c'è un rapporto professionale felicissimo. Però non abbiamo mai parlato di Montalbano».
Daniele Ditta
 
 

La Sicilia, 18.9.2014
Il reportage
Iblei mobilitati per la fiction. «Ma offerta ancora frastagliata»
Il “Pil” del Commissario? «Conta più dell’Unesco»

Ragusa. La gelataia di Ibla accoglie i turisti accaldati con un sorriso da fiction. «Due coni maxi, please», la richiesta dei clienti. «Che gusto? », domanda lei con aria vagamente ammiccante. Risposta scontata in un italiano dal pesante accento anglosassone: «Montalbano e panna! ». Lei affonda la paletta su quel miscuglio di pistacchio, mandorle e pinoli; poi una spruzzatina sopra («questa non è panna industriale, è fatta con latte ragusano») e la consegna dei due invitanti gadget gastronomico-televisivi. Totale: quattro euro. Ma quanto vale l'"industria" di Montalbano? Mentre la politica siciliana si esibisce nel solito chiacchierificio assortito proviamo a dare una risposta sensata all'unica questione seria che emerge dall'ipotesi di fuga della produzione della fiction dalla Sicilia e dal Ragusano in particolare.
Secondo dati non ufficiali che trapelano dall'entourage della produzione, ogni serie avrebbe un costo di tre milioni di euro, al netto dei cachet dei protagonisti, e molti di questi soldi resterebbero in Sicilia. A questo bisognerebbe aggiungere l'indotto turistico generato dalla fiction. «Un riscontro economico incalcolabile, ma per gli errori della politica la Sicilia ha sfruttato nemmeno il 10% del potenziale», ci dice Benedetto Puglisi, docente di Destination management e marketing a Catania e Venezia. E grazie a una sua indicazione, prima di partire per il tour ibleo di Montalbano, facciamo tappa (virtuale) a Malta. Nel sito della locale Film commission appare a caratteri cubitali la vantaggiosa offerta che l'Isola dei Cavalieri offre a chiunque voglia utilizzarla come set: 27% di rimborso, in contanti, sulle spese affrontate dalla produzione. «L'indotto di Montalbano - argomenta Puglisi - non si può calcolare perché nessuno in Sicilia ha mai monitorato, né tantomeno programmato, un fenomeno che è rimasto spontaneo e slegato». Nonostante questo, secondo alcuni dati di un progetto sperimentale che sta coordinando, la provincia di Ragusa è quella che in Sicilia detiene la migliore "destination reputation" (un parametro ottenuto dalle recensioni dei viaggiatori), pari a 8,8/10. Un dato che fa il paio con quel 60% di turisti italiani e stranieri per i quali Montalbano «restituisce l'immagine più fedele della Sicilia» secondo uno studio di marketing diffuso a luglio dalla Regione.
In apparenza sembrano davvero lontani i tempi - era il 2006 - in cui un operatore turistico ragusano organizzò un "Montalbano Tour", promosso da un periodico nazionale molto diffuso. La proposta era di 640 per una settimana di mezza pensione in un hotel 4 stelle, con un itinerario di tutti i luoghi del commissario fra Ragusa, Siracusa e Agrigento. La risposta: sette partecipanti. Ma oggi cosa è cambiato? Molto, in termini di presenze e di interesse. Eppure «l'offerta resta molto frastagliata con piccoli autonoleggi che s'improvvisano tour operator per far girare i principali set», sostiene Simone Tumino. Che, oltre a essere il direttore dell'albergo più volte "quartier generale" Palomar, con l'associazione "Glocal" si accredita come «uno dei pionieri del cineturismo a Ragusa». Secondo Tumino, «Punta Secca non è Hollywood», anche se esiste un valore aggiunto del commissario, «legato al completamento dell'offerta, un motivo in più per scegliere questa destinazione anziché altre di mare o d'arte, favorito dall'apertura dell'aeroporto di Comiso». Che infatti sfrutta al meglio la sua vocazione di low cost per trascinare le presenze turistiche. «Sui 280mila arrivi registrati dall'apertura - stima Saro Dibennardo, presidente Soaco - circa il 60% restano in provincia di Ragusa, dove nella stagione invernale si è registrato un incremento di presenze del 65%, con un allungamento del periodo medio di permanenza». Dibennardo, che è anche presidente di Federalberghi Ragusa, sostiene che «Montalbano è una vetrina fondamentale, ma i turisti stanno cominciando a scoprire altre realtà iblee. Magari fra qualche anno non avremo più bisogno del richiamo della fiction, ma per ora meglio tenersela stretta la fiction Rai». Inghilterra, Irlanda, Germania e Belgio sono le realtà legate al commissario di Camilleri, tant'è che alcuni tour operator stranieri vendono dei "pacchetti Montalbano" già in patria.
Tutti in campo per evitare che Salvo Montalbano faccia le valigie per traslocare in Puglia. Anche a Modica, dove il locale consorzio turistico, tramite il presidente Renato Nuccio, lancia una doppia proposta: «Potremo investire una parte della tassa di soggiorno per sostenere la produzione, che favoriremo anche tramite ospitalità nelle nostre strutture ricettive». Anche perché, secondo fonti alberghiere iblee, il "conto" pagato dalla Palomar per il solo soggiorno della troupe da settembre a dicembre scorsi è stato di 75mila euro, «pasti esclusi».
Ma non c'è soltanto questo. «C'è un indotto di decine di maestranze e di tecnici specializzati che nel Ragusano si sono formati nel corso di questi ultimi anni», ricorda Pasquale Spadola, location manager di Montalbano, oltre che presidente della Film Commission di Ragusa. «Autisti, attrezzisti, macchinisti, assistenti: sono decine di unità che andrebbero perse». E visto che «la Film Commission non ha un budget da investire - ricorda il direttore Gianni Molè - noi possiamo solo proporre un "SuM", uno sportello unico Montalbano, per agevolare la Palomar dal punto di vista burocratico».
Ma allora quanto vale davvero Montalbano? Una cifra incalcolabile. Ma Paolo Failla, vicepresidente di Federalberghi Ragusa, con il suo tradizionale pragmatismo, ci dà una risposta che vale più di mille statistiche: «Montalbano? Vale assai. Non so quanto, ma di certo molto più del logo Unesco». E scusate se è poco...
Mario Barresi
 
 

La Sicilia (Ragusa), 18.9.2014
Fiction e polemiche. Il Consorzio degli operatori turistici si dice disponibile a offrire agevolazioni alla produzione della celebre serie tv che «minaccia» di spostarsi in Puglia
«Montalbano resti con noi»
Nicosia: «Potremmo finanziare la produzione con la tassa di soggiorno»

Comuni ed associazioni ma anche operatori turistici si mobilitano per evitare che le riprese della fiction de "Il commissario Montalbano", emigri in Puglia, così come annunciato dal produttore della Palomar, Carlo Degli Esposti. C'è questo rischio perché dalla Regione Sicilia non sarebbero mai arrivati fondi a supporto della produzione mentre la Film Commission Puglia è pronta, come ha detto Degli Esposti, "a fare ponti d'oro".
Il consorzio degli operatori turistici di Modica è pronto ad offrire camere d'albergo gratuite o comunque agevolazioni per la permanenza della troupe cinematografica perché Montalbano non deve lasciare la Sicilia e la provincia di Ragusa. "Non è un fatto che può accadere - dichiara Renato Nuccio, presidente del Consorzio degli operatori turistici di Modica - e dovremo porre in essere, enti pubblici ed istituzioni, tutti gli strumenti perché questo non accada. Come consorzio convocherò rapidamente un'assemblea e proporrò di sostenere un contributo ai costi per vitto e l'alloggio alla troupe tecnica, compreso di regista e di attori nei nostri alberghi della città, purché la location rimanga nella provincia iblea. Sono certo che troverò ascolto e comprensione. Montalbano - continua Nuccio - è strettamente legato ai nostri straordinari luoghi anche dal punto di vista affettivo. Auspico che questa nostra iniziativa sia da sprone perché possano registrarsi altri concreti interventi di sostegno. Per quanto ci riguarda questo è anche il modo per investire in modo fattivo e produttivo le risorse che ci provengono dall'ente Comune come tassa di soggiorno. Il ritorno di immagine e dei turisti - conclude il presidente Nuccio - non hanno bisogno di interpreti o di commentatori atteso che la fiction ha avuto e continua ad avere un ruolo decisivo per la crescita dell'industria turistica di tutto il territorio ibleo".
Ma anche i Comuni si mobilitano. E se Ragusa ha proposto di usare parte della tassa di soggiorno, il Comune di Vittoria, come spiega il suo sindaco Giuseppe Nicosia, è pronto ad offrire un contributo alla produzione cinematografica di 70 mila euro, quanto investito per il Vittoria Jazz Festival. Lo conferma Nicosia in una lettera-appello inviata al presidente della Regione, Crocetta affinché anche l'ente palermitano individui delle somme adeguate. Nella missiva Nicosia fa sapere che intende conferire la cittadinanza onoraria al regista Alberto Sironi. Nicosia, poi, critica l'invito rivolto dall'assessore regionale al Turismo alla casa di produzione della fiction di partecipare al bando con scadenza 20 ottobre. "Non si tratta così la produzione di una serie televisiva conosciuta in tutto il mondo, come se fosse una delle tante società che puntano ad accaparrarsi una fetta di fondi regionali".
Michele Barbagallo
 
 

La Sicilia (Ragusa), 18.9.2014
I deputati iblei all’ARS
«Incontreremo Degli Esposti ma serve pure un consorzio»

Continuano le reazioni sul “caso Montalbano”. L’on. Nello Dipasquale ritiene che si debba intervenire in modo deciso per evitare di far fuggire la produzione verso altre Regioni. “Già da sindaco, ho sempre avuto a cuore le sorti del più famoso commissario dell’Italia televisiva, che considero oramai ragusano a tutti gli effetti – dice Dipasquale - Basti ricordare che al produttore Carlo degli Esposti e al regista Sironi ho consegnato personalmente la cittadinanza onoraria di Ragusa in data 13 dicembre del 2008”. “Molti dei protagonisti della fiction - continua – hanno strettissimi legami con il nostro territorio, a partire dall’attore Luca Zingaretti, del quale ho celebrato il matrimonio nella sala degli stemmi del Castello di Donnafugata, fino ad Angelo Russo, l’agente Catarella, e a Marcello Perracchio, il dottor Pasquano, da sempre residenti a Ragusa. Proprio partendo da questi presupposti, appena ho avuto notizia della paventata possibilità che la serie televisiva spostasse la propria location di riferimento in altre Regioni, mi sono subito rivolto al presidente della Regione Rosario Crocetta e all’assessore al Turismo Michela Stancheris. Ma più di tutto ho subito preso contatti direttamente con Palomar per capire quali spazi ci siano ancora per dialogare. Carlo Degli Esposti si è dimostrato con me aperto ad ogni possibile soluzione ma occorre dare un segnale e per questo ho già predisposto una serie di appuntamenti per definire la questione”.
Un’ipotesi diversa la lancia l’on. Orazio Ragusa che propone un consorzio tra Comuni dell’area iblea. “Ma deve essere una scelta mirata sotto la spinta politica dell’ex Provincia regionale – dice Ragusa – La Palomar non ha ancora deciso di girare altrove. Ma dobbiamo fare sentire, stavolta, tutto il peso del territorio. E ciò può accadere solo se riusciremo a portare avanti un’azione sistematica”.
L’on. Giorgio Assenza critico con l’esecutivo regionale. “La fiction - dice - rappresenta per la provincia Iblea una grandissima attrattiva turistica. Che questo governo regionale oggi si stupisca della volontà del produzione di trasferirsi alla luce delle offerte di altre regioni fa solo sorridere, e acclara, se ce ne fosse bisogno, quanto improvvisata sia l’azione politica della Giunta Crocetta”.
M. B.
 
 

La Sicilia (Siracusa), 18.9.2014
Il sindaco di Noto invita al dialogo per evitare il trasferimento della fiction
Salviamo Montalbano, evitando lotte di campanile

Non c'è nessuna lotta campanilista dietro il mio intervento per scongiurare che le prossime riprese della fiction "Il commissario Montalbano", non vedano protagonista il territorio siciliano, nello specifico quello della vicina provincia di Ragusa. In qualità di presidente del Distretto del Sud-Est, al quale tra l'altro appartengono anche città del ragusano, mi sono subito attivato per difendere uno strumento importante come può essere uno sceneggiato televisivo, che rappresenta la nostra zona e la nostra terra, e che serve soprattutto a farla conoscere in tutta Italia e, perchè no, anche nel resto del Mondo.
La serie, nasce dai racconti di uno scrittore simbolo della nostra Sicilia, Andrea Camilleri, e per questo, interessandoci un po' tutti sull'argomento, cerchiamo di far capire alla società che produce la fiction, che sarebbe opportuno pensarci bene prima di dare il là a questo trasferimento. Mi preme, però, tranquillizzare gli amici di Scicli, Modica e Ragusa, perchè come ho già detto, la mia intenzione è solo quella di far interessare più persone alla vicenda: questa fiction deve restare nel nostro territorio, e per questo abbiamo avviato una campagna di protezione. Il rischio che l'evento, le riprese delle nuove stagioni, venissero realizzate da un'altra parte, però, era già concreto. Per questo, ho ritenuto il mio intervento più che dovuto. Le immagini del nostro territorio proiettate sul piccolo schermo, servono anche a farlo conoscere, diventando così un'importante veicolo per la promozione turistica. Non si ragiona più in ottica di città, ma in ottica di distretto.
Per questo è importante non lasciare al caso eventuali situazioni del genere: spesso abbiamo a che fare con gente legata al nostro territorio, ma che non lo gestisce e non sa degli sforzi che ogni amministrazione mette nella promozione turistica, di stagione in stagione. Il rischio che la fiction fosse girata in un altro posto - si parla di alcune località in Puglia - era già concreto. L'arte narratoria dello scrittore Andrea Camilleri si lega inevitabilmente al territorio siciliano, e per questo, pensare ad un altro set, in un'altra regione diversa dalla nostra, potrebbe essere anche un controsenso.
Corrado Bonfanti (Sindaco di Noto)
 
 

La Sicilia (Agrigento), 18.9.2014
Nessun comune od organismo si offrono per far rimanere le riprese in Sicilia
Montalbano «ignorato» da tutti nell'Agrigentino

Porto Empedocle. Mentre a Ragusa e Palermo si è giocata in questi giorni una sorta di "guerra lampo" sulla possibilità di "esportare" in Puglia le riprese per le trasposizioni televisive della serie del Commissario Montalbano, inspirate ai libri di Andrea Camilleri, la provincia di Agrigento ha sostanzialmente continuato a crogiolarsi nel suo torpore.
Già, perché se i sindaci del ragusano all'annuncio-minaccia del produttore della fortunata serie, Carlo Degli Esposti, avevano risposto attivandosi alla ricerca di fondi da ricavare dall'imposta di soggiorno per sostenere la Palomar e scongiurare il "trasferimento" di una delle cause del successo del turismo in quella parte della Sicilia degli ultimi anni, e altre province avevano iniziato a fare "le fusa" sperando di poter ospitare le riprese, dal nostro territorio - quello che ha dato i natali a Camilleri e in cui il "vero" Salvo Montalbano svolge le sue avventure - solo due voci si sono levate. Così se l'amministratore del Distretto turistico regionale Valle dei Templi Gaetano Pendolino aveva chiesto ironicamente "che sapore avranno gli arancini di Montalbano in salsa pugliese", precisando che "un conto, è stravolgere la verità, ambientando la fiction nel Ragusano, un altro, è snaturarne del tutto il contesto ambientale", ancora più duro è stato il deputato regionale e sindaco di Porto Empedocle (ma non chiamatela Vigata, per carità..) Lillo Firetto, che in qualità anche di presidente della "Fondazione Andrea Camilleri" aveva parlato del rischio di creare un "falso nel falso". Non solo, ma l'amministratore - promotore tra le altre cose dell'installazione in via Roma di una statua del ‘Commissario' - ha teso anche una mano alla Palomar, invitandola a rimanere in Sicilia e a valutare "l'opportunità di venire a girare anche ad Agrigento, dove non mancano spiagge meravigliose e cornici barocche. Con ciò - aggiunge - si onorerebbe del resto anche le immaginarie Vigàta e Montelusa così come sono state pensate dallo scrittore Andrea Camilleri".
Posizioni, quelle di Firetto e Pendolino, in "splendido isolamento", dato che nessun amministratore, operatore culturale e nessuna associazione di categoria si è sentita di "battere i pugni" per ricordare che Montalbano è un "patrimonio" agrigentino e di proporre quantomeno una "contrattazione". Nemmeno il suo "creatore", Andrea Camilleri, del resto ha speso parole dolci verso la Regione (e nessuna ne ha speso su Agrigento), limitandosi a sostenere che nulla era stato fatto in questi anni per sostenere la produzione "malgrado l'indotto creato per il turismo dalle riprese cinematografiche, soprattutto nella parte sud orientale dell'Isola".
Già, nella parte sud orientale, appunto.
g. s.
 
 

La Sicilia, 18.9.2014
Dovrebbe tagliare i costi e invece fa nuovi ingaggi
Perché la Rai «acquista» giornalisti esterni?

[…]
Ora il lunedì su Rai1 è tornato il commissario Montalbano girato da anni tra Punta Secca, Scicli e dintorni. Il produttore ha chiesto soldi alla Regione, la solita mucca da mungere, altrimenti va a girare in Puglia. Ma scusi, non guadagna già vendendo il prodotto alla Rai? E perché vuole altri soldi? Mi dispiace che Camilleri gli abbia dato ragione. Forse sta invecchiando.
Tony Zermo
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 18.9.2014
La polemica
Da Agrodolce a Montalbano la guerra dei soldi per le fiction
Il produttore della serie sul commissario "Adesso sono fiducioso" Lo scontro con la Rai per le produzioni finite in un flop
Stancheris: "È pronta la richiesta di risarcimento alla Rai, abbiamo stimato un danno di 25 milioni"

Di certo c'è che il rischio di perdere i set di Montalbano sarebbe un danno grave per la provincia di Ragusa, che ha avuto un boom turistico legato anche alla diffusione in Europa dell'immagine del commissario di Camilleri. Ma è anche vero che sembra singolare l'improvvisa richiesta di fondi da parte del produttore Carlo Degli Esposti, patron della Palomar che ha già venduto il prodotto alla Rai per circa 8 milioni: e non si tratta del classico Montabano con Luca Zingaretti (per il quale la Rai versa circa 100 mila euro a puntata per ogni replica) ma del "Giovane Montalbano".
Un prodotto nuovo e che ancora non è stato testato sul mercato. Al di là di questo aspetto, è vero che la Palomar non ha ricevuto fondi dalla Regione, come è anche vero che non ha partecipato ad alcun bando e, assicura l'assessore al Turismo Michela Stancheris, «non ha mai chiesto un incontro per discutere di eventuali problemi finanziari ». Ieri il governatore Crocetta e Degli Esposti hanno avuto un contatto telefonico e il produttore si è detto adesso possibilista sul rientro dell'allarme fuga della fiction: «Sono fiducioso che si apra un nuovo proficuo rapporto con le amministrazioni e la produzione», ha detto Degli Esposti.
Il tutto mentre alcuni sindaci promettono denaro al produttore: «Siamo pronti ad offrire un contributo di 70 mila euro », dice il sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, dando il via adesso a una gara a chi offre di più alla Palomar per evitare il trasferimento in Puglia. «Lì mi darebbero più soldi», ha detto il produttore, anche se dalla Regione pugliese assicurano di non aver ricevuto alcuna richiesta da parte della società.
Il governatore, prima del colloquio telefonico con Degli Esposti, aveva paventato il rischio che su questa vicenda vi fosse la Rai, adirata per una richiesta di risarcimento danni appena arrivata dalla Regione. Chiaramente l'accostamento è improprio, ma qui si apre un altro capitolo doloroso dei rapporti tra Regione e produzione televisive e cinematografiche: quello che ha portato al flop di Agrodolce. La fiction finanziata con un fiume di denaro pari a 15 milioni per la prima stagione (andata in onda) e a 25 milioni per la seconda che invece non ha visto la luce, come nemmeno è stato mai realizzato il centro di produzione di Termini Imerese.
Il presidente Crocetta insieme alla Stancheris ha deciso di chiedere un risarcimento danni alla Rai: «Con l'avvocatura dello Stato abbiamo stimato un danno di 25 milioni di euro per i mancati investimenti», dice la Stancheris.
Agrodolce non è l'unico guaio che l'amministrazione si trova a risolvere dopo i fasti dei governi precedenti che aveva- no lanciato la Regione nel mondo delle produzioni cinematografiche. Tra il 2006 e il 2012 Palazzo d'Orleans ha speso quasi 70 milioni per film e lungometraggi, senza alcun criterio di trasparenza nella scelta delle produzioni e nemmeno alcuna analisi sul ritorno d'immagine per la Sicilia o sull'incremento dell'occupazione. L'elenco dei film finanziati è sterminato.
Un fiume di denaro investito attraverso carrozzoni come Cinesicilia prima e poi Sicilia, Turismo e cinema. Spa regionali che in eredità hanno lasciato diversi contenziosi: tra questi quelli con la Medusa, la società della famiglia Berlusconi, per il finanziamento di 4 milioni a "Baaria" di Tornatore (soldi promessi ma mai versati perché mancherebbe la tracciabilità di alcune spese), e quello con la Cucinotta: quest'ultima aveva ottenuto un finanziamento di 2 milioni con tanto di delibera del governo Lombardo, ma la Corte dei conti ha bloccato tutto sollevando dubbi sulla legittimità di utilizzare fondi europei per attività private. E con questa nota è finita la grande avventura della Regione nel mondo del cinema. Adesso al massimo Bruxelles consente alla Film commission siciliana di finanziare le produzioni fino a 200 mila euro: la metà della Puglia, che ha ottenuto una deroga dall'Europa. Ma davvero queste cifre possono incidere su una produzione costosa come quella del "Giovane Montalbano"?
a. fras.
 
 

Giornale di Sicilia, 18.9.2014
Crocetta: una legge per tutelare Montalbano

Palermo. Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta ha convocato per oggi pomeriggio un incontro congiunto con lo staff della presidenza, della segreteria generale, gli assessori al Turismo e all'Economia e i rispettivi staff, l'ufficio legislativo e legale della Regione, per strutturare un ddl da proporre immediatamente alle commissioni competenti e all'aula, che tuteli la produzione "Montalbano", la faccia rimanere in Sicilia e con essa tutte quelle produzioni strutturate in Sicilia che abbiano carattere ciclico e continuativo.
"In particolare - afferma il presidente - saranno interessate quelle produzioni che oltre a valorizzare i luoghi della Sicilia, ne esaltino la cultura della legalità, della trasparenza e abbiano un forte valore artistico e culturale. Gli strumenti tradizionali dei bandi generici sul cinema, mal si conciliano con le esigenze a tutela del patrimonio culturale che rappresenta per la Sicilia la produzione di Montalbano, ormai conosciuta in tutto il mondo, e che viene ripetuta da anni senza mai avere avuto alcun supporto finanziario pubblico. Non possiamo assolutamente rischiare di perdere tale patrimonio e - conclude Crocetta - faremo immediatamente la nostra parte".
 
 

Giornale di Sicilia, 18.9.2014
La fiction Tv. Proteste trasversali dopo l'annuncio del possibile trasloco in Puglia per le riprese. La vicenda potrebbe approdare in commissione di vigilanza Rai
Montalbano, il produttore: potrei restare in Sicilia
Degli Esposti: presidente della Regione e sindaci vogliono esserci vicini. Crocetta: mai avuto richieste di contributi dalla Palomar
Musumeci: «Un grave danno per la Sicilia il trasferimento in Puglia». Il sindaco di Vittoria, Nicosia: «Pron­to ad offrire alla produzione 70mila euro per incentivare le riprese tele­visive della fiction nella mia città».

Ragusa. «Montalbano sono» da anni è il commissario più famoso d'Italia; da qualche giorno è al centro di una vi­cenda che vede coinvolte la Sicilia con i suoi territori di Ragusa, Scicli e Porto Empedocle, e la Puglia. Nessu­no, ma proprio nessuno vuole che «Montalbano» lasci la Sicilia e la poli­tica si è mobilitata da quando il pro­duttore Carlo Degli Esposti ha minac­ciato di voler fare traslocare il com­missario in Puglia perchè la Regione continua ad essere sorda e a non inte­ressarsi alla fiction. Anche se ieri, pe­rò, ha ammorbidito la sua posizione dichiarandosi pronto a restare.
Il presidente della Regione Crocet­ta, intanto, continua a dire che «la Palomar non ha mai presentato una ri­chiesta scritta alla Regione per otte­nere contributi. Abbiamo appurato che in passato la produzione aveva avuto contatti col precedente gover­no. Erano stati presi accordi verbali, ma non c'è alcun impegno finanzia­rio scritto» e ritenendo «importante che la fiction rimanga a Ragusa», Cro­cetta sottolinea come «i finanzia­menti, in ogni caso, sono regolati dal­le leggi e non sono ad personam. La Rai, che svolge un servizio pubblico, non può scaricare sulla Regione i pro­pri costi, anche perchè la stessa Rai ci deve dire con chiarezza quanto ci guadagna dalla messa in onda della fiction, sicuramente molto più di quanto spende». Il governatore pen­sa ad una norma nella prossima leg­ge di stabilità regionale: «Questo per­corso - conclude - però va verificato col commissario dello Stato». Crocet­ta incalza: «Voglio sapere dalla Rai se in questa scelta della produzione di trasferire la location dalla Sicilia alla Puglia pesi una sorta di revenge sul contenzioso da 25 milioni per la vi­cenda Agrodolce, che non è assoluta­mente trattabile».
E sulla vicenda Agrodolce il depu­tato del Pd Michele Anzaldi, che è se­gretario della commissione Vigilan­za della Rai, afferma: «Proporrò all' ufficio di presidenza della commis­sione di Vigilanza di convocare al più presto in audizione il presidente della Regione, oltre alla Rai, per fare chiarezza sulla vicenda dei 25 milio­ni di euro di contenzioso su Agrodol­ce. È gravissimo sentir utilizzare, da parte di un governatore, il termine vendetta in riferimento al comporta­mento del servizio pubblico».
Sul caso Montalbano Regione e Palomar sembrano avvicinarsi. Car­lo Degli Esposti dice: «Ho sentito al telefono il presidente Crocetta e l'as­sessore regionale al Turismo sport e spettacolo, Michela Stancheris. Cro­cetta ha assicurato di voler essere al fianco della Palomar per i prossimi Montalbano. E abbiamo già fissato un incontro con lui e con i sindaci dei comuni coinvolti, tra cui Noto e Porto Empedocle. Sono fiducioso che si apra un nuovo proficuo rap­porto con le amministrazioni e la produzione. Se passiamo dagli orali agli scritti in breve tempo, potrebbe essere fugata l'ipotesi di trasferire la lavorazione di Montalbano in Pu­glia».
Nella vicenda Montalbano tutta la politica è mobilitata. Nello Mu­sumeci reputa «un grave danno per la Sicilia il trasferimento in Puglia», mentre dal coordinatore di Forza Ita­lia, il senatore Enzo Gibiino, arriva un segnale ben preciso: «La giunta Crocetta sostenga la produzione del­la Palomar. Bandiera della Sicilia in Italia e nel mondo, il commissario Montalbano non può e non deve la­sciare la nostra Isola».
Interventi anche dei deputati re­gionali Nello Dipasquale, già sinda­co di Ragusa, il quale ricorda di avere consegnato nel 2008 la cittadinanza onoraria a Carlo Degli Esposti ed al regista Alberto Sironi, dei deputati di Articolo 4 Alice Anselmo e Luca Sammartino, a Vincenzo Garofalo del Nuovo Centro Destra, a Marco Falco­ne di Forza Italia. Il sindaco di Vitto­ria, Giuseppe Nicosia, è pronto «ad offrire alla produzione un contribu­to di 70mila euro per incentivare le ri­prese televisive della fiction nella mia città. Il comune di Vittoria ha poi deciso di conferire la cittadinanza onoraria al regista storico di Mon­talbano, Alberto Sironi».
Gianni Nicita
 
 

Il Fatto Quotidiano, 18.9.2014
Sicilia, punta sud-est, provincia di Montalbano
Se la produzione emigra in Puglia, il Ragusano rischia di perdere più che una serie Tv
Il traino. ll turismo in questa zona è cresciuto del 12-14% a partire dal 1998. Ryanair ha acquistato tutti gli slot su Comiso aeroporto di Catania

Agrigento.La giornalaia di Punta Secca scuote la testa: “Non ha idea di quante persone vengono qui solo per la casa di Montalbano. Non ha idea...”. Ha ragione. E basta girare l’angolo per trovare la giusta risposta: è un pellegrinaggio continuo, va avanti da anni, da più di un quindicennio, e non conosce flessioni, al pari dello share televisivo. Arrivano, si fermano, sorridono, un click, un altro click, sullo sfondo la ringhiera della dimora del commissario, “le dispiace fotografarci?”, ma certo, ci mancherebbe, tutti insieme un bel ciiiissss .
DAVANTI alla villa c’è il mare, il presunto mare nel quale Montalbano nuota ogni volta che deve riflettere o scaricare nervosismo, in realtà le riprese esterne sono in un altro luogo, ma poco importa, la suggestione resta.
Ora tutto questo potrebbe finire. Addio. Ad annunciarlo è lo stesso produttore della fiction, Carlo Degli Esposti: “Dalla regione non mi hanno dato un euro per la produzione di Montalbano... La Puglia mi fa ponti d’oro. Certo che mi dispiacerebbe lasciare la Sicilia, ma non si può continuare così”. E giù, nel quadrilatero Ragusa, Ibla, Modica e dintorni, è dramma, con tanto di appelli di amministratori locali, polemiche con il presidente della Regione, Rosario Crocetta (“È la Rai a doverci 25 milioni di euro!”); la richiesta dell’intervento della commissione di vigilanza; l’apertura dello stesso Degli Esposti: “Non è detto, vedremo...”. “Se vanno via da qui è un danno economico incalcolabile – spiega uno degli abitanti di Punta Secca –. È totalmente cambiata la nostra vita”. È cambiata e molto. Così, ovunque, è una perenne glorificazione del personaggio di Luca Zingaretti, ogni scusa è buona, ogni spunto necessario, l’importante è inserire il nome, e le vendite sono assicurate: “Gli arancini del commissario”; “Il vino di Montalbano”; “la strada di Montalbano”; “la pasticceria di Montalbano”, e con tanto di insegne e frecce per guidare il turista, oltre a una statua non proprio riuscitissima all’entrata del paese, la targhetta è fondamentale per comprendere a chi è dedicata.
Ma chi sorride maggiormente è lo stesso proprietario della casa, il primo a comprendere l’onda favorevole, a sguazzarci: “È diventata un B&B, sempre pieno, con prezzi più alti delle altre. Un tempo era di un dentista, non so se è ancora sua, ma è riuscito a diventare ricco”, racconta e sorride Alda, una signora di Punta Secca. I dati generali raccontano: il turismo nella Sicilia del sud-est è cresciuto del 12-14 per cento l’anno a partire dal 1998, quando Zingaretti e compagni hanno esordito sul piccolo schermo. Negli stessi luoghi della fiction si sono moltiplicati i B&B e gli agriturismi: dai soli 65 del 2001 agli oltre 2.900 registrati nel 2006. “Ma qui ora arrivano anche gli aerei!”, insiste Alda, un po’ fiera. Non è proprio così. Ed è lo stesso Degli Esposti a spiegare l’arcano: “Abbiamo venduto il format di Montalbano in Inghilterra, un grandissimo successo anche lì, per questo Ryanair ha realizzato un’indagine di mercato e ha scoperto la grande richiesta di turismo inglese verso la Sicilia”. Risultato: la compagnia low cost irlandese ha acquistato tutti gli slot su Comiso, aero porto di Catania, felicissime le aziende di rent car, bene per gli stessi etnei, macchina fotografica al collo per i turisti d’oltremanica, e via verso il sud della Sicilia per vivere dal vivo le immagini della fiction e le suggestioni del libro. “Attenzione, però – interviene la giornalaia –qui c’è solo la casa, non altro”. Sì, è chiaro. Commissariato, inseguimenti, il paese, i ristoranti amati dal protagonista, casa di Mimì (Augello), quella di Catarella, sono disseminati in più luoghi, sempre nel sud-est, scelti tra i più suggestivi, maggiormente fotografici ed evocativi.
CON UN PERÒ: c’è differenza tra romanzo e fiction. Nel primo caso l’ispirazione arriva dalle stesse zone dove Andrea Camilleri è cresciuto e ha ancora casa, in particolare Porto Empedocle, ma lo strazio territoriale, tra abusivismo sanato e abusivismo insanabile, ha impedito ad autori e produttori di investire, meglio spostarsi; gli unici punti di contatto tra romanzo e fiction “sono delle scogliere alte, bianche, poco fuori Porto Empedocle, protagoniste di alcune scene”, spiega un pescatore del luogo. E basta. Ma nell’immaginario collettivo resta la piccola, piccolissima Punta Secca. “Che la giornata non sarebbe stata assolutamente cosa, il commissario Salvo Montalbeno se ne fece subìto persuaso non appena riaprì le persiane della camera da letto...”, scrive Andrea Camilleri ne La voce del violino. Ora quelle persiane rischiano di restare per sempre chiuse, almeno per Montalbano.
Alessandro Ferrucci
 
 

Quotidiano di Sicilia, 18.9.2014
Gibiino (FI): "Montalbano non deve lasciare la Sicilia"

Palermo - "Bandiera della Sicilia in Italia e nel mondo, il commissario Montalbano non può e non deve lasciare la nostra Isola. Per questo motivo il capogruppo di Forza Italia all'Ars, Marco Falcone, ha chiesto all'assessore regionale al Turismo Michela Stancheris, di creare le condizioni affinché il personaggio creato da Camilleri possa continuare ad essere a tutti gli effetti immagine della nostra terra", così il senatore Vincenzo Gibiino, membro del Comitato di presidenza di Forza Italia e coordinatore azzurro in Sicilia.
 
 

RagusaNews, 18.9.2014
Montalbano, Sironi: Falla ci sfrattò e non fu rieletto. Ma sbaglia
Le peregrinazioni del commissariato

Roma - Alberto Sironi, sesto aiuto di Giorgio Strehler, è un varesotto senza peli sulla lingua.
In estate affitta casa a Marina di Ragusa e quando è in vena non le manda a dire. 
"Più di una decina di anni fa, a Scicli», racconta Alberto Sironi, il sensibile, sapiente metteur en scène regista della serie del Commissario Montalbano, "avevamo ricostruito il commissariato in due locali che il Comune ci aveva offerto. E per la troupe, gli attori, quelle stanze erano diventate un punto di riferimento. Una location in cui ogni tutto aveva inizio. Ma dopo quattro episodi, l’allora sindaco ce li tolse e dovemmo e ricostruire quegli interni a Roma. Noi sloggiammo. Però quel sindaco non venne rieletto...".
In realtà, Sironi ricorda male. Le riprese iniziarono nel 1998, con Falla appena eletto, il commissariato dall'ex Camera del lavoro fu prima spostato a palazzo Mormino a Donnalucata, sede anch'essa comunale, come la prima, e infine a Cinecittà.
Nel 2003 Bartolomeo Falla fu rieletto sindaco. 
 
 

Resapubblica, 18.9.2014
Ecco come gli inglesi vedono la Sicilia di Montalbano
In questo articolo pubblicato a giugno su un giornale britannico, si può leggere come la Sicilia di Camilleri e Zingaretti viene vista all’estero. E si comprendono gli effetti che si produrrebbero nel caso in cui la fiction del Commissario Montalbano decidesse di trasferire tutto in Puglia per colpa degli amministratori regionali

La Sicilia: un’isola dalle coste mozzafiato, dalle pittoresche strade acciottolate e la Mafia. In realtà, oggi il crimine organizzato non è così evidente come una volta su quest’isola inondata dal sole, ma il fascino dello stile gangster ha certamente prodotto un aumento del turismo in Sicilia. Forse grazie al legame dell’isola con il romanzesco commissario Salvo Montalbano, protagonista dei gialli dello scrittore Andrea Camilleri, un crescente numero turisti si dirige in Sicilia per scoprire i luoghi dove si svolgono le vicende della mafia tra finzione e realtà.
I romanzi del ‘Commissario Montalbano’ di Andrea Camilleri sono popolari fin dalla loro pubblicazione a metà degli anni ’90 e sono stati recentemente portati alla ribalta dagli adattamenti televisivi trasmessi in Gran Bretagna lo scorso anno. Questo ha fatto sì che moltissimi ammiratori si rechino in Sicilia nei luoghi in cui i libri e la serie televisiva sono ambientati. Gli scaltri Siciliani hanno perfino creato “i percorsi di Montalbano” e gli hotel organizzano escursioni nei luoghi del famoso commissario e dei suoi antagonisti mafiosi. Alcuni bar e ristoranti hanno persino affisso delle targhe celebrative con su scritto “Montalbano ha bevuto qui”.
Un particolare “Montalbano tour” consente ai visitatori di seguire le tracce del commissario e dei suoi sottoposti nella zona sudoccidentale dell’isola, dove si possono vedere dal vero i paesi in cui i romanzi sono ambientati. Se questa escursione a tema letterario può non essere per tutti, porta tuttavia alla luce l’importanza della Mafia nella storia della creazione della Sicilia e rappresenta una fermata a richiesta nei luoghi storici dell’isola, incluse le caratteristiche chiese barocche e la rigogliosa vegetazione costiera in stridente contrasto con i campi assetati e aridi della zona interna. Vale la pena fermarsi al Bar Pasticceria di Messina (noto come bar Vigata nei romanzi) che offre un’ampia selezione di torte e pasticcini siciliani freschi e una gamma impressionante di caffè tradizioni italiani.
Una visita in Sicilia non dovrebbe però limitarsi solo al tema Montalbano. A Lampedusa si trova la Spiaggia dei Conigli, una lingua di sabbia immensamente popolare grazie alle acque calme, alla bianca sabbia caraibica e alla campagna circostante traboccante di fiori selvatici. Ad Agrigento c’è il Tempio della Concordia, uno dei più notevoli e meglio conservati esempi di antica architettura greca oggi esistenti, riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1997. L’ombra degli enormi archi e colonne offre anche un riparo molto gradito dal sole. Per una gita serale unica nel suo genere, consigliamo di andare nella centrale Via Torremuzza a Palermo e cercare il piccolo Teatro Ditirammu, all’interno di Palazzo Petrulla. La compagnia teatrale è formata da una famiglia di danzatori e musicisti che hanno introdotto la danza italiana e il fuoco nei loro spettacoli sulle favole e le leggende siciliane.
Sebbene i romanzi del commissario Montalbano siano ora pubblicati in molte altre lingue europee e si possa seguire la serie televisiva in tutto il mondo su Internet, la stragrande maggioranza di visitatori dei luoghi di Montalbano in Sicilia sono britannici. Che sia per la nostra passione per i gialli, per amore del cosiddetto fascino della Mafia o solo un’opportunità per associare i nostri passatempi preferiti a una vacanza al sole, la Sicilia in piena recessione godrà sicuramente del nostro neonato amore per i lavori di Camilleri. Anche se proprio non vi interessano le serie italiane sul crimine, vale la pena di considerare la Sicilia: una combinazione magica di sole, siti archeologici superbamente conservati e la grande opportunità di assaggiare cibi e bevande siciliane deliziosi e genuini.
 
 

Artelibro - Festival del libro e della storia dell'arte, 19.9.2014
Camilleri a prima vista: le immagini



Mercoledì 17 settembre 2014 ha inaugurato la mostra Camilleri a prima vista.
Artelibro 2014 vuole onorare le opere di Andrea Camilleri con una mostra in cui saranno esposte tutte le copertine dei libri pubblicati da Sellerio e una selezione delle copertine dei libri di Camilleri tradotte all’estero.
Cliccare qui per la galleria fotografica
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 19.9.2014
La mostra. La Babele di Vigàta
Il mondo di Camilleri nelle copertine straniere
Il giro del mondo intorno a Camilleri
Mafia e cliché: la Sicilia dello scrittore raccontata dalle copertine straniere
L'americana Penguin presenta "La forma dell'acqua" come "un romanzo di cibo, vini e delitti" la Germania punta su Cosa nostra
Galleria fotografica

Forse la copertina più bella, per l'aderenza al contenuto e la comprensione del titolo, è quella olandese de La forma dell'acqua: due mani a cucchiaio che riemergono vuote. L'acqua che prende la forma del contenitore è la metafora della natura umana, instabile e mutevole, nonché il punto di snodo del romanzo inaugurale del ciclo di Montalbano. Dove Andrea Camilleri nel 1994 vide il suo commissario «con un piede in aria», cioè non ancora perfezionato. Appunto senza forma, come l'acqua.
La mostra aperta fino al 19 ottobre al Museo della musica di Bologna, intitolata "Camilleri a prima vista" e curata da Stefano Salis e Antonio Sellerio, allinea oltre cento copertine selleriane e straniere che si offrono a un confronto estetico anche di rispondenza tra immagine, allestimento grafico e testo, riproponendo la vecchia e mai risolta questione — appunto di forma — se debba esserci compenetrazione di forma e sostanza. Una questione che il modello selleriano ha risolto da sempre optando per una grafica invariata e un'immagine di copertina evocativa ed esornativa, rare volte esplicativa.
Scelta che non si ritrova invece nelle edizioni straniere, soprattutto anglosassoni, dove la presenza di elementi indicativi del contenuto è più ricercata.
Bastano pochi esempi.
La francese Fayard ha voluto un vicolo per Privo di titolo, perché proprio in una stradina si consuma il delitto Grattuso. E per lo stesso romanzo la catalana El Balanci ha pensato alle sole gambe della vittima viste in una via al buio come l'aveva immaginata l'autore. Nell'edizione brasiliana di La luna di carta campeggia un uomo con una chiave in mano, quella servita proprio a trovare le lettere nascoste, mentre negli Usa e in Finlandia l'immagine di copertina per La pazienza del ragno è soltanto uno scooter, sul quale infatti viene rapita Susanna Mistretta. In Germania Il corso delle cose è stato tradotto, molto più opportunamente, in "Il gallo nel cesto", perché la fabula sottende l'acquisto di un pollaio. Senonché, molto meno opportunamente, ma astutamente, il maresciallo Corbo diventa commissario di polizia così da poterlo imparentare a Montalbano. Le copertine delle diverse edizioni tedesche presentano comunque bozzetti agresti con urogalli e altri uccelli favolosi. Ma la casa editrice più attenta ed esauriente a forma e contenuto è l'inglese Picador che dissemina le copertine di numerosi motivi tutti conformi, anche nei particolari, ai temi dei romanzi: tanto che in Slovenia è stata letteralmente copiata. In linea di massima, anche gli editori stranieri indulgono a servirsi di opere d'arte per illustrare le copertine camilleriane, così come Sellerio, con l'eccezione della Penguin americana e della Picador britannica che hanno scelto il disegno originale.
La mostra è però occasione per non fermarsi "a prima vista" davanti alla biblioteca internazionale camilleriana ma di osservarne meglio le copertine per indagare il gusto e l'approccio Oltralpe e Oltremare, così da scoprire come la Sicilia è vista attraverso Camilleri. Siamo alle solite: marranzani e lupare.
In Germania si è arrivati a tradurre Un filo di fumo in "L'isola capricciosa", sottotitolo "Una splendida satira della mentalità siciliana". Epperò più che una satira Camilleri intese ricostruire un piccolo ambiente paesano sullo sfondo di una grande ingiustizia. Ma il massimo della mistificazione, sempre in Germania, si ha per La bolla di componenda, tradotto per una collana chiamata "Storie vere" col titolo "Una cosa d'onore", allusione più che smaccata a Cosa nostra. Il colmo è quanto scrive il risvolto di copertina per accreditare la storia vera: "La prima esperienza di Camilleri con la mafia". Si tratta in realtà di un saggio sul mercimonio delle indulgenze nel quale, in appena due pagine, Camilleri racconta quando nel ‘47 lui e lo zio Vincenzino furono fermati sulla strada per Palermo dalla banda Giuliano che trattò alcuni chili di pesce in cambio di un viaggio sicuro. Quell'episodio diventa senza rossore la trama del libro e gli dà pure il titolo.
E se in Danimarca la serie di Montalbano viene sempre presentata con la definizione di "romanzo criminale della Sicilia", in Norvegia Il ladro di merendine diventa un romanzo scritto "a proposito di cibo e di uccisioni di siciliani", quando protagonisti sono piuttosto donne, uomini e bambini extracomunitari. Negli Usa l'accostamento tra tavola e tabuto non è diverso se La forma dell'acqua risulta "un romanzo di cibo, vino e delitti". Per non scalfire lo stereotipo siciliano, la Penguin ha peraltro pensato bene di raccogliere i primi tre romanzi di Montalbano sotto un unico titolo. Quale? "Morte in Sicilia". Non solo. In molte edizioni Usa appare in copertina una citazione di Donna Leon, la scrittrice americana che vive a Venezia, scrive gialli veneziani ma non pubblica in Italia: «I libri di Andrea Camilleri ispirano un senso di pace, di humour e di disperazione che restituisce l'aria della Sicilia. Leggerlo è come essere presi nella gloriosa, martoriata isola». Niente di più contrario allo spirito di Camilleri che della Sicilia ha sempre colto la multiforme coscienza irenica ed apollinea. Né la serie tv di Montalbano (alla quale molte edizioni estere si richiamano dando al commissario in copertina, così come nella Repubblica ceca e in Svezia, il volto di Zingaretti, diversamente che negli Usa dove Montalbano ne La forma dell'acqua ha un aspetto più camilleriano) si è mai discostata da questo profilo.
Quanto ai titoli, la mostra bolognese non manca di casi a volte fuorvianti. Se è giustificato che Il re di Girgenti divenga in Francia "Il re Zosimo" per privilegiare il ribelle protagonista a scapito di un nome di città desueto, non si capisce perché in Germania Maruzza Musumeci sia inopinatamente "La donna in mare" e La setta degli angeli diventi "La setta dell'angelo", rendendolo un noir esoterico. In Lituania poi Il ladro di merendine si trasforma del tutto immotivatamente in "Il ladro veloce".
Il travisamento è comune e diffuso, ma in Spagna raggiunge l'ilarotragedia: Il sonaglio viene tradotto in "La joven del cascabel", ovvero "La ragazza del serpente a sonagli", quando peraltro il sonaglio si trova in fondo al mare. Ma forse la perla, in fatto di eccessi e iperboli, è norvegese. La pazienza del ragno è raccomandato infatti perché rivela "la decadenza morale dell'Italia di Berlusconi". Il tentativo, un po' dappertutto, è di impadronirsi di Camilleri e di farne un celebrato censore dell'Italia e della Sicilia, senza però tener conto che Camilleri si è sempre dichiarato un "italiano di Sicilia" e che la sua patria è Vigàta, a sua detta «il centro più inventato della Sicilia più tipica».
Gianni Bonina
 
 

La Stampa, 19.9.2014
Tuttolibri
Camilleri, le donne di una vita tra flirt e letture

C’è Ingrid, giovane svedese con cui ebbe una mezza avventura una volta a Copenaghen, in omaggio alla quale ha voluto che l’amica straniera di Montalbano fosse svedese e si chiamasse come lei. C’è Carmela, bella ragazza ammalata di malinconia, nella sua isola siciliana (l’isola di un’isola), il cui caso umano lo indusse, quand’era giovane, a decidere di abbandonare la terra natia. E Beatrice, che è la donna vagheggiata da Dante ma anche il ricordo di un fugace flirt adolescenziale. E Antigone, il personaggio della tragedia sofoclea ma anche uno specchio in cui si riflette il ricordo della ragazza minuta incrociata a un Costanzo show, strenua eroina antimafia.
È un catalogo di 39 figure femminili, storiche o letterarie o personalmente conosciute, tutte per qualche ragione importanti per lui, quello che compila Camilleri nel suo libro di microracconti. Con un’avvertenza: anche gli incontri personali «non potrei giurare che siano realmente accaduti, può darsi che me li sia inventati e poi, col trascorrere del tempo, li abbia creduti veri». Sicuramente accaduto è l’incontro (non femminile) evocato a proposito di Elvira, il nome della nonna materna e della sua storica editrice. Lui e la Sellerio non se la passavano troppo bene, una ventina di anni fa: «Poi da lì a poco, per fortuna mia, di Elvira e della casa editrice, si profilò all’orizzonte la sagoma del commissario Montalbano».
Maurizio Assalto
 
 

La Sicilia, 19.9.2014
IL CASO. La Regione corre ai ripari e cerca di dotarsi di strumenti per tutelare le produzioni audiovisive in Sicilia
Ora Crocetta copia il modello Puglia e vara una "legge Montalbano"
Stancheris. «Proporrò d’inserire il commissario nel Registro delle nostre eredità immateriali»

Palermo. Un disegno di legge in grado di tutelare «la produzione de Il commissario Montalbano e con essa tutte quelle produzioni strutturate in Sicilia che abbiano carattere ciclico e continuativo». Dopo le minacce di trasferire in Puglia il set della celebre fiction trasmessa da Rai1, la Regione siciliana corre ai ripari. A prendere la palla in mano è il governatore Rosario Crocetta che, il giorno dopo la telefonata col produttore della Palomar Carlo Degli Esposti, ieri ha convocato lo staff della presidenza e della segreteria generale, gli assessori al Turismo e all'Economia, l'ufficio legislativo e legale, per pianificare una nuova strategia a sostegno dell'industria dell'audiovisivo.
«Gli strumenti tradizionali dei bandi generici sul cinema - ha affermato Crocetta - mal si conciliano con le esigenze a tutela del patrimonio culturale che rappresenta per la Sicilia la produzione di Montalbano, ormai conosciuta in tutto il mondo, e che viene ripetuta da anni senza mai avere avuto alcun supporto finanziario pubblico. Non possiamo assolutamente rischiare di perdere tale patrimonio e faremo immediatamente la nostra parte».
Crocetta ha anche precisato che sarà riservata una particolare attenzione per tutte «quelle produzioni che oltre a valorizzare i luoghi della Sicilia, ne esaltino la cultura della legalità, della trasparenza e abbiano un forte valore artistico e culturale». Come la fiction Il commissario Montalbano, che l'assessore regionale al Turismo Michela Stancheris ha proposto di inserire nel Registro delle eredità immateriali di Sicilia (Rei). A conferma che l'opera, ispirata dai romanzi dello scrittore agrigentino Andrea Camilleri, viene considerata patrimonio della cultura siciliana. Adesso che la Regione è intenzionata a varare una nuova strategia "modello Puglia", resta da sciogliere il "nodo" delle risorse economiche. Al momento Palazzo d'Orleans dispone di residui dei fondi Fas, che il prossimo anno finiranno. Come hanno confermato ieri dalle colonne di questo giornale il dirigente generale del dipartimento Turismo e il dirigente del servizio 7 "Sicilia filmcommission" si sta raschiando il fondo del barile.
Per questo motivo, la Giunta regionale "busserà" ancora una volta alla porta del governo nazionale. «Faremo richiesta - ha annunciato l'assessore Stancheris - della terza tranche dei fondi previsti dall'Accordo di programma quadro "Sensi contemporanei". Metteremo tutto neo su bianco in una delibera che lunedì sarà portata in Giunta».
La palla dunque passerà a Roma, più precisamente al Cipe, organismo titolato ad erogare i fondi. «Il nostro sogno sarebbe quello di avere 20 milioni di euro. Soldi che non serviranno soltanto per sostenere film e fiction, ma anche a supportare forme artistiche e creative di qualità che hanno nella Sicilia il fulcro principale».
Intanto, dopo le dichiarazioni del governatore Crocetta sul caso Agrodolce, la soap opera finanziata in parte dalla Regione e cancellata nel 2011 dal palinsesto Rai dopo la prima serie per contrasti tra la tv di Stato e i produttori della Einstein, interviene la commissione di Vigilanza. «Proporrò che il presidente della Regione Siciliana, Crocetta, e la Rai vengano al più presto convocati in audizione per fare chiarezza sulla vicenda dei 25 milioni di Agrodolce», ha dichiarato il deputato del Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. «È gravissimo - ha aggiunto - sentir utilizzare da parte di un governatore, il termine vendetta in riferimento al comportamento del servizio pubblico. È opportuno che Crocetta chiarisca, così come è bene che anche i vertici Rai spieghino come stanno le cose. Servono chiarimenti ufficiali». Secondo Anzaldi «la triste e nota vicenda di Agrodolce sembra possa coinvolgere e rovinare il simbolo della buona fiction, quale è Il commissario Montalbano. Saremmo di fronte ad un atteggiamento irresponsabile, mentre serve una soluzione che tuteli l'eccellenza del prodotto Montalbano e garantisca la riapertura del centro di produzione in Sicilia».
Daniele Ditta
 
 

Quotidiano di Ragusa, 19.9.2014
Montalbano rimanga a Ragusa interviene la politica

Il paventato “scippo” delle riprese della serie televisiva del commissario Montalbano ai danni del territorio ibleo in particolare, ma anche siciliano in generale, a favore della Puglia ha destato l’allarme anche della politica iblea ai livelli sia nazionali che regionali. La senatrice Venerina Padua, del Pd, auspica “che la Regione Siciliana, come del resto ha garantito il presidente Crocetta, e la Rai, intervengano sulla società Palomar, come chiede il senatore Michele Anzaldi, segretario della commissione di vigilanza". La senatrice sciclitana osserva che “è impossibile che il set del commissario Montalbano sia trasferito in un'altra regione. La famosa serie televisiva, il suo autore, i libri da cui ha avuto origine, rappresentano inconfondibilmente la Sicilia. Una fiction come quella interpretata da Luca Zingaretti non può essere falsificata. Uno dei principali ingredienti del suo successo è ancora, dopo tanti anni, la sua ambientazione. Trasferire la produzione in Puglia è un danno da evitare”. Sempre sul versante sciclitano interviene anche il deputato regionale dell’Udc, Orazio Ragusa, che individua nella costituzione di un consorzio tra i Comuni iblei, sotto la regia e la spinta politica dell’ex Provincia regionale, oggi Libero consorzio comunale, guidato dal commissario straordinario Carmela Floreno, lo strumento per risolvere il “caso Montalbano” formalizzando subito una proposta per ottenere i finanziamenti necessari dall’assessorato regionale ai Beni culturali. Inoltre Orazio Ragusa invita il Comune di Scicli a mettere già ora a disposizione un locale in cui realizzare il museo di Montalbano, avanzando richiesta per attingere i fondi dalla Regione. “Si tratterebbe – secondo il deputato scudocrociato – di due iniziative parallele su cui lavorare nell’immediato per evitare che la fiction tv su Montalbano traslochi dall’area iblea per andare altrove”. Inoltre Ragusa informa di aver intrattenuto una interlocuzione con il direttore generale dell’assessorato regionale al Turismo che ha chiarito come la Regione abbia messo a disposizione dei bandi per sostenere anche le fiction tv, oltre ai lungometraggi, come accadeva in passato, e che Montalbano ha parecchie chances di potere accedere alle risorse destinate allo scopo, con un tetto massimo di 200mila euro.
Daniele Distefano
 
 

RagusaNews, 19.9.2014
Rimosso il Montalbano d'acciaio a Punta Secca
Forse non è piaciuto

Santa Croce Camerina - Il Montalbano in acciaio inossidabile non c’è più.
La statua del commissario non posa a Punta Secca.
E' in garage.
Tutte le sculture in metallo dell’artigiano Antonino Barone sono state rimosse, su invito dell’amministrazione comunale.
“Le installazioni avevano carattere temporaneo”, è stato spiegato dall’ufficio tecnico comunale, “fino al 31 agosto”.
In realtà, su Facebook si è scatenata una ridda di critiche nei confronti della riuscita dell’opera d’arte, che era stata derubata degli occhiali, aveva subito atti vandalici e goliardici, fra cui una scritta sul bicchiere che Salvo porge allo spettatore: “Montalbano sono”.
 
 

Il giunco, 20.9.2014
Montalbano diventa maremmano: ad Andrea Camilleri la cittadinanza onoraria di Santa Fiora

Santa Fiora – Andrea Camilleri sarà cittadino onorario di Santa Fiora. Lo ha proposto la giunta con una delibera che sarà portata in approvazione al prossimo consiglio comunale.
“Andrea Camilleri vive periodicamente nella frazione di Bagnolo e partecipa alla vita della nostra comunità – commenta il sindaco Federico Balocchi -. Da quando ci onora della sua presenza, Camilleri ci ha insegnato proprio che appartenere ad un luogo significa amarlo e sceglierlo. La percezione di essere parte di una comunità è un dato soggettivo, un sentimento libero da costrizioni che ci permette di sentirci vivi e vitali all’interno di un sistema di legami. Camilleri ha eletto la nostra terra a luogo dell’anima e noi intendiamo riconoscere questo legame forte con un atto istituzionale altrettanto forte”.
Una volta approvata dal consiglio comunale, la cittadinanza onoraria sarà consegnata a Camilleri nel corso di una cerimonia pubblica
 
 

Il Tirreno (ed. di Grosseto), 20.9.2014
Le “Spighe di grano” che piacciono a Camilleri

Castel del Piano. È uscito fresco di stampa per i tipi di Effigi, l’ultimo libro di Alvaro Giannelli “Spighe di grano”, accompagnato da tre premesse illustri, a dimostrazione che questa ultima opera di Giannelli, ex sindaco di Castel del Piano e autore di altri libri di memoria e storia locale, costituisce un ulteriore tassello nel taccuino delle storie casteldelpianesi. «Tu sei narratore nato, caro Alvaro - dice Andrea Camilleri, estimatore da tempo dei libri di Giannelli - tu riesci a realizzare una sorta di miracoloso equilibrio fra la piattezza dei dati, dei numeri, delle cifre, delle percentuali e lo scatto improvviso verso il racconto». Un libriccino impastato di cose tradizionali come «olivi e olio, vigne e vino bestie da soma e da latte, maiali, polli, castagne e farina dolce, orti, metodi di lavoro», come chiosa nella prefazione Fiora Imberciadori, emerito membro dei Georgofili che annota che negli anni 60 tutto cambia e si abbandona la campagna. Il professor Scalabrelli, nell’introduzione così sintetizza il valore del libro e la trasformazione dell’economia di zona: «Giannelli, prendendo come riferimento i documenti originali del suo bisnonno, ci permette di fare un confronto con la situazione attuale in merito al costo giornaliero di un operaio e quello di un quintale di vino prodotto all’epoca. La cosa sorprendente, nota Scalabrelli è che con una giornata di lavoro si potevano comprare 3 litri di vino sfuso. Riferendoci ad oggi, ammettendo che una giornata di lavoro possa essere retribuita a 60 euro, significherebbe che un litro di vino sfuso dovrebbe costare non meno di 20 euro. Per questo, afferma lo studioso, le aziende non riescono più a stare sul mercato». Il libro di Giannelli si articola in capitoletti brevi e essenziali. Chiude un’appendice di detti ed espressioni contadine e una ricognizione dei poderi a mezzadria nel comune di Castel del Piano: «Del grano, che per centinaia di anni ci aveva fatto sopravvivere oggi non si trova più una spiga per farci un omaggio anche simbolico ad un vecchio che questa storia l’ha vissuta». Un «requiem per una civiltà contadina che per fortuna uomini come Alvaro mantengono viva nella memoria comune», conclude l’amico Camilleri.
(f.b.)
 
 

La Repubblica, 20.9.2014
Il sabato del villaggio
La fiction che può giovare all’Italia
No, la via della saggizza è sempri la strata di mezzo.
(da “ La piramide di fango” di Andrea Camilleri — Sellerio, 2014 — pag. 240)

Nella settimana in cui sono ripartiti i talk show, e s’è accesa la sfida tra il nuovo “Ballarò” di Massimo Giannini (su Rai Tre) e il vecchio “Ballarò” di Giovanni Floris (“Di martedì” su La 7), forse può apparire stravagante parlare di fiction. È vero che l’informazione, come qui abbiamo sempre sostenuto, è l’anima della tv e in particolare di quella pubblica. Ma la televisione non è solo talk show e questi non sempre fanno buona informazione: anzi, spesso deformano la realtà, spettacolarizzano la politica, confondono le idee alla gente. E poi, a volte la fiction può anche informare di più, raccontando fatti, situazioni, personaggi in forma romanzata e quindi più attraente: valga per tutti l’esempio di “Gomorra”, la serie di Roberto Saviano su Sky, esportata con grande successo anche all’estero.
Perché, dunque, questa settimana vogliamo parlare di questo argomento? In primo luogo, perché a Roma s’è svolta l’edizione 2014 di Fiction Fest e martedì scorso s’è tenuto all’Auditorium un convegno sul tema “Presente e futuro della fiction italiana”, promosso dall’Associazione produttori televisivi. Ma soprattutto perché intorno alla nuova serie tv del commissario Montalbano, tratta dai romanzi di Andrea Camilleri e magistralmente interpretata da Luca Zingaretti per Rai Uno, è scoppiata una “querelle” politica tra la Sicilia e la Puglia che si contendono la location della produzione.
Finora, le imprese dell’intraprendente commissario sono state ambientate propriamente nell’isola in cui sono narrate dalla penna di Camilleri. Tanto da aver alimentato addirittura un flusso turistico dal Nord Europa sui luoghi (immaginari) della fiction. Ma al contrario di quello che è stato detto nei giorni scorsi da un “esperto” di televisione, durante un seminario sulla Rai organizzato dal Dipartimento Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma, per una volta almeno è stata la tv pubblica a precedere quella satellitare nell’esportare la sua fiction.
Il caso è esploso quando s’è appreso che la società di produzione “Palomar”, per superare le difficoltà economiche e organizzative, aveva preso contatto con la Regione Puglia per realizzare lì la prossima serie di Montalbano. Apriti cielo: la Sicilia è insorta e i cittadini di Ragusa si sono offerti addirittura di autotassarsi per trattenere il celebre commissario. E la questione, come spesso accade in Italia, è finita in politica con la partecipazione straordinaria del governatore siciliano, Rosario Crocetta, convocato d’urgenza dalla Commissione parlamentare di Vigilanza.
Per evitare sospetti di partigianeria, o magari di “conflitti di interessi” sentimentali, chi scrive deve dichiarare qui la propria origine pugliese. Ma in questa occasione bisogna riconoscere che la bilancia pende senz’altro a favore della Sicilia. Le storie di Montalbano sono tutte radicate nel contesto sociale dell’isola; il commissario e i suoi collaboratori parlano lo “slang” tipico inventato da Camilleri; e perciò una diversa ambientazione risulterebbe inevitabilmente posticcia. Sarebbe, tanto più da parte del servizio pubblico un’edizione “taroccata”, come l’ha definita il palermitano Michele Anzaldi, deputato del Pd e segretario della Vigilanza.
C’è anche un precedente che qui può essere utile citare. Un paio d’anni fa è stato prodotto un bel film di Daniele Ciprì sulla mafia, intitolato “È stato il figlio” e interpretato da un impareggiabile Toni Servillo, con il contributo di Apulia Commission, l’agenzia di promozione istituita dall’inesauribile fantasia di Nichi Vendola. E questo organismo regionale ha sicuramente giovato all’immagine turistica della Puglia, specialmente con i suggestivi film di Ferzan Özpetek ambientati nel Salento.
Ma che cosa c’entra la Regione Puglia con la mafia? Perché ha destinato soldi pubblici dei contribuenti pugliesi a un’opera che nella finzione cinematografica è ambientata in Sicilia? L’opinabile spiegazione è che il film è stato girato per cinque settimane alla periferia di Brindisi e questo avrebbe prodotto un ritorno economico sul territorio, dagli alberghi ai ristoranti e ai bar, oltre a un effetto per così dire “formativo” sulle maestranze locali.
Siamo, insomma, alla fiction della fiction. La capacità di “narrazione” del governatore Vendola supera anche i confini territoriali e tende a trasportare sul set cinematografico della sua regione perfino le storie tipiche di mafia. Sarà pur vero, come contesta lo stesso Camilleri, che finora “la Sicilia non ha mosso un dito” per realizzare la nuova serie di Montalbano. Ma il suo solerte e simpatico commissario non merita un trasferimento coatto.
Giovanni Valentini
 
 

La Sicilia (Ragusa), 20.9.2014
S. Croce. Lunedì a Palazzo del Cigno la riunione e la nota congiunta dei sindaci
Non solo fiction, è in Montalbano tutto quello che la realtà non dice
Iurato: «Un sorta di puzzle che ha dato le ali alla nostra provincia»
Metti uno scrittore, un regista, un attore, una televisione e ottieni una promozione tanto inattesa quanto efficace

S. Croce. Per qualcuno sarà solo fiction. Ma per molti, migliaia, nella provincia iblea, è realtà. Una realtà ben radicata, sicuramente inattesa e fondamentale nella sua rarità. Un vero e proprio "prodigio". Lo definisce così il miracolo Montalbano il sindaco Franca Iurato. E' lei ad annunciare che lunedì i primi cittadini dell'area ragusana si riuniranno per tenersela stretta questa risorsa. Un documento unitario per tendere le braccia, mai chiuse, al commissario tivù più amato. E' quello che verrà redatto nei prossimi giorni.
"I sindaci dei Comuni Iblei - si legge in una nota del sindaco Iurato che anticipa del summit istituzionale che si terrà nell'aula consiliare di palazzo del Cigno all'inizio della settimana entrante - ringraziano la Palomar e tutti i soggetti coinvolti nel decollo turistico dei nostri luoghi su scala internazionale. Una combinazione felice e irripetibile di tanti elementi, una sorta di fortunato puzzle, ha dato ali alla nostra provincia, perla siciliana prima poco conosciuta più. Metti uno scrittore, Andrea Camilleri, che medita su sicilianità, sicilitudine o semplicemente Sicilia. Una prova di linguaggio fortemente contaminato dalla lingua isolana, un'editrice intelligente dalle fiere origini iblee che non le impediscono comunque di spaziare oltre, Elvira Sellerio. Una casa di produzione che scommette sul Sud - la Palomar e Carlo Degli Esposti -, un regista, Alberto Sironi, che si innamora dei nostri paesaggi dai colori caldi e forti, nitidi eppure dolci e struggenti come i nostri tramonti sulle rive dell'estremo lembo d'Europa. Un attore bravo, Luca Zingaretti, che dà costrutto ad un personaggio. Ma anche un "location man" ragusano, Pasquale Spadola, e un popolo generoso e ospitale come noi siciliani sappiamo essere. E, ultimi ma non ultimi, gli sceneggiatori e tutti tecnici. Metti tutto ciò insieme, ed ecco "il miracolo Montalbano". Continua ancora il sindaco Iurato ad enumerare dieci anni di gratitudine e progresso, nel segno di un exploit senza precedenti.
"Un successo, quello di questo sceneggiato, che ha reso celebri i nostri meravigliosi paesaggi e spinto molti turisti a venire qui: godere dei luoghi dell'amata fiction economia, una boccata di ossigeno e di speranza - scrive, ancora, Franca Iurato - Ecco perché esprimiamo gratitudine. Ci teniamo, però, anche ad esprimere la nostra comune intenzione di interloquire con la Produzione e con la Regione Sicilia, affinché i luoghi della fiction restino questi e non assumano altri contorni. Vogliamo che Montalbano resti qui e faremo il possibile, come abbiamo fatto finora, perché ciò avvenga. Già da una precedente riunione, è scaturito forte e chiaro questo intento unanime, che verrà consolidato nella redazione di un documento unico da parte di tutti noi sindaci. Ci riuniremo, quindi, lunedì 22 settembre, presso l'aula consiliare del Comune alle 17, per concordare uno scritto che affermi la nostra intenzione di non interrompere il rapporto con la Produzione della fiction".
Ancora nel nome di Montalbano, e sempre lunedì, farà ritorno al suo elemento naturale, a Punta Secca, nella spiaggia sita accanto al porticciolo, la caretta caretta, battezzata, non a caso, proprio Montalbano, recuperata da circa un mese nelle acque della Marinella televisiva. L'evento, promosso dalle Regione Sicilia e dall'Istituto Zooprilattico Sperimentale della Sicilia ‘A. Mirri', avrà luogo in mattinata davanti la casa del famoso commissario. La tartaruga marina, del peso di 42 Kg, ha finito il suo periodo di riabilitazione in vasca ed è pronta per essere reintrodotta nel suo habitat naturale.
Alessia Cataudella
 
 

La Sicilia (Agrigento), 20.9.2014
Montalbano. Contatti per effettuare le riprese esterne nel nostro territorio
La fiction ad Agrigento
Degli Esposti ha confermato disponibilità al sindaco di Porto Empedocle e al presidente del Distretto turistico che cercheranno di venire incontro alle esigenze della produzione

Sono in corso trattative perché la provincia di Agrigento possa "entrare" nelle riprese della prossima stagione della fiction "Il Commissario Montalbano"
Dopo le polemiche dei giorni scorsi da parte della Palomar e la minaccia - poi ritirata - di spostare in Puglia il set di una delle più fortunate serie tv italiane, adesso è il patron della casa produttrice ad aprire all'Agrigentino. "Si può intravedere con la Regione l'apertura di una nuova stagione - ha dichiarato Carlo Degli Esposti a La Sicilia - che coinvolta i comuni e i cittadini di tutto il Sud Est della Sicilia, compresa Porto Empedocle". Rosario Crocetta, infatti, dopo il "botta e risposta" intercorso con la produzione ha tra le altre cose annunciato la presentazione di un fondo a cui la "Palomar" potrà attingere. "Non sono abituato a fare annunci prima di avere qualcosa di concreto da dire - è la risposta del sindaco Lillo Firetto -, ma devo confermare quanto sostenuto dalla Palomar. Una interlocuzione esiste e il tema sarà oggetto di futuri incontri. Ovviamente - continua - non sarà possibile inserire l'Agrigentino nelle riprese della serie delle indagini del ‘Giovane Montalbano', ma ci sono i margini perché si possa fare qualcosa per la prossima stagione".
Appare certo, anche se ufficiosamente, che rispetto a quanto gli spettatori si sono abituati a vedere in tv cambierà poco: di certo Montalbano non "traslocherà" dalla sua casa sulla spiaggia ed è altrettanto certo che non sarà cambiata la location che ospita ad esempio la Questura, ma il progetto è inserire all'interno delle riprese parti del "mondo" in cui il commissario di Camilleri vive e si muove.
"Si parla di aggiungere riprese esterne - dice l'amministratore del Distretto turistico Valle dei Templi Gaetano Pendolino - che è poi quello che speravamo. Nei prossimi giorni incontreremo la produzione per verificare le loro esigenze e valuteremo cosa possiamo fare da un punto di vista del supporto logistico e tecnico. Da parte nostra c'è la massima apertura ad accogliere la produzione nel nostro territorio. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni". Sarà, aggiungiamo noi, probabilmente un'occasione eccellente per mettere in "moto" la "Film commission Valle dei Templi" presentata giusto nell'aprile scorso dal Distretto con l'intento appunto di creare una "struttura" che possa accogliere le produzioni cinematografiche e televisive.
Intanto nella giornata di ieri il sindaco di Palma di Montechiaro Pasquale Amato ha inviato una lettera al presidente della Regione Rosario Crocetta, all'assessore Michela Stancheris e a Carlo Degli Esposti rispetto al rischio di un trasferimento della serie tv. "Sarebbe - spiega -una misera e miope scelta non evitare la continuazione della fiction altrove, per l'efficienza funzionale che è capace di assicurare nella promozione del territorio questa straordinaria quanto unica serie".
Gioacchino Schicchi
 
 

Corriere di Ragusa, 20.9.2014
Il produttore ottiene ciò che voleva, ovvero i soldi, e abbandona l´idea di girare in Puglia
Addirittura un ddl Montalbano per il "commissario" che resta in Sicilia. Una esagerazione in puro stile grottesco siculo
Crocetta, come fa spesso di questi tempi, eccede in decisioni che andavano ponderate meglio

Alla fine tutti contenti. O quasi. La vicenda Montalbano è stata in fondo solo una tempesta in un bicchiere d´acqua di cui già si intuiva l´epilogo. Carlo Degli Esposti, produttore della fiction del commissario nato dalla penna di Camilleri si vedrà quindi "riconosciuto" il suo ruolo nella promozione della Sicilia, e del territorio ibleo in particolare, con un sostanzioso contributo economico, ancora da quantificare, ed abbandonerà tutto d´un tratto l´idea di trasferirsi nel Salento perchè, come ha detto a più riprese, "la Regione Puglia mi fa ponti d´oro". Rosario Crocetta è uscito dal pantano in cui si è ritrovato e ha individuato nell´iscrizione nel registro dei beni immateriali della Regione la fiction del commissario, mettendola alla pari del tempio della Concordia ad Agrigento, del teatro greco di Siracusa, della Cappella Palatina e del barocco ibleo. Insomma, addirittura un ddl per la serie. Una esagerazione in puro stile grottesco tutto siciliano. Dal bianco al nero, senza sfumature di grigio, senza mezze misure.
Contenti naturalmente i sindaci e i vari amministratori iblei che si sono affannati in comunicati a tratti stucchevoli e che, ancora una volta, grazie a Montalbano, hanno avuto il loro quarto d´ora in più di visibilità, che di questi tempi non guasta mai. Niente paura, dunque, Montalbano resta nella sua casa di Punta Secca, si muoverà tra Ibla e Scicli, farà una puntata alla "mannara" di Sampieri, gustando pesce fresco ed arancini tra una indagine e un´altra. Niente più trulli o orecchiette alle cime di rapa. Il caso è risolto. Bravo Montalbano!
Duccio Gennaro
 
 

UrbanPost, 21.9.2014
Il Commissario Montalbano, anticipazioni: “Una voce di notte” episodio di lunedì 22 settembre
“Una voce di notte” è il titolo del prossimo episodio de “Il Commissario Montalbano”, che andrà in onda lunedì 22 settembre alle 21.10 su Rai 1
 
 

GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
1924-2014. La Rai racconta l’Italia
21 settembre - 21 ottobre 2014
Inaugurazione: GAM - sabato 20 settembre, ore 18

Due istituzioni di Fondazione Torino Musei, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea con una sezione storica-documentaria e Palazzo Madama per la parte dedicata al costume, raccontano la RAI in un percorso tra storia, informazione, cultura, spettacolo. Una storia italiana.
In mostra: la ricostruzione di un set televisivo degli anni ’70, materiali d’archivio, tecnologia, video, fotografie e ancora costumi, abiti, straordinarie invenzioni che hanno fatto della RAI, in 90 anni di radio e in 60 anni di televisione, la più importante impresa culturale d’Italia.
Si apre a Torino, la città da cui 90 anni fa fu diffusa la prima trasmissione dell’Unione Radiofonica Italiana, una nuova e grande tappa dell’esposizione che racconta la RAI.
La Rai racconta l’Italia: storie grandi e piccole, testimonianze del giornalismo televisivo, le notizie che hanno cambiato il paese, i protagonisti, i costumi delle dive del piccolo schermo dalle gemelle Kessler, Mina, Raffaella Carrà fino a Patty Pravo, Ines Sastre così come le storie, tutte trasmesse da radio e tv, di gente comune, di paesi, avvenimenti della storia nazionale.
L’esposizione nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, in collaborazione con la Fondazione Torino Musei per la tappa nella capitale sabauda.
La mostra si avvale del sostegno di Eni e di Intesa Sanpaolo e della collaborazione di Piero Angela, Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, Arnaldo Plateroti, Emilio Ravel, Marcello Sorgi, Bruno Vespa, Sergio Zavoli e della partecipazione di Fabiana Giacomotti per la sezione costumi.
La curatela è di Costanza Esclapon, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, Alessandro Nicosia, Presidente di Comunicare Organizzando e di Barbara Scaramucci, già Direttore di Rai Teche.
un progetto Comunicare Organizzando.
catalogo Skira/Nuova Eri.

 
 

Palazzo Madama - Torino
1924-2014. La Rai racconta l’Italia
Una mostra a Palazzo Madama, alla GAM e all'Auditorium festeggia la RAI
dal 20/09/2014 al 02/11/2014

La RAI festeggia i sessant’anni della televisione e i novanta anni della radio in Italia con una mostra che racconta come essa abbia portato nelle case degli Italiani informazione, cultura, moda, divertimento. A Palazzo Madama sono esposti alcuni tra i più bei costumi delle sue trasmissioni, dal varietà al balletto, dai festival della canzone ai programmi per ragazzi. Un nucleo di circa quaranta capi, selezionati da Fabiana Giacomotti, che illustra la relazione tra moda e costume di scena ed evoca le indimenticabili icone della tv.
Indiscutibile protagonista è Mina, raccontata dai sorprendenti costumi disegnati per lei da Piero Gherardi, vincitore di due premi Oscar per i film di Fellini (La dolce vita, nel 1960, e Otto e ½, nel ’63). Sofisticati e di grandissima potenza visiva, gli abiti dei Carosello Barilla del 1967 sono incredibili creazioni di penne di fagiano, crine sintetico, tessuto, fil di ferro, cartoncino: assoluta finzione per una mise en scène di personalità non inferiore a quella della cantante.
Accanto a lei, Raffaella Carrà, Heather Parisi, Milly Carlucci hanno brillato nel Grande Varietà degli anni Ottanta – Novanta con gli abiti di Luca Sabatelli, il vestito interamente ricoperto di Swaroski della Carrà in Millemilioni, del 1981, e quello con la sagoma sfavillante del Chrysler Building dell’americana Heather Parisi in Fantastico 4 nel 1983, o da Riccardo Colabucci, autore anche dei famosi gilet ‘metallici’ di Alice ed Ellen Kessler a Canzonissima nel 1969, ardito e classico allo stesso tempo.
Dall’archivio della sartoria Farani e della RAI di Torino provengono i fantasiosi e coloratissimi costumi disegnati da Danilo Donati per I clown di Federico Fellini, andato in onda la sera di Natale del 1970, tela e squame di celluloide e grandi ali di farfalla, il tenero Pinocchio e il clown ingenuo vestiti di feltro da Roberta Vacchetta e amati dai piccoli spettatori di La casa che suona ed, ancora, i costumi di Rita Passeri per La nonna del Corsaro Nero, lo sceneggiato musicale che ebbe enorme successo tra i ragazzi degli anni Sessanta.
Nella Camera di Madama Reale è la fiammata dei grandi stilisti, che firmano gli abiti di haute couture indossati da conduttrici e artiste per quel grande “festival della televisione” che da sempre è il festival di Sanremo. Qui prevale il gusto per un’eleganza classica, internazionale, da red carpet: Gianni Versace, Giorgio Armani, Valentino, la maison Emilio Pucci, Alberta Ferretti, Gianfranco Ferré sono rappresentati dai magnifici abiti iconici indossati da Patty Pravo, Andrea Osvart, Elisabetta Canalis, Ines Sastre, Belen Rodriguez, Lorella Cuccarini. Chiude la serie l’abito di organza indossato da Noemi al festival di quest’anno, disegnato da Guillermo Mariotto per la maison Gattinoni.
L’esposizione nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, in collaborazione con la Fondazione Torino Musei per la tappa nella capitale sabauda.
La mostra si avvale del sostegno di Eni e di Intesa Sanpaolo e della collaborazione di Piero Angela, Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, Arnaldo Plateroti, Emilio Ravel, Marcello Sorgi, Bruno Vespa, Sergio Zavoli e della partecipazione di Fabiana Giacomotti per la sezione costumi.
La curatela è di Costanza Esclapon, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, Alessandro Nicosia, Presidente di Comunicare Organizzando e di Barbara Scaramucci, già Direttore di Rai Teche.
 
 

OsservatorioOggi, 21.9.2014
Fabiano Amati: 'Il commissario Montalbano in Puglia non sarebbe uno scandalo'
Il consigliere regionale fasanese polemizza con il giornalista di Repubblica Giovanni Valentini su un articolo apparso ieri

"Sbaglia il pugliese Giovanni Valentini nel suo articolo su Repubblica. Il commissario Montalbano è siciliano, non c'è dubbio, ma la scelta sui luoghi ove girare la fiction è una decisione industriale. Se per il produttore la Puglia è più accogliente della Sicilia non penso che ci si debba scandalizzare."
A dichiarare questo il Consigliere regionale della Puglia Fabiano Amati, con riferimento ad un articolo apparso ieri (sabato 20 settembre) sul quotidiano "La Repubblica" dal titolo "La fiction che può giovare all'Italia". "Qualche giorno fa - dice Amati - il produttore del commissario Montalbano Carlo Degli Esposti ha adombrato la possibilità di girare la nuova serie della fiction a Fasano (Torre Canne o Savelletri), prendendo atto della scarsa collaborazione della Regione Sicilia.
Con il suo articolo - continua il consigliere regionale fasanese -, Valentini sostiene che Montalbano non può essere girato in Puglia, perché le sue storie "sono tutte radicate nel contesto sociale dell'isola" e "il commissario e i suoi collaboratori parlano lo slang tipico inventato da Camilleri". Insomma, secondo Valentini l'edizione girata eventualmente a Fasano risulterebbe posticcia e taroccata. Non mi pare che le cose possano essere commentate così. In che modo i luoghi scelti per girare possono condizionare e falsare la rappresentazione del contesto sociale dell'isola? Cosa c'entrano i luoghi delle riprese con il linguaggio dei personaggi rappresentati? Vorrei ricordare che nella storia del cinema non si contano i film girati negli stabilimenti di posa, nonostante il contesto sociale delle opere letterarie da cui erano stati tratti non era mai radicato a Cinecittà. Per la fedeltà al contesto sociale basta un'ottima sceneggiatura e scenografia, e la fiction, appunto, è fatta. Il dottor Zivago cinematografico non fu meno russo di quello del romanzo di Pasternak solo perché il film, se non sbaglio, fu girato in Spagna, Finalndia e Canada. E poi. Gli arenili e gli scogli pugliesi non parlano. Notoriamente. Penso che la stessa inabilità linguistica c'è l'abbiano quelli siciliani.
Per questo - conclude Amati - ci sarebbe da stare tranquilli: lo slang tipico inventato da Camilleri non rischierebbe adulterazioni. A pronunciare bene i "cabasisi" ci devono pensare gli attori, non certo il paesaggio. La scelta di girare in Sicilia o in Puglia, quindi. appartiene alle decisioni industriali della produzione, che premiano il contesto economico e politico con più salde radici, questa volta ci vuole, nella promozione del territorio attraverso il cinema. Se la fiction giova all'Italia, come dice il titolo dell'articolo di Valentini, la Puglia e Fasano sono state in grado di dare un maggiore contributo al Paese in termini di giovamento. Almeno secondo l'intenzione industriale della Palomar. Non è colpa dei pugliesi e dei fasanesi se la Sicilia, almeno quanto al cinema, si presenti in questi anni un po' troppo Buttanissima, come scrive con lo slang tipico il siciliano Buttafuoco nel suo ultimo saggio. Ed io ho capito benissimo cosa significasse "Buttanissima" pur avendo letto il libro stando seduto sotto un leccio secolare della Selva di Fasano."
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 21.9.2014
Aumentano gli arrivi ma calano i prezzi E i conti del turismo restano in rosso
L'Isola favorita da fattori occasionali come il maltempo al Nord e le guerre in Medio Oriente

[…]
I turisti arrivano, non spendono e si disperdono. Succede anche nella superpotenza Ragusa, quella che il produttore della fiction sul commissario Montalbano medita di lasciare per il più vantaggioso Salento. Qui albergatori e ristoratori, per non perdere il primato, puntano a innalzare gli standard di qualità rivolgendosi quasi esclusivamente al turista straniero. Ma cosa accadrebbe se domani finisse l'effetto Camilleri e, soprattutto, senza sinergie con gli aeroporti?
[…]
Eleonora Lombardo e Lorenzo Tondo
 
 

Corriere della Sera, 22.9.2014
Montalbano è già abbastanza ricco perché adesso batte Cassa in Sicilia?

Nuova fiction in Sicilia. Due i personaggi principali. Il primo è Carlo Degli Esposti, 60 anni, bolognese, ex di Lotta Continua (detto Papalla), fondatore e presidente della Palomar (dall’omonimo romanzo di Italo Calvino), produttore della serie tv sul commissario Montalbano. L’altro è Rosario Crocetta, presidente della Regione.
Degli Esposti chiede a Crocetta 800 mila euro a lui promessi dall’ex assessore al Turismo, Tranchida, quale contributo per la produzione del personaggio di Andrea Camilleri. In quindici anni, precisa, la serie non ha mai avuto il minimo aiuto dalla Regione, mentre dal 1998 ha fatto aumentare il turismo in Sicilia del 12 per cento. I beneficiari? Porto Empedocle (Vigata), Scicli (sede del commissariato), Marinella (Puntasecca, tra Marina di Ragusa e Scoglitti), Montelusa (Agrigento), zone limitrofe e indotto. Diversamente - minaccia Degli Esposti - i prossimi episodi verranno girati in Puglia: a Fasano oppure a Otranto. Rivolta dei sindaci dei paesi coinvolti, scesi in campo a fianco del produttore: Montalbano deve restare in Sicilia. Con lui, il boom turistico è assicurato. Anche se il nuovo assessore, Stancheris, appare piuttosto tiepido («la Sicilia film commission ha appena stanziato un milione e mezzo di euro per le fiction tv; le domande per i contributi scadono il 20 ottobre»), Crocetta sta studiando come salvare la situazione. Un aiuto viene dalla società Soaco, che gestisce l’aeroporto di Comiso: l’ad proporrà di condonare i diritti aeroportuali. La vicenda ha dato l’opportunità agli avversari di Crocetta di attaccarlo su Montalbano, mentre i motivi sono politici.
C’è, comunque, un altro aspetto da considerare. Premesso che la serie di Luca Zingaretti è stata venduta in 17 Paesi e che la Rai, sino ad oggi, ha guadagnato alcune decine di milioni di euro (sic!), non si capisce perché adesso la Regione Siciliana debba regalare 800 mila euro a Degli Esposti. È una richiesta, questa, che potrebbe avere una sua logica esclusivamente se l’avventura della Palomar su Montalbano cominciasse adesso - rischiando - oppure ci avesse già rimesso dei quattrini. Diversamente ha proprio un brutto sapore.
Sebastiano Grasso
 
 

La Sicilia, 23.9.2014
IL CASO. Varato provvedimento a favore industria audiovisiva
Nasce il "ddl Montalbano" ma i fondi sono limitati
S’inizia con una dotazione di 200mila euro
L'assegnazione. Secondo criteri che verranno disciplinati dall'assessore al Turismo

Palermo. Un fondo a disposizione delle produzioni seriali che effettuano riprese in Sicilia da almeno tre anni e che siano inserite nei palinsesti di emittenti nazionali o estere. Dopo le minacce di trasferire in Puglia il set della fiction Il commissario Montalbano, le numerose polemiche, il colloquio chiarificatore tra il produttore Carlo Degli Esposti e il governatore Rosario Crocetta, la Regione Siciliana corre ai ripari: ieri la Giunta ha approvato l'annunciato disegno di legge a sostegno delle produzioni audiovisive a carattere ciclico e continuativo, che promuovono luoghi, storia, identità culturale dell'Isola. Potrebbe essere ribattezzato "ddl Montalbano", ma in effetti viene esteso a tutta l'industria dell'audiovisivo che si è strutturata in Sicilia.
Un provvedimento atteso, che però al momento può contare su una dotazione finanziaria di appena 200 mila euro per il 2014. Tanto è stato inserito dal governo regionale nel fondo appena istituito: soldi reperiti tra le pieghe del bilancio di Palazzo d'Orleans. Per quanto riguarda gli anni successivi, l'esecutivo conta di reperire fondi nazionali o europei. Insomma, 200 mila euro per partire e strada facendo si vedrà.
I criteri per l'assegnazione delle risorse economiche verranno disciplinati attraverso un provvedimento attuativo dell'assessore regionale al Turismo, Michela Stancheris. L'obiettivo della Giunta è di andare oltre i tradizionali bandi per i film e le serie televisive, al fine di tutelare quei prodotti audiovisivi considerati patrimonio culturale della Sicilia. Come la fiction Il commissario Montalbano - opera ispirata dai romanzi dello scrittore agrigentino Andrea Camilleri - che l'assessore Stancheris ha anche proposto di inserire nel Registro delle eredità immateriali di Sicilia (Rei).
Adesso, il testo del disegno di legge sarà inviato alle competenti commissioni dell'Ars per seguire il normale iter legislativo. Il provvedimento, varato d'urgenza dalla Giunta (il "caso Montalbano" è stato sollevato la settimana scorsa), non sembrerebbe però sciogliere il nodo delle risorse economiche necessarie per supportare il settore. Il "modello Puglia" è ancora lontano: nella Regione guidata da Nichi Vendola si spende poco ma bene. E in più vengono offerti una serie di servizi (disbrigo pratiche burocratiche e permessi, rimborsi per spese di vitto e alloggio ecc…) che attirano i produttori. Questo è uno dei motivi per cui Degli Esposti, rappresentante della Palomar, aveva minacciato di trasferire tutto in Puglia. Anche se Apulia film commission - fondazione partecipata all'80% dalla Regione - non ha mai formalizzato una proposta al produttore de Il commissario Montalbano. Tanto è bastato però per far accendere i riflettori sul sostegno all'industria dell'audiovisivo che opera in Sicilia, che impiega maestranze locali, genera flussi turistici e dà lavoro ad un indotto fatto di ristoranti, hotel, attività commerciali. La Regione ci prova con una norma, gli enti locali destinando (lo ha proposto tra gli altri il Comune di Ragusa) parte delle somme incassate con la tassa di soggiorno. Basterà?
Daniele Ditta
 
 

Live Sicilia, 22.9.2014
L'esecutivo
Ecco la nuova Formazione targata Scilabra
Sì al ddl "salva-Montalbano", revocati i manager

La giunta ha approvato la riforma dei corsi. Verranno coinvolte anche le scuole e i Liberi consorzi, spuntano i voucher per gli allievi: tutte le novità. Ok anche alla norma che consentirà alla celebre fiction di restare in Sicilia. "Saltano" Cantaro e Pellicanò, ma è già polemica sui pareri legali.

Palermo [...]
La legge "salva Montalbano"
La giunta, poi, ha anche approvato il ddl che dovrebbe consentire di mantenere in Sicilia la produzione della fiction sul commissario Montalbano. Il testo, appena esitato dal governo, dovrebbe estendere ai luoghi “di Montalbano” il valore di beni immateriali della Regione, oltre a prevedere un finanziamento per la produzione.
[...]
Accursio Sabella
 
 

Il Sito di Palermo, 23.9.2014
Politica regionale
Sicilia, da giunta via libera al disegno di legge “salva-Montalbano” e riforma formazione
Il "governatore" Rosario Crocetta incontrerà la stampa alle 11.30 presso la Sala Alessi di Palazzo d'Orleans alle 11,30

La giunta regionale, presieduta da Rosario Crocetta ha approvato il disegno di legge di riforma della formazione professionale. Via libera anche al ddl sugli "interventi a favore delle produzioni audiovisive seriali con carattere ciclico e continuativo".
Si tratta del provvedimento annunciato nei giorni scorsi dal governatore, Rosario Crocetta, per scongiurare il trasferimento della fiction "Il commissario Montalbano" paventato dalla produzione della fortunata serie tv nata dalla penna dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri. […]
 
 

ANSA, 23.9.2014
Sicilia: via libera a 'ddl Montalbano'

Palermo - Parte con una dotazione di 200 mila euro il fondo per le produzioni audiovisive seriali con carattere ciclico e continuativo istituito con un apposito disegno di legge approvato dalla giunta di Rosario Crocetta, cosiddetto "ddl Montalbano" e che sarà trasmesso all'Assemblea siciliana. "Non è un progetto ad hoc per la fiction Montalbano - ha spiegato l'assessore regionale al Turismo Michela Stancheris - ma un disegno di legge complessivo per valorizzare il territorio della Sicilia".
 
 

TvZap, 23.9.2014
La Regione Sicilia stanzia 200mila euro per salvare Montalbano
Ideato e finanziato un fondo regionale per le produzioni audiovisive seriali dal nome significativo Ddl Montalbano

In campo per salvare la sicilianità di Montalbano almeno a livello di set con uno stanziamento da 200mila euro. E’ quanto fatto dalla Regione Sicilia dopo le polemiche dei giorni scorsi condite dalla minaccia di trasferire la produzione della fiction più amata in Italia dai lidi isolani, dove per altro Andrea Camilleri ha ambientato i suoi racconti, alla Puglia o meglio ad Otranto.
Si rischiava un’altra tragedia popolare come quando anche Don Matteo cambiò casa. Invece sembra che questa ipotesi sia da scongiurare. Parte infatti con una dotazione di 200 mila euro il fondo per le produzioni audiovisive seriali con carattere ciclico e continuativo istituito con un apposito disegno di legge approvato dalla giunta di Rosario Crocetta, cosiddetto “ddl Montalbano” e che sarà trasmesso all’Assemblea siciliana. “Non è un progetto ad hoc per la fiction Montalbano – ha spiegato l’assessore regionale al Turismo Michela Stancheris – ma un disegno di legge complessivo per valorizzare il territorio della Sicilia”. Sarà, ma certo appare una rincorsa per impedire un nuovo psicodramma.
Massimiliano Carbonaro
 
 

Il Giornale, 23.9.2014
Crocetta vara il ddl "salva Montalbano"
Dopo le polemiche per il rischio che la fiction si trasferisse in Puglia la Regione Sicilia vara un ddl che assegna contributi alle produzioni tv che valorizzino il territorio

Qualche giorno fa è uscita la notizia che la fortunata serie tv Montalbano avrebbe lasciato la Sicilia, trasferendosi (per le riprese) in Puglia.
Si trattava di un annuncio provocatorio, quello del produttore Carlo Degli Esposti. Subito, però, era scattata la protesta dei fan, allarmati. Si era fatto sentire anche Andrea Camilleri, autore dei libri a cui si ispira la fiction: "La Regione Siciliana ed i suoi governi in questi anni non hanno fatto niente per aiutare o coadiuvare la produzione del Commissario Montalbano. Malgrado l'indotto creato per il turismo dalle riprese cinematografiche, soprattutto nella parte sud orientale dell'Isola". Tirato in ballo da tanto clamore il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ha provato a calmare le acque. ''Mi spiace sentire queste parole, non mi ha mai contattato nessuno. Sono pronto al dialogo e al sostegno. Se hanno parlato con qualche burocrate non del mio gabinetto non so, ma il presidente della Regione sono io e sono disponibile''. Crocetta, però, se l'è presa anche con la Rai: "Ci deve dare 25 milioni di euro e fa saltare la fiction Montalbano? Non facciano i furbi, non accetto contro-partite. E' strano che questa vicenda di Montalbano esploda proprio quando la Rai chiede un incontro alla Regione siciliana sul contenzioso per la fiction Agrodolce, su cui indaga la magistratura. Sono pronto a denunciare tutto in Parlamento e alla Procura".
Oggi si apprende la contromossa della Regione, con un provvedimento a favore delle produzioni audiovisive seriali che si impegnano sul territorio. L’assessore al Turismo della Regione Sicilia, Michela Stancheris, ha illustrato a Palazzo d’Orleans il nuovo disegno di legge "salva Montalbano" in favore delle serie televisive. Il ddl fissa dei paletti rispetto ai soggetti che possono accedere ai contributi previsti dalla norma: le produzioni televisive devono avere al loro attivo almeno tre anni di attività sul territorio, almeno il 51% delle riprese deve essere realizzata sui territori dell’Isola e impiegare per un 50% maestranze locali. Basterà questo ddl a salvare Montalbano?
Raffaello Binelli
 
 

Passionetecno, 23.9.2014
Anticipazioni Il Commissario Montalbano, il misterioso caso del trasloco immaginario

Ve lo immaginate il commissariato di Vigata allestito in un trullo? Montalbano che al posto degli arancini ordina orecchiette e cime di rapa? Catarella che parla come Lino Banfi? Sì, c’è mancato poco che «Il commissario Montalbano» si trasferisse in Puglia. Il caso scoppia il 16 settembre. Carlo Degli Esposti, il produttore del telefilm più famoso della Rai, dichiara che sta pensando a un clamoroso trasloco di location. «In 15 anni la Regione Sicilia non mi ha dato un euro» dice, «mentre in Puglia mi fanno i ponti d’oro». Lo scrittore Andrea Camilleri, il papà di Montalbano, si schiera dalla sua parte: «Mi dispiace ma il produttore ha ragione, la Sicilia non ha fatto niente per il commissario». Il caso finisce su tutti i quotidiani: i fan del telefilm sono sgomenti, i sindaci siciliani entrano in fibrillazione, Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia, è arrabbiato. Intanto alla Apulia Film Commission, che finanzia film e telefilm girati su suolo pugliese, non ne sanno niente, hanno appreso la cosa dai giornali e non hanno mai ricevuto richieste «montalbaniane». Poi, colpo di scena, la trasmissione di Rai Radio 1 «Restate scomodi», che aveva già ospitato l’inter- vento di Camilleri, fa incontrare telefonicamente Degli Esposti e Crocetta. E scoppia la pace. Il governatore promette un tempestivo disegno di legge regionale per tutelare Montalbano, «patrimonio culturale della Sicilia», e farlo rimanere in loco. L’iter viene immediatamente avviato, anche se ci vorrà del tempo per concluderlo (la legge dovrebbe poi passare al vaglio dell’Unione europea). Degli Esposti aspetta i fatti, ma ora è speranzoso un aiuto più consistente da parte della Regione. «L’apporto di ricchezza generata da “Il commissario Montalbano” in Sicilia è valutato tra i 4 e i 5 miliardi di euro» dice a Sorrisi il produttore, che proprio in questo periodo sta girando a Ragusa la nuova stagione del «Giovane Montalbano». «E l’enorme successo della fiction ha accelerato anche processi come quello della tutela del territorio da parte dell’Unesco, con lo stanziamento di oltre 800 milioni di euro per il restauro dei beni artistici». Insomma, a questo punto sembra piuttosto difficile che Salvo Montalbano traslochi in Puglia. Il commissario, fino a prova contraria, continuerà a mangiare a arancini.
Luca Zecca
 
 

Adnkronos, 23.9.2014
Tv: ascolti, Montalbano senza rivali con 6,2 mln di spettatori

Roma – Ieri, lunedì 22 settembre, il film tv ‘Il Commissario Montalbano – Una voce di notte’ trasmesso da Rai1, con Luca Zingaretti, ha registrato 6 milioni 219mila telespettatori ed uno share del 24,8%, aggiudicandosi la sfida della prima serata televisiva. [...]
 
 

La Sicilia (Ragusa), 24.9.2014
La Sicilia e le fiction. La Regione stanzia 200mila euro destinati alla produzione di fiction televisive girate in Sicilia. Stancheris: «Un aiuto che andrà non solo alla serie del celebre commissario»
Come ti salvo Montalbano
Nello Dipasquale: «E' l'inizio di un percorso serio di valorizzazione dell'Isola»
Il disegno di legge prevede l’istituzione di un Fondo produzioni audiovisive seriali con carattere ciclico e continuativo, che servirà ad offrire un sostegno ai film girati per almeno il 51 per cento in Sicilia e che impegnano il 51 per cento di maestranze locali

Presentato ieri mattina a Palermo, dall'assessore regionale al turismo, Michela Stancheris, il ddl "Salva Montalbano", ovvero la norma che è stata ideata dalla Regione per dare un segnale alla produzione della fiction di Montalbano e, in generale, per valorizzare le produzioni cinematografiche che sceglieranno di girare in Sicilia. Per adesso c'è un fondo economico disponibile di 200 mila euro, decisamente pochino per sostenere le case di produzione cinematografiche che hanno costi molto più ingenti. Ma è comunque un segnale importante visto che si cercherà, dal prossimo anno, di reperire altre risorse economiche.
La Stancheris è stata chiara: "Non è un aiuto solo a Montalbano, ma alle varie produzioni cinematografiche che sceglieranno l'isola". E a commentare la notizia della presentazione del "Ddl Montalbano", ieri è stato l'on. Nello Dipasquale, deputato regionale ibleo che si era attivato nei giorni scorsi non appena si era paventato il rischio del trasferimento della popolare fiction dalla Sicilia in Puglia. "Avevo contattato immediatamente i vertici della Palomar e avevo chiesto al presidente della Regione, Rosario Crocetta e all'assessore Stancheris di occuparsi con urgenza della problematica - spiega Dipasquale - E così già il giorno dopo è stato annunciato un provvedimento, oggi presentato. L'inizio di un percorso che la Regione intende avviare seriamente con le grandi produzioni cinematografiche che, proprio come Montalbano, valorizzano l'isola divenendo enorme strumento di promozione".
Il "Ddl Montalbano" prevede infatti l'istituzione di un "Fondo produzioni audiovisive seriali con carattere ciclico e continuativo" che servirà ad offrire un sostegno ai film che abbiano un pregresso di produzione e programmazione almeno triennale e che siano già inseriti nei palinsesti di emittenti televisive aventi una diffusione almeno nazionale. Per ciascun singolo episodio, non inferiore ai 45 minuti, l'aiuto economico sarà di 50 mila euro. Possono accedere al fondo imprese di produzione audiovisiva titolari di progetti produttivi seriali che abbiano uno storico di produzione e diffusione almeno triennale e che siano in possesso di una distribuzione internazionale. Inoltre, devono essere girate prevalentemente in Sicilia con presenza di location siciliane pari ad almeno il 51% del montato definitivo di ogni singola serie e devono impegnare un cast tecnico composto almeno dal 51% di maestranze siciliane.
"Sarà adesso necessaria la redazione di un apposito regolamento non appena la legge diventerà operativa - conclude Dipasquale - ma sicuramente si è tracciata una strada positiva che rappresenta un segnale importante in favore delle case di produzione cinematografica. In futuro si cercheranno di reperire altri fondi economici. Ringrazio dunque il presidente Crocetta e l'assessore Stancheris per essersi non solo occupati del problema in modo repentino ma anche per aver subito trovato una soluzione lavorando ad una norma che sosterrà il mondo delle produzioni cinematografiche e televisive valorizzando soprattutto la Sicilia".
Michele Barbagallo
 
 

Il Giornale, 24.9.2014
La polemica. La produzione minacciava il trasloco in Puglia
Crocetta evita la figuraccia: trova i soldi per Montalbano
Il governatore si arrende: un ddl e un bando da 200mila euro per far rimanere in Sicilia la fiction televisiva sul commissario

«Pronto? Montalbano sono. No, questa volta non ci trasferiamo in Puglia, la Sicilia ha trovato i soldi...».
La telefonata del commissario più famoso d’Italia creato dalla penna di Andrea Camilleri e interpretato nella fiction tv Rai da Luca Zingaretti, è immaginaria. Ma la notizia, quella cioè che la Regione siciliana ha scongiurato il rischio di perdere per incapacità e mancanza di soldi una delle produzioni televisive più fortunate degli ultimi anni - fa record di share persino in replica - è reale. Il governatore Rosario Crocetta, pur di scongiurare una figuraccia che avrebbe davvero potuto farlo crollare, e nonostante le casse vuote, ha promosso e varato il disegno di legge ribattezzato salva-Montalbano, che dà sostegno economico alle «produzioni seriali» ambientate in Sicilia da almeno tre anni e che utilizzino maestranze locali. A disposizione della fiction ci sono anche i fondi di un bando regionale da un milione e mezzo di euro – la copertura iniziale è di 200mila euro – che scade a ottobre. Insomma, i soldi ci sono. Il caso Montalbano è chiuso.
Finisce così una polemica che ha rischiato di travolgere un Crocetta sempre più in bilico, alle prese con un baratro economico e con uno scontro col Pd – in Sicilia il segretario regionale è cuperliano – che rischia di mandare a casa lui e la sua giunta traballante. Ad aprire la querelle Montalbano era stata la casa di produzione della fiction Rai, la Palomar, che aveva minacciato di lasciare la location di Punta Secca a Ragusa, diventata talmente celebre che ci sono tour turistici ad hoc alla casa del Montalbano tv. «In Puglia mi fanno i ponti d’oro – aveva spiegato il produttore Carlo degli Esposti – mentre dalla Regione Sicilia non ricevo un euro. Mi dispiacerebbe lasciare l’Isola, ma non si può continuare così».D’accordo con lui Camilleri, papà letterario del commissario. Crocetta inizialmente aveva tentato di resistere. Aveva persino minacciato, larvatamente, di rivolgersi ai suoi amici pm (che, per inciso, non hanno potuto evitargli il rinvio a giudizio per diffamazione del suo avversario alle Regionali del 2012, Nello Musumeci): «È strano – aveva tuonato il governatore – che questa vicenda di Montalbano esploda proprio quando la Rai chiede un incontro alla Regione siciliana sul contenzioso per la fiction Agrodolce, su cui indaga la magistratura. Sono pronto a denunciare tutto in Parlamento e alla Procura».
Già, Agrodolce, la soap di Rai Fiction uccisa dal taglio dei fondi da parte della Sicilia. C’era pure un precedente cinematografico di film ambientato a Palermo ma girato in Puglia a causa dei ritardi della Film commission siciliana, È stato il figlio di Daniele Ciprì, protagonista Toni Servillo. Crocetta, fatti un po’ di conti, ha deciso di capitolare e di schivare l’ennesima figuraccia. Il commissario Montalbano-Zingaretti prende atto ma non esulta: «Una rondine non fa primavera - ha commentato - ma una cosa è certa nei momenti di crisi economica a volte avvengono miracoli».
Mariateresa Conti
 
 

Libero, 24.9.2014
La fiction non emigra in Puglia
La Sicilia ne fa una giusta: si compra Montalbano
Ducentomila euro al produttore
Così la Sicilia compra Montalbano

Dato che Salvo Montalbano è il personaggio di finzione più amato dagli italiani, ci sta che le recenti vicende di cronaca che lo vedono protagonist risultino rappresentative del nostro Paese. Peccato solo che, dell’Italia, rappresentino il peggio. Alcuni giorni fa Carlo Degli Esposti, produttore con la sua Palomar della fortunata serie tv sul commissario, ha battuto cassa presso la Regione Siciliana minacciando di spostare il set della fiction in Puglia qualora dalla Sicilia avesse continuato a non arrivargli un euro. Evidentemente i debiti multimilionari della Regione non sono avvertiti come un problema da Degli Esposti, ex militante di Lotta Continua rivelatosi bravissimo a fare un mucchio di soldi con il cinema e la tv. La Sicilia vuol essere ancora il luogo in cui vengono girate le avventure di Montalbano? Bene, che inizia scucire i quattrini.
Il governatore siciliano Rosario Crocetta, dal canto suo, si sarebbe potuto muovere con un po’ più di tempestività, evitando l’antipatica querelle. D’altronde Montalbano è un patrimonio a cui sarebbe suicida rinunciare, come dimostrano i tanti turisti che ogni anno si recano a Porto Empedocle cercandovi le tracce dell’immaginaria Vigata di Andrea Camilleri. Il quale Camilleri ha fatto pendere la bilancia dalla parte di Degli Esposti (che, casualmente, è anche la parte di Camilleri medesimo) dichiarando: «La Regione Siciliana e i suoi governi, in questi anni, non hanno fatto niente per aiutare o coadiuvare la produzione di Montalbano». Turbato dal richiamo camilleriano, Crocetta ha dapprima fatto un risentito accenno a un contenzioso con la Rai - la quale sarebbe debitrice nei confronti della Regione di ben 25 milioni di euro - originato dal flop della serie Agrodolce,ma poi se n’è uscito con l’idea di un disegno di legge che subito è stato discusso dal Parlamento regionale. Risultato: l’istituzione di un apposito fondo, con un’iniziale dotazione di 200.000 euro, a cui potrà accedere ogni produzione tv che conti almeno tre anni di attività sul territorio, realizzi almeno il 51% delle riprese nei luoghi dell’isola e impieghi un 50% di maestranze locali. «Non è un progetto ad hoc per Montalbano», ha detto l’assessore al Turismo Michela Stancheris, «ma un disegno di legge complessivo per valorizzare il territorio della Sicilia». Che si tratti di un provvedimento cucito in fretta e furia addosso alla Palomar, del resto, non lo aveva pensato nessuno. Mica siamo sospettosi come Montalbano, qui.
Giuseppe Pollicelli
 
 

Libero, 24.9.2014
Posta prioritaria
Il ricatto del produttore di «Montalbano» alla Sicilia

Caro Giordano, contrariamente alle mie abitudini, mi sono soffermato a seguire una puntata di Montalbano, su Rai1. E a un certo punto è arrivata la stilettata: «Non sono preoccupato per il mio stipendio, dice il commissario, ma per il mio Paese, in cui c’è un ministro che dice che con la mafia bisogna conviverci». Chi era questo ministro? Pietro Lunardi, del centrodestra. Siamo d’accordo che questa sia una frase infelice, ma Montalbano non ne nota mai di cose riprovevoli nel centrosinistra? È questo modo fazioso di esporre le cose, che causa il decadimento dell’Italia. I ladri, i mafiosi, gli incapaci, gli sfruttatori esistono sia a destra sia a sinistra. Vogliamo denunciarli tutti pubblicamente una buona volta? Difendere sempre solo una parte, non danneggia solo la destra, ma tutti noi.
Giordano Citterio

Sulla denuncia dei farabutti, con me sfonda una porta aperta perché è da sempre la mia ossessione. Su Montalbano, invece, mi trova impreparato: ho letto qualcuno dei libri di Camilleri, senza emozionarmi troppo. E non ho mai visto la trasmissione di successo su Rai1. Conosco però (di fama) il capo della Palomar, fondatore e presidente della società che produce la fortunata serie: si chiama Carlo Degli Esposti, ha 60 anni, è di Bologna e guarda caso è un ex di Lotta Continua, con il nome di battaglia «Papalla». Già arrestato nel 1977 per aver aggredito un’assemblea di Comunione e Liberazione, «sofriano» convinto, come molti compagni è rimasto con il cuore saldamente ancorato a sinistra anche quando il portafoglio s’è spostato all’estrema destra. Produce trasmissioni con Enrico Deaglio e Lucia Annunziata e teorizza la fiction come strumento di formazione dell’immaginario collettivo. Le basta? Per altro di recente questo esemplare di intellettuale lottacontinuista s’è prodotto in un numero non da poco: ha chiesto alla Regione Sicilia 800mila euro di denaro pubblico, minacciando, altrimenti, di spostare la produzione di Montalbano in Puglia. E la Regione Sicilia, temendo di perdere immagine e turisti, ha ceduto al ricatto e ha sborsato la somma. Questa vicenda, le confesso, mi fa più schifo del copione con la battuta sul ministro. Non mi piace, infatti, che la Sicilia butti via i nostri soldi per arricchire la Palomar. E penso che se proprio un ente pubblico deve finanziare produzioni cinema e tv, sarebbe meglio aiutasse i giovani meritevoli piuttosto che riempire le tasche dei Paperoni del settore. Così, fra l’altro, dovrebbero pensarla anche quelli di sinistra, se non avessero frequentato come unica scuola quella di Lotta Continua.
Mario Giordano
 
 

Osservatorio Sicilia, 24.9.2014
Montalbano e Biagio Conte “restano” in Sicilia. Arrivano finanziamenti pubblici e le tasse aumentano …

Secondo quanto riporta un articolo del Corriere della Sera, a firma di Sebastiano Grasso, la guerra psicologica e mediatica della Società Palomar ha sortito i frutti sperati.
Secondo note stampa locali palermitane, apprendiamo che Biagio Conte che voleva lasciare anche lui la Sicilia, alla fine, convinto dalle “pressanti” richiesti dei cittadini (?), e anche dalle forti agevolazioni pubbliche che gli sarebbero stati garantiti, decide di rimanere e continuare la sua opera che anche se meritoria dovrebbe essere a carico del privato attraverso finanziamenti di società private, come in tutto il mondo occidentale.
Lo stato, al massimo interviene con agevolazioni fiscali e niente altro.
Ma siamo in Italia, meglio, siamo in Sicilia e il mondo è strano.
Montalbano – secondo Sebastiano Grasso – è già abbastanza ricco perché adesso batte cassa in Sicilia?.
Già perché mai batte cassa in Sicilia ? Forse perché conosce bene il valore della politica siciliana.
Da Montalbano a Biagio Conte. Meritoria attività sociale ma non sarebbe ora di finirla con i contributi pubblici ad attività che partono dai privati e che dovrebbero rimanere private e finanziate esclusivamente da contributi privati come succede in tutto il mondo occidentale dove lo stato interviene al massimo per agevolazioni fiscali?
Ecco, Biagio Conte e Montalbano, due fatti completamente diversi e impossibile da mettere insieme se non fosse per la comune ricerca di finanziamenti pubblici.
Felici Carlo degli Esposti e Biagio Conte. Ma quanto felici sono i cittadini che devono pagare salatissime tasse nazionali e locali?
Certo, leggere di queste agevolazioni mentre i comuni hanno appena finito di tartassare i cittadini con la truffa della TARES, fa proprio venire una rabbia…
Al presidente Crocetta una domanda? Ma pensa proprio che Montalbano in Puglia poteva essere una proposta reale?
E’ probabile invece che Montalbano in Puglia poteva soltanto essere un grande flop .. ma forse era un bluff.
 
 

NanoPress, 25.9.2014
Donne, di Andrea Camilleri: trama e recensione del libro edito da Rizzoli
Da Beatrice all'amica Elvira Sellerio: l'omaggio dello scrittore siciliano alle donne più importanti della sua vita

Donne, di Andrea Camilleri – trama e recensione qui di seguito – è il nuovo libro, edito dalla Rizzoli, dello scrittore siciliano, che vuole essere, in primo luogo, un tenero omaggio all’universo femminile. Scritto in maniera magistrale – e non è una novità per chi conosce Camilleri – l’opera è un’antologia che raccoglie 39 ritratti femminili scelti tra le donne che hanno avuto un’importanza particolare nella vita dell’autore. Come egli stesso spiega in appendice, infatti, il libro, lungi dall’essere un’indagine antropologica, ‘è un parziale catalogo delle donne realmente esistite nella Storia, di quelle create dalla letteratura, di altre che ho conosciute e di altre ancora di cui m’hanno raccontato, le quali, per un verso o per l’altro, sono rimaste nella mia memoria‘.
Trama
Personaggi storici e letterari, dunque, ma anche donne realmente conosciute, quelle raccontate da Camilleri, che descrive, tra mitologia classica, eroine del passato, romanzi e personaggi reali, le donne più importanti che hanno fatto parte della sua vita. Come ad esempio Ingrid, giovane svedese con cui ebbe un’avventura a Copenaghen – in omaggio alla quale volle che l’amica straniera di Montalbano fosse svedese e si chiamasse come lei – o Carmela, ragazza siciliana malata di malinconia il cui racconto è definito dallo scrittore ‘elegia per le mie lacrime da diciassettenne‘. E poi Beatrice, tanto sospirata da Dante e ricordo di un fugace flirt adolescenziale, o Antigone eroina sofoclea che riflette il ricordo di una giovane che lottava contro la mafia, incrociata una volta in televisione, durante un Maurizio Costanzo Show.
Ed ancora Elena di Troia e Giovanna d’Arco, Nefertiti e la Carmen di Bizet, Desdemona e Teodora di Bisanzio, senza dimenticare l’amata nonna e l’amica di sempre Elvira Sellerio.
Una serie tenera ed affascinante di quadretti femminili, dunque, che prendono forma attraverso i ricordi e lo sguardo attento di un uomo appassionato e amante della bellezza.
Recensione
Romanzo insolito nella bibliografia camilleriana, Donne, come dicevamo, si presenta come un vero tributo all’universo femminile, fatto con garbo, amore e profondo rispetto. Un amore che non è solo carnale ma si declina anche nell’affetto e nella stima delle tante signore che, tra storia, letteratura e vicende personali, lo scrittore ha incontrato nel corso della sua vita.
Ma, com’è noto, spesso la memoria non registra gli episodi così come sono realmente accaduti e può succedere per questo che l’immaginazione si mescoli con la realtà e quest’ultima con il sogno. E’ proprio quello che accade durante la narrazione, tanto che, a proposito degli incontri personali, lo stesso Camilleri precisa: ‘non potrei giurare che siano realmente accaduti, può darsi che me li sia inventati e poi, col trascorrere del tempo, li abbia creduti veri‘. Ma non solo. Costruendo mirabilmente i diversi ritratti, lo scrittore non abbandona mai il suo piglio investigativo che, anche in quest’opera, lo porta ad indagare, a raccogliere dati e a formulare ipotesi intriganti.
Donne è un libro che si legge tutto d’un fiato, in cui non mancano creatività narrativa, ricerca e memoria biografica, un libro che, in perfetto stile camilleriano, si presenta ricco di curiosità e di grande saggezza: tutti ‘ingredienti’ che mantengono alto l’interesse del lettore, ammaliato dalle testimonianze dello scrittore che è, prima di tutto, uomo.
Caterina Padula
 
 

La Sicilia (Ragusa), 25.9.2014
S. CROCE. A Palazzo del Cigno il vertice dei sindaci vota un odg e chiama la Regione
Contributi a Montalbano «E’ una risorsa turistica»
Là, dove il commissario di Camilleri diventa reale

S. Croce. Montalbano, una risorsa. Una vetrina, un passepartout verso il mondo. La fiction Rai e le ricadute positive sul territorio ibleo al centro dell'incontro che si è tenuto a Santa Croce, a palazzo del Cigno, meeting dei primi cittadini e degli assessori dei Comuni interessati dalle riprese del "Commissario Montalbano".
Erano presenti il sindaco di Santa Croce, Franca Iurato, l'assessore all'Urbanistica di Modica, Giorgio Belluardo, il sindaco del comune di Scicli, Franco Susino, l'assessore alla Cultura del comune di Ragusa, Stefania Campo, e il sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia. Anche i sindaci dei comuni di Comiso, Ispica, Giarratana e Chiaramonte avevano comunicato la preventiva adesione alle iniziative che l'assemblea avrebbe individuato. I rappresentanti istituzionali dell'area Iblea, in relazione al paventato trasferimento in Puglia della serie televisiva "Il Commissario Montalbano", ritengono importante stabilire delle strategie comuni per raggiungere l'obiettivo di continuare una proficua collaborazione con la società produttrice, la Palomar spa. "Poiché il successo della serie televisiva ispirata ai romanzi di Andrea camilleri - è spiegato nel documento che è stato redatto al termine della riunione - ha decretato nel corso di un decennio una progressiva rivalutazione del nostro territorio sul piano turistico, i sindaci invitano i rappresentanti regionali della Provincia di Ragusa ad interloquire con la Regione Sicilia sulla questione all'ordine del giorno e, in particolare, a interpellare l'assessore regionale al Turismo Michela Stancheris affinché il governo regionale destini risorse per la produzione della serie televisiva Il Commissario Montalbano". In queste ultime ore, però, da Palermo arrivano le prime risposte con un ddl che dovrebbe consentire di drenare delle risorse economiche regionali (circa 200mila euro) all'indirizzo della fiction.
I sindaci, ad ogni modo, hanno invocato anche un incontro con la Regione volto a stabilire un supporto per la produzione nel territorio ragusano, un incontro con la Film Commission Regionale, nonché un incontro con il Distretto Turistico degli Iblei, "per verificare la possibilità di rimodulare i progetti".
Alessia Cataudella
 
 

Siracusa News, 25.9.2014
Noto, Si decide oggi il futuro di Montalbano in Sicilia

Si terrà oggi a Noto alle ore 16 al palazzo Ducezio l'incontro tra i Sindaci di Noto, Modica, Ragusa, Scicli e Porto Empedocle, il produttore Carlo Degli Esposti e il consulente per la cultura e per il Patrimonio Unesco del Comune di Noto, Fabio Granata, con all'ordine del giorno l'attività da porre in essere per assicurare continuità, nel territorio del sud est siciliano, della produzione televisiva legata alla figura de"il commissario Montalbano" tratto dal genio creativo dello scrittore Andrea Camilleri.
Nelle intenzioni del Sindaco di Noto, nella qualità di presidente del Distretto turistico del sud est, e di Fabio Granata, la determinazione nell'attivare ogni possibile azione comune diretta a non vanificare una oramai consolidata dinamica di attrazione turistica e di promozione culturale che trova il suo punto di forza e originalità nella rappresentazione del nostro territorio, delle sue bellezze naturali,monumentali e paesaggistiche.
 
 

La Sicilia, 26.9.2014
Noto. Sindaci e Distretti turistici incontrano la produzione
Fra Sud-Est e Agrigentino la “tregua dell’arancino” «Montalbano è della Sicilia»
Degli Esposti: «Un unico contenitore con tutti i territori interessati. Non vogliamo soldi, ma un circuito virtuoso per avere un ritorno pure noi»
I sindaci. Bonfanti (Noto): «Non scippiamo il set ad altri». Firetto (Porto Empedocle): «No alle invidie». Abbate (Modica): «Regione assente»

Noto. Una proposta da presentare alla produzione, per evitare il trasferimento del set cinematografico del commissario Montalbano. È questo il prossimo passo che metteranno in atto i due distretti turistici coinvolti nella vicenda: quello del Sud-Est e quello della Valle dei Templi. Ieri pomeriggio, una lunga riunione all'interno della sala giunta di Palazzo Ducezio, a Noto, ha rappresentato il primo incontro tra i rappresentanti istituzionali delle città di Noto, Modica, Scicli, Ragusa e Porto Empedocle. C'erano pure l'ex assessore regionale Fabio Granata, in qualità di consulente alla cultura del sindaco di Noto Corrado Bonfanti, e la Palomar con il produttore Carlo Degli Esposti e il direttore esecutivo Gianfranco Barbagallo. La produzione che non ha partecipato alla conferenza stampa indetta subito dopo la fine dell'incontro: ad aspettarli, a Palermo, c'era il presidente della Regione Rosario Crocetta, per capire e spiegarsi a vicenda le ragioni di una separazione da evitare. Lo stesso Degli Esposti, già prima dell'incontro si era sbilanciato: «Il distretto turistico del Sud-Est - aveva dichiarato in mattinata - può diventare un distretto di Montalbano, comprendendo in questo consorzio anche il comune di Porto Empedocle».
E infatti, questa sembra essere la strada intrapresa: i due distretti, rappresentanti ieri dai due sindaci presidenti, Bonfanti (Noto) e Lillo Firetto, (Porto Empedocle), lavoreranno assieme per offrire alla produzione quei validi motivi che scongiurerebbero il trasferimento della fiction in un'altra regione. Senza campanilismi, però. Una sorta di "patto dell'arancino" in nome del valore economico del sistema Montalbano. Ogni città metterà del suo, da un punto di vista di servizi e opportunità, andando così a creare quel circuito virtuoso che possa moltiplicare gli interessi e i benefici di tutti: territorio e produzione.
«Stiamo lavorando - ha aggiunto Degli Esposti - a far nascere non un meccanismo di sostegno economico per la produzione di Montalbano, ma un circuito virtuoso che possa essere un moltiplicatore di interessi e benefici per tutto il territorio del Sud-est. Finora la ricaduta economica sul territorio del grande successo della fiction tv è stata molto limitata, è arrivato il momento di avere un maggiore ritorno».
Si è parlato della nascita di musei dedicati a Montalbano e al suo scrittore, quell'Andrea Camilleri che ha ambientato le avventure in terra agrigentina, ma che rischia di ritrovare proiettate sul piccolo schermo scene girate in Puglia. Il sindaco di Noto ha fatto gli onori di casa, tenendo a precisare che «non c'è alcuna intenzione di sottrarre il set alle altre città del distretto», ma precisando: «Montalbano è del sud-est della Sicilia, e non può andare via. Lavoreremo come distretti, per realizzare un progetto che permetta alla produzione di sentirsi a casa, da tanti punti di vista. Non necessariamente da quello logistico, ma anche da un punto di vista economico, creando un qualcosa che possa generare ricavi per tutti i coinvolti».
A queste parole, han fatto eco quelle del collega Firetto. «Facciamo crescere la nostra cara Sicilia - ha aggiunto - senza invidia. Ogni distretto deve mettere a disposizione le proprie peculiarità ed eccellenze, per entrare in quella che può essere definita una seconda fase del rapporto con questa fortunata fiction». Moderati gli interventi dell'assessore alla Cultura di Ragusa Stefania Campo, e quello del sindaco di Scicli, Franco Susinno. Stoccata decisa, invece, da parte del sindaco di Modica, Ignazio Abbate, nei confronti di Palazzo d'Orléans. «Il fatto che abbiamo dovuto rimboccarci le maniche noi amministratori locali - ha spiegato - la dice lunga sul funzionamento della nostra Regione. Dobbiamo fare impresa: ritengo siano coinvolti cinque tra i comuni più importanti dell'intera zona, ma dobbiamo sbrigarci». «Due distretti - ha concluso Granata - di qualità, per avviare l'operazione "fabbrica di Montalbano"». È un piccolo passo, dovuto. Aggiornamenti previsti per la prossima settimana.
Ottavio Gintoli
 
 

SiciliaInformazioni, 26.9.2014
La fabbrica di Montalbano: tutti insieme, da P. Empedocle a Scicli

Carlo Degli Esposti fa una piccola marcia indietro, il presidente della Regione aggiusta il tiro, i Comuni del Ragusano – Scicli e Modica in testa – , e Porto Empedocle offrono idee e buone pratiche. Montalbamo è salvo, ma anche la faccia è salva.
La Palomar, al di là delle ragioni o dei torti, non ci aveva fatto una gran bella figura, a chiedere di punto in bianco un sacco di soldi ad una Regione esausta, annunciando l’abbandono delle consuete location per la serie televisiva ispirata dai romanzi di Andrea Camilleri. Una parte, seppure piccola, del successo, spetta anche alla Sicilia, così com’è. E la Palomar, come ha ricordato Sebastiano Grasso sul Corriere della Sera, ha fatto un mucchio di soldi che la fiction di Montalbano (con pieno merito).
I Comuni hanno proposto la “fabbrica” di Montalbano, e cioè il museo (o i musei, visto che Scicli e Porto Empedocle non sono affatto vicine…), un luogo in cui vedere ciò che è stato utilizzato realizzato, proposto nella serie televisiva. Ma dovrebbe esserci dell’altro, la materia prima, i libri di Montalbano, il lavoro dello scrittore siciliano, fotografato e proposto nel modo più conveniente. Per ora, è un’idea, già ricca di suggestione. Carlo Degli Esposti è apparso entusiasta. “Facciamo diventare un grande affare Montalbano, nell’interesse di tutti”.
 
 

Quotidiano di Ragusa, 26.9.2014
Montalbano in scena all'aeroporto di Comiso

L’aeroporto di Comiso diventa lo scenario delle riprese del famoso sceneggiato televisivo “Il giovane Montalbano”. Sabato la troupe sarà in aeroporto dove saranno girati alcuni momenti della nuova serie televisiva Rai incentrata sulla figura letteraria del commissario Montalbano dello scrittore Antonio Camilleri. In merito, il presidente della Soaco, società di gestione dell’aeroporto “Pio La Torre”, Rosario Dibennardo, e l’amministratore delegato, Enzo Taverniti, hanno tenuto a sottolineare “di aver elaborato la forma del proprio contributo a una fiction che sicuramente ha dato e sta dando molto al territorio ibleo, sia in termini di popolarità che economici. La società ha infatti ritenuto opportuno non richiedere alcun pagamento né per l’atterraggio e il decollo di aerei di aviazione generale con a bordo maestranze e attrezzature per la produzione tv, né per l’eventuale utilizzo dello scalo quale ambientazione di scene”. Nella sua qualità di presidente del Comitato strategico del Distretto turistico degli Iblei, il sindaco di Comiso, Filippo Spataro, ha dal canto suo espresso il proprio plauso per l’iniziativa Soaco, evidenziando come “una fiction quale quella di Montalbano stia offrendo alla nostra area tante e tali ricadute positive da rendere doveroso attivarsi in ogni modo per supportarla. Ben vengano, quindi, iniziative come quella del management del nostro scalo, che certo sta dando un contributo sensibile alla sua produzione”.
 
 

Il Mattino, 27.9.2014
Incontri e volti
Tutte le «fimmine» che Camilleri ricorda

Un Camilleri che non ti aspetti in questo Donne (Rizzoli, pagg. 212, euro 17,50) che non è un romanzo e che non è un saggio. Piuttosto, il papà del commissario Montalbano, a 89 anni appena compiuti, si è divertito a selezionare le personalità femminili che più l’hanno abbagliato nel corso della storia dell’umanità e a ricordare con tenerezza molte altre in carne e ossa che gli sono state vicine nella sua lunga esistenza. Leggendo il libro, tuttavia, non si può non avere il sospetto che il «Maestro» di Porto Empedocle abbia voluto scrivere questi momenti della sua vita intima con il preciso obiettivo di ricordare e rassettare il più possibile la propria storia personale e affettiva, al di là dei rimandi alle figure mitologiche femminili.
In questi godibilissimi racconti di incontri con ben trentanove donne, alcune realmente esistite o forse inventate dalla letteratura; altre conosciute personalmente; altre ancora, rimastegli nella memoria, Camilleri sembra soprattutto rivolgere il proprio tributo all’universo femminile e a quelle donne che per lui hanno avuto un ruolo cruciale. Ed eccole queste femmine: talvolta ostinate, più frequentemente appassionate, spesso anche misteriose, solerti, ispirate, tradite. E sono ritratte con severità ma anche con ironia e ammirazione.
Si parte dall’infanzia con la bella Angelica, accarezzata sulle pagine di Ludovico Ariosto della cui immagine Camilleri si innamorò da piccolo. Tra le altre femmine tratteggiate dallo scrittore c’è Ingrid, giovane svedese protagonista di una mezza avventura a Copenaghen, omaggiando la quale ha chiamato col suo nome l’amica straniera del commissario Montalbano. Poi c’è Carmela, bella ragazza ammalata di malinconia, nella sua isola siciliana, il cui caso umano lo indusse, in gioventù, a decidere di abbandonare la terra natia. E soprattutto Beatrice, la donna vagheggiata da Dante, ma anche il ricordo di un fugace flirt adolescenziale. Infine Antigone, il personaggio della tragedia sofoclea ma, per Camilleri, specchio in cui si riflette il ricordo di una minuta ragazza, eroina antimafia.
Concludendo, due di queste trentanove donne importantissime portano il nome di Elvira: la prima è la nonna, che sembra uscita da un racconto di Fedro, che vive in campagna e parla con gli animali e le cose, come «Alice nel paese delle meraviglie». La seconda è Elvira Sellerio, la sua prima editrice e «amica del cuore» che con affetto e pazienza ha seguito la gestazione del suo personaggio più noto, il commissario Montalbano. Alla fine del libro non c’è un happy ending ma una conclusione amara del maestro. Questa: «Sinceramente non avrei mai pensato di pubblicare un libro così intimo sulla figura della donna, ma altrettanto sinceramente non avrei mai pensato che in Italia, nel 2013 fossimo costretti a varare una legge contro il “femminicidio”».
Antonio Prestifilippo
 
 

IoDonna, 27.9.2014
Senza vergogna
Giù le mani da Vigata

Di sicuro si sa che Montalbano potrebbe trasferirsi in Puglia visto che la Sicilia non ha più intenzione di cacciare soldi. Il problema è delicato. La serie tratta dai romanzi di Camilleri fa una pubblicità enorme alle città e alle spiagge ragusane. Per questo è giusto che la Regione Sicilia paghi. Ma non vuole pagare più e allora la Palomar, la casa di produzione, avverte che le sirene di Otranto si sono fatte sentire. Montalbano ad Otranto? Non si può sentire! Che facciamo? Sostituiamo la mafia con la sacra corona unita? Il siciliano con il pugliese? Oppure sarà tutto un trucco e ci venderanno le spiagge del tacco d’Italia come fossero siciliane? Grande è la confusione. Perché è come girare Lawrence d’Arabia in Alto Adige. Come ambientare Manhattan ad Orvieto. Vi immaginate Per un pugno di dollari che si svolge sul Lago di Garda? Ogni storia ha i suoi luoghi. È vero che il cinema e la televisione ci hanno ormai abituato a ben altri stravolgimenti. Interi paesi texani sono stati ricostruiti in Spagna e in Italia. Ma ammesso che uno vada a vedere Vacanze in India, come potrebbe sopportare di sapere che è stato girato in Vietnam? Rivolgo perciò un accorato appello al presidente della Regione Sicilia Crocetta: raggiunga un accordo. Noi vogliamo che Vigata continui ad esistere. Sappiamo che è un paese inventato. Ma sappiamo anche che è un paese siciliano, Porto Empedocle. Non sopporteremmo di sapere che Vigata in realtà è Otranto.
Claudio Sabelli Fioretti
 
 

RagusaNews, 27.9.2014
Palomar, Degli Esposti a Noto, capoluogo del Distretto di Montalbano
Spalmare a Noto e a Porto Empedocle i luoghi di Montalbano

Noto - Grazie a Fabio Granata Noto diventa capoluogo del Distretto del Commissario Montalbano.
Una proposta da presentare alla produzione, per evitare il trasferimento del set cinematografico del commissario Montalbano.
È questo il prossimo passo che metteranno in atto i due distretti turistici coinvolti nella vicenda: quello del Sud-Est e quello della Valle dei Templi.
Giovedì una lunga riunione all'interno della sala giunta di Palazzo Ducezio, a Noto, ha rappresentato il primo incontro tra i rappresentanti istituzionali delle città di Noto, Modica, Scicli, Ragusa e Porto Empedocle.
C'erano l'ex assessore regionale Fabio Granata, in qualità di consulente alla cultura del sindaco di Noto Corrado Bonfanti, e la Palomar con il produttore Carlo Degli Esposti e il direttore esecutivo Gianfranco Barbagallo.
La produzione che non ha partecipato alla conferenza stampa indetta subito dopo la fine dell'incontro: ad aspettarli, a Palermo, c'era il presidente della Regione Rosario Crocetta, per capire e spiegarsi a vicenda le ragioni di una separazione da evitare. Lo stesso Degli Esposti, già prima dell'incontro si era sbilanciato: «Il distretto turistico del Sud-Est - aveva dichiarato in mattinata - può diventare un distretto di Montalbano, comprendendo in questo consorzio anche il comune di Porto Empedocle». E infatti, questa sembra essere la strada intrapresa: i due distretti, rappresentanti ieri dai due sindaci presidenti, Bonfanti (Noto) e Lillo Firetto, (Porto Empedocle), lavoreranno assieme per offrire alla produzione quei validi motivi che scongiurerebbero il trasferimento della fiction in un'altra regione. Senza campanilismi, però.
Il tentativo è chiaro: spostare l'asse dei luoghi di Montalbano -Scicli-Ragusa-Punta Secca, a Noto e a Porto Empedocle.
Dopo il Patto della Crostata, il Patto dell'Arancino, quindi, nel nome di Camilleri.
Per identificare Noto e Porto Empedocle come Luoghi di Montalbano.
 
 

La Sicilia (Agrigento), 27.9.2014
Sarà una fiction con i baffi
Porto Empedocle. Parti delle nuove riprese del Commissario Montalbano saranno girate a casa sua

Porto Empedocle. Il Commissario della fiction torna nella Vigata letteraria, immaginata da Andrea Camilleri.
Quella della statua realizzata dallo scultore Agnello, quella coi baffi, il capello ben pettinato, il vestito di qualità, appoggiato al lampione dinanzi al locale in cui c'era il panificio Prestia, nel cuore di via Roma.
Non quello senza capelli - mirabilmente interpretato da Luca Zingaretti, capolavoro della fiction italiana, capace di «massacrare» per conto della Rai i concorrenti delle prime serate delle altre emittenti nazionali. Anche con le repliche.
Bene. Porto Empedocle, per qualcuno Vigata, ha avuto «giustizia». Una porzione delle future nuove riprese della fiction verranno infatti girate nella cittadina marinara, quella del Montalbano letterario, quello con i baffi e i capelli.
Il sindaco Calogero Firetto, ha salutato positivamente l'accordo raggiunto giovedì a Noto, in provincia di Siracusa, nel corso dell'incontro avuto tra il produttore della "Palomar" Carlo Degli Esposti, il direttore esecutivo Gianfranco Barbagallo e i sindaci del comuni del Distretto Turistico Sud-Est, Noto, Scicli, Modica e Ragusa, per allargare le riprese anche nell'agrigentino.
Firetto anche nella sua veste di presidente del Distretto Turistico Valle dei Templi, è riuscito a far allargare il raggio d'azione, spostando in parte le riprese della seguitissima fiction, nell'agrigentino, in primo luogo a Porto Empedocle.
«Questo accordo - ha detto Calogero Firetto - costituisce una seconda fase dell'esperienza delle riprese cinematografiche di Montalbano che vede la ricongiunzione tra la Vigàta letteraria di Camilleri (Porto Empedocle) e quella cinematografica costituita dai comuni del Val di Noto attraverso lo spostamento di porzioni di set anche nell'agrigentino». Il tutto, in attesa che la statua del Montalbano letterario torni ad appoggiarsi al «suo» lampione, una volta terminati - chissà quando, ndr - i lavori di rifacimento della via Roma.
Francesco Di Mare
 
 

La Sicilia, 27.9.2014
L'attore ospite al trailer filmfest
Zingaretti: «Il mio Perez alla deriva che si ritrova»
«Sono fiero di aver partecipato a un film d'autore ma per il grande pubblico»

Catania. E' inevitabile in terra di Sicilia una domanda sulla polemica che ha riempito le pagine dei giornali: Montalbano se ne va in Puglia. Anche se la paura è rientrata e la decisione riguarda il produttore, Carlo Degli Esposti, a Luca Zingaretti, ospite del TrailersFilmFest, accolto con grande calore nell'auditorium De Carlo dei Benedettini assieme al suo regista Edoardo De Angelis per l'incontro su Perez in uscita l'1 ottobre (distribuzione Medusa, ieri sera l'anteprima al Metropolitan) chiediamo se ci si vedrebbe nei panni del famoso commissario su un set non siciliano.
Risposta secca: «Sull'elenco telefonico di Roma c'è Palomar di Carlo Degli Esposti Spa. Lui ti sa rispondere, sarà ben felice».
Neanche un'opinione in merito?
«Io sono un povero attore. Non ho opinioni».
Ma allora Montalbano è un personaggio come tanti altri?
«Montalbano è un personaggio scritto da Camilleri che è un bravissimo scrittore».
E siete anche amici?
«Era mio professore in accademia. Per questo mi ha scelto. L'ho detto e ripetuto in mille interviste».
[...]
Maria Lombardo
 
 

BlogSicilia, 27.9.2014
L'attore ospite al trailer filmfest
Zingaretti: “Altre cose possono celebrare la Sicilia meglio di me”

Ospite d’eccezione a Catania, al Monastero dei Benedettini, in occasione della XII edizione del Trailers Film Fest. Luca Zingaretti, insieme al produttore Edoardo De Angelis, ha raccontato al pubblico com’è nato l’ultimo lavoro che lo vede protagonista, il film “Perez“, di cui è anche co-produttore.
[...]
Nei giorni scorsi è stato proposto di inserire Montalbano tra i beni culturali immateriali della Sicilia, lo ha pensato proprio il presidente Crocetta. La tv ha dato al personaggio letterario di Andrea Camilleri il volto di Zingaretti che per il pubblico del piccolo schermo è il commissario per eccellenza. Ma che effetto fa all’attore sapere di essere – seppure indirettamente – un potenziale patrimonio culturale della Sicilia?
“Non credo mi piacerebbe – risponde agli studenti – mi sembra una presa in giro verso la sicilianità in senso lato. Nel senso che la Sicilia è un territorio che ha un grande fiorire di identità, sia dal punto di vista sociale, che da quello culturale. Io sono venuto da ospite a vivere un’avventura esaltante, ma non sono siciliano. Ci sono tante cose che possono celebrare meglio di me la Sicilia“.
[...]
Giorgia Lodato
 
 

La Sicilia, 28.9.2014
Storie, ritratti e racconti d’amore
La memoria al femminile di Camilleri

Storie di donne, ritratti di figure femminili, racconti d'amore. Con questa triade è possibile sintetizzare la varietà del racconto che compone "Donne", il nuovo libro di Andrea Camilleri, pubblicato da Rizzoli (pagine 212, Euro 17,50). Ma la triade non va presa come una struttura nella quale ogni elemento ha valore a sé stante, in realtà vi è una profonda armonia fra i vari elementi. E' lo stesso Camilleri ad esplicare il filo rosso del testo in una nota: «Questo libro è un parziale catalogo delle donne, realmente esistite nella Storia o create dalla letteratura, e di altre che ho conosciute e di altre ancora di cui m'hanno raccontato, le quali, per un verso o per l'altro, sono rimaste nella mia memoria».
Il libro è fondato sul fluire dei racconti, ritratti sintetici ed efficaci, che spesso partono da un ricordo, da una immagine. Dunque nulla di saggistico, non è un trattato ma un racconto di storie vissute, di storie sentite, di immagini letterarie ed artistiche rielaborate. Originali reinterpretazioni di figure femminili inventate da scrittori di narrativa, da drammaturghi. Camilleri racconta figure mitiche ed anche storie d'amore in carne ed ossa, storie di passioni profonde od estemporanee. E non a caso precisa con ironia: «Gli incontri personali sono così lontani nel tempo che credo possa valere per essi la prescrizione». Vi sono storie di passione intense, racconti di donne bellissime. Per i tanti appassionati del commissario Salvo Montalbano sarà interessante scoprire la donna nordica che ha ispirato Ingrid, una giovanissima bionda in carne ed ossa che l'autore conobbe. Ma non sveliamo oltre. In fondo un po' di "giallo" colora ogni parte dell'esistenza. Il libro è comunque un inno alle donne, estrinsecato con raffinatezza, con tratto delicato, ma non privo di passaggi di passione travolgente (non solo fisico-sensuale, ma anche sentimentale ed intellettuale). Chi ha letto diversi romanzi di Camilleri, da quelli montalbaniani a quelli storici, a quelli di genere fantastico sa che la figura femminile è narrata con originalità stilistica dall'autore, con forte sensualità, con passione ed anche immagini forti. Da "La stagione della caccia", al "Birraio di Preston", al "Re di Girgenti", fino ai romanzi borghesi vi sono diverse pagine intrise di immagini di sensualità ed erotismo. E vi sono ritratti davvero intensi di donne; meritano di essere ricordati quelli de "La luna di carta", de "Il sorriso di Angelica", ed ancora quello della protagonista de "La rivoluzione della luna".
Da questi romanzi traspare una vera adorazione camilleriana per le figure femminili. E' un tratto stilistico, estetico e contenutistico della sua produzione narrativa e della sua vita. E leggendo "Donne" è curioso non solo scoprire alcune delle ispirazioni della sua scrittura, ma anche alcune storie della vita dell'inventore di Montalbano...
Salvo Fallica
 
 

Blogncc, 28.9.2014
Pechino express e il Commissario Montalbano: programmi Rai del 29 settembre 2014

Ecco la programmazione Rai del 29 settembre 2014: Pechino Express su Rai 2 e l’intramontabile Commissario Montalbano su Rai 1.
IL COMMISSARIO MONTALBANO FICTION RAI UNO ORE 21:15
Una lama di luce [...]
 
 

Casa delle Letterature, 29.9.2014
Serena Dandini presenta il libro di Andrea Camilleri "Donne"





Un brano della presentazione (da TG1 - Billy del 9.11.2014)
 
 

Formiche, 29.9.2014
La Rizzoli e le Donne di Camilleri.

L’ultimo libro di Andrea Camilleri, pubblicato per Rizzoli, s’intitola Donne. Una ventina di ritratti di donne attraverso cui l’autore si è fatto uomo. Godibilissimi, divertenti, boccacceschi perfino. Il solito Camilleri che racconta, seppur fuori dalla cornice del romanzo, e che si svela specchiandosi in tutti questi spaccati del mondo femminile. Vario e fantastico, erotico e affascinante. Storico e antropologico. La donna attraverso le donne, insomma, di cui tutta l’umanità non ha che da gioire.
Un capitolo del libro è dedicato alle due Elvire che hanno costellato la vita dell’autore. Una delle due è, ovvio, Elvira Sellerio. Camilleri le confida che il padrone di casa lo ha messo di fronte ad un aut aut: – O compra casa o la deve lasciare -. Con sua grande afflizione. Al che, Elvira, intraprendente e ottimista fin oltre la ragione, si offre di aiutarlo. Camilleri chiosa dicendo che, per fortuna sua e della casa editrice, che in quegli anni non attraversava un felice momento dal punto di vista finanziario, lasciò la casa di Roma e che di lì a poco, per fortuna sua e della casa editrice, sarebbe nato il Commissario Montalbano. Ecco. La Storia pare ripetersi. La Rizzoli, per non perdere la sua di casa, spera che Donne di Camilleri facciano un po’ quello che il Commissario ha fatto per la Sellerio. Tant’é.
Michele Fronterrè
 
 

La Sicilia, 29.9.2014
«Expo non è la fiera del contadino ma la Sicilia che parla al mondo»
Reale: «Sobrietà ed efficacia, la Regione spenderà tre milioni senza “sistemi Giacchetto”»

Non è un tipo che lascia trasparire con facilità le emozioni. Ma quando a Paolo Ezechia Reale sussurriamo la vulgata sulla partecipazione della Sicilia a Expo 2015 - e cioè: anche fra gli addetti ai lavori c'è molta confusione; e a molti sembrano uno spreco i 3 milioni spesi dalla Regione per la vetrina agroalimentare - l'assessore regionale alle Risorse agricole abbandona il suo consueto aplomb anglo-aretuseo.
[…]
E i testimonial? Avete pensato a un personaggio-simbolo della Sicilia da legare all'Expo? Camilleri e Fiorello, giusto per fare due nomi.
«Sì, certamente. Ma la prima idea è di legare la dieta mediterranea alla salute: abbiamo Nibali, Gibilisco e tanti campioni, ne sto parlando col Coni. E poi c'è il tema della bellezza: quante Miss Italia siciliane abbiamo avuto negli ultimi anni? Ci muoviamo anche su questo fronte, ma io approfitto di questa intervista anche per lanciare un appello. Posso?»
Prego, faccia pure...
«Mi rivolgo a tutti i siciliani d'eccellenza nel mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport, della moda. Non vorrei un solo testimonial, anche se sarebbe bello avere Camilleri e Fiorello. I quali, però, come tutti gli altri grandi, potrebbero anch'essi dare un bel segnale: essere il volto della Sicilia all'Expo per dei periodi, con una sorta di staffetta. Allora, l'appello è: fatevi avanti, in un momento di difficoltà per la nostra terra, per dare il vostro contributo in un'occasione unica e irripetibile. Anche per voi sarà una visibilità planetaria, ma fatelo soprattutto per le giovani generazioni che potranno raccoglierne l'eredità positiva».
Ma fatelo gratis, ovviamente...
«Questo era sottinteso».
Mario Barresi
 
 

Corriere della Sera, 29.9.2014
Interventi e repliche
La fiction su Montalbano e la Palomar

Il rapporto tra le Regioni italiane e l’industria dell’audiovisivo è più complesso di come lo rappresenta Sebastiano Grasso con l’esempio Montalbano (Corriere, 22 settembre). La fiction prodotta da industrie indipendenti nazionali rappresenta uno dei comparti strategici con più alto e rapido potenziale di crescita in termini di occupazione, sviluppo di nuove professionalità, ricchezza del territorio, contribuendo al rafforzamento dell’immagine del nostro paese nel mondo. Per questo non si tratta di aiuti o meno, di chi ne ha bisogno e di chi no, ma di individuare un combinato legislativo regionale per fondare un sistema virtuoso e moltiplicatore della ricchezza. Questo chiede la Palomar. In sintesi, creare impresa audiovisiva regionale in un clima di competizione e di regole uguali per tutti. In 15 anni la Regione Sicilia ha evitato accuratamente di perseguire questa strada; ha evitato di contribuire alla produzione Montalbano, ma non si è astenuta da erogare finanziamenti per molti milioni ad altre produzioni cine televisive, modificando costantemente le regole. Questo è stato per la Palomar e Montalbano una beffa oltre al danno e ha creato un gap competitivo indiscutibile alla produzione che più di ogni altra ha portato ricchezza primaria spendendo sul territorio più di 40 milioni di euro, ne ha potenziato l’immagine nel mondo, ha generato un indotto di alcuni miliardi di euro. In sintesi, in 15 anni, Montalbano ha sicuramente portato beneficio alla Sicilia e ai suoi contribuenti e ne siamo orgogliosi, ma si potrebbe anche dire che si sono sprecate occasioni per moltiplicare questa ricchezza e paradossalmente abbiamo contribuito a finanziare la nostra concorrenza…
Carlo Degli Esposti
 
 

Marsalaviva, 29.9.2014
Alessio Piazza nel cast de "Il Giovane Montalbano": "Il lavoro mi porta fuori ma Marsala è nel mio cuore"

Un intenso autunno attende Alessio Piazza, attore e regista marsalese. In questi giorni ha ricominciato le riprese della seconda serie del "Giovane Montalbano". Sei nuove puntate - prodotte dalla Palomar e tratte dai romanzi di Andrea Camilleri - sceneggiate da Francesco Bruni per la regia di Gianluca Tavarelli. Alessio interpreta ancora una volta l'agente Paternò che, insieme agli altri poliziotti di Vigata, affianca il giovane Commissario Montalbano.
"Dopo il grande successo ottenuto con la prima serie, tre anni fa, è stato bello ritrovare tutto il cast - afferma Alessio Piazza. È subito riaffiorato quel forte legame umano e professionale che si era creato tra noi, e che costituisce un valore aggiunto per il nostro lavoro".
Le registrazioni - che dureranno sei mesi - avvengono nella fantastica location incorniciata tra Ragusa Ibla, Scicli, Sampieri e Modica: una Sicilia barocca emozionante.
[...]
 
 

Il Messaggero, 30.9.2014
Le “Donne” di Camilleri

Folla in adorazione dello scrittore ieri in piazza dell’Orologio alla presentazione del suo nuovo libro introdotto da Serena Dandini
 
 

Il Velino, 30.9.2014
Ascolti tv, oltre 6 milioni per “Il Commissario Montalbano”
Testa a testa tra Canale5 e Rai1 per lo share più alto nelle 24 ore

Ha vinto la prima serata ed è risultato il programma più visto della giornata: è “Il Commissario Montalbano”, interpretato da Luca Zingaretti, che, in onda su Rai1 ieri lunedì 29 settembre in prima serata, ha raccolto 6 milioni 72 mila telespettatori ed il 23,6 per cento di share. […]
 
 

La Repubblica, 30.9.2014
"Chiusa per mafia" la città di Montalbano. Scicli come Vigata, dalla fiction alla realtà
Sgominata la "cupola" che gestiva gli affari in Comune. Il sindaco indagato: "Non mi dimetto, sono tranquillo".

Povero commissario Montalbano, evidentemente lei ha un sesto senso. Ora si capisce perché ci va sempre di malavoglia nella stanza del Questore che la mortifica di continuo, la minaccia, le "consiglia" prudenza verso i potenti sui quali indaga. Si capisce, eccome se si capisce perché non le piace quella stanza.
È quando la fiction anticipa in qualche modo la realtà. Non capita spesso, però capita. A Scicli per esempio. O se preferite nella Vigata del popolarissimo Salvo Montalbano di Camilleri, tanto nessuno lo sa più qual è quella vera e quella finta, si sono così mischiate tra cattedrali bianche e scalinate, tripudi di capitelli e chiostri che ormai non c'è differenza fra la Scicli-Scicli e il palcoscenico della splendida serie televisiva interpretata da Luca Zingaretti. Adesso c'è anche un motivo in più: quella stanza.
Se sugli schermi è l'ufficio dell'antipatico e ossequioso Questore di Vigata che intralcia in tutti i modi il simpatico e onesto Montalbano, da ieri è anche l'ufficio del sindaco di Scicli (Scicli-Scicli) che tra meno di una settimana potrebbero chiuderlo "per mafia". Non è bello, ma è possibile.
Fra i palazzi barocchi della Sicilia più lontana si sta insediando quella che in linguaggio burocratico chiamano "commissione per l'accesso agli atti": in sostanza stanno cercando carte per sciogliere il comune per infiltrazioni malavitose. Oggi saranno ascoltati i venti consiglieri, poi i funzionari prefettizi rovisteranno negli archivi e nei bilanci e poi ancora - il 6 ottobre - decideranno sul destino del governo di Scicli. Imputato numero uno della faccenda il sindaco Franco Susino, 65 anni, medico, uno del centro-sinistra che ha messo su una giunta "tecnica" e che nel frattempo è rotolato in un'indagine della procura di Catania su appalti di rifiuti urbani. Indagato per concorso esterno. Una mezza dozzina i personaggi arrestati qualche mese fa dai carabinieri, tutti di un'organizzazione che secondo i pm detenevano il monopolio di certi affari in città favorendo anche assunzioni di amici e parenti. L'indagine è iniziata con due attachini che, nelle amministrative del 2012, incollavano manifesti elettorali ai muri. Ed è finita nella stanza del sindaco Susino. La stessa del commissario Montalbano.
Una poltrona che è diventata due volte scomoda, vero sindaco? "Ma no, no, io sono tranquillissimo, tutti mi conoscono a Scicli, tutti sanno come ho amministrato, tutti sanno cosa ho fatto", risponde. "Massima fiducia nelle autorità competenti". "Rispetto per la magistratura". "Non mi dimetto per l'interesse della città". Qualche settimana fa, il sindaco aveva tirato in ballo anche la Concordia e il comandante Schettino: "Io non sono uno che abbandona la nave: resto sul ponte di comando".
Ed è ancora lì nella sua stanza e in quella del Questore di Montalbano. Il dipinto ottocentesco alle spalle della scrivania rococò, un piccolo crocifisso, i calendari della polizia di Stato, tutto preciso come nelle scene di ogni episodio del lunedì sera, dalla Forma dell'Acqua al Cane di Terracotta, dalla Pazienza del Ragno al Ladro di Merendine. Tutto identico, anche la seggiola sulla quale si sistema il didietro l'odioso capo che non ama il commissario e la sua poca propensione all'ubbidienza incondizionata. Forse era già scritto che quella stanza aveva qualcosa di ambiguo, che dice sindaco? "Fesserie, sono abbastanza tranquillo". Abbastanza.
Così se Vigata è Scicli, se Marinella è Punta Secca, se Montelusa è Ragusa, se il palazzo municipale di Scicli è l'esterno della sede della Questura di Montelusa [in realtà è l’esterno del Commissariato di Vigàta, NdCFC], se la stanza del Questore pavido è la stanza del sindaco indagato per mafia, se mettiamo insieme i discorsi che Montalbano subisce dal suo Questore e mettiamo insieme le indagini dei carabinieri sul sindaco Susino, apparentemente non ci districhiamo ma alla fine capiamo tutto. Ve l'abbiamo appena scritto: a volte la fiction annuncia ciò che verrà.
Per il resto, che dire. Un tempo questa provincia siciliana con i suoi gioielli architettonici edificati dopo lo spaventoso terremoto del 1693 - da Ragusa Ibla a Modica e poi fino a Noto - era considerata immune dalle mafie. Quando lo scrittore Leonardo Sciascia la raggiungeva dalla sua Racalmuto (dall'altra parte dell'isola, a occidente) per incontrare Gesualdo Bufalino, ne parlava come di una Sicilia "babba", cioè stupida, ovvero senza boss e malizia. Una descrizione che non vale più. Già alla fine degli anni Settanta erano arrivate le cosche palermitane attirate dalla base dove gli americani avrebbero voluto puntare i Cruise, missili "da crociera" per far paura a Mosca prima del crollo del Muro. Poi sono piombati i catanesi, poi ancora c'è stata l'invasione degli "stiddari", malacarne senza quarti di nobiltà criminale ma carichi di violenza.
Scicli era lì in mezzo. Prima di Montalbano e del sindaco Susino era desolata nella sua bellezza barocca. Fra ulivi, carrubi e lunghe spiagge dove ancora vive il pittore "delle linee della terra e del mare", Piero Guccione, un altro grande della provincia siciliana.
Attilio Bolzoni
 
 

 


 
Last modified Saturday, October, 07, 2023