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RASSEGNA STAMPA

APRILE 2025

 

Bologna Children's Book Fair, 1.4.2025
12:00 - 12:50
La Memoria dei ragazzi: nuovi progetti e nuove avventure
The Book Lovers' Café GALLERY HALL 25-26

Presentazione di una nuova collana pensata per il pubblico dei ragazzi dai 9 ai 13 anni che nasce dal desiderio di incontrare nuovi lettori, proporre nuove storie, cercare nuovi autori.
Moderatore: Silvana Sola, ISIA Urbino e Cooperativa Culturale Giannino Stoppani.
Panel: Antonio Manzini, scrittore; Antonio Sellerio, Direttore Editoriale, Sellerio.
Organizzato da: Sellerio
 
 

ANSA, 1.4.2025
Manzini, 'racconto i ragazzi che se la cavano da soli'
Alla Fiera Bologna con Antonio Sellerio inaugura nuova collana

Non hanno i telefonini e non sono per niente social i giovani raccontati da Antonio Manzini che esordisce nella narrativa per ragazzi con 'Max e Nigel'.
Il libro segna anche la nascita della nuova collana di Sellerio 'La memoria dei ragazzi' che parte con l'autore di Rocco Schiavone e 'Dieci avventure del commissario Montalbano' di Andrea Camilleri, tratte da varie raccolte e riunite in 'Guardie e ladri' da Giordano Meacci e Marta Vesco.
"Non possiamo iniziare un nuovo progetto senza che ci sia Camilleri con noi. Tra la sua grande produzione questi racconti sono quelli che noi insieme ai curatori abbiamo pensato fossero adatti anche a un pubblico più giovane, dai nove anni in su" dice all'ANSA Antonio Sellerio. "In realtà una parte non piccola della responsabilità della nascita di questa collana è di Antonio Manzini. È un progetto di cui in casa editrice si parla da tantissimo tempo. Quando Manzini mi ha telefonato e detto che era pronto Max e Nigel abbiamo cominciato. Ma piano piano, con calma, prudenza e rispetto. Vorremmo cercare di continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto, scoprire nuove voci, giocare un po' sul giallo e sulla serialità" spiega Sellerio.
Manzini si è divertito a "scrivere una storia per i ragazzi con personaggi adolescenti, giovani. Quelli che racconto sono un po' atemporali, ho evitato il mondo virtuale, i social.
Potrebbero essere ragazzi degli anni '90. Il riferimento geografico è il quartiere dove sono nato io, a Roma, ma non lo nomino mai, potrebbe essere qualsiasi città italiana" racconta all'ANSA lo scrittore al suo arrivo alla Bologna Children's Book Fair 2025 che il 2 aprile dedica un evento al centenario della nascita di Camilleri. "È un salto nel buio. I libri per ragazzi li abbiamo letti tutti, scriverli è un’altra cosa. Immagino ragazzi e ragazze che se la cavano da soli come Pippi Calzelunghe o I ragazzi della via Pal dove ci sono delle bande" dice lo scrittore. I disegni che accompagnano la storia sono di Toni Tommasi.
Max e Nigel hanno una capacità innata di mettersi sempre nei guai, si destreggiano tra compagni arroganti, professori antipatici, grandi avventure da risolvere e non mancano i misteri da risolvere. Con Wheng e Roberto formano l'inseparabile quartetto dei 4 desperados. "Questi sono ragazzi che se la cavano da soli. Mi fa orrore la pressione che hanno addosso oggi i ragazzi. Prendono una nota e arriva l'sms ai genitori. Sono controllati, non riescono più a giocare per strada. Non c'è uno sfogo sociale vero. Vivono sui social. Ho voluto raccontare ragazzi liberi da tutte queste pressioni, liberi anche di sbagliare e di pagare in prima persona il loro errore, senza ricorrere a papà e mamma in lacrime" dice Manzini.
Max e Nigel è un diario, in realtà, e per questo "dovrebbe essere sempre veritiero. Quello che tu scrivi con il cuore lo metti nel tuo diario che non viene letto. Invece il diario sotto forma letteraria, libero, da leggere, potrebbe anche essere una montagna di bugie".
Ma c'è un po' l'autore in questi personaggi? "No, non ci sono io. Non ero così. Forse c'è qualche amico mio" dice Manzini che in questo libro parla innanzitutto dell'importanza dell'amicizia tra ragazzi e uomini futuri. "Di quanto è importante per la tua formazione, per la tua crescita nella società. Oggi vedo tante occasioni perdute". Diventerà una serie? "Non lo so. Scrivere per ragazzi mi diverte molto e ne ho altre di storie. È come un gioco, perché non farlo?". La nuova collana Sellerio? "Siamo entrati in punta di piedi in questo mondo meraviglioso che non conosciamo. Andrea Camilleri è stato sempre il nume tutelare di questa casa editrice. È bello inaugurarla con lui".
Continueranno le avventure di Rocco Schiavone? "Ho poco più di un titolo e una ventina di pagine. Mi piacerebbe fare un libro sull'identità vera e nascosta. Sulla forzatura che si deve fare sulla propria identità per vivere in società. In tv Rocco è andato benissimo, vogliono fare la settima serie" dice Manzini e annuncia che ha "dei racconti sulla Bibbia, come l'ho letta da ragazzino e come la leggo oggi. Sono storie divertenti su come potrebbe essere andato ma non lo hanno detto, il diluvio universale, l'ultima cena. Un racconto è sulle Lettere di San Paolo" spiega lo scrittore alla sua prima volta alla Fiera del Libro per Ragazzi.

Mauretta Capuano
 
 

MOW, 1.4.2025
Non bastava la saga familiare di Stefania Auci? "Mare avvelenato" di Elena Magnani (Giunti) è un romanzo da macero immediato. Mazzeo? Mazzate (e voto 3: ecco perché)
“Mare avvelenato" (edito da Giunti) di Elena Magnani non ci ha convinti per niente. I motivi? Sono tanti. La storia è sciatta, piena di cliché e scontata dall’inizio alla fine. Un romanzo retto da un impianto e da trovate narrative che non troverebbe cittadinanza neanche nei peggiori Harmony…

Va fatta una premessa. Ci si avvia a stroncare uno dei libri peggiori letti in vita nostra. Si tratta di Mare avvelenato, scritto da Elena Magnani e pubblicato da Giunti. Che a sua volta, come casa editrice, è ormai diventata la nuova Newton Compton. E non è un complimento. La premessa riguarda l’effetto nefasto che deriva dall’invenzione dei filoni in narrativa. Filoni che magari vengono inaugurati da romanzi e autori di livello alto, ma che purtroppo danno vita a una scia di prodotti e manufatti editoriali perlomeno discutibili, oltre a portare sulla scena autori che molto meglio avrebbero fatto a rimanersene nell’ombra. È stato così nel caso de Il nome della rosa di Umberto Eco. Gran romanzo, che però purtroppo ha prodotto la scia del giallo filologico. Da lì in poi è partita la devastante ondata dei marcellisimoni e fauna analoga. Lo stesso è successo con Andrea Camilleri e con la sua trasformazione della sicilianità (e del parlato siculo) in una koiné artificiale, nel birignao globale. Roba buona per far abboccare il Resto del Mondo Non Siculo, facendogli credere che la Sicilia sia quella roba folkloristica dove Catarella dice “di pirsòna pirsonalmente” (frase che non verrebbe pronunciata nemmeno da uno scledense trapiantato a Sant’Angelo Muxaro, né da una avezzanese mandata a fare uno stage in raccolta dei fichi d’india a Chiaramonte Gulfi), e dove ogni due per tre si proferisce il termine cabbasìsì (che nel parlato siculo è in disuso, a occhio e croce, dagli anni Settanta). E certo, infine i libri di Camilleri sono anche dei buoni prodotti (ma non tutti). Il problema è che su quella scia si sono innestati autori e prodotti utili nemmeno per farci ecoballe.
[…]
Pippo Russo
 
 

Bologna Children's Book Fair, 2.4.2025
10:30 - 11:20
Andrea Camilleri ieri, oggi e domani: 100 anni di vita e di storie
The Content Café HALL 30

Moderatore: Ivan Canu, Direttore, Mimaster Illustrazione
Panel: Antonio Sellerio, editore; Marta Vesco, curatrice di Guardie e ladri – Dieci avventure del commissario Montalbano, di Andrea Camilleri, Sellerio; Paolo Verri, Direttore Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Lorenzo Mattotti, artista.
Organizzato da: Bologna Children’s Book Fair
In collaborazione con: Sellerio, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
 
 

Report Sicilia, 2.4.2025
Per i 100 anni di Andrea Camilleri il Comune di Porto Empedocle presenta progetto (da 41 mila euro) alla Regione

Ricordare il centenario dalla nascita di Andrea Camilleri è un obbligo per Porto Empedocle. L’amministrazione comunale, le cui casse non sono come noto floride, chiede “aiuto” alla Regione Sicilia, presentando un progetto che con la modica spesa di circa 40 mila euro, mira a onorare al meglio il grande scrittore, papà del commissario Montalbano. Un progetto al quale al Comune empedoclino, guidato dal sindaco Calogero Martello, hanno dato il nome di “Le Tradizioni di Vigata: il mondo di Andrea Camilleri”. Quale sarebbe l’obiettivo? “Favorire e promuovere la partecipazione e l’aggregazione sociale, costituendo un momento di attrazione e visibilità valorizzando le peculiarità del territorio empedoclino. Fanno parte della manifestazione una serie di iniziative collaterali da attuare in sinergia ed in collaborazione con l’Ass.ne Turistica “Pro Loco Porto Empedocle” aderente all’UNPLI Sicilia”.
Il programma
Ma cosa prevede questo programma. Un Convegno a livello nazionale su “La Lingua di Andrea Camilleri” con il coinvolgimento del Fondo A.Camilleri e la partecipazione di illustri studiosi della materia e dell’editoria, delle istituzioni , dei rappresentanti ANCI e ICPI, nonché delle figure istituzionali del terziario. La realizzazione di un opuscolo di promozione culturale e turistica sui riferimenti linguistici e sulle tradizioni empedocline raccontate da Andrea Camilleri; Realizzazione di una raccolta di stampe da antiche cartoline “Porto Empedocle com’era: La Vigata di Andrea Camilleri”. Una Rassegna di corti teatrali da svolgersi dall’11 al 13 luglio nell’ambito della Giornata Nazionale delle Pro Loco nella prestigiosa location della corte della Torre di Carlo V Concorso Fotografico “Il Mondo di Andrea Camilleri” da svolgersi nelle sale della Torre di Carlo V; Cerimonia commemorativa da svolgersi il 30 agosto 2025 nella Sala Convegni del nuovo Centro Andrea Camilleri all’interno del Palazzo Municipale di Porto Empedocle, con la presentazione e la distribuzione dell’annullo filatelico e della cartolina commemorativa realizzata in collaborazione con Poste Italiane e con il coinvolgimento degli alunni degli istituti scolastici cittadini (tra luglio e agosto sarà una vera impresa) in un concorso premio dei bozzetti della cartolina e dell’annullo filatelico. E inoltre attività di laboratorio riservate alle scuole primarie con letture e proiezioni video di due fiabe scritte da Andrea Camilleri, “Topiopi” e “Magarìa”, con partecipazione attiva dei bambini.
Dalle sarde alle granite
Non mancherà il Progetto enogastronomico “La Cucina di Andrea Camilleri” organizzato in sinergia con il Centro Studi Andrea Camilleri di Raffadali, con il coinvolgimento dei ristoratori empedoclini con la preparazione e la degustazione delle principali pietanze descritte nei romanzi del Commissario Montalbano quali ad esempio le sarde a beccafico, le prelibate granite e altro. In sintesi la manifestazione si pone l’obiettivo di coinvolgere le diverse fasce d’età cittadine e dei comuni limitrofi, oltre che richiamare numerosi turisti, attratti sia dalla rievocazione della figura di Andrea Camilleri, sia dalle tradizioni gastronomiche, culturali e dal patrimonio naturale della città stessa. Il costo della manifestazione ammonta a 41.500,00 euro, di cui 30.000,00 a carico dell’Assessorato dell’Autonomie Locali e della Funzione pubblica, ed 11.500,00 a carico del bilancio comunale. Non resta che vedere se la Regione concederà questo finanziamento. Il tutto, nei giorni in cui prende corpo la nascita del Parco letterario Andrea Camilleri, nato dall’idea proposta dell’ammiraglio Vittorio Alessandro e subito accolta dal Comune.
Francesco Di Mare
 
 

Comune di Caltanissetta, 2.4.2025
150° Teatro Margherita-Il Birraio di Preston e la Sicilia di Camilleri
Seminario relativo a uno dei primi spettacoli inscenati nel teatro comunale e sull'opera di Andrea Camilleri

Descrizione
Caltanissetta celebra i 150 anni dall’inaugurazione del Teatro Regina Margherita.
Il teatro comunale, dedicato alla prima Regina consorte d'Italia, è un piccolo gioiello nel cuore della Sicilia e tra i più antichi d’Italia.
Per celebrarlo sono state organizzate delle iniziative di carattere culturale e ricreativo che coinvolgeranno persone di tutte le età.

A pochi giorni dall'omonimo spettacolo che andrà in scena venerdì 30 marzo alle 21:00, il seminario "Il Birraio di Preston e la Sicilia di Camilleri", in programma mercoledì 2 aprile a partire dalle ore 9:30, offrirà l'opportunità di approfondire e riflettere sull'opera ambientata nella Sicilia dell'Ottocento.
Dopo i consueti saluti istituzionali, interverrà Angelo Campanella (PhD in Studi Umanistici, Università di Palermo), che dialogherà con gli allievi della IV C del Liceo Classico "Ruggero Settimo".
Nel corso della mattinata prenderà la parola anche Felice Cavallaro (giornalista e saggista), direttore della Strada degli Scrittori, che parlerà agli studenti dello scrittore empedoclino e del rapporto con la “Strada degli Scrittori” attraverso video e testimonianze.
La partecipazione è libera previa prenotazione obbligatoria tramite la seguente mail: alchimiapress@gmail.com
Hanno patrocinato la rassegna 150° Anniversario Teatro Margherita, oltre che il Comune di Caltanissetta, la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta, il Conservatorio statale di musica “Vincenzo Bellini”, l’associazione Alchimia, il Fondo Andrea Camilleri e la Strada degli Scrittori.
Per maggiori info sulla rassegna: https://comune.caltanissetta.it/it/news/150-anniversario-del-teatro-regina-margherita-di-caltanissetta-il-programma-degli-eventi
A chi è rivolto
A tutti
Date e orari
02 apr 09:30 - Inizio evento
02 apr 14:00 - Fine evento
Costo
Gratuito, con prenotazione obbligatoria scrivendo a alchimiapress@gmail.com
Luogo
Teatro Regina Margherita
Corso Vittorio Emanuele II, 73, 93100 Caltanissetta CL, Italia
 
 

Comune di Caltanissetta, 2.4.2025
Il Birraio di Preston e la Sicilia di Camilleri - 150° Teatro Margherita

Caltanissetta celebra i 150 anni dall’inaugurazione del Teatro Regina Margherita. Il teatro comunale, dedicato alla prima Regina consorte d'Italia, è un piccolo gioiello nel cuore della Sicilia e tra i più antichi d’Italia. Per celebrarlo sono state organizzate delle iniziative di carattere culturale e ricreativo che coinvolgeranno persone di tutte le età.
A pochi giorni dall'omonimo spettacolo che andrà in scena venerdì 30 marzo alle 21:00, il seminario "Il Birraio di Preston e la Sicilia di Camilleri", in programma mercoledì 2 aprile a partire dalle ore 9:30, offrirà l'opportunità di approfondire e riflettere sull'opera ambientata nella Sicilia dell'Ottocento.
Dopo i consueti saluti istituzionali, interverrà Angelo Campanella (PhD in Studi Umanistici, Università di Palermo), che dialogherà con gli allievi della IV C del Liceo Classico "Ruggero Settimo".
Nel corso della mattinata prenderà la parola anche Felice Cavallaro (giornalista e saggista), direttore della Strada degli Scrittori, che parlerà agli studenti dello scrittore empedoclino e del rapporto con la “Strada degli Scrittori” attraverso video e testimonianze.
La partecipazione è libera previa prenotazione obbligatoria tramite la seguente mail: alchimiapress@gmail.com
Hanno patrocinato la rassegna 150° Anniversario Teatro Margherita, oltre che il Comune di Caltanissetta, la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta, il Conservatorio statale di musica “Vincenzo Bellini”, l’associazione Alchimia, il Fondo Andrea Camilleri e la Strada degli Scrittori.
 
 

Biblioteche di Roma, 2.4.2025
Il Circolo e il Premio Camilleri - 1° incontro
3 aprile 2025 ore 17:00
Biblioteca Rugantino

Riunione Circolo di lettura
Nell’ambito delle celebrazioni per il centenario di Andrea Camilleri, rivolto ad autori e autrici di radiodrammi, racconti brevi, fiabe per bambini e poesie, il Circolo di lettura Rugantino è stato chiamato a valutare Racconti brevi e Poesie prima che siano sottoposti alla giuria composta da personalità ed esperti del mondo letterario, teatrale e radiofonico.
Come di consueto il Circolo si riunisce presso il CPIA 2 Roma Italo Calvino, via Vitaliano Ponti, 40.
Coordina Livia De Pietro
Info: email: ill.rugantino@bibliotechediroma.it
Tel. 0645460591
 
 

Comune di Pistoia, 2.4.2025
Il Festival Giallo Pistoia torna dall’11 al 14 aprile
Programma ricco di incontri e iniziative per la quindicesima edizione dal tema “Linguaggi del Giallo”. Numerosi gli ospiti tra scrittori, sceneggiatori, registi, fumettisti, musicisti. A chiudere la manifestazione Maurizio de Giovanni

Descrizione
“Linguaggi del Giallo” è il tema della quindicesima edizione del Festival Giallo Pistoia che si terrà dall’11 al 14 aprile con un programma ricco di ospiti, incontri e iniziative che per quattro giorni animeranno la città.
[…]
Venerdì 11 aprile […] La manifestazione avrà un’appendice alle 21 nel Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi. In collaborazione con Pistoia Musei, è prevista una “Notte Gialla al museo”. Ospiti Sasha Naspini, Luca Crovi e Arianna Mortelliti. Letture di Marco Zingaro, interverranno anche Monica Preti, direttrice Pistoia Musei e Giuseppe Previti, direttore artistico del festival.
La giornata di sabato 12 aprile prende il via alle 9.30 con tre anniversari celebri tra letteratura, cinema, fiction e altro.
[…]
Il secondo anniversario riguarda i 100 anni dalla nascita di Andrea Camilleri, con il patrocinio della Polizia di Stato. Luca Crovi dialogherà con Arianna Mortelliti, nipote di Camilleri, che presenterà il suo libro “Quel fazzoletto color melanzana”. Letture di Marco Zingaro. Seguirà la proiezione dell’intervista realizzata da Manlio Monfardini a Andrea Camilleri, dal repertorio di Tvl.
[…]
 
 

AMAT, 2.4.2025
Il Birraio di Preston

tratto dal romanzo di Andrea Camilleri
pubblicato da Sellerio editore
riduzione teatrale di Andrea Camilleri – Giuseppe Dipasquale
con Edoardo Siravo, Federica De Benedittis, Mimmo Mignemi
e con [in o.a.] Gabriella Casali, Pietro Casano, Luciano Fioretto
Federica Gurrieri, Paolo La Bruna, Giorgia Migliore, Valerio Santi, Vincenzo Volo
regia Giuseppe Dipasquale
scene Antonio Fiorentino
costumi ripresi da Stefania Cempini e Fabrizio Buttiglieri da un’idea di Gemma Spina
produzione Marche Teatro, Teatro Al Massimo di Palermo, Teatro di Roma

Il primo rapporto con il teatro data, nella mia vita, all’incirca dal 1949. Da questo momento in poi, si può dire, non ci siamo mai lasciati. Il movente fu un sentimento tipico di certa gioventù inquieta, tra la noia e la curiosità.
Prima di accettare l’ipotesi di una riduzione per il teatro di questa mia opera letteraria ho resistito un bel po’. Non capivo come fosse possibile (e ragionavo, è ovvio, da autore) trovare un contenitore spaziale, una griglia che supportasse, senza tradirlo, il racconto. Il colloquio avuto con Giuseppe Dipasquale ci ha fatto trovare la soluzione: una struttura drammaturgica che salvaguardasse la scomposizione temporale del romanzo, ma condotta in modo da localizzare scenicamente il tutto in un luogo che fosse ad un tempo un teatro (quello, per esempio, dove poteva essere avvenuto l’incendio) e il luogo dell’azione del racconto.
Sono stato per lungo tempo un regista per non capire quante insidie si nascondono nella trasposizione scenica di un’opera letteraria. Ci sembra, questa volta, di avere fatto il possibile affinché l’opera, lo spirito, l’ironia del romanzo siano state conservate. Andrea Camilleri

Ci troviamo in un piccolo paese siciliano, che nella topografia camilleriana è il solito Vigàta, durante la seconda metà dell’Ottocento. L’occasione è data dal fatto che è necessario inaugurare il nuovo teatro civico “Re d’Italia”. Il prefetto di Montelusa, paese distante qualche chilometro, ma odiato dagli abitanti di Vigàta perché più importante e perché sede della Prefettura, si intestardisce di inaugurare la stagione lirica del suddetto teatro con un’opera di Ricci. Nessuno vuole la rappresentazione di quel lavoro, tra l’altro realmente scadente. Il Prefetto obbliga addirittura a dimettersi ben due consigli di amministrazione del teatro pur di far passare quella che lui considera una doverosa educazione dei vigatesi all’Arte, per seguirli paternamente nei primi passi verso il Sublime. Si arriva quasi a una guerra civile tra le due fazioni: da un lato i vigatesi che, con quel naturale e tutto siciliano senso di insofferenza verso tutto quello che sappia di “forestiero” (e il Prefetto Bortuzzi lo è!), decidono di boicottare l’ordine prefettizio; e dall’altra il prefetto Bortuzzi con Don Memè Ferraguto, al secolo Emanuele, cinquantino, sicco di giusto peso, noto uomo d’onore del luogo, sempre alleato al potere per atavica e pura convenienza. Da ciò si diparte una storia divertentissima e al tempo stesso tragica, che culmina nell’incendio del teatro. Una narrazione interessante per il suo intreccio e intricata nello sviluppo specie quando compaiono sulla scena i dinamitardi che hanno il compito di dare al boicottaggio di quell’inaugurazione la fisionomia di un messaggio a livello nazionale: dovranno infatti far esplodere il teatro per convincere il governo che anche la Sicilia è allineata, contro lo Stato, a favore dei Carbonari. La turbolenta vicenda si incastra con quella del Delegato Puglisi e della sua amante, la cui sorella ha trovato atroce morte proprio in seguito all’incendio del teatro, della cantante Maddalena Paolazzi vittima una delle più clamorose “stecche” nella storia del bel canto, del Dottor Giammacurta, dell’avvocato Fiannaca, dell’ingegnere Hoffer e di tanti altri.
La vicenda narrata è una vicenda esemplare per raccontare oggi la Sicilia. L’eterna vacuità dell’azione siciliana, che spesso si traduce in un esasperato dispendio di energie per la futilità di un movente, è la metafora più evidente del testo. In un esempio sublime e divertito di narrazione dei caratteri, la Sicilia, il suo mondo, i suoi personaggi vengono ammantati, attraverso la lingua camilleriana, da una luce solare, vivida di colori e ricca di sfumature.
Questa Sicilia che non dimentica i morti, non dimentica i mali letali che cercano di consumarla inesorabilmente dal di dentro, che non dimentica il tradimento verso valori appartenuti a se stessa quando era culla di una civiltà, questa Sicilia oggi può senza timore ricominciare a parlare di se stessa con la necessaria ironia e distacco, affinché l’autocompiacimento delle virtù come dei vizi e dei dolori, non costituisca lo stagno dal quale diviene difficile uscire.

PESARO _ TEATRO ROSSINI giovedì 27 novembre 2025 ore 21 | venerdì 28 novembre 2025 ore 21 | sabato 29 novembre 2025 ore 19 | domenica 30 novembre 2025 ore 17
Info su abbonamenti QUI
Biglietti da 8 a 27 euro in prevendita da sabato 4 ottobre 2025
BIGLIETTERIA TEATRO ROSSINI [Piazzale Lazzarini 0721 387621]
aperta dal mercoledì al sabato dalle ore 17 alle ore 19.30
nei giorni di spettacolo feriali aperta con orario 10 – 13 e dalle 17 ad inizio rappresentazione
la domenica di spettacolo aperta con orario 10 – 13 e dalle 16 ad inizio rappresentazione

INFO AMAT 071 2072439 [lunedì – venerdì orario 10 – 16]
DanielaR
 
 

Maison de la poésie, 3.4.2025
Rencontre & lecture
jeudi 3 avril 2025 20h30
tarif : 10 € — adhérent : 5 € Réserver
Hommage à Andrea Camilleri
Avec Carlo Lucarelli & Serge Quadruppani
Lecture par Caterina Barone
Entretien mené par Fabio Gambaro
Dans le cadre du festival Italissimo

Pour célébrer les cent ans de la naissance du maître du roman policier italien, écrivain chaleureux, prolifique et populaire, il fallait des amis. Les deux multi-instrumentistes de cette rencontre étaient en plus des confrères et des collègues. Carlo Lucarelli avait même accolé l’héroïne de ses romans noirs au célèbre commissaire de Vigata le temps d’une enquête à quatre mains, Meurtre aux poissons rouges. Serge Quadruppani en était déjà le traducteur, qui a su donner une voix française aux mots de Camilleri, cette langue riche et vive, sicilienne et affectueuse et, surtout, qui n’appartient qu’à lui. Ensemble, ils lèveront le voile sur les secrets d’écriture de Camilleri et présenteront l’ultime enquête de Montalbano, le roman posthume Riccardino dont la comédienne Caterina Barone nous lira un extrait, ainsi que deux “lettres” écrites par Lucarelli et Quadruppani au célèbre commissaire.
À lire –
Andrea Camilleri, Riccardino, trad. de l’italien par Serge Quadruppani, Fleuve noir, 2025.
Andrea Camilleri et Carlo Lucarelli, Meurtre aux poissons rouges, trad. de l’italien par Serge Quadruppani, Fleuve noir, 2013.
AA. VV., Caro Montalbano. Lettres au commissaire, Institut culturel italien de Paris, 2017.


 

Telamone, 3.4.2025
Chi pensa al centenario della nascita di Andrea Camilleri?

Una visita al Cimitero Acattolico di Roma per un breve raccoglimento sulla tomba di Andrea Camilleri nell’anno del centenario della sua nascita. E qui vengono alla mente le parole di Henry James, 1873: “Una mescolanza di lacrime e sorriso, di pietre e di fiori, di cipressi in lutto e di cielo luminoso, che ci dâ l’impressione di volgere uno sguardo alla morte dal lato più felice della tomba”. E’ il luogo del riposo eterno di Andrea Camilleri, ma anche di poeti, artisti, musicisti, diplomatici, studiosi come Bruno Pontecorvo, Gramsci, Carlo Emilio Gadda. Accanto a loro tanti artisti stranieri: John Keats, Percy Bysshe Shelley, William Wetmore Story, Constance Fenimore Woolson, George Perkins Marsh, Auguste von Goethe, Carl de Bildt, Irene Galitzine, Karl Briullov. Sepolture importanti che giornalmente vengono visitate da numerosi turisti. Tutti questi illustri personaggi hanno trovato degna sepoltura al cosiddetto Cimitero Protestante, meglio conosciuto come Cimitero Acattolico di Roma, circondato dalle mura Aureliane e situato presso la Piramide di Caio Cestio. La tomba del padre del commissario Montalbano si trova nella zona terza del cimitero nella stessa area dove sono custodite le ceneri di Antonio Gramsci. Ad Agrigento a pochi mesi dal “sei settembre” si sconoscono le iniziative in cantiere per ricordare il centenario della nascita di Andrea Camilleri.
Diego Romeo, Paolo Cilona
 
 

Vibo Valentia, 4.4.2025
La notte nazionale dei licei classici
La Notte del giallo mediterraneo: i 100 anni di Camilleri. Il prof. Giuseppe Fabiano dialoga con gli studenti
19:20-20:15 Aula Magna


 
 

ActuaLitté, 4.4.2025
Riccardino, le polar-testament d'Andrea Camilleri

Le téléphone sonne. Une voix enjouée appelle Riccardino au petit matin. Montalbano, réveillé par erreur, accepte le rendez-vous par politesse agacée. Moins d’une heure plus tard, Riccardino gît au sol, deux balles dans la tête. Ainsi débute Riccardino, dernier roman de la série consacrée au commissaire sicilien imaginé par Andrea Camilleri.
Mais dans cet épilogue, la mécanique du polar se double d’une mise en abîme vertigineuse, où le personnage affronte son créateur. Et tout le monde n’en sort pas indemne.
Trente-cinq romans plus tard, le commissaire de Vigàta semble au bord de l’épuisement. L’envie d’enquêter vacille, la fatigue s’infiltre dans chaque geste, la lassitude l’emporte sur le plaisir de la traque. Face à la mort de Riccardino, figure solaire d’un groupe d’amis fusionnels, l’intuition reste vive, mais l’énergie s’effiloche.
Montalbano doute, soupèse, puis questionne avec cette ironie à froid qui le caractérise. Autour de lui, trois amis, peut-être trop proches, peut-être trop parfaits, s’ébrèchent peu à peu. Le soupçon s’insinue entre les regards, les silences, les contradictions.
Mais la véritable surprise de Riccardino ne réside pas dans l’enquête. Andrea Camilleri, en maître du contre-pied, entre en scène. L’auteur s’invite dans le texte, apostrophe son personnage, perturbe le récit et bouscule la linéarité du polar. En héritier de Pirandello, il joue avec les niveaux de fiction, confronte Montalbano à sa double existence – littéraire et télévisuelle – et interroge la fin possible d’un héros devenu mythe.
Le ton, faussement léger, trahit une forme de désenchantement. Camilleri met en scène le crépuscule du commissaire, mais aussi celui de l’écrivain.
Ce roman, écrit en 2005, puis révisé en 2016, fut volontairement conservé à l’écart, comme une conclusion anticipée. En attendant de l’achever, Camilleri poursuivit sa série avec constance. Riccardino restait là, scellé, gardé en réserve pour tirer le rideau.
Publié à titre posthume, le texte ne cherche pas l’effet de surprise ou le rebondissement spectaculaire. Il explore une autre forme de tension : celle qui oppose le besoin de clore à l’attachement profond, presque organique, entre un auteur et sa créature.
Dans cette ultime enquête, les apparences trompent autant que les intentions. Ce que l’on croit figé vacille. Le commissaire, loin de tirer sa révérence avec panache, glisse vers une forme d’effacement. L’humour reste là, sec, tranchant, mais le regard devient plus mélancolique.
En creux, c’est toute une époque de littérature populaire italienne qui se referme. Avec tendresse, Camilleri offre à Montalbano non pas une mort brutale, mais une sortie pleine de subtilité, où la fiction elle-même semble hésiter à se dissoudre.
Nicolas Gary
 
 

TV 2000, 4.4.2025
Ufficio stampa
L’ora solare: omaggio a Camilleri e la vita di Pavarotti con la moglie Nicoletta Mantovani
Con Paola Saluzzi, in onda dal lunedì al venerdì alle ore 12.20

LUNEDÌ 7 APRILE
Alessandra Mortelliti, attrice e regista, racconta, a cento anni dalla nascita, il talento, l’estro e la vita di suo nonno Andrea Camilleri: dagli studi all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico fino agli amatissimi libri con protagonista il Commissario Montalbano. Mortelliti descrive le iniziative promosse per il centenario in corso e presenta il Fondo Andrea Camilleri, un luogo fisico dove arte e cultura si incontrano in memoria dello scrittore.
[…]
 
 

Quotidiano Nazionale - Guida TV, 4.4.2025
Rai 5 10/04
Sciarada - Il circolo delle parole
10 Aprile 2025, 02:15 / 08:40 / 20:20

Un nuovo viaggio alla scoperta di documenti, luoghi, voci e presenze per capire i passaggi salienti che punteggiano la storia della nostra lingua, analizzando questa volta il rapporto tra dialetti e lingua ufficiale e l’avvento della comunicazione digitale quale naturale evoluzione della corrispondenza tradizionale. Sono, infatti, dedicate rispettivamente alla conquista dell’italiano e al passaggio dall’epistola tradizionale alla comunicazione telematica e digitale le due nuove puntate della serie “Etimo, per il museo della lingua italiana”, per il ciclo “Sciarada”. Al timone c’è sempre lo storico della lingua italiana e divulgatore Giuseppe Antonelli, docente presso l’Università degli Studi di Pavia e presidente del comitato tecnico scientifico del prestigioso Centro Manoscritti di Pavia fondato da Maria Corti, e responsabile del Multi e del Mundi, i musei dedicati alla lingua italiana, il primo digitale e il secondo con documenti materiali. TRAMA EPISODIO “È stato un grosso aiuto il dialetto siciliano nel lavoro sulle varie serie dedicate al Commissario Montalbano.” Parole di Luca Zingaretti, ospite della prima puntata, che rende omaggio al mondo e alla lingua di Andrea Camilleri, e che dice: “Il dialetto dà ritmo a quello che devi dire. Il dialetto, venendo dalla lingua parlata è una lingua molto più musicale dello scritto. Abbiamo attinto a piene mani dalla lingua camilleriana, che era un siciliano anomalo, perché un po’ era antico e quindi non più in uso ed era il linguaggio che Camilleri aveva imparato da giovane un po’ era proprio un dialetto inventato dallo scrittore. Ci sono delle parole che non esistono nel siciliano reale, e che invece Camilleri anche onomatopeicamente ha costruito”. Insomma “dialetto per diletto” quello di Camilleri, come osserva Giuseppe Antonelli che, presso il Fondo dedicato allo scrittore siciliano, si sofferma sull’opera, i manoscritti, le prove di un intellettuale eclettico che abbiamo imparato ad amare. La bella notizia è che, a differenza di quanto temuto e profetizzato da molti, la conquista dell’italiano non ha portato alla scomparsa dei dialetti. Anzi, dialetto e italiano oggi convivono di fatto in armonia, perché, come diceva proprio Camilleri, “L’albero è la lingua, i dialetti sono la linfa”. [...]
 
 

La Nazione (ed. Umbria), 5.4.2025
Ferro di Cavallo in giallo Gruppo di lettura: "Condivisione, divertimento e scoperta"

Nasce “Ferro di Cavallo in Giallo”, un nuovo gruppo di lettura che promette di coinvolgere appassionati di libri di tutte le età in un viaggio tra pagine, storie e autori indimenticabili. Il primo appuntamento è fissato per martedì 8 alle 21 nella sede del Centro socio culturale, via Gregorovius 11. Un’occasione per immergersi nel mondo del giallo, partendo da uno dei maestri della narrativa italiana: Andrea Camilleri.
Il libro scelto per l’incontro è “La forma dell’Acqua”, il primo romanzo della celebre serie del Commissario Montalbano, un’opera che ha conquistato generazioni di lettori e che continua a emozionare con la sua scrittura coinvolgente e i suoi personaggi indimenticabili.
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Silvia Angelici
 
 

Il Mattino, 6.4.2025
Guida, un comitato per il centenario
L’accademico dei Lincei Vecce presiede la squadra messa in campo dal ministero per le celebrazioni

Alfredo, poi Mario, Geppino e oggi Diego sono i librai editori della famiglia Guida che in 105 anni di attività ha rappresentato la storia di un modello imprenditoriale e culturale che ha appena ricevuto un importante riconoscimento istituzionale.
Il ministero della Cultura ha deliberato la costituzione del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita e dell’inizio delle attività culturali della famiglia Guida a Napoli. Presieduto dall’accademico dei Lincei Carlo Vecce, del comitato fanno parte gli italianisti Laura Cannavacciuolo dell’Orientale, e Vincenzo Caputo della Federico II, Maria Rascaglia, già vicedirettore della Biblioteca Nazionale di Napoli, e Diego Guida, che sottolinea: «Stiamo mettendo a punto le attività che quest’anno metteremo in campo non solo per raccontare la storia dei Guida, ma anche la storia dell’editoria napoletana e nazionale, le sfide vinte e quelle perse, le innovazioni, le tradizioni, le prospettive future».
In calendario almeno due convegni internazionali, una pagina web tutta dedicata alla storia dell’azienda, una mostra fotografica e una documentaria da allestire «in quella che oggi è la nuova Saletta rossa in via Bisignano». Tra le idee che potrebbero concretizzarsi c’è molto probabilmente un accordo di evento condiviso con il comitato per il centenario di Andrea Camilleri, fra l’altro autore per Guida di un Falso d’autore, una finta novella di Boccaccio, uno dei successi della casa editrice.
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Ugo Cundari
 
 

TV 2000, 7.4.2025
“Cento anni fa nasceva mio nonno Andrea Camilleri”

Alessandra Mortelliti, attrice e regista, racconta, a cento anni dalla nascita, il talento, l’estro e la vita di suo nonno Andrea Camilleri: dagli studi all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico fino agli amatissimi libri con protagonista il Commissario Montalbano. Mortelliti descrive le iniziative promosse per il centenario in corso e presenta il Fondo Andrea Camilleri, un luogo fisico dove arte e cultura si incontrano in memoria dello scrittore.
 
 

ANSA, 7.4.2025
Libri - Il libro in piazza
Italia Ospite d'Onore alla Fiera del Libro di Salonicco a maggio
Omaggi a Camilleri e Pratt. Tra ospiti Manzini e Mazzucco

Roma. Con più di 50 relatori, 16 editori, tre mostre e un ricco programma culturale e come tema 'Orizzonti vicini' l'Italia sarà Ospite d'Onore alla ventunesima Fiera Internazionale del Libro di Salonicco, dall'8 all'11 maggio al centro espositivo Tif-Helexpo5.
Nei quattro giorni della manifestazione sarà reso omaggio ad Andrea Camilleri, nel centenario della nascita, con una tavola rotonda che vedrà la partecipazione del grande scrittore greco Petros Markaris, padre del commissario Kostas Charitos; di Anna Pataki, della casa editrice Patakis che pubblica in Grecia i romanzi di Camilleri e di Valentina Alferj, sua storica assistente e agente letteraria.
Vita, opere ed eredità di Camilleri saranno tracciate anche in un percorso didattico fatto di testi, immagini e citazioni, curato dal professor Giovanni Capecchi e promosso dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Fondo Andrea Camilleri.
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ANSA, 7.4.2025
Teatro
Nuova stagione di Marche Teatro, 19 titoli per 60 spettacoli
Dal 5 novembre 2025 al 23 aprile 2026 prosa, danza e musical

Ancona. La stagione 2025-26 di Marche Teatro, la prima firmata dal neo direttore Giuseppe Dipasquale, porta al Teatro delle Muse di Ancona dal 5 novembre al 23 aprile prossimi 19 titoli per 60 repliche tra prosa, danza e musical che guardano ai fermenti culturali del '900 da Pirandello a Camilleri a Calvino, senza rinunciare ai classici come Shakespeare e Goldoni e all'intrattenimento leggero.
La rassegna intitolata '900venticinque', vuole essere per Dipasquale "un viaggio nella memoria tra gli autori che ancora oggi continuano a parlare al pubblico, basandosi su un'idea di teatro collettivo e popolare, comprensibile e aperto a coproduzioni coi maggiori teatri italiani".
Quattro le nuove coproduzioni di Marche Teatro, la prima delle quali 'Il birraio di Preston' di Camilleri inaugura il cartellone con la regia di Dipasquale e una compagnia di straordinari attori tra cui Edoardo Siravo, presente oggi, che reciterà per la prima volta ad Ancona, Federica De Benedittis e Mimmo Mignemi. Impegnati in più ruoli in un turbinio di personaggi tra ironia e riflessione, porteranno in scena la rivolta dei cittadini di Vigata contro il prefetto che nel 1874 volle riaprire il teatro con un'opera sgradita, trasformando la serata in un caos.
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Il T Quotidiano, 8.4.2025
"La memoria dei ragazzi" cerca nuovi lettori
Cliccare qui per l'articolo in pdf
Carlo Martinelli
 
 

GrandangoloAgrigento, 8.4.2025
Centenario Camilleri, Oltre Vigata: “Esclusi dall’organizzazione degli eventi”
La denuncia dell'associazione "Oltre Vigata" sull'organizzazione degli eventi per il centenario della nascita di Andrea Camilleri

Si è riunita l’Assemblea dei Soci di Oltre Vigata. È stata constatata l’irrevocabilità delle dimissioni dello storico Presidente Danilo Verruso che sono quindi state accettate. I Soci hanno peraltro voluto ringraziare il Presidente per l’instancabile attività di proposizione e di stimolo esercitata nei quindici anni del suo mandato.
È stata poi presa in esame l’organizzazione delle manifestazioni per il Centenario della nascita di Andrea Camilleri per le quali l’Associazione era già impegnata in una proficua interlocuzione con l’amministrazione comunale e con le altre Associazioni del territorio e per cui aveva già presentato apposito programma ampio e dettagliato in attesa del finanziamento che avrebbe dovuto richiedere l’Amministrazione comunale come concordato nelle riunioni svolte.
Si apprende da notizie di stampa invece che non solo le riunioni non hanno avuto e non avranno il seguito previsto, ma che l’intera organizzazione delle manifestazioni è stata affidata ad una associazione di nuova fondazione che non ha mai operato sul territorio.
Si viene inoltre a conoscenza dell’esistenza di un altro programma già concordato in altre sedi dal quale Oltre Vigata, da sempre impegnata nella diffusione delle opere Camilleriane con una moltitudine di entusiasmanti e partecipatissime manifestazioni l’ultima delle quali, a costo zero, appena due settimane fa, viene completamente esclusa unitamente alle altre Associazioni.
L’Assemblea ha preso pertanto atto delle mutate circostanze interrompendo la progettazione dei propri eventi, ma ricorda che è l’unica Associazione inserita con il proprio progetto nel programma nazionale di manifestazioni per il Centenario organizzate dal Fondo Andrea Camilleri presentato recentemente a Roma al quale continua a fare riferimento.
 
 

AgrigentoOggi, 8.4.2025
Scontro sul centenario di Camilleri, Oltre Vigata denuncia: siamo stati traditi ed esclusi

È scontro a Porto Empedocle tra l’associazione culturale “Oltre Vigata” e il Comune di Porto Empedocle.
Secondo i soci di Altra Vigata l’Amministrazione comunale empedoclina avrebbe affidato l’intera organizzazione delle celebrazioni per il centenario di Camilleri ad un’associazione di nuova costituzione (che viene considerata dalla dirigenza di Oltre Vigata “senza esperienza sul territorio”), escludendo “Oltre Vigata” e altre realtà storiche.
La notizia dell’esclusione è emersa da fonti di stampa solo di recente, in netto contrasto con gli accordi preliminari che prevedevano un coinvolgimento diretto di “Oltre Vigata”: è l’accusa dell’associazione empedoclina.
La dirigenza di Oltre Vigata “aveva già presentato apposito programma ampio e dettagliato in attesa del finanziamento che avrebbe dovuto richiedere l’Amministrazione comunale come concordato nelle riunioni svolte”, si legge in un comunicato stampa.
Le ragioni ufficiali dell’esclusione di Oltre Vigata dall’organizzazione degli eventi per il centenario di Camilleri non sono note.
L’Assemblea dell’associazione empedoclina pertanto “ha preso pertanto atto delle mutate circostanze interrompendo la progettazione dei propri eventi, ma ricorda che è l’unica Associazione inserita con il proprio progetto nel programma nazionale di manifestazioni per il Centenario organizzate dal Fondo Andrea Camilleri presentato recentemente a Roma al quale continua a fare riferimento”.

Elio Di Bella
 
 

Raiplay, 8.4.2025
Stasera c'è Cattelan su Raidue
Luca Zingaretti: "Quando mi scelsero per fare Montalbano"

Luca Zingaretti parla del film "La casa degli sguardi", che segna il suo esordio alla regia, raccontando anche quando venne scelto per interpretare la parte del commissario Montalbano.
 
 

Salone Internazionale del Libro di Torino, 8.4.2025
Le famiglie al Bookstock
Spettacoli, laboratori, grandi ospiti

[…]
Inoltre incontri con autrici e autori che solitamente si rivolgono agli adulti, che presentano le loro novità rivolte ai ragazzi come […] Giordano Meacci e Marta Vesco con Guardie e ladri. 10 avventure del commissario Montalbano, prima raccolta per ragazzi di Andrea Camilleri, pubblicata da Sellerio in occasione della neonata collana per giovani lettori La memoria dei ragazzi.
 
 

Salone Internazionale del Libro di Torino, 9.4.2025
Sul tetto del Salone
La Pista 500 by Pinacoteca Agnelli

[…]
Ci saranno due maratone di lettura:
La Maratona d’ascolto Camilleriana (Audible), con Ninni Bruschetta, Donatella Finocchiaro e Massimo Venturiello, per celebrare l’eredità e la Sicilia di Andrea Camilleri, a 100 anni dalla sua nascita.
[…]
 
 

Santa Croce Web, 9.4.2025
Arte e memoria: a Punta Secca nasce un tributo a Camilleri per il centenario

Il porticciolo di Punta Secca si prepara a rendere omaggio ad Andrea Camilleri in occasione del centenario della sua nascita. Dal 14 aprile 2025, questo angolo affacciato sul Mediterraneo si trasformerà in un museo d’arte a cielo aperto con l’evento “Onde di colore per Camilleri /100º”.
L’iniziativa, ideata dall’artista Gianni Giacchi, coinvolge undici talentuosi artisti della provincia di Ragusa – Anna Ottaviano, Antonella Gilberto, Daniela Sellini, Giorgio Distefano, Gianni Giacchi, Giovanni Aquila, Luana Sarta, Maria Teresa Scarso, Patrizia Cerminara, Rita Iacono, Carmela Garaffa e Walter Pavonetto – che daranno vita a un percorso artistico suggestivo e originale. Le loro opere, dipinte direttamente su blocchi di cemento all’interno del porticciolo, racconteranno con stili e linguaggi diversi l’universo narrativo e umano del Maestro Camilleri.
Ogni blocco diventerà così una pagina visiva, un frammento di memoria e creatività che si unisce al mare e alla pietra, elementi così presenti nei racconti dello scrittore siciliano. Il progetto, realizzato con il fondamentale supporto del Demanio Regionale, della Soprintendenza ai beni culturali di Ragusa, del Circolo nautico di Punta Secca, del Comune di Santa Croce Camerina e della Capitaneria, intende trasformare un luogo già ricco di suggestioni in uno spazio d’arte accessibile e permanente.
L’inaugurazione ufficiale del museo all’aperto è prevista per il 20 luglio 2025. A impreziosire l’evento sarà la presenza della scrittrice Arianna Mortelliti, nipote di Camilleri. Accanto a lei, saranno presenti rappresentanti dell’amministrazione comunale e numerose personalità.

 
 

Portale Letterario, 9.4.2025
Nel centenario della nascita di Camilleri, ancora il suo "Guardie e ladri"

Vigàta (Montelusa). Seconda metà del Novecento. Due scrittori romani in coppia dedicano alla loro Nora un ottimo “Ritratto del commissario da cucciolo”, biografia giovanile di Montalbano, prendendo spunto dai 28 romanzi, 73 racconti, lettere interviste glossario, e curano poi una divertente antologia di 10 storie per ragazzi, tratte da varie raccolte, dell’immenso Andrea Calogero Camilleri (Porto Empedocle, Agrigento, 6 settembre 1925 - Roma, 17 luglio 2019), nel centenario della nascita.
“Guardie e ladri” è il titolo del primo dei dieci racconti raccolti nel secondo volume della nuova collana dell’editore palermitano (non a caso inaugurata da un bel romanzo di Manzini). Ovviamente la serie venne pubblicata quando Salvo era già un poliziotto adulto, qui ritroviamo contesti e interlocutori connessi alla sua inesauribile capricciosa curiosità.
Solita narrazione in terza al passato, fra gatti e cardellini, banditi sbadati e investigatori derubati, ladri gentiluomini e leggiadre signore.
Valerio Calzolaio
 
 

MusicPaper, 10.4.2025
#STORIA&STORIE
Andrea Camilleri e la voce della musica
Il centenario della nascita dello scrittore è l’occasione per narrare il filo del suo rapporto con la musica. Nei libri e fuori dai libri, in televisione, in teatro. E nell’archivio del Fondo Camilleri. Dai gialli del commissario Montalbano sino alla passione personale per il Jazz e al recente omaggio discografico di Michele Marco Rossi e Paolo Aralla.

Se già le canzoni della serie Rai sul Commissario Montalbano di qualche anno fa giocavano a tutto campo fra gli ulivi mediterranei – un esempio per tutti Malamuri, con la voce di Olivia Sellerio e il puntuale commento sonoro sullo sfondo scritto da Franco Piersanti, compositore già accreditato per il soundtrack ufficiale – sono tante altre le musiche che effondono narrazione e fascino visionario alla prosa terrigna, febbrile, ruvida, ma sempre felicissima di Andrea Camilleri: non solo scrittore, poeta, critico e traduttore, ma anche docente dell’Accademia d’Arte Drammatica, regista teatrale, radiofonico e televisivo, produttore di spettacoli per la RAI e attore, oltre che raffinato cultore della perduta arte della conversazione.
Il ruolo della musica nei libri e nei romanzi
Adesso, nel centenario della nascita e a sei anni dalla scomparsa, vien proprio la voglia di riflettere su quali note si insinuassero qua e là, marcando stretto i personaggi infilati fra i simboli iconico-culinari della sua Sicilia, citati qua e là fra un piatto di tradizionali Sarde a beccafico, un assaggio della messinese [non solo messinese, NdCFC] Pasta ‘ncasciata e il profumo della deliziosa Caponatina di melanzane.
E le riflessioni si trasformano in indagini suppletive degne del celebre commissario sul ruolo avuto dalla musica fra i libri e romanzi di Camilleri.
D’altronde, il crogiolo di rievocazioni storpiate, con stralunata e sottile ricerca fonetico-linguistica, si può cogliere con viva singolarità nel suo mondo letterario. Che dire pertanto del twist di Guarda come dondolo, di Un giorno dopo l’altro o del profumo antico di Portami tante rose, delle canzoni popolari mescolati a Bach e Paganini (La voce del violino), alle arie di Donizetti (Un filo di fumo) e alla tromba di Louis Armstrong (Il corso delle cose).
Ancora, come non vedere un filo conduttore logico, continuativo, fra le allusioni al wagneriano Vascello fantasma (Il Birrario di Preston) e quelle della lugubre Danza macabra di Saint-Saëns (Biografia del figlio cambiato) in una matrice che si staglia fortemente sul guazzabuglio macinato nella trentina e passa dei volumi pubblicati da Sellerio, con una moltitudine di schegge sonore diramata tra Mozart e Verdi, Boccherini e Malipiero, Puccini e Kurt Weill, spesso in modo stravagante e singolare.
L’Archivio e la Biblioteca del Fondo Andrea Camilleri
Eppure le vicende che legano la musica allo scrittore siciliano hanno un’origine quasi secolare, come si evince dal materiale curato presso il Fondo Andrea Camilleri, lo spazio inaugurato nel 2018 proprio nel quartiere Della Vittoria di Roma che fu suo luogo di residenza e adesso mira a promuovere la forte eredità culturale.
Consultando l’archivio, la biblioteca, ma pure alcuni importanti di strumenti disponibili in rete come i Quaderni camilleriani (tutto il materiale è disponibile in digitale) si può scoprire ad esempio che il primo racconto, Sweet Georgia Brown, fu steso mentre lo scrittore ascoltava quasi ossessivamente Django Reinhardt, in omaggio a uno standard omonimo che in disco gli aveva procurato enormi emozioni. Era il 1947 e Camilleri si era trasferito con la famiglia ad Enna, per seguire i genitori e il divertente racconto – tuttora inedito – fa perno su un concerto tenuto a Palermo nel 1940 da Nick La Rocca. Anni dopo, la storia si è trasformata prima nella sceneggiatura di un film e poi in uno spettacolo, confezionato dal trombettista Enrico Rava.
Naturalmente però c’è anche molto di più, specie in tema di jazz, come su Music Paper proprio Rava ha già raccontato a Roberto Mastroianni.
Una venerazione per i classici del jazz
Camilleri venerava i classici del jazz (in primis Erroll Garner, ma anche Louis Armstrong e Ella Fitzgerald), senza però tralasciare la musica classica. «Mi piaceva moltissimo quel genere musicale, lo sentivo alla radio grazie all’orchestra diretta dal maestro Strappini, al quale consentivano di suonare il jazz (che in verità non era visto di buon occhio) aggiustando però i titoli: Tristezze di San Luigi per St. Louis Blues e via così» ha scritto anni fa. «Comunque la musica era quella, sia pure suonata malamente da italiani, anche se devo dire che l’orchestra di Strappini non era poi così male».
In realtà, il filone afro-americano non esauriva l’intera attrazione per l’arcipelago delle note sul pentagramma: «amo molto la musica classica, anche se la mia è stata una passione tardiva, nata quando mi trasferii da Porto Empedocle (la Vigata di Montalbano) a Palermo per frequentare l’università» confessò lo scrittore a Paola Molfino in un’intervista pubblicata su Amadeus alcuni anni fa . «Fu così che cominciai ad ascoltare opere e concerti, e tutt’oggi i miei idoli sono Berg con il suo Wozzeck, Schönberg e Scelsi, anche se si tratta di autori farraginosi (soprattutto Scelsi) che ancora non riesco a decriptare».
Camilleri e il teatro musicale
In quello stesso intervento, peraltro, lo scrittore ricorda che nel ’58 era stato chiamato da Bindo Missiroli (allora direttore del Teatro Donizetti di Bergamo) per la sua prima e unica regia lirica: San Giovanni decollato, commedia di Angelo Musco su musiche seriali di Alfredo Sangiorgi. «Riuscire a far ridere il pubblico con una musica seriale fu un’impresa che mi segnò per il resto della vita e che mi allontanò per sempre dal mondo della lirica», anche se molti decenni dopo trovò modo di accostarsi soprattutto grazie al compositore Marco Betta e alle regie di Rocco Mortelliti (diventato poi [prima, NdCFC] suo genero) che proprio al Donizetti di Bergamo aveva fatto debuttare un’opera su un libretto tratto da un suo racconto, Il fantasma nella cabina.
L’opera fu tenuta a battesimo il 13 dicembre del 2002, mentre nel 2003 il ritrovato amore per l’opera sarebbe confluito nel Mistero del finto cantante e in Che fine ha fatto la piccola Irene?
Nel ’61 invece era andata in scena un’opera di Franco Mannino (Il quadro delle meraviglie) su un suo personale libretto, altro attestato del suo interesse e per la naturale affiliazione per il repertorio moderno e contemporaneo.
Michele Marco Rossi, l’incontro con Camilleri (e un disco)
Non a caso, le vicende degli ultimi mesi sono poi state quelle che hanno fatto nascere anche il disco Intelletto d’amore (e altre bugie) in un progetto sostenuto dalla Siae nell’ambito di “Per Chi Crea“ 2023, pubblicato in vinile per Stradivarius e distribuito da Naxos sulle piattaforme digitali.
La voce cavernosa di Camilleri mescolata al violoncello di Michele Marco Rossi e all’elettronica live di Paolo Aralla è frutto di un’operazione che via via ha assunto il segno di una testimonianza toccante, considerando soprattutto che la traccia audio riportata dalle parole dello scrittore risale ai suoi ultimi mesi di vita, prima della morte avvenuta il 17 luglio del 2019.
«A maggio di quell’anno incontrai Andrea Camilleri nella sua abitazione romana, nel Rione Prati, e alle porte di casa mi ha accolto sua figlia Mariolina, mentre lui mi aspettava in silenzio seduto alla sua scrivania» racconta Rossi, classe 1989, già vincitore del Premio Abbiati nel 2022.
«Camilleri aveva 93 anni ed era già completamente cieco. Non dimenticherò mai il gesto che ha fatto appena mi ha sentito entrare: una mano energica e calorosa tesa verso di me, prima di mettersi a disposizione di un giovane violoncellista che aveva appena conosciuto».
Poi prosegue. «Di quel pomeriggio intorno a un tavolo resta una registrazione, un ricordo di un uomo che citava tutto a memoria – anche con qualche simpaticissimo refuso – che si metteva al servizio del prossimo, vivendo la sua profondità con la generosità e la semplicità di chi è veramente Grande».
Il femminicidio, la guerra e la voce di Camilleri
Sono nate così queste musiche nelle quali ogni palpabile granulazione del suono, qualsiasi aspra distorsione o lamina di luce allusa allo spettro di armonici sul violoncello entra di soppiatto nelle parole di Camilleri, che parla a ruota libera dell’amore in un sonetto di Dante e di quanto l’uomo sia totalmente privo di doti razionali.
«L’uomo superbamente vuole distaccarsi dal genere animale, ma in realtà ci appartiene» mormora con uno smalto ruvido e sabbioso la voce dello scrittore. «L’istinto di uccidere è l’istinto dell’animale, lo vediamo sotto ai nostri occhi in questi giorni. Questa moltiplicazione geometrica del femminicidio è proprio l’evidenza, di fronte a questa paura reagisce esattamente come un animale impaurito: attacca, uccide».
E non manca neppure una riflessione sulla violenza e sui conflitti bellici che in quell’estate del ’19 non era ancora apparsa né a Kiev né a Gaza: «se l’uomo fosse veramente razionale avremmo finito di fare la guerra duemila anni fa, avremmo detto “ma che stronzi siamo stati! Non facciamo più guerre”. Invece tutti gli errori umani vengono ripetuti a distanza di tempo, magari sotto forma diversa. Non ha importanza che forma assuma, l’essenziale è che si ripeta. Il che significa che voler dire che l’esperienza sia servita all’uomo è una cosa basata sul nulla… sul nulla».
Luigi Di Fronzo
 
 

LibreriAmo, 10.4.2025
Il delitto è servito: 6 gialli da leggere tra cucina e mistero
Il delitto è servito: scopri i seguenti romanzi gialli dove la cucina incontra il mistero, tra ricette, omicidi e investigatrici fuori dal comune.

Il delitto può avvenire anche nei luoghi più impensabili e la cucina è proprio uno di questi, dove nascono sapori, ricordi… e a volte anche casi misteriosi. In bilico tra padelle fumanti e intrighi ben conditi, questi sei romanzi gialli dimostrano che il mistero può annidarsi anche tra biscotti, arancini e dolci natalizi. Non si tratta solo di gialli con l’odore del ragù sullo sfondo, ma di storie in cui il cibo diventa ingrediente narrativo, simbolico, perfino risolutivo.
Delitto e crostate: 6 libri gialli con ambientazione culinaria. Quando il mistero è servito con il dolce
Questi sei romanzi dimostrano che il cibo non è solo nutrimento, ma spesso anche rivelazione. Nelle mani giuste, può diventare arma, indizio, memoria o maschera.
E tra un assaggio e un’indagine, il lettore si ritrova coinvolto in trame che saziano la mente quanto lo stomaco.
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Gli arancini di Montalbano di Andrea Camilleri
In questa raccolta di racconti, Camilleri fa incontrare il commissario Montalbano con alcuni dei piatti più iconici della tradizione siciliana. Il racconto Gli arancini di Montalbano, in particolare, è un piccolo gioiello: il protagonista si trova combattuto tra il desiderio di trascorrere un Capodanno tranquillo con Livia e l’invito irresistibile della signora Adelina a gustare i suoi leggendari arancini.
Ovviamente, in mezzo c’è un delitto da risolvere. Camilleri usa il cibo come chiave d’accesso all’anima siciliana, ma anche come elemento di identità, memoria e verità. Una lettura che profuma di mare, fritto e nostalgia.
[…]
Alessia Alfonsi
 
 

LibreriAmo, 10.4.2025
Gli 8 migliori romanzi gialli diventati serie TV: dalla pagina allo schermo
Scopri i migliori romanzi gialli diventati serie TV: dalla pagina allo schermo, un viaggio tra storie avvincenti e trame coinvolgenti.

Nei romanzi gialli c’è qualcosa di speciale: quella tensione sottile, quel gusto per il dettaglio, quell’equilibrio tra mistero e psicologia che riesce a tenerci incollati fino all’ultima pagina. Ma quando queste storie passano dal libro allo schermo, il fascino può solo moltiplicarsi. Scenografie suggestive, interpretazioni magnetiche, atmosfere cupe o raffinate: la serialità televisiva ha saputo dare nuova vita a tanti grandi romanzi del mistero.
Dal libro alla serie tv: perché i romanzi gialli funzionano così bene?
Entrambi i linguaggi si basano sulla tensione, sul non detto, sul desiderio di scoprire. Quando un romanzo giallo ben costruito incontra una produzione televisiva attenta, il risultato può essere straordinario. La pagina fornisce le fondamenta, lo schermo amplifica le emozioni. E noi, spettatori-lettori, possiamo solo goderceli… magari con un libro sul comodino e il telecomando a portata di mano.
[…]
Il commissario Montalbano – da Andrea Camilleri
Dove vederlo: RaiPlay, Amazon Prime Video
Un classico intramontabile. Andrea Camilleri ha creato un personaggio ormai iconico, che Luca Zingaretti ha incarnato per più di vent’anni. La serie prodotta da Rai Fiction ha reso immortali i paesaggi siciliani, i silenzi, il mare e, naturalmente, i piatti cucinati da Adelina. Ogni episodio è tratto da uno dei romanzi o racconti editi da Sellerio. Un giallo che si nutre di stile, lentezza e umanità. Imperdibile.
[…]
Alessia Alfonsi
 
 

La Repubblica, 10.4.2025
Vela, il Premio Marincovich a Roma: “Conrad” vince la sezione Saggistica
La cerimonia al Circolo Ufficiali della Marina Caio Duilio a Roma: al libro di Giuseppe Mendicino un pezzo di Luna Rossa come trofeo. Premio per la Narrativa a Come vento tra le vele di Von der Schulenburg

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La sezione Junior ha avuto un unico vincitore in Il canto del mare di Maurizio Di Giovanni che ha voluto ricordare Andrea Camilleri con le illustrazioni della figlia Mariolina.
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Il Giornale dell'Arte, 11.4.2025
«Scavi letterari»: la moneta d’oro di Agrigento nel racconto di Andrea Camilleri
Con l’etruscologo Giuseppe M. Della Fina scaviamo nelle pagine di un romanzo o di un racconto e tra i versi di una poesia alla ricerca di oggetti di un passato lontano (per comprenderne il significato e il valore che perdurano nel tempo)

Tra le pagine del racconto La moneta di Akragas di Andrea Camilleri, un archeologo può rinvenire una rara e preziosa moneta d’oro coniata dalla polis greca di Akragas, l’odierna Agrigento, nel 407-406 a.C. Poco prima quindi che la città, dopo un assedio durato otto mesi, cadesse in mano dei Cartaginesi nell’ambito di uno dei loro tentativi di espansione nell’isola. Mesi in cui, come nota con efficacia lo scrittore: «era stato più facile trovare oro da fondere che frumento».
Il racconto venne pubblicato nel 2011 dalla casa editrice Skira e l’autore in una nota finale ricorda che lo ha scritto ispirandosi a un racconto di famiglia secondo il quale un lontano parente (lontano nel tempo, osserva), medico e numismatico, avendo ricevuto da un contadino una moneta, che aveva trovato accidentalmente, ne aveva compreso subito l’eccezionalità al punto da cadere da cavallo per la sorpresa. La cronaca familiare rammentava inoltre che, in un secondo momento, l’antenato aveva scelto di regalarla al re Vittorio Emanuele III anch’egli un collezionista di monete, come è ben noto. In cambio aveva ricevuto l’onorificenza di Grande Ufficiale della Corona d’Italia.
Il racconto si apre nel 406 a.C. con la città appena caduta in mano cartaginese e un mercenario, Kalebas, restato fedele ad Akragas mentre altri hanno disertato, che tenta di fuggire con un sacchetto di 38 monete d’oro. Esse costituivano la paga per il servizio militare svolto a favore della polis in quei terribili mesi. Si conclude, invece, nel 1911, con un colpo di scena che non si può rivelare per coloro che non avessero letto il racconto dato l’andamento da romanzo giallo. Si può accennare, comunque, che, sullo sfondo, vi trovano spazio il re d’Italia, Vittorio Emanuele III, già ricordato, e lo zar di Russia, Nicola II Romanov.
Una delle monete d’oro che Kalebas portava nel suo sacchetto costituisce il filo conduttore della storia attraversando i secoli e risulta centrale nello svolgimento del racconto. Eccone la descrizione che ne offre lo scrittore: «da un lato c’è un’aquila ad ali aperte e una lepre, dall’altro un granchio e un pesce». La descrizione esatta di un tipo di monete coniate ad Akragas, lo scrittore d’altronde correda il testo di una bibliografia essenziale e aggiornata, rispetto alla data della prima edizione del testo, a dimostrazione della cura con cui lo preparò, senza alcuna approssimazione. Vi figurano testi sulla monetazione greca e sulle vicende storiche della città facendo riferimento a opere d’insieme, ma anche ad Atti di settimane di studio e quindi a contributi specialistici.Ben delineata è la figura del dottor Stefano Gibilaro, numismatico e collezionista siciliano che si trovò a possedere la moneta per qualche tempo. La sua figura tratteggia con vivacità un appassionato di antichità e collezionista dei primi decenni del Novecento nella provincia italiana. Il «viddrano» che scopre la moneta, mentre sta zappando, la vuole offrire al medico condotto dato che: «Ne avi già tante il dottori di ’ste monite, d’ò tempo dei greci, dei romani, delli spagnoli, dei francisi, dei borboni, ma nni voli sempri, non gli abbastano mai». Gibilaro, d’altronde, intuisce subito che si tratta di una rarità e la confronta idealmente con altre due che ha visto pubblicate su una rivista scientifica e ciò suggerisce la sua preparazione. Nell’elenco delle monete collezionate c’è di fatto quasi per intero la storia della Sicilia, prima dell’Unità d’Italia. Si può segnalare che il dottore viene fatto nascere ed esercitare la professione a Vigàta, il comune siciliano immaginario legato alle vicende del commissario Montalbano, il personaggio più noto tra quelli ideati e descritti da Camilleri.
Una considerazione finale: per lo scrittore il passato, più o meno lontano nel tempo, arriva a condizionare il presente. Anzi passato e presente convivono: nella stessa grotta che «una volta era uno dei tanti accessi segreti agli ipogei d’Akragas» cercano rifugio due uomini: uno nel 406 a.C. e l’altro nel 1910. È la forza della storia e della letteratura.
Giuseppe M. Della Fina
 
 

Domani, 11.4.2025
Spaghetti & Moretti
Il discorso del re e il principe Manzini: i sobbalzi di certi cuori normanni
Torna la rubrica di Antonio D’Orrico, cenette settimanali e sentimentali a menù fisso con lettori vecchi e nuovi. L’eredità di Andrea Camilleri e la chitarra di Fausto Cigliano. Chissà cosa pensa Fabio Caressa del sublime Nico Paz

[…]
Mercoledì
Sellerio ripubblica La forma dell’acqua, il primo Montalbano. Nella prefazione Antonio Manzini rievoca il pomeriggio in cui Andrea Camilleri gli fece leggere il manoscritto e sembra quando il padre portò Aureliano Buendía da Melquíades a conoscere il ghiaccio.
Era bellissima l’amicizia tra Camilleri e Manzini. C’era qualcosa di paterno e di filiale, ma anche di fraterno. C’era complicità, al limite dell’associazione a delinquere. Manzini riporta in vita Camilleri, lo vedi che tambasia nello studio, si addruma una sigaretta, beve una birra, impreca (“Iiih, grannissima camurrìa…”).
[…]
Giovedì
Altra prefazione al bellissimo romanzo La rivoluzione della luna di Camilleri ripubblicato da Sellerio. Chiara Valerio scrive: «Il tempo, si sa, romanzifica – inventiamo un verbo…».
Sobbalzo sulla sedia alla Calzini. Inventare? Il verbo romanzare esiste dalla notte dei tempi: io romanzo, tu romanzi, egli romanza… io romanzai, tu romanzasti… Prima l’italiano, prima l’italiano! E lo dico da normanno.
[…]
Antonio D'Orrico
 
 

Giallo Pistoia, 12.4.2025
ore 9:.30 – 13.00
Auditorium Terzani Biblioteca San Giorgio
Via Sandro Pertini, Pistoia
Anniversari celebri tra letteratura, cinema, fiction e altro
100 anni di Andrea Camilleri (1925)

LUCA CROVI intervista
ARIANNA MORTELLITI, nipote di Andrea Camilleri e autrice di “Quel fazzoletto color melanzana” (Mondadori, 2024)
Letture di MARCO ZINGARO – Proiezione intervista di Manlio Monfardini a Andrea Camilleri dal repertorio TVL Pistoia

 
 

TVL, 12.4.2025
Festival Giallo: omaggi a Pasolini, Camilleri e Argento


 
 

Lunaria Teatro, 13.4.2025
“Un racconto di mare: Tridicino” da Andrea Camilleri – 13 aprile – Chiavari
Domenica 13 aprile 2025 ORE 17
AUDITORIUM SAN FRANCESCO
Un racconto di mare: Tridicino
di Andrea Camilleri
a leggìo Pietro Montandon
agli strumenti musicali Roberto Catalano
READING E MUSICA

Tridicino è un viaggio in barca nel mare di Sicilia, tra alghe, correnti, polpi giganti, veloci paranze, dragunare (le terribili “trumme marine” sconfitte con l’arte antica tramandata di padre in padre) e conchiglie che “sonano” la musica del vento. Ma soprattutto è un viaggio sulle onde e nelle profondità del mare Camilleriano. Un racconto di ispirazione mitologica denso di emozioni, di spunti ora ironici, ora malinconici e di rimandi ad un mondo ormai quasi scomparso, ma ancora vivo nella tradizione del “Cunto”.
Questo racconto ricorda le spiagge del Ponente ligure all’inizio dell’Ottocento – periodo in cui è ambientato lo spettacolo – quando erano ancora relativamente intatte e piene di fauna e flora, e quando si vedevano le premesse del turismo sulla costa ligure.
Inoltre, i 18 strumenti suonati dall’etnomusicologa Roberto Catalano evocano con suggestione i suoni dell’acqua, del mare e delle conchiglie, in un rapporto ancora diretto con la natura incontaminata e tutto il mondo favolistico che viene dal mare. Si riporta alle legende e ai miti marini evocando anche episodi drammatici come l’arrivo dalla tromba marina e il rischio conseguente per la comunità molto coesa dei pescatori. I modi e le forme della tradizione dei canti legati al mare sono simili tra la Liguria di un tempo e la Sicilia di un tempo.
 
 

Report Pistoia, 13.4.2025
Cronaca, letteratura e cinema: tre anniversari celebri al Festival del Giallo

PISTOIA – Una mattinata ricca di ricordi quella di sabato, tre anniversari, uno di cronaca, uno di letteratura e infine uno di cinema.
[…]
Il secondo anniversario di sabato ha riguardato la letteratura, quest’anno infatti ricorre il centenario della nascita di Andrea Camilleri e a ricordarlo sono intervenuti lo scrittore Luca Crovi che ha intervistato Arianna Mortelliti, nipote di Andrea Camilleri.
L’incontro è stato preceduto dalla proiezione di un’intervista fatta a Camilleri da Manlio Monfardini qualche anno fa. Nell’intervista Camilleri identificava il suo commissario Montalbano con le sembianze di Pietro Germi nel film “Un maledetto imbroglio” del 1959, ricorda come i suoi libri sono stati tradotti in 36 lingue e le opere televisive e cinematografiche vendute e trasmesse in 63 paesi del mondo. Fatta eccezione per la Cina in cui il “Commissario Montalbano era considerato disubbidiente” quindi non adatto al pubblico cinese.
Arianna Mortelliti parla quindi di sé e dei ricordi che lo legano al nonno. Anch’essa scrittrice presenta il suo “Quel fazzoletto color melanzana” edito nel 2024 da Mondadori. Il suo stile di scrittura è completamente diverso da quello del nonno, nata a Roma nel 1987, dice “La Sicilia la possono raccontare solo i siciliani, apri il libro e sei in Sicilia senza la paura dell’aereo”.
Durante la presentazione l’attore Marco Zingaro ha letto alcuni brani del libro. Lara la protagonista, vede i suoi genitori come persone perfette, poi un incidente stradale e la morte dei due. Grazie a una serie di scoperte, piccoli indizi legati al passato, la verità le crolla addosso, la piccola comunità in cui vive nasconde guasti e nodi da sciogliere. Emergono realtà inaspettate che la nonna cerca di far sparire. Ad Arianna Mortelliti piacciono molto i rapporti epistolari, “Ti fanno viaggiare – dice – anch’io scrivo spesso cartoline dai luoghi dove vado”.
[…]
Stefano Di Cecio
 
 

Rai Ufficio Stampa, 14.4.2025
Rai Radio Techetè
14 apr 2025, 11:00
Pasqua, una settimana di cultura su Radio Techete'

Una programmazione tutta culturale a Radio Techete’ per la settimana delle Festività Pasquali. […] Lunedì e martedì prosegue la saga de “Il commissario Montalbano”, a cura di Giacinto De Caro, con l’episodio “Il senso del tatto”, alle 07.00, 15.00 e 23.00. […]
 
 

Libero Magazine, 14.4.2025
Il Commissario Montalbano, slitta il ritorno di Zingaretti su Rai 1: ‘colpa’ di Luisa Ranieri
Non andranno in onda le repliche delle puntate previste della famosa serie tv con Luca Zingaretti: Il Commissario Montalbano cederà il posto a un'altra fiction.

Domenica 27 aprile in prima serata su Rai 1 erano previste le repliche de Il Commissario Montalbano. C’era stato poi un cambio di rotta e a essere trasmesse in replica dovevano essere le puntate di Imma Tataranni – Sostituto procuratore. Adesso però c’è stato un altro cambiamento. Vanessa Scalera e le sue avventure non andranno in onda e al loro posto invece toccherà a Luisa Ranieri con Le indagini di Lolita Lobosco.
[…]
Federica Massari
 
 

GiornaleNews, 16.4.2025
Maurizio De Giovanni alla Biennale AMA 2025 con la sua opera “Il Canto del Mare”
Venerdì 27 Aprile alle ore 20,30 Sala Chollet della Fondazione Villaggio dei Ragazzi “Don Salvatore D’Angelo”

Maurizio De Giovanni con la sua opera “Il Canto del Mare” una rilettura del testo che è stato definito il più poetico romanzo di Camilleri “Maruzza Musumeci”. Chiude il programma del Festival Arti+Maddaloni+Architettura AMA organizzato dal Comune di Maddaloni 28 Marzo/21 Aprile 2025 che ha visto la partecipazione di decine di artisti nazionali e internazionali.
[…]
Venerdì 27 Aprile alle ore 20,30 Sala Chollet della Fondazione Villaggio dei Ragazzi “Don Salvatore D’Angelo” “Il Canto del Mare” di e con Maurizio De Giovanni in collaborazione con il Pozzo del Pendolo Per chi fosse interessato sono ancora disponibili prenotazioni per lo spettacolo ai numeri: 328 320 4632/392 479 9101.
 
 

Mangialibri, 16.4.2025
Il canto del mare
Autore: Andrea Camilleri, Maurizio de Giovanni
Genere: Ragazzi
Editore: Guanda, 2024

Collina Secca, un’altura che come dice il nome non ha alberi ma in qualche modo ha protetto il villaggio dai tentacoli della città. Nel villaggio ci sono solo sei bambini compreso Menico, che ha tredici anni ma è ancora lontano dall’adolescenza. C’è anche il promontorio, una lingua di terra dove svetta un albero talmente vecchio e grosso che ci si mette un quarto d’ora a girargli intorno e dopo l’albero ecco la Casa Strana, dove vive Nonnamà. Da sempre. Nemmeno i vecchi se la ricordano giovane, sta lì seduta in mezzo alla cucina a mondare e tagliare verdura e frutta che non si sa chi le porti né chi la mangerà, perché vive sola e nessuno l’ha mai vista mangiare. Le mamme del villaggio potano da lei i loro figli quando vanno al lavoro e non c’è scuola, come ci sono andate loro da bimbe. Alla Casa Strana - da cui si vede il mare e ci sono due cisterne larghe e basse, piene dell’acqua di quel mare - come lei ci arrivi è un altro piccolo mistero, come da dove vengano la frutta e la verdura. I bambini ci possono trovare refrigerio nei giorni caldi, se Nonnamà lo consente, ma non lo fa spesso. A volte sta in silenzio la vecchia, con le mani sempre in movimento, ma ai bambini piace anche quello, perché le storie quando arrivano sono affascinanti. Quel giorno, Nonnamà racconta di Gnazio, che “nasce” bracciante ma crescendo fa cose impensabili e tornato da adulto al suo villaggio, alla sua terra, piano piano costruisce la Casa Strana. Tanti tanti anni prima, in un tempo in cui non c’era la luce elettrica, non c’erano le strade asfaltate né le auto. I bambini non giocavano allora, Gnazio lavorava come tanti per Jacopo, la fatica non lo spaventava e anzi era grato, perché il lavoro portava il pane per lui e la sua mamma, visto che il babbo non lo aveva più. Cresce Gnazio e quando ha diciannove anni, la sua mamma muore morsa da una vipera. Una vipera che lui non riesce a odiare, il suo “compito” nel mondo è mordere la gente, cos’altro dovrebbe fare. Così è Gnazio, un bambino prima e un uomo poi che accetta quello che gli dà la vita, senza recriminare. Neanche quando gli tocca di essere arrestato perché tecnicamente ha disertato, nemmeno quando lo arruolano in Marina, lui che del mare ha un sacro terrore, che conosce e ama solo la terra e le piante…
Riscrivere Camilleri può sembrare una follia, eppure se qualcuno poteva farlo, mantenendone la poesia e limando un po’ la ruvidezza che il Maestro sapeva mettere nelle sue storie, questo è de Giovanni. L’ha intuito Mariolina Camilleri, figlia del Maestro, illustratrice diplomata allo IED, che insieme al resto della famiglia ha deciso di affidare a lui la riscrittura di una favola, in cui inserire le sue illustrazioni. Se Camilleri ha scritto una favola nera, decisamente per adulti, de Giovanni l’ha resa più fruibile ai ragazzi pur attenendosi rigorosamente alla trama originale, addolcendola in qualche particolare troppo crudo. Si pensa alle sirene come a figure poetiche, eppure a partire da Andersen – che conosciamo tutti – e ancor prima dalla mitologia greca – che forse in media conosciamo più superficialmente – l’esistenza stessa delle sirene è una non vita. “Nate” come esseri dimezzati, prima con gambe di uccello e successivamente con la coda di un pesce al posto delle gambe, incantano con la voce e poi uccidono e si cibano di chi catturano. Sono figure poetizzate nel tempo, via via si è data sempre meno evidenza a questo aspetto che però rimane (come in Maruzza Musumeci). De Giovanni ha ripreso una storia raccontandola per voce di una donna, una nonna che in realtà è senza età. Nonnamà la chiamano, e le giovani donne che vanno a lavorare anche quando i bambini sono a casa da scuola li lasciano a lei, come ci sono state loro da piccine, a farsi incantare dai racconti di Nonnamà. Storie che ammaliano i bambini che ascoltano e i grandi che leggono. Lo stesso fa l’autore che racconta, con la voce sempre giovane della vecchia - che sembra esistere da sempre e da sempre tutti ricordano seduta al tavolo che sgrana fagioli, monda verdure senza fermarsi mai, senza alzarsi dal suo posto, la storia di Gnazio Manisco, che se ne andò in America, trovò suo padre e decise che nulla era più lontano da lui. Tornato a casa, non fidandosi del mare, di cui aveva il terrore, nella sua Vigata la vita lo sorprenderà. E lui sorprenderà chi leggerà la sua storia.
Carla Colledan
 
 

Il Giorno (ed. di Lecco), 16.4.2025
Nella serie tv sui romanzi di Andrea Vitali Bellano diventa Bellamo: “In questo modo il maresciallo Maccadò sarà di tutti. Ma nei libri non cambio”
Nello sceneggiato di Rai Uno il paese lecchese scompare: riprese altrove e nome storpiato. Il celebre scrittore-medico di famiglia: “È giusto. E poi anche Camilleri ha fatto così...”

Bellano (Lecco) – Il maresciallo Ernesto Maccadò trasloca. Le sue storie trasmesse in tv non saranno ambientate a Bellano, lo splendido borgo sul lago di Como, ma nel più neutro Bellamo, un paese così introvabile che sulle carte geografiche nemmeno esiste. Andrea Vitali come Andrea Camilleri? Sì. E c’è un perché. Lo spiega lo stesso scrittore-medico di famiglia, 69 anni portati benissimo, da poco andato in pensione. Il padre letterario del maresciallo più famoso d’Italia, protagonista di sette dei suoi oltre sessanta romanzi da quattro milioni di copie, i cui casi stanno per diventare uno sceneggiato televisivo.
Vitali, perché Bellamo e non Bellano?
“La Bellano degli anni Venti e Trenta in cui sono ambientati i miei romanzi sul maresciallo Ernesto Maccadò non esiste più. Per ricreare le ambientazioni e le atmosfere di quell’epoca, è stato necessario cercare altri posti e altre architetture più adeguate. Le riprese sono state così girate altrove. Cernobbio e Torno, ad esempio, sempre sul lago di Como ma non a Bellano, oppure sul lago d’Orta, addirittura un altro lago”.
Non si sarebbe potuto tenere almeno il nome senza cambiarlo?
“No. Non sarebbe stato corretto. Inoltre una regola non scritta nell’ambiente cinematografico prevede che si inventi un nuovo nome della location quando appunto le riprese vengono girate altrove. E poi è anche un modo per svincolare il mio maresciallo da un posto geografico specifico in particolare, Bellano appunto, per poterlo avvicinare e farlo sentire più vicino a tutti, indipendentemente da dove ogni telespettatore abiti”.
Un po’ come la Vigata del commissario Salvo Montalbano, che sarebbe la Porto Empedocle di Andrea Camilleri, ma che in realtà sulla mappa non esiste?
“Ecco sì, è proprio così. La Bellamo del mio maresciallo Maccadò è come la Vigata del commissario Montalbano, che esiste ma non esiste, perché è un paese e allo stesso tempo un insieme di diversi paesi. Alla fine, in entrambi i casi la collocazione geografica rimane, ma non il luogo preciso. Senza volermi naturalmente con ciò nemmeno paragonare al grande Camilleri...”.
[…]
Daniele De Salvo
 
 

Gazzetta del Sud, 17.4.2025
Una veste tutta nuova per il genio di Camilleri: la collana celebrativa per i 100 anni
Le copertine del Maestro Lorenzo Mattotti e le note di scrittori e intellettuali, da Antonio Manzini ad Alessandro Barbero

L’effetto Camilleri, la capacità prodigiosa del maestro Andrea Camilleri, diventato un caso letterario in età matura, quando nel 1994 pubblica il primo romanzo con il commissario più celebre d’Italia, dopo una carriera di rilievo come regista e autore tra teatro, televisione, radio, e come scrittore di romanzi storici, la capacità di espandere le storie e di espandersi sei anni dopo la sua scomparsa e in questo 2025, anno del centenario della sua nascita (era nato il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle), vive nella collana celebrativa «Cento anni di Andrea Camilleri» che Sellerio dedica al suo autore di punta, a colui che ha fatto crescere in casa Sellerio la famiglia letteraria di tanti autori di giallo, di tanti che sono venuti dopo il papà di Montalbano, suoi figli o nipotini estetici.
I libri sono ponti resistenti, uniscono e creano legami, lasciano impronte, e la nuova collana di Sellerio, dopo quelle “storiche” con le iconiche copertine blu comuni a tutte le pubblicazioni della casa editrice palermitana, caratterizza dodici titoli del ciclo montalbaniano (usciranno tutti entro il 2025) con una nuova veste grafica e nuove copertine, realizzate appositamente con i disegni originali del Maestro Lorenzo Mattotti.
Fumettista, illustratore, regista e sceneggiatore noto a livello internazionale, una lunga e impegnata carriera (notevole la sua collaborazione con libri e cataloghi d’arte), con il suo esuberante stile evocativo-onirico dà al “nuovo” Camilleri una nuova musicalità, un nuovo «solfeggio grafico», come Mattotti ama dire per la sua penna con più visioni, tra magia e mistero, tra grottesco e surreale e come l’editore osserva per l’invenzione del “vigatese” che «ha lo scopo di modulare l’armonia di un suono musicale, tanto che un lettore estraneo al siciliano è sempre in grado di “ascoltare” questo andamento al modo di uno spartito, con parole al posto delle note».

Copertine colorate come i colori di tutte le storie di Camilleri, connotate da una nuova freschezza, dalla cifra ironica comune ai due maestri Camilleri e Mattotti, capace di generare piacere in chi “legge” e “ascolta” le loro storie, a cominciare dalle immagini messe in scena dall’illustrazione che spingono ad esplorare lo spazio del libro, sia da parte di chi queste dodici storie le conosce già, sia di chi si appresta a conoscerle.
Del resto, ogni narrazione contiene pretesti per essere riletta, soprattutto se illuminata, come nei dodici libri di questa collana celebrativa, «dall’autorevole lettura di alcuni dei più lucidi scrittori del panorama nazionale e internazionale – ricorda l’editore – , appassionati della prima ora o folgorati solo di recente, cui abbiamo chiesto non un dotto saggio letterario, ma piuttosto di raccontarci la loro esperienza di lettori di Camilleri».

Fondo giallo per «La forma dell’acqua» (con una nota di Antonio Manzini, forse il più geniale dei nipotini di Camilleri, a lui legato da antica amicizia e al quale Camilleri propose per primo la lettura), azzurro per «La rivoluzione della luna» con una nota di Chiara Valerio, verde menta per «La concessione del telefono» con una nota di Alessandro Barbero, amaranto per «La strage dimenticata» e «La bolla di componenda», riuniti in un solo volume con le note di Luciano Canfora e Vanessa Roghi.
Tutti preceduti da una nota dell’editore che ricorda come «il modo migliore per onorare e rinsaldare il meraviglioso rapporto che il grande scrittore aveva con i lettori italiani fosse quello di riproporre, nell’anno del centenario della sua nascita, in una nuova collana dedicata, una selezione della sua straordinaria opera»; tutti seguiti da una postfazione di Camilleri, sempre generoso nello spiegare la genesi delle sue storie e riguardo alla saga di Montalbano. Questi, dunque, i primi quattro dei dodici titoli delle storie con Salvo Montalbano «scelti – aggiunge l’editore – affiancando i più amati ad altri meno conosciuti, ma altrettanto sorprendenti».

Cosa facesse dire la testa a Camilleri quando inventava Montalbano, che in «La forma dell’acqua» in una «Vigàta che s’appresentava come la parodia di Manhattan su scala ridotta» appare già come uno che «quando voleva capire una cosa, la capiva», il maestro lo spiega infatti nella postfazione del primo volume della nuova collana. Affrontando una scommessa, «con sé stesso e con l’inconsapevole Calvino», misurandosi con la sfida di una serialità che si sarebbe rivelata di strepitoso successo, consacrata dalla fortunata omonima serie televisiva, Camilleri, colui che era stato responsabile per la Rai di tutto l’indimenticabile Maigret televisivo con Gino Cervi, decide come doveva essere il suo commissario Montalbano («con un cognome rubato a uno scrittore, Manuel Vázquez Montalbán, che mi avevi insegnato ad amare» scrive Manzini) per il suo primo poliziesco: «Intelligente, fedele alla parola data, restio agli inutili eroismi, colto, buon lettore, pacato ragionatore, privo di pregiudizi». Un uomo che «quando voleva capire una cosa, la capiva», appunto.
Patrizia Danzè
 
 

L'Espresso, 18.4.2025
Prima della popolarità con il commissario Montalbano, lo scrittore ha firmato numerose regie teatrali. Che ora tornano in palcoscenico, in occasione del centenario della nascita
Camilleri indimenticabile Tiresia

Molto prima di diventare lo scrittore che tutti noi amiamo, inventore di mondi meravigliosi che la sua immaginazione ha saputo costruire, Andrea Camilleri si è dedicato a una passione che ha coltivato per tutta la vita: il teatro. Nato il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle - nella provincia agrigentina che diede i natali anche a Luigi Pirandello e a Leonardo Sciascia - e morto a Roma il 17 luglio del 2019, Camilleri allestiva spettacoli già da studente. Ha raggiunto la fama grazie alla sua straordinaria produzione letteraria e per aver ispirato la serie televisiva “Il commissario Montalbano”, è vero. Ma, oltre a dedicarsi alla scrittura, per anni ha firmato regie teatrali, radiofoniche e televisive.
Scrisse, come lui stesso raccontò, un unico testo teatrale originale nel 1947, un atto unico che si chiamava “Giudizio a mezzanotte” e che inviò al premio Faber di Firenze. La giuria - composta tra l'altro da Guido Salvini e Luigi Squarzina - era presieduta dallo studioso e critico teatrale Silvio D'Amico, dunque si trattava di un riconoscimento importante. Il giovane Camilleri vinse il primo premio, che andò a ritirare a Firenze, ma durante il viaggio di ritorno verso la Sicilia, rileggendolo, lo trovò orribile e lo gettò dal finestrino. Però quell'episodio cambiò la sua vita - come racconta lo scrittore in un libro di Giuseppe Dipasquale (“Il teatro certamente”, Sellerio 2023) -, perché l'anno seguente D’Amico gli propose di sostenere l’esame all'Accademia d'arte drammatica, che allora era solo per registi. E così fece. Fu ammesso, unico allievo regista, nel 1949, dopo un esame rocambolesco con Orazio Costa. Lasciò così la Sicilia e si trasferì a Roma.
E nella città eterna si mise in cerca dei primi lavoretti (scriveva poesie, racconti, articoli), essendo uno studente fuorisede e quindi perennemente senza soldi e senza alloggio, come raccontava lui stesso nelle lettere che inviava alla famiglia (“Vi scriverò ancora. Lettere alla famiglia. 1949-1960”, a cura di S. Nigro, Sellerio, 2024). Anni dopo tornò ad insegnare proprio in Accademia. Tra i suoi allievi c’era anche Luca Zingaretti, interprete del più famoso commissario d'Italia. E proprio i suoi ex allievi leggeranno alcune di quelle lettere giovanili, il 19 maggio presso il Teatro Argentina di Roma.
Tantissime le regie firmate da Camilleri, con una certa predilezione per Pirandello (che tra l'altro era cugino di sua nonna paterna). Ma non solo, perché fu anche il primo a portare i testi di Samuel Beckett in Italia. Mise in scena “Finale di partita” nel 1958 al Teatro dei Satiri di Roma e poi ne curò una versione televisiva con Adolfo Celi e Renato Rascel. Portò in scena anche i testi di Ionesco – da “Il nuovo inquilino” a “Le sedie” -, e poi Adamov, Strindberg, Eliot, Majakovskij. Ha sempre mantenuto un rapporto continuo con il teatro, curando anche l'adattamento teatrale dei suoi testi, come per “Il birraio di Preston” o “Troppu trafficu ppi nienti”, diretti da Giuseppe Dipasquale.
Camilleri era naturalmente anche uno spettatore appassionato. A Roma capitava di incontrarlo in teatro, al Valle o all'Argentina, seduto nelle prime file. Qualche volta è anche salito sul palcoscenico per recitare, come è accaduto nel bellissimo Teatro greco di Siracusa l'11 giugno 2018. Recitò il suo monologo “Conversazione su Tiresia”, in cui ripercorreva la vita dell'indovino cieco collegandola alla sua cecità. Lo spettacolo - diretto da Roberto Andò e curato da Valentina Alferj – fu registrato dalla Palomar di Carlo Degli Esposti, con regia cinematografica di Stefano Vicario, e verrà presentato alla Casa del Cinema di Roma il 6 settembre, a cento anni esatti dalla nascita dello scrittore siciliano.
Ma sono tante le iniziative teatrali promosse dal Fondo Andrea Camilleri e dal Comitato Nazionale Camilleri 100 presieduto da Felice Laudadio. Qualche settimana fa, per esempio, è andata in scena al Teatro Piccinni di Bari - del quale Camilleri è stato regista stabile nei primi anni Sessanta – l'anteprima dello spettacolo “Un sabato, con gli amici”, tratto dall'omonimo romanzo, con la regia di Marco Grossi (produzione Malalingua).
Il libro, uscito per Mondadori nel 2009, è stato ripubblicato lo scorso anno da Sellerio, con una nota di Nicola Lagioia. È un romanzo molto diverso dagli altri. Non è propriamente un giallo, anche se c'è un cadavere di mezzo e non è scritto in vigatese, ma in lingua italiana. È pieno però di dialoghi, per questo molto adatto al teatro. Racconta la storia di tre coppie di amici che si ritrovano per trascorrere il sabato insieme, finché un evento imprevisto cambierà il corso della serata.
In scena c'è anche Alessandra Mortelliti, attrice e nipote di Andrea Camilleri. Con lei recitano Pierluigi Corallo, Fabrizio Lombardo, Silvia Degrandi, Luca Avagliano, Marcella Favilla e Alberto Melone. Lo spettacolo sarà replicato dal 13 al 18 gennaio presso il Teatro India di Roma. Nel programma dei festeggiamenti per il centenario della nascita è prevista anche la lettura di Luca Zingaretti – a San Miniato dal 24 al 26 luglio - del testo “Autodifesa di Caino”. Camilleri avrebbe dovuto recitarlo nella stagione estiva di Caracalla, ma venne ricoverato in ospedale e uscì di scena per sempre (qui tutti eventi: www.fondazioneandreacamilleri.it).
Francesca De Sanctis
 
 

Il Giornale di Scicli, 18.4.2025
Cent’anni di solitudine? Camilleri dimenticato
Riceviamo e pubblichiamo

“Nel 2025 lo scrittore Camilleri, padre del “Commissario Montalbano” compie 100 dalla sua nascita. Eppure né su Scicli né su altri luoghi viciniori cui la sua scrittura ha dato lustro, pare ci saranno manifestazioni che avrebbero certamente aiutato la nostra destinazione come scelta turistica quest’anno.
Abbiamo cercato su eventuali riferimenti ufficiali. Poi anche, e diciamo soprattutto, negli ormai onnipresenti e onnivori “social”.
Ma niente. Magari ci sono sfuggiti. Ma neanche lì non siamo riusciti a trovare informazioni, ipotesi, elaborazioni che indicassero – o indichino – programmi e/o attività in riferimento a celebrazioni per il centenario della nascita di Camilleri.
Camilleri, forse lo hanno dimenticato, è il “tipo” grazie al cui lavoro di scrittore, trasferito poi in una serie di episodi tv ha dato un serio spintone al turismo locale, facendolo diventare uno dei fattori di sviluppo economico e sociale fondante della nostra Città e di molto del circondario.
Eppure, pur se nel 2025 si celebrano i 100 anni dalla sua nascita, non si sente niente di celebrazioni o eventi. Tutti elementi che, se gestiti in maniera opportuna con gli operatori del settore e con una progettualità di qualità e collaborativa, avrebbero certamente potuto richiamare ancora l’attenzione sulla nostra Città. Laddove il Commissario Montalbano è, se non nato, però cresciuto.
Riconosciamo ed applaudiamo il lavoro fatto, recentemente, dall’amministrazione di Scicli con l’arrivo delle opere di Isgrò al Museo Arte Contemporanea del Carmine. Ha permesso, perlomeno, un’uscita sui costoni culturali di alcuni giornali di carta nazionali e magari contribuirà a dare un’immagine di maggior spessore all’ambito cultura della Città.
Ci spiace solo che il Commissario Montalbano ed il suo creatore siano stati, forse incoscientemente, snobbati e quindi, come pare, siano stati dimenticati.
Il Forum Operatori Turistici
 
 

La Stampa - Tuttolibri, 19.4.2025
L'altro Camilleri

In questo numero…
Lo ripeteva di continuo, Andrea Camilleri, di non avere immaginazione, di non essere capace di inventarsi nulla. E che dietro ogni storia di Montalbano c’era un fatto di cronaca, magari remoto, seppellito persino dalle memorie di paese. Nei romanzi scritti in italiano, quelli che l’editrice Sellerio si prepara a riproporre e di cui pubblichiamo in anteprima l’introduzione del primo (La relazione, il testo introduttivo è di Antonio Franchini), c’è invece il Camilleri che sempre senza inventare, osserva la contemporaneità, e si lascia ispirare dalle storie cupe della borghesia italiana degli anni Novanta, maturando distanza e disincanto verso una classe politica che gli sembra falsa e corrotta nell’intimo, anche quando si mostra seduttiva e sensuale. [...]
Francesca Sforza

Mostre, convegni, spettacoli
Per ricordare i 100 anni dalla nascita, il 6 settembre 2025, sono tanti gli eventi promossi dal Fondo Andrea Camilleri con il Comitato Nazionale Camilleri 100, presieduto da Felice Laudadio. Il 23 aprile, Giornata Mondiale del libro, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, in collaborazione con Casa Manzoni, ospiterà a Milano un incontro dedicato ai molteplici talenti e alle grandi fortune dell’autore italiano più letto al mondo. Dalle 15 una tavola rotonda moderata da Paolo Verri (direttore generale Fondazione Mondadori) con Antonio Sellerio e l’editrice greca Anna Pataki e la spagnola Sigrid Kraus che discuteranno del successo editoriale internazionale di Camilleri mentre Giacomo Papi (direttore dei contenuti Fondazione Mondadori) modererà un incontro con Alessandro Robecchi, Vanessa Roghi e Andrea Vitali sull'impatto dello scrittore sulla letteratura italiana contemporanea. Alle 18 l’inaugurazione della mostra “Cento di questi Camilleri. La fortuna di Andrea Camilleri in Italia e nel mondo” con 100 copertine che testimoniano la portata globale dell'opera camilleriana, insieme a quelle illustrate da Lorenzo Mattotti per la collana celebrativa Sellerio in uscita quest’anno. Fra gli appuntamenti dedicati all’attività teatrale, l’Argentina di Roma, il 19 maggio, ospiterà “Il giovane Camilleri”, a cura di Felice Laudadio che vedrà un nutrito gruppo di attori e registi formatisi alla scuola di recitazione e regia di Andrea Camilleri presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, leggere le lettere inviate alla famiglia dal giovane Camilleri dal 1949 al 1960, recentemente pubblicate da Sellerio col titolo “Vi scriverò ancora”, a cura di Salvatore Silvano Nigro con la collaborazione di Andreina, Elisabetta e Mariolina Camilleri. Tra gli spettacoli anche la prima assoluta a San Miniato (Pisa), dal 24 al 26 luglio, di “Autodifesa di Caino”, con Luca Zingaretti e “Conversazione su Tiresia” per la regia di Roberto Andò con il backstage inedito realizzato in occasione delle prove dell’interpretazione di Camilleri al Teatro Greco di Siracusa, l’11 giugno 2018, che verrà presentato nel Teatro Ettore Scola della Casa del Cinema di Roma nella serata del 6 settembre, giorno della nascita dello scrittore.


Sellerio ripubblica i romanzi in cui lo scrittore veste la lingua “in abito scuro”
Umor nero e storie cupe, che celebrano il funerale della solidarietà umana
Eros e decadenza nei drammi borghesi del Camilleri italiano

Nel 2014 Andrea Camilleri pubblica La relazione, terzo di un gruppo di cinque romanzi, dopo Un sabato, con gli amici (2009) e L’intermittenza (2010), e prima di Il tuttomio (2013) e Noli me tangere (2016). Tutte uscite per la prima volta da Mondadori, sempre nel mese di gennaio dei rispettivi anni di edizione, queste opere costituiscono, all’interno del corpus camilleriano e nelle intenzioni dello stesso scrittore, una sorta di blocco narrativo a sé stante definito, con un’oggettività poco brillante ma difficile da aggirare: «la serie dei romanzi in italiano». Al di là della lingua usata, un italiano assolutamente, dichiaratamente standard, nel senso che sembra quasi voler sottolineare l’obbedienza alla norma almeno tanto quanto tutte le altre opere se ne allontanano, questi cinque romanzi sono accomunati da molto altro: sono piuttosto brevi, hanno temi rigorosamente contemporanei, sono veloci, caratterizzati da una rapidità che li avvicina non solo al passo di una sceneggiatura ma a un ritmo, un respiro quasi teatrale. E poi sono romanzi borghesi: borghesi i protagonisti (direttori di banca, manager, magistrati, professionisti), borghesi le loro donne dalla sensualità accesa, spesso capricciosa e distruttiva, ma atteggiata in maniera infantile, bamboleggiante, come per compiacere il modello di erotismo prediletto dai loro uomini che le vorrebbero sempre disponibili e sottomesse. Infine, sono tutti romanzi aspri, mai sfiorati da quell’ironia che in Camilleri attenua anche i passaggi in cui indignazione civile e condanna morale si fanno evidenti. In tutte queste pagine è lo stesso italiano standard che inaugura una tonalità fredda, ostile, una dimensione di distaccata ufficialità rara da incontrare nelle altre opere di Camilleri, dove la burocrazia, il decoro statale, la pompa cerimoniale, pur manifestandosi spessissimo, si caricano sempre di risonanze grottesche, risibili, a volte addirittura affettuose, mai di una condanna così inappellabile, così gelidamente espressa. In realtà è molto interessante notare come il primo di questi romanzi compatti e tanto strettamente legati l’uno all’altro che alcuni personaggi, soprattutto femminili, quasi potrebbero migrare senza grandi sconvolgimenti da una storia all’altra, abbia avuto un’origine curiosa, addirittura casuale. Un sabato, con gli amici nasce perché Camilleri è rimasto molto impressionato dalla lettura de La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, appena pubblicato con grande successo e vincitore del Premio Strega. Il dettaglio che, soprattutto, intriga Andrea e lo sollecita a lavorare su una storia che vada nella stessa direzione è come un evento traumatico, capitato a uno o a più personaggi nell’infanzia o nell’adolescenza, ne possa condizionare senza scampo tutta la vita successiva. Che un autore anziano e ormai da tempo investito da un successo senza precedenti possa essere curioso dell’opera di un autore giovanissimo al punto da farsene apertamente ispirare testimonia nel modo migliore l’apertura dell’uomo e la sua generosa disponibilità; ma ritornando al tema e isolando La relazione da questo blocco di romanzi non possiamo non notare come anche la storia di Mauro Assante, «funzionario integerrimo, sposo e padre ineccepibile, nessun vizio», incaricato di condurre un’ispezione sulla chiacchierata Banca Santamaria, richiami la vicenda reale raccontata da una delle narrative di inchiesta più importanti della letteratura italiana recente: Un eroe borghese di Corrado Stajano (1991). Come l’avvocato Giorgio Ambrosoli è incaricato dalla Banca d’Italia di liquidare l’impero bancario di Michele Sindona, così Mauro Assante si immerge nel suo lavoro da solo e con dedizione assoluta. L’indagine comincia, come è buona tradizione cinematografica, mentre la moglie è in vacanza, nella semideserta città estiva, quando qualunque evento straordinario è più facile a prodursi per la momentanea latitanza della struttura difensiva costituita dalla famiglia e, in qualche modo, anche dalla stessa città che, una volta svuotata, è come se lasciasse affiorare pericoli e trappole, laddove i radi passanti non potendo più confondersi nella folla si trasformano subito in presenze ammonitorie, apparizioni, minacce. Così Mauro Assante si sente preso di mira, ma in maniera indiretta e tortuosa, al punto che i segnali che gli vengono inviati sembrano piuttosto eventi strani, manifestazioni incongrue, piccoli, inspiegabili strappi nel tessuto della sua fino a quel momento tranquilla, prevedibile quotidianità. Come la visita della bellissima ragazza che una mattina gli suona alla porta di casa convinta di avere un appuntamento con lui. Carla è una femme fatale della stessa famiglia della Renata di Un sabato, con gli amici, della Licia de L’intermittenza, della ingenuamente perversa Arianna ne Il tuttomio e della inafferrabile Laura, protagonista di Noli me tangere. Nei romanzi italiani di Camilleri la donna non ha l’erotismo solare, anche se talvolta pericoloso, che caratterizza le numerose figure femminili della serie di Montalbano o dei romanzi storici, ed è invece, sempre, una presenza tanto seducente quanto distruttiva offrirsi, è in realtà strumento di morte. La devastazione morale di tutti i personaggi di Un sabato, con gli amici, la finanza senza scrupoli de L’intermittenza, il malaffare tra politica e mondo delle banche de La relazione, la depravazione che ne Il tuttomio richiama esplicitamente il famoso delitto Casati Stampa che nel 1970 aveva scandalizzato l’Italia borghese e senz’altro impressionò Camilleri tanto che alcuni aspetti di quella stessa vicenda si possono leggere anche nel rapporto tra l’anziano scrittore e l’inquieta Laura di Noli me tangere, sono altrettanti tasselli di un dramma unico in cinque atti, una specie di Italian decadence senza speranza, forse anche perché qui non c’è un eroe come Salvo Montalbano, per quanto umano e imperfetto possa essere, a interporre un argine di onestà, un baluardo di decoro al dilagare del cinismo. È probabile che all’umor nero che pervade queste opere abbia contribuito una delusione profonda e l’avversione al nuovo corso della politica italiana che Camilleri non ha mai nascosto e che, anzi, ha fatto irruzione più volte nelle pagine dello stesso Montalbano, personaggio la cui personalità è influenzata, afflitta e modificata dagli eventi esterni, a differenza del Maigret dell’amato Simenon che non viene mai scalfito dalla storia del suo paese. Allo stesso modo, l’aspetto erotico è importantissimo in tutti e cinque questi romanzi borghesi, che risentono spesso di echi moraviani, un’influenza evidente e mai sufficientemente sottolineata. L’eros rappresenta il catalizzatore della crisi, l’elemento dirompente che ne La relazione investe perfino il titolo, volto a sottolineare l’ambiguità tra la relazione da scrivere e quella extraconiugale, con la seconda destinata a travolgere la prima, schiantando il matrimonio di un uomo tanto legato al dovere e alla famiglia da chiamare «Mutti» (mamma, in tedesco) la moglie che, all’inizio della storia e prima della discesa agli inferi, è, non a caso, quasi più materna confidente che partner amorosa. Ma il lavoro sul personaggio, anche qui come sempre in Camilleri, non è mai frettoloso, mai imbocca scorciatoie convenzionali. E così, l’abitudinario Mauro Assante, sempre bisognoso di assistenza e di conforto nonostante sia dotato di assoluta onestà professionale - un quadro psicologico che farà esclamare a uno dei suoi colleghi: «lasciatelo dire senza offesa, sei anche ‘nu poco fesso…» - finirà col riprodurre anche con la bellissima Carla lo stesso rapporto che ha con la moglie Mutti: «A lei non intende rinunziare per nessuna ragione al mondo. Carla è l’unica persona che in questi amari frangenti gli sia stata fedelmente a fianco, consigliandolo, proteggendolo anche, condividendo tutto, offrendogli persino il suo corpo per regalargli qualche ora di pura felicità...». Si potrebbe credere, confrontando queste opere secche e taglienti con le evoluzioni armoniose dello stile del Camilleri classico fondato su una lingua che conserva la ricchezza del suo dettato anche nei momenti più risentiti, che quello dei «romanzi italiani» sia un Camilleri minore. Confesso di averlo pensato anch’io, in passato, ma non è così. È un equivoco che può nascere perché in queste storie è come se il disegno della trama, non ricoperto dalla rigogliosa carne dello stile cui il lettore si è assuefatto, affiorasse con un’evidenza ruvida, scheletrica. La prevalenza dell’intreccio sulla lingua però è voluta e non si deve a una rinuncia espressiva ma all’esigenza di privilegiare un meccanismo implacabile e in qualche modo scandaloso, affinato in anni di lavoro di sceneggiatore la cui creatività doveva essere stata tenuta a freno non poco dal perbenismo della televisione degli anni Sessanta. E così, in un singolare rovesciamento, mentre le storie si scatenano in una direzione morbosa e nera, la lingua italiana diventa il vestito ufficiale, l’abito delle cerimonie che i personaggi di questo collettivo De profundis indossano per partecipare al funerale dell’etica e di ogni civile speranza. In questo senso, i «romanzi italiani» hanno un precedente, una specie di prova generale. Si tratta di Il tailleur grigio, uscito nel 2008, un anno prima di Un sabato, con gli amici nella stessa collana. Il tema - il rapporto tra un uomo, direttore di banca appena andato in pensione, e la sua giovane e bellissima moglie Adele, che lo tradisce senza tuttavia mai venir meno ai suoi doveri coniugali - è già analogo a quello dei futuri romanzi italiani, anche se la lingua è formalmente ancora quella classica di Camilleri. Formalmente, perché già in queste pagine l’italiano tende ad allargarsi e a occupare spazi sempre maggiori, presago della sua cupa, ipocrita funzione regolativa. Avendo rimosso il pensiero della pensione, in quello che dovrebbe essere il suo primo giorno di libertà, il protagonista Febo Germosino si veste esattamente come se dovesse ancora partecipare a un consiglio d’amministrazione: «completo grigio scuro, cammisa bianca, cravatta severa». Mentre il tailleur grigio del titolo è l’abito che Adele indossa quando qualcuno vicino a lei è in procinto di morire: «Perché era chiaro che quel tailleur lei l’usava solo come doppo lutto stritto o come prelutto». Ecco, si potrebbe concludere così: che l’italiano di cui si veste la lingua usata per scrivere questi romanzi è l’«abito scuro», il «tailleur grigio» che Camilleri fa indossare ai suoi uomini e alle sue donne per presenziare alla fine della solidarietà umana, alla morte dell’anima.
Antonio Franchini


Camilleri, il teatro e quel provino insieme a Gassman
Fu regista e docente all’Accademia d’Arte Drammatica per decenni

Alla metà degli anni quaranta del secolo scorso Andrea Camilleri era un giovane aspirante scrittore che dalla lontana Sicilia mandava poesie e racconti alle riviste culturali del Continente e partecipava ad agoni letterari, nella speranza di affermarsi e trovare il modo di sottrarsi all’insegnamento, unica carriera offerta, gli sembrava, a un intellettuale di provincia. Tra le frecce scagliate qua e là, una sua commedia vinse a Firenze un concorso teatrale. Il ventiduenne autore si recò trepidante alla premiazione, ma quando poi durante il viaggio di ritorno in treno rilesse a freddo il suo lavoro, lo trovò talmente derivativo e scadente, che lo buttò dal finestrino. E in sostanza per il teatro non avrebbe scritto mai più. Ma proprio il teatro si impossessò di lui in quella occasione. Un anno dopo il premio, il presidente della commissione che glielo aveva assegnato, il critico Silvio d’Amico, lo cercò per offrirgli una borsa di studio all’Accademia d’Arte Drammatica che allora dirigeva e che oggi porta il suo nome. Il nostro accettò di buon grado, era l’occasione per emanciparsi; si trasferì a Roma e diventò l’unico allievo del corso di regia, disciplina allora per l’Italia quasi nuova, che l’Accademia voleva promuovere. Il racconto dell’esame che dopotutto il candidato dovette sostenere è spassoso. Per il corso di regia si doveva sostenere anche una prova di recitazione, e il tapino, che non aveva preparato nulla, si trovò a improvvisare una scena a due col soccorso di un disponibile neo licenziato attore, che si chiamava Vittorio Gassman. I due anni di studio praticamente in tête-à-tête con il docente, l’illustre Orazio Costa, tra i pionieri della regia in Italia, furono decisivi nella scoperta di quello che ormai Camilleri voleva fare nella vita, e cioè, appunto, il teatro – forse non proprio alla maniera del suo mentore, che amava un certo misticismo mentre il gusto di Camilleri andò subito nella direzione delle parole e di quello che rivelano delle persone. Anche se poi all’Accademia non si diplomò – fu espulso per infrazione alla rigida separazione tra allievi e allieve durante le trasferte - continuò il rapporto come collaboratore all’Enciclopedia dello Spettacolo, che sempre Silvio d’Amico dirigeva. Diversi anni dopo, quando lasciò l’incarico di insegnamento, Costa indicò proprio Camilleri come suo successore, e all’Accademia per decenni Camilleri formò legioni di registi e di attori. Fu un suo allievo degli anni ottanta, poi a sua volta regista, Giuseppe Dipasquale, a convincerlo a lasciargli adattare per il teatro molti dei romanzi che nel frattempo Camilleri aveva scritto... Ma stiamo anticipando. Prima di prendere il posto di Costa, Camilleri era stato, per vari decenni, un interno Rai, assunto con regolare concorso. E lì si era occupato di iniziative connesse col teatro, tra cui la registrazione televisiva delle commedie di Eduardo. Aveva seguito da vicino l’adattamento dei romanzi di Simenon con l’ispettore Maigret, fondamentale per capire la struttura del giallo. Alla radio era stato tra i promotori della serie, oggi diventata leggendaria, delle Interviste Impossibili.
E naturalmente aveva fatto il regista. Non solo in Rai; anche indipendentemente, con varie esperienze, non tutte di propria iniziativa, magari adattandosi alle circostanze del momento, senza formarsi un proprio stile - «Strehler mi considerava un regista di mezza tacca», avrebbe detto poi, scherzando. Rievocando quel lungo periodo, avrebbe anche detto che il teatro che gli stava veramente a cuore e nel quale si riconosceva era quello di Beckett, Adamov e Pirandello, dove la trama è la cosa che conta meno. Ma, ripetiamo, di commedie non ne scrisse più. Amava le storie, aveva sempre amato inventarne e raccontarle. Le sue lezioni, dicono ex allievi, erano narrazioni affascinanti. In tarda età la popolarità lo avrebbe spinto a condividerle con un pubblico vasto, vedi l’indimenticabile monologo su Tiresia detto davanti a migliaia di spettatori nel teatro greco di Siracusa. Un altro monologo analogo, Caino, era in gestazione quando Camilleri morì. Ma insomma.
Dopo avere lavorato, forse servilmente, se vogliamo, in tante maniere, a più di cinquant’anni e sentendo di non dover dimostrare più nulla a nessuno, Camilleri volle concedersi il lusso di parlare con la propria voce e non con quella di altri, come deve fare il regista. Ma scelse il romanzo e la novella, non il palcoscenico. Perché? Avrebbe cercato di spiegarlo, quando, diventato romanziere di fama mondiale, rifletté sul suo metodo di composizione. Che, disse, partiva spesso dai dialoghi, dal modo di esprimersi di un personaggio. «Per prima cosa lo faccio parlare, e poi, se ancora ne ho voglia... lo descrivo per come è fisicamente, come è vestito, quanti anni ha. Ma tutto ciò lo desumo da come ha parlato, da come si è presentato. Questa è un’azione assolutamente teatrale... Quindi io al teatro sono debitore dell’ottantacinque per cento della mia scrittura. Paradossalmente è proprio questo ottantacinque per cento che, chissà perché, mi impedisce di scrivere per il teatro. Penso che abbia altre regole e mi terrorizzo davanti all’idea di scrivere per il teatro». Esistono altri grandi narratori altrettanto appassionati di teatro che scrissero solo romanzi e non commedie? Be’, uno sì, forse il più grande di tutti. Charles Dickens: attore dilettante, grande lettore-interprete dei propri testi, con un teatro vero e agibile in casa e un’attrice come amante segreta. Proprio come Camilleri, Dickens non scese mai in quel campo, ma diede via libera a chi voleva adattare le sue storie. Così grazie soprattutto al predetto Dipasquale, e spesso con la collaborazione magari non troppo esibita dell’autore, una serie soprattutto dei romanzi storici - Il birraio di Preston, La concessione del telefono, ecc., diteli voi - hanno avuto il loro momento sul palco. Di solito se la sono cavata benissimo.
Masolino D’Amico


Camilleri all’estero: “Un dilemma tradurlo, alla fine abbiamo lasciato il siciliano”
L’editrice spagnola sull’autore italiano più amato nel Paese: “Ha spazzato via gli stereotipi sulla mafia”

Sigrid Kraus, insieme al marito Pedro del Carrillo, è stata una delle più influenti editrici del pianeta in questo primo quarto di secolo. Nata nel 1964 in Germania da famiglia baltica, ha conosciuto Pedro nei primi anni Novanta e insieme hanno deciso di dar vita a Ediciones Salamandra, basati a Barcellona ma con stretti contatti con Emecé, una casa editrice argentina proprietà della famiglia del Carrillo. Era il 2000, era appena stato introdotto l’euro e Barcellona era sicuramente la capitale del mondo ispanico, grazie al successo olimpico del 1992 e alla straordinaria produzione culturale che ne era conseguita. Il primo titolo della nuova casa editrice fu Il ladro di merendine di un autore di successo italiano, Andrea Camilleri, ancora poco conosciuto, nonostante altre case editrici spagnole l’avessero già tradotto (Destino si dedica al cosiddetto “filone storico”, Edicion 62 alle versioni in catalano, ma ce ne sono anche in basco e galiziano) e nel grande mercato internazionale. Fu il primo passo di un nuovo successo per Camilleri, fuori dall’Italia: è stato tradotto in 26 lingue, amatissimo in particolare nei Paesi anglosassoni, in Grecia e, appunto, in Spagna.
Sigrid, perché ha deciso di pubblicare Camilleri, e soprattutto perché in una collana di narrativa e non di gialli?
«Il primo libro che ho letto - nonostante poi sia diventata grande amica di Antonio Sellerio e di tutta la sua famiglia! - fu un Camilleri pubblicato da Mondadori, Un mese con Montalbano. Me lo ricordo con nitidezza: raccontava molto di più di un noir o di una crime story. Raccontava soprattutto del protagonista, di essere un uomo onesto, integerrimo, con tutti i suoi dubbi e lo stare attento e curioso della società che lo circonda. Il Commissario Montalbano spazzava via l’idea di Sicilia che avevamo, e che si condensava in un’unica, terribile parola: “mafia”. Quello che ho subito amato è stato il clima: un clima potentemente mediterraneo».
In effetti già nel 1994, quando esce il primo Montalbano, “La forma dell’acqua”, è come se tutti noi lettori venissimo invitati a ripensare l’isola, le sue tradizioni. Montalbano è un agente di cambiamento, e tra l’altro fa scuola. Voi, dopo Camilleri, avere pubblicato molti italiani...
«Prima di Salamandra, in Spagna si pensava che gli italiani non potessero vendere, un po’ come era successo con gli scandinavi. Invece Camilleri fa cambiare prospettiva: noi abbiamo pubblicato con Grande successo non solo Andrea, ma Elena Ferrante, Paolo Giordano, Antonio Manzini, ma certo Camilleri è stata una scelta importante, decisiva. Non era facilissimo tradurlo, ma grazie al talento di María Antonia Menini prima e di Carlos Mayor poi ci siamo riusciti».
Una grande questione è quella di come rendere il siciliano. In Francia si è optato per espressioni del dialetto marsigliese, in Giappone e Ungheria ne hanno inventato uno apposta, il traduttore americano ha spiegato di avere utilizzato lo slang dei poliziotti siculo-italiani di Brooklyn, per rendere la parlata dell’appuntato Catarella, in Germania e Bulgaria la scelta è stata quella di variare i registri espressivi che le lingue offrivano, familiare, colto, burocratico. Voi come avete fatto?
«All’inizio ci sono stati momenti di grande difficoltà, è sempre difficile tradurre in spagnolo, una lingua davvero poco flessibile, e non ha senso usare un dialetto piuttosto che un altro - c’è sempre chi si sente tagliato fuori. Alla fine abbiamo lasciato i testi in siciliano, sfruttandone la musicalità. Abbiamo evitato anche di mettere dei glossari, non volevamo appesantire in nessun modo la lettura, non volevamo fosse assolutamente “accademica”».
Torniamo a Montalbano: il nome è dedicato a Manuel Vazquez Montalban che gli aveva trovato la soluzione narrativa per trasformare “Il birraio di Preston” da romanzo storico a commedia amata dai lettori in tutto il mondo. Questo nome così catalano, ha favorito la diffusione dei libri di Camilleri?
«Assolutamente sì! Ricordo perfettamente dell’incontro trai due, di Camilleri che viene a Barcellona e incontra gli studenti e spiega come sia nato il personaggio: tutto questo ha consentito di mettere radici lunghe, di creare fiducia. Camilleri da subito si è trasformato da best seller a longseller».
Spesso sulle copertine dei vostri libri di Camilleri c’è il suo profilo. La sua personalità è così forte, quasi più forte dei personaggi?
«Camilleri era una persona libera, di cui ci si poteva fidare. Il lettore si fida di lui, come si fida del suo editore. Questo sistema di fiducia collettiva è al centro della relazione tra il pubblicare e il leggere. Ci manca molto Andrea, gli abbiamo voluto davvero un gran bene».
Il 23 aprile è un giorno importante a Barcellona. È la festa di San Giorgio, e ormai da molti anni i librai hanno deciso che è il giorno del libro e che insieme ai libri regalano a tutte le lettrici una rosa. Serve ancora inventare manifestazioni pubbliche per promuovere libri? O basta il digitale?
«Credo che sia importante invitare più gente possibile a partecipare ad eventi culturali; non sottraggono assolutamente tempo alla lettura, anzi! In Spagna come in Italia si passa tanto tempo fuori, all’aria aperta, e fare esperienza di una vita sana, collettiva, partecipata, è un elemento fondante la nostra cultura. Avere occasione per incontrare dal vivo l’autore che ami, il traduttore che ti ha aiutato a capire una frase in una lingua che non è la tua, è un elemento forte per chi ama leggere! Ed è un modo per togliere un po’ di potere e di spazio alla vita tutta digitale, che è fatta di esperienza brevissime, tutte a corto raggio. Qualche mese fa una nostra grande autrice, Zadie Smith, ha incontrato un gruppo di studenti sedicenni, che le hanno fatto un sacco di domande sulle più importanti questioni contemporanee. Da quel dialogo, ne sono certa, sono nati molti nuovi lettori, molti che prima non la conoscevano e che hanno subito deciso di leggere i suoi libri per sentirla ancora più vicina».
La Spagna in questi ultimi tre anni è l’unica nazione europea che cresce economicamente ma in cui aumenta in maniera significativamente anche il numero dei lettori di libri. Ritiene che - in quella che non è più una società industriale ma piuttosto della conoscenza - ci sia una correlazione, o è un caso?
«Qualche anno fa ho tenuto una serie di corsi in una università di New York e chi li coordinava mi assicurava che la cosa più importante da insegnare assolutamente era la matematica; poi la stessa università ha fatto degli studi approfonditi e ha scoperto che la cosa assolutamente basilare da insegnare ai giovani è leggere. Leggere è fondamentale per saper interpretare la società e il contemporaneo, per fare delle scelte, per sentirsi parte della società. Forse la cultura umanistica per troppo tempo ha sottratto spazio alla cultura scientifica e tecnologica ma dobbiamo fare attenzione a che non avvenga il contrario. In questo momento - è vero! – in Spagna i giovani leggono molto, e questo fa bene alla società, che viene prima dell’economia. Leggere ti apre la testa e ti fa indirizzare bene il tuo tempo. Anche se mi piace dire che oltre al bene collettivo, la lettura ci aiuta proprio come singoli, a stare meglio, a trovare consolazione. Non è un fattore da poco, non crede?».
Paolo Verri
 
 

Domani, 19.4.2025
Spaghetti & Moretti
Quando Montalbano era sboccato: nostalgia di avvocati e romanzieri
Torna la rubrica di Antonio D’Orrico, cenette settimanali e sentimentali a menù fisso con lettori vecchi e nuovi. La distanza tra la lingua del primo commissario di Camilleri e gli esiti successivi, la malinconia per la morte di Vargas Llosa, una geneaologia geletaria discussa con Antonio Franchini

[…]
Martedì
Paolo Castellani scrive: «Arsenia Le Pen è meravigliosa, grazie». Prego. Torno sul fascino della volgarità divertente, tema stupendo. Una volta stavamo parlando di La forma dell’acqua, il debutto di Montalbano, e chiesi a Camilleri: «Mi sbaglio o il primo Montalbano è più sboccato, più diretto? Penso a un certo modo di scherzare tra maschi meridionali, al gusto per la battuta pesante». Lui, puntuale come sempre (era meglio di ChatGpt), rispose: «Era così, era quello che volevo rendere. Me lo sono un po’ perso per strada questo aspetto. Non so perché. Forse perché crescendo Montalbano non ha più scherzato in quel modo, è diventato più serio. Mi divertivano le battute del commissario con Gegè, brutali e tenere assieme». Gegè è un pezzo di malacarne, un magnaccia, vecchio amico e informatore di Montalbano. Salvo gli chiede della scena vista da una delle prostitute di Gegè sul luogo del delitto: due persone a bordo di una BMW che ficcavano. L’altro risponde: «Dunque, la femmina che era al posto di guida… si è rigirata, è salita sulle gambe dell’uomo che le stava allato, ha armeggiato tanticchia con le mani in basso… e poi ha pigliato ad andare su e giù. O te lo sei scordato come si fa a fottere?». Montalbano ribatte sullo stesso tono: «Non credo. Ma facciamo la prova. Quando hai finito di contare quello che mi devi, ti cali i pantaloni, appoggi le belle manine al cofano, ti metti culo a ponte. Se mi sono scordato qualche cosa, me l’arricordi. Vai avanti. Non mi fare perdere tempo».
[…]
Antonio D’Orrico
 
 

Domani, 19.4.2025
Il nemico è lo smartphone: la nuova via degli editori per portare i libri ai ragazzi
I numeri delle ricerche raccontano una disparità con le ore trascorse al cellulare. Un panorama a due velocità: bene nella fascia 0-5 anni. E Sellerio lancia una collana

[…]
Novità in giallo
Nonostante il calo di cui si è parlato, quello dell’editoria per l’infanzia è un settore a cui si affacciano anche realtà che fino a ora gli erano rimaste estranee. Una delle novità più recenti, presentate proprio alla fiera bolognese, è la collana di Sellerio La memoria dei ragazzi dedicata ai lettori dai nove anni in su. «Nuovi ed esigenti lettori», si legge nella presentazione dell’iniziativa. I due primi titoli sono Guardie e ladri. Dieci avventure del commissario Montalbano, una raccolta di racconti di Andrea Camilleri curata da Giordano Meacci e Marta Vesco, e Max e Nigel, un romanzo di Antonio Manzini. I libri sono usciti l’1 aprile.
«Volevamo andare incontro a un nuovo pubblico, più giovane, e capire i loro gusti, le logiche di questo mondo», dice Antonio Sellerio. «Abbiamo scelto di iniziare con due dei nostri autori più rappresentativi», prosegue il direttore editoriale di Sellerio. «Andrea Camilleri, fondamentale per la nostra storia e di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, e Antonio Manzini, oggi nostra firma di punta».
Anche qui, comunque, ci si inserisce in una tradizione che ha una lunga storia: «Entriamo in un mondo con un livello di professionalità altissimo e in questo genere, quello dei gialli per ragazzi, esistono già realtà di grande livello. Ma anche noi possiamo fare bene in questo nostro piccolo spazio», conclude Sellerio.
Maria Tornielli
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 19.4.2025
I fratelli Bozzi: “Noi, Fiorello e Camilleri, la nostra Sicilia tra indagini e sorrisi”
Francesco è autore del comico, Silio, criminologo, è stato consulente dello scrittore: insieme hanno scritto un libro che presenteranno nella loro Palermo, martedì a Palazzo Bonocore

Irene Carmina
 
 

Il Sole 24 Ore - Domenica, 20.4.2025
Grandi scrittori. I cento anni di Camilleri partono con poetici esordi
Le iniziative milanesi di Fondazione Mondadori, Sellerio e Comitato per il centenario della nascita dell'autore
Camilleri, esordio con poesia
Milano. Una mostra a Casa Manzoni ripercorre le passioni letterarie che l'hanno formato, da Conrad a Malraux, fino alla poesia (Saba, Montale, Quasimodo)
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Il 18 luglio 1942: «Leggo Infanzia di Nivasio Dolcemare di Alberto Savinio». 8 maggio 1943: «Bombardamento su Porto Empedocle. 9 morti e 13 feriti». 7 maggio 1945: «Leggo L'allegria di Ungaretti. Conosco Vitaliano Brancati».
Basta qualche prelievo dalle tre agendine compilate in tempo di guerra da Andrea Camilleri per rendersi conto di quanto fu curiosa, vivace, drammatica la sua adolescenza. In questi minuscoli taccuini (una delle tante gemme conservate presso il Fondo Camilleri di Roma) si alternano annotazioni relative a episodi bellici, incontri, vicende scolastiche, in mezzo a centinaia di titoli. Camilleri infatti era allora — e tale rimase per tutta la vita — un lettore eclettico e accanito.
La sua è una passione precoce, sviluppata grazie alla biblioteca paterna. Figlio unico di una famiglia borghese agrigentina, a sette anni già fruga in scaffali e solai, da dove se ne esce con le braccia cariche di libri per ragazzi e romanzi d'avventura: il primo letto è La follia di Almayer, di Conrad. Nelle sue scorribande presto scopre la collezione dei Gialli Mondadori, e i Neri, dove comparivano allora i primi Maigret di Simenon, dai quali resta ammaliato. Di lì in poi dedica il suo tempo libero alla letteratura. Del resto la madre gli impedisce di frequentare le compagnie di popolani del paese, preoccupata dalle loro bravate e dalla salute cagionevole del figlio. Altro gran vantaggio: da adulto Camilleri si divertirà a commiserare i nipoti, sani e vaccinati, che non hanno potuto trascorrere settimane a letto in compagnia di un buon libro.
A volte, però, è proprio l'inchiostro a provocargli sconquassi. Quando, ormai giovanotto, gli capita in mano La condizione umana di André Malraux, ha l'impressione che masse enormi di neuroni si spostino da una parte all'altra del cervello. Il giorno dopo gli sale la febbre, spuntano pustole sul viso, e il medico diagnostica un avvelenamento alimentare. In realtà si tratta del contrario: la letteratura lo guarisce dai dogmi autoritari sotto cui è cresciuto. Balza fuori un ragazzo inquieto che a neppure vent'anni, nel fondo della provincia siciliana, si sente comunista. Sono gli ultimi giorni dei bombardamenti alleati. Anche nei rifugi, alla luce di una candela o di una torcia, Camilleri ha continuato a compulsare i libri preferiti (fra questi Conversazione in Sicilia, che riapre l'11 dicembre 1942, i 2 febbraio 1943, e riprenderà ancora il 4 luglio 1945).
I libri di famiglia da tempo non bastano più. Ogni volta che racimola qualche soldo Camilleri sale sul treno a vapore che lo porta a Palermo, dove raggiunge la libreria di Fausto Flaccovio. È lì che compera raccolte di Govoni, Saba, Montale, Quasimodo ma anche Frontiera, di Vittorio Sereni, appena uscito dalle edizioni di Corrente. La poesia è in effetti il suo primo grande amore, che coltiva anche in proprio.
Al principio del 1945 spedisce dei versi a «Mercurio», la splendida rivista diretta da Alba De Céspedes. Subito dopo la Liberazione sta passeggiando per via Veneto, a Roma, quando nota un edicolante che espone l'ultimo numero. Si avvicina e scorre i nomi elencati sulla copertina: Alvaro, Silone, Petroni, Moravia... Camilleri. Camilleri? L'emozione lo lascia senza fiato. Deve sedersi a un bar e ordinare un cognac, prima di riuscire a comperare la rivista.
Roma è nel suo destino. Qualche anno più tardi, nel 1949, vi si trasferisce, vincitore di una borsa di studio presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica. Inizia in questo modo il percorso che lo porterà a diventare prima un brillante regista teatrale e radiofonico, poi lo scrittore italiano più letto e discusso al mondo. La passione per i libri intanto non si affievolisce, e nemmeno il ricordo degli autori che hanno infiammato la sua gioventù. E così, sul comodino di Montalbano si accumulano i vari Melville, Giraudoux, Faulkner, Pietro Di Donato... E naturalmente i Promessi sposi, un capolavoro del Novecento secondo Camilleri (mentre Il Gattopardo, beninteso, sarebbe un capolavoro dell'Ottocento). A farglielo capire, superata la diffidenza al tempo del liceo, è stata la Storia della Colonna infame, un autentico sacchetto di spezie che dà tutt'altro sapore al romanzo. Lo raccontò lui stesso dieci anni fa nel corso di una memorabile visita a Casa Manzoni, che ora gli restituisce l'omaggio con una mostra dedicata alle passioni letterarie che hanno segnato la sua formazione.
Mauro Novelli
 
 

Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 23.4.2025
Andrea Camilleri 100. Editori, scrittori, lettori

Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri, Sellerio Editore e Casa del Manzoni, e con il sostegno di Intesa San Paolo, dedica la giornata del 23 aprile 2025 – la Giornata mondiale del libro, anche nota come la Giornata del libro e delle rose – ad Andrea Camilleri, maestro della narrazione che ha conquistato milioni di lettori, in Italia e nel mondo, intellettuale acuto e testimone del suo tempo, nell’anno del centenario della sua nascita.
Un omaggio corale che si inserisce nel ricco palinsesto di Camilleri 100, che coinvolgerà attivamente editori, scrittori, studenti, studentesse, lettori e lettrici, attraversando il percorso di formazione dello scrittore siciliano, il successo in Italia e la sua fortuna all’estero, ma anche la sua influenza sulla narrativa italiana; con due panel al Laboratorio di Fondazione Mondadori e due mostre – al Laboratorio di Fondazione Mondadori e a Casa del Manzoni.

Andrea Camilleri 100
Editori, scrittori, lettori

IL PROGRAMMA

23 aprile 2025
Fondazione Mondadori – Laboratorio
via Marco Formentini 10
15:00 – 17:15
La fortuna editoriale di Camilleri da best a long seller

Il convegno sarà diviso in due panel:

ore 15:00 – 16:00 | Panel Editori stranieri
Una tavola rotonda moderata da Paolo Verri (direttore generale Fondazione Mondadori) vedrà la partecipazione di Antonio Sellerio (Sellerio Editore, Italia), Anna Pataki (Εκδόσεις Πατάκη, Grecia) e Sigrid Kraus (Ediciones Salamandra, Spagna), i quali discuteranno del successo editoriale internazionale di Camilleri. Il panel sarà arricchito dalla proiezione di contributi video di altri editori esteri di Camilleri.

ore 16:15 – 17:15 | Panel Scrittori italiani
Giacomo Papi (direttore dei contenuti Fondazione Mondadori) modererà un incontro con gli scrittori Alessandro Robecchi, Vanessa Roghi e Andrea Vitali, che condivideranno riflessioni sull’impatto di Camilleri sulla letteratura italiana contemporanea.

23 aprile 2025
Fondazione Mondadori – Laboratorio
via Marco Formentini 10
18:00
Inaugurazione della mostra Cento di questi Camilleri. La fortuna di Andrea Camilleri in Italia e nel mondo

La mostra, a cura del Master in Editoria FAAM, Unimi e AIE, esporrà 100 copertine provenienti da tutto il mondo, testimoniando la portata globale dell’opera camilleriana. Saranno inoltre esposte le copertine illustrate da Lorenzo Mattotti per la collana celebrativa Sellerio in uscita quest’anno e i suoi bozzetti

La mostra sarà visitabile gratuitamente fino al 17 maggio.

23 aprile 2025
Casa del Manzoni
via Gerolamo Morone 1
19:00
Inaugurazione della mostra Inseguendo un libro. Camilleri lettor giovane

Curata da Mauro Novelli, con la collaborazione del Fondo Andrea Camilleri, la mostra offrirà uno sguardo inedito sul percorso formativo di Andrea Camilleri attraverso materiali del suo Fondo personale: libri e taccuini giovanili ricchi di appunti e annotazioni.

Andrea Camilleri 100 – Editori, scrittori, lettori è un’occasione per celebrare la memoria di uno dei più grandi scrittori italiani contemporanei, che grazie al coinvolgimento delle scuole, il dialogo tra editori e tra scrittori, l’esposizione delle edizioni internazionali e uno sguardo intimo sui suoi anni formativi testimoniano la ricchezza e la vitalità della sua eredità culturale, e rinnovano l’amore per le sue storie che continuano ad appassionare lettori e lettrici di ogni età e provenienza.

L’iniziativa si inserisce nel programma del Centenario Camilleri promosso dal Fondo Andrea Camilleri con il Comitato Nazionale Camilleri 100.

Con questa iniziativa si inaugura la campagna di promozione della lettura promossa dal Centro per il libro del Ministero della Cultura “Il Maggio dei libri”.

 

Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 23.4.2025
Camilleri100 Editori, scrittori, lettori
Panel editori stranieri
Presenta Paolo Verri
Con Antonio Sellerio, Anna Patakis e Sigrid Kraus

A laboratorio Faam l'incontro dedicato ad Andrea Camilleri "Scrittori, editori, lettori". Adesso il Panel editori stranieri, una tavola rotonda moderata da Paolo Verri con Antonio Sellerio e l'editrice greca Anna Patakis e la spagnola Sigrid Kraus che discuteranno del successo editoriale internazionale di Camilleri. Alle 16.15 Panel scrittori, modera Giacomo Papi, intevengono Alessandro Robecchi, Vanessa Roghi e Andrea Vitali per parlare dell'impatto dello scrittore sulla letteratura italiana contemporanea. Alle 18 l'inaugurazione della mostra "Cento di questi Camilleri. La fortuna di Andrea Camilleri in Italia e nel mondo" a cura di Mauro Novelli con la collaborazione del Fondo Andrea Camilleri con 100 copertine che testimoniano la portata globale dell'opera camilleriana, insieme a quelle illustrate da Lorenzo Mattotti per la nostra collana celebrativa Sellerio in uscita quest’anno.
 
 

Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 23.4.2025
Camilleri100 Editori, scrittori, lettori
Panel editori stranieri
Presenta Giacomo Papi
Con Vanessa Roghi, Alessandro Robecchi, Andrea Vitali


 
 

Casa del Manzoni, 23.4.2025
Inseguendo un libro. Camilleri lettor giovane

Casa Manzoni
è lieta di annunciare l'inaugurazione della mostra
Inseguendo un libro. Camilleri lettor giovane
a cura del prof. Mauro Novelli
L'evento si terrà mercoledì 23 aprile 2025 alle ore 19:00
L'esposizione sarà visitabile gratuitamente fino al 31 maggio 2025
presso la Casa del Manzoni
via G. Morone 1, Milano
 
 

TGR Lombardia, 23.4.2025
A Casa Manzoni il ricordo di Camilleri. "Devo molto all'autore dei Promessi sposi", disse
In occasione della Giornata Mondiale del Libro, parte una nuova campagna per sostenere la lettura. Un secolo fa nasceva il grande scrittore siciliano. La sua ultima visita a Milano nel 2015

L'ultima volta a Milano di Andrea Camilleri, nel 2015, per rendere omaggio all'autore dei Promessi Sposi. Dieci anni dopo Casa Manzoni ricorda lo scrittore siciliano con una mostra.
Al laboratorio della fondazione Mondadori studenti editori e scrittori hanno discusso della sua eredità.

Le interviste a Mauro Novelli - curatore mostra Casa Manzoni; Alessandro Robecchi - scrittore; Andrea Vitali - scrittore; Antonio Sellerio - editore
Antonio Sgobba
 
 

il manifesto, 23.4.2025
Visioni
Improvvisazioni elettroniche per Camilleri
Note sparse Il violoncellista Michele Marco Rossi realizza un disco di musiche improvvisate e live elettronics sulla riconoscibilissima e inimitabile voce dello scrittore siciliano

La musica è uno dei tanti rapporti che dovranno essere indagati nel novero delle celebrazioni dei 100 anni della nascita di Andrea Camilleri che cadrà il 6 settembre prossimo.
Le medesime hanno preso avvio con un articolatissimo programma a tutto tondo che cercherà di metter in luce aspetti finora poco rappresentati o meglio oscurati dal fenomeno letterario e televisivo di Montalbano. Come la musica che ha certamente avuto un ruolo e per nulla ancillare come si sarebbe detto una volta.
Chi l’ha capito, prima di altri, è il violoncellista Michele Marco Rossi che è riuscito a realizzare un disco di musiche improvvisate e live elettronics sulla riconoscibilissima e inimitabile voce dello scrittore siciliano.
Il tema del disco è un’ampia e coltissima riflessione sulla condizione dell’uomo da Dante alla contemporaneità innestata sulle mille e mille sfumature dell’amore.
Sul piano più strettamente musicale risulta all’ascolto notevole il mash – up tra le improvvisazioni di Rossi, la texture elettronica di Paolo Aralla e i toni della voce di Camilleri non esente nella nitidezza della registrazione delle tipiche sonorità dialettali.
Fabio Francione
 
 

Sellerio Editore, 24.4.2025
Tre parole per descrivere Andrea Camilleri

Lorenzo Mattotti ha disegnato le copertine della nostra nuova collana dedicata ai cento anni di Andrea Camilleri. Qui il suo ricordo del maestro. Buon ascolto!
 
 

Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico, 24.4.2025
Verbale BANDO PREMIO DI SCRITTURA E DI PRODUZIONE “ANDREA CAMILLERI” 2025

Il giorno 23 aprile 2025 alle ore 13:00, presso i locali di via Vincenzo Bellini n.16, si riunisce la Commissione selezionatrice nominata con Decreto Direttoriale n. 508 composta dal Direttore Prof.ssa Daniela Bortignoni, dal Vice Direttore Prof. Valentino Villa e dal Prof. Massimiliano Civica. Valutate le candidature giunte, la Commissione decide all’unanimità di proclamare vincitore il testo

“Manicaretti” di Marco Trotta

La Commissione all’unanimità decide inoltre di assegnare una menzione speciale, pari merito, ai testi

“Bum” di Andrea Cioffi

e

“Sono morta, è tutto a posto!” di Gabriella Olivieri

Vista la proroga dei termini per la selezione del testo vincitore la Commissione stabilisce le nuove date delle successive fasi di selezione:

I FASE

Consegna del progetto - entro il 15 maggio 2025.

Pubblicazione dei risultati - il 16 maggio 2025.

II FASE

22 maggio 2025.

III FASE

Se necessaria e confermata dalla Commissione, 23/25 maggio 2025.

Resta confermato il calendario di prove e allestimento con la seguente modifica:

DEBUTTO

12 luglio 2025 (Spoleto)

REPLICA

13 luglio 2025 (Spoleto)

Il presente risultato si trasmette agli Uffici Amministrativi per le procedure di competenza.

IL DIRETTORE

Prof.ssa Daniela Bortignoni

VERBALE BANDO PREMIO DI SCRITTURA E DI PRODUZIONE “ANDREA CAMILLERI" 2025

Manicaretti di Marco Trotta

SONO MORTA, È TUTTO A POSTO! - G.Olivieri

BuM di Andrea Cioffi
 
 

Vanity Fair, 24.4.2025
A Vigata
Andrea Camilleri,
«Quella rockstar del nonno»
Le code dei fan. La passione per i libri e per il mare. Nel Centenario di Andrea Camilleri, le nipoti Alessandra e Arianna Mortelliti raccontano lo scrittore dal «cervello femminile» che sapeva ascoltare

«Un’amica saggia, con cui poter parlare di tutto, dalle questioni di lavoro a quelle sentimentali». Non è usuale definire così un nonno di novant’anni e passa. Ma è in questo modo che Arianna Mortelliti parla di Andrea Camilleri, scrittore, regista, drammaturgo, intellettuale, morto nel 2019 e del quale sono appena iniziati, per concludersi nel 2026, i festeggiamenti per il Centenario dalla nascita, il 6 settembre. Due anni di celebrazioni si dedicano solo ai giganti. E Camilleri questo è stato, una specie di bussola che tutto il mondo continua a usare per decifrare non solo la Sicilia, ma l’Italia e l’animo umano.
Per raccontare questo nonno fuori dall’ordinario – oltre cento libri, tradotti in più di trenta lingue e dieci milioni di copie vendute – incontro due delle sue nipoti, Arianna e Alessandra Mortelliti. Sono figlie di Andreina, la primogenita dello scrittore e di Rosetta Dello Siesto (dopo sono arrivate Elisabetta e Mariolina), e del regista Rocco Mortelliti. Alessandra, 44 anni, attrice e regista, ha aperto il Centenario al Teatro Piccinni di Bari con uno spettacolo tratto da Un sabato, con gli amici (arriverà al Teatro India di Roma nel gennaio 2026). Arianna, 38, insegna Scienze alle superiori, ha scritto due romanzi, Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni e Quel fazzoletto color melanzana ed è direttrice del Premio Andrea Camilleri Nuovi Narratori dove ogni sezione è suddivisa in «Chiù picca di sissanta» e «Chiù assà di sissanta», cioè gli under e gli over 60, perché Camilleri ha raggiunto il successo travolgente proprio a quell’età, grazie ai romanzi del commissario Montalbano.
Quando vi siete accorte che vostro nonno era una celebrità?
Arianna: «Io a Porto Empedocle, dove andavamo d’estate a casa di nonno. Avrò avuto 13 anni, una mattina sono scesa e ho visto una lunghissima fila di persone sul corso principale che terminava nel bar che nonno chiamava il suo ufficio, tutta gente venuta da ogni parte della Sicilia per farsi firmare un libro o fare due chiacchiere. Ricordo anche quando nostra madre ricevette una telefonata da una donna che aveva appena partorito e voleva portare il bambino per farlo toccare da Camilleri».
Alessandra: «Lo trattavano come fosse Lenny Kravitz, gente che si faceva autografare il braccio, donne innamorate di Montalbano e anche di lui. Ma quel successo non ha cambiato la nostra famiglia, anche per l’educazione che ci ha dato, austera ma in maniera sana».
Che cosa avete ereditato da lui?
Arianna: «Io ho iniziato a scrivere libri! Nel suo ultimo anno, l’ho aiutato nella stesura dell’Autodifesa di Caino, la prima opera uscita postuma. Quell’esperienza così ravvicinata con una persona che non solo era mio nonno, ma anche uno dei migliori scrittori del mondo, mi è stata utile per capire come si scrive un libro. Mi ha trasmesso la capacità di mettermi nei panni degli altri, anche i “cattivi”. E poi la serietà: fino alla fine, ogni mattina si alzava, si vestiva di tutto punto, faceva colazione, lavorava fino all’ora di pranzo, pranzava, un riposino e poi di nuovo al lavoro».
Prima le era mai venuto in mente di scrivere?
Arianna: «Sono sempre stata un’accanita lettrice. Da bambina leggevo la serie Piccoli brividi e provavo a scrivere storie simili. Poi mi sono laureata in Biologia, ma durante la pandemia ho ricominciato a pensarci».
Tra l’altro il suo primo libro è stato in qualche modo ispirato da suo nonno.
Arianna: «Per tutto il mese in cui nonno è rimasto in coma, andavamo a trovarlo ogni giorno in ospedale, e avendo io una mente scientifica mi dava fastidio che nemmeno i medici riuscissero a sapere che cosa lui percepisse del mondo esterno. Così, ho messo in pratica uno dei suoi insegnamenti, cioè usare la fantasia per rispondere a domande alle quali la razionalità non potrebbe mai arrivare. Il mio libro è scritto dal punto di vista di Arturo, un 95enne che scivola nel coma».
Che cosa ha ereditato da lui?
Alessandra: «Il teatro e il cinema mi sono entrati dentro da quando ero in fasce, quindi non mi ha mai sfiorato il pensiero di poter fare altro».
All’inizio suo nonno non era d’accordo che lei diventasse attrice.
Alessandra: «Quando lo decisi, ero una persona estremamente introversa e timida. Probabilmente lui, che ben conosceva gli attori e le difficoltà del mestiere, me lo disse in modo protettivo, come un secondo padre. Dopo è diventato il mio primo sostenitore. È stato lui a dirmi di non trascurare il discorso della regia, e anche in questo caso si è dimostrato lungimirante».
Segue ancora i suoi consigli?
Alessandra: «Quando stavo realizzando il mio primo film, Famosa (2019), che parla di un ragazzino dal genere fluido, nonno mi ha sempre invitata ad andare avanti in maniera testarda sulle mie convinzioni più forti, senza lasciarmi condizionare dal politicamente corretto, dal buonsenso, dal compromesso».
Per il Centenario porta in scena uno dei suoi libri.
Alessandra: «Uno dei miei preferiti, Un sabato, con gli amici, parte di un filone meno conosciuto della sua produzione, più dark, che parla dei “malvagi” che sono tali perché sono stati essi stessi vittime. Io interpreto Anna, una tipica donna camilleriana».
In che senso?
Alessandra: «Nonno è sempre stato incredibilmente abile nel raccontare le figure femminili. Aveva un cervello femminile. Anche nei vari libri su Montalbano troviamo delle femme fatale, donne consapevoli della propria componente sessuale complessa ed enigmatica».
Capiva le donne perché la vostra famiglia è sempre stata una specie di gineceo?
Arianna: «Sicuramente. A un certo punto i nonni hanno vissuto con le rispettive madri, poi hanno avuto tre figlie, e poi noi. Per arrivare a un maschio hanno dovuto aspettare che mia zia Mariolina ne facesse uno, Francesco. Lui comunque partiva già da un debole per le donne, diceva sempre che l’immaginazione l’aveva presa da sua nonna».
Alessandra ha due figli, Matilda e Andrea. A Matilda Camilleri ha dedicato un libro commovente, Ora dimmi di te (2018). Che bisnonno è stato?
Alessandra: «Abbiamo fatto il possibile perché nonno potesse godersi i bambini. Ancora oggi loro lo nominano spesso, anche in maniera ironica. Di lui ricordano l’affettuosità e la grande fisicità, una cosa che mi commuove».
A differenza della maggior parte degli anziani, è rimasto un ottimista.
Alessandra: «Credo che sia stato determinante il fatto che abbia fatto il professore, uno di quelli che non amava imporsi e sapeva ascoltare. Amava i giovani, si è sempre dichiarato una sorta di vampiro che si nutriva della giovinezza. Era anche un grande curioso. Fino a quando è diventato cieco ha letto sempre tantissimo, è stato lui che mi ha fatto conoscere il cinema di Tarantino e, pur amando il jazz, se sentiva un bel pezzo moderno diceva “guarda, questo non è male”».
Arianna: «Se pensa che nostra nonna di 97 anni fa le ricerche con l’iPad, forse non era lui il più giovane tra i due!».
I vostri nonni sono stati insieme oltre 60 anni. Come hanno fatto?
Arianna: «La pazienza di Rosetta!».  
Alessandra: «Confermo! Di sicuro ci saranno stati alti e bassi, ma c’erano quei momenti in cui li vedevi sganasciarsi dalle risate per la stessa cosa e capivi che per tenere insieme una coppia basta quello. Credo abbia aiutato anche una buona dose di autonomia. Rosetta non è mai rimasta a fare la donna di casa, aveva i suoi impegni, le amiche, la ginnastica, poi la sera si rincontravano e si raccontavano. Erano due persone forti, ognuno con i propri interessi, lui un uomo di mare, lei amava la montagna, ma si rispettavano. È una delle molte cose che vorrei tanto che i miei figli ereditassero da loro».
Laura Pezzino
 
 

Famiglia Cristiana, 24.4.2025
Vitali: «Grazie a Camilleri gli italiani sono tornati a leggere»
Lo scrittore bellanese Andrea Vitali ricorda l'amico e maestro Andrea Camilleri in occasione del centenario dalla sua nascita, ospite di un evento organizzato a Milano con Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori "Andrea Camilleri 100 – Editori, scrittori, lettori". L'evento del 23 aprile - Giornata mondiale UNESCO del Libro e del diritto d’autore - ha inaugurato Il Maggio dei Libri

Chiara Pelizzoni
 
 

Balarm, 25.4.2025.2025
Storia e tradizioni
Il grande bluff, lo sbarco e Camilleri: perché la Liberazione è partita (prima) dalla Sicilia
Il 25 aprile è festa nazionale perché si celebra la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, avvenuta nel 1945. I fatti sono iniziati, anni prima, dalla nostra Isola

Il 25 aprile è festa nazionale: è il giorno in cui partì l’appello per l’insurrezione armata di Milano da parte del Comitato di Liberazione Nazionale, CLN. Una svolta che nel 1945 chiudeva anni tragici con un’Italia spaccata in due, occupata, e teatro di una guerra civile.
Eppure la liberazione della nostra Penisola era già iniziata la notte tra il 9 e 10 luglio del 1943 a opera delle truppe anglo-americane sbarcate in Sicilia, a più di un secolo e mezzo dall’arrivo dei Garibaldini.
Sicilia ancora protagonista, ancora una volta al centro della storia italiana. Lo sbarco fu effettuato nella Sicilia Orientale, fu considerata “quasi” una prova generale di quello che poi avverrà in Normandia. Riduttivo pensare che fu solo questo, la conquista dell’Isola 83 anni fa portò alla destituzione di Mussolini, il 25 luglio 1943, e alla firma dell’Armistizio a Cassibile, nella contrada Santa Teresa Longarini rimasta segreta per cinque giorni.
[…]
Questa “prima” liberazione, come abbiamo detto, produsse situazioni contradditorie e drammatiche. Fu un avvenimento per la popolazione, Camilleri ricordava che a seguito di pesanti bombardamenti con la sua bicicletta andò a vedere se il tempio della Concordia fosse ancora in piedi ad Agrigento e vi trovò Robert Capa fotografo e documentarista.
«Per me, allora, un perfetto sconosciuto», raccontò lo scrittore siciliano, che lo vide all’opera mentre si stava svolgendo un duello tra un aereo tedesco e uno americano. «Mi gettai a terra. Anche lui si gettò a terra, ma al contrario di me a pancia all’aria per fotografare. Mi scrisse il suo nome Ci salutammo. Ripresi la bicicletta, tanto la strada ora era tutta in discesa».
Fra i 3 protagonisti dello sbarco, Patton fu considerato uno dei “più energici”, sempre Camilleri nel “Gioco della Mosca” racconta che il generale vedendo lunga la strada una sepoltura tedesca, saltò dalla Jeep e fece a pezzi la croce. Il commento dei suoi soldati fu: «È una cosa fitusa».

[…]

Susanna La Valle
 
 

Istituto Italiano di Cultura di Atene, 28-29.4.2025
Convegno “Raccontando Andrea Camilleri”
"Perché sono un contastorie. In fondo non sono mai stato altro" - Andrea Camilleri
PROGRAMMA del convegno

In occasione del centenario della nascita di Andrea Camilleri, l’Istituto Italiano di Cultura di Atene e il Dipartimento di Lingua e Letteratura Italiana dell’Università Nazionale e Capodistriaca di Atene organizzano un convegno dedicato al lavoro e al lascito letterario del grande scrittore italiano.
Raccontando Andrea Camilleri
Lunedì 28 Aprile – ore 18:00
Martedì 29 Aprile – ore 16:00
Auditorium dell’Istituto Italiano di Cultura (Patission 47)
Ingresso libero previa registrazione tramite il modulo qui sotto.
E’ prevista la traduzione simultanea.
Il convegno raccoglie la partecipazione di eccellenti scrittori ed editori italiani e greci, traduttori, professori universitari e studiosi, al fine di presentare e illustrare l’opera, la vita e la creatività del più grande contastorie dei nostri tempi. Si prenderanno in esame sia i romanzi gialli, sia quelli storici di Andrea Camilleri, nonchè racconti e monologhi, mettendo in luce temi quali la lingua camilleriana, la Sicilia e la sicilianità, la gastronomia come strumento di insegnamento, il rapporto con l’antichità greca e il fenomeno dell’immigrazione.
 
 

  

 


 
Last modified Saturday, April, 26, 2025