#camillerisono #tg2dossier vi aspetto domenica 5 gennaio ore 18..Rai2 .un
documentario esclusivo sulla vita del grande maestro con la sua famiglia #andreacamilleri
Panorama, 1.1.2025
Lifestyle
Nel 2025 festeggeremo la neve, Rimmel, Boccaccio e Montalbano
È sempre bene iniziare l’anno appuntandosi in agenda quali saranno gli
anniversari e le ricorrenze che si incontreranno. E il 2025 dà modo di celebrare
la letteratura, la musica d’autore e qualche momento speciale che fa piacere
ricordare
[…]
La cifra tonda tocca ad Andrea Camilleri, di cui nel 2025 si festeggerà il
centenario della nascita. Camilleri non rientra nei canoni della letteratura,
anche perché ha scritto romanzi di quel genere, il giallo, che da quando è nato
è stato ed è tutt’ora al centro di discussioni circa la sua appartenenza alla
scrittura più nobile. Ciononostante, la fama di Camilleri è nazionale e i suoi
personaggi – il commissario Montalbano in testa - sono stati un caso narrativo e
televisivo per qualità e audience, perciò non si può ignorare questo galantuomo
siciliano che, negli ultimi trent’anni, ha guidato le classifiche di vendita, ha
salvato più volte i dati di ascolto della RAI e ha scritto tanto e bene.
Letteratura di consumo, certamente, ma anche di buona qualità.
[…]
Marcello Bramati
Dal minuto 1:01:25
Adriana Pannitteri presenta il suo documentario su Andrea Camilleri Camilleri
sono..., in onda su TG2 Dossier domenica 5 gennaio 2025.
Un appuntamento speciale da non
perdere: domenica 5 gennaio alle ore 18.00 su Rai Due andrà in onda il
documentario dedicato al grande Andrea Camilleri “Camilleri sono”, un progetto
che ho voluto e realizzato con profonda passione. Un viaggio emozionante nella vita
e nell’arte di uno degli autori più amati di sempre.
Vi aspetto!
Sarà interamente dedicato ad Andrea Camilleri, nel centenario della nascita, il
Tg2 Dossier, curato da Francesco Vitale e firmato da Adriana Pannitteri, in onda
domenica 5 gennaio alle 18.00 su Rai 2 dal titolo “Camilleri sono…”.
Intellettuale acuto e ironico, scrittore italiano tra i più venduti nel mondo,
che con il suo Montalbano ha conquistato persino i giapponesi, Camilleri viene
ricordato nel reportage con documenti inediti e testimonianze esclusive, come
quelle della figlia Andreina, dei nipoti Alessandra, Arianna, Silvia e Francesco
e dei suoi ex allievi dell’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico. Tra
questi, Sergio Rubini, uno degli ultimi a incontrarlo prima della morte e Rocco
Mortelliti, regista de “La strategia della maschera”, in cui recitò lo stesso
Camilleri. Il Tg2 Dossier di domenica sarà anche un viaggio attraverso i luoghi
del cuore dello scrittore: la Sicilia e Porto Empedocle - dove era nato e
cresciuto - e la casa di Bagnolo in Toscana, dove dagli anni ’60 trascorse buona
parte delle sue vacanze estive. Infine, le immagini amatoriali sulla costruzione
del “Fondo Camilleri”, un gigantesco archivio destinato a custodire tutto il suo
lavoro e la sua memoria, sorto a Roma nei pressi della sede Rai di via Asiago.
[…] Cien años
del nacimiento, en 1925, de varios autores:
[…] Andrea
Camilleri (Sicilia, Italia, 6 de septiembre de 1925 – Roma, 17 de julio de 2019)
fue novelista italiano muy conocido por su serie protagonizada por el Comisario
Montalbano, que consta de 34 títulos, publicados entre 1994 y 2022, y cuyas dos
últimas novelas son póstumas.
[…]
Olga S. Perdomo
E oggi abbiamo anche Alessandra Mortelliti attrice e nipote di #andreacamilleri
tra le protagoniste di #camillerisono che arriva in TV il 5 gennaio ore 18
Raidue.
Grazie a un’apposita norma presentata dal gruppo parlamentare del PD e approvata
dall’Assemblea Regionale Siciliana anche la Sicilia renderà omaggio ad Andrea
Camilleri nel centenario della sua nascita. Scrittore, sceneggiatore, regista e
drammaturgo, è stato uno degli intellettuali italiani più importanti dell’ultimo
secolo. Con la sua vasta produzione letteraria dal carattere fortemente civile
ha contribuito a far conoscere al grande pubblico (anche televisivo) aspetti e
vicende della Sicilia contemporanea. Attraverso lo stanziamento di 100 mila
euro, l’Assessorato regionale dei beni culturali, d’intesa con il Fondo
Camilleri, costituito dalla famiglia per tutelare la sua eredità culturale,
organizzerà nel corso del 2025 una serie di iniziative ed eventi per celebrare
Camilleri e per promuovere la conoscenza della sua opera di scrittore, autore
teatrale e radiofonico, regista e intellettuale. Un’iniziativa doverosa nei
confronti di uno dei figli più illustri della nostra terra.
Riccardo
Sabato 4 gennaio
alle ore 18, La prima indagine di Montalbano, di Andrea Camilleri, con
Massimo Venturiello, mandolino-chitarra Emanuele Buzi,
mandolino-mandola-chitarra Valdimiro Buzi. “L’idea di portare per la prima volta
in teatro il commissario più famoso della narrativa contemporanea italiana è
nata in seguito allo straordinario successo che hanno ottenuto gli audiolibri,
recentemente pubblicati in Rete dalla Storytel, che io stesso ho avuto il
privilegio di interpretare. La lingua inventata dal Maestro, carica di
musicalità, arriva nella sua interezza a chiunque, la parola diventa immagine
ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna. Ho pertanto
sentito la naturale esigenza di proseguire il percorso iniziato allestendo un
Reading teatrale su “La prima indagine di Montalbano”. Qui prendono vita i
personaggi dei successivi numerosi romanzi che hanno conquistato l’interesse di
milioni di lettori. Nasce soprattutto il commissario Montalbano, certamente
ancora ignaro del luminoso destino che il genio del grande Camilleri gli stava
riservando.” (Massimo Venturiello). BIGLIETTI: Platea:
intero € 20,00 + € 2,00 prev. – ridotto € 18,00 + € 2,00 prev.
Gradinata: intero € 18,00 + € 2,00 prev. – ridotto € 16,00 + € 2,00 prev. Acquisto
biglietti dal 9 dicembre PREVENDITA:
Infopoint
Barriera San Giusto, Sala Capitolare degli Agostiniani.
Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18. BOTTEGHINO:
Il botteghino sarà aperto un’ora prima degli spettacoli.
Teatro Comunale Rossella Falk
Piazza Cavour, 16, 01016 Tarquinia VT I biglietti
saranno anche acquistabili sul sito di Archeoares al seguente link https://shorturl.at/A4re8
INFO:
0766.849282 – turismotarquinia@gmail.com
Il botteghino del teatro sarà aperto 1 ora prima dello spettacolo
Che rapporto esiste
tra tabacco e letteratura? […]
E sono tantissimi i letterati che al fumo hanno dedicato romanzi, poesie,
aforismi. Si passa dall'esordio di Andrea Camilleri, quasi completamente
ignorato, nel 1984 con Un filo di fumo (Garzanti)
a una Milano raccontata senza filtro a Luciano Bianciardi. [In realtà
non solo “Un filo di fumo” non è l’esordio letterario di Andrea Camilleri, ma
soprattutto il titolo non è riferito al fumo del tabacco, bensì a quello emesso
da una nave a vapore, NdCFC]
[…]
Gian Paolo Serino
Intellettuale acuto e ironico, scrittore italiano tra i più venduti nel mondo,
che con il suo Montalbano ha conquistato persino i giapponesi, Camilleri viene
ricordato nel reportage con documenti inediti e testimonianze esclusive, come
quelle della figlia Andreina, dei nipoti Alessandra, Arianna, Silvia e Francesco
e dei suoi ex allievi dell'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico. Tra
questi, Sergio Rubini, uno degli ultimi a incontrarlo prima della morte e Rocco
Mortelliti, regista de " La strategia della maschera", in cui recitò lo stesso
Camilleri. Un omaggio al grande scrittore siciliano, nel centenario della
nascita, attraverso i luoghi del cuore dello scrittore: la Sicilia e Porto
Empedocle - dove era nato e cresciuto - e la casa di Bagnolo in Toscana, dove
dagli anni '60 trascorse buona parte delle sue vacanze estive. Infine, le
immagini amatoriali sulla costruzione del "Fondo Camilleri", un gigantesco
archivio destinato a custodire tutto il suo lavoro e la sua memoria, sorto a
Roma nei pressi della sede Rai di via Asiago. di Adriana Pannitteri, a cura di Francesco Vitale
Una rapida
introduzione: la capitale italiana della cultura è una città designata ogni anno
dal Ministero della cultura e scelta da una commissione di sette esperti
nominata dallo stesso ministero che, per il periodo di un anno, ha la
possibilità di mettere in mostra la sua vita e il suo sviluppo culturale. Nel
tempo abbiamo raccontato la storia attraverso i libri di Bergamo e Brescia e
di Pesaro. Il 2025 si apre con una nuova città capitale della cultura italiana:
Agrigento, la perla della Sicilia. […]
Il ladro di merendine E infine lui,
il grande maestro, secondo fuori sacco di questa lista dei migliori di Macity:
Andrea Camilleri con il commissario Montalbano. Una cosa importante: mentre
Camilleri si è ispirato ad Agrigento e Porto Empedocle (la sua città natale) per
creare i luoghi immaginari di Montelusa e Vigata nei suoi romanzi, la serie
televisiva è stata poi girata principalmente nella provincia di Ragusa. Questo
crea una sorta di “tripla Sicilia di Montalbano”, con i luoghi originali veri, i
luoghi dei libri nell’area di Agrigento e le location della serie TV nel sud-est
della Sicilia.
Andiamo alle origini. Terzo giallo di Camilleri che vede come protagonista Salvo
Montalbano, il commissario di stanza a Vigàta, l’immaginaria cittadina
siciliana. Questa volta il commissario, sospetta l’esistenza di un collegamento
tra due morti violente: quella di un tunisino imbarcato su di un peschereccio di
Mazara del Vallo e quella di un commerciante di Vigàta accoltellato dentro un
ascensore. Per Camilleri la Sicilia di oggi è fonte continua di ispirazione e
scoperta, di intrecci di romanzo poliziesco e di osservazione su di un costume
magari inquietante ma certamente non statico, che gli suggerisce un linguaggio,
una parlata mai banale né risaputa.
Antonio Dini
Andrea Camilleri non
è né rozzo, né superficiale, è figlio del suo tempo. Questi aggettivi gli sono
stati affibbiati, a mio avviso con leggerezza, da uno scrittore siciliano, che
mi è amico. Ho manifestato perciò il mio dissenso in una chat, ricordando che
Camilleri ha inventato una lingua, ha fatto amare la Sicilia, stuprata dai
siciliani e non. Ha svelato il rapporto tra potere, giustizia e corruzione: un
grande scrittore civile, del quale si leggerà a lungo in futuro. Luigi
Pirandello, suggerito dal mio amico come un marziano rispetto a Camilleri,
alfine di sottolinearne la pochezza, lo giudico un genio nel tempo dei geni,
come Dostoevskij e Musil. Condivide con loro il ritratto spietato della
condizione umana: l’analisi profonda dell’interiorità umana, la disgregazione
dei valori tradizionali, il conflitto tra razionalità e caos e tra individualità
e società, le ambiguità morali e psicologiche, esplorando verità esistenziali
oltre le convenzioni, l’ipocrisia e i dogmi sociali con i personaggi in bilico
tra molteplici identità. Andrea Camilleri rappresenta la cultura siciliana
attraverso la lingua e i costumi, le storie radicate nel territorio. Come
Pirandello, è figlio del suo tempo: il nostro, rozzo e superficiale. Andrea
Camilleri, lungi dall’essere rozzo o superficiale, incarna una delle voci più
autentiche e consapevoli della letteratura italiana contemporanea. La sua opera
rappresenta una sintesi straordinaria tra tradizione e innovazione, tra
l’affresco della realtà siciliana e una visione universale dei conflitti umani.
L’idea stessa di rozzezza appare infondata di fronte alla complessità della
lingua camilleriana: una koinè unica, forgiata con maestria dall’autore, che
mescola italiano, siciliano e termini arcaici, non per semplice esotismo, ma per
scolpire un linguaggio narrativo che dialoga direttamente con le radici
culturali e identitarie della sua terra. Questa lingua
“inventata” da Camilleri è, in realtà, un atto di ribellione e di conservazione
insieme: ribellione contro l’omologazione culturale e linguistica del nostro
tempo, conservazione di un’eredità culturale altrimenti destinata all’oblio. Con
il commissario Montalbano, Camilleri non solo ha dato voce a una Sicilia sospesa
tra modernità e arcaicità, ma ha costruito un personaggio che, nella sua umanità
fragile e irriverente, rappresenta un’intera nazione in bilico tra corruzione e
speranza, potere e giustizia.
Pirandello, come sottolineato, esplora i labirinti dell’anima e della psiche, ma
Camilleri non è da meno nel tracciare i confini del vivere civile e della
responsabilità collettiva. In romanzi come Il birraio di Preston o La
concessione del telefono, l’autore smaschera con ironia mordace i meccanismi
del potere, le ambiguità della giustizia e il grottesco che si annida nella
banalità del male.
Se Pirandello tratteggia le contraddizioni dell’identità umana attraverso
l’introspezione, Camilleri lo fa attraverso il racconto corale di una società
che specchia sé stessa nella sua narrativa. La presunta superficialità
attribuita al nostro tempo, che Camilleri rispecchia con le sue storie, non deve
ingannare. È proprio in questo tempo “rozzo e superficiale” che si annida il
bisogno di una letteratura capace di rivelare, con uno sguardo lucido e
disincantato, le fragilità e le grandezze dell’umano. Camilleri, come ogni
grande scrittore civile, ha saputo raccontare il suo mondo con verità,
trasformandolo in specchio per ogni epoca. Egli non si limita a rappresentare la
Sicilia: la reinventa, la dona al lettore come metafora universale.
Scriveva lo stesso Camilleri: «Scrivere è un modo per parlare al buio». Un buio
che egli ha rischiarato con la sua narrativa, rendendo la sua opera un faro per
il futuro, proprio come Pirandello e altri giganti del passato hanno illuminato
il loro tempo. Il confronto non deve annullare le differenze, ma esaltare il
comune intento: fare della letteratura un’indagine sull’uomo, sul potere e sulla
verità.
Una vita dedicata al teatro, alla scrittura, alla poesia. Una vita dedicata alla
cultura. Si è spento oggi al San Giovanni di Dio dove era ricoverato da alcune
settimane il professore Enzo Alessi, 80 anni compiuti a inizio dicembre.
Attore, regista, giornalista, scrittore, amante della cultura in ogni sua
sfumatura, da anni si spendeva in questa provincia per sostenere l'arte. Tra le
sue tante prove di recitazione si ricorda certamente Kaos dei fratelli Taviani.
E' stato fino all'ultimo un animatore culturale: fondatore del premio "Alessio
Di Giovanni", ha insegnato teatro e ha dato supporto e sostegno alle iniziative
del territorio. Fu, tra le altre cose, fondatore del Gruppo Teatro Empedocle
negli anni '80 e fu per anni amico e collaboratore di Andrea Camilleri.
[…]
Il 6 settembre avrebbe compiuto cento anni. La promo per il documentario di Rai
Due per il centenario dalla nascita di Andrea Camilleri in onda domenica scorsa
si apriva con il ritratto che gli aveva fatto l'illustratore alessandrino Andrea
Musso. «Faccio parte del Camilleri Fans Club - dice -. Per i suoi ottant’anni
andai a cena con lui con tutto il gruppo e gli consegnai questo regalo
illustrato». S. PR.
Egregio commissario Montalbano,
questa è una lettera anonima. Anche con il suo fiuto leggendario non riuscirà a
identificarmi. So che legge molto, si diverte anche a seguire i suoi emuli, ma
difficilmente le sarà capitato di avere tra le mani un mio libro. Io sono
rimasto nell’ombra. E il punto è proprio questo… Ma andiamo al nocciolo della
questione. Accanto a me c’è la sua fidanzata Livia. Sta dormendo. Non pensi
male: l’ho soltanto narcotizzata. Sì, rapita, ecco. Non si agiti: sta bene e
presto, se seguirà le mie istruzioni, la potrà riabbracciare. Non è stato
difficile: la ragazza non aveva motivo di diffidare, di intuire la trappola,
come a lei capita con magistrale naturalezza nelle sue avventure. L’ho pedinata,
seguita dentro il cinema dove ha trascorso, da sola, la serata di ieri,
avvicinata per un commento garbato sul film, vincere la sua riservatezza per
offrirle una cioccolata calda nel bar vicino. Pochi minuti dopo, al momento del
commiato, il narcotico ha cominciato a far effetto, e a quel punto è stato un
gioco da ragazzi farla salire nella mia auto e condurla qui, nel mio rifugio,
dove ancora non si è risvegliata. La vedesse in questo momento: sembra un
angioletto. È un’anima candida, lo sa bene. E molto, molto, paziente. Ogni tanto
si arrabbia, le fa le scenate, ma chi, come Livia, si sarebbe bevuta la storia
che i suoi tradimenti ormai non tanto sporadici sono solo frutto della fantasia
del suo Maestro e gran celebratore, il sommo Camilleri, e quindi innocenti bugie
letterarie? Chi, come Livia, si sarebbe fatta prendere per il culo per anni con
promesse e progetti che lei, commissario, diciamocelo pure con franchezza, non
ha mai avuto la vera intenzione di onorare? La sto prendendo alla larga, lo so…
Il fatto è che non riesco a dominare la mia agitazione, il desiderio di rivalsa
nei suoi confronti, la mia… invidia. Sì, invidia. Lei si starà chiedendo se sono
un maniaco o un semplice criminale. No, mi creda. Sono soltanto uno scrittore
sconosciuto. Anonimo, appunto. La seguo sin dai suoi primi passi, quando ancora
non era famoso e osannato come adesso. Ho mandato giù a memoria tutte le sue
gesta, studiato parola per parola i suoi dialoghi, analizzato i suoi
comportamenti, perfino fatto un elenco dettagliato dei suoi cibi preferiti,
delle sue fisime, dei suoi capi d’abbigliamento. Ho cercato di passare al
microscopio i suoi ragionamenti, le sue investigazioni. Mi sono spinto perfino a
fare un viaggio nei luoghi in cui vive e agisce, quelli reali e quelli che
invece hanno fatto da set per la tv. E invece, io… Non che volessi la luna, sia
chiaro. Ma dopo tanto lavoro, tanti tentativi di conquistare un modesto
riconoscimento, un pugno di lettori, ottenere un piccolo boom di vendite magari
in una libreria di quartiere, guadagnare un passaggio televisivo tra una vendita
di materassi e un film porno… Nulla. Un pugno di mosche. La frustrazione
assoluta. E mi sono allora chiesto: ma è tutto merito suo, commissario? È
davvero lei così perfetto, impeccabile, simpatico, coraggioso, seduttore? Eh,
no, Montalbano, diciamocelo chiaramente. Tutti i meriti sono del suo Maestro,
del sommo Camilleri. È lui che le suggerisce le storie nelle quali infilarsi, è
lui che la manovra e decide ogni cosa della sua vita. C’è da chiedersi perché,
fra tanti, abbia scelto proprio lei… ma ormai è inutile porsi questi
interrogativi retorici… Torniamo a noi e al punto da cui eravamo partiti: la sua
Livia. Sono arrivato alla determinazione estrema, al tutto per tutto. Il gioco è
semplice: ogni rapimento chiama un riscatto. E il mio è questo: voglio che lei
costringa Camilleri e regalarmi una storia, un libro. Anche un suo scarto, per
carità, anche un’idea gettata nel cestino. Sarà sufficiente per farmi provare
almeno una volta l’ebbrezza, il sogno che inseguo. Mi faccia avere il
manoscritto, le farò sapere in che modo, e la sua Livia tornerà libera… mi
scusi, adesso devo lasciarla, mi sa che la ragazza si sta risvegliando e
sussurra un nome… certo, il suo…
……………………………………………………………………………..
Caro Salvo,
sono passate due settimane da quando ho interrotto la mia lettera. E tante cose
sono nel frattempo accadute. Tu, sì ti do del tu, avrai smosso mari e monti,
setacciato ogni angolo d’Italia per rintracciare la tua fidanzata scomparsa. E
avrai naturalmente chiesto aiuto al tuo Maestro. Ma stavolta neanche il sommo
Camilleri ha potuto trovarti la soluzione: come riuscire a rintracciare un
signor nessuno, uno scrittore del tutto anonimo? Ecco, non c’è più motivo di
preoccuparsi. Il riscatto è caduto, tranquillo, non pretendo più nulla. Perché,
ti chiedi? Livia, te lo farà sapere presto lei stessa, non è più un ostaggio, ma
una donna che ha scelto liberamente di restare qui. Non sporgerà alcuna
denuncia. Ci siamo innamorati, caro Salvo, questa la semplice, dirompente
verità. Come mai, ti chiedi, la tua Livia si è potuta innamorare di uno
scrittore fallito e voltare le spalle al successo, al suo commissario in vetta
alle vendite e ai record d’ascolto? Interrogati, troverai una risposta. Livia ha
finalmente trovato amore e comprensione. E ha anche detto, dopo aver dato
un’occhiata ai miei libri, che non mi trova male neanche come scrittore. Mi
basta questo. Goditi i tuoi successi. Te ne auguro ancora tanti, davvero, senza
più invidia. Adesso mi sento liberato e felice. Solo un tarlo mi rode ancora: e
se con questa scelta ti avessi reso invece un grosso favore?
Gian Mauro Costa
Il Telegrafo,
8.1.2025
Settant’anni in scena, lo speciale traguardo del “Piccolo Teatro”
La storica Compagnia si appresta a celebrare un compleanno importante. Tante le
iniziative in programma, le tradizioni cittadine da sempre al centro
La Compagnia è stata ideata nel secondo Dopoguerra per aiutare la ricostruzione
Livorno, città dei
teatri per eccellenza vista nelle epoche scorse la grande fioritura culturale di
settore, è pronta a festeggiare un compleanno speciale, quello
del Piccolo Teatro Città di Livorno. Con il 2025 la compagnia spegnerà infatti
settanta candeline e la memoria del processo storico cui appartiene sarà
celebrata con nuove e importanti iniziative, che presto saranno rese note anche
attraverso il sito www.piccoloteatrocittadilivorno.weebly.com o tramite
l’omonima pagina Facebook.
[…] Costituitasi
come associazione culturale definitivamente nel febbraio del 1996, il Piccolo
conta da sempre le sue stagioni teatrali a partire dagli anni 1954-55. In quel
periodo, presso i locali di via del Platano 6, sede livornese della Compagnia di
Gesù, erano già state rappresentate opere memorabili come “Aiuola bruciata“ di
Ugo Betti nel 1955 per la regia di Mario Paoloni e, l’anno successivo
“Assassinio nella Cattedrale“, di Thomas Stern Eliott, per la regia di un
giovane Andrea Camilleri, allievo di Orazio Costa, il cui destino dai molti
successi come scrittore è ben noto al pubblico.
[…]
D.M.
Sono felice di presentarvi un episodio speciale del podcast dedicato alle opere
di mio padre. Protagonista in voce di questa
puntata è Andrea Tidona, che dona vita alle riflessioni e agli scritti di
Camilleri, immergendoci in un racconto intenso e poetico dedicato all'arte di
mio padre. Un viaggio emozionante tra colori, forme e ispirazioni, raccontato
con una profondità unica. Buon ascolto e grazie di cuore
per essere parte di questo percorso!
Ascolta l'episodio su Spotify:
https://open.spotify.com/episode/2y33kA4H5sX9Ytf7RFThjl...
Francesco Cordio
Lorenzo Mattotti ha presentato in anteprima una copertina della collana
dedicata dalla Casa Editrice Sellerio ad Andrea Camilleri in occasione del
Centerario della nascita. Per vedere l'intervista
cliccare qui o sull'immagine sopra e andare al minuto 1:22:50.
Carlo Lucarelli, celebre autore di romanzi noir e noto conduttore televisivo,
guida il pubblico alla scoperta dei segreti del mestiere di scrittore, parlando
prima dell'incontro e dell'amicizia con Andrea Camilleri e poi illustra le
regole fondamentali per creare un giallo di successo.
Il giorno della
settimana che preferiva da bambina era il sabato, quando ad attenderla
all’uscita della scuola c’era suo nonno con una lattina di Coca cola e un
pacchetto di patatine tra le mani: prelibatezze solitamente vietate dai
genitori. Quel signore, all’angolo della strada, era Andrea Camilleri che con
sua nipote Arianna Mortelliti, 37 anni, insegnante e scrittrice, poco prima di
morire, quando ormai era cieco, ha lavorato fianco a fianco alla stesura di
“Autodifesa di Caino”. Per il centenario della nascita di Camilleri, la
scrittrice ha ideato un premio alla sua memoria, dedicato ai nuovi narratori di
ogni età. Quali sono
stati i momenti speciali trascorsi con suo nonno? «Ricordo che
dopo pranzo lui faceva sempre il riposino pomeridiano e alle 4 voleva che gli
portassi il caffè a letto. Era un momento unico perché mentre io assaporavo lo
zucchero lasciato nel fondo della tazzina, lui iniziava a raccontarmi delle
storie». Quali storie? «Storie fantastiche
con gnomi e folletti che poi lasciava a me il compito di completare. Era il
nostro gioco preferito». Che ricordi ha
delle vacanze con la famiglia? «Le nostre vacanze si
dividevano tra Porto Empedocle e Bagnolo che si trova alle pendici del monte
Amiata, in Toscana». Cosa c’entra la
montagna con Andrea Camilleri e con l’idea che siamo fatti della sua Vigata? «Sembra un luogo che
poco ha a che vedere con un siciliano amante del mare, ma in realtà i miei
nonni, quando mia madre era piccola, si sono innamorati di questo posto
meraviglioso e qui hanno deciso di costruire la loro casa». E Porto Empedocle? «A Porto Empedocle ho
capito quanto mio nonno fosse famoso. Ricordo che un giorno, al bar dove lui
solitamente andava, si era formata una fila di gente che lo aspettava per
scattare una foto o scambiare due chiacchiere. Fu allora che mi resi conto di
quanto fosse amato da tutti». Lei ha imparato a
nuotare alla Scala dei turchi proprio grazie lui. È così? «C’è una foto che ho
ritrovato e che a mio parere rappresenta il nostro rapporto. Seppure fossimo a
distanza, nell’immagine si vede che mi guarda senza perdermi di vista. Non era
per niente ansioso o invadente, ma mi proteggeva lasciandomi libera di fare
tutto. Nella foto sembra dirmi: “levati i braccioli, che io sono qui”». Un giorno al
risveglio, trovò suo nonno intento a parlare con un piccione. Che gli diceva? «Lui aveva la capacità
di fare amicizia con tutti gli animali, gatti randagi, cani e uccelli. Questo
piccione entrava tutte le mattine a casa, mio nonno gli dava da mangiare e il
piccione ascoltava attentamente la storia che stava scrivendo. Anche la mia
cagnolina Lara era incantata dalla sua voce». Lei ha passato più
di un anno a contatto con suo nonno, divenuto cieco, per lavorare alla stesura
dell’ultimo testo, “Autodifesa di Caino”. Come è andata? «È stato un lavoro che
ho seguito dall’inizio alla fine con immenso piacere. Lui voleva scrivere quest’opera
per rappresentarla in teatro, abbiamo fatto una ricerca accurata, ho raccolto
tantissimi documenti che gli leggevo, perché ormai non vedeva più. In una
cartella del pc voleva che scrivessi le cose più interessanti. Quando poi siamo
arrivati al punto di cominciare la stesura, la cosa incredibile è che non ho
dovuto più aprire quella cartella perché si ricordava tutto, aveva memorizzato
qualsiasi cosa e mentre io leggevo, scandiva il tempo con le dita. Avendo
lavorato per tanto tempo in teatro, la musicalità delle parole per lui era
importantissima». La rottura del
femore lo costrinse a fermare il lavoro? «Non direi. In
ospedale recitava l’opera ad alta voce ai medici, infermieri e fisioterapisti,
così non l’avrebbe dimenticata». Suo nonno ha
scritto: «Nel deserto del mio paradiso c’è posto solo per San Calogero». Ma non
era ateo? «Lui è nato proprio il
giorno della processione mentre la statua di San Calogero usciva dalla chiesa
madre. Era legatissimo a San Calogero anche perché è un santo simbolo di
inclusione e di amore verso gli ultimi». Anche lei è legata
al santo? «Si, molto. Nella mia
libreria ho due santini di San Calogero e quando arrivo a Porto Empedocle vado
sempre a salutarlo nella cappella, perché altrimenti si potrebbe arrabbiare. Ma
questo fa parte della fantasia di mio nonno». Camilleri ha
iniziato a scrivere poesie quando aveva soltanto 14 anni… «Sì e già all’epoca
rilegava le sue poesie nei quaderni. Nell’archivio abbiamo trovato moltissimi
testi conservati con cura. Ho ancora vivida l’immagine di mio nonno seduto alla
scrivania che ritagliava ogni articolo che lo riguardava con data e nome del
giornale». Con sua moglie
Rosetta si sono amati molto. È così? «Si sono amati
moltissimo e quando scriveva qualcosa, era lei la prima a leggere i suoi lavori.
Il segreto del loro amore era basato sul dialogo e sullo scambio di idee». Per il centenario
della nascita di Camilleri, lei ha istituito un premio per i nuovi narratori
rivolto ad autori e autrici di racconti brevi, radiodrammi, poesie e favole per
bambini. Come funziona? «Ogni categoria è
suddivisa in due sezioni: in quella ‘Chiù picca di sissanta’ che include tutti
coloro che hanno meno di sessant’anni e la sezione ‘Chiù assà di sissanta’ che
include tutti coloro che hanno da 60 anni in poi, proprio perché mio nonno ha
raggiunto la fama in tarda età». Lei è autrice di
due romanzi, l’ultimo dei quali si chiama “Quel fazzoletto color melanzana”,
pubblicato l’anno scorso. Quando ha sentito il desiderio di scrivere? «Sono nata in una
famiglia in cui leggere era visto come un rifugio senza cui non si può vivere.
L’idea di scrivere è stata sempre un tarlo che però tenevo per me e che è
maturata soltanto dopo la morte di mio nonno. Un giorno ho pensato: “bene nonno,
io ho aiutato te e adesso è venuto il momento in cui sei tu a doverlo fare”. E
così è successo». Ha mai temuto
paragoni insostenibili? «Fortunatamente
nessuno ha mai fatto paragoni perché ciò che scrivo è totalmente distante dalle
sue opere e non ho mai tentato di avvicinarmi alla sua dimensione, quindi ogni
paragone sarebbe fuori luogo». Cosa le ha
insegnato suo nonno?
«Nella scrittura, a sviluppare la fantasia, a buttare giù le idee così come
vengono, per poi fare ordine. Nella vita invece mi ha insegnato l’empatia,
l’importanza di provare a mettersi nei panni degli altri, cercare di capire
sempre le ragioni dietro le azioni umane».
Paola Pottino
Il cibo e la cucina
sono patrimoni di tutti. Tuttavia,
risulta evidente che, dal punto di vista mediatico, negli ultimi anni siano
diventati argomenti fin troppo invasivi e spettacolarizzati. Per riscovare i
veri valori di queste importanti tematiche, ha senso pensare a come, nell’ultima
parte del secolo passato, questi temi venissero trattati da intellettuali
straordinari. Personaggi che, come pochi altri, hanno saputo evocare il senso
profondo e olistico del cibo. Era il 1998
quando Andrea Camilleri e Manuel Vázquez Montalbán si incontrarono per la prima
volta in un dibattito pubblico. In quell’occasione ebbi la fortuna di conoscere
simultaneamente il creatore di Montalbano e il poeta e saggista che, con il suo
alter ego romanzesco – il detective Pepe Carvalho – lo ha ispirato, al punto di
dedicargli anche il nome del Commissario. […] Tornando a
Camilleri, ho ben impresso il ricordo di quando nel 2006, a Roma, celebrammo
insieme i 100 anni dalla nascita di Mario Soldati. Camilleri focalizzò il suo
intervento sulla capacità straordinaria di una figura che è stata al contempo
scrittore, giornalista, documentarista, regista e molto altro ancora. Come
sostiene Aldo Grasso: «forse Soldati fu il primo grande media-man della cultura
italiana? In fondo ha lasciato opere memorabili sia alla letteratura, che al
cinema, che alla Tv». […]
Da questo encomiabile lavoro di Soldati si baserà poi tutto l’operato di un
altro intellettuale del cibo che consolidò l’immagine del gastronomo, Luigi
Veronelli, filosofo di sincera fede anarchica. Veronelli venne chiamato alla
televisione da un dirigente Rai che è doveroso citare: il grande Folco Portinari.
Oggi, fa riflettere che in quel momento la Rai aveva assunto come dipendenti
personaggi come Portinari, Camilleri, ma anche Furio Colombo, Gianni Vattimo,
Umberto Eco e Piero Angela. Tutti pesi massimi della cultura italiana.
[…]
Carlo Petrini
Tornano i Venerdì
di Siena, con un nuovo ciclo nella Sala delle Lupe di Palazzo Pubblico. La
rassegna, organizzata dal Comune e Toscanalibri, con la direzione artistica
di Francesco Ricci, prevede dodici incontri, dal 24 gennaio all’11 aprile. […]
Il 7 marzo, prendendo spunto dal centenario della nascita di Andrea Camilleri,
il tema sarà ‘Il romanzo giallo’, di cui parleranno Massimiliano Bellavista e
Andrea De Luca.
[…]
Riccardo Bruni
Immagina di
passeggiare per le strade di una Sicilia assolata, dove il profumo del mare si
mescola a quello delle arancine appena fritte. O ancora, prova a perderti nei
vicoli di una Napoli che sa di caffè e di mistero, dove ogni angolo sembra
nascondere una storia da raccontare. È in questi scenari che prendono vita due
delle figure più affascinanti e amate della letteratura italiana contemporanea:
il Commissario Salvo Montalbano e il Commissario Ricciardi. Montalbano e Ricciardi non
sono semplici personaggi di fantasia; sono due mondi, due approcci alla vita e
alla giustizia, magistralmente narrati rispettivamente da Andrea Camilleri e Maurizio De
Giovanni. Entrambi hanno trovato una nuova dimora nel piccolo schermo,
conquistando milioni di spettatori e trasformandosi in icone televisive. Ma come
hanno fatto questi due commissari a fare il salto dalla carta alla televisione?
E perché le loro storie risuonano così profondamente nel cuore del pubblico? Nell’era
della digitalizzazione, dove l’immagine spesso prevale sulla parola scritta,
Montalbano e Ricciardi rappresentano un ponte tra la tradizione narrativa e la
modernità visiva. Le loro avventure, pur radicate in contesti storicamente e
culturalmente specifici, affrontano temi universali che parlano a ciascuno di
noi. Giustizia, amore, solitudine, e la costante lotta tra bene e male: sono
questi i fili conduttori che legano le loro storie e che le rendono così
coinvolgenti. Ma non si
tratta solo di storie ben narrate. La trasposizione televisiva di un libro è
un’arte complessa che richiede un equilibrio delicato tra rispetto per il
materiale originale e adattamento alle esigenze del mezzo visivo. In questo
caso, la capacità degli autori, Andrea Camilleri e Maurizio De Giovanni, di
creare mondi così ricchi e dettagliati ha giocato un ruolo fondamentale. La loro
fama e il loro talento hanno spianato la strada a produzioni televisive di
altissima qualità, in grado di catturare l’essenza dei loro racconti. In questo
articolo, esploreremo come Montalbano e Ricciardi siano riusciti a influenzare
il panorama televisivo italiano, analizzando il peso della storia, l’importanza
del contesto culturale e la forza della narrazione. Scopriremo come la fama
degli autori abbia contribuito al successo delle serie e come queste abbiano, a
loro volta, rafforzato la loro reputazione. Infine, ci rivolgeremo ai giovani
scrittori, stimolando la loro riflessione su cosa significhi oggi raccontare
storie capaci di attraversare i confini dei media. La storia
è il cuore pulsante Le storie di Montalbano e Ricciardi non
sono semplici gialli. Sono narrazioni che scavano nel profondo dell’animo umano
e lo fanno con una maestria che pochi riescono a eguagliare. Montalbano, con il
suo spirito critico e il suo amore per la buona cucina, ci porta in una Sicilia
vibrante e complessa. I romanzi di Camilleri sono un omaggio alla sua terra,
narrati in un linguaggio che mescola italiano e siciliano, creando un effetto
sonoro unico che la televisione ha saputo trasformare in immagini potenti. Ricciardi,
d’altro canto, si muove in una Napoli degli anni Trenta, un periodo storico
carico di tensioni e cambiamenti. De Giovanni ci regala un protagonista
tormentato, capace di percepire le ultime parole dei morti, un dono che è al
tempo stesso una maledizione. Le storie di Ricciardi sono avvolte da
un’atmosfera gotica e malinconica che la televisione ha saputo ricreare con
un’accuratezza sorprendente. In entrambi i
casi, la forza delle storie risiede nella loro capacità di andare oltre il
semplice intreccio poliziesco. I misteri da risolvere sono il pretesto per
esplorare temi più ampi e universali, che parlano alla nostra condizione umana.
La televisione, con il suo potere evocativo, riesce a trasmettere queste
emozioni, amplificando l’impatto delle storie e rendendole accessibili a un
pubblico ancora più vasto.
L'importanza della fama dell'autore La fama
di Andrea Camilleri e Maurizio De Giovanni ha certamente giocato un ruolo
cruciale nel successo delle trasposizioni televisive dei loro commissari. Camilleri,
con la sua lunga carriera e il suo stile inconfondibile, è diventato un simbolo
della letteratura italiana contemporanea. Il suo nome è sinonimo di qualità e
autenticità, e questo ha attirato la produzione televisiva, desiderosa di
portare sullo schermo storie già amate dai lettori.
Anche Maurizio De Giovanni ha saputo costruire una solida reputazione, grazie
alla profondità dei suoi personaggi e alla sua abilità nel creare atmosfere
suggestive. La sua fama ha permesso di attrarre attori di grande talento e
registi capaci, pronti a dare vita alle sue storie con passione e rispetto. La notorietà
degli autori non solo ha garantito un pubblico di partenza per le serie
televisive, ma ha anche contribuito a mantenere alta la qualità delle
produzioni. Sapere di lavorare con materiale originale di grande valore ha
spinto i team creativi a dare il massimo, consapevoli della responsabilità di
non deludere le aspettative degli spettatori e dei lettori.
L’affascinante viaggio di Montalbano e Ricciardi dal libro alla televisione
offre molti spunti di riflessione per chi ama raccontare storie. Questi
personaggi ci insegnano che una narrazione forte, radicata in un contesto
culturale e storico ben definito, può travalicare i confini dei media, trovando
nuove forme di espressione senza perdere la propria essenza. Ma quali sono
le sfide che un giovane scrittore deve affrontare oggi nel creare storie capaci
di affascinare e coinvolgere un pubblico così vasto e diversificato? Come si può
mantenere l’autenticità della narrazione quando si passa da un medium all’altro?
E in che modo la fama può influenzare il processo creativo e il successo di una
storia?
Incoraggiamo i giovani scrittori a esplorare questi interrogativi, a
sperimentare con linguaggi diversi e a trovare la propria voce unica. Le storie
di Montalbano e Ricciardi dimostrano che la passione per la narrazione e la cura
per i dettagli possono davvero fare la differenza. E chissà, forse un giorno
saranno proprio loro a vedere i loro personaggi prendere vita sul grande
schermo, continuando la tradizione dei grandi narratori italiani.
Armando De Nigris
TGR Sicilia,
15.1.2025
La lingua secondo Camilleri
Tra i personaggi legati ad Agrigento Capitale della Cultura c'è lo scrittore
Andrea Camilleri: abbiamo analizzato la sua figura e il suo impegno per
sdoganare il dialetto con il critico letterario Salvatore Silvano Nigro
📚 Non perdete l'omaggio ad Andrea Camilleri al
Festival delle Arti V edizione MEDITERRANEO DA SCOPRIRE di Vibo Valentia al
Liceo Classico Michele Morelli Giovedì 16
gennaio 🕜 Ore 9,00 📍 Aula Magna 'Carlo Diano' Un viaggio
nelle multiformi scritture di Andrea Camilleri: letteratura, cinema, radio e
teatro. 🎤 Intervengono: - Prof
Giuseppe Fabiano - Prof.ssa
Titti Preta - Dr. Ivan
Fiorillo 📖 Letture a cura di: - Diletta
Durante - Vincenzo
Carlino Le letture
saranno tratte da: Una voce
di notte di Andrea
Camilleri Sellerio Editore. Exhibit
Pittorico di Irene Borgese ' Lucy' ✨
Vi aspettiamo per celebrare insieme il Maestro Camilleri! #centomenouno
#AndreaCamilleri #CentenarioCamilleri #omaggioacamilleri Festival Mediterraneo
da scoprire
Titti Preta Direttrice artistica
Due generazioni a
confronto a Correggio. Nella mattinata di sabato, alla sala XXV Aprile, gli
studenti di 5ª superiore del Liceo Corso hanno avuto come "insegnanti" per un
paio d’ore coloro che li hanno preceduti sugli stessi banchi 25 anni fa, che
hanno festeggiato il quarto di secolo dal loro esame di maturità raccontando
loro alcuni dei percorsi professionali nell’ambito delle iniziative di
orientamento verso la scelta dell’università.
[…]
I partecipanti hanno infine ricevuto un diploma celebrativo, contenente una
frase di Camilleri: "C’è tutta una letteratura sul fatto dei due vecchi compagni
di scuola che si incontrano da adulti e poi uno dei due non riconosce l’altro e
finge invece di ricordarsi benissimo. A me questo non è mai capitato, io mi sono
sempre ricordato dei compagni di scuola, in particolare quelli del liceo, quelli
che erano compagni di classe veri, quelli vicini di banco, quelli che stanno
dietro, quelli sì che te li ricordi".
Damiano Reverberi
con Andrea De Rosa,
Renato De Simone, Fabio Rossi regia
Paolo Cresta
Uno dei testi più
geniali di Andrea Camilleri, da uno spunto di Leonardo Sciascia un giallo
perfetto, esilarante sorprendente. Il 21 marzo
1890 Venerdì Santo, a Vigata viene secondo tradizione messo in scena il
“Mortorio” ossia la Passione di Cristo opera teatrale del cavalier D’Orioles,
nella quale il ragionier Antonio Patò, specchiato impiegato della banca locale,
filiale della Banca di Trinacria, si assume, già da qualche anno, la poco
simpatica parte di Giuda che gli vale, durante la sua appassionata recitazione,
dover ricevere insulti e minacce dagli spettatori che si immedesimano nello
spettacolo religioso.
Sul grande palco, allestito in uno slargo di proprietà del marchese Simone Curtò
che ha concesso anche l’uso di quattro magazzini le cui porte danno sul cortile
padronale per farne dei camerini per i numerosi personaggi dello spettacolo,
comincia la rappresentazione che giunge all’acme con l’invio all’inferno di
Giuda-Patò, accompagnato dagli improperi degli spettatori, attraverso
un’apposita botola. Alla fine della rappresentazione però Patò sembra essere
scomparso. Nel suo camerino non si trovano né i suoi abiti né il costume di
scena.
La vita è veramente
bella da vivere quando ci capita di incontrare persone significative che hanno
una bella e dorata anima, uomini e donne che ci lasciano un segno dentro, un
ricordo indelebile che ci attraversa di tanto in tanto e che, con sospiroso
incanto, ci fa esclamare: che grande fortuna ho avuto! Ho incontrato il
“maestro” Andrea Camilleri. Quando
incontrai lo scrittore di Porto Empedocle, circa 21 anni fa, avevo letto qualche
suo racconto e sapevo della sua fama. Mi condizionava anche il fatto che fosse
uno scrittore di sinistra, a suo dire “orgogliosamente comunista!”;
sicuramente, un intellettuale affermato che, negli anni ’50, aveva portato in
Italia il teatro dell’assurdo, l’avanguardia del teatro contemporaneo, grande
novità del panorama letterario in Europa. In realtà,
c’era qualcosa che mi spingeva nella sua direzione, un profondo desiderio di
volerlo incontrare e non perché era uno scrittore ed era famoso. Qualcosa di
umano, qualcosa di imponderabile e di profondamente misterioso, ciò che accade
per certi incontri fortuiti e casuali, intrisi di una attesa spaesante, come
nelle atmosfere rarefatte e impreviste dei gialli. Ma cosa
poteva dirmi Andrea Camilleri? Semplicemente, ero mosso da una evidente e
indiscutibile empatia umana nei suoi confronti. Ero interessato all’uomo e meno
allo scrittore noto e conosciuto dal grande pubblico. Quando
arrivai nel suo piccolo studio, dove ci attendeva per l’intervista, provai una
grande emozione, quasi paralizzante. Era tanto emozionato da balbettare! Un
incontro unico e molto singolare! E mi dicevo: “Ma come si fa a non amare un
simile uomo?”. Da subito lo
chiamai “maestro”, con fare riverente e ossequioso. Non era certo Gesù di
Nazareth. Ma era per me un vero maestro. Aveva qualcosa da dirmi e da
insegnarmi. Ero lì per lui! La mia voce era tremante, il cuore mi batteva a
mille. Rivedendo la
video intervista di quell’incontro, più volte inceppai nel discorso, come se mi
fossi smarrito nella mia timida e infantile insicurezza dinanzi al canuto
maestro, splendido e provato “compagno” della mia vita in quel preciso momento. Che fortuna
l’averlo incontrato! Perché tanto clamore per uno scrittore che non conoscevo
personalmente ma che avevo scoperto leggendo i suoi libri? Non lo so. L’incontro
confermò che già sentivo di avere conosciuto Camilleri in un’altra vita. Sapevo
chi era. Mi ricordava l’attore Gino Cervi che aveva interpretato in Tv il
commissario Maigret di George Simenon, lo scrittore francese che lui amava
tanto. A distanza di
tanti anni, ricordo benissimo il suo volto, le sue posture fisiche, il tono
della sua voce, le sue inflessioni dialettali, i suoi gesti e la mimica del suo
corpo. Che fortuna, l’averlo incontrato! Sapevo di lui e sapevo delle sue idee e
dei suoi sentimenti. Eravamo vicini, accomunati da un feeling sentimentale. Lo
penso spesso e desidero tanto rivederlo, adesso che non c’è più e da tanti anni.
Ci sono incontri fortuiti nella vita che ti cambiano profondamente. Uno di
questi è stato l’incontro con il maestro Andrea Camilleri. Un anziano uomo, un
sincero compagno, uno scrittore originale, una bella persona. A lui va la mia
profonda gratitudine per averlo incontrato e conosciuto. Non capita spesso!
Nel dolce ricordo di Andrea. La memoria può avere un futuro, grazie ai ricordi
del passato. E noi siamo meno soli.
Tonino Calà
Après son passage la saison dernière avec le spectacle haut en couleurs "Italie-Brésil
3 à 2", la Compagnie Odissea est de retour sur la scène de A la Courte
Echelle avec "Les Chaussures Neuves" d'Andrea Camilleri, un conte
truculent inscrit dans les traditions siciliennes.
Ce récit nous plonge dans la Sicile rurale et fasciste des années 1940. Comme
dans la plupart de ses récits, l'histoire se passe à Vigatà, ville imaginaire du
sud de l’île. On y suit les tribulations de la famille Sgargiato, pauvres
paysans de pères en fils et de mères en filles, qui acquiert un âne fort utile
baptisé… Mussolini !
L'aîné de la famille, grâce à son âne, réussit à s'acheter une paire de
chaussures neuves qu'il n'a pas le temps d'étrenner car la guerre qui approche
l’appelle et vient redistribuer les cartes.
Qui portera ces chaussures ? L’histoire avec un grand H en décidera…
À l’image des Conta et Cantastorie, pour renouer avec la simplicité des origines
du théâtre et pour embarquer les spectateurs dans une autre époque, Fabien Di
Liberatore et Fabrice Piazza s’emparent de cette nouvelle qu’ils entremêlent
de chants traditionnels siciliens, qu’ils interprètent eux-mêmes en
s’accompagnant à la guitare et à l’harmonium indien. Texte : Andrea Camilleri Traduction : Dominique Vittoz Conception, adaptation, jeu et chants : Fabrice Piazza et Fabien Di
Liberatore Collaboration artistique sur les chants : Brigida Romano Regard costumes et scènographie : Pascale Fichers Une
production de la Compagnie Odissea, avec le soutien de la Fédération Wallonie-Bruxelles
et du Centre Culturel de Chênée. Infos
pratiques DATES Vendredi 17
janvier 2025 à 20h00
Samedi 18 janvier 2025 à 20h00 TARIF Tarif
normal: 16 €
Tarif réduit (comédiens, étudiants, demandeurs d’emploi, retraités): 13 € RÉSERVATION
Billetterie en ligne
[…]
Che cosa vi ha consentito di lavorare bene? «La ricerca
continua di autori, il rapporto consolidato con quelli più forti, come Manzini
prima di tutto, poi Robecchi, Malvaldi, Bartlett, per citarne alcuni, con cui si
costruisce un legame, e poi coerenza editoriale e omogeneità di proposta. Sulla
ricerca autori, uno dei nostri grandi successi del 2024 è Storia di mia vita di
Janek Gorczyka, romanzo di un clochard polacco: non un risultato ovvio. Vitale
nel 2025 sarà il centenario camilleriano: 12 titoli in una nuova collana, una
scommessa commerciale ma anche editoriale, per incontrare generazioni che
Camilleri non lo hanno ancora letto».
[…]
Stefania Vitulli
“Quel fazzoletto color melanzana” è il nuovo romanzo di Arianna Mortelliti,
nipote del celebre Andrea Camilleri. Una storia avvincente che rapisce il
lettore in un giallo che racconta un dramma familiare. Passato e presente si
mescolano in un gioco temporale circolare, nel quale l’andirivieni di ricordi e
rimorsi porterà infine alla verità. La verità di fatti atroci, nascosti dal
timore e dalla parvenza di un piccolo paese di provincia. Il libro verrà
presentato, sabato 18 gennaio, dalla docente Eveline Belcastro e dal delegato
alla cultura e alla pubblica istruzione Antonio Simarco. Partecipano il critico
letterario Alberico Guarnieri e la giornalista e docente Miriam Coccari. L’appuntamento
è alle 10,00 presso la Sede della Scuola Secondaria di primo grado Parenti; e
nel pomeriggio, alle ore 17.00, la presentazione aperta al pubblico si terrà
presso l’Auditorium D.Cozza del Liceo Scientifico Rogliano.
Un’ occasione per parlare insieme all’autrice della famiglia, delle
responsabilità morali e di quello che può essere il peso del
rimorso. Un’occasione, ancora, per dialogare con Arianna Mortelliti in merito a
ciò che spesso accade nelle piccole comunità: dietro l’apparente solidarietà
ostentata, ben nascosto è l’irrisolto.
Memoria e affetti che coprono quasi con dolcezza un ignoto che si stenta ad
accettare, ma con il quale bisogna comunque fare i conti quando si smette di
fuggire. Durante
l’incontro sarà presentato anche il Premio Andrea Camilleri Nuovi Narratori,
indetto dal Fondo Andrea Camilleri e organizzato e curato dalla stessa Arianna
Mortelliti, in qualità di direttrice artistica.
Alessandra Bruno
[…] Luigi
Pirandello – cui questo teatro è dedicato - avrà un posto d’onore in quest’anno.
Con la sua sagacia, con la sua ironia, con le sue maschere, con la sua capacità
di scavare nell’animo umano.
Nel ricordare Pirandello, ci accompagna e ci aiuta Andrea Camilleri, anch’egli
figlio di queste terre.
[…]
Giornale di Sicilia, 18.1.2025
Intervista a Nigro, fra i più grandi studiosi di letteratura italiana e
filologo: «Ha riscosso in vita più apprezzamenti oltre lo Stretto e all'estero»
Il contributo di Camilleri alla sua Sicilia «Ha
smontato stereotipi negativi e ha migliorato l'immagine dell'Isola e di tutto il
Paese»
Tanti aneddoti: la telefonata dell'allora presidente Usa, Clinton, scambiata per
uno scherzo
«La Sicilia dovrebbe
essere molto grata a Camilleri che con i suoi libri e le fiction tratte dai suoi
romanzi ha contribuito a cambiare l’immagine dell’Isola nel mondo. Non solo ha
decostruito stereotipi negativi sulla Sicilia ma ne ha fatto conoscere molti
altri volti positivi, e ha aiutato a migliorare l’immagine dell'Italia sul piano
internazionale con la sua creazione narrativa. Meriterebbe un’attenzione
maggiore nell’Isola e grandi riconoscimenti pubblici. Ha riscosso in vita più
apprezzamenti nel resto d’Italia ed all'estero che nella sua Sicilia». Il professore
Salvatore Silvano Nigro, tra i più grandi studiosi viventi di letteratura
italiana, filologo, che ha insegnato in molti atenei - tra cui l’Università di
Catania, la Normale dì Pisa, Yale, il Politecnico di Zurigo - interviene
collegando letteratura, attualità e storia. Nel dialogo con il Giornale di
Sicilia analizza l’epistolario del giovane Andrea Camilleri (“Vi scriverò
ancora”, testo edito da Sellerio e curato da Nigro), fa un originale viaggio
nella storia della letteratura attraverso Camilleri, da Pirandello a Sciascia. E
svela aneddoti curiosi. Professore
quale Camilleri emerge dall’epistolario? «Il Camilleri
che emerge dall’epistolario è un Camilleri che era del tutto sconosciuto. Sarà
una grande sorpresa per il lettore. La cosa interessante è che lui affronta un
viaggio, una permanenza a Roma, studia all'Accademia, in mezzo a difficoltà
enormi, a partire da quelle economiche. Perché è uno studente fuori sede, ha
l’appoggio totale della madre, ma il padre e la madre non erano benestanti. E
qui c’è una certa sofferenza sia da parte dei genitori sia da parte del giovane
Camilleri che ogni volta era imbarazzato a chiedere i soldi. A parte questo,
viene fuori anche un personaggio di grande apertura sociale, un personaggio che
riesce a costruire la sua vita a Roma da giovane come se fosse un Robinson
Crusoe». Può
raccontare ai lettori alcuni aneddoti? «Andava nelle
stanze in affitto, doveva inventarsi un tavolo per lavorare, doveva inventarsi
un ambiente, sbarcava il lunario anche con i pranzi e le cene. E quando c’erano
delle presentazioni, dei dibattiti, il giovane Camilleri era lì a fare la fila
per agguantare qualcosa. E la cosa curiosa è che insieme a lui c'erano grandi
personaggi come Alberto Moravia, Della Volpe e tanti altri. Quando finisce una
presentazione, un dibattito e c’è il cocktail la folla è tanta, davanti al
banchetto corrono tutti. E la cosa impressionante è apprendere la sua capacità
di fare "public relation", riusciva ad entrare in contatto con tutti. Il teatro
è stato per lui una palestra di notevole rilievo da molti punti di vista.
Incontrava molti grandi attori, i grandi registi e gli intellettuali che
frequentavano il teatro. Andrea aveva la prontezza di imparare tutto, era una
specie di spugna, assorbiva tutto. Inoltre, leggeva molti libri di alta qualità
e di valore». Questo
epistolario del giovane Camilleri si può definire come un laboratorio
linguistico-culturale? «Sì. Parto da
un aneddoto per spiegare il rapporto che con lingua emerge dall’epistolario. Sul
piano del linguaggio Camilleri non ascoltò i consigli che gli vennero dati
all'Accademia. Gli dicevano i suoi maestri "quando vai in Sicilia in vacanza dai
tuoi devi procurarti dei tamponi e metterli alle orecchie per non sentire il
dialetto che loro parlano”. Camilleri infranse questa norma, mostrando molta
attenzione al dialetto. Dal dialogo epistolare con i genitori emergono dei
termini e delle espressioni che lui utilizzerà molti decenni dopo nei suoi
romanzi. Il dialetto lo registrò, lo rielaborò, e giunse in seguito a inventare
una sua “lingua”, la base del successo dei suoi grandi romanzi. Il dialetto
usato in famiglia è stato il punto di partenza della sua sperimentazione
linguistica del “vigatese". Attraverso una città immaginaria da lui creata, con
una lingua inventata, con storie ben strutturate, è riuscito a raccontare la
Sicilia reale nei suoi rapporti con l’Italia. Con una scrittura godibile, molto
efficace, intrisa di ironia, è riuscito a trasformare delle tragedie in romanzi
gioiosi». Quanto ha
influito Leonardo Sciascia su Camilleri? «Ritengo
molto interessante sottolineare che due grandi scrittori siciliani, molto
diversi tra di loro, Andrea Camilleri e Vincenzo Consolo, sono due costole de
“II Consiglio d'Egitto” di Leonardo Sciascia. Due autori profondamente diversi
ma di ispirazione sciasciana. Camilleri raccontava spesso che per ricaricare le
batterie andava a rileggere i libri di Leonardo Sciascia. Era per lui una fonte
di ispirazione. E Sciascia lo ha influenzato anche sul piano dell’impegno
civile». Il nesso
tra Camilleri e Pirandello? «Pirandello è
stato per Camilleri un punto di riferimento sia familiare - sua nonna era
parente del premio Nobel - sia culturale. La teatralità presente nella struttura
narrativa e linguistica dei romanzi su Montalbano è pirandelliana. Anche alcuni
tratti caratteristici dei personaggi, si pensi a Catarella nei romanzi su
Montalbano, sono molto teatrali. L’insistenza sui paradossi e le contraddizioni
del mondo siciliano è filosoficamente pirandelliana. Il cercare una lingua
sofisticata ma al contempo molto leggibile è un altro punto di contatto». Come
definire il fenomeno Camilleri? «L’unico
scrittore planetario prodotto dall'Italia è stato Camilleri. Aveva iniziato in
questa direzione Umberto Eco con “II nome della rosa”, ma vi è riuscito solo con
questo romanzo. Camilleri è stato ed è un fenomeno planetario unico -
dall'Europa agli States, dal Medio Oriente al lontano Oriente - con un successo
multimediale, dalla letteratura alla fiction, ai fumetti. L’affermazione di
Camilleri in tante parti del mondo ed in tante lingue diverse è dovuta anche
alla bravura dei traduttori che sono riusciti a cogliere l’essenza dei suoi
importanti romanzi traducendoli tramite le “periferie linguistiche", ovvero con
l’utilizzo di dialetti dei loro paesi, come è accaduto in Francia con il
dialetto di Lione». Può
raccontare un aneddoto sul successo di Camilleri? «Quando
insegnavo a Yale facevo vedere ai miei alunni anche le fiction su Montalbano ed
erano molto apprezzate. Tra i miei alunni vi era la figlia del presidente
Clinton, che mi chiese del materiale sul Camilleri scrittore ed io le diedi
quanto richiesto. Tempo dopo è accaduto un fatto molto curioso, di notte giunse
a casa Camilleri una telefonata. Camilleri si alzò per rispondere, palesemente
incazzato, e con il proverbiale tono di voce chiese chi fosse a quell'ora. Gli
rispose una persona che si presentò come il presidente degli Stati Uniti Bill
Clinton. Camilleri cambiò umore, divertito e incredulo pensò ad uno scherzo
originale, e rispose cercando di capire chi vi fosse all'altro capo del
telefono. Era davvero Bill Clinton che avrebbe avuto piacere di conoscerlo e di
incontrarlo. Credo che il numero di telefono di Camilleri glielo avesse dato
Enzo Bianco, mentre i suoi romanzi li aveva conosciuti tramite la figlia».
Oggi si parla molto di identità culturale e lingua italiana. Qual è il suo
giudizio?
«Gli scrittori siciliani sono stati grandi artefici di una nuova lingua della
letteratura, da Verga a Pirandello, da Sciascia, a Consolo, a Bufalino, solo per
citarne alcuni. Ed hanno potuto dare questo contributo perché hanno studiato
profondamente l'italiano. Oggi invece assistiamo ad un declino della conoscenza
della lingua italiana, al punto che in sole quattro righe di un recente cartello
stradale ad Agrigento Capitale della Cultura vi erano diversi errori di
grammatica e sintassi. Vorrei anche ricordare gli errori di grammatica e di
periodizzazione storica da parte di diversi politici, anche di ministri del
governo. Con una battuta ironica si potrebbe dire che in Italia l’unica lingua
straniera non studiata sia l’italiano. Anche se è una verità parziale, perché in
realtà gli immigrati di seconda generazione studiano la lingua italiana e la
conoscono meglio di molti connazionali».
Salvo Fallica
La Repubblica (ed. di
Palermo), 18.1.2025
La scommessa. Agrigento Capitale
Pirandello, Sciascia, Camilleri le suggestioni del territorio nel libro di
“Repubblica”
A febbraio in edicola con il giornale un volume a più firme sulla storia e i
figli illustri della provincia
C'è il fascino millenario della Valle dei templi capace di mettere in ombra
persino gli orrori cementizi dell'abusivismo e c'è l'aura nobile del genius
loci, Luigi Pirandello. Ma c'è anche un
territorio che porta in dote un'allure letteraria non da poco, dalla Racalmuto
di Sciascia alla Porto Empedocle di Camilleri.
Quello di Agrigento capitale italiana della cultura è un racconto
articolato che "Repubblica" prova a restituire
con un libro che uscirà il mese prossimo, una testimonianza a più voci che prova
ad attraversare i vari ambiti che compongono la struttura ideale di questo 2025
sotto i riflettori. […]
Un altro breve spostamento ed eccoci a Porto Empedocle, altra tappa,
altro scrittore: Lucio Luca racconta la Vigata di Andrea Camilleri, il suo
rapporto con Agrigento e con Pirandello, che vide apparire a casa sua, «vestito
da ammiraglio», con la divisa d'Accademico d'Italia, per parlare con sua nonna,
amica della giovinezza. Il cronista riporta il racconto di Camilleri
sull'avventuroso rientro a Girgenti delle ceneri del premio Nobel.
[…]
m.d.c.
Il mondo
dell'editoria contemporanea torna a ritrovarsi a Firenze per la quarta edizione
di 'Testo, come si diventa un libro', fiera ideata dalla libreria fiorentina
Todo Modo e organizzata da Pitti Immagine alla Stazione Leopolda dal 28 febbraio
al 2 marzo prossimi. Sono 174 le
case editrici presenti al salone - 44 sono alla loro prima edizione - oltre 210
ospiti che animeranno più di 200 incontri.
'Stare', ovvero la promozione di un modo di leggere, ascoltare e pensare lento e
consapevole, la dichiarazione di intenti della quarta edizione.
[…]
Tra gli omaggi […] una retrospettiva sul lavoro di Andrea Camilleri.
[…]
[…] 13Christophe
Mileschi – […] Moi, j’aurais bien aimé que Andrea Camilleri soit encore vivant,
pour lui poser la question de ses rapports avec Meneghello, parce qu’il est bien
possible que Meneghello ait inspiré Camilleri, malgré les distances
kilométriques entre leurs deux régions.
[…]
17Christophe Mileschi – […] Et moi je suis un ennemi des notes de bas de page
des traducteurs, je n’en mets pratiquement pas. J’en mets un peu plus volontiers
si l’auteur en a déjà mis, éventuellement pour les compléter un peu, mais s’il
n’en met pas ou si, comme le fait Meneghello, il met des notes créatives, pas
didascaliques, alors non, jamais. C’est finalement une des traductrices de
Camilleri, Dominique Vittoz, qui m’a inspiré. Pour un des romans de Camilleri,
elle a utilisé le patois de Lyon. Cela m’a donné l’idée d’utiliser un « dialecte
français ».
[…]
[…]
La fiction si mescola alla realtà nei titoli di coda, con le immagini di
repertorio del processo, la richiesta di giustizia, Priebke ha uno sguardo
beffardo. "Ho chiesto di prendere in prestito una frase di Andrea Camilleri”,
racconta Ricci “quando Giulia fa la conferenza in Argentina dice: 'Tutti i
carnefici sono carnefici, tutte le vittime sono vittime in ogni tempo e in ogni
luogo'. Altra cosa che ha detto, quella relativa al fatto che i colpevoli di
questi orrori non sono uomini, ma bestie. Le faccio dire quello che disse
Camilleri, ossia che non è vero che sono come le bestie, sono peggio: le bestie
uccidono per paura, per fame, gli uomini per gelosia, per il potere, per denaro
e questo li rende colpevoli. E noi oggi siamo colpevoli. Per questo motivo
questo film è importante".
[…]
Silvia Fumarola
Il 2025 è l’anno del centenario della nascita di Andrea Camilleri, uno dei
maggiori scrittori italiani a cavallo del millennio e sicuramente il più amato.
Abbiamo pensato che il modo migliore per onorare e rinsaldare il meraviglioso
rapporto che il grande scrittore aveva con i lettori italiani fosse quello di
riproporre, in una nuova collana dedicata, una selezione della sua straordinaria
opera. Dodici libri, scelti affiancando i più amati ad altri meno conosciuti, ma
altrettanto sorprendenti. Ogni volume sarà introdotto dall’autorevole lettura di
alcuni dei più lucidi scrittori del panorama nazionale e internazionale,
appassionati della prima ora o folgorati solo di recente. Abbiamo chiesto loro,
non un dotto saggio letterario, ma piuttosto di raccontarci la loro esperienza
di lettori di Camilleri.
I primi titoli saranno: La forma dell’acqua, La rivoluzione della luna, La
concessione del telefono e La strage dimenticata e La bolla di
componenda, questi ultimi due riuniti in un solo volume; e saranno
rispettivamente introdotti da: Antonio Manzini, Chiara Valerio, Alessandro
Barbero e Luciano Canfora.
I dodici volumi avranno una nuova veste grafica e le illustrazioni della
copertina saranno realizzate appositamente per questa collana celebrativa dal
Maestro Lorenzo Mattotti.
In collegamento da Vicenza con MICHELE MARCO ROSSI, violoncellista, per
presentare il suo progetto discografico "Intelletto d’amore (e altre
bugie)", pubblicato dall’etichetta Stradivarius il 28 novembre '24 in vinile,
per poi approdare sulle piattaforme digitali nel 2025, quando ricorrerà il
centenario della nascita del grande intellettuale. L’album raccoglie le preziose
incisioni della voce dello scrittore, le performance al violoncello di Rossi e
le sue improvvisazioni di musica elettronica dal vivo, curate da Paolo Aralla.
L’insieme di questi elementi dà vita a un percorso sonoro suggestivo in tredici
tracce, che offre una preziosa testimonianza del pensiero di Camilleri su temi
universali come l'amore e la complessità dell’animo umano. «Si parte da Dante
per arrivare a parlare di ciascuno di noi. L’amore diviene specchio e sonda
della nostra natura, di quella umanità che Camilleri conosceva così bene».
(Michele Marco Rossi)
Luigi Picardi
[…]
Professore, docente alla Statale, lei ha confidenza anche con il dialettale
Porta, riconosciuto da Manzoni “testa fina”, e con Camilleri che in via Morone
fece visita...
"Come tanti, in gioventù Camilleri non sopportava Manzoni. E come tanti ha poi
cambiato idea, fino a ritenerlo un capolavoro del ‘900, non dell’800. È stata la
lettura della “Storia della colonna infame” a fargli considerare contemporaneo
l’autore".
[…]
Anna Mangiarotti
La puntata di “Ulisse” girata a Scicli e nei luoghi del Commissario Montalbano
in onda lunedì 17 febbraio alle 21,30 su Rai Uno. Un lavoro curato dalla Scicli
Film Commission su delega della giunta Marino Ha scelto la settimana successiva
al Festival di Sanremo Rai Uno per mandare in onda la puntata di “Ulisse” di
Alberto Angela su Scicli e i luoghi del Commissario Montalbano. Ovvero la
settimana con gli ascolti più alti dell’anno in termini di audience e di share.
Stamani Rai Uno ha comunicato al sindaco Mario Marino e alla Scicli Film
Commission che la puntata dedicata ai cento anni della nascita di Andrea
Camilleri andrà in onda lunedì 17 febbraio alle ore 21.30. Ecco il comunicato di
Rai Uno di stamani: “Alberto Angela, in occasione del centenario dalla nascita
di Andrea Camilleri, dedica una puntata alla Sicilia del Commissario Montalbano.
In compagnia di Alberto Angela faremo un viaggio in un angolo della Sicilia che,
grazie alla figura creata dal grande scrittore e impersonata da Luca Zingaretti,
è diventato la meta desiderata di tanti turisti. Andremo alla scoperta dei
luoghi in cui sono state ambientate le avventure del commissario: Scicli,
Ragusa, Modica, la Scala dei Turchi, la Fornace Penna di Sampieri. E poi
Marzamemi, Donnafugata, la Valle dei Templi di Agrigento, Tindari. Ma non sarà
soltanto un viaggio alla scoperta di paesaggi incantati della Sicilia. Ogni
località, infatti, costituirà la tappa di un progressivo avvicinamento a
Montalbano. Nel suo cammino Alberto Angela sarà accompagnato dai protagonisti
della serie diretta per anni da Alberto Sironi. Incontrerà via via il bizzarro
personaggio di Catarella (l’attore Angelo Russo), il fedele ispettore Fazio
(Peppino Mazzotta), il “fimminaro” Mimì Augello (Cesare Bocci) fino a imbattersi
nel protagonista Luca Zingaretti. Da tutti cercherà di farsi raccontare i tanti
piccoli e grandi episodi che hanno costellato i quindici anni in cui si sono
dipanati i 37 episodi in cui il commissario e i suoi collaboratori sono stati
coinvolti. A tutti rivolgerà l’augurio da parte del pubblico di vederli tornare
in azione. Insomma, una festa in onore di Montalbano nella quale non potrà
mancare un omaggio al suo creatore: Andrea Camilleri. Arianna Mortelliti, nipote
dello scrittore, ricorderà il modo in cui il nonno scriveva mentre l’editore
Enzo [Antonio, NdCFC] Sellerio parlerà del suo successo in tutto il mondo.
Dire Sicilia, dire Montalbano è anche parlare della cucina e della pasticceria
siciliana. Sarà questo il compito della scrittrice Simonetta Agnello Hornby in
un trionfo di cassate, cannoli e biancomangiare. “Ulisse: il piacere della
scoperta” è una produzione realizzata dalla Rai Cultura, diretta da Gabriele
Cipollitti, con la fotografia di Antonio Palmadessa, scritta da Alberto Angela
con Fabio Buttarelli, Vito Lamberti, Aldo Piro, Emilio Quinto. Capo progetto
Anna Maria Tiberi, produttore esecutivo Caterina Del Papa”.
Scicli - Alberto
Angela è seduto nella sedia del Commissario Montalbano, nel set allestito al
pianoterra del Comune di Scicli e dialoga con Angelo Russo, ovvero Agatino
Catarella. "Ulisse – La
Sicilia di Montalbano" promette Alberto Angela e Luca Zingaretti a passeggio per
i luoghi dei romanzi di Camilleri: una combinazione capace di far saltare le
coronarie a chi ama la divulgazione di Angela e l’interpretazione che Zingaretti
ha dato alla narrazione camilleriana e che prossimamente potremo vedere su Rai 1
in uno speciale dedicato proprio alla Sicilia mostrata nella serie tv de Il
Commissario Montalbano. Il promo ha iniziato a circolare ieri, domenica 26
gennaio, sulle reti Rai per creare il giusto hype per questo ‘crossover’ tra
leggende dell’Ammiraglia Rai, che dovrebbe andare in onda dopo Sanremo. Ma
scopriamo qualcosa in più di questo speciale Ulisse. Il (sempre
magnifico) drone di Ulisse ci mostra le location più note della serie de Il
commissario Montalbano, dal duomo di Vigàta – ovvero il Duomo di San Giorgio di
Ragusa Ibla con la sua imponente scalinata – alla Valle dei Templi di Agrigento,
dalla Mànnara – ovvero la Fornace Penna a Scicli – alla Scala dei Turchi,
passando per le tante località che la serie ha fatto conoscere al grandissimo
pubblico, non solo italiano, con una cura maniacale nella scelta delle location
– soprattutto nei primi cicli – e una fotografia per molti versi rivoluzionaria,
con quella luminosità, quella gradazione di colori, quella sfumatura tra arsura
e verdeggiante che restituiva la complessità di un territorio. Non poteva
mancare la casa del commissario a Marinella, ovvero a Punta Secca di Santa Croce
Camerina, in provincia di Ragusa, così come il suo ufficio in commissariato. Ad
accompagnare Alberto Angela in questo viaggio nella Sicilia di Montalbano c’è il
cast della serie tv: ovviamente c’è Luca Zingaretti, che ha dato volto, anima e
corpo al personaggio del commissario Salvo Montalbano dal 1999 al 2021,
dirigendo anche gli ultimi film tv realizzati a causa della malattia – poi
fatale – del regista storico, Alberto Sironi; c’è l’immancabile e immarcescibile
Catarella, perfettamente interpretato da Angelo Russo; ci sono il ‘vice’ Mimì
Augello, reso ‘immortale’ da Cesare Bocci, e il braccio destro operativo del
commissario, Fazio, di cui l’interprete Peppino Mazzotta sente la mancanza. E
sentirlo dà una stretta al cuore. La saga tv
del Commissario Montalbano è di fatto rimasta un’incompiuta: se Camilleri ha
chiuso narrativamente la storia del commissario Montalbano col suo ultimo
romanzo, Riccardino, le vicende televisive del commissariato di Vigàta e dei
suoi protagonisti si è fermata nel 2021 con Il metodo Catalanotti. Al netto dei
tanti racconti che spesso sono stati d’ispirazione per le trasposizioni
televisive, all’appello tv mancano due romanzi, ovvero Il cuoco dell’Alcyon,
pubblicato nel 2019, e il già citato Riccardino, pubblicato postumo, come da
desiderio dell’autore nel 2020. Mancano e mancheranno, visto che all’indomani
dell’ultimo film tv Zingaretti dichiarò che per lui l’esperienza di Montalbano
si era conclusa: dopo la morte di Camilleri e Sironi, continuare non avrebbe
avuto senso.
Quando va in onda Ulisse – La Sicilia di Montalbano
Questo speciale Ulisse dedicato alla Sicilia di Montalbano andrà in onda dopo la
settimana di Sanremo, il 17 febbraio, lunedì.
[…]
"Ya dijo el gran Camilleri en una entrevista que la izquierda es el único ser
que se reproduce por escisión". Pero el escritor siciliano añadía también en esa
entrevista que en esa reproducción por escisión cada vez disminuía más el peso
de la izquierda.
[…]
Amparo Panadero
Roma – Era il 1975,
dal 23 novembre al 14 dicembre, quando la RAI trasmise in prima serata “L’amaro
caso della baronessa di Carini”. […]
La produzione si distingue in tutte le sue componenti: dalla scelta delle
ambientazioni, alla cura della lingua (consulente per il siciliano era un certo
Andrea Camilleri…), alla colonna sonora nella quale brilla la sigla iniziale
cantata da Gigi Proietti su testo di Otello Profazio, agli attori.
[…]
Daniele Sesti
La collana Quaderni camilleriani (fondata nel 2016, reperibile
all’indirizzo https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/)
ha pubblicato il suo ventitreesimo volume, curato da Giuseppe Marci e Maria
Elena Ruggerini: è intitolato La narrazione autobiografica di uno Scrittore (https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/quaderni-camilleriani-23/)
e propone i contributi di Simona Demontis, Giuseppe Marci e Maria Elena
Ruggerini.
Il 2025 è l’anno in cui si compie il centenario della nascita di Andrea
Camilleri (1925-2025) e i Quaderni camilleriani hanno inteso celebrare
l’evento con una programmazione che si occuperà di aspetti dell’opera ancora
poco studiati, quale è quello filosofico, o meritevoli di ulteriori
approfondimenti, come è il caso della lingua vigatese, la cui latitudine è ampia
e meritevole di ulteriori approfondimenti.
Il volume La narrazione autobiografica di un Scrittore, a differenza di
quelli che seguiranno, non contiene contributi critici ma il racconto della
vita – nel periodo compreso tra la nascita e l’anno del trasferimento da Porto
Empedocle a Roma – che lo stesso Camilleri ha fatto in varie sedi e che Giuseppe
Marci, Maria Elena Ruggerini e Simona Demontis hanno ricomposto unitariamente,
cercando di mettere in luce le premesse, poste negli anni giovanili, che si sono
poi sviluppate nella composizione di un’opera letteraria tanto ampia quanto
significativa.
A bordo di una Fiat
Tipo, sfrecciando tra i vicoli di Vigàta, raggiunge l’ingresso del
commissariato. Ad attenderlo c’è il fedelissimo centralinista Agatino Catarella,
alias l’attore ragusano Angelo Russo. Sembra una delle tante scene viste nella
serie del Commissario Montalbano, ma questa volta al posto di Luca
Zingaretti troveremo Alberto Angela che ai luoghi di Andrea Camilleri, padre
dell’investigatore più famoso d’Italia, nel centenario della sua nascita ha
dedicato una puntata di Ulisse che andrà in onda il 17 febbraio su Rai 1
alle 21.30. Un filo rosso collega la Vigàta letteraria di Camilleri a quella
televisiva nella quale appaiono alcuni tra gli scenari più suggestivi
dell’Isola. «Fu lo stesso Camilleri a suggerire al regista Alberto Sironi –
racconta Giuseppe Savà, del Comune di Scicli – di ambientare la serie del
Commissario Montalbano nei luoghi del Ragusano». Dal barocco di Scicli e
Ibla alla fornace Penna di Sampieri, a Marzamemi, poi alla Valle dei templi, per
giungere fino a Porto Empedocle, la città di Camilleri, e Tindari, la città
della “Gita”. Nel corso della puntata, il divulgatore ha incontrato i
protagonisti della serie. Come Angelo Russo, appunto, che per 21 anni ha
prestato il volto all’imbranato assistente del commissariato di Vigàta che
grazie al suo linguaggio storpiato ha conquistato il cuore di lettori e
spettatori. «Le cose con Catarella s’imbrogliavano di più se gli saltava il
firticchio – scriveva Camilleri ne Il cane di terracotta – cosa che gli
capitava spesso, di mettersi a parlare in quello che lui chiamava talìano». All’interno
dell’immaginario commissariato, al piano terra dell’elegante municipio di Scicli,
ecco Catarella, questa volta in abiti civili. «È stata una bellissima esperienza
partecipare insieme ai miei colleghi alla trasmissione di Alberto Angela, uomo
eccezionale e vero professionista. – racconta Russo – Ho apprezzato l’umiltà e
la sua gentilezza. Ognuno di noi ha girato in luoghi diversi: ad esempio Cesare
Bocci (alias Mimì Augello, il vice di Montalbano, ndr) nella zona del
Castello mentre io all’interno del commissariato. Abbiamo raccontato i nostri
esordi e insieme abbiamo ripercorso tutti questi anni trascorsi come veri
fratelli. Abbiamo avuto l’onore di conoscere “di pirsona pirsonalmente” lo
stesso Camilleri che dopo le due prime puntate ha voluto incontrarci per
abbracciarci e ringraziarci per avere dato il volto ai suoi personaggi». La troupe di
Ulisse si è poi spostata a Porto Empedocle, la Vigàta natìa che ispirò
Camilleri. Nella Salita Chiesa, in cima alla scalinata sulla quale sono dipinti
i sedici titoli tratti dalle sue opere, c’è Arianna Mortelliti, nipote dello
scrittore che nell’ultimo anno della sua vita lo ha assistito per la stesura del
testo “Autodifesa di Caino”: «È stata una giornata particolarmente emozionate –
racconta - ho parlato soprattutto del metodo di scrittura di mio nonno, come si
documentava, come amava lavorare, e come è cambiato il suo lavoro quando è
diventato cieco».
Le riprese si sono poi spostate alla villa comunale Crescente, chiamata dagli
abitanti di Porto Empedocle “villa Bianca”: «Qui ho parlato più che altro del
legame che mio nonno aveva con il suo paese – continua Mortelliti – del bar nel
corso principale, diventato un po’ il suo ufficio dove tutti lo andavano a
trovare per scattare una foto, chiedere un autografo o fare due chiacchiere. La
giornata è stata intensa e visto che dovevo andare a trovare assolutamente San
Calogero di cui mio nonno, seppure ateo, era particolarmente devoto, la troupe,
incuriosita, si è offerta di accompagnarmi, così tutti insieme siamo andati
nella piccola cappella dove si trova la statua».
Tra le testimonianze, anche quella dell’editore Antonio Sellerio che ha parlato
dell’impatto mondiale dell’opera di Camilleri. Non mancherà un tributo alla
tradizione gastronomica siciliana: la scrittrice Simonetta Agnello Hornby
racconterà agli spettatori le prelibatezze locali come cannoli, cassate e
biancomangiare.
Paola Pottino
Agenzia CULT, 31.1.2025
Risorse per la cultura
MiC, da Paolo VI a Camilleri: un mln di euro a Comitati ed Edizioni nazionali
Operativo il decreto ministeriale che assegna le risorse per celebrare gli
anniversari: 40mila euro per omaggiare don Oreste Benzi, 25mila per gli scritti
di Paolo VI, 20mila per il centenario di Camilleri, 15mila per la
digitalizzazione dei documenti di Ugo La Malfa
Pubblicato il decreto del ministero della Cultura che istituisce e rifinanzia i
Comitati nazionali e le Edizioni nazionali per l’anno 2024. […]
Per celebrar el centenari del naixement d’Andrea Camilleri, un autor molt
estimat a Catalunya, proposem un club de lectura de tres sessions dedicat a
explorar algunes de les seves obres més representatives. Moderat per l’escriptora
Raquel Gámez Serrano, aquest cicle especial ens permetrà submergir-nos en
l’univers del comissari Montalbano, el seu personatge més emblemàtic, i conèixer
les altres sèries de l’autor, tot descobrint les trames, l’humor i el retrat
constant de la societat siciliana que van fer de Camilleri un referent
indiscutible de la narrativa contemporània i l’autor més llegit d’Itàlia. Calendari
de lectures Dijous,
13 de febrer, a les 18.30 hores
Km 123,
d’Andrea Camilleri.
Amb la presència de Pau Vidal, el traductor de Km 123 i de més de trenta
obres d’Andrea Camilleri al català. Dijous,
13 de març, a les 18.30 hores
La ópera de Vigàta,
d’Andrea Camilleri. Dijous 10
d’abril, a les 18.30 hores
La veu del violí,
d’Andrea Camilleri. Públic :
Adults On es fa :
Biblioteca Canyelles - M. Àngels Rivas Conducció: Raquel Gámez
Serrano és escriptora de novel·la i assaig. Amb No diguis res va guanyar
el premi a la millor novel·la a València Negra 2019 i amb Malabèstia, el
premi Ferran Canyameres 2022. És l’autora de l’activitat “Assassinat de cambra”,
al MNAC, i la directora del festival CREIXELL.CRIMS. Modalitat:
Presencial Data d'inici:
13 de febrer
de 2025 Horari Dia: Dijous
Hora: 18.30 h
Amb la col·laboració:
Festival BCNegra