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RASSEGNA STAMPA

GENNAIO 2025

 

Adriana Pannitteri, 1.1.2025
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#camillerisono #tg2dossier vi aspetto domenica 5 gennaio ore 18..Rai2 .un documentario esclusivo sulla vita del grande maestro con la sua famiglia #andreacamilleri
 
 

Panorama, 1.1.2025
Lifestyle
Nel 2025 festeggeremo la neve, Rimmel, Boccaccio e Montalbano
È sempre bene iniziare l’anno appuntandosi in agenda quali saranno gli anniversari e le ricorrenze che si incontreranno. E il 2025 dà modo di celebrare la letteratura, la musica d’autore e qualche momento speciale che fa piacere ricordare

[…]
La cifra tonda tocca ad Andrea Camilleri, di cui nel 2025 si festeggerà il centenario della nascita. Camilleri non rientra nei canoni della letteratura, anche perché ha scritto romanzi di quel genere, il giallo, che da quando è nato è stato ed è tutt’ora al centro di discussioni circa la sua appartenenza alla scrittura più nobile. Ciononostante, la fama di Camilleri è nazionale e i suoi personaggi – il commissario Montalbano in testa - sono stati un caso narrativo e televisivo per qualità e audience, perciò non si può ignorare questo galantuomo siciliano che, negli ultimi trent’anni, ha guidato le classifiche di vendita, ha salvato più volte i dati di ascolto della RAI e ha scritto tanto e bene. Letteratura di consumo, certamente, ma anche di buona qualità.
[…]
Marcello Bramati
 
 

Non è un Paese per Giovani, 2.1.2025
Con Massimo Cervelli e Tommaso Labate. Regia di Savino Bonito. A cura di Daria Ragazzini
Cliccare qui per ascoltare la puntata

Dal minuto 1:01:25 Adriana Pannitteri presenta il suo documentario su Andrea Camilleri Camilleri sono..., in onda su TG2 Dossier domenica 5 gennaio 2025.
 
 

Adriana Pannitteri, 2.1.2025
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Un appuntamento speciale da non perdere: domenica 5 gennaio alle ore 18.00 su Rai Due andrà in onda il documentario dedicato al grande Andrea Camilleri “Camilleri sono”, un progetto che ho voluto e realizzato con profonda passione.
Un viaggio emozionante nella vita e nell’arte di uno degli autori più amati di sempre.
Vi aspetto!
 
 

Rai Ufficio Stampa, 2.1.2025
Rai2 05 gen 2025, 18:00
Tg2 Dossier presenta: "Camilleri sono…"
Un omaggio al grande scrittore siciliano, nel centenario della nascita

Sarà interamente dedicato ad Andrea Camilleri, nel centenario della nascita, il Tg2 Dossier, curato da Francesco Vitale e firmato da Adriana Pannitteri, in onda domenica 5 gennaio alle 18.00 su Rai 2 dal titolo “Camilleri sono…”.
Intellettuale acuto e ironico, scrittore italiano tra i più venduti nel mondo, che con il suo Montalbano ha conquistato persino i giapponesi, Camilleri viene ricordato nel reportage con documenti inediti e testimonianze esclusive, come quelle della figlia Andreina, dei nipoti Alessandra, Arianna, Silvia e Francesco e dei suoi ex allievi dell’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico. Tra questi, Sergio Rubini, uno degli ultimi a incontrarlo prima della morte e Rocco Mortelliti, regista de “La strategia della maschera”, in cui recitò lo stesso Camilleri. Il Tg2 Dossier di domenica sarà anche un viaggio attraverso i luoghi del cuore dello scrittore: la Sicilia e Porto Empedocle - dove era nato e cresciuto - e la casa di Bagnolo in Toscana, dove dagli anni ’60 trascorse buona parte delle sue vacanze estive. Infine, le immagini amatoriali sulla costruzione del “Fondo Camilleri”, un gigantesco archivio destinato a custodire tutto il suo lavoro e la sua memoria, sorto a Roma nei pressi della sede Rai di via Asiago.

 
 

WMagazín, 2.1.2025
2025: aniversarios de escritores y libros clave: de los 250 del natalicio de Jane Austen a los 1900 años del Nuevo Testamento y el siglo de ‘El gran Gatsby’, ‘El proceso’ y ‘La señora Dalloway’
Este es un año de efemérides grandes autores: Hans Christian Andersen, Rilke, Mann, Antonio Machado, Mishima, Ana María Matute, Carmen Martín Gaite y Hannah Arendt. Una mirada de WMagazín, con la colaboración de Endesa

[…]
Cien años del nacimiento, en 1925, de varios autores:
[…]
Andrea Camilleri (Sicilia, Italia, 6 de septiembre de 1925 – Roma, 17 de julio de 2019) fue novelista italiano muy conocido por su serie protagonizada por el Comisario Montalbano, que consta de 34 títulos, publicados entre 1994 y 2022, y cuyas dos últimas novelas son póstumas.
[…]
Olga S. Perdomo
 
 

Adriana Pannitteri, 3.1.2025
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E oggi abbiamo anche Alessandra Mortelliti attrice e nipote di #andreacamilleri tra le protagoniste di #camillerisono che arriva in TV il 5 gennaio ore 18 Raidue.
 
 

Enna Press, 4.1.2025
On Fabio Venezia: Anche la Sicilia celebrerà il centenario della nascita di Andrea Camilleri (1925-2025)

Grazie a un’apposita norma presentata dal gruppo parlamentare del PD e approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana anche la Sicilia renderà omaggio ad Andrea Camilleri nel centenario della sua nascita. Scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo, è stato uno degli intellettuali italiani più importanti dell’ultimo secolo. Con la sua vasta produzione letteraria dal carattere fortemente civile ha contribuito a far conoscere al grande pubblico (anche televisivo) aspetti e vicende della Sicilia contemporanea. Attraverso lo stanziamento di 100 mila euro, l’Assessorato regionale dei beni culturali, d’intesa con il Fondo Camilleri, costituito dalla famiglia per tutelare la sua eredità culturale, organizzerà nel corso del 2025 una serie di iniziative ed eventi per celebrare Camilleri e per promuovere la conoscenza della sua opera di scrittore, autore teatrale e radiofonico, regista e intellettuale. Un’iniziativa doverosa nei confronti di uno dei figli più illustri della nostra terra.
Riccardo
 
 

Teatro Comunale Rossella Falk, 4.1.2025
La prima indagine di Montalbano

Sabato 4 gennaio alle ore 18, La prima indagine di Montalbano, di Andrea Camilleri, con Massimo Venturiello, mandolino-chitarra Emanuele Buzi, mandolino-mandola-chitarra Valdimiro Buzi. “L’idea di portare per la prima volta in teatro il commissario più famoso della narrativa contemporanea italiana è nata in seguito allo straordinario successo che hanno ottenuto gli audiolibri, recentemente pubblicati in Rete dalla Storytel, che io stesso ho avuto il privilegio di interpretare. La lingua inventata dal Maestro, carica di musicalità, arriva nella sua interezza a chiunque, la parola diventa immagine ammaliante, la trama inchioda e non consente distrazione alcuna. Ho pertanto sentito la naturale esigenza di proseguire il percorso iniziato allestendo un Reading teatrale su “La prima indagine di Montalbano”. Qui prendono vita i personaggi dei successivi numerosi romanzi che hanno conquistato l’interesse di milioni di lettori. Nasce soprattutto il commissario Montalbano, certamente ancora ignaro del luminoso destino che il genio del grande Camilleri gli stava riservando.” (Massimo Venturiello).
BIGLIETTI:
Platea: intero € 20,00 + € 2,00 prev. – ridotto € 18,00  + € 2,00 prev.
Gradinata: intero € 18,00 + € 2,00 prev. – ridotto € 16,00 + € 2,00 prev.

Acquisto biglietti dal 9 dicembre
PREVENDITA:
Infopoint
Barriera San Giusto, Sala Capitolare degli Agostiniani.
Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18.

BOTTEGHINO:
Il botteghino sarà aperto un’ora prima degli spettacoli.
Teatro Comunale Rossella Falk
Piazza Cavour, 16, 01016 Tarquinia VT

I biglietti saranno anche acquistabili sul sito di Archeoares al seguente link https://shorturl.at/A4re8
INFO:
0766.849282 – turismotarquinia@gmail.com
Il botteghino del teatro sarà aperto 1 ora prima dello spettacolo

 
 

il Giornale, 4.1.2025
Letteratura
Senza un accendino lo scrittore va in fumo
A Milano scatta il divieto verso il tabacco ma il vizio e la creatività vanno a braccetto

Che rapporto esiste tra tabacco e letteratura?
[…]
E sono tantissimi i letterati che al fumo hanno dedicato romanzi, poesie, aforismi. Si passa dall'esordio di Andrea Camilleri, quasi completamente ignorato, nel 1984 con Un filo di fumo (Garzanti) a una Milano raccontata senza filtro a Luciano Bianciardi.
[In realtà non solo “Un filo di fumo” non è l’esordio letterario di Andrea Camilleri, ma soprattutto il titolo non è riferito al fumo del tabacco, bensì a quello emesso da una nave a vapore, NdCFC]
[…]
Gian Paolo Serino
 
 

Tg2 Dossier, 5.1.2025
Camilleri sono...

Intellettuale acuto e ironico, scrittore italiano tra i più venduti nel mondo, che con il suo Montalbano ha conquistato persino i giapponesi, Camilleri viene ricordato nel reportage con documenti inediti e testimonianze esclusive, come quelle della figlia Andreina, dei nipoti Alessandra, Arianna, Silvia e Francesco e dei suoi ex allievi dell'Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico. Tra questi, Sergio Rubini, uno degli ultimi a incontrarlo prima della morte e Rocco Mortelliti, regista de " La strategia della maschera", in cui recitò lo stesso Camilleri. Un omaggio al grande scrittore siciliano, nel centenario della nascita, attraverso i luoghi del cuore dello scrittore: la Sicilia e Porto Empedocle - dove era nato e cresciuto - e la casa di Bagnolo in Toscana, dove dagli anni '60 trascorse buona parte delle sue vacanze estive. Infine, le immagini amatoriali sulla costruzione del "Fondo Camilleri", un gigantesco archivio destinato a custodire tutto il suo lavoro e la sua memoria, sorto a Roma nei pressi della sede Rai di via Asiago.
di Adriana Pannitteri, a cura di Francesco Vitale
 
 

Macitynet, 5.1.2025
I migliori libri su Agrigento, capitale della cultura italiana 2025

Una rapida introduzione: la capitale italiana della cultura è una città designata ogni anno dal Ministero della cultura e scelta da una commissione di sette esperti nominata dallo stesso ministero che, per il periodo di un anno, ha la possibilità di mettere in mostra la sua vita e il suo sviluppo culturale. Nel tempo abbiamo raccontato la storia attraverso i libri di Bergamo e Brescia e di Pesaro. Il 2025 si apre con una nuova città capitale della cultura italiana: Agrigento, la perla della Sicilia.
[…]
Il ladro di merendine
E infine lui, il grande maestro, secondo fuori sacco di questa lista dei migliori di Macity: Andrea Camilleri con il commissario Montalbano. Una cosa importante: mentre Camilleri si è ispirato ad Agrigento e Porto Empedocle (la sua città natale) per creare i luoghi immaginari di Montelusa e Vigata nei suoi romanzi, la serie televisiva è stata poi girata principalmente nella provincia di Ragusa. Questo crea una sorta di “tripla Sicilia di Montalbano”, con i luoghi originali veri, i luoghi dei libri nell’area di Agrigento e le location della serie TV nel sud-est della Sicilia.
Andiamo alle origini. Terzo giallo di Camilleri che vede come protagonista Salvo Montalbano, il commissario di stanza a Vigàta, l’immaginaria cittadina siciliana. Questa volta il commissario, sospetta l’esistenza di un collegamento tra due morti violente: quella di un tunisino imbarcato su di un peschereccio di Mazara del Vallo e quella di un commerciante di Vigàta accoltellato dentro un ascensore. Per Camilleri la Sicilia di oggi è fonte continua di ispirazione e scoperta, di intrecci di romanzo poliziesco e di osservazione su di un costume magari inquietante ma certamente non statico, che gli suggerisce un linguaggio, una parlata mai banale né risaputa.
Antonio Dini
 
 

Salvatore Parlagreco, 6.1.2025
Da Pirandello a Camilleri, lo scenario resta la Sicilia, che parla al mondo

Andrea Camilleri non è né rozzo, né superficiale, è figlio del suo tempo. Questi aggettivi gli sono stati affibbiati, a mio avviso con leggerezza, da uno scrittore siciliano, che mi è amico. Ho manifestato perciò il mio dissenso in una chat, ricordando che Camilleri ha inventato una lingua, ha fatto amare la Sicilia, stuprata dai siciliani e non. Ha svelato il rapporto tra potere, giustizia e corruzione: un grande scrittore civile, del quale si leggerà a lungo in futuro. Luigi Pirandello, suggerito dal mio amico come un marziano rispetto a Camilleri, alfine di sottolinearne la pochezza, lo giudico un genio nel tempo dei geni, come Dostoevskij e Musil. Condivide con loro il ritratto spietato della condizione umana: l’analisi profonda dell’interiorità umana, la disgregazione dei valori tradizionali, il conflitto tra razionalità e caos e tra individualità e società, le ambiguità morali e psicologiche, esplorando verità esistenziali oltre le convenzioni, l’ipocrisia e i dogmi sociali con i personaggi in bilico tra molteplici identità. Andrea Camilleri rappresenta la cultura siciliana attraverso la lingua e i costumi, le storie radicate nel territorio. Come Pirandello, è figlio del suo tempo: il nostro, rozzo e superficiale.
Andrea Camilleri, lungi dall’essere rozzo o superficiale, incarna una delle voci più autentiche e consapevoli della letteratura italiana contemporanea. La sua opera rappresenta una sintesi straordinaria tra tradizione e innovazione, tra l’affresco della realtà siciliana e una visione universale dei conflitti umani. L’idea stessa di rozzezza appare infondata di fronte alla complessità della lingua camilleriana: una koinè unica, forgiata con maestria dall’autore, che mescola italiano, siciliano e termini arcaici, non per semplice esotismo, ma per scolpire un linguaggio narrativo che dialoga direttamente con le radici culturali e identitarie della sua terra.
Questa lingua “inventata” da Camilleri è, in realtà, un atto di ribellione e di conservazione insieme: ribellione contro l’omologazione culturale e linguistica del nostro tempo, conservazione di un’eredità culturale altrimenti destinata all’oblio. Con il commissario Montalbano, Camilleri non solo ha dato voce a una Sicilia sospesa tra modernità e arcaicità, ma ha costruito un personaggio che, nella sua umanità fragile e irriverente, rappresenta un’intera nazione in bilico tra corruzione e speranza, potere e giustizia.
Pirandello, come sottolineato, esplora i labirinti dell’anima e della psiche, ma Camilleri non è da meno nel tracciare i confini del vivere civile e della responsabilità collettiva. In romanzi come Il birraio di Preston o La concessione del telefono, l’autore smaschera con ironia mordace i meccanismi del potere, le ambiguità della giustizia e il grottesco che si annida nella banalità del male.
Se Pirandello tratteggia le contraddizioni dell’identità umana attraverso l’introspezione, Camilleri lo fa attraverso il racconto corale di una società che specchia sé stessa nella sua narrativa. La presunta superficialità attribuita al nostro tempo, che Camilleri rispecchia con le sue storie, non deve ingannare. È proprio in questo tempo “rozzo e superficiale” che si annida il bisogno di una letteratura capace di rivelare, con uno sguardo lucido e disincantato, le fragilità e le grandezze dell’umano. Camilleri, come ogni grande scrittore civile, ha saputo raccontare il suo mondo con verità, trasformandolo in specchio per ogni epoca. Egli non si limita a rappresentare la Sicilia: la reinventa, la dona al lettore come metafora universale.
Scriveva lo stesso Camilleri: «Scrivere è un modo per parlare al buio». Un buio che egli ha rischiarato con la sua narrativa, rendendo la sua opera un faro per il futuro, proprio come Pirandello e altri giganti del passato hanno illuminato il loro tempo. Il confronto non deve annullare le differenze, ma esaltare il comune intento: fare della letteratura un’indagine sull’uomo, sul potere e sulla verità.
 
 

AgrigentoNotizie, 6.1.2025
Il lutto / Raffadali
E' morto Enzo Alessi, maschera pirandelliana in "Kaos" e operatore culturale
Amico e collaboratore di Andrea Camilleri, è stato un faro del teatro, della scrittura e delle arti nell'Agrigentino e non solo

Una vita dedicata al teatro, alla scrittura, alla poesia. Una vita dedicata alla cultura. Si è spento oggi al San Giovanni di Dio dove era ricoverato da alcune settimane il professore Enzo Alessi, 80 anni compiuti a inizio dicembre.
Attore, regista, giornalista, scrittore, amante della cultura in ogni sua sfumatura, da anni si spendeva in questa provincia per sostenere l'arte. Tra le sue tante prove di recitazione si ricorda certamente Kaos dei fratelli Taviani. E' stato fino all'ultimo un animatore culturale: fondatore del premio "Alessio Di Giovanni", ha insegnato teatro e ha dato supporto e sostegno alle iniziative del territorio. Fu, tra le altre cose, fondatore del Gruppo Teatro Empedocle negli anni '80 e fu per anni amico e collaboratore di Andrea Camilleri.
[…]
 
 

La Stampa (ed. di Alessandria), 7.1.2025
Il ritratto di Musso per i 100 anni di Camilleri

Il 6 settembre avrebbe compiuto cento anni. La promo per il documentario di Rai Due per il centenario dalla nascita di Andrea Camilleri in onda domenica scorsa si apriva con il ritratto che gli aveva fatto l'illustratore alessandrino Andrea Musso. «Faccio parte del Camilleri Fans Club - dice -. Per i suoi ottant’anni andai a cena con lui con tutto il gruppo e gli consegnai questo regalo illustrato».
S. PR.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 7.1.2025
“Caro Montalbano, ho rapito la tua Livia per ricattare Camilleri”
Via al centenario dello scrittore: pubblichiamo una lettera al commissario inedita in Italia e apparsa in Francia in una raccolta del 2017

Egregio commissario Montalbano,
questa è una lettera anonima. Anche con il suo fiuto leggendario non riuscirà a identificarmi. So che legge molto, si diverte anche a seguire i suoi emuli, ma difficilmente le sarà capitato di avere tra le mani un mio libro. Io sono rimasto nell’ombra. E il punto è proprio questo… Ma andiamo al nocciolo della questione. Accanto a me c’è la sua fidanzata Livia. Sta dormendo. Non pensi male: l’ho soltanto narcotizzata. Sì, rapita, ecco. Non si agiti: sta bene e presto, se seguirà le mie istruzioni, la potrà riabbracciare. Non è stato difficile: la ragazza non aveva motivo di diffidare, di intuire la trappola, come a lei capita con magistrale naturalezza nelle sue avventure. L’ho pedinata, seguita dentro il cinema dove ha trascorso, da sola, la serata di ieri, avvicinata per un commento garbato sul film, vincere la sua riservatezza per offrirle una cioccolata calda nel bar vicino. Pochi minuti dopo, al momento del commiato, il narcotico ha cominciato a far effetto, e a quel punto è stato un gioco da ragazzi farla salire nella mia auto e condurla qui, nel mio rifugio, dove ancora non si è risvegliata. La vedesse in questo momento: sembra un angioletto. È un’anima candida, lo sa bene. E molto, molto, paziente. Ogni tanto si arrabbia, le fa le scenate, ma chi, come Livia, si sarebbe bevuta la storia che i suoi tradimenti ormai non tanto sporadici sono solo frutto della fantasia del suo Maestro e gran celebratore, il sommo Camilleri, e quindi innocenti bugie letterarie? Chi, come Livia, si sarebbe fatta prendere per il culo per anni con promesse e progetti che lei, commissario, diciamocelo pure con franchezza, non ha mai avuto la vera intenzione di onorare? La sto prendendo alla larga, lo so… Il fatto è che non riesco a dominare la mia agitazione, il desiderio di rivalsa nei suoi confronti, la mia… invidia. Sì, invidia. Lei si starà chiedendo se sono un maniaco o un semplice criminale. No, mi creda. Sono soltanto uno scrittore sconosciuto. Anonimo, appunto. La seguo sin dai suoi primi passi, quando ancora non era famoso e osannato come adesso. Ho mandato giù a memoria tutte le sue gesta, studiato parola per parola i suoi dialoghi, analizzato i suoi comportamenti, perfino fatto un elenco dettagliato dei suoi cibi preferiti, delle sue fisime, dei suoi capi d’abbigliamento. Ho cercato di passare al microscopio i suoi ragionamenti, le sue investigazioni. Mi sono spinto perfino a fare un viaggio nei luoghi in cui vive e agisce, quelli reali e quelli che invece hanno fatto da set per la tv. E invece, io… Non che volessi la luna, sia chiaro. Ma dopo tanto lavoro, tanti tentativi di conquistare un modesto riconoscimento, un pugno di lettori, ottenere un piccolo boom di vendite magari in una libreria di quartiere, guadagnare un passaggio televisivo tra una vendita di materassi e un film porno… Nulla. Un pugno di mosche. La frustrazione assoluta. E mi sono allora chiesto: ma è tutto merito suo, commissario? È davvero lei così perfetto, impeccabile, simpatico, coraggioso, seduttore? Eh, no, Montalbano, diciamocelo chiaramente. Tutti i meriti sono del suo Maestro, del sommo Camilleri. È lui che le suggerisce le storie nelle quali infilarsi, è lui che la manovra e decide ogni cosa della sua vita. C’è da chiedersi perché, fra tanti, abbia scelto proprio lei… ma ormai è inutile porsi questi interrogativi retorici… Torniamo a noi e al punto da cui eravamo partiti: la sua Livia. Sono arrivato alla determinazione estrema, al tutto per tutto. Il gioco è semplice: ogni rapimento chiama un riscatto. E il mio è questo: voglio che lei costringa Camilleri e regalarmi una storia, un libro. Anche un suo scarto, per carità, anche un’idea gettata nel cestino. Sarà sufficiente per farmi provare almeno una volta l’ebbrezza, il sogno che inseguo. Mi faccia avere il manoscritto, le farò sapere in che modo, e la sua Livia tornerà libera… mi scusi, adesso devo lasciarla, mi sa che la ragazza si sta risvegliando e sussurra un nome… certo, il suo…
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Caro Salvo,
sono passate due settimane da quando ho interrotto la mia lettera. E tante cose sono nel frattempo accadute. Tu, sì ti do del tu, avrai smosso mari e monti, setacciato ogni angolo d’Italia per rintracciare la tua fidanzata scomparsa. E avrai naturalmente chiesto aiuto al tuo Maestro. Ma stavolta neanche il sommo Camilleri ha potuto trovarti la soluzione: come riuscire a rintracciare un signor nessuno, uno scrittore del tutto anonimo? Ecco, non c’è più motivo di preoccuparsi. Il riscatto è caduto, tranquillo, non pretendo più nulla. Perché, ti chiedi? Livia, te lo farà sapere presto lei stessa, non è più un ostaggio, ma una donna che ha scelto liberamente di restare qui. Non sporgerà alcuna denuncia. Ci siamo innamorati, caro Salvo, questa la semplice, dirompente verità. Come mai, ti chiedi, la tua Livia si è potuta innamorare di uno scrittore fallito e voltare le spalle al successo, al suo commissario in vetta alle vendite e ai record d’ascolto? Interrogati, troverai una risposta. Livia ha finalmente trovato amore e comprensione. E ha anche detto, dopo aver dato un’occhiata ai miei libri, che non mi trova male neanche come scrittore. Mi basta questo. Goditi i tuoi successi. Te ne auguro ancora tanti, davvero, senza più invidia. Adesso mi sento liberato e felice. Solo un tarlo mi rode ancora: e se con questa scelta ti avessi reso invece un grosso favore?
Gian Mauro Costa
 
 

Il Telegrafo, 8.1.2025
Settant’anni in scena, lo speciale traguardo del “Piccolo Teatro”
La storica Compagnia si appresta a celebrare un compleanno importante. Tante le iniziative in programma, le tradizioni cittadine da sempre al centro
La Compagnia è stata ideata nel secondo Dopoguerra per aiutare la ricostruzione

Livorno, città dei teatri per eccellenza vista nelle epoche scorse la grande fioritura culturale di settore, è pronta a festeggiare un compleanno speciale, quello del Piccolo Teatro Città di Livorno. Con il 2025 la compagnia spegnerà infatti settanta candeline e la memoria del processo storico cui appartiene sarà celebrata con nuove e importanti iniziative, che presto saranno rese note anche attraverso il sito www.piccoloteatrocittadilivorno.weebly.com o tramite l’omonima pagina Facebook.
[…]
Costituitasi come associazione culturale definitivamente nel febbraio del 1996, il Piccolo conta da sempre le sue stagioni teatrali a partire dagli anni 1954-55. In quel periodo, presso i locali di via del Platano 6, sede livornese della Compagnia di Gesù, erano già state rappresentate opere memorabili come “Aiuola bruciata“ di Ugo Betti nel 1955 per la regia di Mario Paoloni e, l’anno successivo “Assassinio nella Cattedrale“, di Thomas Stern Eliott, per la regia di un giovane Andrea Camilleri, allievo di Orazio Costa, il cui destino dai molti successi come scrittore è ben noto al pubblico.
[…]
D.M.
 
 

Museo Nino Cordio, 9.1.2025
Voci su tela – Viaggio nell’arte e nel mondo di Nino Cordio
Omaggio a Nino Cordio
di Andrea Camilleri
Legge Andrea Tidona

Sono felice di presentarvi un episodio speciale del podcast dedicato alle opere di mio padre.
Protagonista in voce di questa puntata è Andrea Tidona, che dona vita alle riflessioni e agli scritti di Camilleri, immergendoci in un racconto intenso e poetico dedicato all'arte di mio padre. Un viaggio emozionante tra colori, forme e ispirazioni, raccontato con una profondità unica.
Buon ascolto e grazie di cuore per essere parte di questo percorso!
Ascolta l'episodio su Spotify: https://open.spotify.com/episode/2y33kA4H5sX9Ytf7RFThjl...
Francesco Cordio
 
 

Splendida cornice, 9.1.2025

Lorenzo Mattotti ha presentato in anteprima una copertina della collana dedicata dalla Casa Editrice Sellerio ad Andrea Camilleri in occasione del Centerario della nascita.
Per vedere l'intervista cliccare qui o sull'immagine sopra e andare al minuto 1:22:50.
 
 

La Confessione, 11.1.2025
Peter Gomez fa "confessare" personaggi di spicco del mondo della politica, del giornalismo e dello spettacolo.
Carlo Lucarelli svela i segreti per scrivere un giallo perfetto

Carlo Lucarelli, celebre autore di romanzi noir e noto conduttore televisivo, guida il pubblico alla scoperta dei segreti del mestiere di scrittore, parlando prima dell'incontro e dell'amicizia con Andrea Camilleri e poi illustra le regole fondamentali per creare un giallo di successo.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 12.1.2025
I racconti del caffè nel pomeriggio, i bagni alla Scala dei turchi e la memoria solida
Arianna Mortelliti: “Mio nonno Camilleri. Sono stata i suoi occhi per l'ultimo testo”
La nipote dello scrittore ha istituito un premio letterario per il centenario e ricorda il lavoro assieme per il suo ultimo testo


Arianna Mortelliti con Andrea Camilleri

Il giorno della settimana che preferiva da bambina era il sabato, quando ad attenderla all’uscita della scuola c’era suo nonno con una lattina di Coca cola e un pacchetto di patatine tra le mani: prelibatezze solitamente vietate dai genitori. Quel signore, all’angolo della strada, era Andrea Camilleri che con sua nipote Arianna Mortelliti, 37 anni, insegnante e scrittrice, poco prima di morire, quando ormai era cieco, ha lavorato fianco a fianco alla stesura di “Autodifesa di Caino”. Per il centenario della nascita di Camilleri, la scrittrice ha ideato un premio alla sua memoria, dedicato ai nuovi narratori di ogni età.
Quali sono stati i momenti speciali trascorsi con suo nonno?
«Ricordo che dopo pranzo lui faceva sempre il riposino pomeridiano e alle 4 voleva che gli portassi il caffè a letto. Era un momento unico perché mentre io assaporavo lo zucchero lasciato nel fondo della tazzina, lui iniziava a raccontarmi delle storie».
Quali storie?
«Storie fantastiche con gnomi e folletti che poi lasciava a me il compito di completare. Era il nostro gioco preferito».
Che ricordi ha delle vacanze con la famiglia?
«Le nostre vacanze si dividevano tra Porto Empedocle e Bagnolo che si trova alle pendici del monte Amiata, in Toscana».
Cosa c’entra la montagna con Andrea Camilleri e con l’idea che siamo fatti della sua Vigata?
«Sembra un luogo che poco ha a che vedere con un siciliano amante del mare, ma in realtà i miei nonni, quando mia madre era piccola, si sono innamorati di questo posto meraviglioso e qui hanno deciso di costruire la loro casa».
E Porto Empedocle?
«A Porto Empedocle ho capito quanto mio nonno fosse famoso. Ricordo che un giorno, al bar dove lui solitamente andava, si era formata una fila di gente che lo aspettava per scattare una foto o scambiare due chiacchiere. Fu allora che mi resi conto di quanto fosse amato da tutti».
Lei ha imparato a nuotare alla Scala dei turchi proprio grazie lui. È così?
«C’è una foto che ho ritrovato e che a mio parere rappresenta il nostro rapporto. Seppure fossimo a distanza, nell’immagine si vede che mi guarda senza perdermi di vista. Non era per niente ansioso o invadente, ma mi proteggeva lasciandomi libera di fare tutto. Nella foto sembra dirmi: “levati i braccioli, che io sono qui”».
Un giorno al risveglio, trovò suo nonno intento a parlare con un piccione. Che gli diceva?
«Lui aveva la capacità di fare amicizia con tutti gli animali, gatti randagi, cani e uccelli. Questo piccione entrava tutte le mattine a casa, mio nonno gli dava da mangiare e il piccione ascoltava attentamente la storia che stava scrivendo. Anche la mia cagnolina Lara era incantata dalla sua voce».
Lei ha passato più di un anno a contatto con suo nonno, divenuto cieco, per lavorare alla stesura dell’ultimo testo, “Autodifesa di Caino”. Come è andata?
«È stato un lavoro che ho seguito dall’inizio alla fine con immenso piacere. Lui voleva scrivere quest’opera per rappresentarla in teatro, abbiamo fatto una ricerca accurata, ho raccolto tantissimi documenti che gli leggevo, perché ormai non vedeva più. In una cartella del pc voleva che scrivessi le cose più interessanti. Quando poi siamo arrivati al punto di cominciare la stesura, la cosa incredibile è che non ho dovuto più aprire quella cartella perché si ricordava tutto, aveva memorizzato qualsiasi cosa e mentre io leggevo, scandiva il tempo con le dita. Avendo lavorato per tanto tempo in teatro, la musicalità delle parole per lui era importantissima».
La rottura del femore lo costrinse a fermare il lavoro?
«Non direi. In ospedale recitava l’opera ad alta voce ai medici, infermieri e fisioterapisti, così non l’avrebbe dimenticata».
Suo nonno ha scritto: «Nel deserto del mio paradiso c’è posto solo per San Calogero». Ma non era ateo?
«Lui è nato proprio il giorno della processione mentre la statua di San Calogero usciva dalla chiesa madre. Era legatissimo a San Calogero anche perché è un santo simbolo di inclusione e di amore verso gli ultimi».
Anche lei è legata al santo?
«Si, molto. Nella mia libreria ho due santini di San Calogero e quando arrivo a Porto Empedocle vado sempre a salutarlo nella cappella, perché altrimenti si potrebbe arrabbiare. Ma questo fa parte della fantasia di mio nonno».
Camilleri ha iniziato a scrivere poesie quando aveva soltanto 14 anni…
«Sì e già all’epoca rilegava le sue poesie nei quaderni. Nell’archivio abbiamo trovato moltissimi testi conservati con cura. Ho ancora vivida l’immagine di mio nonno seduto alla scrivania che ritagliava ogni articolo che lo riguardava con data e nome del giornale».
Con sua moglie Rosetta si sono amati molto. È così?
«Si sono amati moltissimo e quando scriveva qualcosa, era lei la prima a leggere i suoi lavori. Il segreto del loro amore era basato sul dialogo e sullo scambio di idee».
Per il centenario della nascita di Camilleri, lei ha istituito un premio per i nuovi narratori rivolto ad autori e autrici di racconti brevi, radiodrammi, poesie e favole per bambini. Come funziona?
«Ogni categoria è suddivisa in due sezioni: in quella ‘Chiù picca di sissanta’ che include tutti coloro che hanno meno di sessant’anni e la sezione ‘Chiù assà di sissanta’ che include tutti coloro che hanno da 60 anni in poi, proprio perché mio nonno ha raggiunto la fama in tarda età».
Lei è autrice di due romanzi, l’ultimo dei quali si chiama “Quel fazzoletto color melanzana”, pubblicato l’anno scorso. Quando ha sentito il desiderio di scrivere?
«Sono nata in una famiglia in cui leggere era visto come un rifugio senza cui non si può vivere. L’idea di scrivere è stata sempre un tarlo che però tenevo per me e che è maturata soltanto dopo la morte di mio nonno. Un giorno ho pensato: “bene nonno, io ho aiutato te e adesso è venuto il momento in cui sei tu a doverlo fare”. E così è successo».
Ha mai temuto paragoni insostenibili?
«Fortunatamente nessuno ha mai fatto paragoni perché ciò che scrivo è totalmente distante dalle sue opere e non ho mai tentato di avvicinarmi alla sua dimensione, quindi ogni paragone sarebbe fuori luogo».
Cosa le ha insegnato suo nonno?
«Nella scrittura, a sviluppare la fantasia, a buttare giù le idee così come vengono, per poi fare ordine. Nella vita invece mi ha insegnato l’empatia, l’importanza di provare a mettersi nei panni degli altri, cercare di capire sempre le ragioni dietro le azioni umane».
Paola Pottino
 
 

La Stampa, 12.1.2025
Quando il cibo e la cucina erano poesia, la lezione da custodire dei grandi scrittori
Negli ultimi anni la tavola è diventata un argomento abusato e spettacolarizzato. Bisogna riscoprire Camilleri, Soldati, Veronelli e il valore antropologico del loro insegnamento

Il cibo e la cucina sono patrimoni di tutti.
Tuttavia, risulta evidente che, dal punto di vista mediatico, negli ultimi anni siano diventati argomenti fin troppo invasivi e spettacolarizzati. Per riscovare i veri valori di queste importanti tematiche, ha senso pensare a come, nell’ultima parte del secolo passato, questi temi venissero trattati da intellettuali straordinari. Personaggi che, come pochi altri, hanno saputo evocare il senso profondo e olistico del cibo.
Era il 1998 quando Andrea Camilleri e Manuel Vázquez Montalbán si incontrarono per la prima volta in un dibattito pubblico. In quell’occasione ebbi la fortuna di conoscere simultaneamente il creatore di Montalbano e il poeta e saggista che, con il suo alter ego romanzesco – il detective Pepe Carvalho – lo ha ispirato, al punto di dedicargli anche il nome del Commissario.
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Tornando a Camilleri, ho ben impresso il ricordo di quando nel 2006, a Roma, celebrammo insieme i 100 anni dalla nascita di Mario Soldati. Camilleri focalizzò il suo intervento sulla capacità straordinaria di una figura che è stata al contempo scrittore, giornalista, documentarista, regista e molto altro ancora. Come sostiene Aldo Grasso: «forse Soldati fu il primo grande media-man della cultura italiana? In fondo ha lasciato opere memorabili sia alla letteratura, che al cinema, che alla Tv».
[…]
Da questo encomiabile lavoro di Soldati si baserà poi tutto l’operato di un altro intellettuale del cibo che consolidò l’immagine del gastronomo, Luigi Veronelli, filosofo di sincera fede anarchica. Veronelli venne chiamato alla televisione da un dirigente Rai che è doveroso citare: il grande Folco Portinari. Oggi, fa riflettere che in quel momento la Rai aveva assunto come dipendenti personaggi come Portinari, Camilleri, ma anche Furio Colombo, Gianni Vattimo, Umberto Eco e Piero Angela. Tutti pesi massimi della cultura italiana.
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Carlo Petrini
 
 

Giornale di Brescia, 13.1.2025
«Scrivo rubando tempo allo studio...» Quando Camilleri «notiziava» la famiglia
Nel centenario della nascita la raccolta di lettere del primo periodo romano: successi e ansie del giovane accademico
Cliccare qui per l’articolo in pdf
Francesco Mannoni
 
 

La Nazione (ed. di Siena), 14.1.2025
Il ritorno dei ’Venerdì di Siena’. Ciclo di incontri culturali a Palazzo
Ogni settimana alle 17.30, dal 24 gennaio, dodici appuntamenti. Il sindaco Fabio: "Programma variegato"

Tornano i Venerdì di Siena, con un nuovo ciclo nella Sala delle Lupe di Palazzo Pubblico. La rassegna, organizzata dal Comune e Toscanalibri, con la direzione artistica di Francesco Ricci, prevede dodici incontri, dal 24 gennaio all’11 aprile.
[…]
Il 7 marzo, prendendo spunto dal centenario della nascita di Andrea Camilleri, il tema sarà ‘Il romanzo giallo’, di cui parleranno Massimiliano Bellavista e Andrea De Luca.
[…]
Riccardo Bruni
 
 

Armando De Nigris Editore, 14.1.2025
Due commissari iconici

Immagina di passeggiare per le strade di una Sicilia assolata, dove il profumo del mare si mescola a quello delle arancine appena fritte. O ancora, prova a perderti nei vicoli di una Napoli che sa di caffè e di mistero, dove ogni angolo sembra nascondere una storia da raccontare. È in questi scenari che prendono vita due delle figure più affascinanti e amate della letteratura italiana contemporanea: il Commissario Salvo Montalbano e il Commissario Ricciardi.
Montalbano e Ricciardi non sono semplici personaggi di fantasia; sono due mondi, due approcci alla vita e alla giustizia, magistralmente narrati rispettivamente da Andrea Camilleri e Maurizio De Giovanni. Entrambi hanno trovato una nuova dimora nel piccolo schermo, conquistando milioni di spettatori e trasformandosi in icone televisive. Ma come hanno fatto questi due commissari a fare il salto dalla carta alla televisione? E perché le loro storie risuonano così profondamente nel cuore del pubblico?
Nell’era della digitalizzazione, dove l’immagine spesso prevale sulla parola scritta, Montalbano e Ricciardi rappresentano un ponte tra la tradizione narrativa e la modernità visiva. Le loro avventure, pur radicate in contesti storicamente e culturalmente specifici, affrontano temi universali che parlano a ciascuno di noi. Giustizia, amore, solitudine, e la costante lotta tra bene e male: sono questi i fili conduttori che legano le loro storie e che le rendono così coinvolgenti.
Ma non si tratta solo di storie ben narrate. La trasposizione televisiva di un libro è un’arte complessa che richiede un equilibrio delicato tra rispetto per il materiale originale e adattamento alle esigenze del mezzo visivo. In questo caso, la capacità degli autori, Andrea Camilleri e Maurizio De Giovanni, di creare mondi così ricchi e dettagliati ha giocato un ruolo fondamentale. La loro fama e il loro talento hanno spianato la strada a produzioni televisive di altissima qualità, in grado di catturare l’essenza dei loro racconti.
In questo articolo, esploreremo come Montalbano e Ricciardi siano riusciti a influenzare il panorama televisivo italiano, analizzando il peso della storia, l’importanza del contesto culturale e la forza della narrazione. Scopriremo come la fama degli autori abbia contribuito al successo delle serie e come queste abbiano, a loro volta, rafforzato la loro reputazione. Infine, ci rivolgeremo ai giovani scrittori, stimolando la loro riflessione su cosa significhi oggi raccontare storie capaci di attraversare i confini dei media.
La storia è il cuore pulsante
Le storie di Montalbano e Ricciardi non sono semplici gialli. Sono narrazioni che scavano nel profondo dell’animo umano e lo fanno con una maestria che pochi riescono a eguagliare. Montalbano, con il suo spirito critico e il suo amore per la buona cucina, ci porta in una Sicilia vibrante e complessa. I romanzi di Camilleri sono un omaggio alla sua terra, narrati in un linguaggio che mescola italiano e siciliano, creando un effetto sonoro unico che la televisione ha saputo trasformare in immagini potenti.
Ricciardi, d’altro canto, si muove in una Napoli degli anni Trenta, un periodo storico carico di tensioni e cambiamenti. De Giovanni ci regala un protagonista tormentato, capace di percepire le ultime parole dei morti, un dono che è al tempo stesso una maledizione. Le storie di Ricciardi sono avvolte da un’atmosfera gotica e malinconica che la televisione ha saputo ricreare con un’accuratezza sorprendente.
In entrambi i casi, la forza delle storie risiede nella loro capacità di andare oltre il semplice intreccio poliziesco. I misteri da risolvere sono il pretesto per esplorare temi più ampi e universali, che parlano alla nostra condizione umana. La televisione, con il suo potere evocativo, riesce a trasmettere queste emozioni, amplificando l’impatto delle storie e rendendole accessibili a un pubblico ancora più vasto.
L'importanza della fama dell'autore
La fama di Andrea Camilleri e Maurizio De Giovanni ha certamente giocato un ruolo cruciale nel successo delle trasposizioni televisive dei loro commissari. Camilleri, con la sua lunga carriera e il suo stile inconfondibile, è diventato un simbolo della letteratura italiana contemporanea. Il suo nome è sinonimo di qualità e autenticità, e questo ha attirato la produzione televisiva, desiderosa di portare sullo schermo storie già amate dai lettori.
Anche Maurizio De Giovanni ha saputo costruire una solida reputazione, grazie alla profondità dei suoi personaggi e alla sua abilità nel creare atmosfere suggestive. La sua fama ha permesso di attrarre attori di grande talento e registi capaci, pronti a dare vita alle sue storie con passione e rispetto.
La notorietà degli autori non solo ha garantito un pubblico di partenza per le serie televisive, ma ha anche contribuito a mantenere alta la qualità delle produzioni. Sapere di lavorare con materiale originale di grande valore ha spinto i team creativi a dare il massimo, consapevoli della responsabilità di non deludere le aspettative degli spettatori e dei lettori.
L’affascinante viaggio di Montalbano e Ricciardi dal libro alla televisione offre molti spunti di riflessione per chi ama raccontare storie. Questi personaggi ci insegnano che una narrazione forte, radicata in un contesto culturale e storico ben definito, può travalicare i confini dei media, trovando nuove forme di espressione senza perdere la propria essenza.
Ma quali sono le sfide che un giovane scrittore deve affrontare oggi nel creare storie capaci di affascinare e coinvolgere un pubblico così vasto e diversificato?
Come si può mantenere l’autenticità della narrazione quando si passa da un medium all’altro?
E in che modo la fama può influenzare il processo creativo e il successo di una storia?
Incoraggiamo i giovani scrittori a esplorare questi interrogativi, a sperimentare con linguaggi diversi e a trovare la propria voce unica. Le storie di Montalbano e Ricciardi dimostrano che la passione per la narrazione e la cura per i dettagli possono davvero fare la differenza. E chissà, forse un giorno saranno proprio loro a vedere i loro personaggi prendere vita sul grande schermo, continuando la tradizione dei grandi narratori italiani.
Armando De Nigris
 
 

TGR Sicilia, 15.1.2025
La lingua secondo Camilleri
Tra i personaggi legati ad Agrigento Capitale della Cultura c'è lo scrittore Andrea Camilleri: abbiamo analizzato la sua figura e il suo impegno per sdoganare il dialetto con il critico letterario Salvatore Silvano Nigro

Antonella Gurrieri
 
 

Vibo Valentia, 16.1.2025
"Ti racconto Montalbano, ti racconto Camilleri"

📚 Non perdete l'omaggio ad Andrea Camilleri al Festival delle Arti V edizione MEDITERRANEO DA SCOPRIRE di Vibo Valentia al Liceo Classico Michele Morelli
Giovedì 16 gennaio
🕜 Ore 9,00
📍 Aula Magna 'Carlo Diano'
Un viaggio nelle multiformi scritture di Andrea Camilleri: letteratura, cinema, radio e teatro.
🎤 Intervengono:
- Prof Giuseppe Fabiano
- Prof.ssa Titti Preta
- Dr. Ivan Fiorillo
📖 Letture a cura di:
- Diletta Durante
- Vincenzo Carlino
Le letture saranno tratte da:
Una voce di notte
di Andrea Camilleri Sellerio Editore.
Exhibit Pittorico di Irene Borgese ' Lucy'
Vi aspettiamo per celebrare insieme il Maestro Camilleri!
#centomenouno #AndreaCamilleri #CentenarioCamilleri #omaggioacamilleri Festival Mediterraneo da scoprire
Titti Preta Direttrice artistica
 
 

Il Resto del Carlino (ed, di Reggio Emilia), 16.1.2025
"Ragazzi, investite su voi stessi. E non temete mai di sbagliare"
I maturi del 2000 incontrano i loro successori di oggi per raccontare esperienze e mondo del lavoro.

Due generazioni a confronto a Correggio. Nella mattinata di sabato, alla sala XXV Aprile, gli studenti di 5ª superiore del Liceo Corso hanno avuto come "insegnanti" per un paio d’ore coloro che li hanno preceduti sugli stessi banchi 25 anni fa, che hanno festeggiato il quarto di secolo dal loro esame di maturità raccontando loro alcuni dei percorsi professionali nell’ambito delle iniziative di orientamento verso la scelta dell’università.
[
…]
I partecipanti hanno infine ricevuto un diploma celebrativo, contenente una frase di Camilleri: "C’è tutta una letteratura sul fatto dei due vecchi compagni di scuola che si incontrano da adulti e poi uno dei due non riconosce l’altro e finge invece di ricordarsi benissimo. A me questo non è mai capitato, io mi sono sempre ricordato dei compagni di scuola, in particolare quelli del liceo, quelli che erano compagni di classe veri, quelli vicini di banco, quelli che stanno dietro, quelli sì che te li ricordi".
Damiano Reverberi
 
 

il Pozzo e il Pendolo, 17-19.1.2025
La scomparsa di Patò
di Andrea Camilleri

con Andrea De Rosa, Renato De Simone, Fabio Rossi
regia Paolo Cresta

Uno dei testi più geniali di Andrea Camilleri, da uno spunto di Leonardo Sciascia un giallo perfetto, esilarante sorprendente.
Il 21 marzo 1890 Venerdì Santo, a Vigata viene secondo tradizione messo in scena il “Mortorio” ossia la Passione di Cristo opera teatrale del cavalier D’Orioles, nella quale il ragionier Antonio Patò, specchiato impiegato della banca locale, filiale della Banca di Trinacria, si assume, già da qualche anno, la poco simpatica parte di Giuda che gli vale, durante la sua appassionata recitazione, dover ricevere insulti e minacce dagli spettatori che si immedesimano nello spettacolo religioso.
Sul grande palco, allestito in uno slargo di proprietà del marchese Simone Curtò che ha concesso anche l’uso di quattro magazzini le cui porte danno sul cortile padronale per farne dei camerini per i numerosi personaggi dello spettacolo, comincia la rappresentazione che giunge all’acme con l’invio all’inferno di Giuda-Patò, accompagnato dagli improperi degli spettatori, attraverso un’apposita botola. Alla fine della rappresentazione però Patò sembra essere scomparso. Nel suo camerino non si trovano né i suoi abiti né il costume di scena.
 
 

Il Caffè Quotidiano, 17.1.2025
Un incontro fortunato con il “maestro”

La vita è veramente bella da vivere quando ci capita di incontrare persone significative che hanno una bella e dorata anima, uomini e donne che ci lasciano un segno dentro, un ricordo indelebile che ci attraversa di tanto in tanto e che, con sospiroso incanto, ci fa esclamare: che grande fortuna ho avuto! Ho incontrato il “maestro” Andrea Camilleri.
Quando incontrai lo scrittore di Porto Empedocle, circa 21 anni fa, avevo letto qualche suo racconto e sapevo della sua fama. Mi condizionava anche il fatto che fosse uno scrittore di sinistra, a suo dire “orgogliosamente comunista!”; sicuramente, un intellettuale affermato che, negli anni ’50, aveva portato in Italia il teatro dell’assurdo, l’avanguardia del teatro contemporaneo, grande novità del panorama letterario in Europa.
In realtà, c’era qualcosa che mi spingeva nella sua direzione, un profondo desiderio di volerlo incontrare e non perché era uno scrittore ed era famoso. Qualcosa di umano, qualcosa di imponderabile e di profondamente misterioso, ciò che accade per certi incontri fortuiti e casuali, intrisi di una attesa spaesante, come nelle atmosfere rarefatte e impreviste dei gialli.
Ma cosa poteva dirmi Andrea Camilleri? Semplicemente, ero mosso da una evidente e indiscutibile empatia umana nei suoi confronti. Ero interessato all’uomo e meno allo scrittore noto e conosciuto dal grande pubblico.
Quando arrivai nel suo piccolo studio, dove ci attendeva per l’intervista, provai una grande emozione, quasi paralizzante. Era tanto emozionato da balbettare! Un incontro unico e molto singolare! E mi dicevo: “Ma come si fa a non amare un simile uomo?”.
Da subito lo chiamai “maestro”, con fare riverente e ossequioso. Non era certo Gesù di Nazareth. Ma era per me un vero maestro. Aveva qualcosa da dirmi e da insegnarmi. Ero lì per lui! La mia voce era tremante, il cuore mi batteva a mille.
Rivedendo la video intervista di quell’incontro, più volte inceppai nel discorso, come se mi fossi smarrito nella mia timida e infantile insicurezza dinanzi al canuto maestro, splendido e provato “compagno” della mia vita in quel preciso momento.
Che fortuna l’averlo incontrato! Perché tanto clamore per uno scrittore che non conoscevo personalmente ma che avevo scoperto leggendo i suoi libri? Non lo so. L’incontro confermò che già sentivo di avere conosciuto Camilleri in un’altra vita. Sapevo chi era. Mi ricordava l’attore Gino Cervi che aveva interpretato in Tv il commissario Maigret di George Simenon, lo scrittore francese che lui amava tanto.
A distanza di tanti anni, ricordo benissimo il suo volto, le sue posture fisiche, il tono della sua voce, le sue inflessioni dialettali, i suoi gesti e la mimica del suo corpo. Che fortuna, l’averlo incontrato! Sapevo di lui e sapevo delle sue idee e dei suoi sentimenti. Eravamo vicini, accomunati da un feeling sentimentale. Lo penso spesso e desidero tanto rivederlo, adesso che non c’è più e da tanti anni.
Ci sono incontri fortuiti nella vita che ti cambiano profondamente. Uno di questi è stato l’incontro con il maestro Andrea Camilleri. Un anziano uomo, un sincero compagno, uno scrittore originale, una bella persona. A lui va la mia profonda gratitudine per averlo incontrato e conosciuto. Non capita spesso!
Nel dolce ricordo di Andrea. La memoria può avere un futuro, grazie ai ricordi del passato. E noi siamo meno soli.
Tonino Calà
 
 

À la Courte Échelle, 17-18.1.2025
Les Chaussures Neuves d'Andrea Camilleri
Spectacle

Après son passage la saison dernière avec le spectacle haut en couleurs "Italie-Brésil 3 à 2", la Compagnie Odissea est de retour sur la scène de A la Courte Echelle avec "Les Chaussures Neuves" d'Andrea Camilleri, un conte truculent inscrit dans les traditions siciliennes.
Ce récit nous plonge dans la Sicile rurale et fasciste des années 1940. Comme dans la plupart de ses récits, l'histoire se passe à Vigatà, ville imaginaire du sud de l’île. On y suit les tribulations de la famille Sgargiato, pauvres paysans de pères en fils et de mères en filles, qui acquiert un âne fort utile baptisé… Mussolini !
L'aîné de la famille, grâce à son âne, réussit à s'acheter une paire de chaussures neuves qu'il n'a pas le temps d'étrenner car la guerre qui approche l’appelle et vient redistribuer les cartes.
Qui portera ces chaussures ? L’histoire avec un grand H en décidera…
À l’image des Conta et Cantastorie, pour renouer avec la simplicité des origines du théâtre et pour embarquer les spectateurs dans une autre époque, Fabien Di Liberatore et Fabrice Piazza s’emparent de cette nouvelle qu’ils entremêlent de chants traditionnels siciliens, qu’ils interprètent eux-mêmes en s’accompagnant à la guitare et à l’harmonium indien.
Texte : Andrea Camilleri
Traduction : Dominique Vittoz
Conception, adaptation, jeu et chants : Fabrice Piazza et Fabien Di Liberatore
Collaboration artistique sur les chants : Brigida Romano
Regard costumes et scènographie : Pascale Fichers
Une production de la Compagnie Odissea, avec le soutien de la Fédération Wallonie-Bruxelles et du Centre Culturel de Chênée.
Infos pratiques
DATES
Vendredi 17 janvier 2025 à 20h00
Samedi 18 janvier 2025 à 20h00

TARIF
Tarif normal: 16 €
Tarif réduit (comédiens, étudiants, demandeurs d’emploi, retraités): 13 €

RÉSERVATION
Billetterie en ligne
 
 

il Giornale, 17.1.2025
"L'eliminazione del bonus 18app si è fatta sentire molto"
Antonio Sellerio: "Al di là dei settori, il canale di vendita che soffre di più è quello delle librerie indipendenti"

[…]
Che cosa vi ha consentito di lavorare bene?
«La ricerca continua di autori, il rapporto consolidato con quelli più forti, come Manzini prima di tutto, poi Robecchi, Malvaldi, Bartlett, per citarne alcuni, con cui si costruisce un legame, e poi coerenza editoriale e omogeneità di proposta. Sulla ricerca autori, uno dei nostri grandi successi del 2024 è Storia di mia vita di Janek Gorczyka, romanzo di un clochard polacco: non un risultato ovvio. Vitale nel 2025 sarà il centenario camilleriano: 12 titoli in una nuova collana, una scommessa commerciale ma anche editoriale, per incontrare generazioni che Camilleri non lo hanno ancora letto».
[…]
Stefania Vitulli
 
 

Cosenza Channel, 17.1.2025
“Quel fazzoletto color melanzana”: Mortelliti presenta il secondo libro della sua trilogia
Doppio appuntamento sabato 18 gennaio: alle 10.30 presentazione presso la Sede della Scuola Secondaria di primo grado a Parenti; e nel pomeriggio, alle ore 17.00, presentazione aperta al pubblico presso l’Auditorium D.Cozza del Liceo Scientifico a Rogliano

“Quel fazzoletto color melanzana” è il nuovo romanzo di Arianna Mortelliti, nipote del celebre Andrea Camilleri. Una storia avvincente che rapisce il lettore in un giallo che racconta un dramma familiare.  Passato e presente si mescolano in un gioco temporale circolare, nel quale l’andirivieni di ricordi e rimorsi porterà infine alla verità. La verità di fatti atroci, nascosti dal timore e dalla parvenza di un piccolo paese di provincia. Il libro verrà presentato, sabato 18 gennaio, dalla docente Eveline Belcastro e dal delegato alla cultura e alla pubblica istruzione Antonio Simarco. Partecipano il critico letterario Alberico Guarnieri e la giornalista e docente Miriam Coccari. L’appuntamento è alle 10,00 presso la Sede della Scuola Secondaria di primo grado Parenti; e nel pomeriggio, alle ore 17.00, la presentazione aperta al pubblico si terrà presso l’Auditorium D.Cozza del Liceo Scientifico Rogliano.
Un’ occasione per parlare insieme all’autrice della famiglia, delle responsabilità morali e di quello che può essere il peso del rimorso. Un’occasione, ancora, per dialogare con Arianna Mortelliti in merito a ciò che spesso accade nelle piccole comunità: dietro l’apparente solidarietà ostentata, ben nascosto è l’irrisolto.

Memoria e affetti che coprono quasi con dolcezza un ignoto che si stenta ad accettare, ma con il quale bisogna comunque fare i conti quando si smette di fuggire.
Durante l’incontro sarà presentato anche il Premio Andrea Camilleri Nuovi Narratori, indetto dal Fondo Andrea Camilleri e organizzato e curato dalla stessa Arianna Mortelliti, in qualità di direttrice artistica.
Alessandra Bruno
 
 

Presidenza della Repubblica, 18.1.2025
Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia d’inaugurazione di Agrigento capitale italiana della cultura 2025
Agrigento, 18/01/2025 (II mandato)

[…]
Luigi Pirandello – cui questo teatro è dedicato - avrà un posto d’onore in quest’anno.
Con la sua sagacia, con la sua ironia, con le sue maschere, con la sua capacità di scavare nell’animo umano.
Nel ricordare Pirandello, ci accompagna e ci aiuta Andrea Camilleri, anch’egli figlio di queste terre.
[…]

 

Giornale di Sicilia, 18.1.2025
Intervista a Nigro, fra i più grandi studiosi di letteratura italiana e filologo: «Ha riscosso in vita più apprezzamenti oltre lo Stretto e all'estero»
Il contributo di Camilleri alla sua Sicilia
«Ha smontato stereotipi negativi e ha migliorato l'immagine dell'Isola e di tutto il Paese»
Tanti aneddoti: la telefonata dell'allora presidente Usa, Clinton, scambiata per uno scherzo

«La Sicilia dovrebbe essere molto grata a Camilleri che con i suoi libri e le fiction tratte dai suoi romanzi ha contribuito a cambiare l’immagine dell’Isola nel mondo. Non solo ha decostruito stereotipi negativi sulla Sicilia ma ne ha fatto conoscere molti altri volti positivi, e ha aiutato a migliorare l’immagine dell'Italia sul piano internazionale con la sua creazione narrativa. Meriterebbe un’attenzione maggiore nell’Isola e grandi riconoscimenti pubblici. Ha riscosso in vita più apprezzamenti nel resto d’Italia ed all'estero che nella sua Sicilia».
Il professore Salvatore Silvano Nigro, tra i più grandi studiosi viventi di letteratura italiana, filologo, che ha insegnato in molti atenei - tra cui l’Università di Catania, la Normale dì Pisa, Yale, il Politecnico di Zurigo - interviene collegando letteratura, attualità e storia. Nel dialogo con il Giornale di Sicilia analizza l’epistolario del giovane Andrea Camilleri (“Vi scriverò ancora”, testo edito da Sellerio e curato da Nigro), fa un originale viaggio nella storia della letteratura attraverso Camilleri, da Pirandello a Sciascia. E svela aneddoti curiosi.
Professore quale Camilleri emerge dall’epistolario?
«Il Camilleri che emerge dall’epistolario è un Camilleri che era del tutto sconosciuto. Sarà una grande sorpresa per il lettore. La cosa interessante è che lui affronta un viaggio, una permanenza a Roma, studia all'Accademia, in mezzo a difficoltà enormi, a partire da quelle economiche. Perché è uno studente fuori sede, ha l’appoggio totale della madre, ma il padre e la madre non erano benestanti. E qui c’è una certa sofferenza sia da parte dei genitori sia da parte del giovane Camilleri che ogni volta era imbarazzato a chiedere i soldi. A parte questo, viene fuori anche un personaggio di grande apertura sociale, un personaggio che riesce a costruire la sua vita a Roma da giovane come se fosse un Robinson Crusoe».
Può raccontare ai lettori alcuni aneddoti?
«Andava nelle stanze in affitto, doveva inventarsi un tavolo per lavorare, doveva inventarsi un ambiente, sbarcava il lunario anche con i pranzi e le cene. E quando c’erano delle presentazioni, dei dibattiti, il giovane Camilleri era lì a fare la fila per agguantare qualcosa. E la cosa curiosa è che insieme a lui c'erano grandi personaggi come Alberto Moravia, Della Volpe e tanti altri. Quando finisce una presentazione, un dibattito e c’è il cocktail la folla è tanta, davanti al banchetto corrono tutti. E la cosa impressionante è apprendere la sua capacità di fare "public relation", riusciva ad entrare in contatto con tutti. Il teatro è stato per lui una palestra di notevole rilievo da molti punti di vista. Incontrava molti grandi attori, i grandi registi e gli intellettuali che frequentavano il teatro. Andrea aveva la prontezza di imparare tutto, era una specie di spugna, assorbiva tutto. Inoltre, leggeva molti libri di alta qualità e di valore».
Questo epistolario del giovane Camilleri si può definire come un laboratorio linguistico-culturale?
«Sì. Parto da un aneddoto per spiegare il rapporto che con lingua emerge dall’epistolario. Sul piano del linguaggio Camilleri non ascoltò i consigli che gli vennero dati all'Accademia. Gli dicevano i suoi maestri "quando vai in Sicilia in vacanza dai tuoi devi procurarti dei tamponi e metterli alle orecchie per non sentire il dialetto che loro parlano”. Camilleri infranse questa norma, mostrando molta attenzione al dialetto. Dal dialogo epistolare con i genitori emergono dei termini e delle espressioni che lui utilizzerà molti decenni dopo nei suoi romanzi. Il dialetto lo registrò, lo rielaborò, e giunse in seguito a inventare una sua “lingua”, la base del successo dei suoi grandi romanzi. Il dialetto usato in famiglia è stato il punto di partenza della sua sperimentazione linguistica del “vigatese". Attraverso una città immaginaria da lui creata, con una lingua inventata, con storie ben strutturate, è riuscito a raccontare la Sicilia reale nei suoi rapporti con l’Italia. Con una scrittura godibile, molto efficace, intrisa di ironia, è riuscito a trasformare delle tragedie in romanzi gioiosi».
Quanto ha influito Leonardo Sciascia su Camilleri?
«Ritengo molto interessante sottolineare che due grandi scrittori siciliani, molto diversi tra di loro, Andrea Camilleri e Vincenzo Consolo, sono due costole de “II Consiglio d'Egitto” di Leonardo Sciascia. Due autori profondamente diversi ma di ispirazione sciasciana. Camilleri raccontava spesso che per ricaricare le batterie andava a rileggere i libri di Leonardo Sciascia. Era per lui una fonte di ispirazione. E Sciascia lo ha influenzato anche sul piano dell’impegno civile».
Il nesso tra Camilleri e Pirandello?
«Pirandello è stato per Camilleri un punto di riferimento sia familiare - sua nonna era parente del premio Nobel - sia culturale. La teatralità presente nella struttura narrativa e linguistica dei romanzi su Montalbano è pirandelliana. Anche alcuni tratti caratteristici dei personaggi, si pensi a Catarella nei romanzi su Montalbano, sono molto teatrali. L’insistenza sui paradossi e le contraddizioni del mondo siciliano è filosoficamente pirandelliana. Il cercare una lingua sofisticata ma al contempo molto leggibile è un altro punto di contatto».
Come definire il fenomeno Camilleri?
«L’unico scrittore planetario prodotto dall'Italia è stato Camilleri. Aveva iniziato in questa direzione Umberto Eco con “II nome della rosa”, ma vi è riuscito solo con questo romanzo. Camilleri è stato ed è un fenomeno planetario unico - dall'Europa agli States, dal Medio Oriente al lontano Oriente - con un successo multimediale, dalla letteratura alla fiction, ai fumetti. L’affermazione di Camilleri in tante parti del mondo ed in tante lingue diverse è dovuta anche alla bravura dei traduttori che sono riusciti a cogliere l’essenza dei suoi importanti romanzi traducendoli tramite le “periferie linguistiche", ovvero con l’utilizzo di dialetti dei loro paesi, come è accaduto in Francia con il dialetto di Lione».
Può raccontare un aneddoto sul successo di Camilleri?
«Quando insegnavo a Yale facevo vedere ai miei alunni anche le fiction su Montalbano ed erano molto apprezzate. Tra i miei alunni vi era la figlia del presidente Clinton, che mi chiese del materiale sul Camilleri scrittore ed io le diedi quanto richiesto. Tempo dopo è accaduto un fatto molto curioso, di notte giunse a casa Camilleri una telefonata. Camilleri si alzò per rispondere, palesemente incazzato, e con il proverbiale tono di voce chiese chi fosse a quell'ora. Gli rispose una persona che si presentò come il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. Camilleri cambiò umore, divertito e incredulo pensò ad uno scherzo originale, e rispose cercando di capire chi vi fosse all'altro capo del telefono. Era davvero Bill Clinton che avrebbe avuto piacere di conoscerlo e di incontrarlo. Credo che il numero di telefono di Camilleri glielo avesse dato Enzo Bianco, mentre i suoi romanzi li aveva conosciuti tramite la figlia».
Oggi si parla molto di identità culturale e lingua italiana. Qual è il suo giudizio?
«Gli scrittori siciliani sono stati grandi artefici di una nuova lingua della letteratura, da Verga a Pirandello, da Sciascia, a Consolo, a Bufalino, solo per citarne alcuni. Ed hanno potuto dare questo contributo perché hanno studiato profondamente l'italiano. Oggi invece assistiamo ad un declino della conoscenza della lingua italiana, al punto che in sole quattro righe di un recente cartello stradale ad Agrigento Capitale della Cultura vi erano diversi errori di grammatica e sintassi. Vorrei anche ricordare gli errori di grammatica e di periodizzazione storica da parte di diversi politici, anche di ministri del governo. Con una battuta ironica si potrebbe dire che in Italia l’unica lingua straniera non studiata sia l’italiano. Anche se è una verità parziale, perché in realtà gli immigrati di seconda generazione studiano la lingua italiana e la conoscono meglio di molti connazionali».
Salvo Fallica
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 18.1.2025
La scommessa. Agrigento Capitale
Pirandello, Sciascia, Camilleri le suggestioni del territorio nel libro di “Repubblica”
A febbraio in edicola con il giornale un volume a più firme sulla storia e i figli illustri della provincia

C'è il fascino millenario della Valle dei templi capace di mettere in ombra persino gli orrori cementizi dell'abusivismo e c'è l'aura nobile del genius loci, Luigi Pirandello. Ma c'è anche un territorio che porta in dote un'allure letteraria non da poco, dalla Racalmuto di Sciascia alla Porto Empedocle di Camilleri.
Quello di Agrigento capitale italiana della cultura è un rac­conto articolato che "Repubblica" prova a restituire con un libro che uscirà il mese prossimo, una testimonianza a più voci che prova ad attraversare i vari ambiti che compongono la struttura ideale di questo 2025 sotto i riflettori.
[…]
Un altro breve spostamento ed eccoci a Porto Empedocle, altra tappa, altro scrittore: Lucio Luca racconta la Vigata di Andrea Camilleri, il suo rapporto con Agrigento e con Pirandello, che vide apparire a casa sua, «ve­stito da ammiraglio», con la divisa d'Accademico d'Italia, per parlare con sua nonna, amica della giovinezza. Il cronista riporta il racconto di Camilleri sull'avventuroso rientro a Girgenti delle ceneri del premio Nobel.
[…]
m.d.c.
 
 

ANSA, 21.1.2025
Libri - Il libro in piazza
Testo, 174 le case editrici per edizione 2025
Oltre 210 gli ospiti, incontro con Alessandro Barbero apre fiera

Il mondo dell'editoria contemporanea torna a ritrovarsi a Firenze per la quarta edizione di 'Testo, come si diventa un libro', fiera ideata dalla libreria fiorentina Todo Modo e organizzata da Pitti Immagine alla Stazione Leopolda dal 28 febbraio al 2 marzo prossimi.
Sono 174 le case editrici presenti al salone - 44 sono alla loro prima edizione - oltre 210 ospiti che animeranno più di 200 incontri.
'Stare', ovvero la promozione di un modo di leggere, ascoltare e pensare lento e consapevole, la dichiarazione di intenti della quarta edizione.
[…]

Tra gli omaggi […] una retrospettiva sul lavoro di Andrea Camilleri.
[…]
 
 

Fabula, 22.1.2025
Janvier 2025 (volume 26, numéro 1)
La poétique de la traduction de Luigi Meneghello
Entretien avec Christophe Mileschi, par Mattia Bonasia

[…]
13Christophe Mileschi – […] Moi, j’aurais bien aimé que Andrea Camilleri soit encore vivant, pour lui poser la question de ses rapports avec Meneghello, parce qu’il est bien possible que Meneghello ait inspiré Camilleri, malgré les distances kilométriques entre leurs deux régions.
[…]
17Christophe Mileschi – […] Et moi je suis un ennemi des notes de bas de page des traducteurs, je n’en mets pratiquement pas. J’en mets un peu plus volontiers si l’auteur en a déjà mis, éventuellement pour les compléter un peu, mais s’il n’en met pas ou si, comme le fait Meneghello, il met des notes créatives, pas didascaliques, alors non, jamais. C’est finalement une des traductrices de Camilleri, Dominique Vittoz, qui m’a inspiré. Pour un des romans de Camilleri, elle a utilisé le patois de Lyon. Cela m’a donné l’idée d’utiliser un « dialecte français ».
[…]
 
 

La Repubblica, 22.1.2025
“La farfalla impazzita”, Elena Sofia Ricci e gli orrori della Shoah
L’attrice interpreta Giulia Spizzichino, scomparsa nel 2016, sopravvissuta allo stermino nazista della propria famiglia, che si battè per la condanna di Priebke. “Cristallizzata nel dolore che l’ha segnata per sempre”

[…]
La fiction si mescola alla realtà nei titoli di coda, con le immagini di repertorio del processo, la richiesta di giustizia, Priebke ha uno sguardo beffardo. "Ho chiesto di prendere in prestito una frase di Andrea Camilleri”, racconta Ricci “quando Giulia fa la conferenza in Argentina dice: 'Tutti i carnefici sono carnefici, tutte le vittime sono vittime in ogni tempo e in ogni luogo'. Altra cosa che ha detto, quella relativa al fatto che i colpevoli di questi orrori non sono uomini, ma bestie. Le faccio dire quello che disse Camilleri, ossia che non è vero che sono come le bestie, sono peggio: le bestie uccidono per paura, per fame, gli uomini per gelosia, per il potere, per denaro e questo li rende colpevoli. E noi oggi siamo colpevoli. Per questo motivo questo film è importante".
[…]
Silvia Fumarola
 
 

Sellerio Editore, 24.1.2025
Cento anni di Andrea Camilleri

Il 2025 è l’anno del centenario della nascita di Andrea Camilleri, uno dei maggiori scrittori italiani a cavallo del millennio e sicuramente il più amato. Abbiamo pensato che il modo migliore per onorare e rinsaldare il meraviglioso rapporto che il grande scrittore aveva con i lettori italiani fosse quello di riproporre, in una nuova collana dedicata, una selezione della sua straordinaria opera. Dodici libri, scelti affiancando i più amati ad altri meno conosciuti, ma altrettanto sorprendenti. Ogni volume sarà introdotto dall’autorevole lettura di alcuni dei più lucidi scrittori del panorama nazionale e internazionale, appassionati della prima ora o folgorati solo di recente. Abbiamo chiesto loro, non un dotto saggio letterario, ma piuttosto di raccontarci la loro esperienza di lettori di Camilleri.
I primi titoli saranno: La forma dell’acquaLa rivoluzione della lunaLa concessione del telefono e La strage dimenticata e La bolla di componenda, questi ultimi due riuniti in un solo volume; e saranno rispettivamente introdotti da: Antonio Manzini, Chiara Valerio, Alessandro Barbero e Luciano Canfora.
I dodici volumi avranno una nuova veste grafica e le illustrazioni della copertina saranno realizzate appositamente per questa collana celebrativa dal Maestro Lorenzo Mattotti
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Radio Vaticana, 24.1.2025
Podcast
Zoom - Michele Marco Rossi

In collegamento da Vicenza con MICHELE MARCO ROSSI, violoncellista, per presentare il suo progetto discografico "Intelletto d’amore (e altre bugie)", pubblicato dall’etichetta Stradivarius il 28 novembre '24 in vinile, per poi approdare sulle piattaforme digitali nel 2025, quando ricorrerà il centenario della nascita del grande intellettuale. L’album raccoglie le preziose incisioni della voce dello scrittore, le performance al violoncello di Rossi e le sue improvvisazioni di musica elettronica dal vivo, curate da Paolo Aralla. L’insieme di questi elementi dà vita a un percorso sonoro suggestivo in tredici tracce, che offre una preziosa testimonianza del pensiero di Camilleri su temi universali come l'amore e la complessità dell’animo umano. «Si parte da Dante per arrivare a parlare di ciascuno di noi. L’amore diviene specchio e sonda della nostra natura, di quella umanità che Camilleri conosceva così bene». (Michele Marco Rossi)
Luigi Picardi
 
 

Il Giorno, 24.1.2025
Casa Manzoni, icona mondiale: "Da Joyce Carol Oates a Camilleri: l’attrazione fatale per Don Lisander"
Mauro Novelli, neopresidente del Consiglio direttivo del Centro studi: il museo attira sempre più visitatori "Quella dell’autore dei Promessi Sposi è una figura complessa, offriamo tante chiavi per comprenderla".

[…]
Professore, docente alla Statale, lei ha confidenza anche con il dialettale Porta, riconosciuto da Manzoni “testa fina”, e con Camilleri che in via Morone fece visita...
"Come tanti, in gioventù Camilleri non sopportava Manzoni. E come tanti ha poi cambiato idea, fino a ritenerlo un capolavoro del ‘900, non dell’800. È stata la lettura della “Storia della colonna infame” a fargli considerare contemporaneo l’autore".
[…]
Anna Mangiarotti
 
 

Giornale Ibleo, 27.1.2025
La puntata di “Ulisse” girata a Scicli e nei luoghi del commissario Montalbano in onda il 17 febbraio su Rai Uno
E' la trasmissione condotta da Alberto Angela

La puntata di “Ulisse” girata a Scicli e nei luoghi del Commissario Montalbano in onda lunedì 17 febbraio alle 21,30 su Rai Uno. Un lavoro curato dalla Scicli Film Commission su delega della giunta Marino Ha scelto la settimana successiva al Festival di Sanremo Rai Uno per mandare in onda la puntata di “Ulisse” di Alberto Angela su Scicli e i luoghi del Commissario Montalbano. Ovvero la settimana con gli ascolti più alti dell’anno in termini di audience e di share. Stamani Rai Uno ha comunicato al sindaco Mario Marino e alla Scicli Film Commission che la puntata dedicata ai cento anni della nascita di Andrea Camilleri andrà in onda lunedì 17 febbraio alle ore 21.30. Ecco il comunicato di Rai Uno di stamani: “Alberto Angela, in occasione del centenario dalla nascita di Andrea Camilleri, dedica una puntata alla Sicilia del Commissario Montalbano. In compagnia di Alberto Angela faremo un viaggio in un angolo della Sicilia che, grazie alla figura creata dal grande scrittore e impersonata da Luca Zingaretti, è diventato la meta desiderata di tanti turisti. Andremo alla scoperta dei luoghi in cui sono state ambientate le avventure del commissario: Scicli, Ragusa, Modica, la Scala dei Turchi, la Fornace Penna di Sampieri. E poi Marzamemi, Donnafugata, la Valle dei Templi di Agrigento, Tindari. Ma non sarà soltanto un viaggio alla scoperta di paesaggi incantati della Sicilia. Ogni località, infatti, costituirà la tappa di un progressivo avvicinamento a Montalbano. Nel suo cammino Alberto Angela sarà accompagnato dai protagonisti della serie diretta per anni da Alberto Sironi. Incontrerà via via il bizzarro personaggio di Catarella (l’attore Angelo Russo), il fedele ispettore Fazio (Peppino Mazzotta), il “fimminaro” Mimì Augello (Cesare Bocci) fino a imbattersi nel protagonista Luca Zingaretti. Da tutti cercherà di farsi raccontare i tanti piccoli e grandi episodi che hanno costellato i quindici anni in cui si sono dipanati i 37 episodi in cui il commissario e i suoi collaboratori sono stati coinvolti. A tutti rivolgerà l’augurio da parte del pubblico di vederli tornare in azione. Insomma, una festa in onore di Montalbano nella quale non potrà mancare un omaggio al suo creatore: Andrea Camilleri. Arianna Mortelliti, nipote dello scrittore, ricorderà il modo in cui il nonno scriveva mentre l’editore Enzo [Antonio, NdCFC] Sellerio parlerà del suo successo in tutto il mondo. Dire Sicilia, dire Montalbano è anche parlare della cucina e della pasticceria siciliana. Sarà questo il compito della scrittrice Simonetta Agnello Hornby in un trionfo di cassate, cannoli e biancomangiare. “Ulisse: il piacere della scoperta” è una produzione realizzata dalla Rai Cultura, diretta da Gabriele Cipollitti, con la fotografia di Antonio Palmadessa, scritta da Alberto Angela con Fabio Buttarelli, Vito Lamberti, Aldo Piro, Emilio Quinto. Capo progetto Anna Maria Tiberi, produttore esecutivo Caterina Del Papa”.
 
 

Ragusa News, 27.1.2025
Ulisse, Alberto Angela nella Sicilia di Montalbano. C'è Scicli
Il crossover che mancava quello tra Ulisse di Alberto Angela e Il commissario Montalbano di Camilleri, col cast della serie cult (rimasta televisivamente incompiuta…)

Scicli - Alberto Angela è seduto nella sedia del Commissario Montalbano, nel set allestito al pianoterra del Comune di Scicli e dialoga con Angelo Russo, ovvero Agatino Catarella.
"Ulisse – La Sicilia di Montalbano" promette Alberto Angela e Luca Zingaretti a passeggio per i luoghi dei romanzi di Camilleri: una combinazione capace di far saltare le coronarie a chi ama la divulgazione di Angela e l’interpretazione che Zingaretti ha dato alla narrazione camilleriana e che prossimamente potremo vedere su Rai 1 in uno speciale dedicato proprio alla Sicilia mostrata nella serie tv de Il Commissario Montalbano. Il promo ha iniziato a circolare ieri, domenica 26 gennaio, sulle reti Rai per creare il giusto hype per questo ‘crossover’ tra leggende dell’Ammiraglia Rai, che dovrebbe andare in onda dopo Sanremo. Ma scopriamo qualcosa in più di questo speciale Ulisse.
Il (sempre magnifico) drone di Ulisse ci mostra le location più note della serie de Il commissario Montalbano, dal duomo di Vigàta – ovvero il Duomo di San Giorgio di Ragusa Ibla con la sua imponente scalinata – alla Valle dei Templi di Agrigento, dalla Mànnara – ovvero la Fornace Penna a Scicli – alla Scala dei Turchi, passando per le tante località che la serie ha fatto conoscere al grandissimo pubblico, non solo italiano, con una cura maniacale nella scelta delle location – soprattutto nei primi cicli – e una fotografia per molti versi rivoluzionaria, con quella luminosità, quella gradazione di colori, quella sfumatura tra arsura e verdeggiante che restituiva la complessità di un territorio. Non poteva mancare la casa del commissario a Marinella, ovvero a Punta Secca di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, così come il suo ufficio in commissariato.
Ad accompagnare Alberto Angela in questo viaggio nella Sicilia di Montalbano c’è il cast della serie tv: ovviamente c’è Luca Zingaretti, che ha dato volto, anima e corpo al personaggio del commissario Salvo Montalbano dal 1999 al 2021, dirigendo anche gli ultimi film tv realizzati a causa della malattia – poi fatale – del regista storico, Alberto Sironi; c’è l’immancabile e immarcescibile Catarella, perfettamente interpretato da Angelo Russo; ci sono il ‘vice’ Mimì Augello, reso ‘immortale’ da Cesare Bocci, e il braccio destro operativo del commissario, Fazio, di cui l’interprete Peppino Mazzotta sente la mancanza. E sentirlo dà una stretta al cuore.
La saga tv del Commissario Montalbano è di fatto rimasta un’incompiuta: se Camilleri ha chiuso narrativamente la storia del commissario Montalbano col suo ultimo romanzo, Riccardino, le vicende televisive del commissariato di Vigàta e dei suoi protagonisti si è fermata nel 2021 con Il metodo Catalanotti. Al netto dei tanti racconti che spesso sono stati d’ispirazione per le trasposizioni televisive, all’appello tv mancano due romanzi, ovvero Il cuoco dell’Alcyon, pubblicato nel 2019, e il già citato Riccardino, pubblicato postumo, come da desiderio dell’autore nel 2020. Mancano e mancheranno, visto che all’indomani dell’ultimo film tv Zingaretti dichiarò che per lui l’esperienza di Montalbano si era conclusa: dopo la morte di Camilleri e Sironi, continuare non avrebbe avuto senso.
Quando va in onda Ulisse – La Sicilia di Montalbano
Questo speciale Ulisse dedicato alla Sicilia di Montalbano andrà in onda dopo la settimana di Sanremo, il 17 febbraio, lunedì.


 
Castellón Plaza, 27.1.2025
En el interior de las cosas  / OPINIÓN
El futuro es un país extraño

[…]
"Ya dijo el gran Camilleri en una entrevista que la izquierda es el único ser que se reproduce por escisión". Pero el escritor siciliano añadía también en esa entrevista que en esa reproducción por escisión cada vez disminuía más el peso de la izquierda.
[…]
Amparo Panadero
 
 

Attualità, 28.1.2025
L’amaro caso della baronessa di Carini, 50 anni di mistero
… e permane l’attualità…

Roma – Era il 1975, dal 23 novembre al 14 dicembre, quando la RAI trasmise in prima serata “L’amaro caso della baronessa di Carini”.
[…]
La produzione si distingue in tutte le sue componenti: dalla scelta delle ambientazioni, alla cura della lingua (consulente per il siciliano era un certo Andrea Camilleri…), alla colonna sonora nella quale brilla la sigla iniziale cantata da Gigi Proietti su testo di Otello Profazio, agli attori.
[…]
Daniele Sesti
 
 

Quaderni camilleriani, 30.1.2025
Comunicato

La collana Quaderni camilleriani (fondata nel 2016, reperibile all’indirizzo https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/) ha pubblicato il suo ventitreesimo volume, curato da Giuseppe Marci e Maria Elena Ruggerini: è intitolato La narrazione autobiografica di uno Scrittore (https://www.camillerindex.it/quaderni-camilleriani/quaderni-camilleriani-23/) e propone i contributi di Simona Demontis, Giuseppe Marci e Maria Elena Ruggerini.
Il 2025 è l’anno in cui si compie il centenario della nascita di Andrea Camilleri (1925-2025) e i Quaderni camilleriani hanno inteso celebrare l’evento con una programmazione che si occuperà di aspetti dell’opera ancora poco studiati, quale è quello filosofico, o meritevoli di ulteriori approfondimenti, come è il caso della lingua vigatese, la cui latitudine è ampia e meritevole di ulteriori approfondimenti.
Il volume La narrazione autobiografica di un Scrittore, a differenza di quelli che seguiranno, non contiene contributi critici ma il racconto della vita – nel periodo compreso tra la nascita e l’anno del trasferimento da Porto Empedocle a Roma – che lo stesso Camilleri ha fatto in varie sedi e che Giuseppe Marci, Maria Elena Ruggerini e Simona Demontis hanno ricomposto unitariamente, cercando di mettere in luce le premesse, poste negli anni giovanili, che si sono poi sviluppate nella composizione di un’opera letteraria tanto ampia quanto significativa.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 30.1.2025
Sulle orme di Camilleri, Alberto Angela porta “Ulisse” nei luoghi dei suoi libri. Rispunta Catarella
Il conduttore arriva a Scicli a bordo della Tipo usata nella serie tv. L’attore Russo: “Abbiamo ripercorso questi anni”

A bordo di una Fiat Tipo, sfrecciando tra i vicoli di Vigàta, raggiunge l’ingresso del commissariato. Ad attenderlo c’è il fedelissimo centralinista Agatino Catarella, alias l’attore ragusano Angelo Russo.
Sembra una delle tante scene viste nella serie del Commissario Montalbano, ma questa volta al posto di Luca Zingaretti troveremo Alberto Angela che ai luoghi di Andrea Camilleri, padre dell’investigatore più famoso d’Italia, nel centenario della sua nascita ha dedicato una puntata di Ulisse che andrà in onda il 17 febbraio su Rai 1 alle 21.30.
Un filo rosso collega la Vigàta letteraria di Camilleri a quella televisiva nella quale appaiono alcuni tra gli scenari più suggestivi dell’Isola. «Fu lo stesso Camilleri a suggerire al regista Alberto Sironi – racconta Giuseppe Savà, del Comune di Scicli – di ambientare la serie del Commissario Montalbano nei luoghi del Ragusano».
Dal barocco di Scicli e Ibla alla fornace Penna di Sampieri, a Marzamemi, poi alla Valle dei templi, per giungere fino a Porto Empedocle, la città di Camilleri, e Tindari, la città della “Gita”. Nel corso della puntata, il divulgatore ha incontrato i protagonisti della serie. Come Angelo Russo, appunto, che per 21 anni ha prestato il volto all’imbranato assistente del commissariato di Vigàta che grazie al suo linguaggio storpiato ha conquistato il cuore di lettori e spettatori. «Le cose con Catarella s’imbrogliavano di più se gli saltava il firticchio – scriveva Camilleri ne Il cane di terracotta – cosa che gli capitava spesso, di mettersi a parlare in quello che lui chiamava talìano».
All’interno dell’immaginario commissariato, al piano terra dell’elegante municipio di Scicli, ecco Catarella, questa volta in abiti civili. «È stata una bellissima esperienza partecipare insieme ai miei colleghi alla trasmissione di Alberto Angela, uomo eccezionale e vero professionista. – racconta Russo – Ho apprezzato l’umiltà e la sua gentilezza. Ognuno di noi ha girato in luoghi diversi: ad esempio Cesare Bocci (alias Mimì Augello, il vice di Montalbano, ndr) nella zona del Castello mentre io all’interno del commissariato. Abbiamo raccontato i nostri esordi e insieme abbiamo ripercorso tutti questi anni trascorsi come veri fratelli. Abbiamo avuto l’onore di conoscere “di pirsona pirsonalmente” lo stesso Camilleri che dopo le due prime puntate ha voluto incontrarci per abbracciarci e ringraziarci per avere dato il volto ai suoi personaggi».
La troupe di Ulisse si è poi spostata a Porto Empedocle, la Vigàta natìa che ispirò Camilleri. Nella Salita Chiesa, in cima alla scalinata sulla quale sono dipinti i sedici titoli tratti dalle sue opere, c’è Arianna Mortelliti, nipote dello scrittore che nell’ultimo anno della sua vita lo ha assistito per la stesura del testo “Autodifesa di Caino”: «È stata una giornata particolarmente emozionate – racconta - ho parlato soprattutto del metodo di scrittura di mio nonno, come si documentava, come amava lavorare, e come è cambiato il suo lavoro quando è diventato cieco».
Le riprese si sono poi spostate alla villa comunale Crescente, chiamata dagli abitanti di Porto Empedocle “villa Bianca”: «Qui ho parlato più che altro del legame che mio nonno aveva con il suo paese – continua Mortelliti – del bar nel corso principale, diventato un po’ il suo ufficio dove tutti lo andavano a trovare per scattare una foto, chiedere un autografo o fare due chiacchiere. La giornata è stata intensa e visto che dovevo andare a trovare assolutamente San Calogero di cui mio nonno, seppure ateo, era particolarmente devoto, la troupe, incuriosita, si è offerta di accompagnarmi, così tutti insieme siamo andati nella piccola cappella dove si trova la statua». Tra le testimonianze, anche quella dell’editore Antonio Sellerio che ha parlato dell’impatto mondiale dell’opera di Camilleri. Non mancherà un tributo alla tradizione gastronomica siciliana: la scrittrice Simonetta Agnello Hornby racconterà agli spettatori le prelibatezze locali come cannoli, cassate e biancomangiare.
Paola Pottino
 
 

Agenzia CULT, 31.1.2025
Risorse per la cultura
MiC, da Paolo VI a Camilleri: un mln di euro a Comitati ed Edizioni nazionali
Operativo il decreto ministeriale che assegna le risorse per celebrare gli anniversari: 40mila euro per omaggiare don Oreste Benzi, 25mila per gli scritti di Paolo VI, 20mila per il centenario di Camilleri, 15mila per la digitalizzazione dei documenti di Ugo La Malfa

Pubblicato il decreto del ministero della Cultura che istituisce e rifinanzia i Comitati nazionali e le Edizioni nazionali per l’anno 2024. […]
 

 

Ajuntament de Barcelona, 1.2025
Centenari d’Andrea Camilleri

Per celebrar el centenari del naixement d’Andrea Camilleri, un autor molt estimat a Catalunya, proposem un club de lectura de tres sessions dedicat a explorar algunes de les seves obres més representatives. Moderat per l’escriptora Raquel Gámez Serrano, aquest cicle especial ens permetrà submergir-nos en l’univers del comissari Montalbano, el seu personatge més emblemàtic, i conèixer les altres sèries de l’autor, tot descobrint les trames, l’humor i el retrat constant de la societat siciliana que van fer de Camilleri un referent indiscutible de la narrativa contemporània i l’autor més llegit d’Itàlia.
Calendari de lectures
Dijous, 13 de febrer, a les 18.30 hores
Km 123
, d’Andrea Camilleri.
Amb la presència de Pau Vidal, el traductor de Km 123 i de més de trenta obres d’Andrea Camilleri al català.

Dijous, 13 de març, a les 18.30 hores
La ópera de Vigàta
, d’Andrea Camilleri.
Dijous 10 d’abril, a les 18.30 hores
La veu del violí
, d’Andrea Camilleri.
Públic : Adults
On es fa : Biblioteca Canyelles - M. Àngels Rivas
Conducció:
Raquel Gámez Serrano és escriptora de novel·la i assaig. Amb No diguis res va guanyar el premi a la millor novel·la a València Negra 2019 i amb Malabèstia, el premi Ferran Canyameres 2022.  És l’autora de l’activitat “Assassinat de cambra”, al MNAC, i la directora del festival CREIXELL.CRIMS.
Modalitat: Presencial
Data d'inici: 13 de febrer de 2025
Horari
Dia: Dijous
Hora: 18.30 h
Amb la col·laboració: Festival BCNegra
 

 

  

  

 


 
Last modified Monday, March, 03, 2025