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Requiem per Chris

di Andrea Camilleri

 



L’attore Marco Baliani e il jazzista Enrico Rava hanno portato in scena un soggetto inedito di Andrea Camilleri (per un film che non sarà mai realizzato): una “storia siciliana” che si conclude in una New Orleans, segnata dalla catastrofe dell'uragano Katrina, che mantiene, nonostante la tragedia, il fascino della sua tradizione musicale.

Baliani e Rava raccontano la storia di Chris Lamartine, personaggio fantastico che incarna le origini e la storia del jazz afro-americano, morto suicida, giovanissimo, nel 1917. Uno strano viaggio nello spazio e nel tempo, dove la Sicilia fascista, che attende l'imminente disastro della guerra a fianco della Germania, s'intreccia con frammenti di storia del jazz delle origini di New Orleans, per concludersi su un tetto della città martoriata dall'uragano Katrina. Filo rosso sono la tromba di Enrico Rava e la sua ossessione per quella piu' misteriosa di Chris Lamartine.
Assieme a Rava e Baliani, Mauro Negri (sax contralto e clarinetto) e alla "Enrico Rava New Generation", ovvero Giovanni Guidi (pianoforte), Francesco Ponticelli (contrabbasso), Emanuele Maniscalco (batteria).

Il progetto, frutto della collaborazione tra Solares Fondazione Culturale, Enrico Rava e Andrea Camilleri, è andato in scena nella serata conclusiva della rassegna “Estri d'Estate - La musica dei sapori sulla Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli” (16 settembre 2006, Parma, Reggia di Colorno).

 



Lo spettacolo è stato riproposto a Palermo con la recitazione di Sergio Rubini, la tromba di Enrico Rava, Mauro Negri (sax contralto e clarinetto) e la "Enrico Rava New Generation" (Giovanni Guidi pianoforte, Francesco Ponticelli contrabbasso e Joao Lobo batteria), nell'ambito del “Palermo Teatro Festival” (3/4 novembre 2007).

Fra le altre repliche ricordiamo, con la voce recitante di Sergio Rubini:
4 aprile 2009, Teatro Fondazione Filograna di Casarano (LE), con Mauro Negri e la "Enrico Rava New Generation"
29 aprile 2009, Auditorium Parco della Musica di Roma, per il ciclo “Carta Bianca a Enrico Rava”, con "Enrico Rava Quintet" (Gianluca Petrella trombone, Giovanni Guidi pianoforte, Pietro Leveratto contrabbasso, Fabrizio Sferra batteria).


(Enrico Rava e Sergio Rubini - Foto Musicalnews)

Con la voce recitante di Enzo Decaro:
14 luglio 2009, Anfiteatro di Luni (SP), per la rassegna “Onda su onda, Tirreno Festival”, con Mauro Negri (alto sax e clarinetto), Giovani Guidi (piano), Francesco Ponticelli (contrabbasso), Joao Lobo (batteria)
16 luglio 2009, Belvedere di Villa Rufolo a Ravello (SA), per il “Ravello Festival”, con "Enrico Rava Quintet" (Gianluca Petrella trombone, Giovanni Guidi piano, Pietro Leveratto contrabbasso, Fabrizio Sferra batteria).
 

Il testo integrale dell’Opera è stato pubblicato nel volume
Il quadro delle meraviglie (Sellerio, 2015)



Enrico Rava parla di Requiem per Chris (e di tanto altro) al Fondo Andrea Camilleri (19 luglio 2023)


Rassegna stampa

'Requiem per Chris' l'attore e il jazzista interpretano Camilleri
È una prima nazionale quella che domani alle 21,15 apre il sipario sul teatro del Nuovo Montevergini, per la terza edizione del "Palermo teatro festival". Un noir inedito di Andrea Camilleri, "Requiem per Chris", diventa una performance che domani e domenica vedrà sul palcoscenico il jazzista Enrico Rava e l'attore-regista Sergio Rubini, con Mauro Negri al sax contralto e clarinetto, Giovanni Guidi al pianoforte, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Joao Lobo alla batteria. Rappresentato una sola volta alla Reggia di Colorno di Parma l'anno scorso con l'attore Marco Baliani, "Requiem per Chris" è un testo scritto da Camilleri un paio d'anni fa per un film che non verrà mai realizzato. «Inizialmente doveva essere un documentario su di me e poi una fiction caduta per mancanza di fondi - racconta Rava, il trombettista più prestigioso d'Italia, entrato di diritto tra i «senatori» del jazz a livello internazionale - Il protagonista sono io, col mio nome e la mia storia, alle prese con una curiosa ricerca documentaria: ricostruire la vicenda di Chris Lamartine, un musicista leggendario, il personaggio è d'invenzione, morto suicida nel 1917». Un personaggio fantastico che obbliga il protagonista a uno strano viaggio nello spazio e nel tempo, in cui la Sicilia s' intreccia con frammenti della storia del jazz delle origini di New Orleans. «Camilleri è un grande appassionato di jazz - aggiunge Rava - e in questo personaggio si può rintracciare qualcosa di Nick La Rocca, musicista di New Orleans ma di origini siciliane che lo scrittore considera una "vera leggenda"». Se la musica di Rava è il filo rosso della storia, il racconto del personaggio solo evocato di Lamartine è affidato alla lettura di Sergio Rubini, che con Camilleri ha anche studiato e recitato all'inizio della carriera. «È stato lui a propormi questo progetto - racconta l'attore, che a marzo sarà di nuovo sul grande schermo con il nuovo film "Colpo d'occhio", nel quale interpreta un critico d'arte alle prese con un artista interpretato da Riccardo Scamarcio - Camilleri è stato il mio insegnante all'Accademia di arte drammatica, un fascinoso affabulatore che riempiva le sue lezioni di racconti fantastici. Poi ci siamo un po' perduti, anche se ho continuato a seguire le tappe del suo successo, e ci siamo rivisti qualche anno fa. Ora questa proposta mi rende orgoglioso». Per l'attore «"Requiem per Chris" è un rompicapo noir, un "trattamento", che nel cinema è un passaggio intermedio tra il soggetto e la sceneggiatura: insomma racconteremo il film mancato scena per scena, senza i dialoghi, catapultando il pubblico dentro la storia. Ma protagonista assoluta resta la musica di Rava». Per Rubini quest'esperienza in teatro è «una vacanza, perché il cinema resta il luogo di cui conosco meglio gli strumenti. E perché paradossalmente, al di là della crisi, mi pare che il cinema sia rimasto più indipendente del teatro, che mi sembra fermo e perennemente assistito e controllato dalle istituzioni». Il biglietto costa 5 euro, informazioni allo 091 6124314.
Laura Nobile - La Repubblica (ed. di Palermo), 2.11.2007

Il jazzista fantasma che trascina Rava
Montevergini, applausi a “Requiem per Chris”
Enrico Rava suona la tromba e ascolta se stesso, imperturbabile si perde nella sua musica e senza so­luzione di continuità s’infila in un’avventura noir alla ricerca di una leggenda della storia del jazz. Quella leggenda la racconta Sergio Rubini, in un gioco estemporaneo di parole e musica, giallo letterario e jazz che si sciolgono insieme. "Requiem per Chris", un soggetto inedito di Andrea Camiller, per voce recitante e l'ensemble di Rava, è andato in scena sabato e domenica al nuovo Montevergini in apertura della terza edizione del Palermo teatro festival, con due serate di tut­to esaurito e grande successo di pubblico. Uno spettacolo raffinato affidato alla lettura pregnante e di­screta di Rubini, capace di arretrare al momento giusto e uscire di scena per lasciare spazio alla tromba di Rava e ai suoi bravissimi musicisti: Mauro Negri al sax contralto e clari­netto, Giovanni Guidi al pianoforte, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Joao Lobo alla batteria.
Il filo conduttore è un nome can­cellato dall'enciclopedia della musica Chris Lamartine suicida ven­tenne nel 1917, in realtà non esi­ste ma Enrico Ra­va (personaggio protagonista nel testo di Camille­ri) insegue i suoi dischi dapper­tutto, ripensan­do a quando suonava con Nick La Rocca, leggen­dario cornettista nato a New Or­leans ma con ori­gini a Salaparu­ta, già ammirato da Camilleri nel saggio "La linea della palma". Una ricerca im­possibile, da Roma a Palermo, e da Agrigento fino a New Orleans, che si sfalda sul finale, spazzata via dall'u­ragano Katrina del 2005.
Sul giallo, che resta irrisolto, vince la tromba eterea, lirica di Rava, che spiazza all'improvviso con la sua dedica in forma di re­quiem al musicista che non esi­ste.
Laura Nobile - La Repubblica (ed. di Palermo), 6.11.2007


(Sergio Rubini - Foto Rosalio)

“Requiem per Chris”
Ascoltando le parole di Andrea Camilleri dalla voce di Sergio Rubini, appariva chiaro che si trattava di un soggetto cinematografico. Il film, però, non fu mai realizzato. Con “Requiem per Chris”, che ha debuttato in prima nazionale qualche giorno fa al Nuovo Montevergini nell’ambito del Palermo Teatro Festival, inaugurandone la stagione teatrale, Camilleri ha dipinto con flash-back e salti da un capo all’altro del mondo, proprio come in una sceneggiatura (cosa non nuova, anzi, per “il sommo”), un viaggio affascinante alla ricerca delle origini del leggendario musicista Chris Lamartine, incarnazione stessa del jazz. Sul palco, a raccontare la storia in musica e parole, uno dei più bravi e interessanti attori italiani di cinema e di teatro, Sergio Rubini, insieme al celebre jazzista Enrico Rava. La performance ha visto protagonisti anche Mauro Negri (sax contralto e clarinetto), Giovanni Guidi (pianoforte), Francesco Ponticelli (contrabbasso) e Joao Lobo (batteria). Camilleri è andato ben oltre il ritratto delle peculiarità siciliane per cui è maggiormente conosciuto nel mondo, raccontando una storia che unisce Palermo, Roma e New Orleans con un unico, misterioso, filo rosso. Ha inizio nella Sicilia fascista che, tesa, attende l’imminente disastro della guerra a fianco della Germania. Un nobile isolano di quel periodo, collezionista di dischi jazz, lascia alla figlia i suoi preziosi cimeli, tra cui un ellepi della band di un certo Nick La Rocca, caratterizzato da una storia tutta particolare, narratagli da amici di amici. Ed è proprio la solitaria nipote del barone amante del jazz a iniziare Rava, co-protagonista della storia, alla vicenda e alle note magiche “avanti di cinquant’anni” del leggendario trombettista Lamartine. Durante il loro primo incontro, avvenuto per caso, Rava ascolta in cuffia quel vinile, per la prima volta. E ne rimane incantato. Chi era questo musicista che precorreva i tempi, anticipando Dizzie Gillespie, Miles Davis e Chet Baker? La nobildonna passa allora al nostro, il testimone di quella leggenda, raccontatale da sua madre e a lei da suo padre, e la rievoca per lui, affamato dalla curiosità e sbigottito dal genio: sulla copertina del disco manca proprio il suo nome, quello del più grande, quello di Chris Lamartine. Per questo si suicidò, a vent’anni, nel 1917. Esistono altri cinque suoi dischi da qualche parte nel mondo, ma lei non sa dove si trovino. Poi basta. “Non so più di ciò che ti ho già detto”, dice.
I quesiti rimasti insoluti, la morte prematura e ingiusta, ma soprattutto l’estro del giovane musicista, fanno nascere nel protagonista un’ossessione che lo porta alla ricerca spasmodica degli altri ellepi. Dopo un altro rapido incontro con la donna, ambientato questa volta nella capitale, quel disco, l’unico in loro possesso va in frantumi e Rava si decide a cercare Chris, lo spirito stesso del jazz afro-americano, nella sua città natale: New Orleans.
Giunto nella città americana che di lì a poco avrebbe subito la catastrofe dell’uragano Katrina, il protagonista ricerca sugli elenchi numeri telefonici, indirizzi e nomi di possibili parenti di Lamartine, appuntando tutte le informazioni utili. Talvolta telefona, altre volte si reca di persona dinanzi alle porte di sconosciuti. E’ cosi che rischia la vita incontrando elementi poco raccomandabili che però, una volta conosciuti i suoi reali e “innocui” intenti, lo conducono nel luogo giusto. Avviene l’incontro decisivo, in una casa sgarrupata, piena di oggetti e simboli esoterici, con una donna il cui viso era visibilmente segnato dal tempo e dalla povertà. Era la sorella di Chris. “Si, i suoi dischi sono qui. Ma non so se te li posso dare. Prima glielo devo chiedere”. Attraverso bambole di pezza, croci e oggetti legati a culti meticci, quella donna dialogava col fratello o forse si trattava solo di un’illusione che, in ogni caso, aveva lenito il suo dolore per anni. Dopo che un lungo sonno ristoratore al piano superiore di quella casa, poco più che una capanna, gli aveva restituito le forze, Rava fu svegliato da rumori prepotenti. “Ha detto di sì”, sussurrò la vecchia, diverse ore dopo, passate a compiere strani riti. Intanto, l’uragano Katrina era già alle porte.
Mentre Rubini interpretava e faceva sue le parole di Camilleri, con la sua inflessione quasi impercettibile e con la sua mimica, sul palco Enrico Rava in carne e ossa accompagnava il pubblico in questo appassionante viaggio intorno al jazz, ai suoi stili, ai suoi strumenti e ai suoi personaggi, come un vero poeta.
Chiedo scusa se ho commesso qualche errore nel riportare la storia, ma non possedendo, ovviamente, il testo, mi sono affidata solo alla mia memoria.
Cristiana Rizzo - Rosalio, 8.11.2007

 




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