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RASSEGNA STAMPA

OTTOBRE 2014

 
Ragusanews, 2.10.2014
Giovane Montalbano, funerale barocco in riva al mare
Macabro e inquietante





Scicli - Un carro funebre nero, trainato da due cavalli neri, trasporta una bara.
Scena macabra stamani [Mercoledì 1 ottobre, NdCFC] all'alba al lungomare di Donnalucata. Quasi onirica. Inquietante.
La troupe della Palomar ha girato una scena de Il Giovane Montalbano nella Marinella della fiction televisiva.
La scena sarà inserita nell'episodio, in corso di produzione, ispirato al racconto camilleriano "L'uomo che andava appresso ai funerali", del 2002 [In realtà il racconto è tratto dalla raccolta "Un mese con Montalbano", del 1998, NdCFC].
Pare che il giovane commissario abbia scoperto chi è l'assassino dell'uomo trovato cadavere al quartiere San Bartolomeo di Scicli.
E l'assassino non è un assassino.
E' una assassina.
 
 

La Sicilia (Ragusa), 3.10.2014
Il caso. I media ironizzano e il Consiglio discute gli articoli giornalistici prima del bilancio
Mafia a Scicli, e Montalbano che fa?
Il Consiglio di Scicli potrebbe essere sciolto per infiltrazione mafiosa. I media ne parlano. Qualcuno analizza, qualcuno documenta e qualcuno ci scherza. Inevitabile l'ironia su un'indagine che coinvolge quella stanza che nella realtà accoglie il sindaco e nella fantasia il commissario Montalbano. E siccome, in questo caso, la fantasia supera di gran lunga la realtà, il Consiglio comunale prima di adottare il bilancio, discute della campagna mediatica dimenticando di invitare Camilleri.
IL CASO SCICLI. Dopo l’articolo di Bolzoni su «Repubblica» relativo alle presunte infiltrazioni mafiose e dopo il servizio de «Le Iene» che ha tirato in ballo anche Zingaretti, il primo cittadino non ci sta
«Una gogna mediatica sulla città»
Susino: «Rimane l'amaro in bocca per la campagna negativa che stiamo subendo»

Scicli. Adesso arriva la gogna nazionale. Le Iene, la nota trasmissione televisiva di Italia 1, ha scherzato un bel po' sulla possibilità che l'Amministrazione e il Consiglio comunale di Scicli possano essere sciolti per infiltrazioni mafiose. Giulio Goria, uno degli inviati del programma tv di denuncia, riprendendo l'articolo di Attilio Bolzoni su Repubblica, che spiega che Scicli, la città del commissario Montalbano, potrebbe essere chiusa per mafia, ha creato una sorta di gag comica proprio con l'attore che interpreta il noto commissario, cioè Luca Zingaretti.
"Pizzicato" all'uscita da un hotel, l'inviato delle Iene ha indossato una classica coppola siciliana e con un accento isolano ha chiesto a "Montalbano" di capire il perché, pur avendo il proprio ufficio all'interno del Comune di Scicli, non si sia mai accorto di nulla. Un servizio a metà tra il serio e il faceto che però ha lasciato nell'immaginario comune l'idea che Scicli sia già stata chiusa per mafia.
Un articolo che è stato oggetto di confronto anche in Consiglio comunale, nella seduta di martedì, con le varie forze politiche in campo pronte a confrontarsi, prima ancora che sull'urgente bilancio di previsione, poi adottato, sulla possibilità di sporgere querela nei confronti del giornalista.
E sulla vicenda ieri è intervenuto anche il sindaco Franco Susino. "Rimane l'amaro in bocca per la campagna mediatica negativa e immeritata che la città sta subendo - dice Susino - Ho avuto mandato, su specifico ordine del giorno votato all'unanimità dal civico consesso, di valutare con un legale se sussistono i presupposti di legge per sporgere querela e a richiedere azioni risarcitorie nei confronti del quotidiano La Repubblica e del giornalista Attilio Bolzoni. Intendo difendere con tutti i mezzi l'onorabilità dei cittadini e l'immagine della città, che non può ingiustamente sopportare giudizi pesanti prima ancora che nessuna decisione, al momento, è stata definita e assunta".
[...]
Michele Barbagallo
 
 

TvZap, 3.10.2014
Il Campo del Vasaio: il Commissario Montalbano incontra Belen Rodriguez
Nella fiction tratta dal romanzo di Andrea Camilleri, la showgirl argentina interpreta il ruolo di Dolores Gutierrez

Un sacco con dentro un cadavere fatto a pezzi viene ritrovato presso il critaru, un impervio pendio argilloso: si tratta di un uomo, ucciso e nascosto lì da circa due mesi. Inizia così Il campo del vasaio, episodio della fiction Il Commissario Montalbano, in onda lunedì 6 ottobre alle 21.15 su Rai 1.
[...]
Zelia Pastore
 
 

Corriere della Sera, 4.10.2014
Premi: Donna sopra le righe
Prosa e poesia per raccontare la malattia

Narrazione, condivisione, conoscenza. Sono le tre parole attraverso cui si articola il premio «Donna sopra le righe» che viene attribuito oggi a Chianciano, in provincia di Siena (ore 16, sala Fellini delle Terme). Alla sesta edizione, il premio è dedicato alle donne che hanno incrociato nel loro cammino la malattia e hanno deciso di raccontarla. Ideato e promosso dall’Associazione Iosempredonna Onlus, con il patrocinio di Europa Donna Italia e la presidenza onoraria di Andrea Camilleri, il premio prevede tre sezioni: racconto breve, racconto lungo, poesia. Gli scritti, opera di uomini e donne che hanno conosciuto i drammi del tumore al seno, anche attraverso le vicende di persone a loro vicine, vengono raccolti in un’antologia diventando così racconto corale, capace di trasformare la malattia in un’opportunità di cambiare se stessi. Le opere vincitrici saranno interpretate da Maria Luisa Bigai, Giovanna Carta, Emanuela Trovato.
 
 

Malgradotutto TV, 5.10.2014
"Racconto del figlio cambiato" Intervista esclusiva ad Andrea Camilleri
[Si tratta della riproposizione del documentario "Andrea Camilleri - Tra Vigata e Montelusa - Il racconto del figlio cambiato", trasmesso da Teleacras nel mese di ottobre 2002, NdCFC]


 
 

La Sicilia (Ragusa), 5.10.2014
Montalbano, riprese al via
Punta Secca. Accesi i riflettori sul porticciolo. Ed è già spettacolo

Punta Secca. E' già spettacolo. Riflettori accessi da venerdì sulle barche in legno dei pescatori, eccezionalmente in sosta sotto il balcone della casa più bella di Punta Secca. Il sole che fa capolino tra le nuvole con velata presenza, luce perfetta sul cartello rosso porpora di legno e semplicità che campeggia sopra l'ingresso del bar del porto. E' suggestione il set del Giovane Montalbano, il prequel de Il commissario Montalbano, fiction Rai che ha come protagonista un Salvo Montalbano in giovane età.
La borgata marinara, meglio nota al grande pubblico televisivo come Marinella, si fa ancora ameno albergo per ospitare le riprese ambientate nella Sicilia dei primi anni '90 e che, per l'appunto, ripercorreranno i primi anni di attività del commissario di Vigata nato dalla penna di Andrea Camilleri, che cercherà verità e giustizia, ancora con ingegno e sagacia, dalla sua terrazza a picco sul mare. Piazza Torre piena dei tanti visitatori che osservano con interesse la troupe all'opera per riprodurre tutto come da copione.
Uno degli elementi scenografici di maggior pregnanza è rappresentato dal già citato bar del Porto. Allocato ai piedi di una restaurata torre Scalambri, ha già, infatti, richiamato attorno al set decine di fan. A Punta Secca tutti in fibrillazione, a cercare di scorgere tutti i protagonisti, in testa l'attore Michele Riondino nei panni del giovane commissario. Le prime scene sono state girate a Scicli, Ibla, Scoglitti e Donnalucata. Anche la talentuosa attrice Sara Felberbaum, nel ruolo di Livia, la fidanzata genovese di Montalbano, ad accendere la curiosità dei tanti estimatori in attesa di uno scatto fugace.
Alessia Cataudella
 
 

Corriere della Sera, 6.10.2014
Buchmesse. La direttrice dell’associazione culturale della città tedesca analizza il mercato editoriale dei due Paesi
Attenzione al rapporto tra titoli pubblicati e fatturato. Bene l’export dei gialli, genere che funziona
Alla Fiera di Francoforte il noir italiano è di casa
Franziska Nori: «Piace lo sguardo spietato di autori come Lucarelli»
Dopo un biennio difficile col segno meno la Germania è in leggera ripresa
Bisogna dare ai critici e altri mediatori uno spazio di rilievo sui giornali
Saviano è molto seguito, i libri di Camilleri sempre in classifica

[...]
Ma ci sono anche i noir, da Camilleri a Malvaldi, e grazie a loro lo scambio commerciale è qui a nostro favore: i tedeschi comprano più narrativa italiana di quanto noi acquistiamo romanzi tedeschi.
«Sì, è vero. C’è da dire che il poliziesco, il noir è il genere di maggior successo sul mercato tedesco. Camilleri, Lucarelli e tutti gli altri sono tradotti con grande successo. I loro libri compaiono sempre nelle classifiche dei Krimi (gialli). Anch’essi raccontano l’Italia di oggi nei suoi aspetti più bui ma con un inconfondibile sguardo tutto italiano dei protagonisti sulla realtà».
[...]
Ranieri Polese
 
 

RagusaNews, 6.10.2014
Turismo, l'inviato di Le Monde a Scicli per Montalbano
Philippe Ridet in città

Scicli - Philippe Ridet, corrispondente in Italia di Le Monde, è stato a Scicli nello scorso weekend per realizzare un reportage su Scicli e Modica quali meta di destinazione turistica per chi è in cerca dei Luoghi di Montalbano.
Le Monde pubblicherà infatti un ampio servizio sul fenomeno del successo dei luoghi in cui la fiction, che sta riscuotendo successo anche in Francia, è stata girata.
Ridet è stato ospite di Francesca Giannone, della Gfg Travel di Scicli.
Val la pena di ricordare che il maggiore quotidiano francese è anche il giornale d'oltralpe più citato dai media.
 
 

Adnkronos, 7.10.2014
L'Italia cala i suoi assi alla Buchmesse, da Eco a Camilleri

Da 'Donne' di Camilleri al prossimo libro di Umberto Eco, 'Numero Zero' passando per 'L'amore che ti meriti' di Daria Bignardi. Sono questi i pezzi pregiati che l'editoria italiana porta alla 66esima Fiera del Libro di Francoforte, al via da domani al 12 ottobre, cui partecipano 7.100 espositori di 103 diversi Paesi, con la Finlandia ospite d'onore.
[...]
Altro pezzo forte della Rizzoli è 'Donne' di Andrea Camilleri: una vera e propria autobiografia d’amore, una raccolta di storie indimenticabili ed un catalogo intimo e giocoso delle donne che nel corso dei secoli gli uomini hanno di volta in volta amato e odiato.
[...]
 
 

Cinetvmania, 7.10.2014
Ascolti tv ieri – Dati Auditel 6 ottobre: Montalbano sfiora i 6 milioni
I dati Auditel del 6 ottobre 2014: Montalbano in prima serata non ha rivali...

Il film tv in replica Il campo del vasaio della serie Il Commissario Montalbano, andato in onda su Rai1 ieri, si aggiudica ancora una volta la prima serata televisiva con 5.952.000 telespettatori e uno share del 23,14%.
[...]
Marzia Giusepponi
 
 

La Sicilia (Ragusa), 7.10.2014
La denuncia dell'Anffas
«I luoghi di Montalbano off limits per i disabili»

I luoghi di Montalbano sono per molti, ma non per tutti. E tra quelli per cui "non sono" c'è tutto quel potenziale pubblico che, per accedere ad un luogo pubblico, avrebbe bisogno di un piccolo accorgimento: l'abbattimento delle barriere architettoniche. Proprio quando il "brand" Montalbano è tornato, nel bene e nel male, alle massime "quotazioni", è l'Anffas a lanciare questa denuncia: "Da qualche anno a questa parte, complice il successo televisivo della serie - si legge in un documento dell'associazione - è facile imbattersi in frotte di turisti che si aggirano per le nostre città e per le nostre spiagge cercando le bellezze nascoste di quelli che sono ormai noti come i luoghi di Montalbano. Per qualcuno, però, non è poi così semplice sperare di imbattersi in Catarella davanti al commissariato dell'immaginaria Vigata, o passeggiare sulla spiaggia antistante la casa del famoso commissario nato dalla penna di Camilleri: stiamo parlando, naturalmente, delle persone con disabilità. Questo ci porta - si legge ancora nel documento dell'Anffas - a chiederci, ma soprattutto a chiedere alle istituzioni territoriali competenti: che tipo di turismo vogliamo rilanciare? Vogliamo, o no, un turismo che sia accessibile a qualunque cittadino? Ciò che attualmente si sta facendo in materia - concludono - a nostro avviso, non sembra muoversi verso una scelta di civiltà importante che ci auguravamo fortemente per il nostro territorio".
Concetta Bonini
 
 

SikilyNews, 9.10.2014
La celebre fiction tv sarà inserita nel Registro delle Eredità immateriali
La Sicilia adotta "Il commissario Montalbano"

La quiete dopo la tempesta. Si può riassumere con il titolo del celebre canto leopardiano l’insolita polemica sorta nelle scorse settimane tra il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e la produzione della fiction televisiva “Il commissario Montalbano”. Il patron della casa di produzione Palomar, Carlo Degli Esposti, che dal 1999 racconta le avventure del celebre personaggio partorito dalla penna di Andrea Camilleri, aveva avvertito che a causa della totale assenza di finanziamenti regionali avrebbe potuto lasciare la Sicilia per spostare le riprese in Puglia. Il vulcanico presidente aveva risposto minacciando denuncia in Procura, ricordando come la Rai deve alla Regione oltre 20 milioni di euro in seguito alla nascita di un contenzioso.
Ma qualche giorno dopo Crocetta ha provato a rimediare, presentando una legge ad hoc, subito ribattezzata "ddl Montalbano", per finanziare la fiction sul celebre commissario. “Il nostro disegno di legge – ha spiegato il presidente – intende valorizzare le grandi produzioni seriali che si fanno in Sicilia, che vengono girate per più della metà sull’isola, che abbiano grande valore letterario e quindi siano classificabili come beni immateriali della Regione Siciliana". Una iniziativa che si aggiunge all’attività della Film Commission regionale, che ha il compito di finanziare film e produzioni. Il bando sul cinema pubblicato ogni anno – ha precisato Rosario Crocetta – è destinato a piccole e medie produzioni. Riteniamo però che eventi come quello di Montalbano debbano andare avanti con provvedimenti di finanziamento diversi”. Il “ddl Montalbano” prevede l’istituzione di un “Fondo produzioni audiovisive seriali con carattere ciclico e continuativo”, che partirà con una dotazione di 200 mila euro destinati ad offrire un sostegno ai film che abbiano un pregresso di produzione e programmazione almeno triennale e che siano già inseriti nei palinsesti di emittenti televisive aventi una diffusione almeno nazionale. Per ciascun singolo episodio, non inferiore ai 45 minuti, l’aiuto economico sarà di 50 mila euro
Parallelamente al disegno di legge, la Regione ha avviato la procedura per inserire la fiction sul commissario di Vigata, interpretato da Luca Zingaretti, nel Registro delle Eredità immateriali della Regione Siciliana (Reis), istituito nel marzo scorso con lo scopo di individuare, documentare, tutelare, promuovere e valorizzare i beni e le realtà appartenenti al patrimonio culturale immateriale della Sicilia. Nella relazione a firma del dirigente generale del Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, dott. Salvatore Giglione, è stato evidenziato come la produzione televisiva della fiction sia tra le più conosciute e amate dagli italiani, e ha contribuito ad esportare importanti aspetti della cultura siciliana, rendendo noti luoghi di notevole bellezza e interesse culturale, oggi divenuti meta di visitatori attratti dalla notorietà della serie tv. Grazie agli episodi trasmessi sulle reti nazionali, molti luoghi e un insieme di aspetti tipici della realtà e cultura siciliana, esibiti e documentati attraverso una sapiente regia, sono divenuti memoria presente dell’immaginario degli italiani. Considerata dunque la valenza culturale e di trasmissione di valori materiali e immateriali che attengono alla Sicilia e all’essere siciliani che caratterizza la serie televisiva, il presidente della Regione Crocetta ha proposto che venga iscritta nel Reis. Il governatore ha ritenuto inoltre di individuare nel “Libro degli Spazi simbolici”, in cui sono iscritti gli spazi che hanno registrato eventi tali da sortire dinamiche di memorie collettive, produzione simbolica o che si pongono quali scenari socio-culturali storicamente identificati, la sezione del Reis in cui iscrivere “Il commissario Montalbano”. Al Dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana è stato demandato di porre in essere le iniziative necessarie all’iscrizione della fiction nel Registro delle Eredità Immateriali e nel Libro degli Spazi simbolici. Le corse in auto tra Vigata e Montelusa, gli esilaranti dialoghi con l’agente Catarella e le nuotate all’alba diventeranno presto beni siciliani, che l’Isola non si lascerà certo sfuggire. Si spera.
Andrea Rifatto
 
 

11.10.2014
Sarà a breve in libreria Umoresche (Barta edizioni) di Anton Čechov, con uno scritto di Andrea Camilleri.
 
 

Corriere della Sera - Io Donna, 11.10.2014
Il pane & le rose
Tutte le donne di Andrea

Ho avuto l’onore di essere per un paio d’ore una delle sue donne. Certo non sono Antigone e neppure Elena di Troia... Ma, grazie a lui, possiamo tutte immedesimarci in un catalogo infinito di personaggi femminili, letterari o in carne d’ossa, così ben disegnati da non capire dove finisce la realtà e comincia la sua fertile fantasia di narratore. Sto parlando di Andrea Camilleri e del suo nuovo libro Donne (Rizzoli) che ho avuto il privilegio di presentare alla Casa delle Letterature di Roma.Ogni incontro con l’inventore di Montalbano per me è una festa, come quando da bambina mi portavano a vedere il Mago e aspettavo, con curiosa eccitazione, di vedere che cosa avrebbe tirato fuori dal cappello, un fiore di carta o una colomba bianca... Così è il nostro scrittore siciliano. Dico nostro perché ormai appartiene a tutti i lettori che lo sentono come uno di famiglia e non vedono l’ora di essere rapiti dai trucchi speciali dei suoi nuovi racconti. Con questo ultimo libro, sotto forma di catalogo alfabetico, dalla A di Angelica alla Z di Zina, ci fa entrare nella sua personalissima “città delle donne”, quelle veramente conosciute, quelle sognate, lette, corteggiate o immaginate. E,come sempre, riesce a catturarci tanto che sembra di toccarle queste figure femminili e, insieme con l’autore, di contare una per una le “papuluzze” (le lentiggini) di Lulla, la sorella brutta della bella Mirella, selvatica e rude, che vuole essere amata come una donna delle caverne. O di tuffarci nel mare, in una notte di luna, insieme con la stupenda Venere, una giovane attraente come la dea, che Camilleri incontra su un treno affollato. E poi c’è la svedese Ingrid, che ha dato il nome alla prima fidanzata di Montalbano, la malinconica Carmela e Ramona, la contorsionista, che fa di tutto per far ingelosire il suo lanciatore di coltelli.
Attraverso questi personaggi, scopriamo la voce di un uomo che vi farà innamorare, perché non è lo sbruffone maschio italico o l’uomo femminista tutto “chiacchiere e distintivo”, ma un tenero bellimbusto che conquista a colpi di grazia e ironia. Donne è di sicuro il suo libro più erotico e spiritoso, pieno di rivelazioni autobiografiche, alcune davvero toccanti. Come le pagine dedicate alle due Elvire della sua vita: la nonna, cui deve la passione del racconto e la capacità di rimanere sereno davanti agli anni che passano, e la sua editrice storica, Elvira Sellerio, vera amica del cuore, sempre vicina in tutti i momenti di dolore e di gloria. Lo scrittore confessa che mai avrebbe pensato di scrivere un libro così intimo sulla figura della donna. E, invece, per la nostra felicità ci ha fatto questo ennesimo regalo.
Pianta consigliata: Jasminum grandiflorum con fiori grandi, bianchi, profumatissimi. Originario della regione himalayana, era già noto alle civiltà indiana, cinese e araba. Che l’ha introdotto in Sicilia e nelle terre conquistate.
Serena Dandini
 
 

Il Fatto Quotidiano, 11.10.2014
Trent’anni dopo, quel che resta di Eduardo: praticamente tutto
“Non ti pago”, “La bugie hanno le gambe lunghe”, “Il sindaco del rione Sanità”: a rileggere testi e battute scopriamo come l'attualità riesca regolarmente a superare la nostalgia

Se c’era qualcuno che se la intendeva coi fantasmi, quello è stato Eduardo De Filippo, e dunque nessuno stupore che adesso sia il suo fantasma ad aggirarsi un po’ dappertutto, nel trentennale della scomparsa. Mentre si avvicina il prossimo 31 ottobre (giorno della morte, e in cui sarà ricordato anche da quel Senato della Repubblica di cui fece parte) l’inconfondibile maschera scavata è riapparsa nella piazza napoletana che porta il suo nome, sui muri tirati su dalle macerie di quella che diventò la sua vera casa: così oggi cinque murales realizzati dal giovane artista Jorit Agoch ritraggono Eduardo in primo piano, a sorvegliare il Teatro San Ferdinando.
[...] La memoria galoppa anche alla Casa del cinema di Roma, nelle seppure troppo esigue salette in cui è stata allestita la mostra I fratelli De Filippo tra cinema e teatro: foto di scena originali, locandine, manifesti, libri, brochure, e altri materiali rari di Eduardo Scarpetta, Eduardo, Peppino e Titina. Peccato che non ci sia nemmeno uno spezzone della straordinaria e quasi del tutto dimenticata filmografia lì rievocata a partire dagli Anni Quaranta, lacuna solo in parte colmata dal ciclo di proiezioni in corso, e bilanciata dalla recente riproposta su Rai5 dell’adattamento delle commedie per la Tv realizzato negli Anni Sessanta, dove ad affiancare il maestro fu chiamato un giovane appena assunto e che riuscì a compiere il miracolo di accontentarlo: un certo Andrea Camilleri.
[...]
Nanni Delbecchi
 
 

Traveller, 11.10.2014
Sites where TV series Inspector Montalbano was shot open to tourists
The picturesque cities of the Sicilian province of Ragusa form the backdrop to the popular television series, Inspector Montalbano. Many of the sites where the scenes from the series were shot are open to tourists.

A narrow road winds between drystone walls, around hillsides over steep ravines; the fields are the colour of parched straw, and dried thistle and wild fennel wilt in the summer heat beside the tarmac. Dusty trucks are pulled over into side roads where dark-skinned men in overalls perform tasks whose nature you cannot precisely discern. Cars accelerate suddenly into the rear-view mirror before shooting past, and fly around blind bends on the wrong side of the road. You feel like you might have wandered into a mafia telemovie.
In fact, you almost have: this corner of south-eastern Sicily, in the province of Ragusa, is home to many of the locations featured in Inspector Montalbano, the popular Italian TV series based on the books of Andrea Camilleri.
While Camilleri's books are set further west, around Agrigento, the TV series uses locations near the more picturesque cities of Modica, Noto and Ragusa, which were all  rebuilt in high baroque style after a catastrophic earthquake in 1693.
In the small town of Scicli, half an hour south of Ragusa, the office of the mayor doubles as the office of the chief of police in the fictional provincial capital of Montelusa, where Montalbano, played by Luca Zingaretti, is regularly summoned to get the benefit of the chief's misguided wisdom on a case. The mayor of Scicli has twice had to vacate the office: at first temporarily, when early series were in production; and now permanently, as the local council offers guided tours of the room for €2 a head.
The guide delivers her patter about the production of the series and the history of the building as you stand before the massive desk. She points to the door where Montalbano enters the room ("Not the one you have just come through."), noting that the dark 19th century furniture was all purpose-made, and you can't help feeling a little sorry for the mayor, exiled from this space full of the pomp of his office – the flag and star of the Italian Republic, the painted ceiling, the lustrous dark timber, the lounge chairs and coffee table in one corner – and now working from a much humbler room.
The building's facade plays the exterior of the police station at Vigata, where Montalbano arrives and departs in a tiny Fiat with tyres screeching – inside you're in Montelusa, outside in Vigata, a little postmodern trick of television.
As we sit  over short blacks at the cafe tables in the piazza, two Carabinieri wander over in their distinctive blue shirts and red-striped trousers, just like they'd stepped out of the fictional police station for a quick coffee themselves.
In nearby Ragusa is the church of San Giorgio, a baroque beauty in soft local limestone set at the top of a sweeping staircase; it features in numerous episodes as the church of Vigata, with Montalbano meeting people on the staircase after funerals and weddings. When the gated steps are closed off you'll have to content yourself with an aperitif at a table on the sloping piazza out front.
Then there's the house where the inspector "lives" at Punta Secca, a pretty little seaside town that is full of holidaying Italians in summer. The casa di Montalbano, helpfully signposted, sits right on a rocky beach. You can walk up and peer into the balcony where the inspector entertains various female characters over moonlit bottles of local nero d'Avola. Women pose for photographs on a low wall in front of the house, possibly imagining themselves on that moonlit balcony (Zingaretti, with his soulful lost little boy's eyes, is a sex symbol in Italy).
The house hosts a bed and breakfast – you can sleep in Montalbano's bed and drink coffee on the terrace where Montalbano drinks coffee after his morning swim.
But with locals using the downstairs balcony as a towel rail and crowding the beach on summer days, you'd have as much chance of peaceful enjoyment of the house as the famously harassed inspector himself. Which might mean entering just a little too deeply into the fantasy.
Matt Holden
 
 

La Sicilia (Agrigento), 12.10.2014
Nuovo libro per Andrea Camilleri
Montalbano torna giovane e ci guida in otto inchieste

«Come vuole la prassi», «La stanza n. 2», «Il ladro onesto», «Morte in mare aperto», «La transazione», «Doppia indagine», «Un'albicocca», «Il biglietto rubato»: 8 indagini di un Montalbano giovane e senza paura, irruente, audace, pistola in mano, carica, e carico di risorse investigative, con largo uso di «sfunnapedi» e «trainelli».
S'intitola «Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano», il nuovo lavoro letterario dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri che arriverà nelle librerie il prossimo 23 ottobre, edizione Sellerio. Oltre duecento pagine da leggere, come al solito, tutte d'un fiato, al costo di 14 euro.
Conosceremo quindi un Montalbano quasi inedito, un Montalbano ai primi anni di carriera. I suoi primi anni del rapporto con Livia, un Montalbano, caratterialmente, non diverso da quello attuale.
 
 

La Sicilia, 12.10.2014
Isola del Teatro tra classico e contemporaneo
Il direttore artistico «In cartellone spettacoli molto diversificati in chiave anagrafica e di gusto»

Il programma è già nel titolo: Classicontemporaneo, con tutti i grandi del teatro, da Cechov a Pirandello da Brancati a Oscar Wilde, e con numerose incursioni nei terreni avventurosi della drammaturgia dei nostri giorni. «"Classicontemporaneo" è lo slogan di questa stagione» spiega Giuseppe Dipasquale, direttore artistico dello Stabile di Catania raggiunto al telefono a Roma, proprio mentre si trova a casa di uno scrittore che è già un classico amatissimo, Andrea Camilleri, «con il quale - anticipa gongolante - da tempo stiamo discutendo uno spettacolo nuovo, un testo per la scena con cui vorremmo inaugurare la stagione 2015-2016».
Quella in corso "incrocia" Camilleri con "La volata di Calò" di Gaetano Savatteri.
[...]
Ombretta Grasso
 
 

Cultura & culture, 13.10.2014
Peppino Mazzotta, dal Commissario Montalbano al film "Anime nere"
Cultura & Culture intervista Peppino Mazzotta, talentuoso e noto attore di teatro, televisione e cinema

Per tutti è Fazio, il fedele e preciso collaboratore del Commissario Montalbano. Peppino Mazzotta è un attore di talento, bravo sul piccolo schermo, a teatro, ed apprezzato nelle scorse settimane anche al cinema con il film “Anime nere”, la prima pellicola italiana presentata quest’anno a Venezia ed accolta alla grande con più di dieci minuti di battimani, mica male…
[...]
Buona parte della sua popolarità la deve a Fazio, l’ispettore del Commissario Montalbano ma nella sua quotidianità quali parallelismi ci sono con il personaggio che interpreta con successo ormai da 15 anni?
C’è della somiglianza ma anche qualche mancata aderenza. Sono molto metodico e ossessivo come lui, sono una persona intellettualmente onesta, quindi simile a Fazio, poi però ho le mie debolezze e questo fa sì che non ci assomigliamo. Si fa fatica a pensare a tratti comuni o meno comuni, ormai c’e un’ identificazione quasi totale e si finisce per condizionarsi a vicenda. C’è una sovrapposizione delle due personalità.
Anche le repliche più remote del Commissario Montalbano non vanno mai sotto i 10 milioni di spettatori. Si può parlare di un fenomeno televisivo?
Ormai si è configurato come un vero e proprio fenomeno ed il fatto che le repliche facciano più ascolto delle prime visioni delle altre reti non succede mai. Forse è scattato un affetto nei confronti di questi personaggi e allora la gente vuole stare in loro compagnia. Di questo siamo contenti anche se c’è una sovraesposizone che poi ci fa fare più fatica quando dobbiamo convincere un regista anche sulle nostre qualità, fuori da quei personaggi.
Tra l’altro siete pronti a girare i nuovi episodi il prossimo marzo…
Questa è una notizia ancora non confermata nel senso che c’è l’intenzione della Rai e di chi produce il film, di fare due o quattro romanzi nella primavera prossima ma ancora nulla di ufficiale.
In questi anni Andrea Camilleri quanto ha frequentato il set?
Pochissimo. I primi periodi è venuto alcune volte, poi col passare del tempo qualche difficoltà c’è stata perchè malgrado la sua mente sia lucidissima con il corpo c’è qualche piccolo problema. Quando è stato presente sul set lo ha fatto per manifestarci un po’ di affetto.
[...]
Emilio Buttaro
 
 

RagusaNews, 13.10.2014
Fa le scarpe a Montalbano, ma qualcuno se le frega
L'installazione dello scultore

   

Santa Croce Camerina - Lui fa un'installazione a mò di provocazione, ma nottetempo qualcuno, forse un tunisino, evidentemente scalzo, ne approfitta.
Color acciaio. In gomma, ma pur sempre delle sfumature dell’arte. Allineati fianco a fianco, proprio a centro dello slargo che accoglie ogni giorno le decine di visitatori che scelgono Punta Secca in questa estate ottobrina per trascorrere la loro giornata a mare. Sono i sandali sistemati da Nino Barone, fabbro dal cuore d’artista che nei mesi scorsi è riuscito a scalare la vetta delle cronache nazionali per il suo Montalbano.
Quello in ferro che, seppur per qualcuno alquanto discutibile quanto a bontà estetica, ha letteralmente fatto impazzire i webnauti che si sono scatenati, cellulare alla mano, per concedersi uno scatto a fianco della scultura che del commissario riprendeva sorriso e scaltrezza.
Montalbano, che da circa un mese non fa più sosta al parcheggio d’ingresso della borgata, ha girato i tacchi, ma ha lasciato, comunque, la sua impronta. Sosta a scadenza per l’opera che porta la firma dell’artista camarinense noto in paese per il suo onesto lavoro di artigiano che svolge da più di trentanni mal digerita dai tanti (curiosi, estimatori) che raggiungono Punta Secca sperando di poter lanciare in rete il proprio contributo a tu per tu con il commissario di ferro. Sosta a scadenza amara per l’autore che si interroga ancora sul come sia possibile ignorare la regina dei "selfies" dell'estate targata Marinella.
“Non ho voluto fare altro che lanciare una provocazione – ha ammesso Barone – sì, perché il mio Salvo non ha lasciato questa borgata, la gente che passa da queste parti e sente ancora che quella statua aveva lì il suo posto, lo sa benissimo. Quel luogo in cui una intera produzione ha tramutato fantasia in realtà, quello in cui io ho voluto immaginare un grande personaggio che tanto ha dato ai nostri luoghi. Io mi chiedo ancora come sia possibile che nessuno si sia indignato per quanto accaduto. Dai responsabili della nostra cittadina solo un “rompete le righe”. Ma a Salvo Montalbano, al mio Salvo Montalbano, non si possono girare, così, le spalle”.
Mentre le assicura al terreno, le scarpe Nino Barone le pensa ai piedi della sua opera. “Sì, perché per me la scultura non è mai andata via – aggiunge – ma nemmeno per chi, ancora oggi, arriva a Santa Croce e si chiede, e mi chiede, dove può avere modo di ammirare una statua che tanto ha fatto discutere. Non è piaciuta? Ok, posso anche ammettere che non è fedelissima all’originale in 3D, ma io ho fatto la precisa scelta di non riprodurre un clone ma ciò che era l’essenza di una figura che io ho percepito in quella maniera. Mi fa davvero strano vedere come si possa mettere all’angolo un’opera che tanto ha mosso le idee, il dialogo, donata, ricordo, ad una comunità che ha solo avuto e nulla ha dato, perché nulla avevo chiesto. Mi domando dove stanno i critici d’arte, ma mi chiedo, soprattutto, come i nostri rappresentanti cittadini possano fare spallucce ignorando il forte impatto mediatico e estetico di quello che si è rivelato un vero e proprio fenomeno stagionale. Ritengo che il posto del mio Salvo Montalbano non possa essere certo un polveroso angolo all’ombra di un’officina".
Stamani le scarpe non c'erano più. Pare che un tunisino, evidentemente scalzo, abbia approfittato dell'esposizione d'arte per indossarle, e fuggire. A piedi.
Alessia Cataudella
 
 

Il Tirreno, 13.10.2014

Non va nei talk show, raramente si fa intervistare, adora Montalbano, Camilleri e Zingaretti – su cui sta preparando uno speciale - e scappa ogni volta che gli vogliono dare un premio. Ma sabato scorso Vincenzo Mollica, storico inviato del Tg1 nel settore spettacoli, ha fatto un'eccezione, accettando lo speciale premio alla carriera preparato dagli organizzatori del festival letterario Luccautori: un busto con le sembianze del suo alter ego papero “Vincenzo Paperica”, personaggio nato anni fa dalla penna di Andrea Pazienza e poi disegnato da Giorgio Cavazzano per il settimanale Topolino.
[...]
E Montalbano in tv?
«Lo posso vedere in tutte le repliche possibili e immaginabili. Sono un ammiratore di Camilleri da sempre. La Rai, poi, ha avuto la capacità di creare questa serie, fatta benissimo, e di trovare un attore come Zingaretti. Sto preparando uno speciale su di lui».
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Paola Taddeucci
 
 

Sellerio Editore, 14.10.2014
Claudio Coletta presenta 'Amstel blues'

Martedì 14 ottobre alle 18,00 alla libreria Feltrinelli di Roma, via Appia Nuova 427, Claudio Coletta presenta il suo libro 'Amstel blues'.
Interviene Andrea Camilleri.
 
 

Il Giornale Web, 14.10.2014
I racconti di Nené, di Andrea Camilleri

L’autore lo conosciamo tutti. In questi giorni è ai primi posti nelle classifiche dei libri più venduti in Italia con il suo ultimo lavoro "Donne". Abbiamo imparato a conoscerlo, soprattutto nell’ultimo ventennio, attraverso le avventure del commissario che nasce dalla sua penna, parliamo di Andrea Camilleri!
Diciamolo subito, apertamente, non è una novità il fatto che ogni suo nuovo libro sia atteso come quando si attende il ritorno di un buon amico che è stato lontano e si attende, in primis, per scoprire cosa questa volta avrà da raccontarci, dove la sua fantasia potrà condurci. Questo è uno di quei casi in cui consigliando un libro consigliamo o, meglio, presentiamo un autore.
Non è una biografia secondo l’accezione classica del termine, perché i racconti sono resi nell’ambito di un’intervista televisiva rilasciata qualche anno fa (nel 2006 n.d.r.) per la RAI ma, va da sé, di racconti di vita si tratta. La vita del Maestro Camilleri nella cornice della storia del nostro Paese.
Senza annoiare mai, con maestria e non supponenza, sa insegnarci qualcosa, facendoci spuntare un sorriso per quel suo modo di essere sarcastico con eleganza.
Ottimo il lavoro di Francesco Anzalone e Giorgio Santelli che raccolgono racconti "televisivi" e, anche su carta riescono a rendere l’idea delle pause che danno enfasi al discorso. Per quanto riguarda invece – cito testualmente - "espressioni, movimenti delle mani e del volto che sottolineavano o rafforzavano o colorivano alcuni momenti del discorso" e che Nenè affida alla fantasia del lettore perché il testo ne è sprovvisto, possiamo dire che, leggendo, faremo del nostro meglio!
Simona Letizia Ilardo
 
 

Vesuvio Live, 14.10.2014
Camilleri, Pirandello e Verga e il marciume dell’Unità d’Italia

“Quando fu fatta l’unità d’Italia noi in Sicilia avevamo 8000 telai, producevamo stoffa. Nel giro di due anni non avevamo più un telaio. Funzionavano solo quelli di Biella. E noi importavamo la stoffa. E ancora oggi è così”.
Andrea Camilleri, scrittore siciliano famoso in principal modo per i romanzi aventi come protagonista il commissario Montalbano, da cui è stata prodotta una serie televisiva, pronunciò le parole sopra riportate in un’intervista concessa a Roberto Cotroneo nel 2008, che prendendo le mosse dalla situazione politica di allora, lo scontro tra l’appena nato Partito Democratico guidato da Veltroni e Silvio Berlusconi, ha toccato le corde della questione meridionale e dell’Unità d’Italia. Senza giri di parole Andrea Camilleri denunciò il fatto che il Mezzogiorno non è altro che una colonia destinata a soccombere sempre di più, poiché rende man mano di meno e non può essere utile alla gestione politica quale è dal 1860:
“Io penso che nel 2008 l’operazione colonialista, iniziata subito dopo l’Unità d’Italia nei riguardi del Sud, sia arrivata al punto finale: questa colonia del Sud rendendo sempre di meno, sempre di più viene abbandonata a se stessa. E la colonia del Sud è come se non facesse parte dell’Italia, come qualche cosa di aggiunto all’Italia. Però se poi vado a vedere chi costituisce la mente direttiva delle industrie del nord, dell’informazione del nord, mi accorgo che sono dei meridionali. E allora mi sento in dovere di chiedere una quantificazione in denaro delle menti meridionali che promuovono il Nord. Voglio metterlo sul piatto della bilancia. Voglio vedere quanto può valere il cervello di un industriale meridionale che lavora e produce ricchezza al Nord”.
Cervelli del Nord che producono ricchezza al Sud non esistono per Camilleri, il quale ha anche la spiegazione di tale circostanza:
“La spiegazione risale al 1860. Quando una rivoluzione contadina venne chiamata brigantaggio. Per cui uccisero 17 mila briganti che non esistono da nessuna parte del mondo. Ed erano invece contadini in rivolta, o ex militari borbonici. Tutto già da allora ha preso una piega diversa. Quando fu fatta l’Unità d’Italia noi in Sicilia avevamo 8000 telai, producevamo stoffa. Nel giro di due anni non avevamo più un telaio. Funzionavano solo quelli di Biella. E noi importavamo la stoffa. E ancora oggi è così”.
Andrea Camilleri, il maggiore scrittore italiano in vita, parla insomma di colonia interna, di sfruttamento sistematico del Mezzogiorno sin dal momento dell’Unità, di falso Risorgimento che in realtà è stato una guerra di conquista, di storia nascosta. Col passare del tempo il Sud non poteva che diventare inutile, sfruttato ed inquinato, e allora bisogna trasferire le menti al Nord dopo averle opportunamente programmate affinché dimenticassero le proprie radici, una situazione cui non è esente da colpe la classe dirigente locale:
“Nell’Ottocento, quando cominciò a sorgere la cosiddetta questione meridionale, c’erano parecchi deputati meridionali che si battevano per la questione meridionale. Oggi si battono per altro, non per la questione meridionale”.
Che il neonato Stato Italiano fosse marcio lo avevano rilevato anche altri due grandissimi scrittori siciliani, Luigi Pirandello e Giovanni Verga, i quali, inizialmente entusiasti per quella doveva essere una nuova epoca dorata per la Sicilia cui fu promessa l’autonomia, divennero critici e rinnegarono nei fatti l’Unità d’Italia. Pirandello nacque nel 1867 in una famiglia che aveva partecipato attivamente ai moti risorgimentali, lottando al fianco dei Mille per la liberazione della Sicilia, ma egli manifestò le proprie aspre critiche soprattutto nel romanzo “I vecchi e i giovani”, dove sono a confronto la vecchia generazione, quella protagonista dell’Unità, e la nuova, quella che vive sulle proprie spalle i fatti del 1860. È un’opera il cui fulcro è l’eredità lasciata ai giovani, ma non i giovani del tempo, bensì quelli che sarebbero continuati a nascere nei decenni successivi. Donna Caterina, nel romanzo, afferma:
“Qua c’è la fame, caro signore, nelle campagne e nelle zolfare; i latifondi, la tirannia feudale dei cosìddetti cappelli, le tasse comunali che succhiano l’ultimo sangue a gente che non ha neanche da comperarsi il pane“.
Eccoli qui, ma non solo essi, gli ottomila telai di cui parla Andrea Camilleri. È quella che Pirandello chiama “bancarotta del patriottismo”, l’inganno e il fallimento del Risorgimento, l’amara consapevolezza che dietro i Mille vi era ben altro disegno, ben altri burattinai che della Sicilia e, del resto, di tutto il Mezzogiorno, non se ne curavano se non come territorio attraverso cui accrescere la propria posizione, il proprio potere, la propria ricchezza. La critica di Giovanni Verga si dispiega invece nel cosiddetto “Ideale dell’ostrica”, secondo il quale è impossibile migliorare la condizione nella quale si è nati, una sorta di cu nasci tunnu un po muriri quatratu, nonostante tutti gli sforzi che possano essere fatti: Mastro Gesualdo non diverrà mai Don Gesualdo, al massimo Mastro Don Gesualdo, e la famiglia di Padron ‘Ntoni, appena cercherà di ampliare la propria “attività” perderà la barca – migliorare non si può, si può solo fare peggio, dunque è meglio restare, come un’ostrica, attaccati al proprio scoglio. I lavori di Verga sono tutti incentrati sulla condizione delle classi più povere e disagiate, implacabilmente sfruttate e impossibilitate a raggiungere non solo il benessere, ma neanche una condizione leggermente migliore rispetto a quella di partenza. In maniera un po’ velata, certo, ma evidente a chi vuole andare oltre il racconto e contestualizzare l’opera di uno scrittore, capire le basi sulle quali è stata scritta, sono presenti la sfiducia e la delusione verso qualcosa che sembrava oro, ma era un’illusione, un miraggio, un inganno: era l’oro dei pazzi.
Francesco Pipitone
 
 

La Nuova Sardegna, 14.10.2014
Vivere sotto scorta Il lavoro del cronista

Florinas. Il crimine raccontato sulle pagine dei libri, le parole di giornalisti e magistrati che hanno vissuto in presa diretta i fatti di cronaca, importanti spazi di riflessione sulla legalità e la lotta alle mafie con testimonianze forti e vere come quelle di Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco ucciso a Palermo nel 1983, e Rosaria Capacchione, giornalista del Mattino che oggi vive sotto scorta per le minacce ricevute dalla camorra. Tutto questo è stato “Florinas in Giallo”, che anche in questa quinta edizione ha voluto affiancare alla passione per la letteratura gialla l’approfondimento su quanto ruota attorno alla cronaca.
[...]
Gaetano Savatteri e Giuseppe Rizzo hanno parlato di letteratura e Sicilia, “una terra ad alta densità mafiosa ma anche letteraria”, passando con ironia da Sciascia a Camilleri.
Anna Sanna
 
 

La Repubblica (ed. Palermo), 17.10.2014
Daniel Pennac "La mia Sicilia? Un'isola letteraria"
Il ricordo di Palermo splendida e in rovina: "Diversa da tutte le altre città italiane". Pirandello, il barocco e la mafia, parla il "papà" di Malaussène, domenica al teatro Massimo per "Repubblica delle idee"

[...]
Conosce la tradizione letteraria siciliana?
«Da giovane ho molto letto Pirandello. Mi piaceva moltissimo ed ero molto incuriosito dalla sua riflessione sull'identità e sulla follia del mondo. Più tardi ho letto Il gattopardo e alcuni romanzi di Sciascia, nei quali per la prima volta ho scoperto l'universo della mafia. Del romanzo di Tomasi di Lampedusa ho apprezzato molto la ricostruzione del quadro storico e della società dell'epoca, ma anche la riflessione sull'immobilismo e il trasformismo della classe dirigente siciliana. La Sicilia è indubbiamente una delle due grandi isole letterarie del continente, l'altra è l'Irlanda. Entrambe hanno un'importantissima tradizione di scrittori e poeti, al punto che si dovrebbe riflettere sul legame specifico che esiste tra la condizione insulare e il bisogno di scrittura. Un bisogno spesso strettamente legato al tema della nostalgia, visto che, quando gli scrittori vivono lontani dall'isola natia, sublimano la nostalgia attraverso la scrittura ».
Ha letto anche autori più recenti?
«Conosco pochissimo gli autori siciliani contemporanei. Ho letto ad esempio un romanzo di Camilleri, che mi è sembrato un giallo molto ben costruito. Queste poche letture hanno però contribuito a costruire la mia immagine della Sicilia, alla quale però ha dato un apporto decisivo il cinema, a cominciare dal film che Visconti ha tratto dal romanzo di Tomasi di Lampedusa con i giovani Alain Delon e Claudia Cardinale. E naturalmente anche i molti film che hanno trattato della mafia, come Il Padrino di Coppola. Purtroppo, in Francia, l'immagine della Sicilia è spesso associata alla mafia più che al suo patrimonio artistico, archeologico e naturale. A questo proposito, ho l'impressione che molti film abbiano persino valorizzato l'universo mafioso, presentandolo come un mondo quasi cavalleresco dominato dall'onore, dalla fedeltà, eccetera. Saranno anche caratteristiche vere, ma dietro c'è sempre la violenza e il dominio dei più forti sui più deboli».
[...]
Fabio Gambaro
 
 

Grosseto Notizie, 18.10.2014
Andrea Camilleri cittadino onorario di Santa Fiora. Balocchi: “E’ parte integrante della nostra comunità”

Domenica 26 ottobre Andrea Camilleri diventerà ufficialmente cittadino onorario di Santa Fiora: il consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’atto con cui il grande maestro, dalla cui penna è nato il celebre personaggio di Montalbano, sarà a tutti gli effetti un membro della comunità del borgo amiatino.
“Andrea Camilleri vive periodicamente nella frazione di Bagnolo e partecipa alla vita della nostra comunità – commenta il sindaco Federico Balocchi -. Da quando ci onora della sua presenza, Camilleri ci ha insegnato proprio che appartenere ad un luogo significa amarlo e sceglierlo. La percezione di essere parte di una comunità è un dato soggettivo, un sentimento libero da costrizioni che ci permette di sentirci vivi e vitali all’interno di un sistema di legami. Camilleri ha eletto la nostra terra a luogo dell’anima e noi intendiamo riconoscere questo legame forte con un atto istituzionale altrettanto forte“.
La cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria è in programma domenica 26 ottobre al Nuovo Teatro di Santa Fiora, alle 17.30, nel corso di un evento pieno di suggestioni letterarie in cui sarà possibile conoscere personalmente il grande scrittore.
Domenica sarà l’occasione per una grande festa per narrare il rapporto che lega Camilleri a questo territorio ed il suo piacere nello stare qui – spiega Balocchi –. Camilleri fa già parte di questa comunità ed è un cittadino attivo. Questo angolo di Toscana per lui non è solo un rifugio, ma un luogo dell’anima nel quale, con generosità e semplicità, partecipare alla vita della comunità intera. Quello che c’è stato, negli anni, con Camilleri è stato uno scambio ricco: con questo atto vogliamo dirgli che fa parte integrante della vita di Santa Fiora“.
 
 

Circolo Leopardi – Il Cannocchiale, 18.10.2014
Donne
Andrea Camilleri, Donne, Rizzoli, 2014

E’ un libro poco usuale nella letteratura camilleriana. E’ un saggio, scritto in forma di raccontini, trentanove, per la precisione, ciascuno dei quali racconta la storia di una donna.
Riguardo il contenuto del libro, mi rifaccio alle parole dell’autore, riportate in nota, a titolo di postfazione: «…è un parziale catalogo delle donne, realmente esistite nella Storia o create dalla letteratura, e di altre che ho conosciute e di altre ancora di cui mi hanno raccontato, le quali, per un verso o per l’altro, sono rimaste nella mia memoria» (pag 211).
Credo non possa trovarsi miglior definizione del libro di queste parole dell’autore stesso. Più non dirò sul contenuto, salvo riportare le mie impressioni.
Il mio modesto giudizio di lettore è, come sempre, molto positivo (trattandosi del mio autore preferito…diranno alcuni che mi conoscono); in realtà, non essendo né un romanzo di Montalbano, né un saggio letterario tout court, il giudizio diventa non estremamente facile. Quello che dò per certo è che la sua lettura diverte.
Alcune donne esaminate da Camilleri, come detto già dall’autore stesso, sono state da lui conosciute direttamente e sono quelle i cui ritratti risultano più interessanti e anche quelle che mi hanno coinvolto di più. In ciascun capitoletto non c’è solo una donna, spesso sono due o più, ovviamente omonime, visto che i capitoli sono nomi femminili in ordine alfabetico.
Le creature letterarie saltano subito all’occhio, ma proprio per la possibilità di più persone con lo stesso nome, si possono trovare delle piacevoli sorprese. Ad esempio, alla voce "Angelica", che apre il libro, c’è l’Angelica di Ariosto, quella delle storie di Orlando e dei suoi Paladini, tra l’altro molto presente nelle rappresentazioni fatte in Sicilia con le marionette dette “Pupi” (da cui l’ “Opra ‘i Pupi”, di tradizione siciliana), e c’è poi un’altra Angelica che sorprende Camilleri stesso durante un loro incontro casuale, essendo una famosa rivoluzionaria russa. 
L’autore procede. E alcune di queste “eroine camilleriane”, per dirla col gergo degli scrittori (eroine sta qui per protagoniste del racconto che porta il loro nome), sono persone che hanno avuto un peso nella vita dell’autore. La più importante di tutte è la prima delle due “Elvira”, cioè la nonna materna che lo ha iniziato alla vita culturale, visto che “ha saputo aprire la mia fantasia…”. Ed è anche la più cara, come l’autore ci ha detto nella presentazione del libro.
I ritratti sono tanti (forse più di 50, non sono stato a contarli); ma l’arguzia dell’autore, che usa un linguaggio semplice e immediato, non ricorrendo che rarissime volte al dialetto quando le donne descritte si esprimono unicamente con quello, li colorisce, quasi li dipinge con le loro caratteristiche umane come fossero tele. Ma una cosa – a consuntivo – appare chiara anche ad un lettore distratto: Camilleri ci ha raccontato una buona parte della sua vita, attraverso queste piccole “miniature” di donne.
Un libro piacevole, che si fa leggere volentieri. E – come penso sia stata intenzione dell’autore – una galleria di splendidi ritratti femminili. Da leggere, certo non soltanto dalle donne. Molte delle quali – avendolo letto – non ne sono restate entusiaste: non so perché! La cosa più divertente è rileggerne qualche pagina, di tanto in tanto. E’ delizioso…
Lavinio Ricciardi
 
 

La Repubblica, 18.10.2014
Il commissario che ferma l'inchino ai superboss nel paese di Montalbano
Porto Empedocle, durante la processione di San Calogero i poliziotti fotografano l'omaggio e fanno aprire un'inchiesta

Porto Empedocle - Fra i vicoli e le scalinate delle case "Cannelle", San Calogero eremita è scortato dalle donne dei padrini al 41 bis, i terribili fratelli Messina. Antonina, la moglie di Gerlandino, il capomafia che sparò al maresciallo Guazzelli, applaude. Concetta, la moglie di Salvatore, pure lui all'ergastolo, lancia occhiate ai portatori della vara. Daniela, la moglie di Fabrizio, indica la strada. Le donne dei padrini vogliono essere sicure che il santo arriverà fino al loro regno, in via da Verrazzano, nell'ultima casa di questa periferia. E ci arriva. Ora, la vara viene poggiata e San Calogero guarda la palazzina a tre piani che è diventata il simbolo della mafia più sanguinaria della provincia di Agrigento. Da un balcone, appare la mamma di Gerlandino, la signora Giuseppa, che in mano tiene un cesto pieno di muffoletti e di bottiglie d'acqua, per rifocillare i portatori del santo. Che ringraziano. E poi ritornano in processione tra la folla esultante.
È la sera di domenica 7 settembre. Quella sosta davanti la casa dei boss Messina è sulla bocca di tutti a Porto Empedocle, la città in riva al mare di Sicilia che ormai chiamano Vigata, come il paese inventato dallo scrittore Andrea Camilleri, che qui è nato. E come nella Vigata dei libri, anche nella Vigata reale c'è un commissario di polizia. Che non si chiama Salvo Montalbano, ma Cesare Castelli. La sera della processione, ha fatto travestire i ragazzi della Scientifica da turisti per fargli filmare l'ultima processione di San Calogero nel regno dei Messina. E questa volta, le cose non sono andate come nei romanzi di Camilleri, sempre piene di liti fra polizia e magistratura. La procura distrettuale antimafia di Palermo si è mossa a tempo record, e nel giro di poche ore ha aperto un'inchiesta sull'ultimo atto di devozione ai familiari dei boss.
[...]
Salvo Palazzolo
 
 

Il Tirreno, 19.10.2014

A 20 anni o giù di lì ha messo i suoi sogni in valigia e, come nei Vitelloni, è salito sul treno con un biglietto di sola andata per la capitale. Lì ad aspettarlo c'era il suo migliore amico, che quello stesso treno lo aveva preso tre anni prima. Si erano conosciuti recitando in una compagnia teatrale amatoriale (al tempo si diceva "sperimentale") di Livorno. E insieme avevano iniziato a sognare il cinema. Ma a differenza di molti coetanei, loro si vedevano dall'altra parte della macchina da presa. Paolo Virzì, l'amico, oggi fa il regista ed è famoso in tutto il mondo. Lui, Francesco Bruni, nella teca ha due David di Donatello, uno come miglior sceneggiatore, l'altro come miglior regista esordiente grazie al suo acclamatissimo "Scialla". Per il cinema ha scritto decine di sceneggiature di successo, per la televisione ha adattato i romanzi di Montalbano, ha vinto premi importanti e ha insegnato per 10 anni al Centro sperimentale di cinematografia di Roma.
[...]
Lei cura le riduzioni televisive di Montalbano. Come si lavora con Camilleri?
«Piacevolmente e con grandissima libertà: lui mi affida completamente la scrittura poi legge i copioni e si limita a dare qualche piccolo consiglio. È sempre affettuoso e benevolo. Abbiamo appena finito la nuova serie del giovane Montalbano, 6 puntate, e ora iniziamo a lavorare su 4 puntate del Montalbano classico da girare nel 2015».
[...]
Luciano Donzella
 
 

RagusaNews, 20.10.2014
Palazzo Busacca sia fabbrica del commissario Montalbano
L'idea dell'on. Ragusa

Scicli - “Palazzo Busacca, sede dell’omonima Assap, sia messo a disposizione per ospitare la fabbrica del commissario Montalbano. Invitiamo il presidente e il cda dell’Assap a rendersi disponibili in questa direzione considerato che su tale argomento regna l’immobilismo da parte dell’Amministrazione comunale di Scicli che non ha inteso fino ad oggi fornire alcun tipo di disponibilità”.
Lo dice l’on. Orazio Ragusa accogliendo la proposta di Fabio Granata per istituire nei comuni set della serie televisiva un luogo di fruizione legato ai luoghi del commissario di polizia più amato dai telespettatori. Granata, di Green Italia, aveva chiesto ad ogni città interessata, tra Noto e Porto Empedocle, passando per Ragusa, Modica, Scicli e Punta Secca, di mettere a disposizione un luogo destinato a diventare un village, un museo dinamico, una fabbrica del commissario Montalbano, in cui siano esposte foto, video, gadget, merchandising legati alla fiction televisiva. Un luogo per la presentazione di libri e in cui sia possibile vedere i backstage.
“Condivido l’idea di Granata – afferma l’on. Ragusa – che ha lanciato questo progetto soprattutto perché, oggi, sfruttiamo solo il dieci per cento del potenziale economico del fenomeno legato ai luoghi di Montalbano. Si può fare molto di più, creando gli adeguati presupposti per attirare un numero ancora maggiore di visitatori. Certo, si tratta di una sfida non da poco. Ma le sfide non le temiamo. Anzi, le vogliamo affrontare proprio perché siamo convinti che da questa idea potranno arrivare ulteriori riscontri positivi per il nostro territorio. Invitiamo, dunque, tutti i comuni interessati a fare altrettanto”. La sede proposta dall’on. Ragusa è, come detto, palazzo Busacca, situato nel centro storico della città.
 
 

La Sicilia, 20.10.2014
Tanti ruoli per l'attore
Adriano Chiaramida tra un boss e Baffi è il papà di Oriana e pure di Montalbano

[...]
E adesso cosa l'aspetta? «Il set del Giovane Montalbano sempre nel ruolo del padre di Montalbano. L'anno scorso ha avuto un ottimo riscontro questo personaggio, tanto che camilleri ha voluto che ricomparisse in questi episodi»
[...]
Ma. Lo.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 22.10.2014
Domani in libreria per Sellerio otto indagini del giovane Montalbano

La stanza numero 2, Doppia indagine, Morte in mare aperto, Il biglietto rubato, La transazione, Come voleva la prassi, Un'albicocca, Il ladro onesto: otto indagini di un Montalbano giovane e senza paura, raccontate da Andrea Camilleri nella raccolta che esce giovedì per Sellerio. In "Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano", l'amore del commissario con Livia vive la stagione più bella, con Fazio il legame è ancora gerarchico, mentre Augello è l'impenitente dongiovanni della prima ora. I racconti sono ambientati negli anni Ottanta, nell'Italia dell'affare Sindona e dell'attentato a Giovanni Paolo II.
 
 

Il Secolo XIX, 23.10.2014
Esce "Morte in mare aperto"
Attenti, cadavere a bordo
Nel nuovo libro di Camilleri il giovane commissario Montalbano è alle prese con indagini che spaziano dalla speculazione edilizia ai contrasti familiari
Pubblichiamo per concessione dell'editore Sellerio un estratto del racconto "Morte in mare aperto" che dà il titolo al nuovo libro di Andrea Camilleri, da oggi in libreria: è una raccolta di otto indagini che vedono protagonista il giovane e irruente Salvo Montalhano. La storia comincia con il commissario che si reca a bordo del peschereccio Carlo III dove è appena stato ritrovato il cadavere del motorista.

Era 'na matinata di primavera e Montalhano si stava vivenno la solita cicaronata di cafè quanno sonò il tilefono. Era Fazio.
«Che c'è?».
«Ha telefonato Matteo Cosentino che...».
«Scusa, chi è?».
«Matteo Cosentino è il propietario unico di cinco piscaricci».
«E che voliva?».
«Voliva dirinni che in uno dei sò piscaricci, il Carlo III, ce stato un incidenti e hanno un morto a bordo».
«Ma che tipo d'incidenti?».
«Pari che un omo dell 'equipaggio ha ammazzato per sbaglio al motorista».
«E 'sto piscariccio indov'è?».
«Sta tornanno a Vigàta. Tra un tri quarti d'ura attraccherà. Lei può viniri direttamentì al porto, io ci staio annanno. Devo avvirtiri il pm, la Scientifica e compagnia bella?».
«Prima videmo come stanno le cose».
Mentri che s'addiriggiva verso Vigàta si spiò per quali mistiriosa scascione Cosentino avissi dato al piscariccio il nomi di un re di Spagna, ma non seppi darisi 'na risposta.
La zona riservata ai piscaricci era nella parti esterna del molo cintrali. Ccà c'era 'na longa filata di magazzini frigoriferi. Non era l'ura del rientro dalla pisca epperciò c'era picca genti.
Montalbano vitti la machina di servizio e le si firmò allato. Fazio era tanticchia cchiù distanti e parlava con un sissantino tracagno e trasannato.
Fazio fici le presentazioni. Matteo Cosentino spiegò subito al commissario che il piscariccio ritardava pirchì il motori non funzionava bono.
«Lei come ha saputo dell'incidente?».
«Attraverso la radio di bordo. Stanotti alle tri mi chiamò il capobarca».
«E lei a che ora ha telefonato in commissariato?».
«Alle setti».
«Ma perché ha lasciato passare tutto questo tempo?».
«Commissario, la facenna è successa a cinco ure di mari da ccà. Si io lo chiamavo che faciva? Si 'mbarcava e li raggiungiva 'n mari aperto?».
«Il capobarca le ha detto com'è successo l'incidente?». «L'accenni pure a me».
«Il motorista, che s'acchiamava Franco Arnone, s'attrovava dintra al vano motori pirchì c'era qualichi cosa che non funzionava e Tano Cipolla, uno dell'equipaggio, era assittato supra al bordo del boccaporto e chiacchiariava con lui pulizianno la sò pistola quanno...».
«Un momento. Gli equipaggi dei suoi pescherecci sono armati?».
«A mia non arresulta».
«E come lo spiega che Cipolla era armato?».
«E chi nni saccio? Glielo spiasse a lui quanno arriva».
«Sta entrando un peschereccio» disse Fazio.
Matteo Cosentino taliò verso l'imboccatura del porto.
«E il Carlo III» confirmò.
Montalbano non resisti alla curiosità.
«Mi scusi, ma perché ha chiamato così il suo peschereccio?».
«Tutti i mè piscaricci s'acchiamano Carlo e vanno da uno a cinco. E il nomi del mè unico figlio che morse a vint'anni».
Mentri che il piscariccio stava accostanno, 'na poco di sfacinnati s'avvicinaro, 'ncuriosuti dal rientro fora tempo della varca.
Appena che si sarebbi saputo che c'era un morto a bordo, le pirsone sarebbiro addivintate un centinaro, facenno 'na gran confusioni e distrubbanno il travaglio.
Montalbano pigliò 'na ràpita decisioni. Parlò arrivolto a Cosentino.
«Non faccia scendere nessuno dell'equipaggio, saliamo noi tre a bordo e dopo il peschereccio se ne riparte».
«E dove gli dico di andare?» spiò Cosentino.
«Mi basta che esca dal porto, poi si fermi dove vuole».
Deci minuti appresso il piscariccio si dunnuliava a motori astutato a mezzo chilometro dal faro che era la meta delle jornaliere passiate digestive del commissario.
Dal ponti, talianno attraverso il bocca­porto dintra al vano motori, il corpo dell'ammazzato si vidiva bono.
Stava in una posizioni stramma, era agginocchiato davanti al motori, col vrazzo dritto tinuto in avuto da 'na manopola contro la quali gli si era 'ncastrata la mano.
La parti di darrè della testa non ci stava cchiù, frammenti d'ossa e materia ciribrali erano 'mpiccicati nelle pareti del vano.
«Chi è Tano Cipolla?».
Dal gruppo di setti marinari che si nni stavano a puppa a parlari con Cosentino, si staccò un quarantino sicco sicco, pallito per il nirbùso, l'occhi spirdati, i capilli dritti supra alla testa. Si cataminava a scatti, come un pupo miccanico.
«È stata 'na disgrazia! Io mi nni stavo...».
«Questo me lo racconterà dopo. Adesso si vada a mettere nello stesso posto in cui si trovava nel momento in cui sparò al motorista».
Cipolla protistò. Aviva la voci che gli trimava, l'occhi chiaramenti pronti alla chiangiuta.
«Ma io a Franco non ci volivo sparari!».
«D'accordo. Ma intanto mi faccia vedere».
Tano Cipolla, sempri come a un pupo, s'assittò supra al bordo del boccaporto con le gammi che gli pinnuliavano dintra al vano motori.
«Accussì priciso mi nni stavo. E chiacchiariavo con lui che 'ntanto travagliava». (...)
Andrea Camilleri
 
 

Giornale di Sicilia, 23.10.2014
Nuovi, appassionanti misteri per il giovane (e focoso) Montalbano
"È un incendiario ma non è che poi diventi pompiere..."
Dice Camilleri: « Montalbano giova­ne è più veloce del Montalbano adulto; la maturità l'ha portato, prima di formulare un'accusa, ad esserne profondamente convinto, mentre al giovane basta esserne convinto al 70%».

Ormai da Mascalippa il giovane commissario Montalbano e stato trasferito a Vigata e qui prendono corpo tutti quei personaggi che popoleranno i romanzi futuri: c'è una Livia giovane e impulsiva con la quale è bellissimo stare al gioco; c'è Mimì che corre dietro alle gonnelle e rischia grosso ad ogni avventura; c'è Fazio ancora non amico ma pronto a diventarlo; c'è a Montelusa il questore Burlando che è un padre putativo al posto di quello vero che Salvo Montalbano ormai ha abbandonato. Insomma, in nuce ci sono ventidue romanzi (più cinque nella cassaforte della Sellerio, stando ai boatos) che nasceranno da lì a breve.
La casa editrice manda oggi in libreria Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano, la prima raccolta Sellerio di racconti che riguardano l'investigatore ancora trentenne in tv interpretato da Michele Riondino (le altre raccolte portavano tutte il marchio Mondadori, Un mese con Montalbano, Gli arancini di Montalbano, La paura di Montalbano e La prima indagine di Montalbano, da cui sono state tratte le avventure televisive del prequel). Sulla pagina, un commissario impulsivo e pieno di sogni, ancora «incendiario», che se ne frega bellamente di regole e sconfinamenti. Non è che dopo cambierà di molto, beninteso, ma di certo si ammorbidirà in corsa, complici politica, funzionari, falsi amici, morti ammazzali e misteri. E visto che Montalbano cresce con Andrea Camilleri. eccolo diventare più maturo. «L'impulsività, il tendenziale non rispetto per le regole, e assai più evidente in Montalbano giovane - spiega lo scrittore - ; non che nel Montalbano adulto si perda, non è che nasce incendiario e muore pompiere. Rimane sempre incendiario, solo "criptato". Nelle indagini, Montalbano giovane è più veloce del Montalbano adulto; la maturità l'ha portato, prima di formulare un'accusa, ad esserne profondamente convinto, mentre al giovane basta esserne convinto al 70%. Ma l'essenziale e fondamentale caratteristica in entrambi e di avere un cervello speculativo».
La stanza numero 2, Doppia indagine, Morte in mare aperto, Il biglietto rubato, La transazione, Come voleva la prassi, Un'albicocca. Il ladro onesto: otto indagni e in una ci sarà la sorpresa: il primo sbatacchiamento di porte che annuncia l'entrata sulla scena di Catarella. Sullo sfondo, gli anni '80 e un'Italia che si muove tra l'affare Sìndona e l'attentato a Giovanni Paolo II.
Simonetta Trovato
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 23.10.2014
"Biblioup": musica, libri e cultura ai Castelli
Tra gli ospiti dell'evento, in programma dal 24 al 26 ottobre a Nemi, anche Andrea Camilleri e Simone Cristicchi


Andrea Camilleri con la tessera del sistema biblioteche dei castelli Romani 

Tre giorni per vivere gli spazi culturali della città di Nemi con musica, libri e laboratori creativi grazie a "Biblioup", il primo festival del Consorzio biblioteche dei castelli Romani al via venerdì 24 ottobre fino a domenica 26. L'adesione di Simone Cristicchi e Andrea Camilleri, ma anche i corsi di yoga e cucina e i workshop di ricamo, così gli oltre 100 eventi del programma invaderanno l'intera città: il borgo, i palazzi, i negozi, le scuole, gli istituti religiosi, i centri sportivi, i bar, le vie e le piazze.
Tra gli incontri previsti, [...] domenica 26 il finalista al Premio Strega Paolo Di Paolo presenterà "Mandami tanta vita", per poi nel pomeriggio realizzare una lezione/spettacolo tra le opere di Andrea Camilleri, che interverrà in video.
[...]
Stefano Petrella
 
 

La Sicilia (ed. di Ragusa), 23.10.2014
E la spiaggia di Punta Secca diventò la scena del crimine
La scena si apre e appare il giovane Montalbano che indaga sul giallo di turno e attira l'interesse dei turisti ancora in zona


Il ritrovamento del cadavere riverso sulla spiaggia durante le riprese della fiction del giovane commissario Montalbano

Punta Secca. Un cadavere riverso sulla spiaggia, coperto da un lenzuolo bianco. La scientifica ha circoscritto il perimetro della scena del delitto. Scatta foto, preleva reperti: capelli, bossoli, cicche di sigarette. Un delitto è stato consumato da pochi minuti nella spiaggia di Punta Secca. Un delitto imperfetto.
La scena si apre, e appare lui, il giovane commissario Montalbano. Non è parso vero ai turisti in cerca dei luoghi della fiction assistere dal vivo alle riprese della serie del giovane Montalbano. Michele Riondino in abito scuro, camicia bianca, osserva il cadavere, parla con Fazio, mentre i colleghi della polizia scientifica eseguono i rilievi. C'è anche il dottor Pasquano, che bofonchiando trancia il primo, sommario e attendibilissimo esame necroscopico. Sono state girate in queste ore, a Punta Secca, davanti alla casa del commissario, alcune scene della prossima serie, la cui lavorazione terminerà in gennaio. Sei puntate, destinate alla prima serata di Rai Uno. Coincidenza più felice non poteva esserci per i cineturisti che volendo vedere dal vivo la casa sul mare di Punta Secca, entrata nell'immaginario collettivo per essere la dimora del commissario, hanno trovato la troupe della Palomar intenta a girare, live, una puntata del serial.
Nulla trapela sulla sceneggiatura, anche se è noto che le puntate saranno tratte dai romanzi di Camilleri dedicati al giovane Montalbano e che la messa in onda è prevista per l'autunno del 2015, fra un anno esatto. Intanto, però, per chi passa da queste parti, lo spettacolo è adesso. E. cioè, da quando i riflettori sono stati accessi sulle barche in legno dei pescatori, eccezionalmente in sosta sotto il balcone della casa più bella di Punta Secca per rendere il tutto ancora più adatto alla circostanza. Il prequel de Il commissario Montalbano che ha come protagonista un Salvo Montalbano in giovane età mobilita gente a tutte le ore, tutti curiosi di fare un giro nella borgata marinara santacrocese, meglio nota al grande pubblico televisivo come Marinella, che si fa ancora ameno albergo per ospitare le riprese ambientate nella Sicilia dei primi anni '90 e che, per l'appunto, ripercorreranno i primi anni di attività del commissario di Vigata nato dalla penna di Andrea Camilleri. Tra i particolari che hanno attirato gli obiettivi degli smartphone degli avventori ottobrini uno degli elementi scenografici di maggior pregnanza, il bar del porto.
Allocato ai piedi di una restaurata torre Scalambri, ha richiamato attorno al set in queste settimane decine di fan che passano da piazza Torre, proprio di fronte la dimora televisiva, per allungare l'occhio sugli elementi di scena resi ancora più suggestivi dai riflessi del tramonto di Punta Secca.
Alessia Cataudella


Il dettaglio
Uno scorcio d’estate

Ancora estate. A Punta Secca il mare è a giugno, ad agosto. E’ anche ad ottobre. Lo è perché il clima è particolarmente generoso, lo è perché un mare così non lo si era visto nemmeno in luglio. Lo è perché girano Il giovane Montalbano. Facile vedere in questi giorni, infatti, frotte di turisti, molti dei quali stranieri, sdraiati vicino al porticciolo piuttosto che lungo lo spiaggione intenti a godersi il generoso sole di Sicilia. Riposto il telo, poi, è l’ora del Ciak. Tutti attorno alla casa del commissario di Marinella. Si gira.
a. c.
 
 

Grosseto Notizie, 24.10.2014
Santa Fiora prepara una grande festa per Andrea Camilleri, nuovo cittadino onorario

Una comunità intera dà il benvenuto al suo nuovo, importante cittadino. Un viaggio ideale e suggestivo che parte da Porto Empedocle per congiungere il paese agrigentino con il borgo amiatino di Santa Fiora. Una grande festa per celebrare Andrea Camilleri che, domenica 26 ottobre, alle 17.30, sarà insignito della cittadinanza onoraria dal Comune amiatino.
La cerimonia
Sul palcoscenico del Nuovo Teatro, il sindaco Federico Balocchi ufficializzerà la decisione unanime del Consiglio comunale, guidando un pomeriggio eccezionale per Santa Fiora e per tutta la provincia di Grosseto.
Insieme al sindaco, Ennio Sensi accompagnerà la narrazione del rapporto tra Camilleri e la gente e i luoghi dell’Amiata: testimoni i numerosi cittadini che hanno avuto occasione di conoscere lo scrittore. Una conversazione tra il cittadino Camillleri e due giornalisti sarà il filo conduttore e la parte centrale prima della consegna formale della cittadinanza.
 
 

ANSA, 25.10.2014
ANDREA CAMILLERI, MORTE IN MARE APERTO E ALTRE INDAGINI DEL GIOVANE MONTALBANO (SELLERIO, PP 320, EURO 14).
L'audace giovane Montalbano di Camilleri
In otto nuovi racconti pubblicati da Sellerio

Roma. Più impulsivo, più veloce e per il maggior tempo possibile insieme a Livia. E' il giovane Commissario Montalbano, audace e senza paura, come appare negli otto racconti inediti di Andrea Camilleri che Sellerio ha raccolto nel libro 'Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano', appena arrivato in libreria.
"L'impulsività, il tendenziale non rispetto per le regole, è assai più evidente in Montalbano giovane; non che nel Montalbano adulto si perda, non è che nasce incendiario e muore pompiere. Rimane sempre incendiario, solo 'criptato'. Nelle indagini, Montalbano giovane è più veloce del Montalbano adulto; la maturità l'ha portato, prima di formulare un'accusa, ad esserne profondamente convinto, mentre al giovane basta esserne convinto al 70%. Ma l'essenziale e fondamentale caratteristica in entrambi è di avere un cervello speculativo" spiega Camilleri del suo amato commissario che nel 2014 ha compiuto vent'anni.
Dal nostro primo incontro con Montalbano, nel romanzo 'La forma dell'acqua' del 1994, Vigata è diventata uno scenario familiare e il siciliano di Montalbano ha cominciato a diventare un parlato maggiormente comprensibile. Da allora il Commissario ha venduto 15 milioni di copie, con gli oltre venti titoli pubblicati da Sellerio, ed è entrato nell'immaginario collettivo grazie all'interpretazione di Luca Zingaretti. E ora Camilleri, a 88 anni, ci regala un squarcio del tutto nuovo sulla sua gioventù. Attorno al Commissario di Vigata ci sono i personaggi che tutti conosciamo ma i legami non sono ancora rodati, a partire dall'entrata in scena di Catarella fra la confusione che lo contraddistingue. Con Fazio prevale ancora la gerarchia, mentre l'impenitente Augello, che non resiste al fascino femminile, per la sua brama di conquiste mette in pericolo la vita del commissario nel corso di un'indagine.
Scritti tra il 2013 e il 2014, gli otto racconti ci mostrano l'esperienza che ha formato il carattere del Commissario famoso per la sua celebre frase: "Montalbano sono!". Nelle storie, ambientate negli anni Ottanta, nell'Italia dell'affare Sindona e dell'attentato a Giovanni Paolo II, rispunta la mafia e nelle indagini, molto diverse fra loro, troviamo speculazione edilizia, droga, rapimenti e contrasti familiari.
Metodico, ordinato, abitudinario. Così Livia parla del Commissario nella storia che apre il libro, 'La stanza numero 2', in cui troviamo Montalbano sorpreso e un pò irritato dalla fidanzata che gli fa il suo ritrattino da anziano. "Quando diventerai vecchio, ti comporterai peggio di un gatto abitudinario" dice al Commissario e lui per dimostrarle il contrario, dopo una deludente cenetta in un ristorante, non percorre la solita strada per tornare a Vigata. Nel nuovo percorso ad attenderlo, oltre ad un bel cielo stellato, l'incendio di un albergo da cui partirà una nuova indagine.
Di nuovo troviamo Montalbano con Livia, in attesa che lei arrivi all'aeroporto di Punta Raisi, in 'Un'albicocca'. Poi, i due innamorati si godono l'aria di mare lungo la costa in una notte di luna piena e, dopo un pisolino in automobile, guardano insieme l'alba sulle saline. Un pò di romanticismo, sempre accompagnato da una certa ironia, che viene però presto interrotto. A una curva dall'arrivo a Vigata, Montalbano scopre che un automobile è finita fuori strada ed e' precipitata sulla spiaggia. In 'Morte in mare aperto' troviamo invece il Commissario in una bella giornata di primavera, mentre si gusta il suo caffè venir informato al telefono che un peschereccio, il Carlo III, ha un morto a bordo. "Pari che un omo dell'equipaggio ha ammazzato per sbaglio al motorista" gli dice Fazio. Peccato che nelle indagini, dal mare vengano recuperati 30 chili di eroina.
Mauretta Capuano
 
 

Comune di Santa Fiora, 26.10.2014



Conferimento della cittadinanza onoraria ad Andrea Camilleri
Nuovo Teatro, ore 17:30
 
 

Grosseto Notizie, 26.10.2014
Andrea Camilleri ufficialmente cittadino onorario di Santa Fiora

Da Porto Empedocle a Santa Fiora, un percorso fatto di una ricchissima produzione -letteraria, di successi internazionali, dell’amore per l’Italia e di un linguaggio dialettale contadino che accomuna le due realtà in relazioni umane schiette, forti e solidali.
Così al Nuovo Teatro Comunale è stato celebrato il grande scrittore Andrea Camilleri e il suo rapporto con la comunità di Santa Fiora, orgogliosa di accoglierlo. Sul palcoscenico, il sindaco Federico Balocchi ha ufficializzato la decisione unanime del consiglio comunale, guidando un pomeriggio eccezionale per Santa Fiora e per tutta la provincia di Grosseto; un’occasione per parlare della bellezza del nostro territorio, della rete sociale ricca e accogliente di questa popolazione e di letteratura.
 
 

Il Tirreno, 26.10.2014
L'evento
Camilleri è cittadino di Santa Fiora, più di 300 persone alla cerimonia
Il grande scrittore: "Dopo tre anni che non venivo più sull'Amiata ho sentito la nostalgia e ho capito che ne ero innamorato"


Andrea Camilleri accanto al giornalista Emilio Guariglia e al sindaco Federico Balocchi

SANTA FIORA. Più di 300 persone presenti alla cerimonia, molti in piedi. Lo scrittore Andrea Camilleri è diventato a tutti gli effetti cittadino di Santa Fiora. L'evento ufficiale per la consegna della cittadinanza onoraria è stato domenica 26 ottobre a partire dalle ore 17,30 al Nuovo teatro Comunale santafiorese. Molti i cittadini commossi che hanno accolto lo scrittore nella loro piccola grande comunità.
"Questa grande festa è l'occasione per narrare il rapporto che lega Camilleri a questo territorio ed il suo piacere nello stare qui – spiega il sindaco di Santa Fiora Federico Balocchi - Camilleri fa già parte di questa comunità ed è un cittadino attivo. Questo angolo di Toscana per lui non è solo un rifugio, ma un luogo dell’anima nel quale, con generosità e semplicità, partecipa alla vita della comunità intera. Quello che c’è stato, negli anni, con Camilleri è stato uno scambio ricco: con questo atto vogliamo dirgli che fa parte integrante della vita di Santa Fiora".
Sul palco, accanto al grande scrittore, erano il sindaco Federico Balocchi, il giornalista e vicecaposervizio della redazione di Grosseto de Il Tirreno Emilio Guariglia, Alberto Celata (giornalista della Nazione), Ennio Sensi (un ricercatore locale che fa parte anche del Coro dei Minatori).
A una domanda precisa, "quale è stato il momento in cui ha deciso per l'Amiata?", il maestro ha così risposto. "Sono rimasto affascinato dall'incanto dell'Amiata e del suo paesaggio. Dopo tre anni che non ci venivo più ho sentito la nostalgia e ho capito che ne ero innamorato, così ho deciso di comprare la casa dove abito".
 
 

Biblioup Festival, 26.10.2014



Incontro con l’autore
Andrea Camilleri parla al pubblico del BiblioUP Festival
18.30 – 20.00
Nemi, Sala delle Armi

Paolo Di Paolo ci guida in un percorso tra le opere del grande scrittore. Tutti gli appassionati sono invitati a portare con sé il libro di Camilleri che più hanno amato.
[Camilleri sarà presente tramite un contributo video registrato, NdCFC]
 
 

La Repubblica, 26.10.2014
Il personaggio
Com’è ambiguo questo giovane Montalbano
Morte in mare aperto
di Andrea Camilleri
Sellerio, pagg. 320, euro 14

Morti di corna, di mafia e di vizio nella Sicilia del giovane Montalbano, per una scorribanda a episodi nel mondo del commissario misericordioso che Andrea Camilleri compie in epoca recente, immaginando il suo personaggio poco più che trentenne. Negli otto racconti di Morte in mare aperto, le vittime al femminile sono la maggioranza: per vendetta o interesse patiscono la crudeltà degli uomini e delle loro leggi primitive.
Lo scrittore di Porto Empedocle marchia a fuoco il suo poliziotto con il carattere dell'indulgenza quando è di fronte a carnefici loro malgrado, a miserabili ostaggio delle loro pulsioni. E costringendolo a barcamenarsi tra ciò che è legale e ciò che è giusto nell'essenza, sul crinale obliquo di una morale inossidabile e di un'etica assai duttile.
Salvo che perquisisce senza mandato, che si allea con un ladro, che si camuffa da criminale per arrivare alla verità, è un dritto in nome di un'uguaglianza sostanziale, capace di un perdono laico talvolta senza espiazione. Con la trama del giallo cucita tra false piste e colpi di scena, le storie navigano nell'attualità retroattiva dell'Italia dei mille misteri. Sullo sfondo le due anime di Cosa nostra: la tradizione dei Cuffaro e la voracità dei Sinagra, pronti a scannarsi, salvo poi accordarsi per il potere, con i piccioli a rappresentare solo una delle possibili unità di misura.
C'è anche un tributo allo Sciascia di A ciascuno il suo per spiegare che ciò che si vede non sempre è. Come già nel dialogo del Ladro onesto, in Come voleva la prassi vive la più amara delle considerazioni su cosa sia la giustizia degli uomini in fondo a una storia di prove raccolte, sparite nei e dai cassetti, ma duplicate «nella speranza di tempi migliori».
Enrico Bellavia
 
 

La Repubblica, 26.10.2014
Piccolo, tosto e buono non soltanto con i dolci

"Dunque, la cubaita ha origini arabe e il torrone origini latine. Io personalmente amo la cubaita, quella fatta dai soli tre componenti originari: mandorle, pistacchi e miele.(...) Il torrone, che pure è assai pregevole come quello fatto a mano, invece mi attira assai di meno, ormai non sai più quali sapori puoi trovarci dentro. La cubaita è semplice e forte, un dolce da guerrieri, appunto, mentre il torrone inclina alla raffinatezza languorosa".
Andrea Camilleri non fa sconti, raccontando i suoi comandamenti golosi. Del resto, mandorle e pistacchi e miele sono passpartout secolari nella cultura culinaria siciliana. Ma se miele e mandorle sono di facile approccio — per coltivazione, produzione e trasformazione — il pistacchio riesce come un piccolo gioiello scontroso.
[...]
Licia Granello
 
 

Giornale di Sicilia (ed. di Agrigento), 26.10.2014
Trasporti
Porto Empedocle, dopo 36 anni riapre la "stazione di Camilleri"
A rivivere, grazie alla sinergia tra l’amministrazione comunale, Rete Ferrovie Italiane, e con la convenzione stipulata con la Fondazione Fs Italiane, sarà la stazione di Porto Empedocle Succursale in prossimità del porto.

Porto Empedocle. Dopo 36 anni di chiusura ci sarà nuovamente una tratta ferrata che collegherà Porto Empedocle con Agrigento. A rivivere, grazie alla sinergia tra l’amministrazione comunale, Rete Ferrovie Italiane, e con la convenzione stipulata con la Fondazione Fs Italiane, sarà la stazione di Porto Empedocle Succursale in prossimità del porto. «Il recupero di quest’area - spiegano i componenti direttivo dell'associazione Ferrovie Kaos che da ormai da 5 anni opera nella storica stazione di Porto Empedocle centrale - rappresenta l'ultima tappa di un lungo processo di risanamento e valorizzazione dell'area ferroviaria che dura ormai da anni e che ha visto in prima linea Ferrovie dello Stato Italiane e Ferrovie Kaos.
Il comune di Porto Empedocle, in maniera assai lungimirante, condivide e supporta la valorizzazione della ferrovia empedoclina, sottolineandone la duplice valenza turistica e potenzialmente commerciale. Quando i treni potranno giungere fino alla stazione di Porto Empedocle Succursale, infatti, è ipotizzabile l'attivazione di un servizio quotidiano cosa per la quale il sindaco Firetto ha già chiesto al dipartimento regionale trasporti l'inserimento nel redigendo contratto di servizio alcune tracce orarie tra Porto Empedocle e Agrigento».
[...]
Annamaria Martorana
 
 

La Sicilia, 27.10.2014
"Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano"
Colpi di scena e ironia nei nuovi racconti di Camilleri

Otto racconti incentrati sul giovane Salvo Montalbano. Così Andrea Camilleri fa tornare il commissario letterario più amato d'Italia nelle librerie. Racconti che sono romanzi brevi, che hanno una loro struttura narrativa ed un loro ritmo, e danno vita a "Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano" (edito da Sellerio, pagine 314, Euro 14,00). E' evidente che non hanno il respiro ampio dei romanzi, vanno valutati come racconti. E come racconti funzionano, scorrono in maniera fluida. Alcuni nuclei di racconti, quali "Transazione", "Il biglietto rubato", "Morte in mare aperto", potrebbero diventare futuri romanzi. Molto interessante anche "La doppia indagine", con tutta la sua carica di ambivalenza narrativa, con la verità che appare come non è, ed è come non appare. E che Montalbano disvela. Del resto è noto che la fantasia narrativa di Camilleri è sempre fertile, mai dire mai. I racconti sono intrisi di dinamismo e colpi di scena, tutti nella forma del giallo che lo scrittore siculo di Porto Empedocle utilizza come strumenti per raccontare il mondo sociale, intersecando anche la storia con l'attualità. In questo caso i racconti del giovane Montalbano sono ambientati negli anni ‘80 del Novecento, e sullo sfondo vi sono grandi e drammatici eventi di quel periodo. L'attenzione a questi particolari è necessaria alla cronologia dell'opera montalbaniana, la cura dei dettagli è un'altra delle caratteristiche di Camilleri. I racconti sono tutti ambientati a Vigàta, il loro luogo naturale. E' il contesto della finzione narrativa che si è trasformata da virtuale in una dimensione che per i lettori è "reale", ovvero inscindibilmente connessa alla storia letteraria di Montalbano. Gli stilemi non mutano rispetto a quelli utilizzati per il classico Salvo Montalbano: l'ironia critica è come sempre il filo rosso dei racconti, il linguaggio inventato da Camilleri (un mix di italiano, dialetti siculi, arcaismi e neolinguismi) dà linfa e vitalità alle storie. Dà identità ai personaggi narrati, dai classici protagonisti (più giovani) alle tante maschere inventate da Camilleri per dipanare le storie. La lezione del grande teatro è sempre fonte d'ispirazione per l'inventore di Montalbano, alcuni personaggi sono delle maschere di comicità che hanno una duplice valenza: i contenuti che rappresentano ed il brio che danno alla narrazione. Così come la costanza e la maestria del ritmo del racconto sono proprie di chi conosce da regista i tempi della televisione. E del cinema. E chi l'ha detto che i tempi della tv siano incompatibili con la letteratura? Basti pensare alle grandi fiction contemporanee degli States che rappresentano la vera narrativa d'avanguardia contemporanea. Andrea Camilleri però non si ispira agli americani, la sua formula è originale, l'ha costruita da sé.
Salvo Fallica
 
 

SoloLibri.net, 27.10.2014
Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano

Nel volume «Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano» (Palermo, Sellerio, 2014) torna fra i lettori il giovane e coraggioso poliziotto già conosciuto e amato nell’opera “La prima indagine di Montalbano”.
Otto le movimentate e concitate storie di questo libro, dove, negli anni Ottanta tra l’affare Sindona e l’attentato a Giovanni Paolo II, il protagonista assoluto è il nostro detective: giovane irruente che usa la pistola (non la porterà più con sé il commissario della maturità), e a cui non piace pensarsi vecchio. La sua personalità è decisamente legata alla risoluzione dell’inchiesta che è prevalente rispetto a ogni altro nucleo narrativo che, dove si evidenzia, è del tutto marginale. Per molti aspetti, il giovane lascia presagire le qualità che lo connoteranno negli anni della maturità. Egli legge Sciascia; appare disponibile e tollerante; si mostra accorto e astuto, ricorrendo a tattiche illecite (in linea di continuità utilizza risorse investigative quali «sfunnapedi» e «trainelli»).
E’ il caso del primo racconto in cui, trovandosi dinanzi a un episodio d’amore clandestino, non sa se deve assumere provvedimenti nei riguardi di chi ha dato fuoco a un albergo, considerato anche che non ci sono state vittime. Anche nella seconda narrazione manifesta un atteggiamento indulgente, per cui il senso della giustizia viene applicato fuori dagli schemi del rigore burocratico. E’, in sostanza, l’umana e rispettosa comprensione a prevalere sull’applicazione pedissequa della legge. Il contesto in cui si muove è fatto di azioni delittuose, di vicende sordide, sanguinarie e disumanamente brutali, di insabbiamenti legali, nonché di accordi spregiudicati tra le famiglie mafiose (i Sinagra e i Cuffaro), mentre sono operanti le contrapposizioni giornalistiche delle due televisioni locali, di cui Montalbano abilmente si serve per raggiungere il suo scopo.
Anche il commissariato di Vigàta, ancorché manchi lo spirito di squadra, corrisponde a quello che il lettore ha già conosciuto. Il vicecommissario Mimì Augello ha il suo debole per le belle donne del paese, ma, ancorché svogliato, è un bravo sbirro; l’ispettore capo Fazio è il minuzioso, scrupoloso, privilegiato collaboratore (ricorrente la sua espressione "Già fatto"), dotato di intuito e concretezza che gli permettono di anticipare determinate azioni; Catarella, dalla lentezza di comprensione, appare come personaggio macchiettistico, la cui gestualità è accompagnata da una peculiare comunicazione dialettale istintiva e scombinata che lo fa incapace di trasmettere messaggi comprensibili specialmente sui cognomi. Immutati anche i tratti del medico legale, Pasquano, la cui golosità gli fa rinunciare di assumere un atteggiamento scostante e irritante.
Ricca la galleria dei personaggi, tra cui Livia, la fidanzata di Boccadasse, e la cameriera Adelina, rivale di costei. Se l’ambiente e la caratterizzazione dei personaggi non appaiono sostanzialmente mutati, del tutto originali sono invece le storie, soprattutto per il modo in cui sono state congegnate. Così scrive nel risvolto di copertina Silvano Nigro:
“Più che racconti lunghi sono romanzi ristretti quelli che qui si spintonano a vicenda e concorrono al disegno unitario: uno compie un giro, l’altro ricomincia. L’andatura piacevolmente svagata e a punte d’arguzia è un effetto stilistico della restrizione e degli scorci. Fra gli aliti grassi del mare e il fresco odore salino, a Vigàta si conduce la solita vita fragorosa di ripicche e di rimbecchi; di passioni irritabili, di insofferenze e di strampalerie”.
Di racconto in racconto Andrea Camilleri mostra, al solito, di padroneggiare strategie compositive: l’asciuttezza del narrato si focalizza nell’indagine che si svolge con interrogatori di comprovata maestria.
Federico Guastella
 
 

RagusaNews, 27.10.2014
Brucia il macello di Scicli, per colpa di Montalbano
Ragioni di copione

Scicli - Un colpo di freni.
E' quello che molti automobilisti hanno dato quando si sono imbattuti, sulla Scicli-Modica, via Fiumelato, sull'ex macello comunale incendiato.
Agli osservatori più attenti però è apparsa una spia semantica: "Santino La Rocca fuochi d'artificio".
I fuochi d'artificio sono scoppiati. E' evidentemente la scena di un set cinematografico.
Nei prossimi giorni il giovane Montalbano girerà all'ex Macello, diventata fabbrica di fuochi pirotecnici, incendiatasi per esigenze di copione.
 
 

ANSA - Salute e Benessere | 65+, 28.10.2014
Over 65: i consigli di Andrea Camilleri
Innanzitutto un richiamo alla saggezza
Cliccare qui per il video
 
 

L'Indipendente di Sicilia, 28.10.2014
Cultura. L’inesauribile creatività di Camilleri. Fra ritratti e racconti, i nuovi libri

La creatività letteraria di Andrea Camilleri è davvero inesauribile. Ad 89 anni, compiuti a settembre, era già tornato nelle librerie con un bel libro-ritratto di donne. “Fimmini” (per usare il linguaggio camilleriano) storiche, figure mitiche, personaggi narrativi e teatrali e donne in carne ed ossa (queste ultime incontrate dall’autore nella sua vita). Ritratti scritti in punta di penna pubblicati in un libro edito da Rizzoli, “Donne” appunto. Un libro mediante il quale si possono comprendere cose importanti sul pensiero culturale di Camilleri, vi sono riflessioni interessanti sul teatro e sulla storia, sui romanzi e sulla vita. E vi sono esperienze dell’esistenza di Camilleri, originali e curiose, che dicono cose nuove sullo scrittore e sull’uomo. Anche racconti di amore, di passione, narrati con il proverbiale stile ironico dell’autore. E come accade, per i romanzi non ambientati in Sicilia, scritti totalmente in italiano. Il famoso linguaggio camilleriano, la lingua forgiata dallo scrittore di Porto Empedocle che da molti anni vive a Roma, ritorna invece in un libro da pochi giorni nelle librerie (e pubblicato da Sellerio), “Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano”. In attesa del nuovo romanzo montalbaniano, i tanti lettori affezionati al commissario potranno gustarsi questo nuovo libro composto da 8 racconti. Otto gialli pieni di spunti interessanti, ambientati rigorosamente in terra sicula, precisamente a Vigàta, che raccontano indagini del commissario da giovane. E vi è già il famoso scenario narrativo (che ha trionfato nella letteratura e nella fiction in tv), come spiega nel bel risvolto di copertina (in realtà è un breve saggio introduttivo) il prestigioso studioso Silvano Nigro: “Fra gli aliti grassi del mare e il fresco odore salino, a Vigàta si conduce la solita vita fragorosa di ripicche e di rimbecchi; di passioni irritabili, di insofferenze e di strampalerie. La cameriera Adelina e Livia, la fidanzata ‘straniera’ di Montalbano, si annusano sempre da lontano. Catarella, devoto alle cerimonie più smaccate, indossa imperterrito il proprio corpo come una maschera cui aderiscono gesti e mimiche di dialettalità selvaticamente impetuosa e arruffata. Perdurano le moschetterie giornalistiche delle due contrapposte televisioni locali, abilmente strumentalizzate da Montalbano”. In realtà Camilleri è un esperto anche del mondo mediatico, conosce i meccanismi della comunicazione (dei diversi media), ha una capacità di cogliere dettagli e sfumature. La sua conoscenza vasta della filosofia, della narrativa, del teatro, della psicologia, della sociologia, del pensiero scientifico, dell’antropologia (Camilleri è un grande lettore oltre che un grande scrittore) gli consente di spaziare in ogni ambito del racconto. Lo stesso metodo di indagine montalbaniano è giocato sull’alternanza dei metodi scientifici di conoscenza, induttivo e deduttivo. E cosi anche in questi racconti, Montalbano come sostiene Nigro: “Tiene gioco sovrano. Appiana ostacoli. Stabilisce relazioni tra fatti diversi. Deduce e va sicuro. Montalbano è aspramente giovane, qui. E’ strabordante e pieno di slanci: scontroso talvolta, ma anche disponibile e tollerante. Cauto e insidioso insieme, ricorre a tatticismi, a stratagemmi, a incursioni rese lecite solo dalla necessità del momento”. Non si ferma ad una giustizia “burocratica”, vuol andar al fondo delle cose, scoprirne le motivazioni profonde, ha una sua “visione etica”. A volte è troppo irruento, gli stanno strette le regole rigide, non ama i vincoli. Assomiglia molto al Montalbano adulto il giovane commissario…
Salvo Fallica
 
 

Adnkronos, 28.10.2014
Non solo parole, con Camilleri il 'racconto' diventa immagine
Cliccare qui per la galleria fotografica


La mostra 'Camilleri a prima vista'

Non solo parole. Andrea Camilleri, più di ogni altro, ha saputo ricostruire attraverso il linguaggio un mondo di personaggi e luoghi che si sono fissati nell'immaginario del suo vastissimo pubblico. Così il commissario Montalbano e la sua Vigata hanno preso forma grazie al successo planetario dei romanzi dello scrittore e, successivamente, a quello della trasposizione televisiva. La serie tv ha fissato nei lineamenti di Luca Zingaretti il volto del burbero commissario siciliano e mostrato a tutto il mondo la straordinaria bellezza delle località - per lo più in provincia di Ragusa - che hanno fatto da set alle riprese, traducendo in immagini i luoghi di fantasia, eppure molto siciliani, descritti dallo scrittore. Racconto e realtà si sono così bene intrecciati che ne è nato anche un fenomeno turistico, con veri e propri tour sulle 'tracce' di Montalbano.
Di recente, poi, una mostra ha indagato un altro aspetto della prolifica attività dello scrittore, sceneggiatore e regista italiano: l'immagine e la grafica delle copertine dei suoi libri. Il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna ha ospitato, dal 17 settembre al 19 ottobre, l'esposizione 'Camilleri a prima vista' (promossa da Artelibro Festival del Libro e della Storia dell'Arte) curata da Stefano Salis, con i contributi critici di Salvatore Silvano Nigro e di Antonio Sellerio, e dedicata a oltre cento cover dei libri dell'autore. Esposte oltre quaranta copertine pubblicate da Sellerio, suo primo e storico editore, a partire da 'La strage dimenticata' del 1984, dove ad ogni cover è associata graficamente l'immagine di un'opera d'arte oltre a una consistente selezione di quelle straniere, provenienti dall'archivio della casa editrice palermitana. Il risultato è una galleria di dipinti e immagini che disegnano un ritratto dello scrittore siciliano e della forza comunicativa dei suoi libri.
 
 

Polizia di Stato, 29.10.2014
Intervista allo scrittore Andrea Camilleri
Lo scrittore siciliano ci racconta la creazione di un falso profilo su facebook a suo nome.


 
 

ANSA, 29.10.2014
Camilleri, vive a lungo chi è critico e parla con il mondo
Un saluto a ''65+'' di ANSA.it per la salute degli anziani

"La prima cosa è quella di non smettere mai di tenere allenato il cervello: mantenere una posizione critica e interloquire mentalmente con il mondo che ci circonda. La testa conta più di qualsiasi altra cosa". Questo il consiglio più importante per affrontare la Terza Età nel migliore dei modi secondo Andrea Camilleri, classe 1925. In occasione del debutto del nuovo sito web di ANSA.it ''Salute e Benessere 65+'', realizzato in collaborazione con la Societa' Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG) sulla salute delle anziani, che sara' presentato domani al Ministero della Salute, lo scrittore saluta l'iniziativa raccontando la sua visione della vita. ''Adolescenza, gioventù, vecchiaia, morte: tutto è incluso nel ticket del nascere. Deprimersi perché, andando avanti, le forze vengono meno è un atteggiamento sciocco", afferma.
In un mondo in cui ci sono sempre più 'finti giovani' e invecchiare è quasi un tabu, da Camilleri arriva quindi un invito alla saggezza. "Se ti comporti come un 40enne mentre ne hai 70 il tuo corpo lo sente, perché è usurato, come ogni macchina che si rispetti. Corpo e cervello sono più saggi dei nostri impulsi, perché sappiamo benissimo nell'attimo stesso in cui facciamo una cosa se siamo nel giusto o nello sbagliato.
Allora cerchiamo di fare le cose giuste". La Terza Età è anche quella in cui si iniziano a fare veramente i conti con la 'fine', ma per Camilleri "la paura della morte l'hanno più i giovani dei vecchi". Il problema, piuttosto, conclude, è che "il mondo, come è concepito oggi, non è più adatto per i 'vecchi'.
Ci sono altri tipi di società dove ancora l'anziano è rispettato in quanto portatore di esperienza e in grado di insegnare qualcosa. Ma nelle società altamente industrializzate questa funzione gli è negata". "Ubbidire ai medici" e "seguire il buon senso", sono regole importanti secondo il 'Maestro', autore di oltre 120 libri. "Non sono un buon esempio perché mi muovo poco, ma da qualche anno ho smesso di consumare pasti completi a pranzo e cena e ora mangio un primo a mezzogiorno e il secondo la sera. Nessun medico me lo ha prescritto, ma è il mio corpo me lo ha consigliato. Ho seguito la mia natura". 
 
 

AgrigentoNotizie, 29.10.2014
"Culture vicine di terre lontane", progetto su Jorge Amado e Andrea Camilleri
Porto Empedocle ha aderito ufficialmente al progetto culturale internazionale "Culture vicine di terre lontane. Jorge Amado - Andrea Camilleri, due scrittori, uno stile" promosso dall'Università Federale dello Stato di Bahia in Brasile

Con la firma del sindaco Lillo Firetto sul protocollo d’intesa, la Città di Porto Empedocle ha aderito ufficialmente al progetto culturale internazionale “Culture vicine di terre lontane. Jorge Amado – Andrea Camilleri, due scrittori, uno stile” promosso dall’Università Federale dello Stato di Bahia in Brasile. L’ambizioso progetto nasce dall’idea di comparare le due grandi figure degli scrittori Amado e Camilleri che sono tra i più rappresentativi e popolari a livello mondiale.
“Jorge Amado – ha detto Lillo Firetto - ha costruito, con i suoi romanzi indimenticabili, un vero e proprio monumento al popolo di Bahia anche come metafora della storia del Brasile, raccontando con partecipazione complice e appassionata il tentativo di riscatto, di liberazione dalle catene nonchè il desiderio di giustizia e l’inesauribile amore per la vita della sua gente. Così come Andrea Camilleri ha fatto per la Sicilia, frutto di altre secolari colonizzazioni, di incommensurabili soprusi ed esclusioni”.
Questo progetto culturale tende a promuovere su scala internazionale l’eccezionale capacità dei due autori a costruire trame e intrecci sorprendenti, disegnare contorni e figure dal forte spessore psicologico ed emblematico, creare irrefrenabile umorismo e soprattutto a riprodurre, infarcendo con il dialetto siciliano l’uno, e con il “bahianés” l’altro, le loro opere , con inimitabile prosa, cifra e stile inconfondibili. Al progetto hanno già aderito tra gli altri, in Brasile, la “Fondazione Jorge Amado”, l’Ambasciata Italiana in Brasile, il Consolato italiano di Salvador Bahia, l’Istituto di Cultura Brasile-Italia, lo Stato di Bahia e il Comune di Salvador ; in Italia la città natale di Andrea Camilleri, Porto Empedocle e diversi altri enti istituzionali.
Il progetto prevede lo scambio culturale, letterario e cinematografico delle opere dei due scrittori, rivisitando le stesse attraverso la promozione del territorio e dei luoghi letterari.
 
 

Le Monde, 30.10.2014
Les trois miracles du commissaire Montalbano
Après avoir fait la fortune de son auteur, le flic bougon des romans d’Andrea Camilleri a contribué à celle des producteurs de l’adaptation télévisée et ressuscité l’activité touristique sur les lieux de tournage en Sicile

[Per una traduzione dell'articolo, pubblicata su RagusaNews il 7.11.2014, cliccare qui oppure consultare la Rassegna Stampa di Novembre 2014, NdCFC]


A Ragusa Ibla un des lieux de tournage de la série TV Montalbana | Gianni Cipriano pour Le Monde

Scicli et Ragusa Ibla (Sicile).
Le commissaire Salvo Montalbano déteste le mauvais temps. Et ce jourlà, «le ciel était entièrement couvert de nuages où menaçait la pluie», comme il est écrit à la page 12 du Voleur de goûter (Pocket, 2004), le quatrième des romans d’Andrea Camilleri consacré au policier le plus célèbre d’Italie. On était venu pour raconter une success story ensoleillée, l’heureux mariage à trois du polar, de son adaptation télévisée et du tourisme culturel, et nous voilà déambulant dans les rues de Scicli sous un parapluie. Entre deux haltes, les collines des Monte Iblei (monts Hybléens), où Montalbano trimballe sa vieille Fiat Tipo noire – dont il ne parvient jamais à se faire défrayer les pleins d’essence –, étaient hachées par les essuieglaces.
Andrea Camilleri, 89 ans depuis le 6 septembre, n’est déjà plus un gamin lorsqu’il entreprend d’écrire les aventures de son commissaire. Metteur en scène pour le théâtre (il sera le premier à monter Beckett en Italie) et pour la télévision (on lui doit en partie l’adaptation italienne de «Maigret»), ce fils unique d’un couple de la bourgeoisie sicilienne hésite à se lancer dans l’écriture romanesque. Il a pourtant remporté un prix de poésie avec les encouragements de Leonardo Sciascia, en battant Pier Paolo Pasolini en finale. Un filo di fumo (Un filet de fumée), en 1980, lui permet de faire surgir de son imagination et de ses souvenirs la ville qui deviendra le décor principal de tous les autres romans, Vigàta, mélange de Porto Empedocle, sa ville natale, et d’Agrigente.
Mais il faudra quatorze ans encore pour que naissent, lors de longues heures passées au chevet de son père mourant à qui il raconte des histoires, les contours de son commissaire, ainsi nommé en hommage à l’écrivain de polars espagnol Manuel Vazquez Montalban. Camilleri a presque 70 ans. Paru en 1994, La Forme de l’eau est son premier succès. Depuis, 15 millions de lecteurs suivent les aventures du flic le plus médiatique de la Péninsule.
«LA SAVEUR DE LA LANGUE»
«Montalbano sono. Che fu?» (« Montalbano, je suis. Qu’est ce qu’il fut ? ») Ces mots-là valent une signature. A les lire, dans leur typique inversion du verbe et du sujet, et ce passé simple qui font du sicilien un dialecte incroyablement littéraire – et un cassetête pour ses traducteurs –, c’est tout un monde qui se déplie. Dans l’ordre: Vigàta donc, où ce flic bougon, misanthrope à ses heures, retrouve chaque jour ses adjoints Mimi Augello, le séducteur, Carmine Fazio, le méthodique et Agatino Catarella, l’homme à tout faire, brouillon et obséquieux; Marinella ensuite, où il vit face à la mer et où il retrouve par intermittence sa fiancée Livia; les restaurants enfin, où il se gave de rougets grillés (un kilo ne lui fait pas peur), d’arancini (boulettes de riz), de pasta alla norma (ricotta et aubergine).
Le travail ne manque pas à Vigàta. En 34 volumes, Salvo Montalbano a résolu l’énigme d’autant de meurtres, d’enlèvements, de trafics, de corruption de politiciens, de rackets et de crimes divers. L’ordinaire de la Sicile gangrené par le crime organisé? Oui, mais à cette différence près qu’il faut en général 250 pages à Camilleri, rédigées en à peine un mois, pour boucler une enquête, quand la justice italienne se traîne. «C’est une vision idéale et très folklorique de la Sicile, admet Attilio Bolzoni, spécialiste de l’île et de ses coutumes criminelles au quotidien La Repubblica. Mais ce flic est tellement sympathique et acharné qu’on ne peut s’empêcher de l’aimer.» Serge Quadruppani, traducteur en français de la plupart des volumes, ajoute dans chacune de ses préfaces un autre ingrédient à ce succès: «Au moment même où la télévision menaçait de réaliser ce que l’école n’avait pu obtenir, que tous les Italiens parlent la même langue, Camilleri leur restitue la saveur de la langue de ses pères, l’italosicilien des environs d’Agrigente (…): la truculence généreuse et raffinée d’un peuple très ancien.»
Mais tout cela n’explique pas que nous nous trouvions, un dimanche d’octobre, dans les rues désertes de Scicli qui se vante d’être la «quatrième ville la plus ensoleillée d’Italie», sous un parapluie. Un peu de patience… Un écrivain prolifique, des intrigues calquées sur le réel, des décors pris sur le vif, des dialogues si bien écrits qu’ils font avancer l’histoire toute seule comme un train électrique: la télévision italienne n’a pas été longue à se rendre compte du profit qu’elle pourrait tirer d’un tel gisement. Encore fallait-il un producteur qui y croie: «A la fin des années 1990, se souvient Carlo Degli Esposti, directeur de la société Palomar, qui produit la série, je suis allé trouver une amie éditrice en Sicile. C’est elle qui m’a fait lire les romans de Camilleri. J’ai immédiatement prévenu la RAI [la télévision publique] de l’énorme potentiel de ces livres. Deux mois passent. Pas de réponse. Je suis allé sonner directement à la porte d’un dirigeant pour le convaincre. Un quart d’heure après, on signait le contrat.»
C’est le deuxième miracle du commissaire Montalbano. Ayant fait la fortune de son auteur, il fera celle de la télévision, dès la diffusion du premier téléfilm, en 1999. Chaque printemps, acteurs, machinistes, réalisateur retrouvent leurs habitudes sur la côte sudest de la Sicile pour y mettre en boîte quatre nouveaux épisodes. Toujours les mêmes: le réalisateur, Alberto Sironi, ancien assistant de Giorgio Strehler au Piccolo Teatro de Milan, et Luca Zingaretti, dans le rôle du commissaire. On dit qu’il serait l’acteur le mieux payé d’Italie (400 000 euros par épisode). Il est aussi l’un des plus discrets, semblant avoir fait sien le mode de vie de son personnage: modestie et efficacité. Il a, comme son modèle de papier, l’air taciturne et le regard doux. Seule différence: Zingaretti est chauve comme un oeuf alors que, dans les romans, la lointaine et épisodique Livia ne déteste pas passer sa main dans la tignasse du commissaire. Ses acolytes Mimi, Carmine et Agatino, eux non plus n’ont pas changé. Les téléspectateurs regardent vieillir ce petit monde d’année en année. Une ride de plus par ci, un rictus d’amertume par là. Ça crée des liens.
Chaque nouvelle saison (il y en a eu neuf, la dixième en cours de préparation sera retransmise en 2015) réunit près de 10 millions de téléspectateurs. L’été, les rediffusions des vieux épisodes battent à plates coutures n’importe quelle autre émission. Mais plus que les répliques ou le dénouement d’une enquête, ce sont les paysages qui attirent l’oeil comme un phare. Selon une étude détaillée des pointes d’audience, il apparaît que les téléspectateurs sont plus nombreux et attentifs dans les scènes tournées en extérieur: «Après Zingaretti, la Sicile est l’autre vedette», explique Alberto Sironi. La Sicile de Camilleri? Pas vraiment. «Au cours des premiers repérages, continue Sironi, nous nous sommes rendus dans la région d’Agrigente et de Porto Empedocle, pensant y retrouver les paysages qui avaient inspiré l’auteur. Mais tout était enlaidi par les constructions récentes. La Sicile de Camilleri n’existe plus, hélas. Nous avons donc décidé de tourner dans des paysages plus intacts comme les environs de Scicli, Modica et Ragusa Ibla. »
PÈLERINAGE
En grande partie rasée par le tremblement de terre de 1693 et reconstruite selon les canons architecturaux du XVIIIe siècle espagnol, la province de Raguse est en soi un décor cinématographique. Eglises baroques, rues bordées de palais aux balcons de fer forgé sont devenues les héros de cette série télévisée made in Sicily. «Nous avons délibérément choisi de faire apparaître les personnages dans des lieux presque vides, explique Alberto Sironi, afin que le décor exprime toute sa puissance.» La Vigàta de la télévision a pris ses aises avec le réel, recréant un lieu imaginaire avec des éléments pris ici où là. Ce mur de pierre sèche près duquel on découvre un cadavre, l’église San Giorgio d’Ibla qui se dresse au haut d’une rue en pente comme un couple de mariés sur une pièce montée, et le château néogothique de Donnafugata où il rend parfois visite à un mafieux pour d’étranges tractations, sont en réalité distants de plusieurs kilomètres. Magie du montage et de la lumière uniforme, ils sont désormais imbriqués les uns dans les autres.
Et c’est ici que se produit le troisième miracle de Montalbano. Maintenant on comprend mieux ce que nous faisons à Scicli sous un parapluie. Le succès des livres de Camilleri entraînant celui de la série télévisée, ce dernier a à son tour engendré un troisième phénomène qui vaut à Salvo Montalbano d’être définitivement le «sauveur de la Sicile». Alors que l’activité touristique, sous l’effet de la crise, s’est ralentie sur toute l’île, elle renaît dans la province de Raguse. On comptait à peine une centaine d’hôtels de charme et de chambres d’hôtes il y a dix ans, ils sont près de 3.000 aujourd’hui. Désormais diffusée dans une soixantaine de pays, dont la France, la série attire des centaines de milliers de touristes en pèlerinage. Ryan Air, à l’affût des nouvelles tendances, a ouvert une dizaine de lignes depuis Londres ou Berlin sur l’aéroport tout proche de Comiso.
«Chaque semaine, je reçois environ 80 demandes», explique Francesca Giannone propriétaire de l’agence GFG Travel. Et elle n’est pas la seule: toutes les agences de tourisme proposent leur «Montalbano Tour». Adjoint au tourisme de Scicli, Giampaolo Schillaci se frotte les mains: «Même si la ville est classée au patrimoine mondial de l’Unesco, j’estime que 75 % des visiteurs viennent d’abord pour voir les décors de Montalbano.»
Cet été, pourtant, l’idylle entre Montalbano et la province de Raguse a bien failli tourner court. La société Palomar a menacé d’abandonner la Sicile pour les Pouilles. Motif? La région n’aurait pas tenu sa promesse d’accorder quelques faveurs fiscales à la production. Eût-on décidé de déménager la fontaine de Trevi de Rome à Naples que la polémique n’aurait pas été moindre. Finalement tout est rentré dans l’ordre. «Montalbano appartient à ce coin de Sicile, et nous en sommes tous prisonniers», s’amuse Alberto Sironi. Une Sicile façon puzzle, à la fois reconstituée et authentique.
Devant la maison du commissaire à Punta Secca, les touristes prennent des selfies. Montalbano voudrait-il piquer une tête pour chasser ses idées noires de son crawl puissant et stylé? Possible dans la fiction, impossible dans la vraie vie. Si la caméra recule un peu et élargit le plan, les téléspectateurs pourront lire le panneau «baignade interdite». Et, puis, de toute façon, il pleut…
Philippe Ridet
 
 

La Repubblica, 30.10.2014
Ann Goldstein: "Leopardi, Levi e la Ferrante, così negli Usa si legge l'Italia"
Intervista a colei che da vent'anni è la più importante traduttrice americana dei nostri scrittori

"Prima il successo di Elena Ferrante, ora la traduzione integrale di Primo Levi. È decisamente un momento felice per la cultura italiana a New York. Per tirarsi un po' su bisogna fare una telefonata al New Yorker, sofisticata icona della Manhattan intellettuale. All'altro capo del filo è Ann Goldstein, responsabile del Copy Department e voce americana di molti scrittori italiani.
[...]
A leggere il New Yorker si ha l'impressione che la cultura italiana sia ancora il Rinascimento, i grandi classici e l'alta moda. Con poche eccezioni tra gli autori contemporanei.
"Mettiamola così: per il grande pubblico l'Italia è cucina e turismo. Però per una ristretta cerchia di lettori sono importanti anche Italo Calvino e Umberto Eco. E più recentemente Andrea Camilleri: oltre alla trama poliziesca, non escludo che il pubblico apprezzi anche gli arancini di Montalbano".
[...]
Simonetta Fiori
 
 

TG2, 31.10.2014
Andrea Camilleri ricorda Eduardo De Filippo nel trentesimo anniversario della morte


 
 

La Sicilia, 31.10.2014
L'intervista
«Il mio Montalbano ha il desiderio della verità giusta»
Intervista ad Andrea Camilleri che firma una raccolta di racconti in cui il giovane commissario combatte mafia e corruzione. «Sono preoccupato per questo Paese»

«Montalbano ha il desiderio della verità giusta». Così Andrea Camilleri sintetizza lo spirito etico che anima il celebre commissario. Partendo dal nuovo libro di racconti, "Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano" (edito da Sellerio), in questo dialogo con "La Sicilia" Camilleri parla di letteratura, di battaglia contro la mafia ed altri temi attuali. Afferma di essere «molto preoccupato» per l'Italia. Ribadisce la sua contrarietà al concetto di "sicilitudine" e spiega la sua posizione favorevole al ponte sullo Stretto di Messina. Il nuovo libro è strutturato con 8 racconti gialli, ambientati a Vigàta, elaborati con il linguaggio inventato da Camilleri, misto fra italiano, dialetti siciliani, vocaboli arcaici e neolinguismi.
Qual è la genesi dei nuovi racconti?
«La voglia di scrivere del giovane Montalbano nasce dall'esigenza di raccontare di più su come il "classico" Montalbano è diventato quello che è. I suoi rapporti con Livia, con gli agenti del commissariato, con il suo modo di investigare. Insomma avevo bisogno anche io come narratore di una sorta di "rewind" per immaginare e costruire la formazione del carattere di Salvo».
Più volte è tornato sulla forma narrativa dei racconti, è una scelta letteraria che le consente di dar vita ad una pluralità di storie?
«Io sono d'accordo con quello che diceva Faulkner, i racconti sono una forma di narrazione più alta del romanzo. Mi capita spessissimo, non solo con i racconti di Montalbano, di sperimentare questo respiro più breve che mi permette di tenere un tempo condensato in cui tutto si svolge e tutto si dipana».
Silvano Nigro, nel risvolto-saggio di copertina, parla di "romanzi ristretti". Questa definizione coglie l'essenza della sua idea dei racconti?
«Assolutamente sì. Non mi siedo mai alla scrivania pensando ora scrivo un racconto, ora scrivo un romanzo. L'idea che ho in testa si srotola durante la scrittura e contiene già in se i tempi necessari alla narrazione. Il giovane Montalbano con la sua irruenza mi costringe a tempi più stretti e concitati».
Il Montalbano giovane assomiglia molto al commissario da adulto. Vi è una coerenza logica nel nucleo definitorio del personaggio letterario o è un fatto funzionale alla narrazione?
«Certo che c'è un nucleo caratteriale del personaggio che non potrebbe essere quello che è se non fosse stato prima quell'altra cosa. Devo dire che mi sono molto divertito a ricordarmi e immaginare come doveva essere Salvo Montalbano da giovane».
Montalbano ha una "sua" visione etica della giustizia, non "burocratica". E' il desiderio della verità che prevale sulle regole rigide?
«E' il desiderio della verità giusta. Voglio dire che il mio commissario spesso ricerca la verità non necessariamente per renderla nota a tutti o giudicarla. Non gli interessa che i colpevoli siano poi ‘giustiziati', siano condannati o imprigionati. Montalbano cerca di capire le ragioni di un dato gesto e se quelle ragioni sono più giuste del gesto errato, allora è pronto a perdonare il colpevole e lasciarlo andare».
Nel racconto Doppia indagine vi è una riflessione sulla verità che non sempre è come appare. Come definirebbe il concetto di verità?
«Non possiedo una verità, né un concetto di verità assoluto. Possiedo delle microverità che mi sono costruito sulla mia esperienza e che mi hanno aiutato a formare la mia vita e il mio pensiero. Sono pronto ad ascoltare e ad accettare la verità di tutti, a condizione che ci siano delle buone pezze d'appoggio».
Montalbano è dalla parte dei deboli, sia da da giovane che da adulto. In diversi romanzi è dalla parte degli operai che scioperano. Si preoccupa quando in ambienti "progressisti" vi è qualcuno che sostiene che occorre limitare la libertà di sciopero?
«Certo che mi preoccupo, sono molto preoccupato per questo Paese, ma non ho voglia di parlare di politica».
In questi racconti Montalbano combatte contro la mafia ed i corrotti. Però dinanzi ad alcuni potenti è costretto a fermarsi, aspettando tempi migliori. Ha voluto contestualizzare le storie negli anni ‘80 quando ancora la Sicilia non era attraversata dalle lotte per la legalità che sono iniziate in maniera forte dopo l'uccisione di Falcone e Borsellino?
«Esattamente, come vede sono tutti racconti datati in quell'epoca dell'attesa che poi non è stata delusa».
Lei ha sottolineato più volte i cambiamenti positivi della Sicilia degli ultimi anni, in particolare la battaglia per la legalità condotta dai magistrati, dalle forze dell'ordine, la ribellione di Confindustria Sicilia contro la mafia, l'impegno di Libera di Don Ciotti e di Addiopizzo. Quanto è importante la battaglia etica?
«La battaglia etica e culturale è il pilastro sostenitore della lotta per la legalità».
In Sicilia torna sempre più di rado, ha nostalgia della sua terra?
«Ho molta nostalgia della mia terra».
Tempo fa disse che la "sicilitudine" va superata e auspicò che fosse realizzato il ponte sullo Stretto. Qual è la sua idea attuale?
«Ho sempre risposto che se tutti i geologi del mondo ci assicurassero che il ponte si può fare e che se qualcuno ci garantisse sulla non corruttibilità della ditta appaltatrice sarei ben felice che ci fosse un ponte. Detto questo, vista la situazione italiana credo che prima del ponte siano da mettere in sicurezza le scuole, gli ospedali, il territorio, e la nostra democrazia».
Salvo Fallica
 
 

La Repubblica, 31.10.2014
Mare Nostrum: "Non lo fate morire aumenteranno solo i morti in mare"
L'appello "disperato" di 30 associazioni (laiche e cattoliche) per l'avvio di un programma europeo di reinsediamento delle persone che arrivano dalle zone di crisi e di guerra. L'iniziativa dell'Arci

Roma - "Mare Nostrum non deve finire". Lo hanno chiesto, con un appello i rappresentanti di quasi 30 associazioni italiane, a cui hanno aderito anche alcune personalità come Andrea Camilleri, Carlo Feltrinelli, Ascanio Celestini e Andrea Diroma. Un appello che gli stessi firmatari definiscono "disperato", perché il dado sembra ormai tratto: Mare Nostrum chiude, l'Italia - e in particolare il ministro dell'Interno Angelino Alfano  -  non ha intenzione di proseguire, anche se non ci sono ancora decisioni formali da parte del Consiglio dei ministri. "Se l'operazione della marina italiana finirà, come ormai ci sembra deciso, l'unico risultato sarà che aumenteranno i morti in mare", ha detto Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione dell'Arci.
[...]
Cinzia Gubbini
 
 

La Repubblica, 31.10.2014

Roma. «Ormai siamo un popolo di allenatori e di detective » scherza Federica Sciarelli, circondata dalla redazione (una squadra tutta di donne, solo sei uomini). Chi l'ha visto?, fenomeno della grigia stagione di RaiTre, nasce in un appartamento del quartiere Prati di Roma.
[...]
Andrea Camilleri non si perde una puntata, gli sceneggiatori s'ispirano ai casi.
[...]
Silvia Fumarola
 
 

RomaToday, 31.10.2014
Notte delle Biblioteche con Bocci e Sironi: a Primavalle tutti pazzi per Montalbano
Alla Biblioteca Basaglia l'incontro con l'attore Cesare Bocci e il registra della serie televisiva Alberto Sironi. La proiezione del film "La gita a Tindari" e i saluti del Presidente Barletta

Tutti pazzi per Montalbano. Al commissario più famoso della televisione, nonchè a una delle fiction italiane più seguite negli ultimi anni, è stata dedicata una serata speciale alla Biblioteca Franco Basaglia di Primavalle. Lo scorso mercoledì, in occasione dell'iniziativa "Notte delle Biblioteche" promossa da Roma Capitale si è svolta infatti la proiezione de "La gita a Tindari", uno dei tanti capitoli della fortunata serie ispirata al romanzo di Andrea Camilleri.
Hanno partecipato alla serata anche il regista della serie Alberto Sironi, il produttore cinematografico Francesco Tornatore e l'attore Cesare Bocci che nella fiction interpreta con maestria e sapiente ironia il vice-commissario Mimì Augello. Presente anche il Presidente del Municipio XIV Valerio Barletta che ha voluto portare personalmente il proprio saluto agli ospiti e i cittadini intervenuti.
Maria Romana Barraco
 
 

 


 
Last modified Saturday, June, 17, 2017